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Direttore Responsabile (Elenco speciale dei Giornalisti Prot. n.

2179): Luisa Barbieri Iscrizione della Rivista Mediconadir c/o il Tribunale di Bologna n 7377 12/11/2003 Coordinatore Gruppo Redazione: Giovanna Arrico Gruppo Redazione: Giovanna Arrico, Luisa Barbieri, Marco Cinque, Tino Di Cicco, Sara Luccarini, Milena Magnani, Daniele Mongiorgi, Francesco Montori, Luca Piazzi, Silvia Piazzi, Andrea Quercioli
Lassociazione raggruppa persone di varia estrazione ed orientamento unite da scopi ed interessi comuni, ma di eterogenea formazione, di varie convinzioni politico-religiose, di ideali talvolta differenti. Pertanto le affermazioni contenute negli articoli, anche per quanto esattezza e/o originalit, rispecchiano esclusivamente le opinioni personali dei singoli autori e non rappresentano necessariamente le idee o lorientamento degli altri Soci, dei Responsabili delle Attivit o della Redazione cede il quadrimestrale Mediconadir all'Assoc. Cult.

Associazione MedicaN.A.Di.R. (Organizzazione di volontariato) NADiRinforma La posta delle Cicamiche

Saremmo molto lieti di ricevere le vostre lettere, i vostri commenti sul lavoro che stiamo cercando di fare, le vostre domande alle quali il nostro staff operativo cercher di dare adeguata risposta. Se volete inviare degli articoli lo potete fare e sicuramente verranno valutati dal nostro gruppo redazione per eventuale pubblicazione sulla nostra rivista e/o sul nostro sito web Tel.3470617840 l.barbieri@mediconadir.it www.mediconadir.it

SOMMARIO
pag. 1 Se riuscissimo a guardare oltre - Tino Di Cicco pag. 2 La bella bambina che - Sara Luccarini pag. 3 Non smettete Marco Cinque pag. 4 non ricordo se ma di sicuro so - Marco Cinque pag. 6 Vicini a Melissa e a tutti i ragazzi delle Scuole La Scuola di Pace pag. 6 Pro life marcia per la vita aborto no grazie - Doriana Goracci pag.9 - almeno secondo me Sara Luccarini pag.11 perch sto con la mamma di Aldrovandi Ilaria Cucchi pag.12 Insultata la mamma di Aldrovandi Checchino Antonino pag.13 Le 10 regole per il controllo sociale Noam Chomsky pag.15 - ...le multinazionali Alessandro Raffa pag.17 il terremoto in Emilia Romagna segnalazioni dal web pag. 21 La terra trema Lucia Bozza pag.23 Il tempo padrone ? - Daniele Mongiorgi pag.24 Solo sabbia Christian Palladino pag.25 Alla ricerca dello sguardo nel nulla Tino Di Cicco pag.26 Gli Jenish, un tentativo svizzero di genocidio Lettura-spettacolo Vita mia, parla - NADiRinforma pag.30 La semifinale Francesco Montori pag.31 Henry Jenkins tratto da C' bisogno di sinistra pag.33 non tutti sanno che - succede solo a Bologna pag.34 navigando qua e l ... pag.45 Default in blues Marco Cinque pag.47 per voi cosa significa estate ? - Sara Luccarini pag.48 - Calpestando la legge degli dei Tino Di Cicco pag.49 - Era un giorno d'estate - Monica Donadio pag.49 - Stragi e mandanti presentazione libro pag.50 Strage di Bologna, tutti uniti... - Antonio Amorosi pag.51 2 agosto 1980 Roberto Amori pag.52 Angiotermografia dinamica video e presentazione - NADiRinforma pag.55 "Delle volte il vento" presentazione libro di Milena Magnani pag.57 Recensione "Delle volte il vento" Mino Specolizzi pag.59 Gruppo di lavoro sulle relazioni Luisa Barbieri pag.62 Caso Ittiri: torniamo all'occhio pe rocchio ? - Marco Cinque pag.63 "Parola nuda" di Marco Cinque - presentazione pag.64 - D'Artagnan Marco Cinque pag.67 "Prepariamoci a ..." - presentazioen libro Luca Mercalli pag.68 Lavoratrice INPS un destino da precaria tratto da controlacrisi.org pag.71 Ora lecito "retrofittare" le vecchie auto a benzina e farle diventare elettriche tratto da il Journal Blog pag.73 Premio Giornalistico Ilaria Alpi settembre 2012 presentazione pag.74 I finalisti del Premio Ilaria Alpi 2012 pag.77 La Bolivia mette al bando la coca cola Luisa Barbieri pag.79 Le olimpiadi 2012 - NADiRinforma pag.80 Londra, le Olimpiadi pi ecologiche di tutti i tempi hanno sponsor inquinanti da Blogeko.iljournal.it

Se riuscissimo a guardare oltre


di Tino Di Cicco Pescara, quasi inverno del 2011; gi innevate le nostre montagne; una ragazza in stazione mi avvicina per chiedermi se conosco un posto pubblico dove farsi una doccia. E vestita come chi sta per entrare nelle sabbie mobili del randagismo; uno zaino per casa; ai piedi ciabattine come se gli ombrelloni al mare fossero ancora aperti. Conserva una dignit che quasi mi offende, una leggerezza che mi umilia. Le indico train de vie, il centro per lassistenza di quelli che non hanno come me un paio di scarponi nuovi ai piedi per superare linverno. Le indico il luogo dove sembra ci sia ancora un residuo di comunit, mentre noi celebriamo in solitudine il nostro comfort. Non dovrebbe essere possibile che mentre un branco di lupi sa condividere la preda; una cosca di banditi sa condividere il bottino, la nostra comunit di esseri razionali impone ad ognuno di arrangiarsi come pu. Non dovrebbe essere possibile che in un Paese che ad ogni tocco di campane rivendica le sue radici cristiane, ci possano essere vecchi con la bava alla bocca per le olgettine, e ragazze costrette da un tic, da un niente, a dover transitare linverno dentro i cartoni. Se tra i parametri di Maastricht fossero stati previsti non solo indicatori economici, ma anche di natura etica, saremmo gi stati espulsi dalla comunit degli europei. Dovrebbe esistere non solo lo spread sul costo del denaro per misurare la distanza tra lItalia e la Germania, ma anche quello per misurare il differenziale nei nostri costumi. Ma noi non siamo toccati dal voyeurismo senile del Minotauro, anche perch siamo stati educati dalle sue televisioni , e siamo perci in grado di metabolizzare tutto. E pi la nostra coscienza diventa impermeabile alle nefandezze e alle ingiustizie, pi ripetiamo di avere la coscienza a posto. Non sappiamo pi dove trovare un pungolo capace di renderci in-quieti; un riferimento nobile per umiliare i nostri giorni. Non pi in grado di farlo la cultura, se le nostre universit sono state occupate dal familismo. Non pi in grado di farlo la politica, se questa nobilissima attivit diventata quasi solo un pretesto per arrampicatori sociali. E non pi in grado di farlo la religione, se anche lo Spirito Santo costretto a sopravvivere solo nel nome di qualche banca. Forse bisogna saper guardare tra gli emarginati; tra le panchine invernali delle stazioni per trovare unemozione che sappia educarci ad altro. Forse dovremmo imparare a capire con tutta lanima che tra i piedi nudi al freddo dei disadattati , e i nostri vezzeggiati dalle scarpe nuove, passa un refolo di niente. Qualcuno cade di l, qualcun altro rimane di qua. Ma illudersi che sia il merito, e non il caso a decidere chi di qua e chi di l, pura follia.

La trasformazione di Annie tratto da Angeli con la pistola (1961) http://www.youtube.com/watch?v=e7r4zSq2UaU

La bella bambina che di Sara Luccarini

Era stretta in una piccola cintura che ad ogni buco le faceva accadere una sventura Prima rincorreva i cerbiatti poi si trovava a socializzare coi ratti Scendeva sempre pi in basso fino a toccare i piedi di un piccolo tasso Pensava ad una soluzione ma soluzione non cera, visto che di aritmetica non era il problema La speranza le si accost e in un balzo ella salt Corse via fino ad unantica ferrovia Ed un treno in piena pazzia la scaravent in una fattoria. Quando i contadini trovarono la bella accesero i sorrisi ed una piccola stella che nel cielo blu laveva salvata dal mai pi.

NON SMETTETE
di Marco Cinque Se i poveri scrivessero la storia con linchiostro delle loro sconfitte se la scrivessero ogni giorno sui fogli laceri della menzogna se i poveri scrivessero le leggi col sangue versato dei loro diritti se le scrivessero ogni istante sui libri mai nati della giustizia se i poveri nascessero ricchi e i ricchi bandissero finalmente la povert e se il cibo, la casa, il lavoro non venissero mendicati come unutopia non si potrebbe pi scrivere parola che possa ancora essere smentita nessun uomo o donna o bambino dovr temere il buio velenoso che abita lanimo della nostra specie e ogni guerra o violenza o arbitrio saranno smascherati, condotti davanti allo specchio che sveler i loro volti che curer la loro indole corrotta che li condanner a vivere una vita che non possa nuocere a nessunaltra vita. Se i poveri iniziassero davvero a scrivere, la verit si sveglierebbe da un lungo tormentato sonno e direbbe ai poveri: non smettete, non smettete non smettete pi di scrivere

Ritratto sulla povert di Thomas Benjamin Kennington (1885)

non ricordo se ma di sicuro so ...


di Marco Cinque

Non ricordo se fosse l'Arca o il Titanic o magari sar stata l'Arcanic o il Titarca ricordo solo che era una smisurata barca dove un'intera civilt si dibatteva nel mito della propria invincibile idiozia come i figli stupidi di una qualsiasi Atlantide o gli eredi vendicativi di un qualunque Sansone o i prescelti a un battesimo speciale con Erode. Certo, i nostri giardini erano i pi verdi le nostre bombe le pi cazzute, che ci potevi scrivere persino messaggi d'amore, prima che partissero per compiere il loro sporco lavoro ma come possiamo esportare semi di progresso senza che un aratro spiani il fottuto nemico? Eccoci, eserciti di arcangeli permalosi noi, sceriffi planetari dell'apocalisse che scendiamo a patti col diavolo dopo avergli fatto credere di essere il buon dio arriveremo all'apoteosi di questo progetto ma non senza sradicare la natura del dissenso stanando idealisti, poeti e sognatori la feccia di un altro mondo possibile preparandoci per le ultime ferali pulizie con ordigni di default e tossine di spread dove tutti gli scarabocchi saranno cancellati dai generali invisibili del rating globale fino al trionfo del nulla, che sar l'ultima conquista di quest'impero kamikaze. Negli anfratti pi nascosti, tra i picchi pi impervi, dentro cavit dimenticate sopravviveranno gruppi di poveri e reietti testardi come l'edera sui muri altruisti come anonime formiche generosi come l'istinto materno e si addormenteranno, si addormenteranno sognando un comune risveglio, negli occhi dei loro figli che lasceranno la carezza di uno sguardo su un orizzonte di macerie e vivranno per ricominciare, bevendo il latte del futuro attaccati al seno di un'alba nuova e ascolteranno, s, impareranno il colore.

capitalism-isnt-working-protest

Posted On Wednesday, April 4, 2012

VICINI A MELISSA E A TUTTI I RAGAZZI DELLE SCUOLE


"Proviamo un grande immenso dolore, Quello che ora sentiamo di poter e dover dire che una morte di questo genere inaccettabile" Don Luigi Ciotti Nessuna morte violenta mai accettabile e questa fa rabbia ancora di pi per l'assurdit di aver voluto colpire le ragazze di una scuola, con la sola colpa, forse, di aver intestato il loro istituto alla moglie del giudice Falcone, morta anch'essa con il marito nell'attentato di Capaci del 23 Maggio 1992. Chi stato a togliere la vita a Melissa Bassi? Certo sar importante sapere di chi stata la mano assassina e chi sono i mandanti... ma al momento siamo gi atterriti dall'evidenza dei fatti: Si colpita una scuola, si voluta cercare una strage, si voluta fermare la vita di una ragazza e ferirne quelle di molte altre Il giorno dopo pensiamo sia stato solo un sogno... un brutto incubo da cui ci tireremo fuori una volta svegli... e invece non cos, la pura realt! Quando mai si parlato cos tanto della scuola, della vita di studentesse come Melania, di Veronica e di tutte le altre ragazze coinvolte, loro malgrado, da questo attentato... Eppure la SCUOLA in Italia esiste e si adopera ogni giorno per educare alla legalit, alla pace, alla difesa dei diritti umani... Di fatto gli studenti, i genitori e gli insegnanti vivono gi in trincea, quella linea di demarcazione fatta di "indifferenza" a tutto quello che di positivo si costruisce ogni giorno quando suona la campanella e milioni di studentesse e studenti affrontano l'incontro con la CONOSCENZA, l'unica che pu fare vera luce su tutto e allontanare qualsiasi incubo e paura, fantasmi di una realt che vorrebbe restare retrograda e indifferente... La Scuola di Pace www.lascuoladipace.org

PRO LIFE MARCIA PER LA VITA ABORTO NO GRAZIE E LO SQUADRONE BIANCO...


di Doriana Goracci

Vorrei raccontarvi come nacque in me limmagine dello Squadrone Bianco.

