You are on page 1of 161

Cornelia de Vogel

Antagonismo o comuni fondamenti?


. cura di Giovanni Reale e Enrico Peroli

CENTRO DI RICERCHE DI METAFISICA


dell'Universit Cattolica del Sacro Cuore
Largo A. Gemelli, l - 1-20123 Milano

Comitato scientifico: Adriano Bausola


Carla Gallicet Calvetti
Alessandro Ghisalberti
Virgilio Melchiorre
AngeloPupi
Giovanni Reale

Direttori: Adriano Bausola


Giovanni Reale

Collana: ccPlatonismo e filosofia patristica. Studi e testi


diretta da Giovanni Reale
segretario Enrico Peroli

Cornelia de Vogel

PLATONISMO
E CRISTIANESIMO
Antagonismo
o comuni fondamenti?
Introduzione di
Giovanni Reale
Traduzione, saggio complementare
e appendici di Enrico Peroli

__.. VITA E PENSIERO

Sommario
Introduzione di Giovanni Reale

l. I termini del problema


ll. La situazione culturale: pseudomorfosi?

35

ID. Filone di Alessandria

37

IV. L'atteggiamento degli antichi cristiani nei confronti


della filosofia greca

51

v. n comune fondamento

63

VI. n positivo influsso della filosofia sul pensiero cristiano


e della fede cristiana sul Platonismo

69

Vll. Seguendo la linea del Cristianesimo orientale

77

vm. Caratteristiche dd Platonismo cristiano orientale


IX. Obiezioni di Heinrich DOrrie

X. Di nuovo su Atanasio
XI. Conclusioni

Saggio integrativo di Enrico Peroli


Appendici e Indici

85
93
97
103

105
139

Introduzione di Giovanni Reale

l. Genesi e struttura di questo libro

nlibro che qui presento costituito da un saggio di Cornelia de Vogel


accomdpagnato da un Sar,gio tdell"ntegrativo di Enrico Peroli, necessario per
una a eguata comprensione
e tesi sostenute dalla de Vogel in tutta 1a
loro po~ta, con due appendici bibliografiche, di cui dir.
nsag~to della ~e V:ogel era stato concepito e steso come capitolo finale
del suo libro ~ethmkmg Plato and Platonism, edito nell986, subito dopo
la mo~e dell autrice (avvenuta nel marzo dello stesso anno), e gi da me
pubblicato nella collana parallela a questa'. Per ragioni di carattere puramente contingente, stato tolto dalla de Vogel dal libro all'ultimo
momento, e presentato in anticipo come saggio a se.
Nel pubblicare il volume Ripensando Platone et1Piatonismosonostaro
incerto se includere in esso anche questo saggio, come in origine l'autrice
aveva pensato, ossia come capitolo IX; ma, alla fine, ho preferito
pubblicarlo a parte, come in realt ha fatto l'autrice stessa, perch ha una
sua effettiva autonomia e, a tnio giudizio, risulta assai pi efficace se letto
a s, e se si mette in adeguato rilievo la problematica che in esso viene
trattata e le giuste convinzioni che lo ispirano.
Tra l'altro, voglio ricordare che, mentre non condivido alcune tesi
sostenute dalla de Vogel nel suo volume, come ho messo in rilievo nella
mia Introduzione', tni trovo in sintonia pressoch totale con quelle
contenute in questo saggio. In effetti, nelle sue in~ su .P~tone la de
Vogel si era collocata su posizioni che, per. van as~, SI ~
considerare (rispetto al paradigma ermeneunco. ~~onale) d ~
guardia, ma non era riuscita a comprendere le novtta di cara~ ~onco
ermeneutico contenute nell'interpretazione della Scuola di Tubmga, e
(per precisi pregiudizi dottrinali) le aveva ~ in ~O'!J con le ~ce
zioni teoretiche degli autori. Per contro, nelle sue~~ sulPiatonlSIDO
cristiano assume atteggiamenti profondamente diversi.
, DI..

Traduzione di E. Peroli.lnaoduzione di G.
1 Ripensando Pwone e'' r.,..o1US1110,
Reale, Vita e Pensiero, Milano 1990.
.
- L . . . - . 1 - ,_JJ DdJa
2 Pf.ztonism and christianity: a m-antat,OIIISIII o,.,..,_
'
rivista cVigiliae Christianae, )9 (1985), PP 1:62
--"
Jr..,..,.~,tai' Come/Uz de Vogela me:::# strd4/N ~ID e-,__.,_
di Pf4tone e l'importanu di ~~lame Sile tm, PP 1-)0.

GIOVANNI REALE

IO

In effetti, da un lato, mi rimproverava ~uanto segue: .With Kriimer


you plunged entirely into German metaphys1cs! T oo ~xc:JusiVely<?erm~,
no doubt!. Dall'altro, cominciava ad accorgersi di qu~ mdebtta
sovrapposizione di piani che aveva fatt<?, e, nel q~arto capttolo del suo
Ripensando Platone e il ~latoni~ma', ':Il' dava ragtone per ~uanto co?ceme la mia interpretazione dt Plotmo e del Neoplatorusmo. E, m
generale, mi dava perfettam~te r~gione nel_ sostenere c;he Plotino ed il
Neoplatonismo sono ben lungt dali a~er tradtto. plat~nt~ scoperta de~la
trascendenza, e quindi sono ben lungt dal porsi m antttest col messaggto
cristiano6
Ma se la de Vogel errava nel credere di poter identificare l'interpretazione di Platone dei Tubinghesi con la metafisica tedesca (in loto!), ha

lf:

invece ben ragione nell'identificare il nucleo centrale dell'interpretazione


del Platonismo di H. Dome con presupposti luterani. (Si noti che questo
saggio confuta proprio la tesi di Dorrie, e, ad un tempo, dedicato con
grande rispetto a Dorrie stesso).
Purtroppo, la de Vogel d per scontato che il suo lettorre abbia letto
gli scritti principali di Dorrie, e quindi presuppone che tale lettore abbia
tutta una serie di conoscenze, che, in realt, solo gli specialisti hanno.
Per questo motivo ho ritenuto opportuno chiedere a Enrico Peroli
(che non solo ha tradotto sia il volume sia questo saggio della de Vogel,
ma che si anche specializzato in questa materia) di presentare un Saggio
integrativo di complemento, mettendo a punto le tesi di DOrrie, con
particolare riguardo a quelle discusse dalla de Vogel in questo suo scritto.
. ll lettore avr quindi a disposizione un quadro completo sia della tesi
sta della controtesi, e si potr quindi muovere nell'ambito di questa
problematica nel modo migliore.
Prima di mettere a punto, in questa mia Introduzione le idee-chiave
di questo scritto in forma sintetica, vorrei richiamare 1:attenzione dd
letto~e su un passo di Lutero (contenuto nella sua opera Alla nobilt
7"stzana d~/~ nazione tedesca, del 1520), troppo spesso trascurato, e
mvece. ?ec.tstvo per capire non solo quei teologi che sostengono la
nec~~tta. dt de-ellenizzare il Cristianesimo, ma anche per capire le stesse
posworu assunte da Dorrie e contro le quali la de Vogd polemizza.

: In una lettera privata.


Capitolo che la de Vogel intitol Il
di
illlliane al Plt.tone di Krimer 0982 1 3) posto Platone nella meta/isiCil. Le reazioni
6 Si veda ....,. tali
. .
pp. 196-207.
',....
questJont quanto d" co ali
.
volume Ripensando Platone. :1P''- . 1
e pagme 25-28 della mia Introduzione al

:S

~'

111ton~smo.

INTRODUZIONE

Il

2. Un passo emblematico di Lutero


.
. .
Come ben noto, Lutero si schierato contro gli
filosofi_~ I_Il~d~ netto. Neg alla ragione qualsiasi vale~ e contro 1
la possibrlrta dr un approccio ai problemi u',-A1 -'-U' salvifc:o e neg
la purt'
uomo ClJnche
--- 1111 ""tleU'
e. La fil. osofia ' per 1w, /rutto della" superbia
ragJon
rebbe basarsi sulle sole sue forze e non sulla fede eh ~ la vorla e e, mvece, so e
unica forza salvifica.
Arist?tele, a suo ~wiso, rappresenta l'eseillpio per eccellenza di tale
Superbia della r~1one., e perci egli lo condanna senza appello in
~~:Stho tes
1 tUo c?e n~~rtob,b~ che, a questo riguardo, il pi significativo
~c e ~ . ruverslt a IS_O~~o di una buona e radicale riforma.<. ..
Mi~ consiglio ~arebbe che 1libn di Arsitotele, Physica, Metllphysic4, Jk
ant"!a. ed ~thrca, che fino~a sono reputati i migliori, fossero aboliti con
tutti~ altn che parlano di cose naturali, poich non possibile appren~eM_ nulla delle cose naturali n delle spirituali; inoltre finora nessuno
nusc1to a comprendere la sua opinione, e con inutile lavoro, studio e
spese, molte _generazioni e nobili anime vennero vanamente oppresse.
Posso ben d1re che un pentolaro ha maggiore conoscenza delle cose
naturali di quel che non sia scritto in libri di tal fatta. Mi fa male al cuore
che quel maledetto, presuntuoso ed astuto idolatta abbia ttaviato e
turlupinato con le sue false parole tanti tra i migliori cristiani; Dio ci ha
inviato in lui una piaga per punirei dei nostri peccati(. .. ). Oh lungi,lungi
dai cristiani codesti libri! Nessuno mi rinfacci che parlo troppo o mi
rimproveri che non so nulla. Caro amico, so ben io quel che mi dico!
Aristotele lo conosco al pari di te e dei tuoi simili, l'ho pure letto ed
ascoltato con maggiore attenzione di S. Tommaso e Scoto, posso vantarmene senza presunzione e, ove necessario, dimosttarlo. Non mi curo che
per tante centinaia di anni tanti sublimi intelletti si siano affaticati intorno
ad esso. Tali argomenti non mi preoccupano, perch manifesto che,
sebbene essi abbiano fatto qualcosa, tuttavia tanti errori per tanti anni
sono rimasti nel mondo e nelle Universit7
Se si prescinde dai furori iconoclastici e dagli eccessi di vario genere
che qui Lutero manifesta, e se si coglie il pensiero nel suonucleo~ttale,
si ottiene quell'idea di fondo cui si isp~o ~ m~eme teologie, che
vorrebbero appunto spogliare il pens1ero cnsnano di ~ne ~ ca~
gorle derivanti non solo da Aristotele, ma dal pc:DSlerQ ellenio:' m
generale, in base alle quali il pensiero cristiano stesSO si auroconosauto
e si espresso razionahnente.

7 Martin Luu:ro, Scrilti politici, a cun di G. Puzieri s.ijna, con._ ~ci


L. rupo, Torino 1949, 1968', pp. 206L

GIOVANNI R1!AU!

12

~ evidente, inoltre, che lo stesso Platone (che pure fu tant~ amato


dagli antichi Cristiani), se veniva affront~to sec~ndo questa ottica, non
poteva per nulla sottrarsi ad accuse assll ~anu:
. . . . ..
Ed ecco ci che ad una attenta lettura di molo degli scnttl di Dorrie
emerge: il giudizio che egli d del P/atonismo messo a CO.."~"'~ con il
Cristianesimo della stessa natura di quello che Lu~ero d dt Anstot~~
anche se presentato in modo esa/lamente opposto, ~ss1a con grande penz1a
e finezza, con straordinarie tecniche merodolog1che e con competenza
filologica assai notevole.
Ma la sostanza resta la stessa. Anzi, Dorrie, come subito vedremo, non
si trattiene dal dichiarare espressamente che solo essendo un eretico, un
Cristiano avrebbe potuto essere Platonicrl.
Ma vediamo di tracciare un quadro sintetico del pensiero di Dorrie9

3. Le tesi di Heinrich Dome

Dpensiero di fondo di Dorrie pu essere riassunto facendo richiamo


soprattutto ai cinque punti che seguono.
1). Su precise basi di carattere teoretico e teologico un dialogo fra
Platonismo e Cristianesimo non poteva esserci.
Perch?
Perch il Platonismo, cosl come si venuto a costituire a partire dal
I secolo a.C. in una totale rottura con la tradizione platonica precedente,
sostanzialmente un credo religioso fondato su dogmata del tutto inconciliabili con la dottrina cristiana.
Infatti, se vogliamo comprendere che cosa fosse il Platonismo con cui
prov a confrontarsi il Cristianesimo, non possiamo partire da un
concetto moderno di filosofia come forma di sapere autonomo fondato
sulla r~tio. Una concezione che implichi tale separazione fra religione o
teologia e filosofia non corrisponde affatto al Platonismo imperiale, che
ha dei connotati particolari.
. Dunque, Was is spiitantiker Platonismus?o. Non solo filosofia raZlO~, ma teologia e religione: Si sottovaluta il Platonismo se lo si
conside~solocomeuna~osofia;essoera, ad un tempo, unareligione11
chiaro, allora, che, Impostata in questo modo, la questione dei
1 Cfr., in/ra, nota 16.
. ..:.~Si veda
1 in panicolare, per una dettagliata analisi, il S.ggio intertJtirJo di E. Peroli,

'"'"' l'P M-138.

,. E, questo, il titolo del IB"'"o di DOrrie del1971


11 H DO o
-'- _.

me, e an_,.. Tlnologie, cTheologie und Philosophieo, 56 (1981), p. 17.

INTIIODUZIONE

13

.
. .
.
fra Platonismo e C nsua
amptame
rapp orti
nesu. no
nte e
.BU
hn
.
tudiz'a
C
il
to
ques
Per
ta:
ya affatpreg . 1 . ente risol
pot.e
non
mo
nesi nstla
,
.
.
pot
.
non
o
nism
mere
eva aoe assu
to recep1re il Plato

cl . m~uoardigjonedi
1
In
genere comp etamente diverso..2 ato do USIO!le, .il PlatoniSmo, in
quanto un cr~o religioso fond
slrul,~matado'.risul~ ~
lna
tura/mente e radrca/m.ente inconciliabile ~n "' ttnna auhl

.
.
la
ali
eligi
2) . E qu sono tali dogmata della
one..p ~mconciliabili
con il Cristianesimo? In sintesi li nicawno espnmere m quattro punti
In primo luogo, la dottrina plato
lura g~a~
esenta una Slrul
terno del divino~r
tura culmina m un
di pianidell'essere all'in
. questa strutdell'
.
.

di
al
to
situa
P nnc1p1o supremo un personale e
n~po~ ~. il~
divi
del
i
pian
ali
rson
impe
e
iori
ulter
produ~
riflette in mod~~:
ipi<? prim? ~i Dem
IA
~~eztone deldi~rinc
iurgo) crea il mondo, il-A
'!..... .,
(il
tas1
ques
limitato. Una
. .o1pos
. te
h al cun mtzl
.
orale
temp
pero, non a
crede in una rivelazione originaria ed
. In sec~mdo luogo, il Platonismo
necessit di un'azione salvi/iCil di Dio
la
de
esclu
che
tmmutabrl_e dei.Logos,
prea_uo~~ ~divinit, infatti, nella sua
ini
n~lla stona e. dt una ~uov~ rivel1.
uom
agli
serve
che
ci
tutto
an
VIdenza, ha nvelato sm da1 temp ongm altreslla capacit (S'Wajus) di
loro
per ~a lo!o salvezza: Ed ha forrutoe di realizzare illogos che hanno in s.
cogliere il Logos uruversale, e anch nismo, solo l'attivi14 conoscitiva
Di conseguenza, secondo il Plato
ione dellogos) che conduce l'uomo
(/'attivit filosofica, in quanto realiUAz otta in questa o nella precedente
cond
alla salv ew. Chi, a motivo della sua ofia, resta escluso dalla salvezza. n
vita, non capace di praticare la filos mancanza cheti risolve sul pilmo
una
peccato, pertanto, essenzialmente ato originale, di redenzione e di
pecc
di
iani
crist
etti
conc
I
.
razionale
tutto inapplicabili.
grazia sono, in un tale contesto, del del Platonismo la !Wttrin11 de/14
li
nzia
esse
ti
Inftne, sono pun
di il concetto di Ull'immor/4liU
trasmigrazione delle anime, e quin
o.
sopraindividuale dell'anima dell'uom
teologia platonica sono del tutto
3). Dato che questi !Wgm~~ta della
so~o stati del ~!to mpinti dJJ4
inaccettabili per la dottrina cristiana,
nna dello Spmto Santo stata
dott
dalla
e
ia
olog
Chiesa: Dalla crist
~dello.Sp~tocomeapp~
glio
elFt
oned
eliminatalarappresentazi
di Cnsto, e non a part ue da
fica
salvi
ne
ti ad un rango inferiore. Dall'azio
l'o~del~che~~~
vi~efonclata
...,
una rivelazione originaria:l anun
Sicu ri di ntornare .........

e
cred
che
a
ma
sce,
l'anima che cono

:n

rx:

W.u ist spi1411tilttr... , p. 518.

GIOVANNI REALI!

non la conoscenza fondata sullogos del Nous, ma l'atto paradossale della


grazia opera la salvezza".
Di conseguenza, conclude Dorrie, l'intero apparat? dottrinale _elabo-

rato dal Cristianesimo nel corso del quarto e del qutnto secolo e stato
.
.
concepito con funzioni e tende_nze ~ntipla_toniche.
E sufficiente considerare I cos1dderu symbola, ossia la confessione
battesimale che un neofita doveva pronunciare, per vedere come in essi
sia presente la tendenza a bollare con anatema il Platonismo come
contrario ad ogni voto battesimale 14
In particolare il terzo arti~o~o, soprattutto pe~ ci. che concerne la
resurrezione della carne, SI nvolge con straordinana forza contro il
nucleo fondamentale del Platonismo, ossia contro la sua dottrina di un
Logos cosmico attraverso il quale il m?ndo sar~bbe stato ordinato sin dai
tempi originari in modo perfetto ed Immutabile.
Questo articolo fondamentale della fede cristiana non poteva essere
pronunciato da nessun Platonico senza che, con ci, venisse sacrificato
un tratto fondamentale della sua convinzione teologico-cosmologica.
Dunque, secondo Dorrie, da un punto di vista teologico un dialogo
fra Platonismo e Cristianesimo de iure non poteva esserci.
4). Ma, secondo lo studioso, non c' mai stato neppure da un punto
di vista storico, ossia de factu: i teologi cristiani dei primi secoli si sono
sempre astenuti, in piena coerenza e con un'ammirevole unitariet di
comportamento, da una recezione della sostanza del Platonismo. Essi
erano perfettamente consapevoli della ineliminabile opposizione fra la
fiottrina cristiana e la teologia platonica, e nei confronti di quest'ultima
hanno sempre pronunciato un chiaro ed inequivocabile no 1'.
Dove non ci si attenuti ad un tale criterio si sempre caduti nell'eresia: in particolare, l'eresia subordinazionistica in ambito trinitario ha
la sua radicefosofica nella dottrina platonico-neoplatonica della struttura
gerarchica del divino, di cui abbiamo detto. Dorrie scrive addirittura:
Chi cerca il Platonismo cristiano pu trovar/o solo in eretici 16
Un Plat? Chris~anus, pertanto, se con questa espressione si intende un_a rec~1~ne de1 contenuti del pensiero platonico-neoplatonico nella
dottnna cnstlana, non c' mai stato, n poteva esserci.
Was ist spiitQntiker... , p. 522
: Die Qndere Theologie, p. 17.
16 :as ist sp~tll?lilcer ... , p. 518.
DOrri ~er chns;.:,chen ~latonismus sucht, kann ihn nur bei Hiiretikem finden (H.
e, Gregors eoNiogre tzu/ dem Hintergrunde der neupf4tonischen Melllp'-sile in:
AA VV
'
"T
h' h
regoroon yssaunddiePh'/o
1 sop re, rsg. von H. Drrie, M. Altenburger, U.
Schramm, Leiden 1976 , p. 27 ).
11

.,

INTRODUZIONE

Ci~ che i t~logi ~ristiani hann~ recepito dal Platonistno 1000 solo gli
l'ampio corredo di
~pem_f~~ali, ossta la g~~n~, la retorica etradizion
e platooica.

unm~, di metafore e di .ctt~oll_l proprie della


m, di cui il
M~ s~ trat~a sol<;>~~ periferta: e solo il CClor PlatoniC~
Cnsnan~1mo s1 e abilmente riv~tito, per combattere l'avversario sullo

stesso plano e con le stesse &rml.


Dovunque, invece, .d~gmi? contenuti del pensiero platonico banno
trovato access~ nel <::nstlanesuno sono stati sempre sottoposti ad una
profonda modifica, m modo da essere trasformati in senso chiaramente"
antiplatonico. quanto mostrano, secondoDorrie, autori come Atanasio
e Gregorio di Nissa 18
5). Con gli ultimi rilievi fatti sopra, giutlgiamo a quella cbe pu
considerarsi la pi sconcertante delle tesi sostenute da Dorrie.
Dal momento che Platonismo e Cristianesimo costituiscono due
confessioni religiose fondate su dogmata teologici del tutto inconciliabili,
e quindi dal momento che una recezione contenutistica del Platonismo
da parte degli autori cristiani non poteva esserci e non c' mai stata, ne
viene di conseguenza che il cosiddetto Platonismo cristiano, che stato
spesso ravvisato nelle opere dei Padri del terzo e del quart? ~lo, non_
stato mai altro che una finzione posta in atto per conqusstare 1 pagan.
..
colti al Cristianesimo.
Si trarta di una fmzione, osserva DOrrie, condona con la cfurblZia del
serpente, in quanto, ~n abil~ u~z~ e ~altrit~ ci~oni dei testi d~
tradizione platonica, gli auton cnstlanl di quesn secoli ~~~ ~
e ~ division~;
del tutto celato gli ineliminab~ pun~ ~ ~trasto. cw,
peraltro,
dogmata del Platonismo e quelli del Cnstlanesuno, di
voli.
perfettamente consape
1 le uali, ~on
Di fronte all'ampia cerchia di person~ p~fane ~te, q

:ll
essendospecialisti,nonpotevano~carel ~~e::r::
dei .

che veniva compiuto delle fono, l teol?gt


avrebbero quindi u~~o la loro supenore~ Pla:Oru !:
dare l'impressione alloro !"~erlocuton -~e le che essi erano invitati a
::be stato in fonJo di limipc;r
e Cristianesimo f~rod mlamlmfede,
'
e cns
compiere, abbracctan o
tata portata.

0:.

1' Cfr. Was ist spiWII~ ~P "6-'!8.


11 Cfr. G~gors Tbeo/oge... , ar.

GIOVANNI RI!ALE

16

4. CniiCII ad alcuni puntr~chiave della tesi di Dorrie

L'interpretazione di Di:ir~e che sop~ ho esposto, presta il fi:mco a


critiche teoretiche, enneneunche e stonche. 9u~e che to~cano IJ?unti
chiave si possono ria~sumere in.qua~ro: l) Dome mtende il Platoru~mo
imperiale in un indebt~o mo~o .ndutnvo,.2) non. re~ge la sua collocaz1on~
dd Platonismo solo ai margmi dd pensiero cnsn~o, ~) ?l~ o che mai
regge la tesi ddl'uso dd P~atonismo ~~ parte dei Cn1~tlani per mera
finzione, 4) la storia smentisce tale tesi m modo netto . Tutto questo
regge solo su presupposti di fede luterana.
1). L'interpretazione di Di:irrie del Platonismo tutta incentrata sulla
teologia o religione del Logos immanente, nella quale si riflette l'influsso
ddla concezione (panteistica) stoica ed in particolare posidoniana2o.
chiaro che, in questo modo, il Platonismo imperiale diventa una teologia
cosmica o cosmologia teologica, nella quale la dimensione del trascendente risulta fortemente compressa e ridimensionata21 .
Ma davvero possibile interpretare il Platonismo solo come credo
religioso?
E chiaro che la componente teologica fondamentale nel Platonismo.
D'altra patte, fm dalle origini la problematica filosofica si incentrata
sulla determinazione del vero concetto del divino". Aristotele chiama
teologia addirittura la sua metafisica. Ed altresl chiaro che la componente teologica diventa sempre pi forte nel contesto spirituale dell'epoca
imperiale, e soprattutto nel sistema filosofico di Plotino.
In ogni caso, la dimensione religiosa, il primato della teologia, la
convergenza di ogni discorso filosofico nella conoscenza del divino (tutti
caratteri dd Platonismo, quale, ad esempio, appariva ad un uomo come
Giustino) non possono far dimenticare che fino a Plotino (e con altra
~rvatura ~olo a partire da Giamblico) la teologia rimane inserita in un

dzscorso dt carattere squisitamente filosofico, fondato autonomamente


sull'indagine razionale, e quindi differente dal procedimento teologico in
senso stretto, che ha come suo fondamento ineliminabile e come criterio
di verit la Rivelazione storica della Parola2'.
'
"Natura!
he potrebbero essere ampliate e variamente articolate.
,.
Cf
mente! queste ~ttc
quanto di~ Perolt nel Stzggio integrativo, pp. 118 ss.
21
Uberwie~~=Pbrrt? z:.ch~ il ~o.di ~de Vogel, Der sog. Mittelplatonismus,
Fesuchrift fii H n: SOJ' reM_ Diess~ig/<eil?,m:AA.W.,PiatonismusundChristentum,
"Cf W r uurrte, ~er 1983, pp. 277302.
1961 (~ .J~~r,.teoJo.gtll~primipensarorig~ci.TraduzionediE.Pocar,Firenze
D Da one .cuesca ongtnana, Stuttgart 1953)
questo/'j--.
punto diTvista. ' ...
a;uste -rvaztoru
~ Il possono 1eggere m
P.L. Donmt,
Le
Scuok l'anima
onno 1982, pp. 24 a.

ffi

, ...,....v,

INTRODUZIONE

17

2). Inoltre, circa i rapporti fra Pla


. .
torusmofar
l....,_.
e Cnstlallesimo quali 1000
intesi dal nostro studioso 11 ''"'"'"'
r-~no
e
d
Secon o Dorrie l'espressione Pla . -a--:t1.1111CYL
mente, contraddittoria e pertanto devetonumo_ cnstlallo l, sostarnitJ,.
predicatoverrebbean'egarequanto~ essere 'd!ittata: in-. iDfmi, il
questo, un Platonismo cristiano non~ ~.Appuotoper
storicamente.
a eaaera, e non c'~ mai 1t1t0
chiaro che questa tesi si mette contro 1 da di fatto
..
ti . . autori
stona: elementi
mdiscun"bilrnente platonici sono pr--u
~ m moltiSIIm1
. . . .
quali harmo non poche volte elaborato le loro
. . Cl1ltWI1, 1

d"
ificl. motiVI
. . di. pensiero plato concez~oru
attraveno la
recez1one . 1spec
(st pensi a ,...
__ .
.
ruco
UCIIIaliC
Alessandrmo, Ongene,
Gregorio di Nissa Agostino
)
Drrie che
. D~c~ente ac~ttabile ~ anche la c~nseguen~
nduc~ l unp1ego che e stato fatto della filosofia platonica ad una funziooe
esclusivamente ap~logetica. In realt, gli autori cristiani hanno sempre
~tenuto e ';D~so m atto, acc~~o a quella apologetica, anche IUI4 frm
vone _teologtca m se~so conosattvo dellogos filosofico greco, in quanto
e;;so nsulta essere. utile, p_er u~~ le parole di Gregorio di Nissa, cquando
SI deve adornare il tempio divmo del mistero con le ricchezze dell'inrdletto24.
Ma si pu dire di pi: contro le riduzioni operate da Drrie, non ~
possibile non riconoscere all'apologetica cristiana un suo spessore teoretico
ben preciso e quindi un significato molto pi profondo di quello che DOme
gli attribuisce. Esso consiste nell'annunciare il Dio dei Cristiani come
l'unico vero Dio di tutti i popoli, come quella vera figura del Divino verso
cui, in modo incompiuto ma mirabile, si era proteSa la ricerca 6losofica
greca e platonica in ispecie, e che nel vero Dio dei Cristiani ha I10IHO il
suo compimento (emblematica l'esperienza di Giustino narrata nel
o -'"--'

:di

Dialogo con Trifone).


proprio in questo contesto apologetico di a~~nuncio del vero Dio
universale che, per i Padri, trova una piena giustificazione teologica il
ricorso e l'impiego delle categorie elaborate dalla filosofia grecr'.
3). La negazione da pane di DOrrie di _qualsiasi positiva funziooe

teologica della filosofia in senso vero e P':"P~c;' (come anche~ p~


te tesi), si fonda proprio su quel pregtudizia luterano. di CUI ho~
sopra detto, di una antitesi radicale &a fede e logos, che esclude ocru
" Vil4 di Mos/,11115.
. ,J
"'....J;,., di Dio-~
"5"---~-w
L'uSIJIIDOM,_CDif</DfJWM'I~
aYaJil PannenL....
. ""'.'"~
'Ile ... Bracia 1975, pp.))() a., e r-,;.,..
dog11141ico tkU. teolo1.14 cmi14M uc onp. .
w ~ ,.,.._ ,
stmwtial, Brescia 1990, vol. l, pp. 75 a.; cfr., ~
ltkt~lismo. Bologna 1987, cap. l, cDna est tut..:-. pusutl

GIOVANNI R1!.AU!

18

cmediazione filosofica. Per questo egli giunge ad affermare, in senso


globale, che l'impiego della filoso~ nell'ambito ~el'ft /~de cris~iana pu
eJSere non solo nel ca~o ~ei Pa1~ ma tn generale (ossta tn se e per se), sempre

e unicamente una finziOne .

In primo luogo si pu osseiVare, contro tale tesi, che, proprio


panendo dallo stess~ presuppos~o (un'antitesi radi~al~. fr~ fede e logos)
si talora peiVenuti a conclusioni ~pposte _a q'-;lella. di D~rne, e non ~eno
paradossali. il caso, da un lato, di Che~s, il cw sagg~o su Gregono di
Nissa si apre e si chiude con l'emble~anca afferm~1one: Reason is
mightyforits own destruction27 ; e, dali altro, quello dt Apostolopoulos23,
il quale afferma che non il cont~nuto filosofico ~lat~>ni~o bensl quello
cristiano una finzione, posta m atto da Gregono d1 Ntssa per sfuggire
alle accuse di eresia che nell'ambito ecclesiale si andavano diffondendo
dopo la crisi origenista.
In secondo luogo, mi sembra che il rilievo pi significativo sia
comunque quello avanzato da Meijering29: se si dovesse tener ferma la
posizione di Diirrie (ossia che la riflessione cristiana deve attenersi, e si
sempre storicamente attenuta, esclusivamente ai contenuti dd Credo,
mentre tutto il resto solo una <<fmzione apologetica) non ci sarebbe
stata, n cipotrPbbe essere in generale una storia della teologia, che si sviluppa
proprio sulla base di una riflessione concettuale intorno ai contenuti dd
Credo, per una loro sempre migliore comprensione ed articolazione. E
appunto il Platonismo stata quella filosofia che ha offerto ai Padri dei

primi secoli gli strumenti concettuali per una tale riflessione.


4). Infine, mi sembra che il punto pi debole dell'interpretazione di
Diirrie riguardi la Wirkungsgeschichte: attraverso la mediazione dei
Padri, la tradizione platonica cristianizzata ha svolto un ruolo essenziale
in tutt_a la _riflession~ successiva, e non solo medievale. n problema
ess~tale e come sptegare una azione di cosl ampio raggio e di cosl
cosp~c~a ponata. Se, come vuole Diirrie, il <<Platonismo cristiano dei
Padn e stato non solo una semplice recezione di dementi formali (tesi
sosten~~ da m?l~). ma addirittura una finzione, questi cospicui e innegabili influssi nsulterebbero essere dd tutto inspiegabili.
froIn questo caso, come alcuni studiosi hanno rilevato ci troveremmo di
l' nte ~ f~tto. pa~adossale di una finzione che ha in~annato non solo

g 1 uom~n.r fie! pnmi secol~ ma anche gli uomini di tutta una serie di secoli
successtvt, e m larga misura continua ancora ad ingannare.
"C&
DO~
D'le tzndere ~heologie, passim.
"H Cb
21 Cfr. cc:;:;;.~t~~='~i:f2'!J,0 '!
Berkeley 1930, pp. 1 e 64.
"C& E p M ..
.'
~
nsll4nus, Frankfun.Bern-New York 1986.
pp.l6 u.' etJenng, Wte pltztonisierten Christen.?, cVigiliae Christianae, 28, 1974,

?fNysstz,

INTRODUZIONE

19

Questo dunque il punto debole dell'


.
base della sua tesi, un aspetto es
. 01tetr.retaz~ooe di Dome: sulla
occidentale risulterebbe del tutt ~ ~ mtera storia ~ peosiero
terebbe addirittura come una~mspt~adoaale, e si prese:nsi all'inverosimile per secoli e secoll~
l1lgannatrice Protratta-

. questo uggia
5. LA concezione di fondo della de v;oge1presenl4tll tn

n fondamento
radicale ehe contrappone la posiZIOne
..
.. .
ell d. dell'antitesi
d
di
D ome
a qu a l e Vogel (che pure stim molto Do .
.
.
e addirittura gli dedic questo suo s~<>mo) puo' esser m~ e~ fud IUlllCllbcn

.
.....,.
e ravvtsata m ue
preciSI presupposti,
uno dt carattere teoret~
e l'altro di caratterestorico.
.
~
. 1). In pruno luogo, D.orrie .guidato indubbiamente dal pregiudiZIO protestante (e barthiano) di una radicale rontrapporilion fo lo

filosofico e fede cristiana.


e 11 gos
Per contro, de Vogel! pur tenedo fermo il carattere, per cosl dire, di
eccedenza d~ fede ?spetto ad ogni indagine razionale, consapevole che la medtavone filosofica necessaria ed anche ineviJJtbile per
l'autocomprensione della fede stessa.
'
'
In tal senso, secondo un'affermazione che pu considerarsi valida per
l'intera sua posizione, convinzione della de Vogel che Wlll corretta
forma di metafisica non pu mai essere abbandonata senza che ci provochi un danno essenziale alla nostra comprensione della verit divina''.
2). In secondo luogo, DOrrie e la de Vogel si differenziano profondamente nell'interpretazione della tradizione platonica.
DOrrie (come ha mostrato ampiamente Peroli nel suo Saggio int~
grativo), in senso del tutto contrario ai nuovi studi, non vede alcuna
continuit fra la tradizione platonica classica ed il Platonismo imperiak.
Quest'ultimo, a suo giudizio, sarebbe un fenomeno filosofico autonomo
fondato essenzialmente su una teologia o religione del Logos immanente,
e pertanto incompatibile con il Cristianesimo.
La de Vogel, invece, convinta (insieme ad altri. ~diosi, &a.i quali io
pure mi colloco) della profonda rontin~t de~ tradizione platonica IIIIDIIe
come punto di riferimento una metafiSica deO ~ssere.~rt~;Jcentfmte, che ha
costituito lo strumento adeguato perch .il CrunanesiiDo potesse
autocomprendersi ed esprimersi a livello 111Zlonale'1
10 In/r11, p. 101.
.

....1-;,.,. il ..,.;o ci E. Paali.


" Si veda per l'intetprewwne
della
tradizione. - - . li"'~ cRiwilla
~~---'-
---1;-ulf-~
Com~li4 de Vogel/r v=uto ~ 111101101""_.1.
..1: SQdddlade VCJFiiviiDda.

r-.

di Filosofia neoscolastica, 81 (1989), pp.380ss.,conr

GIOVANNI REALI!

20

6. Esposizione sintetica delle t~si della de Vogel nelle articolazioni in cui

sono presentate in questo saggto

df

Per comodit dd lettore, presento un~reve sunt~


codt~uto dd
saggio ddla de Vogd, a completamodento lquesbta mlala n~rodi Du~~o'!e. l
Nd capitolo I viene esposta in m ~ mo to reve test . ~m~ e e

t di M;Jering (il quale pone m luce che ndle rifless1oru sul


nspos e
~
1 p d h

contenuto dd Credo, ossia ndla loro teo o~J.a,l ~ n ~o co~ttnuamente utilizzato le forme di pensie~ platoru~o) e di F~. ~cken (il '!uale
ha mostrato la funzione svolta dali ontologta platoruca m Eusebto di .
Cesarea, in Ario e in Atanasio). La d~ Vogd co~~ude ?sse~ando che ~a
discussione dei rapporti fra Platomsmo e Cnsoanes1mo nsulta, ndl attuale contesto ddla teologia ddla dedlenizzazione, ddla pi grande
attualit'2
Nd capitolo II viene presentato un brevissimo commento sul carattre
ddla civilt tardo-antica o post-classica in cui il Cristianesimo si trov ad
esercitare la sua azione nei primi secoli ddla sua storia. Questa civilt
viene vista da Diirrie, sulla scia ddla ben nota tesi di O. Spengler sul
Tramonto dell'Occidente, come un'epoca di decadenza e di declino
rispetto allo splendore ddl' et classica. Questa visione ha ddle conseguenze fatali ndla tesi di Diirrie: <nfarti, se ddle forme del pensiero
classico non rimasto nient'altro che il guscio, autori come Filone di
Alessandria e Plutarco di Cheronea non possono aver incorporato nel
loro pensiero nessuna parte ddla metafisica platonica. solo l'aspetto
esteriore, ossia le parole e le immagini, che pu sembrare platonico, ma
in realt il loro pensiero completamente estraneo alla metafisica che essi
sembrano riprodurre".
Nd capitolo III la de Vogd tratta di Filone di Alessandria. L' attenzio?e per quest.o autore si spiega, da un lato, per il fatto che l'Alessandrino
e .st~to ~ pnmo ad operare l'incontro fra filosofia greca e Rivelazione
bi~lic~,m ~~ f?~a eh~, sotto molti aspetti, ha costituito un moddlo per
~~c~mon cnsttani; dali altro, per l'interpretazione che di Filone presenta
DOme: second? lo studio~o t~esco, infatti, l'impiego che Filone fa della
filosofia greca~ solo una /inuone posta in atto per richiamare i giudei suoi
contemporanet
dalla paideia greca, tn
cut. erano stati educati alla Legge
br, .
:=t:::;~tme ~ Primbabe/osse ~l tutto conciliabile co~ la second4.
filosofia
. one SI sare
seMto solo degli aperti esteriori della
greca, e m particolare di qudla platonica (il linguaggio, le

"Per un quadro del dibatti10 cfr l'


P~Usim.
' lntroJuvo~deiS..ggio integr111ioo di Peroli, infor,
"lnfra, p. 3S.

INTIIDDUZIONE

21

immagin~ . le metafore), senza tuttavia recepire alcun elemento


contenuosn~o. Insomma, non ci sarebbe alcun cPiatooismo. di Filone..
L~ de Vogel ~t~de m~trare, al contrario, come l'impiqo che Filooefa
~ alcune nouoru qu~ il mond~ intelligibile e il Logos, 11011 sia affatto
dis~te ~ concezto?e platoruca (per quanto concerne il Logos, e )e
Idee m esso tmmanenn, con un diretto riferimento a Platone, operato
anche. sulla base della particolare interpretazione tcistica. dd Sofist4
propna della de Vogel,.): <n ogni modo, ci che si pu dire che, ndlo
spiegare "Mos", Filone stava pensando conformemente alla metafisica
platonica; ed inoltre che egli concepiva il Dio di Mos conformemente a
tale metafisica, e considerava l'uomo in unmodochepuesserecompreso
solo a partire dalla concezione platonica secondo cui un uomo-in s
eterno ed ideale stato creato in un ordine celeste come modello per
l'uomo terrestre che composto di anima e corpo>o".
Nel capitolo IV la de Vogel esamina l'atteggiamento degli autori
cristiani nei confronti della filosofia greca. Contro la tesi di DOrrie della
finzione apologetica,la de Vogel mostra che gli autori cristiani, salvo
qualche rara eccezione, sono stati caratterizzati sempre da llllatteggi4mento di grande apertura ment4/e nei confronti della filosofia grea~, di ali
hanno recepito, e spesso trasformato, molti elementi. Ovviamente, essi
hanno avuto tale atteggiamento non nei confronti di ogni forma della
filosofia greca: solo nei confronti della met4/isic4 platonic4 dell'essert

trascendente che essi hanno avvertito una reale affinit; qui si sentiuano 11
.
.
CllSa propria.
.
I capitoli V e VI sono quelli che contengono le test.cen~ .
Riporto fedelmente un passo del capitolo V che espnme il penstero di
fondo della de Vogel. Dopo aver osservato che non~~ .di filoso~
greca era accettabile per i C~~.la ~~~ s.cnve:. net ~n
della metafisica platonica che 1 Cnsnaru det pruru seco~ ~o~
reale affinit che penetrava le profondit d~ loro VIta ~~~ore. Per!
tti le realt inVisibili erano di gran lunga ptu unportann
Pla
. ~bili'. Esse sole costiruiscono la vera realt" e pertan~
delltoruct,
de rispetto alle cose di
..

e cose VISI
.1 _
rivestono un interesse infinitamente plu gran
nsiderato come essenZ! men...

do
questo mondo. Qu~to mon , V!ene co la u essere definita "Essedipendente da quest altra realta, che~ so tale realt che il nostro
re" nel pieno e perfetto senso del tde. rdine, per la sua ori&ine e
mondo ~pende,_n~ ~uab ~~ ~U:.dttutte le cose, e cooserva il
la sua esiStenza. Dto e uono

mf

S.

'1-wa/tio

MCfr.l'articolodi Peroli, ComeiU tk Voae/J


" ln/ra, p. 47.

_,...,...cii.,,.,..

GIOVANNI R1!AU!

