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Cornelia de Vogel
PLATONISMO
E CRISTIANESIMO
Antagonismo
o comuni fondamenti?
Introduzione di
Giovanni Reale
Traduzione, saggio complementare
e appendici di Enrico Peroli
Sommario
Introduzione di Giovanni Reale
35
37
51
v. n comune fondamento
63
69
77
X. Di nuovo su Atanasio
XI. Conclusioni
85
93
97
103
105
139
Traduzione di E. Peroli.lnaoduzione di G.
1 Ripensando Pwone e'' r.,..o1US1110,
Reale, Vita e Pensiero, Milano 1990.
.
- L . . . - . 1 - ,_JJ DdJa
2 Pf.ztonism and christianity: a m-antat,OIIISIII o,.,..,_
'
rivista cVigiliae Christianae, )9 (1985), PP 1:62
--"
Jr..,..,.~,tai' Come/Uz de Vogela me:::# strd4/N ~ID e-,__.,_
di Pf4tone e l'importanu di ~~lame Sile tm, PP 1-)0.
GIOVANNI REALE
IO
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111ton~smo.
INTRODUZIONE
Il
GIOVANNI R1!AU!
12
INTIIODUZIONE
13
.
. .
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fra Platonismo e C nsua
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to recep1re il Plato
cl . m~uoardigjonedi
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In
genere comp etamente diverso..2 ato do USIO!le, .il PlatoniSmo, in
quanto un cr~o religioso fond
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tura/mente e radrca/m.ente inconciliabile ~n "' ttnna auhl
.
.
la
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eligi
2) . E qu sono tali dogmata della
one..p ~mconciliabili
con il Cristianesimo? In sintesi li nicawno espnmere m quattro punti
In primo luogo, la dottrina plato
lura g~a~
esenta una Slrul
terno del divino~r
tura culmina m un
di pianidell'essere all'in
. questa strutdell'
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limitato. Una
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.
orale
temp
pero, non a
crede in una rivelazione originaria ed
. In sec~mdo luogo, il Platonismo
necessit di un'azione salvi/iCil di Dio
la
de
esclu
che
tmmutabrl_e dei.Logos,
prea_uo~~ ~divinit, infatti, nella sua
ini
n~lla stona e. dt una ~uov~ rivel1.
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agli
serve
che
ci
tutto
an
VIdenza, ha nvelato sm da1 temp ongm altreslla capacit (S'Wajus) di
loro
per ~a lo!o salvezza: Ed ha forrutoe di realizzare illogos che hanno in s.
cogliere il Logos uruversale, e anch nismo, solo l'attivi14 conoscitiva
Di conseguenza, secondo il Plato
ione dellogos) che conduce l'uomo
(/'attivit filosofica, in quanto realiUAz otta in questa o nella precedente
cond
alla salv ew. Chi, a motivo della sua ofia, resta escluso dalla salvezza. n
vita, non capace di praticare la filos mancanza cheti risolve sul pilmo
una
peccato, pertanto, essenzialmente ato originale, di redenzione e di
pecc
di
iani
crist
etti
conc
I
.
razionale
tutto inapplicabili.
grazia sono, in un tale contesto, del del Platonismo la !Wttrin11 de/14
li
nzia
esse
ti
Inftne, sono pun
di il concetto di Ull'immor/4liU
trasmigrazione delle anime, e quin
o.
sopraindividuale dell'anima dell'uom
teologia platonica sono del tutto
3). Dato che questi !Wgm~~ta della
so~o stati del ~!to mpinti dJJ4
inaccettabili per la dottrina cristiana,
nna dello Spmto Santo stata
dott
dalla
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Chiesa: Dalla crist
~dello.Sp~tocomeapp~
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di Cnsto, e non a part ue da
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ne
ti ad un rango inferiore. Dall'azio
l'o~del~che~~~
vi~efonclata
...,
una rivelazione originaria:l anun
Sicu ri di ntornare .........
e
cred
che
a
ma
sce,
l'anima che cono
:n
rx:
GIOVANNI REALI!
rato dal Cristianesimo nel corso del quarto e del qutnto secolo e stato
.
.
concepito con funzioni e tende_nze ~ntipla_toniche.
E sufficiente considerare I cos1dderu symbola, ossia la confessione
battesimale che un neofita doveva pronunciare, per vedere come in essi
sia presente la tendenza a bollare con anatema il Platonismo come
contrario ad ogni voto battesimale 14
In particolare il terzo arti~o~o, soprattutto pe~ ci. che concerne la
resurrezione della carne, SI nvolge con straordinana forza contro il
nucleo fondamentale del Platonismo, ossia contro la sua dottrina di un
Logos cosmico attraverso il quale il m?ndo sar~bbe stato ordinato sin dai
tempi originari in modo perfetto ed Immutabile.
Questo articolo fondamentale della fede cristiana non poteva essere
pronunciato da nessun Platonico senza che, con ci, venisse sacrificato
un tratto fondamentale della sua convinzione teologico-cosmologica.
Dunque, secondo Dorrie, da un punto di vista teologico un dialogo
fra Platonismo e Cristianesimo de iure non poteva esserci.
4). Ma, secondo lo studioso, non c' mai stato neppure da un punto
di vista storico, ossia de factu: i teologi cristiani dei primi secoli si sono
sempre astenuti, in piena coerenza e con un'ammirevole unitariet di
comportamento, da una recezione della sostanza del Platonismo. Essi
erano perfettamente consapevoli della ineliminabile opposizione fra la
fiottrina cristiana e la teologia platonica, e nei confronti di quest'ultima
hanno sempre pronunciato un chiaro ed inequivocabile no 1'.
Dove non ci si attenuti ad un tale criterio si sempre caduti nell'eresia: in particolare, l'eresia subordinazionistica in ambito trinitario ha
la sua radicefosofica nella dottrina platonico-neoplatonica della struttura
gerarchica del divino, di cui abbiamo detto. Dorrie scrive addirittura:
Chi cerca il Platonismo cristiano pu trovar/o solo in eretici 16
Un Plat? Chris~anus, pertanto, se con questa espressione si intende un_a rec~1~ne de1 contenuti del pensiero platonico-neoplatonico nella
dottnna cnstlana, non c' mai stato, n poteva esserci.
Was ist spiitQntiker... , p. 522
: Die Qndere Theologie, p. 17.
16 :as ist sp~tll?lilcer ... , p. 518.
DOrri ~er chns;.:,chen ~latonismus sucht, kann ihn nur bei Hiiretikem finden (H.
e, Gregors eoNiogre tzu/ dem Hintergrunde der neupf4tonischen Melllp'-sile in:
AA VV
'
"T
h' h
regoroon yssaunddiePh'/o
1 sop re, rsg. von H. Drrie, M. Altenburger, U.
Schramm, Leiden 1976 , p. 27 ).
11
.,
INTRODUZIONE
Ci~ che i t~logi ~ristiani hann~ recepito dal Platonistno 1000 solo gli
l'ampio corredo di
~pem_f~~ali, ossta la g~~n~, la retorica etradizion
e platooica.
:ll
essendospecialisti,nonpotevano~carel ~~e::r::
dei .
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GIOVANNI RI!ALE
16
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, ...,....v,
INTRODUZIONE
17
d"
ificl. motiVI
. . di. pensiero plato concez~oru
attraveno la
recez1one . 1spec
(st pensi a ,...
__ .
.
ruco
UCIIIaliC
Alessandrmo, Ongene,
Gregorio di Nissa Agostino
)
Drrie che
. D~c~ente ac~ttabile ~ anche la c~nseguen~
nduc~ l unp1ego che e stato fatto della filosofia platonica ad una funziooe
esclusivamente ap~logetica. In realt, gli autori cristiani hanno sempre
~tenuto e ';D~so m atto, acc~~o a quella apologetica, anche IUI4 frm
vone _teologtca m se~so conosattvo dellogos filosofico greco, in quanto
e;;so nsulta essere. utile, p_er u~~ le parole di Gregorio di Nissa, cquando
SI deve adornare il tempio divmo del mistero con le ricchezze dell'inrdletto24.
Ma si pu dire di pi: contro le riduzioni operate da Drrie, non ~
possibile non riconoscere all'apologetica cristiana un suo spessore teoretico
ben preciso e quindi un significato molto pi profondo di quello che DOme
gli attribuisce. Esso consiste nell'annunciare il Dio dei Cristiani come
l'unico vero Dio di tutti i popoli, come quella vera figura del Divino verso
cui, in modo incompiuto ma mirabile, si era proteSa la ricerca 6losofica
greca e platonica in ispecie, e che nel vero Dio dei Cristiani ha I10IHO il
suo compimento (emblematica l'esperienza di Giustino narrata nel
o -'"--'
:di
GIOVANNI R1!.AU!
18
g 1 uom~n.r fie! pnmi secol~ ma anche gli uomini di tutta una serie di secoli
successtvt, e m larga misura continua ancora ad ingannare.
"C&
DO~
D'le tzndere ~heologie, passim.
"H Cb
21 Cfr. cc:;:;;.~t~~='~i:f2'!J,0 '!
Berkeley 1930, pp. 1 e 64.
"C& E p M ..
.'
~
nsll4nus, Frankfun.Bern-New York 1986.
pp.l6 u.' etJenng, Wte pltztonisierten Christen.?, cVigiliae Christianae, 28, 1974,
?fNysstz,
INTRODUZIONE
19
. questo uggia
5. LA concezione di fondo della de v;oge1presenl4tll tn
n fondamento
radicale ehe contrappone la posiZIOne
..
.. .
ell d. dell'antitesi
d
di
D ome
a qu a l e Vogel (che pure stim molto Do .
.
.
e addirittura gli dedic questo suo s~<>mo) puo' esser m~ e~ fud IUlllCllbcn
.
.....,.
e ravvtsata m ue
preciSI presupposti,
uno dt carattere teoret~
e l'altro di caratterestorico.
.
~
. 1). In pruno luogo, D.orrie .guidato indubbiamente dal pregiudiZIO protestante (e barthiano) di una radicale rontrapporilion fo lo
r-.
GIOVANNI REALI!
20
df
contenuto dd Credo, ossia ndla loro teo o~J.a,l ~ n ~o co~ttnuamente utilizzato le forme di pensie~ platoru~o) e di F~. ~cken (il '!uale
ha mostrato la funzione svolta dali ontologta platoruca m Eusebto di .
Cesarea, in Ario e in Atanasio). La d~ Vogd co~~ude ?sse~ando che ~a
discussione dei rapporti fra Platomsmo e Cnsoanes1mo nsulta, ndl attuale contesto ddla teologia ddla dedlenizzazione, ddla pi grande
attualit'2
Nd capitolo II viene presentato un brevissimo commento sul carattre
ddla civilt tardo-antica o post-classica in cui il Cristianesimo si trov ad
esercitare la sua azione nei primi secoli ddla sua storia. Questa civilt
viene vista da Diirrie, sulla scia ddla ben nota tesi di O. Spengler sul
Tramonto dell'Occidente, come un'epoca di decadenza e di declino
rispetto allo splendore ddl' et classica. Questa visione ha ddle conseguenze fatali ndla tesi di Diirrie: <nfarti, se ddle forme del pensiero
classico non rimasto nient'altro che il guscio, autori come Filone di
Alessandria e Plutarco di Cheronea non possono aver incorporato nel
loro pensiero nessuna parte ddla metafisica platonica. solo l'aspetto
esteriore, ossia le parole e le immagini, che pu sembrare platonico, ma
in realt il loro pensiero completamente estraneo alla metafisica che essi
sembrano riprodurre".
Nd capitolo III la de Vogd tratta di Filone di Alessandria. L' attenzio?e per quest.o autore si spiega, da un lato, per il fatto che l'Alessandrino
e .st~to ~ pnmo ad operare l'incontro fra filosofia greca e Rivelazione
bi~lic~,m ~~ f?~a eh~, sotto molti aspetti, ha costituito un moddlo per
~~c~mon cnsttani; dali altro, per l'interpretazione che di Filone presenta
DOme: second? lo studio~o t~esco, infatti, l'impiego che Filone fa della
filosofia greca~ solo una /inuone posta in atto per richiamare i giudei suoi
contemporanet
dalla paideia greca, tn
cut. erano stati educati alla Legge
br, .
:=t:::;~tme ~ Primbabe/osse ~l tutto conciliabile co~ la second4.
filosofia
. one SI sare
seMto solo degli aperti esteriori della
greca, e m particolare di qudla platonica (il linguaggio, le
INTIIDDUZIONE
21
trascendente che essi hanno avvertito una reale affinit; qui si sentiuano 11
.
.
CllSa propria.
.
I capitoli V e VI sono quelli che contengono le test.cen~ .
Riporto fedelmente un passo del capitolo V che espnme il penstero di
fondo della de Vogel. Dopo aver osservato che non~~ .di filoso~
greca era accettabile per i C~~.la ~~~ s.cnve:. net ~n
della metafisica platonica che 1 Cnsnaru det pruru seco~ ~o~
reale affinit che penetrava le profondit d~ loro VIta ~~~ore. Per!
tti le realt inVisibili erano di gran lunga ptu unportann
Pla
. ~bili'. Esse sole costiruiscono la vera realt" e pertan~
delltoruct,
de rispetto alle cose di
..
e cose VISI
.1 _
rivestono un interesse infinitamente plu gran
nsiderato come essenZ! men...
do
questo mondo. Qu~to mon , V!ene co la u essere definita "Essedipendente da quest altra realta, che~ so tale realt che il nostro
re" nel pieno e perfetto senso del tde. rdine, per la sua ori&ine e
mondo ~pende,_n~ ~uab ~~ ~U:.dttutte le cose, e cooserva il
la sua esiStenza. Dto e uono
mf
S.
'1-wa/tio
_,...,...cii.,,.,..
GIOVANNI R1!AU!
22
la
riveste un'importanza infinita. Essa nfion SI rJ_Dpe
ho~e, ma
vive in eterno, in una condizione con orm: Pia Vlt~ J_Dor d c e uobm~
ha condotto sulla terral6. Questo q~to 1 . tornei ~re ~~~su as1
razionali, ed proprio questa forma di pensiero che l Cnsttanl hanno
indubbiamente assimilato.
.
.
Secondo DOrrie come ho gi sopra ricordato, il Platorusmo non ha
svolto alcun ruolo ~ella elaborazione. d~ d~gm.ati~a ~risti~a, e, anzi,
sarebbe un errore pensare che i teo~ogt cnstt~l det Pf~!Dl secoli potess~~
cercare nel Platonismo qualche aiuto per nsolvere 1 loro problemi di
fede. A questa tesi la de Vogel risponde in maniera a~ai appropriata nel
capitolo VI di cui riporto il passo chiave: < teologt del quarto o del
quinto secoio non guar~avano a!- Platonismo per cerc~re un a!-uto per
risolvere i loro problemi. TuttaVIa, dal momento che l ontologta platonica era alla base del loro pensiero ed era stara integrata nelle loro
concezioni su Dio e sul Verbo divino, essi si espressero nei termini che
erano loro familiari. Ci, tuttavia, non era n un qualcosa di esteriore n
di incidentale (... ). La mentalit di questi autori era in realt molto
diversa. N per Filone, n per i teologi del primo Cristianesimo, la
flosofia era una forma di pensiero meramente esteriore, un apparato
idoneo a convertire una certa classe di persone colte, un mezzo efficace
che poteva essere rigettato dopo che aveva svolto la sua funzione. Questa
la posizione di Dorrie, ma non alfauo l'atteggiamento che gli antichi
avevano nei confronti della filosofia. Filone di Alessandria nutriva un
grande amore per essa, e lo stesso vale certamente per Clemente. E come
Filone aveva fatto con Mos, cosl Clemente credeva in una pi profonda
penetrazione dei misteri della fede cristiana per mezzo della comprensione e della riflessione fosofica 17
Dop~ ave~ in brc;ve esaminato nei capitoli Vll e VIll la tradizione
del Cnstlanesuno onentale, nella quale il Platonismo ha svolto un ruolo
~ondam~ntale (come ha mostrato, in maniera pi ampia ed approfondita,
il von Ivanka, n~a sua celebre opera, che ho scelto proprio per aprire in
:odo. e~~lem~n~ qu~ta collana18), la de Vogel, nelle conclusioni,
--~_'D rili~o m smtesl, ~n mol~ precisione, quelli che a suo modo di
~~~ 1 li~nd&J_D~n comuni fra il Platonismo e il Cristianesimo.
COl
_...uo m anttapo.
"In/r., p. 63.
:In/N, pp. 73-74 (corsivo mio).
E. von Ivmka,PI.rlom.rmomst. ~
Porlristiar, Praentazione di G Ral-_o. rod . ~~~netkiP/Morlismo,~/14
Peroli, Vita e Pensiero Milan~ 199;(1~:,,_,~one. d;i W. Beierwaltes, uaduzione di E.
'
....._orqpnale~del1964l.
IHI'RODUZIONE
7. Conclusioni
"ln/rtl. p. 103.
(cCb-
2. La tesi di H_ Dome
cadere nel precipizio. Alcuni stu.
Dunque Platone era il pnmo a
_.1:.. u
'
.
"d
il roblema nello stesso moou- no
dios1. contemporanei
conSI erano l
h. wuJ Christen/11111- l3iM [,-
le
CORNELIA DE VOGEI.
pp.
:fi
PLATONISMO E CIUS1'IANEsiMO
29
ne, Eusebio, Ambrogio ed Agostino .
1000
opposti al P1atooimJo con
tutta la loro ~orza (haben alles ~
esetzt clan Platoaismu. RiDm
Rang und seme Wirkung streitig
nuit non stata altro che una cozu. ~l'. La CXIIiddetta comicristiano non mai esistito In re:.r:w~ di parole_ Un cPtatomsmo
' c stata una dura lotta &a due
confessioni ben definite.
DOrrie contrappone le due serie di MA--.
per quanto concerne i Platonici (l) la~ta. nel modo squente':
. .(2) ~ mondo.eterno nOZione
chica.del D".IVIno,
ed in di una struttura ~creato) (3) un logol melato sm da1 temp1 ongmari (Uroffenb
lll1l!lg (4) la trasmigrazime
delle anime, (5) il ritorno dell'
aruma conoscente
il C . .
D
. .a p~n~ sua, . .nsttanesimo crede nell'u-:aftl:.___ . .
di Dio-Figlio e d1 Dio-Spirito Santo nella --e;~ di Dio-Padre,
rivelazione attraverso Ges Cristo n'ella n ~e ~'anima; nella
me, ed infine, nel fatto che la fed~ &alVS:J:I"8Silllgrazione delle aniun anicolo di fede pani~olarmente anti-piato=~
.
della c~rne. ~~ra, non e dunque pi giustificato __, __ di
P""aaa: un annPlatomsmo cnsttano?
3. La risposta di E. P. Meijering
~n:argomenta~ione di Dorrie ha risposto, inter alia, E. P.
Me1Jenng7 Molto giustamente egli evidenzia che il PlatooisJno,o non
mai stato una scuola filosofica esistente accanto al Cristiaoaimo o
persino in competizione con esso: il PlatonismO era presente oelle
menti e nei cuori di molti teologi cristiani. Nelle loro riflessioni sul
contenuto del Credo, essi usavano forme di pensiero platoniche. Non
era solo una questione di 4eparole. Quanto la loro comprmsione tmlogica fosse profondamente determinata dalla metafisica platoa:ica, lo
si pu vedere da uno o due esempi: (l) quello della immutabilit di
Dio, e (2) quello della relazione fra le tre persone della Trinit.
(l) La concezione platonica delle Fo~ in~ili ~ ~
eterno e perfetto stata integrata nella n~.~ di_ Dio. ~ ~
vero nome Colui che & (Esodo ),14). MeiJe11118 _c:ondivide_l ~
nione di Pannenberg, secondo il quale questa dottnna platoaica
,22.
28(1974),pp. ~
Wf:S
e un
PLATONISMO E CRISI1ANES1MO
)1
az!ODe
=w:ruzz
,
__
c..
la
.
d~la, .tn p~o
~one,positiva dell'onta~ platomca
~o~o,
dal! essere un ostacolo alla comprenper il messaggio cnsuano: lung1
di Dio '
di questo messaggio, la dottrina dell'immutabilit
sione
io Or~
solido fondamento per credere che egli fedele (Atanas
es amtrd
contra arianos, II 10). In questo stesso paragrafo del Oradon
si fatta
Dio
di
Parola
la
fine):
la
(verso
o
leggiam
io
arianos di Atanas
uomini per paneu~m~ per sant~care la carne10 , ossia la carne degli
Clpazlone a Lu1.
o alla dotRicken si chiede poi: realmente desiderabile, in rapport
o di
proces
un
ia
antolog
a
all'antic
to
applica
venga
che
a,
trina cristian
una
amo
possedi
non
Infatti,
no.
di
ritiene
Ricken
deellenizzazione>>?
o. Inolforma di pet1Siero migliore per esprimere il messaggio cristiante in tertre, se esprimiamo la relazione del Padre e del Ftgllo solamen zzaziomini di funzione, e non ontologicamente, questa non dee!leni
Solo ~
ne. Infatti, questa alternativa esisteva anche nel IV secolo. Atanasio:
da
adottandola si abbandonerebbe ci che stato raggiunto
ebbe all'uniun'espressidne antologica della Trinit di Dio. Si ritorner
e.
