Professional Documents
Culture Documents
Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/04 n°46) art.1 comma.1 - CN/BO
FEDERAZIONE ORDINI ARCHITETTI ABRUZZO E MOLISE
B3
B lob V ta Susa
ssago orino Por ova
4 A
Ar
ea D azione T a di Gen lon
t t
u m of A Lleida S lione Fier um di Ho
r
p a Mus Llotja de ovo padig sign Muse cube
e
Tam La Nu De Fin
LO SPAZIO DOVE
LA MONUMENTALITÀ
DIVENTA SUPERFICIE
T&S
Gruppo Mario Marmi
Show room
Corso Plebiscito, 25 - 66054 Vasto (Ch)
Tel. e Fax 0873.60428
www.tes-vasto.com / info@tes-vasto.com - si riceve per appuntamento, cell. 348.8279343
IMPERMEABILIZZAZIONI
con sistemi poliureici - poliuretanici
L’impermeabilizzazione “puntuale” con sistemi
poliureici/poliuretanici garantisce velocità di
applicazione tramite apparecchiature hot spray; si
realizzano impermeabilizzazioni continue senza giunti
con immediata impermeabilità; resistenti all’acqua
stagnante, con caratteristiche antiradice; combinano
alta elasticità con elevate proprietà meccaniche, ossia
ottimi risultati in termini di resistenza all'abrasione e
allo choc termico. L’impermeabilizzazione a spruzzo
consente facilità di posa anche nei dettagli dalle
geometrie molto variabili e materiali differenti grazie
a specifici primers (metallo, plastica, pvc, guaine,
calcestruzzo, vetro, legno, isolanti. ecc.)
Sistemi ad altissima elasticità per la protezione
di tetti e coperture
Settori di applicazione:
fondazioni - massetti - grandi coperture metalliche
rivestimenti di tubi d’acciaio - vecchie guaine - serbatoi
vasche acque reflue - antincendio
fogne e pozzetti di cloache - canali di irrigazione
piscine - acquari
magazzini e condutture di combustibili
parchi gioco - trattamento ponti
Azienda certificata:
OG 1 - Cl VI
Sistema Qualità Sistema Sicurezza OG 2 - Cl IV
ISO 9001 OHSAS 18001 OG 11 - Cl II
OS 21 - Cl III
Centro Lavorazione Marmi
Versatile ed esperta
azienda che, da
quasi venti anni
di profiqua esperienza,
con l’utilizzo di
moderne macchine
a controllo numerico,
sa trarre dal marmo
manufatti di prestigio
per l’arredamento
in genere e, in
particolare, per l’arredo
bagno, pavimentazioni
e cucine. L’azienda è
specializzata nella
realizzazione di top
per cucine in Okite
ed esegue anche
progettazioni d’interni.
Si rivolge ad una
clientela di privati,
di architetti e ad
una selezionata
scelta di negozi
di arredamento.
Foto: Arch. Michele Mezzina
Direttore Editoriale
Cesare Ricciuti
Direttore Responsabile
Maurizio Costanzo
La Ditta ALBAFER S.r.l., fondata nel
2006 da persone con ultraventennale
esperienza nel settore, si è già
Caporedattore
affermata come una delle maggiori
Iole Costanzo
aziende abruzzesi che commerciano
prodotti siderurgici. Nonostante la Coordinamento di Redazione
sua recente fondazione, annovera una Cristiana Zappoli
numerosa e qualificata clientela, alla
quale offre un’ampia gamma di articoli Art Director
decorativi in ferro battuto e in acciaio Laura Lebro
inox, comprendenti elementi per
cancelli, porte, balconi, ringhiere per
scale oltre ad una vasta gamma di
Direttore Marketing
prodotti riservati agli specialisti del
Mario Pompilio
settore.Tali articoli si distinguono per
qualità e bellezza, essendo loro Redazione
dedicata tutta la capacità e la passione Lorenzo Berardi, Mercedes Caleffi,
che contraddistingue l’Azienda nello Biagio Costanzo, Antonello De Marchi,
scegliere i prodotti. Enrico Guerra, Angela Mascara, Marcello Rossi,
In un moderno capannone situato a
Miglianico (Chieti), l’Azienda opera in
Alessandro Rubi, Carlo Salvini, Federica Setti,
albafer.srl@libero.it
E D I Z I O N I Tel. 051.5875795 - www.koreedizioni.it
Dal 1995 la DGL COSTRUZIONI di DI GIORGIO LORENZO
è iscritta regolarmente all’Albo delle Imprese Artigiane della
Provincia di Pescara, con il n° 29582.
DGL
Di Giorgio Lorenzo
L’impresa è specializzata nella realizzazione di fabbricati pubblici
e privati, restauri, consolidamenti e perfori, ecc... Progettazione
La DGL COSTRUZIONI di DI GIORGIO LORENZO ha e Ristrutturazione d’Immobili
conseguito la certificazione di qualità aziendale secondo lo
standard internazionale ISO 9001:2000 dall’Ente Certificatore Via delle Gualchiere, 7
ISE.CERT. Ha inoltre ottenuto da parte dell’Organismo di 65013 Città Sant’Angelo (Pe)
Attestazione ITALSOA S.p.A. l’autorizzazione all’esecuzione Tel. 085.9507790 - Fax 085.4163425
dei lavori pubblici SOA, OG1 – CLASSE IV.
www.dglcostruzioni.com
info@dglcostruzioni.com
sommario
24 Intervista
Massimo Gallione
Giandomenico Amendola
37 Tracce
Libri, novità, prodotti,
notizie dal mondo
48 Progettare
Un padiglione tra cielo e mare p.48
92 Design
Nina Bruun, Bacsac,
Florian Gross, Natanel Gluska
101 Appuntamenti
Architetture e design da vedere
106 AM architetti - 2
Futuro sostenibile p.106
I limiti dell’architettura p.107
Ambiente e territorio p.108
Design Museum p.112
Progetto Feltrinelli per Porta Volta p.113
Blob VB3 p.114
Ponte pedonale p.115
Chu Hai College p.116
Bastard-store p.117
Fincube p.118
Da oltre 30 anni produciamo pannelli
di tamponamento prefabbricati in c.a.
per qualsiasi tipo di edificio industriale,
commerciale, direzionale e sportivo, fornendo
pannelli di qualsiasi forma e finitura superficiale.
COMEP S.r.l.
Sempre disponibili nei confronti delle richieste
Via Ponte 25 Archi - 86070 Montaquila (IS) della committenza collaboriamo con i tecnici
Tel 0865.96175 - Fax 0865.96456 già nella fase della progettazione al fine
prefabbricaticomep@yahoo.it di realizzare un edificio unico: il vostro!
AM editoriale
UNO STRUMENTO
PER RIFLETTERE
di Cesare Ricciuti
Nel trovarmi a presentare il numero iniziale della rivista di archi- vista vuole e deve essere una opportunità di crescita per aprire
tettura “AM ” devo innanzitutto ringraziare la Kore Edizioni per un confronto sui temi della professione e sul futuro dell’architet-
aver dato la possibilità ad un territorio come quello Abruzzese e tura. Le intenzioni sono tante e ritengo che per far sì che diven-
Molisano ricco di Architetture e di Cultura, di poter avere una ri- tino cose concrete sia necessaria la partecipazione attiva dei col-
vista che possa rappresentare nei prossimi anni un “luogo” dove leghi alla crescita della rivista e che la sua presenza diventi il
discutere e confrontarsi sui problemi degli architetti e dell’archi- punto di incontro di diverse voci e di differenti pensieri.
tettura, anche alla luce del particolare momento di criticità della Per questo mi sembra necessario chiedere a tutti quelli che fos-
professione di architetto e soprattutto per quella parte di territo- sero interessati una collaborazione fattiva e concreta per questa
rio così duramente segnato dal terremoto dell’anno scorso. La ri- iniziativa editoriale del nostro territorio.
AMarchitetti 23
AM intervista
È GIUNTO IL MOMENTO
DI ATTUARE NUOVE RIFORME
Bisogna riformare subito il Codice degli appalti e avviare una riforma urbanistica condivisa da Stato
e Regioni. Secondo Massimo Gallione, presidente del CNAPPC, questi sono i provvedimenti urgenti
da attuare. Senza trascurare etica, innovazione e concorrenza qualitativa di Cristiana Zappoli
È il nuovo Presidente
L’attuale crisi economica presenta uno spettro d’interesse molto ampio. Si dibatte molto oggi sul tema Massimo Gallione
del risparmio energetico e sulle possibili soluzioni da adottare per contravvenire a ulteriori sprechi del CNAPPC, il Consiglio
Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti
e speculazioni. Lei, quale Presidente del CNAPPC, quali consigli si sente di dare agli architetti italiani?
«Etica, formazione permanente, innovazione e concorrenza qualitativa: gli architetti possono tornare ad essere
e Conservatori. Ha svolto
forza trainante e autentica classe dirigente del paese. Certo sono necessarie non poche riforme legislative quali la professione di architetto a
quelle in materia urbanistica, sulla semplificazione responsabile, dei LLPP, delle professioni per ampliare Novara nel campo dei lavori
ed innovare il mercato, ma gli architetti e il loro sistema ordinistico devono presto attuare riforme interne: non pubblici e in quello privato,
principalmente nel settore
ci possiamo permettere di perdere altri treni della storia. Questa strada l’abbiamo già intrapresa e questa strada dell'architettura civile e
intendiamo percorrere». industriale. È stato Presidente
dell'Ordine degli Architetti
della Provincia di Novara e
È trascorso un anno dal terremoto in Abruzzo. E le valutazioni negative non si sono dovute fermare
Presidente della Federazione
degli Ordini degli Architetti
soltanto alla triste costatazione dell’applicazione di inadeguate modalità costruttive in una regione
AMarchitetti 25
RIZZIERO ARREDAMENTI
Via Saline, 1 - Città S. Angelo (PE) - Tel. 085.950495 - www.rizziero.com - info@rizziero.com
AM intervista
METTERE IN SCENA
LE CITTÀ E I CITTADINI
Partecipazione dei cittadini. Collaborazione tra progettisti e sociologi. Conoscenza e creatività
come condizione indispensabile in architettura. Intervista a Giandomenico Amendola, professore
di Sociologia Urbana all’Università di Firenze, che ci spiega, inoltre, come la progettazione sta
cambiando in rapporto alla radicale trasformazione delle nostre città di Lorenzo Berardi
Non ci è dato sapere quanto il barone Pierre De Coubertin si intendesse di architettura. Tuttavia, la
massima che ha reso celebre il promotore dei moderni Giochi Olimpici non può accontentare i moderni
architetti e urbanisti alla ricerca di un dialogo costruttivo con il pubblico dei non addetti ai lavori. Per
un'architettura contemporanea fondata sulla collaborazione fra progettisti, sociologi, amministratori e
cittadini, infatti, partecipare non basta, ma occorre raggiungere il successo della vivibilità. Una vittoria
che è possibile conseguire non solo coinvolgendo chi non ha studiato architettura nelle diverse fasi della
progettazione, ma anche attrezzandolo a comprenderle. Lo “user oriented design”, nato negli Stati Uniti
negli anni ’60 ha introdotto la partecipazione della popolazione nel processo progettuale, ma in Italia questo
strumento non è mai stato realmente compreso o sviluppato a dovere. «In architettura la partecipazione
è ancora uno dei maggiori problemi» spiega Giandomenico Amendola, professore ordinario di Sociologia Professore ordinario di Sociologia
Giandomenico Amendola
AMarchitetti 27
Sotto: il Nuovo Villaggio «Non è mancata in sé la partecipazione, quanto piuttosto una partecipazione "attrezzata". Il problema
Matteotti di Terni. Importante dell'architetto italiano, anche in confronto a quelli che operano oltreoceano, è che egli non sa comunicare
esperimento per la storia
dell’architettura italiana il proprio progetto in maniera efficace. Soltanto oggi, grazie alle renderizzazioni al computer, qualcosa sta
perché si è ricorso alla cambiando. Quando non si sa spiegare il progetto alle persone mostrando su quali aspetti esse possano
metodologia partecipativa. realmente incidere, succede che vi è una fase di ascolto da parte dell'architetto che poi però torna nel
Il progetto di Giancarlo
De Carlo, prevedeva la proprio studio e lì lavora a modo suo. In Italia, inoltre, abbiamo una scarsissima conoscenza della domanda
demolizione del vecchio sociale sia delle città che delle abitazioni. Non c'è nulla di paragonabile alle ricerche periodiche condotte nel
villaggio, la costruzione di
Regno Unito e negli Stati Uniti che ogni anno rovesciano sui tavoli degli addetti ai lavori una montagna di
diverse tipologie costruttive
e la separazione dei dati utili sulla domanda di abitazione, sul tipo di fruizione e di richiesta, sull'andamento dei prezzi e così via.
movimenti automobilistici Da noi, invece, gli unici che dispongono di dati simili sono i singoli grandi operatori del mercato immobiliare.
e pedonali. I lavori ebbero
La popolazione è cambiata profondamente in Italia come nel resto del mondo. Di questo fenomeno si sono
inizio nel 1972 e si conclusero
nel 1975 lasciando accorti i costruttori di auto che hanno modificato radicalmente le vetture negli ultimi dieci anni, ma non gli
incompleto il villaggio architetti. E le nostre case, di conseguenza, sono rimaste più o meno le stesse. Se c'è una cosa che è
cambiata profondamente negli ultimi 15 anni è la famiglia, con una crescita delle single parent family, così
come della domanda di abitazioni temporanee. Sono cambiate le tipologie di lavoro con l’aumento di coloro
che lavorano con il proprio computer da casa e non hanno di fatto un ambiente domestico adatto ad
accogliere la propria attività professionale. Vi è poi l'enorme problema degli anziani che né il nostro sistema
né quello nordamericano sono in grado di accogliere al di fuori delle proprie abitazioni. Vale ancora il
principio dell'aging in place, ovvero dell'invecchiare nella propria casa e sono pochissimi gli studi dedicati
alle nuove tipologie abitative per la terza età. E invece oggi, ancora, si chiede ai neo architetti di studiare
abitazioni monofamiliari che rappresentano un modello del passato»
Allargando il campo alla collaborazione fra progettisti e sociologi, imprenditori e amministratori,
vi sono in Italia validi esempi di recente storia urbana da citare?
«Questa collaborazione è qualcosa di molto importante e verso cui ci si sta muovendo da tempo anche
se in Italia il rapporto non è ricco di capitoli felici e importanti. Vi sono alcuni validi esempi: come il Nuovo
Villaggio Matteotti realizzato a Terni da Giancarlo De Carlo fra gli anni Sessanta e Settanta. De Carlo
coinvolse un'equipe di sociologi anche se il loro rapporto venne consegnato all'architetto quando i cantieri
erano già aperti. Il tentativo, comunque, resta lodevole. In seguito è stato tentato qualcosa di simile nei
laboratori di quartiere che si inventò Renzo Piano per lo sviluppo urbanistico a Otranto e poi a Bari e ai quali
io stesso collaborai. Vi sono state singole iniziative in Italia, ma non così numerose o significative da mutare
il panorama generale della progettazione».