22

.denza E l'anima, quesra nostra anima umana,


mondocon la Sua PI'OVVI

la
riveste un'importanza infinita. Essa nfion SI rJ_Dpe
ho~e, ma
vive in eterno, in una condizione con orm: Pia Vlt~ J_Dor d c e uobm~
ha condotto sulla terral6. Questo q~to 1 . tornei ~re ~~~su as1
razionali, ed proprio questa forma di pensiero che l Cnsttanl hanno
indubbiamente assimilato.
.
.
Secondo DOrrie come ho gi sopra ricordato, il Platorusmo non ha
svolto alcun ruolo ~ella elaborazione. d~ d~gm.ati~a ~risti~a, e, anzi,
sarebbe un errore pensare che i teo~ogt cnstt~l det Pf~!Dl secoli potess~~
cercare nel Platonismo qualche aiuto per nsolvere 1 loro problemi di
fede. A questa tesi la de Vogel risponde in maniera a~ai appropriata nel
capitolo VI di cui riporto il passo chiave: < teologt del quarto o del
quinto secoio non guar~avano a!- Platonismo per cerc~re un a!-uto per
risolvere i loro problemi. TuttaVIa, dal momento che l ontologta platonica era alla base del loro pensiero ed era stara integrata nelle loro
concezioni su Dio e sul Verbo divino, essi si espressero nei termini che
erano loro familiari. Ci, tuttavia, non era n un qualcosa di esteriore n
di incidentale (... ). La mentalit di questi autori era in realt molto
diversa. N per Filone, n per i teologi del primo Cristianesimo, la
flosofia era una forma di pensiero meramente esteriore, un apparato
idoneo a convertire una certa classe di persone colte, un mezzo efficace
che poteva essere rigettato dopo che aveva svolto la sua funzione. Questa
la posizione di Dorrie, ma non alfauo l'atteggiamento che gli antichi
avevano nei confronti della filosofia. Filone di Alessandria nutriva un
grande amore per essa, e lo stesso vale certamente per Clemente. E come
Filone aveva fatto con Mos, cosl Clemente credeva in una pi profonda
penetrazione dei misteri della fede cristiana per mezzo della comprensione e della riflessione fosofica 17
Dop~ ave~ in brc;ve esaminato nei capitoli Vll e VIll la tradizione
del Cnstlanesuno onentale, nella quale il Platonismo ha svolto un ruolo
~ondam~ntale (come ha mostrato, in maniera pi ampia ed approfondita,
il von Ivanka, n~a sua celebre opera, che ho scelto proprio per aprire in
:odo. e~~lem~n~ qu~ta collana18), la de Vogel, nelle conclusioni,
--~_'D rili~o m smtesl, ~n mol~ precisione, quelli che a suo modo di
~~~ 1 li~nd&J_D~n comuni fra il Platonismo e il Cristianesimo.

COl

_...uo m anttapo.

<lPlatonismo condivide col Cristianesimo alcune concezioni di base

"In/r., p. 63.
:In/N, pp. 73-74 (corsivo mio).

E. von Ivmka,PI.rlom.rmomst. ~
Porlristiar, Praentazione di G Ral-_o. rod . ~~~netkiP/Morlismo,~/14
Peroli, Vita e Pensiero Milan~ 199;(1~:,,_,~one. d;i W. Beierwaltes, uaduzione di E.
'

....._orqpnale~del1964l.

IHI'RODUZIONE

che potreb~ero ~sere cosl descritte: a) le cose visibili


. .
la realt pnrnana, che esiste per e attrav
non c:ostltWscooo
imperfezione, le cose visibili rinviano ~ed stessa; b) data la loro
ed assoluta, un essere primo fondato~~~
_ono una ~t. perfetta
un valore ed un significato infinitamente tesi? ~)~realt Invisibile ha
cose visibili che da essa dipendono d) su~n:>n nspettfoo a quelli delle
'd
d
la
qu~.o atto ndamentale .. _
gu1 areecon urre nostravita;e)ciimplical'infnitovalo
, ~
umana, e penanto della persona individuale."
redell aruma
La filosofia platonica espresse questecon,._;,~ru..
fo

potevano riconoscere come~.........


muna
ehe 1 cnsnant
una sorta
di nna razionale.
'h
. d'
asse portante a
li.,.elio dl. w~os,
~ e c~nsentwa t appro/ondireediron/emwre/4/orofi de
appunto a lwello rauonale.
e

7. Conclusioni

.nvolume ~e pres~t~, oltre all'accurato Saggio integrativo di Peroli,


cui ho fatto p tu volte_nferunento (e che, come ho gi detto, offre al lettore
un quadro complessivo della problematica in questione) contiene anche
due Appendici.
'
Una prima presenta la bibliografia completa della de Vogel. Peroli
aveva gi approntato questa bibliografia per il volume Ripensando P/4tone e il Platonismo, ma io ho preferito pubblicare in quel wlume solo
la bibliografia delle opere specifiche dell'autrice su Platone e sul
Platonismo e tenere la bibliografia completa per questo libro, che,
quindi, offre in modo perfetto l'immagine dell'autrice.
La seconda Appendice riguarda in...ece la letteratura, appositamete
selezionata, ma molto ricca, concernente i rapporti fra Platonismo e
Cristianesimo.
nlettore in questo libro avr cosla sua disposizione uno strumento di
grande utilit per introdursi in questa problematica, che oggi si
riportata in primo piano, ed artira l'interesse di un numero di persone
sempre crescente, e non solo a livello di, ri~tori e di sti!~O&i.
.
E infarti in atto una ...era e propria l'UWC1ta ~ P~U1Stlca a moli:!
livelli, e appunto a questa rinascita vogliono contnbwre le opere di
questa collana.

"ln/rtl. p. 103.

L I termini del problema

l. I.:eredit di Martin Lutero


Appartiene all'eredit di Martin Lutero affenn eh il
Aristotele non ha nulla a che vedere con il Vangelo adir~C .e plnagano
l
..
d" la
nsto. quest~ ~rospe~ttv~, . a pos~1one 1 P tone non risultava indubbiamente
Dllpiore. ~ o~>1mone ~~ quella generazione che apparteneva al circolo
dei seguaci di Lutero e stata espressa pittoricamente in un disegn _
prodotto poi in ~a xilografia, dal titolo ..Cristo la vera lucestus das wahre Licht). TI quadro mostra nel mezzo Cristo sulla montagna mentre si rivolge al popolo. Dall'altro lato una schiera di monaci
che avanzano esi~anti con ~ oc~ ciechi;_ alla loro testa il papa incoronato con una ttara, e tutti cammmano dietro i filosofi greci: Platone
gi caduto in un profondo precipizio, ed Aristotele, dietro di lui, sta
per cadervi1.
Questo il modo in cui la prima generazione di cristiar riformati
considerava la filosofia greca. Indubbiamente, si trattava di una reazione nei confronti di un aristotelismo che, fra i teologi di professione,
era piuttosto generalmente accettato. Negli ultimi decenni (dopo il
1960) abbiamo assistito a qualcosa di simile nella Chiesa Cattolica Romana. In quegli anni, mentre tenevo delle lezioni su un tema concernente il rapporto fra la filosofia greca e la fede cristiana, mi ~pitato
di menzionare il quadro di Holbein e di mostram~ una fotocopia. Fr:a
i miei studenti c'era un giovane francescano, che md~va. ~ -~
cetta azzurro cielo ed aveva in testa un gran numero di ncaoli b1ondi.
Egli rest affascinato dal quadro e me ne chiese immediatamente una
copia.

(cCb-

2. La tesi di H_ Dome
cadere nel precipizio. Alcuni stu.
Dunque Platone era il pnmo a
_.1:.. u

'
.
"d
il roblema nello stesso moou- no
dios1. contemporanei
conSI erano l
h. wuJ Christen/11111- l3iM [,-

di essi N. Hyldahl, nell'opera Ph1wsop


1 Base!,

le

Kupferstichkabinett No. 1914, )/8, clolato J.5l7.

CORNELIA DE VOGEI.

I"IJ"IIltion der Einleitung %11m Dilllof. J~s!ins <.1966)2 ~auto~ ~tie


ne che non esiste affatto alcuna ~nnnu1~~ fra ilralmPlatomsm? di Giustino e la sua fede cristiana, come mvec:e SI e gene
ente ntenuto. Un
altro stato il defunto Heinrich Do~ne: D? filol~~o che ha trasco~o 1a
sua vita a studiare il Platonismo dei pnm1 s~li .m una ~un~a sene di
pubblicazioni, che vanno dall955 all981. Dome descnve ~ Platonismo dei primi secoli, per la gran parte, com~.una ~osofia di un logos
immanente. Solo eccezionalmente compare l1dea di un Nous trascendente, che d'altro canto- Dorrie si riferisce qui ad Albino- desunta
pi da Aristotele che da Platon~.
.
.
.
Al problema di Che cosa e stato il Platomsmo della tarda Antichit Dorrie ha risposto in un articolo dell971 3 D Platonismo, egli
nota non era una filosofia secolarizzata nel senso moderno del termin~. Certamente, non era neppure una religione per soli intellettuali
(eine Gebildeten-Religion); il che sarebbe una definizione troppo
ristretta. Esso era anche una filosofia, ma una filosofia che implicava
una dottrina della salvezza. Ed proprio per qt.Jesto che i Cristiani
non potevano accettare il Platonismo. Esso era un'altra religione. Finora non sono state affatto considerate le cose essenziali del Platonismo, ma solo quelle marginali: il linguaggio platonico, le metafore, le
questioni letterarie. Tutto questo ha creato l'apparenza di una continuit culturale che era importante per gli intellettuali, in quanto rendeva loro facile il passaggio dal paganesimo al Cristianesimo. Ma i Padri cristiani si sono astenuti molto saggiamente dall'accettare la sostanza del Platonismo. Come esempio DOrrie cita il grande Atanasio:
mentre accetta il Dio buono del Timeo di Platone, respinge definitivamente l'idea di un agathon che sarebbe al di sopra di esso4.
. In gener:, quando sono stati recepiti elementi del Platonismo, queso sono st.an sem~r~ tr~sfo~ati e mai accettati nel significato che avevano ~er I_ Platonici. s~ puo persino dire che, ogni volta che una frase
plat~mca e st~ta re~ep1~a, avvenuta una de-platoniUilzione: i termini
veruvano ~san per 1~d1care un anti-Platonismo chiaramente accen
tua~~ os~1a la fede !f1 un unico Dio, creatore del cielo e della terra.
d
to~mo e Cnstianesimo si contrappongono l'un l'altro come
ue teologte.nenamente ~efinite.e~ incompatibili. I Cristiani, pertan
~ sono dtan sem~re ~n-P~t~rua. Si parlato troppo di continuit;
nostro overe sCientifico disnnguere le differenze. Clemente, Orige~ ~ dottorato presso l'Uni .., di Aarh
' H Dome W.
- . vem..
us.
(1971),
28.5-3oz"{n~~bf:J!:."11~~Pt"''0'!ism~s?, Theologische RundschaU, 36
10 "'~m,ort~, Mnchen 1976, pp . .508-.523; le
citazioni Ili riferiscono alle pqjn10
4 DOrrie, Wu ist... , p. 518. e
questo ume).
2 Una

pp.

:fi

PLATONISMO E CIUS1'IANEsiMO

29
ne, Eusebio, Ambrogio ed Agostino .
1000
opposti al P1atooimJo con
tutta la loro ~orza (haben alles ~
esetzt clan Platoaismu. RiDm
Rang und seme Wirkung streitig
nuit non stata altro che una cozu. ~l'. La CXIIiddetta comicristiano non mai esistito In re:.r:w~ di parole_ Un cPtatomsmo
' c stata una dura lotta &a due
confessioni ben definite.
DOrrie contrappone le due serie di MA--.
per quanto concerne i Platonici (l) la~ta. nel modo squente':
. .(2) ~ mondo.eterno nOZione
chica.del D".IVIno,
ed in di una struttura ~creato) (3) un logol melato sm da1 temp1 ongmari (Uroffenb
lll1l!lg (4) la trasmigrazime
delle anime, (5) il ritorno dell'
aruma conoscente
il C . .
D
. .a p~n~ sua, . .nsttanesimo crede nell'u-:aftl:.___ . .
di Dio-Figlio e d1 Dio-Spirito Santo nella --e;~ di Dio-Padre,
rivelazione attraverso Ges Cristo n'ella n ~e ~'anima; nella
me, ed infine, nel fatto che la fed~ &alVS:J:I"8Silllgrazione delle aniun anicolo di fede pani~olarmente anti-piato=~
.
della c~rne. ~~ra, non e dunque pi giustificato __, __ di
P""aaa: un annPlatomsmo cnsttano?

3. La risposta di E. P. Meijering
~n:argomenta~ione di Dorrie ha risposto, inter alia, E. P.
Me1Jenng7 Molto giustamente egli evidenzia che il PlatooisJno,o non
mai stato una scuola filosofica esistente accanto al Cristiaoaimo o
persino in competizione con esso: il PlatonismO era presente oelle
menti e nei cuori di molti teologi cristiani. Nelle loro riflessioni sul
contenuto del Credo, essi usavano forme di pensiero platoniche. Non
era solo una questione di 4eparole. Quanto la loro comprmsione tmlogica fosse profondamente determinata dalla metafisica platoa:ica, lo
si pu vedere da uno o due esempi: (l) quello della immutabilit di
Dio, e (2) quello della relazione fra le tre persone della Trinit.
(l) La concezione platonica delle Fo~ in~ili ~ ~
eterno e perfetto stata integrata nella n~.~ di_ Dio. ~ ~
vero nome Colui che & (Esodo ),14). MeiJe11118 _c:ondivide_l ~
nione di Pannenberg, secondo il quale questa dottnna platoaica

' I>Orrie, W.u ist. , p. '21.


6 DOrrie, W.u ist... , p.
nohali a (JiaiDaeD Dd .....
7 Dapp~a, in unalezioo~ ad ~VC::"u 9711 pp.JGJ)l0,-1 ....
. - ~ paillll'ank:olo
1971, pubblicata nella c~oche

,22.

~~bn ]llh~ Fonch11ng ~~p~

wre pl.lonisiertm Chrismr?, cVJ&iliac ~

28(1974),pp. ~

CORNELIA DI! VOGill.

costituito piuttosto un ostacolo ~a ~e ~ un Dio ~be ope~a nella sto.


ria. Nonostante questa difficolta, egli ~nene c~e 1 teologi greci han.
platomca.
ttato in modo unanime la dottnna
no (2)
acceLa
. era
questione di ammettere d"cr
1nerenn.. liYelli dell.a olvtnit
anch'essa una concezione tipi~~ente p~t~n1ca .. TuttaVIa, come osser.
va Meijering, non era affatto lim1~ata .1111: Arianes~c;>: ~sa. e~ Presente
anche nd pensiero teologico de1 p~1 ~po!og1s~ cnst1~1, e molto
chiaramente in Origene. Dio-Padre VIene mdicato m quesn autori come aimSEIE"os, b Elf6s e airroaya~, il Figlio come EIE6s ed d-ra86s.
Questa dottrina alessandrina prop?a del secondo e ~el te~ secolo ha
avuto la sua influenza nella teologia tardo alessandnna. Ario ha potu.
to trovare qui le sue informazioni, fra i primi teologi cristiani.
Meijering ha ragione. Si dovrebbe solamente osservare che questo
modo di parlare di Dio-Padre come b EIE6s .e~c., e del ~gos come
Elf6s, risaliva a Filone, lo dpXTJy6s della tradwone teologtca alessan.
drina. Indubbiamente, era qui che la tendenza subordinazionistica dei
primi teologi cristiani trovava le sue radici. Certamente, non era direttamente il Platonismo che ispirava il loro pensiero.
Questo vale anche per l'opinione di DOrrie secondo la quale l'intera dottrina cristiana, come stata concepita nel quarto e nel quinto secolo, era diretta contro il Platonismo. Certamente, non era questo lo
scopo primario del dogma cristiano, quale stato formulato a Nicea, a
Costantinopoli e a Calcedonia. n suo intento era, piuttosto, come
Meijering giustamente osserva, quello di segnare la linea di demarcazione contro l'eresia, in primo luogo quella degli Gnostici, e poi quella degli Ariani. I Platonici erano coinvolti solo indirettamente.

4. I rilievi di Fr. Ricken


Alcuni anni pi tardi, Fr. Ricken descriveva i diversi modi in cui
l'antologia platonica stata recepita da tre teologi greci dei primi
quattr~ seco~ molto _diYersi.fra di loro: Eusebio di Cesarea, Ario ed
~o'. Ario non e stato il solo a far uso di forme di pensiero gree;. hanno fatto anche Eusebio ed Atanasio ma non nella stessa
~~ n modo in cui Ario contrappone il Padre, come l'unico ed il
d~"Y
edddvapxos. a tutti gli altri esseri, che sono creature.
brare clt~oE u~ a un ~nflitto con il Cristianesimo. Potrebbe semuse IO non s1a stato molto lontano da Ario per un suo cer-

Wf:S

~ Pr. Ricken, Zur Rnet>tion tkr piiJI0 r:h 0 lo .


. .
Arnos
ulld Ath.1111sios, Theologi d Philoso"'~
en .nto gse bei Eusebios uon KMI.m4
'

e un

pbie., '3 (1978), pp. 321-3,2.

PLATONISMO E CRISI1ANES1MO
)1

ro modo di parlare subordinazionisti il


CODOIC:iuro attraverso il Logos; tuttavia lo ~ Plogadre ~ ed
di e.ere un
cristiano ortodosso, sostenendo con il teo ~ dimostra alla Ime dd
terzo secolo', l'eternit del F"Jg!io. Ma credo di~
egli ~ ogni
subordinazion~: il Figlio appartiene al!:=~
. ~adre, 11011 e ccn:ato, ma opera tn tutte le cose create per
~ e per analocia .
Ricken, la dottnna" ~
Questa, conclude
.uo:wo-p&iiWDICII dd T '
il Lo
. .
c
'"""'J5UU m
rorma crt~n~a: . gos e la Sapienza-in-s (afn-""""'-' ),le care create sono UTIItazlolll.
di HarPer quei numero~i t~l~gi contemporanei, che, sulla scia
Ri..L- .
,__
ere una d-n_
cessanol d1 nch1ed
nack,. non
'-""= evi

az!ODe
=w:ruzz
,
__
c..
la
.
d~la, .tn p~o
~one,positiva dell'onta~ platomca
~o~o,
dal! essere un ostacolo alla comprenper il messaggio cnsuano: lung1
di Dio '
di questo messaggio, la dottrina dell'immutabilit

sione
io Or~
solido fondamento per credere che egli fedele (Atanas
es amtrd
contra arianos, II 10). In questo stesso paragrafo del Oradon
si fatta
Dio
di
Parola
la
fine):
la
(verso
o
leggiam
io
arianos di Atanas
uomini per paneu~m~ per sant~care la carne10 , ossia la carne degli
Clpazlone a Lu1.
o alla dotRicken si chiede poi: realmente desiderabile, in rapport
o di
proces
un
ia
antolog
a
all'antic
to
applica
venga
che
a,
trina cristian
una
amo
possedi
non
Infatti,
no.
di
ritiene
Ricken
deellenizzazione>>?
o. Inolforma di pet1Siero migliore per esprimere il messaggio cristiante in tertre, se esprimiamo la relazione del Padre e del Ftgllo solamen zzaziomini di funzione, e non ontologicamente, questa non dee!leni
Solo ~
ne. Infatti, questa alternativa esisteva anche nel IV secolo. Atanasio:
da
adottandola si abbandonerebbe ci che stato raggiunto
ebbe all'uniun'espressidne antologica della Trinit di Dio. Si ritorner
e.
Person
tre

non
che
Dio
co

-"""a

5. Il saggio Die andere theologie

questo P~~:a~!:!uglilo
Indubbiamente, Ricken ha ragione ~u 1979,
che ''6....- . . lavon. degli anru fra il 1974 e il
sut. m1e1

t~

Denziger-Schonmetzer, Wirit/ioll s~ ~e
(CIIIICIIUia ad._ Se!' T~
de ~bus /idei el mon~m, 19!6", nr. 40.
Oz{ord 185), p. 296. BDm fa ltIO Cito la traduzione di Jobn ~
iciM .. ~
ses ofs. AthalfiiSiUS ,., Co~ m29 cbe ~_-IIICIIII
Lui cl tu~~~~l'umlllili. ps
ferimento a Ora~iones coniN ~ciel verbo. e..,

ft::s

zione della carne nell'incamazKIIIC


partecipazione.

CORNELIA DE VOGEL

}2

e?

stessi problemill, ritorno a Do~rie


alla sua tesi. della. totale incompatibilit fra Platonismo e Crist1~esuno. In una d1scu~s1o~e sostenuta
con un gruppo di teologi tedeschi poco dopo la pubb~c~1one dell'articolo di Ricken, alcuni di essi indicavano ~o Pseu?o. D1omp l'Areopagita come prova del fatto che il ~la~on1smo cnstlano ~ realmente
esistito ed ha esercitato un innegabile mfluss~. s~ teologia, ~che su
quella dell'Aquinate. A questo argo~ento D?rne poteva ovvtamente
rispondere che egli si era occupato d1 U? ~e~odo prec.edente. Dorrie
ha ripreso l'argomento in un lungo saggio Intitolato f!re andere Theologie (1981)12, nel quale egli cerca ancora una. volta di mostrare che i)
Platonismo ed il Cristianesimo non potevano m nessun modo confondersi o combinarsi, e che la fede cristiana non stata realmente influenzata dal pensiero platonico: l'accettazione del linguaggio e delle
immagini platoniche non era nient'altro che un mezzo per rimuovere
una difficolt per gli intellettuali, consentendo ad essi di usare le loro
abituali forme di pensiero, mentre in realt i contenuti erano molto
differenti. Dorrie ripropone la sua tesi secondo la quale la dottrina cristiana stata concepita sin dall'inizio come una forma di anti-Platonismo.
Ci assomiglia molto ad una risposta alla tesi di Hamack, secondo
la quale, durante i primi secoli della giovane Chiesa cristiana avvenuto un processo di radicale ellenizzazione, i prodotti del quale sono
stati i dogmi trinitari e cristologici del IV e del V secolo. Dorrie, al
contrario, sostiene che la fede cristiana non mai stata intaccata dal
pensiero. filosofico greco: trascorso quasi un secolo da quando Harnack scnv~a la s~a Stona del Dogma. Si tratta di una risposta ancora
attu~e. o d1 una nsposta superata? Al contrario, si tratta di una risposta d1 grande attualit. Infatti, da quando, dopo la met del nostro se11
NellaS _mia boper~ De gfY!ndslag van onu ukerheid (= D fondamento della nostra
cenezza. w pro ,lenu attuali della Chiesa) Asscn 1977 h . trod
---"-' ..
ca del Ges di Schill bceckx
.
_ o'Ul
otto un lllllWIII cnnW. Kasper Ges il ce 1
del vol~e di H. Kung Essere cristitJni, e dell'opera di
IliO
d ns espon~do il ~erodo. storico-filologico inaugurato dal DD-

u..:n

J'

"'-- ~""-'too, ~ oodpo I'IZ1onalismo de~ secoli XVII e XVIll sviluppato in c:ic} che
.
il metodo
'
lo; taleucwu
metodo' U1ham o un
. po' f,reteJW_oso!
Storico-critico
dd XIX seconi, e dopo essere 1::::fonaro e menu de~ teologi rifonnati, inclusi i teologi anglicatnente po~aeno delle mP~ ~n sue~ da K. Banh ed altri, ha preso progressiva
tanta, i teologi cattolici
1 eJ teologt, non c:sclusi, in particolare dopo gli anni ICI
modo piuttosto chiaro ~corai opere dellapra a~te_, pubblicate nel 1974, mostrano in
la <CUUla di storia delle religio~ad:
lesi di ~ck sulla ellenizzazione e ddsono, pp. 37 u. Si veda inoltre il . pruru decenni di questo secolo. Su Ricken, cfr.
1985, cap. VI (tr. it. di E. Peroli ~voi~ &thinking Plato and Platonism, LeideD
12 H. Dorrie Dk andere Th lo . 0
~. pp. 247 u.).
1-46.
'
eo gre, Theologie und Philosophie, 56 (1981), PP
AO&AO

L:

..

pLATONISMO E CRIS11ANESIMO

n
colo, Umetodo di Bultmann stato accettato
.
.
me regola per l'esegesi, tutto il complesso di
copi antica scuola di storia della religione sulla eli . ~ ~ della
vo to_m.ato ir_l ballo, e fr_a ~ t~logi divenuta ~== di DUOde di nnasc1ta ddle opiilloru pre-Barthiane sul C . . . una~.. .
l .
I1StlaDesmo Le idee
d i Dorne
non so o rientrano
all'"
., granperfettamente
de mteresse.
.
mtemo d.1 questa
Umwd t, ma sono del p1u

fd:' ;:annn8"Y'Dte

6. I temi che ve"anno trattati nel presente saggw


Dorrie aveva essenzialmente ragione nel sostenere che la fede cristiana non stata intaccata o alterata dalla filosofia greca: e certamente aveva anche ragione nel sostenere che, nella sua essenza, la fede cristiana qualcosa di altro,. rispetto ad ogni sistema di filosofia, di etica o rispetto a qualsiasi altro sistema. Dato l'attuale stato della teologia, stata una buona cosa affermare questo e sostenerlo con un apparato di argomenti. proprio questo apparato che richiama la nostra
attenzione.
Nel presente saggio considerer i seguenti punti:
l. La situazione culturale. Pseudomorfosi?
2. Filone. L'uso che egli fa delle immagini e la sua posizione teologica.
li . . . . .
3. Filone e g scntton cnsttaru. . . . . . . .
.
4. Gli atteggiamenti assunti dagli annchi Cnsnaru nel confronn
ddla filosofia greca.
5. fondamento comune.
6. La differenza del clima spirituale.
7. Tensione e lotta.
.
dalla fil Ba sul pensiero cristia8. positivo influsso eserClta~O
OSO
no, e dal Cristianesimo sul Platorusmo. t le linee di sviluppo dd Cri. uire per un momen o
.
.
eh UPlatonismo ha connnuato a VlDovremo poi seg
stianesimo orientale. T~remo e . mi nostri
vere nd Cristianesimo onentalcle~o 81 ~ dovremo riflettere ancoPrima di pervenire. alla con USione
ra una volta su Atan&S1

II. La situazi one culturale: pseudomorfosi?

-dassica,
Si deve ~re~~ paf?la sul carattere dell'antica civilt
nella quale il Cnsttanesuno dei primi secoli ha trovato il P<lRambimte

n~turale. fl te.~~e pOStclassico potrebbe essere una:::... eli


gto: la postenta e stata cosl fonemente impressionata dallo sp~
di quella cultura greca che stata adornata del nome di periodo classico, ~he l~ succe;;s,iva civilt ~reco-romana, almeno per quanto coocerne 1 suoi aspetti mtellettuali, ha assunto il carattere di una derivazione. Da un punto di vista filosofico, questo periodo stato coosiderato per lungo tempo come di un livello notevolmente inferiore, in
quanto si ritenuto che esso non abbia prodOtto alcun grande filosofo. Platone ed Aristotele sono stati i grandi classici. I Presocratici
possono essere studiati come pensatori interessanti ed altamente originali. Le prime scuole ellenistiche hanno offerto indubbiamente una filosofia di vita. Tuttavia, proprio per questa ragione, esse sono apparse
ai filosofi moderni come eli un livello essenzialmente inferiore rispetto
a quello dei suoi predecessori. Se il concetto di flosofa viene considerato in senso stretto, la situazione culturale all'inizio della nostra era
potrebbe essere considerata come una situazione di declino.. Cosl, difatti stata considerata da Oswald Spengler, che, dopo la pnma guerra ~ondiale fu il profeta del Tramonto dell'Oa:ident~. Quando. era un
nte unbattuto m que-eli
giovane studioso Heinrich DOrrie si sicurame
nel

'
Nellacomplesso' ha con
e,
annca,
sta teoria del declino della ~ult~
~.
viso l'opinione del livello mfenore della tarda fil~
00~:~~
teoria di Spengler compare il termine ps~rf?hos'!. I:UJIUI1IK'
Slt\IIZlODe . il vecchio
tilizza' per descnvere lacivilt
1

u
o
e
tennme
questo
de
quel periodo. Si es~ta la .~rande luce dellada lungo': po. t rimaHellenentum non esiSte p1u, sco~~ . che hanno perso il loro
sto solo l'aspetto esteriore: parole .ed unmaguu guscio vuoto che ha
significato originario. Ess~ sono nmaste ~ ~uanto realmente acinvitato qualcuno a viveM den:J. ~: le cose deve avere delle
caduto. E chiaro ~e que;;to d~ forme del ~ classico ~ e
Fdone eli ~
.
conseguenze fatali. Infatn, se .
nel loro ~
rimasto nient'altro che il guscl0 auton
Plutarco di Cheronea non~= t solo l'aspetto esteft()le. le
nessuna parte della metafisica P

::Crporato

}6

CORNELIA DE VOGEL

parole e le immagini, che pu sembrare platonico, ma in realt il loro


pensiero completamente estraneo alla metafisica che essi sembrano
riprodurre.

Questo, difatti, quanto pensa DOrrie. Potremmo restare sorpresi


dall'interpretazione che egli offre, ad esempio, del racconto della creazione di Filone; secondo Dorrie la concezione platonica di un modello
eterno ed invisibile non sarebbe stata presente nel pensiero dell'Alessandrino se non in una forma solo apparente ed alterata, che, in realt
sarebbe del tutto non platonica. Allo stesso modo, sostenere eh~
nell'interpretazione di Plutarco dell'E sul muro del tempio di Deif
non sarebbe realmente presente l'ontologia di Platone, potrebbe sembrarci strano. Tuttavia, una volta che ci rendiamo conto che la teoria
della pseudomorfosi di Spengler era presente nella mente dell'interprete, possiamo comprendere perfettamente il fatto che egli abbia letto questi testi in un modo molto particolare, e che, a morivo della sua
idea preconcetta, non sia potuto pervenire ad una diversa conclusione.

lll. Filone di Alessandria

l. Le immagini usate da Filone

D caso di Fil~ne particolarmente interessante. Si deve anzitutto


?sserv~r~ che egli p~rla un suo linguaggio personale ed usa parole ed
~agmt sue propn~, c~e talV?l~ conosciamo dalla letteratUra elleni.
suca:. cosl, ad ~empto,_ ltdea dt D!o C?me pastore del gregge degli elemen~t terr~tn, d~e pt~t~ e degli arumali, che vivono in esa~ dei cieli
e det corpt celesu, che dinge attraverso la mediazione del suo Verbo e
del Figlio unigenito, che ha il ruolo di un vicer del grande Re (~
agric., 12, 51): questa immagine trova un parallelo dapprima nel trattato pseudo-aristotelico De mundo (c. 6) e poi in Massimo di TifO (41, 2
Hobein) 1 Molto frequentemente il linguaggio di Filone ci ricorda o
quello di Platone o quello della Stoa, talvolta entrambi. In lui ttoviamo
un linguaggio platonico; e tuttavia Platone in una forma filoniana,
talvolta con parole ed immagini che non si trovano letteralmente in
Platone. Analogamente, egli utilizza le parole e le immagini che derivano dalla Stoa, in un modo del tutto personale. O, per usare una espressione panicolarmente cara a Filone, esse portano la sus imp~ta.
Incontriamo un paio di esempi per illustrare questo a~ento
proprio all'inizio della spiegazione che Fone d della creaztone. Esaminer i termini K6ap.os ~, >yos e a+PaylS'

2. La nozione di mondo intelligibile (/C6aJ.wS' ~)

breve introduzione, FonJi 2~ do~una


:t._.n
. ile (K6ajws' IIOYJT6s" cap. 4,
Nel trattato De opt, .....,_ mu
. . . (-rr~l il fat.
ne inizia con la nozione di mondo mt .
15-16). Infatti, Dio ha assunto come Prlll?0 pnnd':rou. senza un bel
to che una bella copia non potrebbe mat essere~ mondo visibile,
-rW ~l.
modello. Cosl, quando Egli
dapprima ne ha creato uno m

_hatelt;bile{:;emmou
.

Gm~P6ilo--'..&.le

Ddla - opea
dftoiDo ~ IIJiill cbe IP'"''ilii'LoprKCDIIi

' I lati con una pi 1111pia


sopby, vol. in, 1303 c; cfr. .Dcbe U03 :
lenze.
2

In seguito citatO con opi/.

lODO

po-

CORNELIA DE VOGEL

affinch potesse creare il mon_d~ co!P~reo u~do un modell~. ~


corporeo che fosse il pi possibile s~mile a Dro. Questo mondo VlSlblle, dunque, sar proprio l'immagine di que!!'altro mondo che preesisteva nella mente divina. Infatti, esso non puo essere collocato altrove.
l'dKWS" Myos- di Platone di un Dio-De~iurgo che nell~ ~ua
bont ha voluto creare il mondo nd modo Pl';l pe~f~tt.o possibile,
guardando al pi bello e al pi l:'erfetto moddlo mtdlig1bile, f~cendo
ne un essere vivente perfetto (Ttmeo, .30 C-D, .37 C-D). n termme K6<71J.OS" V01)T6s- non lo si trova in Platone, ma c:~ il mo~dlo int~gibile,
perfetto ed eremo. n tempo creato come un lffiffiagme mobile, e cosl
anche in Filone.
ll mondo intelligibile costituito dalle Idee, dice Filone (4, 17).
In questo modo potrebbe sembrare che per Filone il mondo noetico
contenga qualcosa di pi dell'Essere vivente eterno e perfetto di Platone, almeno nel senso in cui ad esso si fa riferimento in Timeo, 39 E
8, !'&sere vivente stesso. Infatti, l'Essere vivente ideale, o come una
Forma generica o come l'archetipo paradigmatico, dovrebbe contere
le Forme delle quattro differenti specie di esseri, qudli che si muovono attraverso i cieli, quelli che volano ndl'aria, le specie che dimorano
nell'acqua e quelle che vivono sulla terra asciutta. Ma non possiamo
comprendere in che modo in questa Forma generica o moddlo paradigmatico potrebbero essere contenute altre Forme. E tuttavia il modello del mondo visibile, menzionato in 27 D 1-2, non ha come suo
requisito quello di includere anche altre Forme?
Filone, in realt, ha compiuto una deduzione logica quando ha affermato che quell'Essere vivente visibile che il mondo deve essere
~tato _f~~ato ad immagine di un originale che un completo Mondo
mtelltgtbile. Questa concezione era estranea a Platone? Ci troviamo
qui co~volti in un'antica 9uestione controversa. Ho esposto i miei arg<;>~enu su tale problema m un precedente saggio cui qui mi permetto
dt nmandare-1. Per enunciare brevemente la questione pongo la se~uente ~h-manda: dal momento che Platone ha concepir~ questo monil~sedsh il~ colli~ ~na Clilov, non possibile che egli abbia concepito
0 e 0 mt~ g_tbile come un tutto organico, che, in quanto tale, potrebbe essere md!cato come lo Clilov" in s? Platone parla dd moddlo
' Cft il cap. IX della mia
n
Auen 1970, pp. 194-209 (So opera Ph1"lo10~hIO,
r_art I, Studiei in Greek Philoiophy,
clered.).
me controversia! pomts of Plato interpretation reconsi Nell'estate 1983 m

den affrontava il robleJ!'tre IO stavo lavorando al presente~~- C. M. van Wmto a opi/., 24sua 8 ~el :ndod\elle I~ in :fil?ne di .
dria in riferimen-

2l1a ta :f eg . one

COrretta, stata es

questt capuoli, che

10

ritengo perfettamente

2.1), VIgiliae Chr:'ana:. ;~110987:3'h)e Wor/d o/Ideai in Philo of Alexandria (opi/, 24, 7 (l

pp. 209-217.

PLATONISMO E CRiSllANESIMo

39
eterno sia in Timeo, 37 C-D che in y,
U Demiurgo guarda con sod.J:-<: __ . rmeo, 39 E 1-2. Nel...,.;.__
w:.-uwone
alla
sua
,..

.....,
PaliO
mondo come una creatura vivente d
. opera comJ>~ctata, al
esso include tutto ci che corpo~ otata di lll09imento. Si dice che
tone si riferisce eli nuovo al mondo . '"u?u6 D 8). Nell'alno PaliO Piaesplicitamente le stelle che si muovVJS e come un tutto, ma
S?fi.sta (249 A), parlando dell'Essere~~ i cieli.~ nel
gtbUe come tale
e come un tutto Platone llllettna
_a ' OSSia dell'Essere intdli.
che
essere concepito senza vita e moviment
. ~ non pu
un perfetto essere vivente, e tuttavia ~
anuna. ed Intelligenza;
quale, oserei dire, potrebbe essere espress: ella~ onruabbracciante la
T6s ( mondo intelligibile).
n
ormula K6a)ws \IOIT
Filone
potrebbe
non, essere stato il pruno ad usare questo temune.
.
.
.
.
M a, m ogru caso, s1 puo sostenere su basi razionali eh
.
non era estranea a Platone.
e questa nOZIODe

include

S::U

3. La nozione di Logos
Questo, dunque, era uno dei problemi contenuti nd testo di Filone. L'altro il seguente: Filone sostiene che il mondo intelligibile non
p~ ~vere ~tra collocazione che la Ragione divina, il Logos o Parola
eli D1o (Opi/, 4, 17; 5, 20). Questo non n il pensiero, n il linguaggio di Platone, n la filosofia stoica. Esso differisce da Platone in primo luogo e soprattutto per il fatto che l'autore ebreo si riferisce al Dio
eli Mos, unico e rigorosamente trascendente, il quale tuttavia una
Persona, una Volont divina e, ad un tempo, un Pensiero divino. Questo Dio opera sia nel mondo della creazione che ndla storia in e attraverso la sua Parola. Qui compare il termine Logos. Ma non si tratta
del Logos stoico, almeno non in senso primario. La storia sacra. degli
Ebrei ha conosciuto la Parola di Dio. Egli parl a Mos e ad Elia. ad
Abramo e a Giacobbe. Tuttavia, Egli l'Eterno e tale . anche il suo
Logos. Certamente, Filone cita spesso Eraclito. Ma ~ ~ lon~
dal pensare che con questo primo pensatore ~~
g1un
all'origine della dottrina del Logos. Al contrano,
to, .. ~
Filone, ha tratto da Mos una spiegazione delle ~ op::Udopo
talvolta troviamo nei filosofi grec;i; questa ~ con~~ e da
Filone, stata frequentemente npetuta ~Al poi~ in poi. Certaaltri, da Giustino martire e da <?emente
che sminuisse i
mente, in un tale argom~to essi n.on UO.WttoSIO un pegno ed una pmeriti eli quei filosofi grecJ; per ~ era plu di quando iD quando rqranzia della verit che il loro peos1ero avevi

fuss=

VU::u11a

40

CORNELIA DE VOGEL

giWltO. Una migliore spiegazi'?ne, per inciso, stata offerta da Giustino, il quale faceva notare che il Lc:'gos, essendo eterno, poteva operare
nelle menti degli uomini anche pnma che as~umesse la carne umana, e
che agl in effetti in questo senso, non solo m Israele, ma anche nelle
menti dei pensatori pagani, non sempre_e no~ ownq~e, ma talvolta e
in alcuni di essi. Filone, sebbene non si esprimesse m. q':'C:Sta forma,
condivideva di fatto questa concezione e trovava volennen m Platone,
in Eraclito e negli Stoici Wl& grande quantit di forme di pensiero che
gli potevano servire per spiegare Mos.
Allo scopo di spiegare in che modo il Kl>aJJ.OS" VOTIT6s costituito
di Idee Filone introduce l'immagine dell'architetto di una grande
citt; ~pprima concepisce nella sua mente i modelli delle sue parti,
poi da essi costruisce il tutto; egli imprime distintamente nella sua
mente i loro modelli (tvacjlpayLacij.LfVOS" TOS' xapaKTfpas), e poi
inizia a costruire la citt di pietre e legni, tenendo i suoi occhi rivolti al
suo modello. Questo il modo in cui dobbiamo concepire l'opera della creazione di Dio; proprio come nel caso dell'architetto, il mondo
che costituito di Idee non ha altra collocazione che la Mente divina,
il Logos, che stato l'autore della struttura ordinata (Tv TdVTa, ossia
le parti del modello intelligibile, le Idee, 8LaKoaj.LflaaVTa, Opif., 5, 20).
Pertanto, il Logos divino la mente di Dio. Filone parla delle Sue
potenze. Esse sono gli elementi che compongono il Mondo intelligibile, le Idee; tuttavia non tutto, dice Filone, suggerendo che la
mente di Dio pi grande del modello del mondo visibile.
Di n~ovo, egli ~prime la relazione &a il mondo intelligibile ed il
Logos d1cendo che il VOTJTS' KOOILOS' non nient'altro che la Parola
di Dio quando E~li er~_gi impegnato nell'atto della creazione (Opi/,
6, 24), una frase m cu1 il termme KOOj.101TOLOWTOS" appartiene a Dio,
e non alla Parola'.
l ~ivetsi modi in cui Filone parla del Logos presentano alcuni problemi che hann~ ~atto sorgere interpretazioni diverse. In effetti, non
"?no sempre facili da comprendere. Dobbiamo prestare molta atten~one. ~ Lo~os il Divina, la Mente di Dio; si dice che la sua
unmagme; Vlt;ne ~che rappresentato come ci che regge le potenze
del ';Dond~ ~1co; VIene definito il pi antico Figlio di Dio' e talvol:wyene d'!ill~t~ da Dio come Secondo, una distinzion~ indicata
artlla~lo nel caso di Dio e dalla sua omissione quando si
Parladella p aro
.
' Fdone ...:n.._.~ "---
b.,,_
ueus srlrmmulll '"' VI 31 c&. la mia G~e~
.L n'h to .~'-
m,
r1 1 'lo,.,, clt.,

Uol c.

'BE!rn:~.kg. lkg.,ID 6l,l57-l62;6 ~~ Duomn., I 39,227-229.

pU.TONISMO E aumANEsiMO

41
~i che ha creato confusione negli .
.
che il KOOILOS' VOI)TS creato: Opif. lllterp~ IIJCcaliyj il fatto
creatore (b 1Tot.lilv) ha fatto un cielo 7 29: ~ c1uoque, il
le, mentre prima il mondo inviaibU:corporeo ed una terra invisibisembrava che venisse identificato con U
nella tnente divina.
accresciu~ dal fatto che non molto dopo p-~~~--~~
da Atanasio che la creazione consiste nel 1 Cristiani appraero
mondo fuori da Dio. D Creatore Dio
portare all'esistcma un
la, proprio come diceva Filone; ma ilS::~ la - Paroesterno, e nessuna pane di esso pu mai
. ~ qualcoq di
rola che lo ha creato. Si ipotizzato penan~
~cata con la PaLogos al modo di Ario, facendo~e una c '
d concepisse il
9f6s7 In effetti, questa conclusione era a po~:~a e un &-6npos

l:sllocato

mano.

4. Analisi di De opificio mundi, 5, 20


Tuttavia, nell'interpretazione sopra riportata abb;~
D bb"
.
-uo trascurato
una cosa.. o 1am? nto~ar~ al testo di Opif., 5, 20 e considerarlo
con maggiore attenzione. Cno il testo per intero:
~Dun_que, come il progetto della citt prefgurato nella mente
dell architetto non aveva alcuna collocazione all'esterno, ma era impresso come un marchio nell'anima dell'anefice, allo stesso modo
neppure il mondo costituito dalle Idee potrebbe risiedere in altro luogo che non sia il Logos divino, autore di questo armonioso ordinamento. Qui viene negato in modo categorico che il Mondo intdligibile abbia un'esistenza al di fuori della Mente divina. Certamente.
inusuale per noi parlare di creazione in riferimento ad un ordine divino interno. Tuttavia, questo quanto chiaramente aveva in mente
Filone. E pertanto, cosi sembra, noi abbiamo sbagliato nd ritenere
che la creazione del cielo incorporeo e della rerra invisibile menzionata in 7, 29, fossero qualcosa di diverso dalla formazione dd <IIIdeelo
nella mente divina che l'aveva preceduta. .
divino l'Intelleao
Abbiamo osservato in precedenza che il ~ . di Fooe di51 dd
di Dio. Abbiamo anche osseiVSto che nella spicgaZIODC "
ce espressamente che questo Intelletto-~ pi ~ 0 p1 ~
modello del mondo visibile. npunto cnaco!S."l~ EP
Filone descrive il mondo noetico come la P
(Ori~ voLU.Puil1927.cC~

7 Questa la tesi sostenuta da E. de ~.,,..;;;;. eciziaDe cWe apem ci filaae


a: philosophiqueo) e da R LeiscaaD& ( . ""'~)

di Cohn-Wendland. vol. vn. BerliD 19)0, np. 1.-

CORNELIA DE VOGEL

42

era gi impegnato nell'atto della cre~ione (6,24), ilK~~OlTOLoi>Tos,_


come ho rilevato sopra, riferito a D1o. Della Parola SI d1ce che dt
Dio, un genitivo posses~t"vo che do~biam~ t~ere b~ne ~ mente. Infatti, qui vediamo quale s1a la conceZione di Filone c1rca il_Logos: la ~a
rola appartiene a Dio; non creata ma creante, pro~r10. come. J?lo,
1Tou.ilv. n mondo intelligibile era in essa, come un paradetgma diVmo,
ed in questo senso pu essere defmito il Logos stesso (6,25), cosl co.
.
me i pensieri di Dio o l'Intelletto divino _sono Dio.
dd pi grande interesse per la teologia vedere dove si colloca filone con la sua dottrina dd Logos. Ritengo che ora siamo in grado di
dire qualcosa a questo proposito. Per quanto le sue immagini possano
apparire sconcertanti ad un moderno lettore, si deve tuttavia affermare che per Filone la Parola divina appartiene all'unico e solo Dio; essa
eterna e creatrice proprio come Dio. Non creata e non pu essere
separata da Lui, sebbene ci sia una certa distinzione: il Figlio, cio,
secondo rispetto al Padre, ed il Padre opera sia nella creazione che nd
rapporto con gli uomini in e attraverso la sua Parola. Per quanto concerne il rapporto con gli uomini, potremmo citare molti esempi se volessimo seguire la spiegazione di Filone dei Libri di Mos. Ma non
questo lo scopo dd presente capitolo. Ho menzionato prima le immagini dd Logos come Pastore dd gregge e come Vcer dd grande
Re. Queste immagini sono state talvolta citate come esempi dd carattere immanente dd Logos nd pensiero di Filone. Si dovrebbe piuttosto parlare della Parola di Dio come ci che opera nell'universo fisico
e cdeste: e qui essa opera non come una parte che appartiene all'universo, ma come il suo sovrano e reggitore. Questo il motivo per cui
sarebbe meglio evitare il termine immanentismo.
Non ci si deve meravigliare se Filone, che stato un interprete altam~ te ~pi~it~al~ de_lla ~c~ttura, stato molto letto e studiato dagli
sc~ttton cnsuan1 ne1 pnm1 secoli. Giustino martire deve averlo conoso~to, e Oemente di Alessandria gli deve molto. Ma particolarmen~ mteressante os~ervare come nei Discorsi contro gli Anani 8 di AtanaSI~ vengano con~uamente ri~rese le immagini usate da Filone ed imPll;gate pe~ espnmere la rdaz1one fra il Padre e il Figlio. L'immagine
: r~ di _luce, ~e irraggiano sempre dall'unico Dio, che ricorre ane ~ Ploun?, vtene frequentemente utilizzata da Atanasio per evidenziare ~e il Verb~ o il Figlio ddla stessa sostanza dd Padre ed
pertanto mcreato'. L'unmagine giunta ad Atanasio probabilmente da
:Per~ ~tol~, in/ra, n. 112.
Per uiferunenti cfr la mia G

IIOS, I 28

Ph "lo '- .
n 33 34' IIi 4,.,,~ 1'"''"''6,ereiV~le 10
l sopu;r, at., noo c: Orationes rontrllllrUz.

p~~~MOE~DWO

43
pUone che la impiega per dacrivere il Moado . .
rubim, 28, 97. E quando, dopo una l1111ga . ~iD De~
Atanasio wole affermare che un';,,. . ~di Pro,. 8, 22
nelle cose che_ sono ~tate fatte, egli urili:e,.. v~~ ... d~ gran~e ~ltt (Filone: opif., 4,17 a.), mod~ dl'~
vers1on~ di Filone: or~ ~ il figlio del re che deve do ~ la
dre la Citt, e che ha 1111presso il suo nome . COitruire per IUO p.
vengono fatte. Se, poi, dopo aver ultimato~~~ opae che
in che modo stata fatta, egli risponderebbe: c
wm.e chiesto
te, ~ quan~o, ~ acc~rdo con_ la volont di mio ; : , ~ aldammmia IJD!llag~e m ~gm ope_ra; infatti, il mio nome~
unp~a~o la
Atanasio poi preCISa: egli non intende dire che la creato ndle opere..
ta, ma che ha impresso se sresso per mezzo del suoava~~ eramodo, la vera S~pienza (d~ta anche la Sapieoza'::i ~
coloro che amm1rano la sapienza presente nelle creature: cil s 1
mi ~a creato p~r le opere, pech~ il mio marchio (Timos')
s? m ~se; ed 10 ho pertanto acconsentito (avymTtlbJv) alla
z1one di tutte le cose.o
Parlando dell'uomo come creato ad immagine di Dio Atlllllio ua
si~ il te~~e E~K~v che Tlrrros: il nostro log~ ~ un E~ del Lop di
D1o che e il Figlio. In modo analogo, la sapienZa che ~ impiantiti in
noi un'immagine della Sapienza di Dio, che~ solamente IDI altro nome o aspetto dello stesso Figlio. Pertanto, eaendo stata creata in ooi
una tale impronta (Tlnros) della Sapienza, ed eaendo stata creata in
tutte le opere (T lp-ya, con riferimento al testo greco di Prorl. 8, 22),
la vera e creatrice Sapienza (IJ d>.JJ8LIIit mi. 61plOIIIJYUCI'I cq(a) attribuisce a se stessa ci che appartiene alla sua impmota, e dice: il Signore mi ha crealo per le SIU! opere 11

Qui osserviamo la stesso spostamento di immagini cbe abbiamo gi


notato in Filone. D suo frequente uso del termiDe sigillo (a+P4-rt~l e
del verbo aljlpaylCEa8aL, attestare con un sigilla, ~~=
prendere il moderno filologo che va in-~ _del_Platoaismo o~aeu A
come un elemento non platoniCO. DOme 11 spUJgC ~
Nel
suo avviso, l'immagine del sigillo escluderebbe la ~~
.ffano
cosiddetto Platonismo di Filone le
==~.-bbe
l'elemento centrale, e la jJlefEL~ ~ . dall'iJDmtline del sigillo
del tutto assente. Essa, infatti. viene ~ il Qalole e le aeawreche non implica alcuna durevole re1azioDe

n-:'::.
a!uu.

cl"b

Otwlionn tJDII/8 ,;.nos, D 79.


lbiJ.,D78.
.
u Dorrie, IM ~ 1'/Jeo~Dt.W, ca., p. 10.
10 Atanasio,

11

CORNELIA DE VOGEL

D liaillo ~ qualcosa di esterno, e ~nanto la dottrina delle idee apP_arentnnente platonica svolge un~ funzione completamente non .Piatoruca.

interessante osservare m che modo profondamente differente abbia interpretato Atanasio la stessa immagine. Per lui l'immagine del
Figlio impressa nelle creature ~ una prova della autenticit dc:lle cose
create indicando che esse sono state realmente fatte da Lw e che,
po~do la sua immagine, appanengono al Padre; il che .implica una
garanzia della s~;~a cura e d~ su'? amo.re. Cosl, pe~ Atanasio, con qu~
sta immagine v1ene proprio evidenziata la relazione durevole fra il
Creatore e le sue creature.
Che anche Filone la interpretasse in questo senso lo si pu vedere
dal modo in cui egli parla del processo conoscitivo. Sia da Platone
(Teeteto, 184 B 5- 186 D 6) che da Aristotele (Anal. post., II 19) Filone
potrebbe aver appreso che l'intelletto deve operare sulla base dei dati
dei sensi. Egli interpreta Gen., 2, 4-5, in modo allegorico, e spiega la
frase Dio non fatto piovere sulla terra dicendo: Mos chiama l'intelletto (voUs') nel linguaggio simbolico cielo e la percezione sensibile terra, e confronta questi due campi. Prima Dio inizia ad irrigare
la sensazione con gli oggetti dei sensi, e poi l'intelletto trover una terra fertile su cui operare (Leg. aDeg., I 9, 21-10, 26). Filone prosegue
spiegando che questi esseri viventi sono superiori a quelli non viventi
sotto due aspetti, nella facolt di ricevere rappresentazioni e nella tensione attiva verso gli oggetti che le producono. Le impressioni sono
prodotte dall'ingresso degli oggetti esterni che impressionano l'intelletto per il tramite dei sensi (ibid., 11, 30).
Filone distingue fra due tipi di uomini. Per primo l'uomo celeste,
fatto ad immagine di Dio. Egli , cosl dice Filone, impresso con l'immagine. L'altro l'uomo terrestre, formato di fango e corruttibile, se
Dio non vi soffiasse dentro il principio della vera vita. E del resto,
chiede Filone, senza questo come potremmo raggiungere una conoscenza di Dio? Anche qui Filone usa l'immagine dell'impronta. Infatti, l'intelletto dell'uomo non sarebbe in grado di salire tanto in alto da
cogliere la natura di Dio se Dio stesso non l'avesse tratto a s e non
l'avesse informato delle sue potenze che sono accessibili alla conoscenza (K~t hlnrCIX1f KaT TQS' lcj>LKTS' VOTJ&fvaL 8wcij.IELS').
. Questi sono solo alcuni esempi dell'uso molto frequente dei termiDlTinrOS', ~TrOTV!Toila6cu, acj>payls e simili in Filone ed Atanasio. Siamo lontani ~aPiat~ne con un tale linguaggio? Probabilmente no.
Quando leggiamo Ttm., 39 E, troviamo che il Demiurgo porta a tennine la sua opera modellandola sulla natura del modello ('II'JIS" -riJv
TOil 'll'apa&('YIJ.CITOS' dtrOTVITOiJIJEIIOS' cj>OOLII) IJ.
11

Sono felice di trovarmi in accordo con D. T. Runia, che mi ha cortesemente in-

pLATONJSMO E CRISTIANESIMO

In Te~teto, 191
troviamo dnOTUiroOoecu
.
..,
per jmpnmere un stgillo sulla cera. E in Le . Ulato llllelllo 1euaa1e
nevole che nella comunit le persone pi' W. ~l ~.li Jee: !:IlioprinciPi sui propri figli e sui propri nipoti.u llllZiaDe llllprimano i loro
Certamente, Platone, Tim., 39 E non '--44, 129, che, concludendo la storia 'della ~ ~ ~ o,q.
cielo e alla terra in~sibili), domanda: ~ (in ~ .i
chiaram~te le l~ee mcorporee ed intelligibili, che 011 P~ fone
hanno ncevuto 1111lpronta le cose percettibili" . 10110 sigilli da cui
co1 nostri
. do classico come anche
Per un greco del peno
del leDii?.
.
nozioni di dKwv e ~l~T)OLS potevano essere f ~ tardo le
termini quali Tinros o acj>pa:yls, e con verbi ~ TVrroW~resre coo
0 acj>paylCfaOaL. Tuttavia, il verbo ~nlxnv e i IOStan . '.TlllrOUoew
~fTouala non sono affatto assenti in Filone'4 Per ~ tM ~TOXI'I ~
zione di partecipazione egli parla anche di ~fKOL~ u condiNegli ultimi decenni c' stata una tendenza, in partico~ nella
scuola anglosassone, a sostenere che dopo il PtmneniJe Platone avrebbe abbandonato ~a metafora della ~~&-eLS' e negli ultimi dialoghi
avrebbe parlato dt preferenza, o persmo esclusivamente, di f!JC!Iil e
~llll)OLS, immagine e somiglianza. Ora certamente nel Ti~~~~ l'immagine del modello ad essere dominante. Tuttavia, in questo dialogo il verbo llfTlxnv viene frequentemente usato, e ci vale anche per
le altre opere di Platone. Negli ultimi dialoghi il verbo IJ.CTlxnv non
ricorre meno frequentemente che nei primi.
Ad esempio nel So/ista 11-fTlXfLII KLIII'latlllS" (228 C) o llf"Tixnv
TaiiToiJ Kat 8aTlpou e 11-fTlXtW TOiJ IIIITOS' (256 A. 259 Al viene
usato nelle stesso modo di Repubb/iC4, V 478 E, dove l'oggetto ddla
doxa risulta essere to 114>aTlpwv ~lxov, TOO d11C11 Tf Kal. 1111
ftllaL. In Tim., 37 A l, dell'Anima del mondo si dice che ~
11-fTlxouaa Kat p11ovlas, e in B il dio ~de la~ del del
affinch tutti i viventi per i quali era conveniente parteapusero
numero.
.
.
. trebbe
citato. TuttaVia.
Un ampio numero di alm esempi po
~tone solo in un
si deve notare che il ~e ~eLs compare mide
do il!lfTll""
periodo matu~o della S';ll ~esstda0d0S:~ p~ua ~~ il soMIJ.!Mvnv nsultato difficile
ClliJU~
.
..qt.Jo. ~ 1983.viato il suo libro Phi/o o/~~ the
iD

J?.

?9

r.--.,

tre stavo scrivendo il preKDte taaJO


Filone ud)ial ripcll""""* ~ e
Ad esempio, in opi/., 46, U-4-1~5, uTO"" e iD 1), )4, ~ Per . .
. . il~r-"'''
g. alkg., I 9, ~ UDJ?:e.fiFd
veda 10110 pp. 59._
cbe t IIIID &ao IIIIT'
concerne la temunolop
MIO!;' dd .primo.......-,
" Filone, Leg. alkg., I U~ 4
~

m;"dd
dd:

diC6va si deve dire che paneapa

CORNELIA DE VOGEL

stantivo IJl&-eLS' (1.32 D) in una specie di conclusione. Esso risulta essere nient'altro che la somiglianza ad un modello. Dopo questa affermazione ricorre di nuovo due volte nella seconda parte del Parmenide.
Entrambe le frasi (141 D 7-8 e 1.51 E 7-8) hanno un carattere altamente riflessivo. Anche in So/ista, 2.56 A e 2.59 A ricorre il termine
!!l&-eLS'. Per il resto l'uso abiruale del termine j.!fTlxnv continua fino
alle ultime pagine delle Leggi.
Vorrei concludere che nel pensiero e nel linguaggio di Platone non
c' stato nessun altro mutamento oltre a quello menzionato sopra 16 : la
discesa consapevole e metodica dall'dVVTT66E-Tov attraverso una gerarchia di Forme fino al mondo delle cose concrete, pi o meno indicato& e compiuta nelle ultime opere. Nel resoconto del siciliano Alcimo
della ffiosofia di Platone, contenuto in Diogene Laerzio, ill 9-13, abbiamo un'interessante testimonianza del carattere di questa filosofia
cosl come essa doveva apparire ai contemporanei dei suoi ultimi anni17. Gaiser ha probabilmente ragione nel farla risalire ad alcuni scritti
in circolazione nella cerchia dell'Accademia. Nella sua analisi, egli evidenzia in particolare quei tratti che sono caratteristici delle dottrine
non scritte di Platone: l'importanza del numero per la divisione
dell'essere (9/10) e la distinzione di tre differenti gruppi di Forme
(12/13 ). Alcuni altri elementi sono interessanti, sia in riferimento ad
alcuni fraintendimenti attuali, sia in riferimento alla continuit con il
Platonismo del primo secolo, in particolare con Filone. In primo luogo, la trascendenu delle Idee chiaramente evidenziata in secondo
luogo, il ruolo fondamentale della IJl&-eLS' enfaticamen~e inserito in
questo quadro; in terzo luogo, si dice che ognuna delle Idee eterna
un v6TJ11a e, inoltre, sottratta al mutamento.
'
~ p~edicato v6TJ11a stato riperutamente un motivo per i moderni
srudios1 per sospettare del resoconto di Alcimo. L'ipotesi che l'Idea sia
un v6TJI!O non stata forse respinta in Parmenide 132 C?s A tale
d~man?a si d?vrebbe rispondere in questo modo:
che s.tato respmto e che_ l Idea possa essere un pensiero dell'uomo. Tutravia che
per Platone il TTOVTfiiS' llv sia impensabile se non come un esse;e vivente e pensante, il che implicherebbe che ogni Idea sia un pensiero

uu'~ve: ~=~ :r.:o Was !'ltzto a dw.li~t?, ~eta-Pi>o, I l

(1972), pp. 14, 23 ss.


pf.to nd Pltzt .
. estesa di questo sagpo la SI trova nel mio volume Retbinking
omsm, at., cap. VI (t~ it. di E. Peroli, Milano 1990 pp 247 ss)
17 U
coft~;_P;";A~0:J.~ffena da K. G~r ~ Pltztons' uni.escbrieb;.,.. ub-

" srun:n

bdDiogm..s l<'rlios au9.Jl) .. ~VVt;~o D_~e Pltzton-Re/<"Tal<' tks AJ/eimos


