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Bambini e Adolescenti: disturbi dellet evolutiva parte 3 Disturbo OppositivoProvocatorio


Quando parliamo di Disturbo Oppositivo Provocatorio facciamo riferimento ad una modalit relazionale che evidenzia un comportamento ostile, negativistico, disobbediente e appunto provocatorio esercitato nei confronti delle figure dotate di autorit. Loppositivit evidenziata da frequenti litigi con gli adulti, levitamento teso a non soddisfare le loro richieste, una condizione emotiva di notevole irritabilit e collericit associata alla propensione a vendicarsi per presunti torti ed alla disposizione ad accusare gli altri di avere compiuto sbagli, quando invece la persona responsabile il soggetto stesso. Spesso il disturbo si manifesta in et scolare ed associato a difficolt a tranquillizzarsi, labilit emotiva, tendenza a compiere agiti piuttosto che a contenersi. La diagnosi giustificata soltanto laddove, considerato il livello di et, ci sia una notevole compromissione delle capacit sociali, scolastiche e lavorative. Inoltre viene messo in luce dagli esperti come data let di insorgenza, solitamente sia giusto essere cauti prima di formulare una diagnosi perch la personalit del bambino non ancora strutturata. Let di insorgenza prevalente infatti attorno agli 8 anni. CARATTERISTICHE A volte il disturbo ha caratteristiche di transitoriet, soprattutto se si interviene presto ed adeguatamente. In genere la storia famigliare dei bambini con questo disturbo costellata da diverse difficolt, tra le quali possiamo segnalare il cambio frequente delle figure di accudimento, una situazione di relazioni estremamente conflittuale, luso di pratiche educative estremamente rigide, o al contrario, piuttosto disorganizzate e distratte. La diagnosi differenziale privilegia lindagine nellarea della iperattivit, del disturbo della condotta e del disturbo di apprendimento. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-IV), fornisce i seguenti criteri per effettuare la diagnosi di Disturbo oppositivo- provocatorio: A. Una modalit di comportamento, negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o pi) dei seguenti: 1. spesso va in collera 2. spesso litiga con gli adulti 3. spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli adulti 4. spesso irrita deliberatamente le persone 5. spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento 6. spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri 7. spesso arrabbiato e rancoroso 8. spesso dispettoso e vendicativo Nota. Considerare soddisfatto un criterio solo se il comportamento si manifesta pi frequentemente rispetto a quanto si osserva tipicamente in soggetti paragonabili per et e livello di sviluppo. elle-di | centro di medicina tradizionale e complementare http://elle-di.it info@elle-di.it

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B. Lanomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo. C. I comportamenti non si manifestano esclusivamente durante il decorso di un disturbo psicotico o di un disturbo dellumore. D. Non sono soddisfatti i criteri per il disturbo della condotta, e, se il soggetto ha 18 anni o pi, non risultano soddisfatti i criteri per il disturbo antisociale di personalit. Nella quotidianit questi criteri si traducono con la messa in atto da parte del bambino di comportamenti tirannici e drammaticamente vincolanti nei confronti del genitore, il quale sente di aver perso la propria autorevolezza e il controllo educativo sul figlio; la relazione tra genitore e bambino centrata sulla sfida e la provocazione, con atteggiamenti reciprocamente minaccianti e punitivi. Nel corso dellinterazione quotidiana sono ingaggiate lotte sfibranti sulle questioni pi svariate, quali il vestiario, lalimentazione, il gioco, i compiti, in cui il contenuto da contendere diventa irrilevante. I sintomi del disturbo sono tipicamente pi evidenti nelle interazioni con gli adulti o i coetanei che il bambino conosce bene. Il soggetto con disturbo oppositivo-provocatorio non si considera irritante, ma giustifica il proprio comportamento come una risposta a richieste o a circostanze irragionevoli. Lostilit viene espressa disturbando deliberatamente gli altri o con aggressioni verbali. Le manifestazioni del disturbo sono quasi inevitabilmente espresse nellambiente familiare, ma non necessariamente, a scuola o nella comunit. Dal momento che la diagnosi riguarda soggetti in et evolutiva, la cui personalit non ancora sufficientemente strutturata, occorre essere particolarmente cauti nella valutazione delleventuale presenza di un disturbo oppositivo-provocatorio: infatti il comportamento oppositivo costituisce una tipica manifestazione di certi stadi dello sviluppo. Affinch si possa formulare una diagnosi di questo tipo necessario che i comportamenti si manifestino pi frequentemente ed abbiano conseguenze pi consistenti rispetto a quelle tipicamente osservate in altri soggetti che si trovano allo stesso livello di sviluppo. COME AFFRONTARE IL DISAGIO Prima di tutto occorre ribadire che il comportamento provocatorio una manifestazione tipica di alcuni stadi di sviluppo, quali la prima fanciullezza e ladolescenza: in questi casi si tratta di un fenomeno transitorio destinato ad attenuarsi spontaneamente e comunque non dovrebbe determinare importanti difficolt nella vita scolastica e sociale del soggetto. Se per la modalit di comportamento oppositiva-provocatoria persiste per un notevole periodo di tempo (pi di 6 mesi) e comporta uneffettiva compromissione nelle capacit del bambino di affrontare le normali attivit scolastiche e sociali, allora occorre rivolgersi ad uno specialista, ed anzi attendere ulteriormente non opportuno, dal momento che un intervento tempestivo produce spesso esiti positivi.

