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6 Stati di coscienza [La NATURA DELLA COSCIENZA U na delle cose pitt difficli da fare &, come spesso succede, i cercare di spiegare e definire qualcosa che ci sembra ovvia enaturale. La coscienza @ di sicuro una di queste cose insieme ovvie e nisteriose, definite in mille maniere ma anche in fondo indefinibil. Qualcuno (per esempio William James) ha detto che la coscienza {il senso di identita personale, qualcosa che coincide con la capacita separare cid che fa parte di sé da cid che é esterno. Questa @ una de- frizione molto ampia, infatti la coscienza come coscienza di sé per- siste anche in condizioni di alterazione dello stato di coscienza (come Potrebbero essere ebrezza da alcool o il sonno). Anche in queste condizioni alterate, infatti, si mantiene una continuita nella percezione disé come la stessa persona, anche se il contatto con la realta esterna évariamente alterato 0 sconnesso. La coscienza come continuita e persistenza del senso di sé viene so- spesa solo in caso di interruzione del contatto con la realta e di coma. Una delle funzioni della coscienza cosi concepita é quella di rego- ne della propria relazione con ‘ambiente. Quindi é grazie alla co- sienza che si fa una verifica continua delle conseguenze del proprio agite, che si pud organizzare la propria attivita mentale, prospettarsi de- slieventi nel tempo futuro, progettare e dirigere la propria volonta. La coscienza pud quindi essere intesa anche come aspetto sog- geltivo della capacita di pensare, di elaborare gli stimoli e di indi- Tazare la condotta. Questa definizione risulta pitt restrittiva della pre- cedente, poiché risulterebbero privi della coscienza cosi intesa gli ani aali ed i bambini molto piccoli Oltre alla dimensione conscia e consapevole la gran parte degli psi- cologi riconosce lesistenza anche di una dimensione inconscia della nostra psiche, Sei figuriamo la mente come un palcoscenico largo e profondo che venga esplorato dal fascio di luce di un unico riflettore, il conscio & quell’unico settore e personaggio (il nostro io) che viene illuminato a giomo dal riflettore mentre I’inconscio é tutto quel misterioso spazio buio non penetrato dal fascio se non di riflesso e solo nelle immediate vicinanze del personaggio. Esistono due modelli generali nella concezione di spazio conscio ed inconscio, uno cognitivista ed uno psicodinamico. Per i cognitivisti l’inconscio @ costituito dall’insieme di ricordi, co- roscenze, processi di pensiero che sono stati assimilati e registrati ed in- fuenzano la condotta ed il pensare ma non sono immediatamente e di- rettamente accessibili alla coscienza. Fanno parte dell’inconscio dei cognii isti sia le attivita automa- La naruna, DELLA coscienza 147 Lanaruna, Ft Linconsco doi cogrist & Vesiome dole procedure ‘automatiche 148 tiche di prima ricezione del segnale da parte degli organi di senso che tutte quelle attivita volontarie ma “automatizzate” con V'apprendi- mento e I’esercizio (come camminare, parlare, scrivere, usare le rego- Je grammaticali della lingua materna). Questa seconda parte dell'in- conscio @ chiamata la conoscenza procedurale. Se noi dirigiamo Vattenzione verso queste attivita inconscie (per esempio, se cerchiamo di discernere quali precisi movimenti stiamo fa cendo con la lingua mentre pronunciamoi diversi suoni del’alfabeto) ura parte di esse pud essere portata alla coscienza. Questa parte di “inconscio" che possiamo fare emergere viene detta conoscenza dichiarativa. Quin- di anche nello schema di tipo cognitivista, che é uno schema del funzio- namento psichico in termini di flusso dell’informazione, abbiamo un modello della psiche in tre stati o livelli funzionali, INCONSCIO PRECONSCIO CONSCIO ‘Conoscenza Conoscenza }-—) - dichiarativa procedurale |, ——| Vr new | y t =$] Sistema del sensorio * Secondo il modello freudiano, che presenta solo delle analogie superficiali con il modello cognitivista riassunto in questo schema, Vinconscio é costituito in primo luogo dagli impulsi primari, dagi istinti e dai desideri soprattutto in rapporto con la sfera della ses sualita, Altri autori, come Jung o Adler in particolare, hanno dato m- nore rilevanza agli impulsi sessuali oppure hanno ipotizzato delle pulsioni inconscie collettive che interessano T'individuo in quantoap- partenente ad un determinato gruppo etnico e culturale. Queste spinte primarie lasciano delle tracce di sé (come ricor, come tendenze all’azione, come automatismi di reazione, ecc,) el hanno un effetto sul modo di essere e di agire, ma la consapevoler- za della loro presenza ® solo parziale e per essere raggiunta richie de uno sforzo dell'io di esplorare una zona di confine che in gener gli sfugge o viene colta solo confusamente. La parte conscia cost» tuisce ad ogni modo una frazione molto piccola del tutto, comels parte notoriamente minima di un iceberg che si rende visibile perché sopra la linea delle acque. La parte immersa non la possiamo vedere drettamente, anche se ne cogliamo con discreta precisione gli effetti sill base dei movimenti e della forma della parte emersa. Mentre il modello cognitivista si basa sulla teoria del flusso 4llinformazione e sulla distinzione fra processi di tipo automatizza- wedi tipo intenzionale, il modello freudiano @ quello che potremmo deiinire un “modelo affettivo”. Le spinte primarie, le pulsioni, gli istinti sono all’origine dei nostri comportamenti volontari e coscienti. Questa origine é pero come una ‘rt di radice sotterranea che solitamente ci sfugge e solo una attenta auto-osservazione ed una analisi ci permette di trapassare il velo del- birazionalita e di intravvedere le motivazioni inconscie della nostra con- dott, Quando siamo desti e ben lucidi la coscienza ha un controllo mol- dystreto della situazione e questo esame delle motivazioni profonde ri- silla realmente arduo e quasi impossibile. Tale analisi é invece un po’ sit agevole se operiamo una qualche forma di distanziamento emot ‘ve di distacco, oppure se il controllo della coscienza si allenta, come succede per esempio durante il sonno. Un‘altra situazione favorevole ifesame delle pulsioni inconscie é quella della regressione,? ma pro- bubilmente la posizione privilegiata per osservare I'azione dell'incon- sio® quella di un osservatore esterno. Un osservatore estemo, non coinvolto direttamente da cid che osserva, ud cogliere con relativa facilita i segni della presenza di meccanismi asi verso i quali il diretto interessato spesso risulta come cieco. F per que- so motivo fondamentale che una auto-analisi risulta sempre ed inevita- simente monca ed incompleta rispetto ad una analisi compiuta con Yas- sstenza e lo stimolo di un terapeuta o un analista. La naruna Fig. 2 \conscio pub immagi come la punta femersa gun lerberg 149 Wcenvenso LA coscuenza 150 I. CeRVELLO E La coscIENZA M olti filosofi del passato ritenevano che la mente, 0 ani- ma razionale, fosse una entita separata rispetto al corpoe che esistesse fra la mente ed il corpo stesso un punto di contatto edi passaggio. Questo punto di collegamento fra tali entita distinte e se parate, mente e corpo, era variamente individuato. Uno fra i pitt “ac creditati” punti di contatto era una piccola ghiandola collocata allt base del cervello, la ghiandola pineale. Questa posizione si chiam dualismo, perché prevede appunto l'esistenza di due entita distinte ed autonome come la mente ed il corpo, ed ha il suo pitt noto esponente nel francese Cartesio. Secondo queste concezioni esistevano, per essere pitt precisi, duet pidi anime. Una era anima vegetativa (quella che sovraintende alle funzioni vitali come il respiro, il battito cardiaco, ecc.) e l'altra er Yanima razionale (quella che ci permette di essere coscienti, di ragic nare, di dirigere lazione volontaria, ecc.). Mentre la prima @ indiss Giabile dal corpo e quindi nasce e muore con esso, la seconda derive rebbe dall’esterno ed influenza il corpo ma non ne dipende ‘Attualmente questa posizione dualistica & abbandonata sia dal maggior parte dei filosofi che dagli scienziatie si ritiene che la mentece sciente sia il risultato della attivita biologica dei neuroni cerebrali Tn un certo senso si pud dire che la coscienza & un attributo fur zionale, un particolare risvolto del funzionamento dei neuroni della cor teccia cerebrale. Esistono diverse tecniche di studio adatte a mostrare la relazione fa coscienza ed attivita neuronale. Una di queste tecniche consiste nel dere che cosa avviene, come esperienza soggettiva, quando si stimolano delle precise arce della corteccia cerebrale in un soggetto svegli| ‘Questa