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Antonio De Lisa Il palafreniere stregato Poesie 1979-89

Prima Parte PENSARE AL BUIO Insomnia Solo gli oggetti sono nitidi e vividi ai riflessi di luci trasognate nella dolce tragedia di nottate abbandonate dal sonno. Linizio duro, quando sembra che tu solo stia a vegliare in un mondo appagato che se di uno sguardo ti ha degnato lo ha fatto per cortese abitudine prima di volgersi da un altro lato. Senti il duro peso dellingiustizia come unoffesa inferta ai tuoi desideri ma quando anchessi ti abbandonano che lentamente la notte si svela - notte che non il rovescio del giorno ma la netta antitesi, la negazione. Spazio lascivamente improduttivo in cui danzano fantasmi dimenticati lontane erranze brandelli di addii.
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Limpassibile notte Nel deserto di ghiaccio scricchiolano lusinghe e gemiti; cristalline escrescenze lunari si affilano nelle carni appuntite e sonore ma calme. Limpassibile notte cela lo sguardo, ferma i gelidi passi nello stupore incantato che muta con lo sguardo. Il cielo non d segnali.

Sospensione Mi godo la sospensione di unora senza minuti nel non-tempo di un mondo parallelo. Unapnea dei pensieri dove non fa freddo n caldo dove non si tristi n allegri. E latita la dannazione dei desideri. I colori hanno unapparenza svagata e insincera nella zona di confine tra il giorno e la sera e i suoni tendono al grave ma senza intenzione per forza naturale. E la lenta scansione dello zero-time. La quiete dellequilibrio il circuito chiuso delloblio il campo delimitato delladdio.

Pulsazioni sincopate Ti dicono una parola e diventa un boato, i sussurri pi tenui vorticano di decibel. Il ritmo lento dellattesa scandisce pulsazioni sincopate l, nella parte sinistra della testa. E lostinata nevralgia che pullula di eventi insospettati. Intanto il nome: nevralgia evoca un tappeto di nervi in fiamme un mare di fiammelle che guizzano caotiche ma a tempo. Cos il poeta immagina la scena illudendosi di esorcizzarne loscura, elettrica fiammazione mentre i medici parlano di freddo. Ma questa opera di magia magia di rito vespertino: tutti i giorni alla stessa ora come un orologiaio indispettito. Il ritmo lento dellattesa scandisce pulsazioni sincopate, l, nella parte sinistra della testa. Appare troppo rumoroso il mondo in questa parte di mondo troppo su di giri il tuo tempo per quella parte di tempo non tuo.

Il paese delle ombre Quando sei su nel paese delle ombre la sera ce lhai gi dentro e ti avvolge con lievi fruscii e silenzi dorati: il sontuoso preludio della notte avvolto in una nuvola di echi come uno sciame che vibra ai tuoi passi e scuote lo sciame dei tuoi pensieri dalla loro distratta fissit sconvolgendone e mischiando le orme. E la metamorfosi delle ombre.

Entracte LO SPAZIO INVERSO Sussurri disordinatamente infittiscono di vuote presenze il paesaggio della mente. E il canto delle ombre. * Basta un cenno di benvenuto quando arriva il silenzio anche se prima lho bevuto in mille gocce dassenzio. * Il sole come una fanciulla alla prima uscita. Sbatte le ciglia si inebria di s. * La prima stella avvolta in un poetico chiarore si pavoneggia e si fa bella brilla di cielo e di infinito altrove.

Seconda Parte SONGS

Il blues della mattina triste Col gelo nelle ossa ho salito mille gradini Oh, ye, col gelo nelle ossa ho salito mille gradini Ehi, tu che stai l fermo e non intervieni Che guardi dallalto col tuo sole in tasca Fa almeno che finisca presto questo andirivieni Non ne posso pi di questa burrasca. Col gelo nelle ossa ho salito mille gradini Oh, ye, mille gradini

Mirabolata vaghezza E allora arrivano in mirabolata vaghezza i momenti di insania, come le decisioni di avviare una nuova dieta con la bellicosa intenzione di fermare il disordine del mondo. Ma difficile capire da dove cominciare quindi ci si immerge in nebbiose malinconie blueseggianti.