Da certe donne di Napoli, ho appreso che, nel tentativo di buttare la 194 oltre i rifiuti ancora per strada, stato fatto un blitz ieri pomeriggio alle ore 18,20 dallo Squadrone Bianco della Vita al nuovo Policlinico dellUniversit Federico II dove una donna aveva effettuato un interruzione terapeutica di gravidanza, un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito lintervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto. 7 uomini in divisa hanno fatto irruzione nella clinica ostetrica per indagare su un interruzione di gravidanza di un feto malformato perch le indagini sembravano riguardare un interruzione fuorilegge, su suggerimento di una

7 segnalazione anonima che denunciava una donna che stava abortendo oltre il secondo trimestre, per sbarazzarsi del feto. La donna stata spaventata, interrogata, chiedendole dellaborto e della gravidanza nei minimi particolari quando ancora si trovava sul lettino. Il blitz avvenuto dopo 20 minuti dallaborto e anche il personale medico e non, le donne in stanza con lei e tutti quelli che si trovavano in ospedale sono stati sottoposti ad un interrogatorio minuzioso. Insomma un autentico blitz antimorte. Le donne napoletane invitano in piazza Vanvitelli, alle ore 17, gioved prossimo. La nostra mobilitazione affermano partir da Napoli e diventer vigilanza e presidio permanente in ogni piazza dItalia. Autodenunciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita. Ho pensato allora a quanto sta lavorando questo Squadrone Bianco, che scopro nel 1936 essere stato presentato alla Mostra di Venezia dove vinse la coppa Mussolini, oggi Leone doro, per il miglior film italiano, Lo squadrone bianco di Augusto Genina, riproposto guarda un po, a settembre dello scorso anno, in versione Dvd per il genere guerra, in cui si narra di un ragazzo che si arruola nelle truppe cammellate libiche e diventa uomo ed eroe. Lassistente alla regia fu un giovane Mario Monicelli. E la storia di un ufficiale di cavalleria e di un amore non corrisposto che lo porta in Tripolitania, dove emulando la mentalit rude e fiera del capitano comandante, capir la sua missione e la donna che un giorno lo respinse, lo attender. Il film tipicamente coloniale, legato al mito della legione straniera. Venne definito un mezzo di redenzione virile. Anche in Sardegna una serie di Associazioni come Scienza e Vita di Sassari, Movimento per la Vita di Sassari, Forum delle associazioni familiari, Centro Culturale di Sassari, Medicina e Persona, Associazione medici cattolici di Sassari i sono riunite il 1 febbraio per illustrare la proposta di moratoria riguardante la normativa sullinterruzione volontaria di gravidanza, anticipando di qualche giorno la XXX Giornata per la vita. Le associazioni proponenti hanno avviato presso le loro sedi ed in alcuni luoghi pubblici cittadini, verranno raccolte le sottoscrizioni a sostegno della moratoria di cui Giuliano Ferrara il primo firmatario. Certo, mi sono rivenuti alla mente certi squadroni composti da polizia locale e vigilantes, da quelli che puliscono la societ dagli indesiderabili, quelli dal sesso incerto magari. Dal sito dellUnitalsi di Barletta, fondata nel 1903, `associazione di fedeli che promuovono azioni di evangelizzazione e di apostolato verso e con gli ammalati ed i disabili, e negli anni del fascismo, per le sue particolari connotazioni, unica associazione cattolica a non essere sciolta, leggo: Siamo i primi testimoni per i nostri fratelli della sacralit della vita pensiamo ad esempio a quanti cattolici approvino la definizione di dignit della vita che porta ad abomini come leutanasiaCuriamo anche i ragazzi in modo da far crescere nuove leve, affinch sinnamorino della Madonna e del servizio agli altri, in cui possono incontrare GesTi propongo di creare uno squadrone che rallegri il pellegrinaggio!!!. Non il 1936 ma il 14 febbraio dello scorso 2007. La Destra ha aderito subito esplicitamente a tutte quelle iniziative a favore della moratoria per laborto e pro-vita organizzate dalla CEI Conferenza Episcopale Italiana, dalla persona del Cardinale Arcivescovo S.E. Dionigi Tettamanzi e dalle strutture della Arcidiocesi di Milano, dal Movimento per la Vita ambrosiano, dai Centri di Aiuto alla Vita e dai movimenti ecclesiali. E: Il movimento politico La Destra, conscio della sua missione laica, che non potr mai essere laicismo anticristiano bens laicit collaborante con il mondo religioso ed ecclesiale, deve cooperare con esso per dare un volto umano alla nostra societ affinch, al dire di papa Paolo VI, possa trasformarsi in civilt dellamore. Una civilt capace di superare la cultura della morte attuale e le ingiustizie sociali della globalizzazione politica e delle multinazionali che, come insegna S.S. Papa Benedetto XVI: non lunica alternativa possibile al benessere delluomo e della societ. Un altro Squadrone , il Glorioso Klan dei S.O.E.M. (Squadrone Operativo Esploratori Mercenari) nato con il gioco Rogue Spear nellanno 2000 dal 15 marzo 2007, prende la via di Americas Army , divenendo cos il nuovo gioco ufficiale del Clan. Il SOEM un clan senza fini di lucro ed ha lo scopo di creare nuove amicizie e consolidare sani valori quali la LEALTA e lONORE, tra gli appassionati di questo videogame nellambito del multiplayer e tutto quello scritto pura fantasia, basta consultare www.soemclan.it Ma dai giochi si passa alla realt, anche se allucinante, della DMN, Destra Moderata Nazionale, che proponendo uno Stato fondato sulla sovranit e lautonomia della famiglia che, oggi, non pi padrona, neppure in casa propria la difende con chiare regole, e al punto 3 si dice : attuare una politica della vita , contro tutte quelle filosofie che ci hanno condotto alla

8 concessione di sussidi per abortire e alla negazione di sgravi per i figli a carico. Credo che tutti ricordino lindignazione rossa e nera e la caccia al romeno, allindomani dello sciagurato delitto di una donna romana, violentata e derubata. Ma quanti ricordano le ordinarie violenze sulle donne e in famiglia come il dimenticato caso del 70enne italianissimo, che stupr una nipotina e poi si suicid cospargendosi di alcol? La vittima oggi ha 15 anni. Il nonno abus sessualmente di lei per cinque anni e con lui altri tre parenti. La prima volta che fu violentata non aveva ancora dieci anni, capit mille volte ancora, ad opera del nonno con i suoi tre amici. Sedici anni prima unaltra nipotina di otto anni per la vergogna si tolse la vita cospargendosi di alcol e, schiacciato dal dolore, poco tempo dopo, anche suo padre si suicid. Tutto si svolse in un piccolo paese pugliese, non distante da Brindisi. I due amici del nonno di 62 e 41 anni,il Tribunale per i minori di Lecce li aveva gi giudicati indegni a svolgere il ruolo di padri: per questo era stata tolta loro la patria potest dei figli minorenni. Fatti di un anno e poco pi f, gi atrocemente dimenticati. Ma tornando al movimento degli squadroni per la vita, non si pu non encomiare, Roberto de Mattei, docente di storia all'Universit di Cassino, divenuto consulente di Fini alla Convenzione europea. I suoi due fari: la tradizione cristiana come fondamento della nuova Europa e la difesa delle istituzioni naturali, la famiglia e gli Stati-nazione. Disse guardando , agli Stati Uniti di George W. Bush e della Moral Majority: Ogni anno, a gennaio, la marcia per la vita a Washington mobilita migliaia di persone e una miriade di associazioni. Un mondo sommerso che non si esprime direttamente in politica ma agisce come un forte gruppo di pressione sui parlamentari.E aggiunse: Mi chiedo se alla vittoria delle destre in tutta Europa corrisponder un reale cambiamento sui temi della vita. Non ci interessano governi di destra che facciano politiche di sinistra. Meglio il contrario, piuttosto. Francesco Storace, in pieno stile da Squadrone Bianco oggi afferma:Se qualcuno aveva ancora dubbi, servito: La Destra c, una forza di popolo, viva, compatta, numerosa. Tutti dovranno fare i conti col nostro movimento, che rappresenta la vera novit del panorama politico italiano. Non sar la censura a fermarci, niente e nessuno potr fermare le nostre idee, la nostra voglia di cambiamentoE questa la nostra grande forza: essere, sempre e comunque, dalla parte del cittadino. La Destra guarda avanti, corre e non si ferma pi. Ed vero cresce la Destra, cresce la Velocit, cresce la corruzione, cresce lastensionismo, cresce la violenza, il bullismo. La crescita il primo punto di ogni programma politico. Hanno dimostrato tutti come cresciuto il peso del loro portafoglio, dellappetito, dellarroganza. Figuriamoci se dovessimo parlare di decrescita, di difesa del diritto laico, di resistenza e lotta. La sinistra? Improvvisamente pudica e sicura dei fatti delle sue storiche donne, compresa la signora Binetti, che ha avuto seraficamente modo di dire in data odierna a proposito dellaborto come messaggio forte: Non credo che quella di Berlusconi sia una mossa politica. E la naturale elaborazione di un pensiero che ha a cuore la vita, senza se e senza distinguo dice la senatrice del Pd. Eh si , la sinistra ha taciuto e sorridendo acconsentito. come chi avvezzo a uneducazione regale e a uno stile di tradizione non violenta, pacificatrice. Le donne, certe donne, non ringraziano nessuno
http://www.gennarocarotenuto.it/1855-lo-squadrone-bianco-della-vita/

almeno secondo me
di Sara Luccarini Secondo me non esiste una razza inferiore ed una superiore, poich apparteniamo tutti ad una grandissima razza che conta circa sette miliardi di persone: la razza umana. Sulla base di mie riflessioni, il razzismo non altro che paura di un individuo di rapportarsi agli altri, al mondo e, per questo, crea un guscio attorno a se, dentro al quale possono entrare solo le persone con le caratteristiche somatiche e caratteriali pi simili alle sue, escludendo le altre, fino a giudicarle inferiori, perch non possono attraversare quel guscio. Il razzismo nella storia nato durante le politiche espansionistiche delle Europa, dopo che Colombo scopr lAmerica; da quel momento cominci il commercio degli schiavi, che venivano considerati non come persone, ma come esseri inferiori impossibilitati a rapportarsi con gli europei invasori di quella nuova terra triste sapere che lessere diversi da alcune persone, persone nelle quali radicata la paura, viene percepito come errore della specie ed anomalia da eliminare. Cosi fece il dittatore tedesco, Hitler, che rintanato nel suo guscio, pauroso dei cambiamenti, fece eliminare dieci milioni di persone, che seppur diverse, avevano una serie di caratteristiche in comune, come per esempio essere umani. Una persona molto saggia mi ha insegnato che si diversi luno dallaltro, ma quando nasciamo, tutti reagiamo alla vita nello stesso modo: col pianto, quasi a caratterizzare la nostra umanit cos ricca di caratteristiche uniche ed irripetibili nella loro omogeneit. Purtroppo ancora oggi in alcuni paesi, in alcune persone, questo odio, o questa misera paura, radicata; nessuna accettazione delle diversit, cos come di qualunque altro cambiamento. Espressioni di razzismo che hanno segnato l'umanit come lo sterminio degli ebrei e/o la segregazione razziale in Sud Africa, pur avendo persistito nella loro distruttivit per troppo tempo, hanno trovato risposta nel contrasto espresso dalla pi parte della gente che ha saputo e voluto credere nel cambiamento, nell'equit; la stessa gente che vuole vedere riflesso il suo volto allo specchio e che, pur non negando le diversit, le accoglie quali fonte di ricchezza creando Comunit multiculturali, quindi pi ricche. La discriminazione unespressione di razzismo, tende a vivere in modo altro coloro gi destinati alla persecuzione con conseguenze devastanti, quali la negazione di beni e di servizi, finanche di dignit. Il vissuto discriminatorio tende ad impedire un vissuto normale, affermato, nell'ambito di quella che dovrebbe essere la comunit di appartenenza: una vera ingiustizia! Secondo me l'atteggiamento discriminatorio nasce dalla ricchezza materiale e culturale che gli europei avevano al momento delle conquiste di nuove terre, ma, ahinoi, quelle ricchezze non sono state sfruttate al meglio ed anzich cercare lo scambio con i nativi, stata messa in atto una carneficina di corpi e di menti, quasi a cancellare ci che c'era prima del loro arrivo. triste rendersi conto di appartenere ad un popolo di conquistatori incapaci di interagire con la diversit, incapaci di cogliere il frutto della diversit ed assaporarlo sino a renderlo parte integrante del processo di cambiamento. Secondo me questa incapacit inconcepibile: gli esseri umani non appartengono a diverse razze, ma una sola razza umana popola il Pianeta. Uomini, donne, bambini che dovrebbero godere degli stessi diritti e doveri, un aggregato di diversit che, solo, pu spostare il destino del mondo.

10 In ambito umano la razza non esiste, se non nella mente di alcuni individui, saranno magari loro ad appartenere ad una qualche altra razza ?

Mappa Concettuale: La razza umana

"tutti noi abbiamo un'origine comune, siamo tutti figli dell'evoluzione dell'universo, dell'evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli"
Margherita Hack

" La prima ricchezza la generosit... la prima povert l'ignoranza " Il dialogo tra persone fatto di domande, risposte, scambi e ... sogni. Chi ha paura di fare domande non ricever risposte, dove mancano domande e risposte non fioriscono i sogni.
Mustapha N'Dao

L'ANTIFASCISTA di Ilaria Cucchi

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Perch sto con la mamma di Aldrovandi


Noi eravamo presenti al momento della pronuncia della sentenza della Corte di Cassazione. Lucia Uva, Domenica Ferrulli ed io. Perch noi in questi anni siamo diventati una famiglia. Noi sappiamo cosa significa lottare momento dopo momento per una giustizia che si da per scontata ma che molto spesso non lo . Noi sappiamo quanto importante per noi, e per quelli come noi, che finalmente e definitivamente coloro che hanno tolto la vita a un ragazzino che non aveva fatto niente di male siano stati giudicati colpevoli. Questa la giustizia in cui vogliamo credere. Questo ci che da a noi la speranza di andare avanti. Questo ci che riuscita a fare, da sola, Patrizia Moretti. Per la sua famiglia, per Federico che ora le sorride da lass ma che mai nessuna sentenza potr restituirle. Ma anche per l'intera collettivit. E per noi, che senza il suo coraggio non avremmo mai trovato la forza necessaria per intraprendere battaglie di simili dimensioni. Patrizia lo ha fatto sapendo bene che quanto aveva di pi prezioso non le sarebbe stato restituito da una sentenza di condanna. Nella quale ella stessa, pur sapendo benissimo come erano andate le cose, avendo imparato a sue spese a conoscere questa giustizia in tanti momenti non ha sperato. E lo ha fatto anche nell'illusione di poter cambiare una cultura. Quella terribile per la quale chi indossa una divisa ha ragione a prescindere. Ma contro il pregiudizio e l'ottusit a volte non basta nemmeno questo. Se oggi, di fronte all'evidenza delle atrocit che hanno fatto coloro che hanno ucciso Federico Aldrovandi, c' ancora chi ha il coraggio di difenderli. E non solo. Purtroppo. Patrizia ha visto calpestata la vita di suo figlio, appena diciottenne e con tutta la vita davanti, ed oggi dopo tanto dolore aggiunto al dolore, quello di una lotta impari affrontata con lo strazio della consapevolezza che ormai la sua vita era finita nello stesso istante in cui era finita quella di Federico, vede calpestata anche la sua memoria. Ma che senso ha tutto questo? E la nostra realt politica non ci aiuta. Troppo presi evidentemente a fare leggi su misura per loro. Ignorando quali sono i problemi veri della gente comune. Gente che per merito della nostra giustizia riesce a fatica a far emergere realt scomode, grazie solo ed esclusivamente alle pubbliche denunce. Quelle rivolte alla gente normale. Quelle che fanno indignare il vicino di casa e l'impiegato dell'ufficio postale, che solo in quel momento assumono consapevolezza dei soprusi che avvengono ogni giorno nell'indifferenza generale. Perch fa comodo a tutti non parlarne. Cos. Come se niente fosse successo. Perch parlarne vuol dire mettere in discussione l'intero sistema. Molto meglio chiedere a noi di farcene una ragione. Sfatiamo questo mito. La giustizia non uguale per tutti. Cambiano le persone che comandano questo Paese, ma non cambia la mentalit. Se il ministro degli interni, piuttosto che tacere, ritiene opportuno esprimersi in maniera vaga anzich compiacersi per la vittoria della giustizia, quella vera, una volta tanto. Cosa dovremmo pensare noi?