cosa viene fatta con i pazienti che sono in procinto di subi re delle operazioni chirurgiche per trattare dei focolai epilettogert Dato che il chirurgo ha bisogno di verificare la funzionalita delle divers aree della corteccia, per distinguere quelle malate e all’origine di cis epilettiche da quelle sane e normofunzionanti, egli esplora delicat mente e sistematicamente diverse aree inviando delle micro-stimol: zioni elettriche punto dopo punto. Il paziente non & anestetizzal proprio perché deve riferire l'effetto della stimolazione. Cosi facendos| ®osservato che la stimolazione di alcune aree, come quelle sensorial evoca nel paziente delle precise percezioni acustiche o lumines In altri termini il paziente non ha la coscienza di essere stimolato®} ‘un punto della corteccia ma, per esempio, sente un suono come se glia rivasse dalle orecchie oppure ha una percezione tattile riferita a quale precisa parte del corpo. We cenvewo Struttura e funzione del cervello Scissura i mee Lob ais frontale_74 | Neen ester fence Scissura — laterale . temporal eK NS WH Ceveticno Midollo~ Neo encefalo 7 Secale ra alamo \ Sone P cove Ipotisi raedlo Palio Cervelletto om encelalo"—_ idotlo 151 K cenverco Fig. 8 Le hunaion’ dele varie pact det ‘ceva 152 Corpo catloso Cortecca cerebral collega rere de emis irovinent apprendimenns Diencefalo - Bimconeccia Mesencefab ai ecitavone {potalamo tempera fame Cervelo se too minal ‘ube Ipofisi “ Midolto allungato Midollo nero Condurtone degli impulsi motori fesenstivi, rifles funzione cats, La stimolazione di aree temporali fa emergere il ricordo di espe rienze passate o di immagini oniriche. In qualche caso la stimolazioe si associa ad una coscienza cosi vivida che il paziente non ha Tit} pressione di ricordare ma addirittura di rivivere, come se si stessero>} petendo in quel momento sotto i suoi occhi, degli eventi passati Un‘altra tecnica consiste nello studio del cosicdetto cervello divi Come sappiamo il cervello 2 costituito da due parti gli emisferi¢| rebrali, che sono simmetriche. Normalmente queste due parti avo no in modo associato perché sono congiunte da delle strutture ne vose intermedie, collocate nel setto interemisferico. In aleuni casi dit tamento chirurgico dell’epilessia il setto viene tagliato, lasciando tal modo autonomia funzionale ai due emisferi cerebrali. ‘Studiando sistematicamente questi pazienti con il cervello diviso3 due, si sono ottenute molte importanti informazioni sulla speciale zazione funzionale dei due emisferi. Si ¢ quindi visto che l'emisferos| nistro (nei soggetti a dominanza destra’) specializzato nel control comprensione del linguaggio e della scrittura e nella esecuzione ragionamenti astratti e risoluzione di problemi aritmetici. L’emister stro appare invece pitt abile nei compiti di costruzione spaviale, nel \ fronto globale e sintetico di stimoli visivi, nella ideazione di tipo verbale e legata ad immagini, nella assimilazione e confronto dis musicali.* Separando in modo accurato il tipo di segnali in arrivo alla parte a 0 sinistra del cervello (per esempio usando delle cuffie che in- 0 distinti segnali ai due orecchi, oppure usando dei campi visivi ap- itamente schermati) @ stato possibile dimostrare la presenza di una isione della coscienza. Inaltre parole stato dimostrato che ogni singola meta del cervello ud esperimentare, ricordare, riconoscere, comprendere separatamen- edall'altra meta. Alcuni teorici si sono spinti ad affermare che nor- saimente noi possediamo due sé coscienti, uno per ogni emisfero, ma 4eil passaggio dei segnali attraverso le strutture settali integra e fonde tii datiin una coscienza unitaria. Secondo questi studiosi l operazione Airurgica di resezione del setto si limita a rivelare una scissione che gid sistema normalmente non emerg. Ilfatto, poi, che i due emisferi siano specializzati evita che nor- ralmente esista un conflitto fra di essi (perché ogni emisfero ha una’’co- sienza” particolarmente affinata per esperienze diverse) e quindi ren- Je remota la possibilita che un soggetto con il cervello non diviso sperimenti una condizione di scissione della coscienza. Da questi studi emerge chiaramente che la coscienza ha tun corri- settivo preciso ed esatto con I'attivita neuronale e, pitt precisamente, jon 'attivita dei neuroni della corteccia cerebrale LD arrenzione & VaTTvAzIONE Jattenzione &, come la coscienza, un altro aspetto dell‘atti- vita mentale che ricorre ampiamente nel linguaggio co- Jsune e sembra quindi di immediata e chiara comprensione. Si dice in- ti che qualcosa “cattura” la nostra attenzione, che dobbiamo “fare at- szione” a non sbagliare, che dovremmo “tener desta” 'attenzione per sudiare con profitto questo libro. Definirla in termini scientific risulta invece abbastanza complicato. In primo luogo possiamo dire che si tratta di una funzione mentale posta a livello conscio, non preconscio o inconscio. Vlattenzione pud essere diretta volontariamente oppure pud esse- jerichiamata dalle caratteristiche dello stimolo, ma in entrambi i casi si atta di un fenomeno del quale siamo consapevoli. Essa ha due importanti funzioni, quella di mettere in evidenza al- june informazioni e quella di escludere dalla coscienza tutte le altre. Se non, esistesse questa doppia salvaguardia dell’attenzione (sce- giere ed escludere) noi saremmo letteralmente sommersi dalla marea di stimoli che arrivano continuamente al cervello. Dato che la nostra ca- Varrexzions 153 Larrenaone 154 | pacita di acquisire e memorizzare degli stimoli & limitata (come si: cordera la capacita della memoria a breve termine é di sette clementi pil © meno due) se non esistesse il filtro dell'attenzione vivremmo un i mondo indecifrabile e confuso. ‘Un meccanismo per orientare lattenzione & fisiologico, ovvero ot}, tenuto orientando i recettori sensoriali verso lo stimolo che ci interes Se ci interessa qualcosa, rivolgiamo gli occhi o le orecchie verso di ess. ‘Vedere qualcosa non vuol perd dire notarla o prestarci attenzione tutti abbiamo avuto 'esperienza di fissare qualche cosa 0 qualcuno per} sando ad altro, come se questo qualcosa 0 qualcuno, pur chiaramen presente nel nostro campo visivo, non ci fosse. Molto pit: importante del!’orientamento dei recettori tenzione selettiva psicologica Quando vi trovate in una festa siete circondati da una infinita di sue ni diversi: voci di persone che parlano fra di loro, tintinnio di bicchie 1i, squillo di telefoni, musica, ecc. Tutti questi suoni arrivano alle vost orecchie ma grazie all‘attenzione selettiva voi riuscite ad escluderlie tele tranquillamente (per cos! dire...) parlare con il vostro interlocutor anche se il suono della sua voce & pitt basso rispetto a tutti i rumoriel voci dell’ambiente circostante. In situazioni di laboratorio @ stato osservato che lattenzione sel tiva funziona non solo per gli stimoli acustici ma anche per quelli visi Nel caso delle voci é pitt facile prestare una attenzione selettives| la voce “bersaglio” si distingue dalle altre per il timbro (per esempios| & una voce maschile su uno sfondo di voci femminili), oppure se la ps duzione verbale risulta relativamente pit chiara e coerente (ad es: pio, se parla italiano mentre le altre parlano inglese o francese). In generale valgono come fattori facilitanti della attenziones lettiva psicologica gli stessi fattori gestaltici di organizzazione che: biamo gia studiato parlando della percezione: la salienza, la bu0 forma, la coerenza, il contrasto fra figura e sfondo. Di conseguenza stimoli che hanno un buon rilievo percettivo (un suono rimarcatoo Yaccento, una pausa seguita da un aumento di volume, ecc.) destano cilmente 'attenzione e vengono registrati con maggiore faciliti. Q sta cosa @ ben nota agli annunciatori pubblicitari ed agli attori, danno alla propria voce lespressione meno monotona possibile. Se, al contrario, inviamo in contemporanea, attraverso delle cu due messaggi diversi alle due orecchie di un soggetto e se questi mess vengono letti dalla stessa voce, il soggetto avra delle grandissime di colta a prestare una attenzione selettiva ad uno solo di questi due saggi escludendo I'altro. Se invece ad un orecchio viene inviata ceed all'altro una melodia musicale il soggetto non avra la mi ficolta a prestare attenzione all'uno escludendo completamente Ia nfatti lat Vlattenzione selettiva alle immagini é stata studiata proiettando intemporaneamente due filmati. Anche in questo caso la selezione ntiva é facilitata se esiste una marcata differenziazione di struttura i due stimoli (come differenza di colore, di contrasto, di tessitura di ¢, ecc.), mentre il compito diventa