Person
tre
non
che
Dio
co
-"""a
questo P~~:a~!:!uglilo
Indubbiamente, Ricken ha ragione ~u 1979,
che ''6....- . . lavon. degli anru fra il 1974 e il
sut. m1e1
t~
Denziger-Schonmetzer, Wirit/ioll s~ ~e
(CIIIICIIUia ad._ Se!' T~
de ~bus /idei el mon~m, 19!6", nr. 40.
Oz{ord 185), p. 296. BDm fa ltIO Cito la traduzione di Jobn ~
iciM .. ~
ses ofs. AthalfiiSiUS ,., Co~ m29 cbe ~_-IIICIIII
Lui cl tu~~~~l'umlllili. ps
ferimento a Ora~iones coniN ~ciel verbo. e..,
ft::s
CORNELIA DE VOGEL
}2
e?
u..:n
J'
"'-- ~""-'too, ~ oodpo I'IZ1onalismo de~ secoli XVII e XVIll sviluppato in c:ic} che
.
il metodo
'
lo; taleucwu
metodo' U1ham o un
. po' f,reteJW_oso!
Storico-critico
dd XIX seconi, e dopo essere 1::::fonaro e menu de~ teologi rifonnati, inclusi i teologi anglicatnente po~aeno delle mP~ ~n sue~ da K. Banh ed altri, ha preso progressiva
tanta, i teologi cattolici
1 eJ teologt, non c:sclusi, in particolare dopo gli anni ICI
modo piuttosto chiaro ~corai opere dellapra a~te_, pubblicate nel 1974, mostrano in
la <CUUla di storia delle religio~ad:
lesi di ~ck sulla ellenizzazione e ddsono, pp. 37 u. Si veda inoltre il . pruru decenni di questo secolo. Su Ricken, cfr.
1985, cap. VI (tr. it. di E. Peroli ~voi~ &thinking Plato and Platonism, LeideD
12 H. Dorrie Dk andere Th lo . 0
~. pp. 247 u.).
1-46.
'
eo gre, Theologie und Philosophie, 56 (1981), PP
AO&AO
L:
..
pLATONISMO E CRIS11ANESIMO
n
colo, Umetodo di Bultmann stato accettato
.
.
me regola per l'esegesi, tutto il complesso di
copi antica scuola di storia della religione sulla eli . ~ ~ della
vo to_m.ato ir_l ballo, e fr_a ~ t~logi divenuta ~== di DUOde di nnasc1ta ddle opiilloru pre-Barthiane sul C . . . una~.. .
l .
I1StlaDesmo Le idee
d i Dorne
non so o rientrano
all'"
., granperfettamente
de mteresse.
.
mtemo d.1 questa
Umwd t, ma sono del p1u
fd:' ;:annn8"Y'Dte
-dassica,
Si deve ~re~~ paf?la sul carattere dell'antica civilt
nella quale il Cnsttanesuno dei primi secoli ha trovato il P<lRambimte
'
Nellacomplesso' ha con
e,
annca,
sta teoria del declino della ~ult~
~.
viso l'opinione del livello mfenore della tarda fil~
00~:~~
teoria di Spengler compare il termine ps~rf?hos'!. I:UJIUI1IK'
Slt\IIZlODe . il vecchio
tilizza' per descnvere lacivilt
1
u
o
e
tennme
questo
de
quel periodo. Si es~ta la .~rande luce dellada lungo': po. t rimaHellenentum non esiSte p1u, sco~~ . che hanno perso il loro
sto solo l'aspetto esteriore: parole .ed unmaguu guscio vuoto che ha
significato originario. Ess~ sono nmaste ~ ~uanto realmente acinvitato qualcuno a viveM den:J. ~: le cose deve avere delle
caduto. E chiaro ~e que;;to d~ forme del ~ classico ~ e
Fdone eli ~
.
conseguenze fatali. Infatn, se .
nel loro ~
rimasto nient'altro che il guscl0 auton
Plutarco di Cheronea non~= t solo l'aspetto esteft()le. le
nessuna parte della metafisica P
::Crporato
}6
CORNELIA DE VOGEL
_hatelt;bile{:;emmou
.
Gm~P6ilo--'..&.le
Ddla - opea
dftoiDo ~ IIJiill cbe IP'"''ilii'LoprKCDIIi
lODO
po-
CORNELIA DE VOGEL
den affrontava il robleJ!'tre IO stavo lavorando al presente~~- C. M. van Wmto a opi/., 24sua 8 ~el :ndod\elle I~ in :fil?ne di .
dria in riferimen-
2l1a ta :f eg . one
COrretta, stata es
10
ritengo perfettamente
2.1), VIgiliae Chr:'ana:. ;~110987:3'h)e Wor/d o/Ideai in Philo of Alexandria (opi/, 24, 7 (l
pp. 209-217.
PLATONISMO E CRiSllANESIMo
39
eterno sia in Timeo, 37 C-D che in y,
U Demiurgo guarda con sod.J:-<: __ . rmeo, 39 E 1-2. Nel...,.;.__
w:.-uwone
alla
sua
,..
.....,
PaliO
mondo come una creatura vivente d
. opera comJ>~ctata, al
esso include tutto ci che corpo~ otata di lll09imento. Si dice che
tone si riferisce eli nuovo al mondo . '"u?u6 D 8). Nell'alno PaliO Piaesplicitamente le stelle che si muovVJS e come un tutto, ma
S?fi.sta (249 A), parlando dell'Essere~~ i cieli.~ nel
gtbUe come tale
e come un tutto Platone llllettna
_a ' OSSia dell'Essere intdli.
che
essere concepito senza vita e moviment
. ~ non pu
un perfetto essere vivente, e tuttavia ~
anuna. ed Intelligenza;
quale, oserei dire, potrebbe essere espress: ella~ onruabbracciante la
T6s ( mondo intelligibile).
n
ormula K6a)ws \IOIT
Filone
potrebbe
non, essere stato il pruno ad usare questo temune.
.
.
.
.
M a, m ogru caso, s1 puo sostenere su basi razionali eh
.
non era estranea a Platone.
e questa nOZIODe
include
S::U
3. La nozione di Logos
Questo, dunque, era uno dei problemi contenuti nd testo di Filone. L'altro il seguente: Filone sostiene che il mondo intelligibile non
p~ ~vere ~tra collocazione che la Ragione divina, il Logos o Parola
eli D1o (Opi/, 4, 17; 5, 20). Questo non n il pensiero, n il linguaggio di Platone, n la filosofia stoica. Esso differisce da Platone in primo luogo e soprattutto per il fatto che l'autore ebreo si riferisce al Dio
eli Mos, unico e rigorosamente trascendente, il quale tuttavia una
Persona, una Volont divina e, ad un tempo, un Pensiero divino. Questo Dio opera sia nel mondo della creazione che ndla storia in e attraverso la sua Parola. Qui compare il termine Logos. Ma non si tratta
del Logos stoico, almeno non in senso primario. La storia sacra. degli
Ebrei ha conosciuto la Parola di Dio. Egli parl a Mos e ad Elia. ad
Abramo e a Giacobbe. Tuttavia, Egli l'Eterno e tale . anche il suo
Logos. Certamente, Filone cita spesso Eraclito. Ma ~ ~ lon~
dal pensare che con questo primo pensatore ~~
g1un
all'origine della dottrina del Logos. Al contrano,
to, .. ~
Filone, ha tratto da Mos una spiegazione delle ~ op::Udopo
talvolta troviamo nei filosofi grec;i; questa ~ con~~ e da
Filone, stata frequentemente npetuta ~Al poi~ in poi. Certaaltri, da Giustino martire e da <?emente
che sminuisse i
mente, in un tale argom~to essi n.on UO.WttoSIO un pegno ed una pmeriti eli quei filosofi grecJ; per ~ era plu di quando iD quando rqranzia della verit che il loro peos1ero avevi
fuss=
VU::u11a
40
CORNELIA DE VOGEL
giWltO. Una migliore spiegazi'?ne, per inciso, stata offerta da Giustino, il quale faceva notare che il Lc:'gos, essendo eterno, poteva operare
nelle menti degli uomini anche pnma che as~umesse la carne umana, e
che agl in effetti in questo senso, non solo m Israele, ma anche nelle
menti dei pensatori pagani, non sempre_e no~ ownq~e, ma talvolta e
in alcuni di essi. Filone, sebbene non si esprimesse m. q':'C:Sta forma,
condivideva di fatto questa concezione e trovava volennen m Platone,
in Eraclito e negli Stoici Wl& grande quantit di forme di pensiero che
gli potevano servire per spiegare Mos.
Allo scopo di spiegare in che modo il Kl>aJJ.OS" VOTIT6s costituito
di Idee Filone introduce l'immagine dell'architetto di una grande
citt; ~pprima concepisce nella sua mente i modelli delle sue parti,
poi da essi costruisce il tutto; egli imprime distintamente nella sua
mente i loro modelli (tvacjlpayLacij.LfVOS" TOS' xapaKTfpas), e poi
inizia a costruire la citt di pietre e legni, tenendo i suoi occhi rivolti al
suo modello. Questo il modo in cui dobbiamo concepire l'opera della creazione di Dio; proprio come nel caso dell'architetto, il mondo
che costituito di Idee non ha altra collocazione che la Mente divina,
il Logos, che stato l'autore della struttura ordinata (Tv TdVTa, ossia
le parti del modello intelligibile, le Idee, 8LaKoaj.LflaaVTa, Opif., 5, 20).
Pertanto, il Logos divino la mente di Dio. Filone parla delle Sue
potenze. Esse sono gli elementi che compongono il Mondo intelligibile, le Idee; tuttavia non tutto, dice Filone, suggerendo che la
mente di Dio pi grande del modello del mondo visibile.
Di n~ovo, egli ~prime la relazione &a il mondo intelligibile ed il
Logos d1cendo che il VOTJTS' KOOILOS' non nient'altro che la Parola
di Dio quando E~li er~_gi impegnato nell'atto della creazione (Opi/,
6, 24), una frase m cu1 il termme KOOj.101TOLOWTOS" appartiene a Dio,
e non alla Parola'.
l ~ivetsi modi in cui Filone parla del Logos presentano alcuni problemi che hann~ ~atto sorgere interpretazioni diverse. In effetti, non
"?no sempre facili da comprendere. Dobbiamo prestare molta atten~one. ~ Lo~os il Divina, la Mente di Dio; si dice che la sua
unmagme; Vlt;ne ~che rappresentato come ci che regge le potenze
del ';Dond~ ~1co; VIene definito il pi antico Figlio di Dio' e talvol:wyene d'!ill~t~ da Dio come Secondo, una distinzion~ indicata
artlla~lo nel caso di Dio e dalla sua omissione quando si
Parladella p aro
.
' Fdone ...:n.._.~ "---
b.,,_
ueus srlrmmulll '"' VI 31 c&. la mia G~e~
.L n'h to .~'-
m,
r1 1 'lo,.,, clt.,
Uol c.
pU.TONISMO E aumANEsiMO
41
~i che ha creato confusione negli .
.
che il KOOILOS' VOI)TS creato: Opif. lllterp~ IIJCcaliyj il fatto
creatore (b 1Tot.lilv) ha fatto un cielo 7 29: ~ c1uoque, il
le, mentre prima il mondo inviaibU:corporeo ed una terra invisibisembrava che venisse identificato con U
nella tnente divina.
accresciu~ dal fatto che non molto dopo p-~~~--~~
da Atanasio che la creazione consiste nel 1 Cristiani appraero
mondo fuori da Dio. D Creatore Dio
portare all'esistcma un
la, proprio come diceva Filone; ma ilS::~ la - Paroesterno, e nessuna pane di esso pu mai
. ~ qualcoq di
rola che lo ha creato. Si ipotizzato penan~
~cata con la PaLogos al modo di Ario, facendo~e una c '
d concepisse il
9f6s7 In effetti, questa conclusione era a po~:~a e un &-6npos
l:sllocato
mano.
CORNELIA DE VOGEL
42
IIOS, I 28
Ph "lo '- .
n 33 34' IIi 4,.,,~ 1'"''"''6,ereiV~le 10
l sopu;r, at., noo c: Orationes rontrllllrUz.
p~~~MOE~DWO
43
pUone che la impiega per dacrivere il Moado . .
rubim, 28, 97. E quando, dopo una l1111ga . ~iD De~
Atanasio wole affermare che un';,,. . ~di Pro,. 8, 22
nelle cose che_ sono ~tate fatte, egli urili:e,.. v~~ ... d~ gran~e ~ltt (Filone: opif., 4,17 a.), mod~ dl'~
vers1on~ di Filone: or~ ~ il figlio del re che deve do ~ la
dre la Citt, e che ha 1111presso il suo nome . COitruire per IUO p.
vengono fatte. Se, poi, dopo aver ultimato~~~ opae che
in che modo stata fatta, egli risponderebbe: c
wm.e chiesto
te, ~ quan~o, ~ acc~rdo con_ la volont di mio ; : , ~ aldammmia IJD!llag~e m ~gm ope_ra; infatti, il mio nome~
unp~a~o la
Atanasio poi preCISa: egli non intende dire che la creato ndle opere..
ta, ma che ha impresso se sresso per mezzo del suoava~~ eramodo, la vera S~pienza (d~ta anche la Sapieoza'::i ~
coloro che amm1rano la sapienza presente nelle creature: cil s 1
mi ~a creato p~r le opere, pech~ il mio marchio (Timos')
s? m ~se; ed 10 ho pertanto acconsentito (avymTtlbJv) alla
z1one di tutte le cose.o
Parlando dell'uomo come creato ad immagine di Dio Atlllllio ua
si~ il te~~e E~K~v che Tlrrros: il nostro log~ ~ un E~ del Lop di
D1o che e il Figlio. In modo analogo, la sapienZa che ~ impiantiti in
noi un'immagine della Sapienza di Dio, che~ solamente IDI altro nome o aspetto dello stesso Figlio. Pertanto, eaendo stata creata in ooi
una tale impronta (Tlnros) della Sapienza, ed eaendo stata creata in
tutte le opere (T lp-ya, con riferimento al testo greco di Prorl. 8, 22),
la vera e creatrice Sapienza (IJ d>.JJ8LIIit mi. 61plOIIIJYUCI'I cq(a) attribuisce a se stessa ci che appartiene alla sua impmota, e dice: il Signore mi ha crealo per le SIU! opere 11
n-:'::.
a!uu.
cl"b
11
CORNELIA DE VOGEL
D liaillo ~ qualcosa di esterno, e ~nanto la dottrina delle idee apP_arentnnente platonica svolge un~ funzione completamente non .Piatoruca.
interessante osservare m che modo profondamente differente abbia interpretato Atanasio la stessa immagine. Per lui l'immagine del
Figlio impressa nelle creature ~ una prova della autenticit dc:lle cose
create indicando che esse sono state realmente fatte da Lw e che,
po~do la sua immagine, appanengono al Padre; il che .implica una
garanzia della s~;~a cura e d~ su'? amo.re. Cosl, pe~ Atanasio, con qu~
sta immagine v1ene proprio evidenziata la relazione durevole fra il
Creatore e le sue creature.
Che anche Filone la interpretasse in questo senso lo si pu vedere
dal modo in cui egli parla del processo conoscitivo. Sia da Platone
(Teeteto, 184 B 5- 186 D 6) che da Aristotele (Anal. post., II 19) Filone
potrebbe aver appreso che l'intelletto deve operare sulla base dei dati
dei sensi. Egli interpreta Gen., 2, 4-5, in modo allegorico, e spiega la
frase Dio non fatto piovere sulla terra dicendo: Mos chiama l'intelletto (voUs') nel linguaggio simbolico cielo e la percezione sensibile terra, e confronta questi due campi. Prima Dio inizia ad irrigare
la sensazione con gli oggetti dei sensi, e poi l'intelletto trover una terra fertile su cui operare (Leg. aDeg., I 9, 21-10, 26). Filone prosegue
spiegando che questi esseri viventi sono superiori a quelli non viventi
sotto due aspetti, nella facolt di ricevere rappresentazioni e nella tensione attiva verso gli oggetti che le producono. Le impressioni sono
prodotte dall'ingresso degli oggetti esterni che impressionano l'intelletto per il tramite dei sensi (ibid., 11, 30).
Filone distingue fra due tipi di uomini. Per primo l'uomo celeste,
fatto ad immagine di Dio. Egli , cosl dice Filone, impresso con l'immagine. L'altro l'uomo terrestre, formato di fango e corruttibile, se
Dio non vi soffiasse dentro il principio della vera vita. E del resto,
chiede Filone, senza questo come potremmo raggiungere una conoscenza di Dio? Anche qui Filone usa l'immagine dell'impronta. Infatti, l'intelletto dell'uomo non sarebbe in grado di salire tanto in alto da
cogliere la natura di Dio se Dio stesso non l'avesse tratto a s e non
l'avesse informato delle sue potenze che sono accessibili alla conoscenza (K~t hlnrCIX1f KaT TQS' lcj>LKTS' VOTJ&fvaL 8wcij.IELS').
. Questi sono solo alcuni esempi dell'uso molto frequente dei termiDlTinrOS', ~TrOTV!Toila6cu, acj>payls e simili in Filone ed Atanasio. Siamo lontani ~aPiat~ne con un tale linguaggio? Probabilmente no.
Quando leggiamo Ttm., 39 E, troviamo che il Demiurgo porta a tennine la sua opera modellandola sulla natura del modello ('II'JIS" -riJv
TOil 'll'apa&('YIJ.CITOS' dtrOTVITOiJIJEIIOS' cj>OOLII) IJ.
11
pLATONJSMO E CRISTIANESIMO
In Te~teto, 191
troviamo dnOTUiroOoecu
.
..,
per jmpnmere un stgillo sulla cera. E in Le . Ulato llllelllo 1euaa1e
nevole che nella comunit le persone pi' W. ~l ~.li Jee: !:IlioprinciPi sui propri figli e sui propri nipoti.u llllZiaDe llllprimano i loro
Certamente, Platone, Tim., 39 E non '--44, 129, che, concludendo la storia 'della ~ ~ ~ o,q.
cielo e alla terra in~sibili), domanda: ~ (in ~ .i
chiaram~te le l~ee mcorporee ed intelligibili, che 011 P~ fone
hanno ncevuto 1111lpronta le cose percettibili" . 10110 sigilli da cui
co1 nostri
. do classico come anche
Per un greco del peno
del leDii?.
.
nozioni di dKwv e ~l~T)OLS potevano essere f ~ tardo le
termini quali Tinros o acj>pa:yls, e con verbi ~ TVrroW~resre coo
0 acj>paylCfaOaL. Tuttavia, il verbo ~nlxnv e i IOStan . '.TlllrOUoew
~fTouala non sono affatto assenti in Filone'4 Per ~ tM ~TOXI'I ~
zione di partecipazione egli parla anche di ~fKOL~ u condiNegli ultimi decenni c' stata una tendenza, in partico~ nella
scuola anglosassone, a sostenere che dopo il PtmneniJe Platone avrebbe abbandonato ~a metafora della ~~&-eLS' e negli ultimi dialoghi
avrebbe parlato dt preferenza, o persmo esclusivamente, di f!JC!Iil e
~llll)OLS, immagine e somiglianza. Ora certamente nel Ti~~~~ l'immagine del modello ad essere dominante. Tuttavia, in questo dialogo il verbo llfTlxnv viene frequentemente usato, e ci vale anche per
le altre opere di Platone. Negli ultimi dialoghi il verbo IJ.CTlxnv non
ricorre meno frequentemente che nei primi.
Ad esempio nel So/ista 11-fTlXfLII KLIII'latlllS" (228 C) o llf"Tixnv
TaiiToiJ Kat 8aTlpou e 11-fTlXtW TOiJ IIIITOS' (256 A. 259 Al viene
usato nelle stesso modo di Repubb/iC4, V 478 E, dove l'oggetto ddla
doxa risulta essere to 114>aTlpwv ~lxov, TOO d11C11 Tf Kal. 1111
ftllaL. In Tim., 37 A l, dell'Anima del mondo si dice che ~
11-fTlxouaa Kat p11ovlas, e in B il dio ~de la~ del del
affinch tutti i viventi per i quali era conveniente parteapusero
numero.
.
.
. trebbe
citato. TuttaVia.
Un ampio numero di alm esempi po
~tone solo in un
si deve notare che il ~e ~eLs compare mide
do il!lfTll""
periodo matu~o della S';ll ~esstda0d0S:~ p~ua ~~ il soMIJ.!Mvnv nsultato difficile
ClliJU~
.
..qt.Jo. ~ 1983.viato il suo libro Phi/o o/~~ the
iD
J?.
?9
r.--.,
m;"dd
dd:
CORNELIA DE VOGEL
stantivo IJl&-eLS' (1.32 D) in una specie di conclusione. Esso risulta essere nient'altro che la somiglianza ad un modello. Dopo questa affermazione ricorre di nuovo due volte nella seconda parte del Parmenide.
Entrambe le frasi (141 D 7-8 e 1.51 E 7-8) hanno un carattere altamente riflessivo. Anche in So/ista, 2.56 A e 2.59 A ricorre il termine
!!l&-eLS'. Per il resto l'uso abiruale del termine j.!fTlxnv continua fino
alle ultime pagine delle Leggi.