pen 1973, pp. 61-79.
'm.
<.ei<'SIS, Mlanges E. de Strycker, Antwer11 H Chemiss A
'-'
mtotoe
s Crit:ism of Pltzto anJ th<' Aaukmy, Baltimore 1944 , p.
498 _

p[./oTONI5MO E CRISTIANESIMO

" non e' affatto toccato dal rifiuto


<f1
divinO, CIO
sarebbe meglio non formulare questo modo~ Del Plll7lrelrUk
1s forma che gli danno usualmente gli in
~di Plataue oe1:
che le Idee siano pensieri di DiCo. La qterp~ Pldando di ~
questi termini da Platone e probabihnen~ 1100 stata PQ1ta in
bro contempor~eo dell'Accademia. Ma neppure da ~ ~~~an
sembrano aver mterpretato il Platone del~ ~ di questi
di considerare l'essere noetico nel suo compJ!: ua T~ oel~e~~~o
sante, il che potrebbe essere espresso dicend eh ~ YIYalte e pea.
0
siero divino.
e ogru Idea un peaIndubbiamente Filone si trovava su questa lin che egli
.
nella/orma per .cui. l'Idea n~n.potrebbe avre ne:n'altra esp~
che ~ mtelletto D1o. Se egli s1a Slato il primo ad agire in cnlloaricme
un altra quesnone. Forse no. In ogru modo ci che u~ modocbc,
eli
.
M , Fil
'
Slp wn:
ntafs~ sp1elagare.
osed. , l onchestava pensando conformemente alla meICS p toruca; e m? tre
e egli concepiva il Dio di Mos conformemente a tale met1afs1ca, ~ codallansiderava l'uomo in un modo che pu
essere compreso so o a parnre
concezione platonica secoodo
un uomo-in s eterno ed ideale stato creato in un ordine celeste
11_1odepo _Per l'uomo te~tre che composta di aninla e corpo. Inoltre,
si puo nconoscere che l uso frequente di Fdone dei termini Tlmos' e
acjlpay(.s e dei corrispondenti verbi una conseguenza piuttosto naturale del linguaggio platonico del Timeo. C', in realt, un certo mutamento di imrnagini 19, che ritengo sia dovuto al modo stoico di rappresentare la ccphantasia. Si deve ricordare che Zenone di Cizio la definiva
come un impronta nell'anima20, mentre la rappresentazione atalettica (cjlavraala ICaTaT]1TT1.K{J) veniva descritta come causata da un oggetto esistente ed impressa nel soggetto in conformit con questo oggetto esistente, letteralmente impressa come con un sigillo%. Quanto
Filone sia stato influenzato da questa descrizione lo si pu valere dalla
descrizione del processo conoscitivo che e&!i ~ P.~~ in Leg. J.
leg., I 13,29-30, dove si dice che gli oggetti~ a unp~ nella
mente attraverso le percezioni sensibili Ed anche m lJ 38, Il dice che
Dio ha informato l'intelletto dell'uomo terrestre COD le sue potenze
che sono accessibili alla conoscenza.

'!i

a:=

19 Mi fa piacere novare la Philo o/ Akundn.... , p. m.

csplaliaoe uula da RuDia od Wllume oopn cilart- -rlnnoxlul lv ~ Si


6
20 Sesto Empirico,.Adv. tn41h . m2} : """:' - bceoe espooizicDe della ...
veda la mia G-lr. Philosophy, m 948 o. dove auon uaa
ria stoica della CODOICCIIZI
VU 248. ~ ICII1"CWJIITUCI iV1\JI ~~ clm
21 Salo Empirico, Adv. tn41h.,
......
~ al buatu+Pmll1'00 lmdpXOVTOS Kal ICGT'CII/rb Tb vuutiXO"
10,

Lo._,.,_

IJI1lvrl.

48

CORNELIA DE VOGa

5. Filone e gli scrittori cristiani


Filone si trovava agli inizi di una nuova era; dopo di lui gli autori
cristiani attinsero molto sia. dal s~o. metodo esegetico, s~ dal s~o atteggiamento spirit~al~. Ess1 condiVIdevano ~a s~ fed~ m una nvela.
zione particolare di D10, che, .attravers~ Mos.e e l profe~, aveva parlato
al popolo eletto di Israele. D1.questa n":elaz1one le Scntture fu~no la
testimonianza ispirata, e Mose la trasmise al popolo. Nella sua mtroduzione al racconto della creazione, Filone dichiara che Mos aveva
raggiunto il vertice pi alto della filosofia. Una tale affermazione po.
trehbe suonare strana ad ascoltatori moderni. Ma apparir meno strana, se si tiene conto del fatto che per i Greci la nozione di lf>LOOO<jlla
implicava sempre un atteggiamento ~entale ~aratte~z~to dal fatto di
essere al di sopra delle cose comum della VIta quond1ana; e questo
perch, nell'esercizio della filosofia, l'intelletto era interamente occupato in problemi teoretici, ed in particolare in quei problemi che concernono <a totalit delle cose, inclusi sia la natura o l'universo, sia
l'uomo e la vita umana22 Da questo punto di vista, allora, Mos pote
va sembrare che con la sua KOOilOlTOLla, che era ad un tempo una Legge, avesse raggiunto il pi alto vertice della filosofia.
Certamente, Filone deve essere stato consapevole dd fatto che la
filosofia una faccenda per una dite intellettuale. Ciononostante, egli
era ben lungi dal considerarla come una questione che concerneva solo l'intelletto, o puramente formale. Iniziando dalla conoscenza di
Dio, essa doveva penetrare l'intera vita e non poteva mai essere sepa
rata dal comportamento morale. Era, dunque, una questione che conce~eva la vita interiore, retta dalla comprensione di ci che i Greci
chiamavano le cose divine. Nel linguaggio moderno essa potrebbe
es~e~e l'equivalente di rdigione, intesa nd senso di vita religiosa o
spmtuale. 9.uesto il significato che la filosofia ha per Filone. Ed la
stessa pos1z1one che troveremo in Giustino Martire e in Clemente
Alessandrino.
n m~do di vita del filosofo era fortemente caratterizzato da un trat
to. ascetico. Sotto questo aspetto i fosofi pagani ed i Cristiani dei pri
m1 se coli. co~ d'lVI'devano 1o stesso
' atteggiamento mentale. Essi non
eran~ ~nm~n~ente interessati alle piazze, ai tribunali o alle aule di
:,nsiglio, ne SI ~cc~pav~o di azioni o di gruppi politici, e n frequen
ta ~b~este.o ncevLmentJ. Non sapevano nulla della cosiddetta nasci0 J.gnobile di qualcuno dei loro concittadini, n di qualche
no
22 Si veda il capitolo introclutti
del 1
.
. .
_,_,~:;_...,
del lamine cjllN!a""" _
.
. vo
rruo vo ume Pb,fosophlll, at., sul - .....,...per l Grea, da Talere fino all'era cristiana.

pLATONISMO E CRISTIANESIMO

..,

scandalo perso~e che poteva capitare a quakbe _,_., .


cevano impressu~nare dal potere di re 0 di tirmm,~ ~li fa.
di alcuno. Non st occupavano affatto di 'lueste COle.De uooue ria:hezae
Questo ritratto del filosofo non deriva da <lll8lcbe do
mano o ellenistico. desunto dal Timeo di PlatooeZ'~ IUtOie JO.
mo dimenticare che gli Ateniesi applaudivano ~ 11011 dobbiavero che giunse ad Atene dall'Asia per studiare con ~ po.
Stoa, e che doveva trasportare acqua per vivere; un .
Della
camminava per la strada e un colpo di vento sollev r~
mostrando che sotto non aveva nulla, egli venne caldun.!: ~
td4. E dobbi~o in?ltre ricordare la citt di FJide che ooor Pirrooe
con uno spectale editto, esentando dalle imposte i filosofi, in .
del completo disinteresse dimostrato da uno di essiZ'.
1'lg1oDe
Se teniamo presenti questi esempi, allora Giustino Martire 1IOD ci
apparir n co~e un caso ec~onale, n come estraneo alla mmtali!i
dei filosofi grect, quando egli o racconta le esperienze fatte PMIII 1e
diverse scuole filosofiche. Quando frequent una scuola peripatmca,
dopo due o tre giorni il professore lo mand a chiamare per ltlbi]ft
un onorario per le lezioni, in modo tale che il rapporto non foae
senza profitto. Ed io lo lasciai per questa ragione, c:onclude Giustino, ritenendo che quest'uomo non fosse affatto un filosofol6.

v 173 CJD- 175 B.


24 Diogene Laerzio, vn 169.
v Diogene Laen:io, IX 64..
26 Giustino, Di4loto CDII Trifo, Il).

. . . .
rv. L' atteggiamento degli antichi ChSttani
net confronti
della filosofia greca

1. I diversi atteggiamenti
la""---"~
__ ,
Indubbiamente, il rapporto dei primi c.;..;
wosona gre-~.. con
w
di
fu pnw
compl-ft
suo
nel
a
Cl t greco-roman
ca, e con. la
~.non
.
- la
..,
bi
pro em~. urtavta, questione di quale atteggiamento assumere nei
confronti _della filos~fill n~n costituiva un problema per coloro che
avevano ncevuto un educaztone cosiddetta elevata. Infarti, la filosofia
rientrava nel programma di studi delle scuole elevate. E naturalmente
non rutti i Cristiani colti erano nella stessa misura interessati alla filosofia, o portati per questo tipo di pensiero. Da qui una variet di atteggiamenti, che possiamo distinguere in cinque tipi fondamentali: a)
un atteggiamento di totale rifiuto e di ostilit; b) una grande apertura
mentale ed un'assimilazione delle fortne del pensiero filosofico; c) un
atteggiamento estremamente critico, che non escludeva tuttavia la recezione di cetti elementi; d) una ampia recezione di fortne del pensiero fosofico, talvolta in uno spirito di sincretismo; e) una recezione
connessa con una trasformazione.
Oltre agli elementi sopra menzionati, la misura in cui un autore
utilizzava forme del pensiero filosofico dipendeva in modo ~nsi~en;
vole dal suo ambiente. Non cetto un caso che la personalit pnnc;t
pale del tipo h, demente di Alessandria, sia nato e sia sta~o educato ID
un grande centro della cultura ellenistica, che fu anche il luogo dove
te che ~u ~
visse Filone. E dall'altro lato, l'unico rappresentan
n vtSSe ID un
eh

'
di
menzionato del tipo a, Taziano, era un stnanoffio no
vescovo el
sesto

Teo
come
persona
Una
culturale.
centro
grande
culturaeglieducato alla
. fu ...:nduhh'~en
. eh"ta di stna,
TuttaVia
filosofia
Anno
..... te un uomo
: - p a n i . atlenistica, con una certa conoscenza d~
non _trovava evidentemente al~ =~~ polemizza con forza
d . Greci e conuo le starie nartenztone a questo asp~'? della
contro gli di della relig1<~ne . . dd:letteratura greca, Omero ed
rate sugli di negli auton ~1 C! la superiorit morale del CristiaEsiodo. Nel complesso, egli _a~ ti del credo cristiano che eranesirno, e parla in partico!are di61quflpunla Trinit di Dio e la resurreno al di l della speculazione 050:- degli scrirti del Nuovo Tezione del corpo. Teofilo fa un gran uso

ll

uffi!J

CORNELIA DE VOGEL

52

swnento. Ai suoi tempi egli era ilallprimo a ~ns.i~era~e i V:geli e le


lettere di s. Paolo come ispirate d o stesso ~mto ant':'d e avevll
ispirato i profeti. Tuttavia, i ~uoi. contemporanei non consi erarono
suo modo di pensare straordmari?. . .
.
.
.,
Eccezionale era ai loro occh.I ~ smanc:' Taz1anc:'. Egli srud1o. alla
scuola di Giustino 8 Roma, m~ si diffe~av~ ampiamente da lw per
il suo modo di pensare. Giustino valonzzava.,!l ~munod.terreno d~
filosofia greca e della fede cristiana, mentre ~8Ziano Iava. rutto CI?
che apparteneva alla civilt greca. Fu un uomo portato ~gli estx:enu.
Verso il 172 ritorn in Siria e fond la setta molto ascenca degli encratiti.
2.

Giustino Martire

Questo, dunque, il solo es~pio di ci che ho ~~a~o il tipo a:


Molti scrittori cristiani sono stan estremamente cnnci net confronn
della filosofia greca, ma quasi tutti hanno accettato cene forme del
pensiero filosofico e le hanno incorporate nella loro concezione su
Dio e sull'uomo. Pertanto, quello che ho chiamato il tipo c conta molti nomi illustri, dalla met del secondo secolo fino al quinto. Giustino
Martire appartiene precisamente a questo gruppo. Egli non aveva
un'opinione particolarmente elevata della filosofia greca nel suo complesso, ma riteneva che alcuni filosofi greci avessero visto qualcosa almeno della verit. E riteneva che questa fosse una grande cosa. Ci dimostrava per lui che il Verbo di Dio non solo aveva parlato ad Israele,
ma che anche altrove, ed in particolare fra i filosofi greci. Egli ha talvolta illuminato in un modo particolare le menti di coloro che lo cercavano.
. Giustino ha preso le mosse da Platone, e nella scuola platonica send
di esse~e _sulla giusta via. TI Cristianesimo gli giunse come un compimento. _Ed e m qu~~o m~mento che egli si send veramente un filosofo, perche ~uesta religiOne e la vera filosofia, cosl diceva. Per Giustino, la me~Ica platonica era incorporata nel Cristianesimo. Non c'era un conflitto. Certo, alcune correzioni dovevano essere fatte ma l'essenziale era
che, ~ulla .base d~ n~ovi fatti che gli erano stati riferlti - Dio che parla a
Mose e.ru profen. di Is~aele, e Dio che si fa uomo, realizzando quanto
dd~Ciato.- egli ha nc~t':' una nuova luce, ed una nuova certezza
-~ediata presenza di Dio nata nel suo spirito. Per questo Giustino =erma: ..Ora sono veramente un filosofo!.
' IbUJ., vm 2.

pLATONISMO E CIUSI1ANESIMO

n
Ci risulta per noi difficilmente COIIIPI'alsibile.
sto quanto afferma Giustino. Egli non fu il . ~ quea P&aare dalla fi.
losofia greca al Cristianesimo. Prima di lui
flosoro ~
Aristide, ~he ~v~a. Presentato all'imperatore
. 1D18 ~ io
favore de1 Cnsuaru. Anche !uena&ora. che
~.all'im~
re ~arco ~urelio e .al suo figlio Commodo
sti8111, veru~a d~t? Un filosofo cristiano di ~ l'e! t Cri:
riflettevano m tenruru filosofici sull'unit di Dio sull; ~ auton
smo, sul mondo divino come eternamente presen~ . ?rdiue dd ~
rito profetic? ~he di~cen.d~ ~ ~ui. Sia Giustino che~~
la purezza di vtta de1 Cnsuam, il rigore della loro m tale sessuale
ed il
loro assoluto rispetto della vita umana inclusa la vua0
ancora 11011 nara.
.
h la
-''" d
Atenagor~ wren ; ~c e tesurreztone dd corpo su basi razionali
Quesn apolog!SU del secondo secolo, quindi, appanmgmo tutti al
tipo che sopra abbiamo chiamato c. Nello stesso gruppo si potu:bbero
collocare Origene, i Cappadoci ed anche Agostino. Quest'ultimo rappresenta certamente un caso particolare, in quanto egli fu realmente 1111
filosofo per natura, pi di ogni altro. Egli non fu il solo, come ritiene
DOrrie, a compiere una corretta(!) distinzione &a Platooismo e Cristianesimo. Questa distinzione era stata gi chiaramente tracciata molto
prima di Agostino, da Giustino, nel secondo secolo. In modo non molto diverso da Agostino, quest'uomo semplice della Palestina-. avvertito la alterit della fede cristiana come un nuovo dono di Salvez.
za: essa realizzava ci che da lungo tempo era stato ricercato, ma non
raggiunto. E questo quanto egli ha espresso nei suoi scrittP.

no!::
Acmar!
S:

3. Clemente di Alessandria

m: ::i.;re;

Tipo b. Con Filone di Alessandria ~bb~o incontrato 1111 ebreo


ligioso che amava la cultura greca ed ~ paru~ la
1
e ai vaera
viveva realmente in essa. Oemente di Alessan
lui. In Oemente troviamo una men~ aperta alla cui~ peca l'edca
lori umani, incluse le forme dd ~ero ~6~ :!:c:iideale
sto!ca nel suo sistema di ed~caztone per_~,;~ cristiana- EsJi 1o
modello Ges Cri
stotco della apatheia come ltdeale della pa~
.
trova pienamente realizzato nel MaestrO e
2

speci.lc
....Da__.
cloi pcoleli. ~ r

lbi., vn 3: viene posta una~ eafai

di-

ilbai-

'::

nazione dall'alto per poter com~~ ~che OlpiiiiiD ~


teril della fede cristiana, la ~. <:m- CApoL II IJ, 2): .. eia. UO.
~ )l (19781. PP.
gllato non estraneo ogli insqnmena. di
no articolo, Probkms (onami111 }IISIUI ftUn7r,
388, spec. 362 sa.

CORNELIA DE VOGEL

t che assumendo la carne che per natura era piena di passioni, la


:d~c allo stato di apatheia (St'C?m., Vll 2, 14, 4). L'intero sist~a
della metafisica platonica che abbwno trovato nd racconto filoruano
della creazione, ricorre di nuovo~ <:;~em~te.(Strom., V-Vll): lo stes~
genere di riflessioni sulla inco?os~bilit di Dto, d~ momento che Egli
~ SS di sopra dell'Uno e dell Untt stessa; su Dto come essere eterno e come eterna comunione con il suo Verbo o eterna Sapienza
(P:.OV. 8, .30; Clemente, Strom., ~ 2, 14, 4_). C:lemente segue F~one
nd parlare della creazion~ com~ l opera .d.t ~10 e del Logos, dt un
mondo invisibile creato pnma di quello viSibile, dd KOOI-4-0S' VOT1T6s
come un modello cdeste, per cui egli definisce l'Idea come un lvv6TJ
lUI Toll &oll, ci che i non-Greci (ot ~p(3apoL) chiamano il Verbo
di Dio (Strom., V .3, 16, .3).
Le riflessioni svolte da demente negli Stromati mirano a creare una
gnosi cristiana, fermamente fondata sulle basi della fede, e che non
pretende mai di essere la sola via verso la perfezione cristiana. demente sa che ci sono anche altre strade. Ma crede ndla forza della Verit rivdata che opera insieme con l'intelletto umano. Ci deve essere qualcosa come una gnosi cristiana, che per gli uomini di pensiero significa un
pi completo approfondimento dd grande dono della ragione.
Questo, tuttavia, non era il solo interesse di Clemente, e Filone non poteva sempre essergli di guida. Nel complesso, Clemente ha gravi obiezioni
da muovere ad Aristotele. Non di meno, la logica di Aristotele gli appare
indispensabile per affrontare uno dei problemi dei suoi tempi. Si trattava
di un tema di discussione importante. I pagani colti a quei tempi disprezzavano frequentemente i Cristiani affermando che essi credevano in cose
senza alcun fondamento razionale, ed anzi contro la stessa ragione. Cosl, di
fronte a questi intellettuali la risposta di demente consiste nella difesa di
~ gn~i cristiana che ~ stesso desidera praticare mentre la raccomanda
agli altn. Ma ~e cosa st potrebbe dire in difesa della fede semplice della
grande massa di persone non colte? demente era convinto che, in un cer
to ~ la loro ~ede era razionale. Per provare ci, egli utilizza la logica di
Aristotele. <?>nsd~~do la fede come un analogo della conoscenza, egli
osserva che m tutti gli argomenti c' qualcosa che deve essere accettato come vero. l primi principi non possono mai essere dimostrati In secondo
luogo, demente evidenzia che la fede anche una scelta della volont che
conduce non solo alla conoscenza ma anche all'azion
ra1e Edm -n
luogo la fed ,
all'

e mo .
......~
e e ~ aut~ri~ di Dio, ed in questo caso ragionevole
dare 1:
.
assensoallabo.N?n e un atto di aeca sottomissione, bensl una ragionevole
riSpOSta
nta e all'amore di Did.
1 D primo argoment di Cl
II 8 4 il teno in II 12 cfo
chomente ~ contenuto in Stromllli, II 13 4 il aecondo in
''
; r.an eV6,l,eV19.
' '

J>LAToNJSMO E CIUS11ANESIMO
"
Nella sua difesa. di una gnosi .
come aveva fatto Filone prima di~~ PCJteva ~
necessaria. non .solo per fini apologetici, 6lo.o6a 1llile, al ~~~Che
flessione teol~gtca de} cristiano. Ma Del : : ~ per la l!aloalle lill&lio a fnore di
una grammanca ~eli assenso., come l'ba
. Heoiy ~
egli doveva scopnre la sua via llenOnale.
Eu:m IUIOii dopo, la ~
concezione sulla razionalit della fede
Henry Card. Newman, ed ispir la sua~ ftiiDe rilnaa da Jobn
opera, &r., ;, Aid of 11
Grammar o/ Assent (1870).
.
In questa sua voluminosa opera gli St
che, pi di ogni altro, gett le fon~taI'OIIIIIlr, ~ fu oolui
sistemati~, sulle quali nel Medioevo r~ quamo ID ~ llll:l
di teologia, eretto su una sottostruttura di ragione~1110 mlmla
ma fatto proprio nel XIX secolo da Pio IX, nquale . ~ sdJe.
ragione naturale il diritto e l'onore della credibilit.~ per la
"l""""' quiiiiD
aveva in mente Oernente.
n suo usoli del pensiero ~osofico era in realt ben !ungi clall'e.re
una sernp ce manovra tattica per conquistare i pagaui a1 Crisdmesi
mo. n pensie~o filosofi~o faceva. pane della sua lllelltalit, al egli ~
amava, p~pno come Filo~e. Sp~egare la posizione di Clemcote COJDe
un espediente per conqwstare al Cristianesimo sii strati pi elevali
della societ significa in questo caso, come nel caso di F"doae, fraintendere gravemente l'autenticit dei loro intmssi intellettuali e culturali.

cJl.:O

4. Minucio Felice

n tipo d. Cosa pensare di quei pochi aurori che inc:oaDiamo ael


mondo cristiano dei primi secoli. inclusa la tarda antichit, i qulli cer
cano di dare una spiegazione pi o meno filosofica clelia lo~ ~
senza tuttavia neppure menzionare il nome della Penoaa eia ?D l~
stiani traggono il loro nome? Incontriamo questo fenomeno ID pnmo
luogo nell'Octavius di Minucio Felice. un~~~
la
Roma, probabilmente nella seconda met dd~ .
go Octavius ha suscitato sempre la pi~ ~~h&
forma raffinata ed elegante. Sulla sua da~ c ~ di Tenulliacontroversia. ~ stato scritto prima o dopo~~~ wda.
no? Ci sono ancora degli studiosi che~ una vieDe c:oasidenEd il fatto che Cristo non venga neppUR: ~dei modcmi fito con una certa benevolenza e comprensiCJile

. r.....,o..fanl

Cfr. H. Cbadwick. &n, CbriJiiu n-t;bi.J tlw C/lls1il


1966, pp. 51 a.

CORNELIA DE VOGEL

lologi, i quali sono a cono~ct;nza dei .P~~ti letterari del.ternpo


e ci riferiscono che fra i prum apologtSO non era musuale non dire rutto'. Ma era davvero usuale che venisse passato S?tto silenzio il nucleo
centrale del loro messaggio? Tertulliano parla diffusamente della Trinit. E prima di lui Teofilo ed Atenagora h~o far_ro la stessa cosa, in
modo abbastanza chiaro. E Tertulliano era p1eno di quel grande evento della storia, il giungere del Verbo di Dio in Cristo, come compimento delle profezie di Israele. Minucio Felice, pertanto, ci appare
come un'eccezione, ed un'eccezione non facile da spiegare.
Ritengo che G. Quispel abbia risolto il problema in modo soddisfacente, dapprima in un articolo sul carattere del Cristianesimo ebraico in Africa (1968), e recentemente in un accurato srudio pubblicato
nel volume di scritti in onore di H. L. W. Nelson (Actus, 1982)6 Egli
spiega l'atteggiamento di Minucio Felice alla luce del tipo di Cristianesimo che si era sviluppato in Africa, il quale ebbe la sua origine nella sinagoga. Esso poneva una grande enfasi sull'unit di Dio, contro
gli di adorati dai pagani e le loro immagini, e aveva sviluppato una
fede in Cristo semplice e non sofisticata, del genere noto teologicamente come <<modalismo.
In un passo, in realt, Minucio testimonia esplicitamente la sua fede nella divinit di Cristo. In Octavius, XXIX 2 ss., infatti, egli risponde all'attacco ingiurioso di Cecilio con le seguenti parole: Tu sei in
realt molto lontano dal vero se pensi che un semplice uomo avrebbe
la possibilit di essere creduto come Dio. In realt, desterebbe compassione una persona che riponesse rutta la sua fede in un uomo mortale. Infatti, tutto il suo aiuto viene meno quando l'uomo muore. Minudo poi afferma che gli Egiziani scelgono uno dei loro concittadini
per ricevere l'adorazione religiosa.
Minucio Felice, dunque, riflette l'ingenuo e popolare modalismo
~e ~rev~eva fra i Cristiani d'Africa in un'epoca precedente al cattolicesimo mtro.dott~ da Tertulliano, come afferma Quispel. Ritengo
che q~~ta s~1eg.az10ne potrebbe essere corretta, in quanto offre una
base pm amp1a nspetto a quella semplicemente linguistica.

n'bilo' Cfr.b il 81B.uasddizio ben pondrato di B. Geyer in Di~ ""'ristische und schowtische
sop le,
195!12 p 49 Cfr. cb B Aland
r~
.
.
sche Obmchicbt z ci : dean
, Chnst~ntum, Inldung und riimiC'bristmtum p..;.J::ffi H ~1 "'. Ms_ Minucius Felix, in: AA.VV., Pl.tonismus und

r,

G Quis~

(196S

. U<>rtle, WISI<r 1983, pp. 11-30.


pd, ~b~ .Discumon of Giudaic Christumity, cVlgiliae Christianac, 22

m~tJ 1 -9k~np . .m Gmmic Studi~s. ll,lstanbul1975, pp. 146-158); Afrian Ch-

H. L. w. NJ::n

iJ'::br ~~lix82 and


T.~ullian, in: AA.VV., Aaus, Studia in honous of
pp. 2 75-335.

pLATONISMO E CRISTIANESIMO

5. Boezio
Alcuni secoli pi tardi, quasi aDa fine dd!' . .
contrlamo Wl altro libro di~ rilbo ~ ~.
scritto in prigione dal cristiano Severino~ ~ ~
deve anch'esso essere letto come IDI ~~diWlliJio~
tratta a l~o della bellezza ed armonia dd COlliDo, CDIIaoo, ~ I!UIIelli
pienza di. Dio che ~tto con~ e tutto vede, incluse~ ~e ..
bro temuna con Wl esoltaZlone moho seria 8 ~ ~.IIIDIDt. Ulita. Non~ ~~la _su. C~. In Boezio troviamo di IlDa Vlll_llllqla era.
cuni casi cunos1 di smcrensmo con forme di
~ID c,lllldo .&.
Troviamo anche quell'idea tipica della tarda epoca~ ~~
1a Tyche che governa la vita umana7. Tuttavia Boezio
~llliDIDadel.
~O Ort~~8 ll SUO caso era c:ertamente IDOiro . ~ lblo ID
Minuao. Peli~. Ciononostante, ritengo che Queste
da~ ci
differentt abblailo alCWte cose fondamentali in <XliiiUDe: m~ md
n~ ~~-ed.armonia dd cosmo un motivo suf6ciaue
ll09IDD
Di':' det C?Soaru. Un~ ~pp~o pu sembran:i ~=
ta~ poss~~mo essere s1cun
et sono stati tali Cristiani DJa Cbiea di
Dio, e ce ne sono ancora oggL

t;m

0e

6. Sinesio di Cirene
Sinesio, vescovo di Cirene, appartiene a questo gruppo? La cp:stime
riveste per noi un particolare interesse per il fano che SiDesio dMaoe aistiano mentre era ancora Wl platonico, e II5I IDI platooim pur esmdo
cristiano - una situazione impossibile ad avviso di Heimidl Diiaie.ID&ai,
secondo la sua opinione il Cristianesimo ed il Plalooismo SODO due cmfessioni religiose ben definite e radicalmente oppos1e I'UIIIIil'altta. O.
serva DOrtie a proposito di Sinesio: Sinesio riful l'imaa dotaina ~
na ddla redenzione, perch aveva dato la sua ~-~~~ ~
Come prova di questo fatto DOrrie fa riferimeolo alla Epist., Ul5, di Sioesio'.
1 Sia il sincrctismo che la fede odia T,cbe 10110..0 clioclllli od mia~ D,
Vi~"rlllll,1_0 (1972), pp.1-40,~: 17~ A.~ JJonjouoltt,uS.~

. . u Boezio come teologo ~ ~ .~.,....Roma 1981, pp, J(o.ZS; hdel Co"g"no 1111~ di Sllllii ~~......11.. s-r;.,llzio. ~
Zio come flosofo cristiano in ~ c&. I:- voa;;:;&. iD ~ cfr. H.

11_1 Att1

1974, ~ol. l, pp. 565-781; sUl ua.uato IN/idfUI. TMtiDD.,J~


~~dWick, Bo~1hiu1. Th~ COfiJOWIDM o/. MMJK.
JY. l'P- 174-222 l a.D'

trcap.

';;.":_othrd 1981,pp.175-180~Di

m=...... eology and the philoao


).
9 Dorrie, Di~~~~ T.
, dL p. 42,1L 12).

CORNELIA DE VOGI!L

Su quali basi formula J?O"'!e quest~ sorprendc:lt~ giu~o~ leggi..


d rima la lettera di Smes1o e vediamo quale sl8 il suo significato
moSi~:o. detto alla cattedra ep~scopal~ di Cirene _d~. POJ>?lo del
stretto di Tolemaide, nutriva seri. dub!d sulla1poss1~ilit~ a.ccettart
questo incarico, dd quale a~ert~ m m o md~ t? pro on o file Implica.
orali E si chiede: llll sara permesso 1 rimanere un osofo in
ZIOnl m

' ha
ri sto mentre
in pubblico m1 mostro come un amante di miti?
P ot;oL 4>LM>a<$Jlv, T B'lew 4>L>.DILuEI!Ilv, PG 66, 1188 A).
11 su queste parole, ovviamen.te, che J?.orrie basa ~ suo ~i~dizio, secondo il quale Sinesio avre1bbe rifiut~to1 1 U?t~fandohtt~agnific~ttana della
redenzione, considerando a _come mito ~~la . ~ e s1 . ca ~uppor.
re che il vescovo di Cirene riteneva che l mcamaz1one, la vtta di Cristo
sulla terra, la sua morte e risurrezione, fossero dei miti. quanto pos.
siamo dedurre dalle parole di Sinesio?
Questo il modo in cui egli spiega la sua posizione: non vuole insegnare agli altri le sue idee, ma non neppure disposto ad abbandonarle. Per quanto concerne l'anima, ci sono argomenti scientifici che
non possono essere facilmente indeboliti. Tuttavia, non si deve cercare
di spiegare queste cose alle persone che non sono preparate intellettualmente. Sarebbe un grave errore; infarti, potrebbe recare loro un
danno. La verit circa le cose divine un mistero. Dobbiamo aderire
ad essa, in quanto proviene da Dio. Ma non possiamo parlame negli
stessi termini a tutte le persone.
Sinesio menziona tre punti (1185 B): (l) Non sar mai convinto
che l'origine dell'anima sia posteriore a quella del corpo; (2) non pos
so affermare che il mondo e le sue parti periranno insieme; (.3) consi
dero la questione molto discussa della risurrezione come un mistero.
Su questo tema sono molto distante dal concordare con le idee dei
pi
Che cosa significa il primo punto? La priorit dell'anima rispetto al
corpo era una convinzione fondamentale non solo dd tardo Neopla
tomsmo, ma dello stesso Platone storico ed anche di Socrate che ne fa
menzion~ come ~no dei principi di fondo che egli ha sost~uto per
tutta la vua e per ~ quale disposto a morire (Platone, Critone, 46 B49 E; cfr. Apologia, 29 D- 30 A). Questo principio non ha diretta
mente a c~e fare con l'anima dd mondo, n implica necessariamente
~ualcosa c1rca la t_rasmigrazione delle anime umane, due dottrine che
m ~;je~ non vemvano accettate dai Cristiani. Per Platone, cosl come
pe otmo,la formula della priorit dell'anima rispetto al corpo non

di.

t:

oo . ,__ . .

dd mc ........ at., scnve ~~do convinto della immutabile petfeziooe dcii'IDi


Sineaio ~ondo [~. deno per ~cuo, non viene alfano menziorwa nel testO di Sincliol
&lato obbliaato ad~ l'intera domina della saM.:zza dd c:risrjanesjnx-.

011

p[.!.TONISMO E CJUS11ANES1MO

.gnificava una anteriorit temporale p


"
sta tiene insieme il corpo, e non ~entrambi indicav.. che .
m tO umano la pane dominante. Si P<>trd> e che rllllhna ba D r....
k:ca. E questa st~ta ~pre anche una~~
la priorit al corpo stgnificherebbe capoy 1gere le Cl1ltiaaa. ~
Per quanto concerne il secondo pun~ che ~
mondo nel suo ~omplesso non perir ~ Slllaio ~ che il
gnifica nec~s~namente che ':di creda nell' ~ le ~ ~ 11011 Ilimondo. Anzt, e molto probabile che non vi ~ di un IIIDa del
raneo Nemesi~ ~i Emesa, che Presenta una~11110 ~
platonica dell ~una - come una SOStanza
~
movimento e, m quanto sovrasensibile, ere~~ m caotiDuo
di un'anima del mondo, ma crede che il Creato
la dottrina
sua opera cosl ben costruita e non la lascer ~
~Prtrenai la
che Sinesio fosse della stessa opinione. Sotto quesr
Probabile
0 upeuo, emrambi
erano dei buoni Platonici.
Per quanto con~eme la risurrezione, anche Drrie
.
nesio vi credeva. Ciononostante, egli sottolinea di non
che Sid~ con le ide~ della gra_nde ~aggioranza di Cristiani cira
g1a. probabile che egli respmgesse fantasie piuttosto ingenue molto corporee diffuse fra i fedeli cristiani circa la fine dd moodo e la
ris~r.rezione. Ed '1-':lesto. che egli probabilmente qualifava come
miti, non accettabili per il filosofo, ma necessari per il popolo.
Noi possiamo dire che Sinesio avesse torto nell'affermare cbe la ri
surrezione YEpv TL ~eal 1T6ppllTOV. Tutto ci che possiamo dire
che egli assunse un atteggiamento piuttosto altezzoso nei confronti
della folla. Da questo punto di vista, indubbiamente, Sinesio rivdava stretti rapponi con la scuola platonica di Alessandria e coo la sua
amica, verso la quale nutriva un grande rispetto, lpazia. cbe. in quel
periodo, ne era il capo. Questa scuola esprimeva lo spirito ~'aristo;
crazia intellettuale, fortemente avversa alla dna16fva{a dei mooaa
orientali.
. .
cbe
.Sinesio assunse Dione come modello del <DCldo di vua
egli stesso scelse per s: una vita n~ ~ ~~
i JII(IIIICi
cato alla fosofia e agli studi leneran. Egli cnucava con
per il loro atteggiamento anti culrurale11-
quasi l'ul. In quel periodo, ad Alessandria, il Pia~ ~ irtifcia1e
tuna roccafone della civilt greca, con una facciara pw

Pliorir:

'b"tnge

=r:=:

:dedi.

tem'tz.

CORNEUA DE VOGI!L

60

di di greci allegorizzati. In questo ambiente spirituale, ~~esio mostr


la sua indipendenza intellettuale sposando una donna cnstJana, e divenendo egli stesso cristiano. E ~uando venn~ eletto vescov? di~de
un'ulteriore prova di questa indl~denza ~~~d~ che _gli verusse

permesso di mantenere ce~ modi perso~ali di VIta: m pnmo l~ogo~


non era disposto a separarsi da sua moglie o. ad abbandonare 1 suo1
normali diritti coniugali; in secondo luogo, mtendeva mantenere la
sua personale posizione intelle~ale ci~ca i tre ~unti sopra ~enziona
ti. Sembra pertanto un serio framtendirnento ntenere ~he il veseovo
Sinesio, con la sua scelta in favore delle forme del pensiero filosofico,
abbia rifiutato l'intera dottrina cristiana della redenzione. Non c' infarti alcuna prova per una tale conclusione. D'altra parte, tutta la sua
vita attesta il contrario.
Ci che troviamo nell'opera di Sinesio una forma, piuttosto fotte,
di sincretismo. I suoi inni alla Trinit ci ricordano quelli di Giamblico.
Tuttavia, il suo elogio del divino Figlio della Vergine (Inni V e VI) non
lascia alcun dubbio sulla loro ispirazione cristiana. I.:Inno IX, cda discesa di Cristo nell'Ade, descrive un articolo del credo cristiano, ma
lo fa utilizzando un apparato immaginario mitologico.
pertanto giustificato classificare Sinesio nel tipo d., per quanto la
sua figura sia certamente molto diversa sia da Minucio Felice che da
Boezio. Sebbene egli desideri essere un filosofo, non ceitamente uno
studioso come Boezio. N possiede quella misura di irriflessa semplicit che abbiamo trovato nell'Octavius di Minucio Felice. Inoltre, Sinesio era un vescovo, e la sua Lettera, 105, mostra con quanta seriet
egli assunse il peso di un tale ministero. Obbediente alla chiamata,
egli fu disposto a sacrificare in pane quel genere di vita che tanto
amava: una vita di grande libert personale, dedita alla lettura, ma anche al divertimento (traL8[a), alle sue armi, ai suoi cavalli e ai suoi
cani. Sinesio fece questo sacrificio e si dedic interamente ai doveri di
questa nuova dignit, non in una forma puramente esteriore, ma in
modo profondo, come una chiamata alla santificazione. Ma rivendic
il diritto di p~~are
che riteneva essere vero. Perch questa una
pane del servwo a D10. E questo ci che egli chiama 4>LXooOijE'tv.
S~ base delle sue stesse parole, possiamo pertanto collocare Sinesio
nelnpod.

ci?

7 Il Corpus areopagiticum
delTipo e. Nel_Corpus. areopagiticum troviamo una forma cristianizzata
Neoplatorusmo di Proclo. l'universo e la metafisica di Proclo.

LATONJSMO E OUS'fiANESIMO
p

"

modificati. L'autore introduce una DOritl qllaDdo


m~la di Dio come la Causa di tutte le coae., come ad ~.
P ce da se stesso per andare alla ricerca ddl'a1uoAmore diviDo dle
p~oclo n Plotino. l'amore cristiano di Dio. I:~~delllllll h
....,.,.agiticum assegna ad esso un posto centrale _..n_
Corpus
QT<vr
di N lat .
. . .
....,. - --'-'-U
Una forma . eop ~rusmo ~
~Ddl'~ .
principio Pnmo con l Essere e il Perwero II10luto p.r~ame
n
_n. forma personale, e considerarlo Calllll> --' _
di RlllJe
DClll'
l di

UCI ........,
IDl atto
consapevo e creaztone.
8. Conclusione

Al termine di .~uesta rapi~a ~~o~ca possiamo coocludt:re che,


nel complesso, gli mtellettuali cnsnaru non hanno ISIIII1IO IDl aaqpmento di ostilit nei confronti della filosofia greca; per lo pi, 10110
stati positivamente interessati ad essa, sebbene oon seoza ll9lllZUe Ilcune riserve critiche.

'

Gd __ ,_ -~-r/

u Ho uattato di questo te1DA adl~-llll*-70 ..


GoJ, cVJ&iliae ~." (19811, PP- ~ '

v. n comune fondamento

1. Platonismo e Cristianesimo

Non ogni forma di fosofia greca era accettabile


. . . .
J.:Epicureismo e lo Scetticismo vennero respinti men ~ 1 f~
e nella Stoa potevano essere trovati elementi validi tre m n.l~
fetti avvenne. La dottrina stoica della Provvidenza'=~ m ef.
me ispi~atrice. G~ argo~enti in b~ ai_ quali veniva
no seMre nella diScussione con gli atei. quanto in~ ~-'
. nell'A qumate,
.
o:uo::m SI YOWW
in seguito,
cosl come in Leibniz e in Wolff.
Ddl'
stoica una buona parte poteva essere assimilata: quanto fa s. Ambeu:
gio nella struttura del suo De o/ficiis, che in seguito venne integrato
nel catechismo romano ed ebbe una vita molto lunga, ancora forte ai
nostri giorni. tuttavia nei con&onti della metafisica platonica che i
Cristiani dei primi secoli avvertirono una reale affinit, che penetrava
le profondit della loro vita interiore. Per i Platonici, infatti, le realt
invisibili erano di gran lunga pi importanti delle cose visibili. Esse
solo costiruiscono la Vera realt, e pertanto rivestono 1ID interesse
infinitamente pi grande rispetto alle cose di questo mondo. Questo
mondo viene considerato come essenzialmente dipendente da
quest'altra realt, che essa sola pu essere dc:6nita cEssen: nd pieno
e perfetto senso del termine. da tale realt che il nostro moodo dipende, nella sua bellezza e nel suo ordine, per la sua origine ~ la sua
esistenza. Dio buono, la causa di tutte le cose, e c:onsem il~
do con la sua Provvidenza. E l'anima, questa nostra anima umana. nveste un'importanza infinita. Essa non si corron;ape ~~~:r-e. ma
vive in eterno, in una condizione confanne alla VIti moru::
uomo
ha condotto sulla terra.
. razionali. In questa
Questo quanto i Platonici credevano .su. basi
ria, e trOVIfC
~orma~ pensiero i Cristiani ~t~o ~~ 8
~ for
In essa il loro supporto. <?'e 1 c~ abbl8110 loro fede. fuor di
ma della filosofia platoruca per _mt:~~~la n~ Clanellle ed iD Oridubbio. quanto troviamo da <?1ustmo m ~ Ci 1100 esclude
gen~, nei Cappadoci e in A~o, fino
'altra ~che per
che 1 Cristiani vivessero essenzialmente . un ci che poceva o noo
essi era assolutamente regolativa in riferimento 8

sosten-=

';i"

CORNELIA DE VO(;PJ_

accettato. Pertanto, un cristiano


mai 8,.,._
poteva -......-~
gli non avrebbe
.
-qcosa di incompatibile con quanto
er~ stato IDSegnato COine
ual
tato
q

eh
t
n

vero. Ma egli avrebbe accettato cto e po ~ conoscer~ come m ac.

corda con questa fede, ci che permetteva -~ ~pprofo~cfu:la e ~ con.


fermarla, e l'avrebbe integrato,nella sua p1u. mnma vt~a mte'"!ore. A
la dortnna platoruca dell Essere
t 'ambito apparteneva senz altro "d
q~
- a se stesso.
intelligibile,
perfetto, eterno, sempre 1 ennco

2. La differenw di clima spintuale


Da un punto di vista fo~~e, la filosofia, ~eluso il_Platonism?, ~
molto diversa dalla fede cnsnana. Anche se il Platorusmo non e D1aJ
stato, come ritiene Dorrie, una confessione religiosa chiusa e ben defi.
nita. stato sempre un sistema fondato su argomenti razionali. Inoltre, fino alla fine dell'antichit non stato un sistema chiuso. Esso eta
aperto ad opinioni differenti, che venivano accertate da alcuni Platonici e rifiutate da altri. quanto si verifica, ad esempio, sulla questione
della trasmigrazione delle anime. D Platonismo, dunque, stato sempre oggetto di discussioni, il Cristianesimo no. L'unit di Dio, che sin
dall'eternit insieme com il suo Verbo, non era oggetto di discussione, era materia di fede. Che il Verbo si fatto carne ed ha dimorato
in mezzo agli uomini, era un'altra materia di fede, non di discussione.
E nella misura in cui i Platonici - non possiamo dire PlatonismO non potevano accettare questo, essi restarono estranei al Cristianesimo. Ma per i Cristiani ci non cambiava il fatto che Dio, l'eterna Luce, l'Essere eterno e perfetto, la Causa di tutto ci che esiste,l'etema
Bont e Sapienza, poteva essere pensato nei termini della metafisica
plato~ca.. Questo ci che i Cristiani fecero. quanto vediamo, ad
esemp1o, m Agostino.

3. Tensione e lotta
~ Ma proprio il fatto che Platonici e Cristiani avevano un profondo
andamento comune poteva diventare causa di tensione e persino di

t~ lotta. Ind~bbiarnente,_ il _nucleo centrale del Cris~esimo, la ~

Gesu Cnsto come Dio mcamato, era estraneo al Platonismo ID

~~tale. 9uelle persone che erano state educate nella cultura gre-

vita, ~d{fr platonico potevano, ad un certo momento d~ loro


saggio . .
?nte ~ questa nuova fede, e, dal momento che il mescnsttano nvendicava di insegnare la via che conduce a Dio,

PLATONISMO E ClUS11ANESIMO

"'

. . ~ a compiere 11118 scelra.


potevano sennm
va comportare mola problemi. Non tutti, iafaa:i, Per llcuai c:i6 .,_.
no, quest'uomo semplice della Samaria, cbe lldla el'lllo COllie G.a.
~ eli Pl.roae li
send in strada, ma che;, posto di fronte al
ascolt con mente aperta, ed in eao tJov il ~ ailtimo, lo
zie di Israele, e, ad un tempo, la realiz:zsriooe~ cYe ~
derio e della sua nascosta speranza_ Nel C8IO di -~ PI"OloDdO daila superbia intellettuale della tradizione della ~ 11011 c'era D
glio nazionale della tradizione rdigiosa ebraica.~~~ roqp.
li esis!enti pot~ano ~pparire insuperabili, e JIOieVIIIo ~P'*-
PtaDo amdurre ali elaboraztone di un contro-sistema 0 di
-:i.~:='
combinato con elementi religiosi 0 sam'-religia.i
.P
ca, oppure di stampo nazionalistico ebraico seguace della
Ptopla Dadizione esegetica. Un contro-sistema di stampo
dabomto
ancora sotto il regno di Marco Aurelio da ~
Cristianesimo la negazione dei valori culturali ed 111D111i. ;
crescita del Cris~esimo e .la sua fona spirituale t11111portii0Do 111111
cena asp~ n~ ~tta~~ ~nd~ contro di esso. In Pbmo, dJe
conosceva gli gn~na cns~, ~ _l'attqgi.mmrn pi C~Je~aa
del filosofo nel rifiutare ogru genere di liDguqgio cdmnm11in neallivello !iell'Essere spirituale. E certamente mcbe c:gli rivda qud genere di disprezzo per gli 6:rral&vr01. che era peculiare dd PIIIDIIici.
Porfirio, un uomo di elevata spirituall e di solida fotmaiaae culturale, riprende da Celso gli argomenti coatto i Cristimi. Indubbiamente, egli era un uomo dotato di qualit Cllllliderevolm dente.
D Cristianesimo deve essergli sembrato un movimento rin1e per
quanto concerne la vita spirituale, pericoloso per l'IIUIIZiaae dJe esercitava sulle masse, e, proprio per questa ngioae. di litdlo iDfaiore.
Infatti, il Ges degli evangelisti non co~ al modello. di un fi.
losofo: era un uomo che disprezzava la cultura e la~~_,.
retica, e che aveva una preferenza per le penoae 111111 ~Per Porc:ukaddlaDiinie
fui0, come per Celso, era la supposta ostilili
Sccoado
. Dei .c:cafroati
influmra che rendeva il Cristianesimo detestabile ed odiam.
dhawti
il Platonismo aveva perduto nel q~~
za: una sola scuola era rimasta, e qUI5I tullll Uli)izalo COD SUCCCSID
Cristiani. Pertanto, il Platoaismo. che era.~
018 aaere ~h
impiiiiD 1
per conquistare i Platoni.ci ~-n~ ~
lft9IIIO m..- quebandonato. Quei teologi ~ ~ che
to di VIIIo Dd
pensare nella forma della ~ca platoDiCI.
sta filosofia nella loro vita cnsaana. ~ questo pun
imporllllllt Dd IV_._
quano secolo troviamo nomi
La scuola platonica di ~ era

;:::o-a!:

im--

S::.,

"

GMmblico combinava la~ di~ scuola C'OD ~ DUOVo S&ririlo rdi,ioso. una sona di JDisbaSIDO, ~ ~~ teurgia ~ la credeoa che si possmo ~ ~ ~ a!Je ~~<una

sona di acramcoWismo). Guiliano, che _all-;ta _di .~n~ V8IDe


ciniziato a) Neoplarooismo da uno degli allievi di Giamblico, non

vame in effi:ui inaodono alla 6Ioso6a platonica oe1 senso che essa
. - ,...... PloOno e per Porfuio, beosi sembra che sia stato sopraffatto
.
r - drasricameDte dagli andci dei rir:i iniziarici1 Essere iniziato
e ritornare agli di pagani non era infrequente a quei trm.pi.
Nel 0150 di Giuliano, ci porew essere avvertito come un tentativo di
~ i culti ancesmli e le antiche ttaclizioni culturali La sua reaziooe pagana era cenamente un'espsessiooe della lotta dell'dlenismo
cooao il cbubarismo. ma era soprattuttO un movimento religioso,
organizzato da un uomo che si sentiva guidato da forze divine. Si trattaW di un'esahazione religiosa; con ci il Platonismo, nel suo significatO trorerico, noo aveva pi nulla a che vedere
L'ampia diffusione della religione di Mina, la grande simpatia che
Giuliano trov in Gallia, e le numerose testimonianze di ringraziamento per i suoi editti di tolleranza che si possono rimeDire in quasi
nme le pani dell'impero I'OillaJlo2, attestano la resistenza del paganesimo. La storia di lpazia, l'abile ed illustre reggin:ice della scuola filosofica di Alessandria attorno al400, offre un sorprendente esempio della
violeuza esasperata che poteva raggiungere il cooflitto &a la civilt
greca ed il popolo cristiano. Sinesio proveniva dal circolo di lpazia,
conia quale rest in rapporti di amicizia e di stima per tutta la sua vita. Egli morl probabilmente poco dopo il412,l'anno in cui Cirillo divenne patriarca di Alessandria. In quel periodo, l'opera di Giuliaoo
~ i GtJileiani,_ scritta nel 363, era divenuta moho popolare e velllft molto letta. IDlportante osservare che, circa settanta anni dopo
la sua ~~ ~o di Alessandria compose una sua elaborata
coofutaziooeJ, di cw a restano i primi dieci -libri. Per Cirillo che DOil
era particolarmente interessato alla fiJoso6a, il nc:miro da ~
DOII.di era in ogni caso il Platonismo. Da parte di coloro che avvettivaDO
~ perdendo ci doveva essere probabilmente una considertvole
dose di rancore, come od caso di lpazia.

:=

VI. positivo influsso della filosofia


.
stiano e della fede cristiana sul pla~ pensero cri-

l. Platonirmo e subordinazionismo
Heinrich DOrrie conclude la sua lunga esposizi dei
.
Platonismo e Cristianesimo con quattro giudizi ~ .1 nrap~m fra
seguente:
DegatM pnmo ~ il
~Con la.spesso o~servata propensione di molti teologi dei rimi secoli verso il Platomsmo non stato compt"uto alcun
p
_c

dd Cnsnanesuno
.
. ndla sua sostanza. La dottrina
mutamento
daormaztone
o
na si _ svil_up~a~ secondo le sue proprie leggi intrinseche. cnstla
Fm qw ~me ha pe~ettamente ragione. Ma poi prosegue:
ll Pl~to~ISm? non nentrava fra i fattori che hanno agito dall'ester
no sul Cnsoanesuno. quanto emerge in modo molto chiaro dalla disputa sull'essenza e la narura di Cristo2. Questa disputa avrebbe condotto a risultati molto diversi nd caso in cui il Platonismo, o all'interno o all'esterno ddla Chiesa, avesse potuto esercitare qualche influenza degna di nome. N il Platonismo ha mai raggiunto la sostanza dd
pensiero cristiano.
Di nuovo, quest'ultima affennazione dd tutto corretta. Per quanto concerne l'argomento precedente si devono avanzare alcune riserve. Per Dorrie il Platonismo era un sistema chiuso di natura religiosa, una confessione, incompatibile con il Cristianesimo. Se esso
avesse realmente interferito ndle discussioni teologiche di N"tcea e di
Calcedonia ci sarebbe stato disastrosO per il Cristianesimo. Infatti.
proprio qu'elle cose che sono al centro Clelia fede cristiana - eh~
Verbo si fatto carne, e che il F"tglio ~ stesS8 ~
Padre - erano inconcepibili per un Platonlco. Per ~ ~fecero
dovevano percorrere la loro strada, ed quanto dfettivamenddla
In un cetto senso questo vero. La fede viveva
~ropna
zione. Ed i Padri di Nicea e di~~ ~esci~~;:
fede nd modo pi chiaro possibile, ID teriJIIDI
rori dd!'epoca.

ttadi

CORNELIA DE VOGBL

70

Questi errori si identificavano con il Platonismo? P~obab~~te


neppure DOrrie giungerebbe ad ~are quest~. Tutta'?- egli ~bene
che l'Arianesimo fosse connesso m mod~ ~ co~ il Platorusmo,
di modo che con il rifiuto di qu~ta. ereslll ~~~a ~va condannato
anche il Platonismo. Ma le tesi di Ario sul Figlio di D1o, che, a suo avviso non sarebbe n eterno, n eguale al Padre, e neppure simile a Lui, e
~to non sarebbe in grado di con?S~lo, costi~n'? in fondo,
uno sviluppo piuttosto indi~dente, .il CUI carattere ~cilmente potrebbe essere definito platomco. Fr. Ricken, nel suo saggto sopra menzionato descrivendo i tre diversi sviluppi che derivano dalla accettazione dell:ontologia platonica, definisce la posizione diArio come Una
delle possibili conseguenze); il che significa, una conseguenza dalla
quale veniva esclusa ogni forma di partecipazione o di analogia. Ci
in netto contrasto con la posizione di Eusebio, il quale potrebbe sembrare molto vicino ad Ario con la sua subordinazione del Figlio; Eusebio, tuttavia, elabora questa concezione in modo molto differente, pi
in linea con il pensiero di Platone e con la testimonianza della Scrittura.
n terzo possibile sviluppo sulla base dell'antologia platonica era
la teologia di Atanasio. Invece di separare le ipostasi le une dalle altre, Atanasio sottolinea la loro essenziale connessione. Senza il Figlio
l'essenza del Padre non completa. Proprio come una luce non pu
esistere senza irraggiamento ed una sorgente senza un fiume che sgorga da essa, cosl Dio non pu essere separato dal suo Verbo, dalla sua
Sapienza e dalla sua Verit (Orationes contra arianos, I 29). Attraverso
il suo. Verbo Dio ha creato il mondo, ed Un'immagine del Verbo
stata 1mpressa nelle cose create (Orationes contra arianos n 79). Troviamo in Atanasio l'immagine preferita da Filone quella del sigillo ed
il modo filoniano di parlare del Verbo come c~tore del mondo ~e
no~ mai separato dal Padre ma sempre in rapporto con Lui. teologi par!ano frequent~ente di immanenza in riferimento al Figlio.
~ realt~ ~are~be me~lio non esprimersi in questi termini. Infatti, il
dtvtno ':lmane m se stesso trascendente, pur operando nel mondoerbo
e nella stona.
PlaFr. R!cken ha perfettamente ragione nell'osservare che l'antologia di
de~~~ ~dse della teolo~ia di Atan~io. ~ questo senso- co~uMa . 51. eve parlare di una elleruzzaZJ.one del messaggio crisna~C:la egli ~1 affretta subito ad aggiungere che, nei tre casi da lui trat
~~ne ha sempre svolto anche una funzione critica nei concerne Atan:rcaRicockenncezio~e dell'essere e del mondo. Per quanto cono,
sptega: Atanasio cerca di eliminare, per mezzo

nm;ti

'Ricken'Zur Reu,tioll... , cit., pp. 337 ss.

PLATONISMO E CRISI1ANESIMO

71

logia la

della on~o

p tonica, il conc:ato di Dio della


..
aristotelica, panendo dalla venuta storica di Criao tlldiziooe ~
Siamo un po' perplessi di &onte 1
sulla terra.
teoretico di spiegare l'opera di A~
modo CO fonema.te
del quatto secolo ha realmente cercato di
Padre ddla ClUea
fico di Dio? Possiamo osservare inciden~ nCODc:eao &bo.
Dio come b 6VTIIl! ~~~. Atanasio utilizzava
&mn~Dd. Pl!lare di
vemente modificata e prendeva effettivamen:ie
Plalooica liesica dell'es~re t;tBscendente autenticamente plat= ~ JDeta!i
nel concepire Dto come essenzialmente insieme

tuttavia,
come. mai separato d~ esso. dal Verbo e dalla Sap=:: ~~~
effettivamente combmato il concetto aristotelico del pensiero divino
(v6T)<ns vafJaflllS) con 1'611TIIlS' 611 di Platone, pu~
sere posto in dubbio. lo non ritengo che le cose stiano affatto : :
Ma, dopo tutto, Atanasio ha cercato di correggere 0 di cp~
qualche concetto filosofico di Dio? No, egli non era interauto ad
una tale questione accademica. Atanasio ba c:erc:ato ~m~plicemmte di
esprimere nel modo pi chiaro ed esatto possibile la fede c:be la Odesa viveva da secoli, accuratamente conservata dalla sua trumiaione di
generazione in generazione, ben consapevole che si traltaYI del deposito pi prezioso proveniente dagli Apostoh"'.
Nel suo saggio Ricken tratta in particolare di Eusebio di Cesarea.
Ora, questo autore applica al Figlio di Dio lo stesso genere di immlgini che troviamo in Filone, il quale rappresenta il Logos come il conduttore delle potenze celesti, una immagine che deriva claltrattato ellenistico De mundo, e che era stata ripresa da Platonici come Maaimo
di Tiro e Numenioa. Le immagini del generale di un esercito bai ordi4 lbitkm, p. 3.50. Rickm scrive:~~ . ~ MiaeiD~~
schen Ontologie den GottcsbccrifF der pia~-~cali 11111 iaJmda
Christuaereianis ber au&ubebca. Caa ~
.IIIJIPCIIIIO
-~~ma ~iuttosto ~.d un~
.,.da di '16 &moJr 1111,1111
S1 deve dire che AtiiDIIIO, m Or. c.
lltlibud di Dio.
usa Tb 6vrc.1s 6vTa accmto .d 4A~J~kaolv ~ ,.._,~-- ~-:..........:t. lir H. Diiaie.
6 ar. il mio conaibuto in p~"""...,._........,._...
Miinster 198}, pp. 298 u.
Auulio ~ 11.-- damoD<il: dale Jllli
7 Cfr. O..tion~s contWI wnos, I ~
. uaa Cftiii!D? Oli ba iDieiP*D Ialo
hanno ascoltato questo, oaia che.~ ~~......mi della fede1 Ma ci& elle DIII deuna tale dottrina Quando 10001ta11 iltrUlllael ~ elle COli ~- R
riva dai nostri p.arl ma~ ltalO ~ elle~~
.
non quelle falae dotuine che S. Paolo ba~ 19 101 e ~ ~ 12, ' 1

?:f.':"

Cfr. le mie OIRtVUioai l F"dane.lk "'"'..:.. ~- ~~


Grnok Pbilosophy, m. 1}0), b, c. D
opere 1kr Arisiouiis-G U Mll
da P. Moraux oel-do vol~~-Iepp.}7-48.
Gri~tnr, Berlin 1984; .W cap. 6 - -

uw;::-'!.

dd .

re di una nave, che Eusebio riferisce al Verbo di

nato~- . umonabeabilmente dal celebre dialogo di Aristotele Depb


Dio <X'nvano pro
.
. . dalla
,.
lowphu'. Euse~io potrebbe aver tratto queste unmagmt
tradi.
lione.alessandnna.
d d ao A
non ahhandoGaungen do a Atanasio ' Ricken con edu .e : . tanasao
. . teo
logtci;
. ..,_,,
cosmologico
dd
Logos
1
suoi
meno
na il concen o
di .
l
"""511
iunosto cerca di moclificarlo e. mtegrar o.
p Q
amente lo srudaoso tedesco che parla. D Padre della
w, nuov

al
h di
.
la
Chiesa Atanasio non ha cerc~to tro c. e espnmere sua fede,
che egli sapeva essere la fede VIVa nella Ch~esa.
.
,
Molto giustamente Ricken osserva che m ~tanas1o, sebbene l ontologia platonica dell'Essere eterno e perfetto s1a.alla base della sua teOlogia, il clima spiriruale non quello dd Platorusmo ~reco. a:"'~u~
una trasformazioneli: il vero essere (6VTWS ~v) ed il vero Dio e il
Padre del nostro Signore Ges Cristo; al centro dell'interesse non
pi la relazione di Dio nei confronti dd cosmo, ma la sua vicinanza
all'uomo in Ges Cristo. Ricken parla di 111utamento delle categorie
