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Cult
Fenomenologia
di
Umberto
Eco
(1932-2016)
Alberto Arbasino. Alberto Asor Rosa. Corrado Augias. Nanni Balestrini. Alessandro Baricco. Stefano Bartezzaghi.
Zygmunt Bauman. Ginevra Bompiani. Zita Dazzi. Raffaella De Santis. Maurizio Ferraris. Simonetta Fiori. Antonio Gnoli.
Ugo Gregoretti. Ezio Mauro. Tullio Pericoli. Danco Singer. Michele Smargiassi
LA DOMENICA
la Repubblica
28
E
EZIO MAURO
Lo studioso
che voleva
divertire
re antico degli organismi che divorano le pagine dei libri, e la vecchia ricetta che consisteva nel piazzare una sveglia negli scaffali, confidando nel rumore regolare e nelle vibrazioni per bloccare il pasto insano dei libri.
Laltro strumento indispensabile alla costruzione del fenomeno Eco sono i giornali,
quotidiani e settimanali, mensili, riviste.
Li ha criticati duramente, fino al suo ultimo romanzo, ma li ha sempre usati per
indagare il quotidiano, per collegare gli
scarti di costume della vicenda di
ogni giorno con le categorie del
suo sapere, capace di ordinare
e battezzare i gesti minimi, in-
spesso nei suoi paradossi, svelandola nellintimo dei suoi vizi o delle sue verit travestite
da miserie del quotidiano.
Pastiches e parodie sono la recitazione in
pubblico, ordinata letterariamente, del calembour privato, del motto di spirito che Eco
ti diceva per prima cosa incontrandoti, sempre alla ricerca della rivelazione anagrammatica, della saggezza popolare che diventa enigmatica nel nonsense di un proverbio stravolto nel suo contrario, che continua beffardo a dirti qualcosa. Contraffazioni meravigliose, come i falsi rapporti
di lettura dei redattori di unimmaginaria casa editrice che bocciano la lettura
della Bibbia (un omnibus mostruoso,
che rischia di non piacere a nessuno
perch c di tutto), di Torquato
Tasso (mi chiedo come verranno accolte certe scene ero-
Gianni Vattimo
Matteo Renzi
Jean-Jacques Annaud
Esempio straordinario
di intellettuale europeo,
univa una intelligenza unica
del passato a una inesauribile
capacit di anticipare il futuro.
Ci mancher il suo pensiero
acuto e vivo, la sua umanit
la Repubblica
29
La cultura mostruosa
di un uomo libero
tiche un po lascive) e dei Promessi sposi:
tant, non tutti hanno il dono di raccontare, e meno ancora hanno quello di scrivere in
buon italiano.
Fuori dalla parodia, il sentimento dei giornali ha in realt consentito a Eco di incrociare
lattualit e di decifrarla coi suoi strumenti,
arrivando a un giudizio politico partendo da
una notazione estetica, culturale, da un segnale del linguaggio individuale e collettivo.
Gli ha consentito, a ben vedere, di prendere
parte alla vicenda italiana negli anni pi travagliati del Paese. Lo ha fatto senza badare al
rischio (ben presente in molti altri intellettuali) di dividere con una presa di posizione
politica il grande fascio indistinto dei suoi
lettori, la somma trasversale della sua popolarit internazionale. Anche qui (e ricordo certe discussioni negli ultimi ventanni) era come se fosse mosso semplicemente da un obbligo culturale, da un dovere intellettuale,
perch la cultura, diceva Bobbio, obbliga terribilmente.
Naturalmente quando us il paradosso, dicendo che la notte prima di addormentarsi
preferiva Kafka piuttosto che rincretinirsi davanti alla tv, la muta dei critici di destra gli
salt al collo credendo di inchiodarlo alla sua
caricatura. Ci vedemmo in quei giorni, ed era
totalmente indifferente agli attacchi perch
non lo toccavano, ma credo soprattutto perch quel che aveva detto come battuta, era in
realt profondamente vero. Era vero che i libri lo dominavano come un vizio solitario.
Ed era certo che anche Eco, come i suoi personaggi, diventava in Italia collettivamente
vero perch la comunit dei lettori aveva
fatto su di lui negli anni un investimento culturale e passionale, trasformandolo nellIntellettuale italiano degli ultimi trentanni.
Tutto questo lo ha portato allultimo atto,
il riscatto di una parte del patrimonio di autori Bompiani partendo da se stesso dal gigante Mondazzoli per fondare con Elisabetta
Sgarbi La nave di Teseo. Ne discutemmo a
fine novembre, in un salone dellAccademia
dei Lincei. Umberto chiuse la porta e parl
sottovoce, perch confidava uno dei grandi
segreti della sua vita, lultimo approdo della
sua passione, o ancora una volta del suo obbligo culturale trasformato in avventura finale, a ottantaquattro anni.
Adesso la nave dovr salpare da sola, senza il Capitano, ma con il suo nuovo libro Pape
Satan Aleppe, di cui proprio negli ultimi giorni aveva preso in mano la copertina, toccandola e accarezzandola come fa chi ama i libri.
Gli avevamo chiesto in tanti che destino voleva avesse la sua biblioteca un giorno, dopo di
lui. Adesso che il giorno venuto, bisogna ricordare cosa rispondeva: non era sicuro
che la sua biblioteca gli assomigliasse,
perch la passione per i libri ti porta
a conservare anche ci in cui non
credi. Tuttavia, non avrebbe voluto che i suoi libri fossero dispersi.
Forse, diceva, verranno comprati dai cinesi: se vorranno, dai
miei libri potranno capire
tutte le follie dellOccidente.
STEFANO BARTEZZAGHI
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Roberto Saviano
Sergio Mattarella
Dacia Maraini
Le Monde
LA DOMENICA
la Repubblica
30
Le mille stagioni.
La fondazione del Dams a Bologna,
la televisione, la neovanguardia, i romanzi
divenuti bestseller, il lavoro editoriale:
ritratto a pi voci di un intellettuale totale
L
MICHELE SMARGIASSI
BOLOGNA
La vita
unopera
aperta
The Guardian
Scrittore di bestseller e gigante
della filosofia e del mondo accademico.
Ha esplorato le strade intricate
del comportamento umano, dellamore
e della letteratura con grazia e attenzione
alle sfumature
la Repubblica
31
Ugo Gregoretti
Il concorso in Rai
era stato taroccato
RAFFAELLA DE SANTIS
SIMONETTA FIORI
di Umberto Eco,
Alberto Asor Rosa si messo in viaggio per Milano. Autori di opere dirompenti, Eco ed Asor
Rosa non hanno certo condiviso sempre le stesse posizioni, ma non hanno mai smesso di dialogare. Eppure
nei primi anni Sessanta da una parte stavano Opera
aperta (1962) e Apocalittici e integrati (1964), dallaltra Scrittori e popolo (1965): saggi che si accostavano
in modi molto diversi alla cultura nazional-popolare.
