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IL TRASPORTO IN PRESSIONE
Pn ⋅ dm
Q =
86400
+ ∑qi
i [l/s] [a]
con
- Pn : popolazione al termine del periodo di sufficienza
- dm : dotazione pro capite, espressa in [l/(ab giorno)]
- qi : la portata richiesta per lo svolgimento di attività specifiche
La determinazione della popolazione al termine del periodo di sufficienza viene effettuata tenuto
conto sia della dinamica demografica (incremento, stazionarietà, decremento della popolazione)
funzione del tasso di crescita e sia della dinamica sociale (immigrazione-emigrazione).
Ambedue sono di difficile modellizzazione, poiché condizionate da un’elevata molteplicità di fattori.
In via del tutto generale, si rileva che mentre il tasso demografico evolve, in assenza di eventi ec-
cezionali, con gradualità e regolarità, la dinamica sociale è irregolare e di difficile valutazione.
A.Sviluppo demografico
In Italia, per la valutazione delle tendenze evolutive della popolazione si fa, generalmente, riferi-
mento alle risultanze dei censimenti, condotti, salvo eccezioni, con cadenza decennale, a partire dal
1861. Riportati su un diagramma cartesiano i dati rilevati della popolazione nei vari censimenti, Fi-
gura 1, nell’ipotesi di crescita costante, è possibile tracciare una linea di tendenza che consente di
fare una previsione sulla popolazione al termine di un determinato periodo.
anno popolazione
45
1921 15.732
40 41.000
1931 16.607
35
3
1941 17.643
popolazione *10
30
1951 21.188
25
1961 24.184
20
1971 27.551
15
1981 28.287
10
1991 31.545
5
……… ………..
0
2030 41.000
1900 1920 1940 1960 1980 2000 2020
Censimenti
Quando i dati si discostano da un andamento lineare è possibile, con un’analogia alla matematica
finanziaria, fare riferimento alla legge dell’interesse composto, oppure ricorrere a metodi basati
sull’analisi regressiva.
Legge di crescita dell’interesse composto: si basa su un criterio analitico usualmente seguito
per le previsioni demografiche quando i dati della popolazione si dispongono secondo una curva con
concavità rivolta verso l’alto, indice di crescita accelerata.
Le variazioni riscontrate nei successivi censimenti consentono la stima degli incrementi della popo-
26 Costruzioni Idrauliche
1
lazione e del “tasso annuale di accrescimento”.
Considerato un intervallo di tempo della durata di n anni, indicando con τ il valore del tasso medio
annuale di accrescimento naturale (eccedenza dei nati sui morti) stimato per un periodo più ampio
possibile, è possibile scrivere una relazione tra Pn e Po , rispettivamente la popolazione alla fine ed
P n = P 0 (1 + τ ) n [b]
Per la determinazione di τ si fa generalmente riferimento alla serie dei valori di τi desunti dai dati
storici della popolazione, rilevati dai censimenti nei vari periodi di durata ni , secondo
1
⎛ Pi ⎞n
l’espressione: τ i = ⎜⎜ ⎟ − 1 [c]
⎟
⎝ Pi −1 ⎠
dove P i e Pi −1 rappresentano la popolazione ai valori estremi dell’intervallo ni (Tabella II)
Per τ viene generalmente assunto il valore medio degli τi .
Tabella II
anno popolazione τi
1921 15.732
1,055619 10 0,0054
1931 16.607
1,062383 20 0,0061
1941 17.643
1,20093 30 0,0185
1951 21.188
1,141401 40 0,0133
1961 24.184
1,139224 50 0,0131
1971 27.551
1,026714 60 0,0026
1981 28.287
1,115177 70 0,0110
1991 31.545
0,0100 τ = tasso medio
2030 46.504 Pn
Pn = P 0 (1 + τ )n = 31.545 ⋅ ( 1 + 0 , 01 ) 39 = 46.504
Analisi di regressione: sono basate sulla estrapolazione della curva interpolare dei dati di popo-
lazione ottenuti dai censimenti, dati riportati, in funzione della variabile tempo, su diagramma car-
tesiano ( x=n[anni] ; y=p [popolazione]). La presenza di singolarità e discontinuità nella curva in-
terpolare richiede approfondimenti di indagine mirati alla determinazione delle cause generatrici.
La funzione interpolatrice assume la forma esponenziale p = a ⋅ e b ⋅n
1
L'Istituto Centrale di Statistica elabora e pubblica, per le regioni italiane ed i capoluoghi di provincia, dati sulla
popolazione ed i valori dei tassi medi di incremento .
50
45
0,0107n
p = 15226 e
40
R = 0,988
35
3
popolazione p*10
30
25
20
15
10
0
0 20 40 60 80 100
anni n
2
La disponibilità idrica per usi potabili deriva direttamente dai volumi idrici derivanti dalle precipitazioni. In
Italia piove, mediamente, 300 miliardi di m3 di cui solo 100 miliardi di m3 sono utilizzabili ai fini idropotabili a
fronte di una domanda di circa 50 miliardi di m3
28 Costruzioni Idrauliche
• L’approvvigionamento idrico deve soddisfare tutte le esigenze della moderna vita civile per
una popolazione prevedibile in un cinquantennio;
• Realizzazione di acquedotti a servizio di un vasto territorio con criteri tecnico-economici
senza alcuna preclusione riguardante limiti di territorialità tra Regioni, Province e Comuni;
• Nasce il concetto di :
Tabella I
Le previsione del PRGA risultarono ben presto superate dall’evolversi delle situazioni locali deri-
vanti da incremento di presenze turistiche, maggiori consumi unitari, dinamiche sociali accanto
all’evoluzione demografica.
