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19 - Aprile 2010
Gli Atti degli Apostoli narrano con abbondanza di particolari la pericolosa navigazione di Paolo
verso Roma, la tempesta e il naufragio sulle coste di Malta: qui l’Apostolo viene morso da una
vipera, che egli getta sul fuoco rimanendo illeso, sotto lo sguardo allibito degli abitanti del luogo,
che lo scambiano per un dio.
Il racconto, strettamente connesso al passo evangelico «nel mio nome […] prenderanno in mano
i serpenti […] e non recherà loro alcun danno» (Mc 6,17-18) non ha avuto grossa fortuna
nell’iconografia più antica: lo si ritrova in un dittico di avorio del secolo V, ora al Museo del
Bargello a Firenze, in un affresco del secolo XII nella cattedrale di Canterbury e in una vetrata della
cattedrale di Auxerre, del secolo XIII. Anche nelle miniature si ritrova la figura di Paolo sulla nave
durante la navigazione: nella Bibbia di San Luis, nella cattedrale di Toledo, si vede la nave in
tempesta e il calo della scialuppa come è descritto in Atti 27,30, ma è a partire dal secolo XVI che si
sviluppa una vera e propria iconografia: la sensibilità barocca è colpita dalla possibilità di
descrivere naufragio e miracolo della vipera e di caricarli di valori simbolici.
A volte è un pretesto per un quadro di genere, tanto che Rubens dipinge un paesaggio in
tempesta in cui Paolo e i compagni sono figurine appena percettibili in un angolo.
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PAULUS online – International magazine on Saint Paul / Anno II n. 19 - Aprile 2010
Secondo Pomarancio...
Diverso è l’affresco del Pomarancio negli Archivi Vaticani: dalla nave sconquassata escono i
marinai immersi nell’acqua, mentre sulla destra l’Apostolo scaccia la vipera e gli abitanti di Malta
fanno gesti di stupore. Emergono qui gli elementi che diverranno comuni: i marinai nudi, che
stendono le loro vesti per asciugarle; gli abitanti dell’isola in costumi di solito orientaleggianti e i
soldati. Anche se il naufragio avviene di giorno, Adam Elsheimer, nella sua opera, lo colloca in un
suggestivo notturno, evocazione del dramma di Paolo, apostolo ed evangelizzatore: cielo e
paesaggio occupano la parte maggiore del dipinto. Nell’oscurità, bagliori di luce lasciano
intravedere il dramma. Flutti minacciosi si abbattono sulla costa e i pini sulla destra sono scossi dal
vento, lasciando vedere i rami che formano delle croci. I naufraghi, intanto, appendono ad asciugare
i loro abiti, restando nudi: una nudità che rimanda alla necessità di spogliarsi dell’uomo vecchio per
diventare nuovi, riscaldandosi al fuoco della fede. La tempesta si acquieta sulla destra, dove le
tenebre sono vinte dal fuoco, che illumina la figura di Paolo che scuote la vipera: è la vittoria del
bene e della luce della verità sulle tenebre della notte e sul peccato simboleggiato dalla vipera.
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PAULUS online – International magazine on Saint Paul / Anno II n. 19 - Aprile 2010
Micaela Soranzo