Professore, qual stato il vostro rapporto?
Nonostante i nostri approcci fossero altamente conflittuali, ci siamo sempre rispettati. Quando usc Il nome della rosa, nel 1980, fui il primo a recensirlo, proprio su Repubblica. Si trattava di unopera imponente,
sorprendente, rappresentava uno scarto di enorme
portata: un romanzo di impianto storico-filosofico che
faceva riferimento alla tradizione non tipicamente italiana del giallo.
In effetti, Eco stato un grande esploratore di generi letterari. Era un esercizio intellettualistico?
Tuttaltro, narrare lo divertiva, era il modo per superare i limiti dellintellettuale e dello scienziato.
Quando si accorto di aver raggiunto nella ricerca di
studioso il confine oltre il quale non sarebbe potuto andare, ha scelto di esprimersi in unaltra maniera. Ha
frequentato ogni genere, dal romanzo storico a quello
filosofico di origine illuminista, dal giornalismo allautobiografia, come ne La misteriosa fiamma della regina Loana, unopera che andrebbe rivalutata.
Si deve a questo il suo successo internazionale?
Si deve al fatto che, al pari di Italo Calvino, riusc a
rompere con la tradizione letteraria italiana. Eco stato un grande direttore dorchestra in grado di suonare
benissimo pi strumenti
LE IMMAGINI
SOPRA, UMBERTO ECO DA GIOVANE SEDUTO
SUL DIVANO IN UNA FOTOGRAFIA DEGLI ANNI 50
SOTTO, ECO AL PREMIO STREGA NEL 1981
INSIEME AD ENZO SICILIANO
n realt quel concorso del 1954 era taroccato, racconta Ugo Gregoretti, compagno di
lavoro negli studi della Rai. Ma fu lunico
modo per trasfondere nuova linfa intellettuale nella defunta Eiar postfascista.
Eco entr in Rai insieme a Vattimo e Colombo.
S, i cosiddetti corsari: insieme avevano seguito il famigerato corso che li introdusse nellazienda.
Lidea era stata di Filiberto Guala, un cattolico illuminato che poi si sarebbe fatto frate: pescare tra i migliori cervelli dellazione cattolica per rinnovare la
Rai.
Comera Eco in redazione?
Aveva un modo allegro di stare al lavoro. E sfotteva la Rai con ironia. Sento un gran parlare di audio e
di video ma non vedo il cogito, mi disse una volta.
Era incuriosito da Mike Bongiorno.
S, veniva a trovarci quando facevo il segretario
di Mike in Arrivi e partenze, un programma dei
servizi giornalistici. Ci divertivamo a sfotterlo, senza darlo a vedere. Di l a poco avrebbe scritto il suo capolavoro di umorismo sociologico.
Che idea aveva della Tv?
Non doveva annoiare. Negli anni Settanta
avremmo lavorato insieme a una serie televisiva dedicata al romanzo popolare. Con una bussola condivisa: il pubblico deve divertirsi, oltre che acquisire
nozioni di tipo critico e culturale.
Era lepoca dellambulatorio culturale?
S, infuriava la moda dello strutturalismo. Cos
anche in Rai avevamo il semiologo, il linguista etc.
Ed Eco si divertiva a consultarli come si fa con il medico: Scusami, passo un attimo dal fenomenologo.
Ironizzava su tutto, anche su se stesso.
RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ginevra Bompiani
Nanni Balestrini
La rivolta gaia
del Gruppo 63
chiamarlo
zio Val, come facevano i nipoti veri. Ma sempre dandogli del lei, racconta Ginevra
Bompiani. vero che Valentino Bompiani si arrabbiava
con tutti ma non con Eco? S, godeva di una serafica impunit. Appena entrato, nel 1959, arrivava in redazione
alle 11, con grande irritazione di mio padre. Un giorno decise di affrontarlo: Perch arriva a questora?. Perch
dormo. Se almeno mi dicesse: sono andato nel bosco a
guardare gli uccellini. Va bene, dottore. Il giorno dopo Umberto arriva alla solita ora. E allora, perch alle
11?, sentiamo ringhiare in corridoio. E lui: Sono andato
nel bosco a sentire il canto degli uccellini. Era lunico
che lo facesse ridere.
Diresse la saggistica dal 59 al 75, stagione di grandi
fermenti culturali.
Mio padre era attratto dalle novit e Umberto le incarnava. Da noi pubblic Opera aperta e Apocalittici e integrati. Contemporaneamente lavorava a Nonita, parodia
di Lolita di Nabokov: i suoi due lati, erudito e giocoso.
Anche la sua vita privata cambi.
Nellufficio grafico conobbe Renate, la sua futura moglie. E anche lamicizia con leditore sarebbe durata tutta
la vita. Quando mio padre mor, alle 11 di sera, mia sorella e io chiamammo Umberto, solo lui. Si
precipit, alleggerendoci da tutte le incombenze.
E lo da Bompiani dopo lacquisizione di di Mondadori?
Non sono rimasta sorpresa. Lui sapeva gi di stare
molto male. E quindi la
scelta della Nave di Teseo stato un gesto testamentario.
(s.f.)
IL GRUPPO 63
UMBERTO ECO HA FATTO PARTE DEL GRUPPO 63.
NELLA FOTO, IN ALTO DA SINISTRA, FRANCO CURI,
ANTONIO BUENO, GASTONE NOVELLI, ANGELO
GUGLIELMI, GIORGIO MANGANELLI, ALFREDO GIULIANI
E NANNI BALESTRINI (IL PENULTIMO DELLA FILA).
SOTTO, DA SINISTRA, ANTONIO PORTA, ENRICO
FILIPPINI, EDOARDO SANGUINETI, JEAN THIBAUDEAU,
GAETANO TESTA, PAOLO CARTA E MASSIMO FERRETTI
LA COPERTINA
DICEMBRE 1986,
IL SETTIMANALE
USA METTE ECO
IN COPERTINA
PER IL FILM
TRATTO
DA IL NOME
DELLA ROSA
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Martin Schulz
Un immenso intellettuale
morto. Umberto Eco
lascia un patrimonio di cultura,
di idee, romanzi e insegnamenti
che resteranno eterni
si conoscevano
da sessantanni. Amici, ma soprattutto animatori della grande avventura intellettuale del
Gruppo 63, che scombussol e rinnov la societ letteraria italiana dei primi anni Sessanta.
