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Progetto “DIRITTI UMANI E PACE: DALLE SCUOLE ALLA CITTA’, DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE” - Anno scolastico

2009/2010

VARIE
TIPOLOGIE DI
IMMIGRATI
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE

Daniele Danese – Dottore in “Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace” (Università di
Padova)
Flussi migratori
Popolazione straniera in ITALIA

Nel 2009 si ridimensiona il policentrismo delle


provenienze, che per molti anni è stato una peculiarità
italiana: le prime 5 collettività superano la metà
dell'intera presenza. Sono infatti 800 mila romeni, 440
mila gli albanesi, 400 mila i marocchini, 170 mila cinesi
e 150 mila ucraini. A livello territoriale il Centro (25,1%)
e il Meridione (12,8%) sono molto distanziati dal Nord
quanto a numero di residenti stranieri (62,1%), così come
il Lazio (11,6%) lo è rispetto alla Lombardia (23,3%),
preceduto, seppure di poco, dal Veneto (11,7%).

(Dal Rapporto CARITAS-MIGRANTES 2009)


Tipologie di immigrato
 Regolare: entrato con VISTO
 Irregolare/clandestino: entrato con VISTO che poi è scaduto/entrato
senza VISTO
 Richiedente asilo politico/rifugiato politico: « Colui che, (...)
temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza,
religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo
sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese, di cui
è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi
della protezione di questo Paese: oppure che, non avendo la
cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui aveva residenza
abituale a seguito di tali avvenimenti, non può o non vuole tornarvi
per il timore di cui sopra. »
(Convenzione sullo status dei rifugiati, Cap. 1, Art. 1 "Definizione del termine di
'rifugiato'", Ginevra, 28 luglio 1951)
Il quadro normativo

Testo unico sull'immigrazione (D.Lgs. 25 luglio


1998, n. 286) modificato prima dalla Legge Bossi-
Fini (L. 189/2002), dal c.d. pacchetto
sicurezza (D.L. 92/2008 conv. dalla L. 125/2008) e
da ultimo dalla Legge 15 luglio 2009, n. 94
(restrizioni della condizione giuridica degli
stranieri, con l’inserimento del reato di
immigrazione clandestina).
Legge Bossi-Fini 1
(Legge 30 luglio 2002, n. 189)

IL PERMESSO DI SOGGIORNO ED IL CONTRATTO DI SOGGIORNO PER LAVORO.


Il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro viene subordinato alla stipula di un
contratto di soggiorno per lavoro. La durata del permesso è quella prevista dal contratto di
soggiorno ed in ogni caso non può superare i nove mesi in relazione a uno o più contratti di
lavoro stagionale, un anno nel caso di contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, due
anni nel caso di contratto a tempo indeterminato. La nuova logica che informa la disciplina
proposta è quella secondo cui, a parte i casi di visti temporanei per turismo, motivi di studi ecc.,
gli stranieri extracomunitari possono ottenere il permesso di soggiorno in quanto siano muniti di
un contratto di lavoro. Ciò costituisce la prima garanzia diretta ad evitare che possano stabilirsi
in Italia coloro che non hanno una possibilità di sostentamento, né abbiano perciò un progetto di
integrazione nel paese ospitante. Al momento della richiesta di rilascio e di rinnovo del
permesso di soggiorno è stata introdotta, con un emendamento della relatrice alla camera, la
necessità di sottoposizione del richiedente ai rilievi fodattiloscopici al fine di superare gli attuali
problemi di identificazione.

LA REGOLAZIONE DEI FLUSSI.


Il testo Bossi – Fini introduce una maggiore flessibilità rispetto alla disciplina vigente nella
determinazione dei flussi annuali di ingresso che avviene mediante un decreto del Presidente
del Consiglio, con possibilità di decreti infra-annuali ove se ne ravvisi la necessità. Si
prevedono altresì meccanismi di consultazione con le Regioni e con gli Enti Locali al fine della
determinazione dei flussi stessi.
Legge Bossi-Fini 2
(Legge 30 luglio 2002, n. 189)

LO SPORTELLO UNICO PER L’IMMIGRAZIONE.


In ogni Provincia viene istituito lo sportello unico per l’immigrazione, responsabile dell’intero
procedimento relativo all’assunzione di lavoratori subordinati stranieri a tempo determinato ed
indeterminato. E’ a tale ufficio che il datore di lavoro deve presentare la richiesta nominativa di
nullaosta al lavoro, corredata da una serie di ulteriori documenti tra cui quello relativo alla
sistemazione alloggiativa del lavoratore straniero.

I RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI.
L’articolo 23 della legge Bossi-Fini va a modificare la disciplina dei ricongiungimenti familiari
attualmente contenuta nell’articolo 29 del T.U. La possibilità di ricongiungimento dei genitori a
carico viene limitata al caso in cui non vi siano altri figli o qualora siano impossibilitati al loro
sostentamento per documentati gravi motivi di salute. Viene inoltre abrogata la possibilità di
ricongiungimento per i parenti entro il terzo grado.

DISPOSIZIONI CONTRO LE IMMIGRAZIONI CLANDESTINE.


