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La stagione
Se potessi mangiare unidea...
di Bruno Borsari
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Interpreti e programmi
Nuove prospettive e radicate certezze
di Fulvia de Colle
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Il calendario 2012-2013
Tutte le date della stagione
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Gli abbonamenti
Informazioni per il pubblico
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I vantaggi
Solo per gli abbonati
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I protagonisti
Schede concerti Ottobre 2012 - Maggio 2013
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Il repertorio
Gli autori e le opere in stagione
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MUSICA INSIEME
EDITORIALE
Fabrizio Festa
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MUSICA INSIEME
LA STAGIONE 2012/13
SE POTESSI
Musica Insieme presenta la XXVI Stagione, tra difficolt e incognite, ma con una grande convinzione: la partecipazione di pubblico e sostenitori ad un progetto comune di crescita che si fonda sulla ricchezza della nostra cultura di Bruno Borsari
l giro di boa dei venticinque anni avevamo tracciato un primo bilancio. Un bilancio sostanzialmente positivo, che si fondava su una precisa valutazione: quella del rapporto tra condivisione della nostra esperienza e radicamento della stessa. In altre parole, abbiamo cercato di comprendere quanto il seguito del nostro pubblico, un seguito costante e in accrescimento, non fosse solo un segnale per cos dire stagionale, legato al momento, o a fattori contingenti, ma trovasse una sua corrispondenza in una relazione in certo senso storicizzata, consolidata, in una parola: radicata. Oggi, che della stagione dei venticinque anni abbiamo potuto prenderne nota e labbiamo vissuta insieme ancora una volta condividendo emozioni e suggestioni diverse, spesso profonde, in un alternarsi affascinante di grandi interpreti, di estro e di talento, di brani per la prima volta proposti al pubblico e di capolavori amatissimi riconfermiamo quella valutazione. Nel contesto di una crisi che aggredisce anche le pi banali e quotidiane certezze, il confronto con i frutti dellarte e della cultura resta un baluardo tra i pi resistenti al tracimare dei sentimenti peggiori. un evidente fattore di crescita civile e sociale, ed anche economica, com noto. Per questa ragione non possiamo non porci una semplice domanda: cosa vogliamo farne di arte e cultura in questa nostra Italia? Perch, nonostante le petizioni di principio, le promesse e i proclami elettorali, gli appelli e i manifesti, tutti allunisono nel sostenere limportanza dellarte e della cultura, nella realt dei fatti non osserviamo alcuna concreta azione che corrisponda a quel prouvio di parole? Ed invece possiamo constatare una sempre maggior solitudine delloperatore culturale privato in un quadro generale in cui il dissesto istituzionale nel settore della cultura e della formazione non pare essere ancora al centro dellattenzione di chi amministra la cosa pubblica. Siamo ormai sul limite di una sorta di volontariato. Lesempio pi drammatico viene dal
In alto: Giovanni Sollima, ospite di Musica Insieme il 22 aprile. A lato: Stefano Bollani, in concerto con lORT l11 febbraio
mondo della scuola. In un Paese come il nostro, dove le testimonianze artistiche sono letteralmente intorno a noi, larte (musica inclusa) non materia dinsegnamento. Inutili appelli e petizioni. Liniziativa rimane afdata alla sensibilit degli operatori culturali, ai quali non resta che rimboccarsi le maniche, e, come Musica Insieme fa ormai da molti anni, allacciare rapporti con le scuole, en-
LA STAGIONE 2012/13
Sopra: Salvatore Accardo, protagonista del concerto conclusivo (13 maggio). Sotto: Evgeny Kissin, in recital il 29 ottobre
trare in classe, portare gli studenti ai concerti e magari farli entrare anche nei Conservatori. Con la sensazione, per, che attivit altrove normali siano viste qui con un certo qual sospetto da chi amministra. Sempre pi difcile, infatti, diventato costruire un rapporto maturo e di vera collaborazione con le amministrazioni pubbliche, le quali peraltro si trincerano dietro unaffermazione veritiera (sebbene vada letta nel contesto appropriato), ma di nessun valore strategico: non ci sono soldi. E le risorse umane? Le risorse umane sono un valore: sono capacit e potenzialit. E ci potrebbero essere indicazioni amministrative e politiche nel senso dellindicare orizzonti e prospettive. E si potrebbero istituire collaborazioni vere, fattive, sul campo, e non solo intorno ai concetti e alle idee, che troppo spesso restano astrazioni. Cantava Giorgio Gaber: Se potessi mangiare unidea, avrei fatto la mia rivoluzione. Questo il momento in cui proprio perch critico i problemi debbono essere affrontati senza inngimenti, e le soluzioni debbono trovare un concreto riscontro applicativo. Ad esempio gi indicando con chiarezza quali dovrebbero essere le linee di programmazione, su cui innervare lattivit artistica e culturale tanto a livello locale, quanto a livello nazionale. Ed ancora, dando spazio, forza e risorse allapertura verso la divulgazione e verso il nuovo, elementi fondamentali di una strategia, che volesse nalmente ricondurre le arti in genere, ed in particolare la musica, al centro della vita della comunit. Torniamo, allora, alla domanda da cui siamo partiti: cosa vogliamo farne di un patrimonio artistico e culturale cos ricco e cos importante? Perch tanto difcile
passare dalle parole ai fatti e mettere quindi a frutto un dato ormai evidente, e cio che di quel patrimonio potremmo farne uno degli strumenti della rinascita italiana, se non addirittura lo strumento principale? Che arte e cultura siano la vera ricchezza del nostro Paese per chi, come Musica Insieme, opera nel concreto , del resto, non solo una certezza che nasce da una valutazione della realt (a cominciare da quella che viviamo sera per sera concerto per concerto), ma anche il convincimento che ci spinge a non abbandonare il campo. Pi volte abbiamo detto e scritto che loperatore culturale ha una responsabilit morale. Oggi possiamo ribadire che il fondamento di tale responsabilit poggia proprio sulla necessit di condividere con tutti una ricchezza che storicamente un bene comune. Nei musei e nei teatri, negli archivi e nelle biblioteche, nelle aule cos come nei laboratori, e naturalmente nelle sale da concerto, l sta la nostra principale fonte di energia. Ecco allora che forti di una passione che insieme sentimento e coscienza abbiamo costruito una nuova stagione, la ventiseiesima. Una stagione nella quale la presenza di grandi interpreti il segno della profondit e della solidit di relazioni artistiche che ci onorano e che consentono agli ascoltatori di partecipare di una comunit globale, fatta di esperienze culturali certo, ma anche emotive, che sono patrimonio condiviso del mondo. Ora la proponiamo al pubblico (quello che da sempre il nostro pi convinto collaboratore), ai nostri sostenitori (che nonostante le difcolt del momento sono ancora al nostro anco), e alla citt, nel cui tessuto civile affondano le nostre radici.
