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JOSEPH H.

CATER E LA RIVOLUZIONARIA TEORIA DELLE ‘PARTICELLE SOFFICI’


Joseph H. Cater, di nascita statunitense, è uno studioso indipendente, autore di vari testi riguardanti una
nuova visione della fisica e della metafisica, basate in particolare su ciò che lui chiama 'particelle soffici'
(soft particles). I suoi testi non sono purtroppo – ancora? – stati tradotti in italiano, quindi sono ben
pochi i non anglofoni a conoscenza degli insegnamenti di questo scienziato. In effetti, come gli scarni
risultati di una ricerca su Google possono dimostrare, tale autore è pressoché sconosciuto anche
nell’ambito anglofono, nonostante – e forse proprio per questo motivo – le teorie da lui avanzate siano
tanto rivoluzionarie quanto basate su fatti facilmente dimostrati e dimostrabili.
Qui mi occuperò in particolare del suo testo The Awesome Life Force. The Unifying Principles for All
Physical and Occult Phenomena in the Universe (La Meravigliosa Forza Vitale. I Principi Unificatori di
Tutti i Fenomeni Fisici ed Occulti nell’Universo), dato alle stampe in Florida nel 1984.

Già nel primo capitolo, sono enunciati sei fatti sorprendenti:


I. L’attrazione gravitazionale della Luna è uguale a quella della Terra.
II. L’atmosfera della Luna è densa quanto quella della Terra.
III. Le missioni lunari Apollo della Nasa non utilizzarono razzi come forza propellente. Data l’alta
forza di gravita della Luna, non ci sarebbe stato spazio per trasportare abbastanza carburante
per l’andata ed il ritorno.
IV. La Terra, così come tutti i pianeti, è cava all’interno. L’entrata principale è larga migliaia di
miglia, e si trova appena un po’ più a sud del polo nord
V. Già molto tempo prima delle missioni Apollo, la Nasa possedeva navicelle volanti intergalattiche,
alimentate da congegni antigravitazionali.
VI. Gli effetti della forza di gravità sono prodotti da una radiazione altamente penetrante dello
spettro elettromagnetico, con frequenze rientranti tra la banda superiore del radar e quella
inferiore degli infrarossi, la quale può essere usata per far levitare oggetti anche pesanti.

Il paradigma di Cater, i cui risultati mostrano elementi a dir poco sorprendenti, prevede l'applicazione
pratica dei Princìpi Ermetici (derivanti, cioé, dagli insegnamenti di Hermes, conosciuto anche come Toth
o Imhotep; insegnamenti comunque provenienti da una tradizione molto più antica, ma ciò sarà
argomento di articoli successivi) alla comprensione dei fatti basilari della fisica e della metafisica. Le
prove e le spiegazioni addotte da Mr Cater sembrano più che convincenti, così come lo sembrano le
evidenti cantonate che la scienza cosiddetta ufficiale sembra, di conseguenza, aver preso negli ultimi
secoli, e che in alcuni casi dimostrano un volontario occultamento dei fatti, associati ad ostracismo e
persecuzione degli scienziati e ricercatori che sono riusciti a fare delle scoperte controverse, in grado di
minare fatti dati per scontati dalla scienza accademica. Lo stesso Cater fa menzione di uno scenziato di
sua conoscenza, il cui nome non viene rivelato, il quale portò a termine degli importanti esperimenti nel
campo della forza di gravità, tanto da costruire un oscillatore ad alta frequenza in grado di far levitare
oggetti molto pesanti. Tale scienziato fu subito costretto dalla CIA a terminare tali esperimenti e
smantellare tale congegno, e da allora è stato braccato e sorvegliato e, dice Cater, “è fortunato ad
essere ancora vivo.” (1984, 15)

