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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
\ AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI^ AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHI A
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
RITI,
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


PRIMO AIUTANTE DT CAMERA DI SUA SANTITÀ

GREGORIO XVI.

VOL. XXII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLIII.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

E
ERA ERA
J-jRA (Aera). L'era è presso a greci, o dalla fondazione di Ro-
poco lo stesso che Epoca (Fedì), ma, o dai o in altra si-
consoli,
essendo anch'essa un punto fìsso, mile maniera. Osserva inoltre che
dal quale si principia a contare si trovano notate le antiche me-
gli anni. Altri la definiscono una morie particolarmente di Spagna,
,

serie d'anni civili, adattata per con- con l'era, dicendosi nelle storie sa-
tare i tempi, riferendosi a un pun- gre e profane, nei concilii ed al-
to storico od astronomico; ed al- tre scritture, essere seguita questa
tri l'epoca, cioè il principio cro- o quell' altra cosa nell'era tale e :

nologico di un qualunque fatto de- confrontandosi gli anni di essa con


gno di particolare osservazione. La gli anni di Cristo, si trova che
differenza però tra le ere e le epo- ebbe principio alcuni anni prima,
che consiste in questo, che le epoche laonde volendosi aggiungere all'era
sono punti fissi , determinati da gli anni del Signore, doveva dirsi
cronologisti, e le ere sono punti l'anno N. N. dell'era, di Cristo N. N.
determinati generalmente da qual- Supposto questo, nascono due dub-
che popolo o nazione. Il dotto p. bi,il primo è del nome, cioè quale

Menochio, nel tomo III delle sue sia l'origine della voce Era; il se-
Sluore, a pag. 364, parlando del condo, con quale occasione sia stato
.modo di computare gli anni se- inventato questo modo di compu-
condo l'era, dice eh' è stato assai tare gli anni. Alcuni hanno detto
differente in vari tempi e luoghi che non si doveva scrivere questa
il modo di computare gli anni nel- parola con M
dittongo, ma con
l'istorie, come nelle scritture pub- i aspirazione Hera s volendo che
bliche e private, perchè alcuni gli sia derivata da Herus3 il Signore.
hanno contati dalla creazione del Altri sono stati del parere che si
mondo, altri o dalle Olimpiadi dei debba scrivere Aera> e che perciò
6 ERA ERA
sia così detto ab Aera, perchè nel ria di quel fatto, tanto segnalato
bronzo si notassero il numero de- e memorabile. Tuttavolta l'origine
gli prima lette-
anni. Altri, che la di questa parola è molto incerta.
ra A
deve dalle altre separarsi, e Alcuni la da aesj
fecero derivare
voglia dire abbreviatamente An- perchè indica vansi gli anni con cer-
nus, e con le seguenti Annus eras, ti piccoli chiodi di rame, ed il
J
ovvero così A. ER. A. cioè An- Macri nelle Not. de vocab. eccL
nus eras Augusti, perchè vera- tra le diverse etimologie che ripor-
mente al tempo di Augusto ebbe ta, che fa derivare que-
cita quella
il suo principio, o secondo altri sta voce da JEs, perchè nelle mo-
Annus erat regni Augusti, facen- nete di bronzo si notava ed im-
do con quelle lettere una sola pa- primeva l'anno corrente. Altri di-
rola. cono che la parola Era si dovreb-
Il Baronio nelle annotazioni al be scrivere èra. In cronologia a-
Martirologio Romano, a' 22 otto- dunque, un'era è un metodo rice-
bre riferisce queste congetture , vuto di contar gli anni, i quali
che sono di alcuni autori spagnuo- scorrono riferendosi tutti, secondo
li che cita ; quindi aggiunge che la loro successione, ad un punto
la sua possa essere la più proba- fisso storico od astronomico, eh' è
bile, colla quale dà ragione del il principio di questa era. Così
nome , e dell' istituzione dell'era. l'era cristiana è metodo di con-
il

Questo autore si fonda su quanto tare gli anni trascorsi dopo la na-
scrisse Dione Cassio nella di lui scita di Gesù Cristo, essendo l'an-
storia, il quale mentre distintamen- no di questa nascita il primo del-
te racco u la le cose seguite di an- l'era di questo nome. A voler qui
no io anno, dice che nel consola- riportare un ristretto delle ere prin-
to Marzio Censorino e di Cal-
di cipali, -di cui si sono serviti i ero-
visio furono da Augusto,
Sabino, nologisti e gli astronomi, ci atter-
per mezzo di Domizio Calvino, remo ai migliori e più critici trat-
domati certi popoli della Spagna, tatisti delle ere diverse.
e che ristesso Domizio raccolse
tanta quantità di denaro dalla Spa- Ere anteriori a quelle di Gesù
gna, che non solo bastò per le spe- Cristo.
se del trionfo, per le quali si so-
leva dalle altre provincie dell' im- U era mondana degli ebrei fu
pero contribuire, ma fu eziandio istituita antichissimamente, ma al-
sufficiente a riparare alcune fab- cuni critici fanno al più risali-
la
briche di Roma. Tiene adunque il re all'undecimo secolo dell'ersi vol-
Baronio per molto probabile, che gare. Dagli ebrei viene chiamata
questa copiosa contribuzione di de- l' era della creazione del mondo,
naro, fatta dalla nazione spagnuola e la incominciano 3761 anni avan-
in quell'anno, nel quale cominciò tiGesù Cristo. Dunque il primo an-
l'era, ab aere colleclo, abbia avu- no della nostra era volgare è il
to il nome e l' origine, e che par- 3762, secondo quella degli ebrei,
ticolarmente le provincie di Spa- incominciando in primavera giusta
gna si sieno servite di quel modo lo stile ecclesiastico, ed in autunno
nel computare gli anni, in memo- 4i questo medesimo primo anuo,
,

ERA ERA 7
per Io stile civile. L'era degli ebrei padri, e scrittori ecclesiastici dei
è regolata dal ciclo di diecinove primi secoli. Più di cento dicias-
anni, composto di dodici anni lu- sette sistemi s'inventarono per con-
nari, e di sette altri della medesi- ciliare la storia sagra colla profa-
ma natura, i quali ricevono un'in- na, tra' quali vuoisi il più lungo
tercalazione, quindi chiamansi em- quello di Alfonso re di Castiglia,
bolismici. e Piegiomontano, che pone la
di
creazione dicono
Sull'era della nascita di Gesù Cristo all'anno
i che la sagra Scrit-
cronologisti, 6984 del mondo, mentre il vene-
tura non fu data per soddisfazio- to Lippomano la ritrae all'anno
ne della curiosità; e la Chiesa, ob- 36 16. Il p. Riccioli stabilisce i

bligandoci a venerare tuttociò che cinque seguenti canoni intorno a


in essa si rapporta al domma, la- questi sistemi:
scia poi alle dispute i punti di
scienza umana : come per esempio i.° Dalla creazione del mondo a
la questione sulla durata dei sette Gesù Cristo, nessuno conta più
giorni della Genesi. Sarebbe più di 7000 anni, né meno di
importante determinare i tempi 3700.
dopo la creazione di Adamo ; ma 2. Dal testo ebraico, dalla Volga-
la santa Scrittura neppur qui gli ta, e dalla storia umana, sem-
ordina altrimenti che col contare gli bra più probabile che decorres-
anni vissuti dai dieci patriarchi anti- sero 4 IQ, 4 anni: in tale ipotesi
diluviani. In ciò corre differenza non possono essere più di 433o
tra i testi, e differenza tra gl'in- anni, né meno di 3705.
terpreti sul modo di ordinarne la 3.° Dai settanta, e dalla più vera

serie, onde nasce la varietà tra i storia umana appariscono 5634


modi di contare gli anni dopo la anni; in tale ipotesi è fatto non
creazione secondo i testi ebreo, essere stati più di 5t)o4 anni
samaritano, dei settanta in Euse- né meno di 5o54-
bio, di Gioseffo, di Giulio africa- 4-° Sebbene alcuni siensi ingegnati
no, di s. Epifanio, di Pelavio, e d'investigare l'origine del mon-
di altri. Avvertono i cronologisti, do da alcuni caratteri del cielo,
che i primi padri della Chiesa si e dalla posizione delle stelle, e
attenevano alla versione dei set- dei veri segni del zodiaco, ogni
tanta, come attesta Eusebio, il opera loro riuscì invano; e alle
quale pure dichiara corrotti i nu- volte caddero in errori gravis-
meri della Volgata, ossia del testo simi, attribuendo al mondo una
ialino della Bibbia; altrettanta dif- età più favolosa che vera.
ferenza è nei patriarchi successivi 5.° Probabile è aver Dio creato

al diluvio, cioè in quella che si il mondo 5634 anni avanti la


chiama seconda età del mondo. nascita di Gesù Cristo.
Molte ragioni però militano a fa-
vore della cronologia dei settanta, Alcuni cronologisti sostituiscono
che sono criticamente riportate dai a creato il mondo, creato l'uomo,
cronologisti; e Giuseppe Flavio, il perchè da Adamo soltanto comin-
più dotto ebreo, segui anch'egli la ciano i dati per valutare il tem-
cronologia, come fecero tutti i santi La maggior parie
pò. L.a ie dei
ciegh storici
8 ERA ERA
adottano il calcolo di Usserio, se- ci greci, a Timeo scrittore sicilia-

condo il quale nacque Gesti Cristo no, e posteriore al regno di Ales-


nell'anno4°°4 dopo la creazione. sandro il Grande. Questa era
Questa varietà non reca poi mol- venne però accettata lungo tempo
ta confusione, giacche si riferisce dopo l' introduzione de' giuochi o-
soltanto ai tempi più antichi,
e limpici nella Grecia, ed all'epoca
quasi affatto la si evita col segna- di questa accettazione ne fece se
re gli anni non dalla creazione, riferire il puntoa molti
iniziale

raa dalla distanza da Gesù Cristo. secoli addietro. Sull' epoca della
I più moderni cronologisti dicono, istituzione de'giuochi, eranvi molte
che fondamento della
principal incertezze, per cui non potevasi ri-

cronologia sagra dopo la Bibbia, montare sino alla detta istituzione,


è la cronaca di Eusebio vescovo laonde si cercò di scuoprire un
di Cesarea, della quale non si eb- punto fisso fuori da qualunque
be che piccola parte, fin quando contestazione; e fu scelto quello in
il vicario del patriarca armeno ne cui venne introdotto l' uso d' in-
scuopiì a Gerusalemme una tra- nalzare al vincitore ne'giuochi, del-
duzione armena, che portò a Co- le statue ed altri pubblici monu-
stantinopoli verso il 1787, donde menti. In tal modo si rimontò fi-

fu mandata a Venezia una copia no a Corebo, che pel primo otten-


nel 1790, che servì poscia per ne l'onore di una statua. Fu dun-
un' edizione fatta in Milano nel que l' era delle Olimpiadi nella
18 18. Ma già più intiera copia sua origine fissata a quella in cui
se n' era avuta a Venezia stessa Corebo aveva ottenuto un tale ono-
nel 1793, in cui si eseguì un'edi- re, cioè 776 anni avanti Gesù Cri-
zione nel medesimo anno 18 18 sto, formandosi ogni olimpiade di
colla latina traduzione, che com- quattro anni, essendo i giuochi
pie i frammenti già conosciuti. celebrati ogni quattro anni. L'usò
delle Olimpiadi fu continuato sino
Era di Abramo. alla fine del quarto secolo dell'era
nostra. AH' imperatore Teodosio
Questa incomincia colla voca- I viene attribuito l'editto, che
zione di detto patriarca, fissata a vietò di contare per mezzo delle
201 5 anni avanti Gesù Cristo, ed olimpiadi.
al primo di ottobre. L'anno 2016
di quell'era incomincia con l'istes- Era di Nabonassar.
so giorno immediatamente anterio-
re al principio dell'era cristiana: E una delle più celebri ere, e
Eusebio si servì dell' era di Abra- delle più generalmente usate nelle
mo per la sua cronologia, e fu diverse mutazioni dei tempi. L'a-
imitato da altri cronologisti cri- stronomia ne ritrasse grandi van-
stiani. taggi , perchè Tolomeo nel suo
Almagesto conformò ad essa la da-
Era delle Olimpiadi. ta delle osservazioni che trovò ne-
gli scritti de' suoi predecessori .

L' introduzione di quest' era si Teone, che fiorì dopo di lui, ne


attribuisce nelle opere degli stori - imitò l' esempio e la necessità di
;
2

ERA ERA 9
esprimere con termini uniformi Varrone aveva vennero
raccolte,
l'epoca delle osservazioni che do- assorbite nell'unità romana, e cad-
vevano fra di loro essere confron- dero in dimenticanza.
tate, fece moltiplicare quest'esem-
pio. Questa era prese il suo no- Era di Alessandro il Grande.
me da Nabonassar, considerato il
fondatore del regno di Babilonia ; È conosciuta altresì col nome
ed il suo principio è fissato al di era di Filippo, o dei Lagidij
mezzogiorno di un mercoledì, che e la morte di Alessandro n' è il
era il26 febbraio dell'anno 747 punto essenziale. Il suo primo anno
avanti Gesù Cristo. Si serve que- incomincia col ^i5 dell' era di
sta era dell'anno vago, ossia di 365 Nabonassar, e nel 12 novembre
giorni, senza intercalazione, essen- dell'anno 324 avanti Gesù Cristo^
do stato tale l'anno egiziano. Somigliante in tutto alla succitata
era, può essa considerarsi come
Era di Roma. un'appendice, e il rispetto che tutti
i popoli dell'Egitto particolarmen-
L' era di Roma, che dicesi della memoria del
te professavano per la
fondazione della città, è posta da macedone conquistatore, fu il mo-
Vairone nel terzo anno della sesta tivo dell'istituzione dell'era di A-
olimpiade da Verrio Fiacco nel-
: lessandro, o di Filippo Arideo suo
l'anno seguente, 755 o 754 anni figlio, oppure dei Tolomei, cioè i

avanti Gesù da Catone poi


Cristo : Lagidi suoi successori in Egitto,
nel 752. Infinite sono le dispute dei dove quest'era fu prontamente ri-
cronologisti per determinare que- conosciuta, lì suo primo giorno,
sto tempo, paragonandolo anche il 12 novembre, non fu quello
ai celesti fenomeni. L' opinione di della morte di Alessandro, benché
Vairone del 7^5, 21 aprile, è se- sia il punto iniziale dell'era; ciò
guita da Dione Cassio, Plinio mag- deriva dall' uso che avevano gli
giore, Vellejo Patercolo, Claudio egiziani di contare gli anni del
imperatore, Lattanzio Firmiano ec, regno de' loro principi, riferendoli
ma Dionigi di Alicarnasso, e Tito sempre al principio del loro anno
Livio seguono 1' opinione di Cato- civile; ed il primo del loro mese
ne. Gli anni poi venivano notati thot dell'anno 42 ^ di Nabonassar,
più comunemente col nome dei due cadendo in queir anno nel dì 1
consoli, che reggevano la romana novembre, questo giorno diventò
repubblica. Prima di Dionigi il il primo dell'anno con cui comin-

pìccolo, la Chiesa e i Pontefici cia l'era di Alessandro. Gli astro-


calcolavano il tempo per gli anni nomi se ne servirono spesso, come
di Diocleziano, è pei fasti conso- fecero alcuni scrittori de' primi se-
lari, i quali fasti cominciarono coli dell'era cristiana.
dall'anno 244 delia fondazione di
Roma, secondo marmi del Cam-
i Era dei Seleucidì.
pidoglio; oppure 245 secondo l'e-
poca di Varrone, vale a dire 5og Questa pur si distingue co' no-
avanti Gesù Cristo. In quanto alle mi di era di Alessandro per con-
ere degli altri popoli italiani, che fusione coll'era del conquistatore
io ERA ERA
macedone, o per rapporto a suo di dodici mesi, ciascuno de'quali
figlio dello stesso nome; era dei portava il nome di
del un segno
greci,ovvero era dei Sirv-Mace* zodiaco. L'epoca radicale della me-
doni, Tarikd'houl-Karnain , ossia desima fu l'esaltazione al trono di
era dei contratti de' giudei di Si- Tolomeo Filadelfo, ed i cronolo-
ria, soggetti ai re greci. Questa era non dubitarono punto a con-
gisli

è una delle più conosciute, come tare gli anni dell'era con quelli
delle più usate negli scritti, e sui stessi del regno di Tolomeo. Su
monumenti; ed è perciò che tro- di che consultato l'Almagesto IX,
vasi nel libro de' Maccabei, sulle 7, toni. II, pag. 170, essendo il
medaglie ed altre incisioni greche, primo giorno di Dionigi il 24 di
nella storia ecclesiastica, ne'padri giugno dell'anno 283 avanti l'era
della Chiesa, e nei concili, nelle cristiana, essa incominciò nel sol-
opere degli orientali, e particolar- stizio di estate che precedette l'e-
mente degli arabi, i quali se ne saltazione al trono di Filadelfo,
servono ancora quando non fanno fissata molto approssimativamente
uso degli anni dell' egira. Tutti al 2 di novembre dopo il mede-
gli autori sono d'accordo intorno simo solstizio.
le cause della sua istituzione, ch'è

l' innalzamento di Seleuco JNicatore Era di Tiro.


al trono di Babilonia, dopo la dis-
fatta di Demetrio Poliorcele a Baia re diSiria, avendo nel-
Gaza, e la morte di Alessandro l'anno 25 avanti Gesù Cristo ac-
1

re di Macedonia. Sono egualmen- cordato ai Tiri l'autonomia, que-


te d'accordo sull'epoca ini-
tutti sti consagrarono un tale avveni-
ziale di quell'era, che è l' estate mento colla istituzione di una nuo-
dell'anno 3 2 di Gesù Cristo. Se-
1 va era, della quale questo atto
condo l'opinione comune Tanno ba- protettore fu il motivo, ed ab-
bilonese sarebbe stato fisso a giorni bandonarono l'era dei Seleucidi.
365 ed un quarto per questa mede-? La nuova era incominciò col 19
sima epoca. ottobre, corrispondente al mese di
hyperberetqus.
Era di Tolomeo Filadelfo,

Il regno di questo principe fu Era Cesariana di Antiochia.


confuso coll'era di Dionigi l'astro-
nomo. Dionigi istituì la sua era Essa riguarda Giulio Cesare,
nel regno di Tolomeo Filadelfo, e la vittoria da lui riportata a
e ne riferì il primo anno al prin- Farsaglia nell'anno /\.S avanti Ge-
cipio del medesimo; ma le due sù Cristo. Antiochia si servì di
epoche iniziali non furono assolu- quest'epoca per le sue date, inco-
tamente le stesse: ciò che segue minciando dal primo giorno del
accenna quanto avvi di analogo, suo anno, che principiò nell'autun-
e di differente tra l'una e l'altra. no dello stesso anno 4^ avanti
Gesù Cristo. La medesima città
Era di Dionigi.
aveva altresì istituita un'era in
Questa era, tutta astronomica, onore di Pompeo Magno; quindi
componevasi di anni solari fissi, Giulio Cesare vincitore ottenne
ERA ERA ir
egual distinzione. Però non andò nell'Aragona nel 1 35o ; in Valen-
guari che all'era di Cesare suc- za nel 1 358 ; in Portogallo nel 1 393 ;

cesse quella che inco-


di Augusto, in Castiglia nel 1/4.22 , ed anco
minciò nel primo settembre; vi- nel 1 4 5 secondo
1 altri : questa era
gilia dell'altra famosa battaglia di si regolava coll'anno giuliano or-
Azio, ed in memoria di essa. I dinario.
greci, i quali seguivano l'era Ce-
sariana di Antiochia, la incomin- Era Aziaca.
ciavano col loro anno medesimo,
dal 49. La famosa battaglia d'Azio die-
de occasione a questa era, la qua-
Era Giuliana. le venne ammessa in diverse pro-
vi ncie del romano impero con le
Prese il suo nome da Giulio Ce- seguenti differenze. In Egitto dove
sare che riformò il calendario, ac- l'era fu primieramente istituita,
comodandolo per un anno di 365 il suo principio venne fìssalo al
un 366.°, intercalato ogni
giorni con primo del mese tìiol 3 ossia al 3o
quattro anni; ed è questa la me- di agosto immediatamente ante-
morabile riforma donde prese ori- riore al giorno della battaglia, la
gine 1' era giuliana. Essa incomin- quale succedette nel 2 settembre
ciò Tanno 45 avanti Gesù Cristo. dell'anno 3o avanti Gesù Cristo;
Pel calcolo regolare de' tempi an- essendo il 3o di agosto il giorno
teriori a detto anno, i cronologisti giuliano fisso corrispondente al
si servono degli anni della stessa primo di thotì ovvero primo del-
era giuliana, benché la medesima l'anno vago egiziano il 719 di
non ed è appun-
esistesse ancora, Nabonassar. I greci d' Antiochia
to in questo caso, che si chiama- incominciarono l'era aziaca col pri-
no anni dell'era giuliana proletti- mo settembre del medesimo anno .

ca. Tanto di questa era, come di In Roma quest' islessa era princi-
diverse delle ere qui memorate, si piò col primo gennaio seguente,
tratta in parecchi ed analoghi ar- cioè dell'anno 29 avanti Gesù Cri-
ticoli di questo Dizionario. sto. Quest'era non ebbe lunga du-

rata, e fu confusa collera seguente.


Era di Spagna.
Era degli Augusti.
Ebbe origine dalla conquista di
tutta la Spagna fatta da Augusto Parecchi sono i motivi che si

nell'anno 39 avanti la nascita di danno per lo stabilimento di que-


Gesù Cristo, ed incominciò col st'era; fra gli altri l'atto del se-
primo gennaio dell'anno 38. Fu nato che conferì ad Augusto la
quindi di uso generale nella Spa- suprema autorità. Quello però che
gna, in Africa, e nel mezzodì della sembra più certo è lo stabilimen-
Francia. L' accettazione generale to medesimo dell'uso dell'anno fìs-
poi deli' era Cristiana ne fece per- so da Augusto colT intercalazione.
dere l'uso, e venne questa era a- L'anno vago egiziano fu renduto
bolita con decreto dell' autorità fisso da Augusto colf intercalazio-
pubblica in Catalogna nel 1180; ne di un 6.° epagomeno, od uà
,

i* ERA ERA
306.° giorno ogni quattro anni; Cristo nacque net 747.° anno della
Teone di Alessandria disse, che fondazione di Roma ,
poiché egli
questa riforma ebbe luogo quan- dice non poter essere nato il Mes-
do il primo giorno dell'anno vago sia ne prima del 746, ne dopo il
egiziano 29 agosto
corrispose
al 749. Non dopo il 749 perchè Cri-
giuliano, quinto anno del regno
il sto nacque vivente Erode il gran-
di Augusto secondo gli egiziani. de. Ma Erode morì nella prima-
È uniformemente riconosciuto che vera del 75o, come consta dalle
l'Egitto fu soggetto a quel prin- monete di Erode Antipa, e dal 2 5
cipe fino dall'anno 29 avanti Ge- dicembre 749 alla primavera del
sù Cristo, e che la sua autorità 75o non poterono accadere quei
vigeva in Egitto in quel medesi- fatti della prima infànzia del Re-

mo anno. Il quinto anno di que- dentore; cioè non solo l'adorazione


sta autorità equivaleva al i5 avan- de' magi, ma la fuga in Egitto
ti l'era cristiana; in questo i5.° la uccisione degli innocenti ec, fatti
anno il 29 agosto giuliano cor- che richiedono ben più di tre me-
rispose in fatto al primo thot va- si. Aggiungasi essere nato Cristo
go egiziano; 29 agosto giuliano
il mentre Ponzio Saturnino era pro-
dell'anno 25 avanti Gesù Cristo è pretore della Siria, e fu tale fino
dunque il punto iniziale dell'era al 748. Perciò Gesù Cristo non
degli Augusti, di cui si fece uso nacque dopo 749, né nell'anno
il

dal principio dello stabilimento stesso 749, essendo nato ai 2 5 di-


dell'autorità romana in Egitto, e cembre come porta una costante
durante il corso dei primi secoli veneranda tradizione. Non potè na-
dell'era cristiana. scere prima del 746, poiché Cristo
nacque essendo il mondo in pace,
Era Cristiana , di Gesù Cristo 9 ciò che non avvenne avanti il 746.
ovvero dell' Incarnazione 3 od Era Non nacque nell'anno 746 perchè
volgare. si deve supporre che la beata Ver-

gine il concepisse appunto nel tem-


Fu ed è ancora quest' era di po della pace universale. E sicco-
uso universale, principalmente nella me la pace sotto Augusto avvenne
chiesa latina, ed in occidente. N'è nel 725, nel 729, e nel 746 nel
l'origine la nascita di Gesù Cristo, mese sestile; perciò non si può dire
per cui fu lungamente disputato essere stafo concepito il Messia nel
intorno all'epoca reale di questo 746, stando alla costante tradizione
grande avvenimento, e le più ap- della sua nascita al 25 dicembre. Non
prezzabili ricerche dimostrano che nacque nel 748 poiché rimanendo
dovrebbe essa incominciare tre ,
ferma la sua nascita nel 25 dicem-
quattro, o cinque anni prima del- bre, siccome nacque sotto Ponzio
1
l'epoca fissatale neh* attuale nostro Saturnino pro-pretore della Siria,
computo; su di che è a consul- e di già nel 748 ebbe Ponzio per
de vulgaris aerae emen~
tarsi l'opera successore Varo, perciò sarebbe na-
dottane del p. Sanclemente abbate to Cristo sotto' Varo, e non sotto
camaldolese, stampata in Roma nel Ponzio Saturnino. Dunque non es-
1793. In quest'opera eruditissima, sendo nato il Redentore prima del
dimostra 1' infaticabile autore, che h\$> non nel 746, non nel 748,
,

ERA ERA i3

non nel 749, né dopo il 749, ri- secolo in Francia ed in Inghilter-

mane, secondo V opinione del dot- ra. L'uso in Francia però non fu
tissimo camaldolese, l'anno 747? a ^ bene stabilito se non nell'ottavo se-
quale si dovrebbe attribuire la glo* colo, per la volontà e coll'esempio
ria della nascita del Messia. Que- di Pipino, e del suo figlio Carlo
sta opinione piacque assai al Pon- Magno. I concili di Germania del
tefice Pio VI, allora regnante, di- 742, di Lestines del 743 , e di

modoché credevasi dai dotti di quel Soissons del 744» presero la data
tempo, che il Papa avrebbe rinno- dagli anni dell'incarnazione; dal
vato e corretto l'era volgare, chia- qual tempo, e massime da Carlo
mandola Era Cristiana- Pio. Non Magno, gli storici sono accostumali
devesi ommettere che l'era volgare a pigliare la data dei fatti che re-
incominciò dal primo gennaio del- cano, dagli anni di Gesù Cristo
l'anno Varroniano 754, 4^-° à*el- dappoiché, dopo il regno di quel-
l'impero d'Augusto, perciò l'era l'imperatore l'usanza di mettere le
Dionisiana ha origine o dal 754, date, servendosi degli anni della
o dal 753. incarnazione, diventò quasi genera-
Ma l'uso prevalse alla scienza, le. Da ciò rilevasi, ch'essendo stala
ed èseguendo un tal uso
, che , l'era cristiana istituita molti secoli

contasi presentemente l'anno i843 dopo la nascita di Gesù Cristo, fu

di detta era. 11 suo stabilimento facile il variare, ed anche l'ingan-


non risale al di là del sesto secolo narsi intorno l' anno preciso di

di Gesù Cristo. Dionigi per la sua quella medesima. Però i


nascita
statura appellato il piccolo o l'esì- calcoli istorici non ne soffrono ve-
guo, abbate in Roma, di nazione run detrimento, ed il primo anno
scita, cominciò il primo a prendere dell'era cristiana, essendo messo in
la data degli anni dalla nascita di concordanza anno ben cerio
coli'

Gesù Cristo, nel suo ciclo pasqua- di un'altra era,non ne può risul-
le, verso l'anno 527 secondo al- tare né ommissione, né confusione.
cuni, o 54i secondo altri. A quel- Il p. Lupi nel tom. I delle sue
l'epoca si dà il nome di Era cri- Dissertazioni, dice che la nascila
stiana, Era volgare, Era Dioni- del Redentore si deve fissare cin-
siana. Per Taddietro si computa- que anni e sette giorni prima del-

vano gli anni del cristianesimo, l' era comune , che non vi è mese,
qualunque ne sia stata la cagione, se si eccettui luglio, in cui non vi
coll'era di Diocleziano. Sembrò al- sia chi sostenga, essere nato Gesù
l'ingegnoso Dionisio, siccome esper- Cristo, la cui nascita si deve fissare
to nelle matematiche ed in crono- nella notte che precede il dì 25
logia, cosa non opportuna alla cri- dicembre. Sull'epoca dell'incarna-
stiana repubblica il computare i suoi zione in uso ne' secoli ottavo, no-
anni dal nome del più fiero persecu- no e decimo ci dà erudite notizie
tore del nome cristiano, pensò egli il Borgia, Difesa del dominio della,

dunque a formare un'epoca, la quale Sede apostolica, pag. 93 e 94.


incominciasse dal glorioso nascimen- L'era cristiana, volgare, comune,
to di Gesù, e da questo ne trasse o dell' incarnazione, è composta di
il nome. Dionisio la propose in Ita- anni giuliani. L'uso d'incominciare
lia, e venne accettata nel settimo questo medesimo anno, fu variabile
,

tf\ ERA ERA


nel medio evo, come in seguito fu rono l'era cristiana, con quella dif-
variabile la maniera di contare la ferenza che notammo all' articolo
successione degli anni secondo Pe- Calendario.
ra cristiana. È provato dai monu-
1
menti scritti, che in diversi paesi Era di Diocleziano, o de martiri.
incominciossi l'anno, i.° al primo
di marzo; 2. al primo di gen- L'esaltazione di questo principe
naio; 3.° al 25 dicembre; 4*° a l all'impero fu per gli egiziani il mo-
25 marzo, anteriore al primo gen- tivo, e l'origine dell'era che ne
naio del numero 2. ; me-
5.° nel porta il nome. 11 calendario egi-
desimo giorno, ma contando un ziano era già regolato da un anno
anno di meno; 6.° a
Pasqua di ri- fìsso, ossia di giorni 365 ed un quar-
surrezione; 7. al primo gennaio, to, sino dai tempi di Augusto. E
ma contando un anno di più del perchè gli contavano an-
egiziani
numero 2. Su questo grave pun- cora gli anni del regno degli im-
to si possono consultare gli articoli peratori, incominciando dal primo
Anno, Anno del Pontificato, Bol- giorno di quello, durante il quale
le, Calendario, ed altri relativi ar- saliva ciascuno di essi al trono
ticoli del Dizionario. così essendo stato Diocleziano pro-
clamato imperatore ai 17 settem-
Era di Costantinopoli. bre dell'anno 284, il 29 agosto
precedente cioè il primo giorno
Ha questa per origine la crea- dell' anno egiziano fu da essi te-,

zione del mondo, secondo la chie- nuto come il primo del di lui re-
sa greca, la quale conta 55o8 an- gno; questo stesso giorno del me-
ni avanti primo anno dell' era
il desimo anno fu pure il primo del-
cristiana. Sebbene il reciproco rap- l'era che istituirono in onore di
porto di queste due ere non pre- quel principe. L'era di Diocleziano
senti alcuna difficoltà, nondimeno fu poscia chiamata era de martiri,
ve ne può essere alcuna nella con- a motivo delle persecuzioni sofferte
cordanza precisa degli anni, per la dai cristiani pochi anni dopo. Su
ragione che l'era di Costantinopoli questa era il succitato p. Lupi ec-
sembra si servisse di due anni di- co quanto scrive. Dionisio, che forse
versi nel loro cominciamento, prin- per umiltà prese il nome di pic-
cipiando l'anno civile col primo colo, per quanto la rozzezza del
settembre, mentre per P anno ec- suo secolo il comportava, appli-
clesiastico il primo giorno fu il 2 r candosi in Roma a ristorare le

marzo, od il primo aprile. È egual- scienze, prostrate per le invasioni


mente certo che gli anni dell'era barbariche, nel tradurre che face-
mondana di Costantinopoli comin- va dal greco nel latino idioma vari
ciavano col primo settembre se- , opportuni libri, s'imbattè nel ciclo
condo i greci, ed al primo gennaio, di cui la chiesa Alessandrina ser-
secondo i romani. Trovasi usata vivasi per regolare la Pasqua ; e
nel settimo secolo per le date dei giudicando essere opportuno l'adat-
concili,ed i russi la conservarono tarlo al calendario romano, lo tras-
fino regno del czar Pietro il
al portò dal greco, e dimostrò cori
Grande, epoca in cui essi sosti tui- esso a' latini il vero metodo del
. ,,

FRA ERA |0
computo orientale. Ma perchè gli l'Ascensione di Gesù Cristo in cie-
alessandrini, secondo il costume lo. Secondo questa era, per le date
molto diffuso in que' tempi, con- da lui stabilite, il primo anno cor-
tavano gli anni loro tanto solari, risponde al trentanovesimo dell'era
quanto lunari dal primo anno del- cristiana.
l' impero di Diocleziano, che tanto
insanguinossi nel sangue de' fedeli, Era degli armeni.
fu questa era chiamata de' marti-
li. Abborrendo Dionisio tal epoca, Questa era propriamente detta
e giudicando indegna cosa, che do- che servì vasi di un anno vago di
vesse la Chiesa regolare i suoi com- 365 giorni senza intercalazione, eb-
puti sulla memoria d' un persecu- be per origine la separazione della
tore sì fiero, salì sopra l' era dei chiesa armena dalla latina, in con-
martiri, per quindici Enneadecaele- seguenza della condanna del con-
ridi o dieci novi ne d'anni , e calco- ciliodi Calcedonia, e per epoca
lando essere nel primo anno di iniziale il 9 luglio dell' anno 532
questa nato il Signore, fu forse il di Gesù Cristo. Inoltre usavano al-
primo, o almeno il più accredita- tresì gli armeni nella loro liturgia
to , a contare gli anni dell' incar- di un anno fisso od intercalato. Il
nazione del Verbo. Quindi, essen- loro primo giorno di questo anno
do bramosi i romani Pontefici di fu fissato agli 1 r del mese di ago-
stabilireun metodo certo per re- sto giuliano. Adoperarono in se-
golare le feste mobili promossero ,
guito il computo, secondo questo
nella chiesa di occidente V accetta- anno giuliano, e così trovaronsi in
zione del ciclo orientale secondo , concordia, per i giorni coi latini
la versione fattane da Dionisio. Per colla sola differenza di cifra per
conseguenza ne venne un grande gli anni, a motivo della differenza
utile alla storia ed alla cronologia, delledue ere ec. Talvolta gli ar-
e la insieme col ciclo
diffusione, meni nei loro atti servironsi anche
Dionisiano, a tutte quante le na- dell'era volgare. Questo è quanto
zioni dell' era cristiana, benemerita si raccoglie dai nostri cronologisti,
per le memorie conservateci e di- ma a voler parlare con più esat-
stinteper ben tredici secoli, che tezza riporteremo sull' era armena
da quel tempo sono trascorsi quanto si legge nella dotta opera
Benemerita altresì potrebbe chia- intitolata Quadro della storia let-

marsi in riguardo de' tempi a lei teraria dì Armenia, del rispettabile


antecedenti, se il conto fatto dal- monsignor arcivescovo Sukias So-
l' erudito monaco affine di trovare mal, abbate generale de' monaci ar-
la natività di Gesù Cristo, fosse meni s. Lazzaro in
mecchitaristi di
stato felice egualmente, che labo- Venezia, a Parlando egli
p. 34 e seg.
rioso. della letteratura del secolo VI, dice
che questo fu per l'Armenia af-
Era dell'Ascensione, fritto da politiche turbolenze, e dal-
le guerre sino dall'epoca in cui il
Il greco autore della cronaca tiranno Isderge troncò le comuni-
Pasquale, o di Alessandria, volle cazioni coi greci. Però alla metà
servirsi di un'era, il cui motivo fu di tal secolo si eifettuò l'impor-
1

16 ERA ERA
tante correzione del calendario ar- 552 anni e il resto , , aumentato
meno, nel modo seguente. di una unità, darà l' era armena.
Sì erano rettamente computati Quindi è , che il corrente anno
i tempi pel corso de' primi 532 i843 dell'era volgare, corrisponde
anni dell'era volgare, ma da tale all'anno 1292 dell'era armena.
anno sino al 55 1 non vi era che
confusione. A determinare un or- Era di Hiesdedger.
dine fìsso e invariabile, sì pel cle-
ro che popolo, e per rego-
pel Presso i persiani quest'era ebbe
larsi intorno alla annual ricor- origine dall'esaltazione di Hiesded-
renza della Pasqua, e pegli altri ger al trono di Persia, che vuoisi
giorni festivi, si applicò di propo- avvenuta ai 6 giugno dell'anno
sito Mosè II Elivardense, appena 632 di Gesù Cristo. Regolavasi
elevato alla dignità patriarcale di allora questa era coll'anno vago,
Armenia. Per sì grave argomento ossia di 365 giorni. Continuò co-
convocò nell' anno 552 di Cristo sì fino a Dagelaleddin, sultano di
un sinodo nella città di Tevino, o Khorasan . Ma questo principe nel-
Duvina nella provincia di Arara t; l'anno 4^7 dell'Egira, 1075 di
e siccome versato nella cognizione Gesù Cristo, corpo de-consultò il

de' periodi e cicli solari, e di quan- gli astronomi, e venne quindi con-

to può dare norma a formar un chiuso che l'anno dell'era sarebbe


perfetto calendario , così, coll'aiuto fisso. Fu determinato l'ordine dei

di parecchi suoi vescovi, e di altre giorni che sarebbero per questi


erudite persone, stabilì alcune re- effetti intercalati, fu fissato l'equi-
gole fondamentali , che all' ardua nozio di primavera al 14 marzo
impresa servissero di base. Primie- giuliano, ed il principe ordinò che
ramente, acciocché in avvenire questa riforma del calendario a-
procedessero i computi colla bra- vrebbe il suo principio coll'anno
mata regolarità, nel medesimo an- 471 dell'egira, ossia 1079 di Ge-
no dell'era comune 553, agli 1 sù Cristo. Questa era fu pure
luglio fissò il principio dell'era ar- chiamata Melikana, essendo cor-
mena, cioè il primo giorno del pri- retta de Melik-Sebah- Dagelaleddin.
mo anno il perchè sino all' anno
, Del resto i persiani fanno l'anno
i32o dell'era volgare, vi è tra di questa era di 365 giorni, quat-
questa e l'armena, la differenza di tro ore, 49o", 48 ""; ed al-
l $ >

552 anni. Siccome poi col volger cuni astronomi la considerano co-
dei secoli, a cagione dell'anno bi- me una delle ere più esattamente
sestile, cresceva l'era armena, e di- determinate.
minuiva la detta differenza, fu cre-
duto opportuno di aggiungere al- Era dell' Egira.
l' era armena nel i32o un altro
anno, e ne risultò la differenza Egira è una voce araba che
che tuttora sussiste d'anni 55 1. Ed significa fuga, e della quale gli
è perciò, che a voler trovare a' no- storici, e i cronologi si servono per
stri dì l'era armena fa d'uopo dif- denotare l'epoca, da cui i mao-
falcare 55 1 anni dall'era volgare, mettani cominciano a contare i
o a meglio dire devonsi sottrarre loro anni, cioè dal tempo in cui
ERA ERA 17
Maometto fuggi dalla Mecca e hagge. Ecco poi nomi dei giorni
Medina. Questo avvenimento ebbe della settimana. 1. el-Ahat ì
2. el-
luogo la notte del giorno i5 o Thani, 3. el-Theleth, 4. el-Arba 3
1 6 luglio, di venerdì, nell'anno 622 5. el-Khamis, 6. el-Giumea, 7. el-
dell'era cristiana.Fino da quell'e- Sebt.
poca, stabilita per la prima volta
da Omar, i mussulmani non con- Era della repubblica Francese.
tavano gli anni loro se non che
dall' ultima guerra considerabile Benché impor-
di corta durata,
eh' essi avevano sostenuta. Alcuni ta farne cenno, segnando molti at-
scrittori arabi la incominciano ai ti ancora in uso, e potendo servi-

1 5 luglio : tutti i maomettani si re di regola per trovare la con-


servono di questa famosa era per cordanza degli anni, dei mesi e
le loro date, ad esclusione di qua- dei giorni fra i due calendari di
lunque altra. Gli anni dell' egira Gregorio XIII , e repubblicano.
sono lunari, e distribuiti in cicli Se ne conoscono altresì molte ta-
di 3o anni; diecinove di questi vole già fatte. Col 12 settembre
trent'anni sono comuni, ossia di 1792, in cui fu proclamata la re-
354 giorni ;
gli undici altri chia- pubblica francese , si promulgò
matisi perchè di 355
intercalari una nuova era. Contava gli anni
giorni, e questi anni sono il 2, 5, da esso 1792, cominciandoli la
7, 10, i3, 16, 18, 21, 24, 26, mezzanotte del giorno che succede
e 29. I mesi di queste due sorta all'equinozio vero d'autunno, per
d'anni sono in numero di 12, al- l'osservatorio di Parigi. L'anno di
ternativamente di 3o e di 29 gior- quest'era fu di 365 giorni, diviso
ni negli undici anni intercalari il
: in dodici mesi di trenta giorni per
12. mese è di 3o giorni: è adun- cadauno, e seguiti da cinque, o
que chiaro che i rapporti degli sei altri complementari, che aggiun-
anni dell' egira, con gli anni del gevansi al fine. Un sesto giorno
calendario gregoriano sono varia- complementario aggiunto periodi-
bilissimi, la differenza naturale es- camente faceva gli anni sestili. Il
sendo di undici giorni fra questi mese era diviso in tre decadi di
due anni, e la diversità delle inter- dieci giorni : i giorni denomina-
calazioni aumentando ancora le va nsi primidì 3 duodìf tridì 3 quarti -
differenze medesime. Di più: i dì ec 3 decadì doveva essere di
il

giorni dell'anno dell'egira comin- riposo. I mesi erano divisi in au-


ciano col tramontar del sole. A tunnali 3 in invernali, in primave-
motivo pertanto di sì grandi varie- rili ed in estivi. Gli autunnali e-
'_,

tà succede ben di rado, che un rano: Vendèmiaire, Brumaire, Fri-


anno dell'egira incominci e termini maire Gli invernali erano: Nivó-
.

nello stesso anno dell'era nostra se 3 Pluvióse, Ventóse. I primave-


"volgare. Ecco nomi dei mesi tur-
i rili erano : Germinai 3 Floreal,
chi : r. Muharrem , 2. Sefer, 3. Prairial. Gli estivi poi Messidor, :

Reb-il-evvel} 4- Reb-il-aker3 5. Ge- Thermidor, Fructidor. I quali no-


masil-evvel3 6. Gemasil-aker, 7. mi flel calendario repubblicano
Regeb 3 8. Sciabar, 9. Ramasan 3 rammentavano il progresso, ed i
10. Scewal, i\.Zilcade 3 vii. Zìi* lavori successivi della campagna,
voi. XXII.
i8 ERA ERA
oppure lo slato dell'atmosfera nel- do. Eraclea è situala sul mare di
le diverse epoche dell'anno. Il pri- Marmara in Romania, distante cin-
mo giorno del calendario repub- quantadue miglia da Costantinopo-
Hicano era il 22 settembre per li, e settanta da Gallipoli. Ancora
gli anni I, II, III, V, VI, e VII si vedono degli avanzi di grandi
repubblicani, che sono il 1792, muraglie e di vecchi fabbricati.
I
79 3794, '79 6 J 797> e *79 8
>
1
>
Al presente è una citta della Tur-
gregoriani ; 2 3 settembre per gli chia europea nella Romelia, con
nnni IV, Vili, IX, X, XI, XIII, duplice porto sul mare di Mar-
e XIV che furono il 1795, 1799, mara, chiamata Erekli3 od Hera-
1800, 1801, 1802, 1804, e i8o5 clea. V. Tracia.
gregoriani finalmente il primo
: Eraclea, o Perinthus, fu celebre
vendemmiale , corrisponde al 24 nelle notizie ecclesiastiche, giacche
settembre dell'anno XII, ch'era il il vescovo di Bisanzio, poscia Co-
180 3. L'anno VII avrebbe dovu- stantinopoli (Fedi), come dicesia
to essere comune secondo l'ordine questo articolo, era ad Eraclea
gregoriano; ma invece i repub- soggetto. Fu Eraclea la sede del-
blicani lo fecero bisestile, il che l'esarcato di Tracia, pur si
che
alterò la corrispondenza coll'anno disse esarcato di Romania, ed il suo
nostro. Questo calendario durò arcivescovo era uno de' più conside-
meno di quattordici anni : il suo rabili della chiesa greca. La sua
i4-° anno
cominciando nel 2 3 sede vescovile, eretta nel primo se-
settembre i8o5, terminò col 3i colo, nel secondo divenne metro-
dicembre seguente, il quale corris- poli, e nel quarto fu elevata al
pondeva al giorno io nevoso an- grado di esarcato di tutta la Tra-
no XIV. Un decreto del senato cia, colle seguenti sedi vescovili
del 2 1 fruttidor, anno XIII, rista- per suffraganee: Phanarium, o Fa-
bilì il calendario gregoriano, inco- nari, che poi si eresse in arcive-
minciando dal primo gennaio se- scovato; Bisia, o Bilsier, anch'essa
guente 806. Della durata delTef-
1 eretta in seguito in seggio arcive-
fimera repubblica romana, procla- scovile; Gano, Gallipoli ed Arcà-
mala in Roma dai repubblicani diopoli, che pur furono decorate
francesi 1798, e
a' i5 febbraio del grado arcivescovile; A tira o
5
terminata a 28 settembre del se- Metri, Turulus, Redasto, Miriofì-
guente anno, si parla all'articolo ti, Peristasi, Cheropoli; Apri seu
Diario ni Roma. Teodosiopoli, Drusipara, e Midia,
ERACLEA ERACL1A. V. tutte e tre divenute in progresso
Citta* Nova o Eraclea. arcivescovati. Delcos, o Dercon Mai- ;

ERACLEA . Città vescovile e ton, la quale eziandio ebbe l'ono-


metropolitana della provincia di re dell'arcivescovato; Caclos seu
Europa, nella diocesi di Tracia, Cyla, Sabadia, Afrodisios, Lisima-
chiamata Pcrinthus, Per\nta 3 ed ca o Hexamili, Pamphili, Teodo-
anche Pantiro. Essa fu sotto que- ropoli , Chalcis } Daonia , Lizici,
sto nome celebre per l'anfiteatro tSergentza, e Adriana. Questa sede
di marmo formato di una sola conta quarantotto vescovi, le cui
qualità di pietre, il quale fu tenuto notizie riporta il padre Le Quien,
per una delle meraviglie del mon- 11 eli ' Oriens Chrisl., lom. I, pag.
ERA. ERA 19
11 or e seg. Attualmente Eraclea, e quelli di un teatro scavato nel
Hcracleen., è un titolo arriverò- monte. Cinque vescovi vi ebbero
vile in partibus, che conferisce la sede, cioè Aploneto, Dionisio, Teo-
Sede apostolica, con quattro sedi doro, Gregorio 1, e Gregorio li,
suffraganee titolari, cioè Callipoli, come si ha dall' Oriens Christ.,
Dercon, Medea, e Miropoli. Su toni. I, pag. 906. Nella Siria sa-
questa Eraclea o Perinto abbia- gra, a p. 260, sono le notizie di
mo interessanti notizie, anche ec- Eraclea, sede vescovile di Palesti-
clesiastiche, dal Eonarroli, a pag. na, città meridionale del Libano,
149 e seg. delle sue Osservazioni sotto la metropoli di Cesarea, il

storiche sopra alcuni medaglioni cui vescovo Procopio fu presente


antichi. ad un sinodo provinciale di Geru-
ERACLEA la Grande. Città salemme, celebralo ne' pi imi anni
vescovile della provincia di Ar- del sesto secolo dal patriarca Gio-
oadia, nel patriarcato di Alessan- vanni.
dria, nell'Egitto, sotto la metro- ERACLEA di S,ìlbace. Città
poli di Oxyrincus seu Behense, la episcopale della provincia di Ca-
cui erezione, al dire di Comman- ria, nella diocesi d'Asia, sotto la
ville, nono secolo. Abbia-
risale al metropoli di Questa
Stauropoli.
mo da Sozomeno, che s. Antonio sede nel concilio Calcedonese è
era di Coma, villaggio dipendente chiamata Heraclia Lyncestidum.
da Eraclea Magna, h' Oriens Christ., Policromo che intervenne al conci-
nel tom. II, pag. 579, dice che Ho d'Efeso, Menandro che fu a quel-
ne furono vescovi, oltre Pietro lo di Calcedonia, e Basilio che si
Meleziano, Pottamon, Ipaziano, ed recò al sinodo di Fozio, ne furo-
Eraclide. no vescovi. Oriens Christ, tom. I,
ERACLEA sul Latmo. Città ve- p. 904.
scovile della provincia di Caria, ERACLEA Sintica. Città vesco-
nella diocesi d'Asia, sotto la me- vile della prima provincia di Ma-
tropoli di Afrcdisiade, cosi chia- cedonia, nell'esarcato del suo no-
mata per essere sul monte Latmo, me, diocesi dell' llliria orientale,
quindi sotto Stauropoli. La sede sotto la metropoli di Tessalonica,
venne eretta nel secolo quinto, ed eretta nel quarto secolo. Nel sesto
è pur conosciuta sotto il nome di divenne arcivescovato onorario dcl-
Hagio Porto. Questa città dell' A- la diocesi di Bulgaria. Dicesi pure
sia minore nella .Fonia, è situata Pelagonia 3 e Xevosna. Plinio la
in fondo al golfo Lalmico, sulle chiamò Eraclea Sintica, perchè po-
rive del Lalmus. Fu vittima della sta nella contrada di tal nome,
destrezza di Artemisia regina di all'oriente della città di Scotusa,
Caria, che non avendo potuto e poco lontana dallo Strimone.
prendeila per assedio, usò dell'ai- De' sette vescovi, che vi ebbero
tifìzio per sorprendere suoi abi- i sede, di soli cinque si sa il nome,
tanti senza difesa. Restò sotto il cioè di Evagrio, Quintillo, Beni-
dominio di questa regina sino alla gno, Teodosio, e Giovanniciot di
sua morte. Seguì la sorte della tutti ne dà le notizie 1' Oriens
Jonia, e tra le sue rovine distin- Christ., tom. II, p. 82 e seg.
guevansi gli avanzi di un tempio, ERACLEA del Ponto o Por*
,

20 ERA ERA
tici. Città vescovile dell'Asia mi- altre Chersoneso nella Tracia, e
nore, della provincia Orioriade, Calatide nella Mesia. Eraclea som-
nella diocesi di Ponto, sotto la ministrò alcuni soccorsi a Tolo-
metropoli di Claudiopoli. E situa- meo contro Antioco, soccorrendo
ta sopra un piccolo golfo presso anche i romani marina,
colla sua
il mare di Marinara, col nome di ilche però non impedì a Cotta,
Erekii, o Eregri. Ora è una città collega di Lucullo, e malgrado il
della Turchia asiatica nell'Anato- trattato offensivo e difensivo tra
lia, sangiaccato. 11 golfo è chiuso Roma ed Eraclea, di prenderla
al nord da una piccola penisola, per tradimento, saccheggiarla, e
anticamente chiamata Acherusia quasi ridurla in cenere. Sdegnato
Chersonesus. Erekii è cinta da un il senato romano di tale turpissima
muro fiancheggiato di torri, e azione, rinviò tutti i prigionieri
rinchiude varie moschee, bagni ed ristabilì gli abitanti nel possesso
altri edifizi; ancora esistono avan- de' loro beni, e riparò la città.

zi della sua passata grandezza. La Augusto, dopo la battaglia d'Azio,


rada ed il molo sono sicuri nell'e- pose Eraclea nel dipartimento del
state, a cagione delle alture che Ponto, congiunto alla Bitinia, ed
li circondano. in tal modo fu questa città in-
L'antica Eraclea stava a venti corporata all' impero, sotto al qua-
stadi di là dal Lycas, sopra una le crebbe in floridezza. Passò poscia
costa elevata, e dominante il ma- sotto l'impero de' greci, e quando
re. Tutti gli scrittori la celebrano già incominciava a declinare, le si

come una più belle dell'o-


delle diede il nome di Penderachi, il

riente. Si mantenne in repubblica quale sembra essere un nome cor-


governata dai propri magistrati in rotto di Eraclea del Ponto. Teo-
mezzo a due possenti sovrani, Mi- doro Lascaris la tolse a David
tridate e Nicomede, ai quali ser- Comneno, imperatore di Trebison-
viva di comune barriera. Si crede da. Indi i genovesi s'impadroni-
fondata dai milesii, ed accresciuta rono di Penderachi nella loro con-
da una colonia di Augara, alla quista di oriente, e la conserva-
quale si un popolo di
congiunse rono fino che Maometto II, im-
Beozia, oriundo di Tanagra. Que- peratore de' Turchi, gli scacciò, e
sta colonia si mantenne in forma da tal epoca rimase in potere degli
repubblicana sino a che Clearco ottomani.
se ne impadronì tirannicamente, Le notizie ecclesiastiche ci dico-
il che fecero i suoi successori per no, che Eraclea fu elevata a seg-
quasi un secolo. Fu esposta alle gio vescovile nel secolo quarto, e
invasioni dei gaulesi, ma riacquistò nel decimoterzo diventò metropoli
la propria libertà, sino al tempo quando Claudiopoli, di cui era
che Mitridate, sconfitto da Lucul- prima sufFraganea, cessò di esserlo.
lo, s'impadronì di essa facendo Conta dodici vescovi, che vi ebbe-
uccidere tutti i romani, che vi si ro sede, e sono: Eusebio, Teodo-
trovavano. Il suo popolo numero- ro I, Epifanio, Stefano, Giovanni
so, e le sue frequenti navigazioni I, Paolo, Melezio, JMiceforo, Teo-
sul Ponto-Eusino , la misero in doro II, Giovanni II, e Metodio,
grado di fondar Colonie, e fra le giacché del decimo vescovo s'igno-
ERA ERA 21
ra il nome. Di questo e degli verso ed ivi fondò un
Ratisbona,
altri si leggono le notizie nell' O- monistero. Onorato del dono dei
riens Christ., tona. I, pag. 57 3. Al miracoli, ancor vivente, morì in
presente Eraclea, Eracleen., è un questa città, e dopo morto, segna-
titolo vescovile m partibus infide- lati prodigi resero celebre la sua

lium, che conferisce il Sommo tomba. Gli scozzesi ricordano il gior-


Pontefice, ma dipendente dall' an- no 9 febbraio sacro alla sua me-
tica sua metropoli di Claudiopoli, moria.
egualmente sede titolare in parti- ERARIO (Aerarium). Tesore-
bus. Il Bonarroti, nelle Osserva- ria del pubblico; e dicesi del luo-
zioni storiche sopra alcuni meda- go destinato a conservare il teso-
glioni antichi\ riporta erudite noti- ro, e delle persone, che custodi-
zie sopra Eraclea di Ponto, da pag. scono ed amministrano esso tesoro.
2j5 a 283. ERARIO PONTIFICIO. ^.Te-
ERACLEOPOLI. Città episco- soro Pontificio.
pale dell' isola di Creta, nella dio- ERASMO (s.). Illuminato da una
cesi dell' llliria orientale, sotto la viva fede, e tutto ardente di amo-
metropoli di Gortina. Teodoro suo re verso Gesù Cristo, predicava il

vescovo sottoscrisse al VII conci- santo vescovo Erasmo le verità del


lio generale. Oriens Christ. 3 t. II, vangelo in que' tempi , nei quali
pag. 268. Tolomeo la chiamò regnando Diocleziano e Massimia-
Eracleo, e la pone sulla costa set- no, il cristianesimo veniva fiera-
tentrionale di Creta. mente perseguitato. Non andò gua-
ERACLIOPOLI. Città vescovi- ri, che preso Erasmo e condotto
le della prima Armenia, nella dio- dinanzi al tiranno, fu obbligato to-
cesi di Ponto, sotto la metropoli di sto a mutar consiglio, o ad assog-
Sebaste. Gli atti VII concilio del gettarsi ai più crudeli martori.
generale la chiamano Didachtoe, Niente turbatosi il santo vescovo
e le storie greche ne fanno un ad una tale intimazione, tutto gio-
arcivescovato. Commanville la chia- condo e sereno, sostenne quanto di
ma Pedactoe seu Heracleopolis, e più atroce immaginar poteva quel
la crede eretta nel nono secolo, e crudo. Cacciato dipoi in prigione
quindi arcivescovato onorario. Que- tutto pesto e piagato, e per ec-
sta città fu così chiamata quando cesso di barbarie fatto persino pri-
l' imperatore Eraclio fece la guerra vo di alimento, era esposto a mo-
ai persiani. Ne furono vescovi An- rire di fame. Liberato prodigiosa-
tenogene, Giovanni, e Teodoro. mente dalla prigione, si diresse
Oriens Christ., tom. I, pag. 4^7. verso Lucrano, terra della Puglia,
ERARDO (s.). Nacque in Iseo- e sparse anche in que' luoghi l'e-
zia, e percorsi gli studi sacri, si vangelica semente con non dissi-
recò in Germania a predicare il mile zelo di prima. Molti e rapi-
vangelo. In Treveri diede lezioni di furono i vantaggi, che colla pre-
di sacra Scrittura. Avendo il santo dicazione ivi ritrasse; recatosi fi-

vescovo Idolfo, nell'anno 753, rinun- nalmente in Formiana, città non


ziato alla sua dignità per recarsi nella molto lungi da Gaeta, coli' esem-
solitudine a terminare i suoi giorni, pio, colla voce , e col dono dei
Erardo sull'esempio di lui si mosse miracoli, santificò que' popoli in-
,

aa ERA ERA
volti dapprima nelle tenebre del rette di come quella del dis-
pietà,
gentilesimo, e li condusse all'ovile pregio del mondo. Nell'anno i49*
di Gesù Cristo. Indebolito dagli fu ordinato sacerdote, quindi passò
anni, e molto più dalle fatiche e a Parigi col vestito dell' Ordine a
dalle austerità, mentre un giorno proseguire i suoi studi. Nel corso
slava in orazione, udì una voce di pochi anni, andò e ritornò varie
dal che gli disse: Erasmo
cielo, volle e per diversi motivi da Pa-
mio fedele, perchè come buon sol- rigi in Inghilterra. Ma mosso fi-
dato hai combattuto per me, vieni nalmente da vivo desiderio di ve-
a riceverne la corona. Subito vide dere i5o6 si recò a
l'Italia, nel
egli una corona ricchissima, che gli Bologna, ove dimorò un anno, e
**ra portata dal cielo, e chinando fu laureato in teologia. In que-
il capo rispose: Ricevi, Signore, in sto mentre ottenne dal Papa Giu-
pace il mio con questo
spirito: e lio II la dispensa da' suoi voti,
in figura di bianca colomba, ac- e quindi da Bologna passò a Ve-
compagnato dagli Angeli, se ne vo- nezia, come correttore nella cele-
lò al suo Creatore , che dato gli bre stamperia di Aldo Manuzio.
avea fortezza nelle battaglie, e li- Chiamato a Padova dal principe
berato lo avea tante volte da' tor- Alessandro figliuolo naturale di Ja-
menti e dalla morte. Mori li i copo IV re di Scozia, lo seguitò a
giugno dell'anno 3o3. Il suo corpo Ferrara ed a Siena, e da qui, ec-
fu deposto nella chiesa di Formia, citato da'suoi amici, si condusse a
e dopo trasferito a Gaeta, ove al Roma, ove fu benissimo accolto dal
presente trovasi onorato con gran Papa e dai Cardinali , e special-
divozione. Il martirologio assegna mente dal Cardinale de' Medici
il 2 giugno solenne alla sua me- poscia Leone X. Dopo avere per-
moria. corso molti altri luoghi, e ricusati
ERASMO Desiderio. Nacque a ovunque onori e dignità, si stabilì
Rotterdam, verso l'anno i465, e di- in Basilea. Neil' occasione in cui
venne poi apostata dell' Ordine a- Leone X venne elevato alla santa
gostiniano, ed autore di una setta Sede, col consenso di lui, gli dedicò
di mille eresie,appena potute con- la sua edizione greca e latina del
futare in ventidue libri da Alber- nuovo Testamento, la quale fu gra-
to Pio; colle quali eresie l'empio ve soggetto di molta critica. Tale ei a
Erasmo preparò la strada in Ger- la stima, che di lui avea Carlo V,
mania a Lutero, per disseminarvi che lo fece consigliere de' suoi stati
le sue egualmente perniciose, e il d'Austria; titolo che gli accrebbe
suo astio contro i religiosi, arri- credito e riputazione. Verso l'anno
vando a chiamar giudaismo la teolo- i520 compose le sue parafrasi sul
gia. Sino all'età di nove anni fu chie- nuovo Testamento, per cui mol-
richetto nella cattedrale di Utrecht. tissimi eccitarono la facoltà di Pa-
Morto Gherardo suo padre, i suoi rigi a censurare i suoi colloqui
tutori lo costrinsero a prendere l'abi- familiari , come conlenenti molti
to di canonico regolare di s. Agosti- errori contro la fede ed i buoni
no. Nel chiostro dimostrò somma costumi ragione per cui Erasmo
:

assiduità allo studio e grande ca-


, pubblicò con somma astuzia ed oc-
pacità: anzi compose alcune ope- culto dolo, alcune spiegazioni e di-
ERA ERB *3
chiarazioni sopra ogni censurata in nove volumi in foglio, con una
proposizione, e le indirizzò alla lettera dedicatoria all' imperatore
stessa facoltà con una prefazione
, Carlo V. I due primi tomi, ed il
rispettosa ed onorevole ad esso quarto contengono le opere gram-
corpo. Non è vero che per ammol- maticali , rettoriche e filosofiche;
lire la di lui durezza Paolo III volesse il terzo comprende le sue lettere;
innalzarlo al Cardinalato, e molto il quinto i libri di pietà ; il sesto
meno che gli conferisse una pen- la versione del Testamento nuovo
sione di seicento scudi , essendo con le sue annotazioni ; il settimo

pur falso che gli offrisse consi- le sue parafrasi parimenti sui nuo-
derevoli uffici. Clemente VII ed vo Testamento; l'ottavo le tra-
Enrico Vili, re d' Inghilterra , di duzioni di alcune opere de' Padri
propria mano gli scrissero, per greci ; ed il nono le sue geolo-
trarlo ognuno appresso di se. Il gie.
re Francesco I, Carlo V, Sigis- Ad onta della riputazione che si
mondo re di Colonia, Ferdinan- procacciò col suo ingegno e dot-
do re d' Ungheria e molti altri trina, Erasmo fu un perniciosissi-
principi, tentarono in vano di rite- mo eretico, e li principali suoi er-
nerlo negli stati loro con notabili rori sono notati dal Bernini nel
pensioni. Dopo averne perduto l'a- Compendio delle eresie, a pag. 596.
micizia, Lutero cercò colle più insi- Mise in derisione i santi, e chi gli
nuanti espressioni di cattivarsi il suo venerava, così fece dei divoti pel-
animo, anzi stimolato Erasmo dagli legrinaggi, delle sagre cerimonie, ri-
amici suoi contro l'opinione di Me- ti, feste, reliquie de' santi, delle chie-
lantone, compose un che trattato se, digiuni, e delle indulgenze. Scris-
intitolò: Conferenza sul lìbero ar- se contro la potestà del Papa, chia-
bitrio, in cui attacca V errore di mò tirannide de* preti le decreta-
Lutero, senza punto toccare la per- li, aggravando i sagri canoni ; ri-

sona. Se non che vedendo final- provò ne' sacerdoti e ne' vescovi il

mente che il corpo de' pretesi ri- celibato, e preferì alla verginità il

formatori diveniva ogni dì più po- matrimonio che non sempre contò
tente in Basilea, si ritrasse nel per sagramento; diceva superflua
1529 a Friburgo, ove diinorò circa la confessione auricolare ; illecita la

sett'anni affaticando continuamente. guerra de' cristiani contro il turco;


Nel i536 ritornò a Basilea, dove proibito a' fedeli il giusto giura-
fu onorato con la dignità di ret- mento, e lecita la bugia ; dubitò
tore dell' università. Dappoiché eb- delle sagre Scritture, approvò l'a-

be riveduti i suoi scritti, e li pose rianesimo. Morì da mai cattolico,


in istato d'essere tutti stampati, non però da luterano, poiché Ec-
morì d'una dissenteria a' dì 12 lu- clesiae judicio se, librosaue sitos

glio d'anni settanta. Fu quivi se- subjecil.


polto, e nella piazza maggiore gli ERBIPOLI (Herbipolen.). Città
fu eretta una statua di bronzo, con residenza vescovile nel regno
effetto della stima e venerazione*, di Baviera, chiamata anche JVurtiur
che di lui aveano i basileesi. burg o Wurzburgo, Virisburgum3
Tutte le opere di Erasmo ven- capoluogo del circolo del Meno in-
nero stampate a Basilea nel i5/±o feriore, e di due presidiali. E ia
,, ,

24 ERB ERB
vaga situazione sul Meno, distante s. Kiliano, o Chiliano, cioè verso
ventuna leghe da Norimberga, e l'anno 678, e s. Bonifacio arcive-
quarantanove da Monaco E sede . scovo di Magonza, nell'anno 742,
di un commissariato generale, di o 75 1, ovvero nel 760, l'eresse in
una corte di appello, di una dire- sede vescovile, e vi stabilì un ve-
zione di polizia da un alto ; cinta scovo. Nella vita del Pontefice s.

muro, e da profonda fossa, con Zaccaria, si legge ch'egli nel 742


sei porte. La città è divisa in due confermò l'erezione di questo ve-
parti dal Meno , cioè la città pro- scovato, sotto la metropoli di Ma-
priamente detta che sta sulla spon- gonza. Dopo l'anno u 65, il ve-
da destra, ed il quartiere del Me- scovo divenne principe del sagro
no sulla sinistra sponda. Il fiume romano impero, e duca di Fran-
è attraversato da un bel ponte. conia, al dire di Comman ville; ma
Dalla parte del quartiere del Me- secondo altri il re Pipino, in ve-
no, sorge su di una rupe alta quat- nerazione del primo vescovo di Er-
trocento piedi, la fortezza di Ma- bipoli, li dichiarò duchi di Fran-
rienberg, o Martinberg. Non è la conia, con diritto d'ogni giurisdi-
città edificata regolarmente; tutta- zione civile. E malgrado 1' aliena-
via si osservano parecchie parti ele- zione di una parte dellaFranco-
ganti, ed un bel castello regio con nia, fatta dall' imperatore Enrico
giardini. Hannovi trentatre chiese, IV, i vescovi di Erbipoli, sino agli
tra le quali si fa distinguere la cat- ultimi del secolo decorso , sempre
tedrale antica ; ammirandosi pure conservarono la sovranità nella lo-
la cappella di Schonborn. Wurz- ro vastissima diocesi.
burgo possiede vari utili stabili- Il primo vescovo fu s. Burcar-
menti, come la casa degli orfani do. Altri santi onorarono questa
molti spedali, università cattolica, illustre sede vescovile, come s. Ar-
la quale prima era diretta dai ge- none, che edificò la cattedrale , e
suiti, che conta circa settecento stu- venne ucciso dai normanni nell'89 1
denti, ed alla quale appartengono quando sbaragliarono le truppe
una biblioteca, gabinetti di storia dell' imperatore Arnoldo. S. Bru-

naturale e di fìsica, e l'importan- none, figlio di Corrado II, duca


te ospedale Julius, che ha un isti- di Cario tia, rifabbricò la cattedra-
tuto di partorienti, un giardino le. Essendo andato in Ungheria
botanico , un anfiteatro d' anato- nell'anno io45 coli' imperatore En-
mia ec. Questa città contiene inol- rico III, e cenando con quel prin-
tre un un seminario nor-
ginnasio, cipe, la soffitta della sala cadde
male , un seminario ecclesiastico improvvisamente addosso alle per-
scuole ec. ed un teatro. Erbipoli
, sone quivi riunite. L'imperatore
ha bei passeggi, ed i dintorni sono soltanto n'andò illeso, e s. Bruno-
coperti di pingui vigneti. Antica- ne ne mori in conseguenza delle
mente era capitale della Franco- ferite e lacerazioni riportate. Al-
ed imperiale , ma
nia, città libera cuni dicono , che fu canonizzato
poscia ne divennero signori i suoi verso l'anno 124^, e si celebra la
vescovi. sua festa a' 17 maggio. In quanto
La fede fu predicata sul decli- agli altri vescovi di Erbipoli , ne
nar del secolo VII, dallo scozzese trattano gli scrittori ecclesiastici del-
ERB ERB 25

la Germania massime di quelli


, Bamberga in metropoli , Erbipoli
della Franconia. Per terminare poi in di lei suffraganea, e che la parte
le antichissime ch'eranodifferenze, bayarica della diocesi di Fulda sareb-
fra questo potente vescovo (la cui be aggiunta alla diocesi di Wirtzbur-
rendita si faceva ascendere ad an- go o Erbipoli, venendo stabilite le
nui scudi centomila) e l'abbazia rendite, il capitolo, e quanto appartie-
di Fulda, Benedetto XIV, nel l'jSi, ne a questo vescovato. Tuttociò si ef-
eresse questa in vescovato ; ed in fettuò colla bolla del primo aprile
compenso ai vescovi di Erbipoli, 1 8 1 8, Dei ac Domini Nostri Jesu
per lo smembramento che per ciò Christi, e nel concistoro de' 2 ot-
fece d' una parte della loro diocesi, tobre, PioVII preconizzò in vesco-
coll'autorità della costituzione Ro- vo di Erbipoli, monsignor Adamo
mana Ecclesia, data a' 5 ottobre Federico de Gross della medesima
1 752 ,
presso il Bullar. Bened. città.

XIV, tom. IV,35, concesse il


p. La cattedrale è dedicata a s.

privilegio del pallio, e di farsi pre- Andrea apostolo ; l'antica lo era al

cedere dalla croce astata nella lo- ss. Salvatore, il cui capitolo com-
ro diocesi soltanto, come gli arci- ponevasi di ventiquattro canonici
vescovi, salve le prerogative dell'ar- capitolari , e di ventinove domici-
civescovo di Magonza, alla cui pre- liari. Attualmente composto di
è
senza, o a quella de'Cardinali e dei due dignità, il prevosto ed il de-
nunzi (
qualora essi non glielo per- cano, di otto canonici fra' quali il

mettessero), non potrebbe usare di teologo, ed il penitenziere, di sei

tali distinte insegne; cosi ancora nei vicari, e di altri preti e chierici
comizii dell' impero, ai quali erano addetti al servigio divino. Nella
intervenuti come principi di esso, e cattedrale, in cui avvi il sacro fonte
sovrani di Erbipoli e suo dominio battesimale, esercita le funzioni di
temporale. Questo vescovo, col cir- parroco un sacerdote. Nella mede-
costante territorio, componeva un sima si venera il corpo di s. Bru-
vescovato sovrano, con superfìcie none vescovo di Erbipoli, che al-
di i65 leghe quadre, e popolazio- tri chiamano e confondono con s.

ne di circa duecento ottanta mila Burcardo (Vedi), che fu il primo


individui, che dopo il trattato di vescovo di Erbipoli o Wurtzbur- ,

Presburgo del 26 dicembre i8o5, go, ed ebbe in successore Megin-


fu dato all'arciduca Ferdinando III gando. S. Burcardo venne seppel-
gran duca di Toscana, in cambio lito prima nella cattedrale di Wurtz-

del dominio sul vescovato di Salis- burgo, poscia vicino a s. Chiliano,


burgo accordato alla Baviera. Ma sul monte s. Maria, dove avea fat-

restituiti dopo il 181 3 a quel so- to edificare un monistero col titolo

vrano gli etruschi dominii, rientrò di s. Andrea. 11 vescovo di Erbi-


Erbipoli sotto il bavaro regime, poli, Ugo, fu quegli che, con au-
cui era stato concesso nelle note torizzazione del Pontefice Benedet-
politiche Finalmente nel
vicende. to Vili, fece la traslazione delle re-
concordato fatto nel 18 17 tra il liquie di s. Burcardo ai 14 otto-
Pontefice Pio VII, e il re di Ba- bre del 983. In seguito l'abbazia
viera Massimiliano Giuseppe, si con- prese il nome di s. Burcardo, che
venne l' erezione della chiesa di poi nel i4^4 fu cambiata in un
,

±b ERB ERB
collegio di canonici. Decente è l'e- gonza, di Colonia, di Salisburgo,
piscopio. Oltre la cattedrale, nella e di Vienna con molti de' loro ve-
città sonvi altre otto chiese par- scovi sulfraganei, e molti abbati,
rocchiali col battisterio: evvi il se- vi compilarono un regolamento
minario pei chierici, ed alcune con- composto di quarantadue articoli
fraternite. La mensa vescovile ad o canoni, per la maggior parte ris-
ogni nuovo vescovo, è tassata nei guardauti la disciplina ecclesiastica.
libri della camera apostolica, in In questi canoni si veggono dis- i

fiorini seicento. ordini, che allora regnavano in


Germania. Tra gli altri molti ec-
Concilii di TVurtzburgo, o Erbipoli. clesiastici frequentavano le osterie,

giuocavano ai dadi, entravano nei


Il primo si celebrò neh' anno monisteri delle religiose, giuocava-
1 080, ed in esso venne ricevuto no nei tornei, mantenevano concu-
nella comunione della Chiesa En- bine, entravano nei benefìzi per
rico IV imperatore. Regia t. XXVI, intrusione fraudolenta, e riceveva-
Labbé toni. X, Arduino tom. VI. no benefizi da mani laiche senza
Il secondo ebbe luogo nel ii3o la collazione dell'Ordinario. I ve-
in ottobre, contro l'antipapa Ana- scovi trascuravano in guisa la vi-

cleto II, ed in favore del legitti- sita delle loro diocesi, che trova-
mo Pontefice Innocenzo II, che vi vansi persone sessagenarie, le quali
la riconosciuto per tale, in presen- non erano cresimate. Ne minore
za dell'arcivescovo di Ravenna suo era il rilassamento presso i mona-
legato. Pagi, ad hunc an., Diz. dei ci: alcuni vestivano abiti secolari;
Concili. si permetteva troppo alle religiose
Il adunò a' 2 3 maggio
terzo si di uscire dai monisteri, e di prov-
11 65, ma non è riconosciuto; al- vedere in particolare manteni-
al
tri lo registrano al 1 66 con Len- 1 mento e al vestito loro. Per l'al-
glet. L' imperatore Federico I, e tra parte si dilapidavano i beni
quaranta vescovi, compresi quelli degli ecclesiastici, oltraggiavansi le
che non erano ancora consagrati loro persoue, erano impunemente
giurarono che non riconoscerebbe- uccisi , feriti , mutilali , carcerati ;

ro mai il legittimo Pontefice Ales- tutti questi disordini erano l'effetto


sandro III, e che starebbero invio- almeno in parte della lunga vacan-
labilmente attaccati all'antipapa Pa- za dell' impero , della deposizione
squale III. Due inviati d'Inghilter- di Federico II, fatta nel concilio
ra giurarono a nome del loro re generale di Lione, dal Papa Inno-
Enrico II, che osserverebbero tut- cenzo IV, ciocché avea ridotta la
lociò, che imperatore avesse giu-
1' Germania in istato d' anarchia. I
rato. Pagi, ad hunc annum., Diz. concili perciò radunati non vi op-
de Concili j Mansi, Suppltm. t. II, ponevano che delle scomuniche e
col. 555. degl' interdetti ; deboli rimedi per
Il quarto venne celebrato nel mali sì gravi, particolarmente per
1287, a' 18 marzo. Lo presiedette le violenze, alle quali non si po-
Giovanni vescovo di Frascati le- , teva opporre che la podestà seco-
gato del Pontefice Onorio IV in lare. Regia t. XXVIII, Labbé t. XI,
Germania. Gli arcivescovi di Ma- Arduino t. VII, e Diz. de Concili.
,

ERG ERG 27
Il p. Mansi, nel t. Ili, col. 129 la città d* Albarazin , o d' Albari-
e i3o del citato supplem., crede zin,fre due villaggi chiamati Grie-
che debbasi aggiugnere agli atti di gos e Gualatiaz, dove secondo l'an-
questo concilio quanto si legge nel- tica tradizione del paese, era si-
la cronaca di Eccardo, vale a dire tuata la città di Ercavica. Si tro-
che il vescovo di Toul, già fran- vava lungi da Segobriga o Arco-
cescano, si oppose solo in questo briga, il cui vescovato era soggetto

concilio a ciò, ch'esigeva giusta- a quello di Ercavica, ch'eretto nel


mente il Papa Onorio IV intorno sesto secolo venne sottoposto alla
ai beni Di più un
ecclesiastici. : metropoli di Toledo. Erangli pure
canone nel quale fu ordinato agli soggette le sedi di Compiuto, pre-
abbati, alle abbadesse, ai priori ec, sentemente Alcalà di Henares, Si-
che ritenevano alcuni possedimen- guenza, e Falera o Valeria, sog-
ti ecclesiastici per cauzione, avendo gettate poscia a Cuenca. Ervarica
ricevuto più di quello che aveva- fu distrutta interamente dai mori,
no prestato, dovessero restituirlo ai ed il vescovato venne trasferito in
prelati delle chiese cui appartene- Albarizin, Lobetum, siccome il luo-
vano i detti beni in origine. Lo go più proprio, ed il più fotte pei
stesso p. Mansi nel tom. HI, col. vescovi e pei cristiani, dopo avere
343 e seg. cita un' assemblea te- avuto ventisette vescovi. Albarazin
nuta in Erbipoli pel ristabilimen- è suffraganea dell' arcivescovo di
to della pace in Germania nel Saragozza ; la sua cattedrale è de-
i 1 2 1 ; e dice che non va confusa dicata al ss. Salvatore; il capitolo
con l' altra di cui parla Anselmo ha quattro dignità, otto canonici
di Gemblac, dappoiché in questa compreso il penitenziere, e diversi
nulla fu conchiuso, ciò ch'ebbe luo- beneficiati. Un prete esercita ivi

go neh' altra. le funzioni di parroco, vi sono pure


ERCAVICA, o ERGA VIC A. Cit- nella città due altre parrocchie,
tà vescovile della Spagna Tarra- tutte munite di battisterio. L'epi-
gonese, già abitata dai celtiberi scopio è contiguo alla cattedrale;
al sud di Bilbilis, ed assai una vol- vi sono quattro monisteri, e con-
ta considerabile. Tito Livio, par- venti di religiosi, ed uno di mona-
lando della campagna di Gracco che, come avvi il seminario, l'ospe-
dice che Eigavica, città illustre e dale, e il monte di pietà. Ad ogni
possente, cadde in potere di lui. nuovo vescovo lamensa è tassata
Strabone la cita come una di quel- nei libri della camera apostolica in
le, il cui territorio fu il teatro del- fiorini cinquanta.
la guerra tra Sertorio e Marcello. ERCOLAJNI Luigi, Cardinale.
Secondo il Morales, Ercavica, che Luigi Ercolani, discendente da no-
altri pur chiamarono Ergavico., era bile famiglia di Sinigaglia, nacque
situata tra la città di Cesarea e in Foligno a' 17 ottobre del 1758.
quella di Malina, dove scorgesi pre- Mandato a Roma da' suoi sino dai
sentemente un luogo chiamato Mu- più teneri anni, fu educato nel no-
da di s. Giovanni, nel quale tro- bile collegioNazareno dei pp. Sco-
vansi molte vestigia d'antichità ro- lopi , compì i suoi studi nella
e
mane. Queste vestigia sono nel re- nobile accademia ecclesiastica , e
gno d' Aragona, a cinque leghe del- quindi continuò a dimorare quasi
*8 ERG ERC
sempre nella medesima città. Seb- fica il nostro Cardinale uomo re-
bene egli sia stato l'ultimo super- ligiosissimo, e degli indigenti largo
stite maschio di sua doviziosa fa- sovvenitore. Ebbe egli questa ab-
miglia, nondimeno restò sempre bazia per alcun tempo, prima in
celibe, e benché secolare fu ognora governo, poi in amministrazione, e
più intento alla pietà, che alle cose dopo di lui fu dal Papa conferita
mondane. Allorquando nel 1814 al Cardinal Cavalchini. Ma questi,
felicemente fu ristabilito in Roma avendola quasi subito abdicata, ven-
il paterno e soave governo ponti- ne di nuovo Ercolani destinato a
ficio, egli per la fiducia e stima presiedervi, e la ritenne sino alla
eh* erasi guadagnata, meritamente morte. Di questa abbazia il Cardi-
fu scelto fra i membri della con- nale fu provvido benefattore, sia col
gregazione di governo temporanea- l'istaurare le chiese, cui fece dono
mente stabilita, ed ebbe il mini- di suppellettili ed arredi sagri , e
stero delle finanze, avendo già fat- sia col migliorare i fondi delle pa-
to parte della deputazione delle niceli e,i facendo rifiorire il semi-
medesime finanze al cessare dell'e- nario di s. Salvatore, coll'incorag-
ra repubblicana. Non andò guari, gi mento accordato ai maestri, e col
che, senza percorrere veruna car- mantenervi a sue spese undici gio-
riera prelatizia, Pio VII lo anno- vanetti. Ai suoi diocesani in più.
verò tra i suoi prelati domestici, modi fu utile, ed estese la sua ge-
e lo promosse alla cospicua carica nerosità persino alla chiesa di s.

di tesoriere generale. Ne funse l'uf- Salvatore in Campo di Roma, per-


fizio con zelo, integrità, e con van- chè soggetta all'abbazia di Farfa,
taggio de'luoghi pii, i quali pel cam- operandovi utili ristauri. Fu inol-
biamento dell'amministrazione stra- tre prefetto dell'economia della sa-
niera, che avea soppressi , suc-
li gra congregazione di Propaganda
cessivamente andarono a ripristi- Fide, e fece parte di quella de' ve-
narsi. Rapida perciò ne fu la pro- scovi e regolari, del concilio, della
mozione alla sagra porpora; laon- correzione de' libri della Chiesa o-
de Pio VII agli 8 marzo 1816 lo rientale, della fabbrica di s. Pie-
creò Cardinale diacono, e lo riser- tro, di consulta, del buon governo,
vò in petto: poscia lo pubblicò nel della lauretana , e dell' economica.
concistoro de' 11 luglio del mede- Eziandio fu visitatore apostolico
simo anno. All' articolo Diaconie dell' arciconfraternita della ss. An-
Cardinalizie (Vedi), dicemmo co- nunziata , e del monistero de' ss.

me il Cardinale passò all'ordine Giacomo e Maddalena , non che


presbiterale col titolo di s. Marco, con visitatore della pia casa de' ca-
essendosi ordinato sacerdote. Il me- tecumeni. Fra le sue protettone,
desimo Papa, nel 18 18, lo fece ab- nomineremo la benemerita congre-
bate commendatario, ed ordinario gazione di s. Ivo, il collegio dei
dell'abbazia di s. Maria di Farfa, maroniti, e quello dei caudatari,
e di s. Salvatore maggiore. Di que- le arciconfraternite degli agonizzan-
sto pastorale governo fa onorata ti, del ss. Crocefisso, di s. Girola-
menzione il eh. monsignor Marino mo della carità , del monistero di
Marini, nella Serie cronologica di s. Orsola di Foligno, delle bene-
questi abbati, a pag. 28, e quali- dettine di Corneto, e delle cappuc-
,,.

ERE ERE 29
cine di Fabriano ; dell' intero Or- Note alle vite de' Papi di Avigno-
dine carmelitano ; della congrega- ne, t. I, tacendo questo fatto, scri-
zione del buon Gesù Foligno di ve che il monaco Elia fu uditore
della città di Sinigaglia, di Pergo- delle contraddette. Nel novembre
la e di Poggio Mirteto. Fu an- del 1 35 1 trovossi presente al con-
che grande di Spagna, e gran cro- cilio provinciale celebrato nella cat-
ce dell'Ordine della Concezione. tedrale di Beziers dal Cardinale
D' animo grande, \isse con decoro Pietro del Giudice, arcivescovo di
corrispondente alle sue ricchezze Narbona. Fu promosso quindi al
e con una carità verso i poveri Cardinalato in Avignone da Inno-
la quale non avea altri limiti, che cenzo VI a' 19 dicembre del i356,
quelli delle proprie forze. Dopo es- e gli fu assegnato il titolo di s.

sere intervenuto al conclave per Stefano in Montecelio. Da questo


l'elezione di Leone XII, e di aver però, nel 1 363, dopo la morte del

beneficato la sua chiesa titolare, al Cardinal Alberti, passò al vesco-


modo che dicemmo al voi. XII, vado di Ostia e di Velletri. Fu an-
pag. 88 nonché i
del Dizionario, che in seguito designato coi Car-
propri famigliali, assalito da una dinali deputati a giudicare la cau-
paralisi, con lenta e dolorosa ma- sa di Riccardo, arcivescovo di Ar-
lattia finì di vivere a' io dicem- ni acano, contro i frati mendicanti.
bre 1825, nell'età di sessantotto Innocenzo VI gli diede eziandio la
anni, e fu deposto in mezzo alla commissione di esaminare la con-
detta chiesa titolare, con corrispon- troversia insorta tra il vescovo di
dente e decorosa iscrizione di elo- Valence e Aimaro conte di Poi-
gio. tiers, a cagione del castello di di-
EREDIO (di s.) Elia, Cardina- sta. Così pure Urbano V lo de-
le. Elia di Eredio volgarmente
s. stinò giudice della quistione, che
saint Yrieix, nacque in Attano, og- allora si agitava tra il capitolo del-
gidì s. Aredio nel Limosino, e pro- la cattedrale di Parigi , e quello
fessò nell'Ordine di s. Benedetto della collegiata di s. Benedetto.
Nel i335 divenne abbate di s. Pose fine alla mortale carriera in
Fiorenzo, nella diocesi di Samur, Avignone, l'anno 1367, e in quella
e ricevette la laurea nel diritto ca- cattedrale ebbe la tomba. Scris-
nonico. Ma spinto dal desiderio di se alcune opere, di cui al presente
condurre una vita più austera, co- non si ha memoria alcuna anzi :

me scrivono parecchi autori , ab- da molti scrittori vengono piutto-


bracciò l'Ordine minoritico, presso il sto attribuite al Cardinale Elia di
quale così si distinse nella più pro- Nabilan {Vedi).
vetta virtù, che il Papa Clemente EREMBERTO (s.). Nacque s.

VI, nel i345, lo promosse al ve- Eremberto nel contado di Poissy,


scovado di Uzes. Non mancano pe- e sentitosi chiamato allo stato mo-
rò scrittori, tra' quali Giorgio Eggs, nastico andò a ricoverarsi nel con-
nel Supplemento alla porpora dot- vento di Fontenelle. Clotario UT,
ta, i dimostrano con forti
quali informato della santità e dottrina
prove non esser vero quel passag- di Eremberto, lo propose alla sede
gio dalla benedettina alla france- vescovile di Tolosa. Obbedì egli

scana famiglia ; e il Baluzio nelle contro sua voglia , e resse quella


,

la eri: ERE
diocesi con ed edificante
saggio dopo il terzo secolo della Chiesa, che
governo pel corso di anni dodici cominciarono a vedersi uomini di
in capo ai quali, attesa la sua vec- tal pietà, che si confinavano nel
chiaia e i molli acciacchi, non po- recinto di una Cella (I''etli), dove
tendo più attivamente disimpegna- senza uscirne giammai menavano
re il gelosissimo incarico, si dimi- il resto della vita, superando coloro
se spontaneo, e tornò di bel nuo- che si chiamavano anacoreti. Du-
vo al suo monistero, sotto la di- ro questa sorte di monaci per più
rezione di s. Lamberto, successo a secoli, e quantunque da Cassiano,
s. Vandrillo. Morì santamente verso e da s. Isidoro non sia approvato
Tanno 671, e la sua festa è asse- l'istituto loro, pure dal popolo ris-
gnata 14 maggio.
a' cuotevano una gran venerazione.
EREMITA (Eremita, Anacho- Tali si possono chiamare anche gli

reta, vir solitarius). L'eremita è un stiliti, famosi in oriente. Trovatisi


uomo divoto, che si è ritirato nel- ancora vergini e donne, che chiu-
la solitudine, per meglio dedicarsi se in qualche cella , seguitarono
a Dio , attendere alla orazione, ed questa maniera di vivere. V. Ere-
alla contemplazione delle cose ce- mo, e Disciplina Regolare.
lesti, ed ivi vivere lontano dal con- Alcuni fanno rimontar l'origine
versare del mondo. Eremita è voce della vita eremitica sino ad Elia,
greca, che significa solitario. Si di- ed a s. Gio. Battista. Però l' opi-
stingue T eremita dall' Anacoreta nione più comune è che s. Paolo
(Vedi), perchè questi discostandosi primo eremita, nativo della bassa
dalia conversazione umana, vive so- Tebaide, fosse il padre, ed il pri-
litario nei deserti, cibandosi di er- mo degli eremiti. Le persecuzioni
be, o altri prodotti e fruiti della contro i seguaci del vangelo die-
terra, ad imitazione Giovanni di s. dero occasione ai primi cristiani
Battista. Anacoreta poi si chiama d'ambo i sessi, di ritirarsi nei de-
colui, che nel proprio monistero serti tanto per evitare le crudeltà
vive separato dagli altri monaci dei tiranni, quanto per praticarvi
chiusi nella cella, come sono, al gli esercizi della vita Asceta, o A'
dire del Macri, i camaldolesi ere- scetica (Vedi). Che la vita solita-
miti, ed i certosini. I maroniti li ria e monastica venisse introdotta
chiamano Habis, che significa im- nella Chiesa sino dai suoi primi
prigionato. Appresso di essi vi sono tempi, lo si legge nel Ruinart, Atti

anche vescovi che nei monisteri


, sinceri de martiri. Che poi lo stato
fanno vita da anacoreti, chiusi, e eremitico sia eccellente in sé stesso,
separati dagli altri monaci, e vi- lo abbiamo dagli scritti de' santi
vono in perpetuo silenzio. Il Mu- padri pieni di elogi su questo pun-
ratori, nelle Dissert. sopra le an- to. Parecchi fra loro vi hanno pas-
tichità Italiane, nella dissero LXV, sato una parte della loro vita, ed
sull'erezione de' monisteri , e del- ingiustamente gli eretici la condan-
l'istituto de' monaci, dice che una nano, come dimostra il Bergier al-
volta furono rinomati anche gì'//*- la voce Eremita. Egli dice « alla :

chiusi, cioè gli eremiti antichi , la parola Anacoreta abbiamo fatto


vita austera de' quali si tirava die- 1'
apologia della vita solitaria , ov-
tro l'ammirazione d'ognuno. E fu vero eremitica, e contro la stolta
ERE 3ERE 3r
censura dei filosofi increduli, mo- la città, i quali hanno la custodia
strammo, che un tal genere di vi- di dette chiese, incedono in abito
ta non è un effetto di misantro- religioso di lana naturale, vivono
pia, ne una violazione dei doveri di questue, ed oltre che dai supe-
della società e dell'umanità, ne un riori delle rispettive chiese, sono
esempio inutile al mondo, e con- dipendenti dal Cardinal vicario.
futammo i tratti satirici lanciati dai Qui appresso riporteremo i prin-
protestanti contro gli eremiti ". cipali Ordini , e congregazioni di
Forse alcuni scelsero questo gene- eremiti, secondo l'epoca de' tempi,
re di vita per non essere dipen- in cui furono istituiti, i quali però
denti, altri per nascondere il liber- nella maggior parte più non esi-

tinaggio col velo della pietà; ma stono.


questi abusi non sono giammai stali Eremiti di s. Paolo. V. S. Pao-
comuni , ed assai ingiustamente gli lo rumo eremita, Ordine religioso.
increduli ne accusano i solitari in Eremiti di Monte Luco. Rac-
generale. Gli antichi storici, ed an- conta il Bonanni Catalogo , degli
che i romanzieri parlano con ve- Ordini religiosi, par. HI, pag. IX,
nerazione degli eremiti ; compren- che in un monte poco distante dal-
devasi che se non ne fosse stata la città di Spoleto, chiamato Mon-
sincera , non avrebbero
la pietà te Luco, vivono alcuni eremiti, i
perseverato lungo tempo nella vita quali riconoscono la loro istituzio-
austera , che avevano intrapreso. ne da s. Giovanni di Antiochia.
Tra gli stessi protestanti si forma- Questi si recò in Italia, fu creato
rono alcune società, che, tranne il vescovo di Spoleto dal Pontefice s.

celibato, hanno molta rassomiglian- Caio, e patì il martirio sotto Mas-


za colla vita degli antichi cenobi- simiano 1' anno 3o4- Ciascuno di
ti: tali sono gli emuli, o ernute- questi eremiti vive ritirato in sepa-
rii , setta di entusiasti introdotta rate celle, come gli eremi de' ca-
negli ultimi tempi nella Moravia ,
maldolesi. Riconoscono però, e di-
nella Veteravia, nell'Olanda e nel- pendono da un capo chiamato il

T Inghilterra, conosciuti sotto il no- priore, che eleggesi ogni anno con
me di fratelli moravi. voti segreti vi sono sacerdoti e
:

Si distinguono due sorta di ere- laici, i primi chiamati padri, i se-

miti gli uni sono attaccati a qual-


', condi frali. Però tali eremiti pel-
che regola appartenente alla Chie- le vicende de' tempi, terminarono
sa, e vivono sotto un legittimo su- di esistere nel secolo decorso. L'a-
periore ;
gli altri non lo sono , e bito nella forma partecipava di
portano solamente l'abito, che pos- quello dei paololti, ed il colore era
sono dimettere quando loro piace. cannella scuro. Dopo averlo preso
I primi eremiti sono veri religiosi, facevano un anno di noviziato, in-
e godono dei privilegi propri del di erano ammessi nella congrega-
elencato ;
gli altri non lo sono, e zione senza voli , onde potevano
perciò non lì godono. Di questi ritirarsi, od essere licenziati. Si e-
ultimi ve ne sono nelle chiese sub- sercitavano negli esercizi spirituali
urbane di Roma, e in qualche e manuali ; potevano possedere be-
chiesa di titolo, o diaconia cardi- ni stabili, e quanto raccoglievano
nalizia, poste ne'rimoti luoghi del- dai benefattori ponevasi in comu-
39. ERE ERE
«e. Alcuni di questi eremili anda- quella di Ansano. S. Isacco vuoi-
s.

vano scalzi , altri usavano scarpe si scrittore di monastiche regole


o zoccoli, e fuori del romitorio pei cenobiti del monte Luco. Negli
portavano il cappello , il bastone eremi pur eretti con austeri ordi-
e la sporta, come si vede nella fi- namenti, rinnovati dal celebre Vi-
gura, che produce il Bonanni. Di gile vescovo di Spoleto, fiorirono
questi religiosi si leggono le noti- romiti di provata santità, tra'quali
zie storiche nel Jacobilli nella vita fra Egidio di Gregorio da Spole-
di Francesco di Paola, nel Leon-
s. to, e il b. Gregorio di s. Brizio,

cilli, e nel Campelli nella storia di che oggi si venera in un altare


Spoleto. Ma da ultimo, nel i836, dedicatogli nella metropolitana spo-
vennero compendiate dottamente letina.
nell' Orazione accademica illustra- Eremiti di s. Agostino. V. Ago-
ta con erudite notte, e detta per stiniani O EREMITI DI S. AGOSTINO,
la solenne distribuzione de' premi ED AGOSTINIANI SCALZI.
dell' arcivescovile seminario Spole- Eremiti Camaldolesi di Tosca-
tino. Ivi, a pag. 22, si legge che na. V. voi. VI, pag. 297 del Di-
negl'impuri boschi, e ne' delubri zionario s tuttora esistenti.
del monte Luco, mercè i Benedet- Eremiti fondati da s. Guglielmo
ti e gl'Isacchi, ebbero culla i ce- di Vercelli. V. Monte Vergine,
nobiti di occidente. Si celebrano i tuttora esistenti.
superstiti eremi, e pel primo quel- Eremiti fondati da s. Gugliel-
lo maggiore di Nostra Signora del- mo. V. Guglielmiti.
le grazie, eretto dal vescovo di Eremiti di Monte Bello. V. Gi-
Spoleto Sanvitale, e dal Cardinal rolamini fondati dal b. Pietro Gam-
Cibo abbellito; cosi si parla del bacorta, tuttora esistenti.
luogo prescelto a sua dimora da Eremiti Girolamini. V. Girola-
s. Isacco e suoi compagni e con- mini istituiti nel secolo XV in Fie-
sorti nel martirio, che patirono sole. V. Girolamini di Fiesole, non
sotto Domiziano e Massimiano. Si più. esistenti.
descrive il cenobio di s. Giuliano, Eremiti Camaldolesi di Monte-
la cui chiesa vuoisi uno de'migliori Corona. V. voi. VI, pag. 3oi del
monumenti dell'architettura più re- Dizionario, tuttora esistenti.
mota del medio evo. Essa fu eretta da Eremiti detti Coloriti. 11 p. Fi-
un altro s. Isacco, abbate coetaneo di lippo Bonanni sua
gesuita, nella
8. Benedetto, colla sovvenzione del- parte I del Catalogo degli Ordini
la santa vergine Spoletina Grego- religiosi, a pag. CXXXVII, tratta
ria. Ivi dicesi essere questo santo dell' eremita religioso detto colori-
l' istitutore di av-
quella schiera to, e ce ne dà la figura e le no-
venturosa di santi eremiti, che po- tizie. Racconta egli, che nel regno

polarono i romitori del monte Lu- di Napoli eravi un Ordine reli-

co. I cenobiti di s. Giuliano adot- gioso, il quale si chiamava de' co-


tarono poscia la regola benedettina, loriti da un colle di Calabria, co-
e con essa fiorirono per lunga età, si detto, situato presso la terra di
ed ebbero santissimi abbati e mo- Morano nella diocesi di Cassano,
naci sepolti in detta chiesa, mentre sul qual colle era un'antica e di-
le ceneri di s. Isacco riposano in vota chiesa, dedicata alla gran Ma-
è

ERE ERE 33
dre di Dio. Un
pio sacerdote, chia- penitenza. Nel regno di Navarra,
mato Bernardo, nativo della terra e principalmente presso la città
di Regiano, fabbricò presso tal chie- di Pamplona, fiori questa congre-
sa un piccolo tugurio, dove, ve- gazione religiosa, distribuita, come
stito un abito aspro di eremita, riferisce il Maurolico, in cinque
viveva in continue orazioni e peni- eremi, in ciascuno de' quali vive-
tenze, e venerato da tutti quelli vano otto eremiti . primo
Il si

che visitavano la chiesa. Perciò al- chiamava di san Clemente , il

cuni furono allettati a vivere seco secondo della Madonna di Mon-


lui, e quindi la principessa di Bi- serrato, il terzo di Bartolom-
s.

signano donò loro, nel i552, il meo, il quarto di Martino,


san
colle con tutto il territorio. l'ultimo di s. Fulgenzio. Vivevano
Questa concessione, venendo con* con molta austerità, camminavano
fermata da Pio IV, nel i56o, si con piedi nudi, vestivano con pa-
accrebbe in essa il numero degli e- no grosso di lana, osservavano con-
remiti. Avendo poi ordinato s. Pio tinuo silenzio, cibavansi di legumi,
V, nel 1567, che tutti quelli i e bevevano acqua; si disciplinava-
quali vestivano abiti differenti dai no tre volte la settimana, ed ogni
secolari, o li lasciassero o profes- giorno nella quaresima ; dormivano
sassero i voti religiosi, questi ere- sulle nude tavole , e portavano
miti elessero di vivere sotto la re- sempre pendente dal collo una cro-
gola degli eremiti di s. Agostino; ce di legno assai pesante. La to-
il perchè nel 1592 professarono naca che cingevano
, attorno ai
pubblici voti, ritenendo però il lombi con cintura di pelle, era di
nome di coloriti, e l'abito, eh' colore lionato, come il corto man-
una tonaca, un cappuccio largo e tello, quale ne cuopriva le spal-
il


tondo, sopra del quale usavano un le. Fiorì questa congregazione di
mantello corto, il tutto rozzo, e di penitenti per molti anni soggetta
lana dei colore naturale , come di al vescovo di Pamplona; ma reca-
lana era la cintura. Volle però tosi in Roma il superiore, ottenne
monsignor Fivizano, allora vicario da Gregorio XIII l' approvazione
generale dell' Ordine romitano di delle costituzioni, e l'esenzione dalla
s. Agostino, che portassero sotto giurisdizione vescovile, oltre la fa-
la cintura di lana quella di cuoio coltà di eleggere un provinciale da
propria degli eremiti agostiniani, cui tutti gli eremiti fossero gover-
e che gli oblati la portassero sul- nati. il V.
p. Bonanni, Catalogo
la tonaca.Questa congregazione con- degli Ordini religiosi, parte I, pag.
fermata da Clemente Vili, si dilatò CXXIII, ove pure ce ne dà la fi-
in guisa che nei primi del secolo de- gura. Tratta di questi eremiti an-
corso contava undici conventi, go- che il Bergier, al proprio articolo.
vernati da un superiore col titolo Eremiti di Roma. Narra il Fa-
di vicario generale. La vita di fr. nucci, nelle Opere pie di Roma,
Bernardo fondatore di questi ere- che un certo Albenzio Rossi cala-
miti, nel 16 io fu pubblicata colle brese, della terra di Cedraro, dopo
stampe da Gio. Leonardo Tufa- avere per lungo tempo cercata l'e-
rello. lemosina per l'arciconfraternita del-
Eremiti di .9. Giovanni della la Carità dei cortigiani, e per le
VOL. XXII. 3
, ,,

34 ERE ERE
zitelle del Conservatorio di s. Ca- cappella, eh' è sagra nll'AsceiiMcnc.
ieri fid. dt Fu nari (ledi), fondò coi Gli eremiti vivevano sotto la pro-
soccorsi di pii benefattori in Ro- tezione di un Cardinale con vita
ma, e presso la porta Angelica nel- comune, dando ogni giorno da
la Leonina, un piccolo ospe-
città mangiare a tredici poveri, secondo
dale. Quivi egli riceveva i poveri l'istituzione del fondatore. Celebra-
romiti forestieri per alloggiarli , e vano la festa dell'Ascensione, e quel-
prmcipalmente assisterli se infermi. la della beata Vergine agli 1 1 giu-
Ad aiuto di questa opera elesse gno, perchè in tal giorno nell'an-
de' compagni , i quali cercassero no 16 18 fu per la prima volta
l'elemosina, dicendo con voce alla: esposta alla pubblica venerazione
Facciamo bene adesso che abbia- ovvero perchè fece il primo mira-
mo tempo. Vestivano panno grosso colo. L'abito adottato poscia da
di lana bianca, ed incedevano per questi eremiti, è, come si vede
Roma co' piedi scalzi , e col cap- nella figura riportata dal p. Bo-
pello in una mano, tenendo nell'al- nanni, nel Catalogo degli Ordini
tra la bussolelta per ricevere l'ele- religiosi, par. 111. pag. XIV, ove
mosine. Appresso 1l'ospizio, o speda- riferisce le notizie di essi. Consiste-
le, eravi una piccola chiesa dedi- va in abito di tela grossa bianca
cata all' Ascensione del Signore corto, mantello pure corto, cap-
nella quale il fondatore di questi pello bianco. Siccome poi non por-
eremili co' compagni, recitava le tai ano calze, usavano scarpe o
litanie con altre orazioni. Il Paa- sandali , come scrive il Piazza
ciroli dice, che la chiesa con ap- Opere pie di Roma _,
pag. 35,
provazione di Sisto V, fu fabbri- capo X Dello spedale dell''Ascen-
cata nel 1 588. La loro congrega- sione de' romiti a porta Angelica.
zione, che sembra incominciata nel Questo scrittore aggiunge, che Cle-
i588, successivamente si aumentò mente X
collocò in una parie del
senza professare voti religiosi, per convento dei romiti un ospizio pei
cui molti individui presero l'abito convertendi (Vedi), eie è per quelli
eremitico. Nella chiesa Albenzio po- che recavansi in Roma ad abiura-
se una divota immagine della b. re gli scismi e le eresie, avendo
Vergine, la quale nel 1587 avea contribuito a sì lodevole impresa
portato da Terra santa, e pei mi- il Cardinal Cesare Rasponi coli' e-

racoli e per le grazie, che Dio ope- redità a tal effetto lasciata. In pro-
rava a favore di quanti con divo- gresso di tempo l' ospizio venne
zione ad essa ricorrevano, prese la trasferito ove ora sta ,
presso la

denominazione di s. Maria o Ma- chiesa di s. Giacomo Scossacavalli


donna delle Grazie, e pel concor- in Borgo. Cessando poi di esistere
so, e per 1' elargizione dei fedeli gli eremiti, in vece la chiesa ed il

massime del Cardinal Laute, si po- contiguo convento si diedero ai re-

tè edificare la bella chiesa, che tut- ligiosi della Penitenza (Vedi), delti
tora sussiste , rimanendo sempre degli Scalzetti, dopo la metà del
l'immagine in particolar venera- secolo decorso. A detto articolo si

zione. Perchè poi rimanesse la me- riparlerà della Chiesa di s. Maria


moria dell'antico titolo della chie- delle Grazie.
sa , Albenzio le dedicò la prima Eremiti di monte Senario. Nel-
ERE ÌLKE 35
l'anno 150,3, Lelio Baglioni fioren- si, p. I, pag. CXXV1I, ove ne riporta
tino, generale dell'Ordine de' servi anche la figura. Tali eremiti cessa-
di Maria, vedendo che nel monte rono di esistere nel decorso secolo
Settario, ove ebbe principio la sua EREMO (Eremiti). Luogo solita-
religione, e dove erano sepolti i rio e deserto , soliludo, focus de-
corpi dei beali fondatori, abitavano serlus dove abitano gli Eremiti
,

in luogo angusto tre suoi religiosi, [Fedi). Pigliossi ancora sovente il


determinò di fabbricarvi dappresso nome di eremo per solitudine, o
una chiesa, con decoroso convento. deserto renoso, ed ancora si chiamò
All'uopo ottenne, nel 1 601, da Cle- eremitaggio o remilaggio, ed anco ere-
mente Vili, mediante la bolla De- mitorio e romitorio. Anticamente gli
cet, facoltà di porre ad effetto il eremi erano in luoghi incolti e sel-
suo desiderio, che eseguì a tenore vaggi, o anche nel più folto o nel
della pontificia prescrizione Nel . più cupo delle foreste meno frequen-
nuovo convento pose sette sacerdoti tale. I solitari, che vi si ritiravano,
con alcuni laici, i quali vivessero non crede vansi mai abbastanza lonta-
conforme alla primitiva fondazione, ni dal commercio degli uomini; ma
non mangiassero mai carne, digiu- la fama delle loro virtù si spar-
nassero ogni seconda e quarta feria geva loro malgrado, e procurava
dell' anno e il venerdì , ma nella ad essi a poco a poco ammiratori,
quaresima ed avvento il digiuno di voti e discepoli, co'quali talvolta
di tali tre giorni fosse di pane ed edificarono un
monistero {Vedi) ,
acqua ; come ancora prescrisse, che coltivavano mettevano a frutto
e
vivessero in perfetta vita comune. i terreni che trovavano all'intorno,
Questo eremo venne dichiarato a- o anche diboscavano le foreste vi-
derente al convento di Firenze, det- cine. Perciò siffatti diboscamenti, e
to della ss. Annunziata, e soggetto bonificazioni agricole furono soven-
al generale dell' Ordine. Dipoi il te cagione, che vicino a quegli e-
medesimo Clemente Vili, colla bol- remi primitivi si riunissero abita-
la In his rebus, confermò la pre- tori, e formassero borghi e città.
cedente, ed ordinò che tra gli e- Loda la solitudine, ne dimostra i
remili fosse eletto un vicario, auto- pregi con opportuni testi, massime

rizzandolo ad accordare agli infermi di s. Bernardo de laudibus eremi,


di mangiar carne. Indi Paolo V ag- il Sarnelli nella lettera XLV1I ,

giunse col disposto della bolla Se- Dell'amore della solitudine, nel t.
dis Apostolicae, emanata nel 16 12, VII delle sue lettere ecclesiastiche.
la facoltà di accettare i novizi, miti- Dal p. Menochio, Stuore, tom. I, p.
gando il digiuno in pane ed acqua 604, abbiamo il cap. LVIII, del
nel mercoledì. Questi eremiti ve- Monserrato di Spagna, dell'imma-
stivano di panno nero, con to- gine di Nostra Signora, che quivi
naca, pazienza e cappuccio
con , si venera , e degli eremiti, che spar-
un mantello lungo, e colla barba latamente abitano in quel monte.
come cappuccini. Michele Fioren-
i Degli eremiti , e della loro varia
tino, ed altri storici de Serviti {Ve- condizione, e tenore di vita, eru-
di), descrissero questo eremo, ed ditamente tratta il Garampi nella
i religiosi eremiti, non che il p. Bo- dissertazione III delle sue Memorie
natini, Catalogo degli Ordini religio- ecclesiastiche.
36 ERE ERE
Narra il che il
Sarnclli, loc. cit., si in mala parte, e che significa
celebre gesuita Toledo procurò in- un errore pertinace contro la tede,
darno presso Clemente Vili, che non che falsi e perversi domini
i

l'avea creato Cardinale, di rinun- e le opinioni contro il cattolicismo,


ziare a tal dignità per ritirarsi in in origine indicava una scelta, un
luogo solitario, e gliene scrisse os- partito, una setta buona o cattiva.
sequiosissima lettera. Il Papa, che Tale è il senso del greco hacresis,

non voleva privare il sagro Colle- derivato da aeromai, prendo, scel-


giod'un uomo sì dotto e santo, go, abbraccio. Dice vasi eresia pe-
lo fecechiamare e gli disse che , ripatetica, eresia stoica per indicare
Dio voleva, che non lasciasse il suo le sette di Aristotile e di Zenone ; e
uffizio; e licenziandolo, sorriden- i filosofi appellavano eresia cristia-
do, soggiunse che insieme andreb- na la religione insegnata da Gesù
bono al deserto. Dalla solitudine Cristo. L'apostolo Paolo dichiara, s.

di Majella nell'Abruzzo, fu tolto s. che nel giudaismo avea seguito L'e-


Celestino V, e collocato nella cat- resia farisea, che fra gli ebrei era
tedra apostolica, ma per tornare ad in pregio più di qualunque altra.
essa, passati cinque mesi ed otto Veramente, se eresia avesse allora
giorni , rinunziò solennemente al significato un errore, questo nome for-
pontificato. E mentre Amadeo III, se sarebbe convenuto più alla setta dei
ultimo conte, e primo duca di Sa- sadducei, che a quella de'farisei. An-
voja, rinunziati i suoi stati, viveva che il Macri, nella Not. de vocab.
nel romitaggio di Ripaglia, dagli eccl. , dice che questo nome tal-
scismatici del conciliabolo di Basi- volta fu preso in buon senso dagli
lea fu eletto in antipapa col nome scrittori ecclesiastici. Sinesio chiamò
di Felice V, che poscia virtuosa- Haeresim la filosofia; e Costantino
mente rinunziò per la pace della imperatore servissi di questo voca-
Chiesa. Del tempo in cui Amadeo bolo per dinotare la religione cri-
stette nel romitaggio, e del tenore stiana, la quale Tertulliano ancora
di vita ivi tenuto, parla nell'Isto- in buon senso chiamò divinavi se-
ria degli antipapi Lodovico Agnel- ctam, de pali. cap. ult. L'eresia si

lo Anastasio, t. II, p. 2g5 e seg. definisce pertanto un errore volon-


Al presente gli eremi regolari so- tario e pertinace contro qualche
no quelli degli eremili camaldolesi, domma di fede. Altri la definisco-
come quello sopra Frascati, onorato no un errore volontario ed ostina-
dalla presenza di vari sovrani, e to di un cristiano, riguardante una
Cardinali, e da Benedetto XIV, lo o più verità cattoliche, vale a dire
è ogni anno dal
regnante Grego- verità rivelate da Dio, e proposte
rio XVI. In quest'eremo, come nar- come tali ai cristiani dalla Chiesa.
ra il Cardella nel t. VII, p. i4 2 >
Quelli che vogliono scusare questo
nel 1666 fu tenuto un capitolo ge- delitto, domandano come si possa
nerale, composto di tutte le con- giudicare se un errore sia volontario
gregazioni dei camaldolesi, e pre- od involontario, colpevole od in-
sieduto dal protettore di essi Car- nocente, se proceda da una pas-
dinal Volunnio Bandinelli. sione viziosa, piuttosto che da una
ERESIA (Heresìs). Questa pa- mancanza di lume. Ecco come ri-
rola greca, che al presente prende- sponde il Bergiei i.°Che come la ;
ERE ERE 37

dottrina cristiana è rivelata da Dio, della Chiesa (Vedi). L'obbiettiva è


è una colpa voler conoscerla da pure contraria alla fede, sia che si
se stessi, e non per mezzo di quel- conosca tale, o che non si conosca.
li, cui Dio ha stabilito per inse- I medesimi teologi dividono altresì

gnarla ; che voler scegliere una o- l'eresia formale, in eresia mentale,


pinione per formarne undomma, è o puramente interna, la quale non
ribellarsi contro l'autorità di Dio; apparisce esternamente, ed in ester-
2. Poiché Dio ha stabilito la Chie- na che si manifesta colle parole,
sa, il corpo dei pastori per am-
od o per qualche altro segno.
maestrare i fedeli; quando la Chie- Iddio permise, che vi fossero e-
sa ha parlato, è un orgoglio perti- resie sino dal principio del cristia-
nace per parte nostra resistere al- nesimo, e nel tempo in cui ancora
la di lei decisione, e preferire i vivevano gli apostoli, ad oggetto di
nostri lumi ai suoi ;
3.° La passio- convincerci che l'Evangelio non si è
ne, che ha guidato i capi di setta stabilito nelle tenebre, ma nella
e i loro partigiani, si è manifesta- luce; che gli apostoli non sempre
ta dalla loro condotta, e dai mez- ebbero uditori docili, ma spesso
zi che hanno adoperato per istabi- trovarono di quelli eh' erano di-
lire le loro opinioni. Aggiunge il sposti a contraddirli; che se avessero
Bergier, che Bayle definendo un narrati fatti falsi, dubbi, o soggetti a
Eresiarca (Vedi), suppone, che si disputa, non avrebbero mancato di
possa abbracciare una opinione fal- confutarli, e convincerli d'impostura.
sa per orgoglio, per ambizione di Gli stessi apostoli se ne querelarono,
essere capo di partito, per gelosia, dicendo ch'erano contraddetti dagli
e per odio contro un antagonista, ec. eretici sopra i donimi (Vedi), e non
e lo pruova colle parole di s. Pao- sui fatti. Scrivendo s. Paolo a'Co-
lo. Un errore asserito per tali mo- rinti,I, Cor., v. 19, disse loro: E
tivi certamente è volontario e col- necessario che vi sieno delle eresie,
pevole. Non può dirsi Eretico (Ve- affinchè si conoscano quelli, la cui
di) colui che sostiene una cosa fede è messa alla prova. Come le
contraria alla decisione della Chie- persecuzioni servirono a distingue-
sa,allorquando la sostiene in buo- re i cristiani veracemente attaccati
na fede e per ignoranza. I teologi alla loro religione, dalle anime de-
fanno varie distinzioni sulla eresia, boli e di virtù vacillante ; così le

come la formale, la materiale, e eresie separano gli spiriti leggeri


l'obbiettiva. La formale è quella di da quelli che sono costanti nella
sopra accennata, vale a dire l'asse- loro fede; tanto riflette Tertulliano.
rire una proposizione contraria alla Per altro era d'uopo che la Chiesa
fede, e questa ha tutti caratteri op- i fosse travagliata, perchè si conoscesse
posti a quella materiale, ed è in la sapienza e la solidità del sistema
questo senso la massima .fuori del- che Gesù Cristo avea stabilito af-
la chiesa non vi è salute. La ma- fine di perpetuare la sua dottrina.
teriale ha per oggetto una cosa Era cosa buona, che i pastori in-
contraria alla fede, che non si sa caricati d'insegnare, fossero obbli-
essere tale, per conseguenza, senza gati a fissar sempre i loro sguardi
pertinacia, e colla sincera disposi- suir antichità, consultare i monu-
zione di sottomettersi al giudizio menti, ricominciare senza iuterru-
36 ERE ERE
zione la serie della tradizione, non » te rinforzata, divinamente pian-
istaucar.si d'invigilare sul deposito « tata, dalla custodia degli angeli
della tede, ed essere stati costretti *>circondata, e dalla Mugolar prov-
a farlo pei continui assalti degli » videnza e protezione di Dio mu-
eretici. Senza le dispute degli ultimi » Dita siffattamente, che le porte
secoli, dice il Bergier, forse sarem- »» dell' inferno in ni un modo po-
mo ancora immersi nello stesso » Iranno prevalere contro di essa;
sonno, che i nostri padri: dopo la « e queste porte vengono figurate
turbolenza delle guerre civili la » per le persecuzioni de' tiranni, o
Chiesa suol fare conquiste. Qualo- »> per la rabbia degli eretici, o pel
ra gl'increduli vollero fare un sog- » furore degli scismatici, o per la
getto di scandalo della moltitudine « scelleraggine e malvagità degli
di eresie, di cui fa menzione la » uomini ". Imi in uri-abili sono le
storia ecclesiastica, non videro: i.° provvidenze prese dai romani Pon-
che la stessa eresia per ordinario tefici contro le eresie, ed concili i

si è divisa in molte sette, e alcu- che furono perciò celebrati, come la


ne volte ebbe dieci o dodici no- istituzione della Congregazione del-
mi diversi; cosi fu de'gnostici, dei la santa romana ed universale in-
manichei, degli ariani, degli euti- quisizione, detta del s. Off/zio (Fe-
chiani, e dei protestanti; i.° che di), principalmente preposta alla
l'eresie degli ultimi secoli furono estirpazione delle eresie, che sono
una ripetizione degli antichi errori, di grave danno pei fedeli e per
come i nuovi sistemi di filosofia la Chiesa. Fu
Papa Giulio HI, il

non sono che le visioni degli anti- che pubblicò una bolla contro i
chi filosofi; 3.°
che gl'increduli secolari , i quali s' intromettessero
stessisono divisi in diversi partiti, nel conoscere i punti di eresia ; ed
e non fanno che copiare le obbie- allora senato veneto ordinò, che
il

zioni degli antichi nemici del cri- nei domimi della repubblica , agli
stianesimo. inquisitori ecclesiastici fossero ag-
Si che nel secolo de-
osserva, giunti de' secolari. Prima di Giulio
cimo la divina Provvidenza dispo- III, giàil predecessore Alessandro

se, che poche eresie turbassero la IV, de haeret. in sexlo, aveva proi-
pace della Chiesa, in un tempo, bito a qualunque persona laica,
che per la rozzezza, e sterilità del sotto pena della scomunica, di dis-
bene , e per l' abbondanza della putare sulle eresie. V. il Bernini
malvagità , fu appellato il secolo a pag. 449> cne «porta le disposi-
di ferro, di piombo ed oscuro. La zioni di Alessandro IV contro gli

cattedra romana ne andò sempre eretici.

esente, ed illibato si conserva il suo 11 p. Menochio poi, nel tomo I


splendore, dappoiché, come dice il delle sue Stuore, a pag. 586, ci dà

ven. Bellarmino, praefat. in lib. de il cap. XLV


Come s'intendono quel-
Rom. Pont., » il Pontificato roma- le parole che la Chiesa dice nel-
>» no, non già nel consiglio urna- lojfizio della beata Vergine : Gau-
« no, non nella prudenza, non nel- de, Maria Virgo, cunctas haercses
" le forze per tempo si è tanto sola interemisti iu universo mundo.
»» conservato , ma
perchè questa Fra le ragioni che riporta , note-
• pietra è dal Signore siffattameu- remo essere stata la Madre di
,

ERE ERE 39
Quello, clie ha scacciato le tene- secolo tanno esposta l'istoria delle
bre di tutti gli errori, quale mae- eresie; nella seconda sono nove-
stra degli apostoli, la dottrina dei rati gli scrittori eresiologi , che
quali getta a terra tutte le eresie; hanno formata l'istoria di tutte, o
e perchè ha dato particolare aiuto di buona parte delle eresie; nella
a coloro, che sono stati i campioni terza sono notati compendiatori
i

della fede, e si sono opposti all'e- d' istoria o eresiolo-


ecclesiastica
,

retica perfìdia. I protestanti soven- gia. Tale opera va però letta con
te accusarono gli autori ecclesiasti- qualche cautela, avendovi gl'intel-
ci, che fecero il catalogo delle e- ligenti notata qualche inesattezza
resie, come Teodoreto, s. Epifanio, ed anche qualche errore. Nel tomo
s. Agostino, Filastrio,ec. di averle IV del supplimento della Bibliote-
moltiplicate mal a proposito, di ca sacra ec. delle scienze ecclesia-
avere messo fra gli errori alcune stiche, dottissima opera pubblicata
opinioni ortodosse od innocenti ; in Milano dall'editore Fanfani, a
ma i nemici della Chiesa cattolica pag. 294 e seg., si legge un utile
sono cattivi giudiciin materia di ed erudito catalogo delle eresie e
dottrina. Parecchi autori posteriori degli eretici principali dal secolo
fecero la storia novero delle
e il primo dell'era volgare fino al se-
eresie, fra' quali faremo menzione colo decimottavo, sino al numero
di due. Domenico Bernini ci diede di duecento ottantotto ; coll'avver-
l' Istoria di tutte l'eresie, che com- tenza che per altre novissime sette
pendiata ed accresciuta da Giusep- discoperte del citato decorso seco-
pe Lancisi , venne per prima
la lo, e in principio del corrente, pre-
volta pubblicata in Venezia nel cise notizie si pubblicarono a Pa-
1737, coi tipi del Salviati. L'altra rigi, nel 18 14, da M. Gregoire,
è dell'abbate Pluquet, che compilò coli' opera intitolata: Storia delle
il Dizionario delle eresie, degli er- sette religiose, che dal principio del
rori e degli scismi, che va sotto passato secolo fino all'epoca attua-
il nome di Tommaso Antonio Con- le, sono nate, o modificate, o estin-
tin C. R., per aver tradotta l'opera te nelle antiche quattro parti del
dal francese, ed accresciuta con mondo. Però è noto, che se Gre-
nuovi articoli, note ed illustrazio- goire è un uomo stimato per la
ni, di cui nel j
77 r fu pubblicata dottrina, è però un autore, il quale
in Venezia, nella tipografìa Garbo, si deve leggere con diffidenza, es-
la seconda edizione, corretta ed au- sendo stato un vescovo costituzio-
mentata di un sesto tomo intorno nale, che dicesi sia morto senza ri-
le frodi degli eretici, per cura del- trattare l'errore.
lo stesso Conlin. Jn quest'opera a Ulteriori e più recenti notizie
pag. XXVI si legge un erudito finalmente, oltre quanto dicesi ana-
catalogo degli scrittori eresiologi, logamente in vari articoli di que-
dal primo secolo al decimosesto e sto Dizionario, si possono vedere
seguenti inclusive ; quindi seguono nella Continuazione della storia del
tre classi di notizie storiche : la Cristianesimo 3 proseguita dall' ab.
prima rammenta i principali scrit- Giovanni Bellomo, e pubblicata in
tori d' istoria ecclesiastica , i quali Venezia da Girolamo Tasso nel
di anno in anno , o di secolo in i832 ; e nella Istoria universale
,

4o ERE ERE
della Chiesa, dalla predicazione eretico. Ma, come osserva Rergier,
degli apostoli fino al pontificato di poiché s. Paolo comandò a Tito
Gregorio XVI, barone Hen-
del di schivare un eretico dopo averlo
rion, di cui abbiamo un* edizione corretto una o due volte (e. 3, v.
italiana pubblicata in Mandrisio nel io), egli dimostra che si può co-
i838, dalla tipografia della Miner- noscere, se un uomo sia eretico, o
va Ticinese. no, se il di lui errore sia innocen-
I fonti cattolici, donde può im- te o volontario, degno di perdono
pararsi con sicurezza a fuggire l'er- o di censura. Quelli che pretesero
rore, sono i concili, massimamente doversi tenere come eresie soltanto
i generali, e le costituzioni ponti- gli errori contrari agli articoli fon-
fìcie. Siccome gli errori dominanti damentali del cristianesimo, niente
tra i sono stati principalmen-
latini hanno guadagnato ; dappoiché non
te condannati dall' ultimo concilio v' è alcuna regola certa per giudi-
generale tenuto in Trento, così la care se un articolo sia o non sia
santa Sede esige, che nel professare fondamentale. Un uomo dapprima
la fede si segua il medesimo con- può ingannarsi per buona fede; ma
cilio, e si dichiari colla forinola tosto che resiste alla censura della
detta di Pio IV. Gli orientali poi Chiesa, cerca far proseliti, formare
si assoggettano ad una professione un partito, congiurare, fare rumo-
di fede più ampia, che scorre per re, non più la buona fede lo fa
tutti i concili generali finora cele- operare, ma V orgoglio e V ambi-
brati. Siccome gli errori dei gian- zione. Quegli eh' ebbe la disgrazia
senisti sono stati condannati spe- di nascere ed essere allevato in se-
cificatamente da Pio VI, colla bolla no all'eresia, di succhiare sin dal-
Auctorem fidei3 se si tratta di essi l'infanzia l'errore, certamente è
bisogna riportarsi a tale veneran- molto meno reo; ma non si può
do documento; e bisogna pure ri- conchiudere che sia innocente ,
portarsi principalmente alla bolla specialmente quando può conosce-
del medesimo Pio VI, se trattasi re la Chiesa cattolica ed i carat-
degli errori della costituzione det- teri, che la distinguono dalle diver-
ta civile del clero di Francia. I se sette eretiche, ovvero sospettar-
Pontefici successori non hanno ces- ne. Tanto male, tanto grave dan-
sato di emanare gli opportuni de- no, tutto si deve agli eresiarchi*
creti, ai quali i veri cattolici, figli Nel secolo primo della Chiesa in-
docilidella Chiesa, attendono per sorsero gli eresiarchi Simone il Ma-
sapere in tutto e per tutto le trac- go, Cerinto ed Ebione, Menandro,
eie, secondo le quali devono nel Imeneo, Filetto, ec. V. Semidei,
credere appuntino regolarsi. Compendio della storia degli ere-
ERESIARCA ( Haeresiarchus siarchi Napoli 1737; e Travasa,
_,

Haeresiarcha Inventore o primo


). Storia critica delle vite degli ere-
autore di un' Eresia (Vedi), ov- siarchi del primo secolo della Chie-
vero il capo di una setta di Ere- sa, Venezia 1752.
tici (Vedi). Dissero alcuni prote- I più antichi eresiarchi sino a
stanti, che non è facile sapere che Manete capo de' manichei, insorto
cosa sia un'eresia, e che è sempre nel terzo secolo, inclusivamente fu-
una temerità trattare un uomo da rono o alcuni Ebrei (Vedi), che
,

ERE ERE 41
volevano assoggettare i cristiani al- ne nella sua propria setta, che non
ia legge di Mosè, od alcuni paga- sia stato confutato e contraddetto
ni mal convertiti , che volevano in molti punti da queglino stessi,

sottomettere la dottrina cristiana che avea sedotti ; gli dicono


uni
alle opinioni dap-
della filosofia; anatema agli altri, ed entrambi ar-
poiché i tempi non
filosofi di que' rossiscono del nome del loro fon-
videro senza gelosia un popolo che datore ; i luterani non seguono i

dispregiavano, divenuto senza stu- sentimenti di Lutero, ne i calvini-


dio infinitamente più illuminato di sti quelli di Calvino. Nel terzo se-
essi sulle questioni più interessanti colo Tertulliano, nel lib. de prete-
il genere umano, sulla natura di script.y descrisse anticipatamente gli

Dio e dell' uomo , siili' origine di eresiarchi di tutti i secoli ; ed E-


tutte le cose, sulla provvidenza rasmo ne fece un ritratto perfet-
che governa il mondo, sulla regola tamente simile. Rigettano, dice Ter-
dei costumi. Cercarono appropriarsi tulliano, i libri della Scrittura che
una parte di queste ricchezze, per danno loro fastidio , interpretano
far credere che si dovevano alla gli altri alla loro foggia, non si

filosofia, anziché al vangelo. Una fanno scrupolo di cambiare il sen-


religione rivelata da Dio, che pro- so nelle loro versioni. Per acqui-
pone di credere dei misteri , sot- stare un proselito, gli predicano la
tomettere la ragione e la curiosità necessità di esaminar tutto, di cer-
al giogo della fede, vincolare le care la verità da sé stessa ; quan-
passioni morale severa del
colla do lo hanno acquistato non per-
vangelo, questo è un doppio sagri- mettono più che loro contraddica.
fì/io penoso alla natura ; non è Lusingano le donne e gì' ignoran-
perciò meraviglia, che in ogni se- ti, col far loro credere, che ben
colo si sieno trovati uomini poco presto sapranno più che tutti i

disposti a farlo, o che dopo di a- dottori ; declamano contro la cor-


verlo fatto, tosto sieno ritornati ad- ruzione della Chiesa e del clero;
dietro. I capi dell'eresie non fece- i loro discorsi sono vani, arrogan-
ro che portare nella religione lo ti, pieni di fiele; camminano die-
spirito contenzioso, inquieto, gelo- tro a tutte le passioni umane ec. ec.
so, il quale regnò sempre nelle Gli eresiarchi nello spargere gli av-
scuole di filosofia. Gli eresiarchi velenati loro dommi contro la pu-
più antichi, e che furono in istato rità della vera fede, presero lo spe-
di verificare i fatti riferiti nell'e- cioso titolo di riformatori, con dia-
vangelo, non ne contrastarono mai bolica astuzia dimostrando ad ogni
le verità, e sebbene impegnati a qualità di persone, che gli eccle-
screditare la testimonianza degli apo- siastici della Chiesa romana vive-
stoli, non ne negarono la sincerità. vano affatto alieni dalle regole del-
un eresiarca potesse preve- la primitiva Chiesa, come dice-
dere la sorte della sua dottrina vano Lutero e Calvino. Per tal
non avrebbe coraggio giammai di guisa gli eresiarchi acquistarono

ISe
pubblicarla. Non
cui sentimenti sieno stati fedelmen-
v' è un solo, i credito e concetto in
rare molti altri al loro partito, non
modo da ti-

te seguiti dai suoi proseliti , che tanto dell'infima plebe, ma anco-


non abbia prodotto guerre intesti- ra della primaria nobiltà , illustri
,

4* ERE IBI
per untali, e pei vasti loro domi- L'eretico è propriamente quegli
mi, il che assai contribuì a dilata» che, professando il cristianesimo ;

re 7Ìe più i loro errori. Fede rito sostiene con ostinazione un erro-
11, il Grande, re di Prussia, ed re contro la fede, tanto se questo
anche celebre filosofo, parlando del errore tende alla speculazione, quan-
protestantismo, dice che Io propa- to se tende alla pratica. Tre sono
gò in Germania l'avidità de' prin- le condizioni che qualificano un
,

cipi per occupare i beni ecclesia- eretico. La prima è la professione


stici ; in Inghilterra la passione del del cristianesimo, ed in ciò l'ereti-
re Enrico Vili per le donne: in co differisce dal giudeo e dall'ido-
Francia una canzone, che aveva latra ; non è però necessario che
per ritornello: O frati, frali do- un uomo sia battezzato per essere
vete ammogliarvi. eretico; poiché un catecumeno, il
ERETICO (Haerelicus). Segua- quale faccia professione di credere
ce o difensore di una opinione nel vangelo, e che negasse ostina-
contraria alla credenza della Chie- tamente qualche verità di fede, sa-
sa cattolica. Sotto epiesto nome non rebbe eretico davanti Dio, quan-
solo si comprendono quelli che in- tunque non lo fosse in faccia alla
ventarono un errore , e che per Chiesa, in modo di esserne punito,
propria elezione l'anno abbracciato, perchè non vi appartiene ancora
ma quelli ancora eh' ebbero la , come non battezzato. La seconda
sventura d'esserne fino dall'infanzia condizione necessaria per fare un
imbevuti , e perchè nacquero da eretico, è di rifiutare di credere
genitori eretici. Eretico, dice Bos- una verità rivelata, e decisa dalla
suet, è quegli che ha un' opinione Chiesa ;
giacché la rivelazione, e la
sua, che segue suo proprio pen-
il decisione di essa, assolutamente de-
siero, e la sua particola r opinione; vono in ciò concorrere. Non basta
un cattolico al contrario segue sen- per un articolo di fede che una
za esitare il sentimento della Chie- cosa sia rivelata e contenuta nella
sa universale, giacche l'ereticità è parola di Dio, bisogna pure che
l'opposto di cattolicità e di orto- Ja Chiesa abbia dichiarato che vi è

o meglio e-
dossia. Dicesi ereticità, compresa, e l'abbia proposta da
resia,perchè appunto significa mar- credere come articolo di fede. La
ca di eresia impressa ad una pro- terza condizione è l'ostinazione, per
posizione colla censura della Chie- lo che la buona fede, la semplicità,
sa. Dimostrare poi l'ereticità o ere- V ignoranza la volontà di abban-
,

sia di un'opinione, è far vedere donare l' errore se si conoscesse


eh' è formalmente contraria ad un impediscono che uno si chiami ere-
domma di fede deciso e professa- tico. Il Bergier, all'articolo Eresia,
to dalla Chiesa cattolica. Chiamami in proposito ecco come si esprime:
eretici negativi, quelli che, sebbe- « Non pretendiamo asserire, che
ne convinti di eresia con prove non vi sieno molti uomini na-
incontrastabili, stanno sempre sulla ti nell' eresia , che per la po-
negativa, dichiarano di avere or- ca loro sono in una
cognizione
rore della dottrina di cui sono ac- invincibile ignoranza, per conse-
cusati, e professano di credere le guenza scusabile innanzi a Dio; ma
verità opposte. per confessione di tutti i teologi
ERE ERE 43
sensati» questi ignoranti non devo- ecclesiastica, nell'irregolarità, nella
no essere messi nel numero degli perdita de' benefìzi , e nell'impo-
eretici. Quanto a quelli che difen- tenza di possederne de' nuovi. Gli
dono un'opinione falsa e cattiva eretici incorrono pel solo fatto nel-
senza pertinacia, soprattutto se non la scomunica maggiore, non di di-
1

I hanno inventata per un' audace ritto divino, ma solamente di di-


presunzione , ma se l'hanno avuta ritto umano, secondo il parere del-
dai loro genitori sedotti, e caduti la maggior parte de' teologi. Que-
con diligenza van-
nel!' errore, e se sta scomunica fu pronunziata nel
no e sono
in traccia della verità, concilio generale lateranen.se IV,
pronti a correggersi, qualora l'a- celebrato Innocenzo
dal Pontefice
vranno trovata, non si devono met- III, contro tutti gli eretici, con
tere tra gli eretici ". Tale è il lin- riserva al Papa, secondo il comu-
guaggio dei teologi sulla nozione ne diritto, e secondo gradi della i

degli eretici. Passeremo ad accen- eresia. Le prime leggi fatte dai pri-
nare, coll'autorità de' medesimi teo- mi cristiani contro gli eretici risa*
logi, le cose principali riguardanti liscono a Costantino, il quale, nel-
gli eretici, sui loro giudicii, pene, l'anno 371, proibì con un editto
commercio, libri, dispute, e sulle leassemblee degli eretici, coman-
provvidenze prese dai sommi Pon- dò che loro templi fossero dati
i

tefici sui seguaci dell'eresia. alla Chiesa cattolica, e confiscati.


