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La poesia e lo spirito
Potr questa bellezza rovesciare il mondo?
Com dicile dialogare di Enzo Bianchi Da anni vado ripetendo che con la ne della cristianit e lo sviluppo di una societ civile sempre pi consapevole della propria laicit e della molteplicit di culture e religioni che si incontrano e intrecciano nel quotidiano, la capacit di dialogo e di ascolto reciproco diventano condizioni indispensabili non solo per una crescita in umanit ma, in prospe iva, per la stessa sopravvivenza di una convivenza civile degna di tale nome. Ma accanto a questa convinzione se ne riaerma in me anche unaltra: nonostante i numerosi sforzi che da pi parti si compiono in questo senso, restiamo ancora allet della pietra per quello che concerne il dialogo, tu ora balbe anti nel denire e sopra u o nellassumere una autentica deontologia del dialogo. Ne ho avuto unamara conferma nei giorni scorsi quando il mio ultimo libro, Per unetica condivisa, stato n troppo benevolmente recensito dal laico Corrado Augias su queste pagine. Man mano che procedevo nella le ura, mentre riconoscevo le mie aermazioni sempre corre amente virgole ate le vedevo interpolate con considerazioni a me estranee e con precisazioni che ne snaturavano le intenzioni. Augias, gli va dato a o, non mi a ribuiva frasi da me mai scri e, ma le sue chiose, quasi sempre laudative, allontanavano il le ore dallhumus in cui le mie aermazioni erano nate e ne facevano unapplicazione a sogge i ecclesiastici secondo i suoi giudizi e non secondo le
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mie intenzioni, intenzioni che una le ura maggiormente disposta allascolto non frammentario o preconce o avrebbe potuto cogliere facilmente. Gurdati dal criticare meschinamente e con amarezza, senza amore, la chiesa Nella chiesa non amare unastrazione o una visione troppo personale, ma la comunit vivente in cui Dio a ende il tuo impegno e il tuo ministero. Se devi criticare, fallo senza ferire le persone, con laudacia evangelica, con la forza della parola di Dio, lumilt di chi critica per fare un servizio di puricazione nei confronti di sua madre. Altrimenti meglio tacere. Cos recita la Regola di Bose, e a questi principi ho sempre cercato di a enermi nel mio prendere la parola in pubblico, a voce o per iscri o. Daltronde questo un tipo di disagio per me non nuovo lo dico con rincrescimento nel leggere Corrado Augias, uno dei pi prolici interpreti del dialogo tra pensiero laico e mondo ca olico. Limpressione che avevo ricevuto dai suoi due titoli precedenti Inchiesta su Ges, con Mauro Pesce, e Inchiesta sul cristianesimo, con Remo Caci i si rinnovata in me alla le ura di Disputa su Dio e dintorni, scri o con Vito Mancuso e in libreria in questi giorni: la sensazione di vedere gli interlocutori liberi di formulare e articolare le proprie tesi, ma sempre incalzati e come invischiati in un intreccio dove i conce i e i preconce i ostili alla fede cristiana hanno il sopravvento non per una maggiore consistenza ogge iva ma per la costante forzatura di aermazioni e la frequente parzialit con cui molti aspe i del diba ito vengono arontati. Certo, anche Disputa su Dio e dintorni, come i ravvicinatissimi volumi precedenti, vuole mantenere un tono divulgativo, in cui discussioni sui massimi sistemi si intrecciano ora a riessioni su fa i registratisi nella storia cristiana, ora su casi sco anti della ualit politica e sociale italiana; certo, il linguaggio vuole essere comprensibile al grande pubblico, ma ci si potrebbe comunque aspe are un pi accurato rigore storico anche da parte della voce laica. Le caricature il Dio dei cristiani tra eggiato come un vecchio con la barba bianca e un triangolo dietro la testa che giudica ogni nostra azione e tenacemente impegnato a dividere i ca ivi dai buoni e le aermazioni ad ee o sono sempre pericolose, quando non totalmente fuorvianti: come si fa, per esempio, a dire che in una democrazia non esistono principi non negoziabili? Come dobbiamo considerare allora la dichiarazione universale dei diri i delluomo? Quanto a Mancuso, teologo che ama denirsi eterodosso, occorre riconoscere che le domande che pone nei suoi scri i sono urgenti e necessitano una risposta da parte delle teologia ca olica e della chiesa, ma a mio giudizio le risoluzioni che propone Mancuso si collocano nello spazio della gnosi in cui la storia di per s storia di salvezza e in cui non c da parte di Dio n rivelazione n grazia. vero che qua e l nella discussione con Augias aorano alcune aermazioni che correggono la gnosi presente nel precedente libro di Mancuso, Sullanima e il suo destino, ma restano deboli. No, il regno dei cieli non lequivalente del regno delle idee di Platone o del regno dei ni di Kant come aerma il nostro teologo.Il libro appare cos una disputa con a volte i toni della chiacchierata tra un cristiano che ha idee diormi rispe o a certe do rine stabilite e un ateo che con eccessiva disinvoltura annovera tra i misteri della religione ca olica la famosa incongruenza di un Dio che nello stesso tempo uno e trino e aerma che il cristianesimo nel IV secolo cambi pelle e cess di essere una fede per diventare una religione, che legge leucarestia ca olica come un residuo di antropofagia sacra S, lo dico con molto rispe o ma con tristezza: in un approccio simile c veramente poco ascolto dei cristiani e della loro fede. Queste mie osservazioni non vogliono esprimere ingratitudine verso chi ha cercato e cerca di interloquire su tematiche etiche che stanno a cuore a molti oggi, dentro e fuori la chiesa, ma soltanto testimoniare il rincrescimento per unaltra occasione sfumata di dialogo autentico, in cui lascolto in profondit dellaltro resta pi importante di qualsiasi riaermazione delle proprie convinzioni. S, dobbiamo ancora percorrere molta strada per imparare a capirci e a farci capire perch non solo usiamo linguaggi a volte sfasati, quasi non-contemporanei, ma pi spesso ancora travisiamo il senso di quanto laltro dice: non il tanto signicato, ma lorigine, la direzione, lintenzione cui mira, lo scopo del suo pensare e parlare.