arduo se i due stimoli contem- ranei sono percettivamente simili. Cosa succede dello stimolo al quale non si é prestata attenzione? Nella maggior parte degli esperimenti i soggetti riescono a dire pale sia il messaggio non seguito (parole o musica, una figura umana un paesaggio, ecc.) ma senza essere capaci di ricordare nulla di pitt preciso. Questo ricordo-ombra inoltre svanisce nello spazio di po- issimi secondi, non pitt di cinque o dieci. Eun po’ come quando stiamo salutando una persona cara che si al- jontana da noi al finestrino di un treno: i visi delle altre persone sullo ¥esso treno sono presenti nel campo visivo e per qualche secondo amo forse in grado di dire che c’erano, se erano molti o pochi o anche erano piit uomini o pid: donne ma ben presto questo ricordo imme- Jisto svanisce completamente. La spiegazione che viene prevalentemente data di questo fenome- jo che il messaggio al quale non abbiamo prestato attenzione, infat- i, non viene elaborato percettivamente e quindi non passa dalla me- jnoria immediata o di fissazione alla memoria a breve ed a lungo ter- ‘Questa é la cosiddetta teoria del filtro primario, Secondo questa teo- {intl Bltro dell'attenzione blocea i segnalia livello di uscita dal recettore Jensoriale nel percorso verso il cervello. I segnali bloccati (quelli ai cvali non si presta attenzione) non raggiumgono la corteccia cerebrale non vengono elaborati e registrati in memoria. Contrasta con questa teoria la constatazione che alcuni segnali particolari (come sentire il proprio nome detto da qualcuno in una olla) sono raccolti percettivamente anche senza che ci si presti atten ione. Queste eccezioni dimostrerebbero che il filtro non é assoluto ‘ma solo attenuativo della accessibilita del segnale, in modo che se il se- gale @ saliente dal punto di vista percettivo o affettivo esso pud esse- reraccolto. Una seconda teoria & quella del filtro tardivo o terminale. Secondo questa teoria anche i segnali cui non si presta attenzione arrivano al cer- vello e vengono elaborati almeno parzialmente. Tale elaborazione sa- robe perd inconscia e Vinformazione non verrebbe immagazzinata inmodo permanente in memoria. II filtro dell‘attenzione si dirigereb- teallora verso i segnali prescelti per operare su di essi una elaborazione consapevole e volontaria che ne consentirebbe la stabile memorizza- zione, Larrecone 155 Varrexzione 156 Esiste una ulteriore teoria, proposta da Neisser, che respinge l'idea che esista un meccanismo attivo di selezione attentiva e sostiene inve- ce che il proceso di focalizzazione dell’attenzione derivi dalla limita- ta disponibilitA del sistema mentale ad elaborare i segnal La capacita di prestare attenzione a piti stimoli & quindi legata al la difficolta del compito ed alla distribuzione delle risorse. Se, per esempio, un campione di scacchi gioca con un novellino egii non avra alcuna difficolta sia a prestare attenzione alla partita che ad ascoltare contemporaneamente della musica. II novellino, al contratio, sara talmente concentrato nel suo compito che non riuscira néa pensare né a badare ad altro. Questo discorso ci porta a parlare della attenzione divisa, ciot della possibilita di prestare contemporaneamente attenzione a pitt di un segnale. ‘Un primo fattore che la favorisce é sicuramente la “automatizz- zione” di un compito che deriva dalla pratica. Alcuni famosi campio- ni di scacchi sono stati in grado di giocare contemporaneamente (e di vincere!) fino a 38 partite. Ma senza essere dei campioni, chiunque di noi & capace di cami nare (un movimento auitomatizzato) e contemporaneamente di parla- re, pensare, osservare il paesaggio. ‘Oppure, se guidiamo la macchina gia da qualche anno, siamo cer tamente in grado di pilotarla sintonizzando contemporaneamente lar dio o accendendoci una sigaretta Un secondo fattore @ che i segnali derivino da canali diversi fra i loro. E molto facile parlare al telefono e contemporaneamente guardare la televisione, mentre @ quasi impossibile parlare al telefono ¢ con temporaneamente ascoltare la radio o quel che dicono in televisione Una questione di grande importanza pratica é il capire come fant no le persone a sostenere l'attenzione selettiva per lunghi periodi di tempo. Molti lavori richiedono una attenzione sostenuta, o vigilanza, come Ja guida per lunghe distanze, il controllo di una catena di montaggio, la sorveglianza di polizia, !'esecuzione di complessi interventi chirur gici, per fare solo alcuni esempi, I mantenimento di una buona vigilanza, ovvero il mantenere pet lungo tempo una attenzione sostenuta e non commettere errori, ¢f Cilitato dalle caratteristiche dello stimolo. Se lo stimolo & intenso ed ha un ritmo veloce la vigilanza ® mag- giore, mentre I’attenzione si assopisce con stimoli di bassa intensitie con un ritmo di variazione molto lento. Guidare in modo brillantein una strada di montagna favorisce il mantenimento della vigilanza, mentre guidare sempre alla stessa ridotta velocita in un rettilineo a Varrenaione stadale di notte pud ridurla al punto da farci addormentare. Se lo sti lo fermo e se teniamo lo sguardo a lungo fisso su di esso, oppure ssimuove sempre con la stessa lenta oscillazione, la vigilanza pud ce- “erin pochi secondi, come si verifica con le tecniche di induzione srotca La vigilanza e la qualita della prestazione sono anche in rapporto al- hcndizione del soggetto. In particolare sono legate al suo livello di at- fvazione o eccitabilita. Se il livello di attivazione é molto basso (se il sygetto @ sedato con un tranquillante, per esempio) il livello della sui prestazione @ basso. Con una attivazione molto alta (se per esempio sono presi molti caffe o se si troppo angustiati per un esame) il li- ‘illo della prestazione diventa molto scadente, in particolare se il compito & impegnativo. I ivello ottimale di prestazione e la vigilanza timale si registrano con gradi intermedi di attivazione. Fig. 6 Leprestazoni ALTA caren tne eo BASSA Basso Elevato 187 158 i RITMI BIOLOGIC QUOTIDIANE U2 vctsrchew sosgeto a direto a sua attenzione vere uno stimolo o ha iniziato una prestazione, la qualita della sua vigilanza e della sua prestazione dipendono come abbiamo appe na visto da molti fattori. Fra questi fattori bisogna anche comprendere Yora del giorno in cui il soggetto agisce. Un importante fattore che influenza la vigilanza e, la prestazione®, infatti, 'esistenza di ritmi di funzionamento dell’organismo a cadenza quotidiana. Si tratta dei cosiddetti ritmi cireadiani, che interessano molti parametri di funzionamento fisiologico del corpo, come la pres sione cardiaca, il tono muscolare, la temperatura corporea, la velocita del metabolismo, la resistenza alla fatica, ecc. La gran parte delle funzioni corporee non sono sempre allo stess0 livello ma mostrano delle variazioni periodiche, con un periodo medio di poco superiore alle 24 ore. Uno dei pit noti ed evidenti fra questi ri mi 2 quello di veglia-sonno. E come se il corpo fosse dotato di un orologio, che regola la veloc Ja caclenza e I’efficacia della maggior parte delle sue funzioni. Un pr blema che i ricercatori si sono posti ¢ se l’orologio sia interno appuit? esterno, per esempio ancorato alla alternanza delle notti e dei giomi. Per chiarire questo dubbio sono stati fatti degli esperimenti po nendo dei soggetti in ambienti nei quali non esisteva aleuna variazio ne. In pratica i soggetti sono stati posti in ambienti chiusi, a temperatura e luce costante e in assenza di orologi o altri strumenti che indicassero lo scorrere del tempo. I soggetti erano liberi di alimentarsi, di lavorae di dormire a loro piacimento. Degli osservatori posti all’esterno (collegati con delle telecameres circuito chiuso) registravano i principali ritmi della loro condotta e, ad intervalli variabili per non fornire una misura temporale, registravare alcuni parametri biologici. In tutti i soggetti si @ osservato, dopo un intervallo di settimana, una sorta di “slittamento”, come se la giornata funzionalse soggettiva si allungasse progressivamente. Dopo circa 40 giorni i rtm biologici passano da una media di 24, 5 ore a circa 46. Un esperimenio molto noto in Italia & quello del sociologo Montalbini, che si fatto is lare in uma grotta in profondita per circa 10 mesi e che, al momento dell'uscita, era persuaso che fossero trascorsi poco pid di 4 mesi. Alt torno nell'ambiente naturale, tuttavia, questa sfasatura si estingue pidamente e nell’arco di circa 3 giorni tutti i ritmi ritornano in fst sulle ventiquattrore circa rca un ry Isolamento in grotta | | | » <= 0 ——— af santana xl | —_—_- a | Ambiente | ————_ | aturate | 4 0——> 