Essendo l' eresia contraria alla Il Bergier, all'articolo Eretico, ri-

religione ed allo stato, ove non sia porta le successive repressioni de-
ammessa la libertà e tolleranza dei gli eretici fatte da altri imperatori,
culti, è un delitto ecclesiastico e e le leggi perciò pubblicate pro-
civile insieme. E delitto ecclesiasti- scrissero gli errori , e ne arresta-
co perchè combatte la dottrina del- rono la propagazione lagrimevole.
ta Chiesa, lo è civile perchè dis- In sostanza egli prova ad eviden-
turba la pace de' regni , cagiona za , che i principii e la condotta
scandalo ec. Come delitto ecclesia- della Chiesa cattolica furono costan-
stico la conoscenza spetta al giudice temente gli stessi in ogni secolo;
della Chiesa, il quale deve dichia- cioè adoprare le sole istruzioni, e
rare quali sono le opinioni contrarie la persuasione per ricondurre gli
alla dottrina della Chiesa, e punire eretici quando sono pacifici al suo
con pene canoniche coloro che le grembo; implorare contro di essi
sostengono con ostinazione; come il braccio secolare quando sono fe-
delitto civile la cognizione è devo- roci, violenti e sediziosi. V. il vo-
luta ai giudici secolari, che hanno lume XVIII, pag. 3oi e seg. di
maggiori o minori poteri secondo questo Dizionario, ove si parla di
i luoghi. alcune crociate contro gli eretici e
Le pene decretate contro gli e- gli scismatici. Il commercio, ossia-
retici si dividono in temporali , o no matrimoni cogli eretici, sono
i

spirituali. Le temporali erano la illeciti, quantunque validi, ed il


confisca de' beni, ì'infamia, l'esilio, Papa può colla suprema sua au-
la prigione, la morte ec. ; le spi- torità permetterli, su di che sono
rituali consistono nella scomunica, a vedersi gli articoli Dispensa, Di-
nella privazione della giurisdizione vorzio, e Matrimonio. Sono illeciti
ii ERE ERE
perché proibiti dalla Chiesa, nei ritenere libri de' luterani, e di qual-
concili di Calcedonia, di Elvira, di sivoglia altri eretici. Perciò fu egli
Sardica, dal terzo di Cartagine, e ilprimo Papa, che abbia fatta la
di altri. Non sono invalidi, perché prima generale proibizione de' li-

non dichiarati nulli, né dal diritto bri eretici ,


poiché prima di lui
naturale, o divino, né da quello ninna pontificia legge si trova, la
comune. Il matrimonio contratto quale generalmente proibisse la let-
fra due cattolici , non è sciolto tura di libri simili, sebbene spesso
quanto al legame, ma solamente ritrovatisi proibiti particolari libri
quanto al letto ed all'abitazione, degli eretici, o di particolari ere-
quando uno de' coniugi si fa ere- sie. V. Indice de' libri proibiti.
tico.Il concilio Tridentino senten- Le dispute cogli eretici sui punti
ziò l'anatema contro quelli, i quali controversi sono permesse, giacche
dicono che un tal matrimonio è abbiamo da s. Paolo, Acl. e. 17,
sciolto quanto al legame. E sciol- ad Tic e. 1, che disputava nelle si-
to dunque quanto al letto ed al- nagoghe cogli ebrei eli' egli vuole ,

l'abitazione soltanto, come pure se- che un vescovo sia capace di cor-
condo 1' uso della Chiesa. reggere, e di convincere quelli i

E proibita la lettura de' libri quali contraddicono la verità. Nul-


eretici dal diritto naturale a tutti la di più comune nell'antichità ec-
quelli a' quali questi libri sono clesiastica, quanto le dispute de' pa-
dannosi, anche allorché avessero il dri contro gli eretici, cui combat-
permesso di leggerli, obbligando il tevano perpetuamente, tanto a viva
diritto naturale tutti indistintamen- voce quanto in iscritto, come lo
te, e ciò per evitare qualunque oc- provano le analoghe opere polemi-
casione o pericolo di perdersi. I che; ma vi sono le debite regole
trattatisti di queste materie danno e condizioni, acciò simili dispute
le spiegazioni sulla estensione e sieno permesse. Il Bergier all'articolo
restrizione di siffatto divieto. Sino Controversia, dopo averla definita,
dal nascere della Chiesa gli ereti- disputa, o in voce o in iscritto sulle
ci non si sono contentati di com- materie di religione aggiunge , :

por libri per disseminare i lor er- » Questa sorte di dispute sono ine-
rori, ne hanno anche inventato, e vitabili, perchè il cristianesimo sem-

composto sotto il nome dei per- pre ha avuto ed avrà dei nemici :

sonaggi i più venerabili dell'anti- sono necessarie perchè niente si de-»


co e del nuovo Testamento. Il No- ve trascurare per ricondurre nel
vaes nella vita di Alessandro VI buon sentiero i traviati. Se distur-
dice, che questo Pontefice verso bano la pace bisogna prendersela
l'anno i5oo fece delle leggi con- con quelli ne sono primi
che i

tro la stampa de' libri degli ereti- autori, e spiegano bandiera contro
ci.V. il Zaccaria, citila proibizione la dottrina della Chiesa. Perchè
9
de libri. Giulio III, a' 22 aprile producano buoni effètti, è mestieri
i55o, con apostolica costituzione, che da una parte e dall' altra non
rivocò a tutte le persone, eccettuali solo sieno libere, ma sempre tenute
gì' inquisitori, le facoltà che potes- dentro limiti dell' onestà e della
i

sero avere ottenute da' Pontefici moderazione". Fra i controversisti


suoi predecessori , per leggere o nomineremo a cagion di onore, il
, ,

ERE ERE 4>


ven. Cardinale Bellarmino gesuita, e poi confermato dal concilio Pi-
il quale essendo stato mandato da ceno.San Stefano I insistè sulla
Gregorio XIII a predicare in lin- massima di nulla doversi alterare
gua latina, contro gli errori del l'antica tradizione dalla quale con-
luteranismo nelle Fiandre, vi an- stava che gli eretici tornati alla
darono ad ascoltarlo i più dotti Chiesa, dovevano soltanto purgar-
protestanti, d'Inghilterra e dell'O- si colla imposizione delle mani, e
landa. Quindi il Papa lo destinò non già col secondo battesimo; co-
ad insegnare le controversie contro me ancora constava dalla medesi-
i protestanti, nel collegio Romano ma tradizione, che il battesimo am-
da lui fondato: quivi lavorò in ministrato colle parole evangeliche
que' trattati, che ci rimangono in era valido benché fosse ammini-
questa importante materia. Fra le strato dagli ereticio dagli scisma-
opere di lui, le sue Controversie, tici, e costantemente il Pontefice
stampate più volte in quattro to- protestò che il battesimo conferito
mi, saranno sempre un eterno te- colla debita forma dagli eretici
stimonio della sua vasta dottrina, non dovevasi reiterare. Molti auto-
e del suo impegno per la difesa ri sostengono, che questa contro-
dell'autorità pontificia, essendo que- versia non fosse dagli orientali e
st' opera l'ampio arsenale, donde i dagli africani riputata cosa appar-
teologi dopo di lui hanno cavato tenente al domma cattolico, ma so-
le armi contro gli eretici, ai
loro lo da essi creduta riguardare la
quali niuno fu mai tanto formida- semplice disciplina. V . il Marchetti,
bile fra tutti i contro versisti. Van- Esercii. Ciprianiche circa il batte-
no pur lodali, s. Francesco di Sa- simo degli eretici. Papa s. Caio del
les vescovo di Ginevra, che nelle 283, determinò, che nessun pa-
sue prediche convertì settantamila gano od eretico potesse accusare i
eretici ; il gran Bossuet , Piccole cattolici. Nel concilio lateranense,
Pelisson, Papin, i fratelli Wallem- celebrato 1' anno 3 1 3 dal Papa s.

bourg, per non dire di altri, il


e, Melchiade, venne condannato il ve-
dottissimo Cardinal Gotti domeni- scovo africano Donato, capo dei
cano, ed il celebre Cardinal Gerdil donatisti, i quali negavano la vali-
barnabita. dità del battesimo dato dagli ere-
Intorno poi alle principali prov- tici.

videnze prese dai sommi Pontefi- Il p. Chardon, nel t. I, capitolo


ci sugli eretici, abbiamo, che san V della Storia de' Sa grani enti, tratta
Pio I Papa, eletto nell'anno i58, che non fu mai creduto doversi repli-
ordinò che gli eretici venuti dalla care la Confermazione una volta ri-
eresia de'giudei alla religione cat- cevuta dalla Chiesa, e che dagli
tolica, vi fossero ricevuti, e battez- avvenimenti si esamina , se siasi
zati. Vi fu una gran controversia creduto il medesimo circa quella data
tra il Pontefice s. Stefano 1, e s. dagli eretici, con le diverse discipli-
Cipriano vescovo di Cartagine, il ne su questo grave punto, intor-
quale co' vescovi africani, e dell'o- no a che può vedersi l'articolo Con-
riente sosteneva doversi ripetere il fermazione (Vedi). Il medesimo
battesimo dato dagli eretici, ciò Chardon riporta la benedizione
che da quel Papa venne proibito, sopra quelli che si convertono dal-
46 ERE ERE
l'eresia, maniera con
e la cui la lius, presso il Bull. Rom. t. IV,
Chiesa riceveva prima gli eretici par. I, pag. 2G7, ordinò che tut-
convertiticolla imposizione delle ti quelli, i quali dentro tre mesi
mani, accompagnata dalla invoca- abiurassero i loro errori, eccettua-
zione dello Spirito santo, giacché te le persone dipendenti dalle in-
nella maggior parte delle chiese quisizioni di Spagna e Portogallo,
orientali ed occidentali si faceva , con privata penitenza fossero dagli
l'unzione col crisma a quelli che inquisitori riconciliati, e che gl'im-
ritornavano dall' eresia al cattolici- penitenti si costringessero colle pe-
smo. Valfridio Strabone, il quale fiorì ne ordinarie, a soggettarsi alla Chie-
nel nono secolo, afferma, che al sa cattolica. Nel pontificato poi di
suo tempo, e prima ancora, gli e- Clemente VIII, vedendo Enrico IV
retici si riconciliavano col crisma, re di Na varrà, calvinista-ugonotto,
e colla imposizione mani.
delle che non sarebbe riuscito di a-
gli
Conchiude il Chardon, che nel più scendere pacificamente al trono di
delle chiese gli eretici si ricevevano Francia, se persisteva nella sua set-
alla cattolica con que'mede-
unità ta, domandò a'suoi ugonotti, se
simi riti con cui si dava il sagra- poteva salvarsi nella religione ro-
meli to della Confermazione, e ciò mana, ed essendogli stato risposto
forse non per confermarli di nuo- affermativamente, disse : sarà dun-
vo, ma solamente per impetrar lo- que meglio eli io vada in cielo re di
ro la grazia dello Spirito santo per Francia che re soltanto di Navar-
ì

unirli interiormente ed utilmente ra. Cominciò quindi ad istruirsi


alcorpo della Chiesa. Col ripeter- ne' nostri dommi, ed ai5 luglio
si tale unzione la Chiesa non in- i5o,3 abiurò pubblicamente in Pa-
tendeva reiterare il sagramento rigi nella chiesa di s. Dionisio il

della Confermazione, perchè in con- calvinismo, professò la fede catto-


ferire questa
usava il termine di lica, e ricevette dall'arcivescovo di
segno o segnatilo, e quando am- Bourges l'assoluzione dalle scomu-
metteva gli eretici alla sua comu- niche incorse per l'eresia, lo che
nione adoperava il termine consi- convalidò con bolla Clemente Vili,
gliare. Con questa diversità di opi- Divinae gratiae presso il Bull. _,

nioni manifestava la Chiesa le sue Rom. t. V, part. Il, p. 127, dopo


differenti intenzioni. aver dichiarata nulla quella del-
Vittore III, del 1086, in un con- l'arcivescovo, perchè data senza la
cilio celebrato a Benevento, "vie- autorità della santa Sede. In que-
tò con pena di scomunica, di rice- sto tempo Gondislavo Ponze, spa-
vere dagli eretici i sagramenti del- gnuolo di gran dottrina, pubblicò
la penitenza, e dell'Eucaristia. Av- in Roma un Commentario, nel
visato il Pontefice Giulio III, che quale pretendeva di provare che
molte persone di tutte le condi- il Papa non poteva dispensare un
zioni, cadute in eresia differivano ricaduto nell'eresia per poter esse-
la loro conversione a motivo della re eletto re, al quale sentimento
pubblica penitenza, cui secondo le rispose egregiamente il francese
leggi ecclesiastiche dovevano subire Arnoldo Ossat, poi Cardinale, con
con pregiudizio della loro riputa- un'opera, che allora però non ven-
zione, mediante la costituzione II- ne stampata.
ERE ERE 4-
Sapendo Clemente XII, che mol- e da ogni parte eli frequente si

ti eretici di Germania per tempo- odono confortanti e stupende con-


iali interessi non abiuravano gli versioni dall' eresia r.lle verità dei-
errori, pubblicò una bolla, nella la Chiesa apostolica romana; e il

quale concesse ad essi il pacifico predominante puseismo d'Jnghilter-


possesso de' beni ecclesiastici che ra, ravvicina di molto gli animi
godevano, i frutti de'quali serviva- alle sante pratiche religiose della vera
no al mantenimento delle loro fa- Chiesa. Laonde a gran passi procedia-
miglie, purché alla religione cat- mo per un'era nuova e tutta gloriosa
tolica facessero ritorno . Questa pegli annali del mondo cattolico,
paterna provvidenza trasse alla ve- qualora il divin Padre de' lumi e
ra fede un gran numero di ereti- delle misericordie continui a spai-
ci. Volendo poscia nel ij35 leva- gere le sue celesti benedizioni sui
re l'ostacolo per cui alcuni luterà- membri che vivono disgraziatamen-
ui dei Palatinato, e del ducato di te separati dal centro e dall'unità,
Neoburgo, non tornavano al giem- fuori della quale non avvi salvezza.
bo della Chiesa cattolica, per ti- Florido altresì è lo stato attuale
more di perdere i benefizi eccle- delle missioni in Europa,
Asia, A-
siastici dai loro maggiori usurpati, frica, America ed Oceania, dove i
Clemente XII concesse loro, come veri discepoli di Gesù Cristo, in
avea pur fatto coi sassoni, la fa- virtù della missione data da esso
colta di poterli godere come prò- ai suoi apostoli, e trasmessa di
pri, acciò non temessero di cadere generazione in generazione ai Io-
in miseria. Qui noteremo, che tra ro legittimi succesori sino ai no-
ie legr' imperiali sopraccennate, ev- stri tempi, non cessino di obbedire
vi quella riportata dal Bernini, Sto- alla voce divina; essendo intente
ria delle eresie, sec. VI. cap. IV, le numerose missioni a confermare
cioè di Giustiniano I, il quale or- nella fede i cattolici, a promovere
dinò che i cattolica figli di ereti- e predicare la dottrina di Gesù
ci, potessero ereditare, e domandare Cristo, anche dov'è ignoto il nome
gli alimenti, non però i figli ereti- cristiano, e ad illuminare gli sci-
ci da' padri cattolici. Delle prodi- smatici e gli eretici sulle tenebre
giose e repentine conversioni degli de'loro errori. Le nostre missioni
eretici, tratta il Bernini, il quale sono perciò un'opera veramente del
fa pur menzione dell' Ospizio dei tutto cattolica ed apostolica, sia ri-

Convertendi (Vedi), eretto in Ro- guardo al principio ed ai mezzi, sia


ma nella città Leonina, nel ponti- riguardo al modo e all' oggetto,
ficato di Clemente X, pegli ere- Opportuno ed analogo a questo
liei convertendi
,
già incomincia- argomento, ci sembra il far qui
to da
Giovenale Ancina e Maria- menzione dell' applaudita disserta-
no Soccino prete dell'Oratorio, e zione del Cardinal Bartolomeo Pac-
poi compito coi generosi aiuti dei ca, decano e principal decoro dei
Cardinali Rasponi, Nini e Gastaldi, e sagro Collegio, e da lui stesso con
tuttora fiorente. forza ed eloquenza recitata nella
In questo maraviglioso secolo sala massima dell' università Ro-
emiuentemente predomina lo spi- mana, per la solenne apertura del-
l'ito e la tendenza al cattolicismo, la celebre e benemerita accademia
,

43 ERE ERE
di Religione cattolica, a' 27 aprile e del marchese di Pombal : peroc-
i843. Tolse egli a subbietto della ché costoro, alleandosi coi filoso-
dissertazione appunto la esposizio- fanti e sofisti della Francia, e se-
ne dello stato attuale della Chiesa, guitando le teorie dei giansenisti
e delle credenze religiose nei vari guastarono il pubblico insegnamen-
paesi di Europa, con quella piena to, e l'adito aprirono a libri pe-
cognizione storica delle cose, che stiferi d'ogni maniera. Ancora ri-
gli danno una luminosa e lunga guardò l' Inghilterra, e si rallegrò
spcrienza degli affari, come delle del numero crescente delle chiese,
persone, l'erudizione e la dottrina de' fedeli, delle regolari congrega-
di cui èeminentemente adorno. In- zioni, a fronte del vivo impegno e
cominciando dalla Germania, disse, delle forti opposizioni dell'anglica-
che sebbene abbia a deplorarsi la no protestantismo. Per ultimo a-
perdita de' principati, delle badie e nimò gì' italiani a tenersi sempre
delle cospicue rendite fatta dal cle- più stretti alla cattedra di Pietro,
ro nei secoli XVIII e XIX in quel- e a guardarsi da coloro che vor-
le contrade, tuttavia v' era oggi un rebbero allontanare questo nodo
motivo di consolazione nel rilevare soavissimo di unità religiosa, come
dal confronto di quei secoli coi si guardarono i padri nostri dal
tempi nostri il risvegliamento dello contagio calvinista e luterano. Tal
spirito ecclesiastico, ed il riacceso mirabile discorso fu subito reso di
zelo in quel clero ed in quei pa- pubblica ragione colle stampe di Do-
stori. Dipoi, analizzando le varia- menico Ercole in Velletri, bramando-
zioni infinite del protestantismo, in- sene da tutti avidamente la lettura.
dicò i suoi languori, prevedendone Alcune cose interessanti e ris-
lo sfacimento. Dalla Germania tra- guardanti gli eretici, si leggono al-

passando alla Francia vi ritrovò la categoria haeresis, et haercticos,


cagioni diverse, altre di gioia, al- nella Nolitia del p. Plettemberg del-
tre di dolore. Sono queste il deismo, lacompagnia di Gesù. Gli errori, le
che debellato imbaldanzisce anco- costumanze nefande attribuite ca-
ra, le associazioni del Fourier, del lunniosamente ai cristiani dagli e-
Saint-Simon, del Chàtel, i mille retici, i quali più volte per pravi
romanzi che guastano ne' giovanili fini alterarono gli atti dei marti-
intelletti ogni idea di moralità : so- ri, sileggono nel p. Ruinart, Al-
no quelle l' istituto della propaga- ti sìnceri dei primi martiri della
zione della fede, che da Lione, ove Chiesa cattolica. Che gli eretici fos-

nacque e si valido, promuove con sero cagione di molte e gravi dis-


ogni ragione di aiuti i trionfi del- sensioni sino dal principio della
l' evangelio ; sono la dottrina e lo Chiesa, e che mai sempre i catto-
zelo del clero e dell' episcopato , lici zelassero con grandissima atten-
che con intimo nodo alla
stretti zione di ri condurli alla vera fe-

cattedra della verità, combattono i de ne tratta il p. Mamachi, Dei


,
3
nuovi e i rinnovati errori. Poscia costumi de cristiani. Della forinola
invitò a piangere su le note vi- che usano i romani Pontefici scri-
cende della chiesa spagnuola e por- vendo agli eretici, e della benedizione
toghese, riferendo l'origine di tan- apostolica, che alcuni di loro non
to male alle iufluenze dell' Arancia dubitarono dare ai medesimi , si
,

ERE ERF 49
può vedere nel V, pag. 65 e voi. ateniesi , avanti di Troja, secondo
6G del Dizionario. Finalmente no- Strabone, e posteriormente, al dire
teremo, che non si usa più di ri- di Erodoto. Portò prima i nomi
cevere gli eretici con una specie di Melaneis e di Arobia; fu per
di confermazione, di cui parlam- lungo tempo considerabile^ ed era
mo di sopra Abiurano i loro
. in uno statò florido sotto il regno
errori, s'impone loro una peniten- di Dario figlio di Itaspe. Allorché
za salutare, e poi si assolvono dal- i Persiani portarono la guerra nella
la scomunica in forma Ecclesiae Grecia, fu questa città da essi di-
consueta. strutta. Si riedificò ben presto, di-
ERETRA o ERITREA ( Ery- venne ricchissima , e sussìsteva al
threa). Città vescovile della diocesi tempo di Strabone. Menedeo vi sta-
d'Asia, e nell'esarcato del suo no- bili una scuola di filosofia, i cui di-
me ;una delle dodici della Jonia, scepoli chiamaronsi Eretri. Al pre-
in una penisola con un porto, sot- sente non resta che la memoria e
toposta alla metropoli d'Efeso, ed la persuasione che esistesse in un
eietta nel quinto secolo, chiamata suolo chiamato dai greci moderni
anche Passaggio, e Ritrè. Secondo Gravalinais. Al presente Eretria e
Strabone, diede essa il nome alla Vatia, Eretrian., è un titolo vesco*
celebre sibilla Eritrea , ovvero vi vile ut partibus , sotto la metro-
ebbe i natali. Questa città fu eret- poli egualmente in partibus di Cal-
ta da Neleo, figlio di Codro. Pau- cide, ossia Negroponte. Il regnali*
sania pretende che avesse per fon- te Pontefice ne fece vescovo in
,

datore Eritreo figlio di Radaman- partibus , monsignor Andrea Scott>


to, condusse una colonia ;
che vi ed insieme vicario apostolico del
ina Cnopo essendo quivi giunto con distretto occidentale di Scozia, vi-
una quantità di jonii, la ingrandì, cariato che tuttora funge , e go-
e la popolò sempre più. Aveva un verna.
tempio di Ercole, e due porti, uno ERFORT, ERFURT (Erfordia).
chiamato Casytes, l'altro Eritreo. Si Città Vescovile negli stati Prussia*-
conoscono cinque vescovi, che vi ni, provincia di Sass, capoluogo di
ebbero residenza , cioè Eutichio reggenza e di circondario, già ca-
Draconzio, Teotisto, Eustazio, e Ar- pitale della Turingia, fra Weimar
saflo. Oriens Christ. t. I, p. 727. e Gotha, altre volte chiamata Bi-
Eritrea o Colira, Aerftren., al pre- cungium o Bicorgium. Questa cit-
sente è un vescovato titolare in tà viene da alcuni posta nella Mi-
partibus infidelium, sotto il patriar- snia. Dicesi inoltre, che Meroveo re
cato pure in partibus di Costanti- di Francia desse ad Erfort il suo
nopoli. nome, e perciò venne anche chia-
ERETRIA. Città vescovile di mata Merigisburgo. E cinta di mu-
Eubea, sulla riva del mare^ poco ra e fosse, non che difesa da una
distante da Calcide o Negroponte, cittadella chiamata Petersberg , e-
in faccia alla foce deìVAsopus, che retta sopra la collina che domina
sul continente formava in questo la città, e dal forte Cyriaksburg.
luogo i limiti della Beozia, e quel- La città è assai estesa, ma una
li dell'Attica. Si congettura essere parte del luogo che occupa è com-
stata questa città eretta da alcuui posta di soli giardini, oltre sei sob-
VOt. XXII, 4
5o ERF ERF
l)orglii. Rinchiude qualche hel cdi- sero sotto la protezione dei duchi
fìzio, e fra le chiese cattoliche é di Sassonia. Il re di Svezia Gu-
degna di osservazione l'antica cat- stavo se ne impadronì, quindi nel
tedrale. Vi sono utili stabilimenti, 1648, pel trattato di Osnabrulv, ri-
come un monistero di orsoline, due tornò sotto il dominio degli arci-
orfanotrofi, ec. Uno di questi prima vescovi diMagonza. Gli abitanti
era convento, ed ivi Lutero avea non volendo obbedire, furono dal-
fatto la sua professione religiosa. l' imperatore posti al così detto
Avvi pure un'accademia di scienze bando dell'impero; ed il re di
ed arti, una biblioteca, un museo, Francia mandò truppe all' arcive-
un gabinetto di storia naturale, ec. scovo di Magonza, che nel 1664
L'università di Erfort fondata, se- lo fecero padrone della cittadella,
condo alcuni, nel i3(>2, e secondo la quale fu per lui governata da
altri nel i 392, fu riunita a quella un governatore, ossia Vìce-Domi-
di Halle nel 1816: il fondatore nus, che sceglieva dal suo capito-
era Corrado Winsperg, ot-
stato lo, ed al quale il popolo prestava
tantesimo arcivescovo di Magonza. giuramento di fedeltà. Appartenne
L'origine di questa città risale al poscia alla Prussia a titolo d' in-
quinto secolo, e prese il nome che dennizzazione, indi fu ceduta alla
porta dal castello situato nelle sue Francia nel trattato di Tilsit. Suc-
vicinanze, il signore del quale a- cessivamente venne riunita alla Sas-
veva un diritto di pedaggio dal sonia ; ma dopo la battaglia di Je-
castello alla città, che al tempo di na, la città cadde nel potere dei
s. Bonifacio era già considerabile. francesi , con un parco di cento
L'imperatore Lodovico II, nell'852, venti pezzi d'artiglieria. Nel 1808
vi tenne i comizi provinciali ; ed quivi ebbe luogo una memorabile
Enrico I, e Ridolfo I vi adunaro- conferenza fra l'imperatore di Rus-
no una dieta imperiale. La città sia, e quello di Francia ; e nel
fu anticamente alleata coi margra- 181 3 questa piazza protesse forte-
vi e landgravi di Misnia, Assia e mente la ritirata dell'armata fran-
Turingia, cogli arcivescovi di Mag- cesedopo la battaglia di Lipsia.
deburgo, coi duchi di Sassonia , e La sede vescovile venne eretta
con altre case sovrane. Benché non in Erfort, verso l'anno 742, da s.

sia mai stata città immediatamen- Bonifacio apostolo dell' Alemagna ,

te, e libera dell'impero, .ciò non lo che approvò il Zac-


Pontefice s.

ostante fu in possesso di vari di- caria. S. Bonifacio vi pose per ve-


ritti signorili e privilegi. Le pre- scovo il beato A delardo, che ne fu
tensioni, che l'elettore di Magonza il primo e l'ultimo vescovo, dappoi-
ebbe sopra questa città , sino dai ché essendo egli, insieme a s. Bo-
tempi dell'imperatore Ottone, il nifacio, stato ucciso nelle missioni
quale donolla agli arcivescovi di di Frisia, il vescovato di Erfort fu
Magonza, dopo la morte di Bur- unito a quello di Magonza. La
cardo signore di Turingia, furono chiesa collegiale principale è dedi-
soggette a molte controversie. Do- cata alla beata Vergine. Prima in
po che Erfort abbracciò il lutera- Erfort, e nella sua diocesi eranvi
nismo, gli arcivescovi perdettero la alcune abbazie e monisleri. Sicco-
loro autorità, ed i borghesi si po- me questa città era troppo lonta-
,

ERF ERG Si
na dalla sua metropolitana, gli ar- Il terzo ebbe luogo nel 1074 in
civescovi di Magonza avevano l'u- ottobre. Sigifredo arcivescovo di
sanza di nominare un suffraganeo Magonza volle assoggettare gli ec-
che risiedeva e faceva le funzioni clesiastici ai decreti del concilio ro-
episcopali in Erfort , e nei paesi mano dello stesso anno contro la

vicini di Assia, Turingia, Eichsfeld simonia, e la incontinenza de' chie-


e Sassonia. costrinse a non più indu-
rici; gli
giare,ed a rinunziare o al matri-
Concili dì Erfort. monio, od al servigio degli altari.
I chierici allegarono molti pretesti
primo fu celebrato Tanno 932
Il per eludere le provvidenze dell'ar-
il dì primo di giugno, sotto En- ci vescovo^ che sarebbe stato ucci-

rico I re di Germania. Vi si fe- so, se i suoi vassalli non avessero


cero dai vescovi cinque canoni. Con quietato i più furibondi. In que-
essi venne vietato di patrocinar le sto concilio volle reprimersi anco
cause ne' giorni di domenica, nelle la simonia. Diz. de' Concili.
feste, e ne' giorni di digiuno; ed Il quarto si adunò nel 11 49-
ai giudici fu imposto di non rice- Fu presieduto dall'arcivescovo di
vere citazioni di alcuno avanti di Magonza, Enrico, che vi terminò
loro, nelle settimane che precedono le vertenze tra l'abbate di Burgi-
la festa di Natale, e quella di s. lin, e il conte Piron eh' erasi im-
Gio. Battista, ne dalla quinquage- padronito di alcuni beni dell' ab-
sima fino all'ottava dopo Pasqua. Jjazia. Venne inoltre deciso che l'in-
Venne ordinata la celebrazione del- cestuoso conte d'Hildensheim non
le feste dei dodici apostoli, e di potesse contrarre matrimonio prima
digiunar le vigilie, che sino allora di aver fatto la penitenza che gli

erano state osservale. Si vietò di verrebbe imposta. Venne inoltre


presentar libelli, di citare in giu- citato l'abbate di Harevelde, il qua-
dizio quelli che vanno alla chiesa, le senza consultare l'arcivescovo di
o che vi sono, affine di non distorli Magonza, aveva accettato l'abbazia
dalle preghiere, e d' imporsi da per di Fulda. Mabillon, Annal. s. Be-

te digiuni, che alcuni facevano più ned. tom. VI, pag. 466 ; Mansi
per superstizione, che per pietà. Suppl. t. II, col. 47 2 «

Pagi, ad hwic annum; Diz. de Con- Il quinto concilio si tenne l'an-


cili. no 1^35. Si ordinò che venissero
11secondo fu tenuto l'anno 1078, celebrate tutte le feste, le quali a-
a' io marzo, non però riconosciu- vevano un officio proprio. Mansi,
to. Vi si divisero le decime di Tu- Suppl. t. II, col.919.
ringia tra Enrico IV re de' roma- ERFORT. F. Herford.
ni, e Sigifredo arcivescovo di Ma- ERGASTOLO oERGASTULO
gonza, di cui le principali erano (Ergastulum). Prigione in cui si
delle abbazie di Fulda e di Her- tenevano anticamente gli schiavi
feld. Diz. de' Concili. Il Mabillon, incatenati a lavorare. Oggi si pren-
A nnal. s. Bened. t. V, p. 72, al- de per carcere ristrettissimo. Bion-
l'anno 1075, lo dice celebrato nel do da Forlì, nella sua Berna trion-

1074, ed accennato come di Ma- fante _, a png. 161, parlando delle


gonza, se pure non è il seguente. diverse carceri dell'antica Roma,
,

5i ERI ERI
dice che l'Ergastolo era un luogo, L'atto di sua canonizzazione asse-
ove si condannavano i colpevoli a gna la di lui festa ai 16 marzo.
farviqualche lavoro, come soleva- ERICO di Svezia (s.). Sino dalla
no gladiatori, e quei che
essere
i sua prima età incominciò Erico a
segavano i marmi. Il Macri , alla fornire la mente collo studio delle
voce Ergasterium, racconta che fu scienze, e adornare il cuore di ogni
usata per significare il mouistero cristiana virtù. Divenuto adulto, si
un luogo di lavoro, il pubblico unì in sacro nodo con Cristina fi-
tributo pagavano le officine
che glia d' Ingone IV, re di Svezia.
ed anche il postribolo.
della città, Morto che fu Smerchero II, con-
y. Carcere, e Lipsio, de Ergastu- vocati gli stati, scelsero gli svedesi
lis t II, i5. Nello stato Pontifìcio, Erico per loro re, e lo collocaro-
ed in Corneto, avvi il carcere pei no sul trono. Governò egli da sag-
chierici colpevoli , che appunto si gio re, vegliando sopra se stesso
chiama Ergastolo. Di esso parlam- coll'assidua preghiera, coll'austerità
mo al voi. IX, pag. 263, ed al del digiuno, e adoperandosi verso
voi. XVII, pag. \hi del Diziona- i suoi popoli affinchè esattamen-
rio; ma colla qualifica di Pia ca- te amministrata fosse la giustizia,
sa di penitenza. Gio. Giorg. Simon sbandita la prepotenza, e tolto il
scrisse de Ergasteria disciplinaria, mal costume. Di spesso si recava
Jenae 1678. al letto degli infermi, e li solleva-
ERIBERTO (s.). Trasse i natali va, se poveri, con larghe limosine.
da un'illustre famiglia della Ger- Fabbricò molte chiese, e con savie
mania, e compi i suoi studi nel leggi represse gli abusi, ed assicu-
monistero di Gorze in Lorena. rò la pubblica tranquillità ne' suoi
Tornato a Worms sua patria, di- stati. Benché d' indole pacifica, non
venne prevosto di quella chiesa, e potè sottrarsi di prender l' armi ;
di poi cancelliere dell' imperatore ma noi fece mai per capriccio, né
Ottone III. Fu chiamato in segui- per voglia d' ingrandimento solo ,

to a reggere la chiesa arcivescovi- per difesa de' suoi popoli. Assog-


le di Colonia. Egli si recò a Ro- gettata la Finlandia, perchè questa
ma a ricevere il sacro pallio dalle era in preda al paganesimo, diede
mani del Pontefice Silvestro II, e l' incarico di predicarvi il vangelo

partito per Colonia, fu ivi conse- a s. Enrico vescovo di Upsal , e


crato il dì 24 dicembre 999. Con fece anche innalzare un gran nu-
quella sollecitudine, eh' è propria mero di chiese.
dei più santi pastori, resse Eriber- Magno, figlio del re di Dani-
to la chiesa affidatagli , e la sua marca, il quale vagheggiava per
carità verso i poveri, la sua umil- mire ambiziose la corona di Sve-
tà, ed suo fervore nella preghiera,
il zia, aizzato da alcuni svedesi osti-

gli attiravano di continuo l'ammi- nati nel paganesimo, cospirò contro


razione e venerazione dei suoi dio- i giorni del santo re Erico, e rag-
cesani. Finalmente, occupato nella giuntolo nel momento che usciva
visita pastorale, fu colto da grave dalla chiesa, nel giorno dell'Ascen-
malore, e dovette fermarsi nella sione, dopo aver udita la messa, i

piccola città di Duitz, ove placida- congiurati si slanciarono contro di


mente morì li 16 marzo 1022. lui, lo rovesciarono da cavallo, ed
ERI ERI 53
offeso in mille modi, gli mozzaro- l'arciduca Carlo esponendogli quan-
no per ultimo il capo in odio dei- to soffrivano
i monaci dagli otto-
la religione. Il suo martirio accad- mani; e Daniele, che viveva nel
de il giorno 18 maggio dell'anno 1720. Al presente Erisso, Aran-
1 1 5 1 .Il suo corpo si conserva then.j è un titolo vescovile ira par-
tuttora incorrotto nella chiesa di tibus } che conferisce il sommo Pon-
Upsal, e molti miracoli furono o- tefice, sotto l'arcivescovato egual-
perati alla sua tomba. La festa di mente ira partibus di Tessalonica.
lui è assegnata ai 18 maggio. ERISSO , seu Hierissus. Sede
ER1MANNO, Cardinale. Non ci vescovile della seconda provincia
e chiaro a qual titolo e diaconia, dell' isola delle Cicladi, nell'esarca-
O ordine cardinalizio, Erimanno ap- to d' Asia , eretta nel nono secolo
partenesse perchè il suo nome
,
secondo Commanville, Hist. de tous
trovasi scritto semplicemente in una les arch. et évéq. 9 e fatta suffra-
bolla spedita in Cremona da Ur- ganea della metropoli di Mitilene.
bano II nel 1095, a favore dei ERITREA. V. Eretrea.
monistero di s. Egidio, la quale ERIVAN, IREWAN, o REVAN
fu anche confermata nel concilio (Revanum). Città arcivescovile della
di Piacenza. Persia, già capitale della grande
ERINDELA ( Aeryndelen.). Se- Armenia, nel patriarcato di Ezmia-
de episcopale d'Asia, nel patriarca- zin ,capo luogo di provincia, e di
to di Gerusalemme, sotto la me- distretto, sulla riva sinistra del
tropoli di Tarso. Con tal qualifica, Zenghi. È
composta di circa due
e con quella di titolo vescovile ira mila case sparse in mezzo a campi
partibus> la santa Sede conferisce fertili e deliziosi giardini, ed è di-

questa dignità. V. Mireo, Not. E- fesa da una fortezza, situata sopra


piscopatuurn. una roccia che s'innalza perpendi-
ERIOPOLI. V. Tripoli. Sede epi- colarmente a cento tese al di sopra
scopale della Fenicia marittima, e ti- del livello del Zenghi, protetta dal
tolo vescovile ira partibus infidelium. lato opposto da una larga fossa, a
ERISSO , seu Hierissus. Città secco, su cui si gettarono dei ponti
vescovile della provincia di Mace- amovibili. Questa fortezza ha un
donia nella diocesi dell' Illiria orien- doppio recinto di terra , fiancheg-
tale, sotto la metropoli di Tessa- giato da torri, e rinchiude il pa-
lonica, ed eretta nel nono secolo, lazzo del governatore, edifizio so-
al dire di Commanville, il quale lido ed elegante, una bella mo-
inoltre aggiunge che divenisse poi schea, una fonderia di cannoni,
Era situata
arcivescovato onorario. delle caserme ec. Gli abitanti, per
a' piedi monte Athos, e fu pur
del la maggior parte armeni, fanno
chiamata Agios Oros 3 Monte San- un commercio considerabile coi rus-
to, ed Apollonia. Si disse Monte si ed i turchi. Conta circa dieci
santo, o sagro, dal gran numero mila abitanti.
di monaci, i quali vi dimoravano, Erivan, secondo l'opinione degli
tutti governati dal vescovo. h'Oriens armeni, è il luogo in cui ritirossi
Christ.j II, p. 100, registra tre
t. Noè, dopo essere disceso dal mon-
vescovi.Davide del 1 564 ; Euge- te Ararat, ove arrestossi l'arca.
pio suo successore, che scrisse al- L'istoria de' turchi fa provenire la
,

54 ERI ERK
paiola Erivan da un verbo ar- lazzo di Tiridate: altri però asse-
meno che significa vedere, e' dice riscono, che il palazzo di Tiridate
che si diede un tal nome alla città, fosse in Valarsciabat; cui forse al-
perchè il suo territorio fu il pri- cuni chiamarono Artaxata, ed al-
mo scoperto da Noè, appunto quan. tri, che Erivan sia subentrata alla
do scese dall' Ararat. Altri dicono, detta città di Valarsciabat, cosi
che la parola Erigati significa ap- chiamata perchè fu edificata dal
parizione, perchè a chi discende dal re armeno Valars. A dodici leghe
monte Masis, il quale nella Scrit- dalla parte dell'oriente vi era la
tura è detto Ararat, apparisce sol- famosa montagna volgarmente det-
tanto la pianura, ed il paese di E- ta di Ararat, e che i turchi chia-
rivan ; ed ancora perchè quivi ap- mano Agridg, cioè montagna alta,
parve, dopo il tremendo diluvio e gli armeni ed i persiani, Macis.
l'arca di Noè. Non vi è apparenza Erivan è registrato da Comman-
che questa città sia stata eretta ville pel primo arcivescovato della
prima della conquista degli arabi sede patriarcale di Ezmiazin, il cui
in Armenia, mentre non vi si scor- arcivescovo risiedeva ad Armena-
ge nemmeno segno di remota an- Perkìk.
tichità. Un tempo stava un terzo ERIZI o SIZON. Città vesco-
di lega più lunge, ma avendo mol- vile della Caria, nell'esarcato d'A-
to sofferto nelle guerre Ira i tur- sia, sotto la metropoli d'Afrodisia-
chi ed i persiani, ed essendo sta- de, che Commanville disse eretta
ta quasi distrutta in seguito di lun- nel nono secolo. I vescovi Papia
ghi e diversi assedi venne riedi- , e Magno vi ebbero sede. Oriens
ficata neli635, sul luogo che oc- Christ. t. I, p. 922.
cupa presentemente. I turchi se ne ERKONWALDO (s.). Trasse i

impadronirono nel i582; e costrus- natali da un'illustre famiglia d'In-


sero la sua fortezza , la quale fu ghilterra. Egli sentì e secondò sino
presa dai persiani nel 1604. Però dalla sua infanzia una santa incli-

i turchi vi rientrarono dopo la nazione al servizio del Signore. Per


morte di Abbas I, nel 1629; ma otteuere perfettamente lo scopo, se-
poscia Cha-Sefi, sultano di Persia, guendo i consigli dell'evangelio, di-
gli scacciò nel i635. Tuttavolta venuto adulto, abbandonò la pa-
nel 1724 nuovamente i turchi si tria, e si recò nel regno dei Sas-

impadronirono della fortezza con soni orientali. Venduti i propri be-


grande loro sagrifizio ma venne , ni, converti il ricavato nell 'erigere
ripresa dai persiani nel 1748, che due monisteri, l'uno a Chertsey
la conservarono sempre, respingen- presso il Tamigi, e l'altro a Bar-
do con somma perdita anche i rus- king nella contea di Essex, e que-
si, i quali, nel 1808, tentarono sto per religiose. Presiedette Er-
d' impadronirsene. A due leghe e- konwaldo per molti anni al regi-
ravi il celebre amnisterò, detto dai me del primo, traendovi la sua
turchi delle tre chiese, ossia Ezmia- santità di vita gran numero di di-
zin. Sui confini del territorio di scepoli. I] re Sebba, che domina-
Erivau si vedono le rovine della va in quei dì, da pari fama ecci-
città chiamata dagli antichi Arta- tato, chiamò il santo solitario a se-
xala> e fra esse gli avanzi del pa- dere sulla cattedra episcopale di
ERL EHM 5$
Londra, e venne consecrato da s. dignità, oltre il preposto maggiore,
Teodoro vescovo di Cantorbery, nel- sono il lettore, il cantore, il cu-
l'anno 6j5. Governò egli quella stode, il preposto della B. V. Ma-
illustre e vasta diocesi pel corso ria de Castro, l'arcidiacono, e l'ar-
di anni undici, con ogni sollecitu- cidiacono di Pankota. L'episcopio,
dine, ed evangelica carità; final- vasto edifizio, è vicino alla sontuo-
mente spiro nel bacio del Signore. sa e ricca cattedrale. Nella città
Fu seppellito nella sua cattedrale vi sono cinque conventi pei reli-
di Londra, e la tomba di lui di- giosi, il seminario cogli alunni, l'o-
venne celebre pei frequenti mira- spedale, ed altri utili e pii stabili-
coli. Ricorre la sua festività li 3o menti. Ogni nuovo arcivescovo è
aprile. tassato ne'libri della cancelleria a-
ERLAUo ERLAW (Agrien.). postolica, in fiorini tremila, in pro-
Città con residenza arcivescovile porzione delle pingui rendite della
nel regno di Ungheria. Oltre quan- mensa, e della sua ampia arcidio-
to di questa illustre metropolitana cesi.

dicemmo all' articolo Agria, qui ERLUFIO (s.). Mosso dall'esem-


aggiungeremo, che suo odierno al pio di vari missionari, che percor-
patriarca arcivescovo, dal regnante revano l'Alemagna predicandovi il
Pontefice fu dato in vescovo au- vangelo di Gesti Cristo, abbandonò
siliare, monsignor Carlo Rajner di Erlufio la patria, e si diede con
Strigonia, fatto vescovo di Amoria santo zelo a raccogliere frutti co-
in partibus, nel concistoro de' 17 piosi nella mistica vigna. Promos-
aprile 1840; e che il primo ve- so dipoi al vescovato di Verden,
scovo fu Catapranus del 1099. So- egli adempì esattamente ai doveri
no poi a nominarsi s. Buldo, il dell' episcopato , e si rese degno
Cardinal Tommaso Bakacs del 49^, 1 sempre più. della altrui stima e
il Cardinale Ippolito d' Este del venerazione. Alcuni però di quei
1 498 , Benedetto Risdey, fondato- barbari, in vendetta dell'abbando-
re dell'accademia Cassiovense, del no, che ne sentivano i falsi loro
1648. idoli, per i trofei riportati dalla
La cattedrale è dedicata ad o- predicazione di Erlufio, il trucida-
nore di Dio, ed a Giovanni a-
s. rono in Eppokstorp l'anno 83o. Il

postolo ed evangelista, ante Por- giorno io febbraio è sacro alla sua


tam La ti nani _,
ed ha il fonte bat- memoria.
tesimale , esercitando le funzioni ERMANO Giuseppe (b.). Da po-
della parrocchia tre cappellani. Fra veri genitori nacque in Colonia
le reliquie, che nella medesima si sotto l'impero di Federico Barba-
venerano, avvi il corpo di s. Sim- rossa. In età assai verde si ricovrò
plicio martire. Il capitolo si com- nel monistero di Steinfeldt diretto
pone di sei dignità, la prima del- dai canonici regolari di Premonstra-
le quali è il prevosto maggiore, to. Attendendo con ogni sollecitu-

di sei canonici, comprese le pre- dine alla vita contemplativa , vi

bende del teologo, e del peniten- pervenne egli rapidamente in grado


ziere, in tutto dodici canonici, ol- sublime, a mezzo del digiuno, del-
ire otto onorari, non che di altri l'umiltà e dell'orazione. Molte fu-
preti e chierici per l'officiatura. Le rono le tentazioni , a cui il mali-
56 EHM E KM
gno spirito volle esposto il nostro pontificato di Alessandro III eser-
santo, ina egli seppe rintuzzarle citò l'ufficio di vice cancelliere, e
tutte col favore della grazia cele- fu creato prete Cardinale del ti-

ste. Vivamente divoto alla Vergine tolo di Susanna alle due case.
s.

santissima, ricordava con tenerezza Soscrisse una bolla, nel 1 66, spe- 1

di affetto a Gesù. Cristo il mistero dita da quel Pontefice a favore del


di sua incarnazione, e si sentiva monistero di s. Croce in Gerusa-
in soave estasi rapito, ogni qual- lemme di Roma. È probabile cosa,
volta recitando le laudi, giungeva che morte di lui sia accaduta
la
al cantico Benedictus. Giunto al ter- nel 1172, dopo cinque o sei anni
mine di sua vita, vi si dispose con di Cardinalato. Sappiamo infatti
quella tranquillità, che non può esser che il suo titolo nel 1171 era pas-
sentita se non da chi è in pace col sato ad altro soggetto.
suo Iddio. Il giorno 7 aprile del 1236 ERMANNO, Cardinale. Erman-
Etmano volò al cielo, e fu sopran- no fu creato diacono Cardinale di s.

nominato Giuseppe per la sua ca- Angelo, nella sesta promozione fitta
stità. È onorato nei Paesi Bassi, da Alessandro III, nel 1179- Stese
ed il suo corpo riposa nell'abbazia di sua mano una bolla, spedita in
di Steinfeldt. La sua festa è fissa- Laterano dal nominato Pontefice a
ta il di 7 aprile. favore della chiesa e del moniste-
ERMANNO, Cardinale. Erman- ro di s. Clemente dell'isola di Pe-
no, creduto da alcuni appartenente scara. L' Ughellio ci riferisce, che
alla famiglia Cibo, conseguì dal Pa- l'originale di questa bolla si con-
pa Alessandro li, del 1061 , il servava presso il Cardinale Giro-
grado di Cardinale, col titolo pre- lamo Colonna, commedatario del-
sbiterale de* Santiquattro o piutto- l'anzidetto monistero.
sto di s. Vitale , come vogliono ERMAS (s.). Romano di nasci-
altri autori. Nel pontificato di Ur- ta, e da illustre famiglia sortito,
bano II fu arciprete della Chie- si diede Ermas a seguire la scuo-
sa romana, e sebbene fregiato di la degli apostoli , e meritò che
tanta dignità, pure per volontà lo stesso s. Paolo lo ricordasse in
del Pontefice, portò il pallio all'arci- una sua lettera diretta ai Roma-
vescovo di Milano, per singoiar di- ni. Pieno di fervore e molto be-
stinzione di quel pastore. S. Gregorio ne versato nelle divine lettere, com-
VII Io spedì legato nella Corsica, do- pose un libro intitolato del Pasto-
ve ebbe molto a sofferire in difesa re. Questa opera è scritta in uno
della giustizia e della fede. Si fa stile semplice e pieno di unzione, ed

menzione di Ermanno negli atti è divisa in tre parti. La prima e la


sinodali promulgati da Urbano II terza rapportano molte rivelazioni
nella città di Troja nella Puglia, in forma di apologhi, per condurre
e così pure nella vita dell'anzidet- i cuori alla santità de' costumi; la
to Papa, scritta da Pandolfo Pi- seconda poi, divisa in dodici capito-
sano. li, racchiude le principali regole
ERMANNO, Cardinale. Erman- della morale cristiana. A questa
no suddiacono e notaio apostolico, seconda parte diede Ermas il tito-

al quale il Panvinio attribuisce il lo del Pastore; perchè il di lui

titolo di maestro, nei principii del angelo tutelare gli appariva, sotio
ERM ERM 57
quella figura per istruirlo, quando vanio, città del Brabante, trasse i

egli la scriveva. Una gran prova suoi natali Ermelinda nel sesto se-
si è questa dell'antichità della dot- colo. Nell'età di anni dodici consa-
trina cristiana intorno agli Angeli grò al Signore la sua virginità. I

custodi. Visse sotto il pontificato genitori di tentarono inutilmen-


lei

di s. Clemente I, è ascritto nel te di torla dal suo divisamento, e


novero dei santi, e la sua festa è dopo averne sperimentata la co-
assegnata li 9 maggio. stanza, le diedero un pieno assen-
ERMELANDO (•.). Nacque Ér- so. Per sottrarsi da ogni monda-
melnndo in Noyon da nobili geni- na distrazione, si rifugiò in un luo-
tori, e conobbe per tempo, che la go chiamato Bevec, ed ivi visse in
vera nobiltà consiste nel seguir la orazione e nel digiuno, per viep-
virtù. Penetrato di questa verità, più piacere al celeste suo sposo.
nel corso de'suoi studi non mai si Passava dal ritiro alla chiesa, e
permise accomunarsi coi giovani
di perchè ebbe a conoscere un gior-
suoi pari, e visse sempre a se, man- no, che due giovani tendevano lac-*
tenendosi puro ed incontaminato. ci alla sua virtù, fuggì di subito
Spedito alla corte di Clotario III, da Bevec, e si recò a Meldrik, ed
servì quel principe in qualità di ivi consumò il resto del vivere suo
coppiere, ed accortosi che i suoi conducendo una vita solitaria, e
si adoperavano per provvederlo di tutta spesa in austerità e vigilie.

una sposa , coll'assenso del re si Spirò santamente il dì 29 ottobre


allontanò dalla corte. Rifugiatosi sul terminar del sesto secolo, È ono*
nel monistero di Fontanelle, e ri- rata con celebrità a Meldaert nel
cevuto da s. Lamberto, intraprese Brabante, e la sua festa ricorre in
il suo noviziato. Compito questo, tal giorno.
fu ammesso alla professione, e per ERMENEGILDO (s.). Da Leo-
la sua specchiata virtù venne an- vigildo re de' goti in Ispagna nac-
che ordinato sacerdote da s. Audeno que Ermenegildo, e fu allevato
arcivescovo di Rouen. Alcuni anni nell'arianismo. Cresciuto negli anni,
dopo Nantes dal santo
fu spedito a s'impalmò con Ingonda, cattolica
vescovo Pascano, con altri suoi zelantissima, e figlia di Sigiberto
compagni , e da di là passarono re d'Austrasia. Il padre di lui as-
nell'isola di Aindre, ove fabbrica- sociatolo alla dignità reale, gli die-
rono due chiese, che divennero poi de a governare porzione de' suoi
celebri sotto il nome della badia stati, ed ebbe Siviglia per capitale.

di Aindre. Governò egli santamen- Le virtù di Ingonda e le continue


te pel corso di vari anni in quali- ammonizioni eh' ella dirigeva al
,

tà di abbate quel monistero, e final- suo sposo , perchè abbandonasse


mente sentendosi dalle fatiche, dal- l'arianismo, fecero tale impressio-
l'età, e molto più da' digiuni vicino ne nel cuore di Ermenegildo, che
al termine di sua vita rinunciò , finalmente si arrese alle verità del-
al governo a lui affidato. Placida- la cattolica fede, e dal santo ve-
mente spirò verso l'anno 710. Il scovo di Siviglia Leandro fu rice-
martirologio romano assegna la vuto nella Chiesa, ed unto col san-
sua festività il dì i5 marzo. to crisma. Leovigildo sdegnato col
ERMELINDA (s.). Presso Lo- figlio per un tal cangiamento di
EHM EHM
udienza, lo spogliò della corona nel quale viene dal martirologio
non solo, ma il minacciò altresì eli romano assegnato il suo glorioso
...ilo tifila moglie e
de' beni, martirio. •

della vita medesima, se non muta- ERMENEGILDO. Ordine tu/uc-


va consiglio. Ermenegildo ad una sire di Spagna.
Nell'anno 1808,
tale intimazione cercò l'appoggio per le discordie intestine della Spa-
di vari principi per contrapporre gna, e per le armi violenti di Na-
ia forza alle violenze paterne ; ma poleone, il re Carlo IV dovette ce-
tradito nella implorala assistenza, dere il regno a Ferdinando VII
non potendo resistere ad un asse- suo figlio; quindi profittando Na-
dio in Siviglia, che durò per più poleone di una occasione favore-
di un anno, si diede alla fuga, e vole, fece rinunziare ambedue alla
si rifugiò a Cordova, e poscia ad corona, che diede al proprio fra-
Osselo. In questa città eravi una tello Giuseppe Bonaparte. Ma de-
chiesa molto bene fortificata, ed in clinata la fortuna di Napoleone, si
quella si rinchiuse con trecento uo- risolvette egli nel i8i3 di resti-
mini scelti. Non fu Ermenegildo tuire la Spagna, che mai aveva po-
neppur salvo in questo sacro asi- tuto domare, al legittimo re Fer-
lo, che strappato a forza dai sol- dinando VII, ciò che effettuò a' i5
dati del padre suo, tu caricalo di dicembre. Tornato il principe nei
catene, tradotto a Siviglia qual suoi stati, dopo essersi occupato a
prigioniero, e posto in una torre. riordinarli ,
per rendere durevole
Tentò Leovigildo, ora colle minac- a' posteri la memoria del suo ri-
ci e ed ora colle promesse, di con- torno al trono, nel 18 14 eresse l'or-
durre il figlio a rinunziare al cat- dine cavalleresco di s. Ermenegil-
olicismo ; ma costante il principe do , acciò fosse di guiderdone a
nella abbraeciata credenza , stava que' prodi sudditi che sì a lungo

impavido attendendo il martirio. e con sì gran coraggio avevano


La prigione divenne intanto per sostenuto i suoi diritti alla corona,
lui una scuola di virtù; col digiu- contro le forze del formidabile con-
no volontario si macerava, col ci- quistatore francese. Fu stabilita per
licio domava ia carne, colla fervi- decorazione a' cavalieri una croce,
da prece si univa a Dio. Il Sab- che sospesa ad un nastro di seta
ba to santo deiranno 586, suo pa- ondata di colore rosso, ma con orli
dre incaricò un vescovo ariano a colore di perla, si dovesse portare
recarsi da lui, ed offerirgli la sua nella sinistra parte del petto; e in
grazia, purché volesse ricevere la pari tempo furono pubblicati i sta-
comunione dalle vescovili sue ma- tuti dell' ordine.

ni. Ermenegildo rigettò con orrore ERMESIANI. Seguaci delle dot-


una siffatta proposta, e rimproverò trine di Giorgio Ermes. Questi nac-
il vescovo cjual seguace di un'em- que in Dregerwald, nel principato
pia dottrina. Montalo il re sulle eliMunster nella Westfalia. Studiò
fùrie a sì franca condotta, ordinò nel collegio o ginnasio di Rheines>
che gli fosse mozzata la testa, ed dal 1785 al 1792, nel quale an-
Ermenegildo senza opporvi resi- no passò a Munster per cominciar
slenza si sottomise al fiero colpo, il corso di filosofìa nella universi-
il che seguì il giorno i3 aprile 3
tà. Nello studiare teologia sorsero
,,

ERM ERM 59
in lui diversi dubbi intorno a Dio, Domesticatosi Ermes, come si è
alla rivelazione, e alla vita eterna. detto, con la nuova Kant
filosofìa di
Nel i 798 ricevette 1' uffizio di pro- e di Fichte, e al nuovo metodo
fessore nel ginnasio di Miuister, introdotto da Stalller, si propose
continuando in pari tempo i stu- niente meno che di date una di-
di filosofici e teologici ; encomian- mostrazione compiuta e rigorosa a
do grandemente nelle sue lezioni priori, colla sola ragione; della reli-
Kant e Fichte. Nel declinar del gione cristiano -cattolica. Rigettati
1798 ricevette la tonsura, quindi perciò tutti i metodi seguiti dai santi
gli ordini minori, il suddiaconato, padri, dagli scolastici e dai teologi
e nel febbraio 1799 il presbitera- che loro tennero dietro, volle tentare
to, a titolo della mensa così detta una via novella onde ottenere il

del principe. Nel 1807 fu fatto suo scopo. A tal effetto risolvette
professore ordinario di dommatica di fare astrazione da tuttociò che
neir università di Miinster, ed al- credeva, e da tuttociò che sapeva;
lora incominciarono le sue verten- di presuppone che non vi fosse
ze sul metodo dell'insegnamento, ancora per lui nulla di certo, uè
e sull' uso della lingua tedesca di sicuro; di dubitare di tutto, non
perchè con questa alterava il sen- pur della dottrina cattolica, ma di
so del rigoroso parlare teologico ; ed qualsivoglia verità, dell'esistenza di
incominciò successivamente a far Dio, di quella del mondo, e della
conoscere i suoi sentimenti, massi- ben anco di giun-
possibilità stessa
me in un suo Parere intorno al- gere ad una cognizione qualunque
le controversie tra il capitolo di di tutti questi oggetti. Pose perciò
Miinster, ed il vicario capitolare ildubbio positivo qual punto don-
in opposizione ad un comando di de cominciare le ricerche sue , e
Pio VII. Nel 18 19 pubblicò l' In- volle far prova se perverrebbe alla
troduzione alla filosofia, e passò perfine a superare un cotal dub-
all' università di Donna a professo- bio col suo pensiero, e trovar cos\
re di teologia dommatica. Ivi nel un punto d'appoggio solido, un
seguente anno pubblicò la sua In- primo principio di cognizione e di
troduzione alla teologia cristiano- certezza, da cui potesse in processo
cattolicaj e continuando ad inse- dedurre le verità tutte della reli-

gnare la teologia in quella univer- gione cattolica. In altri termini


sità sino all'anno i83r, in questo una base, e uno
cercò di stabilire
mori a' 26 maggio, nell'età di cin- fondamento su cui potesse
stabile
quantasei anni. Lungi dal fare la da prima innalzare l'edificio di un
storia di Ermes, e de' suoi segua- sistema delle verità generali , indi
ci, premettemmo questi cenni sto- successivamente, e per una conca-
rici ,
per riportare l' idea gene- tenazione stretta e rigorosa , delle
rale che della dottrina di Ermes verità religiose, della verità cristia-
ci diede il dottissimo p. Giovanni na, e della verità cattolica, di mo-
Perrone della compagnia di Gesù, do che si trovasse in istato di for-
il celebrato autore delle tanto ac- mare definitivamente questo dilem-
clamate Praelectioncs theologicae ma o non si dà verità alcuna, o
:

nel toni. VII degli Annali delle se si dà, questa verità è il catto-
scienze religiose, a pag. 65. licismo. Tale è l' idea generale del
, 1 ,

6o ERM ERM
lavoro di Ermes; tale lo scopo do più o meno grave erronee, con-
ch'egli si propose, al quale appli- venendovi pienamente i più cele-

cò l'animo con ostinata costanza bri teologi di Germania; laonde il

e a cui ottenere, lottò, com'egli sommo Pontefice Gregorio XVI re-


confessa, seco medesimo più di gnante, nel settembre 1 835 emanò
venti anni. Fin dal i8o5 avea egli il decreto di riprovazione e con-
gittato il germe del suo sistema in danna delle opere Ermes. Nel di
un breve scritto che comparve al voi. IX de' citati Annali, a pag.

pubblico sotto il titolo di Ricerche 32 1 e seg., è riportato Ada Her- :

su la verità interiore del cristia- mesiana, ec. scripsitt p. I. Elve-


nesimo. Piti tardi poi, cioè allor- nich, in cui il p. Perrone tolse ad
ché credette avere raggiunto il fi- esaminare il sistema filosofico del-
ne che si aveva prefìsso, diede in l'Ermes ; e nel voi. X, a pag. 6
luce l'opera grande della Intro- e seg., abbiamo Esamina d'una
:

duzione, divisa in due parti, della diatriba contro il R. p. Perrone,


quale si è fatta menzione. Non che scritta da un pseudo Lucio Sin-

però ottenere il suo scopo, gli fallì cero Ermesiano vero. Nel voi. XVI
esso intieramente, e tutto capovolse poi, a pag. 25 1, sono riportate: Ri-
l' insegnamento cattolico, e tolse le flessioni sul metodo introdotto da
basi della certezza, e con ciò della Giorgio Hermes nella teologia cat-
dimostrazione del cristianesimo e tolica, e sopra alcuni speciali er-
del cattolicismo. rori teologici del medesimo, disser-
Quindi insorsero due partiti, uno tazione che il eh. autore p. Per-
contrario ad Ermes, l'altro favore- rone recitò nell'accademia di reli-
vole il primo lo accusò come au-
: gione cattolica di Roma, meritan-
tore di novità perniciose, e indu- do di stamparsi pure separatamente.
centi allo scetticismo e al sovver- ERMETE (s.). Neil' anno 1 32 ,

timento de' principii cattolici; il durante la persecuzione di Adria-


secondo che da lui prese il nome di no imperatore Ermete ricevette
,

Ermesiano, sostenne essere anzi il la palma del martirio in Roma.


proprio maestro sommamente or- Nella via Salaria fu deposto il suo
todosso, e sostenitore della vera fe- corpo, ed ornata la sua tomba con
de e del cattolico insegnamento grande magnificenza dal supremo
contro il protestantismo ed il ra- Gerarca Pelagio II. Parecchie chie-
zionalismo. La lotta andò sì avan- se vantano di essere arricchite del-
ti, che ne venne in cognizione la le reliquie di lui, ed il martirolo-

santa Sede, la quale nel i833 ne gio romano ne riporta la festa a' dì
incominciò 1' accurato esame , che 28 agosto.
continuò con lentezza e maturità, ERMINONE ( s. ). Nacque in

richieste dalla gravità della cosa, Laon. Cresciuto in virtù e versato


dappoiché la dottrina di Ermes molto nelle scienze ecclesiastiche
agitava e teneva in dissensione di- fu promosso all'ordine sacerdotale.
verse provincie della Prussia, e spe- Divenne in appresso abbate di Lo-
cialmente la Westfalia. Risultò da- bes nell' Hainaut succedendo de-
,

gli accurati esami , contenere le gnamente a s. Ursmaro. La sua


opere di Ermes dottrine sovversi- umiltà, l'austerità di vita, e lo spi-

ve del principio cattolico, e in gra- rito di preghiera edificarono i re-


ERM ERM 61
ligiosi a lui soggetti. Consecrato cadessero a terra allorquando vi en-
vescovo, fu anche dal Signore fa- trò il Signore del mondo. A minia-
Torito deldono di profezia. San- no Marcellino asserice, che era
tamente mori il dì i5 aprile del- una città celebre. Le sue rovine
l'anno 737, ed in tal giorno il ro- si vedono nel villaggio d'Achu-
mano martirologio ne assegna la munein, nel basso-Egitto. Otto ve-
festa. scovi vi ebbero sede, cioè Conone,
ERMOCAPELIA (Hermocape- Fasileo, Andrea, Gennadio, Euge-
lia ) . Città vescovile della pro- nio, Paolo, Severo, Chail, ed un
vincia di Lidia, nella diocesi d'A- giacobita. Oriens Christ. tom. II,
sia, sotto la metropolitana di Sar- pag. 5g5.
di, la cui erezione risale al secolo ERMOPOLI la piccola. Città
nono. Teopisto e Niceforo ne fu- vescovile del primo Egitto, sotto il

rono vescovi. Oriens Christ. t. I, patriarca di Alessandria, e la me-


p. 890. tropoli di tal nome, eretta nel se-
ERMOGENE, Cardinale. Er- colo quinto. Strabone dice, eh' è
mogene Cardinale prete della S. R. vicina al Nilo dalla parte del mon-
C. e del titolo di s. Prisca, inter- te. Fu ritiro famoso di un gran
venne ad un concilio celebrato nel numero monaci, ch'erano sotto
di

761 dal Papa s. Paolo I. Credesi la giurisdizione del vescovo della


che sia stato elevato a quella digni- città. Commanville e il p. Vansleb
tà dal Pontefice Stefano II, detto III, dicono essere presentemente Demen-
antecessore del nominato s. Paolo I. hour presso il Delta ove non sono
ERMOGENE, pittore di profes- più vescovi né melchiti, né copti. E-
sione, innalzò nel secondo secolo rodoto narra, che fu vicino a Sebe-
cattedra di eresie in Alessandria. nyte, piuttosto presso al mare, al-
Diceva, che la materia era eterna ed l'est di Ruto. Abbiamo dieci ve-
increata, che i demoni doveano un scovi i quali vi ebbero sede, Am-
giorno riunirsi alla materia, e che mon, Draconzio, Isidoro, Dioscoro,
il corpo di Gesù. Cristo stava nel Isaia, Gennadio, Zaccaria, Menna,
sole. Scrissero contro di lui Ter- Gabriele, ed un altro che fiori nel
tulliano, s. Teofilo, Eusebio e Lat- 1147. Di tutti si riportano le no-
tanzio. tiziedal p. Le Quien, Oriens Christ.
ERMOPOLI la grande. Città tom. II, pag. 5i4 e seg. Al pre-
vescovile, e capitale della Tebaide, sente Ermopoli, Hermopolitan. , è
nel patriarcato di Alessandria, sot- un titolo vescovile in partibus ,

to la metropoli di Antinoe, eretta dipendente dalla metropoli in par-


nel quinto secolo, che Commanvil- tibus di Damiata, che suole confe-
le dicepur chiamarsi Benesuef. Pli- rire la santa Sede. Ne portò il ti-
nio la chiama città di Mercurio, tolo vescovile il celebre monsignor
Mercurii oppidum, perchè vi si Dionisio Antonio Luca Frayssinous,
onorava questa divinità sotto la te- l'autore della Difesa del Cristia-
stad'un cane. Alcuni pretendono nesimo. Dopo la sua morte, il re-

che la Reata Vergine e s. Giusep- gnante Gregorio XVI, nel concisto-


pe ivi si recassero con Gesù Cristo ro de' 27 gennaio 1842, lo con-
bambino, nella fuga in Egitto, e ferì a monsignor Antonio Fuathow-

che vi fosse un tempio, i cui idoli ski di Posnania, che in pari tem-
,

IÌ2 ERA ERS


po lece sufTraganeo all' arcivescovo stina-. questa è la croce di merito
di Plosko in luogo di Pultow. in argento, e la medaglia del me-
ERNESTINO. Ordine equestre rito. I gran croci portano al lato
di Sassonia. A seconda degli sta- sinistro del petto una piastra ot-
tuti de' i5 dicembre i833, i du- tagona, alternativamente d'oro e di
chi della linea Ernestina, Federi- argento, sulla quale si trova im-
co di Sassonia- A Itenburg, Ernesto pressa la croce bianca, e nel mez-
di Sassonia-Meiningen , e Hildbur- zo un campo d' oro colla corona
ghausen, per onorare la memoria di ruta e l'epigrafe: fideliter et
della linea speciale di Sassonia-Go- constanter. 1 commendatori della
tha- A Itenburg , estinta nel 1825, prima classe portano la croce, ma
rinnovarono 1' Ordine dell'integrità senza piastra al di sotto. Pei sud-
germanica, che porta per divisa : diti sassoni, gl'impiegati civili han-
fideliter et constanter, istituito già no di più in questa decorazione
nel 1690 da Federico I duca di una corona di quercia, e i soldati
Sassonia - Gotha - A Itenburg come , una corona di alloro. La decora-
un'onorifica distinzione, ed una ri- zione comune a tutte le classi, ma
compensa al merito ; però tutti i di differente dimensione, è una cro-
principi del ramo Ernestino, appe- ce ottagona smaltata in bianco, e
na nati, per diritto sono noverati incrostata d'oro: lo scudo della
alla prima classe di questo ordine faccia principale della croce rap-
equestre. L'ordine si divide in quat- presenta il busto del duca Erne-
tro classi, cioè di gran croci, di sto Pio, stipite della linea Erne-
commendatori di prima classe, di stina da cui piglia nome l'ordine,
commendatori di seconda classe, e e nel rovescio vede lo stemma,
si

di cavalieri; rimanendo stabilito il e l'epigrafe menzionata dell'ordine


numero dei membri in nove gran stesso. La medaglia poi ha sulla
croci, dodici commendatori di pri- faccia il busto del fondatore di
ma classe, diciotto della seconda quella linea che la conferisce, e nel
e trentasei semplici cavalieri , non rovescio vi è il motto.
comprendendosi nel numero gli stra- ERRHA, ERRA, seu HERRI.
nieri. Coloro che sono fregiati del- Sede vescovile della seconda pro-
la gran croce nel tempo istesso
, vincia di Arabia, nel patriarcato
sono aggregati alla nobiltà, tras- di Gerusalemme, sotto la metro-
missibile ai discendenti; e ciascuno poli di Boslra, eretta nel secolo
dei duchi delle tre linee, ha il di- quinto. Ebbe un sol vescovo.
ritto di nominare i propri sudditi ERSK1NE Carlo, Cardinale. Car-
a tutte le menzionate classi dell'or- lo Erskine, oriundo da nobile fa-
dine, sino alla concorrenza del nu- miglia di Scozia, nacque in Roma
mero prestabilito. Nell'ammissione ai i3 febbraio 1743. Sino dai tem-
degli stranieri, il cui numero è in- pi d'Innocenzo VI il capo della
determinato , debbono concertarsi famiglia Erskine sedeva nel parla-
almeno due delle case ducali capi mento d'Inghilterra col titolo di Pari
e conferitrici dell'ordine. Oltre le sotto il nome di lord Niellie. Ricevuta
suddette quattro classi, vi è anco- una buona educazione letteraria e
ra una decorazione aggiunta all'or- religiosa, e dedicatosi al servigio della
dine medesimo della linea Erne- santa Sede, siccome dotto nella giù-
ERS ERS £3
imprudenza, e celebre nell'esercizio veduta né permessa dopo la lagri-
dell'avvocatura, in Roma meritò mevole riforma, fu decorata da iscri-
che alcuni lo chiamassero il restau- zioni lapidarie, che in islilcpurgatissi-
ratore del bello scrivere forense nel mo ed ottimo gusto furono composte
latino idioma, prima di lui alquan- dallo stesso Erskine, e che venne-
to trasandato. 11 perchè fu da Pio VI ro collocate intorno al tumulo; ed
annoverato nel collegio degli avvo- inter solcmnia vi si recitò l'elo-
cati concistoriali, quindi fu fatto ca- gio funebre. L'orazione poi dal-
nonico della basilica vaticana, e l' Erskine composta in lingua in-
promosso alla prelatura domestica, glese per tale circostanza, ebbe sì

ed alla rilevante carica di suo udi- generale accoglienza e plauso, che


tore , dandogli poi in vice-uditore ,
nella medesima città di Londra fu
monsignor Alessandro Lacchi ni pro- obbligalo darla alle stampe, e ven-
tonotario apostolico. Divulgatasi la ne poscia tradotta e pubblicata in
voce di un congresso da tenersi dalle italiano da monsignor Pio Ferrari.
potenze belligeranti contro la Francia Nel ritornare da Londra a Roma,
sullapace generale, il Cardinal de passando per Parigi ebbe udienza
Zelada segretario di stato, in data da Napoleone, che nel congedarlo
àe 6 giugno 1793, deputò e nomi- gli disse: mi piacerebbe esservi u-
nò monsignor Erskh.e a rappre- tile 3 perchè vi stimo assai. In Lon-
sentare in detto congresso la santa dra il nostro prelato avea sostenu-
Sede, e gli spedi conseguentemen- to la corrispondenza della congre-
te le credenziali , e le istruzioni. gazione di Propaganda fide colle
Il medesimo Pio VI lo inviò in missioni orientali, che sovvenne ge-
Londra colla qualifica diplomatica nerosamente . lasciando poi a di-
di residente presso la real corte di sposizione della congregazione la
Inghilterra, o v'ebbe onorevole acco- somma 34/ 7 ie sterline. 11
di 1 1 «

glienza, e si vide ammesso in cor- nuovo Papa Pio VII diede all'Er-
te in abito nero ecclesiastico, cosa a skine per coadiutore nel! avvocatu-
quel tempo singolarissima. Essendo ra concistoriale monsignor Agostino
morto nel fine di agosto 1799 il Valle, quindi volendone rimunera-
Pontefice in Valenza di Francia, mon- re i meriti, le virtù, e i servigi
signor Erskine a sue spese gli fece prestati alla santa Sede, mentre
celebrare nella chiesa di s. Patrizio era pure suo uditore, nel concisto-
di Londra solennissime esequie , cui ro de'3 febbraio 1801 lo creò Car-
intervennero tutti i ministri delle dinale dell'ordine de'diaconi, pub-
corti cattoliche , insieme a quello blicandolo in quello de' 17 gennaio
di Russia, come si legge nel No- i8o3, nella settima promozione car-
vaes, t. XVII, pag. 193, che nota dinalizia. Indi gli conferì per dia-
fossero allora scorsi circa 270 an- conia la chiesa di Maria in Cam- s.

ni dacché l'Inghilterra si era sepa- pitelli, annoverandolo alle congre.-

rata dalla Chiesa cattolica, nel qual gazioni del concilio, di Propaganda
tempo non 'eransi più praticati si- fide, deVili, e della fabbrica di s.
mili omaggi ai Romani Pontefici Pietro. Divenne protettore del re-
defunti; ciò che pure abbiamo dal gno di Scozia, del collegio scozzese
Cancellieri, Possessi, Tal p. ^.7.0. in Roma, del monistero di s. Fran-
pompa funebre, che non crasi più cesco detto di Monte Luce di Pe-
64 tRS ERU
rugia ; come ancora fu visitatore l'arciprete fece una bella risposta.
apostolico del monistero de'ss. A- Venne sepolto in una camera sot-
gostino e Rocco nella terra di Ca- terranea di detta chiesa di s. Ge-
llaiola, e per un tempo fu anche novieffa, ov' erano già stati sepolti
pro-segretario de'brevi pontificii. In- i predefunti Cardinali Capraia, e
vasa Roma dagl'imperiali francesi, Vincenti; ed inbalsamato, fu ri-
il nostro Cardinale, come tutti gli posto nelle solite tre casse, come si
altri, fu deportato in Parigi, dove costuma coi Cardinali. Venne scolpi-
morì, nell'età di 68 anni, ai 20 ta sopra una lastra di granito la
marzo 181 1, e venne esposto nel- modesta e semplice iscrizione com-
la chiesa di s. Tommaso d'Aquino posta dal medesimo porporato Er-
sua parrocchia, parata a lutto, es- skine, e trovasi ripetuta in una con-
sendosi posto sopra il letto del simile lastra marmorea, nella men-
cadavere il baldacchino; e dopo le tovata sua chiesa diaconale di s.

consuete esequie venne sepolto in Maria in Campitela, o in Portico,


quella di s. Genovieffa. Essendo e- di Roma.
gli morto nel giorno stesso che ERUDIZIONE (Eruditio, Do-
nacque il figlio di Napoleone, chia- ctrìna ). Vocabolo che propriamen-
mato il re di Roma, ed attese le te vale dirozzamento ma si usa ,

pubbliche che per tale avve-


feste anche in significato di dottrina, e
nimento ebbero luogo, dovette il quindi dai nostri antichi scrittori
suo corpo rimanere nella casa quat- si accennano uomini di grande e-

tordici giorni, celebrandovisi tutto rudizione, letterati di non ordina-


dì messe ed uflìzi. 11 decimottavo ria erudizione, ec. Pigliossi poi in
giorno decretato avendo il consi- men largo significato l' erudizione
glio di stato che gli si rendessero per o sia dottrina e co-
filologia,
gli onori come ad un senatore, fu gnizione di molte cose, acquistate
perciò trasportato in funebre car- non per argomentazione o discorso,
rozza con grande accompagnamento ma per semplice veduta o quasi
di milizia alla chiesa suddetta di s. veduta de* sensi o della mente,
Tommaso, destinata dal ministro dei conservata nella memoria. Quindi
culti a tali solenni esequie, coll'in- si disse l'erudizione rara, vasta,
tervento del seminario di s. Sul- meravigliosa, profonda, recondita,
pizio, dei preti della parrocchia, e sacra, ecclesiastica, profana, filosofi-
di tutti i vescovi e Cardinali che ca, istorica, filologica, ec, e talvolta
trovavansi allora in Parigi, prenden- anche triviale. Così il Dizionario del-
do luogo dopo di essi il mini- la lingua italiana, e il Dizionario
stro de' culti in grand'abito di eti- delle origini. Colle nozioni di questa
chetta. Cantò la solenne messa di seconda utilissima opera, e coll'au-
requie il Cardinal Giuseppe Doria, torità di altri scrittori, aggiunge-
e dopo le consuete cerimonie , fu remo altre erudizioni sul vocabolo
trasportato col medesimo corteggio erudizione, titolo di questo nostro
in s. Genovieffa, e qui ricevuto da Dizionario, nel quale parecchi so-
una deputazione del capitolo di no gli articoli eh' espressamente ri-

nostra Signora ; e il curato nel guardano la scienza e il vocabolo


consegnarlo all' arciprete della chie- erudizione ,
principalmente quella
sa ne recitò il funebre elogio a cui della antichità.
ERU ERU 65
L'erudizione, secondo il d'Alem- non leggevano e non conoscevano
bert, è un genere di cognizioni, se non che greci scrittori, ed al-
i

in cui i moderni
sono singolar- si cuni fanno loro il rimprovero di
mente distinti per due ragioni più : avere ereditato dagli antenati loro
il mondo invecchia, e più s'au- una specie di disprezzo per tutto
menta la materia dell'erudizione, quello che scritto non era nella lo-
e per conseguenza dee trovarsi al ro lingua. Tuttavia siccome al tem-
presente maggior numero di eru- po degl' imperatori romani, ed an-
diti , come maggiore quantità di che avanti quel periodo, molti scrit-
ricchezze trovasi, allorché avvi mag- tori greci , come Polibio , Dione ,

giore abbondanza di numerario. Diodoro Siculo, Dionigi di Alicaiv


D'altronde l'antica Grecia non fa- nasso ed altri, avevano scritta la
ceva gran conto se non che della storia romana , e quella di altri
sua storia e del suo idioma , e i popoli, così t' erudizione storica, e
romani non erano se non che ora- la cognizione de' libri anche sem-
tori e politici ; lo studio adunque plicemente greci, formato aveva si-
dell'erudizione propriamente detta, no da que' tempi un oggetto con-
non era molto coltivato dagli an- siderabile dello studio de' letterati
tichi. Tuttavolta trovossi in Roma d' oriente.
sul finire della repubblica, e poscia Costantinopoli ed Alessandria
sotto gl'imperatori, un piccolo nu- avevano due biblioteche riputatis-
mero di eruditi , come il celebre sime, come le aveva avute Roma :

Vairone, Plinio il naturalista, ed la prima fu distrutta nel secolo


alcuni altri. Però il trasferimento Vili , per ordine dell' insensato
della sede dell' impero a Costan- Leone V Isaurico, la seconda fu
tinopoli, la divisione dello stesso bruciata da' saraceni nel secolo pre-
impero, e in seguito la distruzione cedente. Fozio, che viveva sul de-
di quello d'occidente, annientarono clinar del secolo IX, allorché quasi
ben presto in quel genere qualun- tutto l'occidente era immerso nel-
que specie di cognizioni in questa T ignoranza e nella barbarie più
parte del mondo, massime nel se- profonda meno quelle eccezioui
,

colo decimo. Al secolo decimoquin- che in più luoghi abbiamo notalo,


to si deve il risorgimento e glo- ci lasciò colla sua famosa bibliote-
rioso incremento delle scienze, seb- ca, o ragguaglio di molti libri, ch'e-
bene possa fondatamente dirsi che gli aveva letti attentamente, un mo-

in Italia rinato già fosse il gusto numento immortale della sua va*
della erudizione* e coltivato gran- sta erudizione, al modo che dicem-
demente quello studio, massime mo al voi. ,
XX
pag. 8 del Di-
dopo il ritrovamento e la pubbli- zionario. Dal gran numero del*
cazione de' classici greci e latini. le opere, delle quali egli porta giù*
L' oriente si sostenne per lungo dizio, o delle quali riferisce estrat-
tempo anche nei secoli che delti ti o frammenti, e delle quali è in
furono della barbarie, e la Grecia oggi perduta una grandissima par-
più o meno ebbe sempre alcuni te, si raccoglie che la barbarie del*

uomini dotti, versali nella cogni- T imperatore Leone, e dei sarace-


zione de libri, e specialmente nel- ni per comando di Omar, non ave-
la storia. Ma que' dotti per lo più va ancora potuto distruggere lì
VOL. XXII. 5
66 BRU ERU
gusto dell'erudizione nella Grecia. tradotti dal Poggio Bracciolino dal
Benché i dotti, che successivamen- greco in latino Senofonte, e Dio-
te fiorirono dopo Fozio, non fos- doro Siculo; da Flavio Biondo fu
sero egualmente forniti di erudi- scritta l' Italia illustrata; da Anto-
zione quanto quel grand' uomo, nio degli Agli s'incominciarono a
tuttavia per lungo tempo appresso scrivere gli Atti de* santij da Gre-
la comparsa di quel patriarca sci- gorio di Trebisonda si voltò in la-
smatico, ed anche sino alla presa tino Eusebio della preparazione e-
di Costantinopoli fatta nel i453 vangelica, Platone de legibus, VAI-
da Maometto II, la Grecia ebbe mageston di Claudio Tolomei, ot-
sempre alcuni uomini istrutti, o tantina omelie di s. Gio. Crisosto-
almeno versati nella storia de' loro mo sopra s. Matteo, e due orazio-
tempi, e nelle lettere, tra' quali ni di san Gregorio Nazianzenoj
possono annoverarsi Psello, Tzetze, da Nicolò Peratto si tradusse Po-
Suida, Eustazio commentatore di libio; da Lorenzo Valla Tucidi-
Omero, che fu poi arcivescovo di de (per la qual versione Nicolò
Tessalonica, non che Giorgio da V gli sua mano cinque*
diede di
Trebisonda, il Cardinal Bessarione, cento scudi ed Erodoto j da Gua-
)

ilpatriarca Gennadio, ec. E qui rino Veronese, e da Gregorio di


ad onore dell'Italia nostra va notato, Città di Castello, la Geografìa di
che la prima versione e illustra- Strabone } e la traduzione de' li-
zione latina del commento di Eu- bri de regno di Dionej da Pietro
stazio sopra Iliade di Omero, fu
l' Bandidio Decembrio, Appiano A-
pubblicata in Firenze nel iy3o lessandrino; da Teodoro Gaza al-
dall'eruditissimo. p. Alessandro Po- cune opere di Aristotile, e l' istoria
liti fiorentino delle scuole pie. Cre- delle piante di Teofrastoj da Egi-
desi comunemente che la distru- dio Libellio alcuni opuscoli di FUo-
zione dell'impero orientale sia sta- ne Ebreo; e da Giannozzo Manetti
ta la cagione, o almeno una delle il vecchio e il nuovo Testamento.
cagioni che promossero il rinasci- E laddove il Petrarca cento anni
mento delle lettere in Europa; e prima per la lettura che faceva
,

si vuole da alcuni, che i dotti del- di Virgilio, veniva chiamato miscre-


la Grecia cacciati o fuggiti da Co- dente, nel pontificato di Nicolò V,
stantinopoli e ben accolti dal Pa- l'Iliade, e V Odissea di Omero , da
pa Nicolò V, e dai Medici di Fi- Orazio romano e da un altro, di
renze col loro sapere, e colle ope- comando del dottissimo Pontefice,
re che seco portarono, ricondusse- munifico mecenate delle lettere e
ro lumi della erudizione nell'oc-
i suoi cultori, in latini versi furono
cidente, il che (dice il citato Alem- tradotte. Non deve tacersi che l'ar-
bert) non è vero se non in parte. rivo in Europa dei dotti dalla Gre-
Che le lettere greche e latine cia era stato preceduto dalla uti-
avessero da Nicolò V una grande lissima invenzione della stampa, e
protezione, Io abbiamo dalManni, gli stessi francesi osservano che pre-
Storia degli anni santi, pag. 72 e cedentemente erano comparse le
seg. Egli dice che per ordine di opere di Dante, del Petrarca e
quel Papa, e con convenienti ono- del Boccaccio, le quali ricondotta
rari vennero a beneficio universale avevano in Italia l'aurora del buon
, ,

ERU ERU 67
gusto e deir amore allo studio dei » a voi ricorressi, trovando un ar-
classici. * chivio, un museo, una bibliote-
I suddetti greci di Costantino- » ca sempre aperta nella vostra
poli riuscirono sommamente utili y>memoria. Poiché tenete, per dir
ai letterati di occidente per la pie* « così, tutto il tesoro ed il capi-
na cognizione della lingua greca •» tale dell'immensa erudizione che
che incominciarono ad insegnare » possedete, in pronto e lucidis-
con regolare metodo, e della quale ti simo contante, da dispensare, e
resero comune lo studio, forman- « d'arricchire chiunque ne abbiso-
do allievi talmente ingegnosi, che » gna ". 11 Muratori , il Tirabo-
ben presto eguagliarono e supera- schi, l'Andres, e tanti altri sommi
rono i loro maestri. Lo studio dotti,furono appellati principi dell'i-
profondo delle lingue greca e la- taliana erudizione, nella quale fu tan-
tina , e degli antichi autori che to celebre il mentovato Cancellieri.
parlato e scritto avevano in quelle In oggi il vocabolo di erudizio-
lingue, preparò insensibilmente gli ne si applica più comunemente a-
spiriti ai buon gusto della erudi- gli studi della filologia, ossia stu-
zione., e della bella letteratura. Fu dio delle belle lettere, e di quello
allora che i dotti dell'occidente si che chiamiamo appunto erudizione,
avvidero che Demostene e Cice- non che dell'antiquaria. Egli è
rone, Omero e Virgilio, Tucidide perciò, che per ultimo accenneremo
e Tacito, seguiti avevano gli stessi quanto Filippo Buonarroti scrisse
principii nell'arte di scrivere, e fa- sullo studio e sulla difficoltà del-
cilmente ne trassero la conclusione, l'erudizione, nel suo proemio alle
che quei principii erano i veri fon- dotte Osservazioni istoriche sopra
damenti dell'arte. Ciò non pertan- alcuni medaglioni antichi. Il vero

to i veri principii del buon gusto, sapere consiste in gran parte, non
dice il citato d'Alembert, non fu- nell'avere apprese e conservate nel-
rono ben conosciuti ed accurata- la memoria molte cose, ma bensì
mente sviluppati se non quando si nel discernimento di conoscerne il

ricominciò ad applicarli alle lin- valore, la scienza di esse, le cose


gue viventi; e in questo ancora chiare e certe dalle dubbie, e la-
primi furono gì' italiani. Siccome la E se veruna scien-
sciare le inutili.
memoria tenace è il principal ca- za ha bisogno di un sì fatto pre-
pitale di un vero erudito, nell'in- paramento d' intelletto e cautela ,

titolare l'eruditissimo Cancellieri al lo studio dell'erudizione e della an-


celebre cav. Millin la Dissertazio- tichità è quello che ne ha una
ne intorno agli uomini dotati di necessità particolare, solo per non
gran memoria, ec, cosi gli scrive- le cagioni addotte,ancora pel ma
va: •> Finche ho avuto la sorte di gran numero degli scrittori, e per
•» starvi vicino a Parigi ed in Ro- la varietà delle opinioni che ci
* ma, non mi facea di mestieri sono, non che per la differenza
» di consultare verun libro. Qua- degli stili,ond' è molto difficile in
» loia mi occorreva di procurar- una strada tanto frequentata da
» mi qualche notizia, o di sapere ogni sorte d' ingegni seguitare le
» quale autore avesse scritto sopra vestigie che conducono alla veri-
» qualunque materia, bastava che tà. Ma siccome tali cose rendono
68 ERU ERU
difficile un tanto studio, è pur ve- lo, che per vendicarsi di Oreste, il
ro che con grandissima utilità si quale avea proclamato imperatore
assuefa l'intelletto, e lo rende più il proprio figlio Romolo Augusto,
abile ad apprendere e seguire in ogui detto per dispregio Momillo Au-
affare la verità; imperocché, se l'e- gustolo, come sdegnato in un ai
sercizio delle altre scienze ce lo suoi partigiani, nulla curando la

restringe, per così dire, ad un cer- rovina d'Italia, chiamò gli eruli,
to, solo e regolato metodo che , popoli della Seandivania, inviando
non è tanto a proposito per gli a tal uopo una legazione ad Odoa-
altari comuni, lo studio dell' eru- cre, cui s. Severino avea predetto

dizione dall'altro canto è più adat- il suo futuro ingrandimento. Odoa-


tato ad abilitarlo a ben discernere cre dopo poca resistenza, nel 47*>
e giudicare negli accidenti, e nelle occupò anche Roma depose Ro- ,

cose umane, dipendono da


le quali molo Augusto rilegandolo nella
congiunture e cagioni diverse ed Campagna, cioè in Luculiano, ca-
uràni te, per la ragione che questa stello vicino a Napoli, dando cosi
scienza dipende, come si è detto, fine al romano impero cinque se-
da molti principi*!. coli dopo la sua fondazione > e la
ERULI (Heruli).
Questi anti- possente dominazione romana fon-
chi popoli ebbero l' origine nella data da Romolo, e stabilita da
Germania o nella Pomeriana, se- Augusto ebbe fine sotto l' infelice
condo S trabone e Tacito, e furo- e debole principe, che indegna-
no prima chiamati Lemovii. Tolo- mente portava il nome di ambedue.
meo nella sua geografia , dice che Lungi Odoacre di assumere la
gli eruli uscirouo dalle isole del porpora imperiale, prese in vece
golfo del Codano o dell'Ellespon- l' insegne e il titolo di re d'Italia,
to Danico. Zosimo e Procopio che fissando la sua sede in Ravenna
ci fanno conoscere i principii di (Fedi). Allora Roma venne consi-
questi popoli , attribuiscono loro derata come città secondaria, sot-
un'estrema ferocia. Questi popoli toposta al governo dei luogotenenti
entrarono in Europa , dopo aver del re, e le sue provincie limitrofe
passato lunghesso il Ponto Eussi- formarono il ducato romano. Ri-
no. Gli uni si stabilirono sulle ri- cordevole Odoacre del vaticinio di
ve del Danubio, altri imbarca-
si s. Severino, gli scrisse invitandolo
rono, ma vi perirono in gran nu- a domandare ciò che avesse volu-
mero. Fecero la guerra ai lom- to. Odoacre mostrò molta mode-
bardi, e poscia agi' imperatori gre- razione, e sebbene seguace dell'a-
ci, per cui Anastasio fece loro la rianesimo, non turbò le cose sa-

guerra, e in parte li sottomise. gre, e concedette varie grazie ai

Giustiniano 1 accordò loro delle vescovi cattolici. L' erulo conqui-


terre, e li sollecitò a farsi cristia- statore mise nel suo consiglio il
ni, siccome poi diremo. Al dire di celebre Cassiodoro , creandolo nel
Procopio gli eruli entrarono in I- 485 conte delle rendite private, e
talia nell'anno 47^, avendo alla tre anni dopo conte delle sagre
loro lesta Odoacre. Narra il Ri- largizioni. Indi nell' anno 487 vin-
naldi, all'anno 47 5, num. 3, che se Feba re de' rughi, e lo mandò
Giulio JXepote imperatore fu quel- schiavo con la moglie Gisa in Ita-
ERU ERU 69
lia,ove trasportò pure le sue genti mi, e la meraviglia comune per la
quando superò Federico figliuolo profonda sua dottrina. Fu caro as-
di Feba, che avea ricuperato il pa- sai a Nicolò V, che Io fece refe-
terno reame. Mal soffrendo Teo- rendario, e lo ammise nel palazzo
dorico re degli ostrogoti o visigoti vaticano, affidandogli liberamente le
in Italia, che in questa nobile e cose di maggior importanza. Lo di-
bella regione regnasse pure O- chiarò quindi uditore di rota, e nel
doacre, ottenne l'assenso da Zeno- i44^ gb' vescovado di
conferì il

ne imperatore di oriente di mar- Spoleti, da cui


richiamò l'anno
lo
ciar contro di lui con poderoso seguente per eleggerlo a suo vica-
esercito l'anno 489. Lo vinse in rio in Roma. Succeduto poi nel
due battaglie, lo costrinse a rac- trono pontificio Calisto III, fu egua-
chiudersi in Ravenna, e dopo tre le il grado di onore eh' ottenne
anni di Teodorico a' 5
assedio, presso questo Papa, ed anzi da lui
marzo 49/3 ebbe per capitolazione sarebbe stato promosso alla sagra
la città, indi dopo pochi giorni a porpora, se le umane passioni che
tradimento uccise Odoacre, termi- talvolta nascondonsi anche nelle
nando colla sua morte il regno persone eminenti, non gli avessero
degli eruli in Italia. Fu dunque ingiustamente opposto de' speciosis-
nel 493 che Teodorico assunse il simi obbietti. Pio II però, non avu-
titolo di re de' goti e d' Italia, e to riguardo a' nemici di lui a' 5
,

Roma fu a lui sottoposta. Abbia- marzo 1460 , lo creò Cardinale


mo inoltre dal citato Rinaldi, al- dell' ordine de' preti , e gli asse-
l'anno 527, num. 52, la conver- gnò il titolo cardinalizio di s. Sa-
sione al cattolicismo degli eruli, ed bina e l'abbazia delle tre fonta-
essendosi recato il loro re Getes a ne. Decorato di sì cospicua digni-
Costantinopoli, si fece battezzare, e tà, con mensa frugale ed u-
visse
l' imperatore Giustiniano I, ch'erasi mile suppellettile, per modo di ren-
servito degli eruli nella guerra di dersi il modello dell'altrui condot-
Persia, lo tenne al sagro fonte. Di ta. Nondimeno sapea sostenere i

questa conversione degli eruli ne diritti suo grado con tale


dell'alto
trattano anco Evagrio e Niceforo. fermezza da lasciarne le più lu-
ERULI Eberardo, ovvero Ber- minose memorie, e raccontasi nella
nardo, Cardinale. Eberardo Eruli vita di lui che non abbia voluto
nacque in Narni l'anno 1409. Giu- discendere a fare pel primo la vi-
sta il Ciacconio e l'Ughellio ebbe sita al secondogenito del re di Na-
i natali da famiglia volgare ed poli recatosi in Roma , sebbene i
oscura ; ma secondo Sperandio,
lo suoi colleghi l'avessero già fatta.
il Marchesi , il Viviano, sembra In Narni avea fondato un ampio
piuttosto che avesse abbastanza ci- monistero ed uno spedale pei po-
vile casato. Ciò si conferma da veri con una chiesa in Monterosi.
quanto disse Pio II nel concistoro Dimesso il primo titolo, nel i474j
in riguardo all'Eruli, cioè non igno- sotto Sisto IV, passò al vescovato
bili loco natus. In qualunque mo- di Sabina, e quindi sostenne la le-
do però siasi la cosa, egli è certo gazione di Perugia e dell'Umbria.
che fino da' primi anni si rese lo Ebbe amicizia col Cardinale di
specchio della integrità ne' coslu- Pavia, che di lui parla molto nel-
, ,

70 ERZ ERZ
le sue lettere, e col santo arcive- nura, di un'alta monta-
a piedi
m'(ivo di Firenze Antonino, il qua- gna, chiamala Egarli-Dagh , e di
le spesso usava di consultarlo ne- molte colline, distante due leghe
gli affari della più grande impor- dal braccio settentrionale dell'Eu-
tanza. Morì in età di settanta an- frate. E assai grande, cinta di mu-
ni nel i479> e *" se P°' to ne ^ a ba- ra, e fosse; nel centro avvi una
silica vaticana, dove ottenne anche cittadella circondata pur di fossa,
un'iscrizione, che venne poi illustra- e da doppia muraglia in pietra
ta dall'erudito ab. Dionisi ne' suoi ed è fiancheggiata di torri. Questa
Monumenti delle grotte vaticane. cittadella ha quattro porte, e rin-
ERUMNINA. Sede episcopale chiude il palazzo del pascià, e qua-
d'Africa, il cui vescovo Massimia- si tutta la popolazione turca. Si
no intervenne al concilio di Cabar- distingue tra le sue numerose mo-
susa nell'anno 2 34- Not. Afr. schee l'Ulà Giamì, vastissimo edi-
ERYTRHAEA. V. Eretra. fìzio. Vi sono inoltre molti bagni
ERYTRHON. Sede vescovile del- pubblici, bazar, e belle piazze : la
la Libia Pentapoli, nel patriarcato fabbrica della dogana è pur vasta.
Alessandrino, sulle coste del mare. Quivi è il centro del commercio
Si crede stabilita da Marco, co-
s. fra la Persia, la Turchia, ed altri
me pure le sedi d'Idrace e di Pa- luoghi ,
perchè è assai frequen-
lebisca; luoghi poco considerabili, tata dalle carovane. Si calcolano
che le furono aggiunti, sebbene nel i suoi abitanti a circa settantamila ,

quarto secolo avesse ognuno il turchi, armeni, greci ec. Sebbene


proprio vescovo. È noto, che il il clima sia freddo , e l'aria pura,
concilio di Sardica avea proibito di la peste vi fece delle grandi stragi
erigere vescovati ne' borghi. Si sa nel precedentemente avea
1807 :

ancora che ad onta di ciò ve ne provato il flagello del terremoto


furono molti nella Pentapoli, in a' 9 luglio 1784. Fuori della porta
altriluoghi d'Africa, ed in Asia. di Tauris, vi sono ameni passeggi,
Commanville dice, che Erytrhon molti bei sepolcri di santoni , che
venne eretta nel quinto secolo e , si vanno a visitare, e sorgenti mi-
dichiarata suffragauea della metro- nerali assai rinomate.
poli di Cirene. Neil' Oriens Christ. Commanville, de tous
nell' Hist.
tom. II, pag. 625 , sono le notizie les archèv., che Erzerum è
dice,
de* quattro suoi vescovi Orione residenza di un arcivescovo arme-
Sabazio, Paolo e Teofilo. no, che prima chiamavasi di Surp-
ERZERUM, Erze-Roum, Aziris, Xrixor, ossia di s. Gregorio, nel pa-
o Teodosiopoli ). Città arcivesco- triarcato d'Ezmiazin (Vedi), e nel
vile dell'Asia maggiore nel patriar- monistero di tal santo. La provin-
cato di Ezmiazin, della nazione ar- cia d'Erzerum si componeva del-
mena, la quale chiama questa cit- l'arcivescovato d' Erzerum, e di tre
tà col nome di Cariti o Garin. s vescovati suffraganei. Questi vesco-
antica capitale dell'Armenia mag- vati erano Surb-Astuasasin, con re-
giore. Essa appartiene allaTurchia sidenza nel monistero della Madre
asiatica neh' Armenia , ed è capo di Dio, quattro leghe lungi da Er-
luogo di pascialatico e di sangia- zerum ; Ginisuvanch) con moniste-
cato, sorgendo in una vasta pia- ro distante otto leghe da Erzerum ;
ESA ESA 71
e filamruanavanch, città nel Be- tado Venosino, allora domini» del-
glerbei d'Erzerum. Oltre a ciò e- la Chiesa romana, ed anche quelli
ranvi gli arcivescovati onorari di di nomina o presentazione di prin-
Derganav aneti, residente nel mo- cipi sovrani d' Italia ed isole adia-
nistero d'Erzerum, e di Arsingam. centi, si dovessero esaminare pub-

Di Erzerum si tratta in vari ar- blicamente alla presenza del Papa,


ticoli del Dizionario , massime al nella sagra teologia, ovvero in sa-
voi. XVIII, pag. 3 e 124, ove 1 1 gri canoni. Ed è perciò, che Cle-
dicesi del suo stato presente sì delle mente Vili istituì la Congregazio-
provincie che le sono soggette, che ne deW esame de* vescovi (Vedi),
degli armeni cattolici, di quelli sci- al quale articolo si riporta quanto
smatici, ed anche dei greci. riguarda la congregazione cardina-
ESALTAZIONE della ss. Cuo- lizia, il prelato suo segretario, gli

ce, Festa. V. il voi. XVIII, pag. esaminandi, ed il modo pubblico o


236 e seg. del Dizionario. segreto col quale si fa l'esame. Di-
ESAME (Examen, inquisitio). cesi inoltre essere soggetti all' esa-
L' esame prendesi generalmente : me tutti i vescovi delle parti sud-
i.° per la ricerca colla quale si dette, i vescovi coadiutori e suf-
procura di scuoprire la verità di fraganei (massimamente dell'Italia),
una cosa i.° per la deposizione
: e quelli che essendo vescovi tito-
de' testimoni 3.° per quello della
: lari sono ad una chiesa
trasferiti
religione , dappoiché gì' increduli residenziale. Ivi pure si dice chi
bene spesso hanno insistito sulla gode l'esenzione, e chi n'è dis-
necessità di esaminare le prove del- pensato. Altre analoghe notizie so-
la religione, la quale in vece di no riportate all'articolo Concisto-
proibircelo, e' invita anzi a farlo : ro, cioè nel voi. XV, p. 23oe seg.
4-° per la discussione di coscienza, del Dizionario. Aggiungeremo qui,
o il riscontrare che devono fare i che prima d'incominciar l'esame
cristiani tutti i giorni alla sera, ed il Papa legge l'orazione che suole
allorquando essi si dispongono a recitarsi al cominciar delle con-
confessarsi , affine di conoscere le gregazioni cardinalizie \ e che gli
loro colpe :
5."
prova della per la esaminatori de* vescovi essendo Car-
capacità che aspira a
di quello dinali ,
prelati , e distinti reli-

qualche carica, od a qualche gra- giosi ,


prima esaminano i prela-
do nelle scuole, o negli ordini sa- ti, o i religiosi, poi i Cardinali.
gri, ovvero a qualche benefizio a Dall'esame sono dispensati gli esa-
cura di anime. Di tutte queste, e minatori, gli uditori di rota, i con-
di altre specie di esami si tratta , sultori del s. offizio ec, ma essi

a' rispettivi articoli. Solo qui ag- sono tenuti a presentarsi all' atto
giungeremo un cenno sull'-E^me dell'esame, e ad inginocchiarsi avan-
J
de vescovi. ti il Pontefice alla presenza degli
Gregorio XIV prescrisse la di- esaminatori. Il Papa però li fa su-

ligenza da usarsi nell'esame de' ve- bito alzare. Lessi in carte autenti-
scovi ; quindi Clemente VIII de- che, che sono pure dispensati dal-
cretò, che gli eletti ai vescovati di l' esame ed esentati i vescovi di
libera provvisione del Papa, com- Gorizia, di Trento, di Macarska, di
presi quelli di Avignone, e del con- Sardegna , di Savoia ec. Fu per le
72 ESA ESA
testimonianze uffiziose ilei sovrani, » dinalis Marefusci objectionibus
e la considerazione delle spese e »» respondebis sitque hoc perpe-
,

dell'incomodo dei viaggi, che l'e- >» tuutn nostrae erga te benevolen-
same dei vescovi fu ristretto ai soli ti monumentum ".
tiae
promossi ai vescovati d'Italia. Dal- ESARCA, o ESARCO (Exar-
iemedesime carte rilevai, che Cle- chus).Questa parola significa pro-
mente XI, Benedetto XIII, e Be- priamente principe, o capitano. E
nedetto XIV talvolta approvarono nome di uffizio e dignità ecclesia-
alcun vescovo, il quale nell'esame stica e e propriamente
secolare ,

si smarrì ; anxi Benedetto XIV e- era che dall'imperatore di


colui
saminò in privato monsignor Co- oriente veniva preposto come suo
lombari, eletto di Bertinoro, ch'era vicario al governo delle provincie
stato riprovato nell'esame pubbli- d'Italia soggette all'impero, e che
co. In questo talvoltaesaminò lo ordinariamente risiedeva in Raven-
stessoPapa, come fece Pio VI ; ne na. V. Esarcato d' Italia o di
mancarono esempi sotto Clemente Ravenna , ove dicesi che X Africa
XIII, Clemente XIV, Pio VI e avea il suo esarca, ossia governa-
Pio VII, che alcuni eletti vescovi, tore. La dignità ecclesiastica di tal
non sostenendo bene l'esame, non nome era di diverse specie ; pri-
furono approvati e perciò non , mieramente per officio della chiesa
promossi all'episcopato. Non solo si Costantinopolitana, e chi lo funge-
dispensarono alcuni dall' esame , e va era come un legato del patriar-
ad altri venne accordato quello ca. A lui spettava raccogliere le
particolare , ma ad altri bastò la decime, ed eseguire altri negozi
sola presentazione nel pubblico esa- della chiesa. Secondo il Codino ta-
me, e quindi vennero esentati dal- le esarca era uno de'm inori officia-
l' indulgenza pontificia, per ispecia- li della chiesa di Costantinopoli,
le considerazione. giacche egli lo registra il quaran-
Noteremo per ultimo, che anche tunesimo, dei quarantasei che no-
gli avvocati concistorialipromossi mina nel lib. 4- Nel pontificale
al vescovato , credono
godere il della Chiesa greca si legge una
privilegio di esenzione dall' esame, formola dell'istituzione degli esarchi.
e ne fecero umile rappresentanza Il patriarca, fatta l'imposizione del-
al Papa Pio VI quando promosse le mani, dà loro un comando o
all'arcivescovato di Taranto l'avvo- che contengono la
lettere testimoniali,
cato concistoriale Capecelatro. Non obbligazione delle loro cariche. Es-
fu data allora alcuna risposta, ma si dovevano visitare i monisteri
quando il detto avvocato si pre- che dipendevano dal patriarca, cor-
sentò all' esame, il Pontefice si e- reggere i superiori e gl'inferiori, fa-
spresse con queste parole » Ut : re uno stato delle rendite dei mo-
># nostrani erga te clementiam o- nisteri, dei vasi sagri, degli orna-
>' stendamus placet a rigido exa- menti ec. L' esarca inoltre co-
» mine te dispensare; habemus me legato e deputato di detto pa-
» enim non unum sed multiple* triarca, faceva la visita delle pro-
» doctrinae sapientiaeque tuae prae- vincie al medesimo sottoposte, con
» clarum testimonium ; idcirco tuis potere di prevenire e di correggere
» ita exigentibus meritis soliusCar- gli abusi con saggi ed opportuni
ESA ESA 73
regolamenti, come d'interdire e de- ceseos Exarchum adeat, etc. Conc.
porre quelli che meritassero puni- Calced. can. 9. Finalmente ripor-
zione, e di assolvere i penitenti. teremo su questa dignità di esar-
Questa non era che una autorità ca, anche quanto ne scrive il Sar-
delegata, e non propria e persona- nellinel tonti. IX delle Lettere cccl.,
le attaccata ad una sede. nella lettera XL.
Altra specie poi d'esarchi erano La polizia ecclesiastica della chie-
quelli di una diocesi, che presie- sa orientale era costituita in que-
devano a molte provincie. Esso sta maniera, che i vescovi delle
era superiore al metropolitano, ed sedi inferiori erano soggetti ai me-
inferiore al patriarca, corrisponden- tropolitani di ciascuna provincia;
do la sua dignità a quella del Pri- sopra i metropolitani vi erano gli
mate (Vedi). Chiamavansi esarchi esarchi, che in occidente sono detti
coloro fra i vescovi che venivano primati, come a presidenti di più
scelti dai patriarchi , per visitare provincie ecclesiastiche; e sopra gli
in loro nome una parte della loro esarchi i patriarchi, di maniera pe-
diocesi o provincia. Il Macri nella rò che la potestà, che competeva
Not. de vocab. ecclesiastici, dice a'vescovi inferiori intorno ai pro-
che questa voce Exarchus Provin- pri sudditti, e la loro giurisdizione
ciae , significava il metropolitano non riceveva detrimento alcuno dai
o l'arcivescovo, come si raccoglie da gradi superiori, salvo il diritto del-
queste parole: Exarchi Provinciae le appellazioni. Gli esarchi più ce-
dico auttm episcopi metropolitani. lebri di tutto l'oriente furono il

Conc. Sardicensis can. 6. Sopra nominato Efesino nella diocesi del-


questo canone Balsamone dichiara, l'Asia; il Cesariense nella Cappado-
come per nome di esarca in que- cia, a cui era soggetta la diocesi
sto luogo s' intenda il primate, il di Ponto ; il Tessalonicense nella
quale nei concili si sottoscriveva diocesi di Macedonia; e il vescovo
dopo i patriarchi, e prima dei me- di Eraclea nella diocesi di Tracia,
tropolitani : Exarchus aulem dioe- a cui nei primi tempi era sogget-
cesis non unius cujusque provinciae to il vescovo di Bisanzio o Costan-
metropolitanus est, sed metropo- tinopoli (V. Diocesi). A quell'ar-
litanus totius dioecesis : dioecesis ticolo avvertimmo che in orienle
vero dicitur, quae multas in se il nome di diocesi era assaipiù
provincias contine!. E così sotto ampio che in occidente, dappoiché
il patriarcato Costantinopolitano si presso gli orientali la diocesi ab-
enumeravano tre esarchi, o primati: bracciava più provincie, che ubbi-
l'Efesino per tutta l'Asia; quello di divano ad un esarca o patriarca;
Cesarea di Cappadocia in Ponto; e ciascuna provincia, cui presiede-
il terzo era il prelato di Eraclea vano i metropolitani, si chiamavano
nella Tracia, e perciò esarca del- Esarchie, e quelle di ciascun vescovo
l'esarcato di Tracia. Aggiunge lo inferiore dicevansi parrocchie. V.
stesso Macri, che di cesi Exarchus Esarcato Ecclesiastico.
Dioeceseos, in significalo di prima- ESARCATO ECCLESIASTICO,
te. Si auteni cimi ipsius provinciae Diocesi composta di diverse pro-
metropolitano episcopus, vcl cleri- vincie ,
presieduta da un vescovo
citSy controversiam habuerit, veldioe- insignito della dignità di esarca,
74 ESA ESA
essendo come un primate, o
egli richiamo dal comando delle armi in
come un metropolitano non di una Italia, quando gli fu sostituito Nar-

provincia ma di più provincie. sete, che per essere eunuco, e per-


/". Esarca e Diocesi. siano era il disprezzo de'greci. Gli
ESARCATO D'ITALIA, o di emuli pertanto di Narsete rappre-
Ravenna. Così chiamavasi quella sentarono all'imperatrice Sofia, che
parte d'Italia che era governata dal- Narsete profittava de'tesori, co'qua-
l'esarca, cioè dal vicario o prefetto li potevasi risarcireil depauperato

per l'imperatore di oriente, il qua- erario imperiale; laonde essa co-


le risiedeva ordinariamente in Ra- me potente presso il marito Giu-
venna per difenderla in un ai do- stino II, imprudentemente scrisse
mimi ad essa annessi, contro i lon- a Narsete, che non conveniva ad un
gobardi, che avevano conquistato tut- eunuco il maneggio delle armi, per
ta l'Italia. Dopo che Odoacre re degli cui poteva tornar fra le ancelle a
Ertili (Fedi), ebbe per condiscenden- filare.Adontato fieramente Narsete
za de'goti in balia l'impero di occi- continuò l'allegoria, rispondendo a
dente, e costrinse l'inetto imperatore Sofìa, ch'egli a'suoi comandamenti
Romolo Augusto ad abdicare l'impe- ubbidiva, ma che del filo fatto
rio in Ravenna a'2 3 agosto dell'an- dalle sue mani, una tela tessuta
no 47 5> fissò la sua sede in Ra- avrebbe, che né essa, ne il suo
venna, per cui Roma fu considera- marito sviluppare giammai potreb-
ta come città secondaria, sottoposta bero. Quindi Narsete sollecitò Al-
al governo dei luogotenenti del re boino, re de'longobardi, ad occu-
Erulo_, e le sue provincie limitrofe pare l'Italia, che trepidava al solo
formarono il ducato romano. Ma loro nome, essendo stata testimone
Teodorico avendo poi vinto co'suoi del valore di quegli scandiva ni ,

goti o ostrogoti Odoacre, lo spen- quando ausiliari di Narsete scaccia-


se a tradimento, restando cosi i rono i goti. Ad evitar l'odio dei
goti signori d'Italia. A liberare dal romani, Narsete da Roma si con-
servaggio questa regione, Giustinia- dusse a Napoli, intanto che i lon-
no I inviò contro gl'invasori pri- gobardi riempirono di spavento e
ma Belisario, e poi Narsete, che ri- di stragi l'Italia.
portarono sui nemici gloriose vit- Sedeva sulla cattedra apostolica
torie. Sarebbe stata felice l'Italia se il Papa Giovanni III, amicissimo di

i trionfi del prode Narsete avesse- Narsete perchè aveagli ottenuta


ro posto termine alle sciagure di da Giustino II la dignità di ex-con-
lei; ma questo medesimo capitano sole. A placar l'ira di questo , re-

che era la cagione di sua


stato cossi a Napoli, gli riuscì di persua-

tranquillità,divenne invece l'auto- derlo, e seco il ricondusse in Ro-


re della pubblica rovina. Narsete ma, ove morì di dispetto vedendo-
lodato per valore ed altre virtù, si impotente di rimediare alla ro-
ebbe taccia di disordinato amore al- vina d'Italia, giacché Alboino avea
le ricchezze; e venuto in odio ai fissata la sua residenza in Pavia,
patrizi romani, fu da essi accusato e dato principio al regno longobar-
all'imperatore Giustino II. Gli a- dico, che durò 206 anni: altri dicono
mici di Belisario profittarono del- 184, ed computandovi il tem-
altri,

la circostanza per vendicare il suo po che governò Narsete, anni 218.


31

ESA ESA f$
Giunse in questo tempo, spedito munì di valide soldatesche Roma e
da Costantinopoli a Ravenna, Lon- Ravenna. Cosi ebbe principio l'esar-
gino patrizio, fatto successore di cato di Ravenna, di cui andiamo a
Narsete, seco recando per mare un dire di quali dominii componevasi,
esercito. Udita egli la morte di rammentando qualche tratto stori-
Narsete, trasmise all'imperatore il co principale, mentre il resto si

cadavere di lui chiuso in cassa di dice all'articolo Ravenna (Fedi).


piombo, ed insieme tutto l'immen- Siccome gli esarchi alcune fiate a-
so tesoro del defunto. Essendo sta- busivamente, e al modo che di-
to Longino spedito in Italia con cemmo ad Elezione de sommi Pon-
nuova fog-
assoluto arbitrio, inventò tefici (Fedi), influirono all'elezio-
gia di governarla, facendo Raven- ne dei Papi, e talvolta ne ratifi-
na, non più Roma, sede della pre- carono l'esaltazione pegl'imperatori
fettura, né chiarnossi duca, ma e- di oriente, speriamo non riuscirà
sarca dell'Italia, a somiglianza del discaro che qui si riporti il nove-
governatore dell'Africa, che pari- ro de'medesimi esarchi., che pren-
menti esarca nomavasi E perchè . diamo dalla celebre opera del eh.
della venuta de'longobardi teme va- Cesare Cantù: Cronologia per ser~
si, fortificò Longino le città fron- vire alla storia universale^ a pag,
tiere d' Italia verso Lamagna, e 354.

Esarchi dì Ravenna.

Narsete, duca d'Italia dal 544 al 568


Longino primo esarca « 568 584
Smaragdo » 584 5 9°
Romano » 5o,o
^97
Callinico ....>» 597 602
Smaragdo, per la seconda volta *» 602 611
Lemigio • » 61 1 616
Eleuterio » 616 619
Isacco » 619 638
Platone » 638 648
Teodoro I Calliopa * 648 649
Olimpio » 649 652
Teodoro I Calliopa, per la seconda volta . . * 652 666
Gregorio « 666 678
Teodoro II » 678 687
Giovanni Platino »»
687 702
Teofilace *»
702 710
Giovanni Rizocopo » 710 711
Eutiehio » 7 1
7 i3
Scolastico » 7 1
727
Paolo >»
727 728
Eutiehio, per la seconda volta « 728 752
Astolfo pose fine all'esarcato il 752.
.

76 ESA ESA
Dal Muratori, e dalla seconda e fertili piani. Soggiungo però il

sua dissertazione, del regno d'Ita- Muratori, che alcuni vollero am-
lia e de' suoi confini, rilevasi quel- pliare r esarcato comprendendovi
li dell'esarcato Ravenna. Egli di Piacenza, Parma, Reggio e Mode-
pertanto dice che lungo la spiag- na, ma aggiunge che ciò non è
gia dell'Adriatico arrivava il domi- vero. Di quelle quattro città, e per-
nio de' longobardi sino ai contini sino d'Imola, sul principio s'impa-
di Ravenna , dove risiedendo gli dronirono i longobardi ; e Mauri-
esarchi, cioè i ministri ossia go- zio imperatore nell'anno 5c)o, col-
vernatori postivi dagl' imperatori legato co' franchi, ricuperò Mode-
greci, davano il nome di esarcato na, Mantova, Aitino, Cremona, ed
a parte dell'Emilia, ed a Flaminia, altri luoghi. Il re Agilulfo in ap-
tuttavia suddite del greco impero. presso tutto riprese, e il confine
Noteremo che l'Emilia è un'anti- degli stati tornò ad essere fra Mo-
ca contrada d'Italia, cui la strada dena e Bologna. Presero poi altri
Emilia diede il nome, situata fra re longobardi l' esarcato, e resta
ilPo, l'Apennino e la Flaminia. tuttavia in Bologna un monumen-
Comprendeva porzione della Lom- to del dominio del re Luilpranclo in
bardia di Po, e della Ro-
là dal quella città. Pipino re de' franchi, co-
magna, si estendeva da Rimini si- me meglio diremo, restituì e fece un
no a Piacenza, rinchiudendo por- dono dell'esarcato al Romano Pon-
zione degli stati della Chiesa, e tefice; e perchè il re Desiderio
dei ducati di Parma, Modena, tornò ad occuparlo, Carlo Magno
Mantova e Mirandola, colle città lo ricuperò alla Chiesa Romana,
di Piacenza, Parma, Reggio, Bolo- e conquistò per se il regno d'Italia.
gna ed Imola. La Flaminia poi, Fin qui il Muratori. Ma di altre
altra contrada d'Italia, cosi chia- interessanti notizie dell' esarcato di
mata ne'primi tempi. I popoli di Ravenna, oltre quanto dicesi a quel
questi paesi, detti lingoni e seno- citato articolo, de' suoi popoli che
ni, erano gaulesi venuti a stabilir- si posero sotto la protezione della
visi dalle provincie di Langres e santa Sede, del dono fattone ad
di Sens, per lo che questa parte essa da Pipino, e quali provincie
di Italia prese poscia il nome di abbracciasse, lo diremo brevemen-
Gallia Cisalpina, quindi di Roman- te coll'autorità del Borgia, Memo-
diola o Romagna. Noteremo inoltre, rie isteriche di Benevento, tom. I,

che sebbene 1' Anastasio , in Vii. pag. 8 Di questo esarcato,


e seg.
Steph. Ili, ove riporta il modo come dominio pontificio, si parlò an-
come l'esarcato fu dato alla santa cora all'articolo Comacchio (Fedi).
Sede, non vi comprenda la pro- L'empio Leone l'Isaurico aven-
vincia del Piceno, tuttavolta il do dichiarato guerra alle sagre im-
Borgia è di avviso coi geografi, magini, e vessando popoli Italia- i

che ancor essa stesse sotto il go- ni in altre guise, questi, all'udire
verno degli esarchi di Ravenna che l'imperatore minacciava d'im-
Il Piceno, contrada dell'Italia anti- prigionare zelante Pontefice s.
il

ca, lungo l'Adriatico, abitato dai Gregorio siccome difensore del


II

picenti originari della Sabina, è un culto delle sagre immagini, si sot-


paese vagamente variato da colline trassero dalla sua ubbidienza, ricu-
ESA ESA 77
saremo di pagaie i tributi, ed li- rientale. Venivano questi angustia-
ni ti ai longobardi signori del resto ti dalle armi vittoriose di Luit-
d'Italia, presero le armi in difesa prando, eh' erasi impadronito di
del Papa. Si pensò in questo tem- Ravenna capitale dell'esarcato, e
po dagl'italiani di eleggere un nuo- di altri luoghi, mentre le forze
vo imperatore, e di condurlo spal- dell' esarcato erano ineguali per far
leggiato dalle loro armi a Costan- fronte al nemico, né da oriente ri-

tinopoli; ma il saggio s. Gregorio ceveva aiuti, perchè Costantino,


li, sperando nel ravvedimento di succeduto nel 741 a suo padre
Leone, raffrenò gli spiriti. Roma Leone, era impegnato a reprime-
però, e i luoghi del suo ducato, re il cognato Artabano, il quale
soggetti sino allora all'imperatore tentava detronizzarlo. Laonde tan-
d'oriente, verso l'anno y3o si sot- to l'esarca Eutichio, che Giovanni
trassero anch'essi dall'ubbidienza di arcivescovo di Piavenna, per iscam-
Leone, e de' suoi ministri , cioè pare mali maggiori, si raccoman-
dagli esarchi di Ravenna , come darono a s. Zaccaria, acciocché qua-
narrano Teofane, Cedreuo , e Zo- le amico del re Luitprando fa-
nara presso il Bellarmino, de Rom. cesse l'uffizio di mediatore. Non fu
Poni. cap. 8, Ponendosi dun-
lib. 5. renitente il Pontefice a queste do-
que Roma in libertà costituì il Pa- mande, per cui prendendo subito
pa (l'autorità temporale del quale cura e sollecitudine di quelle Pro-
da molto tempo era quivi riverita) vincie, nelle quali sebbene gl'im-
per capo suo non meno che del du- peratori greci ne ritenessero il ti-

cato romano. Non andò guari che tolo di padroni, non ne curavano
s. Gregorio II, con coraggio, dovè la conservazione e la difesa. Dopo
opporsi al re Luitprando, il quale avere il Pontefice a mezzo de'suoi
confederatosi con Eutichio patrizio, legali pressato il re, con l'offerta
ed esarca di Ravenna, macchina- di molti doni, s' incamminò egli
va di soggettare a sé duchi di i stesso alla volta di Pavia. In pas-
Spoleto e Benevento, e la città di sando per Ravenna vi fu salutato
Roma all'esarca, che ne dovea fa- ed accolto con questa tenera accla-
re l'assedio. Fu allora, che il Pa- mazione: Bene venit Pastor, qui
pa ammansò colla sua robusta e- suas relìquit oves i et ad nos qui
loquenza il re longobardo, lo in- perituri eranius liberandos occurrit.
dusse a rendere omaggio a s. Pie- Giunto s. Zaccaria nella regia cor-
tro,a ritrocedere coll'esercito, e ad te di Pavia, indusse Luitprando a
implorare il perdono all' esarca restituire alcuni territorii a Raven-
come il Pontefice gli accordò. I na, e due parti del territorio a
santi Pontefici Gregorio III e Zac- Cesena, obbligandosi di restituire
caria difesero contro i longobardi poi Cesena rimanente
stessa, ed il

alcune città del loro dominio, da del suo territorio. Ciò venne in
essi prepotentemente occupate; an- cognizione di Costantino, il quale
zi il secondo, come padre comu- per compensare il Papa di quanto
ne, rivolse le sue cure sui popoli avea operato per la quiete dell' e-
dell' esarcato, e della Pentapoli pro- sa reato, concesse all'apocrisario del-
vincia del medesimo esarcato, che la santa Sede, che gliele doman-
ancora dipendevano dall'impero o- dava, le due masse, o sieno unio-
7« ESA ESA
ni di vari predi e possessioni, che si sotto la protezione e difesa del-
erano di ragion pubblica, appella- la sede Apostolica, implorò ed ot-
te Ninfa e Norma. tenne l'aiuto di Pipino re di Fran-
Dopo che l'esarcato di Ravenna eia, ove il Papa si recò nel 754.
si pose sotto la protezione dei Pa- In questa occasione Stefano III un-
pi, successivamente ne sperimentò se re di Francia Pipino, insie-
i benefìci effetti. Il medesimo Zac- me co' suoi Car-
figli Carlo e
caria continuò a proteggere pò- i lomanno, dichiarandoli patrizi dei
poli dell' esarcato, conchiudendo a romani, affinchè s'impegnassero ai-
favore di esso col re Rachisio un la difesa dellaromana, e
Chiesa
trattato di pace per venti anni, degli stati suoi, e convenne tra si

A Rachisio successe nel regno lon- Stefano III e Pipino, che rito-
gobardo Astolfo suo fratello nel gliendo questi colle armi dalle ma-
749. Questi nel pontificato di Ste- ni degli usurpatori longobardi l'e-

fano lì, detto III, e nel 752 mos- sarcato di Ravenna, egli per mu-
se le sue armi contro V esarcato, nifìcenza degna di cattolico prin-
occupandone la capitale, di dove cipe lo donasse alla Chiesa Romana,
scacciò Eutichio ultimo degli esar- come narra de Marca, de Cori-
il

chi, ed indi orgogliosamente le ri- cord. lib. I, cap. 12, § 3; la qua-


volse contro le città del ducato le Chiesa da tanti anni aveva as-
romano, tentando ogni via di sot- sunto tutto il peso di quelle pro-
tomettere ancora queste al domi- vincie, e tanto si era affaticata per
nio longobardo. Adoperò il Papa salvarle,come ora per ricuperarle
donativi e preghiere, ed ottenne dalle mani de'longobardi.
capitoli di pace per quaranta an- Erano stati, siccome abbiamo
ni. Ma il re ponendo in non cale detto, i popoli dell'esarcato abban-
la giurata fede, tornò a minaccia- donati da'greci in preda de'barbari,
re i romani ed il Papa, volendo e perciò costituiti in diritto, a fine
che ciascuno del ducato gli pagas- di provvedere alla propria salvez-
se un soldo d'oro in tributo. Al- za e conservazione, di separarsi dal
lora il santo Pontefice credette capo dell'imperio; e vedendosi pa-
miglior partito far uso dell'autori- droni, o di rimanere sotto il giogo
tà e della forza. Ricorse prima a Co- dei re longobardi, o di darsi ad
stantino, cui doveva essere a cuo- altri, erano già donati ai Papi
si

re la repressione di Astolfo, che ch'eglino avevano da prima eletti


avea occupata Ravenna e buona per loro duci e protettori. Venne
parte dell'esarcato; ma quel prin- quindi Pipino in Italia nello stes-
cipe impegnato nel sacrilego pen- so anno 754 alla testa di pode-
siero di distruggere le sagre imma- roso esercito contro del re Astolfo,
gini, dimentico del dovere conna- ed assediatolo in Pavia, il Papa
turale ad ogni principe di difen- per liberarlo dal totale esterminio
dere e conservare i propri stati, fu che gli sovrastava, gli offrì la pa-
sordo alle richiesle del Papa. Que- ce affine di risparmiare anche il
sii dunque per sottrarre dall'ava- sangue cristiano purché gli re- ,

rizia de' longobardi ducato 10- il stituissequanto aveagli tolto, e gli


mano ed popoli dell'esarcato, che
i consegnasse Ravenna, eie altre città
Zaccaria suo predecessore avea pie- da lui occupale, secondo il conve-
, ,,

ESA ESA 79
mito col re Pipino. Il timore di Borgia, a pag. 18 e seg., riporta
maggiori disastri indusse Astolfo ad quanto ne scrissero l' Anastasio
accettar con giuramento tali condi- Cencio Camerlingo presso il Mura-
zioni; ma appena Pipino tornò in tori, Antiq. italìc. med. aev. diss.
Francia, e Stefano III in Roma, 69, l'epistole contenute nel codice
il longobardo re con infame perfi- Carolino, e l'Ughelli nel t. II, Italia
dia andò ad assediare quella città sacra. Pel resto è a vedersi Ravenna,
nel 7 55, non senza grave danno e Sovranità" de' romani Pontefici.
de'luoghi suburbani. Subito Pa- il Il Frizzi nella bella storia che ci
pa fece sapere al re di Francia il ha dato di Ferrara, al tom. II eru-
temerario procedere di Astolfo ditamente parla dell'esarcato detto
laonde volò Pipino ad assediarlo anco Emilia, dei suoi confini del ,

in Pavia, obbligandolo a ridurre modo cui passò dai greci ai lon-


ad effetto tutte le condizioni della gobardi, e come donato ai roma-
precedente pace. Per tal modo si ni Pontefici; quindi come usurpato
stabili dominio temporale, che
il dagli arcivescovi di Ravenna, e da
la Chiesa Romana gode presente- altri , e come tornato alla Chiesa.
mente, non solo colla restituzione Per ultimo non riuscirà discaro
de'luoghi intorno a Roma, e massi- aggiungere quanto il p. Antonio
me della città di JMarni, che
du- i Brandimarte, minore conventuale,
chi di avevano tolto al
Spoleto scrisse dell' esarcato nel suo Piceno
ducato romano; ma anche colla Annonario, ossia Gallia Senonia
cessione di Ravenna, della Penta- illustrata, a pag. 1 2 e seg., ove par-
poli, e di tutto l'esarcato. Allo la pure della summentovata Pen-
strepito di queste vittorie ed av- tapoli. Distrutto il dominio de' go-
venimenti, si scosse l'imperatore ti in Italia, e costituita Ravenna
Costantino, ripetendo con promesse città capitale dell' esarcato, il Pi-
ed offerte, le nominate provincie a ceno Annonario o Gallia Togata,
Pipino; ma il religioso principe ri- formante ora la metà della .pro-
spose che per niuna ragione a-
, vincia della Marca, mutò allora
vrebbe permesso che quelle città nome, e la parte marittima di esso
fossero alienate dal diritto della fu chiamata Pentapoli, e la parte
Chiesa Romana, giacche non per montana fu chiamata Provincia dei
altro fine aveva egli intraprese quel- Castelli, e fu divisa in due pro-
le spedizioni, come si legge presso vincie. L'anonimo ravennate enu-
l'Anastasio, in Vit. Steph. III. Quin- merando le regioni d' Italia dice
di con ampio diploma Pipino re- che la sesta era Annonaria Pen»
stituì donò alla Romana Chiesa
e tapolensis, cui adnexa pars Pice-
il dominio assoluto dell'esarcato di ni annonarii , septima est supra
Ravenna, e perciò osserva il Cenni, ipsam Pentapolim, idest Provincia
tu praefat tomo IV A nasi. Bi- Castellorum, quae ab antiquis
bliothec. num. 21-22, che il prin- Il p. Berretti contro il Fontanini
cipato della Chiesa Romana non fu supplisce la parola aggiungendo
allora istituito, ma bensì amplificato. quae ab antiquis dieta est Pice-
Sul novero delle città e luoghi niun, e crede che il contado Fer-
sottoposti all' esarcato di Ravenna, mano sia la Provincia de' Castelli,
suoi confini ed estensione, il citalo li Catalani, Stefano Borgia, ed il
,

8o ESA ESB
Rallaclli uniscono a lui. 11 Bran-
si tati del re Astolfo per la Penta-
di marte però pensa diversamente, poli per l' Emilia, come narra
e
e crede che la Pentapoli Annona- Anastasio Bibliotecario, per riceve-
ria, a cui era annessa porzione del re le chiavi delle città, e portatosi
Piceno, l'osse composta in principio in Roma le depositò nella confes-
da cinque città, cioè da Rimino, sione di s. Pietro , e glidonò o
da Pesaro, da Fano, da Siniga- restituì le città di Ravenna, Ri-
glia, e da Ancona, cioè dalla Gal- mini, Pesaro, Conca, Fano, Cese-
lia marittimo, e che la Provincia na , Sinigaglia , Jesi , Montefeltro ,

de' Castelli situata sopra la stessa Urbino, Cagli, Luccoli, Gubbio ec.
Pentapoli, che dagli antichi fu chia- Siccome i longobardi divisero l'I-

mata Piceno, composta della


fosse talia in ducati, cos\ chi sa dire
Gallia Montana, cioè da Cameri- quanti ducali costituirono colla Pen-
no, Maidica, Attidio, Tufìco, Sen- tapoli, che loro fu ritolta, e po-
tino, Alba, Ostia, Suasa, Pitulo, scia donata e restituita con tal no-
Jesi. La voce Pentapoli è compo- me alla santa Sede ? Anastasio Bi-
sta da due parole greche, che si- bliotecario, nella vita di Adriano I,
gnificano cinque città. Col tempo la nomina il ducato Fermano, Osi-
provincia di Pentapoli distese i con- mano, Anconitano, e dice che es-
fi imperocché nel sinodo roma-
ni ; sendosi gli abitanti di questi vo-
no celebrato nel 680 sotto il Pa- lontariamente dati alla santa Sede,
pa s. Agatone, gli atti del quale more romanorum tonsurali sunt.
furono poscia inseriti nel sesto con- ESBONA. Città vescovile della
cilio Costantinopolitano , i vescovi provincia di Arabia, nella Samaria,
di lumini, di Pesaro, di Fano, di diocesi di Antiochia, sotto la me-
Numana, Osimo, di Ancona, tutti
di tropoli di Bostra. Esbona, Esboti
uniformemente chiamano se stessi o Esebon era la capitale de'moa-
vescovi Provinciae Penlapolis. Lu- biti qui regnò Seon re degli a-
:

dovico Pio, confermando le dona- morrei, che poi fu vinto ed ucciso


zioni e restituzioni fatte alla Chie- in sanguinosa battaglia dagli israe-
sa da Pipino e da Carlo Magno, liti. Gli amorrei l'avevano conqui-
pone molte città nella Pentapoli stata dai moabiti. Era nella tribù
con queste parole » Similiter et : di Ruben,, e separata pei leviti, ai
» Pentapolim, videlicet Ariminium, confini della tribù di Gad, incontro
»» Pisaurum, Fanum, Senogalliam, a Gerico. Nella Sìria sagra si leg-
» Anconam, Ausimum, Hesim, Fo- ge, eh' era lontana dal Giordano
>» rum Sempronii, Monte Feretri, venti miglia^ e quaranta dal mare
m Urbinum , et territorium Bal- Asfaltide; e che celebri erano le

» nense, Callem, Luciolis, et Eu- sue fontane, vaste., e mirabili pel


» gubium cum omnibus flnibus, modo col quale erano costrutte. Gen-
» ac terris ad easdem civitates per- nadio, Zosio e Teodoro ne furono
» tinentibus". Queste città non e- vescovi, Oriens Christ. toni. II, p.
rano più degl'imperatori greci, ma 864- Al presente Esbona, Esbonen ,

erano passate in mano dei longo- è un titolo vescovile in parlibus,


bardi . Pipino re di Francia le che conferisce la sede Apostolica,
ritolse al re Astolfo, mandò Fulra- sotto la metropolitana di Bostra,
do abbate di s. Dionisio co' depu- altro titolo in parlibus. Attualmente
,

ESC ESC 8r
n'è vescovo monsignor Antonio Pez- ma, e vi ottenne la protettola del-
zoni dell'Ordine de'niinori cappuc- l'Ordine cistercense e del regno
cini, promosso a tal dignità, ed a vica- di Francia , e fu ascritto ancora
rio apostolico del Thibet ed Indostan, alle congregazioni del s. officio e
a' 27 gennaio 1826, da Leone XII. de' vescovi e regolari. Nel 1608 fu
ESCART (d') DI GIURY An- destinato al vescovado di Metz ; e
na, Cardinale. Anna d'Escart di in questa diocesi con molto impe-
Giury de' conti di Limoges con- , gno si adoperò alla riedificazione
giunti colla real casa di Fran- della Chiesa quasi abbattuta dalla
cia Tanno i435, nacque in Pa- formidabile eresia di Calvino. Po-
rigi e fu rigenerato colle acque
, chi assai erano ivi i cattolici quan-
battesimali nella chiesa di s. Pao- do egli assunse le redini dello spi-
lo. Professò dapprima nel moniste- rituale governo ; ma pochi ezian-
io benedettino Benigno di di s. dio erano gli eretici quando egli
Bigione, e colà diede principio ad lasciò colà le sue spoglie mortali.
esercitarsi in ogni genere di cri- Predicava con ardentissimo zelo, ed
stiane virtù. Riuscì di ammirazio- era infaticabile nel cercare tutte le
ne a Caterina de' Medici , regina vie per persuadere e convincere.
di Francia, a Carlo IX, e ad En- Obbligò ancora tutti gli ebrei della
rico III, il quale conosciuto anco- diocesi a trovarsi presenti ogni sab-
ra il profondo sapere di lui , nel bato alla predica che si faceva nel-
i584, lo nominò al vescovado di la chiesa di s. Paolo , ne mai la-
Lisieux. Assunto il reggime pasto- sciò cura per faticosa che fosse
rale, cominciò con ogni potere a quando trattavasi della salute dei
purificare la sua diocesi dagli er- suoi. In mezzo a tante serie e gra-
rori che v* erano disseminati, e ri- vissime occupazioni trovava tem- il

condusse in ogni luogo la pietà, e po di consecrarsi ed all' orazione ,

la purezza della fede. In alcune alla contemplazione de' divini mi-


dissensioni nate tra Ja corte e i steri, non meno che di esercitarsi
grandi del regno si rese mirabile nelle più aspre corporali peniten-
pel suo ben misurato contegno, e ze. Era di venerabile aspetto, ga-
per la sperienza consumata che stigatissimo nel parlare, e assai mode-
mostrò negli affari. Neil' interregno sto nello sguardo. Vivea separato dal-
specialmente dovette fare più volte le conversazioni, contento di tratte-
il viaggio di Roma, e sono indici- nersi soltanto con poche, ma sa-
bili i rischi e le fatiche che in tali pienti persone. Nondimeno era af-
incontri sostenne pel bene della fabile, cortese ed umano con tutti.