Balestrini, che posto ha avuto Umberto Eco nella
sua vita?
stato un punto di riferimento irrinunciabile. Lo
avevo visto lultima volta un mese fa, per me era un po
come un fratello maggiore. Era la mia bussola, tenevo
molto al suo giudizio. In tutti questi anni non ci siamo
mai persi di vita. Ogni volta che scrivevo qualcosa avevo bisogno di confrontarmi con lui.
A quando risale il vostro primo incontro?
A met degli anni Cinquanta. Eravamo tra i collaboratori portati da Luciano Anceschi alla rivista Il Verri.
Ci si incontrava a Milano al Blu Bar, un posto frequentato da filosofi e intellettuali. Noi eravamo i pi giovani.
Poi venne il Gruppo 63. Che ruolo ha avuto Eco
nellesperienza della neo-avanguardia?
Era un faro. Con Opera aperta aveva inaugurato
una nuova maniera di vedere le cose. La nostra era una
rivolta generazionale: la societ stava cambiando, lItalia diventava un paese industriale, e noi volevamo qualcosa di nuovo, fuori dai canoni.
Eco ha detto una volta che esprimevate una forma
di gaiezza, in che senso?
Eravamo contrari allimpegno ideologico della vecchia sinistra comunista. Eco era un personaggio gaio e
vivace come pochi. Questa sua natura molto chiara
nellironia che percorre Diario minimo e le Bustine di
Minerva.
Nessuna invidia tra voi?
Mai, era il pi bravo di tutti e bisognava ammetterlo .
(r.d.s.)
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Dario Fo
Francesco Guccini
LA DOMENICA
32
la Repubblica
I libri.
Leggere
Chi non legge, a settant anni avr vissuto
una sola vita. Chi legge avr vissuto 5000 anni
IL PROBLEMA
ESTETICO
IN SAN TOMMASO
1956, RIPUBBLICATO
NEL 1970 CON IL TITOLO
IL PROBLEMA ESTETICO
IN TOMMASO DAQUINO
LA TESI DI LAUREA
DISCUSSA DA ECO
NEL 1954, CON LUIGI
PAREYSON RELATORE
OPERA APERTA
1962
DEFINITO DA ECO
UNINDAGINE DI VARI
MOMENTI IN CUI LARTE
CONTEMPORANEA
SI TROVA A FARE I CONTI
COL DISORDINE,
STATO UNO DEI TESTI
FONDAMENTALI
DELLA NEOAVANGUARDIA
DIARIO MINIMO
1963
QUESTA RACCOLTA DI
SCRITTI CONTIENE ANCHE
LA CELEBRE
FENOMENOLOGIA DI MIKE
BONGIORNO (1961) IN CUI
ECO ANALIZZA DAL PUNTO
DI VISTA SEMIOTICO LE
RAGIONI DEL SUCCESSO
DEL PRESENTATORE
APOCALITTICI
E INTEGRATI
1964
UNA RACCOLTA DI SAGGI
SULLE COMUNICAZIONI
E SULLA CULTURA
DI MASSA IN CUI ECO
APPLICA STRUMENTI
DI ANALISI RIGOROSA
A TEMI COME IL FUMETTO
O LA MUSICA LEGGERA
Credere
I libri non sono fatti per crederci,
ma per essere sottoposti a indagine
LA STRUTTURA
ASSENTE
1968
IL SAGGIO SI PONEVA
IL PROBLEMA DI UNA
TEORIA SEMIOLOGICA
UNIFICATA
E SI PROPONEVA
DI DISTINGUERE
TRA SEMIOLOGIA
E STRUTTURALISMO
LARTE
COME MESTIERE
1969
IN QUESTO LIBRO,
ECO SI OCCUPA DI CI
CHE STA INTORNO
ALLARTE E MOSTRA
COME ELEMENTI ESTERNI
ABBIANO INFLUENZATO
GLI ARTISTI
E LE LORO OPERE
LE FORME
DEL CONTENUTO
1971
DAI PERCORSI
DEL SENSO
ALLA GENERAZIONE
DI MESSAGGI ESTETICI,
UN SAGGIO IN SEI
CAPITOLI IN CUI ECO
TORNA SUL PROBLEMA
DEL SIGNIFICATO
Luomo che
scrisse babele
SUGLI SPECCHI
E ALTRI SAGGI
IL PENDOLO
DI FOUCAULT
1985
LA METAFORA
DEGLI SPECCHI
SUGGERISCE ALCUNI
DEI TEMI AFFRONTATI
DAI SAGGI IN QUESTA
RACCOLTA: SEGNO,
RAPPRESENTAZIONE,
ILLUSIONE, IMMAGINE
1988
IL SECONDO ROMANZO
DI ECO, RACCONTATO
IN PRIMA PERSONA
DA CASAUBON,
PROFESSIONISTA
DELLEDITORIA,
CHE INCROCIA MISTERI
TEMPLARI E COMPLOTTI
CINQUE SCRITTI
MORALI
KANT
E LORNITORINCO
LA BUSTINA
DI MINERVA
1997
CI SONO FORME
DI FASCISMO ETERNO
CHE SI RIPROPONGONO
IN OGNI PARTE
DEL MONDO E SONO
STRETTAMENTE
CORRELATE
ALLA CULTURA DI MASSA
1997
LA RACCOLTA RIDISCUTE
I MASSIMI TEMI
DELLA FILOSOFIA
DA ARISTOTELE
A HEIDEGGER: LESSERE,
LA VERIT, IL FALSO,
LA CONOSCENZA
OGGETTIVA, LA REALT
2000
IL LIBRO RACCOGLIE
LE RUBRICHE
CHE ECO TIENE
SUL SETTIMANALE
LESPRESSO
A PARTIRE DAL 1985.
TRA RIFLESSIONE,
LETTERATURA E IRONIA
El Pais
Una presenza costante e imprescindibile
della vita culturale italiana dellultimo mezzo
secolo. Ripercorrerne la vita e la carriera
significa ricostruire un pezzo importante
della storia culturale non solo italiana
CORRADO AUGIAS
BAUDOLINO
SULLA LETTERATURA
2000
QUARTO ROMANZO
DI ECO. RACCONTA
LA STORIA DI BAUDOLINO,
RAGAZZO DI CAMPAGNA
PIEMONTESE, ADOTTATO
DALLIMPERATORE
FEDERICO BARBAROSSA
NEL DODICESIMO
SECOLO
2002
LA LETTERATURA
SECONDO UMBERTO
ECO IN UNA SERIE
DI SAGGI SCRITTI,
QUASI TUTTI, TRA IL 1990
E IL 2002. CI SONO
DANTE, WILDE, BORGES,
CAMPORESI, LA MANCHA
E BABELE
Furio Colombo
Facevamo un gioco che vedeva
la partecipazione di Benigni: uno
show che Eco aveva battezzato
Los Colombos, con la parodia
delle dirette Rai e la traduzione
simultanea che diceva cose
completamente diverse
STORIA
DELLA BELLEZZA
2004
LA BELLEZZA NON MAI
STATA UN VALORE
ASSOLUTO.