Vorrei concludere che nel pensiero e nel linguaggio di Platone non
c' stato nessun altro mutamento oltre a quello menzionato sopra 16 : la
discesa consapevole e metodica dall'dVVTT66E-Tov attraverso una gerarchia di Forme fino al mondo delle cose concrete, pi o meno indicato& e compiuta nelle ultime opere. Nel resoconto del siciliano Alcimo
della ffiosofia di Platone, contenuto in Diogene Laerzio, ill 9-13, abbiamo un'interessante testimonianza del carattere di questa filosofia
cosl come essa doveva apparire ai contemporanei dei suoi ultimi anni17. Gaiser ha probabilmente ragione nel farla risalire ad alcuni scritti
in circolazione nella cerchia dell'Accademia. Nella sua analisi, egli evidenzia in particolare quei tratti che sono caratteristici delle dottrine
non scritte di Platone: l'importanza del numero per la divisione
dell'essere (9/10) e la distinzione di tre differenti gruppi di Forme
(12/13 ). Alcuni altri elementi sono interessanti, sia in riferimento ad
alcuni fraintendimenti attuali, sia in riferimento alla continuit con il
Platonismo del primo secolo, in particolare con Filone. In primo luogo, la trascendenu delle Idee chiaramente evidenziata in secondo
luogo, il ruolo fondamentale della IJl&-eLS' enfaticamen~e inserito in
questo quadro; in terzo luogo, si dice che ognuna delle Idee eterna
un v6TJ11a e, inoltre, sottratta al mutamento.
'
~ p~edicato v6TJ11a stato riperutamente un motivo per i moderni
srudios1 per sospettare del resoconto di Alcimo. L'ipotesi che l'Idea sia
un v6TJI!O non stata forse respinta in Parmenide 132 C?s A tale
d~man?a si d?vrebbe rispondere in questo modo:
che s.tato respmto e che_ l Idea possa essere un pensiero dell'uomo. Tutravia che
per Platone il TTOVTfiiS' llv sia impensabile se non come un esse;e vivente e pensante, il che implicherebbe che ogni Idea sia un pensiero
" srun:n
p[./oTONI5MO E CRISTIANESIMO
'!i
a:=
Lo._,.,_
IJI1lvrl.
48
CORNELIA DE VOGa
pLATONISMO E CRISTIANESIMO
..,
. . . .
rv. L' atteggiamento degli antichi ChSttani
net confronti
della filosofia greca
1. I diversi atteggiamenti
la""---"~
__ ,
Indubbiamente, il rapporto dei primi c.;..;
wosona gre-~.. con
w
di
fu pnw
compl-ft
suo
nel
a
Cl t greco-roman
ca, e con. la
~.non
.
- la
..,
bi
pro em~. urtavta, questione di quale atteggiamento assumere nei
confronti _della filos~fill n~n costituiva un problema per coloro che
avevano ncevuto un educaztone cosiddetta elevata. Infarti, la filosofia
rientrava nel programma di studi delle scuole elevate. E naturalmente
non rutti i Cristiani colti erano nella stessa misura interessati alla filosofia, o portati per questo tipo di pensiero. Da qui una variet di atteggiamenti, che possiamo distinguere in cinque tipi fondamentali: a)
un atteggiamento di totale rifiuto e di ostilit; b) una grande apertura
mentale ed un'assimilazione delle fortne del pensiero filosofico; c) un
atteggiamento estremamente critico, che non escludeva tuttavia la recezione di cetti elementi; d) una ampia recezione di fortne del pensiero fosofico, talvolta in uno spirito di sincretismo; e) una recezione
connessa con una trasformazione.
Oltre agli elementi sopra menzionati, la misura in cui un autore
utilizzava forme del pensiero filosofico dipendeva in modo ~nsi~en;
vole dal suo ambiente. Non cetto un caso che la personalit pnnc;t
pale del tipo h, demente di Alessandria, sia nato e sia sta~o educato ID
un grande centro della cultura ellenistica, che fu anche il luogo dove
te che ~u ~
visse Filone. E dall'altro lato, l'unico rappresentan
n vtSSe ID un
eh
'
di
menzionato del tipo a, Taziano, era un stnanoffio no
vescovo el
sesto
Teo
come
persona
Una
culturale.
centro
grande
culturaeglieducato alla
. fu ...:nduhh'~en
. eh"ta di stna,
TuttaVia
filosofia
Anno
..... te un uomo
: - p a n i . atlenistica, con una certa conoscenza d~
non _trovava evidentemente al~ =~~ polemizza con forza
d . Greci e conuo le starie nartenztone a questo asp~'? della
contro gli di della relig1<~ne . . dd:letteratura greca, Omero ed
rate sugli di negli auton ~1 C! la superiorit morale del CristiaEsiodo. Nel complesso, egli _a~ ti del credo cristiano che eranesirno, e parla in partico!are di61quflpunla Trinit di Dio e la resurreno al di l della speculazione 050:- degli scrirti del Nuovo Tezione del corpo. Teofilo fa un gran uso
ll
uffi!J
CORNELIA DE VOGEL
52
Giustino Martire
pLATONISMO E CIUSI1ANESIMO
n
Ci risulta per noi difficilmente COIIIPI'alsibile.
sto quanto afferma Giustino. Egli non fu il . ~ quea P&aare dalla fi.
losofia greca al Cristianesimo. Prima di lui
flosoro ~
Aristide, ~he ~v~a. Presentato all'imperatore
. 1D18 ~ io
favore de1 Cnsuaru. Anche !uena&ora. che
~.all'im~
re ~arco ~urelio e .al suo figlio Commodo
sti8111, veru~a d~t? Un filosofo cristiano di ~ l'e! t Cri:
riflettevano m tenruru filosofici sull'unit di Dio sull; ~ auton
smo, sul mondo divino come eternamente presen~ . ?rdiue dd ~
rito profetic? ~he di~cen.d~ ~ ~ui. Sia Giustino che~~
la purezza di vtta de1 Cnsuam, il rigore della loro m tale sessuale
ed il
loro assoluto rispetto della vita umana inclusa la vua0
ancora 11011 nara.
.
h la
-''" d
Atenagor~ wren ; ~c e tesurreztone dd corpo su basi razionali
Quesn apolog!SU del secondo secolo, quindi, appanmgmo tutti al
tipo che sopra abbiamo chiamato c. Nello stesso gruppo si potu:bbero
collocare Origene, i Cappadoci ed anche Agostino. Quest'ultimo rappresenta certamente un caso particolare, in quanto egli fu realmente 1111
filosofo per natura, pi di ogni altro. Egli non fu il solo, come ritiene
DOrrie, a compiere una corretta(!) distinzione &a Platooismo e Cristianesimo. Questa distinzione era stata gi chiaramente tracciata molto
prima di Agostino, da Giustino, nel secondo secolo. In modo non molto diverso da Agostino, quest'uomo semplice della Palestina-. avvertito la alterit della fede cristiana come un nuovo dono di Salvez.
za: essa realizzava ci che da lungo tempo era stato ricercato, ma non
raggiunto. E questo quanto egli ha espresso nei suoi scrittP.
no!::
Acmar!
S:
3. Clemente di Alessandria
m: ::i.;re;
speci.lc
....Da__.
cloi pcoleli. ~ r
di-
ilbai-
'::
CORNELIA DE VOGEL
e mo .
......~
e e ~ aut~ri~ di Dio, ed in questo caso ragionevole
dare 1:
.
assensoallabo.N?n e un atto di aeca sottomissione, bensl una ragionevole
riSpOSta
nta e all'amore di Did.
1 D primo argoment di Cl
II 8 4 il teno in II 12 cfo
chomente ~ contenuto in Stromllli, II 13 4 il aecondo in
''
; r.an eV6,l,eV19.
' '
J>LAToNJSMO E CIUS11ANESIMO
"
Nella sua difesa. di una gnosi .
come aveva fatto Filone prima di~~ PCJteva ~
necessaria. non .solo per fini apologetici, 6lo.o6a 1llile, al ~~~Che
flessione teol~gtca de} cristiano. Ma Del : : ~ per la l!aloalle lill&lio a fnore di
una grammanca ~eli assenso., come l'ba
. Heoiy ~
egli doveva scopnre la sua via llenOnale.
Eu:m IUIOii dopo, la ~
concezione sulla razionalit della fede
Henry Card. Newman, ed ispir la sua~ ftiiDe rilnaa da Jobn
opera, &r., ;, Aid of 11
Grammar o/ Assent (1870).
.
In questa sua voluminosa opera gli St
che, pi di ogni altro, gett le fon~taI'OIIIIIlr, ~ fu oolui
sistemati~, sulle quali nel Medioevo r~ quamo ID ~ llll:l
di teologia, eretto su una sottostruttura di ragione~1110 mlmla
ma fatto proprio nel XIX secolo da Pio IX, nquale . ~ sdJe.
ragione naturale il diritto e l'onore della credibilit.~ per la
"l""""' quiiiiD
aveva in mente Oernente.
n suo usoli del pensiero ~osofico era in realt ben !ungi clall'e.re
una sernp ce manovra tattica per conquistare i pagaui a1 Crisdmesi
mo. n pensie~o filosofi~o faceva. pane della sua lllelltalit, al egli ~
amava, p~pno come Filo~e. Sp~egare la posizione di Clemcote COJDe
un espediente per conqwstare al Cristianesimo sii strati pi elevali
della societ significa in questo caso, come nel caso di F"doae, fraintendere gravemente l'autenticit dei loro intmssi intellettuali e culturali.
cJl.:O
4. Minucio Felice
. r.....,o..fanl
CORNELIA DE VOGEL
n'bilo' Cfr.b il 81B.uasddizio ben pondrato di B. Geyer in Di~ ""'ristische und schowtische
sop le,
195!12 p 49 Cfr. cb B Aland
r~
.
.
sche Obmchicbt z ci : dean
, Chnst~ntum, Inldung und riimiC'bristmtum p..;.J::ffi H ~1 "'. Ms_ Minucius Felix, in: AA.VV., Pl.tonismus und
r,
G Quis~
(196S
H. L. w. NJ::n
pLATONISMO E CRISTIANESIMO
5. Boezio
Alcuni secoli pi tardi, quasi aDa fine dd!' . .
contrlamo Wl altro libro di~ rilbo ~ ~.
scritto in prigione dal cristiano Severino~ ~ ~
deve anch'esso essere letto come IDI ~~diWlliJio~
tratta a l~o della bellezza ed armonia dd COlliDo, CDIIaoo, ~ I!UIIelli
pienza di. Dio che ~tto con~ e tutto vede, incluse~ ~e ..
bro temuna con Wl esoltaZlone moho seria 8 ~ ~.IIIDIDt. Ulita. Non~ ~~la _su. C~. In Boezio troviamo di IlDa Vlll_llllqla era.
cuni casi cunos1 di smcrensmo con forme di
~ID c,lllldo .&.
Troviamo anche quell'idea tipica della tarda epoca~ ~~
1a Tyche che governa la vita umana7. Tuttavia Boezio
~llliDIDadel.
~O Ort~~8 ll SUO caso era c:ertamente IDOiro . ~ lblo ID
Minuao. Peli~. Ciononostante, ritengo che Queste
da~ ci
differentt abblailo alCWte cose fondamentali in <XliiiUDe: m~ md
n~ ~~-ed.armonia dd cosmo un motivo suf6ciaue
ll09IDD
Di':' det C?Soaru. Un~ ~pp~o pu sembran:i ~=
ta~ poss~~mo essere s1cun
et sono stati tali Cristiani DJa Cbiea di
Dio, e ce ne sono ancora oggL
t;m
0e
6. Sinesio di Cirene
Sinesio, vescovo di Cirene, appartiene a questo gruppo? La cp:stime
riveste per noi un particolare interesse per il fano che SiDesio dMaoe aistiano mentre era ancora Wl platonico, e II5I IDI platooim pur esmdo
cristiano - una situazione impossibile ad avviso di Heimidl Diiaie.ID&ai,
secondo la sua opinione il Cristianesimo ed il Plalooismo SODO due cmfessioni religiose ben definite e radicalmente oppos1e I'UIIIIil'altta. O.
serva DOrtie a proposito di Sinesio: Sinesio riful l'imaa dotaina ~
na ddla redenzione, perch aveva dato la sua ~-~~~ ~
Come prova di questo fatto DOrrie fa riferimeolo alla Epist., Ul5, di Sioesio'.
1 Sia il sincrctismo che la fede odia T,cbe 10110..0 clioclllli od mia~ D,
Vi~"rlllll,1_0 (1972), pp.1-40,~: 17~ A.~ JJonjouoltt,uS.~
. . u Boezio come teologo ~ ~ .~.,....Roma 1981, pp, J(o.ZS; hdel Co"g"no 1111~ di Sllllii ~~......11.. s-r;.,llzio. ~
Zio come flosofo cristiano in ~ c&. I:- voa;;:;&. iD ~ cfr. H.
11_1 Att1
trcap.
';;.":_othrd 1981,pp.175-180~Di
CORNELIA DE VOGI!L
' ha
ri sto mentre
in pubblico m1 mostro come un amante di miti?
P ot;oL 4>LM>a<$Jlv, T B'lew 4>L>.DILuEI!Ilv, PG 66, 1188 A).
11 su queste parole, ovviamen.te, che J?.orrie basa ~ suo ~i~dizio, secondo il quale Sinesio avre1bbe rifiut~to1 1 U?t~fandohtt~agnific~ttana della
redenzione, considerando a _come mito ~~la . ~ e s1 . ca ~uppor.
re che il vescovo di Cirene riteneva che l mcamaz1one, la vtta di Cristo
sulla terra, la sua morte e risurrezione, fossero dei miti. quanto pos.
siamo dedurre dalle parole di Sinesio?
Questo il modo in cui egli spiega la sua posizione: non vuole insegnare agli altri le sue idee, ma non neppure disposto ad abbandonarle. Per quanto concerne l'anima, ci sono argomenti scientifici che
non possono essere facilmente indeboliti. Tuttavia, non si deve cercare
di spiegare queste cose alle persone che non sono preparate intellettualmente. Sarebbe un grave errore; infarti, potrebbe recare loro un
danno. La verit circa le cose divine un mistero. Dobbiamo aderire
ad essa, in quanto proviene da Dio. Ma non possiamo parlame negli
stessi termini a tutte le persone.
Sinesio menziona tre punti (1185 B): (l) Non sar mai convinto
che l'origine dell'anima sia posteriore a quella del corpo; (2) non pos
so affermare che il mondo e le sue parti periranno insieme; (.3) consi
dero la questione molto discussa della risurrezione come un mistero.
Su questo tema sono molto distante dal concordare con le idee dei
pi
Che cosa significa il primo punto? La priorit dell'anima rispetto al
corpo era una convinzione fondamentale non solo dd tardo Neopla
tomsmo, ma dello stesso Platone storico ed anche di Socrate che ne fa
menzion~ come ~no dei principi di fondo che egli ha sost~uto per
tutta la vua e per ~ quale disposto a morire (Platone, Critone, 46 B49 E; cfr. Apologia, 29 D- 30 A). Questo principio non ha diretta
mente a c~e fare con l'anima dd mondo, n implica necessariamente
~ualcosa c1rca la t_rasmigrazione delle anime umane, due dottrine che
m ~;je~ non vemvano accettate dai Cristiani. Per Platone, cosl come
pe otmo,la formula della priorit dell'anima rispetto al corpo non
di.
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oo . ,__ . .
011
p[.!.TONISMO E CJUS11ANES1MO
Pliorir:
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tem'tz.
CORNEUA DE VOGI!L
60
ci?
7 Il Corpus areopagiticum
delTipo e. Nel_Corpus. areopagiticum troviamo una forma cristianizzata
Neoplatorusmo di Proclo. l'universo e la metafisica di Proclo.
LATONJSMO E OUS'fiANESIMO
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UCI ........,
IDl atto
consapevo e creaztone.
8. Conclusione
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v. n comune fondamento
1. Platonismo e Cristianesimo
sosten-=
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CORNELIA DE VO(;PJ_
eh
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n
3. Tensione e lotta
~ Ma proprio il fatto che Platonici e Cristiani avevano un profondo
andamento comune poteva diventare causa di tensione e persino di
~~tale. 9uelle persone che erano state educate nella cultura gre-
PLATONISMO E ClUS11ANESIMO
"'
;:::o-a!:
im--
S::.,
"
GMmblico combinava la~ di~ scuola C'OD ~ DUOVo S&ririlo rdi,ioso. una sona di JDisbaSIDO, ~ ~~ teurgia ~ la credeoa che si possmo ~ ~ ~ a!Je ~~<una
vame in effi:ui inaodono alla 6Ioso6a platonica oe1 senso che essa
. - ,...... PloOno e per Porfuio, beosi sembra che sia stato sopraffatto
.
r - drasricameDte dagli andci dei rir:i iniziarici1 Essere iniziato
e ritornare agli di pagani non era infrequente a quei trm.pi.
Nel 0150 di Giuliano, ci porew essere avvertito come un tentativo di
~ i culti ancesmli e le antiche ttaclizioni culturali La sua reaziooe pagana era cenamente un'espsessiooe della lotta dell'dlenismo
cooao il cbubarismo. ma era soprattuttO un movimento religioso,
organizzato da un uomo che si sentiva guidato da forze divine. Si trattaW di un'esahazione religiosa; con ci il Platonismo, nel suo significatO trorerico, noo aveva pi nulla a che vedere
L'ampia diffusione della religione di Mina, la grande simpatia che
Giuliano trov in Gallia, e le numerose testimonianze di ringraziamento per i suoi editti di tolleranza che si possono rimeDire in quasi
nme le pani dell'impero I'OillaJlo2, attestano la resistenza del paganesimo. La storia di lpazia, l'abile ed illustre reggin:ice della scuola filosofica di Alessandria attorno al400, offre un sorprendente esempio della
violeuza esasperata che poteva raggiungere il cooflitto &a la civilt
greca ed il popolo cristiano. Sinesio proveniva dal circolo di lpazia,
conia quale rest in rapporti di amicizia e di stima per tutta la sua vita. Egli morl probabilmente poco dopo il412,l'anno in cui Cirillo divenne patriarca di Alessandria. In quel periodo, l'opera di Giuliaoo
~ i GtJileiani,_ scritta nel 363, era divenuta moho popolare e velllft molto letta. IDlportante osservare che, circa settanta anni dopo
la sua ~~ ~o di Alessandria compose una sua elaborata
coofutaziooeJ, di cw a restano i primi dieci -libri. Per Cirillo che DOil
era particolarmente interessato alla fiJoso6a, il nc:miro da ~
DOII.di era in ogni caso il Platonismo. Da parte di coloro che avvettivaDO
~ perdendo ci doveva essere probabilmente una considertvole
dose di rancore, come od caso di lpazia.
:=
l. Platonirmo e subordinazionismo
Heinrich DOrrie conclude la sua lunga esposizi dei
.
Platonismo e Cristianesimo con quattro giudizi ~ .1 nrap~m fra
seguente:
DegatM pnmo ~ il
~Con la.spesso o~servata propensione di molti teologi dei rimi secoli verso il Platomsmo non stato compt"uto alcun
p
_c
dd Cnsnanesuno
.
. ndla sua sostanza. La dottrina
mutamento
daormaztone
o
na si _ svil_up~a~ secondo le sue proprie leggi intrinseche. cnstla
Fm qw ~me ha pe~ettamente ragione. Ma poi prosegue:
ll Pl~to~ISm? non nentrava fra i fattori che hanno agito dall'ester
no sul Cnsoanesuno. quanto emerge in modo molto chiaro dalla disputa sull'essenza e la narura di Cristo2. Questa disputa avrebbe condotto a risultati molto diversi nd caso in cui il Platonismo, o all'interno o all'esterno ddla Chiesa, avesse potuto esercitare qualche influenza degna di nome. N il Platonismo ha mai raggiunto la sostanza dd
pensiero cristiano.
Di nuovo, quest'ultima affennazione dd tutto corretta. Per quanto concerne l'argomento precedente si devono avanzare alcune riserve. Per Dorrie il Platonismo era un sistema chiuso di natura religiosa, una confessione, incompatibile con il Cristianesimo. Se esso
avesse realmente interferito ndle discussioni teologiche di N"tcea e di
Calcedonia ci sarebbe stato disastrosO per il Cristianesimo. Infatti.
proprio qu'elle cose che sono al centro Clelia fede cristiana - eh~
Verbo si fatto carne, e che il F"tglio ~ stesS8 ~
Padre - erano inconcepibili per un Platonlco. Per ~ ~fecero
dovevano percorrere la loro strada, ed quanto dfettivamenddla
In un cetto senso questo vero. La fede viveva
~ropna
zione. Ed i Padri di Nicea e di~~ ~esci~~;:
fede nd modo pi chiaro possibile, ID teriJIIDI
rori dd!'epoca.
ttadi
CORNELIA DE VOGBL
70
nm;ti
PLATONISMO E CRISI1ANESIMO
71
logia la
della on~o
tuttavia,
come. mai separato d~ esso. dal Verbo e dalla Sap=:: ~~~
effettivamente combmato il concetto aristotelico del pensiero divino
(v6T)<ns vafJaflllS) con 1'611TIIlS' 611 di Platone, pu~
sere posto in dubbio. lo non ritengo che le cose stiano affatto : :
Ma, dopo tutto, Atanasio ha cercato di correggere 0 di cp~
qualche concetto filosofico di Dio? No, egli non era interauto ad
una tale questione accademica. Atanasio ba c:erc:ato ~m~plicemmte di
esprimere nel modo pi chiaro ed esatto possibile la fede c:be la Odesa viveva da secoli, accuratamente conservata dalla sua trumiaione di
generazione in generazione, ben consapevole che si traltaYI del deposito pi prezioso proveniente dagli Apostoh"'.
