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LABORATORIO POMERIDIANO :I GIOCHI DI RUOLO 

PROF. VITTORIO BATTILANI 

LABORATORIO DI GIOCO DI RUOLO  NELL'INSEGNAMENTO DELLA STORIA


MA ESATTAMENTE COS' E' UN GIOCO DI RUOLO ?

Il gioco di ruolo (GdR) è un gioco in cui i partecipanti fingono di essere i personaggi di una storia
che essi stessi inventano mossa dopo mossa, sotto la guida di un Master (o "Narratore").
Quest'ultimo espone una situazione, mentre gli altri giocatori raccontano a turno che cosa
farebbero se fossero davvero i protagonisti della storia narrata. Alla fine non vince nessuno: è un
gioco di narrazione e di cooperazione. Lo scopo è divertirsi a inventare tutti insieme una storia. Il
Master si limita a descrivere le situazioni, a coordinare i giocatori nella creazione della storia, a
gestire tutte le "comparse", cioè tutti quei personaggi secondari che non sono impersonati dai
giocatori. Una singola storia, o "avventura", può durare un paio d'ore o qualche pomeriggio. 
In un gioco di ruolo ogni giocatore interpreta un personaggio diverso, contribuendo a una storia
collettiva. Il GdR è una narrazione condivisa come gioco; tutti i giocatori vi partecipano
interpretando e gestendo un personaggio protagonista e insieme creano/interpretano una storia.
Detto così può sembrare una rappresentazione teatrale (soprattutto se pensiamo alla Commedia
dell'Arte dove è importante l'improvvisazione); le somiglianze infatti sono molte e forse le uniche
differenze sono che gli attori quasi sempre indossano dei costumi, si fanno pagare e hanno un
pubblico da divertire e coinvolgere, mentre i giocatori lo fanno solo per loro stessi. 
Per giocare di ruolo serve ben poco: ci sono sì una serie di "accessori" che possono aiutare nel
gioco: schede che descrivono il personaggio da interpretare, dadi da gioco per introdurre un
fattore di casualita' negli incontri (o scontri), grossi fogli su cui disegnare piantine, miniature da
predisporre sulle mappe per poter capire esattamente "dove mi trovo" e "chi c'è davanti a me". Ma
questi sono optionals. Senza una certa dose di fantasia, non basteranno tutti i soldatini di questo
mondo per farvi "vedere" ciò che viene descritto dal Master. 

COSA C'ENTRANO I GIOCHI DI RUOLO CON L'EDUCAZIONE?

I giochi di ruolo sono un'attività libera e gratuita, piena di fantasia, individualità, cooperazione e
progettazione...
Ma cosa centrano con l'educazione? Cosa c'entrano in modo più specifico con un'educazione che
preveda che si impari perché è bello farlo, che si impari per conoscere di più e meglio se stessi, il
mondo e il proprio rapporto con esso? Credo proprio che tra le nuove tecnologie educative che
comprendono al loro interno anche l'uso del gioco (quello vero, non gli esercizi camuffati da
gioco), siano uno strumento valido ed efficace. Leggere, narrare, inventare storie, immaginare,
riferire, aiutano la conoscenza di sé, del mondo, degli altri, di sé nel mondo e di sé con gli altri;
penso che servano anche a dotarsi di strumenti (leggere, scrivere, far di conto), a migliorare le
capacità espressive, le conoscenze storiche, letterarie e di contenuti per me essenziali nel mondo
globalizzato in cui viviamo: cioè l'educazione alla tolleranza, al confronto e in definitiva alla pace. 
Molti enti pubblici inseriscono il GdR tra le loro attività perché è un gioco socializzante e perché
sviluppa la creatività e la fantasia. Molte biblioteche ospitano e organizzano attività di GdR perché
spronano alla lettura: gli appassionati di giochi di ruolo, risulta da numerose ricerche sul campo,
leggono mediamente di più dei loro coetanei. Anche diverse scuole elementari e medie, sia
inferiori che superiori, hanno utilizzato il GdR nell'ambito dei loro programmi didattici (ultimo in
ordine di tempo, l'IPSIA di Modena ha realizzato un GdR sul Risorgimento italiano). Storici
affermati hanno studiato e sperimentato diverse applicazioni del GdR nell'insegnamento della
storia: ad es. il prof. Brusa dell'Università di Bari e la sua equipe nel convegno "Documentaria"
2005 hanno presentato e dato pratica dimostrazione di GdR applicati all'insegnamento della
storia. 
"Ludendo docere", cioè "insegnare giocando", è un motto antico: e il gioco di ruolo è assai adatto
perché stimola la fantasia, insegna a raccontare, a coordinare la propria creatività con quella degli
altri.
Molti autori, inoltre, amano inserire nelle loro avventure enigmi o problemi da risolvere,
stimolando così le capacità logiche dei loro giocatori. Come ogni buon romanzo o film, infine, un
buon gioco di ruolo di ambientazione storica o letteraria, e ce ne sono diversi, può insegnare
facilmente e in modo stimolante le più svariate nozioni e conoscenze. 