12 —>24 —> 12 —> 24 Giorni Ore del giorno Come si vede i ritmi circadiani hanno un orologio endogeno (per- ¢héla ritmicita si mantiene anche in condizione di isolamento) ma so- ',in condizioni naturali, adattati con precisione all'alternarsi della not- tee del giorno. I diversi ri je, sono inoltre in fase fra d come si pud vedere dalla figura che se- Fi. ‘Andamento 32 recupar0 dopo ambiente naturale 159 “ouonoust LUCE BUIO A Intensita 4 del sonno 4 Z Vegtin | es) 18 0 6 2 18 Ore del giorno e deta notte BUIO BUIO 0 6 18 Ore del giorno e della noite BUIO BUI e 4 Potassio 3 u nelle urine | ‘4 (eoetint | 1 ol 18 0 6 iz 18 Ore del giorno e della note BUIO LUCE BUIO D 20] Cortisolo 15} nel sangue '°} fugiton) | Vegtia 18 0 6 2 18 Ore del giorno ¢ della notte 160 ‘Come si pud ben capire questo tipo di meccanismo, endogeno ma j:ncorato agli stimoli ambientali, costituisce un formidabile mezzo di sattamento alle variazioni dell/ambiente. Quello che abbiamo chiamato “orologio” interno non pare che ab- biauna sola localizzazione né che parta da un solo tipo di meccanismo. Gi orologi pare, anzi, che siano almeno due : uno ha sede nella for- mazione reticolare ascendente (una fitta rete di neuroni che si trova fra iimidollo allungato e la base del cervello), mentre Yaltro si trova nel nu- deo soprachiasmatico (un gruppo di neuroni che si trova nel mezzo iell’encefalo al di dietro del setto inter-emisferico). Lattivita dei neuroni della formazione reticolare ascendente pre- sania in effetti due ritmi di oscillazione. Uno di essi 2 di grande am- fiezza, ha una scansione quotidiana e regola lo stato di alternanza sanno-veglia.® Un altro invece @ di ampiezza ridotta, ha una frequenza di circa 90 ninuti e genera sia la creazione di fasi di sonno di varia profondita che una regolare variazione dello stato di allerta durante la veglia. L/attivita del nucleo soprachiasmatico é simile a quella di una sorta di “inter- nuttore” che regola sia il ciclo sonno-veglia che Yattivita motoria o il comportamento alimentare. Oltre all'attivita di questi neuroni specializzati esistono anche di- versi meccanismi di auto-regolazione di tipo chimico. La prolungata ativita muscolare, per esempio, genera una certa accumulazione di aci- 4dolattico il quale riduce la forza contrattile e produce una sensazione distanchezza. Col riposo muscolare I'acido lattico viene smaltito, ces- sale stanchezza e il livello di attivita pud tornare normale. Questo ed al- tri meceanismi a retroazione’ non hanno alcuna autonomia rispetto agli “orologi” neuronal. Se, per esempio, si recide su un campione di ratti da laboratorio, la connessione fra nucleo sovrachiasmatico ed il resto del cervello, si as- site alla scomparsa dei ritmi circadiani con una compromissione cre- scente dello stato fisico fino talora alla morte per spossatezza, per fame oper mancanza di sonno. Ugualmente alcune droghe (come ad esem- pio'anfetamina e la cocaina) agiscono selettivamente sui centri rego- lstori e possono portare alla morte perché rendono inefficaci i mecca~ nismi periferici di autoregolazione.’ Iritmi circadiani influenzano in modo molto importante la qualita delle prestazioni di un individuo. Questo vuol dire, come @ stato am- piamente dimostrato e misurato, che la capacita di studiare, di risolvere dei problemi, di manipolare degli strumenti di lavoro, di prestare at- tenzione prolungata, ecc., varia notevolmente nell'arco della giornata. Di solito il massimo delle prestazioni si registrano nelle prime tre- quattro ore dopo il risveglio del mattino (in media fra le 8 e le 12), 161 162 mentre V'efficienza minima si registra nel tardo pomeriggio e dopo cena. Anche se la maggioranza dei soggetti ha un orologio di tipo “mattutino” come questo, esiste una consistente minoranza di inate dui (oltre il 30%) che ha un picco di efficienza pitt tardive di circa cir que ore. Questo gruppo, con orologio di tipo “pomeridiano”, “tur ziona’' al meglio dopo le 14 e non presenta un calo rilevante nella cue lita delle prestazioni nelle ore serali Sia il tipo mattutino che quello pomeridiano, ad ogni modo, pre sentano una oscillazione nel livello delle prestazioni di tipo pits finee con una cadenza di circa 70-90 minuti [risvolti pratici di queste scoperte sono molto numerosi. In prim luogo é opportuno, per un maggiore rendimento e minor rischi nel + voro, che il ritmo circadiano non venga turbato con continui cambit menti di turno lavorativorse un lavoratore deve fare un turno di note! @ opportuno che ad esso segua un congruo intervallo di riposo opp re che il turno sia prolungato per lunghi periodi prima di essere cam biato. In secondo luogo @ chiaro che a parita di sforzo il rendimento é ms to superiore in certe ore della giornata, che per quasi tutti i soggettise no il mattino ed il primo pomeriggio. Lavorare e studiare in quele ore 2 pili proficuo e molto meno faticoso che studiare ¢ lavorare dog cena e fino a tarda notte. In terzo luogo, dato che il rendimento ha una leggera flessione adi tervalli di poco pitt di un’ora, sarebbe consigliabile, sia nello studiocke nel lavoro, fare delle pause di riposo o cambiare tipo di attivita (+ strarsi) per circa un quarto d’ora con la stessa frequenza. Nel caso de- le lezioni scolastiche ed universitarie, che costituiscono un impegnotr tellettivo gravoso, V'intervallo che si instaurato nell uso ® pit breve con una pausa di 10-15 minuti ogni ora. Questo @ anche, probatik mente, I'intervallo ottimale medio che dovrebbe seguire chi sta diando ora su questo libro! Dorwire & socnarE FF se acuesto punto abbiame parato soprattato diate neselettiva, di stato di veglia, di allerta, di attivazione e dire dimento nel lavoro e nello studio. Ma &chiaro che la gente non passat ta la vita in uno stato ininterrotto di consapevolezza e di allerta. Per parte del tempo, oltre un terzo della nostra vita, siamo isolati in vari do dagli stimoli ambientali, in uno stato di coscienza alterata e vedi esentiamo delle cose che esistono solo nella nostra mente. In altre pa le, per una media di otto ore al giomo almeno, dormiamo e sop} Domne « sochane sto particolare stato di coscienza ? stato studiato in modo og- jo a partire dagli anni '50 grazie alla tecnica dell’elettroencefa a (EEG). Hnpratica questa tecnica consiste nella registrazione su carta delle on- ttriche prodotte dalla attivita dei neuroni corticali e sottocorticali. che queste onde presentano una debole capacita di irradiazione, per farle non @ necessario porre gli elettrodi direttamente a contatto con cerebrale ma basta appoggiarli sul cuoio capelluto. Con io di una crema fluida nel punto di contatto (che favorisce la tra- jone del segnale eletirico) e di un sistema di amplificazione che per- dievidenziare delle variazioni di corrente dell ordine dei microvolt, bile registrare il funzionamento bioelettrico del cervello con una ica semplice e del tutto innocua. Registrando gli EEG sia nello stato di veglia che in quello di sonno w potute osservare, come viene schematizzato nella figura, diverse riconoscibili fasi di funzionamento. Veglia o Fig. 8 Tracciato EEG. nla veoia fiassata e nel Stadio 1 1 | sme na Anal ere ai 163 Donne & soanane 164 0. Nel caso della veglia tranquilla (in ambiente poco rumoroso e con le palpebre abbassate) si registrano le cosiddette onde alfa, ad alta frequenza, irregolari e di modesta ampiezza. Questa fase viene anche chiamata fase zero del sono. 1. Nella fase di addormentamento iniziale, 0 sonno leggero, la fre- quenza e 'ampiezza delle onde si riduce, ma soprattutto comin- ciano ad apparire onde di diversa frequenza. | 2. Nella fase due del sonno si individuano fra le onde miste ed a bas- sa intensita, dei gruppi di onde particolari, i fusi del sono, e delle onde a punta sporadiche. 3. Nella terza fase le punte si fanno ampie e molto numerose, con un tracciato alquanto irregolare e caratteristico. TI sonno @ diventato | molto profondo e per destare il soggetto piuttosto energico. 