You are on page 1of 50

Gabriele Pozzi

Matr. 707897

Laboratorio N 3
Costruzioni Aeronautiche e Spaziali Prof. Massimiliano Lanz

S OMMARIO
Sommario.........................................................................2 Indice delle figure...........................................................4 Indice delle tabelle..........................................................6 Elenco Dei Simboli E Relative Unit Di Misura .................7 Descrizione.....................................................................8 Azioni interne e condizioni di carico.................................9 Modellazione con Gusci.................................................14 Materiali..................................................................15 Dimensionamento del modello: gusci.....................18 I correnti.............................................................18 I Pannelli...........................................................23 Margini di Sicurezza................................................25 Dimensionamento a contingenza:........................26 Dimensionamento a robustezza:.........................29 Elementi finiti................................................................31 Modello...................................................................31 Materiali..................................................................33 Propriet.................................................................33 Mesh........................................................................35 Layers......................................................................36 Gruppi.....................................................................36 Vincoli......................................................................37 Vincolo Isostatico: appoggio................................37 Carichi.....................................................................38 7.8.1 Generale.....................................................38 7.8.2. Modellazione FEM degli RBE3 e del carico. .39

Deformata...............................................................40 Propriet di massa..................................................40 Confronto.....................................................................42 Pannelli....................................................................43 Correnti..................................................................47 vincoli.....................................................................50

I NDICE

DELLE FIGURE
Figura 1: Configurazione scelta per il cassone alare da modellare.......................................................................15 Figura 2: Diagramma Sforzo-Deformazione per il materiale utilizzato nella modellazione dei correnti e delle solette. 16 Figura 3: Diagramma Sforzo-Deformazione per il materiale utilizzato nella modellazione dei pannelli........................17 Figura 4: Posizioni, tipologie e dimensioni dei correnti e delle solette utilizzate.....................................................19 Figura 5: Corrente a T utilizzato per le solette dei longheroni anteriori .......................................................20 Figura 6: Corrente a T utilizzato per le solette dei longheroni posteriori......................................................20 Figura 7: Corrente a L utilizzato per gli elementi numero 2, 3, 4, 5, 6, 19..................................................21 Figura 8: Corrente a L utilizzato per gli elementi numero 7, 14, 15, 16, 17, 18..........................................21 Figura 9: Corrente a L utilizzato per gli elementi numero 8, 9, 12, 13........................................................22 Figura 10: Posizione, tipologia e spessore dei pannelli utilizzati .........................................................................23 Figura 11: Modello FEM utilizzato per il confronto...........32 Figura 12: Propriet usata per definire i pannelli del dorso ......................................................................................33 Figura 13: Propriet usata per definire i pannelli del ventre ......................................................................................34 Figura 14: Propriet usata per definire il longherone anteriore........................................................................34 Figura 15: Propriet usata per definire il longherone posteriore.......................................................................35 Figura 16: Propriet usata per definire le centine............35 Figura 17: Vincolo isostatico di appoggio della struttura. 38

Figura 18: Elemento rigido utilizzato per inserire i carichi concentrati nella struttura..............................................39 Figura 19: sforzi di taglio nel modello FEM......................42 Figura 20: Sezione di riferimento....................................43 Figura 21: Flussi di taglio per i pannelli del dorso nei due modelli...........................................................................43 Figura 22: Flussi di taglio per i pannelli del ventre .........44 Figura 23: Flusso di taglio per il pannello del longherone anteriore .......................................................................44 Figura 24: Flusso di taglio per il pannello del longherone posteriore ......................................................................45 Figura 25: Confronto dei correnti del dorso.....................47 Figura 26: Confronto dei correnti del ventre....................48

I NDICE

DELLE TABELLE
Tabella 1: Condizioni di carico analizzate........................10 Tabella 2: Azioni interne per le 34 manovre analizzate. . .11 Tabella 3: azioni interne per la terza configurazione nella manovra scontrata e nella raffica...................................11 Tabella 4: Configurazioni analizzate................................13 Tabella 5: Caratteristiche fisiche-meccaniche dei materiali utilizzati..........................................................................18 Tabella 6: Numerazione sequenziale delle verifiche effettuate.......................................................................25 Tabella 7: Verifica strutturale a contingenza: correnti.....27 Tabella 8: Verifica strutturale a contingenza: pannelli.....28 Tabella 9: Verifica strutturale a robustezza: correnti.......30 Tabella 10: Verifica strutturale a robustezza: pannelli.....31 Tabella 11 : Nodi utilizzati per la creazione della Mesh del modello..........................................................................36 Tabella 12: azioni interne in condizione di VORU.............39 Tabella 13: Errori nei flussi dei pannelli tra i due modelli.46 Tabella 14: Errori sulle forze assiali nei correnti..............49

E LENCO D EI S IMBOLI E R ELATIVE U NIT D I M ISURA


Va: Velocit di manovra Vs: Velocit di stallo Vc: Velocit di crociera Vd: Velocit di picchiata n: Fattore di carico : angolo di sideslip : angolo di bank Mf1: Momento flettente nel piano 1 Mf2: Momento flettente nel piano 2 T1:Taglio nel piano 1 T2: Taglio nel piano 2 Mt: Momento torcente Fa: Forza assiale MS: Margini di Sicurezza E1: Modulo elastico del primo tratto di curva E2: Modulo elastico del secondo tratto di curva
Raff

: Raffica (-) sottratta (+) sommata

X,Y,Z: assi della terna globale di Femap Ixx,Ixy,Iyy,Iyz,Izz,Izx: inerzie della struttura T1 : Reazione vincolare sulle X T2 : Reazione vincolare sulle Y T3 : Reazione vincolare sulle Z R1 : reazione vincolare: momento attorno ad X R2 : reazione vincolare: momento attorno ad Y R3 : reazione vincolare: momento attorno ad Z