12 Che siamo soli. E ancora una volta qualcuno ce lo ha dimostrato. Ma niente e nessuno riuscir a farci desistere dal nostro bisogno di giustizia. I nostri cari non sono morti per un puro caso, ma per colpa di chi avrebbe dovuto tutelarne i diritti. E nessuno pu chiederci di far finta di niente. Lo sappiamo bene quanto e sar dura. E sappiamo anche bene che possiamo confidare solo su noi stessi, sul nostro avvocato e angelo. E sul coraggio di Patrizia. Che ha cresciuto un ragazzo fantastico, che sarebbe stato accanto a lei per tutti i giorni della sua vita, se quattro assassini non avessero deciso di portarlo lontano da lei. fonte globalist 26 giugno 2012

Insultata la madre di Aldrovandi


tratto da globalist Nella pagina Facebook di una associazione che difende i poliziotti frasi vergonose: faccia da culo, comunista di merda. di Checchino Antonini 25 giugno 2012 Fermate questo scempio, per dio!. Una signora s'inviperisce su Facebook perch la mamma di Federico Aldrovandi avrebbe chiesto il carcere per i colpevoli della morte di suo figlio. Usa il maiuscolo come a dire che vorrebbe urlarlo e d la stura ai commenti sul profilo. Ma la signora non una signora qualunque, la presidentessa dell'associazione che convinta che in Italia esista un problema di diritti umani per gente come i poliziotti della Diaz o i par che torturarono i civili in Somalia o, appunto, i quattro agenti che il 25 settembre del 2005 incontrarono un ragazzo di 18 anni e lo fecero fuori in pochi minuti di "controllo di polizia". Tre sentenze spiegano per filo e per segno le loro responsabilit nell'aver spezzato il cuore, mozzato il respiro, spaccato due manganelli addosso a quel ragazzo. L'associazione in questione, "Prima difesa", promuove anche corsi di guida e di tiro a segno per i suoi associati e ha perfino convinto a intervenire nel processo Aldrovandi un noto difensore dei diritti umani dei premier, Ghedini, l'avvocato di fiducia di un'altra vittima del sistema, Silvio Berlusconi. Ma niente da fare: quei quattro sono stati riconosciuti colpevoli e il Viminale ha addirittura promosso una transazione con i familiari dell'unica vittima di questa storia, Federico Aldrovandi, prima ancora che la Cassazione mettesse la parola fine alla vicenda.

13 Ma la signora urla su fb: Fermate questo scempio, per dio! e le risponde Forlani Paolo, probabilmente un omonimo di uno dei colpevoli o forse proprio lui, misteri di fb. Ma hai (visto, ndr) che faccia di culo aveva sul tg... una falsa e ipocrita (Patrizia Moretti, ndr) spero che i soldi che ha avuto ingiustamente possa non goderseli come vorrebbe..... adesso non st pi zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie.... Forse proprio uno dei quattro condannati. Altri tre funzionari di ps, per la cronaca, sono stati riconosciuti colpevoli da un altro processo per i depistaggi di quella mattina di settembre. Forlani, per, si ritiene vittima di un'ingiustizia. La butta in politica. L'hanno incastrato la politica e la mediaticit e, con fiuto da segugio, urla (ossia usa il maiuscolo come la signora) anche lui: Vergognatevi tutti, comunisti di merda.... Interviene tale Bandoli Sergio, fiero nella foto con il cappello da alpino: La "madre" se avesse saputo fare la madre, non avrebbe allevato un "cucciolo di maiale", ma un uomo!. Un distillato di violenza e ferocia in mezzo ad altri commenti di gente che discute se si debba scaricare il caricatore intero addosso a uno che non si fermato a un posto di blocco oppure se si debba tenere un proiettile da parte per chi si dovesse avere a che dire del trattamento riservato al delinquente. Forlani insiste: Noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non hanno fatto niente x aiutarlo mi fa incazzare un pochino e stiamo pagando x gli errori dei genitori... massimo rispetto per Federico ma mi dispiace noi non lo abbiamo ucciso, e con questo vi saluto. Il massimo rispetto per Federico avrebbe potuto dimostrarlo quando ce l'aveva di fronte. Invece sfida chiunque a leggere gli atti e trovare un verbale dove dice che Federico morto per le lesioni che ha subito.. In realt, non appena l'indagine si disincagli, grazie a una controinchiesta della famiglia, la prima perizia disse che Federico mor per le conseguenze dell'incontro con i poliziotti, la sentenza di primo grado dir dell'abnorme uso della violenza fisica da parte degli agenti, del furioso corpo a corpo tra gli agenti di polizia e Federico, durante il quale vennero rotti due manganelli, con i quali colpirono l'Aldrovandi in varie parti del corpo, continuando dopo che lo stesso era stato costretto a terra e qui immobilizzato al suolo, nonostante i verosimili ma impari tentativi del ragazzo di sottrarsi alla pesante azione di contenimento che ne limitava il respiro e la circolazione. In secondo grado stata sottolineata l'estrema violenza e le modalit scorrette e lesive degli agenti, quasi volessero 'punire' Aldrovandi. Inevitabile la querela per diffamazione depositata nel pomeriggio di questa domenica da Patrizia Aldrovandi ai carabinieri di Ferrara.

LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE


tratto da Informare per resistere di Noam Chomsky

Lelemento principale del controllo sociale la strategia della distrazione che consiste nel distogliere lattenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle lites politiche ed economiche.

14 1 La strategia della distrazione. Lelemento principale del controllo sociale la strategia della distrazione che consiste nel distogliere lattenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle lites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dellinondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione anche indispensabile per evitare linteresse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, delleconomia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. Sviare lattenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo Armi silenziose per guerre tranquille). 2 Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo anche chiamato problema reazione soluzione. Si crea un problema, una situazione che produrr una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libert. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. 3 La strategia della gradualit. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po di anni consecutivi. Questo il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni 80 e 90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precariet, flessibilit, disoccupazione di massa, salari che non garantivano pi redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. 4 La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare quella di presentarla come dolorosa e necessaria guadagnando in quel momento il consenso della gente per unapplicazione futura. E pi facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perch lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perch la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che tutto andr meglio domani e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si d pi tempo alla gente di abituarsi allidea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriver il momento. 5 Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicit diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto pi si cerca di ingannare lo spettatore, tanto pi si tende ad usare un tono infantile. Perch? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilit, questa probabilmente tender ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi Armi silenziose per guerre tranquille). 6 Usare laspetto emozionale molto pi della riflessione. Sfruttare lemotivit una tecnica classica per provocare un corto circuito dellanalisi razionale e, infine, del senso critico dellindividuo. Inoltre, luso del tono emotivo permette di aprire la porta verso linconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti 7 Mantenere la gente nellignoranza e nella mediocrit. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavit. La qualit delleducazione data alle classi sociali inferiori deve essere la pi povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dallignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori (vedi Armi silenziose per guerre tranquille).

15 8 Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrit. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti 9 Rafforzare il senso di colpa. Far credere allindividuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacit o sforzo. In tal modo, anzich ribellarsi contro il sistema economico, lindividuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti linibizione ad agire. E senza azione non c rivoluzione! 10 Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le lites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il sistema ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dellessere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema riuscito a conoscere lindividuo comune molto meglio di quanto egli conosca s stesso. Ci comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un pi ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su s stessa.

... le multinazionali
di Alessandro Raffa per Nocensura.com

Alcune tra le pi potenti multinazionali del mondo; L'80% del mercato mondiale in mano a 147 multinazionali, alla cui base ci sono Goldman Sachs e/o Morgan Stanley e/o JP Morgan e/o Citigroup e/o poche altre super-banche d'affari, satelliti di quelle menzionate, che vanno tutte a braccetto con le banche Rothschild, i signori delle banche centrali. Controllano le agenzie di rating Standard & poor's, Moody's e Fitch che condizionano mercati ed i governi, controllati tramite Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club di Roma, CFR, Aspen Institute etc...ovviamente controllano i principali mass media capaci di far eleggere o distruggere la reputazione a qualsiasi politico...

L'obiettivo? Controllare il mondo. Kennedy negli anni '60 aveva rivelato al mondo la presenza di questi "poteri forti" che volevano assumere il controllo del governo USA... un discorso che gli costato la VITA... .

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(vedi http://www.nocensura.com/2011/11/ildiscorso-che-costo-la-vita-jf.html) purtroppo

sono riusciti perfettamente nel loro intento, il governo USA saldamente in mano a loro da molti anni, e stanno estendendo il loro dominio al mondo... per farlo hanno bisogno di avere dalla loro parte le nazioni pi potenti e quelle che possiedono risorse naturali, e il quadro praticamente chiuso... i loro uomini comandano in tutti gli stati europei, negli ultimi anni non si muove foglia che il Bilderberg non voglia... i "pezzi grossi" dell'UE sono tutti loro uomini, cos' come lo Monti, il neoeletto Hollande in Francia e la coalizione che ha vinto in Grecia... hanno dalla loro parte i principali partiti di maggioranza e anche quelli di opposizione, con l'arma del debito tengono tutte le nazioni in pugno, inoltre con i politici corrotti che ci sono trovano terreno fertilissimo... Noi non vi chiediamo di crederci sulla parola, ma prima di tacciarci di "complottismo" informatevi... fate ricerche, leggete diverse fonti di informazione, magari se evitate l'informazione che gestiscono loro per un tantino meglio... ;) Solo una persona ignorante (nel senso che ignora) pu definire ''complottista'' questa realt... ... anch'io quando Prodi ci chiedeva sacrifici per entrare nel paradiso-Europa ero felice, e vedevo di buon occhio l'Unione Europea ... a quei tempi ignoravo persino l'esistenza del Bilderberg group, figuriamoci se sapevo che il mortadellone ne faceva parte! INFORMATEVI... sentite entrambe le campane, RIFLETTETE sui fatti, troverete le risposte in modo SPONTANEO, perch qui non si tratta di CREDERE a tizio o credere a caio: qui si tratta di VALUTARE lucidamente le varie teorie, e SOPRATUTTO cercare riscontro nella REALTA' DEI FATTI... quella non opinabile. E forse vi renderete conto che, quei "complottisti", alla fine, non avevano tutti i torti... Informatevi sul "trattato di Lisbona", su quello di Velsen che istituisce Eurogendfor, sul "Meccanismo Europeo di Stabilit", sulle connessioni tra i politici pi influenti del mondo ed il gruppo Bilderberg ed i vari gruppi di potere simili, ne scoprirete delle belle... Di seguito alcuni articoli dai quali trarre spunti di riflessione...
APPROFONDIMENTI: "Quello che devi sapere sul "MES" e le altre leggi dittatoriali dell'Unione Europea" http://www.nocensura.com/2012/06/quello-che-devi-sapere-sul-mes-e-le.html "L'ITALIA VITTIMA DI UN COMPLOTTO E LE PROVE CHE MONTI COMPLICE" http://www.nocensura.com/2012/06/litalia-vittima-di-un-complotto-e-le.html "Le grandi famiglie che dominano il mondo" http://www.nocensura.com/2012/06/le-grandi-famiglie-che-dominano-il.html "HENRY KISSINGER E IL GRUPPO BILDERBERG DIETRO ALL'OMICIDIO DI ALDO MORO" http://www.nocensura.com/2012/06/henry-kissinger-e-il-gruppo-bilderberg.html "Chi Mario Monti. Quel che viene taciuto per evitare una sommossa" http://www.nocensura.com/2012/05/chi-e-mario-monti-quel-che-viene.html DOSSIER GOLDMAN SACHS: tutto sulla "superbanca" da 1 trilione di dollari http://www.nocensura.com/2011/11/dossier-goldman-sachs-tutto-sulla.html "DOSSIER: La famiglia pi potente del mondo: i ROTHSCHILD" http://www.nocensura.com/2012/02/dossier-la-famiglia-piu-potente-del.html

"Il mondo in mano ad una casta: il Club Bilderberg + video intervista a Estulin" http://www.nocensura.com/2012/04/il-mondo-in-mano-ad-una-casta-il-club.html "Il club Bilderberg - La storia segreta dei padroni del Mondo. di Daniel Estulin" http://www.nocensura.com/2012/03/il-club-bilderberg-la-storia-segreta.html "Eurogendfor, la nuova polizia europea con poteri illimitati" http://www.nocensura.com/2011/11/eurogendfor-la-nuova-polizia-europea.html "Il passato scomodo di Monti, dirigente FIAT nel periodo di tangenti a Craxi" http://www.nocensura.com/2012/03/il-passato-scomodo-di-monti-dirigente.html "Conoscete lAspen Institute Italia?" http://www.nocensura.com/2012/03/conoscete-laspen-institute-italia.html "THE CORPORATION - documentario ITA" http://www.nocensura.com/2012/06/corporation-documentario-ita.html Questo articolo sul Blog: http://www.nocensura.com/2012/07/multinazionali-banche-gruppi-di-potere.html con Luis Pacifico, Madre Anarchia, Stef-ahnia Addis e altri 32

