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Massimo Brunetta
Leonardo Bandini
Michele De Lorenzi
Proprietà
Brunetta letteraria riservata
Settembre 2006 Engineering Srl, Vicolo Chiuso 4 33170 Pordenone
e Brunetta
COPYRIGHT
email: info@csiberkeley.com
web: www.csiberkeley.com
Questo manuale è stato redatto dalla Brunetta e Brunetta Engineering Srl., su au-
torizzazione della Computers and Structures, Inc., ispirandosi liberamente ai man-
uali originali. Nessuna responsabilità sulla sua correttezza può essere imputata alla
Computers and Structures Inc.
Vicolo Chiuso 4
email: posta@brunetta2.it
web: www.brunetta2.it
i
DICHIARAZIONE LIBERATORIA
ii
RINGRAZIAMENTI
Ringraziamo tutti i numerosi ingegneri strutturisti che, nel corso degli anni, hanno
fornito preziosi suggerimenti ai ni del miglioramento di questo programma.
iii
Indice
Indice
I Concetti base 1
1 Introduzione 3
1.1 Benvenuti in SAP2000 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.3 Argomenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
2.2 Unità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
2.4 Gruppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
2.6 Proprietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.8 Funzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.10 Combinazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
v
Indice
2.13.1 Lo schermo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
2.13.2.2 Prospettiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
2.13.4.2 Denizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
2.13.4.4 Disegno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
2.13.4.5 Selezione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
2.13.4.6 Modica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2.13.4.7 Assegnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2.13.4.9 Analisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Rappresentazioni grache . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Rappresentazioni tabulari . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Diagrammi di funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
2.13.4.11 Veriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
vi
Indice
3 Sistemi di Coordinate 29
3.1 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
4 L'elemento Frame 33
4.1 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
4.7 Massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
vii
Indice
5 L'elemento Shell 55
5.1 Sommario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
5.5.4 Spessore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
5.6 Massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
viii
Indice
6.10 Massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
ix
Indice
x
Indice
xi
Indice
15.12Veriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196
xii
Indice
xiii
Indice
Bibliograa 271
xiv
Elenco delle gure
6.3 Tre delle sei molle non lineari indipendenti in un elemento Link . . . 77
xv
Elenco delle gure
7.1 I sei gradi di libertà per gli spostamenti nel sistema di coordinate
globale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
8.1 Uso del vincolo interno Diaframma per modellare un solaio rigido . 115
9.1 Denizione del sistema di coordinate locali per lo spettro di risposta 126
xvi
Elenco delle gure
13.1 Apertura della nestra Custom Report Writer all'interno di SAP2000 156
xvii
Elenco delle gure
15.6 Finestra Frame Properties per la denizione delle sezioni degli elementi186
15.7 Visualizzazione sul modello delle sezioni assegnate agli elementi asta 187
15.15Visualizzazione del diagramma della forza assiale per il carico DEAD 195
16.9 Finestra con il diagramma di interazione della sezione del pilastro . . 214
16.11Vista in prospettiva con i nomi delle sezioni riportate a anco delle aste216
xviii
Elenco delle gure
18.2 Prospetto della parete e cordoli (in blu) modellati per poter applicare
i carichi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249
18.4 Finestra per la denizione della griglia. Cliccare su Edit Grid... per
aprire la nestra per l'editazione della griglia. . . . . . . . . . . . . . 250
18.5 Finestra per l'editazione della griglia. Inserire i valori come riportati
nella gura per creare la griglia di interesse. . . . . . . . . . . . . . . 251
18.6 Finestra per il settaggio delle opzioni per la nestra attiva . . . . . . 252
18.7 Finestre con visualizzata la griglia di partenza con sfondo bianco . . 253
xix
Elenco delle gure
18.22Finestra per la denizione delle forze per l'analisi statica equivalente 260
18.33Finestra per la scelta dei dati da visualizzare sotto forma tabellare . 268
xx
Elenco delle tabelle
xxi
Parte I
Concetti base
1
Introduzione
Capitolo 1
Introduzione
Tutti e tre i livelli sono dotati di caratteristiche comuni molto sosticate, quali
solutore veloce, carichi forza e spostamento, elementi frame non prismatici, contro-
venti solo tesi, elementi shell molto accurati anche a più strati, analisi modale di
Eigen e di Ritz, sistemi di coordinate multiple per geometrie inclinate, cavi di post-
tensione, svariate opzioni di vincolo interno, capacità di combinare insieme mesh
denite separatamente, molle 6x6 a rigidezza completamente accoppiata, capacità
di combinare insieme o di inviluppare all'interno di una singola esecuzione analisi
dinamiche multiple.
Il livello ADVANCED estende le capacità del livello Plus con l'aggiunta di elementi
link non lineari (gap, hook, isolatori, smorzatori, plastici multi-lineari), di cerniere
plastiche multi-lineari da utilizzare con gli elementi frame, di funi, di molle dipenden-
ti dalla frequenza, di elementi shell multistrato non lineari. Le capacità analitiche
3
Parte I Concetti base
includono: analisi statica non lineare per geometria e materiali, push-over; time-
history non lineare con sovrapposizione modale o integrazione diretta; analisi di
instabilità; analisi del dominio delle frequenze (sia del tipo armonico stazionario che
di quello a densità spettrale di potenza).
Tutti e tre i livelli sono anche dotati di potenti strumenti integrati di progetto/verica
per acciaio, calcestruzzo, alluminio e prolati a freddo. Questi strumenti sono
disponibili all'interno della medesima interfaccia graca già utilizzata per creare
e analizzare il modello. Per acciaio e alluminio è possibile l'ottimizzazione iterativa
della struttura a partire dal predimensionamento iniziale. Il progetto degli elementi
frame in c.a. include il calcolo della quantità di armatura necessaria. Gli elementi
possono essere raggruppati tra loro per necessità di progetto. Per ciascun elemento
i dettagli del calcolo di verica possono essere evidenziati con un singolo tocco del
mouse. E' implementata una gran varietà di normative internazionali, e altre ne
vengono aggiunte in continuazione.
SAP2000 è inoltre dotato di tutta una serie di moduli aggiuntivi con caratteristiche
dedicate a settori specici:
E' possibile avere accesso a tutti i dati di SAP2000, incluse le informazioni sul
modello, i risultati dell'analisi e i risultati delle veriche, attraverso un archivio a
struttura tabulare. I dati tabulari possono essere rappresentati e editati direttamente
per mezzo dell'interfaccia graca oppure esportati a un archivio Microsoft Access o
a un foglio di lavoro Microsoft Excel o anche ad un semplice le di testo. E' possibile
utilizzare i dati così esportati per creare relazioni o per eseguire calcoli autonomi.
Questi medesimi dati tabulari possono a loro volta essere creati autonomamente
e quindi importati all'interno di SAP2000, consentendo così all'utente di generare
o modicare i propri modelli all'esterno del programma stesso. Esiste inoltre la
possibilità di scambiare dati con svariati altri programmi molto diusi per il disegno
e per il calcolo.
4 Benvenuti in SAP2000
Introduzione
1.3 Argomenti
Grassetto per le denizioni Il carattere grassetto ( esempio) viene usato ogni volta
che viene denito un termine o un concetto nuovo.
Per esempio: Il sistema di coordinate globale è un sistema di co-
ordinate tridimensionale, destrorso, rettangolare. Questa frase inizia la
denizione di sistema di riferimento globale.
Corsivo per le variabili matematiche Il carattere normale corsivo (per es. esempio )
è usato per le variabili matematiche scalari mentre il carattere corsivo
grassetto (per es. esempio ) è usato per vettori e matrici. Se una vari-
abile viene usata in un'equazione, si usa il carattere normale in grassetto,
come spiegato in precedenza.
Per esempio: 0 ≤ da < db ≤ L dove da e db sono variabili da specicare
e L è una lunghezza calcolata dal programma.
Corsivo per evidenziare Il carattere corsivo (per es. esempio ) viene usato per ev-
idenziare un punto importante o per il titolo di un libro, manuale o
rivista.
Maiuscolo per dati letterali Il carattere maiuscolo (ESEMPIO) viene usato per rap-
presentare i dati da digitare sulla tastiera esattamente come sono, è tut-
tavia possibile digitare la parola anche in minuscolo.
Per esempio: SAP2000 indica che sulla tastiera potete digitare SAP2000
oppure sap2000.
Nomi con lettera maiuscola I nomi con la lettera maiuscola (Esempio) vengono us-
ati per determinate parti del modello e per la relativa analisi, con un
particolare signicato per SAP2000.
Alcuni esempi:
elemento Frame
Sezione Frame
Condizione di carico
Per esempio:
Tutti i riferimenti bibliograci sono riportati in ordine alfabetico nel capitolo Bibli-
ograa.
6 Riferimenti bibliograci
Modello ed interfaccia graca
Capitolo 2
SAP2000 analizza e progetta una struttura usando un modello che viene denito
attraverso l'interfaccia graca. Il modello è costituito soprattutto dai seguenti tipi
di componenti:
Unità
Oggetti ed elementi
Gruppi
Sistemi di coordinate e griglie
Proprietà
Casi di carico
Funzioni
Casi di analisi
Combinazioni
Impostazioni di Progetto
File di modello
Interfaccia graca
L'interfaccia graca presenta numerose caratteristiche di grande ecacia per gener-
are velocemente il modello. Lo scopo di questo capitolo introduttivo è quello di
fornire una guida dei componenti del modello.
7
Parte I Concetti base
2.2 Unità
SAP2000 lavora con quattro unità di base: forza, lunghezza, temperatura e tempo.
Il programma ore numerose combinazioni di unità elementari, queste sono espresse
come gruppi (forza, lunghezza, temperatura) ad esempio: Kgf-cm-C indica forze
espresse in Kgf, unità di lunghezza espresse in cm, e temperatura in gradi centigradi.
Una importante distinzione deve essere fatta per Massa e Peso. La Massa è usata
per calcolare le azioni dinamiche (forze inerziali) in una analisi dinamica oppure le
forze statiche equivalenti calcolate con l'ausilio dei carichi automatici. Il Peso è una
forza che può essere applicata come ogni altra forza esterna denita.
Accertarsi di usare una unità di forza per inserire il peso e una unità di massa
(forza-sec2/lunghezza) per specicare la massa.
Gli elementi sici del modello sono rappresentati da oggetti. Usando l'interfaccia,
è necessario disegnare la geometria di un oggetto (menu DRAW), successivamente
assegnare (ASSIGN) proprietà e carichi all'oggetto per denire completamente la
membratura sica.
Gli oggetti disponibili sono ordinati nella lista in base alle dimensioni siche:
8 Unità
Modello ed interfaccia graca
Nodi: sono automaticamente creati agli estremi di tutti gli oggetti che saran-
no presentati successivamente. Normalmente non ci sono nodi inseri-
ti nella struttura, se non connessi a tipi di elementi monodimensionali,
bidimensionali, tridimensionali.
Oggetto Area (Area Object ): Usato per modellare muri, setti, solette, e altri mem-
brature bidimensionali spesse come solidi bidimensionali (piani di tensioni,
piani di deformazione e solidi assialsimmetrici).
Per esempio, in un vecchio programma di analisi agli elementi niti non esisteva
la possibilità di inserire carichi concentrati in un punto intermedio di un elemento
nito, tipo un'asta. SAP2000 supera questa limitazione, perché in fase di avvio della
analisi eettua una conversione tra una struttura basata su oggetti in una struttura
basata su elementi niti. Questa conversione è tra l'altro visibile durante l'analisi
nella nestra di messaggio e successivamente dentro i les di log.
Anche le uscite verranno fornite a partire dal modello basato su oggetti e saranno
quindi più facili da interpretare.
Oggetti ed elementi 9
Parte I Concetti base
2.4 Gruppi
• Denizione di sezioni per l'uscita dei risultati: Section Cut con le quali è
possibile sezionare il modello ed ottenere, attraverso integrazione (o somma
nita) le diverse caratteristiche di sollecitazione.
Ogni elemento è individuato nello spazio univocamente rispetto alla sua posizione
(espressa in coordinate) nel sistema di riferimento globale. Questo sistema globale è
costituito da un sistema a tre coordinate cartesiane destrorso. I tre assi del sistema
sono denominati X, Y, Z e sono tra loro perpendicolari.
Per semplicare la fase della modellazione e la fase della rilettura dei risultati si
possono denire sistemi addizionali di coordinate.
Inoltre ci si può muovere facilmente all'interno della griglia e realizzare comode vi-
sualizzazioni della struttura anche se questa non risulta particolarmente simmetrica
o regolare.
10 Gruppi
Modello ed interfaccia graca
2.6 Proprietà
Alcune proprietà, quali le proprietà della sezione e quelle del materiale, sono chia-
mate entità, queste devono essere denite prima della loro assegnazione agli oggetti.
• Una sezione di tipo rettangolare chiamata RECT e una sezione circolare de-
nominata CIRC.
Altre proprietà, come i rilasci alle estremità degli elementi Frame o i vincoli ai nodi,
sono assegnati direttamente agli oggetti. Queste proprietà possono essere cambiate
esclusivamente assegnando altre proprietà agli stessi oggetti; tali entità non sono
indipendenti dagli oggetti.
I carichi (Loads) rappresentano le azioni agenti sulla struttura, come forze, pres-
sioni, cedimenti vincolari, eetti termici, accelerazione al terreno, e altro. Una dis-
tribuzione spaziale di questi carichi è chiamata condizione di carico (Load Case).
Una condizione di carico rappresenta, in denitiva, un carico elementare.
Tale caratteristica, ovviamente valida per analisi lineari, consente di eettuare com-
binazioni a posteriori delle analisi stesse.
Proprietà 11
Parte I Concetti base
Nel caso di carichi deniti come QUAKE, WIND, WAVE compare la possibilità di
una scelta tra carichi predeniti. Per esempio, per carichi di tipo QUAKE tra le
scelte possibili di AUTO LOAD si ha oltre a carichi derivanti da normative per lo
più americane, come UBC97, un carico denominato utente (USER COEFFICIENT),
che potrà essere usato denendo alcuni semplici parametri, come ad esempio l'ac-
celerazione alla base, per generare automaticamente le azioni di una o più analisi
sismica condotte con il metodo statico equivalente (come denito dal D.M. 1996) o
con il metodo statico lineare (come denito dalla OPCM 3274). Al ne di calcolare
la risposta della struttura sotto i carichi elementari è necessario denire e lanciare un
caso di analisi (ANALYSIS CASE). Lo stesso carico elementare può essere applicato
in diversi casi di analisi.
2.8 Funzioni
Le funzioni servono per descrivere come un carico varia in funzione del periodo o
del tempo. Queste funzioni sono necessarie per alcuni tipi di analisi; va tuttavia
12 Funzioni
Modello ed interfaccia graca
sottolineato che non sono utilizzabili per alcun tipo di analisi statica lineare. Una
funzione è una serie di coppie di valori in ascissa-ordinata che rappresentano una
qualunque legge di varianza. Ci sono due tipi di funzioni:
Un caso di analisi denisce come i carichi devono essere applicati alle strutture, e
come è calcolata la risposta delle strutture stesse. Esistono vari tipi dierenti di casi
di analisi. Generalmente le analisi sono classicate come lineari o non lineari, questo
dipende da come la struttura risponde ai carichi.
I risultati delle analisi lineari possono essere sovrapposti, per esempio sommandoli
tra loro.
Statica: è il tipo di analisi più frequente. I carichi sono applicati senza alcun eetto
dinamico.
Analisi modale: calcolo dei modi di vibrare della struttura secondo il metodo di
EIGEN o il metodo di Ritz. I carichi non sono applicati, a meno che essi non
siano usati per generare i vettori di Ritz.
Casi di analisi 13
Parte I Concetti base
Analisi a carichi mobili: questa analisi serve per calcolare la risposta della strut-
tura soggetta al transito di veicoli e in generale a carichi che si muovono su di
essa. Si possono denire diversi tipi di veicolo e assegnare un numero arbitrario
di linee di transito. Verranno considerate tutte le permutazioni derivate dal
posizionamento del carico sulla struttura.
I risultati delle analisi non lineari normalmente non devono essere sovrapposti, a
meno che non si lancino analisi non lineari in successione per tenere in considerazione
l'adattamento della geometria e quindi della rigidezza della struttura.
Non lineare statica: i carichi sono applicati senza eetti dinamici. Questa analisi
può essere utilizzata per metodi tipo Pushover, o costruzioni sequenziali.
Non lineare dinamica: sono applicati carichi con variazione nel tempo. Queste
analisi richiedono la denizione di funzioni valore-tempo. La soluzione di
queste analisi può essere ottenuta con i metodi della scomposizione modale
oppure con i metodi della integrazione diretta.
2.10 Combinazioni
Somma assoluta (absolute type): vengono sommati i valori assoluti delle anal-
isi, o di altre combinazioni incluse.
SRSS: viene eettuata la radice quadrata della somma di quadrati delle analisi, o
di altre combinazioni incluse.
14 Combinazioni
Modello ed interfaccia graca
Il modello della struttura viene inserito dentro un le di estensione SDB. Al mo-
mento del salvataggio viene realizzato anche testo formato ASCII, che contiene tutte
le indicazioni del modello, questo le ha estensione S2K o $2K. Per un archivio
corretto dei modelli realizzati si consiglia di salvare questi due le. Inoltre se nel
modello sono state denite funzioni a partire da le testo, sarà di norma necessario
salvare anche questi le. Durante l'analisi vengono creati nuovi le temporanei al-
l'interno della cartella che contiene il le del modello. I le temporanei vengono
cancellati automaticamente dal programma sbloccando l'analisi.
I le testo con l'estensione S2K o $2K possono in generale essere utilizzati per
modicare la struttura. Si consiglia tuttavia a tale scopo di utilizzare la procedura
di editing interattiva del database che contiene tutte le informazioni del modello.
Con questa procedura verranno visualizzate mediante tabelle tutte le informazioni
del modello. Queste tabelle possono essere esportate su EXCEL, modicate e inne
importate di nuovo in SAP2000.
Impostazioni di Progetto 15
Parte I Concetti base
2.13.1 Lo schermo
Appena avviato il programma, l'interfaccia graca di SAP2000, appare nello schermo
come rappresentato nella Figura 2.1. Le varie parti dell' interfaccia sono etichettate
nella gura e descritte successivamente.
16 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
utilizzando gli standard di Windows. La barra del titolo, nella parte superiore della
nestra, deriva il nome dal modello.
E' attiva una sola nestra di dialogo alla volta e si possono fare operazioni di vi-
sualizzazione solo sulla nestra attiva in quel dato momento. E' possibile attivare
una nestra facendo clic col mouse sulla relativa barra del titolo o all'interno della
nestra stessa.