D ESCRIZIONE
Lo scopo di questa esercitazione il dimensionamento di una sezione dellala del velivolo ATR-42 500 a partire dalla schematizzazione introdotta nel laboratorio precedente, ovvero le azioni interne calcolate per un modello a travi di tale aereo. Il primo passo affrontato sar quindi, partendo dalle azioni interne, il riconoscimento delle condizioni di carico critiche per il componente che si vuole analizzare. Ricordando che si sta analizzando la sezione ALA-4, si deve far notare che fondamentale analizzare le azioni interne per entrambe le ali in quanto alcune delle manovre analizzate hanno carattere asimmetrico. Riconosciute quindi le configurazioni di volo che risultano critiche, possibile procedere con un dimensionamento preliminare attraverso una schematizzazione a guscio della sezione. E possibile ottenere questo dimensionamento preliminare attraverso il programma GUSCI in grado di calcolare in maniera molto veloce i flussi di taglio negli elementi principali del modello. Infine necessario effettuare il confronto in condizioni di VORU tra i risultati ottenuti col modello a guscio e quelli ottenuti mediante un metodo FEM. In questo modo possibile accertarsi della coerenza dei due metodi.

A ZIONI

INTERNE E CONDIZIONI DI CARICO


Senza dilungarsi ulteriormente con la ripresentazione del modello a travi risulta comodo richiamare le tabelle finali ricavate nella seconda relazione nelle quali si gi operata una selezione significativa nella scelta dei carichi massimi. In particolare in tali tabelle si gi operato un confronto significativo tra i carichi delle due ali nelle manovre asimmetriche, estraendo la configurazione peggiore in termini di carico massimo. Inoltre di tutte le manovre e configurazioni di volo dellaereo analizzate(6) si sono riportati solo i carichi massimi delle configurazioni pi gravose. Le 34 manovre analizzate sono riportate nelle seguenti tabelle:
Condizione di carico 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 Manovra V.O.R.U. V.O.R.U. V.O.R.U. V.O.R.U. Richiamata Richiamata Richiamata Richiamata Virata Virata Rollio (t=0) Rollio (t=0) Rollio (t=0) Rollio Rollio Rollio Rollio (t=0) Rollio (t=0) Rollio (t=0) Rollio Rollio Rollio Imbardata (t=0) Imbardata (inter) Imbardata ( e = 20) Imbardata(=const e =0) Imbardata (t=0) Imbardata (inter) Imbardata ( e = 20) Imbardata (=const e =0) Imbardata (t=0) Imbardata (inter) Imbardata ( e = V Vs Va Vc Vd Va Vd Va Vd Va Vd Va Vc Vd Va Vc Vd Va Vc Vd Va Vc Vd Va Va Va Va Vc Vc Vc Vc Vd Vd Vd n

2.7 2.7 -1 -1 2.7 2.7 0 0 0 0 0 0 1.8 1.8 1.8 1.8 1.8 1.8 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

34

20) Imbardata(=const e =0)

Vd

T ABELLA 1: C ONDIZIONI

DI CARICO ANALIZZ ATE

10

T ABELLA 2: A ZIONI T ABELLA 3:

INTERNE PER LE

34

MANOVRE ANALIZZ ATE

AZIONI INTERNE PER LA TERZA CONFIGURAZIONE NELLA MANOVRA SCONTRATA E NELLA RAFFICA

11

Ora partendo dalla valutazione dei carichi massimi e minimi per le diverse configurazioni, evidenziate con colori differenti, stato possibile estrarre agevolmente le 7 condizioni di carico che si valutato essere le pi gravose. Ripartendo quindi dai dati originali, si costruito la seguente tabella nella quale si sono riassunte le azioni interne da inserire nel programma gusci per il dimensionamento delle 7 configurazioni analizzate.
Confi g Richiamata negativa Virata V=Vd Imbardata V=Vc Imbardata V=Vd VORU + Raff Vc 180 VORU + Scontr Vd max VORU Raff Vc 180 3

Mf1 967,09 4 1203,5 08 14697, 91 22505, 17 1317,1 76 1093,5 17 841,79 3

Mf2

T1

T2 56384,47 85925,4 15005,67 2 1640,243 59035,35 11845,87 90674,35

Mt

Fa 102,69 3 292,36 9 1631,9 3 2575,5 64 9133,8 42 9360,7 49 9188,0 6

138578

413,931

-119644

-212934 36565,25 0 6444,907 174544,6

407,814 5414,28 3 8270,56 8 500,007 3 -414,09

145031 6205,83 1 4646,64 5 655,101

1 3

41001,34 249165,4

130,956 416,455

320,981

12

T ABELLA 4: C ONFIGURAZ IONI

ANALIZZ ATE

La tabella appena presentata tuttavia fa riferimento allasse della trave del modello FEM della seconda relazione, necessario quindi o centrare il sistema di riferimento di Gusci esattamente sulla trave del modello FEM oppure trasportare le azioni interne massime, presentate in tabella, nel sistema di riferimento preimpostato di Gusci, ovvero il bordo dattacco. Si scelta la seconda via in quanto nella prima relazione si acquistato familiarit con la terna posta sul bordo dattacco. Ovviamente quindi si andranno a ricalcolare il momento torcente(influenzato dal taglio 2) e il momento flettente del piano 1 (influenzato dallazione assiale) non sar invece necessario modificare il momento flettente principale, ovvero quello del piano2.