MA HA ASSUNTO FORME
DIVERSE NEI SECOLI.
ECO LE RIPERCORRE
TRA ICONOGRAFIA,
ESTETICA E FILOSOFIA
LA MISTERIOSA
FIAMMA
DELLA REGINA LOANA
2004
QUINTO ROMANZO
DI ECO. GIAMBATTISTA
BODONI RECUPERA
LA MEMORIA DEL SUO
PASSATO ATTRAVERSO
UNA SERIE DI OGGETTI:
LIBRI, QUADERNI, DISCHI
Tiziano Sclavi
Posso leggere la Bibbia, Omero
e Dylan Dog per giorni e giorni
senza annoiarmi, aveva
dichiarato Eco. Non so se lui
fosse incazzato per quella frase
troppo spesso citata.
Io comunque ne ero felicissimo
la Repubblica
33
Chi scrive
Sfogliare
Ognuno dovrebbe morire dopo aver scritto I libri si rispettano usandoli,
non lasciandoli stare
per non disturbare il cammino del testo
ESTETICA E TEORIA
DELLINFORMAZIONE
1972
IN QUESTO VOLUME
ECO CURA
GLI SCRITTI
SULLESTETICA
E LA TEORIA
DELLINFORMAZIONE
DI ARNHEIM, BENSE,
MOLES, JAKOBSON
IL COSTUME DI CASA
1973
IL TELEGIORNALE,
I DISCORSI DEI POLITICI,
IL KITSCH,
IL LINGUAGGIO
PUBBLICITARIO,
LA CONTESTAZIONE
GIOVANILE. ALCUNI
TEMI TOCCATI DA ECO
IN QUESTE PAGINE
TRATTATO
DI SEMIOTICA
GENERALE
1975
CON QUESTO TRATTATO
ECO DELINEA
UNA TEORIA GLOBALE
DI TUTTI I SISTEMI
DI SIGNIFICAZIONE
E I PROCESSI
DI COMUNICAZIONE
A PASSO DI GAMBERO
2006
DALL11 SETTEMBRE
ALLA GUERRA IN IRAQ,
PASSANDO PER
IL POPULISMO MEDIATICO
ITALIANO. ECO RIFLETTE
SUL PRIMO SCORCIO
DI MILLENNIO DOVE
LA STORIA PROCEDE
A PASSO DI GAMBERO
VERTIGINE
DELLA LISTA
2007
LE MANIFESTAZIONI
DEL BRUTTO
ATTRAVERSO I SECOLI
SONO ALTRETTANTO
SUGGESTIVE DI QUELLE
DEL BELLO. ECO VIAGGIA
ATTORNO AL SUBLIME
DELLA DEFORMIT
2009
DALLILIADE A MOBY
DICK, DA ESIODO
A JOYCE, LA GRANDE
LETTERATURA FATTA
DI LISTE VERTIGINOSE.
ECO RISCOPRE
LA FORZA E IL PIACERE
DELLENUMERAZIONE
1977
IL SAGGIO INDICA
LA METODOLOGIA
FONDAMENTALE
E IL LINGUAGGIO
ACCADEMICO
PER REALIZZARE
UNA TESI
DI LAUREA
LECTOR IN FABULA
1979
ECO INTRODUCE
IL CONCETTO
DI COOPERAZIONE
INTERPRETATIVA
DOVE LINTERAZIONE
DEL LETTORE CON
LA MACCHINA PIGRA
DEL TESTO
FONDAMENTALE
1980
PRIMO ROMANZO DI ECO.
LAVVENTURA DEL
MONACO MEDIEVALE
GUGLIELMO
DA BASKERVILLE HA
VENDUTO 50 MILIONI
DI COPIE NEL MONDO
ED STATA TRADOTTA
IN 40 LINGUE E IN UN FILM
STORIA
DELLA BRUTTEZZA
Luca Serianni
2010
SESTO ROMANZO
DI ECO.
UNA RIELABORAZIONE
DELLA STORIA
DEL RISORGIMENTO
ATTRAVERSO LA FIGURA
DEL FANTOMATICO
FALSARIO SIMONE
(SIMONINO) SIMONINI
1983
RACCOGLIE
LE CRONACHE
DEGLIANNI 1977-1983.
DALLA STAGIONE
DEL TERRORISMO
AL BOOM
DELLE TELEVISIONI
COMMERCIALI
I LIMITI
DELLINTERPRETAZIONE
1990
IL VORTICE
DELLINTERPRETAZIONE
LETTERARIA
E I SUOI LIMITI ANALIZZATI
IN UNA SERIE DI SAGGI
CHE SONO UN MONITO
AI CRITICI
DI MESTIERE
COSTRUIRE IL NEMICO
E ALTRI SCRITTI
OCCASIONALI
NUMERO ZERO
2011
UNA SERIE DI VARIAZIONI
IMPEGNATE O DIVERTITE
SU TEMI COME
LASSOLUTO, IL FUOCO,
IL PERCH PIANGIAMO
SULLA SORTE DI ANNA
KARENINA E VICTOR HUGO
2013
SIN DAI TEMPI PI
ANTICHI, LUMANIT
HA FANTASTICATO
SU LUOGHI RITENUTI
REALI, COME ATLANTIDE,
LE TERRE DELLA REGINA
DI SABA O LELDORADO
RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CIMITERO DI PRAGA
SETTE ANNI
DI DESIDERIO
1994
TERZO ROMANZO
DI ECO, AMBIENTATO
NEL 1643. UN GIOVANE
PIEMONTESE, ROBERTO
DE LA GRIVE, NAUFRAGA
NEI MARI DEL SUD. HA
DAVANTI A S UNISOLA
IRRAGGIUNGIBILE
2015
SETTIMO E ULTIMO
ROMANZO DI ECO.
HA PER PROTAGONISTA
UNO SCRITTORE FALLITO
CHE SI RITROVA
IN UN GIORNALE
DESTINATO
AD ALIMENTARE
LA MACCHINA DEL FANGO
Roberto Recchioni
Angelo Guglielmi
LA DOMENICA
la Repubblica
34
Il bestseller.