L'interfaccia graca 17
Parte I Concetti base
Una visualizzazione 3-D mostra l'intero modello dal punto di vista a scelto dall'u-
tente. Gli oggetti che sono visibili non sono limitati ad un singolo piano. La direzione
della visuale è denita da un angolo nel piano orizzontale e da un angolo al di sopra
del piano orizzontale.
2.13.2.2 Prospettiva
In una visualizzazione 3-D è possibile passare da una vista prospettica a una proiezione
ortogonale e viceversa. La vista prospettica è solitamente migliore per visualizzare la
terza dimensione, fuori dal piano. Se la prospettiva viene attivata partendo da una
visualizzazione 2-D, la visualizzazione diventa 3-D nché la prospettiva non viene
nuovamente disattivata.
L'utente può stabilire l'angolo di apertura della prospettiva che denisce la vicinanza
alla struttura. Maggiore è tale angolo, maggiore è la vicinanza e più distorta appare
la struttura.
18 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
L'interfaccia graca 19
Parte I Concetti base
I nuovi modelli possono essere iniziati da zero o da schemi predeniti forniti con il
programma.
Possono essere importati modelli creati con l'interfaccia graca SAP2000, deniti
dai le di testo di analisi SAP90 o da SAP2000 o creati con AutoCAD o con altri
programmi che generano un le .DXF (di sola geometria). Possono anche essere
importati modelli in formato .XLS.
I modelli possono essere salvati in un le standard di database SAP2000, (con es-
tensione .SDB) oppure la geometria del modello può essere salvata in un le .DXF
per essere usata da AutoCAD o da altri programmi. E' anche possibile esportare
le .XLS.
I tipi di uscita comprendono: tabelle dei dati di input, tabelle dei risultati dell'analisi
o delle veriche in formato stampabile, visualizzabile o come foglio di lavoro; stampa
graca della nestra di schermo attiva; uscita a video di animazioni dei modi propri
di vibrare o dei risultati della Time History.
2.13.4.2 Denizioni
Le denizioni sono usate per creare entità che non siano parte della geometria del
modello. Queste entità comprendono:
20 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
• Gruppi di oggetti
• Combinazioni di carichi
La denizione di queste entità viene eseguita usando il menu Dene e non richiede
alcuna selezione preventiva degli oggetti.
Le prime cinque delle suddette entità possono essere assegnate a oggetti selezionati.
Queste entità possono anche essere denite durante l'operazione di assegnamento
dal menu Assign.
Le restanti entità si applicano al modello considerato come un intero e non vengono
assegnate a singoli oggetti.
2.13.4.4 Disegno
Il disegno è usato per aggiungere oggetti nuovi al modello o per modicare un oggetto
alla volta. Gli oggetti comprendono elementi Frame, elementi Shell e i nodi.
Per disegnare, l'utente deve mettere il programma in modalità Draw con un clic su
uno dei sei bottoni per il disegno della barra degli strumenti laterale. In alternativa,
le stesse sei operazioni di disegno possono essere selezionate dal menu Draw. Queste
operazioni sono:
• Aggiungere nuovi elementi Shell con un clic su uno spazio della griglia.
L'interfaccia graca 21
Parte I Concetti base
Nuovi nodi vengono creati automaticamente alle estremità degli elementi Frame e
agli angoli degli elementi Shell. Nodi ed elementi doppi vengono eliminati automati-
camente dal programma.
In modalità Draw, il tasto sinistro del mouse è usato per disegnare e modicare
oggetti, mentre il tasto destro serve per accedere alle proprietà di detti oggetti.
Nelle visualizzazioni 3-D la collocazione del cursore è limitata a posizioni note, come
linee di griglia e nodi esistenti. Nelle visualizzazioni 2-D, il cursore può essere
posizionato ovunque, poichè la terza dimensione (fuori dal piano) è nota.
Nelle visualizzazioni 2-D, i movimenti del cursore possono essere controllati usando
gli strumenti di snap e di drawing constraint (vincolo di disegno) in fase di
disegno e di ritocco (reshaping) degli elementi. Gli strumenti di snap trovano la
posizione di snap più vicina al puntatore quando questo viene mosso sul modello.
Gli strumenti di snap sono un modo veloce ed accurato per disegnare e modicare
elementi. Gli strumenti di snap sono un modo veloce ed accurato per disegnare e
modicare elementi. Essi possono essere attivati e disattivati in fase di disegno. E'
possibile attivare più di uno strumento di snap allo stesso tempo così da avere una
scelta di posizioni di snap. Sono presenti cinque opzioni di snap:
• Snap sui nodi e sulle intersezioni della griglia(Snap to Joint and Grid
Points), questo strumento posiziona lo snap sul nodo o sull'intersezione delle
linee di griglia più vicini al puntatore.
• Snap sui punti medi e sulle estremità ( Snap to Midpoints and Ends);
questo strumento posiziona lo snap sul punto medio o sulla estremità più
vicina di Shells e Frames. Posiziona lo snap anche sulle estremità di elementi
NLLink.
22 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
• X costante ( Constant X) blocca la coordinata X del punto che sta per essere
disegnato.
• Y costante ( Constant Y) blocca la coordinata Y del punto che sta per essere
disegnato.
• Z costante ( Constant Z) blocca la coordinata Z del punto che sta per essere
disegnato.
2.13.4.5 Selezione
La selezione è usata per identicare gli oggetti a cui verrà applicata l'operazione
successiva.
Per selezionare, il programma deve essere messo in modalità Select con un clic
su uno dei bottoni di selezione della barra degli strumenti laterale. In alternativa,
selezionando una qualunque azione dai menu Select o Display il programma va in
modo Select automaticamente.
• e altro ancora.
Nel modo Select, il tasto sinistro del mouse serve per selezionare gli oggetti, mentre
quello destro serve per accede alle proprietà degli oggetti.
L'interfaccia graca 23
Parte I Concetti base
2.13.4.6 Modica
Le operazioni di modica sono usate per apportare cambiamenti al modello. La mag-
gior parte di tali operazioni funzionano con uno o più oggetti selezionati dall'utente.
Le operazioni di modica vengono selezionate dal menu Edit e comprendono:
• Operazione di Dividi (Divide) per elementi Frame o Shell in elementi più piccoli
• e altro ancora
2.13.4.7 Assegnazione
Il comando di assegnazione (Assigning) viene usato per assegnare proprietà e carichi
ad uno o più oggetti selezionati dall'utente. Le operazioni di assegnamento sono
selezionate dal menu Assign e comprendono:
24 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
2.13.4.9 Analisi
Dopo che è stato creato un completo modello strutturale utilizzando le operazioni
sopra descritte, è possibile analizzarlo per determinare gli spostamenti, le tensioni e
le reazioni risultanti.
Prima dell'analisi, è possibile scegliere delle opzioni dal menu Analyze. Queste
opzioni comprendono:
Per far partire l'analisi, selezionare il comando Run dal menu Analyze o fare clic sul
bottone Run Analysis sulla barra degli strumenti principale.
Se viene analizzato un modello molto grande che può richiedere un certo tempo, è
preferibile usare il comando Run Minimized al posto del comando Run nel menu
Analyze.
L'interfaccia graca 25
Parte I Concetti base
I dettagli sui risultati rappresentati possono essere ottenuti con un clic su un nodo
o su un elemento con il tasto destro del mouse.
E' necessario procedere alla selezione preventiva di uno o più nodi di interesse pri-
ma di rappresentare le curve di spettro di risposta. Esiste anche l'opzione di se-
lezionare uno o più nodi e/o elementi di interesse prima di rappresentare le tracce
26 L'interfaccia graca
Modello ed interfaccia graca
2.13.4.11 Veriche
Le veriche sono utilizzate per controllare elementi Frame in acciaio e/o calcestruzzo
in relazione ai diversi requisiti della normativa di progetto. E' possibile eseguire le
veriche solo dopo che la struttura è stata analizzata.
Gli elementi Frame in acciaio possono avere una sezione di peso minimo prelevata
automaticamente da un insieme di sezioni predenite dall'utente. La struttura deve
poi essere analizzata di nuovo e le veriche sottoposte ad ulteriore controllo.
Gli elementi Frame in cemento armato possono avere l'area dell'acciaio di rinfor-
zo longitudinale e di taglio scelta automaticamente in accordo alla normativa di
progetto selezionata. In tal caso non è richiesta una nuova analisi.
L'utente può anche decidere di bloccare il modello in qualunque momento per evitare
cambiamenti o, viceversa, sbloccarlo per permettere di modicarlo. I comandi di
blocco (Lock) e di sblocco (Unlock) sono accessibili dalla barra principale degli
strumenti.
Quando il modello viene sbloccato dopo un'analisi, l'utente viene avvisato che i risul-
tati dell'analisi verranno cancellati. Se non si desidera che ciò accada, è necessario
salvare il modello con un nome diverso prima di sbloccarlo. Qualunque variazione
successiva verrà fatta quindi sul nuovo modello.
L'interfaccia graca 27
Parte I Concetti base
risparmiare tempo quando si lavora con modelli di grandi dimensioni. In questo ca-
so, la nestra di dialogo attiva viene ridisegnata e aggiornata quando lo si desidera
con un clic sul bottone Refresh Window (rinnovo della nestra) sulla barra degli
strumenti principale.
28 L'interfaccia graca
Sistemi di Coordinate
Capitolo 3
Sistemi di Coordinate
Ciascuna struttura può usare molti sistemi di coordinate diversi per descrivere la
posizione dei punti e le direzioni dei carichi, degli spostamenti, delle forze interne, e
delle tensioni.
Argomenti:
Sommario
Sistema di coordinate globale
Direzioni verso l'alto e orizzontale
Sistemi di coordinate locali
3.1 Sommario
I sistemi di coordinate vengono usati per localizzare parti dierenti del modello
strutturale e per denire le direzioni dei carichi, degli spostamenti, delle forze interne
e delle tensioni.
Tutti i sistemi di coordinate del modello sono deniti rispetto ad un unico sistema
di coordinate globale X-Y-Z. Ciascuna parte del modello (nodo, elemento o vincolo
interno) ha il proprio sistema di coordinate locale 1-2-3. In aggiunta, l'utente può
creare sistemi di coordinate alternativi, utili in situazioni speciali. Tutti i sistemi di
coordinate sono sistemi tridimensionali, destrorsi e rettangolari (Cartesiani).
SAP2000 assume sempre che l'asse Z sia l'asse verticale, con +Z rivolto verso l'alto.
La direzione verso l'alto è usata per aiutare a denire i sistemi di coordinate locali.
29
Parte I Concetti base
Tutti gli altri sistemi di coordinate del modello sono deniti rispetto al sistema di
coordinate globale.
SAP2000 assume sempre che l'asse Z sia verticale, con +Z diretto verso l'alto. I
sistemi di coordinate locali per nodi, elementi e carichi dovuti all'accelerazione del
terreno sono deniti rispetto a questa direzione verso l'alto. I carichi dovuti al peso
proprio agiscono verso il basso, nella direzione Z. Il piano X-Y è orizzontale. La
direzione orizzontale principale è +X. Gli angoli nel piano orizzontale sono misurati
dalla metà positiva dell'asse X, dove gli angoli positivi appaiono in senso antiorario
guardando il piano X-Y dall'alto.
Ciascuna parte (nodo, elemento o vincolo interno) del modello strutturale ha il suo
proprio sistema di coordinate locale usato per denirne le proprietà, i carichi e la
risposta. Gli assi dei sistemi di coordinate locali sono denotati con i numeri 1, 2 e
3. In generale, i sistemi di coordinate locali possono variare da un nodo all'altro, da
un elemento all'altro elemento e da un vincolo all'altro.
Non esiste una direzione preferenziale verso l'alto per un sistema di coordinate locale.
Tuttavia i sistemi di coordinate locali per nodi ed elementi sono deniti rispetto alla
direzione verso l'alto del sistema globale, +Z.
Il sistema di coordinate locale 1-2-3 per i nodi normalmente coincide con il sistema
di coordinate globali X-Y-Z.
Per gli elementi Frame e Shell, uno degli assi locali è determinato dalla geometria
dell'elemento individuale. L'utente può denire l'orientamento dei due assi rimanenti
specicando un angolo di rotazione.
Capitolo 4
L'elemento Frame
Argomenti:
Sommario
Collegamento dei nodi
Gradi di libertà
Sistema di coordinate locale
Proprietà della sezione
Scostamenti di estremità
Rilasci di estremità
Massa, Peso proprio
Carico di campata concentrato
Carico di campata distribuito
Output delle forze interne
Eetto degli scostamenti di estremità
33
Parte I Concetti base
4.1 Sommario
• Telai tridimensionali
• Bielle tridimensionali
• Telai piani
• Bielle piane
Un elemento Frame è modellato come un segmento che congiunge due punti. Ciascun
elemento ha il proprio sistema di coordinate locale per la denizione delle proprietà
della sezione e dei carichi e per l'interpretazione dei risultati.
Ciascun elemento Frame può sopportare il carico dovuto al proprio peso, più carichi
concentrati e distribuiti.
Per tener conto della dimensione nita delle intersezioni fra asta e pilastro sono
disponibili gli scostamenti dalle estremità (End Osets). Sono disponibili anche
rilasci alle estremità (End Releases) per modellare dierenti condizioni di vincolo
interno alle estremità dell'elemento.
Le forze interne dell'elemento sono calcolate di norma alle estremità di ciascun ele-
mento o anche in corrispondenza di punti equidistanti fra loro, il cui numero è ssato
dall'utente.
Un elemento Frame è rappresentato da una linea retta che congiunge due punti, i e j.
I due nodi non possono coincidere. Le due estremità dell'elemento vengono indicate
con I e J.
34 Sommario
L'elemento Frame
L'elemento Frame attiva di norma tutti i sei gradi di libertà ad entrambi i nodi.
Tuttavia, i tre gradi di libertà rotazionali non vengono attivati ad un nodo se esso non
riceve dall'elemento né una rigidezza rotazionale né un momento ettente applicato.
• Rilasci di estremità
Ciascun elemento Frame ha il suo proprio sistema di coordinate locale usato per
denire le proprietà della sezione, i carichi e le risposte. Gli assi di questo sistema
locale sono indicati con i numeri 1, 2 e 3. Il primo asse è diretto lungo l'elemento, gli
altri due giacciono nel piano perpendicolare all'elemento con orientamento specicato
dall'utente.
E' importante comprendere bene la denizione del sistema di coordinate locale 1-2-3
e la sua relazione con il sistema di coordinate globale X-Y e Z. Entrambi sono sistemi
di coordinate destrorsi. E' compito dell'utente denire i sistemi locali in modo tale
che l'immissione dei dati e l'interpretazione dei risultati risulti semplicata.
Nella maggior parte delle strutture la denizione del sistema di coordinate locale
dell'elemento risulta estremamente semplicata se si usa l'orientamento di default
(default orientation) e l'angolo delle coordinate dell'elemento Frame (Frame element
coordinate angle). Sono disponibili anche altri metodi.
Gradi di libertà 35
Parte I Concetti base
• Capitolo Sistemi di coordinate per una descrizione dei concetti e della termi-
nologia usati per questo argomento.
• L'asse locale 2 è assunto con direzione positiva verso l'alto (+Z) a meno che
l'elemento non sia verticale, nel caso l'asse locale 2 è assunto orizzontale diretto
lungo la direzione globale +X,
Per elementi verticali, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e l'asse orizzontale +X. In
altre parole, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e il piano verticale che contiene l'asse
locale 1. Per gli esempi si veda la Figura 4.1.
• La densità di peso (peso per unità di volume), w, per calcolare il carico dovuto
al peso proprio (Self-Weight Load)
• L'indicatore del tipo di verica, ides, che indica se l' elemento che usa la
Sezione deve essere vericato come elemento in acciaio, in calcestruzzo o non
deve essere vericato aatto.
• Le aree di taglio, as2 e as3, per il taglio nei piani 1-2 e 1-3 rispettivamente.
Le corrispondenti rigidezze di taglio della Sezione sono date da as2-g12 e
as3-g12. Le formule per il calcolo delle aree di taglio di sezioni tipiche sono
riportate in Figura 4.2.
Tipi di prolo
a j i33, i22, as2 e as3) possono
Per ciascuna Sezione le sei proprietà geometriche ( , ,
essere specicate direttamente, calcolate dalle dimensioni della Sezione specicate, o
lette da un le contenente un database di proprietà specicate. Ciascuna di queste
opzioni è determinata dal tipo di prolo, sh, specicato dall'utente:
• Se sh = G (sezione generale), le sei proprietà geometriche devono essere
specicate esplicitamente;
Le dimensioni richieste per ciascun prolo sono mostrate nella gura 4.3. Si noti
che la dimensione t3 è la profondità della Sezione nella direzione 2 ed è il maggior
contributo a i33. Il calcolo automatico delle proprietà della Sezione è disponibile
per i seguenti tipi di proli:
• sh = R: Sezione Rettangolare
Proprietà della sezione 41
Parte I Concetti base
Le etichette per i tipi di prolo disponibili per un dato le di database si trovano
in un le di codici con l'estensione .LBL. Per esempio, i nomi per il le di database
AISC.PRO si trovano nel le AISC.LBL. Il le di etichette è un le di testo che può
essere stampato o letto con un editor. Ciascuna riga nel le di etichette mostra il
nome o i due nomi corrispondenti ad un singolo tipo di prolo immagazzinato nel
le di database.
L'utente può selezionare il le di database che deve essere usato nel momento in cui
denisce una data Sezione Frame. Il le di database in uso può essere cambiato in
Per ciascun elemento è possibile specicare due zone di estremità rigida ( end o-
sets) usando i parametri io jo che corrispondono, rispettivamente, alle es-
e
tremità I e J. Lo scostamento io è la lunghezza della sovrapposizione di un dato
elemento con altri elementi che si connettono al nodo i. Esso rappresenta la distanza
dal nodo alla supercie della connessione per quell'elemento. La stessa denizione
vale per lo scostamento jo al nodo j. Si veda la Figura 4.4.
Lc = L − (ioff + joff)
Se gli scostamenti dalle estremità sono specicati in modo tale che la luce libera sia
minore dell'1% della lunghezza totale dell'elemento, il programma, dopo un avviso,
provvederà a ridurre proporzionalmente gli scostamenti in modo tale che la luce lib-
era sia uguale all'1% della lunghezza totale. Di norma gli scostamenti dalle estremità
dovrebbero essere una percentuale minima della lunghezza totale.
