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PROLOGO

o sai cosa c' pi di pi piatto del piattume piatto


che pi piatto non si pu?, stava dicendo Sae,

mentre, semisdraiata sul banco, coi lunghi capelli ramati che ne


inondavano tutta la superficie, riemergeva da un sonoro sbadiglio. La
domanda era rivolta al suo vicino di banco, nonch migliore amico dai
tempi dell'asilo, Soichiro Nakata, al quale questa frase non era certo
nuova: a seconda del periodo la sentiva dalle due

alle venti volte a

settimana, da otto o nove anni a questa parte ormai.


Dunque, vediamo.... pi piatto del piattume piatto che pi piatto non si
pu....? ....il seno della Professoressa di inglese, senza alcun dubbio....
replic illuminandosi Soichiro, che si dilettava, nel tempo libero, a cercare
nuove risposte a questa domanda, alternative a quella ufficiale e
possibilmente divertenti (visto che quella "ufficiale" di Sae non lo era
molto)
Questa veramente buona, Naka-kun! Si compliment il ragazzo del
banco dietro a Soichiro, dandogli un amichevole pugno in mezzo alla

schiena, tra gli sghignazzi diffusi degli altri compagni limitrofi: tutta la
classe era ormai familiare a quel "gioco" che durava ormai da mesi,
ripetendosi ogni mattina con le varianti del caso.
"S, riderei anche io, se non fossi troppo sconsolata dal fatto che... Solo
l'istituto Makarekawa pi piatto di cotanto piattume..." La seconda parte
della frase era stata quasi pronunciata in coro, con fare canzonatorio, da
vari compagni di classe, che tanto l'avevano sentita ripetere da saperla a
memoria.
"Si, si, bravi, prendetemi pure per il cu...", si indispett Sae.
"..per il custode della classe!" Fin la frase la professoressa di inglese,
che era tanto arcigna quanto piatta, e stava facendo il suo ingresso nella
classe proprio in quel momento. "Ovviamente, cos che volevi finire la
frase, vero Nishimura Sae? Immagino che tu volessi offrirti volontaria per
le pulizie della classe per tutto il mese, al posto dei responsabili di turno.
Ho interpretato bene il tuo pensiero?"
"... be... benissimo, Ojiwara-sensei..." si rassegn Sae, che aveva
abbassato a terra gli occhi verdi di solito tanto spavaldi, e giocherellava
nervosa con l'orlo della gonna bordeaux.
Tutti sapevano gi da tempo che il credo della professoressa Ojiwara era
quello di "ripulire" le espressioni volgari o i comportamenti inappropriati
degli studenti mediante punizioni che avessero a che fare con l'igiene.
"Mente pulita in ambiente pulito", questo era il suo motto, parafrasando il
noto brocardo latino.
Archiviato questo piccolo incidente, la lezione prosegu nel modo pi
normale possibile, o usando l'espressione preferita da Sae, nel modo "pi
piatto possibile". Raramente, infatti, il present perfect" ha causato nelle

scuole giapponesi (o nel resto del mondo) scompiglio, eccitazione o


scalpore.
Ma, pochi minuti prima della fine della lezione, Ojiwara-sensei,
ricordando la punizione assegnata a Sae, le rivolse di nuovo la parola.
"Nishimura, vorrei parlare con il professore responsabile del tuo club per
spiegargli il motivo per cui farai tardi alle attivit per un intero mese... Mi
potresti dire quale club onorato della tua iscrizione?"
"Ehm.. Sensei, io veramente non faccio parte di alcun club..."
"Ahhh, ho capito, in effetti ora mi spiego come mai ti annoi tanto. Mi
giunta voce, da un po' di tempo, che sei stata udita da pi docenti a
lamentarti di quanto monotona la vita in questa scuola. Ed io", aggiunse
Ojiwara-sensei, guardando Sae in un certo qual modo inceneritore, da
sopra gli occhiali, "non voglio certo che una ragazza giovane e vitale come
te passi le giornate nel tedio. Dunque, ho pensato una cosa."
"Nishimura Sae!" scand la professoressa, ergendosi in piedi
all'improvviso.
"Hai!" rispose Sae, scattando automaticamente in piedi e sull'attenti a
sua volta, e quasi rovesciando il banco e/o la sedia dalla foga.
"La tua punizione convertita con effetto immediato! Anzich pulire la
classe per un mese, decreto che dovrai partecipare per un mese ad club che
io stessa sceglier per te. Non sono ammessi ritardi o assenze, e mi
informer personalmente presso il referente per controllare la tua condotta!
Intesi?"
"Sissignora!" assent con decisione, bench con riluttanza, Sae.
"Ora non ci resta che stabilire chi dovr sopportarti per tutto questo
tempo. Vediamo un po'... ecco, ho trovato! Ti iscriverai allo stesso club al

quale iscritta Kanbayashi. Qualunque esso sia."


Tutta la classe (Sae compresa) gir gli occhi su di me.
Su di me che di solito vengo completamente ignorata.
Su di me che potrei fare, di secondo nome, Trasparente.
Mi sentivo addosso gli sguardi di tutti i miei compagni, tranne un paio
che evidentemente non sapevano nemmeno da che parte girarsi per trovare
la ragazza che corrispondeva al cognome di "Kanbayashi".
Improvvisamente al centro dell'attenzione, non sapevo pi da che parte
guardare e quindi abbassai, nell'imbarazzo, lo sguardo sul banco,
proseguendo a scrivere sul blocco degli appunti, come avevo fatto fino a
pochi secondi prima. Proseguendo a scrivere sul blocco, dove avevo
appena finito di comporre (per la centesima o duecentesima volta quella
mattina) la frase: "I love Sae".

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