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Dipartimento di Psicologia

Università degli Studi di Torino

Come stai oggi?


Iperattività a scuola
Dottor M. Barra

Istituto Comprensivo “D.Lorenzo Milani”


21 dicembre 2010
Disturbo da Deficit
Attentivo con Iperattività

Secondo il DSM-IV Tr (APA, 1994) e


dell’ICD-10 (OMS,1992) è
caratterizzato da due gruppi di sintomi
o dimensioni definibili come:

•inattenzione

•impulsività/iperattività
Inattenzione (o facile distraibilità)
•scarsa cura per i dettagli;
• incapacità a portare a termine le azioni
intraprese;
• i bambini appaiono costantemente distratti come
se avessero sempre altro in mente, evitano di
svolgere attività che richiedano attenzione per i
particolari o abilità organizzative;
•perdono frequentemente oggetti significativi o
dimenticano attività importanti.
Impulsività / Iperattività
• difficoltà, ad organizzare azioni complesse;
• tendenza al cambiamento rapido da un’attività ad
un’altra;
• difficoltà ad aspettare il proprio turno in situazioni
di gioco e/o di gruppo.
Tale impulsività è generalmente associata ad
iperattività.
Questi bambini vengono riferiti "come mossi da un
motorino", hanno difficoltà a rispettare le regole, i
tempi e gli spazi dei coetanei, a scuola trovano
spesso difficile anche rimanere seduti.
Dai tratti al disturbo
Per poter porre diagnosi:

• almeno 6 sintomi per un minimo di 6 mesi e in


almeno 2 contesti;

• tali manifestazioni devono essere presenti prima


dei 7 anni di età;

• devono compromettere il rendimento scolastico


e/o sociale.
Quale diagnosi?

•Se un soggetto presenta esclusivamente 6 dei 9


sintomi di disattenzione, viene posta diagnosi di
DDAI - sottotipo disattento;

•se presenta esclusivamente 6 dei 9 sintomi di


iperattività-impulsività, allora viene posta diagnosi di
DDAI - sottotipo iperattivo-impulsivo;

•se il soggetto presenta entrambe le problematiche,


allora si pone diagnosi di DDAI - sottotipo
combinato.
Disattenzione: i sintomi
• spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o
compie errori di inattenzione nei compiti a scuola, nel
lavoro o in altre attività;
• spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei
compiti o in attività di gioco;
•spesso sembra non ascoltare quando gli si parla
direttamente;
• spesso non segue completamente le istruzioni e
incontra difficoltà nel terminare i compiti di scuola,
lavori domestici o mansioni nel lavoro (non dovute a
comportamento oppositivo o a difficoltà di
comprensione);
Disattenzione: i sintomi
•spesso ha difficoltà ad organizzare compiti o attività
varie;

• spesso evita, prova avversione o è riluttante ad


impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale
sostenuto (es. compiti a casa o a scuola);

• spesso perde materiale necessario per compiti o


altre attività (es. giocattoli, compiti
assegnati, matite, libri, ecc.);

• spesso è facilmente distratto da stimoli esterni;

• spesso è sbadato nelle attività quotidiane.


Iperattività: i sintomi
• spesso muove le mani o i piedi o si agita nella
seggiola;
• spesso si alza in classe o in altre situazioni dove ci
si aspetta che rimanga seduto;
• spesso corre in giro o si arrampica eccessivamente
in situazioni in cui non è appropriato (in adolescenti e
adulti può essere limitato ad una sensazione
soggettiva di irrequietezza);
• spesso ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in
attività tranquille in modo quieto;
• è continuamente “in marcia” o agisce come se fosse
“spinto da un motorino”;
• spesso parla eccessivamente.
Impulsività: i sintomi
• spesso “spara” delle risposte prima che venga
completata la domanda;

• spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno;

• spesso interrompe o si comporta in modo invadente


verso gli altri (es. irrompe nei giochi o nelle
conversazioni degli altri).

Tutti questi sintomi non sono causati da deficit


cognitivo (ritardo mentale) ma da difficoltà oggettive
nell'autocontrollo e nella capacità di
pianificazione.
Il bambino non riesce a
regolare:
• La sua capacità di concentrazione sostenuta nel
tempo;
• il processo di pianificazione e risoluzione dei
problemi;
•Il suo livello di autostima (sono bravissimo-non so
niente);
•Il suo comportamento con gli altri rispettando le
regole sociali;
•Il suo comportamento motorio;
•La tendenza a dare risposte in modo precipitoso;
•La capacità di rispondere in modo positivo a certe
emozioni (rabbia-frustrazione);
•Il livello di motivazione, la fiducia nell’impegno e
nello sforzo.
Procedure per la diagnosi
Quando si sospetta che un bambino possa essere
considerato come affetto da disturbo da deficit
attentivo con iperattività occorre
(Hill and Taylor 2001):