44 Rilasci di estremità
L'elemento Frame
Rilasci di estremità 45
Parte I Concetti base
4.7 Massa
In un'analisi dinamica, la massa della struttura è usata per il computo delle forze
interne. Il contributo alla massa dell'elemento Frame si trova raggruppato ai nodi i
e j. Non vengono considerati eetti inerziali entro l'elemento stesso.
Nessun momento di inerzia (di massa) è calcolato per i gradi di libertà rotazionali.
Il carico dovuto al peso proprio di tutti gli elementi del modello può essere applicato
a qualunque condizione di carico. Per un elemento Frame, il peso proprio è una
forza distribuita sulla lunghezza dell'elemento. Il valore del peso proprio è uguale
alla densità di peso, w, moltiplicata per l'area della sezione trasversale, a.
Il peso proprio agisce sempre verso il basso, nella direzione dell'asse globale -Z. Il
peso proprio può essere scalato di un fattore che si applica all'intera struttura.
46 Massa
L'elemento Frame
Il carico di campata concentrato (Concentrated Span Load) viene usato per appli-
care forze e momenti concentrati a punti arbitrari su elementi Frame. La direzione
di applicazione del carico può venire specicata con riferimento sia al sistema di
coordinate globale sia al sistema di coordinate locale dell'elemento.
La localizzazione del carico può essere specicata in uno dei seguenti modi:
• Specicando una distanza relativa, rd, misurata dal nodo i. Deve essere soddis-
fatta la condizione 0 ≤ rd ≤ 1. La distanza relativa è la frazione di lunghezza
dell'elemento;
Il carico di campata distribuito (Distributed Span Load) è usato per applicare forze
e momenti distribuiti su elementi Frame. L'intensità del carico può essere uniforme
o trapezoidale. La direzione di applicazione del carico può essere specicata nel
sistema di coordinate globale o nel sistema di coordinate locale dell'elemento.
La lunghezza alla quale viene applicato il carico può essere specicata in uno dei
seguenti modi:
• Specicando due distanze relative, rda e rdb, misurate dal nodo i. Esse devono
soddisfare la relazione 0 ≤ rda ≤ rdb ≤ 1. La distanza relativa è la frazione
di lunghezza dell'elemento;
• Specicando due distanze assolute, da e db, misurate dal nodo i. Esse devono
soddisfare la relazione 0 ≤ da ≤ db ≤ L, dove L è la lunghezza dell'elemento;
Le forze interne dell'elemento Frame sono le forze e i momenti che risultano dall'in-
tegrazione delle tensioni su di una sezione trasversale dell'elemento. Queste le forze
interne:
• P, la forza assiale,
• T, momento torcente
Queste forze interne e questi momenti sono presenti ad ogni sezione trasversale sulla
lunghezza dell'elemento.
La convenzione dei segni è illustrata in Figura 4.9. Le forze interne positive e il mo-
mento torcente agenti sulla supercie positiva 1 sono orientati nella direzione positiva
degli assi delle coordinate locali dell'elemento. Le forze interne positive e il momento
torcente agenti sulla supercie negativa sono orientati nella direzione negativa degli
assi delle coordinate locali. Una supercie positiva 1 è denita come quella supercie
la cui normale verso l'esterno (uscente dall'elemento) è nella direzione locale positiva
1.
Le forze interne dell'elemento Frame sono calcolate per tutti i casi di analisi: Carichi,
Modi di vibrare e Spettri di risposta.
E' importante notare che i risultati dello spettro di risposta (Response Spectrum)
sono sempre positivi e che la corrispondenza fra valori dierenti è stata persa.
Quando sono presenti zone di estremità rigida (End Osets), le forze interne e i
momenti sono stampati in corrispondenza della faccia esterna della zona rigida e
di nseg-1 punti equidistanti entro la luce libera dell'elemento. Nessun output è
compreso entro la lunghezza della zona di estremità, che include anche il nodo. Si
avranno output ai nodi i e j solo quando la corrispondente zona di estremità è nulla.
Per informazioni più dettagliate si veda il paragrafo Zone di estremità rigida (End
Osets) in questo capitolo.
Capitolo 5
L'elemento Shell
L'elemento Shell viene usato per modellare il comportamento a Shell, a membrana
e a piastra nelle strutture piane e tridimensionali.
Argomenti:
Sommario
Collegamento dei nodi
Gradi di libertà
Sistema di coordinate locale
Proprietà della sezione
Massa
Carico dovuto al peso proprio
Carico uniforme
Output delle forze interne e delle tensioni
5.1 Sommario
L'elemento Shell ha una formulazione a tre o quattro nodi che combina il comporta-
mento separato a membrana e quello a piastra ettente. L'elemento a quattro nodi
non deve necessariamente essere piano.
55
Parte I Concetti base
Per ciascun elemento Shell della struttura, l'utente può scegliere di modellare il com-
portamento a membrana, a piastra o a shell completo. Generalmente si raccomanda
di usare il comportamento a shell completo, a meno che l'intera struttura sia piana
e adeguatamente vincolata.
Ciascun elemento Shell ha il suo proprio sistema di coordinate locale per la denizione
delle proprietà del Materiale e dei carichi e per l'interpretazione dell'output. A cias-
cun elemento può essere applicato un carico gravitazionale oppure uniforme in ogni
direzione.
Per la rigidezza dell'elemento Shell viene usata una formulazione variabile, con inte-
grazione numerica da quattro a otto punti. Le tensioni, le forze interne ed i momenti,
nel sistema di coordinate locale dell'elemento, sono valutate ai punti di integrazione
di Gauss 2 per 2 ed estrapolati ai nodi dell'elemento. Una stima approssimata del-
l'errore nelle tensioni o nelle forze interne dell'elemento può essere ricavata dalla
dierenza dei valori calcolati da elementi diversi connessi ad un nodo comune. Ciò
fornirà un'indicazione dell'accuratezza di una data mesh di elementi niti e potrà
essere usata in seguito come base per selezionare una maglia nuova e più accurata.
Ciascun elemento Shell può avere uno o l'altro dei seguenti proli, come mostrato
in Figura 5.1 :
Figura 5.1: Collegamento dei nodi e denizione delle facce dell'elemento Shell
◦
• Il valore di ciascun angolo interno deve essere minore di 180 . I migliori risultati
relativamente al quadrilatero si otterranno quando questi angoli sono vicini a
◦ ◦ ◦
90 , o almeno compresi nell'intervallo fra 45 e 135 .
L'elemento Shell attiva sempre tutti i sei gradi di libertà relativi a ciascun nodo ad
esso connesso. Quando l'elemento viene usato solo come membrana, l'utente deve
assicurarsi che i gradi di libertà per la traslazione normale e per le rotazioni ettenti
abbiano vincoli esterni o altri appoggi. Quando l'elemento è usato solo come piastra,
l'utente deve assicurarsi che i gradi di libertà per le traslazioni nel piano e per la
rotazione intorno alla normale abbiano vincoli esterni o altri appoggi.
E' importante comprendere bene la denizione del sistema di coordinate locale 1-2-3
e la sua relazione con il sistema di coordinate globale X-Y e Z. Entrambi sono sis-
temi di coordinate destrorsi. E' compito dell'utente denire i sistemi locali in modo
da semplicare l'immissione dei dati e l'interpretazione dei risultati. Nella mag-
gior parte delle strutture la denizione del sistema di coordinate locale dell'elemento
default orien-
risulta estremamente semplicata se si usa l'orientamento di default (
tation) e l'angolo delle coordinate dell'elemento Shell (Shell element coordinate
angle). Sono disponibili anche altri metodi.
Per maggiori informazioni si veda:
Gradi di libertà 59
Parte I Concetti base
• L'asse locale 2 viene preso in direzione positiva verso l'alto (+Z) a meno che
l'elemento non sia orizzontale, nel qual caso l'asse locale 2 è preso orizzontale
diretto lungo la direzione globale +Y,
L'angolo fra l'asse locale 2 e l'asse verticale è uguale all'angolo fra l'asse locale 3 e
il piano orizzontale. Ciò signica che l'asse locale 2 punta verso l'alto per elementi
verticali.
Per elementi orizzontali, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e l'asse orizzontale +Y. In
altre parole, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e il piano verticale che contiene l'asse
locale 3. Per gli esempi si veda la Figura 6.1.
Anche per problemi essionali a piastra sottile, dove le deformazioni di taglio sono
davvero trascurabili, la formulazione a piastra spessa tende ad essere più accurata,
sebbene talvolta più rigida, della formulazione a piastra sottile. Tuttavia, l'accu-
ratezza della formulazione a piastra spessa è più sensibile a valori elevati di rapporti
di forma e di distorsioni della maglia di quanto non lo sia la formulazione a piastra
sottile.
• La densità di peso (per unità di volume), w, per il calcolo del carico dovuto al
peso proprio.
5.5.4 Spessore
Ciascuna sezione ha uno spessore membranale costante ed uno spessore a essione
costante. Lo spessore membranale, th, è usato per calcolare:
Di norma questi due spessori coincidono ed è necessario specicare solo th. Tut-
tavia per determinate applicazioni, come la modellazione di superci corrugate, il
comportamento a membrana e quello a piastra ettente non possono essere adeguata-
mente rappresentati da un materiale omogeneo a spessore costante. A tale scopo è
necessario specicare un valore di thb diverso da th.
5.6 Massa
In un'analisi dinamica, la massa della struttura viene usata per il calcolo delle forze di
inerzia. Il contributo alla massa dell'elemento Shell si accumula ai nodi dell'elemento.
Non vengono considerati eetti inerziali entro l'elemento stesso.
La massa totale dell'elemento è pari all'integrale sul piano dell'elemento della densità
di massa, m, moltiplicata per lo spessore, th. La massa totale è ripartita ai nodi
in modo tale che sia proporzionale ai termini diagonali della matrice della massa.
Per maggiori informazioni si veda Cook, Malkus, e Plesha (1989). La massa totale
viene applicata a ciascuno dei tre gradi di libertà traslazionali: UX, UY e UZ. Non
vengono calcolati momenti di inerzia di massa per i gradi di libertà rotazionali.
Il carico dovuto al peso proprio può essere applicato ad ogni condizione di carico per
attivare il peso proprio di tutti gli elementi nel modello. Per un elemento Shell, il
peso proprio è una forza uniformemente distribuita sul piano dell'elemento. L'entità
del peso proprio è pari al peso specico, w, moltiplicato per lo spessore, th.
Il peso proprio agisce sempre verso il basso, nella direzione globale -Z. Il peso proprio
può essere scalato per mezzo di un solo fattore che si applica all'intera struttura.
64 Massa
L'elemento Shell
Il carico uniforme viene usato per applicare forze uniformemente distribuite alle
superci mediane degli elementi Shell. La direzione di applicazione del carico può
essere specicata nel sistema di coordinate globale o in quello locale.
Le intensità di carico sono date come forza per unità di supercie. Le intensità
di carico specicate in sistemi di coordinate diverse vengono convertite nel sistema
di coordinate globale e sommate insieme. La forza totale che agisce sull'elemento
in ciascuna direzione locale è data dall'intensità di carico totale in quella direzione
moltiplicata per l'area della supercie mediana. Questa forza è ripartita sui nodi
dell'elemento.
Le tensioni dell'elemento Shell sono le forze per unità di supercie che agiscono entro
il volume dell'elemento per resistere all'applicazione del carico. Queste tensioni sono:
Le tre tensioni nel piano sono assunte costanti o variabili linearmente entro lo
spessore dell'elemento.
Carico uniforme 65
Parte I Concetti base
E' molto importante notare che queste risultanti della tensione sono forze e momenti
per unità di lunghezza nel piano. Sono presenti in ciascun punto sulla supercie
mediana dell'elemento.
Le convenzioni dei segni per le tensioni e le forze interne sono illustrate in Figura 5.4.
Le tensioni agenti su una supercie positiva sono orientate nella direzione positiva
degli assi locali dell'elemento. Una supercie positiva è quella supercie la cui
normale verso l'esterno (uscente dall'elemento) si trova lungo la direzione positiva
locale 1 o 2.
Le tensioni e le forze interne dell'elemento Shell vengono calcolate per tutti i casi di
analisi: Carichi, Modi e Spettri di risposta.
Per l'analisi dei Carichi e Modale sono calcolati anche i valori principali e le direzioni
principali associate. L'angolo dato è misurato in senso antiorario (visto dall'alto)
dall'asse locale 1 alla direzione del valore principale massimo.
Capitolo 6
Sommario
Collegamento dei nodi
Elementi a lunghezza nulla
Gradi di libertà
Sistema di coordinate locale
Deformazione interne
Nlprop: proprietà generali
Proprietà Nlprop di tipo non lineare
Carichi per deformazioni non lineari
Massa
Carico dovuto al peso proprio
Uscita delle forze e deformazioni interne
69
Parte I Concetti base
6.1 Sommario
L'elemento Nllink viene usato per modellare una non linearità concentrata della
struttura. Il comportamento non lineare è utilizzabile solo durante analisi non lineari
(statiche, dinamiche). Per le altre analisi gli Nllink hanno un comportamento lineare.
Ogni elemento Nllink può essere ad 1 nodo (per esempio molle a terra) o a 2 nodi.
In entrambi i casi le loro proprietà sono denite allo stesso modo.
Ogni elemento è assunto come composto da 6 molle separate, una per ogni grado di
libertà (assiale, taglio, torsione, e momento puro).
• Il secondo gruppo denisce una legge opzionale non lineare che verrà utilizzata
in analisi non lineari.
Se le proprietà non lineari non sono specicate per un dato grado di libertà, solo
la rigidezza elastica, ma non lo smorzamento viscoso, viene usata nelle analisi non
lineari.
Le proprietà per tutti e sei gradi di libertà sono chiamate Nlprop. Un set di Nlprop
consiste in massa, peso e al più in sei relazioni non lineari Forza-Deformazione.
I tipi di relazioni non lineari che si possono modellare attraverso questi elementi
sono:
• Smorzamento viscoso
70 Sommario
L' elemento Nllink
Ogni elemento usa le proprie coordinate locali per denire le proprietà forza-deformazione.
Ogni Nllink può essere caricato per gravità (in ogni direzione).
L'elemento di collegamento attiva sempre tutti e sei i gradi della libertà al relativo
o ai relativi nodi connessi.
A quali gradi della libertà della struttura l'elemento contribuisce alla rigidezza
dipende dalle proprietà assegnate all'elemento. E' necessario, al ne di scongiu-
rare labilità della struttura, vincolare i gradi di libertà non regolati dalle proprietà
degli Nllink.
Nella maggior parte delle strutture la denizione del sistema di coordinate locali
dell'elemento è estremamente semplice.
• Per gli elementi a lunghezza nita questo asse è automaticamente denito come
direzione tra nodo i (primo nodo inserito) e nodo j (secondo nodo inserito).
• Per gli elementi a lunghezza zero l'asse locale 1 predenito è diretto come
l'asse globale Z positivo (verso l'alto).
• L'asse locale 2 viene preso in direzione positiva verso l'alto (+Z) a meno che
l'elemento non sia orizzontale, nel qual caso l'asse locale 2 è preso orizzontale
diretto lungo la direzione globale +X,
Per elementi orizzontali, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e l'asse orizzontale +Y.
In altre parole, ang è l'angolo fra l'asse locale 2 e il piano verticale che contiene
l'asse locale 3. La procedura indicata è la stessa descritta per l'elemento Frame ed
è rappresentata nella Figura 6.1.
Per ogni elemento Link sono denite sei deformazioni interne indipendenti. Queste
sono calcolate dallo spostamento relativo del nodo j rispetto:
• Taglio nel piano 1-2: du2 = u2j − u2i − dj2 r3j − (L − dj2) r3j
• Taglio nel piano 1-3: du3 = u3j − u3i − dj3 r2j − (L − dj3) r2j
dove:
Deformazione interne 73
Parte I Concetti base
74 Deformazione interne
L' elemento Nllink
• u1i, u2i, u3i, r1i, r2i, e r3i sono le traslazioni e le rotazioni al nodo i
• u1j , u2j , u3j , r1j , r2j , e r3j sono le traslazioni e le rotazioni al nodo j
• dj2 è la distanza specicata tra il nodo j e la locazione della deformata a taglio
du2 (zero di default)
• L è la lunghezza dell'elemento
Si fa notare che la deformata a taglio può far nascere delle rotazioni e delle deformate
assiali.
Inoltre una rotazione negativa r2i e r2j è usata per denire taglio e deformazione a
momento nel piano 1-3.
Deformazione interne 75
Parte I Concetti base
Un Nlprop è un set di proprietà strutturali che può essere usato per denire il
comportamento di uno o più elementi di tipo Link. Le Nlprop sono denite indipen-
dentemente dagli elementi link e sono richiamate durante le denizione di questi
elementi.
Fanno parte del set di proprietà anche la massa (intesa come massa traslazionale e
come inerzie rotazionali) ed il peso.
È importante sottolineare che la molla a taglio è locata ad una distanza pari a dj2
dal nodo j. Assumiamo che tutta la deformazione a taglio si espleti in questa molla,
e quindi che il terreno e la struttura connessa siano innitamente rigidi a taglio.
La deformata a taglio può causare la rotazione come una traslazione ai nodi. La
forza in questa molla produrrà una variazione lineare di momento lungo l'altezza. Il
momento dovuto al taglio è indipendente e si sommerà come costante al momento
dovuto alla molla essionale pura.
Figura 6.3: Tre delle sei molle non lineari indipendenti in un elemento Link
Queste Forze e Momenti interni possono essere deniti partendo dalla denizione
delle forze e dei momenti delle molle:
• Assiale: P = f u1
• Taglio nel piano 1-2: V 2 = f u2, M 3s = (d − dj2) f u2
• Taglio nel piano 1-3: V 3 = f u3, M 2s = (d − dj3) f u3
• Torsione: T = f r1
M 2 = M 2s + M 2b
M 3 = M 3s + M 3b
8 9 2 3 8 9
>
>
>
f u1 >
>
>
ku1 0 0 0 0 0 >
>
>
du1 >
>
>
>
>
< f u2 >
>
= 66 ku2 0 0 0 0 7
7 >
>
< du2 >
>
=
f u3
−6
6 ku3 0 0 0 7
7 du3
(6.1)
>
>
> f r1 >
>
>
=
64 kr1 0 0 7
5 >
>
> dr1 >
>
>
>
>
: f r2 >
>
; sym. kr2 0 >
>
: dr2 >
>
;
f r3 kr3 dr3
L'espressione matriciale può essere usata anche per la rappresentazione delle forze
interne e di spostamenti al nodo j per un elemento ad 1 nodo:
8 9 2 3 8 9
>
>
>
P >
>
>
ku1 0 0 0 0 0 >
>
>
u1 >
>
>
>
>
< V2 >
>
= 66 ku2 0 0 0 −dj2 ku2 7
7 >
>
< u2 >
>
=
V3
−6
6 ku3 0 −dj3 ku2 0 7
7 u3
>
>
> T >
>
>
=
64 kr1 0 0 7
5 >
>
> r1 >
>
>
>
>
: M2 >
>
; sym. kr2 + dj32 ku3 0 >
>
: −r2 >
>
;
M3 j
kr3 + dj22 ku2 r3 j
(6.2)
Questa relazione vale anche per elementi a 2 nodi se lo spostamento del nodo i vale
zero.