NOTE:
Da notare che lultima manovra e la terzultima sono state scelte perch risultavano massimi il momento flettente sul piano 2 negativo e positivo. Le prime 2 manovre sono state scelte perch presentavano un elevato momento torcente(massimo negativo e positivo) nonch un elevato momento flettente sul piano2(proporzionale al massimo ottenuto nellultima configurazione). La terza e la quarta configurazione sono state scelte perch presentavano la massima forza assiale negativa e il massimo momento flettente sul piano 1. Infine la penultima manovra stata scelta perch risultava massima la forza assiale.

13

M ODELLAZIONE

CON

G USCI

Si utilizzato il programma Gusci in maniera iterativa in modo da ottimizzare la struttura da dimensionare. In particolare si nota che delle sette condizioni di carico viste precedentemente due risultano estremamente pi gravose: la quinta e la settima. Inoltre si evidenziato subito un notevole momento torcente sulla sezione e questo ha portato, al fine di alleggerire la struttura il pi possibile, al utilizzo di correnti di dimensioni diverse sul dorso e sul ventre dellala. La linea guida per la scelta della configurazione migliore stata quella gi percorsa nella prima relazione ovvero: MS dei correnti e dei pannelli pi vicini possibili allo 0 per il carico a robustezza(150% dei carichi). MS inferiori a 2 per i correnti nella condizione di carico peggiore col 100% del carico(contingenza). MS dei pannelli pi bassi possibili per il carico a contingenza nella situazione pi gravosa, meglio se inferiori a 2. La configurazione seguente figura: scelta quella presentata nella

14

F IGURA 1: C ONFIGURAZ IONE

SCELTA PER IL CASSONE ALARE DA

MODELLARE

Si ricorda anche che la corda del profilo di 2.107m, il rapporto di spessore (t/c) corrisponde a 0.12 essendo il profilo un NACA 4412. Come si evince dalla figura si optato per una configurazione monocella a 8 correnti dorsali e 8 ventrali e ovviamente 4 solette. I correnti sono di dimensioni diverse come verr presentato successivamente. Anche le dimensioni dei pannelli tra il dorso e il ventre del profilo e gli spessori dei due longheroni sono differenti tra di loro. La numerazione introdotta nella figura appena presentata verr ripresa e utilizzata nelle tabelle successive con i margini di sicurezza (MS).

M AT ER IALI
I materiali utilizzati nel corso dellelaborato sono stati ricavati dal manuale della Boeing disponibile in bacheca didattica. Nella scelta si privilegiato la lega di alluminio 7075 in quanto offre prestazioni superiori dal punto di vista meccanico rispetto la lega 2024. Si sono utilizzate inoltre due tipologie di tale lega, la prima con caratteristiche meccaniche proprie dei laminati, la seconda con caratteristiche meccaniche proprie dei trafilati. Pur trattandosi della stessa lega, il diverso trattamento del materiale per la formazione di pannelli, nel primo caso o correnti, nel secondo, porta ad avere materiali lievemente differenti dal punto di vista meccanico. I materiali utilizzati sono descritti dalle due figure seguenti:

15

F IGURA 2: D IAGRAMMA S FORZO -D EFORMAZ IONE

PER IL MATERIALE

UTILIZ ZATO NELLA MODELLAZ IONE DEI CORRENTI E DELLE SOLETTE

16

F IGURA 3: D IAGRAMMA S FORZO -D EFORMAZ IONE

PER IL MATERIALE

UTILIZZ ATO NELLA MODELLAZ IONE DEI PANNELLI

Si nota che oltre alle curve caratteristiche dei due materiali (in blu) viene visualizzata anche lapprossimazione effettuata (spezzata a 2 tratti lineare, in rosso) per inserire tali materiali in Gusci e in Femap. La tabella seguente riassume le caratteristiche fisichemeccaniche dei materiali appena presentati necessarie nellimplementazione: ESTRUSI LAMINATI 465 [Mpa] 66300 [Mpa] 505 [Mpa] 1200 [Mpa] 0.321
3

snervamento
E1

515 [Mpa] 68050 [Mpa] 560 [Mpa] 890 [Mpa] 0.321 2.81 [kg/dm ]

rottura
E2
Modulo di Poisson

Densit

2.81 [kg/dm3]

17

Tabella 5: Caratteristiche fisiche-meccaniche dei materiali utilizzati

D IM EN SIONAMENT O
I
C OR R E N T I

DEL M ODELLO : GUSC I

Si sono utilizzate le stesse tre tipologie di correnti a Lsia nel dorso che nel ventre, questo perch la sezione in oggetto di analisi interessata da un notevole momento torcente. Tuttavia, ovviamente, nel dorso del cassone si sono utilizzati un numero maggiore di correnti di dimensioni maggiori. Le solette utilizzate hanno la sezione a T e sono differenti tra il longherone anteriore e posteriore (quelle anteriori sono di dimensioni maggiori). Si pu riassumere quanto detto per mezzo di una tabella con le dimensioni dei correnti seguendo la numerazione introdotta nella figura precedente.

N CORREN TE 1, 20 10, 11 2, 3, 4, 5, 6 7 8, 9 12, 13 14, 15, 16, 17, 18 19

TIPOLOGIA
SOLETTA ANTERIORE SOLETTA POSTERIORE CORRENTE DORSO CORRENTE DORSO CORRENTE DORSO CORRENTE VENTRE

FORM A T T L L L L

DIMENSIO NI [mm] 20 x 25 x 2.5 25 x 16 x 1.6 63 x 32 x 5 63 x 32 x 4 25 x 16 x 2 25 x 16 x 2

SEZIO NE [mm2] 106.25 63.04 450 364 78 78

CORRENTE VENTRE CORRENTE VENTRE

L L

63 x 32 x 4 63 x 32 x 5

364 450

18

F IGURA 4: P OSIZIONI ,

TIPOLOGIE

E DIMENSIONI DEI CORRENTI E

DELLE SOLETTE UTILIZZ ATE

19

Attraverso delle tavole ricavate mediante Femap si presentano sinteticamente la forma dei correnti appena descritti:

F I GURA 5: C ORREN TE

UTILIZZATO PER LE SO LETTE DEI LONGHERONI AN TERIORI

( EL EMENTI

NUMERO

1, 20)

F I GURA 6: C O RRENTE

UTILIZZATO PER LE SOLETTE DEI LONGH ERONI POS TERIO RI

20

( ELEMENTI

NUMERO

10, 11)

F IGURA 7: C ORRENTE
NUMERO

L UTILIZ ZATO PER 2, 3, 4, 5, 6, 19

GLI ELEMENTI

F IGURA 8: C ORRENTE A L UTILIZ ZATO PER GLI NUMERO 7, 14, 15, 16, 17, 18

ELEMENTI

21

F IGURA 9: C ORRENTE

NUMERO

L UTILIZ ZATO PER 8, 9, 12, 13

GLI ELEMENTI

22

I PANNELLI
I pannelli del dorso hanno tutti il medesimo spessore ma hanno spessore diverso rispetto a quelli del ventre (anchessi di spessore costante tra di loro). Il longherone anteriore ha spessore diverso rispetto al longherone posteriore. Si pu riassumere quanto detto per mezzo di una tabella con le dimensioni dei pannelli; la numerazione introdotta segue quella della figura presentata allinizio del dimensionamento.

N PANNELLO 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19 20 11

TIPOLOGIA PANNELLO DORSO PANNELLO VENTRE LONGHERONE ANTERIORE LONGHERONE POSTERIORE

SPESSORE [mm] 3.2

3.1 4.2 2.9

F IGURA 10: P OSIZ IONE ,

TIPOLOGIA E SPESSORE DEI PANNELLI UTILIZZ ATI

23

Da notare che nel modello proposto si supposto una distanza tra due centine attigue di 385mm. Tale distanza stata inserita anche nel programma gusci in modo tale da effettuare un calcolo corretto delle lunghezze di inflessione. Inserendo quindi le azioni interne massime della sezione di riferimento, presentate in precedenza, nel file sorgente di gusci, possibile estrarre direttamente i margini di sicurezza (MS) per la sezione di interesse.

24

M AR GINI

DI

S I CUR EZZA
Si riportano ora, per mezzo di tabelle, i singoli elementi (correnti e pannelli) che caratterizzano la sezione dellala con i relativi MS minimi ottenuti nelle 7 configurazioni di carico. Le verifiche, riportate schematicamente con un numero nella terza colonna delle tabelle relative ai MS, sono le seguenti:

NO.

TIPO DI VERIFICA

CORRENTI
1 2 3 4 5 6 RESIST.CORR.TRAZ. EULER-JOHNSON IRRIG.COMPR. CRIPPLING SOLETTA COMPR. RESIST.CORR.TRAZ.(D.T.) EULER-JOHNSON IRRIG.COMPR.(D.T.) FORCED CRIPPLING SOLETTA(D.T.)

PANNELLI
7 8 9 10 RESIST.VONMISES PANNELLO STABILITA' PANNELLO RESIST.PANN.TENSIONE DIAGONALE PERMANENT BUCKLING PANN.TENS.DIAG

T ABELLA 6: N UMERAZ IONE

SEQUENZ IALE DELLE VERIFICHE EFFETTUATE

25

Le prime due tabelle che seguiranno faranno riferimento ad un dimensionamento a contingenza (100% del carico) e le seconde due ad un dimensionamento a robustezza (150% del carico).

DIMEN SI ON A MEN T O

A C ON T I N G E N Z A :

ELEMENTO Corrente 01 Corrente 02 Corrente 03 Corrente 04 Corrente 05 Corrente 06 Corrente 07 Corrente 08 Corrente 09 Corrente 10 Corrente 11 Corrente 12 Corrente 13 Corrente 14

MSMIN 1,724 1,164 0,955 0,859 0,859 0,883 0,637 0,652 0,840 1,911 1,952 1,158 1,151 1,299

VERIFIC A 3 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 2 2 2

CONDIZIONE DI CARICO
Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180)

26

Corrente 15 Corrente 16 Corrente 17 Corrente 18 Corrente 19 Corrente 20

1,295 1,286 1,264 1,241 1,700 1,595

2 2 2 2 2 1

Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 )

T ABELLA 7: V ERIFICA

STRUTTURALE A CONTINGENZ A : CORRENTI

ELEMENTO Pannello 01 Pannello 02 Pannello 03 Pannello 04 Pannello 05 Pannello 06 Pannello 07 Pannello 08 Pannello 09 Pannello 10 Pannello 11 Pannello 12

MSMIN 0,071 0,043 0,038 0,056 0,098 0,166 0,262 0,384 0,564 0,203 0,657 0,637

VERIFIC A 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8

CONDIZIONE DI CARICO
Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; Richiamata negativa Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180)

27

Pannello 13 Pannello 14 Pannello 15 Pannello 16 Pannello 17 Pannello 18 Pannello 19 Pannello 20

0,613 0,574 0,530 0,479 0,425 0,374 0,327 0,555

8 8 8 8 8 8 8 8

Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 )

T ABELLA 8: V ERIFICA

STRUTTURALE A CONTINGENZ A : PANNELLI

28

D I M E N S I ON A M E N T O

A ROBUSTEZZA :

ELEMENTO Corrente 01 Corrente 02 Corrente 03 Corrente 04 Corrente 05 Corrente 06 Corrente 07 Corrente 08 Corrente 09 Corrente 10 Corrente 11 Corrente 12 Corrente 13 Corrente 14 Corrente 15 Corrente 16 Corrente 17