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Famiglia cristiana del 19 aprile 2009 * Cosa vuol dire la salvezza al di fuori della Chiesa di Vito Mancuso Proprio quando arriva in libreria una raccolta di saggi di Benede o XVI dal titolo LElogio della coscienza, interessante chiedersi quale sia oggi la situazione della coscienza ca olica. Lo spunto mi dato dallaccusa mossami da Enzo Bianchi di essere gnostico, unaccusa teologicamente infondata che scambia per eresia gnostica lesercizio della libert di coscienza a livello teologico. Dietro laccusa di gnosi verso la mia teologia basata sul primato della coscienza, c lo statuto a uale della verit do rinale ca olica basata sulla tradizione e lautorit. Ovvero: cos perch stato stabilito che cos, e chi lha stabilito pi importante di te e tu devi obbedire. Insegnava Ignazio di Loyola al termine degli Esercizi spirituali: Dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica. Ancora oggi la forma della verit ca olica continua a essere basata sul passato (la tradizione) e sulla forza (lautorit)e per questo motivo si accusa di gnosi chi al primo posto nel suo rapporto con la verit non pone lautorit ma la coscienza personale, e in fedelt alla coscienza dichiara bianco ci che vede bianco. Un anno fa fu Bruno Forte sull Osservatore Romano a denire il mio pensiero una gnosi di ritorno. Ora Enzo Bianchi su Famiglia cristiana scrive : Quanto a Mancuso , teologo che ama denirsi eterodosso, occorre riconoscere che le domande che pone nei suoi scri i sono urgenti e necessitano di una risposta da parte della teologia ca olica e della Chiesa, ma, a mio giudizio, le risoluzioni che propone Mancuso si collocano nello spazio della gnosi, in cui la storia di per s storia di salvezza e in cui non c da parte di Dio, n rivelazione, n grazia. Bianchi continua dicendo che nel mio ultimo libro ( Disputa su Dio e dintorni, insieme a Corrado Augias) vi sono aermazioni che correggono la gnosi presente nel precedente ( Lanima e il suo destino) che per restano deboli. E conclude: Il regno dei cieli non lequivalente del regno delle idee di Platone o del regno dei ni di Kant, come aerma il nostro teologo. Quanto al fa o che amerei denirmi eterodosso, dico semplicemente che ci che amo la trasparenza, e siccome so che certi miei pensieri non sono allineati alla do rina uciale, lo dichiaro io per primo, per onest ai le ori. Tu o qui. Vorrei per precisare che se talora me o in discussione la do rina uciale per amore della coerenza e della logica, perch condivido la prospe iva secondo cui nel cristianesimo il posto donore spe a allaermazione in principio era il logos, e laddove non vedo rispe ato il primato del logos, esercito la mia coscienza perch lo sia. Quanto allaccusa di gnosi, ripeto a Bianchi ci che replicai a Forte, cio che non ha fondamento. Lo gnosticismo infa i si basa su tre principi fondamentali: 1) la conoscenza che salva; 2) questa conoscenza rivelata a pochi da un inviato divino rivelatore e redentore; 3) il contenuto della conoscenza la distanza del mondo da Dio allinsegna della pi acuta contrapposizione materiaspirito. Al contrario io sostengo che: 1) la giustizia che salva; 2) la giustizia pu essere a uata da ogni uomo, dentro o fuori la Chiesa, essendo legata alla logica della creazione; 3) la creazione il cardine teologico decisivo e tra materia e spirito non c alcuna contrapposizione. Mentre la gnosi una do rina segreta riservata a pochi dalla cui conoscenza dipende la salvezza, io allopposto lego la salvezza alla pratica della giustizia, come sostiene Ges in Ma eo 25 e in numerosi altri passi. Mentre la gnosi consiste in una totale svalutazione della natura, a ribuita a un Dio minore e malvagio, io allopposto faccio della creazione il tra ato teologico decisivo e delladesione alla sua logica il principio salvico. Bianchi per dice che sono gnostico. Perch un tale abbaglio? Perch scambia per gnosi lesercizio della libert di coscienza a livello teologico. Ma nel richiamo di Bianchi
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alla storia della salvezza in gioco sopra u o lo statuto della salvezza. Per secoli si creduto che solo il ca olicesimo orisse la salvezza agli uomini e che tu i i non ca olici ne sarebbero stati esclusi allinsegna dellassioma extra ecclesiam nulla salus (fuori della Chiesa non c salvezza). So bene che Bianchi non condivide questa angusta prospe iva, lui che inizi il suo impegno sul fronte dellecumenismo quando io ancora giocavo alloratorio, e del resto quasi nessuno nella Chiesa di oggi la condivide. Mi perme o per di ricordargli questo passo di Simone Weil: La credenza che un uomo possa essere salvato fuori della Chiesa visibile esige che tu i gli elementi della fede siano ripensati daccapo, pena lincoerenza completa. Perch lintero edicio costruito a orno allaermazione contraria, che oggi quasi nessuno oserebbe sostenere. Eppure non si vuole ancora riconoscere la necessit di una simile revisione. Ci si so rae ad essa con miserabili artizi. Si mascherano le sconnessioni con saldature izie, con salti logici clamorosi. Bianchi non me ne voglia, ma non posso fare a meno di inserire tra i salti logici clamorosi anche la ribuzione di gnosticismo a un pensiero come il mio che ne il pi convinto avversario. Il punto esa amente il nesso salvezzastoria. Per la visione cristiana tradizionale (derivante da san Paolo e difesa da Bianchi) la salvezza legata allevento storico di duemila anni, storia della salvezza, ed quindi inevitabile che tu i coloro che a quel singolo evento storico non partecipano (cio la gran parte dellumanit visto che la specie Homo sapiens ha origine 160.000 anni fa) ne vengano esclusi. Da qui extra ecclesiam nulla salus. Non erano ca ivi i padri della Chiesa, gli scolastici, i papi e i monaci che per secoli sostenevano questo assioma. Erano semplicemente coerenti con limpostazione che lega la salvezza a una storia particolare. Se infa i la salvezza viene da una storia particolare, o si partecipa a quella storia (partecipazione garantita dalla Chiesa e dai suoi sacramenti) o non si salvi. La sal vezza pensata in dipendenza da un evento storico produce necessariamente la teologia dell extra ecclesiam nulla salus. Oggi si riuta questa teologia angusta e si ritiene che la salvezza non sia riservata ai soli ca olici. Perfe o. Ma allora come continuare a sostenere la dipendenza della salvezza da una storia particolare? Lo si pu fare solo a prezzo di miserabili artizi, saldature izie, salti logici clamorosi. In realt, se si vuole parlare con fondamento della salvezza (cio della partecipazione alleternit divina), occorre superare la superstizione della cronologia e comprendere linsegnamento di Ges: Dio spirito e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verit ( Giovanni 4,24). Vale a dire: ogni essere umano che nella sua coscienza e nel suo cuore vive nello spirito della verit (la cui esperienza pi alta si chiama pratica del bene e della giustizia) entra nella dimensione peculiare del divino e quindi salvo, si tra i di un uomo dellet della pietra, di un antico egizio, di un ebreo o di un ind di oggi. In questa prospe iva, contrariamente alla gnosi e al cristianesimo paolino che sostengono la necessit per la salvezza di una rivelazione particolare, io sostengo (come Bianchi rileva esa amente, ma sbagliando nel dire che si tra a di gnosi perch ne lesa o contrario) che ogni momento della storia capace di salvezza. E quindi, a dierenza di chi lega la salvezza Ogni uomo che vive nello spirito della verit entra nel divino ed salvo a una storia particolare, io posso riutare in perfe a coerenza la teologia dell extra ecclesiam nulla salus in quanto nemica degli uomini e incapace di comprendere la paternit universale di Dio. Ringrazio inne Enzo Bianchi (illustre collega allUniversit San Raaele nonch amico da lunga data) per aver riconosciuto che sollevo domande urgenti che necessitano di una risposta da parte della teologia ca olica e della Chiesa, ma sarebbe interessante capire come fa lui a tenere insieme una salvezza universale con una storia particolare. Perch una cosa deve essere chiara: dire che il regno dei cieli non lequivalente del regno delle idee di Platone o del regno dei ni di Kant signica riproporre in versione aggiornata la medesima pretesa ecclesiastica dell extra ecclesiam nulla salus.