Il testo di legge contiene alcune importanti novità in tema di contrasto alle immigrazioni
clandestine. Esso viene rafforzato mediante l’inasprimento delle sanzioni penali già previste e
tramite l’ampliamento dei poteri di intervento delle forze di polizia italiane e delle navi militari.
La disciplina è stata integrata da un decreto legge che prevede la possibilità di sequestro e
distruzione delle navi usate per il trasporto di clandestini, le cosiddette “carrette del mare”.
Legge Bossi-Fini 3
(Legge 30 luglio 2002, n. 189)

LE ESPULSIONI
Il meccanismo di espulsione viene completamente riformato al fine di superare le inefficienze
mostrate dalla applicazione della Turco-Napolitano. In particolare si prevede che la forma
ordinaria di espulsione sia quella del provvedimento, immediatamente esecutivo, di
accompagnamento coattivo alla frontiera. Per superare gli attuali problemi di identificazione degli
irregolari è stabilito un allungamento dei tempi di trattenimento nei Centri di permanenza
temporanea in modo da non vanificare gli effetti del provvedimento di espulsione.

SANATORIA
L’articolo 33 del testo Bossi-Fini prevede una limitata regolarizzazione dei lavoratori stranieri
riferita solo a coloro che svolgono lavori di particolare rilevanza sociale. E’ perciò prevista la
possibilità di regolarizzazione per le cosiddette “badanti” che svolgono attività di assistenza a
persone portatrici di handicap o non totalmente autosufficienti e a coloro che svolgono attività di
collaborazione domestica limitatamente ad una persona per nucleo familiare. Il Governo con un
decreto- legge ha esteso la possibilità di regolarizzazione anche ad altri lavoratori adibiti ad altre
attività.
Pacchetto Sicurezza 1
(DDL 733-B/2009)

MATRIMONI E CITTADINANZA ITALIANA


L’acquisto della cittadinanza italiana per matrimonio potrà avvenire, dopo due
anni di residenza nel territorio dello Stato (dopo il matrimonio) o dopo tre anni
nel caso in cui il coniuge si trovi all’estero. Tempi dimezzati in presenza di
figli. Le precedenti disposizioni prevedevano un termine di sei mesi. Sarà poi
necessario il pagamento di una tassa di 200 euro. Ulteriore stretta sui
matrimoni con una modifica al Codice Civile che prevede l’introduzione
dell’obbligo di esibire il permesso di soggiorno. Niente più matrimoni quindi
neppure tra "irregolare" ed "irregolare", che non comporterebbe nessun tipo di
"regolarizzazione“

INGRESSO E SOGGIORNO IRREGOLARE


Si introduce il reato di ingresso e soggiorno irregolare ma senza che questo
comporti l’immediata incarcerazione. E’ prevista un’ammenda da 5.000 a
10.000 euro. Inoltre è prevista la possibilità di rimpatrio senza il rilascio del
nulla osta da parte dell’autorità competente;
Pacchetto Sicurezza 2
(DDL 733-B/2009)
ISCRIZIONE ANAGRAFICA
Le istanze di iscrizione o di variazione della residenza anagrafica, potranno dar luogo alla
verifica, da parte degli uffici comunali competenti, delle condizioni igienico-sanitarie
dell’immobile, ma solo ai sensi della normativa sanitaria vigente. Si tratta di una lieve
attenuazione della norma originariamente contenuta nel testo che prevedeva l’automaticità della
richiesta di un certificato di idoneità igienico-sanitaria.
In ogni caso moltissime abitazioni, anche tra quelle reperibili dietro lauto compenso nel mercato
privato, non potranno rispondere a questo criterio. Ecco uno dei provvedimenti che andranno ad
intaccare i diritti dei cittadini migranti, dei comunitari e degli stessi cittadini italiani, con
conseguenza a catena sulla possibilità di accesso agli asili nido, alle prestazioni di sostegno al
reddito, etc etc.

RICONGIUNGIMENTI
Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari si aggiunge al certificato di idoneità alloggiativa
quello igienicosanitario (in precedenza era richiesto alternativamente il certificato rilasciato dal
Comune o dall’ASL locale) entrambi rilasciati dai competenti uffici comunali. Si prevede quindi
ipoteticamente l’emanazione di appositi regolamenti per l’individuazione dei criteri che, seppur
dovendo rispondere alla normativa vigente in materia, possono trovare delle applicazioni
disomogenee con conseguente arbitrarietà delle amministrazioni nella decisione;
Pacchetto Sicurezza 3
(DDL 733-B/2009)

VISTO D’INGRESSO PER RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE


Non sarà più possibile richiedere il visto di’ingresso se il nulla osta non
verrà rilasciato dopo 180 giorni dal perfezionamento della pratica.
Svanisce così anche l’unica possibilità di garanzia del diritto all’unità
familiare prevista per far fronte alle lentezze burocratiche.

ESIBIZIONE DEL PERMESSO DI SOGGIORNO


Si introduce la necessità di esibire il permesso di soggiorno per tutti gli
atti di stato civile. Ciò significa che anche il semplice ma sacrosanto
diritto di riconoscere un figlio, per chi è privo di passaporto, verrà
sottoposto al filtro della richiesta del permesso di soggiorno. Una
deroga, oltre a quella già prevista per l’assistenza sanitaria, sarà
concessa per l’iscrizione dei minori a scuola.
Pacchetto Sicurezza 4
(DDL 733-B/2009)
180 GIORNI DI DETENZIONE NEI CIE
Si reintroduce dopo la bocciatura del Senato e quella della Camera nell’ambito della discussione
sul decreto legge n. 11, il prolungamento dei tempi di detenzione nei Cie fino ad un massimo di
180 giorni.