Nella Tabella II sono riportati i valori massimi e minimi dei fabbisogni medi annui per usi igienici e
civili stimati in occasione della Conferenza Nazionale delle Acque.
Per la determinazione del fabbisogno totale concorrono, attraverso specifiche indagini, varie tipolo-
gie di utenza:
• usi domestici : alimentazione, pulizia personale, lavaggi e pulizie, annaffiatura
• servizi pubblici :lavaggio strade, annaffiatura parchi e giardini, impianti sportivi, piscine pubbli-
che, fontane, servizi igienici, ecc.
• edifici pubblici, privati e per la collettività : ospedali e cliniche, caserme e prigioni, scuole ed u-
niversità, ecc.
• attività artigianali ed industriali .
• attività commerciali e turistiche : centri commerciali, alberghi e pensioni, ristoranti, trattorie,
self-service , campeggi, ecc.
3
secondo le indicazioni dei Provveditorati Regionali alle OO.PP.
Minimi Massimi
- domestici 111 160
- servizi pubblici 6 22
- commerciali e turistiche 5 70
Nel 1975 la Cassa per il Mezzogiorno modifica le modalità di intervento con l’istituzione dei Progetti
Speciali.
Il PS29 “ Sistemi idrici dell’Appennino centro meridionale” prevedeva :
Per i centri turistici la dotazione per i fluttuanti è pari a quella dei residenti con il 100% della dota-
zione per i servizi.
Per l’Abruzzo le previsioni del fabbisogno sono passate dagli 800 l/s (per gli anni <1950) ai 9572
l/s previsti dal PS29 (elaborato nel 1975 con previsione fino al 2016) a fronte dei 4841 l/s previ-
sti PRGA ( elaborato nel 1963 con previsione 2015).
Il fabbisogno medio annuo subisce sensibili oscillazioni, nello arco dell’anno, causate da molteplici
fattori quali:
1. la variabilità delle condizioni climatiche che determinano forti variazioni del fabbisogno nelle
stagioni (maggiori consumi in corrispondenza dei mesi estivi);
2. la fluttuazione della popolazione (incrementi stagionali di popolazione per flussi turistici estivi
ed invernali);
3. il ciclo settimanale dei giorni lavorativi e festivi (calo dei consumi nei giorni festivi, tranne nei
centri turistici);
4. il ciclo delle attività giornaliere ;in generale si riscontra un maggior consumo tra le 10 e le 12 e
consumi minimi durante le ore notturne. Nelle aree metropolitane i picchi tendono a smorzarsi
su valori medi abbastanza costanti.
Pertanto stimata la Portata media annua Q a , dedotta dalla [a] con dm dotazione totale desunta
dalla Tabella III, Q assume analoghe determinazioni per la dotazione media del mese dei maggiori
30 Costruzioni Idrauliche
consumi, o la dotazione media del giorno dei maggiori consumi, o la dotazione dell’ora dei maggiori
consumi:
Tabella IV
Popolazione km Kg kh
>1.000.000 1,1 1,2 1,3
200.000÷500.000 1,2 1,5 2,5
50.000÷200.000 1,3 2÷3 4÷6
λ V2
J = (1)
D 2g
V = velocità media
D = diametro della tubazione
VD
λ coefficiente di attrito o di resistenza, funzione del Numero di Reynolds Re = e della sca-
ν
brezza ε della parete.
Per valori di Re ≤ 2000 il moto è laminare; λ non dipende da ε ma è funzione solo della viscosità
cinematica ν e dal Numero Re secondo l'espressione di Poiseuille :
64
λ = (2)
Re
Per valori di Re > 2500 il moto è turbolento ; oltre alle forze viscose, dovute al movimento longi-
tudinale, agisce l'attrito causato dalla scabrezza ε delle pareti della condotta che, ostacolando il
flusso, è causa di perdita di energia. Quando la scabrezza assoluta ε delle pareti, pari allo spesso-
re medio delle asperità presenti sulla parete del tubo, è inferiore allo spessore dello strato laminare
il moto non è influenzato dalla scabrezza ed è in regime di parete liscia. Al contrario quando le
asperità, superando lo strato anzidetto, accentuano la turbolenza, con conseguente aumento delle
perdite per attrito lungo la condotta, si è in regime di parete scabra. Tra il regime laminare e
turbolento esiste una zona di transizione per la quale le caratteristiche della corrente dipendono
sia dalla viscosità che dalla scabrezza delle pareti (Figura 2).
32 Costruzioni Idrauliche
o dalle espressioni esplicite di Blasius λ = 0 , 3164 Re −0 , 25 (per Re ≤105 ) (4)
b. Regime di transizione :
il moto laminare è presente solo nello strato limite : λ dipende sia da ε che da Re ed il suo valore
può essere ricavato dalla formula implicita di Colebrook
1 ⎛ 2 , 51 ε ⎞
= −2 log ⎜ + ⎟ (6)
λ ⎜ 3 , 71D ⎟
⎝ Re λ ⎠
In pratica per la determinazione di λ è conveniente far uso del diagramma di Moody dove noto Re,
seguendo una curva ε/D , si risale al valore cercato.