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La Repubblica 28 aprile 2009 Questo post stato pubblicato il aprile 30, 2009 a 12:00 pm ed archiviato in Pensiero. Contrassegnato da tag: Enzo Bianchi, Vito Mancuso. Puoi seguire tu e le risposte a questo articolo a raverso il RSS 2.0 feed. I commenti sono al momento chiusi, ma puoi trackback dal tuo sito.
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Nerone detto
aprile 30, 2009 a 1:14 pm E lallodola No, lusignolo No! E lallodola No! E lusignolo Sbaglier, ma in queste discussioni c molta razionalizzazione. E non forse vero che si salva chi ha fede?
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Fides&ratio detto
aprile 30, 2009 a 3:09 pm concordo con Mons. Bianchi mentre Mancuso ormai il clone di se stesso. Oltretu o usa le Scri ure solo quando gli fa comodo, quando sono scomode dice che in esse vi sono contraddizioni e non servono per fare chiarezza furbo no? F&R
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Nemo detto
aprile 30, 2009 a 4:20 pm bellissimo questo confronto Personalmente concordo con Bianchi, pero apprezzo la libert con cui Mancuso presenta le sue idee. sono malede amente aamato di dialogo: purtroppo non sempre visibile nella Chiesa di oggi.
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maggio 1, 2009 a 8:08 am Per quanto mi riguarda, seguirei sempre con a enzione il dialogo tra persone che si pongono sulla strada del confronto. Ma vedo che con i ca olici si aaccia sempre lo stesso vizio come adesso con Enzo Bianchi che pare connaturato al loro stesso modo di essere. Al loro modo di credere. A ci che credono. Man mano che procedevo nella le ura, mentre riconoscevo le mie aermazioni sempre corre amente virgole ate le vedevo interpolate con considerazioni a me estranee e con precisazioni che ne snaturavano le intenzioni. Augias, gli va dato a o, non mi a ribuiva frasi da me mai scri e, ma le sue chiose, quasi sempre laudative, allontanavano il le ore dallhumus in cui le mie aermazioni erano nate e ne facevano unapplicazione a sogge i ecclesiastici secondo i suoi giudizi e non secondo le mie intenzioni, intenzioni che una le ura maggiormente disposta allascolto non frammentario o preconce o avrebbe potuto cogliere facilmente. Questo dice Enzo Bianchi, rispe o a quello che Augias dice delle sue posizioni. Ma poi, tranquillamente, contando sulla riconosciuta fama di onest che lo dovrebbe contraddistinguere, fa, sulle posizioni di Mancuso, la stessa operazione di cui si era lamentato prima, senza accorgersi di andare a trasformarsi da vi ima in carnece. E, a parer mio, un modo diabolico di condurre il dialogo. Anzi un modo per riutarlo, per sabotarlo, se il dialogo arriva a un punto in cui, per proseguire, risulta necessario che IL CATTOLICO METTA IN FORSE QUALCOSA CHE CONSIDERA BASILARE DELLA SUA FEDE. La cosa risulta quasi umoristica, perch cos: Enzo Bianchi pretende che il suo interlocutore nel caso: Augias non dia interpretazioni del suo pensiero, perch, in ogni caso, lui, titolare di quel pensiero, dir che uninterpretazione sbagliata. Dir, sempre, che quello che pensa lui lo pu stabilire solo lui stesso. Ma questo non dialogo. E soltanto quello che pretendono tu i i pescatori di questo mondo: solo loro reggono la lenza, e, gli altri, possono avere a che fare con loro solo se diventano pesci, a accati al loro amo. Prede non fratelli con la stessa dignit. Per questo, al contrario di Mancuso, ho deciso da tempo di non dialogare pi con i ca olici. Lamo piantato nel mio palato mi impediva di articolare verbo.
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Il ripensamento degli elementi della fede sembra bloccato non da una mancanza di intelle o ma da un ecclesiologia poco ecumenico e conciliare che conserva gli elementi che hanno contribuito alla separazione dal patriarchato romana dal patriarchato di Costantinopoli ormai da secoli. Bianchi scrive se come Mancuso non fa nemeno parte della chiesa. E questo che non prome e molta speranza per un serio ripensamento della fede.
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Io, disse leremita, posso tu al pi avere sapienza, sapienza della mia interiorit, ma certo non la posso condividere con gli altri. E mia e basta. Impossibile descriverla: ci che direi sarebbero soltanto parole ingannevoli, per i pi. E per questo che ho lasciato il mondo e mi sono rifugiato in questo eremo: amo pi me stesso che i miei fratelli, anche se nascondo questo fa o chiamando la mia interiorit con tu i i nomi che voglio. Ogni tanto,infa i, anche alleremita, poteva capitare di essere saggio, ma quando pensava, ogni tanto, come a tu i.
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maggio 2, 2009 a 5:26 pm Ecco quindi che il discorso di Mancuso rischia di scivolare nel relativismo assoluto, perch davvero sembra escludere ogni prospe iva di rivelazione. Invece i contenuti della rivelazione, che vanno bene interpretati, con seriet e competenza, e per questo che servono i teologi, orono una fuoriuscita allo sce icismo e al relativismo. [Roberto Plevano] Sono stato molto indeciso se intervenire ancora. Sono ateo, e quasi mai mi capita di entrare nel merito dei contenuti, quando si discute di religione. I miei interventi precedenti erano giusticati, soltanto, dal fa o che intervenivo sulle modalit che un dialogo deve seguire, a mio parere, per essere considerato dialogo alla pari. Ed con lo stesso spirito che ora voglio so olineare alcune incongruenze presenti, secondo me, nellintervento che precede questo. Roberto contrappone giustizia e rivelazione, contestando a Mancuso il fa o che la giustizia non ora riparo rispe o al relativismo [assoluto o meno cosa senza signicato, tra andosi, in questo caso di agge ivazione retorica in senso propagandistico]. Ma non spiega perch la rivelazione non dovrebbe sorire la stessa debolezza della giustizia se, come lui dice, i contenuti della rivelazione, [] vanno bene interpretati, con seriet e competenza, e per questo che servono i teologi. Mascherando surre iziamente quello che sta invocando contro il relativismo, che non sono i contenuti rivelati [nessun contenuto ripara dal relativismo], ma un principio di autorit, esterno a questi, che li imponga come unica verit per tu i. Ma, a quanto mi par di capire io non ho le o alcun libro di Mancuso -, proprio questa autorit, che ssa i limiti della rivelazione, lobie ivo primo della critica di Mancuso. Daltronde, senza questa autorit, nulla impedirebbe che i lacerti del sacro che rendono legi imi ai loro occhi i comportamenti di un cacciatore paleolitico, di un sacerdote precolombiano, di un uomo donore, dei cavalieri cristiani, dei conquistadores che non hanno commesso deli i pi terribili di quanti hanno creduto nella vera rivelazione dei teologi, anzi, essendo compresi essi stessi in questo elenco vengano considerati parte della rivelazione. Perch, per assurdo, proprio quello che si chiede: ci che necessario. Altrimenti rimane valido ci che tu i sembrano negare: extra ecclesiam nulla salus (fuori della Chiesa non c salvezza). Non si capisce infa i come gli assassinii commessi dai maya annullino la validit della teologia maya, e invece i roghi dellInquisizione e il sangue che arrivava alle ginocchia dei cavalli versato dai cavalieri cristiani a Gerusalemme non abbiano niente a che vedere, non incino la validit della rivelazione cristiana. Perch le scri ure (puricate dalle contorsioni teologiche) non prescrivono deli i? Ma il cristianesimo non solo scri ura, senza la chiesa non sarebbe niente. E la chiesa i suoi deli i non ha mancato di prescriverli e di comme erli. La teologia cristiana sarebbe quindi pi valida di quella maya, ma soltanto perch una teologia ipocrita?