Mentre scrivo, il telegiornale, improbabile ma nella fattispecie innegabile strumento dell'attuazione


sincronistica dell'universo, trasmette gli annunci di Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica del Belpaese,
sui neutrini (appena fotografati dal CERN) e sulla 'materia oscura', che a suo dire ci circonda e permea
tutto nell'universo, e che è la grande sconosciuta della fisica canonica. Osservazioni alquanto azzardate
sia le prime - i neutrini non sono altro che particelle create artificialmente, e che non esistono in natura,
così come i tanto sbandierati ‘quanti’ della meccanica e recentemente addirittura ‘mistica quantistica’ -
che le seconde, dal momento che la 'materia oscura' è indicata come quella parte della materia che
provoca gli effetti gravitazionali, e Joseph Cater dimostra invece che a provocare la gravità è tutt’altra
fonte.

FORZA DI GRAVITÀ
Ecco come Cater descrive accuratamente la forza di gravità.
“Gli effetti gravitazionali sono prodotti da una radiazione altamente penetrante dello spettro
elettromagnetico. La gamma di questa frequenza è situata tra la porzione inferiore dell’infrarosso, e la
banda radar. La frequenza è approssimativamente di 1 trilione di cicli al secondo e, più precisamente,
corrisponde a lunghezze d’onda comprese tra 0,3 e 4,3 mm.” (1984, 15)
Lo scienziato americano comunicò questa sua scoperta a membri della comunità accademica americana
nel lontano 1958, provocando in costoro un grande entusiasmo, che fu accresciuto dagli esperimenti
effettuati conseguentemente in materia da autorità governative, e che confermavano le teorie di Mr
Cater. Tali esperimenti diedero origine ad euforici accenni alla scoperta di un congegno anti-
gravitazionale, per esempio da parte di John W. Campbell, nella sua rivista Astounding – in seguito
chiamata Analog – accenni che furono subito e con evidenza messi a tacere.

Ad un qualsiasi lettore che ricordi le nozioni basilari della fisica moderna, quelle che s’insegnano già alle
scuole medie, per intenderci, tale definizione della forza di gravità provocherà un’istantanea reazione.
Infatti, la teoria appena enunciata contraddice altamente ciò che fu scoperto da Newton, e che ha
formato la base di ogni teoria sulla gravità formulata dopo di lui. Sir Isaac Newton, come è noto,
affermava che la forza di gravità ha effetti penetranti illimitati, ossia che la forza di gravità esercitata da
un corpo non si attenua, durante il suo passaggio attraverso la materia. Ciò è chiaramente in contrasto
con il più basilare dei concetti della fisica, e cioè la legge della conservazione dell’energia, enunciata per
esempio da de Lavoisier come: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, corrispondente
anche al Primo Principio della Termodinamica.
Per meglio assimilare la magnitudine di tale fallace affermazione del fisico inglese – tra l’altro noto
appartenente alla Massoneria – e le sue conseguenze, è necessario rivolgersi per un momento al
fenomeno delle maree. È pressochè automatico rendersi giustamente conto che esse sono causate dalla
forza di gravità, ma “uno dei più strordinari esempi di irrazionalità nella storia della fisica ortodossa è la
spiegazione canonica delle maree.” (1984, 50)

Una delle nozioni basilari della meccanica, facilmente dimostrabile, rivela che, se la stessa accelerazione
è applicata a due corpi, uno di essi non può muoversi relativamente, differenzialmente all’altro. In
effetti, però, ciò è proprio quello che succede nel caso delle maree; infatti, gli oceani, le masse d’acqua,
in occasione delle maree, ma non solo, si muovono indipendentemente dalla terra; quindi è lecito
stabilire che essi non ricevono la stessa accelerazione di quest’ultima. Quindi, se è vero come è vero,
come ho appena scritto, che:
a) se la stessa accelerazione è applicata a due corpi, uno di essi non può muoversi relativamente
all’altro, e che
b) dobbiamo necessariamente arrivare alla conclusione che la terra e le masse oceaniche ricevano un
diverso tipo di accelerazione, poiche’ gli oceani si muovono relativamente alla terra (anche perché
manifestazione di due elementi separati)
c) ecco così chiaramente ed elementarmente confutata l’affermazione newtoniana di cui sopra, secondo
la quale la forza di gravità ha effetti penetranti illimitati.
Infatti, se fosse come teorizzò Newton, la terra e le acque dovrebbero ricevere la stessa accelerazione, e
muoversi all’unisono. Però sappiamo bene tutti che non funziona così.