DIVIETO DI ESPULSIONE E RESPINGIMENTO


Cade il diveto di espulsione per i conviventi con parenti italiani di terzo e quarto grado.

RIMESSE DI DENARO
I cosiddetti servizi di money transfer avranno l’obbligo di richiedere il permesso di soggiorno e di
conservarne copia per dieci anni. Inoltre dovranno comunicare l’avvenuta erogazione del servizio
all’autorità competente nel caso riguardi un soggetto sprovvisto di permesso.

PERMESSO CE DI LUNGO PERIODO


L’ottenimento della carta di soggiorno potrà avvenire solo dopo il superamento di un test di
lingua italiana.

REATI OSTATIVI ALL’INGRESSO


Dovranno essere prese in considerazione anche le condanne non definitive.
Pacchetto Sicurezza 5
(DDL 733-B/2009)
UN CONTRIBUTO DA 80 A 200 EURO
Per tutte le pratiche relative al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno si dovrà versare questo
contributo Economico.

ESIBIZIONE DEI DOCUMENTI


Arresto fino ad un anno e multe fino a 2.000 euro.

REGISTRO PER SENZA FISSA DIMORA


Se da un lato viene cancellata per i senza fissa dimora (ma non solo) la possibilità di iscrizione anagrafica,
viene istituito presso il Ministero dell’Interno un registro per la schedatura dei cosiddetti clochard.

CANCELLAZIONE ANAGRAFICA
E’ prevista dopo sei mesi dalla data di scadenza del permesso di soggiorno.

PERMESSO DI SOGGIORNO A PUNTI


E’ disposta l’istituzione di un accordo di integrazione articolato in crediti da sottoscrivere al momento della
richiesta di rilascio del permesso di soggiorno. I criteri e le modalità verranno stabiliti da un apposito
Regolamento.

FAVOREGGIAMENTO INGRESSO IRREGOLARE


Vengono inasprite tutte le norme legate al favoreggiamento dell’ingresso irregolare, non vengono invece
minimamente toccate le sanzioni per quanto concerne gli sfruttatori. Chi, nello sfruttamento di situazioni di
soggiorno irregolare, trarrà un ingiusto profitto (chi impiega lavoratori irregolari sottopagati) non vedrà quindi
aggravata la sua situazione.
Dai CPT ai CIE
 CPT: Centri di permanenza temporanea
 CIE: centri di identificazione ed espulsione.
Periodo massimo di permanenza esteso a 180
giorni.
Il reato di immigrazione clandestina
-1
REATO DI CLANDESTINITA’: pagamento di un’ammenda compresa tra 5000 e
10.000 euro che decide il giudice di pace (è prevista dunque una pena sostitutiva
all’espulsione)

MA la denuncia di questo reato può avvenire per 2 VIE:


 Via giurisdizionale  multa o espulsione (penale)

 Via amministrativa  espulsione amministrativa. Il questore potrà ordinare


l’espulsione amministrativa dello straniero e darne esecuzione.
 
Se la seconda via si applica più velocemente della prima il giudice potrà emettere una
sentenza di NON LUOGO A PROCEDERE.
In ogni caso qualora l’esito fosse l’espulsione si tratterebbe soltanto di
un’ESPULSIONE APPARENTE, causa i problemi economici e amministrativi
dell’ordinamento italiano che inficiano la possibilità di dare esecuzione alla
sentenza.
 
Entrano in gioco dunque i CIE, dove la permanenza è stata prolungata sino a 180
giorni (tramite serie di rinnovi disposti dal giudice). Ma dopo? Fuori come prima,
non esiste il rimpatrio assistito e comunque i rimpatri forzati sino ad ora sono stati
pochissimi. RISULTATO?COSA CAMBIA?
Il reato di immigrazione clandestina
-2
Nulla di fatto sulla presunta questione sicurezza. Tuttavia
gli aspetti giuridici sono rilevanti. C’E’ UNA FORTE
RICADUTA SUI DIRITTI UMANI DELLA
PERSONA, un impatto molto forte del sistema così
come è stato riformato:

1 – A LIVELLO GIURIDICO: stanno aumentando le


denunce in casi in cui sono state sollevate questioni di
incostituzionalità davanti alla Corte Costituzionale
dunque.
2 – A LIVELLO EFFETTIVO: cioè dei diritti
fondamentali della persona
Il reato di immigrazione clandestina
-3
LA DIRETTIVA RIMPATRI (comunitaria)
l’Italia dovrà darvi esecuzione entro il 2010. Dovrebbe ribaltare
l’approccio dello stato nazionale alla questione immigrazione.

In sintesi:
In caso di espulsione la PRIMA OPZIONE, si ribadisce, dovrà essere
la PARTENZA VOLONTARIA (ora in Italia rimane
l’accompagnamento coatto alla frontiera)
Ma se l’espulsione è conseguenza di una condanna penale  NON si
prevede l’opzione volontaria.
 