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cardo Muti; dalle sue le si sono staccati oltre mille musicisti, oggi occupati stabilmente nelle orchestre italiane e straniere. Un compleanno da celebrare, quindi, con la guida esperta di John Axel rod e due capisaldi come la Quarta di C ajkovskij e la Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Dvor k, in trodotti da altrettante Fanfare novecentesche: la celeberrima For the Common Man di Aaron Copland, cui fa da ironica eco For the Uncommon Woman, scritta nel 1992 da Joan Tower. L11 febbraio sar sotto i riettori lOrchestra della Toscana, altra compagine dalla storia pi che trentennale, segnata dalla direzione artistica di Luciano Berio, di cui mantiene ancor oggi la vocazione per il Novecento storico e per la contemporanea: lo dimostra il suo concerto per Musica Insieme, che vedr uno dei pi interessanti performer italiani, Stefano Bollani, cimentarsi con il Concerto in sol di Maurice Ravel, oggetto della sua ultima, apprezzatissima incisione per la Decca. Musica allo stato puro, sconnamento fra i generi costituiti, il concerto di Bollani rappresenta quella voce fuori dal coro che ogni anno amiamo proporre ai nostri abbonati: si avviciner infatti allesecuzione del Concerto con unimprovvisazione che si preannuncia coinvolgente, come lo stato il suo recital di piano solo, da noi ospitato lo scorso gen-
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naio. A concludere la Stagione sar come s detto lOrchestra da Camera di Accardo; fra i suoi leggii troveremo i nomi di solisti come Laura Gorna e Francesco Fiore, Cecilia Radic e Francesca Dego, o i bolognesi Giulio Rovighi e Laura Marzadori; i virtuosismi brillanti di Saint-Sans e Kreisler spetteranno al violino di Accardo, mentre gli ultimi echi della Stagione si spegneranno sulla Simple Symphony di Britten, simbolicamente concludendo anche le celebrazioni per lanniversario della sua nascita. I tasti bianchi e neri vedranno il ritorno in citt di solisti dalla fama ormai universale, come Evgeny Kissin, il cui pianismo funambolico si arricchito negli ultimi anni di una profonda maturit interpretativa, capace di coniugare nel suo programma il sonatismo di Haydn e Beethoven (con lultima sua Sonata op. 111), il romanticismo ungarico di Liszt e la poesia degli Improvvisi schubertiani. Altro ritorno attesissimo dopo quasi quindici anni sar quello di Emanuel Ax: lo ricordiamo nel 1995 in un memorabile concerto al anco di Yo-Yo Ma e Isaac Stern, poi nel 98 in recital solistico. Da quel momento non pi apparso a Bologna. Per Musica Insieme proporr unantologia dal suo repertorio pi amato, Beethoven e Chopin, con capolavori come la Patetica e le Ballate. ucraino, ma rappresenta oggi a tutti gli effetti un nostro ore allocchiello, Alexander Romanovsky, accolto honoris causa alla Regia Accademia Filarmonica di Bologna gi nel 1997, quando aveva solo quindici anni (un onore toccato a quellet soltanto a Mozart e a Rossini), e vincitore nel 2001 di una delle pi perentorie consacrazioni pianistiche, ossia il Busoni di Bolzano. I brani che ha prescelto si congurano come note per una storia del pianoforte: da Bach a Skrjabin, passando per Brahms e Rachmaninov, compositori-virtuosi
che lo strumento lo hanno davvero esplorato in tutte le sue potenzialit timbriche, oltre che tecniche. Dallo strumento principe dellarena concertistica, ai quattro archi che forse pi di ogni altra formazione hanno ispirato gli autori nella storia della cameristica: anche qui una compagine ormai leggendaria come il Quartetto Borodin, oltre sessantanni di una carriera nata sotto gli auspici di Rostropovic e proseguita con il magiste ro di Valentin Berlinsky. Un vero e proprio monumento, insomma, per tutti i quartetti a veni-
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Sopra: lOrchestra Giovanile Italiana, che inaugurer la stagione il 22 ottobre. Sotto: il Mandelring Quartet, il suo debutto previsto il 19 novembre
re, e monumentale il suo programma, che allinea uno dei celebri Quartetti Razumovskij di Beethoven e il Terzo Quartetto di ostakovic . A raccogliere il testimone del Borodin, il Quartetto Prometeo, formazione italiana oggi fra le pi apprezzate (in un panorama, come quello del nostro Paese, dove il genere del quartetto sopravvive sempre pi a fatica) in forza delle sue esecuzioni lologiche, ma anche delle aperture al nuovo: un assaggio di questa molteplicit ce lo offre il suo programma, che incornicia fra Dvor k e Schumann un tributo a Stefano Scodanibbio, contrabbassista e compositore scomparso questanno. Ancora un quartetto, ma inedito per Bologna, come il tedesco Mandelring, e con la marimba di Katarzyna Micka, il che ci porta ad unaltra prospettiva inattesa: lincontro fra archi e percussioni nei Concerti di Sjourn e Rosauro, capisaldi del repertorio per marimba, afancati a due classici come i Quartetti di Ravel e di Mendelssohn. Molte altre saranno le prime volte in cartellone di ensemble i cui nomi sono peraltro notissimi nei teatri di tutto il mondo: luniverso sonoro dei Kings Singers, sestetto vocale nato quasi cinquantanni fa con la scommessa di proporre, con spirito e virtuosismo, i capisaldi della letteratura di tutti i tempi, dai ma-
ALEXANDER ROMANOVSKY...............pianoforte
Bach, Brahms, Skrjabin, Cajkovskij, Rachmaninov
QUARTETTO PROMETEO
Dvork, Scodanibbio, Schumann
BORODIN QUARTET
ostakovic, Beethoven
EMANUEL AX...........................................pianoforte
Beethoven, Chopin
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria di Musica Insieme: Galleria Cavour, 3 - 40124 Bologna, tel. 051.271932 - Fax 051.279946 E-mail: info@musicainsiemebologna.it - Sito web: www.musicainsiemebologna.it
PREZZI ABBONAMENTI
Platea I settore 390,00 ( 195,00) Platea II settore 318,00 ( 159,00) Galleria I settore 290,00 ( 145,00) Galleria II settore 225,00 ( 113,00) Galleria II settore Under 26 e Over 65 160,00 ( 80,00)
*Per tutti i settori ad eccezione della balconata: riduzione 10% per Under 26, Over 65, abbonati Arena del Sole e soci Touring Club
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TRENTANNI DI TALENTI
LOrchestra creata da Piero Farulli in seno alla Scuola di Fiesole inaugura la stagione di Musica Insieme con due capolavori sinfonici e due fanfare del Novecento
i alternano le generazioni ( inutile dire che unorchestra giovanile per sua natura non pu invecchiare, ma deve avvicendare i suoi componenti man mano che essi completano gli studi e se ne vanno), ma lOrchestra voluta da Piero Farulli allinterno della Scuola di Musica di Fiesole, tenuta a battesimo giusto trentanni fa da Riccardo Muti e poi guidata da mostri sacri come Sinopoli, Mehta o Abbado, rimane una delle testimonianze delle tante eccellenze che, nonostante tutto, continuano a orire e ad esistere nel nostro Paese. Due Fanfare di autori americani, quasi contrapposte tra di loro (luomo comune di Copland e la donna fuori dal comune della Tower) ma dallunico intento anticelebrativo, si pongono quasi come brevi, ma signicativi preludi a due dei capisaldi del repertorio sinfonico di ogni tempo. Nella prima parte del concerto troviamo la celeberrima Sinfonia Dal Nuovo Mondo di Dvor k: frutto delle impressioni ri cevute dal compositore durante il suo lungo soggiorno negli Stati Uniti, luogo dal quale egli trasse ispirazione musicale per arricchire la sua gi straordinaria vena boema, la Sinfonia n. 9
brillantezza e sentimento, precisione e slancio, come poche altre volte era accaduto no a quel momento. Sar la bacchetta di John Axelrod, americano di studi e di formazione, ma perfezionatosi in Russia (al suo attivo un enorme repertorio, presentato con successo con le orchestre pi prestigiose da un capo allaltro della terra), a guidare questo che non solo il concerto inaugurale della stagione, ma una vera e propria celebrazione di trentanni di attivit, sperando in un futuro sempre migliore.
vero e proprio banco di prova per qualsiasi orchestra, obbligata dalla partitura a mostrare non solo una compattezza non comune, ma anche la bravura individuale di ciascuna sua componente. La seconda parte (e il concerto) si chiude invece con la Sin fonia n. 4 di C ajkovskij per mettere la compagine di fronte ad unultima ardua prova. Si tratta della prima delle tre sinfonie del destino (lo stesso autore ne descrisse in una lettera il programma poetico): pagina straordinaria che pretende dallorchestra
I protagonisti
Ideata da Piero Farulli e tenuta a battesimo da Riccardo Muti, in 30 anni di attivit lOrchestra Giovanile Italiana stata diretta da Abbado, Berio, Gatti, Mehta, Sinopoli. Nel 2004 stata insignita del Premio Abbiati, nel 2008 ha ricevuto il Praemium Imperiale Grant for Young Artists dalla Japan Art Association e nel 2010 ha eseguito il concerto in onore del 5 anniversario del pontificato del Papa. John Axelrod si impone come uno dei direttori pi richiesti del panorama odierno, alla guida delle orchestre di tutto il mondo (Los Angeles Philharmonic, Shanghai Symphony, Royal Philharmonic di Londra, Gewandhaus di Lipsia); gi Direttore Musicale del Teatro di Lucerna, dal 2011 Direttore Principale dellOrchestra Sinfonica G. Verdi di Milano.