Perché in Italia c’è questa mancata interpretazione dei bisogni dei cittadini?
«Prima di tutto in Italia si costruisce molto meno nuovo di prima, in quanto spesso si riutilizzano o riadattano
immobili già esistenti. Inoltre costruiscono sempre di meno i soggetti istituzionali pubblici che avrebbero per
loro definizione la possibilità di accumulare conoscenza di novità come si provò e si riuscì a fare negli anni
Settanta. Vi è poi una sorta di inerzia del mercato
immobiliare che va avanti già da diversi anni. Tutto
sommato si propongono sempre e ripetutamente
gli stessi modelli come la casa di 60 metri quadri,
quella da 90-110 ed eccezionalmente quella dai
150 metri quadri in poi. Né bisogna dimenticare
che vi è una scarsissima applicazione delle nuove
tecnologie nell'abitazione che oggi si concentrano
Foto Antonio Garbasso
28 AMarchitetti
SERALPLAST
PERSIANE TAPPARELLE
SISTEMI OSCURANTI
SEZIONALI BASCULANTI
PORTE DA GARAGE
INTERNORM - HORMANN
GHIZZI E BENATTI - TONDIN - DIERRE
SERALPLAST s.r.l.
Via San Bartolomeo 26, 66016 GUARDIAGRELE (Ch)
tel. 0871.85835 - fax 0871.85817 - seralplast@libero.it
creatività individuale. Sta venendo meno
la capacità di ricerca e di accumulo della
conoscenza e delle informazioni. Il settore
delle costruzioni risente di un processo che sta
investendo tutta l'Italia: vi è scarsa ricerca, non
solo tecnologica e dei materiali, ma anche delle
tipologie abitative. Non a caso le tipologie più
avanzate si hanno nel settore commerciale
e in quello dell'edilizia sanitaria e ospedaliera.
Questo avviene perché il committente è
il cliente educato, colto e che sa cosa vuole.
Pensiamo ai villaggi outlet diffusisi anche in
Italia negli ultimi anni e che vengono progettati
per l'80% da progettisti francesi, inglesi e
americani, non da italiani, perché da noi esiste
pochissimo know how in tal senso. In Italia il
problema è acuito dal fatto che non si fa alcuna
ricerca nel campo delle costruzioni. Anche in
Italia si realizzano sì buoni ospedali, ma la loro caratteristica è che tutti quanti sono segnati da una richiesta
ben precisa da parte del committente che sa già come li vuole. La conoscenza è sul versante del
committente non su quello del progettista».
Come stanno cambiando le città e, quindi, i cittadini in questo lungo e profondo periodo di crisi
economica?
«La logica del riuso degli spazi tocca anche le nostre città. I centri abitati italiani crescono sempre di meno
per espansione e sempre più modificando gli spazi già esistenti grazie anche al fenomeno della
deindustrializzazione. Una volta esistevano il Lingotto e la Bicocca dove gli operai costruivano automobili
e realizzavano pneumatici, mentre oggi questi ampi spazi riutilizzati ospitano centri congressi, fiere,
università, teatri e abitazioni private. Vi è poi la trasformazione del contenuto sociale dei singoli quartieri
interessati da fenomeni di centrificazione o degrado. Alcuni quartieri operai storici sono diventati di moda
come Brera a Milano, il Testaccio a Roma, San Frediano a Firenze e così via. Questo è avvenuto sul
modello di quanto accaduto per Soho a New York, Chelsea a Londra e il Marais a Parigi. Un altro
importante elemento è che la città è impegnata nella competizione urbana con altre città, il cosiddetto
Le due immagini sopra marketing urbano. Un esempio per tutti è quello di Venezia che quindici anni fa rifiutò l'Expo e oggi invece
propongono il siteplan e si candida per le Olimpiadi. Ci si è resi conto che il megaevento o meglio il media-evento è importante per
una vista dall’alto di Soho,
il famoso quartiere di New le città e questa consapevolezza conduce ad altre trasformazioni urbane. La città contemporanea e quella
York che, in seguito a italiana non sono poi così diverse, anche se quella italiana è assai più inerziale e restia al cambiamento,
fenomeni di centrificazione,
in parte per motivi di salvaguardia del tessuto storico, in parte per la lentezza dell'iter burocratico e
da polo economico e
industriale quale era nei amministrativo. La città è diventata col tempo un bene sempre più prezioso e insostituibile per i cittadini.
primi del Novecento, è Negli anni Settanta si diceva che la città si spegneva di notte perché i suoi abitanti restavano a casa. Oggi,
divenuto, negli anni '60,
invece, le persone si dividono fra il restare in casa dopo l'orario di lavoro e la voglia di uscire e di godersi
con l’arrivo degli artisti
che ricavarono dai grandi la propria città anche in orario serale e notturno come dimostra la popolarità delle notti bianche. La città
capannoni dei loft, un odierna è la prima che è realmente fondata sulla domanda dei cittadini. La città si sforza sempre di più di
quartiere molto trendy
assecondare la domanda dei propri abitanti, mentre in passato la città seguiva una propria rotta inerziale
con microadattamenti legati alle richieste dei cittadini. Un tempo erano i cittadini che dovevano adeguarsi
alla città, oggi sono le città ad adeguarsi ai propri cittadini ed è questo il vero fatto rivoluzionario in quanto
non è mai accaduto nulla di simile nella storia. Per questo motivo, la cultura progettuale deve ripristinare
una strategia di ascolto della domanda».
A tal proposito, cosa pensa delle nuove esperienze di social housing o delle cohousing in Italia?
«Sul social housing stiamo ancora assistendo a dei tentativi che forniscono risposte interessanti ma
parziali. In Italia esiste un grosso problema: è il Paese europeo con la massima percentuale di abitazioni di
proprietà, che in alcuni casi sfiorano il 90% del totale. Siamo proprietari di case e questo crea un problema
grossissimo: come si può infatti pensare di rendere fluido il mercato del lavoro italiano quando quello
immobilare è rigido? Le leggi del governo sulla casa vanno nella direzione dei proprietari di abitazione,
mentre oggi in Italia occorre un segmento consistente dello stock immobiliare in fitto. Un ragazzo di
Cosenza, Napoli, Palermo o Bari oggi non si sposta per lavoro perché da un lato sa che sarà precario
anche al Nord, dall'altro sa che guadagnando 800 euro potrebbe non trovare casa. Restando invece
in Calabria, Campania, Sicilia o Puglia, guadagnerà meno, ma potrà vivere in una casa di proprietà.
30 AMarchitetti
dimichelesnc@virigilio.it
Sotto: Villaverde a Madrid, A Bologna o Firenze un posto letto per uno studente arriva a costare 350-400 euro netti e con questi prezzi
il nuovo esempio di social
come si può pensare di avere un mercato del lavoro flessibile? Social housing e cohousing sono dei
housing progettato da David
Chipperfield nel 2005. È un pannicelli caldi rispetto a un problema strutturale molto più ampio, quello di non avere un'offerta
intervento riuscito sia dal di abitazione in fitto temporanea».
punto di vista sociologico che
architettonico. In Italia invece
In quest'ottica, molte città italiane si ritrovano oggi ad affrontare e risolvere il problema
questo tipo di esperienza, dell’accoglienza. Cosa può fare l’architettura per essere d’aiuto in questo processo?
per diverse ragioni, sembra «Questo è un campo di competenza più dell'urbanistica che dell'architettura. In Italia il governo centrale fa
sia alquanto difficile da
realizzare leggi su come arrestare o controllare l'immigrazione, ma nella realtà il problema viene lasciato ai Comuni
e agli enti locali, i quali non hanno né i mezzi, né le competenze per affrontarlo. Si discute se sia meglio
la concentrazione o la dispersione degli immigrati all'interno delle città senza tenere conto che questo
è qualcosa che spetta alla libertà dell'individuo e alla cultura dei singoli gruppi. Gli asiatici, ad esempio,
tendono a essere più compatti, mentre gli ucraini preferiscono non riunirsi in un unico quartiere. Il rapporto
fra gli immigrati e gli italiani non è l'unico problema. Alcune criticità dipendono infatti dai difficili rapporti fra
i diversi gruppi di immigrati che in alcuni casi vengono messi a contatto nelle stesse aree abitative senza
tenere conto di problemi religiosi o sociali presenti fra due comunità. Noi stiamo imparando solo adesso
a considerare questi aspetti in quanto siamo sempre stati un paese di emigrazione e non di immigrazione.
L'architettura per sua natura tende a ibridarsi. Il problema è se chi abita negli edifici riesce a influenzare
positivamente il progetto. Le case di Manhattan riflettono ancora la tipologia abitativa olandese, di quella
che un tempo era New Amsterdam perché si tende sempre a portare il proprio modello abitativo anche
all'estero. Questo si può vedere oggi in alcune zone di Prato dove la comunità cinese ha costruito in
maniera simile a quella in voga nella madrepatria. Quando i figli di questi immigrati diverranno architetti
allora vi saranno degli episodi di ibridazione davvero notevoli. Tuttavia, la forma degli edifici risente di
questo fenomeno solo sul lungo periodo e quella della città addirittura sul lunghissimo periodo».
Quanto la buona architettura può influenzare positivamente il benessere del cittadino?
«L'architetto moderno, italiano ed europeo, si fonda ancora su una sua identità di origine rinascimentale
formata da tre componenti: l'architetto come artista, tecnologo e ingegnere sociale. L'architetto si è di volta
in volta interpretato come l'artista che crea e disegna, come il tecnologo che innova e come colui che
contribuisce, attraverso la variabile spazio costruito, al benessere della gente. Quando si progetta una scuola
o un ospedale, l'obiettivo è infatti quello di realizzare un edificio in cui si insegni o si studi, si curi o si venga
curati meglio e lo stesso vale per le abitazioni civili. L'architetto moderno ha sempre avuto questi obiettivi
metaprogettuali anche se a volte li ha persi
per strada o se li è parzialmente dimenticati.
Un buon architetto ha sempre come
obiettivo la felicità, la salute, la volontà
di educare o di divertirsi delle persone.
Il problema è che perseguire questi obiettivi
metaprogettuali in una società a fortissima
accelerazione è sempre più difficile. Walter
Benjamin in un noto passaggio del suo
saggio "L'opera d'arte nell'epoca della sua
riproducibilità tecnica" ha detto che
l'architettura è un'opera d'arte fruita in
condizioni di distrazione. Si tratta di una
frase che era molto bella, ma adatta ai tempi
di Benjamin. Oggi, invece, l'architettura e la
qualità della città non sono più fruite in uno
stato di distrazione, ma la gente le giudica.
Si fanno referendum per stabilire se una
porta o un'opera d'arte sono belle o non
belle, si accende un feroce dibattito a
Firenze sulla loggia degli Uffizi di Isozaki,
a New York si rimuove una scultura perché
ai cittadini non piace e così via. Tutto questo
mette l'architetto a confronto con la sua
capacità di raggiungere il proprio obiettivo
che è sempre metaprogettuale
per definizione».
32 AMarchitetti
di Colarusso Gennaro srl
FERRO LEGNAMI EDILIZIA BIOEDILIZIA
MATERIALI INNOVATIVI FERRAMENTA
STUFE A PELLET CAMINETTI CARTONGESSO
AUTOTRASPORTI LOGISTICA
AMarchitetti 37
I ALLESTIMENTI Un Museo per Chopin
Lo Chopin Muzeum di Varsavia, in occasione del bi-
centenario della nascita del compositore, ha inaugurato,
il 1° marzo 2010, i nuovi allestimenti permanenti che
sono stati curati dallo Studio Migliore+Servetto Archi-
tetti Associati. Il Museo è stato concepito come centro
di promozione di attività artistiche ispirate all’opera e alla
personalità di Fryderyk Franciszek Chopin. Una strut-
tura in grado di avvicinare alla musica classica e alla
figura del maestro un pubblico esteso e variegato. Il mu-
seo vanta una selezionata collezione, fra gli oltre
5.000 pezzi dell’archivio dell’Istituto Fryderyk Chopin,
relativa all’opera e alla vita del grande compositore che
è stata inserita, nel 1999, nella lista Unesco del patri-
monio mondiale, proprio perché beni da tutelare e pro-
teggere per la loro unicità e il loro eccezionale valore Sopra e sotto: due multimodale, indirizzato a pubblici diversi e permette al
interni del Chopin singolo visitatore una libertà di fruizione unica». L'alle-
culturale. Lo scopo principale del progetto è trasformare
Muzeum di Varsavia.
la visita in un’esperienza soggettiva di conoscenza e far In basso: la facciata stimento, creato pensando ad un “museo aperto”,
cambiare la percezione tradizionale del museo perché principale dello spinge il visitatore ad esplorare liberamente il percor-
storico edificio che
spesso è considerato una monotona istituzione edu- so creativo di Chopin come uomo, come compositore
accoglie il museo.
cativa. «Il progetto - dichiara Ico Migliore, co-fondato- Il visitatore può e come pianista, e lascia al visitatore la possibilità di sce-
re dello Studio Migliore+Servetto Architetti Associati - interrogare e gliere i tempi e la modalità di lettura interagendo con i
interagire con il
ha favorito lo sviluppo creativo dei contenuti attraver- vari sistemi espositivi adottati per stimolare la curiosi-
museo in 8 lingue
so l’integrazione tra musica, oggetti della collezione e e secondo 5 livelli tà attraverso i sensi. L’utilizzo della tecnologia RFID, Ra-
sistemi interattivi. Definisce un messaggio multilayer e di approfondimento dio Frequency Identification, permette la customizza-
zione dei contenuti audio-video attraverso l’interazione
del visitatore nelle oltre 70 postazioni interattive. In par-
ticolare sono previsti 5 differenti livelli di approfondi-
mento, bambini, ragazzi, adulti ed esperti disponibili in
ben 8 lingue diverse.