4. Nella fase quattro, che ® la pid profonda di tutte, compaiono delle onde lente ed ampie, piuttosto irregolari, chiamate onde delta. II son- no della fase quattro viene anche chiamato sonno ad onde lente. In queste diverse fasi del sono il soggetto appare immobile e tran- quillo, con gli occhi chiusi e fermi sotto Ie palpebre, con un respiro lento e regolare. Il tono muscolare @ basso (i muscoli sono ipotonici et lassati, il battito del cuore é regolare e lento. Nel passaggio dalla fase Talla fase 4 i] soggetto appare sempre pit inerte e sempre meno reattivo rispetto agli stimoli esterni. Dopo qualche minuto nella fase 4, tuttavia, si verificano delle cu Tiose modificazioni. II tracciato EEG diventa molto simile a quello del- Ia fase 1 (con onde veloci, piccole ed irregolari). Il soggetto non & pit im mobile com’ era prima, ma si muove incessantemente e si agita, la fac- cia non é ferma ma diventa espressiva, con smorfie e sorrisi quasi stes se interagendo con qualcuno. Se osserviamo bene gli occhi, ci accor: giamo che sotto alle palpebre (che continuano a restare chiuse) le pupille si spostano continuamente da una parte all‘altra come a seguire con lo sguardo un oggetto in movimento. Se il soggetto @ di sesso maschile possiamo anche notare che molto spesso in questa fase ha il pene in erezione. In questa fase il sonnoé Piuttosto profondo (poiché & difficile destare il soggetto) ma il sog- getto reagisce agli stimoli esterni (per esempio facendo delle smortie mwuovendosi e talora parlando). Questa fase cosi bizzarra del sonno viene detta, per le sue caratte: ristiche contradditorie, sonno paradossale, o anche sonno a rapidi movimenti oculari (oppure anche sonno REM, dall’acronimo inglese di Rapid Eyes Movements). Per capire cosa accade nelle diverse fasi del sono, i ricercatoti hanno analizzato le risposte date da soggetti che, in situazione sper nentale, venivano svegliati e interrogati su cosa stavano provando. Con questa tecnica si é visto che nel corso della fase REM i soggetti so- nano circa nell’ottanta per cento dei casi. Nelle fasi non-REM viene riportato un sogno ben strutturato solo rel venti per cento dei casi in media. Nella fase di addormentamento {ase uno del sonno) vengono spesso riportate sensazioni di tipo “fo- lografico”, con immagini praticamente immobili e che possono essere “osservate” da vari punti di vista e sono come delle scene di teatro stac- alee separate fra di loro, senza la qualita mobile e cinematografica ca- rtteristica del sogno. Occhi Museoli Cuore Respiro Erezione pene Sonno REM (detto anche sonno paradossale 0 profondo) Occhi Muscoli medrese inition Cuore YHA Respir Sonno NREM (detto anche sono leggero) Quindi la fase REM coincide in gran parte con il sogno, si asso- cia ad un soggetto che chiaramente si agita, si muove e sposta gli occhi perché sta “seguendo” in qualche modo il susseguirsi delle immagini di cid che Freud ha chiamato “il teatro dell’inconscio”. Donmine © soanane 165 Donne « soawane 166 Tuttavia una qualche forma di sogno, meno animato, meno vi e ricco, @ presente anche nelle fasi non-REM. Studiando il contenuto esoconti immediati dei sogni (quelli ottenuti svegliando i soggettin boratorio) sié visto che le storie sono in genere illogiche ed incoerent esistono molti fenomeni bizzarri ed un po’ folli Se vogliamo paragonare il sogno ad un film bisogna dire che si ta di un film piuttosto irreale. A volte un personaggio ha la voce di persona ed il volto di un‘altra (questo @ il fenomeno della fusion. volte da un particolare, una parola, una caratteristica marginale dell ‘na, parte una improvvisa trasformazione di tempo e di luogo. Mente personaggio si pettina i capelli biondi, per esempio, ci si trova allie Provviso nella fulva criniera di un leone o in una steppa riarsa. Il pos saggio da una scena all‘altra avviene in questi casi per trasposizionee spostamento. Il collegamento fra le diverse scene non é logico 0 s0- stanziale ma legato agli attributi (in questo esempio lattributo di colle gamento @ il colore giallo rispettivamente dei capelli, della criniera e dell'erba secea). I sogni hanno anche un carattere magico :possiamo Volare, essere onnipotenti ed invincibili, soddisfare ogni nostro desi derio. Talvolta la magia ¢ del tutto negativa: negli incubi non riusciamo Pit a fare delle cose semplicissime, come camminare e spostarci, di- ventiamo paralizzati ed inermi di fronte a minacce di annientamento. In generale i sogni si presentano come wna particolare forma di Pensiero fantasticato, ricco di associazioni e poco agganciato alla realta, con diverse caratteristiche analoghe al pensiero in condizione di veglia degli schizofrenici Qualcuno potrebbe chiedersi a questo punto, che cosa distingue ‘mai il sogno dal delirio'’ e dalla allucinazione" di un folle? Le distinzioni sono importanti e numerose. In primo luogo il sogno awiene in stato di addormentamento, quindi in uno specifico stato ps: co-fisiologico ben distinto da quello di veglia. In secondo luogo la traccia dei sogni é molto labile, essi sono qua- si per intero dimenticati a pochi minuti dal risveglio. I pensieri deliranti € le percezioni allucinatorie sono invece persistent, entrano a fare parte della realta esperenziale del malato. In terzo luogo persiste, nella gran parte dei sogni, una sottile con- sapevolezza che cid che si vede non appartiene alla realta ma & “sol tanto un sogno’. A queste tre distinzioni fondamentali, naturalmente, si possono op- Porte un certo numero di esempi intermedi o di situazioni pitt sfumate Qualche volta si pud letteralmente “sognare ad occhi aperti”,ciot avere delle esperienze di tipo onirico senza essere addormentati Qualche sogno, specialmente se si tratta di brutti sogni e di incubi, Pud restare impresso nella mente a lungo ed essere ricordato in mo! fparticolari quasi come se fosse stata una esperienza reale. Resta ad ¢gni modo come ricordo di sogno e non come ricordo di un’esperien- oggettiva Certi sogni, in genere gli incubi ed i sogni angosciosi oppure alcu- reimmagini nella fase di addormentamento, possono tuttavia per qalche momento sembrarci reali. Per qualche attimo ci pud sembra- vero che I'armadio della nostra camera si scagli contro di noi come simostro informe, oppure che noi siamo paralizzati ed incapaci di rea- fire di fronte ad un pericolo. Di norma, perd, nei sogni non moriamo sai qualcuno ha giustamente detto che la propria morte & una idea im- ensabile) e ci destiamo di botto. Con il risveglio I'illusione di realta cessa immediatamente. Nel ca- sodello schizofrenico questa chiara distinzione non esiste ed un po’ come se Vincubo (diventato allucinazione) invadesse e sostituisse la reat Cisi pud chiedere a che cosa serva sognare. Una prima risposta a questo importante interrogativo la otteniamo priviamo del sonno e del sogno (non permettendo che si addor- mmentino oppure ridestandoli ogni volta che inizia la fase REM) dei soggetti in laboratorio. Dopo pochi giorni compare una grande spossatezza, con enormi dif- ficolta di concentrazione e di applicazione anche in compiti molto semplici. Se si superano i quattro o cinque giornt il pensiero del soggetto sifu sempre meno lucido e cominciano ad emergere dei meccanismi di tipo patologico, come delle allucinazioni o degli spunti deliranti Se pro- seguissimo ancora il nostro esperimento di privazione del sonno, po- tremmo arrivare ad una compromissione fisica esiziale, al collasso cardiocircolatorio ed alla morte.!? Quindi una prima risposta alla domanda & che il sonno ed il sogno, paradossalmente, difendono la nostra salute mentale e la capacita, di avere un valido contatto con il mondo esterno, Il sonno é un meccanismo generalizzato nel mondo animale. ‘Tanne forse alcune specie di rettli (che tuttavia presentano un letargo stagionale) tutti gli animali che sono stati studiati presentano una al- temanza quotidiana del tipo sonno-veglia. Nei casi in cui & stato ef- fettuato un EEG si sono anche osservate diverse fasi di profondita del sonno e la presenza del sonno paradossale, proprio come nell'uomo. E quindi molto probabile che anche gli animali sognino, anche se ov- viamente non siamo in grado di dire con certezza che cosa stiano so- gnando. Dalla osservazione della mimica del muso e dalla postura del corpo possiamo tuttavia indurre che i sogni di molti animali sono abbastanza “realistici”, cio che ripetono alcune condotte tipiche della loro vita quotidiana. Donne © soanane 167 Donne & soonane 168 Cosi i gatti che sognano arruffano il pelo o tirano fuori le unghie (come quando lanciano una minaccia o aggrediscono una preda) ed i ci- ni spesso dilatano le narici o agitano le zampe posteriori (come quando fiutano una traccia 0 marcano il territorio con Yurina). Sonno NREM Sonno REM Contec sensootoa erent {1 Meant hn Se ars Mihi eleaayiiy Fonmarione reticolare mesencefalic, SAA AncAnina oN ehh tnnetnstnideit gaye erinrreticin nme, Seen vt HAA Conecciaslvians Foon Muscol det calla fico EH ; a Secon Seconds Second Eleuroeardiogramma La durata del sonno @ molto varia da specie a specie. Alcuni ani- nali dormono pitt o meno profondamente per quasi tutto il giorno il gatto, per esempio, dorme circa 18 ore su 24). Altri dormono in cincidenza con le ore di buio, come gli uccelli, e quindi passano da 8 x