Nel suo saggio Ricken tratta in particolare di Eusebio di Cesarea.
Ora, questo autore applica al Figlio di Dio lo stesso genere di immlgini che troviamo in Filone, il quale rappresenta il Logos come il conduttore delle potenze celesti, una immagine che deriva claltrattato ellenistico De mundo, e che era stata ripresa da Platonici come Maaimo
di Tiro e Numenioa. Le immagini del generale di un esercito bai ordi4 lbitkm, p. 3.50. Rickm scrive:~~ . ~ MiaeiD~~
schen Ontologie den GottcsbccrifF der pia~-~cali 11111 iaJmda
Christuaereianis ber au&ubebca. Caa ~
.IIIJIPCIIIIO
-~~ma ~iuttosto ~.d un~
.,.da di '16 &moJr 1111,1111
S1 deve dire che AtiiDIIIO, m Or. c.
lltlibud di Dio.
usa Tb 6vrc.1s 6vTa accmto .d 4A~J~kaolv ~ ,.._,~-- ~-:..........:t. lir H. Diiaie.
6 ar. il mio conaibuto in p~"""...,._........,._...
Miinster 198}, pp. 298 u.
Auulio ~ 11.-- damoD<il: dale Jllli
7 Cfr. O..tion~s contWI wnos, I ~
. uaa Cftiii!D? Oli ba iDieiP*D Ialo
hanno ascoltato questo, oaia che.~ ~~......mi della fede1 Ma ci& elle DIII deuna tale dottrina Quando 10001ta11 iltrUlllael ~ elle COli ~- R
riva dai nostri p.arl ma~ ltalO ~ elle~~
.
non quelle falae dotuine che S. Paolo ba~ 19 101 e ~ ~ 12, ' 1
?:f.':"
uw;::-'!.
dd .
al
h di
.
la
Chiesa Atanasio non ha cerc~to tro c. e espnmere sua fede,
che egli sapeva essere la fede VIVa nella Ch~esa.
.
,
Molto giustamente Ricken osserva che m ~tanas1o, sebbene l ontologia platonica dell'Essere eterno e perfetto s1a.alla base della sua teOlogia, il clima spiriruale non quello dd Platorusmo ~reco. a:"'~u~
una trasformazioneli: il vero essere (6VTWS ~v) ed il vero Dio e il
Padre del nostro Signore Ges Cristo; al centro dell'interesse non
pi la relazione di Dio nei confronti dd cosmo, ma la sua vicinanza
all'uomo in Ges Cristo. Ricken parla di 111utamento delle categorie
antologiche - dalla dottrina delle ipostasi a quella di una connessione essenziale12 -: ci deriva dalla nozione di Dio del Nuovo Testamento; non il risultato di una discussione filosofica.
2. Deelleniwzione?
Ho precedentemente menzionato la risposta di Ricken alla attuale
richiesta di deellenizzazione>>. Egli ha mostrato come nel pensiero
teologico, fra gli altri, di Atanasio una deellenizzazione della metafisica
platonica sia effettivamente avvenuta. Ma noi possiamo fare del tutto a
meno di quella forma della metafisica greca? Non forse indispensahi
le per esprimere la rigorosa trascendenza di Dio rispetto a tutte le cose
c~eate, e, ad un tempo, la sua insuperabile vicinanza all'uomo? Possediamo qualch~ forma di pensiero migliore od anche equivalente? No,
n~n .la possediamo. Se esprimessimo la relazione fra Cristo e Dio in ter
nuru meramente funzionali, perderemmo ci che Atanasio nella sua
lotta contro_J'~ri~~~o, ~a conquistato per la Chiesa.
'
Questo e il gaudazao di una persona che ben consapevole che la
' Ariatotde,
'D (cfr.
la mia G?:e!bp~~:pb~ lll2 b Ross, presso Sesto Empirico, Adv. dogm. ID 26-
Rickm Zur
lUcl.en'
J>LATONISMO l! CIUSTIANESIMO
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-...~-: .... _
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. " Non in1e11do dire che Bicba o qUIIqua ehro ,.y,;. . - . , mente in queste forma.
.
14 Dorrie, Die~ ~.~.<4),!'- 2. Ha11uDa ._ .... 'J1IeakF, clie
" lbitkm, D. 124: cEiDe dcrart (ausdscbe
CORNELIA DE VOGa
74
ai
I~itkm, PP: 12-13: e~. geht ihm (Philon) nicht wn eine fnung zwn Hellenib:t:nhin:
Ganz un Gegen.teil ... Der Weg, den Philon weist, 101l durchaua nicht in
lW:htdeungen beachntten werden ... Philon iat ... bemiiht einen Weg zu erOff16
clcr
Dell,
il li.'' Oueatola P,unto ~ lta~ rilevato molto bene da Runia ndla aua opera su Filone ed
;::eo p toniCO 10pr~ Citata.
~:~a ~ le o11erv11Zioni eli Henry Chadwick a propotito dell'etente, cw abbiamo fatto riferimento nelle pagine precedenti.
pJ..ATONISMO E CJUmANEs!Mo
XX?'l
re.
~---'-~
xr.a.~Dr.
24 /bidem: ]etzt entwurde~19
32 spec.iatllilaliVII.~ 17trPfli.
."S. Boulgakov, L'Ori~~~~~~ dr. aDC~~eCP.SbcJdoD-"~ o/ 1Aitr
..m
2. Massimo il Confessore
Un secolo pi tardi, Massim~ di ~polis, com~emcnte ~
. il eo:....:---re divenne il grande difensore ed mterprete degli
MSSSimO
Dl.,._, '
odo . ttosto
scritti dell'Areop&Jita. Questi scrito erano apparsl,m m . pw .
.
. nella prima pane del sesto seco~. ~ ali ~ di Massimo
lmprovv_ISO genere accettati come autenaa. Egli difese la loro sunon ven~vano m
CORNELIA DE VOGEI.
78
li d'
nto e1 proretl e e
Ivenne verasostenute dall'imperatore reggente, eg
e11
1
.
che vemvano
mente un defensor fidei, sia con un.a smgo are perspicacia mt ettuale,
m' vm cibile fennezza d1 carattere. Nella formula, apparen.
dia
li 'd
l - C
s1a con una
temente accettabile, di <<una sola vo onta ~ nsto~ eg VI e ~e .
tamente il pericolo che si ?~sco~dev~ nel linguaggio monofisua, q~e!
lo, cio, di un'eccessiva spmtualizzazJOne che poteva f~r perdere di VI
sta il Ges storico. Massimo fu duro nella lotta e preciso nelle sue argomentazioni; si era preparato per le sottili discus~io,?i ~on uno studio
della dialettica che andava certamente molto al di l di quanto conosceva Leonzio 'in questo campo. Tuttavia, per lui la dialettica non era
che uno strumento. La us al servizio della fede.
Sicuramente Massimo desiderava condurre una vita di isolamento
nel suo monastero. Ma, invece della iJcruxla, dovette affrontare una vita di lotte e di roventi controversie condotte nella fedelt al credo di
Calcedonia. Una vita che tennin nelle persecuzioni, nelle torture e
nell'esilio, e si chiuse con una morte crudele. Ma la sua opera non era
stata vana. La ripetuta analisi delle difficolt contenute nelle opere di
Dionigi e di Gregorio di Nissa rispondeva ad una reale necessit dei
suoi contemP?ranei, e costituisce ancora oggi una preziosa introduzione ~ teologia ~ alla spiritualit di questi Padri. Due secoli pi tardi, i
su~J commentan al Corpus areopagiticum divennero un ponte attraverso il quale questi scrit~ famosi, ma alquanto oscuri, poterono trOvare
access.o ~el mon?o occidentale - un'eredit del tardo Platonismo che,
tuttaVIa, m quest epoca poteva difficilmente essere intesa ed assimilata.
3 Giovanni Damasceno
al
I:opera enciclopedica di G'IovanruDamasceno ha cosntulto
un
tro ponte
gica di q~es~tta nella Pnrna met ~eli'ottavo secolo, la sezione teolosecolo2. Vers~'il~ ~enne trado~ m ~~o sin dagli inizi del decimo
51 Bergund1o dt Ptsa tradusse quella parte
Zd
zJ. de Guellinck, in <l
fetenti traduzioni del De f:r:t~- ~., 12 (1912), p. 448, menziona quanro dif
s.
J_
pLATONISMO E CRISTIANESIMO
79
dell'opera dd Damasceno che va sotto il .
.
Geyer ne ha mostrato il significato dal nto~ De fUk orthotltnr.
ne ~~ cultura3 G!o~anni Damascen~~to ~VIRa ddla ~
uadiztone ddla ~atnsnca greca in modo ~ trasiDeao l~~~~~ua
Magister sentent111rum di Pietro Lornbar~ ordinato. n
?ello e molto ~d suo materiale, e per la grande~ qui ~ suo.IJIO.
il Damasceno e stato una continua fonte di m """"!' '!eD~
che qui mi propongo di vedere in che modo lao~ nCOIDpilo
la logica aristotelica abbiano trovato posto nell' ~ Platooia e
Giovanni Damasceno era essenzialmente
~
cupazione essenziale era qudla di Presentare una~CUI Pl'eOC
ta, ben ordinata e ben fondata ddla fede ortodossa 1i
. compie.
lizzare questo compito sono necessarie alcune condizi~rea:
artigiano sonoEnecessarie cenlae co~diz!oni per ponare ~p=
la
s~a ~pera:
ne~pure per
regma e sconveniente servirsi di alcuni
schiavt4 Gtovanru non e affatto scandalizzato-da questa metafora. Al
contrario, ritiene che si addica pedettamente al suo caso. Infatti, la logica e l'ontologia sono ovviamente dei prerequisiti per la teologia; m
zi, esse sono dei prerequisiti primi. Pet questo, nella sua opera enclopedica intitolata ITTJ'Yll yvWoflS', la dialettica viene coUocata nella
prima parte. Giovanni Damasceno, infatti, teneva in grande coosiderazione lo studio ddla logica: lo apprezzava come uno strumento indispensabile per realizzare il compito che si era proposto.
Ma altri Schiavi erano necessari: la seconda pane presenta una
breve storia ddle eresie. Ndla terza pane, invece, viene iniziata l'opera vera e propria. E ci viene fatto in un modo molto ~~ in
quanto Giovanni aveva una buona co~os~ dd ~etodo SCielltifico.
Questo per quanto concerne i pnnapt formali. ~~ terza pane
(De fide orthodoxa) la tradizi~ne ~d ~rpus_alt'Opil=
il ruolo dominante ndla dottrtna di D~o: qw n~ ~ dam
di tutto
Piatonismo cristiano che prevale. Dto, che.~ il fon .ento oscibile
"' ehe estste
. e di ognt. conoscenza umana' la~ m se steSSO mcoo
cto
e pu essere
ed ineffabile. Egli non ha riv_elato alldi'~omo ~=-tuttavia ~ l'Escolto solo ndia fede'. al di sopra tuttO Cl
d!
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U:pen
.:1n
CORNELIA DE VOGEL
80
st 11Dm.,l1-2, PG. 3, 58.5 B-588 C; 15, 593 A-B; V 1-2, 816 B- 817
~~wlf
82
fl usso
.. Essere-m
h
seOra Dionigi che h a esercitato
un grand e l1l
Pla
rutto c1o c e esiste.
torneo cnsttano
. .
1
li
.
l'al
d
l'amore divino lKo-ranK6s, ossia ~cerca . t~, e no~ sc~tunsce a .
un livello ontologico inferiore ma e propno l amore dJ D1o quale s1
trova nella Scrittura 14 . Cionondimeno, lo stesso autore talvolta si
esprime in termini che potreb~ero dar adito ad int~rpret~o~ panteistiche, anche se si potrebbe d1re che, con la sua chiara distlllZion_e ontologica fra l'unica causa trascendente e le molte cose create, egli aveva escluso ogni forma di panteismo. Dio l'Essere stesso che conferisce l'essere a tutte le cose esistenti. In un certo senso, Egli presente
nelle cose create. Potrebbe sorgere la formula di Dio come dator /ormarum. Ma potrebbero derivare anche cose peggiori. La nozione di
dtrt"Lpov, quando viene assorbita nell'Uno assoluto, potrebbe condurre alla equazione di Dio-essere assoluto e del 11ulla. Naturalmente
questa conseguenza stata tratta, e non solo in Occidente.
Dionigi ed il suo traduttore latino Scoto Eriugena harmo offerto
una versione cristiana di quella concezione di Proclo, secondo la quale
rutt~ le cose. derivano da un'unica Sorgente e ad essa ritornano con un
!"o~c;n!o mverso. In ci, tuttavia, non era necessariamente implicito
il_p~apJo d~a interdipendenza, n quello della assenza di aiuto
di D1o. Infatti, nella versione cristiana il ritorno un fatto che concern~ la li~ra decisione del soggetto che ritorna, e la Causa prima il
~o.onrupotente. ~uttavia, ai ~ostri giorni ascoltiamo qualcuno dire a
10 Tu non pum_prestare a1uto; tu dipendi interamente da noiuna nuova fonna di ey~cusat 10
prov~ttae
: .J._
altn m
oppure asco1namo
un
-
. convento
.
dicattolico llllermare
che un' onore per Dio che noi Cl
lllteress~a~no Lui
l
ben .
..
E 1:
si interessi di noi ~~me . un
efc1o per no1 il fatto che ~~~
cii
PLATONISMO E CRIS11ANESIMO
8
che l'uo'!lo. ~a biso~o degli uomini e .
.
queste e sunili espressioni derivano da D,io J:la ~di IIOi li
pus areopagieicum. Ne sono gli ultim.i ~lllllca bie: PJ0c1o e'1
in preced~ molti altri.
COilCXJIDe ce De 11111o lllli
<ch weJSs, dass ohne mich Gott selbst .
so che senza di me Dio stesso non u ~ Nu kaan leba. (cio
scritto un autore mistico nel xvn
~ 1ID solo iaeo), ba
n.e: in ~gni caso, n.on responsabile di tali ~ ~~? PfMo.
s1 e mai sognato di parlare di reciprocit fra~ Infaai. egli DaD
te e le sue imperfette flK6vt:s. N nulla del ~l!Ul trasc:mdaJ.
~ R trova in Pbiao.
Q!
se!.o
5. Conclusione
Pe~ tutti qll:esti motivi non mi sembra affatto ragioaevole
.
propno nella linea del Neoplatonismo di Proclo la fmte di ~
buto positivo alla dottrina cristiana molto superio~ 8 quello~
amtncedenti forme di Pl~tonismo, incluse quelle del quano sa:oJol'. In~:
mo luogo, tale pamcolare preferenza per questa tarda forma di Neoplatonismo sembra ignorare che in Agostino il Platonismo di Plocioo e
di Porfirio stato convertito in una metafisica platooica crisrimimta
In secondo luogo, trascura il fatto innegabile che il Platonismo di
Agostino prevalso nel Medioevo fino al ~cesimo secolo, che esso
ha continuato a vivere in modo rigoroso anche in seguito, itll6 11M in
Anselmo di Canterbury, e che prosperato anche nel culmine della
scolastica, ad esempio in Bonaventura. Che si sia o no dispcllli a COliferire a questi pensatori cristiani l'onorevole attributo di cflosofi,.l6
non rilevante: in ogni caso essi furono d~ Platonici~ Infinee questo non cenainente il punto meno UDportiDie- ~le che
il tipo di Platonismo procliano ha fatto soqere. dal ~UDto ~;m ddla dottrina cristiana, tante deviazioni e forse anche p1 grm quame
ne sono derivate dalla sua forma precedente. .
. . secoli dd
Heinrich DOrrie si occupato del Platonismo ~el
aoria
cristianesimo. Se egli avesse avuto rem:.,per ~fani che sopra bo
del Platonismo, si sarebbe certamente attuto Del
f..::on:
. ..!i-Ptoclo- mi . . . . - ..
" Nel parlare di una P~ JICl: ~eli bo~
Heinrich DOrrie, quanto piu!IOIIO ~~-~-t.-- c1i1pa11i a~~..~~~~
16 Alcuni storici della ilolo6a-.
_.. ~~- -
che-=
che
E.........., ..,,s ==elle.-.
penona)itA
dlohe il JIIGI*I"'
J!!ll"-
CORNELIA DE VOGa
li
d . d
. la
lezione per il Neoplatonismo pr~ ano enva a ?'_l parnco . re svidella logica moderna. Molti filosofi hanno cnttcato negli ultitni
I
duppo
cenni il modo in cui Agostino ha 1'den tificato il uverbo di nIo con il
m:ndo intelligibile del Platonismo, cosl come preceden~emente era
stato fatto, ad esempio, da Origene ~d an<;he da G~egono di Nissa.
Tali critici sostengono che lungo la linea di Proclo e stata assimilata
una forma della metafisica platonica pi accettabile. questa la convinzione che si pu trovare, ad esempio, nell'opera di Werner
Beierwaltes su Proclo 17, e che presente anche nello studio di Klaus
Kremer a proposito dell'impatto della fosofia neoplatonica dell'essere suii'Aquinate 18, un lavoro, questo, che, per il suo approccio unilaterale, potrebbe dare l'impressione che Proclo e il Corpus areopagiticum
siano state le sole, o quanto meno le principali porte attraverso le quali il Piatonismo penetrato nella mente dell'Aquinate 19 E questa
era anche l'impressione espressa da Heinrich Dirrie nella discussione
con filosofi e teologi tedeschi cattolici svoltasi a Salzburg nell'estate
dell980.
17 W. Beierwaltes Prole/o G
Mllan
l. Origene
;:_r
r:m
CORNELIA DE VOGEL
86
SSI
PLATONISMO E CRIS11ANEsiMO
,
stacco non e' essenziale alla vita cristiana? . .
de John Hen.ry Newman non ttovava in _[)ira Ptoprio di DO. n
la sua traduztone va un po' troppo in l
~~li ~
S:
VIa
ddla criouoda.~
3. Gregorio Palamas
La terza testimonianza che desidero
.
sione svolta da Gregorio Palanuu (XIVprent} m~ la elisa.
laam. ~~as, figli~ di una illustre~ di con 1'~ Buscelto m gtovane eta la vita monastica Quando~ . _
smo venne deriso da Barlaam, il quale.negava cb COiiddetto ~
immediata Visione di Dio al di l della con~ essaa lilla
tanto sosteneva che la presunta visione. della Lu ~ e pernient'altro che la visione di una qualche luce creata,cePalamas ~.era
difendere la causa degli esicastj2. Egli condusse la difesa
argo~enti .filos?fici, sia sulla base dell'esperienza religiosa.518Respime la
dott~a ~~ un m.telletto separato dal corpo come uno dei pi grmdi
erron det GreCI' - una teoria che, in effetti, si sarebbe poruta dedurre dal De anima di Aristotele (ill 5), come fu cffett:iwmmtc fato
dal commentatore arabo Averro e dagli averroisti medievali. Egli respinge anche la dottrina aristotelica di Dio come un teorema dimostrabile scientificamente, nel quale verrebbe espressa la csostiDZilt o
essenza di Dio. Non c' alcuna conoscenza scientifica di Dio che poli
sa essere raggiunta mediante le facolt intellettuali ddl'uomo, come
veniva sostenuto da Barlaam. Ma esiste in realt una intdligcma che
appartiene al corpo umano e che, dal momento che il corpo noo dfatto da disprezzare, rappresenta un legittimo cd indispensabile m~
per giungere a Dio. Correggendo il Neoplatonismo, PalJma sosaenc
che la superiore facolt della ragione presente odl'uomodimo~ c:ssae
collocata nel cuore4. Qui, nel nostro cuore dei cuori. essa
ra ~
me in una tesoreria dove purificata c concentrata, c peramto nuo'
L-1
derc stessa C c;oll\'aSI
va la propria sostanza, e pu uuvwta trascen
se
re con Dio'.
n!:!;
CORNELIA DE VOGEL
. ifi effettivamente Vedere la Luce invisibiQuesto, dunque, stgn carealmente la Luce di Dio, una visione che
lo non una luce creata, ma
.6
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pi P~!'" 0 dell ealt' suprema che pu essere donata per graLa VISione
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'
c
. offre un altte esempio
interessante. !matti, Palam as riflette. s ulla
Z18,
d . d Dio e dalla sua essenza, e domanda: la Luce e una
lrealuce ~e envda .a dal momento che attorno a Lui? creata?
ta csecon
ana
nde Palamas dal momento eh e D'10 e uno e dmdi.
No, non lo e, nspo
' .
d L
7
visibile, e la Luce appartiene a Lw ~ non puo ~ Ul essere separata .
e
sorpresa
troVISffiO
che
qw
Palamas parla esattaCon una qualch
d di
.
. ..
mente allo stesso modo di Atanasio, quan o scute con 1 senu-anaru
di Antiochia.