ECCO DUNQUE IL TRUCCO CHE METTE IN ATTO IL REATO
DI CLANDESTINITA’ IN ITALIA: siccome questo viene punito per
via penale, non sussiste la prima opzione volontaria in ogni caso. In
questo senso è possibile che si verifichi un contrasto tra norme interne
(nazionali) e comunitarie.
Decreto Flussi 1
Il “decreto flussi” è un provvedimento del Presidente
del Consiglio dei Ministri che, a cadenza almeno
annuale, fissa il tetto numerico massimo di ingressi in
Italia – le cosiddette "quote" – da parte di cittadini
extracomunitari per motivi di lavoro subordinato e
autonomo, ed il numero di permessi di soggiorno per
motivi di studio che possono essere convertiti in
permessi per lavoro.
Decreto Flussi 2
A chi è rivolto?
Cosa si propone?
Come funziona (in realtà)?

 Irregolari già in Italia e non stranieri chiamati all’estero


 Speculazione sui contratti (traffico di contratti falsi)
 Immigrati devono ritornare a casa loro per visto lavorativo …
I richiedenti
asilo
Da dove vengono

Fonte: UNHCR, 2008 Global trends. Refugees, Asylum-seekers, Returnees, Internally Displaced and Stateless
Persons.
Richiedenti asilo

La quota di RA che potranno ottenere, oltre allo


status, un servizio di alloggio e di sostegno
pubblico è PREFISSATA, e si aggira intorno alle
4000 persone all’anno, che verranno prese in carico
dalla rete dei servizi del progetto SPRAR.
Richiedenti asilo
PROCEDURA
Il ‘permesso di soggiorno per asilo politico’ viene rilasciato dalla Questura al titolare
dello‘status di rifugiato’.
Lo 'status di rifugiato' viene riconosciuto allo straniero che, per motivi di razza, religione,
appartenenza sociale e/o politica, viene perseguitato nel Paese di cui possiede la
cittadinanza o, in caso di apolidia, nel territorio in cui aveva la dimora abituale, per cui non
può farvi ritorno.

Procedura per il rilascio dello 'status di rifugiato' o di 'protezione sussidiaria‘


La domanda per il riconoscimento dello 'status di rifugiato' o di 'protezione sussidiaria' può
essere presentata presso la Polizia di frontiera o presso la Questura.
La domanda viene inviata alla Commissione territoriale competente in materia, la
quale, entro 30 giorni dalla ricezione, ascolta il richiedente nel corso di un colloquio a porte
chiuse e prende una decisione nei 3 giorni successivi.
Lo straniero viene ospitato in un Centro di accoglienza per richiedenti asilo per il tempo
necessario all'esame della domanda, e comunque non oltre 35 giorni. Terminato il periodo
di accoglienza, al richiedente viene rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo
valido 3 mesi e rinnovabile fino al momento della decisione.
Lo straniero sospettato di essere criminale di guerra o che è stato espulso per motivi di
ordine e sicurezza pubblica, o già condannato per alcuni tipi di reati, verrà trattenuto nei
Centri di permanenza temporanea.
Richiedenti asilo
La Commissione può:
riconoscere lo status di rifugiato;

riconoscere lo status di protezione sussidiaria;

rigettare la domanda attraverso un provvedimento motivato.

E' anche possibile che la Commissione, pur non accogliendo la domanda, ritenga
che sussistano gravi motivi di carattere umanitario che impediscono allo straniero
di rientrare nel suo Paese senza subire danni. In questo caso, la Commissione
trasmette gli atti alla Questura territorialmente competente per l'eventuale rilascio
di un permesso di soggiorno.
Livelli di protezione e rispettivi permessi di soggiorno
 Asilo politico: sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951 – PS 5
anni
 Protezione sussidiaria: Direttiva 2004/83/CE del Consiglio, 29 aprile
2004 - PS 3 anni
 Protezione per Motivi umanitari: art. 5 comma 6 del T.U
sull’immigrazione del 1998 - PS 1 anno
Asilo politico 1
Certificato di rifugiato
La Commissione territoriale rilascia al rifugiato un certificato che attesta il suo status
di rifugiato.

Documento di viaggio
Lo Stato italiano ha l’obbligo di fornire al rifugiato un documento equipollente al
passaporto.

Il ‘permesso di soggiorno per asilo politico’:


ha una durata di 5 anni;

è rinnovabile;

consente l’accesso allo studio;

consente lo svolgimento di un’attività lavorativa (subordinata o autonoma), incluso


l’accesso al pubblico impiego al pari di un cittadino dell’ UE.
consente l’accesso al servizio sanitario;

dà diritto alle prestazioni assistenziali dell’Inps (‘assegno sociale’ e ‘pensione agli


invalidi civili’) e all’assegno di maternità concesso dai Comuni.
I cittadini stranieri ‘rifugiati’ vengono equiparati ai cittadini italiani in materia di assistenza sociale, sanitaria e
di normativa sul lavoro.
Asilo politico 2
I familiari 
Per ‘familiari’ si intendono: il coniuge; i figli minori (naturali o adottati o affidati o sottoposti a
tutela), a condizione che siano non sposati e a carico del titolare del ‘permesso per asilo politico’; i
figli maggiorenni a carico se invalidi totali; i genitori (con molte restrizioni).