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una strada maestra che quasi tutti gli interpreti hanno seguito: allinizio della carriera, soprattutto se questo viaggio inizia da molto giovani (e il talento di Kissin davvero precoce, visto che a soli 17 anni ha suonato coi Berliner e sotto la direzione di Karajan!), si punta a mostrare la propria abilit tecnica, la propria bravura, la propria estrosa capacit funambolica. Insomma: si cattura il pubblico con ci che pi caratteristico nei giovani, cio il sico, fatto di energia, forza, potenza, e lagilit. quasi un percorso obbligato, questo, e inevitabile, perch la vita non ha ancora costruito dentro linterprete, sia pure esso il migliore e il pi maturo, quel bagaglio di esperienze, di conoscenze, di gioie e di dolori che costituiscono il punto di partenza imprescindibile per aggiungere ai brani musicali quel senso altro che sta
Evgeny Kissin
Nato a Mosca, a sei anni entra alla Scuola Gnessin di Mosca, riservata a giovani particolarmente dotati. Del 1988 il suo debutto con la London Symphony Orchestra diretta da Gergiev, del 1990 quello con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta. Nel 1991 riceve il Premio Musicista dellAnno dallAccademia Chigiana di Siena, nel 1997 il Premio Trionfo per il suo contributo alla cultura russa. Nel 2003 riceve il Premio ostakovi, la pi alta onorificenza musicale russa, nel 2005 viene eletto membro onorario della Royal Academy of Music di Londra. Pluripremiate le sue registrazioni: dal Diapason dOr, alla nomina di Solista dellAnno per Echo Klassik sia nel 2002 che nel 2006. Kissin ha suonato con i pi grandi direttori, tra i quali Abbado, Ashkenazy, Barenboim, Maazel, Muti, Kitaenko, Svetlanov.
dentro ai capolavori dei grandi artisti. Poi, quando si raggiungono gli -anta, se si stati abbastanza saggi da preservare mente e sico nella ridda delle tournes attorno al mondo, allora lesperienza di vita si aggiunge alla tecnica e consente di trasformare unesecuzione musicale in uninterpretazione. E allora, quando non si deve pi dimostrare niente, per cos dire, non si ha paura di mettere in programma le straordinarie Sonate di Haydn, capolavori sospesi tra stile galante e Sturm und Drang, trascurate dai virtuosi perch non sono eclatanti manifestazioni di ginnastica pianistica. O gli Improvvisi di Schubert, nei quali lautore riesce a superare il limite imposto dal genere da casa trasformandolo in vera e propria confessione intima. Questo fa Kissin ora, e tuttavia non rinuncia a dare la zampata del leone, completando la prima parte del concerto con la strepitosa op. 111 di Beethoven, dove la parola virtuosismo cambia direzione e si trasforma in assoluta poesia, e chiudendo il concerto coi fuochi darticio della Rapsodia Ungherese n.12, nella quale Liszt trascende le movenze del folklore tzigano in una pagina di rutilante dinamismo e di stupefacente meraviglia pianistica.
EVGENY KISSIN
pianoforte
Joseph Haydn Sonata n. 59 in mi bemolle maggiore Hob. XVI: 49 Ludwig van Beethoven Sonata n. 32 in do minore op. 111 Franz Schubert 4 Improvvisi: D 935 n. 1 in fa minore D 899 n. 3 in sol bemolle maggiore D 935 n. 3 in si bemolle maggiore D 899 n. 4 in la bemolle minore Franz Liszt Rapsodia Ungherese n. 12 in do diesis minore
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RIGORE E FANTASIA
Per la prima volta nella stagione di Musica Insieme, il violinista perfezionatosi alla Stauffer, in un programma tra folklore balcanico, rapsodie tzigane e forma classica
ue composizioni quasi contemporanee aprono e chiudono un concerto che si alterna tra il desiderio apparente di una struttura salda e storicizzata e la voglia nascosta di lasciare andare la fantasia attraverso forme che sembrano nascere quasi estemporaneamente. Da un lato, allinizio, sta uno Strauss che ancora ventenne cerca di ridurre alle dimensioni del genere da camera la sua gi vastissima cultura e la sua imponente vena narrativa, e con una Sonata (1888) nella quale il mago della musica a programma si avvicina forse per lultima volta al genere della musica assoluta, recuperando la forma classica in tre movimenti. Dallaltro, alla ne, sta invece un grande virtuoso come de Sarasate, che nella sua Zingaresca (1878) si afda alla fantastica alternanza tra lassan e friska, che costituiscono lanima delle rapsodie tzigane, per uscire dallambito cameristico e strabordare con la sua carica di tecnica strabiliante nel mondo delle grandi sale da concerto. In mezzo sta, quasi come una cerniera tra due mondi cos lontani, la mediazione di un compositore romeno di nascita ma austriaco e francese di studi, come Enescu. Musicista universale, sinfonista e violinista, Enescu si caratterizza, tra Otto e Novecento, per la sua curiosa simbiosi stilistica germanico-latina, alla quale aggiunge, recuperata dal nativo patrimonio folklorico balcanico, la libert ritmica, lambiguit tra tonalit e modalit e lutilizzazione delleterofonia, tipica della musica popolare di quei territori, al posto della polifonia della musica colta, genere al quale chiede in prestito la forma della sonata come contenitore di tutte
violino pianoforte
Richard Strauss Sonata in mi bemolle maggiore op.18 George Enescu Sonata n. 3 op. 25 dans le caractre populaire roumain Pablo de Sarasate Zingaresca
queste nuove esperienze. La meraviglia e la vastit del repertorio violinistico consente proprio questo salto cos ampio: ma necessario per che sul palcoscenico si presenti un artista come Edoardo Zosi, con la sua bravura, fatta di grande abilit tecnica e inten-
sa capacit espressiva, afancato da una virtuosa come Yoko Kikuchi, che mette al servizio della musica la sua esperienza e la sua abilit.
Edoardo Zosi
DiplomatosipressoilConservatorio diMilano,siperfezionaconAccardo presso lAccademia Stauffer di Cremona e la Chigiana di Siena. Dalla vittoria al Concorso Internazionale perviolinoeorchestraValsesiaMusica2003,hatenutoconcertiinEuropa e Asia; regolarmente invitato da prestigiose orchestre, ha collaboratoconUgorski,Canino,Say,Meneses, Madzar, Mangova.
Yoko Kikuchi
Specializzatasi allAccademia Internazionale di Imola, nel 2002 ha vinto il primo premio al Concorso Mozart di Salisburgo; ha suonato con le principali orchestre e nei maggiori festival, sotto la direzione fra gli altri di Russell Davis, Bolton, Nanut. Nel 2006 ha vinto il premio Best recordingbyaJapaneseArtistdi Music Pen Club, e nel 2007 si aggiudicata gli Idemitsu Awards.