Chiesa. Clemente Vili, pesati ch'eb- La sua mensa riducevasi al neces-


be tanti meriti di quel vescovo in- sario per mantenere la vita, il suo
signe , a' 5 giugno 1 5g6 lo creò corredo era ristretto assai per quan-
Cardinale prete di Susanna, s. to chiedeva il decoro della sua di-
e gli prescrisse tempo stes-
nel gnità, il vestito di molto dimesso,
so di non abbandonar più la ma ben eloquente. Non usava pre-
Francia , la quale dalla presenza dilezione pei carnali parenti, ne vi
di dovea ripetere i più gran-
lui fu esempio eh' egli volesse distin-
di Ma dopo la concilia-
vantaggi. guerli nel lasciare loro legati, o
zione di Enrico IV, recossi in Ro- abbazie, benefìzi ecclesiastici pri-
vol. xxu. 6
1

8a ESC ESC
ma che se lo avessero meritato coi barie e l'empietà, non si perdette
ben provati servigi. Che se qual- però di coraggio il santo pastore,
cuno lo stimolava a superare que- ed in un giorno di grande festivi-
sti suoi giusti riguardi, rispondeva tà idolatrica in Strengis_, col suo
con franchezza pensiamo che cosa : clero si presentò in mezzo a que-
avrebbe fatto s. Carlo Borromeo in ll'infedeli. Perorò con forza, rim-
queste circostanze. Nel conclave di proverò la loro condotta, e veden-
Paolo V poco mancò che fosse e- do le sue rimostranze, pre-
inutili

letto Papa. Questo celebre perso- gò Signore di far conoscere la


il

naggio morì nel 1 6 1 , e fu se- sua possanza con qualche visibile


polto nella sua cattedrale. Il Suas- segno. Una grandine all'improvviso
sy, nel suo martirologio Gallicano, si suscitò, ed un fulmine atterrò
fa menzione di questo Cardinale l'ara e distrusse tutto quello che
a' i g aprile, giorno della sua morte. servire doveva al sagrifìzio di que-
ESCHILLO (s.). Inglese di na- gl' infedeli. Un tale prodigio fu da
scita, allevato e cresciuto nei sodi que' protervi accagionato a magico
principii della cattolica religione, ar- spirito, e si vendicarono col santo
deva di cocente brama, che occa- vescovo mettendolo a morte a col-
sione se gli presentasse per semi- pi di pietre. Fu seppellito nello
nare sul campo evangelico le ce- stesso luogo, ove egli sostenne il

lesti dottrine. Intesa dall'arci vesco- martirio. Ivi indi appresso venne
vo di Yorch s. Sigifredo l'aposta- eretta una magnifica chiesa e la ,

sia della Svezia, deliberò di recarsi tomba del santo fu onorata da


sul luogo, ed Eschillo, che n'era una moltitudine di prodigi. Morì
anche parente, con somma alle- s. Eschillo nell'undecimo secolo, e
grezza gli si fece compagno. La la festa viene celebrata in Isvezia
santa parola enunciata da questi e nella Polonia li \i giugno.
due zelantissimi apostoli , riportò ESCLUSIVA. Avvertenza paci-
copiosi frutti di benedizione, e di fica, cui impropriamente fu dato
salute. Il re ed popolo concepi-
il il nome di privilegio e di prero-
rono per essi una grande venera- gativa; avvertenza che talvolta le

zione, e dovendo s. Sigifredo ritor- tre corti di Vienna, Parigi e Ma-


nare al suo gregge, questi fu pre- drid esercitano per un solo indi-
gato dal re a voler lasciargli Es- viduo nei conclavi per la elezione
chillo, e consecrarlo per loro ve- de' sommi Pontefici , dichiarando
scovo. Fu quindi dal s. arcivesco- non riuscir loro gradita la esalta-
vo conferita ad Eschillo la pienez- zione di un Cardinale, per loro
za del sacerdozio , e la chiesa di particolari ragioni e motivi. Nei
Svezia, sotto un tanto pastore, cre- primi tempi l'esclusiva non soleva-
sceva ogni dì più a moltiplicare i no darla che l'imperatore, ed il

credenti alle verità del vangelo. Per re di Francia, come quelli ch'era-
mala ventura trucidato il re Ingon no intervenuti , al modo che di-

da un'orda d' infedeli, fu posto su remo, alla eiezione pontificia. A


quel trono Swenone, detto il San- voler conoscere l'origine della con-
guinario, ed in allora la novella suetudine delle esclusive, e la pru-
chiesa ebbe a sentirne funestissimi denziale tolleranza de' Pontefici, fa
eflEetti. Introdottasi di nuovo la bar- d'uopo principalmente, anzi è ne-
,

ESC ESC 83
cessano leggere l'articolo Elezione tore, fu Gregorio VII, del 1073.
s.

de' sommi Pontefici Romani. In es- Ma per la pretensione di Enrico


so si vedrà pel corso di tredici se- IV sulle investiture ecclesiastiche
coli, qual fu la maniera di creare (abuso che s.Gregorio VII vole-
i Pontefici, in qual modo s'immi- va togliere ), nacque la famosa dif-
sero nella pontifìcia elezione i re ferenza tra il sacerdozio e l' impe-
di dapprima, indi gli impe-
Italia rio, per cui il Papa fulminò le cen-
ratori di oriente, o per essi i loro sure e pene canoniche. Irritato per-
esarchi di Ravenna, e poi gl'impe- ciò Enrico IV, in un conciliabolo
ratori di occidente, trovandosi per- pretese di deporre il Pontefice, sur-
ciò la Chiesa romana per molto rogandogli scismaticamente 1' an-
tempo soggetta a dolorose vicende, tipapa Clemente III. Da questo
fino a dover pagare un tributo scisma nacque 1' eresia degli En-
nella pontificia elezione, e consa- ricliiani condannati nel concilio
,

grazione. A queste vicende fu ella Quintdineburgense o di Quedlinbur-


costretta di cedere o per la pre- go nell'anno io85, i quali osavano
tensione dei sovrani di que' giorni, affermare che 1' imperatore aveva
,

o per la che
necessità della pace , somma autorità sopra l'elezione dei
a cagione de' tempi spesso manca- vescovi e del Papa, e perciò non
va ne' sagri comizi onde alcuni , si doveva conoscere per legittimo,
Pontefici dovettero talvolta ricor- se non se l'eletto dall' imperatore,
rere all'assistenza degli ambascia- o dal re di Germania. Fu dunque
tori imperiali ,
per essere da èssi dopo Gregorio VII, che ricupe-
s.

garantiti dai contrari partiti, e dal- rarono i sagri comizi l'intera loro
le fazioni nella loro consagrazione libertà, che gli eletti non aspettas-
e coronazione. Sì fatta assistenza sero l'assenso degli imperatori per
che vuoisi secondo alcuni essere effettuar la consagrazione e coro-
un personale privilegio agi' impera- nazione ; indipendenza mantenuta
tori Carolingi accordato , fu nuo- sino ai nostri dì. Resta però la
vamente praticata dagl' imperatori connivenza dell'avvertenza pacifica
tedeschi, i quali non si contenta- delle esclusive che l'imperatore di
rono della sola assistenza de' loro Austria, e i re di Francia e di
ambasciatori, ma talora vollero al- Spagna talora danno per mezzo dei
tresì intromettersi nell'elezione me- rispettivi ambasciatori presso la san-
desima de' Pontefici , finche essa ta Sede, o di quelli straordinari,
dal clero, cuisi univa la presenza che spediscono talvolta in sede va-
del popolo romano, fu trasferita cante al sagro Collegio de' Car-
saggiamente dai Papi a' soli Car- dinali , adunali in conclave per
dinali, che non senza contraddizio- l' elezione del Pontefice ; manife-
ne degli antichi elettori furono stando essi l'esclusiva direttamen-
dopo qualche tempo stabiliti pa- te al Cardinal decano, acciò lo
cificamente in questo diritto. V. partecipi ai Cardinali elettori. So-
Cardinali, ed Ambasciatori. gliono ancora i medesimi amba-
L' ultimo Papa, alla cui consa- sciatori dichiarare siffatte avverten-
grazione assistettero gli ambascia- ze a mezzo di qualche Cardinale
tori, e che prima di questa signi- nazionale, o aderente alla corona,
ficasse la sua elezione all'impera- e per lo passato que' Gardinali ch'e-
, ,

84 ESC
rano protettori, ambasciatori, o mi- TI, hanno un scuso ben diverso ed
nistri dei tre nominati monarchi assai piìi limitato né deve tacersi
;

per loro facevano noti ai colleglli che vi si rinvengono dai dotti cri-
i sentimenti del sovrano, cui era- tici delle viziature, il perchè van-
no addetti. Del modo di dar 1* e- no consultati , Baronio all' anno
sclusiva si parlerà al suo paragrafo. 1059, cap. i, dist 23, num. 23 e
seg.,ed il Berardi ad decret. Gra-
I. Opinioni sull* esclusiva. II. E-
ttarli; par. 2, cap. 82. Egli è per-
sempì di quando non fu attesa,
ciò, che ripeteremo col p. della No-
o venne rivocata. III. Esclusiva
ce, Adnot. in Chron. Cassin., pag.
de* Cardinali. IV. Modo di da-
34i, edit. Parisiis, 1668, che se gli
re V esclusiva.
imperatori hanno avuto qualche
I. Il Novaes, nel tomo XIII, p. concessione sull' elezione de' Ponte-
som-
9, degli Eleni, della storia de* fici, ciò avvenne o per rintuzzare
mi Pontefici^ su questo argomento gli scismi, o per difendere la s.
dice quanto qui riportiamo. Vo- Chiesa. Nascendo sempre nuove vi-
gliono alcuni che il preteso privi- cende, e cessando le antiche, ben
legio della esclusiva, che oggi qual- poteva qualunque con-
annullarsi
che volta viene esercitata ne' con- cessione, come appunto fecero s.
clavi dalle trenominate coiti, ab- Gregorio VII nel concilio di Late-
bia avuto il principio dal concilio rano, e Vittore III in quello di Be-
lateranense, celebrato da Nicolò II nevento.
nel 1059, e sia compreso nella L' uso dunque delle esclusive ,
Dislint. a 3, cap. 1. Ma quel de- soggiunge il Novaes, che si pratica
cantato privilegio agi' impelatoli da circa cent'anni in qua (egli pub-
accordato , come bene osserva il blicò la sua opera nel terminare
Cenni, Bull. bas. vatic t. Ili, p. del decorso secolo, ma dimostrere-
228, risguarda solamente la coro- mo co' fatti storici in appresso che
nazione, non già l'elezione dei som- la consuetudine di questa pacifica
mi Pontefici. Questo punto lo spie- avvertenza ebbe incominciamento
gammo al citato articolo Elezione, molto tempo prima, onde forse po-
nel quale dicemmo, che Nicolò II teva dire il Novaes praticarsi con
non concesse ad Enrico IV il di- maggior frequenza da cento an-
ritto di eleggere di propria auto- ni ec. ), fondasi nella connivenza
t or ita il Pontefice, perchè essendo piuttosto che nell' autorità Ponti-
l'elezione pontificia una facoltà spi- ficia ; dissimulazione di savia prov-
rituale ed ecclesiastica , non può videnza, affinchè il supremo capo
essere giammai di essa capace un del mondo cattolico non sia eletto
principe secolare; ma bensì sem- con dispiacere de' sovrani, avendo
bra che in parte gli permettesse di sempre desiderato la santa Sede

confermare l'elezione fatta dal cle- che a tutti sia accetto il loro pa-
ro romano, ovvero di nominare il dre e pastore.
Pontefice, a richiesta però, ed a Su queste e molte altre ragioni
nome soltanto dello stesso clero, a appoggiato, il Cardinale de Lugo
cui allora apparteneva l'elezione. gesuita, nel conclave del i655, in
Ma le espressioni usate o che si , cui fu assunto al pontificato Ales-
attribuiscono al Pontefice Nicolò sandro VII, compose sull'avverten-
ESC ESC 85
za dell'esclusiva una scrittura, la si amba-
facesse alla presenza degli
quale diede motivo ad alcune osser- come si legge nel
sciatori imperiali,
vazioni per parte del Cardinale Al- capo Quia Sancta Romana, di-
:

bizi. Abbiamo ancora il Discorso stin. 63 ; cosi vogliono che nei


istorico-politico-legale e teologico sovrani cattolici dell'imperio, o del-
.sopra V Papi, per i-
esclusiva dei la Francia forse si trasmettessero
siruzione ai signori Cardinali in le parti del popolo, il quale se e-
J
conclave per la morte d Innocenzo sclusivamente non eleggeva o e-
XIII, al quale rispose l'avvocato scludeva, avea grande influenza,
Sozzini con alcune riflessioni, che o un avanzo palesava di quella in-
vanno unite a quel discorso nella fluenza, in certe epoche da esso
descrizione ms. di questo medesi- esercitata. Oltre ai citati autori
mo conclave fatta dal Cardinal Zon- suU' esclusiva possono consultarsi:
dadari, che si conserva in Siena pres- il p. Giuseppe Tamagna., Origine
so la sua famiglia de'marchesi Chi- e prerogative de' Cardinali, tom. I,

gi, dove il Novaes la lesse. Questi cap. VII ; Dell'elezione del romano
invita a leggere, nelle sue Dissert. Pontefice ai Cardinali della S. R.
stor. critic, Giangiorgio Estor, Com- C. riservata ; ed il Discorso ano-
mentario de j'ure esclusivae, ut ap- nimo sopra l'esclusiva dei Papi,
pellant quo Caesar Aug. uti po- Venezia 1722.
test, quum Patres purpurati in crean- II. Che talvolta la pacifica avver-
do Ponti/ice sunt occupati, Jenae tenza dell' esclusiva non sia stata
1 740. L' Oltieri poi, nella Storia attesa, ed altre volte sia stata ri-
di Europa, tom. Vili, p. 5 io, di- vettata ne abbiamo diversi esempi,
,

ce, che l'esclusiva la quale si suole per cui ne riporteremo alcuni. Nel
attendere per un solo soggetto che i555, per morte di Marcello II,
possa dispiacere a ciascuna delle nel primo ingresso del conclave,
tre corone, l'imperio, la Francia e Mendoza ambasciatore di Carlo V
la Spagna, talora si ammette non imperatore, e re di Spagna e Na-
per patto o determinazione alcuna, poli, esortò il Cardinal Giampietro
ma soltanto per provvido riguardo, Caraffa napolitano a non pensar
acciò non nascano guai di veruna punto al pontificato, perchè dal
specie alla Chiesa, e non sia di pre- suo sovrano era in primo luogo e-
testo a malcontento, nel caso che scluso, a quel modo che n'aveva
alcuno de' mentovati principi, come ricevuto due prece-
l'esclusiva ne'
fra i cattolici i più. potenti, non denti conclavi per morte di Paolo
volesse avere tutta la filiale con- III, e Giulio III, siccome narra il

fidenza in un Papa che suo


col Pallavicino nella Storia del conci-
dispiacere fosse eletto. Finalmente, lio di Trento. A questa intimazio-
quelli eziandio che ammettono la ne, il con intrepidezza
Cardinale
avvertenza delle esclusive , ripor- e serietà rispose L'imperatore non
:

tano tra le altre ragioni, che sic- potrà impedire che se Dio mi vuol
come nei primi secoli della Chiesa Pontefice, io non lo sia: anzi al-
concorreva il popolo alla elezione; lora sarò pili contento, perche non
e siccome Stefano IV, per ovviare obbligato di questa dignità se non
agli scandali, massime nell'intrusione chea Dìo solo. V. L'Oldoino in Ciac-
dell'antipapa Costantino, ordinò che conio ViL Ponti/, t. Ili, col. 824.
8f> ESC ESC
Otto giorni dopo il Cardinale re- decaduto dalla sovranità di esso
stò eletto Papa per adorazione, e per la suddetta guerra) in tre con-
prese il nome di Paolo IV. La clavi provò l'esclusiva, e nel quarto,
scissura fra Carlo V, e il Cardinal l'annoi5gi venne esaltato
t col
Caraffa , accadde quando essendo nome di Clemente Vili, con l'in-
vacata la sede arcivescovile di Na- clusione dello stesso Filippo li.

poli, a lui la conferì Paolo III ai Correndo l'anno 1644» nel con-
9 novembre i549; ma per Top- clave per morte di Urbano Vili,
posizione del viceré Pietro di To- nel quale si procedeva all'elezione
ledo non potè entrarne in possesso, del Cardinal Pamphily, non ostan-
se non in tempo di Giulio III, il te l'esclusiva che
Cardinal Anto-il

quale per ciò ottenere, a'21 set- nio Barberini, nipote del Papa de-
tembre i55o, scrisse una lettera funto, e potente per essere capo di
assai risentita a Carlo V. Tale fu cinquanta e più Cardinali, creature
l'affetto ch'ebbe il Cardinale per dello zio, gli aveva procurata dalla
la sede di Napoli, che ne ritenne Francia, perchè il detto Pamphily
il governo nel pontificato. era creduto aderente alla Spagna
Nell'Istoria de conclavi dei Pon- siccome stato nunzio presso il re
tefici romani, a p.799, si osserva es- Filippo IV , tuttavolta 1' esclusiva
sere costante opinione, già dichiara- fu sospesa dall'ambasciatore france-
ta col detto comune, semel exclusus, se Sansciamon, per opera del Cardi-
semper exclusus9 ed ivi si aggiunge, nal Theodoli, e del marchese suo
che siccome gli spagnuoli si oppon- fratello. Quindi avendo il Cardina-
gono alla esaltazione di chi una le Panciroli guadagnato colle per-
volta fu da loro impedito che suasioni il detto Cardinale Barbe-
giungesse al pontificato, cosi ognuno rini, ad onta della valida resistenza
tenne sino dalla creazione d'Inno- del Cardinal Bichi, tutto aderen-
cenzo X, che le loro forze si sareb- te della corte di Francia, il Pam-
bero in tutti i conclavi opposte phily venne Papa, e prese
creato
all'esaltazione del Cardinal Sacchet- il nome d'Innocenzo X. Per que-
ti; e che ben potevano mancare sta sospensione di esclusiva, restò
i motivi della prima esclusione, ma cosi irritato il re di Francia Lui-
sempre sarebbe durato nel suo vi- gi XIV, che privò il Cardinal Bar-
gore quello di averlo escluso una berini della protezione del suo rea-
volta.Con tuttociò questa regola me, e chiamò in Francia l'amba-
ha avuto talora la sua eccezione, sciatore, non perchè il re fosse con-
come quando il Cardinal Aldo- trario alla persona d'Innocenzo X,
brandino dichiarato dissidente di ma perchè il cardinale e 1' am-
Filippo per la memoria di Sil-
II, basciatore ne avevano prima da
vestro suo padre ministro favo- lui procurato l'esclusiva. Pur trop-
rito di Paolo IV (il quale in qua- po talvolta le brighe, l'ambizione
lità di avvocato del fisco pon- e l'abuso di fiducia di qualche Car-
tificio, a* 27 luglio i556, in pub- dinale , o di alcun ambasciatore
blico senato citòil re come reo di nei conclavi tradirono la propria
violato giuramento, già prestato a coscienza, non che i propri sovra-
Giulio III nel ricevere in feudo il ni, e sagrificarono degnissimi Car-
regno di Napoli , e lo dichiarò dinali, cui per altro Dio non avea
ESC ESC 87
destinati a suoi vicari. Altra volta piose votazioni, sebbene avesse a-
i ministri delle corti furono di ciò vuto l'esclusiva della Francia, per-
cagione con detrimento della repu- chè con ecclesiastica fermezza , nel
tazione del rispettivo sovrano. congresso di Mmister, qual nunzio
Morto Innocenzo X nel i655, nei apostolico, avea parlato della poca
primordi del conclave, molti sagri inclinazione del Cardinal Mazzarini
elettori del partito Barberini, con- primo ministro di Francia , alla
correvano pel Cardinal Sacchetti, pace che ivi procurava conchiu-
si

che ricevette l'esclusiva dalla Spa- dere. Il Cardinal Sacchetti però


gna. Allora divulgossi una scrittura con una robusta lettera, scritta allo
che si attribuì al Cardinal Albizi, stesso Cardinal Mazzarini, ottenne
ma poi si seppe essere stato lavo- che l'esclusiva fòss*e ritrattata, laon-
ro dell'avvocato Lini^ in cui si vo- de subito il Chigi fu eletto Papa
leva, che i principi con grave colpa con venticinque voti di scrutinio ,

e con obbligo di risarcire i danni si e trentanove di accesso, non man-


opponessero all' esaltazione di qual- candogli che il suo voto, il quale
che Cardinale; e che gli elettori nello scrutiniosi diede da lui al
ancora peccassero gravemente, se Cardinale Sacchetti, e nell'accesso
per compiacerli, o per privato in- al Cardinal Pallotta. Egli prese
teresse, negassero il voto a'meri- il nome di Alessandro VII. Così
tevoli. Ebbero luogo in allora i terminò questo conclave, la cui lun-
suaccennati scritti dei Cardinali de ghezza fu celebrata da Gregorio
Lugo ed Albizi. Nella citata Storia de Pina, ne'suoi Componimenti, pag.
dei conclavi, si leggono interessan- 9. Pei dibattimenti poi relativi al-
ti notizie sull'esclusiva del Cardina- l'esaltazione di diversi soggetti, nel-
le Sacchetti, che dalla medesima la mattina dell'elezione uno del
Spagna l'aveva ricevuta nel prece- conclave graziosamente disse: « Che
dente conclave. Vi fu pure in questo stravaganza è mai questa? Gli spa-
conclave qualche trattativa pel Car- gnuoli vogliono un Papa senza in-
dinale Bapaccioli , ma sebbene a lui teresse; iuno che avevano
francesi
non fosse impedimento l'essere na- escluso; Cardinali giovani un sa-
i

to da un bottegaio di Collescipo- nese; ed i Barberini uno che non


li, e col solo merito del sapere e è loro creatura " .

dei costumi essere giunto alla por- III. L'esclusiva de' Cardinali ha
pora ; tuttavia era di fresca età ,
luogo quando una parte di essi si

contando quarantasei anni ed , oppone costantemente ad altra, che


aveva un'abituale malattia di calco- vuole innalzare al pontificato un
li, che lo faceva riputare di corta soggetto, il quale non piace alla
vita. A questo impedimento si ag- prima, per cui talvolta ad un Car-
giunse l'esclusiva della Francia. Fu dinale per molti giorni mancò un
tuttavia rivocata questa esclusiva solo voto per restar eletto, come
contro il Rapaccioli, ma il trattato avvenne al Cardinale Aldovrandi,
per la esaltazione di lui non pre- nel conclave in cui fu eletto Bene-
se perciò maggior vigore. Quindi detto XIV, ed al Cardinale Belliso-
» sagri elettori si rivolsero al Car- mi nel conclave nel quale venne crea-
dinal Chigi di Siena, porporato di to Pio VII. Si osserva che le esclusi-
Innocenzo X, che sempre avea co- ve reciproche per gl'interessi tanto
,

SS FSC ESC
pubblici che particolari, ritarderei Pio II e Pio III, tutti zii e nipoti,
no T elezione di Gregorio X coti come dei cugini Leone X e Cle-
trentatre mesi e due giorni di se- mente VII, non volendosi più nel-
de vacante, per cui quel Papa sta- le famiglie raddoppiati i pontificati.
bili il Conclave (Fedi); non po- Ne valse al celebre Cardinal Ales-
tendo pone rimedio a tal vacanza sandro Farnese l'affetto dei Cardi-
di sede, e alle reciproche esclusive nali, la stima dei principi, e l'in-
dei quindici Cardinali, che allora teresse principalmente del redi Spa-
componevano il sacro Collegio, la gna, per sedere sulla sedia occu-
presenza di due re, ch'erano a par- pata dallo zio Paolo III. Per mor-
te dell'impegno, e che perciò e- te di Adriano VI volle il Cardinal
ransi recati in Viterbo, luogo del- Colonna promovere l'elezione del
l' elezione. Per simili reciproche Cardinal Giacovacci o Jacobazzi
esclusive dei Cardinali, l'elezione di ma que'Cardinali, ch'erano del suo
Clemente V fu preceduta dalla se- stesso partito, gli diedero l'esclusiva,
de vacante di dieci mesi, e ven- come quegli che seguiva le parti
totto giorni: ne egli né Gregorio dell' imperatore, e in conseguenza
X erano Cardinali. Le esclusive dei contrario agl'interessi di altri prin-
Cardinali, che per morte di Cle- cipi. Nel conclave in cui restò e-
mente V, ed elezione di Giovanni lelto Clemente Vili, doveva eleg-
XXII, volendo gli uni un Papa di gersi adorazione il Cardinal
per
Guascogna, cui altri ripugnavano, Santorio detto San Severina ; ma in
fecero durare la sede vacante ven- quel punto surse il Cardinal A-
tinove mesi, e diciassette giorni. Fu scanio Colonna, e gli diede l'esclu-
da alcuni notato, che nel conclave siva,dicendo ad alta voce: Asca-
tenuto pel conciliabolo di Basilea nio Colonna non vuol San Severina
nel 1439, l'antipapa Felice V dai Papa, perche non e dato da Dio.
trentatre elettori benché in tre, Ciò bastò per istornare la elezio-
scrutini sedici di essi gli avessero ne di lui, che tenevasi come fat-
dato l'esclusiva, a' 5 novembre con ta, ond'ebbe anche spogliata la
ventisei voti restò eletto pseudo Cella (Fedi). Dopo la morte di
Pontefice. Urbano Vili, il Cardinal Montal-
Venne da alcuni osservato, che to fermò i negoziati diretti alla
dopo il Pontificato di Paolo II ve- esaltazione del Cardinal Mazzmini,
neziano, s'introdusse una politica con una pubblica e costante prote-
comune nel sagro Collegio, contro sta. In questo conclave, prima che
i Cardinali veneti, ma questo abu- il Cardinal Sacchetti avesse la for-
so, s'è vero che abbia esistito, fu male esclusiva dalla Spagna, l'ave-
tolto nella elezione di Alessandro va dai Cardinali, perchè ventiquat-
Vili. Si nota a pag. 809 dell'Isto- tro di questi aventi alla testa il

ria de''conclavi > che l'esclusive dei Cardinal Albernoz l'escludevano dal
Cardinali dal secolo XVI in poi pontificato. Nel conclave di Clemen-
pei stretti congiunti de' Papi sono te X, il Cardinal Conti fu escluso
manifeste, non volendosi rinnova- da molti suoi colleghi, perchè avea
ti gli esempi di Eugenio IV e troppi parenti; ed il Cardinal Gri-
di Paolo II, Sisto IV e Giulio II, maldi venne escluso per opera prin-
di Calisto III ed Alessandro VI, di cipalmente del Cardinal Altieri. Era
ESC ESC 89
\ agallo del re di Spagna il Cardi- lo scrutinio inopinata, fino a teme-
nal Pigna tei li , ed era soggetto di re de' rimproveri della loro corte.
tanta viriti, che i ministri di Fran- Altri dicono, che avessero dimo-
cia non si avanzarono a dargli strato questo dispiacere affine di non
l'esclusiva; e pure, al diredi alcu- essere ripresi dal proprio sovra-
ni, non si potè conchiudere la sua no, e che il Cardinal Haeffelin li

esaltazione, se prima non


conob- si avesse segretamente avvisati dell'e-
be la neutralità del nuovo Papa, lezione. La maniera poi più. con-
che prese il nome d'Innocenzo XII. veniente di dare l'esclusiva, è quel-
Nel conclave di lui fu dai Cardi- la di significarla al Cardinal de-
nali escluso il Cardinal Barberini. cano del sagro Collegio, o a voce
IV. L'esclusiva si pratica in o in iscritto, il quale a mezzo di un
questo modo nei conclavi da chi biglietto, o in altro modo, la no-
è incaricato. Quel Cardinale che tifica a tutti i Cardinali. Siccome
è ministro , ambasciatore , ben il Cardinal Giacomo Giustiniani
affetto ed attinente ad una del- romano, fu l'ultimo ad avere l'e-

le tre corone cui è concesso di e- sclusiva, all'articolo di sua biografia

metterla per un soggetto, il quale ne riporteremo il modo, e il di-


sia stato dalla sua corona incom- scorso da lui perciò pronunciato
benzato di dare l'esclusiva a quel al sagro Collegio.
porporato Cardinale, che potesse Noteremo per ultimo, che la
divenir Papa, si pone sulla soglia magnanimità e la clemenza de'Pon-
della porta della cappella dello tefìci eletti nei conclavi in cui qual-
scrutinio, e ad ogni Cardinale, che che Cardinale ebbe l'esclusiva, fe-
per essa entra nella Cappella rac- cero sì che per essi praticassero
comanda prendere in
di conside- debitamente tutti i riguardi. Usa-
razione , che il Cardinal N. non rono quindi ad essi distinzioni, con-
sarebbe gradito al suo sovrano. ferirono loro benefizi ecclesiastici,

Il Cardinale che n' è , incarica- li promossero a cariche cospicue,


to, dà pure l'esclusiva col recarsi ed a notabili onorificenze, e li con-
alle celle dei colleghi, ed avvisar- sultarono ne'gravi affari, come quel-
li dell'esclusiva, se concorressero nel li che avevano meritato la fiducia,
Cardinal N. Queste manifestazioni il rispetto, e l'alta considerazione
vanno fatte avanti che i Cardinali della maggior parte del sagro col-
incomincino l'atto dello scrutinio, legio. Di alcuni di siffatti Cardina-
giacche quando si celebra lo scru- li,ch'ebbero l'esclusiva, e che poi
tinio, di cui trattasi all'articolo E- furono beneficati , e meritamente
lezione, già citato, e molto meno distinti dai Pontefici , faremo qui
quando leggonsi i voti, l'esclusiva breve menzione, oltre quanto di
non è in tempo di essere presa in essi si dice alle rispettive biografie.
considerazione, ne si attende, come Innocenzo XIII fece vicario di Ro-
raccontasi essere avvenuto nel 1823, ma, il Cardinal Paolucci appena
allorché legge vansi i voti per la eletto, il qual porporato aveva
elezione di Leone XII, la quale ai avuto l'esclusiva dall'imperio, e po-
Cardinali francesi Clermont, e de scia Benedetto XIII lo promosse .

la Fare, che dicesi avessero per lui a segretario di


stato, e nella sua
l'esclusione della Francia, riuscì nel- assunzione al pontificato, e precisa-
-

90 ESC ESE
incute nell'atto della votazione, vo- loro abitanti. L'esenzione uni verta
to in favore di Ini nello sernlinio. le, o totale, sottrae pienamente una
Benedetto XIV, appena seguila la persona, od una cosa, dalla poten-
Mia esaltazione, conferì la cospicua za e dalla giurisdizione dell'Ordi-
e urica di pro-datario al Cardinal nario, per sottometterla immedia
Aldovrandi, che era stalo escluso temente alla sede apostolica. L'e-
<la alcuni Cardinali. Altrettanto pra- senzione particolare o parziale non
ticò Clemente XIII col Cardinal sottraeva in tutto, ma in parie
Cavalchili), (piando la Francia Io solamente un luogo od una per-
escluse, conferendogli il pro-dataria- somi dalla giurisdizione dell'Ordi-
io. Questo uffizio si diede da Leo- nario. Tale è la definizione, che i

ne XII al Cardinal Severoli subito canonisti danno della natura della


dopo la sua elezione, ricevuta a- esenzione, e sue specie. Essi inol-
\endo l'esclusiva dall'imperatore di tre trattano della proprietà, degli
Austria. Da ultimo, divenuto Pon- effetti, e delle prove dell'esenzione ;

tclìce il Gregorio XVI,


regnante dell'esenzione de'monisteri, le qua-
dichiarò il suddetto Cardinal Giu- li piene ed intere furono frequen-
stiniani, che avea ricevuto l'esclu- ti dall'ottavo al nono secolo, co-
siva dalla Spagna, primieramente sì sui sagramenti, e sulla discipli-
Cardinal palatino mediante la ca- na esteriore della diocesi, e sul
rica 'di segretario de'memoriali, ed rispetto dovuto a' vescovi; e del-
in seguito gli aggiunse quelle altre l'esenzione de' capitoli, le quali e-
cariche ed onorificenze, che ripor- senzioni sono più recenti di quel-
teremo nella sua biografia. le de'monisteri. V. il Tomassini, de
ESCOBLEAU Francesco, Car- vet. et nov. Eccl. di scipi. part. I,

dinale. V. Surdis (de). lib. 3, cap. 16 e 27, e de la Com-


ESENZIONE. Privilegio che di- be, Giurisprud. canon., alla parola
spensa da alcuna obbligazione; exem- Esenzione ; Benedetto XIV , de
ptio s exceptio, invmmitas. Dicesi poi Synod. dioec; l'articolo Abbate, ed
esente, esento, per privilegiato, fran- altri relativi di questo Dizionario.
co, libero, inimunis. L'esenzione in ESEQUIE. Cerimonie e pom-
generale è una dispensa, che ec- pe funebri, che si fanno nella se-
cettua dalla regola comune. L'esen- poltura o mortorio di un morto:
zione ecclesiastica è o temporale, o exequia, justa funebria, parentalia.
spirituale. L'esenzione temporale è Questo vocabolo deriva da obse-
quella che il principe accorda ; l'e- quium, perchè le esequie sono gli e-
senzione spirituale è quella che dà slremi doveri o servigi, che si ren-
la Chiesa: questa è personale, o dono ai defunti. Questa parola in
reale, o mista, od universale, o latino significò eziandio 1' uffizio ec-

particolare. L' esenzione personale clesiastico, o la messa che si fa ce-


è quella che dispensa una perso- lebrare pei morti. Il Macri, alla
na dall'obbedienza del suo superio- parola Exequiac . dice essere cos'i

re ordinario, sottoponendola alia chiamato 1' uffizio che si fa pel


giurisdizione immediata di altro su- defunto, perchè con esso si esegui-
periore. L'esenzione reale, o locale, sce la sua volontà, come insegna
è quella che cade sui luoghi, co- Mutio cappuccino, de Off. mori.
me sulle chiese, e sui monisleri coi cap. 6. Durando però stima che
,

ESE ESE 91
V etimologia di questo vocabolo si quale che stimava pia la teo-
disse,
derivi da ciò, che 1' uffizio de' rnorti logia degli esercizi di s. Ignazio,
si recita extra lioras canonicas. che quella dì tutti insieme i dot-
Donato poi dice, che tal nome ha lori del inondo. Così il p. mae-
la sua origine, perchè i defunti so- stro d'Avila, con simili sentimenti
no seguitati dai vivi all'altro mon- diceva, che questi erano un effi-
do. Jl vescovo e martire
s. Zeno- cacissimo istromento della divina
ne, nelsermone terzo sopra A bra- grazia, per la riforma della vita
mo, chiama Isacco Fivas exequias, e de 'costumi. Ne dubitò s. Carlo Boi -
mentre stava in procinto di esse- romeo di dichiarare, che dagli eser-
re sagrifìcato. Carlo V volle, che cizi di s. Ignazio trasse principalmen-
vivente, e disteso sul feretro gli si te le norme per porsi nella strada
celebrassero le solenni esequie. V. dell' apostolica Dal li-
perfezione.
Funerali. bro degli esercizi san Carlo traeva
ESERCIZI Spirituali. In ma- ogni giorno l'ordinario soggetto
teria di pietà, cosi si chiamano o delle sue contemplazioni alcune ,

le pratiche cristiane giornaliere dei delle quali il medesimo Piazza ri-


fedeli o certi giorni di ritiro
, porta a pag. 218 e seg. Fu san
che si scelgono per meditare e far Francesco Borgia che ottenne da
l'esame della propria condotta, o Paolo III la bolla Pastoralis of-
pei libri che racchiudono le me- ficiij con l'approvazione degli e-
ditazioni destinate a questi ritiri, sercizi spirituali di s. Ignazio.
per la riforma della vita, o per Questa pia opera non solo fu
^ricevere gli ordini sagri. Il p. Me- praticata di frequente da molti
noebio nelle sue Stuore, tomo III, santi, e servi di Dio, ma anche
p. 207, nel capo XXIII tratta: Quan- dai Pontefici, ad onta delle im-
to sia efficace rimedio per rifor- mense cure per la Chiesa univer-
mare la vita il ritirarsi per alcu- sale. Clemente IX due volte all'an-
ni giorni^ per occuparsi in eserci- no si ritirava a fare gli esercizi
zi spirituali. Dei pregi ed utilità spirituali nel convento di s. Sa-
degli esercizi spirituali ne tratta bina. Benedetto XIII una volta
pure il Piazza nell' Eusevologio, , all'anno ritira vasi nel piccolo con-
trattato XI, capo IX, massima- vento del suo Ordine domenicano
mente di quelli composti da s. Igna- a Monte Mario, ed ivi faceva i
zio nel suo libro aureo degli Eserci- santi esercizi, dava sfogo alle sue
zi spirituali: questi dal medesimo penitenze, ai suoi digiuni, confor-
santo furono chiamali un mezzo mandosi alle religiose pratiche del-
potentissimo per mettere in cuore la comunità sia di giorno che ói
di chi che sia lo zelo per la propria notte. Benedetto XIV, prima di
eterna salute, e per quella degli celebrare l'anno santo dell' univer-
altri. Il citato Piazza riporta le sale giubileo, per maggiormente
sentenze e gli alti elogi, che degli avvalorare colla sua, la disposizio-
esercizi di s. Ignazio fecero Pietro ne che in altri eccitava per l'ac-
Ortiz, celebre dottore dell'accade- quisto dell'indulgenza del giubileo,
mia di Parigi, e fi*. Luigi di Gra- si ritirò per dieci giorni a fare gli
nata grande ornamento dell'Ordine esercizi di s. Ignazio, sotto la di-
de' predicatori, altro teologo, del rezione del gesuita p. Duranti per
è

Vi ESE ESE
niten/iere della basilica vaticana, cizi per dieci giorni, quindi stabi-
Clemenle XIV, avanti di farsi con- lirono che potessero fruire eguale
Mgiwre, non essendo vescovo, si indulgenza quelli che gli avessero
ritirò per nove giorni al ritiro dei fatti per cinque giorni. Ed accioc-

santi esercizi, affine di prepararsi che questo gran beneficio fosse co-
a sì sublime dignità. mime anche alle religiose ed alle
Alessandro VII, nel i656, aven- monache di qualsivoglia istituto,
do fatti venire in Roma i due ni- massime alle novizie, eh* entrano
poti Agostino, e Flavio poi Car- ne' monisteii per abbracciare lo
dinale, li mandò a fare gli eserci- stato religioso, Innocenzo XI ordi-
zi di s. Ignazio nella casa di no- nò, che ninna fosse ammessa per
viziato de' gesuiti presso s. Andrea la monacazione, se prima non aves-
al Quirinale, ove gli avea già fat- se per qualche tempo fatti gli e-
ti il nipote di Pio IV il Cardinal sercizi affine d'ottenere da Dio lu-
s. Carlo Borromeo. Questo luogo me e grazia a conoscere, se lo sta-
fu destinato per gli esercizi spiri- to , a cui si dedicava , era per
tuali dal medesimo s. Francesco procurare ad essa 1' eterna sai-
Borgia, generale della compagnia vezza: e rinnovando il decreto di
di Gesù, pei Cardinali, prelati, ec- Alessandro VII ordinò, che quelli,
clesiastici, e laici di nobile o civi* i quali dovevansi promovere agli
le condizione. Inoltre Alessandro ordini sagri prima di riceverli si
,

VII prescrisse con sua bolla, eh' ritirassero per dieci giorni a far
la 169 del Bull. Rom. tom. V, gli esercizi spirituali di s. Ignazio,
p. 366, rammentata dal Lamberti- Innocenzo XII poi determinò, che
ni, Istituzioni io4, che tutti gli i parrochi, ed i nuovi ministri del
ecclesiastici, i quali in Roma si do- sagramento della penitenza, si do-
vevano promovere agli ordini sa- vesserò preparare ad un così im-
gri, per trenta giorni dovessero portante ministero, col far per die-
esercitarsi nella pia casa de'Signo- ci giorni gli esercizi spirituali di
ri della Missione sì negli esercizi s. Ignazio, e meditare le cose
spirituali, che nelle funzioni de' sa- eterne.
gii riti e delle cerimonie. S. Vin- Non solo Clemente XI avanti
cenzo de Paoli, fondatore di quel- di entrare in conclave per ordi-
l' istituto e delle missioni ai pove- narsi sacerdote premise il riti-

ri della campagna, nella detta ca- ramento degli esercizi spirituali ,

sa istituì gli esercizi spirituali, non ma dipoi, essendo Pontefice, con


solo pei chierici ma anche pei lai- una lettera circolare a' vescovi d'I-
ci. Diversi vescovi nelle loro dio- talia, data il primo febbraio 17 io,
cesi introdussero sì fatta utilissima ponendo in vigore il decreto d'In-
opera, come pur fece in Milano il nocenzo XI come si legge nel
,

detto s. Carlo, col nome di Asce- Bull. Maga., tom. VIII, p. 4 22 >

sacra solitudine. Tanto


te riunì ossia comandò loro, che gl'iniziandi agli
alle case della compagnia di Gesù, ordini sagri facessero precedere gli
che a quelle della Missione pegli esercizi spirituali di s. Ignazio per
ordinandi, e per tutti gli altri, i dieci giorni; inculcando a' vescovi,

Pontefici accordarono l'indulgenza che esortassero i canonici, i par-


plenaria a chi ivi facesse gli eser- rochi, i beneficiati, i sacerdoti ec,
-

ESE ESE p,3

a farli almeno una volta l'anno mezzi i più opportuni


per ascol-
nelle case dei gesuiti o dei mis- tare con profìtto la voce di Dio,
sionari. Imperciocché diceva quel ed essendo diffìcile il conservarsi
gran Pontefice, che in quel sagro ben raccolto dopo a-
nello spirito
ritiro si lavava facilmente qualun- ver ascoltata la parola del Signore,
que macchia di polvere mondana, quando debba andar vagando
si

si ricuperava lo spirito ecclesiastico, per affari, o per domestiche faccen-


l'intendimento dell'anima s'innalza- de, quindi in Roma sono molte
alla contemplazione delle cose case religiose e laiche, nelle quali
tva
divine, e la norma del retto e san- ricevonsi le persone di ambo i

to vivere o s'imparava o si confer- sessi, e vi si fanno trattenere per


mava. Roma, centro del cattolici- un numero di giorni stabiliti, man-
smo, si dislingue anche negli eser- tenuti e serviti di tutto, acciò solo
cizi spirituali, che in più volte al- attendano alla contemplazione del-
l' anno si fanno in vari luoghi, il le massime di nostra santa religio-
perchè accenneremo principali. i ne, ed al pensiero della riforma dei
Narra il gesuita p. Memmi nelle propri costumi. In tal modo si

Notizie istoricìie dell'Oratorio detto danno gli esercizi dalle monache del
del p. Gravita, pag. 146, che ivi Bambino Gesù, del Divino Amore,
nel 1673 si cominciò a dare pub- dalle Orsoline, ed in genere in que-
blicamente gli esercizi spirituali di sta stessa guisa si praticano dagli
s. Ignazio, non solo ai fratelli del- Ordini regolari dell'uno e dell'altro
l'oratorio, ma a quelli che voles- sesso, dagli ospizi, e dai conserva
sero profittarne, e riporta meto- il toni, desistendo in quei giorni da-
do e la forma di essi. Quindi, a gli studi e dai lavori, e non am-
pag. 208, per le cure del p. Tyr- mettendo alcun commercio colle
so Gonzalez, generale della compa- persone estere. Nella casa de'mis-
gnia, nel 1702, col l'approvazione di sionari di s. Vincenzo de Paoli a
Clemente XI, fece istituire gli eser- Monte Citorio, si danno gli eserci-
cizi per le dame, che ne furono zi per lo spazio di dieci
spirituali
sommamente liete, ed il Papa con- giorni in tutti i tempi che prece-
cesse perciò grazie e privilegi spi- dono le ordinazioni generali, ed ove
rituali. Va notato che al presente debbono ritirarsi quelli che
tutti

gli esercizi non si danno più dai sono per ricevere qualunque degli
gesuiti nella casa del noviziato, ma ordini sagri, quando non sieno re-
in quella presso la chiesa di s. Eu- ligiosi, o non si trovino in qualche
dove più volte all'anno
sebio, li dan- seminario o collegio dove fanno
no tanto ad ecclesiastici, che ai re- gli esercizi sotto la direzione di
ligiosi di altried ai se- Ordini , persona a ciò destinata. Nella stes-
colari. V. il dott. Agostino Thei- sa casa debbono radunarsi tutti i
ner : // seminario ecclesiastico, o parrochi e confessori di Roma, non
gli otto giorni a s. Eusebio di Ro- regolari, per lo spazio di cinque
ma. Questa opera fu scritta in te- giorni ogni due anni a fare gli e-

desco, e dal p. Giacomo Mazio fu sercizi spirituali. Quivi pure si dan-


recata in italiano , e stampata in no gli esercizi ai secolari nella set-
Roma nel 1 834- timana santa, oltre di che vi si

Essendo poi il ritiro uno dei ammettono nel corso di tutto fan-
94 ESO ESO
no tanto gli ecclesiastici che i lai- Oziavano nei giorni solenni , men-
ci, i quali per loro divozione vo- tre in questi il patriarca di Co-
gliono, o dai superiori sono man- stantinopoli trova vasi all'altare sen-
dati a ri ti larvisi , costituendosi ad za i suoi primari utfiziali. Benché
essi in tal caso un parlicolar di- diaconi, erano gli esocataceli di u-
rettore, che assiduamente si accom- na grande autorità, avevano il di-

I
M^na con loro, e li guida nelle ritto di assumere le pianete non ,

opere proprie di tal ritiro. la stola, erano chiamati Cardinali,

Dai religiosi passionisti sul mon- e godevano quelle prerogative, che


te Celio, e dai religiosi francescani notammo al voi. XIX, pag. 3o8
nel ritiro di s. Bonaventura alia del Dizionario. Aggiungeremo, che
polveriera antica, presso il foro ro- probabilmente furono chiamati eso-
inaiio, più volte fra l'anno trat- cataceli per quanto si racconta dal
tengonsi agli esercizi spirituali per- Codino. In Costantinopoli il palaz-
sone anche di alta portata, e tan- zo patriarcale e gli appartamenti
to gli uni che gli altri ordinaria- del sincello, e di tutti i monaci ,

mente una ammettono


volta l'anno i quali erano al servizio del pa-
agli esercizi soli ecclesiastici. Lun-
i triarca, occupavano in quella città
go sarebbe ad enumerare tutti i un luogo assai basso ; mentre i

luoghi, le chiese e gli oratorii di grandi officiali alloggiavano fuori


Roma, in cui vi si fanno gli eser- di quella valle, e in altre parti.
cizi spirituali per ambo i sessi. Di Furono questi perciò chiamati e.?o-

ciò per la maggior parte si parla cataceli3 persone cioè che sono fuo-
ai rispettivi articoli, come del pio ri dei calaceli, ossiano luoghi bassi.
luogo di Ponte rotto, di s. Pa- ESOMOLOGESI (Exomologe-
squale in Trastevere, di s. Galla, sis). Confessione, secondo la parola
del ritiro de' divoti di Maria sul greca. Con questo nome per altro
monte Gianicolo, ed altri molti, e appresso i santi Padri ordinaria-
persino dei condannati esistenti in mente non s'intende la confessio-
Castel s. Angelo; de'quali, e di al- ne sagramentale ma , la pubblica
tri, tratta d. Guglielmo Costanzi confessione , e gli atti conseguenti
neir Osservatore di Roma, tom. I, dei penitenti , i quali sulla porta
lib. XI, capo I, e seg. V. Cate- della chiesa con abito vile, confes-
chismo, e Dottrina Cristiana. sando di essere miserabili pecca-
ESOCATACELI, o Exocatacoe- tori, ^domandavano perdono dai fe-
li. Nome generico che davasi in deli raccomandarsi alle loro
con
Costantinopoli al grand' economo ,
orazioni. V. s. Cipriano, lib. 3, e-
al gran o gran maestro
sacellario, pist. 27, dal quale si apprende si-

della cappella, al gran scevofilace, gnificare esomologesi una mera ri-

o custode de' vasi, al gran carto- conciliazione colla chiesa dei pub-
filace, o maestro della piccola cap- blici penitenti, poiché in caso di
pella, ed al proteedico, o primo necessità, o pericolo di morte, qual-
difensore della Chiesa. Gli esoca- sivoglia diacono, con licenza del suo
taceli erano in principio sacerdoti, prelato, poteva assolvere tali peni-
ma furono poscia ridotti all'ordine tenti, siccome qualsivoglia chierico
di diaconi, giacche avendo siccome di ordine del prelato può assolve-
sacerdoti le loro chiese, in esse uf- re dalle censure. Tanto dice il Ma-
ESO ESO $5
cri nella Not. de' vocab. ecci, alla sto il motivo per cui la Chiesa
parola Exomologesis. esorcizza quelle creature, affine di
Per più si dava principio a
lo scacciarne i demonii, che di esse si

questa penitenza pubblica nel pri- abusano, e di questo potere ella


mo giorno di quaresima, nel quale si è sempre prevaluta. Le creatu-
i penitenti, coperti di cenere e ve- re che la Chiesa esorcizza ordi- ,

stiti di cilicio, si fermavano sotto nariamente sono quelle afflitte da


i portici delle chiese per udire la qualche possesso od ossessione del
messa ed i divini uffizi ; ma poi demonio, i luoghi infestati dal de-
al tempo della consagrazione, era- monio; l'acqua, il sale, l'olio, e le
no riconciliati , come si raccoglie altre cose di cui ella servesi nelle
dai rituali antichi. La voce esomo- sue cerimonie. Essa esorcizza pure
logesi significa pure, o più pro- i bruchi ed altri insetti perniciosi
priamente, quell'ultimo atto del per le piante, le cavallette, le tem-
pubblico penitente, quando compi- peste ec. per impedire loro di nuo-
ta la soddisfazione impostagli , era cere ai prodotti della terra. Lo
condotto dal vescovo in chiesa ove stesso che con un sem-
Gesù Cristo,
prostrato in terra alla presenza di plice cenno poteva porre in fuga
tutto il clero e di molto popolo i demonii, volle tuttavia servirsi
,

detestava le passate colpe promet- di alcuni segni e cerimonie este-


tendo di non commetterle più. V. riori. Prudenzio, in Apoteos. con-
Tertulliano, de Poenit. cap. 91, ed tra Jud., compose alcuni versi, nei
il citato s. Cipriano lib. J, epist. quali si contiene la forinola usala
II. La confessione de' peccati pro- in quei tempi, mentre si esorciz-
priamente si dice in greco Exa- zavano gì' indemoniati energume-
goreusìs.Finalmente talvolta col ni. Gli esorcismi hanno una virtù
vocabolo Esomologesi vuoisi signi- indipendente dalle disposizioni del-
ficare la pubblica processione, con l' Esorcista (Fedi) , e producono
segni di penitenza, per placare Id- infallibilmente il loro effetto, a me-
dio , ed implorare la sua divina no che non incontrinsi ostacoli da
misericordia in tempo di qualche parte dell'esorcista o delle perso-
grave gastigo, come ha dal con- si ne in favore delle quali si fanno

cilio di Toledo XVII, can. 6, e da gli esorcismi. Il perchè gli esorci-


quello celebrato sotto s. Leone III, sti debbono prepararsi a questa
al can. 3i. V. Chiesa, Confessio- cerimonia col digiuno , colla pre-
ne, Penitenza. ghiera , coli' umiltà , colla purità ,
ESORCISMO (Exorcismus). Ce- astenersi da qualunque questione
rimonia della quale si serve la curiosa ed inutile, e seguire pun-
Chiesa per iscacciar demonii dai i tualmente tutto ciò eh' è prescritto
corpi ch'essi possedono o che im- nel libro degli esorcismi. V. Ener-
portunano, o dalle altre creature, gumeno.
di cui abusano o possono abusarsi. Il Sarnelli, nel tom. IX delle
Dice Gesù Cristo nell'ultimo capi- Lett. eccl., tratta perchè gli esor-
tolo di s. Marco: questi miracoli cismi hanno la conclusione, Per
saranno con quelli
avranno che Dominimi Nostrum Jesum Christian,
creduto, essi scaccieranno ì demo- qui venlurus est judicarc vivos, et
mi in mio nome. È dunque giu- morluosy et saeculum per ìgnem.
,

96 ESO
Amen. Quindi col Micrologo , de tre nota, che talvolta demonii i

observ. Ecclesiae, cap. 7, dice che s'ingegnarono d'ingannare gli esor-


i demonii niuna cosa temono più, cisti fingendo, e volendo far cre-
che il rammentar loro il giorno dere, che lo spirito ch'era in quel
del giudizio, quando tutti saranno corpo, era l'anima di questo o di
ridotti nell'inferno in sempiterno; quello, per dare ad intendere che
imperocché, sebbene sieno stati dan- non tutte le anime de' dannati an-
nati dal principio del mondo, su- davano all'inferno, e per turbare
bito che peccarono, e sieno conti- la fede sul giudizio, e sulla risurre-
nuamente cruciati dal fuoco infer- zione de' morti.
nale, che per l'onnipotenza di Dio 11 p. Menochio, nelle sue Stuo-
sentono anche assenti, nondimeno re tom. Ili, p. 46*9, cap. LXXVI
nel giudizio universale saranno da Degli esorcismi degli ebrei, nana
Gesù Cristo di nuovo coartati, e che il Cardinal Toledo, sopra il
carcerati nell'inferno. V. Demonio. capo II di s. Luca, all'annotazione
Soggiunge il medesimo Sarnelli 4i, osserva come anche avanti la
che anticamente si facevano gli venuta di Gesù Cristo, avevano gli
-esorcismi non nelle case private per ebrei i ed esorcisti,
loro esorcismi
la paura, non nelle chiese per ri- i qualiadoperavano in iscaccia-
si

verenza, ma all'aria aperta, ciò che re i demonii dai corpi ossessi ed


non si pratica più. Si domandava energumeni e che tra gli ebrei
,

il nome del demonio, e il segno eravi la tradizione dello scongiu-


della uscita, il che si fa oggi an- rare, essendo stato Salomone, se-
cora, e si stimava utile esorcizzare condo Gioseffo , l' inventore degli
i cibi che gli ossessi od energu- esorcismi contro i demonii. Sulla
meni mangiavano come
, si vede quale autorità riferisce Beda, che
dal rituale romano. Sono poi gli Salomone ordinò nel tempio alcu-
esorcismi certe orazioni e coniu- ni esorcisti, ed insegnò loro il mo-
razioni usate dalla Chiesa, come si do di scongiurare in da un libro
vede nel concilio IV cartaginese lui composto; anzi Origene, nel suo
il quale per materia dell' ordine trattato 55 sopra s. Matteo, affer-
dell' esorcista to dà il libro degli ma che al suo tempo conservavasi
esorcismi, dalla Chiesa approvati. il detto libro. Il Rinaldi all' anno
Dell'ordine degli esorcisti si fa men- 56, narra come Eleazaro
num. 2,
zione da s. Ignazio martire, nel- esorcizzò in presenza dell' impera-
l'epistola agli antiocheni, ed in tore Vespasiano. S. Epifanio, nella
quella di s. Cornelio Papa a Fa- eresia 3o, dice essere stata comune
biano. Sino dalla nascente Chiesa, opinione fra gli ebrei, che se al-
si usò discacciaredemonii cogli i cuno avesse saputo il nome di quat-
esorcismi, come in unione a s. Giu- tro lettere, cui i greci chiamano
stino martire, de ventate Christia- Telragrammaton , e gli fosse stato
na* religionis, dicono altri antichi lecito di proferirlo, avrebbe avuto
padri. Fu poi particolare ufficio potestà sopra gli spiriti maligni.
dell'ordine divinamente istituito, ed Noteremo per ultimo che non ,

a questo effetto destinato dalla Chie- mancarono anticamente ingannato-


sa, come prova il Baronio ne' suoi ri , i quali giravano per le città,
Annali, all'anno 56, il quale inol- professando per guadagno l'arte di
,

ESO ESO 97
cacciare i demonii , servendosi, in antichi rituali si prescrìve la ceri-
vece degli esorcismi, di superstizio- monia della ordinazione degli esor-
ni ed incantesimi, de' quali parla cisti. ricevono il libro degli
Essi
Ulpiano lege j ff. de variis ,
et ex- Esorcismi (Vedi), dalle mani del
traordinariis cognìtionìbus. V. s. vescovo , che loro dice prendi e :

Dionisio Areopagila nel lib. de Ec- studia questo libro 3 ed abbi la po-
clesiast. hierarchia al cap. 3, e s. destà d'imporre le mani sugli e>
Cipriano nell' episl. j6. nergumeni, sieno battezzati, sieno
ESORCISTA (Exorcisla). Chie- catecumeni. L' ordinazione dell' e-
rico tonsurato, che ha ricevuto sorcista si fa durante la messa, co-
quello tra gli ordini minori che
, me le altre.
porta un tal nome. Si dà questo L'esorcista deve preparare l'ac-
nome al vescovo, od al sacerdote qua, il sale, e tuttociò ch'è neces-
delegato dal vescovo, il quale esor- sario per fare I' acqua benedetta ,
cizza un posseduto dal demonio, di cui servesi la Chiesa per iscac-
un energumeno. Questo termine di ciare i demonii, ed accompagnare
esorcista deriva dal greco, che si- il sacerdote,quale fa nella chie-
il

gnifica scongiurare, invocare il no- sa l'aspersione dell'acqua benedet-


me Dio per iscacciare i demo-
di ta. Dice il Macri, eh' era anco of-
nii dai luoghi o dai corpi ch'essi fìzio dell' esorcista di esorcizzare i

posseggono. Sembra che i greci catecumeni prima di ricevere il san-


non riguardino la funzione di e- to battesimo, come persone sog-
sorcista come un ordine, ma come gette impero diabolico, e cita
all'

un semplice ministero, convenen- gli scrittori che parlano di questa


dovi s. Girolamo. Tuttavolta il p. specie di esorcismi, notando che s.
Goar, nelle sue note sull'Eucologio Isidoro chiamò gli esorcisti Actores
de' greci, prova coli' autorità di s. templi, lib. 2, cap. i3 de Eccles.
Dionisio e di s. Ignazio martiri off. Secondo il pontificale romano
che questo era un ordine. Questo era pure officio degli esorcisti di
ordine dà il potere agli esorcisti avvisare quelli che non comunica-
appunto di scacciare i demonii per vano, acciò dessero luogo agli ai-
mezzo dell' invocazione del nome tri, di versare l'acqua pel ministe-
di Dio. Sebbene però questa fun- ro, d'imporre le mani sopra gli os-

zione sia riserbata a' sacerdoti, nep- sessi e gì' infermi. Il Sarnelli , t.

pure essi possono incaricarsene sen- VI, lett. XVI, num. 8, osserva che
za licenza del vescovo. Non è vie- avendo l' esorcista la potestà del-
tato di darla anche ai chierici ca- l'ordine di esorcizzare, può far an-
paci purché possano , come dice
, che il segno della cróce, dove l'e-
Fleury, distinguere gli ossessi ed sorcista lo richiede; ed aggiunge
energumeni dai fraudolenti. Nei che il Marcanzio, Hort. past. Can-
primi tempi erano frequenti le in- delabr. myslic. trat. 5, lect. 4» as-
vasazioni, specialmente fra i pagani. serisce come nella chiesa di Liegi
Per testificare poi un maggior dis- nel sabba to santo, quando si por-
pregio del potere dei demonii, si tano gl'infanti a battezzare, si com-
adoperò per discacciarli uno dei mettono gli esorcismi, che si fan-
ministri inferiori della Chiesa. Nel no prima del battesimo, a' chierici

quarto concilio cartaginese, e negli d'ordini minori, acciocché si di-

voi,. XXH.
7
L

93 ESO ESP
mostri la loro potestà in qualità stare negli
pertinacemente,
invasi
cT esorcisti. Dal Rituale romano ap- lo esperimentarono gli apostoli, e
parisce, che detti esorcismi richie- lo dimostra Origene, in Josue ho-
dono molti segni di croce. Nel to- mil. 24. Gli stessi apostoli ci fan-
mo X tratta nella lett. LXIII, Co- no sapere, che eranvi esorcisti giu-
me possano gli spiritati intromette- dei, i quali si vantavano di scac-
re, emandar fuori del corpo lo- ciare i demonii in nome di Gesù
ro, cose solide e grandi. Invita Cristo. Marco 9, 37 ; Luca 9, 49«
quindi coloro che vogliono esor- V. il Psello, Della natura dei de-
cizzare gli energumeni, a leggere monii , e spiriti folletti, Venezia
il libro delle disquisizioni magiche, i645.
di Martin del Rio, lib. 3, sect. 6, ESORCISTA o ESORCISTA-
ove particolarmente discorre di que- TO. secondo degli ordini mino-
11

sta materia, come filosofo e come ri, divinamente istituito, avvegnaché

teologo; ne parla nel lib. 6, sect. la più sana opinione è quella del

3, de Remediis supernaturalibus di- dottore angelico, e de'più accredi-


linis, seti ecclesiaslicis, ove nella tati teologi, che anche gli ordini

pag. 719 fra le allre cose avvisa, minori abbiano per istitutore nostro
che gli guardino di non
esorcisti si Signore Gesù Cristo. V. Ordine,
ischerzare col demonio
né intro- , Esorcismi, ed Esorcista.
durre con lui discorsi giocosi, dap- ESPEN (Van)Zegero Bernardo.
poiché il cacciar via i demonii co- Celebre canonista e giureconsulto,
gli esorcismi della Chiesa è cosa nato in Lovanio nell'anno 1646, si
santa: e però si deve trattare san- diede per qualche tempo alla teolo-
tamente, siccome hanno fatto quan- gia scolastica; ma non essendo suffi-

ti da principio adoperarono con ef- ciente questa arida scienza ad ali-

ficacia il rimedio degli esorcismi, e mentare il suo intelletto, si dedicò


se talvolta non si discacciò il de- allo studio della disciplina antica e
monio, res clara est, in peccatis moderna della Chiesa, e ne acqui-
vel obsessi , vel abjurantis posse stò profonda e vasta cognizione.
contingere, vel ob majorem ipsius Nel 1675 gli fu data la laurea
aegri utilitatem, Deique gloriarli. dottorale, e da questo tempo in poi

Pegli esorcismi , come si disse al insegnò con applauso questa scien-


precedente articolo, molto giovano za nel collegio di Papa Adriano
i Dal Rinal-
digiuni, l'orazione ec. VI. Se non che la fama cui go-
di, all'anno 56, num. 6, si appren- dea di uomo celebre, ed i suoi
de, che talora esorcizzarono anche meriti gli destarono non pochi in-
i laici; ma i concili vogliono, che vidiosi nemici,né più godendo del-
i vescovi non permettano di esor- la primiera pace, massime per aver
cizzare ai non ordinati. Si stabili- approvata la consagrazione di Stee-
1
-
rono poi molte cautele, perchè ne- noven arciveseovp scismatico d'

gli esorcismi non si frammetta al- trecht come canonica, dovette riti-

cuna superstizione. Che poi la fede rarsi prima in Maestricht, e poi


dello spiritato aiuti assai la virtù nella città d'Amersfort, ove finì di
dell'esorcismo, l'insegnano s. Ci- vivere nel 1728, di anni ottanta-
priano, de idolatr. vanit., ed altri ; tre. Le principali sue opere sono :

e che gli spiriti maligni sieno soliti i,° Jus ecclesia stianti universum,
,

ESP ESP 99
nella quale si mostra quanto eru- il Sarnelli, nel tom. X,
XXif, lett.

dito altrettanto zelante di quelle della festa della ss. Annunziata


massime erronee sparse in tutte le (Vedi), dice, che in molte chie-
altre sue opere, per cui meritarono se costumavasi celebrarla agli 8 di-
di essere condannate, e proscritte dal- cembre, perchè appunto non si sti-
l'Indice. 2. De peculiarità te, et si- mò celebrare la solennità dell' inef-
monia. 3.° De officiis canonicorum. fàbile incarnazione del Verbo eter-
4«° Tractatus historico canonicus no in quaresima tempo di tri-,

in canones. 5.° De censuris. 6.° De stezza, come si ha dal detto conci-


promulgatione legum ecclesiastica- lio, tenuto dall'arcivescovo Eugenio.
rum. 7. De recursu ad Princi- Se non che succeduto
essendogli
pem. 8.° Alcune scritture sugli af- S. Idelfonso, quale difese la pu-
il

fari de' suoi tempi. Opere tutte, le rità della Concezione immacolata
quali offrono chiara prova dell'as- di Maria Vergine (Vedi), contro
sidua lettura che fatta avea della alcuni eretici i quali l'impugnava-
Scrittura sacra, de'padri, de'conci- no, volle che detta festa in avve-
li, del diritto civile e canonico. Il nire si celebrasse col nome del-
Bergier ci avverte che questo dotto l' Espettazione del parto, e sette
giureconsulto spesso ripete il già det- giorni il Natale (Vedi),
innanzi
to dal p. Tomassino; che in diverse non quaresima destinata agli
nella
opere volle servire al partito dei esercizi della penitenza, od alla
nemici della Chiesa, ch'egli avea solennità della risurrezione di Ge-
abbracciato ; e che i suoi senti- sù Cristo.
menti sul Formulario, e I* Apolo- ESPIAZIONE (Expiatio). Si pren-
gia dello Steenoven, come riempi- de per l'atto od azione, colla qua-
rono dì amarezza suoi giorni, cosi i le si pena decretata con-
soffre la

lo manifestarono come uno de' più tro il o pei sagrifizi che


delitto,
zelanti partigiani del giansenismo. si fanno a Dio per la remis-
ESPETTATI\E. V. Aspetta- sione de'peccati; si dicono anche
tive. espiazione quelle cerimonie, che Dio
ESPETTAZIONE del parto ha istituite per purificare gli uomi-
della b. Vergine [festa). Celebrasi ni dalle loro colpe, non solo coi
in diverse parli della cristianità sagrifizi, ma eziandio co'sagramen-
e specialmente in Ispagna, per de- ti, e colle opere di penitenza. Qua-
creto del concilio Toletano X del lunque espiazione del peccato si fa
657, a* 18 dicembre la festa dell'In- mediante l'applicazione dei meriti
carnazione del" Verbo divino, essen- di Gesù Cristo, e co'detti mezzi
do vietato ne'giorni quaresimali, se- da lui istituiti. Le altre cerimonie,
condo il costume della Chiesa orien- come le aspersioni dell'acqua be-
tale, seguito dall'ambrosiana, di ce- nedetta, le assoluzioni ec. non sono
lebrare in allora veruna festa, come altro che un simbolo ed un segno
giorni destinati alla cristiana peni- della purificazione , cui la grazia
tenza, ch'esclude ogni dimostrazio- divina opera nelle anime nostre;
ne di allegrezza, per cui la Chie- segni stabiliti per avvertirci di
sa non usa altri abiti sagri , se chiedere a Dio questa grazia. Se-
non i lugubri. Così il Piazza, E- condo la credenza cattolica, le a-
merologìo, a' 1 8 dicembre. Parlando nime di quelli che muoiono senza
ioo ESP ESP
avere interamente soddisfatto alla leanza, ed
velo che separava il
il

giustizia divina, purgano nel pur- santo dal santuario. Sacrificava po-
gatorio dopo la morte le reliquie scia a fianco dell'altare degli olo-
od avanzi de'loro peccati. Gli ebrei causti il becco destinalo dalla sor-
avevano diverse sorta di sagri fizi di te ad essere sagrificato. Ne portava
espiazione pe'falli commessi per i- il sangue nel santuario, e sette vol-
gnoranza contro la legge, e per pu- te faceva delle aspersioni col suo
rificarsida certe immondezze le- dito intinto nel sangue fra l'arca
gali, ch'erano ritenute come falli ed il velo, che separava il santo
da doversi espiar con certe vittime. dal santuario. Dopo ciò, faceva
Questi sagriflzi di espiazione non delle aspersioni all'intorno del ta-
rimettevano per se stessi falli reali i bernacolo col sangue del becco ;

commessi contro Dio; riparavano quindi recavasi all'altare degli olo-


semplicemente la mancanza este- causti, ne bagnava le quattro cor-
riore o legale , ed assolvevano i na col sangue del becco e del
trasgressori dalla pena temporale torello, e l'innaffiava sette volte con
con cui Dio od i giudici puniva- questo stesso sangue; metteva la
no questi falli, quando trascura- mano sulla testa del becco, che
vano d'espiarli nel modo prescrit- era destinato ad essere libero, con-
to dalla legge. fessava i suoi peccati e quelli del
La festa solenne dell'espiazione popolo, pregava Dio
che li scari-
celebra vasidagli ebrei il decimo casse sopra di lui , e consegnava
giorno del mese di tìzri, il quale questo becco ad un uomo, il qua-
corrisponde al mese di settembre. le lo conduceva in un luogo deser-
Gli ebrei la chiamano festa del to, e lasciavalo in libertà, ovvero
perdono, perchè esp'ravansi le colpe lo precipitava, secondo altri. Per
di tutto l'anno. Le principali ceri- questo si chiamava tal becco il

monie erano, che il sommo sacer- Capro emissario. Fatta questa ce-
dote dopo essersi lavato tutto il rimonia il sommo sacerdote si la-
corpo, vestivasi di semplice lino, vava tutto il cqrpo nel tabernaco-
indi offriva un torello ed un arie- lo, e vestendosi di altri abiti, im-
te pe'suoi peccati, e per quelli de- molava in olocausto due arieti,
gli altri sacerdoti : poneva le ma- uno per se, l'altro pel popolo. La
ni sulla testa di tali vittime, e con- festa dell'espiazione solenne era u-
fessava i suoi peccati e quelli di na delle principali festività degli
sua casa; poscia riceveva dalle ma- ebrei, i quali in tal tempo viveva-
ni dei capi del popolo due becchi no nel maggiore riposo, ed osser-
o capri pel peccato, ad un ariete vavano un digiuno rigoroso. Que-
per essere offerto in olocausto in sto era il solo giorno, in cui fosse
nome di tutta la moltitudine. Indi permesso al sommo sacerdote di
tiravasi a sorte, quale dei due bec- entrare nel Santo dei Santi, ove
chi dovesse essere sagrificato, e qua- era l'arca dell'alleanza.
le posto in libertà. Allora il som- La quarta solennità, la quale 9Ì

mo sacerdote incensava il santuario, celebra al presente dalla sinagoga,


ed intingendo il dito nel sangue è questa delle espiazioni tenuta ,

del torello già sagrificato, ne get- per la principale che abbia luogo
tava sette volte fra l'arca dell'al- in tutto l'anno, come descrive Pao-
ESP ESP 101
lo Medici, Riti e costumi degli qualche omicidio, allorché si vede-
ebrei, capo XXIII, Del digiuno e va nel cielo qualche prodigio, ed
festa delle espiazioni. Primiera- allorché espiare volevansi le città,
mente passano gli ebrei la notte, gli eserciti, i templi , ec. Apollo-
che precede tal festa, nella sinago- nio Rodio ha minutamente descrit-
ga, intenti nella preghiera e negli te tutte le cerimonie delle espia-
esercizi di penitenza. Si vestono zioni pegli omicidii, ch'erano le più
d'abiti di lutto, di bianco o di ne- gravi sino dai secoli eroici. Diffe-
ro, ed alcuni indossano l'abito con renti erano le cerimonie romane
cui bramano essere seppelliti. Van- da quelle de' greci sull' espiazione,
no alla sinagoga senza scarpe e e le storie ce ne danno ampie de-
senza calze, ed ivi fanno quattro scrizioni.
preghiere solenni, cioè alla matti- ESPINAY (d') Andrea, Cardi-
na, al mezzodì, al vespero ed alla nale. Andrea d' Espinay nacque di
sera. Quando è notte, e veggonsi nobilissimo lignaggio nella bassa
le suonano il corno per in-
stelle, Bretagna. Fu
abbate di s. Croce
dicare che il digiuno è terminato, di Bordeaux, canonico di quella
e ritornando allora alle proprie metropolitana, priore di s. Marti-
abitazioni, si vestono di abiti bian- no de' Campi a Parigi, e licenzia-
chi, e rompono il digiuno osser- to nel diritto canonico. Nel i479>
vato per tutta la giornata , ed Sisto IV, per favore del re, lo pre-
in quel giorno si riconciliano reci- pose alla Chiesa di Bordeaux, ed
procamente. Sogliono confessarsi si- Innocenzo Vili nel 148 3 lo creò
no a dieci volte in un giorno, prin- a' 9 marzo prete Cardinale di s.
cipiando dalla vigilia avanti cena, Martino, indi per singoiar distin-
in memoria del nome di Dio, che zione gli spedì in Francia il cap-
per altrettante volte pronunziava il pello cardinalizio, destinando per
sommo sacerdote. V. su questa fe- darglielo, il nunzio di quel regno
sta il Sarnelli, Lettere ecclesiasti- Leonello Cheregato. Alessandro VI,
che, tomo IV, lettera XXVII, che nel 1 499, Io trasferì all'arcivescovato
la chiama Chipurim, cioè della pro- di Lione, ma gli concesse di tenere
piziazione, anche in espiazione del ben anco Chiesa di Bordeaux ;
la
peccato commesso dagli ebrei nel quindi fu nominato governatore di
deserto, adorando il vitello d'oro. Parigi. Fu accettissimo al re di Fran-
I greci e i romani facevano cia Carlo Vili e Luigi XII, ai quali
espiazioni , col mezzo delle quali rese importanti servigi. Accompa-
pretendevano di purificare i colpe- gnò Carlo Vili quando prese pos-
voli ed anche i luoghi profani.
, sesso del regno di Napoli, e nella
L'espiazioni presso gli antichi ro- battaglia di Fornonovo , accaduta
mani consistevano in alcune ceri- nel i49^> colla croce nelle mani,
monie particolari, colle quali inten- e colla mitra in testa, volle star-
devano placare Tira di Dio mani- sene sempre accanto del re. Ripro-
festata con alcuni prodigi. Vi ave- vò poi altamente la condotta di
vano però diverse sorta di espia- quegli ecclesiastici , che avevano
zioni, e ciascuna
cerimonie aveva prese le armi contro il nemico, in-

proprie. Le principali erano quelle segnando loro , che pei sacerdoti


che si praticavano in occasione di l'arme più sicura è la croce. Nel
io2 ESS EST
1 4^5 s* era trovato presente all'as- Ebrei, nel suo
Dizionario della
semblea del clero gallicano. Mori Bibbia, alla parola Esseniani.
in Parigi nel castello di Tournel- ESTAIN (<T) Pietro, Cardi-
les l'anno i5oo , e fu sepolto nella nale. Pietro d'Estain, nobile fran-
chiesa dei celestini presso 1' altare cese, nacque nel castello di Estai n,
maggiore. diocesi di Rodez. Fu monaco be-
ESPOSIZIONE dbl SS. Sacra- nedettino, e poi vescovo di s. Flour,
mento dell'Eucaristia. V. Euca- donde nel i368 fu trasferito al-
ristia § IV. Delle esposizioni della l'arcivescovato di Bourges. Urbano
SS. Eucaristia. V, a' 7 giugno 1370, lo creò prete

ESSENI o ESSENIANI (Essaci). Cardinale di s. Maria in Trastevere,


Setta celebre fra i giudei verso il dalla quale passò al vescovato di
tempo di Gesù Cristo. Lo storico Ostia. Indusse con altri Cardina-
Gioseffo parlando delle diverse set- li Gregorio XI a trasferini colla
te del giudaismo, ne annovera tre corte in Roma, ed ivi egli pure
principali, i farisei, i saducei, e gli morì nel 1377, pie** di meriti
esseni, ed aggiunge che questi ul- pegl' incorrotti suoi costumi, e per
timi erano di origine giudei; per- l'ammirabile sua destrezza nel ma-
ciò equivocò s. Epifanio quando neggio dei più difficili affari, e di
gli annoverò fra le sette samarita- gloria per le sue legazioni in Ita-
ne; il loro modo di vivere si av- lia eseguite con gran vantaggio
vicinava molto a quello de' filosofi della santa Sede.
pitagorici. Siccome menavano una ESTAMPES (d') Achille, Car-
vita austera ed erano divisi dagli dinale. d'Estampes di Va-
Achille
altri, alcuni li riguardarono come lensè, nacque in Tours di nobile
scismatici, non volendo gli esseni famiglia nel i584- Fanciullo anco-
neppure sagrificare nel tempio, van- ra, fu ascritto all'Ordine religiosa
tandosi in vece di praticare ceri- gerosolimitano, e nell'età d' anni di-
monie più sante. In quanto ai co- ciassette cosi era divenuto esperto nel
stumi furono lodati da tutti, e te- combattere, che nell'assedio di Mal-
nuti pei più virtuosi, onde anche ta, posto dai turchi, egli guerreggiò
i pagani ne fecero encomio. Quelli con virile calore fino a che vinto
però dei quali parla Filone, sono dalie gravi ferite, e perduta la me-
differenti da questi, perchè secon- tà d'un orecchio per un colpo di
do il sentire di s. Girolamo, parla moschetto, depose le armi. Riavu-
Filone dei cristiani di Egitto, di- tosi poi in sanità, militò nelle Fian-
scepoli di s. Matteo, sotto nome dre e nelle Gallie; e nell'assedio
pure di esseni, pensando di lodare di Montalbano, contro gli ugonotti
la sua nazione, mentre vedeva quel- riportò quattro mortali ferite. Si
la chiesa ancora giudaizzante. Era- volle premiare il di lui valore, e
no chiamati Essei, o Jessei da Ge- venne tosto avanzato al grado di
sù nostro Salvatore o da les- , capitano. Passò quindi a militare
se padre di Davide su di che , in qualità di generale sotto le ban-
va letto quanto dicemmo al volu- diere di Carlo Emanuello duca di
me XVIII, pag. 202 del Diziona- Savoia, dove in una sortita da lui
rio. V. il p. Calmct nella Biblio- fatta nell'assedio di Verrua, contro
teca sagra, al titolo: Setta degli gli spagnuoli, riportate otto ferite
s

EST EST io3


ed abbandonato da'suoi, fu fatto ino è come trasportato fuori di sé
prigioniero di guerra. Ricuperata stesso in modo che sono sospese le
poi la sua libertà, servi in quali- funzioni de' suoi sensi. Il rapimen-

tà di ammiraglio al re Cristianis- to di s. Paolo al terzo cielo era


simo, nel famoso assedio della Ro- un' estasi. Abbiamo dalla storia ec-
cella, dove fece tali prodigi di va- clesiastica, e dalle vite de' servi di
lore, che atterriti gl'inglesi non osa- Dio, che questi furono rapiti in
rono di aiutare gli ugonotti, e la estasi per lungo tratto di tempo,

piazza fu ridotta all'obbedienza del e persino per intere giornate. Pu-


legittimo principe. A questo fatto re la menzogna e l' impostura pos-
si richiedeauna ricompensa ben gran- sono imitare l'estasi reale. Mao-
de, e in vero fu egli subito dichia- metto persuase gli arabi ignoranti,
rato generalissimo di tutte le trup- che i parosismi di epilesia cui era
pe francesi. Nelle controversie in- soggetto, erano estasi nelle quali
sorte tra Luigi XIII e la madre riceveva le divine rivelazioni. Di-
di lui, l'Eslampes tenne il partito cesi estasi contemplativa ,
quando
di questa, e n'ebbe anzi il coman- in certe persone sono sospese le
do della fortezza ; ma temendo funzioni de' sensi esterni, gli orga-
poscia lo sdegno del Cardinale di ni interni s' infiammano , si agita-
Richelieu, ritirossi in Malta, dove no, e mettono l'anima in uno sta-
diede eguali segni del suo invitto to di riposo, di quiete, che le sem-
valore. Da Malta chiamato a
fu bra assai dolce. Siccome ciò in al-
Roma, e il Pontefice suo
gli affidò il cuni può essere effetto di tempe-
esercito sotto la dipendenza del Cardi- ramento, devesi usare molta pru-
nal Barberini per la guerra d'Italia. denza prima di decidere, che que-
Sotto la di lui condotta, le squadre sto sia un effetto soprannaturale

pontificie guerreggiarono cosi van- della grazia, ed una elevazione del-


taggiosamente che Urbano Vili, qual l'anima a Dio.
degna ricompensa, lo vestì della sa- ESTE (d') Ippolito, Cardinale.
gra porpora, dichiarandolo a' 1 3 lu- Ippolito d'Este detto I seniore,
glio i643 Cardinale diacono di s. A- dei duchi di Ferrara, nacque nel
driano. Fece due volte il viaggio di 1478. Sortì più felici disposizioni
le

Francia; ma nella prima gli fu inti- naturali , e giunto appena all' età
mato di non entrare neppur in Pa- di sette o nove anui, per insinua-
rigi,che troppo il re era adirato con- zione di Beatrice sua zia, e moglie
tro di lui per aver imbrandite le ar- del re Mattia d' Ungheria , fu no-
mi contro il duca di Parma ; nella minato da questi ad arcivescovo
seconda poi fu ammesso all'udienza, di Strigonia. Però Innocenzo Vili
ma senza poter ottenere quello che ricusato avea sulle prime di con-
domandava. Consumato dalle fati- fermare tale prematura elezione;
che, morì in Roma nel 1646, e ma essendosi egli recato in Roma
fu sepolto nella chiesa di s. Ma- col duca Ercole suo zio, ricevette
I

ria della Vittoria, senza alcuna iscri- la pontifìcia approvazione; col pat-
zione. to però che non gli fosse data l'e-
ESTASI ( Extasi 3
raptus ani- piscopale consegrazione prima della
mi extra sensus). Rapimento dello età canonica. Per sette anni si trat-
spirito, situazione nella quale l'uo- tenne presso di quel sovrano, e
,

io4 EST EST


colle sue gentili ed insinuanti ma- simi doni, e gli conferì il vicaria-
niere si rese universalmente ap- to d'Italia, nell'occasione in cui
plaudito ed amato. Colà apprese venne spedito col carattere di le-
assai bene l'arte militare, e riuscì gato a Cesare, come eziandio a
a meraviglia nel maneggiare le ar- Ladislao re di Ungheria, ed a Si-
mi più difficili, come nel coman- gismondo re di Polonia. Sembra che
dare e diriger le truppe. In età di per la guerra della casa d'Este col
quindici anni, a'2i settembre i49^, Papa, non vi fosse un perfetto accor-
fu creato da Alessandro VI diacono do di spirito tra lui e il Pontefice
Cardinale di s. Lucia in Selci ; e Giulio II. E infatti chiamato da que-
a titolo di commenda , come si sto a Roma, finse di essere stato
postumava frequentemente in quei assalito da grave malattia per istra-
tempi , gli vennero assegnate pa- da, e così deluse il Papa presso del
recchie metropolitane e cattedra- quale avea saputo colorir molto
li ; anzi il prefato Pontefice , nel bene la cosa. Con tuttociò non si

1497, gli conferì per opera di Lo- tenne abbastanza sicuro in Italia,
dovico Moro, la chiesa stessa di e si quietamente al suo
trasferì
Milano, da governata per lo
lui vescovado, con un pretesto
fattosi
spazio di tredici anni; e nel i5o2, chiamare colà dal re di Ungheria.
la chiesa di Capua. Pio IH ami- Che egli avesse ragione di temere il
cissimo della casa d' Este, un anno Pontefice, lo si conobbe di poi dalla
dopo, gli diede la chiesa di Ferrara, maniera onde giustamente venne in
e nel i5o7 Giulio II gli conferì il Roma trattato il duca Alfonso I. Suc-
vescovato di Modena, colla dignità ceduto però Leone X, di cui go-
di arciprete della basilica vaticana, deva la più intima confidenza, tor-
alle quali dignità fu aggiunta l'ab- nossene a Roma; e fatta rinunzia
bazia di Nonantola con qualche al- della chiesa di Milano , cangiò la
tra. Recatosi a Roma affine di rin- sede di Strigonia con quella di A-
graziare Alessandro VI della sua gria, la quale non obbligava a re-
promozione alla porpora, e di là sidenza.Era questo Cardinale mol-
quindi partito per soddisfare agli to amante delle arti s delle scienze
impegni dell'alta suo condizione, e della musica, non meno che de-
vi ritornò poi in occasione del ma- gli esercizi cavallereschi , ne' quali
trimonio del principe suo fratello profondeva gran parte sue
delle
Alfonso I con Lucrezia Rorgia, ed rendite. Manteneva al suo servizio
ivi rimase per qualche tempo. Ma suonatori, cacciatori, buffoni ed al-
sotto il pontificato di Giulio II av- tra gente di beli' umore. Stipen-
viatosi di bel nuovo a Ferrara diava eziandio non pochi scienziati,
die grande aiuto al duca Alfonso I oratori, poeti; cosicché la corte di
nei pericolosi cimenti cagionati dal- quel libéralissimo principe si potea
le armi de' veneziani e da quelle dire l'accademia delle scienze e delle
del Papa. In tale incontro si di- arti. Il famoso Lodovico Ariosto, ch'e-
ressecon tanta prudenza e sveltez- ternò la memoria di questo Cardinale
za, che meritossi la stima de' più nelle sue opere, dopo quindici anni
gran principi dell' Europa , e sin- di fedel servitù,perde la sua gra-
golarmente dell'imperatore Massi- zia; ma nonne seppe mai il
se

miliano, che lo regalò di graziosis- vero motivo. Aveva il Cardinal d'j^-


,

EST EST ,o5


ste molte belle virtù del cristiano ra. Si coltivò nelle scienze presso
oltre ad una tenera devozione per 1'università di Padova, secondo che
la beata Vergine, in onore della ne dicono parecchi autori, o piut-
quale ogni giorno recitava l'officio, tosto in Ferrara, giusta la più co-
ed ogni anno dotava dieci fanciul- mune sentenza. Frequentò fino da-
le ; egli nudriva una singolare ca- gli anni più verdi, oltre la corte
rità pei poverelli, che ogni di pro- paterna, quella ancora di Francia,
vedea del cibo o del vestito. Era e ben presto crebbe in tutte quelle
poi attaccatissimo alla santa Sede, e doti, le quali si rendono indispen-
ne diede le più. chiare prove, quan- sabili al governare. Nel i53o, ebbe
do nel conciliabolo di Pisa non da Paolo III l'arcivescovato di Lio-
volle punto aderire alle suggestioni ne, e nel i5^6 la chiesa di Au-
dei nemici di Giulio II, ohe lo ec- tun. Poi Giulio III gli conferì, nel
citavano a dichiarategli contrario. i55o, la metropolitana di Narbona,
In tale incontro si condusse con e quattro anni dopo quella di Aucb.
tale saggezza, che la corte di Fran- Pio IV, nel i562, lo assunse alla
cia se ne chiamò molto contenta, sede di Arles; ma, nel iSQj, egli
e assieme a qualche altra si con- la rinunziò a favore di Prospero

venne nello assegnargli il glorioso Santacroce. Ebbe in seguito parec-


titolo di sapiente. Morì in Ferrara chie abbazie; ma non mai la chie-
nel i520, e fu sepolto in quella cat- sa di Ferrara, come alcuni autori
tedrale; ma nel 1607 venne traspor- si sono adoperali di dimostrare. Pel-
tato nella medesima chiesa appiedi le istanze di Francesco I, a' 20 di-
del sepolcro di Urbano III, e rin- cembre i538 fu creato da Paolo III
chiuso in un'urna marmorea. Scris- diacono Cardinale di santa Maria
se la battaglia eh' egli stesso con- in Aquiro, e poscia da Giulio III
dusse nel dì 22 dicembre i5og, fu fatto governatore di Tivoli. In
alla Policella
, contro alle armate appresso venne incaricato della le-
veneziane, cui sbaragliò pienamen- gazione al senato veneto, e quindi
te, e spogliò di tredici gallere ed presso il re di Francia Enrico II,

altri legni minori. Tal descrizione ch'era stretto con lui in parentela,
per volontà del Cardinale fu vol- dal quale ottenne peculiar protezio-
tata in latino dal Calcagnini. Di ne a favore del concilio, che allora
questo magnanimo Cardinale, co- celebravasi in Trento. Finita la le-

me degli amplissimi Cardinali Ip- gazione, si recò nuovamente in Ro-


polito giuniore, Luigi, ed Alessan- ma , ed ivi ricevette l' incarico di
dro, se ne parla molto nell'articolo governare la città di Siena a no-
Ferrara (Vedi), ove è pure la sto- me del re di Francia, al quale s'era
ria della sovrana casa d'Este. La data quella città. Pio IV Y onorò
vita di questo Cardinale fu scritta per due volte della legazione del
con grande eleganza da Alessandro Patrimonio, e di quella di Germa-
Sardi. nia presso T imperatore per facili-
ESTE (d' ) Ippolito, Cardina- tare la via della pace. Nella va-
le. Ippolito d' Este detto li o giu- canza della santa Sede per la mor-
niore, nipote del sullodato Car- te di Paolo III, egli era quasi per
dinale, nacque nell'anno 1 5oo, ,
essere eletto Pontefice. Questo fat-
dalla famiglia dei duchi di Ferra- to sarebbe sufficiente ad annuncia-
,

io6 EST EST


re quali virtù corredassero la bell'a- che gli veui van commessi. Nel to-
nima di lui. Infatti era libéralissi- mo terzo delle vite de' principi
mo co' poveri, generoso assai cogli troviamo anche un'altra sua lette-
uomini di merito, cultore delle ra al vescovo di Caserta, colla da-
scienze, candido ne' costumi, gran- ta i gennaio i562, nella quale si
de nelle sue idee, e celebre assai legge una sua discolpa scritta a
pei suoi talenti. A tutto ciò univa cagione di una certa calunnia, che
poi anche una splendidezza nel trat- gli venne data presso la santa Sede.

to, un' ospitalità singolare, e molta Dal cav. Ercole ha V Ora-


Cato si

prudenza nel maneggio degli affa- zione falla nelle esequie del Car-
ri. In Tivoli con somma magnifi- dinal Ippolito d'Esle, che fu stam-
cenza edificò la villa d'Este, cele- pata a Ferrara pel Baldini nel i 587.

bre per diversi titoli ,


perchè de- ESTE (d') Luigi, Cardinale. Luigi
corata di giardini, di fabbriche, di d'Este, nipote dell'anzidetto Ippolito
un palazzo con superbe pitture, ed giuniore, nacque in Arezzo l'anno
ivi accolse anche Enrico II di i5j8, dalla nobilissima famiglia
Francia, che trattò con isplendi- dei duchi di Ferrara. Giulio III
dezza degua di tanto sovrano. Do- nel i553 lo creò vescovo della
sua
po la sua morte quella villa venne patria. Trasferitosi poi in Francia
in potere del Cardinale Luigi suo ni- presso la corte di Enrico II, otten-
pote, indi del Cardinale Alessandro, ne parecchie abbazie ed anche la
che dovette poi sostenere una lite chiesa di Auch ri inumatagli
, dal
col Cardinale decano del sacro Col- detto Cardinal Ippolito suo zio. Pio
legio, che spiegava non pochi di- IV, nel concistoro de' 26 febbraio
ritti. La veduta di questa superba i56i, lo creò Cardinale dell'ordi-
villa , della quale si parla all' ar- ne de' diaconi, sebbene assente, e
ticolo Tivoli (Fedi), e della sua quindi gli diede per diaconia la
prospettiva , dà al palazzo ed al chiesa de' ss. Nereo ed Achilleo,
giardino l'idea d'un castello in- e dipoi lo fece governatore di
cantato, e vuoisi che Torquato Tas- Tivoli. Quattro anni dopo incon-
so dimorando in questa villa alla trò a Trento la sorella dell'impe-
splendida corte del Cardinal Ippo- ratore Massimiliano^ che s'era con-
lito II, si lasciasse ispirare da que- giunta in matrimonio con Alfon-
sto delizioso soggiorno nella descri- so li suo fratello, e l'accompagnò
zione del palazzo di Armida. Non sino a Ferrara. Fu poi dichiarato
così potè accadere all'Ariosto, come protettore della Francia presso la
alcuni pretendono, essendo quell'in- santa Sede, e in quell' ufficio molto
signe poeta morto alcuni anni a- si adoperò per la concordia dei
vanti che la villa fosse fabbrica- principi co'Pontefici s. Pio V e Gre-
ta. Mancò a' vivi nel i5ji 3
e da gorio XIII. Per commissione di
Roma fu trasferito a Tivoli, e se- questo Pontefice, fece due volte il
polto nella chiesa di s. Maria Mag- viaggio della Francia ; nella prima
giore con una breve iscrizione. Ab- delle quali, vivente Carlo IX in-,

biamo di lui alcune lettere tradotte tervenne ad un' assemblea a nome


in francese , che dirette aveva al della sede Apostolica , e nella se-
Papa ed al santo Cardinal Borro- conda si accinse a persuadere En-
meo , tu Ite riguardanti gli affari rico III, afliuchè non prestasse al-
EST EST 107
cun aiuto al suo fratello ii duca una brevissima iscrizione postavi da
di Aleuson, il quale faceva guerra Cesare d'Este, che fu poi duca di
nelle Fiandre a Filippo 11 re di Modena. Da Leonardo Salviati si
Spagna, e si riconciliasse piuttosto ha T Orazione delle lodi di d. Lui-
con quel monarca. Presiedette an- gi d' Este Cardinal3 Firenze 1587;
cora all'assemblea del clero, tenu- e da Sebastiano Forno Ardesi, 1
ta in Blois, e si distinse in ogni Vari lamenti d'Europa nella mor-
incontro pel suo intemerato amore te di d. Luigi Cardinal d' Este y
alla giustizia e all' equità. Dimes- Padova i587.
sa la sua diaconia, ottenne quella ESTE (d') Alessandro, Cardina-
di Maria in Via Lata, e diven-
s. le. Alessandro d'Este, cugino di Al-
ne cosi il primo dei Cardinali dia- fonso duca di Ferrara, e fratello
11,
coni. Fu protettore dell' Ordine duca di Modena^ nacque
di d. Cesare
de' cisterciensi , de' canonici di s. nel i568. Cresciuto negli anni, le
Giorgio in Alga; e nel i58i pro- belle qualità della suapersona si
tesse Giovanni Leves de la Cossiè- svilupparono per maniera che in ,

re granmaestro di Malta, con molti breve divenne l'ammirazione degli


altri cavalieri, che s' erano recati in stessi precettori di lui. Era di modi
Roma per giustificarsi d'una ca- soavissimi, di presenza avvenente,
lunnia. Egli li ricevette in sua ca- e d' ingegno acutissimo. Studiò iu
sa aMonlegiordano, e li trattò Padova le lettere e le scienze, e
con molto splendore, somministran- specialmente quella delle leggi. A-
do il vitto ancora alle persone del rnava assai gli uomini colti, ed anzi
loro seguito, che, secondo il Car- con loro sempre impegnato
era
della, ascendevano a mille. Fu nella conversazione. Clemente Vili,
mecenate de' letterati , ma non me- nel concistoro de' 3 marzo 599, lo 1

no benefattore de' poveri, anzi ver- creò diacono Cardinale di s. Maria in


sava nel loro seno gran somme di Via Lata, e poscia governatore di
danaro, e ne prestò ancora a tal Tivoli. Visse in Roma con {splen-
oggetto al Cardinal Osio, che da- dida magnificenza, e fatto di poi
va tutte le sue sostanze in patri- ritorno in patria, si trasferì in Ispa-
monio dei miseri. Racconta il Sal- gna a visitare Filippo III, dal quale
viati, che tra le altre sue benefi- fu accolto con sommo onore. Nel
cenze, diede eziandio cinquecento 1621, Gregorio lo promosse XV
fiorini ad un certo, che spinto dal al vescovato di Reggio, dove mo-
bisogno aveva derubato nella casa strò un incomparabile zelo per la
di lui qualche materiale. Riscosse salute del suo popolo, e pei van-
questo Cardinal d'Este le più bel- taggi del pubblico. Visitò la diocesi,
le lodi de' suoi contemporanei, che celebrò sinodi , tolse abusi , stabili
lo dicevano il lume del sacro se- regolamenti, corresse errori, regolò
nato, l'ornamento della corte ro- la clausura delle monache, e pre-
mana, e il tesoriere de' poveri. Po- pose degli eccellenti parrocchi alla
se fine a' suoi giorni in Roma nel cura del suo gregge. Per la inter-
i586, dopo venticinque anni di cessione di lui i chierici regolari
Cardinalato. Trasferito a Tivoli, fu teatini furono introdotti in Mo-
sepolto nella Chiesa di s. Maria dena, e ben assai provveduti. Ne-
Maggiore de' minori osservanti, con gli ultimi anni della sua vita fis-
,

io8 EST EST


so di nuovo il suo soggiorno in co episcopio, ma non lo vide com-
Roma , dove trattassi con mol- piuto. Trasferì in un luogo molto
ta splendidezza ; ma sofferendo as- più convenevole le sagre reliquie
sai delia salute , si recò a Tivoli de'santi Grisanto e Daria. Ma oc-
per respirare un' aria migliore ; ed cupato assai in all'ari di altra sor-
ivi sorpreso da gravissima malattia ta, che non sono gli ecclesiastici,

si fece portare in Roma, dove, rinunziò la sede nel 1 66 1 sotto Ales-


l'anno 1624, spirò nel bacio del sandro VII, riservandosi una pen-
Signore. Il cadavere di lui fu tras- sione di duemila scudi, e l'uso del
ferito a Tivoli , e venne sepolto palazzo episcopale. Aveva contem-
nella chiesa di s. Maria de* minori poraneamente ottenuto il vescovato
osservanti francescani, presso al Car- di Montpellier; ma Innocenzo X,
dinal Luigi d'Este. Lasciò alla sua quantunque sulle prime glielo avesse
cattedrale dei doni assai preziosi accordato, pur volle che lo dimet-
e tutta la suppellettile della sua tesse. Era però provveduto di pa-
cappella domestica. recchie abbazie in Italia e in Fran-
ESTE (d') Rinaldo, Cardinale. cia, e tra le altre quella di Clu-
Rinaldo d'Este, de'duchi di Mode- gny. Fu anche protettore della
na, nacque nel 1618. Negli anni pri- Francia presso la s. Sede. Dimessa
mi di sua vita si dedicò alla carriera la sua diaconia, ottenne successiva-
delle armi, e molto dava a sperare di mente nel 167 1 da Clemente Xil
se per la sperienza ed abilità som- vescovato di Palestrina; ma l'anno
ma che vi mostrava, e per l'acuto seguente egli compì la mortale
suo intendimento, e forte coraggio. carriera in Modena , ed ivi ebbe
Abbracciò poscia lo stato ecclesia- tomba nella chiesa de' cappuccini.
stico, e venne ad istanza dell'impe- ESTE (d') Rinaldo, Cardinale.
ratore a' io luglio, ovvero a' 16 di- Rinaldo d' Este, anch'esso de'duchi
cembre 1641 creato da Urbano Vili di Modena, e nipote del preceden-
diacono Cardinale di s. Nicolò in te, nacque in detta città a' 2 5 giu-
Carcere, ed ascritto alle congrega- gno i655. Essendo ancor vivi nel-
zioni de'riti, di Propaganda, de' ve- la curia romana gli affronti recati
scovi e regolari, ed altre. Sebbene ad essa dal Cardinal suo zio nel
vivesse in mezzo allo splendore del- pontificato di Alessandro VII, pel
la grandezza pure apparve sem-
,
notissimo trambusto de' soldati cor-
pre sobrio, pio, continente e devo- si, e dell' ambasciatore di Francia
to, come pure inalterabile negl'in- Crequì nessun conto volevasi
, in
contri sinistri. Sembra però, da il nostro Rinaldo decorarsi del Car-

quanto ne scrive il Battaglini, che dinalato. Quindi per le vive istan-


fosse un carattere alquanto in-
d' ze del suo cognato Giacomo II re
quieto. Alessandro VII lo stimava cattolico d'Inghilterra, a' 2 settem-
assai, e due Clementi IX e X,
i bre del 1686, fu creato da Inno-
per l'esaltazione de'quali molto con- cenzo XI, diacono Cardinale di 8.
tribuì, lo amavano teneramente. Nel Maria della Scala. Ma essendo
1 65 1 , creato vescovo di Reggio da morto nel 1 694 senza successione il

Innocenzo X, si mostrò zelantissi- di lui fratello Francesco II duca di


mo per la ecclesiastica disciplina. Modena, egli, che non avea ancora
Pose le fondamenta ad un magnifl- ricevuti gli ordini sacri, a' 2 1 mari
,

EST EST 109


zo 1695 dimise la porpora Cardi- stro delle sentenze è una delle mi-
nalizia, Brun-
e sposò Carlotta di gliori teologie che abbiamo,
svich duchessa diAnnover, cognata ESTOJN Adamo, Cardinale. A-
del re de' romani, per continuare damo Eston, nato di oscura fami-
la successione della sua nobilissi- glia nella contea di Herford nel-
ma famiglia. Dopo avere ottenuto l'Inghilterra, professò ancor giova-
da essa numerosa prole, il duca netto nell'Ordine benedettino pres-
Rinaldo morì di apoplessia a' 26 so il monistero di Nordvich. Cre-
ottobre 1737 d'anni ottantadue. sciuto nella pietà del pari che nel
ESTEVENS (d') Giovanni Al- sapere, lesse teologia nell'universi-
fonso, Cardinale. Giovanni Alfonso tà di Oxford ; poscia fu nominato
d'Estevens nacque in Àzambuja vescovo di Londra, e per le istan-
castello di Portogallo, diocesi di ze di Riccardo II, creato da Ur-
Lisbona. Sulle prime si diede alla bano VI, a' 18 settembre 1878,
carriera delle armi; ma poscia da- prete Cardinale di s. Cecilia. Cad-
tosi allo stato ecclesiastico, fu prò- de in sospetto di tradimento con-
mosso al vescovato di Silves nel tro il Pontefice , e perciò nel
1389, dopo due anni fu trasfe- 1 385 fu carcerato nella città di

rito a quello di Porto poscia ,


Nocera de' Pagani con altri cinque
a quello di Coimbra, e nel 1402, Cardinali. Vuoisi che desse fonda-
alla metropolitana di Lisbona. Fu mento a tali sospetti, l'aver lui

due volte ambasciatore in Roma, scritte in cifra alcune lettere a


Giovanni XXIII lo creò prete Car- Carlo Durazzo re di Napoli, le ,

dinaie di s. Pietro in Vincoli, nel quali non poterono da alcuno ve-


concistoro de' 6 giugno 14.11. Mo- nir mai esplicate. Siasi però la co-
ri nel i4*5, in Bourges, città del- sa comunque si voglia, egli è cer-
le Fiandre, stimato per uomo di to che, sebbene venisse lasciato in
rara prudenza e di letteratura di- libertà sotto la custodia di un che-
stinta, rico di camera , di nazione fran-
ESTIO Guglielmo, di Gorenna cese, fu nondimeno deposto dalla
in Olanda, di nobile famiglia, fece di lui dignità. Bonifacio IX pe-
i suoi primi studi ad Utrecht, ed rò , conosciuta meglio la cosa , lo
apprese la filosofia e teologia a restituì ai perduti onori, e scrisse al-
Lovanio. Nell'anno i58oebbela lau- cune lettere vantaggiosissime al par-
rea di dottore in teologia nella lamento d' Inghilterra. Morì con
stessa città. Accadde la sua morte fama di singoiar virtù in Roma
a Douay nel 161 3, mentre conta- nel 1398, ed ebbe sepolcro nel-
va setlantadue anni di età. Abbia- la sua chiesa titolare. Due secoli
mo di lui molte dotte opere in circa dopo la di lui deposizione,
latino. 1 .° La Storia de martiri di smosso il terreno di quella chiesa
Gorenna, uccisi nella rivoluzione per istabilire il nuovo pavimento,
che il calvinismo cagionò in quel fu trovata la salma incorrotta, che
paese; i.° Alcuni Commentari in 1 , venne trasferita con grande onore
volumi in foglio; 3.° Osservazioni al lato sinistro della porta di quel-
sui passi difficili della sagra Scrit- la dove si vede il suo an-
chiesa,
tura 3 stampati a Douay ed in An- tico mausoleo, colla statua rappre-
versa. Il suo commentario sul mae- sentante il Cardinale in abili pon-
no r.ST EST
tificali giacente sull'urna. L'Eston mai il reggime di quella diocesi. Ad
conosceva assai bene le lingue o- istanza del re cristianissimo, a' 18 di-
rientali, e produsse molte opere cembre 1439, da Eugenio IV fu
sulla divina Scrittura, facendone creato prete Cardinale di san Mar-
ancora una versione dall'ebreo; tino; ma egli non volle assumere
cosa che da s. Girolamo fino a quei la sacra porpora, se prima non
tempi non era stata eseguita da alcun ottenne di reggere contemporanea-
altro autore. Compose ancora l'uffi- mente la chiesa di Angers. Nel 1 452,
zio per la festa della Visitazione Nicolò V
lo spedi legato a laterc
di Maria Vergine, come si può ve- presso i re di Francia e d'Inghil-
dere in Lambertini, De feslis, ec, terra per conchiudere tra loro la
la cjual festa era stata istituita da pace; ma tutto fu inutile. In quel-
Urbano VI per ottenere 1' estinzio- 1' occasione però diede riforma al-
ne dello scisma che devastava la l' università di Parigi ; cosa che gli
Chiesa. meritò il titolo di ristauratore del-
ESTOUTEVILLE Guglielmo , le lettere e delle scienze. Carlo
Cardinale. Guglielmo de' signori VII, re di Francia, lo desiderava
d'Estouteville e Vallemont, di san- suo ambasciatore presso Calisto IH;
gue regio, nacque in Normandia l'an- egli però non volle accettare quel-

no 1402. Professò nel monistero del- l' incarico, perchè


Io credeva in-
la Congregazione di Clugny, fu dotto- compatibile suo ministero. Il
col
re in legge canonica, e priore di s. re nondimeno l' ebbe in altissima
Martino de' Campi presso Parigi. In stima, ed anzi voleva che i suoi
seguito venne arricchito colle pre- ministri in Roma non imprendes-
bende di molte chiese, la prima sero cose di grande rilievo, se pri-
delle quali fu quella di Mirepoix ma noi consultavano. Il Pontefice,
nella Linguadoca, che ottenne da valendosi del favore che godeva
Eugenio IV nel 1 4^ i, e ritenne presso quel principe, lo mandò in
per due soli anni ; quella di Di- qualità di legato presso di lui af-
gne nella Provenza, ch'ebbe nel fine di eccitarlo a prender parte
i43g, e possedè fino al i44^; nella guerra contro i turchi ; ma
quella di Nimes, che gli fu confe- la spedizione riuscì senza effetto,

rita nel i44*> e dipoi nel i45o perchè il re dovea impiegar le sue
ebbe quella di Lodève da Nicolò forze nel ricupero della Norman-
V; nel i^5i quella di Muriena dia e della Gujenna. Fabbricò in
nella Savoja; e un anno dopo il Roma da' fondamenti la chiesa e
vescovato di Roano. Alcuni vorreb- il convento di s. Agostino agli ere-
bero che avesse avuta anche la mitani, de'quali aveva la protezione
chiesa di Béziers, ma pare cosa presso la santa Sede, e ne assegnò
più, probabile che l'ottenesse a so- ancora considerabili rendite. Quan-
lo titolo di commenda. Quando do era arciprete di santa Maria
era vescovo di Lodève, istituì nel- Maggiore, risarcì le navi laterali
la chiesa di s. Genesio la confra- e le volte di quella basilica, do-
ternita della ss. Annunciata, e re- nandole molti sagri vasi d'argento
stituì alla cattedrale di Digne tut- e d'oro, e parecchie suppellettili di
te le che aveva da essa
rendite gran valore. Abbellì l'altare della
percepite, perchè non avea assunto confessione, e l'ornò di quattro
EST EST 1 , r

glandi colonne di porfido che tut- è, per cosi dire, il compimento e


tora esistono. Fabbricò anche una la perfezione, ma produce lo stesso
cappella dedicata a' santi Michele effetto in riguardo alla cristiana
Arcangelo e Pietro Apostolo, la vita in generale rimirata, dovendo
quale più non esiste, ma se ne ve- essa essere una perpetua peni lenza,
de però qualche traccia nell' inter- giusla l'espressione del concilio di
no della basilica. Nel 14^2 con- Trento, 14 de extr. unct.
sess. ,

sagrò solennemente l'altare della L' estrema unzione è un sagramen-


ss. Annunziata in Firenze, come se to, che contribuisce a procurare la
ne legge memoria in quella cap- remissione de' peccati ai fedeli ma-
pella. Sisto IV lo elesse Camerlen- lati pericolosamente, che dà loro
go della S. R. C, carica resa va- la forza di ben soffrire e ben mo-
cante per la morte del Card. Or- rire,che ravviva loro la fede e ,

sini. Fu
ancora uno di que' Car- che procura loro la salute , dove
dinali, che accompagnarono Pio li questa sia utile all'anima loro, sic-
i n Mantova. Questo Papa, nel 1460, come meglio si dirà. Non ministrasi
dal vescavato di Porto, che aveva ai condannati a morte, non ispe-
ottenuto da Nicolò V, lo trasferì rando essi per tal mezzo la salu-
a quello di Ostia e Velletri, dove te corporale. Questo sagramento
fabbricò l'episcopio, e in Cori, cit- non ebbe in ogni tempo il nome
tà della diocesi, un convento di di estrema unzione, ma il riportò
agostiniani. Cessò di vivere in Ro- dall' abuso introdotto, e troppo co-
ma nel i483, ed ebbe la tomba munemente ricevuto da alquanti
nella chiesa di s. Agostino. Lasciò secoli in qua, di aspettare agli estre-
una pingue eredità ai suoi nipoti, mi a riceverlo, siccome osserva il
pei quali aveva comperato varie p. Chardon, Storia de' sacramenti,
terre. Nel conclave per l'elezione tom. II, lib. Ili, dell' Estrema un-
di Pio li poco mancò che non con- zione.
seguisse il triregno che ambiva, ri-
manendo deluso pei motivi che 5 I. Denominazione , natura ed
narrammo al volume XV, pag. 283 esistenza della estrema unzione,
del Dizionario. e suo autore.
ESTRÉES (d') Cesare, Cardi-
nale. V. Etrees. L' estrema unzione è chiamata
ESTREMA UNZIONE. Sagra- dai greci olio santo, olio con ora-
mento istituito per sollievo spiri- zione, perchè 1' olio n' è la mate-
tuale e corporale degl' infermi. ria. Dai latini si chiama olio del
Si conferisce loro facendo diverse sagro crisma, olio di benedizione,
unzioni con olio benedetto dal ve- sagramento della sagra unzione,
scovo nel giovedì santo insieme unzione degli ammalati, estrema
col crisma e 1' olio de' catecumeni, unzione perch' è l' ultima unzione
accompagnate da certe preghiere, che si fa sui fedeli, il sagramento
che esprimono lo scopo ed il fine di quelli che passano da questa
di queste unzioni. V. Olio Santo. vita all'altra, il compimento e la
Meritamente si colloca il sagra- consumazione della penitenza, una
inento della estrema unzione dopo celeste medicina per l'anima e pel
quello della penitenza, di cui egli corpo. In un antico Manuale, pres-
uà EST EST
so il Borgia, Memorie t. Ili, pag. »» que confessate i vostri peccati
18 r, si contiene l'ordine Exlre- « gli uni agli altri ". Il concilio di
mae unctionis, e secondo tale scrit- Trento in conformità di questa
tore questo sagramento s' incomin- dottrina, nella sess. i4, can. ^de-
ciò così a chiamare verso la line cretò: Se alcuno dirà, che l'e-
»»

del secolo duodecimo, poiché pri- >» strema unzione non è veramen-
ma dicevasi Sacramentimi unctio- » te e propriamente un sagramen-
nis, Unctio infirmorum, ec. Alcu- » to istituito dal nostro Signore
ni attribuiscono sì fatto cambia- » Gesù Cristo, e promulgalo dal-
mento di nome alla variazione al- »* l'apostolo s. Giacomo ma che ,

lora seguita dell' antichissimo rito « solamente è una consuetudine


di ricevere la sagra unzione pri- » ricevuta da' padri, oppure un'in-
ma del sacrosanto Viatico (Vedi), n venzione umana , sia anatema ".
con posporla a questo, chiedendola Nel can. 2 » Se alcuno dirà, che
:

dopo. Più verosimile però sembra » la sagra unzione, la quale è data


1' opinione di
quelli, che riferisco- »»agl'infermi, non conferisce la
no il cambiamento a denotare che » grazia, non rimette i peccati, ne
questa unzione è l'estrema tra quel- » solleva gl'infermi; e che a' dì
le cui riceviamo, prima nello sta- » nostri non deve più essere in
to di catecumeni, poi quando sia- » uso, come se un tempo non fosse
mo battezzati , indi nella confer- « altro stata che la grazia di sa-
mazione, e finalmente quando sia- » nare gì' infermi , sia anatema ".
mo prossimi a far passaggio da Nel can. 3 » Se alcuno dirà, che
:

questa all'altra vita. Ed in fatti « la pratica e l' uso della estrema


anche dopo che l'uso s'introdusse « unzione secondo che la santa
di chiamare questo sagramento E- « Chiesa romana 1' osserva , ripu-
strema unzione, leggesi ammini- *» gna alsentimento dell'apostolo
strata prima del viaLico in uno , « s. Giacomo , e che per questo
de' più antichi documenti presso il m bisogna farci qualche cambia-
Wabillon, e del 1209, in praefat. « mento, e che i cristiani possono
saec. Is Bcnedict. n. 98. » senza peccato disprezzarla sia ,

L' estrema unzione è un vero » anatema ". Nel can. 4 «Se al- :

sagramento della legge nuova. Da- » cuno dirà, che i preti della Chie-
gli scritti degli apostoli la Chiesa » sa, cui s. Giacomo esorta di an-
trasse ciò che crede e pratica per » darsene ad unger l' infermo, non
rapporto a questo sagramento. Leg- » sono i preti ordinati dal vesco-
giamo nel XIV versetto del V ca- * vo, ma i più antichi di età d'o-
pitolo dell' epistola canonica del- « gni comunione, e quindi, che il

l' apostolo s. Giacomo: « S'infer- m ministro della estrema unzione


" ma alcuno tra voi? chiami i sa- » non è il solo prete, sia anate-
>> cerdoti della Chiesa, e preghino » ma ". Dopo di ciò sembra qui
>> sopra di esso , facendogli delle inutile riportare altri anteriori e
*> unzioni coli' olio nel nome del posteriori monumenti , anche del-
<> Signore ; l' orazione unita alla l'accordo della Chiesa greca e della
» fede, salverà l' infermo, ed il Si- Ialina in tutti tempi
i , nel rico-
» gnore lo solleverà, e se ha pec- noscere il sagramento della estre-
*> cati gli saranno rimessi ; dun- ma unzione.
,,

EST EST n3
Secondo le parole di s. Giaco- sua bocca
propria , lo si ha dal
mo, la estrema unzione ha le tre concilio di Trento. È vero, che il

condizioni necessarie e sufficienti concilionon disse espressamente


per fare un sagramento della nuo- che Gesù Cristo abbia istituito im-
va legge: i." è un segno sensibile mediatamente 1' estrema unzione
e sacro che consiste nella unzione ed è perciò che non devonsi con-
dell' olio, e nella preghiera del sa- dannare gli antichi scolastici, i qua-
cerdote; 2.* è un segno che pro- li pretendevano che gli apostoli a-
duce la grazia, poiché rimette i vessero istituito questo sagramento
peccati, i quali non possono essere per ordine di Gesù Cristo; ma nes-
a
rimessi senza la grazia; 3. è un sun teologo ha sostenuto dopo
lo
segno istituito da Gesti Cristo, giac- il concilio tridentino. Quindi si so-

ché un segno sensibile non può no accordati tutti col dire, che Ge-
produrre la grazia, né la remissio- sù Cristo aveva istituito questo sa-
ne de' peccati senza che sia istitui- gramento con tutti gli altri, e che
to da Dio, potendo egli solo dare gli apostoli l'avevano pubblicato.
agli elementi sensibili la virtù di È inoltre probabile, che Gesù Cri-
produrre la grazia. Origene, ho- sto lo abbia istituito nel tempo
mil. i in Levita parlando delle dif- che passò tra la sua risurrezione
ferenti maniere, colle quali si ri- e la sua ascensione, e dopo l' isti-
mettono dalla Chiesa i peccati, u- tuzione del sagramento della pe-
nisce1' estrema unzione alla peni- nitenza, di cui, lo ripetiamo, l' e-

tenza, e dice che il peccatore vie- strema unzione è il compimento


ne purificato quando si eseguisce e la perfezione.
ciò che prescrive s. Giacomo. E s.
Gio. Grisostomo, lib. Ili, cap. 6, § II. Materia e forma della
del Sacerdozio 3 dice che i sacerdoti estrema unzione.
rimettonoi nostri peccati, non solo
quando ci battezzano, ma anche Sonovi due sorta di materie ne-
quando fanno sopra di noi l' un- cessarie dell'estrema unzione, la
zione di cui parla s. Giacomo. Os- materia remota, e quella prossima.
serva il Bergier, eh' egli è da cre- La materia remota è l'elemento
dere, che Gesù Cristo abbia isti- di cui è composto il sagramento
tuito od ordinato questo sagramen- della estrema unzione; la materia
to, poiché gli apostoli niente fece- prossima è l'applicazione di questo
ro che pei di lui comandi, e per elemento. L'elemento della materia
l'ispirazione dello spirito di lui. remota è l'olio d'uliva, indicato
Che Gesù Cristo sia l'autore im- espressamente da s. Giacomo ed ,

mediato dell'estrema unzione, co- approvato da Eugenio IV, e dal


me di tutti gli altri sagramenti del- concilio di Trento. E pure neces-
la nuova legge, vale a dire che sario per la validità del sagramen-
non abbia dato solamente l'ordine ed to, che l'olio sia benedetto, secon-
il potere d' istituirlo a' suoi aposto- do parere di molti teologi; ma
il

li, nel che, siccome si esprimono non è necessario che sia benedet-
i trattatisti, consiste l'istituzione to dal vescovo, bastando la bene-
mediata; ma che l'abbia istituita dizione di un semplice sacerdote.
egli stesso immediatamente colla Ciò è nella Chiesa greca , a secon-
vol. x\it a
n4 EST EST
da dell'approvazione di Clemente odoratimi , gustum , laclum deli-
Vili, ina tra i latini la benedizio- u isti.
<l

ne dell'olio pegl' infermi è devolu- La pratica dei greci è di unge-


ta ai soli vescovi. Altri teologi opi- re la fronte, il mento, le due guan-
nano, ch'espressamente dev' essere ce, il petto, le mani ed i piedi.
benedetto per questo uso, dicendo L' uso più comune dei latini è di
che la benedizione particolare è ungere gli organi de' cinque sen-
quella che lo costituisce materia timenti: gli occhi, le orecchie, le
valida del sagramento della estre- nari, la bocca, i piedi e le mani.
ma unzione. La materia prossima In molti luoghi si ungono pure le

poi di questo sagramento è l'un- reni, ma agli uomini soltanto. Nel-


zione che il sacerdote fa sull' in- la chiesa di Parigi si sostituisce a
fermo, perchè è l'unzione che Io quest'ultima unzione, quella del
Spirito Santo ha ordinata nel ca- petto tanto per gli uomini, che
pitolo quinto dell' epistola di san per donne: In foeminarum un-
le
Giacomo. Questa unzione deve far- ctione tangat tantum sacerdos par-
si in forma di croce, perchè tale lem pectoris superiorem, come si
è l'uso della Chiesa, ma ciò non è legge nel rituale di Parigi. Il Duran-
necessario per la validità del sa- do nota, come alcuni del tempo
gramento. Non è neppur necessa- suo insegnavano non doversi far
rio che il sacerdote faccia l'unzio- l'unzione alle spalle, perchè già
ne col pollice immediatamente ,
fatta nel battesimo, né doversi un-
può farla con qualche istrumento gere sulla fronte, ma sulle tempie,
secondo l'uso della sua chiesa; chi era stato cresimato. Quando i

bisogna però che 1' unzione sia tale sensi e le membra


che devonsi
da poter dire, che la parte del cor- ungere sono doppi, si comincia
po alla quale si applica è vera- dal destro. Quando l'infermo man-
mente unta. Il Ma cri riporta, che ca di qualche membro, dove si
in tempo di peste è lecito al sa- deve fare l'unzione, bisogna farla
cerdote unger l'infermo con una nella parte del corpo la più vici-
bacchetta, Diana, traci. 4 de Sa- na, come sarebbe ai polsi se Y in-
crani. Resol. 167; anzi alcuni pen- fermo avesse le mani tronche. Se
sano che basti ungere una sola r infermo spira prima che le un-
parte, dicendo la solita forma, Sii. zioni sieno compite, si deve cessa-
3 pari, quaest. 32, artic. 7, opi- re. La unzione delle mani si fa
nione approvata dall' università di al di dentro per i laici o secola-
Lovanio l'anno i588. Il medesimo ri, ed al di fuori per i preti, per-

Macri deferisce al sentimento del chè il di dentro delle loro mani


citato p. Diana, il quale in tal è già stato consagrato coli' ordina-
caso stima bene, che il sacerdote zione. Non si fanno unzioni alle
unga con prestezza un orecchio, orecchie de' sordi, né agli occhi dei
e cosi degli altri sentimenti, pro- ciechi fino dalla nascita: si fa l'un-

nunciando una sola volta la forma zione sulle labbra dei nati muti,
seguente per tutti: Per istas san- ma dicendo solamente quidquid
clas unclioneSj et suani piisimam peccasti per gustum. S. Tommaso
miserìcordiam indulgeat libi Deus dice necessaria per la validità del
auidquid per visitili 3 auditum , sagramento l'unzione de'cinque or-
EST EST 1 i5T

gnni dei sentimenti ; ma molti teo- era un tempo indicativa ed asso-


logi credono valido il sagramento luta, cioè pronunciata al modo in-
con una sola unzione sopra uno dicativo, come si scorge da quella
degli organi de* sensi, almeno quan- del rito ambrogiano in uso sino
do si ha premura, e nelle malat- dal quarto secolo, e citata da san
tie contagiose, pronunziando que- Tommaso, da s. Bonaventura, da
sta formola universale: Indulgeat Riccardo di s. Vittore ec. Anche
tibi Deus quidquid peccasti per il Macri dice, che la forma del
sensus. Ma
dire del Chardon,
al rito ambrogiano nell'amministrazio-
loc. 371, in quanto alle
cit, pag. ne di questo sagramento, non è
parti del corpo che si ungono deprecatoria o deprecativa, ma in-
neir amministrazione di questo sa- dicativa, che però non viene ap-
gramento, avvi un' infinita varietà provata da alcuni dottori fondati
giusta i luoghi e i tempi. In al- sulle parole di s. Giacomo, orent
cuni siungevano molte parti, in super eum: con tuttociò non si
altri pochissime. Vi sono anche deve condannare la forma usata
esempi della unzione fatta in una da questa Chiesa, approvata da
sola parte del corpo, e s. Eugen- altri, come dal p. Suarez tom. 4>
do fu unto solamente al petto. disput. 40, sect. 3, num. 8. Una
Siccome questa unzione ha per fi- antichissima formola ambrogiana
ne, quantunque men principale, la viene recata da s. Bonaventura,
guarigione dell' infermo, in molte Dist. 23, art. 1, quaest. 4, che di-
chiese facevasi specialmente sulla ce : Ungo te oleo santificato in
parte addolorata, in cui era la se- nomine Patris 3 ec. Un libro sagra-
de del male, come si può vedere mentale di Venezia, approvato dal
nei rituali presso Martène. il p. Papa Leone X, ha : Ungo te oleo
La forma poi dell' estrema un- sancto, ut hac unctione protectus
zione consiste in queste parole, che fortiter3 stare valeat adversus ae-
il sacerdote pronuncia facendo le reas catervas 3 in nomine Patris,
unzioni » Che Dio per questa
: ec. La forma dunque non è sta-
« santa unzione, e per la sua piis- ta sempre deprecatoria in tutte le
» sima misericordia , vi perdoni Chiese particolari. Anche presso i

>» tutti i falli, che voi avete com- latini, non sono che circa cinque
» messi colla vista, coll'udito, col- o sei secoli, ch'è universalmente ri-

l'odorato, col gusto, col tatto ". cevuta. Si trova anche in un ri-

Dicono i trattatisti , che di tut- tuale ms. di Jumieges, ch'è alme-


te lequi riportate parole, non vi no tanto antico Per istam unctio-
:

sono che queste, le quali repu- nem et suarn piissiniam misericor-


tinsi essenziali: che Dio vi per- diam indulgeat tibi Dominus quid-
doni , indulgeat Deus, per
tibi la quid peccasti per visurri, ec. Essa
validità del sagramento, perchè si- è simile in tutti i rituali. Al tem-
gnificano sufficientemente la causa po del Pontefice s. Gregorio I, in
principale del sagramento eh' è Roma si faceva uso d' una forma,
Dio; l'effetto del sagramento che che in parte era deprecatoria, in
è la remissione de' peccati; il sog- parte assoluta ed indicativa. Essa
getto ed il ministro del sagramen- comprendeva queste parole, che so-
to. La forma dell'estrema unzione no assolute, inunge te, e queste
, ,

n6 KST EST
altre che sono deprecatorie, fri te I greci al presente si servono di
habitet virtù* Cliristi. Nei rituali, una forma deprecatoria, ina la for-

avverte pure il Chardou, le parole ma deprecatoria e l'indicativa od


della forma sono estese assoluta- assoluta sono egualmente convene-
mente, e in altri deprecativamente, voli e sufficienti per la validità del

in altri un modo misto. Diver-


in sagramento, per quelle spiegazioni
se forinole si leggono in un sagra- e ragioni che ne danno gli scrittori
mentano di Catalogna, e nell'anti- di questo argomento. Il sacerdote
co pontificale di Naibona. poi deve pronunciare la forma del
Neil' oriente ancora la estrema sagramento nel medesimo tempo
unzione è noverata tra i sette sa- che fa le unzioni, di modo che non
gramenli, ed il Renaudot c'istruisce deve terminarla se non quando
della credenza dei greci, e dei loro termina 1' unzione de' membri che
riti su questo punto, lib. V, cap. sono doppi, eccettuato il caso che
i , Delle cerimonie che i greci T infermo pel grave male sia estre-
orientali usano per la estrema un- mamente in pericolo.
zione, delle quali parleremo al § Deve pure asciugare le unzioni
VI di questo articolo. Solo qui con un poco di cotone o di stop-
noteremo, che i greci ed orientali pa, od altra cosa simile, a meno
usano olio benedetto non dal ve- che quegli che l'assiste non sia negli
scovo, ma dai sacerdoti nella ce- ordini sagri, nel quale caso gli sa-
lebrazione di questo sagramento rà permesso di asciugare le unzio-
come si disse di sopra; ma il p. ni fatte dal sacerdote. Ciò che ha
Goar avverte, in not. ad Euchol., servito per asciugare le unzioni
citando 1' istruzione di Clemente deve essere portato in chiesa in un
Vili, la quale porta per titolo : bacino pulito, per essere abbrucia-
Circa oleum sanctum infirmorum 3 to, e le ceneri si gettano nel sa-
fattapei greci, ove dice che nei crario. Terminate che abbia il sa-
luoghi soggetti ai latini essi non cerdote le unzioni, egli stropiccia
sieno obbligati a pigliar l' olio be- il suo pollice e le dita che hanno
nedetto dal diocesano, perchè giu- toccato l'olio, con mollica di pane,
sta l'antica consuetudine della loro quindi si lava ed asciuga le mani :

chiesa, essi lo benedicono nel me- la mollica, e l'acqua della lavanda


desimo tempo, che lo amministra- per le mani, secondo le prescrizio-
no. Inoltre il p. Goar, per non ni de' rituali, devonsi gettare nel
lasciar verun dubbio su questa ma- fuoco.
teria, si fa un dovere di soddisfare
alle obbiezioni dei teologi più pre- § III. Ministro dell'estrema
venuti in favore de'principii scola- unzione.
stici, secondo i quali egli e l' Ar-
cudio fanno consistere la forma di I soli sacerdoti sono i ministri
questo sagramento fra i greci in capaci di conferire validamente il
una orazione che comincia Padre : sagramento dell' estrema unzione,
santo) medico delle anime ec, la punto di fede deciso dal concilio
quale spiega i principali suoi effetti, di Trento, come riportammo di
cioè la remissione de' peccati, e la sopra, nel can. 4- Questa decisione
guarigione dei corpi. del concilio è appoggiata alla Scrit-
EST EST 117
tura, ed alla tradizione. Per la » sma, quale consagrato dal ve-
il

Scrittura, s. Giacomo dice espres- » scovo deve essere adoperato non


samente, che sono i sacerdoti che « solo pei sacerdoti, ma per tutti
debbono amministrare Y estrema » i cristiani nelle infermità loro
unzione; per la tradizione quella *» e de' loro attinenti ".
delle due Chiese, le quali hanno Qualunque prete, tanto secolare
tempre riconosciuto in tutti i tem- quanto regolare, può validamente
pi soli sacerdoti per ministri del-
i amministrare il sagramento della
la estrema unzione, come si può estrema unzione, perchè questo po-
vedere negli Eucologi de' greci, e tere è unito al carattere sacerdo-
ne'rituali dei latini. È dunque inu- tale ; ma non vi è che il solo par-
tile, che i novatori pretendano che roco, od il sacerdote commesso da
il vocabolo presbiteri significhi gli lui che possa amministrarlo lecita-
antichi Jaicij perchè evvi unito quel- mente; e se qualche altro prete seco-
lo di ecclesiae. Si può però dire, lare o religioso volesse amministrarlo,
secondo il parere di moltissimi teo- oltre al peccato mortale che com-
logi,che il Papa s. Innocenzo 1 metterebbero ambedue, il religioso
permise a tutti i fedeli anche laici incorrerebbe la scomunica maggiore
d'applicare l'olio sugl'infermi in pel solo fatto, non potendone essere
caso di bisogno, ed allorquando non assolto che dal Papa. Sono però
vi sono preti per farlo, presso a eccettuati i casi di necessità, come
poco come possono essi servirsi del- se il parroco fosse assente o impe-
l'acqua del fonte battesimale, o di dito, o pure se ritardasse, ed allo-
qualche altra cosa benedetta; ma ra qualunque prete potrà ammini-
in questo caso l'unzione non è mai strare T estrema unzione. Sebbene
sagramentale. Il Chardon riporta le la pluralità de' sacerdoti sia stata
parole della lettera, che s. Inno- altre volte necessaria per precetto
cenzo I scrisse a Decenzio vescovo ecclesiastico, affine di amministrare
di Egubbio, cioè Gubbio, il quale l'estrema unzione, non è in oggi,
dubitava se i vescovi potevano am- e non giammai stata, per precet-
è
ministrare l'estrema unzione: « Che to divino. Le parole di s. Giaco-
« l'apostolo avea parlato de' soli sa- mo, le quali esigono più preti, pre-
» cerdoti perchè i vescovi occupati sbyteros, non racchiudono che un
» da moltissime brighe non pote- dovere di convenienza soggetto alla
» vano andar a visitare gl'infermi. disposizione della Chiesa, d'altron-
» Del resto, se il vescovo può, o de non avvi nella Scrittura niente
» vuole, gli è lecito benedirli e un- di più ordinario e comune, quanto
» gerii, anzi ciò gli conviene ". quello di prendere il singolare pel
Indi, inprova che la Chiesa con- plurale, ed il plurale pel singolare.
fidò mai sempre a' sacerdoti o ve- Tutta volta, dice il p. Chardon, ci-
scovi un tal ministero, il Chardon tando il p. Martène, t. II, e. VII,
così traduce l'altra parte della pon- art. IV, che questa unzione degli
tifìcia decretale: « Non vi ha dub- infermi facevasi da uno o più sar
»» bio, che il testo di s. Giacomo cerdoti, e gli atti de' santi ne re-
* non si debba intendere de'fede- cano esempli ne' due modi; anzi
» li infermi, i quali possono esse- alcuni rituali prescrivono che si fac-
» re unti col santo olio del cri- cia da più sacerdoti, altri suppon-
n8 EST EST
gono che si faccia da uno solo, se- dar loro la estrema unzione, quan-
condo le diverse consuetudini delle d'anche non avessero altra malat-
chiese, e la comodità de' luoghi e tia che la loro decrepitezza. Dice

de' tempi, giacche nelle ville era dif- il p. Chardon, che questo sagramen-

ficile radunar molti sacerdoti, spe- to non fu mai dato ai sani, ma rac-
cialmente in tempi che il loro nu- conta come lo ricevesse certa Odila,
mero non era grande. Fra questi cui era stata predetta la morte, seb-
sacerdoti, soggiunge il p. Chardon, bene allora sanissima. Osserva poi,
alle volte uno applicava l'olio san- che se s. Giacomo escluse i sani da
to, e l'altro proibii va la forinola questo sugramcnto, escluse ancora
delle orazioni. Altra volta tutti in- gl'innocenti, come sono i fanciulli
sieme ungevano le parti del corpo ed i neofiti, ne si trova ver un esem-
consuete, e ciascuno recitava la me- pio di tale unzione data a' novelli
desima forma. Altre volte infine uno battezzati, finche portavano la ve-
di loro ungeva una parte del cor- ste bianca. Nella vita dell'abbate
po dell'infermo, e un altro un'al- Adelardo si legge ch'eravi dubbio
tra, recitando ciascuno le forinole a se dovesse darsi tal sagrameli to a
quella parte adattate. Non si cre- coloro, i quali erano vissuti con tan-
deva però essenziale al sacramento ta purità, che non si presumevano
che più sacerdoti lo ministrassero, rei d'alcun peccato; a questi tali

benché si credesse più conveniente d'ordinario non si ministrava.


e più conforme al precetto aposto- In quanto poi all'età di quelli
lico, come asserisce s. Tommaso. che debbono riceverla, gli statuti
di Odone vescovo di Parigi, e quelli
di Simone e Galone legati di In-
§ IV. Soggetto dell' estrema unzio- nocenzo III, ordinano, che l'estrema
ne j ed effètti di questa. unzione si dia a chiunque abbia
l'età della discrezione; il che pare
conforme allo spirito della Chiesa,
L' apostolo s. Giacomo chiara- poiché in quell' età i figliuoli sono
mente accenna i soggetti, a* quali capaci di peccato, e in conseguenza
si dee ministrare l' estrema unzione, di un sagramento istituito per la

quando Infirmatur quis in vo-


dice : remissione de' peccati. Nondimeno
bis? Il soggetto dunque, o la per- vi sono autori, tra' quali Durando
sona, cui devesi dare questo sugl'a- di Menda, e Federico Nausea, ve-
mento, è il solo adulto battezzato, scovo di Vienna in Austria, i quali
e pericolosamente malato. I fanciul- vogliono che non si dia, se non in
li, che non hanno l'uso della ra- età di diciotto anni, e questo ulti-
gione, non sono capaci dell'effetto mo anche dice almeno in questa
principale dell'estrema unzione, il età. Gli statuti della chiesa di Pa-
quale consiste nella remissione dei rigi proibiscono che si dia ai gio-

peccati,o degli avanzi de' medesi- vani privi dell'uso della ragione,
mi. £ il solo battezzato che possa a' furiosi, agli sciocchi. Quanto ai
riceverlo, perchè battesimo è la
il frenetici e furiosi qualche ac- per
porta degli altri sagramenti. I vec- cidente, si darà loro l'estrema un-
chi decrepiti sono considerati come zione, purché non vi sia pericolo
pericolosamente ammalati, e si deve attuale d'irriverenza da parte loro
EST EST ug
verso sagramento. Quelli di Vail-
il gni di contrizione, e poscia abbia-
lant di Guisli, vescovo d'Orleans, no perduta la favella, o sieno di-
n'escludono anche i rei condanna- venuti pazzi, o delirassero, oppure
ti a morte, i fanciulli innanzi la non sentissero; tuttavolta si am-
prima comunione, i pazzi, e quel- ministri ".
li che non l'hanno mai domandato. Circa gli effetti della estrema un-
Le Gouverneur, vescovo di s. Ma- zione, il primo è quello di accre-
lo, esclude solamente gli stolti na- scere la grazia santificante, cioè quella
ti, perchè non poterono mai pec- che rende il giusto ancora più giu-
care, ma se hanno avuto qualche sto ; rimette
i peccati tanto morta-
momento di ragione si deve dare liche veniali, in quanto alla colpa,
anche ad essi l'estrema unzione, per- ma per accidente e secondariamen-
chè in questi momenti possono ave- te, avendo Gesù Cristo istituita la
re offeso Dio, e cosi sono capaci estrema unzione, prima per santi-
dell' effetto del sagramento. Il Car- ficare vieppiù un moribondo già
dinal Monti, arcivescovo di Milano, santo, per fortificarlo contro le ten-
esclude i fanciulli, i pazzi, gli sco- tazioni del demonio, contro i dolori
municati denunciati, gl'impeniten- della malattia, contro la languidezza
ti pubblici peccatori, i condannati dello spirito; ed in secondo luogo
a carcere perpetuo, e le partorien- per rimettergli i peccati veniali od
ti. Bit.Ambr. de sacr. Extr. UncL, anche mortali, qualora per inno-
p. 170. Ne sono esclusi pure i sol- cente dimenticanza non gli fossero
dati schierati in battaglia contro il stati rimessi
per accidente nel sa-
nemico, e in procinto di combat- gramento della penitenza; terzo, la
tere; ed escluse ne sono pur anche estrema unzione rimette almeno una
le persone le quali si trovano in parte della pena de' peccati, perchè
pericolo di naufragare. è il compimento della penitenza, e
Molti autori accusarono i greci, perchè dà al cristiano, in quanto
ed altri orientali, de' grandi abusi può, l'ultima disposizione per an-
circa questo sagramento, che am- dar a godere della gloria del pa-
ministrano ai sani del pari che agli radiso; quarto, cancella il rimanente
infermi, perchè i sacerdoti, dopo de'peccati, vale a dire l'inclinazione
aver unto l'infermo, si ungono scam- al male, la tiepidezza nel far bene,
bievolmente, ed ungono gli astanti. l'inattitudine nel pensare alle cose
Su di che va letto il p. Chardon, t. II, celesti, cagionate dai peccati attua-
p. 386 e 387, ove rapporta la di- li; finalmente solleva l'anima del-
fesa che fa degli orientali il p. l'infermo, e la fortifica, eccitando in
Renaudot, col raziocinio del Tour- lui la confidenza nella misericordia
nely, de sacr. Extr. Urici, quaest. 3, di Dio; gli dà dei soccorsi partico-
p. 4^5. Interessante è la nota ana- lari per evitare tutti i pericoli, e
loga che ivi si legge del p. Ber- superare tutti gli ostacoli della sa-
nardo da Venezia minor riformato. lute dell'anima in quegli ultimi mo-
Altri teologi dicono: « Agli infer- menti della vita; gli dà qualche
mi che ricercano con mente sana, volta la salute del corpo, quando
e con sentimenti perfetti questo sa- è pel meglio dell'anima sua, secon-
gramento, o verosimilmente lo chie- do molti teologi.
derebbero, ovvero hanno dato se-
,

ìio EST EST


§ V. Proprietà, disposizione ', e di- sima malattia, perchè queste diffe-
vertita dd rito dell estrema un- renti situazioni della stessa malat-
zione. tia, se questa è lunga, sono come
varie malattie, allorquando per in-
Le proprietà dell' estrema unzio- tervalli accada qualche specie di
ne sono la sua necessità, e la sua convalescenza, che abbia posto l'in-

reiterazione. L'estrema unzione non fermo fuori del pericolo di morte.