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Segnalato da Cinzia Ferrari


CONDIVIDO IN PIENO: ....Terremoto del cavolo, c' una cosa che non hai capito della mia terra, ora te la racconto. Per chiamarci non basta una parola sola: Emilia Romagna, Emiliano Romagnoli, ce ne vogliono almeno due; e anche un trattino per unirle, e poi non bastano neanche quelle. Perch siamo tante cose, tutte in...sieme e tutte diverse, un inverno continentale, con un freddo che ti ghiaccia il respiro, e una estate..tropicale che ti scioglie la testa, e a volte tutto insieme come diceva Pierpaolo Pasolini, capaci di avere un inverno con il sole e la neve, pianure che si perdono piatte allorizzonte, e montagne fra le pi alte dItalia, la terra e lacqua che si fondono alle foci dei fiumi in un paesaggio che sembra di essere alla fine del mondo. Citt darte e distretti industriali, le spiagge delle riviere che pulsano sia di giorno che di notte, e spesso soltanto una strada o una ferrovia a separare tutto questo; e noi le viviamo tutte queste cose, nello stesso momento, perch siamo gente che lavora a Bologna, dorme a Modena, e va a ballare a Rimini come diceva Pier Vittorio Tondelli, e tutto ci sembra comunque la stessa citt che si chiama Emilia Romagna. Siamo tante cose, tutte diverse e tutte insieme, per esempio siamo una regione nel cuore dellItalia, quasi al centro dellItalia, eppure siamo una regione di frontiera, siamo anche noi un trattino, una cerniera fra il nord e il sud, e se dal nord al sud vuoi andare e viceversa devi passare per forza da qui, dallEmilia Romagna, e come tutti i posti di frontiera, qualcosa da ma qualcosa prende a chi passa, e soprattutto a chi resta, ad esempio a chi venuto qui per studiare a lavorare oppure a divertirsi e poi ha decido di rimanerci tutta la vita in questa terra che non soltanto un luogo, un posto fisico dove stare, ma soprattutto un modo di fare e vedere le cose. Perch ad esempio qui la terra prende forma e diventa vasi e piastrelle di ceramica, la campagna diventa prodotto, e anche la notte e il mare diventano divertimento, diventano industria, qui si va, veloci come le strade che attraversano la regione, cos dritte che sembrano tirate con il righello. E si fa per avere certo, anche per essere, ma si fa soprattutto per stare, per stare meglio, gli asili, le biblioteche, gli ospedali, le macchine e le moto pi belle del mondo. In nessun altro posto al mondo la gente parla cos tanto a tavola di quello che mangia, lo racconta, ci litiga, laceto balsamico, il ripieno dei tortellini, la cottura dei gnocchini fritti e della piadina e mica solo questo, sono pi di 4000 le ricette depositate in Emilia Romagna; ecco la gente lo studia

18 quello che mangia, perch ogni cosa, anche la pi terrena, anche il cibo, anche il maiale diventa filosofia, ma non resta lass per aria, poi la si mangia. Se in tutti i posti del mondo i cervelli si incontrano e dialogano nei salotti, da noi invece lo si fa in cucina, perch siamo gente che parla, che discute, che litiga, gente che a stare zitta proprio non ci sa stare, allora ci mettiamo insieme per farci sentire, fondiamo associazioni, comitati, cooperative, consorzi, movimenti, per fare le cose insieme, spesso come un motore che batte a quattro tempi, con una testa che sogna cose fantastiche, per con le mani che davvero ci arrivano a fare quelle cose l, e quello che resta da fare va bene, diventa un altro sogno. A volte ci riusciamo a volte no, perch tante cose spesso vogliono dire tante contraddizioni. Che spesso non si fondono per niente, al contrario non ci stanno proprio, per convivono sempre. Tante cose tutte diverse, tutte insieme, perch questa una regione che per raccontarla un nome solo non basta. Ora ti ho raccontato quello che siamo, non credere di farmi o farci paura con due giri di mazurca facendo ballare la nostra terra... terremoto E-R - http://www.mediconadir.it/node/502

Il terremoto in Emilia : Corrado Augias risponde a una professoressa.


tratto da Partigiani del Terzio Millennio Caro Augias, sono una prof d'inglese in una piccola e deliziosa scuola media della provincia di Ferrara (Comacchio), dopo la prima scossa non ho mai sentito cos forte il peso della responsabilit che il mio adorato mestiere comporta. S, insegnare bene, certo; formare dei cittadini, va bene, questo l'ho sempre vissuto: 25 giovani vite che maneggiano parole e zainetti pi grandi di loro. Ma quando la nostra scuola ha cominciato a tremare e ho visto la mia classe atterrita e ho

tra le macerie - Mirandola

gridato "Sotto i banchi" e subito dopo "Tutti fuori! Ordinatamente!" ho sentito l'adrenalina fermare il respiro e allo stesso tempo quel senso di protezione atavico che li avrei presi in braccio uno per uno con la forza dell'incredibile Hulk. Nel campo aperto consolarsi stato pi facile ma altrettanto impegnativo; molti piangevano perch per un'ora non abbiamo saputo che cosa fosse successo ai parenti, alle case, i cellulari non prendevano e io continuavo a ripetermi "stai calma, sorridi e stai calma". Alle volte certi ministri ci hanno fatto sentire inutili appendici di una lavagna multimediale, poi succede una tragedia cos. Livia Santini Un terremoto, come una guerra, fatto anche di questi gesti che non esagerato definire epici: pensare agli altri, tenere i nervi a posto, fare le mosse giuste, ordinatamente. Sono certo che in Emilia gesti cos sono stati numerosi. Credo che molti, me compreso, abbiano sentito in modo particolare il dolore per questa sciagura. L'Emilia non una regione come le altre, quel "Bel pezzo dell'Emilia" come la chiam (2004) il nostro amico rimpianto Edmondo Berselli, un concentrato di tutto ci che ci piace in questo paese: ideali durevoli, un realismo temperato dalla fantasia, la passione per il lavoro ben fatto che non esclude il divertimento, le battute, anche quelle grasse, una religiosit alla don Peppone, lontanissima dalle perfide astuzie vaticanesche. Una terra di confine tra la cordialit mediterranea e l'efficienza settentrionale che non conosce gli eccessi di altre zone del paese, una terra la cui generosit comincia dalla sua cucina e finisce nella bonomia di quelle cadenze dialettali che richiamano da sole il buonumore. Anche il famoso comunismo emiliano, quando c'era, era di questa pasta, sapeva di agnolotti e di lambrusco e poi di cooperative certo; ma le cooperative non servivano solo ai finanziamenti politici, davano gi nel nome il senso di quella orizzontalit dei rapporti che hanno lasciato ammirati i sociologi come Robert Putnam ("La tradizione civica nelle regioni italiane", 1993) e fatto delle sue scuole elementari un modello da studiare nel mondo. C' un'altra caratteristica negli emiliani, la tenacia. Ne daranno prova anche adesso, ci possiamo scommettere. Corrado Augias

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Terremoto, Finale Emilia: volpino salvato dai volontari del Centro Fauna
tratto da Partigiani del Terzio Millennio Era rimasto intrappolato tra le macerie di un edificio rurale completamente distrutto dal sisma del 29 maggio nei pressi della frazione di Canaletto nel comune di Finale Emilia, un volpino che stato recuperato dai volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena. Durante un sopralluogo nella zona dell'edificio insieme alla Forestale, i volontari hanno avvertito il latrato del volpino provenire da sotto le macerie. L'animale, molto probabilmente sepolto da un ulteriore crollo provocato da una delle recenti scosse, ora in cura per alcune ferite nella sede del Centro in via Nonantolana a Modena. Il Centro fauna opera sulla base di una convezione con la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna selvatica in difficolt. Per le segnalazioni e richieste di intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339 8183676-339 3535192 oppure possibile chiamare anche il servizio 118.

Penso sommessamente che questanno il 2 giugno si onori di pi la Repubblica andando fra i terremotati che fra i carri armati (Massimo Gramellini)

Emilia, come acquistare il parmigiano della solidariet


di Francesca Porta
31 maggio 2012 tratto da Stile.it News

Continua la campagna della Coldiretti per aiutare le aziende agroalimentari danneggiate dal terremoto Il Parmigiano Reggiano, l'aceto balsamico di Modena, il prosciutto di Parma, il Lambrusco: dall'Emilia Romagna partono verso l'Italia e il resto del mondo alcune delle pi prestigiose produzioni agroalimentari nazionali. In questa regione si produce oltre il 10% del Pil agricolo di tutto il nostro Paese.

20 Dopo le violente scosse di terremoto che il 20 e il 29 maggio hanno colpito il modenese (causando 24 morti), questa enorme ricchezza si trova ad affrontare danni di dimensioni colossali. Il sisma ha provocato il crollo di case rurali, stalle e stabilimenti, la distruzione di macchinari agricoli, il danneggiamento di cantine, acetaie e magazzini per la stagionatura del formaggio. Secondo le prime stime, si tratta di un danno da 500 milioni di euro. Per aiutare la ripresa economica del settore, gi dopo il primo sisma, la Coldiretti ha attivato una e-mail terremoto@coldiretti.it - a cui ci si pu rivolgere per inviare richieste e ordini d'acquisto di parmigiano (ma non solo). Basta scrivere specificando il proprio nome, indirizzo, telefono, prodotto e quantitativo cui si interessati. >>Una mail per salvare il parmigiano Nei giorni scorsi sono state migliaia le e-mail arrivate all'indirizzo della Coldiretti. Se anche voi avete scritto all'indirizzo indicato, ma non avete ancora ricevuto una risposta, dovete solo avere un po' di pazienza. Le evidenti difficolt organizzative dovute al sisma rendono in questi giorni particolarmente complicate le forniture e le verifiche sulle disponibilit dei prodotti, si legge infatti sul sito internet della Coldiretti di Modena. Al momento il Parmigiano Reggiano disponibile in alcuni punti vendita a Modena, ma presto estenderemo l'iniziativa anche in altre citt italiane. Sar necessario qualche giorno prima che sia disponibile un elenco dei caseifici dove acquistare. Nel frattempo scrivete alla mail indicata. Riceverete tutti una risposta. E un ringraziamento per la vostra solidariet.

Segnalato da Monica Donadio Teniamo botta come solo noi emiliani sappiamo fare! !

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Tratto da IL COMPORTAMENTO DEL CANE PRINCIPALI ANOMALIE COMPORTAMENTALI E LE

GRAZIE A TUTTI VOI DA TUTTI NOI!!! Per tutto quello che state facendo per le popolazioni colpite dal terremoto!!!

La terra trema
di Lucia Bozza Le maestre, durante l'esercitazione per l'evaquazione da terremoto, sanno bene cosa fare e cosa dire ai loro bambini: "tutti sotto i banchi al suono della tromba! "contate fino a 10 e poi in fila veloci gi dalle scale" Io sono una supplente e quando quella tromba suonata, il cuore mi balzato in gola. Anche i bambini si sono spaventati, il suono della tromba stato troppo forte e improvviso, ma ci siamo preparati cercando di mantenere la calma, dopo aver fatto quanto prescritto, con registro alla mano, siamo scesi gi in cortile. Appello, controllo, e poi tutti in classe di nuovo... contenti di aver perso una mezz'ora di lezione! Qualche bimbo della quarta e della quinta elementare, i pi grandi, ha avuto un momento di cedimento: specie chi aveva vissuto la prima scossa, quella delle 04.00 del mattino di domenica 20 maggio, non ha retto emotivamente l'esercitazione a sorpresa, ma credo di poter affermare che nessuna maestra pensava mai di dover vivere realmente quanto imparato, almeno, io non lo pensavo, e invece... Le supplenti non possono permettersi di astenersi dal lavoro nemmeno per un giorno, se chiamate ci devono essere e quel giorno ...29/05/2012 era gi segnato nella mia agenda da un po' di tempo. La mattina, prima di partire per il lavoro, ho fatto quello che solo le donne sanno fare, e che quando sono affiancate da grandi uomini pesa meno: il "family puzzle"! Incastri un figlio qua, un figlio l, marito al lavoro e via, in macchina direzione Sala Bolognese con la radio che per una mezz'ora al giorno solo tua e che, nel caso specifico, sembrava mandare solo notizie riguardanti il terremoto in Emilia, si continuano a registrare scosse su scosse... Sono pochi i chilometri che separano Sala Bolognese da Finale Emilia, distrutta dal terremoto di domenica scorsa, un terremoto che ha sconvolto l'Emilia Romagna. Siamo in piena Pianura Padana. Ricordo il primo giorno di questa supplenza, a febbraio: distese infinite di neve disseminate di orme di animali notturni. Io sembravo ipnotizzata da questa meraviglia della natura. Di notte doveva esserci chiss quale viavai su quei campi che di giorno apparivano invece immacolati. Ma la natura non solo pacifica... Quella mattina del 29 maggio ... due chiacchiere con le colleghe circa la grande scossa di una settimana

22 prima, la paura, il disastro... la fine imminente della scuola e... di corsa in classe. Quella mattina avevo una prima elementare nelle prime ore: bimbi splendidi. E' successo tutto all'improvviso. Nessun suono di tromba. Un fremito interno e poi la sensazione, terribile, che non dovesse finire pi. Erano le 9.00. Avevo appena fatto l'appello: conteggio della mensa, comunicazioni, solita bistrattata routine. Stavo iniziando la lezione... in piedi, alla lavagna, di spalle ai bambini. E' per questo che non l'ho sentito subito. Ho capito che stava succedendo qualcosa quando mi sono girata e con mia grande sorpresa non ho pi visto i bambini... loro, povere stelle, l'avevano sentito arrivare subito... quel serpente gigante aveva scosso le loro sedioline e fatto tremare i loro banchi e il loro cuoricino. Loro, molto pi adeguati di tati adulti, hanno immediatamente messo in pratica ci che le maestre avevano insegnato durante le esercitazioni: senza alcun incitamento si sono infilati sotto ai banchi, ligi e scattanti. Poi il boato ha squarciato l'aria pregna di attesa e di urla. E 1.... E poi il tremore dell pareti, del pavimento, dei lampadari, di tutto. E 2, 3, 4,.... E la voglia di correre fuori, di precipitarsi gi dalle scale fregandosene di tutti. E 5, 6, 7, 8.... E la collega, quasi una mamma, attenta, premurosa, calma. E 10.... "Tranquilli bimbi!" E 11, 12, 13.... "ora passa." E 14, 15, 16....20... "Appena smette ci mettiamo in fila, calmi e tranquilli." E 25... "E' tutto a posto." E 30 "Veloci!" "Su!" "Bravi!" "Con calma e senza spingere" "Gi, gi, forza!" "Bravi" E' durato molto pi dei 10 secondi contati e ricontati per scherzo durante le ricreazioni quando l'esercitazione non era altro che una gara di velocit. I bambini grandi, come nel corso delle esercitazioni, si mostravano pi spaventati. Qualche crisi di pianto alle quali le mamme-maestre hanno saputo reagire con esperienza ed affetto, hanno saputo consolare, tranquillizzare, incitare... il tutto con il registro alla mano, in quanto non deve mancare nessuno all'appello, nemmeno chi si fa prendere dal panico e si avvinghia alla cattedra, quasi fosse un'ancora di salvezza: viene preso in braccio, con forza ed amorevolezza viene portato gi in cortile quasi di peso, tutti i bimbi devono essere rigorosamente sotto gli occhi preoccupati, ma al contempo determinati delle maestre. Certo che dopo aver consegnato l'ultimo bambino ai genitori ... anche le maestre crollano... e... dico io... per fortuna!! Sono donne, il pi delle volte, ma anche uomini, con la responsabilit di 30 "figli affidati", non possono commettere errori o mancanze, sarebbe troppo alto il prezzo da pagare. Questa considerazione mi porta a pensare a quanto, in realt, il lavoro di queste persone

23 venga poco considerato dalla Comunit... in tutti i sensi. Ho sentito un solo ringraziamento via radio destinato loro, le maestre, i bidelli. Quanto sono scontate le loro cure e le loro attenzioni !!! In tutto questo marasma mi assale un pensiero piuttosto angosciante che si fissa nella mia mente: il mio family puzzle... sar ancora tutto intero? Per fortuna stavolta andata bene.. Evviva le maestre! Evviva i bimbi!