38 AMarchitetti
di studio, di educazione e di diletto”, rispettando così la
definizione di museo fissata dall’International Council
of Museums (ICOM). Paolo Imperatori ha anche cura-
to il progetto di allestimento che ha convertito in museo
lo spazio principale dello studio, la grande stanza di in-
gresso, dove è esposta una selezione degli schizzi del-
l’archivio. In questo ambiente si trova anche un’instal-
lazione multimediale, una sorta di regesto figurato e in-
terattivo che percorre l’intera carriera di Magistretti at-
traverso gli oggetti e le architetture disegnati tra il 1946
e il 2006. La sala riunioni è rimasta in gran parte inte-
gra ad eccezione di qualche sedia in più rispetto alle
originali, esposte a rotazione intorno al tavolo, e del-
la selezione di modelli di architettura apposti alla pa-
rete, mentre la stanza dell’ufficio di Magistretti, inalte-
rata ma vissuta, accoglie adesso le postazioni di lavoro posto da documenti, disegni, fotografie e modelli, mes-
del curatore e del conservatore della fondazione. Gli si a disposizione di studiosi, studenti e visitatori inte-
spazi sotterranei hanno completamente cambiato fun- ressati all’approfondimento del lavoro di Magistretti o
zione e vi trova posto l’archivio Vico Magistretti, com- di alcuni dei suoi progetti. La fondazione aprirà lo stu-
dio-museo al pubblico, dal marzo 2010, dal martedì al
A sinistra, la Sala venerdì dalle 14 alle 18 e svilupperà la propria attivi-
riunioni. Dopo la tà su più fronti. Proseguirà l’attività di archiviazione sia
ristrutturazione è del fondo che della collezione, procedendo con la ca-
rimasta integra, invece
la disposizione dei talogazione che implicherà dunque un’ulteriore fase di
modelli di architettura ricerca e di studio e approfondimento sui progetti di Vico
è cambiata. In alto
Magistretti. E procederà anche al ricondizionamento dei
a sinistra: una foto
di Vico Magistretti. documenti in contenitori a norma ISO, in modo da pre-
Sopra: parte dello servarne la conservazione. Il museo si inserisce in un
studio dedicata alla
ideale piano urbanistico della città di Milano come polo
Mostra sedia Selene,
Artemide, 1969 globale del design. Esso intende espandersi nel terri-
torio attraverso un circuito museale urbano che inclu-
da gli edifici più significativi progettati e realizzati da Ma-
gistretti a Milano.Verrà pertanto distribuita dal museo
stesso una guida con l’indicazione del percorso e le
schede descrittive dei singoli edifici. Al fine di incre-
mentare l’accessibilità e mettere a disposizione il ma-
teriale catalografico digitale, la prima iniziativa del mu-
seo sarà quella di sviluppare anche il sito internet
www.vicomagistretti.it, e di curare una mostra mono-
grafica che documenti in modo completo e scientifico
il lavoro di Vico Magistretti.
AMarchitetti 39
I NUOVI PRODOTTI Il prato verticale
Il prato cambia prospettiva. Tecology lo porta in verti-
cale. Realizzare pareti verticali “d’erba” richiede un lun-
go percorso di ricerca e di studio. L’ obiettivo è stato quel-
lo di dare una risposta ecologica per il miglioramento
dell’ambiente urbano utilizzando tecnologie architetto-
niche che rispettassero le necessità vitali delle piante.
Il sistema 6.sesto punto è semplice da installare ma
estremamente evoluto e ricercato che garantisce all’erba
di vivere e crescere autonomamente in una condizio-
ne inusuale, in verticale. Adotta, per la prima volta, uti-
lizzando un sistema agronomico brevettato per impianti
erbosi orizzontali, un sistema innovativo per realizza-
Nelle foto alcuni aperture presenti in facciata ed è accoppiabile con al-
re pareti o moduli di prato verticali su supporto venti-
esempi di prato tri materiali di comune utilizzo nei rivestimenti di facciata.
lato per applicazioni per esterni o interior design. verticale. 300 mq di
La cultura del manto erboso ha origini antichissime, ma
6.sesto punto è costituito da un pannello alveolare, stu- prato producono in un
anno la quantità di soltanto negli ultimi decenni il settore ha avuto una for-
diato appositamente per le necessità botaniche delle no- ossigeno necessaria
te espansione soprattutto nei paesi più ricchi. Impor-
stre essenze erbose, in polipropilene riciclato, modu- alla respirazione di
tati nel Nord America nel XIX secolo come imitazione
lare e di piccole dimensioni (60x40x6 cm), da una sot- due adulti. Abbattono
una quantità di CO2 di una moda europea, i tappeti erbosi hanno visto ac-
tostruttura con profili verticali in alluminio, e da un im- pari a quella prodotta
crescere enormemente la loro importanza parallela-
pianto di irrigazione e fertilizzazione. Il pannello arriva da un’auto di media
cilindrata che mente alla espansione delle città, fino a radicarsi pro-
perfettamente inerbito in cantiere, pronto a essere in-
percorre 20mila km fondamente nella cultura statunitense. Attualmente gli
stallato con semplicità garantendo un immediato effetto
USA sono il paese “leader” del settore con il più alto
estetico. Il peso complessivo del sistema a pieno cari-
numero di addetti, di ricercatori, di associazioni di set-
co è di circa 37 kg a mq.
tore e con una superficie complessiva a tappeti erbo-
6.sesto punto è un rivestimento di facciata ventilata con
si prossima ai 19milioni di ettari. In Italia fino a un re-
spessori ridotti (minimo 6+6 cm) e consente di gestire
cente passato, la modesta qualità di tappeti erbosi era
imputabile al ridotto bagaglio di conoscenze degli ad-
detti al settore. A partire dalla metà degli anni ‘90 la cul-
tura dei tappeti erbosi si è gradualmente diffusa nel no-
stro Paese, promossa anche da una specifica attività
di ricerca universitaria completamente assente in pre-
cedenza. L’attuale rilevanza raggiunta dai tappeti er-
bosi non è dovuta soltanto alla necessità di ricreare am-
bienti gradevoli, ma anche ai riconosciuti effetti posi-
tivi di protezione ambientale che essi apportano so-
prattutto nelle aree intensamente urbanizzate. Tipolo-
gie diverse di coperture erbose si sono nel tempo dif-
ferenziate, con l’attribuzione di ruoli sempre più spe-
cifici che hanno comportato un affinamento delle tec-
niche di coltivazione, della scelta del materiale vege-
tale e delle tecniche manutentive.
40 AMarchitetti
I PREMI Il fascino di Dura Europos
Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino,
istituito nel 1990, giunge nel 2010 alla sua ventunesi-
ma edizione. È forse l’unico al mondo a rivolgersi a un
luogo. Sceglie ogni anno un caso che contenga patri-
moni di memoria e di natura di particolare densità e che
si presenti come significativo per la ricerca scientifica
e per la sperimentazione di metodi e strumenti dei beni
culturali. Viene conferito a un luogo, deciso da una Giu-
ria scientifica internazionale che quest’anno ha scelto
Dura Europos, presso Salhiyé, sulla riva destra del cor-
so medio dell’Eufrate, in Siria, a circa 90 chilometri sul-
la strada che da Dayr az-Zawr porta al ponte di Abu Ka-
mal, odierno confine con l’Iraq. È quanto resta di una
città antica, per tre lati cinta da mura e con il quarto af-
facciato a Oriente, sul grande fiume, da un dislivello di
oltre 40 metri che rende spettacolare la leggibilità si-
multanea della sottostante pianura alluvionale. Scoperto
“per caso” da un reparto militare nel 1920, questo sito
archeologico ha richiamato l’attenzione di eminenti stu-
diosi europei e americani e, grazie a successive fasi di
indagini, ha restituito uno dei più cospicui patrimoni di
memoria delle civiltà che si sono radicate nell’arco di
più di cinque secoli, dalla fine del IV a.C. alla metà del
III d.C., in questo territorio aperto agli scambi tra il mon-
do mediterraneo e quello asiatico. Il Premio in sé con-
siste in una “campagna di attenzioni” che contribuisca
a far conoscere la geografia e la storia del luogo pre-
scelto, le sue condizioni attuali e le questioni relative alla
sua salvaguardia.
42 AMarchitetti
to Laura Villani, ha voluto valorizzare gli interventi di pro-
gettazione turistica derivanti da una committenza con-
sapevole e culturalmente fondata; le visioni concretiz-
zate in realizzazioni particolarmente significative per il
settore. I premi sono stati consegnati in occasione di TRE
– Tourism Real Estate, la fiera internazionale dedicata
all’immobiliare turistico di qualità, che si è svolta pres-
so l’Arsenale di Venezia dal 15 al 18 aprile scorsi. La fie-
ra è la prima expo&conference italiana dedicata agli ope-
ratori del Real Estate turistico di qualità. Con i suoi 110
espositori e gli oltre 3.200 visitatori business, la mani-
festazione ha infatti riunito per quattro giorni la community
formata dai top players del mercato, che si sono incontrati
per sviluppare nuove idee, prospettare nuove strategie,
costruire e consolidare il loro network, analizzare nuo-
ve tendenze e avviare nuovi business.
44 AMarchitetti
I PREMI Per un’architettura SANAA
Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, partner dello stu-
dio di architettura SANAA, sono stati scelti come vin-
citori del Premio Pritzker per l’Architettura 2010. Il pre-
mio è riconosciuto in tutto il mondo come la più im-
portante onorificenza in campo architettonico: ai due
verranno consegnati 100mila dollari e due medaglie
di bronzo. Annunciando la scelta della giuria, Thomas
J. Pritzker, Presidente della Fondazione Hyatt pro-
motrice del premio, ha dichiarato: «È la terza volta nel-
LA ECO ENERGIA
la storia di questo riconoscimento che due architetti
vengono premiati nello stesso anno. La prima fu nel HA IL POTERE DI MIGLIORARE
1988, quando furono premiati il brasiliano Oscar Nie-
LA TUA PROFESSIONALITÀ
meyer e lo scomparso Gordon Bunshaft; la seconda
è stata nel 2001, quando furono selezionati Jacques
Herzog e Pierre de Meuron». Lo scopo del Premio Pritz-
Moduli Fotovoltaici CIS
ker è quello di onorare ogni anno un architetto viven- che producono kWh anche
te il cui lavoro mostri una combinazione di qualità qua- con presenza di nuvole,
li talento, visione e impegno, che ha prodotto signifi-
cativi contributi per l'umanità e l'ambiente. Le motiva- brevetto
zioni che hanno spinto la giuria a scegliere i due ar-
chitetti giapponesi sono state esposte dal Presidente
di giuria, Lord Palumbo: «Per un'architettura che è allo
stesso tempo delicata e potente, precisa e fluida, ge- Pittura ceramizzata,
niale ma non eccessiva o eccessivamente esibizioni-
sta; per la realizzazione di edifici che interagiscono con
a rivestimento endotermica,
i contesti in cui sono costruiti e con le attività in essi con- brevetto NASA,
tenuti, creando un senso di pienezza e ricchezza espe- risparmio energetico del 30%
rienziale; per un singolare linguaggio architettonico che
nasce da un processo di collaborazione che è al tem-
in tutte le stagioni.
po stesso unico e ispirato; per la realizzazione dei loro Sostituisce il cappotto termico.
notevoli edifici e per la promessa dei nuovi progetti che Dieci anni di Garanzia
faranno insieme, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa
sono i destinatari del Pritzker Architecture Prize 2010».
te, un’importante figura del Clean Edizioni lavoro degli ultimi dieci anni, rappresentano la linea di
mondo culturale italiano. Quel 127 pagine, congiunzione tra fiume e città. Sono interconnessioni,
mondo che si è sviluppato costo: 15,00 euro
dissoluzioni dei limiti geografici, forme alternative a quel-
nel trentennio che va dagli le del passato. Contorni sinuosi, in continua evoluzio-
anni ’60 ai ’90. Ha offerto lu- ne, che riguadagnano terreno con la vegetazione e la
cide analisi connotate da im- fauna fluviale. Ma, cosa ancora più importante, ripro-
portanti accenni politici. Il suo pone l'interazione tra le persone e il fiume fondata sul
metodo ha segnato molti ar- rispetto reciproco e l’interagire con esso in modo pro-
chitetti italiani ed esteri e ha positivo. La Balmori non vuole più un paesaggio come
fatto germogliare in molti il desiderio di mettere a nudo un sorta di “quadro”, fisso e composito. Come un og-
le false certezze allora definite borghesi. Tafuri ha vi- getto bidimensionale adatto alla contemplazione. Vuo-
sto la storia come una successione di crisi, di rotture da le un paesaggio che nasca dall’inserimento della vita
descrivere come in un’opera mai finita. A quindici anni urbana nei processi naturali. E ritiene l’architettura del
dalla sua scomparsa, la sua copiosa opera viene ana- paesaggio un’arte che, a differenza di quanto avviene
lizzata attraverso gli scritti di Marco Biraghi, Massimo con i musei, le gallerie d’arte, i teatri e le sale da con-
Cacciari, Francesco Dal Co, Benedetto Gravagnuolo, certo, deve essere rivolta all’intera cittadinanza.
46 AMarchitetti
I DESIGN Trasformazioni in architettura
Con la stessa logica con
cui Thomas Kuhn consi-
dera le diverse fasi del-
l’operare scientifico, il che
vuol dire prendere in con-
siderazione la formazio-
ne, durante il processo,
delle anomalie, questo libro
offre un viaggio negli ultimi
90 anni della nostra storia.
Dal 1919 con l’avvento
della macchina fino a dopo
l’orrore del World Trade
Center nel 2001, l’autore registra, con sguardo puntuale,
quei diversi meccanismi di trasformazione che trovano
modo di esprimersi e di rendersi manifesti nell’archi-
tettura. Il libro si articola in otto grandi capitoli, secon-
do un’impostazione cronologica. E di ciascuna di que-
ste fasi storiografiche Antonino Saggio, professore di
Progettazione architettonica e urbana della Facoltà di
Architettura L. Quaroni di Roma La Sapienza ne avvia
una lettura critica che abbraccia non solo l’espressivi-
tà progettuale dell’architettura e dell’urbanistica, ma an-
che le eventuali connessioni con l’arte, la filosofia, la po-
litica e l’economia. Dall’età della macchina ai movimenti
di avanguardia, dall’internazionalità alla multidisciplin-
rietà degli anni Sessanta che ha condotto lo scibile ver-
so plurisfaccettati linguaggi e contesti fino alle attuali in-
terconnessioni informatiche.
UN PADIGLIONE
TRA CIELO E MARE
Atelier Jean Nouvel / Genova
48 AMarchitetti
Il padiglione centrale
del quartiere fieristico
di Genova progettato
da Jean Nouvel. È facile
scorgere il rivestimento
usato per l’intradosso
della copertura: pannelli
di acciaio realizzati con 8
stampi dal disegno diverso
che, accostati tra loro
secondo orientazioni
diverse, evocano
l’increspatura della
superficie del mare
AMarchitetti 49
enova, il porto e i colori del mare. No, Il quartiere si compone di quattro padiglioni (S, C, B,
In alto a sinistra:
sezione trasversale
di tutto il padiglione.
Di fianco: visione
dall’alto del
padiglione nel
contesto nautico
tipico dell’insieme
fieristico. Sopra:
il padiglione in una
visione più ravvicinata
tra la marina e le
colline genovesi
PIANTA A QUOTA 5,55M SLM PIANTA DELLA COPERTURA
AMarchitetti 51
PROSPETTO FRONTALE
PROSPETTO RETRO
SEZIONE TRASVERSALE
SEZIONE LONGITUDINALE
52 AMarchitetti
In alto: la facciata si presenta molto ampia e disegnata dai soli tagli delle ampie vetrate alte 12m, con portelloni scorrevoli di 12m x 6m. In basso:
l’accesso alle aree espositive avviene in maniera fluida. È possibile godere della vista dei diversi livelli dell’edificio poiché la visualità non è ostruita
AMarchitetti 53
Nella foto sopra uno scorcio del camminamento di distribuzione interna posto nella parte più retrostante del volume. Sulla sinistra si distribuiscono
i locali tecnici e i servizi. Sulla destra l’ampio finestrone offre una piena visuale sull’allestimento del salone espositivo posto al piano inferiore
sia il livello 0.90 sia il livello +14.125m, nonché +5.50 slm a quota +1.00 tramite una strada larga 17m
È nato a Fumel in Francia
Jean Nouvel
nel 1945. Nel 1972 di entrare direttamente all’interno dei livelli espositivi. che, proseguendo lungo la banchina, crea un vero
si diploma alla Scuola L’edificio è accessibile da più punti lungo i lati e proprio boulevard in grado di ospitare attività
Nazionale Superiore e il traffico veicolare e quello del pubblico sono fieristiche all’aperto. I due livelli espositivi possono
di Belle Arti di Parigi.