Il blues del pomeriggio daffanno Ho mille cose da preparare nel pomeriggio Oh, ye, mille cose da preparare nel pomeriggio Cera una tipa stizzita stamattina Che dettava ordini mentre pensavo ad altro Ero sulla porta che mi facevo di nicotina Ho detto di s tanto per dire, da tipo scaltro E ora mi ritrovo mille cose da preparare Avessi detto di no, lasciandola urlare Oh, ye, mille cose da preparare

Blues di una serata cos cos Lo sapevo che non ne avrei ingranata una Oh, s, lo sapevo che non ne avrei ingranata una E da stamattina che va tutto storto Me lo sentivo quando mi sono alzato La notte era passata e non me nero accorto E allora mi sono detto: ehi, amico, tutto bagnato Lo sapevo che non ne avrei ingranata una Oh, s che lo sapevo, oh ye

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Blues e basta Ehi, amico, perch stai l davanti alla televisione Ehi, dico a te, perch stai l davanti alla televisione Allora io indeciso se volgere o no lo sguardo altrove Ho deciso di guardarlo per mandarlo non so dove Ma io che sono politically correct, o meglio il mio istinto Ha risposto per me ok e mi sono dato per vinto

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Raining Reggae No, non ti lamentare se alzi il viso al cielo e ti piove dentro pensa che domani sar diverso. No, non ti lamentare fai un sorriso e non guardarmi di traverso. No, non ti lamentare lo vedi anche tu che la natura sorride sotto il velo aspetta il momento giusto per uscire. No, non ti lamentare

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Mood Quando il rito diventa ritmo nellordito precoce della torpidezza si coltiva un mood jazzeggiante e variantistico e londa si distende e prende slancio.

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Dark Rock Obsession Lho incontrata in una via traversa pi dark e rock che mai era l che si era persa. Perch sono passato proprio da l? Appena mi ha visto ha lanciato un urlo strano, di solito non cos e mi si aggrappata al collo era proprio tanto persa. Perch sono passato proprio da l? E veramente bella e infelice come un angelo perso ma io non dovevo passare da l, non dovevo passare da l. Mi ha letto per intero la sua prima poesia in fondo non era poi tanto male parlava di suicidio, tanto per cambiare. Mi sembrava in effetti un po persa. Dovevo passare proprio da l? Uno strano suicidio, abissale meticolosamente surreale come il suo sorriso lunare sembrava uscita da un bosco incantato. E veramente bella e infelice come un angelo perso Ma io non dovevo passare da l, non dovevo passare da l. Langelo perso ha bersagliato il mio cell - dobbiamo assolutamente vederci La sua voce ha la sonorit degli abissi eterea, irresistibile, innocente. Il posto lha scelto lei una specie di antro poetico dove tutto possibile, tutto accade. La sua voce come la schiuma del mare.
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E veramente bella e infelice come un angelo perso Ma io non dovevo passare da l, non dovevo passare da l. Langelo perso si sistema accanto a un grande amplificatore, cos che non parliamo ma muoviamo la bocca come pesci. Non si sente niente. Solo la musica e solo da un lato. Ma a parlare sono i suoi occhi. Il posto pieno fino allinverosimile ciascuno col suo bicchiere in mano. Ma io vedo solo lei. Incantato dalla luna. Trasmettono un pezzo che piace a entrambi e langelo perso mi fa un cenno con le testa. Io annuisco. Sono due secondi intensi, poi si alza, Per non vederla pi. Non mi resta che pagare E veramente bella e infelice come un angelo perso Ma io non dovevo passare da l, non dovevo passare da l.

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Entracte IL RITO VELOCE DELLA GIOVINEZZA Un tratto del concetto diffratto la sua laconica concisione.

Va a fuoco lamplificatore si scuote il palazzo e vibra di musica fin nellanima la sala prove. Trasformiamo in nettare il sudore. * Ma prima c quel posto da visitare in branco dopo una corsa a centottanta con la moto che canta e guai a chi stanco. * Una chitarra elettrica amplificata e col distorsore. Chi vuole attraversare la notte su fino al primo albore? * Si pu parlar male della luna piena? No, forse meglio farlo di questo paesaggio da cartolina. Ma neanche. E allora con i fuochi dartificio in lontananza? O con questo stato di eccitazione? Ma in fondo perch, solo perch
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thanno rubato il posto? Roba da poco se solo pensi ai nove mesi dinverno che taspettano, alla minuta pioggerellina della domenica mattina, alla minuta metafisica dei volti consueti. Rubatemi tutti i posti che volete e che sia per sempre ferragosto. * Il rito veloce della giovinezza si consuma tra linfame e il sublime una ceralacca che si scioglie in fretta con molta furia e poche rime.

