Professional Documents
Culture Documents
2007/2008
CLASSI IV A B C
1
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
2
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
( bull-ismo ,cosa vuol dire? Aiutiamoci con il vocabolario; cosa indica il suffisso?
Facciamo altri esempi;quali altri termini possiamo usare? Sinonimi…)
Nel frattempo la raccolta dei divieti in cui quotidianamente si imbattono i ragazzi e
la confessione delle reazioni emotive ,anche negative, che essi provocano,
consentono di avvicinarsi al personaggio di Diabullok.
Ci si interroga allora sul suo passato, su quali esperienze di vita e su quali incontri
egli abbia fatto.
Si scrive così una lunga lista di cause possibili che hanno dato origine al
cambiamento di carattere di un ragazzo che forse prima non era così.
Il tema della trasgressione, della voglia di evadere dalle regole entra di prepotenza:
tutti sono pronti a confessare qualche piccola propria esperienza, ma si cerca di
discutere e capire insieme dove va posto il limite.
Ci aiutano testi come “IV ELEMENTARE” di J. Spinelli, dove si narrano episodi
scolastici di una scuola all’interno della quale accadono episodi di bullismo che
dapprima coinvolgono il protagonista sicuro di poter crescere solo affrontando
prove che lo induriscono sul piano sentimentale e che poi si ricrede capendo che è
proprio la padronanza dellaricchezza emotiva e sentimentale che fa maturare.
Si leggono alcune vicende di “BOY” di R. Dahl nei quali si ritrovano le vere
prepotenze subite dai bambini; si legge la vicenda di “UN ESSERINO DI NOME BIP” di
Sunderland nel quale un piccolo essere dolcissimo si costruisce un muro che
impedisce ad ogni emozione di entrare dentro di lui perché non vuole più essere
ferito, ma l’epilogo sarà poi positivo; “IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA” di Vamba
invece, mostrerà tragicomiche avventure di un monello che spesso con il suo
limpido ma maldestro comportamento metterà in crisi l’ipocrisia dei grandi; “ANNA
E’ FURIOSA” di C. Nostlinger darà occasione di discutere e confrontare le rabbiose
reazioni dei ragazzi di fronte a conflitti e a divieti.
Ora forse siamo in grado di cominciare a creare un canovaccio: come vorremmo
rappresentare il bullismo? Si comincia a drammatizzare e simulare situazioni di
litigio, di conflitto anche violento, ci si scambia nei ruoli (interessante vedere come
l’alunno più tranquillo si proponga per interpretare il bullo e come un po’ impacciato
quello più prepotente debba infilarsi nei panni della vittima).
Per creare scene significative si attinge dai contenitori predisposti in classe che
contengono le “emozioni difficili”, le “emozioni positive”, “modi per superare i
problemi” dove i ragazzi durante l’anno scolastico stanno inserendo bigliettini con i
loro consigli per gli amici, derivanti da esperienze vissute personalmente.
3
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
Mentre si stende il copione gli alunni hanno molteplici occasioni per inserirvi
riferimenti al proprio vissuto.
Se nascono dei conflitti l’insegnane ascolta, non svolge il ruolo di giudice inquisitore,
ma mette in gioco la sua personalità e la sua esperienza per facilitare il racconto di
fatti così che la narrazione sposti giustamente il problema sul fatto e non lo scarichi
sulla persona.
Poiché la recita sarà frutto del lavoro collettivo di tre classi occorre un bello sforzo di
coerenza e coesione testuale tra i materiali prodotti. Si leggono quindi i canovacci, si
definiscono meglio i testi, i monologhi, i dialoghi, le parti corali, si scelgono le
musiche e così via.
Intanto arrivano a scuola misteriosamente altre lettere di Diabullok. Gli alunni le
leggono, stanno ben attenti anche ai messaggi impliciti in esse contenuti,
concordano e stilano le risposte che vengono lasciate in vista nel corridoio( … per
Diabullok? …Per qualche ragazzino che vi può trovare parole confortanti per sé?)
La scrittura è veramente motivata.
4
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
METODOLOGIA
L’aggressività fa parte della natura umana, come sosteneva anche Bruno Bettelheim,
ma può e deve essere tenuta sotto controllo.
La famiglia, la scuola, la società hanno questo compito fondamentale.
Il raggiungimento di questo fine non appartiene solo alle parole, ma ai fatti, alle
azioni.
Le metodologie didattiche allora non sono solo strategie volte a insegnare le
discipline, ma diventano strumenti concreti per aiutare lo sviluppo psicologico e
relazionale degli alunni ,offrendo loro un modo di rapportarsi ai compagni,alle figure
adulte e indicando come si lavora e si vive in un contesto sociale.
Se il fine è
occorrerà perseguirlo attraverso metodologie attive come quelle usate nel progetto
sul Bullismo e che qui riportiamo sinteticamente:
stimolare la riflessione dei bambini su tematiche riguardanti le relazioni
ponendo loro quesiti che permettano al soggetto di esporre sentimenti ed
emozioni relativi al proprio vissuto;
discutere periodicamente in gruppo (in un clima disteso, seduti in circolo) su
buone e cattive notizie relative a tematiche relazionali;
simulare situazioni attraverso la drammatizzazione ove però è bene scambiare
i ruoli della vita reale (es. il bambino che ha tendenza alla prepotenza
interpreta la vittima dello scherzo e viceversa);
discutere sul valore della testimonianza, sui comportamenti positivi da
assumere nei vari casi (difendersi sempre da soli? Quando chiedere aiuto agli
adulti? È bene farsi i fatti propri?);
predisporre situazioni per fare esprimere anche nell’anonimato i propri
problemi (cassetta della posta …);
potenziare le iniziative di continuità e accoglienza dove i ragazzi più grandi
guidano i più piccoli nei nuovi ambienti, nella conoscenza di situazioni,
rendendoli meno ansiosi;
5
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
RISULTATI CONSEGUITI
Oltre a progressi compiuti dagli alunni sul piano linguistico, a livello formativo si
sono valutati positivi avanzamenti relativi a :
6
Circolo Didattico di Vinci a.s. 2007/2008
Per i docenti :
La trasgressione