È in questo modo che entra in campo la spiegazione degli effetti gravitazionali data da Cater; siccome la
forza di gravità è provocata solo da un ben definito tipo di radiazioni, e non indiscriminatamente da tutta
la materia, come affermò Newton, ora è chiaro come tali radiazioni non siano in grado di avere effetto su
tutta la materia, ma solo su alcune porzioni di essa, o perlomeno in maniera diversa su ciascuna di esse.
“In questo caso, la discrepanza tra la realtà e le speculazioni della scienza ortodossa è così colossale che
uno dei grandi enigmi della storia del pensiero umano, è proprio il fatto che essa non sia mai stata
sfidata sin dal tempo di Newton.” (1984, 50)

Ma le maree non sono che uno dei tanti modelli che si possono utilizzare per confutare Newton ed
appoggiare Cater, per quanto riguarda la natura delle forze gravitazionali. Ad esempio, si considerino le
nuvole le quali, come ben noto, sono composte di microparticelle d’acqua molto più dense
dell’atmosfera circostante. Se le nozioni sulla forza di gravità di Newton – e anche di Einstein, del quale
ci occuperemo in altra sede – fossero vere, come fanno le nuvole a rimanere sospese nell’aria?

Si accennerà qui inoltre ad una nozione che esula dall’ampiezza data al presente articolo, ma che sarà ad
ogni modo d’aiuto a capire meglio ciò che si espone nel paragrafo seguente; grandissima parte
dell’energia irradiata dal sole è di frequenze superiori, a volte anche di gran lunga, agli ultravioletti,
epperò non rientra nella gamma indicata sopra, cioé tra la porzione inferiore degli infrarossi e quella
superiore del radar; di conseguenza, ne risulta evidente che il sole possiede una forza di gravità
superficiale quasi inesistente.

La maniera in cui il sole tiene in orbita attorno a sé i pianeti non è evidentemente la sua forza di gravità.

LE ETERI E LE PARTICELLE SOFFICI


Per capire cosa siano le eteri e le particelle soffici, bisogna enunciare una legge che, secondo Cater, “non
si trova in nessun manuale scolastico” (1984, 59): la legge della redistribuzione dell’energia. Secondo
questa legge, quoto testualmente l’autore, “quando energia elettromagnetica radiante interagisce con
la materia, la radiazione che ne risulta, nel suo insieme, è di una frequenza inferiore a quella della luce
originale”. Tale legge è un’escrescenza, così come la Seconda Legge della Termodinamica, di una legge
molto più generale, valida anche a livello metafisico, che stabilisce che l’energia si sposta solo e sempre
da un potenziale più alto verso uno più basso. Una possibile osservazione pratica di questa legge può
avvenire con il fenomeno della diffusione degli elettroni, fenomeno che è alla base del funzionamento
dei diodi e dei transistori. Oppure, molto più semplicemente, basti pensare alla corrente elettrica,
originata niente altro che da una differenza di potenziale tra due poli.
Quindi, ricapitolando, sia la legge della redistribuzione dell’energia, sia il Secondo Principio della
Termodinamica, sono derivanti da quella che arbitrariamente si potrebbe chiamare la legge del
potenziale: l’energia si muove sempre in discesa, cioé da un potenziale più alto verso uno più basso.
L’ultimo enunciato potrebbe vedersi come una conseguenza dei principi Ermetici dell Polarità e del
Ritmo.