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Fides&ratio detto
maggio 7, 2009 a 3:42 pm potrebbe gentilmente citare i passi precisi dove s.Ireneo farebbe le aermazioni che lei sostiene? grazie F&R
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Nerone detto
maggio 7, 2009 a 5:59 pm Questa frase: Vale a dire: ogni essere umano che nella sua coscienza e nel suo cuore vive nello spirito della verit (la cui esperienza pi alta si chiama pratica del bene e della giustizia) entra nella dimensione peculiare del divino e quindi salvo, si tra i di un uomo dellet della pietra, di un antico egizio, di un ebreo o di un ind di oggi.
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Secondo me non ci si pu salvare riferendosi dire amente a Dio. Secondo me bisogna riferirsi a Ges, che Via, Verit e Vita. Non si spiega, se no, perch Dio abbia mandato suo Figlio nel mondo; non si pu prescindere da questa volont del Padre, di mandare Ges nel mondo. Riferendoci a Ges abbiamo un insegnamento fa o nei modi che noi possiamo comprendere; riferendoci a Dio, oppure alla nostra coscienza, non abbiamo questi riferimenti certi, e non possiamo dire di avere alcuna certezza.
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Fides&ratio detto
maggio 8, 2009 a 12:44 am incipit del tra ato contro le eresie di s. Ireneo La Chiesa, sparsa in tu o il mondo, no agli ultimi conni della terra, riceve e dagli apostoli e dai loro discepoli la fede nellunico Dio, Padre onnipotente, che fece il cielo la terra e il mare e tu o ci che in essi contenuto (cfr. At 4, 24). La Chiesa accolse la fede nellunico Ges Cristo, Figlio di Dio, incarnatosi per la nostra salvezza. Crede e nello Spirito Santo che per mezzo dei profeti manifest il disegno divino di salvezza: e cio la venuta di Cristo, nostro Signore, la sua nascita dalla Vergine, la sua passione e la risurrezione dai morti, la sua ascensione corporea al cielo e la sua venuta nale con la gloria del Padre. Allora verr per ricapitolare tu e le cose (Ef 1, 10) e risuscitare ogni uomo, perch dinanzi a Ges Cristo, nostro Signore e Dio e Salvatore e Re secondo il beneplacito del Padre invisibile ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e so o terra, e ogni lingua lo proclami (Fil 2, 10) ed egli pronunzi su tu i il suo giudizio insindacabile. [Ireneo di Lione, Contro le eresie,I, 10,1-3]
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e poi: La gloria di Dio d la vita; perci coloro che vedono Dio ricevono la vita. E per questo colui che inintelligibile, incomprensibile e invisibile, si rende visibile, comprensibile e intelligibile dagli uomini, per dare la vita a coloro che lo comprendono e vedono. E impossibile vivere se non si ricevuta la vita, ma la vita non si ha che con la partecipazione allessere divino. Orbene tale partecipazione consiste nel vedere Dio e godere della sua bont. Gli uomini dunque vedranno Dio per vivere, e verranno resi immortali e divini in forza della visione di Dio. Questo, come ho de o prima, era stato rivelato dai profeti in gura, che cio Dio sarebbe stato visto dagli uomini che portano il suo Spirito e a endono sempre la sua venuta. Cos Mos aerma nel Deuteronomio: Oggi abbiamo visto che Dio pu parlare con luomo e luomo aver la vita (cfr. Dt 5, 24). Colui che opera tu o in tu i nella sua grandezza e potenza, invisibile e indescrivibile a tu i gli essere da lui creati, non resta per sconosciuto; tu i infa i, per mezzo del suo Verbo, imparano che il Padre unico Dio, che contiene tu e le cose e d a tu e lesistenza, come sta scri o nel vangelo: Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio Unigenito, che nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1, 18). Fin dal principio dunque il Figlio il rivelatore del Padre, perch n dal principio con il Padre e ha mostrato al genere umano nel tempo pi opportuno le visioni profetiche, la diversit dei carismi, i ministeri e la gloricazione del Padre secondo un disegno tu o ordine e armonia. E dove c ordine c anche armonia, e dove c armonia c anche tempo giusto, e dove c tempo giusto c anche benecio. Per questo il Verbo si fa o dispensatore della grazia del Padre per lutilit degli uomini, in favore dei quali ha ordinato tu a leconomia della salvezza, mostrando Dio agli uomini e presentando luomo a Dio. Ha salvaguardato per linvisibilit del Padre, perch luomo non disprezzi Dio e abbia sempre qualcosa a cui tendere. Al tempo stesso ha reso visibile Dio agli uomini con molti interventi provvidenziali, perch luomo non venisse privato completamente di Dio, e cadesse cos nel suo nulla, perch luomo vivente gloria di Dio e vita delluomo la visione di Dio. Se infa i la rivelazione di Dio a raverso il creato d la vita a tu i gli esseri che si trovano sulla terra, molto pi la rivelazione del Padre che avviene tramite il Verbo causa di vita per coloro che vedono Dio. [Id,IV, 20, 5-7; SC 100, 640-642. 644-648] e ancora Egli si fa o uomo dalla vergine anch per quella via dalla quale ebbe luogo la disobbedienza provocata dal serpente per quella stessa via essa fosse annientata, Eva infa i, quando era ancora vergine incorro a concep la parola del serpente e partor disobbedienza e morte. Invece Maria, la Vergine, accolse fede e gioia quando langelo Gabriele le rec il lieto annunzio che lo spirito del Signore sarebbe venuto su di lei () di conseguenza() troviamo Maria, la Vergine, obbediente () Eva disobbed quando era ancora vergine () e divenne per tu i causa di morte ()Maria invece con la sua obbedienza, per s e per tu o il genere umano, divenne causa di salvezza [Id., III, 958-960] il passo secondo cui la creazione sarebbe essa stessa redenzione non lho trovato, ma quello che possiamo dire per certo che Ireneo, comba endo le eresie e nello specico lo gnosticismo che negava valore alla sarx-carne-creazione (negando cos il valore salvico dellincarnazione del Logos),abbia riportato la enzione su quel verse o della genesi in cui JHWH vide quanto aveva fa o ed ecco,era cosa molto buona (Gn.2,31)e sopra u o allaermazione del prologo di Giovanni o logos sarx egheneto dunque non senza la carne si salva luomo ovvero la salvezza per luomo intero- corpo, anima, spirito- e non solo, come predicavano gli gnostici,nella sola dimensione spirituale.