Il cittadino extracomunitario, in possesso del ‘permesso di soggiorno per asilo politico’, può fare
richiesta di‘ricongiungimento familiare’ per consentire l’ingresso in Italia dei propri familiari, nel
caso in cui non venga loro estesa la protezione.
N.B. Il cittadino straniero, ai fini del ricongiungimento familiare, non deve dimostrare di possedere
i requisiti relativi ad alloggio e reddito.

Se, invece, i familiari si trovano già in Italia, anche se non in possesso di un regolare permesso di
soggiorno, possono fare richiesta - tramite uno degli uffici postali abilitati – del ‘permesso per
motivi familiari’.
I titolari di permesso per asilo politico non possono presentare richiesta del ‘permesso CE per
soggiornanti di lungo periodo.

Cittadinanza italiana
Per il titolare di status di rifugiato sono previsti tempi dimezzati per la richiesta della cittadinanza
italiana per naturalizzazione, Potrà, quindi, fare richiesta dopo soli 5 anni di residenza in Italia.
Protezione sussidiaria 1

Lo ‘status di protezione sussidiaria’ viene


riconosciuto allo straniero che rischia di subire
gravi danni(condanna a morte, tortura, minaccia
alla vita in caso di guerra interna o internazionale),
o situazioni di violenza e sfruttamento per le quali
veniva precedentemente rilasciato il ‘permesso per
protezione sociale o umanitaria, facendo ritorno nel
Paese di origine o, nel caso di un apolide, nel Paese
in cui aveva la dimora abituale.
Protezione sussidiaria 2
Il ‘permesso di soggiorno per protezione sussidiaria’:
ha una durata di 3 anni;
è rinnovabile (se sussistono le condizioni che ne hanno consentito il riconoscimento);
consente l’accesso allo studio;
consente lo svolgimento di un’attività lavorativa (subordinata o autonoma).
consente l’accesso al servizio sanitario;
 dà diritto alle prestazioni assistenziali dell’Inps (‘assegno sociale’ e ‘pensione agli
invalidi civili’) e all’assegno di maternità concesso dai Comuni.

N.B. Al momento del rinnovo, tale permesso può essere convertito in un permesso di


soggiorno per lavoro (subordinato o autonomo).

I cittadini stranieri con ‘permesso di soggiorno per protezione sussidiaria’ vengono


equiparati ai cittadini italiani in materia di assistenza sociale, sanitaria e di normativa
sul lavoro.
Protezione sussidiaria 3
Per ‘familiari’ si intendono: il coniuge; i figli minori (naturali o adottati o affidati o sottoposti a tutela), a
condizione che siano non sposati e a carico del titolare del ‘permesso per protezione sussidiaria’; i
figli maggiorenni a carico se invalidi totali; i genitori (con molte restrizioni).
Il cittadino extracomunitario, in possesso del ‘permesso di protezione sussidiaria’, può fare richiesta
di ‘ricongiungimento familiare’ per consentire l’ingresso in Italia dei propri familiari, nel caso in cui
non venga loro estesa la protezione.
N.B. Il cittadino straniero, ai fini del ricongiungimento familiare, deve dimostrare di possedere i
requisiti di alloggio e di reddito richiesti.
Se, invece, i familiari si trovano già in Italia, possono fare richiesta - tramite uno degli uffici postali
abilitati - del ‘permesso per motivi familiari’.
N.B. Il cittadino straniero, ai fini del ricongiungimento familiare, deve dimostrare di possedere i
requisiti di alloggio e di reddito richiesti. 
Se, invece, i familiari si trovano già in Italia, possono fare richiesta - tramite uno degli uffici postali
abilitati - del ‘permesso per motivi familiari’. 
Quando sussistono fondate ragioni che non consentono al titolare dello status di protezione sussidiaria di
chiedere il passaporto alle autorità diplomatiche del Paese di cittadinanza, la Questura competente rilascia
allo straniero interessato il titolo di viaggio per stranieri. 
Il principio di “non-refoulement”
Articolo 33 (comma 1) della Convenzione di Ginevra del 1951:
Divieto d’espulsione e di rinvio al confine

“Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in


qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori
in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate
a motivo della sua razza, della sua religione, della sua
cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo
sociale o delle sue opinioni politiche”.

NB: l’Italia ha ratificato la Convenzione di Ginevra il 15 novembre del 1954


I respingimenti in mare
I respingimenti in mare messi in atto dall’Italia nei mesi scorsi (2009) sono
dunque contrari ai principi sanciti dalla Convenzione di Ginevra del
1951 relativa allo status dei rifugiati.