IL TEMPO E' PADRONE?


O l'uomo ad essere il possessore del tempo? di Daniele Mongiorgi Il tempo padrone? O l'uomo ad essere possessore del tempo? A volte sembra che le persone siano schiave del tempo, perch vivono giorno per giorno dipendendo da esso e non si accorgono di come riescono a sprecare il loro tempo a disposizione. Quando si adulti non si pensa pi al tempo, ma, automaticamente, si vive la veloce e monotona quotidianit. I giorni non sono uguali a quelli d'infanzia (tempi ormai andati perduti), ma passano molto pi velocemente e sembrano tutti uguali, soprattutto quando una persona si diverte, quando fa qualcosa che le piace, quando viaggia o anche quando vive un periodo felice della sua vita. Sar perch il lavoro di ogni giorno, le solite faccende domestiche, la solita routine giornaliera fanno sembrare che la vita passi pi velocemente senza accorgersene?! Le azioni incalzano, i giorni fuggono, uno dopo l'altro e non c' tempo per guardarli, numerarli, quasi vederli, che... sono gi svaniti, lasciando nelle nostre mani un pugno di cenere. Invece quando si bambini, nell'et della pubert, il tempo sembra assumere una forma eterna e indefinita: un'ora viene vissuta come se fosse una giornata. Com'erano lunghi, senza fine, i giorni d'infanzia! Un'ora era un universo, un'epoca intera, che un semplice gioco riempiva, come dieci dinastie. I bambini vivono senza problemi e senza pensieri, appunto perch non hanno la vera cognizione del tempo. Gli adulti, invece, sono sempre pieni di preoccupazioni che sembrano avere quasi sempre una scadenza nel tempo. Le persone, senza accorgersene, vivono una corsa contro il tempo che non potranno vincere; mentre gli umani vivono con la fretta in tasca, il tempo va con calma. Riguardo l'origine del tempo, molti ritengono che sia iniziato per mano e volere di Dio, come altri pensano che sia iniziato con il Big Ban; comunque sia il concetto rimane lo stesso: il tempo ha origine con la nascita di se stessi, relativo. Il tempo non c'era, non esisteva prima che Dio creasse il mondo, cominci ad esistere contemporaneamente all'esistenza dell'universo. Ognuno ha il suo passo, cos come il tempo ha il suo e non aspetta nessuno. E' necessario conoscere la concezione del tempo, importante saperlo ottimizzare ed usarlo con giudizio. Se l'uomo in grado di controllare il tempo, allora sar capace di controllare pienamente la propria vita. Il tempo un dono prezioso.

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SOLO SABBIA
di Christian Palladino Solo sabbia nei miei occhi solo sabbia nei miei pochi anni i minuti sono rintocchi vestiti da vecchi tiranni.

Musiche di voci straziate odo, nell'eterno gioco di volont assetate ove il tempo brucia come fuoco. Bombe, spari, cuori imbrattati sangue, prigioni, menti sbranate mamme e bambini malmenati in questo inverno che non sar mai estate. Guardate fuori da questa finestra c' la guerra, la guerra una straziante orchestra di nenie, di lamenti ricopre la terra. Solo sabbia son costretto a mangiare solo sabbia nel cerchio dei miei anni mi hanno rubato il tempo di sognare vittime, vittime di squallidi inganni. Il sole, i raggi, il vento, la pioggia le stagioni continuano la loro vita i pensieri scaricati in me come in una tramoggia rivolgo gli occhi al cielo lontane le mie dita. Prego... a quale Dio? Se son qui a decidere chi tra tanti debba governare ma chi sono io? Servo, schiavo della logica del dominare. Solo sabbia calpesto solo sabbia Solo sabbia mi tiene compagnia lacrime e lacrime di rabbia in questa solitudine unica amica mia.

immagini tratte da: http://www.stranierisalvatore.it/bimbo.htm

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Alla ricerca dello sguardo nel nulla


di Tino Di Cicco Passare indenni attraverso la vita. Uscire come siamo entrati. Con la stessa fame dassoluto; con lo stesso bisogno di purezza. Non piegati dalle nostre sconfitte. Non illusi dalle nostre certezze. Senza cedere di un millimetro alle pretese del potere. Senza perdere il ricordo di come eravamo prima di essere tempo. Soffrendo la mancanza di Orione, come laffamato quella del pane. Innamorati dellamore, anche quando lo chiamano dolore. Perch lamore non separa la rosa dalla spina: sa che nella rosa c anche la spina, e nella spina la rosa. Perch pi cieco del cieco lamore, eppure vede anche attraverso la notte. E pi muto del muto, eppure ci parla come nessuna parola. Lamore pi povero del povero, eppure non invidia niente, neanche al pi ricco dei ricchi. Non cerca la libert lamore, perch non ha pi niente da volere. Non teme la necessit che ci governa; perch chi sa della necessit, sa anche della gioia. Non teme pi la morte, perch ha conosciuto le radici del nulla, diventando proprio per questo amore. Non conosce principio n fine lamore: era prima dellinizio, e sar anche dopo la fine. Lamore rinuncia che non rinuncia; tempo senza pi il tempo. Perch lamore pazienza infinita: sa che la violenza non pu niente in amore; e lamore vuole soltanto amore. Ma qui ci si batte solo per il trono e la gloria; con la potenza del ferro e dellinganno ci si batte. E chi vince, vince quasi solo perch ha i migliori artigli sul mercato. Pochi non si rassegnano, e cercano oltre. Sono quelli che vengono evitati da vivi, per essere poi molto lodati da morti; si chiamino Ges o Don Chisciotte; Antigone o Simone Weil. Gli altri siamo tutti in corsa per accaparrarci un po di prestigio sociale; come se diventare il pi mafioso dei mafiosi possa diventare un merito particolare. Gli altri siamo rassegnati allesistente come se fosse lassoluto. Gli altri abbiamo sbarrato ogni feritoia che sapesse di cielo, per non perdere tempo dicevamo, per non dover pensare a quello che non siamo, a quello che non saremo mai. Gli altri abbiamo confuso bellezza e silicone, e adesso non soffriamo pi la mancanza della luna. Gli altri siamo come dentro una guardinga pace, nessuno ci disturbi con una parola vera, potrebbe precipitare tutto in un istante. Cos, senza fede per linvisibile ci siamo rintanati dentro le nostre televisioni, confondendo reality e vita, news e dolore vero. Cos piano piano abbiamo rinunciato a guardare a viso aperto il nulla, e abbiamo perso per sempre la gioia.

Gli Jenish : un tentativo svizzero di genocidio

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Lettura-spettacolo "Vita mia, parla Dal nostro rifiuto allo sterminio scientifico
lettura-spettacolo sulla persecuzione rom dalle opere di Mariella Mehr con: DiJana Pavlovic (voce recitante) George Moldoveanu (violino) testi a cura di Dijana Pavlovic e Giuseppe di Leva a cura de l Centro Studi "G.Donati" in collaborazione con la Facolt di Scienze della Formazione, EMI, Ass.ne MedicoNADiR con il contributo dellAlma Mater Studiorum - Universit di Bologna Originari del centro Europa e considerati la terza minoranza europea del popolo zingaro (circa 100mila tra Austria, Francia, Germania e Svizzera) gli Jenisch hanno subito nel paese elvetico un tentativo di sterminio scientifico che, iniziato nel 1926, terminato solo nel 1975. Gi dal 1500 furono oggetto di persecuzioni ed espulsioni per il loro nomadismo, gli Jenisch furono costantemente oggetto di tentativi forzati di assimilazione. Nel 1825 un gruppo di Jenisch venne processato a Lucerna per crimini contro la societ; torturati, confessarono pi di 1000 crimini. Condannati a pene detentive, vennero tolti loro i bambini con l'intenzione di rompere le famiglie per contrastare cultura, lingua e modi di vita di una comunit che non rifletteva gli ideali di ordine dell'epoca.
http://www.mediconadir.it/node/497

27 Cento anni dopo, nel 1926, in pieno clima di cultura eugenetica di pulizia della razza che spirava anche in Svizzera, un insegnante di ginnasio, Alfred Siegfried, poi espulso per pedofilia, divenne responsabile della sezione Scolarit infantile della fondazione Pro Juventute. Determinato a vincere il male del nomadismo alle sue radici, nei bambini, convinto della necessit di ridurre il numero degli Jenisch attraverso il divieto di matrimonio e la sterilizzazione, fond il programma Hilfswerk fur die kinder der Lanstrasse (opera di assistenza per i bambini di strada), che si proponeva di eliminare l'ereditariet dei comportamenti di un popolo definito da molti psichiatri malato dalla nascita e per il quale si rendevano scientificamente necessarie la separazione dei bambini dai genitori e dai fratelli, la tutela permanente con ricoveri in cliniche psichiatriche e in case di detenzione. I genitori, invece, erano costretti alla sterilizzazione. Il programma fu finanziato dalla Federazione Elvetica, da benefattori, industriali e dalle famose emissioni di francobolli della Pro Juventute. Il consigliere federale e presidente della fondazione Heinrich Haberlin nel 1927 scrisse: La Pro Juventute si assegnata un nuovo compito ... chi di noi non conosce queste famiglie nomadi i cui membri, nella pi gran parte, vagabondano senza regole e che, come cestai, lattonieri, mendicanti e peggio, costituiscono una macchia scura sulla nostra terra svizzera cos fiera della propria cultura dell'ordine? . A partire dal 1926, la Pro Juventute inizi a togliere sistematicamente i figli Jenisch ai loro genitori, le madri vennero sterilizzate, cancellando quasi ogni traccia della loro identit e origine. Molti bambini si ritrovarono in cliniche psichiatriche o in prigione, dove subirono maltrattamenti, violenze terapeutiche (come l'elettroshock) ed abusi sessuali. Siegfrie termin il suo compito e l'attivit della campagna nel 1958, dopo una breve parentesi con lo psicologo Peter Dobeli, licenziato per aver abusato sessualmente di due ragazze. Dal 1961 l'attivit di epurazione prosegu sotto la guida di una suora cattolica, madre Clara Reust, sino al 1975, dopo lo scandalo provocato dal coraggio e dalla determinazione di Teresa Wyss, una madre Jenisch alla quale erano stati tolti i 5 figli e che nel 1961 aveva denunciato inutilmente la Pro Juventute al Tribunale federale e che solo nel 1970 sar ascoltata dalla stampa. Non si conosce il numero esatto delle vittime, principalmente bambini, che potrebbe oscillare tra i 585, certificati dagli archivi della Pro Juventate, ai 2000 stimati, poich in questa campagna furono attivi anche altri centri assistenziali quali l'associazione cattolica. Nel 1987 la Confederazione elvetica ha chiesto scusa agli Jenisch, riconoscendo la propria responsabilit morale e politica. Svizzera Scuse sommesse per lOlocausto zingaro di Guido Romeo Oggi gli Jenisch in Svizzera sono circa 35.000 e, di essi, solo il 10% pratica ancora il nomadismo in forme e strutture regolamentate. Alla cultura Jenisch appartiene un idioma particolare, tramandato per via orale, che comprende circa 600 parole base. Nel 1996 il Consiglio federale l'ha dichiarato una lingua svizzera non legata ad una determinata regione.

28 La scrittrice elvetica Mariella Mehr, figlia di nomadi, strappata ai genitori (definiti rispettivamente una prostituta ed un asociale), sottoposta a terapie di elettrochoc, sterilizzata dopo averle tolto il figlio, la vittima pi celebre del programma di assimilazione umanitaria dei nomadi nella societ svizzera, gestito dall'ente benefico, la Pro Juventute (Hilfswerk fr die Kinder der Landstrasse - Opera di assistenza ai bambini senza fissa dimora), destinato a proteggere i bambini minacciati di abbandono e di vagabondaggio. Dobbiamo ringraziare il suo talento letterario per averci reso edotti di quel che avvenuto nella nazione delle Convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario, dove si riunisce annualmente la Commissione dei Diritti Umani, dove ha sede la Croce Rossa.