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Fides&ratio detto
maggio 8, 2009 a 9:50 am la citazione cos com non dice granch se non confermare che Cristo ha salvato la creazione con la croce ed esiste in essa da sempre e per sempre. per il resto se legge tu o il corposo testo di Ireneo la qualit del Signore come vero uomo e vero Dio aermata praticamente in ogni pagina come qualcosa di altro rispe o alluomo semplice creatura. per ogni altra spiegazione direi che J.Wolinski, Ireneo: Economia trinitaria e salvezza in Ges Cristo, in B.Sesbou-Ch.TheobaldJ.Wolinski, Storia dei dogmi,1,Piemme, Casale Monferrato, 2000 e G.Peters, I Padri della Chiesa,1: dalle origini al concilio di Nicea,Borla, Roma 1994 possano dare tu e le spiegazioni del caso. F&R
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a me quella aermazione dice tu o, ma non voglio insistere, con il rischio di annoiare altri. Ringrazio F&R per la discussione, che potr eventualmente continuare in sede privata. Il mio indirizzo di posta ele ronica germano.federici@gmail.com
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Domenico detto
maggio 12, 2009 a 5:10 pm Personalmente preferisco mantenermi fuori da un diba ito teologico (per il quale non sarei certamente preparato) e non potrei prendere posizione per luno o laltro dei due interlocutori non certo contendenti di cui sono un convinto ammiratore. Credo allimportanza delle questioni portate in campo, alla necessit che questi diba iti entrino sempre di pi nei discorsi di tu i, tu i i giorni, cosa che di per s gi costituirebbe una salvezza. E su questo rumore di fondo che possiamo pensare ad un futuro pi civile, su basi come queste che si costruisce un edicio sociale coeso e solidale. Enzo Bianchi (non Monsignore, per carit) un perfe o padre spirituale. Vito Mancuso non acce a dogmi in contrasto con le nostre a uali conoscenze. Non si tra a di farne una disputa tra Guel e Ghibellini, ma di analizzarne i pensieri, le proposte, le domande che nascono da tanta fede e impegno.
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dei argini invalicabili per la ricerca teologica. Lopera di Origene, tesa a raorzare la fede con il ragionamento ma non in modo frammentario chiarendo quel particolare punto o mistero, ma cercando globalmente tu a leconomia della salvezza , inserendo tu e le vicende e tu i gli a ori, oltre che per lApocatastasi fu condannata pi in generale per il pensiero ellenico che vi compariva anche se scriveva, ben consapevole che la losoa unarma a doppio taglio: appro ano di questa conoscenza che hanno dellellenismo per generare do rine eretiche e fabbricare, per cos dire, vitelli doro a Betel ( I Principi). Era per del parere che i barbari ( i cristiani) sono capaci di scoprire le do rine ma che i greci sono pi abili a giudicare, fondare e ada are alla pratica delle virt le scoperte dei barbari per cui conclude che chiunque arriva allinsegnamento cristiano delle do rine dalle do rine e dalle discipline dei greci, in grado di giudicare della sua verit stabilendo in tal modo una certa anit almeno propedeutica tra le due verit: quella ellenica e quella cristiana. Senza addentrarmi nel pensiero di questo autentico genio creativo, grandissimo precursore della ricerca teologica, ricordo che la condanna formale di Origene avvenne con il V Concilio di Costantinopoli nel 553, voluto dallimperatore teologo Giustiniano in cui furono pronunciati 15 anatematismi che lo riguardavano. La controversia sullortodossia del suo pensiero, fu iniziata nel 394 dal vescovo Epifanio di Salamina e portata a termine da Girolamo che in un primo momento ne era stato un convinto ammiratore. Questo port a una delle pi aspre e meno edicanti polemiche tra Girolami e il suo vecchio amico Runo di cui parl anche Agostino nei seguenti termini: magnum et triste miraculum. Ma per tu o il secolo precedente i grandi Padri greci e latini, da Gregorio taumaturgo no ad Ambrogio di Milano avevano avuto parole di grande elogio ed apprezzamento. Ma gli anatematismi con cui fu condannato a posteriori, riportano passi presi dalle opere di Evagrio e non da quelle di Origene. In tu o il pensiero di Origene sempre presente un vero spirito ecclesiale, tanto che volle sempre servire esclusivamente la sua Chiesa e fu sempre pronto a so ome ersi al suo giudizio: Se io che porto il nome di presbitero e che ho annunciato la parola di Dio, tradissi mai la do rina sella Chiesa e la regola del Vangelo, cosicch a te, Chiesa, fossi motivo di scandalo, possa lintera Chiesa con unanime decisione, mozzare e ge are via me, sua destra. Tali parole avrebbero dovuto impedire che Origene fosse annoverato tra gli eretici e lintera sua opera proscri a: Ben diverse quelle del modernista Loisy che riporto a memoria: non in me la facolt di cancellare il fru o delle mie ricerche. RITENGO AUSPICABILE CHE LA CHIESA, CHE TANTO DEVE AD ORIGENE; RIVEDA LA CONDANNA; A SUO TEMPO TROPPO AFFRETTATAMENTE ESPRESSA:: federico lenchi (continua)
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(I,20) secondo cui Dio in Cristo ha voluto riconciliare a s tu e le cose, vanno le e ed interpretate nella loro interezza, non limitandosi a queste due aermazioni. L ipotesi dellapocatstasi, va contro ogni logica, perch non rispe a la seriet e limpegno della vita terrena che in tal modo assumerebbe le fa ezze di una colossale commedia giocata sulla pelle degli uomini, negherebbe la gravit del peccato, per cui nulla farebbe pi la dierenza tra un agire re o e un agire allinsegna del male, toglierebbe poi signicato al libero arbitrio umano e degli angeli decaduti e svuoterebbe di ogni signicato di redenzione laltissimo prezzo pagato da Cristo in croce. Parimenti lannichilazione non rispe erebbe la scelta dei perduti che ostinatamente hanno riutato Dio e renderebbe lo stesso Dio artece di un proge o di distruzione delle creature da Lui create. Fermo restando che io ritengo come assoluta verit, quella insegnata dalla mia Chiesa mi sembrerebbe pi logico pensare che: Dio nella sua innita misericordia abbia stabilito che chi, con assoluta ostinazione libera volont e piena coscienza, abbia ro o il suo rapporto con Lui trasgredendo le sue leggi per perseguire pervicacemente il male, verr posto, per leternit, in una terra doblio, di tenebre e di silenzio come si legge in Dt (32, 22) e in Gb (26,5; 36, 16-17) ovvero una terra di ombre. Questa visione non sarebbe in contrasto con lA.T. e concilierebbe la Giustizia con la Misericordia. Federico Lenchi