MSMIN 0,003 0,104 0,048 0,044 0,076 0,142 0,013 0,027 0,213 0,930 0,703 0,439 0,434 0,533 0,530 0,516 0,446

VERIFIC A 6 6 6 6 6 6 6 6 5 3 6 2 2 2 2 6 6

CONDIZIONE DI CARICO
Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; Richiamata negativa Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180)

29

Corrente 18 Corrente 19 Corrente 20

0,369 0,608 0,390

6 6 6

Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180)

T ABELLA 9: V ERIFICA

STRUTTURALE A ROBUSTEZZ A : CORRENTI

ELEMENTO Pannello 01 Pannello 02 Pannello 03 Pannello 04 Pannello 05 Pannello 06 Pannello 07 Pannello 08 Pannello 09 Pannello 10 Pannello 11 Pannello 12 Pannello 13 Pannello 14

MSMIN 0,073 0,021 0,151 0,330 0,579 0,931 0,015 0,092 0,037 0,066 0,105 0,091 0,075 0,049

VERIFIC A 9 9 9 9 9 9 8 8 8 8 8 8 8 8

CONDIZIONE DI CARICO
Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; Virata ( V=Vd) Configurazione 3; Virata ( V=Vd) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180)

30

Pannello 15 Pannello 16 Pannello 17 Pannello 18 Pannello 19 Pannello 20

0,020 0,267 0,167 0,081 0,000 0,030

8 7 7 7 7 8

Configurazione 3; VORU + Raff ( Vc 180) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 ) Configurazione 3; VORU Raff ( Vc 180 )

T ABELLA 10: V ERIFICA

STRUTTURALE A ROBUSTEZ ZA : PANNELLI

Infine si fatto un calcolo del possibile peso della struttura presentata per unit di lunghezza, ne risultato il seguente peso: Peso per unit di lunghezza della sezione: Kg/m NOTE: 1. Il pannello 01 giunge a rottura al 141% del carico quindi del tutto accettabile. 2. Il pannello 19 giunge a rottura esattamente al 150% del carico 36.63

E LEMENTI
M OD EL LO

FINITI

Il modello che si sviluppato, prevede solo la geometria di alcune baie del cassone alare; in questo modo si sono ridotti gli effetti di bordo dati dallinserimento dei carichi riducendo nel contempo il lavoro dal punto di vista della modellazione FEM. La sezione di partenza sul quale costruire la geometria delle baie stata estratta direttamente dalle coordinate dei correnti nel file di output di Gusci. Inoltre per semplicit si trascurata la rastremazione dellala in quanto la lunghezza di una singola baia di soli 385mm.

31

Verr posto un vincolo affinch la struttura non risulti labile, il vincolo isostatico posto verr preso in considerazione in un paragrafo dedicato. I carichi sono stati inseriti in modo tale che la sezione di interesse risulti a met della baia centrale delle tre schematizzate nel modello; in questo modo si sono ridotti almeno in parte gli effetti di bordo dati dallinserimento dei carichi e gli effetti introdotti dalle centine non modellate con il programma Gusci. Nella figura seguente viene presentato il modello completo FEM con la sua deformata statica:

F IGURA 11: M ODELLO FEM

UTILIZZ ATO PER IL

CONFRONTO

1.1.

32

M AT ER IALI
I materiali utilizzati per la modellazione ad elementi finiti sono gli stessi impiegati per la modellazione con Gusci pertanto faremo riferimento al paragrafo relativo ai materiali nel capitolo precedente della relazione. Si ricorda che anche nella modellazione ad elementi finiti possibile approssimare i grafici sforzo-deformazione visti in precedenza con delle spezzate a due tratti cos come stato fatto per gusci, in questo modo i due modelli presentati risultano congruenti.

P R OPR IET
Nella modellazione ad elementi finiti effettuata verranno definite 10 propriet differenti, 5 relative ai pannelli e 5 relative ai correnti. In particolare le 5 propriet dei pannelli differiscono solo per lo spessore e faranno riferimento al primo materiale(laminati). In questo modo possibile assegnare spessori differenti ad entrambi i longheroni, alle centine, ai pannelli del dorso e a quelli del ventre.

Si riportano ora le propriet caratteristiche dei pannelli:

F IGURA 12: P ROPRIET

USATA PER DEFINIRE I PANNELLI DEL DORSO

33

F IGURA 13: P ROPRIET

USATA PER DEFINIRE I PANNELLI DEL VENTRE

F IGURA 14: P ROPRIET

USATA PER DEFINIRE IL LONGHERONE ANTERIORE

34

F IGURA 15: P ROPRIET

USATA PER DEFINIRE IL LONGHERONE POSTERIORE

F IGURA 16: P ROPRIET

USATA PER DEFINIRE LE CENTINE

Per quanto concerne invece le altre 5 propriet utilizzate, relative ai correnti e alle solette, si far riferimento alle sezioni presentate nel paragrafo dedicato al dimensionamento dei correnti in gusci. Da quanto detto si nota che i due modelli sono perfettamente congruenti anche dal punto di vista delle propriet.

M ESH
Nella modellazione ad elementi finiti necessario effettuare una mesh del dominio di calcolo, ovvero discretizzare la superficie sul quale si vuole effettuare lanalisi attraverso dei nodi pi o meno fitti. In generale pi fitta la Mesh (pi vicini sono tali nodi) pi il calcolo preciso, di contro si ha un costo computazionale maggiore. Il modello che si costruito estremamente banale dal punto di vista della geometria e non presenta difficolt di mesh, pertanto si optato per una discretizzazione abbastanza fitta del dominio.