Una simile relazione può essere espressa anche per il comportamento di smorza-
mento viscoso lineare tranne per il fatto che i coecienti di smorzamento eettivi
sostituiscono quelli di rigidezza e le velocità sostituiscono gli spostamenti.
V2 EI 12 −6 L u2
= 3
M3 j L −6 L 4 L2 r3 j
Da questo si deduce che la rigidezza della molla a taglio equivalente vale: ku2 = 12 EI
L3
posta alla distanza dj2 = L/2 e la molla essionale pura equivalente ha la rigidezza
EI
kr3 = L . Si veda la Figura 6.5.
La rigidezza ecace lineare inoltre è usata per tutti i gradi di libertà lineari durante
le analisi non lineari.
I rapporti ecaci di forza-deformazione per Nlprops sono dati dai valori adatti di
ke in sostituzione di ku1, ku2, ku3, kr1, kr2 e kr3.
Le proprietà di rigidezza eettiva non sono usate per i gradi di libertà non lineari
durante analisi non lineare al passo. Tuttavia, in analisi non lineari al passo di tipo
modal nonlinear time history (metodo FNA) si fa uso dei modi di vibrare computati
sulla base della rigidezza ecace.
• Quando si eettuano analisi basate sul codice UBC del 1994, la rigidezza ef-
cace dovrebbe solitamente essere la rigidezza ecace massima denita dal
codice.
Il valore dello smorzamento lineare eettivo (linear eective damping) viene con-
vertito nel rapporto di smorzamento modale (modal damping ratio), assumendo
uno smorzamento proporzionale. Il valore convertito viene sommato ai valori di
smorzamento modale assegnati. Il programma non permetterà che il valore dello
smorzamento modale totale superi il 99.995% del valore di smorzamento critico.
In una analisi non lineare al passo non viene usato il valore di smorzamento eettivo.
Le proprietà non lineari per ogni Nlprop devono essere di uno dei vari tipi descritti
qui di seguito. Il tipo determina quali gradi di libertà possono essere non lineari e
le leggi forza-deformazione disponibili per quei gradi di libertà.
Ogni grado di libertà può avere impostato una rigidezza eettiva e uno smorzamento
eettivo come descritto precedentemente.
Durante l'analisi non lineare, i rapporti non lineari di forza-deformazione sono usati
a tutti i gradi di libertà per cui le proprietà non lineari sono state specicate. Per
tutti gli altri gradi di libertà, le rigidezze ecaci lineari sono usate durante l'analisi
non lineare.
Le proprietà non lineari non sono usate per qualunque altro tipo di analisi. Le
rigidezze eettive sono usate per tutti i gradi di libertà per tutte le analisi lineari.
Se K è zero, nessuna forza non lineare può essere generata per quel grado di libertà,
con l'eccezione della forza del pendolo nell'elemento di tipo Friction isolator.
IMPORTANTE! E' possibile a volte essere tentati di specicare valori molto gran-
di per K, specialmente per DAMPER, GAP o HOOK. È importante NON farlo.
Se si desidera limitare le deformazioni elastiche in una molla interna particolare, è
solitamente suciente usare un valore di K che è 102 − 104 volte più grande della
rigidezza degli elementi connessi. Valori di K maggiori possono causare dicoltà
numeriche durante la soluzione.
Se non si specicano le proprietà non lineari per un grado di libertà, quel grado di
libertà è lineare usando la rigidezza ecace, che può essere zero. Pertanto al ne di
scongiurare labilità è necessario vincolare in altro modo quel grado di libertà.
f = k dk = c d˙cexp
c
L'esponente della velocità deve essere positivo; la gamma pratica è fra 0.15 e 2.0. La
deformazione totale dell'elemento risulterà pertanto dalla somma della deformazione
della componente elastica e di quella viscosa.
d = dk + dc
Per uno smorzatore puro l'eetto della molla può essere reso trascurabile rendendolo
sucientemente rigido. La rigidezza della componente elastica deve essere grande
abbastanza da far risultare il periodo caratteristico del sistema molla-smorzatore,
dato da τ = c/k (quando l'esponente è 1), di un ordine di grandezza minore della
grandezza dei passi di carico. Il passo di carico rappresenta l'intervallo di tempo nel
quale il valore del carico cambia. La rigidezza non deve essere eccessivamente alta,
altrimenti si incorre in errori numerici.
Se non si specicano le proprietà non lineari per un grado di libertà, quel grado di
libertà è lineare usando la rigidezza ecace, che può essere zero. Pertanto al ne di
scongiurare labilità è necessario vincolare in altro modo quel grado di libertà.
Se non si specicano le proprietà non lineari per un grado di libertà, quel grado di
libertà è lineare usando la rigidezza ecace, che può essere zero. Pertanto al ne di
scongiurare labilità è necessario vincolare in altro modo quel grado di libertà.
Se non si specicano le proprietà non lineari per un grado di libertà, quel grado di
libertà è lineare usando la rigidezza ecace, che può essere zero. Pertanto al ne di
scongiurare labilità è necessario vincolare in altro modo quel grado di libertà.
• La pendenza determinata dagli ultimi due punti inseriti nel semispazio positivo
viene estesa no all'innito (vedere tratto nale nella Figura 6.9).
Il carico ciclico a cui è soggetto l'elemento rappresentato nella Figura 6.9 aumenta
di amplicazione.
Iniziando il ciclo caricando l'elemento nel semispazio positivo (si induce una defor-
mata positiva), il sistema si sposta lungo il tratto 0-1 no a raggiungere il punto 1
che delimita il passaggio dalla fase elastica a quella plastica. Arrivando al punto 1 si
genera per simmetria polare il punto -1 (stessa forza e stesso spostamento cambiati
di segno). Continuando a caricare positivamente ci si dirige verso il punto 2 (abban-
dono della fase elastica). Se si scarica prima di essere giunti al punto 2, il sistema si
muove parallelamente al tratto 0 - 1 no ad arrivare in prossimità del punto -2. Si
fa notare che il punto 2 ancora non si è formato, e non si forma no a che, o si am-
plica il carico nel semispazio negativo oppure, come nel caso indicato nella gura,
tornando a caricare al ciclo successivo si raggiunge nel semispazio positivo il punto 2.
Continuando a caricare si arriva al punto 3, successivamente scaricando, il sistema si
muove raggiungendo il punto -2 ed inne il punto -3. Tutti e tre questi punti (-1, -2
e -3), erano stati generati da deformazioni positive e non da deformazioni negative.
Quando si deniscono i punti sulla curva multi-lineare, va tenuto presente che i punti
simmetrici saranno creati anche se la curva non è simmetrica.
proposto da Wen (1976) e Park, Wen ed Ang (1986) e suggerito per l'isolamento
alla base trattato da Nagarajaiah, da Reinhorn e da Constantinou (1991). Si veda
la Figura 6.10.
dove k2 e k3 sono le costanti elastiche delle molle, yield2 e yield3 sono il valore
delle forze di snervamento, ratio2 e ratio3 sono i rapporti che individuano i rami
plastici con il loro prodotto con le rigidezze elastiche (k2 e k3) e z2 e z3 sono le
variabili isteretiche interne.
p
Queste variabili interne assumono valori compresi nell' intervallo:
p z22 + z32 ≤ 1 e
( )
1 − a2 z22
k2
d˙u2
ż2 −a3 z2 z3 yield2
=
ż3 −a2 z2 z3 1 − a3 z32 k3
yield3 d˙u3
dove:
1 se d˙u2 z2 > 0
a2 =
0 altrimenti
1 se d˙u3 z3 > 0
a3 =
0 altrimenti
Queste equazioni sono le stesse proposte da Park, Wen and Ang (1986) con A=1 e
β = γ = 0.5.
Se solo uno dei gradi di libertà a taglio ha un comportamento non lineare le equazioni
riportate sopra si riducono ad un comportamento di plasticità monoassiale, ed il loro
comportamento è lo stesso descritto dall'elemento Plastic di tipo Wen presentato
precedentemente con l'assunzione di un valore exp = 2.
Le forze di attrito e le forze del pendolo sono direttamente proporzionali alla forza as-
siale di compressione nell'elemento. L'elemento non può trasferire azioni di trazione.
Figura 6.11: Proprietà di un isolatore ad attrito biassiale. Questo modello può essere
usato per risolvere problemi di contatto tra superci di dispostivi di appoggio per
l'isolamento alla base.
k1 du1 if du1 < 0
P ≡ fu1 =
0 altrimenti
fu2f = −P µ2 z2
fu3f = −P µ3 z3
dove slaw2, slaw3 sono i coecienti di attrito a bassa velocità, fast2, fast3 sono i
coecienti di attrito ad alta velocità, ν è la velocità relativa di slittamento espressa
secondo la seguente formulazione:
q
ν = d˙2u2 + d˙2u3
e rate2 e rate3 sono gli inversi delle velocità di scorrimento caratteristiche. Per
una interfaccia Teon-acciaio il coecente di attrito aumenta normalmente con la
velocità di scorrimento (Nagarajaiah, Reinhorn e Constantinou,
p 1991). Le variabili
isteretiche interne assumono valori contenuti nell'intervallo:
p z22 + z32 ≤ 1 e la su-
percie di snervamento è rappresentata dai valori: z22 + z32 = 1. I valori iniziali di
queste due variabili sono zero, e queste si evolvono durante il moto in accordo:
( )
1 − a2 z22
k2
d˙u2
ż2 −a3 z2 z3 P µ2
=
ż3 −a2 z2 z3 1 − a3 z32 k3
P µ3 d˙u3
1 se d˙u3 z3 > 0
a3 =
0 altrimenti
Queste equazioni sono equivalenti a quelle di Park, di Wen e di Ang (1986) con
A=1 e β = γ = 0.5.
La relazione Forza-Deformazione associata all'eetto pendolo risulta:
du2
fu2p = −P radius2
du3
fu3p = −P radius3
IMPORTANTE! Un valore pari a zero del raggio indica una supercie di scorri-
mento piatta e la corrispondente azione di taglio risulta nulla.
Normalmente i raggi indicati nelle due equazioni risultano gli stessi (questo indica
l'utilizzo di una supercie sferica) o uno dei due raggi è zero (utilizzo di una supercie
cilindrica). Se solo uno dei due gradi di libertà a taglio risulta non lineare le equazioni
che descrivono l'eetto dell'attrito risultano le seguenti:
ff = −P µ z
˙
µ = fast − (fast − slow) e−rate d
d˙ (1 − z 2 ) if d˙ z > 0
k
ż =
Pµ d˙ altrimenti
Le equazioni descriventi l'eetto pendolo non cambiano per il grado di libertà non
lineare.
Una molla lineare è applicata per i gradi di libertà essionale e per ogni grado di
libertà a taglio denito come lineare.
Richiedendo una analisi degli autovalori con il vettore di Ritz (vedere le opzioni di
una analisi modale), si può specicare al programma di includere i carichi dovuti a
deformazioni non lineari dei Link presenti nella struttura, oppure si possono passare
i casi del carico per questo scopo. Nel secondo caso può essere necessario passare
no a sei carichi per ogni elemento Link.
Inserire i Carichi dovuti alle deformazioni non lineari degli Nlink è di norma con-
sigliabile.
6.10 Massa
In una analisi dinamica, la massa della struttura è usata per generare forze di inerzia.
La massa passata agli elementi Link viene disposta con il metodo Lumped sui nodi
degli elementi stessi. Nessun eetto inerziale è considerato all'interno dell'elemento.
Il carico dovuto al peso proprio può essere scalato mediante un unico fattore che
agisce su tutta la struttura (Self-Weight Load). Per ciascuno Nlprop può essere
denito il peso proprio: W. La metà di questo peso è assegnata a ogni nodo di ogni
elemento Link. Per gli elementi a singolo nodo, metà del peso è collocato al nodo
dell'elemento Link.
96 Massa
L' elemento Nllink
Può essere richiesta l'uscita delle forze e delle deformazioni interne dell'elemento
Link. Soltanto i risultati per analisi non lineare includono gli eetti non lineari.
Le forze interne dell'elemento sono identicate come P, V2, V3, T, M2 e M3. Le
deformazioni interne sono identicate come U1, U2, U3, R1, R2 e R3 nell'uscita,
corrispondenti ai valori di du1, di du2, di du3, di dr1, di dr2 e di dr3.
Capitolo 7
Sommario
Considerazioni sulla modellazione
Sistema di coordinate locale
Gradi di libertà
Vincoli esterni e reazioni vincolari
Molle
Masse
Carico dovuto a forze
Carico dovuto a spostamenti del suolo
7.1 Sommario
I nodi ( joints), chiamati anche punti nodali, sono una parte fondamentale di ogni
modello strutturale. Essi assolvono a molte funzioni:
Tutti gli elementi si connettono alla struttura (e perciò l'uno all'altro) ai punti nodali:
99
Parte I Concetti base
• Tutti i carichi e tutte le masse applicate agli elementi sono in realtà trasferiti
ai nodi
Tutte queste funzioni vengono discusse in questo capitolo, eccettuati i vincoli interni
(Constraints ) che sono descritti nel capitolo Nodi vincolati internamente.
Usando l'interfaccia graca SAP2000 i nodi sono creati automaticamente alle estrem-
ità di ciascun elemento Frame e agli angoli di ciascun elemento Shell. I nodi possono
anche essere deniti indipendentemente da qualunque elemento. I nodi agiscono
indipendentemente l'uno dall'altro a meno che non siano congiunti da elementi.
I nodi stessi possono essere considerati come elementi senza alcuna connessione.
Ciascun nodo può avere il proprio sistema di coordinate locali per la denizione
dei gradi di libertà, dei vincoli esterni, delle proprietà del nodo e dei carichi, e per
l'interpretazione dell'output del nodo. In molti casi, tuttavia, il sistema di coordinate
globale X-Y-Z è usato come sistema di coordinate locale per tutti i nodi del modello.
Ad ogni nodo ci sono sei gradi di libertà per lo spostamento - tre traslazioni e tre
rotazioni. Queste componenti dello spostamento sono allineate lungo il sistema di
coordinate locale di ciascun nodo.
Gli spostamenti (traslazioni e rotazioni) su ciascun nodo sono prodotti come output,
come pure le forze esterne ed interne ed i momenti agenti su di esso.
Ciascun nodo ha il suo proprio sistema di coordinate locale usato per denire i gradi
di libertà, i vincoli esterni, le proprietà e i carichi sul nodo e per interpretare l'output
del nodo. Gli assi di questo sistema locale sono indicati con i numeri 1, 2 e 3. Per
default questi assi sono identici agli assi globali X, Y e Z rispettivamente. Entrambi
sono sistemi di coordinate destrorsi.
Nella maggior parte delle situazioni il sistema di coordinate locale di default funziona
in modo adeguato. Tuttavia, per particolari scopi di modellazione, può essere utile
usare sistemi di coordinate locali dierenti su alcuni o su tutti i nodi.
• Il nodo può traslare lungo i suoi tre assi locali. Queste traslazioni sono chiamate
U1, U2 e U3.
• Il nodo può ruotare intorno ai suoi tre assi locali. Queste rotazioni sono
chiamate R1, R2 e R3.
Figura 7.1: I sei gradi di libertà per gli spostamenti nel sistema di coordinate globale
Queste sei componenti di spostamento sono note come gradi di libertà del nodo.
I gradi di libertà locali del nodo sono illustrati in Figura 7.1.
In aggiunta ai nodi regolari deniti come parte del modello strutturale, il program-
ma crea automaticamente dei nodi maestri ( master joints) che regolano il com-
portamento di ogni vincolo interno denito dall'utente. Ciascun nodo maestro ha
gli stessi sei gradi di libertà dei nodi regolari. Per ulteriori dettagli si rimanda al
capitolo Nodi vincolati internamente.
Ogni grado di libertà nel modello strutturale deve essere di uno dei seguenti tipi:
Questi diversi tipi di gradi di libertà sono descritti nei paragra seguenti.
Per determinate strutture piane, tuttavia, può essere conveniente limitare i gradi di
libertà disponibili. Per esempio, nel piano X-Z: per una biella piana servono solo
UX e UZ; per un telaio piano servono UX, UZ e RY; inne per una griglia piana o
per una piastra piatta servono solo UY, RX e RZ.
I gradi di libertà che non vengono specicati come disponibili sono chiamati gradi
di libertà non disponibili. Ogni rigidezza, carico, massa, vincolo interno o esterno
che viene applicato ai gradi di libertà non disponibili è ignorato dall'analisi. I gradi
di libertà disponibili possono essere vincolati internamente, vincolati esternamente,
attivi o nulli.
I gradi di libertà non disponibili sono vincolati esternamente. Tuttavia, essi sono
esclusi dall'analisi e, anche se sono non nulli, per essi non viene calcolata alcuna
reazione.
Per maggiori informazioni si veda il paragrafo Vincoli esterni e reazioni nel presente
capitolo.
Un grado di libertà non può essere vincolato sia internamente che esternamente.
Il carico agente lungo ciascun grado di libertà attivo è noto (può essere anche nullo).
Lo spostamento corrispondente sarà determinato dall'analisi.
Se nel sistema ci sono gradi di libertà attivi la cui rigidezza è nulla, come le traslazioni
fuori dal piano in un telaio piano, questi devono essere vincolati esternamente o resi
non disponibili. In caso contrario, la struttura risulta instabile e le equazioni statiche
non verranno risolte.
Se lo spostamento di un nodo lungo uno dei suoi gradi di libertà ha un valore noto, sia
esso zero (per esempio, ai punti di appoggio) o diverso da zero (per esempio, dovuto
ad appoggio con cedimento imposto), a quel grado di libertà deve essere applicato
un vincolo esterno (Restraint). Il valore noto dello spostamento può dierire da
una condizione di carico all'altra, ma il grado di libertà rimane vincolato per tutte
le condizioni di carico. In altre parole, non è possibile che lo spostamento sia noto
in una condizione di carico e sconosciuto (non vincolato) in un'altra condizione di
carico.