è necessaria alla salute di necessità Pio II mori in Ancona a' i4 ago-
di mezzo, perchè i catecumeni pos- sto 1 464, avendo prima doman-
sono essere giustificati dal battesimo, dati e ricevuti tutti i sagramenti.
ed i battezzati dalla penitenza. Non Egli già aveva ricevuta l'estrema
è necessaria di necessità di precetto unzione quando fu attaccato dalla
divino, poiché l'apostolo s. Giacomo peste al concilio di Basilea. Alcuni
ne comanda il ricevimento a tutti teologi che opinavano non poter-
i fedeli, che sono pericolosamente si ricevere due volte, furono di
malati, e le sue parole sono tenu- sentimento che non gli si dovesse
te un vero precetto da alcuni teo- reiterare. Non ignorava il dottissi-
logi e da'concili, tra' quali da quel- mo Pio II, che questa opinione
lo di Colonia del i538. L'estrema era stata sostenuta nel secolo XII,
unzione, al dire di altri teologi, è ma sapeva ancora che aveva essa
necessaria di necessità di precetto avuto pochi partigiani , e perciò
ecclesiastico, e questo precetto si prova non volendola seguire, si fece am-
per la premura che la Chiesa ha ministrare per seconda volta an-
la
sempre avuto di conferire questo che questo sagramento. V. Berca-
sagramento agli ammalati e per , stel, Hist. de l'Eglise, tom. XVI,
l' ordine che ne ha dato a' suoi pag. 1 69. Gregorio XIV , dopo
ministri in un gran numero di una lunga infermità, nella quale
concili. Va qui avvertito, coll'aulo- tre volte fu vicino a morire, che
rità di s. Alfonso de Liguori, lib. perciò per altrettante volte spedi-
5, tract. 5, e. i e 733, che non ronsi corrieri ad invitare i Cardi-
consta né del precetto divino, né nali al conclave, soccombette alla
dell' ecclesiastico ; laonde la comu- violenza del male a' 1 5 ottobre 1 5g r
ne sentenza de' teologi , come os- dopo avere ricevuta la estrema un-
serva Io stesso autore, nega essere zione, che nella sua vita gli ven-
grave peccato, tolto però lo scan- ne amministrata quattro volte. Cle-
dalo ed il disprezzo, il non rice- mente XIII cessò di vivere nel
vere l'estrema unzione. Aggiunge 1769; ma nel 1765 a' 19 agosto,
però, che può ben gravemente pec- essendo stato sorpreso da forte sin-
care l'infermo contro la carità ver- cope, gli furono amministrati i sa-
so sé stesso, non ricevendo, allor- gramenti del viatico e della estre-
ché lo può, questo sagramento. ma unzione, e gli fu letta la for-
Si dava altre volte l'estrema un- inola della professione di fede, che
zione colla comunione alla stessa secondo l'uso de' Papi sottoscrisse.
persona, nella stessa malattia, e nel Passati però pochi momenti ricu-
medesimo stato della malattia; ma però interamente la sanità, per cui
si può e si deve dare a lui più la colletta prò Ponlifice infirmo,
volte nei diversi stati della mede- nelle messe, fu cambiata con quel-
,

EST EST 121


la prò gratiarum actione. Ai Pon- vo d'Amburgo, leggendosi nella
tefici la estrema unzione soglio- vita di lui » che sette d'i innanzi
:

no ministrarla i Cardinali Peni- « la sua morte si cominciò ad un-


tenzieri Maggiori (Vedi). Abbia- » gerlo coli' olio santo , e che ri-
mo dal Macri, che nella Spa- m cevè la salutare medicina colla
gna costumavasi dedicare in per- » comunione del corpo e sangue
petuo al servizio di Dio, coloro * di Cristo ogni giorno, finché re-
che sopravvivevano dopo di avere » se l'anima a Dio ". Ciò dimo-
ricevuto l'olio santo, come perso- stra qual conto si debba fare del-
ne conservate in vita per miracolo l' opinione di quelli, i quali inse-
e grazia singolare del Cielo; il gnavano non doversi replicare la
perchè dal concilio Toletano XIII unzione degl' infermi, non solo nel-
fu ordinato che non si conferisse la medesima malattia, ma neppure
questo sagramento, se non a colo- in tutta la loro vita. 11 Chardon
ro, i quali lo domandavano con sen- lascia poi ai teologi esaminare, se
timenti perfetti, ed erano sani di un infermo che abbia ricevuta una
mente. volta l'estrema unzione dal vesco-
Dicemmo poc'anzi superiormen- vo, debba poi, per rispello al ca-
te, che l'estrema unzione altre vol- rattere vescovile, riceverla da un
te si dava colla comunione, e d'or- semplice sacerdote.
dinario innanzi al viatico. Questo Passando a dire sulle disposi-
è l'argomento, che con altre par- zioni dell' estrema unzione, diremo
ticolarità discorre il p. Chardon che la prima disposizione necessa-
nel cap. II, insieme al tempo in ria all' infermo per ricevere il frut-
cui terminò 1' uso, e che si dava to, o l'effetto del sagramento, è lo
per più giorni successivamente, col- stato della grazia, perchè l'estre-
1' opinione de' primi dottori scola- ma unzione non è un sagramento
stici sopra la sua reiterazione. Ri- de' morti, ma de' vivi ; ed è per-
porla pertanto le prove dell'estre- ciò, che quegli il quale la ministra
ma unzione data innanzi al viati- deve far confessare il malato , o
co, confermandone l' usanza cogli almeno eccitarlo alla contrizione
antichi rituali citati dal p. Mar- se non può confessarsi. La secon-
lene. Quest' uso durò sino al prin- da disposizione è la virtù, attuale,
cipio del secolo XVI; ed il Lati- e la fede nella virtù del sagra-
nojo, nel suo trattato della unzio- mento , accompagnata dalla confi-
ne degli infermi, reca le testimo- denza in Dio, dalla rassegnazione
nianze di vari rituali di Francia, alla santa sua volontà, dall'unione
in cui si vede , che tal disciplina di spirito col nostro Signore ago-
durò sino dopo la metà del secolo nizzante nell'orto, o nel Calvario ;

XVII. Né mancano antichi esem- le dimostrazioni di penitenza , che


pi, che l' estrema unzione venne accompagnavano il ricevimento del-
data dopo del viatico. Dagli anti- l'estrema unzione negl' infermi , e
chi rituali si ha inoltre, che si rei- sino a quando essi cuoprivansi col-
terava 1' estrema unzione per set- la cenere e cilicio, è quanto trat-
te giorni continui. Questa usanza ta il Chardon nel capitolo V. I cri-
si trova ridotta in pratica nella stiani anticamente credevano, che
persona di s. Ramberto arcivesco- la miglior maniera di prepararsi a
raa EST EST
comparire al tribunale di Dio, Tos- zione se gli metteva
il cilicio o il
se la penitenza, e i più santi tra cappuccio sulla testa, dopo averlo
loro erano i più persuasi di tal ve- asperso con acqua benedetta, di-
rità. Sulpizio Severo, narrando la cendosi: « Rivestitevi della veste
morte di s. Martino, dice che, quan- » candida in nome dell'uomo nuo-
tunque consumato da febbre arden- * vo, che fu creato nella giustizia
te, non cessava di attendere a Dio, h e santità della verità, il quale è
passando le notti in vigilie ed ora- » G. C. Signor nostro, che vive e
zioni, coricato in lettosopra la ce- » regna ec. ". Nel XVI secolo in
nere e il cilicio, dicendo non con- Rohan ed Evreux si costumava
in
venir ad uumorire altri-
cristiano spargere cenere in figura di croce
la
menti, e che peccherebbe se desse sul petto dell' infermo, senza coprir-
altro esempio. Questo pietoso ed lo di cilicio, e ciò facevasi prima
edificante costume passò poi in leg- di ungerlo, e dopo di averlo co-
ge in molti luoghi della cristianità, municato, pronunciando le parole:
e divenne in qualche modo parte Memento homo, quia pulvis es t et
del rito della estrema unzione. Da in pulverem reverteris. V. Ceneri,
un antico Ordine Romano ms. del- e Cilicio.
la biblioteca di Corina, da quello Giusta il Manuale della diocesi
di Kutoldo, e da altri viene pre- di Limoges, dopo che l'infermo avea
scritto lo stesso. Nel secondo si leg- ricevuto il viatico e l' unzione, si

ge così. « Tal è l'ordine dell' lin- copriva spargevano


di cilicio, e si

ai zione degl' infermi. Il sacerdote sopra lui ceneri benedette, accom-


» dice all'infermo: fratello perchè pagnando il tutto con parole mol-
« mi avete chiamato. Questi rispon- to commoventi; e questo spargi-
» de: perchè mi diate l'unzione. Il mento di ceneri si faceva fino a
» sacerdote gli dice: il signor Gesù tre volte in figura di croce. Fuvvi
» Cristo vi dia la vera unzione... pure l'uso di trai* l'infermo dal
» Ma s'ei vi rimira pietoso, e vi risa- letto dopo ricevuti gli ultimi sa-
n na, manterete voi questa unzione ? grameli ti, e distenderlo sopra un
» Ei risponde: la manterrò. Ailo- cilicio coperto di cenere benedetta.
m ra il sacerdote gli fa una croce Questo rito trovasi comandato in
» colla cenere sul petto, e gli mette tre antichi Pontificali mss., e si ri-

h il cilicio, dicendo ec. ". Un an- portano dal p. Chardon. Tale pia ce-
tichissimo Pontificale ms. della chie- rimonia divenne couiunissiraa nella
sa di Cambray contiene lo stesso Chiesa, massime ne' monisteri ; e s.

rito, e le orazioni per la benedi- Ugone abbate di Auny ne fece una


zione delle ceneri e del cilicio; ed regola per tutti i religiosi del suo
il Launoyo ci ha dati lunghi estratti Ordine, prescrivendo a quelli che
di tali mss., come anche di rituali assistono gl'infermi, quando li veg-
ed altri libri su questo argomento. gono agli estremi, di distendere in
In alcuni luoghi, come nella dio- terra un cilicio, spargervi sopra la
cesi di Vannes, dopo che l'infermo cenere in forma di croce, indi co-
aveva ricevuto il viatico, prima di ricarvi l' infermo. Altrettanto adot-
dargli l'estrema unzione, se gli fa- tarono i certosini ed altri religio-
ceva un segno di croce sul petto si, come i cisterciensi ed altri con
colla cenere benedetta, e fluita l' uu- qualche varietà, cioè un sacco o
EST EST 123
stuoia in vece del o della
cilicio, § VI. Altre cerimonie dell' estrema
paglia. Tanto fu praticato da mol- unzione e superstizioni insorte
_,

ti cristiani laici, e da parecchi prin- su di essa.


cipi, siccome fecero Luigi il Grosso,
s. Luigi IX, ed Enrico III re d'In-
ghilterra. In progresso di tempo sif- Il sacerdote accompagnalo da un
fatte pratiche penitenti furono tol- chierico, giunto presso l'infermo col-
te, contentandosi di spargere della l' olio santo, gli fa baciare la cro-
cenere sul letto del moribondo, e ce, lo asperge d'acqua santa, in uno
costumandosi pure involgere i ca- cogli assistenti, l'esorta, dice l'ora-
daveri ne'cilici, sui quali eransi di- zione, poscia immerge il pollice del-
stesi Nel manuale della
infermi. la mano destra nell'olio degl'infer-
Chiesa Venezia, impresso nel
di mi, e fa le unzioni in forma di
i555, siccome ivi osservavasi tal croce cominciando dall'occhio, es-
disciplina, così vi è la benedizione e sendo chiusa la palpebra. Termina-
gli esorcismi delle ceneri, e la be- te le unzioni il sacerdote recita an-
nedizione del cilicio da porsi sopra cora delle preghiere, le quali sono
l'infermo o sopra il defunto, con seguite da un' esortazione all' infer-

analoghe orazioni. Nota il p. Ber- mo, e l' eccita a raccomandarsi al


nardo da Venezia, traduttore ed Crocefisso, a pensare alla sua morte
annotatore del Chardon, che for-
p. e passione, e ad unire i suoi do-
se da talivenne il costume nei
riti lori a quelli di Gesù Cristo, ed ap-
secoli più vicini a noi, che molti plicarne il frutto con cristiana ras-
moribondi chieggono l'abito fran- segnazione. Per quello che riguarda
cescano, il quale, soggiunge, è un P ordine , col quale bisogna am-
cilicio,perchè venga steso sopra il ministrare l'estrema unzione, è dif-
loro corpo sul letto, e muoiono con ferente secondo le diverse diocesi.
esso coperti; al qual costume avrà Anticamente usavano gl'infermi di
poi dato maggior desiderio l'acqui- andar alla chiesa se potevano, o di
sto delle indulgenze concesse dai farvisi portare per ricevere l'estre-
Papi a chi muore col detto abito ma unzione; laonde si rileva che
in dosso. Tutto ciò, osserva il Char- gl'infermi non la ricevevano sem-
don, prova che i fedeli in molti pre distesi in letto, come ora si fa;
luoghi usavano dare chiari segni di e da molti rituali del p. Marlene
penitenza alla loro morte, e in al- sappiamo, che eziandio ricevendola
cune diocesi innanzi, o dopo, o nel nelle case loro, la ricevevano fre-
tempo stesso della estrema unzione; quentemente inginocchiati o seden-
cosicché si può dire che questa ce- do. Ciò prescrive il rituale di Sa-
rimonia ne fosse parte in alcune lisburgo, dicendo: » L'infermo si
chiese, non però parte essenziale metta in ginocchione alla destra del
"
del sagramento: dappoiché ella era sacerdote, e si canti l' antifona, ec.
usanza lodevole in alcuni paesi, men- Osserva il p. Chardon, che questa
tre in altri era sconosciuta. Cosi la maniera di riceverlo sarebbe più
Chiesa risplende, come la sposa dei conforme allo spirito della Chiesa,
cantici, per questa gradevole varie- e mostrerebbe più di rispetto per un
tà della sua disciplina. sagramento sì proficuo alle anime
nostre; ma per così fare, nou bi-
n4 EST EST
sognerebbe aspettare a chiederlo nel- sieme condanne e provvidenze
alle
T ultima estremità, come si fa og- prese opportunamente.
gidì, ma in tempo che l'infermo Il sagramento della estrema un-

fosse ancora in forze, ed avesse la zione si può, anzi si deve dare


mente libera, per conoscere e pro- ancorché privi di sensi,
agi' infermi
fittare di tanto bene. tranne qualche caso straordinario,
Il Chardon riprova Pattendere pro- per esempio come quello di un pub-
priamente punto estremo, per l'am-
il blico peccatore, colpito e tolto di
ministrazione di questo sagramen- sentimenti in tale stato, e che non
to, quando l' infermo è mezzo mor- abbia dato alcun segno di pentimen-
to, il che è contrario all' intenzio- to, come esprimesi Benedetto XIV, de
ne della Chiesa. Questo abuso eb- Synado dioecesana lib. VII, e. 2 3.
be origine nel secolo XIII, per l'o- L'adulto battezzato, benché privato
pinione sparsasi, che quelli i quali di sensi dalla forza del male, può
avessero ricevuto l'estrema unzione, ricevere tutti quegli effetti, che que-

se guarivano non potessero più usa- sto sagramento produce di sua virtù,
re il matrimonio, mangiar carne, e ossia, come dice la scuola, ex ope-
andar scalzi. Un concilio d'Inghil- re operato j non quelli ex opere
terra ci fa sapere essere stata dai operanti? sùbjecti, come avverrebbe
falsi dottori sparsa questa opinione se l' infermo accompagnasse la sa-
fra la plebe; anzi i vescovi per cra unzione coi divoti movimenti
sradicarla dichiararono, che ne de- dell'animo. La Chiesa poi mai non
testavano e scomunicavano gl'in- permise, e molto meno prescrisse,
ventori. Durando queste idee false che si desse la estrema unzione ai
e ridicole, vennero riprovate dai fanciulli non ancora giunti all'uso
concili di Worcester, di Winche- della ragione.
ster, di Oxford Anche in Fran-
ec. Il principale effetto di questo sa-
cia, o almeno in Normandia, si sta- gramento si è quello espresso da s.
bilì tale superstizione; fallace opi- Giacomo colle parole : et si in pecca -
nione, che in parte sussisteva ver- tìs fuerit, remittentur e?', giacche l'ef-

so la fine del secolo XV nella dio- fetto principale di un sagramento


cesi di Verdun. Affine di vincerla non può essere la fìsica e tempo-
del tutto, si volle piuttosto, per non rale guarigione; ma i fanciulli pri-
iscandalezzar i semplici, aspettare ma della discrezione del bene e
quasi l'imminente pericolo di morte del male morale sono incapaci di
per conferire questo sagramento, e commettere peccato, dunque inca-
prevalse un tal uso, tuttora in pra- paci di questo sagramento. Che se
tica. Non
deve tacere, che altro
si si legge alcuna unzione praticata in
motivo dell'abuso di ritardare l'e- alcuna chiesa co' pargoletti, quella
strema unzione, fu l'avarizia d'al- non era un sagramento, ma una
cuni preti, i quali esigevano tante divota cerimonia per impetrare la
cose da quelli, a cui la ministrava- sanità del fanciullo. V. Benedetto
no, che mettevano i poveri nella XIV, de Synodo dioec. lib. VII, cap.
impossibilità di riceverla, e distor- 21, ed il Tournely. Il p. Martène,
navano i ricchi dal domandarla. Il de anliq. Eccl. ritibus cap. 7, art. 1,
Chardon riporta l'esigenze di sif- par. 2, prova il medesimo con an-
fatti ecclesiastici a pag. 382, in- tichi monumenti. Quanto poi al Cai-
,

EST EST n5
dinal Cusano, epistol. ad Bohem., all'infermo con somma dolcezza,
e Maldonato, de Sacramenti?, i qua- diceva un'orazione dopo l'aspersio-
li sembrano asserire il contrario, ne dell'acqua benedetta, e un'altra
dice Cornelio a Lapide aver così dinanzi il letto, prima di parlargli.
parlato senza fermo fondamento Mettendosi poi inginocchione innan-
come da certi monumenti ec-
risulta zi all'infermo, gli domandava: Fra-

clesiastici seppure non vadano in-


; tello, perchè ci avete voi chiamali?

tesi quegli autori di una unzione Questi rispondeva Acciocché vi :

divota senza la pronunzia della for- piaccia darmi V estrema unzione. Al-
ma sagra menta le ; unzione la qua- lora il sacerdote doveva con poche
le consta essere stata in uso nella e soavi parole istruirlo, e dirgli :

Chiesa, come può vedersi nel Tour- Preparatevi prima a fare una buo-
nely, de Ex trema Vnctione quaer., na confessione, e poi riceverete l'un-
3 in addinone. zione. Se era un secolare, gli di-
Le cerimonie e le orazioni che an- ceva Assettate gli affari di vostra
:

ticamente accompagnavano l'unzio- casa, e se avete livore con alcuno


ne degli infermi, le prenderemo da perdonategli, acciocché per divina
un Pontificale ms. del monistero pietà, e virtù di questa unzione pos-
di Jumieges in Inghilterra, il cui ca- siate ricevereil perdono de' peccati.

rattere è di circa mille anni. « Quan- Seguiva una breve orazione, e l'in-
« do i sacerdoti saranno stati chia- fermo si confessava. Si dicevano le
» mati alla casa dell'infermo per litanie coi capitoli e l'orazione, e
« fargli l'unzione, il più. degno tra un'antifona, che comincia: An-
» loro si vesta di cotta, stola .... gelusRaphael , ec. Dopo si un-
» il diacono, che porta il vangelo gevano le ciglia , le orecchie , le

» e l'olio degli infermi, e così i ce- narici, i labbri, il collo, le spalle,


» roferari, si vestano ciascuno giusta il petto, le mani, e i piedi in for-
» il loro ordine. Un ceroferario ma di croce, aggiungendo a ciascu-
» porti nella mano dritta un cero, na unzione un' orazione adattata,
« e nella sinistra un turibolo con come per esempio, Ungo te oculos
» incenso. Così preparati, quando tuos ec. ; la quale era seguita da
» entreranno in casa dell'infermo, il un' antifona e da un salmo. Il li-
» sacerdote tenga nella mano sini- bro raccomanda d' ungere la parte
« stra il libro che contiene le ora- afflitta, o la sede del male. Dopo
» zioni di questo uffizio, e colla tutte queste unzioni e formole, il
» destra faccia segno della cro-
il Pontificale dice: « Si fa questo,
» ce, acciocché possa con umiltà m acciocché, se i cinque sentimenti
» e timor di Dio compiere quan- » del corpo e dello spirito sono
w to avrà cominciato. Nell'ingresso » macchiati, si mondino con que-
»> dica l' antifona : La pace sia in » sto divino rimedio ". Finalmente
» questa casa, e ne' suoi abitanti, chiudevasi la cerimonia con otto o
» e sopra quelli eh' entrano ed nove orazioni, colle quali si doman-
» escono da essa ". Stando il sa- dava a Dio per l' infermo la re-
cerdote alla porta faceva un'orazio- missione de' peccati e la sanità. Il

ne adattata Poi avanzandosi asper-


.
Rituale ambrosiano del Cardinal
geva coli' acqua benedetta, dicendo: Monti, pag. 168, prescrive bensì la
asperges me ec. Indi si accostava unzione dopo il viatico, ma avver-
126 EST EST
te i parrochi, clic non aspettino a Il rituale di Gabriele patriarca dei
farla quando l'infermo è fuori di cofti prescrive così: «S'empie d'o-
se, anzi, se v'ha pericolo che dopo lio buono della Palestina una lam-
la comunione possa egli restar pri- pada con sette stoppini, che si col-
vo di cognizione, vuole che seco loca dinanzi l'immagine della B.
portino il vaso dell'olio santo, as- Vergine, appresso l'è vangelo e la
sieme col vaso della ss. Eucaristia, croce. Siradunano sette sacerdoti,
per ungerlo subito, dopo averlo co- o più o meno, che non importa. Il
municato. maggiore comincia l' orazione del
In quanto alle cerimonie che i rendimento di grazie, eh' è nella li-

greci ed orientali usano per l' estre- turgia di s. Basilio. La incensa pri-
ma unzione, riporteremo quanto ne ma di leggere 1' epistola di s. Pao-
scrive il dotto Renaudot. Queste ce- lo. Poi dicono Kyrie eleison,
tutti :

rimonie consistono in un maggior l'orazione dominicale, il salmo 3i ,

apparato di riti e di orazioni che l'orazione pegl' infermi, eh 'è nella


non nell'occidente. L'uffizio si fa liturgia,ed altre particolarità nota-
ordinariamente da sette sacerdoti, te nell'uffizio dellaestrema unzio-
in che pretendono seguire alla let- ne. Finite le quali, accende un lu-
tera le parole di s. Giacomo: In- cignolo facendo la croce sopra l'olio,
ducat presbyleros, ec. Se però non e gli altri frattanto cantano salmi.
si trovano sette, lo fanno cinque, o Quando poi ha terminate le altre o-
tre, ma non mai un solo. Siccome, razioni pegl' infermi, legge la lezione
giusta la loro disciplina, non si dell' epistola cattolica di s. Giacomo
aspetta che l'infermo sia agli estremi in lingua cofta, e poscia in arabo.
per dargli l'olio santo, così que- Poi dice: Sanctus, Gloria Patri,
sta cerimonia spessissimo si fa nel- l'orazione del vangelo, un salmo
la chiesa, ove si fa portare l'infer- alternativamente con un altro sa-
mo. Si può tuttavia in casa di que- cerdote, poi un evangelo in cofto,
sto far l'uffizio, quando non sia in e in arabo le che se-
tre orazioni
istato di essere trasferito. Si pren- guono nella liturgia, Padre, una al
de olio di oliva, si mette in una l'altra per la pace, un'altra gene-
lampada con sette lucignoli, e il rale, il simbolo niceno, e l'orazio-
più anziano de' sette sacerdoti dice ne che gli vien dietro. Comincia
preghiere e benedizioni. Poi si un- poi il secondo sacerdote dalla be-
ge r infermo in diverse parti del nedizione del suo lucignolo, accen-
corpo, dopo aver acceso il primo dendolo, e facendo il segno di croce.
lucignolo, e così degli altri conti- Poi dice 1' orazione dominicale, e il

nuando le orazioni, e facendo il resto come il primo. Gli altri per


segno di croce. Perciò Tommaso ordine fanno lo stesso; cosicché, giu-
di Gesù, ed altri, scrissero, che i sta l'osservazione dell'autore della
cristiani orientali non danno l'estre- scienza ecclesiastica, in questa fun-
ma unzione agl'infermi, ma li un- zione si dicono sette epistole, sette
gono coli' olio di una lampada, per- evangeli, sette salmi, e sette ora-
chè non avevano presa informazio- zioni particolari, oltre le comuni
ne da genti di quelle parti, e mol- tolte dalla liturgia. Finita ogni co-
to meno da' loro libri ecclesiastici, sa quegli per cui si fa tal benedi-
che tutti contengono questo uffizio. zione, se le sue forze il permetto*
EST EST ,27
no, si accosta, e si fa sedere colla ricevuto moriranno se danzeranno
faccia rivolta all' oriente. I sacerdoti nel rimanente dell'anno, o che sia
gli tengono alto il libro de'vange- peccato filare nella camera dell'in-
li sopra il capo, e gì' impongono fermo moriente, perchè mona se
le mani. II sacerdote anziano dice si cessa dal filare o se il filo si
,

le orazioni proprie, poi fanno alza- rompe, o che non si debbano lavar
re l'infermo, lo benedicono col li- i piedi, se non molto tempo dopo
bro de' vangeli, e recitano il Pater che si ha ricevuta 1' estrema unzio-
noster. Poi si apre il libro, e si leg- ne, o che bisogni aver sempre una
ge sopra di lui il testo che a ca- lampada od un cero acceso nella
so s'incontra. Si recitano il sim- camera del malato finché dura la
bolo, e tre orazioni, dopo le quali malattia, o che nel tempo in cui
si alza la croce sopra il capo del- si amministra sia d'uopo di un cer-

l'infermo, e allo stesso tempo si re- to numero di candele o di ceri ac-


cita sopra di lui l'assoluzione gene- cesi. Queste ed altre sono le super-
rale della liturgia. Se il tempo il stizioni sulla estrema unzione, ri-
permette, si dicono altre orazioni, provate dalla Chiesa, di che tratta
e si fa la processione per la chie- M. Thiers nel Trattato delle supersti-
sa colla lampada benedetta, e cande- zioni, tom. XIV, lib. 8. Il Chardon
le accese , chiedendo a Dio la sa- per ultimo, a pag. 3 96 e seg., ri-
nità dell'infermo per l'intercessione porta per appendice al trattato del-
de' martiri ed altri santi. Se l'in- l'estrema unzione un documento,
fermo non può andare all' altare, che ne contiene l'antichissimo rito,
un altro fa le sue veci. Dopo la e il modo come si amministrava
processione, i sacerdoti ungono colle circa nove secoli addietro, chiama-
solite unzioni l' infermo. Tali sono to dal p. Morino il ms. di Sicilia.
i riti prescritti dal patriarca Gabrie- Del Cardinal Stefano Eorgia, ab-
le per la chiesa Giacobita di Ales- biamo l'erudita dissertazione, de
sandria, ilche affermano anche Eb- Sacramento Extremae Unctionis,
nassal ed Echmini. I giacobiti so- non che il Compendium ordinis Ale-
riani hanno riti assai somiglianti, i xandria illustratimi, atque latina lin-
quali non descrivo, perchè non dif- gua donatimi, una cimi caeteris orien-
feriscono essenzialmente, come an- talium ecclesiarum de sacra ELAJO
che l'uffizio de'greci e degli etiopi ". lampade officiis editimi. Ivi il eh.
Finalmente, circa le superstizio- autore si propose di addimostrare,
ni insorte in occasione della estre- che quantunque i copti ossia ales-
ma unzione, oltre quella sum men- sandrini amministrino altramente
tovata, ci fu pure l'immaginare che il sagramento della estrema un-
questo sagramento diminuisca il ca- zione, nondimeno in ciò convengo-
lore naturale, faccia cader i capelli, no coi greci ortodossi riguardo al-
o acceleri la morte, o che le donne l'essenza.
incinte che lo ricevono soffrano mag- ESTREVELD. Luogo d'Inghil-
giori dolori nel parto, e che porti terra dove fu tenuto un concilio
la itterizia ai loro figli, ovvero fac- nell'anno 703, di cui parla il p.
cia morire in poco tempo le api le Mabillon, Annal. s. Bened. t. II, p. 5.
quali sono intorno alla casa dell'am- ESTUNICA Giovanni, Cardi-
malato, e che quelli che l'hanno nale. V. ZUNIGA.
1*8 ESU ETÀ
ESUPERIO (s.). Nativo di Aqui- comincia dalla vocazione di Àbra-
tania, crebbe Esuperio cogli anni mo, termina coll'uscita degl' israe-
in santità e dottrina, per cui alla liti dall'Egitto nell'anno del mon-
morte di s. Silvio fu innalzato al- do 25 1 3, e comprende 43 1 anni.
la sede di Tolosa. Quivi fece egli La quarta età comincia coll'uscita
brillare la sua carità verso i po- dall'Egitto, termina colla fondazio-
veri, che più volte a sof-
lo espose ne del tempio di Salomone nel-
frire la fame per ,
provvedere ai mondo 2992, e compren-
l'anno del
bisogni de' suoi fratelli. Sotto il suo de 479 annì La quinta età inco-
'

episcopato i vandali ,
gli svevi e mincia dalla fondazione del tempio
gli alani recarono alle Gallie orri- di Salomone, termina colla cattivi-
In tanta iattura Esupe-
bili guasti. tà di Babilonia nell'anno del mon-
rio con sollecitudine la più viva do 34i6, e comprende 4^4 anni-
si adoperò a soccorrere gì' infelici. La sesta età principia dalla catti-
S. Girolamo tenne con lui corris- vità di Babilonia, termina colla
pondenza di lettere, e molti elogi nascita di Gesù Cristo , successa
faceva in quelle della sua carità; nell'anno del mondo 4°o°> il quar-
e lo stesso s. Paolino vescovo di to, o secondo altri il quinto anno
Nola, scrivendo nell'anno 4°9> P UD_ avanti l'era cristiana, e compren-
blicava Esuperio per uno dei più de 584 anni- Quindi si osserva
insigni vescovi delle Gallie. S'igno- una notabile differenza tra la Bib-
ra il luogo e l'anno di sua morte. bia ebraica, seguita dalla Volgata,
E onorato in Tolosa nel giorno 28 e la Bibbia dei settanta intorno
settembre. la cronologia degli anni del mon-
ESUPERIO (s.). Poche sono le do: la Bibbia greca dei settanta
notizie, che si hanno di questo conta dalla creazione del mondo
satito. Romano di nascita, predicò fino alla nascita di Abramo, 1 5oo
l'evangelio Normandia, eresse
in anni di più della Bibbia ebraica
la chiesa di Bayeux, e divenne an- e della Volgata, e da ciò appunto
che il primo suo vescovo: mori proviene la divisione, e i diversi
verso la fine del quarto secolo. opinamenti dei cronologi. Su que-
Nell'anno o,43 il suo corpo venne sto argomento si possono vedere
trasferito a Corbeil, sette leghe di- gli articoli Epoca ed Era, ove sono

stante da Parigi. Ivi è in grande riportati alcuni autori che trattano


venerazione pei molti prodigi ope- di esso. Inoltre sulle suddette sei

rati, e la sua festa si celebra il dì età, si può vedere il gesuita Mu-


primo di agosto. sanzio nelle sue Tabulae Chrono-
ETÀ' del mondo. Sono ordina- logicae. Sulle età del mondo nar-
riamente tutti i tempi che prece- ra cose erudite il Sarnelli nelle
dettero la nascita di Gesù Cristo, Lelt. eccles., tom. Ili, p. 91 e 92,
che dividonsi in sei età. La pri- e tom. IV, pag. 3i, num. 8.
ma comincia col mondo, termina ETÀ* dell'uomo. Diversamente
al diluvio universale, comprende da vari autori sono stati divisi i

i656 anni. La seconda età comin- gradi dell'età degli uomini. Aulo
cia col diluvio, termina colla vo- Gellio nel lib. io, cap. 28 ne fa

cazione di Abramo, nel 2082, e solamente tre, cioè la puerizia, la

comprende 426 anni. La terza età gioventù, e la vecchiaia, seguendo


j,

ETÀ ETÀ 129


in ciò l'autorità di Tubcrone, il sto grado dura sino ali 'estremità
quale riferisce clic Servio Tullio, della vita.
sesto re di Roma
chiamò ,
putti Il Pontefice s. Gregorio I, nel
tutti quelli che non avevano an- lih. II de' suoi Morali, al cap. i5,
cora compiti dieciselte anni, dopo fa parimenti cinque gradi, che so-
del qual tempo entravano nella no questi: infantici, pueritia, adole-
classe da' giovani, e si ascrivevano scenza, Juventus, senectus. Ecco poi
tra' soldati, e questa età sino al- come si esprime. « Prima hominis
l'anno quarantesimo sesto si esten- « aetas infantia est, cura et sit in-
deva, indi cominciava la vecchiez- nocenter vivit, nescit tamen fari
za, ch'era l'ultima, e durava per innocentiam quam habet; ac dein-
tutto il restante della vita. Gale- de pueritia sequitur, in qua jam
no, famoso medico, distinse quat- valet dicere, quod vult; cui suc-
tro gradi, nel suo libro Dcfinitiones cedit adolescenza, quae videlicet
mcdicae: il primo è dei giovani prima est aetas in operatione ;

il secondo è di quelli che con quam Juventus sequitur, scilicet


voce greca chiamò acmazontas apta fortitudini, ac postmodum
che equivale a vigorosi, il che ap- senectus etiam per tempus con-
partiene alla virilità; il terzo di grua maturi tati ". Il dottore s. Gi-
quelli ch'erano in uno stato di rolamo nel lib. 3 contra Pelagia-
mezzo fra questi che abbiamo nos, seguendo Filone ebreo, e Pla-
detto, ed i vecchi che metteva tone filosofo, numera sette gradi di
nell'ultima classe. A Marco Var- età.« Quid dicemus de utriusque
rone però parve che si dovesse » sexus aetate diversa, quae juxta
distinguere in cinque gl'adi, cioè: w Philonem, et prudentissiraumphi-
il primo è dei fanciulli sino al- t» losophorum, ab infantia usque
l'anno decimo quinto, e questi con « ad decrepitarti senectutem septe-
voce latina si dicono pueri3 quasi » nario ordine devolvitur, dum si-
puri, perchè sono impuberes; il » h\ sit invicem aetatum incremen-
secondo è dei giovani , l'età dei » ta succedunt, ut quando tran-
quali comprende i primi trenta an- « seamus de alia ad aliam sentire
ni della vita, e questisono da Var- » minime valeamus ". Il medesimo
rone detti adolescens, perchè ado- s. Girolamo scrivendo sopra il cap.
lescunt, stanno in crescere; nel ter- 6 di Amos profeta, numera que-
zo, che dai trenta anni si estende ste sette età dicendo :infanzia, pue-
sino ai quaranta anni compiti, so- rizia, gioventù, età matura, vecchiez*
no quelli appellati juvenes, giova- za, età decrepita. La medesima
ni, perchè possono colle forze cor- distinzione fa anche Ippocrate prin-
porali giovar alla patria, servendo cipe de' medici, il quale dice che il

alla milizia; il quarto grado è di primo grado finisce ne' sette anni,
quelli che hanno passato quaranta- ilsecondo ne' quattordici, il terzo
cinque anni, sino ai sessanta, e que- il quarto
ne' diciotto, ne' trentacin-
stil'istesso autore chiama seniores, que, il quinto ne' quarantacinque, il
perchè già si vanno avvicinando al sesto ne' settantuno, il settimo final-
quinto ed ultimo grado di quelli mente si termina colla vita. Solo*
che non seniores, ma assolutamen- ne ne' suoi versi elegiaci divise tut-
te si dicono senesj vecchi ; e que- to il tempo della vita umana in
vol. mi. 9
i3o ETÀ ETÀ
dieci parli, e Clemente Alessandri- ci permetteremo qualche cenno su
no riferisce detti versi, ne' quali non tali età che richiedonsi per ognu-
solo si pongono i gradi dell'età, no. E
primieramente, per riguardo
ma ancora quello che in essi occor- a' benefizi,ve ne sono sacerdotali,
re agli uomini, mentre che per cioè che non possono essere confe-
quelli vanno ascendendo e discen- riti se non ai preti, gli uni per la
dendo. Sono tutti questi gradi di- legge, gli altri per la fondazione:
stinti per settenarii nel primo set- ; relativamente a questi ultimi, che
tenario nascono all'uomo denti; i sono le cappelle sacerdotali ed al-
nel secondo Jit pube*, ed alto alla tri simili benefizi , osservasi alla
generazione; nel terzo spunta sulle lettera la legge particolare della fon-
guancie e sul mento la prima la- dazione, e non si possono conferire
nugine della barba; nel quarto l'uo- se non a quello che sia già prete.
mo è nel maggior vigore delle sue Rispetto agli altri benefizi, come le
forze corporali; nel quinto è in età prebende, le cappelle o semplici prio-
conveniente a pigliar moglie, per rati, ocommende, bisogna seguir
le

lasciar prole, che poi gli succeda; l'uso, a norma del quale ve ne so-

nel sesto si perfeziona il giudizio, no alcuni, che non si danno se non


ed aspira l'uomo a cose grandi, e a coloro che sono negli ordini sa-
sdegna le piccole; nel settimo e gri, altri a' semplici chierici; moti-
nell'ottavo cresce tuttavia il sape- vo per cui sonovi tanti chierici che
re, e la facoltà di spiegar bene rimangono semplici tonsurati o sot-
con la lingua concetti della men-
i todiaconi. Da una tal regola derivò
te; nel nono comincia a declinare quella dell'età : bisogna avere ven-
il vigore dell'animo; e nel decimo ticinque anni pei benefìzi sacerdo-
è l'uomo maturo per la morte. I tali, ventidue per quelli che obbli-
versi greci di Solone sono citati dà gano in sacrìs, e sedici pei bene-
Clemente Alessandrino nel lib. 6 fizi regolari, essendo questa l'età

Stromatuni, e prima da Filone nel nella quale si può far professione.


lib. i de mundi officio. Pei benefizi di semplice tonsura la

L'età competente per le dignità regola non è tanto certa : a nor-


ecclesiastiche, la decretò il concilio ma del concilio di Trento, sess. 2 3,
di Trento, sess. 24 de Reforni., e. e. 6, se ne potrebbe ottenere qual-
12. « È proibito a' vescovi di am- cuno prima dei quattordici anni,
» mettere un ecclesiastico ad una età nella quale secondo il diritto
» dignità, se ei non ha ordine sa- romano si sorte di tutela. In Fran-
» grò richiesto da quei benefizi, o cia seguivasi una regola antica dei-
w almeno se non ha l'età necessaria la cancelleria romana, a tenore del-
» per ricevere quest'ordine nel tem- la quale richiedevasi undici anni per
« pò prescritto dal gius, e dal con- le prebende delle cattedrali, dieci
» cilio che lo ha regolato ad un solo per le collegiali, bastando soli sette

» anno ". Per l'età rispetto a' be- anni pei semplici priorati e per le
nefizi, da'eanonisti si riportano più semplici cappellanie la ragione od :

regole, come per l'età ai voti solen- il pretesto era di mantenere quei
ni, pel matrimonio, e rispetto agli giovanetti durante i loro studi nei
ordini sagri, di che se ne tratta ai collegi o seminari.
rispettivi articoli, laonde solo qui L'età pei voti solenni onde en-
ETÀ ETÀ i3i
(rare in qualche ordine religioso, conferisce la santa Sede, dipenden-
fu diversamente regolata : dalla pu- te dalla metropoli di Bostra egual-
bertà sino alla piena età maggiore, mente in partibus.
che è di venticinque anni, si pote- ETAMPES o ESTAMPES (Siam-
va fare tale obbligazione. 11 con- pae). Città di Francia, dipartimen-
cilio di Trento, sess. i5 )
e. i5, la to di Senna ed Oise, capoluogo
determinò a sedici anni, dichiaran- di circondario e di cantone in li-

do nulle le professioni prima di na valle fertile, al confluente del-


questa età, ed obbligando a fare la Juine e dell' Estampes sulla stra-
almeno un anno di noviziato. Per da da Parigi ad Orleans. E sede
riguardo all' età del matrimonio, i di un tribunale di prima istanza,
canonisti dicono potersi contrarre e di altri stabilimenti. Assai ben
all'età della pubertà, che è a do- fabbricata è questa città, ha quat-
dici anni per le fanciulle, ed a tro chiese parrocchiali, uno speda-
quattordici pegli uomini, avvertono le, un collegio comunale, una so-
però che devesi avere riguardo al- cietà di agricoltura, ed un teatro.
la vera disposizione del corpo, piut- Sonovi intorno la città belle passeg-
tosto che al numero degli anni. giate piantate di alberi, e sulle ri-
Finalmente per conto dell'età ri- viere più di trenta macine. Etam-
spetto agli ordini sagri, per la ton- pes è una città antichissima, che fu
sura bisogna aver compiuti i sette fortificata, e nella quale il re Ro-
anni ed essere cresimato, od alme- berto gettò fondamenti di un ca-
i

no sei colla pontificia dispensa, co- stello fortificato, che a richiesta de-
me decretò il concilio di Trento, gli abitanti fu distrutto nel princi-
sess. a3, cap. 12. Pei quattro mi- pio del regno di Enrico IV, e del
nori viene rimesso alla prudenza quale vedonsi ancora gli avanzi. Du-
de' vescovi; mentre pel suddiacona- rante i torbidi del 16^2 questa
to fa d'uopo ventidue anni, pel dia- città, con dispiacere degli abitanti
conato ventitre, pel sacerdozio ven- sempre fedeli al re, fu ceduta al-
ticinque anni cominciati, e pel ve- l'esercito de'principi, e ben tosto
scovato trenta, od almeno ventiset- fu assediata da quelli di Luigi XIV,
te cominciati. il quale dopo sei settimane fu obbli-
ETALONIA o ETALONE. Se- gato di levarne l'assedio, per anda-
de vescovile della Celisiria, chiama- re incontro al duca di Lorena, che
ta anche Costantina, posta tra i veniva in soccorso de'principi. In
monti, al termine della terra Pro- questa città Luigi VII il giovane,
messa, ed ove l'Arabia si unisce al- prima del suo viaggio per 1' orien-
la Celisiria, presso la città di Da- te, radunò il suo parlamento, la-
masco. La sede episcopale fu fon- sciando la reggenza del governo a
data nei primi secoli della Chiesa, Raoul conte del Vérmandese, ed a
sotto la metropoli di B ostia. Chi- Suggero abbate di s. Dionisio. La
lone suo vescovo intervenne al pri- città, che aveva prima il titolo di

mo concilio di Costantinopoli , e ba ronia, fu eretta in contea nel


Solemo a quello di Calcedonia, co- 1327 da Carlo IV, a favore di
me si legge nella Siria sagra, pag. Carlo d'Evreux suo cugino, e quin-
ili. Al presente Etalonia, Heta- di da Francesco I in ducato a favo-
lanieri, è un titolo in partibus, che re di Giovanni di Brosse di Bre-
i3* ETÀ ETE
lagna, e d'Anna di Pessileu sua occasione dello scisma dell'antipapa
sposa. Enrico II li spogliò di tal Anacleto II, contro il legittimo In-
ducato nel 553, onde rinvestirne
1 nocenzo II. Questo principe vi fe-
Diana di Poitiers sua favorita ma ; ce esaminare quale dei due fosse
Carlo IX, nel i562, lo restituì a stato canonicamente eletto. S. Ber-
Giovanni. Morto questi senza po- nardo v'intervenne ad istanza del
sterità, Enrico 111 nel i5j6 negra- re e dei principali vescovi, ma
tifico il duca Giovanni Casimiro, trepidante a cagione della grave
che, avendolo tosto rinunziato, lo disputa. Dopo il digiuno e le pre-
diede alla duchessa di Montpen- ghiere, il re, i vescovi e i signori
sier, e quindi donollo a Marghe- convennero tutti di comun consen-
rita di Valois, sua sorella, regina so, di riportarsi all'abbate Bernar-
di Navarro.Questa lo cedette qual- do, e di stare al parer suo. Allo-
che anno dopo a Gabriella di Es- ra Bernardo, dopo aver accetta-
s.

trées, duchessa di Bea ufo rt, che ta la commissione, e dopo aver ester-
lasciollo a Cesare di Vendotue, fi- nato il suo gran timore ed umiltà in
glio naturale di Enrico IV. interloquire in sì grave affare, con
attenzione scrupolosa, esaminò la
Concili di Etampes. forma dell'elezione, il merito degli
elettori, la vita e la riputazione di
primo fu adunato
Il nel 1048 quegli che il primo era stato elet-
da Gerdoino arcivescovo di Sens, to, cioè Gregorio cardinal di s. An-
come si legge nelle vite degli arci- gelo, chiamato Innocenzo lì, e di-
vescovi di quella città. chiarò eh' esso era quello che do-
Il secondo celebrossi nell'anno vevasi riconoscere per Papa, e tutta
1091 o 1092, in cui Richerio ar- l'assemblea applaudì ; quindi s. Ber-
civescovo di Sens, ci volle deporre nardo intraprese penosi viaggi per
Ivone od Yves di Chartres, ordinato fare riconoscere Innocenzo II, e vi
da Urbano II, per istabilirvi Go- riuscì. Labbé tom. Arduino t. X ;

fredo, dicendo che Ivone erasi fat- VI ; Diz. dei Concili.


to ordinare in Roma, il che per Il quinto ebbe luogo nel 1 1
47,
suo avviso tornava in pregiudizio sotto il pontificato di ed Eugenio II I,

dell'autorità reale, perchè erasi re- ilregno di Luigi VII, e fu deter-


so reo di lesa maestà. Ma Ivone minata la crociata di Palestina. Lab-
appellò al Papa, e arrestò così la bé tom. X, ed Arduino tom. VI.
procedura del concilio. Ivo, epist. ETELBERTO (s.). Sino dai te-
12; Labbé tomo X; ed Ardui- neri suoi anni mostrò Etelberto
no tom. VI. un tenero amore verso Iddio, con-
Il terzo fu tenuto nel 1099 so- secrando alla religione tutti mo- i

pra la disciplina. Arduino tona. menti, nei quali dallo studio non
VI, ed Ivo, epist. Altri lo registra- era occupato. Successo nel regno
no all'anno 11 12, e dicono che vi dell'Anglia orientale ad Etelredo
si fecero degli statuti sulla riforma suo padre, con molta saviezza e
de' costumi. pietà governò egli i suoi popoli
Il quarto fu concilio nazionale, pel corso di anni quarantaquattro.
celebrato nel 1 1 3o per cura di Lui- Quando si determinò di condur
gi VI il Grosso, re di Francia, in moglie per dar successione alla co-
,

ETE ETE i33


rona, e gettò gli occhi sopra la e fervida preghiera rintuzzò egli
principessa Alfreda, figlia di Offa le passioni tutte contro il mondo
re di Mereia, giovine dotata di ed il demonio. pagane Abolì le
specchiate virtù. Si recò a tal fine superstizioni, profuse in limosine a
Etelberto presso Offa, e conchiuse sovvenimento de' poveri, fondò la
di celebrarvi le nozze. La regina cattedrale di Kent, non che l'ab-
Quendreda non contenta di un tal bazia di s. Pietro e di s. Paolo.
matrimonio, perchè vagheggiava Affievolito dall'età e dalle indefesse
di unire a' suoi stati il regno di sue cure sostenute per cinquanta-
Mereia, col mezzo di un suo fido seianni di regno, morì santamen-
uffiziale fece assassinare Etelberto, te l'anno 616, e fu seppellito nel-
ed il buon principe restò vittima la chiesa dei ss. Pietro e Paolo. La
del tradimento nell'anno 793. Fu sua festa dal martirologio romano
segretamente seppellito a Marden, è assegnata li 24 febbraio.
ma il Signore coi miracoli volle ETELBURGA (s.). Sorella del
glorificare il suo corpo, e questo santo vescovo di Londra Ercon-
disotterrato , fu trasferito in un waldo, e principessa anglo-sassone
magnifico tempio a Hereford. La fu Etelburga. Consecratasi al Si-
sua festa è assegnata il giorno 20 gnore fin dalla sua fanciullezza, si

maggio. ritirò nel monisteroBarking di


ETELBERTO (s.) . Pronipote nel paese di Essex, e divenne po-
Etelberto di Engisto, capo degli scia badessa. Etelburga esercitò il
anglo-sassoni, nell'anno 56o salì suo incarico con somma cura, e-
sul trono di Rent, e sposò Berta, dificando coli' esempio le sue con-
figlia unica di Cariberto re di Pa- sorelle religiose. Di nulla altro cu-
rigi. Educato e cresciuto nell' ido- rante che di piacere al suo sposo
latria, lasciò però
che la princi- celeste, continuamente anelava di
pessa sua sposa seguisse liberamente congiungersi a lui, e giunta al ter-
la religione cattolica, ed il santo ve- mine di sua vita, con santa gioia
scovo Letardo adoperavasi a tutto dolcemente spirò. Dopo la sua
potere per sempre più assodarla morte, alcuni segni visibili della
nelle cristiane virtù. La divina mi- divina possanza attestarono, eh' el-
sericordia, che volea salvo Etel- la era a godere la gloria de' bea-
berto, dell' esempio della sposa si ti. La sua festa ricorre li 1 1 otto-
valse per illuminarlo ad abbando- bre.
nare il culto delle pagane divini- ETELDRITA o ALFREDA (s).
tà, e ad abbracciare il vangelo. Nata Eteldrita o Alfreda da Of-
S. Gregorio Magno facendo l'elo- fa re de' Merciani, anziché segui-
gio della regina Berta la parago- re l'invito paterno, che la voleva
na a s. Elena madre di Costanti- impalmata ad Etelberto re degli
no. Divenuto Etelberto cristiano, est-angli, preferì piuttosto di con-
parve un altro uomo, e per venti sagrarsi al Signore. Per esattamen-
anni da che egli visse convertito, te riuscire nel suo santo progetto,
tutti furono essi da lui consegrati lasciata la reggia paterna, si recò
per vantaggio della religione. Col- in mezzo le paludi di Crowland
le sante virtù dell' umiltà, della nella contea di Lincoln, ed ivi rin-

mortificazione, e con una assidua chiusa in una cella visse santamen-


i34 ETE ETI
te pel corso di quaranta anni. Una secolo, in cui v'ebbero sede vc- i

assidua preghiera, accoppiata ad una scovi Troilo, Eutropio, Eudosio,


ricicla penitenza purificarono l'ani- Giovanni, e Pietro. Oriens Christ.
ma sua in modo da renderla de- torn. I, pag. 1004.
gna di esser portata in cielo, il ETERODOSSO ( Heterodoxus ).
che avvenne l'anno 834- La sua Dicesi delle persone, e dei domini
festa è assegnata li 2 agosto. che sono contrari alla dottrina cat-
ETELWOLDO (s.). Da una il- tolica, ed è l'opposto di ortodosso.
lustre famiglia diWinchester sor- Questo nome deriva dal greco, che
tiEtelwoldo natali. Sino dalla sua
i significa altro sentimento o opinio-
giovinezza ardeva di un santo a- ne. L'eterodosso non vuole l'autorità
more di Dio, ed intesa la buona della Chiesa, vuol essere giudice da
fama, che di sé dava s. Dunstano sé stesso delle scritture, e rigetta
in Glastenbury, si recò a lui, e la tradizione e le verità da Dio ri-

dallo stesso ricevette l'abito mona- velate.


cale. Le ed il
orazioni, le lacrime ETIOPIA. Nome che fu colmi-
la voro erano
più gradite sue
le ne a diversi paesi dell'Africa e dei-
occupazioni, e con tali mezzi seni- l'Asia, perchè i greci chiamarono
pie più addentravasi nella perfe- Etiopi tutti i popoli che avevano
/ione. Amava lo studio delle scien- la pelle nera o meticcia ; fu dato
ze ecclesiastiche, e fu ben presto però più particolarmente ad una
promosso a decano della sua comu- contrada dell'Africa, che gli antichi
nità. Avanzando negli anni e sem- divisero in forme diverse. Seguen-
pre più acquistando egli merito e do la divisione più comune con To-
riputazione, fu innalzato al grado lomeo, viene divisa in tre parti,
episcopale, e consecrato vescovo col nome di isola di Meroe, Etio-
della sua patria. Con zelo indefes- pia sotto l'Egitto, e Etiopia interna,
so sostenne egli la pastorale digni- Questa ultima comprendeva tutto-
tà, sovvenendo con le limosine ai ciò che stava al sud del fiume jNì-
bisogni de' poveri, istruendo colla ger, ed all'ovest meridionale della
voce il suo popolo nella scienza Abissinia. L'Etiopia sotto l'Egitto
della legge evangelica, e visitando corrisponde alla Nubia, all' Abissi-
gli infermi, e confortandoli nei lo- nia, ed a questa Tolomeo assegna
ro travagli. Dagli anni oppresso, e la Trogloditica degli antichi che cor-
molto più dalle sue cure apostoli- risponde alla costa di Abesch. A
che, venne al termine di sua vita, questa parte propriamente si diede
e chiuse nel bacio del Signore i il nome d'India nell'antichità. Lo
suoi occhi primo agosto del-
il di stesso Tolomeo chiama
Barbarla
l'anno 984. La sua tomba fu ono- una provincia dell'Etiopia, che cor-
rata di vari prodigi operati per risponde al Zanguebar, e di cui
di lui intercessione, ed il giorno Rapta era la capitale. Chiama egli
primo agosto è sacro alla sua me- Asania il moderno regno di Adel,
moria. e situa una piazza marittima, chia-
ETENNA, ETHENA, *eu Tena. mata l'Hippodromo di Etiopia, ver-
Sede vescovile della prima Panfi- so il luogo della Guinea, ove sta
lia, nella diocesi d' Asia, sotto la Christiansborg. La Etiopia fu illu-
inetropoli di Sida, eretta nel quinto stre nell'antichità sì per la ricchez-
, ,

ETI ETI i35


za del suo commercio, che per la nes, Romae i63o, di Vittorio Maria-
guerra che sostenne contro gli egi- no. Nella tipografia di Propaganda
ziani. Produceva oro, rame, ferro, fide vi sono varie opere in idioma
ed altri minerali mancanti all'Egit- etiopico, come la dottrina cristiana
to, ma soprattutto il primo abbon- del Cardinal Bellarmino, YAlphabe-
dantemente. Le pietre preziose era- tum Aethiopicuni, ec.
no pure una delle ricchezze dell'E- Nella dirai sagra dell'abbate Ter-
tiopia, trovandovisi singolarmente zi di Lauria, a pag. 390 e seg.,
molte miniere di smeraldi. Malgra- vi è la descrizione dell'Etiopia, e
do tante dovizie, gli etiopi condu- sue provincie. Egli dice, che il va-
cevano una vita trista, perchè abi- stissimo impero dell'alta e bassa
tavano un terreno ingrato, respi- Etiopia quaranta e
consisteva iti

ravano un'aria malsana, ed erano più provincie, che enumera, o sie-


lontani dagli altri popoli. Questa no regni qua e là dalla linea equi-
nazione però fu assai possente, ed noziale, abitati da cristiani scisma-
estese la sua dominazione sino alla tici, e da mori idolatri, divisi in
Siria, ma Sesostri la soggiogò. Più molte lingue, sebbene nella scrittu-
modernamente sotto il generico no- ra convengano in una, com'è tra
me di Etiopia, s'intende l'Africa noi la latina. Aggiunge che ubbi-
propriamente di mezzo, e si divide divano gli etiopi ad un monarca
in alta e bassa. La prima com- da loro chiamato Hugus, e dagli
prende la Nubia, l'Abissinia, e por- europei Prete Gianni, voce corrotta
zione della Guinea ; la seconda i dalla persiana Pedes Han, che se-
paesi situati al sud della linea. Per condo lo Scaligero equivale a re
mare di Etiopia intendesi la parte apostolico. Di questo sovrano, che
dell'oceano atlantico presso l'equa- vantava discendere dal re Davide,
tore, e specialmente il golfo di Gui- pel suo figlio Salomone e la regi-
nea. Altri dicono che l'Etiopia oc- na Saba, come dicemmo al citato
cupava poco meno della metà del- articolo Abissinia, il Terzi ne de-
l'Africa, dividendosi in alta e bas- scrive le forme, gli usi, le vesti-
sa; che l'alta ha il nome di Abissinia; menta e le insegne, dicendo che
che anticamente il suo impero era un tempo ebbe settandue re tribu-
più esteso, ma dai turchi, dagli tari. Indi descrive la bassa Etiopia
arabi, ed altri popoli vicini fu per colle sue provincie, non che la men-
tal modo diminuita, che in appresso tovata celebre isola di Meroe, colle
appena restarono la metà de' suoi principali città, e la reggia della
antichi possedimenti. Dell'Etiopia regina Candace; parla dei due ordini
di ciò che riguarda la sua storia di s. Antonio d Etiopia, de' quali si

civile, politica e religiosa se ne par- tratta nel voi. II, pag. 226 e 227
la anche agli articoli Abissinia ,
del Dizionario ; e riporta la suc-
Egitto, ec. ec. (Vedi). In Parigi, nel cessione cronologica degl'imperato-
i55g, l'Heliodoro pubblicò YHistoi- ri d'Etiopia, dalla regina Saba a
re Aethiopique, che fu tradotta in Faciladas persecutore de' cattolici
italiano da Leonardo Ghini, e stam- fiorito nell'anno 1660. Il Rinaldi,
pata dal Giolito in Venezia nel all'anno 3i, num. i3, ed all'anno
»i56o. Abbiamo inoltre Chaldeae, 35 3 num. 27, dice che gli etiopi
seu Aethiopicae linguae institutio- mangiavano le locuste ; che appiè-
i36 ETI ETI
sero dagli ebrei la circoncisione ; clic due fanciulli suoi congiunti , uno
i ciotti adoravano un Dio im-
etiopi chiamato Edesio, Tallio Fruuienzio,
mortale cagione di tutte le cose, ed istruiti di parecchi linguaggi : ciò
un altro mortale senza nome, pri- avvenne negli ultimi anni dell'im-
ma che l'eunuco della regina Can- pero di Costanzo e Massimiano
dace (il medesimo Rinaldi dice che ne'primi del quarto secolo. Ma ri-
in Etiopia regnavano le donne con ai romani, Me-
bellatisi gli etiopi

tal nome) si convertisse al cristia- ropio venne ucciso, ed i fanciulli


nesimo, essendo egli il primo gen- furono presentati al re, che aven-
tile che ricevette il battesimo. Si doli presi ad amare, cresciuti di età
aggiunge che l'Etiopia, eccettuata conferì loro cariche onorevoli nella
l'Abissinia, o regno del gran Negus, corte, ove si acquistarono tanto cre-
non fu conosciuta dagli antichi ro- dito, che alla morte del re fu lo-
mani; e che fu principalmente sot- ro affidata la reggenza del regno,
to l'impero di Costantino il gran- e la cura dell'erede del trono. Di-
venne
de, che questa parte d'Etiopia venuto questi maggiore di età, Ede-
scoperta dai romani. Ora passeremo sio ritornò in Tiro, ove fu ordina-

a dire compendiosamente , come to sacerdote, e Frumenzio, giunto


s'introdusse la fede in Etiopia, non in Alessandria, ragguagliò dello sta-
che della sua chiesa, de' suoi erro- to dell'Etiopia il santo patriarca
ri e principali avvenimenti. Atanasio da cui fu consagrato ve-
In due modi il vangelo si pro- scovo, e rimandato nelle Indie per
pagò nell'Etiopia, il primo fu a la conversione degli etiopi, laonde
mezzo dell' eunuco della regina penetrando nelP alta Etiopia quivi
Candace, o Giudich, della quale par- pure meravigliosamente propagò il
lano gli atti apostolici. Risiedeva cristianesimo, regnando allora Abrà.
essa in Cachsumo, città metropoli Tanto si legge nella Geografia sa-
del regno di Goiam, ove istrutta gra del p. Carlo di s. Paolo, e nel-
de' divini oracoli , fondò un magni- YHistor. di Rufino lib. r, e. 9.
fico tempio, diviso da cinque gran- Frumenzio «/chierici che s. Ata-
di navi, in onore di Dio e di s. nasio gli avea dati, stabilì la sede
Maria di Sion. L'eunuco, dopo ave- sua in Ausuma, o Axwn (Fedi),
re ricevuto il battesimo dall'aposto- ch'era già la metropoli civile di
lo s. Filippo, passò ad annunziar questo regno, e al dire di Com-
il vangelo nelle provincie littorali, inan ville questa capitale del regno
nell'Arabia Felice, nell'Eritrea e nel- del Tigre, nel IV secolo divenne
l'isola Tapobrana. Il secondo mez- sede vescovi le s e nel VII patriarcato
zo si riconosce dall'apostolo s. Mat- ma senza suffragane*!, per cui av-
teo, nel tempo istesso che s. Mattia venne sovente, che in questo paese
lo portò nell'Etiopia inferiore, e s. non vi fu alcun vescovo, ma sol-
Tommaso ai parti, medi, battìi, tanto alcuni preti, particolarmen-
ircani, magi, ed altri popoli dell'In- te dopo che il patriarca di Ales-
die. Di altro efficace mezzo si servì sandria cessò di mandarvene, come
Dio per illuminare questi popoli, e molte volte successe. In fatti dopo
fu che un tal Meropio filosofo di quel tempo non vi furono altri ve-
Tiro, ad esempio di Menodoro, in- scovi che quelli mandati dal patriarca
traprese il viaggio delle Indie con alessandrino, e neWOriens Christ t
ETI ETI 137
lom. II, pag. 6^1 e seg., ha
si del concilio di Calcedonia, e poscia
la serie e le notizie di quaran- fecero lo scisma colla Chiesa ro-
ta metropolitani di Etiopia. Va qui mana. Perciò che concerne la di-
notato, che gli etiopi non pensano gnità di questo metropolitano, Io
a scegliere un patriarca tra i loro stessocanone arabico citato, porta,
dottori, dice il cinquantesimo secon- che se avviene che si riunisca un
do canone arabico, perchè il loro concilio sulle terre dell'impero ro-
patriarca è sotto la dipendenza di mano, il patriarca o cattolico di
quello d'Alessandria, e perchè spet- Etiopia, avrà l'ottavo rango nell'as-
ta a lui il nominare ed ordinare semblea, dopo il cattolico di Per-
il loro Cattolico (Fedi) che gli è sia e delle Indie.
inferiore, e perchè non ha alcun Ritornando ai progressi della fe-
diritto di stabilire dei metropolita- de in Etiopia, essi non mai si a-
ni come il patriarca. Ne ha però vanzarono senza opposizioni. Nei
gli onori, non già il potere. Que- primi anni del sesto secolo, regnan-
sto cattolico è dunque il patriarca do Elesbaana, chiamato anche Cha-
degli etiopi, ma non è se non co- leb, principe di eminente pietà, e

me vicario del patriarca d'Alessan- residente in Axum avvenue che ,

dria. Gli fu ingiunta ancora altra un giudeo, chiamato Dunaan di ,

regola da osservare, cioè di non somma autorità, nella città di Na-


poter ordinare più di sette vescovi gran fece morire il santo Areta
in tutta la sua dipendenza. 11 Re- con trecento quaranta cristiani, ed
naudot, de Alex, patriarchi num. incrudelendo cogli altri, l'impera-
1 08, dice che gli etiopi vollero ob- tore Giustino I con alto risenti-
bligare il loro metropolitano, men- mento, e col mezzo di Asterio pa-
tre era patriarca di Alessandria triarca d'Alessandria, ne scrisse ad
Gabriele Jarik, ad ordinare più di Elesbaana, il quale con poderose
sette vescovi; lo che egli rifiutò co- forze uccise in battaglia il tiran-

stantemente, perchè sarebbe stato no; quindi rinunziando al regno,


contro l'antico costume, e contro inviò il suo diadema al santo

la leggeche lo proibisce, per ti- sepolcro, e ritirassi a vita contem-


more che se vi fossero nella chie- plativa nel monistero di Ascuma,
sa d'Etiopia dodici vescovi, nume- sotto la regola di s. Basilio, ove
rò che gli orientali richieggono per poi fu sepolto. In quanto all'in-

ordinare un patriarca, non iscuotes- troduzione della vita monastica in


sero il giogo della Chiesa alessan- Etiopia, alla moltiplicità de' moni-
drina, e non eleggessero un patriar- steri, ed al copioso numero di mo-
ca. Da ne provenne che gli
ciò etio- naci, vuoisi promossa dai monaci
pi hanno conservato sempre lo stes- della Tebaide e dell' Egitto. Di
so credito e rispetto pel patriar- molti monisteri fa menzione il Ter-
ca alessandrino che li mandava e zi a pag. 3cp, come delle vesti usa-

che li ordinava; ed è perchè la te da' monaci , e dello scopo dei

sede d'Alessandria, rimasta poscia loro istituti ; così parla dell' eresia
vacante circa ottanta anni, non es- introdottasi anche tra essi, seguaci
sendo quindi occupata che da un degli errori di Eutiche e di Dio-
patriarca giacobita ,
questi popoli scoro, dappoiché l'eresia eutichiana,
si avvezzarono a ricusale la fede che separò dall' unità cattolica la
, ,

i38 ETI ETI


Chiesa alessandrina, perverti anche primate della Chiesa apostolica ro-
l'Etiopia e 1' Abissinia che, come mana. Amministrando il battesimo
dicemmo, faceva parte di quel pa- segnano qualche parte del volto
ti sforato. I« questo impero sì va- con un ferro rovente. Qui ram-
sto, benché circondato da popoli menteremo che molle regioni del-
barbari quasi per ogni parte, gli l' Asia e dell' Africa portarono il

abitanti furono sempre benigna- nome di Etiopia, laonde non si

mente riguardati dalla pietà del- può precisare le contrade in cui


l' Altissimo , che così nel vecchio successivamente venne sparso il cri-
come nel uuovo Testamento diffuse stianesimo. Al dire del Bergier si

sopra di essi bellissimi raggi della tiene per certo che gli abitanti del-
vera e santa religione ; ma invol- la Nubia, eh' è la parte dell'Etio-
to poi nelle tenebre dell' eresia, e pia più vicina all'Egitto, sieno stali
privo delle necessarie assistenze di convertiti alla fede da s. Matteo
chi gliele sradicasse, non conservò che il cristianesimo si sia conser-
la purità della fede, della quale seb- vato fra essiranno 5oo,
sino verso 1

beue più volte si mostrassero de- e che dopo quel tempo sieno di-
siderosi, e più volte ancora fosse velluti maomettani per mancanza
dai romani Pontefici usata ogni di pastori che gì' istruissero. Quan-
cura e diligenza per ritornarvela, to ai popoli dell'alta Etiopia, che
non se ne ritrasse mai che poco e si chiamavano Axuniiti, e eh' ora
brevissimo frutto. si chiamano Abissini, si sa che fu-
1 principali errori de' popoli di rouo convertiti al cristianesimo da
Etiopia intorno alla religione, sono s. Frumenzio, stato loro dato per
la circoncisione, la purificazione, la vescovo da s. Atanasio patriarca
sautificazione de' sabbati, il digiu- d'Alessandria verso l'anno 329, e
no fino alla sera, 1 astenersi dalla che l'arianesimo non fece alcun
carne porcina, leprina, soffocata, e progresso fra essi. Sempre soggetti
da pesce che non abbia squame, al patriarca alessandrino , conser-
la poligamia, che però non si os- varono la fede pura sino al terzo
serva generalmente, ed il ripudio. secolo, nei qual tempo furono tra-
Gli negano il purgatorio
etiopi scinati nello scisma di Dioscoro, e
credono che lo Spirito Santo pro- negli errori di Eutiche, o de' Gia-
ceda solo dal Padre, e che l'uma- cobili (Vedi\.Essi vi perseverarono
na natura di Cristo sia eguale alla perchè non ebbero altri vescovi, se
divina. Non ammettono in Cristo non quello che sempre loro fu spe-
che una volontà, rinnovano il bat- dito dai patriarchi copti di Ales-
tesimo, e dicono che le anime dei sandria successori di Dioscoro. Cre-
giusti non godono Dio prima della demmo opportuno questa specie di
fine del mondo ; non costumano il riepilogo ed opinione del Bergier
viatico, reputano superfluo il confes- per salvare possibilmente le tante
sare il numero e qualità de' peccati, su questo argomento.
e credono che l'anime si cavino dalla Il primo romano Pontefice che
materia, e non si creino. Riprova- si adoperasse a distorre gli etio-
no pure il concilio Calcedonese per pi od abissini dai loro errori, fu
aver condannato il patriarca a- Alessandro III, Bandinelli, e n'eb-
lcssundrino Dioscoro , e negano il be occasione da un tal maestro Fi-
ETI ETI i3 9

lippo, che portatosi in quelle par- que nel simbolo della fede Urba- ;

ti, e veduto che vi si professava no IV del 1261, Clemente IV del


la religione cristiana, benché discor- 1265, Innocenzo V del 1276, e
dante in molte cose dalla romana Nicolò III del 1277, zelatore d'illu-
Chiesa, risvegliò nel re di que' po- minare pure greci sui loro errori.
i

poli , detto volgarmente il Prete Altrettanto pur fecero Nicolò IV


Gianni, un desiderio di conoscere la del 1 288, Benedetto XI del i3o3,
verità. Questo principe volle per- Clemente V del i3o5, e Giovan-
ciò spedire ai Papa Filippo, che il ni XXII del 3 16. Quest'ultimo ad
1

trovò in Venezia per la pace con- istanza di Carlo Roberto re d' Un-
chiusa a mediazione del doge Zia- gheria approvò l'ordine di s. Paolo
ni coli' imperatore Federico I. Al- primo eremita della Tebaide, fiorito
lora Alessandro III, a' 27 settem- nel terzo secolo. Tutti in somma
bre 1177, gli scrisse una lettera, i nominati Pontefici furono solle-
nella quale paternamente gli di- citi della salute spirituale degli etio-
chiarò la consolazione provata in pi ed abissini. Il medesimo Giovanni
sentire che il re ed i magnati del XXII, scrivendo al re di Etiopia, si
reame bramavano di essere istrui- servì del titolo solito praticarsi co-

ti ne' misteri della vera fede, sug- gli infedeli, cioè : gratiam in prae-
gellandola col pontificio sigillo , e sentij quae producat gloriarli in fu-
consegnandola a Filippo. Nel for- turo j né meno sollecito della loro
molario il Papa a consolazione del conversione fu il Pontefice Urbano V,
re lo trattò come sovrano cattoli- che nel 1370 confermò i greci ed
co, usando quella di Carissimo fi- altre nazioni orientali neli' ubbi-
glio in Cristo, salute ed apostoli- dienza alla Chiesa romana.
ca benedizione. Siccome il principe Nell'anno i439 Eugenio IV ce-
aveva richiesto ad Alessandro III lebrò il concilio generale di Fi-
una chiesa in Roma per la nazio- renze, ed in esso pubblicò il de-
ne etiopica, ed altra in Gerusalem- creto dell' unione de' greci co' la-
me affine d' istruire nelle discipline tini, alla presenza di quattro de-
avrebbe
cattoliche gli etiopi che vi putati del re di Etiopia Zara Gia-
inviati quindi si apprende a detto
, cob. Intervenne pure al concilio Ni-
anno dal Baronio, che Alessandro codeino abbate degli abissini, il

III die la Chiesa e monistero di quale ammesso in quella sagra ed


J
s. Stefano de Mori ( Fedi), dietro augusta assemblea , vi pronunziò
la basilica vaticana, alla nazione una bella orazione , assicurando i

etiopica. Non si riconoscono i ri- padri, che tanto lui, quanto il mo-
sultati di siffatte relazioni. Certo narca d'Etiopia altro ardentemen-
è che Papa Innocenzo IV del 1243 te non bramavano che 1' unione ,

destinò i religiosi dell'Ordine dei colla santa Sede. Fu dunque Eu-


predicatori per missionari agli etio- genio IV il primo Papa a tentare
pi ed ed i successori di lui
abissini, 1'unione de' copti, invitando amo-
scrissero premurose lettere ai prin- revolmente il loro patriarca Gio-
cipi dell'Etiopia, cioè Alessandro IV vanni al concilio, al quale avea
del 1254, il quale per ottenere inviata la sua professione di ihi\^
anche 1' unione co' greci aveagli a mezzo di Andrea abbate di s.
permesso ommeltere la parola Fi Ho- Antonio nell' Egitto, come abbia-
iio ETI ETI
ino dal Labbé torri. XIII, ove ri- sioni benigne. Narra il Terzi nella
portasi la lettera del patriarca, il Stria sagra, che imperatole Da-
l'

quale fra usa v' ha


i titoli clie vid , volendo decorare la chiesa
quello Quindi Euge-
di Etiopia. di Etiopia del suo primate, vi no-
nio IV nel i44 2 ebbe a paterna ^ minò Giovanni Bermodez , e fu
soddisfazione di riunire alla catto- confermato con preminenza patriar-
lica Chiesa, ed alla sede apostoli- cale. Il citato Rinaldi, all'anno 1 533,
ca i giacobiti, a' quali diede per num. 29 e 3o, riporta la sommis-
questo fine un istruttivo ed esem- sione degli etiopi alla Chiesa ro-
plare decreto, non che gli etiopi mana, mediante pubbliche scrittu-
col loro monarca Zara Giacob o re promulgate in pieno concistoro.
Jacopo, volgarmente detto il Pre- Morto il re David, gli successe
te Gianni . 11 Rinaldi all' anno Claudio suo figlio, che vedendosi
i44 num.
3 e 4> tratta del
! > 2, minacciato da' turchi, ricorse a Gio-
suddetto abbate Andrea ambascia- vanni III re di Portogallo, il qua-
tore de' giacobiti di Egitto, del pa- le prima col Pontefice Paolo III,

triarca loro, e di Costantino im- e poi con Giulio III, e con s. Igna-
peratore d' Etiopia , non che del zio fondatore della compagnia di
suo compagno Pietro diacono ; par- Gesù, incominoiò a trattare di man-
la pure dell'ambasciatore di JNi- dar nell' Etiopia dodici gesuiti , e
codeino abbate degli etiopi dimo- di costituirne uno patriarca del-
ranti in Gerusalemme, il quale am- l'Etiopia, e due altri in coadiutori
basciatore, come Andrea, fece un'o- con futura successione. Giulio III
razione al concilio per l' unione fece pertanto patriarca il p. Gio-
delle All'anno i44 2 >
due Chiese. vanni Nugnez
Bareto portoghese,
num. 2 condanna
e 8, dice della di compagnia, per nomina
detta
delle eresie, che avevano contami- del re Giovanni III, ed in coadiu-
nato l'Etiopia, l'Egitto e la So- tori Andrea Oviedo, e Melchior-
na e dà altre analoghe notizie.
, re Carnero. Non andò guari che
Dipoi, e mentre la crescente eresia Claudio mostrò la sua contrarietà, il
luterana poneva
soqquadro la a patriarca non potè entrar in Etiopia,
religione cattolica inGermania, e ed avendovi penetrato l'Oviedo fu
lacerava l'animo di Clemente VII, bersaglio di persecuzioni, senza po-
David re degli etiopi negando ub- ter giovare alla religione. Al Nugnez
bidienza al patriarca di Alessan- successe sotto Gregorio XV, come
dria, collegandosiprima con Em- diremo, il p. Alfonso Mendez, che
manuele re di Portogallo, spedi al poscia pel troppo suo zelo ne fu
Papa per suo ambasciatore il por- espulso. Claudio nel i55o; fu uc-
toghese Francesco Alvarez, che ciso, ed il suo Neva che
fratello
trovando Clemente VII in Bolo- salì al trono,mostrò talmente
si

gna per coronare Carlo V, gli con- nemico della Chiesa romana che ,

segnò due lettere del re, nelle avendo fatto imprigionare l'Ovie-
quali lo riconosceva come capo del- do, meditava di farlo uccidere ; ma
la Chiesa universale, e lo pregava essendo morto nel i562, gli suc-
a sollecitare dai principi cristiani cesse il figlio Serezza Dengal , il
la sua difesa contro i turchi, al quale benevolo coi cattolici, asse-
che il Pontefice rispose con espres- gnò loro certi luoghi per vivere
ETI ETI 141
pacificamente ne' loro riti. Frattan- ma r Abuna o metropolita, aven-
to terminandosi in Trento la ce- do promossa la ribellione , il re
lebrazione del concilio generale, il venne ucciso.
Papa Pio IV con sue lettere esor- Susneo ascese al trono , e per
tò il re Serezza ad inviarvi amba- acquistarsi l'amicizia de' portoghesi,
sciatori ; e bramoso di riunire i accarezzò i gesuiti, e richiamò a
copti alla vera fede, perchè col lo- corte il Paes. Scrisse al Papa per
ro patriarca seguivano gli antichi aver missionari, mentre il fratello
errori, spedì a Gabriele patriarca Zela pubblicamente professava il

XGV , il p. Cristoforo gesuita, ma cattolicismo , seguito da molti etio-


senza fruito, sebbene si fosse di- pi. Vedendosi poi dal re che i ge-
mostrato desideroso di rinnovare suiti riuscirono vittoriosi nelle di-
1' unione colla santa Sede. Il Pon- spute sulle due nature di Gesù Cri-
tefice s. Pio V scrisse al pio re sto, comandò con editto che ad
Sebastiano di Portogallo , ed allo esse dovesse credersi. Represse i

zio Cardinal Enrico, che poscia di- monaci, gli ecclesiastici , e il me-
venne re, per interporsi col re de- tropolitano che perciò avevano co-
gli etiopi ; ma vedendo la ripu- spirato contro la sua vita ; indi
gnanza di quel principe e di quei ordinò l'osservanza del sabba to, ed
popoli, comandò al patriarca Ovie- allontanandosi dagli antichi errori,
do di trasferirsi nel Giappone, ma si confessò all' uso della Chiesa ro-
non potendo uscire dall' Etiopia , mana, licenziò le concubine, e for-
dovette passare una vita misera- malmente dichiarò non riconoscere
bile in Fremona nei regno di Ti- altra sede che la pontificia, e che
gre, ove successivamente morirono al solo Papa ubbidiva. Queste cose
i suoi compagni. Gregorio X1IF , saputesi a Roma, Gregorio XV che
che successe a s. Pio V, zelante avea istituito per dilatare e pro-
della propagazione del vangelo, con pagare la fede la congregazione di
opportune esortazioni e grazie spi- Propaganda , istituto che riconosce
rituali confortò il patriarca Ovie- la sua infanzia da Gregorio XII l
do. Nel 1
597 mori in Etiopia il ( il quale avea data l' ispezione
p. Lupi gesuita, e tentando i suoi in ciò che risguardava l'Egitto e
confratelli di penetrarvi furono uc- l'Etiopia a tre Cardinali), nel con-
cisi dai turchi , padroni di
fatti cistoro de' 19 dicembre 1622, creò
molti porti del paese. Tutta volta patriarca di Etiopia il gesuita p.
nel i6o3 riuscì al p. Paes d' in- Alfonso Mendez, il quale fu corte-
trodursi a Fremona , ove ammae- semente ricevuto dal re Susneo,
strò alcuni giovani portoghesi nel- che colla famiglia imperiale, e con
le verità cattoliche, ciò che sapu- tutto il regno giurò fedeltà al ro-
tosi dal re Zadanghel, volle inter- mano Pontefice , e fece edificare
venire alle loro dispute, ed ascol- una chiesa pel patriarca. In pro-
tar la messa nel rito romano, non gresso essendo insorti gravi tumulti,
che la predica, restando pieno di perchè i popoli amavano le anti-
divozione per la santa Sede. Com- che abitudini, il re ebbe la debo-
mise quindi al p. Paes, di scrive- lezza di ripristinare lo scisma ales-
re al Papa che gli mandasse un sandrino, con dire che la Chiesa
patriarca, ciò che fece egli stesso : alessandrina era la stessa clie la
142 ETI ETI
romana, e perciò ognuno potesse nendo nominato superiore della
conoscere per suo pastore quel pa- missione il suddetto p. Sa lem me,
triarca. Tutti i grandi spiegarono che dal Papa fu inviato nell'Egit-
la loro contrarietà ai gesuiti, e do- to con lettere apostoliche, e gene-
po la morte di Susneo gli euro- rosi donativi pel patriarca, acciò
pei furono banditi dall' Etiopia, ed si riunisse alla cattolica comunione.
il Mendez fu l' ultimo patriarca Le lettere e i doni furono a lui
che pose piede in queste regioni. consegnati, ma egli si contentò ri-
Urbano Vili intese con dolore tali spondere, che nutrendo sentimen-
avvenimenti, come quello che avea ti di unità, non poteva effettuarli
ricevuto solenne giuramento del-
il per guerre che allora ardevano
le

l'Etiopia, di ubbidienza alla roma- nell'Egitto, e per la disunione dei


na Sede però ebbe la consolazio-
: principali della nazione; laonde la
ne di ricevere una lettera di som- congregazione di Propaganda fide,
missione da Matteo patriarca dei si limitò a mandar missionari al
copti. Aggiungiamo col Terzi, che Cairo. Con apostolico zelo Clemen-
successore al Mendez fu nominato te XI, oltre che sull'Egitto, prese
il patriarca Apollinare d'Almeida, sollecitudini stili' Etiopia, esortan-
che vi fu trucidato nel i638, e do il re Dodemannt, affinchè se-
che di poi il re di Portogallo Pie- guendo l'esempio del genitore, che
tro II nominò primate il p. Luigi mostrava prima di morire propen-
de Silva. sione ad unirsi alla Chiesa ro-
Riuscirono inutili le sollecitudi- mana, professasse eguali sentimenti,
ni di Innocenzo X in favore degli e definitivamente effettuasse la bra-
etiopi, ma sotto il successore Ales- mata riconciliazione, al quale fine
sandro VII si concepì speranza di gli mandò il p. Giuseppe, minore
veder tornare all'ubbidienza del Pa- riformato di s. Francesco, che cal-
pa il patriarca alessandrino, per- damente raccomandò all'arcivesco-
chè avea scritto con venerazio-
gli vo di Etiopia, ed all'abbate gene-
ne, e perchè a mezzo del p. Sa- rale de'monaci di s. Antonio. Va-
lemme de'riformati avea emessa la rie volte la santa Sede tentò in-
professione di fede, avea confessa- viare in Etiopia i carmelitani, i

ta l'unione delle due nature in cappuccini e i suddetti religiosi ; ma


Gesù Cristo realmente distinte in tutti furouo mal visti, venendo
umana e divina, ed unite in una uccisi molti missionari dai turchi,
divina persona, e professata avea ed anche dagli etiopi. Sono pur
ubbidienza alla santa Sede. Ma la noti gli inutili sforzi fatti eziandio
paura de'turchi, e la solita mali- dai re di Portogallo, per ricondurre
zia ed incostanza degli etiopi, tolse questi popoli alla fede della Chie-
questa allegrezza alla Chiesa. Mos- sa, essendo una delle principali
so a compassione degli etiopi In- difficoltà l'ignoranza de'medesimi.
nocenzo XII, donò per le missio- Le ultime notizie ecclesiastiche
ni di tante anime abbandonate dell'Etiopia sono, che da circa un
cinquanta mila scudi, laonde furo- mezzo secolo nell'Abissinia non era
no dichiarati missionari dell'Etio- entrato alcun missionario cattolico.
pia i
pp. riformati francescani di Riuscì finalmente nel i838 al si-
s. Pietro Montorio di Roma, ve- gnor Giuseppe Sapeto, prete della
,

ETR ETR 143


congregazione della missione, di sare Etrees, o d'Estrees, nacque nel
penetrarvi accompagnalo dai dnc 16*27, ^i nobilissima famiglia dedu-
benemeriti cavalieri Abbadie, che cili di questo nome, in Parigi. De-
colà viaggiavano per oggetto scien- dicatosi nella tenera età allo stato
tifico. Il missionario trovò delle ecclesiastico, di Fran-
ebbe dal re
buone disposizioni, ne gli fu mol- cia l' abbazia Germano, e nel
di s.

to difficile d'insinuare, e far gu- i655 il vescovato di Laon nella


stare massime più essenziali del
le Piccardia e l'abbazia di Staffardn.
caltolicismo. Quindi recandosi in Nel 1660 raccoltasi l'assemblea del
Europa uno de' cav. Abbadie, gli clero, egli compose gli animi divi-
furono affidati due abissini, e fra si per insorte quistioni col nunzio
questi un monaco con la commissio- pontificio, e conchiuse la pace. Il

ne di presentare al regnante Pon- re cristianissimo in seguito a tanto


tefice Gregorio XVI gli omaggi di merito, gli conferì altre insigni ab-
quel clero, al modo che dicemmo bazie e lo creò commendatore del-
al citato articolo Abissini.*. Al Sa- l'ordine dello Spirito Santo. Cle-
peto vennero aggiunti due altri mente X nel 1671, a'24 agosto, lo
distinti missionari della medesima assunse alla dignità di Cardinale
congregazione di s. Vincenzo di per le istanze del re di Francia,
Paoli, vale a dire il signor De e della vedova regina di Portogal-
Jac( bis, già superiore della casa di lo di cui era stretto parente^ e
Napoli , dichiarato prefetto della gli assegnò il titolo della santissi-
missione, ed il sig. Luigi Montuori. ma Trinità nel Montepincio; ol-
Arrivati al loro destino, il primo tre a ciò lo costituì ancora pro-
si stabilì in Adua, ed il secondo tettore e ministro del Portogallo
a Gondar città capitale dell' Abis* presso la santa Sede. Nel pon-
sinia; inoltre il signor Sapeto pns- tificato d'Innocenzo XI, l'anno 1 68 r

sò fra i Gallas, per profittare delle si trasferì di nuovo in Parigi per


buone disposizioni che que' popoli finire molte controversie eccitatesi
infedeli mostravano verso il cato- per le regalie tra il Papa e Lui-
licismo. Della deputazione di etiopi gi XIV. Eletto Clemente XI, sta-
spedita al medesimo Papa che re- bilì la sua dimora in Roma, e gio-
gna dal signor del Tigre, ed accom- vò assai il Papa nel trattare rile-

pagnata in Roma nel 1 84 1 dallo vantissimi affari colla repubblica


stesso signor De Jacobis, se ne trat- veneta e con altri principi d'Italia,
ta alvolume XIII, pag. 4^ del del pari che nelle dissenzioni di bel
Dizionario. Nel 1839 a s ag> a con- ' nuovo insorte nel clero di Francia.
gregazione di Propaganda co' suoi Dopo la morte del di lui fratello
tipi pubblicò una chiara e prezio- ambasciatore di Francia presso la
sa Istruzione sulla dottrina della santa Sede, fu surrogato in qnell'uf-
Incarnazione per uso degli abissinit zio, e destinato insieme a seguire
dietro le traccie che su questo cat- Filippo V re di Spagna e disporre
tolico domina compilare voleva gì' interessi di quel vasto dominio.
monsignor Lercari, onde agevolare Nel i665 celebrò le nozze di Ma-
ad essi, ai copti ed agli etiopi il ria di Nemours, sua nipote, col du-
ritorno alla Chiesa cattolica. ca di Savoja Carlo Emanuele e ;

ETREES Cesare, Cardina le. Ce- nell'anno seguente quelle di Maria


.

i44 euc EUC


Francesca Elisal>elta, altra nipote, Sagramcnto o mistero della nuova
con Alfonso re di Portogallo. Di- legge, in cui Cesò Cristo fece ri-
messo il suo primo titolo, fu tra- splendere con tanta magnificenza
sferito da Innocenzo XII al vesco- la sua divina sapienza, la sua su-
vato di Albano. Ivi assegnò la cu- blime possanza, e la sua adorabi-
ra del seminario a' religiosi delle le carità. La santa eucaristia è il

scuole pie, e molto operò al bene più grande miracolo dell' onnipo-
spirituale di quella diocesi. Versa- tenza divina; perocché essa è la
to, com'era, nelle scienze e nelle conlinuazione del mistero ineffàbi-
lettere, dolce e gentile del tratto, le della sua incarnazione,, e della

lepido assai nel conversare, veniva sua dimora tra noi. E un mistero
da tutti amato e molto venerato; che le creature non avrebbero mai
cosicché la sua morte, accaduta in riguardato come possibile, median-
Parigi nel 1 7 1 4^ produsse molto te la divina rivelazione, se veduto
duolo nell'animo di ciascheduno. non lo avessero ad elfettuarsi. Ma
Ebbe la tomba nella chiesa di s. è insieme un mistero tanto più
Germano ed una prolissa iscrizione. degno di un Dio infinito in tutto
EUBERTO (s.). Fu compagno ciò ch'egli è, quanto esso supera
Euherto nelle evangeliche fatiche infinitamente le intelligenze create,
di s. Piatone apostolo di Tournay. le più sublimi in iscienza e lu-
Nel terminar del terzo secolo sof- mi, siccome esprimono i teologi.
ferse varie torture, e finalmente fu La santissima eucaristia è un sa-
martirizzato. Le virtù da lui pra- grifizio e un sagramento in cui
ticate, ed il martirio sostenuto gli Gesù Cristo esaurisce tutto il suo
procurarono nelle Fiandre un ce- amore per gli uomini. Gesù Cri-
lebre culto. Con molta venerazio- sto istituì la santa eucaristia, per
ne si conservano a Lilla le sue re- rendere perenne la memoria del
liquie. Nel martirologio romano cruento sacrifizio da esso offerto
viene assegnata la di lui festa il una volta sul Calvario, e perchè
dì primo febbraio. ella ne fosse un sagrifizio memo-
EUBOLO (s.), martire di Pale- rativo, benché sia insieme un sa-
stina. Nel settimo anno della per- grifizio reale, incruento, od una
secuzione di Diocleziano, Eubolo rinnovazione del sagrifizio della
partito da Mangane per recarsi a croce, senza spargimento di san-
Cesarea, onde visitare i confessori gue, affine di rendere permanente
del vangelo, venne alle porte del- e continua l'applicazione de' suoi
la città interrogato quale fosse l'og- frutti. ha stabilito come
Egli lo
getto che il conduceva. Non esitò un sagramento, od un segno sa-
«gli punto a dichiararlo, e tosto gro di sua presenza, nascosta sot-
dal governatore che fu ordinato to veli misteriosi, ai quali si dà
fosse straziato il suo corpo con un- il nome di specie o di accidenti,
ghie di ferro, e condannato per benché il contengano realmente ;
ultimo alle fiere. Sostenne egli con dappoiché egli vi è in modo in-
invitto coraggio il martirio il dì 5 visibile ed inaccessibile ai nostri
marzo dell'anno 309, ed in tal sensi, onde adattarsi alla debolez-
giorno si ricorda la sua festa. za nostra.
EUC ARISTI A ( Eucharislia ) A cagione, e per rispetto e ve-
..

EUC EUC i45


Iterazione di questo sublime argo- perchè Gesù Cristo rese grazie a
mento, ci limiteremo a qui riu- Dio istituendolo. Leggiamo nei
nire le principali erudizioni che vangeli, che Gesù Cristo nella vi-
lo riguardano, anche nel riflesso gilia della sua morte, corrispon-
che in molti articoli del Diziona- dente al giovedì santo, fatta la cena
rio si tratta della ss. eucaristia, co' suoi apostoli, prese del pane
come Messa, Ostia, Vino, Sangue e del vino, rese grazie a suo Pa-
prezioso di Gesù Cristo, ec ec. dre, benedisse il pane, lo spezzò,
Della celebrazione della sua festa distribuillo ai suoi apostoli, loro
sì può vedere il voi. IX, pag. 44 dicendo: prendete, mangiate, que-
e seg. ; della consacrazione della sto e il mio corpo ; di poi diede
ss. Eucaristia, se ne tratta al voi. loro il calice del vino, e loro dis-
XVI, pag. 3o4 e seg. ; de' luoghi se: bevetene tutti, questo e il mio
ove custodivasi, ed al presente si sangue ec, fate questo in memo-
custodisce, oltre all' articolo Cibo- ria di me, laonde dicesi grata me-
rio, possono leggersi Pisside, Ta- moria. L'eucaristia è il principale
bernacolo, Calice ec, e principal- mezzo con cui noi cristiani rendia-
mente all'articolo Comunione sono mo grazie a Gesù Cristo del se-
molte nozioni sulla ss. eucaristia, gnalato benefizio della redenzione.
giacche trattammo al § I. Comu- Dicesibuona grazia, perchè contie-
nione eucaristica, o sacramentale. ne realmente Gesù Cristo, sorgen-
§ II. Comunione sotto le due spe- te di tutte le grazie. 2. Si chia-
cie. III.§Comunione Pasquale. ma Eulogia o benedizione (Vedi)
3
§ IV. Comunione de fanciulli. perchè Gesù Cristo impiegò la be-
§ V. Comunione degli infermi nedizione istituendolo, e perchè i
§ VI. Principali disposizioni alla sacerdoti della nuova legge la u-
Comunione, e della Comunione sano ancora consagrandolo. 3.° Si
frequente, § VII. Delle cerimonie chiama il Santo de Santi, il corpo
ed usi antichi della Comunione. 6 il sangue di Gesù Cristo, perchè
Da questo breve riepilogo si com- rinchiude e l'uno e 1' altro. 4«
prenderà di leggieri, come molti Chiamasi Pane (Vedi) a motivo
interessanti punti sulla ss. eucari- della sua materia ; e frazione del
stia, già furono trattati ne' luoghi pane per la maniera colla quale
citati. si distribuisce. 5.° Chiamasi co-
munione, comunicazione, sinossi,
§ I. Nomi, definizione, figure, e tanto perchè ricevendo noi questo
verità dell' eucaristia, e presen- sagramento ci comunichiamo con
za reale in essa di Gesù Cri" Gesù Cristo, e con i fedeli, quan-
3
sto; decreti de concili su questo to perchè per riceverlo si usa di
sagramento. riunirsi in uno Dice stesso luogo.
il Macri che chiamasi Synaxis, in
sagramento augusto dell'eu-
Il significato di assemblea o radunan-
caristia ha varie denominazioni za, perchè fedeli si congregavano
i

i.° Chiamasi Eucaristia con voce nei primi secoli nelle case private
greca, che significa azione ó ren- per ricevere l'eucaristia, nel tem-
dimento di grazie, a buona gra- po delle persecuzioni, come adesso
zia dicesi rendimento di grazie,
: si fa nelle chiese. 1 greci sono
\OL. XXII. io
,

i46 EUC EUC


quelli che particolarmente appella- lato. [4° Si chiama metalessi,
no Sinassi (Pedi); la celebrazione vale a dire assunzione, perchè in
di questo mistero, e lo chiamano certo qual modo c'innalza al di
Euhgia, mentre le altre sette o- sopra di noi stessi, per unirci a
ricntali lo chiamano Anfora s cioè Gesù Cristo; o partecipazione, per-
oblazione. Il Piazza nel suo Menolo- chè ci fa partecipi della divinità;
gio aggiunge, che dicesi Comunione o transmutazione e transustanzia-
perchè in esso si comunica ai cri- zione, perchè il pane e il vino
stiani il corpo e il sangue del Re- sono cambiati fisicamente nel cor-
dentore. 6." Chiamasi vita e salu- po e nel sangue di Gesù Cristo,
te perchè contiene Gesù Cristo e perchè i fedeli che lo ricevono
l'autore della vita spirituale delle sono cambiati e trasformati spiri-
nostre anime, e della nostra salu- tualmente in lui. Dice il Macri
te.7. Chiamasi ftalico (fedi), che Eucharistia Hierarchica vie-
perchè è un nutrimento che sostie- ne chiamato il simbolo della fede
ne e fortifica i fedeli nel pellegri- da s. Dionisio; e che questo me-
naggio di questa vita, e soprat- desimo vocabolo di Eucaristia ap-
tutto perchè si dà per provvisione presso s. Cipriano significa qualsi-
nel passaggio pericoloso di questa voglia sagramento.
all'altra vita. 8.° Si chiama Cena I teologi definiscono l' eucaristia
del Signore (fedi), perchè è un un sagramento della nuova legge,
banchetto divino di Gesù Cristo che contiene sotto le specie del pane
colla Chiesa; perchè Gesù Cristo e del vino, il corpo e il sangue di
l'ha istituito dopo la cena
la sera Gesù Cristo, per la refezione spi-
legale, e perchè è una commemo- rituale del cristiano, secondo l'isti-

razione dell' ultima cena di Gesù tuzione di Gesù Cristo stesso. È


Cristo. 9. Si chiama Pasqua ( Ve- un articolo di fede che l'eucari-
di), perchè fu istituito al tempo stia sia un sagramento, avendolo
pasquale, e perchè contiene Gesù cosi definito il concilio generale
Cristo nostra vera pasqua, io. lateranense IV, celebrato dal Pon-
Chiamasi la tavola del Signore, tefice Innocenzo III, nel capit. de
perchè Gesù Cristo stava seduto a summa Trinit., e nel concilio di
tavola allorquando lo istituì. 1 r.° Trento cap. 1 e 2. Dei decreti
Chiamasi Augustissimo Sagrameli- de' concili sulla eucaristia, ne par-
lo, ed il Sagramenlo del nuovo leremo al termine di questo para-
Testamento per eccellenza, e per grafo. Quantunque poi l'eucaristia
i profondi misteri in esso racchiu- sia composta di due materie, le
si. Di cesi Santo Sagramenlo, e quali sono il pane ed il vino, e
presso i greci santi misteri, perchè di due forme, l'ima per la consa-
questo è il più augusto dei segni grazione del pane e l'altra per
stabiliti da Gesù Cristo per do- quella del calice o del vino, non è
narci la grazia. 12. Dicesi Ostia, però che un solo sagramento, per-
perchè si offerisce al Padre Eterno chè forma un solo convito, e per-
l'ostia viva dell'unigenito suo fi- chè la moltiplicità di materie e di
gliuolo. i3.° Dicesi Sagrifizioj per- forme non basta nella nuova leg-
chè in esso vero ed incruen-
si fa il ge,onde ne risulti una moltiplici-
to sagrifizio dell'Agnello immaco- tà di sagramenti . Sulle figure
,

EUC EUC 147


dell' eucaristia, i teologi ne distin- Gesù Cristo può essere presen-
guono quattro. Le prime spettano te in tre maniere Dell' eucaristia :

alla sua materia, cioè al pane ed i.° per impanazione, ch'è l'unione
al vino: e tali erano il pane ed ipostatica del Verbo divino col pa-
il vino che Melchisedech offrì in ne; 2.° per consustanziazione, ch'è
sagrifìzio; i pani di proposizio- la presenza locale del corpo di Ge-
ne; quelli delle primizie; il pa- sù Cristo col pane, di modo che
ne cotto sotto la cenere, che man- sussistono ambedue, senza alcun
giò il profeta Elia. Le seconde fi- cambiamento di sostanza, nel me-
gure spettano al corpo ed al san- desimo sagramento; 3.° per tran-
gue di Gesù Cristo: e tali erano sustanziazione, ch'è il cambiamento
tutti i sacrifizi antichi. La terza fisico della sostanza del pane e del
specie di figure rappresentava l'ef- vino nel corpo e nel sangue di
fetto dell'eucaristia: tale era l'al- Gesù Cristo che il di-
; ed è così
bero della vita, e la manna. La vino Salvatore è presente realmen-
quarta specie di figure rappresen- te nella santa eucaristia. Seguono
tava 1' eucaristia tutta intiera : tale alcuni de'principali canoni e de-
era la pasqua, o 1' agnello pasquale creti de'concili sull'eucaristia.
degli ebrei, che Gesù Cristo man- « Non si conserverà il eorpo di
giò la vigilia della sua morte co- » Nostro Signore più di otto gior-
gli altri ebrei, siccome può veder- » ni né sarà portato agli
: infer-
si all'articolo Pasqua. Sulla verità » mi che da un sacerdote o da
dell' eucaristia poi, o presenza rea- >» un diacono ". Concilio di Lon-
le di Gesù Cristo in questo sa- dra an. 1 1 38, can. i.

gramento, due specie d'eretici in- t* Non si darà l'eucaristia tern-


sorsero. Gli uni l'hanno combat- » piata, sotto pretesto di rende-
tuta indirettamente, e sono quel- » re più completa la comunione".
li, i quali hanno negato che Ge- Id. il 75, can. 16. 11 che prova,
sù Cristo abbia avuto un vero che fin d'allora l'uso più comune
corpo tali sono stali i discepoli
: era di non comunicare che sotto
di Simone, di Menandro, di Ma- le specie del pane.
nete ec. Gli altri hanno negato « Non si consacrerà la ss. euca-
direttamente la presenza reale e : » che in un calice di oro
ristia,
questi sono stati Giovanni Scoto » e di argento, e non di stagno ".
Erigene , Berengario , Pietro di Id. can. 17.
Bruis, i gnostici, i montanisti, i « Non
si porrà il corpo del Si-

priscillanisti, gli artoriti, i giaco- » gnore senza lumi, croce e ac-


bini, gli ebioniti, gli encratiti , i » qua benedetta, e senza che vi
1
pepuziani, i collirio ia ni , i catari « sia un prete presente, fuori del
gli albigesi, i viclefisti, i valdesi, » caso di estrema necessità ". Con-
i cariciani, i pauliciani, i calvini- dì, di Roano an. 1190, e. 3. Lo
sti, i sociniani ec, come si può stesso canone del concilio di Yorck,
vedere a' loro articoli. I luterani an. 1 195, can. 1.

poi ammettono la presenza reale, Canoni di dottrina. « Nel sa-


ma negano la transustanziazione, e « grifizio dell'eucaristia, Gesù Cri-
vogliono la impanazione, cioè la coe- » sto è egli stesso il sacerdote e
sistenza del corpo di G. C. col pane. » la vittima. Il suo corpo e il suo
i48 EUC EUC
••>
lancile sono veramente conte- « Se alcuno dirà, che dopo l'al-

n nuli nel sagramento dell' aitine. ti la consa grazi one, il corpo e


» Il pane essendo transostanziato iì sangue del Nostro Signore
» nel corpo, e il vino nel sangue Gesù Cristo non è nell'ammi-
» per onnipotenza divina; e que- rabilesagramento della eucari-
» sto sacramento non può essere stia, ma che v'è solamente nel-
» fitto che dal sacerdote ordina- l'uso,mentre si riceve, e non
» lo legittimamente , in virtù del prima né dopo; e che nell' ostie
»* potere della Chiesa, accordato da o particole consagrate, che si
»» Gesù Cristo agli apostoli e a'ioro conservano, o che restano dopo
» successori". IV concil. gen. La- la comunione , non rimane il
ter, an. i2t 3, e. i. vero corpo di Nostro Signore,
« Se alcuno negherà, che il cor- sia anatema ". Can. 5.
>* pò del Nostro Signore Gesù Cri- » Se alcuno dirà, che il frutto
»> sto, coll'anima e colla divinità, principale della ss. eucaristia è
» e per conseguenza Gesù Cri- la remissione de'peccati, o che
» sto tutto intero, non sia conte- ella non produce altri effetti, sia
» mito veramente, e realmente, e anatema ". Can. 5.
» sostanzialmente nel sagra mento « Se alcuno dirà, che Gesù Cri-
» della ss. eucaristia; ma dirà che sto, figliuolo unico di Dio, non
» vi sia solamente come in un deve essere adorato nel sagra-
» segno, oppur in figura e in vir- mento dell'eucaristia con culto
»> tu, sia anatema ". Concil. di di latria, nemmeno esteriore; e
Trento, sess. i3, can. i. che per conseguenza non biso-
« Se alcuno dirà, ehc la so ; gna nemmeno onorarlo con una
» stanza del pane e del vino ri- festa solenne e particolare, né
ti mane nel sagramento del-
ss. portarlo con pompa e con ap-
« l'eucaristia, insieme col corpo e parato nelle processioni, secon-
« sangue del Nostro Signore Ge- do il lodevole costume e l' uso
» su Cristo, e negherà questa con- universale della santa Chiesa, o
» versione ammirabile e singola- che non bisogna esporlo pub-
» re di tutta la sostanza del pane blicamente al popolo per essere
» nel corpo, e di tutta la sostan- adorato, e che quelli che lo a-
» za del vino nel sangue di Gc tlorano sono idolatri, sia anate-
« su Cristo, non restando sola- ma ". Can. 6.
» mente che la specie del pane e « Se alcuno dirà, che non è
m del vino, la qua! conversione è permesso conservare l'eucaristia

» chiamala dalla Chiesa cattolica in un vaso sacro, ma che su-


« coi nome proprissimo di transu- bito dopo la consacrazione bi-

« stanziazione, sia anatema ".Can. 2. sogna necessariamente distribuir-


« Se alcuno negherà , che nel la agli astanti, o che non è
» venerabile sagramento dell' euca- permesso di portarla con onore
» ristia, Gesù Cristo tutto intero e rispetto agl'infermi, sia ana-
« sia contenuto sotto ciascuna spe- tema ". Can. 7.
» eie, e sotto ogni parte di cia- « Se alcuno dirà , che Gesù
» scuna specie dopo la separazio- Cristo presentato nell'eucaristia,
» ne, sia anatema". Can. 3. è mangiato soltanto spiritualmen-
EUG EUC 149
» le, e non sagrnmentalmen-
così che comandò agli apostoli. Perchè
» te e realmente, sia anatema". il pane possa essere validamente
Can. 8. consagrato, bisogna che sia sensi-
« Se aldino negherà, che ogni bile e presente al sacerdote d'una
» e ciascuno de'fedeli cristiani del- presenza fìsica e morale. Gesù Cri-
» l'uno e dell'altro sesso, essendo sto non avendo determinato la
» giunti all'età della discrezione, quantità del pane, che il prete può
» sieno obbligati a comunicarsi validamente consagrare, tutto il

» ogni anno, almeno da Pasqua, pane che trovasi a moralmen- lui


» secondo il comandamento della te presente, può essere da lui con-
» nostra santa madre la Chiesa, sagrato. Il pane azimo o senza
6 sia anatema ". Can. 9. lievito, ed il pane fermentato o
« Se alcuno dirà, che non è con lievito, sono egualmente buo-
» permesso a un sacerdote cele- ni per la validità della cousagra-
' beante di comunicarsi da sé, zione; nulladimeno il pane azimo
» sia anatema ". Can. io. sembra più conveniente. I dotti
« Se alcuno dirà, che la «ola sono divisi sull'uso del pane azimo,
» fede è una preparazione baste- e del pane fermentato nella Chie-
« vole per ricevere la ss. eucari- sa greca e nella latina. Che il pane
> stia, sia anatema ". Can. ti. di grano sia materia valida, non
«.-E per impedire, che un tati- vi è questione. La questione sta
*s to sacramento non sia ricevuto se Nostro Signore consagrasse nel-
» indegnamente, e in conseguenza l'azimo o nel fermentato. La Chie-
» a condannagione, il concilio or- sa greca usò il secondo, e la la-
» dina e dichiara, che quelli che tina il Bisogna mischiare
primo.
* si sentono la coscienza aggrava- un poco d'acqua col vino nella con-
ta da qualche peccato mortale, sagi azione; ma questo miscuglio
' per quanto si credano contriti, d'acqua non è altro se non un
* sono necessariamente obbligati, precetto ecclesiastico fondato sul
» se possono avere un confessore, fatto da Gesù Cristo, come si ha
» di far precedere la confessione dalla tradizione de'padri. È -mol-
» sagrarnentale; e se alcuno aves- to probabile, quantunque non sia
•> se la temerità d'insegnare o di di fede, che l'acqua si cangi, come
* sostenere il contrario in pubbli- il vino, nel sangue di Gesù Cristo;
» ca disputa, sia da quel punto ma questa è questione da lasciar-
» scomunicato ". Can. 12. si ai teologi.
La forma dell'eucaristia, comu-
§ II. Materia, forma , proprietà, nemente dai teologi si fa consiste-
necessità, effetti, e disposizioni re (vale a dire la forma essenzia-
per la ss. eucaristia. le consag razione) nelle sole
della
parole evangeliche: Questo b il mio
La materia necessaria dell'euca- corpo, questo è il mio sangue, le
ristia, senza la quale non si può quali parole dai santi padri sono
consacrare validamente, è il pane chiamate preghiera, invocazione e
di frumento, ed il vino di vite. benedizione. Iu quanto alla pro-
Era pane di frumento, e vino di prietà dell'eucaristia, i teologi spie-
vile, che Gesù Cristo consagrò, e gano se devesi adorare, se consi-
i5o EUC EUC
ste solamente nell'uso, dimodoché e colle mentre Benedetto
mitre ;

Gesù non sia più presente


Cristo XIII fu l'ultimo che l'usò nei viag-
dopo la comunione attuale; se è gi nel modo che si dirà. Sulla
necessaria, e come Io sia. Quindi necessitàdell' eucaristia, dicono i

all'crmano che deve adorare l'eu-


si che non è di necessità di
teologi,
caristia interiormente ed esterior- mezzo, perchè il battesimo basta
mente, poiché contiene Gesù Cri- solo per la salute dell'anima : que-
sto tutto intero, il quale è adora- gli che crederà e sarà battezzalo
bile in qualunque luogo si trovi, sarà salvo j ma è necessaria agli
e perchè la Chiesa lo ha sempre adulti per il precetto divino, e per
adorato. Gesù Cristo è nell'euca- il precetto della Chiesa, che pre-
ristia fuori del tempo della comu- scrive a'fedeli di comunicarsi al-
nione attuale, e per conseguenza meno una volta l'anno, alla Pa-
questo sagramento non consiste nel squa, per adempirlo. Circa agli ef-
solo uso, ma in una cosa perma- fetti di questo sagramento, s. Tom-
nente, perchè il divin Salvatore ha maso ne attribuisce tre principali,
detto le surriferite parole: Questo cioè la remissione de' peccati, la
è ec, prima che gli apostoli si co- grazia e la gloria. Per i peccati
municassero. D'altronde la Chiesa s'intendono i veniali, non imme-
ha riservata l'eucaristia in tutti i diatamente, ma a mezzo degli at-
tempi, perchè fosse mandata dai ti che l'uomo
fervorosi di carità,
Pontefici a' vescovi lontani, come fa pe' soccorsiche riceve da Dio
il sigillo della reciproca comunio- in virtù del sagramento. Per la
ne, acciò i fedeli la portassero nelle grazia s'intende quella che aumen-
loro case per nutrirsene in parti- ta e conferma quella ricevuta dal
colare, per portarla agli infermi, battesimo e dalla penitenza , la

per portarla in viaggio, per servi- quale di giusto rende ancora l'uo-
re alla messa de' presantificati, che mo più giusto ; quella che nutre
celebrasi presso i greci in tutti i spiritualmente l' anima di coloro
giorni di digiuno, e presso i lati- che si comunicano, che gli unisce
ni uua volta l'anno, nel venerdì strettamente a Gesù Cristo, e li fa
santo, come si disse al citato ar- vivere della sua vita; che produce
ticolo Comunione. In quanto al por- finalmente la gloria e la vita e-

tare in viaggio la ss. eucaristia, al terna, in quanto che somministra


seguente articolo, Eucaristia porta- diritti e soccorsi particolari per
ta avanti ai Papi nt viaggi (Fedi), giungervi, quantunque non operi
si dirà che Stefano II detto III fu mai l'impeccabilità. Le disposizioni
il primo Papa che valicando le necessarie poi per ricevere l'effetto
Alpi si facesse precedere da essa, e dell'eucaristia,riguardano l'anima
che questo rito essendosi anche od il corpo, e di esse pur si par-
talvolta praticato nelle solenni ca- lò all'articolo Comunione.
valcate de' Pontefici pel solenne
5 III.Ministro e soggetto dell'eu-
possesso, cessò ne'possessi dopo Leo-
caristia
; cerimonie ed usi di
ne X, il quale fu l'ultimo Papa
questo sagramento, ed altre no-
che lo prese con essere vestito chi
zioni relative.
faceva parte della cavalcata, e che
ne aveva 1' uso, cogli abiti sagri Si distingue il ministro della
EU C EUC ,5r
consacrazione, e quello della dis- giorno di Pasqua niuno può am-
pensazione o distribuzione dell'eu- ministrare l' eucaristia ai popoli,
caristia. 1 ministri della consacra- se non nella chiesa parrocchiale,
zione sono i soli sacerdoti, perchè ancorché avessero soddisfatto al pre-
questi sono i soli, cui Gesù Cri- cetto o avessero intenzione di
,

sto ha dato il potere e l'ordine di adempierlo in un altro giorno, co-


consacrare con quelle parole che me si dichiara nella costituzione
diresse loro a mezzo degli aposto- di Gregorio XIII, del i585. Il pa-
li: Fate questo in memoria di me. ne che doveva essere consagrato,
]n tal modo lo ha inteso la Chie- veniva scelto in passato fra pa- i

sa in tutti i tempi, poiché non ha ni che i fedeli olili vano, e ch'essi


permesso a niuno di consacrare, portavano alla chiesa, allorquando
neppure agli uomini apostolici, ai vi si raccoglievano. Dipoi i chie-
più. santi solitari, ai martiri, ai rici, o le vergini consagrate a Dio

monaci che non fossero sacerdoti; fecero le ostie cantando salmi. Era
ed essa ha condannato al contra- il sacerdote che presiedeva all'as-
rio tutti quelli che senza questa semblea, che distribuiva alle per-
qualità, osavano tentare la consa- sone presenti il sagramento dell'eu-
crazione, siccome si ha da molti caristia. Nella chiesa di Gerusalem-
concili, e santi padri. In quanto me i fedeli s'appressavano alla sagra
al ministro della dispensazione del- mensa inchinati profondamente, ed
l'eucaristia, preti ed i vescovi
i in quella di Costantinopoli vi si

ne sono i ministri ordinari, come appressavano in piedi, ec. ec.


lo sono della sua consacrazione Nelle processioni, dice il Macri,
per diritto divino. I diaconi erano la eucaristia si deve portare in
in passato i ministri della dispen- mano dal sacerdote, e non sopra
sazione dell'eucaristia:potrebbero le spalle, com'è stato dichiarato
distribuirla permesso
ancora col dalla sagra congregazione de'riti
del vescovo, o del parroco in caso a'2 gennaio 1 618 tuttavolta, egli
:

che non potesse egli portarla, né aggiunge, in alcune chiese di Fran-


farla portareda un sacerdote ad cia si pratica la cerimonia di por-
un infermo. Anche sul modo di tare sulle spalle dei sacerdoti l'eu-
dispensare e ricevere l'eucaristia, caristia, nella solenne processione
ne trattammo all'articolo Comunio- del Corpus Domini, rito antichis-
ne. Pei soggetti dell'eucaristia in- simo di cui fa menzione il conci-
tendonsi le diverse persone che lio di Praga III, al can. 5.
sono capaci di riceverla, come si Non si può portare l'eucaristia
disse al detto articolo.Le cerimo- agl'infermi, i quali non possono
nie finalmente dell' eucaristia ri- comunicarsi, soltanto per adorarla,
guardano o materia di questo
la giacché ciò fu proibito da s. Pio
sagramento, o la forma, od il mi- V. L'eucaristia davasi subito dopo
nistro che lo distribuisce, od il il Battesimo (Vedi), non solo agli
soggetto che lo riceve, o la situa- adulti, ma ai bambini, siccome di-
zione del corpo colla quale devesi cemmo a quell'articolo, ed il Piaz-
ricevere, od il luogo della sua di- za nel suo Fmerologìo, p. 4 2 > di-
stribuzione. ce altrettanto con altre erudizioni.
Abbiamo dal Macri , che nel L'uso di conservare nel giovedì
,

iJi EUC EUC


santo l'eucaristia dopo il sagrifìzio, vanzio, nel suo Diario <!<!t'iino-
e fuori dell'altare ove è stato ce- roteazione di Alessandro P/l, pres-
lebrato, e di riporta dentro un ca- so il Gattico, Ada cacrem. p. 4i7>
lice, qualche cappella, oratorio,
in racconta che nella comunione del-
o nella sagrestia, secondo il Maz« la messa, la quale dal Pontelìce
/incili è un rito assai antico. Di si riceve al trono, Alessandro VII,
quello che chiamasi il Sepolcro, se in vece di genullettere sullo sga-
ne parla nel voi. Vili, a pag. 289 bello della sedia della cattedra
e seg., ed a pag. 3o4 e seg. Qui quando gli fu portata la ss. euca-
aggiungeremo, che terminato nel ed ivi
ristia, rimanere sino alla
giovedì santo il sagrifìzio, e tolta consumazione delle specie sagra-
dall'altare la ss. eucaristia, secon- mentali, volle in vece genuflettere,
do l'uso più comune, si piegano comunicarsi, e comunicare anche il

le tovaglie, e l'altare resta senza diacono e suddiacono latino, al ri-


ornamento; laonde il discoprimen- piano dello stesso trono, per mag-
to degli altari, ed il trasferimento gior riverenza ed umiltà. Nel 174 2
dell'ostia consagrata in altro luo- Benedetto XIV, col disposto della
go, è un resto di quel rito che costituzione Certiores effecli, data
facevasi anticamente ogni giorno a' 1 3 novembre presso il Bull. Maga.
con minor pompa ecclesiastica. tom. XVI, pag. 1 1 7, tolse la con-
Il Sarnelli nel tomo VI delle troversia nata in Crema e propa-
Lettere eccl, lett. XXV, num. io, gata in Italia, dell'obbligo che si
parla dell'antico uso di conserva- pretendeva avessero i sacerdoti di
re in un calice la ss. eucaristia, amministrare nella loro messa pri-
il quale calice tene vasi pendente vata l'eucaristia a'fedeli che la do-
sopra l'altare ; e che in tempo delle mandassero. Il dotto Pontefice, con
persecuzioni si custodiva nelle ca- molte sode ragioni, dimostrò non
se particolari in una scatola di le- esservi quest' obbligo ne' sacerdoti,
gno. Quindi narra ch'era vietato laonde esortava i vescovi a per-
il parlare di questo sagramento ai suadere su questo punto i loro
gentili in presenza de'catecumeni; diocesani, massime colle testimo-
che la ss. eucaristia non guasta il nianze dell'antica disciplina, in cui
digiuno; e se si debba dare agli dovendo i soli parrochi ammini-
ossessi. strare i sagramenti, alla sola loro
Era solito Alessandro VI tene- messa si dovessero comunicare 1

re il ss. Sagramento in una scato- fedeli. Dipoi, uel ij55, il vice-cu-


la d'oro fatta a modo di palla, e rato della chiesa di s. Nicolò in
lo portava seco familiarmente sen- Carcere di Roma, a cagione di
za che altri se ne accorgesse; ed un vicino incendio che minacciava
ilCardella nel tom. IV, p. 162, estesa propagazione, vestito de'sa-
Memorie de' Cardinali, racconta la gri paramenti, trasse la pisside dal
premura del Papa di averla seco, ciborio colle ostie consagrate, e con
un giorno in cui trovavasi negli essa diede la benedizione al fuoco.
orti del Cardinal Adriano Castel- Molti approvarono questa benedi-
li senza averla portata, per cui spe- zione, altri la disapprovarono, per
di a prenderla Giampietro Caraffa, cui Benedetto XIV a' 17 luglio di-

poi Papa Paolo IV. Fulvio Se*- resse al Cardinal Vicario il breve
EUC EUC i53
Cam ut recte, loco citato, toni. Nondimeno l'usanza di esporre il

\l\, p. 167, ed espose colla so- ss. Sagramento è antichissima in


lita erudizione le ragioni degli uni alcune chiese , e in antichità non
e degli altri; ma la conclusione fu la cede molto alla istituzione della
la sua disapprovazione nell'operato processione del Corpus Domini, la
tlel vice-parroco, vietando siffatte quale, come si disse al suo luogo,
benedizioni Copiosamente tratta
. non incominciò al tempo medesimo
della ss. eucaristia il p. Chardon, della festa, ne hi ogni luogo in-
Storia deSagramenli toni. I, p. sieme, ma si è introdotta nelle
2o5 e seg.; Genebrardo, il Cardinal chiese in diversi tempi, ed insen-
Bona, d. Claudio Vert, il Marna- sibilmente, siccome pensa p. Char- il

chi, il Bergier, e specialmente il don. Ma il suo traduttore ed an-


p. Le-Brun. Delle arciconfraternite, notatore, p. Bernardo da Venezia,
ed altri sodalizi istituiti in onore è di sentimento che il rito della
del ss. Sagramento, se ne parla esposizione del ss. Sagramento sia
a'rispettivi articoli, così degli or- più antico, almeno non come par-
dini e congregazioni religiose isti- ticolare funzione, in vasi traspa-
tuite per meglio venerare la ss. renti, o racchiuso in opachi, cioè
eucaristia. in Oslensorii (Vedi), o in pissidi;
ostensorii che per essere raggianti,

§ IV. Dell'esposizione del ss. Sa* e per la loro forma furono chia-
gramen to dell' eucaristia . mati sole, e ve ne furono di ve-
triati.

Quantunque sia molto probabi- Il Thiers assegna la propaga-


le, che la processione solenne del- zione della pubblica esposizione della
la festa del Corpus Domini abbia santissima eucaristia dopo la me-
dato origine al pio e divoto co- tà del XIV secolo, cioè la dimo-
stume di portarlo pubblicamente, strazione scoperta delle specie eu-
e di esporlo nelle chiese; tuttavia caristiche fuori del sagrilìzio. Nel
non è facile assegnare con preci- concilio provinciale di Colonia del
sione il tempo, in cui questo se- i4^2j presieduto dal Cardinal le-

condo sagro uso fu ricevuto, e M. gato di Nicolò V, si trova il pri-


Thiers, che perciò ha fatte tante mo regolamento che sia stato fat-
ricerche, assicura che non si po- to per la esposizione del ss. Sagra-
trebbe dimostrare essere nate am- mento, dappoiché prima di allora
bedue queste venerabili cerimo- non si trova nessuna legge eccle-
nie ad un tempo, ed inoltre dice siastica in tal proposito; egli è
esseremolto verosimile, che quan- concepito così. « Per rendere più
do le prime volte si fece la pro- » onore al ss. Sagramento, ordi-
cessione del Corpus Domini, non « niamo che in avvenire non sia
si portasse il Sagramento esposto, « in qualunque maniera essere si
ma nella maniera in cui si usa- » voglia esposto, né portato pro-
va portarlo nelle altre processioni *> cessionalmente alla scoperta in
avanti tal festa, cioè in una bara « certi ostensorii trasparenti , in
o cassa, racchiuso nel ciborio, den- » quibusdam monstrantiis, se non
tro il calice, ce., ovvero coperto e « durante la festa del Corpo del
velalo, o chiuso dentro una borsa. » Signore, e la sua ottava, e fuor
i54 EUC EUC
»» quel tempo una volta all'an-
eli che moltissimi prelati dipoi hanno
» no solamente, in ogni città o seguila. Nel rituale ambrogiano so-
» borgo, ovvero parrocchia; e que- no due sorta di quaranta
distinte
»> sto con permissione espressa del- ore alcune che si fanno per ca-
:

» l'ordinario, come a dir per la gione pubblica ed importante, ed


» pace, o per qualche altra ur- altre per altri motivi. In quel ri-
»» gente necessità, dovendosi anche tuale si permette la esposizione del-
»> allora far questo con somma l' eucaristia in quelle, ma non in
« riverenza e con grandissima di- queste. Le prime e più antiche
» vozione". Tal concilio, secondo quarant'ore, dice il Thiers, essere
alcuni autori, ha preteso con sif- p. Giuseppe di
quelle istituite dal
fatte disposizioni, di sopprimere la Milano cappuccino, in memoria del
esposizione frequente del ss. Sagra- tempo che Gesù stette nel sepolcro.
mento, come anco la processione, Le seconde sono quelle che altre
vale a dire di ridurre l'una e l'al- volte ogni mese si facevano in
tra a due esposizioni e a due pro- Roma dall' Arciconfraternita del-
cessioni solamente, il giorno della l'Orazione, o della Morte (Fedi),
festa del Corpus Domini, e della ad imitazione del digiuno di qua-
ottava; affinchè rendendo più rara ranta giorni osservato dal Reden-
questa divozione, i fedeli vi assi- tore nostro nel deserto, e dagli
stessero con più rispetto e religione. apostoli e primitivi padri della
Al presente il ss. Sagramento, Chiesa, che oravano senza inter-
detto ancora Venerabile, ordina- missione. Queste furono conferma-
riamente si espone in giorni di te ed approvate a' 17 novembre
pubbliche divozioni, ed in occasio- i56o dal milanese Pio IV, colla
ni importanti, o per liberarsi dalle bolla Divina disponente clementia,
calamità, o per impetrare il divino dalla quale rilevasi che i confrati
soccorso negli affari di conseguen- supplicavano il Papa, che conce-
za, ed anco nelle gravi infermità. desse loro di portare in processio-
Le divozioni pubbliche sono il tem- ne il ss. Sagramento nella penul-
po del giubileo, le indulgenze ple- tima domenica di ogni mese, o in
narie, le pubbliche orazioni che si altro giorno al principio delle qua-
fanno per distornare le minacciate rant'ore, ma che il Papa non ri-
o presenti calamità, e finalmente spose loro su questo articolo. Inol-
la orazione delle Quaranta Ore tre queste quarant' ore non erano
(Vedi). Si può vedere quanto dice istituite causa pubblica, ma
per
sopra questa ilThiers nel suo IV,
lib. per soddisfare alla pietosa inclina-
e vi si troveranno infinite cose de^ zione de' confratelli. Le terze sono
gne da sapersi, e importanti. Tra le quelle che si fanno tutto l'anno
altre vi vedrà che i prelati ec-
si giorno e notte, senza interruzio-
clesiastici per la maggior parte usa- ne, alternativamente nelle chiese
rono molto sobriamente della loro di Roma, di Venezia, di Milano,
autorità in permettere l'esposizione e di altre città. Clemente Vili le
del Sagramento in simili occasioni. istituì il i5 novembre 1^92, col-
11 Cardinal Carlo Borromeo, in
s. l'autorità della bolla Graves et
occasione delle quaranta ore, pre- diuturnae, a cagione delle rivolu-
scrisse mia regola molto prudente, zioni di Francia, e per implorare
EUC EUC i55
la divina assistenza contro gli ero- la festa con tutta l'ottava del Cor-
tici e iQuindi confermate
turchi. pus Domini 3 come dichiararono
furono da Paolo V nel 1606, stan- Clemente XI, Benedetto XIII, e
do esposto il ss. Sagramento du- Clemente XII. Dice per altro il p.
rante tali orazioni. E ciò sembra Cristiano Lupo, in dissert. de sa-
conforme alle mire che si ebbero cris processionibus > cap. 12, che
in principio, quando s' istituì la non è però da biasimarsi la fre-
esposizione, poiché queste furono quenza, come mezzo di distrarre il
introdotte per motivi pubblici e popolo dalle cose vane, di chia-
ingenti. In Francia però si fecero mare il concorso de' fedeli alle chie-
molte volte l'esposizione del Sagra- se, e di muovere i fedeli medesi-
mento. La quarta sorte di qua- mi a fare atti di virtù, e chiedere
rant'ore è quella che si fa dalla a Dio perdono delle loro colpe.
domenica di quinquagesima sino Ma p.
il Raynaud, Heteroclita
al martedì seguente inclusive. Que- spirilualia, tom. XV, pag. 83, non
ste furono istituite per contrappor- volendo decidere su questo punto,
le alle sfrenatezze ed eccessi che per rimetterne la risoluzione a chi
si commettono d'ordinario in tali governa, ecco come si esprime:
giorni del carnovale. S. Carlo fu h Timendum est, ne majestas my-
zelantissimo per questa divota os- « sterii fidei tam crebra, ve! etiam
servanza , contrapposta ai sollazzi >» assidua ejus vulgalione detera-
ed alle dissolutezze di tal tempo. *> nec adeo facile percellat
tur,
Non fu però il primo san Carlo « contuentium mentes, quam si in-
Borromeo, che abbia introdotta que- » frequentius, et quod fere conse-
sta divota usanza. Il p. Nicolò Or- « quens est, majore cum appara-
landini, della Compagnia di Gesù, » tu, et accuratione proponeretur.
narra che nel i556 i gesuiti espo- *» Viderent ii, ad quos attinet, quid
sero il ss. Sagramento a Macerata >» magis in hac re sit et Dei glo-
per le quarant'ore in quei tre ul- « ria, et bono animarum; nam
timi giorni del carnovale per lo ** meum hic judicium interponere
stesso fine, e narra che la maggior » consultum non foret ". Così per-
parte de' cittadini vi concorse, e plesso pure rimase il ven. Cardinal
che si seguitò negli anni seguenti, Tommasi, come si legge nella sua
e che finalmente s' introdusse tal vita, al cap. VII. Dovendo egli
costume in tutte le case della com- rispondere intorno a questo argo-
pagnia. mento all'arciprete di Palma, così
Non solo il Chardon tratta che disse: « In quanto poi all'esposi-
non si può fare di frequente la » zione del ss. Sagramento ogni
esposizione del ss. Sagramento, ma » domenica , è cosa da pensarvi,
ciò venne anche deciso dalla sagra » prima di risolverla ;
perchè la
congregazione de' 4 marzo riti, ai » frequente esposizione non sempre
1606, con queste parole: « Eu- >» viene a gloria di Dio, e a fiut-
» charistia non est singulis diebus >»to de' popoli ". Dubbioso però
« exponenda super altare, sed in non rimase su questo medesimo
» quibusdam tantum solemnitati- punto monsignor Albergati, nunzio
« bus", cioè nell'orazione delle apostolico nella città di Liegi, co-
quarant'ore, secondo il Talù, e nel- me si apprende dalla sua vita,
,

i56 EUC EUC


giaci he francamente disse: » Multo diverta e speciale esige l'esposizio-
>y melius est, ut non ita frequente* ne di Gesti Cristo. Imperciocché,
n» éiponatur, et Urne cimi debita presente il sommo Dio, cessar de-
» ivvcrentia, qtuini ut frequenlius, ve l'onore che al servo si tributa,
» et siue debito obsequio, et reve- e presente il sole tutti gli astri del
» reatine signifìcatione id Hat : ut firmamento perdono il loro splen-
w cura nostra animi commolione dore. E per questa ragione ciò vie-
» limilo in locis ex poni vidimus ,
ne proibito dagli atti della chiesa
« et iuvenimus ". Comunque siasi di Milano, e molti vescovi un tal
pero di siffatte opinioni , certo è costume abrogarono, come nota il

clic non si può fare pubblica espo- medesimo Bauldry, e come opina-
sizione del ss. Sagramento, cioè no Lambertini, noti/le. 3o , n. 4 >

eoli' ostensorio, di privata autorità il Thiers, lib. IV, cap. 23, ed


del rettore o superiore di una chie- altri ancora. La sagra congregazio-
sa; ma si esige l'espressa licenza ne dei riti poi prescrisse » Eucha-
«KM ordinario, come si ha dai sino- » ristia non est singulis diebus ex-
di di quasi tutte le diocesi. Osser- « poneuda super altare " ec. , come
va inoltre il citato Chardon, che dicemmo di sopra. Ora dunque
i nostri maggiori erano si gelosi couchiudouo i liturgici , se non si

del mistero della ss. eucaristia, che permette di esporre Gesù Cristo
non vollero mai mutare condotta nelle solennità de' santi, onde non
m.ilgrado le atroci calunnie, con si diminuisca per nulla quel culto
cui gì' infamavano i nemici della che ad Esso è dovuto; come sos-
lede, tentando di renderli odiosi tenere si potrà, che seguendo un
ai popoli per celare con diligenza tal abuso, fornir sia lecito con più
(pasto adorabile mistero. Aggiun- lumi l'altare de' santi, in paragone
ge ancora che avrebbouo potuto a quello, su cui alla pubblica ado-
dissipar lecaluuuie spiegandosi chia- razione sta esposto il vero Dio? Qui
t aulente sopra questo mistero, e noteremo che l'uso di esporre le
celebrandolo in presenza di quelli, reliquie dei santi, massime dei san-
presso a' quali venivano accusati; timartiri, e di benedire ancora
ma noi fecero mai, e vollero piut- con esse i fedeli è antichissimo.
tosto sopportar con pazienza per V. il Trombelli, de calta sancto-
tre secoli le persecuzioni suscitate rum, toni. II, p. I, diss. VII e
loro contra dall'odio de' prevenuti Vili.
avversari, che non violare il segre- Avverte il Macri , Nat. de vo-
to de'loro misteri. cab. eccles., che mentre sta esposta
L'altare di un santo, di cui ce- sopra l'altare la ss. eucaristia, oc-
lebrasi la festività, non può essere correndo celebrare, il sacerdote non
maggiormente adornato di quello solo scenderà fuori dell'altare per
dove sta esposta la ss. eucaristia. lavarsi le mani, ma anco volterà
11 Bauldry dice, che non è da ap- la faccia al popolo, secondo il Cae-
provarsi la consuetudine, da pochi rem. episcop. I. II, e. 33. Pompeo
anni iuvalsa, di esporre il ss. Sa- Sarnelli, Lettere ecclesiastiche, to-
cramento nelle maggiori solennità mo Vili, tratta nella lett. XXVI,
dei santi, poiché altra solennità esi- che il celebrante, il qaale incensa
gono le festività de' santi, ed altra il ss. Sagramento esposto, deve gè-
,

EUC EUC 1T7


nuflettefe sopra il primo gradino dorico Rinaldi da quelli del Car-
dell'altare. Noteremo inoltre, che dinale Baronio.
sebbene la ss. eucaristia non si EUCARISTIA (ss.) che precedi:
possa esporre ove sono le sagre im- 1Papi nei viaggi. All'articolo Cro-
magini alla pubblica venerazione ; ce Pontificia (Fedi) si è detto che
nella celebre cappella Borghesiana viene essa presa dal sommo Pon-
della patriarcale basilica di s. Ma- tefice tutte le volte che compari-
ria Maggiore di Roma, la ss. eu- sce in pubblico, vestilo con moz-
caristia espone anebe in forma
si zetta ed istola , co' sagri para-
di quarant'ore, colla venerabile im- menti. Così quando suole intra-
magine della beata Vergine sco- prendere lungo viaggio si fa pre-
perta per ispecial privilegio. Ed è cedere dalla ss. eucaristia, con ec-
perciò, che avendo fatto il defunto clesiastica pompa, avendo ciò fallo
principe d. Marcantonio Borghese per ultimo nel decorso secolo Be-
una macchina, che dicesi gli co- nedetto XIII. Solevano altresì i
slasse quattordici mila scudi, e che romani Pontefici portarla anche in
cuopriva l' immagine cui tutti pro- brevi viaggi, come nei loro solen-
fessano particolar divozione, il ca- ni possessi, ed eziandio in qualche
pitolo della basilica impedì che la pubblica cavalcata. Prima però di
macchina per 1' esposizione si po- parlare dell' origine di questa pia
nesse in opera. Per altre nozioni usanza , della pompa sagra colla
sulla ss. eucaristia può vedersi il quale eseguivasi, e della maggior
Thiers, Traile de Vesposition du parte de' Pontefici che ne' viaggi
s. Sacrament de V Aulel 3 Paris sì brevi che lunghi, ne' possessi ed
1668. in alcuna cavalcata si fecero pre-
Dell'antico costume di ritenersi cedere dalla ss. eucaristia, colf au-
da' fedeli 1' eucaristia nelle private torità del p. Chardon, Storia dei
case, e di trasmetterla agli astanti, Sagr amenti , tom. I, p. 108 e seg.,
abbiamo Francesco
il trattato di per cercare l'origine di tal rito, di-

Antonio Vitale, stampato in Roma remo brevemente de' vari usi del-
nel 1779. Da Francesco Antonio l' eucaristia fra i primitivi cristia-
Mondelli si ha una dissertazione ni, de' vescovi che se la manda-
sopra il rito di conservare l' eu- vano reciprocamente in segno di
caristia nelle case e nelle chiese comunione, del serbarsene una por-
praticato dagli antichi fedeli, nella zione dal sagrifìzio precedente pel
Decade di dissertazioni ecclesiasti- seguente giorno, e dell'averla in
che, Roma 1786. Il summentova- Roma mandata il Papa a tutte le
to p. Chardon, nel tomo I, pag. chiese titolari; parlando ancora del
3oi, parla al capitolo io, della se- quando portavasi ne' viaggi dal Pa-
verità con cui punivansi nella Chie- pa perchè servisse di salvaguardia,
sa, e tra gli orientali si puniscono giacche da tali riti vuoisi derivato
ancor al presente, le irriverenze com- quello di cui è argomento questo
messe contro il ss. sagramento del- articolo.
l' eucaristia. Copiosissime erudizio- I vescovi dei primitivi secoli del-
ui si leggono sull'eucaristia, nei la avevano il costume di
Chiesa
preziosi indici ragionati degli An- mandarsi scambievolmente 1' euca-
nali ecclesiastici, tratti dal p. O- ristia in segno di unione, e la man-
,,

;s EUG EUC
davano ai più vicini non solo, ma bate dal sagrifìzio precedente a
eziandio ai più lontani dalla loro quetto clfetto, per indicare sensi-
residenza, come alle chiese eli Asia, bilmente essere sempre la medesi-
non ostante la varietà delle disci- ma vittima quella che si offeriva
pline che seguivano; usanza pero sui nostri altari, la quale durerà
che proibì nei primordi del quar- in tutti i secoli.
to secolo il concilio Laodiceno, poi- Un altro uso molto antico e che
ché la spedizione della ss. Euca- lungamente si è conservalo nella
ristia non si poteva fare senza Chiesa, era quello di portar seco
grandi inconvenienti, specialmente il corpo del Signore ne' viaggi lun-
in tempo delle persecuzioni. Quin- ghi, perchè occorrendo qualche pe-
di all'uso dell'eucaristia fu sosti- ricolo di morte, avessero pronto il

tuito quello di mandare pani or- viatico, e perchè difendesse contra


dinari e benedetti, i quali espri- tutti i pericoli di corpo e d'anima,
messero la reciproca unione de'cri- a' quali uno si espone in tali oc-
stiani. Questi pani si chiamavano casioni. S. Ambrogio ne diede un
Eulogie (Fedi). Dalle antiche glose esempio assai noto, nella persona
sopra le decretali , citate dal p. di Satiro suo fratello, il quale tro-
Mabillon,si apprende che i sacer- vandosi in pericolo di naufragio, e
doti, a' quali il vescovo mandava temendo non tanto la morte, quan-
quella particella di ostia consa- to morire senza il battesimo, che
grata, la mettevano nel calice al- non aveva ancora ricevuto, doman-
lora quando nella messa dicevano: dò » ai fedeli, ch'erano con lui
Pax Domini sii semper vobiscum, « nella nave, il divin sagramento,
al qual tempo anche al presente « non per pascere la sua curio-
s' intinge una particella dell' ostia si sita ma per ottenere soc-
nel calice. Se il predetto uso fosse « corsi dalla sua fede. Ottenutolo
un simbolo della comunicazione dei » sei fece legare al collo in una
vescovi co" sacerdoti, e di questi « fascia , in orario ( o fazzoletto
e quelli coi cristiani un altro
, » ossia Unicum abslergendae faciei
uso mentovato nel primo Ordine » deslinatum ), e si gittò così al
romano, pubblicato dal p. Mabillon, »> mare, non cercando neppure
era simbolo dell' unità del sagra- » qualche tavola dello sconnesso
melo ed insieme del sagrifìzio. » naviglio per aiutarsi, perchè met-
Ecco che consisteva questo uso.
in » teva tutta la sua confidenza nel-
Quando il vescovo o il celebrante » armi della fede ". Il Ponte-
le
sortiva dalla sagrestia per andare fice Gregorio I, nel lib. Ili dei
s.

all'altare, onde cominciare la mes- suoi Dialoghi riporta un consimile


sa, era preceduto dal corpo di Ge- fatto; e s. Birino vescovo di Dor-
sù Cristo, che due accoliti porta- chester, mandato da Onorio I nel-
vano in una cassetta dinanzi a lui. la granBretagna per predicarvi
Procedeva così fino all'altare, dove l'evangelo ricevè da questo Papa
,

arrivato adorava questo divin sa- il corporale, sopra cui consagrava


gra mento, adorabat scinda } e poi 1' eucaristia, e nel quale la invol-
cominciava la confessione. Le spe- geva per portarla sempre al collo
cie consagrate, che si portavano in sospesa. Questo costume era molto
tal modo all'altare, erano state ser- esteso nelle chiese di Bretagna
,

EUG EUC %
donde poi si sparse in altri paesi rancamente si narra nella vita di
della cristianità. Nell'Alemagna l'in- s. Lorenzo di Dublino, che quat-
trodusse s. Bonifacio, ordinando nel tro sacerdoti portando il ss. Sagra-
quarto de' suoi statuti, che mo- i mento furono spogliati dagli assas-
naci non andassero mai per viag- sini, i quali provarono gli effetti

gio senza l'eucaristia, e che i sa- della divina vendetta, per aver pro-
cerdoti portassero mai sempre seco fanato i santi misteri.
loro in campagna l' eucaristia, l'o- JXon solo i sacerdoti e i vesco-
lio degl'infermi, e la cresima. In vi , ma i laici ancora credettero
Francia lo introdussero i discepoli dover prevalersi di tal patrocinio
di Colombano. Essi costumava-
s. ne' loro viaggi , come pur fecero
no di serbare in un vaso, chiama- Roberto, e s. Luigi IX re di Fran-
to crismale una parte dell' ostia
, ,
cia: avutane licenza questo secon-
alla quale davano il nome di sa- do nella spedizione della crociata ,

gri/iziOy e portarla con loro nei dal vescovo Tusculano legato della
viaggi ; costume che s. Colombano santa Sede. Sembra però, che d'al-
aveva preso dal monistero di Ben- lora in poi il privilegio di portare,
chor in Irlanda, dove era stato e- o far portare in viaggio 1' eucari-
ducato, e dove si usava. Adalber- stia, non fosse più accordato né ai
to di Praga avendo offerto il divin vescovi, né a' sovrani, ne a' gran-
sagrifizio, fece raccoglierne gli avan- di personaggi, e perciò soltanto sia
zi dopo essersi comunicato, e dopo stato riservato al Papa. In fatti

aver comunicato neofiti i ed in- ; quando Nicolò V, nel 1 449? assol-


voltili in un candidissimo pannoli- vè dalle censure l'antipapa Felice
no li custodi per valersene come V, che avea rinunziato il pseudo-
di viatico, cioè per portarli ne' viag- pontificato, benché in premio gli
gi, ai quali l'obbligavano le sue concedesse alcune insegne pontifi-
missioni tra* gentili . Questo san- cie, espressamente eccettuò il farsi
to apostolo dell'Ungheria, della precedere dalla ss. eucaristia. E
Polonia e della Prussia , ove fu prima tempo l'antipapa Be-
di tal

martirizzato, viveva nel decimo se- nedetto XIII, come quello che trat-
colo, lo che fa vedere che in quel tavasi come legittimo Pontefice, pra-
tempo si serbava comunemente la ticò simile usanza nel viaggio da
eucaristia per tale uso. Il Rocca, lui intrapreso nella Spagna per ,

come meglio si dirà prova che ,


esigere maggiormentre rispetto ,

prima e dopo di allora i Papi ave- temeva il furor del popolo, come
vano questo religioso costume, ed racconta Paolo Emilio, nel lib. X
alcuni ne' loro viaggi portavano de rebus gestis Francorum. Quin-
anche l'eucaristia pendente dal col- di Paolo II, nel 1466, represse
lo sopra il petto. Questo uso non l'orgoglio degli arcivescovi di Be-
era solo proprio dei Pontefici, per- nevento, i quali, oltre ad altri pri-

chè s. Tommaso di Cantorbery vilegi usurpatisi nella loro arcid io-


nel ritirarsi in Fiandra, portò se- cesi, si facevano portare davanti la
gretamente addosso il corpo del Si- ss. eucaristia. Di tali privilegi ne
gnore, per ricevere nuova fortezza parlammo nel volume V, pag. 1 \l\,
nel combattimento che doveva sos- del Dizionario. Il Marini ne' suoi
tenere con Enrico li. Contempo- Archiatri, tom. II, pag. 161, ci
iGo EUC F.UC
avverto che la bolla fu spedita nel- dia gestatoria vada per assistere
lo (Blende ili giugno a Nicolò ala- o per celebrare il divìn sagri fìeio in
ndoli l'iccolomini sancse, allora ar- qualche chiesa. Dal qual uso non
civescovo di Benevento, e non da v;i disgiunto anche l'aliro di rite-

Sisto IV, come scrisse 1' Ughelli. nere il Papa il sagramento nella
Nc'pacsi orientali usavaciò si sua cappella domestica di che,

più comunemente. L' Arcudio dice parlammo nel volume IX, pag.
cliiaramentc, che i monaci greci, i5a e 1 53, del Dizionario, ove
quando intraprendono un lungo pur si disse come Paolo IV or-
viaggio, portano seco loro il ss» dinò che nelle lampade di dette
sagramento dell'eucaristia. E Ga- cappelle, in venerazione al ss. Sa-
briel Sionita afferma che i maro- gramento, dovessero ardere lumi di
niti,quando vanno alla guerra, o cera bianca, e che nelle cappelle
quando vogliono fare qualche viag- maggiori del palazzo apostolico era-
gio lungo e pericoloso, hanno at- vi anticamente nel ciborio il ss.

tenzione di recarsela seco sotto la Sagramento tanto in particola che


sola specie del pane, per poter co* in ostia grande. Nel volume X, a
inimicare in alcune fastidiose con- pag. i5, notammo che i Pontefici
giunture, nelle quali fosse la loro adoravano Sagramento, non
il ss.

vita in pericolo. Il Cancellieri, De solo nell'ingresso ma anche nel re-


Secretariis Chris tianorum, p. 1 1 4> gresso, e talvolta solamente nel re-

§ IX, de Eucharislia ante Pontifi- gresso. V. il p. Gattico, Acla se-


ceni e secretano praelata, ha di- lecta: ss. Eucharistia ad Lalcramini
mostrato, colla testimonianza del soleniniter equilantem, p. 367; eun-
primo Ordine Romano, la remo- tem ad Ecclesiam s. Crucis, p. 1 1 o ;

tissima antichità dell'uso di porta- in copiano servata, p. 44» ^ar '

re avanti Papa, in luogo della


il dinalis in parascevc ad altare il-

croce, dalla sagrestia V eucaristia, lam deferebat, p. 34-


ch'egli adorava mentre gli veniva Il Bonanni, nella Gerarchia ec-
mostrata da due accoliti, che poi clesiastica, coli' autorità del sagri-
la collocavano sopra l'altare, in cui sta pontificioAngelo Rocca, a pag.
doveva celebrare. Ivi ancora fa os- 382, ci dà il capo LXXXX1IJ,
servare con altri passi degli Ordi- del sagramento della santa euca-
ni X, XI, e XIV, che si esegui- ristia portata avanti al Papa, ed
va questo rito specialmente nel indagando le ragioni sopra questo
venerdì santo, in cui l'ultimo Car- rito, stima essere proceduto dall'u-
dinal prete portava dentro una so di portarsi dai Pontefici l'euca-
cassa il corpo del Signore innanzi al ristia pendente dal collo sopra il

Papa , il quale andava a piedi scal- petto, e nel tempo delle persecu-
zi dal Laterano alla basilica di s. zioni, e quando intraprendevano
Croce in Gerusalemme. Quindi ri- viaggi, siccome era portata da qual-
leva, mantenersi un vestigio di sivoglia persona costituita in dignità
questo uso nella consuetudine, che ecclesiastica, anzi dai laici di ogni
è in vigore anche a'nostri tempi, condizione, a'quali era prima lecito
di adorare il ss. Sagramento pub- portarla seco alle loro case priva-
blicamente esposto in un altare, te.Costume che in progresso di
prima che il Papa portato in se- tempo fu abolito, quando resa la
1

EUC EUC i6r


pnce alla Chiesa, restò più tardi in pubblicamente da Gregorio XI nel
uso soltanto presso Romani Pon-
i
1377, affermò Pietro Amelio sa-
tefici, massime in occasione di fa- grestia del palazzo apostolico, di-
re lunghi viaggi, portandosi avanti cendo che dovendo il Papa anda-
ad essi lontano per molte miglia, re in Anagni si trasferì dal pa-
,

con divota pompa. In quale anno lazzo vaticano alla basilica co-
si cominciasse ciò a praticare non stantiniana, ed ivi, dicendo messa
si può con certezza stabilire, leg- « reservata eucharistia^ repositaque
gendosene la più aulica memoria « per suas manus sacratissimas in
in Anastasio Bibliotecario, parlan- » custodia primo mane junii
do di Stefano li detto III, il qua- « Corpus Christi omnibus viam pa-
"
le non potendo ottennere da A- » tefecit . Da questo veridico
stolfo re de'Longobardi, che ces- racconto, Rocca giusta-
il dotto
sasse di far più stragi nella pro- mente argomentò, che se nel bre-
vincia romana, partì da Roma ai ve viaggio da Roma ad Anagni,
i4 ottobre del 753 per doman- quaranta miglia distante, volle Gre-
dare in Francia soccorso al re Pi- gorio XI che lo precedesse il ss. Sa-
pino, il quale gli andò incontro a gra mento, molto più si deve cre-
Ponthieu colla famiglia reale, e fe- dere essersi praticalo dagli ante-
ce da scudiere al pontifìcio cavaljo. cessori, i quali fecero lunghi viaggi,
Ecco però come scrive l'Anastasio: benché non si trovi ciò riferito.
« Venientem Romam Aistulpho Che l'eucaristia fosse stata portata
n longobardorum rege, ut eam de- da altri Pontefici ne'viaggi, pen-
» vastaret, Pipini regis auxilium dente al collo sopra il petto, il p.
» poslulavit, et Roma Galliam ver- Chardon riporta gli esempi di Ste-
» sus discessi t, assumens secum ex fano IV detto V, dell'8j6, quan-
» hac sancta Ecclesia quosdam sa- do portossi in Francia, di s. Gre-
» cerdotes, proceres etiam et caete- gorio VII, del 1073. di Urbano li,
» ros clericorum ordines, nec non del 1088, degli immediati succes-
» ex mililiae oplimatibus, Christo soriPasquale II e Gelasio II, non
» praevio captum prosequutus est che di Alessandro 111, del 1 1 59.
« iter " Nelle quali parole Chri- Più antico di Gregorio XI anche
sto praevio, sebbene possa intender- altri stimano il rito di portarsi la
si l'immagine del crocefisso, la qua- ss. eucaristia dai Papi nei viaggi,
le suole precedere il Pontefice, fondati eziandio sopra un passo
nulladimeno il Vittorelli nelle Ad- della vita di Urbano VI, che nel
dizioni al Ciacconio, tom. II, pag. 1378 era succeduto a detto Pon-
733, scrisse: « Anastasium allusis- tefice, nel quale l'autore della se-
» se ad morem priscum euchari- conda vita di Gregorio XI, appres-
« stiae ante Pontificem iter haben- so il Bai uzio, fa Vitis Po parum
>' tem. " Altra notizia più antica Avenion. tom. I, pag. 4^4? cnce >
il Rocca non rinvenne, persuaden- che Urbano VI uscì di Roma a
dosi che anco precedentemente fos- cavallo come uno stolto senza la
se dai Papi portata ne'viaggi, ma croce avanti, e senza il corpo di
avanti al petto con privata divo- Cristo, le quali parole come uno
zione. stolto, non avrebbe egli dette, se
Essere portata la ss. eucaristia tal costume non fosse più antico
VOL. XXII. 1
iG2 EUG EUC
(ii Gregorio XI. Quando poi Ur- renze ed a Bologna, pel congresso
bano VI, nel i38b\ ritornò in con Francesco I re di Francia; '

Roma, per iscortu lo precedeva anzi avvicinandosi a Bologna, gli


nell'aria l'immagine di s. Pietro, abitanti avendogli mandato incon-
simile a quella che allora stava tro un magnifico baldacchino, ed
nel portico vaticano, la qual visio- altro meno ricco pel ss. Sagramen-
ne essendo tenuta occulta dai suoi to, il Papa saggiamente destinò il

familiari, dopo la sua morte fu più ricco alla ss. eucaristia, e per
pubblicata in un sermone dal ve- riguardo a se rinunziò l'altro. Cle-
scovo di Todi, confessore del me- mente VII fece lo stesso quando,
desimo Urbano VJ. nel 1529, si avviò per Bologna
Fu quindi questa pratica lode- onde coronarvi Carlo V, come
volissima usata ne' viaggi da Pio scrive Biagio da Cesena maestro
II, come si legge ne'suoi Commen- delle cerimonie pontificie; ed al-
tari, ove si trova che portandosi trettanto praticò quando fece ri-

nel i458 a Mantova per ivi sta- torno in Bologna, per abboccarsi
bilire una crociata contro la cre- con Carlo V, che avea fatto ri-
scente potenza de'turchi, nel gran torno in Italia. Paolo III nel i538
congresso che vi avea convocato, andando a Nizza di Provenza per
era egli preceduto da una piccola conferire con Carlo V e con Fran-
arca d'oro, portata da un cavallo cesco I onde pacificarli, e stabili-
bianco, e circondata da lumi, e nel- re la lega contro i turchi, si fece
la quale era vi la ss. eucaristia, precedere dal Sagramento, co-
ss.

sericum desuper umbraciilum. Nel me aveva pur fatto nel 1 535 quan-
i494 Alessandro VI usò il mede- do recossi a Perugia per liberarla
simo rito nel viaggio che fece si- dai sediziosi. In seguito, avendo
no a Vicovaro presso Tivoli, per risoluto Gregorio XIII di visitare
parlare ad Alfonso II re di Napo- la sua patria Bologna, ordinò che
li, leggendosi nel tomo li dei Dia- si preparasse quanto era necessario

ri del Burcardo: « Coram Sum- per la pompa sagra del trasporto


« mo Ponlifìce sanctissimum Sa- della ss. eucaristia, e fece ricama-
» cramenlum super achineam de- re una preziosa coperta da impor-
« latum fini ". Della speciale di- si sopra il tabernacolo, in cui do-
vozione di Alessandro VI alla ss. veva essere il ss. Sagramento, fre-
eucaristia, e del portarla che sem- giata colle sue armi gentilizie ;
pre facea seco in una scatola coperta che restò nella sagrestia
d' oro, dicemmo al precedente ar- pontifìcia, non essendosi effettuato
ticolo Eucaristia ( Fedi ), § III. tal viaggio.
Così Paride de Grassis, maestro Nei detti viaggi non sempre fu
di cerimonie, affermò di Giulio li, portata la ss. eucaristia nel mede-
ilquale avendo ricuperato alla san- simo modo, poiché alcune volte,
ta Sede diverse città usurpate da essendo le strade disastrose, fu por-
Cesare Borgia, per riavere Peru- tato il tabernacolo ov'era racchiusa,
gia e Bologna nel i5o6 vi si por- sopra il dorso di muli, come si
tò in persona, preceduto dalla ss. portano le lettighe; altre volte, e
eucaristia. Leone X parimenti l'u- per lo più, da un cavallo, coli' ac-
sò nel viaggio fatto nel i5i5 a Fi compagnamento che si dirà, e co-
EUC EUC 63
me sì vede nelle due figure che servavasi la manna, figura vivissi-
riporta il citato p. Boriarmi a pag. ma del sagramento dell'altare. Dei
385, tolte dall'opera di monsignor due chierici della cappella ponti-
Rocca. Prima di narrare il ceri- fìcia che accompagnavano il ss. Sa-
moniale usato da Clemente Vili, gramento, portando lumi, e suo-
e da Benedetto XIII, che furono nando il campanello ec, se ne tratta
gli ultimi Papi che si facevano pre- al volume XI, pag. io,3 del Di-
cedere ne'viaggi dalla ss. eucaristia, zionario. All'articolo Famiglia Pon-
aggiungeremo col medesimo Bonan- tificia (Vedi), nel riprodurre alcu-
ni,che il motivo per cui gli anti- ni antichi ruoli di essa, si vedrà
chi cristiani conservavano in casa, che prima eranvi tra i famigliari
o portavano ne'viaggi il ss. Sagra- pontifìcii il cappellano, e i pala-
meli to per viatico, era di cibarse- frenieri del ss. Sagramento. Il Can-
ne in pericolo di morire, ed i Pon- cellieri, nelle sue Disseriazioni epi-
tefici ciò praticavano per riceverlo stolari, pag. 3 1 6, ci dice che vo-
nel viaggio, dove in questo fossero leva una Dissertazione
pubblicare
stati sorpresi da mortale infermità. intorno al canonico don Ruffino
Si può per altro obbiettare, che se Fisregno nobile novarese, palafre-
a tal fine portavasi il ss. Sagra- niere della chinea destinata a por-
mento quando Papi viaggiavano, i tare la ss. Eucaristia nel solenne
3
per qual cagione venivano da es- possesso , e ne viaggi de sommi Pon-
so preceduti per un'intera giorna- tefici Giulio II, Leone X 3 e Cle-
ta, e non si portava piuttosto vi- mente VII, con un'appendice di
cino o in compagnia dei medesi- settantasei documenti, e col diario
mi? Rispose a questa obbiezione inedito di Gio. Paolo Mucanzio,
il Rocca, a p. i5 del suo trattato, sopra il viaggio di Clemente Vili
dicendo ciò farsi per evitare gli a Ferrara. Fu in occasione di que-
incomodi soliti a patirsi da chi sto, che monsignor Angelo Rocca
viaggia per istrade fangose o sas- agostiniano, sagrista di tal Pontefi-
sose, affinchè portandosi Sa-il ss. ce, e che accompagnò la ss. Eu-
gramento avanti il Papa alcune caristia che Io precedeva, pubblicò
miglia, si potesse facilmente evitarli, sopra siffatto rito il trattato eru-
e mantenere il decoro e la ve- dito : De sacrosanto Christi Corpore
nerazione dovuta al sagramentato Romanis Pontificibus iter conficicn-
Signore : che se accadeva doversi ti bus pra eferendo Commentarius, Ro-
fermare il Pontefice in alcun luo- mae 1 5o,g. Questo commentario fu
go, subito a mezzo d'un corriere riprodotto pag. 35 del tom. I,
a
si avvisava monsignor sagrista, cu- Opera omnia, Roma 17 19.
stode della ss. eucaristia, acciocché Dovendo trasferirsi Clemente Vili
non proseguisse il viaggio sino a a Ferrara nel i5g8, per prender
nuovo avviso. In quanto alla pom- possesso di quel ducato, ricaduto
pa ed accompagnamento del ss. Sa- nel pieno dominio della santa Sede
gramento, ciò non fu senza miste- per morte di Alfonso II, celebrò
ro, dappoiché ne fu tolta l'idea da messa privatamente, e consagrate
quella colla quale il popolo ebreo due ostie, ne collocò una nella cu-
precedeva ed accompagnava l'Ar- stodia, che doveva essere portata
ea da Dio ordinata, in cui con- nel viaggio, dando poi la chiave
- ,

164 EUC EUC


a monsignor Rocca come sagrista. »» de pendens, laciniis, et lcmniseis
La detta custodia fu da tal pre- *> seu flocculi* tum sericeis, tuoi
lato descritta con queste parole. »> aureis distincta , et ornala, in
« Capsula lignea est longitudine » eujus vertice ad quatuor an-
h palmorum circiter quatuor, lati- *>gulos lotidem stellulae ex aere
ti tudine duorum, altitudine autem * inaurato super glandes ilern au-
>, unius palmi, et amplius, holose- » reas, et auratas, ac satis quidem
« rico rubri coloris panno intuì « grande* collocatae magnani ertì-

*> forisque conglutinato cooperta; » ciunt venustatem. Hunc in mo-


« ejus operculum habet foris in » dum, etc.