35

Nella tabella seguente sono riportate le scelte di discretizzazione del dominio; ricordando che le baie sono identiche tra loro si ha:
Spaziatura Centina - Centina Corrente - Corrente Long. Anteriore - Long. posteriore Dorso Ventre (Long. Anteriore) Dorso Ventre (Long. Posteriore) T ABELLA 11 : N ODI Numero di nodi 12 4 36 8 8 M ESH
DEL

UTILIZZ ATI PER LA CREAZIONE DELLA MODELLO

Discretizzando in tale modo la baia gli elementi di mesh risultano essere molto uniformi (quasi quadrati) nelle dimensioni. Da notare che anche se i longheroni presentano altezze diverse si preferito procedere definendo il medesimo numero di elementi in quanto tale scelta produce minori problemi nella mesh della centina.

L AYER S
Per facilitare le operazioni sia nella modellazione che nellanalisi sono stati creati vari layers . I layers permettono di visualizzare solo delle singole parti del modello definite in precedenza allinterno del layers stesso. Da notare che a differenza dei gruppi possono anche essere attivati contemporaneamente.

G R UP P I
I gruppi sono stati creati in sede di post processing e solo per facilitare il confronto; attraverso lattivazione del gruppo infatti possibile richiedere a Femap la stesura di grafici coi valori degli elementi che compongono il gruppo e lestrazione su file di testo di tali valori.

36

Si sono creati vari gruppi tuttavia quelli significativi in sede di post processing sono quelli che racchiudono gli elementi dei pannelli del dorso, del ventre, dei longheroni e dei correnti. Da notare infine che questi 4 gruppi significativi a differenza dei layers racchiudono al loro interno solo la striscia di elementi su cui stato effettuato il confronto che come si vedr nel seguito la settima della baia centrale andando dalla radice verso lestremit.

V IN CO LI
Come si detto in precedenza il modello costruito rappresenta solo alcune baie dellala reale in quanto si sta facendo riferimento ad una precisa sezione del cassone. Risulta quindi fondamentale vincolare correttamente le tre baie schematizzate in modo da prevenire le labilit una volta caricata la struttura. Il vincolo che si pone deve rendere isostatica la struttura, in questo modo, inserendo i carichi in modo che la struttura sia autoequilibrata, si suppone che il vincolo sia scarico. Ovviamente Femap e il risolutore Nastran agiscono in maniera nodale, pertanto i vincoli che si dovranno porre dovranno essere associati ad alcuni nodi strutturali. Il vincolo quindi si configura nel bloccare 6 GDL distribuiti su 4 nodi particolari.

VINCOLO ISOST ATI CO :

APPOGGIO

Come detto si vuole realizzare un vincolo isostatico, questo significa che si deve sopprimere 6 GDL a dei particolare nodi strutturali. I nodi strutturali scelti sono sulle centine di estremit come proposto nella figura seguente, nella quale si indicato anche il GDL che si deciso di vincolare per ciascun nodo.

37

F IGURA 17: V INCOLO

ISOSTATICO DI APPOGGIO DELLA STRUTTURA

In particolare si nota che inserendo correttamente i carichi nella struttura al fine di renderla autoequilibrata le reazioni vincolari nei nodi appena proposti devono risultare nulle o comunque trascurabili. Questa verifica verr proposta nel paragrafo conclusivo della relazione.

C AR ICHI
7.8.1 G E N E R A L E
Il modello FEM prodotto serve per il confronto con la schematizzazione a guscio della struttura. Pertanto indispensabile scegliere la medesima condizione di carico nei due modelli nella sezione analizzata. Si inoltre scelto di fare il confronto in una condizione di VORU pertanto sar indispensabile ricavare le azioni interne per tale condizione. Dal modello a travi della seconda relazione si possono estrarre tali azioni interne direttamente dalla condizione di TRIM numero 3. Nella seguente tabella verranno riportate le azioni interne inserite in gusci e nel modello FEM. Da notare che anche in questo caso rispetto alla tabella stato necessario calcolare gli effettivi momenti applicati al bordo dattacco e non sullasse della trave introducendo dei trasporti di momento adeguati.

Confi g VORU 3

Mf1 1079,4 84

Mf2 -37310,4

T1 -410,494

T2 15819,5

Mt 9160,95 2

Fa 119,32 30

38

T ABELLA 12:

AZIONI INTERNE IN CONDIZ IONE DI

VORU

7.8.2. M O D E L L A Z I O N E FEM
CARICO

DEGLI

RBE3

E DEL

Per inserire i carichi nel modello FEM ci si serve degli elementi rigidi RBE3, tali elementi sono in grado di collegare pi nodi tra di loro in maniera completamente rigida o permettendo determinati gradi di libert. In particolare lelemento RBE3 si compone di due parti, una parte principale(master) e una parte dipendente da questa(slave). Nella figura sottostante si pu osservare quando detto:

F IGURA 18: E LEMENTO

RIGIDO UTILIZ ZATO PER INSERIRE I CARICHI

CONCENTRATI NELLA STRUTTURA

La parte di sinistra la parte Master, la quale definita attraverso un nodo che ha bloccato tutti i gradi di libert. Spuntando lopzione factor quindi possibile definire la parte slave e le dipendenze che i nodi della parte slave devono avere con la parte principale dellelemento stesso. Nel caso che tale opzioni non venga attivata si costruisce un RBE2 che un elemento completamente rigido. Nel caso in esame sar invece necessario spuntare tale opzione e vincolare i tre gradi di libert traslazionali come indicato dalla figura proposta. Infine i nodi slave che devono essere collegati con il nodo master devono essere quelli del contorno della centina.