1. Raccogliere informazioni da fonti multiple (genitori


insegnanti, educatori)
2. Un colloquio (esame psichico) col bambino per
verificare la presenza di altri disturbi associati;
3. Valutare le capacità cognitive e l'apprendimento
scolastico;
4. Effettuare l'esame medico e neurologico, valutando
la presenza di eventuali patologie associate.
Gli interventi terapeutici

La terapia per l’ADHD si basa su un approccio


multimodale che combina interventi psicologici,
psicosociali con terapie mediche
(Taylor et al. 1996; NICE 2000; AACAP 2002).

I genitori, gli insegnanti e lo stesso bambino devono


sempre essere coinvolti nella messa a punto di un
programma terapeutico, individualizzato sulla base
dei sintomi più severi e dei punti di forza identificabili
nel singolo bambino.
Quanti sono i bambini con
ADHD?

Secondo il DSM-IV (1994) sono tra il 3% e il 5%


Secondo altre ricerche americane sono tra il 3% e il 7%
Secondo altri ricercatori europei i casi puri sono circa il 2%

A questi si associano altri (circa 2%) che manifestano disattenzione


e iperattività come sintomi secondari ad altri problemi: difficoltà di
apprendimento, disturbo oppositivo provocatorio, disturbo della
condotta.
Quali possono essere i
disturbi associati?

1. Disturbi specifici di apprendimento


(Comprensione del testo e di soluzione dei problemi matematici)
2. Disturbo oppositivo e provocatorio
3. Disturbo della condotta
4. Disturbi emotivi e dell’umore
5. Disturbi di ansia
Qual è la prognosi?
Secondi studi americani, in età giovanile e adulta, l’ADHD evolve in...
1. Permane una diagnosi di ADHD (tra il 50% e il 70%)
2. Disturbo di personalità antisociale (circa il 20%)
3. Abuso di sostanze (circa il 15%)
4. Criminalità (circa il 13% - 15%)
5. Precoce abbandono scolastico
6. Basso status socio-economico
7. Perdita del lavoro
8. Disturbi dell’umore
9. Disturbi d’ansia
Quali sono i comportamenti che
producono un deficit di
prestazione degli alunni con
ADHD?
• La minore quantità di tempo utilizzato per lo svolgimento delle
attività proposte dall’insegnante
(scarso orientamento al compito).
• Il numero inferiore di risposte positive alle istruzioni dell’insegnante
(scarsa compliance).
• Inferiore quantità e qualità di lavoro svolto.
L’80% dei ragazzi con deficit di attenzione/iperattività raggiunge
scarse prestazioni e molto spesso abbandonano la scuola
prematuramente.
Perché i bambini con ADHD
falliscono nei compiti
complessi?
• Non sono in grado di utilizzare proficuamente le loro risorse (scarse
abilità di gestione dello sforzo);
• Non riescono ad utilizzare le strategie di apprendimento che già
conoscono (deficit metacognitivo);
• Presentano un deficit di esecuzione che si manifesta con: scarse
abilità di problem-solving, debole mantenimento dell’impegno,
difficoltà di inibizione, povere abilità di pianificazione e
organizzazione, impulsività.
Quali sono i compiti
particolarmente difficili per i
bambini con ADHD?
• I lavori molto lunghi, anche se sono semplici e comprensibili;
• I compiti che richiedono abilità organizzative (ad es. prendere
appunti);
• Le prove di comprensione del testo scritto (a causa di problemi
linguistici e di inibizione dei dati superflui);
• Le produzioni scritte (a causa di problemi linguistici e di problem-
solving);
• Lo studio di materie da esporre oralmente;
• Le interrogazioni che richiedono la formulazione di discorsi articolati
ed esaustivi;
Alcuni accorgimenti

1. Essere sempre molto precisi e dettagliati in cio’ che l’insegnante


vuole ottenere;
2. Il richiamo deve essere immediato all’evento negativo
3. Il dialogo deve essere sereno, calmo e tranquillo
4. Durante il richiamo, è opportuno mantenere il contatto oculare
5. È bene che il dialogo si svolga in forma privata.
È sconsigliato punire i ragazzi con iperattività facendogli ripetere i
compiti non svolti.
Per altre indicazioni si faccia riferimento alle linee guida allegate.
Grazie dell’attenzione !!

Per informazioni o chiarimenti

Dottor M. Barra
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Torino
Via Po 14 10125 Torino
marco.barra@unito.it

Cell. 3287508371

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