Notizie dallesilio di Mariella MEHR 19 settembre 2007

A me rimasto un cantare, una manciata di speranza alla vista della verit, che conosce soltanto me e non pu essere la verit di nessun altro. Un girasole forse, un regalo alla vita del quale nessuna morte si avvicina e nessun paese non scritto. ***** Mettimi tra i centri, come fossi una di loro ancora incolume, non fuoco sulfureo nientaltro che un istante sconosciuto. Liberami dalla fame di memoria spediscimi lontano senza messaggi una volta almeno per la durata di una fitta al cuore come la storia del fiore di nessuno. Appoggia bene il tuo piede, lungo le mie linee della vita la pietra lucida ti serba rancore. Le mie mani, una treccia di fiato, non sanno niente dellaffidabilit di radici con un domicilio, derubate di ogni terra conducono una vita daria. Provvista di speciali garanzie, che nessuno capisce, non la mia ombra, non il mio cuore, oggetto ritrovato, cos mi consegno, ancora goffa a piedi migranti. *****

29 Le maree della menzogna, lo sai, raggiungono a intervalli sempre pi brevi la riva. Fredde come cadaveri giacciono poi sotto i portici della felicit e strappano la carne dalle ossa degli infelici, che spargono le loro ombre come sabbia negli occhi delle ore. A me rimasto un cantare, una manciata di speranza alla vista della verit, che conosce soltanto me e non pu essere la verit di nessun altro. Un girasole forse, un regalo alla vita del quale nessuna morte si avvicina e nessun paese non scritto. Erba degli zingari, canto, in minore, diciamo, solo in minore le nostre canzoni diventano esseri umani e vita, diciamo, vita, si canta facilmente come ritorno della felicit. Parola, accettami con la tua pazienza e il tuo odore di crescita selvaggia del fuoco. Dillo alle nostre madri che nessun pianto aiuta quando dagli occhi dei loro bambini scorre la cenere che i nostri aguzzini ancora chiamano lacrime.

Foto di Raffaele Annunziata

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La semifinale
di Francesco Montori Ricordiamo ai gentili ascoltatori che si sono appena collegati che il terzo turno della gara Uomovino contro Uomocibo sta per iniziare. Una semifinale che possiede tutte le caratteristiche di una finale leggendaria, anche se non ci ha ancora entusiasmato a sufficienza. Lincontro incominciato senza alcun colpo di scena. I due concorrenti hanno mantenuto la loro eleganza e compostezza. Il Giocatore Calice ha iniziato a sorseggiare del Refosco schioccando la lingua sul palato ad ogni amarognola deglutizione. Una tecnica studiata per innervosire lavversario, come il famoso gorgoglio sbarazzino del vincitore delledizione scorsa. Dal canto suo, Il Giocatore Forchetta ha gustato a bocconi brevi e intensi duecento grammi di una delicata fiorentina. Le fasi successive del primo turno hanno visto comparire e scomparire sulle tavole del Cabernet Franc Lison e del Merlot Selva Maggiore da una parte, un piatto di bresaola rucola e grana e delle costolette di vitello dallaltra. Solo nella seconda fase del secondo turno, mentre il Giocatore Forchetta stava assaporando una manciata di branzino al forno, il sopracciglio del Giocatore Calice ha iniziato a tremare, la tensione si fatta pi rumorosa del silenzio allinterno dellenorme sala da pranzo. Tutti hanno osservato la base del bicchiere appoggiarsi sul tavolo. Stava per abbandonare il campo in segno di sconfitta? Ma ecco che distogliendo lo sguardo dal suo avversario, che si stava pulendo la bocca con un tovagliolo, ha impugnato il bicchiere, continuando a bere un signorile Chardonnay trentino e sorridendo beffardamente ad ogni sorso. Dopo questo apparente colpo di scena, il secondo turno si concluso senza pi sorprese.

E oras, proprio ora, carissimi ascoltatori. Sui tavoli i giudici di gara stanno servendo rispettivamente un bicchiere di Cuv Veneto e un Profiterole al cioccolato. Il Giocatore Calice non perde tempo. Appoggia le sue labbra sul bordo e butta gi quasi met del bicchiere. Sensazionale, amici ascoltatori. Come se niente fosse, ha dato prova di essere ancora con piedi, gambe, stomaco e testa allinterno della partita. Dovreste vedere il suo volto beato e lievemente strafottente, mentre si rivolge al pubblico che sta sorridendo per la sua spavalderia. Ma un momento, il Giocatore Forchetta non sembra affatto infastidito dal suo chiaro sfott. Ha appena infilzato una palla succulente del Profiterole, divorandola in un sol boccone. Per un attimo colpo di scena incredibile, il Giocatore Calice in preda a singhiozzi violentiha appena versato il vino sul tavolo e da non crederci, amici ascoltatori, anche il Giocatore Forchetta in preda a veri e propri crampi allo stomaco. No! Ha spostato con un gesto di stizza il piatto davanti a lui. Ed pari, quindi. S! E pari. Portate e bicchieri di recupero saranno serviti tra una mezzora esatta, per la conclusione di una partita che si sta rivelando molto pi combattuta e sofferta di quanto pensassimo fino a pochi minuti fa.

31 Ne approfitter quindi per rivolgere la stessa domanda ai due concorrenti: Che cosa veramente vi ha fatto ritirare prima della fine del match e del verdetto dei giudici? Giocatore Calice: Pensavo di avere la vittoria in mano, ma davanti al Profiterole, vede, la voglia di addentarlo era troppa, e quindi sono stato colpito dai tipici singhiozzi da mancanza di cui soffrono gli sportivi di questa disciplina. Giocatore Forchetta: Dopo il primo turno, ho cominciato a fingere indifferenza. Ma avrei dato qualunque cosa per bere un po del vino del mio avversario. Mi sono ostinato a proseguire pagandone le conseguenze. Non ero satollo, come erroneamente pu pensare, ma assetato fino alla disperazione. Bene, gentili ascoltatori. Chiss come finir questa semifinale. Chiss chi dei due riuscir a scampare alle tentazioni che laltro gli presenter davanti nel tempo di recupero. Ci ricollegheremo con voi tra pochi minuti. Restate con noi. Mi raccomando.

Henry Jenkins
Henry Jenkins (Atlanta, 4 giugno 1958) un accademico e saggista statunitense che si occupa di media, comunicazione e giornalismo. Al momento Jenkins professore presso la University of Southern California, in precedenza stato al MIT dove ha codiretto il Comparative Media Studies Program. Jenkins noto al pubblico per i libri di cui stato autore, in particolare in Italia conosciuto Cultura convergente, che stato pubblicato con una prefazione del collettivo Wu Ming.[1]
tratto da:
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C' bisogno di sinistra HENRY JENKINS, #OCCUPY E LA PARTECIPAZIONE COME LOTTA.


AUDIO DELL'INCONTRO DI BOLOGNA

Compendio a cura di Wu Ming 1 Ecco la registrazione della conferenza tenuta da Henry Jenkins al DAMS di Bologna il 27 giugno scorso. Per facilitare lascolto, proponiamo un breve compendio del suo discorso. Jenkins inizia elencando i progetti nei quali attualmente coinvolto: nellarco dei prossimi sei mesi usciranno ben quattro libri che lo vedono tra gli autori. I titoli riflettono lampio spettro dei suoi interessi. Oltre allattenzione per le tematiche educative e legate allistruzione, emerge ed emerger ancor pi nel corso della conferenza la torsione pi esplicitamente politica che il suo lavoro sta conoscendo negli ultimi tempi. La ripresa di attivismo politico-sociale sulle due sponde dellAtlantico e lirruzione sulla scena USA di un movimento come Occupy Wall Street (Jenkins lo cita pi volte nellintervento iniziale e nelle risposte alla domande) hanno retroagito sulle teorie del professore, che per molti versi, studiando la cultura dei fan, ne aveva intuito lavvento, le modalit partecipative e le pratiche di riappropriazione e remix delle immagini mediatiche. Tra gli esempi pi icastici che mostrer nel corso dellincontro, spicca il Casually Pepper Spray Everything Cop. Dopo la breve intro, Jenkins propone unarticolata analisi della parola contenuto. E una parola sempre pi usata nellindustria culturale e dellintrattenimento, ma il suo significato viene dato per scontato, mentre di scontato non c pi nulla. La realt che il termine descrive

32 sta subendo radicali trasformazioni. Ben presto, il contenuto come labbiamo conosciuto fino a oggi non esister pi. Non possibile chiudere a chiave [lock down] il contenuto, esso non conosce pi luoghi esclusivi n versioni definitive, non viene prodotto una volta per tutte per essere trasmesso a un pubblico che si limita a riceverlo e fruirlo nei modi che ci erano consueti. Il contenuto non pi definibile senza prendere in considerazione luso che ne viene fatto dal pubblico, i riutilizzi da parte della comunit. Oggi il contenuto aperto, partecipato, rimixabile, spalmabile [spreadable] su diverse piattaforme, potenzialmente globale (sebbene il suo varcare le frontiere geoculturali avvenga in modi imprevedibili) e transmediale. Jenkins precisa che con laggettivo transmediale indica linsieme delle relazioni che si creano tra gli elementi di una narrazione che vengono dispersi tra i vari media. Perch si possa parlare di transmediale, la dispersione deve avvenire in modi significativi, cio che producono ulteriore senso. Ci riguarda tanto linsieme quanto i singoli elementi considerati ciascuno per conto proprio. Un film tratto da un romanzo non un esempio di transmedialit; lo sarebbe invece un film che proseguisse e arricchisse la storia iniziata in un romanzo, per poi passare il testimone a un fumetto, a un gioco di ruolo etc. A un certo punto, Jenkins indica gli affreschi, gli altorilievi e le statue dellex-salone da ballo di Palazzo Marescotti, e definisce quellinsieme un esempio di transmedialit di unepoca precedente alla nostra [gli affreschi di Giuseppe e Antonio Rolli risalgono alla fine del XVII secolo, quelli di Giuseppe Antonio Caccioli ai primi del XVIII, N.d.R.]. I soggetti mitologici dei dipinti fanno riferimento a storie iniziate altrove e con altri mezzi (i poemi epici, il teatro tragico), storie che a loro volte vengono riprese dalle sculture, e ogni elemento in risonanza con gli altri. Non necessario che il transmediale sia digitale. Altri non lui utilizzano il termine crossmediale, che per non descrive lo stesso fenomeno. Secondo Jenkins, crossmediale si riferisce a strategie di marketing e campagne di promozione predisposte dallindustria dei media, mentre transmediale si riferisce a una narrazione che prosegue nel tempo attraverso diversi media con la partecipazione attiva (e molto spesso con la spinta iniziale) di una o pi comunit di fan. Secondo Jenkins, anche le lotte sindacali [labor struggles] nellindustria culturale avvengono in uno scenario mutato e riplasmato dal transmediale. Ne un esempio lo sciopero degli autori avvenuto a Hollywood qualche anno fa. Loggetto del contendere era se i contenuti on line andassero considerati mera promozione o ulteriore contenuto da remunerare. Jenkins fa ulteriori e importanti precisazioni terminologiche, o meglio, concettuali: 1. Cultura partecipativa non sinonimo di web 2.0 e nemmeno di prodotti interattivi. Web 2.0 un modello di business, interattivit una dimensione predeterminata e preincorporata dallindustria nei suoi prodotti, mentre la partecipazione nasce dal basso e per iniziativa degli utenti, del pubblico, dei fan, dei riappropriatori e remixatori. E spesso la partecipazione strappata dai fan con le unghie e coi denti, contro le pretese dellindustria di predeterminare il rapporto. Lesempio sono le proteste degli utenti dei social network contro le norme di utilizzo, le politiche sulla privacy etc. Jenkins dice (e la definizione ci sembra davvero significativa): La cultura partecipativa la storia delle lotte sulle diverse piattaforme mediali. Questa dimensione conflittuale stata pi volte sottolineata. Ci preme rimarcarlo, perch a volte Jenkins stato semplicisticamente descritto come un ottimista, mentre uno studioso delle contraddizioni e delle battaglie in corso nellindustria dei media (non ci sembra fortuita la sua menzione di Karl Marx in una delle risposte fornite a Palazzo Marescotti). Battaglie il cui esito non scontato. 2. Virale una parola da non usare, da evitare, perch implica che la comunit degli utenti sia un mero oggetto di contagio, linsieme dei ricettori di un virus. Laggettivo virale inquadra la situazione nel modo sbagliato, rimettendo la palla in mano allindustria dei media, ridando potere a questultima.

33 3. Consumatori unaltra parola che dovremmo sforzarci di non usare, di superare, perch oggi difficilissimo distinguere in modo netto latto del consumo da quello di unulteriore produzione di contenuto . 4. Circolazione e distribuzione non sono affatto la stessa cosa: la distribuzione di un prodotto dipende dalle scelte dellindustria, mentre la sua circolazione dipende dalle scelte della comunit degli utenti . 5. Oltre a essere spalmabile, un contenuto di successo devessere anche trivellabile [drillable], ovvero: a partire da esso devono essere possibili molteplici approfondimenti, un andare a fondo che precisa e arricchisce il messaggio. Lesempio negativo fornito da Jenkins la recente campagna Kony2012, il cui contenuto era certamente spreadable ma non certo drillable, dato che tutto si fermava alla superficie di un messaggio semplicistico. I realizzatori del video non hanno fornito alcuna chiave o possibilit di approfondire e saperne di pi sullargomento: il sito web era molto povero, lo staff scarsamente preparato etc. La parte delle domande & risposte densa e piena di spunti. Parlando del Tea Party, Jenkins spiega che non tutto ci che viene dal basso per forza buono e progressista: esistono processi dal basso nocivi e culture partecipative reazionarie, negli USA come in Europa. La parte delle domande & risposte densa e piena di spunti. Parlando del Tea Party, Jenkins spiega che non tutto ci che viene dal basso per forza buono e progressista: esistono processi dal basso nocivi e culture partecipative reazionarie, negli USA come in Europa. E ora, buon ascolto! http://www.wumingfoundation.com/suoni/Henry_Jenkins_in_Bologna_June27th_2012_part1.m p3 http://www.wumingfoundation.com/suoni/Henry_Jenkins_in_Bologna_June27th_2012_part2.m p3 Non tutti sanno che ...

Il Lampione di Palazzo Re Enzo...


tratto da Succede solo a Bologna Posto all'angolo di palazzo Re Enzo, tra Piazza del Nettuno e Via Rizzoli e creato nel 1920, si tratta di uno degli oggetti di arredo urbano pi belli della citt di Bologna, di grande qualit ed eseguito con cura estrema dei dettagli. Un imponente e splendido elemento decorativo, alto circa tre metri e mezzo, che campeggia all'angolo della facciata nord-ovest del palazzo medievale in Piazza del Nettuno. Recentemente ristrutturato dall'architetto Francisco Giordano, ora annuncia, direttamente collegato con le sale parto di tutta la citt, i nuovi nati a Bologna. (oggi, 25 maggio '12, ore 11.45 "segnala" una nuova nascita - foto di Marco Colombari). Dai reparti, attraverso uno specifico software, parte un segnale attivato dal personale che fa scattare la luce del lampione. Non tutti sanno che...

il RUSCO
tratto da Succede solo a Bologna Il vocabolo dialettale Rssc (immondizia, pattume), spesso italianizzato dai bolognesi in Rusco, deriva dal latino classico ruscus, che significa pungitopo o arbusto cespuglioso, usato anticamente per fabbricare scope.