4. Sergio Boulgakoff
La quatta testimonianza che vorrei prendere in considerazione
quella di Sergio Boulgakoff, arciprete della Chiesa ortodossa russa,
professore all'Universit di Mosca, e doJ!<? il1?~7 professar~ presso
!'<stituto russo di teologia ortodossa di Pang1. A proposito della
creazione del mondo egli scriveR:
Dio il creatore del mondo che Egli ha creato dal nulla. Dio non
cerca di completare se stesso mediante il mondo, ma nella sua bont
Egli desidera che il non essere partecipi dell'essere e che la sua imma
intdleziooe in unit, ed in questo modo pu essere sollevata al Buono-e-Bello, al di l
di tutte le cose esistenti (Div. 110m., IV 9, PG. 3, 705 A).
6 Nel dialogo Tbeopb.nes, PG. 150, 909/10- 959-/60, Palamas tratta della comuni
cabili o incomunicabili del Divino e deUe CCSe divine. Egli sottolinea con forza
la ~ di una pn:~oe interiore: si deve essere ccapaci di ricevere la
leiiZ8 divina. (La Luce divma non sar Vista da tutti). Ma il fatto che l'essenza di
~sia ~ooscibile ~oo ~ude che, pet mezzo delle operazioni che provengono d_a
Lui. Ecli AB; Presc:ote m Dll_l ~ sua 10talit. Le cose incorporee, infatti, non si divt
~ come t corpL La grma clivioa unisce la persona che la riceve in modo 10tale con
Pre:
oen:
~ An:opagita: Epist., 5, PG. 3, 1073 A, ddnisce la Luce inaccessibile,
. ..~teco~~
m:
. . lo ~ "" -'- __
ncevooo WUIIIIICOte
PLATONISMO E CRIS11ANESIMO
n:-
reo
CORNELIA DE VOOEL
90
nos
5. Conclusione
In ~e cosa, dunque, il Cristianesimo orientale caratterizzato dal
Platorusmo, come hanno sempre affermato i suoi teologi?
,O ~ ~~istiani orientali si rivolgono realmente dalle cose visibili
ali InVISibile, ~e rappr~enta per essi ci che pi pienamente reale.
Le cose. so?o <llllllagtnl di un archetipo perfetto e segni della presenza di D1o.
2) Senza1ess.ere sleali nei confronti di questo mondo essi prendono
' .
'bili', pervasi. dalla convmzione
dalle
veramente
che
. . cose VISI
l'in 'bi! e dtstanze
VISI e Sia mo1to IIllgliore.
.
quant
per
0 non Sia conosciuto dalla maggior parte d3) 11n Platonismo:
.
e e persone e perpetuamente prese~te. n~11a loro concezione
dell'uomo e del ~ondo d ,
' e e veramente cnsoanJZzato nella loro vita
interiore.
.
non solo nelie meditazioni
E tutto
4) rifl
dei monaci e
.
presente
ci
nelle
.
.
ess1om teorenche dei teol
ogt, ma VIve nel cuori delle persone
semplici, uomini e donne.
.
tradotto il titolo dell'
~H. Newman ha
con Discorri conuo gli A . eh opera pnnapale di Atanasio contrO gli
termine~- Egualmente corrett~' e probabilmente rende in modo fedele il
go ~ Ila questo d che l'autore ~t~bbe essere argomenti; tuttavia, non riten
noNta_Done fosse pi generale. Cfr ad a m. mente; penso piuttosto che per lui la con
es., 1 quattro ~ 8Eo~oyucol di Gregorio di
az&anzo.
1. Eusebio ed Atanasio
una:=-
.
Dal momento che Dorrie considerava il Platooismo
ma dogmatico chiuso, poteva giungere a ritenere
fatto che in una citazione, anche lunga, venissero omeae alame . il
modo in cui Eusebio cita Plotino, Ennudi, V 1 offre ~
sorprendente esempio di ci che egli ritiene eaere 'una ~
ma di inganno del lettore, ma che a me sembra un esempio eli ~
tendimento delle intenzioni di un autore da pane dell'~ tedesco'. Infa~, non p~sibile sostenere che Eusebio, che llftVI gi cirato un'ampia parte d1 Enneadi, IV 7, abbia lasciato illerton: lleiiZa
informazioni circa la dottrina plotiniana dell'IDima, n poaibi1e lf.
fermare che, citando Enneadi, V l, 4, 1-9 O'ascesa dal visibile III"JDi.
ligibile), e poi V l, 5, J-7 (in cui viene chiesto echi sia il Pllllre dd
Nous, il semplice che precede il molteplice), egli abbia voluto nascondere al lettore il fatto che per Plotino il Nous non era nDio supremo. Di nuovo, la citazione che Eusebio fa di &lla4i, V l, 6, mostra chiaramente che il grande Nous secondo e non P~ inohn:.
dal momento che tutti gli esseri perfetti sono produttiVI (mivra
6aa TlMLa 'Yfw4), chiaro cbe deve esaerci. qualcc;-ilcdopoo il
Nous. Tuttavia, ci che Eusebio desidera evidenzilre 'F rapporto
fra il Padre (T 'Yfwf\aall) e ci cbe d~ da Lui. n. Nous.~
sto non spiega il fatto che Emebio ~d le ~ddriabe di~
all'anima e passi immediatamente daDa np 44 .U. 50 lellD
ddcre~~D~Cnei
,
tino?
Le righe seguenti, tuttavia, non trattJDO ddl_~Iafaui, nel modo
~
~nfronti della sua creatura, come supr-I)Onie.
riabe ~
di pensare di Plotino era escluso cbe cii
che-(l!o8Et) qualcosa al di fuori di-:~~~-'- il
VIene espresso chiaramente cbe il ~l"""'r--_ In~ iD
. .
sidero ed ama il yEwflaall
Dorrie rinviene lo steSSO tipo di ccfiloaeStP
=!ii:
soaeuo
~~
......
CORNELIA DE VOGEL
94
.
questa frase, arre
0 Eusebio desiderasse costruire un consensus appail
come cnsnan
.
. .
.
fi'
citazi?n~ -
:lftid.,
p[.ATONISMO E CRISTIANESIMO
Je0:
vecd:
~-XJ'sikk. ~
.U"
CORNELIA DE VOGa
X. Di nuovo su Atanasio
.
Fin qui abbiamo parlato di Atanasio lo di
l'opera principale di questo Padre del qU:, secolo~ Tuttavia,
' 1~ a1111ro
gli Ariani, molto impanante per la nostra
.
Presente
. attentamente
.
~ au
.di.., ,_
"..........
oppon uno cons1'derarla p1
ntengo
pnma traccare le
conclusioni finali.
Nel difendere la formula di Nicea il problema di Aranaio
seguente: Cristo il Figlio vero ed et~o della stessa sostanza m n
dre, opp_ur~ una ~reatura? (19). Ed egJi risponde: nF'Jglio
mente Figlio, non e una creatura. questo il modo in cui 1e Scrittun!
ne parlano; ed questo quanto implicito nella nozione di cF'Jglio. e
nelle immagini usate dalla Scrittura: SSrgente d'acqua vivo a 19)
splendore e Luee (I 12), ed anche nello stesso termine immtgi:
ne (diCWV o xapaxn'!p); infatti, non c' luce senza splendo~e, D sor
gente senza acqua che ne sprigioni, n c' un'immagine seoza un
originale. Inoltre, l'immagine o impronta, per riprodurre fedelmente
l'originale, deve essere eterna, ed immutabile (I 22).
Gli errori fondamentali degli Ariani sono i seguenti: l) parlano di
Dio e della sua generazione come se fosse un uomo; 2) introducen
do la nozione di tempo nella relazione fra il Padre ed ~ F'Jg)io, noo solo introducono un linguaggio che estraneO alla Sc:r!ttura - dytw!r
TOS" (o dytvnos) non vi compare (l 1), I 30): ma Vlmtroducooo : :
che un'assurdit concludendo che, se entrambi foaero 4~.
rebbero fratelli (I 14). Sulla base ~ p~o .errore :N:~
essi fraintendono continuamente le immag1DI usate
dotte interllll5te a ptr
.
Alcune osservazioni.
a) Le argomentazioni di Ats;n851 sono con filosofia sebbeDe abbia
cWI'analisi di DOtire dalla Scrittura. Egli non m~to alla
una buona formazione logica, come 51 P~ ~ .hilid con cui
zioni quali Figlie, Padn;, ~~e,
coglie precisamente gli erron degli ArimL la meufisica ~delb) Tunavia, Atanasio ha nella sua m~ cldJe cose create: Dio
1'6VTIIIS 6v, come ambito opposto~ E dal Jll(lllleiiiO cbe il~
l'Essere perfetto, eterno ed immuta il F.,Jio eternO ~ imm
proprio della sua sostanZP an~ eli Dio di }.rMliii1IJ DOD dherDa questo punto di vista la conceziOne
:!:
CORNELIA DE VOGEL
98
A
"
neg
ne.. liQum
t dal nulla Contro c1o tanaslo anerma.
F~goecreao
s se lg o e
. .
pLATONISMO E CRISI1ANESiMO
99
ScrittUra: _quells dells sorgente, dello sp'-..1-~e
fetta o lJDpronts.
per.
e) Qui c' un altro panicolare tenninolopa,
to. In Atanasio il termine Ellcldv assume 1111 ~deve~ IIIJII..
diva.o da cpi.
lo che esso ha nells lingua classica. Per Platoie,
dKwv indica semp~ qualcosa di incompleto . ad aempio,_ ~ lr:lmiDe
qualcosa che appamene ad un livello inferiore.I:ISpeuo all'CJriciaale.llll
Figlio l' immagine perfetta della quale si ~ per Aflllalio i
pu clft c:be cebi ba vilro
me, ha visto il Padre (Giov. 14, 9).
Questo un altro esempio di un uso 11011 platooico di .
gio apparentemente platonico. Si trana di 1111 caso in un ~
quanto getta nuova luce anche sul linguaggio di Filooe.~ ~
la _q~est~one ~olto chiara: quando parla dd F"lg}io, cimm ~
per
lut stgmfica ptena o perfetta espressione dell'originale.
egli d la ~ref~~enza ~ t~nnini Tirrros- 0 XClfiCliCTI\p, cm;p~
Stampo dt un tmmagme unpressa. Qui il carsaae di -;p_
non affatto inferiore a quello contenuto nel termine dJa.il, axae viene inteso da Platone; al contrario, ben pi grande: la 1m1iglimu deve essere perfetta e completa. Ho ricordato in precedeaza l'uso che
Zenone di Cizio fa del termine 1inrOS" per spiegare l'esperienza. Per
quanto concerne il termine ap-y{s- - il termine praemo da Filooe -,
si deve ricordare che un sigillo un segno di autenticit: nell'immt&ine dell'architetto esso indica che il mondo visibile realmcnle creato
dal Padre, attraverso il Figlio. Cosi in F"one, e cosl anche in AfiiiiSio
(Orationes contra aritmos, n 79 ss.). In questo senso, pu esserci 1111
rapporto con certi tipi di gnosi
Questo solo un aspetto della questione. L'~ ~- della
dell'......_
U:
.ff:!i=
CORNELIA DE VOGEI.
100
gine dd Figli~. di Dioniai l'Areopagita sul mondo creato non dialie t re fiorme di est-.
_,c .
c ruenmento
La concezione 't IX..,2 egli ,a
Epl
~
)
..
6
l
o.
sua
a
versa Nell
e
-..av, Ka U1Ta..,..Lv
di t da Proclo (FJem. theo ., ~ : KaT al-'
rsal
la ~ausa uruve
l
stenza sttn e
e;
KQT. jlllfeLV. n Dio che trascende tutt~. e cose e
l'essere intelljgibile, la prowidenza di~a o logot_(m D. ~-V 8, si
parla di trpopLa11ol), l'essere archetipo eh~ es~ste Ka9 tl1ra~~v,
mentre tutte le cose create esistono per p_anec1paz1one. Questo, Indubbiamente un modo di pensare platonico.
Anche qul alcune osservazioni. La mia domanda. ~ale rig~ardo
Atanasio la seguente: qual il rappo~to fra la. metafiszca ~latomca ~d
11 suo pensiero teologi'co? Da un lato. s1 deve di~ che la ~~a dell ~11ooooLOS' non si accorda con il pens1ero platonico. Infam, il Platorusmo ammette gradi del divino, mentre il credo niceno ha escluso una
tale dottrina. Da questo punto di vista, l'arianesimo, che introduce il
Figlio come un secondo Dio, appare molto pi in linea con il platonismo, anche se questa tesi non tanto ben sostenibile come potrebbe sembrare. Infatti, il modo in cui Ario separa completamente il Figlio dal Padre, negando qualsiasi somiglianza ed affermando che il Figlio non pu conoscere il Padre, tanto non-platonico quanto non
scritturale.
Dall'altro lato, la metafisica platonica assume un posto essenziale
nel pensiero teologico di Atanasio. Dio l'essere perfetto ed eremo,
immutabile in se stesso e paradigmatico in rappono alle cose che devono essere create. Ci vale sia in riferimento al Padre che al Figlio.
Non si pu dire che questa forma di pensiero platonica fosse in Ata~ qual~~ di esteriore, che poteva essere abbandonato non appena 1 Platorua avessero accettato la fede cristiana. Per Atanasio essa
~p~resentava la sola e penanto indispensabile espressione di ci che
significa~. la fede in ~ unico Dio; indispensabile non solo per fini
~pologett~, ma per la VIta e per lo stesso pensiero cristiani, in quanto
~ nost.ro ~tellett~ ~ bisogno di esprimere la fede in Dio, il Padre ed
il F'lglio, m teriDJru ~ntolo~~- per un'intima necessit e per la loro
~naie co~prez_u;Ione spmtuale che i Cristiani sono giunti alla me~ platomca, m quanto essa serviva a confennare e ad approfon
dire la fede che avevano appreso dalle Scritture e dalla tradizione del-
e-
~ ~rio di N~, Omelie.sul C~~ttko dei C.ntici, PG. 44, 1009 D. Quanto
~:e~ :U~ddtlamo risulta chiaramente dalla pqina succSva
pLATONISMO E CRIS11ANESIMo
101
la c~~ Ce~ente, ~pita talvolta cbe la
de cnsnana. Ed ID quesn casi, na~~ !Jidi aJIIbo la le.
contro la filosofia. Atanasio lo fa su diveni 1111.CIIIIiaDo
do la dottrina platonica, altre volte
PIIDti.. taholta ~
ragioni. Plotino, ad esempio, usa i~~ per buooe
che l'!Jn~ la Luce divina in senso pieno e . . luce ~
cerchio di luce che splende attorno ad
111eDtte il Plimo
0 l'essere diyin~ - luce in .un senso secondario
il~
questa dottnna ID. modo decso: il Figlio la ~ divina ~
una luce secondana. E nel credo niceno viene
la formltl!aa. 11011
da Luce non per esprimere un carattere ~
ula~
l'identit di SOStlllZII del F"Jglio con il Padte, CXlll e ~
e per r_nol~ C_ristiani del ~uatto secolo il termine :
~ vieae
usato ID rifenmento a Cnsto, non significa una SOIIIigliama puziale
imperfetta, ma una vera e completa somiglianza (come si
ad esempio, in 2 Cor. 4, 4, e Co/. l, 15)3.
Ci sono molti passi nei quali gli scrittori del NIIOVo Testamemo
parlano del Figlio in termini di divenire.: Ges cresce in sapimza, d
sono cose che non conosce, e gli vengono attribuite le afDiziooj ddJa
carne umana. Per amor nostro, spiega Atanasio. Infatti, ~ qursae
cose vengono dette di Cristo secondo la sua natura umma; iD&tti,
Egli ha assunto su di s la carne umana, di modo che noi pocessimo
aver parte alla natura divina. Questo il vmgelo di Cristo, ed esso
pu essere spiegato in termini antologici.
Certamente, Atanasio non era intereSSatO alla _filosofia. per amo~
della filosofia. Ma ci non significa che la forma di meWisia ~
ca fosse in lui qualcosa di accidental~ o _di _meramenad
Quanto sia stato fatale introdurre noZiom. di tempo
forma di
guaggio su Dio, lo possiamo vedere da Ario.
rovocbi IDI
metafisica non pu mai essere abband~ta senza ~diviDa.
danno essenziale alla nostra comprensrone della SICSSI
-l*lat
esso!:t:
pu.
:::=::
ud::U
XI. Conclusioni
sa::, r;;rnc1ere
!-.
un
comf:.
dc,.ma
.a::
..
Enrico Peroli
1. Introduzione
11 principio della religione cristiana deve~ elaborato il
.
la conoscenza pensante se lo deve appropriare, essa si deve r!:Jirnl~
mod<;> ~he la co~oscenza pensan~~ pervenga alla conciliaziooe, abbiau:n~
l1.dea dfvmE'a: e la ncca cul
00 turah dHdilddead fil~fica si unisca col prillcipio ais~o~ ..
m q'!esto m. o .c .e ~g es~ve nelle Lroo11; nJiuu:m. tiJI.
filoso/lll il compito che il cnsuanesuno de~ primi secoli ha dOYUto affroowe
per P<;>ter !eali~za!e. la sua ~<;>ndiz.zazionoo, ossia per crendcn: principio
mondiale il prmc1p1o dd cnsuanesuno2 Questo compito, l'incontro dd
messaggio cristiano con la tradizione filosofica (in panicolar modo quella
neoplatonica), stato realizzato dai Padri: Questa daboraziooc della rdigione cristiana nella conoscenza pensante stata compiuta dai Padri della
Chiesa, i quali hanno dibattuto rutti i problemi circa la natura di Dio, la libert dell'uomo, il suo rapporto con Dio, che l'oggettivo, circa l'on,ine dd
male ecc. ed hanno introdotto ed accolto nd concetto dottrinale cristiano
qud che il pensiero determina intorno a questi problesni-': .
Questo incontro per Hegd dd rutto giustifica~o ~legittimo; a-~
ro che fanno una colpa ai Padri per aver per P~ sottopoSIO
mcxJ!'nnapiO
cristiano ad una daborazione ~osofica, ~me se~. m ~~,..Z:
ro contaminato la purezza di qudla pnma 8P~. solo se colui che
Errano perch il dato della fede tale .ed ha un , .........ndJa comprensiooc:
ne interpellato se ne appropria ndla ~terp~ e esiste alfano per
altrimenti esso un che di mort'?. di estenore,
lo spirito vivificp,
mo'; la lettera va trattata con lo spmto:
lC: dovenDO operare l'incoDsecondo l'espressione biblica6 Per questo 1 p
loro cdirirtoo>'
tro ed il confronto con il pensiero filOsofico: eri un
'!!
cb:
UCC:
.
vol. DI/l, awd. ci E. Cocipllo e G.
G.F.W. Hegel, Lniolli suJ/4 sJOM ~flostJ/M
/biJ., p. 100
l
4
lbiJ., p. 101
1biJ., p. 102 e ss.
'lbiJ., p. 104
'lbiJ., p. 103
7 lbiJ., p. 102
ENRICO PEROU
108
rofondarncnte mutate; la ..legittimit dcll'inDopo Hegd le ~e. ~~~~:e logos fllosofico stata da pi parti fortemencontro fra messa~ 10 cris . d attribuire ai Padri quclla colpa di cui parla
e la moderna storia dei dogmi, elaborata in
te contestata, e SI e nro;au a
von Hamack, F. Loo&, M. Wemer ed alHegd citando ~utero. 1n~;;
sc;no ~ ~eologdiaellprotellcs-~, ;on~ dd cristianesimo il principio interpretadd
.
d
a .,.......,_.
In abbra .atto
m~erale dell'intero sviluppo ddla ottnna cnsttana. .a..mcontro
.
n il logos filosofico ...-.., parallelo ad una sua progressiva
uvo ~ . .
dcll' purezza
co
saggro cnsttano
ongmana
avrebbe comportato la corruzione
. d"
d egru
dcll Ch" a
d
tzzazione,
~esa .
-~
a, il cui frutto sarebbe l'intera ommauca
dd k
egli ultimi decenni sia emerso sempre ptu chiaramente come
erygm
P er
J:a.
1
'
l
quanto n
la ellenizzazione rappresenti un p~so ~o to flu comp esso .e ~renziato di quanto non apparisse ~a t~logra. liberale , e per. q~~to, di ~nse
spregare :',~ase a tale pnnctpro 11~ svilup~
gucnza, il tentativo di Hamacknzialmdi.
. ~te ~toiosopra~tt~ ~ m~paata
dd pensiero cristiano sia sost~
di configurarsi come un effemvo cnteno stonco , la .degttwnlta dcll mcon-
daA
e--
I p
e&. A.von Hamack, Lebrbuch tkrDogmengescicht~, ~n:.iburs l~ ~l. II, p. ~7; vol ]
!4: eNd suo concetto e nd suo sviluppo il dogma l opera dello sptnto ellenico che
~I sul terreno dd VangdO; su ci si veda E.P. Meijering, Di~ Helknisimmgle~ Christenltnll im Urt~il AJolf uon Hmclts, Amsterdam 1985. Cfr. anche M. Wemer, Die Efltsubung Jn christlicben Dogms problemg~schit:htlichen Jorg~st~llt. Bem-Leipzis 1941 (seconda edizione, Tiibingen 19,4): per Wemer la dommatica della Chiesa il frutto della
spec. 147-150.