Il 26 gennaio 2007 L’UNHCR (L’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati) ha


espresso un importante parere consultivo, nel quale si legge (paragrafo 43):

“[…] un’interpretazione che restringesse l’ambito di applicazione dell’art. 33(1)


della Convenzione del 1951 a comportamenti che si verificano dentro il
territorio di uno Stato parte della Convenzione del 1951 e/o del suo Protocollo
del 1967 sarebbe contraria ai termini della disposizione, come pure all’oggetto
e allo scopo del trattato in corso di interpretazione, ma sarebbe anche
incoerente con le norme di diritto internazionale dei diritti umani pertinenti. La
posizione dell’UNHCR è pertanto che uno Stato sia vincolato dal suo obbligo
derivante dall’art. 33(1) della Convenzione del 1951 di non rinviare rifugiati
verso un rischio di persecuzione ovunque esso eserciti la propria effettiva
giurisdizione. Così come per gli obblighi di non-refoulement in base al diritto
internazionale dei diritti umani, il criterio decisivo non è se tali persone si
trovano nel territorio dello Stato, quanto piuttosto se esse si trovano sotto
l’effettivo controllo e autorità di quello Stato”.
?
Chi è l’immigrato? 1
L’ARRIVO e la PERMANENZA
L’immigrato che entra in Italia di solito possiede un VISTO: ad ogni tipo di
VISTO corrisponde un tipo di permesso di soggiorno.
Tuttavia se si entra irregolarmente, o si diventa IRREGOLARI dopo la
scadenza del visto (turistico, per studio ecc…), difficilmente si raggiunge
la REGOLARIZZAZIONE.
 
… tramite
 SANATORIE = sorta di deroghe (ultima quella delle badanti)

 MATRIMONIO-CONVIVENZA (per diritto di un cittadino comunitario


di permanere con il proprio partner/convivente). NB: con il nuovo
pacchetto sicurezza l’immigrato non può più regolarizzarsi in Italia tramite
matrimonio; dovrà sposarsi nel suo paese e poi tornare.
 RICHIESTA ASILO: un tipo di migrazione forzata  protezione speciale

 TRATTA (articolo 18 costituzione): altro tipo di migrazione forzata 


protezione speciale
Chi è l’immigrato? 2
I VISTI
VISTI BREVI: massimo 3 mesi, generalmente per turismo. Normalmente alla scadenza non si
ottiene il permesso di soggiorno a causa dei tempi burocratici che richiedono circa 4-5 mesi. (Ora
il governo promette 4-5 giorni)
VISTI LUNGHI: per altri motivi (studio ecc).
In entrambi i casi il VISTO si ottiene in un’ambasciata Italiana all’estero tramite il versamento di
denaro in un conto italiano che funga da garanzia in caso di malattia ecc…
Occorre poi non essere coinvolti in procedure penali, non aver subito condanne, non aver fatto
ingresso o uscita irregolare in uno dei paesi UE  pena 5 ANNI DI ESPULSIONE (tramite
diritto penale italiano)
 

SISTEMA INFORMATIVO SHENGHEN: il cittadino di cui sopra viene registrato da un cervello


centrale che permette di segnalarlo in tutta l’UE e di impedirgli di entrare per i prossimi TOT anni
(di ottenere dunque un VISTO). Altri motivi perché si proceda in questo modo possono essere
legati al terrorismo o all’ordine pubblico.
In tutti questi casi il cittadino che si vede negare il VISTO potrà fare ricorso al TAR del Lazio,
salvo nei casi di ricongiungimento familiare in cui si viola il diritto di un cittadino comunitario 
ricorso a giudice ordinario.
Chi è l’immigrato? 3
Una volta ottenuto il visto e pagata la somma di denaro si può giungere il Italia dove
si dovrà raggiungere la questura del territorio in cui si desidera insediarsi per ottenere
dalla stessa il PS.
 
 
QUOTE IMMIGRAZIONE: il sistema delle quote fissa appunto un tetto massimo di
persone che possono entrare nel nostro paese, suddivise dettagliatamente per
nazionalità. Teoricamente queste dovrebbero contattare il datore di lavoro italiano
prima dell’arrivo in Italia, di fatto il sistema regolarizza immigrati irregolari già
presenti sul territorio  PS per lavoro subordinato: 2 anni
PERDITA DEL LAVORO: nel momento in cui un immigrato regolare perde (e
dunque quel quid che gli assicura il PS) ha diritto ad ottenere (ex Convenzione OIL)
un permesso di soggiorno PER ATTESA OCCUPAZIONE, valido 6 mesi, decorsi i
quali, qualora non avesse trovato ancora lavoro, la stessa persona si vedrà presentare
un DINIEGO DEL RINNOVO DEL PS. Questo può essere impugnato davanti al
TAR.
In tempo di crisi, quando cioè è abbastanza chiaro ai più che non si otterrà lavoro
entro poco tempo, gli immigrati si organizzano altrimenti, tentando ad esempio di
ottenere o rinnovare il PS grazie ad un ricongiungimento.
Chi è l’immigrato? 4


A) decreto flussi
(potenzialmente);
C) I punti A e
Respingimenti in mare B determinano
POLITICHE a quali
categorie di
immigrato si
possono
B) Normativa specifica (ad
applicare le
esempio punti previsti dal
politiche a
“Pacchetto sicurezza” in ambito
questo livello
scolastico, lavorativo, abitativo,
familiare, ecc…)
Chi è l’immigrato? 5
Chi è l’immigrato? 6
Arrivo e prospettive

Perdita del lavoro


Chi è l’immigrato? 7
Regolarità
vincolata ad un
contratto di lavoro
Cittadino Cittadino
straniero italiano
Lavoratore (residente) (ed EU)
straniero
Regolare
disoccupato