» medio basini quandam ex aere Tale macchina cosi preparala


» aurato, intra quam statuitili fu portata sopra le spalle di otto
» Crucis aerae pes auratae cum canonici della basilica vaticana. Pre-
v sacra Cbristi imagi ne unius palmi, cedevano molti ascritti aH'arcicou-
» et eo amplius, eidem cruci ere- fraternita delta del ss. Sagrainenlo,
» ctae super illam basim affixa. con torcie accese, e i religiosi di
» Haec interea capsula habet intus ciascun ordine. Dopo venivano i

« in fundi medio sericeum rubri musici della cappella di s. Pietro,


« coloris sacculum desuper con tra quindi seguiva la croce con il cle-
« bendimi et funiculis sericeis
, ro, edopo il clero era portata la
» coustringendum, in quo vasculum macchina suddescritta sotto un ,

*• sive bosliaria, vel, utajunt, custo- grande baldacchino sostenuto da


m dia cum sacratissima hostia a otto camerieri segreti del Pontefi-
» sacrista de septimo in septimo ce, e veniva accompagnata dagli
» diem, ut jam diximus, mutan- scudieri, e svizzeridel medesimo.
ti da reconditur, et custoditur. Seguiva poi il sommo Pontefice
« Extat etiam super capsulam con torcia accesa in mano, e dopo
» opertorium ex tela aurea, seu lui i Cardinali, i prelati e i nobili
« potius ex serico, et auro conte- romani, portando parimenti le tor-
>* xta, in quatuor partes divisum, cie accese. Giunse tal processione
« atque hinc inde pendens, partim al luogo ov'era un cavallo bianco
>* vero extremitatis laciniis, item riccamente coperto con sella e gual-
h sericeis et aureis distinctae, et drappa lunga sino a terra di colo-
« ornatae sunt, nec non Ecclesiae re rosso, con campanello di argen-
» sanctae s uni mi Poutifices, et so- to dorato pendente dal collo, so-
« cietatis Corporis Christi insigni- pra del quale fu imposta la mac-
» bus decoratae. Ad quatuor ca- china, e bene stabilita nella sella
» psulae angulos, quatuor virgae a detto effetto disposta, e fabbri-
« ferrae, et auratae palmorum cir- cata con viti e ferri in modo che
« citer quatuor columnarum in» più non
si potesse muovere, ne
w star ad tres, et amplius palmos cadere da essa. Montò poi il sa-
« saprà capsulae operculo emi- grista sopra una mula bianca, ve-
» nentes aptatae cernuntur; super stito di mantelletta e mozzetta
» quarum summitatibus umbel- con un bastone bianco in mano, e
» la, quam vulgo baldacchinurn con cordone di seta nera ornato in
» appellant, ex serica item, et au- segno della cura a lui commessa,
h ro contexta sustentatur, bine in- e s'incarnino verso la porta detta
,

EUG EUC i65


Angelica, ov'erano pronte le per- mi, o altre divote orazioni. In qua-
sone destinate per il viaggio. Il lunque luogo, ove terminava nella
Pontefice intanto genuflesso, non sera il viaggio , era il ss. Sagra-
si alzò finché non perde la vista mento incontrato da uomini arma-
del Santissimo portato dal cavallo, ti in distanza d'un miglio, e dopo

e poi si ritirò nel palazzo vati- dal clero secolare e regolare del
cano. Segue l'ordine del viaggio, e luogo, alla porta del quale si tro-
treno. vava il magistrato con trombe, e
Precedevano i carriaggi e mu- tutti accompagnavano la ss. euca-
lattieri portando i sagri arredi co- ristia alla cantando inni, ed
chiesa,
perti con panni rossi, ornati coi ivi la notte si custodiva con l'assi-

pontificii stemmi ; seguiva con una stenza di ecclesiastici, e con lumi


tromba una squadra di uomini a accesi. Concorrevano da tutti i vi-
cavallo, dopo i quali otto cavalli cini luoghi alle pubbliche strade i
con selle vuote, ornate di preziose popoli per adorare la ss. eucari-
gualdrappe di colore rosso, e due di stia, e i magistrati facevano a ga-
essi portavano scalini per uso del ra coi nobili per riceverla sotto il

sagrista, quando doveva operare baldacchino. Con simile pompa si

nel tabernacolo. Dopo succedevano giunse a Ferrara, e da questa cit-

a cavallo i servitori e famiglie dei tà si tornò a Roma. Si può leg-


prelati,due cursori portando in ma- gere il minuto dettaglio di siffatto
no una verga rossa, e venti can- viaggio nel Rocca, a pag. 55 sino
tori della cappella pontifìcia, due al fine.
scudieri, e due mazzieri con mazze Il p. Gattico, Ada Caerem. pars
di argento in mano. Seguiva un secunda, p. 204, dice che nelle chie-
maestro di cerimonie con due , se ove si esponeva il ss. Sagramento
chierici della cappella pontificia che portavasi nel viaggio, dopo
vestiti con veste paonazza, portan- datasi col medesimo al popolo la
do a cavallo due lanterne in cima benedizione, dalla parte del vange-
ad un'asta, sostenuta da una staffa lo dal superiore della chiesa si pub-
a detto fine adattata nel fianco, blicava l'indulgenza concessa da
dentro le quali erano facelle di ce- Clemente Vili, con questa formo-
ra accese. Dopo essi seguiva il ca- la.m La Santità di N. S. Cleraen-
vallo che portava il Sagramen-
ss. « te Papa Vili, dà e concede a
to, tenuto per il freno da due pa- m tutti quelli che hanno incontra-
lafrenieri del Pontefice, e nelle par- » to, ovvero accompagnato il ss.
ti laterali camminavano gli svizzeri « Sagramento, ed a quelli che nel
armati. Dopo il Sagramento caval- » partire T accompagneranno , ed
cava il sagrista, che teneva un ba- » a tutti quelli che si trovano
stone bianco in mano in segno del- » presenti sette anni, ed altret-
la sua giurisdizione, e poi seguiva- » tante quarantene di vera indul-
no molti prelati referendari, i ca- » genza in forma della Chiesa.
merieri, ed i cappellani pontificii, >» Pregate dunque Dio per il feli-

cogli scudieri ; e con tal ordine fu » ce stato di s. Chiesa, <$ della San-
fatto il viaggio precedendo d' una » tità Sua ". Avverte però il me-
giornata avanti il Pontefice , sem- desimo padre Gattico che tale era
pre dicendosi dalla comitiva i sal- T indulgenza che dal Papa si con-
,,

166 EUC EUC


cedeva quando il ss. Sagramento che non fu più ripreso viaggiando
.siposava prò omnibus terris, op- ne' suoi dominii. Nel 1729 Bene-
pidh, et locis. Pro civitatibus ve- detto XIII tornò a visitare la sua
ro concessil annos et totidemX amata arcidiocesi Beneventana , e
quadragenas. passato il Garigliano, fu ossequiato
L'ultimo Pontefice che usò nei per parte del vice-re di Napoli,
viaggi farsi precedere dalla ss. eu- offerendogli per servirlo ed accom-
caristia, fu Benedetto XIII, e seb- pagnarlo cento militari granatieri ;

bene Pio VI si conducesse a Vien- ma Papa li ringraziò dicendo


il

na, e Pio VII a Parigi, non l'u- che quando il sommo Pontefice viag-
sarono, come non l'usò il regnante gia senza la ss. eucaristia, deve
Pontefice Gregorio XVI ne' suoi dispensarsi da tanti onori. Fin qui
viaggi (V. Viaggi de* sommi Pon- abbiamo detto de' viaggi fatti per
tefici). Benedetto XIII, volendo terra,laonde è necessario fare un
visitare il suo antico arcivescovato cenno di quelli fatti per mare.
di Benevento, che continuava a go- Pio II, avendo destinato nel
vernare, partì da Roma a' 24 mar- 1 4^4 di partire da Ancona alla testa
zo 1727, e giunto a Terracina d' una possente navale
spedizione
nella chiesa di s. Salvatore ,
posta contro i turchi, volle che per mare
fuori della città, celebrò la messa, eziandio il precedesse ed accompa-
ed ivi si fece precedere dalla ss. gnasse la ss. eucaristia, leggendosi
eucaristia, perchè solo fuori dello perciò ne' suoi Commentari, a pag.
stato pontificio volle usare di que- 34 1: »» Stabimus in alta puppe,
sto rito, e perciò se ne servì sino « aut in aliquo montis supercilio,
a Benevento. Entro una cassetta * habebimusque ante oculos di-
portata da un cappellano segreto, h vinam id est D.
eucharistiam ,

fu collocata la s. Ostia consagrata « N. ab eo salutem et vi-


J. C., ,

dal Papa, descrivendosene il modo, » ctoriam puguantibus nostris mi-


alquanto diverso dai precedenti » litibus implorabimus ". Clemen-
nel volume Vili, 108 del Di-pag. te VII, a'9 settembre i533, parti
zionario. Precedeva altresì a Bene- da Roma alla volta di Pisa , ove
detto XIII la croce pontificia, con montato sulle galere francesi, nel-
due cavalleggierì, ed alcune perso- la prima di esse, ch'era la capita-
ne per vanguardia, vestite con abi- na, si fece precedere dal ss. Sa-
ti da viaggio. Giunto il Papa a gramento, portandosi a Marsiglia
Cervi nara, diocesi di Benevento, ai per mare per trattare col re di
,

3 1 marzo , lasciò fuori di essa e Francia Francesco 1 la conversione


nella chiesa de' religiosi Serviti, il di Enrico VIII re d'Inghilterra
ss. Sagramento. Dipoi a' 12 mag- dallo scisma, e fare il matrimonio
gio ripartì per Roma, ed a Ceri- di sua nipote Caterina de' Medici,
gnano si fece nuovamente prece- con duca d'Orleans, poi Enrico
il

dere dalla ss. eucaristia, e si avviò II. portare anche per


Dell' uso di
per Monte Cassino; indi a' 21 mag- mare la ss. eucaristia, sono a con-
gio passò ad Aquino, e giunto al sultarsi l'eruditissime note del Car-
convento degli agostiniani scalzi, dinal Stefano Borgia, air orazione
un miglio distante da Frosinone, di Pio II, de bello Turcis inferen-
ivi fece riporre il ss. Sagramento, do, pag. 49- Non solo ne' viaggi
,

EUC EUC 167


per terra e per mare i Pontefici silica lateranense, e degli atti di
si fecero precedere dalla ss. euca- ossequio che volevagli tributare
ma eziandio per città, mas-
ristia, l'imperatore.Nel i522 Adriano
sime ne' solenni possessi. Prima ne VI mentre era assente da
fu eletto
accenneremo alcuni esempi, e dire- Roma. Giunto alla basilica ostiense,
mo per quali circostanze i Papi entrò in città a' 29 agosto a ca-
l' usarono nelle città ,
poi diremo vallo, preceduto dal ss. Sagramento
dell'uso che ne facevano prenden- si avviò al Vaticano ove venne co-
do possesso alla basilica lateranense. ronato, come narra il Rinaldi, men-
Oltre quanto dicemmo all' arti- tre l'Ortis , che scrisse l' itinerario
colo Cavalcala ( Vedi), cioè di quel- del viaggio di Adriano VI , non
la fatta per Bologna nel i53o da fece menzione della ss. eucaristia.
Clemente Vii , e da Carlo V in Ma Biagio Martinelli che, qual
occasione che questi ricevette da maestro di cerimonie, diresse la ca-
quel Pontefice le insegne imperia- valcata, ecco quanto scrisse. « Qui-
li, qui aggiungiamo quanto ne scris- » bus fìnitis, omnes ad equitan-
se Paolo Giovio nel lib. XXVII. » dum iverunt cum multa confu-
" Nec multum inde succedebat eu- f> sione, et malo, sine baldacchini
» charistia sub aurea umbella lo- » prò ss. Sacramento et Papa ".
,

* culo •cbrystallino inclusa, et sella Ma questo rito molto più fu in


» generosi et tainen parali equi
, uso nelle cavalcate, come prescrive
w super imposila. Lanterna ingens il Cerimoniale al § XIX, pei so-
d ante, et circum dena fanalia fe- lenni possessi che ogni nuovo Pa-
« rebantur ". Agostino Patrizio pa prende della basilica lateranense,
nel descrivere la solenne cavalcata prima partendo dalla basilica va-
fatta per Roma da Paolo li nel ticana, e poi dal palazzo che abita,
1468, per la venuta dell'impera- come rilevasi dalle relazioni dei
tore Federico III, racconta al n.° medesimi possessi ,
pubblicale dal
'zi: « Incedebat subdiaconus cru- Cancellieri, de' quali faremo men-
w cem praeferens .... Crucem ve- zione di alcuni. Sembra che il pri-
m ro sequebaulur primo clerici pon- mo ad usarlo in questa solenne
» tificalis cappellae^ quorum alter funzione, fosse Nicolò V, allorché
;> lanternam cum lumine praefere- cavalcando, e portando la Rosa
}•- banl in lionorem ss. Eucharisliae 3 d'oro (Fedi) in mano, essendo la
s> alter vero loculum pontifìcalis domenica Laetare 3 a' 19 marzo
»> mitrae .... Post hos ducebatur i447j prese solenne possesso, fa-
» equus albus s aerati ssimum Clivi- cendosi precedere dal Corpo di Cri-
» sti Corpus vehens in capsula or- sto, circondato da molti lumi. Ai
n natissima reconditum, quem prae- 12 settembre i4^4 prese possesso
* cedebat sacrista Pontificis, ba- Innocenzo VIII, leggendosi nell'or-
» culum teretem manu ferens, et dine della descrizione quanto se-
» supra sacram hostiam sericeum gue: « Subdiaconum cum cruce,
» umbraculum ferebatur; circum- » sive ceroferariis , et thuribulo,
» multa accensa ".
circa vero fanalia » secum habens alios subdiaconos
Il Quii-ini, Vindiciac PauliJI, capo » collegas suos. Duodecim familia-
IV, narra della messa celebrata in » res Papae vestibus rosaceis in-
tal circostanza dal Papa nella ba- * duti, qui duodecim magna intor-
- ,

168 EUC EUC


» ticia alba accensa ante Corpus é scritto: »» Ilostiarj con un baculetto
» Chrisli ferebant pedestres. Unus » in mano per uno,
coperto di
« familiaris sacristae equester, si » velluto chermusi, in segno di lo-
» recte menimi, super pellicio in- » ro oflìzio. Et drieto a loro tre
» dutus, qui super bacalo inau- » subdiaconi apostolici
quali , li

m rato lan ternani ferebat cum can- » quel di mezzo, portava sopra de
»> dela accensa prò Corpore Chri- » un gran bastone argenteo et ,

v sti. Cantores cappellae nostrae » deaurato la santissima croce. Se-


w super pelliciis indunt, secretarli, »» guiva poi una bianchissima chi-
p et advocati mixtum cum suis » nea; et quella sopra del dorso
« pluvialibus, acoliti Papae, omnes > suo aveva un tabernaculetto, a-
» in albis. Clerici camerae, audito- » domato di broccato d'oro, nel
» res Rotae, etc. ". Giulio II prese m quale dentro si posava la sacra
il possesso colla solita solenne ca- a eucharistia, onde sopra era un
valcata a* 5 dicembre i5o3 , ove « bellissimo baldacchino , et cir-
per T argomento nostro si legge : » cumcirca forse venticinque para-
« Praelati quatuor servi tores di- »# frenieri, con torcie di purissima
« versi modo vestitos, et major » cera bianca accesa in mano, et
« pars sine baculo, excepto sacri » dietro il sacrista con un baculo
» sta, qui habebat sex servitores » ligneo in mano per custodia di
*> juxta se in vestibus rosaceis, et » Cristo". Finalmente, essendosi
« ambo clerici cappellae equita- cessato dopo Leone X di prendere
« runt in cocta ante Sacramentum, il possesso cogli abiti sagri , colle
« et Finus a dextris cum lanter- mitre, coli' incontro de' turiboli del-
*> na, et Federicus a sinistris, ejus le chiese, dinanzi le quali passava
« vicarius .... Papa descendi t de la cavalcata, terminò anche il rito
« equo quem ,
et baldaccbinum
, di farsi precedere i Papi in questa
» receperunt romani portantes pa- funzione dalla ss. eucaristia, e mai
» cifice, et quiete, quia fuit cum più fu quindi ripreso, come osser-
» eis ita conventum, ut retineret, vano il Rocca a pag. 46, ed il Ca-
« et Papa esset eis aliquid dona- talani nel tom. I del Cerimoniale,
» turus prò baldacchino Sacramen- pag. 126.
» ti ..." e parlandosi della di-
. Nel codice della biblioteca Za-
stribuzione del presbiterio, si dice luski di Varsavia si rappresenta il
che a Baldassare, famigliare del sa- viaggio del Papa Giovanni XXIII
crista Pontifìcio, fu dato un du- a Costanza, e si vedono tre cavalli
cato. Leone X, agli 1 1 aprile i5i3, bardati , sopra uno de' quali è il
si recò al Laterano per prendere ciborio del ss. Sagramento fra due
il possesso, leggendosi nella descri- candellieri con candele accese. Alla
zione « XII parafrenarii con XII
: sinistra cavalca il crocifero, vestito
» luminaribus pedites. Duo fami- di tonaca azzurra con cappuccio
» liares sacristae equites cum lan- e mozzetla bianca, ma a capo sco-
»» ternis. Equus cum Sacramento. perto. Alla destra altro cavallo con
t» Baldacchinum super Sacra men- sacchi e valigie sul dorso. Antolo-
» tum per cives romanos Vili vi- gia Rom. s tom. II, p. 267. In al-
» cissim. Sacrista cum baculo in tra tavola, in cui si rappresenta
v manu ", In altra relazione poi l' ingresso degli elettori in conclave
EUC EUC 169
agli8 novembre 1^17, si vede una abitanti chiamarono Eucarpii, e
si

turba di laici con ceri accesi, ed ne fanno menzione Tolomeo e Stra-


un cavallo bardato col ss. Sacra- bone. Dall' Oriens Clirist., tom. 1,
mento sopra di esso, e il crocifero p. 845, si apprende che cinque ve-
pure a cavallo. tom. II, pag.
Ivi, scovi vi ebbero sede, cioè Eugenio,
275. Su questo argomento, oltre Auxamano, Ciriaco, Dionisio, e Co-
i citati autori, sono a consultarsi : stantino. Al presente Eucarpia, Eu-
il Sarnelli, nel Lume a* principian- carpien , è un titolo vescovile in
ti, a pag. 1 io, ove tratta come al partibus della gran Frigia, sotto-
Papa che fa viaggio preceda la ss. posto a Sinna, arcivescovato in par-
eucaristia; Cristiano Lupo, de Pro- tibus, che suol conferire la sede
cessionibus cap. 11, tom. II, Ope- apostolica.
re, p. 34o ; il p. Gattico, Acta se- EUCHAITA seu Euchetae. Se-
lecta caerimonialia, sia per le ca- de episcopale della provincia di El-
valcate in qualunque luogo, che lesponto, nella diocesi ed esarcato
per quelle che facevansi al Lutera- di Ponto, dipendente dalla metro-
no, si può leggere l'indice per rin- poli di Amasia, eretta nel nono
venire analoghe nozioni. Altre
le secolo. Le notizie greche ne fecero
se ne leggono nelle relazioni stam- un arcivescovato, e quelle di Leone
pate per l'andata di Clemente Vili una metropoli, ma onoraria. Fu
a Ferrara, accompagnato da ven- pur chiamata Teodoropoli dall'im-
tiseiCardinali; per cui abbiamo: peratore Giovanni Zimisce, a ca-
Annibale Banordini, Narrazione del- gione d'una gran vittoria che avea
l' entrata pontificale fatta da Cle- riportata il giorno della festa di s.

mente ì III in Ferrara ec, Roma Teodoro Tyron contro i russi , a-


1598; Breve ragguaglio del ss. Sa- vendo, com'egli diceva, veduto quel
gramento a Ferrara, con li rice- santo combattere pei romani o gre-
vimenti, onori, ed archi fatti dalle ci, e rompere i battaglioni de' ne-
comunità, ed altri signori, Roma mici. Ed è perciò che vi fece edi-
1598; Annibale Mareggia, Rela- ficare una magnifica chiesa sotto
zione delle accoglienze fatte dal T invocazione di tal santo martire,
duca di Urbino a Clemente Vili, nel luogo istesso ove riposavano le
ivi ; Odoardo Magliani, Ordini te- sue ceneri. Il p. Le Quien, nell'O-
nuti nell'andata del ss. Sagramen- riens Christ., tom. I, p. 544 e se
g >
to, Papa Clemente
e di da FUI ci dà le notizie de' sedici suoi ve-
Roma per Ferrara, ivi ; Domeni- scovi, Epifanio, Teo-
che furono :

co Amici, // bellissimo ordine, che Eufemiano ì, Teodoro San-


fìlatto,

si e tenuto nel partire il ss. Sagrar tabareno, Eufemiano li, Simeone,


mento da Bologna il dì 3o novem- Filoteo, Michele, Nicola, Giovanni,
bre 1598, ivi; Entrata di Clemen- Basilio, Costantino, ed Alessio, de-
te FUI nella città di Bologna, gli altri tre se ne ignora il nome.

ivi. EUCHANIA. Sede vescovile del-


EUCARPIA. Sede vescovile della la provincia di Europa, nella dio-
prima provincia della Frigia Salutare, cesi di Tracia, sotto la
metropoli
nell'esarcato e diocesi d'Asia, sotto di Eraclea. Alcuni la confondono
la metropoli di Sinna, e la cui ere- con Euchaita, e sembra secondo al-
zione risale al quarto secolo. 1 suoi tri che divenisse metropoli. Dall' O-
,

j
7o 1ÌUC tue
riens Chrìst. y tom. I, p. 1 44> s' ha la guerra. 11 governatore di Liegi
che vi ebbero sede i vescovi Gre però edificalo dalla pietà del santo
^orio, Giovanili 1, Nicola, e Gio- vescovo lo trattò con tulli riguar- i

vanni II. di, lo elesse a suo elemosiniere,


EUCHERIO (s.). Ebbe per pa- e gli permise di ritirarsi nel mo-
tria Orleans, ed i suoi genitori ap- nistero di Tradone, ove ai 20
s.

pena nato il consecrarono al Si- febbraio dell'anno 743 santamente


gnore. Vi corrispose egli mirabil- spirò. Il martirologio romano as-
mente facendo rapidi progressi col segna in tal giorno la sua festività.
crescere dell'età nelle scienze divi- KDCHERIO (s.).
Vescovodi Lio-
ne, e nelle cristiane virtù. Medi- ne, era stato prima ricchissimo se-
tava sovente l'epistole di s. Paolo, natore. Sposò una fanciulla chia-
e quella fra le altre, in cui l'apo- mala Galla, da cui ebbe due fi-
stolo consiglia a disprezzare le ric- gliuoli, Salone e Verano, quali i

chezze. Ammaestrato da tale dot- furono vescovi vivente ancora il

trina abbandonò il mortelo, e si ri- padre, dopo essere slati da lui


Jumieges in Nor-
tirò nell'abbazia di medesimo educati nella vera pie-
mandia, circa l'anno 7 4. Passali 1 tà e virtù. Cessò di vivere verso
dolcemente sette anni in quella so- l'anno 4^4> ignorasi in quale età.
litudine, il clero ed il popolo di 11 primo degli scritti suoi che ci
Orleans, rimasti senza vescovo, sì rimangono, è un Tratlato a fog-
rivolsero a Carlo Martello ad og- gia di lettera indirizzaloa santo
getto di ottenere Eucherio per lo- Ilario } e contiene un grande elo-
ro prelato. Intesa tal nuova da Eu- gio del deserto, e della utilità della
cherio, fece quanto più potè per solitudine. Poi una Lettera a Va-
esimersi da un sì grave incarico leriano suo parente, i cui ragiona-
ma per nulla valsero le sue istan- menti pieni di vigore e forza dan-
ze, e dovette cedere per spirito di no chiara idea della vanità e ca-
ubbidienza. Nell'anno 721 fu egli ducità delle cose terrene, e quindi
consegrato, e posta ogni sua fidan- dell' inganno di chi le apprezza ;

za nel sommo Pastore Gesù Cristo, un Trattato delle formole, il quale


si diede con tutto il zelo a regge- altro non è che una spiegazione
re il gregge affidatogli. Colla pre- d'alcuni passi della Scrittura , ad
dicazione ammaestrava il suo po- uso del suo figlio Verano; i due
polo, con le limosine sovveniva ai libri delle Istituzioni, i quali sono
poveri, colle sue visite agli infer- d'una maggiore utilità dell'anzi-
mi inspirava loro la rassegnazione, detto trattato, spiegandosi in essi

e confortavali colle sue ammonizio- un gran numero di difficoltà della


ni. Ebbe le sue contraddizioni , e Scrittura; finalmente la Storia di
Carlo Martello si credè autorizza- s. Maurizio e degli altri martiri
to di allontanare il sauto vescovo della legione tébana.
Eucherio dalla sua sede, ed esiliarlo EUCOLOGIO (Euchologium).U*
in Colonia, indi nel castello di Ha- bro di preghiere, così chiamato
spengaw, per essere stato con evan- dai greci, e contenente le preghie-
gelica libertà rimproverato di va- re, le benedizioni, il rituale e le ce-
lersi dei beni della Chiesa senza rimonie di cui si servono nell'am-
scrupolo, per riparare le spese del- minislrare i sagrameati, e nella li-
,

EUC EUD 7*
lurgia, come nella collazione degli care nel 1754 dalla celebre tipo-
ordini sagri. L'Eucologio è pei gre- grafia della congregazione di Pro-
ci propriamente il Rituale e il pagandante, col titolo Euchologium
Pontificale, contenente tutte le fun- ec. Benedetto XIV il propose a
zioni sacerdotali ed episcopali. Lo tutti i vescovi ed ecclesiastici del
stamparono i greci scismatici nel rito greco, per uso delle loro chie-
1 63 1 pieno di errori, laonde i se, con una lettera loro diretta il

greci cattolici , sudditi di Filippo primo marzo 1756, Ex quo ec.


JV re Spagna,
ne avvisarono
di Bull. Magn. tom. XIX, p. 192,
questo principe
quale ricorse , il nella quale il Pontefice die saggio
ad Urbano Vili, che perciò depu- di quella sagra erudizione che lo
tò una congregazione particolare rese immortale.
di teologi, a cui ascrisse i più dot- EUDE (di) Giovanni, Cardinale.
ti, fra 'quali il p. Gio. Morino del- Giovanni di Eude, soprannominato
l'oratorio di Francia, ed il celebre Caramagna, della famiglia de'viscon-
gesuita Dionisio Petavio, che per ti di Caramagna, pronipote di Gio-
la provetta sua età non potè re- vanni XXII, nacque in Chaors nel-
carsi a Roma: poscia vi furono l'Aquitania. Fu dapprima canoni-
aggregati Luca Olstenio, e Leone co della metropolitana di Tours,
Allazio. Alcuni
trovarono errori vi protonotario apostolico , e quindi
e cose che loro sembravano rende- nel i35o a' 18 dicembre, da Cle-
re nulli i sagramenli; altri dimo- mente VI creato diacono Cardina-
strarono che i riti contenuti Dello le di s. Giorgio in Velabro. Cle-
Eucologio erano più antichi dello mente VI lo promosse anco a con-
scisma di Fozio, e che non si po- templazione della parentela con-
tevano condannare, senza compren- tratta tra la sua famiglia Roger,
dere nelle censure l'antica Chiesa e quella di Caramagna, pel matri-
orientale. Ottanladue congressi eb- monio del proprio nipote Gugliel-
bero luogo fino all' anno ì6^5, mo Eleonora della casa di
con
senza che i membri della concie- Caramagna. Innocenzo VI lo amava
gazione compissero il loro lavoro, molto, e ne facea di lui altissima
che però fu continuato lentamente considerazione. in Avignone Morì
sotto Innocenzo X, ed altri Ponte- pel contagio, l'anno i36i, ed ivi
fici, sino a Benedetto XIV. Ma que- ebbe eziandio onorevole sepolcro.
sti, avendo rinnovata tale congre- EUDISTI. Congregazione di pre-
gazione, di cui avea fatto parte, e ti secolari destinati a dirigere i

volle averne nei successivi lavori, seminari, ed a fare le missioni, i-

ebbe la gloria di portare a fine stituita dal p. Giovanni Eude , il

l'opera. Quindi l' Eucologio, egre- quale era fratello di Mézeray isto-
giamente corretto, coll'aiuto di quel- riografo di Francia. Il padre Eu-
lo pubblicato in Parigi nel 1647, de era stato prete della congre-
greco-latino, con note ed eccellenti gazione dell'oratorio, e uscì da es-
giunte, dal dottodomenicano Gia- sa per formare la sua. Dapprima
como Goar, Euchologìum
intitolato la stabilì a Caen li 25 marzo i643,
«Ve Rituale graecorum, e di molti e di là la congregazione si estese
altri mss. che si conservavano in in molte provincie della Francia,
diverse biblioteche, lo fece pubbli» principalmente in Normandia , a
i
7a EUD EUF
Roano , aad Evrctix, a
Lisieux , L' Oriens Christ. , tom. I, pag. 102 r,

Coutanccs, ce. Questo istituto ha assegna cinque vescovi a questa


per iscopo di formare alla Chiesa città, cioèTimoteo, Sabiniano, In-
dei zelanti preti, e dei buoni ec- nocenzo, Costantino, e Calisto.
clesiastici nei seminari , allorché i EUDOCIA. Sede episcopale di
vescovi ne affidano ad essi la di- Licia, nell'esarcato e diocesi d'Asia,
rezione, prendendo il nome di Con- sottoposta alla metropoli di Mira,
gregazione di Gesù e Maria, det- che Comman ville dice eretta nel
ta degli Eudisti. Il fondatore fece nono secolo. Anche questa città
una particolare professione di di- vanla di aver preso il suo nome

vozione alla santissima Vergine , e dall' imperatrice Eudossia , moglie


dispose che i suoi religiosi vestisse- di Teodosio II. Abbiamo dall' O-
ro come gli ecclesiastici secolari, e riens Chrislianus, tom. I, p. 908,
che il generale risiedesse nella casa che vi ebbero sede i vescovi Ti-
di Parigi. Gli eudisti si applicano moteo, Zenodoto, e Fotino.
con frutto alla educazione de' gio- EUDOSSIA. Città vescovile del-
vani chierici nello spirito ecclesia- la seconda Cappadocia , nella dio-
stico, nel ricevere quelli che vo- cesi di Ponto , sotto la metropoli
gliono fare ritiri ed esercizi spiri- di Pessinunte: altri la pongono nel
tuali per avanzarsi nella perfezione, Ponto di Galazia, o nella seconda
o per emendarsi dai loro disordi- Galazia. Ne\Y Oriens Christ., tom.
ni dopo aver condotta una vita I, pag. 4ì)5j sono registrati suoi ve-
mondana, e in fare delle missioni scovi Aquila, e Menna.
massime nelle campagne. Professa- EUDOSSIOPOLl ( Eudoxiopo.
no gli eudisti di essere sottomessi lis ). Sede vescovile di Pisidia ,

agli ordinari de' luoghi ove sono nella diocesi d'Asia, sotto la me-
stabiliti, e meritarono per il loro tropoli di Antiochia , secondo le

zelo e benemerenze gli elogi e le notizie di Jerocle. Teodoro ne fu


benedizioni de' vescovi. In Vincen- vescovo, vedendosi il suo nome sot-
nes, negli Stati Uniti di America, toscritto nella lettera de' vescovi
gli eudisli hanno un collegio. Sic- della sua provincia all'imperatore
come il p. Eude fu chiamato anche Leone.
Odone, cosi gli eudisli furono ap- EUFEMIA (s.). Verso l'anno
pellati da alcuni Odonisti. Il padre 307, nella città di Calcedonia, ebbe
Eude è pur fondatore dell'ordine Eufemia a sostenere più barbari i

religioso di nostra Signora, ossia strazi, e finalmente la morte per


della congregazione delle religiose amore di Gesù. Cristo. Sino da
della Madonna della Carità, della fanciulla aveasi ella con voto di
quale si parla nel volume X, pag. virginità consegrata al Signore.
36, del Dizionario. Colle dimesse sue vestimenta, e col-
EUDOCIA. Città vescovile della l'esercizio della penitenza e santa
seconda Pamfìlia., nella diocesi di umiltà si fece ella conoscere ben
Asia, sotto la metropoli di Pirgi ,
presto di appartenere alla sequela
che Com man ville dice eretta nel del divino Riparatore. Scoperta per
quinto secolo. Vuoisi che prendesse tale, e tradotta dinanzi al magi-
il nome dalle imperatrici Eudossie, strato, fu ordinato tosto che fosse
mogli di Teodosio e di Arcadio. crudelmente percossa, uncinata, ed
EUF EUF i
73
in mille modi tormentata. Eufemia età, sentì fortemente gl'inviti della
il tutto sofferse con eroica costan- grazia, che la chiamava al ritiro, e
za, e condotta di poi in prigione richiesto l'assenso alla madre sua
lodava il Signore con canti i più di servire a Dio in quel moniste-
soavi e giocondi. Infuriato vieppiù ro, non senza lagrime dalla tene-
il tiranno per la fermezza di Eu- rezza scaturite, le accordò quanto
femia, ordinò ch'ella fosse vittima ricercava, ed ella stessa la pre-
delle fiamme, e senza punto alte- sentò alla superiora ,
perchè fòsse
rarsi ad una sì barbara intimazio- accettata.Rimasta orfana Eufrasia
ne, Eufemia montò sul rogo da anche della madre non molti an-
per se stessa, dando a divedere a- ni dopo il suo ingresso nel moni-
gli astanti la gioia eh' ella sentiva stero , l' imperatore Teodosio, cui
di entrare nella gloria di Gesù spettava di tutelare la giovanetta,
Cristo. Questa santa è onorata in pensò al di lei collocamento, e
tutto anche dalla Chiesa
l'oriente mandò a prenderla per consegnar-
greca, e le sue reliquie sono spar- la al ritrovato sposo. La santa
se in vari luoghi, come pure la fanciulla,bene rassodata nella sua
chiesa della casa di Sorbona in vocazione, con fermezza ammirabile
Parigi ne conserva una porzio- mandò all' imperatore la seguente
ne. La sua festa si celebra ai 16 risposta. « Siccome è di già noto
settembre. « a voi, o invitto imperatore, ch'io
EUFEMIA. Sede episcopale dei » ho promesso a Gesù Cristo di vi-
Giacobiti della Mesopotamia, sotto » vere in perfetta castità, vorrete
la metropoli di Antiochia. Il p. « voi obbligarmi a violare la mia
Le Quien ne riporta le notizie nel- « promessa , sposandomi ad un
YOriens Chris t. tom. II, p. i44 t j
,
n uomo mortale, il quale diverrà
dicendosi che ne furono vescovi » presto pasto dei vermi ? Vi sup-
Giovanni, Elia, Anastasio, e Ser- » plico adunque, per quella vostra
gio. m bontà onde onoraste i miei ge-
EUFRASIA o EUFRASSIA (s.). « nitori, a disporre dei beni ch'es-
Nacque Eufrasia da un ragguarde- « si mi hanno lasciato, in favore
vole personaggio addetto alla corte *• dei poveri, degli orfani e delle
dell' imperatore Teodosio il giovi- » chiese. Date la libertà a tutti i
ne, del quale era anche stretto pa- « miei schiavi, a'miei affiliamoli con-
rente,ed appena ella comparve al « donate quant' essi mi devono,
mondo, fu da' pii suoi genitori con- « onde sciolta affatto da ogni pen-
sagrata al Signore. Morto il padre » siero degli affari temporali, pos-
l'anno seguente, la madre per cu- » sa senza alcun impedimento ser-
stodire più gelosamente la propria » vire a Dio. Pregate il Signo-
prole, si ritirò da Costantinopoli, >* re che mi renda degna di lui,
e recatasi in Egitto, ove si trova- » e la stessa grazia oso doman-
vano i ricchi suoi poderi, andò ad « dare all'imperatrice vostra spo-
abitare nelle vicinanze di un mi- » sa". Letta dall'imperatore una tal
nistero di cento e più religiose, le lettera, non potè trattenere le la-
quali spandevano il buon odore di crime , e piansero con lui tutti
santità. La giovinetta Eufrasia non quelli che degnò mettere a par-
ancor giunta al settimo anno di te di sì nobili e religiosi sentimen-
i
74 ELF EUF
li. L'imperatore eseguì prontamen- 5 1 4»ed è registrato nei martiro-
te i voleri eli Eufrasia, e disciolta logi giorno |5 maggio.
il

ella da ogni cura terrena si adden- EUFRONIO (s.). Dotato Eufro-


trò sempre più nella perfezione c- nio di somma piudcnza, e di pro-
vangclica, e santamente morì nella fonde cognizioni fornito, fu da sem-
fresca età di anni trenta, nel 410. plice sacerdote, ben presto chia-
Fu onorata del dono dei miracoli mato a reggere la chiesa vescovile
prima e dopo la sua morte, ed il di Autun. Assunto a tale dignità
martirologio romano assegna la di occupossi ad edificare il suo greg-
lei festa li 1 3 marzo. ge coli' esempio di una santa vita
EUFRATESIA o EUFRATEN- e colla voce. I più celebri prelati
SE. Provincia dell'Asia nella Siria, della Chiesa gallicana erano suoi
lunghesso fiume Eufrate, avendo
il amici ed ammiratori. Sottoscrisse
questo all'oriente, al ponente la al concilio radunato in Arles nel
prima Siria, ed al nord il monte 475. Ignorasi in qualanno sia mor-
Tauro e l'Eufrate, secondo la geo- to, ma il suo sepolcro è onorato
grafia sagra. Questa provincia di- nella chiesa di s. Sinforiano. La sua
pendeva dal patriarcato d'Antio- festa si celebra il giorno 4 di ago-
chia, e fu prima chiamata Coma- sto.

gene, ed in ordine gerarchico è EUFRONIO solitario (s.). Lom-


l' ottava provincia di detta diocesi bardo ebbe Eufronio
di origine,
Antiochena. L' imperatore Cesare sino dalla più fresca età una te-
Augusto ne fece una provincia ro- nera divozione a s. Martino vesco-
mana, e la chiamò Eufratesia, per- vo di Tours. Recatosi nel Limosi-
chè, come si disse, termina col fiu- no, e fattosi seguace di s. Aredio,
me del suo nome. Di essa spesso si ritirò poi presso T reveri, e si

se ne fa menzione negli atti dei costrusse un romitorio. Viveva Eu-


concili; aveva Jerapoli per metro- fronio di pane, acqua ed alcune
poli civile ed ecclesiastica, chiama- erbe soltanto, ed innalzata una co-
ta anche Membisc, che eretta in lonna, su quella predicava agli abi-
vescovato nel IV secolo, nel V di- tanti circonvicini, ch'erano pagani,
venne metropoli con sedici vesco- esortandoli ad abbattere i loro ido-
vati per suffraganei, tre de' quali li. Erasi determinato di condurre
in progresso furono elevati al gra- i suoi giorni sopra quella colonna,
do V. Jerapoli.
arcivescovile. ma alcuni vescovi il consigliarono
EUFRAZIO (s.). Brevi sono le a rientrare nel suo monistero, ed
notizie di s. Eufrazio e nulla di , egli obbediente vi si sottomise. Mo-
più ci è dato a conoscere. Fu egli rì in pace nel termine del sesto
vescovo di Al vergna, sede che ven- secolo, e fu seppellito nel moniste-
ne in seguito trasferita a Clermont. io da lui eretto. Le sue reliquie
Nell'anno 5o6, nel concilio diAgde, si onorano nella città di Yvois, e
si fece rappresentare, ed in quello la festa si celebra li 21 ottobre.
di Orleans, nel 5ii, vi assistè in EUFRONIO (s.) , vescovo di
persona. Ricovrò in sua casa il Tours. Dedicatosi assai giovine allo
santo vescovo di Rodez Quinziano, stato ecclesiastico, lesue virtù ed
e provvide con liberalità ai suoi il suo sapere gli fecero strada al-

bisogni. Morì santamente nell'anno l'episcopale dignità. Fu a questa


EUF EUG i
75
chiamalo dal voto del clero e del mani. 11 padre suo naturale visi-
popolo, e venne consegrato nel- tava di spesso quel monistero, e
l'anno 556, e nel susseguente as- senza riconoscerla, riceveva da lei
sistette al concilio di Parigi. Con- dei savi consigli per la condotta
tribuì non poco alla riedificazione spirituale di sua vita. Giunta ella
della città di Tours, dalle guerre al termine de'suoi giorni si scoper-
civili quasi distrutta, e provvide se al padre, e santamente morì fra
alla sussistenza de' poveri, versando le sue braccia nel quinto secolo,
in seno a questi i frutti della sua avendo scorsi trenta anni in quella
mensa episcopale . Nell'anno 566 solitudine. Una tale scoperta fatta
convocò Eufronio un concilio, chia- da Pafnuzio diede l'ultima mano
mato il secondo di Tours, nel qua- per determinarlo a lasciare anch'egli
le si fecero ventisette canoni di jl mondo e morire santamente
disciplina. Quantunque assai stima- presso quei religiosi. Dal martiro-
to dal re Cariberto, rare volte, e logio romano è ricordata s. Eufro-
con ripugnanza, si recava alla sua sina il primo gennaio.
corte. Disimpegnate con perseveran- EUGENDO (s.). I due santi fra-
te sollecitudine le cure episcopali, telli Romano e Lupicino, fondatori
finì egli di vivere li 4 agosto del del monistero di Condat nella Fran-
^7 3, ed ebbe a successore s. Gre-» ca Contea, allevarono Eligendo sino
gorio, suo congiunto, il quale vie- dall'età di sette anni. Corrispose
ne riguardato come il padre del- egli mirabilmente alle ed
loro cure,
l' istoria di Francia. La festa di in progresso di tempo divenne an-
s.Eufronio nel martirologio roma- che abbate di questo monistero.
no è notata li 4 agosto. Austerissirna conduceva la vita, un
EUFROSINA (s.). Figlia di Paf- solo pasto al giorno ci faceva, do-
nuzio, personaggio illustre di Ales- po il tramonto del sole, e mangia-
sandria, spiegò Eufrosina sino dai va assai poco. Una sola era la ve-
verdi suoi anni ardente brama di ste che usava in ogni stagione, ed
consagrarsi al Signore, e segregar- un perpetuo cilicio lo stringeva.
si dal mondo. Il padre suo attra- Sereno sempre il suo volto, dimo-
versava a tutto potere le sante in* strava a tutti quanto era egli tran-
t.enzioni di lei, ed ella vedendo quillo, ed il suo tratto dolce lo ren-
impossibile in via ordinaria di con- deva caro ad ognuno. Con una
seguire lo scopo prefissosi, in età continua orazione, Eligendo era
di diciott'anni abbandonò il tetto sempre a Dio intento, e tanto a
paterno, e travestita da uomo si lui si univa, che piti volte ne di-
presentò all'abbate Teodosio, che veniva estatico. Sentito prossimo il

dirigeva un monistero presso Ales- suo fine, chiamò a se un sacer-


sandria, di circa trecento cinquan- dote, e lo pregò di amministrargli
ta religiosi. Il savio abbate la con- l'estrema unzione, e cinque giorni
sigliò di chiudersi sola in una cel- dopo in età di sessantun anno mo-
letta, e la assoggettò ad un abile ri dolcemente nel bacio del Signo-
direttore. Quivi divideva ella il suo re, l'anno 5i4« I grandi miracoli
tempo nelT esercizio della pietà cri- operati per di lui intercessione gli
si urna, nella pratica della mortifi- procurarono una fama estesissima
cazione, e nelle opere delle sue in quelle contrade, ed è onorata
,,

176 EUG EUG


la sua memoria il di primo gen- re de' suoi, ed il rispetto degli stes-
naio con culto speciale. si eretici. Grandi furono le sue li-

EUGENIA (s.). Poco ci è da- mosine versate io seno degli indi-


to di riferire di questa santa vergi- genti, e quanta pietà sentiva pel
ne, e ci limiteremo soltanto a di- suo simile, altrettanta austerità e-
re, che sostenne in Roma il mar- sercitava con se stesso. Ogni gior-
tirio l'anno tx58 all'incirca. S. Avi- no digiunava, e parco era il suo
to di Vienna asserisce che il no- pranzo sulla sera. Gli ariani che ,

me di Eugenia era nella Chiesa a mal cuore vedevano rapidi pro- i

assai celebre nel quinto secolo. Il gressi, che Eugenio faceva nella
suo sepolcro, secondo gli antichi diffusione delle cattoliche verità
martirologi, era nel cimiterio di suggerirono al re Unnerico di or-
A promano, nella via Latina. La dinare, che si unisse in Cartagine
sua festa dai latini è celebrata ai pel primo febbraio dell'anno 4^4
2 5 dicembre, e dai greci il dì 24. una conferenza di vescovi ariani,
EUGENIA Questa santa
(s). e che a quella dovesse concorre-
vergine fu figlia di Adalberto du- re anche Eugenio. Con evangelica
ca di Alsazia, e divenne badessa fermezza protestò che egli vi assi-
nella badia dell'alto Hodenbourg. sterebbesemprechè fossero chia-
Pel corso di quindici anni sostenne mate anche le chiese di oltremare,
Eugenia il governo di quel moni- e segnatamente quella di Roma
stero, mantenendo sempre la pace capo e centro di tutte le altre. A-
ed il buon ordine fra quelle reli- perta la conferenza il giorno sta-
giose, e dando sempre di se prove bilito, si presentò Eugenio, e fece
non dubbie di specchiata santità. sentire a tutta l'adunanza quanto
La sua morte fu conforme al suo era egli fermo nei veri principii di
vivere, e si addormentò nel Signore credibilità del tutto opposti all'a-
li 16 settembre dell'anno 735, ed rianesimo ; ma come
maggior il

in tal giorno viene celebrata la sua numero de' convocati erano segua-
festività. ci di quell' eresia, così si disciolse
EUGENIO (s.). Questo santo fu la conferenza, senza nulla conclu-
discepolo di s. Dionigi primo ve- dere, anzi inferociti sempre più gli

scovo di Parigi, sofferse il martirio ariani contro i veri credenti. La


a Deuil nel Parisis, ed ivi fu an- persecuzione incominciò a spiegare
che sepolto. Molti anni dopo seguì il suo furore contro il santo ve-
la sua traslazione nella badia di s. scovo Eugenio, e strappato dal suo
Dionigi., La di lui festa è assegna- gregge, fu esiliato dalla città, e
ta i5 novembre.
li confinato in Linguadoca, ove san-
EUGENIO (s.). Vescovo di Car- tamente morì in un monistero da
tagine. Unnerico re demandali, nel- lui fatto fabbricare a Vianza pres-
V anno 48 1 permise ai cattolici di so Albi. 11 giorno i3 luglio del-
Cartagine di eleggersi un vesco- l'anno 5o5 volò egli al cielo , ed
vo,dopo ventiquattro anni ch'era- in tal dì se ne celebra la festività.

no rimasti senza pastore. Eugenio EUGENIO I (s.) Papa LXXVII.


dotato d' ogni sapere, zelo e pru- Primo fra'Pontefìei di questo no-
denza fu scelto a tal dignità, e si me, fu romano del Monte Aven-
procacciò colla sua condotta l'amo- tino, figliuolo di RuttiniauOj e co*
EUG EUG 177
me credono alcuni della famiglia Sa- occultamente eretica, e, secondo il

velli, fu fatto chierico mentre ancor costume, spedì all'imperatore la


era nella culla, come si esprime il propria sua sinodica, facendolo con-
Marlene, de Antiquit. Eccl. ritib. Kb. sapevole del suo esaltamento. Gli
i , cap. 8, art. 3, n.° 2, il quale perciò apocrisari del Pontefice, che gliela
cita il libro Pontificale. A'dì 8 set- recarono, sedotti ed ingannati dal
tembre del 654 venne Pon- eletto patriarca , approvarono i suoi er-
tefice dal clero romano mentre vi- rori, e quindi dallo stesso Eugenio I

vea ancora Martino I, attese le mi- furono condannati come apostati


nacele di Teodoro esarca di Ra- della vera fede. (V. Baronio, An-
venna, il quale per espresso coman- noi, ad
Mariyrol. Rom., IV Non.
do di Costante imperatore erasi re- Jun.). Questo Pontefice ordinò che
cato a Roma per fare eleggere un i vescovi avessero delle carceri, nel-
successore allo stesso Martino I an- le quali fossero puniti i delitti de-
cor vivente. Trovavasi allora que- gli ecclesiastici. Creò in due ordi-
sto Pontefice in esilio, e per be- nazioni ventidue vescovi : governò
ne della Chiesa di buon gra- due anni, otto mesi e ventiquattro
do approvò l'elezione del suo suc- giorni dalla sua elezione, e un an-
cessore fatta dal clero romano no, otto mesi, quindici giorni dal-
in Eugenio I, per tema che l'im- la morte di Martino I. Morì distinto
peratore non esaltasse al pontifi- per la sua pietà, dolcezza e libe-
cato qualche fautore dei monote- ralità a' 2 giugno del 65 7 , e fu
li li. Per altro il Baronio (Ann. ec- sepolto nel Vaticano. La santa Se-
cles. 3 ad an. 652, num. 1 1 ) è di de vacò due mesi e nove giorni.
opinione, che Eugenio I, mentre vi- EUGENIO Papa CU. NacqueII
vea Martino I, fosse soltanto vicario, in Roma da Boemondo. Fu cano-
e ne prendesse 1' assoluto governo nico regolare, come vuole il Ciac-
solamente dopo la morte di lui, e conio, e rendutosi insigne, come
col rinnovato consenso del clero. Ben scrive il Cardella, per le doti dello
tosto fu messa alla prova la fer- spirito, non meno che per l'eccel-
me/za e vigilanza del nuovo Pon- lenza della dottrina, e per l' ele-
tefice. Pietro patriarca Costantino- ganza e maestà della persona, fu
politano, successore di Pirro, e non arciprete della Chiesa romana, e Car-
meno di lui fautore de' monoteliti, dinale di s. Sabina, creato da Leone
spedì ad Eugenio I, secondo l'antico III. A' dì 16 febbraio dell' 824
costume, la pistola sinodica, piena successe nel pontificato a Pasquale I.

di astuzie e sentimenti dolosi sulle Non ignorasi com'egli con sommo


volontà ed operazioni di Gesù Cri- onore ricevesse in Roma X Augu-
sto. Mosse ella a sdegno ed a vivo sto Lottano I, quivi spedito da suo
zelo il clero e popolo di Roma, in padre Lodovico I imperatore, per
guisa tale, che non permise al
si togliere lo scisma che si era ec-,

Papa di celebrare la messa nella ba- citato dall' antipapa Zinzinio nella
silica Maria Maggiore, s'egli
di s. sua esaltazione, onde prese Lotta-
prima non l'avesse solennemente rio 1 1' occasione per dare fuori una
ricusata. Il santo Padre quindi ani- legge o costituzione sulla elezione
mato da magnanima santità e co- de' Pontefici. Da un canone del
stanza la rigettò come dubbiosa ed concilio che celebrò in Roma, ri-

VOL. XXII. 12
,

i 7 8 EUG EUG
ci vano alcuni l'istituzione de' se- Cardinali nel suo antico moniste-
minari de' chierici. Non pochi eru- ro abbazia
dell' di Farfa nella
diti gli attribuiscono la purgazione, Sabina, venticinque miglia lontano
o prova dell' innocenza per mezzo da Roma, ove fu consecrato a' 4
dell'acqua Mori a* 27 di
fredda. marzo. Quindi passò a Città di Ca-
agosto dell' 827, dopo tre anni, sei stello, poscia a Viterbo, ove sog-

mesi ed undici giorni di pontifica- giornò diciotto mesi. Sedata intan-


to. La magnificenza e la liberalità to la rivoluzione degli arnaldisti, e
co' poveri meritarono il nome
gli ricevute da essi le piùbelle pro-
di padre comune. 11 Vaticano rac- messe, a ridonare la primiera pa-
colse le ceneri di lui. Vacò la san- ce a Roma, ed abolire ogni loro
ta Sede quattro giorni. innovazione, il santo Padre, in mez-
EUGENIO III Papa CLXX1V. zo alle pubbliche acclamazioni ed
Chiamato prima Pietro Bernardo, esultanze, nel dicembre dello stes-
nacque in Monte Magno nella To- so anno 11 4^, fece ritorno in Ro-
scana, dall'illustre famiglia de' Pa- ma, ove celebrò colla solita mae-
ganelli. Dopo essere egli stato ca- stà la festa della Natività di Gesù
nonico di Pisa , indi monaco ci- Cristo.
sterciense ed abbate prima de'mo- Se non che nell'anno seguente
naci ches. Bernardo mandò all'ab- datisi que' sediziosi a nuova rivolta,
bazia di Farfa (Vedi), poi nel mo- Eugenio III partì alla volta di Fran-
nistero de' Vincenzo ed Anasta-
ss. cia ove fu ricevuto con grande
,

sio alle Fontane, due miglia


tre onore dal re Lodovico VII, ma sol-
da Roma tra la via Ardeatina e tanto vi giunse nel 1 i47> essendosi
l'Ostiense, ove avealo pure collo- soffermato per via in vari luoghi.
cato s. Bernardo, di cui era stato In Parigi celebrò la Pasqua col re,

discepolo, sebbene non fosse Car- e radunò un concilio per trattarvi


dinale, come avea prescritto Stefa- la causa di Gilberto Porretano, ve-

no III, fu innalzato alla sede di scovo di Poitiers, accusato di alcu-


Pietro nella chiesa di s. Cesario ni errori sul mistero della Trinità,
a' 27 febbraio ii4^>- In quest'anno la quale fu rimessa che al concilio
medesimo Eugenio 111 approvò l'Or- nell'anno seguente sarebbe cele- si

dine militare di s. Giovanni di Ge- brato in Reims, Frattanto Eugenio III


rusalemme, volgarmente chiamato da Parigi andò a Meaux, dov'era
di Malta, ed in Viterbo fece la a* 26 di giugno, e dopo avere tras-

prima promozione di quattro Car- corso altre città passò a Treveri,


dinali. Nell'anno seguente 1 146 ne e vi celebrò un concilio, nel quale
nominò altri cinque, fra i quali Ni- si prese anche a disamina gli scritti

colò Brekspear, poscia Pontefice di s. Ildegarda. Sul fine di feb-


nel li 54, col nome di Adriano braio del 1
1
48 da Treveri
passò
IV. a Reims, dove nel mese di marzo
Non appena Eugenio III era stato ebbe luogo il preordinato concilio
eletto a Pontefice che , tre giorni a condanna del vescovo di Poitiers,
dopo, temendo l' impertinenza de- il quale , confessati i suoi errori
gli a maidici congiurati a deporlo, ritornò al governo della sua chiesa.
se non avesse loro confermato l'u- Poco dopo celebrato questo con-
surpato senato, fuggì di notte coi cilio, Eugenio III si trasferì al suo
,

EUG EUG 79
anlico monisterodiCistello, nel qua- giurisdizione, e di tenere ne' con-
le consertando nascosto l'abito di cistori il primo luogo dopo il Pon-
monaco, si trattenne pochi giorni tefice. Acconsentì inoltre che nella
nell'esercizio delle più rigide virtù. chiesa di Colonia vi fossero sette
Quindi passò a Langres, e da qui preti Cardinali, i quali vestiti colla
scrisse ad Alfonso Vili re di dalmatica e colla mitra , ne' due
Leone e Castiglia una lettera col- principali altari di quella chiesa ce-
la quale
confermava il primato lebrassero il divino sacrifizio, assi-
della chiesa di Toledo, e diceva stiti da altrettanti diaconi e sud-
di mandargli la rosa d'oro. Da diaconi, coli' uso de' sandali. Cre-
Langres fece ritorno in Cistello, in- desi poi che circa questo tempo
di s' avviò alla volta d' Italia e Eugenio III unisce al vescovato
soffermossi a Frascati per reprimere d'Ostia quello di Velletri, giacché
le sollevazioni che in Roma avea di Ostia mancante di abitanti lasciò
nuovo suscitato Arnaldo di Bre- di essere città.
scia. E vi riuscì, giacche sostenuto Nell'anno seguente Euge-
11 52,
dalle truppe del re Ruggero, trion- nio III canonizzò s. I im-
Enrico
fò degli arnaldisti romani, co'quali peratore, e II re di Germania , ele-
stabilita la pace, entrò in Roma vò nell'Irlanda al grado arcivesco-
circa la fine del i i^g. Ma insorti vile le chiese vescovili di Armadi,
nell'anno seguente altri tumulti Dublino , Cashel o , Tuamense
contro di lui, fu costretto nuova- Gallowai, e, Gra-
ad istanza di
mente ad uscire , e dimorare per ziano, monaco benedettino a Bo-
non breve tempo nella Campagna logna, stabilì nelle accademie i gra-
romana. Frattanto nell'anno stesso di di baccelliere, licenziato, e dot-
fece la promozione di altri quin- torato nei decreti, ec, con diversi
dici Cardinali, molti de' quali mo- privilegi per animare la gioventù
rirono in odore di santità. allo studio del diritto canonico.
Nel suo soggiorno nella Cam- Conchiuse poi finalmente, come
pagna romana il santo Padre, nel aveagli predetto la s. vergine Il-

1Si, ricevè i due vescovi di Co-


1 degarda pace cogli arnaldisti
, la

lonia e di Magonza , chiamati a neh" ottobre del ii52, e ritornò in


render conto della loro condotta. Roma. Ne qui è a dirsi con quali
Conoscendo essi a pieno il gran e quante magnanime azioni preve-
bisogno a cui l'avevano ridotto i nisse il momento di sua morte, e
ribelli romani, seco portarono gran cercasse di confondere l' ingratitu-
somma di denaro, cui egli costan- dine de' romani. Egli li ricolmò
temente ricusò a fronte delle re- di segnalati benefizi : abbellì colla
plicate offerte. Dopo lungo esame sua munificenza Roma, ove eresse dei
della loro causa , fu riconosciuta superbi edifici i. ristaurò la chiesa

l' innocenza dell' arcivescovo di Co- di s. Maria Maggiore aggiungen-


lonia Arnolfo ; il Pontefice quindi dovi un portico corrispondente alla
lo assolse, e con diploma dato in sua maestà, del quale parlammo,
Segni agli 8 gennaio i5i, accor- i come della tradizione del miraco-
dò ad esso e di lui successori il lo della neve caduta nel luogo ove
diritto di coronare i re de' roma- fu eretta quella basilica, al volu-
ni entro i confini della propria me XII, pag. 116 del Diziona-
,

i8o EUG EUG


rio. Non si dimentico della sua sa, padre detta giustizia, amatore
famiglia, cioè Ordine
dell' dei ci- e protettore della religione. Fu se-
stcrciensi : confermò suoi i statuti, polto nel Vaticano, ove ilsuo se-
e le accordò tutti i privilegi che polcro fu illustrato da molti mi-
potea mai desiderare. Mentitegli racoli, ed il suo nome si trova nei
era in Francia intervenne al ca- Calendari cisterciensi (V. il Papc-
pitolo generale di questi monaci ,
brochio, in Propylaeo, part. II, pag.
come se fosse stato uno di loro. Il 22, num. 7). Non vacò la Sede
zelo, la pietà, la saviezza, il disin- romana.
teresse , T applicazione al governo EUGENIO IV Papa CCXVII.
della Chiesa, al progresso della re- Chiamato prima Gabriele, fu pa-
ligione, alla estirpazione dell'errore, trizio veneto. Trasse sua origine
virtudi tutte, V unione delle quali dalla famiglia Condulmieri, venu-
forma Vi idea d' un gran Pontefice, ta da Pavia in quella città , co-
trovaronsi a meraviglia congiun- me dicemmo Condul-
all' articolo
te nella persona di Eugenio III mieri ( Vedi). Nacque da Angelo
che sulla carne portava una tona- Condulmieri e da Beriola Corra-
ca di lana, e dormiva sul nudo ro. Appena morto suo padre, Ga-

terreno. Non poteva essere altri- briele diede ben tosto a conoscere
menti la sua gloriosa condotta, co- come infastidisse della terrena gran-
me quello che si regolò secondo i dezza, ed a tesoro si avesse la vera ca-
consigli del dottore s. Bernardo, rità, distribuendo a'poverelli venti
che per lui scrisse il celebre libro mila ducati del suo ricco patrimonio,
De Consideratìone. Egli amò la gente e facendosi canonico della congre-
studiosa , ricompensò le persone dot- gazione Celestina di s. Giorgio in

te, ravvivò lo spirito dello studio, Alga. Vuoisi che fino da questo
fece rinascere l'emulazione, procurò punto due romiti gli predicessero
la traduzione de' libri di s. Gio. il suo futuro pontificato non solo,
Damasceno sopra la fede ortodos- ma anche la durata e le tristi vi-
sa, e diede una nuova forma alle cende che ne lo avrebbero accom-
scuole di teologia e di legge. Egli pagnato (Vespasiano Fiorentino,
ricuperò Terracina, Sezza, Norma nelle Gesle dì Eugenio; Enea Sil-
e la Rocca di Fumone, e fabbricò vio, in EuKop. cap. 58 ). Anzi (co-

un palazzo in Segni, ed un altro me nota Filelfo, Orat. ad Jaeob.


in Roma presso il Vaticano, che Anton. Marcellum ) glielo predisse-
si crede il principio di quella va- ro ancora i ss. apostoli Pietro e
stissima macchina, che oggi serve Paolo, neir occasione che prodigio-
di abitazione a' Pontefici ed a tutta samente lo guarirono da grave
la numerosa loro corte. malattia. 11 Cardella aggiunge che
Eugenio III governò otto anni, glielo predisse pure s. Giovanni da
quattro mesi e dieci giorni. Tivoli Capistrano. E
questa si fu la via
fu luogo della sua morte, quivi
il per la quale giunse al soglio pon-
recatosi per sollevare il suo animo tificio.

dalle cure pontificie. Il giorno 8 Gregorio XII, suo zio materno,


luglio del ii53 fu l'ultimo della da canonico di Verona lo fece suo
sua vita. Ugone vescovo d'Ostia tesoriere, indi vescovo di Siena nel
lo chiama ornamento della Chie- 1407, quand'egli non avea che
EUG EUG 181
ventiquattro anni di età. Ma accortosi fare la guerra a'turchi, servendosi
che i senesi bramavano piuttosto un così di questo denaro, per ammas-
vescovo della loro nazione, dopo un sare della gente, affine di oppri-
anno rinunziò all'episcopato, e passò mere il nuovo Pontefice, e di re-
a chierico di camera, ed alla cospi- care in poter loro la città d'i Roma.
cua carica di tesoriere generale: po- E ciò sarebbe ad essi riuscito il

scia nel 1408 a' 9 maggio fu innal- giorno 22 d'aprile, se i Colonnesi


zato a prete Cardinale di s. Cle- non fossero stati respinti da'soldati
mente, nel qual grado rimase sino della Chiesa, uniti alle truppe man-
all'anno i424> m
cui Martino V date al santo Padre da' fiorentini e
Io dichiarò legato prima della Mar- da'veneziani, allorché videro la gen-
ca, sconvolta dalle sedizioni dei te spedita in loro soccorso contro
malcontenti, e poi di Bologna da di Eugenio IV dalla regina di Na-
lui ridotta all'ubbidienza e divo- poli Giovanna II, corrotta dal de-
zione della romana Chiesa. Dopo naro de'Colonnesi e voltata a favo-
la morte di questo Pontefice, tre- re di questi.Il Papa scomunicò i

dici Cardinali si rinchiusero a'2 di Colonnesi; ma avendo eglino, dopo


marzo i43i che si
nel conclave, sparso molto sangue, restituito alla
era preparato convento della
nel Chiesa parte del tesoro, e le terre
Minerva, e quivi nel giorno se- occupate, furono ancor essi restitui-
guente elessero concordemente Ga- ti comunione de'fedeli.
alla
briele Condulmieri in età di anni Pochimesi dopo la sua inco-
quarantotto, il quale col nome di ronazione il nuovo Pontefice pro-
Eugenio IV fu solennemente coro- mosse i due primi Cardinali; e Fran-
nato nella scalinata della basilica cesco Condulmieri, nobile veneziano,
vaticana dal Cardinale Santi Quat- figlio di suo fratello, fu tra que-
tro Coronati agli 1 i dello stes- Siccome stava oltiemodo a cuore
sti.

so mese. ad Eugenio IV la riduzione degli


Fu in quest'anno medesimo del suo ussiti alla vera fede, così nell'an-
innalzamento che si aperse quella no slesso i43 1 confermò la lega-
per lui funesta sorgente di avver- zione del Cardinale Giuliano Cesa-
sità e contraddizioni, le quali ne lo rmi, già deputato da Martino V,
accompagnarono in tutto il suo a celebrare in suo nome nella cit-
pontificato, che passò nella mag- tà di Basilea il concilio generale
gior parte in più luoghi errante da lui stabilito. Ed infatti nel gior-
pel corso di nove anni, tre mesi e no 23 luglio dell'anno medesimo
venti tre giorni , per evitare le in- avea avuto principio; quando il
sidie dei suoi nemici. Papa, per nuove ragioni insorte,
Tre Colonnesi, Antonio princi- ordinò che fosse sospeso e fra due
pe di Salermo, Odoardo conte di anni trasferito da Basilea a Bolo-
Celano, e Prospero Cardinale, ni- gna. Si opposero a tale decreto i
poti di Martino V, s'impadronirono padri di Basilea, e però nel i432
del tesoro che lo zio aveva radu- lo continuarono, come aveano co-
nato per somministrare le spese minciato.
a' greci, i quali dovevano condursi Mosso Eugenio IV dal più forte
al concilio in cui si dovea conchiu- timore di un nuovo scisma ne per-
dere l'unione loro co' latini, e per mise la continuazione, e tanto più
i8a EUG EUG
che tale era il desiderio di Sigi- sa, quindi pochi giorni dopo passò
smondo re de 'romani, cui egli co- a Firenze, ove giunse a'^3 di
ronò in Roma coll'insegne imperiali, giugno, mandando così a vuoto le
nell'ultimo giorno di maggio i433, insidie dei romani, i quali anzi
cerimonia che fu soggetto all'immen- furono poscia soggiogati dalle trup-
so affollato popolo della più viva pe pontificie, comandate da Gio-
commozione e meraviglia nel ve- vanni Vitelleschi degli Orsini, ve-
dere che T imperatore, giusta il scovo di Recanati , uomo de'più
consueto rito, colla corona d'oro periti negli affari di guerra, che
in capo serviva di palafreniere a allora si trovasse in Italia. Cadde
sua Santità mentre montava a ben tosto pena sopra il
la giusta
cavallo, e glielo conducea per tre capo de' sediziosi chiamato Poncel-
passi , montando poscia anch'egli letto, e fu innalzato all' onore di
sul suo destriere alla sinistra del maresciallo di Roma Gaspare di
Papa ed accompagnandolo fino a Gio. di Lello Petroni, pei distinti
Castel Angelo, ove preso da
sant' servigi prestati al Pontefice nella
lui commiato, Cesare prosegui fi- ricuperazione della città, e libe-
no al palazzo lateranense, dopo razione del Cardinale Camerlengo
avere creato sul ponte più cava- suo nipote. Se non che ben pre-
lieri. sto nell'anno seguente i435 nuovi
Nell'anno i4^4 Eugenio IV ri- disastri insorsero ad agitare l'ani-
mise nel primiero stato i Cardinali mo del buon Pontefice. Mentre Eu-
Ugo Lusignano fratello del re di genio IV stava in Firenze, ivi pure
Cipro, Giovanni da Casanuova, e trova vasi il vescovo di Novara, spedi-
Domenico Capranica, quando i ro- to come ambasciatore dal duca di
mani sollevaronsi contro di lui, per Milano per trattare Padre col santo
li danni che riportarono da Nicolò della pace. Sedotto questi da cer-
Fortebraccio ; quindi gli tolsero a to Riccio spagnuolo, astuto maestro
forza dal suo lato il Cardinale di tradimenti, tese insidie ad Euge-
Condulmieri suo nipote, lo posero nio IV, e mentre trovavasi a s. An-
in custodia, ed attorniarono di gen- tonio fuori delle mura, lo voleva
te armata il palazzo pontificio. E tradurre col soccorso di Nicolò Pic-
già aveano premeditato il reo dise- cinino, nello stato del duca Filip-
gno di dare il Papa in mano di Fi- po Maria; ma scoperta la trama

lippo duca di Milano insieme colla perchè trattata fra molti, il vesco-
città di Roma, e nel palazzo tradur- vo fellone fu accomiatato dalla cor-
lo de'ss. apostoli abitato già da Mar- te, esperimentando la generosa cle-
tino V, e quivi tenerlo prigione finche menza del Pontefice , ottenutagli
il duca ed il concilio di Basilea a- dal b. Cardinale Albergati. Poco
vessero stabilito ciò che di lui dovea- dopo ebbe Eugenio IV il conforto di
si fare; se non che fatto Eugenio vedere ritornati alla sua ubbidien-
IV consapevole di tutta la trama, za i bolognesi, e restituitagli con
travestito da monaco, in una barchet- pubblica scrittura la signoria di
ta giù pel Tevere se ne fuggì. Giunto quella città, ciò che altresì fecero
ad Ostia, ma inseguito da'romani, quelli di Città di Castello, ed i

salì su di una galera, colla quale Malatesta, che aveano occupata la


per Civitavecchia prese terra in Pi- città di Pesaro.
ELG EUG i83
Successe in questo mentre il gior- zione da ogni pena contro di essi
no 1 1 morte della
di febbraio la stabilita. 11 prode Vitelleschi poi
regina di NapoliGiovanna II, e le soggiogò la città di Palestrina, e do-
ragioni di questo reame apparte- mò Lorenzo Colonna, abbattendone
nevano alla santa Sede, non solo interamente la rocca, c'entro delle
per l'accordo fatto tra la Chiesa sue scorrerie sul territorio romano.
romana e Carlo I d'Angiò, ma si In tutte queste mosse altro non
ben anche per quello confermato avea a fine il santo Padre che la
da suoi successori e da Giovanna pace non solo propria, ma bensì
medesima, ultima della stirpe di anche universale. E fu perciò che
Carlo. Tornato quindi Eugenio IV tutto si diede all'opera di pacifi-
al potere supremo di questo regno, care i francesi cogli inglesi ; ma la
ne stabilì amministratore il Vitel- pertinacia degli odii o 1' ambizione
leschi, vescovo di Recanati, avver- mandarono a vuoto ogni suo sfor-
tendo i napoletani a non ricevere zo. Accordò benignamente con sua
come re, se non chi egli stesso, bolla ad Odoardo re di Portogal-
secondo l'antico costume, avesse no- lo di fare la sacra guerra agli a-
minato. Ma questi poco curando fricani ma colla condizione che
,

le ragioni del Pontefice, parte in- non tornasse a pregiudizio di ve-


vitarono allo scettro Renato, fra- run altro re cristiano , ne fosse
tello del defunto Lodovico d'Angiò, quindi causa di nuove dissensioni.
e parte Alfonso V, re di Aragona, il Neil' occasione della lite insorta fra
quale, accompagnato da' suoi fratel- Giovanni re di Castiglia ed il pre-
li Giovanni II, re di Na varrà, Enri- detto re portoghese sulle isole Ca-
co, e Pietro, assediò con numerosa narie, ove viveano schiavi i neofiti
armata la città di Gaeta, ove essi sottommessi da' cristiani, Eugenio
con molti altri signori restarono vietò tale servitù, sotto gravissime
prigioni dell'armata de'genovesi che pene, intimando puranche con le
vi avea inviatoduca di Milano, il
il minaccie ad Odoardo ed a
piti forti

quale generosamente li trattò e ri- Jacopo II re di Scozia, eli rivocare


mise nella primiera libertà. Il san- gli editti pubblicati contro l'immu-
to Padre colla maggior parte del nità ecclesiastica. Nel giorno poi
regno si mise a proteggere Renato, 9 agosto del i4^7 innalzò al Car-
ne lo invitò con lettere al posses- dinalato il solo Giovanni Vitelli Vi-
so di quel regno, e perciò replica- telleschi, celebre nella storia di quei
te istanze diresse a Filippo duca tempi.
di Borgogna, onde dalla prigionia Tale si era e così infelice la si-

lo sciogliesse, in cui giaceva. tuazione di Eugenio IV, che gli fu


Oppresso da tante cure il Pon- d'uopo approvare tutto quanto sta-

tefice, il giorno 18 aprile del i436, bilivasi nel concilio di Basilea. E


da Firenze si portò a Bologna. Fu già coi suo estorto consenso dalla
in questo tempo che i cittadini di sessione XVII erano giunti que'pa-
Forlì, essendo stati sconfitti da Fran- dri alla XX V celebrala a 7 maggio
cesco Sforza, generalissimo dell'e- 1437. Quando insorta questione
sercito della Chiesa e gonfalonie- fra essi sopra il luogo in cui do-
re di essa, si sottoposero dr nuovo veasi celebrare il concilio per la
ad Eugenio IV, e n'ebbero l'assolu- riunione de'greci, i quali aveanori-
184 EUG EUG
fiutato BariUn, Eugenio IV trovan- s' erano riconciliati colla Chiesa la-
dosi in Bologna, nel primo ili ot- tina.
tobre del 1437 ordinò che si riu- Intanto si proseguiva il concilio
nisco il concilio Ferrara, ove
in di Basilea, divenuto conciliabolo do-
trasferi rotisi la maggior parte dei po la partenza del Cardinale Ce-
padri, e nel principio dell anno se- sarmi legato. Carlo VII re di Fran-
guente vi si diede principio. 11 Pa- cia, nel i438, estrasse da' decreti
pa medesimo, ai 1 5 di febbraio, di questo conciliabolo la celebre
assistè alla seconda sessione con prammatica sanzione divisa in tren-
settautadue vescovi : e nel giorno totto articoli e condannata da Eu-
4 di marzo vi giunse puranche genio IV. Nell'anno seguente i439,
Giovanni VII Paleologo, impera- i pochi padri di Basilea, cioè undi-

tore d'oriente, accompagnato da ci vescovi, sette abbati e quattor-


suo fratello Demetrio, da cinquanta dici dottori col presidente Lodovi-
e più arcivescovi ed altri prelati co Alamand Cardinale d'Arles, do-
greci, e da più di settecento per- po avere dichiarato come verità di
sone di comitiva. Narrasi ch'egli fede nell'ultima sessione 33, che
avesse montato sulle galere del Pa- l'autorità del concilio generale era
pa, rifiutando quelle inviategli dai superiore a quella del sommo Pon-
padri, ch'erano ostinatamente ri- tefice, ed opposti ad Eugenio IV
inasti in Basilea, come abbiamo da diversi capi di accusa, lo degradaro-
Andrea di s. Croce, pag. 70 Ad. no dal pontificato , sostituendogli
conc. Fior. l'antipapa Felice V. Intrepido il

Assalita in questo tempo la cit- buon Pontefice, nel i44° scomu-


tà di Ferrara dalla peste, Eugenio nicò l'antipapa co' suoi fautori, ed
IV fu costretto a trasferire il con- annullò tutte le sentenze date dai
cilio in Firenze nell'anno 14^9, basileesi dopo la transazione del
ov' egli stesso si condusse dopo se- concilio a Ferrara.
dici sessioni tenute in Ferrara. A Nell'anno 1 439, a' 18 dicembre,
questo nuovo concilio generale XVI mentre celebrava il concilio in Fi-
presedette il Papa coli' intervento renze, fece il santo Padre la terza

di centoquaranta vescovi , e del promozione di diciassette Cardina-


suddetto imperator greco. In esso li, ed ai 22 di giugno dell'anno
si pubblicò il decreto dell' unione seguente la quarta di altri due;
de' greci sottoscritto dal Papa, dai cioè del famoso Scara m pò Mezza-
deputati delle due Chiese greca e rota, e del suo nipote Pietro Bar-
latina, e dallo stesso Paleologo, che bo, poi Pontefice Paolo 11. Confer-
lo segnò con inchiostro rosso al- mò tutti i privilegi dell' università
l' uso degl' imperatori greci. Ma di Padova, concessi da Urbano IV
riuscì vana ogni cosa. Mentre ri- e Clemente VI, ed institui in Fi-
tornati i greci alla loro patria, mos- renze una scuola di chierici gra-
si da Marco vescovo d' Efeso, il tuitamente mantenuti ed istruiti
quale avea ricusato di sottoscriver- perchè avessero ad assistere ai di-
ne il decreto, nel 1 44^ ritornaro- vini uffizi. Durante il medesimo con-
no all'antico scisma, nel quale in- cilio, dopo la partenza dei greci
sistono tutt'ora, dopo la decima- da Firenze, Eugenio IV pubblicò
quinta volta, secondo alcuni, che il rinomalo decreto, in cui islrui-
EUG EUG i85
va e riceveva nella Chiesa roma- quei versi che analogamente a tale
na gli armeni , che per ambascia- ambasceria riportammo al voi. I,

tóri gliel'avevano richiesto. V . Ber- pag. 1*6 del Dizionario.


nino, Storia dell' eresìe, tom. IV, Se non che nuovi perigli ed am-
p. 34- Perchè poi questo conci-
1 bascie insorsero ad affliggere l' a-

lio acquistasse sempre più di au- nimo del Pontefice. Alfonso V re


torità io trasferì da Firenze a Ro- di Aragona, dopo di avere nel i44 2
ma nell'anno i44 2 ove 1° s P r0 "
?
i stretta di assedio la città di Na-
seguì di una sola sessione nella ba- poli, ai 28 di giugno vi entrò trion-

silica lateranense. fante a fronte del rinforzo cui per


quest'anno stesso partendo
In ordine di Eugenio IV vi recarono i
Eugenio IV da Firenze, si portò con genovesi. Mancando quindi il santo
ventiquattro Cardinali a Siena, do- Padre di forze bastevoli a scac-
v'era stato vescovo. Vi soggiornò ciamelo dall'usurpato regno, ed a
sei mesi , e quindi passò al con- riacquistare le molte città dello sta-
vento di Lecceto , a cui con due to ecclesiastico da lui per frode oc-
bolle dei 6 settembre i44 2 con " cupate, tentò ogni mezzo a vin-
cesse molti privilegi, e così purea cerlo colla dolcezza. Quindi creollo
tutta la congregazione agostiniana. bentosto gonfaloniere della Chiesa :

In Siena benedisse la rosa d' oro , ma proseguendo egli nelle sue ree
e la donò a Rinaldo signore di imprese e tradimenti, Eugenio IV
Piombino, generale de' senesi. Qui- ne lo privò dell'uffizio di gonfalonie-
vi fu visitato da' signori di Man- re, lo spogliò d'ogni diritto, che
tova e di Urbino, e vi fece pace e come feudatario della Chiesa ro-
lega col re Alfonso di Napoli, e mana avea acquistato, e lo sotto-
col duca di Milano, secondochè mise ad altre pene. Vedendo però
narra il Gigli, Diar. Sanese, tom. il santo Padre che nulla di ciò
II, pag. 1 64- Quindi si restituì in rimuoveva l'Aragonese, e temendo
Roma a' 21 settembre i443- ch'egli si unisce all'antipapa Feli-
In mezzo alle tante angoscie da ce V, col quale già di ciò comin-
cui era di continuo oppresso, ebbe ciava a trattare, nel i44^ prese
in quest'anno il Pontefice la con- il consiglio di dargli in feudo il
solazione di riunire alla nostra re- regno di Napoli, ch'egli a forza
ligione prima i giacobiti , a' quali s'era sottom messo, con una bolla si-
diede per quest'oggetto un istrut- mile a quella, con cui Clemente IV
tivo ed esemplare decreto, e po- l'avea dato a Carlo I, siccome si
o siano etiopi, l'im-
scia gli abissini legge nel Biondo, dee. 4j nD I* «

peratore de' quali Costantino Zara Quantunque da simili ed altre


Jacopo, volgarmente detto Pre- cure occupato ed oppresso il Pon-
te Gianni, invitato dal santo Pa- tefice, stavagli oltremodo a cuore

dre a ricevere la benedizione cat- l'abbattimento de' turchi ,


già vin-
tolica, a tale effetto i
gli spedì ti dal prode Scanderberg. A tale
suoi ambasciatori, che da Eugenio fine nell'anno 1 44^ inviò lettere
furono accolti in Roma con parti- interessantissime a tutti i cristiani,
colare tenerezza. Nelle porte di perchè avessero a prendere le armi
bronzo della basilica vaticana, fat- contro di Quindi nell' anno se-
essi.

te da questo Pontefice, leggonsi guente somministrò ad Uladislao re


i86 EUG EUG
di Ungheria con cui il soldano
, leggiate il conciliabolo di Basilea
Amurat 11 guerreggiava, grande (V. Enea Silvio, Comment. de. re-
copia eli denaro, col quale si as- bus Basileae gestis, pag. 108). An-
soldò un possente esercito nella che nella Germania nell'anno 1446
Dalmazia , nel regno di Napoli, e suscitaronsi nuovi nemici contro di
nella Fiandra, diviso in due cor- Eugenio IV, per la deposizione da lui
piuno per mare, V altro per ter-
,
fa Ha dei due arcivescovi di Colo-
ra,al primo de'quali fu destinalo nia e di Treveri, per essere stati
come legato il Cardinal Condulmie- favorevoli al concilio di Basilea ed
ri, al secondo il Cardinale Giulia- a lui nemici. Efficacissima fu per
no Cesarini, il quale nella vittoria allro la mediazione di Enea Silvio,
de' turchi restò ucciso coll'anzidetto ambasciatore di Cesare appresso il
Uladislao , il giorno io novembre Pontefice, a rimetterneli, in vista
del i444> come abbiamo da Enea appunto della cotanto desiderata
Silvio, Europ., e. 4- Fu circa, que- concordia , la quale fu conchiusa
sto tempo che il santo Padre de- per opera di Giovanni Carvajal e
cise la lite fra gli ambasciatori del di Tommaso Parentuccelli. Colla
re di Aragona, so-
Castiglia e di bolla pubblicata al solito nel gio-
pra preminenza del luogo nel-
la vedì santo contro gli eretici, sci-
le cappelle papali, rimanendo per smatici ed usurpatori delle ragioni
sentenza di Eugenio IV il Casiglia- della Chiesa, furono colpiti l' anti-
no nel possesso del primo luogo : papa, e Francesco Sforza usurpa-
come pure fece la quinta promozio- tore della Marca, sostenuto e soc-
ne creando Cardinale Alfonso Bor- corso dai fiorentini ; motivo per
gia, che fu poscia Pontefice col cui il santo Padre, riuscendo inu-
nome di Calisto III. tile ogni sua preghiera, incitò Al-
Nell'anno i44^ arrido il r e Ste- fonso V re di Aragona perchè ne
fano Tommaso abiurati gli errori li facesse desistere dal soccorrerlo.
de' manichei, ebbe Eugenio IV il Nel giorno 16 di dicembre del
dolce conforto di ricevere nell'unio- i446 Eugenio IV fece la sesta pro-
ne della Chiesa romana gli scismatici mozione di quattro Cardinali, fra i

dell' isola di Cipro, e della Bosnia. quali il detto Tommaso Parentuc-


Se non che gli sopraggiunsero ben celli, che fu suo immediato succes-
tosto nuove afflizioni per parte de- sore, col nome di Nicolò V. Nell'an-
gli scismatici di Basilea, quantun- no seguente poi, al primo di feb-
que colla maggiore dolcezza e di- braio, canonizzò nella basilica va-
ligenza procurasse di ridurneli alla ticana s. Nicolò di Tolentino [V.
vera pace. Ed infatti avea egli be- Ridolfìno Venuti, Numism. Pontif.
nignamente assolto dalle incorse Roman. ,
pag. 9 ).Consumato da-
censure Ottone vescovo di Tortosa, gli suo torbido ponti-
affanni del
il quale abbandonato l'antipapa, ficato,cadde finalmente Eugenio IV
rifiutò il falso titolo cui avea ricevuto nello stesso mese ed anno ammala-
di Cardinale: e simile perdono con- to, e per molti giorni contrastò
cesse ad Enea Silvio Piccolomini, colla morte. Ed essendogli già im-
invialo ambasciatore a Roma da Fe- minente, per non lasciare occasio-
derico III re dei romani, il quale era ne a continuarsi lo scisma, aven-
incorso nelle censure per avere spal- do riprovati i decreti di Basilea,
EUG EUG 187
formati col nome di concilio gene- ressato copnrenli ; mantenilore del-
rale, ordinò con sua bolla, che il la pace e della giustizia, zelante
suo successore fosse eletto a nonna propagatore della religione cattoli-
delle leggi di Gregorio nel con- X ca, e pronto in ogni occasione al

cilio di Lione, e di Clemente V soccorso de'poverelli. Ebbe presso


in quello di Vienna, esortando nel di lui onestissimi e zelanti fami-
tempo stesso i Cardinali ad eleg- gliari, da cui voleva essere infor-
gere un Pontefice degno di soste- mato delle cose, per prenderne
nere la dignità della santa Sede. provvidenza. In una parola Euge-
Munito quindi dei ss. sagramenti nio IV fu uno de'più. grandi Pon-
mori nel bacio del Signore, fra le tefici, benché uno de' meno felici,
braccia di s. Antonino, nel giorno siccome pur notò sant' Antonino,
23 febbraio i447> contando anni part. 3, tit. 22, cap. 2. Vacò la
sessantaquattro di età, e quasi se- santa Chiesa dieci giorni.
dici di governo, cioè meno dieci EUGENIO Romano, Cardinale.
giorni. Fu egli l'unico Pontefice V. Eugenio IIPapa CU.
a cui ricorsero due Augusti greco EUGENIO, Cardinale. Eugenio
e latino, per riconoscerlo padre e assunto al vescovato di Ostia, fu
pastore universale , come osserva delegato nell'878 da Giovanni Vili
Paolo Emilio, De reb. gestis Frati- alla corte dell' imperatore Basilio
cor. , lib. 225.
io, pag. L'udi- in qualità di legato Pontificio, assie-
tore di rota Malatesta, ed il Car- me al vescovo di Ancona, per ri-

dinale Parentuccelli gli fecero l'o- chiamare all'antico lustro quel cle-
razione funebre , ed il suo cor- ro decaduto nel costume, e nel
po fu in piana terra sepolto nel domma, per togliere le dissen-
e
Vaticano, accanto al sepolcro di sioni cheincominciavano a produr-
Eugenio III, com' egli avea ordi- re i nuovi insegnamenti dell'em-
nato a'suoi famigliari, in un mo- pio Fozio , e riordinare la di-
destissimo avello, il quale poi dal sciplina ecclesiastica. Sedotto però
Cardinale Condulmiero suo nipote da quell'eresiarca, finse di essere
fu ridotto in magnifico deposito; stato spedito per deporre il pa-
ma nella riedificazione di questa triarca legittimo s. Ignazio, e so-
basilica fu questo deposito traspor- stituirvi il già discacciato Fozio.
tato alla chiesa di s. Salvatore in Presiedette ancora al conciliabolo
Lauro, ove officiarono per duecento per tal motivo raccolto; ma fu se-
sessantaseianni i canonici di san veramente condannato dal Pontefi-
Giorgio in Alga da lui medesimo ce, il quale tuttavolta perchè ri-
istituiti. parasse al mal fatto, lo destinò
Era Eugenio IV di statura grande nella nuova legazione pel medesi-
e di animo sempre eguale, di aspet- mo oggetto, e in quella presso ai
to grave ed estenuato, di poca let- bulgari, nelle quali si diportò con
teratura, ma insigne storico; ma- zelo e sollecitudine veramente ec-
gnifico nel ristoramento delle chie- clesiastica, e riparò agli scandali
se e ornamenti di Roma, in mezzo che dato aveva. Né altro dice il

alla quale alzò 1' edifìcio dell'uni- Cardella di lui.


versità chiamata Sapienza j protetto^ EULALIA da Barcellona (s.).

re de'virtuosi e de'letterali ; disinle- Al tempo della persecuzione di


,

i88 EUL EUL


Diocleziano, sostenne questa santa ed è onorata dalla Chie-
ella spirò,

vergine il martirio in Barcellona. sa per vergine e martire il dì 20


Ella è la principale protettrice di dicembre.
<|tusla città, ed ivi, come dicemmo EULALIO, Cardinale. V. Eu-
all'articolo Barcellona (Vedi), con lalio Antipapa.
mnm venerazione si custodiscono EULALIO Antipapa. V. Anti-
le sue reliquie. La sua festa viene papa III.

celebrata il dì 1 1 febbraio. EULOGIE (Eulogia). Questa


EULALIA (s.). In Merida, ca- parola deriva da un vocabolo gre-
pitale della Lusitania in Ispagna co che significa benedizione o mu-
nacque Eulalia. Allevata nella cat- nificenza; e siccome tal nome si
tolica religione, dotata di un'in- diede ai pani benedetti, dalla be-
dole dolce, e di una rara mode- nedizione che si faceva con orazio-
stia, diede ancor giovinetta a co- ni, si prese il segno per la cosa
noscere quanto ella amasse la vir- segnata. L'apostolo s. Paolo die
ginità. Non avea Eulalia ancor questo nome all'eucaristia, Cor. I,

tocchi gli anni dodici, che dall'im- cap. io, v. 16; ma poscia si chia-
peratore Diocleziano sentì intima- marono eulogie diverse cose bene-
to a tutti i cristiani un editto di dette,come il pane, il vino, ed
sacrificare agl'idoli. Eulalia anziché altre vivande che si distribuivano
spaventarsi, sentì suo cuore l'ar- in (ed il pane finita la messa) a quel-
dore del martirio, e trascurando li ch'erano presenti alla chiesa, co-
le premure della madre, che vole- me una specie di supplimento del-
va sottrarla dal pericolo, di notte- l' eucaristia, o che si mandavano
tempo ella fuggì, ed il dì vegnen- agli assenti in segno di comunio-
te si presentò al tribunale del giu- ne.Le eulogie che davansi come
dice per nome Daciano. con Ivi un supplimento dell' eucaristia, e
eroica fermezza lo rimproverò di che consistevano in pani benedetti,
perseguitare i seguaci della vera si distribuivano colle stesse cerimo-
religione e lo rinfacciò di sua em- nie esterne dell' eucaristia medesi-
pietà. Daciano sorpreso da un sì ma. Bisognava essere digiuni per
generoso ardimento, volle lusingar- mangiarne, non si davano né agli
la sulle prime a mutare consiglio, ne ai cristiani scomunicati.
infedeli,
ina inutili riuscendo le sue am- Quello che davasi a'eatecumeni, che
monizioni, passò alle minaccie, e sant'Agostino chiama Eulogia, ed
posti sotto gli occhi di lei gli una speciesagramento, era il
di
stromenti, coi quali sarebbe tor- sale benedetto che loro ponevasi nel-
mentata, la invitò ancora ad ob- la bocca, il latte e il mele che pur
bedire al sovrano comando. Eula- davansi loro benedetti, per denotare
lia a tutto resistè, ed intanto che la loro infanzia nello spirito. V.
due carnefici con uncini di ferro l'Albaspina, nelle sue Osservazioni
le laceravano i fianchi, e le scopri- de' sagri riti, lib. 2, osserv. 35
vano le ossa, ella vide in quelle pia- e 36. Il Berlendi, con altri, è di
ghe i trofei di Gesù Cristo, e die opinione che la Chiesa latina desse
gloria al suo Signore, senza man- le eulogie pure a'eatecumeni, seb-
dare un lamento. Assoggettata per bene fossero congedati dalla chiesa
ultimo a morire fra le fiamme, prima della presentazione delle ob-
EUL EUL 189
blazioni, ed opina che come con- «•
care non fuerint parati, eulogias
servavasi l'eucaristia per comuni- » omni die dominica, et in die-
care energumeni, che non era-
gli »>bus festis ex inde accipiant ".
no presenti ne alle obblazioni, né V. Eucaristia, nonché l'articolo Mes-
al sagrifizio, così potessero conser- sa. Nella liturgia armena si dichia-
varsi pei catecumeni, e che fossero ra, come questa distribuzione di pa-
quegli alimenti chiamati minuti sa- ne benedetto sia un vivo simbolo
gramene, mentre il sale davasi so- delle molliche che desiderava la

lo ne'giorni solennissimi di Pasqua. Cananea cadute dalla mensa di Cri-


Avverte il medesimo Berlendi, che sto.

veramente l'eulogie erano di solo Inoltre il Papa san Melchiade


pane, distribuendosi il vino ed al- ordinò che i preti delle parrocchie
tro quale eulogia solo dalla Chiesa di Roma in segno di
pigliassero
alessandrina, e da poche altre chiese. comunicazione il pane dal Pontefice
Siccome in progresso di tempo benedetto, per quindi distribuirlo
non si poteva spedire l'eucaristìa al popolo; ed Innocenzo III attesta

tanto ai vicini, che ai lontani, per che tal pane lo recavano ai preti
gl'inconvenienti che potevano acca- da parte del Papa, gli accoliti. I
dere, specialmente nel tempo delle Papi usavano mandare delle eu-
persecuzioni, così quarto
verso il logie ai vescovi più lontani; ed i
secolo, e nel suo principio, venne- vescovi e i sacerdoti se ne man-
ro sostituiti i pani benedetti, o eu- davano pure a vicenda gli uni a-
logie, in segno dell'unione de'cuori gli altri, principalmente nelle gran-

che regnava tra le diverse Chiese, di feste, come al Natale, alla Pa-
e la reciproca unione, credenza ed squa ec. I semplici fedeli e le don-
amicizia de'cristiani, e qual simbo- ne stesse se ne mandavano del pa-
lo di carità e di pace; tali pure ri. Ne' monisteri distribuivansi le

essendo i motivi della precedente eulogie nel refettorio, giacche tutti


trasmissione della eucaristia. Al i religiosi offrivano alla messa con-
Pontefice s. Melchiade, eletto l'an- ventuale dei pani, di cui consacra-
no 3 ii, viene attribuita l'istituzio- vasi una parte per comunicare
ne delle eulogie, ossia la distribuzio- alcuni fratelli. Gli altri erano be-
ne del Pane benedetto [Vedi), la nedetti per essere distribuiti nel
quale fu poi similmente comandata refettorio a che non si era-
quelli
da s. Silicio Papa del 385, e da no comunicati, e che doveano co-
s. Innocenzo 1 del 402. V. il San- minciare dal mangiar questo pane
dini, Vitae Font. t. I, p. 84. Pe- prima del pranzo. Abbiamo dal
rò riporta il Macri, che già avea Surio, i.° marzo, che trovandosi nel
decretato s. Pio I, del i58, col concilio Aurelianense, celebrato nel
cap. 4- u Ut de oblationibus quae 54o, fu pregato s. Albino vescovo
« offeruntur a populo et consecra- Andegavense, perchè volesse bene-
» tioni supersunt, vel de panibus, dire alcune eulogie da mandarsi
» quos deferunt fideles ad Ecclesiam, ad uno scomunicato, avendole già
» vel certe de suis conveniente!* benedette altri vescovi rispose che
;

•' partes incisas habeat in vaso 11 i- lo avrebbe fatto perchè gli si co-
•> tido , et convenienti , et post mandava, ma che Dio vi avrebbe
« missarum solemnia, qui comuni- provveduto, siccome avvenne, gtac-
1 90 B I I
i EUL
che lo scomunicato mori piÌÈM tagliandi in molte parti, e nel fine
ili ricevere le dilogie. «Itilamessa distribuivasi a quelli
Nana il Baronio, all'anno 645* ohe non volevano o non potevano
che il Pontefice Teodoro 1, rice- comunicarsi ; benché si legga esse-
vendo alla comunione cattolica il re state talvoltadate anche a chi
penitente Pirro patriarca Costanti- si comunicato. Queste pro-
era
nopolitano, protettore dei monote- priamente chiamavansi eulogie, che
lili, poi convertito, e convinto in al dire del Berlendi significano cibi
pubblica disputa da s. Martino, benedetti, a questo fine introdotte,
non solo gli restituì la dignità pa- acciocché facendo le veci dell'eu-
triarcale, ma in segno di maggior caristia, rappresentassero quella co-
unione e comunicazione lo fece se- munione più frequente, che prati-
dere sopra la cattedra vicino all'al- cavasi per innanzi da'fedeli, e per-
tare, e distribuire al popolo le eu- ciò chiamate dai greci, Sacrimi an-
logie. tidorum, hoc est vice doni, dice il

In quanto al tempo della di- p. Morino.


stribuzione, ordinò il concilio Lao- Abbiamo detto di sopra che del-
diceno col 4* cne s faccia
can. * le eulogie non potessero partecipa-
questa distribuzione di pane bene- re se non coloro eh' erano digiuni,
detto dopo la messa, eccettuando il e che avevano diritto alla comu-
giorno di Pasqua ( nel quale tutto nione, e perciò non fu stimato de-
il popolo doveva ricevere l'eucari- gno Leudasse di riceverle da s.
stia), e il tempo quaresimale per Gregorio di Tours ; tuttavolta si
non rompere il digiuno. Allora, davano dai greci anche ai catecu-
in vece del pane, il sacerdote meni ed agli scomunicati prò cri- :

diceva l' orazione sopra il popolo, mine obstrictis, dice Germano pa-
come si costuma sino al presente do- triarca, haec oblatio sanctitate re-
po la comunione, avendo il diaco- dundans alterili* vice sanctioris in
no pronunciato le parole Humilia- : missa solemnitalibiis, substiliritiir, et

te capila vestra Deo. Parlando il qfferturj anzi comandò Niceforo Ca-


Berlendi, delle obblazioni all'altare, no, dovere i delinquenti partecipare
pag. 22, del cucchiaio col quale si Eidogiae et pani confracto, alla

raccoglievano i frammenti delle quale eulogia del pane univano i

obblazioni che si distribuivano ai greci anche quella dell'acqua, per


comunicanti, dice che queste par- imitare la comunione sotto le due
ticole del pane consagrato si tro- specie, che intendevano coll'eulogie
vano, negli antichi secoli, talvolta di rappresentare. Si legge nel cita-
chiamate col nome di eulogie, seb- to Macri, che la cerimonia di di-

bene ordinariamente non fossero le stribuire il pane benedetto si man-


eulogie particole della sagra comu- tiene al presente nella Chiesa greca
nione che davasi al popolo, ma ed armena. E ciò esse fanno an-
una semplice loro rappresentanza. cora in Roma nelle funzioni solen-
Dappoiché facendosi tre divisioni ni dopo la messa cantata, ed in
del pane che veniva offerto all'al- alcune parti si fanno ancora dalla
tare, una pel celebrante, l'altra per i Chiesa latina particolarmente nella
comunicanti, la terza che sopra- Francia, dove con molta solennità
vanzava, con rito solenne benedetta, nel tempo dell' offertorio viene por-
EUL EUL i 9f
Info il pane por essere bene- nostro Eulogio, per avere incorag-
detto. giato i martiri a sostenere i tor-
La voce dilogia finalmente si disse menti. In prigione si occupò egli
in altri significati, come di limosi- a scriveresua esortazione al
la
na, o altro donativo. Così chiama- martirio, e posto dipoi in libertà
ronsi eniogie le cene benedette dai non si occupò che di annunziare
vescovi e dai sacerdoti, ed i sem- la divina parola. Morto nell'858
plici doni non benedetti. S. Leone l'arcivescovo di Toledo, Eulogio
IV proibì ai vescovi di Bretagna fu eletto ad una voce per successo-
di obbligare i loro sacerdoti a por- re. Sopravvisse però di poco alla
tar loro dei doni, eulogias, quan- sua elezione, e sofferse il martirio
do vengono ai sinodi; ed Incmaro per aver ricoverata una figlia di
di Reims proibì ai suoi arcidiaco- un mussulmano, la quale istruita
ni di ricevere eulogie o doni dai da un proprio parente nella reli-
sacerdoti di loro giurisdizione, se gione cristiana, e ricevuto anche il
non vengono offerti volontariamen- battesimo, avea implorata assisten-
te. Eulogie furono pur detti i di- za dal santo vescovo. Tradotto Eu-
ritti e le rendite annuali. Il Rinal- logio al cospetto del giudice, e rim-
di, all'anno 3i4, num. 56, parla proverato di aver dato mano alla
delle eulogie pubbliche, segno di insubordinata fanciulla, rispose fran-
cattolica comunione, e
di quelle camente, e provò, che in questa
private che amici ebbero in co-
gli cosa la disobbedienza a' genitori
stume per antico di mandarsi uno tornava dovere; e si mise poscia
all'altro, qual costume ne ri-
del ad istruire il giudice, e a dimo-
porta diversi esempi. Delle eulogie strargli quanto grande impostore
pubbliche e private, e perchè il era Maometto. Sommamente irrato
diacono nelle messe feriali della il regio ministro,
condurre fece
quaresima dica humiliate capi- Eulogio al cospetto del re, il qua-
ta veslra Deo 3 ne tratta il Sar- le sull'appoggio soltanto delle depo-
nelli, tom. VI, pag. 38 delle Leti, sizioni del suo ministro, non de-

ecclesiastiche. gnando neppur d'un ascolto il san-


EULOGIO m CoimovA (s.). Da to vescovo, ordinò che fosse decapi-
una delle più cospicue famiglie di tato. Eulogio condotto al luogo del

Cordova in Ispagna sortito Eulogio, supplizio consumò gloriosamente il


i primi suoi anni visse fra i chie- suo martirio li i marzo dell'an-
i

rici della chiesa di s. Zoilo. Dive- no 809, e la Chiesa in tal giorno


nuto in progressso sacerdote, fu de- ricorda la sua festività.
stinato a presiedere alla scuola ec- EULOGIO (s.). Nativo Eulogio
clesiastica della sua patria. Col di- di Siria, assai giovane abbracciò in
giuno, veglia ed orazione santifica- patria lo stato monastico. Agitate
va i suoi studi, e coll'umiltà, dol- in quei dì le chiese di Siria e di
cezza e carità si procurava l'ami- Egitto dagli eutichiani, divisi nelle
cizia e venerazione di ogni persona. loro eresie in varie sette, seppe Eu-
Suscitatasi una fiera persecuzione logio preservarsi dal guasto gene-
ncir anno 85o contro i cristiani, rale , e con una vita pura, farsi
furono posti in carcere il vescovo da tutti ammirare per vero segua-
e molti preti, fra' quali anche il ce della cattolica dottrina. Datosi
19* EUM EUN
egli a tutto uomo allo studio citi- romani Pontefici, appartenente alla
le teologiche verità, alla lettura del- metropoli pur titolare di Laodicea.
la sacra Scrittura, e degli scritti EUNOMIAN1 (Eunomiani). Gli
de' padri , fornito di un ingegno Eunomiani erano discepoli diEu- i

penetrante, fece rapidissimi progres- nomio, vescovo di Cizico, il quale


si, e giunse ben presto a porsi in sosteneva gli errori d'Ario, e ve
ìstato di combattere l'eresia domi- n'aggiugneva degli altri. Vanta va-
nante, e divenne uno dei più bril- si di conoscere Iddio tanto perfet-
lanti lumi della Chiesa di quei gior- tamente, come Iddio conosceva sé
ni. S. Anastasio patriarca di An- stesso. Osava dire che il Figlio di
tiochia, conosciuto il pressante biso- Dio non era Dio che di nome ;
gno, chiamò a se Eulogio, ed or- che non si era unito sostanzial-
dinatolo sacerdote divise con lui le mente all'umanità, ma solamente
cure dell' apostolico ministero. Ti- per la sua virtù e per le sue ope-
berio Costantino, principe saggio, razioni. Condannava il battesimo
volendo riparare i mali cagionati dato in nome della ss. Trinità,
alla Chiesa da'suoi predecessori, in- e ribattezzava quelli che lo erano
formato delle virtù e meriti di stati con quella forma. S. Girola-
Eulogio il volle a reggere la chie- mo lo accusa di avere disprezzato
sa di Alessandria, ed elettolo pa- le reliquie de'santi martiri, e di a-
triarca, fu consagrato sul finire del- vere sostenuto che non potevansi
l'anno 583. Due anni dopo, obbli- onorare senza delitto, e che i mi-
gato a recarsi in Costantinopoli, ivi racoli, che facevansi alle loro tom-
trovò per apocrisario pontificio san be, non erano se non illusioni del
Gregorio il grande, e con lui si demonio. S. Basilio ci lasciò cinque
strinse nella più intrinseca ami- libri contro Eunomio, e venne al-
cizia. Separatisi dipoi , continua- tresì confutato da s. Gregorio Na-
rono a tenere una santa corrispon- zianzeno, e da s. Gregorio Nisseno.

denza. Con zelo e con carità reg- EUNUCO (Eunuchus). Vocabo-


gendo ed ammaestrando il suo po- lo derivato da due parole greche
polo mori santamente Eulogio nel- indicanti la persona che ha la cu-
l'anno 608. La sua festa è asse- ra o la guardia del letto nuziale
gnata ai i3 settembre. o del talamo. I diversi significati

EUMENIA. Città vescovile della di questo termine diedero motivo


prima Frigia Pacaziana, nella dio- ad alcune false critiche sopra al-

cesi ed esarcato d' Asia, sotto la cuni testi della sagra Scrittura . Fa-
metropoli di Laodicea, che Com- vorito osserva che la parola eth
manville dice eretta nel quinto nuco, significa custodire il letto, o
secolo. vuole fabbricata sul Clu-
Si l'interno di un appartamento, anzi
drus da Eumene fratello di Atta- vuoisi che questo in origine fosse
lo, e Stefano di Bisanzio la chia- il titolo di tutti i camerieri del re.

ma Eumcneia. Cinque vescovi vi Nella Scrittura prendesi frequente-


ebbero sede, Trasea, Teodoro, Leo- mente per un ulliziale di un prin-
ne Paolo , ed Epifanio
, Orù'tis . cipe, che serve alla sua corte, ed
Clirist. tom. I, p. 807. Al presente occupato nell' interno del palazzo,
Eumeni», Éumetuem, è un titolo siache fosse veramente eunuco, sia
in parlibus , che si conferisce dai che non lo fosse. Era pine nume
,

EUN EUN i
93
di uffizio e di dignità, come fu dell'Asia avevano eunuchi presso
Putifar eunuco di Faraone e pa- le loro persone ; che questi dive-
drone di Giuseppe, che aveva mo- nivano i loro favoriti, o i loro pri-
glie e figli. Iddio avea proibito al mari uffìziali, e che ad essi confi-
suo popolo d'Israele di fare gli eu- davasi sovente l'amministrazione
nuchi e di castrare anche gli ani- de' pubblici affari, ed anche il co-
mali, come si legge nel Levitico 22, mando delle armate. Fu la corru-
24, e nel Deuteronomio 2 3. Il zione de' costumi , che introdusse
Salvatore in s. Matteo 19, 12, par- fra gli orientali la pluralità delle
la d'una specie di eunuchi differen- donne, e la gelosia de' mariti por-
ti da questi, e sono quelli che si tò i grandi a far mutilare gli uo-
sono fatti eunuchi pel regno dei mini che servivano nel loro palaz-
cieli, vale a dire, che per un mo- zo, ed allora il termine di eunuco
tivo di hanno rinunziato
religione cambiò di significato , e qualificò
al matrimonio, e ad ogni piacere quelli che venivano privati della
della carne, e non già che siensi virilità. Nessun esempio di questa
effettivamente castrati da se medesi- barbarie forniscono le repubbliche
mi, siccome intendeva Origene, pren- greca e romana, qualora però si
dendo rigorosamente alla lettera eccettuino i sacerdoti di Cibele, e
le parole di Gesù Cristo. Nell'an- quelli Diana Efesina, i quali
di
no 25o fu tenuto un concilio nel- spontaneamente mutilaronsi da sé
l' Acaja contro i valesiani o eu- medesimi. Soltanto più di trecen-
nuchi. Baluzio in Collectio. I va- to anni dopo V istituzione della re-
lesiani imponevano per precetto pubblica ,
gli imperatori romani
l'evirazione, così il Bernini, Storia che mai non avevano avuto presso
delle eresìe, pag. 5o. Già la Chie- di loro gli eunuchi, lasciando l'I-
sa aveva detestata siffatta mutila- talia per trasportare la sede del-
zione, come consta dai canoni apo- l'impero in oriente, contrassero il
stolici 22 e 23. V. Jo. Lami, de costume di avere uomini snaturati
eruditìone aposlolorum,i6i. Il con- al loro servigio, che sovente pose-
cilio di Nicea, del 325, condannò ro nel numero de' loro grandi uf-
coloro che si facevano eunuchi da fìziali ad imitazione degli asiatici.
se medesimi. « Se alcuno è stato Abbiamo dal Rinaldi, all'anno £29,
« fatto eunuco da' chirurghi in ma- num. 18 e 19, che gli eunuchi
n ovvero da'barbari, resti nel
lattie, per la camera imperiale si soleva-
« clero ; ma quegli che mutilò se stes- no pigliare tra' popoli absagi. Bion-
« so essendo sano, deve essere inler- do da Forlì, nella Roma trionfan-
» detto, se trovasi nel chiericato, e te, p. 1 65, tratta del disprezzo cui
» d'ora innanzi non se ne dee pro- erano tenuti nella repubblica ro-
simovere nessuno". Can. 1. Il per- mana gli eunuchi, escludendo Ge-
chè quelli che si erano castrati da nuzio, eunuco e sacerdote di Ci-
sé medesimi, vennero esclusi da- bele, da una eredità eh' eragli sta-
gli ordini sagri. ta lasciata, non essendo considera-
L' uso barbaro di mutilare gli to né uomo né femmina. Il Ma-
uomini risale nell' oriente alla più cri, Notiz. de' vocab. eccl. 3 dice che
rimota antichità ; e gli scrittori sa- Tertulliano chiamò Archigallus, il

gri e profani e' insegnano che i re capo degli eunuchi. Domiziano ,

VOL. XXII. i3
,,

ig4 ELN EUN


Nerva, Adriano, ed imperato-
altri della scomunica. Il perchè ora i
ri proibirono ogni mutilazione, tan- musici e cantori eunuchi sono po-
to da per se, che per mezzo di chi , essendo tali soltanto quelli
altri. Alcuni vietarono pure la Cir- che per qualche disgrazia, infer-
concisione (Fedi). Costantino Ma- mità, o caso fortuito vennero pri-
gno proibì che agli eunuchi fosse- vati delle parti genitali. Nel Dizion.
ro conferite le prefetture o magi- enciclop. pubblicato sotto la dire-
strature; Teodosio II ordinò con zione di Saint-Laurent, ecco come
legge che non potessero divenire è definito l'eunuco. « Castrato,
patrizi, e Giustiniano I proibì ezian- » nome dato ad un cantante in
dio la castrazione. « voce di contralto o di soprano,
Dubitano alcuni, che l'uso pro- » che nella sua infanzia o avanti
babilmente antichissimo nell'Egitto m la pubertà è stato privato degli
di castrare gli animali, aprisse la » organi della generazione, nello
strada alla barbarie di formare gli » scopo d'impedire i cangiamenti
eunuchi. Ai lidii si attribuisce la » che fanno subire alle voci i fe-
prima invenzione della castrazione, » nomeni della pubertà, e di con-
o dello snaturamento del sesso del- *» servare al cantore una voce fles-
le femmine , e quella scoperta si « sibile ed acuta. La voce di que-
ascrive ad Andramiri re di Lidia, » sti cantori aveva un metallo e
il quarto che regnato avesse in « un accento molto più penetran-
quel paese avanti Onfale. La ca- ti te di quello delle donne ". Il

strazione si pratica comunemente Sarnelli, Lett. eccl. tom. V, lett.

in Asia, e specialmente dai turchi, XIV, num. i o, dice che la castra-


i quali mutilano tutti quelli tra uomo è vietata
zione dell' dalle leg-
gli schiavi loro che destinano alla gi divina ed umana; e nel tom.
custodia delledonne ; a questi an- VII, lettera XXIV, tratta di qual
cor tolgono con una orribile cru- pena sia meritevole colui che si ca-
deltà tutti i segni distintivi del ses- stra, perchè niuno è padrone delle
so al quale appartengono. Noto è sue membra e della sua vita, ma
che gli eunuchi non hanno barba, solo Iddio. Dotta poi ed assai in-
e la voce loro, benché assai forte, teressante è la lettera suddetta XIV
non è mai grave. Non è ancora del tom. V: Se tutù gli eunuchi
scorso molto tempo che si prati- sono irregolari ? Risponde di no
cava il barbaro uso di privare i perchè quello solo è irregolare, che
giovanetti destinati al canto, de- essendo sano, volontariamente si
gli organi della generazione, per castrò, o si fece castrare, qualun-
conservare loro quella voce acu- que ne fosse il fine, anche per
tache ottimamente riesce nelle par- amore alla castità; quindi sono ir-
tichiamate alte e soprano. Seb- regolari anco quelli che cooperano
bene per l'uso introdotto si am- alla castrazione; riportando per ul-
mettessero castrati nella cappella timo le sei cagioni per le quali i

pontifìcia, vuoisiche nel secolo de- sagri canoni tanto detestano il ca-
corso il Pontefice Clemente XIV slramento degli uomini, perchè dis-
proibisse severamente quella ope- pongono: Qui sili virilia amputa-
razione, e minacciasse gli autori o non efficetur, sui e-
vcrit 3 clericus
fautori della medesima della pena nim ipsius homicida est, et minti-
, ,

EUN EUN i
95
cus creationi Dei. V. il citato Ber- Pontefice s. scomunicò e
Nicolò I

nini a pag. 42 - Nelle nostre vi- depose il famoso eunuco Fozio


genti leggi, l'evirazione dolosa, che eh' erasi intruso nella sede di Co-
produce la morte del paziente, è stantinopoli. Giovanni Vili Papa
punita colla galera perpetua. dell' 872 radunò un concilio in Ra-
Anticamente nella Spagna erano venna di settantaquattro vescovi,
frequenti matrimoni degli eunu-
i in cui venne composta la contro-
chi, dai quali con gravissimo scan- versia insorta tra Orso Partecipa-
dalo nascevano pubblici disordini, zio doge di Venezia, e Pietro pa-
a cagione del divorzio, che le in- triarca di Grado, che ricusava di
gannate spose chiedevano al tri- consagrare vescovo di Torcello Do-
bunale di quella nunziatura apo- menico abbate del monistero Ai-
stolica. Ricorse il nunzio a Papa binate, perchè si era eunucato. Nel-
Sisto V, supplicandolo d' opportu- 1' che Leone IX scrisse nel
epistola
no provvedimento, perchè oltre lo io54 a Michele Cerulario patriar-
scandalo e le risse, non poteva egli ca di Costantinopoli, gli rinfacciò
resistere al disbrigo di tante simili l'obbrobrio di questa chiesa , nel-
cause. Allora Sisto V
convocò una 1' ordinare degli eunuchi per suoi
congregazione composta di medici vescovi, per cui fra questi fu tro-
e di teologi, da' quali fu conchiu- vata una femmina. Nella splendi-
so, che eunuchi non erano atti
gli da corte del Cardinal Ippolito d'E-
al fine preciso del matrimonio, e ste, de' duchi di Ferrara, fatto
però coll'autorità della costituzione Cardinale da Alessandro VI, era ri-
Cum frequenterà data a* i 3 aprile vi de' suonatori, de' musici e degli

1587, Bull. Rom. tom. IV, part. eunuchi. L'infame delitto delia pe-
IV, p. 319, dichiarò nullo il con- derastia, che fu in orrore anche
tratto, e gli eunuchi inabili a con- presso di molti gentili , e che fu
trarre il matrimonio ; perchè im- in abbominevole uso tra i greci
potenti ad essere genitori ed aver come rilevasi dalle pene decretate
figliuoli, che è il preciso ed unico su tal reato, e da Luciano nel tom.
fine del matrimonio. Divenuto l'eu- II, cum notis Reilhii, p. 4 11 ?
®
nuco Eutropio consoie potentissi- stato condannato pur colla pena
mo, alcuni barbari si fecero eu- dell'evirazione dalle leggi dei visi-
nuchi per emularlo e giungere ad goti. 11 Cancellieri nelle Dissert.
eguali onori, ma ne morirono. Eu- epist. bibliografiche, a pag. 392 ,

nuchi furono i santi fratelli martiri riporta le pene fulminate contro la


Nereo ed Achilleo, battezzati da s. pederastia, chiamata delictum spi-
Pietro. Il Papa s. Liberio rifiutò nae dorsum, e giustamente anche
dall' eunuco Eusebio, uno dei pri- punita col rogo, e novera molli
mi ministri dell' imperatore Costan- autori che ne hanno trattato; men-
zo, una somma che voleagli dare tre sugli eunuchi, oltre i citati, pos-
quando fu esiliato per sostenere s. sono consultarsi: Gio. Bonifacio,
Atanasio. L'eunuco Eutichio atten- nell' Arte de cenni, del tagliarsi i

tò alla vita di s. Gregorio II, quan- genitali; Petri Zornii, Dissert. de


do era esarca di Ravenna. Leon- eunuchismo Origenis Adamantii 3
zio antiocheno fu privato del sa- Gissae 1708; s. Epifanio, Haeres.
cerdozio, perchè erasi evirato., il 58, lib. I, tom. Il ; s. Agostino
,,

i
96 EUP EUR
fiacre*. 18 -, Theoph. Raynnmli sto. Spogliò le chiese d'ogni suo
Minitela nati, farti, mysiici, ex sa- avere, impose tasse enormi ai lai-
cra, et huniana litteratura illustra- ci, arrolò il clero alla milizia, e
ti, Divion i655; C. d' Ollincan condannò i più zelanti confessori a
(Ancillon), Traile des eunuques, suggellare col proprio sangue la lo-
Trevoux, 1707. ro credenza. Fra questi generosi
EUPLIO (s.). Il santo martire campioni vi fu compreso Eupsi-
ili Sicilia Euplio era diacono in chio, uomo per natali illustre, e
Catania , e nella persecuzione di da poco congiunto in matrimonio.
Diocleziano fu egli fatto prigione I suoi concittadini gli contestarono
e condotto dinanzi al governatore la propria venerazione, coli' erigere
Calvisiano. Euplio tenendo in ma- a suo onore un tempio e s. Ba- ,

no il libro de' santi evangeli, non silio, otto anni dopo, celebrò la di
esitò punto a dichiararsi in faccia lui festa, invitando tutti i vescovi
al giudice per seguace di Gesù del Ponto a concorrervi, e fissan-
Cristo. sdegnato della
Calvisiano dola li 8 aprile.
franca confessione di Euplio , per EURIA o EUROMA, seu Do-
rimuoverlo ordinò che fosse sotto- natiana. Sede episcopale della Gre-
posto alle più crudeli carnifìcine. cia, nell'Epiro antico, nell'esarcato
Euplio con invitta costanza le sos- di Macedonia, che vuoisi fosse ove
teneva, anzi in cambio di mover poi surse il borgo di s. Donato in
lamento, andava leggendo le divi- Albania. Nel concilio di Calcedo-
ne scritture. Calvisiano vedendo nia si fa frequente menzione di Eu-
riuscir inutili i suoi sforzi, onde ria; e s. Gregorio VII indirizzò la
indurre Euplio a sagrificare agli seconda lettera, eh' è nel XII libro,
dei, ordinò che fosse decapitato. al vescovo di Euria, che altri im-
Nel mentre che Euplio veniva con- propriamente chiamarono Isauria.
dotto al luogo del supplizio, an- Commanville dice che fu eretta in
dava egli ripetendo per istrada le vescovato nel quinto secolo, sotto
seguenti parole : o Si-
vi ringrazio, la metropoli di Cassiopea ossia Jan-
gnore Gesù: confermate che ciò nina. Al presente è un titolo ve-
avete in me operatoj e giunto al scovile in partibus, che conferisce
palco, postosi in ginocchio pregò la santa Sede, e Pio VII lo con-
alquanto, indi esibito il collo al ferì a monsignor Gioachino Sal-
carnefice, fu decapitato. I cristiani vetli dell'Ordine de' minori osser-
raccolsero il suo corpo, ed imbal- vanti di s. Francesco, attuai vica-
samato Io seppellirono con grande rio apostolico di Xansi e Xensi nel-
venerazione. I martirologi di occi- la Cina.
dente ricordano la sua festa ai 12 EURIQUEZ Enrico. Gesuita por-
agosto. toghese, prese l'abito della compa-
EUPSICHIO (s). Giuliano Fa- gnia, vivente ancora il suo fonda-
postata irritato contro Cesarea tore. Fu impiegato con felice suc-

capitale della Cappadocia per aver cesso specialmente nell' insegnare.


distrutto il tempio della Fortuna, Abbiamo di una Somma di
lui
unico al culto del paganesimo, in- teologia morale. Morì in Tivoli nel
fierì contro tutti quelli che pro- i6o3.
fessavano la religione di Gesù. Cri- EUROPA. La terza delle cinque
,

EUR EUR 197


parli del mondo, e di questo la Y Europa , relativamente all' Asia.
meno ma la meglio colti-
estesa, Altri poi dicono che la provincia
vata, più civilizzata e propor-
la , d' Europa (Vedi), diede il suo no-
zionatamente alle altre, la più po- me a tutta l'Europa. L'Europa si

polata. Questa è un' antica parte comprende temperata


nella zona
del globo rispetto all' America, e settentrionale fra il 33°, 45°, ed il
che nuova regione può dirsi ri- 71°, ii°, lat. nord, e si estende
guardo all' Asia, prima parte del dal 22° 1. ovest, ed il 48° 1. est
Mondo, ed all' Africa eh' è la se- del meridiano di Roma , ossia fra
conda. E sebbene anco a questa l'8° el'8i°l. est dell' isola di Fer-
ceda l'Europa in ampiezza, tutta- ro. La sua maggior lunghezza pre-
volta ha innumerabili titoli per es- sa dal sud-ovest verso il capo San
sere alle altre nell' ordine preferi- Vincenzo fino al nord-est verso i
ta. In fatti, osservano i geografi monti Urali ascende a mille leghe
che l'Europa non è che la conti- circa, e la larghezza dal capo Nord
nuazione del continente asiatico nella Lapponia svedese al capo Ma-
come bene indica la confusione ed lapan nella Grecia non eccede le-
incertezza de' suoi confini orientali, ghe novecento. Nella varietà delle
e nelle antichissime emigrazioni misure della superficie europea (che
marittime, che la politica domina- solo basta a far conoscere quanto
zione dei grandi imperi precedet- nella scienza geografica si desideri
tero, ebbe, secondo alcuni, il suo di esattezza), Mac-Carthy stabilisce
nome da Europa figliuola di Age- 295,735 leghe geografiche qua-
nore, celebre capo delle genti feni- drate, popolate in ragione di sei-

cie, e famoso tra i nautici avven- cento sessantasei individui circa per
turieri. Di Europa in quella mi- ciascuna lega.
tologica età assai si decantò l'alle- La superficie dell'Europa è di-
gorico rapimento, o più veramen- visa in due versatoi generali, l'uno
te maritaggio con Aslerio re del-
il oceanico, l'altro mediterraneo. Se
l' di Creta ; sebbene altri fac-
isola il suolo dell' Europa non eguaglia
ciano derivare il nome di questa nei luoghi più fertili le contrade
nobilissima parte del globo, da un dell' Asia , dell'Africa, o dell' Ame-
piccolo paese in vicinanza dell'El- rica, è almeno più equabile e con-
lesponto. Ma gli autori che hanno forme che le altre parti del mon-
fatto derivare il nome di Europa, do. I che contrassegna-
limiti poi
dalla principessa Europa figlia di no 1' Europa, sono al nord il ma-
Agenore, e rapita da Giove, ap- re gelato, da cui la Lapponia vie-
poggiarono questa congettura sopra ne circondata ; all'est la linea del
una favola, che distesamente si leg- fiume Kara, i monti Urali, il fiu-
ge nella mitologia. La spiegazione me Ural, e que' seni del Mediter-
di Gi bel in sembra la più verosi- raneo, i quali assumono il nome
mile. Egli fa venire il nome di di mar di Marinara, Nero, e d'A-
Europa dalla voce JVrab } ovvero zof; al sud la linea del Mediter-
la occidentale, il che presenta un raneo stesso, che dall'Arcipelago
duplice carattere di verità, tanto greco continua fino allo stretto di
riguardo al suono materiale delle Gibilterra, per mezzo del quale è
J
due voci, quanto alla posizione del- separata 1 Europa dall' Africa ; ed
°

198 EUR EUR


all'ovest quella parte del grande è nota sotto il nome di mar Già*
Oceano, che col nome di Atlanti- ciale, ovvero Oceano artico. Enor-
co si distingue. Attorniata per tal mi ammassi di ghiaccio fluttuimi e
modo l'Europa in tre lati dalle ac- lo rendono quasi impraticabile ai

que, ha diversi mari che in essa naviganti, e vani si resero fin qui
s'internano, ed una moltitudine di gli sforzi arditi degli olandesi e
golfi e baie, medianti i quali age- degli inglesi per aprirsi un di là
voli si rendono le comunicazioni, passaggio al grande Oceano, non
animato il commercio coltissimi , essendosi potuto mai trascorrere il

gli abitatori. Noteremo che gli an- 78. ° grado di latitudine. Il risul-
tichi geografi non conoscevano le ta mento pero di questa scoperta ,

parti di Europa al di là del 60. quando anche avvenisse, dicono i


grado di latitudine, se se ne eccettui geografi che non avrebbe una som-
T isola Tole al nord dell' isole Bri- ma importanza geografica, mentre
tanniche. I confini dell'Europa era- osterebbe sempre ad
l'inaccessibilità
no gli stessi che gli attuali, come ogni commerciale vantaggio. Nul-
devono esserlo; ma gli antichi che 1adi meno immensi tesori da que-
pervennero a conoscere quelli del sta solitaria parte di Oceano ri-

sud e dell' ovest , non conobbero traggono le circostanti nazioni col


mai bene quelli del nord, non a- mezzo della pesca. Ricchissima è
vendone che idee confuse. Quanto quella delle balene , e di tutti i

all'Europa adottarono quasi gene- mammiferi marini, abbondante so-


ralmente la opinione che il Tanai pra ogni altra è quella delle a-
separasse l'Europa dall'Asia. Tolo- ringhe e merluzzi , i quali sboc-
meo Europa in due parti,
divise l' cando ne' dati tempi dalla regio-
occidentale ed orientale. La Eu- ne polare, innondano le baie di Nor-
ropa è generalmente bene innaffia- vegia, d' Inghilterra, di Alemagna
ta; tutte le sue acque vanno a e di Olanda.
perdersi parte nei mari interni , e Fra i mari interni il Mediter-
parte nelP Oceano ; il mare Nero raneo primeggia, limitando l'Euro-
riceve esso solo il doppio di ciò pa al sud, ed è con siffatto nome
che riceve ciascun altro mare. L'O- distinto, per essere situato .nell'in-
ceano assume le varie denomina- terno delle terre. Il Mediterraneo
zioni secondo i paesi che va ba- dalle rupi Ab'da e Colpe ì ossia dril-
gnando. Dal Reno fino all'estremi- lo stretto che custodisce l'africa-

tà della Norvegia, dicesi mare d' A- na fortezza di Ceuta, e l'europea


lemagna, perchè bagna tutte le ri- di Gibilterra, già tanto note sotto
ve occidentali dell'antica Germa- il nome di Colonne d'Ercole, giun-
nia, e con poca proprietà va pur ge fino alla Siria per la lunghez-
chiamandosi mare del Nord. Il za di mille settecento e venti miglia
tratto che dalla parte settentrio- secondo le più. recenti misure. Di-
nale della Scozia si estende ver- cesi mar Tirreno, o Toscano, e
so il circolo polare, è l'antico ma- presso gli antichi Mare inferum
re di Calcedonia, che appellasi e- nella parte che bagna il . lato sud-
ziandio mar de' Sarmati. Quella ovest dell' Italia. L' Arcipelago gre-
parte poi che comprendesi fra il co, o mar Egeo, è uno de' vasti
circolo polare suddetto ed il polo, golfi, che dal più ampio suo bacino
EUR EUR 199
fra l'Asia e l'Europa penetra in mez- Guascogna e di Biscaglia nell'A-
zo alle terre di Grecia e di Turchia, tlantico, ed i minori di Lione e di
mentre lo spazioso golfo Adriatico, Genova nel Mediterraneo: l'Ocea-
o Veneto bagna la parte orientale no Atlantico che i limiti stabilisce
d'Italia, e l'occidente dell' Illiria. Europa all' ovest, riceve il suo
dell'
Dal fondo dell'Egeo apresi il Me- nome dal monte Atlante situato
diterraneo la via mediante l' Elles- nell' Africa, e chiamasi pure Ocea-
ponto , oggi stretto de Dardanelli , no occidentale.
e forma il mar di Marinara, che Oltre
i mentovati stretti , sono
ha sessantatre leghe nella sua mag- pure rimarchevoli: i.° il passo di
gior lunghezza, e fu già noto sotto Calais, tra Calais e Douvres, che
il nome di Propontide. Per mezzo l' Inghilterra dividendo dalla Fran-

poi del famoso Bosforo Tracio, o cia, dà principio al marittimo ca-


stretto di Costantinopoli, comunica nale della Manica, che fra quei
col Ponto Eusino, o mar Nero, il due regni sino a Brest si prolun-
quale riceve dai circostanti fiumi ga; 2. il faro Messinese per cui
copioso tributo. Finalmente oltre la bella isola di Sicilia viene dal
Io stretto dì Coffa terminano il rimanente d' Italia separata. Ma
corso le acque mediterranee, pro- sebbene questi due sieno i princi-
ducendo de' bassi fondi, che Palu- pali, quindici sono gli stretti di
de Meotide si dissero ne' tempi an- Europa degni di osservazione. Si
dati e mar d'Azof, o mar di Za-
,
distinguono in fine i due rinomati
bacche chiamatisi nei moderni. Fra istmi , di Corinto che la Morea con-
la Danimarca e la Svezia s'inter- giunge alla Grecia, e di Precop,
na l'Oceano a formare il golfo di pel quale la Crimea si unisce al
Skager Rack, o canale di Jutlan- continente russo.
dia, che nel volgersi poi al sud I principali e più cospicui laghi
prende il nome di Categat, e me- di Europa, sono que' di Ladoga
diante gli stretti del grande e pic- e di Onega nella Russia, di TVen-
colo Belt, i quali s' intromettono ner nella Svezia ; di Neusiedler nel-
a separare il Jutland, e le isole di T Ungheria ; di Costanza nel paese
Fionia e di Seeland, non che per di Baden ; di Losanna e di Gine-
l'altro angusto stretto di Sund pas- vra nella Svizzera ; di Garda, di
sa a formare il mar Baltico. Scor- Como o Lago maggiore nell' alla
re questo in mezzo ai dominii prus- Italia il Fucino, il Trasimeno, ed
;

siani, russi e svedesi, e si divide il Lago di Bohena nella bassa Ita-


poi ne' due golfi di Botnia e di lia, per non nominarne altri.