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a marimba la signora delle percussioni; una signora che, grazie alle sue possibilit tecniche ed espressive, alla sua timbrica affascinante e alla sua sonorit inattesa, pu afancare qualsiasi tipo di organico ed essere protagonista in brani di stile e genere molto differenti. Sono forse solo le nostre abitudini di ascolto a farci immaginare le percussioni collocate in ambiti estranei a quelli della musica da camera, considerata pi intimistica e compassata; e sono forse solo le nostre barriere culturali ad associare frequentemente questa categoria di strumenti ad esecutori di genere maschile. Questo concerto invece fatto apposta per cancellare i preconcetti: intanto perch abbiamo anco a anco il genere pi nobile della cameristica (il quartetto) e la marimba, e poi perch troviamo sul palcoscenico, a Bologna per la prima volta, una delle pi celebri soliste
MANDELRING QUARTET
SEBASTIAN SCHMIDT violino NANETTE SCHMIDT violino ROLAND GLASSL viola BERNHARD SCHMIDT violoncello
KATARZYNA MYCKA
marimba
di marimba al mondo, la polacca Katarzyna Mycka, vera protagonista della serata, assieme al suo magico strumento. Due sono le pagine del repertorio contemporaneo in cui la sua arte avr modo di esprimersi. Intanto il Concerto del percussionista francese Sjourn, dove lispirazione ora sognante ora fortemente ritmica, ma sempre elegantemente nostalgica, fa da perfetto pendant a un Quartetto di Mendelssohn, forse tra i pi neoclassici del compositore tedesco. Poi il Concerto del brasiliano Rosauro, dove il clima espressivo cambia completamente e la variet ritmica di una stilizzatissima musica etnica afro-americana si fa struttura portante di una pagina che fa del virtuo-
Felix Mendelssohn Quartetto per archi op. 44 n. 1 Emmanuel Sjourn Concerto per marimba e archi Maurice Ravel Quartetto per archi in fa maggiore Ney Rosauro Concerto per marimba e archi
sismo il suo carattere pi appariscente. Il brano, questa volta per contrasto, preceduto da uno dei pi splendidi esempi del neoclassicismo raveliano, quel Quartetto che si staglia come unico perfetto omaggio del compositore al genere. Nella duplice veste di sparring partner e di protagonista assoluto il Mandelring, uno dei quartetti pi interessanti di oggi: saranno loro, Mandelring e Mycka insieme, ad accompagnarci in questo viaggio incredibile tra passato e presente.
Mandelring Quartet
Consacrato dalla critica come il legittimo erede dellAlban Berg Quartet, il Mandelring si imposto allattenzione internazionale grazie alle vittorie al Premio Borciani e al Premio ARD di Monaco nel 1994. Ha suonato nelle sale pi prestigiose, tenendo tour nelle citt di tutto il mondo, da New York a Osaka, da Buenos Aires a Parigi, e partecipando a festival come quelli di Lockenhaus, Ottawa, Bucarest e Montpellier. Nel 1997 ha fondato il festival internazionale HAMBACHERMusikFEST, e nel 2011 stato invitato ad eseguire lintegrale dei Quartetti di ostakovi al Festival di Salisburgo.
Katarzyna Mycka
Universalmente riconosciuta come lambasciatrice del suo strumento nel mondo, anche in grazia della fondazione, nel 2003, della International Katarzyna Mycka Marimba Academy (IKMMA), stata premiata in concorsi internazionali che vanno dal CIEM di Ginevra nel 1992, allInternational Percussion Competition del Lussemburgo nel 1996, alla World Marimba Competition di Stoccarda.
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cco un concerto davvero particolare dove, in un vario e luccicante gioco di specchi, sintrecciano passato e presente, sacro e profano, colto e popolare. Ed ecco uno storico gruppo cameristico, i Kings Singers, per la prima volta a Bologna per Musica Insieme, che ci accompagner in un viaggio nella vocalit europea senza conni e barriere. Con questo intento quasi cinquantanni fa sei studenti inglesi decisero di cantare a cappella ispirandosi alle grandi formazioni del genere: proporre insieme, in una concezione musicale aperta, lesecuzione lologicamente impeccabile del repertorio medievale, rinascimentale e barocco, i brani pi complessi del Novecento e le pagine pi affascinanti di pop, folk e jazz. una vera occasione ascoltarli in Italia dove, a causa del melodramma, abbiamo dimenticato la pratica della composizione e dellesecuzione di un repertorio che proprio qui aveva conosciuto, grazie al madrigale rinasci-
mentale, una delle sue pi straordinarie stagioni. I nostri ospiti inglesi partiranno proprio da uno dei maestri dellultima stagione del madrigale (quel Gesualdo che caric il genere di conte-
nuti sperimentali), per poi compiere un itinerario dove i brani sono pi legati tra di loro di quanto non appaia a un primo sguardo. Certo: Sacred and Profane di Britten del 1976, ma il sottotitolo di Eight Medieval Lyrics che il musicista appone alla raccolta ne testimonia il collegamento con una tradizione non dimenticata. Una tradizione alla quale si lega anche Poulenc che, nelle Chansons, utilizza i testi popolari rinascimentali e ne ricrea lo spirito attraverso leleganza della scrittura tipica del suo stile. Anche quella di Mendelssohn una sintesi, simbolo della sua straordinaria vastit culturale: tra lo spirito della chanson popolare, leleganza dellantica polifonia e la tradizione tedesca (alternata a sua volta fra la severit del corale e la giovialit delle Liedertafeln), questi Lieder da cantare allaperto superano ogni divisione di genere nella voglia di cantare insieme che unisce in un solo intento i brani in programma e il gruppo protagonista del concerto.
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craino di nascita ma italiano di formazione, Romanovsky ormai cittadino del mondo, artista virtuoso universalmente noto e apprezzato. lui a guidarci, attraverso leternamente amato recital pianistico, in un viaggio affascinante che incrocia la storia plurisecolare delle forme e dei generi per tastiera in un itinerario geograco, dalla Germania alla Russia, e temporale, dal Barocco alla prima met del Novecento. Sembra incredibile che la variet di modi e di atteggiamenti proposta in questo programma prenda vita tutta sullo stesso grande strumento (il pi grande di tutti, pi grande persino di alcuni organi); sembra incredibile che queste corde, azionate dagli stessi meccanismi messi in moto dagli stessi tasti bianchi e neri, riescano a dare voce a idee, estetiche, stili e pensieri cos differenti e cos cronologicamente lontani come quelli afancati
ALEXANDER ROMANOVSKY
pianoforte
Johann Sebastian Bach Fantasia e Fuga in la minore BWV 904 Johannes Brahms Variazioni sopra un tema di Paganini op. 35 Alexander Skrjabin Selezione di Preludi Ptr Ilic Cajkovskij Dumka op. 59 Sergej Rachmaninov Sonata n. 2 in si bemolle maggiore op. 36
oggi. Sembra incredibile ma questo concerto (che, se escludiamo C ajkovskij, ci propone per sovrappi una bella collezione di compositori-pianisti) riesce a mettere di fronte come su un ring una selezione di forme e di generi che giocano tra libert e rigore, libert e struttura.
Da una parte, nascono direttamente dalla stessa idea di libert formale la Fantasia di Bach, i Preludi di Rachmaninov e, a suo modo, la Dumka di C ajkovskij. E nasce dallestro fantastico il Capriccio dal quale parte Brahms per le sue monumentali Variazioni che, se pure inizialmente vincolate a un tema, nella realt si muovono libere di esplorare ogni ambito e ogni anfratto dellespressivit e della tecnica. Dallaltra parte, poche forme musicali sono cos rigorose come la Fuga e la Sonata: entrambe con radici antiche, ma entrambe duttili e malleabili nelle mani dei due grandi compositori che aprono e chiudono il concerto e che ne hanno fatto quasi la loro bandiera. Per tutto questo sembra fatto apposta Alexander Romanovsky, che da estroso diciassettenne ha vinto uno dei pi rigorosi Concorsi Internazionali: perfetto per un programma che vive nel gioco tra rigore e fantasia tutta la sua meraviglia.
Alexander Romanovsky
Ucraino, a soli nove anni debutta come solista, e a dodici anni, trasferitosi in Italia, entra allAccademia Pianistica Internazionale di Imola, dove studia con Leonid Margarius. Nel 1999 viene nominato honoris causa Accademico della Regia Accademia Filarmonica di Bologna, ma la vittoria a soli diciassette anni al Concorso Internazionale F. Busoni di Bolzano nel 2001 a segnare linizio di una straordinaria carriera, che gli apre le porte delle pi importanti sedi concertistiche italiane edeuropee.Nel2009haottenutolArtistDiplomapressoilRoyalCollegeofMusicdiLondra.recentemente apparso come solista con lOrchestra del Mariinsky di San Pietroburgo diretta da Valery Gergiev e nella stagione 2010/11 ha suonatoconlaRoyalPhilharmonicdiLondra, con la New York Philharmonic e con la Chicago Symphony diretta da James Conlon per il Festival di Ravinia; ha aperto la Meesterpianisten serie al Concertgebouw di Amsterdam, ehatenutorecitalallaWigmoreHall di Londra ed alle Settimane Musicali di Stresa.