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Terza Parte LINCANTO DI SOPHIE Da lontano si pensa meglio, specie camminando, con Sophie accanto che muta, sotto la pioggia, come un oltraggio. Dublino Ti devo portare nella necropoli dincubo di Rlyeh -Sophie era con me quella sera incantataE l che giacciono il grande Cthulhu e le sue orde. Eravamo stati rapiti da Dublino, dalla sua tristezza, dalla malinconia dalla compostezza della sua gente (tranne che nei pub, ma va bene). La sera del nostro arrivo, dopo tre bicchieri al Temple Bar sar stata la stanchezza (o forse il fatto che non erano proprio tre) vedemmo la necropoli dincubo di Rlyeh. Faceva freddo, ma non lo sentivamo.

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Un istante senza ritorno La fuggevole luce di Dublino scolpisce la notte dazzurro scivolano su gesti senza parole sussurri sguardi velati lente movenze come dolcezze tessute di sogno. E solo un istante e senza ritorno.

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A Terrible Beauty A Terrible Beauty la mostra di Francis Bacon alla City Gallery di Dublino. Una bellezza terribile E anche quella di Sophie vertiginosa come una droga. Nel Dublin Writers Museum ce una prima edizione del Dracula di Bram Stoker che ovviamente era di Dublino. In nessun altro posto poteva nascere lautore di un libro come quello. Ma chi, tra noi due, tra me e Sophie dar il bacio mortale?

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Nella notte di Dublino A Dublino la prima notte ha segnato il cammino le altre le sono state sorelle dispettose e inquietanti. Ma quella prima notte -e quando la rievochiamo io e Sophie sogniamo da svegli, ipnotizzatiquella prima notte stata lalba di un mondo, ma nato che era gi finito ornato da ridenti cristalli di ghiaccio ma gi ombrato da quella vena di rimpianto che avrebbe poi conquistato la scena. Dublino complice e spettrale diafana come una vestale.

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La chiave dargento Ci siamo fermati in un pub e a un certo punto Sophie dice qualcosa, ma strascicando le parole, confuse in una specie di cappuccino. A trentanni Randolph Carter perse la chiave della porta dei sogni Non riesco a seguirla, ma riprende: A cinquantanni disperava ormai di trovare quiete e appagamento in un mondo che era divenuto troppo affaccendato per apprezzare la bellezza e troppo smaliziato per sognare. Faccio finta si aver seguito ma in realt non cos mi sporgo per leggere il titolo del libro da cui sta citando poi capisco, H.P.Lovecraft: La chiave dargento.

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Nightfall Nightfall il calar delle tenebre. I poeti quando ancora esisteva la poesia nel mondo la chiamavano occaso, il tramontare. Come il sole a occidente. E lhabitat naturale di Sophie e un poco anche il mio. Come luogo del tramonto pu andare. Benvenuta Sister Nightfall.

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Un posto e la fine di tutte le cose Anche se ancora praticamente buio alle nove del mattino (siamo unora indietro) un po ci dispiace lasciare questo posto, Dublino. Certo, Edimburgo e soprattutto Big City (Londra) saranno pi frizzanti ma qui che si pensa bene da qui si potrebbe assistere con quieta riluttanza alla fine di tutte le cose.

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Lungo il Royal Mile Sophie detesta la folla e non facile con lei attraversare il Royal Mile di Edimburgo. Oltre al solito pallore esibisce una freddezza provocante e altera. Nemmeno quando le parlo dei tre grandi scrittori scozzesi Robert Burns Walter Scott e soprattutto di Robert Louis Stevenson riesco a scuoterla dal suo malumore. Ma gi per i gradini di Lady Stairs Close, di fronte al Writers Museum sento che un po si scioglie e mi fa qualche domanda ma con occhiate di traverso come una ragazzina bizzosa subito contraddicendomi sul vero significato del Mr. Hyde. Di solito, quando parlo mi si attenuano le sensazioni, ma questa volta diverso. Sento il suo profumo misto a un certo odore di freddo che mi arriva da un altro universo.