Stabilita la portata in 30 l/min e limitata la velocità a circa 0,3 m/s resta determinato il diametro
commerciale di una condotta in PEAD DN 50 mm (di =diametro interno = 40,8 mm) per il convo-
gliamento di acqua potabile a circa 15 °C .
∆H
La cadente piezometrica J = , pari al rapporto tra la perdita di carico ∆H e la lunghezza L della
L
condotta, è correlata alle grandezze caratteristiche del moto, della condotta e del fluido dalla for-
λV 2
mula di Darcy-Weisbach : J =
2 gD
• V velocità media
• D diametro tubazione
• λ coefficiente di attrito o di resistenza, funzione del numero di Reynolds e della scabrezza ε
della parete del condotto.
1 ⎛ 2 , 51 ε ⎞
= −2 log ⎜ + ⎟
λ ⎜ 3 , 71D ⎟
⎝ Re λ ⎠
Nella seguente Tabella sono riportati i valori delle perdite di carico determinate sia con la formula
di Colebrook che con quella semplificata di Blasius : λ0 = 0,3164 Re−0,25
valida per numeri di Reynold Re ≅105 .
Per ε è stato assunto il valore di 0,007 mm, adottato della DVGW (Deutscher Verein von Gas un
Wasserfachmannern).
I valori di J e ∆H , nell’uno e nell’altro caso, risultano pressoché coincidenti.
Tabella
Colebrook Blasius
ν 1,14E-06
Re 13687 Re 13687
ε 0,007
λ 0,0288 λ0 0,0292
J 0,00526 J 0,00534
∆ H (m) 3,10 ∆ H (m) 3,15
34 Costruzioni Idrauliche
Oltre alle formule riportate, il moto uniforme in regime turbolento è altresì interpretato corretta-
mente con formule pratiche di origine empirico-sperimentale. La prima e più nota è quella dovuta
a Chézy (1776)
V = χ RJ (8)
la funzione χ , coefficiente di resistenza [m0,5/s], dipendente sia dalle caratteristiche fisiche e ge-
ometriche della parete a contatto del fluido, rese attraverso il parametro "coefficiente di scabrez-
za", sia dal raggio idraulico R.
Nelle applicazioni, per χ viene di regola fatto riferimento alle seguenti espressioni:
87
Bazin (1897): χ=
γ
1+
R
100
Kutter (1869) : χ =
m
1+
R
1 1/6
Manning (1890): χ = R Strickler (1923) χ = k R1 / 6
n
Nella Tabella V sono riportati i valori consigliati da vari Autori per i vari coefficienti di scabrezza per
tubazioni realizzate con differenti materiali.
Nel caso di tubazioni circolari ha un largo impiego la formula di Manning-Strickler, dedotta dalla
formula di Chézy:
Q = ω k R 2 / 3 J1 / 2 (9)
D
con le dovute sostituzione, ricordando che nelle sezioni circolari il raggio idraulico R = la (9) si
4
riconduce alla nota espressione della cadente piezometrica per condotte circolari :
In un sistema semplice di adduttore unicursale, raffigurato nella Figura 1, risultano noti, general-
mente: la portata Q, la lunghezza L, le quote di sfioro dei serbatoi S ed A e, pertanto, il dislivello
piezometrico ∆H ed il valore del coefficiente di scabrezza K del materiale della condotta “in uso cor-
rente” o condizione di “tubo usato”; resta incognito il diametro D che , esplicitando la [9] in fun-
zione del diametro D si scrive:
1
⎛ 10,2936 k − 2 Q2L ⎞
D=⎜ ⎟ 5,33 (10)
⎜ ∆H ⎟
⎝ ⎠
il quale risulterà , di norma, teorico, ovvero non riscontrabile negli abachi o tabelle commerciali (ad
esempio la Tabella VI riporta le dimensioni standardizzate di tubazioni in acciaio ) .
Per la soluzione completa del problema dovranno determinarsi i valori di due diametri DX e DY, ri-
spettivamente immediatamente maggiore ed immediatamente minore del diametro teorico, di lun-
36 Costruzioni Idrauliche
Tabella II
ghezze LX e LY tali che LX+LY=L e perdite di carico ∆HX e ∆HY (Figura 3), tali da soddisfare le
relazioni :
L=LX+LY ∆ H = ∆ HX + ∆ HY
Determinare la serie di diametri commerciali di una condotta di acciaio che deve trasferire una
portata di 55 l/s da un serbatoio a quota 275 m s.m. ad un altro con quota sfioro 225 m s.m. di-
∆H 275 − 225
stanti tra loro 5,750 km . La cadente piezometrica teorica risulta J = = = 0,0087
L 5750
3 2
∆ H = 50,00 m L= 5750,00 m Q= 0,055 m /s ω [cm ] V [m/s]
k= 80
DN[250] 0,262 [X] 538 1,0223
J= 0,00870 Dt= 0,245
DN[200] 0,209 [Y] 343 1,6035
3 2
∆H = 50,00 m L= 5750,00 m Q= 0,055 m /s ω [cm ] V [m/s]
k= 95
DN[250] 0,262 538 1,0223
Pertanto dovrà essere utilizzata una valvola regolatrice di carichi per dissipare il carico di 14,54 m.