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Quartetto Prometeo
Vincitore della cinquantesima edizione della Prague SpringInternationalMusicCompetitionnel1998,ilQuartetto Prometeo stato insignito del Premio Speciale Brenreiter per la migliore esecuzione fedele al testo originale del Quartetto KV 590 di Mozart, del Premio Citt di Praga come migliore Quartetto e del Premio Pro Harmonia Mundi; nel 1998 stato eletto complesso residente della Britten Pears Academy di Aldeburgh. Ha suonato nelle pi prestigiose sale e festival internazionali:ConcertgebouwdiAmsterdam,Wigmore Hall di Londra, Aldeburgh Festival, Colmar Festival, Accademia di Santa Cecilia. Particolarmente intensa la collaborazione con musicisti quali Mario Brunello, David Geringas, Veronika Hagen, Alexander Lonquich, Enrico Pace e Salvatore Sciarrino, che gli ha dedicato il suo ottavo Quartetto per archi, commissionatogli dalla Societ del Quartetto di Milano.
cune sue reinterpretazioni di pagine della tradizione popolare spagnola e messicana che, in questa veste, diventano dei classici e ci mostrano ancora una volta come la grande musica e i grandi interpreti non conoscano barriere. Prima e dopo questo omaggio stanno due percorsi nel primo e nel secondo Romanticismo, che hanno in comune il rispetto del passato unito al desiderio di cambiamento. Dvork, per cominciare, denito da sempre il pi classico dei compositori nazionali, che ha saputo abilmente mescolare la struttura della tradizione viennese con le ispirazioni musicali della propria terra boema e la propria sensibilit personale. Un esempio rappresentato proprio da questo Quartetto op. 34, scritto in un momento di grande infelicit personale, nel quale per il sapore folklorico e la forma classica riescono a convivere dando vita a uno dei capolavori di ne Ottocento. Schumann, per nire, che fa dei tre Quartetti op. 41 un ampio ciclo poeticomusicale dove il rigore costruttivo e lincontenibile afato passionale cos tipici del compositore riescono a convivere grazie al riferimento alla storia di questo genere musicale.
bbiamo scelto il nome di Prometeo sia come riferimento alla contemporaneit, ricordando lopera di Luigi Nono, sia come legame con la classicit: parole di uno dei due componenti storici del gruppo, Francesco Dillon, che con questa affermazione ci racconta indirettamente anche le motivazioni del programma bolognese. Un programma che ci insegna a guardare avanti senza dimenticare il passato, a vivere nel proprio tempo ma ricordando le proprie radici, attraverso una formazione cos importante e storicizzata come il quartetto darchi. Cos, il cuore del concerto un omaggio a un grande contemporaneo scomparso questanno, Stefano Scodanibbio, che viaggiava nel mondo della musica come straordinario contrabbassista, ma che fra i suoi molteplici talenti aveva anche quello di compositore e arrangiatore. Non a caso proprio al centro del programma stanno le trascrizioni per quartetto di alMI
QUARTETTO PROMETEO
GIULIO ROVIGHI violino ALDO CAMPAGNARI violino MASSIMO PIVA viola FRANCESCO DILLON violoncello
Antonn Dvork Quartetto in re minore op. 34 Stefano Scodanibbio Dal Canzoniere messicano e spagnolo: Dionisio Aguado Besame mucho Sandunga Robert Schumann Quartetto in la maggiore op. 41 n. 3
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MUSICA INSIEME
MUSICA UNIVERSALE
Il geniale pianista e performer, affiancato da una delle migliori orchestre oggi attive in Italia, rilegge con stile e originalit le pagine pi raffinate del Novecento francese
onfessiamolo: chi non ha mai sognato di suonare col Gewandhaus di Lipsia e con la Banda Osiris, di essere un jazzista corteggiato in tutto il mondo e di vincere il Premio Carosone per la genialit dellapproccio alla musica leggera italiana, di scrivere un apprezzatissimo romanzo ed apparire come protagonista in due storie di Topolino, di suonare la musica di Jovanotti e quella di Ravel, di essere a anco di Enrico Rava e fare teatro-musica con la Bandabard, di ideare trasmissioni radiotelevisive come Dottor Djemb o come Sostiene Bollani Impossibile che tutto questo (ed altro ancora che per ragioni di spazio non possiamo elencare) possa coesistere in un solo artista. Per noi impossibile, ma non per Stefano Bollani, che con la sua genialit
I protagonisti
Fondata nel 1980, lOrchestra della Toscana ospite delle principali istituzioni concertistiche internazionali. Interprete di un ampio repertorio, dal barocco alla contemporanea, collabora con artisti quali Kremer, Brunello, Maisky, Battiato, Galliano,Sakamoto.Primomusicista europeovincitorenel2003delNew Star Award, conferito da Swing Journal, la pi autorevole pubblicazione jazz del Giappone, e nel 2007 delPremiocomeMigliormusicistaeuropeodellanno, Stefano Bollani ha suonatosuipalcoscenicipiprestigiosi del mondo, dallUmbria Jazz Festival al Festival di Montreal, alla Town Hall di New York. Fra il 2010 e oggi, isuoicdconlaRhapsodyinBluediGershwin e con il Concerto di Ravel, incisiconlaGewandhausdiLipsia,hanno totalizzato 70 settimane di permanenza nei Top 100 europei. Marco Angius, interprete di riferimento per il repertorio contemporaneo, ha diretto lOrchestra SinfonicaNazionaledellaRai,lOrchestra del Maggio Musicale Fiorentino, lOrchestre de Chambre de Lausanne, lEnsemble Intercontemporain e la Tokyo Symphony Orchestra.
e la sua cultura sta cercando di fare capire al mondo che la locuzione musica classica non equivalente a quella di musica noiosa e che il diploma in un conservatorio non preclude automaticamente linterazione intelligente con qualsiasi altro genere musicale che non sia, appunto, la cosiddetta classica. un approccio nuovo, questo di Bollani, possibile solo a chi conosce a fondo e pratica con cognizione di causa tutti i generi musicali, perch solo un grande rispetto consente di giocare col fuoco, avendo come unico limite quello del buon gusto e della bellezza. Buon gusto, bellezza ed eleganza hanno guidato la stesura del programma di questo concerto, che parte da un Invito a Ravel e che poi naviga attraverso le pagine pi rafnate di un Novecento che ci riconcilia con la musica dello scorso secolo. Un programma dove a quella meraviglia sonora che Ma Mre lOye si afancano due pagine, come i Concerti di Ravel e Poulenc, nelle quali gli stessi autori hanno voluto inviarci un messaggio di gioia luminosa, unita alla perfezione della scrittura e alleleganza del fraseggio. Tutto questo sta nel concerto di Bollani, cui si afancher una delle compagini italiane oggi pi quotate in ambito internazionale.
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n gioco di specchi tra neoclassicismi: questa lidea di base di un programma che inoltre ci propone sul Novecento musicale uno sguardo alternativo, centrifugo rispetto al solito blocco austro-tedesco che troppe volte sembra apparirci come esclusivo. A regalarci questo viaggio troviamo un violinista come Repin, nato in Siberia, naturalizzato belga, residente in Austria e che col repertorio otto-novecentesco da sempre soggioga le platee grazie al suo virtuosismo scintillante, e un pianista come Golan, abituato ad afancare i pi grandi solisti del mondo, e a mettere la sua arte al servizio della musica vera. Ma torniamo al nostro programma, che ruota perlopi intorno alla sonata, forma questa che stata esaltata dal violinismo barocco e che i Classici viennesi hanno saputo aggiornare e modicare dallinterno trasformandola in pagina da concerto, organizzata in modo talmente perfetto da divenire, in seguito, punto di riferimento imprescindibile o nemico da abbattere. Tutta la storia del repertorio per violino dal Romanticismo in poi costruita, in fondo, attorno alla sonata, ora per fuggirla attraverso la sfrenata fantasia, ora per re-
cuperarla come modello ideale, ora per ricaricarla dallinterno di nuovi contenuti grazie a nuovi linguaggi. Ecco Brahms che, quando a ne Ottocento ogni certezza sembra sfasciarsi, guarda alla Sonata (e alla Sinfonia) come saldo rifugio, non rinunciando per alla sua poetica. Ed ecco Bartk, che nella sua Rapsodia del 1929 raccoglie motivi e stilemi della musica popolare ungherese per elaborare un linguaggio capace di svincolarsi dal sistema tonale tradizionale. Ecco, ancora, Prokof ev, che trasfonde nella Sonata op. 80 gli esiti del suo ultimo viaggio americano, mescolando virtuosismo e introver-
sione. Ed ecco, inne, Ravel che nella sua ultima composizione da camera, nel 1927, recupera la forma arcaica in tre movimenti, ritorna a prima che tutto accadesse e ritrova una razionalit quasi settecentesca, chiara ed essenziale.