Nel 1983 è nominato completamente separati, il che consente di allestire essere gestiti sia in maniera combinata che separata,
Dottore honoris causa o disallestire una mostra mentre ce n’è un’altra in e possono ospitare due o più mostre contemporanea-
dalla Università di Buenos corso senza interferenze. Il movimento veicolare mente. Lo spazio presenta diverse altezze che
Aires. Riceve la medaglia
d’oro dell’Académie avviene lungo il fronte: la rampa con una sezione variano da un minimo di 6m ad un massimo di 12m
d’Architecture nel 1998. stradale di 11m raggiunge la quota di 14.125 slm e proprio perché assecondano l’inclinazione della
Nel 2008 viene insignito
continua in piano lungo tutto il fronte sud dell’edificio. copertura verso sud. Tutti i livelli comunicano
del Premio Pritzker.
L’accesso all’edificio a questa quota avviene in con il mare e la marina: quello superiore e quello
maniera diretta. Inoltre, la facciata vetrata, alta 12m, intermedio attraverso le terrazze all’aperto che,
si apre a tutta altezza, ogni 6m, con dei grandi protette dall’aggetto della copertura, si affacciano
portelloni scorrevoli di 12m x 6m, consentendo sulla marina. Mentre il livello inferiore, prolungandosi
ai veicoli di entrare all’interno dell’edificio. A questo all’esterno dell’edificio, diventa una grande piazza
scopo il solaio di questo livello è stato strutturalmente lungo il mare. Il solidale e continuo rapporto con
studiato per supportare i carichi dei mezzi pesanti ed il mare non è solo diretto ma anche indiretto.
è completamente libero da pilastri così da consentire La copertura, infatti, rivestita internamente da un
una circolazione veicolare senza intralci. Le modalità controsoffitto in lamiera inox con finitura a specchio,
di accesso al livello inferiore non variano e lungo il si comporta come un cielo artificiale. La sua funzione
fronte ovest il terreno passa dolcemente da quota più specifica è quella di riflettere la luce per creare
54 AMarchitetti
Parte terminale del salone espositivo. La pendenza della copertura si acuisce ed è possibile scorgere la modularità dei pannelli in acciaio
che rivestono l’intradosso della copertura. Il disegno a rilievo evoca l’increspatura del mare e collabora nella rifrazione della luce
un’illuminazione d’ambiente indiretta. Questa grande con il sistema di scale mobili, avviano il pubblico CREDITI
superficie inclinata (20.365m²) è stata realizzata direttamente ai due livelli espositivi. Il foyer dunque
con un sistema di copertura impermeabile fatto di è concepito come una spina distributiva per le diverse Fiera di Genova
Committente
elementi piani autoportanti in alluminio preverniciato attività e, proprio per questo tipo di organizzazione, Atelier Jean Nouvel
Architetti
di colore blu, a finitura lucida, fissati con aggraffatura dagli ingressi principali si accede a un corridoio
Arup
Ingegneria
nascosta ad una struttura di supporto sottostante. distributivo. Da qui l’accesso alle aree espositive
Al di sopra di questo strato è stato montato un avviene in maniera fluida ed è possibile godere della Studio d’ingegneria
Acustica
rivestimento in vetro smaltato blu, e la scelta di vista dei diversi livelli dell’edificio. In corrispondenza acustica M. Brucola
questo materiale è stata dettata dalle sue prestazioni: dell’arrivo delle scale mobili, sul lato opposto, lungo
31.000 mq
Superficie utile
indeformabilità, inattaccabilità dagli agenti atmosferici la facciata sud si trova un altro collegamento verticale
e facile manutenzione. I pannelli di acciaio, invece, che è stato pensato appositamente per mettere 36.000 mq
Superficie lorda
di dimensioni 1m x 1m, sono stati realizzati con 8 in comunicazione il livello degli spazi espositivi 34.000.000 euro
Costo dell’opera
stampi dal disegno diverso i quali, accostati tra di loro con quello dei ristoranti e che può essere reso
secondo orientazioni diverse, ricreano un disegno indipendente dal resto dell’edificio. L’edificio, dunque,
a rilievo che evoca l’increspatura della superficie del risponde pienamente alle caratteristiche funzionali
mare, e collaborano con il sistema di illuminazione richieste. Pertanto Genova può tranquillamente
in quanto consentono di illuminare, per riflesso, tutti investire anche per il prosieguo del progetto
i piani espostivi e, nella parte esterna e verso il mare, dell’Ateliers Jean Nouvel: l’espansione del padiglione
anche la banchina. Ritornando agli accessi, c’è da B sulle superfici dell’attuale adiacente padiglione D,
precisare che in corrispondenza di ognuno di loro per una futura superficie complessiva (B+D) di ben
si trovano le reception che, messe in stretta relazione 30mila metri quadrati espositivi.
AMarchitetti 55
AM progettare
A TORINO RIPARTE
LA NUOVA STAZIONE
AREP - Silvio d’Ascia - Agostino Magnaghi / Torino
56 AMarchitetti
Acciaio e cristallo sono gli elementi che caratterizzeranno la nuova stazione
ferroviaria di Torino Porta Susa. Luce, aria e ventilazione naturale faranno
parte del progetto. L’obiettivo principale è la produzione di energia da fonti
rinnovabili ai fini di una maggiore autosufficienza dalle reti di Iole Costanzo
l cantiere della nuova Stazione di Porta Susa, Napoli Afragola, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale
AMarchitetti 57
Pertanto è sembrato opportuno approfondire aperto e permeabile tanto in longitudinale, con l’asse
Nato a Napoli dal 1993
Silvio d’Ascia
l’argomento e intervistare uno degli esponenti del inclinato della grande hall/strada che collega via
vive e lavora a Parigi.
Ha fondato il suo studio gruppo: l’architetto Silvio d’Ascia. Cernaia a Corso Matteotti e Corso Vittorio, quanto
nel 2001. Parallelamente Domanda. Porta Susa sarà lo scalo ferroviario più in trasversale, con un sistema di passaggi urbani
alla sua attività napoletana,
con AREP ha partecipato a importante del capoluogo piemontese. Secondo lei ortogonali alla Spina e a Corso Bolzano. Il volume
più concorsi internazionali quali sono gli elementi architettonici che trasparente della stazione, rivisitazione moderna
in Europa e in Cina. caratterizzeranno questa nuova stazione? della galleria urbana ottocentesca e delle grandi
Compreso il Concorso
ad inviti per l’area della Risposta. «La stazione è il luogo del viaggio e del halles delle stazioni storiche, è attraversato in
stazione di Bologna sogno. Un luogo di vita e di passaggio. Il progetto trasversale, tra la parte est e ovest, da un sistema
Centrale insieme contemporaneo della stazione ferroviaria deve di percorsi attrezzati che ne riducono l’impatto
a Jean Nouvel.
rispondere simultaneamente a un duplice obiettivo: longitudinale trasformando la galleria in uno spazio
a) L’intermodalità: la stazione deve trasformarsi nel pedonale permeabile sia a quota della strada che
XXI secolo in una moderna e complessa macchina a quota della hall, aperta ai flussi pedonali
funzionale in grado di risolvere al meglio l’obiettivo indipendentemente dal funzionamento della stazione.
della connessione tra i diversi modi di trasporto La città entra in stazione e la stazione diviene città».
presenti in stazione (treni ad alta velocità, treni D. Come si integra questa futura galleria di vetro con
nazionali, regionali, metropolitana, autobus, tram, il genius loci cittadino?
auto, taxi, biciclette...). R. «Il riferimento diretto è quello delle grandi gallerie
b) L’urbanità: relegata nel corso degli ultimi 50 anni a urbane della città ottocentesca, veri e propri salotti
luogo della marginalità sociale e del degrado urbano, urbani e luoghi che la città del XX secolo ha in parte
un “non luogo”, la stazione deve recuperare un ruolo rinnegato e contraddetto. Il tentativo di riproporre
attivo di spazio pubblico, integrando funzioni che la per una stazione un modello tipologico “tradizionale”,
adattino alla città del XXI secolo. anche se inequivocabilmente contemporaneo per
Vero polo di scambio contemporaneo, la galleria in linguaggio e forma, ha come obiettivo quello di
acciaio e vetro lunga 385 metri (la lunghezza del trovare una continuità con la città storica, con il suo
TAV), larga 30 con un’altezza variabile rispetto alla genius loci, con i portici della Torino ottocentesca,
quota stradale esterna, tra i 3 e i 12 metri, al colmo con l’idea dell’attraversamento urbano dei grandi assi
della copertura, caratterizza l’immagine urbana del pedonali longitudinali ritmati dalle arcate dei palazzi,
nuovo fabbricato di Torino Porta Susa. È il progetto di con l’atmosfera magica della luce filtrata dalla
un vuoto urbano, di un vero e proprio spazio pubblico, copertura vetrata della Galleria Principe di Savoia in
dove la stazione diviene passage, luogo di una nuova pieno centro a Torino. L’integrazione non è mimetica
urbanità. Il progetto si pone l’obiettivo di collegare ma critica e concettuale. Cerca di riproporre
diversi livelli della città creando delle continuità di consonanze, corrispondenze di senso e di atmosfera
percorsi urbani. La stazione diventa percorso urbano, tra passato e futuro, tra il genius loci della città storica
A destra: due rendering illustrano la nuova galleria di acciaio e vetro nel contesto della
vita cittadina. In basso: schizzo prospettico della galleria, della torre e della vecchia
stazione di Porta Susa, di cui sono stati fatti molti studi di fattibilità riguardo al riuso.
Il vecchio edificio appartiene al patrimonio culturale e architettonico della città
e la dimensione metropolitana del vivere quotidiano. secolo cresciuta al bordo della ferrovia, on the wrong
I viaggiatori entrano nelle stazioni, le attraversano, le side of the railways. Il nostro progetto interpreta il
abitano: vi giungono per prendere il treno, ma anche processo di trasformazione urbana operato dalla
per trascorrervi il tempo libero. A partire da questa Spina e cerca di adeguarsi alla scala
immagine prende forma l’idea principale del progetto dell’infrastruttura. Ma l’edificio della stazione è
della stazione AV Torino Porta Susa: trasformare la una sorta di simulacro urbano dell’oggetto treno,
stazione in un vero spazio pubblico urbano, in un scomparso dallo scenario urbano al di sotto della
luogo della città, ponte tra passato e futuro». Spina Centrale e trasformato in objet trouvé sulla
D. La nuova stazione dovrà comunque relazionarsi scena della città attraverso il recupero di una forma
con la cosiddetta Spina 2, uno dei piani progettati architettonica: una galleria in acciaio e vetro».
dalla Gregotti Associati. Secondo lei vi sono delle D. L’Italia si sta dotando di stazioni ad alta velocità:
In alto: la galleria di vetro connessioni tra i due progetti? Roma Tiburtina, Torino Porta Susa, Firenze Belfiore,
e acciaio evoca le grandi
stazioni storiche e ne R. «L’edificio della Stazione è una sorta di edificio- Napoli Afragola. La logica delle stazioni è cambiata.
ripropone la sapienza simbolo. Simbolo del movimento, del viaggio e Così come è cambiato l’uso degli spazi comuni. Quali
bioclimatica. Il progetto della presenza del mondo dei trasporti nella città sono i concept progettuali alla base dei cambiamenti?
prevede anche la
disposizione di numerose contemporanea. La Torino del futuro nasce proprio R. «Credo che il carattere comune ai vari progetti
alberature all’interno. dall’idea della Spina Centrale e dall’interramento della delle grandi stazioni sia proprio il progetto del vuoto.
In basso: sezione ferrovia, per circa 12 km, che permette di ricucire la Il progetto del vuoto, nella stazione di Porta Susa,
trasversale della galleria
in superficie e di quella città est con quella ovest, il centro storico assume un evidente carattere urbano di strada
ipogea a quota treni ottocentesco della Torino classica con la città del XX pedonale. Rappresenta il filo rosso di questa nuova
60 AMarchitetti
generazione di stazioni ferroviarie. Si tratta di una ad angoli smussati a 45° segue un disegno a densità L’involucro della galleria
in superficie è inteso non
necessaria modifica all’approccio progettuale che variabile aumentando progressivamente dall’alto in
soltanto come separazione
consiste nel riflettere e progettare non con il basso lo spazio tra cella e cella, sia in orizzontale che tra interno ed esterno,
parametro riduttivo e non esaustivo del metro quadro in verticale. Infatti i pannelli con le celle di FV hanno ma anche come materia
porosa attraverso la quale
di superficie utile o di SLP (superficie lorda di una densità variabile dal 70% al colmo al 30% a 3
avvengono scambi
pavimento), ma con un’unità di misura più complessa metri di altezza dalla strada, variando gradatamente di energia. I pannelli di
e più completa che è il metro cubo di spazio e dalla quasi opacità al colmo della copertura - laddove copertura avranno una
densità variabile dal 70%
di vuoto che può valorizzare enormemente il metro il sole batte più forte e il pannello può produrre più in chiave fino al 30% a 3
quadro di superficie utile se ben concepito e ha energia - all’assoluta trasparenza in corrispondenza metri di altezza dalla strada
e deve avere anche, un valore economico. Tale del pedone per permettere una porosità visuale tra
approccio va promosso e difeso, affermando senza esterno e interno della stazione. Oltre a regolare
mezzi termini che l’obiettivo unico del metro cubo di l’ingresso della luce filtrandola e producendo energia
vuoto è quello di restituire alle nostre città maggiore elettrica per l’autoconsumo e/o per la rete pubblica,
dignità, magia, sorpresa, emozioni e qualità. I grandi le scaglie di vetro fotovoltaico della stazione hanno
progetti di opere pubbliche sono sempre stati, un ruolo attivo nel comportamento bio-climatico
e devono continuare ad essere, l’occasione di interno dell’edificio. Il disegno a scaglie aperte
rivendicazioni culturali e di principio che permettano permette, infatti, di utilizzare i naturali moti convettivi
alle nostre società di andare avanti e di migliorarsi dell’aria e, sfruttando il delta termico tra l’aria fresca
progressivamente». in arrivo (sempre dal basso dall’enorme volume
D. La copertura è l’elemento che caratterizzerà, interrato del passante ferroviario) e l’aria calda
dal punto di vista tecnologico, la nuova stazione. in naturale elevazione, di assicurare un continuo
Ci illustra come funzionerà l’intero pacchetto? sistema di ventilazione naturale. Il riferimento
R. «Nel progetto di Porta Susa, grande importanza in termini di comfort sono i modelli tecnologici del
riveste l’involucro, inteso non soltanto come passato, come le già citate grandi halles delle stazioni
protezione e separazione tra interno ed esterno, storiche e le gallerie urbane ottocentesche. Come
ma come pelle attiva e “intelligente”, materia porosa Porta Susa, le gallerie urbane del XIX secolo erano
attraverso la quale avvengono scambi di energia tra concepite come grandi spazi pubblici non climatizzati
interno ed esterno. La pelle è composta da un e funzionano tutt’ora a meraviglia sfruttando i basilari
sistema modulare di scaglie di vetro di lunghezza di principi della bioclimatica. Come allora le griglie di
quasi 356 cm, larghezza 90 cm, distanziate tra di loro areazione o i lamierini forati per il passaggio dell’aria
da una lama d’aria alta circa 5 cm e filtrata da un erano celati nel gioco sapiente della decorazione
lamierino microforato anti-uccello che protegge da e del dettaglio, anche in Porta Susa il dettaglio
eventuali entrate d’acqua. La scocca in acciaio e del principio costruttivo del sistema a scaglie funziona
vetro a scaglie sovrapposte è composta da lastre con semplici elementi costruttivi che rivisitano in
vetro-vetro stratificato (esterno) e indurito (interno) chiave contemporanea i modelli ottocenteschi degli
con celle fotovoltaiche mono-cristalline inserite spazi urbani pubblici. Infatti, attingendo certezze
all’interno dello spessore del pvb del pannello di proprio dalla cultura tecnologica del passato, contro
vetro. La geometria della disposizione delle celle il modello iper-climatizzato ed energivoro
fotovoltaiche di forma quadrata (125 mm x 125 mm) dell’aeroporto contemporaneo, il sistema progettato
AMarchitetti 61
non viene applicato in sovrapposizione all’organismo di raffrescamento della temperatura mediante
Jean-Marie Duthilleul e
Arep
architettonico, bensì integrato alla sua struttura, nebulizzazione ad acqua da mettere in opera per
Etienne Tricaud, architetto
e ingegnere che hanno divenendo esso stesso struttura, pelle e immagine il trattamento degli spazi di circolazione e degli spazi
fondato nel gennaio 1997 finale dell’edificio. Risorse naturali rinnovabili come bar/ristorazione al di sotto della copertura vetrata».