38 Costruzioni Idrauliche
ESEMPIO n.3
Determinare la distribuzione delle portate nel sistema di condotte, in servizio corrente (coefficiente
di scabrezza di Strickler k=80) riportato in figura
Dati :
∆H = 17 m L1 = 1140 m
D0= 312 mm L2 = 750 m
D1 =209 mm L3 = 680 m
D2 =160 mm L4 = 930 m
Q0 = Q1 + Q2
⎧10,2936Q
⎪
2 −5,33
⋅D
0 0
( )
⋅ k −2 ⋅ L1 + L 4 + 10,2936 Q12
⋅ D1−5,33 ⋅ k −2 ⋅ L2 = ∆H
⎨ [a]
⎪10,2936Q
⎩
2 − 5,33
⋅D
0 0
( )
⋅ k − 2 ⋅ L1 + L 4 + 10,2936 Q2
2
− 5,33
⋅ D2 ⋅ k − 2 ⋅ L3 = ∆H
⎧1.653,92 Q2 + 5.070,71 Q2 = 17
⎪ 0 1
⎨ Eguagliando 5.070,71 Q12 =19.095 Q22
⎪1.653,92 Q + 19.095,75 Q2 = 17
2
⎩ 0 2
0,5
⎡ 19.095,75 ⎤
Q1 = ⎢ ⎥ Q2 = 1,94 Q2 ⇒ Q0 = Q1 + Q2 = 2,94 Q2
⎣ 5.070,71 ⎦
10,2936 * 2,942 Q2
2
* 0,312−5,33 * 80−2 * 2070 + 10,2936 Q2
2
* 0,160−5,33 * 80−2 * 680 = 17
14.295,79 Q2
2
+ 19.095,75 Q2
2
= 17
inf ine
Q2 = 0,023 m3 / s Q1 = 0,045 m3 / s Q0 = 0,068 m3 / s
λ V2 Q2
Dall’espressione generale della cadente piezometrica i= =β essendo ovviamente:
D 2g D5
Q1 = Q 2 + Q 3 L2 = L3 D2=D3 risulta β2=β3 ⇒ Q2=Q3 .
La perdita di carico complessiva ∆H = 46,50-5,00 =41,50 m dovrà essere uguale sia al termine
della condotta 2 e sia della condotta 3 . Pertanto è possibile scrivere:
⎧ Q2 Q2
⎪β
⎪ 1 5
1 ⋅L + β
1
2
2 5 ⋅ L 2 = ∆h 4Q2
2
Q2
⎨ D D2 ⇒ β1 ⋅ L 1 + β 2 2 ⋅ L 2 = ∆h
5
⎪ 1 D1 D5
2
⎩⎪Q1 = 2Q2
∆h 10,2936
Q2 = ricordato che βi =
β1 β2 2 0,33
k1 Di
4 ⋅ L1 + ⋅ L2
5
D1 D5
2
2.5 IL PROGETTO
Il progetto, la costruzione ed il collaudo delle tubazioni per acquedotto sono regolamentati dal De-
creto del Ministero dei Lavori Pubblici del 12/12/1985, riportato integralmente in Appendice e di
cui nel seguito si evidenziano alcuni tratti.
0.1 Definizione
Ai fini della presente normativa è definito con il termine "tubazioni" il complesso dei tubi, dei giunti e dei pezzi
speciali costituenti l'opera di adduzione e/o di distribuzione di acqua ad uso potabile, agricolo, industriale e ad
usi multipli, ovvero I'opera di fognatura per la raccolta delle acque reflue ed il convogliamento all'impianto di
trattamento e al recapito finale.
40 Costruzioni Idrauliche
0.2 Oggetto della normativa
Con le presenti norme si stabiliscono i criteri da osservare nel progetto, nella costruzione e nel collaudo delle
tubazioni, come definito nel precedente punto 0.1. e degli elementi che le costituiscono (tubi, giunti, pezzi specia-
li). Sono esclusi dall'oggetto della presente normativa i procedimenti di progettazione, costruzione e controllo di
produzione dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali in quanto singoli manufatti, prodotti in serie, con processi in-
dustriali ovvero, su ordinazione, fuori o in cantiere, con sistemi di prefabbricazione.
1.1 Progetto
Il progetto deve comprendere i seguenti elementi essenziali:
a) la caratterizzazione fisica, chimica, sanitaria dei fluidi da trasportare, documentata mediante rilievi e
prove;
b) la caratterizzazione geologica e geotecnica dei terreni interessati dal tracciato delle tubazioni, documentata
dai risultati di indagini da condursi nel rispetto della vigente normativa riguardante le indagini sui terreni e
sulle rocce ed i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione l'esecuzione ed il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione.
c) I'esame dei diversi possibili schemi idraulici di funzionamento delle opere e loro modificazioni prevedibili
nel tempo, documentati ai fini della scelta del proporzionamento idraulico e statico delle tubazioni.
d) I'analisi delle situazioni ambientali, in quanto elementi vincolanti nello studio del tracciato e del profilo
delle tubazioni.
Sulla base dei suindicati elementi deve essere espressa in forma circostanziata la scelta dei tipi di tubazioni e
delle corrispondenti caratteristiche concernenti diametri interni, spessori, classi di impiego, giunti pezzi speciali
ed appoggi.
