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Rompere la gabbia per il riscatto della periferia metropolitana.

di Gualtiero Alunni

La fotografia della nostra povera Roma assomiglia alla storia della lupa del Campidoglio in carne
e ossa: sempre pi smagrita, sempre pi sola a fare avanti ed indietro all'interno della sua
stretta ed umida gabbia, un incedere che era talmente evidente da diventare proverbiale, al
punto che venne coniato un detto popolare: me pari a lupa der campidojo.
Nella gabbia c' il popolo romano, in particolare quello della sterminata periferia metropolitana.
La situazione davanti agli occhi di tutti: continui tagli ai servizi sociali, strade disseminate di
buche, inquinamento atmosferico soffocante, rete e servizio del trasporto pubblico
traumatizzate dal disservizio.
Anni e anni di malgoverno e di malagestione si sono abbattuti su una citt continuamente
maltrattata e violentata dai poteri forti. Lo scandalo di Mafia capitale ha parzialmente
scoperchiato la famelica voracit del mondo di mezzo sugli appalti della gestione dei campi
rom, degli immigrati e del sociale. Dai funzionari pubblici ai politicanti corrotti, dai fascisti ai
mafiosi, gli artigli sulla citt sono stati affondati anche dal mondo di sopra: i Re della
monnezza e del cemento, che per decenni hanno saccheggiato e sporcato, sempre con il
contributo delle amministrazioni pubbliche e dei partiti scendiletto dei predatori, la nostra terra
e l'agro romano.
Dopo l'andata dal notaio dei 26 consiglieri comunali trasversali che hanno messo la parola fine
alla Giunta Marino, adesso ci troviamo con una citt commissariata e militarizzata dai prefetti e
dalla presenza dell'esercito che imbraccia i mitra nelle stazioni. Mentre il Pidd affronta una crisi,
che se stesso ha causato, sono partite le auto-candidature alle elezioni a Sindaco di Roma.
Dall'onnipresente Marchini (Lista omonima) l'assenteista, uomo del famigerato
palazzinaro/finanziere Caltagirone, alla Meloni (FdI) fasciorazzista, da Civati (Possibile) che
candida il radicale Maggi tifoso delle privatizzazioni a Fassina (SI) che fino a ieri in Parlamento ha
votato le peggiori leggi antipopolari. Rimane il M5S che dopo una prima apertura delle liste alla
societ civile, si richiuso a riccio.
Al mondo di sotto, dei disoccupati, dei precari, dei lavoratori, dei senzatetto, dei pendolari,
dei pensionati, dei proletari dei quartieri popolari, spetta ancora una volta il compito di rompere
la gabbia e alzare la testa, continuando a costruire un percorso di liberazione autonomo e
indipendente per il diritto alla citt di tutte/i, contro una metropoli mercificata e privatizzata.
Concludiamo con una passaggio di una famosa canzone romanesca: Semo Romani Trasteverini
semo signori senza quatrini er core nostro 'na capanna core sincero che nun t'inganna si stai in
bolletta noi t'aiutamo per da micchi nun ce passamo.

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