il gruppo AREP. Lo staff la luce, l’aria e la ventilazione naturale sono, infatti, D. Si dice sia incerto il futuro del grattacielo, parte
consta di 240 persone
(progettisti, architetti, i materiali del progetto stesso, con l’obiettivo di una integrante del progetto. Quali novità in merito?
ingegneri). AREP si riduzione dei consumi energetici e la produzione R. «La torre, è vero, è parte integrante del progetto
è specializzato nella
progettazione di spazi di energia da fonti rinnovabili ai fini di una maggiore della stazione che si completa, appunto, con un
per il trasporto, ma anche autosufficienza dalle reti». elemento verticale, una torre di servizi destinata ad
di centri d’affari, edifici D. La capacità osmotica della copertura garantirà uffici, alberghi, commerci, sin dalla sua ideazione per
pubblici e ristrutturazioni
di edifici storici un ottimo ricambio d’aria. Cos’è previsto invece il concorso del 2001-2002. L’idea guida è stata quella
per il riscaldamento invernale? di creare un continuum spaziale capace di collegare
R. «Per il comfort invernale è stato previsto un tra loro diversi livelli urbani, dall’ultimo livello interrato
dispositivo di pannelli radianti al pavimento, della metropolitana al ristorante panoramico all’ultimo
incorporato nello spessore del massetto di posa dei livello della torre, mediante percorsi pedonali continui.
rivestimenti orizzontali in pietra di Luserna (previsto Infatti la grande galleria vetrata al livello -1 della
per l’integralità degli spazi di circolazione ai vari livelli) stazione si connette direttamente alla base della torre
e in doghe di legno (per le terrazze attrezzate di completando in verticale l’idea del lungo percorso
copertura al livello +1) per garantire un comfort di pubblico orizzontale. La torre è stata concepita come
prossimità agli utilizzatori della stazione lungo tutto una sorta di strada verticale e risponde all’obiettivo
gli spazi pubblici della stessa. All’interno i volumi di realizzare al suo interno, lungo l’intero sviluppo
commerciali sono invece tutti trattati con un sistema verticale del volume stereometrico, un insieme di
di ventilazione meccanizzata tradizionale (alimentata spazi semi-pubblici (sale riunioni, spazi ristoro, fitness
dall’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico in center, ristoranti e lobby panoramiche, terrazze bar...).
copertura) il cui utilizzo sarà regolato da un sistema La Torre RFI di Spina 2, alta circa 150 metri con una
domotico di riduzione dei consumi energetici». superficie utile di circa 50mila m², si posiziona
D. Le celle fotovoltaiche doteranno l’intera stazione simmetricamente rispetto all’asse centrale della Spina
di autonomia energetica? con la sua gemella, la torre del banco San Paolo
R. «L’impianto fotovoltaico in progetto ha una potenza progettata da Renzo Piano. Le due torri si definiscono
di circa 800kW di picco e sarà realizzato con 3.753 come gemelle a livello di tipologia compositiva,
pannelli fotovoltaici per una superficie complessiva densità volumetrica, immagine architettonica,
di circa 13.500 m². I pannelli sono del tipo vetro-vetro proponendosi in “coppia” come elementi primari in
con celle quadrate di 125 mm di lato al silicio mono- grado di raccontare la loro vita di urbanità verticale
cristallino tra lastra e lastra nello spessore del pvb: nello skyline rinnovato della città. La torre del San
il rendimento della cella è del 18%. Il fabbisogno Paolo è attualmente in cantiere e spero che quella
energetico della stazione è stato calcolato in funzione della stazione possa rapidamente avviarsi ad una
del consumo medio annuale pari a circa 1.875.000 prossima realizzazione».
kWh. Il consumo medio giornaliero è invece in estate D. Il progetto ha coinvolto la vecchia stazione di Porta
pari a 5.520 kWh ed in inverno pari a 4.800 kWh. Susa. Cosa ne sarà una volta dismessa?
Attualmente è in corso un incontro tra RFI e l’ente R. «Una serie di ipotesi e di studi di fattibilità sono
responsabile della distribuzione d’elettricità urbana già stati prodotti con il Professor Magnaghi del
per valutare le migliori condizioni di utilizzo Politecnico di Torino, membro dell’ATI Progettista,
dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico riguardo al riuso della stazione storica liberata dal suo
della stazione, che risulta essere una centrale di uso ferroviario. Ci si orienta comunque verso una
produzione di energia elettrica in pieno centro». soluzione mista che possa integrare una serie di
D. Dalle sezioni del progetto emerge che la galleria destinazioni d’uso a carattere commerciale, culturale
ingloba delle alberature. Collaborano anch’esse e di servizio del nuovo Fabbricato Viaggiatori. Il
al raffrescamento ambientale? comune di Torino e RFI sono estremamente sensibili
R. «Il progetto prevede la disposizione di numerose alla valorizzazione dell’edificio storico che appartiene
alberature di medio fusto in vasi all’interno degli spazi da sempre al patrimonio architettonico della città.
di circolazione ai vari livelli dell’edificio e Niente è ancora stato deciso. Approfondimenti
l’ombreggiatura che esse portano collabora con il saranno portati avanti nei prossimi mesi, anche in
microclima interno. È una scelta architettonica quella funzione degli sviluppi relativi alle procedure di gara
di introdurre la presenza della natura e della riguardanti la valorizzazione commerciale degli spazi
vegetazione come elemento qualificante lo spazio del nuovo Fabbricato Viaggiatori e alla realizzazione,
pubblico. Il progetto prevede anche un sistema auspicabile, della torre di servizi».
62 AMarchitetti
Celle fotovoltaiche Lucernario che permette Pannelli fono-assorbenti bloccano
inserite tra due lastre l’evacuazione naturale dell’aria gli effetti dell’irraggiamento solare
di vetro con ruolo di calda per tiraggio termico e della copertura vetrata sugli spazi
frangisole in copertura dell’aria fresca dal basso delle terrazze ristorante
VENTILAZIONE
NATURALE
INERZIA
TERMICA
Brumizzazione
o nebulizzazione
d’acqua Volume climatizzato
Progettisti: AREP (Jean-Marie Duthilleul et Etienne Tricaud), Silvio d’Ascia e Agostino Magnaghi / Cliente: RFI (Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.)
CREDITI
filiale delle Ferrovie dello Stato S.p.A. / Superficie netta a piano: 30.000 mq / Locali tecnici e parcheggi: 10.000 mq / Servizi: 10.000 mq /
Commercio: 6.000 mq / Ristoranti: 2.500 mq / Costi: euro 39.000.000 / Lunghezza generale della struttura: 385,20 ml / Fine lavori: 2012
1. Celle fotovoltaiche
inserite tra due
lastre di vetro
2. Lucernaio che
3
permette l’evacuazione
4
3. Celle fotovoltaiche
inserite tra due lastre
di vetro
4. Lastre di vetro posate
con sistema a scaglie che
1
permette la ventilazione
naturale della galleria
5. Pannelli fono
2
AMarchitetti 63
In basso: elaborato grafico, profilo e pianta, che mette in evidenza la totale permeabilità spaziale della struttura. Una viabilità
completa che coinvolge anche la verticalità della torre. Il progetto interpreta il processo di trasformazione urbana operato dalla Spina
64 AMarchitetti
In alto: foto aerea dell’area subito dopo i lavori di interramento dei binari ferroviari. L’ampia area sarà l’elemento di raccordo tra
le due parti di città. La stazione si trasforma in un vero spazio pubblico urbano, in un luogo della città, ponte tra passato e futuro
AMarchitetti 65
AM progettare
LUCI E COLORI
NEL PARCO
5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo / Milano
In queste pagine
alcune foto del parco
Ampio perimetro. Forma triangolare.
Aspetto avveniristico. Trasparenze e commerciale nell'Area
D4 di Assago. Ha un
giochi cromatici. Un progetto che va perimetro compatto,
caratterizzato da
oltre la tipologia architettonica del giochi di colori e dai
grandi caratteri
tipografici stampati
centro commerciale. Con particolare
attenzione all’uso creativo dei materiali sul basamento
cementizio. In basso
di Mercedes Caleffi l’area filtro di uno
dei prospetti, la cui
pensilina è sorretta
da alti ed esili pilotis
AMarchitetti 67
Alfonso Femia e Gianluca Peluffo nel 1995 fondano lo studio
5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo
68 AMarchitetti
unicum, prima di essere definito volumetricamente, si definisca il limite del parcheggio del centro
Nuovo parco commerciale
Progetto
articola come successione di linee naturali e artificiali commerciale come la sovrapposizione di un sistema
nell'Area D4 di Assago,
che si relazionano con il suolo); il perimetro (perché naturale/artificiale in grado di creare un paesaggio). Milano
il progetto sceglie l'enfatizzazione dell’angolo acuto Il progetto del parco commerciale è stato pensato
Viale Milano Fiori,
Luogo
attraverso una deformazione-stratificazione del e gestito con la piena consapevolezza di influenzare 20090 Assago (MI)
perimetro stesso); i volumi (la scelta progettuale anche il modus vivendi dei futuri abitanti. E non solo.
Milanofiori 2000 srl
Committente
è stata quella di appoggiare un disegno orizzontale «La tipologia del centro commerciale in tutta Europa -
come sovrapposizione di piani contro una possibile continua Alfonso Femia - presenta un’unica logica 5+1AA Alfonso Femia
Progettisti
sequenza di volumi che difficilmente avrebbero potuto distributiva e d’immagine. È considerata un pacchetto Gianluca Peluffo
dialogare e formare un unicum); le promenades (la chiuso. Una scatola preconfezionata che purtroppo
IQuadro ingegneria
Ingegneria strutturale
progettazione di un percorso che non sia soltanto risponde a una vera e propria pigrizia commerciale. Il
area di accesso agli edifici ma un “luogo pensilina” nostro progetto invece è un pezzo urbano. Non è solo 41.000 mq
Superficie lorda
sorretto da alti pilotis che raffigurano un peristilio a servizio di varie correnti commerciali. Oggi, rispetto 30.000 mq
Superficie di vendita
continuo o una passeggiata sotto un volume che agli altri centri commerciali della zona, questo edificio
comprime lo spazio e inquadra il paesaggio dinamico sembra avveniristico e tra vent’anni non potrà che
e cinetico della tangenziale); il bordo (la ricerca di una risultare comunque attuale. La nostra scelta è stata
"curva" di livello naturale che in maniera organica quella di rendere monumentale e diverso un modello
AMarchitetti 69
In alto: le planimetrie del parco commerciale. In basso visione dall’alto della struttura nella neo maglia urbana. È un rendering che mostra
come, grazie soprattutto alla sua forma triangolare, questo edificio concluda e definisca i contorni di tutta la nuova Area di progetto D4 di Assago
Image courtesy of 5+1AA
70 AMarchitetti
In alto: visione notturna dello spazio aperto progettato all’interno del triangolo. In basso: particolare tecnologico del sistema facciate. La sezione
focalizza l’attenzione sull’attacco a terra e l’attacco a cielo dei pannelli prefabbricati e stampati in policarbonato con ottimi valori di trasmittanza
AMarchitetti 71
AM progettare
La Llotja de Lleida è
un’architettura che sembra
emergere direttamente dalla
caliente terra spagnola. Deve
queste sue diverse sfumature
all’intuito dei progettisti che,
interpretando il paesaggio
circostante, hanno usato un
rivestimento di pietra dalle
tinte calde e ferrose
GEOMETRIA
l 23 marzo 2010 a Lleida è stato inaugurato il con il “Trovatore” e le sale congressuali presentano
74 AMarchitetti
PIANTA PRIMO LIVELLO PIANTA SECONDO LIVELLO PIANTA TERZO LIVELLO
AMarchitetti 75
CREDITI
Committente Municipalità di Lleida,
Centre de Negocis i de Convencions S.A.
Architetti Mecanoo architecten
Architetti Associati LABB architectura S.L
Ingegnere Strutturale ABT, BOMA
Esecuzione 2006-2010
Costi di costruzione 35 milioni di euro
Superficie 37.500 m²
Parcheggio 9.500 m²
Sale interne 1000 posti, 400 posti, 200 posti
Nella pagina a sinistra:
la finestra panoramica
che si affaccia sulla città e
sul fiume, situata nel foyer
del secondo livello.
A fianco: una rampa
distributiva, elemento
di raccordo tra il foyer
principale e le sale poste
ai piani superiori. Sopra
e sotto: due sezioni
dell’edificio
AMarchitetti 77
Sotto: decorazione lignea La nuova architettura de La Llotja presenta invece piogge e dal sole nelle diverse stagioni. La scelta
su fondo nero che un’essenzialità linguistica quasi minimalista. progettuale di prediligere lo sviluppo orizzontale
caratterizza l’interno
della sala-teatro. Evoca La struttura si sviluppa su sei piani, diversamente dell'edificio ha permesso anche la realizzazione
gli alberi da frutto di cui articolati, che con la loro composizione offrono ai di un tetto giardino. Un terrazzo, un belvedere,
è tanto ricca la regione fruitori tre diverse chiavi di lettura. L’edificio difatti, su che offre tutt’altro punto di vista. Questa soluzione
della Catalunya.