I vincoli esterni devono essere applicati anche ai gradi di libertà disponibili del
sistema per i quali sia noto che la rigidezza è nulla, come le traslazioni fuori dal piano
e le rotazioni nel piano di un telaio piano, altrimenti la struttura risulta instabile e
le equazioni statiche non risolvibili.
7.6 Molle
Uno dei sei gradi di libertà di qualunque nodo nella struttura può avere condizioni
di supporto a molla di tipo traslazionale o rotazionale. Queste molle congiungono
elasticamente il nodo al terreno. I supporti a molla in corrispondenza di gradi di
libertà vincolati esternamente non contribuiscono alla rigidezza della struttura.
Le forze elastiche che agiscono su un nodo sono collegate agli spostamenti di quel
nodo per mezzo di una matrice simmetrica dei coecienti di rigidezza della molla
6x6. Queste forze tendono ad opporsi agli spostamenti. I coecienti di rigidezza
della molla sono specicati nel sistema di coordinate locale del nodo. Le forze e i
momenti di molla su un nodo F1 , F2 , F3 , M1 , M2 e M3 sono date da:
F1
u1 0 0 0 0 0
u1
F2 u2 0 0 0 0 u2
F3 u3 0 0 0 u3
= −
M 1
r1 0 0
r1
M sym. r2 0 r2
2
M3 r3 r3
106 Molle
Nodi e gradi di libertà
7.7 Masse
In un'analisi dinamica la massa della struttura è usata per il calcolo delle forze
inerziali. Di norma, il valore della massa è ottenuto dagli elementi usando la densità
di massa del materiale e il volume dell'elemento. Ciò produce automaticamente
masse concentrate (non accoppiate) sui nodi. I valori della massa dell'elemento
sono uguali per ciascuno dei tre gradi di libertà traslazionali. Per i gradi di libertà
rotazionali non viene prodotto nessuno momento di inerzia della massa. Questo
procedimento è valido per la maggior parte delle analisi.
SAP2000 fa sempre uso di masse concentrate allo scopo di avere migliore ecienza
di calcolo e accuratezza nelle soluzioni. Ciò signica che non c'è accoppiamento
delle masse fra i gradi di libertà di un singolo nodo o tra nodi diversi. Queste masse
non accoppiate sono sempre riferite al sistema di coordinate locale di ogni nodo. I
valori delle masse in corrispondenza di gradi di libertà vincolati esternamente sono
ignorati.
Le forze di inerzia agenti sui nodi sono legate alle accelerazioni sui nodi da una ma-
trice 6x6 con i valori delle masse. Queste forze tendono ad opporsi alle accelerazioni.
Nel sistema di coordinate locale di un nodo, le forze di inerzia e i momenti F1 , F2 ,
F3 , M1 , M2 e M3 di un nodo sono dati da:
F1 u1 0 0 0 0 0
ü1
F u2 0 0 0 0 ü2
2
F3 u3 0 0 0 ü3
= −
M
1
r1 0 0
r̈1
M sym. r2 0 r̈2
2
M3 r3 r̈3
dove ü1 , ü2 , ü3 , r̈1 , r̈2 e r̈3 sono le accelerazioni di traslazione e rotazione del
nodo, ed i termini u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono i valori della massa.
W
I valori della massa devono essere espressi in unità di massa (
g ) e i momenti
W L2
di inerzia polare delle masse devono essere in unità
g , dove W è il peso, L la
Masse 107
Parte I Concetti base
Per la formulazione dei momenti di inerzia polare di massa per varie congurazioni
piane si veda la Figura 7.3.
Il carico dovuto a forze ( Force Load) è usato per applicare ai nodi forze e momenti
concentrati. I valori vengono specicati nel sistema di coordinate globale come
mostrato in Figura 7.4. Il carico dovuto a forze può variare da una condizione di
carico all'altra.
Il carico dovuto a spostamenti del suolo viene usato per applicare spostamenti speci-
ci (traslazioni e rotazioni) all'estremità al suolo degli appoggi a vincolo esterno e a
molla del nodo. I valori dello spostamento sono specicati nel sistema di coordinate
globale come mostrato in Figura 7.4.
Tali valori vengono convertiti nelle coordinate locali del nodo prima di essere appli-
cati al nodo attraverso i vincoli esterni e le molle.
I vincoli esterni possono essere considerati come congiunzioni rigide fra i gradi di
libertà del nodo e il suolo. Le molle possono essere considerate come congiunzioni
essibili fra i gradi di libertà del nodo e il suolo
Le componenti dello spostamento del suolo che non si trovano lungo gradi di libertà
vincolati esternamente non caricano la struttura (ad eccezione che nel caso di molle).
Un esempio di quanto detto è illustrato in Figura 7.5.
Nel sistema di coordinate locali di un nodo, le forze ed i momenti applicati sul nodo
F1 , F2 , F3 , M1 , M2 e M3 , dovuti agli spostamenti del suolo, sono dati da
F1 u1 0 0 0 0 0
ug1
F2 u2 0 0 0 0 ug2
F3 u3 0 0 0 u
g3
= −
M1 r1 0 0
rg1
M sym. r2 0 rg2
2
M3 r3 rg3
dove ug1 , ug2 , ug3 , rg1 , rg2 e rg3 sono gli spostamenti del suolo e le rotazioni, e i
termini u1, u2, u3, r1, r2 e r3 sono i coecienti di rigidezza della molla.
Le forze ed i momenti netti della molla che agiscono sul nodo sono la somma delle
forze e dei momenti dati nelle equazioni, e si noti che sono di segno opposto. Su di
un grado di libertà vincolato esternamente, lo spostamento del nodo è uguale allo
spostamento del suolo e pertanto la forza netta della molla è nulla.
Capitolo 8
Argomenti
Sommario
Vincoli interni a diaframma
8.1 Sommario
113
Parte I Concetti base
L'uso dei vincoli interni riduce il numero di equazioni del sistema che devono essere
risolte e di solito migliora l'ecienza del calcolo.
In questo capitolo viene descritto solo il vincolo interno di piano rigido (Diaphragm
Constraint), poiché è il tipo di vincolo usato più comunemente.
Un vincolo interno a diaframma ha l'eetto di far muovere tutti i suoi nodi vincolati
insieme, come se giacessero su di un piano di materiale indeformabile riguardo a
comportamenti a membrana. In eetti, tutti i nodi vincolati internamente sono uniti
l'uno all'altro da connessioni rigide nel piano ma che non inuenzano la deformazione
fuori dal piano (a piastra).
Figura 8.1: Uso del vincolo interno Diaframma per modellare un solaio rigido
Capitolo 9
Argomenti:
Sommario
Casi di analisi
Analisi statica
Analisi a spettro di risposta
Funzioni a spettro di risposta
9.1 Sommario
• Analisi statica
Tutti questi tipi di analisi possono essere svolti durante la stessa esecuzione del
programma, e i risultati possono essere combinati per l'output, con l'unica eccezione
che:
117
Parte I Concetti base
L'utente può scegliere un qualunque numero di analisi di ciascun tipo durante una
singola esecuzione.
Dall'interfaccia graca sono disponibili combinazioni lineari e inviluppi dei vari casi
di analisi.
• L'elemento Frame
• L'elemento Shell
Questi carichi sono calcolati per ogni nodo e per ogni elemento e vengono sommati
sull'intera struttura. I carichi di accelerazione per i nodi sono semplicemente uguali
ai valori negativi delle masse traslazionali dei nodi nel sistema di coordinate locale.
Questi carichi vengono trasformati nel sistema di coordinate globale.
Per tutti gli elementi i carichi di accelerazione sono uguali in ogni direzione ed uguali
al valore negativo della massa dell'elemento. Non sono necessarie trasformazioni di
coordinate.
analisi a spettro di risposta, sebbene a tale scopo sia più indicato l'uso dei vettori
di Ritz.
1 ω
T = e f=
f 2π
E' possibile specicare il numero di modi, n, che devono essere trovati. Il programma
cercherà gli n modi di frequenza più bassa (periodo più lungo).
Il numero di modi eettivamente trovati, n, è limitato da:
Solo i modi che vengono eettivamente trovati saranno disponibili per successive
operazioni riguardanti l'analisi a spettro di risposta.
La ragione per cui i vettori di Ritz portano a risultati eccellenti risiede nel fatto
che essi vengono generati considerando la distribuzione spaziale dell'applicazione
del carico dinamico, mentre l'uso diretto di proli di modi naturali tralascia questa
informazione molto importante.
La distribuzione spaziale del vettore dei carichi dinamici serve come vettore dei
carichi di partenza per iniziare la procedura. Il primo vettore di Ritz è il vettore
di spostamento statico corrispondente al vettore dei carichi di partenza. I restanti
vettori vengono generati da una relazione iterativa in cui la matrice delle masse viene
moltiplicata per il vettore di Ritz ottenuto precedentemente e usata come vettore dei
carichi per la soluzione statica successiva. Ciascuna soluzione statica viene chiamata
un ciclo di generazione.
Quando il carico dinamico è costituito da diverse distribuzioni spaziali indipendenti,
ciascuna di esse può servire come vettore dei carichi di partenza per generare un
insieme di vettori di Ritz. Ogni ciclo di generazione crea tanti vettori di Ritz quanti
sono i vettori dei carichi di partenza. Se uno dei vettori di Ritz generati è ridondante
o non eccita nessun grado di libertà della massa viene scartato e il corrispondente
vettore dei carichi di partenza viene rimosso da tutti i successivi cicli di generazione.
SAP2000 usa i tre carichi di accelerazione come vettori dei carichi di partenza.
Ciò produce migliori risultati per lo spettro di risposta rispetto all'uso dello stesso
numero di auto modi.
Per ortogonalizzare l'insieme dei vettori di Ritz generati vengono usate tecniche di
soluzione standard che producono un insieme nale di modi a vettori di Ritz. Ciascun
modo a vettori di Ritz consiste di un prolo di modo e di una frequenza. L'insieme
completo di modi a vettori di Ritz può essere usato come base per rappresentare lo
spostamento dinamico della struttura.
Una volta che la matrice di rigidezza è resa triangolare, il sistema risulta disac-
coppiato ed è pertanto suciente risolvere ciascuna equazione separatamente. Il
numero di equazioni coincide con il numero di vettori di Ritz richiesti. Ciò for-
nisce un algoritmo estremamente eciente. Il metodo automaticamente comprende
anche i vantaggi delle sperimentate tecniche numeriche di condensazione statica, di
riduzione di Guyan e di correzione statica dovuta a troncamento del modo superiore.
• il numero di modi naturali di vibrazione libera eccitati dai vettori dei carichi di
partenza (a causa del rumore numerico possono inltrarsi alcuni modi naturali
aggiuntivi)
Si veda il paragrafo Gradi di libertà nel capitolo Gradi di libertà dei nodi.
fxn = ϕTn mx
fxn = ϕTn mx
fyn = ϕTn my
fzn = ϕTn mz
dove ϕn è il prolo del modo e mx , m y e mz sono i carichi di accelerazione unitari.
Questi fattori sono i carichi generalizzati agenti sul modo dovuti a ciascun carico di
accelerazione. Sono riferiti al sistema di coordinate globale.
Questi valori vengono chiamati fattori perché sono legati al prolo del modo e ad
una accelerazione unitaria. Ciascun prolo modale è normalizzato o in scala rispetto
alla matrice delle masse in modo tale che:
ϕTn M ϕn = 1
La grandezza e il segno reali dei fattori di partecipazione non sono importanti, mentre
sono importanti i valori relativi dei tre fattori per un dato modo.
2
(fxn )
pxn =
Mx
2
(fyn )
pyn =
My
2
(fzn )
pzn =
Mz
dove fxn , fyn e fzn sono i rapporti di partecipazione deniti nel paragrafo precedente;
e Mx , My e Mz sono le masse totali non vincolate agenti nelle direzioni X, Y e Z. I
rapporti delle masse partecipanti sono espressi in percentuale.
Le somme dei rapporti delle masse partecipanti per tutti i modi no al modo n
vengono stampati insieme con i valori individuali del modo n. Ciò fornisce una
misura semplice di quanti modi sono richiesti per raggiungere un determinato livello
di accuratezza per l'applicazione di carichi di accelerazione del suolo.
Se sono presenti tutti gli auto modi della struttura, il rapporto della massa parte-
cipante per ciascuno dei tre carichi di accelerazione dovrebbe generalmente essere
il 100%. Il valore tuttavia può dierire in presenza di vincoli interni dove con-
dizioni di simmetria impediscono che parte della massa risponda alle accelerazioni
traslazionali.
Queste masse possono essere diverse l'una dall'altra anche se le tre masse traslazionali
assegnate a ciascun nodo sono uguali, poiché i vincoli esterni per i tre gradi di libertà
traslazionali di un nodo non sono necessariamente gli stessi.
Non è prevista una corrispondenza fra due diverse quantità in risposta. Non sono
disponibili informazioni su quando si verica il valore estremo durante l'applicazione
del carico sismico o su quali sono i valori delle altre quantità in risposta in quel
momento.
Se non viene specicata alcuna funzione, si assume una funzione costante di valore
di accelerazione unitario per tutti i periodi strutturali.
Figura 9.1: Denizione del sistema di coordinate locali per lo spettro di risposta
La risposta di pseudo accelerazione spettrale della funzione può venire scalata di una
fattore sf. Dopo che è stato applicato il fattore di scala, i valori dell'accelerazione
devono essere in unità consistenti. Si veda a proposito la Figura 9.2.
Metodo CQC Si deve specicare modc = CQC per combinare i risultati modali
mediante la tecnica della combinazione quadratica completa descritta da Wilson, der
Kiureghian e Bayo (1981). Questo è il metodo di default di combinazione modale.
In aggiunta, il metodo GMC richiede che vengano specicate due frequenze, f1 e f2,
che deniscono il contenuto in risposta rigida del moto del suolo. Queste frequenze
devono soddisfare la condizione 0 < f1 < f2. Si assume che le parti a risposta rigida
di tutti i modi siano perfettamente correlate.
Il metodo GMC assume nessuna risposta rigida al di sotto della frequenzaf1, risposta
pienamente rigida al di sopra della frequenzaf2 ed un ammontare di risposta rigida
interpolata per frequenze comprese fra f1 e f2.
Per esempio, se dirf = 0.3, la risposta spettrale, R, per un dato spostamento, forza
o tensione, sarebbe:
R = max R̄1 , R̄2 , R̄3
dove:
R̄1 = R1 + 0.3 (R2 + R3 )
I risultati ottenuti con questo metodo varieranno in dipendenza dal sistema di coor-
dinate scelto. I risultati ottenuti usando dirf = 0.3 sono comparabili con quelli del
metodo SRSS (per spettri di input uguali in ciascuna direzione) ma possono essere
no al 8% non conservativi o al 4% sovra conservativi, in dipendenza dal sistema di
coordinate. Valori maggiori di dirf tendono a produrre risultati più conservativi.
Le direzioni di accelerazione sono sempre riferite agli assi locali nell'analisi a spettro
di risposta e sono identicate in uscita come U1, U2 e U3.
Reazioni della base Le reazioni della base sono le forze ed i momenti totali in-
torno all'origine globale richiesti dagli appoggi (vincoli esterni e molle) per resistere
alle forze di inerzia dovute all'applicazione del carico a spettro di risposta. Queste
vengono stampate per ciascun modo individuale dopo l'esecuzione della sola combi-
nazione direzionale e vengono successivamente sommate per tutti i modi dopo aver
eseguito la combinazione modale e la combinazione direzionale.
Le forze ed i momenti di reazione sono sempre riferiti agli assi locali nell'analisi a
spettro di risposta, e sono identicati in uscita come F1, F2, F3, M1, M2 e M3.
Caratteristiche ed opzioni
particolari
133
Vincolo di bordo
Capitolo 10
Vincolo di bordo
Nelle fasi di modellazione, specialmente nel caso in cui ci siano numerosi elementi
di tipo area, è facile avere aree adiacenti discretizzate in modo non congruente.
Nella fattispecie, può accadere che un'area abbia una mesh più tta dell'altra.
L'unica soluzione a questo problema consisteva nel rendere congruenti le due aree
manualmente ricorrendo ad elementi niti con inadeguati fattori di forma.
Il vincolo di bordo è uno strumento molto utile perché permette all'utente di ovviare
molto semplicemente al problema sopra enunciato. Attraverso il vincolo di bordo
è possibile creare dei vincoli di tipo lineare ai bordi di elementi shell. Il vincolo,
imposto ad esempio al bordo di due elementi shell con mesh dierente, impone la
congruenza fra le due deformate. La deformata sarà quindi continua fra le due e
seguirà l'andamento della deformata dell'elemento shell con suddivisione interna in
elementi di dimensione maggiore.
Si consideri una struttura a pareti con soletta come quella riportata in gura 10.1.
Si nota come la mesh delle pareti sia dierente da quella della soletta: le pareti sono
suddivise in elementi più piccoli rispetto alla soletta. Questo signica che, in linea
di massima, le deformazioni fra i due non dovrebbero mantenere la congruenza. Il
vincolo di bordo aiuta in questo senso perché permette di imporre la congruenza
nelle deformazioni dei due elementi. La deformata riportata in gura 10.1 mostra
infatti che la congruenza è stata rispettata.
Per modellare una struttura come quella dell'esempio, oltre agli strumenti illustrati
negli altri capitoli del presente manuale, bisogna utilizzare l'opzione per la mesh
automatica ed il comando per l'assegnazione dei vincoli di bordo.
Attraverso il comando Assign > Area > Automatic Area Mesh... aprire la
nestra Assign Automatic Area Mesh (gura 10.2). In questa nestra è possibile
impostare le opzioni per la mesh automatica degli elementi frame. Si fa notare in
particolare il riquadro Restraints and Constraints For Added Points. Spuntando le
135
Parte II Caratteristiche ed opzioni particolari
136
Vincolo di bordo
voci in questo riquadro, si attiva l'opzione per fare in modo che il programma crei
ulteriori vincoli quando sono già presenti dei vincoli agli estremi dell'elemento.
137
Linee di sezione (section cuts)
Capitolo 11
11.1 Introduzione
All'interno di SAP2000 esistono due modi fondamentali per denire una linea di
sezione:
Il primo metodo è il più generale e permette di visualizzare tutti i dati in forma tabel-
lare facilmente esportabile. Il secondo metodo è meno ecace, ma più facilmente
utilizzabile.
In questo capitolo verrà illustrato brevemente solo il secondo metodo, che è anche
quello più semplice e di più immediato uso pratico.