10 Per un quadro sintetico sugli aspetti ed i problemi della moderna storia dei dogmi si
t'
SAGGIO INTEGRATIVO
secoli.;
11 Quanto la tesi di Hamack non abbia perduro di lllllllill uxbe ...p ultimi docaa
lo mostra, per fare solo un esempio, la critica amdolla di H. ICiiD& acl a- Esrtrr ~
stillni (Christ s~ill. Miinchen 1974, traduzione illliana di G. Re e M.ll<, Miloaa 19761
contro i dogmi elaborati dalla Chiesa nei primi secoli, nei qulli i ........ dd NIIMI "fe.
swnento sarebbe stato espresso median1e l'appaniD cona:lllllle ddla ~ lftD !"'
esso non conforme. La dignit divine di Ges, che acl NIIIMI r - ~ CIIIIIIJII!"
primariamente in senso funzionale e non fisico o -sa-, vcmbbe
senso metafisica dal momento che allon non si clispoacvo ci alao appanlll
"*;!'!".:
A;:z."/:
ncpzioac-:;=-
nuzazionc c la
Per-.._.,.. dcle ~L
p,r-tdifll,_,-
IlfohitotklM/Jec:is.'.PP: '{!:....-cl~
dciia apcculazjonc filsofica areca ba t'QIIiiiiiiD
IIIOdcrDoo. (p. U)).
"Cfr.nD:.nn,
ENRICO PERoL!
IlO
di . dd
tan
ta
ns
csuno
~-'-pensiero annco, e
dei pi illustri stu OSI
cwarc:, e cnsttan ~ d
non da un teologo, . 8 ~o a imperiale in ispecie; una proposta, quinddla tradizione plabtorud~a dcii epocnos-~ ddle fonti, dd contesto spirituale, e
~~di avanzata sulla
dd pensiero fil osofco con cw stmcondciicofonne
. ase . 1 una
50?~ttl!tt? de~.caradf' e. nella astrattezza storica in cui talvolta si svolge il
tro il ~nancsuno, . ~~ne si avverte cosl spesso la mancanza.
dibamto sulla .ciielliZZ8ZIine recisamente qudlo di esaminare, ed in parte
P 'one di DOrrie, attorno alla quale si veL'intento ~~.queste pa~.
dib trito'' nd quale si inserisce
di valutare cnncament~,l ~t~rp~SZI
'
nuto sviluppando negli ultmu anru un ampio . a
anche il saggio di Comdia de Vogd presentato m questo volume.
._tura
"c:t:tliCMr
SAGGIO INTEGRATIVO
111
co che teoretico, la questione deDa JIOIIibilh
.
c ddla trasf~~on~ del ~latoniuno. e delle~ d.illa
Padri dobb1amo m VIa Preliminare chiarire~ la ~ .~
CU1Uai di qlld ~da
losofi~ e spirit~ale che, con un tennine ~
ocplatonismo. L'unpresa, tuttavia, non affatto un ~ llllbiauo. ~
1a nost~a conoscenza d~ p~tonisrno si sia .....~~ 11a11o1taare, iBci,
decenru su tutt~ una sene di questioni ~~- araa Dqli ukiai.
~ d'D.icme IOd.
disfacente non c stata ancora raggiunta'': il
come un fcno~cno s!raordina~te com~ e .a a !llaalla IIIICIOn
permanenza d1 alcuru elcmcnu di fondo si estende ~ cbc. pur Della
divcrs~, c che a':'cv~ ~ictro di s gi ~ lungo sviidWIIIte 1Ralli in fixme
uppo CIUIDtlo Clltnpme
ndl'onzzontc dCI prun1 pcnsatori cristiani.
.
Di fronte ad una tale situazione l'esp-;A-e ._ .
..tollilmo Cllldaao.
cp
...........
di
hia
.
.
d
p
.
d
.
.o
.
apparire piuttosiO
PlatoDISmo Cl a r1 nsc
cquivoca20: eh~ cosa ~tcnd~o infatti con l'esp~ pcr. 11011 din:
quale forma di platorustno c1 riferiamo? Si tratta della ruJ~'-? A
plesso di motivi c di dottrine che risalgono dirutatnente 1 P1awoe,VIJ Clllll;
~~te c. t~m~ dalla !radizione platonica? Oppure il plataaismo
il quale il cnstlanesuno trovo a confronta durante i primi 1eC1J1i ddJa
storia aveva elaborato posizioni filosofiche profondamente divene d. ~
di Platone? Ed in questo caso, tali posizioni ermo COtnpltibili coo la cloarin.
cristiana c potevano quindi essere recepite dai teologi cristimi?
Questi interrogativi ci pongono di fronte ad un problema aoriaplfico
particolarmente complesso. Come noto, infatti, i cPiatonici si 10110 ICI!Ipn:
presentati come i continuatori cd i fedeli interpreti dd pemiao di Platoac 21 ;
c tali sono stati considerati nel corso ddla storia; la coolilwit ddla mdii
ne platonica non stata mai messa in dubbioD. Questo, almeDo. &o al m
secolo; a partire da questo momento interviene un muWDCIIIO radicale
nell'interpretazione del platonismo: Platone viale: com~~':"j.='O"'
dall'esegesi che ne aveva dato la tradizione platoaica. ~m~-- IIIJCo
d!oplatonismo cd il neoplatonismo; viene pertiDIO ~
~crcnza fra le posizioni filosofiche sostenute ncU ..........
unpcrialc c le originarie dottrine di Pia~.
laton':o
0::
112
ENRICO PEI\()LJ
l'"1IIterpret8Zlone
.
1
ente come punto di ...:c
ruenmento
e 10 svj.
d 1
d
51ero p atotuco av
suo
lllSegnarnento
.
delle conce2ioni espresse
a
P
atone
n
luppo SIStemauco
. .
orale da parte degli antichi accademici. .
. ..
. .
Ris tto a questa nuova tendenza stonografica? la poswo~e di DOrrie
c ped
te differente2': da Platone al platoniSmo non c e stata alcuna
d"
dal
pro1on amen
l ..
continuit26; il platonismo nasce so o .P~U tar 1, a ~arure . pr1n1o se~~o
a.C., e rappresenta una fase della tradwone plat_o~c~ c~e SI era ?r811l81 gi
ampiamente allontanata da Platone. vero che Cl s~ ~c~a ~ntiiiuamente
Platone ma le citazioni sono spesso ddle semplici Clt8Zloru standard che
:on ~no pi interpretate ndl' originario significai? _che ad esse attribuiva
Platone ma nd modo in cui esigeva una nuova tradizione, che, per quanto
diffe~ta al suo interno, su alcuni presupposti fondamentali, in particolare di carattere teologico, si era venuta costituendo in modo ben definito ed
unitario. Ci che pertanto designiamo con il termine J>iatonismo deve in
realt essere interpretato come un fenomeno filosofico autonomo27
Da questo punto di vista, non ci si deve lasciare ingannare dal fatto che i
"Ph. Merlan, From P/4to to Ntopl4tonism, The Hague 1953 (1969,197-'l, tr. it. di E.
Peroli, Intr. di G. Resle, Milano 1990; H. Krimer, ~ Unprung tkr Gristm~l4physik. Un
tnruchungm 2Ur G~schichu tks Pl4t011ismus zwischm Pl4t011 unti Plotin, Amsterdam 1964;
Th. Szlezlk, P/4ton unti Aristottks in tkr Nuskh~ Plotins, Basd-Stuttgart 1979; C.J.de VoseJ, 0, tht ntop/4/onk. .. ,cit.; A 14 &chtrcb~ tks ltqn prkis~s mm P/4ton ~t k Nop/4to~. Mnemosyns:, pp. 112 ss. La opposta valutazione che la De Vogel (nel saggio di cui
in questo volume presentiamo la traduzione) e H. Diirrie danno dei rapporti fra platani
smo e cristianesimo si fonda anche sulla loro diversa interpretazione della tradizione platonica: per una decisa critica aU'interpretazione deUo studioso tedesco, si veda C.J. de Vogel,
Der so~. Mitt~lp/4tonismus, Obmuiq,mti ~;,~ Philosophk tkr Dim~itigledJJ in: AA.VV.,
P/4f()1Jumus unti Christtntum, Festschrift fiir H. Diirrie, Miinster 1983, pp. 277-302; per
un ~e complessivo d~a posizione deUa de Vogel sul platonismo, si veda E. Peroli, Cor"'if<t. tk ':'ogtl.f,. vchw nuovo /NirQdig1114 trmtlltutico ntll'illltrp~lllziont di Plilto11e,
~p di F"rloso6a .N.eosco)astica, LXXXI (1989), pp. 347-392, spec.380 ss.
er quanto diafi!OO m. queste pagine ci rifacciamo ai seguenti saggi di Diirrie: Di
Emtwru~~g dn P/4t~"""'":' 1m Erstm ]llhrbuntkrt vor Christus, in Pliltonial minoN, pp.
1'4:1~;_Dn P14t011umus 1n tkr Kultur unti Gtisttsgtschichtt tkr friihm K4isnztit, in P/Q~ '!"''!"' ~P !~210; Logos-Keligio,.... ,cit.
S!Jnificauva m questo senso la Rmsiont di Diirrie al volume di Ph. Merlan, From
Plilto~ISm to Ntop/Qto~ism, cit., ripubblicata in PutonicQ minorQ, pp. 2n281. In
opera ~e~an sosu~~ la ~ntinuit fra platonismo e neoplatonismo ponendo 1 con
to queat_ ulumo co~ r usterru deUa prima generazione di allievi di Platone, quali Senocra~rppo.Euclide, ~~ Secondo Merlan, infatti, il neoplatoniamo Ufonda le
a.ue. neO anucaaccadenua, ossta neO'ambito deU'interpretazione che i diretti discepo~di Platone .hanno da~ del suo pensiero (cfr. op.cit., tr. it. p. 314). DOrrie respinge con
orza ~ueata mterpretazrone, e conclude la sua fCCalsione con 1e seguenti
le: cln die~'~rnne muuhicdcnNeop~~~mus
ariindlich und endgiiltig von Platon
alten Ab
........, unterac
Woucwo (p. 2M)
"Drrie, WQs ist rpillllltiftn P14tonismusJ, p. '14 (.. ein Phaenomen sui iuris).
un'Id::
sAGGIO INTEGRATIVO
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~,.,...._..l'P:
21
29
116:
lin 1930.
tcW Ber-
ENRICO PERQL(
114
.
d" cui Cicerone fu testimone, ossia il ritorno di
Tunav1a, quest.o 'd:toa~tichi, secondo DOrrie no~ deve es~re sopravrinascila del platonismo a parure dal pnrno secolo
Anuoco alla donnn.a
valutato. A suo aWiso, la l
rsonalit filosofica di Antioco di Ascalonalo.
a. C. non c~nn~sa con a espesere in grado di realizzare ci che questo pro~~- .
era
il
pnmo
a
non
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.
d d"1 comnunoco . .
Jl I breve Antioco non era uomo m gra o
gramma significdava n,_,e la filosofia di Platone; non era lui, quindi, che
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1
d in mo o essen"""
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In gru caso il suo programma non ece scuo a. Con 0
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poteva far1a nviVere.
.
l'A d~;. perdette il suo s1gn 1cato. uan o !cerone nel
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. . all'
. scuola, e quand0
dopo Anuoco
. , di cca ~ad Atene non 1ece
VISita
anuca
' 111/'0dntomo figlnu100vuno a formazione filosofica lo affid al peripatetico Cravo e areasuo
1
dell di
p atorusmo e
a poi l'Accademia cessa di essere l'autentico centro
2
scussione su di csso'
_
L'demento decisivo per la rinascita dd platorusmo fu, secondo DOme, la
riscoperta dd Timeo platonico'l; una riscoperta.che avvenne al_ di ~ori d~
scuola, fra gli strati pi bassi di cultura letterana, nelle cc;rchie di_ prof~
(Laienkreisen ), di persone, cio, che non erano filosofi di professione. Qui
il dialogo platonico non solo venne riscoperto, 1118 divenne una lettura filosofica quasi di moda. n perch ci avvenne proprio in questo P.Criodo e con
una tale intensit non possibile spiegarlo in modo completo. certo, per,
osserva DOrrie, che nell'ultimo secolo prillla di Cristo interviene un profondo
mutalllento ndla situazione spirituale del tardo ellenismol4. La filosofia stoica che per lungo tempo aveva spiegato l'universo, e con esso l'uomo e Dio, in
modo immanentistico e materialistico, non era pi sufficiente agli uomini di
allora, n era in grado di rispondere alle esigenze religiose e spirituali che andavano con forza emergendo. Per questo il Timeo ritorn al centro dell'atten
zione: dal dialogo platonico, infatti, che nella sua parte centrale (da 27 A in
poi) poteva essere interpretato cd stato effettivamente interpretato come
uno scritto di rivdazione, si poteva ricavare che il mondo stato creato da un
creatore trascendente sulla base di un modello eterno c sovrasensibilc. Ma
l'autentico punto centrale di questa lettura del Timeo erano le affermazioni
sull'Anima c~rnica: questa, ~~atti, poteva essere interpretata come l'ist~
che traduce il trascendente allmtemo del mondo ed esercita il governo su di
esso. Co~c vedremo, questo interesse per il Logos e per l'Anima cosmica resta, n~'mtcrprctazione di DOrric, l'demento centrale della teologia mcdioplatoruca e ncoplatonica.
IO
:~l~~ Dk Bmeunun&-.. , p. m.
o111.,p.U4.
'
: ~rt!e
Der Pl4toni!mur... , pp. 174-17'; Die Emeunun&-.. pp. 1'6 a.
uumc, Der Pl4tolllrmur..., p.174.
'
SAGGIO JIIITEGRATIVO
.
ca condotta dagli Epicurei contro la lct~ ~la palam.
tonismo faceva dd llnlco, cd in particolare
una
E. dd pl.
dotta .solo. da. questo
la UlaNIJIIIIJIIil
. Pl.to.ru
!llatoaia.ded dd dialogo. Per dim----"~~
L
rono 1 pruru a a urrc contro i passi centrali dd Timeo
. ~ ....
Leggi, c soprattutto a porre a confronto quelle affcnnazioDi ~ ddc
vino che sembravano essere fra loro molto divctsc c discordi. Nel 1111 diin cui ~. platonismo si tr?V a dover elaborare gli argOIDeDii per
tale cnuca, esso cc;ssa ~~ ~sete accessibile a tutti, cessa di csscn: ua icciBcwcgung. Ora, infatti, diventa necessario andate oltre il Tlllfftl c Pft'lld=
in co~idcr~onc ~ ~t~ scritti _di Plat~nc. La SCCODda fase del plllalismo,
dove c ben nconosctbilc il contnbuto di Eudoro di Alcsuadzial', ~
caratterizzata dalla raccolta di un sistcma di concordanze p1atoDicbc che,
partendo da una determinata formulazione, consente di rintracciare le affcr.
mazioni simili contenute negli altri dialoghi. In questo modo, utiliJZIIIdo fn
l' alro i mezzi fologici dell'erudizione alessandrina, si intcndm JIIDIUifC mmc i diversi c molteplici modi di csprcssiooc di Platone indiasRro IGIIPfC
un'unica c coerente dottrina, che ora veniva csanamcntc dctcrmitwa poamdo gli uni accanto agli altri i passi ad essa relativi _Da ~ la fotm~ 1"11. 11V
~vov Tol JlMTWVOS', oli no>.l.o6o/;ovl7: la polifooia CII'- di uaa
sola doxa.
In questo modo viene a costituitsi in modo rapido c ~ ua
patrimonio dottrinale incentrato su P~ton~ ~hl ~~ deP
l'ambito ben delimitato c tradizionale ~ CUI st 1110188
.,fuadup,
autori mcdioplatonici ed ancora~ P~o~- Ed acmprc si
msuao,
c non d~ una lcttur:s diretta degli ~ ~ Plat~ come
racnri Dc,li IIJIIII ai:
che dcnva la maggtorpartc delle ctaZJODl platooid~lA- B, i passi ccamli
stiani. Esso contiene dd Timeo l'impo~ ~dd ro1c cldla ~il
dd Simposio, dd Fedro c dd Fetione.l =~ cldl'~ 8a1. ed
passo di Teeteto, 176 A-B, diven~to ..:....J.re. cldla sccoada. cldla _.c
infine alcuni passi delle Lettere (tn 1""....- - .
della settima).
.
citali IIIIJIU'DOt d'.luo CllllOo lP"
Questi passi di Platone conUDUIJDCiliC
-
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. pp.m'JO.
~r,.,
ENRICO PERQL[
116
,
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pr;~ct"pale dei PlatonicP8: essi non avevano affatto come scodi vtsta
stonco-cnttco;
le .osse
1 ~
dottr;~ 8 di Platone da un punto
al
. mtento
po d 1 ncostrutre
at ressava
~
il f atto ehe Pl atone .osse
<
l' an
l'uomo
Platone,
ma
p latorusmo non m e
al 1 di
D
dt" un sapere sul divino dd qu e si vo eva ventare pattectpt. a
nunctatore
il 1
riai '
n ilasuaessenza
l'ermetismo e che non da ul"
tuno ha'econ d ato anch e il cn
51, pttagonsmo,
.
d n:: d"
il 1
Ma uno degli demenu
che secon o .LIUrne uungue p atoruh
suanesuno.
1
smo dagli altri gruppi il ruolo fortemente ~co ~t; c e m esso. assume il
riferimento alla tradizione: Solo nd pl.atontsmo si e. preven~to ~ tutte l~
epoche il carattere aperto dell~ d_iscussto?e che. domma negli altrt gruppt.
Certo la teologia l'intento pnnctpale e l autentico punto finale della ncerca. M~ i theologoumena nei quali ci si riconosce dovevano ~r~ dimost~ti
validi attraverso la tradizione della scuola e attraverso le testunoruanze scntte
contenute nelle opere di Platone che possono servire come testimonianza per
una tale teologia. E le concordanze di Platone harmo qui il loro significato:
esse raccolgono insieme ci che Platone ha detto sul divino. In breve, si cercavano i theologoumena, ma solo qudli che erano all'interno di una tradizione valida.' 9
In questo modo, il platonismo, gi nd corso dd primo secolo a.C., acquista quello che, nell'interpretazione di DOrrie, uno dei suoi tratti distintivi:
esso diventa un movimento di scuola fondato su un sistema dottrinale forte
mente chiuso e dogmatico; la subtilitas e la OEj.LII6TTJS ne diventano i tratti caratteristici che conferiscono alla scuola un carattere fortemente elitario e quasi esoterico; il VEWTEplCELV, ossia la ricerca dd nuovo, diventa l'accusa pi
grave: ricercare il nuovo, infatti, significherebbe porre in gioco la legittimazione che conferisce l'appartenenza alla scuola. <l platonismo, gi come si
p~ta a Filone ed in due brevi resoconti in Seneca, di una compiutezza
quast monumentale. Le controversie concernono in fondo i patticolari. Questa immobilit che opera come pietrificata un tratto che caratterizza il platonismo imperiale sin dall'inizio40.
SAGGIO INTEGRATIVO
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una awcuraZJone una difesa che colui che compie la prova non
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m cun m o cnrn
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della filosofa
ed -ere priva di aZioni con ms1eme
puo
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filosofica puo essere senza
_, essere staccatauesto- nessuna affennaZione
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'""' appunto
per
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do la quale il Logos s1. rtYC:~ato
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1
tradizione
per
la
quale
e
secon
laziorucona
. od . 4,
in rutto agli antichi ed in parte 81 m CJ111
Questo atteggiamento conservativo della scuola. ~~tonica, il suo cl85Slcismo arcaicizzante che auribui_sce -~ ~)atone la. vent~ mtera ed ~ut~, rap:
presenta ncll'inrerpretazione d1 DOme uno dCI, tra~! fon~amen~ DCI q~
platonismo e cristianesimo si contrappo~go~o l un l altro ~ mod~ ~conciali
bile: all'immutabilit dclla verit platonica SI C?ntrappo~e: infat~, il ca~ttere
storico dclla rivelazione cristiana, nella quale il Logos SI e manifestato m un
tempo, in un luogo e presso un popolo determin~ti. Per il_platonismo, al contrario, se vi una rivdazione essa eterna come e eterno il Logos stesso; uno
sviluppo storico nclla r!velazione d~a verit. d~ pertanto essere. esc!u~o.
Scrive DOrrie in un saggio sulla teologia platoruca d1 Celso: Mentre il ertstla
ncsimo si riferisce all'azione salvifica di Cristo come ad un fatto storico, il
Platonico si richiama al fatto che egli dispone di un sapere originario che non
Slato mai modificato. In questo sapere, infatti, non v' nulla che possa essere modificato, dal momento che la verit immutabilmente unica ed identica. Cosl, il platonismo assume nei confronti dd cristianesimo, come nei confronti dclle altre religioni di rivelazione, la stessa posizione negativa: non c'
nulla che possa e debba essere rivelato; la verit non ha piani di sviluppo. Essa si mostrata ai grandi uomini, ai saggi dcll'epoca originaria, allo stesso
modo di come si mostra oggi. Non dipende dalla volont di Dio che la verit
. . si mostri ed ora si nasconda, ma dipende dalla debolezza dcll'uomo, e
(IICCisamente dal suo intclletto, il fatto che non tutti siano in grado di cono-.re la verit allo stesso moda46
m
SAGGIO INTEGRATIVO
119
pubblicato in Der kleine Pauly Drric Olle!vaCto cons.isteva n~ fatt? che, partendo da una .la forza di CIIRito .
raccogliere la spiegazione dei fenomeni ddla ~ dd r.o.:., ~
l-yKUCMOS' 1TaL&la - e la religione in un' -~ 1valori ddla ~
un piano mctafisico. Questa metafisica dd~llODcnte, che~
tazionc di DOrri~,l'autentico fondamento iritualc~odi"~
dd.~~
c, ad un tempo, il punto unitario in cui co sp
platonismo che sono fin qui emersi. Ci ~ IUtt! divasi Qbaai dd
~di IDil ~
nc4'.