oltre 17 ore di sonno quotidiano secondo le stagione le latitudini. In genere quando la durata del sonno @ molto grande la sua profondita & mninore, nel senso che il risveglio pud essere indotto da stimoli a basa energia c lo stato di veglia lucida e di piena reattivita pud essere recu- Retato in pochi secondi. Questo, tipicamente, il caso del gatto che an- he se passa circa 18 ore su 24 a dormire é forse piti esatto dire che dor- ne per meta o sonnecchia, sempre pronto a scattare per stimoli anche modesti. Nel caso dell'uomo si puid dire che sulle 8 ore medie di sonno circa la meta sono di sonno medio o leggero (quindi con una certa reattivita agli stimoli esterni ed una relativa facilita al risveglio rapido) mentre laltra meta @ sia di sonno profondo che di sonno paradossale. Molti animali dormono relativamente pitt a lungo quando sono piccoli ed immaturi e di meno quando invecchiano. Anche nell‘ uomo iltempo di sono quotidiano cala con 'invecchiamento. La componente che cala di piti & quella del sogno legato alla fase REM. Nel neonato la fase di sonno REM é circa la meta del totale e ol- trele8 ore al giorno, nell’adulto @ un quarto del totale e circa 2 ore al giorno, nel vecchio si riduce ad un quinto del totale e ad una sola ora al giomo. i 10 14) ji sonno medi Ore d 6| Sonno non REM L a | | | | Donwine « soonane 169 Donne & soonane 170 Con V’eta cambia anche notevolmente il contenuto dei sogni. [so- gni dei bambini piccoli e dei fanciulli sono di norma semplici realiz- zazioni di desideri, sono poco complicatie ripetitivi e sono collegati per il loro contenuto alle esperienze della giornata appena trascorsa. In generale il bambino piccolo tende a rivivere, nel sogno, le semplici esperienze della sua vita quotidiana, quindi pud sognare di giocare, di passéggiare con la mamma, di ritrovarsi con i compagni di scuola, ce, Naturalmente anche i bambini possono avere dei brutti sogni e de- gli incubi, ma questi tendono ad essere pur sempre “agganciati” alla realta e a prendere spunto da essa in modo abbastanza diretto. Con lo sviluppo la struttura dei sogni si rivoluziona, compaiono sempre pitt spesso degli elementi bizzarri oppure degli aspetti che hanno una connessione con le esperienze reali di tipo molto indirettoo simbolico. Anche lo “spazio temporale” delle esperienze che influenzano il sogno si allunga notevolmente. Ad influenzare il sogno non sono piti soltanto le esperienze del giorno prima ma, il pitt delle volte, quel- Je di settimane o di mesi prima, E un po' come se lelaborazione incon- scia delle esperienze fosse meno immediata, pitt profonda ed enorme- mente pitt lenta a tradursi in un sogno. Cosi, ad esempio, la morte di un genitore o di una persona cara si traduce nel sogno di parlare con il mor to, oi incontrarlo pur “sapendo” che in realta & morto, solo a distanza i alcune settimane dal decesso e non subito dopo la sua perdita. Esistono grandi differenze individuali nella durata media del sonno quotidiano, ed anche se la media di un adulto é di circa 8 ore, almeno un soggetto su venti richiede oltre 9 ore di sonno e uno su dieci si accontenta di circa 6 ore e mezzo. |__ Non si conosce il motivo di queste differenze: fra chi dorme mol- |to-e chi dorme poco non si sono riscontrate differenze sistematiche ré a livello di funzionamento mentale o intellettivo, né di struttura di _personalita, né a livello fisiologico, di sesso, di alimentazione o altro Naturalmente stiamo parlando di differenze di esigenza quotidia- na di sonno per stare bene. Altra cosa @ l'insonnia, 0 mancanza palo- logica del tempo dormito rispetto a quello necessario, che & un pro blema molto diffuso (interessa circa un quinto della popolazione acu ta) ed 2 un sintomo di disturbi come 'ansia e Ja depressione. Con V’addestramento, per esempio imparando gradatamente é dormire per periodi sempre pitt corti ma pitt profondamente, si pud rit: scire a stare bene pur dormendo fino a circa un terzo in meno della propria misura fisiologica spontanea. In tal modo un adulto medi adeguatamente addestrato pud riposare dormendo solo cinque ore per notte. Dato che questo tipo di addestramento prolunga fino 3 16 19 ore il periodo di veglia lucida, esso risulta assai utile per chi svolge delle professioni che richiedono di lavorare senza interruzione e senza ori per giorni interi (come i soccorritori per delle catastrofi naturali, irurghi che cevono effetturare interventi lunghi e complessi, ecc.) Sessi sono perse delle ore di sonno i recupero dello stato di riposo mon richiede ci dormire per la stessa quantita di ore mancanti ma mol- bdimeno: se per cinque giorni si 2 dormito solo 4 ore per notte al se- sogiorno non si avra bisogno di dormire per 20 ore ma solo per 11-12 Una teoria generale sul perché dormiamo ® che il sonno serve a ri- dure Vattivita cet! organismo ed il consumo di energia nei periodi du- rante i quali 'attivita sarebbe meno vantaggiosa oppure ambiente sa- robe meno favorevole e pericoloso. Per questo motivo si dorme con il tuioed il freddo della notte ed alcuni animali, per risparmiare le ener- gi, Vanno in letargo per mesi durante l'inverno. Spiegare perché sognamo risulta invece pitt difficile. Una prima spiegazione & che il sogno serva, come si diceva prima, come argine ¢ confine al dilagare di meccanismi di pensiero primitivi e psicotici ¢ quindi in definitiva a migtiorare il nostro contatto con la realta. Una seconda spiegazione, fornita in particolare da Freud, @ che il so- sno costituisce una condizione di minore inibizione all'emergere dicontenuti di pensiero non razionali e primordiali. Questi contenuti Gipensiero e queste pulsioni sono inconsapevoli ¢ rimossi durante lo sato di veglia ma trovano nel sogno uno spazio di “azione”,, perché il controllo dell’io si fa meno stretto. In realta questo controllo non spa~ xe completamente neanche durante il sogno. Se, ad esempio, il nostro impulso inconscio 2 quello di far fuori una persona che ci ostacola e ci éantipatica ® molto raro che noi sognamo di torturarla e di ucciderla lacensura del nostro io ci vieta di scoprirci come dei brutali assassini. Allora noi possiamo sognare che a questa persona @ successa una “di- sgrazia’ , che sta male o @ morta per colpa di non sisa chi. Se la censu- nasi fa un po’ pitt “clistratta” possiamo spingerci a sognare la situazione incui un feroce assassino sta compiendo il delitto, mentre noi siamo im- potenti e paralizzati ad evitare il misfatto. Se la censura si allenta ulteriormente, e quindi sognamo in modo ab- tastanza diretto il contenuto dei nostri pensieri inconsci, abbiamo quello che viene comunemente chiamato un incubo, cio’ un sogno emotivamente intollerabile che di solito ci porta al risveglio imme- diato. Questo processo di censura e di trasformazione dei contenuti dell’inconscio @ stato chiamato da Freud il lavoro del sogno o elabo- razione secondaria, Le regole di questa elaborazione secondaria sco- perte da Freud sono numerose. Nell’esempio che abbiamo appena fornito, in cui 'omicida non siamo noi ma é un altro, ha funzionato la regola dello spostamento. Uazione (omicidio) viene sognata come tale ma la responsabilita @ ‘Donmine « soonans 171 Lipwost «ue 172 spostata su di un altro. Unvaltra regola della censura é la inversione: possiamo essere noi ad essere uccisi al posto della persona antipatica La presenza della persona antipatica o di un riferimento ad essa, tut tavia, rimane ad indicare il vero e profondo significato di questo sogno invertito. Un altro meccanismo é la fusione: il personaggio del nostro sogno non é proprio la persona antipatica, @ chiaramente uno scono- sciuto, ma bizzarramente ha alcuni particolari che ci sono familiar. A ben guardare, infatti, ha il timbro della voce della persona antipatica, oppure ha il suo vestito, oppure ancora fa il suo stesso tipo di lavoro.. A volte funziona invece la trasposizione simbolica: invece di uc cidere e di “far fuori” lantipatico possiamo sognare di vincerlo in una corsa o, meglio ancora, di chiudergli una porta in faccia e quindi di “te- nerlo fuori” dalla nostra stanza. Quasi sempre le censure del sogno sono estremamente elaboratee complesse, sia perché sono all’opera simultaneamente tutti questi meccanismi sia perché vengono utilizzati anche dei simbolismi di or: gine culturale, Nella intrepretazione dei sogni, quindi, esistono diversi Piani di lettura : uno 2 quello della interpretazione letterale (il sogno esprime direttamente i contenuti dell'inconscio, senza modificazione al cuna, come negli incubi), l'altro & quello della interpretazione me- taforica (il contenuto del sogno “sta al posto” di qualche