Il progetto deve comprendere, inoltre, lo studio dei seguenti aspetti: funzionalità e razionalità di costruzione e
di esercizio delle nuove opere nel contesto esistenti e/o in quello previsto in tempi di prossimo futuro; compati-
bilità con la presenza attuale e/o prevista e/o prevedibile di altre infrastrutture di servizio, con particolare rife-
rimento alla esigenza di sicurezza e di esercizio; rispetto delle esigenze urbanistiche, ambientali e/o archeolo-
giche, in rapporto anche a fondata previsione di modificazioni future e, per le reti fognanti, rapporto agli obiet-
tivi di qualità da conseguire e da tutelare del corpo ricettore. Il progetto deve dimostrare l'affidabilità di com-
portamento delle tubazioni nelle diverse fasi della costruzione dell'opera e nel previsto periodo dell'esercizio.
L'affidabilità dell'opera progettata, che riguarda il grado di sicurezza statica, di resistenza alla corrosione, di
conservazione delle caratteristiche idrauliche, di integrità nella tenuta e di continuità nel servizio, deve risulta-
re nella forma documentata adeguata, in particolare esplicitando le debite considerazioni a riguardo dei con-
trolli sui materiali e sui tubi che vengono effettuati nello stabilimento e nel cantiere di prefabbricazione, secon-
do metodologie note e/o specifiche tecniche e dei controlli in sito lungo i tracciati prescelti……….
La Legge Quadro sui Lavori Pubblici vigente, la cosiddetta MERLONI Ter, regola l’attività di proget-
tazione all'Art.16:
Articolo 16 : Attività di progettazione
1. La progettazione si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti, preventivamente accertati, e dei limiti di spesa
prestabiliti, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva, in
modo da assicurare:
a) la qualità dell’opera e la rispondenza alle finalità relative;
b) la conformità alle norme ambientali e urbanistiche;
c) il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo nazionale e comunitario.
2. Le prescrizioni relative agli elaborati descrittivi e grafici contenute nei commi 3, 4 e 5 sono di norma neces-
sarie per ritenere i progetti adeguatamente sviluppati. Il responsabile del procedimento nella fase di progetta-
zione qualora, in rapporto alla specifica tipologia ed alla dimensione dei lavori da progettare, ritenga le pre-
scrizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 insufficienti o eccessive, provvede a integrarle ovvero a modificarle.
3. II progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze
da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della
42 Costruzioni Idrauliche
Figura 3. Planimetria su cartografia IGMI 1:25.000 (riduzione ≈ 50%)
Sulla base dei valori delle portate da addurre, noti i tracciati, si procederà ad un dimensionamento
speditivo dei diametri delle condotte ed al successivo tracciamento delle linee piezometriche, nella
doppia condizione di tubazioni nuove od usate 4. La collocazione di queste rispetto al profilo del ter-
reno consentirà di verificare che in nessun punto del tracciato la pressione in condotta scenda al di
sotto di 10 ÷ 15 m di colonna d'acqua.
4
Questo qualora il materiale o il rivestimento delle tubazioni si deteriori con il passare del tempo
1. Relazione e calcoli
2. Corografia in scala 1:25.000
3. Disegni dei profili resi in scala 1:2500 per le ordinate ed 1:25000 per le ascisse.
4. Disegni delle opere d’arte
5. Preventivo sommario di costo delle opere comprensivo di :
5.1 Fornitura e posa in opera delle tubazioni, compreso scavo, riporto ed eventuali rifacimenti delle
pavimentazioni:
5.2. Costo delle opere d’arte
5.3 Costo di eventuali apparecchiature
5.4 Costo di eventuali impianti di sollevamento
5.5 Indennizzi per espropri ed eventuali servitù
5.6 Preventivo dei costi di gestione di eventuali impianti di sollevamento.
B. Progetto Esecutivo
Una volta approvato il progetto definitivo, su una cartografia a scala ampia (quali gli aereofoto-
grammetrici in scala 1:2000 ÷ 1:5000) viene verificato e precisato il tracciato con opportuni ri-
lievi topografici, estesi su un’ampia fascia a cavallo di questo (Figura 5), associati ad “annotazioni
fotografiche” (Figura 6). Rilevate ed apportate tutte le varianti del caso è consigliabile, prima della
stesura del profilo, verificare, sulla cartografia catastale (Figura 7), che il tracciato segua, quanto
più possibile, i confini delle particelle in modo da limitare la frammentazione della proprietà fondia-
ria con conseguenti incrementi di costo per le operazioni di esproprio.
44 Costruzioni Idrauliche
Figura 6. Annotazioni fotografiche su punti caratteristici del tracciato
Infine verrà eseguito il profilo longitudinale (con tutte le indicazioni contenute nella Figura 8) reso
in scala uguale alla planimetria per le ascisse mentre per le ordinate è, generalmente , dieci volte
maggiore.
Generalmente l’acquedotto non segue rigidamente il profilo del terreno ma, se ne discosta ogni
qual volta che, per particolari condizioni, risulti conveniente approfondire lo scavo in modo da man-
tenere una livelletta costante o per ridurre al minimo punti di minimo e massimo relativi, con con-
seguente risparmio per la realizzazione di scarichi e sfiati. Andranno definiti con precisione le posi-
zioni planimetriche ed altimetriche delle opere d’arte, attraversamenti (fiumi, strade, ferrovie, ecc.)
serbatoi e torrini piezometrici, l’ubicazione ed il dimensionamento di eventuali blocchi di ancorag-
gio.
