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N.47 NOVEMBRE 2007
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N° 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 – 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

TATTICA

La difesa a zona nelle situazioni di


palla inattiva.

A cura di MICHELE TOSSANI

Analisi e metodologie di alcune proposte di lavoro, per l’utilizzo di una difesa


collettiva, nelle situazioni di calcio d’angolo e di calcio di punizione contro.

INTRODUZIONE.

Il concetto di difesa a zona sulle palle inattive, fino a qualche anno fa sembrava
impraticabile; come era possibile fermare i saltatori avversari senza cercare di
contrastarli direttamente, magari attraverso spinte e trattenute di vario genere?

Ultimamente, invece, vuoi per ovviare ad una maggiore applicazione del regolamento
da parte degli arbitri (con aumento dei rigori fischiati per quelle stesse trattenute in
area di rigore, in occasione dei calci piazzati, che prima venivano lasciate correre…),
vuoi per cercare di trovare un metodo, da parte delle squadre più deboli nel gioco
aereo, per difendersi contro avversari in grado di portare chili e centimetri in
abbondanza nelle zone calde nelle situazioni di palla inattiva, anche in Italia comincia
ad affermarsi la tendenza a disporre la propria squadra a zona nelle situazioni
difensive di calcio d’angolo e di punizione contro.

Spesso, tuttavia, vediamo giocatori disposti a zona per “moda”, senza che essi
abbiano ricevuto il giusto allenamento e le corrette istruzioni per affrontare le
situazioni in questione.

In questo articolo cercheremo di analizzare i principi alla base del funzionamento di


questo espediente tattico difensivo unitamente all’introduzione di particolari
disposizioni che possono, se correttamente applicate, aiutarci a risolvere
favorevolmente le situazioni di calcio d’angolo e punizione contro; situazioni dalle quali
nascono la maggior parte dei gol.
VANTAGGI.

Vediamo i vantaggi di una difesa a zona in riferimento alle situazioni di palla inattiva:

¾ mantenimento della superiorità numerica in fase difensiva;

¾ responsabilità collettiva divisa fra tutti i giocatori;

¾ nessun pericolo di trattenute, spinte e altre scorrettezze punibili con il calcio di


rigore;

¾ possibilità di sopperire ad una inferiorità nel gioco aereo rispetto alla squadra
avversaria attraverso la corretta lettura della traiettoria della palla;

¾ le squadre ormai giocano, anche nelle serie minori, per la maggior parte a zona; è
quindi più facile proseguire utilizzando i concetti della marcatura a zona anche sui
calci piazzati piuttosto che passare improvvisamente dalla zona alla marcatura a
uomo durante le palle inattive;

¾ possibilità di organizzare una difesa indipendente dal numero di avversari schierati


a saltare o dagli schemi che essi possono aver preparato;

¾ annullamento dei blocchi avversari.

SVANTAGGI.

Vediamo invece ora gli svantaggi di tale scelta:

¾ necessità di ripiegare tutti velocemente a protezione della porta;

¾ richiesta di alto tasso di concentrazione;

¾ necessità da parte dell’allenatore di piazzare correttamente i giocatori nelle


posizioni chiave;

¾ necessità di un addestramento preciso che richiede molto tempo.

RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE.

La prima cosa da stabilire è quali siano le responsabilità individuali all’interno del


sistema difensivo.
Così come in una difesa a zona, in situazione di palla attiva (cioè durante il normale
svolgimento della partita), ogni giocatore è responsabile in primo luogo della propria
zona di competenza, così in situazione di palla inattiva ogni elemento dovrà occuparsi
della zona a lui assegnata.

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Quanto è grande questa zona di competenza?
I giocatori sono disposti su più linee difensive: ogni giocatore dovrà occuparsi della
zona fra sé ed il compagno più vicino sia frontalmente che lateralmente verso il
centrocampo (figura 1).

2 3
2 3

5
5

Fig. 1
Fig. 1

Come nella pallavolo, per non ingenerare confusione, i giocatori non dovranno mai
arretrare: i palloni che arrivano alle loro spalle sono di pertinenza dei compagni posti
dietro.

Inoltre, non dovranno mai schiacciarsi verso la porta, per non creare confusione al
portiere o creare mischie pericolose: i palloni molto a rientrare sono di pertinenza
della linea difensiva più bassa o direttamente dell’estremo difensore.

Lo sguardo e la postura dei giocatori deve essere rivolta verso la sfera; soltanto
attraverso la vista periferica ogni giocatore dovrà porre attenzione agli avversari che
gravitano nella propria zona di competenza.