alta cosa,é una trasposizione /trasformazione di contenuti dell inconscio) ed infine c’@ Vinterpretazione simbolica (i contenuti dell'inconscio sono tra- dotti in un codice li simboli, come quando si passa da un linguaggio ad unaltro con una traduzione). Lipnosi & Le ALTERAZIONI INDOTTE DELLA COSCIENZA Li ipresit se particotare stat i aterazione dela cosconza durante il quale la persona esperimenta dei cambiamenti di percezione, di memoria e di condotta come risposta alla suggestio- ne indotta dall'ipnotizzatore. L'ipnosi richiede una collaborazione da parte del soggetto: nex suno pud essere ipnotizzato contro la propria volonta e soprattutto, una volta ipnotizzato, nessuno pud fare delle cose contrarie alle sue profon- de intenzioni come commettere atti antisociali o autodistruttivi che non corrispondono alla sua natura, Esiste, tuttavia, una grande va- riabilita nella suscettibilita ad essere ipnotizzato: circa un sopgetto st dieci entra nello stato di ipnosi molto facilmente e con rapidita; un numero pari di persone & totalmente refrattario e non é quindi ipno- zabile; i restanti otto soggetti su dieci si collocano in posizione in- edia. Lipnosi viene indotta, generalmente, facendo concentrare latten- del soggetto su di uno stimolo fermo (un oggetto che oscilla lamente, ma anche semplicemente gli occhi, Ie labbra 0 la voce tipnotizzatore) con dei suggerimenti ripetuti di lasciarsi andare, di ssarsi e di prestare molta attenzione a quanto verra detto dall'ipno- tore. Anche se laspetto di chi @ sotto ipnosi @ rilassato e tranquillo, la wlizione &, dal punto di vista fisiologico, diversa dal sonno. II trac- EEG delle persone sotto ipnosi assomiglia molto a quello del- stato di veglia rilassata, cioe al cosiddetto tracciato della fase 0 del no. I-contatto con la realta 2 perd chiaramente alterato rispetto allo 0 di coscienza della veglia normale, un po' come se fosse ristretto e sasse attraverso il “filtro” delle ingiunzioni del!'ipnotizzatore. Sul- [,tase di queste ingiunzioni suggestive il soggetto ben ipnotizzato Jp avere celle allucinazioni positive (percepire la preserva di oggetti persone che non ci sono in realta) e delle allucinazioni negative on percepire delle cose che in realta ci sono e lo stanno stimolando dal nto di vista sensoriale). Questa seconda possibilita @ molto usata per sdurre la analgesia o insensibilita al dolore, oppure per riciurre la clo- lzia muscolare da stanchezza nelle competizioni sportive. Le sedu- leipnotiche possono quindi evitare I'uso (nocivo e potenzialmente le- ale di farmaci analgesici e sedativi del dolore nel caso di interventi chi- urgici o del parto. Parimenti il rendimento atletico pud essere mi- giorato, aumentando la resistenza alla fatica e la concentrazione, enza usare farmaci o sostanze proibite e dannose. Nel secolo scorso, prima della scoperta ¢ dell introduzione nell’uso degli anestetici, lipnosi veniva utilizzata spesso per controllare il do- bore negli interventi chirurgici. Da un punto di vista fisiologico alcuni studi hanno mostrato che i recettori sensoriali sotto ipnosi rispondono in modo invariato, tra- smettenco come sempre gli stimoli esterni verso il cervello, ma che si rodifica Yultima parte dell’onda bioelettrica, quella che corrisponde al- lelaborazione sottocorticale e corticale. Spesso il soggetto riferisce una condizione molto particolare, come se fosse diventato un “osser- \atore’ estraneo di qualcosa che non lo tocea. In qualche modo egli “sa” helo stimolo esiste, che esiste una parte che manda segnali di dolore, rma questo non gli da fastidio. Dato che il dolore ha una componente fisica ed una affettiva, la spiegazione che viene data di questo feno- meno @ che l'ipnosi non blocchi il segnale in arrivo dai sensori del do- loce (la componente fisica) ma estingua 0 smorzi al massimo la rea- Lwmost «ue 173 Lipwost eu ELLA COSCIENEA 174 zione all‘arrivo di questi segnali (la componente affettiva). Lipnosi ha degli important effetti sulla memoria. II pitt noto® quello della amnesia post-ipnotica: dietro ingiunzione apposita il sog- getto, dopo l'ipnosi, non ricordera pitt nulla di quanto é sucesso di- rante lo stato ipnotico. Dato che con una successiva ipnosi ed ingiun- zione di ricordare la memoria ritorna, @ chiaro che i ricordi vengono re golarmente registrati come in un normale stato di veglia e amnesia agisce solo sul meccanismo del recupero in memori Siruttando lo stesso meccanismo (di gestione del meccanismo dire cupero delle tracce mnestiche) ® possibile indurre una ipermnesia ipnotica. Ricordi che erano sbiaditi e non recuperabili possono allora e sere accessibili e venire recuperati. E facendo ricorso a questa possibi lita che Freud, all’inizio del suo lavoro, utilizzava proprio l'ipnosi per far riemergere dal lontano passato le esperienze traumatiche dei sul pazienti. Sempre grazie a questa possibilita offerta dall'ipnosié stato Possibile ottenere, in indagini di polizia, delle testimonianze pit com plete e ricche di particolari. Un altro interessante e noto fenomeno & quello della suggestione postipnotica. II soggetto a distanza di ore o di giorni dall'ipnosi com: pie una determinata azione (per esempio spostare un oggetto, accendere Ja televisione, ecc.) esattamente nell‘ora e nel modo che gli era stato sug gerito dall'ipnotizzatore durante la seduta. 1 soggetto ompie tuttavin tale azione in modo soggettivamente “spontaneo”, senza avere alcuna memoria apparente che si tratta di un “ordine” ipnotico. Com’e ovvio questo fenomeno bizzarro non ha risvolti utili ma si presta ad abusio all’utilizzo dell'ipnosi come fenomeno da baraccone. L'utilizzo spet tacolare dell'ipnosi ha sicuramente contribuito a danneggiare grave- ‘mente la sua immagine e haa lungo inibito, di conseguenza, l'interes se scientifico e clinico verso di essa Entro certi limiti & possibile raggiungere una condizione di tipo ipnotico con la auto-concentrazione e la restrizione auto-indotta del campo della coscienza, usando cio® delle tecniche di auto-ipnosi. Un di queste tecniche é la meditazione concentrativa o meditazione Zen nella quale la concentrazione del soggetto viene ristretta ad una fur zione del proprio corpo come il respiro. Unvaltra tecnica dello stesso genere é lo Yoga. Una variante oct: dentale di tali tecniche meditative 2 una tecnica di rilassamento chi» mata Training Autogeno. L’uso privilegiato delle tecniche meditative ed auto-ipnotiche & quello di indurre rilassamento emotivo, ridurre tensione muscolare, sedare la reattivita troppo intensa ¢ controllar lereazioni ansiose. Alcuni esercizi di training autogeno sono stati pro posti ed utilizzati con sucesso come preparazione al parto. L’incisivi di tali tecniche risulta molto minore rispetto alla ipnosi vera e pro sia (si ottiene rilassamento ma non indifferenza al dolore) ma la loro lita sembra ben dimostrata, Lo stato di coscienza pud essere anche alterato, in modo pitt 0 Jneno sottile, anche con la somministrazione di sostanze chimiche. (on questo non parliamo solo di farmaci ma anche di sostanze come le Jioghe (quali i derivati dell'oppio, hashish, la cocaina, ecc.), oppure jome T’alcool, la caffeina o la nicotina. In misura molto ridotta possono sere effetto sullo stato di coscienza e sul tono dell’umore anche alcu- sesostanze alimentari, come le spezie, ma dato che si tratta di un effetto J] ae si raggiunge chiaramente solo a dosi che sono tossiche non si co- soscono esempi di abuso cronico. Le sostanze che ci interessano in questa sede sono quelle che pro- ‘J ducono effetti sul funzionamento mentale gid a piccole dosi, e che guindi sono ricercate ed abusate per ottenere questi effetti. Tutte le sostanze che producono effetti sullo stato di coscienza pre- entano, seppure con varia intensita e gravita, lo stesso schema generale |] diazione per fasi. Per capire meglio di che si tratta facciamo ora l'esem- yio degli effetti dell’abuso di alcool. Il primo 2 Veffetto acuto, fisiologico. Mentre a piccole dosi alcool édisinibente ed euforizzante, I'ubriacatura crea annebbiamento delle dee, difficolta a mantenere l'equilibrio, difficolta ad articolare le parole, uno stato di intontimento e di sedazione, con depressione dell’ umore. Con dosi particolarmente alte pud avere effetti tossici acuti, con vornito, collasso e morte. secondo é effetto cronico. L/alcolismo cronico favorisce dei di- sturbi metabolici (come la cirrosi epatica) che ottundono la coscienza e tefficienza mentale e possono portare alla demenza. Un evento parti- colarmente grave dell abuso cronico di alcool é lo sviluppo della de- menza di Korsakoff, il soggetto che ne @ affetto