Vadim Repin
A soli undici anni ha vinto la medaglia doro in tutte le categorie del Concorso Wieniawski; diciassettenne, stato il pi giovane vincitore del Reine Elisabeth, inaugurando una strepitosa carriera che lo ha portato ad esibirsi con le pi importanti orchestre: Berliner Philharmoniker, Boston Symphony, Israel Philharmonic, London Symphony, Los Angeles Philharmonic, diretto da Ashkenazy, Boulez, Chailly, Gatti, Mehta, Muti. Nel 2010 stato insignito della Victoire dHonneur, assegnatagli dal governo francese per la dedizione di una vita alla musica, ed stato nominato Cavaliere dellOrdine delle Arti e delle Lettere.
Itamar Golan
Da oltre ventanni impegnato con prestigiosi solisti e ensemble di tutto il mondo, collabora con Israel Philharmonic, Berliner Philharmoniker (sotto la direzione di Zubin Mehta), Orchestra Filarmonica della Scala. Tra i suoi partner cameristici figurano Maisky, Rachlin, Mintz, Vengerov. Regolarmente invitato a partecipare ai principali Festival, da Ravinia a Edimburgo, da Besanon a Praga, docente presso il Conservatorio di Parigi.
i ricorda Goethe che ascoltare un quartetto darchi come ascoltare quattro persone intelligenti che conversano tra loro. E davvero intelligenti e amabili, oltre che artisti a 360 gradi, erano i quattro componenti del Borodin quando nel 1945 decisero di lavorare insieme, sotto la guida di Rostropovic e dietro co
Borodin Quartet
Fondato nel 1945 da quattro studenti del Conservatorio di Mosca, fra cui il violoncellista Valentin Berlinsky, vera anima artistica del Quartetto, divenuto uno dei pi importanti ensemble sulla scena internazionale, nonch un riferimento per le future generazioni. Da ricordare lo speciale sodalizio con ostakovi, che ha personalmente diretto le prove di ogni suo Quartetto: il Borodin ne ha eseguito lintegrale in tutto il mondo, e la sua interpretazione ritenuta dalla critica come definitiva. Grandi consensi hanno ottenuto anche le sue registrazioni per Teldec Classics International, comprendenti fra laltro le integrali dei Quartetti di ajkovskij e di Schubert.
mando del mitico violoncello di Berlinsky. Ovviamente quello che ascolteremo non pi lorganico iniziale, ma coloro che si sono avvicendati ai fondatori di quel gruppo ne hanno raccolto leredit ideale, i modi, la preparazione, la cultura e il repertorio. Sono proprio due capisaldi del repertorio quelli proposti dal Borodin, appartenenti alle pi straordinarie raccolte di quartetti che la storia abbia mai conosciuto: per ostakovic e Beethoven in fatti il quartetto darchi la voce attraverso cui raccontare la parte pi segreta di loro stessi; grazie al quartetto hanno saputo esprimere i loro pensieri pi nascosti, anche quelli che non avrebbero mai saputo descrivere con le parole. ostakovic inizia il suo viaggio nel quar tetto in et adulta, facendone per da subito il racconto di una vita artistica travagliata, in contrasto tra le proprie necessit espressive ed estetiche e le esigenze di un regime che sempre meno gradiva la musica astratta, ritenendola un pericoloso veicolo di libere idee. Sono invece un vero e proprio diario personale i Quartetti di Beethoven, nelle mani del quale il genere si trasforma da piacevole intrattenimento a musica da
BORODIN QUARTET
RUBEN AHARONIAN SERGEY LOMOVSKY IGOR NAIDIN viola VLADIMIR BALSHIN
violino violino violoncello
Dmitrij ostakovic Quartetto n. 3 in fa maggiore op. 73 Ludwig van Beethoven Quartetto n. 8 in mi minore op. 59 n. 2 - Razumovskij
concerto, grazie alla fondazione del primo grande complesso professionale dal parte del violinista Schuppanzigh, amico del compositore e appartenente alla cerchia di Razumovskij, il dedicatario dei Quartetti op. 59. Non un caso che proprio con questi tre capolavori il compositore cambi direzione e, grazie allesperienza sinfonica maturata no a quel momento, modichi per sempre il suono del gruppo, non pi quattro persone che conversano insieme ma un unico, splendido e compatto strumento che no a quel momento non si era mai sentito.
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IL RESPIRO E LE CORDE
Il trio darchi formato a Pechino da tre dei maggiori solisti cinesi incontra loboe del solista toscano per un programma che si arricchisce di una prima esecuzione assoluta
n quanti modi si pu leggere un programma di concerto? E quanto la scelta del programma ci racconta degli esecutori, della loro storia e del loro rapporto con la musica? Sono queste le domande alle quali possiamo rispondere con questa proposta cos squisitamente cameristica fatta dal Beijing String Trio, cui si afanca loboista orentino de Felice, tutti per la prima volta a Bologna. Da secoli i musicisti sono cittadini del mondo, ovunque imparando e facendo tesoro delle esperienze acquisite; da secoli la globalizzazione tratto fondante dellarte, e anche qui, dove i protagonisti hanno compiuto, se pure a migliaia di chilometri di distanza, un percorso comune (gli studi a casa, il perfezionamento e lattivit concertistica nel mondo) e, attivi cia-
scuno come solista, hanno unito la loro esperienza. Il trio per archi perfetto a questo scopo, simbolo di una musica da camera espressione dellamicizia e della voglia di suonare insieme, adatta anche ad accogliere solisti che vogliano compiere lo stesso percorso: a questo spirito che si lega Mozart nel Trio KV 563, brano misto di gravit e piacevolezza destinato agli intrattenimenti musicali domestici. Ed questa stessa poesia a segnare il Quartetto KV 370, dedicato a uno dei pi grandi virtuosi dellepoca (cos come a un virtuoso del Novecento dedicata la Fantasy di Britten), il cui scopo non lesibizione, ma la creazione di uno spirito cameristico di perfetta sintonia emotiva. In mezzo, in questo programma, stanno due pagine del nostro
ARNALDO DE FELICE
oboe
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto in fa maggiore KV 370 per oboe e archi Isang Yun Quartetto per oboe e archi Nicola Sani Hallucine de lumire parmi les ombres per oboe solo PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA Wolfgang Amadeus Mozart Trio in mi bemolle KV 563 per archi Benjamin Britten Fantasy per oboe e archi
Arnaldo de Felice
Gi primo oboe dellOrchestra Sinfonica Arturo Toscanini e della European Community Chamber Orchestra, ha suonato per lAccademia di Basilea, la Carnegie Hall di New York, il Musikverein di Vienna e la Tonhalle di Zurigo, e tenuto masterclass in Spagna, Cina, Giappone. Nel 2005 ha fondato lAccademia Neue Musik di Bolzano, di cui stato direttore artistico fino al 2009. Nel 2011 stato invitato come rappresentante dellItalia al Primo Festival internazionale doboe di Pechino.
tempo: una prima assoluta del ferrarese Nicola Sani e un Quartetto di Yun, compositore coreano di nascita, giapponese di studi, europeo di formazione, che nel suo stile ha mescolato suoni e tecniche dellantica tradizione orientale con le pi recenti e innovative concezioni musicali occidentali, e che a lungo ha vagheggiato il sogno di un concerto che unisse nella musica le due Coree. Una voglia di musica insieme, insomma, risponde in fondo a tutte le domande che ci siamo posti allinizio.