antologiche - dalla dottrina delle ipostasi a quella di una connessione essenziale12 -: ci deriva dalla nozione di Dio del Nuovo Testamento; non il risultato di una discussione filosofica.

2. Deelleniwzione?
Ho precedentemente menzionato la risposta di Ricken alla attuale
richiesta di deellenizzazione>>. Egli ha mostrato come nel pensiero
teologico, fra gli altri, di Atanasio una deellenizzazione della metafisica
platonica sia effettivamente avvenuta. Ma noi possiamo fare del tutto a
meno di quella forma della metafisica greca? Non forse indispensahi
le per esprimere la rigorosa trascendenza di Dio rispetto a tutte le cose
c~eate, e, ad un tempo, la sua insuperabile vicinanza all'uomo? Possediamo qualch~ forma di pensiero migliore od anche equivalente? No,
n~n .la possediamo. Se esprimessimo la relazione fra Cristo e Dio in ter
nuru meramente funzionali, perderemmo ci che Atanasio nella sua
lotta contro_J'~ri~~~o, ~a conquistato per la Chiesa.
'
Questo e il gaudazao di una persona che ben consapevole che la
' Ariatotde,
'D (cfr.
la mia G?:e!bp~~:pb~ lll2 b Ross, presso Sesto Empirico, Adv. dogm. ID 26-

Rickm Zur

' .sopuy , 426 b).


~IIOn "',p. 349.
fueo,. . loc. al.: daa Gottesbild ... hat eine wesentliche AkzentverlageruDI er
12 Rickm,loc. cii.
18
11

lUcl.en'

J>LATONISMO l! CIUSTIANESIMO

urnha
.
ICUe
m o
cene unplicazioni
-...~-: .... _

me

certe co~~- teologiche che~ e ..


qlleRo Eco ba
Tuttavt,a D?m~, che ritornato ~ ~ la fila.o6a.
apena. un ampia diScussione, non abbaDdoaa
QUelooe dopo
li era
Platonl~~o un'.unit sistematica di
.
la ~ JIOiizioae: l) il
compatlb~e con il Cristianesimo; 2)
e --.IJtrneare iacun contnbuto alla fede cristiana; 3) ed ~._, 11011 poteva due Ilperch alt~enti ci~ sarebbe stato menzionato~ 11011 l'ba dato,
documenti della stona del dogma della OUesa
qualcbe pane Dei
. In s~ondo _luogo, Dorrie aggiunge: un ' ~coli 11011 ..
s1ddem teologi platonizzanti dei primi secoli errore nteDere cbe 1 ~
tenzione di cercare nel Platonismo qullche poamo ~~ l'inproblemi di fede.
aiUto per --=: 1 loro
S~ questo punto Dorrie ha ragione. Ci sigoi6ca, tuttavia,
la
questione non ~ovrebbe essere posta in questi tenninil'. 1 teologi del
quatto o del qumro secolo non guardavano al Platonismo
un aiuto per risolvere i loro problemi. Tuttavia, dal~~
tologia platonica era alla base del loro pensiero ed era stata ~
nelle.l<?ro concezioni su Dio e sul Verbo divino, essi si espressero Dei
te~ eh~ ~o _loro familiari. ~, tuttavia, non era n un qualcosa di
estenore ne di madentale. Non SI trattava di un metodo o di una~
gia volta a raggiungere le pi ampie cerchie di lettori, come suppooe
DOrrie14 Egli ha ragione nel definire un anacronismo l'inunagine dei
teologi del primo Cristianesimo come persone che ceravano di raggiungere chiarezza nei loro problemi di fede consultando i filoso6 platonici. Questo quanto fanno i teologi moderni, ma noo era l'aaegiamento degli antichi; essi non avevano un tale atteggiamento inldlatuale, ma desideravano semplicemente insegnare, coovincele, ~u:
Nel sostenere questo, tuttavia, DOrrie p_rati~ ~ ~ ~
smo, in quanto attribuisce ripetutamente agli scntton antichi. da Filone di Alessandria fino ai teologi cristiani del Q1WtC? ~ un atteggiamento intellertuale che pottebbe essere quello di un ngoroso Iuterana, o di un barthiano, che nega che ~e e Gerusalemme ~
no avere qualcosa in comune. La cfedeo e per natura ~abbia
versa dalla filosofia. Per questO, J:>?rrie ri~
imJn8liai
no fatto una cosa meramente estenO~ usan__,_,.~; _...n. fede rdifamiliari ai loro lettori con lo scopo di CODq_.. ,...,.._

me

=me

me

t ;:i!'::00

la
. " Non in1e11do dire che Bicba o qUIIqua ehro ,.y,;. . - . , mente in queste forma.
.
14 Dorrie, Die~ ~.~.<4),!'- 2. Ha11uDa ._ .... 'J1IeakF, clie
" lbitkm, D. 124: cEiDe dcrart (ausdscbe

zur Feder sriffen, durcbaus frcmd.

CORNELIA DE VOGa

74

gioia che in realt, appaniene ad un altro ordine. Penanto, Filone


parlava Giudei ellenizzati dei suoi t~pi nd linguaggio_ ~osofico
non per approfondire la loro compren_slo~e filosofico-~elig1osa, ma
per fare in modo che essi cessass~ro ~~ ft_losofare. e ?t?~as~ro a
cMoso6. Ed in modo analogo, gli scnnon e teologt cnsnam de~ primi secoli usavano il linguaggio dd Platonismo non per accrescere la
comprensione filosofica dei loro lenori; essi usavano q~esto. ~guag
gio semplicemente come un mezzo efficace per convernre gli mtdlettuali platonizzanti di quei tempi alla fede in Ges Cristo, che era, in
realt, qualcosa di completamente non ellenico 17..
La mentalit di questi autori era in realt molto d1versa. N per Filone, n per i teologi del primo Cristianesimo, la filosofia era una forma di pensiero meramente esteriore, un apparato idoneo a convenire
una cena classe di persone colte, un mezzo efficace che poteva essere
rigenato dopo che aveva svolto la sua funzione 18. Questa la posizione di DOrrie, ma non affatto l'atteggiamento che gli antichi avevano
nei confronti della filosofia. Filone di Alessandria nutriva un grande
amore per essa 1', e lo stesso vale cenamente per Clemente. E come Filone aveva fatto con Mos, cosl Oemente credeva in una pi profonda
penetrazione dei misteri della fede cristiana per mezzo ddla comprensione e della riflessione filosoflca 20 Altri erano pi distaccati e non di
rado Platone venne ingiustamente criticato su certi panicolari per
mancanza di comprensione. Si deve tunavia affermare che, dal secondo secolo in poi, la metafisica platonica dell'essere perfetto e trascendente, da cui dipendono tutte le cose visibili, diventa una pane essenziale e persino fondamentale della fede cristiana. E questa era una cosa che non poteva essere perduta.
Quando, nella discussione con Dorrie, altri studiosi hanno richiamato l'att~~ione sul Corpus areopagiticum come un esempio di Platonismo cnst1ano che ha esercitato un grande influsso sulla teologia cristiana, ed in particolare sull'Aquinate, essi si riferivano al fatto che S. Tom-

ai

I~itkm, PP: 12-13: e~. geht ihm (Philon) nicht wn eine fnung zwn Hellenib:t:nhin:
Ganz un Gegen.teil ... Der Weg, den Philon weist, 101l durchaua nicht in
lW:htdeungen beachntten werden ... Philon iat ... bemiiht einen Weg zu erOff16

clcr

aus r helleniatischen Wdt ins] udentwn zuriicldiihrt


: Darric, i!'~d., p. 13: erwu ausgeaprochen Un-Hdleniach~.
nel D:Orric ibid., p.14, dopo aver affermato l'efficaeia dd mezzo adottato- in quaD10 h ~ un RCO~ !juui tutti i Platonici 10no divenuti cristiani -, conclude: cDa~Zweck C:Mft~tliche Platoniamus 10fon; er batte ala Mittd der Oberredung

Dell,

il li.'' Oueatola P,unto ~ lta~ rilevato molto bene da Runia ndla aua opera su Filone ed
;::eo p toniCO 10pr~ Citata.
~:~a ~ le o11erv11Zioni eli Henry Chadwick a propotito dell'etente, cw abbiamo fatto riferimento nelle pagine precedenti.

pJ..ATONISMO E CJUmANEs!Mo

maso lesse il De divinis rwminibus dello p


.
~
uher tk Cllusis r:H=~oscendone l'origine ~~ ---~
di gli Ele~entr di. teokJgia di Prodo nell~ ed iafioe le. e-.
na di Guglielmo di Moer!Jeke (U68) 11110 studio~ tladuDooe L.i-

chiaraJnente visibili nella dottrina di' Dio quale ~ aa IJOriao U.U


bro d~ ~~~ma Co_ntra Genti/es, dal capitolo 6~ ~Del~ irimentt DOme ha nsposto facendo una Detta diori~ AqiJelli riepatristico ed il Medioevo. Egli menziona le
.
~ il periodo
l) Nel tredicesimo secolo Proc/c ha~~.
buto allo sviluppo di un'antologia filosOfico.teologia;~tale Clllltricolo, invece, Plotino e Porfirio non hanno esercitato
~ sesimile sul pensiero cristiano.
llellun iJifh.,
2) Nel tredicesimo secolo si verific una discussione fra
.
professione (ein Streit unter Fachleuteruo) una cosa cbe ~ ~
1100 1D11
avvenuta nel periodo patristiooll.
'
.3) Solo ora la logica di Aristotele viene coinvolta nelle dUcussionF4, divenendo la base dell' ontologia scolutica. Attmmo il l'lato.
nismo che proveniva da Proclo la dottrina cristiana vame uriabita;
ma ci vale, spiega Dorrie, con un'affermazione dam!ro sorptmdmte, Solo per l'Occidente latino.
Dobbiamo considerare questo quadro tracciato da Diirrie cm IDII
cena benevolenza, come una reazione pi o meno improvvisata dovuta a informazioni piuttosto casuali ed unilaterali. Trascuriamo per il
momento il fatto che il mondo del Mediterraneo orientale anaaiz.
zato da una ininterrotta tradizione cristiana con tratti pWooici put
colarmente foni, che si estende da Origene e dai Cappadoci fino alla
teologia e alla spiritualit onodosse dei nostri giomP'; una tradiziooe

. PIDdo doi podi di


21 1n Summa contra g~ntiks,l70 e 71,IIOVWDO l~~ m74 (..o. di
causalit, Ekm. th., prop. .56 e .57. Si veda ~ S"d: aiiiiN
~ di PIDdo. &vina provvidenza). E.R Doclds, oella lntrot/JIVDM
~'-il
En Je proments of theology, Oxford 1933, p.
n. 4, ba "':D~'C~ p.
p<llizioni 28, 30, .50.54, 124 e 190 e l'UJICII:'~ nel aioodo biJ1D1iDo e adl'oc
XXXII, menziona l'influenza cJea1i ~1 . .a-, ~t PJ.io .M l't..
cidente. Si veda anche il aecondo capt::U,
1990 !"' 114-1611.
lo,ism, Lciden 1986 (trad. ital. diE. P
..oic-odt~ 1 rJra~
22 Dorrie, D~""~ Tbeologe, P 44.~~.... _.,_,l c:rillioDi bomto C..
21 Ibidem, p. 43, n. 3: Eailtniuum UCOI"~-~
to una cauta aelezione, ed hanno~-

XX?'l

re.

~---'-~
xr.a.~Dr.
24 /bidem: ]etzt entwurde~19
32 spec.iatllilaliVII.~ 17trPfli.
."S. Boulgakov, L'Ori~~~~~~ dr. aDC~~eCP.SbcJdoD-"~ o/ 1Aitr

..m

takis, U. philosoph(~ byulltm~. Plllll 1~~1. '171e ~g~


losophy of lcons, m: A.H. ~ ~ 1967:-PP. ~l
G~eA: 11nd Early MetiillnJal rliiiU>UI"'T
GIOVanni Scoto Eriuaen&-

. dai commentatori alessan~ del. q~no e del Quinto


che. ~re d' prodol) ha combinato gli studi di Platone con una
teeolo (pnma. 1 eli 1~ica aristotelica, che va dall'lsagoge e dalle
solida fi?nndi~Ponrfie ~ fina0 alla --.l..tta scolastica di Giovanni D81J1a.
C.ttgone
o no
pg"' d
'cl pedi
scena, il quale ha int~ott~ la sua gran e opera ena o
ca con un
trattato sulla logica anstotelica.
direttam
Ma ritorniamo all'Occidente latino, anche se non
ente al
tn:dicesimo secolo come suggerisce DOrrie. Jn!atti, la logica ~~
ca era stata insegnata nell'Occidente molto ~nma, e la s~a appli~o
ne a problemi teologici era stata fatta per .P~.o da Boezio, alcuru decenni prima che le opere dello Pseudo-J?iorugl fa.ces~ la l?ro comparsa. Attraverso la traduzione di ~~~- Po~o di~e il grande
maestro di logica nell'Occidente !anno. C1o che VI fu di nuovo nel tredicesimo secolo nell'Occidente non fu la logica di Aristotele e l'uso
che ne venne fatto in teologia, bensl lo studio di quasi tutte le sue
grandi opere di scuola, la fisica e la metafisica, l'etica e la psicologia.
Questi scritti, che allora vennero tradotti per la prima volta in latino,
furono commentati dall'Aquinate, il quale utilizz i commentari di
Averro, sicuramente molto meno platonizzanti dei precedenti commentari di Avicenna. Tuttavia, dato il grande interesse che riveste la
questione, mi sia. pennesso di seguire la linea percorsa dal pensiero
europeo greco-~nc:ntale durante lo stesso periodo, e di fare in margine
alcune osservazJoru.

VII. Seguendo la linea del cristianesimo orientale

1. La scuola filosofica di Alessandria


La scuola !ll~s~fica di Alessan~ria del sesto secolo non era particolarmente anticristiana. La magg1or pane dei tardi commentatori di
Platone _e di A~stotel~ divenne cristiana, e la tendenza generale era
quella di armomzzare l due grandi filosofi dell'antichit classica, Platone ed Arist':ltele. ~ebbene la ~o~ca di Aristotele costituisse una pane
normale degli studi neoplatomc1, a partire da Porfrio che essa assunse una posizione particolare. Nella metafisica si preferiva per lo
pi Platone. Questo il genere di filosofia che conosciamo da Boezio:
egli era un maestro di logica, ma un platonico in metafisica 1 La stessa
cosa pu essere detta di Leonzio di Bisanzio, un contemporaneo di
Boezio. Egli visse circa vent'anni pi tardi, e fu coinvolto, molto pi
dei suoi contemporanei romani, nelle polemiche contro i Nestoriani e
gli Eutichiani. Nelle controversie cristologiche del sesto secolo fu uno
dei primi bizantini a fare un ampio uso di concetti aristotelici, in parti
colare delle categorie. E come di Boezio si pu dire che gett le fondamenta del metodo scolastico nell'Occidente latino, applicando la
logica aristotelica a problemi teologi~ n~ ~ ~~pu
essere definito l'pXT]y6s della scolastica biZSDtma. Egli. tuttaVI8. ~
essere visto in connessione con Basilio il Grande e con Gregono di
Nazianzo, e deve essere considerato un neoplatonico, nel senso che tale termine aveva in questa epoca.

2. Massimo il Confessore
Un secolo pi tardi, Massim~ di ~polis, com~emcnte ~
. il eo:....:---re divenne il grande difensore ed mterprete degli
MSSSimO
Dl.,._, '


odo . ttosto
scritti dell'Areop&Jita. Questi scrito erano apparsl,m m . pw .
.
. nella prima pane del sesto seco~. ~ ali ~ di Massimo
lmprovv_ISO genere accettati come autenaa. Egli difese la loro sunon ven~vano m

CORNELIA DE VOGEI.

78

questi notevoli scritti


te e' il fatto che spiegodi
.. .
. p1u 1mportan
ana, erano spesso di
tentJCJta. . dell loro fanna neoplatonica-pr
m' un senso completamente ortodosso. Masa .
che, a mouvo
li
. In" .
f cile comprensione,
dana per questo compito. ram, eg non solo
n.on a
.
. . ali ta di quel tard o pensiero
Sun o era 1a persona anella elevata spmtu
visse complletamenvt.tseJ.one cosmica di tutte le cose che procedono (grae11
..

greco ' con ) ad sua


Dio e a Lui ritornano, ma VISse questa VISione n o spiente " a d gli apostoli. In un tempo oppresso d a nuove eres1e
dualm
. d .

li d'

nto e1 proretl e e
Ivenne verasostenute dall'imperatore reggente, eg

e11
1
.
che vemvano
mente un defensor fidei, sia con un.a smgo are perspicacia mt ettuale,
m' vm cibile fennezza d1 carattere. Nella formula, apparen.

dia
li 'd
l - C
s1a con una
temente accettabile, di <<una sola vo onta ~ nsto~ eg VI e ~e .
tamente il pericolo che si ?~sco~dev~ nel linguaggio monofisua, q~e!
lo, cio, di un'eccessiva spmtualizzazJOne che poteva f~r perdere di VI
sta il Ges storico. Massimo fu duro nella lotta e preciso nelle sue argomentazioni; si era preparato per le sottili discus~io,?i ~on uno studio
della dialettica che andava certamente molto al di l di quanto conosceva Leonzio 'in questo campo. Tuttavia, per lui la dialettica non era
che uno strumento. La us al servizio della fede.
Sicuramente Massimo desiderava condurre una vita di isolamento
nel suo monastero. Ma, invece della iJcruxla, dovette affrontare una vita di lotte e di roventi controversie condotte nella fedelt al credo di
Calcedonia. Una vita che tennin nelle persecuzioni, nelle torture e
nell'esilio, e si chiuse con una morte crudele. Ma la sua opera non era
stata vana. La ripetuta analisi delle difficolt contenute nelle opere di
Dionigi e di Gregorio di Nissa rispondeva ad una reale necessit dei
suoi contemP?ranei, e costituisce ancora oggi una preziosa introduzione ~ teologia ~ alla spiritualit di questi Padri. Due secoli pi tardi, i
su~J commentan al Corpus areopagiticum divennero un ponte attraverso il quale questi scrit~ famosi, ma alquanto oscuri, poterono trOvare
access.o ~el mon?o occidentale - un'eredit del tardo Platonismo che,
tuttaVIa, m quest epoca poteva difficilmente essere intesa ed assimilata.

3 Giovanni Damasceno
al

I:opera enciclopedica di G'IovanruDamasceno ha cosntulto
un
tro ponte
gica di q~es~tta nella Pnrna met ~eli'ottavo secolo, la sezione teolosecolo2. Vers~'il~ ~enne trado~ m ~~o sin dagli inizi del decimo
51 Bergund1o dt Ptsa tradusse quella parte
Zd
zJ. de Guellinck, in <l
fetenti traduzioni del De f:r:t~- ~., 12 (1912), p. 448, menziona quanro dif

s.

J_

' """""" m questo periodo.

pLATONISMO E CRISTIANESIMO

79
dell'opera dd Damasceno che va sotto il .
.
Geyer ne ha mostrato il significato dal nto~ De fUk orthotltnr.
ne ~~ cultura3 G!o~anni Damascen~~to ~VIRa ddla ~
uadiztone ddla ~atnsnca greca in modo ~ trasiDeao l~~~~~ua
Magister sentent111rum di Pietro Lornbar~ ordinato. n
?ello e molto ~d suo materiale, e per la grande~ qui ~ suo.IJIO.
il Damasceno e stato una continua fonte di m """"!' '!eD~
che qui mi propongo di vedere in che modo lao~ nCOIDpilo
la logica aristotelica abbiano trovato posto nell' ~ Platooia e
Giovanni Damasceno era essenzialmente
~
cupazione essenziale era qudla di Presentare una~CUI Pl'eOC
ta, ben ordinata e ben fondata ddla fede ortodossa 1i
. compie.
lizzare questo compito sono necessarie alcune condizi~rea:
artigiano sonoEnecessarie cenlae co~diz!oni per ponare ~p=
la
s~a ~pera:
ne~pure per
regma e sconveniente servirsi di alcuni
schiavt4 Gtovanru non e affatto scandalizzato-da questa metafora. Al
contrario, ritiene che si addica pedettamente al suo caso. Infatti, la logica e l'ontologia sono ovviamente dei prerequisiti per la teologia; m
zi, esse sono dei prerequisiti primi. Pet questo, nella sua opera enclopedica intitolata ITTJ'Yll yvWoflS', la dialettica viene coUocata nella
prima parte. Giovanni Damasceno, infatti, teneva in grande coosiderazione lo studio ddla logica: lo apprezzava come uno strumento indispensabile per realizzare il compito che si era proposto.
Ma altri Schiavi erano necessari: la seconda pane presenta una
breve storia ddle eresie. Ndla terza pane, invece, viene iniziata l'opera vera e propria. E ci viene fatto in un modo molto ~~ in
quanto Giovanni aveva una buona co~os~ dd ~etodo SCielltifico.
Questo per quanto concerne i pnnapt formali. ~~ terza pane
(De fide orthodoxa) la tradizi~ne ~d ~rpus_alt'Opil=
il ruolo dominante ndla dottrtna di D~o: qw n~ ~ dam
di tutto
Piatonismo cristiano che prevale. Dto, che.~ il fon .ento oscibile
"' ehe estste
. e di ognt. conoscenza umana' la~ m se steSSO mcoo
cto
e pu essere
ed ineffabile. Egli non ha riv_elato alldi'~omo ~=-tuttavia ~ l'Escolto solo ndia fede'. al di sopra tuttO Cl

d!
?a

U:pen

.:1n

CORNELIA DE VOGEL
80

l ~ li contiene in se stesso l'essere nella sua totalit


sere stesso: n a~tlfi,egt'to di essere senza limiti (ot6v n 1rt>.a'YOS' o66
come un oceano m m

o{QS' 41TfLpDV Kal d6pi.OTOV )

4. Dio come l'Essere


Platonica l'identificazione di Dio con ~ ~e. ela~dn latifvolo~t
divina1, mentre un tratto specificatamente cnsuano e ! en CUlone con l'essere. un aspet~o, ques~o, che ~~n pres~t~ m Procl~, ';D&
nello Pseudo-Dionigis, e m quasi tutta l mter~ tradlzlone_patnstJca
prima di lui, quella che, lungo la linea del Medit~rraneo onen~e. ~
da s. Ephraem ad Atanas!o: al f~oso qua~~ discorso teo~og1co eli
Gregorio di Nazianzo, a Ctrillo d1 Alessandna . la parola ~volta da
Jahweh a Mos (Es . .3, 14): 'Eyw d~L b ~v (<o sono col~ ~e ),
secondo la traduzione della Sepruagmta, un testo che qualswt lettore
colto di lingua greca nella tarda anti~hi! avrebb~ in~erp~to al modo di Filone di Alessandria: Fra le vutU quella d1 D1o sussiSte davvero dal punto di vista ontologico, poich anche Dio il solo che resti
saldo nell'essere. "Io sono Colui che fa comprendere che le realt
inferiori a Lui non sono, dal punto eli vista ontologico, veri e propri
esseri, ma sono considerate sussistenti soltanto dall'opinione corrente
(~ Bt 116vov fxllfcrrd.\IQL VOILL{OIJIIIIlll)10 Filone spiega: esse sono solo un'immagine (11l111111 m\ ci1TELK6VL!7J1C1) dell'essere divino.
Filone, in realt, si esprime in termini pannenidei quando dice che
solo Dio Sussiste nell'essere (lxjltCTTlliCfV tv TeP ElvaL), mentre le
llllla collOICibilitl o non-conoscibilitl di Dio: U Dio trino pull essere compreso ed
adorato solo dalla fede, mam, oli Ctrn'lafL o(& lEfpa.VJ\afL, oli +a~~fL,
"'cnp yp lpal>dTaL, 1'0IICJO{m., 1f~OII d')'IIO(tTIIL, m\ llactl !IOMmpa.')'llOI'EtTIIL, r
mWMCW Kp{nnno.L, 'A1rfPLiP'YIII TOliiW ~ 1rpocllCUI'fta8w llflls (nW Tlilv m
cmillll, 'AICaTd>.tJtrras yp b lk6s-. La cExpooido fdei, o IH fide ortotlou si apre
con !'aEI'en;nazione della inconoscibilitl di Dio (PG. 94, 789 A; Bonif. Kotter, Di~
St:brift~,. at., n, p. 71: Non si deve cercare o inveotipre curiosamente cib che non ci
~ ltlto t~esao. dsi unti profeti, dagli apostoli e dqli evangelisti. Cfr. Dionili

st 11Dm.,l1-2, PG. 3, 58.5 B-588 C; 15, 593 A-B; V 1-2, 816 B- 817

~~wlf

~li~. o~, I 9, ~- 94, 836 B; Kotter n, p. 31.


ftlllle:~l2~~D ~~IV 10, PG. 3, 708 AIB, tul Bene come cauaa uni
oonwure-. Damuceno, IH /k orlhoJou, IV 22, PG. 94,
1197/1loo ~
D, p. 35 {Dio ~~_;..~j_~!11l. Cfr. De_~ orth., I 1~, ~: 94, 844,, ~
- ......... con UD riferimento a Dionili Areop&lltl. Di11.
- '89 D.
l !>~onici Areo
7

'Peri nc~f?i" !fD"'.V4 ,PG._. 3, 817 C

AA.VV., Fm,.H ~~~colo MtiU Sdtllpbilosophie 1111tl Christ~tllllm, ID!


IO

FdoDe, Quoti tkt;,;IIS, ....: 160. 1958, vol. l, pp. 527-548.

CORNELIA DI! VOGE!.

82

h cosa intendono dire questi avversari della


Atanasi.o n.on vede ~o~trario. Certo, noi n~m siamo in grado di
formula d1 NI~ea? Ald. Dio egli dice, e tuttaVIa comprendiamo che
comprendere I essere . l .
. .
he viene mdJcato.
.
il .
.
e Lui stesso c_ ..
di lo Pseudo-Dionigl apre qumto capitolo delDue secoh plu tar 'n i distinguendo l' Essere sovrasostanziale..
la sua operj 1 nomt jvdi sopra della ragione e del linguaggio umano'
che co~p etan;tent~ ache identico con il Bene, e che la Causa
da quell

fl usso
.. Essere-m
h
seOra Dionigi che h a esercitato
un grand e l1l

Pla


rutto c1o c e esiste.
torneo cnsttano

h Occ1dente era certamente un


O
sia in nente c e m

. .
1
li

Nella sua trasposizione della ~eolog~a dJ Proc o: eg p~es.upp~ne ~


..n tanziale che drmora m una luce maccess1bile pnma di
wcue sovrasos
'd
Arn
di

parlare dd Bene come Provvt enza, come


ore vtno e
gtCungere a1versale Egli corregge il Neoplatonismo insegnando che
susa un

.
l'al

d
l'amore divino lKo-ranK6s, ossia ~cerca . t~, e no~ sc~tunsce a .
un livello ontologico inferiore ma e propno l amore dJ D1o quale s1
trova nella Scrittura 14 . Cionondimeno, lo stesso autore talvolta si
esprime in termini che potreb~ero dar adito ad int~rpret~o~ panteistiche, anche se si potrebbe d1re che, con la sua chiara distlllZion_e ontologica fra l'unica causa trascendente e le molte cose create, egli aveva escluso ogni forma di panteismo. Dio l'Essere stesso che conferisce l'essere a tutte le cose esistenti. In un certo senso, Egli presente
nelle cose create. Potrebbe sorgere la formula di Dio come dator /ormarum. Ma potrebbero derivare anche cose peggiori. La nozione di
dtrt"Lpov, quando viene assorbita nell'Uno assoluto, potrebbe condurre alla equazione di Dio-essere assoluto e del 11ulla. Naturalmente
questa conseguenza stata tratta, e non solo in Occidente.
Dionigi ed il suo traduttore latino Scoto Eriugena harmo offerto
una versione cristiana di quella concezione di Proclo, secondo la quale
rutt~ le cose. derivano da un'unica Sorgente e ad essa ritornano con un
!"o~c;n!o mverso. In ci, tuttavia, non era necessariamente implicito
il_p~apJo d~a interdipendenza, n quello della assenza di aiuto
di D1o. Infatti, nella versione cristiana il ritorno un fatto che concern~ la li~ra decisione del soggetto che ritorna, e la Causa prima il
~o.onrupotente. ~uttavia, ai ~ostri giorni ascoltiamo qualcuno dire a
10 Tu non pum_prestare a1uto; tu dipendi interamente da noiuna nuova fonna di ey~cusat 10
prov~ttae
: .J._

altn m

oppure asco1namo
un
-
. convento
.
dicattolico llllermare
che un' onore per Dio che noi Cl
lllteress~a~no Lui
l
ben .
..
E 1:
si interessi di noi ~~me . un
efc1o per no1 il fatto che ~~~

e abb1a1no ascoltato qualche pastore dire

cii

'' Ho eii>Oito ci in scritti p~ .


.
.
pp. '781, 1pec., p. 70
enn, pedalmente in Gtfflt: cosmic love ... , CIL,

PLATONISMO E CRIS11ANESIMO

8
che l'uo'!lo. ~a biso~o degli uomini e .
.
queste e sunili espressioni derivano da D,io J:la ~di IIOi li
pus areopagieicum. Ne sono gli ultim.i ~lllllca bie: PJ0c1o e'1
in preced~ molti altri.
COilCXJIDe ce De 11111o lllli
<ch weJSs, dass ohne mich Gott selbst .
so che senza di me Dio stesso non u ~ Nu kaan leba. (cio
scritto un autore mistico nel xvn
~ 1ID solo iaeo), ba
n.e: in ~gni caso, n.on responsabile di tali ~ ~~? PfMo.
s1 e mai sognato di parlare di reciprocit fra~ Infaai. egli DaD
te e le sue imperfette flK6vt:s. N nulla del ~l!Ul trasc:mdaJ.
~ R trova in Pbiao.

Q!

se!.o

5. Conclusione
Pe~ tutti qll:esti motivi non mi sembra affatto ragioaevole
.
propno nella linea del Neoplatonismo di Proclo la fmte di ~
buto positivo alla dottrina cristiana molto superio~ 8 quello~
amtncedenti forme di Pl~tonismo, incluse quelle del quano sa:oJol'. In~:
mo luogo, tale pamcolare preferenza per questa tarda forma di Neoplatonismo sembra ignorare che in Agostino il Platonismo di Plocioo e
di Porfirio stato convertito in una metafisica platooica crisrimimta
In secondo luogo, trascura il fatto innegabile che il Platonismo di
Agostino prevalso nel Medioevo fino al ~cesimo secolo, che esso
ha continuato a vivere in modo rigoroso anche in seguito, itll6 11M in
Anselmo di Canterbury, e che prosperato anche nel culmine della
scolastica, ad esempio in Bonaventura. Che si sia o no dispcllli a COliferire a questi pensatori cristiani l'onorevole attributo di cflosofi,.l6
non rilevante: in ogni caso essi furono d~ Platonici~ Infinee questo non cenainente il punto meno UDportiDie- ~le che
il tipo di Platonismo procliano ha fatto soqere. dal ~UDto ~;m ddla dottrina cristiana, tante deviazioni e forse anche p1 grm quame
ne sono derivate dalla sua forma precedente. .
. . secoli dd
Heinrich DOrrie si occupato del Platonismo ~el
aoria
cristianesimo. Se egli avesse avuto rem:.,per ~fani che sopra bo
del Platonismo, si sarebbe certamente attuto Del

f..::on:

. ..!i-Ptoclo- mi . . . . - ..
" Nel parlare di una P~ JICl: ~eli bo~
Heinrich DOrrie, quanto piu!IOIIO ~~-~-t.-- c1i1pa11i a~~..~~~~
16 Alcuni storici della ilolo6a-.
_.. ~~- -

che-=
che
E.........., ..,,s ==elle.-.

pio, Femmd van S~


6a cristianP qulle 11818 IOIISIIIIa di
61cisofica gu.Ie JloDaftDlUN
teoloso, noo uo 61osofo.

penona)itA

dlohe il JIIGI*I"'

J!!ll"-

CORNELIA DE VOGa

Inoltre egli avrebbe potuto osservare che l'attuale predi.


menziOnato.

li
d . d
. la
lezione per il Neoplatonismo pr~ ano enva a ?'_l parnco . re svidella logica moderna. Molti filosofi hanno cnttcato negli ultitni
I
duppo
cenni il modo in cui Agostino ha 1'den tificato il uverbo di nIo con il
m:ndo intelligibile del Platonismo, cosl come preceden~emente era
stato fatto, ad esempio, da Origene ~d an<;he da G~egono di Nissa.
Tali critici sostengono che lungo la linea di Proclo e stata assimilata
una forma della metafisica platonica pi accettabile. questa la convinzione che si pu trovare, ad esempio, nell'opera di Werner
Beierwaltes su Proclo 17, e che presente anche nello studio di Klaus
Kremer a proposito dell'impatto della fosofia neoplatonica dell'essere suii'Aquinate 18, un lavoro, questo, che, per il suo approccio unilaterale, potrebbe dare l'impressione che Proclo e il Corpus areopagiticum
siano state le sole, o quanto meno le principali porte attraverso le quali il Piatonismo penetrato nella mente dell'Aquinate 19 E questa
era anche l'impressione espressa da Heinrich Dirrie nella discussione
con filosofi e teologi tedeschi cattolici svoltasi a Salzburg nell'estate
dell980.

17 W. Beierwaltes Prole/o G

(aad. italiana di N. &orti


'"f~) &::::.::rzphysilc, Frankfurt am Main 1965
Proclo, ma~ uno studioSC: tro~o
;
tes ha un'opinione molto devata eli
1to tardo Neoplatonico un
co:'cli:i~ per fare della sua preclilezione per que K. Kremer, Die "
lo .
. USI~.
VO." Aitu~n, Leideo 1966~o mscbe Sez~rphzloso~hie und Ihrt! Wirlcung 1111/ Thotii4S
IDio I8BIJO Deus CI'Nior Omn~o un osserv_wone. critica all'opera eli Kremer nd
AA.:;"- ~/ul &11Son, Featschrin~0 ""~ ~k '" ~iMs' doarine o/ God, in:
dicci W..Beietwahea. in cPhiJosop~Run"--L Toronto 1983, pp. 217 aa.
~all'opera eli Kreme
UK~U~U, 16 (1969), pp. 141 aa., dedica
~-m-t con il Pensiero ~ncludc;ndo una sezione sulla identificazione dell'
~ttenta considerazione la ~con 1ossc;rvazione secondo cui meriterebbe una
1969 altes <c:ursrtorc) Pl.uonismus ;:,n'J:,t~n'h~loa con ~oatin~. Si veda anche W.
1 sophze tks Mlllelalters, Darmatadt

Mllan

VITI. Caratteristiche del Platonismo . .


cnstano orientale

l. Origene

Ritornando al tema principale affrontato da D .


.
porre la seguente domanda: in che senso il c . ~ ~ ora
Ct?mpl~so della sua v?ta sp.iri~ale e del suo=~ od
dica di essere platoruco, mdicando anzi in m .....0 il
' !!9e?:
dis ? Q al ;_;.c:
,_.
suo carattere pru
propno e tmnvo . u e s~.;.~to viene dato a questo attributo?
di e~ tent'&e
nsdp~sta atero quattro testimonianze. La prima
ngene
essan na, Contra Celrurn, VII 46. Nella seziooe precedente, era stata citata l'esposizione fatta da Celso della metafisica di
Platone, nella quale l'essere contrapposto al divenire, l'oggetto della
conoscenza intellettuale all'oggetto della percezione sensibile, le cose
intelligibili alle cose visibili. E ci che il sole per le cose visibili causa sia della loro esistenza sia del fatto che possono essere viste Dio lo nei confronti delle cose intelligibili: rende l'intelletto in grado
di pensare e di conoscere, ed la causa dell'esistenza di tutti gli esseri
intelligibili, mentre Egli stesso al di sopra di essi e al di sopra del
piano della conoscenza degli oggetti intelligibili. Egli pu ~ col~
solo mediante una cetta facolt indescrivibile. Ma Celso nnene che 1
Cristiani non siano per lo pi in grado di comprendere queste cose.
dal momento che sono rral&I/TOl.
. .
lid credenti
Nella sua risposta Origene prende le paro de1 ~PEgli
di
. dal
vversano
non .
al
che sono stati fortemente sottov utau suo a .
disposto 1
ce una sola parola contro la do~ Al con~o, 1inon-" ao" che
. . .
. b oDI ;ft .....,mentl. u, ... _,
soIlevare ob1ez1oru contro l u ..........-- li che vivono una
Celso non ha compreso che queste ~e ~!o0f.nn0 anch'esse
vita pura ed adorano Dio il ~~1017 d~'i::se ~telligibili e quduna distinzione fra l'essere ed ~ diverure. 000 considerare le cose chi:
l~ visibili. Infatti, ess~ ~~o UDparato
rali. ma le cose.~
divengono, che sono VISibili e pertanto porisiede al di fuon dell amche non vengono viste per~~ la loro~ di Ges ~ le
bito della percezione seDSibile. cl
clini verso la contem~
cose che divengono usando!e come gra create del mondo es11 ~
delle cose int~i~~ .~!li ~E
si (ermaDO neppwe qui. ma
dono alle cose mv1Sibili di Dio.

;:_r

r:m

CORNELIA DE VOGEL

86

eterna di Dio e, in una parola, alla sua diviascendono all a potenza


nit.
2. Atanasio
. onlanza quella di Atanasio, Orationes contra
d t tun
Laseconaes
..r
,
m 52-53 I Giudei avevano doman d ato: vome
puo questa
ananos, eh ~ uomo essere Dio?. Allo stesso modo, gli Ariani
!:fi:~~o ~ seguente q~estione: Come pu egli, quando ~ ~io, diventare un uomo?. Atanasio risponde: queste due questlom sono
strettamente connesse. Coloro ~he p_ongono qu~t7 domand7 n_on osservano che la Scrittura parla di Lu1 m due modi, s1a come D1o m senso pieno, sia come uomo, dal momento che ~a ~ss~to l_a carne umana. Infatti, nella Scrittura non detto che Egli e gmnto m un uomo,
come aveva fatto in precedenza dimorando in persone sante. detto
che il Verbo si fatto carne>>, il che diverso (ID 29-30). Essendo
Dio, egli si fatto uomo per amor nostro, di modo che l'uomo prendesse parte alla natura divina. Infatti, questo il significato della redenzione: dal momento che Dio ha assunto la carne umana e l'ha fatta propria, per questo e attraverso questo l'uomo stato realmente liberato dal peccato e dalla sua condizione mortale; vale a dire, l'uomo
stato deificato (ID 33). Atanasio usa il termine E!EonolT)aLs, che
non significa che l'uomo stato fatto Dio, ma che la carne umana
santificata, di modo che l'uomo per adozione ha preso parte alla natura di Dio e pu aver parte alla vita eterna, dal momento che la maledizione del peccato stata rimossa in virt di Colui che in noi.
Atanasio prosegue spiegando i testi. In ID 52, spiega Luca 2, 52:
Ges cresceva in sapienza, et e grazia davanti a Dio e agli uomini.
<l pro~res~o ~orale proprio degli uomini, commenta Atanasio.
<l Figlio di D1o, tuttavia, non avrebbe potuto compiere alcun progresso dal momento che era perfetto nel Padre. Ma egli umili se stesso per :unor nostr~, di modo che nella sua umiliazione noi potessimo
~ser~alm grad~ d1_crescere. E questa nostra crescita morale non
~enhot tro che il dzstaccare noi stessi dalle cose sensibili e giungere al
ver stesso.

no:~o!~c;:~L r:twv. ala&_rJTwv': questo del tutto platonico. Ci


interiore Ed poto "bU ~::Octa alle cose visibili; comporta il distacco

SSI

e auermare che, essendo platonico, un tale di-

'J. H. Newman pensand . d bb"

lebouDcing tbinp ~b.

Po:,: ~~te alla formula banesimale, traduce: the

PLATONISMO E CRIS11ANEsiMO

,
stacco non e' essenziale alla vita cristiana? . .
de John Hen.ry Newman non ttovava in _[)ira Ptoprio di DO. n
la sua traduztone va un po' troppo in l
~~li ~

S:

VIa

ddla criouoda.~

3. Gregorio Palamas
La terza testimonianza che desidero
.
sione svolta da Gregorio Palanuu (XIVprent} m~ la elisa.
laam. ~~as, figli~ di una illustre~ di con 1'~ Buscelto m gtovane eta la vita monastica Quando~ . _
smo venne deriso da Barlaam, il quale.negava cb COiiddetto ~
immediata Visione di Dio al di l della con~ essaa lilla
tanto sosteneva che la presunta visione. della Lu ~ e pernient'altro che la visione di una qualche luce creata,cePalamas ~.era
difendere la causa degli esicastj2. Egli condusse la difesa
argo~enti .filos?fici, sia sulla base dell'esperienza religiosa.518Respime la
dott~a ~~ un m.telletto separato dal corpo come uno dei pi grmdi
erron det GreCI' - una teoria che, in effetti, si sarebbe poruta dedurre dal De anima di Aristotele (ill 5), come fu cffett:iwmmtc fato
dal commentatore arabo Averro e dagli averroisti medievali. Egli respinge anche la dottrina aristotelica di Dio come un teorema dimostrabile scientificamente, nel quale verrebbe espressa la csostiDZilt o
essenza di Dio. Non c' alcuna conoscenza scientifica di Dio che poli
sa essere raggiunta mediante le facolt intellettuali ddl'uomo, come
veniva sostenuto da Barlaam. Ma esiste in realt una intdligcma che
appartiene al corpo umano e che, dal momento che il corpo noo dfatto da disprezzare, rappresenta un legittimo cd indispensabile m~
per giungere a Dio. Correggendo il Neoplatonismo, PalJma sosaenc
che la superiore facolt della ragione presente odl'uomodimo~ c:ssae
collocata nel cuore4. Qui, nel nostro cuore dei cuori. essa
ra ~
me in una tesoreria dove purificata c concentrata, c peramto nuo'
L-1
derc stessa C c;oll\'aSI
va la propria sostanza, e pu uuvwta trascen
se
re con Dio'.

n!:!;

CORNELIA DE VOGEL

. ifi effettivamente Vedere la Luce invisibiQuesto, dunque, stgn carealmente la Luce di Dio, una visione che
lo non una luce creata, ma
.6
'

pu essere dona_ta all'


eh uomo per graZia
un bell'esempio di Platonismo cristiaPot~o _dire . e qu~:~ente conservata la dottrina di Plotino
no. Infatti, qw troVIi:"O P 'bil via per avvicinarsi a Dio: non come se
dd voOs co~e la so poji ~ente fino a Lui, ma come l'approccio

si potesse giungere com p e

pi P~!'" 0 dell ealt' suprema che pu essere donata per graLa VISione
ar a
'
c
. offre un altte esempio
interessante. !matti, Palam as riflette. s ulla
Z18,
d . d Dio e dalla sua essenza, e domanda: la Luce e una
lrealuce ~e envda .a dal momento che attorno a Lui? creata?
ta csecon
ana
nde Palamas dal momento eh e D'10 e uno e dmdi.
No, non lo e, nspo
' .
d L
7
visibile, e la Luce appartiene a Lw ~ non puo ~ Ul essere separata .
e
sorpresa
troVISffiO
che
qw
Palamas parla esattaCon una qualch
d di
.
. ..
mente allo stesso modo di Atanasio, quan o scute con 1 senu-anaru
di Antiochia.

4. Sergio Boulgakoff
La quatta testimonianza che vorrei prendere in considerazione
quella di Sergio Boulgakoff, arciprete della Chiesa ortodossa russa,
professore all'Universit di Mosca, e doJ!<? il1?~7 professar~ presso
!'<stituto russo di teologia ortodossa di Pang1. A proposito della
creazione del mondo egli scriveR:
Dio il creatore del mondo che Egli ha creato dal nulla. Dio non
cerca di completare se stesso mediante il mondo, ma nella sua bont
Egli desidera che il non essere partecipi dell'essere e che la sua imma
intdleziooe in unit, ed in questo modo pu essere sollevata al Buono-e-Bello, al di l
di tutte le cose esistenti (Div. 110m., IV 9, PG. 3, 705 A).
6 Nel dialogo Tbeopb.nes, PG. 150, 909/10- 959-/60, Palamas tratta della comuni
cabili o incomunicabili del Divino e deUe CCSe divine. Egli sottolinea con forza
la ~ di una pn:~oe interiore: si deve essere ccapaci di ricevere la
leiiZ8 divina. (La Luce divma non sar Vista da tutti). Ma il fatto che l'essenza di
~sia ~ooscibile ~oo ~ude che, pet mezzo delle operazioni che provengono d_a
Lui. Ecli AB; Presc:ote m Dll_l ~ sua 10talit. Le cose incorporee, infatti, non si divt
~ come t corpL La grma clivioa unisce la persona che la riceve in modo 10tale con

Pre:

oen:
~ An:opagita: Epist., 5, PG. 3, 1073 A, ddnisce la Luce inaccessibile,
. ..~teco~~

l Trm. ~ 1_6, dimora Dio, <SCUtit>o (per l'uomo). Palamas so-

m:
. . lo ~ "" -'- __

~Dio le ~indiviaib~~ile,"!" provengono da essa. Ciononostante, dal mom~~


UOIIIlDI
l

ncevooo WUIIIIICOte

ricevendo alcune deUe operazioni divine in se steSSI gli

s. Boulgakoff, I:Ort~. dt., pp. 145 u.

PLATONISMO E CRIS11ANESIMO

r1'flessa. L a creazione del


gine v1 s1a
dell'Amore e della Sapienza onniPGrentem~ft ihilo l'
jmJilediatamente rivolta verso il tllOIIdo e --.... L. ....
dd quale tutte le c:ose sono state fatte (~il Vabo, per~
c:he c:rea il mondo, l'ipostasj c:osmill!&ic:a. ~,' 3); il F'181io t~
rola, c:rea ~ c;sistenza.ideale del mondo. Ma and!~ 11111 p.
~-s~ Suo per.
feziona, Vlvific:a e ~ realt al mondo. Le .
bann~ fo~dam~~ eterni_ (11'apa&l"nl0-Ta~ di~~
eteml dell essere lmmem nel non essere, prod e quau Pnnc:ipi
il a,:oado spiri.
tuale, gli angeli ("i cieli.) ed il mondo tenabe
smo sp!rituale ~i qu~ti eterni prototipi ddl'essae ~ ). I:~
pio un1c:o e pnmord1ale del mondo in Dio la=~
"l'Eterno possedeva all'inizio della sua~ prima~ cbe
ogni altra sua opera fin da sempreo; "essa eta da Lui, EPia &ca.e
.
.
che suallegrava
.
clelia.1118
ogni isllme 1118
. ogru_. g1omo,
raIl ... la ~ua delizia'
p_resenza . n_ve~c:e e~ il c:en!ro ~ella creazione l'uomo: "le mie cldiZle erano fra 1figli dell uomo , dic:e la Sapienza (Pr!lll 8 31)
E sul disegno della redenzione Boulgakoff s~: c~.a' sa1vaza
dell'umanit risiede nella deificazione della natura lllllllll; quesr'uhima, nelle righe precedenti era stata spiegata nel seguente modo: cAI.traverso Lui (re. Dio stesso che si fatto uomo) la narura divina ba asunto su di s la natura degli uomini senza distruggerla, c:ome il fuoco
che rende incandescente il ferro; c:osl Egli ba dato all'uomo la llhaza, la vita eterna in Dio, anche qui in mezzo alle affliziooi. e Ddla vita
futura, nella risurrezione. Questa, quindi, la sahuza per tutti. cPer
l'uomo individuale la salvezza consiste nell'appropriatsi di qur:siD do-

n:-

reo

CORNELIA DE VOOEL
90

no mediante uno sforzo personale. Infatti, la deifi~azione ~on n


un'azione fisica n un'azione magica sulfuo!flo, praticata dali es,temo,
ma un'azione interiore, un'op~ra della g~azla,ne/fuomo. Quest opera
viene compiuta con l'aiuto attlv~ ~ella ~berta um~a, e non s~a.la
nostra conoscenza di essa. la VIta m Cnsto sotto l opera dello Sptnto
.
santo.
lettore che ha una buona conoscenza delle Orattones contra ariaIl di Atanasio ascolta qualcosa di molto familiare nell'opera di
Boulgakoff sulla Ortodossia. Certi caratteri che nelle Chiese cristiane dell'Occidente sono scomparsi quasi del tutto sono pienamente
presenti nell'opera di questo teologo russo della prima met del nostro secolo. Essi sono troppo profondamente radicati nei cuori dei
Cristiani orientali per supporre anche solo per un momento che nella
presente generazione siano vivi in modo meno rigoroso. Lasciando da
parte alcuni topoi teologici come la creazione attraverso il Figlio e la
deificazione dell'uomo, cercher ora di rispondere alla nostra questione.

nos

5. Conclusione
In ~e cosa, dunque, il Cristianesimo orientale caratterizzato dal
Platorusmo, come hanno sempre affermato i suoi teologi?
,O ~ ~~istiani orientali si rivolgono realmente dalle cose visibili
ali InVISibile, ~e rappr~enta per essi ci che pi pienamente reale.
Le cose. so?o <llllllagtnl di un archetipo perfetto e segni della presenza di D1o.
2) Senza1ess.ere sleali nei confronti di questo mondo essi prendono
' .
'bili', pervasi. dalla convmzione
dalle
veramente
che
. . cose VISI
l'in 'bi! e dtstanze
VISI e Sia mo1to IIllgliore.
.

quant
per
0 non Sia conosciuto dalla maggior parte d3) 11n Platonismo:
.
e e persone e perpetuamente prese~te. n~11a loro concezione
dell'uomo e del ~ondo d ,
' e e veramente cnsoanJZzato nella loro vita
interiore.

.
non solo nelie meditazioni
E tutto
4) rifl
dei monaci e
.
presente
ci
nelle
.
.
ess1om teorenche dei teol
ogt, ma VIve nel cuori delle persone
semplici, uomini e donne.
.
tradotto il titolo dell'
~H. Newman ha
con Discorri conuo gli A . eh opera pnnapale di Atanasio contrO gli
termine~- Egualmente corrett~' e probabilmente rende in modo fedele il
go ~ Ila questo d che l'autore ~t~bbe essere argomenti; tuttavia, non riten
noNta_Done fosse pi generale. Cfr ad a m. mente; penso piuttosto che per lui la con
es., 1 quattro ~ 8Eo~oyucol di Gregorio di

az&anzo.

JX. Obiezioni di Heinrich Dorrie

1. Eusebio ed Atanasio

una:=-

.
Dal momento che Dorrie considerava il Platooismo
ma dogmatico chiuso, poteva giungere a ritenere
fatto che in una citazione, anche lunga, venissero omeae alame . il
modo in cui Eusebio cita Plotino, Ennudi, V 1 offre ~
sorprendente esempio di ci che egli ritiene eaere 'una ~
ma di inganno del lettore, ma che a me sembra un esempio eli ~
tendimento delle intenzioni di un autore da pane dell'~ tedesco'. Infa~, non p~sibile sostenere che Eusebio, che llftVI gi cirato un'ampia parte d1 Enneadi, IV 7, abbia lasciato illerton: lleiiZa
informazioni circa la dottrina plotiniana dell'IDima, n poaibi1e lf.
fermare che, citando Enneadi, V l, 4, 1-9 O'ascesa dal visibile III"JDi.
ligibile), e poi V l, 5, J-7 (in cui viene chiesto echi sia il Pllllre dd
Nous, il semplice che precede il molteplice), egli abbia voluto nascondere al lettore il fatto che per Plotino il Nous non era nDio supremo. Di nuovo, la citazione che Eusebio fa di &lla4i, V l, 6, mostra chiaramente che il grande Nous secondo e non P~ inohn:.
dal momento che tutti gli esseri perfetti sono produttiVI (mivra
6aa TlMLa 'Yfw4), chiaro cbe deve esaerci. qualcc;-ilcdopoo il
Nous. Tuttavia, ci che Eusebio desidera evidenzilre 'F rapporto
fra il Padre (T 'Yfwf\aall) e ci cbe d~ da Lui. n. Nous.~
sto non spiega il fatto che Emebio ~d le ~ddriabe di~
all'anima e passi immediatamente daDa np 44 .U. 50 lellD
ddcre~~D~Cnei
,
tino?
Le righe seguenti, tuttavia, non trattJDO ddl_~Iafaui, nel modo
~
~nfronti della sua creatura, come supr-I)Onie.
riabe ~
di pensare di Plotino era escluso cbe cii
che-(l!o8Et) qualcosa al di fuori di-:~~~-'- il
VIene espresso chiaramente cbe il ~l"""'r--_ In~ iD
. .
sidero ed ama il yEwflaall
Dorrie rinviene lo steSSO tipo di ccfiloaeStP

=!ii:

soaeuo

~~

' Dome, 1M~ TINo/op, dr., pp. .J2 .. D a ,


~ viene uuto mcbe a p. )9, dote lo....., i*

......

r " .._ .....

CORNELIA DE VOGEL
94

ento di Amelio al capitolo di apertura del


nd. cllcfucepolo di Platino rinveniva in questo capivang~o dJ c:J?f!nntro e con questa nozione si trovava su un terreno
rolo.~ logor ~ c~:~ na;uralmente, con le parole: Kal b Myos o<iPe
familiare. l:~ h ~iva espresso con questa parole era del tutto estralytiiTO. o c e v di conseguenza Amelio le omette. Egli cancella
neo alla sua mente,
e
d ehe il Platoruco,
.
cr nna Diirriel supponen o
proprio

.
questa frase, arre
0 Eusebio desiderasse costruire un consensus appail
come cnsnan
.
. .
.
fi'

osofia greca e il Cnsnanesimo: una n:uone, commenta


rente fra la filuanto il Platonismo era m
.
"'"
realta os tile nei. con f ronn. del
JJVme, m q
'bil
.
.
.
Cristianesimo e con esso incompati e.
certamente possibile che in una certa situaz~~~e, e preciS~ente
ei secoli quarto e quinto, sia sorta una ostilita da parte di coloqu ella d
.
..
di .
1
ro che si trovavano sempre di pi m una posiZione mmoranza. uttavia non deve necessariamente essere considerato come un atto di
ostili; il fatto che si passino sotto silenzio alcune parole che non sono
rilevanti per il proprio argomento. Ed il silenzio di Amelio su ci che
era estraneo al suo pensiero era, in realt, la cosa migliore che egli potesse fare.
Nella sua analisi di Ambrogio (De Isaac et animaP Dorrie mostra
una migliore comprensione del modo in cui i Cristiani colti di quei
tempi potevano leggere i libri dei Platonici e trarre piacere da quanto
questi libri offrivano loro di profonda vita e dottrina spirituale. Egli
ammette anche che la lettura dei Platonici arrecava a questi Cristiani
un arricchimento, Sebbene includesse considerevoli rischi.
una

citazi?n~ -

2. Un arricchimento, tuttavia cos eretico!


Come supporto alla sua tesi di una antitesi radicale fra Platonismo
e Cris~es~o . so~t~uta in apertura del suo lungo saggio Die andere
Theo_wgte, ~orne rifensce la seguente storia: Mi sono incontrato con
~oltt teologi che, essendo pienamente Cristiani, non erano in grado di
nprod~ le f~nne di pensiero del Platonismo (con l'obiezione semi
apologiZZante per~ tutto questo cosl eretico")4.
Mi~desta stona IDI fa venire in mente il grande studioso bizantino
S la drruno e le. sue personali esperienze. Psello fu a capo della
cuo
osofia di Costantinopoli nell'XI secolo. Egli assunse il suo

:lftid.,

!.'~O (Er unterdrc:kt diesen Satz)


490, apcc~;;,Das fiin!fach g~stuft~ Mystm~m. in Platoniaz minorfl, cit., pp. 474
'C&.Do me,
' D'lell~ Th~logi~, cit., p. 4, n.U.

p[.ATONISMO E CRISTIANESIMO

. un senso mol to ampio: scienza


"
compito m
ed anche religion~ ne~ sua fonna 8~ leueratura, 6lo.o6a,
parte del suo ambito d1 Interessi. Come .
~ QUesto face.a
in stretto rapport~ con la teologia: la ~egli~~ 6lc.ofia
una preparazione Intellettuale in vista di ci ~ ~ per lui
to, ossia il Cristianes~o. Da Platone aveva imera llligliore e_llelfet.
scienza come prepar8Zlone al pensiero astratto~~~ la
analogo, la filosofia doveva essere praticata COllie un~ ~ modo
tuale in vista della suprema fra tutte le scienze, la ~ intdletUn gio';tlo questoal zelanPla te. studioso venne fonnalmaue accusato di
interessarsi troppo
torusmo pagano. I:attacco p
da
persona molto qualificata ed illustre, ossia da Xifilin~
amico ~ scuola ~ coll~a a?'Universit, allora direttore
Scuola di
legge d1 Costantinopoli, divenuto un giurista di grande fama Xi6lino
era un uomo di mentalit pratica; ricercava la solida base dell'esperienza e l'argomento rigorosamente logico. Non amava il Platonismo
respingeva l'interpretazione allegorica (praticata da Pse1Jo secoodo ~
stile delle scuole del tardo Platonismo), non credeva nella contmlplazione (dal decimo secolo coltivata in una fonna piuttosto eccessiva nei
monasteri bizantini) ed era molto interessato alla logica aristotelica.
Psello rispose con una lunga lettera'.
Egli accetta la logica come strumento, ma non esclude la 6loso6a,
nel senso di una metafisica dell'essere traScendente, dal campo proprio della teologia. Paganesimo?
.
.
..
Certamente, gli antichi Greci erano pagaDJ ed anche 1Neoplatooici
lo erano. Tuttavia, gli antichi Greci _posero le ~ndam~ta della.~
cultura, e c' cosi tanto di buono, di bello e di vero ne~ loro scrttD
noi dobbiamo leggerli e studiarli.
,
anche
Platone caduto in erro~ su q.u.esto o qudl ~~~non
Aristotele ha compiuto molo ;rron m tu~.~
compiuto i loro erda ultimo in teologia. Anche l Neoplatorua filosofo grande di Piarari pagani. E tuttavia non c' stato nessun
plu
tone.
. .
cui u pungere la ngiooe
Egli solo ha raggiunto il vernce ~IU alto dJzuro un precursote dd
umana, ed egli solo fra i filosofi puo essere

Je0:

vecd:

~-XJ'sikk. ~

' Su Psello, cfr. Chr. ~


pb~ 24) e le~~~
Ps~~~~ P~ris 1920, che ~enz10118di~~!"-~laPads 1949. pp. 224
se edizioru delle opl!rtl mmON
. ,_ ;;-~ ~,___, Xifi1iao, c6:
1949.1a si trova in B. Ta~ H~ Je JIP-161-210. Per,__
ss.; 11 veda anche il bel capitolo su
PG. 120, 1202-1291; 119, 7" a. e !75.

.U"

CORNELIA DE VOGa

Cris!Miesimo. Innalzando la mente verso l'Invisibile e riflettendo .


~: stato veramente un teolo 81ltematicamente sulla sua struttura, "5'-'
ed un Blosofo molto pi di Aristotde. D che, tuttavia, non ci disPengo
88
dallo studiare attentamente la logica aristotdica.
E Psello tenne un onorevole epitaffio quando morl il suo amico Xi
Blino.

X. Di nuovo su Atanasio

.
Fin qui abbiamo parlato di Atanasio lo di
l'opera principale di questo Padre del qU:, secolo~ Tuttavia,
' 1~ a1111ro
gli Ariani, molto impanante per la nostra
.
Presente
. attentamente
.
~ au
.di.., ,_
"..........
oppon uno cons1'derarla p1
ntengo
pnma traccare le
conclusioni finali.
Nel difendere la formula di Nicea il problema di Aranaio
seguente: Cristo il Figlio vero ed et~o della stessa sostanza m n
dre, opp_ur~ una ~reatura? (19). Ed egJi risponde: nF'Jglio
mente Figlio, non e una creatura. questo il modo in cui 1e Scrittun!
ne parlano; ed questo quanto implicito nella nozione di cF'Jglio. e
nelle immagini usate dalla Scrittura: SSrgente d'acqua vivo a 19)
splendore e Luee (I 12), ed anche nello stesso termine immtgi:
ne (diCWV o xapaxn'!p); infatti, non c' luce senza splendo~e, D sor
gente senza acqua che ne sprigioni, n c' un'immagine seoza un
originale. Inoltre, l'immagine o impronta, per riprodurre fedelmente
l'originale, deve essere eterna, ed immutabile (I 22).
Gli errori fondamentali degli Ariani sono i seguenti: l) parlano di
Dio e della sua generazione come se fosse un uomo; 2) introducen
do la nozione di tempo nella relazione fra il Padre ed ~ F'Jg)io, noo solo introducono un linguaggio che estraneO alla Sc:r!ttura - dytw!r
TOS" (o dytvnos) non vi compare (l 1), I 30): ma Vlmtroducooo : :
che un'assurdit concludendo che, se entrambi foaero 4~.
rebbero fratelli (I 14). Sulla base ~ p~o .errore :N:~
essi fraintendono continuamente le immag1DI usate
dotte interllll5te a ptr
.
Alcune osservazioni.
a) Le argomentazioni di Ats;n851 sono con filosofia sebbeDe abbia
cWI'analisi di DOtire dalla Scrittura. Egli non m~to alla
una buona formazione logica, come 51 P~ ~ .hilid con cui
zioni quali Figlie, Padn;, ~~e,
coglie precisamente gli erron degli ArimL la meufisica ~delb) Tunavia, Atanasio ha nella sua m~ cldJe cose create: Dio
1'6VTIIIS 6v, come ambito opposto~ E dal Jll(lllleiiiO cbe il~
l'Essere perfetto, eterno ed immuta il F.,Jio eternO ~ imm
proprio della sua sostanZP an~ eli Dio di }.rMliii1IJ DOD dherDa questo punto di vista la conceziOne

:!:

CORNELIA DE VOGEL

98

d' Alessandria, di Plutarco di Cheronea e di


. .
sa da quella di Filone l
rio Atanasio usa i tennini che indicano
Giustino Mani~.
c) Parl~do m senso prop ;ouala IJ.fToxi)) esclusivamente in ripanecipazlone (IJ.fTlx~v~~e cose partecipano del Figlio in virt
ferimento alle creatured. ~ eda Lut' Pertanto, l'uomo partecipa del
to che enva
..
. d del Figlio per grazia e come dono dello