Anche nella stesura del Progetto Esecutivo occorrerà redigere
1. Relazione e calcoli
2. Corografia in scala 1:25.000÷10.000
3. Planimetria quotata in scala 1:2.000÷5.000
4. Disegni dei profili resi in scala 1:2000÷ 5000 per le ascisse e 10x per le ordinate
5. Disegni delle opere d’arte
6. Computo metrico estimativo e preventivo delle spese di gestione
7. Capitolato Speciale d’Appalto e relativo Elenco Prezzi Unitari
8. Disciplinari per la richiesta di offerte per eventuali macchinari ed apparecchiature
9. Piano Particellare di Esproprio
46 Costruzioni Idrauliche
2.6. LA POSA IN OPERA DELLE TUBAZIONI
Dal Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 12/12/1985 si rileva:
L’inclinazione delle pareti dipende, ovviamente, dalle caratteristiche geotecniche del terreno, dalla
profondità dello scavo ed il tempo in cui lo scavo resta aperto. Tutti questi fattori incidono sulla si-
curezza e pertanto quando è necessario assicurare la stabilità delle pareti si procederà o ampliando
lo scavo, inclinando le pareti, o sostenendo le pareti con armature provvisorie in legno o metallo
(sbadacchi- Figura 10).
48 Costruzioni Idrauliche
Figura 10. scavo sostenuto da sbadacchi metallici
Per quanto attiene l’altezza dello scavo , qualora non sussistano motivi particolari, non deve esse-
re, generalmente, inferiore ad un metro in modo da mantenere termicamente isolata, dall’ambiente
esterno, la condotta. La massima altezza è condizionata, oltre che da motivi di sostegno delle pa-
reti e di quanto circonda lo scavo, dal peso del materiale di rinterro che potrebbe determinare uno
stato tensionale tale da superare le tensioni ammissibili del materiale della tubazione. I calcoli
statici delle tubazioni dovranno essere effettuati seguendo le indicazioni contenute nelle “Norme
tecniche per le tubazioni” oggetto del Decreto del Ministero dei LL.PP. del 12/12/1985 .
Gli scarichi consentono, in caso di interruzione del flusso, la vuotatura delle condotte e, nel caso di
avvio o ripristino della funzionalità dell'adduttore, gli interventi di lavaggio. Quando per elevati di-
slivelli altimetrici si è in presenza di scarichi profondi (carico idraulico sullo scarico di notevole enti-
tà) si realizzano scarichi di alleggerimento o a mezza costa, da azionare prima dell'apertura dello
scarico di fondo, procedendo, in tal modo, alla vuotatura del sifone per fasi successive.
Gli scarichi sono realizzati con un pezzo speciale a T con derivazione tangenziale a flangia. Sull'e-
lemento derivato è installata la saracinesca di intercettazione. Caratteristica saliente degli scarichi
di fondo è la dimensione della saracinesca e del diametro della derivazione. Questo deve essere ta-
le da ingenerare, durante lo scarico, velocità dell'acqua nei due rami di condotta convergenti nel
punto di scarico sufficiente all'asportazione di eventuali depositi non incrostanti e tale da non inge-
nerare fenomeni di instabilità alle condotte.
Il dispositivo di scarico deve essere installato entro apposito pozzetto realizzato, generalmente, in
muratura con sovrastante soletta di copertura, in cls armato, forata in corrispondenza della botola
di ingresso protetta da chiusino di ghisa. A seconda della posizione del pozzetto il chiusino sarà a
filo strada ovvero sopraelevato dal piano di campagna; negli acquedotti di montagna il raccordo tra
chiusino e soletta può arrivare anche da elevate altezze per rilevare il pozzetto in presenza di man-
to nevoso. Un opportuno sistema di evacuazione della portata scaricata garantisce l’isolamento tra
l’interno del pozzetto e l’ambiente esterno. La tubazione viene sorretta da blocchi reggispinta loca-
lizzati in corrispondenza della saracinesca (Figura 11).
Sfiati
50 Costruzioni Idrauliche
dell’adduttore o a chiusure accidentali di saracinesche di linea 5; in tal caso si avrà uscita di acqua
dallo sfiato libero , recuperata dalla canna discendente collegata allo scarico. (Figura 13).
Quando , nei punti di valico o a massime quote relative, la quota piezometrica risulta superiore di
10 m rispetto alla quota del terreno, è necessario realizzare sfiati in pressione. L’evacuazione o
l’ingresso di aria è assicurata da apparecchi a funzionamento automatico collegati, tramite interpo-
sizione di saracinesca di intercettazione azionata nel caso di smontaggio o manutenzione dell'appa-
recchio, alla condotta con un pezzo speciale a T flangiato, con tronco di diramazione ortogonale
all’asse della condotta e diametro inferiore a quello dell’adduttore principale (Figura 14).
Questi sono costituiti da una cassa metallica al cui interno è alloggiato un galleggiante sferico rea-
lizzato in acciaio rivestito di elastomero o in acciaio Inox (Figura 15) .
5
generalmente da evitare.