39

Le due centine caricate risultano essere quelle di estremit delle due baie pi esterne, mentre risulta completamente scarica la baia centrale del modello. Per concludere necessario posizionare correttamente il nodo master affinch caricando questultimo si riproducano le medesime azioni interne volute. Si sono posizionati quindi i due nodi Master sullasse del bordo dattacco al fine di facilitare il calcolo dellequilibrio della struttura (Vedere figura del modello proposta in precedenza). Sorge a questo punto il problema dellinserimento di un carico auto equilibrato in grado di riprodurre fedelmente nella sezione di interesse del modello FEM(sezione centrale della seconda baia) le medesime azioni interne inserite nel programma Gusci. Questo calcolo risulta semplice in quanto si dispone sia delle forze che si deve riprodurre sia delle lunghezze del modello FEM da caricare. In particolare si ricorda solamente che i tagli concentrati introdotti alle estremit sono costanti lungo la struttura e generano un momento flettente a farfalla(lineare). Mentre le coppie introdotte sempre con lRBE3 danno un contribuito costante. Se si inserito il carico correttamente i vincoli devono risultare scarichi o con valori trascurabili.

D EFOR MAT A
Per non appesantire ulteriormente la relazione si rimanda alla figura complessiva del modello realizzato, presentata in precedenza. In questa sede si ricorda solo che si ottenuto una deformata di circa 4mm, mentre risulta circa 10 volte maggiore nel caso in cui si effettuino le analisi con la condizione di carico pi gravosa. Questo ci dice che il modello realizzato coerente con quanto atteso.

P R OPR IET

D I MASSA

Per concludere la presentazione del modello faremo un breve calcolo sulle propriet di massa del modello avendo definito anche le densit dei materiali impiegati si pu ottenere i dati cercati con il comando Femap: Tools / Mass properties / Mesh properties

40

Che produrr il seguente output:


Mass Center of Gravity in CSys 0 Structural = 57.68085 X = 747.4637 Y = 76.62342 NonStructural = 0. X = 0. Y = 0. Total Mass = 57.68085 X= 747.4637 Y = 76.62342 Z = 185.1716 Z = 0. Z= 185.1716

Inertias about CSys 0 Inertias about C.G. in CSys 0 Ixx = 9516664. Ixy = 3413323. Ixx = 7200220. Ixy = 109755.4 Iyy = 45400251. Iyz = 819100.5 Iyy = 11196058.Iyz = 696.9078 Izz = 37824685. Izx = 7971598. Izz = 5259630. Izx= -11952.81 Total Length (Line Elements only) = Total Area (Area Elements only) = Total Volume (All Elements) = 23100. 4243756. 20526993.

Dividendo la massa strutturale cos ricavata, 57.681 kg per la lunghezza delle 3 baie, 1.155 m si ottiene la massa per unit di lunghezza della struttura direttamente confrontabile con quella ricavata con Gusci. Nel caso del modello FEM si ha una massa di: 49.94 kg/m Nel caso del modello Gusci si aveva una massa di : 36.63 kg/m Si nota subito che non c una congruenza perfetta dei due modelli e supposta che essa dipenda dallintroduzione delle due centine si proceduto a verificare il peso della sola baia centrale senza centine: che divisa per la lunghezza della baia (0,385m) da esattamente la massa per unit di lunghezza stimata da gusci : 36. 63 kg/m
Total Mass = 14.1032

41

C ONFRONTO
In questa sezione verr confrontato il modello gusci con il modello ad elementi finiti. Per prima cosa quindi si inseriranno nel modello Gusci le azioni interne precedentemente ricavate per il modello FEM nella condizione di VORU e si effettuer lanalisi. Una volta effettuata anche lanalisi attraverso il risolutore Nastran e caricati i risultati in Femap si pu valutare rapidamente quanto sono rilevanti gli effetti di bordo del carico introdotto attraverso il comando countour.

F IGURA 19:

SFORZI DI TAGLIO NEL MODELLO

FEM

Nella figura presentata si notano anche gli effetti dovuti alla centine, ma dovendo effettuare lanalisi al centro della seconda baia tali effetti sono ininfluenti. Infine si osserva che in prima approssimazione i flussi di taglio visualizzati con il Contour sono concordi con quanto ci si attendeva. La sezione di confronto quindi sar quella proposta nella figura seguente:

42

F IGURA 20: S EZ IONE

DI RIFERIMENTO

P AN N ELLI
Si riportano sinteticamente gli andamenti dei flussi di taglio per il modello Gusci e per il modello FEM sui pannelli del dorso e del ventre nella sezione di riferimento:

F IGURA 21: F LUSSI

DI TAGLIO PER I PANNELLI DEL DORSO NEI DUE MODELLI

Il modello ottenuto con Gusci in rosso, presenta un andamento a gradini in quanto il flusso salta tra due pannelli attigui, mentre il modello FEM(blu) avendo effettuato una mesh piuttosto fitta ha un andamento molto pi continuo anche se oscilla tra due elementi adiacenti. Si nota che i due andamenti sono molto concordanti nel complesso e nella parte destra del cassone addirittura coincidenti.