delio Spmto san
. ull (II 16)
.
la natura divina partectpan o
.
. . M il Fi !io stesso non partectpa di n a
t di partenza della sezione I 15 ss. Gli Ariani
Spmto. a , ~
d!dQuestol e pnuner~;one di Dio come se essa implicasse divisioh il
F' li ed
.....
consl erano a ge
ano che Dio possa avere un lg o anermano c e
. di
li '
F'
il

A
"
neg

ne.. liQum
t dal nulla Contro c1o tanaslo anerma.

F~goecreao
s se lg o e

. .

ora viene detto Figlio, e D1o e ap1enza per parall


Q di
1
l
una creatura,
ra,
(KaT ...-~~To~lav)
.
come o. sono tutte e.creature.
""
tectpwone
che cosa partecipa il Figlio? Dello Spinto? Ma lo Sp!nto stes~ partecipa del Figlio come egli stesso dice. Non resta da dire che egli partecipa del Pad~. Dalla sostanza del Pad~, indubbiamente, pere~~
come potrebbe essere diversamente? Ma s1 deve affermare che cio
che dalla sostanza del Padre ed interamente proprio a Lui (t8tov
airrou ail~J.1Tav), il Figlio. Infatti, dire che Dio viene, pien~er_tte
partecipato lo stesso che dire che Egli genera. E cos altro significa ci se non il Figlio?
Ho dovuto riportare con precisione l'argomentazione perch c'
un certo fraintendimento circa il modo in cui Atanasio usa la nozione
di partecipazione. Alcuni teologi sono soliti affermare che il termine
essenziale per la teologia di Atanasio. L'affermazione, tuttavia, reca un
po' di confusione. Infatti sembra suggerire che il Padre greco abbia
espresso di preferenza la sua dottrina della Trinit in termini di partecipazione. E le cose non stanno cosl. Per Atanasio la partecipazione
era il termine corretto per esprimere la relazione fra Dio e l'uomo, e
questo un aspetto effettivamente platonico. In Platone, infatti, partecipazione non indica il rapporto &a elementi collocati sullo stesso
livello. Pertanto, in linea di principio non il termine idoneo per
esprimere ~ relazione fra il Padre ed il Figlio. Ed per questa ragione
che Atanasio afferma: <l Figlio non partecipa di nulla. Se, ciononostante, p~rla di p.artecipazione totale, egli ben consapevole del fatto che 11 tratta di una nozione alquanto auto-contraddittoria ed in
ogni caso di un uso non platonico del termine, come Heinrich Dorrie
non avrebbe certamente mancato di osservare. Tuttavia, Atanasio in
~~re no~ parla di partecipazione per esprimere la relazione fra il
F1glio ed il Padre, ma utilizza sempre le immagini che trova nella

pLATONISMO E CRISI1ANESiMO

99
ScrittUra: _quells dells sorgente, dello sp'-..1-~e
fetta o lJDpronts.
per.
e) Qui c' un altro panicolare tenninolopa,
to. In Atanasio il termine Ellcldv assume 1111 ~deve~ IIIJII..
diva.o da cpi.
lo che esso ha nells lingua classica. Per Platoie,
dKwv indica semp~ qualcosa di incompleto . ad aempio,_ ~ lr:lmiDe
qualcosa che appamene ad un livello inferiore.I:ISpeuo all'CJriciaale.llll
Figlio l' immagine perfetta della quale si ~ per Aflllalio i
pu clft c:be cebi ba vilro
me, ha visto il Padre (Giov. 14, 9).
Questo un altro esempio di un uso 11011 platooico di .
gio apparentemente platonico. Si trana di 1111 caso in un ~
quanto getta nuova luce anche sul linguaggio di Filooe.~ ~
la _q~est~one ~olto chiara: quando parla dd F"lg}io, cimm ~
per
lut stgmfica ptena o perfetta espressione dell'originale.
egli d la ~ref~~enza ~ t~nnini Tirrros- 0 XClfiCliCTI\p, cm;p~
Stampo dt un tmmagme unpressa. Qui il carsaae di -;p_
non affatto inferiore a quello contenuto nel termine dJa.il, axae viene inteso da Platone; al contrario, ben pi grande: la 1m1iglimu deve essere perfetta e completa. Ho ricordato in precedeaza l'uso che
Zenone di Cizio fa del termine 1inrOS" per spiegare l'esperienza. Per
quanto concerne il termine ap-y{s- - il termine praemo da Filooe -,
si deve ricordare che un sigillo un segno di autenticit: nell'immt&ine dell'architetto esso indica che il mondo visibile realmcnle creato
dal Padre, attraverso il Figlio. Cosi in F"one, e cosl anche in AfiiiiSio
(Orationes contra aritmos, n 79 ss.). In questo senso, pu esserci 1111
rapporto con certi tipi di gnosi
Questo solo un aspetto della questione. L'~ ~- della

miglianza, per la quale, nel vedere le c:reature. SWDO rumaa Il


inabi
tore.
f) D Figlio non direttamente presente nelle c;ose ~mmc..
ma cbe ~
tszione e per natura. Ci potrebbe essere ~
,__L,__
un termine che in effetti stato talvolta usato am
presmte per__....
_u u
'
'
vrebbe essere evitaro. Nell'uomo ~ P essere
del termine dla1w
zione, mediante la grazia.
(dla1w) llle do
g) Atanasio condivide il suo
: 1;111111 coal'adJedpa in~
con Gregorio di Nissa, il quale
nells misura in cui ha una ~ som* . c:oodivide coa Gft80dD
contrario, non immagine'. Anche~ l'onfine COSDJico, la~
di Nissa la convinzione che, contt:m!eaa, di anim.li edi pilate.
bellezza e l'infinita variet di essen

dell'......_

U:

.ff:!i=

CORNELIA DE VOGEI.

100

cen're entro un ceno limite almeno, quali siano gli


infatti, producono l''unpronta d-"'"
possadd
analogza lm'
P" CreatoreZ.
au liJIJnaGli lpya,
lpya

gine dd Figli~. di Dioniai l'Areopagita sul mondo creato non dialie t re fiorme di est-.
_,c .
c ruenmento
La concezione 't IX..,2 egli ,a
Epl
~

)
..
6
l

o.

sua
a
versa Nell
e
-..av, Ka U1Ta..,..Lv
di t da Proclo (FJem. theo ., ~ : KaT al-'
rsal
la ~ausa uruve
l
stenza sttn e
e;
KQT. jlllfeLV. n Dio che trascende tutt~. e cose e
l'essere intelljgibile, la prowidenza di~a o logot_(m D. ~-V 8, si
parla di trpopLa11ol), l'essere archetipo eh~ es~ste Ka9 tl1ra~~v,
mentre tutte le cose create esistono per p_anec1paz1one. Questo, Indubbiamente un modo di pensare platonico.
Anche qul alcune osservazioni. La mia domanda. ~ale rig~ardo
Atanasio la seguente: qual il rappo~to fra la. metafiszca ~latomca ~d
11 suo pensiero teologi'co? Da un lato. s1 deve di~ che la ~~a dell ~11ooooLOS' non si accorda con il pens1ero platonico. Infam, il Platorusmo ammette gradi del divino, mentre il credo niceno ha escluso una
tale dottrina. Da questo punto di vista, l'arianesimo, che introduce il
Figlio come un secondo Dio, appare molto pi in linea con il platonismo, anche se questa tesi non tanto ben sostenibile come potrebbe sembrare. Infatti, il modo in cui Ario separa completamente il Figlio dal Padre, negando qualsiasi somiglianza ed affermando che il Figlio non pu conoscere il Padre, tanto non-platonico quanto non
scritturale.
Dall'altro lato, la metafisica platonica assume un posto essenziale
nel pensiero teologico di Atanasio. Dio l'essere perfetto ed eremo,
immutabile in se stesso e paradigmatico in rappono alle cose che devono essere create. Ci vale sia in riferimento al Padre che al Figlio.
Non si pu dire che questa forma di pensiero platonica fosse in Ata~ qual~~ di esteriore, che poteva essere abbandonato non appena 1 Platorua avessero accettato la fede cristiana. Per Atanasio essa
~p~resentava la sola e penanto indispensabile espressione di ci che
significa~. la fede in ~ unico Dio; indispensabile non solo per fini
~pologett~, ma per la VIta e per lo stesso pensiero cristiani, in quanto
~ nost.ro ~tellett~ ~ bisogno di esprimere la fede in Dio, il Padre ed
il F'lglio, m teriDJru ~ntolo~~- per un'intima necessit e per la loro
~naie co~prez_u;Ione spmtuale che i Cristiani sono giunti alla me~ platomca, m quanto essa serviva a confennare e ad approfon
dire la fede che avevano appreso dalle Scritture e dalla tradizione del-

e-

~ ~rio di N~, Omelie.sul C~~ttko dei C.ntici, PG. 44, 1009 D. Quanto
~:e~ :U~ddtlamo risulta chiaramente dalla pqina succSva

~m&liema ( ibiiJ., 1012 B-C ).

mondo creato alla mano che penetra attraveno

pLATONISMO E CRIS11ANESIMo

101
la c~~ Ce~ente, ~pita talvolta cbe la
de cnsnana. Ed ID quesn casi, na~~ !Jidi aJIIbo la le.
contro la filosofia. Atanasio lo fa su diveni 1111.CIIIIiaDo
do la dottrina platonica, altre volte
PIIDti.. taholta ~
ragioni. Plotino, ad esempio, usa i~~ per buooe
che l'!Jn~ la Luce divina in senso pieno e . . luce ~
cerchio di luce che splende attorno ad
111eDtte il Plimo
0 l'essere diyin~ - luce in .un senso secondario
il~
questa dottnna ID. modo decso: il Figlio la ~ divina ~
una luce secondana. E nel credo niceno viene
la formltl!aa. 11011
da Luce non per esprimere un carattere ~
ula~
l'identit di SOStlllZII del F"Jglio con il Padte, CXlll e ~
e per r_nol~ C_ristiani del ~uatto secolo il termine :
~ vieae
usato ID rifenmento a Cnsto, non significa una SOIIIigliama puziale
imperfetta, ma una vera e completa somiglianza (come si
ad esempio, in 2 Cor. 4, 4, e Co/. l, 15)3.
Ci sono molti passi nei quali gli scrittori del NIIOVo Testamemo
parlano del Figlio in termini di divenire.: Ges cresce in sapimza, d
sono cose che non conosce, e gli vengono attribuite le afDiziooj ddJa
carne umana. Per amor nostro, spiega Atanasio. Infatti, ~ qursae
cose vengono dette di Cristo secondo la sua natura umma; iD&tti,
Egli ha assunto su di s la carne umana, di modo che noi pocessimo
aver parte alla natura divina. Questo il vmgelo di Cristo, ed esso
pu essere spiegato in termini antologici.
Certamente, Atanasio non era intereSSatO alla _filosofia. per amo~
della filosofia. Ma ci non significa che la forma di meWisia ~
ca fosse in lui qualcosa di accidental~ o _di _meramenad
Quanto sia stato fatale introdurre noZiom. di tempo
forma di
guaggio su Dio, lo possiamo vedere da Ario.
rovocbi IDI
metafisica non pu mai essere abband~ta senza ~diviDa.
danno essenziale alla nostra comprensrone della SICSSI

-l*lat

esso!:t:

pu.
:::=::

ud::U

XI. Conclusioni

La precedente indagine pu essere utile


.
questioni sollevate da DOrrie nel suo lungo
certe
gie. DOrrie afferma quanto segue:
ftllere Theo/o.
l) n Platonismo, dal momento che diverge SOtto
Cristianesimo, non h_a potuto in alcun modo~ aspetto dal
2) E che un tale mflusso non ci sia effettivamente stato risulta dal
fatto che nei documenti ufficiali della Chiesa non viene attestato
sun contributo del Platonismo alla dottrina cristiana.
Des
La nostra risposta la seguente:
Per quanto concerne il primo punto: il Platonismo condivide con il
Cristianesimo alcune concezioni di base che potrebbero essere descritte nel modo che segue:
a) che le cose visibili non costituiscono la realt primaria, cbe esiste
per e attraverso se stessa;
b) che, data la loro imperfezione, le cose visibili rinviano a e richiedono una realt perfetta ed assoluta, un essere primo fondato su se
stesso;
c) che la realt invisibile ha un valore ed un significato infinih!!!M'II
te superiori rispetto a quelli delle cose visibili che da essa dipendooo;
d) che questo fatto fondamentale deve guidare e condune la 11010'1
vita
. ' 1mp
. lica l'infini"to valore dell'aft;..,.
e'> che c1o
.......... umana. e pertanto
della persona individuale.
filosofia ~ ba da
~er quanto ~nceme il s~ndo p~to:
che i Cristiani poto di questi fattt una forma di _espressione
10 essi aveYIJIO aptevano riconoscere non solo m accordo con quan
elemento che c:ooscn
preso dalla Scrittura, ma ad tempo
riva di approfondire e di confe~ ~lo:ffettivamente contribu!to
In questo modo, il Pla~o~JSmo
triniwio e~
all'espressione della fede c~ nelba OoJribuito alla Cede dei Clldel terzo e del quarto secolo; ~oltre,
stiani dal secondo secolo in ~
PlatoaismD si pu tJ09IlC liDI leDi questo contributo ~tryo.~ da Giustino manire
stimonianza in molti auto':' cnsall1~ tale (OIItributo DOD SI !
ed Origene, fino ad Agosano. Per

sa::, r;;rnc1ere

!-.

un

comf:.
dc,.ma

.a::

..

Enrico Peroli

TI conflitto fra Platonismo e Cristianesimo


nell'interpretazione di Heinrich DOrrie
Saggio integrativo

1. Introduzione
11 principio della religione cristiana deve~ elaborato il
.
la conoscenza pensante se lo deve appropriare, essa si deve r!:Jirnl~
mod<;> ~he la co~oscenza pensan~~ pervenga alla conciliaziooe, abbiau:n~
l1.dea dfvmE'a: e la ncca cul
00 turah dHdilddead fil~fica si unisca col prillcipio ais~o~ ..
m q'!esto m. o .c .e ~g es~ve nelle Lroo11; nJiuu:m. tiJI.
filoso/lll il compito che il cnsuanesuno de~ primi secoli ha dOYUto affroowe
per P<;>ter !eali~za!e. la sua ~<;>ndiz.zazionoo, ossia per crendcn: principio
mondiale il prmc1p1o dd cnsuanesuno2 Questo compito, l'incontro dd
messaggio cristiano con la tradizione filosofica (in panicolar modo quella
neoplatonica), stato realizzato dai Padri: Questa daboraziooc della rdigione cristiana nella conoscenza pensante stata compiuta dai Padri della
Chiesa, i quali hanno dibattuto rutti i problemi circa la natura di Dio, la libert dell'uomo, il suo rapporto con Dio, che l'oggettivo, circa l'on,ine dd
male ecc. ed hanno introdotto ed accolto nd concetto dottrinale cristiano
qud che il pensiero determina intorno a questi problesni-': .
Questo incontro per Hegd dd rutto giustifica~o ~legittimo; a-~
ro che fanno una colpa ai Padri per aver per P~ sottopoSIO
mcxJ!'nnapiO
cristiano ad una daborazione ~osofica, ~me se~. m ~~,..Z:
ro contaminato la purezza di qudla pnma 8P~. solo se colui che
Errano perch il dato della fede tale .ed ha un , .........ndJa comprensiooc:
ne interpellato se ne appropria ndla ~terp~ e esiste alfano per
altrimenti esso un che di mort'?. di estenore,
lo spirito vivificp,
mo'; la lettera va trattata con lo spmto:
lC: dovenDO operare l'incoDsecondo l'espressione biblica6 Per questo 1 p
loro cdirirtoo>'
tro ed il confronto con il pensiero filOsofico: eri un

'!!

cb:

UCC:

.
vol. DI/l, awd. ci E. Cocipllo e G.
G.F.W. Hegel, Lniolli suJ/4 sJOM ~flostJ/M

Sanna, Firenze 1934, p. 101.


2

/biJ., p. 100

l
4

lbiJ., p. 101
1biJ., p. 102 e ss.

'lbiJ., p. 104
'lbiJ., p. 103
7 lbiJ., p. 102

ENRICO PEROU

108

rofondarncnte mutate; la ..legittimit dcll'inDopo Hegd le ~e. ~~~~:e logos fllosofico stata da pi parti fortemencontro fra messa~ 10 cris . d attribuire ai Padri quclla colpa di cui parla
e la moderna storia dei dogmi, elaborata in
te contestata, e SI e nro;au a
von Hamack, F. Loo&, M. Wemer ed alHegd citando ~utero. 1n~;;
sc;no ~ ~eologdiaellprotellcs-~, ;on~ dd cristianesimo il principio interpretadd


.
d
a .,.......,_.
In abbra .atto
m~erale dell'intero sviluppo ddla ottnna cnsttana. .a..mcontro
.
n il logos filosofico ...-.., parallelo ad una sua progressiva
uvo ~ . .
dcll' purezza
co
saggro cnsttano
ongmana
avrebbe comportato la corruzione

. d"
d egru
dcll Ch" a
d
tzzazione,
~esa .
-~
a, il cui frutto sarebbe l'intera ommauca
dd k
egli ultimi decenni sia emerso sempre ptu chiaramente come
erygm
P er
J:a.
1
'
l
quanto n
la ellenizzazione rappresenti un p~so ~o to flu comp esso .e ~renziato di quanto non apparisse ~a t~logra. liberale , e per. q~~to, di ~nse
spregare :',~ase a tale pnnctpro 11~ svilup~
gucnza, il tentativo di Hamacknzialmdi.
. ~te ~toiosopra~tt~ ~ m~paata
dd pensiero cristiano sia sost~
di configurarsi come un effemvo cnteno stonco , la .degttwnlta dcll mcon-

daA

e--

I p

e&. A.von Hamack, Lebrbuch tkrDogmengescicht~, ~n:.iburs l~ ~l. II, p. ~7; vol ]
!4: eNd suo concetto e nd suo sviluppo il dogma l opera dello sptnto ellenico che

~I sul terreno dd VangdO; su ci si veda E.P. Meijering, Di~ Helknisimmgle~ Christenltnll im Urt~il AJolf uon Hmclts, Amsterdam 1985. Cfr. anche M. Wemer, Die Efltsubung Jn christlicben Dogms problemg~schit:htlichen Jorg~st~llt. Bem-Leipzis 1941 (seconda edizione, Tiibingen 19,4): per Wemer la dommatica della Chiesa il frutto della

sua ellenizzazione, conseguenza, a sua volta, deUa deescatologizzazione dd messagio


evangelico.
' Cfr. A. Grillmeier, H~llenisimmg-]uJoisimmg Jn Christentums ls D~teprinzipiln
Jn Geschil:htt des ltircblil:hen Dogi'INS, cSc:holastib, XXXIII (1958) pp. 321-355, 528-558
( rip. in: Mil ibm und in ibm, Freiburs 1975, pp. 423-488); W. Pannenbers, Di~ Au/n.bm~
des pbilosopbist:Mn Gott~sMgril/~s ls Jogm.tisch~s Probkm der /rikhristlichen Th~~.
rip. in: Gru,dfrgen syst~m.tischn Theologi~, GOttingen 1967, pp. 296-346, trad. it. di D.
Pezzetta, Brescia 197,, pp. 33038'; sempre di Pannenbers si veda recentemente: Christentum Ufld Pt.tonismus. Di~ ltritisch~ Pt.lonrruption AMgustins in ibrer Bedeutung/Ur Jos 1.~
gtmllirtig christlil:h~ Dmlten, Zeitschrift fiir Kirchengcschichtco, 96 (198,), pp. 147-161,

spec. 147-150.
10 Per un quadro sintetico sugli aspetti ed i problemi della moderna storia dei dogmi si

pu utilmente consultare J'[,ttot/uVon~ di R Cantalamcssa al volume di J.N.D. Kdly, Il


pen~ ai~tiii"O. delk origini, trad. di M. lrardet, Bologna 1972, pp. VII-XXVI, spec. IX
a. ~llllllllgUie di Hamac:!< di una purezza originaria del kerygma cui in seguito si sarebbe-

ro IIMIIJIIJC!IIe le_categone antologiche del DCIISiero greco, risultata storicamente infon


da!-' ~ sapp11mo che c' un processo ih"'tcologizzazione del kerygma ben anteriore
a!J ~~del N~ T~tamento (...) D cosiddetto processo di ellenizzazione o di ontolojpZZIZIOJie della cristolojpa: per fare un esempio, richiede una diversa valutazione, una voi
ta costatato che esso ~ gi m atto, e per c:osl dire canonizzato aU'intemo del Nuovo Testa
men'!' ne! ~ C;laUa aistologi8 della primitiva comunit palestincse alla c:risto1ogia
giudaismo ellen~co e da questa alla cristologia della comunit ellenistica della genti.:;J~~ '!'.P ~Xl. In modo analogO osserva W. Pannenbers: La cosiddetta
zwne,~ ~ns!Jinestmo non q_ualcosa di posteriore, che si sarebbe aggiunto
daU'
.~ aU o.nsma~ forma dd Vangelo in s aaldo, e che quindi potrebbe ap~ come il risultato di un adattamento secondario e come caduta claU'originaria forma Jiudaica
:V~. Pi~ttos'!', nd .Passaggio del Vangelo nel mondo della lingua gra:a e ddlo spiIUdin~ gi ~nma, gi con .P~ e G~ni, non si tratta dell'adattamento ~ a~idel pcrwero nuove cerchte di recetton del messaggio, ma anche della identificaztoIliO contenuto non ancora concl111010 (PI.tonismus und Christ~nlum, ciL, p. 149).
De

t'

SAGGIO INTEGRATIVO

tro fra tl~fia grec;a e messaggio cristiano


.
IOJ
non cessa d1 appanre problematicall Per 111111110 dii~ da . .
.uzzazione dd cristianesimo contin~ ad~ la ridac.la cl pqalel:iali
lato per salvaguardare il carattere di ~
~.--. caa ~ ~
paradossalit e di svincolata autolondazior; ~eli~
sostenuto da Kierkegaard e riaffennato !Xlii'-~~ .
logia dialettica 12; dall'altro in nome del ..._ Del~~a~t~o 1e1:1a1o cWa 111
cristiano~ rispetto al quale la forma dleniatica
~ ~ dd - - :
dit particolare ddla Chiesa occidentale e della dopu IIPPG1: CUIIIe IBI'crerattere universale dd cristianesimo che ~
rcololia; PIOplio i c:azione, un abbandono degli schemi concatuaJi dei ~ ~ ~
sofica che la teologia cristiana dei primi
_._L!-~ ~ DMma S.
la filosofia greca 13
Ddi~~~a~aao caa
Da tutto ci emerge, come ha osservato ~lelllalle W.
sentimento di distanza nei confronti della forma che il . ~~ 1111
sunto ndl'epoca pat?stica attraverso l'incontro, 0 1a ccmc:ru:= l.
re anC?ra la pa~ole di Hegd~ con illogos filosofico greco: cii~~
vole _di un tal~ mcontro ogg1 non si comprende pi da se ~~~a~c~ooM. Nllllllllo,
possiamo aggiungere, lo stesso futuro della fede. sembra l!lla"C ~epo .0.
rottura ddle categorie antologiche greche in cui il dinamismo <Illria. dd
cristianesimo stato imprigionato".

secoli.;

11 Quanto la tesi di Hamack non abbia perduro di lllllllill uxbe ...p ultimi docaa
lo mostra, per fare solo un esempio, la critica amdolla di H. ICiiD& acl a- Esrtrr ~

stillni (Christ s~ill. Miinchen 1974, traduzione illliana di G. Re e M.ll<, Miloaa 19761

contro i dogmi elaborati dalla Chiesa nei primi secoli, nei qulli i ........ dd NIIMI "fe.
swnento sarebbe stato espresso median1e l'appaniD cona:lllllle ddla ~ lftD !"'
esso non conforme. La dignit divine di Ges, che acl NIIIMI r - ~ CIIIIIIJII!"
primariamente in senso funzionale e non fisico o -sa-, vcmbbe
senso metafisica dal momento che allon non si clispoacvo ci alao appanlll

"*;!'!".:

(Emw cristi4ni, p. 438). Dietro l'inunagine di Cristo dei ~ liWiaqadlbcl IJOI1PO


spesso ii volto immobile, impassibile del Dio di ~ (llJI. ti/., P.

12 Per quanto conccrnc il rapporiD fra lop ~e Cale aCI


testante, ~ I. Mancini, T~lf- ~ f!1oso/i4 tl ~~:::R."~ Ni1oao
cofronto, m: AA.VV., Il cnstMnntltiO t 1t ~.aid, il~~..1971, pp. 102-168: Mancini ha IIIOIItatocomc.m. dclaiaeclilliaaefibalbper..,..
so mosso su un dupllce binario, di
~cBcaiR a~~ la &~adio.
auardare la purezza cd oriaiJwict dclltceypl. c.
-~di. pp. 221 aJ.
dal ncokantismo (cfr. pp. 107 a.) alla~ bcidqpcrilaiodiwailiiD!IIIIaPidi.PP.
fino alla asaunzionc della sinJificanza JinPiC8 c:ome
141 ss.).
-n.,_rfBt/ll.tcwYad<

A;:z."/:

ncpzioac-:;=-

u Per questa~. c&.ln~L~r~L~~

1?66, cd. it. a cura di G. Riva, Bracia 1'!6'! ~~

nuzazionc c la

Per-.._.,.. dcle ~L

cattollc_i~ dclla ~~cio=" ~.1m. PP. ~.W.

p,r-tdifll,_,-

Dcwan, cfr. G. ~~M~ dMrit&


Ma
rcolunao, Crultllmmoe - ~iDAzicme, Rimini 1981, PP:}}~- cit,p,14& .._...,~
,. l'an beta, P~-------'
SCc-do-' ......

IlfohitotklM/Jec:is.'.PP: '{!:....-cl~
dciia apcculazjonc filsofica areca ba t'QIIiiiiiiD
IIIOdcrDoo. (p. U)).

"Cfr.nD:.nn,

ENRICO PERoL!

IlO

. tomo alla dedlenizzazione dd cristiaNcii'ambito di questo d!bamto mtive pi significative e, ad un tempo, pi


nesimo una dciie proposte mterpreta egli ultimi decenni da Heinrich Dorrie;
radicali senz'altro qu~a a~ti:fallacia ddla conciliazione hegeiian.,
fra filosofia greca, platonismo in paniuna proposta che, nd enunCI~
nei sottolineare l'as;;oluta .oulpposwontoepi rilevante per il fatto che proviene
.

di . dd
tan
ta
ns
csuno

~-'-pensiero annco, e
dei pi illustri stu OSI
cwarc:, e cnsttan ~ d
non da un teologo, . 8 ~o a imperiale in ispecie; una proposta, quinddla tradizione plabtorud~a dcii epocnos-~ ddle fonti, dd contesto spirituale, e

~~di avanzata sulla
dd pensiero fil osofco con cw stmcondciicofonne
. ase . 1 una
50?~ttl!tt? de~.caradf' e. nella astrattezza storica in cui talvolta si svolge il
tro il ~nancsuno, . ~~ne si avverte cosl spesso la mancanza.
dibamto sulla .ciielliZZ8ZIine recisamente qudlo di esaminare, ed in parte
P 'one di DOrrie, attorno alla quale si veL'intento ~~.queste pa~.
dib trito'' nd quale si inserisce
di valutare cnncament~,l ~t~rp~SZI
'
nuto sviluppando negli ultmu anru un ampio . a
anche il saggio di Comdia de Vogd presentato m questo volume.

2. I:interpretazione del platonismo 17


a) La rottura della tradizione platonica

ocWas ist spitantiker Platonismus? Con questo interrogativo si apre un


saggio di Heinrich Dorrie dedicato all'analisi dei rapporti [n plato~o .e
cristianesimo nei primi secoli dd!'era cristiana11 I.:apertura e dd !'J~O giUSI:!
&cata: se vogliamo impostare in modo corretto, sia da un punto di VISta ston16 Cfr., od esempio, E. P. Meijerins, Wi~ p/.lollidntn Christm? Zur G~hung %111i.... Pl.tOttismru, ltirr:b/idmn Cm/o unJ p6lristist:Mr Tr-Io'", cVIIIiliae OtruiWl-. 28
(1974), pp. 1528; Fr. Ricken, Zur Rnqliort M. p/4kmisdJm Ontolgk bd Eusebios ,_
Lillrril, Amas unJ Ath.nsios, cTheoJosie und Philosophico, '3 (1978), pp. 321-3,2; A.
M..llacr, Pl.tonismru unJ Christmtum ;, M. Spi141JiiM, cTheologische Rundschawo, 49
(1'114), pp. 33,6; Pannenberg, Pl.t011ismru unJ Chrislmtum, cit. Per quanto con~ la
sui rapporti fra platonismo e cristianesimo, che nqli ultimi anni cresau'd
a.iliderevolmenre, cfr. E. P. Meijering, 'bn }.bre Fonchung zum Thmu~ Pt.lonismus un
Kfltt6emMtn, Theolosische Rundschawo, 36 (1971), pp. 303320, e l'Appendice bibliosn
&aache pubblichiamo in questo volume, pp. 1471,3.
D La produzione di Heinrich Dorrie sul platonismo immensa abbracciando l'interO
._ della sua attivil scientifics. Molti da suoi studi magistrali, che qui prenderemo in
- 10110 sta1i raccolti nel volume Pl.tonia mill,., Miinchen 1976 (ulvo indicazione
-n. le citazioni faranno sempre riferimento .ne pqine di questo volume); fra i saui
- inclusi in Pl.tonic. milwN faremo riferimento ai squenti: LI Joarill~ tk l'i- tk P~
lill Pt6dus, Revue de 'l'Mologje et de Philosopbie.., XXIII 11973 l pp. 117-132; Loeos
Aspe/tu Jes ~/ichm Pr.toniLli~? Otkr Nous-Tbt~ogM Die
to ProfesSar CJ. de Vogel, Aaen 1975,pp
s-s, ID AA.VV.,kpb.t.;o,, Studia...
115139;.P/oli~ IN~ o iniiOINitore?, in: Atti tk/ ~ illtmuaimulk su/te~: Plofj11o ~il Neopt.10111smo i": ~k ~in Oa:itlmt~. Roma 1974, pp.1"207; Rm~ di E. von 1~, Pl.to Ch_rut,.nru in 'l'heoloairch am-, 64 (1968), pp. 319321;
~ und ~ilolos!bie.., '6 (1981), pp. 1-46.
Die~~
"""""' wu 1s I/MIIIIIIuu:r Pl.1011umus, aL

._tura

"c:t:tliCMr

SAGGIO INTEGRATIVO

111
co che teoretico, la questione deDa JIOIIibilh
.
c ddla trasf~~on~ del ~latoniuno. e delle~ d.illa
Padri dobb1amo m VIa Preliminare chiarire~ la ~ .~
CU1Uai di qlld ~da
losofi~ e spirit~ale che, con un tennine ~
ocplatonismo. L'unpresa, tuttavia, non affatto un ~ llllbiauo. ~
1a nost~a conoscenza d~ p~tonisrno si sia .....~~ 11a11o1taare, iBci,
decenru su tutt~ una sene di questioni ~~- araa Dqli ukiai.
~ d'D.icme IOd.
disfacente non c stata ancora raggiunta'': il
come un fcno~cno s!raordina~te com~ e .a a !llaalla IIIICIOn
permanenza d1 alcuru elcmcnu di fondo si estende ~ cbc. pur Della
divcrs~, c che a':'cv~ ~ictro di s gi ~ lungo sviidWIIIte 1Ralli in fixme
uppo CIUIDtlo Clltnpme
ndl'onzzontc dCI prun1 pcnsatori cristiani.
.
Di fronte ad una tale situazione l'esp-;A-e ._ .
..tollilmo Cllldaao.
cp
...........

di
hia
.
.
d
p
.
d
.
.o
.
apparire piuttosiO
PlatoDISmo Cl a r1 nsc
cquivoca20: eh~ cosa ~tcnd~o infatti con l'esp~ pcr. 11011 din:
quale forma di platorustno c1 riferiamo? Si tratta della ruJ~'-? A
plesso di motivi c di dottrine che risalgono dirutatnente 1 P1awoe,VIJ Clllll;
~~te c. t~m~ dalla !radizione platonica? Oppure il plataaismo
il quale il cnstlanesuno trovo a confronta durante i primi 1eC1J1i ddJa
storia aveva elaborato posizioni filosofiche profondamente divene d. ~
di Platone? Ed in questo caso, tali posizioni ermo COtnpltibili coo la cloarin.
cristiana c potevano quindi essere recepite dai teologi cristimi?
Questi interrogativi ci pongono di fronte ad un problema aoriaplfico
particolarmente complesso. Come noto, infatti, i cPiatonici si 10110 ICI!Ipn:
presentati come i continuatori cd i fedeli interpreti dd pemiao di Platoac 21 ;
c tali sono stati considerati nel corso ddla storia; la coolilwit ddla mdii
ne platonica non stata mai messa in dubbioD. Questo, almeDo. &o al m
secolo; a partire da questo momento interviene un muWDCIIIO radicale
nell'interpretazione del platonismo: Platone viale: com~~':"j.='O"'
dall'esegesi che ne aveva dato la tradizione platoaica. ~m~-- IIIJCo
d!oplatonismo cd il neoplatonismo; viene pertiDIO ~
~crcnza fra le posizioni filosofiche sostenute ncU ..........
unpcrialc c le originarie dottrine di Pia~.

laton':o

0::

112

ENRICO PEI\()LJ

si affermata un'inversione di rotta negli stu


ul . . d ecenru m-ce
N~li
~ tendenza
'
--'- qud grande soIco che 111
et
.., um1
ed
una
a rou11are
diodplatonic_i n"teenemutoer:ssistere fra Platone ed il platonismo. Le nuove ricer.
m ema s1 e
zi--" C Jd e "vogd)24 , infatu, ten dono 8
M l H Kriimer' Th. S CUA,
che (Ph
' n di'"mtera stona
dd Pen
l erl'an,1stenza
di una profon da contiiiUita
porre
1n uce es

l'"1IIterpret8Zlone

.
1
ente come punto di ...:c
ruenmento
e 10 svj.
d 1
d

51ero p atotuco av
suo
lllSegnarnento
.
delle conce2ioni espresse
a
P
atone
n
luppo SIStemauco
. .
orale da parte degli antichi accademici. .
. ..
. .
Ris tto a questa nuova tendenza stonografica? la poswo~e di DOrrie
c ped
te differente2': da Platone al platoniSmo non c e stata alcuna
d"
dal
pro1on amen
l ..
continuit26; il platonismo nasce so o .P~U tar 1, a ~arure . pr1n1o se~~o
a.C., e rappresenta una fase della tradwone plat_o~c~ c~e SI era ?r811l81 gi
ampiamente allontanata da Platone. vero che Cl s~ ~c~a ~ntiiiuamente
Platone ma le citazioni sono spesso ddle semplici Clt8Zloru standard che
:on ~no pi interpretate ndl' originario significai? _che ad esse attribuiva
Platone ma nd modo in cui esigeva una nuova tradizione, che, per quanto
diffe~ta al suo interno, su alcuni presupposti fondamentali, in particolare di carattere teologico, si era venuta costituendo in modo ben definito ed
unitario. Ci che pertanto designiamo con il termine J>iatonismo deve in
realt essere interpretato come un fenomeno filosofico autonomo27
Da questo punto di vista, non ci si deve lasciare ingannare dal fatto che i
"Ph. Merlan, From P/4to to Ntopl4tonism, The Hague 1953 (1969,197-'l, tr. it. di E.
Peroli, Intr. di G. Resle, Milano 1990; H. Krimer, ~ Unprung tkr Gristm~l4physik. Un
tnruchungm 2Ur G~schichu tks Pl4t011ismus zwischm Pl4t011 unti Plotin, Amsterdam 1964;
Th. Szlezlk, P/4ton unti Aristottks in tkr Nuskh~ Plotins, Basd-Stuttgart 1979; C.J.de VoseJ, 0, tht ntop/4/onk. .. ,cit.; A 14 &chtrcb~ tks ltqn prkis~s mm P/4ton ~t k Nop/4to~. Mnemosyns:, pp. 112 ss. La opposta valutazione che la De Vogel (nel saggio di cui
in questo volume presentiamo la traduzione) e H. Diirrie danno dei rapporti fra platani
smo e cristianesimo si fonda anche sulla loro diversa interpretazione della tradizione platonica: per una decisa critica aU'interpretazione deUo studioso tedesco, si veda C.J. de Vogel,
Der so~. Mitt~lp/4tonismus, Obmuiq,mti ~;,~ Philosophk tkr Dim~itigledJJ in: AA.VV.,
P/4f()1Jumus unti Christtntum, Festschrift fiir H. Diirrie, Miinster 1983, pp. 277-302; per
un ~e complessivo d~a posizione deUa de Vogel sul platonismo, si veda E. Peroli, Cor"'if<t. tk ':'ogtl.f,. vchw nuovo /NirQdig1114 trmtlltutico ntll'illltrp~lllziont di Plilto11e,
~p di F"rloso6a .N.eosco)astica, LXXXI (1989), pp. 347-392, spec.380 ss.
er quanto diafi!OO m. queste pagine ci rifacciamo ai seguenti saggi di Diirrie: Di
Emtwru~~g dn P/4t~"""'":' 1m Erstm ]llhrbuntkrt vor Christus, in Pliltonial minoN, pp.
1'4:1~;_Dn P14t011umus 1n tkr Kultur unti Gtisttsgtschichtt tkr friihm K4isnztit, in P/Q~ '!"''!"' ~P !~210; Logos-Keligio,.... ,cit.
S!Jnificauva m questo senso la Rmsiont di Diirrie al volume di Ph. Merlan, From
Plilto~ISm to Ntop/Qto~ism, cit., ripubblicata in PutonicQ minorQ, pp. 2n281. In
opera ~e~an sosu~~ la ~ntinuit fra platonismo e neoplatonismo ponendo 1 con
to queat_ ulumo co~ r usterru deUa prima generazione di allievi di Platone, quali Senocra~rppo.Euclide, ~~ Secondo Merlan, infatti, il neoplatoniamo Ufonda le
a.ue. neO anucaaccadenua, ossta neO'ambito deU'interpretazione che i diretti discepo~di Platone .hanno da~ del suo pensiero (cfr. op.cit., tr. it. p. 314). DOrrie respinge con
orza ~ueata mterpretazrone, e conclude la sua fCCalsione con 1e seguenti
le: cln die~'~rnne muuhicdcnNeop~~~mus
ariindlich und endgiiltig von Platon
alten Ab
........, unterac
Woucwo (p. 2M)
"Drrie, WQs ist rpillllltiftn P14tonismusJ, p. '14 (.. ein Phaenomen sui iuris).

un'Id::

sAGGIO INTEGRATIVO

raprcscntanti dd platonisrno li lODo


lU
vatori, n. c~~e porta_to~ di P<lliziaru~~Dali Clllloe .a...., .
ed autenua mterpren di una lunga~~ 181 ~-..
Platone. In realt, la continuit della~ cbC ~ IO!ilaCIII!oe l W.
ci si richiamano, ~ stata gi infranta; a tale ~ .U. -~
concorso due evenu fondamentaij21:
10ttuJa, liet'oDdo Daie, b.aao
l) In primo luogo, l'indirizzo acatico che l'
Arcesilao, il quale aveva incenttato nSUo Accadaai. ._-..,
ca di tutto q~u~nto fino ad. allora era Stato~ salla ~C:
ca della tradiZione platoruca, compiuta in ~l~......._
delle cosiddette dottrine non scritte. di Pia
. cl. Smoa. ..O. '-e
ta. Platone, al contrario, viene assunto come~~ Jle!tiDio ~
psis: come gi Socrate, cosl Platone non ba fon!~~ cldla a..
era convinto ddla inattendibilit di ogni dopnatia-m . datma. ili~
2) In secondo luogo, quando, a partite dal p~
.
una vigorosa rinascita ddla filosofia platonica
. LC.,! -.a
una condizione dd tutto particolare: nd ~~86,~~ ~di
Silla invade Atene e l'Accademia viene distruttL Quando
~
Antioco di Ascalona fonda la quinta ~ ci _ : . P111 .......,
luogo. Ma l' demento importante che, insieme agli edma,
distrutta anche la ricca biblioteca ddl' Accademia, e con esu l'=:li! doazi.
naie e scientifica ddla tradizione platonica. Certamente, la lettura clri dialoghi platonici era ampiamente diffusa in epoca elleaistia, COllie m-.1a
scoperta di importanti papiri dd secondo e dd primo aecolo L(.; ~
non erano gli scrirti di Platone a costituire l'autentica eredit filoda. A
partire dall'epoca ellenistica, infatti, l'attivi! fibo6ca 11tte111111a11e lcpao
all' apparteneraza ad una scuola ed alla sua tradizione imcrplmtin. Ma a111
la distruzione della biblioteca ddl'Accademia proprio l'inlapmuiaac e lo
sviluppo della dottrina platonica data all'internO della ICUOia. in pllticolm
nei numerosi scritti di Senocrate e di Polemonc. che era mdata ~ ~
questo modo proprio negli anni in cui, attomo al primo .-lo LC., e ~
. l'eredit
ddla- bile osservareuna forte rinascita dd plat011151110,
. .clomiDale
. vaifia
dizione platonica non era pi disponibile. Questa nnaara 11
alcun riferimento alla tradizione.
. .
__u Antioco di Aaloaa.
Ci, secondo DOrrie, consente di spl~_s.~ realiam i!IIID piOche pone fine al periodo scettico. ddl'~c:aoou-o per auu:atid tesDdi
gramma di ritornare agli ~ti~~b1a
UD Ialo, e ali Smid.
delle dottrine dell'AccademiA Arist e e ~il lUCI piOliOIID ci UD8
dall'altro. chiaro che Antioco DOli porcva_ . modo dircao; la tndioDC
ricostruzione della dottrina dell:Acca~
~ 1a ricca~ CIID
dottrinale dd platonismo non gli era f'l~cosuuize i dopata dell' AnDt;a N:1'ausilio della quale si sarebbero poruu n
cadernia, non esisteva pi.
-

md.:::.::

=::

~,.,...._..l'P:

21

29

116:

Cfr. DOrrie, Die Emeutwri;.PP ~Dit ~


~ quesJa invece la nOIIIICSI di W.

lin 1930.

tcW Ber-

ENRICO PERQL(

114

.
d" cui Cicerone fu testimone, ossia il ritorno di
Tunav1a, quest.o 'd:toa~tichi, secondo DOrrie no~ deve es~re sopravrinascila del platonismo a parure dal pnrno secolo
Anuoco alla donnn.a
valutato. A suo aWiso, la l
rsonalit filosofica di Antioco di Ascalonalo.
a. C. non c~nn~sa con a espesere in grado di realizzare ci che questo pro~~- .
era
il
pnmo
a
non
l'
.
d d"1 comnunoco . .
Jl I breve Antioco non era uomo m gra o
gramma significdava n,_,e la filosofia di Platone; non era lui, quindi, che
c
1
d in mo o essen"""
..
pren ere
In gru caso il suo programma non ece scuo a. Con 0
o
'
. if
Q
d c
poteva far1a nviVere.
.
l'A d~;. perdette il suo s1gn 1cato. uan o !cerone nel
c
. . all'
. scuola, e quand0
dopo Anuoco
. , di cca ~ad Atene non 1ece
VISita
anuca
' 111/'0dntomo figlnu100vuno a formazione filosofica lo affid al peripatetico Cravo e areasuo
1

caso che da questo momento, e per o tre cento armi, mand


sco1arehi'e noto.
nppo . non un
wn
onianza
sull'Accademia;
nessuno
et
suoi
chi quals18Slles
.
ull .
. del l
.
Se pertanto ci si interroga sulla nscoperta e s . a rm11;5~11a
P atorusmo a
dal primo secolo a.C., altrove che dobbwno dirigere la nostra atten~arru: esta rinascita avviene al di fuori. dell'Accademia
di Atene; d'ora in
ZIOne. qu
del l

dell di
p atorusmo e
a poi l'Accademia cessa di essere l'autentico centro
2
scussione su di csso'

_
L'demento decisivo per la rinascita dd platorusmo fu, secondo DOme, la
riscoperta dd Timeo platonico'l; una riscoperta.che avvenne al_ di ~ori d~
scuola, fra gli strati pi bassi di cultura letterana, nelle cc;rchie di_ prof~
(Laienkreisen ), di persone, cio, che non erano filosofi di professione. Qui
il dialogo platonico non solo venne riscoperto, 1118 divenne una lettura filosofica quasi di moda. n perch ci avvenne proprio in questo P.Criodo e con
una tale intensit non possibile spiegarlo in modo completo. certo, per,
osserva DOrrie, che nell'ultimo secolo prillla di Cristo interviene un profondo
mutalllento ndla situazione spirituale del tardo ellenismol4. La filosofia stoica che per lungo tempo aveva spiegato l'universo, e con esso l'uomo e Dio, in
modo immanentistico e materialistico, non era pi sufficiente agli uomini di
allora, n era in grado di rispondere alle esigenze religiose e spirituali che andavano con forza emergendo. Per questo il Timeo ritorn al centro dell'atten
zione: dal dialogo platonico, infatti, che nella sua parte centrale (da 27 A in
poi) poteva essere interpretato cd stato effettivamente interpretato come
uno scritto di rivdazione, si poteva ricavare che il mondo stato creato da un
creatore trascendente sulla base di un modello eterno c sovrasensibilc. Ma
l'autentico punto centrale di questa lettura del Timeo erano le affermazioni
sull'Anima c~rnica: questa, ~~atti, poteva essere interpretata come l'ist~
che traduce il trascendente allmtemo del mondo ed esercita il governo su di
esso. Co~c vedremo, questo interesse per il Logos e per l'Anima cosmica resta, n~'mtcrprctazione di DOrric, l'demento centrale della teologia mcdioplatoruca e ncoplatonica.
IO

ar. Sesto Empirico, Schiw pirronillni I 220

:~l~~ Dk Bmeunun&-.. , p. m.
o111.,p.U4.

'

: ~rt!e
Der Pl4toni!mur... , pp. 174-17'; Die Emeunun&-.. pp. 1'6 a.
uumc, Der Pl4tolllrmur..., p.174.
'

SAGGIO JIIITEGRATIVO

Tuttavia, l'impulso che aveva ri


.
11'
prima g~cr~onc (6,-3, a.C.) ~ID Yita il~ .
ne. La nnasclta del plat.onismo era ~~~~-.__la
cspteSSo qud nuovo scntuncnto religioso
diva.i iDdirizi iD ~
alitnent~rc anche la gnosi cd il~ tardo~ che~~
correnti sorte dalla nuova situazione sp Ma, ~delle
molto breve cd incontrollata (o poss~il ~ cdopo 111111 E.
stesso sotto un controllo fondamcntaie.J' Darivoluzioaui,;) ba JIOIIo
(Laienbcwcgung l, cio, esso diventa ben
un III09imc:!no di ~
fortemente consc~ativo cd ampiamente cruu!~.::iWUo di 1CUo1a
Un momento _lnl~rtantc di questo p
fu

.
ca condotta dagli Epicurei contro la lct~ ~la palam.
tonismo faceva dd llnlco, cd in particolare
una
E. dd pl.
dotta .solo. da. questo
la UlaNIJIIIIJIIil

. Pl.to.ru
!llatoaia.ded dd dialogo. Per dim----"~~
L
rono 1 pruru a a urrc contro i passi centrali dd Timeo
. ~ ....
Leggi, c soprattutto a porre a confronto quelle affcnnazioDi ~ ddc
vino che sembravano essere fra loro molto divctsc c discordi. Nel 1111 diin cui ~. platonismo si tr?V a dover elaborare gli argOIDeDii per
tale cnuca, esso cc;ssa ~~ ~sete accessibile a tutti, cessa di csscn: ua icciBcwcgung. Ora, infatti, diventa necessario andate oltre il Tlllfftl c Pft'lld=
in co~idcr~onc ~ ~t~ scritti _di Plat~nc. La SCCODda fase del plllalismo,
dove c ben nconosctbilc il contnbuto di Eudoro di Alcsuadzial', ~
caratterizzata dalla raccolta di un sistcma di concordanze p1atoDicbc che,
partendo da una determinata formulazione, consente di rintracciare le affcr.
mazioni simili contenute negli altri dialoghi. In questo modo, utiliJZIIIdo fn
l' alro i mezzi fologici dell'erudizione alessandrina, si intcndm JIIDIUifC mmc i diversi c molteplici modi di csprcssiooc di Platone indiasRro IGIIPfC
un'unica c coerente dottrina, che ora veniva csanamcntc dctcrmitwa poamdo gli uni accanto agli altri i passi ad essa relativi _Da ~ la fotm~ 1"11. 11V
~vov Tol JlMTWVOS', oli no>.l.o6o/;ovl7: la polifooia CII'- di uaa
sola doxa.
In questo modo viene a costituitsi in modo rapido c ~ ua
patrimonio dottrinale incentrato su P~ton~ ~hl ~~ deP
l'ambito ben delimitato c tradizionale ~ CUI st 1110188
.,fuadup,
autori mcdioplatonici ed ancora~ P~o~- Ed acmprc si
msuao,
c non d~ una lcttur:s diretta degli ~ ~ Plat~ come
racnri Dc,li IIJIIII ai:
che dcnva la maggtorpartc delle ctaZJODl platooid~lA- B, i passi ccamli
stiani. Esso contiene dd Timeo l'impo~ ~dd ro1c cldla ~il
dd Simposio, dd Fedro c dd Fetione.l =~ cldl'~ 8a1. ed
passo di Teeteto, 176 A-B, diven~to ..:....J.re. cldla sccoada. cldla _.c
infine alcuni passi delle Lettere (tn 1""....- - .
della settima).
.
citali IIIIJIU'DOt d'.luo CllllOo lP"
Questi passi di Platone conUDUIJDCiliC
-

--.t

CO:: uJ::

ns::::

'::&

'd.:::0

'2

!.

. pp.m'JO.

"DOrrie, Dn Pt./olliJIII~ ~- ~ .. ,...... ......


"Cfr. DOrrie, Dn pt.IDIIiMr , J -n... .,.~
J7

Ario Didimo, pn:sso Slobco. -..

~r,.,

ENRICO PERQL[

116

,
]'"
pr;~ct"pale dei PlatonicP8: essi non avevano affatto come scodi vtsta
stonco-cnttco;

le .osse
1 ~
dottr;~ 8 di Platone da un punto
al
. mtento
po d 1 ncostrutre
at ressava
~
il f atto ehe Pl atone .osse
<
l' an

l'uomo
Platone,
ma
p latorusmo non m e
al 1 di
D
dt" un sapere sul divino dd qu e si vo eva ventare pattectpt. a

nunctatore
il 1

riai '

unto di. vista come si detto, p atorusmo unpe e e espressione


anch e 1a gnoquesto p

esigenza rdig"tosa di CtU sono nutrite


di. quella
eli

n ilasuaessenza
l'ermetismo e che non da ul"
tuno ha'econ d ato anch e il cn

51, pttagonsmo,

.
d n:: d"
il 1


Ma uno degli demenu
che secon o .LIUrne uungue p atoruh
suanesuno.
1

smo dagli altri gruppi il ruolo fortemente ~co ~t; c e m esso. assume il
riferimento alla tradizione: Solo nd pl.atontsmo si e. preven~to ~ tutte l~
epoche il carattere aperto dell~ d_iscussto?e che. domma negli altrt gruppt.
Certo la teologia l'intento pnnctpale e l autentico punto finale della ncerca. M~ i theologoumena nei quali ci si riconosce dovevano ~r~ dimost~ti
validi attraverso la tradizione della scuola e attraverso le testunoruanze scntte
contenute nelle opere di Platone che possono servire come testimonianza per
una tale teologia. E le concordanze di Platone harmo qui il loro significato:
esse raccolgono insieme ci che Platone ha detto sul divino. In breve, si cercavano i theologoumena, ma solo qudli che erano all'interno di una tradizione valida.' 9
In questo modo, il platonismo, gi nd corso dd primo secolo a.C., acquista quello che, nell'interpretazione di DOrrie, uno dei suoi tratti distintivi:
esso diventa un movimento di scuola fondato su un sistema dottrinale forte
mente chiuso e dogmatico; la subtilitas e la OEj.LII6TTJS ne diventano i tratti caratteristici che conferiscono alla scuola un carattere fortemente elitario e quasi esoterico; il VEWTEplCELV, ossia la ricerca dd nuovo, diventa l'accusa pi
grave: ricercare il nuovo, infatti, significherebbe porre in gioco la legittimazione che conferisce l'appartenenza alla scuola. <l platonismo, gi come si
p~ta a Filone ed in due brevi resoconti in Seneca, di una compiutezza
quast monumentale. Le controversie concernono in fondo i patticolari. Questa immobilit che opera come pietrificata un tratto che caratterizza il platonismo imperiale sin dall'inizio40.

b) Il Platonismo come classicismo arCtJiciuante


. A quc;s~o carattere ne strettamente cormesso un altro: nella nuova situaZIOne sptntualc sorta dal tardo ellenismo il platonismo viene ben presto ad
operare ~~c un d~ent? fort~ente conservativo; l'esigenza religiosa che
esso condivtdc ~~gli alt?.movunenti dell'epoca si traduce infatti nd richiamo ~- ~ tra~onc ongmaria. che risale oltre Platone, e quindi in quello
che Dome definisce una sorta di classicismo arcaicizzante~ t. La situazione

Cfr. Dirrie, Die F,.ge tUidJ tkm TTIIScrmt/m

mittoTII, pp. 211-228, spec. 211 _215 _

: Di?rt!c Di_e Frge... , p. 213.

tem "" Mittelpl.ttmumus, m PltiiOIIIt:ll

41 ~~Di! Emeummg. .., p. 163.


ge..., p.DOme,
213. D~e Emeuerung. .., p. 162; Der Pl.t011ismus... , pp. 198 a ., 201 a ., Die Frt~

SAGGIO INTEGRATIVO

spirituale dei primi secoli dell'epoca izn . .


117
dioso in questo modo: Nei primi recoli~ ~ daaitta dii
questa fone antitesi: da un lato la Pl:aalza~ IIIIJiaialc: li pu.,_, 1111una rdigio~e di~~ e dall'.itro 1111 claaici.mo
fon.;~~~
conservare Upat~~ruo culturale ricevuto, e
~ cLe caa 11
la base della convmz1one che tutto ci cbe q~ao DCIII per~ 1111 d.
un'efficacia salvifica, stato deno da l~~~~go ~ ed.llld.e cii cLe ba
naria. p~tonism~ si collegato con ~ ... cll~ OliaiEsso ~ntnb~ al .nnnovamento classicistico dei ~ ~ ~
veno U suo rifan1 a Platone, e divenne U~~ Plaprio aa.
doconservativo42
~di&..
Dietro l' at~eggiamento conservativo dd platoniuno, dictzo il
~t~res. sequl,. sta~a dunque la convinzione di foodo che lilla in~
ongmana, che. nsal!~a oltre ~!atone ai p.l.ioi lhtologo;, il 1.op, Dd--~
contenuta ogn1 venta cd ogru sapere, si en rivdato in IUtta 111
."~"""'
Allora ~! U~'_D~i, secondo una ben nota concezione~~
molto plu YlCIDl al Logos dd mondo, e ad essi iii.oso-li aJIIIIIllialo caa
una immediatezza che non pi poss~bile nd presente. M. questa rift1aiaae
originaria ha trovato Usuo culmine in Platone, il~ ~.il fibaCo
pi antico e l'unico teologo dei cui scritti si poaedeae il taiD. Per qur:1111 D
platonismo anribuisce a Platone la verit inten cd ISIOiuta, che l'ISili mente valida in modo vincolante. Ci che Platone ba insepto pub cata
mente essere spiegato da altri, ma non pu eacre arriccbito n Clllllplcrato
nell'essenziale in quanto eternamente vero.
Questo atteggiamento conseMitivo resta ~do Dii~ un~ c:mtn
le anche di qud pensatore profondamente ~ ~ e Plotino : N~
stante Usuo pensiero aia ampiamente~ e supen. ~ mabi
l'epoca dd medioplatonismo, nella compiCllllODI: ma~-:: l'illler
pienamente tradizionalista. Egli si p~tl come
odllreoloprete giusto e diligente, di q~ ricca
~:~:;-cpXIIO PlaciDo
gia degli antichi, che ha trovato Usuo
che
uodoao qu~~caa di auonega ripetutamente di essere ~~ore .
Pllraoe e dsi IIUDi pzalevo; la totalit dd sapere stata i;nfata ~~nei~~
cessori, ed ora non resta che M!up=- eu ;, cldit fba1, cd iD ~
possa penanto esserci una crescl!l
sap;re. in&tti. ~ idallk:a
della verit viene escluso da Pio~ la veriri.diJgcaliaDe dd diviDo. e
a se stessa. La verit -scrive DOme -.~ CJ8Di p111V1

divino anche la verit non pu rivd;arsi per cui il dapl ~.:::::


ca deve contenere una documen~
Lop ~ dsi tealali
~
va risulti aver fano sempre ~ . ~;~; ajpri pftlflcle9e
per esprimere la stessa COli ID altn ""__,
-

:J::S:.

J:J:.

:;1

'*",.,..,.,.,..,.,.,. ._

. .

DOrrie, JN Enreumm~... P !~:_,~ ck J)ilnro


SuDa conc:czionc dcll..oP di~ IJ6.100.11f!'- _ , . . . . . tk 701111. }.C 20 q. }.C. in
PII-.1isH 1.ci&o 7iJi*l
44 C&. DOrrie, PIDIUto. ~ -. J""J90.
42
4J

P/Malitll-::

lilf111P~,inP/flltJIIitil

orr

ENRICO PERQL(

Ili

ed
COtrunctte
una awcuraZJone una difesa che colui che compie la prova non
al
od il c di vt'IIITfpLC7116s'. Come nessuna parte dclla filosofa
m cun m o cnrn
rd

)''

della filosofa
ed -ere priva di aZioni con ms1eme
puo
.
filosofica puo essere senza
_, essere staccatauesto- nessuna affennaZione
re-'
'""' appunto
per
q
do la quale il Logos s1. rtYC:~ato
--'

1
tradizione
per
la
quale
e
secon
laziorucona
. od . 4,
in rutto agli antichi ed in parte 81 m CJ111

Questo atteggiamento conservativo della scuola. ~~tonica, il suo cl85Slcismo arcaicizzante che auribui_sce -~ ~)atone la. vent~ mtera ed ~ut~, rap:
presenta ncll'inrerpretazione d1 DOme uno dCI, tra~! fon~amen~ DCI q~
platonismo e cristianesimo si contrappo~go~o l un l altro ~ mod~ ~conciali
bile: all'immutabilit dclla verit platonica SI C?ntrappo~e: infat~, il ca~ttere
storico dclla rivelazione cristiana, nella quale il Logos SI e manifestato m un
tempo, in un luogo e presso un popolo determin~ti. Per il_platonismo, al contrario, se vi una rivdazione essa eterna come e eterno il Logos stesso; uno
sviluppo storico nclla r!velazione d~a verit. d~ pertanto essere. esc!u~o.
Scrive DOrrie in un saggio sulla teologia platoruca d1 Celso: Mentre il ertstla
ncsimo si riferisce all'azione salvifica di Cristo come ad un fatto storico, il
Platonico si richiama al fatto che egli dispone di un sapere originario che non
Slato mai modificato. In questo sapere, infatti, non v' nulla che possa essere modificato, dal momento che la verit immutabilmente unica ed identica. Cosl, il platonismo assume nei confronti dd cristianesimo, come nei confronti dclle altre religioni di rivelazione, la stessa posizione negativa: non c'
nulla che possa e debba essere rivelato; la verit non ha piani di sviluppo. Essa si mostrata ai grandi uomini, ai saggi dcll'epoca originaria, allo stesso
modo di come si mostra oggi. Non dipende dalla volont di Dio che la verit
. . si mostri ed ora si nasconda, ma dipende dalla debolezza dcll'uomo, e
(IICCisamente dal suo intclletto, il fatto che non tutti siano in grado di cono-.re la verit allo stesso moda46
m

elia dottrina del Logos


l:atteggiamc;nto. con~ativo ddla scuola platonica, il suo classicismo ar
~t':'" di cw ~b.b~amo fin qui detto ripercorrendo l'interpretazione di
~piega perche il platonismo, in un'epoca ricca di nuovi fermenti spiri
di ";~utamenti, ~~ di~uto il_rappresentante ed il sostenitore degli an
_ alon ddla tradwon~, il_ basuone dal quale questi valori, la t~111.Kl'l
-.&la, ~~ ~difeSI contro il nuovo che avanzava, ed in particola
le contro il_ cns~~o. Nessuna delle altre correnti - scrive DOrrie - noIIDitante gli alu _contributi dd Peripato, dclla Stoa ed anche dcll'Epicurei
Do, era pred~unato a questo dal suo fondamento spiriruale come il platoni
D047 Qual e tale fondamento spirituale? Nd breve articolo Platonismus

SAGGIO INTEGRATIVO

119
pubblicato in Der kleine Pauly Drric Olle!vaCto cons.isteva n~ fatt? che, partendo da una .la forza di CIIRito .
raccogliere la spiegazione dei fenomeni ddla ~ dd r.o.:., ~
l-yKUCMOS' 1TaL&la - e la religione in un' -~ 1valori ddla ~
un piano mctafisico. Questa metafisica dd~llODcnte, che~
tazionc di DOrri~,l'autentico fondamento iritualc~odi"~
dd.~~
c, ad un tempo, il punto unitario in cui co sp
platonismo che sono fin qui emersi. Ci ~ IUtt! divasi Qbaai dd
~di IDil ~
nc4'.
D Logos il m~zo universale attraverso nquale nclivmo .
Il~ olrmtemo dd mondo m molteplici piani; di questi npi im
smica: attraverso di essa che il Logos discende nel rn1:oort&Dk c l Aaima co~Quello
quanto aveva gi indicato Platone nd racconto della
esposto in Timeo, 27 C - 34 A. E su questo punto la tra~~
masta stabile: ~sa ha sempre ripreso la tesi timaica combinandola con ~
fondamentale d1 Fedro, 248 A ss. 50. Come osserva in modo cooc:iso Podio,
due sono pertanto le ipostasi perfette: l'Intclligmza c l'Anima; 11 di 10110 di
esse non ci sono che le anime individuali o particolari (j!Epucal +vxao. mc
realizzano in parte cd incomplctamcntc ci che preformato e prcaisre
ndl'Anima univcrsalc5 1
Ora, il Logos dd mondo si rivela in molteplici modi e fonne; esprime
ndla natura, nei saggi enunciati degli antichi poeti c dci primi filolol. cd
presente in nucc soprattutto negli usi cultuali, nei riti e nei misteri. ID qla!O
senso, gi Plutarco aveva stabilito un paralldo fra la flosola c le praticbc de!
culti. Secondo lui, il Logos aveva lasciato le sue tracce nelle-~~ DO
Xt:y611va Kat bpW11va, ossia nei riti, tracce che~~~ c~~~=
prire. In modo analogo, per il ncoplatonico Porfrio 1~c_ t sqgt~..,.;
di quechit hanno nascosto nei loro scritti ~ nelle loro ~
divina. Ora, il platonico colui che nscoprc ~uovamen~. dii Lop.lwmo
sta rivdazione, che gli uomini, allont~OSI ~&:::o dd mando ddla
univenlle dd Looscurato e dimenticato. Egli .~os~ come m ~ .
natura e dd mondo ddlo sptnto ~- p~rc il SJgD~!D di se-. .d ua
gos; anche i pi piccoli particolari ~~~ ~prc
senso superiore e trascendente che m CSSl 51 ~ pltO un'iJDml&ine ~:
Per questo il platonismo ba frequen~ liiJivenlle di tuili ~
mente enciclopedica dd mondo, una .
50110 dcrivlti ..polyslll!eP
ambiti dd sapere; per questo dal p~t~ solo adl'.mbo di quelli
_
grande valore, quali Plutarco, Lonp!O.

:maro

di=-

K. ZirP< ....... $allllol.. Dorrie, PJ.tot~ismlll, in Der /tkill~ p,J,. .,_... voa . ll&lrirl ~,..
~~~~
mer, Vierter Band, Miinchen l'f17 . P 906: ~ 1011!
49 Per quanto diciamo ci rifa~ 11
'=J2) SL: lJtr. . .
lonismus?, pp. '20 ss.; l.Dgos Rlli11011 ?.., ~ ~,.
doctri,~ tk l'im~..., cit., pp. 118 ~~~!6-419...... ,..441
i6 s,;J.:
Porphyrios, in P/4t0flicl miiiDN. l'P