Finlandia, soggetti al gelo nell'in- Nelnovero dei molti fiumi in


vernale stagione. La parte artica Europa sono per l'ampiezza loro
dell' Oceano si addentra nelle ter- e per il lungo corso degni di men-
re di Lapponia e di Russia a mo- zione, nella Russia il Volga, il Don,
do di golfo, che dilatandosi nella il Dnicper, ed il Dniesterj nell'In-
sua estremità costituisce il cosi det- ghilterra Tamigi; nella Germa-
il

to mar Bianco, sparso di piccole nia il Reno, \Elba, e il Danubio;


e mal note isolette. nella Polonia e nella Prussia la
I principali golfi, che non trac- Vistola; nella Francia il Reno, il
ciano mare interno, sono que' di Rodano, la Loira, la Senna, la
200 EUR EUR
Gaivnnaj nell' Italia il Po, X Arno, \\ ipacìo; di Svcve in una linea di
ed il Tevere; nella Spagna YEbro, venti leghe parallela al Danubio,
la Guadiana, e il Tago, il quale nel lato orientale de' monti della
scorre pure nel Portogallo; lo Schei- Selva nera, e di Transigane fra
da ne' Paesi Bassi, ec. Clausemburgo ed Abrobania. Tie-
I canali più distinti sono quelli ne il secondo rango la catena dei
della Russia Francia, fra
e della Pirenei , che dal Mediterraneo al-
i primi quello primeggia che sta- l'Atlantico prolungano per no-
si

bilisce la comunicazione fra il mar vanta leghe, e separano la Fran-


Baltico, il Ponto Eusino ed il mar cia dalla Spagna. Sebbene le cime
Caspio ; tra i secondi , famoso è ne sieno coperte di ghiaccio, ed
il canale del mezzodì, ossia della offrano ne' loro declivii immensa
Linguadoca, che il Mediterraneo varietà di climi e di produzioni,
congiunge coli' Oceano Atlantico. \i si contano cinquanta passaggi
Indipendentemente dalle isole Bri- adatti a' pedoni, e cinque comode
tanniche l'Europa molte altre ne vie per vetture. Il Canigù e il
contiene, come l'Islanda, Ivica,Ma- Monteperduto, il Vignemale ed il
jorica e Minori ca la Corsica, la , Pico di mezzogiorno vantano le som-
Sardegna, la Sicilia, le isole Jonie, mità più elevate. Viene poscia la
quelle di Candia , Malta , ec. ec. catena de' monti Dofrins, forse gli
Dicono i geografi che la penisola antichi Rifei nella Scandinavia, che
Danese, la Crimea e la Morea sa- formano il limite naturale fra la
ranno forse un giorno contate nel Svezia e la Norvegia, e diraman-
numero delle isole europee, giac- dosi quindi, intersecano la Lappo-
che non sono unite al continente nia svedese e la danese. Minore è
che coi mezzo de' terreni bassi, in l'altezza de' subalterni monti Kra-
parte sommersi o continuamente packs o Carpazi, che dal mar Ne-
rumati dai flutti. ro si estendono fino alle frontiere
In generale frequenti catene di della Sassonia, e dividono Ja Mo-
montagne attraversano in diversi ravia dalla Slesia, la Transilvania
sensi l'Europa: la più grandiosa è e l'Ungheria dalla Bukowina e dal-
quella delle Alpi (nome col quale la Galizia, e la Vallachia dalla
gli antichi celti designavano una Moldavia : sono queste ricche di
elevata cima ), che dalla Francia miniere d'oro e d'argento, ed han
si estendono fino alla estremità del- copiose saline. S'innalzano sopra
la Schiavonia.Le diramazioni as- ogni altra cime del Lomnitzera-
le
sumono il nome di Alpi Maritti- Spitze, del Zeutschetrich, e del gran
me dal Varo al Po; di Cozie dal Kriwan a sette in otto mila piedi
monte Cemelione a Susa; di Graje sopra il livello del mare. Nella in-
da Susa al grande s. Bernardo; feriore categoria trovansi finalmen-
di Pennine da s. Bernardo a s. te gli Apennini, i quali si consi-
Gottardo di Rezie da s. Gottar-
; derano come una ramificazione del-
do fino alla sorgente della Drava ; le Alpi, e dal ducato di Genova
di Noriche dalla Drava al Lison- percorrono e partono l'Italia in
zo; di Cantiche dal Lisonzo alle tutta la sua lunghezza, terminando
sorgenti di Laubach e del Riza- all'estremità meridionale del regno
no, di Giulie fino alla sorgente del di Napoli. Il famoso Vesuvio, l'Etna,
EUR EUR 201
o Gibele de' Siculi, l' Ekla nella altre montagne di varie specie, co-
remota Islanda, sono i tre vulcani me di piombo, di ferro, di rame,
più noti delle montagne europee. di cobalto e zinco ; molte
ec. ec.
La varietà centrale dell' antico pur sono le cave di differenti inai-
continente appartiene all'Europa, mi, alabastri, ed altre pietre: però
tranne la Lapponia, e però si am- il regno minerale non è tanto ric-
mira negli abitanti il colorito bian- co in Europa, come lo è nell'A-
co e vermiglio, che soltanto nelle merica. Vi sono parecchie salutife-
parti meridionali talor s' imbruna, re sorgenti di acque termali e sul-
e l'aggiustatezza e proporzione dei furee ; e le foreste, che servono di
lineamenti avvicinano l'europeo al- ricovero ad un gran numero di sil-
la perfezione dell'umana natura. vestri animali, e prive sono di quel-
Strabone ,
qual geografo filosofo ,
le tante belve e venefici rettili, i

parla col maggior elogio delle ric- quali infestano rimanente del glo-
il

chezze naturali dell' Europa, e dei bo, somministrano pure eccellen-


suoi abitanti, gli uni propri alla te legname da costruzione. L'Eu-
guerra, come i greci, i romani, i ropa ha minor numero di generi
macedoni; gli altri più pa-
utili in e di specie di animali che le al-
ce, perchè occupantisi dei lavori tre parti del mondo, e fra questi
delle campagne. La temperatura in proporzione ve n'hanno pochi
atmosferica va esente da quegli ec- che sieno pericolosi. Vi si alleva-
cessi di calore e di freddo, che no quasi tutti gli animali dome-
sono ordinari nelle altre parti del stici conosciuti, giacché molti ani-
mondo. Diverse cause modificano mali sono stati egualmente impor-
in Europa il quale preso
clima, il tati e naturalizzali in Europa .

generalmente, è temperato, ad ec- Strabone parla delle ricchezze na-


cezione delle due estremità la : turali dell' Europa , dicendo che
quantità di pioggia che cade nel- rinchiude nel suo seno ogni sorta
le diverse contrade di Europa, va- di metallo, produce alla sua su-
ria necessariamente i climi ; così perfìcie vegetabili di ogni genere,
dicasi della neve, ove cade in gran e nudrisce una grandissima varie-
copia, ed ove rado apparisce e
di tà di animali.
subito si discioglie. L'atmosfera è L' Europa è la sede delle scien-
generalmente salubre in Europa. ze e delle arti, venendo chiamata
E superfluo narrare, che il suo- l' Italia il giardino dell' Europa^ e

lo è proprio ad ogni sorta di col- la più nobile parte di essa. Si no-


tura di cereali , legumi e frutta ,
verano in Europa più di ottanta-
che vi prosperano dovunque le viti cinque università, e vi si pubbli-
e gli ulivi, se si eccettuino le par- cano più di due mila giornali , e
ti settentrionali, e che non solo vi fogli periodici. Il suo commercio
è gran copia di canape e di lino, abbraccia tutto l'intiero globo. Ol-
ma ne' paesi meridionali si fanno tre le antiche lingue greca e la-
con successo utili saggi della ve- tina, che si coltivano dall'universa-
getazione del cotone, del caffè, e le de' dotti, sonovi nell'Europa ot-
di altre piante esotiche. Oltre le to principali idiomi, cioè l'italia-
summentovate preziose miniere car- no , il francese ,
proprio non solo
pazie , ve n' ha pure sparse nelle della nazione, ma altresì della di-
aoa EUR EUR
plomazia europea, lo spagnuolo col piìi di due terzi della popolazione
portoghese suo derivativo, l'inglese, e del territorio europeo : e vi so-
il teutonico suddiviso nei vavi dia- no compresi, al dire dei geografi,
letti germanici e scandinavi, ed e- più di centoquaranta milioni d'a-
steso alla Svizzera ed a gran parte bitanti.
de' Paesi Bassi, lo slavo comune ai Sotto il rapporto della religione
russi, a' polacchi, agi' illirici, il tur- più di undici dodicesimi dell' Eu-
co, ed il greco moderno che dal ropa professano il cristianesimo in-
primitivo essenzialmente differisce. trodottovi dagli apostoli, i princi-
Le diverse razze europee possedo- pi de' quali, cioè i ss. Pietro e Pao-
no tante così dette famiglie di lin- lo, si portarono anche in Roma che
gue che si suddividono in un nu- illustrarono colla predicazione del
mero infinito di lingue derivate, vangelo con glorioso martirio.
, e
di dialetti e di Ternacoli. L'Eu- Il primo qual sommo Pontefice vi
ropa durante gli ultimi secoli, ha stabilì la santa Sede ; il perchè
posseduto colonie importanti nelle Roma è il centro del cattolicismo
altre parti del mondo, ed oggidì che tanto lustro, vantaggi e splen-
ancora i principali popoli maritti- dore derivò all'Europa, più che in
mi posseggono vasti stati o fertili qualunque altra parte del mondo,
isole in America, in Asia, in Afri- sebbene per ognuna costantemente
ca, nelP Oceania e terre Australi. sieno state rivolte le indefesse e
Questi possedimenti alimentano il zelanti cure de' romani Pontefi-
commercio di Europa, singolarmen- ci. All'articolo Diocesi (Vedi), ev-
te nel cambio delle derrate colo- vi il numero di quelle di Europa,
niali contro i prodotti e le mer- colle rispettive distinzioni del loro
canzie europee. Gli europei si sono grado, coli' indicazione degli stati
stabiliti innumero nelle
copioso in cui sono. In Europa non vi so-
altre parti del mondo, massime in no che i turchi e gli ebrei i quali
America, che si può dire per loro professano culti opposti al cristia-
ripopolata. nesimo coli' islamismo o maomet-
La popolazione di Europa da tismo, e col giudaismo. Nel nord
molti geografi si fa ascendere a e nell' est dell' Europa, alcune po-
circa abitanti. Però
193,420,000 polazioni barbare sono ancora pa-
la molto inegual-
popolazione è gane, o piuttosto senza alcuna re-
mente sparsa nel suolo di Euro- ligione. Se si vuole esaminare gli
pa, secondo il clima, la qualità del europei cristiani si trova prima la
territorio, la libertà e il carattere Chiesa greca od orientale che com-
degli abitanti, ed i mezzi del com- prende i russi, greci, gli albane- i

mercio e dell' industria , non che si, i bulgari, gì' illirici, i serviani,
in proporzione della fecondità dei gli schiavoni, i serbi o rezi, i mol-

matrimonii , tra il mezzodì e il davi, ed i vallachi, sebbene tra essi


nord di Europa, essendo le donne un gran numero sieno di rito la-
più prolifiche nel primo clima. tino. Indi la Chiesa latina od oc-
Le cinque grandi potenze mo- cidentale, la cui sede, come dicem-
narchiche dell'Europa, cioè l'Au- mo, è in Italia, e nell'alma Roma,
stria,la Francia, Y Inghilterra, la ed alla quale appartengono pure
Russia, e la Prussia, rinchiudono il Portogallo, la Spagna, la Frau-
,
,

EUR EU il 5.o3

eia , una parte della Svizzera e dell'Asia ebbero un' influenza mar-
dell' Alemagna, l'Ungheria, la Boe- cata nella civiltà dell'Europa. Que-
mia, la Polonia, il Belgio, e la st' ultima rimase sepolta lungo tem-
maggior parte dell'Irlanda. La Chie- po nella barbarie, e non fu che in
che negli ultimi tem-
sa protestante, grazia del suo contatto coli' Egitto
pi ha pure in parte assunto il ti- da una parte, e con l'Asia dall'al-
tolo di Chiesa evangelica, abbrac- tra, che la Grecia esci la prima
cia la Gran Bretagna, una parte da quello stato generale di tene-
dell' Alemagna, 1' Olanda, la Dani- bre, e dalla vita selvaggia che me-
marca, la Norvegia e la Svezia. In navano tutti i popoli dell'Europa.
mezzo ai protestanti vivono altresì Le belle arti, le lettere, le scienze,
parecchie differenti sette. AH' arti- le forme del governo, le virtù, so-
colo Congregazione di Propaganda ciali, tutto fu portato ad un alto
fide sono noverati i vicariati, de- grado di perfezione dai greci, po-
legazioni e prefetture apostoliche polo felicemente organizzato e ca-
stabilite dalla santa Sede nei paesi pace del più grande sviluppo dello
acattolici dell'Europa, ove il culto spirito e della immaginazione. I
cattolico non è dominante. In con- fenici apportarono dall' Asia nel
clusione la religione ed unità cat- mezzodì dell'Europa il gusto del
tolica serbasi illesa nelle regioni me- commercio e della navigazione, fon-
ridionali, e in alcune centrali, men- dandovi depositi di mercanzie e
tre la riforma protestante è diffu- colonie mercantili. Ebbero per suc-
sa in gran parte della Germania, cessori i cartaginesi, popolo più con-
e ne' regni settentrionali. 11 rito quistatore e più militare ; indi dal
greco scismatico si esercita nel va- canto loro i greci si stabilirono in
sto impero russo, e nelle parti o- folla neh' Italia, ove sorse ben pre-
rientali. Intorno all' enumerazione sto una nuova potenza, quella dei
degli stati di Europa, alle diverse romani. Anche la religione cristia-
forme de' loro governi, ed altro, se na, come si accennò, penetrò dal-
ne parlerà per ultimo ; ora passe- l'Asia in Europa, ma scorsero molti
remo compendiosamente ad indi- secoli avanti che questa religione
care i principali avvenimenti sto- fosse portata e stabilita nel nord
rici della nostra parte del mondo, dell'Europa.
premettendo alcune generiche no- Jafet, uno de' tre figli di Noè
zioni sul popolamento ed incivili- per consenso generale degli erudi-
mento di Europa. ti, fondati sulla fede dovuta alla
I popoli che abitano 1' Europa tradizione, viene salutato qual pa-
appartengono a differenti razze, dre delle genti europee, conosciute
delle quali molte traggono eviden- sotto le originarie denominazioni
temente l'origine dall'Asia. La sto- che ciascuna provincia dal suo fon-
ria fa menzione di molte emigra- datore assumeva. Allorquando poi
zioni di popoli asiatici in Europa, incominciarono a sorgere le diver-
e se ne sono senza dubbio verifi- se popolazioni, i celti occuparono
cate anche delle altre che fuggiro- la parte occidentale, comprese le
no alla conoscenza degl' istorici. E- sue isole dalle Alpi all'Atlantico, e
gli è perciò che le idee religiose, dieremo vita ai galli, agi' iberi, ai
e le lingue dei popoli i più. famosi batavi, ai pitti, ed ai calcedoni ; i
,

ao4 EUR EUR


finlandesi si diffusero nel centro, te in fuma le greche
isplendida
e nella parte orientale, e quindi repubbliche di Atene, di Sparta,
derivarono i germani, i geti, i tra- di Corinto, di Tebe, e la luce da
ci, i cimmeri ; i lapponi poi, affi- quelle contrade nella Trinacria e
ni agli asiatici samojedi ed agli nella Magna Grecia mirabilmente
americani esquimesi, abitarono la si diffuse.
parte settentrionale 3 ove poscia Nell'anno 776 avanti la nascita
comparvero i sarmati, gli sciti, e di Gesù Cristo, gli storici stabili-
gli scandi vani, mentre gli autoctoni scono colla prima olimpiade l'epo-
e gli aborigeni , così detti quasi ca principale della cronologia gre-
primigeni, furono dal lato meridio- ca, mentre sulle rive del fiume
nale progenitori de' greci e degli Albula, ch'ebbe poi il nome di Te-
italiani. Alle ripetute incursioni dei vere, ov' erano già noti i piccoli
goti, e degli eruli asiatici sono de- regni d'Alba e del Lazio, nasceva
bitori della loro origine gli odier- l'immortale fondatore di Roma,
ed alemanni co-
ni russi, polacchi : Romolo. Questa città, edificata nel-
lonie di Iberia e di Mauritania l'anno quarto della sesta olimpia-
accrebbero la popolazione delle de, o settecento cinquantatre anni
Spagne, ed i pelasghi d' incerta e prima della divina incarnazione
controversa origine, col qual nome asilo ne' suoi principii di profughi
secondo il più sensato moderno e di avventurieri, contrasse, col
pensamento tutti indistintamente famigerato ratto delle sabine, i so-
vogliono indicarsi i nautici avven- ciali legami, ed ebbe dai primi
turieri , sparsero in molte par- suoi re la religione, e le civili isti-

ti i primi semi della coltura so- tuzioni. Dopo l'espulsione del re


ciale. Tarquinio, Superbo, Roma adot-
il

Mentre tutto il rimanente del- tò nell'anno 5 12, ch'era il 241


l'Europa trovavasi avvolto nella della sua fondazione, le severe for-
rozzezza e nella barbarie, né co- me repubblicane, e. colle guerre,
nosceva altri esercizi che quelli non meno che colle scaltrite al-
della caccia , della pesca , d' una leanze, dilatò ampiamente i suoi
continua guerra depredatrice, con- confini. Gli albani dapprima e ,

ducendo vita noma da ed errante, quindi i latini, gli equi, gli eroi-
Cadmo, Inaco, Lelege, Prometeo, ci, i volsci, i fidenati, i sabini, gli
Ogige e Saturno lasciarono tra- etruschi furono distrutti o doma-
vedere, in mezzo alla oscurità del- ti. La famosa cadula di Vejo, e le
le mitologiche finzioni ed allegorie, successive sconfitte de' sanniti com-
la civiltà, e le leggi edificarono il pirono di spargere il tenore del
seggio nei vari regni dell'Egialea, nome romano ne' popoli circostan-
dell'Emonia, e nella federazione ti, che colla soggezione, coll'allean-
dell'etnische Lucumonie. Dopo l'an- za, e colla cittadiuanza romana ne
no 3oo4 del mondo, circa, ossia ricercarono 1' amicizia e la pace.
dieci secoli innanzi l' era volgare, Nella istallazione del nuovo magi-
incominciò a dissiparsi il velo che strato decemvirale, il breve e suc-
ottenebrava le ricordanze de' tem- coso codice di giurisprudenza con-
pi precedenti, ed il linguaggio de- tenuto nelle dodici tavole, compi-
purato della storia c'indica eleva- lale per ordine dell'attica saggez-
EUR EUR 2o5
za, proclamò il gius scritto della quella non solo di Europa ma di
repubblica. Alla tirannide de' de- tutto il mondo allora conosciuto.
cemviri successero i tribuni mili- Distrutta Cartagine, conquistata la
tari con potestà consolare, ed i Grecia, l'Insubria , la Liguria, le
censori; ed i celtogalli indi offriro- Spagne, la Lusitania, la Carnia, Pil-
no largo campo al valore romano. line e la Tracia, furono quindi
Dopo essersi i celtogalli propagati vinti i numidi 3 i cimbri , ed i
nel territorio cisalpino, e fatti pa- teutoni . Ma nel!' apice di sì for-
droni della Liguria e dell' Jnsu- midabile possanza,
nu- già Roma
bria, nell'anno 390 invasa Roma driva in se sua
i primi semi di
sotto il comando di Brenno, resta- decadenza. Siila portò la guerra a
rono sconfìtti pel coraggio di Ca- Mitridate, e Lucullo a Tigrane,
millo. Allora in Roma furono e- mentre Cinna, Mario e Sertorio
manate due rinomate leggi pu-
le cercavano di opprimere la patria.
blia 3 e petelia: colla prima il dit- Siila ne li punì, e Tullio Cicerone
tatore Publio Filone cangiò in po- sventò le prave macchinazioni di
polare l'aristocratico reggimento, e Catilina; però non andò guari che
Cajo Petelio colla seconda distrus- Cesare, Pompeo e Crasso si di-
se i diritti di vassallaggio, che sui visero il potere col primo fatai
debitori plebei vantavano i patri- triumvirato. Successero le rapide
zi. A quell'epoca la monarchia vittorie che Cesare riportò sugli
macedone avea assorbito tutti i elvezi, sui belgi, sui sassoni, su-
greci potentati , ed esteso per A- gli svevi, sui britanni, e sui galli.
lessandro Magno conquisti nel- i La sua ambizione lo fece nemico
1' Asia. Dopo la morte di quell'e- della patria. Passa Rubicone, in il

roe, i successori si divisero gli sta- Farsaglia vince e giunge Pompeo,


ti, ma la Grecia per le sue vicen- alla dittatura perpetua se non che :

de formò la lega achea. Pirro re l'amore alla libertà di alcuni ne


dell' Epiro pel primo inviò i greci terminarono la dominazione col-
contro i romani, s'impadronì della Pucciderlo. Tuttavolta i destini di
Sicilia; ma poscia i romani lo de- Roma non variarono: l'armata re-
bellarono insieme ai tarentini , ai pubblicana fu dispersa a Filippi,
senoni, ai boi ed altri popoli col- per cui Ottaviano nipote di Cesa-
legati: Taranto e Brindisi, in un re, Marc' Antonio e Lepido costi-
alle altre città sicule ed alle pi- tuirono il secondo triumvirato; il

cene, furono ridotte in provincie primo prevalse, Io stato di Roma


romane. fu cangiato, alla repubblica succes-
Animati i romani da tanti trion- se l'impero, ed Ottaviano col nome
fi sfidarono i potenti cartaginesi, di Augusto venne solennemente
che da tre secoli imperavano sul proclamato imperatore. Fu sotto
mare, e dettavano leggi al Medi- di luiche il mondo fruì i vantag-
terraneo coi loro navigli. La pri- gi d'una lunga pace, e che nacque
ma guerra punica segnò l'epoca il sospirato Messia Gesù Cristo Si-
del loro colossale imperio. Dopo gnor nostro, il cui avventuroso na-
la battaglia navale e la vittoria scimento die incominciamento alla
di G. Duillio, ed il trionfo di Me- corrente era. I successivi secoli sot-
tello, la storia di Roma divenne to diversi imperatori, ciascuno si
206 EUR EUR
distinse por svariati avvenimenti. nito l'impero, in vece di consoli-
La brutalità, la crudeltà, la cor- darlo lo minò da'fondamenti col-
ruttela, e qualche raro lampo di l'averne trasportalo la sede da Ro-
f.juità e di clemenza si confusero ma a Bisanzio, che per lui prese
colle prodezze dei romani eserciti, il nome di Costantinopoli, quindi
parte in mantenere le conquiste, eternò la divisione coll'aver dispo-
parte in farne delle nuove. Surscro sto dell'impero, come di privata e-
quindi imperatori saggi e filosofi, redità, ne'tre suoi figliuoli. Laon-
come Trajano, Adriano, Antonino de dipoi Valentiniano e Valente
e Marc'Aurelio, che fecero alquan- resero sistematica la separazione
to dimenticar le precedenti sciagu- dell'impero d'oriente, o di Costan-
re; ma nel terzo secolo le milizie tinopoli, dall'impero d'occidente, o
pretoriane usurpando il potere, a di Roma, dopo che per circa do-
capriccio crearono e deposero gli dici secoli nella grandezza di Ro-
imperatori, per cui al pubblico in- ma erano fissati gli sguardi dell'u-
canto vendevano obbrobriosamente niverso. L' impero romano dopo
l'impero, e la sorte di tanti diffe- una lunga serie di rivoluzioni sem-
renti popoli e nazioni. La fortuna pre più. andò in decadenza; popo-
delle aquile romane incominciò a li barbari avendo invaso l'est del-
piegare, e gli stessi governatori del- l'Europa, ed essendo seguiti da quel-
le provincie innalzarono lo stendar- li del nord s' impadronirono di
do della ribellione, disputandosi il quell'impero per l' addietro così
supremo potere. potente, e ne saccheggiarono per-
1 saggi e valorosi Aureliano e sino la capitale. Fu il quinto seco-
Probo, degni di tempi migliori, rav- lo che fece cessare la storia uni-
vivarono ancora, co'trionfi che ri- versale europea, ed a quella viene
portarono, gli estremi tratti d'una surrogata l'altra de' nuovi popoli,
luce ch'era vicina al tramonto. Gli che dagli avanzi della squarciata
stessi imperatori nel quarto secolo monarchia pullularono. L'Italia ri-
prepararono la caduta della quasi u- mase aperta a un diluvio di bar-
niversale monarchia col dividere la bari, che ne fecero ogni strazio,
unità della dominazione, ciò che deponendosi da Odoacre re degli
pei primi fecero Diocleziano e Mas- eruli, Momillo Augustolo l'ultimo
simiano, succedendosi sanguinarie e degli imperatori d'occidente.
civili discordie. Nei pontificati di s. Le invasioni de'popoli barbari fe-

Melchiade e di s. Silvestro I ces- cero nascere nell'Europa nuovi sta-


sarono le persecuzioni contro il cri- ti, e nuove dinastie sovrane; i
stianesimo, e Costantino il grande franchi ed i borgognoni si stabi-
restituì la pace alla Chiesa, pro- lirono nelle Gallie ; i visigoti e
fessando pubblicamente l'evangelo, gli svevi occuparono la Spagna ;

mentre in quasi tutte le provincie i sassoni e fondarono


gli angli
dell'impero le arti e le lettere, u- piccoli regni nella gran Bretagna ;
scite da un focolare comune, ci- i varequi, che si credono origina-
vilizzavano i barbari, e la lingua ri della Scandinavia, diedero vari
latina si confuse cogl'idiomi degli dominatori alla Russia ; i pirati
indigeni. Ma il pio Costantino che normanni venuti dalla Danimarca e
sotto l'insegne del labaro avea riu- dalla Norvegia , si fecero cedere
,

EUR EUR 207


una provincia della Francia; i T intero corso di mille anni, sino
mori dell'Africa traversarono lo al i5oo secondo l'autore dellV7po-
stretto di Gibilterra, invasero una logia de' secoli barbari), che princi-
gran parte della Spagna e si spar- palmente si formarono e si consolida-
sero persino nella Francia ed in rono le diverse monarchie che com-
Sicilia; gli unni, i goti, i vanda- pongono oggidì l'Europa e le città ;

li, gli eruli, i visigoti, i longo- marittime dell'Italia divennero stati


bardi ed altri barbari successiva- potenti sul mare. La celebrata caval-
mente dominarono sull'Italia, meno leria dell'undecimo secolo, e il fer-
qualche brano dipendente dalla de- vido zelo delle crociate non addi-
bole dominazione del greco im- tano che fugaci lampi di virtù
pero. passeggiera, mentre le ragioni feu-
L'eresia di Leone l'isaurico fece dali, l'accanimento delle differenti
perdere a' greci i possedimenti di fazioni, gli scismi, e le religiose di-
Italia, le principali città si sottras- scordie provocarono sanguinose guer-
sero dalla loro ubbidienza, ed il re e carnificine. Nel XIV secolo
ducato romano, con Roma, e se- sette Pontefici risiedettero in Avi-
dici città della Campania si diero- gnone, con grave danno di Roma
110 verso l'anno 7 3o al sommo e d'Italia, cui successe il lungo sci-

Pontefice, e perciò sotto s. Gre- sma che tenne divisi tanti popoli
gorio li ebbe origine la sovranità e nazioni. Tuttavolla in quel se-
de'Papi, ch'è più antica di qua-
la colo, prima o dopo, i ritrovamen-
lunque altra dinastia europea. Ste- ti della bussola, della polvere, del-
fano II detto III, coli' invocare i la stampa, ed il risorgimento del-
soccorsi di Pipino re di Francia le lettere, delle scienze e delle ar-
contro i longobardi , diede motivo ti , segnano incomparabili van-
al successivo debellamento di que- ti all'Europa. 1 mori furono final-
sti, e alle conquiste che di una gran mente espulsi dalla Spagna, ma i

parte dell'impero romano fece Car- turchi invasero l'impero greco, e lo


lo Magno figlio di Pipino; il per- hanno sino d' allora conservato; e
chè s. Leone III nell'anno 800 rin- i tartari furono per qualche tempo
novò in lui l'impero d'occidente padroni della Russia.
coronandolo solennemente nella ba- La scoperta dell' America fatta

silica vaticana impero che Carlo : nel declinar del XV secolo dagli
Magno divise poscia tra'suoi figli. europei assoggettò loro un nuovo
Le chiese e i monisteri si erano mondo, ove fondarono immense
moltiplicati in tutti i punti dell'Eu- colonie, e da dove apportarono in
ropa; le lettere trovarono un asi- Europa immensi tesori, ed una fol-

lo nei chiostri, in mezzo alle guer- la di prodotti sconosciuti. L'altra


re ed alle istituzioni feudali che scoperta del Capo di buona speran-
pesarono su tanti popoli, mentre za pose il commercio europeo in
l'ignoranza, la superstizione e la relazione diretta con l'Africa, e
barbarie ne'secoli chiamati di fèrro colla più bella parte dell'Asia; la

oppressero l' Europa. Fu nel me- navigazione si perfezionò, e si vi-

dio evo (questo tempo de' secoli dero distinguersi parecchi stati, e
barberi principiò l'anno 5oo della sopra tutti l'Inghilterra, per la for-

nostra eia cristiana, e durò per za della loro marina. Deplorabile


2o8 EUR EUR
fu il secolo decimosesto per le la- servate maggior parte. In questa
la

grimevoli eresie di Lutero, di Cal- lotta generale in Europa, una parte


vino, ec., e per la riforma d'En- considerabile delle colonie in Ame-
rico Vili, e funestissime ne furo- rica scosse l'antico giogo, la indu-
no le conseguenze che tuttora de- stria fece rapidi progressi, e la po-
ploriamo. Nel decimo settimo se- polazione meno esposta alle stragi
colo un trattato di pace, quello di del vaiuolo, a merito della vacci-
Vestfalia parve imporre un termi- nazione, egodendo d'altronde di
ne alle guerre dei sovrani dell'Eu- una lunga pace mercè la saggez-
ropa intorno al soggetto della loro za de'sovrani, si accrebbe ben pre-

religione, e delle loro pretensioni sto malgrado le emigrazioni veri-


di dominio, giacche la memorata ficatesi pel nuovo mondo.

riforma religiosa introdotta dagli I popoli di questa bella parte


errori di Lutero aveva staccato del globo, vengono politicamente
dall'unita della Chiesa romana qua- divisi dai geografi in tre grandi
si tutto il nord dell'Europa. L'im- sezioni geografiche formanti tutta
pero di Russia accresciutosi di tut- l'Europa. La prima settentrionale
ta l'Asia settentrionale, e degli comprende il vasto impero russo,
stabilimenti cosacchi, cominciò ad coll'unito regno di Polonia, la Sve-
influire sui destini dell' Europa; ziaa cui è unita la Norvegia, la
quest'impero è divenuto il più e- Danimarca, e le Isole Britanniche.
steso di tutti gli stati di questa Alla seconda centrale si tribuisco-
nostra parte di mondo. L'Inghil- no l'imperio austriaco, insieme ai
terra dal suo lato fu il più ricco regni che ne dipendono, la confe-
degli stati europei, pel valore di derazione germanica, cogli stati che
sue colonie, che moltiplicò in ap- la compongono, Paesi-Bassi, ossia i

presso sino alla quinta parte del l'Olanda ed il Belgio, la Francia,


mondo. Alla fine del secolo deci- e la Svizzera. La meridionale rac-
mottavo la rivoluzione che scoppiò chiude l'impero ottomano co' suoi
in Francia, cangiò in parte la fac- accessorii , il regno ellenico della
cia dell'Europa. Antiche dinastie Grecia , l'Italia colle sue partizio-
furono rovesciate, e parecchi stati ni , la Spagna , ed il Portogallo.
vennero incorporati nella repubbli- Nell'Europa, complessivamente con-
ca francese, che al principio del siderata, si numerano cinquanta
decimonono secolo si eresse in im- stati sovrani, cioè i tre imperi di
pero. Napoleone primo imperatore Russia, di Austria, e di Turchia;
de' francesi, conquistò ed invase una i sedici regni di Francia, d'Inghil-
gran parte dell'Europa ; ma aven- terra, di Spagna, di Portogallo, di
do sollevato contro di lui i princi- Sardegna, delle due Sicilie, di Prus-
pali sovrani, fu rovesciato dal tro- sia, di Olanda, del Belgio, di Bavie-

no, e l'antico ordine di cose fu ri- ra, di Sassonia, di Grecia, di Wit-


stabilito almeno in parte. Solamen- temberga, di Anno ver, di Dani-
te le nuove costituzioni, create in marca, e di Svezia cui è unita la
conseguenza della rivoluzione fran- Norvegia; l'elettorato d'Assia; i sei
cese, e fondate, al dire di alcuni, gran ducati di Toscana, di Baden,
sui bisogni dei popoli, e sui de- d'Assia-Darmstadt, di Weimar, di
cantati lumi del secolo, furono con- Meclenburgo-Schwerin, e di Stre*
EUR EUR 209
litz; i tredici Modena, ducati di i culti dell'impero austriaco sono
di Parma, di Lucca, d'Oldemburgo, il cattolico, il greco , il riformato
di Gotha, di Meiningen , d' Ilde- e il luterano. Il regno di Prussia
burgausen, di Coburgo, di Brun- è assoluto, cogli stati provinciali;
swick, di Nassau, di Dessau, di i culti suoi sono luterano, catto-
Bernburgo e Roeten; i dieci
di lico, e riformato. I regni di Sve-
principati di Hohenzollern-Hechin- zia, della gran Bretagna, di Olan-
gen e Sigmaringen, di Lictenstein, da, del Belgio, di Francia, di Por-
Schwarzeburgo-Rudolstadt e Son- togallo, ellenico di Grecia sono go-
dershausen,, Reuss ramo prin-
di vernati costituzionalmente ; la Svezia
cipale, e cadetto, di Lippa-Detmold segue il culto luterano; la gran Bre-
e Schauenburgo , e di Waldeck ; tagna V episcopale, il presbiterale e
lo stato ecclesiastico ; le quattro il cattolico; l'Olanda il cattolico e il

repubbliche della Svinerà, delle riformato ; il Belgio il cattolico ;


Isole Jonie, di San-Marino, e di la Francia il cattolico, il rifor-
Cracovia; e quattro città ansea-
le mato e il luterano; il Portogallo
tiche di Francfort sul Meno, Lu- il cattolico; ed il regno di Grecia
becca, Brema ed Amburgo. o ellenico il culto cattolico e quello
Quanto ai governi l'Europa ne greco. Costituzionalmente pur si go-
presenta di tutte le forme, dal vernano i regni di Baviera, di Wur-
dispotismo il più assoluto, sino al- temberg, e tale è la forma de' piccoli
la democrazia pura ; egli è però stati di Alemagna, ove il culto è cat-
vero che le repubbliche, altra vol- tolico, luterano, riformato, evangeli-
ta così numerose , sono state la co ec. Il regno di Spagna al presente è
maggior parte distrutte; quelle che costituzionale, ed il cullo è cattoli-
abbiamo nominate, e che tuttora co. I re di Sardegna e delle due Si-
sussistono, non possono essere an- cilie, il Pontefice, ed il re di Dani-

noverate tra gli stati possenti. marca, e molti principi di Alema-


Il potere assoluto domina an- gna e d'Italia regnano senza con-
cora ne' grandi stati, ma il potere trolleria con potere assoluto nei :

moderato e costituzionale ha pre- primi stati il culto dominante è il


so in questo secolo un gran ascen- cattolico, in Danimarca il luterano.
dente. L'impero di Turchia è gover- La Svizzera, composta di cantoni
nato più dispoticamente, ed i cul-
il liberi, ha repubblicano federativo
ti che prevalgono sono il maomet- il governo, ed il culto riformato,
tano ed il greco. L' impero di e cattolico. Neil' isole Jonie il go-
Russia è sottomesso egualmente al verno è repubblicano, sotto il pro-
potere assoluto; ed i culti di quel- tettorato dell'Inghilterra, coi culti
l'impero sono il greco, il cattoli- greco, ed episcopale. I
cattolico ,

co ed il luterano: il regno di Po- ducati d'Italia sono di governo as-


lonia dipendente dalla Russia sog- soluto, con culto cattolico; ed il
giace al suo potere assoluto. L'im- principato di Monaco è sotto il

pero d'Austria mantiene il princi- protettorato della Sardegna. La


pio del potere assoluto, ma al- repubblica di Cracovia è protetta
cune provincie del suo impero dalla Russia, Prussia, ed Austria,
hanno corpi rappresentativi, e l'Un- con culto cattolico, senza nomina-
gheria ha un'antica costituzione; re altri stati già mentovati.
vol, xxu. »4
qjo EUR li US
EUROPA. Provincia, ed anti- li di Gerapoli pure in partibus. II

chissima contrada dell' Illiria, nel- Tapa che regna, a' 7 giugno i83<),
la parte orientale della Tracia, fece vescovo d'Europa monsignor
lungo la costa, che guarda l'Asia Lodovico di s. Teresa de' carmeli-
minore, dal Ponto-Eusino fino al- tani scalzi, non che coadiutore del
l'Arcipelago. Le città principali e- vicario apostolico di Gerapoli.
rano Costantinopoli, Selivreè, Ru- E USE Jacopo, Cardinale. V.
disto, Apri ec. Secondo alcuni ap- Giovanni XXII Papa.
parentemente questo paese comu- EUSEBIA (s.). Neil' anno 63 7
nicò il suo nome a tutta l' Euro- nacque Eusebia da nobili e vir-
pa, come l'Asia minore diede il tuosi genitori. Fu educata sotto la
.suo nome al restante dell'Asia, e direzione della propria avola la
l'Africa propria a tutta l'Africa. beata Gertruda, la (piale governa-
Eraclea (Fedi), era altre volte la va in quei giorni in qualità di ba-
metropoli della provincia ecclesia- dessa il monistero di Hamaige.
stica di Europa, come poi lo fu Cresciuta negli anni, ed informato
di tutta la Tracia: a quell'artico- il suo cuore ad ogni esercizio di
lo notammo gli arcivescovati ed virtù cristiana, venne eletta a suc-
j vescovati della provincia di Eu- cedere nel ministero dell'avola. Una
ropa, sotto il patriarcato di Co- profonda umiltà, accoppiata aduna
stantinopoli, del quale fu la prima inalterabile dolcezza, la rendette
provincia. cara a tutte le sue conreligiose.
EUROPA, EUROPI, o EURO- Colla austerità mantenne puro il

PO. Città vescovile dell'Asia, nel- suo corpo ed suo spirito, e nel-
il

la Siria, nella provincia di Eufra- la fresca età di anni venti tre, il


te, diocesi di Antiochia , sotto la giorno 16 marzo dell'anno 660
metropoli di Gerapolh che secondo volò al cielo a cogliere il premio
Commanville fu eretta nel quinto dei giusii. In questo giorno me
secolo. Era situala sulla riva del- desimo nel martirologio di Fran-
l'Eufrate all'est di Gerapoli, ed al cia e dei benedettini è ricordata
sud di Zeugma. Fu chiamata con la sua festività.
diversi nomi, come di Amphipo- EUSEBIAM (Eusebiani). Gli eu-
lis, Thapsacum , e Turmeda, se- sebiani erano che eretici ariani
condo la Siria sagra. Al dire di furono così chiamati da Eusebio di
Procopio, l'imperatore Giustiniano Nicomedia, principal difensore della
I vi edificò una fortezza. De' suoi dottrina e della persona d'Ario.
vescovi non si conosce che David, Essendosi Eusebio lasciato sorpren-
riportando il p. Le Quien, nel- dere dagli errori di questo eresi ar-
1'Oritns Christ. tom. II, p. 4q5j ca., finse di abiurarli al concilio
ch'eglinon intervenne al concilio, di Nicea, per non cadere in so-
ma fu ivi rappresentato dall'arci- spetto dell'imperatore Costantino;
vescovo di Gerapoli, che sottoscris- ma i vescovi cattolici avendolo fat-
se pegli altri suoi vescovi suffra- to conoscere, siccome per uno dei
gaci siccome assenti. Attualmente principali fautori d'Ario, quel prin-
Europa, Europe/i, è un titolo ve- cipe l'esiliò dappoi. Il partito aria-
scovile7/1 partibus che sidà dai no avendo ottenuto il suo richiamo,
sommi Pontefici, sotto la metropo- diventò egli il più gran nemico di
.

EUS EITS 2. ir

s. Atanasio primario difensore del nato due anni, sette mesi, e sedi-
cattolicismo ; fecelo quindi esiliare, ci giorni. Vacò la santa sede sei
riunì diversi concili contro di lui, giorni.
circondò l'imperatore Costantino fino EUSEBIO (s.). Nacque Eusebio
alla sua morte, ed infettò dell'eresia in Sardegna, da nobili genitori. Ri-
ariana Costanzo suo figlio e tutta masto privo del padre in tenera età,
la famiglia imperiale. Fecesi poi la madre sua si trasferì in Roma con
eleggere per forza vescovo di Co- lui. Educato colà nella pratica delle
stantinopoli, dopo aver fatto esilia- cristiane virtù, e nello studio delle
re Paolo ,
prelato ortodosso, nel ecclesiastiche scienze, fu dalPonte-
338, egli in fine si eresse incapo di fice Eusebio battezzato, per cui
s.

partito. Dopo la morte d'Ario, i pu- gì' impose il proprio nome, e po-
ri ariani lo consideravano come loro scia dal Papa s. Silvestro I ordi-
apostolo, e si diedero a gloria di nato lettore. Passato in progresso a
portare il nome d'eusebiani. Fu egli reggere la chiesa di Vercelli, fu egli
pure che compose quasi tutte le for- il primo suo vescovo. Con la mag-

inole ariane. Disprezzò tutte le sco- gior pastorale sollecitudine governò


muniche scagliate contro di lui dai Eusebio il gregge alla sua cura affi-

vescovi cattolici, e morì nello scisma datogli, ed in breve la città di Ver-


e nell'eresia, l'anno 34 1. celli avvampò tutta di sacro fuoco
EUSEBIO (s.) Papa XXXII. Gre- verso Gesù Cristo. Nell'anno 354 fu
co, medico, o figlio di medico, il gior- dal Pontefice s. Liberio mandato
no 5 febbraio del 309 fu innalzato Eusebio ad Arles nelle Gallie, ove
alla sede di s. Pietro. Confermò trova vasi allora T imperatore Co-
il decreto di Stefano I riconcilian- stanzo, per stabilire con quel prin-
do tutti gli eretici che trovò in cipe la convocazione di un con-
Roma colla sola imposizione delle cilio, che fu in Milano radunato
mani. Battezzò s. Eusebio, illustre nell' anno seguente. Recatosi Euse-

vescovo di Vercelli, a cui impose il bio in Milano, gli ariani, che assai
suo nome. Sostenne la legge dei santi lo temevano, sostenuti però dal
Pontefici Cornelio e Lucio suoi pre- dominatore di quel tempo, riusci-
decessori, per la quale veniva pre- rono per dieci giorni d'impedirgli
scritto ai caduti nell'apostasia di far l'ingresso al concilio, ma final-
penitenza, ond'essere restituiti alla mente vi fu ammesso. Prima di
pace e comunione ecclesiastica. Dice- dar cominciamento all'affare di s.

si aver egli prescritto che corpo- i Atanasio, per cui erano convo-
si

ralinon fossero di seta, ma sola- cati, volle il sauto prelato che tutti
mente di lino benedetto dal vesco- i vescovi accettassero in iscritto il

vo, e che la cresima fosse ammi- simbolo di Nicea, per dare così un
qua-
nistrata soltanto dai vescovi, a' colpo decisivo alle calunnie inven-
li determinò la moderazione, che tate a carico del santo vescovo A-
dovevano usare alla loro mensa. Fe- tanasio. Il commendevole zelo di Eu-
ce una sola ordinazione nella quale sebio per la causa di s. Atanasio gli

creò quattordici vescovi, tredici preti procurò l'esilio dall' imperatore Co-
e tre diaconi. Patì a'26 settembre stanzo in sul declinare dell'anno 36 1

del 3ii, e fu sepolto nel cimite- Dipoi dal suo successore fu richia-
rio di Callisto, dopo avere gover- mato Eusebio a reggere la sua
212 EUS EUS
chiesa, ed egli recatosi , cercò con gnore con fervente preghiera la sua
ogni premura ed instancabili atti greggia, si mosse verso il luogo di
di virtù di riparare ai guasti oc- sua destinazione. Accortisi i suoi
casionativi da una sì lunga assen- dell'allontanamento del proprio pa-
za. Dagli anni e molto più dalle dre e pastore, si diedero in fol-

fatiche logorato mori il santo ve- la a seguirlo , e raggiuntolo a


scovo il primo agosto dell'anno Zeugma, lo scongiurarono di non ab-
370, e le sue spoglie mortali sono bandonarli al furore dei lupi. Som-
con gran venerazione conservate mamente commosso Eusebio, li

nella cattedrale di Vercelli. Il Bre- benedisse, ad adorare


eccitandoli
viarioromano assegna la sua festa le divine disposizioni, né volle ac-

li i5 dicembre a cagione della tu- cettare niente di quanto in denaro


mulazione fatta in tal giorno delle essi gli offrirono pe'suoi bisogni.
sue reliquie. Nell'anno 379, daudo i goti gua-
EUSEBIO (s.). Nell'anno 366 il sto alla Tracia, fu accordato ad
santo vescovo Eusebio occupò la Eusebio di ritornare alla sua sede
sede di Samosata in Siria, e nello per cogliere la corona del marti-
stesso anno assistette al concilio di rio; ma passando per Dolico, pic-
Antiochia. Molta fu l' influenza che cola città della Comagena, infetta
egli ebbe nella elezione di s. Mele- allora dell'arianismo, una femmina
zio patriarca di Antiochia. Gli aria- eretica gli scagliò una tegola sul
ni, quantunque contrari a lui per capo, che in brevi giorni lo con-
principii religiosi, avevano però dusse a morte. Prossimo il santo
grande venerazione per la sua pro- vescovo a spirare, fece viva istanza
bità. Nel 370 concorse all'elezione che non si facesse alcun male a chi
di s. Basilio arcivescovo di Cesa- gli toglieva la vita, imitando così il

rea, e si legò strettamente a lui, divino nostro Redentore, il quale


mantenendo un'amichevole ed apo- dalla croce pregò pe'suoi crocefis-
stolica corrispondenza. Destatasi in sori. Dai greci è onorato Eusebio
que' dì dall'imperatore Valente una li22 giugno, e dai latini il gior-
fiera persecuzione contro i cattoli- no 21.
ci, il santo vescovo Eusebio si ado- EUSEBIO Abbate (s.). In un
però con tutto potere a garantire monistero fra Berea ed Antiochia
il proprio gregge dal veleno del- condusse Eusebio la santa sua vi-
l'eresia. Incontrò viaggi per la Si- ta. Chiamato a presiedervi in qua-

ria, Palestina e Fenicia per ordi- lità di abbate, seppe col suo esem-

nar sacerdoti, per assistere vesco- pio conservar pura la disciplina, e


vi, per rimetter pastori nelle cure condurre i suoi conreligiosi nella
vacanti, per rassodare finalmente i via della perfezione. L'austerità di
credenti nelle verità della fede. sua vita si rendette celebre in quei
Una tale vigilanza operosa, gli pro- dintorni, e molti allievi procurò al
curò dalla setta ariana, che in quei monistero. di anni e di
Carico
giorni dominava, un odio impla- meriti riposò Signore li 23
nel
cabile, e questa condusse l'impera- gennaio nell'anno 4°°> ea in tal *

tore ad esiliare Eusebio nella Tra- giorno se ne celebra la memoria.


cia. Il santo obbedì all' imperiale EUSEBIO Prete (s.). Fu Eu-
comando, e raccomandata al Si- sebio prete e confessore in Roma,
EUS EUS ai3
ed ebbe molto a combattere l'a- tò. Credesi falsamente che nel tem-

rianismo sottoil regno di Costan- po di sua prigionia offerisse incen-


zo. Confinato prigione nella sua so agli idoli per evitare il mar-
propria stanza per ordine dell'im- tirio. Quando venne restituita la
peratore, egli si santificò in quella pace alla Chiesa, Eusebio, il quale
col mezzo di una continua orazio- avea aperta una famosa scuola a
ne. Morì, e fu sepolto nel cimite- Cesarea, fu eletto vescovo in quel-
ro di Calisto. suo culto fu sem-
Il la città nell'anno 3i3. In questo
pre celebre in Roma, e la sua fe- tempo in produceva grande
cui
sta è assegnata ai i4 di agosto. guasto nella Chiesa 1' arianesimo ,
EUSEBIO Prete e martire (s.). Eusebio, sedotto dal suo parente
Sotto regno di Diocleziano e Mas-
il Eusebio di Nicomedia, prese a di-
simiano viveva il sacerdote Euse- fendere Ario, e fece ogni sforzo
bio addentrato in grado eminente per ristabilirlo appresso Alessandro
nello spirito della preghiera, ed in suo vescovo. Cotale caduta d'Eu-
tutte le apostoliche virtù. Colla pre- sebio fu al suo nome una macchia
dicazione molti furono da lui con- tanto maggiore, quanto più tentò
vertiti; e gl'idolatri irritati dai gran- occultarla colla dissimulazione. Nel
di progressi ch'egli faceva a sca- concilio di Nicea durò grande fa-
pito del loro culto, provocarono il tica condan-
a sottoscriversi nella
preside Massenzio ad assoggettar- na degli errori d'Ario, ne volea
lo all'inquisizione. Comparso Euse- ammettere il termine consustanzìa'
bio al tribunale, con eroica fermez- le aggiuntovi dai padri. Indotto
za non si lasciò sedurre dalle lu- dai vescovi ariani , intervenne al
singhe, né vincere dalle minaccie concilio d' Antiochia nel 33o , in
del tiranno, che indurlo voleva a cui Eustazio vescovo di questa cit-
Quindi si as-
sacrificare agi' idoli. tà venne ingiustamente deposto:
soggettò al venne de-
martirio, e e così pure nel 335 a quello di
capitato il giorno i4 agosto circa Tiro tenutosi contra s. Atanasio.
il terminare del terzo secolo, ed in Morì poco tempo dopo nel 338,
tal giorno è ricordata la sua festi- e senza dubbio ariano, tale essen-
vità negli antichi martirologi. do, contro l'opinione di alcuni mo-
EUSEBIO Prete (s.). V. Mar- derni, la testimonianza di s. Eu-
cello (s.). stazio, s. Atanasio, s. Ilario, s. Epi-
EUSEBIO Martire (s.). V. Ne- fanio, e s. Girolamo. Abbiamo di
STABLO (S.). lui: i.° la Confutazione di Jerode,
EUSEBIO, Cardinale. Eusebio il quale metteva Apollonio Tia-
Cardinal prete del titolo di s. Lo- neo al di sopra di Gesù Cristo ; 2.
renzo in Lucina, si trovò presente la Preparazione evangelica, in quin-
al concilio celebrato dal Pontefice dici libri ; 3.° la Dimostrazione e-
s. Paolo I nel 761. vangelica, divisa in venti libri, del-

EUSEBIO di Cesarea. Per quan- la quale non ci rimangono altro


to si crede nacque nella Palestina che i primi dieci; 4«° un Trattato
verso la fine dell' impero di Gal- di storia ecclesiastica, dopo la ve-

lieno. Durante la persecuzione di nuta di Gesù Cristo fino al primo


Diocleziano ebbe a maestro s. Pan- concilio universale; 5.° una Cro-
filo, sotto del quale molto profit- naca, eh' è un indice di storia uni-
,

2j4 EUS ELS


versale da Adamo fino all' anno no allora professato gentilesimo. Ri-
ventesimo di Costantino; 6.° la tornato Placido in sua casa, rac-
Vita di Costantino, in quattro li- contò a sua moglie Taziana , che
bri ; 7. alcuni Commenti sui sal- poscia chiamossi Teopista, l' avve-
mi pieni del veleno dell'arianesi- nuto, ed invitata a seguire l'im-
mo, ma veleno mascherato con pulso divino, abbracciò anch' ella
grande artifizio; 8.° certi Commen- di buona voglia il consiglio del suo
ti sopra Isaia, che si trovano nel- sposo, ed insieme ai due figli A-
la collezione delle opere d' alcuni gapio e Teopisto si fecero tutti
padri greci, pubblicata a Parigi nel ammaestrare nei santi principii del-
1706. la morale cristiana, e quindi colle
EUSIZIO (s.). Da poveri geni- acque battesimali rigenerati, diven-
tori sortì Eusizio i natali nel Pe- nero figli adottivi dell' autore del-
rigueux, e si ricoverò in qualità la grazia. Viveva Eustachio con la
di laico nel monistero di Percy, sua famiglia tranquillo e sereno nel
nella diocesi di Burges. Servita la novello suo stato, quando occorren-
comunità per alcun tempo, fu ac- do all'imperatore Adriano valersi di
cettato poscia nel numero de' mo- lui in una militare impresa, fu chia-

naci, ed ordinato sacerdote. Coll'as- mato all' esercito in qualità di ca-


senso del superiore si staccò dai pitano generale. Eustachio obbedi-
suoi conreligiosi, e si ritirò nel Ber- sce prontamente ai comandi del
rì in un luogo solitario. Fece in principe, assume l'incarico affidato-
progresso fabbricare nel luogo del gli, va al campo, fuga i nemici, e

suo romitaggio un monistero, che vittorioso ritorna in Roma. L'im-


prese il nome di celle, e vi concor- peratore grato ai servigi prestati
sero molti allievi. Il santo eremita da Eustachio, onora di sua gra-
lo
finì in pace i suoi giorni nell'anno zia, e Io invita altresì a rendere
542, li 27 novembre, ed in tal dì tributi di laude agli dei per l'otte-
se ne celebra la sua festa. nuta vittoria. Eustachio per esser
EUSTACHIO (s.). V. Antonio, divenuto cristiano, si rifiuta di ob-
Giovanni ed Eustachio (ss.). bedire; l'imperatore che ignorava
EUSTACHIO (s). Regnando in il novello stato di lui, s'inquieta;
Roma l'imperatore Adriano, Placido, vuole eseguiti ad ogni modo i suoi
che tale era il nome di Eustachio ordini, ed Eustachio vi resiste fer-
prima di sua conversione, viveva mamente. La grazia ed il favore
ascritto alla romana milizia. Dedito sovrano di prima si cangia in fu-
egli alla caccia, si recò un giorno a rore, ed ordina Adriano che Eu-
diporto in una folta boscaglia, e nel stachio con la moglie e i figli , sie-
silenzio di quel luogo, scoprì in un'al- no esposti nel parco de' leoni, per
tura un cervo, avente fra le corna esser da quei divorati. Si eseguisce il

l'immagine di Gesù Crocefisso. Ad comando, vengono essi tradotti sul


un tanto prodigio Placido si arre- luogo, e quelle fiere, anziché segui-
stò maravigliato, ed intesa in quel re l'istinto proprio, mansuete si

mentre una voce che lo invitava avvicinano a lambire i loro piedi.


a farsi cristiano, si prostrò bocco- Adriano vieppiù infuriato per l'av-
ne, e da quell'istante si dichiarò venuto, comanda che sieno essi po-
seguace di Gesù, rinunziando al fi- sti in un bue grande di metallo
,

E US EUS 2i5
e chiusi in quello, vengano dal fuo- bandonava pubbliche adunanze
le
co sottopostovi arrostiti ed incene- delle chiese per farne delle priva-
riti. Colla rassegnazione dei veri te, ed appropriavasi le obblazioni
n lieti di Cristo si assoggettarono dei fedeli. Credeva che non si po-
tutti a tale barbaro comandamen- tesse niuno salvare senza abbandona-
to. Tre giorni vi stettero rinchiu- re tutti i propri beni; divideva i fi-

sa in capo ai quali, aperto il bue gli dai loro padri ed i domestici


si trovarono i loro corpi intatti, e dai loro padroni, sotto pretesto di
senza alcuna lesione, pel quale pro- far condur loro una vita più per-
digio molti sul fatto ebbero a con- fetta, e ricusava le obblazioni dei
vertirsi. JVelgiorno 20 settembre pretiammogliati. Sosteneva ch'era
dell'anno 120 subirono essi il mar- vietato in tuttii tempi il mangiar
tirio, ed in tal giorno il martiro- carne, disprezzava i digiuni ordinari
logio romano assegna la loro fe- della Chiesa come inutili, pratican-
stività. Agli articoli Chiesa di s. done degli altri a suo capriccio,
Eustachio, e Conti famiglia, sono anche negli slessi giorni di dome-
riportate diverse erudizioni risguar- nica. Aveva in orrore i luoghi san-
danti questo santo. ti ed i sepolcri dei martiri. Que-
EUSTACHIO, Cardinale. Eu- sti eretici furono condannati nel
stachio Cardinal prete, fu uno dei concilio di Gangra in Paflagonia ,

padri componenti il concilio Roma- l'anno 342.


no celebrato da s. Zaccaria nel EUSTAZIO (s.). Era della città
745. di Sida in Panfilia. 11 suo merito
EUSTAZIANI. Nome d'una set- lo innalzò alla sede vescovile di Be-
ta eretica del IV secolo. Se si cre- rea, ove si distinse fra i più zelan-
de a Socrate ed a Sozomeno, que- ti difensori de'dommi
Ciò apostolici.
sti eretici ebbero per patriarca Eu- animò s. Alessandro vescovo
A- d'
stazio, vescovo di Sebaste in Ar- lessandria ad unirsi seco nella guer-
menia, il quale non essendo che ra, cui avea intrapresa contro l'e-
semplice prete, fu deposto da suo resiarca Ario. Con generale appro-
padre chiamato Eulogio, arcive- vazione de' vescovi, del clero e del-
scovo di Cesarea in Cappadocia la provincia, fu trasferito da Berea
perchè vesti vasi da filosofo paga- in Antiochia. Tali e tante furono
gano, e faceva portare a' suoi di- le persecuzioni alle quali fu sog-
scepoli abiti straordinari. Baronio getto Eustazio per parte degli a-
crede che l'eresiarca Eustazio sia riani, e specialmente di Eusebio di
quell'Eutacto di cui s. Epifanio Cesarea, eh' erasi acquistato il glo-
parla come d' un impostore , che rioso titolo di Confessore. Sedotto
era monaco d'Armenia, il di cui finalmente Costantino dagli ariani,
nome è stato alterato e cangialo lo esiliò nella Tracia, dove morì
in Eustazio. L'opinione la più co- pieno di meriti e santità l' anno
mune è che fosse un monaco , il 338. Tra le opere che ci riman-
cui amore eccessivo per la sua pro- gono di lui vi sono 1 :

le Ome-
fessione lo fece cadere in molti er- lie ; 2. alcuni trattati dell'anima;
rori. Condannava il matrimonio 3.° una dissertazione sulla Pito-
come contrario alla salute, e divi- nessa ;
4-° un '
allra dissertazione
deva le donne dai loro marili. Ab- coulro Origene; 5." molte opere
ai6 EUS EUS
contro gli ariani. Secondo s. Gi- che intraprese per la Siria, l'Egit-
rolamo, Eustazio fu il primo che to e la Palestina , e ricoveratasi
scrivesse contra tali eretici. nel monistero di Betlemme, nel
EUSTAZIO Abbate di Luxeu(s.). 4o4, morta sua madre, fu eletta
Da nobile famiglia di Borgogna a superiora di quel sacro ritiro.
sortiti i con molta cura fu
natali, Dopo avere edificato col suo esem-
Eustazio educato dal proprio zio pio quelle vergini spose di Gesù
Migeto vescovo di Langres. Di Cristo, e rigorosamente mantenuta
buon'ora conobbe quanto periglio- ed osservata la disciplina morì ,

so sia il seguire il mondo e le sue santamente nell'anno 4*9» e la


vanità e quindi ricoveratosi nel
, sua festa è assegnata ai 28 set-
monistero di Luxeu sotto la dire- tembre.
zione di s. Colombano, si die tut- EUSTOCHIA (beata). Nella cit-
to con lo spirito all' orazione , al- tà di Messina l'anno i43o trasse
l' umiltà, ed alla celeste contem- Eustochia i natali da una illustre
plazione. Nell'anno 612 successe a famiglia. Spiegò ella sino dall'in-
s. Colombano, e si vide capo di fanzia un cuore inclinato alla vir-
seicento monaci, che lo riguarda- tù, ed oltre a questo pregio dello
vano come loro padre. Per puro spirito accoppiava anche quello di
spirito evangelico si allontanò al- una rara avvenenza. Cresciuta ne-
cun tratto dal suo monistero per gli anni, e vieppiù aumentando i

diffondere nella Baviera e nella suoi meriti, parecchie famiglie del


Franca Contea la morale cristiana, luogo anelavano alle sue nozze ; ma
e la divinità di Gesti Cristo, com- ella non acconsentì mai ad alcun
battuta dagli errori di Folino e partito, risoluta di dedicarsi intie-
di Bonoso. Egli si procacciò su tutti ramente a Gesù Cristo, e superate
la stima e la venerazione. Morì da forte tutte le opposizioni de'suoi
santamente nel 625, e nel marti- genitori, riuscì finalmente a rico-
rologio romano è ricordato il dì verarsi nel monistero di s. Chiara
29 marzo. di Bassicano. Fatti i voti di reli-
EUSTOCHIA (s.). Eustochia era gione si diede con ogni austerità a
figlia di s. Paola, e vera seguace farsi modello alle sue compagne.
della madre, seppe sotto la dire- Esattissima nell'osservanza delle re-
zione di s. Girolamo, tanto perfe- gole del proprio istituto, chiese al
zionarsi nelle cristiane virtù, da supremo Gerarca Calisto III la per-
meritare gli elogi i più estesi da missione di fondare un nuovo mo-
un grande dottore della Chiesa.
sì nistero. Ottenuto l'assenso fondò la
Soccorreva ella ai bisogni dei po- casa detta il Monte delle Vergi-
veri, e dava ad essi tutto quello ni, e ne divenne poscia badessa. Ac-
che le altre del suo sesso profon- cesa sempre di santo zelo nella
dono in vanità ed in lusso. Visi- pratica delle virtù, e di una tene-
tava di spesso s. Marcella, la pri- ra e costante divozione pel santo sa-
ma fra le matrone romane, che cramento dell'altare, e per la Bea-
praticasse la vita ascetica , e verso ta Vergine, passò la sua vita sino al
l'anno 382 si consecrò al Signore cinquantesimo quarto anno di età,
con voto solenne. Accompagnò Eu- e morì li 30 gennaio del 1484.
stochia la madre sua nei viaggi I miracoli operati alla sua tomba
,

EUT EUT 217


mossero il Pontefice Pio VI ad ap- avea ricevuto dal Pontefice s. Leo-
provare il di lei culto, e la sua ne I lettera di grande encomio per
festa si solennizza li 27 febbraio. la guerra che faceva a' nestoriani.

EUSTOCHIO (s.). Uscito Eusta- Negava egli le due nature in Gesù


chio da nobile famiglia dell* Al ver- Cristo, asserendo essere la di lui
gila , si rese celebre colla pratica carne celeste, e solo passata per
delle cristiane Elevato nel
virtù. le viscere di Maria, senza prende-
444 a l' a se de episcopale di Tours, re T umanità. Indi soggiungeva ,

si mostrò subito zelantissimo nel che, avanti 1* unione, Cristo avea


concilio di Angers a sostenere i di- due nature, ma non dopo, essen-
ritti della Chiesa, turbati da una do stata assorbita l' umana dalla
legge di Valentiniano III. Accreb- divina , e che questa poi patì in
be il numero delle parrocchie nel- Cristo Dio, e non uomo. Di più,
la sua diocesi, e fece anche col negando le tradizioni, e male spie-
proprio edificare una chiesa in cit- gando la sacra Scrittura, sostenne,
tà, nella quale depose- le reliquie che corpi umani nella risurrezio-
i

de'ss. Gervasio e Protasio, recate ne dovessero rendersi impalpabili


dall'Italia da s. Martino. Dopo di- e sottili. Questi suoi errori furono
ciasette anni di regime il più atti- condannati in più sinodi e con-
vo morì santamente nell'anno 4^ r > cili, come dal concilio generale di
e le sue spoglie furono deposte Calcedonia.
nella chiesa di s. Brizio. Il marti- EUTICHIANI (Eutychiani). L'e-
rologio romano accenna la sua fe- resia degli eutichiani, discepoli di
19 settembre.
sta ai Eutiche, fece gran progressi nell' o-
EUSTRASIO ovvero EUSTA- riente, e si divise in molti rami,
CHIO, Cardinale vescovo di Al- che, quantunque differenti fra di
bano, creato da s. Stefano III Pa- loro in alcuni articoli, s' accordava-
pa. Di questo Cardinale sappiamo no tutti a non ammettere se non
solo che nel 767 contribuì alla ele- una sola natura in Gesù Cristo
zione dell'antipapa Costantino, e cioè la divina, pretendendo che la
quindi con altri vescovi lo consa- divinità e l'umanità fossero state
grò Pontefice. Intervenne però al mescolate in Gesù Cristo, di modo
concilio Romano, celebrato nel 769 che la divinità aveva assorbita l'u-
dall'anzidetto Stefano III detto IV, manità , non essendo rimasta che
per lo che sembra che abbando- la divinità. Niceforo fa menzione
nato lo scisma, sia ritornato all'ub- di dodici rami d'eutichiani. Gli uni
bidienza del legittimo Pontefice. furono chiamati Schematici od Ap-
EUSTRASIO, Cardinale prete parenti, i quali non attribuivano a
del titolo di s. Anastasia, visse nel Gesù Cristo se non una immagi-
pontificato di s. Gregorio III del ne di carne ; altri furono chiamati
7 3i. Teodosiani, da Teodosio vescovo
EUTICHE. Fu monaco e sacer- di Alessandria ; oppure Giacobiti,
dote, ed anche abbate generale o da un certo Giacomo di Siria. Ve
archimandrita di un celebre mo- ne furono che si dissero Acefali,
nistero di trecento monaci presso cioè, senza capo, e Severiani, da
Costantinopoli. Nell'anno 44^ spar- un monaco detto Severo che s'im-
se i suoi errori, mentre poc'anzi possessò della sede della chiesa di
218 EUT EUT
Antiochia nel V?..'». Questi ultimi chio Cardinale di s. Adriano, fu pro-
si ò?A-
divisero in cinque fazioni
, mosso a tale dignità da Alessandro
gnoeti che attribuivano qualche
t
III nell'anno 180. Di questo Car-
1

ignoranza a Gesù Cristo, eli setta- dinale non abbiamo più estese no-
tori di Paolo Nero, d'Angeli ti, d'A- zioni.
driti, di (.Innoviti. V. Eutiche, e tutti EUTIMIO (s.). Dal ritiro del chio-
gli articoli riguardanti questo ere- stro, Eutimio fu innalzato alla sede
siarca, i suoi errori, ed i suoi se- vescovile di Sardi in Lidia. Nell'an-
guaci. no 787 intervenne al concilio di
EUTICHIANO(s.)Papa XXVIII. Nicea, ove fece sommamente cono-
In Limi nello stato di Genova, cit- scere la sua dottrina e santità. Per
tà peraltro ora distrutta ebbe i
, ordine imperatore Niceforo fu
dell'
natali Eulichiano, e il di lui padre strappato dalla sua sede, per ave-
si chiamò Marino o Martino. Fu re consegrato una giovine, la qua-
creato Pontefice a' dì 4 giugno del le con la fuga erasi sottratta dai
275. Burio (Romanor. Pontif. bre-
II lacci tesi alla sua castità.
Rimesso
vi* nolitia, p. 4o), insieme con mol- dappoi nella sua sede, corresse con
ti altri, attribuisce ad Eulichiano grande attività tutti que' disordi ni,
la istituzione dell' offertorio nella eh' erano corsi nella sua assenza,
messa; la benedizione de' rami d'al- e con tanta libertà evangelica che
beri e delle frutta; la scomunica di nuovo venne esiliato sino al-
degli ubbriachi fino all'emenda, e l'anno 81 3. Richiamato per la se-
la libertà dei fedeli di ritenere o no conda volta non iscemò punto di
la moglie cheaveano presa prima di zelo, e si diede a rassodar la fe-
essere battezzata. Colle proprie mani de di quelli, ai quali la persecu-
diede sepoltura a più di trecento zione avea intiepidito l'ardore, e a
quarantadue martiri, ed ordinò che combattere gli errori degli iconocla-
fossero sepolti col colobio, o dal- sti, e quindi fu per la terza volta esi-
matica di colore rosso, mentre pri- liato.Capo d'Ucrito in Bitinia fu il
ma seppellivansi co' lini bianchi luogo destinato per sua rilegazio-
aspersi del loro sangue. Tenne cin- ne, e quivi per ordine del princi-
que ordinazioni, e creò nove ve- pe posto in prigione, e crudelmen-
scovi, quattordici preti, cinque dia- te con nervi di bue pesto e squar-
coni. Governò otto anni, sei mesi, cialo, morì finalmente in capo ad
quattro giorni. Cessò di vivere agli otto giorni verso l'anno 820. Nel
8 di dicembre del 283. Conser- martirologio romano è accennato
vatisile sue ceneri nella cattedra- per martire, e la sua festa ricorre
le Sarzana nello stato di Geno-
di agli 1 i marzo.
va, perchè essendo stato sepolto il EUTIMO (s.). Da Melitena nella
suo corpo nel cimiterio di Calisto, piccola Armenia Eutimio sortì i na-
fu poi trasferito in patria. Ma que- tali. Fu
educato sotto la direzione di
sta distrutta , dalla cattedrale di quel vescovo, e crebbe in dottrina
Limi venne collocato in quella di non meno, che in purità di costu-
Sarzana, che a Luni fu sostituita mi. Entrato nella clericale milizia,
nella sede vescovile. Vacò la santa ed ordinato dipoi sacerdote, fu de-
Sede sette giorni. stinato superiore generale dei mo-
EUTICIIIO, Cardinale. Euti- nisteri di quella diocesi. In età di
EUT EUT 2 9
,

anni ventinove uscì dal proprio que anni, sessantotto de'quali vis-
paese per recarsi in Palestina, alla suti nella solitudine. Molti furono
visita de' santi luoghi di Gerusa- i prodigi operati per di lui inter-
lemme. Per ben cinque anni si cessione. San Sabba, uno dei suoi
ricoverò egli in una
due le- cella più cari discepoli, celebrò la di lui
ghe lontana da quella città, ed ivi festa subito dopo la morte. Ed il
morto al mondo, ed a se stesso, giorno 20 gennaio è dai latini e
conversava unicamente col suo Id- dai greci consagrato alla sua me-
dio per mezzo dell'orazione. Da moria.
quel luogo recatosi poscia verso EUTROPIA (s.). Dall'Alvergna
Gerico, s'associò ad un santo ro- sortì i natali Eutropia e fiorì nel
,

mito per nome Teotisto, e con quinto secolo. Rimasta vedova, ella
questo visse Eutimio unito, abitan- si ritirò dal mondo, per clonar-
do in una caverna, e di sole erbe si a Iddio, praticando la peni-
cibandosi, sino a tanto che scoper- tenza , ed altre opere pie. Ebbe
ti ambedue, in folla la gente ve- a soffrire delle tribolazioni, tutte
niva a visitarli. EutimioAllora però sostenute con cristiana rasse-
verso l'anno determinò di
4 11 s' gnazione. Morì santamente, ed è
fabbricare un monistero, e ne die- ricordala la sua festività il giorno
de il governo a Teotisto. Molti i5 settembre.
furono i discepoli che accorsero ad EUTROPIO (s.). Mosso da puro
arruolarsi in questo novello romi- e santo zelo di episcopal ministero,
toio. Raccomandava Eutimio di Eutropio primo vescovo di Saintes,
spesso a' suoi discepoli, la mortifi- predicò il vangelo ai galli, ma que-
cazione, e riprovava in essi i digiu- sti in allora immersi nell'idolatria,

ni particolari ed estraordinari, giu- si avventarono contro il santo pa-

dicando questi più propri a fomen- store e gli fracassarono il capo. Di


tare la vanità, che a perfezionarsi lui ci lasciò scritto s. Gregorio di
nella santa umiltà. Fu Eutimio fa- Tours. « Palladio vescovo di Sain-
vorito ancor vivente del dono dei « tes, il quale assistè al quarto
miracoli, e tanta venerazione ri- » concilio di Parigi, ed al secondo
scosse da si
si speciale concessione, » di Mac.on, avendo fatto edificare
che molti accorrevano processio- » una chiesa in onore di s. Eu-
nalmente alla sua celletta per im- « tropio, volle trasportare le sue
plorare soccorso nelle pubbliche » reliquie. Invitò molti abbati alla
calamità. Anche il dono di profe- m cerimonia di questa transazione :

zia venne concesso da Iddio


gli » e come fu discoperto il feretro,
Signore; ed infatti nel giorno i3 » due di costoro scorsero una feri-
gennaio 47 3, Elia e Macario suoi « ta d'accetta nella testa del santo.
discepoli venuti a visitarlo, per ac- w La notte seguente lo stesso san-
compagnarlo quindi nel deserto, « t'Eutropio apparì loro, e disse di
dove era solito passare la quare- » essere per un colpo stato tolto
sima, ebbero ad intendere da lui « di vita. In questa guisa si ri-
medesimo, che la sua morte si ve- « conobbe ch'egli era martire, per-
rificherebbe nel sabato susseguente, » che allora non era vi più la storia
lo che successe infatti il dì 20, » de' suoi patimenti ". iNelIa catte-
coniando egli l'età di novantacin- drale di Saintes si venera il capo
220 EUX EVA
di questo santo, e la sua festa dai EVANGELARIO od EVANGE-
martirologi è assegnata ai 3o aprile. LI STA RIO Evangeliarium, Eva ri-
(

EUTROPIO (s.). Sotto il regno geli.stari uni). Chiamasi con questo

dell'imperatore Onorio nacque Eu- nome appresso i greci ed i latini


tropio in da nobile
Marsiglia e un libro che racchiude tutti gli
ricca famiglia. Rimasto vedovo si evangeli che diconsi ogni giorno
consagrò al servigio di Dio, ed in nella messa. Narra il Rinaldi al-
tale stato vieppiù brillando suele l' anno 8 1 3, num. 1 4 , che l' im-
virtù, si determinò il santo vescovo peratore Carlo Magno fece ottima-
Eustachio di associarlo al suo clero, mente emendare co' testi greci e
benché la modestia di Eutropio vi soriani i libri scritti de' quattro
resistesse. Ordinato diacono, si die- vangeli. Osserva il Bonarroti, nel-
de ad una austerissima penitenza. la Fasi antichi di
sua opera sui
Piangeva dì e notte dirottamente vetro, pag. 57, che talvolta gli ar-
le passate mancanze, ed ebbe final- tisti denotarono in quattro volumi

mente a conforto due misteriosi so- glievangeli, ed a pag. 9 3 dice che


gni, ne' quali il Signore si degnò furono pure espressi in forma di
accertarlo dell' ottenuto perdono. volumi e di libri, ornati di gioie
Morto il vescovo d'Orange, tutto nelle coperte, e talvolta sovrastati
il clero ed popolo di quella cit-
il da corone. Per queste corone vuoi-
tà acclamarono Eutropio a succe- si significare, che Iddio è Y unica
dergli. Consecrato in tal dignità, si corona e mercede di tutti gli elet-
diresse subito alla cura del suo ti, seguaci della sua dottrina e dei
gregge, ma atterrito dappoi nell'e- suoi insegnamenti contenuti ne' li-
sercizio di sì grave ministero, volea bri evangelici. V. Jos. Catalani,
soltrarsene colla fuga; ma fu da de cod. s. Evangelii, Romae 1750;
una visione avvertito, che questa Joh. Matth. Hammerich, de uso
sua risoluzione era dal demonio evangelici codicis apud Christìanos,
provocala, e che piuttosto si pro- Hauniae 78 1
Andr. Schmid, de
1 ;

ponesse a modello s. Paolo, il qua- cultu Evangeliorum. In Triga exer-


le vuole, che il vescovo lavori col- citationum,iex\&e 1692. Monsignor
le proprie mani per provvedere Francesco Antonio Mondelli, nella
ai suoi ed a quelli degli
bisogni, sua Decade di ecclesiastiche disser-
altri. Si determinò allora Eutropio tazioni, trattò nella X della de-
a rimanere nel suo episcopal mini- corosa custodia in che tenevansi
stero, e darsi tutto alla santifica- i sagri libri, e della pompa con
zione de'suoi diocesani. Governò la cui al popolo massima- leggeasi
sua chiesa per dodici anni, condu- mente il vangelo. V. Messale, ed
cendo una vita austera, e dividendo Evangelio, massime nel paragrafo
coi poverii redditi della sua men- ultimo: Altre nozioni sulV evange-
sa.Morì santamente nell'anno 47 5, lio, e sul libro che lo contiene.
ed è onorato il dì 27 maggio con EVANGELICO. Che è secondo
pubblico culto. la dottrina di Gesù Cristo e del-
EUTROPIO (s.). V. Martino l' evangelio. I protestanti assumo-
ed Eutropio (ss.). no il titolo di evangelici perchè
EUX Bertrando, Cardina-
(d') disprezzano la tradizione da' padri,
le. V. D'Euio o Deucio. e perchè fanno professione di non
. EVA EVA ii\
attenersi se non al vangelo . che vuol dire che ignoravasi 1' origine
ciascuno di essi interpreta alla sua e gli autori di questi scritti. Al-
maniera, e secondo il suo senso cuni pervennero sino a noi, alme-
particolare. I cantoni Svizzeri di- no in parte, altri sono del tutto
vidonsi in cattolici, e riformati od periti ; non
ne conosce che il
se
evangelici. Evangelico pure il
è titolo, né si ha motivo di doler-

culto dominante negli d'An-


stati sene, quindi ne riporta principa- i

halt-Bernbourg, di Baden, di An- li. Né lascia di avvertire che molti


nover, di Nassau di Prussia , di , di questi pretesi evangeli portaro-
Heuss, di Waldeck, ec. no diversi nomi differenti , e che
EVANGELIO o VANGELO forse si potrebbero ridurre a do-
(Evangelium). Questo vocabolo de- dici, o quindici al più. Aggiunge
riva dal greco Evangelion, che si- ancora, che sembra che la più.
gnifica buona novella, annunzio al- parte fossero catechismi, o profes-
legro e felice, annunzio di felici- sioni di fede degli eretici, piuttosto
tà, di beatitudine, e di regno ce- che le storie delle azioni e discor-
leste; ovvero secondo l'etimologia si di Gesù Cristo. V. il Fabricio,
della voce ebraica Eban, che signi- nel suo Codex apocryphiis novi
fica pietra Ghellion, che vuol dire Teslamenti3 e il p. Calmet, nella
manifesta, perchè in esso si mani- sua Dissertazione sugli evangeli a-
festa al genere umano il vero Mes- pocrifi. Noi qui parleremo dell'e-
sia, pietra angolare riprovata dalla vangelio per la dottrina di Gesù
sinagoga, come spiega il Macri nel- Cristo, oltre quanto su ciò è detto
la Not. de' vocab. eccl. Evangelio in vari articoli del Dizionario, co-
si prende, i.° per la dottrina di me Cristianesimo , Dottrina cri-
Gesù Cristo compresa nel vangelo ;
stiana, ec. ec, quindi dunque dire-
2.° pel libro che contiene quella mo quanto riguarda l'evangelio della
dottrina ; 3.° pel libro che contie- messa, con altre relative erudizioni.
ne gli evangeli, chiamato Evange- Evangelio significando buona nuo-
larìo (Vedi), che leggonsi nel corso va, questo è il nome che si dà,
dell'anno; 4*° P er g n estratti dei nel senso proprio, alla storia delle
vangeli che portansi sopra di se, azioni e della predicazione di Ge-
o che si recitano sopra altre per- sù Cristo, e in un senso più esteso
sone. La Chiesa non riconosce che a tutti i libri dei nuovo Testa-
quattro evangeli canonici, cioè di mento, perchè questi libri ci an-
s. Matteo, di s. Marco, di s. Lu- nunziano la buona nuova della sa-
ca, e di s. Giovanni; ma ve ne lute degli uomini, e della reden-
sono in gran numero di apocrifi, zione fatta da Gesù Cristo. L'e-
e senza autorità , i quali secondo vangelio può essere considerato co-
alcuni ascendono a circa quaranta. me un libro di cui si deve sape-
Il Bergier dice che evangeli o van- re l' origine, come una storia del-
geli apocrifi furono chiamate al- la quale giova esaminare la veri-
cune storie composte ad imitazio- tà, come una dottrina di cui si

ne dei nostri evangeli, o da alcu- devono ponderare le conseguenze.


ni cristiani male istruiti, o da al- Il Bergier lo considera sotto que-
cuni eretici, che volevano imporre sti tre rapporti, ma noi ci limite-
a' loro seguaci , e questo nome remo al primo, e solo diremo qual-
222 IVi EVA.
che cosa de' secondi, giacche le a- Matteo; rendendo ragione di quel-
nalo-he nozioni sono sparse in pa- lo che dicesi originale ebraico. V\
recchi articoli del Dizionario. La Domenico Diodati, di- Cliristo grae-
ed anche gli ete-
società cristiana, ce loqutnte, nell'appendice.
rodossi, avvegnaché divisi su molti Molti critici pensarono, che 8.

punti di credenza dalla vera Chie- Marco avesse scritto il suo evan-
sa di Gesù Cristo, ricevono quat- gelio in latino, perchè lo compose
tro evangeli come autentici e ca- in Roma, sotto gli occhi, e secon-
nonici, cioè quelli di Matteo, di s. do le istruzioni di s. Pietro verso
s. Marco, di di s. Gio-
s. Luca, e l' anno 44 ° 4^ della medesima
vanni, chiamati Evangelisti (Pedi) era cristiana. Ma è probabile che
perchè li scrissero. A queir artico- lo scrivesse in greco, lingua allora
lo si dice della mirabile concor- familiarissima ai romani. Questo
dia e consonanza de' quattro evan- è sentimento de' ss. Girolamo
il

geli, e del disegno tuttavia parti- ed Agostino. La questione sarebbe


colare che sembra avere avuto o- terminata, se i quaderni di questo
gnuno di essi. evangelio, che si conservano in Pra-
Quello di s. Matteo fu scritto ga, e questo stesso vangelo intero,
l'anno 36 della nostra era , altri che si custodisce a Venezia in la-
dicono nell'anno 4 1 > P er conse- lino, fossero lo stesso originale scrit-
guenza tre ovvero ott' anni dopo to dalla mano di s. Marco. Fu so-
1' ascensione di Gesù Cristo, in un lo nel i355 che l'imperatore Car-
tempo nel quale la memoria dei lo IV, avendo trovato negli archi-
fatti era del tutto recente. Fu com- vi di Aquileja un preteso autogra-
posto nella Palestina, forse in Ge- fo di s. Marco, in sette quaderni,
rusalemme, in ebraico o siriaco, lin- ne levò due che spedi a Praga.
gua volgare del paese, per conse- Quello di Venezia si conservò sol-
guenza pei giudei o per confer- ; tanto dopo l'anno 1420.
male nella fede quelli che già e- San Luca, nato in Antiochia, e
rano convertiti , o per condurvi convertito da s. Paolo, scriveva in
,

quelli che non per anche si erano greco, lingua tanto comune in quel-
convertiti. Jl testo originale subito la città come il siriaco : ciocché fu
fu tradotto in greco, e la versio- verso l'anno 53 o 55 dell'era cri-
ne latina non è molto meno an- stiana. Lo stile di lui è più puro
tica : non si sa quali fossero gli che quello degli altri evangelisti ;

autori dell' una e dell' altra. L' e- tuttavolta ha mantenuto alcune


braica esisteva ancora al tempo di frasi che sanno del siriaco. Perchè
s. Epifanio e di s. Girolamo. Cre- fu unito a Paolo, e lo seguì nei
s.

dettero alcuni autori che fosse sta- di lui viaggi, credettero alcuni au-
la conservata dai si ri i ; ma con- tori che s. Paolo stesso avesse fat-
frontando il siriaco che oggi esiste, to questo evangelio; altri pensano
col greco , scorgesi che il primo che s. Pietro vi avesse presiedu-
non è che la traduzione del se- to : ma queste sono semplici con-
condo, come Mi II ha provato, Pro- getture.
leg. p. 1237 e seg. V'ha però l'o- Comunemente si pensa che s.

pinione non disprezzabile di chi Giovanni abbia composto il suo


ha creduto greco l'originale di s. evangelio, dopo ritornato dall'isola
,,

EVA EVA 223


di Patmos, verso P anno 96 o 98 stiano era d'uopo cominciare da1-
di Gesù Cristo, il primo anno del- l'esser convinto. Dunque non è la
l' impero di Trajano, sessanlacin- dottrina che fece credere i fatti

(jue anni dopo l'ascensione del Sal- anzi i fatti provarono e persua-
vatore, ed allora Giovanni ave- s. sero la dottrina ; questo è ciò che
va circa novantacinque anni ; lo gì' increduli non vogliono intende-
compose per opporlo alle nascenti re. Nel supplemento al giornale
eresie di Cerinto, Ebione, ed altri, ecclesiastico di Roma dell' anno
alcuni de' quali negavano la divi- 1795, a pag. 4°4 e se S"> s * trat "
nità di Cristo, altri la realtà della ta con critica in quale anno, in
di lui carne. L'originale greco, o quale lingua, e perchè vennero scrit-
l'autografo di s. Giovanni, si con- ti i quattro evangeli, discorren-
servava ancora in Efeso nel secolo dosi a pag. 4^9 della conferma
settimo, od almeno nel quarto, se- che i veri vangeli prendono dagli
condo quello che dice Pietro Ales- stessi scritti apocrifi.
sandrino. Fu tradotto in siriaco, Leggiamo nel vangelo, Joan. r,

e la versione latina è di una gran- 1 8, che il Figliuolo unico che è nel


dissima antichità. seno del Padre, ce lo ha fatto co-
Questi quattro evangeli sono au- noscere, e ci ha insegnato le più
tentici, e furono veramente scritti dai sublimi verità. Questo ha fatto di-
quattro autori portano dei quali re a s. Agostino, Tr. 3o in Joan.,
il nome; il Bergier, ed altri mol- che noi dobbiamo ascoltare la let-
ti compiutamente lo provano. Al- tura di questo libro divino, come
trettanto fanno sulla divinità del ascolteremmo Gesù Cristo stesso se
cristianesimo, la quale è fondata fosse in mezzo di noi s. Tomma- :

sulla verità dei fatti riferiti. Quan- so d'Aquino Io leggeva sempre in


do dicesi che gli apostoli hanno ginocchio. Noi ci troviamo non so-
predicato l'evangelio, stabilito a co- lo le divine istruzioni del Salvato-
sto della lor vita, che i popoli ab- re, ma ancora la storia della sua
bracciarono l'evangelio ec. , inten- vita sulla terra, la quale ci è pro-
desi non solo i fatti scritti nell'e- posta per esemplare. S. Basilio, in
vangelio, ma la dottrina di Gesù Constit. monast. e. 2, dice: « Ogni
Cristo , i cui dommi e la morale » azione, ogni parola del Salvato-
comandò agli apostoli che insegnas- » re, è una regola di pietà. Egli
ro. Osservano però teologi , che i « si è rivestito della natura uraa-

sebbene santa e sublime fosse que- « na affine di metterci sensibil-


,

sta dottrina, gli apostoli non sa- » mente innanzi agli occhi il mo-
rebbero mai riusciti a persuader- » dello propostoci da imitare
la, se i fatti riferiti nell' evangelio Tanto è il rispetto che dobbiamo
non fossero stati di una certezza e avere per il vangelo. In questo li-

notorietà incontrastabile. Gli apo- bro divino immense ne sono le bel-


stoli non provarono la dottrina che lezze : ivi si ammira in concerto
predicavano con raziocini, ma coi l'armonia della verità, della sa-
fatti. Lo dichiara s. Paolo, 2 Cor. pienza, della misericordia, della ca-
e. 2. Questi medesimi fatti faceva- rità, e della giustizia di Dio. Que-
no parte della dottrina, e sono in- sti compariscono in una
attributi vi
dicati nel simbolo: per essere cri- maniera degna di lui, e in una lu-
3*4 EVA EVA
ce risplendentissima ,
quantunque le inclinazioni , ed alle leggi del
incomprensibili sieno alle creatu- mondo; né fu stabilita che col
re. Quivi noi scopriamo le incom- trionfare delle opposizioni de'prin-
parabili meraviglie del divino amo- cipi, de' sapienti, e de' filosofi del-
re, l'orridezza e l'enormità del pec- la terra, osservando s. Agostino
cato, la felicità inestimabile della che al vangelo si arrese tutto il
nostra liberazione dalla tirannia mondo per aperto ed irresistibile
delle potenze dell'inferno, e della convincimento: ciò è uno de' più
nostra società o comunione con Dio, stupendi e più visibili prodigi che
della nostra intrinsichezza con Ge- abbia mai operato il braccio di
sù Cristo, e per ultimo dell'eleva- Dio. Della venerazione cui fu sem-
zione della nostra natura, sì fievo- pre tenuto il libro del vangelo,
le e sì meschina per sé stessa, poi- diremo in appresso, e ciò pel suo
ché fu fatta partecipe e come con- venerabile contenuto.
sorte della divinità. Quanti beni
non possediamo noi 1 quale sorgen- Evangelio della Messa.
te inesausta di lumi, di virtù, di
consolazioni non troviamo nella Questi sono tratti cavati dal li-
dottrina e negli esempli di No- bro degli evangeli, e relativi all'uf-
stro Signore, massime nella medi- fizio del giorno che il sacerdote
tazione de' suoi patimenti, e nella legge, e il diacono canta nelle mes-
contemplazione de' suoi gloriosi mi- se alte , ed anticamente su d' una
steri I Qual impressione non deve tribuna, pulpito od Ambone (Vedi),
fare su noi la cognizione e la con- acciocché meglio s' intendesse. Del-
siderazione di tuttociò che s. Pao- l' ambone si parla anche all'artico-
lo chiama, Rom. i, 16: ««il van- lo Chiesa (Vedi). Questo pulpito
» gelo di Gesù Cristo, la virtù di venne pur chiamato Analogium,
« Dio per la salute di tutti quelli perchè in esso si leggeva il van-
* che credono " ? Tali sono le bel- gelo. Osserva il Macri che è cosa
lezze dell'evangelio. Maraviglisi poi ragionevole, e piena di misteri, la
furono i suoi progressi, dappoiché lettura del santo vangelo in luogo
il disegno di convertire il mondo pubblico ed eminente acciò sia da
divenne un'impresa assai più me- tutti udito, perchè la dottrina di
ravigliosa ancora per la scelta de- Gesù Cristo dev' essere promulgata
gli stromenti che Dio adoperò per in pubblico, non nei nascondigli,
compirla. I banditori del vangelo come quella degli eretici, perchè lo
per tutto menan trionfo, e chiu- stesso Cristo promulgò la legge e-
dono la bocca ai dottori della si- vangelica sul monte, e finalmente
nagoga, agli oratori, e ai filosofi perchè la sapienza del vangelo è
del gentilesimo. I progressi che fe- alta, sublime e celeste. S. Germa-
ce il vangelo sino dai primi secoli no, nella sua teoria, dice che il pul-
della Chiesa sono tanto più mara- pito, sopra il quale il diacono in-
vigliosi, quanto che la sua dottri- tuona l'evangelio, allegoricamente
na per la sua sublimità non può può denotare la pietra sopra la ,

capire in mente umana, ed è in- quale l'angelo sedeva alla porla del
sieme affatto contraria alle passio- santo sepolcro, annunziando la ri-
ni, alle massime, ai pregiudizi, al- surrezione del Salvatore. Jo. Chiist.
EVA EVA 225
Vlichius, scrisse, de Ambonìbus ve- nel principio della Chiesa. S. Pao-
teris Ecclesiae, Lipsiae 1687. lo, nella seconda lettera ai corinti
L'evangelio si dice nella messa al cap. 8, parlando di s. Luca com-
dopo il graduale, o l' alleili ja : il pagno de' suoi viaggi, dice Cujus :

celebrante dalla parte dell'altare ove laus est in evangelio per omnes
ha letto T epistola, se la messa è Ecclesias. Eusebio, nel lib. 2 del-
privata, passa all'altra chiamata a la Storia eccl. cap. i5, racconta,,
cornu evangelii 3 passando per
e che da s. Marco fu scritto il suo
mezzo dell'altare china il capo al- vangelo, cosi pregato dai romani;
la croce; indi stando colle mani e s. Giustino martire, nell'apologia
giunte innanzi al petto, alzati gli 2, attesta, esser la lezione del van-
occhi a Dio, e tosto dimessi, e gelo apostolica istituzione : né vi è
profondamente chinato, dice segre- antica liturgia, ove non sia pre-
tamente il Munda cor menni 3 e scritta la lezione del vangelo, co-
il Jube Domine benedicere
3 ec. Do-
me attesta il p. Le Bruii nel tom.
po ciò va ai messale per leggere 1, pag. 21 4- Il p. Morino, nella
l'evangelio con voce bassa, cantan- par. 3, esercitaz. 9, cap. 1, num.
dosi nella messa solenne con voce 1 2, riportando la lettera di Gre- s.

alta dal diacono. Ciò per altro non gorio I a Giovanni vescovo di Si-
fu sempre. Imperocché ne' più ri- racusa, in cui si dice essere stato
moti tempi il vangelo leggevasi dal costume degli apostoli di consa-
lettore, come si raccoglie dalle let- grare l'Ostia, dopo aver solo reci-
tere 33 e 34 di s. Cipriano, e tato il Pater noster, vuole che pel
dai concilio Toletano capo 2 ; I, al corso di molti anni nella messa
essendo poi per l'onore dovuto al non si leggesse il vangelo. Ma il

vangelo, stato dato al diacono l'in- Cardinal Bona, Rerum liturg. lib.

carico di leggerlo. Quindi è che s. 2, cap. 7, num. 1, saviamente in-


Girolamo, nella lettera a Sabinia- terpreta il detto di s. Gregorio I,
Evangelium Chrisli qua-
no, scrisse: come ristretto a quel tempo in cui
si diaconus lectitabasj e s. Boni- per anco non eia scritto il vange-
facio vescovo di Magonza, nella let- lo; ed il p. Lupo, nel tom. 5 so-
tera al Pontefice s. Zaccaria, si la- pra i concili generali e provinciali,
gnò di alcuni diaconi, che benché alla pag; 376, dopo aver portate
avessero più concubine, osavano di le antiche autorità de' primi pa-
leggere il vangelo. I greci moder- dri circa la messa, conchiude « I- :

ni però ritengono l'antico costume, » tem liquet, eos, qui a Domini-


che il vangelo pubblicamente si leg- » co Corpus consecrantibus aposto-
ga dai lettori. Il Rinaldi all' anno » lis existimant fuisse adhibitam
253, num. 93, afferma, che pure n solam Dominicam orationem, in-
nella Chiesa africana il vangelo leg- » signiter labi ". Nelle messe so-
gevasi dai lettori. Ugo di s. Vittore lenni il diacono porta il libro de-
poi, in Specul. cap. 7, rico-
eccl. gli evangeli con cerimonia, accom-
nosce nel trasporto del libro dalla pagnato dall'incenso e da cerei ac-
destra alla sinistra, dell'altare, la cesi, il coro si alza per riverenza;
predicazione evangelica, che dalla il diacono incensa il libro prima
Giudea passò tra i gentili. di leggere l'evangelio del giorno ec.
Incominciò l'evangelio a leggersi E queste cerimonie sono quasi le

VOL. XXII. i5
226 EVA EVA
stesse nelle diverse chiese orien- solo negli atti apostolici, ma quasi
tali. in tutto Testamento vecchio non
il

Stando il sacerdote al messale, trovasi che In diebus illis ; ma s.


colle mani giunte innanzi al petto, Matteo, da cui si prendono più
dice, con voce intelligibile il solito frequentemente le lezioni evangeli-
saluto Dominus vobiscum, cui
: vie- che, usa In ilio tempore, che si
ne risposto , Et cum spiritu tuo. premette sempre al vangelo. Ag-
Indi col pollice della mano destra giunge il Sarnelli, che il vangelo
col segno di croce segna primiera- è Ja cosa principale di quante altre
mente il libro sopra il principio se ne dicano nella messa , conve-
del vangelo che è per leggere, poi nendo ancor esso sull'introduzione
sé stesso nella bocca e nel petto, a' tempi apostolici ; e siccome il

dicendo : Sequentia, o Inìtium san- capo ha la preminenza su tutte le

ed Evangelii, cioè Initium quan- altre membra, e tutte queste con-


do incomincia uno de' quattro e- sentono al medesimo capo cosi ,

vangeli , Sequentia, quando è il all' evangelio tutto 1' uffizio della


proseguimento d'uno di questi san- messa, di cui dice Ruperto, 1. i,
ti libri, e ne* quattro giorni della e. 37 : Verbum Verbi est, sermo
settimana santa, ne' quali si recita sermonis, et sapientia sapientiae.
la passione del Signore, luogo
in Dopo aver detto il sacerdote Se-
di dire Sequentia, si annunzia con quenza, o Initium, giunte di nuo-
un' unica espressione adattata al vo le mani al petto, prosegue 1' e-
soggetto importante della
il più vangelo sino al suo termine. Men-
nostra religione, che si va a reci- tre si legge il vangelo tutti per ri-

tare la passione di Gesù. Cristo : verenza sorgono in piedi, notando


Passio Domini Nostri Jesu Chri- il Macri nella Not. de' vocab. eccl.,

sti. Recitandosi il vangelo, dopo il che il vescovo nella Chiesa greca


titolo o Initium o Sequentia, il in quel tempo si leva il pallio,
ministro risponde Gloria tibì Do- simbolo della pecorella smarrita, e
mine. Qui noteremo che il dotto lo dà al diacono, perchè, dice Si-
Sarnelli nel tom. IX delle Leti, meone Tessalonicense, mentre Cri-
eccl., nella lett. LXXII tratta del- sto pasce con la sua divina parola
ia epistola, del vangelo, e del sa- le pecorelle, cessa il prelato da
luto Dominus vobiscum, quindi par- questa cura. I maroniti stanno nel-
la del dubbio se In diebus illis, la chiesa col capo coperto sempre,
che dicesi in molte epistole, ed In solamente scoprono nel tempo
si

ilio tempore, che si dice nel prin- della consagrazione, e mentre si leg-
cipio del sono di signi-
vangelo, ge il vangelo. Al diacono precede
ficati differenti, dichiarando essere il suddiacono con le mani vuote,
lo stesso in quanto al significato, perchè comparendo la chiara luce
e ne riporta erudite ragioni: av- del vangelo svanirono le tenebre
verte però che si debbono eccettua- del testamento antico, di cui è fi-

re i principii de' sagri libri, come gura il suddiacono, come spiegano


In principio erat verbum ; Liber Innocenzo III, e Durando Jib. 4,
generationis Jesu Christi, ec. Così e. 24- Questo ultimo anzi aggiun-
nell'epistola, Primum quidem ser- ge, che in alcune chiese prima del
'

moneni : mukìfariam. Inoltre non vangelo si canta un'antifona chia-


EVA EVA 227
mata ante evangelium, della quale resto de' fedeli che allora hanno il
fa menzione Rodolfo Tungrense, af- capo nudo indi riportasi, che il
:

fermando che non era in uso nel- secondo Ordine Romano della mes-
la Chiesa romana, come anco Y al- sa pontificale ,
pubblicato dal p.
tra, che si cantava dopo il vange- Mabillon, t. I,4&> Mus. hai. p.
lo., riportando il Macri le stesse dice positivamente, che quando si
parole, de Canon. observ. 3 prop. 23. legge vangelo alla messa, i fede-
il

Il diacono poi bacia la mano pri- li lascianoi bastoni che portano nel-

ma di cantar il vangelo, e il sud- le loro mani per sostenersi. Sul


diacono dopo letta l'epistola, per- doversi capo nudo alla
tenere il

chè la legge vecchia ebbe termine lettura se ne parla


del vangelo,
in Cristo, dal quale principia la pure a pag. 161 e 164. Dice s.
nuova. Inoltre il diacono quando Girolamo, che quando si leggeva
leggeva il vangelo, voltava la fac- il vangelo in tutte le chiese di o-
cia verso la parte meridionale, do- riente, si accendevano i cerei, ben-
ve stavano gli uomini, come
si ha ché risplendesse il sole, e ciò in
da Micro log. de Eccles. observ.
, segno di allegrezza. Il citato s. A-
cap. 9. Questi pur dice, che per gostino, lib. 5o, komil, 26, assicu-
abuso cominciò a voltarsi verso
si ra, che la parola di Dio non è
acquilone, dal vedere il sacerdote meno stimabile, che il corpo di
voltato verso quella parte mentre Gesù Cristo. Sull' alzarsi in piedi
diceva il vangelo, perchè non era alla lettura del vangelo è a ve-
tenuto ad osservare questa cerimo- dersi Joh. Sigismundum Susckium,
nia, non essendo intorno all' alta- De more surgendi, standique in
re donne, ma solamente ministri ecclesia, quum divina verba reci-
ecclesiastici. Vedi Innocenzo III, tantur. In trìfolio publico, 3, p.
lib. 2 de myst. Missae, cap. 43, 197, Magdeburgo 1732. Antichis-
il quale in tal sito riconosce un simo è l' uso che leggendosi il van-
misterioso significato. gelo il stia in piedi, per
popolo
Il Pontefice s. Anastasio I, nel- denotare pronto ad eseguire
eh' è
1' anno 398 ordinò che gli stessi i comandi del Signore, che si leg-

sacerdoti stessero in piedi e chi- gono nel vangelo.


nati al leggersi dai diaconi l'evan- 11 medesimo Macri aggiunge, che
gelio nella messa, per dimostrare prima precedeva al diacono la croce
la con cui come servi
prontezza quando andava a leggere il vangelo,
sono disposti ad eseguire ciò che per denotare che predicava Cristo
in esso si promulga. Con questo crocefisso. V. Durando 1. 4» ca P-
decreto quel Papa
volle terminar 14. Questa cerimonia osservano
le dissensioni erano insorte tra
eh' pure i domenicani, come si legge
di loro (Vedi Diaconi ). Neil' Isto- nelle rubriche del loro messale. Né
ria delle parrucche, a p. i56 si deve tacersi che l'evangelio legge-
legge, che talvolta la Chiesa dis- vasi sopra un leggio fatto a forma
pensa i sagri ministri di assistere di e questa di pietra, di
aquila,
all'uffizio, e di celebrar messa
la bronzo, o di altra solida materia,
nuda, ma
colla testa non in tem- ovvero sopra pulpiti od amboni.
i

po della lettura del vangelo, per- In quanto all'accendersi i lumi por-


chè vuole che si uniformino al lati dagli accoliti, ciò si fa non per
228 EVA EVA
Scacciar le tenebre che allora non ta finito il vangelo si diceva Àmen
vi sono, ma
per denotare la luce (Vedi), il che ancora si dice se-
del santo vangelo, e il gaudio ap- condo il rito mozarabo. Altre vol-
portato dallo sposo già presente ai te dicevasi Deo gratias (Vedi), ed
fedeli, come si esprime s. Girolamo, oggi dicesi Laus libi Chrisle, come
cont. Vigilali. Altro significato mo- può vedersi nella 4 parte della
rale vi riconosce Innocenzo III in somma del trattato de officio Mis-
questa cerimonia, ut proxhnis o- sae dell'AIense. « Perlecto evangelio
pera de myst.
lucis ostendat, lib. i >> diclini assistentes Amen, quasi
Missae, cap. 3. Inoltre il diacono » dicant: Faciat nos Deus perseve-
prima di cominciare a leggere, ed « rare doctrina evangelii. Alii di-
anche tutti ^li astanti si segnano » cunt Deo gratias in gratiarum
colla croce nella fronte per mostra- »>actionem prò beneficio tantae
re di non vergognarsi del vangelo, « doctrinae et tam saluterà. Non
nella bocca per confessarlo, e nel » dicimus Laus tibi Chris te ". Sog-
cuore acciocché le suggestioni dia- giunge poi il sacerdote, alzando un
boliche non impediscano l'uberto- po' il libro, e baciando per rispetto
so frutto del seme evangelico. V. nel principio del vangelo ov'è im-
il detto Innocenzo III, loco citato, pressa la croce : Pro evangelica
lib. 2, cap. 4^, il quale aggiunge: dieta deleantur nostra delieta, sopra
« Signare se debet in fronte, sigua- le quali parole riflette il p. Le Bruii,
« re se debet in ore, in pectore, ac al tom. 240, che quantunque,
I, p.
» si dicat. Ego Crucem Christi non generalmente parlando, la parola
n erubesco; sed corde credo, quod delictum significhi mancamento e
« ore praedico ". L'uso antico di peccato, quando però la Chiesa
segnarsi colla croce è pure ram- non propone il sagramento della
mentato da Amatorio, su di che penitenza per cancellare i peccati,
possono consultarsi l' Eisengrein, de s'intende che parli de' peccati leg-
Crucis frequenti apud veteros in se geri e veniali.
signandi usu, Ingolstadii 1572; il Le parole : Pro evangelica, ec. si

Wilduogelius, de venerab. signo Cru- dicono sempre, fuorché nelle messe


cis, Jenae 1690; il Collin, Traile dei defunti, e quando celebrasi innan-
du signe de la Croix fait de la zi al sommo Pontefice, o Cardinale,
mairi, Paris 1 775, ec. e legato della santa Sede, oppure
Lo stesso Innocenzo III sul ba- innanzi al patriarca, o arcivescovo,
cio che si fa del vangelo in fine ovvero vescovo nelle loro residen-
di esso, dice che ciò si fa affine ze, nelqual caso il libro si porterà
di ricevere la pace da Cristo cro- a baciare a qualunque de'predetti;
cefisso ,
per quam reconciliationis e il celebrante allora non lo ba-
recepimus. Finito dunque il van- ci era, ne dirà Pro evangelica ec.
:

gelo, il ministro stando in cornu Secondo il decretode'riti, 8 otto- 1

cpistolae ,
giù dell'infimo grado bre 1 6 1 8, al vescovo fuori della sua
dell'altare, risponde: Laus libi diocesi non si compete il detto bacio.
Chrisle, ciò che non si dice nel Il Lamberti ni, della santa Messa,
venerdì santo dopo letta la Passio- sez. I, cap. IX, § ri, dice che del
ne, essendo quello stato il tempo bacio che si dà dal celebrante al
degli improperi di Cristo. Una vol- vangelo, parla Giona vescovo d'Or-
EVA EVA 229
leans nella prefazione del lib. 2 to il popolo il libro per essere ba-
de eulta imaginum, ove osserva ciato. Gem. lib. 1, cap. 119. Nel-
ciò farsi per culto e adorazione di la chiesa Remense, quando il sud-

quello, di cui sono le parole del diacono nel principio della messa
vangelo eh' è stato letto. Il citato porge il libro degli evangeli al-
Macri sul bacio dice, che al fine l' arcivescovo celebrante per ba-
del vangelo si bacia il libro o mes- ciarlo, gli dice: Haec est lex scin-

sale per pigliar la pace di Cristo; da, Pater, ed esso risponde Cre- :

ma se vi sarà presente qualcke do et confiteor. Va notato., che


persona di quelle prescritte nella quando nel vangelo nominasi Ge-
rubrica, non baderà il sacerdote sù, o il nome di Maria, o di quel
il libro, ma darà a baciare
lo si santo, di cui si celebra la messa,
alla persona più degna, e non ad o di cui si avrà fatta commemo-
altre, ed essendo di egual dignità razione, deve chinare il capo
si

non si dovrà dare ad alcuna di verso ilcome si deve genu-


libro,
esse, perchè Cristo è un solo, ne flettere quando nel vangelo sarà
si può dividere, Gau. p. 2, tit. 6. indicato. V. il Mondelli, Decade
Questo è l'uso di Roma, dove tro- di eccl. dissert., dissertazione Vili,
vandosi nelle cappelle cardinalizie sopra il rito di leggere V epistola
molti Cardinali, a niuno si dà a ed il vangelo nella messa.
baciale il libro. Onorio III in una In Costantinopoli nelle messe so-
lettera decretale che incomincia: Ad lenni si leggevano l'epistola e il
audientiam, data nel 1221, vietò vangelo in latino, ed in greco,
sotto pena di scomunica il dare a quia aderant et graeci, quibus igno-
baciare il vangelo ai principi seco- ta erat lingua latina; aderant et la-
lari, se non fossero re unti col- tini, quibus incognita erat graeca,

l' olio santo, come ampiamente di- et propter unanimitatem utriusque


mostra il p. Merati tom. I, part. populi. Nella stessa chiesa di Co-
*j pag- 444 e seg. stantinopoli, come attesta il Goar
Avverte però monsignor Peri- neìì'Eucologìo, allorché nel giorno
mezzi, Dissert. eccl. part. 1, dissert. di Pasqua cantavasi il vangelo: In
8, pag. 237, che pel rito moder- principio erat Verbum, che secondo
no si tollera, che si porti ancora il rito greco cade in quel dì, i

il messale a baciare a' principi, non vescovi, gli arcivescovi, e i metro-


però ai laici inferiori. Sul canto tropolitani di qualunque rito, tutti
o lettura del vangelo nei pontificali vestiti con abiti greci, si dispone-
del Papa, quando assiste alle mes- vano in linea retta, secondo il lo-
se solenni o private, vanno letti i ro ordine. Il patriarca greco dava
voi. Viri, p. 247, e IX, p. 21 principio al primo versetto in lin-
e i5i dei Dizionario, ove (come gua greca, che si ripeteva da cia-
in diversi luoghi dell' articolo Cap- scuno, un dopo l'altro, nel proprio
pelle Pontificie) dicesi quanto ri- idioma, finche si dava fine a tut-
guarda le cerimonie ed altro nei to il vangelo, che così veniva tra-
diversi tempi in cui si canta o leg- dotto in ogni periodo in diverse
ge l'evangelio, ed il tempo in cui lingue. Nel concilio generale di Lio-
lo si canta in latino ed in greco. ne li, adunato nel 1274 sotto Gre-
Anticamente però si porgeva a tut- gorio X, cui intervenne Michele
a3o EVA EVA
Paleologo, imperatore di oriente, ca, col canto che si fa prima in
nella messa solenne che il Papa latino sì dell'epistola che del van-
celebrò, in argomento della sincera gelo, e ciò pratica vasi pure in Co-
sua riconciliazione colla Chiesa gre- stantinopoli. Siccome nel cantare
ca, furono cantati il vangelo, e messa il sommo Pontefice riuni-
l'epistola greca in abiti greci, e dai sce in parte, in segno della co-
Cardinali e prelati latini cantato munione con tutti i cattolici del
il simbolo della fede in latino, ri- mondo, riti i latino e greco, cosi
petuto in greco dal patriarca di in queste due lingue si canta l'e-
Costantinopoli , e da'vescovi greci pistola e il vangelo. Talvolta an-
della Calabria , come leggesi in che da'Cardinali è stato esercitato
Rodotà, Origine del rito greco in il ministero del diacono greco nel-
Italia^ 243. Questo stes-
t. Ili, p. la messa pontificale : di fatti ab-
so uso di tradurre il vangelo si biamo nel cerimoniale di Paride
conserva ancora in Roma nella de Grassis, ad graecum evangelium
chiesa di s. Girolamo degli Schia- duo, nisi sit et ipse Card, diaco-
voni, in cui cinque volte l'anno si nia, quo casu simililer septem lu-
canta il vangelo nella lingua lati- minaria adhibentur, ut olim fieri
na, e poi nell' illirica. solebat. Sed tamen nostro tempo-
Negli Ordini Romani XI, XII, re Card, diaconus in graeco non
XIII, XIV e XV, si legge il co- cantat. E però al canto del vange-
stume ne'solenni pontificali che ce- lo greco, ora restano due soli can-
lebra il Papa, del cantarsi l'epi- delieri. Nell'Ordine Romano XIV
stola e l'evangelio prima in latino, del Cardinal Gaetano, si legge che
poi in greco : secondo il Rodotà, due monaci basiliani dell'abbazia
un tal rito fu ammesso nella cap- di Grottaferrata, nella cappella pon-
pella pontificia nel secolo IX, co- tificia cantavano anticamente il
me tratta nel cap. XVI, t. Ili, vangelo e l'epistola in greco. Nel-
dell'origine del rito greco in Italia. la coronazione di Nicolò V, nel
Questo rito non solo fu seguito i447 ì *l Cardinal di s. Angelo
nel concilio di Pisa l'anno i4°9> cantò il vangelo latino , e un ab-
nell'incoronazione di Alessandro V, bate basiliano il greco. In progres-
ma di più fu cantata nella catte- so questo onore fu accordato ad
drale l'epistola e l'evangelio anche altri religiosi, o sacerdoti secolari.
in ebraico, come consta dagli atti Giacomo Volaterrano, nel suo dia-
del concilio pubblicati dall'Ardui- rio, diceche nel i4^r, nel giorno
no, t. Vili, p. 92, e dal Dachery, di Pasqua, epistola ab Isaacio Ar-
nel tom. VI dello Spicilegio, 334- gyropulo cubiculario ; evangelium
Questi nel t. VI, p. i3j, dimostra ab abbate s. Balbinae graece can-
quanto fosse gradito in Roma, e tatimi fuit. Che tale uffizio venis-
nella Magna Grecia il greco idio- se esercitato pure da un vescovo,
ma, ed a ciò attribuisce la consue- lo dicemmo al voi. Vili, pag. 144
tudine del canto dell' epistola e del Dizionario, mentre al voi. XIV,
vangelo greco nella cappella papa- pag. 169, si disse come Sisto V
le : altri dicono denotarsi l'unione attribuì a due alunni del collegio
delle due Chiese, indicandosi il pri- greco l'onorevole incarico di fare
mato della Chièsa latina sulla gre- da diacono e da suddiacono nei
EVA EVA s3i
pontificali cantando in greco sì
, dimostrare che sono pronti a spar-
l'epistola che l'evangelo. V. il Mar- gere il sangue per la fede di Ge-
celli, Sacrarum cerimonìarum lib. sù Cristo. Può consultarsi il Car-
Ili, tit. X, p. i32, de evangelio et dinal Bona, Rerum liturg.
2, lib.

epistola graece legendis. Nella co- cap. 7, num. 3. Nella città di Na-
ronazione poi e possesso d' Inno- zaret, nella chiesa dedicata alla
cenzo VIII, del i484> recandosi Beata Vergine, edificata nel mede-
questi dopo la prima funzione se- simo sito, nel quale un tempo era
guita nel Vaticano, con solenne ca- stata la santa Casa che ora si ve-
valcata per la seconda al Laterano, nera neh" avventurosa Loreto, in
dopo gli uditori di Rota si legge : venerazione del mistero dell'Incar-
Subdiaconus latinus, diaconus et nazione operato in quel luogo, si
subdiaconus graeci, sacrìs vestibus possono giornalmente celebrare le
indiai, quorum medius erat diaco- messe dell'Annunziazione, nella qua-
nus _, a dextris e/us latinus, et a sì- le si recita il vangelo colla forino-
nistris graecus, subdiaconi. la: Missus est Gabriel Angelus in
Racconta il Macri , che nella hanc civitatem, cosi ancora nell'ul-
chiesa del santo sepolcro di Geru- timo vangelo di s. Giovanni si pro-
salemme , il diacono che leggeva nuncia Et Verbum caro hic factum
:

Pasqua il santo
nella solennità di est. Anticamente, come avanti le
vangelo, quando pronunziava le altre lezioni della sagra Scrittura,
parole Surrexit non est hic, mo-
: così pure avanti quelle del vange-
strava col dito il s. Sepolcro, e che lo intimavasi pubblicamente il si-
in una terra del Friuli, detta Ci- lenzio : tale pratica della Chiesa
vidal, eravi una collegiata, nella greca venne adottata da alcune
,

quale nel giorno dell'Epifania il chiese latine, ed in quella di Mila-


diacono cantava il vangelo con la no sussisteva a'tempi di s. Ambro-
spada sfoderata in mano, e l'elmo gio, che ne fa qualche menzione, in
in capo, per denotare il mero e psalm. I.
misto impero della Chiesa. Su que- IlLambertini, della santa Messa,
sto proposito rammentiamo , che sez. I, cap. IX, dice che dopo la
parlando nel voi. XIX, 3o5 p. lezione della legge , e de' profeti,
del Dizionario, di alcune funzioni da nelle sinagoghe degli ebrei era so-
diacono che esercitarono nella cap- lito che si parlasse al popolo, e s.

pella pontificia gl'imperatori, dicem- Luca al e. 4 del vangelo, racconta


mo che nel cantare il vangelo im- che essendo Gesù entrato in gior-
pugnavano la spada nuda: però no di sabato nella sinagoga , lesse
non lo cantavano che per la solen- Isaia profeta, e sermoneggiò. Ne-
nità del Natale, come non lo cantò gli Atti al e. 1 3 si vede, che dopo
Cailo IV, quando nel dì d' Ognis- la lezione Paolo e Barnaba
i ss.

santi i368, esercitò alcuni uf-


del furono invitati dai principi della
fizi diaconali, alla messa pontificata sinagoga a fare una esortazione
da Urbano V. Osserva il citato al popolo. Nella seconda apologia
Lamhertini , che i religiosi degli di s. Giustino martire^ e nel 1. 8
ordina equestri, mentre si dice il delle costituzioni apostoliche, al e.

vangelo, mettono la mano sopra la 4, si vede che 1' omelia, ossia il

spada, e la levano dal fodero^ per sermone di esortazione al popolo


a32 EVA EVA
facevasi dopo che era stato Ietto il dulgcnza non solo a' curati, ma a
vangelo; e s. Cipriano nella vita quelli ancora che v'intervenissero.
di s. Cesareo d'Arles, al e. 14, nar- V. Lambertini, Notijicaz. io del
ra che faceva chiudere le porte tom. I. Il Ferrari compose due e-
della dopo il vangelo, ac-
chiesa ruditi tomi delle sagre concioni. Su
ciocché ognuno restasse a sentire quelle che si pronunziano nella cap-
il sermone. Abbiamo da s. Ambro- pella pontifìcia, dopo il vangelo,
gio, epistol. io ad Marceli. 4> che ne tenemmo proposito nel citato
dopo la lezione del vangelo, il ve- voi. Vili del Dizionario) a pag.
scovo dava suo trat-
principio al 236 e seg.
tato o discorso, cui non solamen- L'annunzio delle feste fra la set-
te intervenivano i fedeli, ma pote- timana pure dopo il van-
facevasi
vano anco assistervi i catecumeni, gelo il diacono ne riceveva la no-
:

i ed i gentili stessi. Tut-


penitenti, ta dal vescovo, e dal pulpito od
ti questi però terminato il discorso ambone ne faceva dopo il vangelo
venivano licenziati. I giorni in cui la pubblicazione. Dal terzo concilio

il vescovo soleva ragionare al po- di Milano questo uffizio è stato af-


polo romano erano le solennità e fidato a'parrochi, a' quali fu pure
le domeniche. Oltre il sermone si ingiunto di denunziare nelle dome-
facevano ancora alcune ammonizio- niche le stazioni, le processioni, i
ni al popolo, delle quali parla il digiuni, le indulgenze, le orazioni,
concilio d' Orleans appresso Ivone, e gli uffizi dei defunti, che nella
nella part. 2 del decreto al e. 1 20. susseguente settimana avevano luo-
Dura ancora questo costume nella go, come pure di dover promul-
Francia ; e questa parlata ossia gare i decreti notati nel calendario.
ammonizione si chiama prone, la Tuttavolta nella medesima chiesa
qual parola francese deriva dal Ambrosiana, diacono è stato ri-
al
greco pronao s, che significa quella serbato l'antico uso di annunziare
parte della chiesa, che dall'ingres- nel dì dell'Epifania, cantatoil van-

so si estende al coro, nella quale gelo, giorno della futura Pasqua.


il

Stavano i laici, stando i chierici Finalmente, quando ha luogo, dopo


nel coro e nel presbiterio. Ed in il vangelo si recita o si canta il

Italia ancora i parrochi nella mes- Credo o la professione di fede. Pre-


sa parrocchiale delle feste, dopo il tendesi che un tempo l'imperatore
-vangelo fanno il sermone
popo- al si levasse il diadema per riveren-
lo, in cui gl'insegnano ciò che cia- za quando dicevasi l'evangelio. Cer-
scuno deve sapere e fare per con- to è che ora se è vestito coll'abi-
seguire l'eterna salute. Benedette; to dell'alta sua dignità, al vangelo
XIII, in conformità de' decreti del alzasi in piedi,impugna lo scet-
concilio di Trento, cap. 2, sess. 5 tro con una mano, tenendo coll'al-
de reform. , nel 1724 ordinò ai tra il globo. Nella festa della Can-
curati, che in tutte le domeniche e delora, e nella domenica delle pal-
feste solenni, dopo il vangelo nel- me, al canto del vangelo e del
la messa parrocchiale istruissero il passio, sostengono alzate le can-
si

popolo con chiaro modo, nelle co- dele accese, e le palme. L' Ordine
se appartenenti all'eterna salute, e Romano prescrive a'ehierici, che si

perciò concesse cento giorni d'in- levino la berretta dal capo, alla let-
,

EVA EVA 2 33
tura o canto del vangelo. Oltre vangelo, ovvero sull'altare, ne fa
quanto abbiamo detto sul bacio del un altro sopra la sua fronte, so-
vangelo, qui aggiungeremo, che in pra la sua bocca, e sopra il suo
alcune chiese ne' giorni solenni il petto, e dice: Initium sancii Evan-
diacono porta questo libro a ba- gelii sccundum ec. , e risposto dal
ciare a tutto il clero, dicendo : ministro Gloria tibi Domine, colle
queste sono le parole sante j e cia- mani giunte legge vangelo di s.
il

scuno risponde lo credo di cuor e


: Giovanni, o il vangelo di qualche
e lo confesso colla bocca. Con festa, della quale si fa l'uffizio, se
queste diverse cerimonie., il senso essa cade nella domenica, doven-
delle quali compendiosamente di- dosi allora leggere, come dicemmo,
chiarammo, la Chiesa professa di l'evangelio del giorno, e non quel-
credere che l'evangelio sia la pa- lo di s. Giovanni ; e leggendosi il
rola di Dio, e la regola della sua vangelo di s. Giovanni quando ,

fede. arriva alle parole: et Verbum ca-


ro factum est, s'inginocchia per a-
dorare il Verbo divino, che si è
Evangelio di s. Giovanni. voluto abbassare fino prendere
a
la nostra carne. Il ministro, stando
dalla parte dell'epistola, dice Deo
Non si ommette mai in fine gratias, acciocché la inessa finisca
della messa, se non che quando si sempre col rendimento di grazie.
fa de festo in qualche domenica o Gilberto Grimaud, nella sua Litur~
feria che abbia l'evangelio proprio, già sagra } alla part. 3, e. 17, por-
il quale si legge in vece di esso. ta molti documenti per dimostra-
Nella terza messa di Natale si leg- re la gran divozione, che altre vol-
ge in fine il vangelo dell'Epifania: te avevasi al santo vangelo In prin-
Cum natus esset Jesus, e nella do- avvegnaché una volta legge-
cipio j
menica delle palme messa nella vasi in alcune chiese, dopo che si
privata si legge l'evangelio che si era dato il battesimo ai fanciulli,
è letto nell'uffizio. Nelle vigilie che il viatico e l'estrema unzione agli
occorrono nella quaresima, o nelle ammalati ; ma confessa di non a-
quattro tempora, non si legge l'e- ver potuto ritrovare, per ordine
vangelio della vigilia nel fine della di chi si reciti nel fine della mes-

messa. Similmente nelle messe vo- sa. Ciò però oggi non ammette dif-
tive mai non si legge nel fine altro ficoltà, imperocché concordano gli
vangelo che quello di s. Giovanni. eruditi, che s. Pio V fu quel-
Tanto rilevasi dal Messale romano lo, che stabili la regola di dover
[Vedi), nella parte I, rubr. i3, recitare nel fine della messa il
num. i. vangelo di s. Giovanni, mentre pri-
Data la benedizione dal cele- ma di lui alcuni lo recitavano, al-
brante, o dopo il Placeat nelle tri l'ommettevano, come si legge nel
messe de'morti, il sacerdote va nel- citato Cardinal Bona, Rerum litur.
la parte del vangelo, dice il Do- lib. 2, cap. 20, num. 5; nel p. Le
minus vobiscum, e risposto dal mi- Brun al tom. I, p. 687 e seg.; nel
nistro: Et cum spiritu tuo, fa u n
;
Pouget al tom. II Instit. Cathol.
segno di croce sul principio del p. 890, ove dice, che nemmeno
,

*34 EV4 EVA


oggidì si legge tlai certosini ; nel vanni. Ma il concilio Triburiense,
p. Meiati al tom. I, par. I, pai». cap. Quidam de celebr. missarum,
243, ove allaseguente attesta non proibì di leggersi quotidianamente
recitarsi il vangelo di s. Giovanni tal vangelo, come le messe parti-
nel fine della messa da chi anche colari, per la superstizione di al-
oggidì canta la messa nella cappel- cuni, che credevano in quel gior-
la pontificia, i quali, come osserva no nel quale udivano alla messa
il Novaes, t. VII, p. 247, comin- l'evangelio di s. Giovanni, non do-
ciando la recita del vangelo nel ver morire senza confessione, e per
partire dall'altare , la proseguono quelle messe particolari, dover ot-
fino alla sagrestia. Va però notato tenere abbondante raccolta di bia-
che se ha luogo la lettura di altro de, ovvero perchè alcuni poneva-
evangelio, il celebrante lo legge in no tanta divozione in quel santo
mezzo all'altare, assistito dai mini- di cui sentivano la messa, che cre-
stri. Il Burio, nella sua Brevis noti- devano quello poter più. esaudire
ti a Bom. Pont., così scrive nella le loro preghiere, che se sentissero
vita di s. Pio V: « Inter alia or- Ja messa del giorno per la riveren-
*» dinavit, in fine missae a sacer- za di Dio, come se il sagri fi zio non
* dotibus dici evangeli um s. Joan- si a Dio solo, il quale so-
offrisse
» nis (quod ante non ex. manda- lamente si deve adorare con culto
ci to hinc inde dicebatur), quia est di latria. Quindi aggiunge il me-
« veluti compendium mysteriorum desimo Sarnelli, che nell'antico or-
« princi paliti cu fidei nostrae ss. Tri- dinario de' domenicani si leggeva :

» nitatis, creationis mundi, Incar- « Evangelium s. Joannis In prin- :

ti nationis Christi, quae profitetur « cipio; cum collecta, poteri di-


**tUnc sacerdos suo et totius Eccle- » cere deponendo vestes, vel post
» siae nomine ". » depositionem ". La colletta era:
Erudita è la lettera XIX, Del- « Omnipotens sempiterne Deus, di-
l'evangelio di s. Giovanni infine »> rige actus nostros in beneplaci-
della messa pontificale^ del Sar- ti to tuo; ut in nomine dilecti Fi-
nelli , tom. VII , di-
Lett. eccl. » lii tui mereamur bonis operibus
cendo che s. Pio V ne coman- « abundare ". Altrettanto è pre-
dò stabilmente la recita nel suo scritto in alcuni messali mss. del-
messale riformato , per una con- la biblioteca vaticana ; e questo è
tinua memoria dell' ineffabile mi- quello che oggi si pratica nelle
stero della Incarnazione , recitan- messe pontificali. Né si bacia il li-

dosi prima ad arbitrio, il perchè bro, o la tabella detta volgarmen-


non ne parlano gli antichi rituali, te cartagloria^ ove è riportato
benché s'insinui doversi leggere, tutto il vangelo di s. Giovanni
almeno in qualche cosa, nella li- perchè la recitazione di questo evan-
turgia di s. Pietro ov' è detto: gelio è in certo modo privata , ed
Deinde plenitudo legis, et prophe- esclude la solennità, onde neppure
taruni. Lindano cita la liturgia di si canta nelle messe solenni, come
s. Simeone siracusano, che fioriva avverte Lopez, de ritu Missae. Non
nell'anno 800, nel cui fine si pre- sarà qui superfluo il dire se sia
scrive la lezione, per la quale al- lecito portare addosso l' evangelio
cuni usavano l'evangelio di s. Gio- di s. Giovanni : In principio , ec.
, j

EVA EVA a 35
secondo l'antico uso de* primi cri- Altre nozioni sull'evangelio, e sul
stiani, i quali portavano appeso al libro che lo contiene.
collo il testo vangelico scritto, co-
me preziosissima reliquia. Iiispon- Fu sempre e in tanta venera-
de s. Gio. Grisostomo, hom. 4^> zione il santo vangelo, che veniva
super Math.y in Opere imperfecto: ricevuto dai sagri ministri della se-
« Quidam aliquam partem evan- de apostolica, dalle mani de' Pon-
»> gelii scriptam circa collimi por- tefici, per la conversione delle gen-

» tant : sed nonne quotidie evan- ti, come narra il Rinaldi all'anno
« gelium in Ecclesia legitur, et 4^ii num > ICJJ« Il medesimo al-
« auditur ab omnibus? Cui ergo l'anno 232, num. 1 3, dice che s.