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3- per i motivi sudde i le prime due ipotesi sono razionalmente insostenibili. A mio giudizio, sempre razionalmente, la prima ipotesi , contrariamente a quanto creduto da Mancuso, sostenibilissima alla luce della Rivelazione. Infa i il peccato originale fu commesso non dal solo corpo o dalla sola anima dei progenitori ma dal concorso di entrambe secondo la concezione biblica, riaermata dal Catechismo della Chiesa Ca olica (1992, par.365) che considera luomo come unit di anima e corpo in maniera cos profonda che si deve considerare lanima come forma del corpo. Da cui ne deriva che lo spirito e la materia, nelluomo, non sono due nature congiunte ma ununica natura. In altre parole, Adamo inteso come unica natura che ha peccato e noi, suoi discendenti , ereditiamo questa colpa solo alla o del concepimento quando a nostra volta diventiamo un unit e acquisiamo la nostra identit di uomini, ovvero quando avviene la fusione tra il corpo materiale datoci dai genitori e lanima creata da Dio. Ma lanima creata da Dio e da Lui donataci quale soo vitale, da ritenersi indenne da colpa no a quando non diviene una sola sostanza col corpo dando origine ad una realt unitaria, luomo. Prima che ci avvenga lanima non ha colpe, esce pura, viva non morta dalle mani di Dio, in quanto non ancora partecipe della creaturalit umana. Mi sento quindi di riutare con decisione, laermazione di Mancuso secondo cui il dogma del peccato originale, cos com non tiene. Ma capitolo dopo capitolo analizzeremo tu o il lavoro. Su una cosa concordo pienamente con Mancuso quando dice che nei tempi andati le menti migliori si dedicavano alla teologia mentre oggi quelle stesse menti, si dedicano alla scienza o ad altre a ivit pi remunerative. Da questo bel cielo di Sardegna, dove mi trovo in vacanza, ti saluto cordialmente. Federico Lenchi __________ Informazioni da ESET NOD32 Antivirus, versione del database delle rme digitali 4431 (20090916) __________ Il messaggio stato controllato da ESET NOD32 Antivirus. h1p://www.nod32.it
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fanno loro per immersione. Non posso continuare per un impegno urgente ma torner a dialogare questa sera. La ringrazio e saluto fraternamente scusandomi per la fre a. F.Lenchi
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conversione sulla strada di Damasco: quella che, ancora contrariamente a quanto aerma Mancuso, alluomo non possibile innalzarsi e progredire sulla strada della giustizia senza il sostanziale aiuto di Dio. Damasco fu un autentico choc: Paolo credeva da giudeo osservante di agire a gloria di Dio e ode una voce che invece gli dice usando il suo nome ebraico:Saulo, Saulo, perch mi perseguiti? Nella nube di luce accecante che lo avvolge Saulo incontra Ges, il persecutore e il perseguitato. E si sente amato proprio da quel Ges che odiava. Quella luce che lo fa diventare cieco gli fa capire di essere stato sempre cieco. Con Damasco Saulo diventa da persecutore a perseguitato; da violento a inerme ( anche se un certo cara ere esplosivo lo accompagner sempre); da uomo che comanda a uomo su cui un Altro ha deciso; da chi aveva pianicato tu o a chi si sente espropriato di tu o. (continua) Terminando oggi un periodo di vacanza interverr con tempi pi lunghi. Federico Lenchi
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venga forse allontananato da tanto ragionare contrapposto (e mi ci me o dentro anche io ora;-) e che invece il discorso sugli uomini di buona volonta del Mancuso e sul primato della coscienza che ricerca il bene non possa essere una (la?) strada che oggi possiamo calcare per portare Dio agli uomini? e cito il mancuso: comprendere linsegnamento di Ges: Dio spirito e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verit ( Giovanni 4,24). Vale a dire: ogni essere umano che nella sua coscienza e nel suo cuore vive nello spirito della verit (la cui esperienza pi alta si chiama pratica del bene e della giustizia) entra nella dimensione peculiare del divino e quindi salvo, si tra i di un uomo dellet della pietra, di un antico egizio, di un ebreo o di un ind di oggi. poco chiaro come mi capita di essere mi congedo. Tebaldo Cuoda
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La seduzione di un punto di vista come quello di Mancuso risiede nel fa o che ibrida in qualche modo il pensiero moderno, scientista e antropocentrico con una parte di aermazioni estrapolate dal corpo della do rina ca olica creando una religione fai da te che pesca le parti che piacciono e lascia quelle che fanno problema, ma non ci stato chiesto di fare cos nei vangeli, e adorare Dio in spirito e verit lascerebbe pensare ad una purezza interiore che andrebbe o enuta con una lunga pratica di quelle virt come lumilt e la persevranza. Non c ragione di dubitare della sua buona fede, vescovi e alti papaveri della chiesa fanno lo stesso, ma la ragionevolezza umana di un assunto non corrisponde necessariamente alla volont di Dio, che spesso si esprime in paradossi e contraddizioni, in fondo nei vangeli si parla della porta stre a. La dimensione divina un inesprimibile, perci chiamiamo i sacramenti, cio le cose pi sacre della chiesa, misteri, per questo la teologia dei padri si dedica pi alla pratica della vita spirituale che alla speculazione esegetica, in quanto secondo questi, Teologo chi ha conosciuto dire amente Dio nellesperienza mistica e non chi ha studiato i libri. Mi rendo conto che le mie non sono che poche gocce in un mare di voci che spesso incomprensibile, ma per quel poco che ho avuto modo di constatare nella mia vita e nei miei scarsi studi, che solo da una esperienza dire a, da un faccia a faccia con dio, da una richiesta sincera, pu arrivare una traccia da seguire, al di fuori di questo rapporto personale, come dice lei, quasi impossibile abbracciare una posizione o unaltra con labbandono e la ducia che Dio chiede a chi lo cerca, sappiamo infa i che non tu o ci che stato fa o in nome di Dio edicante. Mi ha fa o piacere leggere il suo commento, espresso con tanta franchezza e semplicit.