D Logos il m~zo universale attraverso nquale nclivmo .
Il~ olrmtemo dd mondo m molteplici piani; di questi npi im
smica: attraverso di essa che il Logos discende nel rn1:oort&Dk c l Aaima co~Quello
quanto aveva gi indicato Platone nd racconto della
esposto in Timeo, 27 C - 34 A. E su questo punto la tra~~
masta stabile: ~sa ha sempre ripreso la tesi timaica combinandola con ~
fondamentale d1 Fedro, 248 A ss. 50. Come osserva in modo cooc:iso Podio,
due sono pertanto le ipostasi perfette: l'Intclligmza c l'Anima; 11 di 10110 di
esse non ci sono che le anime individuali o particolari (j!Epucal +vxao. mc
realizzano in parte cd incomplctamcntc ci che preformato e prcaisre
ndl'Anima univcrsalc5 1
Ora, il Logos dd mondo si rivela in molteplici modi e fonne; esprime
ndla natura, nei saggi enunciati degli antichi poeti c dci primi filolol. cd
presente in nucc soprattutto negli usi cultuali, nei riti e nei misteri. ID qla!O
senso, gi Plutarco aveva stabilito un paralldo fra la flosola c le praticbc de!
culti. Secondo lui, il Logos aveva lasciato le sue tracce nelle-~~ DO
Xt:y611va Kat bpW11va, ossia nei riti, tracce che~~~ c~~~=
prire. In modo analogo, per il ncoplatonico Porfrio 1~c_ t sqgt~..,.;
di quechit hanno nascosto nei loro scritti ~ nelle loro ~
divina. Ora, il platonico colui che nscoprc ~uovamen~. dii Lop.lwmo
sta rivdazione, che gli uomini, allont~OSI ~&:::o dd mando ddla
univenlle dd Looscurato e dimenticato. Egli .~os~ come m ~ .
natura e dd mondo ddlo sptnto ~- p~rc il SJgD~!D di se-. .d ua
gos; anche i pi piccoli particolari ~~~ ~prc
senso superiore e trascendente che m CSSl 51 ~ pltO un'iJDml&ine ~:
Per questo il platonismo ba frequen~ liiJivenlle di tuili ~
mente enciclopedica dd mondo, una .
50110 dcrivlti ..polyslll!eP
ambiti dd sapere; per questo dal p~t~ solo adl'.mbo di quelli
_
grande valore, quali Plutarco, Lonp!O.
:maro
di=-
K. ZirP< ....... $allllol.. Dorrie, PJ.tot~ismlll, in Der /tkill~ p,J,. .,_... voa . ll&lrirl ~,..
~~~~
mer, Vierter Band, Miinchen l'f17 . P 906: ~ 1011!
49 Per quanto diciamo ci rifa~ 11
'=J2) SL: lJtr. . .
lonismus?, pp. '20 ss.; l.Dgos Rlli11011 ?.., ~ ~,.
doctri,~ tk l'im~..., cit., pp. 118 ~~~!6-419...... ,..441
i6 s,;J.:
Porphyrios, in P/4t0flicl miiiDN. l'P
i&wlv
ili.,__.
ENRICO PERQLJ
120
I diversi caratteri dd plato~mo che sono fin qui ct11crsi convergono tutti
~u un P~to centrale: la mctafstca dd l..ogos. Sulla base di questa metafisica
il platorusmo ha daborato secondo DOrric una concezione monista ed universale che pu~ essere espressa in questa fonnla: non vi che la teologia.
Questo - scr!ve D~rrie -. il carattere probabilmente pi importante di
q!lesta. COStruZione di ~tcro: essa contiene, costruita su fondamenta rdigt~, m ~l!e le sua paru affermazioni sul divino e quindi teoJo..: .J-1 Nei
&"""
suoi
st presenta come una teologia, o
. il P_latotusmo
, quindi
eglitratu di fondo
:cta&:mc un ad!enuca dottnna religiosa: fl suo nucleo centrale urLa
. sovraor matalaalla fisica: tutto ci che diviene cd corruttibile
un
.
la
lllllnaglnc attraverso quale raggi
. ~ere . certezza sull'eterno e !'IDcorl'
ruttibile. Mara
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sAGGIO INTEGRATIVO
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ENRICO PEROLI
122
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questo. fatto e po~st ~ ':nei suoi giusti tennini. Ma chiaro che, impostata
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latorusmo e cnsuanesun
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una religione di genere comp etamente IVCfSO . er e
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tale appunto, era il P
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dic~lmente inconciliabili con la dottrma cristiana.
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ENRICO PEROL[
124
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. . d'1 CUI. sopra abbiamo deuo
. . ..chi
. . 66cerca p atonJSmo cruuano - scrive
divmo,
DOrrie _ u trovarlo solo negli ereucl
.
..
Un Flato christianus, pertanto, se con q~esta espressu~ne st J.ntende una
.
d ntenuti dd pensiero platomco-neoplatoruco nella dottrina
recez~one el co
.
h .
l . . . .h
,, m8l stato n poteva esserci. 10 c e 1 teo og1 cruuaru an. .
cruuana, non c e
gli
r
ali
la
.
dal platonismo sono solo
aspetti rorm , ossl8 granunauca
no recepito
di
~
di
'
la
retorica e l'ampio corredo di immagw, me ore; e . Cl~oru_proprio
della tradizione platorca. M~ si tr~~ta S?lo della _pe~eriB: e solo il c~lor
nvesttto per combattere l avl l ru.cus di cui il cristianesuno si e abilmente
pao
67Do
d
versario sullo stesso piano e con le stesse amu .
vunque, ~v~, _ogtru 0
contenuti dd pensiero platonico hanno trovato ~ccess? nd cruuanestrno sono stati sempre sottoposti ad una ~rofond~ modifica, J.n modo da essere trasformati in senso chiaramente anuplatomco. quanto mostrano, secondo
DOrrie, Atanasio e Gregorio di Nissa.
c)
Atanasio
D;
AA. ~DOrrie, Gregors Tbeologie 4uf dem Hi,tergruflde der ,eupt.Jtoflischen Meupbysik, in:
U Sch Gregor _vo, Nysu ""'J Jie Pbilosopbie, herausg. von H. DOrrie, M. Altenburger,
67 Cfr.ramm, Leiden 1976, pp. 21-42,23.
sono, pp. 127ss.
: ~rrie, W4s ist rpilllfltiker Pt.Jtoflismus, pp. :J16-:J18.
T~meo, 29 E: Al'Y'"tJ.& &' i\vTuoa alrtav ylw01v tcal Tb 11dv T68E b CJWl"
~~cmp<v. dya~ ~v. dycdkjl &: ol&ls 11<pl oi.&IIS' o116110T tyylyv<TCI1
., b 8rbs ydp dya86s ton... dycdkjl &: 11<pl ol&vbs 4v ylVOLTO ~.
SAGGIO J]IITE.GRATIVO
I2S
saJvifica di Dio ste&&O: Dio, infatti, ba ~
estO che ha inviato il SUO log01 su118 terra.~ Jlec:clro d!r..._,
CIUello IDodo. acL ':d per
qu sulla aitia dd creatore, da cui AtaDa.io
n:-, dd Timeo platonico, veniva POito iD ~ ~le.__ ~
ci d!e i~
~on ha mai potuto accettare: Dio si 'fivWgePltrDo
dal peccato. significato dd testo ~~ ,11111 a-.. per lllllda
ddc stato traSfonnato in modo radicale: 'Clllto ID IIIOclo ~iD.
11111 ~d un antiplatonismo chiai'IIIICilte ~~-pi~~.-......
t-'
d) Gregorio di Nissa
.
Un discorso analogo deve csscrc fano a proposjro di
Qui, tuttavia, la tradizione con la quale si amfnxua ~di Nl.72
e clinu.a.a.
qudla dd ncoplatonismo contemporaneo, di Plotino
l'Occidente latinon, di Porfrio: questo che~~per
u111.Kl'l a()(jlla, la filosofta dei Greci: l'immagine com~ d!e J. ~
ha dd platonismo qudla presentata da Porfirio,.74. Di questa
losofica contemporanea Gregorio, osserva giustaiDcllte Diinie, ba ma
de.conos~~ c, ~c alla sua f~~e IUOria, in p1o di
abilmente il linguaggiO ddla tradizione platoDia, ~ liaa di
immagini, di simboli, di metafore, che si erano onmai t'lllldcmau: dlaiaai
standardu. Gregorio, scrive Diirric, cconosa: il gioco dci 6ba6 dcl11111
tempo c gioca con essi fino ad un determinato linUtc; in&ai, Cllllll quciiD Ji.
mite essi offrono certamente un aiuto alla comprensioae. Ma l cloR quciiD
limite viene superato questi fL~o4>oL dCYODo IICCCISirilnH:nte Clllldam:
all'errore in quanto non sono stati illuminati dalla~" ..
Questo limite per Gregorio, cosl come gi per ~ ~ cW
nucleo centrale dalla teologia fondamentale del neopWonisiDo. ~Il.::
.ubanliaetura gerarchica dci piani all'interno del diymo. In questa
per Diirric, come abbiamo gi visto, la radice 61oaofica ~ Tlle aJDo
zionistica ariana, che Gregorio ~ne ndl'IIIIOIIICO . CIII~
~ne platonica, infatti, per Gregono, c;omc per~~. Qui il
~ placDII
macccttabilc; quanto mostra la la setiiiDI ~
Nisscno, dilatando le parole di EaL 3, 6, ch,c sta IDsCoDdo di qullllllfiiDIID'
tco~ogia in nuce che si fonda sulla COIIJI(I!ogia. .~ naa pl8lllc le~
tazone la prova e tnatiolle Cl'tflltJmll: 11111 ~ climcJIIIIIi"' di cainsitJDe (~ lanlll. c
se dalla bdlczza dd cosmo, ma adocta un P
rancre ontologico: il tutto tende ad CS1C1C ICIIIIIO
nwfi=
U:
c;-:-e
pp. 4,4-474.
: lbitl, p. 24.
lbitl, pp. 27 a.
126
ENRICO PERQLJ
,_ ~
di
ione che fa dd tutto un'wtit, assicu~andone l' awovl~ e la
.. orza ~ ,
d rrunante La infrastruttura di questa cosmolog~a, 05 _
........ TIOVI.a e .. rorza o
.
"d .
. e' nvol.
n=rn"e ispirata
a Posi oruo, ma la dimostrazJone
sezva gmstamente vu
d"unostrazJone
d e mcoruon
-< dib"
e neoplatonica:
.da
ten
ill
ta verso una SO UZIOn
l'unifi1caz1one,
.
come forza
l 'Uno come tendenza verso
mente a dimilostraredo come (vtnvna7s Ma G
bb
d
b"
regono a an ona su uo il
ehe domma mon
~'
"'il
d
1'6
6 '
che in virt della sua energheia' connette 1:11
uruta ~on o, c~n ~IIIS' "
-\ l b t:~v della Rivdazione biblica - e con il Bene Ul se, l airroaya
l ' qwfiJ.l
l' assioma
dcii a struttura
J.A.v. In
esto modo Gregorio respmge
p latoruco
Tuup
dd P rmc1p1o
supremo
. qu
all'interno dd divino e la conceZione
come
eh
gerarlca
"h
..
d
al di sopra dell'essere. Scrive Dorrie: Q"G
u1 regono a respmto
m mo o
molto marcato la dottrina dei piani dell'~e~: b ~ya~ e T ~ya86_v .non
devono essere separati. n Dio buono ha 1 suoi beni m se e non pnrna di se. Se
qualcosa giacesse al di ~ori _d~'~ere ~on ~trebbe o~rare n~' esse~. n
teorema di Platino che il prmc1p1o che e al di sopra dcii essere gtace pruna
dell'essere e quindl al di fuori dell'essere, viene respinto con una decisione
che rasenta la violenza. Qui infatti viene raggiunto il punto in cui platonismo
e cristianesimo sono l'uno di fronte all'altro in modo inconciliabile. Qui raggiungiamo il punto in cui viene respinta ogni forma di compromesso e di
concordia. Dal momento che la decisione su questo punto non pu essere
d usa, allora la spesso strapazzata formuna di "platonismo cristiano pu essere applicata solo agli dementi accidentali e mai alla sostanza79
u..,. . '
.
.
.
.
Cb . Cfr. M. Bres, ?"' Philosopb~e t/es Pi41ofliltm Alliltos, in: AA.VV., P!.loflttmus unJ
":.ltlllum, Fesuchrift fiir H. DOrrie, Miinster 1983, pp. 38-~. spc:c. 43 ss.
leva ~--HadotW.~ Porphyre el Viaoriflus, 2 voll, Paris 1968; si vedano anche le obiezioni solte"" Beierwhs e Th. Kobusch contro DOrrie in Gregors Theologu..., L, pp. 39
SAGGIO INTEGRATIVO
127
rio ha attribuito anche all'hrt~enva T%
~ 1111 ~
qudlo Plotino, e pi facilmente CODciliabiJe
te di spiegare perche un teologo come Mario CQQ l'~ ~do
rncnte l'b~J.OOUaLOS', possa ciononostante .,,Y~. che
'!i
TfJ> oalas-.
3) Per quanto
.wa;: eaa.a..
u.~ il~ . ~
. . .
di~~
.
una qu~u~>n~ c.ont~oversa. Da un Punto di ~. COIDe IDIIia.e n:...,~
discussioni tnrutane dd quano secolo ra VIlla~ se il~ e
dipende in gran pane dalla questione se ~resenu ~ llllitai al ~
rna dall'Uno possa essere intesa nella 6losa/a~,dd NOUI e cidi'Aai.
neop-...uca aliDe ""D'DIIaio.
ne, ~d senso. che .al No~ e all'Anima
g~vam~te ~enore e d~uito rispcn~ un.~ d'~ pro.
di VIS~a s!o~co, e ceno, ~ro, che il subo~nginel', Da UD Plllllo
1100. era afliuo 1imiz.
to agli anaru85 ; non solo, infatti, gli apologisti
strutrura gerarchica del Divino, riprendend '~ ~~ IOIIime 11111
menio. E la donrina di Origene ha influito~ ~diNa
drina, alla quale poi si sono richiamati gli ariani~~ tcolocla alasm.
ogni caso, che nella fonnulazione del dogma trinitario . :t:;"':'"!"'oro la
sero di mira il platonismo, come afferma Dci,.; ...: J:tc_Lallllll ~
...,c,...~--
bileM.
. __._ fut.
.
SOStanza?
Se si vuole rispondere a questa domanda, n~p/;=~
............-:se la funzione che dovevano svolgere le llJOIIICD[.UIOIII
dagli autori cristiani questo l'intento che ))Onie Ili propoae ln unllllpiO
..
r-~-
da""""'-
idDb io~~
.
~..
.
ss.
-~c&.P.
'---:..:...-CIIfisttlll.~PP."'.-.. ,.,..
"e& MCIJenlll,
~,___.
wlt!p,_,..,.,_
16
26-27;
pp.
cii.,
op.
Meijcring,
Cfr.
160
.n.24.
ENRICO PERQu
128
. dd 1981 dal significativo tirolo Di~ ~nt!ere TheokJgi~, nd q~e nno resenta alcune delle sue tesi di fondo che sopra abbwno eaa111110 di
st';O stu osodnp tempo per alcuni esperti, le amplia e le radicalizza ulterior-
nunato, ma a un
nora sta
due direzioni: da un lato, sin da quand~ n sett~ento .~~ e UliZI8to a parlare
di cplaronismO dei teologi cristiani dell epoca n1c~a .c e s~ata sempre la ten
denza 8 vedere nd rapporto fra fllosof18. g~ca. e cns~c;suno_ una d~nna
zione ddla semplicit e ddla purezza. ongmar1e ~d cnsu~c:suno.. Dali altro
lato, invece, si parla frequentemente d1 ~ ~IC~nc; ~~~~~ del ~~t.enu
ti dd patrimonio platonico da parte degb auton cnsuaru, per l quali SI e coniato lo slogan platonismo cristianO.
Al fondo di entrambe le tesi c', secondo Drrie, una mancata comprensione ddla situazione storico-spirituale nella quale ncristianesimo si trov ad
esercitare la propria azione nei primi secoli della sua storia. Questa
situazione'~ caratterizzata dalla nascita di una nuova epoca che doveva dif.
ferenziarsi in modo profondo dalla precedente sia nd pensiero che nelle forme di vita. Ma nnuovO che andava affennandosi non si imposto attraverso la distruzione delle antiche fonne ormai morte. Le forme esteriori della
cultura ellenistica restano intatte, ed anzi vengono persino restaurate: ma non
sono oramai che un guscio woto che viene riempito di una sostanza e di una
vita dd tutto differenti.
in questa situazione di cpseudomorfosi che operarono dal secondo al
quarto secolo sia nplatonismo che ncristianesimo: se essi volevano annunciare qualcosa di nuovo dovevano servirsi degli antichi mezzi di espressione. Ci
spiega nruolo che, come abbiamo visto, la tradizione svolge nd platonismo
di questi secoli: la tradizione nvecchio edificio che doveva essere necessa
riamente abitato perch venisse rivestito di una sostanza nuova.
Ma ci vale anche per ncristianesimo. Ed proprio nella mancata com
prensione della situazione storiCo-spirituale dei primi secoli dell'era cristiana
che risiede, secondo Drrie,l'errore della nota tesi di Hamack, che vide mi
nacciata la sostanza dd giovane cristianesimo dal fatto che attravers una cdlen!zzazioneo. In realt, le fonne culturali dell'ellenismo appartenevano or:
ID8I al passato. Non restava che un guscio vuoto nd quale cristianesimo SI
inscrl, ~ che ci _modificasse, n potesse modificare la sostanza dd suo
annunoo. Al contrarlo: le molteplici modalit di questa paeudomorfosi han
no ~ agli autori cristiani di utilizzare abilmente gli antichi strumenti e
~antiche forme culturali per farsi comprendere ai loro contemporanei e ~
~ b~~ ~~: Ed nplatonismo era esattamente uno di quesn
strumenU di CW nCtiStlalleaJno si servito per diffondere nproprio mess&ll
-re
diffondcr:e
1111-
pp. 1-4.
. at.,
.. Dilrric, 1Mpp. '-6. ThJo~
Cfr.IbiJ.,
SAGGIO JN['EGRA~O
0
u,
b)
dd!a ~
Filone di Alessandria
enae.
lde.e.
unisce per volere di Dio: Dio ha voluto la paideia dei Gttci come
che Abramo prendesse in moglie Hagar. Ma la moglie lqinima di Abnmo
Sara non Hagar: essa l'autentico arch, il punto d'inizio dd popolo di Jsne.
le. In questo modo Filone pone in luce la distanza &a i due lltlbiri: .n. rivdazione dd profeta Mos spetta la priorit rispetto ad ogni altra sapimza: -
l'autentico criterio e contenuto di verit. Ma la osapiCIIZI di Mo.t, dal momento che coerente, pu essere interpretata medimr:e la osapicma pqan~~. In fondo, infatti, non pu esserci che un'unica filosofia, quelli che CUIduce alla verit. Ma l'unica verit pu essere espressa mediante diveni 11111menti linguistici. Per questo il linguaggio degli stoici ed mcor pi ~ ~
di Platone possono diventare il veicolo per_~ _co~~=
per~~ corretta interpretazione dcll'uni.ca venta idennca con. DOnie
I.; mtento che Filone wole perseguue con questa ~ 10
Rivechiaro: mostrando come il contenuto ddla Legge III(IIIICI Fible vuole !azione trovi giustificazione ndla stessa t~ .oo+la. nJIIIIO dalla pai
st~re ~ suoi !ettori imbevuti. ddla -~~ra ~
~ ~ cuhudCia de1 Grea alla filosofia di M~?-.~ fon udla .,..picaD di Mol6t e
rale al quale essi erano stati educau c P prescate chi 11 applicale la ~
nella storia dd popolo di Israde, cosi come.
cJjvmi. ICIIIJIIC l UDK1
ermeneutica, nella f!.losofia graca parla, con
il .
verit della Rivdazio~e m~ca.
di diJDiPirC l'~; a
_In questo modo Filone SI p~pone
~ f.ali
c:scrcimdaismo alessandrino aveva subato con sua ellcaislicl che ~
Jll(lllllo dleguaggio e le forme di pensiero d~ . ~da~ dal
re sui suoi lettori una forza suggesava. ID
Jinfi:C,'ddi:;:j
cris:
bar:.:
:D.
u:.-
19 lbid.,p.4.
'"Ibid., p. 6-13.
uo
ENRICO l'BRoLI
lat
tt
dd
if
.
.
.
unm
e
mcuuore,
tu o non p oruco .