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Vento sul Walkway Il vento si insinuava leggero lungo il Water of Leith Walkway ma alterava gli spiriti vitali e scuoteva a tratti le parole dei giovani amanti insinuandosi nelle felpe e amoreggiando con la sera incipiente. Ma quel gelido fruscio sembrava placare lansia incombente di Sophie, lontana dalla folla. E questo mi bastava. In questa celtica follia nuotava piano il mio spirito latino smarrito ma affascinato forsanche disposto sommessamente al dialogo con spettri gotici dalle parole gentili ma affilate come lame. Ma non fu facile riportare Sophie sulla terra e quando lei vi fu fui io a volare.

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Whitehorse Close Lambisco appena con unocchiata i frontoni con ornamenti a gradini di Whitehorse Close, con i lucernari e i piani superiori sporgenti e le scale esterne quando Sophie sembra voler dire qualcosa. E di un pallore mortale come quello di una sacerdotessa di una religione ancestrale. E uno strano colore quello che brilla sulle sue labbra ma di una bellezza miracolosa. Non mi aspetto molto, ma a me basta guardarla. Non dice una parola n io forse voglio sentirla. Si limita a lambire col suo mignolo il mio un gesto pi dolce del miele, pi aspro e amaro dellassenzio. Una preghiera totemica a un lontano dio. Non scalfibile il suo male, accarezzato, cullato dalla mia mite tristezza. Siamo come due derive che fendono il gelo che arriva dal Mare del Nord nellora sonora del silenzio e del tramonto. Vi affondiamo incuranti dellora; ma io non vorrei essere in nessun altro posto con nessunaltra persona. In nessunaltra memoria. Con nessun altra fermare il tempo. dire addio alla storia.

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Complicit Leggimi una poesia No, poi dici che sbaglio gli accenti Ti prometto che non dir niente, Mi far avvolgere dai suoni Ti piacciono i miei suoni Si, i tuoi suoni Somigliano ai tuoi occhi E come sono i miei occhi? Fragorosi Allora, te la leggo, a mia scelta? Si, mettici lo stesso incanto La scelgo io? Si, io taccio

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Entracte SCHEGGE DI POESIA VELOCE * Et lei cala magra sapida traente allegria sbilancia scioltezza canalizzata confortevole approssimante agglutinazione stabilizzazione * Sotto lodoroso bosco non mosso sogno goloso un rosso monologo. * Notte senza luna. Buio Il cielo come una metafora. Anepistemico *
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Bel Giro Nel Vuoto Col Docile Zen * Unicorde Unico Unicamente Unicit Unicum Unidirezionale Unilineare Unilaterale Unisonanza Comunque Comunicare

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Finale NOSTOS Il fuoco nella Notte di San Lorenzo Notte di sortilegi cielo di fregi, sulla costa fra raffiche impetuose di vento, vento di terra che frena il mare, vento che porta fuoco nel rogo e incendia la notte di San Lorenzo, vento che scuote in una moltitudine di scintille, fosca la notte nel fuoco dei fuochi che dipinge di sue vampe il mare atterrito. Le stelle perdono la scena spaurite tra folate che rotolano sassi in un groviglio di alberi allampati tra spire che vorticano come baccanti. Fuoco che brucia nel caldo vento che non tace.

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Larghetto Largo liscio lento logos lesto lieve Losco limbo Lavoro letale Letame lunare