« in auribus posita evangelia ni- Cecilia usava portare in petto l'e-


»» hil prosunt, quomodo possunt vangelio di Cristo, come facevano
« eum circa collum suspensa sai- altri, della quale antica consuetu-
w vare? Dicne, ubi est virtus e- dine fa menziones. Gio. Grisostomo

» vangelii, in figuris litterarum, an summentovato; ed è mirabile quan-


» in intellectu sensuum ? Si in fi- to analogamente narra pure il Rinal-
>» guris, bene circa collum suspen- di di s. Teofilo, all'anno 3or,num.
» dit. Si in intellectu ergo me- : 34- Fu inoltre costante costume
*> lius in corde postea prosunt della Chiesa universale nei concili
m quam circa collum suspensa ". di ergere in mezzo del consesso
S. Tommaso però nella 2. 2. qa. un trono, sopra il quale ponesi il

9. 7, art. 4 ad 4> dice doversi inten- libro del vangelo. parlam- Di ciò
dere s. Gio. Grisostomo di quelli che mo all'articolo Concilio (Vedi), ed
hanno maggiore rispetto alle fìgu- altrove. Il Rinaldi all'anno 325,
re scritte, che alla intelligenza del- num. 5g, discorrendo del primo
le parole: «Dicendum, quod Chry- concilio generale, dice che a secon-
» sost. quando respectus
loquitur, da dell'uso, nel mezzo del conses-
» habetur magis ad flguras seri- so fu collocato in real trono l' e-
» ptas, quam ad verborum intel- vangelio, come rappresentante la di-
» lectum ". Conchiude il Sarnelli, vina persona, come se gridasse nel-
che se è lecito portar pendente dal l'orecchio de' vescovi, secondo che
collo qualche reliquia, colla fidu- si esprime s. Cirillo Alessandrino
eia in Dio, e ne' santi , di cui è in JpoL: Justum judicium judiente
la reliquia, molto più è lecito por- e secondo le parole del salmo 8 1 :

tar le parole sacre, non essendo Deus stetitsynagoga deoruni;


in
di minor santità la parola di Dio, in medio miteni Deos dijudicat.
che le reliquie de'santi dicendo s. Negli atti del concilio Fiorentino,
Agostino « quod non minus est celebrato da Eugenio IV, si legge
h verbum Dei, quam
corpus Cini- che sopra l'altare maggiore, vi era
» sti ". Si deve finalmente sapere, il codice de sacri evangeli, in mez-
come si raccoglie dal Registro di s. zo alle sagre teste de' ss. apostoli
Gregorio I, lib. 12, epistol. 7, che Pietro e Paolo, ivi esposte fra ce-
anticamente si soleva per divozio- rei ardenti. Per tali teste debbon-
ne riporre nei reliquiari il testo si intendere le immagini loro. Del-
del santo vangelo. l'antico rito di porre in mezzo ai
concili il grande e giusto giudice
,

*££ EVA EVA


Gesù Cristo figurato nel vangelo, l'orinato riguardo
al conclave, con-

egregiamente ne diede spiegazione formi alle costituzioni di Gregorio


Gio. Battista Casali, de vet. sacris X. Antichissimo è il rito di giu-
christianoruni ritìbus ,
pag. 177 e rare sull'evangelio, come si dirà a
4.8. suo luogo. Accusato il Pontefice
Era poi sì grande la riverenza Pelagio I dal popolo romano, di
de' primitivi cristiani verso questo fazione contro immediato prede-
l'

libro , che non osavano toccarlo, cessore Vigilio morto nell'anno 555,
se prima non si lavavano le mani, celebrate con Narsete capitano im-
come rilevasi daH7io//zf7. 7 ad pò- periale le litanie, ascese il pulpito
pul. di s. Gio. Grisostomo. I mo- nella basilica di s. Pietro, ed aven-
scoviti, prima di toccar il detto do sul capo l' evangelio, si purgò
libro si fanno il segno della croce con giuramento dalle accuse, come
con profondissima riverenza, e col già avea fatto Sisto III nel ,
^2
capo scoperto. Anche i barbari ri- e dopo di lui fece ancora s. Leo-
spettarono l'evangelio. Si legge nel ne III nell'anno 800: per sì fatto
p. Severano, Memorie sagre, pag. giuramento, cessò subito il tumul-
170, che avendo preso Roma nel to del clero e popolo romano.
547 Totila re de' goti, nondime- Abbiamo dal Macri, che il libro
no recossi ad orare nella basilica del vangelo solevasi portare nelle
vaticana, dove Pelagio diacono por- processioni, massime in quella del-
tando nelle mani il libro degli evan- la domenica delle palme, nella qua-
geli, se gli fece incontro : indi pro- le con maggior solennità dell'ordi-
stratosi a' suoi piedi, gli domandò nario, sopra una bara ornata era
in grazia che non fossero offesi i portato, cioè sulle spalle de' dia-
romani, e l'ottenne, almeno per al- coni, e ciò per rappresentare Cri-
lora. Quando nell'anno 657 s< Vi- sto trionfante. Cencio Camerario,
taliano partecipò la sua assunzione nell'Ordine XI, pag. 176, descri-
al pontificato all' imperatore Co- ve il rito di portare in processione,
stante, questo donò ai legati apo- sulle spalle de' diaconi, tra le pal-
stolici per la basilica di s. Pietro me ,
gì' incensieri , i candelieri , e
un libro dell' evangelio coperto d'o- dopo gli stendardi delle scuole di
ro, e tempestato di gemme. Nel Roma, una bara ben ornata, che
celebre concilio di Costanza, dopo chiamavasi feretrum o portalorium,
la deposizione di Giovanni XXI H, col testo de' sagri evangeli , affin-

e dell'antipapa Benedetto XIII, e la chè si usasse al vangelo un onore


generosa rinunzia di Gregorio XII, consimile a quello ricevuto da Ge-
si deliberò dai mille padri compo- sù Cristo. V. il Catalani, Evange-
nenti quell'augusta assemblea, che Lium in processionibus delatum 3
i sagri elettori procedessero all'ele- praecipue dominica palmarum, p.
zione del legittimo Pontefice. Al- 137. Questo rito si propagò in al-

lora Sigismondo re de' romani, as- cune chiese, e T origine si rinvie-


siso nel suo soglio, avendo tocca- ne nei sagramentari Gelasiano, e
to colla mano la croce e gli evan- Gregoriano, e in antichissimi ca-
geli , da due Cardinali
recatigli lendari. I greci non solo usano di
giurò solennemente, che avrebbe portar il detto libro quando il sa-

difesi gli ordini che il concilio avea cerdote entra nel sagro altare, ma
,

EVA EVA 237


anclie in qualsivoglia processione. dall'Apostolo, siccome eglino sono
Nella chiesa di Costantinopoli era i vigilanti mantenitori nel popolo
chiamato praefectus evangelii } quel- della purità della dottrina del Sal-
lo che soleva portarlo nelle proces- vatore, ed i principali promulgato-
sioni. Nelle grandi solennità faceva ri, e fedeli interpreti della medesi-
questo uffizio l'arcidiacono patriar- ma; onde in riguardo di ciò, per
cale, e in questa chiesa era appel- rito antichissimo, accennato anche
lato doctor evangelii 3 quello che dall'autore delle costituzioni apo-
àvea la cura di ragionare in pub- stoliche, e dall' altro della gerar-
blico, con ispiegar il testo evange- chia ecclesiastica nell' ordinazione
lico. Nella chiesa Andegavense, quan- de' prelati, è tenuto sopra il capo
do si fanno le processioni, oltre il loro il divin codice del vangelo.
segno della croce, si porta il libro Dei volumi poi che sono in mano
degli evangeli, quella come guida, dei santi apostoli ne hanno parla-
questo come luce. Il delinearsi i to molti autori, e significano le o-
sagri evangeli nei bicchieri di ve- pere canoniche lasciateci dai me-
tro degli antichi cristiani, ci ricor- desimi, ovvero la facoltà di predi-
da che le loro mense erano ac- care vangelo data loro da Gesù
il

compagnate dalla lezione spiritua- Cristo. Per tal volume posto tal-
le de' medesimi, onde pascere l'a- volta in mezzo de' ss. Pietro e Pao-
nima. lo, vuoisi dimostrare che l'evange-
Buonarroti , nelle sue
Filippo lio è un solo, benché egli sia ri-
Osservazioni sui vasi antichi di partito in varie scritture, e per si-

vetro, riporta diverse erudite noti- gnificare altresì l' uniformità della
zie sugli evangeli e loro libri rap- predicazione degli apostoli. Ma il

presentati dagli artisti, che qui ac- Bernini, // tribunale della Rota, a
cenneremo. Quei libri degli evan- pag. 14, rende ragione perchè gli
geli , come si legge in Anastasio evangelisti e gli apostoli si dipin-
Bibliotecario, donati alle basiliche gono con il rotolo o scrittura in
di Roma ed ornati d' oro, di ar- mano spiegata, e i profeti e i pa-
gento e di gemme, doveano esser- triarchi complicata : i primi sono
lo nelle coperte. Di questi orna- cosi rappresentati per significare
menti de' sagricodici prima di ,
Evangelium revelatum 3 i secondi
tutti se ne trova fatta menzione s'indicano così, Evangelium vela-
da s. Girolamo nell' epist. 19 ad tum, in conformità di quanto scris-
Eustochìuni. se s. Paolino nell' epist. 29: Chri-
San Lorenzo ed altri diaconi stus in legè ve latti r, et in lege re-
vennero rappresentati col volu- velatura perchè al dire di s. Ago-
me de' santi evangeli nella sini- stino, 1. de cons. evangeli Prophe-
stra mano ,
perchè era offizio dei tia est evangelium velatimi : evan-
diaconi il portarlo e il leggerlo. gelium vero est prophetia revelata.
Furono rappresentati i santi vesco- V. il Barbosa, Tractatus in evaii*
vi, aventi nella sinistra lo stesso li- geliumj il p. Zaccaria, Onomasti-
bro, perchè devono custodire con con rituale, in Evangelari, et Evan-
ogni cura quel santo deposito, rac- gelium j ed il p. Menochio, che
comandato loro con grandissima nelle sue Stuore, tratta del vange-
premura in persona di Timoteo lo se sia stato predicato nelle In-
,,

i3S EVA EVA


die occidentali, ossia in America sano alcuni interpreti che in que-
prima che il Colombo la scuopris- sto senso sia chiamato evangelista
se , tratta ancora del vangelo por- il diacono s. Filippo, Art. e. 21,
tato dagli antichi presso di loro v. 8, e che s. Paolo raccomandi
come venerato., e de' miracoli ope- a Timoteo di adempiere le funzio-
rati da Dio con esso. Inoltre van- ni di evangelista, Timot. e. 4> 1

no consultati gli articoli, Collegio v. 5, e Io stesso apostolo nella sua


Urbano, Congregazione di propa- epistola agli efesii, e. 4> v« n»
ganda fide e Missioni apostoli-
, mette gli evangelisti dopo apo-
gli
che, per la diffusione e propaga- stoli e i profeti. V. il Rinaldi al-
zione del vangelo in tutto il mondo. l' anno 35, num. 8, che rende
EVANGELISTA o VANGE- ragione come Filippo che annunziò
LISTA (Evangelista). Nome dato il vangelo a' samaritani, abbia il

ai quattro discepoli che Dio ha nome di V. gli arti-


evangelista.
scelti ed ispirati per iscrivere Y E- coli Matteo, Marco, Luca, e Gio-
vangelio (Fedi), o la storia del no- vanni. Fu Bonifacio Vili che nel
stro Signore G. C. Questi sono i ss. 1295 ordinò, che in tutta la Chie-
Matteo, Marco, Luca, e Giovanni. 11 sa si celebrassero con rito doppio
nome Evangelista significa colui le feste de' ss. apostoli ed evan-
che annunzia una buona notizia ; gelisti.
quindi chiamatisi evangelisti gene- Molti increduli fecero ogni sfor-
ralmente tutti coloro che annun- zo per provare che gli evangelisti
ziano qualche felice notizia, ma più non accordano punto nella sto-
si

particolarmente quelli che predica- ria che fanno delle azioni di Gesù
no il vangelo di Gesù Cristo, ed Cristo ; e che su molti punti, e in
in ispecie le dette quattro persone molte circostanze si contraddicono.
che lo hanno scritto, autrici dei Osserva il Bergier che questi cri-
quattro vangeli che sono i soli tici per riuscirvi fecero uso di un

dalla Chiesa riconosciuti per cano- metodo che si avrebbe rossore di


nici. Diconsi pure evangelisti i sa- adoperare per attaccare la storia
cerdoti che recitano certi evangeli, profana. Quando s. Matteo, per
mettendo un' estremità della stola esempio, riferisce un fatto od una
sulla testa delle persone che fan- circostanza, della quale gli altri

no dire questi evangeli. evangelisti non parlano, dicesi che


I ss. Matteo e Giovanni erano sono in contraddizione con esso.
apostoli, i ss. Marco e Luca di- Ma in qual senso un autore che
scepoli non si sa positivamente se
; tace, contraddice quello che parla?
questi due ultimi fossero del nu- Forse l'ommissione d'un fatto ne
mero dei settantadue discepoli se- prova la Se ciò fosse, di
falsità?
guaci di Gesù Cristo, se lo abbia- tutte le storie che furono fatte da
no udito predicare , o se sieno diversi autori, neppure una ve ne
stati soltanto istruiti dagli apostoli. sarebbe che non fosse piena di
Nella primitiva Chiesa da vasi il no- contraddizioni. Quando si voglia
me di vangelisti a quelli che si avere la cura di leggere la con-
portavano a predicare l'evangelio cordia od armonia degli evange-
qua e là, senza che fossero uniti listi, si scorgerà che i quattro testi

ad alcuna chiesa particolare. Pen- uniti s' illustrano T uno 1' altro, e
EVA EVA a&g
formano una storia esatta ed or- più essenziali. S. Luca si propone di
dinata. Il citato Rinaldi, all' anno dare questa storia più particola-
3i, num. 2, rimarca la mirabile rizzata, di raccogliere tuttocìò che
convenienza tra gli evangelisti, si- aveva appreso da testimoni ocula-
gnificati ne' quattro animali miste- ri,e di supplire a tuttociò che eia
riosi da Dio mostrati ad Ezechie- stato ommesso nei due precedenti
le, e come scrivessero i vangeli in evangeli. S. Giovanni ebbe princi-
diversi luoghi e tempi, e con varie palmente per oggetto di confutare
occasioni. Tuttavia per divin consi- l'eresie che cominciavano ad in-
glio avvenne, che con mirabile con- sorgere sulla divinità di Gesù Cri-
sonanza quello che fecero tutti, fece sto, e sulla realtà della di lui car-
nello scrivere ciascun di loro, con- ne. Questo è pure il soggetto del-
forme all'enimma profetico. Diversi le sue lettere. Pertanto con mag-
autori poi composero la concor- gior estensione degli altri riferisce
danza de' quattro evangeli, facendo- i discorsi ne' quali Gesù Cristo
ne di quattro uno, come fra gli an- parla sua persona, e della
della
tichi sono a nominarsi Teofilo ve- sua unione col suo Padre. Ma nes-
scovo antiocheno, Taciano, Ammo- suno dei quattro ebbe in animo
nio, ed Eusebio, che scrissero al- di riferire ogni cosa, e niente om-
cuni canoni della convenienza de- mettere. S. Giovanni attesta abba-
gli evangelisti. Tali canoni furono stanza il contrario nel fine del suo
da Girolamo
s. in latino tradotti. vangelo.
Fra' moderni e fra quelli che si In questa maniera, senza che tra
sono occupati dello stesso argomen- essi siavi stato un premeditato con-
te, sembra che tenga il primo luo- certo, ciascuno dirige il suo stile

go Cornelio Giansenio vescovo e la sua maniera al fine che si pro-


Gandavense. pone. Nel confrontarli si conosce
Ciascuno degli evangelisti pa- perchè uno ommetta la cosa che
re che abbia avuto un disegno riferisce l'altro; soprattutto si scor-
particolare, ed analogo alle circo- ge che nessuno dei quattro teme
stanze in cui si trovava, essendosi di essere contraddetto sui fatti che
già detto al citato articolo Evan- racconta, perchè erano fondati sul-
gelio in qual tempo ciascuno ab- la notorietà pubblica. Anche il Ri-
bia scritto il suo. Quello di s. Mat- naldi all'anno 34, num. 164 e 223,
teo era di provare ai giudei che nota che gli evangelisti non pre-
Gesù Cristo è il Messia. Mostra sero a narrare tutte le cose latte
colla di lui genealogia che è nato dal Signore, ma quante bastassero
dal sangue di Davide e di Àbra- a far fede di lui, usando un mo-

mo. Cita ai medesimi giudei le do comune di parlare. In quanto


profezie, giusta il senso che dava- ai quattro misteriosi animali de-
no i ed in tal guisa
loro dottori, scrittida Ezechiele, I, 10, e nel-
ne cava un argomento personale. l'Apocalisse, IV, 7, i ss. Ireneo,
Sembra che s. Marco non abbia Girolamo, Agostino, e gli altri pa-
avuta altra intenzione, se non di dri trovano raffigurati gli evange-
fare un compendio delle azioni listi. Si conviene generalmente che
e dei discorsi di Gesù Cristo per l' aquila è il simbolo di s. Giovan-
istruirne i fedeli, almeno delle cose ni, il quale sino dai primi versi
,

2.\o EVA EVA


del suo vangelo, s' innalza fino al Tommaso assistette e sottoscrisse
seno della divinità per conlcmplu- al concilio di Calcedonia, ed alla
plarvi la generazione del Verbo. lettera dei vescovi della sua pro-
Si conviene che il vitello o bue è il vincia all'imperatore Leone. Al
simbolo di s. Luca, il quale comin- presente Evaria, Evarien, è un ti-
cia dal far menzione del sacerdozio tolo vescovile in partibus sotto la
del Salvatore. Secondo s. Agostino metropoli di Damasco egualmente
s. Matteo è rappresentato dal leo- in pai-tibiiSj che conferisce la san-
ni', perchè egli spiega la dignità ta Sede.
reale di Gesù Cristo; ma altri dan- EVARISTO (santo), Papa VI.
no questo simbolo a s. Marco Nacque in Betlemme di Palestina, il

perchè comincia dalla missione di di lui padre chiamavasi Giuda, e


s. Giovanni, e dalla sua voce che fu innalzato alla sede pontifìcia il

grida nel deserto: in tal caso Va- giorno 27 luglio dell'anno 112. Si
mimate che aveva la figura qua- crede che seguisse la tradizione a-
si d'uomo dovrà appropriarsi a postolica ìiell' ordiuare che i ma-
s. Matteo, che comincia il suo van- trimoni fossero fatti pubblicamen-
gelo dalla generazione temporale te, e colla benedizione del sacerdo-
«lei Salvatore. Questo uomo si suo- te, e che sette diaconi assistessero
le rappresentare anche in forma il vescovo mentre predicasse, affin-
d'angelo e colle ali. Ordinariamen- chè i loro emuli non gì' imputas-
te ognuno de' quattro evangelisti sero alcuni errori , come vuole il

si sogliono effigiare in atto di scri- Ciacconio, oppure perchè imparas-


vere, cioè col libro nella sinistra sero lo stile della verità nel mini-
in ci no, e colla penna nella destra, stero della predicazione, come in-
come altre loro caratteristiche. V. terpreta il Bianchini. Molti ripetono
Just. Wessel Rumpai, Isagoge ad l'origine de'titoli de'Cardinali preti
lectionr.m novi Testamenti, pag. »i; dalla divisione cui fece Evaristo
Jac. ThomasiuSj De insignibus qua- delle chiese di Roma a'preti stes-
tuor evangelistarunij Lipsiae 1667 si. Aggiunse alcune cerimonie al
et 1672; Dan. Guill. Mollerus, rito della consagrazione delle chie-
De insignibus IV evangelistarum, se. In tre o quattro ordinazioni,
Alldorhi 1699 et 1700; Jo. Ihr- creò quindici o cinque vescovi, sei
mann, De insignibus IV evange- o diciasette preti e due diaconi.
listarum, Upsalae 1728; Jo. de Durò il suo governo nove anni e
Ayalo, Pictor christianus eruditus, tre mesi, e pati a' dì 26 ottobre
Matriti 1730. del 121. La santa Sede vacò di-
E VARI A od SedeEVARÌO. ciotto giorni.
vescovile della Fenicia del Libano, Contra l'opinione de' napoletani,
nella diocesi di Antiochia, sotto la i quali vantano di possedere il
metropoli di Damasco, la cui ere- suo corpo, è certo essere egli sta-
zione, al dire di Commanville, ri- to sepolto nel Vaticano ( V. Ol-
sale al quinto secolo, e chiamasi doino t. I, pag. 99).
anche Giustinianopoli. Altri dissero EVASA seu Teodosiopolì. Sede
essere Errea di Epiro, che fu fab- episcopale dell' Asia minore, nella
bricala dall'imperatore Giustiniano. diocesi d' Asia, sotto la metropoli
Uno de' suoi vescovi per nome di Efeso, eretta nel quinto secolo.
EVO EVO a#i
h'Oiìens Chrht., nel t. y32,
I, p. nella chiesa di Rouen. Fu trasfe-
fa menzione di sei vescovi che vi rito dipoi a Braine, nella diocesi di
ebbero sede, cioè di Eutropio, di Soissons, e quivi avvi un'abbazia de-
Bassiano, del suo successore, di dicata al suo nome. Visse nel quin-
Olimpio, di Gregorio e di Nico- to secolo, ed è onorato il dì 8 ot-
mede. tobre.
EVOCAZIONE. Formola di pre- EVORA (Elboren). Città con re-
ghiera, o di scongiuro col quale i sidenza arcivescovile nel Portogal-
pagani invitavano gli dei protetto- lo, capitale della provincia di Alen-
ri di una nazione, o di una città tejo. È considerata come la secon-
nemica ad abbandonarla^ o portar- da città del regno, ed è capo luo-
si ad abitare tra essi, promettendo go di provincia , e di comarca.
d' innalzar loro templi ed altari. Sorge questa antichissima città so-
J
Questa cerimonia pagana fu erudi- pra un altura, in mezzo di una
tamente descritta dal p. Casto In- vasta e fertile pianura, fra i mon-
nocente Ansaldi domenicano, con ti della Sierra Alpedreira. Essa è
questo titolo de Diis multo rum
: cinta di bastioni rovinosi, e muni-
gentium Romani evocati*, Brixiae ta di vecchie fortificazioni, cioè da
1743. Evocazione si dice pure de- una cittadella, e dai forti s. An-
gli spettri che fanno apparire gli tonio, e s. Barbara. Le strade so-
stregoni ed i maghi, i quali per- no strette e tortuose, e le case an-
suadono che sieno anime o demo- tiche e mal fabbricate. Rinchiude
ni che fanno venire dall'altro mon- splendide chiese, degli spedali, uno
do. La pitonessa evocò il defunto de' quali magnifico,caserme di e
Samuele, per farlo vedere ai re regolare costruzione, non che alcu-
Saulle. SuU' evocazione de' morti ni stabilimenti. Aveva un tribuna-
V. Negromanzia. le dell'inquisizione, ed una univer-
EVODIO (s.). Neil' anno 56o sità fondata dal magnanimo Car-
circa Evodio successe a s. Paulia- dinal Enrico prima che fosse re
no nel vescovato di Puy in Lingua- di Portogallo . L' università restò
doca. Fabbricò egli in distanza di soppressa nel secolo passato sotto
due leghe una chiesa dedicata alla il regno di Giuseppe I. Fra i suoi
B. Vergine, ed in quella fu poscia antichi monumenti , avanzi della
trasferita la sede episcopale. S'igno- romana dominazione, si distingue
ra in qual anno morisse questo un grandioso acquedotto ancora ben
santo vescovo, è onorato però agli conservato, e gli avanzi di un tem-
1 1 di novembre, ed esiste a Puy pio di Diana: edifìzi che si attri-
una chiesa dedicata al suo nome, buiscono al celebre Sertorio, il qua-
nella quale conservansi le sue re- le fece cingere la città di mura,
liquie. allorché divenne la capitale del
EVODIO (s.), vescovo di Rouen. suo governo : egli per lungo tempo
Seguendo la più comune opinione vi dimorò.
Evodio fu figlio di Fiorentino, e di Evora è un'antichissima piazza
Celina, e fu addetto sino da fanciullo di guerra del regno, che chiamos-
alla chiesa di Rouen, sotto la direzio- si un tempo Ebora. I romani, se-
ne di s. Vittricio. Vuoisi che sia egli condo Plinio, la chiamarono Libe-
morto ad Andelis, e poscia sepolto ralità* Julia. Essendo stata occu-
voi. XXII. 16
242 EVO EVO
pata dai mori, ad Alfonso
riuscì rico, d. Antonio di Braganza, figlio
f, redi Portogallo, di espugnarla; del duca di Braganza, perchè si
e in memoria di tal vittoria nel rese venerando per la sua vita il-
il 47 o nel 1162, istituì l'ordine libata ed adorna di tutti i pregi
equestre di Avis, i etti cavalieri che fanno un vescovo degno di me-
da principio si chiamarono cavalie- moria. Ebbe corrispondenza epi-
li di s. Maria d*Evora. Presso di stolare con s. Teresa, e con s.
questa città gli spagnuoK furono Carlo Borromeo, morendo in odo-
sconfìtti dai portoghesi, sotto gli re di santità nel 1602. Si deve
ordini del duca di Schomberg. pur notare, che prima la sede ve-
La
sede vescovile fu eretta ver- scovile di Tanger era suffraganea
so l'anno 4oo, quindi ristabilita ver- di questa metropoli, ma cessò di
30 l'anno 11 80. Prima era stata "
esserlo dopo che il re di Portogal-
suffraganea di Merida, poi lo fu lo Alfonso VI, nel 1662, die la
di Compostella. Ma il Pontefice Pao- città in dote all'infante d. Cateri-
lo III, per secondare le pie brame na, quando sposò Carlo II re d'In-
del re di Portogallo Giovanni III, ghilterra.
nel i54o l'eresse al grado di me- Al presente la metropolitana di
tropoli, assegnandole per suffraganee Evora ha tre vescovati in suffra-
le sedi vescovili di Elvas, Porto, ganei, Faro, Elvas, e Beja, oltre
Algarvia, e Lacobriga, e ciò in gra- Villa Vicosa (Vedi). La sua gran-
zia dell' infante sullodato Enrico di de e bella cattedrale è dedicata a
Portogallo, che ne fu fatto primo Dio, ed alla Assunzione in cielo
arcivescovo, e poscia nel i5/\5 dal della beata Vergine Maria, deco-
medesimo Papa fu creato Cardina- rata di fonte battesimale, ricca di
le. Questo degno figlio del re Em- insigni reliquie, e precipuamente di
manuele fu quello che come su- un significante pezzo di legno del-
premo inquisitore del regno stabi- la vera croce. Il capitolo si com-
lì in Evora il tribunale dell'inqui- pone di quattro dignità essendo la
sizione. Ivi a' gesuiti fabbricò un prima quella del decanato, e di ot-
collegio, poi dichiarato università, to canonici compresa la prebenda
nel quale un tempo abitò esemplar- teologale. Vi sono più baccalaurei
mente come uno di essi. Per morte e beneficiati, non che altri preti
del suo nipote il re Sebastiano, montò e chierici addetti al divino servi-
sul trono portoghese, ed essendo po- zio. Il palazzo arcivescovile è con-
scia morto nel i58o in Ahneirim, cui cura
giunto alla cattedrale, la
nel giorno stesso in cui era nato ses- d'anime alternativamente è disim-
santotto anni prima, ordinò che il pegnata dai quindici baccalaurei, e
suo corpo fosse trasportato nella dai dieci beneficiati mentovati. Ol-
chiesa di detto collegio, donde Fi- tre la cattedrale, nella città esisto-
lippo II re di Spagna lo fece tras- no altre quattro chiese parrocchia-
ferire nelle tombe reali di Belem. li, che sono pure collegiate, e tut-
Andrea Resendio ha fatto il cata- te munite del battisterio. Sette so-
logo de' vescovi di questa città. Me- no i monisteri e conventi di reli-
rita inoltie tra i pastori di questa giosi,ed otto monisteri delle mo-
i

illustre chiesa speciale rimembran- nache, oltre diversi sodalizi. Ad


za il successore del Cardinale En- ogni nuovo vescovo la mensa è
EVR EVR 243
tassata ne' libri della camera apo- tribunale di prima istanza, le di-
stolica in fiorini mille trecento set- rezioni delle contribuzioni e de'de-
tantasette. manii, la conservazione delle ipo-
EVORSIO (s.), d'Or-
vescovo teche ec, oltre una società di me-
leans. Sotto il regno di Costantino dicina, di chirurghia e di farma-
il grande fiorì Evorzio, e mori cia . Avvi pure un collegio comu-
poi verso l'anno 34o. Nessuna au- nale, ed una biblioteca pubblica,
tentica storia si ha della sua vita, un giardino botanico, un teatro ec.
egli però è assai onorato negli an- Questa antica città è grande, ed
tichi martirologi dell'occidente. Le assai bene fortificata. Fra i suoi
sue reliquie conservano nella
si ^difìzi degni di osservazione v' è
badia di Orleans, la quale porta la cattedrale, che può annoverarsi
anche il suo nome. La di lui festa fra le più belle chiese della Fran-
è segnata li 7 settembre. cia. È fabbricata in forma di cro-
EVREMONDO Nacque E- (s.). ce, con istile gotico, è sostenu-
vremondo a Bayeux da ricca e ta da sedici da ciascuna
pilastri
nobile famiglia. Presso il re Teo- parte, e vi sorge nel mezzo una cu-
dorico III si procacciò amore e sti- pola ottagona sostenuta da quat-
ma, e si unì in matrimonio con tro pilastri. Fu Luigi XI che fe-
una donna virtuosa. La grazia del ce innalzare questa chiesa per cu-
Signore istillò in Evremondo il di- ra del Cardinal Balve, in allora ve-
sprezzo delle umane grandezze, e scovo di Evreux. Vanno pure ri-

dalla moglie virtuosamente secon- cordati il palazzo vescovile, quello


dato, tutti e due abbandonarono della prefettura, le prigioni ec.
il mondo, l'uno fondando nel Bes- Questa città ha belle passeggiate,
sio vari monisteri, e l'altra votan- ed all'estremità di uno de'suoi sob-
dosi religiosa. La fama delle vir- borghi sta il bel castello di Navar-
tù di Evremondo pervenuta all'o- ra, un tempo appartenente al du-
recchie di s. Auberto vescovo di ca di Bouillon, le cui superbe di-
Suez, fé' sì che a se il chiamasse, pendenze aggiungono nuovo pre-
e lo eleggesse abbate del monistero gio alla sua magnificenza.
di Montmaire, ove egli santamen- Il nome di questa città si tro-
te chiuse gii occhi, circa l'anno del va ne' commentari di Cesare, ed
Signore 720. Il giorno io giugno in altri autori latini che la chia-
è sacro alla sua memoria. mano Mediolanum Aulercoruni ,
EVREUX (Ebroicen). Città con Ebroeca, Ebroìcam, civitas Ebu-
residenza vescovile nel regno di ronicum od Ebroicorum, ed Ebu-
Francia, dell'alta Normandia, capo ro. Più non si dubita che Evreux
luogo del dipartimento dell' Eure, non rimpiazzi un'antica città roma-
di circondario e di cantone, in una na il cui nome primitivo era Me-
valle, sull'Iton o Yon, che si divi- diolanum, ma
che fu poscia can-
de in tre rami prima di entrare giato in quellodi Eburovices, no-
in città. La sua posizione sopra me dei popoli che abitavano anti-
tre grandi strade le apre delle re- camente nel suo territorio, e dal
lazioni colle principali città di Fran- quale senza dubbio derivò quello
cia, e favorisce il suo commercio. di Evreux. Questa città diede il
Vi risiedono la corte di assise, il nome ad una celebre famiglia. Sos-
i44 EVR EVR
tenne molti assedii, e fu saccheg- lio lateranense. Giovanni II fece
giata da Enrico I re d'Inghilterra, collocare le reliquie de'suoi prede-
poscia fu abbruciata alla fine del cessori, i ss. Taurino e Landolfo,
secolo XII dal re Filippo Augusto. in casse di argento , per esporle
Fu già capo luogo della contea alla venerazione de' fedeli; e nel
di Evreux, uno degli antichi do- 1255 fu inviato al Pontefice per
minii della corona, per cui talvol- difenderi religiosi mendicanti. Pao-
ta ne portarono il titolo e fu da- loCapranica romano, segretario di
ta ai principi reali. Questa con- Martino V, fu da questi nel 1420
tea, nel celebre ministero del Car- fatto vescovo di Evreux. Gabriele
dinal Richelieu, fu ceduta al duca Le Veneur si distinse al concilio
di Bouillon, in cambio del prin- di Trento, fece restaurare la catte-
cipato di Sedan. drale danneggiata dal fuoco, e la
La sede vescovile appartenne al- beneficò con parecchi donativi. Du
la seconda provincia Lionese, nel- Perron, splendore della chiesa di
l' esarcato dei gauli, sotto la me- Francia, fu consagrato vescovo in
tropoli di Rouen, di cui è tutto- Roma, e nel 1604 Clemente Vili
ra suffraganea. La diocesi, la di il creò Cardinale.
cui origine risale fino al terzo se- La cattedrale è dedicala alla
colo, contava nella sua giurisdizio- Beata Vergine, e munita del sagro
ne cinquecento cinquanta parroc- fonte battesimale. Il capitolo si com-
chie, quattordici abbazie,
più di pone di otto canonici, fra' quali avvi
trenta priorie,molte chiese colle- la dignità del decano, il teologo, ed
giate, ed un gran numero di cap- il penitenziere, di diversi canonici
pelle : quanto alle congregazioni re- onorari, sacerdoti, e puerì de cho-
ligiose, aveva sei stabilimenti. Il ro per Y ufficiatura. Un canonico
vescovo di Evreux godeva di ven- esercita le funzioni parrocchiali.
timila lire di rendite. Ne fu il pri- Prima il detto capitolo era assai
mo s. Taurino occupò
, il quale più numeroso, avendo trentuno ca-
la sede vescovile verso l'anno 412: nonici.Eranvi pure quattro vicari
tutti si accordano a dire, ch'egli per supplire alle incumbenze dèi
fu pure il primo che predicasse il canonico ebdomadario, quando que-
vangelo nel territorio di Evreux. sti era impotente, od assente. In-
Gli successe s. Valdo il quale an- oltre vi erano quarantacinque cap-
nientò gli avanzi delle superstizio- pellani che dovevano assistere al-
ni pagane, e si disegnò a succeder- l'uffizio, la maggior parte de'quali
gli il prete Maurusione.
ne Indi fruiva alle distribuzioni inter prae-
furono vescovi Landolfo, Eterno od sc.ntes. L'episcopio è contiguo alla
Eterio, ed Aquilino, venerati dal- cattedrale, e come dicemmo è un
la Chiesa per santi. Gisleberto II edifizio decoroso. Nella città sonovi
fu mandato come ambasciatore al due altre parrocchie coi battisteri,
Pontefice Alessandro da Gugliel- II diversi monisteri di religiose, i be-
mo duca di Normandia; ed Enri- nemeriti fratelli delle scuole cri-
co II re d'Inghilterra con tal qua- stiane, delle confraternite , l'ospeda-
lifica spedì in Roma nel 1171 il le, due seminarii con alunni. La
e
vescovo Egidio dei conti di Perche, mensa ad ogni nuovo vescovo è
ed intervenne al successivo conci- tassata nei registri della camera a-
EXC EXC 245
postolica in fiorini trecento set- Devonshire cioè di
, Cridia e di
tanta. Cornubia, ch'erano smembramen-
EVROEA. Città vescovile dell'an- ti di quello di Skrewsbury: sede
tico Epiro, nella diocesi dell'Ill'iria che fu suffraganea della metropo-
01 ientale, sotto la metropoli di Ni- litana di Cantorbery. Vi ebbero re-
copoli, che credesi sia borgo chia-
il sidenza trentatre vescovi, il primo

malo s. Donato in Albania, dove fu Leofrico, borgognone di origine,


per le preghiere di tal santo coni- segretario di detto re, e l'ultimo
parve una sorgente di acqua. Al- fu Giacomo Tuberville, nominato
tri la confusero con Isauria, ed dalla regina Maria, morta la qua-
Isoria. Il p. Le Quien ne\\' Oriens le nel i558 abbandonò la sede.
Cìirìst. toni. II, p. i43, riporta le La cattedrale, la cui fabbrica du-
notizie de' suoi sei vescovi, cioè s. rò cinquecento anni, rinchiude bei-
Donato, Marco, Eugenio, Teodo- le pitture sul vetro, e statue di
ro, Giovanni I, e Giovanni II. patriarchi, monarchi, ed eroi del-
E\ALUS. Città episcopale della le crociate. L'episcopio è cinto di
seconda Palestina, nella diocesi di alto Evvi un palazzo della
muro.
Gerusalemme, sotto la metropoli di città assai vasto, così uno di giusti-
Scitopoli, alle falde del monte Ta- zia, un bel circo, un teatro, delle
bor. Partenio suo vescovo interven- prigioni con un elaboratorio, un
ne e sottoscrisse nel 536 al conci- grande spedale, case di carità, e
lio di Gerusalemme. molte scuole gratuite ben dotate.
EXCESTER o EXETER. Città Vi è pure uno spedale pei demen-
vescovile d'Inghilterra, capoluogo ti, la nuova prigione della contea,

della contea di Devon, deliziosa- ed una caserma per la cavalleria,


mente situata sul declivio di un Dell' antico castello eretto sulla
monticello, e sulla riva destra del- montagna, e soggiorno di qualche
l'Ex o Isca, che si attraversa so- re sassone,non restano che alcuni
pia un ponte di pietra. È grande, pezzi dimura esteriori. Ha un buon
e figura un parallelogramma; le porto sopra un canale navigabile.,
muraglie che la circondano sono e la dolcezza del suo clima, ed ai-
in parte rovinate. E sede di molte tri pregi hanno attirato a stabilir-
corti di giustizia dei contado. Ha visi moltissime famiglie. Questa
circa quindici parrocchie nella città, città, con titolo di contea, manda
alcune ne' sobborghi, molte cap- due membri alparlamento,
pelle ed una sinagoga. La catte- Excester occupa il luogo del-
drale è un grande e bello edifi- l' Isca Damnoriorum o Dumnorio-
zio, la cui costruzione devesi al rum dei romani. Fu distrutta due
re sassone Etelstano, che la eres- volte dai danesi, presa da Gugliel-
se in onore di s. Pietro l'anno ino il conquistatore, ed in progres-
g32, non essendo però allora cat- Odoar-
so assediata da Stefano ed
tedrale, perchè questa città non do IV. Sotto il regno di Enrico
divenne sede episcopale, che sotto VII fu assediata da Perkin-War-
il regno di s. Edoardo il confesso- beck; ma gii abitanti si difesero
re., che nel 1075 vi fece trasferi- allora tanto valorosamente, che hi
re i due vescovati di s. Germano obbligato di ritirarsi, ed il re per
in Cornovaglia, e di Kirton nel ricompensare tanta fedeltà e vaio-
,

a46 EXU EXU


re donò loro la propria spaila, ghiera che cantasi dal diacono al-
raccomandando al podestà di cin- la benedizione del Cereo pasqua-

gerla a tutte le processioni. Ric- le (Vedi), nel sabato santo, della

cardo II la eresse in ducato in quale pure si parla nel volume


favore di Giovanni Jolando, conte Vili, p. 319. Alcuni fanno autore
di Hungtinton ; Tommaso Cecili di questo inno s. Ambrogio, altri
l'ebbe a titolo di contea sotto Gia- s. Agostino, altri s. Leone I, altri
como I, dal quale passò ne' suoi Io attribuiscono a Pietro diacono
discendenti. Nell'anno 1286 a' 16 ma senza sufficienti ragioni per ac-
aprile Pietro Quivil vescovo di certarne l'autore. V. Alex. Lesla-
Excester adunò un concilio, e vi cum, in Mis sali mixto mozarabico
fece delle costituzioni in cinquan- p. 52i Stor. leti. t. XII, p. 45>2 ;
;

ta articoli, sopra tutti i sagra men- Geminiano lib. Ili, cap. 102; e
ti, e sopra varie materie. Diz. Durando, Rationale de dìvin. offic.
de Concili. lib. VI, cap. 80. Osserva il Macri
EXEQUATUR REGIO, o Pla- nella Notizia de' vocab. ecci, che
citum Regium, V. Regio Exequa- questa benedizione , toltone il prin-
TUR. cipio, discordamolto dall' ambro-
EXOCATACOELI. V. Esoca- giana, onde altri ne fanno autore
TACELI. s. Agostino, come si raccoglie da
EXTRATEMPORA. Dispensa un messale gotico antichissimo nel
che concede il sommo Pontefice tom. VI della Bibliot. de* Padri,
a mezzo della segreteria de' brevi ove si dice, che fosse composta dal
pontificii, della dataria apostolica, e medesimo santo ancor diacono, or-
della sagra congregazione di propa- dinato da Valerio vescovo Ippo-
gandante a coloro che sono sogget- nense, anzi fu da esso cantata ; e
ti alla sua giurisdizione, non
che sebbene si chiami preconio per le
a mezzo qualcuno specialmente
di prime parole, con tuttociò è vera
autorizzato dalla santa Sede, con e real benedizione, poiché quando
limitate concessioni. Questa ò\s- si comincia, Vere dignum et ju-
pensa serve per ricevere gli ordi- slum est, ec, si legge il seguente
ni sagri fuori del tempo prescrit- titolo nel medesimo messale: Con-
to dai canoni, epctra tempora, e secratio cerei. Fa quindi meraviglia
per riceverli prima della fine de- al Macri come alcuni ,
per altro
gl'interstizi. La Chiesa ha fissato professori de' sagri riti , abbiano
un tempo per conferire gli ordini, voluto ostinatamente affermare non
ma questo tempo non è sempre essere questa una vera benedizione,
stato il medesimo, come si potrà contro 1' avviso di tutti gli antichi
vedere agli articoli Ordinazioni, scrittori de' riti : Cereus a diacono
ed Ordini sagri. Solo qui notere- benedici, et consecrari oportet, non
mo, che le dispense extra tempora autem a sacerdote, vel episcopo
contengono sempre la clausola che etiam si sint praescntes, quantum-
riguarda la capacità dell'ordinato, vis minoris sit ordinis , et dignita-
e le facoltà legittime dell' ordi- tpr9 come esprimesi il Celeth, de di-
nante. vìn. offic. e. 106: la medesima dot?
EXULTET. Inno, o preconio trina fu insegnata da Durando ne]
pasquale, cioè benedizione o pre- luogo citato. Né questo rito deve
EXU EZE 247
sembrar slrano poiché come si
, , bene che
mutassero le parole, si

legge nell'Ordine romano, l'arci- dicendosi Respice etiam ad ro- :

diacono benediceva gli Agnus Dei manum imperium, cuj'us tu Deus


di cera, e li distribuiva al popolo, fidelium vota praenosces. Fu que-
come scrivono Alcuino e Amala- sto sentimento approvato dal Pa-
rio, anzi il medesimo Beleth ag- pa, come scrisse Angelo Rocca sa-
giunge, che nella festa di s. Ste- grista pontificio, ne' suoi mss. che
fano un diacono faceva l'officio in si conservano nella biblioteca An-
coro, e dava la benedizione alle le- gelica di Roma. Il medesimo caso
zioni Noclurnus 3 et universum of-
: avvenne nel i658 nel pontificato
fidimi crastinum celebrabunt dia- di Alessandro VII, dopo la morte
coni, gitoci Stephanus fuerit diaco- di Ferdinando III, ed allora si du-
nus, ad lectiones concedunt bene- bitò se si doveva lasciare la detta
dictiones. Loco citalo cap. 70. L'Zi- acclamazione, ma fu ommessa per
jLidtet jam, ec. è composta di due consiglio del Macri, ciò che appro-
parti, una che comincia con que- vò il Papa, e la congregazione dei
ste parole, e l' altra con Sursum riti. Fu posta in pratica con dar-
corda, che determinano a cantare ne avviso a tutte le chiese, ordi-
quest'ultima parie come una prela- nandosi di più, che nelle orazioni
zione, anche nelle chiese dove leg- del venerdì santo si cantasse: Ore-
gesi semplicemente sul re la prima mus, et prò romano imperio, ut tu
parte. Si canta questa benedizione Deus, ec. Dopo lo scioglimento del-
dal diacono presente il sacerdote, l' impero romano od occidentale,
perchè tocca all' annun-
inferiore tali acclamazioni e preghiere ter-
ziare la risurrezione di Gesù Cri- minarono interamente pronun- di
sto, la quale fu promulgata dalle ziarsi. Delle acclamazioni se ne
donne, di natura più debole, agli tratta agli articoli Domestico, uf-
apostoli, tanto a cagione del sesso fizio della chiesa di Costantinopoli,
che del grado ad esse superiori, e Dominus (Fedi). 11 Ferrari ci

Ruperto lib, VI, cap. 3o ; e Duran- die, De veterum acclamationibus ,


do predetto. et plauso, Mediolani 1627. Sull'/?-
L' Exultet si canta a Besanzone xultet sono a vedersi, il Martène,
nel sabato vigilia della Penteco- de ant. eccl. disc. e. 24; Azevedo,
ste, come nel sabato santo , om- de dw. officio, exerc, XIV, 261 ;
messo ciò che riguarda lo Spirito Joh. Climax, de necessitate pecca-
Santo, come abbiamo dal de Vert, ti Adae, et felicitate culpa ejus-
Cerimonie della Chiesa, t. I, pag, dem, Parisi is i5ig De necessita-
;

33 1 e 342. Avverle lo stesso Ma- te peccati Adae, et felicitati culpae


cri, che nell'anno i5io„ nel ponti- ejus, apologetica disceptatio, auct.
ficato di Leone X , fu disputalo Jodoco Chlichtovaro, Parisiis i56i ;
come si dovesse cantare la solita Camelli tom. X
delle Lettere eccl.,
acclamazione dell' imperatore allo- lett. LXXIX Come la colpa di
:

ra morto, essendo stati alcuni di Adamo si possa dire felix culpa,


parere, che si dovesse lasciare, co- e della benedizione del cereo pa-
me Paride de Grassis mae-
riferisce squale, che citammo altrove.
stro delle cerimonie, il quale dopo EZERO. Sede vescovile della
matura ponderazione stimò essere seconda provincia di Tessaglia, nel-
,

*48 EZM EZM


la diocesi dell' llliria orientale os- armeni, questo, uno dei due sot-
sta dell'esarcato di Macedonia, sot- to il dominio persiano, era il pri-
to la v metropoli di Larissa , la cui mo e principale, detto ancora Va-
erezione risale al nono secolo, al garsciabat, e dalla capitale del pae-
dire di Conimanville, il quale ag- se ove sta, Artaxiasala o Arta-
giunge essere anche chiamata Bae- xata: l'altro è quello di Ganzar,
be, o Esero. Era situata verso il di cui parleremo all'articolo Pa-
monte Olimpo, e verso il campo triarcati armeni (Vedi). La parola
di Magnesia. Ezmiazin, in latino suona descen-
EZM1AZIN, ECSMIASIN, o E- sus unigeniti, ed in italiano, la di-
schmiazw. Patriarcato armeno sci- scesa del figliuolo di Dio, perchè
smatico, o monistero celebre d'Ar- si pretende essere questo il luogo
menia, situato alla distanza di tre dove il Figliuolo di Dio si fece ve-
leghe da Erivan verso ponente. dere da s. Gregorio V Illuminato-
Questa è la sede principale del re, giacché questa sede è quella
cattolico , o patriarca d' Armenia medesima ove stette quel santo, e
nella Persia, considerato dai suoi primo patriarca degli armeni. Si
soggetti come il centro e il san- dice ancora che Gesù Cristo gli
tuario della religione. Autore di apparve con predirgli quanto do-
questo monistero si fa il patriar- vea avvenirgli, come si legge nella
ca Nierse, il quale lo eresse verso sua vita scritta da Metafraste, pres-
l'anno 65o. Il fabbricato è com- so il Surio. Ezmiazin dicesi pure
posto di quattro corpi di abitazio- in lingua turca iucikilise, cioè tre
ne, disposti sopra un quadrilungo. chiese, perchè dal re Tiridate fu-
Tutte le camere sono terminate rono fatte edificare tre chiese nel-
con una specie di piccola cupola. la medesima città, fra loro distanti
Sono destinate tanto per l'alloggio circa centocinquanta passi : una di
de' religiosi (che hanno circa ot- s. Cajana , 1' altra di s. Ripsime
tanta celle, benché il loro numero che il medesimo re a vea già fatto
sia molto inferiore), quanto pegli uccidere in odio della fede, e la
stranieri. La residenza ed apparta- terza propriamente la pa-
detta
mento del patriarca trovasi alla triarcale di Ezmiazin, e suddescrit-
destra entrando nella corte. È mol- ta brevemente. Queste chiese sono
to più elevato, ed ha una più bel- state sempre in molta venerazione
la apparenza degli altri fabbricati. presso gli armeni, e perciò di fre-
La chiesa patriarcale trovasi situa- quente risarcite ne' diversi avveni-
ta nel mezzo della gran corte, ed menti rovinate le due minori, su-
:

è 'dedicata
all'apostolo dell'Arme- perstite n'è la sola prima.
nia s. Gregorio Illuminatore. La La città ove slava la chiesa di
chiesa termina con tre grandi cap- Ezmiazin, fu chiamata Vagarscia-
pelle, essendo situato l'altare in bat o Valarsciabat perchè fu fab-
quella di mezzo. Le altre due ser- bricatada Valars re armeno, e
vono 1' una di sagrestia, e V altra fatta sua residenza, poscia distrut-
per il tesoro, già ricchissimo per ta, ed in suo luogo, cinque miglia
ornamenti preziosi d'oro e di ar- distante, subentrò la città di Eri-
gento. Avvi un campanile con sei vati, capitale dell'Armenia maggio-
campane. Degli antichi patriarcati re o persiana. Ciò non pertanto,
,,

EZM EZM 249


benché della regia città di Vaiar- Ezmiazin, di quelle ad essa sotto-
svinimi non sia restato vestigio al- poste, e delle diverse provincie e
cuno, i patriarchi proseguirono a diocesi comprese nella sua giuris-
chiamarsi d'Ezmiazin. Il p. Butler dizione. 11 p. Le Quien nel tom.
dice nel mese di settembre a pag. I dell' Oriens Christ., oltre le noti-
4*5, che il primate di Armenia zie ecclesiastiche di Ezmiazin , ri-

che anticamente prendeva l'onori- porta la serie de' suoi patriarchi.


fico titolo di cattolico, piglia ora II patriarca di Ezmiazin ha il po-
quello di patriarca ; che la chiesa tere di consagrare il sagro crisma
fu fondata dal patriarca s. Grego- per tutte le chiese da lui dipenden-
rio nel palazzo del re Tiridate. I ti ; è proposto all' osservanza della
patriarchi di Sis pretendono di fede, della disciplina, e delle isti-

avere la successione non interrot- tuzioni, essendo il principale vesco-


ta, ma quelli di Ezmiazin affer- vo tra gli armeni scismatici, dopo
mano di occupar la sede dal loro che nel concilio di Calcedonia, ve-
primo apostolo stabilita a centro nendo condannata l'eresia di Euti-
di loro religione. E siccome in pro- che, molti di essi separar onsi dalla
gresso di tempo si trovarono le cattolicacomunione, e dalla Chie-
t\i\e Armenie soggette a diversi sa romana. Passeremo a dire al-
principi appartenendo la piccola ,
, cuna cosa, dei principali patriarchi
ove trovasi il patriarca di Sis, al- d'Ezmiazin.
l'impero ottomano, e la grande, ove S. Gregorio soprannominato Y Il-
risiede quello di Ezmiazin, per la luminatore, apostolo e primo cat-
maggior parte a' persiani, cosi potè tolico o patriarca della Chiesa ar-
ciascuna sede contro l'altra sostener- mena, fu consagrato in Cesarea da
si, senza che mai fosse stato possibi- Leonzio arcivescovo di quella città,
le di uopo confessare
riunirle. È d' quindi si portò in Roma dal Pon-
che il Ezmiazin pre-
patriarca di tefice s. Silvestro I, per avere la
valse a quello di Sis non solo per conferma delle sue facoltà, ed ap-
la venerazione degli armeni al luo- provazione di tutti i riti e leggi
go di sua dimora, ma ben anche ecclesiastiche armeni Gli
pegli .

pel numero delle chiese, e per la armeni pretendono che il corpo di


moltitudine di quelli che sono sot- s. Gregorio sia stato trasportato a
to la sua giurisdizione. Tavernier Costantinopoli sotto l' imperatore
disse che tal patriarca avea sotto Zenone. Non è certo però che il
di se quarantasette arcivescovati, i suo braccio destro, del quale ser-
quali contavano circa centocinquan- vi vasi nella consagrazione dei cat-
ta vescovati in suffraganei, parti- tolici, per denotare con tal cerimo-
colarmente sparsi nella grande e nia, eh' erano essi i veri e legit-
piccola Armenia , nella Georgia timi successori di s. Gregorio, esista
nella Cappadocia, nella Mesopota- tuttora in Ezmiazin. La chiesa di
mia, e nella Persia. Commanville Sis ne possiede 1' altro braccio. Me-
nell' Histoire de tous les archevé- liteo, XVI patriarca, discepolo di
clu's, et évèckès de Funìvers, a pag. s. Isacco, stabili la sede patriarcale
33 1 e seg. parla degli arcivescovi a Tuin o Thevin, trasportandovi il
e vescovi degli armeni di Persia, mentovato braccio, ciò che avven-
uon the della chiesa patriarcale di ne verso Tanno 4^ 2 H di lui sue- -
,

sìo EZM EZM


tvssore,dopo Ire altri patriarchi, religione e dottrina, che il Papa
Giovanni Mantacunense , pose in Innocenzo II, in segno della sua
buon ordine le preghiere, e la li- benevolenza, gli spedi le insegne
turgia armena. Nierse II, XXVII patriarcali , accompagnate da un
patriarca, riunì un com-
concilio in breve pieno di paterne espressioni.
pagnia di dieci vescovi a Tuin per Gregorio III continuò nel suo gran-
ordine del re di Persia, fattosi il de attaccamento alla Sede aposto-
primo a sinodalmente dichiararsi lica, e mandò una solenne legazio-
contra il sacrosanto concilio di ne al sommo Pontefice Eugenio
Calcedonia, ed a separarsi intiera- III sopra alcune differenze che gli
mente dai greci. Sotto Mosè, XXIX armeni avevano coi greci. Il di lui
patriarca, insorse lo scisma tra i fratello e successore JVersete Cla-
vescovi di Armenia, che non vol- jense, e dopo
Gregorio IV, e
lui
lero andare a Costantinopoli per Gregorio V, furono egualmente at-
unirsi in comunione coi cattolici, taccatissimi alla santa Sede. Il pri-
ossia ortodossi. Esdra o Jeser mo di essi scrivendo al patriarca,
XXXV patriarca, tenne un conci- ed all'imperatore dei greci, nomina
lio a Carni, o a dir meglio Carili, il Pontefice romano cogli epiteti,
ora detta Erzerum {Vedi}, cui primo e capo di lutti quanti
metro- i

intervennero tutti i principi , e i politani. Gregorio VI, che in or-


vescovi di Armenia, e molti dotti dine è il LXXVIII patriarca, scris-

della Grecia, regnando l' imperato- se al sommo Pontefice Innocenzo


re Eraclio. Ivi gli armeni accetta- III, per T unione della sua chiesa
rono solennemente il concilio di colla santa Sede. Nel 1239 Costan-
Calcedonia, e si concordarono coi tino I, che fu 1' LXXXII patriar-
greci, rigettando i canoni di Tuin. ca, ebbe dal Papa Gregorio IX il
Nierse III, che gli successe, fondò pallio, e gli altri ornamenti pon-
il monistero di Ezmiazin. Giovan- tificali. Il XCIV patriarca chiama-

ni VI, soprannominato Vahano to Giacomo li, nel i333 fu cac-


Vasburacense, LXIII patriarca, fu ciato dalla sua sede pei disordini
pio e dotto, e tentò la riunione insorti nella Chiesa armena, ma
delle Chiese sotto gli imperatori subito dopo fu suo restituito al
Basilio, e Costantino, e spedi a grado. In questa epoca la Chiesa
questo fine legati al Papa s. Gre- armena contemporaneamente ebbe
gorio VII, il quale, a mezzo dei tre patriarchi o cattolici , de' quali
medesimi, diresse un affettuosissimo però quello che risiedeva a Sis fu
breve al patriarca, esortandolo a sempre considerato il principale, si-
significare precisamente la credenza no al tempo del patriarca Ciriaco
del suo popolo. E benché non esi- o Siriaco verso l'anno i447« fedi
sta presentemente la di lui risposta, Sis, e il volume XIII, pag. i36
Uittavia dalla condotta degli arme- del Dizionario, ove si accennano i

ni di quel tempo, e dall'assistenza vari trasferimenti della sede patriar-


eh' essi prestarono alle crociate sot- cale di Ezmiazin, e l'origine del
to il di lui successore Gregorio III, patriarcato ortodosso di Cilicia.
si rileva la perfetta loro unione Tuttavolta qui è indispensabile un
colla santa Sede. In quanto al pa- analogo schiarimento.
triarca Gregorio III, egli fu di tanta Il zelante Pontefice Eugenio IV
EZM EZM 2 5i
risolvette di operare efficacemente siccome il sultano di Egitto s'im-
la riunione delle chiese di oriente padronì nel 1294 di questa ulti-
alla Sede apostolica ,
quindi nel ma città, i patriarchi seguirono a
1439 celebrò il concilio generale Sis il re Leone II, né mutarono
di Firenze, al quale l'Armenia in- la sede fino al mentovato patriar-
viò molti legati per le sollecitudi- ca Giuseppe III, cioè nel i447-
ni del patriarca Costantino VI; ed Gregorio IX, suo successore, fece
i legati sottoscrissero il celebre de- alcune innovazioni nella propria
creto della unione della Chiesa chiesa, laonde quattro vescovi della
orientale alla latina. Ed una ver- Cilicia indirizzarono una lettera a
sione armena del sullodato decreto tutto il clero armeno, colla quale
esiste tuttora nella biblioteca di dolendosi sulla incapacità di quel
Firenze in un codice antico. La pastore, e sullo stato deplorabile a
porta maggiore della basilica di s. cui aveva ridotta la sede di Sis,

Pietro, come dicemmo altrove, rap- fu risoluto di restituire nuovamen-


presenta in bassorilievo i legati te ad Ezmiazin il seggio patriar-
armeni ivi intervenuti. cale. Con tale scopo si raccolse in
Morto intanto il patriarca Co- quella città numerosissima assem-
stantino VI, non che il di lui succes- blea, composta di vescovi, di su-
sore Giuseppe rinnovarono le
III, si periori di monisteri, di eremiti, e
dissensioni , e ne furono cagione i di semplici sacerdoti, i quali depo-
cambiamenti ulteriori della sede sero Gregorio IX, e passarono al-
patriarcale. Avvegnaché nel prin- l' elezione di un patriarca cattolico,

cipio i patriarchi, come dicemmo, cioè universale. La sorte cadde so-


risiedevano in Ezmiazin sotto il pra Siriaco o Ciriaco, abbate del
dominio persiano, e vi rimasero monistero di Virap, che riunì in
circa un secolo e mezzo, finche se il voto delle quattro prime chie-
\ennero spada dei
discacciati dalla se particolari dell' Armenia, il cui
conquistatori nel suddetto anno assenso era necessario, onde legit-
452. Rifuggiaronsi prima in Tuin, timarne l'elezione, fu riguardato
città che divenne capitale del regno come il vero e supremo patriarca,
armeno, e dove i patriarchi rima- e quindi decorato del titolo di cat-
sero sino all'anno 924, in cui ven- tolico.
ne occupata dai turchi. Allora il re Da quell'epoca i patriarchi di
Aschod ad Ani la pro-
III trasferì Ezmiazin esercitarono una piena
pria corte, e vi chiamò i patriar- giurisdizione spirituale, né quelli
chi, che sembra vi si stabilissero di Sis ebbero che il secon-
altro
propriamente verso V anno 993, e do posto, ad onta che conservas-
vi dimorarono sino al 1064. A sero il diritto di nominare un cat-
quell' epoca la necessità delle vicen- tolico che esercita la sua giuris-
de obbligò i patriarchi a cambiar dizione nella Cilicia, nella Cappado-
ne paesi circonvicini. Va qui
J
spesso soggiorno, come di errare cia, e
talvolta per le città poste sulla ri- rammentato che David arcivesco-
va dell' Eufrate, stabilendosi prima vo d'Agatmar, piccola città situa-
a Tav-plur, poscia e nel 1 1 1 3 a ta nel mezzo del lago di Van in
Monte Nero in Cilicia nonché a , una isola dello stesso nome, fin
Hr-omgla o Romela nel 1 47- Ma 1 dal 111 3, allegando la giovanile
2S2 EZM EZM
ci i del legittimo patriarca Grego- anno seguente ad Urbano Vili,
nell*

rio III, nominato Ralilavuni, ra- mentre quelle di Davide portano la


dunò un certo numero de varia - data del i6o5, e vennero anterior-
l'itti', col maneggio dei quali inti- mente ricevute da Paolo V. Gli
tolossi cattolico, e si rese indipen- successe, dopo tre altri patriar-
dente dal patriarca universale. Co- chi, Filippo tenuto in concetto di
sì la Chiesa armena trovossi divisa politico, che visse nella sede venti-
in tre chiese distinte, di Sis cioè, due anni; fu per intercessione di
di Agatmar, e di Ezmiazin, aven- questo prelato, che il re di Per-
ti ciascuna la propria rivalità, i sia restituì il braccio di s. Grego-
propri interessi, ed il rito proprio, rio, permettendogli in pari tempo
funeste sorgenti di scissura e di di ristabilire la chiesa di Ezmiazin,
dispute senza fine: e ciascuna di che era stata rovinata da Schah-
quelle chiese conservò i suoi pa- Abbas. Filippo morì nel i655, ed
triarchi. Tali dissensioni e turbo- a lui sottentrò Giacob, che dopo
lenze erano state predette da s. ventidue anni di patriarcato, si

Gregorio Illuminatore , e da s. risolvette di portarsi in Roma, per


Nierse ne' suoi versi profetici. effettuare colla santa Sede l' unio-
Nel i5o,3 Melchisedecco, CXXX ne per tanto tempo sperata, ma
patriarca , fu nominato coadiutore sempre veduta lontana. Il p. Gaspa-
con futura successione dal suo an- re Dupuy della compagnia di Ge-
tecessore Davide. Fu a quest'epo- sti , missionario Erivan, ciòdi
ca che il re di Persia portò ad scrisse alla sagra congregazione di
Ispahan il braccio di s. Gregorio, propaganda fide , dicendo che il
né volle restituirlo che contro il pa- patriarca Giacob era uomo per
gamento di due mila scudi. Non autorità, per ingegno, e per ogni
potendo Melchisedecco sborsare quel- altra cosa così potente, che da po-
la somma per riscattare la san- chi suoi predecessori era stato egua-
ta reliquia, si ritirò a Costantino- gliato, e che avea ridotte le cose
poli, quindi portassi in Polonia ove di Armenia così disposte a' suoi
morì 1629. Altri chiamano
nel voleri, che professando egli la fe-
Melchisedecco col nome di Mosè, de ortodossa, avrebbe tirato al suo
e dicono che fosse il primo che partito tutti quanti gli armeni.
senza elezione sedesse nella chiesa Quindi nel 1G62 il patriarca scris-
patriarcale ; egli era di Gami, se al Pontefice Alessandro VII
villaggio dov'esisteva un celebre una lettera piena di divozione, di
monistero di monache, e gli si dà rispetto, e di desiderio di portarsi
il merito di aver sopite le dissen- in Roma, accompagnato da venti-
sionivedute con mal animo dagli cinque vescovi ed altrettanti varta-
armeni. Tanto egli, quanto il suo bieti ; ma mentre egli ciò si met-
predecessore Davide, ne' loro ulti- teva ad effettuare morì in Costan-
mi anni scrissero lettere di som- tinopoli. Dopo di questo tempo,
missione àfla santa Sede; il primo mancano notizie importanti sui
nell'anno 1622 a Gregorio XV, e patriarchi di Ezmiazin.
F
FAB FAB
FABBRICA, e FABBRIC1ERE, ministrazione agli arcivescovi,, ai

( fabrica , aediftcium ). In termine vescovi, agli arcidiaconi, ai parro-


ecclesiastico dicesi fabbrica, quella chi, o a corporazioni, come capi-
rendita che serve al mantenimen- toli, confraternite, ed altri luoghi
to di una chiesa, massime delle pii, secondo i luoghi e le pie i-

chiese cattedrali ed insigni, tanto stituzioni. Gli obblighi, l' autorità


per le manutenzione
riparazioni , e i privilegi dei fabbricieri sono
del sagro ed ornamenti,
edifizio, secondo V importanza degli affari
quanto per tuttociò che abbisogna che disimpegnano, e le consuetudi-
per la celebrazione dei divini uffi- ni de'luoghi. Sono responsabili dei
zi ; chiamano fabbricieri
quindi si fondi che amministrano, e in mol-
coloro che amministrano tali ren- te cose devono riportare il consen-
dite, sopraintendono alle ac-
che so del superiore ecclesiastico, e del-
cennate lavorazioni, alla economia, le pie corporazioni. Concilio di Tren-
ed altre temporalità, sieno eccle- to, 22, de reform. e. g.
sess.

siastici 3 che laici. Dicemmo all'ar- Benché l'amministrazione di sì

ticolo Beni ecclesiastici (Vedi), che fatti beni di chiesa e delle fabbri-
questi prima erano divisi in quat- che sia passata nelle mani dei lai-
tro parti, una delle quali era asse- ci, sono però essi sempre beni eccle-

gnata per la fabbrica della chiesa, siastici, quindi partecipano ancora

e ciò sino dai primi secoli della di tutti i privilegi accordati ai beni
Chiesa. Sono comprese in questa del clero. In Roma avvi la Congre-
sorta di rendite, anche le obblazio- gazione cardinalizia della reverenda
ni religiose, che per la fabbrica fabbrica di s. Pietro {Vedi), aven-
ricevonsi dalla pietà de'fedeli nelle te per prefetto il Cardinal arci-
questue, e nei donativi volontari prete di quella patriarcale basili-

e spontanei. Anticamente gli stessi ca , ed in economo e segretario


vescovi si occupavano dell'ammi- un prelato canonico della mede-
nistrazione economica delle rendi- sima. Questa rispettabile congre-
te per le fabbriche, come della lo- gazione , oltre l' economica ammi-
ro erogazione; poscia questa cura nistrazione delle rendite della ba-
fu successivamente affidata agli ar- silica vaticana, e di tuttociò che
cidiaconi ed ai parrochi ; ma non riguarda la conservazione, ornamen-
potendo il più delle volte questi to, e restauri di quel sontuoso tem-
attendere con eguale impegno ed pio e sue adiacenze e pertinenze,
esaltezza agli affari temporali e spi- gode ancora il singoiar privilegio
rituali della propria chiesa, la cu- della gelosa cura a" invigilare al-

ra dei primi data venne finalmente la esecuzione , ed esatto adempi-


a idonei e distinti secolari, cono- mento dei legati pii, ed analoghe
sciuti per zelo e probità, i quali disposizioni. In molti luoghi, in
come i fabbricieri ecclesiastici sono molte chiese e capitoli il fabbri-
obbligati a rendere conto dell'am- cieri è un ecclesiastico, addetto ai
,

?U FAB FAB
medesimi. Delle indulgenze con- trettante chiese. Da questa divi-
cesse dai che a-
Papi a coloro sione ecclesiastica ebbero poscia o-
vessero concorso ai restauri ed al- rigine i titoli de' Cardinali diaco-
la edificazione di chiese, se ne ni, perciò chiamati anche regionari.
tratta al volume XI, pag. 237 e Gli si attribuiscono diversi decre-
2 38. In quanto propriamente al- ti,come la rinnovazione del cri-
l' arte di fabbricare e di edifi- sma nel giovedì santo; che niuno
care , è noto che si riguardano fosse ordinato prete prima di ave-
gli egizi , come primi popoli, in
i re trenta anni di età ; che niuno
cui siasi posto in uso l'arte del in giudizio potesse essere accusato-
muratore, cui succedettero gli as- re, o testimonio; che i
e giudice,
siri, gli ebrei, romani che
i greci, e i fedeli comunicassero tre volte
si

colla straordinaria solidità che die- Tanno; che i preti idioti non po-
dero ai loro edilìzi vollero emular- tessero celebrare ; che niun fedele
li e superarli, unendo alle scoper- potesse contrarre il matrimonio
te degli egizi e de' greci un sin- con parente , che fosse dentro il
golare artifizio. - quarto grado, ec.
FAB1 ANO (santo), Papa XXI. Eb- Molti fra i moderni critici sos-
be a padre Fabio, ed a patria Roma. tengono che s. Fabiano battezzas-
Era ancora canonico regolare, se- se Filippo, primo cristiano fra gli
condo alcuni, quando a' 16 gennaio imperatori romani , unitamente a
del 2 38 venne creato Papa. Ciò che suo figlio dello stesso nome. In
indusse gli elettori a promoverlo fu cinque ordinazioni creò all' incirca
la prodigiosa visione di bianca colom- quattordici vescovi, ventitre preti
ba, la quale spiccatasi dall'alto nel ed otto diaconi. Patì nella settima
tempo della elezione, dopo avene persecuzione della Chiesa (Orosio
girato qua e là sopra le teste di lib. 7, e. 21), a' 20 gennaio cfel
quel sacro consesso, si soffermò so- 2 53, dopo quindici anni e quattro
pra Fabiano che ne formava par- giorni di governo, e la santa Se-
te (Eusebio, Hist. eccl. 6, cap.lift». de rimase vacante più di sedici

29, pag. 186). Provvide questo mesi. Fu suo corpo nel


riposto il

Pontefice al processo dei martiri, cimiterio di Calisto. Ciò che for-


aggiungendo a' sette notali, stabili- ma la maggior gloria di questo
ti da s. Clemente I per raccoglierne santo Pontefice fu il zelo e la fer-
gli atti, sette suddiaconi, perchè li mezza con cui dilatò e sostenne la
assistessero in un'opera così inte- cattolica Chiesa.
ressante e pia. Inoltre destinò sette FABRI o LE FERRE Giovanni,
diaconi perchè gli atti stessi dei Cardinale. Giovanni Fabri o le Fer-
martiri fossero segnati al disteso, re, dottore in ambe
nato a le leggi,

non già con abbreviature, come Limoges, era cugino di Papa Gre-
per lo avanti si praticava ( V. gorio XI, il quale nel i37i, lo
Bollando, in Praefal. gener. ad vi- creò Cardinale prete del titolo di
tas ss., tom. I, pag. 4)- Ridusse a s. Marcello. L'anno innanzi, essen-
soli sette rioni i quattordici , nei do decano della chiesa d'Orleans,
quali Augusto avea diviso Roma era stato da Urbano V innalzato
e volle che gli stessi sette diaco- alla sede vescovile di Tulle. Morì
ni avessero la cura dc'poveri in al- in Avignone nel 1372, nove mesi
FAB FAB 255
dopo la sua promozione ai cardi- Jlbacina, accrebbero 1' importanza
«alato. Non è da confondersi que- di Fabriano. Va qui notato, che
sto con un
altro Giovanni Fabri la regione Sentinate, indi Fabria-
che fu vescovo di Chartres. nese, e talvolta la Camerte, ossia
FABRIANO ( Fabrìanen). Città Camerinese, non si compresero nel
con residenza vescovile dello stato Piceno memorato, ma nel duoato
pontificio, nella Marca, delegazione .Spoletino, nell'Umbria transapen-
apostolica di Macerata, e propria- nina, che i sennoni invasero, e che
mente nel Piceno antico, detto da dal fiume Esi al fiume Foglia
Augusto quinta regione d' Italia, venne poi racchiusa dentro i limiti
e poscia Piceno suburbicario, con- della Marca Anconitana,
finante coli' Umbria. Questa antica Ingrandimento ed abbellimento
città è posta a pie degli Apen- ebbe principalmente Fabriano dal
nini, fra 'quali si apre l'estesa pia- Pontefice Nicolò V con fabbriche
mira , ond' è da dolci
circondata e decorazioni. Tra i suoi edifìzi

colli, con aria buona. La bagna e la cattedrale è pregevole per va-


quasi divide per mezzo il fiume stità, pei dipinti, e per altri orna-
Ciano , che vuoisi prendesse tal menti che l'adornano. Ivi ancora
nome da un sagrifizio fattogli da si custodiscono paramenti
i sagri
Decio, ed è influente dell'Esi. Nel di ed oro,
arazzi, ricamati in seta
suo stemma municipale si vede il donati ad essa da Nicolò V, e che
fabbro Giano, che alza sopra l'in- per l'antichità e pregevole lavoro
cudine il martello , dal culto del sono tenuti in estimazione. Quel
quale pretende di aver sortito il Pontefice li adoperò quando vi
proprio nome. Ha pure altro stem- pontificò nel giorno dell' Assunta
ma onorevole, di un campo metà del i449- Insigne è la collegiata
rosso e metà bianco, in memoria sagra a s. Nicola di Bari, di bella
della pacificazione del i524 fra i architettura, e decorata di un ca-
guelfi ed ghibellini, rappresen-
i pitolo con un priore, dodici cano-
tati in que'due colori, come quelli nici, oltre i mansionari, e fra gli
che in vari tempi l'ebbero strazia- altrivenerandi suoi templi, sono da
ta colle fazioni. Dalle rovine di encomiarsi i seguenti. Il santuario os-
Attidio, celebre municipio romano sia chiesa di s. Biagio con moni-
distrutto verso la metà del seco- stero dei camaldolesi, ove in ricco e
lo quinto, come poi meglio si dirà, nobile sotterraneo riposa il corpo del
ebbe origine il castello di Fabria- fondatore di loro benemerita ed il-
no, che per molti secoli fu uno lustre congregazione, il patriarca s.
de'quattro più celebri d'Italia, an- Romualdo: nella chiesa superiore
dando del pari cogli altri rinoma- si ammirano belle cappelle, con
ti tre castelli , cioè di Crema in qualche interessante dipinto. Avvi
Lombardia, di Prato in Toscana, pure la chiesa e monistero dei
e di Barletta nella Puglia; castel- monaci silvestrini, eh' è il princi-
li che, come Fabriano, furono eie- pale della loro congregazione : la
vati al grado di città, ed all'ono- chiesa è dedicata a s. Benedetto,
ranza d'illustri seggi vescovili. Le i cui recenti restauri fanno risplen-
rovine di Sentino, e dell'altro mu- dere le molte sue decorazioni, e
nicipio romano Tiifico 3 ov' è oggi pitture Lodato n'è Tar-
affresco.
,

?.56 FAB VAB


chitelfo, perche superando le cliffì- Filippo Bellini, celebrati dal Lnnzi
eoltà dell'arte, seppe erigere soli- nella Storia (iella pittura, ed una

damente, a cagione dell'area, sopra tavola di Ambrogio monaco greco,


un sagro sotterraneo, una bella lodata anche dall' Agincourl. Poco
chiesa. Questi monaci in Monte Fa- lungi è un'altra piazza assai più
nof poco distante dalla città, cu- grande ma non lastricata, la quale
,

stodiscono con molta venerazione giunge vicino al fiume, che vi stra-


il corpo di s. Silvestro abbate loro ripò cagionando molti danni nel
fondatore, essendo il luogo ov'egli settembre 1807, con alcuni por-
morì. convento e la chiesa di
Il tici all'intorno pei settimanali incr-
s. Francesco de'minori conventuali: eati. 11 ponte sul Giano fu costrui-
questa è antichissima, e di gotico to dallo stesso Rossellini, che me-
stile; nel secolo decorso fu benefica- ritò di essere ricordato dall' Agin-
ta e riedificata da Clemente XIV, ad court nella Storia delle arti, e
istanza del p. Giuseppe Bontempi, regge molti edifici su ambi i suoi
eh' era figlio di quel convento e lati, proseguendo l'andamento della
benaffetto a quel Pontefice, il qua- contrada.
le avea appartenuto al suo ordine Vi sono in Fabriano: uno speda-
de'convèntuali . Il prospetto late- le pegli esposti , eretto dal celebre
rale di questo tempio è ornato di s. Giovanni della Marca nell' an-
grandiose loggie, che Nicolò V, nel- no i456, ponendovi la prima pie-
la lunga stazione che fece in Fa- tra, come si ha dallo stesso Agin-
briano, a mezzo dell'architetto Ber- court, monsignor Orsini arcivesco-
nardo Rossellini fece costruire al- vo di Taranto presidente del Pice-
lorquando rifabbricò tal chiesa dai no; un altro pegli infermi già fioren-
fondamenti, e fece ingrandire la te nel 1 3 1 6, ed a cagione della
gran piazza. Queste loggie metto- pestilenza allora afìidato curaalla
no nell'istessa piazza, che la co- dei cavalieri dei ss. Maurizio e Laz-
mune nel 1088 adornò con vaga zaro; il monte di pietà, uno de'più
fonte, ed a proprie spese, ciò che antichi in Italia, perocché fu eret-
altri attribuiscono falsamente a Ni- to nel 1496 dal b. Marco di s.

colò V, o ad Alessandro VI, o ad Maria in Gallo; il monte fìu-


un Chiavelli. L' ampiezza di tal mentario, ed altri pii stabilimenti.
piazza serve a divertire il popolo Nel pontificato di Pio VI fu eietto
col giuoco del pallone ; ed altre l'orfanotrofio, per cui le medaglie,
volte colla caccia del toro, cioè che nella pontificia zecca si conia-
prima che Pio Vili provvidamen- rono nel 1783, da una parte ave-
te abolisse nello stato ecclesiastico vano l'efligie del Papa, colle paro-
sì fatta specie di giostre. Di fron- le in giro : providentia pii vi font,
te antichi portici introducono al- max. anno viii , e nel rovescio
l'ampio palazzo vescovile, essendo l'edifizio dell'orfanotrofio, coll'epi-
il palazzo della comune alle mede- grafe: gynecaeum pupillarum fabria-
sime loggie congiunto. Contiguo al NI EXCITATUM.
palazzo comunale evvi 1' oratorio Due musei di storia naturale,
denominato della Carità, apparte- e di bellissime opere in avorio
nente all'istessa comune. In questa si posseggono dai nobili Rosei
chiesa esistono diecinove dipinti di e Possenti ; musei che acquistano
,

FAB FAB
2 57
giornaliero incremento. Il musco re è siffatto opuscolo rammentato.
o collezione di avori in Fabriano, 11 Tiberino, distinto giornale ro-
per la sua copiosa e squisita raccol- mano , con quarantadue articoli
ta presenta la storia progressiva dell' autore dell' opuscolo, illustrò il

dell'arte in questo genere, essen- museo, cui dagl'intendenti non si

dovi avori superbamente lavora- dubita di attribuire il primato su


ti al tornio , allo scalpello , a quelli di simile genere, esistenti
graffio, a tarsia, ad impressione, ed nelFItalia.
in un modo misto, che degli altri In Fabriano l'industria è stata
cinque partecipa. Di ognuno di sempre operosa, e gli si attribui-
que'sei generi è la raccolta dovi- scono (sebbene da taluno contesi)
ziosamente benemerito
fornita. 11 i primi sperimenti del prezioso ri-
della patria, il conte Girolamo Pos- trovato di ridurre a carta gl'inu-
senti, senza risparmio d'ingenti spe- tili stracci di lino. Ne' suoi archivi

se e d'indefesse cure, divisò, e si vedono protocolli in carta di li-

col consiglio di parecchi artisti e no, che portano la data del fine
letterati venne meravigliosamente del secolo XIII ; ed il celebre Bar-
a capo di riunire una sceltissima tolo.,che scriveva verso la metà
serie di avori, unica che possa pre- del secolo XIV, fa menzione delle
sentare al pubblico un'idea di quan- carte di Fabriano, che unitamente
to in varie epoche fu fatto dagli alle pergamene conservano tuttavia
uomini in questo genere, siccome la loro rinomanza La cartiera .

si espresse il chiaro storico della dei Miliani, è già giunta ad imi-


nobile arte scultoria, il celebre Ci- tare le carte forastiere, ottenendone
cognara. Va notato, che il conte della maggior grandezza per le im-
Cesare, padre di Girolamo, avea la- pressioni de' rami.
sciata al figlio una limitata quan- 11 Tiraboschi dà ai fabrianesi
tità di oggetti scolpiti in avorio. il vanto di aver scoperto l'arte di
Al gusto, alla generosità si unì nel fabbricare la carta collo straccio
conte Possenti l'amor patrio, e con di lino, la quale a parer suo è
saggia antiveggenza, perchè cotan- compresa in quella sotto il nome
to raro e prezioso museo conti- di carta di papiro, come si legge nel
nuasse per sempre a decorare Fa- tom. V, part. 1, pag. 99 e 100
briano, e giammai fosse da essa della Storia leti. d'Italia, e ne'do-
rimosso, vi stabilì un fidecommis- cumenti che sono citati nel Pice-
so, a cui chiamò pel primo, sic- num del Pamphili colle note del
come privo di prole, il nipote con- Durastanti a pag. LVII. Quelli poi
te Gio. Battista Pettoni-Possenti ; che disputano a Fabriano sì fatto
e volle che in lui continuasse il merito, non negano che i fabria-
nome della famiglia Possenti, prov- nesi furono i primi a seguire con
vedendo a un tempo alia perpetua impegno l'invenzione, e che la con-
conservazione d'un prezioso monu- dussero al maggior perfezionamen-
mento di eburnei lavori di ogni spe- to, diffondendola i primi in altre
cie. A
prendere un' idea di questo parti d'Italia, come Soia, Bologna,
tesoro va letto l'opuscolo intitola- Firenze, Trevigi ec, e conducendo-
to Vùìta al museo di avori in
: la al maggiore perfezionamento
Fabriano, ove dicesi da quali ope- tentando pure per i primi in Ita-
VOL. XXII. 17
258 FAB FAB
lia la sostituzione di altre materie di Fabriano fu un tempo presso
allo straccio, siccome fece il colto due consoli eletti per un anno fra
fabrianese Carlo Campioni, che i cittadini, secondo l'uso delle no-
l'ottenne dalla paglia, dalla malva, bili città come particolar-
d' Italia,

dal grano turco, dai fagiuoli, da mol- mente apparisce da varie tavole
ti altri vegetabili, e sino dalla se- del secolo sesto e duodecimo, non
gatura di legno mista ad un terzo che dal processo fatto ad istanza
di straccio, come si legge nel Gior- del senato fabrianese in occasio-
nale Arcadico tomo XIV, p. 3o5. ne di lite per giurisdizione coi
Non più venticinque^ come negli presidi della Marca, nel quale si

scorsi secoli, ma tuttavia sono mol- portano più di cinquanta teslimo-


ti e grandiosi gli opificii delle car- ni. Dopo i consoli nel secolo de-
tiere in Fabriano, i quali un tem- cimoterzo ogni sorta di amministra-
po fornirono nou solo gran parte zione occuparono nobili personag-
d' Italia, ma eziandio i paesi di gi giureconsulti, col titolo di po-
oriente, divenendo inesausta sor- destà, da principio fabrianesi, quin-
gente di ricchezze. Ancora la scelta di esteri, che dagli stessi fabriane-
carta fabrianese si diffonde per si si sceglievano nelle nobili città
molti luoghi dello stato pontificio d'Italia, e quindi soltanto nelle
e dell'estero, essendone vivo ed persone soggette alla santa roma-
ubertoso il corrispondente commer- na Chiesa, per sei mesi, come ri-
cio. In Fabriano sono in oltre di- levasi dalla bolla del Pontefice
verse fabbriche di vari oggetti. E Sisto IV, data in Foligno a' 17
se può dirsi ora affatto perduta settembre 147^- Al dire del eh.
l'arte della lana, è a sapersi che Calindri, Saggio statistico-storico
la sua università nel medio evo ten- dello stato pontificio, fu Sisto IV
ne commercio fiorente col levan- che nel i474 decorò Fabriano
te , ed a ciò deve Fabriano il suo del titolo di città, quindi confer-
ingrandimento e molte opere pub- mato 1728 da Benedetto XIII.
nel
bliche: l'arte della lana nata sotto La dignità poi dei memorati po-
il nome di arte delle pannine destà fu tanta, che Mattia Conti
o rascie, di cui vi erano venti- romano, nipote di Gregorio IX,
cinque fabbriche, oltre quella delle Giovanni Visconti consanguineo di
calzette a mano lavorate, ebbe Gregorio X, Orso degli Orsini ni-
inutilmente a suo favore nel 1784 pote di Nicolò III, Marco Corna-
la mano benefica di Pio VI. Sus- lo nobile veneto, ed altri molti
sistono tuttora le fabbricazioni del- della primaria nobiltà, ebbero per
le pelli, pergamene ec, e quella del sommo onore la pretura di Fabria-
cremor di tartaro, sostituite alle no. Nel secolo seguente, ossia il
altre del nitro e della polvere; final- decimoquarto , la funsero Bevineo,
mente quella delle terraglie portate Ciuccio, Pietro Elamberte, de Pur-
ora a molta finitezza per le cure lati Aretini di Pietramazza, Claret-
del cav. Antonio Ronca, comeehè to Gentile signore di Fermo, Nelfo
anni prima se ne lavorassero con conte di Montefeltro, Magliardo
que' pregevoli dipinti allora in co- degli Ubaldini, ed altri nobili e
stume. valorosi personaggi. Nel secolo de-
La giurisdizione, ossia il regime cimosesto Leone X elesse a perpe-
,

FAB FAB 2 %
tuo governatore di Fabriano il Car- nativa delle Marche in Loreto.
dinal Innocenzo Cibo suo nipote, Elesse un giudice di appellazione.,
come consta dal breve pontifìcio, ed ebbe talora il privilegio della
Alma Metter Ecclesia, col quale zecca, intorno a cui possono leg-
però Leone X
revocò Ja detta for- gersi Cenni storici pubblicati dal
i

ma di governo, esprimendovi alcu- eh. Camillo Bamelli in Fabriano


ne cose. Tutta volta siccome i fa- pel Crocetti, nel i838, con disegni
brianesi mai poterono piegarsi a di monete. Al governo di Fabria-
riconoscere col dovuto ossequio no soggiacciono le comuni di Ser-
tal perpetuo governatore, non ebbe ra s. Quirico, cogli appodiati Do-
effetto Ciò non pertanto otten-
. mo, Rotorscio, e Sasso. Dalla am-
nero di poi da Leone il governo X ministrazione sua municipale inol-
di Fabriano, il proprio cugino tre dipendono gli appodiati Albacina
Cardinal Giulio de' Medici, poscia con tre villaggi annessi, Cancelli,
Papa Clemente VII, e l' altro ni- Cerreto, Colle Amalo con due su-
pote Cardinal Salviati. Quindi Cle- balterni San Donalo. An-
casali, e
mente VII nominò a governatore ticamente Fabriano aveva ed ha
Varino vescovo di Nocera, e suc- tuttora sotto di sé moltissime vil-
cessivamente i vescovi di Tivoli, le, e principalmente i seguenti
e dell'Aquila, e finalmente il con- quindici castelli: Albacina, Cerreto,
te Nicolò Piccini di Siena. Piitornò Colle Amato, Belvedere, Cancelli.
poscia la giurisdizione ai pretori, Bastia, San Donato, la Genga feu-
e presidenti del Piceno finché , do della famiglia di Leone XII,
Paolo V, cosi esigendolo il biso- e vera patria di quel Pontefice,
gno del popolo, ordinò che fosse come si vedrà a quell' articolo
retto dai prelati della santa Sede, 31 o?ite Orso, Tor ricella, Piero-
colla dignità e nome di governa- sara, Porcicchie,Por car ella, Ca-
tore. Tali prelati governarono sino stelletta,Duomo. Di questi castel-
e
al declinare del secolo decorso, li andiamo a dare un cenno sto-
ed ai primi del corrente, finché rico mentre della Genga (Vedi)
occupato di nuovo lo stato ponti- se ne parla a quell'articolo.
fìcio dai francesi, nel 1808, Fa- Albacina fu edificata dopo che
briano divenne vice- prefettura e i longobardi forse a* tempi
, di
capo luogo di un circondario del Desiderio, distrussero l'antica e no-
dipartimento del Musone: estenden- bile città di Alba che non fu ai
dosi suo territorio a Sassoferrato,
il piedi dell'altissimo monte Sanvici-
Arcevia, Barbara, Serra de' Conti, no o Suavicino, o dove sorge ora
Fossato, e Sigillo. Stabilito vi fu Albacina, spettando al municipio
1' uffizio del bollo e registro, e can- di Tufico gli antichi avanzi , i

celleria del censo, che vi restano marmi e le medaglie che si ritro-


tuttora; e dopo il 18 14 venne vano colà presso la riva del. fiume
stabilito un governatore secolare. od in Fabriano; ma sibbene special-
Oggi ha ne' limiti del suo distret- mente in un colle detto Cavalalbo,
to anche i governi di Sassoferrato, tra Sassoferrato, Arcevia e Genga,
e de' castelli che nomineremo. siccome mostrò il p. Brandimarte
Prima la città mandava rappre- nel suo Piceno annonario, cap. 5. Di-
sentanti alla congregazione gover- cesi che Albacina aveva tre rocche
,

260 FAB FAB


chiamate Altiera, di s. Giorgio, e diano venderono per sei mila
lo
Fonte, che la difendevano. Avvi scudi a Camerino, dal quale passò
la chiesa di s. Venanzio vescovo ai gualdesi, indi di nuovo a Ca-

di Luni, col suo corpo, fiorito nel merino, finché nel io43 lo com-
VI secolo, la cui festa celebrasi prò Fabriano per ottomila fiorini.
a' 7 giugno. Venne questo castello Vengono Saradica, Cacciano t Can-
sotto la giurisdizione di Fabriano celli. I due primi castelli furo-
nel 12 io o 121 1, facendone dona- no edificati verso l'anno 1129, da
zione, altri dicono vendita, Gentile due mercadanti pisani fuggiti dalla
del conte Franco, il quale fu dal- rovina che i genovesi avevano fat-
la repubblica rimeritato ne' discen- to di loro patria , ed Ufred uccio,
denti coli' esenzione da tutte le uno di essi, li donò a Fabriano,
gravezze . Il castello di Cerreto giacche aveano bene accolti e fatti
fu fabbricato a' tempi de* goti per cittadini lui ed i compagni suoi.
opera del famoso Belisario, alle Nel i349 i due castelli si ribella-
radici del monte Sanvicino , cosi rono ai fabrianesi, il perchè Al-
chiamato dall' adorarsi ivi la dea berghetto ne spianò le mura, e
I

Cerere: Innocenzo III volendo com- divennero ville. In quanto a Can-


pensare i fabrianesi per l'aiuto da- celli fu una villa, che per opera
togli contro Enrico VI imperatore de' fabrianesi divenne castello , e
donò loro il castello nel 1 2 1 1 . Ivi perciò cinto di mura, avendo due
fiorirono diversi capitani Teo- , e miglia distante la sorgente del fiu-
baldo Starnotti in premio fu da me Giano, poi chiamato Esio. Ba-
Clemente VII fatto comandante di stia 3 Monte Orso 3 Torricella:
Castel s. Angelo (Fedi). Nelle Me- il primo è un castello che alcu-
morie di Matelica, a pag. 68, si ni fanno salire ad un'epoca roma-
legge che il castello di Cerreto fu na, ed il cui nome falsa mente ri-
venduto a Fabriano a' 26 aprile petono dal Busta Gallonivi di Pro-
12 io da Appilliaterra figlio del copio, ed altri, quantunque siavi
conte Guarniero. Colle Amato, co- l'avanzo di un'antica strada che da
sì detto dalla sua amena posizio- Luccoli menava al Senlino, dicono
ne, vanta l'origine dagli attidiati ch'ebbe nel i443 l'ingrandimen-
o dai milanesi profughi dopo l'ec- to da Francesco Sforza. Ingrandi-
cidio fatto della loro patria da Fe- to fu pure da Tommaso Chiavelli
derico I, o dai fabrianesi soffrì : il secondo castello, verso l' anno
molto negli anni 11 99 pei mate- i423, ed il terzo nel 1243 lo fu
licani, e nel i34g per Alberghet- principalmente per Gualtiero Chia-
to Chiavelli, mentre Chiavello IV, velli. San Donato ebbe principio
signore di Fabriano, nel 1421 ri- con Sassoferrato e Fabriano , cioè
fece le muraglie che lo cingono. dopo la distruzione di Sentino e
Colle Amato, per autorità di Pa- di Attidio, prendendo il nome che
pa Giovanni XX, verso il io33, porta perchè s' incominciò a fab-
passò sotto la giurisdizione di Fa- bricarlo nel dì sagro a tal santo,
briano. Belvedere fu dai nocerini venendo ceduto a Fabriano verso
edificato fra l'apennino e il mon- il 1220. Pierosara è un castello
te Regedano sotto l'impero di Tra- antichissimo edificato sulla sinistra
jano, quindi sotto quello di Gor- sponda dell'Esio da alcuni cittadi-
,

FAB FAB 2 6!
ni romani, fuggitivi dalla crudeltà ebbe dieciotto case religiose d'am-
di Nerone, anche per conservare bo i sessi, delle quali dieci ne so-
la fede cristiana che avevano ab- no superstiti, con grande utile del-
bracciata. Da qui passa la strada la città.
detta la Rossa, tra altissime mon- Oltre l'industria, fiorì in Fa-
tagne; e Perosara nel 1284, per briano pure che a giu-
la pittura,
concessione di Martino IV, venne dizio del Lanzi fu una scuola mol-
data a* fabrianesi. Duomo vuoisi to antica del Piceno. Nel secolo
edificato dai goti, o da alcuni osi- XV ivi si fondò un'accademia det-
rnani l' anno 546, quindi si pose ta dei Disuniti, nella quale fiori-
sotto la Fabriano a
protezione di rono molti uomini insigni, e nel
cui poi lo die Gregorio XI in 1725 tì fu fondata una colonia
premio di fedeltà, ovvero Leone d'Arcadia, chiamata Giania. Del-
X nel i52o. Le Procicchie e Por- l'accademia di Fabriano ne parla
carella ebbero signori particolari, Giuseppe Garuffi Malatesta nella
donde passò nel 1094 ai fabria- sua Italia accademica ec, Rimini
nesi. Finalmente il castello di Ci- 1688. Giuseppe Colucci poi ci ha
vita sul monte di tal nome , non dato ( exst. nel tom. XVII dell'^rc-
ha che vetuste reminiscenze. tichità picene), Degli uomini illustri
Che la religione cattolica abbia di Fabriano, con una memoria del
sempre fiorito in Fabriano, oltre governo politico di essa città, e la
quanto si dirà in progresso, baste- serie dei podestà estratta dai zi-
rà il riflesso che prima del mille baldoni di Francesco Lancellotti.
aveva tutto all' intorno moltissimi Qui riporteremo i principali fa-
monisteri di benedettini, i quali brianesi degni di special menzione.
vi ebbero potenti abbazie; che nel Leonardo Venimbeni, dottissimo fi-
secolo XIII vi ebbe culla ed in- e poliglotto ; Giu-
losofo, astrologo
grandimento la congregazione sil- lio Argentino, giureconsulto; Tom-
vestrina ; che vi prosperò in modo maso Agostino Benigni, erudito in
particolare la francescana , special- varie scienze; Agostino, Giambat-
mente in Valle Romita, luogo ce- tista, e Girolamo Brunetti; Gio-
lebrato da molti scrittori, ed ono- vanni Caldoro frate agostiniano; il
rato del soggiorno dei santi Fran- classico Gentile, il più famoso tra
cesco d'Assisi, Bernardino da Sie- i dipintori della fabrianese scuola :

na, Giacomo Marca, Giovan-


della scuola che molto fiorì dal XIV al
ni da Capistrano, ed altri ; che nel XVIII secolo; il b. Costanzo da
XVI secolo vanta in s. Maria del- Fabriano domenicano , il cui culto
l'Acquarella presso Abbacina l'isti- fu approvato da Pio VII fr. Fran- ;

tuzione dei cappuccini, i quali ori- cesco Festo de' minori, santo, e
ginati nel modo che dicemmo al dotto; diversi della famiglia Flo-
loro articolo, tennero nel 1529 in rio, e di quella dei Giampè; Ono-
quel convento, stato per essi il ter- frio Margherita Niccolini, di
Gilii ;

zo, il primo capitolo, ove statui- cui parleremo, e le poetesse Livia


rono le loro costituzioni, ed elesse- Chiavelli , Ortensia di Guglielmo
ro il primo superiore generale; e Eleonora della Genga , Giovanna
finalmente ch'entro le proprie mu- Fiori,una delle prime a scrivere
ra, sino alle note ultime vicende, commedie in italiano; fr. Nicolò
,

262 FAB FAB


da Fabriano , fatto anticardina- tone Benigni, Silvestro Bargagna-
le dal pseudo-pontefice Nicolò V ti ec. ec, senza nominare altri che

nello scisma di Lodovico di Ba- fiorirono per dignità ecclesiastiche


viera, filosofo, teologo, e predicato- e civili, nelle arti, nelle scienze, e
re esimio ; alcuni lo dicono della in santità di vita, e persino nelle
famiglia Chiavelli, altri dicono che armi. Fra santi però
sono a ri-
i

abbia dimesso la dignità, ed altri cordarsi il b. Costanzo, il b. Gio-


che a lui la concedesse il Papa vanni dal bastone, i beati Gio-
Giovanni XXII. Vanno inoltre lo- vanni e Pietro fratelli Becchetti
dati Mambrino Roseo, Gio. An- agostiniani , il b. Venimheni , il b.
drea Gilio, Agostino Angelelli, Giu- Andrea Sanucci, il b. Ranieri, ed
seppe Favorini Clavari , Antonio altri trenta de' quali si pregia que-
Possenti vescovo di Montefeltro ec, sta città.
Andrea Petrolini camaldolese, Sal- Fabriano ebbe origine nel se-
vatore Severini agostiniano, Anni- colo Vili , dopo che i longobardi
bale Stelluti, e Francesco Stelluti, furono vinti dalle armi di Carlo
uno de' primi tre compagni di Fe- Magno, e dopo che fu distrutto il

derico Cesi nella fondazione della loro regno. Non ebbe origine dalla
celebre accademia de' lincei. Ma distruzione di Sentino fatta da quei
su di questo insigne letterato, va barbari, ma sibbene dalle rovine
letto il dotto Discorso intorno a di Attidio manomessa da Alarico
Francesco Stellati da Fabriano , re de' goti, o dagl'istessi longo-
del chiarissimo suo concittadino, il bardi, o da quelli di Tufico, altro
professore Camillo Ramelli acca- municipio appartenente alla tribù
demico linceo, e membro di al- Affentina di sopra ricordato , che
tre accademie, Roma iSzj-i- Final- soggiacque alla stessa sorte, di
mente meritano menzione special cui parla il Colucci nelle Antichi-
il Cardinal Giuseppe Vallemani tà picene, t. II, e di cui si dette-
(Vedi) 3 nato da Francesco, e da ro non ha guari alcune lapidi ine-
Maddalena de' conti della Genga, dite nel Tiberino , e nell'Arcadico
ch'ebbe la sagra porpora da Cle- giornali romani, dal lodato Ramel-
mente XI ; Francesco Corradini li. o Attiggio fu antica e
Attidio
vescovo de'Marsi, oltre que- altri di nobile città, non che municipio dei
sta famiglia; Archibu-
Reginaldo romani, appartenente alla tribù Le-
gieri, abbate generale de' camaldo- monia, come attestano molti sto-
lesi ; Alberghetto Chiavelli, erudi- rici, le medaglie, ed altri avanzi
tissimo in tutte le scienze; Vin- di sua esistenza rinvenuti nel ca-
cenzo Petrolini, vescovo di Mura- stello di Attiggio ,
posto nel sito
no; Pietro degli Anselmi, filosofo ove sorgeva la città, cioè nella pia-
dottissimo a cui morte involò la nura eh' è tra Fabriano e Colle
la porpora cardinalizia; Vincenzo Amato. Sembra che nel novembre
Pierini medico; Adriano Bussi, e del 4 1 1 9 Alarico la facesse distrug-
Andrea Vallemani, abbati camal- gere, ma non si può affermare.
dolesi ; e sul fine dello scorso se- Certo è che il castello che gli suc-
colo il Buti, il Saraceni, il Cinotti, cesse, col territorio, fu donalo al
il Marcellini, il Casini, ed i pre- comune di Fabriano nell' anno
lati Carlo Vallemani, Carlo ed At- ii 65; come è altresì vero, che i
FAB FAB 2 63
fabriauesi ebbero per lungo tempo dosi che primieramente si compose
e sino al 1216 il fonte battesimale di due castelli, uno chiamato Pog-
nel castello di Attidio. Dell'antica gio, ov'è ora il monistero di s. Mar-
città di Attidio parla Giuseppe Co- gherita, l'altro appellato il Castel
lucci nelle Antichità picene , tom. vecchio, cioè dove sorge il moni-
IV. stero di s. Caterina. Essendo tra
Dopo la vittoria Carlo Magno le genti di questi due luoghi tan-
restituì al Pontefice Adriano I le to vicini, divisi solo da piccola val-
terre, che i longobardi avevano le, frequenti discordie ed inimi-
usurpate alla Chiesa romana, tra cizie, un buon vecchio, per nome
le quali quelle di questa regione. chiamato mastro Marino, che go-
Gli abitanti di Altiggio ed altri deva presso gli abitanti de' due
de' dintorni, tratti dalla temperan- luoghi qualche reputazione, ed eser-
za dell' aria, dalla comodità delle citava sul fiume Giano poco più ,

acque e dalla bellezza del sito co- da basso nella valle, ov'è ancora
minciarono la edificazione di Fa- il ponte antico, il mestiere della
briano, verso l'anno 776 o 777, fabreria, spesse volte gli mise d'ac-
e siccome vi esistevano egualmen- cordo, e gli riuscì persino a for-
te che in Sentino e Tufìco ricchi mare dei due castelli un solo, affin-
e celebrati collegi di artisti (alla chè godessero gli abitanti perpe-
latina Fabrorum), che il Murato- tua pace. Gli abitanti allora inco-
ri interpretandone i marmi, e i minciarono a dilatarsi, ed a for-
decreti tuttora esistenti ,
giudicò mar la terra che poi chiamarono
essere dei Cen tonarli, ossia facito- Fabriano, come quella che per ope-
ri di schiavine ed altri lavori vili ra del fabbro dimorante sul fiume
di lana ( arte principalissima in Giano, ebbe principio, ciocché cor-
Fabriano dalla sua origine a tutto risponde impresa araldica della
all'

lo scorso secolo siccome dicemmo), comune di facemmo di sopra


cui
e dei Denarofori , ossia sacerdoti parola. Si narra ancora che i sen-
di Cibele ed A ti o Attide, tanto tinati, e gli altri abitatori di que-
perciò connessi con Attidio sacro sti luoghi ottenessero a Fabriano
a quella seconda divinità ; cosi si da Adriano I, e da Carlo Magno il

reputa con fondamento che dai mero e misto impero; che per
collegi sopraddetti Fabriano venis- agevolare l' erezione degli edilizi,
se fabbricata e traesse nome, os- il per dieci anni fossero esentati da
sia come Pompejanum da Pom- ogni pubblica gravezza; e che Lo-
pei Lucullianum da Lucullo, Tul-
, dovico vescovo di Sentino ponesse la
lianum da Tullio, ed altri molti prima pietra ne' fondamenti , rile-
luoghi che furono alla latina chia- vandosi che sino da' suoi principii
mati. Egualmente lo sarà stato la città prese quella celebrità, che
Fab rianimi da Fabri , cioè artisti la fece noverare come uno de' quat-
ed artigiani di Attidio e Tufico. tro nobili e grandi castelli pri-
Ne qui va taciuto, sebbene poco mari d'Italia.
appoggiata dalla critica, sulla ori- Sino all'anno io io non si han-
gine di questa città, la costante tra- no certe notizie storiche del suc-
dizione storicatramandata sino a cessivo stato di Fabriano, se non
noi dalla remota antichità, dicen- che a detto anno figurarono in
a64 FAB FAB
aiuto della repubblica di Firenze, una cassa di legno, chesembrava
e contro Fiesole, i capitani fabria- fatta da poco tempo, con entro un
nesi Antonio e Federico alla testa corpo tutto intero, colle treccie dei
di trecento concittadini , che coo- capelli al capo avvolte con vari fio-
perarono alla disfatta di Fiesole. ri ed erbe, che sembravano allora

Quando 1' imperatore Enrico IV colte, e con questo scritto « Cor- :

rivolse le sue armi contro Firen- » pus sanctae Philomenae ex nobi-


ze, colla quale, non meno che con h li Clavellorum prosapiae septem-
Genova, Fabriano per Farle della » pedanae tempore gothorum trans-
lana, principaJe anche in quelle fa- Ai latura in ecclesia s« Severini
mose repubbliche, ebbe comuni in- » post aliare majus "; e nel fine
teressi, reggimento e perfino il sau- Severinus episcopus maini propria.
to protettore Gio. Battista, fu da Da ciò si vede che la famiglia Chia-
duecento fabrianesi sussidiata Fi- velli già era nobile ed antica in
renze stessa, che li ricolmò di do- Settempeda , dalle cui reliquie si
nativi dopo aver respinto l' impe- edificò Sanseverino, al tempo dei
ratore. Non solo Fabriano divenne goti, e che verso l' anno \\i si
confederata, pel valore de' suoi, di portarono in Roma ; od almeno
Firenze, ma
anche di Foligno, e che nelle vicende politiche, i Chia-
di Perugia. Nella occupazione che velli passarono in Germania, dove

fece l'imperatore Federico I, dei s'imparentarono colla famiglia di


dominii della santa Sede, un suo Federico I, e ritornati con lui nel-
parente capitano di cinquecento uo- le loro parti, vi si vollero ristabi-
mini, chiamato Ruggiero di Chia- lire.

velli, impadronì di Fabriano , e


s' Subito i fabrianesi nel 1179
trattolla sìsoavemente che gli abi- provarono gli effetti del valore e
tanti presero ad amarlo, il perchè perizia militare di Ruggiero Chia-
Ruggiero li protesse presso Fede- velli, contro Camerino, Rimini, ed
rico I, ed in vece di seguirlo nella Ancona. Quindi, essendo morto nel
spedizione dell'Asia, si elesse Fa- 1197, fu sepolto onoratamente nel-
briano per patria, congiungendosi la chiesa ora cattedrale di s. Ve-
in matrimonio colla figlia del si- nanzio. Qui noteremo che la pri-
gnore della rocca chiamata la Ca- ma alleanza che fecero i matelica-
pretta. Da questo maritaggio deri- ni coi fabrianesi nobili e plebei,
varono quelli che in progresso po- fu nel 1191, ma fu rotta di poi
tentemente dominarono Fabriano. nell'anno 1 199, indi ristabilita con
II benemerito storico di Fabria- solenne concordia con diversi ca-
no Scevolini, domenicano di Ber- pitoli nel 121 1. Intanto conser-
tinoro, dice che la famiglia Chia- vandosi Fabriano fedele alla santa
relli è antica d'Italia, non prove- Sede, mentre Marcualdo generale
niente da Germania , muovendolo dell'impero teneva tirannicamente
a ciò affermare, la memoria della la provincia della Marca , supera-
beata Filomena. E perciò a saper- rono nemico con forte esercito ,
il

si,che in Sanseverino a' 5 luglio guidato dal prode Gualtiero figlio


i526, facendosi nella chiesa di s. di Ruggiero. Indi nel i23i s. Sil-
Lorenzo di nuovo l'altare maggio- vestro Gozzolini d' Osimo fondò ,

re, si rinvenne nel muro antico nel monistero di Monte Fano, da


,

FAB FAB 2 65

lui edificato presso Fabriano la , delle cittadine discordie, volle es-


congregazione monastica , che da serne chiamato signore. Ampliò
lui prese il nome di Sìlvestrina quindi le muraglie per compren-
(Fedi). Disgustatosi il Pontefice dervi le case edificate al di fuori,
Gregorio IX coli' imperatore Fede- e mentre la cappella di s. Nico-
rico II, nacquero o per dir meglio lò convertiva in una chiesa , do-
si aumentarono le celebri e mal- vette fuggire.
augurate fazioni de' Guelfi (Vedi), Afflitta l'Italia per la residenza

e de' Ghibellini (Vedi), i primi se- che i Pontefici sino dal 1 3o5 fa-
guaci del Papa, i secondi dell'im- cevano in Avignone, fu messa a
peratore.Ne provò i funesti effetti scompiglio dallo scismatico Lodo-
lungamente anche Fabriano, dappoi- vico di Baviera, ed allora Alber-
ché Alberghetto Chiavelli con la , ghetto profittando delle circostan-
parte de' più nobili, si diede a se* ze, ed essendo stato fatto vicario
guir la fazione ghibellina, tentando di Fabriano da Lodovico, come si
d' insignorirsi della città, e il po- ha dal Borgia, Memorie isteriche,
polo accordò co' guelfi ; per lo
si t. Ili, p. 3oo„ costrinse i fabria-
che molte volte fu cacciato Alber- nesi a ribellarsi alla Chiesa ro-
ghetto , e molte volle da lui fu mana, e ad unirsi ai ghibellini, ma-
presa Fabriano e governata a suo nomettendo con essi più luoghi
modo. 3Nel 1255 Frollando nipote finche l'esercito ecclesiastico, coman-
di Alessandro IV, rettore e legato dato da Tanò signore di Reggio,
della Marca, permise ai fabriane- distrusse quello de'fabrianesi, e la
si, ed ai matelicani di poter guer- città trovossi in profondo lutto im-
reggiare coi camerinesi; indi Al- mersa, per tanti morti, e tante
berghetto ingrandì le mura di Fa- perdite fatte, non che involta nel-
briano, comprendendovi il moni- la lagrimevole eresia de' Fraticelli
stero degli agostiniani eretto dal (Vedi), che sussistettero sino al
suo genitore Gualtiero, ingrandi- pontificato di Martino V, ed in
mento che la comune compi nel Fabriano sino a Nicolò V. Nella
i3oo. Passati sei anni Alberghet- coronazione eh' ebbe luogo in Ro-
to fu dalla città cacciato, nel qual ma del suddetto Ludovico, fr. Ni-
tempo furono creati in Fabria- colò da Fabriano eremitano di s.
no sedici gonfalonieri, quattro cioè Agostino, montò in un luogo emi-
per ogni quartiere, per opera d'un nente, invitò a difendere l'impe-
podestà pisano, che diede il nome ratore, che il Pontefice Giovanni
alla porta verso s. Antonio, onde XXII avea scomunicato, quindi in-
conservar la pace e la libertà del- veì con un discorso contro di
ta terra. Contemporaneamente fu lui, e in favore di Ludovico. Al-
segnalo il trattato di pace tra Ca- lora questi dichiarando decaduto
merino da una parte, e Matelica, Giovanni XXII, creò in antipapa
Sanseverino e Fabriano dall' altra. Nicolò V, il quale tra i sette Car-
Non andò guari, che nel 1 3 7 Al- 1
dinali che promulgò, vi comprese
berghetto con trecento cavalleggie- fr. Nicolò da Fabriano, e spedi
ri ritirandosi dal servigio che avea nuovi vescovi in varie parti. Non
preso nell' esercito del re di Napo- deve però tacersi, che nelle citate
li, occupò Fabriano, e profittando Memorie di Matelica, a pag. 1
1 7,
266 FAB FAB
è detto all'unno i326, che io tal la dimora dei Pori telici in Avi-
lillà i frabrianesi, da Amelio ret- gnone.
tore furono riconciliati col Ponte- Correndo l'anno 347 Bel MU:_ 1

fice Giovanni XXII. 11 Colucci nel- se dideccmbre Fabriano accolse ,

la sua Trcjity a pag. i 17 e seguen- con grandissima pompa Lodovico


ti, narra come il detto Papa fa- I re d' Ungheria, il quale con po-
cesse assolvere i fabrianesi, dopo deroso esercito recavasi nel regno
che essi cogli altri ribelli ebbero di Napoli per vendicare la vitu-
giurato fedeltà nelle mani di Pie- perosa morte del fratello Andrei,
tro vescovo Mirapiscense, a ciò de- marito della famosa regina Gio-
stinalo dal Cardinale Bertrando ret- vanna I. Il re fu incontrato sino
tore della provincia, di abbando- a Sassoferrato , e magnificamente
nare il partito ghibellino, e quello trattato da Alberghetto signore del-
del principe bavaro, che avea spe- la città, il quale profittando del-
Marca il conte di Chia-
dito nella l'assenza de' Pontefici per consoli-
lamonle per guadagnar genti. Con- darsi nel potere, mosse i cittadini
linuando le rappresaglie di Alber- ad offrire al re il loro governo, e
ghetti) su Fabriano e circostanti ad implorare la sua protezione. Lo-
terre dalla rocca di Bellario ove dovico I accettò, promise difesa
crasi fortificato, il legato della Mar- e protezione, regalò con ricchi pre-
ca per Benedetto XII, nel 1 338 senti Alberghetto e la repubblica;
inviò a Fabriano Lipazzo di Osi- indi da Napoli inviò in governa-
mo per una tregua e pace gene- tore, con diploma dato a' 22 feb-
rale, il quale colla sua persuasiva braio i348, Giovanni figlio di Lan-
facondia, ricompose gli animi. Al- cislao di Rade, colla provvisione di
berghetto restituì la rocca di Bel- sessanta fiorini d'oro per ogni me-
comunità, e questa a lui
lario alla se, raccomandandogli il buon go-
le calma fu resti-
possessioni, e la verno, tutela, e cura di Fabriano,
tuita a Fabriano ; sol per poco sue terre e castella. Alberghetto,
turbata da molti banditi , dalia co' fratelli Giovanni e Crescenzio
carestia del 1 34o, e dalla succes- Chiavelli furono invitati dal re a
siva pestilenza. Passati sei anni, seguirlo colle loro belle truppe al-
Alberghetto, tratto dalla cupidità la conquista del regno di Napoli,
di dominare, si congiunse con Nol- ove si distinsero in Sulmona, e nel-
fo conte di Urbino, si portò ad le altre vittorie riportate dai regi
occupar la città contro la data fe- eserciti. In progresso Alberghetto,
de, e per tre anni pacificamente imitando gli Ottoni di Matelica, i

la dominò, superando il colpo di Scala di Sanse veri no, entrato in le-


mano, che avea tentato per oppri- ga con Giovanni Visconti ghibellino
merlo M. Salimbene dottore e ca- che aspirava al regno di Italia, co-
valiere bandito da Fabriano, e i me da istromento de' 2 5 marzo
suoi seguaci. Per sì fatto emergen- i353, sostenne la sua dominazio-
te, alcune famiglie stanche dai fre- ne contro i banditi, contro le ri-
quenti tumulti che gravitavano sul- belli contro i perugini col
terre, e
la patria, passarono a stabilirsi in ricuperare Rocca Contrada, mentre
Grecia, in Schiavonia, ed altrove, la peste imperversò sui fabrianesi,
vedendo l'Italia tutta sossopra per e fece molte vittime; tutlavolta la
FAB FAB 267
cittàebbe da Alberghetto de' miglio- M. Ghino, pagati 5oo ducati, ot-
ramenti, e la chiesa di s. France- tenne la rocca di Fabriano , e si

sco ebbe principio,, non facendo più fece signore della patria; dopo ma
menzione gli storici dell' ungherese due anni venne deposto, e temen-
domina/ione. Bramoso il Pontefice do il ritorno di Alberghetto, gli
Innocenzo VI di liberare i dominii domandò perdono, e procurò che
della santa Sede dai tiranni che rientrasse al dominio nel 1370.
li signoreggiavano, spedì in Italia il Però Urbano V l'obbligò a resti-
valoroso Cardinal Egidio Albori ioz tuire Fabriano alla Chiesa, altri-
con grande autorità, il perchè fu menti l'avrebbe punito colla mor-
sollecito Alberghetto di portarsi ad te in Viterbo ov'erasi portato, quan-

Orvieto, ed accomodossi con lui; do ivi lo richiamò il Pontefice. In


ma però il Cardinal legato, giun- questa città, a' 7 luglio, Alberghet-
to a Sassoferrato, fece rimettere in to morì d'anni cento dodici, e pla-
Fabriano banditi da Alberghetto
i cidamente, dopo aver esortato il fi-
che per sicurezza si ritirò. Ed es- glio Guido a non usurpar le giu-
sendo Fabriano indifeso, nel i358 risdizioni di s. Chiesa. Fu sepolto
Anichino Mongrado capitano dei onorevolmente nel duomo, ed Ur-
sanesi, minacciò di rovinarlo e sac- bano V fece capitano il detto fi-

cheggiarlo, onde il legato avendo glio, con stipendio, perchè aveagli


le sue genti rivolte ad altre im- promesso ricuperare alla Chiesa il

portanti imprese, gli die quaranta vicariato di Rimini, con speranza


mila fiorini acciò tornasse in To- di riavere Fabriano. Intanto i la-
scana. Nel 1 363 la pestilenza ri- brianesi tentarono di porsi in li-

comparve a Fabriano, e nel i365 bertà, mentre Gregorio XI era in


vi ritornò Alberghetto, facendo tron- guerra co' fiorentini, i quali ambiro-
car il capo a coloro ch'erano ri- no signoreggiarlo in concorrenza di
corsi al CardinalAlbornoz; e quan- Ridolfo da Camerino, che fecero
do questi fu da Urbano riman- V nelle piazze, e sulle porte della
dato in Italia, Alberghetto se ne città dipingere come traditore, per
procurò il favore. Ma morto poco averli abbandonati , affine di seguir
dopo il legato, M. Ghino Presen- il partito del Papa.
benché Indi
tacelo con altri labrianesi recaron- Gregorio XI avesse restituita a Ro-
si a Viterbo a' piedi del Pontefice ma la residenza papale, nel 1378
Urbano V, supplicandolo che vo- Guido di notte tempo occupò im-
lesse liberar Fabriano dalla tiran- provvisamente Fabriano, e dopo
nide di Alberghetto, quale per-
il parecchi fatti d' armi coi bretoni
ciò col figlio Guido passò al servi- ed altre milizie della Chiesa, Fabria-
zio della signoria di Venezia, dopo no fu orrendamente saccheggiato,
che un pontificio commissario in e Guido potè signoreggiarlo senza
nome di Urbano V, e del sagro Colle- contrasti per tre anni, nel qual tem-
gio l'avea invitato a presentarsi in Vi- po edificò il monistero di s. Cate-
terbo. Narra il Colucci citato, a pag. rina monaci Olivetani ove nel
de' ,

i3g, che nel 1367 le armi pontifì- i383 ebbe sepoltura, avendo pri-
cie espugnarono Fabriano, e col l'aiu- ma sostenuto molti combattimenti
to de' montecchiesi lo ridussero alla Qui va notato che
co'vicini castelli.
divozione della Sede apostolica. alcuni tolgono a Guido il merito
268 FAB FAB
di tal edificazione, come sì ha da- tre figliuoli, Guido, Chiavello, e
gli A anali
camaldolesi t. VI, p. Tommaso II, i quali un dopo l'air

i43. Tommaso suo figlio amò la tro ebbero il principato di Fabria-


pace, fu lontano di tiranneggiar la no. Guido, per malsana salute, fe-
patria, che perciò l'onorò sempre, ce governare Chiavello, e morì
e l'aggregò al consiglio. Stette in dopo due anni. Chiavello corag-
questo tempo Fabriano per ben gioso, e di singoiar giudizio nelle
venti anni senza guerre, il perchè cose militari, riuscì mirabilmente
fiorì in ogni maniera , e per ric- in ogni impresa, e stette alquanto
chezze. Nel 1401 si trovavano ivi allo stipendio del duca di Milano,
ventiquattro cavalieri aurati, altret- donde ne per ricomporre i
partì
tanti dottori, sette medici eccellen- fabrianesi,che volevano insorgere
ti, e nove valorosi capitani. Suc- contro la sua famiglia. Parlò gra-
cessero quindi discordie tra'cittadi- vemente nel consiglio delle bene-
ni per la forma del reggimento, ed merenze de' suoi antenati, ciò che
a rimediarvi fu eletto Tommaso nel popolo produsse a un tempo
Chiavelli a capo del magistrato, che amore e spavento; e gli riuscì bo-
avendo pienamente corrisposto alla nariamente far ritornare all'ubbi-
confidenza di sua patria, ad onta dienza i castelli ch'eransi ribellati
della sua virtuosa ripugnanza, ven- a Fabriano , e superare alcuni po-
ne obbligato e costretto dal popo- tenti nemici di esso. Indi passato
lo a conservare il potere, e Boni- con buo-
allo stipendio de' veneziani

facio IX, nel i4°4> 1° dichiarò vi- na compagnia di cavalli, morì in


cario della Chiesa in Fabriano. Tom- Venezia nel 14^8, venendo trasfe-
maso si die tutto alle opere pie : rito il suo corpo a Fabriano, e

edificò a' domenicani il convento sepolto al luogo della Romita, pres-


di s. Lucia, nella qual chiesa era- so le ceneri di sua consorte Livia.
no le sepolture de'Chiavelli; fece Allora prese la signoria di Fabriano
un ospedale pei poveri; dotò mol- Tommaso II benché avanzato nel-
te donzelle, e procurò al popolo l'età, per cui visse senza far nulla
l'abbondanza, la libertà e la pace, degno di memoria , ed avendo
per cui fu amaramente pianto, quan- molti figliuoli, al primogenito Bat-
do la morte troncò i suoi giorni tista die il governo della terra; ma
nel i4°9- questi, giovine senza esperienza, si

Gli successe nel potere il fratel- regolò secondando il furore e l'im-


lo Alberghetto II, pieno di belle peto giovanile. Immerso in amori
doli, e di maturo consiglio, dotto, disonesti,gravò il popolo di contri-
giusto e valoroso. Prospero fu il buzioni, e spendeva con prodigalità
suo governamento : aggrandì la oltre le sue forze. Per queste cose
muraglia di porta Cervara, e quel- nell'anno i435 fu da molti del po-
la del Piano, e indi fino a s. Ni- polo fatta una congiura a danno
colò ; ma mentre era stato chia- della famiglia Chiavelli, che scoppiò
mato a Milano per capitano dal nella chiesa di s. Venanzio, mentre
duca Filippo Maria Visconti , e tutta la famiglia- assisteva nel coro
mentre nutriva intenzione di ricu- alla messa, essendo il dì dell'Ascen-
perare lo stato degli avi suoi, nel sione. Sedici masnadieri congiurati
14^1 5 terminò di vivere, lasciando si condussero a tal effetto nel coro,
,,

FAB FAB 269


ma indugiando nell'atroce disegno, Sforza, che avea tolto a Papa Eu-
Jacomo di Nicola ne die la mos- genio IV la Marca, col patto di
sa, saltando nel coro e gridando, conservargli la libertà, e n'era po-
viva la libertà, e muoiano i tiran- scia stato istituito dal medesimo
ni. Spaventate le donne, e il resto in marchese. Per questo lo Sforza
del popolo si diedero alla fuga ne pretese dominio, anziché la
il

mentre i congiurati uccisero Tom- protezione, e bisognò cedere, nulla


maso, ad onta della difesa che op- calcolandosi che la santa Sede n'era
pose, indi Battista e Borgato suoi la suprema signora ed al suono ;

figli, mentre si cantavano le paro- della campana del comune, convo-


le del simbolo et incarnatus est
: catosi tutto il popolo, il dì 3o
de Spinili sanclo. Gli altri figli sì agosto, si gridò: viva il gran Fran-
di Tommaso, che di Borgato e di cesco nostro marchese. Nell'anno
Battista, due fuggirono verso la seguente lo Sforza con grandissimo
sagrestia, cioè Guido Antonio, e onore fu ricevuto in Fabriano, e
Alberghetto, ma raggiunti da due dalla comunità gli furono presen-
congiurati furono ammazzati. Al- tate le chiavi della terra. Quindi
tri tre fanciulli, Ridolfo, Chiavello, accordò a'nemici de'Chiavelli esen-
e Marco, nascosti presso l'altare ove zioni, che poscia furono tolte dalla
celebravasi la messa, non furono repubblica, e considerando i sin-
allora trovati, essendo stati occul- golari pregi del luogo, e trovatolo
tati dai canonici di s. Venanzio; degno di pareggiare con molte no-
in una parola furono poscia tru- bili città di Italia, ordinò lo Sfor-
cidati, ed avvelenati gli altri figli. za 1' una rocca alla
erezione d'
Le donne ripararono ad Urbino ; e porta del Piano, ed altre fortifi-
di Guido, e Nolfo, altri figli di cazioni. Dopo aver difeso Francesco
Tommaso, che trovavansi fuori i fabrianesi dal celebre Nicolò Pic-
non se ne seppe altro . Vuoisi cinino, ritornò a loro con Bianca
che in una famiglia di contadini Visconti sua moglie, e fu ricevuto
della Castelletta solo esista un ram- principescamente, e con archi trion-
pollo del sangue de' Chia-
chiaro fali. Non potendo lo Sforza difen-
velli. Venne per ultimo saccheg- dere Fabriano dalle armi di Eu-
giato ed incendiato tutto ciò che genio IV, esso ritornò al dominio
loro apparteneva , e senza onore i della Chiesa nel i444> godendone
cadaveri furono tumulati in certi i pacifici effetti, e solo agitato da-
fondamenti, che allora per fabbri- gli avanzi dell'eresia de' fraticelli.
care si facevano a s. Venanzio. Intanto, a cagione della pestilenza
Sulla famiglia Chiavelli può veder- che infieriva nel i449 m Roma,
si il Sansovino nell' Origine e fatti il Pontefice V, accompa-
Nicolò
delle famiglie illustri d'Italia. gnato da dieci Cardinali e da mol-
A cagione delle parentele, che ti prelati, a' 24 luglio si portò in
gli estinti Chiavelli avevano colle Fabriano, ricevuto con somma ve-
più illustri famiglie d'Italia, come nerazione dalla repubblica, dal ve-
i Varani, i Montefeltro, i Malate- scovo di Camerino suo pastore, e
sla ec, non essendo la repubblica da tutto il clero con torcie accese,
in sicuro, i fabrianesi invocarono il quale processionalmente l'incontrò
la protezione del prode Francesco fino a s. Antonio. Cento fanciulli
,

270 FAB FAB


leggiadramente vestiti, con palme ciò che risulta dai
diplomi e bolle
in mano precedettero il clero, ed che abbiamo colla data di Fabria-
imo recitò al Papa analoghi versi no, delle quali ne fa menzione il
Ialini. Giunto Nicolò V a s. An- Novaes al tom. V, p. i£5 e seg.
tonio, discese da cavallo, e ponti- Ritornato a Roma per la celebra-
ficalmente vestito, entrò nella chie- zione dell'anno santo, a motivo
sa adornata dalla comunità super- della peste dovette ritornare nella
bamente. Indi ricevuto sotto bal- Marca, ed a' 4 luglio di nuovo o-
dacchino di velluto paonazzo con norò di sua presenza Fabriano, e
fregi d'oro, passò sotto un arco colle medesime ossequiose distin-
trionfale alla porta Pisana, in cui zioni fu accolto. Indi nel i456
erano dipinte l'opere del Papa con venne edificato l' ospedale di s.
bellissime allegorie. Tutte le strade Maria del buon Gesù; ma la pa-
per ove passò erano coperte di ce fu a Fabriano interrotta per la
panno bianco, e in diversi luoghi tirannica prepotenza di Guerriero,
furono eretti altari riccamente de- che la travagliò in ogni maniera,
corati; e per un altro arco trion- e meritò essere bandito due volte
fale entrando nella piazza de'prio- da Pio II, cui
il popolo ricorse.
ri, giunse a
s. Venanzio, ove be- Questo Papa, avendo nel 1464
nedì il popolo, concedendogli mol- stabilito porsi in Ancona alla testa
ti anni d' indulgenza, e prendendo della crociata contro i turchi
alloggio nell' antico palazzo dei passò per Fabriano
con religioso
Chiavelli. tripudio degli abitanti, che in ogni
Nicolò V, siccome zelante del- modo ne celebrarono l'avvenimen-
l' apostolico ministero, volle estir- to, giungendo ad Ancona a' 19
pare la setta de' fraticelli, e dodici luglio.
pertinaci nell'errore furono puniti Memorabile fu per Fabriano Te-
col fuoco, restando così liberata poca del pontificato di Sisto IV,
Fabriano da' loro pestiferi errori. non solo per averla dichiarata cit-
Fu in questo tempo che Nicolò V tà, ma per avere acquistato il sa-
fece la loggia di s. Fancesco, e le gro tesoro del corpo di s. Romual-
altre cose di cui facemmo disopra do fondatore de' camaldolesi. A-
menzione. Margherita Nicolini figlia vendolo due malvagi monaci, con
di Anselmo, e di già memorata, molti argenti ed altre cose pre-
rese grande onore a Fabriano nel- ziose, portato nascostamente dal-
la stazione di Nicolò V; dappoiché, l' abbazia di Val di Castro, ov' e-
essendo dottissima in lettere Iali- gli morì a' 19 giugno del 1027,
ne, ivi perorò con forbita orazione eh' era posta sotto il castello del-
innanzi al Pontefice, mitigando il la Porcarella, alla città di Jesi nel
suo risentimento per l' eresia dei r 48 1
, fu nell' anno seguente a'
7
fraticelli sino allora esistente. La febbraio con molta pompa e solen-
regalò di mille scudi, e 1' udì con nità di tu Ito lo stato fabrianese,
piacere disputar più volte in filo- portato in Fabriano nella chiesa
sofia col dottissimo Poggio. Risie- di s. Biagio de' medesimi camaldo-
dendo Nicolò V in Fabriano, fece lesi. Intorno a questo va letto
molti atti di sua pontificia autori- quanto si disse nel voi. VI, pag.
tà come Papa, e come sovrano, 291 del Dizionario. Si narra inol-
FAB FAB tft
tre, che il sacco ove i sacrileghi to della terra. L' esercito nemico
monaci avevano poste le ossa del era comandato da d. Ugo Mon-
santo, mandasse fiamme, le quali cada vice-re di Napoli, e molti
discoprirono il l'urto, e che ripe- furono i fìibrianesi che restarono
tendolo i camaldolesi dai jesini, morti e feriti. Salvate furono le
il sagro corpo venne posto su di donne nella rocca e nei moniste-
un carro tirato da giovenche che ri, ma le case furono interamente
mai avevano provato il giogo, e spogliate, in un al monte di pietà.
lasciatesi in loro libertà si ferma- In tarila desolazione la città spedì
rono avanti la chiesa di s. Biagio, quattro oratori a Leone X, che
suonando miracolosamente le cam- pateticamente esposero le deplora-
pane della citlà, quando il carro bili calamità che gravila vano sulla

entrò in Fabriano. Certo è che infelicepatria. 11 Papa ne restò


fatta causa tra i jesini, ed i fa- commosso, e fulminò la scomuni-
brianesi su tal preziosa reliquia, il ca a chi avesse acquistato cose
Cardinal legato della Marca decise appartenenti ai fabrianesi, ma po-
in favore de' secondi, lasciando a chi ne fecero la restituzione ; indi
loro il corpo, e dando a'primi per le concesse la quarta parte delle
memoria un braccio che tuttora taglie, benefìcio che durò poco più
venerano nella cattedrale. di un anno. Tra le conseguenze
Mentre Fabriano tranquillamente del disgraziato avvenimento, è da
attendeva alle arti ed al traffico, notarsi il di scaccia mento fatto per
a' 9.0 settembre i5iy fu crudelis- consiglio del vescovo di Camerino
simamente saccheggiato da circa a'9 novembre i5i8 delle mona-
diecimila soldati dell' esercito di che di s. Tommaso, di s. Romual-

Massimiliano! re de' romani, per la do, e di s. Margherita, perchè vi-


maggior parte spagnuoli, i quali es- vevano poco osservanti. La comuni-
sendo all'impresa di Verona, era- tà non si occupò di loro, per cui
no furibondi per essere stati licen- raminghe erano per essere raccol-
ziali in uno a Francesco Maria te nell'ospedale, quando Leone X
della Rovere duca di Urbino, spo- impose al legato della Marca di
gliato de' suoi stati da Leone X. far loro restituire i monisteri, e
Si racconta, che mentre le dette poscia vennero riformate dal Car-
soldatesche danneggiavano la Mar- dinal Santiquattro.
ca e l'Umbria, costrinsero il Papa Tra le altre disgrazie che pro-
a permetter loro il sacco di Fa- vò Fabriano, vanno noverate le

briano, o di Foligno, nel qual discordie intestine, e il rancore che


caso si sarebbero ritirale. Foligno il popolo avea contro il magistrato,

si con guardie, ma Fabria-


difese che lo avea lasciato indifeso all'av-
no inerme ne fu la viltima anche, vicinarsi degli spagnuoli, laonde se-
al dir di alcuni, perchè Leone X guirono uccisioni e saccheggi. Cer-
non avea per esso premura* dap- to Zubicco signoreggiò la pallia,
poiché per sostenere i loro dirit- e potè imporre al Cardinal legalo
ti, non avevano accettato per go- Armellini, e respingere l' escreilo
vernatore perpetuo, e vicario del- della Chiesa, pel valore ed alla
la santa Sede il Cardinal Cibo ni- reputazione eh' erasi guadagna ir,
pote del Pontefice e da lui investi- Leone X preferì allo spargimene
,

27* FAI) FAB


di sangue il chiamare in Roma de' conti Genga. Paolo III
della
il potente Zubieco, Teobaldo
e ne fu irritato, e multò Fabriano
capo di fazione. Sulle prime sem- di pagar alla camera apostolica
brava tutto quietato, ma scuoprcn- sedici mila fiorini, e dodici mila ai
dosi che il Zubieco meditava di conti pei danni sofferti ; altri dico-
sollevar la Marca, gli fu mozzata no che tale avvenimento costasse
la testa sul ponte di Castel s. An- a Fabriano più di sessanta mila
gelo. fiori ni. x Ma la solida pace tra la
Intanto i fabrianesi domandaro- comunità ed i conti, si deve al-

no un governatore, che separata- l'interposizione del nipote del Pa-


mente li governasse, rivolgendosi pa, Pier Luigi Farnese duca di
perciò al Cardinal Giulio de' Me- Parma, ch'essendo nato in Fabria-
dici, che fu poi Clemente VII. Il no, la chiamava sua patria, e le
Papa condiscese alla inchiesta, e era affezionato. Paolo III non so-
fece governatore il medesimo Car- lo fu benemerito di Fabriano
dinale, e per luogotenente France- per aver confermato ed ampliato
sco Chieregato vicentino, commissa- i privilegi, ma per aver onorato
rio pontifìcio, con gran soddisfa- nel i5/j.3 di sua presenza la città,
zione di tutti per l'esatta ammini- in occasione ch'ei portossi a Bolo-
strazione che fu quindi resa della gna, e poi a Busseto, tra Parma
giustizia. e Cremona, per abboccarsi con
Nella sede vacante per Leone Carlo V, e pacificarlo con Fran-
X, in Fabriano si rinnovarono tu- cesco I, come narra il Ferlone,
multi, poi puniti negli autori da de' viaggi de Pontefici, pag. 3 12.
Adriano VI ; ma la concordia e Sotto Giulio III il vescovo di
la pace generale si fece nel i5i^ Camerino, nel i554, rimosse da
regnando Clemente VII, dopo es- Fabriano i monaci silvestrini, che
sere stata edificata una nuova roc- però a mezzo del Cardinal Crispi,
ca in forma di triangolo, poco lun- protettore della congregazione, nel
gi da quella fabbricata dallo Sfor- seguente anno furono reintegrati
za, rimpetto al monte di Civita. da Paolo IV. Lo Scevolini dice
Clemente VII, nel i528, confer- che Giulio III era inclinato a di-
mò ai fabrianesi tuttociò che loro chiarar città Fabriano, onde sem-
avea concesso nel i520 Leone X. bra che la concessione di Sisto
Gli animi si quietarono, restando IV non sia vera. Si legge nel me-
la città divisa nello spirito in due desimo storico, che il Cardinal di
parli, una chiamata ecclesiastica, Ravenna fu ricevuto in Fabriano
l'altra cliiavellesca per l'elezione d'un Papa, giac-
cogli onori degni
de' ci vici magistrati. Nella sede va- che tra le altre cose gli fabbrica-
cante di detto Papa, e ne' primor- rono quattro archi trionfali. Altri
di del pontificato di Paolo III, la fatti memorabili non presenta la
pace fu interrotta dalle discordie storia di Fabriano, godendo gli
comunità, e conti
suscitatesi fra la i effetti del soave dominio della san-

dellaGenga, per cui quel castello ta Sede , esercitato a mezzo di


andò bruciato per opera de' fabria- prelati, e poscia di governatori, e
nesi, cui seguì un fiero saccheggio, godendo altresì della protezione di
colla morte di due della famiglia un Cardinale. Patroni della città
FAB FAB a73

e diocesi sono i ss. Gio. Battista, si custodisce, e santificata dalla


Romualdo e Silvestro abbati , ed passione di Gesù Cristo, colman-
altri santi. do poscia di benedizioni tutti gli

Clemente XII nel 1734 fece la astanti. Presso Fabriano il comune


strada consolare, chiamata per lui di Albacina, fece ancor esso le sue
Clementina, che per Fabriano , e dimostrazioni di festa per l'augu-
per Jesi conducesse per Nocera ad sto passaggio. Dopo mezzogiorno,
Ancona. All'epoca repubblicana del festeggiato per tutto, giunse il Pon-
1799, Fabriano, siccome attaccata tefice a Fabriano. Presso la porta
al pontificio governo, non voleva della città sorgeva un maestoso ar-
sottomettersi a quello degl'invaso- co trionfale con iscrizioni di feli-
ri, per cui soffrì molti guasti, e citazione, e di fedele sudditanza.
fu quindi saccheggiata, e in parte Era esso sovrastato dal pontifìcio
arsa dai francesi, che distrussero stemma, non che decorato da bas-
in tal modo interamente il palaz- sorilievi a chiaro oscuro, da fame
zo Valleruani; indi fece parte del alate, da due candelabri e dalle ,

dipartimento del Musone, nella do- statue de' ss. Pietro e Paolo. Ivi
minazione dell' impero francese. permise il Papa che si traesse la
Nell'anno poi 184.1, e nei giorni sua carrozza da un drappello di
18 19 settembre, il regnante
e giovani decentemente vestiti, di no-
Pontefice Gregorio XVI, nella vi- bile e civile condizione. Alla por-
sita che fece di alcuni santuari del ta Pisana, ov' era stato eretto un
suo stato, onorando di sua presen- decoroso padiglione, gli si presen-
za Fabriano, pose il colmo alla tarono con omaggio di rassegnazione
religiosa consolazione dei fabria- e di rispetto, monsignor Domeni-
nesi, il perchè qui ne riporteremo co Savelli vigilantissimo delegalo
la breve descrizione di sua stazio- della provincia di Macerata, Giu-
ne, accennando le principali dimo- seppe Gubbiani governatore della
strazioni tributategli dall'esultante città , e il gonfaloniere Alessan-
popolo. dro Altini colla magistratura che
Partendo Gregorio XVI da Jesi gli presentò le chiavi della mede-
la mattina de' 18 settembre per sima. Lungo il corso pendevano
Fabriano, via facendo passò sotto dall'uno all'altro lato della via a
archi di verdura, o padiglioni fatti foggia di festoni molti ricchi drap-
in comune dai tripudiane e divoti pi di vario colore con frangie di
abitanti di Monte Roberto, Castel seta intrecciate d' oro. Altro arco
Bellino, Majolati (beneficata patria più grande del precedente era sta-
del valente maestro di musica com- to eretto presso la piazza maggio-
mendatore Gaspare Spontini), Mon- re, decorato dal pontificio stemma,
te Carotto,Castel del Piano, Ro- sorretto da fame alate, ed avente
sola, Margo, e finalmente quello nelle due parti dell' attico corri-
preparato a Serra San - Quirico, spondenti iscrizioni. Nell'istessa piaz-
ov' erano riuniti il clero, la ma- za fu innalzala nel mezzo una gran-
gistratura, e la popolazione. Disce- diosa colonna trionfale, invenzione,
so in questo luogo il santo Padre, come degli altri monumenti, del
venerò nella chiesa di s. Lucia la fabrianese Tommaso Rossetti. Sette
reliquia di una sagra spina che ivi iscrizioni celebranti le virtù e le
VOL. XXII. 18
ay4 FAB FAB
gesta del Pontefice , erano state ca famiglia. Ivi pur Irovavasi mon-
collocate attorno la colonna , nei signor Francesco Faldi, zelante ve-
rettangoli della base, ed in mezzo; scovo di Fabriano e Matelica, col
sotto stavano i geni delle quattro capitolo della cattedrale. Dopo di
parti del globo, personificate in al- avere orato, e ricevuto dal mede-
trettante statue; agli angoli poi del- simo monsignor vescovo la bene-
la gradinata corrispondevano quat- dizione colla ss. Eucaristia prece-
tro statue, rappresentanti la for- dentemente esposta, passò il Pon-
tezza, la prudenza, la giustizia, e tefice all'alloggio preparatogli, nel-
la sapienza, con analoghe iscrizio- l' annesso monistero, dagli antichi
ni; finalmente decorava la base del- suoi correligiosi, come
che quegli
la colonna l' arme pontificia tra avea prima professata la regola del
due fame, e la gradinata aveva dei s. padre Romualdo, ed anche avea

leoni per abbellimento. Altre allu- dimorato nel medesimo monistero,


sive iscrizioni poi, erano nella fac- allorché essendo abbate camaldo-
ciata esterna del palazzo governa- lese si portò due volte a Fabria-
tivo ; in quella della chiesa de' ca- no per venerare le ceneri del san-
maldolesi, sopra la porta dell'ap- to, alla cui chiesa, all'esaltazione
partamento del contiguo moniste- al pontificato, donò i sagri para-
ro, che, come diremo, fu abitazio- menti che adoperava da Cardinale,
ne del Papa; neh' interno del mo- oltre altre beneficenze. Anzi in
nistero delle monache cassinesi di questa circostanza avendo appreso
s. Margherita; sull'atrio dell'ora- che per aggrandire la piazza, ch'è
torio comunale, ove fu raccolta una dinanzi al monistero, occorse demo-
collezione di eccellenti dipinti fa- lire un piccolo oratorio della con-
brianesi, per opera dei proprietari fraternita del ss. Sagramento, som-
cittadini; sull'ingresso al famige- ministrò una generosa somma in
rato museo di avori Possenti; sul- compenso al sodalizio, colla quale
la porta della cartiera Miliani ;
il medesimo ha un poco più. indie-
sulla torre della comune in piaz- tro edificato un bell'oratorio sul
za ; e nella facciata del duomo. disegno del eh. Rossetti, sodalizio
Tali iscrizioni, con una dedicato- che dal medesimo Pontefice venne
ria del gonfaloniere, magistrati, e ulteriormente beneficato con per-
concittadini, a chi n'era glorioso petua dotazione. Nella seguente
argomento, colle incisioni della co- mattina Gregorio XVI calò a ce-
lonna, e dei due archi furono im- lebrare la messa all'altare maggio-
presse in un opuscolo e dispensate. re della chiesa, assistito da due
Tra le più vive acclamazioni e abbati camaldolesi, da alcuni mo-
sensi di pura gioia, il sommo Pon- naci, e dagli individui di sua cor-
tefice discese dalla carrozza alla te, e lasciò alla chiesa per dona-
chiesa di s. Biagio de' camaldolesi, tivo il nobile paramento bianco ri-

ove venne debitamente ricevuto dal camato in oro, e il bel calice di

Cardinal d. Ambrogio Bianchi, già argento, colla coppa e patena d'o-


abbate di quelP attiguo monistero, ro che avea adoperati nel sagrifi-

ed allora, come al presente, abba- zio; indi al medesimo altare ascol-


te generale della congregazione ca- tò la messa di monsignor Giusep-
maldolese, e da tutta la monasti- pe Arpi nobile fabrianese, suo pri-
,

FAB FAB 275


mo cappellano segreto e caudata- de'medesimi, pel decoro che ne ri-

rio. Accompagnato poi dal suo de- sultava alla rimarcando il


città ,

coroso corteggio recossi il Papa al- nobile e prezioso incremento di sii


la cattedrale, ov'era decorosamen- importante collezione e museo, da
te esposto il ss. Sagramento, col quando l'avea visitato allorché era
quale die la triplice benedizione abbate camaldolese. Fu allora che
monsignor vescovo di Fabriano. il conte Possenti, pieno di giubilo

Passando poscia nel contiguo epi- per l'onore singolare compartito-


scopio, benedì solennemente i fa- gli, e per le parole benignissime
brianesi e l' immenso popolo divo- che a lui rivolse il supremo Ge-
ta mente accorso dai circostanti luo- rarca, gli umiliò l'opuscolo che de-
ghi, che assordarono l'aria coi gridi scrive il suo museo, di cui facem-

di letizia di cui erano religiosamen- mo superiormente menzione, con


te penetrati. Asceso poscia in tro- apposita dedica relativa alla lieta
no in una delle sale dell'episcopio, circostanza, e ne fece contempora-
avendo a fianco il Cardinal Bian- neamente dispensare al nobile di
chi, monsignor vescovo presentò al lui seguito. Essendo di detto opu-
comun padre e sovrano il clero se- scolo autore il eh. Camillo Ramel-
colare, e per il primo il capitolo li, che colla coltura delle scienze
della cattedrale, quello regolare, ed onora la patria, così ebbe l'onori-
altre distinte persone. Essendo va- fica soddisfazione di fare al Papa
cante la prima dignità della cat- la descrizione erudita dei principali
tedrale, ossia il priore, in quella oggetti,che fermarono 1' attenzio-
circostanza il Pontefice ne investì ne Pontefice, siccome intelli-
del
il canonico penitenziere della me- gente mecenate delle arti belle, che
desima Antonio Bracci, prò- vi-
d. perciò esternò eziandio il suo com-
cario generale, siccome zelante, pio piacimento al dotto illustratore del-
e dotto ecclesiastico ; e in pari avori ( Il conte Gi-
la collezione di
tempo conferì il di lui canonicato rolamo nell'agosto i843 morì, e
ad altro rispettabile soggetto. Se- nel num. 72 del Diario di Roma,
guito da monsignor vescovo , dal si legge un' onorevole necrologia
governatore e dalla magistratura, dettata dal concittadino monsignor
il santo Padre siportò ad orare Emidio Gentilucci). Dipoi si tras-
nella chiesa di s. Benedetto de'mo- ferì il Pontefice alla primaria car-
naci silvestrini, ove venne ricevu- tiera del Miliani, osservò il gran
to dal Cardinal Mario Mattei, be- lavorio ivi attivato, lodò la perfe-
nemerito protettore di quella con- zione cui è giunta, e cui va sem-
gregazione, dal p. generale , e da pre più ad aumentare, ammise
tutta la religiosa famiglia, che pa- tutta la famiglia e lavoranti al ba-
ternamente ammise ai bacio del cio del piede,ed accettò un omag-
piede. Uscito il Pontefice dalla chie- gio d'ogni specie di carta che gli
sa passò ad onorar la casa del venne presentato. E qui noteremo,
conte Girolamo Possenti, dove am- che Leone XII ad incoraggire sì
mirò la tanto stimata collezione utile e fiorente opificio, dall'estero
di lavori antichi in avorio, e si e da Fabriano fece portare a Ro-
congratulò col benemerito conte ma campioni delle carte più bel-
raccoglitore industre e intelligente le, laonde si potè allora conoscere
,,

276 FAB FAB


che la cartiera Miliani non teme- Tliealrum civitatum et admirando-
va verun confronto, e superava le runi Italiae; Nintoma accadèmico
estere cartiere nella qualità e gran- disunito, Lettera sopra la batta-
dezza della carta per imprimere i glia tra romani, e i galli e san-
i

rami il perchè rendendo ciò noto


; niti nel contado Seminate, Vene-
al pubblico con articolo inserito nel zia 1749- Sotto tal nome è na-
Diario di Roma, premiò i tre fra- scosto quello del fabrianese monsi-
telli Miliani con altrettante meda- gnor Filippo Montani, del quale
glie d'oro colla sua pontificia effi- inoltre abbiamo Seconda lettera
:

gie, e con epigrafe incisa in lode sopra la battaglia tra Narsete ca-
dei premiati. Nelle ore pomeridia- pitano di Giustiniano I imperato-
ne sua Santità consolò di sua pre- re, e Totila re de'goti; e Terza
senza i monisteri delle domenicane lettera sopra il nome di Giano da
di s. Caterina, delle cassinesi di un ramo dell'Esio, che passa per
s. Margherita, delle benedettine di Fabriano, con annotazioni, Vene-
s.Luca, e delle cappuccine di s. zia 1754; e Quarta lettera postu-
Giuseppe. Nella sera , come nella ma intorno alcune iscrizioni di Sen-
precedente, nella città vi fu gene- tino, Tufico, ed Attidio, Jesi pel
rale illuminazione , distinguendosi Bonelli 1775. Fr. Gio. Domenico
particolarmente quella delle faccia- Scevolini, Dell'istorie di Fabriano ,

te degli archi eseguita a lampadi- colle annotazioni del Colucci, Fer-


ni colorati, ed ebbe pur luogo l'in- mo 1792; oltre gli altri autori
cendio di un vago fuoco artifizia- succitati, e che da ultimo note-
le. Finalmente dopo aver dispen- remo.
sato varie beneficenze, e divoti do- Fabriano restò nella diocesi di
» ni, decorati della croce cavallere- Camerino sino al pontificato di Be-
sca di s. Gregorio il gonfaloniere, nedetto XIII, senza distinzione,
e Giuseppe Miliani, nella mattina ma essendone vescovo Cosimo Sil-
seguente del dì 20 il Pontefice, as- vio Torelli di Forlì sino dal 17 19,
sistito da due abbati camaldolesi quel Pontefice avuti in considera-
celebrò la inessa nel nobile sotter- zione i tanti pregi che distingue-
raneo della chiesa , ove sono in vano Fabriano, nel concistoro dei
gran venerazione le ceneri di s. i5 novembre 1728, e coll'autori-
Romualdo , e poscia compartendo tà della costituzione Notoriae situi,
ai fabrianesi di nuovo la benedi- che si legge nel Bull. Iìom. tom.
zione apostolica, e rivolgendo parole XII, pag. 332, diede il titolo di
benevoli e di pieno gradimento e città a Fabriano, ed eresse in cat-
soddisfazione a monsignor vescovo tedrale la sua principale chiesa di
ed al magistrato, s'avviò alla volta s. Venanzio, e dichiaratala vesco-
di Gualdo Tadino, essendosi al- vato, la unì a quello medesimo
quanto fermato a Cancelli ed a di Camerino, per cui il nominato
Fossato per benedire il popolo che vescovo s' intitolò vescovo di Ca-
impaziente lo attendeva. merino e Fabriano. V. Bcncdictus
Della storia di Fabriano scrisse- XIII bulla super erectione insignis
ro i seguenti autori. L'Arsenio, nel- collegiatae s. Venantii in cathedra-

la Censura sopra la cattedra li tà leni, et terrae Fabriani in civìla-


di Fabriano j Giovanni Blavio tem, Romae 1732, typ. R. C. A.;
FAB FAB 277
Franciscus Corazza, Restrictio farti, fatta da monsignor Vinci arcivesco-
et juris cur?i summarìo prò capi- vo di Berito, mandato colà in vi-
tulo, et ecclesia s. Venandì Fa- sitatore apostolico, conobbe ch'era
brianij contro, capitulum 3 et eccle- utilissimo alla salute spirituale del-
siam cath. Camerini, ejusque co- le numerose popolazioni, lo smem-
munitotem, ac capitulum s. Nico- bramento di due città, che rimane-
lai civitatis Fabriani, Romae typ. vano troppo lontane da Camerino,
Mainateli ij3i; Sanctis Josephus cioè Matelica e Fabriano, conti-
Philippus, de Camerinen, et Fa- nuando tuttavia ad essere la dio-
brianen , praetensae cathedralita- cesi camerinese molto vasta. Nel-
tis, 1732; Pacomio, Lettera istrut- 1' esonerare Pio VI il vescovo di
tiva sopra la pretesa cattedralità Camerino del governo pastorale
di Fabriano al capitolo e magi- di Matelica e Fabriano, conservò
strato di Camerino; Aurelio Sa- a quella mensa intatte le sue ren-
nucci, Risposta sopra quanto ha dite, obbligando in vece la città di
scritto l'arciprete Pacomio in pro- Matelica e Fabriano all' onesto e
posilo della cattedralità di Fabria- decoroso mantenimento del nuovo
no, Roma 1732; Pacomio, Lettera vescovo, ed incorporando alla men-
di replica alla risposta di Aure- sa diverse parrocchie camaldolesi
lio San ucci circa la pretesa catte- dell'abbazia di Val di Castro. Quin-
dralità di Fabriano. Si può anche di, con bolla data a'7 luglio 1785,
consultare 1' sacra s
Ughelli, Italia effettuò il ripristinamento del seggio
non che Turchius, De
Octavius 1' unì a quel-
vescovile di Matelica,
ecclesiae Camerinensis Pontificibus lo Fabriano, staccandoli ambe-
di
libri VI, praecedit de civit. et ec- due da Camerino, e dichiarandoli
cL Camerinensi dissertatio, Romae immediatamente soggetti alla san-
1762. Cagione di sì fatte scrittu- ta Sede. V . Sanctissimus in Chrì-
re furono i camerinesi, che avendo sto Patris, et Domini nostri Pii
in Camerino l'insigne collegiata di divina providentia Papae sexli lit-
s. Venanzio loro patrono, la cui terae apostolicae, quibus Fabria-
chiesa ora si sta magnificamente nensis episcopatus a Camerinensis
riedificando, con dispiacere videro sejungitur, et Mathelicensis civitas
eretta in cattedrale la chiesa che in episcopalem reintegratur, et quate-
al medesimo santo era dedicata in nus opus de novo erigitur, eaque
sii

Fabriano. Fabrianensis ecclesiae aeque prin-


11 sommo Pontefice Pio VI, vo- cipe liter unilur, Romae 1785, ex
lendo erigere nuovamente in sede typ. R. C. A. Nel concistoro poi
vescovile Maidica (Fedi), e ad essa de' 26 settembre 1785, Pio VI
unirvi quella di Fabriano eretta da preconizzò per primo vescovo di
Benedetto XIII, e da lui unita a Ca- Fabriano e Matelica, monsignor
merino col carattere non di figlia, Nicola Zoppetti patrizio di Foli-
ma di eguale, udite prima le con- gno, ex. provinciale degli eremita-
trarierimostranze di monsig. Luigi ni di s. Agostino. A questi pro-
Amici camerinese, vescovo di Ca- gressivamente successero i monsi-
merino e Fabriano, e l'esatta rela- gnori Gio. Francesco Cappelletti
zione dello stato così civile che ec- nobile di Rieti, fatto da Pio VII
clesiastico della città di Fabriano, agli 1 1 agosto 1800; Domenico
, ,,

278 FAB FAB


Buttaoni nominato dal
di Tolfa, nacque nel i65i in Pistoia da no-
medesimo Papa a' 26 agosto 1806; bilissima e chiara famiglia. Percorre
Pietro Balducci forlivese , della nella patria i primi studi, li prosegui
congregazione della missione, trasla- in Roma nel collegio romano, e li

to da Sarsina dallo stesso Pio VII, compì nella celebre università di Pi-
3*27 settembre 1822; e l'odierno sa, dove ottenne la laurea nelle civili
monsignor Francesco Faldi di Bolo- e nelle ecclesiastiche discipline. In
gna, fatto vescovo dal regnante Gre- questa città fu ammesso più volte
gorio XVI nel concistoro de' 2 ot- alla corte di Cosimo 111, grandu-
tobre dell'anno 1837. ca Toscana , il quale dovette
di
La chiesa cattedrale di Fabriano è ammirare nel Fabroni le più scelte
dedicata a Dio, e in onore di s. Ve- doti di spirito, e non comune vi-
nanzio martire, avendo tra le reli- vacità dell' ingegno. Si acquistò
quie il capo del b. Costanzo do- quindi l'affetto di quel principe
menicano fabrianese: ha il fonte che adoperò tutti mezzi per aver- i

battesimale, e la cura d'anime è lo seco in Toscana ; ma non aven-


affidata al parroco. Il capitolo si do potuto distorlo dal suo propo-
compone della dignità del priorato, sito di stabilirsi in Roma, conser-
di tredici canonici cui sono unite vò secolui nondimeno familiare car-
le prebende del teologo e del pe- teggio , scrivendogli quasi sempre
nitenziere, nonché di otto cappella- di propria sua mano. Recatosi per-
ni, ed altri preti e chierici addetti tanto nella capitale del cattolico
all' uffiziatura. Oltre la cattedrale mondo, sotto la protezione dei Car-
in Fabriano sonovi tre altre parroc- dinali Jacopo e Felice Rospigliosi
chie, tutte munite di battistero, suoi concittadini e parenti , si con-
una delle quali è la collegiata di ciliò la benevolenza di tutti gì' il-

s. Nicola. Inoltre vi sono sette con- lustripersonaggi e specialmente del


venti e monisteri di monaci ed Cardinale Gianfrancesco Albani, che
altri religiosi, compresi quelli di fu poi Clemente XI; i quali in
s. Silvestro sunnominato, e di Val- molte letterarie adunanze, e in par-
le Eremita; cinque monisteri di ticolare in quelle che tenevansi nel
monache, comprese le maestre pie; collegio di propaganda, ebbero a co-
Torfanatrofìo di donzelle, il con- noscere il di lui sapere molto profon-
servatorio delle esposte, l'ospedale do e maturo. Fu incaricato dall'arci-
pegli infermi, diverse confraternite, vescovo di Napoli , il Cardinale
il monte di pietà, il mónte fru- Cantelmo, di assumere le sue di-
mentario, e il seminario per am- fese contro i regi ufficiali, che gli
bedue le diocesi. Ad ogni nuovo contrastavano alcuni punti sulla
vescovo la mensa di Fabriano e episcopale giurisdizione, e tal affa-
Matelica è tassata ne' libri della re così felicemente condusse a fine
cancelleria apostolica in fiorini che Innocenzo XII ,
prevenutone
duecento. Le due città hanno o- dalla fama, lo promosse alla cari-
gnuna l'episcopio, per cui il ve- ca di segretario de' memoriali. In
scovo risiede alternativamente, per quest'ufficio fece risplendere le bel-
l'ordinario, sei mesi per cadauna. le qualità che adornavano l'animo
FABRONI Cablo Agostino, Car- di lui, sempre attento ad onorare
dinale. Carlo Agostino Fabroni ed esaltare le virtù degli altri , ed
,, ,