La luce ampia, unitamente alla luce piccola, è attiva unicamente nelle fasi 1 e 3 rispettivamente di
riempimento e vuotatura delle condotte mentre, durante l’esercizio ordinario, allo smaltimento
dell’aria unitamente a quantità limitatissime di acqua provvede lo “spillo” collocato nella parte su-
periore della cassa (Figura 16).
52 Costruzioni Idrauliche
Figura 16 . Sfiato in pressione a doppio galleggiante.
Il valore massimo delle perdite di carico si ha in corrispondenza del vettoriamento della portata di
progetto o a tubi usati. Per stati di transizione, Q < Qprogetto o nella condizione di tubazioni nuo-
ve, la riduzione delle perdite genera tratti di moto "a canaletta" con risalto idraulico intubato, de-
pressioni in condotta, trascinamento di aria, insorgere di moti pulsanti
La tradizione acquedottistica indica le seguenti regole per la corretta localizzazione, lungo il profilo
di un acquedotto, delle valvole di regolazione dei carichi:
la linea piezometrica a tubi nuovi, o corrispondente alla portata minima, condizionata dalla
presenza delle valvole regolatrici, deve incontrare la linea piezometrica a tubi usati, o di regime
per la massima portata
a) nei punti estremi della condotta
b) sulle verticali passanti per i punti di sfiato libero
c) sulle verticali passanti per i nodi di diramazione
In tutte queste sezioni la quota piezometrica deve essere mantenuta invariata durante tutta la vita
tecnica dell'acquedotto;
verso monte dei punti e delle sezioni predetti, la linea piezometrica di minima pendenza deve
proseguire senza discontinuità fino ad incontrare l'asse della condotta o, meglio, la linea paralle-
la all'asse e distante da questo almeno 5 m. In corrispondenza dell'intersezione va istallata la
valvola regolatrice dei carichi;
verso valle dei punti e delle sezioni predetti, la linea piezometrica di minima pendenza deve
proseguire senza discontinuità fino ad incontrare la verticale passante per una valvola regolatri-
ce posizionata secondo il criterio indicato.
In presenza di tubazioni che denunciano progressivo incremento della scabrezza, quindi, è necessa-
rio provvedere, di tempo in tempo, attraverso osservazioni manometriche, all'aumento del grado
di apertura delle valvole regolatrici in modo da compensare l'aumento delle perdite di carico riparti-
te. In presenza di tubazioni non soggette ad invecchiamento, la manovra sulle valvole regolatrici
va effettuata solo a seguito di variazione della portata vettoriata.
Per la regolazione dei carichi non devono essere utilizzate saracinesche del tipo a ghigliottina fun-
zionanti parzialmente aperte. Tale tipo di funzionamento dà luogo ad inconvenienti quali cavitazio-
ne, perdita di tenuta dei giunti, che portano come conseguenza una rapida usura delle saracine-
sche stesse.
Nei nodi di diramazione si realizza la ripartizione della portata in più parti. Quando, in corrispon-
denza della diramazione, la quota piezometrica è prossima alla quota del piano campagna, sussi-
stono le condizioni per realizzare partitori del tipo a superficie libera (Figura 19).
La misura delle portate ripartite è effettuata con stramazzi a superficie libera. Le vasche di carico
poste a valle degli stramazzi sono dotate di dispositivi di scarico, di sfioro e di presa analoghi a
54 Costruzioni Idrauliche
quelli descritti per i manufatti di captazione da sorgenti. Il dispositivo assicura la regolarità della
ripartizione della portata ed è poco sensibile a manomissioni.
Nei nodi di diramazione in presenza di carico piezometrico più o meno elevato i valvolismi neces-
sari per la realizzazione della ripartizione delle portate vengono raccolti in un unico pozzetto inter-
rato; in luogo degli sfiati liberi vengono posti in opera sfiati in pressione, se i rami derivati proce-
dono con tracciato declive, o scarichi, se i rami derivati procedono con tracciato acclive.
Nella Figura 20 le tipologie riprodotte danno un’indicazione di come possa essere variabile la com-
posizione dei vari elementi a seconda sia della posizione delle diramazione rispetto all’adduttore
principale e sia se è necessario introdurre valvole regolatrici dei carichi.
56 Costruzioni Idrauliche
Saracinesche e valvolismi di intercettazione
Nei pozzetti di scarico e sfiato e nei nodi di diramazione sono presenti apparecchiature, dette sara-
cinesche, che consentono di intercettare le portate. I dispositivi di più frequente impiego in ac-
quedottistica sono ad apertura totale , l’otturatore viene richiamato nella parte superiore del corpo
della saracinesca liberando totalmente la luce corrispondente alla sezione della condotta corrente.
Una saracinesca è composta da un corpo cavo, realizzato con tre elementi amovibili, entro il quale
trova sede l'elemento di tenuta o otturatore, a forma di cuneo o ghigliottina , movimentato da ac-
coppiamento boccola-vite senza fine. L'ingombro delle saracinesche è sempre notevole. Risultano
alte, infatti, mediamente tre volte il diametro della tubazione sulla quale vanno inserite.
Tutti i valvolismi con giunzione a flangia vanno assemblati alle tubazioni con interposto giunto di
smontaggio che può correggere sia il non perfetto allineamento tra tubo e la saracinesca e sia la
tolleranza tra le flange di accoppiamento. La posa in opera deve essere realizzata entro appositi
pozzetti o camere di ispezione in quanto la posa interrata non garantisce efficienza nel tempo al
giunto realizzato con bulloni serrati.