139
Parte II Caratteristiche ed opzioni particolari
Ora, tramite il comando Draw > Draw Section Cut..., si tracci una linea da
destra a sinistra alla base della struttura comprendendo tutti i pilastri e la parete.
La gura11.3 mostra il tracciamento della linea di sezione e la relativa visualizzazione
in una nestra delle forze integrate. Un ingrandimento della nestra è riportato in
gura 11.4.
In quest'ultima gura si nota come l'integrazione delle forze per la direzione X abbia
dato il valore 600 kN . Si noti come questo rappresenti il taglio alla base, che coincide
con la somma delle forze orizzontali applicate ai 3 piani della struttura (300, 200 e
100 kN ). Questo esempio chiarisce come le linee di sezione possano essere un valido
strumento per il controllo delle analisi sismiche, in quanto consentono di vericare
la corrispondenza fra taglio alla base ed azioni applicate.
Se ora si traccia una linea di sezione che include soltanto la parete, come illustrato
in gura 11.5, si avranno le forze integrate per la parete (gura 11.6).
• E' possibile segnalare al programma quali elementi includere nel calcolo delle
forze integrate spuntando o meno le relative voci riportate nel riquadro Re-
sultant Force Location and Angle.
• Da questa nestra è possibile impostare direttamente la linea di taglio modif-
icando valori nel riquadro Section Cutting Line.
• La versione 10 di SAP2000 consente di salvare la linea di sezione appena trac-
ciata e di includerla nelle linee di sezione denite. In questo modo è possibile
visualizzare tutti i dati relativi ad una linea di sezione in modalità tabella.
11.3 Conclusioni
Conclusioni 143
Esportazione ed importazione in Access ed Excel
Capitolo 12
Esportazione ed importazione
in Access ed Excel
12.1 Introduzione
145
Parte II Caratteristiche ed opzioni particolari
Scelte le voci da esportare e cliccato su OK si apre una nestra dove inserire il nome
del le .mdb da salvare.
Da qui è possibile interagire con i dati esportati con i consueti comandi di Ac-
cess. I dati possono essere manipolati per essere inseriti in una relazione oppure
semplicemente per essere analizzati con programmi esterni.
Per fare ciò utilizzare il comando File > Import > SAP2000 MS Access
Database .mdb File... Si aprirà la nestra di gura 12.3.
E' possibile importare i dati per un nuovo modello oppure aggiungerli al modello es-
istente. E' particolarmente utile la seconda opzione. Cliccando sul tasto Advanced
Importazione dal formato MDB 147
Parte II Caratteristiche ed opzioni particolari
Options... si apre la nestra delle opzioni per l'importazione del database riportata
in gura 12.4.
E' possibile esportare in formato XLS con il comando File > Export > SAP2000
MS Excel Spreadsheet .xls File... Si aprirà la nestra di gura 12.6 con la scelta
delle tabelle da esportare in formato Excel. Si noti che è possibile spuntare la voce
Open File After Export, che permette di aprire direttamente Excel una volta
nita l'esportazione.
Scelte le voci da esportare e cliccato su OK si apre una nestra dove inserire il nome
del le .xls da salvare.
Figura 12.8: Importazione da foglio excel. Si noti che la nestra per l'importazione
da Excel è la stessa che per Access
Come per i dati in formato MDB per Access anche i fogli di calcolo in formato
XLS per Excel possono essere modicati o creati direttamente e quindi importati in
SAP2000.
Per fare ciò utilizzare il comando File > Import > SAP2000 MS Excel Spread-
sheet .xls File... Si aprirà la nestra di gura 12.8.
E' possibile importare i dati per un nuovo modello oppure aggiungerli al modello es-
istente. E' particolarmente utile la seconda opzione. Cliccando sul tasto Advanced
Options... si apre la nestra delle opzioni per l'importazione del database riportata
in gura 12.9.
Capitolo 13
Relazione personalizzata
(Custom Report Writer)
13.1 Introduzione
Il programma SAP2000 è dotato di un tool che aiuta l'utente a scrivere relazioni tec-
niche. Il Custom Report Writer, accessibile attraverso il comando File > Custom
Report Writer... (gura 13.1), è stato implementato per permettere all'utente
di avere facile accesso ai dati contenuti nel database che SAP2000 crea per ogni
modello, per poterli estrapolare a piacimento ed inserirli in una relazione.
Select the Current Database File: si sceglie il File Database da cui verranno
recuperati i dati per la relazione. Si hanno i seguenti dati:
Figura 13.1: Apertura della nestra Custom Report Writer all'interno di SAP2000
Report File Type: in questo riquadro viene specicato il tipo di le su cui verrà
scritta la relazione. Si può scegliere tra:
RTF: Rich Text Format. In questo caso è possibile scegliere se aprire il le
direttamente in Word.
TXT: le di testo. In questo caso è possibile scegliere se aprire il le nell'editor
testo di default oppure se stampare direttamente sulla stampante.
HTML: questo le può essere visto da un qualsiasi browser web. Qui è
possibile scegliere se aprire il le direttamente su Internet Explorer.
Report Setup: una volta creato il database o apertone uno, appaiono tutti i dati
contenuti. Attraverso il tasto Add Selected DB Table(s) To Report si
possono aggiungere una o più voci alla relazione che si sta creando. Tali voci
compariranno nell'elenco del riquadro subito sotto:
Items Included in Report (...): qui compaiono tutte le voci aggiunte dal database.
Tramite il tasto Modify/Show a destra è possibile visualizzare o modicare
la voce selezionata. Tramite il tasto Remove a destra è possibile eliminare la
voce selezionata.
Create Report: crea la relazione e la salva in uno dei 3 formati specicati in uno
dei riquadri precedentemente descritto.
Nelle sezioni che seguono non si descriveranno nel dettaglio tutte le caratteristiche
di questo strumento, ma si cercherà di dare un'idea della sua operatività generale.
Tutte le funzioni sono piuttosto intuitive e quindi non necessitano di particolari
spiegazioni una volta acquisiti gli elementi base.
Supponendo di aver già creato il modello di gura 13.3. Si passa ad una breve
descrizione del funzionamento di Custom Report Writer.
Questo strumento consente di relazionare dati di input e/o di output derivanti dal
modello. Spesso, nelle prime fasi del progetto, può essere utile avere una relazione
preliminare riportante solamente alcuni dati di output per un rapido controllo su
quello che si sta facendo o per esporre la situazione a colleghi. Può anche essere
utile avere delle immagini allegate alla relazione.
Con questo sistema è possibile catturare tutte le immagini che si vogliono: sposta-
menti, momenti ettenti, progetto ecc.
In questa nestra scegliere le voci che si vogliono esportare. Si nota che tutti i dati di
input e di output sono esportabili in formato Access. Questo conferisce al software
elevata essibilità. Ad esempio, come illustrato in gura 13.7, scegliere:
• MODEL DEFINITION
X Load Denitions
X Miscellaneous Data
∗ Project Information
• ANALYSIS RESULTS
X Structure Output
∗ Base Reactions
A questo punto sono comparse delle voci nel menu a tendina all'interno del riquadro
Report Setup.
Add Additional Items
Utilizzando i comandi relativi ai tasti riportati nel riquadro
to Report è possibile inserire i vari dati contenuti nel database alla relazione. Man
mano che nuovi oggetti vengono aggiunti questi compaiono nel riquadro Items In-
cluded in Report (Table Formats File for Added Tables: Program De-
fault). In questo caso si vogliono aggiungere le voci che compaiono nella gura
13.8.
Nel seguito si spiega come inserire i dati che si vedono nella gura 13.8.
• Aggiungere una immagine (gura 13.11). Si nota come sia possibile denire
vari parametri di posizionamento della gura e del relativo testo.
E' possibile creare la relazione attraverso il tasto Create Report. Si vuole un le in
formato HTML e quindi spuntare la relativa voce nel riquadro Report File Type
in alto a destra. Cliccando su Create Report si aprirà una nestra che chiede il
nome del le da salvare. Cliccare quindi su Apri per creare la relazione e salvarla
sul le scelto. Quando la creazione è nita si apre una nestra con su scritto Report
Done. Cliccare su OK per ritornare alla nestra base di Report Writer.
E' consigliabile salvare quanto fatto con il tasto Save Named Report in modo da
poter riaprire e modicare la relazione fatta direttamente da SAP2000 in un secondo
momento.
Cliccare alla ne su Done per chiudere la nestra e ritornare all'interfaccia base di
SAP2000.
Il report appare come riportato nelle gure dalla 13.13 alla 13.18. Si noti che,
essendo il le in formato html, può essere modicato successivamente da un pro-
gramma di word processing. In questo modo è possibile fare gli ultimi ritocchi
sull'impaginazione, sulla disposizione delle immagini e delle tabelle.
Tutore rapido
175
Introduzione
Capitolo 14
Introduzione
14.1 Sommario
Questo manuale ha lo scopo di fornire tre tutorial rapidi che permettano a coloro
che usano il programma per la prima volta di avere esempi di esperienze svolte di
facile consultazione. Nel primo tutorial vengono esplorate alcune caratteristiche
di base della modellazione e della progettazione di SAP2000. Nei due successivi
tutorial vengono esplorate diverse caratteristiche di SAP2000 per quanto riguarda
la progettazione in acciaio e in calcestruzzo.
14.2 Organizzazione
Il capitolo 15 fornisce un tutorial rapido in modo che chi usa il programma per la
prima volta abbia un esempio di esperienza svolta di facile consultazione. In questo
tutorial vengono esplorate alcune delle caratteristiche di base di SAP2000.
177
Parte III Tutore rapido
A coloro che usano il programma per la prima volta si raccomanda di leggere il capi-
tolo L'interfaccia graca nel manuale "Per iniziare" prima di arontare i 'tutorial
di questo libro. Il suddetto capitolo permette di acquisire la conoscenza di base dei
menu e dei pulsanti dell'interfaccia graca SAP2000.
Capitolo 15
Tutore di Base
15.1 Sommario
Questo tutorial ha lo scopo di fornire a coloro che usano il programma per la prima
volta un esempio di riferimento facilmente consultabile e di descrivere alcune delle
caratteristiche di base e delle possibilità di SAP2000. Si assume che l'utente abbia
letto il capitolo L'interfaccia graca che si trova nella prima parte di questo man-
uale. Si raccomanda di usare l'Help in linea compreso nel programma. Per maggiori
informazioni riguardo al modello strutturale l'utente può anche riferirsi al manuale
Riferimenti per l'analisi di base SAP2000 nella seconda parte di questo volume.
Acquisita familiarità con il programma, l'utente si accorgerà che l'ordine di alcuni
passi qui descritti è irrilevante. In altre parole, acquisita una certa dimestichezza,
l'utente può scegliere di eseguire le operazioni in un diverso ordine per impostare
ed analizzare il medesimo modello. Si useranno i comandi SAP2000 sia dalle barre
degli strumenti che dai menu, in modo che entrambi i metodi diventino familiari.
Le barre degli strumenti forniscono un rapido accesso ai comandi usati più comune-
mente. Tutti i comandi disponibili sulle barre degli strumenti sono accessibili anche
dalla barra dei menu (Menu Bar).
Il modello scelto per questo esempio viene sviluppato, analizzato, controllato per
quanto riguarda il progetto ed inne modicato. L'esempio seleziona una semplice
trave reticolare piana a cinque campate di tipo Warren, applica carichi concentrati
sia permanenti sia accidentali e, inne, esegue l'analisi per due condizioni di carico.
Vengono eseguite le veriche, secondo AISC/ASD89, per esaminare i coecienti di
utilizzo. La geometria e il carico applicato al modello vengono poi modicati e il
processo viene ripetuto.
179
Parte III Tutore rapido
I paragra che seguono descrivono passo dopo passo la procedura per creare ed
analizzare il modello a trave reticolare. Si raccomanda di eseguire sicamente le
operazioni illustrate mentre si procede nella lettura del capitolo.
Avviare il programma facendo partire SAP2000 dal menu Start o dal Program Man-
ager, in funzione della versione di Windows utilizzata. Si proseguirà ora con lo
sviluppo del modello.
1. Dal menu File, scegliere New Model... Questo comando farà apparire la
nestra di dialogo New Model (nuovo modello). La gura 15.2 mostra tale
mascherina.
2. In questa nestra :
Lo schermo verrà rinnovato e mostrerà le immagini 3-D e 2-D del modello entro
nestre contigue disposte in verticale. La nestra sulla destra dello schermo mostra
la veduta del piano X-Z del modello per Y=0. La nestra a sinistra mostra una
vista prospettica tridimensionale (g. 15.4).
Figura 15.3: Finestra 2D Trusses per l'impostazione del modello a travi reticolari
inclinate
Nota: I vincoli esterni di default sono stati aggiunti al modello nel momento in cui
la casella di controllo dei vincoli esterni è stata barrata nella nestra di dialogo della
2D Trusses.
Verranno usate due sezioni diverse di angolari accoppiati a L per tutta la trave
reticolare utilizzando il le di dati dei proli strutturali fornito con SAP2000. Il le
si chiama SECTIONS.PRO e risiede nella stessa directory dei le di SAP2000.
Nota: Caricando il le EURO.PRO (disponibile nella directory dei les di SAP2000)
al posto di SECTIONS.PRO saranno disponibili le sezioni commerciali europee.
• In questa nestra:
• Apparirà una lista a cascata che mostra tutte le sezioni di angolari ac-
coppiati a L disponibili nel le di dati.
• Fare clic sul pulsante di OK. La nestra di dialogo Double Angle Section
si chiuderà. Si noti che nella nestra di dialogo Frame Sections (sezioni di
elementi Frame) il codice della sezione selezionata (2L5x5x3/4-3/8) viene
aggiunto alle altre sezioni nell'area Frame Sections.
5. Fare clic sul pulsante OK nella nestra Frame Properties (g. 15.6).
1. Selezioneremo gli elementi del corrente superiore della trave reticolare lavoran-
do sul prospetto per mezzo della nestra ad elastico. Per far ciò:
• Fare clic sul pulsante Set Select Tool (Imposta Strumento Selezione)
sulla barra degli strumenti laterale.
Figura 15.6: Finestra Frame Properties per la denizione delle sezioni degli elementi
X Rilasciare il tasto sinistro del mouse per selezionare tutti gli elementi
compresi in questa nestra.
• Fare clic sul pulsante Select using Intersecting Line (modo di selezione
con retta intersecante) sulla barra degli strumenti laterale.
• Rilasciare il tasto del mouse per selezionare tutti gli elementi che interse-
cano questa retta.
La selezione di tutti gli elementi del corrente superiore e di quelli diagonali è ora
completata. Gli elementi Frame selezionati appaiono come linee tratteggiate.
5. Selezionare gli elementi del corrente inferiore costruendo una nestra come nel
passaggio 1 descritto sopra.
Figura 15.7: Visualizzazione sul modello delle sezioni assegnate agli elementi asta
Nota: è sempre possibile cambiare gli attributi della visualizzazione, vale a dire au-
mentare la dimensione del carattere ecc. da Preferences.. > Dimensions/Tolerances...
(preferenze) nel menu Options.
E' possibile disattivare la visualizzazione dei codici della sezione selezionando Show
Undeformed Shape (mostra il prolo indeformato) dal menu Display.
• Fare clic sul pulsante Add New Load (aggiungi un nuovo carico). I due
nomi e i due tipi di condizione di carico appaiono adesso nella lista dei
carichi (Loads).
I carichi permanenti e accidentali sono applicati come carichi sui nodi al corrente
inferiore della trave reticolare. Il valore dei carichi dei nodi permanenti e accidentali
è rispettivamente -10 kips e -40 kips.
1. Selezionare i nodi sul corrente inferiore creando delle nestre ad elastico come
è stato fatto precedentemente per assegnare le sezioni dell'elemento.
2. Dal menu Assign, scegliere Joint Loads (carichi nodi), poi Forces... dal
sottomenu. Apparirà la nestra di dialogo Joint Forces (forze del nodo).
5. Dal menu Assign, scegliere Joint Load, poi dal sottomenu scegliere Forces...
Apparirà di nuovo la nestra di dialogo Joint Forces. (g. 15.9)
6. In questa nestra:
2. Apparirà ora la nestra Save Model File As (salva il le del modello come).
3. In questa nestra:
2. Fare clic su Show Deformed Shape... sulla barra degli strumenti principale.
Apparirà la nestra di dialogo Deformed Shape (prolo deformato).
3. In questa nestra:
• Fare clic su OK
Per confrontare il prolo deformato per le due condizioni di carico, visualizzer-
emo il prolo deformato per la condizione di carico DEAD con una prospettiva
bidimensionale (x-z). Per fare ciò:
(a) Fare clic in un punto qualunque della nestra di sinistra per attivarla.
(b) Fare clic su Set X-Z View sulla barra degli strumenti principale per
ottenere un prospetto del modello. (g.15.13)
Figura 15.13: Confronto dei proli deformati per i carichi DEAD e LIVE
(c) Fare clic con il tasto destro del mouse su un nodo. Si aprirà una nestra
in cui sono mostrati i valori delle traslazioni e delle rotazioni del nodo
selezionato. Inoltre il nodo selezionato lampeggerà sullo schermo. (g.
15.14)
1. Fare clic sulla freccia del pulsante Show Forces/Stresses e quindi su Frames/Cables...
(diagramma delle forze dell'elemento per elementi Frame) sulla barra degli
strumenti principale. Apparirà la nestra di dialogo Member Force Diagram
for Frames.
2. In questa nestra:
3. Fare clic con il tasto destro del mouse su uno degli elementi desiderati nella
nestra di sinistra. Si aprirà una nestra con il titolo Diagrams for Frame che
mostra la variazione della forza assiale lungo l'estensione dell'elemento (g.
15.16) . Muovere il cursore entro la nestra per vedere i valori numerici della
forza assiale e le distanze corrispondenti. Fare clic su Done per chiudere la
nestra.
Figura 15.15: Visualizzazione del diagramma della forza assiale per il carico DEAD
Nota: i risultati possono essere stampati o salvati in forma tabulare scegliendo Print
Tables... (stampa tabella in uscita) dal menu File. I risultati possono essere anche
visualizzati in forma di tabella scegliendo Show Tables... dal menu Display.
15.12 Veriche
Preferences...
1. Fare clic su dal menu Options. Quindi fare click su Steel
Frame Design...
2. Si possono vedere il codice di progetto per l'acciaio correntemente selezionato
ed altre opzioni come è mostrato in gura 15.17.