i&wlv

:Cfr. DOrrie, Porpbyrios' ~


Cfr. Porfirio. Settt., 3J.

ili.,__.

ENRICO PERQLJ

120

metafisica dd Logos, infatti, ogni q~cstionc _P~icolare acq~ista, sia .d~ un


punto di vista oggettivo che soggctuvo, un. s~cato t'?"logt~ ~ religioso.
Oggettivamente, pcrch ogni conos_ccnza saen~ca, ogru ac~UISIZI~nc cultu.
ralc, ogni interpretazione di un anuco dc~o. o di un ~c~ro nto, d~vcnt~ una
rivdazionc divina; soggettivamente, pcrchc il filosofo c ID grado_~ d~
il Logos nascosto nd mondo ddla natura. c nd mondo ddlo sptnto ID virt
dd logos che in lui presente, sul q':'~c SI fon~a l~ sua parcntc;Ia :- syggeneia
_ con il Divino; ogni attivit conoscmva ha qwndi anche un significato rc)j.
gioso in quanto consente di raggiungere l'II!LotwcrLS" Ekcil52
Si comprende allora che, all'interno di ~a ~aie_ concCZI~~c, l~ filos~fia,
che di ogni creazione, di ogni 1Toll]<1LS", svda il significato ?~ar~o, ossta la
conformit al Logos, diventa ci che fonda c propaga tutu l valori ddla cultura, ddla t>.Mvuo') 1raL8da. In questo modo, filosofi_a! rcligi~it c cultura
si fondono in un'unit effettivamente imponente, da cw il platorusmo nei primi secoli ddl'cra cristiana ha tratto la sua autentica forza c diffusione. In ci,
secondo DOrric, risiede la ragione profonda dd fatto che il platonismo con
cui i cristiani dovettero confrontarsi era non solo un sistctl1a fosofico-rcligioso, bcnsl una potenza culturale altamente atrualc''. Ed per questo che,
come vedremo, se il cristianesimo voleva entrare in questo mondo culturale
cd annunciare con successo il proprio messaggio, doveva scacciare il platonismo da qud terreno da cui traeva la sua forza. Ed il cosiddetto platonismo
cristiano secondo Diirric esattamente la finzione che i teologi cristiani
dd terzo c dd quarto secolo hanno creato per assolvere questo compito.

3. La radicale incona1iabilit tra platonismo e cristianesimo


a)

Il platonismo come dottrina religiosa

I diversi caratteri dd plato~mo che sono fin qui ct11crsi convergono tutti
~u un P~to centrale: la mctafstca dd l..ogos. Sulla base di questa metafisica
il platorusmo ha daborato secondo DOrric una concezione monista ed universale che pu~ essere espressa in questa fonnla: non vi che la teologia.
Questo - scr!ve D~rrie -. il carattere probabilmente pi importante di
q!lesta. COStruZione di ~tcro: essa contiene, costruita su fondamenta rdigt~, m ~l!e le sua paru affermazioni sul divino e quindi teoJo..: .J-1 Nei
&"""

suoi
st presenta come una teologia, o
. il P_latotusmo
, quindi
eglitratu di fondo
:cta&:mc un ad!enuca dottnna religiosa: fl suo nucleo centrale urLa
. sovraor matalaalla fisica: tutto ci che diviene cd corruttibile
un
.
la
lllllnaglnc attraverso quale raggi
. ~ere . certezza sull'eterno e !'IDcorl'
ruttibile. Mara
so, la

ungddeprelatla ':<>~ conrtaes-bjlotwcrLs~W:.:to ~~~~~"~ca


orusmo vtenc stre
o:uuw

: Cfr. 10110, p. 121.


Diirrie, Die Emtr~mmg. PP 164-16S W. . - .
ciL MISI SfJilldntiltn Pt.Jonismus?, pp. '20 ss .
"Diirrie, Die n~ Theoloi
..., ,p.17.

sAGGIO INTEGRATIVO

congiunta con ~ dottrina dcDa aa1voczza


12t
logici fortcmcnt~ marcan! acquista n~ eli cbe, }'er i IUai llllli
Ccrtam~~c, il platorus~~ non aveva
dottrioa ~
0/:ao.
aveva cosntwto una comunit, cd ancor lDalo
~ cubo ~
platonismo non era la ~plicc opzione per una~
hlllnia, ~~
rctica, m~i;~~mc dmdostra ldAlet~~s logos di Celso, Clllb...__ ~~~!o
visione '=!S'osa
mon o cw era COIIIlessa la
...... ~.. 1111a hm Pltcila
nd platonismo strettamente connessi non ~ /ogos e 110111or aano
ambito cristia_no! dogma c ritus. L'adesione al p~ COllie lo eliDo, iD
scdta molto simile a qudla compiuta in favore di
~. C111111a
come le correnti religiose del tempo anche Ula~ rdisiou.. E
aWT!lpla alla sostanza intellettuale _ 055 ~ alla vaa P tollllmo Pr_omene la
cserci~ ~a filos?~ L'atti~~ fil~~~ in quan10 a::dd' ~llOIIIo_ c;be
cd assin_illa al d1vmo. Ma CIO c~e e Slblile 1 Dio non pu vaJir lfJCil' lmaDa
~ c~ro . ~ora, .che se v~gliamo comprendere che coaa '-n~
con cw il cnsuan~lmo trovo a confronrani, noa poaiamo partire da on aJDo
cctto moderno d1 filosofia come forma di sapere seco1atizzato e fmdato
modo autonomo sulla ralio. Una tale separazione fra fi1oao6a e rdigime ~
teologia - o nei termini dd platonismo fra nous e logos -liOll corrilpcmde 1
nessuna filosofia antica, e soprattutto non corrisponde 1 qudla forma di pia.
tonismo con cui si incontr il cristianesimo: per nplatonismo, iDfaui, oil r..o.
gos che abbraccia ogni verit ed il Nous, nd quale COIIleiiUIO CJ811i pcmiao.
sono narure divine. L'atto di pensiero diretto alla COliOICaiZI dd Nom e dd
Logos un atto religioso, in quanto diretto l Dio". nvao aervizio l Dio
dunque la conoscenza: deum colit qui novit, aecondo la formula di Saleca'9.

111entc

c1abor.':

" DOrrie, Was ist rp414ntiktr Pl61oniS11f!1S?, p. m.


,. c&. DOrrie, Di~ pltztonische Tbeo/oqe Jn IV/sot. .., PP 2JO a.
"DOrrie, Der Pltztonismus, pp.l90-19!
. Dtr ,_,., EJot, ciL,
" DOrrie, Was isl spalllntilter P!.lon1S11111S?, P
p. 309
rciP>D< ciel " - !lilnio ..
. "Scneca, Ep. ad Lu&i/ium, 9'-47; da ~ mcll6oicaA'a.a.o e Plociao. che ali ~
stmgue un'altra posizione, i cui rappraen':'J ~ pp ID ..).,.,...
P":""
sce come teologia dd NOUS (ck Lotos .-,_..., . j cb;..or.,._ ddt ~
posizione (Piutarco, Celso, Longino, .a~
illiD ~.~ Lcp.ll _.. f
ne (pantcistica) s10ica <d in particolm . di~ in ~.'P:,.;.;. il
dallii recezione ddla metafiSica e ~
..,._
9 Sullo'- ci~. a:"- 1
uUa. merghei4 dd Nous coniCDUIA m !hL. A. 'lcoloP ci 1111 J>riDc!l*'
e ci Ull
parucolare Plotino, hanno SOICIIUIO 11111 dul'!i
rdaziooe ,.; ~ ciel............. Por
lo al di aopra dell'easere e IIOitraiiO ad .
(lllllliali<o ia{oriaor ~ ~ oil
Principio crea10re dd mondo pollO JU un
pi. ~ per Il ~ ~
questo,I'IISCCU al Principio 1upremo ~__.... .. _II...W~'i..,.......,.le
nalogitle, ma vitlabsffti&Jionis:
pena-. la~Il_.,;.~"!
dola che si perviene Principio su,premo.
p('- 111 li),le~ ..
molteplici manifestazioni dd divino nel~ Jllf</ll ci QlliC~~
si li~ita ad un aolo <JBFIIO aD'unia>
A,;...~......,.
~rdinatc (ipostasi) e <juindi ~~=J..oaol.~ DIJII ~
CIIID
11 trovo al di sopra ddl'essae, _ . .
ddll,_
ogni realt sensibile. nell'esperiea>a

"'dr.
o

.a.

'":-i

'::d:

::::.C

solo--,

Meat('&r...,...

Ilo.,.-......

ENRICO PEROLI

122
b) I dogma/a

'-t nismo e la loro inconci/iabilit con la dottrina


del P"'
0

cristiano

il 1 nismo se lo si considera solo come una filosofia; esal


.
"51 sottov uta P ato lt'gione scrive Dorrie60. Solo se si tiene presente

d
d'h
'
una rerre )a questione
tempo,
un
ad
50 era,
tanto 1 attuta e1 rappom fra
'bil

questo. fatto e po~st ~ ':nei suoi giusti tennini. Ma chiaro che, impostata
. l ..n
.
.. . .
latorusmo e cnsuanesun
P
nso ta: ...-er
tl'one risulta per DOme .g1a ilamp1amente
od 1
.
.
l
In questo m o, a ques
poteva
non
atorusmo:
p
recepue
affatto
poteva
non

6t p ch'
d'
1
questo il cnsti8Desuno
una religione di genere comp etamente IVCfSO . er e
.
do
c d
d rdi
ctoe assumere In se
g1oso ron ato su gmata ra-.
latonismo: un Cre o
Q l'
.
.
tale appunto, era il P
ua l sono quesu
dic~lmente inconciliabili con la dottrma cristiana.

rch' d' dell'esdogmata?


l) In primo luogo, la dottrina di una struttur~ ge_ra 1ca_ I.P~
sere all'interno dd divino: questa st~ttura ~a m un pnnc1p1? s?p~o
impersonale e situato al di sopra dell essere, ~ quale p~uce ult~o':l ~ ~
personali piani dd divino o ipos~asi, nei q~ali_la perfezion_e dd P~c1p1o p~
mo si riflette in modo progressivamente limita~o: ~na eli queste lpostasl (il
.
Demiurgo) crea il mondo, il quale non.ha al~ m~~ t~por~e.
2) In secondo luogo, l'idea di una nvd8Zione ongmana ed unmutabile del
Logos, che, come abbiamo gi vist~, escl~de la n~.i~ ~ un'~one salvifica
di Dio nella storia e di una nuova r1vd8Z1one; la diVlhlta, infam, nella sua pre
videnza, ha rivelato sin dai tempi originari tutto ci che serve agli uomini per
Platino e Porfirio giunge a conclusione quel processo di riflessione teologica che aveva ca
ratterizzato la tradizione platonica durante i primi tre secoli dell'era imperiale; una rillc:s
sione volta a determina"' la <llUU univenalis, l'autentico fondamento divino che sta dietro
tutte le "'"lt e che ad esse d senso (cfr. !m Plalonismus, pp204 ss.). Ma lo stesso Diirrie
avverte di non prende"' la distinzione fra un platonismo come ..,ligione del Logos ed un
platonismo come teologia del Nous, eia classificazione dci diversi autori platonici nell'uno
o nell'altro groppo, in modo troppo rigido: in molt in quasi tutti gli autori c' stata una
comp~za delle due concezioni (l.ogos &/igion..., pp. 130 s.). 1n particolare, nel neopla
tooismo la dottrina dc:l Logos e dell'Anima cosmica rimasta fondamentale (11 campo del
loro filosofa"'- di Plotino e di Porfirio- ~quello dell'anima e al di sopra di essa del
LogOS, Der Platonismus, p.205): da questa concezione, e non dalle riflessioni sul Fonda
mento su~~? sull'Uno al di sopra dell'essere, che il neoplatonismo ha tratto la sua forza
e la sua dilfustone, la profonda azione culturale esercitata nella sua epoca (ibid., p 206).
Per ':I?CSto, per quanto ~ neoJ?latonismo abbia elaborato un sistema teologico di gran lun
P ptu. coerenu; e comptuto nspetto alla p~te tradizione platonica, la sostanza del
platontsmo ~asta negli elementi di fondo invariata attorno alla dottrina del Logos:
<?esto IJISSI8glO ad un sistema pi compiuto non ha tuttavia toccato la sostanza del pia
e. questa sos.tanza ri~ta alla base del platonismo con minime variazioni sin
!=Pt di Eodoro di Alesssndna. t; possibile caratterizza.., tale sostanza in questo modo: il ~e. fondato teologicamente ed avvertito religiosamente al mysterium del J..o&os,
chd,.doriiina .m dai tempi originari e senza inizio il mondo che ~tiene in s tutti i valOri.
pone m comunicazione tutti gli dJO<i!Ets fra di lo;., e con la divinit intesi come
e
no_ua c come logOS (Die Sthultradilion im Mille/plalonismus unJ Porphyrios' in Plato"iaz
mmora, p. 419).
Di!~ Dit '.'tkrt Thtologie, p. 17.
Diirrie, Was IS <Pitnlilm Platonismru1, p. ~18.

:WOO ;-

sAGGIO JllrfEGRATIVO

la loro salvezza. Ed ha fornito loro IIICbe la


.
12)
Logos che opera attorno ad essi e di~~-~ <l
}) Pertanto, solo l' atvit COnoscitiva, l' -~ d!e h..ao iD~~
lizzazione dd_ logos, che conduce l'uomo~~ iD-., b
sua condotta m questa o ndla Pn:cedc:nte vita,
Cbi, a IIIOiito cielo
losofia. resta esclus? dalla ?IIITTJPla- n
cap.ce ~~la&.
una mancanza sul pWio r&zlonale. I COIIcelti . ~. e ~
redenzione e di grazia sono, in un tale CODtesto
di~~ <l
4) Infine, la dottrina della trasrnigrazione
hiii;O illlppliabji
un'immortali!~ sovraindividuale dell'anima ddi'IJOIIlo'Z
arume. cd aCODcaro"
Ora, qu~tl do~m_ata ddla teologia platonica 10110
0 ~
per la dottrma cnsttana e sono sta penanto n:sp .
cristologia e dall_a d?tt_rina dello Spirito Santo sta=~
oDalla
tazione come se il Ftglio e lo Spirito apputenascro ad
Dall'azione salvifica di Cristo, e non a partire da una
viene fondata l'opera dd l.ogos che salva. Non l'anima che~~
ma che crede sicura di ritornare al Padre; non la CODosaDza
gos dd nous, ma l'atto paradossale ddla grazia opera la salvezzoll. Ptn.mo,
conclude Dorrie, l'intero apparato dottrinale elaborato .W cris!imo:simo DCI
corso dd quarto e dd quinto secolo stato concepito in fumiaoe IDiiplarmi.
ca. sufficiente considerare i cosiddetti ~. ossia la coafeaiooe bouesitnale che un neofita doveva pronunciare, per vedere come in essi sia presmte .da tendenza a bollare con anatema il platonismo come CODlrlrio ad qpli
voto battesimale64 Ed in particolare il terzo anicolo, sopranuuo per ci che
concerne la resurrezione della camo, si rivolge con sttaordinaria forza COD
tro il nucleo fondamentale dd platonismo, ossia con~ la ~d~~~
Logos cosmico attraverso il quale il mondo stato o~to sm dai IJ:mPIC:
ginari in modo perfetto ed immutabile. Questo anico1o ~ che.
fede cristiana non poteva essere pronunziato da nessun P~ -:nza
con ci, venisse sacrificato un tratto fondamentale della 1111 COIMJIZIODC
logico-cosmologica.
. .
. e ~ un
. Si comprende, allora, ~e,_ da ~ punto di VISta teO~ _.lo Diirtie
dialogo fra platonismo e cnsuanesuno n"? ~ ~teoloci aisliloi dei
non c' mai stato neppure da un p~~o VISta stonco: 1 un'~
pe~ sc;co~ si sono sempre astenuu m P~
dd~
uru~aneta dt comportamento da una~
~&.la
Esst erano perfettamente consapevol} della . confronti di ~ultima hm:
dottrina cristiana e la teologia platODI~ eO,CS_~.;Lo - " Lldclove.- d
no sempre pronunziato un chiaro ed ~ad)'eRSia: in~
~ a~enu ad un tale criterio si ~ ~p~ ba la 11111 r.dice &JQ.oiio:a
l eresta subordinazionisca in ambtto trintarl"

Pttcat:.-'

7dcnc

dd

.Jl:

c:-"!:::

n.:: .. .
foocla:'sul":

d!

"Drrie, LI doarine de fiJM..., ciL! P ~ 1


" Drric, W.u ist S[MUntiMr P~ 'P.

:~"!c, Dien~ T~-~~Ll

Drnc, W.u ist spiUtltiMr r -

CI)CRIIZI;
Je,bile

nz.

P. '18.

ENRICO PEROL[

124

.
l

eoplatonica della struttura gerarchica all'interno d-'


la dOitnna
p atonico-n
.
il 1


"'
. . d'1 CUI. sopra abbiamo deuo
. . ..chi
. . 66cerca p atonJSmo cruuano - scrive
divmo,
DOrrie _ u trovarlo solo negli ereucl
.
..
Un Flato christianus, pertanto, se con q~esta espressu~ne st J.ntende una
.
d ntenuti dd pensiero platomco-neoplatoruco nella dottrina
recez~one el co
.
h .
l . . . .h
,, m8l stato n poteva esserci. 10 c e 1 teo og1 cruuaru an. .
cruuana, non c e

gli
r
ali
la
.
dal platonismo sono solo
aspetti rorm , ossl8 granunauca
no recepito
di
~
di
'
la
retorica e l'ampio corredo di immagw, me ore; e . Cl~oru_proprio
della tradizione platorca. M~ si tr~~ta S?lo della _pe~eriB: e solo il c~lor
nvesttto per combattere l avl l ru.cus di cui il cristianesuno si e abilmente
pao
67Do

d
versario sullo stesso piano e con le stesse amu .
vunque, ~v~, _ogtru 0
contenuti dd pensiero platonico hanno trovato ~ccess? nd cruuanestrno sono stati sempre sottoposti ad una ~rofond~ modifica, J.n modo da essere trasformati in senso chiaramente anuplatomco. quanto mostrano, secondo
DOrrie, Atanasio e Gregorio di Nissa.

c)

Atanasio

Di Atanasio Dorrie esamina68 il capitolo terzo dd De incamatione Verb~


nd quale viene citato un passo di Platone ormai divenuto canonico. Si tratta
dd passo di Timeo, 29 E, nd quale Platone indica nella bont dd Demiurgo
l'aitza pet la quale egli ha creato il mondo69 Atanasio riproduce il testo dd
Timeo in modo abbastanza fedde70, senza tuttavia spiegare il significato che
tale passo aveva assunto nd sistema dottrinale dd platonismo. Per tutti i Platonici che lo citavano, infatti, esso indicava chiaramente che al di sopra
dell'yaes 6E6s- si trovava un ya86v impersonale come suprema ipostasi.
Se il creatore yae6s solo perch partecipa dell'Idea dd Bene, dd Principio supremo, che secondo la concezione della Repubblica (VI .'509 B) si colloca al di sopra dell'essere. Una tale struttura gerarchica all'interno dd divino
non poteva essere chiaramente accettara dal cristiano Atanasio. Per questo
egli cira il passo dd Timeo in modo quasi letterale, limitandosi, tuttavia, solo
al significato superlciale, non controvertibile. Ci che invece per i Platonici
costituiva l'autentico e vero contenuto dd passo egli lo elimina risolutamente.
Ma secondo Dorrie Atanasio fa ancora un passo avanti. In Platone, infarti,
l'aitza O'Idea dd Bene) sovraordinata al creatore in Atanasio invece, ad
esso subordinata: come mostra infatti il quarto ca~itolo dd
incamatione
Verbi (poco dopo la citazione dd passo dd Timeo) l'autentica aitia della
bont di Dio per Atanasio il peccato dell'uomo, che ha suscitato l'azione

D;

AA. ~DOrrie, Gregors Tbeologie 4uf dem Hi,tergruflde der ,eupt.Jtoflischen Meupbysik, in:
U Sch Gregor _vo, Nysu ""'J Jie Pbilosopbie, herausg. von H. DOrrie, M. Altenburger,
67 Cfr.ramm, Leiden 1976, pp. 21-42,23.
sono, pp. 127ss.
: ~rrie, W4s ist rpilllfltiker Pt.Jtoflismus, pp. :J16-:J18.
T~meo, 29 E: Al'Y'"tJ.& &' i\vTuoa alrtav ylw01v tcal Tb 11dv T68E b CJWl"
~~cmp<v. dya~ ~v. dycdkjl &: ol&ls 11<pl oi.&IIS' o116110T tyylyv<TCI1
., b 8rbs ydp dya86s ton... dycdkjl &: 11<pl ol&vbs 4v ylVOLTO ~.

SAGGIO J]IITE.GRATIVO

I2S
saJvifica di Dio ste&&O: Dio, infatti, ba ~
estO che ha inviato il SUO log01 su118 terra.~ Jlec:clro d!r..._,
CIUello IDodo. acL ':d per
qu sulla aitia dd creatore, da cui AtaDa.io
n:-, dd Timeo platonico, veniva POito iD ~ ~le.__ ~
ci d!e i~
~on ha mai potuto accettare: Dio si 'fivWgePltrDo
dal peccato. significato dd testo ~~ ,11111 a-.. per lllllda
ddc stato traSfonnato in modo radicale: 'Clllto ID IIIOclo ~iD.
11111 ~d un antiplatonismo chiai'IIIICilte ~~-pi~~.-......

t-'

d) Gregorio di Nissa

.
Un discorso analogo deve csscrc fano a proposjro di
Qui, tuttavia, la tradizione con la quale si amfnxua ~di Nl.72
e clinu.a.a.
qudla dd ncoplatonismo contemporaneo, di Plotino
l'Occidente latinon, di Porfrio: questo che~~per
u111.Kl'l a()(jlla, la filosofta dei Greci: l'immagine com~ d!e J. ~
ha dd platonismo qudla presentata da Porfirio,.74. Di questa
losofica contemporanea Gregorio, osserva giustaiDcllte Diinie, ba ma
de.conos~~ c, ~c alla sua f~~e IUOria, in p1o di
abilmente il linguaggiO ddla tradizione platoDia, ~ liaa di
immagini, di simboli, di metafore, che si erano onmai t'lllldcmau: dlaiaai
standardu. Gregorio, scrive Diirric, cconosa: il gioco dci 6ba6 dcl11111
tempo c gioca con essi fino ad un determinato linUtc; in&ai, Cllllll quciiD Ji.
mite essi offrono certamente un aiuto alla comprensioae. Ma l cloR quciiD
limite viene superato questi fL~o4>oL dCYODo IICCCISirilnH:nte Clllldam:
all'errore in quanto non sono stati illuminati dalla~" ..
Questo limite per Gregorio, cosl come gi per ~ ~ cW
nucleo centrale dalla teologia fondamentale del neopWonisiDo. ~Il.::
.ubanliaetura gerarchica dci piani all'interno del diymo. In questa
per Diirric, come abbiamo gi visto, la radice 61oaofica ~ Tlle aJDo
zionistica ariana, che Gregorio ~ne ndl'IIIIOIIICO . CIII~
~ne platonica, infatti, per Gregono, c;omc per~~. Qui il
~ placDII
macccttabilc; quanto mostra la la setiiiDI ~
Nisscno, dilatando le parole di EaL 3, 6, ch,c sta IDsCoDdo di qullllllfiiDIID'
tco~ogia in nuce che si fonda sulla COIIJI(I!ogia. .~ naa pl8lllc le~
tazone la prova e tnatiolle Cl'tflltJmll: 11111 ~ climcJIIIIIi"' di cainsitJDe (~ lanlll. c
se dalla bdlczza dd cosmo, ma adocta un P
rancre ontologico: il tutto tende ad CS1C1C ICIIIIIO

nwfi=
U:

c;-:-e

~&:;:, ~-- ,.,...,

71 Drric, Wu ist spi1411UMr


, . . . .....
n a rifacciamo qui al agio di J)6rrie.
11 "'PI.tmris~, Me~~~pbysilt, cic. ..,,,,_ -~ l'llltill ,.JblftlM
7) Cfr. Drric, Porpbyrios Js ,..._, -

pp. 4,4-474.