Nella pagina a destra, in scala regionale, rappresenta l’anello di congiunzione si è comunque dimostrata felice non solo per
alto: una visione notturna tra il fiume Segre sulle cui rive è stato proprio l’organizzazione degli spazi di rappresentanza
dell’edificio; in basso: la
costruito e la centrale formazione rocciosa erosa dal ma anche, da un punto di vista funzionale, per
planimetria de La Llotja.
L’edificio è inserito nel vento su cui è stata costruita la cittadella che avvolge un’adeguata risposta ai canoni di sostenibilità oramai
lotto posto tra la città e la Seu Vella. A livello della città, La Llotja e il fiume richiesti alle neo architetture. Al di sotto dello sbalzo,
il fiume Segre
creano invece una composizione equilibrata. al piano terra, è stata pensata una piazza, per gli
Emergono le sfumature cromatiche ma lo skyline non eventi estivi, con un’ampia tribuna che caratterizza
si modifica. Mentre, a livello della strada, l’ampio l’edificio degli uffici. Il parcheggio previsto, di 9.500
sbalzo che caratterizza il centro conferenze acquista mq di superficie, è sotterraneo ed è direttamente
tutt’altra valenza. Funge da elemento di raccordo collegato al foyer centrale, mentre la zona adibita
con la città e protegge i fruitori del centro dalle a carico e scarico per gli autocarri si trova, per
78 AMarchitetti
esigenze funzionali, al piano terra, allo stesso livello
del palcoscenico, degli spogliatoi e della cucina
del ristorante, e garantisce così un’immediata
sistemazione dei materiali con minore dispendio di
risorse per gli spostamenti. La Llotja ha una superficie
di 37.500 mq. Presenta due aule congressuali
rispettivamente di 1000 e di 400 posti che hanno
anche funzione di teatro. Quella più grande è
corredata di una macchina scenica molto complessa
e lo spazio che la contiene è stato appositamente
progettato. Nella corte pensata al centro dell’edificio
si erge una scala che dal livello della strada conduce
alla sala polifunzionale del primo piano e al foyer del
secondo, dove una vetrata panoramica offre l’affaccio
sulla città e sul fiume. L'ufficio stampa, le sale VIP e il
centro congressi sono situati sul lato dell’edificio che
affaccia sulla città e vi si accede da un corridoio
interno. I ristoranti e i bar, invece, si trovano sul lato
che fronteggia il fiume e la piazza. L'edificio monolitico
nella realtà è composto da diverse parti collegate tra
loro dall’ampio foyer del piano terra, matericamente
trattato con materiale fonoassorbente per garantire
la polifunzionalità dell’edificio. Tutti i materiali adottati
partecipano attivamente alla differenziazione degli
spazi e all’orientamento interno. Mentre l'esterno è in
pietra, l'interno si connota principalmente per le pareti
bianche intonacate e i pavimenti in legno o in marmo.
Per l'atrio e la sala polifunzionale è stato pensato un
pavimento di marmo, mentre per il foyer un pavimento
di legno formato da diverse essenze. La sala
principale, il teatro, con i suoi alberi luminosi intagliati
nelle pareti di legno scuro, regala la suggestione di
un frutteto. La gamma di colori legati alla frutta è un
tema che ricorre, anche se in piccoli dettagli. È un
riferimento ai ricchi frutteti presenti sul territorio,
tradizionale coltivazione della regione di Lleida.
AMarchitetti 79
AM progettare
UNA SCATOLA
FATTA AD ARTE
Stanley Saitowitz, Natoma Architects / Florida
80 AMarchitetti
AMarchitetti 81
CREDITI
Stanley Saitowitz
Architetti
Natoma Architects
Wilson Miller
Ingegneria Civile
Associates
Avvolto da una pelle metallica, il Tampa Museum of Art si presenta come
un’enorme scatola dal volume semplice e lineare. Progettato da Stanley
Saitowitz, l’edificio funge da collegamento tra natura e arte di Mercedes Vescio
l Tampa Museum of Art è una struttura neutra, È giusto ricordare che in questa città, tra i mesi
AMarchitetti 83
10 9
8
11 12
9 7 7
3 9 9
10
7
4
2 1 5 5 6 9 9
10 9 9
14 13 13 9
10 18 16 9
13 15 13 9 16 17
13 9 9
10 22
9
9
10
10 10
19 5
20 10
10
15 9 9
20 5
21 20 20
20 20
Facoltà d’Architettura alla d’arte, vista la ricca collezione che appartiene al alquanto costosa. La città attese alcuni anni perché il
Berkeley University della museo. L’accesso avviene dal foyer attraverso una museo, situazione insolita in America, è di pertinenza
California. Ha insegnato
alla Graduate School of scala mobile che conduce immediatamente al primo del comune. Ci sono voluti altri anni di dibattiti
Design dell’Università piano, dove sono state organizzate ben sei diverse e giochi economici e politici per giungere alla
di Harvard, all’Università
di Oklahoma, all’Istituto sale espositive nella sezione dedicata al pubblico. risoluzione dell’annoso problema, ma alla fine del
di Architettura del Sud Il piano superiore è di dimensioni più piccole perché maggio 2007 è stato approvato un bilancio che
della California, UCLA, parte di esso è occupato dalla doppia altezza delle prevedeva uno stanziamento di 33 milioni di euro.
all'Università del Texas,
all'Università di Cornell sale espositive sottostanti. È qui che si trovano gli Per l'appunto la somma servita per realizzare
e Syracuse. uffici e la sala riunioni. La storia di questo museo il progetto di Stanley Saitowitz.
In alto: due sezioni longitudinali. L’edificio aggetta aldilà del basamento di quasi
10 metri e questa peculiarità è strutturalmente garantita anche dalla trave reticolare
del solaio superiore, quello di copertura, che presenta una sezione di circa 4 metri.
In basso: una foto del Tampa Museum che si affaccia sulle acque del fiume Hillsborough
AM history
UN ARCHIVIO
DEDICATO A SACCHI
Modelli, disegni, fotografie e documenti per testimoniare l’attività creativa di uno dei più importanti
modellisti italiani: Giovanni Sacchi. A Sesto San Giovanni un archivio a lui dedicato per ricordare
le sue collaborazioni con Rossi, Nizzoli, Castiglioni, Sottsass e molti altri di Biagio Costanzo
AMarchitetti 89
1 2
3 4
7
ottiene il riconoscimento della Croce al Merito la realizzazione di oggetti che rappresentano la storia Sopra: esposizione
all’interno dell’Archivio.
di Guerra. Bisognerà dunque aspettare il secondo di un paese e forse anche di un’epoca, come la
Numerosi gli artefatti e i
dopoguerra perchè la sua vena artistica possa creare celeberrima Lettera 22 della Olivetti: la macchina da documenti a disposizione
nuovamente. L’occasione gli viene offerta da una scrivere che divenne compagna inseparabile di tanti di ricercatori e studenti.
È presente un'esposizione
commessa da parte del Comando alleato che gli inviati speciali e non, poggiata sulle ginocchia di permanente dedicata
commissiona la progettazione e la realizzazione generazioni di giornalisti, o come la macchina da all'iter progettuale di
di alcune piccole stufe elettriche e di ferri da stiro cucire Mirella di Marcello Nizzoli, il telefono Siemens alcuni oggetti di design
portatili. Una svolta importante per la sua vita che Grillo, la radio TS502 e i televisori Brionvega Doney
gli permette finalmente di riavviare la propria attività. e Algol di Marco Zanuso e Richard Sapper, la serie
Le tappe che segnano la storia della sua vita, e della di calcolatrici elettroniche Olivetti Logos e Divisumma,
sua creatività sono riconducibili a pochi episodi. le caffettiere la Conica e la Cupola di Aldo Rossi per
Certamente il primo fu l’incontro nel ’48 con Marcello Alessi. I suoi modelli sono stati esposti nell’edizioni
Nizzoli, che lo convince a intraprendere la strada della dell'Expo di Tsukuba in Giappone nel 1985 e di Siviglia
modellistica per design e architettura, collaborando nel 1992, per ben due volte all’edizioni di Exempla
per la prima volta alla progettazione della macchina a Monaco di Baviera nel 1980 e nel 1992,
da scrivere Lexikon 80 per Olivetti. Quello stesso nell’esposizioni di Brisbane in Australia nel 1988,
Nizzoli amico e collaboratore prezioso che diventerà di Parigi, Stoccarda, Nagoya e Aspen negli Stati Uniti
un’interlocutore privilegiato di più generazioni di illustri l’anno seguente, senza tralasciare le mostre
designer e architetti, tra cui Franco Albini, i fratelli monografiche dedicate ai suoi modelli dalla Triennale
Achille Castiglioni e Piergiacomo Castiglioni, Marcello di Milano nel 1983 e nel 2000. La sua attività si ferma
Nizzoli, Aldo Rossi, Ettore Sottass, Marco Zanuso, al 1998 anno in cui gli viene conferito il premio
Giotto Stoppino. Il secondo episodio risale al 1951 Compasso d’oro alla carriera. Muore a Sesto San
quando acquisisce uno spazio, un vecchio laboratorio Giovanni il 25 gennaio 2005. Di lui Ettore Sottsass
di fonderia, che sarebbe divenuta poi la bottega di Via ha detto: «Fuori da ogni lode generica, la sua grande
Sirtori a Milano. In questo laboratorio si crea, si capacità va oltre il "fare" i modelli: è il capire gli oggetti
sviluppano idee che diventano prototipi per numerose che poi, lui, con i modelli racconta... Con Sacchi si va
aziende che hanno fatto la storia del design italiano, oltre il volume: lui fa sentire cosa succede veramente,
come Olivetti, Brionvega, Kartell, Alessi. Così come tattilmente: produce una sensazione evoluta, tanto
prendono vita progetti di importanti edifici come lo che un suo modello può soddisfare completamente
Stadio San Nicola di Bari di Renzo Piano o il Museo il designer. Con un modello così, in verità, non si ha
d'Orsay di Parigi su progetto di Gae Aulenti. Oppure quasi più voglia di fare l'oggetto».
1- Modello in legno di un particolare a vite continua per macchina di Leonardo da Vinci, 1983. 2 - Modello di un particolare d'angolo per la
nuova sede Banca Popolare di Bergamo, 1980. 3 - Modelli in legno non verniciato di tre sedute diverse. 4 - Prototipo in legno della sedia
di Anna Castelli Ferrieri per Kartell, 1970. 5 - Modelli in legno di edifici per il progetto di trasformazione dell'area Motta a Genova, Gregotti
Associati, 1988-1989. 6 - Modello in legno di un pupazzo disegnato da Fortunato Depero per Campari, 1925 - 1986. 7 - Modelli in legno
di sveglie da cucina di Richard Sapper per Terrailon e Ritz-Italora, 1971-1973. (Tutte le foto sono di Federico Pollini).
AMarchitetti 91
AM report design
In questa pagina: la È una giovane designer danese di 26 anni. Nina danno stabilità all’insieme. Per evocare al meglio il
designer Nina Bruun e
Bruun ha concluso l’anno scorso gli studi alla Danish più classico dei nidi d’uccello, la designer ha giocato
la Nest Chair, poltrona in
strisce di betulla intrecciate School of Design di Copenhagen, dove ha anche con una serie di strisce di legno di betulla di diverso
tra loro. Nella pagina, frequentato un master. Il suo ambito di interesse sono spessore, intrecciate fra di loro e avvolte intorno al
a fianco: la sedia Fold,
rivestita con feltro di lana
principalmente i mobili, fatti a mano e caratterizzati da nodo portante della struttura. Per non distrarre
un design dall’espressione vivace e spesso evocativa. l’attenzione dalle strisce di betulla, elemento
La sua ultima creazione è la Nest Chair. «Per la caratterizzante di questo oggetto, è stato scelto per
quale - spiega la designer - mi sono ispirata alla la seduta un cuscino imbottito, molto semplice, di
natura e alla stagione primaverile». La poltrona, un color marrone opaco molto simile al colore del
come è intuibile dal nome che la Bruun ha voluto cioccolato. Un colore che si sposa al meglio con il
darle, si rifà ai nidi degli uccelli. «La mia idea - spiega colore del legno di betulla. Il morbido e accogliente
Nina Bruun - era di creare un caos vivace che cuscino al centro della struttura richiama il cuore del
apparisse come un tutto unificato». La struttura nido, dove uova e pulcini vengono adagiati. La Nest
consiste in una base, un sedile e quattro piedini che Chair ha da poco vinto il primo premio Sydform,
92 AMarchitetti
concorso a cui partecipano designer della Svezia
e della Danimarca. Questa poltrona, insieme ad
un’altra creazione della Bruun, la sedia Fold,
saranno esposte fino a settembre in una mostra
itinerante tra Svezia e Danimarca. «Per quanto
riguarda la Fold, ho voluto sfidare me stessa»,
racconta Nina Bruun. «Durante la creazione, infatti,
ho incontrato diversi ostacoli. Ho voluto usare
il rivestimento in una maniera diversa dal solito
ed estremamente moderna». Ciò che Nina Bruun
ha voluto realizzare è una sedia pieghevole
il cui design ricordi lo stile scandinavo e quello
giapponese. Il telaio è costituito da compensato
di 10 mm tagliato in sei profili che sono legati fra
di loro con delle cerniere. Il rivestimento consiste
in sei fogli di plastica dura imbottiti con 3 mm di
gommapiuma su entrambi i lati. Infine, la sedia è
rivestita con feltro di lana. Tutte le cuciture sono
fatte a mano e sono costate alla designer 105
ore di lavoro. Sono cuciture visibili, quasi a voler
dare l’idea che siano industriali, mentre i bordi
taglienti conferiscono alla sedia una maggiore
luminosità: ciò che la creatrice definisce “light
expression” e che considera importantissima per
questa creazione che non deve richiamare in niente
le vecchie sedie ricoperte di pesante tappezzeria.
Tutt’altro. Il risultato è una sedia profondamente
ispirata alle tecniche degli origami giapponesi,
leggera e luminosa. Non a caso la traduzione
del verbo inglese “to fold” è piegare o piegarsi.
AM green design
94 AMarchitetti
AM creative design
Il prototipo di Konnex, la libreria modulare disegnata quadrato, infatti, ha una serie di tagli lungo la
dal designer tedesco Florian Gross, è stato presentato superficie che si possono incastrare alle pareti
per la prima volta a febbraio di quest’anno in di un altro modulo, in modo da poter unire i moduli fra
occasione della Fiera Ambiente di Francoforte, dove loro senza bisogno di viti o altro. È possibile quindi
ha riscosso un notevole successo nella sezione creare un piccolo elemento d’arredo da affiancare alla
Talent. Konnex è stata ideata per le persone che scrivania, oppure una piccola libreria, oppure una
si divertono a creare e organizzare l’ambiente in libreria a parete, affiancando cubi grandi e piccoli
cui vivono o lavorano. Con questo nuovo sistema a piacimento. La configurazione di Konnex può
di connessioni di cubi avranno la possibilità di cambiare per ogni evento ed occasione, adattandosi
sbizzarrirsi. Il set base comprende tre cubi in scala quindi ad ogni ambiente o situazione. È un vero
che possono essere assemblati da chi li acquista e proprio sistema di ripiani variabile pensato
in modi differenti. Al set di cubi base si possono per persone flessibili e dinamiche e che hanno
aggiungere tutti i cubi che si vuole. Ogni modulo la necessità di trasferirsi in luoghi diversi.