< ~-" ven ono impiegati ID un slgtl ICato
ha conq~tato
la Fil
menu 10nnau g
uno
In dec.initiva, con l'apparato metaforico p. toru~o ~ne
strumento linguistico che gli consentiva di esprunen; il suo ':11on?rets':l1o co~
il linguaggio tecnico della filosofia e, ad un tempo, dt s~ 81 suotletto~
che questo linguaggio di Platone non esprimeva nulla dt diverso dal monoteJsmo mosaico.
c) La finzione p/atoniC4 dei teologi cristiani del terzo e del quarto se-
colo
D compito che i teologi dd terzo e dd quatto secolo avevano di fronte era
in pane simile a quello di Filone92 Owiamente, ora non si trattava di ricondurre all'originaria traclizione giudaica coloro che si erano allontanati verso
l'ellenismo, bensl di strappare all'cllenismo le penone colte per condurle al
cristianesimo. <n entrambi i casi, l'cllenismo - come complesso cuirurale e
come condotta di vita - rappresentava l'autentico scoglio contro cui poteva
cozzare l'opera di conversione9l. In entrambi i casi, pertanto, si dovevano
guidare dclle persone che erano state educate in questo complesso culturale
ad assumere, in una libera scelta, qualcosa di completamente non ellenico
(nd caso di Filone la legge mosaica, nd caso dei teologi cristiani la vita cristiana), e questo in modo tale che il passaggio non venisse avvertito come una
rottura troppo forte. Tuttavia, mentre Filone si era dovuto confrontare all'intemo ddla filosofia ellenistica con divase correnti spirituali, a partire dalla
met dd terzo secolo si assiste a qucllo che DOrrie definisce un ..processo di
riduzione: il platonismo riprende l'indiscussa guida spirituale dei GrecL E
questo, c;ome abbiamo gi visto, dipende dal fatto che, secondo DOrrie, solo
il plat~o ~ saputo ~borare un sistema metafisico nel quale veniva
n~ ~r~te m modo urutario la flosof.a,la religione e l'intera paideia.
D ora m poi, pertanto, la fiiosofia greca.. si presenta di fronte al cristianesi91 Oli vale.
l
~nmo 110110 per qusnto conceme la dottrina platonica delle Idee, che in
F"ab.e
~ ""''ucntemenre.m;a che nel suo pensiero, spoaliara com'~ del concc!IO di
Tbeo/ogie, P
ror=pwone, mmlac Wll funzione clel!u!to non plaronic:a (D;~
Dorric Die 4m
a.
13
pp.
Th<olop,
L" 13 ""
"lIIIIL,p.
.,w
SAGGIO IJIITEGRATIVO
11ec..-.. . .
mo:;:
.....;:ro-k!
eia!:;!
dal--..,
=-
aistiaai::
oo!,.
u:fi'
&:i.:,
acl-
t::c ..
!a.-,..
" Dorrie Dw
"lbitl., p. 31.
ENRICO PEROU
IJZ
.
al secondo e complementare aspetto della teIn questo mod~ ~ glunD lato latonismo e cristianesimo costituiscoli IOI[elluta da_D~me; ~ df~ate s~pdogmata teologici dd tutto inC?nciliaDO due ~oru Jd!gose
tenutistica dd platonismo da pane degli autori
bili, per CUI una recc:z~one ~ on c' mai stata dall' altto, il cosiddetto piacristiani n~ _poteV&ch~te ~pcsso rawisato ~elle opere dei Padri dd terzo
tobSimo a15oano e e sta o
cfnzi
.
dd
secolo non stato mai altro che una
~e posta m att~ P:tt
0
e
crwt .
colo al cristianesimo. Ed una finzione, osserva DOme,
CODql1ISWC pagaru
tilizzo
condona con la furbizia dd serpente in quanto, c~:>n ':ffi.abi!.
e atall
zione dei testi ddla tradizione platonica, gli ~~ton ~~
quesu ~
avrebbero quasi dd rutto cdato gli in~ili ~~u di_con~to .e di divisione &a i dogmata dd platonismo e quelli d~ cns_nan~o, c;li cw peraltro
erano perfettamente consapevoli. Di fronte all ampta cerchia c;li perso~e p~
fane colte, le quali, non essendo. specialis~, non pot~~ verifi~ .1 ~.m:
tenzionalmente parziale che veruva compmto dalle fo~u, l teologi cns~ di
questi secoli avrebbero quindi utilizzato la lo~ supeno~ conoscenza dei t~
sti per dare l'impressione ai loto interlocu~o.n che le diffe~ &a_ p~to~
smo e cristianesimo fossero minime, per CUI il passo che ess1 erano mvnau a
compiere abbracciando la fede cristiana era in fondo di poco conto.
dr
pp.31-39.
~"'*'!'al! mtemo clelia uadizione platonica. Plotino, infatti, non ~l'unico tellimone cw. ~"? ncorre per mostrare che la teologia dei Platonici ~ dd tutto vicina
~dei ~ A questo scopo qli cira anche la tatimonianza di Numenio ed Attico;
:'-~~~ ~-occlralo cuo:.questi autori, infatti, ocxupano una posizione marginale
SAGGIO INTEGRATIVO
C:
=::.,a;:no
me
=
Allim--
'7
.,:..... .,;
...%;a,
S::
.._iD.....,.
ENRico PERou
1)4
<110
5. Conclusioni
'ul
re una rcvc v u
.
d
101
stianesimo sostenuta dallo studlos~ te ~c<? . .
.
.
. .
a) stato gi osscrvato 102 che m Dorne il plato~mo ed il cns~esirno
re considerati come due grandezze stauche che stanno l una di
vengono semp
.
. real
.
fronte all'altra con ruoli separati, mentre,-~
ta, spesso SI connettono nd1 tessa persona in un unico processo spmtuale, che fa crescere entrambe
scomponenti, anche se in modi ~olto_ di':'er_si, l'u.na s~ll'altra e con
l'altralol. quanto ndla storia teologica de1 pnml secoli posswno osservare
nd modo pi chiaro proprio in Agostino.
Agostino attribuisce una grande importanza al ruolo che la filosofia ha
avuto ndla sua evoluzione intellettuale ed esistenziale104 n platonismo, in
particolare - c con ci s'intendono soprattutto i principali rappresentanti
ddla filosofia ncoplatonica, Plotino e Porfirio -, ha svolto un ruolo decisivo
sia per l'atteggiamento esistenziale di Agostino sia per la costruzione almeno
1:
101 Ci sono naturalmente molte questioni particolari che in questo conteso non possono essere affrontate. Un rilievo deve tuttavia essere fatto per quanto concerne l'interpreta
zione di Diirrie del platonismo imperiale. Come abbiamo visto ncUc pagine precedenti, ta
le interpretazione tutta incentrata sulla metafisica o religione dd Logos immanente, ndla
quale si riflettel'inOusso deUa concezione (pantcistica) stoica ed in particolare posidonia
n~. ~chiaro che, in questo modo, il Platonismo imperiale, ncU'interpretazione di DOrric,
diventa una SC?rta di teologi4 cosmiCJJ o di cosmologi4 teologiC4, ndla quale la dimensione
trascendente nsulta fortemente compressa c ridimensionata (cfr. a questo proposito la criti
ca esposta da. C. ~~ Vo~d ~d saggio Der sog. Mittelpl.tonismus, iiberwiegmd eine Pbilo~br.e tkr_DrmttttgltertJ, m: M.VV., Pl.tonismus und Christentum, Fcstsehrift fiir H.
mc, Munmr 1~83, pp. ~n-302). DaU'altro lato ci si deve chiedere se possibile in~
p~re ~0/tl/mmte il flatoms!"o come credo religioso. chiaro che la componente teOlogt
ca. . ~ am~tale ne platontsmo, cos come insita nella interrogazione filosofica fin dalle
o;:n~ la cw problc~atica, com~ ha.mostrato W. Jacgcr- zteologi4 dei primi pens~tori
~ ~ muc 1961 -,~.la det~rmmaztone della vera figura dd divino); ed altrcsl ~
periaJecomponente relig1~ diVenta sempre pi forte nd contesto spirirualc dcU~' ~
primar:,e~':,'i:~ n~ ststema /ifoso/ico di Plotino. E tuttavia: la dimensione ~ ~
no- tutti caratteri
con.vcrgenza di ogni discorso fdosofico ndla conoscenza ~ d!"i
-non possono ( di pla!Dntsmo, quale, ad esempio, appariva ad un uomo come GUJI!""
irucrita in un~ mc~ucare, n confondere, che qui (abneno fino a Platino) la teOlogJI
lllll'indagine razio
ca~tt~re squisitamente fdosofico, e cio fondato autonoTf!4mente
tco~, che ha ~~m': qumdt profonda'!'cn.tc .diffl;rcntc dal p~c~to P!"Pnamen~
OIIJU discono razionale ~uru ~~~mento mclimmabilc, c come cnteno di vcnt anche
101 Or. A. M Rit '
v~one storica ddla Parola.
10libiJ. p 37 ntc' Pl.tontsmus unJ Christentum in der Spiilllntike, cit., p. )7 .
20
... a,}.. _. ..
t
k
sAGGIO JN')'EGRATIVO
IJS
ddia sua prima teologia. L'originaz;. ade.ioac
.U. ~ Jllaaaic.
platonic~, in q';l~to .capace di aiutare la
ocsapicnua Chnstl, e cosl grande cbe ~dd~-.
PII? dire: Ollalli ~
proprius accesserunt, nessuno li
PlatonicP 09 Se, come sostiene Do~ 1 bellpieli~~
. tudo ~h;.:. '-'
"Punto per punto la sua Precedente p
risulta diffi~ilmC?te BOStenibile che ~per il~~
semplice ~inkleid~ ~ella sostanza cristiana. ~ llia ... _, ._
Agosnno, tuttaVIa, tnsteme ad Origene,
ne dd fatto che l'intento dei primi tcologj~-..uoci.Donieafalialo.
uberzeugen, ~ehren 1117 Ma davvero aolo ~aolo~dioldaa,
stione anche di conoscenza, in quanto la fede vicDc ~ aa per aai qae.
come una fede pensante in un movimento che . 9lltl Della 1111 -.a
u ~&a I'C~Udifta e
l'intdligeroo 108? L'incontro con la fi1oao6a
greca IIOIIIipollde
ehe ad un ,.IStanza teoJogJca,
la ,...~
ID quanto sttumc:nto ulile
dd ~es~aggio cristiano stesso, ~ un approfondimenro
falr.
e qumdi anche per la elaboraZione di una ctcologia cristima.
~~ 109 ? Per quanto,. dunque, si.~. COIIVtllire cm DOrrie DCI.=.:;:
l tntento ddla maggtorpartc de1 pnnu teologi noo 11810 quello eli.,_
modo consapevole una Sintesi fra logos floso6co sreco e
stiana, si deve tuttavia dire che una tale sintesi CIIi l'lwmo eli &ao -.di
modo che la loro teologia apparsa a loro stCIIi come IDI'UIII di tiflc.iaDe
e fede.
b) In questo senso dobbiamo chiederci se la riduzioac ddl'iDaxtao dd
pensiero cristiano con la filosofia greca ad una ICIIIplice r=zioDe obmab
ed esteriore.. di immagini, concetti, metafore. ICilZI che .lam ~
originario sia entrato nd nuovo contesto, COIIICIIIIIDll ~ .Je.
guata dell'intento e dell'impresa teologica degli ~D!"ri ~dci primi~
coli. Un esempio particolarmente istruttivo, per~ ad IDIIUIIIItiiDJIII"
mente trattato da Dorrie, quello di Grqono eli~ iD&ui ~
coaftooto
n pensiero teologico dd grande Cappadoce . ~
!!Ili
comprensibile se non lo si colloca sullo ~
mila'- amc~:>n la ftlosofia greca, che aVCYII gi infl~ m
Zione della Chiesa orientale fino ad Ongeoe. CcttJmi:DIC.
':w..te-:;Rivdaime:.
mof
=...O.
. ~
1)6
. .
d borata spcculativamentc in panicolare nella do .
cczione crJsU.an~, della radicale fmirczza c temporalit della natura ttl'llla
dell'infiniti di_Eo e. modo profondo le strutture concettuali della ,_~~
t.,...urma. m ttraverso tale ...
L..
il pcllSicro
i'ttepJ't
--._...
.
il NSSCilO
(111lilurm8Zionc
Ma propno a
'd al 110
o non
ca ~
era sovrastrunura &CO ent ~ , c ancor meno a finzio:
viene ndott~
a
:Z:.
resta
un
demento
essenziale
ddla
nuova
forma
di
..,....nca ' ma
.
___c
.
~
pen.
ne pol.... -sol
verso questa rcccz~one c t"""ormmonc c resa P<lssibii
siero che 0 attra Ekkhatd Miihlenberg, non ci si pu cosl cotn~ e.
Coma ha dd;~wema dd rapporto dd cristianesimo nei confronti dcUa :
sbarazzare 112 In realt se la struttura concettuale offerta da quesr'ultitna
l~ grecaol...iJora verrc'bbe meno anche ci che ha pensato Grcgori010m
verusse t ta,
" eh d'
_c__ la
.'
.
Verrebbe infatti a man~ CIO e unosn:a _c co~~ vertt ~c ~t.
Ci che Gregorio conSidera come sua vertta,. egli l ha fondato mcd!ante concezioni dalle quali si aspet_ta ~e ad css~ a~ensca la filosofia p~toruc:o-aristo....anrio stesso qumd1, non lasCI& nconosccre che egli SI sa dipendentdica. G....,,
fil fia
114
te solo in modo accidentale dalla ~o greca .
.
c) Come abbiamo avuto modo d1 vedere ndlc p~c precedenn, sccoo.do
la tesi sostenuta da DOrrie il Platonismo non ha m11 toccato la sostanza del
cristianesimOm. quanto emerge chiaramente dai contenuti del Credo cristiano che rim~sto immutato fino ai nostri giorni.
Si~ gi ossctVllto116 che, se nel determinare il rapporto fra cristianesimo e
platonismo (ed in generale fra il cristianesimo c le filosofie con le quali si di
volta in volta confrontato nel corso ddla sua storia) ci si attenesse solo al criterio adottato da DOrrie, non vi sarebbe pi alcuna rlori4 della teologia cristiana, che si sviluppata proprio sulla base di una riflessione concenuale sui
contenuti del Credo per una loro scmptc migliore comprensione ed articola
zi.one. l'et la ricetca della storia della teologia cristiana - ha scritto giusta
mente E. P. Meijeting - non sono importanti solo le verit di fondo del Credo della Chiesa, ma anche e soprattutto il modo in cui queste verit sono sta
te interpretate, fondate e difese teologicamente (ossia in forma sistematico. 110 ~do la tesi di}. Danilou, Pi.Jt011isme et Tblologie "'1Stique. Esui- IIIT t. ioclmlt spmtwfk lk_ ~ Grigoirt de Nysst, Paris 1~4', p. 9: cLa structure platonicieone est
dooc un arod.nt c
, 111 ~ ~ilcativo il fatto che, proprio panendo dallo stesso presupposto di DOrrie :Jdk:'btrsldiosoradicalc fra r.dc c logos - si talora pervenuti a conclusioni op~ ~sul
~
. tedesco, c non meno paradossali. E il caso di H. Olcmiss (il cw SiglO .
ploiOrusl_noch~ Grqorio di Nissa [TM Pt.t011ism of Grq,ory of Nysu, Berkeley 1930), SI
"P"'
mdc
l'emblematica .a..
__ _,_
"'---- -:-Lry for 'IIS avm dcsauC"
_ ,c cSIdi c
A conolo
OUaJIJIWOOC: OU\CI:H)n 15 .......
st'ultno, in P:"'! poulos (Pb.~ .cbrist411us, Frankfun-Bem-New Yodt !9861: ~
bonsi quello ~cola..,, afferma .cspllctamcntc che non il contenuoo 6Iosofico ~
IICtUsc di ctcsiacns:"o ~ ~Zion~ posta in atto da Gregorio di Nissa l'C!~'" E. MiihlcnbcncU ambno ~aie si andavano diffondendo dopo la~~
p. ;z,,
ra. Dre Unmd/icbk~il Gottn Mi Grq,or IJOif Nysu, G<ittin8C"
lU
lbitkrrt.
114lhiJe,
SAGGIO IN'J1lGRA11VO
=-pa._ a::
a....-.
...,_E
rZ
........_
a::S:&;CIIIIalip..
J.!
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S.: a:e..
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"' lbUk.r,
111
Per
diciamo. cn P. ldal.
~2 .............
ENRICO PEROLI
1)8
"--ta.
Ca"=-
119
~u
tocos .
.
UtUZtone
assoluta cd at<mporalc della Trinit procede pertanto da
:\&..;o':
;k:::!
~1j"lu~ente prima eh~. secondo una concezione centrale nella
al mondo
. s , no, puo essere causa di tutto, nella Trinit stessa cd in rapporto
come Pn:!d:~hC: asso~~ta causa( sui. Ca~ di se stesso (sibi ipsi causa), il
Padre.
Iii de) rtglio La ~zadd F.iglilb~to causa OmDlum), cd anzitutto causa della Substan
casariamenteuguai.,. alla
0 .0 : g~erata dalla autocausalit assoluta dd Padre, nedre a se stesso. Questo nesso":fn '!RIDe, 10 q~w ~estatio dell'uguaglianza dd Paglia, a se stesso lo S . . S CSSlvo d~ Figlio verso il Padre e dd Padre, attraverso il Fiza non nulla d; dive
anto, ~e, m_ quanto tale conexio. riflessiva, nella sua essene con il Padre.
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1992.
c:.s..w-.
;--1'115.
Esiodo: 51
Eudoro di }JauDdril: l U
Eusebio di CcurCI= 29, 70, 9}1.,
132s.
n."
Bergundio di Pisa: 78
BidezJ.: 66
Boezio Severino: '7, 60, 67, 76, 77
Bontadini G.: 109
Boulgakoff S.: 88-90
49,
73, 74.
116,1291.
p~ A.: 59
121
Gailcr 1{.: 46
c;e,crB.:~
'"
Leibniz G. W.: 63
Leisegang H.: 41
Longino: 119, 121
Loofs F.: 108
Lutero M.: 1112, 27
Mancini I.: 109
Marco Aurelio: 6.5
Marcolungo F. L.: 109
Massimo di T1r0: 37,71
Massimo il Confessore: 77-78, 138
Meijering E. P.: 29-30, 110, 126, 136
Merlan Ph.: 112
Michele Psdlo: 9.5, 96
Minucio Felice: .5.5-.56, 60
Moraux P.: 71
Miihlenberg E.: 136
Obertdlo L.: 57
Omero:51
Origene: 28, 30, :n, 63, 84, 85,103,
127, 13.5
Palamas G.: 8788
Pannenberg W.: 29, 108, 109, 110
Pannenidc: 81
Peroli E.: 9, 16, 19, 20, 23, 32, 46,
7.5,10.5138
Pirronc di Elide: 49
Platone: passim
Plotino:42,.58,61, 7.5,83,93,94,
101, 11.5, 117118, 12.5, 126
Plutarco di Chcronca: 36, 81, 97,
119
Podirio:6.5, 7.5, 77,83,119,12.5,
127,137138
Posidonio di Apamca: 117
P~o:61,7.5, 76,82,83,100
TreuK.:'9
7. Conclusioni, 23
I. I termini dd problema
l. L'eredit di Manin Lutero, 27
2. La tesi di H. Drrie, 27
3. La risposta di E.P. Meijering, 29
4. I rilievi di Fr. Ricken, 30
saggio cDie andere Thcologieo, 31
.
6. I temi che verranno trattati nel presente ligiO,}}
'n
m. Filone di Alessandria
1. Le immqini usate da ~d'*! ~7. ~ 110q'T'6s), 37
2. La nozione di JDondo mtdJiaibib
3. La nozione di Logos, 39 .
4 Analisi di De opificio mundi. ' 2041
': Fdone e gli scrittori cristiani. 48
'
3. aemente di Alcssan
4. Minucio Felicc, 55
160
v. ncomune fondamento
63
l. Platonismo e Cristianesimo, 63
2. La differenza di dima spirituale, 64
3. Tensione e lotta, 64
69
l. Platonismo e subordinazionismo, 69
2. Ded..enizzazione?, 72
77
85
4. Sergio Bulgakof{, 88
5. Conclusione, 90
93
X Di nuovo su Atanasio
97
XI. Conclusioni
10.3
161
105
l. 1ntraduzi0De. 107
2. l!interprctazionc del p~ 110
a) La - - cldla a.diziaDe piMamca, 110; 'b) n"-'--cdaa'clamo .,...;c;_......, 116; c) La claariaa cloll.ape. 111
). La radicale inconc:iliabilitl tra~ e crillilaaimo,120
a) n plaumiamo come clotaiDa ~ 120; b) l . . . . . . clolP.,
toDiiiDO e la loro inconciliabili~ CGD la claariaa aillioaa.122; c) ,_
ouio, 124; d) Gtcgorio di Nilu. 125; e) UDa- iD ........ 126
4. n platonismo ~tiano come~ apolaria,127
a) n aqsio cDic andere 'l'beoloaio. 127; b) l'ilaae di ""'-adda.
129 c) La cfinzione plaloaia dei leOlotP clilliaDi clol liDI clol
~ aecolo, UO; d) Eusebio di c-a, Amelio, ApaiDo. m
Appendici e Indici
139