74 Drric, Grttps TbJ/Dp... P. 29.


., lbiJ., pp. 2324.

: lbitl, p. 24.
lbitl, pp. 27 a.

126

ENRICO PERQLJ

,_ ~
di
ione che fa dd tutto un'wtit, assicu~andone l' awovl~ e la
.. orza ~ ,
d rrunante La infrastruttura di questa cosmolog~a, 05 _
........ TIOVI.a e .. rorza o
.
"d .
. e' nvol.
n=rn"e ispirata
a Posi oruo, ma la dimostrazJone
sezva gmstamente vu

d"unostrazJone

d e mcoruon

-< dib"
e neoplatonica:
.da
ten
ill
ta verso una SO UZIOn
l'unifi1caz1one,
.
come forza
l 'Uno come tendenza verso
mente a dimilostraredo come (vtnvna7s Ma G

bb
d
b"
regono a an ona su uo il
ehe domma mon
~'

p o rfirio, l"dentifican d l'


al t 1co-platonico probabilmente
o Uno
suoongm eso

"'il
d
1'6
6 '
che in virt della sua energheia' connette 1:11
uruta ~on o, c~n ~IIIS' "
-\ l b t:~v della Rivdazione biblica - e con il Bene Ul se, l airroaya
l ' qwfiJ.l

l' assioma

dcii a struttura
J.A.v. In
esto modo Gregorio respmge
p latoruco
Tuup

dd P rmc1p1o
supremo
. qu
all'interno dd divino e la conceZione
come
eh
gerarlca
"h
..
d
al di sopra dell'essere. Scrive Dorrie: Q"G
u1 regono a respmto
m mo o
molto marcato la dottrina dei piani dell'~e~: b ~ya~ e T ~ya86_v .non
devono essere separati. n Dio buono ha 1 suoi beni m se e non pnrna di se. Se
qualcosa giacesse al di ~ori _d~'~ere ~on ~trebbe o~rare n~' esse~. n
teorema di Platino che il prmc1p1o che e al di sopra dcii essere gtace pruna
dell'essere e quindl al di fuori dell'essere, viene respinto con una decisione
che rasenta la violenza. Qui infatti viene raggiunto il punto in cui platonismo
e cristianesimo sono l'uno di fronte all'altro in modo inconciliabile. Qui raggiungiamo il punto in cui viene respinta ogni forma di compromesso e di
concordia. Dal momento che la decisione su questo punto non pu essere
d usa, allora la spesso strapazzata formuna di "platonismo cristiano pu essere applicata solo agli dementi accidentali e mai alla sostanza79

u..,. . '

e) Una nota in margine

l) !:interpretazione di Dorrie dd De inCIImatione Verbi di Atanasio stata


fortemente criticata da E.P. Meijering!O, il quale ha richiamato l'attenzione
sul contesto complessivo all'interno dd quale va inserito il passo in questione, contesto che raccomanda un'interpretazione diversa da qudla proposta
dallo studioso tedesco. Da parte nostra, ci limitiamo ad osservare che, in ogni
caso, l'identificazione dd Bene con il Demiurgo stata sostenuta anche
all'interno della tradizione platonica, ad esempio dal medioplatonico
Attico81 .
2) Per quanto concerne Gregorio di Nissa, anche qui ci si deve chiedere se
l'id~tit di Essere-Uno-Bene sia effettivamente estranea al pensiero neoplatoruc;o. Certamente, non propria dd pensiero di Plotino, ma l'identifcazio
ne di Essere assoluto (pensiero di se stesso) -lv - ya86s caratteristica
dd pensiero di Porfirio, come ha mostrato P. Hadot'Z. In questo modo Porfi" IbiJ., p."
79 lbiJ., pp. 36 -37.
. 11 Cfr. Mcijering, Wu p!.lonisierlttr Chritlttr?, L, pp. 21-2'; uh11 Jahre Forsha~11g...,

at., r.P 316-318.

.
.
.
.
Cb . Cfr. M. Bres, ?"' Philosopb~e t/es Pi41ofliltm Alliltos, in: AA.VV., P!.loflttmus unJ
":.ltlllum, Fesuchrift fiir H. DOrrie, Miinster 1983, pp. 38-~. spc:c. 43 ss.
leva ~--HadotW.~ Porphyre el Viaoriflus, 2 voll, Paris 1968; si vedano anche le obiezioni solte"" Beierwhs e Th. Kobusch contro DOrrie in Gregors Theologu..., L, pp. 39

SAGGIO INTEGRATIVO

127
rio ha attribuito anche all'hrt~enva T%
~ 1111 ~
qudlo Plotino, e pi facilmente CODciliabiJe
te di spiegare perche un teologo come Mario CQQ l'~ ~do
rncnte l'b~J.OOUaLOS', possa ciononostante .,,Y~. che

'!i

TfJ> oalas-.

3) Per quanto

.wa;: eaa.a..

u.~ il~ . ~

conce~e l'eresia subo .

. . .

di~~

storicam~te la sua radice 6losafica nel~ ariana, che c,.

.
una qu~u~>n~ c.ont~oversa. Da un Punto di ~. COIDe IDIIia.e n:...,~
discussioni tnrutane dd quano secolo ra VIlla~ se il~ e
dipende in gran pane dalla questione se ~resenu ~ llllitai al ~
rna dall'Uno possa essere intesa nella 6losa/a~,dd NOUI e cidi'Aai.
neop-...uca aliDe ""D'DIIaio.
ne, ~d senso. che .al No~ e all'Anima
g~vam~te ~enore e d~uito rispcn~ un.~ d'~ pro.
di VIS~a s!o~co, e ceno, ~ro, che il subo~nginel', Da UD Plllllo
1100. era afliuo 1imiz.
to agli anaru85 ; non solo, infatti, gli apologisti
strutrura gerarchica del Divino, riprendend '~ ~~ IOIIime 11111
menio. E la donrina di Origene ha influito~ ~diNa
drina, alla quale poi si sono richiamati gli ariani~~ tcolocla alasm.
ogni caso, che nella fonnulazione del dogma trinitario . :t:;"':'"!"'oro la
sero di mira il platonismo, come afferma Dci,.; ...: J:tc_Lallllll ~

...,c,...~--

bileM.

4. Il platonismo m'stiano come finzione apologetiaJ


a) Il saggio Die andere Theologie
Dopo quanto si fin qui detto, la domanda che soJ:Be lpOIIWICl J. ~e
guente: se gli autori cristiani hanno sempre ricooosciuto COD ClllaDI cbiarez.
za l'inconciliabilit dd platonismo con il cristiaaaimo, pcrtb lwmo CIJIIIi.
nuamente perseguito il tentativo di assimilare il patrimoaio ~ ux:be
se, come abbiamo visto con Atanasio e Grqorio di Nilu. modifnndme 11

. __._ fut.
.
SOStanza?
Se si vuole rispondere a questa domanda, n~p/;=~
............-:se la funzione che dovevano svolgere le llJOIIICD[.UIOIII
dagli autori cristiani questo l'intento che ))Onie Ili propoae ln unllllpiO

..

: &. Hadot, op. CI.~ pp. )J~, 484.

r-~-

da""""'-

idDb io~~

....__e~ (lo ...


"' questa ad esmp1o IlleSI SQIIalUII
"'~ su cui viene fondala gran parte dell'op~ (n~., coi '*!"E.
~~one del concetto di cr<aiW"I oell'.ml>iro ~.-:;...di Filooa&o ~
eroU, SuU. ~~~~del p!.l011imo d ~crid<add........,di~
. 1(199J),pp.ll,,spcc.l42l:~~~.......... z,;,.~*"PP.
~l
~ ouno si veda W. Beierwaltcl, P/olill, u... .,.,._

.
~..
.
ss.
-~c&.P.
'---:..:...-CIIfisttlll.~PP."'.-.. ,.,..
"e& MCIJenlll,
~,___.
wlt!p,_,..,.,_
16
26-27;
pp.
cii.,
op.
Meijcring,
Cfr.
160
.n.24.

ENRICO PERQu
128

. dd 1981 dal significativo tirolo Di~ ~nt!ere TheokJgi~, nd q~e nno resenta alcune delle sue tesi di fondo che sopra abbwno eaa111110 di
st';O stu osodnp tempo per alcuni esperti, le amplia e le radicalizza ulterior-

nunato, ma a un

ra dd saggio'7 DOrrie precisa n~pito eh~ egli si P~: spo.


m~e~
_.,_ lapertu 11one continuamente dibattuta del rapporti fra la tradizione filoques
ed n cristianesimo dai pregiud'1ZI. e dalie uniiateralita' con cui fi.
sof
sono ravvisabili in
cagrecata affrontata Tali p.-iudizi, secondo DOme,
d
....,..

nora sta
due direzioni: da un lato, sin da quand~ n sett~ento .~~ e UliZI8to a parlare
di cplaronismO dei teologi cristiani dell epoca n1c~a .c e s~ata sempre la ten
denza 8 vedere nd rapporto fra fllosof18. g~ca. e cns~c;suno_ una d~nna
zione ddla semplicit e ddla purezza. ongmar1e ~d cnsu~c:suno.. Dali altro
lato, invece, si parla frequentemente d1 ~ ~IC~nc; ~~~~~ del ~~t.enu
ti dd patrimonio platonico da parte degb auton cnsuaru, per l quali SI e coniato lo slogan platonismo cristianO.
Al fondo di entrambe le tesi c', secondo Drrie, una mancata comprensione ddla situazione storico-spirituale nella quale ncristianesimo si trov ad
esercitare la propria azione nei primi secoli della sua storia. Questa
situazione'~ caratterizzata dalla nascita di una nuova epoca che doveva dif.
ferenziarsi in modo profondo dalla precedente sia nd pensiero che nelle forme di vita. Ma nnuovO che andava affennandosi non si imposto attraverso la distruzione delle antiche fonne ormai morte. Le forme esteriori della
cultura ellenistica restano intatte, ed anzi vengono persino restaurate: ma non
sono oramai che un guscio woto che viene riempito di una sostanza e di una
vita dd tutto differenti.
in questa situazione di cpseudomorfosi che operarono dal secondo al
quarto secolo sia nplatonismo che ncristianesimo: se essi volevano annunciare qualcosa di nuovo dovevano servirsi degli antichi mezzi di espressione. Ci
spiega nruolo che, come abbiamo visto, la tradizione svolge nd platonismo
di questi secoli: la tradizione nvecchio edificio che doveva essere necessa
riamente abitato perch venisse rivestito di una sostanza nuova.
Ma ci vale anche per ncristianesimo. Ed proprio nella mancata com
prensione della situazione storiCo-spirituale dei primi secoli dell'era cristiana
che risiede, secondo Drrie,l'errore della nota tesi di Hamack, che vide mi
nacciata la sostanza dd giovane cristianesimo dal fatto che attravers una cdlen!zzazioneo. In realt, le fonne culturali dell'ellenismo appartenevano or:
ID8I al passato. Non restava che un guscio vuoto nd quale cristianesimo SI
inscrl, ~ che ci _modificasse, n potesse modificare la sostanza dd suo
annunoo. Al contrarlo: le molteplici modalit di questa paeudomorfosi han
no ~ agli autori cristiani di utilizzare abilmente gli antichi strumenti e
~antiche forme culturali per farsi comprendere ai loro contemporanei e ~
~ b~~ ~~: Ed nplatonismo era esattamente uno di quesn
strumenU di CW nCtiStlalleaJno si servito per diffondere nproprio mess&ll

-re

diffondcr:e

1111-

pp. 1-4.
. at.,
.. Dilrric, 1Mpp. '-6. ThJo~
Cfr.IbiJ.,

SAGGIO JN['EGRA~O
0

u,

in particolare presso quelle Jler10be

~dizione_ cult:u~~ dei C?reci: D p~. che CIIDo ._

ne alle amruduu di pcns1ero dei "Grea .111 C!UIIuo lilla~ 11e1o


sponibilit a diventare cristiani; esso servi.,.era ~ ~per
~ ldo.io.
neutica , e che allora appaneneva al com ~ci che oqi ~la'p

b)

dd!a ~

Filone di Alessandria

enae.
lde.e.

Un esempio molto doquente di un tale utilizzo


.
oo4>la ce lo offre secondo_ Do'?e gi F"done di ~della~

trovato ad ~ffr~n_ta~ una situaZione in pane ~ ~ il ~li 011


no i teolo~ ~nst~aru delle CI><><;he successive. I lenori ~ ~ ~ ~
erano quel grude1 che, per nasata e provmienza
IIUOIICIIIIi, iD&ai,
mosaico, ma che, ad un tempo, erano sono
.n.~
Per venire loro incontro, Filone dovene percom:re
. ~ dlauRia.
aspetti, costitul un modello anche per i teologi
VII ...., tollo maki
Il rappdorFtoil fra tradi1~ione ~J.!odis?fica greca e rivelazione moaica viene
espresso a one con esempio Hagar, la concubina con cui Ab

unisce per volere di Dio: Dio ha voluto la paideia dei Gttci come
che Abramo prendesse in moglie Hagar. Ma la moglie lqinima di Abnmo
Sara non Hagar: essa l'autentico arch, il punto d'inizio dd popolo di Jsne.
le. In questo modo Filone pone in luce la distanza &a i due lltlbiri: .n. rivdazione dd profeta Mos spetta la priorit rispetto ad ogni altra sapimza: -
l'autentico criterio e contenuto di verit. Ma la osapiCIIZI di Mo.t, dal momento che coerente, pu essere interpretata medimr:e la osapicma pqan~~. In fondo, infatti, non pu esserci che un'unica filosofia, quelli che CUIduce alla verit. Ma l'unica verit pu essere espressa mediante diveni 11111menti linguistici. Per questo il linguaggio degli stoici ed mcor pi ~ ~
di Platone possono diventare il veicolo per_~ _co~~=
per~~ corretta interpretazione dcll'uni.ca venta idennca con. DOnie
I.; mtento che Filone wole perseguue con questa ~ 10
Rivechiaro: mostrando come il contenuto ddla Legge III(IIIICI Fible vuole !azione trovi giustificazione ndla stessa t~ .oo+la. nJIIIIO dalla pai
st~re ~ suoi !ettori imbevuti. ddla -~~ra ~
~ ~ cuhudCia de1 Grea alla filosofia di M~?-.~ fon udla .,..picaD di Mol6t e
rale al quale essi erano stati educau c P prescate chi 11 applicale la ~
nella storia dd popolo di Israde, cosi come.
cJjvmi. ICIIIJIIC l UDK1
ermeneutica, nella f!.losofia graca parla, con
il .
verit della Rivdazio~e m~ca.
di diJDiPirC l'~; a
_In questo modo Filone SI p~pone
~ f.ali
c:scrcimdaismo alessandrino aveva subato con sua ellcaislicl che ~
Jll(lllllo dleguaggio e le forme di pensiero d~ . ~da~ dal
re sui suoi lettori una forza suggesava. ID

Jinfi:C,'ddi:;:j

cris:

bar:.:

:D.

u:.-

19 lbid.,p.4.
'"Ibid., p. 6-13.

uo

ENRICO l'BRoLI

secodo DOrrie anche lo scopo dcll'interpre. .


nistico al g~ud~JSmddiE 'f::esto che ne svela il nascosto significato flosofco:
razione allego~~ . a gge, . decretata dalla Legge, suggerendo che anessa ten~e a !j~IDhre la 1Pr:: apparire pi strani alla cultura dei Greci in
che quel parti an c e ~ evti e compresi alla luce dcllaloro flosofia.
.
di
. dcii r
.
realt porevano essere sptega
e .onn~ pen~~etilizzazione apologetica dd linguaggio e
dclla flosofia platoruca, non ha
u eli . . - ~ in paru"colare
Quesra
. alla
.
di
.
cultura erusuca, w
ro della
teo Filone alcuna rccez~one contenuti estranei

di Filone: a" che

ID ""rrie non c' alcun p1atoDISmO


comportato
ruuavta
d
"--
.
l
< ali (l
d
lneta m0S81C8. >C\."Un OLIU
e
,onn e espresstoru,
ono .n"prcsi sono solo gli emenu
d-e-p)
a___ ,_atone1 veng
questi sttuper quanto concerne il contenuto, mvea:,
agini)
91

lat
tt
dd
if
.
.
.

unm
e
mcuuore,
tu o non p oruco .
< ~-" ven ono impiegati ID un slgtl ICato

ha conq~tato
la Fil
menu 10nnau g
uno
In dec.initiva, con l'apparato metaforico p. toru~o ~ne
strumento linguistico che gli consentiva di esprunen; il suo ':11on?rets':l1o co~
il linguaggio tecnico della filosofia e, ad un tempo, dt s~ 81 suotletto~
che questo linguaggio di Platone non esprimeva nulla dt diverso dal monoteJsmo mosaico.
c) La finzione p/atoniC4 dei teologi cristiani del terzo e del quarto se-

colo
D compito che i teologi dd terzo e dd quatto secolo avevano di fronte era
in pane simile a quello di Filone92 Owiamente, ora non si trattava di ricondurre all'originaria traclizione giudaica coloro che si erano allontanati verso
l'ellenismo, bensl di strappare all'cllenismo le penone colte per condurle al
cristianesimo. <n entrambi i casi, l'cllenismo - come complesso cuirurale e
come condotta di vita - rappresentava l'autentico scoglio contro cui poteva
cozzare l'opera di conversione9l. In entrambi i casi, pertanto, si dovevano
guidare dclle persone che erano state educate in questo complesso culturale
ad assumere, in una libera scelta, qualcosa di completamente non ellenico
(nd caso di Filone la legge mosaica, nd caso dei teologi cristiani la vita cristiana), e questo in modo tale che il passaggio non venisse avvertito come una
rottura troppo forte. Tuttavia, mentre Filone si era dovuto confrontare all'intemo ddla filosofia ellenistica con divase correnti spirituali, a partire dalla
met dd terzo secolo si assiste a qucllo che DOrrie definisce un ..processo di
riduzione: il platonismo riprende l'indiscussa guida spirituale dei GrecL E
questo, c;ome abbiamo gi visto, dipende dal fatto che, secondo DOrrie, solo
il plat~o ~ saputo ~borare un sistema metafisico nel quale veniva
n~ ~r~te m modo urutario la flosof.a,la religione e l'intera paideia.
D ora m poi, pertanto, la fiiosofia greca.. si presenta di fronte al cristianesi91 Oli vale.
l
~nmo 110110 per qusnto conceme la dottrina platonica delle Idee, che in
F"ab.e
~ ""''ucntemenre.m;a che nel suo pensiero, spoaliara com'~ del concc!IO di
Tbeo/ogie, P
ror=pwone, mmlac Wll funzione clel!u!to non plaronic:a (D;~
Dorric Die 4m
a.
13
pp.
Th<olop,
L" 13 ""
"lIIIIL,p.

.,w

SAGGIO IJIITEGRATIVO

mo come pJatonismo; nCOIIlaluto clcUa ..~:~....._,


81
d che i Platonici insegnano.
Di fronte a questa nuova si1Uazioae.
........_.
no dimostrato una straordinaria das~
~ ~ Clllcha l'l::...:_
di trovarsi di fronte nell'ambito cultursJe
~PlaiD-
quale n~n poteva pi essere c:ffcace 1s ~ ~ ~~
a porre m lu~ le ~~~raddizioni interne alla
llllidi
simo volev~ msenrst m questo mondo cultwe
CIII i ca.a..e.
ed annunc~ con. successo il proprio
.
renza con nplatomsmo SW SUO Stesso ~' ~ --iD CX11Q1r.
rdigosit e cultura da cui esso traew 1s sus '--~lam qudla ~&a
. . partire da Oanane'"""'
e 111a "'''~ .
Per questo motivo,
di Ala.acLia
~
una nuova fase nella discussione con 1s filosofi.
. ~ .......
pi attaccato frontalmente; al contrario tutte
1IIIIe
dimostrare la conciliabilit della t~ ao4lla coa il . . . laldaao ~
ad affennare l'utilit~ ~ella ~~oscenza di questi clcmemi
~"':J":.edper ~ ~~dott~ dt VIta cns~~ Solo in questO liiOdo, iDfaai, mio llftiCI
~do il. C1Stlan~ll11~ come C?n~bile con ls cu1turs lfta. li..,_~
dt convmcere l ampto pubblico di pagmi colli, cui p alllllli
gono con i loro scritti per lo pi di carattere palmClico, cbe, coaoaitiidali al
cistianesimo, non dovevano rinunziare a quel llllllldo cukunle dleaico ad
quale erano radicati ed in cui confidavano. Per questo, CIIIIIID abile - dci
mezzi della retorica, con una accana citazioae ddle foarl, delle ~ e
degli argomenti della tradizione plstonia da cui provalivmo, a tali lcallli
veniva mostrato come la Sapienza pagana>t potesse essen: iDsaita - riJe.
vanti rotture all'interno dell'immagine dd moodo coaiata daDa fede aiRia.
<n questo modo - scrive DOrrie- veniva aperta la strada ~ cbe oai ciJia.
miamo "enneneutica". Per favorire ed qevolare la compl'CIIIIIIIIC del ~DR
nuto della fede cristiana si fatta propria_laforzliiMCI)Illl:.se~:m:
to fosse stato gi espresso- quantommo mmodo app~- mo1ro
sofia greca. Con questa finvont: si . ~'~~~!unto 1C11Z1
IDI
c1ovu ri
utile: chi veniva conquistato al ~ DOli
e di c1ovu
5111
nunziare alle abitudini di pensiero m CUI nponeva la. -m &aa IDilli
iniziare una vita dd tutto nuova. Con questa ~caablaaimo iaiziava liDI
tnitazione all'originario postulato, ~o CUI~ ~lo scopo
Yi:ta dd t1;1tto nuova: J:?'altr? lat~, tuttaVII essa~ libafia p:.",~
di conquiStare al cnsnanesuno 1 numerost SC8UI'
radiCIIC
I DCI peasiao tndilioprattutto quelle cerchie di persone che~"
naie senza aver acquisito conOS(CIIZC 1.
di~~~~- li.~:
Ed in effetti questo fine venne nat~J!l~ . il ~ aa JialdlD
conquistare tutti i platonici alla Cede ~ (uhu,.Jc ~ ~
~alzare nplatonism~ dal suo ruolo d!
penaac calle e llllD
fiSultato stato raggtunto B~
ferto qualcosa come un "plal()lliSDIO

11ec..-.. . .

mo:;:
.....;:ro-k!
eia!:;!

dal--..,

=-

aistiaai::

oo!,.

u:fi'

&:i.:,

acl-

t::c ..
!a.-,..

" Dorrie Dw
"lbitl., p. 31.

.,JM "fb<lo&ii. P. 30.

ENRICO PEROU

IJZ

.
al secondo e complementare aspetto della teIn questo mod~ ~ glunD lato latonismo e cristianesimo costituiscoli IOI[elluta da_D~me; ~ df~ate s~pdogmata teologici dd tutto inC?nciliaDO due ~oru Jd!gose
tenutistica dd platonismo da pane degli autori
bili, per CUI una recc:z~one ~ on c' mai stata dall' altto, il cosiddetto piacristiani n~ _poteV&ch~te ~pcsso rawisato ~elle opere dei Padri dd terzo
tobSimo a15oano e e sta o
cfnzi
.
dd
secolo non stato mai altro che una
~e posta m att~ P:tt
0
e
crwt .
colo al cristianesimo. Ed una finzione, osserva DOme,
CODql1ISWC pagaru
tilizzo
condona con la furbizia dd serpente in quanto, c~:>n ':ffi.abi!.
e atall
zione dei testi ddla tradizione platonica, gli ~~ton ~~
quesu ~
avrebbero quasi dd rutto cdato gli in~ili ~~u di_con~to .e di divisione &a i dogmata dd platonismo e quelli d~ cns_nan~o, c;li cw peraltro
erano perfettamente consapevoli. Di fronte all ampta cerchia c;li perso~e p~
fane colte, le quali, non essendo. specialis~, non pot~~ verifi~ .1 ~.m:
tenzionalmente parziale che veruva compmto dalle fo~u, l teologi cns~ di
questi secoli avrebbero quindi utilizzato la lo~ supeno~ conoscenza dei t~
sti per dare l'impressione ai loto interlocu~o.n che le diffe~ &a_ p~to~
smo e cristianesimo fossero minime, per CUI il passo che ess1 erano mvnau a
compiere abbracciando la fede cristiana era in fondo di poco conto.

dr

d) Eusebio di Cesarea, Amelio, Agostino


I:esempio emblematico di questo abile e distano uso dei testi della tradiane platonica rappresentato, secondo DOrrie, da Eusebio di Cesarea".
Eusebio, infatti, compie un passo audace che nessun altro teologo cristiano
prima di lui aveva fatto: cita testualmente e per esteso Platino, ed in particolare il primo trattato ddla quinta Enneade, uno serino che, in effetti, rapprelenta un ottimo punto di accesso al nucleo centrale della metafisica plotiniaaa. Eusebio, tuttavia, opera una scdta molto abile ed efficace dei passi di
questo trattato presentando al suo lettore solo quelli che potevano sembrare
pi vicini al contenuto ddla dottrina cristiana. Quei passi nei quali, invece, la
distanza dalle posizioni cristiane pi considerevole, ed in particolare quelli
relativi alla posizione dell'Uno al di sopra ddl'essere e all'Anima come seconda ipoatasi, vmgono intenzionalmente tagliati. I:effeno che Eusebio inntende raggiungere per DOrrie chiaro: un lettore che non fosse stato ndla
condizione di verificare i passi citati e di confrontatli con il testo complessivo, leggendo la PrdeJHlratio e~N~ngelica di Eusebio era ponato a ritenere che la
IOiniglianza fra la dottrina plotiniana dd Nous e la concezione cristiana fosse
in effetti considerevole'7.
06 DOrric,D;.,.,"-Tb~.

pp.31-39.

" ~ D!i~ una - t q i p analop viene posta in atto da Eusebio scegliendo

~"'*'!'al! mtemo clelia uadizione platonica. Plotino, infatti, non ~l'unico tellimone cw. ~"? ncorre per mostrare che la teologia dei Platonici ~ dd tutto vicina
~dei ~ A questo scopo qli cira anche la tatimonianza di Numenio ed Attico;
:'-~~~ ~-occlralo cuo:.questi autori, infatti, ocxupano una posizione marginale

~":'""' UCIII '." llenetazlone. Nonostante Je profonde diHen:Dze che Ji aeparii!Oo


infaiD, Allico e Numauo concordano su un punto: enuambi rapingono le leSi leOio&iche

SAGGIO INTEGRATIVO

D'alt~o canto, _questo modo di ~


UJ
anche gli avvcnan usavano gli stessi lllcr:zi. ~ di ~ Dllll . - .
di Platino". Egli identificava senza . C!l-.o 111a11q ...__, ~
dd V~gd~ di Giovanni con illog::c:il~diaal*lai::
dclla riflessione filosofica greca. Ci IICIVe ad ~ IWeva 11011o o1 ....;::
quanto aff~ il barbaro>o Giovanni deriva......, per_~ che
tanto conucne una confessione di fede ~ 4llli*aza ~ e per.
strare ci Amelio riporta il testo di Giovanni ';IOD aisti.a.. ~ dia.o.
inammissibile per i platonici, b >.~ryos odpE ~ tattavia la&.,
quanto faceva Eusebio con la dottrina p~ dell'~~ do
Gli esempi di Eusebio c di Amelio attestano d
c!:e' ~
discussione fra platonismo c cristianesimo ~
~~
cD.. Ddla
parti: Tutti coloro ~hc partecipano alla ~
<IID"IIIIbe le
questo punto: non Sl poteva prmdcrc atto dd fatto che
~
profondo strappo ncll' antica spiritualit; ci si atlcDcva :::.,_--:a:~
zionc secondo cui, da entrambe le parti, si webbc petlllta~ ( )
Ma, in questo modo, con l'abilit di un awoato preoccupato di rog;.~
un compromesso, da concordanze spesso insignificmti, da IIIOCiaioai
nascondevano discrepanze, cd in particolatc da IOtDiPmze linauistidJe,si ~
dedotta tutta una serie di argomentazioni che~ pii!Ym dJe la ..m
greca indicava, in fondo, la stessa cosa ddla RWdazioDe cristim".
Le Retractationes, ncllc quali il vecchio Agoslliw 1111 eollqll: J?UIIIO per
punto la sua precedente propensione per il plalllllismoo, rappma111110 J. 6nc dd cosiddetto cplatonismo cristianO: come finziooc apoq.aa. iD&tti.

C:

=::.,a;:no

me

=
Allim--

di Aristotele sull'energheia dd Nous che hanno c:ondaao Dilli P lkri ~


compatto, ed in special modo Platino, 1 ~ UD1 cluplicc
Principio trascendente, collocato al di sopra dcii eaae som:"""
io6oriao< 0
confronti dd mondo, e di un principio aea~ poliO
...,q;a. Dd qoo1e r..,;.
subo~ato. Numenio, al~~-~~ un . _ .
co D10 esercita le sue funZJODJ su pwu on~ ~dd ......, od ap<n dd
con ~rza un'interpretazione leuenle della aeiZJOIIOmodo...,_ i,..; ci~ ci
Demiurgo esposta da Platone nd r-. In
forma ci ~- ..
Numenio Eusebio potcv8 presen~alsuo ~..,.bbe ....... ~~ ..
con=:ione cristianL Tuttavia. Eusebio._..., la~ cloi ~ ~
questo punto fondamentale della ICOioP platoni<l.
~ elle, ~
deciso in modo diverso, ed aveva ~uto 11111 iaferiorc. aa .
.
creatore del cido e della terra su un ~~--piilfn.s
dottrina cristiana. Al contrario. NUJIIOIII) ~:..-...a cd i ~
~
di ~latone e li presenta al suo lettore con_Je ali~~~~ ....-.
tonJSmo. Ed il criterio in base al quale'!"""c:riltiaal cJal ~"':"'Pre lo stesso: ci che aepua la ~ unilcc . - piiiiD ~~ Dllf#lll!'
PI possibile lOtto silenzio. ~~ uu eopcaaiaDi vidDe l-.,.._ (cfr.~
za, soprattutto Il dove~~-~p,jacipio ...,......~,_.....
Punto di vista, Numenio, che ar;uuo
122 1)11Jllaccll. 8
Prmo Eusebio, Pr.ep. w., XI 18, 6 '" &. 12.

'7
.,:..... .,;
...%;a,

S::

.._iD.....,.

~"cfr. DOrrie, IN-'-~ JIP- J9-40" lbiJ., p. 40.


... lbiJ., pp. 4().42.

ENRico PERou

1)4

1 l sua funzione di conq~istare i pagani colti al criatianesi.


avNa svo to 8
essere dd tutto ngettato.
mo; ora, pertanto, potNa

<110

5. Conclusioni
'ul

considerazione di Heinrich DOrrie a proposito di Agostino

n dJe quali mten

d"1amo Presenta. . Quest


rod urna
d alcune riflessioni eone1ustve
et 101 bucc a al tazionc ddla tesi della inconciliabilit fra platonismo e cri-

re una rcvc v u
.
d
101
stianesimo sostenuta dallo studlos~ te ~c<? . .
.
.
. .
a) stato gi osscrvato 102 che m Dorne il plato~mo ed il cns~esirno
re considerati come due grandezze stauche che stanno l una di
vengono semp
.
. real
.
fronte all'altra con ruoli separati, mentre,-~
ta, spesso SI connettono nd1 tessa persona in un unico processo spmtuale, che fa crescere entrambe
scomponenti, anche se in modi ~olto_ di':'er_si, l'u.na s~ll'altra e con
l'altralol. quanto ndla storia teologica de1 pnml secoli posswno osservare
nd modo pi chiaro proprio in Agostino.
Agostino attribuisce una grande importanza al ruolo che la filosofia ha
avuto ndla sua evoluzione intellettuale ed esistenziale104 n platonismo, in
particolare - c con ci s'intendono soprattutto i principali rappresentanti
ddla filosofia ncoplatonica, Plotino e Porfirio -, ha svolto un ruolo decisivo
sia per l'atteggiamento esistenziale di Agostino sia per la costruzione almeno

1:

101 Ci sono naturalmente molte questioni particolari che in questo conteso non possono essere affrontate. Un rilievo deve tuttavia essere fatto per quanto concerne l'interpreta
zione di Diirrie del platonismo imperiale. Come abbiamo visto ncUc pagine precedenti, ta
le interpretazione tutta incentrata sulla metafisica o religione dd Logos immanente, ndla
quale si riflettel'inOusso deUa concezione (pantcistica) stoica ed in particolare posidonia
n~. ~chiaro che, in questo modo, il Platonismo imperiale, ncU'interpretazione di DOrric,
diventa una SC?rta di teologi4 cosmiCJJ o di cosmologi4 teologiC4, ndla quale la dimensione
trascendente nsulta fortemente compressa c ridimensionata (cfr. a questo proposito la criti
ca esposta da. C. ~~ Vo~d ~d saggio Der sog. Mittelpl.tonismus, iiberwiegmd eine Pbilo~br.e tkr_DrmttttgltertJ, m: M.VV., Pl.tonismus und Christentum, Fcstsehrift fiir H.
mc, Munmr 1~83, pp. ~n-302). DaU'altro lato ci si deve chiedere se possibile in~
p~re ~0/tl/mmte il flatoms!"o come credo religioso. chiaro che la componente teOlogt
ca. . ~ am~tale ne platontsmo, cos come insita nella interrogazione filosofica fin dalle
o;:n~ la cw problc~atica, com~ ha.mostrato W. Jacgcr- zteologi4 dei primi pens~tori
~ ~ muc 1961 -,~.la det~rmmaztone della vera figura dd divino); ed altrcsl ~
periaJecomponente relig1~ diVenta sempre pi forte nd contesto spirirualc dcU~' ~
primar:,e~':,'i:~ n~ ststema /ifoso/ico di Plotino. E tuttavia: la dimensione ~ ~
no- tutti caratteri
con.vcrgenza di ogni discorso fdosofico ndla conoscenza ~ d!"i
-non possono ( di pla!Dntsmo, quale, ad esempio, appariva ad un uomo come GUJI!""
irucrita in un~ mc~ucare, n confondere, che qui (abneno fino a Platino) la teOlogJI
lllll'indagine razio
ca~tt~re squisitamente fdosofico, e cio fondato autonoTf!4mente
tco~, che ha ~~m': qumdt profonda'!'cn.tc .diffl;rcntc dal p~c~to P!"Pnamen~
OIIJU discono razionale ~uru ~~~mento mclimmabilc, c come cnteno di vcnt anche
101 Or. A. M Rit '
v~one storica ddla Parola.
10libiJ. p 37 ntc' Pl.tontsmus unJ Christentum in der Spiilllntike, cit., p. )7 .
20
... a,}.. _. ..

t
k

. 8Ditmo, Co,f, II 4, 7; VII 9, 13; 20, 26; VIII 2, 3.

sAGGIO JN')'EGRATIVO

IJS
ddia sua prima teologia. L'originaz;. ade.ioac
.U. ~ Jllaaaic.
platonic~, in q';l~to .capace di aiutare la
ocsapicnua Chnstl, e cosl grande cbe ~dd~-.
PII? dire: Ollalli ~
proprius accesserunt, nessuno li
PlatonicP 09 Se, come sostiene Do~ 1 bellpieli~~
. tudo ~h;.:. '-'
"Punto per punto la sua Precedente p
risulta diffi~ilmC?te BOStenibile che ~per il~~
semplice ~inkleid~ ~ella sostanza cristiana. ~ llia ... _, ._
Agosnno, tuttaVIa, tnsteme ad Origene,
ne dd fatto che l'intento dei primi tcologj~-..uoci.Donieafalialo.
uberzeugen, ~ehren 1117 Ma davvero aolo ~aolo~dioldaa,
stione anche di conoscenza, in quanto la fede vicDc ~ aa per aai qae.
come una fede pensante in un movimento che . 9lltl Della 1111 -.a
u ~&a I'C~Udifta e
l'intdligeroo 108? L'incontro con la fi1oao6a
greca IIOIIIipollde
ehe ad un ,.IStanza teoJogJca,
la ,...~
ID quanto sttumc:nto ulile
dd ~es~aggio cristiano stesso, ~ un approfondimenro
falr.
e qumdi anche per la elaboraZione di una ctcologia cristima.
~~ 109 ? Per quanto,. dunque, si.~. COIIVtllire cm DOrrie DCI.=.:;:
l tntento ddla maggtorpartc de1 pnnu teologi noo 11810 quello eli.,_
modo consapevole una Sintesi fra logos floso6co sreco e
stiana, si deve tuttavia dire che una tale sintesi CIIi l'lwmo eli &ao -.di
modo che la loro teologia apparsa a loro stCIIi come IDI'UIII di tiflc.iaDe
e fede.
b) In questo senso dobbiamo chiederci se la riduzioac ddl'iDaxtao dd
pensiero cristiano con la filosofia greca ad una ICIIIplice r=zioDe obmab
ed esteriore.. di immagini, concetti, metafore. ICilZI che .lam ~
originario sia entrato nd nuovo contesto, COIIICIIIIIDll ~ .Je.
guata dell'intento e dell'impresa teologica degli ~D!"ri ~dci primi~
coli. Un esempio particolarmente istruttivo, per~ ad IDIIUIIIItiiDJIII"
mente trattato da Dorrie, quello di Grqono eli~ iD&ui ~
coaftooto
n pensiero teologico dd grande Cappadoce . ~
!!Ili
comprensibile se non lo si colloca sullo ~
mila'- amc~:>n la ftlosofia greca, che aVCYII gi infl~ m
Zione della Chiesa orientale fino ad Ongeoe. CcttJmi:DIC.

':w..te-:;Rivdaime:.

mof

=...O.

. ~

1)6

. .
d borata spcculativamentc in panicolare nella do .
cczione crJsU.an~, della radicale fmirczza c temporalit della natura ttl'llla
dell'infiniti di_Eo e. modo profondo le strutture concettuali della ,_~~
t.,...urma. m ttraverso tale ...
L..

il pcllSicro
i'ttepJ't
--._...
.
il NSSCilO
(111lilurm8Zionc
Ma propno a
'd al 110
o non
ca ~
era sovrastrunura &CO ent ~ , c ancor meno a finzio:
viene ndott~
a
:Z:.
resta
un
demento
essenziale
ddla
nuova
forma
di
..,....nca ' ma
.
___c
.
~
pen.
ne pol.... -sol
verso questa rcccz~one c t"""ormmonc c resa P<lssibii
siero che 0 attra Ekkhatd Miihlenberg, non ci si pu cosl cotn~ e.
Coma ha dd;~wema dd rapporto dd cristianesimo nei confronti dcUa :
sbarazzare 112 In realt se la struttura concettuale offerta da quesr'ultitna
l~ grecaol...iJora verrc'bbe meno anche ci che ha pensato Grcgori010m
verusse t ta,
" eh d'
_c__ la
.'
.
Verrebbe infatti a man~ CIO e unosn:a _c co~~ vertt ~c ~t.
Ci che Gregorio conSidera come sua vertta,. egli l ha fondato mcd!ante concezioni dalle quali si aspet_ta ~e ad css~ a~ensca la filosofia p~toruc:o-aristo....anrio stesso qumd1, non lasCI& nconosccre che egli SI sa dipendentdica. G....,,
fil fia
114
te solo in modo accidentale dalla ~o greca .
.
c) Come abbiamo avuto modo d1 vedere ndlc p~c precedenn, sccoo.do
la tesi sostenuta da DOrrie il Platonismo non ha m11 toccato la sostanza del
cristianesimOm. quanto emerge chiaramente dai contenuti del Credo cristiano che rim~sto immutato fino ai nostri giorni.
Si~ gi ossctVllto116 che, se nel determinare il rapporto fra cristianesimo e
platonismo (ed in generale fra il cristianesimo c le filosofie con le quali si di
volta in volta confrontato nel corso ddla sua storia) ci si attenesse solo al criterio adottato da DOrrie, non vi sarebbe pi alcuna rlori4 della teologia cristiana, che si sviluppata proprio sulla base di una riflessione concenuale sui
contenuti del Credo per una loro scmptc migliore comprensione ed articola
zi.one. l'et la ricetca della storia della teologia cristiana - ha scritto giusta
mente E. P. Meijeting - non sono importanti solo le verit di fondo del Credo della Chiesa, ma anche e soprattutto il modo in cui queste verit sono sta
te interpretate, fondate e difese teologicamente (ossia in forma sistematico. 110 ~do la tesi di}. Danilou, Pi.Jt011isme et Tblologie "'1Stique. Esui- IIIT t. ioclmlt spmtwfk lk_ ~ Grigoirt de Nysst, Paris 1~4', p. 9: cLa structure platonicieone est

dooc un arod.nt c

, 111 ~ ~ilcativo il fatto che, proprio panendo dallo stesso presupposto di DOrrie :Jdk:'btrsldiosoradicalc fra r.dc c logos - si talora pervenuti a conclusioni op~ ~sul
~
. tedesco, c non meno paradossali. E il caso di H. Olcmiss (il cw SiglO .
ploiOrusl_noch~ Grqorio di Nissa [TM Pt.t011ism of Grq,ory of Nysu, Berkeley 1930), SI
"P"'
mdc
l'emblematica .a..
__ _,_
"'---- -:-Lry for 'IIS avm dcsauC"
_ ,c cSIdi c
A conolo
OUaJIJIWOOC: OU\CI:H)n 15 .......
st'ultno, in P:"'! poulos (Pb.~ .cbrist411us, Frankfun-Bem-New Yodt !9861: ~
bonsi quello ~cola..,, afferma .cspllctamcntc che non il contenuoo 6Iosofico ~
IICtUsc di ctcsiacns:"o ~ ~Zion~ posta in atto da Gregorio di Nissa l'C!~'" E. MiihlcnbcncU ambno ~aie si andavano diffondendo dopo la~~
p. ;z,,
ra. Dre Unmd/icbk~il Gottn Mi Grq,or IJOif Nysu, G<ittin8C"
lU

lbitkrrt.

114lhiJe,

::~~!!lk_rr TIHo/ogit, p. 43.

C!Jmng, Wre pl.tatririertnt Christnt?, p. 16.

SAGGIO IN'J1lGRA11VO

=-pa._ a::

a....-.

~el dai Padri. D Credo


1JJ
derDA mentre l'interprctazioae 1ea1ap:.~&.o ~~t
neddrappono&aplatonisJDoe ~C..,~~tl.taa ...
.J...._
18 non pana;1do in p~ ~11080
lione tCoJogtca clel1a vaua di fede
cW ~ ..'::....__
questa interpretazione, e cio Della~~ c._; d!la
piJmente gli strumenti conc:atuali, liDauiaid l PldQ J..a..;
il
Questo un dato che non pu essen:~~da~
Con d, tuttavia, non si detto llltola DuO. ~

e 50praft1;1ttO ~ui vm~~ o sui pericolj eli Imi


~
per ~a rifl~~e cns~ suDa fede; D si dalo la:aiaae dd~
DWione cw gli demena c:oncettui n=apiti
~ ...... llllfar.
dd nuovo contesto in cui sono stati iDsaia. ~ 11111 1111111pam .r-.,
rale analisi d si dovn:bbe in 0J111i modo 111a1en: ~ ~

delle diverse forme e dimensioni concatuali dd ~a., illllmdD~


tori cristiani si SODO confrontati, e cki clivasi
recepiti, con esiti certunente diveni. UDO &a i adii
. dR -lllli
ce lo offre la dottrina trinitaria, suDa quale, -Ili~ cl~ r...
frequentemente per sostenere l'inconc:iliabilit &a ~,:-:
smo, ossia l'esito inevitabilmente suborcliauiaais dR avnLI!e c
to l'adozione ddla concezione platonica eli ID struaura . - . . :
no ~ Divino culminante in un ~pio primo pomo al clqa dd'-.
Ptopno su questo punto, tuttavia, lo sviluppo dcii. clotaiaa llllllplmai::. J.
offerto agli autori cristiani possibilit di sollllioai c&-.
quanto possiamo osservare in Mario Vmoliao111, Dcplc.
compie il primo tentativo di fondare filcwficemmar iDIIIIIIID IIIIIMinlll
dottrina ddla Trinit, precorrendo in questo modo cd~_....
mente la concezione ddlo stesso Apino. On. Dcam di ViaraiDD per Ili
particolarmente istruttivo proprio pcrcb qli cli&adc CII'" i la daltrina onodossa ddla bomoousios contro I'Cftlia eli Aria d.baaado- ~
trina trinitaria la cui struttura filosofica fonclemmnlmae ~
due cose impossibili secondo la tesi di~ ~ aald.
aveva sviluppato con Potfirio una COII(CIIIIIIC di Dio adla qualeUao cltiiiD ia
do ddla teologia aristotelica veniva COIIJI5SI al CODCCIIII
s triac:licamente auto-rdazionlle. e che ~.JIC*"
aiDillriaalla dottrina cristiana odi Dio come~ . . . . (lllll'llillepadiiiDI.
In questo senso, per Vutorino. ~
cd iDIIiiiiC c.I:Assoluto dev'essere pensato~ il Pte-c-il
~ .1 ~
l Essere, la Vita e il Pensiero; CIISII ~ ~ iD tJ1111110 ~
~ come csubstantia che sussiste ~ -la friiDI Oli;DCo l
dinamica ndla quale Triniti si cllscbiude Glll u -

...,_E

rZ

........_

a::S:&;CIIIIalip..
J.!

--.

a=::::::

,1::. _..., '-

S.: a:e..

__-

----------.... . .
,.,._.,,e .........
"' lbUk.r,

111

Per

diciamo. cn P. ldal.

~2 .............

iL .di G. Gi=~JuuoduoioDe di G. Jllel!l.. ~~..... 91-UL


Dilf~. Frankfun 1980. nel iL cl S. SliDi.-

ENRICO PEROLI

1)8

cPadreo che abbraccia in s in forma aDcora iJ_t-differenzi~ta, nascosta


(<CeUi ) uindi nd modo dd pre-essere. CI che da lw procede _ e
IUIDJO ~q nfimra in un Tri-Unit 119 Come ha scritto recentemente
d untempostco
aWemer
-..- la concezione di P1oll:"o
di una asso1uta_ autoeostiBeierwaltes &enza
tuzione dell'Uno/Bene a partire dalla volonta di se st~, ;senza il ~esso riflessivo dello Spirito all'Uno da cui procede,_ e ~enza l ~senmento di questo
atto fondamentale dell'Uno insieme con il rivolgersi per;sante. del Nus
all'Uno stesso in un Uno in s rdazionale, secondo la concezione di Porfrio,
la fondazione filosofica della Trinit, ossia in gen~rale una sua comprensione
. .
teoretica e riflessiva, sarebbe diflcilm~t~ pen~bile 1 ~d) cPlatonismo cristiano: per Dome un espressione senza significato,
contraddittoria, da sostituire con l'altra, pi adeguta, di antiplatonismo cristiano121.
cPlatonismo cristiano: un'espressione che a nostro avviso mantiene tutto
il suo significato e la sua legittimit per indicare il ruolo svolto da determinati
motivi filosofici platonici e neoplatonici per lo sviluppo della teologia cristiana, certamente all'interno di un contesto di pensiero diverso, il quale, tuttavia, proprio nella sua diversit o novit, non sarebbe risultato possibile senza
l'impulso di determinati dementi teoretici dd platonismo.
Atrraverso la mediazione dei teologi cristiani dei primi secoli (Basilio,
Gregorio di Nissa, Origene, Pseudo-Dionigi l'Areopagita, Massimo il Confessore), la tradizione platonica cristianizzata ha svolto un ruolo essenziale in
tutta la riflessione successiva, medievale ed oltre. n problema fondamentale
come spiegare una tale ampia azione, se, come vuole DOrrie, il platonismo
cristiano dei Padri non solo stato una semplice recezione di dementi formali, ma addirittura una finzione. In questo caso ci troveremmo di fronte
si fatto paradossale di una finzione che ha ingannato non solo i Platonici
che si sono poi convertiti al cristianesimo, ma secoli di pensiero cristiano e
che ancora continua ingannare!
'
Questo l'autentico punto debole di DOrrie: sulla base della sua tesi un
as~o ~~e dell'intera storia dd pensiero occidentale resterebbe dd
tutto msp1egabile ed oscuro.

"--ta.
Ca"=-

119

~u

tocos .

.
UtUZtone
assoluta cd at<mporalc della Trinit procede pertanto da

:\&..;o':
;k:::!
~1j"lu~ente prima eh~. secondo una concezione centrale nella
al mondo
. s , no, puo essere causa di tutto, nella Trinit stessa cd in rapporto
come Pn:!d:~hC: asso~~ta causa( sui. Ca~ di se stesso (sibi ipsi causa), il

Padre.

Iii de) rtglio La ~zadd F.iglilb~to causa OmDlum), cd anzitutto causa della Substan
casariamenteuguai.,. alla
0 .0 : g~erata dalla autocausalit assoluta dd Padre, nedre a se stesso. Questo nesso":fn '!RIDe, 10 q~w ~estatio dell'uguaglianza dd Paglia, a se stesso lo S . . S CSSlvo d~ Figlio verso il Padre e dd Padre, attraverso il Fiza non nulla d; dive
anto, ~e, m_ quanto tale conexio. riflessiva, nella sua essene con il Padre.
rso
man estazlone dd Padre nd rtg}.io: consostanziale con Lui

P'":wa

"" W. Beierwaltes Plotino Un


di' '" __
I'U1r0, Traduzione di . Peroli lntrod""m'!'modi uo<rozion~ vmo l'inleriorilii, lo Spirito t
121 Dii .., .
'--UZtone
Reale Milano 1993 'p. 74 '
rrte, WdSIS/ r
""'lllnliJtn r,.~msmusr,
'
' G
p.523. '

Appendici e Indici

;.ppendice prima
La produzione scientifica di Cornelia]. de Voge1

C. J. de Vogel (190.51986) stata Ofll'inaritu di Filc.o&a

l'Universit di ~t~ht dall947 all948,eonl;....nusdi~e.~~


l~ all974. Ri!>Ortiamo qui in tltDe
""'t:o ~ Plto10 la stessa U~ve~1t
roduzione sa~tifica. ~cardiamo che in 01101e c1e111 de V.
~lo ..

da!

~lume Kephlzlawn. Studies m G"el: Philosopb, .,c its ~~i


de Vogel, a cura di J. Mansfeld e J. M. Rijk, Aaen 197S.
af/ttrJ lo Cf.
I. Volumi
1. Een J:eerpunt in Plato's denl:en. &n historisch-ph~ ~
1936.