V
ANTONIO GNOLI
MILANO
ENTICINQUE ANNI FA IN POCHI AVREBBERO immaginato che un roman-
zo carico di ironia e di dottrina, sorprendente per ampiezza ed erudizione, a met strada tra il teologico e il poliziesco, sarebbe diventato quello che ogni scrittore spera che accada, ma non confiderebbe neppure alla propria mamma, cio un sogno da quindici milioni di copie. Il nome della rosa stato questo.
E venticinque anni dopo resta il mistero delluomo che seppe
dare il nome giusto alla rosa. Per questo vado a trovare Umberto
Eco nella sua casa milanese, per capire la parte meno visibile di un
successo, il lavoro che ci voluto, le tracce che ha lasciato. A sorpresa apre una stanza chiusa a chiave. Qui ci sono i libri che ho
consultato per i successivi romanzi. Ha laria di essere uno studiolo segreto, uno spazio poco illuminato, ma suggestivo. Sul tavolo un leggio con le tavole originali di un fumetto. Alle pareti testi rari: ricerche sui Rosacroce, prime edizioni di Ulisse Aldrovandi. Sul ripiano della libreria, dentro un contenitore cilindrico di vetro, galleggiano, irriconoscibili, i testicoli di un cane. Eco sorride: Ne parlo nel mio ultimo romanzo. Ma tempo di tornare al primo.
Che cosa non si sa ancora del Nome della rosa?
Tutti pensano che il romanzo sia stato scritto al computer, o con la macchina da scrivere,
in realt la prima stesura fu fatta a penna. Per ricordo di aver passato un anno intero senza
scrivere un rigo. Leggevo, facevo disegni, diagrammi, inventavo un mondo. Ho disegnato centinaia di labirinti e piante di abbazie, basandomi su altri disegni, e su luoghi che visitavo.
Da cosa nasceva questa esigenza visiva?
Era un modo per prendere confidenza con lambiente che stavo immaginando. Avevo bisogno di sapere quanto ci avrebbero messo due personaggi per andare da un luogo a un altro. E
questo definiva anche la durata dei dialoghi che non ero cos certo di saper realizzare.
Capisco i luoghi, ma perch disegnare anche i monaci dellabbazia?
Avevo bisogno di riconoscere i miei personaggi, mentre li facevo parlare o agire, altrimenti non avrei saputo cosa fargli dire.
A volte lei d limpressione di non poterne pi del clamore che il romanzo ha sollevato. Si
sente sotto assedio?
fatale che ci si senta accerchiati. Daltro
canto, constatare che attorno al Nome della
rosa sono uscite migliaia di pagine di critica,
centinaia di saggi, libri e tesi di laurea lultima mi arrivata la scorsa settimana mi fa
sentire abbastanza responsabilizzato da pronunciarmi su alcune questioni di poetica. legittimo che un autore dichiari come lavora.
Mentre la critica interviene sul modo in cui
va letto un libro.
Si pu dire che con Il nome della rosa ha
Cos
ho dato
il nome
alla rosa
Le Figaro
Nicola Lagioia
Fabio Fazio
Antonio Pennacchi
Grandissima anima,
grandissima intelligenza.
Mancher sicuramente al Paese
la Repubblica
A me pare un romanzo che gratifica le persone. Le fa sentire pi colte di quello che sono.
Non sono cos sicuro. Il lettore ingenuo
che confessa quale frustrazione tremenda
sia non aver capito le citazioni in latino, mica
si sente gratificato. O dovremmo concludere
che c un tipo di lettore che gode nel sentirsi
stupido.
Cosa decreta il successo di un libro come
Il nome della rosa? Ammetter che alla
fine resta qualcosa di misterioso.
vero, io sto cercando delle spiegazioni.
Ma solo perch lei me le chiede. Se dipendesse da me ne farei a meno. Quello che so e ho
capito che se Il nome della rosa usciva dieci anni prima, forse nessuno se lo sarebbe filato, e se usciva dieci anni dopo, forse sarebbe
stato altrettanto ignorato.
C un esempio che abbiamo sotto gli occhi
oggi: Il codice da Vinci di Dan Brown.
Crede che se fosse uscito in un altro momento non avrebbe avuto lo stesso successo?
Dubito che se Il codice da Vinci fosse uscito sotto Paolo VI avrebbe potuto interessare
alla gente. La spiegazione del fenomeno che
si verificato su un giallo, tutto sommato modesto, da ricondurre probabilmente alla
grande teatralizzazione dei fatti religiosi avvenuta sotto il pontificato di Giovanni Paolo
II. Sul romanzo di Dan Brown c stato un investimento teologico da parte della gente.
Mettiamola cos: ha scritto un libro apparso
nel momento giusto.
proprio lidea del momento giusto che
ha qualcosa di insondabile.
Credo allo Zeitgeist, a quello spirito del
tempo che ti fa fiutare le cose, e grazie al quale ricevi sollecitazioni che si traducono in
qualcosa di compiuto e definito. Altrimenti,
non potrei spiegarmi perch proprio nel
1978 e non prima mi viene in mente di fare Il
nome della rosa. Bench, devo riconoscere,
gi ai tempi del Gruppo 63 io avevo pensato
di scrivere un romanzo.
Perch ha scelto quel titolo,
Il nome della rosa?
Era lultimo di una lista che comprendeva
tra gli altri Labbazia del delitto, Adso da
Melk eccetera. Chiunque leggeva quella lista
diceva che Il nome della rosa era il pi bello.
anche la chiusa del romanzo, la citazione
latina.
Che io ho inserito per depistare il lettore.
Invece il lettore ha inseguito tutti i valori simbolici della rosa, che sono tanti.
Le d fastidio leccesso di interpretazione?
No, sono dellidea che molto spesso il libro pi intelligente del suo autore. Il lettore
pu trovare riferimenti cui lautore non aveva pensato. Non credo di aver diritto di impedire di trarre certe conclusioni. Ma ho il diritto di ostacolare che se ne traggano altre.
Si spieghi meglio.
Coloro che ad esempio nella rosa hanno
trovato un riferimento allo shakespeariano
a rose by any other name, sbagliano. La
mia citazione significa che le cose non esistono pi e rimangono solo le parole. Shakespeare dice esattamente lopposto: le parole non
contano niente, la rosa sarebbe una rosa con
qualunque nome.
Limmagine della rosa conclude il romanzo. Ma il problema vero per uno scrittore,
soprattutto se esordiente, come iniziarlo. Con quale disposizione mentale, con
quali dubbi, si posto di fronte alla prima
pagina?
