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CAPITOLO 10 della T. de la Mente.

LAVORARE SULLE DOMANDE E LA SOLUZIONE DEI PROBLEMI

10.1 LE DOMANDE

10.1.1 Espressione di necessità di base

L'obiettivo di questa fase è che il bambino possa esteriorizzare che cosa vuole, che cosa lo disturba,
che cosa gli piacerebbe cambiare di una situazione, etc.

Per far questo agiamo in tre modi:

- Rappresentare una situazione in modo teatrale. O lo facciamo con adulti oppure con
marionette o personaggi lego.

- Una volta provato precedentemente varie volte davanti al bambino, bisogna provocare una
situazione insieme al bambino perché lui esteriorizzi i suoi desideri o le sue necessità.

- Disegni e schede si lavoro.

Qui ci sono alcuni esempi di situazioni che abbiamo che abbiamo realizzato:

Alza o abbassa il volume

La musica è accesa ed è molto bassa. Si farà in modo che il bambino dica : “alza il volume”. Si
utilizzeranno canzoni che piacciono al bambino. Si può fare anche il contrario, con la musica alta. Si
farà in modo che il bambino dica: “abbassa il volume”, “mi da fastidio”.

“Mi da fastidio”

Quando lavorammo questo aspetto, a Erik dava fastidio molto il rumore del phon. Abbiamo fatto su
questo un programma di desensibilizzazione:

- Utilizziamo prima un phon giocattolo e giochiamo a lavare i capelli ad una bambola e ad


asciugarlo. Poco a poco abbiamo imitato il suono onomatopeico del phon: “uhhhhhhhhhhh”.

- Facciamo il disegno di una bimba coi capelli bagnati e poi un disegno in cui li asciuga col phon.
Imitando il suono.

- Ritagliamo questi disegni e lavoriamo impari la sequenza di lavare i capelli e asciugarli.


Anche qui col suono.

- Gli diamo un phon vero staccato dalla presa, per farglielo vedere bene. Gli descriviamo le
diverse parti, l’ interruttore, L’aria calda e fredda, etc. Giochiamo ad asciugargli i capelli col
phon staccato.

Anabel Cornago. http://elsonidodelahierbaelcrecer.blogspot.com/. Pictogramas de ARASAAC.


- Accendiamo il phon al minimo, e lo diamo ad Erik perchè lo spenga subito. Prendendo
fiducia lo iniziò a spegnere ed accendere lui.

- Se mi asciugavo i capelli, facevo stare Erik con me nella stanza da bagno. Fino a che un
giorno si decise ad "asciugarmi" lui i capelli a me.

- Oggi non abbaimo nessun problema con i phon. Però ci siamo serviti di questo per lavorare sul concetto
“mi da fastidio”. Questi i disegni che abbiamo realizzato:

E’ conveniente tenere una lista di rumori o situazioni che infastidiscono il bambino:

- molte persone che parlano insieme

- determinati rumori

E dirlo lavorandoci.

Togli, lasciami passare, lasciami alzare

Qui provochiamo situazioni molto divertenti:

- impedire ad una persona seduta di alzarsi

- impedire il passaggio da una porta

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- mettersi all'uscita di un tunnel, (quelli di plastica che si vendono in Ikea), dove sta gattonando il
bambino.

- Fare un circuito con sedie posizionate allineate. Il bambino gattona sotto. Una persona interrompe
l'uscita.

- Bloccare il passaggio, etc.

Voglio, dammi

- “"Disegna un sole", ma manca la pittura gialla. L'adulto la mostra, la tiene in mano Il bambino deve
chiederla.

- Mettere i giochi in alto ma visibili. Oltre a rappresentare la situazione, usiamo questi disegni:

Qui si vede un esempio con una palla.

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Poi usiamo un disegno generico, dove continuiamo a mettere disegni con diversi oggetti:

”Toccami” o “prendimi”

Per realizzare il gioco di "toccami" devono all'inizio essere molto chiari i ruoli di ognuno. Chi corre
e chi tocca.

Per far ciò, un trucco che ci servì fu attaccare ad ogni persona che giocava un biglietto:

Giochiamo a toccare

Tutti corriamo

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Una persona tiene deve toccare gli altri. La riconosci dalla targhetta:

CORRi CHE TI
TOCCO

Gli altri corrono e portano questa targhetta. Dicono “toccami”

TOCCAMI

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Aiutami

Ci serviremo di nuovo dei giochi e dei cibi preferiti dal bambino:

- Una scatola che non può aprire

- Un Involucro complicato di un regalo

- Un chupachupa con l’involucro con celofán

- bottoni, cerniere, lacci delle scarpe…

- etc

Più avanti lavoreremmo il concetto "posso da solo" e "ho bisogno di aiuto" col racconto interattivo
Robi, la foca e le sue schede complementari. Potete scaricarvelo qui:

http://www.slideshare.net/anabelcor/5-robi-la-foca

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PUI FARLO DA SOLO O HAI BISOGNO DI AIUTO?
Tagliare e incollare:

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CHIEDERE AIUTO. Scrivi SI se puoi farlo. O attacca le immagini se necessiti di
aiuto per farlo:

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“Ripeti, non capisco, dillo un’altra volta”

- Mentre parli, all'improvviso dici un paio di parole a voce molto bassa.