34 Arbusto che una volta era facile trovare di fianco a casa e dato che il pattume era solo quel po' che si buttava, tipo ossa o rimasugli di cibo che non mangiavano gli animali, si diceva "sbatl'in tl rsc"!! Praticamente lo buttavano sotto la pianta come concime.. E adesso, "al ...sbatain ancra in tl rosc!"(suggerita da Simone Perez Calligola) Non tutti sanno che...

"L'Angolo dei Cretini"


tratto da Succede solo a Bologna

A Bologna esiste un angolo detto "dei Cretini" (in dialetto l'angl di cretn o al cantn d'inbezll). Si trova sotto il portico che fa angolo tra Piazza Re Enzo e Via Rizzoli, dove ora si trovano una gioielleria e un edicola. Tale nome deriva dal fatto che un tempo i giovanotti, ma anche gli scansafatiche e i perdigiorno, trascorrevano le loro giornate proprio in questo angolo, fischiando e facendo schiamazzi al passaggio di belle donne...

Navigando qua e l Ubuntu: ci che vorremmo essere


segnalato da Alessandra Mirabelli tratto da : Sei un Fattone se... Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una trib africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta. Quando gli si presero dopodich, godettero fu dato il segnale per partire, tutti i bambini per mano e si misero a correre insieme, una volta preso il cesto, si sedettero e si insieme il premio.

Quando fu chiesto ai bambini perch abbiano voluto correre insieme, visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero "UBUNTU", come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?" UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: "Io sono ci che sono per merito di ci che siamo tutti" Abbiamo cos tanto da imparare nella nostra "cultura occidentale civilizzata" vero ?

L'ANELLO ...
segnalato da Barbara Tinarelli Uno studente and dal suo professore con un problema: Mi sento una nullit, non ho la forza di reagire. Dicono che sono un buono a nulla, che non faccio niente di bene, che sono un idiota. Come posso migliorare? Che posso fare perch mi stimino di pi? Il professore senza guardarlo rispose: Mi spiace, ragazzo, ma ora non posso aiutarti. Devo prima risolvere un problema mio. Poi, forse. E facendo una pausa aggiunse: Se mi aiuti, posso risolvere il mio problema pi rapidamente e poi forse posso aiutarti a risolvere il tuo... Certo, professore! balbett il giovane, ma ancora una volta si sent mortificato.

35 Il professore si tolse un anello dal mignolo e lo diede al ragazzo: Monta a cavallo e va al mercato. Devi vendere questo anello perch devo pagare un debito. Occorre ricavarne il pi possibile. Ma non accettare meno di una moneta doro. Va e torna con la moneta al pi presto! Il giovane prese lanello e part. Appena giunto al mercato cominci ad offrire lanello ai mercanti. Essi lo guardavano con qualche interesse, finch il giovane non diceva quanto chiedeva per lanello. Quando il giovane menzionava la moneta doro, alcuni ridevano, altri se ne andavano senza nemmeno guardarlo; solo un vecchietto fu abbastanza gentile da spiegare che una moneta doro era troppo per quellanello. Tentando di venire incontro al giovane, arrivarono ad offrirgli una moneta dargento e una coppa di rame, ma il giovane seguiva le istruzioni di non accettare meno di una moneta doro e rifiutava ogni offerta. Dopo aver offerto il gioiello a tutti quelli che passavano per il mercato, abbattuto dal fallimento sal a cavallo e torn indietro. Rimpiangeva di non avere una moneta doro per poter comprare egli stesso lanello in modo da liberare dalle preoccupazioni il suo professore e poter cos ricevere i suoi consigli. Giunto in casa e disse: Professore, mi spiace tanto, ma impossibile ottenere quello che mi ha chiesto. Forse potrei ottenere due o tre monete dargento, tutti dicono che il suo valore molto inferiore e mi hanno riso dietro ma, non si dovrebbe ingannare nessuno sul valore dellanello, non le pare? E importante quello che dici, giovanotto. rispose sorridendo Dobbiamo prima sapere il valore esatto dellanello. Riprendi il cavallo e vai dal gioielliere. Chiedigli a quanto si pu vendere lanello. Ma non importa quanto lo valuter, non venderlo. Riportalo poi qui. Il giovane col solito cavallo and dal gioielliere e gli chiese di valutare lanello. Il gioielliere esamin lanello con una lente, lo pes e disse: Di al tuo professore che se vuole venderlo subito non posso dargli pi di 58 monete doro. 58 MONETE DORO ? esclam il giovane. S, rispose il gioielliere, in un altro momento potrei arrivare ad offrire anche settanta monete, ma se ha urgenza di vendere... Il giovane corse emozionato a casa del professore per raccontare quel che era successo. Siediti. disse il professore e dopo aver ascoltato tutto il racconto, parl con calma: Tu sei come questo anello, un gioiello prezioso e unico. Pu essere valutato solo da un esperto. Pensavi forse che qualunque persona fosse in grado di scoprire il suo vero valore? Cos dicendo, si rimise lanello al dito.

Tutti noi siamo come quel gioiello. Preziosi e unici, andiamo per tutti i mercati della vita pretendendo che persone inesperte ci valutino. Solo lo specialista, il grande Gioielliere, conosce il tuo vero valore.

Immagine tratta: Marco Casagrande Orafo - Archeologo Sperimentale - in Bologna

le femmine profumano di fragole e di uva verde Giacomo Pontecorvo (anni 4)

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perch la fede nuziale si mette nel IV dito ?


di Angelo Bianco Impressionante, non ho mai sentito una spiegazione cos logica e bella del perch la fede nuziale si usa nel quarto dito... Leggete ne vale la pena. Una leggenda cinese riuscita ad spiegare in una maniera molto convincente: Il pollice rappresenta i genitori. L'indice rappresenta i fratelli, sorelle e amici. Il dito medio rappresenta te stesso. L'anulare (quarto dito) rappresenta il tuo coniuge. Il mignolo rappresenta i tuoi figli. Ora unisci le tue mani, palmo contro palmo, poi unisci un dito medio all'altro facendo in maniera che essi puntino verso te, come nella immagine... Ora tenta separare in maniera parallela i tuoi pollici (genitori) noterai che si separano perch i tuoi genitori non sono destinati a vivere con te sino alla tua morte, unisci le dita nuovamente. Ora faccia lo stesso con gli indicatori (fratelli, sorelle e amici) anche essi si separano perch loro se ne vanno ognuno alla ricerca del suo destino, unisci nuovamente le dita. Ora tenta separare i mignoli (figli) anch'essi si separano perch i figli crescono e quando possono farcela da soli se ne vanno, unisci nuovamente le dita. Finalmente prova a separare le dita anulare (coniuge)e ti sorprenderai quando non riuscirai assolutamente separale. Questo dovuto al fato che una coppia destinata a stare assieme sino a l'ultimo giorno della loro vita, ed per questo che la fede si usa nel quarto dito.

tratto da Suoni Ribelli

"Sono avaro di quella libert che sparisce non appena comincia l'eccesso dei beni." Albert Camus

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TESTAMENTO DI UN CANE
tratto da IL COMPORTAMENTO DEL CANE E LE PRINCIPALI ANOMALIE COMPORTAMENTALI

(Anonimo)

"Amico mio, la mia eredit non fatta di beni materiali, ma resteranno tuoi per sempre l'allegria, la gioia di vivere, il rispetto che spero di averti insegnato in tanti anni di vita in comune. Se sono riuscito a spiegarti cos' l'amore di un cane e tu sarai capace di regalare un amore che gli assomigli anche solo un po - a qualsiasi essere vivente, uomo o animale che sia - spero di averti lasciato un bene inestimabile e scodinzoler felice tra le nuvole. Una raccomandazione: non provare a dimenticarmi, non ci riusciresti... e non dire: "Basta animali, ho sofferto troppo"; se lo dicessi, vorrebbe dire che non ti ho lasciato nulla. Se ti ho insegnato l'amore dimostramelo, offrendolo ad un altro animale: ti dar anche lui tenerezza, allegria ed ancora amore. E alla fine ti lascer un testamento come questo. Cos senza accorgertene, continuerai ad imparare e crescere, ed un giorno ci ritroveremo tutti insieme in un unico paradiso, perch non c' un Paradiso per gli uomini ed un Paradiso per gli animali, ce n' uno solo per tutti quelli che hanno imparato ad amare". Al mondo non esiste miglior antidepressivo di un cucciolo che ti lecca la faccia. ANONIMO

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Ha permesso alla sua musica reggae di elevarci, informarci, intrattenerci, ispirare, ed attuare il cambiamento nel mondo. Bob Marley un musicista, un poeta e cantautore, un filosofo, un soldato, un attivista e un leader Cedella Marley tratto dal sito ufficiale di Bob Marley

C' una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente. (J. Krishnamurti, Di fronte alla vita)

39 tratto da Il blog di un folle

Lamore dagli occhi di un uomo distratto...


Lecce 17.06.2012

Tratto da Luna's Blog Mentre mia moglie mi serviva la cena, le presi la mano e le dissi:'' Devo parlarti''. Lei annui e mangio' con calma. La osservai e vidi il dolore nei suoi occhi....quel dolore che all'improvviso mi bloccava la bocca... mi feci coraggio e le dissi: ''Voglio il divorzio''. Lei non sembr disgustata dalla mia domanda e mi chiese soavemente: ''Perch?''. Quella sera non parlammo pi e lei

pianse tutta la notte. Io sapevo che lei voleva capire cosa stesse accadendo al nostro matrimonio, ma io non potevo risponderle ...aveva perso il mio cuore a causa di un'altra donna ...Giovanna! Io ormai non amavo pi mia moglie...mi faceva solo tanta pena...mi sentivo in colpa, ragion per cui sottoscrissi nell'atto di separazione che a lei restasse la casa, l'auto e il 30% del nostro negozio. Lei quando vide l'atto lo strappo a mille pezzi! ''Come ?! avevamo passato dieci anni della nostra vita insieme ed eravamo ridotti a due perfetti estranei?!'' A me dispiaceva tanto per tutto questo tempo che aveva sprecato insieme a me ...per tutte le sue energie....per non potevo farci nulla...io amavo Giovanna! All'improvviso mia moglie cominci a urlare e a piangere ininterrottamente per sfogare la sua rabbia e la sua delusione....l'idea del divorzio cominciava ad essere realt. Il giorno dopo tornai a casa e la incontrai seduta alla scrivania in camera da letto che scriveva...non cenai e mi misi a letto...ero molto stanco dopo una giornata passata con Giovanna.

40 Durante la notte mi svegliai e vidi mia moglie sempre l seduta a scrivere...mi girai e continuai a dormire. La mattina dopo mia moglie mi present le condizioni affinch accettasse la separazione. Non voleva la casa, non voleva l'auto, tanto meno il negozio...soltanto un mese di preavviso..quel mese che stava per cominciare l'indomani. Inoltre voleva che in quel mese vivessimo come se nulla fosse accaduto! Il suo ragionamento era semplice : ''Nostro figlio in questo mese ha gli esami a scuola e non giusto distrarlo con i nostri problemi''. Io fui d'accordo per lei mi fece un ulteriore richiesta:''Devi ricordarti del giorno in cui ci sposammo, quando mi prendesti in braccio e mi accompagnasti nella nostra camera da letto per la prima volta...in questo mese per ogni mattina devi prendermi in braccio e devi lasciarmi fuori dalla porta di casa '. Pensai che avesse perso il cervello, ma acconsentii per non rovinare le vacanze estive a mio figlio per superare il momento in pace. Raccontai la cosa a Giovanna che scoppio' in una fragorosa risata dicendo: ''Non importa che trucchi si sta inventando tua moglie...dille che oramai tu sei mio...se ne faccia una ragione!'' Io e mia moglie era da tanto che non avevamo pi intimit, cosi' quando la presi in braccio il primo giorno eravamo ambedue imbarazzati ...nostro figlio invece camminava dietro di noi applaudendo e dicendo: ''Grande pap, ha preso la mamma in braccio!'' Le sue parole furono come un coltello nel mio cuore...camminai dieci metri con mia moglie in braccio ...lei chiuse gli occhi e mi disse a bassa voce: ''Non dirgli nulla del divorzio ..per favore Acconsentii con un cenno, un po' irritato, e la lasciai sull'uscio. Lei usc e and a prendere il bus per andare al lavoro. Il secondo giorno eravamo tutti e due pi rilassati ...lei si appoggi al mio petto e potetti sentire il suo profumo sul mio maglione. Mi resi conto che era da tanto tempo che non la guardavo... Mi resi conto che non era pi cos giovane... qualche ruga... qualche capello bianco...! Si notava il danno che le avevo fatto! ma cosa avevo potuto fare da ridurla cosi'? Il quarto giorno, prendendola in braccio come ogni mattina avvertii che l'intimit stava ritornando tra noi...questa era la donna che mi aveva donato dieci anni della sua vita, la sua giovinezza, un figlio....e nei giorni a seguire ci avvicinammo sempre pi. Non dissi nulla a Giovanna per rispetto! Ogni giorni era pi facile prenderla in braccio e il mese passava velocemente. Pensai che mi stavo abituando ad alzarla , e per questo ogni giorno che passava la sentivo pi leggera. Una mattina lei stava scegliendo come vestirsi... si era provata di tutto, ma nessun indumento le andava bene e lamentandosi disse: ''I miei vestiti mi vanno grandi L mi resi conto che era dimagrita tanto...ecco perch mi sembrava cos leggera! Di colpo mi resi conto che era entrata in depressione...troppo dolore e troppa sofferenza, pensai. Senza accorgermene le toccai i capelli ...nostro figlio entr all'improvviso nella nostra stanza e disse: Pap arrivato il momento di portare la mamma in braccio (per lui era diventato un momento basilare della sua vita). Mia moglie lo abbracci forte ed io girai la testa ...ma dentro sentivo un brivido che cambi il mio modo di vedere il divorzio. Ormai prenderla in braccio e portarla fuori cominciava ad essere per me come la prima volta che la portai in casa quando ci sposammo...la abbracciai senza muovermi e sentii quanto era leggera e delicata ...mi venne da piangere! L'ultimo giorno feci la stessa cosa e le dissi: ''Non mi ero reso conto di aver perduto l'intimit con te Mio figlio doveva andare a scuola e io lo accompagnai con la macchina...mia moglie rest a casa. Mi diressi verso il posto di lavoro, ma a un certo punto, passando davanti casa di Giovanna, mi fermai, scesi e corsi sulle scale, lei mi apr la porta e io le dissi: ''Perdonami..ma non voglio pi divorziare da mia moglie; lei mi guard e disse: Ma sei impazzito? Io le risposi : No...e' solo che amo mia moglie...era stato un momento di noia e di routine che ci aveva allontanato ..ma ora ho capito i veri valori della vita , dal giorno in cui l'ho portata in braccio mi sono reso conto, osservandola e guardandola, che dovevo farlo per il resto della mia vita! Giovanna pianse mi tir uno schiaffo e entr in casa sbattendomi in faccia la porta. Io scesi le scale velocemente, andai in macchina e mi fermai in un negozio di fiori, le comprai un mazzo di rose e la ragazza del negozio mi disse: Cosa scriviamo sul biglietto?