Allinizio lidea era di scrivere una specie
di giallo. In seguito mi sono accorto che i miei
romanzi non sono mai cominciati da un progetto, ma da unimmagine. E limmagine che
mi appariva era il ricordo di me stesso nellAbbazia di Santa Scolastica, davanti a un leggio
enorme che leggevo gli Acta Sanctorum e mi
divertivo come un pazzo. Da qui lidea di im-
Vittorio Sgarbi
Francois Hollande
Un immenso umanista,
lettore insaziabile, professore
abbagliante e scrittore
appassionato: un grande italiano
che non ha mai smesso di essere
un grande amico della Francia
I DISEGNI
QUI SOPRA,
ALCUNI DEI DISEGNI
REALIZZATI
DA ECO DURANTE
LA STESURA
DEL ROMANZO.
DA SINISTRA,
ACCANTO
ALLE FOTO
DEI LUOGHI CHE
LO HANNO AIUTATO
A CONCEPIRE
LABBAZIA
DOVE SI SVOLGE
IL ROMANZO
GLI SCHIZZI
ORIGINALI
DELLAUTORE;
UN ROMPICAPO
CON IL QUADRATO
DI SATOR;
I MONACI
PROTAGONISTI
DEL ROMANZO
E ALTRI APPUNTI
SULLA BIBLIOTECA
DELLABBAZIA CON
I LIBRI CATALOGATI
E SISTEMATI
PER AREE
GEOGRAFICHE
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memoria un suo antenato europeo con lo stesso nome. Era per molti di loro un modo di conoscere le proprie origini.
A una critica negativa come reagisce?
Non faccio tragedie. Quando ci si accorge
che essa pu dire tutto e il contrario di tutto,
allora concludo che la critica una mera reazione di gusto.
Lei ha scritto cinque romanzi. Lidea che il
suo maggior successo sia stato il romanzo
desordio cosa le fa pensare?
Ci sono autori fortunati che toccano il picco delle vendite alla fine della loro vita e autori disgraziati che lo toccano allinizio. Quando
al tuo esordio vendi tantissimo, dopo puoi anche scrivere La Divina Commedia ma non
raggiungerai mai pi quelle cifre.
Considera una specie di condanna che qualunque cosa lei faccia si finir sempre col
tornare al Nome della rosa?
Lo senzaltro. Ma anche una legge della sociologia del gusto, o meglio della sociologia della fama. Se uno diventa famoso per
aver ucciso Billy the Kid, qualunque cosa faccia in seguito dal diventare presidente degli Stati Uniti allo scoprire la penicillina
agli occhi della gente sar sempre quello
che ha ucciso Billy the Kid.
(da La Domenica di Repubblica,
9 luglio 2006)
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Massimo Cacciari
Die Welt
LA DOMENICA
la Repubblica
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La carta stampata.
Il meglio di Umberto Eco giornalista: negli articoli su Repubblica
e nella sua rubrica sullEspresso ricordi e analisi sulla politica,
sulla cultura, sul mondo che cambia. Riflessioni profonde
in uno stile leggero. Come nel suo ultimo libro ora in uscita
Il mio debito
con Italo Calvino
Perch credere
nellEuropa unita
Non sparate
sui romanzi
lEuropa, uscita dal secondo conflitto mondiale (e divisa tra Est e Ovest), era costretta a vivere sotto lo scudo di unaltra potenza, gli Stati Uniti e lUnione Sovietica. Poste al
centro di questo gioco che le superavano, le nazioni europee dovevano modellare la propria politica estera su quello dei due blocchi. Il panorama era gi cambiato dopo la
caduta del muro di Berlino ma i nodi sono venuti al pettine negli ultimi anni. Nel frattempo appare chiaro che il
grande confronto che gli Stati Uniti si preparano ad affrontare quello con la Cina. Nulla dice che sar un confronto bellico, ma lo sar certamente in termini economici e demografici. Basta visitare una universit americana
per vedere quanto le borse di studio, i posti di ricerca, le
posizioni di leadership studentesca siano sempre pi nelle mani di studenti asiatici. Lo sviluppo scientifico americano sar sempre pi dovuto allimportazione non di cervelli europei bens asiatici, dallIndia alla Cina e al Giappone. Questo vuole dire che tutta lattenzione americana si
sposter dallAtlantico al Pacifico, cos come gi da anni i
grandi centri della produzione e della ricerca si sono trasferiti o sono sorti sulla costa californiana. Nel lungo periodo New York diventer una Firenze americana, ancora
centro della moda e della cultura, e sempre meno luogo
delle grandi decisioni. Quindi lEuropa, lasciata da sola
per forza di cose (per un decreto quasi hegeliano che vuole che le cose vadano come la realt, che razionale, comanda), o diventa europea o si sfalda. Lipotesi dello sfaldamento pare irrealistica, ma vale la pena di delinearla:
lEuropa si balcanizza, o si sudamericanizza. Oppure lEuropa avr lenergia per proporsi come Terzo Polo tra gli
Stati Uniti e lOriente (vedremo se lOriente sar Pechino
o Tokyo o Singapore). Per proporsi come terzo polo lEuropa ha una sola possibilit. Dopo aver realizzato lunit doganale e monetaria dovr avere una propria politica estera unificata e un proprio sistema di difesa. O cos o niente.
LEuropa condannata, per sopravvivere, a trovare strumenti di politica estera e di difesa comuni. Altrimenti diventa, senza offesa per nessuno, il Guatemala. Questo il
senso del richiamo che alcuni cittadini europei rivolgono
ai governi del continente nel quale sono nati e vorrebbero
continuare a vivere, fieri della loro appartenenza.
(31 maggio 2003)
URANTE LA GUERRA FREDDA
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Sotto il segno
di Minerva
Die Zeit
Piero Angela
Dario Franceschini
Ci ha lasciato un gigante
che ha portato la cultura italiana
in tutto il mondo.
Giovane e vulcanico
fino allultimo giorno
la Repubblica
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Lintitolo alla
bustina di Minerva, senza riferimenti alla dea
della sapienza, bens ai fiammiferi. Ritengo
sia utile appuntare idee sulle bustine di Minerva, e
anche Husserl faceva qualcosa del genere. Primo
pensiero. Sto seguendo il Colombo televisivo, n
intendo rubare il mestiere al titolare della rubrica
apposita. Semplicemente (e accade ogni qual volta
si rilegge la storia di Colombo) stupisce quanto si
possa andare lontano con una idea sbagliata. Per
questo genere di scoperte, fatte per sbagliare, gli
inglesi hanno un termine che non esiste nel nostro
lessico se non per ricalco: serendipit. Ogni grande
scoperta avviene perch lo scienziato (o il filosofo, o
il detective) invece di seguire le normali vie di
ragionamento si diverte a pensare che cosa
succederebbe se si ipotizzasse una legge del tutto
inedita e puramente possibile, la quale per fosse
capace di giustificare se fosse vera i fatti curiosi
a cui non si riesce a dare spiegazione. Certe volte
temo che chi non scopre mai niente sia colui che
parla solo quando sicuro di avere ragione. Le idee
migliori vengono per caso. Per questo, se sono
buone, non sono mai del tutto tue.
