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Ermes di fino:
“Mamma, perché vorresti spaventarmi,
non sono un bambino,
che nulla sa di monellerie, non sono timoroso,
né temo i rimbrotti della mammina!
Piuttosto mi impossesserò dell'arte migliore,
pensando a me e a te per sempre;
né noi due soli fra gli dei sopporteremo
- senza offerte, senza preghiere -
di restare qui, come tu comandi.
Meglio essere per sempre uniti agli immortali
-ricco, ricchissimo, sfamato – che poltrire a casa,
- che dico! - in questa grotta buia; e, quanto all'onore,
avrò gli stessi diritti di Apollo.
E se mio padre non me li concederà, io stesso,
io proprio io
proverò – e ci riesco! - ad essere il capo degli ingannatori.
E se Apollo mi cercherà, altro guaio
e più grande lo aspetta.
Infatti, andrò a Pito e penetrerò nel suo grande santuario;
di là molti e bellissimi tripodi e lebeti
ruberò, e oro, e molto ferro infuocato
e molti abiti; vedrai...”