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September 25, 2009 at 3:08 pm Forse per non ha capito che le mosche si prendono con lo zucchero. Perch non prova a fare come Gisto, il capo dei rossi di Cabassa che, nella loro foga di far guerra al Padreterno,volevano randellare il parroco e tirare gi la chiesa del paese. Sto riferendomi a Piccolo mondo borghese di Giovanni Guareschi. Ascolti cosa diceva ai compagni il Gisto (un intelle uale ingambissima- ce lo presenta Guareschi-, uno che aveva studiato a scuola e poi aveva studiato in prigione- siamo nel dopoguerra- poi aveva studiato allestero e poi era ritornato a studiare a casa. Capace di fare discorsi che duravano due ore senza neanche tirare il ato): Abbiamo davanti un nemico intelligente e fortissimo, quindi bisogna ba ersi con astuzia : non si pu dire ad un cristiano (come fa lei signor Barbieri!) tu non devi pi credere e non devi andare pi in chiesa. Invece bisogna dirgli: Bravo, sono anchio un cristiano come te e in chiesa ci andremo insieme. Poi lo si piglia a bracce o, e parlando di Santi e di Madonne, lo si porta per unaltra strada, la nostra strada. E pi avanti Guarescghi racconta che i compagni volevano fare una parodia per boico are il Natale. E il Gili: Parodia un accidente! Stiamo freschi se tiriamo fuori le parodie! Una cosa seria, spaventosamente seria. Il segreto nella sua seriet: la gente deve trovarsi ingannata, trovarsi nel rccolo senza saperlo. Il conce o chiaro: noi facciamo una rievocazione della Nativit tale e quale la fanno i preti. Con gli stessi identici, precisi elementi.PERO MENTRE I PRETI DIMOSTRANO LA TESI DEL FIGLIO DI DIO CHE SI FA UOMO, NOI DIMOSTREREMO LA TESI DEL FIGLIO DELLUOMO CHE SI FA DIO. ROBA CHE LI PER LI SFUGGE, MA CHE E DI IMPORTANZA BASILARE. Guaresci scrivendo queste cose cinquantanni fa,dimostrava con quellironia che gli era propria, di conoscere la psicologia e le debolezze umane anche se indubitabile che con il mutare dei tempi poco o nulla cambiato nellanimo umano. Anche lei, vuole distruggere, come i compagni della bassa di sessantanni fa il Padreterno, perlomeno quello dei ca olici, ma non esa o dire che lo fa sempre smaccatamente. Dai suoi interventi traspare che, almeno inizialmente lha fa o in maniera pi levantina. Un esempio labbiamo nella risposta che lei ha dato alla signora Luciana il 13 se embre. Con me, zoccolo duro, viene fuori tu o lastio, che lopposto di quello che io provo per lei. Enzo Bianchi etiche a come gnostico Vito Mancuso il quale cade dalle nuvole e non si riconosce tale. Invece lo ! Nel prossimo intervento dimostrer perch. Federico lenchi
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Quanto allaccusa di gnosi, ripeto a Bianchi ci che replicai a Forte, cio che non ha fondamento. Lo gnosticismo infa i si basa su tre principi fondamentali: 1) la conoscenza che salva; 2) questa conoscenza rivelata a pochi da un inviato divino rivelatore e redentore; 3) il contenuto della conoscenza la distanza del mondo da Dio allinsegna della pi acuta contrapposizione materiaspirito. Al contrario io sostengo che: 1) la giustizia che salva; 2) la giustizia pu essere a uata da ogni uomo, dentro o fuori la Chiesa, essendo legata alla logica della creazione; 3) la creazione il cardine teologico decisivo e tra materia e spirito non c alcuna contrapposizione. Mentre la gnosi una do rina segreta riservata a pochi dalla cui conoscenza dipende la salvezza, io allopposto lego la salvezza alla pratica della giustizia, come sostiene Ges in Ma eo 25 e in numerosi altri passi. Mentre la gnosi consiste in una totale svalutazione della natura, a ribuita a un Dio minore e malvagio, io allopposto faccio della creazione il tra ato teologico decisivo e delladesione alla sua logica il principio salvico. Bianchi per dice che sono gnostico. Perch un tale abbaglio? Perch scambia per gnosi lesercizio della libert di coscienza a livello teologico. Ma nel richiamo di Bianchi alla storia della salvezza in gioco sopra u o lo statuto della salvezza. Per secoli si creduto che solo il ca olicesimo orisse la salvezza agli uomini e che tu i i non ca olici ne sarebbero stati esclusi allinsegna dellassioma extra ecclesiam nulla salus (fuori della Chiesa non c salvezza). So bene che Bianchi non condivide questa angusta prospe iva, lui che inizi il suo impegno sul fronte dellecumenismo quando io ancora giocavo alloratorio, e del resto quasi nessuno nella Chiesa di oggi la condivide. Ma di quale Gnosi si sta parlando. Fuor di luogo quella con cui al tempo della Scuola Alessandrina venivano deniti i Teologi. Vediamo di capire insieme di quale tipo di Gnosi si sta parlando. Sul frontespizio del tempio di Del sta scri o: Uomo, conosci te stesso, e conoscereai lUniverso e gli Dei che lo dimorano. Se ne deduce che la Gnosi non lacce azione di conce i astra i e Dogmi ma,la personale sperimentazione delle leggi cosmiche, a raverso la conoscenza di s medesimo. La Gnosi ha per argomento lintero Universo, ovvero tu o ci che esiste e che viene conosciuto grazie alla meditazione e al progressivo risveglio della coscienza. Per tale motivo anche la Paleontologia e lAntropologia assumono grande importanza perch i reperti fossili e i siti archeologici sono testimoni della Natura nel suo continuo divenire, sono i custodi di antiche saggezze, di regole eterne che governano la vita umana quale massimo vertice che lUniverso ha saputo n qui esprimere. Lo gnosticismo in grado di fornire a chiunque le chiavi dellautoconoscenza, indispensabile per sviluppare la propria potenzialit divina. La losoa gnostica espressa nel Veda, nella Bibbia, nei dialoghi platonici, presente nei Su persiani e nei mistici cristiani del medioevo. La mistica gnostica ha come obie ivo la riunione dellAnima, o enuta con tu i gli strumenti sopra elencati, con lessenza Divina che abita nella profondit della psiche umana. Allora, avevano ragione Forte ed Enzo Bianchi che vedevano forti elementi gnostici nellopera di Mancuso? Mi sembra assolutamente logico pensare di s. Mancuso per giusticare la sua posizione cita SantIgnazio: Insegnava Ignazio di Loyola al termine degli Esercizi spirituali: Dobbiamo sempre tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica.
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Si potrebbe obie are che pi occhi (quelli della Tradizione, del Magistero, dei Sinodi, Dei Concili, delle Encicliche) vedono meglio di due. Ma poi siamo veramente convinti che quello che i due occhi di Mancuso vedono bianco, lo sia veramente?. Federico Lenchi luciana said
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Giulio detto
o1obre 3, 2009 a 11:05 am Quello che mi meraviglia il sentire tu i parlare come se sapessero di che cosa stanno parlando, spesso citando o confrontando due o pi teorie, come se le stesse fossero o avessero , sia pure in parte, un contenuto di verit. Mancuso si rende conto che, al di l della rivelazione e di come ciascuno sente la propria personale adesione ad essa, lunico metro universale con il quale possiamo confrontarci la ragione, avendo ducia nel linguaggio e nella sua capacit di unire. Quando cerca di denire lindenibile, cio lessenza di Dio e le ultime verit, Mancuso espone una sua personale opinione, non potendo in alcun modo dare prova di ci che aerma, come nessuna prova poteva dare Agostino circa lesistenza della ci divina o della ci terrena o della razza dannata. Mancuso ritiene che solo alcune proposizioni siano universali e su di esse possa trovarsi un consenso: per lui fondamemtale lesperienza del bene e ladesione ad esso per giungere alla santit , mi viene in mente cercate il regno di Dio e la Sua giustizia e tu o il resto vi sar dato in pi, e mi sembra che Mancuso si eserciti in questa ricerca necessaria e , secondo il Vangelo, essenziale.