La Luce e L’etere
I maestri orientali asserivano, già migliaia di anni fa, che la materia è composta di luce; in effetti, una
delle manifestazioni dell’energia prodotta dalla materia è appunto la luce, nelle sue componenti visibili
ed invisibili. Brillanti ricercatori molto poco noti, quali Brunler e Reichenbach, hanno condotto
esperimenti sulla parte invisibile della luce; quest’ultima è altamente penetrante e, al momento della
sua disintegrazione, essa produce luce visibile. Quindi è lecito dire che, qundo si produce luce, essa
comprende anche particelle composte di essa, che la accompagnano. Si pensi ad esempio ad una
lampadina ad incandescenza; quando questa viene riscaldata, emette luce. Eppure la materia è stata in
grado di produrre luce senza alcuna perdita di materia; allora in effetti la luce deve essere la
manifestazione di qualcos’altro: l’etere, la forza vitale che si manifesta come il componente di tutte le
cose. Dalla combinazione di particelle di etere, si formano i fotoni che compongono la luce.

Ritornando alla cosiddetta legge del potenziale esposta sopra, essa comporta di conseguenza che le parti
che compongono un’unità dinamica siano più semplici e quindi più attive dell’unità stessa. Ciò
naturalmente vale anche per l’etere, e per questo è lecito parlare di eteri superiori e di eteri inferiori: le
prime sono più piccole, più semplici e più attive; le seconde più grandi, più complesse e meno attive.
Tutte le particelle di etere occupano lo stesso spazio tridimensionale, l’unico esistente, ed eteri di
diversa frequenza interferiscono minimamente le une con le altre. Perciò quando fotoni di una certa
frequenza vengono prodotti, sono le eteri associate a quella frequenza che si uniscono per renderlo
possibile. Inoltre, i fotoni si combinano tra di loro e formano le particelle penetranti che accompagnano
la luce.

Particelle Dure e Particelle Soffici


“La scienza accademica ha riconosciuto solo l’esistenza di particelle che comprendono l’atomo e le
particelle artificiali create in esperimenti in camera a nebbia.” (1984, 61). Infatti, esse sono formate da
fotoni di frequenze superiori ai raggi gamma, ma esistono anche particelle formate da luce di frequenze
più basse.
“Le particelle formate da luce avente frequenza di intervalli inferiori saranno d’ora in poi chiamate
particelle soffici, mentre quelle associate ai raggi gamma o superiori saranno chiamate particelle dure.”
(1984, 62) Sono appunto le particelle soffici, che sono più complesse, ad essere più grandi, più attive, e
più penetranti e viceversa per le particelle dure.

Ruolo delle Particelle Soffici


Come si è già esposto sopra, le radiazioni del sole sono di una frequenza superiore a quella necessaria
per creare gravità. Inoltre, secondo la legge della redistribuzione dell’energia, “quando energia
elettromagnetica radiante interagisce con la materia, la radiazione che ne risulta, nel suo insieme, è di
una frequenza inferiore a quella della luce originale”. Così risulta chiaro che parte dalle radiazioni del
sole, quando penetrano l’atmosfera della crosta terrestre, si trasformano in particelle sempre più soffici,
ed alcune di esse sono di frequenze comprese tra gli infrarossi e il radar, quindi in grado di creare una
forza di gravità bastante a tenere la terra in orbita al sole. Lo stesso procedimento vale per gli altri
pianeti.
Ad ogni modo, con il suo moto sempre più verso l’interno della crosta terrestre, l’energia irradiata dal
sole si trasforma in particelle sempre più soffici, che ad un certo punto inizieranno a presentare
frequenze inferiori a quelle necessarie a creare forza di gravità. Cater calcola che qualsiasi pianeta
smetterà di produrre effetti gravitazionali, quando i raggi del sole siano penetrati per 150 miglia nella
sua crosta. Per questo motivo, sia la Terra, sia il Sole, sia la Luna hanno una forza di gravita superficiale
quasi uguale.

Felix Caserta
10 Maggio 2011

Caserta Felix

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