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Il trattamento multimodale e prevede sia un intervento individuale sul bambino, sia interventi familiari, extrafamiliari, eventualmente anche psicofarmacologici. Psicoterapia individuale Lintervento individuale sul bambino avviene mediante analisi del gioco, ristrutturazione cognitiva, volta a modificare le convinzioni distorte alla base del suo comportamento disadattivo, e training di problem solving, cio acquisizione di strategie funzionali ad operare delle scelte pi adeguate di cui si pu essere responsabili. Importantissimo risulta il lavoro sullautocontrollo, la promozione della capacit di esplorare in forma di gioco o in attivit strutturate, e la riflessione sul rapporto tra i propri pensieri e i propri sentimenti da un lato e i comportamenti dallaltro. Lintervento psicologico individuale ha anche lo scopo di preparare lingresso in terapia di gruppo. Psicoterapia di gruppo La terapia di gruppo finalizzata allacquisizione di alcune competenze fondamentali per affrontare adeguatamente le relazioni interpersonali, quali labilit di autogestione, la capacit di cogliere il punto di vista altrui, di trovare soluzioni adeguate per affrontare i problemi legati a conflitti sociali, e di gestire la rabbia. Psicoterapia familiare A quanto detto finora si accompagnano interventi di sostegno e di terapia familiare al fine di costruire, se possibile, un clima migliore per il bambino e soprattutto al fine di rendere esplicito il significato che il comportamento del bambino ha allinterno delle dinamiche familiari: a tal fine si adottano strategie di Auto-osservazione e Percorsi Psicoeducativi per i genitori (Parent training). Partendo dal presupposto che molto difficile per un adulto insegnare a un bambino come superare le emozioni negative se egli stesso non ha acquisito una certa padronanza su di esse, lintervento si propone di aiutare il genitore a capire e trasformare quegli aspetti della propria emotivit che influiscono negativamente sulla sua pratica educativa. Se i genitori imparano a calmare se stessi saranno maggiormente in grado di influenzare positivamente i propri figli favorendo in essi lacquisizione di modi positivi di pensare, di sentirsi e di comportarsi. Alcuni atteggiamenti disfunzionali che vengono presi in considerazione sono la tendenza, da parte del genitore, a biasimare e condannare il bambino per i suoi comportamenti indesiderabili, oltre alla tendenza ad esigere in modo assoluto che il bambino si comporti in un certo modo, con le conseguenti reazioni di rabbia e di ostilit. Altri errori di pensiero affrontati riguardano la tendenza ad anticipare secondo modalit catastrofizzanti il possibile verificarsi di qualche evento negativo per il bambino, con conseguenti reazioni di apprensione e iper-protettivit. La maggior parte dei genitori tende ad effettuare valutazioni globali su di s o sui figli, etichettando spesso il proprio bambino come cattivo, maleducato, disobbediente. Per questo importante che i genitori imparino a distinguere le valutazioni sul comportamento da quelle sulla persona. Inoltre vengono discussi diversi metodi attraverso cui il genitore pu aiutare il bambino a superare la bassa tolleranza alla frustrazione: fornire un esempio positivo e affrontando con calma la propria frustrazione (evitando ad esempio di infuriarsi quando il bambino si comporta in modo disobbediente); mostrare di comprendere i

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sentimenti di frustrazione del bambino e fornire una valutazione razionale dellevento; manifestare fiducia nei confronti del bambino quando questi si trova a fronteggiare un evento frustrante; manifestare apprezzamento quando il bambino mostra maggior capacit di aspettare il conseguimento di qualche gratificazione o di affrontare qualcosa di spiacevole. Interventi sullambiente scolastico Per i bambini in et scolare spesso si organizza anche un contratto comportamentale con gli insegnanti e/o educatori, che sono in tal modo coinvolti nel monitorare alcuni obiettivi educativi pianificati nel rapporto con i genitori e con il bambino. a cura della Dott.ssa Micaela Cirilli (Specialista in Psicologia e Professional Counsellor)

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