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GEOMETRIE VARIABILI
Per la prima volta sul palcoscenico del Manzoni, lensemble londinese definito dal Times La migliore formazione che ogni compositore desidererebbe avere
tanto di londinese nelle proposte del Nash Ensemble, e non solo perch il complesso, il cui nome ormai celebre nel mondo, l si formato rubando il nome dalle magniche case a schiera Nash della capitale britannica. Non si pu fare a meno di stupirsi, ogni volta, quando si pensa a ci che accade nella capitale britannica, dove convivono gli autobus a due piani e il cocchio della regina, Buckingham Palace e il London Eye, dove migliaia di persone ascoltano i concerti di musica classica in piedi e altrettante assistono a una partita di pallone in stadi che sembrano teatri. Lo stesso spirito senza preclusioni e senza barriere tranne quelle del buon gusto, che consente di afancare cose apparentemente cos eterogenee, quello che circonda e ispira uno dei pi rafnati ed estroversi gruppi da camera del momento, nel cui vasto repertorio, ricco di immaginazione e innovazione, e nei cui programmi, cos nemente delineati,
THE NASH ENSEMBLE OF LONDON MARIANNE THORSEN violino LAURA SAMUEL violino LAWRENCE POWER viola PAUL WATKINS violoncello RICHARD WATKINS corno IAN BROWN pianoforte
Wolfgang Amadeus Mozart Quintetto in mi bemolle maggiore KV 407 per corno e archi Johannes Brahms Trio in mi bemolle maggiore op. 40 per corno, violino e pianoforte Antonn Dvork Quintetto in la maggiore op. 81 per archi e pianoforte
convivono ricerca e leggerezza, impegno e fantasia, voglia di affascinare e intensit interpretativa. La leggerezza dellamicizia
quella che spinge Mozart negli anni viennesi a dedicare al suo amico cornistadroghiere Leutgeb e al suo strumento alcuni capolavori da camera e da concerto, improvvisamente innalzando questo strumento dorchestra ad un protagonismo inatteso. Tuttaltro spirito quello che si diffonde, invece, nel Trio di Brahms, dove il corno da strumento del divertimento diventa la voce del ricordo e dellimmedesimazione con la Natura, e nel quale la forma cameristica storicizzata si piega per dare alla composizione un colore nostalgico ed evocativo. Mentre inne nel Quintetto per archi e pianoforte di Dvor k fa capolino lo spirito folklo rico, sempre sotto-traccia nelle composizioni del Boemo, pur imbrigliato allinterno dellimpeccabilit formale, glia di una personale rilettura del classicismo. Un secolo esatto di pagine cameristiche affascinanti, dove convivono anime diverse e talora contrastanti: proprio come quelle della Londra del Nash Ensemble.
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uando I Turchini salgono sul palcoscenico col loro maestro di sempre Antonio Florio, noi non ci accingiamo ad ascoltare solo un gruppo di preparatissimi musicisti: davanti a noi si apre il sipario su un mondo straordinario, pieno di meraviglie e di sorprese e che ci obbliga a fare i conti con una storia e una ricchezza culturale della quale troppo spesso ci dimentichiamo. Ci si offre, in tutto il suo splendore, la Napoli barocca e tutta la cultura (non solo musicale) del Sud Italia. Spesso sentiamo parlare di giacimenti culturali, e a questa parola un brivido percorre la platea che immagina armadi polverosi, inniti scaffali pieni di libri che oggi sembrano non aver pi nulla da dire, considerati nel mondo moderno ingombranti e inutili. Invece questi giacimenti sono miniere inesauribili di un metallo prezioso che consentono a chi vi si dedica, come fanno I Turchini da oltre trentanni, unautonomia, economica
e culturale, pressoch innita. Tesori come quelli nascosti nelle biblioteche di antiche istituzioni (come quella della Piet dei Turchini, appunto) raccolgono le testimonianze di quando lopera napoletana era lOpera in tutta Europa, di quando dal Sud partivano compositori e esecutori che insegnavano a tutta Europa come si scriveva e come si eseguiva la musica per il teatro. Pazientemente, questi musicisti-studiosi, discepoli della musicologia applicata, ci stanno regalando in concerti e registrazioni i tesori di una civilt musicale ancora in gran parte da riscoprire: ed ecco risuonare le pagine di autori pi noti (come Leo) o di altri ancora sconosciuti (come de Majo e Fiorenza), la cui opera vasta e internazionale testimonianza di
un Sud vitalissimo e di una bellezza che non pu e non deve essere dimenticata. Non un caso che un grande compositore-violoncellista come Sollima, da sempre attento alla storia e alla cultura della sua Sicilia, si sia afancato ai Turchini per questo appuntamento bolognese. Per ribadire insieme ancora una volta che nel nostro passato pu essere nascosto davvero il nostro futuro.
I protagonisti
I Turchini, ensemble fondato nel 1987 da Antonio Florio, rappresenta una delle punte di diamante della vita musicale europea, coniugando originalit e rispetto della prassi esecutiva barocca. Si esibito sui palcoscenici pi importanti, dallAccademia di Santa Cecilia di Roma al Teatro San Carlo di Napoli, dal Palau de la Msica di Barcellona alla Berliner Philharmonie, e ha registrato per Radio France, per la BBC di Londra, e per le Radio nazionali belga, spagnola, tedesca e austriaca. Violoncellista e compositore, Giovanni Sollima ha collaborato con Abbado, Sinopoli, Argerich, Glass, Muti; la sua attivit, in veste di solista e con diversi ensemble, si dispiegata fra sedi ufficiali ed ambiti alternativi: Brooklyn Academy of Music, Carnegie Hall, Summer Festival di Tokyo, Biennale di Venezia, Ravenna Festival. I suoi lavori sono stati eseguiti in tutto il mondo, in particolare dalla Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti, e da Yo-Yo Ma, Mario Brunello e Bruno Canino.
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UN RITORNO ECCELLENTE
Dopo quasi 15 anni, Musica Insieme riporta a Bologna il celebre pianista statunitense, con un programma che riunisce due autori dei quali interprete di riferimento
ono quasi tre lustri che Emanuel Ax manca da Bologna, quando suon proprio per Musica Insieme. Per questo il gradito ritorno diventa un attesissimo evento, oltre che un appuntamento musicale imperdibile, come imperdibili sono, sempre, lincontro con la grande arte e loccasione di ascoltare dal vivo uno dei pianisti che pi hanno saputo conquistare il mondo. Torna a Bologna, Ax, con un programma affascinante che mette insieme fantasia e rigore, che gioca con le forme, allargate o reinventate per adattarsi a raccogliere la forza innovativa dei due autori presentati in concerto. In questo programma bolognese il virtuoso statunitense, celebre per la sua fulgida carriera di solista nel mondo ma aperto a raccogliere gli inviti nella musica da camera, grande per la sua tecnica straor-
dinaria ma apprezzato sempre di pi per la sua sensibilit, ci invita a compiere insieme a lui un percorso assieme a due amici, a due dei suoi pi grandi amori musicali Beethoven e Chopin accostando brani tra i pi signicativi dei rispettivi cataloghi, per ribadirne ancora una volta la straordinaria libert creativa nei confronti di ogni convenzione musicale. Allarga a dismisura forme e dimensioni il giovane Beethoven, quando trasforma la sonata per pianoforte in brano da concerto (come nella Sonata op. 2 n. 3) o carica la musica pura di signicati losoci che vanno al di l delle note (come nella Sonata Patetica), in entrambi i casi modicando la forma tradizionale quando non sia adatta ai nuovi contenuti. Inventa nuove forme Chopin, grazie alle quali riesce ad esaltare le possibilit espressive del nuovo pianoforte, nalmente in grado di raccogliere tutte le
EMANUEL AX
pianoforte
Ludwig van Beethoven Sonata in do maggiore op. 2 n. 3 Sonata in do minore op.13Patetica Fryderyk Chopin Seconda Ballata in fa maggiore op.38 Quarta Ballata in fa minore op. 52 Polacca-Fantasia in la bemolle maggiore op. 61
esigenze estetiche del Romanticismo. Ballate, che nulla hanno a che vedere con lantica tradizione vocale ma che sono veri e propri poemi di note, e Polacche, nelle quali il ricordo della patria solo il punto di partenza per pagine di stravolgente bellezza dove (come nellincredibile Polacca-Fantasia) si raggiungono mondi sonori mai uditi prima.