I giocatori devono restare fermi nelle rispettive posizioni fino a quando la palla non
viene calciata, “saltellando” per darsi una spinta dinamica maggiore al momento di
andare incontro alla sfera; proprio questo è uno dei punti fondamentali da rispettare in
una difesa a zona sulle palle inattive: i giocatori non devono assolutamente rimanere
“passivi” aspettando che la palla cada loro sulla testa, altrimenti verranno sempre
anticipati dagli attaccanti; una volta che la sfera entra nella zona di competenza di un
giocatore, quel giocatore dovrà “aggredire” la palla andandole incontro, anticipando il
saltatore avversario.
Per entrare in porta, il pallone, che via sia indirizzato direttamente o che subisca una o
più deviazioni, deve comunque compiere una traiettoria ed attraversare uno spazio;
ecco allora che la priorità in fase difensiva diventa quella di occupare e difendere

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questi spazi, con tutti i giocatori, le cui zone saranno interessate dalla traiettoria del
pallone, che dovranno essere pronti ad intervenire (figura 2).

10
10
2
2
3 3 5
3 3 5
7
7

Fig. 2
Fig. 2

Mai perdere la concentrazione e mai dare per scontato che il giocatore davanti a noi
riesca ad intercettare la palla.

LE ZONE PIU’ PERICOLOSE.

I settori nevralgici da difendere sono:


¾ 1 primo palo;
¾ 2 secondo palo;
¾ 3 zona dell’area piccola davanti al primo palo dove spesso le squadre fanno
arrivare o fanno stazionare un saltatore per eventuali “spizzate” (come faceva
l’abilissimo Di Biagio);
¾ 4 zona centrale dell’area di rigore, antistante l’area piccola;
¾ 5 limite dell’area di rigore (figura 3).

1 2
3
1 2
3
4
4

5
5

Fig. 3
Fig. 3

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Vediamo ora una particolare disposizione tattica a zona che andiamo a consigliare per
affrontare le situazioni di calcio d’angolo contro, prendendo spunto dalla necessità di
coprire adeguatamente le zone di maggior pericolo sopra citate.
Disponiamo 2 e 3 a difesa dei pali e 5 nella zona antistante il primo palo; davanti
all’area piccola disponiamo quattro giocatori a “rombo”; davanti a loro, al limite
dell’area di rigore, in verticale rispetto ai pali della porta, 9 e 11 con 10 in prossimità
della zona di battuta del calcio piazzato (figure 4).

3 2
10
10 5 3 11 2
5
4
7 4 6
7 6
8
8
9 11
9 11
10
10

Fig. 4
Fig. 4

La disposizione della squadra varierà in funzione del tipo di traiettoria effettuata dal
battitore, cioè se essa sarà a rientrare o ad uscire.
Nella figure 4 abbiamo visto la disposizione in caso di battuta ad uscire; nella figura 5
vediamo invece una disposizione con battuta a rientrare.

10
10 3 1 2
5 3 1 2
5
7 4 6
7 4 6
8
8
9 11
9 11
10
10

Fig. 5
Fig. 5

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Analizziamo le differenze: tutta la squadra si disporrà su una linea più arretrata.
Il portiere 1 si disporrà più basso verso la linea di porta; 2 e 3 andranno anch’essi ad
toccare la linea di porta; il rombo si abbasserà verso l’area piccola, con 7, 4 e 6 che si
disporranno su un’unica linea e con 8, il vertice del rombo, che si abbasserà anche lui,
approssimativamente sotto al dischetto del rigore.

I giocatori 9 e 11 manterranno inalterate le posizioni, così come 10 il quale, al


massimo, potrà portarsi più vicino al punto di battuta prevedendo, su battuta a
rientrare, una respinta più corta da parte della difesa.

CARATTERISTICHE DEI GIOCATORI.