(31 marzo 1985)
TO INIZIANDO UNA RUBRICA.
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Venerd in libreria
la nuova raccolta
INTITOLA,
in
omaggio a un
famoso verso
dantesco, Pape Satn
Aleppe ha come
sottotitolo Cronache di
una societ liquida, ed
lultimo libro di
Umberto Eco. Sar
nelle librerie a partire
da venerd, anche se in
un primo momento
luscita era prevista per maggio prossimo.
A pubblicarlo La Nave di Teseo, la
nuova casa editrice fondata lo scorso
novembre dallo stesso Eco insieme
allex direttore editoriale di
Bompiani Elisabetta Sgarbi, a Mario
Andreose e ad alcuni altri soci, e a
cui hanno aderito molti scrittori
fuoriusciti da Bompiani. Il
volume di 470 pagine una
raccolta di Bustine di minerva
e saggi scritti dallautore negli
ultimi quindici anni, su vari
argomenti di attualit e di
costume, nello stile enciclopedico e
di facile letture tipico di Eco.
Alcune parti racconta Andreose
sono di pura comicit. Come quella in
cui si parla del lato gesuita di papa
Francesco, di cui Eco aveva grande stima.
I
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El Clarin
Se ne andato il grande erudito
che amava le enciclopedie
LA DOMENICA
la Repubblica
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Mass e media.
Lallegria dietro la semiotica
ALBERTO ARBASINO
ON UMBERTO SIAMO STATI AMICISSIMI per una cinquantina danni.
E a casa sua, in Foro Bonaparte, ci siamo visti per quasi altrettanti anni, o stagioni.
Ricordo sempre che la moglie Renate fatti i dovuti calcoli osserv che per andare
dallalbergo allaeroporto, a New York, bastava prendere un taxi invece di due.
Ma ricordo soprattutto la grande allegria di Umberto,
fra quei volumi tutti severissimi. Come se non gliene importasse niente.
E invece facevano parte del grande fascino intorno al suo lavoro.
Chi avrebbe supposto, davanti a quel buontempone,
di trovarsi al cospetto del fermissimo trattatista
di qualche Semiotica Generale?
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Quando
scopr
il computer
DANCO SINGER
RA IL SETTEMBRE DEL 1990, LAVORAVO nellarea della Ricerca Olivetti come respon-
sabile dei rapporti con le universit e i centri di ricerca. Il laboratorio dellOlivetti di Pisa aveva appena realizzato un prototipo di computer multimediale,
un personal computer, che collegato con un lettore di videodischi (grandi come un long play 33 giri) poteva proiettare sullo schermo disegni, fotografie,
filmati: non pi solo testi e numeri.
Andai a trovare Umberto Eco nel suo ufficio di Scienze della comunicazione a Bologna e
gli presentai il computer multimediale. Gli dissi: Umberto, sono nati gli ipertesti e stanno investendo un mucchio di soldi per costruire computer sempre pi potenti e multimediali, ma nessuno pensa a cosa metterci dentro come contenuto.
Lui mi guard e mi disse: Facciamo la storia del mondo.
Nacque cos lidea di fare unopera enciclopedica unica nel suo genere in cui tutti gli
strumenti conoscitivi e tutti i linguaggi testi, musiche, fotografie, disegni, filmati, citazioni fossero intrecciati tra loro in un percorso infinito attraverso link che collegavano la storia, la musica, la filosofia, larte, la letteratura, la scienza.
Aveva gi capito, prima di tutti, che sarebbe arrivato il World Wide Web. E come mi disse e scrisse molti anni dopo, rimettendo mano allintroduzione della sua Encyclomedia
Storia della Civilt Europea , il primo servizio che un ipertesto come Encyclomedia
rende ai propri utenti (studenti, insegnanti, studiosi, o anche semplicemente persone curiose che vogliano sapere qualcosa di pi sul secolo in cui hanno visto agire, al cinema, i tre
moschettieri) quello di farli navigare, con pochi movimenti delle dita, nel tempo e nello spazio. Internet, come lo conosciamo oggi, non cera ancora.
In queste poche righe di Umberto Eco
c tutta la curiosit, la cultura, il gusto per
il nuovo, lammirazione per la tecnologia, il
desiderio di conoscere e parallelamente
linteresse a rivolgersi a tutti, studiosi o
semplicemente curiosi, studenti e insegnanti. Sapere, capire, conoscere, raccontare, scoprire, inventare, stupire: qui c secondo me lessenza di Umberto e della sua
capacit di dire in modo semplice e chiaro,
a tutti, cose difficili e complesse anche per
pochi.
Forse uno dei momenti pi significativi
del percorso culturale, personale, professionale che ho avuto la fortuna di fare con Umberto stato quando il 21 ottobre del 2013
abbiamo incontrato al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite il Segretario generale
dellOnu Ban-Ki-Moon e poi Eco ha tenuto
la sua lectio magistralis a tutti i rappresen-
SUL SITO
SU REPUBBLICA.IT
UNO SPECIALE
MULTIMEDIALE
INTERAMENTE
DEDICATO
A UMBERTO EC0
Washington Post
Pietro Grasso
La nave di Teseo
Addio capitano.
Grazie Umberto Eco
la Repubblica
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ZYGMUNT BAUMAN
OME HA OSSERVATO JACQUES DERRIDA, ogni morte rende luniverso pi povero di un mondo. E,
di conseguenza, rende tutti noi pi poveri. Tuttavia, laddio di Umberto Eco ci ha reso
molto pi poveri di quello che pensava Derrida. Eco era il maestro supremo dellinsieme e
del dettaglio, ha scandagliato con uguale naturalezza archivi senza tempo di saggezza e
stupidit umana, di grandezza e insignificanza. Nella sua vita, ci ha sfidato a mettere in
discussione chi, secondo la maggior parte di noi che nemmeno si azzardavano a farlo, andava oltre le
nostre capacit umane. Come nessun altro riuscito a produrre una mappa pressoch completa e
perfettamente leggibile di ogni mondo. A noi altri non resta che imparare dalle sue opere, che
abbiamo la fortuna di poter gustare e ammirare. Eco ha segnato il nostro tempo in maniera cos
straordinaria che pochissimi di noi, o forse nessuno, riuscir a raggiungere i suoi livelli.