Veriche 197
Parte III Tutore rapido
1. Dal menu Design, scegliere Steel Frame Design e quindi Start Design/Check
of Structure (inizia la progettazione/il controllo della struttura). Per ciascun
elemento appaiono i coecienti di utilizzo evidenziati con un codice a colori
(g. 15.18).
Attraverso il comando Design > Steel Frame Design > Display Design
Info... compare la nestra Dislay Steel Design Results. In questa nestra è
possibile scegliere di visualizzare i "PM-Ratio Colors & Value" ossia i valori
dei rapporti dei coecienti di utilizzo.
Nota: i coecienti di utilizzo, per default, si riferiscono alle combinazioni
di progetto di default DSTL1, che rappresentano solo il carico permanente, e
DSTL2 in cui sono sommati insieme i carichi permanenti e quelli accidentali
non fattorizzati.
2. Fare clic con il tasto destro del mouse su un elemento desiderato. Si aprirà una
nestra che mostra i risultati dettagliati delle veriche, Steel Stress Check In-
formation, su vari punti lungo l'estensione dell'elemento. E' possibile vedere le
informazioni dettagliate di ciascuna verica per un punto ed una combinazione
198 Veriche
Tutore di Base
di carichi particolari con un clic sul pulsante Details. Fare clic su OK per
chiudere la nestra.
4. Fare clic sulla linea di griglia verticale al centro del modello fra i correnti
inferiore e superiore per ottenere l'elemento verticale.
Può sembrare adesso che la trave reticolare sia completata. Tuttavia, il nuo-
vo elemento verticale non è veramente connesso all'elemento orizzontale del
corrente inferiore. Ciò viene evidenziato con una visualizzazione a elemento
contratto.
5. Fare clic su Object Shrink Toggle sulla barra degli strumenti principale.
6. Per vedere meglio:
• Selezionare Show Axes dal menu View per disattivare gli assi globali
• Fare clic su Rubber Band Zoom sulla barra degli strumenti principale
Figura 15.19: Visualizzazione delle aste singole separate dai nodi utilizzando il
comando Object Shrink Toggle
Ora è possibile vedere che l'elemento di mezzo del corrente inferiore deve
essere diviso in due. Una soluzione consiste nell'usare l'opzione Divide
Frames nel menu Edit.
• Fare clic su Pointer Tool sulla barra degli strumenti laterale in modo
da passare al modo SELECTION (selezione).
• Fare clic su Points and Grid Points sulla barra degli strumenti laterale
per impostare lo snap ai punti e ai punti della griglia.
• Fare clic sul nodo più a sinistra dei tre nodi di mezzo. L'inizio del primo
elemento verrà posizionato nella localizzazione esatta del nodo.
• Quando viene mosso il mouse, una barra ad elastico mostrerà dove verrà
disegnato il primo elemento. Fare clic sul nodo mediano per disegnarlo.
• Fare un doppio clic su quello più a destra dei tre nodi di mezzo per far
terminare il secondo elemento. Il doppio clic fa cessare la barra ad elastico
no al successivo clic singolo.
• Analizzare la struttura
• Eseguire le veriche.
Capitolo 16
16.1 Sommario
In questo tutorial vengono esplorate molte delle caratteristiche di base della proget-
tazione in calcestruzzo di SAP2000. Scopo di questa introduzione è fornire all'utente
che si avvicina per la prima volta al programma un'esperienza svolta di facile con-
sultazione per la progettazione di telai in calcestruzzo con SAP2000. Il programma
consente di scegliere diverse normative U.S.A. ed internazionali per progettare e
vericare le strutture in calcestruzzo. Per un riferimento rapido nel programma è
compreso un Help in linea. Si assume che il lettore abbia una conoscenza operativa
delle procedure di progettazione in calcestruzzo ed una discreta familiarità con le
normative di uso corrente e con i criteri di progettazione ad esse inerenti.
Useremo i comandi SAP2000 sia dalla barra degli strumenti principale, sia dalla
barra laterale che dai menu. Le barre degli strumenti consentono un rapido accesso
ai comandi più frequentemente usati disponibili dai menu.
Nella sequenza di assegnazione, ci sono due punti importanti da tenere in mente. Per
prima cosa, è necessario denire un'entità prima di poterle assegnare un attributo,
secondariamente è necessario selezionare uno o più elementi prima di assegnare nuovi
attributi o modicare i vecchi.
La struttura è un edicio per uci a due piani e a due per due campate, localizzato
in zona sismica n. 4 (area a forte rischio sismico). E' progettato come un telaio in
calcestruzzo resistente a momento speciale usando la normativa ACI 318-99.
203
Parte III Tutore rapido
16.2.1 Geometria
La struttura a due piani ha un diaframma rigido parziale a livello di piano e un
diaframma rigido completo a livello di copertura (si veda la Figura 16.1). L'altezza
Per l'analisi con SAP2000, il valore di Ec viene modicato per prendere in consider-
azione la fessurazione. Per i pilastri che si assume abbiano circa il 2% di armatura
in acciaio viene usato un fattore di 0.4, mentre per le travi si usa un fattore di 0.5.
16.2.4 Analisi
Ai due piani vengono applicati due vincoli interni di piano rigido. Questi vincoli
impediscono gli spostamenti relativi dei nodi nel piano. Si assume che i carichi
sismici laterali siano applicati al baricentro del piano.
16.2.5 Veriche
Le veriche sono svolte in accordo con ACI 318-99. Per il modello si usano unità
kip-pollici. Il le di input è EXCONC.SDB ed è incluso nel pacchetto SAP2000.
16.3 Iniziare
Qui di seguito viene illustrata una procedura passo dopo passo per la progettazione
del modello. Si raccomanda di eseguire sicamente questi passaggi parallelamente
alla lettura del capitolo. Si assume che il programma sia stato fatto partire senza
problemi.
In questo tutorial, quando possibile, verranno usate le barre degli strumenti per
accedere velocemente alle varie opzioni. A molte delle possibilità disponibili sulle
barre degli strumenti è possibile accedere anche dai menu. Per una descrizione
dettagliata delle videate fare uso dell'Help in linea o fare riferimento al manuale.
1. Fare clic su Open dal menu File. Apparirà la nestra Open Model File.
2. In questa nestra di dialogo:
• EXCONC.SDB.
Selezionare il le
206 Iniziare
Veriche per il calcestruzzo armato
Nota: quando si lavora con più nestre è suciente cliccare su ognuna per
attivarla.
Prima di proseguire, copieremo il le di dati salvando il modello con un nuovo
nome, per esempio TUTOR1.SDB. Useremo la copia durante l'esecuzione del
tutorial e lasceremo inalterato il le originale.
3. Dal menu File, scegliere Save As....Apparirà la nestra di dialogo Save Mod-
el File As.
4. In questa nestra:
1. Fare clic su Run Analysis sulla barra degli strumenti principale. Si apre la
nestra Set Analysis Cases to Run. In questa nestra fare clic su Run Now:
viene aperta una nestra in cui vengono riportate progressivamente le varie
fasi dell'analisi. Quando l'analisi è completata lo schermo apparirà come in
gura 16.3.
3. Fare clic su OK nella nestra in primo piano per chiuderla. Nella nestra
attiva (quella di destra in questo esempio) apparirà un prolo deformato per
la prima condizione di carico (DL) come indicato nella gura 16.4 .
Preferences...
1. Fare clic su dal menu Options. Quindi cliccare su Concrete
Frame Design...
2. Si possono ora vedere la normativa di progetto scelta, i fattori di riduzione
della forza, i parametri del diagramma di interazione ed altri parametri, come
mostrato nello schermo in gura 16.5 . Non bisogna apportare alcuna modica.
Nota: poiché nel modello non sono state denite combinazioni di carico, il pro-
getto SAP2000 ha automaticamente assegnato un insieme di combinazioni di
carico basate sulla normativa selezionata (ACI per Concrete). Le combinazioni
di carico di default possono essere aggiunte mediante uno dei modi seguenti:
• Fare clic una volta su Add Default Design Combo menu Dene .
• Quando non ci sono combinazioni di carico di progetto denite nel mod-
ello, fare clic su Select Design Combos... dal menu Design > Con-
crete Frame Design .
• Oppure, sempre nel caso che le combinazioni di carico di progetto non
Start Design/Check of Struc-
siano denite nel modello, fare clic su
ture dal menu Design > Concrete Frame Design .
2. Fare clic con il tasto destro del mouse su un pilastro, per esempio l'elemento
2 (si veda la Figura 16.7). Si aprirà la nestra di dialogo Concrete Column
Nota: il numero delle stazioni di verica (numero di segmenti +1) usati nel
progetto è ssato dall'utente attraverso i comandi Frame/Cable/Tendon e
Output Stations... dal menu Assign prima della fase di analisi. Il numero
di segmenti di default è 4 per le travi e 2 per i pilastri.
Figura 16.9: Finestra con il diagramma di interazione della sezione del pilastro
Una volta che l'analisi e le veriche preliminari sono state completate con successo,
modicheremo le proprietà di sezione di tutti i pilastri del piano terra prima di
ripetere l'analisi. Inizialmente, nell'analisi, a ciascun pilastro del piano terra è stata
attribuita la sezione di tipo 2. In riferimento alla gura 16.11, cambieremo il tipo di
sezione di ciascun pilastro del piano terra a 1.
Figura 16.11: Vista in prospettiva con i nomi delle sezioni riportate a anco delle
aste
Si noti che ci sono già quattro tipi di sezioni denite in precedenza nel modello che
sono state identicate numericamente come 1, 2, 3 e 4. Per fare queste modiche,
cambieremo la visione prospettica nella nestra di destra in modo da rendere visibili
per la selezione tutti i pilastri. Si noti che questa nestra mostra correntemente
l'armatura longitudinale del progetto precedente.
1. Fare clic su Show Undeformed Shape dalla barra degli strumenti principale
2. Fare clic su Set (xz) View dalla barra degli strumenti principale per ottenere
una visione dall'alto
3. Fare clic su Perspective Toggle dalla barra degli strumenti principale. Ap-
parirà un prospetto tridimensionale. Tutti i pilastri eccetto i due nel mezzo
saranno resi visibili. I due pilastri non visibili si sovrapporranno l'un l'altro.
Per guardarli meglio, dobbiamo ruotare il modello intorno ad un asse verticale.
4. Fare clic su Set 3D View... sul menu View. Aumentare l'angolo della vista
planare (plan View Direction Angle) da 270 a 300 sulla nestra Set 3D View
ed inne fare clic su OK.
Ora, con tutti i pilastri visibili, possiamo selezionare e modicare le loro infor-
mazioni sulle sezioni di progetto. Si ricordi che SAP2000 mantiene due insiemi
di informazioni per le sezioni: uno è per l'analisi e l'altro per il progetto. Cam-
biare il tipo di sezione a questo punto andrà ad inuire solo sulla sezione di
progetto. Per aggiornare la sezione di analisi, è necessario richiedere esplicita-
mente un aggiornamento delle informazioni sull'analisi stessa usando la voce
Update Analysis Sections nel menu Design.
5. Per vedere le assegnazioni correnti delle sezioni di progetto, si segua questa
procedura:
• Fare clic sulla voce Display Design Info... dal menu Concrete Frame
Design sotto Design. Selezionare l'opzione Design Input.
• Selezionare Design Sections dalla lista a cascata.
• Fare clic su Select Using Intersecting Line sulla barra degli strumenti
principale.
• Rilasciare il tasto sinistro del mouse per selezionare tutti gli elementi che
intersecano la barra ad elastico.
Nota: si possono selezionare tutti i pilastri al piano terra in una unica oper-
azione. Ciascun elemento può anche essere selezionato con un semplice clic
sull'elemento stesso.
La selezione di tutti i pilastri del piano terra è ora completa. Gli elementi
selezionati appaiono come linee tratteggiate.
7. Dal menu Design > Concrete Frame Design, scegliere View Revise
Overwrites... Apparirà la nestra di dialogo Concrete Frame Design
Overwrites per modicare le sezioni e i fattori di progetto. I fattori di pro-
getto sono dipendenti dalle varie normative. Per cambiare le sezioni da questa
nestra:
• Fare clic sulla voceDisplay Design Info.... dal menu Design >
Concrete Frame Design. Selezionare l'opzione Design Output.
• Selezionare Longitudinal Reinforcing dal menu a tendina.
• Fare clic su Set Default 3D View dalla barra degli strumenti principale
per visualizzare i risultati in un orientamento usato in precedenza.
Si noti che, come risultato della modica della sezione, le aree delle armature di
quei particolari pilastri vengono cambiate. Per vedere la dierenza, si confronti
la schermata di gura 16.13 con quella di gura 16.6.
• Fare clic su Get Previous Selection dalla barra degli strumenti lat-
erale per selezionare nuovamente gli elementi del telaio selezionati in
precedenza.
• Nel menu Design > Concrete Frame Design fare clic su Verify Anal-
ysis vs Design Section... Verrà attivata una nestra di dialogo che
domanda Analysis and design sections dier for 8 concrete frames. Do
you want to select them?. Fare clic su YES per selezionare le sezioni
che dieriscono da quelle originarie usate per l'analisi.
Figura 16.14: Sezioni riprogettate dopo aver rieseguito l'analisi con gli elementi
cambiati
Siamo giunti alla ne di questo tutorial sulle opzioni di progettazione in c.a. di
SAP2000. Lo scopo era quello di sottolineare e di dimostrare alcune caratteristiche
di base per aprire la strada all'esplorazione e all'uso delle opzioni più avanzate. Per
maggiori informazioni sui vari argomenti, si consulti l'Help in linea fornito con il
programma.
Capitolo 17
17.1 Sommario
In questo 'tutorial, il cui scopo è quello di fornire all'utente che si avvicina per la
prima volta al programma un'esperienza svolta di facile consultazione, vengono es-
plorate molte delle caratteristiche di base della progettazione in acciaio di SAP2000.
Il programma consente di scegliere tra diverse normative U.S.A. ed internazionali
per le veriche ed il progetto di strutture in acciaio. Si assume che il lettore abbia
una conoscenza operativa delle procedure di progettazione in acciaio ed una discreta
familiarità con le normative di uso corrente e con i criteri di progettazione ad esse
inerenti. Nel programma è compreso un Help in linea per un rapido riferimento.
Useremo i comandi SAP2000 sia dalla barra degli strumenti principale, sia dalla
barra laterale che dai menu. Le barre degli strumenti consentono un rapido accesso
ai comandi più frequentemente usati disponibili dai menu.
La struttura è un edicio per uci a due piani e a due per tre campate. Il telaio
è progettato in accordo alla normativa AISC-LRFD93. Nell'analisi e nella proget-
tazione di questo telaio viene considerata la forza indotta da un terremoto, anche
se gli speciali requisiti per la progettazione di telai in acciaio duttili resistenti al
momento non sono per adesso disponibili in SAP2000.
223
Parte III Tutore rapido
17.2.1 Geometria
Il telaio a momento resistente è in acciaio strutturale come mostrato in Figura 17.1. Il
secondo piano è in lamiera grecata con getto collaborante in calcestruzzo alleggerito,
mentre il tetto è in lamiera grecata semplice. L'altezza tipica di piano è 13'0". Le
dimensioni iniziali degli elementi sono date in Figura 17.1.
I carichi permanenti e accidentali sono applicati come carichi di campata sulle travi,
calcolati sulla base dei seguenti carichi distribuiti:
Tetto
Solaio
Muro esterno
Forze sismiche statiche equivalenti sono applicate come carichi laterali sui nodi nelle
direzioni globali X e Y separatamente. Il tagliante alla base in ciascuna direzione è
di 51 kips.
17.2.4 Analisi
Ai due solai vengono applicati due vincoli interni di piano rigido. Questi vincoli
impediscono gli spostamenti relativi dei nodi in ciascun piano. I carichi sismici
laterali sono applicati su punti nodali dei solai.
17.2.5 Veriche
Le veriche e la progettazione vengono svolte in accordo con AISC-LRFD93. Per il
modello si usano come unità di misura kip-pollici. Il le di database di input per
questo modello è EXSTL.SDB ed è fornito come parte del pacchetto SAP2000.
17.3 Iniziare
Di seguito viene illustrata una procedura passo dopo passo per il controllo della
tensione e la progettazione del modello. Si raccomanda di eseguire sicamente questi
passaggi durante la lettura del capitolo. Si assume che il programma sia stato avviato
senza problemi, ad esempio lanciando SAP2000 dal menu Start di Windows.
In questo tutorial, quando possibile, verranno utilizzate le barre degli strumenti per
accedere velocemente alle varie opzioni. A molte delle funzioni disponibili sulle barre
degli strumenti è possibile accedere anche dai menu. Per una descrizione dettagliata
dello schermo SAP2000 usare l'Help in linea o questo manuale.
1. Fare clic su Open dal menu File. Apparirà la nestra di dialogo Open Model
File.
2. In questa nestra di dialogo:
• Selezionare il leEXSTL.SDB.
• Fare clic su Open.
Se nell'apertura viene visualizzata una sola nestra basta eseguire il comando
Options > Windows > Two Tiled Vertically per ottenere la visualiz-
zazione a due nestre aancate verticalmente. Cliccare sulla nestra di sin-
istra e quindi sul tasto Set XY View per ottenere una vista in pianta della
struttura.
226 Iniziare
Veriche per l'Acciaio
Lo schermo include ora due nestre aancate in verticale (g. 16.2).La nestra
di sinistra mostra una pianta del modello al livello +312 pollici. In questa
visualizzazione non sono mostrati i codici delle sezioni. Nella nestra di destra
viene mostrata una vista 3-D del modello con la numerazione (codici) di nodi
e elementi. In aggiunta, sul lato sinistro della nestra principale è visualizzata
la barra degli strumenti laterale insieme con la barra degli strumenti principale
in alto (gura 17.2).
1. Fare clic su Run Analysis sulla barra degli strumenti principale. Si apre la
nestra Set Analysis Cases to Run. In questa nestra fare click suRun Now:
viene aperta una nestra in cui vengono riportate progressivamente le varie
fasi dell'analisi. Quando l'analisi è completata lo schermo apparirà come in
gura 17.3.
3. Fare clic su OK nella nestra in primo piano per chiuderla. In risposta verrà
visualizzato un prolo deformato nella nestra di destra, che si trova in modo
3D, per la prima condizione di carico (DL). Vedere la gura 17.4.
Preferences...
1. Fare clic su dal menu Options. Quindi fare click su Steel
Frame Design...
2. Si possono ora vedere la normativa di progetto scelta, i fattori di riduzione
della forza, i parametri del diagramma di interazione ed altri parametri, come
mostrato nello schermo in gura 17.5.