Emanuel Ax
Noto per lindole poetica, linsuperabile virtuosismo, la poliedricit in campo artistico, la sua carriera si arricchisce ogni anno di esibizioni con le pi importanti orchestre del mondo e di recital nelle sale pi rinomate. Impostosi sulla scena internazionale nel 1974 con la vittoria al Concorso pianistico Arthur Rubinstein di Tel Aviv, e dellambitissimo Avery Fisher Prize, ha collaborato fra gli altri con Jaime Laredo, Isaac Stern, Leonidas Kavakos. Nel 2010, per il bicentenario della nascita di Chopin e Schumann, ha incaricato gli autori Ads, Lieberman e Prutsman di comporre delle opere inedite per tre programmi da concerto eseguiti insieme a Yo-Yo Ma e Dawn Upshaw. Nel 2007 stato nominato Dottore Onorario di Musica dallUniversit di Yale e ha ricevuto una laurea honoris causa dalla Columbia.
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una pratica antica, ma legata ad altre arti, quella che Accardo realizza nella musica con la sua Orchestra da Camera Italiana: erano infatti i grandi pittori del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco ad avere una bottega dove insegnavano i segreti del mestiere a giovani promettenti, perch non andassero dispersi. Una pratica antica che lindividualista Romanticismo aveva cancellato in nome dellidea che larte frutto del proprio sentire e non si pu insegnare. Accardo, e come lui ormai tanti altri Grandi della musica, hanno da tempo invertito la tendenza e hanno capito che se il talento personale, i tanti segreti frutto dellesperienza si possono insegnare e aiutano a costruire quel ponte tra generazioni che nel passato ha prodotto non solo tanti capolavori, ma anche straordinari professionisti di cui piena la storia dellarte e della musica dei secoli addietro. Con questa convinzione, eccolo
I protagonisti
Salvatore Accardo esordisce in pubblico a 13 anni con lesecuzione integrale dei Capricci di Paganini, e nel 1958 primo vincitore assoluto del Concorso Paganini di Genova. Suona con le maggiori orchestre, affiancando allattivit di solista quella di direttore e didatta. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca a quella contemporanea; compositori come Sciarrino, Donatoni, Piazzolla, Xenakis gli hanno dedicato le loro opere. Nel 1996 crea lOrchestra da Camera Italiana: i suoi componenti discendono tutti dalla stessa scuola (lAccademia Stauffer di Cremona), raggiungendo ununit espressiva, tecnica e stilistica senza pari. LOrchestra si esibita presso le pi importanti istituzioni italiane ed estere, dallAuditorium Parco della Musica di Roma alla Cit de la Musique di Parigi.
a Bologna, a proporre un programma dove lAccardo solista si confronta con alcune delle pagine pi affascinanti ed amabili del repertorio, pagine nelle quali persino il virtuosismo viene avvolto nella gentilezza e nelleleganza. Ma nello stesso concerto lAccardo direttore propone, non a caso, due brani scritti dai rispettivi autori allinizio delle loro carriere di compositori. Le Sonate a quattro per archi vengono preparate da un Rossini dodicenne, in vacanza vicino a Ravenna, che vuole rendere omaggio al proprio ospite contrabbassista regalandogli questa raccolta di brani dal nome antico, dove lorganico tradizionale del quartetto stravolto in favore proprio dello strumento ad arco grave. La Simple Symphony inne opera di un Britten ventenne, che compie un esercizio di stile, recuperando nei vari tempi non solo alcuni temi musicali provenienti da suoi lavori precedenti, ma anche strutture formali (come la bourre e la sarabanda) che appartenevano alla tradizione barocca. Passato, presente, futuro sintrecciano, dunque, in un ideale passaggio di testimone tra compositori, maestri e allievi.
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Bach, Johann Sebastian Fantasia e Fuga in la minore BWV 904 Bartk, Bla Rapsodia n. 1 Beethoven, Ludwig van Sonata in do minore op. 111 Quartetto in mi minore op. 59 n. 2 Razumovskij Sonata in do maggiore op. 2 n. 3 Sonata in do minore op. 13 Patetica Bollani, Stefano verso Ravel concerto Brahms, Johannes Variazioni sopra un tema di Paganini op. 35 Sonata n. 3 in re minore op. 108 Trio in mi bemolle maggiore op. 40 Britten, Benjamin Quattro canzoni da Sacred and Profane op. 91 Fantasy per oboe e archi Simple Symphony op. 4 per archi Cajkovskij, Ptr Ilic Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36 Dumka op. 59 Chopin, Fryderyk Seconda Ballata in fa maggiore op. 38 Quarta Ballata in fa minore op. 52 Polacca-Fantasia in la bemolle maggiore op. 61 Copland, Aaron Fanfare for the Common Man De Majo, Giuseppe Concerto per violoncello e archi (1726) De Sarasate, Pablo Zingaresca Dvork, Antonn Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 Quartetto in re minore op. 34 Quintetto in la maggiore op. 81 Enescu, George Sonata n. 3 op. 25 Fiorenza, Nicola Sonata a 4 in do minore Concerto in si bemolle maggiore Gesualdo, Carlo Selezione dal Quinto Libro di madrigali Haydn, Joseph Sonata in mi bemolle maggiore Hob. XVI: 49 Kreisler, Fritz Cinque pezzi per violino e archi Leo, Leonardo Concerto di violoncello con violini in re minore
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Liszt, Franz Rapsodia Ungherese n.12 in do diesis minore Mendelssohn, Felix Quartetto in re maggiore op. 44 n. 1 Der erste Frhlingstag op. 48 Mozart, Wolfgang Amadeus Quartetto in fa maggiore KV 370 Trio in mi bemolle maggiore KV 563 Quintetto in mi bemolle maggiore KV 407 Poulenc, Francis Concerto campestre Sei Chansons franaises Prokofev, Sergej Sonata n. 1 in fa minore op. 80 Rachmaninov, Sergej Sonata n. 2 in si bemolle maggiore op. 36 Ravel, Maurice Quartetto in fa maggiore Concerto in sol maggiore Ma Mre lOye Sonata in sol maggiore Rosauro, Ney Concerto per marimba e archi Rossini, Gioachino Sonata III in do maggiore Saint-Sans, Camille Havanaise in mi maggiore op. 83 Introduzione e Rond capriccioso op. 28 Sani, Nicola Hallucine de lumire parmi les ombres Schubert, Franz 4 Improvvisi D 935 e D 899 Schumann, Robert Quartetto in la maggiore op. 41 n. 3 Sjourn, Emmanuel Concerto per marimba e archi Skrjabin, Alexander Selezione di Preludi Scodanibbio, Stefano Selezione dal Canzoniere messicano e spagnolo Sollima, Giovanni Fecit Neapolis 1760 ostakovic, Dmitrij Quartetto n. 3 in fa maggiore op. 73 Strauss, Richard Sonata in mi bemolle maggiore op. 18 Tower, Joan For the Uncommon Woman Yun, Isang Quartetto per oboe e archi
29/10/2012 19/11/2012 10/12/2012 18/03/2013 18/03/2013 08/04/2013 11/02/2013 10/12/2012 25/02/2013 14/01/2013 19/11/2012 11/02/2013 11/02/2013 25/02/2013 19/11/2012 13/05/2013 13/05/2013 13/05/2013 18/03/2013 29/10/2012 28/01/2013 19/11/2012 14/01/2013 28/01/2013 22/04/2013 04/03/2013 12/11/2012 22/10/2012 18/03/2013
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In redazione
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Ha collaborato
Maria Chiara Mazzi
Grafica e impaginazione
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