I giocatori 2 e 3 potranno anche non essere elementi dalle spiccate doti morfologiche
di altezza e peso; l’importante è che siano rapidi per avanzare, in caso di respinta, allo
scopo di mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari e per aiutare il portiere, o gli
altri difensori, in caso si generi una mischia nell’area piccola.
Il giocatore 5 deve essere un elemento forte nell’anticipo, sia di testa che di piede, per
evitare inserimenti nella sua zona che portino prolungare la traiettoria della palla
creando pericolo alla nostra difesa.
I giocatori 4, 6, 7, 8 devono essere i saltatori più forti della squadra;in queste
posizioni servono chili e centimetri in abbondanza, senso dell’anticipo e spiccate doti di
coraggio per affrontare i duelli aerei più pericolosi;
I giocatori 9 e 11 si posizionano al limite dell’area con il compito di evitare eventuali
giocate schema che prevedano tiri da fuori.
Devono fare attenzione a non seguire possibili inserimenti evitando così di farsi
risucchiare all’interno dell’area: molte squadre infatti cercano di spostare i difensori
avversari all’interno dell’area per creare spazio ai propri tiratori dal limite.
Il giocatore 10 è importante per le giocate schema e per catturare eventuali respinte
nella zona di battuta dell’angolo: ricordiamo che una grande percentuale dei palloni
respinti in situazione di calcio piazzato ricadono nelle zone vicine al luogo di battuta.
Deve avere buona tecnica, per controllare al volo le ribattute, e velocità per ripartire.

MUOVERSI IN AVANTI.

Soltanto i giocatori più vicini alla zona di caduta della palla si muovono in diagonale
verso la stessa.
Uno dei princìpi più importanti da rispettare, in caso di respinta del pallone fuori
dell’area di rigore, prevede che, sulla respinta da parte della difesa, la squadra salga
in modo compatto in avanti verticalmente, al fine di mettere in fuorigioco gli avanti
avversari.

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Soltanto i giocatori vicini alla zona di caduta della palla potranno muoversi verso di
essa con movimento diagonale (figure 6 - 7).

10 10
10 3 1 2 10 1
5 3 1 2 1
5 3 2
7 4 6 3 2
5
7 4 6 5 4
8 7 6
8 7 84 6
9 11 8
9 11
9
10 10 11
10 10 9 11

Fig. 6 Fig. 7
Fig. 6 Fig. 7

In particolare, 2 e 3 dovranno essere veloci a salire; solitamente è proprio il


movimento ad uscire ritardato da parte dei giocatori sui pali a determinare, in caso di
respinta avversaria, con palla rimessa dentro l’area, il gol subito per una non corretta
applicazione della tattica del fuorigioco.
Nel caso in cui la palla arrivi agli avversari posti fuori dell’area, varranno le regole
dell’elastico difensivo, con la difesa che dovrà continuare a salire in caso di palla
coperta o arretrare leggermente in caso di palla scoperta (figura 8).

10
10 1
9 1
9 8
8
5 7
5 2 7
3 4 2
3 3 4
3 5
5 7 6
9 7 88 6
10 9
1011
11 11
11

Fig. 8
Fig. 8

Nel caso in cui invece la palla, per un rimpallo o per una deviazione, resti
pericolosamente all’interno del nostro “castello difensivo”, dovrà intervenire non solo il
giocatore nella cui zona di competenza stazionerà il pallone, ma anche i giocatori
vicini, in funzione di raddoppio, con tutta la squadra che accorcerà verso la sfera

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ponendo attenzione, a questo punto, anche ad un controllo ad uomo degli avversari
più vicini al pallone (figura 9 - 10).

10 3
1 2 10 3 1
10 5 1 2 53 10 53 111 2
55 1111 5 5 2
5 7 7 4 11
9 7 44 6 9 8 46
9 7 6 9 8 6
8 8 7 8 7
8 8 7 8 7
9 11 9 11
9 11 9 11
10 10
10 10

Fig. 9 Fig. 10
Fig. 9 Fig. 10

PUNIZIONI.

Nelle punizioni laterali, in posizione esterna all’area di rigore, valgono le stesse regole
e la stessa disposizione indicata per i calci d’angolo, con una variante relativa alla
presenza di due uomini in barriera.
Collochiamo come muro difensivo 10 e 9, cioè i giocatori che in situazione di calcio
d’angolo si occupavano di catturare la possibile respinta della difesa e di coprire il
limite dell’area.
Il giocatore 11 scalerà verso il lato forte prendendo il posto di 9 (figura 11).

3 2
5 3 11 2
5
10 10 4
10 10 4 6
11 9 7
11 9 7 6
8
8
11
11

Fig. 11
Fig. 11

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Se la palla dovesse arrivare nella zona precedentemente occupata da 9, sarà compito
del difensore più vicino alla zona di caduta della palla, in questo caso 6, salire e
coprire (figura 12).