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Guitar dream Miracolo di chitarra col mare che acconsente nella complice spiaggia. Passano i millenni incredibilema ancora riesci a strappare gli occhi dolci di qualcuno, anche se siamo in tanti. Non bella, ha la tua et, (ma non conta n luna n laltra cosa) e a trentanni un matrimonio fallito alle spalle, ma quando intoni sulla chitarra Pugni chiusi ritorna il suo volto di donzella e ci guardiamo allo specchio di una strepitosa giovinezza, dove tutto era bello, anche le delusioni damore Sol Sol7 Do Mim Cera la chitarra e la speranza del giorno dopo, al contrario del primo verso della canzone. Nella notte il vino bianco ha sostituito la birra nelleleganza di tenere movenze e bei vestiti, ma Pugni chiusi la canta anche chi stona, la rabbia che non perdona, ma senza pi un orizzonte politico, sagomati nel nostro privato e ora ci abbandoniamo al canto di una dolce e malinconica serata destate, anche se senza fiato.
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Seduzione Lo stabilimento balneare in uninsenatura di costa a strapiombo sul mare ma terrazzato con arte partecipe e amorosa e i piani di soggiorno sono gradevoli sotto pini e alberi di ogni specie. Pi su la piscina e ancora pi in alto camere per dormire. Di fuori non sembrava ma tutto molto elegante e silenzioso. Vagamente profumato. Al tavolo una coppia, lui italiano, lei inglese. Lui un bel ragazzo di cui non riesco a capire laccento, forse siciliano. Parla perfettamente linglese, anche se fitto fitto sotto lo sguardo sognante di lei. Di lei mi colpisce il modo di stringere il bicchiere di vino bianco ghiacciato. Lo rotola tra le due mani a coppa come si fa con una ciotola di latte. I suoi movimenti sono di inizio giornata, da prima colazione, dopo una breve nottata, forse incerta nello stordimento del sole e del caldo e per lebbrezza del vino ma follemente partecipe. Si sfila e rincalza il laccio sul tallone dei sandali con un movimento danzante del piede. Il movimento fa da contrappunto ai suoi occhi, mentre osserva il suo compagno che le pulisce
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il pesce freschissimo nel piatto con una perizia consumata. Lei quasi beve soltanto e guarda. E tutto un gioco di sguardi che fanno eco ai mille giochi della seduzione. Non importa se quei due stanno insieme da una vita o solo da un giorno. Quei movimenti, quei gesti caricano di desiderio i loro occhi come una molla che brilla.

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Una visione Nel caldo che scuote interiori tormenti col sudore che riga la schiena ad allontanare quello che verr a un certo punto ho avuto una visione a richiamare quello che gi stato. Rivedo le formiche in fila indiana sulla carta stagnola di un panino sbocconcellato. Non so se fosse il mio o quello della mia compagna accampati poco pi su del margine di una strada che non so pi dove portasse, su un sacco a pelo di amplessi prolungati accanto a una moto con me che cambio lolio. Le ore tre del pi lontano passato. Il ricordo si confonde e io mi inoltro nel sole, lintensit dei suoi raggi rende vivida la memoria. La Sicilia, forse, la Grecia. Poi, pi avanti nel pomeriggio e nella notte la chitarra, la danza accanto a un fuocherello. Non saprei pi nemmeno accenderlo un fuocherello ora. Avevamo un mangianastri a pile (ma dove la mettevamo tutta quella roba?) forse la musica era quella dei Pink Floyd. Liberi e selvaggi.
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Ma i ricordi sono come i sogni, lampeggiano. E sento che questo sta per spegnersi. Lo lascio andare, accompagnandolo con lo sguardo e rotolo lentamente gi per la collina. Pi gi c la zona dombra, pi vicina a quello che sono ora.

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Lisola Lisola che abbiamo di fronte ha un nome, ma pochi sanno perch, a chi appartiene quel nome. E tozza e massiccia, ferma nella mutevolezza delle correnti marine che la lambiscono in diagonale a pochi metri dalla spiaggia. Sono due ore che la contemplo sonnecchiando su un lettino, tra lo scricchiolio delle pietruzze che conducono a riva. E il mio nostos privato, ritorno mitologico ai luoghi frequentati da ragazzo dopo aver girovagato tra i luoghi del Mediterraneo che ora sono meta del turismo aggiornato: El Kantaoui, il Mar Rosso, il Marocco, Haifa, Yalta, Odessa, Samo e Corf. Il ritorno parla una lingua misteriosa e familiare a un tempo, come i monti alle spalle che arrivano quasi a mare, sembrano matrone che presiedono al rito senza parteciparvi. Mute e fuori della storia, delle mie storie che ho cercato e vissuto con linquietudine dellesploratore, ma senza una meta, o forse troppe. Qui non c movimento.
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Qui forse io non ci sono mai veramente stato. @ Antonio De Lisa 1979-2011 Tutti i diritti riservati All rights reserved This work may not be re-sold, distributed, copied or transmitted in any other form without permission of the author.

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