43

Stessa cosa si pu dire per i pannelli del ventre:

F IG URA 22: F LUS SI

DI TAGLIO PER I PAN NELLI DEL VEN TRE

Anche in questo caso nella parte destra del cassone si ha la sovrapposizione dei due andamenti. Si nota inoltre che i flussi in questione sono quasi tutti negativi e piuttosto alti, questo perch si introdotto un notevole momento torcente sulla sezione. Anche i risultati emersi dai pannelli dei longheroni hanno dimostrato la perfetta corrispondenza tra i due modelli:

F IG URA 23: F LUS SO

DI TAGLIO PER IL PANN ELLO DEL LONGHERONE AN TERIORE

44

F I GURA 24: F LUSSO

DI TAG LIO PER IL PAN NELLO DEL LONGH ERON E POS TERIO RE

45

Si riassume infine quanto presentato nei grafici attraverso una tabella in cui si sottolineano gli errori tra i due metodi(il valore FEM una media degli elementi che si trovano su quel pannello):

Elemento Pannello 01 Pannello 02 Pannello 03 Pannello 04 Pannello 05 Pannello 06 Pannello 07 Pannello 08 Pannello 09 Pannello 10 Pannello 11 Pannello 12 Pannello 13 Pannello 14 Pannello 15 Pannello 16 Pannello 17 Pannello 18 Pannello 19 Pannello 20

Flusso di Taglio Gusci [N/mm2]

Flusso di Taglio FEM [N/mm2] -68,9 -66,52 -58,12 -47,25 -35,79 -24,06 -13,16 -6,59 -0,94 -4,36 -1,38 -6,96 -13,03 -23,29 -33,99 -45,45 -56,64 -65,88 -70,61 -66,22

Errore

-65,46 -57,17 -48,17 -38,84 -29,53 -20,55 -13,07 -9,05 -5,51 -3,3 -6,84 -11,17 -15,55 -23,15 -30,83 -38,62 -46,56 -54,65 -63,88 -69,21

3,44 9,35 9,95 8,41 6,26 3,51 0,09 -2,46 -4,57 1,06 -5,46 -4,21 -2,52 0,14 3,16 6,83 10,08 11,23 6,73 -2,99

T ABELLA 13: E RRORI

NEI FLUSSI DEI PANNELLI TRA I DUE MODELLI

46

C OR RENT I
Il confronto tra le sigma dei correnti ricavate da Gusci e quelle ricavate da Nastran non pu essere effettuato direttamente cos come avveniva per i pannelli in quanto il programma Gusci nel calcolo delle sigma tiene in considerazione anche larea collaborante del pannello limitrofo. In pratica la sigma calcolata con Gusci la forza assiale diviso larea totale(area corrente pi area collaborante) mentre la sigma calcolata con Nastran calcolata sul solo corrente. E necessario quindi fare riferimento alla forza assiale applicata al singolo corrente sia nel caso di Gusci che nel caso FEM e, volendo fare un confronto sulle sigma, dividere successivamente i due contributi per la sola area del corrente in modo tale da rendere congruenti i due modelli, oppure possibile confrontare direttamente le forze assiali. Effettuata questa precisazione possibile procedere con i grafici di confronto relativi ai correnti e alle solette, verranno graficate le forze assiali:

F IGURA 25: C ONFRONTO

DEI CORRENTI DEL DORSO

Si evince subito che gli andamenti non sono precisi come nel caso dei pannelli, ma gli andamenti sono concordi sui singoli correnti infatti il GAP tra i due modelli rimane quasi invariato.

47

F IGURA 26: C ONFRONTO

DEI CORRENTI DEL VENTRE

Stessa cosa si pu dire anche per i correnti del ventre. Si ricorda infine che il calcolo di gusci baricentrale mentre nel modello FEM si posto il punto di riferimento sulla flangia del corrente, questo molto probabilmente pu essere una delle cause di discrepanza tra i due metodi.

48

Anche in questo caso si riporta infine una tabella riassuntiva con gli errori tra i due metodi: Elemento Corrente 01 Corrente 02 Corrente 03 Corrente 04 Corrente 05 Corrente 06 Corrente 07 Corrente 08 Corrente 09 Corrente 10 Corrente 11 Corrente 12 Corrente 13 Corrente 14 Corrente 15 Corrente 16 Corrente 17 Corrente 18 Corrente 19 Corrente 20 Sigma Gusci [N/mm2] -7698,2 -16326,6 -17926,3 -18747,8 -18880,0 -18371,0 -15152,8 -7184,2 -6418,4 -4869,1 6323,8 7218,8 7388,3 14862,5 15175,7 15524,8 15959,7 16407,8 19263,5 10897,2 Sigma FEM [N/mm2] -2175,1 -10534,3 -10901,6 -11157,7 -11417,9 -11804,2 -10179,7 -2324,4 -2304,5 -1689,4 1903,4 2379,3 2251,1 9428,0 8725,1 8508,6 8764,9 9452,8 13067,7 3331,1 Errore

-5523,1 -5792,3 -7024,7 -7590,1 -7462,1 -6566,8 -4973,1 -4859,8 -4113,9 -3179,7 4420,4 4839,5 5137,2 5434,5 6450,6 7016,2 7194,8 6955 6195,8 7566,1

T ABELLA 14: E RRORI

SULLE FORZ E ASSIALI NEI CORRENTI

49

V IN COLI

Come gi detto in precedenza i vincoli posti devono rendere la struttura isostatica non labile mentre la particolare condizione di carichi posta implica che le tre baie del modello siano in auto equilibrio. Questo significa che i vincoli posti per prevenire la labilit devono essere scarichi. Si pu verificare questo direttamente osservando il file F06 di uscita di Nastran.

FORCES OF SINGLE-POINT CONSTRAIN T POINT ID. TYPE R3 2481 0.0 2563 0.0 4019 0.0 4496 0.0 G 0.0 G 0.0 G 0.0 G 0.0 0.0 -8.657576E+00 0.0 0.0 3.266185E+00 0.0 0.0 0.0 0.0 -3.266185E+00 -4.039062E-01 0.0 0.0 T1 T2 T3 R1 R2

0.0

9.061481E+00

6.665857E-09

Si nota che ci sono delle reazioni vincolari non nulle ma questo non un errore, infatti le reazioni sono molto basse e derivano per lo pi da approssimazioni nei carichi introdotti. Si deduce quindi che la struttura stata caricata correttamente e le reazioni minime sottolineate prevengono la labilit del sistema.

50

You might also like