ESPERIENZA PERSONALE

Voglio quindi chiarire che, quando mi riferisco alla mia esperienza personale, col termine "giochi di
ruolo", mi voglio riferire a quegli specifici role-playing e role-playing games (non è sempre così
facile definirne i confini precisi) nell'ambito dei quali ho realizzato le mie esperienze educative nella
scuola secondaria di primo grado.
Mi sono trovato di fronte a due possibilità complementari: mettere al centro l'azione, la trama
(puntando sul problem solving, sull'aspetto logico-deduttivo), oppure mettere al centro i
personaggi (privilegiando l'aspetto creativo-interpretativo): secondo le fasi di gioco ho privilegiato
ora l'uno ora l'altro aspetto. 

Da tre anni abbiamo ideato, strutturato e condotto un laboratorio di storia utilizzando il GdR non
soltanto come mezzo educativo per aumentare l'interesse, per alleggerire la lezione, ma per
"mettere in situazione" gli studenti, per renderli protagonisti delle realtà con cui venivano in
contatto, per trasformare la lezione in una narrazione condivisa.  Considerando un po' tutto quello
che era stato fatto in precedenza e di cui eravamo venuti a conoscenza, la nostra scelta è caduta
su "Giocastoria", ideato dallo Studio TreEmme sotto il patrocinio dell'Assessorato all'Istruzione
del Comune di Modena e pubblicato nel 1999 dal Centro di Documentazione Educativa di Modena. 
Perchè "Giocastoria"? Perchè era ambientato a Modena (nel XII secolo, più precisamente nel
settembre-ottobre dell'Anno del Signore 1185); perchè puntava sull'aspetto creativo-narrativo
(pur non trascurando straregie di problem solving); perchè si basava su regole semplici, ma
funzionali (struttura "a bivi", come nei libri-game); perchè permetteva diversi collegamenti e
riferimenti sia alla vita quotidiana, troppo spesso trascurata dai testi scolastici (ricostruzione di
ambienti, abitudini di vita, abbigliamento, pianta della città e tipologia delle abitazioni, moneta
circolante - il bolognino, diviso in 12 soldi -, i commerci, il governo della città) sia alla situazione
nazionale e internazionale (Pace di Costanza, Matilde di Canossa, rapporto tra Papato e Impero,
Crociate, storia delle abbazie di Nonantola e di S.Pietro, del Duomo di Modena e dei rapporti di
potere tra questi centri religiosi).

Nell'anno scolastico 2003/2004 abbiamo condotto la prima esperienza di laboratorio (dieci incontri
di due ore ciascuno, di cui due di introduzione ed uno di conclusione, con una media di
partecipazione di 15 studenti a lezione); gli studenti aspettavano con impazienza le lezioni, mi
facevano vedere i lavori che avevano prodotto spontaneamente (cosa più unica che rara),
partecipavano con interesse proponendo anche interventi e soluzioni creative.
Il seguente anno scolastico ho curato "Giocastoria" e due miei collaboratori hanno coordinato un
"secondo livello" con gli studenti del precedente anno che hanno voluto ripetere l'esperienza; nella
festa di chiusura dell'anno scolastico abbiamo organizzato e condotto un torneo in rete di G.d.R.
con premi per i vincitori.
In questo anno scolastico gli studenti coi quali ho iniziato l'esperienza mi hanno aiutato nel mio
compito di Master (e qualcuno è già in grado di condurre un gruppo da solo) e hanno coordinato
l'aspetto informatico (più ludico), mentre con i miei collaboratori ho ripetuto l'esperienza del
secondo anno, ma riducendo molto la parte introduttiva per "buttarci" subito nell'azione,
potenziando le strategie di problem solving e i riferimenti storici e culturali in genere, arrivando a
15 incontri settimanali di due ore ciascuno. Anche per quest'anno è previsto un torneo a fine anno
scolastico.

Spero che questo articolo sia letto da chi non ha avuto ancora l'occasione di entrare in contatto
con la realtà dei giochi di ruolo e di simulazione e che crei qualche curiosità, perchè credo che i
GdR siano validi strumenti educativi e che offrano possibilità non ancora sfruttate nell'ambito
dell'insegnamento.

Battilani Vittorio, insegnante di Lettere del corso A


(Ringrazio mio figlio Luca che mi ha introdotto ai GdR, che mi ha prestato le sua preziosa
collaborazione e dal quale ho desunto anche molto materiale per questo articolo)

http://www.emiliaromagna.lafragola.kataweb.it/modena/medie/sedecalvino-
modena/story449354.html

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