96 AMarchitetti
Progettazione, costruzione
vendita piscine e particolari tecnici
Manutenzione e
trattamento acqua piscine
Pulitori automatici
e centraline elettroniche
Mondo Piscine
Via Tiburtina, 225 - 65129 PESCARA - Tel. 085.4325041 - info@mondopiscine.it
www.mondopiscine.it
AM creative design
98 AMarchitetti
Via Cav. di Vittorio Veneto, 49 - 66041 ATESSA (CH)
Tel. e Fax 0872.850209 - Cell. 340.6773753
edilmarmiatessa@alice.it
IMPRESA EDILE
di Giuseppe Russo
AMarchitetti 101
AM appuntamenti
reinterpretare, attualizzare e, se
City”: London Festival of
IL PALAZZETTO
DI CARLO SCARPA
La mostra è incentrata sulla fi-
gura di Aldo Businaro, commit- Dopo l’architectural preview del-
tente di Carlo Scarpa per gli an- lo scorso novembre, ecco per il
nessi alla villa “Il Palazzetto”. MAXXI il momento più atteso,
L’incontro tra Scarpa e Businaro con un programma ricco e inter-
ebbe luogo in occasione del nazionale. Le mostre inaugurali
viaggio in Giappone di una dele- sono Gino de Dominicis: l’Im-
gazione di architetti e designer mortale (30 maggio - 7 novem-
italiani, nel 1969, cui partecipa- bre 2010). Kutlug Ataman. Me-
rono entrambi: esso segna l’av- sopotamian Dramaturgies (30
vio di un fortunato sodalizio che
li terrà costantemente legati alla Luigi Moretti architetto. Dal Ra-
maggio – 12 settembre 2010).
FUTURO SOSTENIBILE
«L’energia dovrebbe essere prodotta e consumata direttamente dalle
famiglie», spiega Mario Cucinella. E sottolinea che per entrare in una nuova
era ecologica ci vuole l’aiuto delle istituzioni di Antonello De Marchi
Sono anni che si occupa di sostenibilità. Quale sensibilità ha avuto modo di riscontrare in chi amministra?
«Negli ultimi anni la sensibilità e l’attenzione ai temi ambientali ha fatto crescere una nuova coscienza ecologica.
È solo l’inizio, siamo ancora in un’era primitiva: dopo l’era industriale e post-industriale non siamo ancora entrati
nell’era ecologica. Servono azioni forti da parte dei governi».
Da dove è nata quella sottile diffidenza contro cui ha dovuto lottare l’architettura sostenibile?
«Spesso la diffidenza non è poi così sottile. Credo che nasconda un peccato originale, dovuto a tanti anni di
disattenzione verso l’architettura contemporanea che spesso si è però dimostrata distante dai luoghi. Inoltre sono
convinto che la politica non ha visto, negli ultimi decenni, nell’architettura una forma di espressione della propria
cultura. E la diffidenza la si supera con la cultura, con la pazienza di spiegare e comprendere i luoghi dove si lavora».
Da dove parte il progetto della casa da 100K?
«La casa da 100K nasce da una domanda che nessuno ha mai fatto: costruire case a basso costo che integrassero
i temi energetici. A questo antefatto bisogna aggiungere il valore sociale dell’abitare, l’aspirazione e i desideri
AM architetti - 2
delle persone e le modalità del vivere, sempre più lontane dalle tipologie speculative. Quindi il tema proposto
è un progetto tecnico di un edificio riproducibile industrialmente, fatto di spazi da contaminare e personalizzare
e capace di rispondere alla sfida ambientale. Power to the people è un modo per dire che l’energia dovrebbe
essere prodotta e consumata direttamente dalle famiglie».
Un edificio energivoro può essere trasformato in edificio a basso consumo o produttore di energia?
«Fondamentalmente è un aspetto tecnico: migliorare l’involucro, le prestazioni d’isolamento, utilizzare tecnologie
nuove sia per riscaldare che per raffrescare e utilizzare fonti rinnovabili. Ma se fosse tutto qui avremmo risolto solo
una parte del problema. Mettere mano alla cura del parco immobiliare esistente deve essere un’opportunità
Pensieri. Commenti. Interviste. Schede di progetto
creativa, un’opportunità per migliorare la qualità estetica degli edifici e la qualità dello spazio pubblico».
Per i materiali di scarto un progetto sostenibile cosa prevede?
«L’architettura e in genere il costruire non è mai un’operazione ecologica. Si costruisce utilizzando materia che
viene comunque sottratta alla natura. Detto questo il tema non è solo quello dell’inquinamento ma quello di
utilizzare le materie nel modo più efficace. Costruire costa in termini energetici molto meno che mantenere in vita
gli edifici e quindi le mie attenzioni sono rivolte più alle performance e alla possibilità del recupero delle materie.
Lo sviluppo sta nel creare un utile scarto che potrebbe essere impiegato in altre filiere».
Le nostre città di quali cure necessitano?
«Oggi la città va vista come un organismo che consuma energia, si scalda, si consuma e ha bisogno di cure,
di terapie intensive che vanno da una politica dei trasporti pubblici per migliorare e incoraggiare l’uso dei mezzi
pubblici alle biciclette e alle aree pedonali. Servirebbe anche nuova visione del rapporto con il commercio, vitale
per i nostri centri storici, e una politica di riduzione dell’inquinamento per migliorare la vita dei cittadini».
Esiste ancora, nell’iter progettuale, l’attenzione verso il genius loci?
«Nelle nostre città e nei nostri paesaggi è un aspetto fondamentale. Milano non mi sembra che abbia le stesse
caratteristiche di Bologna e questo è un valore che deve essere scoperto e capito. Come diversi per vocazioni
sono i territori e le culture che le abitano. Per troppo tempo abbiamo creduto che la diversità fosse qualcosa
da appiattire mentre una nuova coscienza ecologica deve guardare alle diversità come a valori fondamentali».
Qual è la strada da percorrere perché il ruolo dell’architettura, in ambito ambientale e climatico, venga
completamente riconosciuto?
«La strada è quella di non considerare l’architettura una disciplina a se stante, ma profondamente legata ad altre.
L’architettura è la matrice dell’abitare e non esiste edificio che non debba confrontarsi prima di tutto con aspetti
materiali e con principi di fisica e di resistenza. La maturità avverrà quando fonderemo tutto in un’unica grande
disciplina. L’architettura contiene dentro di sé l’ingegneria, la filosofia, la cultura, la tecnica e il paesaggio, ed è
ora di dare all’architettura e agli architetti il loro ruolo. Fondamentale e socialmente utile».
106 AM architetti
COMMENTO
I LIMITI DELL’ARCHITETTURA
Nel nome della sostenibilità nascono progetti avveniristici, stupefacenti, di facile consumo
mediatico. Si rischia una perdita di senso del linguaggio architettonico. Bisogna dare maggior
valore all’architettura cosiddetta “minore” di Paolo Simonetto, presidente di Architettando
In questo momento sembra inevitabile affrontare la questione della trasparenze e leggerezza. Le correnti del Decostruttivismo hanno
sostenibilità, circondati come siamo dai prefissi «bio» ed «eco» sciolto in forme liquide gli edifici, o li hanno plasmati secondo
abbinati ormai a ogni manifestazione della nostra quotidianità, richiami fito e zoomorfici. Oggi, inoltre, attorno al tema della
e svuotati molte volte di ogni significato. Ci troviamo a fare i conti sostenibilità, nascono proposte avveniristiche di città verdi
con una molteplicità di definizioni: Ecosostenibilità, Ecocompatibilità, galleggianti, fluttuanti, sospese sopra un mondo che evidentemente
Bioarchitettura, Architettura passiva, Architettura bioecologica, non ci soddisfa. Poche sono le proposte urbane di riqualificazione
Architettura bioclimatica, Architettura ecocompatibile, Architettura secondo standard di sostenibilità effettivamente realizzate, episodici
energeticamente efficiente. Per non perdere l'orientamento in questa momenti nei quali istanze di riqualificazione urbana e interessi
varietà descrittiva è giusto soffermarsi su alcuni concetti chiave alla politici, sociali ed economici hanno trovato un’intesa reale. Ogni
ricerca di un minimo comune multiplo. Primo fra tutti, la sostenibilità corrente e ogni linguaggio espressivo, ben inteso, porta con sé
intesa come elemento intrinseco del costruire, trasversale rispetto significati e contributi utili, almeno al dibattito, anche quando rasenta
ai vari temi dell'architettura. Una concreta ed effettiva necessità l’utopia. Ma si tratta per l’architettura di un momento storico delicato
per la sopravvivenza stessa del fare architettura, un'irrinunciabile e rischioso, in bilico tra interessanti sperimentazioni e il rischio di un
opportunità per ristabilire un nuovo tipo di relazione tra uomo e generale appiattimento culturale per l’accettazione incondizionata
ambiente. Ciononostante, dietro il pretesto della sostenibilità, si cela di ogni proposta solo in quanto “nuova”. Ma al di là di ogni linguaggio,
un pericoloso paradosso in cui vengono persi di vista i protagonisti sperimentale o meno, qual è il significato profondo del fare
principali – l'uomo e l'ambiente – alimentando una speculazione architettura? Forse siamo di fronte alla nascita di nuove forme
intellettuale fine a se stessa, avendo come unico obiettivo il espressive, ma non sono sempre architettura, dove per architettura
soddisfacimento dell'ego dei progettisti. Una volta presa piena si intenda quella disciplina nata ed evolutasi per creare spazi di vita
coscienza dell'emergere di una questione ambientale, affrontando per l’uomo. Se l’elemento di congiunzione di tutte le opere di
quindi il tema della sostenibilità come una scelta culturale non architettura non è l’uomo, l’obiettivo finale dell’architettura viene a
finalizzata esclusivamente ad alcune tipologie costruttive, dovrebbe mancare. Se l’architettura non si occupa di creare l’ambiente di vita
maturare una proposta progettuale che conduca «naturalmente» dell’uomo, ma si interessa solo di grandi opere stupefacenti, per
a risultati sostenibili. A questo auspicio mi piace pensare prendendo un facile consumo mediatico, viene a mancare il motivo stesso
a prestito il termine tedesco, che esprime l'idea di sostenibilità, della sua esistenza. In questo quadro, riteniamo indispensabile
Zukunftsfahig (letteralmente «capace di futuro») e che forse meglio l’attenzione del mondo architettonico per vecchi principi consolidati
di tanto argomentare racconta il senso profondo di questo approccio e nuove proposte innovative, alla ricerca di soluzioni progettuali
che, prima che progettuale, dovrebbe essere vissuto come una che favoriscano il benessere, la sostenibilità come rispetto
proposta intellettuale e morale. Una vera e propria sfida se per l’ambiente e risparmio energetico, l’utilizzo di fonti rinnovabili,
pensiamo all'epoca in cui viviamo, alla società del consumo in cui l’impiego razionale dei materiali, la sostenibilità economica e,
vige l'imperativo categorico dell'«usa e getta». Un atteggiamento non ultima, la riqualificazione di ampie aree urbane dismesse per
in qualche modo «anticonformista» che, unito all'attenzione a ciò rigenerarne il tessuto fisico e sociale. Si tratta semplicemente di
che è bello e alla forza audace delle idee, dovrebbe divenire parte adottare criteri e metodi per far rientrare l’architettura entro i limiti
integrante della cultura del progetto. che le competono, restituendole la dignità ed il prestigio di essere
Questo ampio raggio d’azione, assieme all’ormai infinità di la massima espressione creativa necessaria per la vita dell’uomo.
possibilità nell’uso di materiali e dispositivi, ha portato l’architettura In altre parole, una questione ancora aperta.
verso limiti linguistici con conseguente rischio di una irreparabile
perdita di senso, favorendo una massiccia produzione di architetture
PER APPROFONDIMENTI
stupefacenti e di facile consumo mediatico, frutto di situazioni
Martedì 27 Aprile: Trasformazione sostenibile del territorio, scenari possibili.
occasionali e a costi insostenibili, a discapito dell’architettura Giovedì 13 Maggio: Il caso Alto Adige. Venerdì 28 Maggio: Nuovi orizzonti
cosiddetta “minore”, che costituisce invece il tessuto delle nostre sostenibili dell’architettura e della città. Mercoledì 09 Giugno: La costruzione del
paesaggio. Giovedì 17 Giugno: Oltre la sostenibilità. Giovedì 24 Giugno:
città e il reale ambiente di vita dell’uomo. Nonostante sia di moda, Tecnologie appropriate. Mercoledì 30 Giugno: Sostenibilità ed etica.
oggi parlare di “architettura locale” sembra un assurdo. La corrente Le conferenze sono organizzate dall’Ass. ARCHITETTANDO, ore 20,45
High Tech ha liberato strutture e impianti rivestendoli solo di presso la Torre di Malta a Cittadella (Pd). Info: www.architettando.org
AM architetti 107
FOCUS
AMBIENTE E TERRITORIO
L’Italia è il Paese europeo in cui si costruisce di più. Ciò comporta il deperimento del suolo
e del paesaggio. La coscienza dell'ambiente è un'esigenza avvertita da una parte minoritaria
della popolazione. Intanto con il Piano Casa si corre il rischio di deturpare maggiormente
il territorio. Su questi temi riflettono Fulco Pratesi e Ilaria Buitoni Borletti di Lorenzo Berardi
Fulco Pratesi
Come si può conciliare Come in ogni cosa, anche in questo caso occorre trovare la giusta misura. L'energia pulita
il rispetto dell’ambiente, è estremamente importante per il nostro pianeta e oggi rappresenta l'unica alternativa pratica
inteso nel senso più lato del rispetto a quella, estremamente inquinante e non illimitata, prodotta da combustibili fossili.
termine, con la possibilità di Tuttavia, bisogna evitare che queste nuove forme di energia pulita prodotte da fonti rinnovabili
utilizzarlo per la produzione vadano a cozzare con dei patrimoni insostituibili come il nostro ambiente e paesaggio.
di energia pulita? Per quanto possibile, occorre dunque proseguire la ricerca nel campo delle energie pulite
calcolando nel contempo quali siano le esigenze reali di consumo dell'energia per evitare
che se ne sprechi. Il tutto, tenendo conto che occorre tutelare anche il nostro paesaggio
che, non va dimenticato, è legato a una importante fonte di reddito quale il turismo.