3 2
5 3 11 2
5
10 10
10 10 4
7 4
11 7
11 9 8
9 8 66
11
11 4
4

Fig. 12
Fig. 12

Diversa la situazione in caso di punizione dalla trequarti, con prevedibile palla messa
in mezzo; in questo caso, oltre ai due uomini in barriera, disponiamo due linee di
copertura (figura 13); una al limite dell’area, formata da sette giocatori disposti in
linea e l’altra, formata da un solo giocatore, posizionato davanti alla linea stessa, per
prevenire giocate schema (figura 14).

1 1
1 1

5 3 7 8 6 4 2 5 3 7 8 6 4 2
5 3 7 8 6 4 2 5 3 7 8 6 4 2
11
11
11
10 10 11
10 10
9 10 10
9 7
10 9 10 9 7
11 11
11 11

Fig. 13 Fig. 14
Fig. 13 Fig. 14

La linea difensiva si posiziona al limite dell’area per tenere lontani dalla porta gli
attaccanti avversari; è un errore quello di lasciare profondità alle punte avversarie.
Il limite dell’area è il punto ideale dove posizionare la nostra linea di difesa; infatti, in
caso di palla troppo lunga o di errore nell’anticipo da parte dei difensori potrà sempre
intervenire il portiere, che infatti si disporrà in posizione leggermente avanzata, in
soccorso della difesa.

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In caso di calcio di punizione a rientrare, nel momento in cui il battitore avversario si
troverà, dopo la rincorsa, quasi a ridosso del pallone e pronto a calciare, la linea
difensiva comincerà ad arretrare; questo perché i difensori dovranno poi essere pronti
ad “attaccare “ la palla frontalmente; infatti i nostri giocatori non devono trovarsi nella
condizione di dover inseguire gli attaccanti avversari fianco a fianco correndo verso la
nostra porta, ma devono poter vedere chiaramente la palla per essere così facilitati
nell’anticipo (figura 15).

1
1

5 3 7 8 6 4 2
5 3 7 8 6 4 2
11
11
10
109
10 9
10
11
11

Fig. 15
Fig. 15

Attenzione ai sincronismi: la linea non deve cominciare ad arretrare quando la palla è


già partita, altrimenti si troverà costretta ad inseguire il pallone, proprio quello che si
vuole evitare con “l’arretramento” iniziale.

In caso, invece, di calcio di punizione ad uscire, la fase di “arretramento” della nostra


linea difensiva potrà essere più breve e la fase di “risalita” più veloce (figura 16).

1
1

5 3 7 8 6 4 2
5 3 7 8 6 4 2
11
11
10
10 109
10 9
11
11

Fig. 16
Fig. 16

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Anche nelle punizioni dalla trequarti valgono le stesse regole individuali usate per i
calci d’angolo: ogni giocatore è responsabile della zona compresa fra sé ed il
compagno immediatamente davanti; mai arretrare, per non ingenerare confusione nel
compagno posto immediatamente dietro; essere sempre pronti ad intervenire non
dando per scontato che uno dei compagni davanti a noi riesca ad intercettare la palla.

ESERCITAZIONI.

La progressione didattica per l’insegnamento della difesa a zona sulle palle inattive
prevede l’utilizzo di situazioni di 11 contro 0, con difesa schierata ed allenata ad
intercettare traiettorie tese, a parabola, dopo uno-due etc. in assenza di avversari.
Piano piano, si inseriscono poi gli attaccanti, prima due, poi tre, poi cinque e
successivamente anche di più; ad essi verrà richiesto prima di attaccare secondo
schemi prestabiliti, poi di posizionarsi ed attaccare liberamente.
Un utile esercitazione per addestrare la squadra a difendere a zona la propria porta è
quella presentata nella figura 17: all’interno dell’area di rigore si disputa un 5 contro 5
con porte e portieri.

11
33 22 66
33 44 77
10 88 77
10 55 10
11 99 10
11
11

Fig. 17
Fig. 17

All’esterno dell’area si dispongo alcuni giocatori deputati ai cross: alternativamente,


ogni squadra difende a zona la propria porta dai tentativi d’attacco dell’altra.

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Dopo un certo numero di attacchi, ad esempio cinque, le squadre si invertono i
compiti.
Come variante possiamo inserire la regola per cui in caso la palla venga respinta
sempre all’interno dell’area di rigore, la squadra che la riconquista avrà la possibilità di
giocare un’azione, anche palla a terra, per segnare.◊

MICHELE TOSSANI

Allenatore di Base
Autore del libro “Modulo 4-3-2-1”
Coautore del libro
“Analisi Tattica Champions League 2002-2003”

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