Dopo che sono state completate la fase di analisi e quella di selezione della normativa,
esamineremo ora i coecienti di utilizzo degli elementi usando i requisiti di AISC-
LRFD93.
1. Dal menu Design > Steel Frame Design, scegliere Start Design/Check
of Structure. Il programma adesso calcola i coecienti di utilizzo per tutti
gli elementi del telaio in acciaio. ( Se solo alcuni elementi sono stati selezionati,
allora verranno calcolati i coecienti di utilizzo solo per quelli). In pochi mo-
menti saranno visualizzati per ciascun elemento i coecienti di utilizzo per
mezzo di un codice a colori (gura 17.6) .Attraverso il comando Design >
Steel Frame Design > Display Design Info... compare la nestra Display
Steel Design Results. In questa nestra è possibile scegliere di visualizzare i
PM-Ratio Colors & Value ovvero si visualizzano i valori dei rapporti dei coef-
cienti di utilizzo. Per default, questi sono i coecienti di utilizzo forza assiale-
momento che, in accordo alla normativa, non dovrebbero superare 1.0. Nello
schermo vengono riportati i coecienti di utilizzo relativi alla combinazione
dei carichi più gravosa
Nota: poiché nel modello non sono state denite combinazioni di carico, il pro-
getto SAP2000 ha automaticamente assegnato un insieme di combinazioni di
carico in accordo con la normativa di progetto selezionata ( AISC-LRFD93
per Steel ). Le combinazioni di carico di default possono essere sommate
mediante uno dei tre modi seguenti:
Fare clic una volta su Add Default Design Combo nel menu Dene.
Altrimenti, quando nel modello non sono denite combinazioni di carico di
Start Design/Check of Structure
progetto, fare clic su dal menu Design
> Steel Frame Design .
2. Fare clic con il tasto destro del mouse su un elemento, per esempio la trave sulla
linea di griglia A (elemento 38). Si veda la Figura 17.1 a pagina 225 . Si aprirà
la nestra di dialogo Steel Stress Check Information che mostra i coef-
cienti di utilizzo su vari punti situati lungo l'asse dell'elemento per diverse
combinazioni di carico. La nestra di dialogo mostra anche le informazioni
riguardanti la sezione strutturale (W18x50) assegnata all'elemento. Il coe-
ciente di utilizzo più alto è evidenziato. La nestra può anche mostrare infor-
mazioni riguardo ai dettagli (Details) delle veriche e i nuovi dati sovrascritti
( Overwrites) dell'elemento selezionato. Vedere gura 17.7.
3. In questa nestra:
le proprietà di un insieme di elementi che sarà illustrato nella sezione che segue
Per cambiare le proprietà dell'elemento di un gruppo.
(a) Fare clic su Cancel per chiudere Steel Frame Design Overwrites.
(b) Fare clic su Cancel per la nestra Steel Stress Check Information.
Una volta che l'analisi e le veriche sono state completate con successo, modicher-
emo la lunghezza laterale non vincolata a svergolamento di tutte travi portanti dal
momento che i coecienti di utilizzo sono maggiori di 1 per alcune travi ed il rappor-
to l/r>200 per molte di esse. Inizialmente, nelle veriche, la lunghezza lateralmente
non vincolata di ciascun elemento è stata assunta uguale alla lunghezza complessiva
dell'elemento su entrambi i lati, maggiore e minore, vale a dire l22=l33=L. Tuttavia,
le travi secondarie della struttura del solaio forniscono dei vincoli esterni contro lo
spostamento laterale della angia compressa, cioè contro lo svergolamento. In rifer-
imento alla Figura 17.1 (pagina 225), assumeremo la lunghezza non vincolata nella
direzione minore, l22, di ciascuna trave in direzione N-S (Y-Y) come il 33% della
lunghezza reale. Allo stesso modo, per travi che si estendono in direzione E-O (X-
X), assegneremo a l22 il 25% della lunghezza reale. Per operare queste modiche
cambieremo la prospettiva nella nestra di destra in modo da rendere visibili tutte le
travi per la selezione. Si noti che questa nestra mostra per il momento i coecienti
di utilizzo risultanti dalle veriche precedenti in una vista 3D.
• Fare clic su Select Using Intersecting Line sulla barra degli strumenti
laterale.
• Rilasciare il tasto sinistro del mouse per selezionare tutti gli elementi che
intersecano questa linea. L'area dei messaggi all'angolo in basso a sinistra
risponde mostrando il messaggio 8 Frames Selected (8 aste selezionate).
Nota: per selezionare tutte le travi N-S, è necessario fare questa operazione
(passaggio 3) due volte; una volta per tutte le travi fra le rette A e B, ed una
volta per le travi che si estendono fra le rette B e C.
4. Dal menu Design > Steel Frame Design, scegliere View/Revise Over-
writes... Steel Frame Design Overwrites
Apparirà la nestra di dialogo
(gura 17.12) In questa nestra:
• Fare clic su OK per accettare il nuovo valore della lunghezza non vincolata
allo svergolamento.
• Fare clic su Refresh Window nel menu View. Si noti che come risultato
dell'utilizzo di lunghezze non vincolate più corte, i coecienti di utilizzo
per questi particolari elementi sono diminuiti in maniera signicativa.
5. Ripetere i passaggi 3 e 4 per modicare tutte le travi E-O (X-X), con l'avverten-
za di immettere 0.25 come lunghezza non vincolata allo svergolamento.
Dopo aver cambiato la lunghezza non vincolata, molti degli elementi a trave risultano
sovradimensionati eccettuati i soli 3 elementi che sono sottodimensionati. Questi tre
elementi hanno codici in rosso. Come esercizio, selezioneremo nuove sezioni per
questi elementi sottodimensionati utilizzando una procedura automatica.
Queste tre travi sono identicate dai numeri 31, 33 e 35. Al momento tutti questi
elementi hanno una sezione W18x35. Se sostituiamo gradualmente queste sezioni
con sezioni più grandi, il rapporto di tensione può essere portato vicino a 1 pur
rimanendo minore di 1. La sezione W18x50 soddisferà i requisiti. Faremo invece un
esercizio che mostra come selezionare le sezioni in modo automatico.
Nella nestra di destra, dove i rapporti di tensione dell'acciaio sono mostrati in 3D:
• Verrà attivata una nestra di dialogo che domanda Sbloccare il modello can-
cellerà i risultati dell'analisi! Volete procedere ' (Unlocking model will delete
OK.
analysis results! OK to delete'). Fare clic su
• Fare clic sul menu Assign, selezionare la voce Frame Sections... ed inne
scegliere Sections... Si aprirà la nestra di dialogo Frame Properties. In
questa nestra di dialogo selezionare AUTO1 e fare clic su OK. Ciò farà
cambiare la schermata in seguito al riconoscimento che gli elementi selezionati
hanno sezione AUTO1.
• Rianalizzare il modello con un clic su Run Analysis sulla barra degli stru-
menti principale. Fare clic su OK per chiudere la nestra di primo piano.
• Start Design/Check
Ricalcolare i coecienti di utilizzo facendo clic sulla voce
of Structure nel menu Design. Visualizzare nuovamente i coecienti di uti-
lizzo con il comando Design > Steel Frame Design > Display Design
Info. In risposta si otterranno i nuovi coecienti di utilizzo in una vista 3D
nella nestra di destra (gura 17.14)
Si noti che come risultato del cambio di sezione, i coecienti di utilizzo per
quelle travi particolari sono cambiati. Per vedere la dierenza, si confronti la
schermata di gura 17.14 con quella di gura 17.13.
• Per vedere le nuove sezioni selezionate, fare clic sulla voce Display Design
Info... nel menu Design. Ciò farà apparire la nestra di dialogo Display Steel
Design Results. In questa nestra, selezionare l'opzione Design Input,
accettare le Design Sections dalla lista a cascata Design Input e fare clic
su OK. In questo modo le nuove sezioni selezionate verranno mostrate nel
prospetto 3D della nestra di destra (gura 17.15).
E' importante rendersi conto che i cambiamenti apportati alla sezione degli elementi
nella fase di progettazione non si riettono automaticamente nei risultati dell'analisi.
Questi cambiamenti sono limitati solo alla fase di verica, a meno che non venga
richiesta dall'utente una ripetizione dell'analisi con elementi aggiornati. In altre
parole, il riscrivere le proprietà di sezione ha eetto solo sui valori delle veriche
e non sulle forze dell'elemento ottenute nell'analisi precedente a tali cambiamenti.
La ridistribuzione delle forze dell'elemento dovuta alla variazione della rigidezza
(revisione delle proprietà della sezione) viene eettuata in una ripetizione dell'analisi.
Le proprietà della sezione possono solo essere aggiornate su un insieme di elementi
selezionati. E' necessario rinnovare il modello dell'analisi, rianalizzare il modello e
riprogettare la struttura. Per far ciò:
• Nel menu Design fare clic sulla voce Verify Analysis Design Section...
Si aprirà una nestra con il messaggi: Analysis and design dier for 3 steel
frames. Do you want to select them?. Fare clic su Yes.
• Dal menu Analyze, scegliere Run. Ciò farà immediatamente partire la pro-
cedura di analisi. Viene aperta una nestra in cui vengono visualizzate pro-
gressivamente le varie fasi di analisi. I risultati saranno ovviamente diversi
da quelli ottenuti nell'analisi iniziale a causa del cambiamento delle proprietà
della sezione operato in fase di progettazione. Fare clic su OK per chiudere la
nestra.
Siamo giunti alla conclusione di questo tutorial sulle opzioni di progettazione del-
l'acciaio di SAP2000. Lo scopo di questo tutorial era quello di evidenziare e di
dimostrare alcune delle caratteristiche di base per aprire la strada all'utente che
voglia esplorare ed utilizzare le opzioni più avanzate. Per maggiori informazioni sui
vari argomenti si consulti l'Help in linea fornito con il programma.
Capitolo 18
18.1 Introduzione
Il presente capitolo verte sui passaggi da eseguire per costruire il modello di una
struttura in cemento armato a telaio e con pareti. Contiene inoltre particolari note
sui parametri da impostare per analisi di tipo sismico. Le analisi sismiche che si
vogliono eseguire sono analisi di tipo statico equivalente e analisi di tipo spettrale.
A dierenza degli altri, questo capitolo sarà meno dettagliato nella descrizione dei
vari passi da eettuare, essendo l'attenzione focalizzata sui parametri per le analisi
sismiche.
Nella fattispecie si tratta di una struttura intelaiata in c.a. E' costituita da quattro
campate nella direzione x di lunghezza 6 m ciascuna e di 3 campate nella direzione
y di lunghezza 6 m, 6 m e 4.5 m. Si sviluppa per 4 piani in altezza (h piano = 3 m).
Tutti i pilastri hanno sezione 35 cm x 35 cm , mentre le travi hanno sezione 35 cm
x 50 cm. Agli estremi sono poste due pareti strutturali a tutta altezza di spessore
25 cm.
I carichi della struttura sono pari a 5 kN/m2 per i carichi permanenti e 2 kN/m2 per
i carichi variabili. I carichi verranno applicati come carichi lineari uniformemente
distribuiti alle travi nella direzione y. Per le travi in direzione y centrali il carico
lineare sarà quindi 5 kN/m2 × 6 m = 30 kN/m per quello permanente e 2 kN/m2 ×
6 m = 12 kN/m per quello variabile. I relativi carichi da applicare alle estremità
247
Parte III Tutore rapido
Figura 18.2: Prospetto della parete e cordoli (in blu) modellati per poter applicare
i carichi
saranno dimezzati. Dato che questi ultimi devono essere applicati linearmente alla
parete, si inserisce un cordolo, di dimensione trascurabile rispetto a quella del setto,
al solo scopo di ripartizione dei carichi. Esso viene modellato lungo le pareti come
in gura 18.2.
Figura 18.4: Finestra per la denizione della griglia. Cliccare su Edit Grid... per
aprire la nestra per l'editazione della griglia.
Figura 18.5: Finestra per l'editazione della griglia. Inserire i valori come riportati
nella gura per creare la griglia di interesse.
Figura 18.6: Finestra per il settaggio delle opzioni per la nestra attiva
imposta la nestra corrente con sfondo bianco. Cliccare sull' altra nestra e
ripere l'operazione in modo da avere due nestre con sfondo bianco come in
gura 18.7. Questa funzione è particolarmente utile per esportare immagini
dei modelli da stampare o da allegare in una relazione.
4. Usando il comando Dene > Frame Sections denire le sezioni delle aste.
Si denisca la sezione per le travi in direzione y (35 cm x 50 cm), per il pilastro
(35 cm x 35 cm), quella per il cordolo (25 cm x 25 cm) e quella per le travi
nei telai esterni in direzione X (35 cm x 50 cm). Le immagini delle gure 18.8,
18.8 e 18.10 illustrano le nestre che compaiono.
5. Con il comando Dene > Area Section... denire la sezione per la parete
andando a modicare lo spessore di quella di default. Introdurre lo spessore
pari a 25 cm. Figure 18.11 e 18.12.
(b) Disegnare anche gli elementi linea attraverso il comando Draw > Quick
Draw Frame/Cable/Tendon. Ricordarsi di selezionare la corretta
sezione per pilastri, travi e cordoli da inserire in corrispondenza di ogni
piano nella parete.
(c) Selezionare gli elementi appena disegnati e tramite il comando Edit >
Replicate... (gura 18.13) copiarli all'altro estremo della struttura. Si
Figura 18.7: Finestre con visualizzata la griglia di partenza con sfondo bianco
(d) Posizionarsi ora sul piano Y-Z @ X=6 e disegnare il telaio attraverso il
comando Draw > Quick Draw Frame/Cable/Tendon. Scegliere op-
portunamente la sezione dei vari elementi frame (gura 18.15). Disegnare
velocemente travi e pilastri tracciando una nestra attorno alla travata o
alla pilastrata mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse. Una volta
terminato il telaio selezionare tutti i sui elementi dopo essere ritornati nel
modo Select Mode. Quindi replicare, attraverso il comando Edit >
Replicate..., il telaio appena disegnato 2 volte in direzione x in modo
da ottenere la situazione di gura 18.16.
(e) Ora posizionarsi nel piano X-Z @ Y=0. E tracciare le travi di bordo.
Quindi fare la stessa cosa nel piano X-Z @ Y=16.5.
(f ) Dopo essere usciti dal comando per il disegno di elementi asta posizionarsi
nel piano X-Y @ Z=0. Selezionare tutti i punti del piano e, tramite
(g) Posizionarsi sul piano superiore (Z=3). Selezionare tutti i punti del piano
e, tramite il comando Assign > Joint > Constraints..., assegnare
il vincolo di diaframma rigido a tutti i punti del piano (gura 18.18).
Ripetere la stessa operazione per tutti i piani no alla copertura. Si
avranno alla ne 4 diaframmi rigidi (gura 18.19).
(a) Con il comando Dene > Load Cases... aprire la nestra Dene
Loads e denire i carichi come in gura 18.21.
258 Struttura da Analizzare
Esempio di analisi sismica
Figura 18.22: Finestra per la denizione delle forze per l'analisi statica equivalente
(b) Aggiungere il carico quakex e quakey. Per quakex procedere come segue:
denire il nome quakex nella casella Load Name; impostare QUAKE nel
menu a tendina Type; impostare User Coecient nel menu a tendina
Auto Lateral Load; quindi fare click su Add New Load per aggiungere il
Modify Lateral Load
carico per l'analisi statica equivalente. Cliccare su
per inserire i dati tramite l'apposita nestra riportata in gura 18.22.
In questa nestra è possibile denire la direzione della forza sismica da
applicare ad ogni piano secondo l'altezza rispetto alla base della struttura.
Si possono denire l'eccentricità e il coeciente di taglio alla base. In
questo modo è possibile denire tutti i parametri richiesti dalle correnti
normative per eettuare un'analisi statica equivalente. Cliccare su OK
per chiudere la nestra. Quindi ripetere tutte le operazioni descritte per
denire le forze statiche equivalenti in direzione Y.
(c) Con il comando Dene > Functions > Response Spectrum... aprire
la nestra Dene Response Spectrum Functions (nestra 18.23) per
260 Struttura da Analizzare
Esempio di analisi sismica
(e) L'ultimo parametro da denire per l'analisi sismica è il parametro che sp-
iega al programma dove andare a prelevare la massa. Tramite il comando
Dene > Mass Source... aprire la nestra Dene Mass Source
(gura 18.29). Impostare le voci come riportate nella gura.
9. Selezionare gli elementi area delle pareti. Tramite il comando Assign > Area
> Automatic Area Mesh... aprire la nestra di gura 18.31 per impostare
le opzioni per il mesh automatico degli elementi area.
Figura 18.26: Denizione del caso di carico con spettro di risposta in direzione U1
12. Con il comando Display > Show Tables... si possono visualizzare i dati
di output in forma tabellare. Figura 18.33. Selezionando le voci illustrate
in gura, si avranno per output le reazioni alla base e le caratteristiche dei
modi di vibrazione della struttura. Queste informazioni sono utili sia nelle fasi
successive di progetto, sia nelle prime fasi di controllo dei dati di output del
programma. La gura 18.34 mostra l'output tabellare delle reazioni alla base
per ogni combinazione di carico. La gura 18.35 mostra l'output tabellare
delle informazioni relative ai modi di vibrazione della struttura.
Nota Importante: si tenga presente che l'esempio è stato utilizzato solo per dare
un'ulteriore idea su come modellare una struttura in SAP2000. In una reale appli-
cazione progettuale potrebbe essere necessario aggiungere altre combinazioni di carico
e/o denire altri parametri.
Figura 18.27: Denizione del caso di carico con spettro di risposta in direzione U2
Figura 18.30: Finestra per l'assegnazione dei carichi uniformemente distribuiti alle
aste
Figura 18.33: Finestra per la scelta dei dati da visualizzare sotto forma tabellare
18.3 Conclusioni
Con questo rapido tutorial si è voluto dare delle indicazioni su come impostare un
modello per eettuare analisi dinamiche per l'individuazione dei modi di vibrare
della struttura, analisi statiche equivalenti e analisi con spettro di risposta.
270 Conclusioni
Bibliograa
Bibliograa
[1] AASHTO, 1992, Standard Specications for Highways Bridges, 15th Edition,
The American Association of State Highway and Transportation Ocials, Inc.,
Washington, D.C.
[2] AASHTO, 1994, LRFD Bridge Design Specications, Customary U.S. Units,
1st Edition, The American Association of State Highway and Transportation
Ocials, Inc., Washington, D.C.
[3] ACI, 1995, Building Code Requirements for Structural Concrete (ACI 318-95)
and Commentary (ACI 318R-95), American Concrete Institute, Farmington
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