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ps: gnostico o non gnostico cosi grave (me lo chiedo mooolto sinceramente)? anche perche nella sua discolpa :-) dallessere gnostico Vito Mancuso non traccia una bru a gura del suo modus operandi nella ricerca teologica. (ma tant ve lho de o in teologia vado a tentoni) la domanda perche me erlo allindice
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Giulio detto
o1obre 6, 2009 a 10:32 pm Su quale sia il vero pensiero ca olico credo che nessuno possa dirlo. Mancuso espone chiaramente che nella lunga storia della Chiesa vi siano state opinioni esa amente contrarie da parte di Ponteci, che hanno sostenuto nel tempo, luno una tesi e laltro esa amente il contrario, e proprio in materia di fede. Mi sembra che tu i quelli che criticano Mancuso, o non hanno le o i suoi libri, o li hanno le i senza soermarsi sulla logica stringente con cui aronta gli argomenti e pone i problemi. E ci Mancuso fa, non per aermare una sua verit, ma per coinvolgere pi persone in una ricerca , che legi ima se si ritiene, come lui ritiene, che Dio ci abbia dato, insieme al resto, un intelligenza per evolversi e comprendere il mondo in cui ci ha posto nel Suo misterioso disegno. Coniugare scienza e fede non solo proponibile, ma direi auspicabile. Purtroppo la scienza giunta a livelli tali di complessit che, mentre tu i sono in grado di apprezzare i vantaggi delle sue applicazioni pratiche, pochi sono quelli in grado di comprendere le implicazioni teoriche e le ricadute sulla concezione della materia, della sicit, e del mondo, quale siamo abituati ad immaginarlo e quale lo hanno sempre immaginato gli uomini dallantichit a tempi recenti. Per chi ha voglia di documentarsi su tali problematiche consiglio la le ura di Nuova sica e nuova teologia scri o da Padre Michal Heller, sacerdote e cosmologo,
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insegnante di teologia alla Ponticia Accademia Teologica di Cracovia, ed. San Paolo, con una presentazione di George V. Coyne, Dire ore emerito della Specola vaticana un approccio alternativo alla convinzione (diusa anche in ambiente teologico) che scienza e teologia siano contraddi orie o indipendenti. Nel Simposio Internazionale organizzato per iniziativa d Giovanni Paolo II e tenutosi a Castel Gandolfo sel se mbre del 1987, col tema: La nostra conoscenza di Dio e della natura: Fisica, Filosoa e Teologia, circa lapplicazione delle moderne scienze sperimentali alla teologia il Papa disse: .il problema urgente. Gli sviluppi odierni della scienza provocano la teologia molto pi profondamente di quanto fece nel tredicesimo secolo lintroduzione di Aristotele nellEuropa occidentale. Inoltre questi sviluppi orono alla teologia una risorsa potenziale importante. Proprio come la losoa aristotelica, per il tramite di eminenti studiosi come San Tommaso dAquino, riusc nalmente a dar forma ad alcune delle pi profonde espressioni della do rina teologica, perch non potremmo sperare che le scienze di oggi, unitamente a tu e le forme del sapere umano, possono corroborare e dar forma a quelle parti della teologia riguardanti i rapporti tra natura, umanit e Dio ?
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Questa eggiamento aveva causato la Riforma che ha spaccato la chiesa nel 500, quando gli interloquitori non chievano altro che una discussione raggionevole. Le forze dominanti a Roma poi demonizzavano anche i greci ortodossi. Intanto la chiesa uciale ha chiesto scusa. Ma lo spirito ecumenico, dov si pu intravederlo in questa discussione? Nel paese in cui sto per molto tempo in Italia un santo patrone Vincenzo Ferreri. Era un notorio anti-semita che era uno dei fondatori dei ge o nella Spagna. Scriveva che non puoi essere un buon cristiano con un ebreo come vicina di casa. Avrebbe a irato la ira di Dio su di noi! Dopo le sue prediche tanti ebrei erano assassinati, ma lui, dicano non era responsabile. Voleva sola convertirli, dicano. Oggi conosciamo meglio la dinamica sociale culturale non hanno scusa oggi, la gente che fa la caccia delle streghe nella communita dei credenti. Un problema che non sembra risolto nellambiente dItalia questa paura che ci che chiamano relativismo. Lei, Signor Cuoda, sembra di aver superato questo impedimento e spero che continui di seguire le luci che hai. Mica sei solo.
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Sandokan detto
o1obre 18, 2009 a 7:31 pm Ma voi pensate veramente di saper distinguere.. Facciamo un esempio: Due uomini onesti, padri di famiglia, che vivono con modestia e serenit le loro vite. Il primo crede.
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Il secondo no. (il secondo non crede che il Padreterno si sia scomodato a guardare il popolo ebraico sulla terra, e abbia mandato un angelo a una fanciulla e poi abbia inserito in un suo ovulo maturo un DNA complementare di 3 miliardi e mezzo di basi, con solo luno per cento di DNA codicante, sapendo come fare i geni dellemoglobina e della insulina ecc. ecc. , e facendo il resto a caso come fa un Dio a fare le cose a caso? e poi avendo cura dello sviluppo, perch senn magari a un certo punto le cellule si dividevano male e il bimbo nasceva senza braccia Non crede queste cose, ma crede fermamente nellimportanza dellamore tra gli uomini). Allora, il primo si salva e laltro no? Siete sicuri?
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Giulio detto
o1obre 18, 2009 a 11:15 pm La tua domanda mi fa pensare che non hai le o il libro di Mancuso Lanima e il suo destino che aronta questo stesso problema , te lo consiglio caldamente.
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Yanez detto
o1obre 19, 2009 a 11:29 am una telenovela gi vista
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VOGLIO SPERARE DI S, CHE SI SALVERA. SU QUESTO ARGOMENTO UNA RISPOSTA CE LA DIEDE GESU QUANDO GLI CHIESERO QUALERA IL COMANDAMENTO PIU IMPORTANTE E LUI RISPOSE: AMA IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE E AGGIUNSE: IL SECONDO SIMILE AL PRIMO: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. MA DA QUESTA RISPOSTA SI EVINCE CHE IL PIU IMPORTANTE E COMUNQUE IL PRIMO. F. LENCHI
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Calim. detto
o1obre 19, 2009 a 7:56 pm Dio parla al cuore delluomo, ma se cos, luomo, da solo, pu saperlo, se nessuno glielo dice?
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(provo a sintetizzare per punti) 1) luomo che non crede e non riceve mai lannuncio del Cristo ma vive secondo lamore: si salva 2) se ne deduce che anche prima di Cristo fosse cosi 3)luomo che non crede e riceve lannuncio del Cristo (ma fa o bene e comprensibile da lui) e sceglie di non vivere secondo lamorebeh non si salva. 4) se uno riceve invece lannuncio malebeh allora come se non lavesse mai ricevuto pero qui si apre un capitolo enormecome facciamo noi a giudicare se questo messaggio (buona novella) gli stato trasmesso corre amente (comprensibile a colui che lo riceve e per il suo vissuto che badate puo essere un ostacolo molto grosso?) credo che per arrivare a certi uomini sia proprio dicile (perche non hanno mai sentito niente o male su Dio e sullamore) e credo che, forse, lincontro (le 4 del pomeriggio) non sia sempre dietro langolo. Ma questa potra avvenire magari tardi. La responsabilit qui di chi annuncia. Spesso poi in certi casi di annuncio questultimo fa o talmete maleda allontanare ancora di piu unuomo (mi ci me o dentro ne!!!) In questo ambito (salvezza/non salvezza) credo che ci sia tu a la onnipotenza di Dio (non comprensibile a noi ;-) nel vedere che cosa c nel cuore di ogni uomo spero di eesermi riuscito a spiegare :-) TC ps: per rispondere alla domanda di sandokananche i non credenti si salvano. Certo per tu o quello che ho de o prima occorrerebbe vedere se gli hanno mai parlato bene di Dio (in modo che potesse comprendere) al padre non credente ;-))
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Calim. detto
o1obre 21, 2009 a 8:11 pm Il fraintendimento sul primato della coscienza. Secondo me ci si pu discostare dal primato della Chiesa nellintimit della propria coscienza. La
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scusa addo a nellarticolo non regge il discorso che ne segue. Si dovrebbe prima vagliare bene questo fa o del primato della coscienza e poi continuare il discorso. Costruire sopra una premessa come quella dellesercizio della libert di coscienza a livello teologico secondo una mia modestissima e perdonabile opinione costruire sopra un vuoto privo di signicato.
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Al momento linserimento di commenti non consentito. Linchino del predone di Marina Pizzi Intervista a Giuseppe Iannozzi
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