FA13 FAC 279


occultare i propri suoi meriti. As- la costituzione Vnigenilus , in cui
sai egli infatti si adoperò per l'e- si studiò che fossero esposte nel
saltamento degli onorati soggetti ;
modo il più chiaro le insidie del
ma quando trattavasi della gloria perverso Quesnello. Fu destinato
propria, non permise mai che al- ancora a trattare gli affari col sig.
cuno facesse una sola parola a suo d'Amelot, spedito a Roma da Lui-
favore. Ad onta di tanta virtù gi XIV, il quale tornato in Fran-
chi '1 crederebbe ? si attirò le sa- cia, non cessava di fare magnifici
tire de' maligni ed invidiosi super- elogi del Cardinale Fabroni. Oltre
bi, e non poca agitazione dovette di tuttociò , venne impiegato in
sostenere quell' animo ben avventu- molti diversi affari della Chiesa
rato, che riuscì peraltro sempre vit- come apparisce da parecchi bigliet-
torioso delle petulanti maldicenze ti, scritti di mano propria del Pa-
ini miche. Col pretesto di onorevo- pa, e conservati dall'abbate Alfon-
le promozione, lo si fece passare, so Fabroni di lui nipote ed ere-
nel 1695, all'ufficio di segretario de; ne' quali fu sempre costante
di propaganda, allora impiego dif- la sua saggezza , nonché l'ottimo
ficile assai pel decadimento nella disinteresse. Cultore delle scienze,
economia, accaduto per le turbo- e protettore degli studiosi , lasciò
lenze di Pietro Codde, vicario apo- alla patria la sua biblioteca ben
stolico nelle missioni di Olanda. Il numerosa e scelta, per la quale fe-
Fabroni però così bene seppe de- ce erigere una bellissima sala, e
ludere le insidie degli avversari destinò una parte delle annue sue
suoi, che non solo ridusse al ter- rendite. La maggior quantità però
mine la causa di quel perturbato- delle sue facoltà , impiegò nelle
re, ma ottenne ben anco dal Pa- opere pie, tra le quali il perpetuo
pa un dono di centomila scudi mantenimento di due chierici nel
colla qual somma rimise l' equili- seminario di Pistoia. Una vita cosi
brio negli affari sbilanciati di quel- utile alla Chiesa e allo stato con
la congregazione. Clemente XI, pe- universale dolore fu tolta Ro- in
netrato vivamente del merito rea- ma l'anno 1727; e le spoglie mor-
le di lui, volle ricompensarlo, ascri- tali consegnate furono ad una tom-

vendolo al sacro collegio. Siccome ba dinanzi l' aitar maggiore nella


però non avea ricco patrimonio, il chiesa di s. Agostino, dove si leg-
Cardinale Sperelli gli presentò la ge a perpetua memoria la più lo-
rinunzia di una ricca abbazia, co- devole iscrizione. L' orazione fune-
sa che il Papa non volle permet- bre in lode di questo Cardinale fu
tere. Disposte però le cose diver- stampata a Firenze nel 1729.
samente , a' 17 maggio 1706 lo FACCHINETTI Giannantonio.
creò prete Cardinale di s. Agosti- V. Innocenzo IX Papa.
no, e poscia lo nominò prefetto del- FACCHINETTI Antonio, Car-
la congregazione dell'indice, e mem- dinale. Antonio Facchinetti della
bro della congregazione del s. offi- Noce, de' marchesi di Vianino, pa-
zio, dei vescovi e regolari, di propa- trizio bolognese, e dal canto ma-
ganda, de' riti, e protettore de'ca- terno pronipote d'Innocenzo IX,
nonici lateranensi e de' monaci di nacque nel iSj^. Non tardò a
Vallombrosa. Ebbe gran parte uel- spiegarsi nel giovanetto un' indole
280 FAC FAC
la più soave, un' illibatezza di co- messe al solo suo arbitrio. Fu po-
stume, e una prudenza maggiore scia annoverato tra prelati del i

assai dell'età, per cui molte cose buon governo, ed ebbe non poche
si dovettero sino da' più teneri an- importanti incombenze, tra le qua
ni predire di lui. Nell'età di anni li quella che in dataria si appella
dieciotto dal medesimo Innocenzo il Conccssum. Col carattere di nun-

IX 18 dicembre i5()i fu creato


a* zio straordinario si trasferì alla
diacono Cardinale de'Santiquattro, corte di Madrid presso Filippo IV,
ed ascritto alle primarie congregazio- per trattare la lega de' principi
ni. Nelle sedute che si tengono in cristiani contro i turchi. In appres-
queste, fece ammirare la sua sag- so poi fu confermato in quella de-
gezza e dottrina, di modo che più stinazione, come nunzio ordinario,
volte se ne destò la meraviglia co- nel qual officiosostenne con fortis-
mune. Ma un' immatura morte sima intrepidezza i diritti della
recise il filo di tante speranze che santa Sede. Circa tre anni dacché
sopra di lui fondava la Chiesa, e fungea quell'offizio, fu chiamalo in
il orna nel 1606 dovette piagne- Roma, e dopo un anno da Urba-
re la sua perdila. Due giorni pri- no Vili a' i3 luglio i643, ascritto
ma della sua morte scrisse una al sacro collegio col titolo de' Santi-
lettera assai commovente alla ma- quattro. Nel i645, venne eletto a
dre ; e il dì prima di morire in- vescovo di Sinigaglia, dalla qual se-
torno a sé raccolti i domestici suoi, de, nel i655, fu trasferito al ve-
tenne loro fervoroso sermone, esor- scovato di Spoleti. Quivi accrebbe
tandoli all'esercizio delle cristiane le rendite del seminario e contri-
virtù.Lasciò la suppellettile della buì considerabili somme pel ristau-
sua cappella alla diaconia da lui ro della cattedrale, che arricchì di
posseduta. Le spoglie mortali fu- sacre suppellettili. In questa chiesa
rono deposte nella chiesa di s. Ma- accolse con ecclesiastica pompa la re-
ria della Scala. gina di Svezia Cristina, che recavasi
FACCHINETTI Cesare, Cardi- in Roma. Egualmente aveva amplia-
nale. Cesare Facchinetti bolognese, to ed arricchito la cattedrale di Si-
nipote del Cardinale Antonio, e pro- nigaglia, alla quale vi aggiunse la
nipote di Innocenzo IX, ebbe i na- tribuna. Siccome sagacissimo vesco-
tali nel 1608. In età di ventiquat- vo, usava gran diligenza nella scelta
tro anni recatosi in Roma , inco- de' parrochi, e nessuno ammette-
minciò subito la carriera degli ono- va alla cura, quando non lo avesse
ri, che sostenne sin dal principio prima esaminato severamente nel-
con massimo decoro e virtù. Ur- la scienza e ne' costumi. Era ele-
bano VIII, allora regnante, cono- mosiniere per modo che si acqui-
sciutone il di lui beli' ingegno e stò bel titolo di padre de po-
il

l'ottimo cuore, lo nominò segreta- veri. Dolce assai di maniere, affa-


rio della congregazione de' vescovi bile con ogni qualità di persone,
e regolari. In quest' impiego con protettore degli studiosi, cultore
tale saggezza pose fine a parecchie delle scienze, rigido osservatore del-
dillcrenze, insorte in qualche reli- la giustizia, venia insieme amato
giosa comunità, che molte cause da ciascheduno e temuto da' ma-
venivano dalla congregazione ri- levoli. Dopo la morte del Cardi-
FAE FAE 281
nal Barberini , sostenne provviso- antico Gallia Togata, indi Flaminia,
riamente il carico di vice-cancellie- e poscia Emilia. Questa nobile ed
re della S. R. C, e dimesso il primo antica città è attraversata dalla via
titolo, 1G80, il vescovato
ebbe, nel Emilia, così detta perchè Marco
di Ostia e Velletri, divenendo anco- Emilio Lepido, continuò la strada
ra decano del sacro collegio. Tre Flaminia, che da Roma conduceva
anni dopo morì in Roma, ed ebbe a Rimini, sino a Piacenza. È po-
sepolcro nella cappella di s. Tere- sta in fiorente pianura bagnata dal
sa in s. Maria della Scaia. Era fiume Amone, che volgarmente ap-
stato egli presente a cinque con- pellasi Lamone, e da Plinio è deno-
clavi, e più d'una volta avea avuti minato Alleino, e nelle antiche scrit-
parecchi voti per la cattedra pon- ture Amo, perchè in molti luoghi
tificia. della terra erano templi sacri a
FACOLTÀ' ( Facultas). In ter- Giove Ammone, uno de' quali era
mine di scuola, si dice dei membri dappresso a Brisighella. Dai gioghi
di una università, divisi secondo le dell'Apennino deriva tal fiume, il
diverse arti o scienze che ivi in- quale decorrendo a levante della
segnano. Sonovi diverse facoltà det- città, quasi ne bagna da quel la-

te facoltà delle arti liberali,, che to le mura, e la separa dal borgo


comprendono la umanità e la fi- di Urbecco mediante un bel ponte
losofìa, quelle di medicina, di giu- antichissimo di marmo, ch'era sor-
risprudenza, di teologia ec. V. Dot- retto da tre grandi archi, sopra
tore ed Università'. de' quali si elevavano due massic-
FACUSA. Città vescovile della cie ed alfe torri merlate, che per
prima Augustamnica, sotto il pa- la loro costruzione indicavano la
triarcato di Alessandria, che altri rozzezza de' tempi in cui vennero
chiamano con più nomi, cioè Pha~ edificate. Questo
ponte, ritenuto
cusa, o Phacussa dai greci, e Tall- già uno più importanti monu-
de'
Faqous o semplicemente Faqous menti di Faenza, e che dava co-
dagli arabi. Commanville la dice municazione alla città col borgo,
eretta nel quarto secolo, e sottopo- cadde fatalmente a' i4 settembre
sta alla metropoli di Pelusio, seu 1842, a cagione delle alluvioni, che
Belbais o Damietla. Tolomeo rac- ingrossando i torrenti i quali uni-
conta che Facusa fu città capitale scono le loro acque a quelle del
di un Nomo, ossia prefettura del- Lamone, con impeto il rovescia-
l' Arabia, che al dire dei geografi rono, rompendo gli argini in-
e
appellavasi Tarabia. Questa città nondarono le campagne, recando
era situata sulla riva orientale del immensi danni, anche in qualche
ramo più considerabile del Nilo, parte della città, ove le sue acque
dello pelusiaco ; e le sue rovine penetrarono, per non poter il fiu-
sono vicino a B ubaste* Di Mosè suo me, per ristraordinaria piena, aver
vescovo ne , fa menzione Melezio. il consueto regolar corso sino al-
FAENZA (Faventin). Città con l'Adriatico, ove mette foce. L'im-
residenza vescovile degli stali pon- magine della B. V. Annunziata
tificii, nella legazione apostolica di ch'era affissa nella detta torre, pro-
Ravenna, e in quella parte d'Italia digiosamente si salvò. Ora venera-
oggidì chiamala Romagna, e in si in una cappella del duomo.
282 FAE FAE
A'tempi di Costantino imperato- vorc appianò gli ostacoli, laonde
ri*, in vece del caduto ponte altro col benefico aiuto del magistrato,
ne sorgeva ad un solo arco, di mi- fece il canale che dal suo cogno-
rabile lavoro, e degno di quel l'e- me è chiamato Zanetti, lungo ot-
poca. Per molti secoli si ammirò to leghe, fornito di ponti, di mu-
quella colonna che i grati faentini lini, di barche da trasporto, di
aveano ivi eretta a memoria del- magazzini, e d* una darsena vicino
l'edilizio, e di quel pio, ed anco alla città. Lungo le rive sonvi ver-
per loro magnanimo principe. Dal deggianti pioppi , e maceratoi di
Lamone partono le acque del ca-
si canape e di lino, il quale è molto
nale Zanetti^ che agevola le comu- stimato.
nicazioni mercantili col Po di Pri- E qui noteremo , che Faenza
maro. Va qui notato che la città abbonda di tutte le rurali produ-
di Faenza nel secolo XIV godeva zioni, e feracissime sono le sue vi-
il beneficio della navigazione, e di ti, per cui gli antichi stemmi del-
un porto, ed è perciò che i faen- la città, eranoadorni di foglie di
tini nel declinar del secolo XVII, viti. Nel secolo XIII, e prima che
persuasi dei vantaggi che sareb- Faenza sostenesse il micidiale asse-
bero derivati alla patria rinnovan- dio di Federico II, la città com-
do commercio per un ca-
l'antico prendevasi nello spazio di cinque e
nale navigabile, non dubitarono di più miglia, e in modo che il fos-
affidarneil progetto al valente ma- sato che al presente la cinge alia
tematico Pietro Maria Cavina, il distanza d'un miglio, e che appel-
quale colle slampe del Zarafagli, lasi la Cerchia , mostra essere ciò
nel 1682, pubblicò in Faenza l'o- che rimane dell'antico recinto de'
puscolo intitolato: Commercio dei molti e importanti borghi che sor-
due mari Adriatico e Mediterra- gevano in que' giorni, come si ve-
neo per la più breve e spedita stra- dono i luoghi ov' erano le porte
da dell'Italia occidentale3 conside- della città. Ma Federico II impera-
rato neW antichissima strada per tore fatte atterrare le borgate e i

V Apennino, e sopra il pensiero di diversi bastioni, ne diminuì così la


un nuovo canale navigabile da forza e l'ampiezza. Se non che giun-
Faenza all'Adriatico. Ma a cagio- ti dappoi i Manfredi a signoreg-
ne delle circostanze de' tempi, la giare la città e il territorio., ne ri-
città non fu in grado di mandare fecero la muraglia con fortificazio-
ad effetto sì utile ed ingegnoso pro- ni, e fu circoscritta entro il re-
getto. Negli ultimi anni del seco- cinto di quasi tre miglia. La stra-
lo seguente il conte Scipione Za- da chiamata il Corso è spaziosa e
nelli, non potendo persuadere ne il rettilinea, qualità che risaltano pu-
governo, né il civico magistrato, che re nelle altre strade principali. A
il suo analogo progetto presentava cagione delle guerresche devasta-
facile riuscita,
ed era migliore del zioni, non vi sono in Faenza avan-
primo, deliberò di assumerne da zi di edifizi anteriori alla gotica
se l'impresa, che portò a compi- dominazione ; sebbene negli scavi
mento sotto gli auspicii del Pon- si rinvenissero colonne, statue, la-
teficePio VI, a cui era in paren- pidi con romane epigrafi, da cui
tela come cugino. 11 sovrano fa- si congettura che l' odierna città
FAE FAE 283
sia nata dalle rovine dell' antica. lavacro di marmo. Ne fu architet-
Faenza è decorata di parecchi edi- to il p. Paganelli domenicano, ed
lìzi leggiadri e magnifici; facendo illustre faentino. Carlo Cesare Sca-
mostra d'anfiteatro la piazza mag- letta celebrò i singolari pregi di
giore, pel duplice loggiato ch'e- questo fonte, coll'opuscolo intito-
stendesi da ambo i lati. In una lato: Il fonte pubblico di Faenza,
delle loggie superiori, ove pur fu- e la descrizione dì ogni sua parte,
rono le pubbliche scuole, vi fecero col modo di mantenere e di rego-
residenza i podestà di Faenza, ed lare le acque, aggiuntavi un ap-
era vi contiguo l'antico teatro, cui pendice che serve di scuola agli
presiedeva accademia de' Remoti.
l' architettiper comporre simili fab-
Ivi pur sorgeva un'alta torre, che briche, Faenza 17 19, per GiosefFo
per decreto magistrale fu demo- Antonio Archi.
lita 1776, esistendo altra tor-
nel Sugli avanzi dell' antica rocca,
re, ad altro angolo della piazza, già dai vicari della santa Sede
più sontuosa, sulla quale nel i6i5 innalzala a valido propugnacolo del-
fu collocata l'immagine della Bea- la città, il faentino monsignor Can-
ta Vergine di marmo bianco e ben toni, vescovo della città, eresse il

lavorata. Il palazzo della comune pubblico e grandioso ospedale, con-


è ampio e magnifico, ed ivi at- tribuendovi eziandio altri ospedali
tualmente risiedono il governatore e pii stabilimenti. Avvi inoltre l'o-
e il magistrato della città, coi loro spedale de'proietti, l'ospizio pei po-
uffizi e dipendenti. In questo pa- veri fanciulli, l'orfanotrofio pei ma-
lazzo, già abitazione dei potenti schi, ed altri lodevoli pii luoghi.
Manfredi , si ammirano leggiadri Cospicua è la pubblica biblioteca,
dipinti a fresco, anche recenti. Mol- ora esistente entro il novello pur
ti e vasti appartamenti, due ampie pubblico ginnasio ed il fiorente ,

sale, e gallerie decorano l'edifizio. seminario venne fondato dal vesco-


Da una di queste gallerie si passa vo de Grassi nel 1077, e perciò
al nuovo teatro , opera pregevole uno de' primi istituiti dopo il con-
dei cav. Pistocchi, architetto faenti- cilio di Trento. Nel ginnasio è col-
no, che il compi nel 1788; essen- locata una serie di pregevoli pit-
do encomiato sì per la struttura ture, prima esistenti nella pinaco-
che per gli eleganti abbellimenti teca del liceo. Copioso è il nume-
che lo nobilitano. Raro e vago or- ro delle belle chiese, che formano
namento della medesima piazza il principale ornamento di Faenza,

maggiore, è la fontana che sta da delle quali ci limiteremo ad un


un lato, circondata di cancelli, de- cenno delle primarie, mentre è no-
corata da tre grandi leoni, simbo- to che nel secolo XVII, settanta-
lo del civico stemma, nonché da due erano i sagri templi. La cat-
varie aquile e di bronzo
draghi tedrale , ossia il duomo, fu inco-
che ricordano quello di Paolo V minciata nel 147 3 dal vescovo Fe-
sotto del quale la fontana fu ter- derico, figlio di Astorgio Manfredi
minata. Dalle bocche ed altre par- signore di Faenza , compiendola
ti del corpo degli animali zampil- Galeotto suo fratello: vuoisi archi-
la l'acqua, che insieme agli altri tettata da Bramante Lazzeri, con tre
gettiti cade neh" ampio sottoposto navate grandi, come grande n'è la
284 FAE FAE
cupola. Venti sono le cappelle la- ma d. Andrea Strocchi faentino
terali, oltre l'altare maggiore. Tra pubblicò le eruditissime Memorie
i tanti suoi pregi e decorazioni, isloriche del duomo di Faenza, e
sono a nominarsi marmi, le co- i de personaggi illustri dì quel capi-
lonne, dipinti ec.
i mentre tra le , tolo, corredate di XIV tavole in-
cappelle merita special menzione cise, il tutto con isplendida edizio-
quella elegante di Maria Vergine ne. Ma il primo tempio cattolico
delle Grazie, speciale protettrice di Faenza si è la chiesa di s. Ma-
de'faentini, i quali sempre a lei ri- ria vecchia o ad Nives, chiamata
corsero con prodigiosi successi. Des- già foris Portam, perchè esisteva
sa fu coronata alla presenza del fuori dei sobborghi, e che avanti
Cardinal Cennini vescovo di Faenza la detta rovina, e innanzi l'anno
nel 1 63 1 , ed i pubblici rappre- j /\o, serviva di cattedrale. Succes-
sentanti gli offrirono le chiavi del- sivamente 1' ebbero in custodia i

la città per averla liberata dalla benedettini monaci dell'A- neri, i

peste, ciò che avea fatto prima, e vellana, e i cisterciensi. Abitano al


fece anche dopo; sperimentando per presente l'attiguo monastero le don-
simile flagello, come pel terremoto, zelle esposte: pia istituzione che ri-
il suo patrocinio anche altre cit- sale all'anno i43o circa. Delle al-
tà. Prima la sagra immagine si tre chiese, delle parrocchiali, di quel-
venerava nella chiesa de' domeni- le pertinenti a vari istituti religio-
cani, donde liei 1760 fu traspor- si d' ambo i sessi, come di quelle
tata nella cattedrale. Va qui no- di juspatronato, ne fa la descri-
tato, che sopra la porta della cit- zione il eh. Bartolommeo Righi
tà a dimostrazione di gratitudine, faentino, nel voi. I, pag. 23 e seg.
fu, anni sono, posta in plastica l'effi- de'suoi importanti e applauditi an-
gie in grande dell'istessa Beata Ver- nali della città dì Faenza, e qui-
gine delle Grazie per cura del ma- vi pubblicati nel 1840. Del con-
gistrato comunale, e ciò per la pre- vento e chiesa di s. Girolamo dei
servazione del cholera. pp. osservanti ne tratta il p. Fla-
Inoltre avvi nella cattedrale la minio da Parma nel tom. Ili del-
cappella di s. Pier Damiano, o- le sue Mem. storielle ; del moni-
norevolissimo monumento. Orna- stero e chiesa di s. Maglorio ve-
ta essa è di buoni stucchi e buo- scovo scozzese, delle monache ca-
ni dipinti. L'urna di marmo fino, maldolesi, ch'ebbero ivi origine nel
dove sono gli avanzi del santo dot- 1 3 1
7 dalla cella del b. Lorenzo
tore, è di bel lavoro, e se ne de- camaldolese, abbiamo da Giovanni
ve lode al reverendissimo capitolo, Grilli 1' Origine delle monac/ie ca-
ed al vescovo Stefano Bonsignore, maldolesi di Maglorio di Faen- s.

che concorsero nella spesa; grande za succintamente esposta, Faenza


è la divozione de'faentini, verso di 1747, pel Maranti; e da Giacomo
sì gran santo. Questa chiesa di- Laderchi abbiamo V Inventario del-
venne cattedrale, dopo che Luit- le reliquie e reliquiari di s. Lucia
prando re de' longobardi rovinò la di Faenza dell'ordine cistcrciense,
città ; e da ultimo coi tipi del Mon- Faenza 1733, per l'Archi.
tanari e Marabini, nel i838, in Tra gli opificii di Faenza pri-
Faenza il dotto can. della medesi- mieramente va fatta distinta men-
FAE FAE 2 85

zione delle manifatture e fabbri- ra, la quale ha il credito di una


cazione delle stoviglie di maiolica delle migliori. Le arti e l'indu-
ad imitazione delle porcellane, che stria vi forse più del-
fioriscono,
qui ebbe principio, e dilatatasi poi le altre Piomagna. Vi ab-
città di
nella Francia e nell' Inghilterra bondano eccellenti ebanisti ed in-
portò seco il nome di Fayence tarsiatoli, massime l'officina di cer-
derivatole da questa città : nome to Mingozzi, in cui s'imitano i

che danno gli esteri ai vasi di pregiati lavori antichi in legni co-
quella foggia lavorati; e comunque lorati e in pietre dure; e bravi
dall'odierno raffinamento sieno es- carrozzieri, tra' quali hanno acqui-
si migliorati notabilmente, ninno stato speciale rinomanza i fratelli
può toglierne a Faenza il pregio Casalini, che non lasciano invidia-
dell'invenzione. Osserva il lodato re alla patria e allo stato ponti-
Righi, che forse alle ottime con- ficio le carrozze di Milano, di
dizioni di cotale manifattura ha Parigi e di Londra. Faenza gode
cospirato grandemente una qualità aria salubre, ed ha fecondo terri-
di terra, che nel faentino territo- torio; né manca di acque termali.
rio si trova in gran copia, ed è A quattro miglia della città sca-
mirabilmente idonea a venire ma- turiscono quelle dette di s. Cristo-
neggiata, e a ricevere qualsivoglia foro, delle quali abbiamo da Blan-
forma e impronta. Comunque legge- chelli Menghi, De baltico s. Chri-
rissima essa diviene di tanta soli- stoforì Faventiae. Extat inler
dità che regge costantemente al scriptor. de balneis 3 etc. Venetiis
fuoco e a' bollenti umori. Aggiun- i553. Inoltre venne dimostrala
ge poi che gli scolari di Raffaello la salutifera virtù di acque tali

non isdegnarono di dipingere so- dal dottore Corsieri con opuscolo


pra vari pezzi della faentina maio- stampato nel 1761. Alla stessa
lica, di guisa che invalse l'opinio- distanza della città nel 1819 s*

ne, benché fallace, che Raffaello discoprirono sorgenti d'acque mi-


stesso vi dipingesse; opinione pur nerali, che tengonsi più efficaci
bastevole a far sì che tali dipinti che quelle di Rio-lo-Secco. Si rin-
vasi si guardino tuttavia del pari vengono in alcuni strati di ter-
alle più mirabili pitture in alcune ra diversi minerali ,
pietre , ec.
gallerie. Il Cavina porta opinione V. V opuscolo di scelta erudizio-
che nel secolo XI "V fiorissero e- ne di Pietro Maria Cavina Faveti- :

sperti maestri di maiolica in Faen- iia antiquissìma regio rediviva co-


za ; e le recenti manifatture hanno uatu hislorico-geographico, Faven-
aumentato V antico suo lustro, tan- tiae 1670, ex calcografia Josephi
to nelle stampe, che nel disegno, Zanofallii, con figure. Qui notere-
dipinture e dorature. Va pure ri- mo che ad un Giorgio Zara fagli
cordato l'ingegnoso filatoio, inven- riminese si attribuisce l' introduzio-
tato nel i559 da Paolo Ponteghi- ne della stampa in Faenza, cioè al
no, cui certi negozianti francesi i623; ma è a sapersi, che ivi un
domiciliali in Faenza, nel 1670 ri- secolo prima l'avea introdotta il
dussero al più alto grado di perfe- cremonese Gio. Maria de' Simo-
zione. E pregiala la cartiera eretta netti, che vi durò a stampare pa-
nel 1687, per ^ a carta cne v ' s' ' av0 ' recchi anni. Inoltre la descrizione
&86 FAE FAE
(Iella citlà di Faenza fu stampata ia4» dagli imperiali, e nel i5oo
ìiell' Itinerario italiano nel i8o5, dal famoso duca del Valentinois.
pregiato lavoro del eh. faentino 11 Garampij nelle Memorie istori-
eonte Francesco Ginnasi. che, p. 3, enumerando i fuochi
La città di Faenza stese un delle principali città di Romagna,
tempo i suoi domimi fino alle Al- dopo Rimini, dà la preferenza a
pi , signoreggiando da quel lato Faenza, che ne più di Ra-
avea
Brisighella, Modigliana, Marradi, venna, Forlì, e Cesena. Che Faen-
eia città d'Imola. Al piano do- za avesse la zecca, lo si ha da Gui-
minava Lugo, Cotignola, Bagna- do Zanetti, Delle zecche d'Italia
ea vallo, Solarolo, e Russi , oltre t. II, dalla quale opera fu estra-
parecchi castelli, e munite torri, mo-
to l'opuscolo intitolato: Delle
che ne' diversi luoghi del territorio nete diFaenza dissertazione, Bo-
sorgevano. Forlimpopoli e Meldola logna 1777. Quando Astorgio IH
erano anch'esse soggette per mol- Manfredi, a persuasione del beato
ti rispetti a Faenza, in quanto che Bernardino da Feltre istituì a sol-
erano tenute a ricevere un citta- lievo degli indigenti il sagro mon-
dino Faenza per loro podestà;
di te di pietà per le gratuite pre-
al che eziandio Forlì ebbe ad accon- stanze di denaro, per memoria fu
sentire. Cervia venne pure aggre- in Faenza coniata una moneta di
gata alla signoria di Faenza, quan- argento del valore di paoli due
do quei cittadini abbisognavano di circa, coli' effìgie di Astorgio III

aiuto contro i ravennati; i quali da una parte, e dall' altra l' inse-
dai faentini furono sconfitti, ed in- gna della cristiana pietà.
seguiti sin dentro Ravenna, e al quanto ai dominatori della
In
luogo detto allora Pai Chiavato, città diFaenza, vuoisi che gli at-
che dovettero soggettare alla giu- tici ne fossero i primi reggitori,
risdizione spirituale del vescovo di e che il governo sentisse del po-
Faenza, oltre lo smantellamento polare come quello de' greci. Suc-
di parecchie castella. Combattendo cessi a quelli gli etruschi, è pro-
Carlo Magno il re Desiderio rin- babile che toscano ne fosse il go-
chiuso in Pavia, Faenza mandò vernamento; e caduta Faenza al-
al primo poderose forze. Quando la signoria de' galli, indi migliorò
i generosi lombardi formarono la la sua sorte, divenendo municipio
rinomata confederazione contro Fe- romano. Nei diversi 'avvenimenti
derico I imperatore, Faenza fu la della repubblica, Faenza talvolta
sola città di Romagna che entras- seguì le parti degli ambiziosi, che
se in sì pericolosa impresa. Deg- meditavano impadronirsi del pote-
gionsi pure rammentare gli eletti re, poiché fu seguace di Pompeo.
giovani affidati da Faenza al zelan- Dopo la distruzione dell' impero
te vescovo Giovanni, per la cro- occidentale, e lo smembramento
ciata di Palestina. Confederata ai della potenza greca in Italia, pas-
bolognesi diede essa validi soccor- sò Faenza sotto il paterno regime
si, ed essendo seco loro in guerre, pontifìcio con proprie leggi, e pel-
due volte li pose in fuga. Tre le circostanze eie' tempi divenne
memorabili assedii intrepidamente poi preda di alcuni dominatori. Lo
sostenne, cioè nel ii85, e nel fu temporaneamente d'un Mainar-
1

FAE FAE 287


rio Pagana da Sussenana nel i3oo, bile monsig. Domenico Cattani, as-
e dal 1 3 3 sino
1 ai primi del i5oo sessore della sagra romana ed uni-
fu soggetta alla potenza dei Man- versale inquisizione, se la morte in
fredi, finche, dopo la breve usur- patria non troncava suoi preziosi i

pazione di Cesare Borgia ed oc- giorni. Le sue preclare virtù meri-


cupazione de' veneti , nel 1 5 io tornò tarono di essere lodate coli' Elo-
al pieno dominio della santa Sede. gio stampato pel Conti in Faenza
Vario fu il reggimento civico di nel i838, e dedicato dai fratelli
Faenza, ed a seconda delle suddet- dell' illustredefunto all' odierno
te dominazioni. Quando reggevasi monsignor vescovo, che ne fu l'a-
a popolo, la suprema potestà era morevole scrittore. Le vecchie mu-
nelle mani de' consoli ; poscia dei ra di Brisighella attestano la sua
podestà ch'erano cittadini di altre antica fortezza; ma nel i5oo, l'op-
città, ivi chiamati a fungere l'uf- posizione che fece alle armi di Giu-
fizio di rettori. Venne pure retta lio II, le produsse molti guasti.
dai capitani del popolo, che ordi- Vi è la collegiata di san Miche-
nariamente venivano eletti fra i le arcangelo, e la chiesa di san
principali cittadini ; ma dessi abu- Giovanni Battista va rammenta-
sando del potere divennero assolu- ta , insieme a quella de' mino-
ti dominatori. Dal i5oo in poi, ri osservanti. Nel governo di Bri-
facendo intera parte
governo del sighella evvi il villaggio Fognano
pontificio, fu sottoposta ai
Cardina- sulla riva del Lamone, presso il
li legati di Romagna, tranne il bre- toscano confine, in cui fiorisce in
ve periodo della repubblica cisal- bellissimo fabbricato l' educandato
pina, e quello del regno italico. delle fanciulle, fondato dalla pia
Ora è dipendente dalla legazione generosità del faentino Giuseppe
apostolica di Ravenna, e governata Maria Emiliani. La chiesa ricevet-
da un pontificio governatore. Nel te per la fabbrica la somma di sei
distretto di Faenza sono compresi mila scudi dal Cardinal Giuseppe
i governi di Brisighella, e di Rus- Fesch, suo munifico protettore; ma
si. Nel proprio governo poi si nu- il lodato Emiliani vi spese il triplo
merano quaranta casali. Brisighel- per condurla a termine. In quanto
la, già rinomato castello, è oggi al governo di Russi, questo è un
un importante borgo nella valle del borgo posto nella bassa pianura
Lamone, e presso la riva sinistra fra il Montone ed il Lamone, alla
di questo fiume. Risale la sua ori- sinistra del torrente Via Cupa, che
gine all'anno goo dalle rovine del influisce ne'due fiumi sotto Ra-
castello di Beccagnano, ed ingran- venna. Russi venne eretto nell'an-
dita fu quindi nel 1277 dal Pa- no 963, poi ingrandito nel 37 1

gano. Gli uomini de' dintorni nei da Guidone di Polenta, e nel i5i?,
bassi tempi furono prodi guerrieri era un paese assai forte: è circon-
ed eccellenti condottieri di eserciti. dato di mura, con bella piazza, e
Fiorirono anche uomini per digni- rimarchevoli edifizi. In Bagnaca-
tà ecclesiastiche preclari, come i vallo (Fedi) sono i conventuali,
Cardinali Galantina Agostino (Ve- e due monisteri di cappuccine.
di), e Spada Bernardino ( Vedi). Lo stemma della città di Faen-
A tal onore era vicino il rispetta* za è figurato da un leone rampante,
, a

288 FAE FAE


con la spada nella destra zampa, scostamente nel territorio di Mo-
con corona in capo di foglie di dena, acquistarono su^li abitatori
quercia, e sopravi tre gigli d' oro. autorità ed impero. Dai loro fi-
Delle antiche famiglie illustri della gliuoli derivarono parecchie nobili
città di Faenza ne tratta il Righi, famiglie in quelle parti, massime
loco citato, pag. 5o e seg., ove quella che divenne signora di Faen-
principalmente parla delle famiglie za. V. il Sansovino, Origine delle
Terenzia; Claudia, donde uscì l'im- famiglie ec, della famiglia Man-
peratore Tiberio Claudio; Cejonia fredi j e M.r de Chasoiv, Génea-
Vera ; e Domizia. Lucio Elio Vero log. historiq. 3 Seigneurs de la mai-

Ccjonio Comodo vuoisi faentino, e son de Manfredi, tom. II, pag.


prese in moglie Domizia Lucilla pur 54i. Faenza fiorì per letterati, ar-
faentina, da cui nacquero Lucio Au- tisti, guerrieri, ed altri uomini in-

relio Vero Antonino, che imperò con signi. Andrea Zanone ci ha dato :

Marc'Aurelio, e Cejonia che fu im- Lettera ad un amico in cui si


palmata da Marco Aurelio Anto- parla dell' opuscolo de lille ra tur
nino Domizia si fece cristiana, e
: Favenlinorum , data in Faenza i.°
col nome di Emiliana sostenne glo- febbraio 1775. Tale opera è del
rioso martirio.Il Papa s. Calisto I p. Gio. Benedetto Mittarelli, che
romano, creato l'anno 221, era del- porta per titolo : De litteralura
la famiglia Domizia, la quale fiorì Favenlinorum 3 sive de viris do-
in Faenza sino al 1200 col nome ctis, et scriptoribus urbis Faven-
di Caminizia; mentre la Cejonia tiae. Appendix ad accessiones hi-
ivi sussistette sino all'anno 74°- storicas faventinaSjYenelidLe 1775.
Dell'origine e gesta delle altre no- Sull'accademia poi de' Remoti', ab-
bili famiglie faentine, il medesimo biamo l'opuscolo intitolato : Fon-
Righi ne parla in vari luoghi de- dazione e progressi dell' accade-
gli Annali, con importanti notizie; mia de' signori Remoti di Faenza,
ed il Primor-
can. Strocchi nei suoi ivi 1G81. Il eh. Righi,
nel tom.
dii della chiesa faentina, ci dà Ili de' suoi Annali, a pag. 199,
preziose notizie sui cospicui perso- discorre dell'accademia de' Filoponi,
naggi sunnominati, che fiorirono nei cioè di amatori della fatica ; acca-
primi secoli della corrente era. Fra demia che fiorì per lungo tempo,
le moderne nobilissime famiglie e la cui fondazione risale al 16 19;
oltre quella di Pietro Pagano, già ed a pag. 262, dell'accademia de-
possente nel 1 o45, ci limiteremo ad gl' Incitati, eh' ebbe principio nel
accennar quella de' Manfredi che i685. 11 Garuffi nell' Italia acca-
divennero signori della città, e che demica, ove parla di# diverse acca-
alzossi sopra ogni altra pel suo demie dello stato pontifìcio, discor-
slato principesco, protestando però re pure dell' accademia di Faenza.
che la sua origine si tiene favolo- Corre già felicemente il IV anno
sa . Narrasi pertanto che un nobi- che con pubblica lode e gradimen-
le cavaliere per nome Manfredo, to periodicamente si pubblica in
essendo in Bisanzio alla corte di Faenza l'utile, dilettevole e dotto
Costantino s' innamorò di sua figlia giornale letterario, intitolato Y Im-
Emide, colla quale fuggì, unen- parziale, di cui sono
benemeriti
dosi in matrimonio. Stabilitisi na- e zelanti i chiarissimi abbate Giù-
FAE FAE 289
seppe Macco! ini coestensore, e Vin- inesprimibile ed immenso dolore,
cenzo Rossi direttore proprietario ; nel 1842 fui privato quasi repen-
nomi che risuonano onorati e di- tinamente del tanto pianto, e degno
stinti nella repubblica letteraria. mio figlio. A pubblica testimonian-
A tali due valenti scrittori mi za di verace stima, e di sviscera-
corre tenero obbligo di eterna ri- to amore verso di esso, e del cordo-
conoscenza, per essere di quelli che glioche mi accompagnerà alla tom-
presero amorevole parte alle mie ba, giammai tralascerò di ulterior-
molte e calde lagrime, sparse al- mente e con tutti mezzi possibili, i

lorché piacque a Dio privarmi renderne vieppiù illustre, distinta e


dell'unico figlio maschio, fra sei perenne la ricordanza. La sua ca-
figlie femmine di cui pur sono ra memoria fu già resa eminente-
padre, cioè dell' amabilissimo e di- mente tale in vari modi da diversi
letto Gregorio romano
Moroni ;
primari artisti e con di Roma,
grave perdita che tanto più. mi decoro venne celebrata da chiaris-
colpì e trafisse,sì per la brevità sime penne, con stupendi ed ele-
del male
che lo rapì, sì per le ganti necrologici componimenti è ,

liete e grandi speranze, ch'egli mi con soavi poesie, piene tanto di con-
dava. Non solo egli meritò essere forto per me, e di giusto elogio pel
compianto nel lodato faentino Im- defunto, quanto di belle immagini
parziale dai eh. Maccolini e Rossi, ed affettuosi concetti. Desse non si
ma nel medesimo foglio da ultimo ponno leggere dagli animi gentili,
lo fu eziandio con cordialissimi senza provarne sensibile commo-
cenni biografici dal eh. professore zione dappoiché i cortesi ed insi-
:

Gaetano Lenzi. gni autori, penetrati dell' acerbità


Distinguevasi l'egregio mio fi- del caso , fecero proprio il dolor
glio novenne per regolari forme e mio. Abbiano perciò essi anche qui
statura vantaggiosa, animandone il un ringraziamento, che vorrei espri-
volto belli e nerissimi occhi : in- mere colle più splendide parole, e
genuo e grato n' era l' aspetto, in taliche significassero il sentimento
cui traspariva il candore del suo dell'animo. Sì fatte amorevoli, pub-
pieghevole animo, tutto inclinato bliche e solenni dimostrazioni, nel-
alla compassione del suo simile ; la maggior parte graziosamente rac-
distinguevasi inoltre per aurea in- colte da mano amica, vennero con
dole, per senno superiore alla sua pietoso divisamento , siccome fiori
età, per piacevolezza e lepidezza ; non caduchi, ed ancor tiepidi delle
in fine per pronto e felice ingegno, mie lagrime , sparsi sulla tomba
dandone chiare prove, non senza del figlio , a me intitolate, e col
sorpresa de' suoi maestri, nel pro- ritratto del giovanetto in fronte ed
gresso mirabile e rapido eh' egli in fine del libro, furono decorosa-
fece negli studi . Laonde per sì mente e con bella edizione pub-
pregevoli qualità, e pel singoiar blicate in Romarinomata dalla
complesso delle circostanze che pre- tipografia Salviucci, nel primo an-
cedettero, accompagnarono, e se- niversario della morte del mio fi-
guirono il triste inatteso avveni- glio Gregorio, epoca di mia gra-
mento, sarà sempre per me funesto vissima sventura ; ed epoca infelice
il dì 22 agosto, giorno in cui, con che pur volle rammemorare colla
vol. xxii. !
9
290 FA E FAE
suddetta biografia l'ottimo e rispet- le monache vallombrosane la b. ,

tabile Lenzi. L'amabile giovinetto Margherita sua compagna il b. ,

pei copiosi doni di cui gli fu lar- Giacomo Filippo Bertoni servita,
gì natura e fortuna, non solamente e il b. Andrea Bovi domenicano
fu avventuroso vivente, ma lo fu martire, de' quali trattano i boi-
pure dopo morto, percbè assai o- landisti Magnani. In fine av-
e il

norato, encomiato ed applaudito vi un supplimento di alcuni sog-


per le sue eccellenti non comuni getti tralasciati nel tomo degli
qualità. Di grazia si condoni beni- uomini per santità di Faen-
illustri

gnamente ad un desolato e af- za. Tra quelli che fiorirono nelle


flitto genitore questo sfogo, forse dignità ecclesiastiche, a cagione d'o-
abbondante, caduto per gratitudine nore, nomineremo i Cardinali Bo-
naturalmente dalla penna in que- schi Gio. Carlo (Fedi), Severoli
sto mio Dizionario, molti articoli Antonio Gabriele (Fedi), che fu
del quale scrissi appositamente pel vicino al pontificato, e Zauli Giam-
defunto, che vide con piacere pub- battista (Fedi). Qui va notato che
blicato il XIV volume. Però ri- il Cardinal Boschi lasciò alla cat-
torno sommesso a chinare rive- tedrale molti arredi sagri, ricama-
rente il capo alle venerate dispo- ti in oro e ricchi di pietre pre-
sizioni e voleri di Dio, e a bene- ziose; e procurò che fossero au-
dirne, glorificarne, e magnificarne mentate le rendite della fabbrica e
il sagrosanto suo nome. della sagrestia.
Ritornando sulle opere che trat- Quanto alle arti belle, Faen7a
tarono di Faenza e che le danno ebbe sempre valenti professori fino
nobile rinomanza, dirò che per dai tempi del Giotto, di cui furo-
conto ai santi e beali faentini si no discepoli Pace e Ottaviano da
può leggere quanto pubblicò Ro- Faenza. Giovanni Battista Bertucci
mualdo Maria Magnani. Nel 174* il vecchio n' è forse il più loda-
egli ci diede per l'Archi , le Vile to pittore; poi Jacopone suo figlio

de santi e beati della città di discepolo di Raffaello, insieme con


Faenza, ove si tratta delle imma- Marco Marchetti detto Marco da
gini della Beata Vergine, e di va- Faenza, di cui furono contempo-
rie memorie sagre di essa città, ec. ranei Sigismondo Folchi, imitato-
Nel discorso preliminare dà egli re, e forse scolare del Frate, non
cognizioni sulle famiglie illustri di ricordato, non si sa il perchè, dal
Faenza, e di vari storici della me- Lanzi; e Giulio Cesare Tonducci,
desima. Quindi nell'anno seguente chiamato il Figurino, scolare di

e per lo stesso tipografo, il Ma- Giulio Romano; e Gio. Battista


gnani pubblicò: J' ite de' santi e bea- Armellini disegnatore esimio e pit-

li della diocesi di Faenza con una tore, che scrisse i lodatissimi e più
descrizione proemiale di tutte le ter- volte stampati Veri precelti della
re e castelli esistenti in essaj il pittura. Al principio del secolo
medesimo scrittore parla di alcuni XVII fiori il cav. Ferrati Fono-
santi martirianonimi faentini sot- ni , e un Manzoni degno scolare
to Diocleziano e Massimiano l'an- e imitatore de' Caracci. E tacen-
no 290. Meritano pure speciale ri- done più altri può nominarsi il

cordanza s. Umiltà istitutrice del- cav. Tommaso Minardi , che vi ve


FAE 291 FAE
in Roma per gloria di questa cit- pur buoni matematici ricordati i

tà, e dell' Italia. Pietro Barilotti, Pier Maria Cavina e Carlo Cesare
di cui tace im meritamente il Ci- Scaletta. Furono chiari medici i

cognara, dopo il principio del se- due Vettori Leonello, e Girolamo;


colo XVI esercitò con molta lode Mengo Bianchelli ; Antonio Cittadi-
la scultura, e ci restano monumen- ni , che dopo aver professato in
ti di suo scalpello assai pregiati. più università italiane l' arte sua,
Agli architetti , oltre i nominati acquistossi in Parigi il nome di
cav. Giuseppe Pistocchi, e p. Do- grande italiano; Pietro Sali Diver-
menico Paganelli che fu maestro si ; e Domenico Masotti ( detto ma-
del sagro palazzo, e matematico, e lamente fiorentino dal Lombardi
architetto de' Papi Leone XI, e continuatore della storia del Ti-
Paolo V, potrebbesi aggiugnere il raboschi ), il quale professò in Fi-
p. servita Andrea de' Manfredi si- renze la chirurgia, e pochi scritti

gnori di Faenza, che architettò e pubblicò , lasciando manoscritte


costruì a sue spese nel 1377 il molte cose, delle quali dopo lui
portico de'Servi di Bologna, e dise- altri forse si sarà fatto bello. Co-
gnò gli stalli del coro dell'annes- me giureconsulti si segnalarono
sa chiesa, che fu deputato a di- Bartolommeo Ercolani Ercole Se- ;

ligere il modello della chiesa di s. veroli, che fu uno de'promotori


Petronio di quella città, e meritò del concilio di Trento; Gabriele An-
per la dottrina e bontà sua di tonio Calderoni ; e monsignor Zauli
essere eletto generale del suo or- Teseo vo di Veroli. Fra i poeti let-
dine. A
compir la serie degli ar- terati ed eruditi sono a nominarsi
tisti, non è da tacere Giuseppe Ugolino d'Azzo Ubaldini, encomia-
Santi, che si annovera fra i clas- to da Dante; Alessandro Caldero-
sici maestri di musica. Venendo ai ni; Lodovico Zuccoli; Gio. Battista
letterati, sono a ricordarsi, fra gli Zarattini Castellini; monsignor Mar-
scrittori ecclesiastici, i due dome- cello Severoli Porporino Baroncini
;

nicani Luca Castellini e Girolamo monaco celestino; il parroco An-


Armellini, e il francescano Filippo tonio Laghi che in eleganti versi
Fabbri , che già ebbero nome di latini voltò i salmi ed altri libri
grandi teologi; e Giacomo Lader- scritturali, e molte poesie italiane;
chi, prete dell' Oratorio di Roma, e il giovane morto testé in Pari-
che continuò gli annali del Baro- gi, discepolo di Champollion, Fran-

nio e del Rinaldi ; e il canonico cesco Salvolini, che parecchi scrit-


Filippo Rondinini. Nella filosofia si ti ha dato in luce ad illustrazione

segnalarono Pier Nicolò Castellani, delle antichità egiziane; e vive tut-


e il nipote monsignor Giulio Ca- tavia in Ravenna con vigoria di
stellani, anche oratore e
che fu mente e di corpo il Nestore dei
letterato insigne, e mori in R.oma letterati italiani, il eh. cav. Dio-
nel i586, poco dopo essere stato nigi Strocchi, traduttor di Callima-
eletto vescovo di Cariati e Gre- ; co, e delle Buccoliche e Georgiche
gorio Zuccoli, già nominato fra gli di Virgilio.
storici, e ultimamente il dottor An- L'origine di Faenza probabilmente
tonio Bucci. Il gran Torricelli è no- sideve agli attici, i quali in com-
tissimo a tutto il mondo. Furono pagnia dei tessali e di altri popoli
lyi FAE FAE
della Grecia, dopo il diluvio di stessoimperatore che l'avea sem-
Deucalione, dalle loro contrade na- pre favorita, e che da questo si
vigando pel mare Adriatico , ap- formò per corruzione il suo mo-
prodarono ne' dintorni di Ravenna derno nome di Faenza. Tutta volta
circa 1200 anni avanti l'era cristia- vuoisi dai critici, che di Faenza, seb-
na. Indi si narra che i tessali po- bene città antichissima, se ne igno-
sero le fondamenta di Ravenna, e ri affatto l'origine ; e che quanto
gli attici avanzandosi verso i colli, dicesi di sua fondazione, e del primo
nello spazio più acconcio, gettaro- suo nome
sia mera congettura.
no le fondamenta della città, ove Che avesse il nome di Flavia da
radunando i rozzi abitanti de' din- un Flavio romano, cambiatole poi
torni la chiamarono con greco vo- in quello di Faventia da Costan-
cabolo Splendeo, per denotare la tino si vuole indubitatamente falso,
magnificenza e il lustro cui dovea Tito Livio ne fa menzione parlan-
salire la comune patria, che poi do della sconfitta che vi ricevette
prese il nomeFaenlia , donde
di Carbone, poscia costretto da Siila
provenne l'odierno di Faenza. Non a fuggirsene dall' Italia. Vellejo Pa-
si può stabilire come questo venne tercolo parla di una vittoria quivi
imposto alla città, o ciò seguisse riportata da Metello Pio; Plinio
per opera degli etruschi, che di- fa l' elogio dei lini del territorio,
scacciando gli attici estesero la do- parlando dei faventini ; e Silio Ita-
minazione per molta parte del lico dei pini che coronavano le sue

paese, che oggidì appellasi Emilia ubertose campagne. Quivi Negrino


o Romagna ; ovvero più probabil- da Faenza, console in Roma, della
mente ciò avvenisse per opera dei famiglia Domizia, nell'anno 118
romani, i quali dagli abitanti eb- fu ucciso per gelosia e malevolen-
bero validi soccorsi in gente ed za del romano senato, con ram-
armi all'epoca della seconda guer- marico di Adriano imperatore che lo
ra punica, che per significare i avea designato in successore. Qui fu il
rilevanti aiuti conseguiti contro tradimento fatto da Tufa generale
Annibale, mutarono l' appellativo dell'erulo Odoacre re d' Italia, con-
Faentia in Favenlia s acciocché sì tro Teodorico re de'goti nel 489;
fatto nome facesse per sempre pub- e poi nel 542 fu quivi la vittoria
blica testimonianza del favore che de' goti contro i greci, a' tempi del re
i romani trassero dai faentini nel- Totila ; e nel medesimo secolo ven-
la memorata impresa. Altri dicono ne dai goti saccheggiata. Non andò
che fu fondata dagli umbri, che guari, che chiamati da Narsete in
Flavio romano la eresse, che fu Italia i longobardi ,
gì' imperatori
fatta città nell'anno 3i3, e circon- d'oriente furono costretti di gover-
data di mura nel 1 286 : così il nare Roma per capitani, e Raven-
Calindri nel Saggio statistico stori- na per Esarchi (Vedi); laonde
co dello stato pontificio, pag. 1 1 6. Faenza soggiacque alle vicende del-
Altri finalmente asseriscono che l'esarcato, in cui trova vasi compre-
questa antichissima città, sino al sa, e siccome l'esarcato si sottopose
tempo di Costantino il Grande chia- alla protezione della Chiesa roma-
mossi Flavia, e prese allora il na nel pontificato di s. Zaccaria,
nome di Faventia, per ordine dello sino d'allora incominciò Faenza a
,

FAE FAE 393


sperimentare le paterne sollecitu- cedesse nel trono Desiderio, col
romani Pontefici, per l'ab-
dini de* patto che gli restituisse le città ri-
bandono che fecero dell' esarcato i tenute dal predecessore contro la
greci imperatori. data fede, fra le quali Faenza, ed
Mirando il re de'longobardi Luit- altre cinque primarie città; ma so-
prando all' ingrandimento del suo lo Faenza e il ducato di Ferrara
regno., ed al conquisto della flori- 1' ingrato Desiderio restituì. Che
da provincia di Romagna, secondo- Faenza e il ducato ferrarese fosse-
che racconta il Tolosano, seguendo ro effettivamente restituite al Pa-
un'incerta tradizione, nell'anno 740 pa, lo afferma anche il Rinaldi,
strinse d'assedio Faenza, e non riu- all'anno 756, num. 5. Minaccian-
scendogli prenderla colle armi, tras- do Desiderio al Pontefice Adriano
se in inganno i cittadini, e nel sa- I la rovina di Roma se non ade-
bato santo, mentre erano raccolti riva a' suoi ambiziosi disegni, ed
nella cattedrale di s. Maria Foris insieme d' invadere le altre terre
Portavi, intenti ai divini uffici, il della Chiesa, nel 772 incominciò a
nemico penetrò nella città, ponen- mandar ad effetto il suo prepo-
do ogni cosa a ferro ed a fuoco,, tente divisamento, sulla città di
non perdonando a sesso e ad età, Faenza , e generale fu la strage e
né rispettando neppure le chiese; la devastazione; ma Adriano I ri-
indi ne furono smantellate le mu- corse alle armi di Carlo Magno
ra. Venne poscia reintegrata in e questi pose fine nell'anno 773 al
parte la città, quando destò com- regno longobardico, facendo prigio-
passione al barbaro re. Ristorati in ne T indegno Desiderio, contro il
qualche modo i gravissimi danni quale pugnarono alcune città della
cagionati da Luitprando, e riedifi- Chiesa, in un ai faentini . Questi aiu-
cata la cattedrale e l'episcopio in tarono pures. Leone III, quando con
luogo più opportuno , coi mezzi Carlo Magno nell' 800 conquise i
somministrati nel 743 da Papa s. di lui nemici , rinnovando allora
Zaccaria, venne eletto ad occupar quel Papa nel principe francese l'im-
la vedova sede Giovanni I, ottavo pero occidentale, eh' erasi spento dal
vescovo di Faenza. In appresso re Odoacre.
non potendo il Pontefice Stefano Correndo l'anno 935, Manasio,
li detto 111 ottenere da Astolfo re colle sue ricchezze, s'impadronì
de' longobardi che cessasse di far
, della signoria di Faenza, ma la
stragi nei dominii della Chiesa ro- sua audacia fu punita colla morte.
mana, implorò ed ottenne che Pi- Verso l'anno 967, essendosi mos-
pino re di Francia nel 754 co- so l'imperatore Ottone I contro
stringesse Astolfo a restituire l'e- di Berengario, che travagliava il
sarcato, laonde die alla Chiesa le Pontefice Giovanni XII, i faentini
ricuperate terre, compresa Faenza, seguirono le parti del primo, per
come afferma il Borgia, Memorie cui poscia assegnò loro dominii e
isteriche tom. I, p. 19. Vero è pe- privilegi , riformandone il civile
rò che Astolfo non restituì allora reggimento coli' istituzione de' ma-
tutte le città dell'esarcato, ma es- gistrati appellati che ivi du-
conti,
sendo morto nel 756, il Papa po- rarono sino al 1069. Nel io45
tentemente contribuì che gli suc- Faenza fu in gran parte consunta
2<)4 FAE FAE
da incendio, e trenta anni dopo aiutò pure il conte Guido di Mo-
incominciarono inimicizie e odii mu- digliana contro ai fiorentini, at-
nicipali tra Ravenna e Faenza ,
teso molti obblighi che aveva la
i

ch'ebbero funestissime conseguen- città con


essolui, che poi aiutò i
ze. Vantando la prima gloriose faentini a danno d' Imola, in qua-
ricordanze mal occhio
vedeva di lità di capitano delle milizie, però
che Faenza gareggiasse in Roma- il di lui figlio chiamato pur Gui-
gna colle primarie città, in poten- do, s'inimicò con Faenza, onde
za e valore, quindi zuffe e dan- ebbe atterrata la rocca di Celia-
neggiamenti si alternarono per mol- la no.
ti secoli da ambo le parti, e mol- Per le dissensioni insorte tra il

to sangue si versò in diverse in- Papa Adriano IV, e Federico I


fauste epoche, che lungo sarebbe imperatore, i popoli presero un
descrivere, di cui sono piene le partito chi seguì il primo, più
:

pagine delle patrie storie. Nel i io3 tardi si disse guelfo; chi parteggiò
insorsero gravi discordie tra la pel secondo nomossi ghibellino; e
plebe e i nobili, i quali in gran Faenza anch' essa fu divisa da ta-
numero furono cacciati dalla città, li tremende fazioni. Nel ii6t>, in
quindi arse e smantellate le loro passando Federico I coli' impera-
case, fra' quali Alberico di Guido trice Beatrice per Faenza, fu al-
di Manfredo. Sì fatti bandi per le loggialo da Guido ed Enrico fra-
gare tra popolani e nobili, disgra- telli Manfredi : il popolo festeggiò
ziatamente di frequente per lunga con pubblici segni di gioia, con
pezza di tempo rinnovaronsi, dan- giostre e tornei cotali ospiti, che si

neggiando talvolta i fuorusciti il dimostrarono oltremodo soddisfat-


territorio faentino, e ad armata ti de' faentini, anzi pacificandosi
mano rivolgendosi o co* ravennati 1* imperatore con Rimini, e pro-
o con altri popoli a danno della mettendo difenderla da qualunque
patria. Fu nel ii32, che veden- nemico, ne volle eccettuata Faenza.
dosi Imola assaltata dai bolognesi Quindi nelle case de' Manfredi se-
J
e dai ravennati, preferì invocar la guì la riconciliazione de faentini
protezione de' faentini, e ne rag- col giovine conte Guido di Modi-
giunse l'intento. Così pur lungo gliana suddetto: i faentini altresì
sarebbe il riportare gli assalti e si amicarono in quell'anno e col-
le distruzioni di diversi castelli legarono co' ferraresi. Dopo vari
e ville, ciò narrandosi distesamen- fatti d'armi coi forlivesi, nel 1 170
te negli encomiati Annali del Ri- seguì fìerissima battaglia^ in cui
ghi. Nel 1 1 87 i faentini a media- riportarono vittoria i faentini. Nel-
zione dell'imperatore Lottano II l'anno seguente seguì il quarto
patteggiarono co' bolognesi sul do- incendio di Faenza, che aiutò il
minio d'Imola, la quale dovette conte Guido contro il conte di Ga-
annualmente tributare due pallii sì strocaro. Nell'anno 1 174 un turbine
a Faenza, che a Bologna. Indi roviuoso afflisse la città, che non
nel 1141 i bolognesi aiutati dai era entrata colle altre di Roma-
faentini fecero guerra ai modenesi, gna nella confederazione lombarda,
mentre i cesenati ottennero soc- in difesa del legittimo Pontefice
corso da Faenza, la quale poscia Alessandro III, e per combattere la
Jf A E FAE a95
crescente possanza di Federico I. cattedrale, e quelle degli spedali
Non entrarono faentini nella le- i e monisteri : in tal modo le cose
ga,perchè a comando dell'impera- giunsero agli estremi, e il vesco-
tore, dice il Righi, l'arcivescovo vo Giovanni solennemente fulmiuò
di Magonza avea rilegato l'antipapa V interdetto per frenar il furore
Pasquale nella loro città, guardata della moltitudine. Nel 11 83 Fe-
da numeroso presidio, per assicu- derico I in Costanza stabilì la pa-
rarsi a un tempo dell' antipapa ce colla Chiesa romana, e co' po-
e de' faentini. Qui noteremo che poli di Lombardia, Romagna ec,
per opera di Federico I fu eletto secondo le convenzioni conchiuse
l'antipapa Pasquale III, il quale dai commissari d'ognuna a Pia-
morì in Roma nel167, succe-
i cenza, dichiarandol' imperatore di

dendogli nell' antipapato Calisto concedere alle città, compresavi


III nel 1168. Non solo nel 1174 Faenza, ciò che non gli era più.
era morto Pasquale III, ma di sì dato d'impedire, libertà di regger-
fatta rilegazione in Faenza, ne di si a proprie leggi e col mezzo di
lui, né del successore niuna men- cittadini magistrati, e che doves-
zione ne fa l'accuratissimo Lodo- sero riconoscere simil privilegio
vico Agnello Anastasio, nell' Isto- da lui e successori; ma nel ri-

ria degli antipapi, tomo II. Seb- partimento del tributo imposto dal-
bene nel 11 77 in Venezia fosse l' imperatore, si ribellarono i mon-

conchiusa la pace fra Alessandro tanari, T antico magistrato de' con-


III e Federico I, per cui l'Italia soli fu deposto, e surrogato un
riposò alquanto dalle militari fa- podestà, ne ciò potè impedire al-
zioni e civili discordie, pure le tri dissidi tra la plebe e i nobili.
città della lega lombarda veden- Dappoi, nel 1187, il vescovo Gio-
do l'arcivescovo di Magonza inca- vanni, cedendo alle esortazioni di
ricato del reggimento militare e Papa Clemente III, con quattro-
civile delle regioni italiane, repu- cento faentini e ravennati, e que-
tarono opportuno tenersi armate sti col loro arcivescovo, partirono
e stringersi in alleanze, e i faenti- per la Soria; ma sotto Tolemaide
ni prontamente vi aderirono, mas- valorosamente la maggior parte
sime con Bologna. perirono co' loro pastori. Rimar-
Dopo aver i faentini co' bolo- chevole fu l'alleanza che i faen-
gnesi assediato Imola, fu convenu- tini fecero nel 1194 co' ravennati
la la pace, e rinnovato il tributo e riminesi, sempre nemici per lo
cui dessa erasi sottratta, come suc- avanti. Intanto neh' anno seguente
cesse la concordia col conte Guer- soggiornò l'imperatore Enrico VI
ra; indi nel 1181 i faentini uni- alcuni giorni in Faenza, abitando
ti ai ravennati sottomisero Bagna- il pubblico palazzo, lietamente fe-
cavallo con severi patti. Nel 11 83 steggiato perchè ivi era nato, quan-

la plebe insorse a tumulto, non do il padre Federico I era con la


per sospetto che il clero brigasse moglie in Italia, ciò che il princi-
cambiamento di reggimento, o ne pe recava a vanto. Dopo la mor-
volesse far parte, ma piuttosto te di quel principe, Marcualdo oc-
mossa dalla fame, per cui saccheg- cupò il ducato di Ravenna e il mar-
giò i granari e le cantine della chesato di Ancona; ma divenuto nel
*9 6 FAE FAE
1198 Pontefice Innocenzo III, vol- 1220. Imola fu di nuovo presa dai
le ricuperare domimi della Chiesa,
i faentini che poscia mutarono luo-
,

e per quelli di Romagna inviò un go all'antico canale di città, ed in


Cardinal legato colle milizie papa- appresso rappacificaronsi co'forlive-
li,invitando i vescovi a prestargli si. Ai flagelli del terremoto e del-
aiuto, ciò che fecero i bolognesi la peste, successe la rinnovazione
e i faentini, massime contro i for- della lombarda, a garanzia
lega
livesi, co' quali poscia ricomincia- delle mire di Federico II, cui non
rono le guerre, sopite nel i2o3 riuscì staccarne Faenza, che nelle
per accordi di pace. Indi Faenza sue mura accoglieva Giovanni di
soccorse i reggiani contro Manto- Brenna re di Gerusalemme, suo-
va; incontrò l'imperatore Ottone cero dell' imperatore, ed assaliva le
IV che recavasi a Roma a pren- milizie imperiali, quando tentarono
dere la corona imperiale, nella passare per la In questo tem-
città.
qual circostanza i bagnacavallesi ot- po il Gregorio IX, co-
Pontefice
tennero di riedificare la loro terra; noscendo le frodi di Federico II
e nel febbraio 12 io l'imperatore a danno della Chiesa, lo scomuni-
reduce da Roma con que' faentini cò nel 1227, ed allora le fazioni
che l'avevano accompagnato e di- guelfa e ghibellina si misero in ru-
feso, ripassò festeggiato per Faenza. more; per cui il Papa parti da
In quel tempo era podestà di Roma creando conte della Marca
Faenza con autorità di pretore Al- e Romagna il detto re di Gerusa-
berico Manfredo, il primo de'nobi- lemme nemico del genero. Nell'an-
li faentini che in patria conseguis- no seguente notabilmente, non sen-
se tanta autorità, che servì a pre- za danni di Faenza, strariparono
parare la futura sua
potenza di il Lamone ed il Senio; e per le
famiglia. Dopo varie guerresche a- vicende de' tempi i faentini aiuta-
zioni, alleanze ed accordi, nel 1218 rono con armi i bolognesi , e il
assaltarono Lugo, e il rovinarono. vescovo di Forlimpopoli contro i
Nel 1220 i municipali si recarono forlivesi, e n' ebbero il perpetuo
ad incontrar l'imperatore Federico titolo e privilegio di cittadini di For-
II, gli presentarono i5oo marche limpopoli. Nel 1234 i faentini soc-
d'argento, e prezzo il ponte di s. corsero i cesenati, distrussero Raf-
Proculo gì' imbandirono lauta men- fanara, e s' impadronirono di Cer-
sa, facendone pur godere alle sue via, per riporre nella sede il ve-
legioni, il perchè quel principe con- scovo Orsarola. Dopo parecchi van-
fermò a' faentini i loro dominii. taggi riportati dai faentini su di-
Però non andò guari che contro versi luoghi, in città vi furono uc-
la promessa protezione fece sman- cisioni tra nobili di contraria fa-
tellare il castello di Cosina ; delle zione, guelfi e ghibellini, avendo
quali cose venuto in cognizione i primi a capi i Manfredi, e i se-
Onorio III, al dir del Tolosano, condi Zambrasio e gli Accarisii.
non volle colle sue mani coronare Sebbene Faenza si fosse ricusata
Federico II, facendone le veci per di porgere aiuto ad Enrico figlio
suo ordine il Cardinal d' Ostia. di Federico II, che, se dobbiamo
Altri affermano che Onorio III credere ad alcuni, a lui erasi ri-
l'unse e coronò a' 22 novembre bellato, pure l' imperatore nutren-
. .

FAE FAE 297


do male umore contro la citta, nel Intanto Innocenzo IV sentenziò
settembre 1240 rivolse contro di decaduto dall' impero Federico II,
essa le sue genti. I faentini come- nel concilio di Lione laon- ,

chè inferiori di forze, ne aiutati de fu eletto in sua vece , ai


in quel frangente dalle città lom- 17 maggio dell'anno 1246, En-
barde , animosamente le affronta- rico landgravio d'Assia e Turin-
rono. Allora Faenza co' suoi borghi gia, il quale subito ordinò che i

era protetta da forti mura, e con- fuorusciti di Romagna liberamen-


tava quarantamila abitanti ; e il te potessero ripa tri a re, e reinte-
podestà Michele Morosini veneto, grati fossero nelle facoltà. In-
col cittadino Farolfo Severoli, con- tanto il Cardinal Ubai di no alla
citarono il popolo a valida difesa, testa di un esercito ,
per Inno-
contro sessantamila imperiali , tra cenzo IV ricuperò Imola, ed al-
i quali molti ghibellini italiani tre città di Romagna. Poi accam-
Quindi Federico li strinse di ri- patosi presso Faenza ,
gì' inlimò
goroso assedio la città, per lo che sottomettersi alla Chiesa , ciocche
uè il Cardinal legato, né i colle- ebbe luogo passati quindici giorni,
gati poterono aiutarla. Dopo otto cadendo così in Romagna la breve
mesi di assidui travagli per l'una potenza de' ghibellini ; e siccome
e l'altra parte, ed in cui per man- Bologna era la prima città guelfa
canza di denaro, l'imperatore do- e la più forte, gli furono conce-
vette servirsi dimonete di cuoio, duti molti privilegi, come di dare
penuriando Faenza di viveri, a'r4 ad ogni città guelfa un suo con-
aprile 1241 deliberò di arrendersi cittadino per podestà.
salve le vite e le robe. Ma appe- Seguita la morte di Federico II,
na Federico II entrò nella città, i magistrati di Faenza convennero
dimentico della convenzione, fece in Cesena ad un congresso a dan-
atterrar le mura, demolir i sob- no delle città ghibelline; fecero
borghi, uccidere ed esiliare quelli pace co' ravennati ; e Bagnacavallo
che aveano consigliato resistergli; loro si sottopose, mentre i Man-
ed a sostenimento de' suoi disegni, fredi discacciarono gli Accarisii
presso la chiesa di s. Agostino fe- Questi coli' uccisione di Calzaro
ce erigere una munita cittadella, Manfredi riuscirono a cacciar dalla
e la diede in guardia a forte pre- patria tal famiglia, che non molto
sidio. Poscia affidò il reggimento tempo dopo soffrì una seconda cac-
Orde-
di sua conquista ai forlivesi ciata, essendo innumerevoli i di-
Jaffied Orgogliosi, guiderdonando versi politici avvenimenti, che si

i ghibellini che lo avevano aiuta- succedettero a cagione delle fazio-


to, ciocché servi ad imbaldanzire ni de' guelfi e ghibellini. Nel 1275
in Romagna simili partigiani, ed riuscirono i ghibellini d'impadronir-
abbattere i guelfi, che solo ripre- si di Cervia e di Cesena, e rice-
sero animo nell'assunzione al pon- vettero un legato di Ridolfo im-
tificato d'Innocenzo IV; il quale peratore, che loro manifestò la bra-
molti benignamente accolse,
esuli ma di coronarsi re d'Italia; ma
e il Napoleone Butrigari
faentino a mezzo di Tibaldello Zambrasi
meritamente s'ebbe da lui il grado prevalsero in Faenza i guelfi nel
di nobile e cavaliere. 1280. A provvedere tanti disordi-
,

2tjB PAE FAK


ni Papa Martino IV, colla qualifi- mo senno e di valore, che nel
di

ca di conte di Romagna, in questa novembre i3i3, armata mano si


provincia spedì Giovanni d' Apia fece tiranno ossia arbitro della pa-
per difendere i diritti della Chiesa, tria, edificò la rocca di Granatolo,
e collegarsi con diverse città per e fornì soldatesche a Giovanni
proteggere Faenza dalle frequenti XXII per assoggettare le Marche
scorrerie de' ghibellini. I Manfredi alla Sede apostolica. Nel
32 1 1 i

sollersero ancora una momentanea molti dotti faentini, od almeno i

espulsione ; in Romagna si ridestò poeti probabilmente, piansero ama-


l'amore di libertà contro il civile ramente la morte di Dante Ali-
governamento della Chiesa; e frate ghieri avvenuta in Ravenna. A
,

Alberico Manfredi cavaliere gau- Francesco per riprovevole tradi-


dente, fece uccidere a tradimento mento successe nella signoria il di
Manfredo Manfredi suo consangui- lui figlio Alberghettino Manfredi,
neo, per vendicarsi d' una ceffata che allontanò da' pubblici uffici i

che avea da lui ricevuto; quindi ministri scelti dal genitore. Indi
unito ad altri nei 1286 discacciò Riccardo suo fratello capitano d'I-
da Faenza ministri pontifìcii. Ma
i mola, fu costretto in questa per
il nuovo conte di Romagna Pie^ occulte pratiche ghibelline a rin-
tro, esiliò e i Manfredi e gli Ac- tuzzare colla forza i ribelli. Intan-
carisii, e solo dappoi li richiamò to il Cardinal legato Bertrando, che
per tema di popolari tumulti ; e per Giovanni XXII vendicava le

più tardi tornarono a prevalere i ragioni della Chiesa, fece cedere


ghibellini, che dopo alcuni vitto- ad Alberghettino figlio di Fran-
riosi successi, favorirono il papale cesco l'usurpata dominazione, e ri-

reggimento. Indi a ridurre tutte le legatolo a Bologna, ivi poi fu de-


città alla divozione della Chiesa, capitato. Riccardo ricevè dal lega-
Bonifacio Vili mandò in Romagna to la suprema magistratura di
legato il Cardinal d' Acquasparta, Faenza, e mancando di prole ma-
tacendo poi altrettanto Benedetto schile, adottò due figli naturali
XI nella persona di Tebaldo Bru- Giovanni e Guglielmo, eh' erangli
cati di Brescia, mentre bianchi i nati dall' imolese Zefirina Norciili,

e i neri travagliavano la Toscana; e ciò con approvazione de'congi un-


e i faentini riconobbero per go- ti, e di Francesco Manfredi suo
vernante chi fu loro offerto dal genitore. Nel 1 34o morì Riccardo,
senato di Bologna, accrescendosi le cedendo le signorie d' Imola e di
guerre civili, per aver Clemente V Faenza a' detti due figli. Fu com-
stabilito nel 1 3o5 la pontificia re- pianto dai faentini, che affida rono
sidenza iu Avignone. la reggenza a Fran- del governo
I vicari del re di Napoli che cesco ; mentovato Giovanni
indi il

pel Papa governavano la Romagna, fu eletto capitano del popolo. Morì


furono di diversa tempra; e la se- Francesco lasciando eredi due i

verità di Giberto Santillo fu caldo nipoti adottivi, ne' quali fu conso-


sprone ai Manfredi, e loro ade- lidata la discendenza de' Manfredi,
renti di alzare ed inco- la testa, che ressero lo stato sino al 5oo, 1

minciare a signoreggiare Faenza. non quella di Giovanni d' Alber-


Laonde fu Francesco Manfredi, uo- ghettino, come taluno scrisse. Nel
FAE FAE 299
1
347 Astorgio Duraforte fu da rato ministro del Papa,
contro il

Clemente VI mandato rettore in n'ebbero atterrato il palazzo che a-


Romagna, e come aveano fatto al- vevano presso la cattedrale, ov' è
cuno de'suoi predecessori, stabilì in ora il monte di pietà, e vennero di
Faenza la sua dimora. Questi fiac- nuovo allacciati dalla scomunica.
cò il potere de' Manfredi, cagionò Al Cardinal Androino successe nel-
malcontento pe' suoi duri modi, e la legazione il Cardinal Grimoaldi
giunse a negare il passaggio per fratello d' Urbano V, ben accolto
Faenza a Lodovico 1 re d' Unghe- dai romagnoli e dai Manfredi. In-
ria che portavasi a Napoli per ven- tanto nel 1369 nella terra di Co-
dicar l'uccisione del fratello Andrea. tignola , allora distretto faentino,
La pestilenza afflisse la città, che nacque Giacomuccio o Muzio Al-
nei i349 Vi<^ e ^Stabilita l'autorità tendolo, che poi fu cognominato lo
diGiovanni Manfredi, il quale colle Sforza quando divenne celebras-
armi ne slo^iò il luogotenente del simo capitano, raro ornamento di
Duraforte, che rifuggiossi in Imola, Cotignola e di Faenza, e capo di
mentre il Duraforte allora viveva una sovrana e potente famiglia dal-
nella corte papale in Avignone. la quale uscirono uomini sommi e
Divenuto Pontefice Innocenzo VI, gloriosi per ogni maniera, su cui
come quello che divisò togliere si può vedere il Ratti, della fami-
dagl' invasori le terre della Chiesa, glia Sforza; il Zazzera, della /zo-

vedendo che le censure ed inter- biltà d'Italia, il Villelmo, de fa-


detti fulminati dal predecessore mìlia Sforna, extat in Histor. gc-
Clemente VI, pur contro Giovan- nealog. Italiae, p. 219, ed il San-
ni e Guglielmo Manfredi, niun so vi 00^ delle famiglie illustri di I-
effetto avevano prodotto spedì , talia. Di Cotignola poi, ora terra
legato in Romagna il celebre illustre della provincia di Ferrara,
Cardinal Albornoz, mentre Gio- collocata quasi nel centro della Ro-
vanni d'Alberghettino inutilmente magna, ce ne permetteremo qui, co-
cospirò in Faenza a danno de' cu- me de'principali sforzeschi un bre-
gini- ve cenno storico.
Nel i356 il Cardinal Albornoz Cotignola trovasi alla sinistra del
strinse d'assedio Faenza che durò , fiume Senio, in distanza circa ot-
quattro mesi per la bravura e il to miglia al nord di Faenza. Dap-
coraggio degli assediati. Se non che prima si chiamava Mazzafrena, ed
interpostisi i legati del mentovato anche Malafuria; ma nel 1 77 1

re d' Ungheria, si conchiuse la pa- già chiamavasi colf odierno nome,


ce con alcune condizioni essendo , forse dalla copiosa quantità di fra-
le che il legato avrebbe
principali grantissimi cotogni che abbondano
il reggimento della città, e il Man- nel suo esteso e fertilissimo suolo.
fredi in compenso de' dominii che La sua origine risale alla remota
gli si lasciarono, pagherebbe annui antichità, probabilmente avanti l'e-

fiorini d' oro cinquanta. Indi An- ra volgare, ed appartenente alla


droiuo, nuovo pontificio legato, pas- romana famiglia patrizia di Dione.
sò a dimorare in Faenza, assol- Vuoisi che nell'anno 4°7> g'à f° sse
vendo dall'interdetto i fratelli Man- dominio d'Azzolino Caveglia, men-
fredi, i quali avendo poscia cospi- tre nel 701 Romualdo Caveglia
3oo FAE FAE
la restaurò e fortificò ; laonde i di- 111 uccio o Muzio Attendolo detto Io
scendenti sembrano averla possedu- Sforza, capitano di gran nome,
ta sino al 1217, in cui il Tolo- contestabile di Napoli e gonfalo-
sano ammette i faentini al suo go- niere di s. Chiesa, con approva-
verno sino al 1243, in cui cadde zione di Giovanni XXIII, che inol-
nelle mani di Federico II. Questi, tre lo dichiarò conte della mede-
nel 1248, m compenso di militari sima. Francesco Sforza suo figlio,
servigi, la cede al conte Malabcc- insigne per ventidue vittorie, nel-
ca signore di Bagnacavallo, al qua- l'anno i44° ottenne il tanto sospi-
le poco dopo fu tolta dal Cardi- rato dominio di Milano. Cos'i la
nal Ubaldini legato pontificio, per famiglia Sforza umilmente sorta da
darla ai bolognesi in compenso de- Cotignola, nobilitata singolarmente
gli aiuti militari a lui dati. Nel da due suoi individui, Sforza pa-
1276 Guido conte di Montefeltro, dre, e Francesco figliuolo, colle più
e caldo capo de'ghibellini, avendo eminenti virtù , sole fonti della
trionfato de'bolognesi, pose al pre- vera nobiltà, potè salire in brevis-
sidio di Cotignola soldati forlivesi simo periodo ad uno de' più rag-
e faentini, costruendovi un castello. guardevoli principati. Il medesimo
In seguito i faentini ne ripresero Francesco Sforza, ottenne da Pio
il governo, e la restaurarono nelle II accrescimento all'antico territorio
mura e negli edifìzi rovinati dal di Cotignola, con aggiungervi quelli
terremoto. Nel 13^8 fu governata de'distrutti castelli di Cunio e di
dal Cardinal legato di Bologna, che Barbiano, rinomati nell'istoria, con
per timore dei Polentani di Ra- frazione di Zagonara. I duchi Sfor-
venna, nel i32g la cedette ai me- za- Visconti governarono la loro pa-
desimi ; ma Benedetto XII nel tria per anni novantuno, sino al
1 34 1 1' accordò in feudo ai Mai- i5o2, onorandola col titolo di loro
nardi di Bertinoro. Ritornata po- città diplomatica, di molti privilegi,
scia al pieno dominio della santa e statuti particolari. In detto anno
Sede, Gregorio XI l'accordò all'in- Cotignola ritornò agli estensi, nel
glese Giovanni Aucut suo capita- i5io di nuovo alla Chiesa, nel
no e gonfaloniere, insieme cogli al- 1 5i 3 venne rivendicata dagli esten-
tri paesi della Romagnola, in pre- si; ma nel i5g8 essendo mancata
mio di militari quale
imprese, il la linea legittima degli estensi, Cle-
dappoi in un alle altre terre la mente Vili insieme al ducato di
vendè per ventimila fiorini ai mar- Ferrara la sottopose all'intero do-
chesi estensi di Ferrara. Allora minio della santa Sede, seguendo
Manfredi, signore di Faenza, subito quindi i destini di Ferrara. Il go-
l'occupò, e la tenne sino al i38i, vernatore lo nominava la s. con-
in cui fu espulso dagli estensi che sulta. Sono in essa molti benefìci
la governarono a tutto il 1 4oo, nel- istituti, e tra le chiese primeggia
la qual epoca se ne impossessaro- quella di s. Stefano, già decorata
no i conti di Cunio e di Barbia- di ricco capitolo, il cui superstite
no. Nel i4°9 tornò in potere de- arciprete gode Y uso della cappa
gli estensi, dai quali nel i4'i fa maglia. Cotignola divenne pur ce-
ceduta in compenso di guerreschi lebre pegli uomini illustri che ci
servigi al lodato cotignolese Giaco- ha dato. Alberico il grande , che
FAE FAE 3oi
iiberb V Italia dai barbari, fu suo costruire la rocca presso porta Imo-
signore; come preclarissimo fu Sfor- lese. Frattanto in Faenza penetrò
za il grande. A Francesco suo fi- la pestilenza, i fiorentini fecero ri-

glio, cinque discendenti successero bellare Astorgio Manfredi per ricu-


nel ducato di Milano, e Bianca perare la signoria ; ma Aucut ca-
pronipote sposò Massimiliano impe- pitano pontifìcio, e signore di Co-
ratore. Molti poi furono gli Sfor- tignola, portatosi colle sue milizie
za vice re, come i Cardinali i qua- in Faenza, 1' abbandonò al saccheg-
li hanno biografie nel Dizionario. gio ed alle violenze, non rispar-
Caterina figlia delduca Galeazzo miandosi le sagre vergini. Le que-
sposò Riario nipote di Sisto IV, rele de' faentini giunsero in Avi-
conte di Forlì e d'Imola, indi spo- gnone a Gregorio XI, il quale nel
sò un Medici di Firenze; e lungo ristabilire in Roma la residenza
sarebbe parlare della sforzesca fa- pontificia, seppe Aucut con- che l'

miglia. Inoltre Cotignola ebbe di- segnava Faenza venalmente al mar-


versi grandi uomini, come Gra- chese Nicolò d'Este. Allora Astor-
ziani arcivescovo di Raglisi, sepolto gio si pose in cuore di togliergliela,
nella collegiata; la b. Cecilia fran- e coli' aiuto di altri nel 1379 po-
cescana ; il b. Alberto Marchesi tè averla , pagare in
a patto di
francescano, tumulato in patria; quattro anni ventiquattro mila fio-
d. Gaspare Bolis, istitutore in pa- rini , conseguendo da Urbano VI
tria del collegio de' gesuiti, delle il titolo e l'autorità di vicario del-
Clarisse, e del conservatorio delle la Chiesa per tutto il dominio di
orfane; i Zarabbini, uno celebre Faenza. Superò quindi Astorgio
nelle armi, due nell' eloquenza, ed una congiura ordita in favore del
Onofrio autore di varie opere, sen- fratello Francesco ; prese Russi, su-
za nominar altri che fiorirono nel- però i forlivesi , e riedificò il pa-
le scienze e nelle arti. V. Giro- lazzo pubblico in Faenza. Ebbe
lamo Bonoli , Storia di Cotignola inoltre la aver vinto e
gloria di
terra della Romagna inferiore^ Ra- fatto prigione Azzone d'Este, e da-
venna 1734 per il Landi; ed il ta in moglie al figlio Gio. Galeaz-
p. Flaminio da Parma , del con- zo, la bella Gentile, sorella di Car-
vento Francesco de' minori
di s. lo Malatesta signore di Rimini,
osservanti, nel tom. I delle sue Me- dopo essere stato in Roma con
morie isteriche. cento cinquanta cavalli per esser
Ritornando alla nostra Faenza, confermato nel vicariato dal nuo-
ed all'epoca del pontificato di Ur- vo Papa Bonifacio IX, che il re-
bano V , i Manfredi divennero galò con cose di valore, cui A-
causa ,
per le prepotenze ed ava- stoigio passò in dono alla cattedrale.

nie che commettevano


che molte , Incominciò il secolo colla XV
famiglie spontaneamente
faentine guerra de' bolognesi, e con ostilità
abbandonassero la patria. Giovan- col duca di Milano; ma quel che
ni Manfredi morì in Bologna la- , fu peggio per Astorgio, venne bra-
sciando due figliuoli, Astorgio e ma a Bonifacio IX di ricuperare
Francesco, senza l' avito dominio, allaChiesa Bologna e Faenza, com-
meno le poche possessioni lasciate- mettendone l'impresa al Cardinal
gli dal Papa e Gregorio XI fece
; Cossa, che fu poi Giovanni XXI 11^
3o2 FAE FAE
come legato di Romagna, cui die Carlo, Guido Antonio, Astorgio,. e
per compagno e capitan generale Gio. Galeazzo dandone la tutela ,

dell'esercito il conte di Cunio Al- alla vedova Gentile, e il reggimen-

berico, gran contestabile del regno to. Indi i Manfredi acquistarono


di Napoli. Occupata agevolmente facoltà di eleggere
podestà per i

Bologna, si avanzò a Faenza ove Faenza, che assediata dal duca di


n* era assente Astorgio, e la ebbe Milano, dopo la sua ritirata ivi si
dal figlio Galeazzo, cbe la cedette concliiuse la generale concordia.
per dieci anni, coli' annuo compen- Nel l4*9 i bolognesi ribellaronsi
so alla sua famiglia di due mila a Martino V, che inviò i signori
quattrocento fiorini; quindi accusa- di Romagna a soggiogarli, concor-
to Astorgio di segrete intelligenze, rendovi Gio. Galeazzo ,
1' ultimo
il Cardinale gli fece mozzare il ca- de' fratelli Manfredi. Vari avveni-
po. Alcune famiglie faentine abban- menti si successero: il valoroso Gui-
donarono la patria, e mentre nello do Antonio condusse i fiorentini
scisma die funestava la Chiesa si contro Lucca, ma poscia alleossi
elesse Giovanni XXIII, contro Gre- col duca di Milano nemico di Eu-
gorio XII, questi restituì il vica- genio IV; Astorgio II fatto pri-
riato di Faenza a Gio. Galeazzo, gione si vendicò poi con Gamba-
conferendogli il titolo e privilegio corta di Pisa ; ed alla morte di
di conte su Val
tutte le castella di Guido, Astorgio li gli successe nel
di Lamone; laonde a' 28 giugno principato, mentre Taddeo figlio

i4»o il Manfredi s'impadronì del- del defunto s'ebbe la signoria d'I-


la città, venendo congratulato dai mola , ciò che produsse momen-
signori del territorio, da Alberico tanei dissapori tra zio e nipote. In
di Cunio, e da Sforza di Cotigno- questo tempo ancora molti illustri

la. Gio. Galeazzo fu il primo di guerrieri onorarono la pa-


faentini
sua illustre prosapi a ad essere in- tria, e Taddeo caduto prigione in

signito del titolo di conte di Val un fatto d' armi tra le milizie na-
di Lamone, come il primo a con- poletane e i fiorentini, questi ge-
ferire il nome di visconte a chi nerosamente il posero in libertà,
inviò al governo de'castelli di sua e largheggiarono secolui con pri-
signoria,separando la contea dal vilegi, dichiarando loro capitano
rimanente del territorio faentino, generale lo zio Astorgio II, pel va-
e soggettandola a speciali statuti, lore ond' era chiaro, e ne die pro-
che poi approvò qual pontifìcio vi- ve ai fiorentini nelle conquiste di
cario. In detto anno i/fio la città lombardia. Indi questo signore ri-
fu liberala dalla Beata Vergine fece le mura e le fortificazioni a
delle Grazie da fierissima pesti- Faenza, a Russi, a Brisighella, edi-
lenza. ficando la sua rocca, nel pontifi-

Seguendo Gio. Galeazzo le parti cato di Nicolò V zelatore della pa-


del benefico Gregorio XII, si col- ce. Nella vita di questo Papa si

legò alle milizie eh' erano in di lui legge, che ai 23 febbraio i453
favore, che per altro furono debel- minacciò con gravi pene Taddeo
lale presso Faenza. Essendo egli Manfredi, per aver usurpato la cit-
morto nel i4i7> il Pontefice Mar- tà di Faenza, disprezzando l'imperio
tino V investì del vicariato i figli della santa Sede, da cui l' aveva
F AE FAE 3o3
con Imola in governo. Quando Pio pudio de' faentini il primogenito
li recossi nel 1 4^9 al congresso di Astorgio. Stanca la moglie Fran-
Mantova, Gio. Galeazzo lo accom- cesca della disonesta tresca che Ga-
pagnò a Bologna, e riuscì al Papa leotto menava colla ferrarese Cas-
di pacificar Taddeo con Astorgio sandra, prima fuggì presso il pa-
II, ciò che ebbe corta durata, per- dre , covando tremenda ven-
e poi
chè il primo armata mano tentò detta, rappacificatasi in apparenza
occupar Faenza, ed impadronirsi col marito, lo fece trucidare in sua
dello zio. TuttavoltaPioII colla sua presenza, immergendogli per ultimo
autorità riconciliò ambedue stabil- ella stessa un pugnale nel petto,
mente, ed allora Astorgio li pre- ed immediatamente col figlio si
stò utili servigi al Papa. Per mor- rifugiò nella rocca. Il padre suo,
te di Astorgio II, nel
1468, gli eh' era venuto in Faenza co' suoi
successe il figlio Carlo, quale su-il per proteggerla, fu fatto prigione
bito ottenne il principato di Faen- dal popolo inviperito per ì' atroce
za, con generale esultanza de'citta- misfatto, e solo a mediazione dei
dini, mentre il fratello Federico fiorentini fu lasciato ritornar con
divenne vescovo della diocesi , ed Francesca illeso a Bologna. Astor-
in Imola Taddeo era in aspra dis- gio III proclamato principe ebbe a
sensione col suo figlio Guidacelo superare una congiura ordita da
Manfredi, ed il primo fu dal duca Ottaviano suo cugino, e i fiorenti-
di Milano spogliato della signoria ni ne curarono gl'interessi. In tan-
d' Imola, compensandolo con altri ti trambusti i cotignolesi rinnova-
domimi. rono le antiche pretensioni di am-
Il principe Carlo intento ad ab- pliar i loro confini in detrimento
bellire Faenza, demolì portici che i di Faenza, non però vi riuscirono.
la ingombravano, quietando il ma- Riconciliati i partiti cittadini, esaspe-
le umore con compensi ai danneg- rati pel barbaro avvenimento, pero-
giali. Più tardi, nel i4?7 5
i faen- pera del magistrato, e pel credito del
tini insorsero contro di lui ; e seb- canonico Rondinini, contemporanea-
bene Federico avesse ottenuto da mente in Italia nacquero nuovi dis-
Sisto IV la successione al principato turbi, mentre diveniva Pontefice A-
ad Ottaviano primogenito, Galeotto lessandro VI Borgia; e siccome il cen-
fratello de' due primi fu salutato so annuo di 2016 ducati che il signor
signore, ond'essi uscirono dalla cit- di Faenza pagava alla camera apo-
tà, subito mutando Galeotto i ca- stolica, per due anni non era stato
stellani delle rocche , e ricevendo soddisfatto, il Cardinal Riario ne as-
Tinvestitura da Sisto IV. Indi Ga- solvette Astorgio
III. Giovandosi
leotto si strinse in amicizia con Gi- Ottaviano Manfredi della venuta
rolamo Riario conte d'Imola, e do- di Carlo VIII re di Francia in
po vari politici avvenimenti, sposò Italia per la conquista del regno
Francesca Benlivoglio figlia del si- di Napoli , e delle altre vicende
gnore di Bologna. Tentò poscia che ne furono conseguenza , nuo-
impadronirsi di Forlimpopoli, e do- vamente aspirò a signoreggiare
po la morte di Carlo, e del vesco- Faenza ; ma non ebbe riuscita, an-
vo Federico suo fratello, avvenuta zi fu imposta la taglia a suo estre-
in Riurini, gli nacque con gran tri- mo danno, e mentre nel i49& i
, ,

3o{ FAE FAE


fiorentini lo movevano contro Astor- Faenza nel novembre i5oo, fu va-
gio HI, restò ucciso allo alpi ili s. lorosamente respinto, e costretto a
Benedetto, con indignazione dell'e- ritirarsi coli' esercito a' quartieri
mulo, e de' faentini d' inverna Nel gennaio del seguen-
Frattanto Alessandro VI non la- te anno il Borgia tornò a stringe-
sciava mezzo per ingrandire la po- re Faenza, e nel terzo assalto, ai
tenza di suo figlio Cesare Borgia, 21 detto, non senza segrete intel-
già Cardinale, indi duca del Valen- ligenze di dentro , fu nuovamente
ti nois per concessione del re di respinto. Rivolse egli allora le sue
Francia Luigi XII, e formargli un forze contro Russi ed altri castelli
principesco stato in Romagna. Tre- che occupò. A'2 r aprile fece ritor-
pidando la repubblica di Venezia no su Faenza, ed a'24 ordinò un
della calata in Italia che meditava generale assalto, che fu fiero, e du-
il re di Francia per congiungere rò sei ore, perchè ogni ordine di
le sue armi coli' audace ed agguer- cittadini , senza riguardo d' età e
rito Cesare Borgia, rinunziò alla di grado, pugnarono in difesa del-
prolezione che sino allora aveva la patria, per cui grande fu la
usata allo stato di Faenza, richia- perdita de'nemici. Tuttavolta con-
mando il suo procuratore che ivi ri- siderando i faentini che ad altro
siedeva. Al soprastante pericolo pro- assalto non trovavansi in grado di
curò di riparare Astorgio III, collo fare resistenza, a' 26 aprile inco-
sborso de* censi scaduti e non pagati, minciarono trattative di dedizione
interponendo gli uffici dell'oratore salvo l'onore, la vita e gli averi
veneto in Roma, e quelli di alcu- de' faentini , o abitanti de' luoghi
ni Cardinali. Luigi XII invase il soggetti alla signoria, e che Astor-
ducato di Milano, e dati a Cesare gio III fosse lasciato pacifico pos-
Borgia alcuni squadroni perchè fa- sessore del paterno retaggio.
cesse l' impresa d' Imola, tornosse- Acconsentì a tali patti il duca
ne in Francia, ciò che vide volen- Valentino, ma non sembrandogli
tieri il duca Valentino: Imola, For- essere sicuro nel dominio, finché
lì e Cesena caddero in suo potere, fosse libero e vivo un Manfredi
e Caterina Sforza vedova Riario, avvezzo ai tradimenti e allo sper-
da Forlì fu mandata in Roma nel- giuro fece prendere Astorgio
, e ,

la prigione di Castel s. Angelo, Gio. Evangelista suo fratello na-


donde poi fu tratta da Ivo d' Al- turale, e diede loro in Roma la
lègre capitano degli ausiliari fran- morte, gettandone i corpi nel fiu-
cesi. Il duca si condusse trionfan- me Tevere. Così terminò la nobi-
te in Roma, con somma compia- lissima e possente famiglia de'Man-
cenza del Papa. Ripigliata la guer- fredi, che per lunga età tenne il
ra di Romagna, Pesaro e Ri mi ni principato di Faenza, e di altre
gli aprirono le porte, sola Faenza signorie. Il Borgia conlento di a-
glioppose generosa resistenza. Ma il versi assicurato il dominio faenti-
tradimento fece cedere le rocche no, vi pose un luogotenente, men-
e quella della città fu affidata ad tre il Cardinal legato a' 29 aprile
altri, perchè eravi penetrato egual rimetteva lettere patenti alle città
maneggio ; laonde al primo assalto romagnuole, colle quali Alessandro
che il duca operò nell' assedio di VI dichiarò Cesare Borgia duca di
,, ,

FAE FAÈ 3o5


Romagna. Il Papa maritò quindi Faenza, che prudentemente tenne
Lucrezia Borgia, sorella del Valen- fede ai dominanti ; indi il Papa
tino, a d. Alfonso primogenito del s' impadronì di Perugia e di Bo-
duca d' Esle Ercole I, ricevendo logna, e tornando in Roma passò per
dal fratello per giunta di dote Faenza, nel febbraio i5oy per non
Russi ed altre castella del dominio dar mostra di risentimento verso i
faentino. Indi il Valentino atterrò veneziani. Disgustato tuttavolta con
le mura di Castel Bolognese, e ob- essiper la conquista fatta delle cit-
bligò Faenza a far leva di solda- tà romagnole, si collegò in Cam-
ti. Frattanto morì a' 18 agosto bray col re di Francia a loro dan-
i5o3 Alessandro VI, e la potenza no, I veneti vollero farne la re-
del Valentino fu al tramonto i : stituzione, ma il Papa non volle
deposti signori tornarono a' loro accettare, pose in campagna forte
dominii, e Faenza salutò principe esercito,ed i veneti furono vinti
Francesco, figlio naturale di Ga- ad Agnadello , ed allacciati dalle
leotto Manfredi, e gì' impose il no- censure.
me di Astorgio IV. Insorsero però Il Cardinal Alidosi , legato di
de* rivali, ed occultamente fu in- Bologna e di Romagna, fu inca-
trodotto nella rocca Cristoforo Mo- ricato del ricuperamento di Faen-
ro con trecento soldati, inalberan- za. Brisighella provò la ferocia del-
do la veneta bandiera, e rivolgen- l'esercito di Francesco Maria della
do le artiglierie contro la città Rovere, capitano generale della
tutta sorpresa di stupore per sì Chiesa ; ed anche Russi soggiacque
inattesa invasione. Allora i faenti- al suo dominio. A mezzo del ca-
ni ricorsero a Giulio II, il quale nonico Rondinini, Faenza si diede
accogliendo benignamente Y inchie- al pontifìcio legato, dopo diverse
sta spedì a Venezia
prontamente trattative e concessioni per parte
il vescovo di Tivoli, per rimuovere del Cardinale e di Giulio II , ve-
il senato da quell' impresa. Ma nendo reintegrato il comune di al-

questi francamente rispose che Faen- cune antiche possessioni spettanti ai


za era stata ceduta in pieno con- Manfredi. Fatto legato di Roma-
cistoro con altre città di Romagna gna il Cardinal de' Medici, si portò
al duca Valentino, che la repub- a Faenza, poi fu prigione de' fran-
blica non voleva discutere su i di- cesi, che occuparono le città di
ritti della santa Sede, e che i faen- Romagna, Russi, ed altri castelli

tini, avvezzi al dominio de' natu- preferendo i faentini alla dedizio-


rali signori, non desideravano l'ec- ne un tributo di buona copia d'o-
clesiastico. Giulio II ciò fece sape- ro. Fu in questa occasione che Faen-
re a' faentini, che si disposero a za si tolse a protettori i ss. Savi-
cessar l' opposizione alle milizie ve- no vescovo e martire , Emiliano
nete, con diverse condizioni, do- vescovo, Pier Damiano vescovo di
vendo passare i superstiti Manfredi Ostia e Cardinale, e Terenzio con-
a Venezia; laonde a' 19 novembre fessore. Nel i5i3, a Giulio II suc-
i5o3 l'esercito veneto co' provve- cesse il Cardinal de' Medici, col no-
ditori presero possesso della città. me di Leone X, che subito con-
Dappoi Giulio II s' inimicò co' ve- fermò al comune le concessioni del
neti procurò
,
il ricuperamento di predecessore ; ma gli svizzeri che a-
VOL. XXII. 20
3o6 FAE FAE
vca preso al suo soldo, alloggiando tini ottennero la revoca d' un de-
parte di essi in Faenza, furono ca- creto, che sottraeva al loro domi-
gione di grave e memorando tram- nio il castello di Russi. Indi furo-
busto. Il magistrato nel i52 2 prov- no spaventali dal terremoto. Ri-
vide alla pubblica quiete. Adria- cevettero con ogni sorla di distin-
no VI fu a Faenza largo di pri- zione i Cardinali legati Sforza, od
vilegi, come gli fu benefico Cle- Alessandrino ossia Bonelli , e po-
mente VII già legato di Roma- scia ebbero a governatore il Cardi-
gna. Intanto Carlo duca di Bor- nal di Vercelli, che ne ottenne da
bone chiese di entrare in Faenza Gregorio XIII il governo a vita ,

col suo esercito, e venendogli ri- ciò che confermò Sisto V. Questi
cusato, per le montagne del faen- fece sentire il suo giusto rigore?
tino si portò a Roma
che fu or- anco contro i banditi di Romagna,
rendamente saccheggiata. Rappaci- ed eguale sollecitudine ebbe Gre-
ficatosi Clemente VII con Carlo gorio XIV. AH' esaltazione di Cle-
V, dopo di averlo coronato in Bo- mente VIII, nel 1592, Faenza ben
logna, al 3i marzo i53o onorò a ragione tripudiò, non solo per-
Faenza di sua presenza dimorò , chè nel cardinalato n'era stato pro-
nel palazzo comunale, festeggiato tettore, ma eziandio per esservi
ossequiosamente dal magistrato e stato educato nella sua prima gio-
dal popolo, che in seguito ottenne vinezza, quando vi si rifugiò il di
soccorsi per rifare le mura della lui famoso giurisconsulto
genitore
città. Nel pontificato di Paolo III Silvestro Aldobrandino dopo il ban-
la città si procurò in protettore il do inflittogli da Firenze sua pa-
Cardinal Cesi diacono di s. Eusta- tria. Vacando la protettoria della
chio ; e Faenza due volte ebbe ad città, l'accettò il Cardinal Sforza
ospite quel gran Pontefice: la pri- legato.Nel recarsi poi Clemente
ma quando nel i54* portossi in Vili a prender possesso del duca-
Lucca per abboccarsi con Carlo V, to di Ferrara ( al quale artico-
alloggiando nel palazzo comunale lo si descrive la convenzione se-
li 18 e 19 ottobre, da tutti fe- guita in Faenza per la ricupera
steggiato oltre ogni dire; la secon- di quel ducato), il magistrato inviò
da nel i543 in occasione che si tre ambasciatori per ossequiarlo a
recò a Brussetto dall' istesso impe- Rimini, supplicandolo della resti-

ratore, ed in marzo giunse in Faen- tuzione degli antichi privilegi e giu-


za ove dimorò la notte e il se- , risdizioni concessi da Giulio II,
guente giorno. Nel pontificato poi poscia diminuiti e tolti. Indi per
di Paolo IV, per la guerra tra Bagnacavallo , Cotignola e Lugo
questi e il re di Spagna, ricusò di Clemente Vili giunse a Ferrara
ricevere entro le sue mura l'eser- li 8 maggio 1^98, e ne partì ai
cito francese sebbene collegato al 26 novembre. Giunto alle porte di
Papa. Faenza a' 2 dicembre, e smontato
Pio IV confermò a Faenza gli di carrozza, o come altri dicono
antichi privilegi, e gliene concesse dalla lettiga, cavalcò una bianchis-
di nuovi, esentandola da alcune im- sima chinea, e sopra essa entrò in
poste affinchè restaurasse le sue mu- città tra le più magnifiche, pom-
ra, Dal successore s. Pio V, i faen- pose e riverenti accoglienze di tutti.
,

FAE FAE 307


Tra i molti segni di singoiar ono- za, nel viaggio che intraprese per
ranza, venticinque giovani delle più Vienna, rallegrò tutti i faentini,
nobili famiglie, vestiti di ricchi e per più riflessi. Vi giunse a' 7 mar-
vaghi panni
uniformi nel colore zo, smontò nel palazzo del suo cu-
e nella foggia, presentarono al Pon- gino conte Scipione Zanelli, ove in
tefice sopra altrettanti bacili squi- ampia sala ammise al bacio del
siti confetti e canditure di Geno- piede il capitolo preceduto dal ve-
va e Venezia. La via Emilia dal- scovo, il clero secolare e regolare,
l'una all'altra porta fu tutta ad- il magistrato , la nobiltà, e parec-
dobbata a festa, e vari archi trion- chie dame; indi sotto ricco baldac-
fali ed altre divote dimostrazioni chino Pio VI si condusse a piedi
si tributarono al comun padre e alla cattedrale, ed ivi solennemen-
sovrano. Dopo alcune ore di ripo- te benedi il popolo, e tornato al det-
so Clemente Vili riprese il cam- to palazzo, dopo breve riposo con-
mino alla volta di Roma, fra le tinuò il suo viaggio per Imola.
più vive acclamazioni. Ritornando il Pontefice da Vienna
Nel pontificato di Urbano Vili, rallegrò di nuovo colla sua presen-
pei bisogni dello stato, la comune za i faentini a' 29 maggio, e nel
fece un'offerta in denaro, e poscia palazzo Zanelli ricevè 1' omaggio
il territorio pati una straordinaria del vescovo , del governatore, del
innondazione ; ed in quello di Ales- magistrato, della nobiltà, e di al-
sandro VII ricevette con solenni tri. La porta della città era sovra-
onorificenze la regina Cristina di stata d' analoga iscrizione, la via
Svezia, accompagnata dal dottissi- Emilia fu decorosamente ornata
mo Olstenio; indi la città provò mentre da un balcone del mento-
i tristi effetti della pestilenza e vato palazzo compartì l'apostolica
delle civili discordie , mentre nel benedizione , fra le più divote e
pontificato di Clemente X fu af- clamorose acclamazioni. Dipoi a-
flittacon Romagna tutta dal ter- scese il Papa in carrozza, s'incam-
remoto, gastigo che rinnovossi in minò verso il canale naviglio in
un modo spaventevole per Faen- costruzione a spese del medesimo
za sotto Innocenzo XII. In questo conte, come dicemmo di sopra,
frattempo alloggiò nel palazzo del benedicendo nel tragitto le mo-
conte Dionigio Naldi, Maria Casi- nache di s. Cecilia e le suore di
mira, vedova di Giovanni III re di s. Chiara schierate appositamente
Polonia, accompagnata dal vec- sulla corte. Pervenuto col corteg-
chio suo genitore, il Cardinale gio all' arco trionfale , discese Pio
d' Archien.Poco dopo, e nel pa- VI dalla, carrozza, e in compa-
lazzo del marchese Muzio Spa- gnia di monsignor vescovo si a-
da, albergarono Teresa Gonegon- vanzò verso il detto canale, ove
da vedova dell'elettore di Bavie- parecchi gondolieri vestiti a gial-
ra , e Violante moglie del pri- lo tenevano preparati due pali-
mogenito di Cosimo III; e nel 1717 schermi da lanciare in acqua ad
Giacomo III re d' Inghilterra fu un convenuto segnale. Ciò fatto,
trattato ospitalmente dal conte Ga- comparvero le due barche piene
spare Ferniani. Ma il soggiorno di suonatori, che con piacevoli ar-
che fece Pio VI nel 1782 a Faen- monie fecero più lieta quella so-
3o8 FAE FAE
lennità. Indi fu presentato al Pa- forza alla forza. A'2 febbraio 1797
pa il disegno della porta che vo- il general Victor, coi generali Sau-

levasi erigere rimpetto al canale, ghet, Rusca, e Sgambelli, per Imo-


ed egli approvando, volle che
ciò la si diressero contro
1' esercito
pon-
fosse chiamata Pia dal suo vene- tificio, sponde e presso il
e sulle
rato nome. Risalito in carrozza, ponte del Senio ebbe luogo l'infelice
passò al loggiato del palazzo co- pugna. Al primo assalto degli ag-
comunale magnificamente ornato, guerriti francesi, il guado sulle pri-
e quivi il Pontefice tornò a bene- me fu impedito con molto valore;
dire il foltissimo popolo, avviando- ma la furia degli ardenti italiani
si poscia per Forlì, uscendo dal- di lombardia, ausiliari dei francesi,
l'altra parte della città sulla quale cagionò un istantaneo sbigottimen-
si leggeva altra corrispondente iscri- to, e tradite le milizie papali da
zione. alcuni ufììziali
guadagnati dal ne-
Nel 1 789 incominciarono i me- mico, perderono subito il posto ed
morabili sconvolgimenti di Francia., il coraggio, e si abbandonarono al-
che commossero tutta l'Europa, ed la fuga con disordine e confusio-
oscillarono grandemente sullo stato ne. In potere de' francesi restarono
pontificio, risentendone anche Faen- alcune centinaia di prigionieri ,
za le triste conseguenze. Al pas- quattordici pezzi di cannone, e otto
saggio delle diverse truppe, succes- bandiere: mentre i francesi vi per-
se per opera de' repubblicani fran- dettero un qualche centinaio di
cesi l'invasione di Romagna. Na- uomini, tra morti e feriti. Osser-
poleone Bonaparte, supremo coman- va il Pistoiesi, nella Vita di Pio
dante dell'esercito d'Italia, occupò VII, tom. I, p. 35, che da mol-
Bologna a' 19 giugno 1796; ed ti si pose in ridicolo cotal combat-

ai 2 4 delio stesso mese il genera- timento; ma ufììziali di rango si

le Augereau entrò co' suoi in Faen- francesi che cisalpini lo trovarono


za, obbligando i cittadini alla con- ben differente, e diedero la meri-
segna d'ogni sorta di armi, ed im- tata lode a que' valorosi soldati,
ponendo gravose contribuzioni, ol- che sebbene di nuova leva, e non
tre lo spoglio del monte di pietà. avvezzi al fuoco, mostrarono ciò
Lugo e Cotignola avendo opposta non pertanto pocoun coraggio
resistenza, furono severamente pu- comune, e ben si avvide il nemi-
nite, e saccheggiate. Allora
il Pa- co in quel primo militare cimento
pa inviò molte milizie a Faenza che l'antico valore nei nostri non
capitanate dal colonnello Ancaiani, era spento.
dappoiché Pio VI, sebbene avesse Allora il generale Victor continuò

convenuto nell'armistizio di Bolo- la sua marcia sopra Faenza, apren-


gna, firmato colà a' 23 giugno dosi la porta fatta chiudere dal-
1796, diverse umilianti condizioni, l' Ancaiani, a colpi di cannone; ed
e la cessione delle legazioni di Bo- i cavalleggieri inseguirono verso
logna e di Ferrara, e della città Forlì i fuggitivi. Il general Bona-
di Faenza, pure avendo bene com- parte alloggiò nel palazzo Mazzo-
preso le mire de' francesi, secondo lane e il cavaliere Annibale di
l'obbligo di principe sovrano, in questa famiglia venne dichiarato
difesa de* sudditi , volle opporre capo della municipalità. Il dì se-
5,

FAE FAE 309


guente nella pubblica piazza fu sero il di lui busto, con relativa
eretto l'albero dell'effimera liber- iscrizione. Grandissima fu altresì
tà, ossia una lunga pertica avente la letizia de' faentini, di essere be-
in cima un berretto rosso, e pen- nedetti da sì santo Pontefice.
dente, raccomandata a tre nastri Sulla storia di Faenza, e sue
tricoloràti, una ghirlanda d'alloro pertinenze, oltre i succitati scritto-
frammischiata a diversi fiori, oltre ri abbiamo le seguenti opere. Dal
i molti eguaglianza, giustizia, liber- dotto e sunnominato camaldolese
tà, ec, quindi ebbero luogo tutte p. Mittarelli, che come abbate ge-
quelle cose contro il pontificio re- nerale de' camaldolesi risiedette nel
gime a tutti note, e nel
1798, il rnonistero di Faenza, abbiamo: Ad
passaggio di quelleche truppe, scriptores rerum italicarum Mura-
prepotentemente strapparono da tori accensiones historicae Faven-
Roma Pio VI. Frutto del nuovo tiae, quarum elenchus ad calcem
ordine di cose furono forzose con- legitur. Il Mittarelli però ebbe a
tribuzioni, demolizione de' stemmi, compagno in questa collezione l'al-
discacciamento de' religiosi e delle tro celebre camaldolese p. d. An-
monache dai loro chiostri, la co- selmo Costadoni, ambedue i quali
scrizione, ostilità d'ogni genere, con note e prefazioni illustrarono
vessazioni ec. Posero momentaneo le seguenti opere : I. Chronìcon To-
termine a sì fatti avvenimenti la losani nunc primum editum;
II. Pe-

prevalenza degli austro-russi, che tti Cantine Ili


Chronicon Faventi-
entrarono in Faenza a' 1 4 maggio num; III. Chronica brevioria, alia-
1799, finche ai 12 luglio 1800 que monumenta Faventina a Ber-
rientrarono nuovamente i francesi nardino Azzurinio collecta ; IV.
nella città per la vittoria ottenuta Appendix monumenlorum Faven-
a Marengo. Di nuovo nei seguen- tinorum: Statutum Faventinwn cir-
te novembre gli austriaci ricupe- ca offtciales custodiae anni 1^0,1-,
rarono Faenza ; ma ritornativi i Vilae ss. Terentii, Sabini, etc. ali-
francesi, sino al 1 8 14 ne restarono dore Jo. Ant. Flaminio^ ejusdem
possessori, facendo dapprima la cit- Flaminii epistola, et altera Zacha-
tà parte della repubblica cisalpina, riae Ferrerii de Laudibus urbis
poscia del regno italico, e nel 1 8 1 Faventiaej Epistola Hieronymi Fer-
venne ridonata al pacifico dominio ri de Tabulano Azzuriniano , et
della santa Sede nel glorioso pon- alia Petri Nicolai Castellani ad
tificato di Pio VII. Non devesi qui Clementem VII, Venetiis 1771.
tacere, che ritornando questo Pa- Julius Caesar Tondutius, Faven-
pa ne' suoi dopo lunga
stati catti- tiae historiae breviarium: accessit
vità, passò per Faenza a' i5 aprile in fine epistola responsoria ad al-
i8i4j visitò la cattedrale, ed in terani Sertorii Ursati, quae im-
sagrestia ammise al bacio del pie- pressa legitur libro cui titulus : i

de il canonico Andrea Strocchi, Marmi eruditi, fol. 1 17, Faventiae


allora vicario generale, e tutti gli typ. Josephi Zarafagli 1670. Di
individui componenti il capitolo più del medesimo si hanno 1' Hi-
che a memoria di tanto onore, e storie di Faenza pubblicate dopo
del fausto trionfo di Pio VII, so- la di lui morte da Girolamo Mi-
pra la porta della sagrestia eres- nacci, in Faenza per Gioselfo Za-
3io FAE FAE
1 alagli i6y5
con figure. Vent'anni
t primordii della chiesa
I illustre
impiegò il Tonduszt nel comporre faentina, sono congiunti a queliti
questa storia della sua patria, che metropolitana di Ravenna, come si
arriva sino al 1600. Essendo mor- esprime il benemerito delle noti-
to l'autore mentre la stampa era zie ecclesiastiche diFaenza, il sul-
inoltrata fino al i44°> u Cavina lodato canonico Andrea Strocchi,
si occupò della correzione del pro- nel suo opuscolo nitidamente stam-
seguimento, ed aggiunse l'indice pato dalla tipografia Montanari e
generale e i particolari. Gregorio Marabini nel i83g, ed intitolato:
Zuccoli ci ha dato la Cronica par- / primordii della chiesa faentina.
ticolare delle cose falle nella città Abbiamo pertanto da lui , che la
di Faenza cominciando dal 700 nazione faentina è debitrice dello
in circa sino al 1 i34, Bologna stabilimento della fede allo zelo di
\5j5. Questa cronica è un ristret- s. Apollinare, discepolo del princi-
to di quella del Tolosano. Il me- pe degli apostoli e primo Pontefi-
desimo Zuccoli lasciò ms. una sto- ce s. Pietro. Questi lo consagrò
ria compiuta della città, che recen- vescovo di Ravenna, e lo spedi
temente, cioè nel i836, senza no- nell'Emilia l'anno 46 della nostra
me d'autore e non intera, è stata era, a predicare il vangelo nelle
pubblicata in Milano, fra le storie diverse città di quella florida pro-
de' municipii italiani di Carlo Mor- vincia; ed all'anno 60 si attribui-
bio, nella stessa lingua italiana co- sce la fortunata epoca della con-
me la scrisse il Zuccoli. Finalmen- versione al cristianesimo di Faen-
te trattarono di Faenza l'Amade- za, per opera del medesimo vesco-
sio, l'Azzurini, il Blavio, il Canti- vo di Ravenna, non pubblicamen-
nello, il Riceputi , il Torsano, il te a cagione delle persecuzioni, ma
Marchesi, ed altri nelle istorie d'I- privatamente; onde que' primitivi
Ravenna, di Forlì, e del-
talia, di cristiani, come in Roma ed altro-
l' Umbria ec, non che quelli notati ve, radunavansi in luoghi segreti.
dal benemerito annalista Bartolom- Quindi i faentini, come gì' imolesi
meo Righi sullodato. Il Monti nelle elessero s. Apollinare in protetto-
Notizie sloriche sulV origine delle re, e gli eressero chiese ed altari
fiere nello slato ecclesiastico t a pag. sì in città che nella diocesi; e da
38 tratta della fiera di Faenza, e ultimo il regnante Gregorio XVI,
dice che questa celebre città gode- nel i832, accordò alla provincia
va il privilegio della fiera sino dal di Emilia, cioè in tutto V arcive-
i5oo, cioè di un solo giorno nella scovato di Ravenna di celebrarne la
festa degli apostoli ss. Pietro e Pao- festa con rito doppio di seconda
lo, ed era franca da ogni dazio classe. Il primo vescovo poi della
anche per le merci estete. Dice an- chiesa faentina è il martire s. Sa-
cora che nel 1786 cessò la cele- vino, che fiorì oltre la metà del
brazione della fiera franca pei più terzo secolo. Di esso, come di tutti
regolari sistemi di finanza intro- gli che la governarono, il me-
altri
dotti da Pio VI, e che nel 18 16 desimo canonico Strocchi ha arric-
gli fu in vece accordata l'annua fie- chito la storia ecclesiastica d'Italia,
ra di otto giorni da incominciarsi col pubblicare nella sua patria
nel di della nominata festa. Faenza, l'anno 1841 , eoa nobile
,

FAE FAE 3n
edizione , e pegli encomiati tipi tenne il santo Pontefice Martino I,

Montanari e Marabini , la Serie vi si portò il vescovo s. Leonzio


cronologica storico-critica de ve- per la condanna dei monoteliti, e
scovi faentini, corrispondendo cosi riprovazione dell' editto Tipo , il

a quel desiderio che 1' immortale perchè vuoisi soffrisse il martirio.


Minatori dichiarò su sì fatti im- Il vescovo Paolo, nell'anno 920,
portantissimi argomenti al canoni- istituì il cospicuo capitolo di trenta
co Manzoni per l'istoria de' vesco- canonici, e perciò, afferma lo Stroc-
vi d'Imola, dappoiché gli diceva chi, fu il primo che istituì capito-

avere il sommo Ughelli in tanti lo di canonici nello stato pontifi-


luoghi camminato alla buona. Lun- cio. Inoltre eresse in vicinanza del-
gi pertanto di tesserne la serie la cattedrale quella grandiosa abi-
'

solo ci permetteremo indicare i ve- tazione, che dal loro nome si chia-
scovi venerati dalla Chiesa per san- mò canonica ; visse in comunità
ti, quelli che in numero di dieci col suo clero, per meglio attendere
furono decorati della dignità car- al diurno e notturno salmeggia-
dinalizia, primeggia In-
tra' quali mento, e celebrazione de' divini uf-
nocenzo XII, e pochi altri degui fizi nella cattedrale. Gli si attri-

di speciale menzione. buisce ancora l' istituzione del col-


San Savino nativo di Sulmona, legio de' parrochi di Faenza, co-
in età giovanile, e verso l'anno me generose assegnazioni pel detto
260 di nostra era, si portò a con- capitolo, cui i successivi vescovi ag-
durre vita solitaria nella selva Li- giunsero ulteriori beneficenze, ed
ba, presso il luogo ove fu poi fab- anche giurisdizione sopra molti ca-
bricato il castello di Fusignano, stelli, cioè Pedrignano nel forlive-
già territorio, ora diocesi di Faen- se }
Fontanamoneta Fornaciauo, e ,

za. Ivi visse santamente, e rallen- Guillarino in quel di Faenza, ed


tate le persecuzioni della Chiesa, altri.

compì opera che due secoli pri-


l' Descrivendo lo Strocchi le me-
ma avea incominciato s. Apollina- morie del vescovo Roberto dice ,

re, illuminando il residuo degli che in questo tempo fatalmente


abitanti Faenza, che
della vicina Faenza seguiva le parti dell' anti-
per tal acclamò suo
beneficio lo papa Clemente III, ossia Guiberto
vescovo, forse verso l'anno 280; arcivescovo di Ravenna, fatto eleg-
altri lo riguardano anche vescovo gere contro s. Gregorio VII dal-
di Spoleto, Assisi, Chiusi ec. Patì l'imperatore Enrico IV, e quindi
il martirio nel 3o3 a Spoleto, ed passa a parlare di un concilio con-
il suo sagro corpo fu trasportato vocato in Faenza, di cui sinora
nella selva Liba l'anno 3 11, ove rimase incerta 1' epoca, nel qua-
fu eretta una chiesa, e sotto Astor- le venne abrogata la facoltà con-
gio II, nel i438, venne trasferito cessa ad alcuni monaci di affidare
nella cattedrale. Gli successe Costan- nelle loro possessioni la cura d' a-
tino o Costanzo I, che alcuni dissero nime ai preti secolari senza con-
primo vescovo di Faenza interven- : sentimento de' vescovi. Narra poi.
ne al concilio che Papa s. Melchia- che siccome il Pontefice Urbano
de celebrò in Roma l'anno 3x3. II, a' 3o aprile 1099, nel concilio
A quello poi che nel 649 ivi pur Romano confermò la sentenza di
3ll FAE FAE
scomunica emanata da' suoi prede- detti parrochi dipendessero nello
cessori contra Y eresiarca Giliberto spirituale direttamente da' vescovi,
pseudo-papa, e gli altri di lui com- e soltanto fossero tenuti a rendere
plici, e dichiarò nulle le ordina- ragione agli abbati dell'amministra-
zioni fatte dal medesimo posterior- zione delle cose temporali appar-
mente anatema, sembra
all'inflitto tenenti ai monasteri. La quale di-
quindi che il relativo canone do- sposizione era maggiormente neces-
vesse essere intimato, o in qualche saria all'Emilia, perchè in questa
modo reso noto al capo dello sci- provincia abbondavano gli stabili-

sma, e a' di lui fautori e seguaci, menti monastici pio. ricchi che al-
non meno che agli ecclesiastici da trove. Finalmente in conferma che
lui ordinati. Ciò non potevasi me- il concilio apud Faventiam sì con-
glio effettuare che mediante un vocò sul declinare del secolo XI,
concilio provinciale da tenersi in dopo il concilio Romano III del
prossimità ai luoghi ove si aggi- 1099, è a sapersi che l'arcivesco-
ravano e avevano stanza i suddet- vo di Ravenna ebbe il dominio
ti scismatici coli' antipapa, che po- temporale di diverse città, terre,
co prima erasi ridotto nel castello castelli, ed anche di esso venne
di Argenta. Si reputa perciò che più volte investito dagl' imperatori,
immediatamente dopo il concilio come de' contadi di Bologna, Imo-
Romano del 1099, d'ordine dello la,Faenza, e Cervia, nonché confer-
stesso Pontefice Urbano II fosse mato dai Pontefici. Tra questi domi-
convocato il concilio apud Faven- ni i era vi Oriolo, oppidum Aureoli,
tiani , del quale dovettero proba- città o castello nella diocesi di Faen-
bilmente far parte i suffraganei del- za, e quattro miglia da essa distante,
l'arci vescovato di Ravenna , che. si il quale appunto vuoisi essere stato
conservarono fedeli alla santa Sede, destinato alla radunanza de'padri,
come lo era certamente il nomi- per la celebrazione del concilio, sicco-
nato vescovo Roberto di Faenza, me luogo idoneo al grave atto, sicu-
che allora teneva questa cattedra ro da ogni spirito di parte, e protet-
vescovile suffraganea sino dalla isti- to contro le insidie de' nemici del
tuzione della metropolitana di Ra- sommo Pontefice; luogo in cui poste-
venna. Da quanto dottamente scris- riormente si tennero altri congres-
se de' precedenti concili il citato si diplomatici. Adunque con criti-
storico faentino, sembra che nel ca e molteplice erudizione, prova Io
concilio di Faenza, oltre la confer- Strocchi, che nell' istoria patria, e
ma della scomunica al sedicente nella collezione de' concili, si possa
Clemente III e suoi complici, siasi aggiugnere questa annotazione: Con-
anche trattato della riforma essen- cìLium apud Faventiam in oppido
ziale della disciplina ecclesiastica, Aureoli, anno MXCIX Pontificato
ripetendo i canoni analoghi degli Urbani II anno XII.
ultimi concili di Clermont, e di Successe a Roberto nel vescova-
JNimes. Ne certamente si ommise to, Cono, sotto il quale passò per
il canone riguardante il diritto epi- Faenza nel 11 06 il Papa Pasqua-
scopale d' insti tuire i parrochi per le II, recandosi in Germania a ce-
le chiese situate ne' possedimenti lebrare il concilio di Augusta per
de'monasteri, colla prescrizione che la riforma delle cose ecclesiastiche;
FAEL FAE 3i3
ed i faentini tributarono a lui gli comando dell'arcivescovo di Raven-
onori dovuti al capo della Chiesa. na suddetto, in punizione della
Pasquale II a' 28 ottobre del me- lesa giurisdizione del castello di O-
desimo anno tenne un concilio nu- riolo: altro sinodo pieno di santis-
meroso in Guastalla, dove tra le sime leggi Ugolino celebrò nel i32i.
altre cose decretò che i vescovati Il primo vescovo di Faenza che
dell' Emilia non sarebbero più sot- fu promosso al cardinalato, non pe-
toposti al metropolitano di Raven- rò mentre ne governava la diocesi,
na ; ma l'immediato suo successo- è Francesco Uguccioni o Aguzzoni
re Gelasio II, con ampio diploma Brandi da Urbino, che fatto ve-
de' 7 agosto
19, restituì all'ar-
1 1 scovo nel i38o, fu trasferito alla
civescovo Gualtiero la giurisdizione sede di Benevento nel 1 384 P »
'

metropolitica sulle sedi già suffra- a quella di Bordeaux, creandolo


ganee a Ravenna, e fra queste quel- Cardinale nel i4o5 Innocenzo VII.
la di Faenza. A Cono, nel 1 1 6, 1 Nella bolla di promozione al ve-
fu dato per successore il faentino scovato del suo successore Angelo
Pietro II di Bembo, che donò al- da Ricasoli, fatta nel 1 383 da Ur-
cuni beni al capitolo. bano VI, viene chiamata la sede
Dopo che Giovanni II interven- di Faenza immediatamente sogget-
ne al concilio generale lateranen- ta alla santa Sede; altrettanto si
se tenuto da Alessandro III, il suc- legge nella bolla che il medesimo
cessore di questi Lucio HI, recan- Papa diresse al capitolo, parteci-
dosi nel 1184 a Verona, giunse pandogli tale promozione. Rodolfo
in Faenza nella vigilia della festa Pio de'signori di Carpi nel i528
di s. per cui nel di se-
Pietro, fu fatto vescovo di Faenza, nel
guente celebrò solennemente la mes- i533 promulgò le costituzioni si-

sa nella cattedrale, concedendo in- nodali della chiesa faentina , che


dulgenza per ciascun anno in det- fece poi stampare; indi nel i536
ta ricorrenza. A Giovanni li, nel fu creato da Paolo III Cardinale,
1 92 , fu eletto successore s. Ber-
1
lasciando la sede di Faenza nel
nardo Balbi di Pavia, che a mol- i544> rinunciando a favore di Teo-
ta dottrina accoppiò quella pietà e doro suo fratello naturale. A que-
virtù eroiche che l'innalzarono al- sti nel 1^62 Pio IV die in suc-
l'onore degli altari; però dopo a- cessore Gio. Battista Sighicelli, già
vere per sei anni governato con vicario generale della diocesi, e me-
universale applauso la diocesi di ritamente, perchè fu uno di quei
Faenza, fu da'suoi concittadini chia- prelati che per ingegno, dottrina
mato a reggere la sede di Pavia. e zelo si distinsero in questa cat-
Ugolino faentino divenne vescovo tedra onde venne am-
episcopale,
di sua patria l'anno i3ir, e ben- mirato al concilio di Trento, se-
ché semplicemente eletto interven- condo decreti del quale compi-
i

ne al concilio provinciale di Ra- lò le regole per lo stabilimento del


venna, tenuto dall'arcivescovo Rai- seminario ecclesiastico, e tenne un
naldo. Nel i3i2 nella sala dell'e- sinodo diocesano, che pubblicò col-
piscopio adunò un sinodo ; indi le stampe. Dopo il Cardinal Pio,
scomunicò Francesco Manfredi, e il secondo vescovo di Faenza che
sottopose la città all'interdetto, per fu decorato di sì sublime dignità
3i4 FAE FAE
è Giovanni Francesco di ». Gior- 1691 foste sollevato alla cattedra
gio, de'conli di lilantlrala, anzi e- di s. Pietro, col nome d'Innocen-
gli il primo Cardinale fatto ve- zo XII.
scovo, giacche Clemente Vili nel Innocenzo XI al Cardinal Pi-
1 5»t)6 annoverò al sagro colle-
lo gna! lelli diede in degno successore
gio, e nel i6o3 gli conferì questa il benefico Cardinal Gio. France-
chiese: esso venne sepolto nella cat- sco Negroni, per lo zelo cui fun-
tedrale da lui beneficata. Erminio se suo ministero, e per le ge-
il

Valenti, fatto da Clemente Vili nerose dimostrazioni latte alla dio


nel i()o4 Cardinale, e nel i6o5 cesi. Innocenzo XII all'antica sua
vescovo, gli successe; promulgò due chiesa fece dono del Cardinal Mar-
sinodi, fu benemerito in più ma- cello Durazzo nell'anno 1697, dap-
niere, e venne sepolto in s. Maria poiché tra i vescovi faentini che
delle Grazie. Marc' Antonio Gozza- si distinsero in compartire benefizi
dini, dal cugino Gregorio XV fu a' diocesani, ninno superò la di lui
creato Cardinale, e per petizione munificenza, siccome descrive lo
della città di Faenza Urbano Vili Strocchi nella succitata serie de' ve-
nel 1623 lo fece suo vescovo; ma scovi faentini. Nel 1710 i diocesa-
egli morì prima del possesso; ed ni ne piansero amaramente la per-
Urbano Vili nominò in sua vece dita, e tuttora ne ripetono il no-
il Francesco Cennini dei
Cardinal me jcon benedizione, conservandone
Salamandra Passando questi al ve- le spoglie mortali nella cattedrale.
scovato di Sabina, il detto Papa Ristorò Clemente XI tanta perdila
a'4 marzo 1643 nominò vescovo di col nominar vescovo Giulio Piazza,
Faenza, e a' 1 3 luglio Cardinale che nel 1 7 1 2 fece Cardi naie, con gran
Culo Rossetti; questi celebrò sinodi tripudio de' faentini; questi ampliò
che diramò colle stampe, zelò il ed abbellì l'episcopio, celebrò il si-
suo ministero, beneficò la diocesi, nodo, ingrandì il seminario, e fu
e per l'amore che gli portava, l'ot- largo di altre beneficenze; e mo-
tenne in amministrazione, quando rendo nel 1726
tumulato coi fu
Innocenzo X
lo promosse alla sub- suoi predecessori. Passati duecento
urbicaria di Frascati , e quando e quattordici anni, nuovamente eb-
Innocenzo XI il trasferì all'altra be Faenza nel 17^1 da Benedetto
di Porto : dopo trentaolto anni XIV un suo concittadino per ve-
di vescovato , epoca cui non era scovo nella persona di Antonio Can-
giunto alcun vescovo di Faenza, toni umile, zelante, caritatevole,
:

morì nel 1681, e fu sepolto nella meritò che Clemente XIII nel 1767
cattedrale nella tomba de' vescovi. lo promovesse alla sede arcivescovile
Venne Innocenzo XI
destinato da di Ravenna, che ancora ne conserva
a rimpiazzarlo il Cardinal Anto- grata memoria. E per non dire di
nio Pignattelli, con grande allegrez- altri ottimi pastori, il regnante Pon-
za della città, perpetuata con a- tefice Gregorio XVI, nel concisto-
(

naloga iscrizione collocala nella , ro de' 2 luglio i832, consolò Faen-


loggia del pubblico palazzo; ma il za col dichiarare per ottantesimo
medesimo Papa nel 1687 lo tras- suo vescovo Giovanni monsignor
latò alla chiesa arcivescovile di Benedetto de'conti Folicaldi di Ba-
Napoli , da dove meritò che nel gnacavallo, città della diocesi, il
FAE FAE 3i5
quale essendosi onoratamente eser- scovo e confessore, Terenzio dia-
s.

citato colla sua anteriore carriera cono, s. Pier Damiano vescovo,


prelatizia, bene apprese l'arte diffi- Cardinale, e dottore di s. Chiesa,
cile di governare, e potè guadagnar- non che del b. Nevolone camaldo-
si i cuori de' suoi diocesani che lese faentino, oltre altre reliquie;
fanno voti per la sua diuturna con- conservandosi nella sagrestia il pre-
servazione. Ciò luminosamente si zioso reliquiario di s. Savino, ch'è
confermò quando il medesimo Pa- un antico ostensorio in forma di
pa che regna deterrainossi cede- torre., pregevole per la sua an-
re alle istanze del zelante vescovo, tichità e decorazioni. Nella catte-
coll'accettare la di lui rinunzia al- drale evvi il battisterio, e la cura
la chiesa faentina, ad onta dell'a- delle anime, la quale è annessa
more che leale e forte il prelato alla cattedrale, non è affidata al
al gregge portava. Fu allora che parroco, ma ad un cappellano amo-
ogni ordine di persone, spontanea- vibile, il quale non fa però parte
mente, e a gara rivolse fervorose del collegio de'parrochi, che sono
suppliche al pontifìcio trono, acciò sedici: l'episcopio e il seminario
non venisse privato dei dato da sono contigui alla cattedrale. Il

Dio, dell' amato pastore. Alla bene- capitolo si compone di diciasette


vola interposizione dell'augusto ca- canonici, inclusevi la prepositura,
po della Chiesa, monsignor Folical- ch'è la prima delle tre dignità,
di sclamò: Dei voluntatem venere- l' arcidiaconato, juspatronato della
unir cernili, e cedette con genera- famiglia Severoli, e l'arcipretura
le edificazione ; sagrifìcando la pro- canonicale istituita dalla famiglia
pria volontà, al tenero affetto che Majoli di Ravenna : tra gli altri

sempre nutrì pe'suoi diocesani, tri* canonici vi sono le prebende del


pudianti oltre ogni dire per non teologo e del penitenziere. Vi sono
vedersi privi di cotanto vescovo e inoltre tredici mansionari, sei dei qua-
padre, che i faentini pur conside- li eleggonsi a vita, e sono deno-
rano come loro concittadino, per minati Durazzi dal loro benefatto-
averlo aggregato all'ordine de' pa- re Cardinal Durazzo sum mentova-
trizi.Quindi l'egregio prelato a'3 to; gli altri sette appellati capito-
aprile i843 diresse al gregge ana- lari sono amovibili. Inoltre sonovi
loga e tenerissima lettera, che non altri preti e chierici addetti all'uf-
senza commozione si legge nel num. fiziatura. Dell'arcidiacono della chie-

i 8 dell' applaudito Imparziale di


1 sa faentina, se ne trova menzione
Faenza. all'anno 883 ; riuniti due titolii

La bella cattedrale di Faenza, di arcidiacono e di preposto nel


eretta, come dicemmo, di nuovo nel io45, venne dichiarata in quest'ul-
i474> e solennemente consagrata timo la prima dignità del capito-
a'i5 ottobre i58i dal vescovo lo. Ripristinato dipoi l'arcidiacono
Annibale Grassi, è dedicata a Dio come seconda dignità, ne ottenne
sotto l'invocazione del principe de- il juspatronato la nobile famiglia
gli apostoli s. Pietro. Ivi si vene- Severoli nel 1 5 1
7, mediante bolla
rano le ossa de' quattro santi pro- di Leone X. L' arcipretura nella
lettori della città, cioè s. Savino sua origine era dipendente dall'ar-
vescovo e martire, & Emiliano ve- cidiacono, ed esisteva nel gii: do-
3i6 FAE FAE
pò la metà del secolo XII cessò to vescovo Piacenza , e consa-
di
tal dignità, ripristinata poscia nel grato di Pavia. 11 medesimo scrit-
1647 dal nobile faentino Giuseppe tore, nel i835, pei tipi del Conti,
Majoli, e da Innocenzo X dichia- pubblicò in Faenza un opuscolo su
rata terza dignità. Un tempo vi s. Fulco. Diversi arcidiaconi, pre-
fu pure la dignità del custode o posti , arcipreti e canonici della
cimiliarca, cui era all'alata la custo- cattedrale divennero vescovi di
dia de' vasi sagri e de' tesori della Faenza. Il Cardinal Giuliano della
chiesa, come delle ohblazioni, li- Rovere nel i49^ fu da Alessandro VI
inosine, e decime da dividersi tra fatto canonico, prebenda che riten-
il clero. Il decanato poi è soltan- ne sino al i5o3 in cui fu assunto
to un titolo che si accorda a quel- al pontificato col nome di Giulio
lo che tra i canonici è il più an- II. Agostino Oreggi fu canonico
ziano. teologo ,
poi Cardinal arcivescovo
I canonici della cattedrale sono di Benevento Antonio Gabriele .

posti sotto la tutela e protezione Severoli di Faenza fu arcidiacono,


di s. Pietro, mediante bolla di Ni- indi vescovo di Fano, di Viterbo,
colò II, confermata da Onorio II, e Toscanella, non che Cardinale.
Innocenzo lì, e Lucio II. Nel Carlo Cesare Scaletta nel 1726
1667 Clemente IX gli concesse pubblicò per l'Archi : Notizia della
l'uso della cappa grande paonazza chiesa e diocesi di Faenza. Su
cogli ed il regnante
armellini ; di che può consultarsi l'Ughellio,
Gregorio XVI, ad istanza dell' o- nell'Italia sacra tono. II, pag.
dierno vescovo per il decoro della 492, nov. edizione, colle note di
sua chiesa e capitolo, nel i835 Nicola Coleti. Nella città, oltre la
concesse al preposto, come prima mentovata parrocchia, ve ne sono
dignità, di poter vestire il rocchet- altre sedici comprese quelle dei
,

to, la mantelletta, e la veste tala- borghi ; quattro sono conventi e i

re paonazza, non che il collare e monasteri di religiosi, cioè de' do-


fiocco al cappello del medesimo co- menicani , de' minori conventuali,
lore, da
tanto in coro che
usarsi de'minori riformati, e de'cappucci-
fuori perpetuo; agli altri
ec. in ni; due i monisteri di monache,
canonici poi Gregorio XVI accor- le camaldolesi, e le vallombrosa-
dò l'uso della veste, del collare, e ne non che parecchie confrater-
;

del fiocco nel cappello di color nite, e pii istituti. Vi è pure un


paonazzo, da usarsi tanto in coro monastero di Clarisse che diri- ,

che fuori, e nelle altre funzioni gono un rinomalo e fiorente edu-


ec. Nella sagrestia, sotto al ritrat- candato di fanciulle nobili e citta-
to del Pontefice, una iscrizione ri- dine ; e quello delle suore della
corda tali beneficenze. Delle digni- Carità. Evvi ancora la congrega-
tà e privilegi del capitolo ne trat- zione di beneficenza, l'orfanatrofio
ta il can. Strocchi nelle sue Me» de' maschi, quello delle femmine,
morie isteriche part. I, cap. IV; e il conservatorio Ghidieri eretto
nella parte II, cap. I e II, discor- dal parroco Ghidieri, ove vivono
re de' personaggi illustri del capi- ritirate un buon numero di donne
tolo faentino, e principalmente di che attendono ai lavori, e di spec-
s. Fulco primo preposto, poi elet- chiata condotta. Nel cosi detto
FAE FAE 317
ospilaletto si riceverono in luoghi pliato, e le spese furono sostenute
separati i fanciulli abbandonati di dall'eredità lasciata dal benemerito
ambo i sessi. Finalmente avvi la conte Cesare Naldi faentino alla
casa ossia collegio de' Gesuiti, ri- compagnia di Gesù. La mensa ad
pristinati in Faenza nell' ottobre ogni nuovo vescovo è tassata nei
1 84o con generale tripudio. L'an- libri della cancelleria apostolica in
nessa chiesa di s. Maria dell'An- fiorini quattrocento, perchè rende
gelo è dibuona architettura, e annui scudi settemila, ed è per
dove la Spada
principesca famiglia aumentarsi pei bonifici fatti negli
ha il patronato della cappella mag- ultimi anni. La diocesi è estesa,
giore , e la nobile e rispettabile conta 162 parrocchie e centomila
famiglia Mazzolani faentina ha il anime, ventimila delle quali appar-
patronato della cappella dedicata tengono alla città compresi i sob-
a Dio in onore di s. Francesco borghi. Quarant'otto di dette par-
Saverio, ov' è una lampada gran- rocchie sono nello stato toscano,
dissima d'argento, di finissimo la- essendovi in Modigìiana i padri
voro del cav. Filippo Borgognoni delle scuole pie, i cappuccini, e le
romano, come di bel disegno, fat- monache agostiniane , mentre in
ta a spese di detta famiglia. Il Marradi sono le religiose domeni-
locale del collegio fu di molto am- cane.

FINE DEL VOLUME V1GES1MOSECONDO. ^


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BX 841 .M67 1840

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