2. Newman's gedachten over de rrchiiJIIarrliging. HIUI :t:Ut trt rrrhl t.D.11. l.atht.,. 6tt
protestantse Christendom, Wageningen 1939.
3. Ecclesia C4tholiC4. Redelijl:e verantwoorrling """ MI pmoo.Jij~ iar:e, Uae.k
1946, 1948, (traduzione francese con il titolo: D. P101tslalinw Oflhotltrrr ~
I'glise C4tholique. Le moti/ d'une option pmo~~elle, tnd. par P. BndliD, P
1956).
4. Een groot probleem in de antiel:e wijsbegm, Uua:bt 1947.
5. G"el: Philosophy. Texts with Notes and ExplaDIIiaaa. Vol. l, 1laJts to l'loto. L&
den 19.50, 19572, 1963,, 1969".
6. G"el: Philosophy. Texts with Notes and EzpWwloas. Volli, Anilatk 1M &rl7
Peripatetic School and the Early Aadnrty, Leidco 1~3, 19601, 1967'.
7. Greel: Philosophy. Texts with Notes and &pWwioot. Vol. III, Tbt~
Roman Period, Leiden 19.59, 19682,1973,,

_,....J~tlll
8. Pythagoras and Early Pythagortanism. Ali I~ al N._
the Philosopher Pythlzgoras, A.rat 1966.
9. Theoria. Een bundel opstellm wer de Grielae W~. A.m 1967
lO. Het humanisme en zjjn historische h~. ltlltts1l961L
11. Plato. De /ilosoof van hettrvnscendellle. Baam 19611.
( a NciiJulo
12. Girishiya tetsugaleu to shu/eyo. Fusjiuwa Bcifu.lalai JiaCID,
Yllku, Tokyo 1969.
'170.
13. Philosophia. PartI, Studies in Greel: PbilosoPh1 /tMISJ 1 . -~ il
14 ,..,..
- r'-'--'"1: ..... J:kitte ,..---. wl}s~~ge aspecten van het lltW~~
!*1111'170.
Patrrst1sche en vroegMiddeleeuwte ~
l5. De omnisbaarbeid ,., het overhot/ige, Lcidea l972.

16 Aan de Kmho/iel:en INIIf NetlnWJ. A.- J#II, NijiDeP


17 Aeterna Veritas, Utrecht 1974.

1m

PRODUZIONE SCIEN'ru>!c;,. DJ

142

,. onz~ ultniJ, Assen 1977


Leiden 1986 (venione italiana con Utitolo Ripe
18. IH grr~Js14g ""
19. R~thin/ting P/4to .n:,!",'i4~:"'~duzione di E. Peroli, Introduzione di G.

""" P/4IOII~ ~ 1
Milano 1990).

n. Articoli.

,.

Beai:

riti

011

mtru~ h~t gdoofg"ft, ocEithetO, 85 (19)0), pp. 77-78

.
J .

n g~loof ~n J~nlten. (Kollfl het ver<llln 111 het christelijlt ge2. Ovtr tk ~}.~~~ ':Ethete> 85 (19)1), pp. 120-140, e 148-161.
'
/oof /01 %1Jn , _ h
3 Rijlttlom en ontbering, cEI!hetO, 85 (19)1), pp. 177-184.
4: ZUJUwl en Kr~~is, cDc Gidis>o, 97 (19JJJ, pp. :J2:J-:JS2. .
5. De legentk ""n R~un en tk twintigste m~w, cOnder Eiaen VundeL., 12 Cl937),
.

pp.JJ-50.
6 De eig~n/ij~ st"ltlting IHin Nwtt~~~n s gedhten OIH!r tk ~IINIIIrrling, <nder Eigen Vaandd, 1J (1938), pp. 219-224.
1. o,., Hgins~len IHin theologis~ Jist:llrrie, r.Vox Theologica, 12 (1941), pp. 145157.
8. o,., tk pllllztr IHin Je theologis~ {IIDlileillllln onu 11nivenileilen, cAig. Ned. 'njdschrift wor Wijsbegeerte, )4 (1941), pp. 141-160.
9. &ch~~~Uwligtt~~~lting bij Kmholirlt en Protes/4nl, Ned. Katholieke StemmeD, 42
(1946), pp. 275-285.
10. B. ]. H. Ovinlt, Zijn ~lenschqpelijlt:e en penoonlijlt:e hetekenis, cDe Gids, 109
(1946), pp. Jl-44.
11. De ontmoeling IHin het Wijrgmg Denlt:en 111e1 tk Christe/ijke Open/Jtmng, iD: R
VIli Oyen (a cura di), Philosophill, Beknopt handboek voor de aachiedeala vm de
wijsbegeette, Utrecht 1947, pp. B9-181.
12. l tkmim P/me J11 Pl4tonisme el finlerpri141ion tk M. RDbin, in: AA.VV., Sllllli4
Vollgroff. Amsterdam 1948, pp. 165-178 (ripubblicato in Philosophill,sopra citato,
cap. IY, pp. 243-256).
U. J.:IJ tk l'Uniti J.e Dieu 11ne Vmt mionelk, in: AA.VV., M/4ngn phi/osophi
qrwr (offeted to the membera of the Xth Intematiooal Congreu of Pbilosophy
held Il Amsterdam, 1948), Amsterdam 1948, pp. 24-)9,
14. Problemr Concmting lltr P/4tonistlf, MuemOIJIIe, S. rv, 2 (1949), pp. 197-216
~ 229-~18 (ripubblicato con il titolo: Probletns Conaming P/4Jo's l.JII~ DodriM,
ID: Philorophill, sopra citato, cap. xn. pp. 256-274 e 274-29S).
15. ~~m bel motkme tknlt:en, c'njdschrift voor Philolophieoo, 12 (19SO), pp. 4n
l 0,., tk l'liSI, ul~ 11114r

.. -L-..J,.

17. He~ R. K. Knlehegrip, cVox Theologica, 20 (1950), pp. 15:J-159.


18 "" "" en zijn inuloeJ op het Wes1-E11ropese tknkm, cAig. Ned. Tljdscbrifoo, 44
1
Avian(

7J1), pp. 3-16.


19 ~~~llfue tl.e finlerpr1111ion lrJilionelle iJ Pltttonistlfe, cBewe de Mb
tapu1..,~ et de Morab, 56 (1951), pp. 249-268 ( ripubblicato con il titolo S.
~ ~ ~ finltrprllllion lrlltlitionelle tk t. Philosophie de P/4Jon, iD: Phifo.
-'"'"' aopra atato, cap. vn. pp. 155-176) .

coRNELIA DE VOGEL

20 Une nouvelk interpritation tJu prob~


. (1~1), pp. 3039.
2 1. Hel probkm van het
(1952), pp. 20-38.

145

IOCPOiifw, ..!+,

ltwatk in tk An/k,V ..

IV~. <&.oli.

Ilio, S. ft', 4

C:........, 27
22 J.}bistoirr tk la pbilosophie en qwt sens fi ..ftk
tJu Cong"s tks Sociitis tk Philos~ ;:l.tr ~ tk t.~ .
,9.362.
&w~.~Aaa
23. Volknhoven's werlc 011er tk Grie/cse W~
~ I'Pvoor Wijsbegeene, 44 (1~2), pp. 223-240. """'Pl.to, oAit. No.I. y-~
24. Het totalitarisme van Plato's SIUJ ett het ~
cAnnalen van het Thymgenootscbap., 40 u9521
,.. tk ~ r ........
.
. b
.pp. 17J-197
._,
25. Het Cb ns/e/i'~"!t seheppmgs
egrip en t/e Antie,v \ViH'-~

Josophie, 15 (1953), pp. 409-425.


-&m>t,cT"IJdocba&-JIIj.
26. Platon at-il ou n'at-il pas introduit k M~JUVemm~J.u
Actes du Xlime Con~"s In~mtationa/ tk Pbiloro,W, ~~}, it
vol. XII, pp. 61-67 (npubbUcato con ntirolo
;_,-_;-;:--1m,
k principe tk mouvement tlans son montk iJtu/lifibk} ~.......,
to, cap. VIII, pp. 176-183).
,m
lllpllc:ia27. O~ the Ne;'platonic ChariiCier of Platonism aru1 tbt p,.,_ a.-o{~
ntsm~ eMine!,_ 62 (1953), pp. 43-64 (ripubbliaro Clllllo
JW..
soph14, sopra cttato, cap. VIII, pp. 17f>.183).
28. Discussie rondom Vollenhoven, AAg. Ned. ljdschri&45
(1953), pp. 22-23.
29. A la rrcherche tks itapes pricises entrr Platon n k N~..........,_,
S. IV, 7 (1954), pp. 111- 122.
30. De Wijsbegeerte en tk Faculteil der Le11erm, cAle- Ned ~- ,._

p,.,

--io

w...,_.,

geene, 46 (1954), pp. 186-190.


31. Waarneming. vmltJtui en intuilie in de Gtieltse W"~. cAli-DIII. 1ijdddl
voor Wijsbegeerte, 47 (1955), pp. 105-120.
32. The Present Sute o/the Soaatic Probknt, cl'blaaaiP.l U95. PP. 26-,.
33. Quelques rrmarques propos tlu J>remi6 thqiJrt Il r~ . ti"-~
AA.VV., Autour d'Aristate. Recueil d'iluda de pbbJpliele offen AMgr. A. Mansion, Lounin l!m, pp. )07-)23.
. Hap34. Conferentie: De Wijsbegrte in het Hfllt' OttJnwiis, c!JDiolmidl eD
schooL., 1 (1955), pp. 128-136.
.
~ 1, ,
35. Het Pl.ztonisme, in: Eneydope/ie- bd ~.
p. 619.
195-196.
36. Eigenaardig Katholicisme, cTe Elfder U~e~t,) (1~). pp. _._ ,,_ ) (19561.
~cTc_...u...,
37. Waarbeid en onwaarheiJ 11411gauiebdr- '
PP-233-247.

Wljlt -49(1957l.
.oar
~ ~ .-L.-1.0.
38. Het monisme IJtlll Plotinlll, cAJ,._ Ned. rqdldld&
~ f/ ,_..,ID,__.
pp. 99-112 (ripubbJicato COD ntitolo 'JM
V'l.
pra citato, pp. 399-4191.
.
. r.,Jt/MI~._IA
39. Antilee Semsphilosopbie wui ~WF~<stgahe ]. I..om:, Baden-Baden 19.58. PP.

PRODUZIONE SCii!N'rn>ICA l>l

144

c..

. bi/ de ~ .Sruclium Generale, 4 (l "8), pp. 134136.


40. H~ A~
.rJ~r .,., Arislol~l~s e11 zij11 i11vloeJ op bel Wesi-Europese
41. A.-o/1 ls
ndschrift voor Wijsbeaeerte. SO (1"8), pp. 22.5-240.
~ ..AJ,. Ned. ~el pt.to11umus e H el Neo-pt.lo11iS111e, in Filoso/isch l..ecico,,
42. IN A~~d p.d'/Mo, J Grooten en G.]. Sreenbergen, Antwerpen-Amsterdun
.....enses<C' oor
...8
5 r9S. 222-223.
In 'pp. '
. cha PI410II el UIIS 14 mu/ilioll pWo11icim11e, Revue Pbilo.
43. ~;~r:; er de rtuangeno, 84 (19S9l, pp. 21-39 (ripubblicaro in Pb;.
~
-'-to cap XVI, pp. J78- 399).
IDWI'"',., sopra-
.
VV. A . ,_ _J nL. .

-*"'

m4 o/ IN Pt.towizi11g Arislotk_, m: /0-

.,

rzslol..: """ n"!o 111 lbe Mid-

44. ~~ (Fust Symposium Aristotelicum, Oxford 1957), GOteborg 1960,

pp. 248-256.
'- . ..r __ ,_eli ..__ .,_, __ . 16 (
_ 1_
, . , __ ,_ J.l/a viJa (t)lllellf/lwiiiJII, OlU"IOmBIC
"~
1961)
45. Aristolnc ~ ronuc uc
'
PP 450-466
na1 Phil
h n.,. _ _,__
46. V/IMI Pbi/osophy Meafll lo tbe Greelu, clnremauo
osop y .....--=,.., 1
(1961), pp. 3557.
.
.
'{Ili 111111 el Jll sig11ificatio11 pour u11e pbilosophse chl'ille1lne, Revue dea
47 E
Rdigieuses. 35 (1961), pp. 337-355.
48.
mitbotie J'Arislote m mitophyrk{ue J'op~ Ml4fJ!'Y~ A l-2, in!_AA.VV.,
Arislole et ks problmes de milhotk (SympOSIUID Aristotelicum, Louvain 1960),
I..ouvain 1961, pp. 147-170.
49. p~ m CausoliJril, cNederlands Theologisch Ttjdschrift, 17 (1962), pp.
o

s.!:"
u

122-132.
SO. Amor qua a~elum n-gilur, cVtvariUDI, l (1963), pp. 2-34.
51. VIbo Vlt11 Sotntes?, cJoumal of the History of Philosophy., l (1963), pp. 143161.
52. The CDncept o/ Pmo1111/ity ili Greek and Cbristia11 Tbought, cStudies in Philosophy and tbe History of Philosophy, 2 (1963 ), pp. 20-60.
SJ. The Topic of EtmuJ Chattge ili Greek and lAier Westem Pbilosopby Compaml
UJiJh lllliilm Tbougbt, in: Acls of Xllllmemaliottal Co11grns of Pbi/osopby, Maico
1963, wl. IV, pp. 375-389.
54. 0.. ltllllblicbus V.P. 215-219, cMnemosyneo, S. IV, 18 (1965), pp. 388-396.
55. DiJ Arislotk ever api Plolo's lbeory of~rtmscnukttl Itlas? Probkms
ttew editio11 of tbe Prol=tJiials, Archiv fiir Geschichte der Philosopbic, 47
(1965), pp. 261-298.

-a

56. Het Godsbegrip bij Piolo, l, cActa CJassica,., 7 (1965), pp. 32-43.
57. Het ~ bij Piolo, Il, Aaa Oassica, 8 (1966), pp. 38-52 (ripubblioto
~). uwoo Vlh.J w.s Goti /or Piolo? in Pbi/osopbia, sopra ciwo, cap. X. pp. 210-

.so-

SS.
rrf1tions 011 tbe liM de Causis cVi
4 (1966)
6:7.Q.
'9 Pl-
' rvartum,
' pp.
_, AriUolk lllld tbe ldM of co~~~emplol~ r de cPhilip..;n s.cz-, 2 (1962),
pp. 672.092.
~1
r-

60. :::.~~~~~lo
.,

OIUIOI~e 011

CUlli, Ozford

~lolo ~ lbe tbeoty of Itk.u, aa:on/brg IO the ~~

Di.kaia, Ptoc=~inp of the Third Symposium AIDW"'"'.

1968, pp. 91-102.

coRNJ!LIA DE VOGEL
61. On th~ ~ of AnstotWs nbica AIL
in the hUIIWUIIa m IDeiDory Pbilip

I4J
or
Ma..vv
~
62. A propos tk que/qu~s tlrp<s JUs "'-1..,_,11oe"-.,rt-'-.......

A.A.VV., Le Niopltllonisrne (Calloc,.e~d;~' "- ~- "'-1Z4.


63. ~thUuul. I, cVIYBrium., 9 U97ll,PP.49~ l'K191,PIIio tn~,._,-,
64. ~thUuul. U, cVIYBrium., 10 U972), PP. l~
... 1-"65. W111 Pltllo" Jw/ist?, cl'hla.p;,. 1 (19721
in Rethinldng Pt..to rul Pit11011W:, _
.' PP- ~ t.o.....u..
-r <llllo Pine......_ ... ~
66. A smpk of rtw,J th~loo ;, Xlth <mlrlrJ ..t;., "'"-lo........, vn
ductwn into comp..r..bk Gtuk thou,p l'hb.p-,. 1~ <d
67. Prohkm~ der spi.lmn Philosoph~ Pt..to, . ' U972), pp. 1.-144.
g~scbrie~~ Lehrr ~l..tons, hng. 9011 J~;, AA.VV, Da Plflhle. ~e,._
~ (~ laalfttSIOIIc tedesca cldl'lllicalo ~ ~ 1972. l'P- 41sm sopra atato n. 14).
'....,.,.,--'-Ile-n..:
68. Die Spi.tpb..l~ tkr Philosoph~ Pl.uons wuJ Jm ~
in: M.VV., DdS Prohlem... , citalo soprul a. 67 pp. 201 216
ne tedesca dell'articolo L.. dmirr Pb.u Ju ~ "-iaiooelo...._
111
Rohin citato sopra al a. 121 .
l. JL

1,

A....;-

"'-:t'.IA. .....

r....,._

69. Encorr une fois: k Bini d..ns t..~ tk Pl.to. ia: AA.VV. lair.
gen op bet gebied van de klassieke 6lologie, lloae.'~ ~
theologie door coUega's en vrienden uucd>odm- Praf. ~ Emle de~
Antwerpen-Urrecbt 1973, pp. 40-56.
70. Two 11t4jor prohkms concmring Socnztn, clliu-Pio., 2 (1973), pp. 1M9.
71. Que/ques problmn i propos tk fnpost tk M.Ilerti, clbim-Pio, 2 Uml. pp.
111-113.
72. Trois questwns i M. Wisniewsld, cl'beto-Pio., 2 (1973), pp.l24-1Z5.
73. Pltllo in tk ltllm en ~ OuJbdJ, bij ~ tt~~.a...p-.6 um~
pp. 230-253.
74. The Probkm ofphilosopby ..ruJ CbrisJi6ll foith ili 8odbias' c..sala. ia: M.VV.
Rom4nil4s ~~ Cbrisliiutilds, SIUdio Imo Hmrico Woamk GJiD. A l lm
don 1973, pp. 357-370.
75. Hu11t4nism in th~ collletnfKJI"''I ~. c'I1ila-Pio., 3 (1974),pp.l~l22.

76. Que/ques prohlbnes amcmt4111 Boia, in:Adt:r t.XH ~---


d' &udes cJ..ssiques Eirene Buarar e Amaada 1975, PP.

m-
t;_J.,.,......,.,---

n. Die ~kbrr heule:cZeilsthDlt fr ~ ~ JCVDI1ml.

pp. 389-414.
78. Prohkms concmint. ]1111i11 1JUn-p.

DiJ j.- ,_ XJX1 (19711. pp. M0-311.


~kPhilosopby..ruJchristilllfoithl,clln sr -~-

79. rwunas
Dl-~-~-~.lm4gt! o/ 1111111.

- ~-~IDI'Wo ... ":..J;.~-'----'-...,.


JU ~ - - - t/>lffit- ,._
AA.VV., 111t4ges o/"""' ;, .,Qeeii.J
147-la.
.h ""'it:is n colkgis dicM4. La.- 1976. PP.
Jll (19171. pp.liQ--ZH.
80. R4lnion 011 Philipp. I. 2J.24. cNo9UIII Tet ....... ~., JW. ......
81. Neuerr phi/osophisdle ~ .J ltw
"'
ner ~~~.29U978l.PP.
ili: AlliM~...,.
82. ~. Consol. u .. 8 : -

,re--

:::-fii";
.

146
~li sllllii /;oniMri.

p.,;.'. 8 OUo/Jrr 1')80, cura di L. Oberrello, ._.

. . ~- r-LI:-. cDioamaa
1981, pp. 19)-200.
VIU Cl980),
SJ. c;..,MfiKJtlrmulmP/olilletJ.atllltW-,___,-,
.r---~ D-~L: n:.._ oL.
pp. J52J54.
(JQS111ie/ow..J thednisliMI low"' . - . - ~ISIIU ,_ A~ft!f~ir~
84. ~ tlfllboro/the fourtb Gospel. cV,;Jiae ~.XXXV (1981), pp. S7-

~- ~.in: Gesullm Jer Kitr;hm~. D 2: Alle~. Stuttpn 1984, pp.


.ZS1-261.
86. I:.-putitm M J. t101ion phi/osotJ!itple M ~ tWfiM ~ t1oarr.J M 1.
tbirJ/oge t:hrflimne Jn pmtlinf siidn, cScrinium ~. 11 (1979), pp.
929-952.
~lolilltiS CDitrpMW/ ltJ Christia
ili P/41o
lfl. "IN SOtUSnrt4 .{omnl/4. lts
UJrilm, in: M.VV., NJJ>Imrmum - ' -'1 Cbristia T'botlgbt, Ea.,. io boaour
of A H Armsaong, edited by H]. Blummrhal md R. A. Marlrus, Londoo 1981
pp. 79-95 (ripubblicato con modilich~ nel volume Rrtbiltig Pl.to
Pltdotrism, sopra citalo, pane secooda. apttolo VIID .
88. INr sog. MittelpllllomsiiiiiS, iibmuiqnul riM Pbilosapbie tkr Dinsfttig/teit?, io:
M.VV., PltdotrismtJS ulld Cbristmllllll, Fcsuchrift fiir Heimic:b DOrrie, bera~~~&e
aebeo VDD Herst-Dieter Blume uod Friedhelm MaDn. Miillsler 1983, pp.
89.lkus aN/or 0111llillm. P/Ilio-' Aris101k ili A.piu's ~ of GoJ, io: AA.w.
Grwa/rJ lWstm, Essays io aoc:imt aod medicval philosophy praauaf ID Ja.eph
Oweos oolhr ocasioo oi his Rftlll)'ffth binhday aod the fiftieth ~ of
his ordioadoo, edited by Lloyd P. Genon, To101110 1983, pp. 203-227.
!IO. PIMOiliml.lld Cbrislimily: A mnr .,.I,Oifimt or profotmJ- grf1lltll/?
cVJiiliar Cuistiaoaeo, 39 (1985), pp. 1-62 (~il sagio di cui io~~
pteseDiilmo la traduzione).

Jim:tim'

-!

zn-302.

Appendice second4

.
Bibliografia essenziale sui rap
pont fra Pia .
.
. .
.
ton~~mo e
Crisnanesuno m ordine cronologico

BffiUOGRAFiA SU

148
Guinoo}., u

rEtm~iti cha P/olin ~~ Stlit11 AMpstin, Parli 1933.

Tmrps.~l '-tTi"rmidUS Mmm~us, Mtlrius Viaorinus, Stlint Augustin

Hemy p p/otUJ ~1/ Qa:t...-n 1

.,~.I.Owenl934.
-.
1934
Ritter C P/lllo!liJmus unJ Christ~ntum, TUb~
.. .

Amou R., [H 'Pilltonssmo

Patrum tc:xtUI collegit et notu illusthVlt R Arnou, Roo.a

1935
P' . Jes Pms in Diaiontlllirt! Je Tbiolog~ C.tboliqw, XD 2
Amou R., u ,tons1111~
(1935) coll. 2259-2392.
.
'
1pf4 Ji San Grt!gorio Niis~no n~/ JiJogo 'lntomo U'ani1114 ~
Pell~ M., I /0'::{.'::~. di F"doso6a NcoscolastiCP, 30 (1938), pp. 437-474.
Jla murrt!ZIO"~ '"'"~.
.
.
Gonzilez S., El realismo platonico Je San Gr~gono de Nss, Grqonanum,., 20
(1939), pp. 189-206.

Koch a, Pronoils unJ paiJeusis. Studien iiber Origm~s unJ mn Verbiltnss V1t11 Pltuo!liJmus, Lcipzig/Berlin 1943.
"--'<~- J Platonism~ ~~ tbologfr mystique.
Esui sur la JoctriM rpirituelk Je St.
U81JJC1UU .,
2
Grigoirt! Je Nysse, Paru 1944, 1953
Annstrong A. H., P/atonie Elemmts in St. Grt!gory of Nysuls Doctrine of Mtln, Domenican StucficS,., l (1948), pp. 113-126.

Chadwick H., Origm~. ulsus anJ Resurrt!aion, cHarvard Theological Review., 41


(1948), pp. 83-102.

Irinka E. von, H~llenisch~s unJ Christlidm im friibbyuntinischm Geistlebm, W~e~~


1948.

Klibansky R, Tbe Continuily o/ tbe Pltuonic TrtUiilion Juring tbe MiJJk Age, London
1950 (ristampa dell'edizione clcl1939).

Andresen C., ]uslin unJ milllert! Platonismus, cZeiucbrift fr due Neuremmendicbe


WllleiiiCbaft, 44 (1952-53), pp. 157-195.
Meriti H., OMO/OET:& 6ED. Von Jer pltuonischen Ang/eil:hung n Goti VI' Gottibnlicblteitlm Grq,or von Nyssa, Freiburg/Scweiz 1952.
Annlttong A. H., Tb~ Plotini4n Doarin~ of N0111 in Plllristic Tbeclogy, cV~ Cbri

.a..-. 8 (1954), pp. 234-238.

Hendricb E., Pltuonii~ unJ biblischn Dmltns bei Augustin, in Augustinus Milgistn (Aaea du ~ Intemational Augu.tini.cn), Paria 1954, pp. 286-292.
T10rmina L., Sant'Ambrogio ~ Plotino, cMiscdlanea di Studi di Letteratura CrildiDa
Antic, 4 (1954), pp. 41-85.

Tbaanas_d F. J., Chart~m Platonit:ims Je fontologfr Augustinienne, in Augustinus


M.gsster 1954,aopra cit., pp. 317-327.

~;: Logos unJ Nomos. Die Polemilt Jn Kelsos wietkr ti4s Christmtum, Ber

Hincbberser]..
Pltuonismus und Millel.lter -l>l."---biacbes Jahrbucb 43 (l!ml.
pp. 1.20-130.
- - 1 '

\Vaazink J. H., Der Platonismus unJ dk .ltchristliche Getl.nlrmwelt, in AA.W., Rlchnchn sur la trllliition pltuonicimne, cEmretiena IUt I'Antiquiri ~.m,
v~ 1955,pp.l39-178.

~TONISMO l!

CIUS11ANI!sJMo

Koch J., AugpstiniKbrr unJ dioto,rifd>er N-N~. ,

149
studicn. 48 U95~>.m, pp. 117.m. --.-...._-l.~
.C...
eou=Jle P., Not~WIUIJC aspeas tJ, , _ .
"-kSt.~......... t..i..
tm-,H(1956),pp.220.2J9.
I..
.
}Udot P., Platon et Plotrn durs trois . _ . k SI
~ ........ t..l.. .
34 (1956), pp. 202-220.
l&
. .
Nkolia ~-. Platonismo e pe_s~isttro nel flmJino tli
Srudi di Letterarusa CDIIWia Amico., 6 (19561 G..p;..tli Hia., ......._.
ci
23-)~.
pp.
Lr
Sciacca M. F., Saint Augt~~tin et k ~
/IOIJil>iliril._,_rlrrttimne, Uiwen 1956.
.
Courcdie P., Trllllition Nioplatoni&imne et INJitio.u
Jt t. lipo. Jt 6semblana (P/aton, Politique 27J D), cArcbi.a
docaiaol. a lialaiot
du Moyen ~eo. 32 (1957), pp. 5-H.
Fox A., Plato atul Christians, Londoo 1957.
WyaesJ., Tbe Twofold w..,. Platolficlnfl-as;,t~Je'lltrio(CJa,..,
of~
.vJgiliae Christianao, u U957J, pp. 226-24,.
Couscdle P., La rolle et/a clou tk fit~~e tLurs t.lrwllitiorr ~~~""";;.~~don 82 E. BJ D), devue BeJae de l'bilalap a ci'Hio!a.., 36 Um!, pp.

n-.

.;t;:_=

Garin E., Studi sul Platonismo Metkw/e, p-,_ 1~1.

Gregory T., Platonismo Metlievak, Roma 1~8.


Kraft H., Der mittkre Platonismus ullll tLu an.-, c'l'bealapd.. Lilmaaitung, 83 (1958), pp. 333-340.
Vogel C. ]., Antilte Seinspbilosopbie u1lll Chris-;. VlaJJJtr ~.il
AA.VV., Festgabe]. Lom, Baden-&den 1m. pp. '27-S48.
Fonin E., Christianaisme et culturr pbi/osopbifue ~ sildl. Ltr ...,.,. Jt
l'aime humaine en Occitlnrt, Paria 1~9.
Pannenberg W., Die Au/naht~~e 4n phi!DsopbistMr ~ Jr ~ .
. ; .t
* n Gauitp-Ltem J_ -'-"L ~ /ichnr T!--'-' cZ.iadui& fiir . ' r~
. ~
ucr '"'"-.'"~SI
roo
70 (1959), pp. 1-45; ripubblicaro m GnurJ/rwp-- 197, no-.
PP.
gen 1%7, pp. 296.346, uaduzione iraliaDI eli D. 1'-.
385.

Hadot P., Citations tk Porpbyrr chn Aslpstilr, ckvue da ta.da Alllf

..

-'

. aadStutrprl 1960,111.
.
. .
(1%0), pp. 205-244.
Pbi/osupiJit, Ziirida
Hoffmann E., PlatoniJmus utuJ cbrisJ/ilht
~.a.; D ..L.-. 1967.
G
di
___
,
__
.
.
d
cl)owDoilk . . . . 79 (1961),
..---UZIODC IUIIIIIDII
'
Armattong A. H., Pitrtolfic Etos .M C/JrisliMI At,qe.
. .
pp.105-121.
11 IJI'Jildtt,
Danilou J., Mnsage irNult~
. .... l's.~-1%1; traduzione iraliana di c.
SL
Dempf A., Der Pt.loniJmus 4n ~
. . ,_.,.,.~~
1962.
Couscd1e P., Anti-Chrisli4ll ~-Otif/il!' - ~ ......
Ambrose, ia A. MomiaJiaoo (~ p.,...,

==-

;::f:r

v-..-

.u

r..-

BIBUOGRAf1A SU
1"'
Cmtrny, Oxford 1963, traduzione ira!W> eli A. D. Morpurso, Torino 1968, pp.

167."197. J Pl4to unJ ti4I Christmtum, RatiO, 5 (1963), pp. 13-28.


Verdenius W.
'- ,..zuus
n r.
D'- Berlin
D.u pro!J/em tkr Abhingigltrit a<'f
von noltn,
1964.
~t:!; fonff.cb gestufte Mysterium. ~ Aufttieg tkr Seele bri Porphy,;0 s und
DOme . . AA VV. Mul/ur Fesrschrift fir Th. Klauser, 1964, pp. 79-92.
Ambrorrur. m

Irinb E. von, Pl4to Chrirli#nus. Obermzf'm.e unJ U~ge~taflung tks .Platon~."' Ju,a,
. Eins"eddn 1964 versione tra!W>o con iltnolo Platonumo Crult4no. ReJie Vtiler, ./ :dane 1 P14tonirmo nella P#lnrtic4, Traduzione eli E. Peroli,
avone e !rru,od'!"G~ D--'e Introduzione eli W. Beierwaltes, Milano 1992.
Presentazione 1 J\CW '
p . J U e nouvelk source Je St. Augustin: le r.tmlz de Porphyrt! sur l'union Je.
ep'fim;etducorps, .&vue des tudes Anciennes, 66 (1964), pp. 53-107.
Ppin J., Tbologie cosmique etthologie chrt!timne (Ambroire, Exaem. l, 14), Paria
1964.
Rist].M., Eros anJ Pryche. Studies in Plato, Plotinur anJ Orjgen, To':"nto 1964.
Stesd G. C., Tbe Pl4tonism o/ Arius, Joumal of Theologtcal Stuelies, 15 (1964), pp.
16-31.
Dodds E. R, Pagan anJ Christi4n in an Age o/ Anxiety, Cambridge 1965, traduzione
italiana eli G. Lanata, Firenze 1970.
Sdunidt . Kohl V., Die neuplatonische Seelenlehrt! in tkr Consolatio Philosophilte tks
Boethius, &irrige zur Klass. Philologie, 16 (1965), 56 pp.

Waszink J. H., Bemerltungen zum Einf/urr Jes Platonismus im ./riihen Christentum,


VIgiliae Christianae, 19 (1965), pp. 129-162.

Chadwick H., Early Christi4n Thought and the ClarriCIII Trdition, Oxford 1966.
Gigon 0., Die anti!te Kultur unJ tltu Christentum, Giitersloh 1966.
Hyldahl N., Philosophie unJ Christentum. Bine Interprt!tation tkr Einkitung Vlm Di4/og]ustins, Kopenhagen 1966.
Miihlenberg E., Die UnenJ/ichlteit Gotter bei Grt!gor von Nyrra. Gregon K.ritile am
Gollesbegriff der klarsischen Metapbysik, Giittingen 1966.
Norris R A, GoJ and World in Early Christtn Theology. A Study in }ustin Mitrtyr,
Irt!naus, Tertullian and Origen, London 1966.
Theiler W., Porphyrios und Augustin, in Forschungen Vlfn Neoplatonismus, Berlin
1966, pp. 160.25 I.

Armstrong A. H. e Markus R A., Christi4n Faith and Grt!tk Philoso"'-' Camb-'.J1967.


r"b
Armstrong A. H., St. Augurtine #nd Chrirttn Pfatonism, Villanova 1967.

Borteim G. A., Observar&s sobrt! a prt!sena tk melll/isic4 platonic4 no pmsammto

Silnto Agostmo, Revista Brasileira de Filosofia, 17 (1967), pp. 434-455.


Cou80
rcdle( P., Grgoirt! tk Nyrre, lect~r tk Porphyrt! Revue des :&udes Grecqua.
1967), pp. 402-406.

~u, ]., Grgoire de Nyrre et/e Noplatonisme tk l'cole d'Alhnes, Rewe del
00 . des Grecques.. so (1967), pp. 395-401.
';h .~;:e t"''btoms'!'e Theologie tks Kelsos in ihrer AuseiNJntkne/VIng mil tkr
ns

en

eologte auf Grund von Origenes c. Celsum 7, 42 !/., cNachrichten

J>LATONISMO E CRISTIANESIMO

Ut
der Akademie ~ Wlllcnabaftco in c"""'-~
.........,~
1').55:
PP.

229-262.
PP.

~
Grandgeorge L., St. Augustin et k lllopl.lo.o;
llllt, .... 1.896, .
1967.
-...,..
Logoskhre
Ricken F., Die
< '"'DON,..__ _
d Philoso des Eusb
l .
phie., 42 (1967) -.... .q kr~~w.~.r__ .
Theo ogJe un
--......._,
Grtelt Chrit;., , ; : , :358. . .
L P.,
SbeldonIO Maxtmus anJ Enugena, in A. H. ~
. o/Late- Grttlt a~ ~rly Mtdieva/ Pbik>sop~.,, (~). T!.t~riac
Cilento V., Plato Chnsttanus, Rivista di Storio :::;:: 1967,PP.425-n~
.......4(l'l68J
316-328.
'pp.
Hadot P., ~ort:"Jrt ~l Y_iaorinus, 2 voll., Puis 1961! di
anche l edizione Italiana: Porfirio e VittoriNO ~~~ca~
G.lale,llllbiaae
di
di G. Girgenti, Vita e Pensiero, Milano 1
Meijering E. P., Orthodoxy and Platonism ;11 A,~... __ _,__ s-<~~
.............. ,.....,.,.,Aati"-sir1,1.ci.
den 1968.
in P/atonw Mrnora, MUncben 1976 - - . 2 (1967)

"*"-

W:iliams

!ht

r...._,_,.

m.

Barra G., Agostino e i Platonici, cAnn.li deDa Focoltl di 1.eam Fila..&.


doll'lhi
venit di Napoli, 12 (1969-70), pp. 100-145.
AA.VV., Platonismus in der Philosopbie dts Mittel.bm ~----LBeierwaltes, Dannstadtl969.
Miihlenberg E., Das Vmundnis dts BOsm ;11 11 ~ ~~~~~~~ s;.
cht, ..Kerygrna und Dognwo, 15 (1969), pp. 226-238.
Ricken F., Nikaia als Knsis dts altcbristlicbm PI.Jortimrus, c'l'bmlap 111111 P1Jo.
sopbi.,., 44 (1969), pp. 321-341.
Wacbt M., Aeneas110n Ga:ca ah Apologet. SdM Ko~;. Vtr6ibU- Pta.;.
smus, Bonn 1969.
Wmden J. C. M. van, Le Christitlnismt et/a Pbiltnopbit, iD M.VV., K,.U.W. fai.
scbriftJohannes Quasten, Miinster 1970, pp. W-213.
Lilla S., Clement of Ak:candri4. A Study o/ Cbristit~N Plalollinrt ,.; GIIOIIitisJI.
Oxford 1971.
Meijering E. P., Zehn ]abrt Forscbun1 :U"' TbertM P~ ,.; KitdJtrwiUr,
. .
Theologische RundscbaU, 36 (1971), pp. 303-325.
alleia&a
Ft~akfwu.M.l972.trl0bi
-'IdN/ismw

'-"-'~---ai
. - ..
..
cDiul
.
.
DCJaW tes W., PUJWmsmus ,,.
11 93
di E. Marmiroli, Bologna 1987 ( specialmcD1e PPcli ~......., .........
Deus. D problema ODI~teologico c:omt IIIUID1II
~~--tonica).
Dortie H., Was ist spitantil:er P~~)6(1972),PP-285lOZ
_
Platonismus unJ Christentum.
1976 pp.
(ripubblicato in P/atonia MillotW. Miincbca . ~ 3 d. Plds tf74/15..

'-..._""'W.

-.w>.

*'

Courcelle P., Conllllis-toi toi mh dt Sntt; ~ d!t{titiiM .1e1 ~ '"!" ~


el~ anTrttdition nltrp~
Courcelle
Atti dtl Convegno l11t~ nrl0~ 1974.pp.Zi6325 ~
in Occidente (RD11111, J-9 Otto! 19 ~ ' ..t. itsAJd MI~
Dani!ou J., Plotin et~ dt Nyssnle

P.,

d;::,

BffiLIOGRAFIA SU

152
1111tmut

Plotilw ~il Neop14tonismo in Oriente e in Oa:itknte (Rom4, 5-9 Ottobrr

1970) Roma 1974, pp. 485-494.

Madec G:, S. Ambroreet 14 philorophie, Paris 1974. .


..
Mei" E. P., Cyril o/ Akumlri4 on tbe Neop/4Jonrrtr lllld tbe T"'uty, Nederlands
~ogisch Tijdschrift. 25 (1974), pp. 16-29.
.
.
.
Mei" ring E. P., Wi~ p/4tonirierten Christen? ZII~ GmtZZ!~bung %J!"~chm P/4Jonrrmur,
hrcblich~m Credo und patrirticber Tbeolog1e, ocVIgiliae Chnsuanae, 28 (1974),
pp.15-28.
.
.
Diirrie H., Gregorr Tbeologie 6 uf Jem Hintergrunde_ der n~illton~scbe:- Met4pbyrik,
AA W. Gregor von Nyrra und di~ Philoropb1e. Zwe.tes lntemauonales KoUoii~r Gregor von Nyssa (18-23 Settembre 1972), hns. von H. Dottie, M.
Altenburger, U. Schramm, Leiden 1976, pp. 21-42.
DOrrie H., Porpbynor alr Mittkr zwircben Plotin uml Augurtin, in Pilltonioz Mino,.,
Miinchen 1976, pp. 454-473.
Ricken F., Zur Rezepllon der pilltonircben Ontologie bei Eurebior 110n 1Vzirt1reia, Areios
und Atban~~rios, ocTheologie und Philosophioo, 53 (1978), pp. 321-352.
Armsrong A. H., Plotinilln and Christilln Studies, London 1979.
Faes de Mattoni B., Il P/4tonismo Mediewzk, Torino 1979.
Matthc:ws A. W., Tbe tkvelopmmt of St. Augurtin /rom Neopilltonism lo ChristitJnily,
J86 -J91, Washington 1980.
Blumental H. J. - Markus R A., Neopilltonism tlnd E..rly Christion Tbought, Featschrift fiir A. H. Armstrong, London 1981.
Diirrie H., Die antkrt! Theologie. Wi~ stdltm Jie friihcbristlicbm Theologen Jes 2.-4.
Jtlbrbunderts ibren Lesern Jie "Gri~cbircbe Wrisheit (= den Plotonismur) tlflr?,
Theologie und Philosophioo, 56 (1981), pp. 1-46.
RistJ. M., &m1's "Neoplatonirm.Jts &d:ground t1nd Nt~ture, in AA.VV., &si/ o/CtleStlrt!tl. Christilln, Humanist, As~tic. A Sixteen-Hundert Anniversary Symposium.
Patt l. Edited by P. J. Fedwick, Toronto 1981.
Blume H. D. - Mann F. (a cura di), Pilltonismur und Christentum, Festschrift fr H.
Diirrie, Miinster 1983.
Simonetti M., Cn"stillnesimo tJntiro ~ culturtJ grt!CII, Roma 1983.
Wyrwa D., Di~ christlicb~ Pillton~~n~ignung in Jen StromtJtru Jes Clemens 110n AlntmJrim, Berlin-New York 1983.
Andreaen C., Tb~ lntegrtJtion of Pilltonism in th~ E..rly ChristitJn Theology in StrulU
Patristica, XV, Berlin 1984, pp. 414-431.
'
Dea Places.:t, Pfa_tonisme. m?ym ~lapologbique chritienne IJU II si~ck tJp. J. C.
r:;;:nus, Attlcus, ]urt111, m StutlitJ PtJtristit:ll, XV (nJ 128), Berlin 1984, pp. 432-

;u..,;

Ritter A. M., Platonismus und Christentum in der SpitJntike cTheologische Rundschau, 49 (1984), pp. 31-56.
'

Bo~ V~~o J., A. Millenium of Christilln Pilltonism: Augustine, Anse/m tJnd Ficino,
m Plllrst~e, Mediewzl limi Rt!ntiSui~ Con/~. Proceedinp of the PMR Coofe-

reoc:e, Villanova (Palertno) 1985, pp. 1-22.

Chadwick H., ChristU, Pifltonism in Origen t1nd Augurtine, in OrigenillntltertitJ, Roma 1985, pp. 217-230.

pLAToNISMO E ClUSfiANESIMO

peguerolesJ.,S.U.August/11. u~~~~
RistJ. p/4to11ism tuUl it~ CbriJJUm Hmt.&t, ~
p..,nenber& W., Pt.lo11umtu ruul
Dir A.ilid.
ili ib"' &tleutull& for tl.s &~tii!Dirti&t c6risdidot ~ Ao,ar;.
chengescbichteo, 96 (198S), pp. 147161.
O..U.., ~ &ir l.
Apostolopoulos C., Pbdedo CbrUti.nau. StaJit. Dr v..&.:.....r...
Ver#Jilmism xwiscbm dm. p~ ~-,;;;r;;.: ~ ~ ola
Nyss Ober di~ s~~k untl di~ Au/nskba(,l'llllkfun L ~~
1986.
Beatrice P. F., Quostl.m p!.to11iamull/ilmn. Tbt Plotoooic LMiap a{A.pllio . .
1411 , ..vlgiliae Christianae., 43 (1989), pp. 24&-281.
AG
Euangeliou Cb., ~orp"!ry's Criticm o/ CbritJi.,;q ati d.t l'la6lt. a{ ..........,
P!.to11ism, ..Dionys~ua, 13 (1989), pp. 5170.
Peroli E., lA recnio11~ tkl P!.t011imso rrdJ. PlltristQ, clivia di Filadio Naastica, 83 (1991), pp. 335.
Aubin P., Ploti11 ~~ k cbrist11tsimt. Tn.tk p/olittii!JIM tllrIIili ~. P
1992.

c:.s..w-.

;--1'115.

rndice dei nomi

Agostino: 28, 53, 63, 64, 67,83,103


Cicerone M. T.: 114
Albino: 28
Cirillo di Aleamdri.: 66
Ambrogio: 29, 63,94
Clcante: 49
Amelio:94,132,133
Clemente di Alcsuudril: 28, 39, 42,
Anselmo di Canterbury: 83
48, n, 53a., 63,74
Antioco di Ascalona: 113s.
Apostolopulos C.: 136
DanilouJ.: 136
Ario Didimo: 116
DcwutL: 109
Ario: 30s., 69s., 97s.
Diogene Lacrzio: 45,49
Aristide di Atene: 53
Dionigi~ Pa.: 32, 67, 74,
Aristotde: 27, 35, 44, 54, 63, 75, 77,
76, 80, 82, 88, 100
Dodds E. R.: 75
87,95
Diirrie H.: 27a., )ls., 43, ,3, 57a.,
Armstrong A. H.: 75
64, 69s., 83-84, 93a., 103, 10511.
Atanasio: 31s., 42, 44s., 63, 67, 70s.,
86-87,90, 94s., 97-101,124, U6
E.ndito: 39, 94
Atenagora: ,3, '6
Baltes M.: 126
BarthK.: 32
Basilio il Grande: 77
Beierwaltes W.: 84, 126, 127, 138

Esiodo: 51
Eudoro di }JauDdril: l U
Eusebio di CcurCI= 29, 70, 9}1.,
132s.

F'dooe eli A)auDdria: 30, )), )6, 37.

n."

Bergundio di Pisa: 78
BidezJ.: 66
Boezio Severino: '7, 60, 67, 76, 77
Bontadini G.: 109
Boulgakoff S.: 88-90

49,
73, 74.
116,1291.
p~ A.: 59

Cantalarnessa R: 108, 109


Celso di Alessandria:~. 8,, US,

GiJDbB'O : 60, (,1,

121

Chadwick H.:" 57,74


Cherniss H.: 46, 136

so. 81, 99,

Gailcr 1{.: 46
c;e,crB.:~

Gilsoo E:=~ 78-80


GioVIJIDII'
- (,1,
Giu)illlo ,...--

INDICE DEI NOMI

'"

Giustino: 28, 39, 42, 48, 49, 52"


80 90
~ 81,97
'. di Nazianzo: 77, '
Grqo~o di Nissa 78 84, 89, 99,
'
Grqono
l~s.,l"

GriJlmeier A.: 108


Guglielmo di Moerbeke: 75
Hadot P.: 126, 127, 13047 108 109
'
'
Hamack A. von: 32, l '
128
Hcgd G. W. F.: 107s.
Hyldahl N.: 27

Ipazia di Alessandria: 59, 66


Jvanka E. von: 111, 127
Jaeger W.: 16, 134
Kasper K.: 32
Kobusch Th.: 126
Krimer H.J.: 112
Kremer K.: 84
KngH.:32

Leibniz G. W.: 63
Leisegang H.: 41
Longino: 119, 121
Loofs F.: 108
Lutero M.: 1112, 27
Mancini I.: 109
Marco Aurelio: 6.5
Marcolungo F. L.: 109
Massimo di T1r0: 37,71
Massimo il Confessore: 77-78, 138
Meijering E. P.: 29-30, 110, 126, 136
Merlan Ph.: 112
Michele Psdlo: 9.5, 96
Minucio Felice: .5.5-.56, 60
Moraux P.: 71
Miihlenberg E.: 136

Nemesio di Ernesa: .59


NewmanJ. E.: 31,.5.5, 86, 87,90
Numenio di Aparnea: 71, 132

Obertdlo L.: 57
Omero:51
Origene: 28, 30, :n, 63, 84, 85,103,
127, 13.5
Palamas G.: 8788
Pannenberg W.: 29, 108, 109, 110
Pannenidc: 81
Peroli E.: 9, 16, 19, 20, 23, 32, 46,
7.5,10.5138
Pirronc di Elide: 49
Platone: passim
Plotino:42,.58,61, 7.5,83,93,94,
101, 11.5, 117118, 12.5, 126
Plutarco di Chcronca: 36, 81, 97,
119
Podirio:6.5, 7.5, 77,83,119,12.5,
127,137138
Posidonio di Apamca: 117
P~o:61,7.5, 76,82,83,100

Quispcl G.: .56


Reale G.: 9-23, 11
Rickcn Fr.: 30-31, 70s.,110
Rijk L.M. dc: 77
Rittcr A. M.: 110, 134
Runia D. T.: 44, 47
Schillebccckx E.: 32
Sencca : 116, 121
Scnocratc: 113
Sesto Empirico: 47
Shddon Williams I. P.: 7.5
Sincsio di Cirenc: .57-60
Socratc: .58
Spcnglcr 0.: 3.5, 36
Stecnbcrghcn F. van: 83
Szlczak Th.: 112
Tatakis B.: 9.5
Taziano:.51,.52
Tcofilo di Antiochia: .51, .56
Tcofrasto: 113
Tcrtulliano: 55, 56
Thcilcr W.: 113

JNDICE DEI NOMI

T()1111J1810 d'Aquino: 74, 7,, 76,79


TrapA.: '7

TreuK.:'9

Vitrorino Mario: 128,137-138


Vogel C.]. dc: 9sa., 32, 37, 38,42,
46, 47, 48, ,3, ~. 61, 71, 72,80,
82, 110, 112, 134

Indice analitico della rnateria trattata

Introduzione di Giovanni Reale


l. Genesi e struttura di questo libro 9
2. Un passo emblematico di Lutero,' 11
3. Le tesi di Heinrich Drrie, 12
4. Critica ad alcuni puntichiavc: clcUa tesi di DOrrie, 16
' ~concezione di fondo della dc Vogcl Presentata in~ ....
gto,l9

6. Esposizione sintetica dcllc tesi della de VOJi Ddle Ulia!laiaai iD


cui sono presentate in questo saggio, 20

7. Conclusioni, 23

I. I termini dd problema
l. L'eredit di Manin Lutero, 27
2. La tesi di H. Drrie, 27
3. La risposta di E.P. Meijering, 29
4. I rilievi di Fr. Ricken, 30
saggio cDie andere Thcologieo, 31
.
6. I temi che verranno trattati nel presente ligiO,}}

'n

ll. La situazione culturale: pseudomorfosi?

m. Filone di Alessandria
1. Le immqini usate da ~d'*! ~7. ~ 110q'T'6s), 37
2. La nozione di JDondo mtdJiaibib
3. La nozione di Logos, 39 .
4 Analisi di De opificio mundi. ' 2041
': Fdone e gli scrittori cristiani. 48

Iv. L'atteggiamento degli ann.chi cristiani nei coafronti


ddla filosofia greca
1 I diversi attqgiamcnti, ' 1
Martire
'2dria, 5)
2.. G"1USW10

'
3. aemente di Alcssan
4. Minucio Felicc, 55

160

INDICE ANALITICO DELLA MATERIA TRAlTATA

' Boezio, 'J7


6. Sinesio di Circne, 'J7
7. n Corpus Areopagiticwn, 60
8. Conclusione, 61

v. ncomune fondamento

63

l. Platonismo e Cristianesimo, 63
2. La differenza di dima spirituale, 64
3. Tensione e lotta, 64

VI. npositivo influsso della filosofia sul pensiero cristiano


e della fede cristiana sul Platonismo

69

l. Platonismo e subordinazionismo, 69
2. Ded..enizzazione?, 72

VII. Seguendo la linea dd Cristianesimo orientale

77

l. La scuola filosofica di Alessandria, 77


2. Massimo il Confessore, 77
3. Giovanni Damasceno, 78
4. Dio come l'Essere, 80
5. Conclusione, 83

VIU. Caratteristiche dd Platonismo cristiano orientale


l. Origene, 85
2. Atanasio, 86
3. Gregorio Palamas, 87

85

4. Sergio Bulgakof{, 88
5. Conclusione, 90

IX. Obiezioni di Heinrich Dotrie


l. Eusebio ed Atanasio 93
2. Un arricchimento, ru'ttavia cosl eretico!, 94

93

X Di nuovo su Atanasio

97
XI. Conclusioni

10.3

161

Saggio integrativo di Enrico Peroli

105

l. 1ntraduzi0De. 107
2. l!interprctazionc del p~ 110
a) La - - cldla a.diziaDe piMamca, 110; 'b) n"-'--cdaa'clamo .,...;c;_......, 116; c) La claariaa cloll.ape. 111
). La radicale inconc:iliabilitl tra~ e crillilaaimo,120
a) n plaumiamo come clotaiDa ~ 120; b) l . . . . . . clolP.,
toDiiiDO e la loro inconciliabili~ CGD la claariaa aillioaa.122; c) ,_
ouio, 124; d) Gtcgorio di Nilu. 125; e) UDa- iD ........ 126
4. n platonismo ~tiano come~ apolaria,127
a) n aqsio cDic andere 'l'beoloaio. 127; b) l'ilaae di ""'-adda.
129 c) La cfinzione plaloaia dei leOlotP clilliaDi clol liDI clol
~ aecolo, UO; d) Eusebio di c-a, Amelio, ApaiDo. m

' cOnclusioni. 1)4

Appendici e Indici

139

You might also like