- Mentre parli, all’improvviso dici un paio di parole incomprensibili

“Non lo so”

- Fare domande molto complicate: Quale è la capitale della Mongolia?, Come si dice in cinese
“toccati le narici”?

- Domande sulle persone che non sono in casa (noi usiamo i nonni della Spagna):
Dov’è il nonno adesso?, che cosa prepara per cena la nonna stasera?, etc.

Idee che si trovano su un libro di SM:

L'educatrice realizzerà a voce alta una serie di domande dirette ad ogni bambino, alternando la
difficoltà di queste in modo che ogni bambino risponda, almeno, una facile ed una difficile dicendo
non lo so." Nel caso dei bambini più timidi o con difficoltà di relazione, è conveniente dar loro
fiducia facendo due domande facili ed una difficile con "non lo so." Le domande possono essere,
per esempio:

Fáciles:
– Di che colore è il sole, Pietro?
– Quanti anni ha, Laura?
– Come si chiama tua mamma ...?
– Come si chiamano i Re Magi, ...?
– Cos’è un abete, ...?
Diffícili (“Non lo so”):
– Come si chiama la mia vicina, Giovanni?
– Dov’è Ginevra, ...?
– Quanto costa un litro di latte, ...?
– Cos’è un cefalopodo, ...?
– Chi ha scritto Don Chisciotte della mancia?

“E’ finito”

- dopo mangiato, mangiare o cenare.


- ogni volta che un esercizio della terapista è finito
- alla fine di un disegno, un gioco, etc.

Come riferimento visivo si può utilizzare questo biglietto:

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“Cercami”, dove sono?

Con il gioco del nascondino. Di nuovo ci sono due biglietti molto chiari: chi cerca e chi si
nasconde.

Amaya Padilla ha fatto del materiale molto bello per il gioco del nascondino. Lo potete scaricare qui:

http://garachicoenclave.blogspot.com/2010/02/aprendemos-jugar-al-escondite.html

“Dov’è?”

Per far riuscire Erik a domandare dove? Abbiamo creato diverse situazioni dove mancasse un
oggetto indispensabile all’azione compiuta. Per iniziare, è meglio sapere cosa piace molto al vostro
bambino. Con Erik usiamo: gelato, puzzle dove mancava un pezzo, disegno senza pittura, serie di
numeri giganti incastrabili dove mancasse - per esempio - il 4, gioco del nascondino, etc.

Esempio:

“Mamma ha comprato il gelato alla vaniglia. Vuoi il gelato?”

Síiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.

(Metti il gelato sopra al tavolo e siedi il bimbo di fronte a te)

Guarda, siediti, qui hai il gelato... Che buono, mangiamolo! (fai il gesto di mangiare con il
cucchiaio per fare un esempio)

(Il bambino cercherà il gelato prima di iniziare a mangiare il gelato)

Esiste la possibilità che il bimbo non dica nulla o che spontaneamente dica “manca il cucchiaio” o
“cucchiaio” oppure: “dov’è il cucchiaio?”, che sarebbe il nostro obiettivo.

Se non dice nulla o dice “cucchiaio”, tu aggiungi: "Manca il cucchiaio." "Per ottenere il cucchiaio,
domanda: Dov’è il cucchiaio?".

Quando il bambino domanda “dov’è il cucchiaio?” o lo si prende insieme o lo si consegna.

Come alternativa, quello che dicemmo all’inizio fu: prendi il cucchiaio sul tavoloe , e davanti al
bambino, nasconderla dietro alla spalla e fare il gioco: dov’è il cucchiaio?

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“molto bene, è qui, mamma lo aveva nascosto”. E’ molto probabile che le prime volte il bambino
non domandi, e che noi stessi facciamo la domanda e rispondiamo. Però a forza di ripeterlo, il
bambino terminerà la domanda “dove?”

“Non voglio questo”

Per provocare questa frase, bisogna sapere quello che non piace al bambino. Nel caso di Erik, il
formaggio fu all'inizio il nostro gran alleato.

Abbiamo provocato anche situazioni con giochi o azioni quotidiane:

- con i lego, invece di dargli un pezzo di lego, dargli una ciabatta.

- per lavarsi i denti, dargli un pettine invece dello spazzolino, etc.

10.1.2 Le domande

In questa parte lavoreremo le domande concrete. Ho del materiale che abbiamo usato che devo
ancora tradurre.

Qui alcuni esempi:

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Il bambino vuole una mela, chiede la mela e ottiene una mela.

Il bambino chiede la pizza, chiede “mangiare” e riceve una salsiccia.

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10.2 LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI
Questo capitolo sarà a parte, e ho un numero notevole di schede.

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