perde la capacita di me- morizzare e tende a riempire i vuoti di memoria con discorsi “inventati” esempre pitt confusi. Un altro aspetto dell’abuso cronico @ la dipendenza. Quando il soggetto non assume alcool si sente a disagio (sia fisicamente che psi- chicamente) e toma a sentirsi “a posto” solo se toma a bere. A volte que- sta dipendenza @ quasi del tutto psicologica (corrisponde ad una sor- ‘adi condizionamento pavloviano come nel caso del fumo di sigarette) altre volte la dipendenza é quasi del tutto fisiologica perché orga smo sié rapidamente assuefatto alla sostanza e ne richiede una quan- tta sempre maggiore e ravvicinata nel tempo per avere gli stessi effetti sullo stato di coscienza (questo 2 in particolare vero per Feroina e la co- caina). Molto spesso la dipendenza @ mista, sia fisica che psichica, I terzo effetto & quello dei disturbi da astinenza. La sospensione del bere dopo anni di abuso crea una sindrome allucinatoria, con tre- Lwmost eu 175 Lnost eu ‘ALTenAziON mDOTTE 176 mori, panico ed incoordinamento muscolare, che si chiama delirium tremens E utile tener presente che ogni sostanza chimica che ha effetti sul funzionamento mentale segue in qualche misura lo stesso itinerario ne produrre i suoi effettileffetti acuti, effetti cronici diretti ed indiretti, effetti da sospensione) e che i sintomi da astinenza sono di solito spe culari a quelli ricercati con I'uso moderato della sostanza (la sospensione della caffeina da sonnolenza, quella di un tranquillante da ansia ed ag: tazione, quella delle sigarette da irrequietezza e difficolta a concentrars, quella dell’eroina da ipersensibilita al dolore e depressione, ecc) Un’altra cosa importante da conoscere é che alcune sostane in- ducono assuefazione e dipendenza con grandissima rapidita, anche so lo dopo due o tre volte. Altrettanto rapida, naturalmente, ¢ anche la fa- se di disassuefazione. Allora quando dopo aver cercato di smettere s torma a riprendere la sostanza @ fondamentale che venga ripresa a do- si molto piccole. Dato che l'organismo sie “disassuefatto”, anche pic- cole dosi hanno un grande effetto (proprio come se fosse la prima vol ta che la si prende) ed alte dosi possono fare molto male ed essere mortali. Le cosiddette morti per overdose o sovraddose sono in reall sia la conseguenza del mercato illegale della eroina (per cui la quanti » di sostanza attiva varia in modo imprevedibile ed incontrollato) che quella det ricadere nel consumo di persone che avevano cercato di smettere, NOTE | ex stato di coma si ntende la condizone d naltva od iporeativtacerebvale La diagno- sd cama viene elfetuata sia esammnando ks reat agl smal (con 0 studio Get ress) erertan fesame de respiroe del batto carcaco) che stuchando acca dale reysraron catia elattiche dol cavalo (@latroencetaogramma 0 EEG) Esisiono nave ivel dh - re, dai coma leggero (simile alo stordmento ed n genre tanstoric) tno a coma depacse =o reversible @ con atta EEG nulla) coma depassé (da qualcuno chiamato anche im onramente mate cerebral") viene untzzato da alcune lagisianony ta cu Quela tala, CO. Free por deine meta ina personae poter qu procederealesoanto cl rgarva car yessione sigtica.eteramente, oro afi, Con ques parca si intende in generale lato che i unzcnamenio mentale dun iidividuo arvet adun bvoho nterore- precedente O ‘slunoo "spetto a quello che normaimente ¢ in opera. Oi onte ad una tigura autorevole, Der emo, Comporiamenta dun aduto pu regtedie ala passivia ad acqueoscerza chun bam sno Durante i'son7o, soto fpnosi, ne etfettadifarmacle droghe che inluenzano le lunzn [etal cope arco nol cuacers onda deta seca paconratia, sharnole conden ‘Byarvol per una regressione e.@-voro che i dest hanno come dominante 'emisterosinistro, non & pero necessaramen- | ‘evera i eonvaro. Su ceato seggettimancin, ina, 0.040% circa hanno come emsiota do ‘onan ii destro monte restos divide ra Guant: hanno lemestero deminarte sno e quan ‘line non presenteno una dominanza cerebrale chiara. Delton are parole, una parte Sno ‘encin' "ver na parle sono potenzialmente ambidest ed una parte sono neuoiogicamerte sermancin fal | + Le specializzazione non ¢ assoluta ma relatva. Ifa se per qualche motivo (un au, un a ure, ula emorragia. cor un emitero smntia &:funrinare fara puo subentiare graduaimente | ‘ele sue funzion. Questo recupero funonale, che reniede comingue degh esereia rabita: | “eu lacieeveloce por babi @empre pu kr fro dere quae lo nel Sopge | ‘nator ed angiany Una soso doll cada st verca cuando, tiendo un viaggio in aot, cre na | siceacaenprai a ocrard ptelvae ia darts Cognos acs inna poe anand ah anton 0 dake we, ass Soja ca adoro am dissonnia, calo di forza muscolare e talora cificolla digestive, si avverte costantomente per | oscar a evs oa par alo scar ta Roma eras Arcs ope a gnc PSS {a ‘temp adatrnenitotanos'put sore dun ambenie rare son nana rt Eggers tpara ato ses aogge ssreeri che seco dala sista Seposaense | cae messmo ai duoe goon | Leformazione retcolare ascendentefunziona un po' come la resistenza variable dun reostato | the pu essere poco ativa, lacendo passare lula a Coronte letnca in at vo, oppure pases Fete ava ed bie completamente passaggio dei segnal elt ct. Quando i soggelto sad menial. FA prima icuce ¢ po blocea quasi completamerte arvo al cowalio Bes ros. 1399 sens0valt In mancarva di ctmol dalfestomo leervelo. che cootinua ad essere evo = 13 ad elaborare come slimol de’ segnal depostati n memoria e gonerai al suo sterna. quesio Jea.essere Imeceanismo gone*ale del S090, er tcazione s intende un meccanismo che regola aulomaticamente i velo dal funzio- tanonto dun organo o sistema, n modo che a baide di vetiazione sa risetta Un pico mec. | Bile areroarone ¢iemestato duno scatdaacaua oppure canal scomaiore @ Une | J ane mantone linvaso areiale sempre allo Stes80 hve | * rtm circadian’ interessano anche la reazione del cope ala somminisazione del farmaci. Al ax rao, pe esempo, sone pu ai se zonmnsival al matin presto quando fivel0 Cor. | ‘alo no sangue @ plu ato e sono ivece mano ati (quind se ne ichiede Una maggae | ‘uaa per ottenere io sesso fete) se somrorsirat | pomerggia Dato che anche ves Sua ato svess ed ale rlezon:vana con un tno cieadana | cfd complcagion Sridscono ‘0linervent chirurgiclvengono eleva al mafino puatesto che la era. cnt. | "Non creda che la diferenca drendimento ia modest. € sito misuato cho la quarto | Cs appresee meronezaten ca to oe sha see entero pan quota Got tire eon sa. 70 mnut ol susig matteo Inatte studare tno a ard cea specs dick ‘lascormentamanto es un nourore dele se & sone ost viarnroieectra sueaes, ‘ra oppure compart un rd nel vega. eon ao spesosrannale Gel oe nao al a ‘Specks vonosnon errssomae' sre Goh ics Sole recon capocta ote * Delito significa avore una idea itogica, wrazionale & non correggibile con i dati di reat Ww |)" Alucinazione significa avere una percezione (udtvao visiva, ma anche toa tate 06 |aitpo tolaknente tuson, che nor ha aicuna relazione con a relta@ con quello ce ps [scone gh att » Esisino al quardoalcune cronache di “esperiment natura’, di petsone che sore sta sp | petite per giomt ra le macerie dt un tertemoto e che non potevano dormir a causa della loge |Seione lime massimo diprvazione sopporabie chee saforegtatoe cree deci ge | [con un golo caso, nel tremolo dt Agadt dol 1972, arwato a resstere fino & due selitTae | © Pup essore interessante notare le analogs fa lo schema intrpretativa utiizzato ca Fed! (ebre9 non ered) ie ecniche interprelaivo uilizzate da rabbi per analizzar sia | dela Tora (i pentateuco bibico) 1 pamo Wvelo & quello lateral (se, er ese, texto dee ‘siala ce” va nteso che'a creanone e nizata separando ia vce dal uo) I secengo lvek motaforco (alora la luce va itesa nonin senso materinve ma como espressione dela pre azione dvina e delforsine. de disagro, che viene Imposto a caos primorciale) I eiz0Inge ambolco (aluce é una qualia diva, per cos! gre che wene impostae lassa el mond Gitucios! dala Legge rea sano andau ancora pis avant rela "sca\O' cele vera nascse Slustanao erlionian la rade delle parole conten ne! testo (ad esempo i radice dears {ola Adamo=uor ¢ a siosea Gola paola ebravea per frraepovere),oxserva/do la cast Tae la deposione dale parole oppure confrontando | valor numents celle ellere che cm pongono le parole per pote estate da ess) nue onagcost sigrieal § passa, nsorina ‘Sense delle parcie (i resocani etlerale) alloro"inconscio" (I signicala profonde ees io) Con tecniche molto sii a queieusate da Freud per interpretare i so9m CHIAVI DI LETTURA Fertini M., Violani C. 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