Fulco Pratesi
In Europa, l'Italia è il Paese in cui si costruisce di più. Questo fenomeno, porta all'inevitabile
Se l’obiettivo è creare
una coscienza civile
e portare a conoscenza deperimento di suolo e paesaggio. Ricordiamoci che ogni anno dai 50 ai 60mila ettari del
di molti il nostro nostro Paese sono cementificati. E i danni prodotti dalla cementificazione non sono
patrimonio per poterlo paragonabili a quelli di un incendio, perché i terreni e le foreste che vengono edificati non sono
tutelare, combattere più recuperabili tanto per la produzione agricola quanto per la tutela delle biodiversità. Ecco
il degrado e ribellarsi perché dobbiamo renderci conto di come suolo e paesaggio vadano tutelati maggiormente.
all’incuria, come mai molti
cittadini chiedono, con Ilaria Buitoni Borletti
il beneplacito di chi Evidentemente perché molti ancora non hanno questa coscienza. Il fatto che il National Trust,
amministra, di poter la nostra organizzazione gemella nel Regno Unito, abbia 3 milioni di soci e noi come Fondo
edificare senza alcun per l'Ambiente Italiano solo 75mila ne è una prova. In Italia la coscienza dell'ambiente e della
necessità di tutelare il paesaggio e quindi i beni d'arte e della natura che ne fanno parte è
rispetto delle regole?
un'esigenza ancora avvertita da una parte molto minoritaria della popolazione. L'educazione
all'ambiente dovrebbe partire dalle scuole, occorrerebbe inoltre l'esempio delle istituzioni e,
soprattutto, ci deve essere un lavoro coordinato di reti che faccia seguito a tutto ciò. Per fare
questo, però, occorre che lo sforzo provenga da tutte le parti e in Italia nessuno ha mai
pensato di insegnare davvero ai bambini cos'è l'ambiente e cos'è l'arte e perché bisogna
rispettarli. Quindi è difficile pensare che gli adulti di ieri e domani avvertano come propri i temi
legati all'ambiente. Il primo passo deve essere fatto dalla scuola, il secondo deve essere
l'esempio delle istituzioni e pian piano la coscienza dei cittadini arriverà a capire che la strada
sbagliata è quella di distruggere l'unico patrimonio sul quale non abbiamo concorrenza al
mondo, quello naturale, artistico e culturale. La strada è ancora lunga, ma l'esempio fornitoci
da una istituzione come il National Trust britannico dimostra che non è impossibile percorrerla.
108 AM architetti
Architetto, giornalista e Dal novembre 2009 è la
Fulco Pratesi Ilaria Buitoni Borletti
Fulco Pratesi
Questo discorso si lega strettamente a un concetto che le associazioni ambientaliste e di tutela
ripetono da anni. Bisogna sfuggire al paradigma delle grandi centrali elettriche da cui si
Quali strategie ambientali
diramano le condotte che raggiungono centri abitati e singole abitazioni. Va ribaltata l'intera
bisogna implementare
per riuscire a trasformare
il problema dei consumi concezione del sistema energetico. E a questo si può arrivare solo rendendo possibile una
energetici degli edifici, parcellizzazione e una democratizzazione tanto della produzione quanto del consumo
soprattutto storici ma non dell'energia. In pratica ogni singolo edificio, laddove possibile, dovrebbe essere energetica-
solo, in un’opportunità mente autosufficiente. Riuscire a fare tutto questo su vasta scala, si tradurrebbe anche in una
creativa? maggiore responsabilizzazione sul tema delle risorse energetiche da parte dei singoli utenti,
diffondendo una migliore conoscenza dell'argomento e quindi creando una coscienza sul tema.
Fulco Pratesi
È innegabile che continuiamo a dibatterci in una situazione di grossa difficoltà economica.
Come ha influito la crisi
Per quanto ci riguarda, l'introduzione della possibilità di destinare alle organizzazioni come
economica di questo
il WWF il 5 per 1000 è stato senza dubbio un fatto positivo. Eppure nell'insieme l'impegno
periodo sui sovvenziona-
del governo e dello Stato nei confronti degli enti e degli organismi di tutela si è ridotto rispetto
menti pubblici e privati
per gli istituti di tutela?
E, più in generale, cosa è agli anni passati, così come è avvenuto per la ricerca. Nel nostro settore si avvertono sempre
cambiato negli ultimi anni? maggiori difficoltà a gestire territori vasti sottoposti a tutela, come nel caso dei parchi nazionali
e regionali. Questo perché ci troviamo in una perdurante assenza di fondi adeguati.
AM architetti 109
FOCUS
Fulco Pratesi
Tutela del paesaggio È assolutamente indispensabile trovare un connubio fra il recupero e il riuso di cubature
e tutela del costruito e volumetrie già esistenti invece che andare a occupare territorio ancora vergine. Dovremmo
storicizzato. Due forme di seguire l'esempio di alcune contee inglesi in cui non si concedono licenze per nuovi edifici
salvaguardia diverse, ma se si dimostra che parte del costruito in quella zona è inutilizzato. Occorre anche pensare
al fatto che l'invasione della periferia sui territori ancora vergini danneggia l'economia rurale.
strettamente legate fra
La Pianura Padana, ad esempio, continua a perdere aree coltivabili e questo determina
loro. Come trovare delle
un aumento del costo dei terreni agricoli: una situazione che certo non contribuisce
strette alleanze fra questi
a implementare le coltivazioni.
due settori per combattere
sfruttamento del territorio
e cementificazione?
Ilaria Buitoni Borletti
Credo che le due tutele vadano legate non a doppio, ma a triplo filo. Prendiamo un bene
architettonico come il castello di Masino, di proprietà del Fai in Piemonte. Il castello si trova
in cima a una collina che domina una valle nella quale ora si pensa di costruire un parco
divertimenti e una serie di centri commerciali. Questo rovinerà completamente il bene in
questione. Quindi il rapporto fra il bene artistico e architettonico e il paesaggio che lo circonda
è assolutamente imprescindibile. È necessario che gli elementi di tutela che si estendono sul
bene coprano anche il paesaggio ed ecco perché l'Italia si trova in una situazione così delicata.
Tutti i nostri monumenti e tutte le nostre città d'arte avrebbero bisogno di essere tutelati non
solo in quanto tali, ma anche per quanto riguarda il paesaggio che li circonda. Fare questo
non significa fermare lo sviluppo, bensì optare per uno sviluppo che sia compatibile con il
paesaggio. Se invece si prende una qualsiasi zona industriale di una città italiana, nessuna
amministrazione ha mai pensato di mettere paletti per quanto riguarda la scelta dei materiali di
costruzione, il colore, la disposizione, l'altezza e la volumetria degli edifici. Il risultato è che oggi
l'Italia è una distesa di capannoni industriali bianchi. Se lo stesso scempio fosse stato fatto
ponendo dei parametri, questo fenomeno avrebbe avuto effetti meno devastanti.
Fulco Pratesi
Noi ci occupiamo soprattutto di emergenze di tipo naturalistico, ma in questo caso ci siamo
Come vi siete attivati nella
attivati ugualmente, aprendo le nostre oasi e i loro centri di accoglienza alle persone colpite dal
gestione del recente
terremoto in Abruzzo?
sisma che avevano bisogno di un immediato ricovero. Ritengo che conservare, recuperare e
restaurare il patrimonio artistico delle zone interessate dal terremoto sia importantissimo anche
se molto difficile. In questo senso avere costruito degli edifici nuovi può rappresentare un
rallentamento per l'attuazione del processo. Ricordo cosa accadde nel caso del sisma del Friuli
nel 1976 quando si riuscirono a ricostruire case, chiese e centri storici in un lasso di tempo
abbastanza breve anche grazie all'iniziativa dei privati. Gli esempi da seguire non mancano. Io
sono stato presidente per diversi anni del Parco Nazionale d'Abruzzo e ho visto città che erano
state distrutte dal terremoto del 1915 che hanno costruito nuovi quartieri dotati di abitazioni
antisismiche, ma anche saputo recuperare i propri centri storici, come nel caso di Pescaserroli.
110 AM architetti
Fulco Pratesi
Restiamo nell'attualità e Per gli architetti aumentare cubature e occupazione del suolo è sempre qualcosa di deleterio.
parliamo dei nuovi Decreti Quando cominciai a fare l'architetto, negli anni Sessanta, ogni italiano in media aveva a
Legge, noti come "Piano disposizione mezzo vano, mentre oggi ne ha due. Questo rapporto si traduce in una mole
Casa". Gli architetti hanno enorme di edifici inutilizzati e non rimessi in commercio. Pensare di aumentare le cubature
intrapreso una dura di alcuni edifici del 20 o del 30%, pur con le necessarie tutele del caso, significherebbe creare
battaglia contro queste situazioni molto delicate. Già penso a quanti balconi diverranno verande e così via,
norme. Quali contraddizioni modificando pesantemente il territorio e aumentando la presenza umana. Bisogna stare attenti
o incongruenze riscontrate? perché alcune risorse sono insostituibili e irrecuperabili come il territorio, il paesaggio,
l'ambiente e i beni storici o artistici che vi sono inseriti.
Fulco Pratesi
In generale si avverte un piccolo incremento di interesse nei nostri confronti. Ciò che è
Come è cambiato negli
ultimi anni l’interesse da
parte dei cittadini sui temi cambiato maggiormente in senso positivo è l'attenzione riservata alla fauna selvatica. Negli
da voi trattati? anni Settanta, animali come lupi, orsi, linci e aquile erano considerati soltanto dei predatori
e dunque trattati come creature nocive da cacciare o sopprimere. Oggi, invece, grazie alle
pressioni di associazioni ambientaliste come la nostra, questa concezione in Italia è
profondamente mutata, tanto che chi uccide un lupo rischia il carcere. Per quanto riguarda la
sensibilità verso il paesaggio, qualcosa è cambiato. Più in generale, i progetti di geometri e
architetti sono migliorati per quanto riguarda l'interazione dei nuovi edifici con i territori in cui
verranno inseriti. Molto in questo senso resta comunque da fare e continuano a esistere interi
quartieri e borgate repellenti che andrebbero demoliti. È questa la sfida che dobbiamo vincere
nei prossimi anni in Italia.
AM architetti 111
SCHEDE
112 AM architetti
Progetto Feltrinelli per Porta Volta, Milano
Progetto: Herzog & de Meuron
AM architetti 113
SCHEDE
114 AM architetti
Ponte pedonale, La Roche-sur-Yon (Francia)
Progetto: Bernard Tschumi Architects / Hugh Dutton Associates
AM architetti 115
SCHEDE
116 AM architetti
Bastard-store, Milano
Progetto: Studiometrico
Alcuni anni fa, Comvert produttore platea. Si tratta del baricentro del
di articoli per skateboarders e cinema perché collega tutti gli altri
snowboarders ha deciso che era giunto ambienti principali e funziona come
il momento di trovare un nuovo spazio ‘cerniera’ tra l’asse principale
dove trasferire la propria sede operativa dell’edificio e quello, ruotato, di
e ha affidato a Studiometrico sia Via Slataper. Il pavimento originale
la ricerca dell’immobile, che la sua in marmo giace su di un piano
eventuale ristrutturazione. Il posto leggermente inclinato, le scale hanno
ideale doveva essere abbastanza solidi corrimano in legno curvato.
grande da poter ospitare gli uffici Gli uffici dell’amministrazione sono stati
di amministrazione, la produzione, un organizzati su una pedana in legno
negozio, un magazzino, un accesso per di larice che rettifica l’inclinazione del
le merci e una skate-bowl. Il Progetto pavimento e risolve il problema della Nella pianta in alto e nella sezione in basso si leggono
le scelte progettuali fatte per trasformare la struttura
recupera il Cinema Istria di Milano, distribuzione degli impianti elettrici. del vecchio Cinema Istria di Milano nella prima sede
un edificio con una superficie totale La presenza di tre ‘contenitori-balaustre’ del bastard-store: negozio, magazzino, skate-bowl
di 1.400 mq. L’ingresso principale, garantisce la necessaria intimità rispetto per gli amanti dello skateboard e dello snowboard
un ambiente regolare di 70 mq, è stato agli sguardi dei visitatori del negozio
trasformato nel primo bastard-store. adiacente. All’interno del grande spazio,
Gli elementi d’arredo sono montati su alto circa 15 m, della vecchia platea,
ruote in modo da poter essere disposti a ridosso della parete di fondo dove
liberamente. Lo spazio a mezzaluna un tempo giaceva lo schermo per le
del vecchio foyer, abbracciato da due proiezioni, è stata costruita una struttura
scalinate curve che conducono alla industriale in metallo verniciato su
galleria è collegato attraverso una serie due livelli che viene utilizzata come
di aperture al volume della vecchia magazzino per i prodotti.
AM architetti 117
SCHEDE
Fincube
Progetto: Werner Aisslinger
118 AM architetti
IMPIANTI TECNOLOGICI
IMPIANTI DI AUTOMAZIONE
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
IMPIANTI ANTINTRUSIONE
SGQ
Via C. Colombo, 98 - 64020 S. Nicolò a Tordino (Te)
CERTIFICATO Tel. 0861.432535 - Fax 0861.588369 - Cell. 339.2162026
PROFESSIONAL UNI EN ISO 9001 www.euroimpianti.te.it - info@euroimpianti.te.it
Via N. Fonticoli, 52 - 65017 PENNE (Pe)
Tel. 085.8270717
www.edilpav.it - info@edilpav.it
La società Edilpav S.r.l., leader nel suo campo da oltre 20 anni, rappresenta il referente di fiducia di privati e
aziende per tutto ciò che riguarda la pavimentazione industriale. I punti di forza dell’azienda sono TECNOLOGIA ed
ESPERIENZA. Investendo in alta tecnologia - la società realizza la vibrostesura al laser del calcestruzzo - e offrendo
da sempre elevata professionalità, la Edilpav è in grado di elaborare le soluzioni migliori per i propri clienti. Effettua
una vera e propria progettazione della pavimentazione da realizzare, in funzione della destinazione d’uso, ed una
scelta mirata dei materiali, riuscendo ad offrire ai propri clienti un pavimento resistente alle sollecitazioni di natura
meccanica e all’aggressione degli agenti chimici derivanti dai processi chimici. L’azienda si avvale esclusivamente di
manodopera specializzata e collaboratori fidati, personale opportunamente preparato e motivato per lavorare bene in
ogni circostanza e risolvere in modo dinamico ogni tipo di intervento.
I PRODOTTI
• Pavimentazioni industriali a spolvero di materiali indurenti per l’industria
• Pavimentazioni industriali a spolvero di materiali indurenti per l’edilizia civile
• Pavimentazioni industriali a pastina di materiali indurenti con planarità garantita per magazzini intensivi
• Pavimentazioni industriali a spolvero di materiali indurenti e successivo trattamento superficiale in resina
per l’industria alimentare, farmaceutica, medica
• Rampe carrabili antisdrucciolo con incisione a lisca di pesce
• Pavimenti levigati
• Stampati. Nella realizzazione di una pavimentazione per esterni, è disponibile un prodotto che va a collocarsi
esattamente tra la pietra naturale, bella ma costosa e delicata, e la pavimentazione autobloccante,
prendendo la bellezza e il grande effetto estetico della prima e la praticità e il prezzo accessibile della seconda