Il corpo delle saracinesche viene realizzato in ghisa o acciaio con getto entro forme fisse. Le carat-
teristiche di forma del corpo (piatto, ovale, cilindrico), gli spessori ed il peso delle saracinesche di-
pendono dalle pressioni di esercizio caratteristiche della condotta nella quale è previsto l'inserimen-
to. Nella Figura 23 sono raffigurate le sezioni di saracinesche di intercettazione del tipo a lente o
ghigliottina.
La protezione alla corrosione del corpo della saracinesca, affidata ad emulsioni bituminose e verni-
ci al minio, spesso si rileva insufficiente per l’ambiente particolarmente aggressivo che viene ad
instaurarsi all’interno dei pozzetti causa le inevitabili perdite (Figura 24).
58 Costruzioni Idrauliche
to vario elastico. Il diaframma della valvola, nella posizione di completa apertura, viene ad ostruire
la sezione libera della tubazione, ingenerando perdite di carico concentrate, peraltro di intensità
molto contenuta, nel caso di profilatura idraulica (lente piatta).
2.8. ATTRAVERSAMENTI
Il tracciato di un acquedotto nel suo sviluppo interferisce con organismi idrologici naturali, costituiti
dai corsi d’acqua (canali artificiali, torrenti, fiumi), strade, metanodotti e linee ferroviarie. Per l'at-
traversamento di corsi d'acqua minori è sufficiente incassare la tubazione in briglie di muratura o
cls (Figura 29).
Per corsi d’acqua o luci maggiori si ricorre, quando possibile, all'uso dei ponti viari esistenti, modifi-
cando a tal fine il tracciato degli acquedotti. In tale economica soluzione i tubi vengono posti in o-
pera o sotto i marciapiedi o all'esterno della struttura viaria su appositi sostegni a sbalzo (Figura
30).
Figura 30
Figura 31. Attraversamento di un corso d’acqua con trave cava in c.a., con all’interno due condotte.
60 Costruzioni Idrauliche
Figura 34. Tubo ponte appoggiato su puntoni inclinati
Gli attraversamenti stradali assumono importanza in relazione alla tipologia della strada e conse-
guentemente del traffico che essa sostiene. Pertanto lo scavo in trincea è utilizzato quando è possi-
bile interrompere il traffico per tutto il tempo necessario per eseguire l’operazione di taglio della
pavimentazione stradale, che dovrà essere realizzato con adeguati macchinari in modo da garantire
l’uniformità del taglio ed evitare il danneggiamento della restante pavimentazione, scavare la trin-
cea, disporre il letto di posa, effettuare la posa in opera della condotta, effettuare le prove di tenu-
ta idraulica, rinterrare lo scavo e ripristinare la massicciata stradale (Figura 38) .
62 Costruzioni Idrauliche
Figura 36. Montaggio dei collari distanziatori
Prima del rinterro verrà sigillata la condotta al controtubo con una guaina termorestringente.
Nel caso di particolari pavimentazioni, ad esempio selciati in porfido o in pietra, queste verranno
ripristinate secondo la primitiva configurazione .
Figura 37. Tecnica del Directional Drilling: Le fasi operative dal foro pilota all’alesatura.
Queste ultime realizzano un foro pilota di diametro sensibilmente inferiore a quello finale.
L’avanzamento nel terreno secondo una traiettoria rettilinea è garantito dall’azione combinata della
spinta con la rotazione delle aste mentre per effettuare curve o deviazioni è sufficiente la sola spin-
ta, data l’asimmetria dell’utensile di perforazione (fondo foro).
Durante la trivellazione, viene iniettato nell’area di scavo un fluido di perforazione che ha, tra le
sue principali funzioni, quelle di ridurre l’attrito causato dall’adesione aste-terreno, di stabilizzare
quest’ultimo, nonchè di raffreddare la testa di perforazione. La perforazione pilota termina quando
la testa di perforazione giunge nella buca di uscita.
Infine la fase di ritorno (Back Reaming) sostituendo la testa di perforazione con un alesatore (Figu-
ra 41) si provvede all’allargamento del foro pilota con recupero delle aste di perforazione e conse-
guente posa della tubazione agganciata sul retro dell’alesatore
Per sensibili dimensioni della condotta o per l’importanza della sede viaria da attraversare possono
essere realizzati attraversamenti con spingitubo-guaina o con cunicoli praticabili. Il primo metodo
consiste nello spingere, sotto il piano stradale e perpendicolare all’asse, con martinetti idraulici
tronchi di tubo di acciaio svuotati, con una trivella, della terra di scavo (Figura 42).
64 Costruzioni Idrauliche
Figura 42. Attraversamento con spingitubo
Figura 43
Nel caso di attraversamenti ferroviari (Figura 42) sono previste norme di realizzazione contenute
nel Decreto Ministeriale 23 febbraio 1971 “Norme tecniche per gli attraversamenti e per i
parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto”
(G.U. 26-5-1971, n.132, supplemento).
Anche nel caso in cui la condotta interessi una linea di gasdotto (Figura 45) sono da osservare di-
sposizioni tecniche emanate dall’Ente Gestore che in maniera restrittiva obbliga anche lo scavo a
mano in prossimità della condotta del gas.
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