Clandestino/
irregolare
RESIDENZA: si
Essere ottiene dimostrando
umano di abitare in un
alloggio “adeguato”
(NB: residenza
fittizia/anagrafica)
Chi è l’immigrato? 8
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009
Cos’è, quando e come nasce
Presentazione del Rapporto – 19 novembre 2009, Trento
Pietro Pinto, Comitato Scientifico Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes
Prof. Maurizio Ambrosini, curatore del Rapporto - Università di Milano

 1991: 1° Rapporto, in occasione della 1^ Conferenza Internazionale


sull’immigrazione a Roma
 La Malfa disse: “In Italia ci sono 4 milioni di extracomunitari: è
un’invasione!”. In quell’anno era difficile confutare scientificamente quel
dato, mancavano gli strumenti. Allora un gruppo di ricercatori e studiosi
volontari decisero di dare vita al Dossier.
 Tuttavia già nel 1972-73 si verificò il cambio del saldo migratorio.
L’ISTAT in quell’anno dichiarò che l’Italia era divenuto un paese di
immigrazione. Non esisteva però ancora un OSSERVATORIO
NAZIONALE SULL’IMMIGRAZIONE.
 Il gruppo di ricercatori e studiosi dunque si propose come stimolo per
l’ente pubblico, quale “supplente” e… lo è ancora oggi! Non esiste ancora
un OSSERVATORIO PUBBLICO. In tutta l’UE solo in ITALIA c’è un
soggetto privato per la ricerca sull’immigrazione.
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

Qualche dato significativo


STRANIERI RESIDENTI IN ITA (regolari)
 
2005 2008

2.670.000 3.891.000
 
+ 45% incremento superiore alla media EU,
l’Italia è il 1° o 2° paese in EU
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009
PESENZA REGOLARE: 4.329.000 (7% del totale della popolazione italiana)
Gli Irregolari: attendono la regolarizzazione tramite sanatoria, quasi 1 volta
all’anno. La sanatoria è l’unico riferimento per stimare gli irregolari. Ultima
sanatoria per categoria, le badanti, circa 300.000 regolarizzazioni.

Prime sanatorie: i clandestini erano il 30/40% sul totale degli stranieri


 

ATTUALMENTE: nel tempo questa percentuale è diminuita


 
Questo significa che la maggior parte dei REGOLARI DI OGGI, sono stati
IRREGOLARI/CLANDESTINI IN PASSATO almeno 1 volta.
 
I Italia poi si assiste ad una fortissima differenziazione delle origini dei flussi
migratori  è importante dunque e fondamentale la messa in campo di
POLITICHE SPECIFICHE DIVERSIFICATE.
 
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009
POPOLAZIONE DI ORIGINE STRANIERA
 
ITALIA 8%
GERMANIA 18%
FRANCIA 23%
 
ATTENZIONE PERO’: fra non molti anni l’Italia sarà
come Francia e Germania, dunque in meno anni
raggiungerà gli stessi livelli. L’ORIZZONTE è
QUESTO, una crescita molto rapida. Non sono dati la
leggere a spot, ma da declinare in un periodo medio-
lungo. CRESCITA MOLTO RAPIDA.
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

GLI SBARCHI

Le persone sbarcate costituiscono meno dell’1%


della popolazione immigrata (regolare) in Italia.

Chi sono, da dove vengono e perché? La maggior


parte sono RICHIEDENTI ASILO, categoria che
richiede politiche proprie, specifiche e conformi al
diritto internazionale.

Il 70% delle domande d’asilo presentate in ITA nel


2008  da persone arrivate VIA MARE.
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

Nel 2008 sono state 36.951 le persone sbarcate sulle


coste italiane, 17.880 i rimpatri forzati, 10.539 gli
stranieri transitati nei centri di identificazione ed
espulsione (CIE) e 6.358 quelli respinti alle frontiere.
Non si tratterebbe neppure di un cinquantesimo
rispetto alla presenza di immigrati regolari in Italia.
Eppure il contrasto dei flussi irregolari ha monopolizzato
l'attenzione dell'opinione pubblica e le decisioni
politiche; tanto più che il rapporto tra allontanati e
intercettati è di 34 ogni 100 (il più basso dal 2004) e si
registra una crescente confusione tra immigrati
"clandestini", irregolari, richiedenti asilo e persone aventi
diritto alla protezione umanitaria.
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009
AIUTIAMOLI NEI LORO PAESI…
Sullo sfondo della situazione attuale importante fare riferimento alle situazioni di SVILUPPO E
POVERTA’, nonché ai dati demografici
L’85% della popolazione mondiale vive nei cosiddetti “paesi poveri”.

Si sente spesso dire: aiutiamoli nei loro paesi. Ma le politiche italiane sono coerenti?
L’Italia destina lo 0,7% del PIL come promesso alla cooperazione allo sviluppo (obiettivo
minimo per dimezzare la povertà mondiale entro il 2015)?
NO, oggi solo lo 0,1%
Quello che investono gli enti locali nella cooperazione decentrata supera di fatto quello che
investe il governo. Lo 0,7% del PIL non può comprendere anche la cooperazione decentrata, deve
essere il governo a investire, non gli enti locali.
MA ATTENZIONE: la cooperazione allo sviluppo non serve per diminuire l’immigrazione.
Potrebbe anche aumentarla!!! L’obiettivo è un altro: può servire per creare ponte tra comunità
immigrate qui e i loro paesi.
 