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E quando
maled
il web
MAURIZIO FERRARIS
N ANNI REMOTI, CORREVA IL 1981, usc, nella collana I Castori, la bella monografia di
LA DOMENICA
la Repubblica
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Laddio.
Lo era in
uno sport molto particolare, che a molti pu sembrare un lusso noioso come
il Polo, e che invece pu essere incantevole, e lo dico senza vergogna: fare gli
intellettuali. Forse ad alcuni ne sono
sfuggite le regole, quindi le ricordo: si
vince quando si comprende, racconta
o nomina il mondo. Fine. Periodicamente, in quello sport arriva qualcuno
che non si limita a giocare da dio: quelli entrano in campo, giocano, e quando escono, il campo non pi lo stesso. Non nel senso che lo hanno
rovinato: nel senso che nessuno aveva pensato a usarlo in quel modo, nessuno aveva visto prima quelle traiettorie, quella velocit,
quella tattica, quella leggerezza, quella precisione. Tornano negli
spogliatoi, e si lasciano dietro uno sport che non pi lo stesso,
campioni che sono diventati dinosauri in un pomeriggio, e praterie di gioco da inventare per chi ne avr il
talento. Sono fenomeni, e averli visti giocare va considerato, sempre e comunque, un
privilegio. Eco era uno di loro, e se penso al
pezzo di storia in cui sono cresciuto, passando dallo stupore frenetico del ventenne alla meraviglia assorta del cinquantenne, me ne vengono forse in mentre altri
due o tre, grandi come lui: ma nessuno che
fosse nato qui.
Naturalmente bisognerebbe riuscire a
spiegare quale fu la sua rivoluzione, e farlo
in un modo che tutti lo possano comprendere. Un tipico esercizio in cui lui sarebbe
stato bravissimo. Potrei provarci cos: cap
che il cuore del mondo non stava immobile
in un tabernacolo sorvegliato dai sacerdoti
del sapere: comprese che era nomade, capace di spostarsi nei posti pi assurdi, di I funerali
nascondersi nel dettaglio, di espandersi in Ha chiuso gli occhi nel cuore della
archi di tempo colossali, di frequentare notte, circondato dai suoi cari, la
qualsiasi bellezza, di battere dentro a un moglie Renate, il figlio Stefano e la
cassonetto e di sparire quando voleva. Non figlia Carlotta, che erano al suo
fu il solo: ma mentre altri ne uscirono sgo- capezzale da diverse ore, per
menti, o storditi, o increduli, lui trov la co- laggravamento delle condizioni di
sa naturale, ovvia, piuttosto funzionale e, salute (aveva un tumore). Umberto
diciamolo pure, discretamente diverten- Eco, nato a Alessandria 84 anni fa, se
n andato cos, nella sua bella,
grande casa-biblioteca affacciata sul
Castello Sforzesco, dove la salma
rimarr fino a marted pomeriggio
EMPLIFICO: ERA IL PI GRANDE.
ALESSANDRO BARICCO
te. Cos insegn che il sapere non era solo un dovere, ma anche un
piacere: e che era riservato a gente in cui forza e leggerezza, memoria e fantasia, lavorassero una dentro laltra e non una contro
laltra: gente con il coraggio, la determinazione e la follia degli
esploratori. Non si limit a spiegarlo, ne fece una prassi. quello
che ci ha lasciato: pi che una teoria, una serie di esempi, di gesti,
di comportamenti, di colpi, di mosse. Era il suo modo di giocare.
Una sua certa idea di mondo, se posso usare questa frase.
Valga, per tutti, lesempio del Nome della rosa. Forse lo sopravvaluto, ma, come ho gi avuto modo altrove di dire, io penso che
sia il libro che ha inaugurato una nuova stagione dei libri: quella
in cui un romanzo non tanto figlio di un incesto tra consanguinei, cio lerede stretto di una dinastia, quella letteraria: ma lo
spazio in cui narrazioni, abilit, tradizioni e saperi completamente diversi vanno ad abitare insieme: una sorta di centro magnetico capace di raccogliere pezzi di mondo esiliati da ogni parte. Di
letterario, nel Nome della Rosa, cera giusto la laccatura, latmosfera, il sapore di fondo: tutto il resto era una sorta di rave di saperi e bellezze che si erano andati l a incontrare, per ragioni misteriose. Poteva essere una chicca da cattedratico brillante, e
bon. Uno di quei libri che poi si tengono sul
tavolo basso, per fare bella figura. Invece
intuiva un mondo che era gi il nuovo modo, sotto la pelle di quello vecchio: fin nelle
tasche di tutto il pianeta, e ancora l, e da
l non ha nessuna intenzione di spostarsi.
Verrebbe da dire, dunque, che oggi
quelluomo si lascia dietro un vuoto enorme. Ma in questo momento mi viene da riconoscergli la grandezza di aver lasciato,
piuttosto, dietro di s, una frontiera enorme, una sorta di epico West da cui in tantissimi, e ormai da tempo, liberiamo le nostre pi modeste scorribande. In un certo
senso, siamo ancora l a colonizzare terre
di cui lui, insieme ad altri pochi visionari,
Moglie e figlia escono tenendosi
aveva intuito lesistenza. Non sembra un
strette, con la faccia serena, sotto un
compito prossimo alla fine, quindi qualcosole quasi primaverile. Non si
sa di quelluomo continuer a respirare in
fermano a parlare con i cronisti, ma
ogni colle che sapremo valicare, e in ogni
vanno al castello a fare un
terra da cui sapremo ottenere dei frutti. Sasopralluogo per decidere assieme al
r inevitabile, e giusto. Un omaggio lunComune dove tenere la cerimonia.
ghissimo che ci sar delizioso riservargli.
Negli ultimi giorni Eco aveva voluto
vedere i nipotini, a cui era
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legatissimo e che amava avere
attorno, o accompagnare in giro alla
scoperta della vecchia milano.
(Zita Dazzi)
Il piacere
del sapere
alle 15, quando verr ricordato dalle
autorit e dai cittadini con una
cerimonia laica, come lui voleva. Nel
giorno pi lungo, sotto casa dello
scrittore, molti i milanesi comuni
arrivati anche solo per lasciare un
fiore, un biglietto. Si fermano sotto le
finestre chiuse al secondo piano con
gli occhi lucidi, si raccontano fra di
loro quando incontravano il
professore nella vicina via Dante e
in via Rovello, dove cera la libreria
antiquaria che Eco pi amava.