RIMESSE: sono la vera lotta degli immigrati contro la povertà nei loro paesi. Queste tutte
insieme superano la cifra degli aiuti allo sviluppo ITA. (6,3 miliardi di euro contro circa 3)
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

Altri dati…
NUOVI NATI: 12% sono stranieri
E’ inutile guardare dunque in maniera ossessiva alle frontiere. La
quota di stranieri in Italia aumenterà comunque. E tra un tot di anni
saranno sul mercato del lavoro, a scuola ecc. Anche bloccando le
frontiere la popolazione straniera aumenterà.
 
SCUOLA: oggi il 7% degli iscritti è straniero, nelle scuole
dell’infanzia il 19-20 % e più…
La scuola di oggi ci parla della società del domani.
Sono importanti le politiche nazionali; sono fondamentali però anche gli ENTI
LOCALI, che possono intervenire in qualche modo: ex. nelle scuole dell’infanzia.
Sempre più stranieri nati in Italia vanno all’università (2,9% degli
iscritti)
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009
IL MONDO DEL LAVORO

OCCUPAZIONE: gli immigrati sono una risorsa?


Tra gli occupati il 15,5% sono nati all’estero
Nuovi ingressi nel mercato del lavoro: 25% stranieri

IMPORTANTE PERO’ CHIEDERSI: Che tipo di lavoro fanno???

Probabilmente ce ne rendiamo conto già a sufficienza, ma qualche dato


aiuta a capire…
Infortuni sul lavoro: 16,4% subiti da stranieri, statistiche sottostimate
come si può immaginare visto che non si tiene conto del lavoro in
nero.
Crescita di imprese a gestione straniera…
 
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

CI RUBANO IL LAVORO!!!
Ma…
… la loro incidenza sul PIL è del 9,7%, versano dunque
all’INPS qualcosa come 7 miliardi di Euro, producendo
un gettito fiscale da 3,2 miliardi di euro.

SPENDIAMO TROPPI SOLDI PER SERVIZI PER


LORO!
Ma…
… spese sociali per immigrati sono il 2,5% delle spese
totali = circa ½ del gettito che generano.
 
Il Rapporto Caritas-Migrantes 2009

In conclusione…

RESTRIZIONE POLITICHE DI INGRESSO:


costringe le persone a vivere in clandestinità.
Le politiche del blocco degli ingressi costringono a
vivere 5/6/7 anni in clandestinità, questo fa variare il
livello di sicurezza interna… la marginalità sociale, la
devianza ecc…
In più queste politiche non bloccano l’immigrazione,
modificano solo il modo in cui possono vivere gli
immigrati che si organizzeranno altrimenti per arrivare.
Complementarietà stranieri-donne
ITA
Secondo Bankitalia il lavoro straniero permette alle
donne un più alto tasso d’occupazione.

“La crescente presenza straniera non si è […] riflessa in


minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al
contrario, sembrano accresciute per gli italiani più
istruiti e per le donne. In particolare, l’offerta di lavoro
femminile italiana si è giovata dei maggiori servizi per
l’infanzia e per l’assistenza agli anziani.”

Dossier Banca d’Italia, L'economia delle regioni italiane nell'anno 2008


“Non possiamo accoglierli solo
noi!”
Se il riferimento costante è
all’immigrazione clandestina
proveniente dal mare occorre
porre attenzione ai seguenti due
dati:
La maggior parte di chi
proviene dal mare è richiedente
ASILO

L’Italia è ben distante


dall’essere uno dei primi paesi
“d’accoglienza”

Fonte: UNHCR, 2008 Global trends. Refugees, Asylum-seekers,


Returnees, Internally Displaced and Stateless Persons
Rifugiati nei paesi UE

Fonte: UNHCR, 2008 Global trends. Refugees, Asylum-seekers, Returnees, Internally Displaced and Stateless
Persons.
Tasso di criminalità

Dati ISTAT 2009


Il tasso di criminalità degli immigrati regolari in ITA
è solo leggermente più alto di quello degli italiani:
1,3% vs 0,75%, ed è inferiore tra le persone sopra i
40 anni.

La maggior parte dei reati commessi da stranieri è


opera di immigrati irregolari, tuttavia l’87% degli
stranieri irregolari denunciati fa riferimento alla
condizione di clandestinità.
Immigrazione: variabili in gioco
PER UN’INFORMAZIONE
“ALTERNATIVA”
http://fortresseurope.blogspot.com
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:WikiAfrica
http://www.arifonline.it
http://www.asgi.it
http://www.centroastalli.it
http://www.cir-onlus.org
http://www.integrarsi.anci.it
http://www.iom.int/jahia/jsp/index.jsp
http://www.ismu.org
http://www.lettera27.org
http://www.meltingpot.org
http://www.nigrizia.com
http://www.nirast.it
http://www.peacereporter.net
http://www.santegidio.org
http://www.serviziocentrale.it
http://www.unhcr.ch

Daniele Danese: danypc83@gmail.com

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