41 le dissi:''Ti prender in braccio ogni giorno della mia vita finch morte non ci separi'' Arrivai di corsa a casa, feci le scale, entrai e di corsa mi precipitai in camera felicissimo e col sorriso sulla bocca, ma mia moglie era a terra ...morta! Stava lottando contro il cancro ...ed io che invece ero occupato a passare il tempo con Giovanna, senza nemmeno accorgermene. Lei per non farmi pena non me lo aveva detto, sapeva che stava per morire e per questo mi chiese un mese di tempo...s, un mese...affinch a nostro figlio non rimanesse un cattivo ricordo del nostro matrimonio....affinch nostro figlio non subisse traumi... affinch a nostro figlio rimanesse impresso il ricordo di un padre meraviglioso e innamorato della madre. Questi sono i dettagli che contano in una relazione...non la casa....non la macchina....non i soldi...queste sono cose effimere che sembrano creare unione e invece dividono. Cerchiamo sempre di mantenere il matrimonio felice...ricordando sempre il primo giorno di questa bella storia d'amore. A volte non diamo il giusto valore a ci che abbiamo fino a quando non lo perdiamo.

Tratto da La cultura negli aforismi

"Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor pi viaggiatori che non hanno i loro sentieri" (Gustave Flaubert), Lettere a Louise Colet, 1846/55

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"Siamo tutti dei visitatori di questo tempo e di questo luogo. Noi non facciamo altro che attraversarli. Il nostro compito qui di osservare, imparare, crescere e amare. Dopo di che ritorneremo a casa". (Proverbio aborigeno)

tratto da Anonymous ART of Revolution

"La strada mi arricchisce, continuamente. L avvengono gli incontri pi significativi, l'incontro della vera sofferenza, l'incontro di chi per ha ancora tanta speranza e allora guarda, attende. Per la strada nascono le alternative, nasce il voler conquistare dei diritti". (Don Andrea Gallo)
tratto da La cultura negli aforismi

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tratto da viol@ uniti "Il fascismo si cura leggendo e il razzismo si cura viaggiando" (Miguel de Unamuno)

"Nella vita incontrerai 3 tipi di persone: quelle che ti cambieranno la vita, quelle che ti rovineranno la vita e quelle che saranno la tua vita. (Vecchio Proverbio Africano) "Dona a chi ami ali per volare.. radici per tornare.. e motivi per rimanere.." (Dalai Lama)
tratto da Il Senso Della Vita

Un saggio indiano stava insegnando la vita ai suoi nipotini. Egli disse loro: Dentro di me infuria una lotta, una lotta terribile fra due lupi. Un lupo rappresenta la paura, la rabbia, linvidia, il dolore, il rimorso, lavidit, larroganza, lautocommiserazione, il senso di colpa, il rancore, il senso dinferiorit, il mentire, la vanagloria, la rivalit, il senso di superiorit e legoismo. Laltro lupo rappresenta la gioia, la pace, lamore, la speranza, il condividere, la serenit, lumilt, la gentilezza, lamicizia, la compassione, la generosit, la sincerit e la fiducia. La stessa lotta si sta svolgendo dentro di voi e anche dentro ogni altra persona. I nipoti rifletterono su queste parole per un po e poi uno di essi chiese: Quale dei due vincer? Lanziano rispose semplicemente: Quello che nutri. Anonymous ART of Revolution

Non temo per la possibilit che nel 2012 il mondo possa finire temo che il mondo possa continuare senza cambiare nulla

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segnalato da Sabrina Gavelli

MamAfrica 10 verit davvero scioccanti riguardo alla schiavit nel mondo: 1) Ci sono pi persone in schiavit ai nostri giorni che in tutte le altre epoche della storia umana. 2) Il "valore" degli schiavi diminuito. 3) La schiavit esiste persino nei civilissimi USA, Europa e Italia. 4) La schiavit nascosta dietro molti altri nomi, in modo da mascherarla di fronte alla societ. 5) Il metodo per la schiavit meno conosciuto anche il pi usato: i lavori forzati. 6) Il traffico di vite umane recentemente stato definito come "l'affare criminale a pi rapida crescita nel mondo". 7) Per poter comprare tutti i lavoratori legati alla schiavit allo scopo di liberarli, occorrerebbe spendere circa 30 euro a famiglia. 8) In questo modo si potrebbe mettere fine a tutte le schiavit nel giro di 25 anni. 9) Molti beni realizzati da schiavi entrano nelle nostre case senza che noi ci rendiamo conto della loro origine 10) Solo noi possiamo fare la differenza per risolvere il problema della schiavit nel mondo. Ci che pi spaventa il fatto che l'uomo, nonostante tutte le scoperte scientifiche, il progresso tecnologico, l'evoluzione del diritto, le religioni, il pacifismo, l'ambientalismo, non stato capace di allontanarsi da una condizione di bestialit davvero inammissibile. La bestialit umana non ci avvicina affatto agli animali, ma ci allontana da tutto ci che abbia una parvenza di dignit.

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tratto da Aboriginal and Tribal Nation News.

Negli occhi di un bambino si pu vedere il Mondo... cos, come dovrebbe essere -Anonimo-

Ricorda la tua nascita, come tua madre ha lottato per darti la vita. Tu sei la prova della sua vita, cos come lei la prova della vita di sua madre, e sua madre della madre e cos via... Ricorda il vento Ricorda la sua voce Lei conosce l'origine di questo universo Ricorda che tu sei tutte le persone e che tutte le persone sono te Ricorda che tu sei l'universo e che l'universo te Ricorda che tutto ci che in movimento, in crescita te Ricorda che la tua lingua deriva da tutto questo Ricorda che il linguaggio della danza vita Ricordati di ricordare.

DEFAULT IN BLUES (rap)


di Marco Cinque Lo sai che l'altro giorno i mercati mi han chiamato chiamato dai mercati ma non sono pi tornato che prima hanno sorriso - poi mi hanno sequestrato e adesso da precario che mi sono suicidato. E quando ero gi morto - la borsa un po' saliva e quando ero sepolto - lo spread diminuiva un cane che passava sulla lapide ha pisciato e un topo rinsecchito il mio naso ha rosicchiato.

46 Persino nella bara non ci trovo punti fermi che dentro questa terra son fottuto da quei vermi ed anche gi all'inferno m'hanno subito cacciato dall'ultimo girone sono gi stato sfrattato. D'un tratto dentro a un cesso - mi sono risvegliato stato solo un sogno - sogno di disoccupato ma gi sono tornato uno schiavo del mercato che prima m'ha sfruttato - e dopo licenziato. Questi governi tecnici guidati da banchieri che in nome di equit - ci stan facendo neri pi piangono pi fottono leccandosi le dita tutelano la borsa - sputando sulla vita. Ho dato in pegno pure 'sti quattro denti d'oro la povera repubblica sfondata sul lavoro che abusa dei doveri ma dimentica i diritti lasciando mani libere a farabutti e dritti. Adesso mi ritrovo senza niente sulla strada guardando le vetrine: vesti Gucci, vesti Prada che solo per la moda che l'Italia s' salvata ma un sasso fatto rabbia la vetrina l'ha spaccata. E sasso dopo sasso cresciuta una valanga che dopo la vetrina adesso tocca ad una banca la rabbia annusa bene qual' l'aria che ora tira volgendosi ai mercati - aggiusta la sua mira. Chi s'accontenta gode, cinguettano i padroni ma qui noi siamo stanchi di far sempre i coglioni e se il capitalismo ancor non s' fermato lo fermeremo noi - con un colpo di stato. Un colpo al cuore marcio di questo liberismo per smascherare meglio il democratico fascismo di tutti i bocconiani faremo un sol boccone ai titoli drogati - daremo il metadone. Del Fondo monetario faremo una latrina delle agenzie di rating - una carneficina non ci sar un oppure - non ci sar un invece noi non ci arrenderemo al buio della specie. E baciami giustizia - abbracciami uguaglianza la libert attraversa questi muri di speranza e ritornando nudi senza patrie n frontiere per un futuro nuovo - di rosse primavere. http://www.mediconadir.it/node/490

immagine tratta da: el puercospn.com

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Per voi cosa significa estate?


di Sara Luccarini

E una domanda assai strana ma se ci si pensa un po su, per ogni persona una stagione, o un giorno particolare dellanno automaticamente un ricordo molto personale. Per me lestate significa due cose: amici e libert Il caldo, laria afosa, in questo periodo rendono le foglie degli alberi giallastre, con quellaspetto da carta da lettera vecchia, quellaspetto da ricordo passato, ma ancora vivo. Dallultimo giorno di scuola sono trascorse due settimane che mi sembrano veramente volate. Tutti i giorni tutto il tempo a disposizione, e lo si vorrebbe usare nel miglior modo possibile: io e i miei amici andiamo in giardino a giocare a calcio, anche se molto caldo, ma comunque quando rientriamo in casa, in gruppetti da tre, veniamo consolati dal ventilatore. Queste situazioni, a volte, mi fanno pensare al significato della giovinezza: essere sicuri del proprio tempo che sembra infinito, un tempo da condividere con gli amici liberamente. Questo a volte si dimentica durante linverno, che rimescola un po le carte a favore della tristezza, a causa del freddo. Ma da giugno il sentimento si fa di nuovo vivo, si recuperano le amicizie e la voglia di libert. L'estate per noi ragazzi quella frazione dell'anno che porta la libert di mollare tutto, come se d'improvviso non fossimo pi responsabili, in quanto ci sentiamo alleggeriti dagli impegni scolastici che, invece, per tutto il restante anno dominano le nostre giornate. Si va a fare festa con gli amici, si va in vacanza con i parenti, si va alla scoperta del nuovo, dello sconosciuto che, anzich intimorire, in estate diventa pi facile ed apprezzabile. In estate, alcuni ragazzi si allontanano dal loro Paese alla ricerca di esperienze di studio, come di avventure in luoghi lontani sinanche abbronzature spettacolari. La cosa che preferisco di pi in estate quando, di sera, dopo una lunga ed afosa giornata, io e il mio gruppetto di amici andiamo a bagnarci sotto gli irrigatori: non ci importa se ci sporchiamo, o se disturbiamo la quiete degli adulti, perch la nostra estate, e vogliamo viverla Questo ovviamente non vuole essere un articolo informativo, ma una mia modalit per potere condividere con voi le mie sensazioni... a questo serve scrivere, no?! Mi piacerebbe moltissimo che qualcun altro desse seguito a queste mie emozioni, piacevole e costruttivo riuscire a condividere esperienze ed emozioni, perch non lo facciamo ? Potrebbe diventare il nostro gioco!

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Calpestando la legge degli dei


di Tino Di Cicco Cera fame del pane, e quando il pane arrivato in abbondanza, arrivata anche lanoressia. Cera fame di sesso, e quando il sesso diventato facile facile, arrivato anche landroginismo. Le persone pi sensibili non riescono ad accettare una identificazione eccessiva con listinto animale che ci governa; sentono altro dentro s, e devono difenderlo anche se non trovano le ragioni, n le parole per dirlo. Landrogino e lanoressico forse non sono malati, forse malata una societ che ha ceduto al primato della materia come se noi non fossimo altro. Naturalmente noi siamo anche materia; abbiamo perci bisogno di alimentare i nostri istinti; ma siamo anche altro. Ma se tutta la pedagogia della societ spinge verso lesibizionismo di cibo, di abiti, di sesso, di potere, allora sar difficile per i puri di cuore non essere anoressici o androgini. Tentano cos di difendere qualcosa in loro che non riesce ad esprimersi se non in modo patologico. E difficile per loro poter sentire come normale una anormalit condivisa. E vero che noi non abbiamo altro parametro per capire il vero e il falso, se non quelli dettati dal numero: se quasi tutti fanno la stessa cosa, allora diciamo che quella cosa bene; se invece una persona pura continua a battersi per linvisibile, questo male, perch gli anarchici , eretici e i solitari, minano le basi condivise della societ.

Cos Antigone che per amore sfidava le leggi della citt doveva essere murata viva. Cos Ges che per amore del cielo non cede alla Legge ereditata dagli uomini, deve essere appeso alla croce; e violenze analoghe devono subire tutti quelli che si sono incamminati sulla strada della purezza. Gli uomini amano il giusto, il puro, il vero; ma soprattutto vogliono vivere. E se sono costretti a scegliere tra la verit e la vita, scelgono la vita e la chiamano verit. Da questo bisogno nascono tutte le mistificazioni e le idolatrie degli uomini. Se dicessero : io sono cos, e voglio vivere. Anzich dire : la mia vita coincide con la verit, sarebbe pi facile capirsi. Ma noi dobbiamo essere come siamo ( impossibile essere diversi da come si ), e nello stesso tempo sentiamo tutta limportanza di essere legati al bene, per poter vivere (bene). Ci manca lonest per ammettere che tra il Bene e noi c di mezzo loceano celeste, e noi non possiamo fare neanche un passo verso il bene, se non lo stesso Bene a volerlo. Ma una civilt che adora lio come se fosse dio, non potr mai accettare la casualit delluomo nelluniverso. Non potr mai accettare che i valori delle maggioranze non coincidano con il bene assoluto. Siamo lontanissimi dal vero, ma bisogna far finta che non sia cos.

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Era un giorno d'estate


di Monica Donadio Un giorno d'estate di tanti anni fa, avevo quattro anni, quasi cinque... Questa mattina io e la mamma ci prepariamo per andare in stazione a fare i biglietti perch tra qualche giorno andiamo in montagna...s sulle mie montagne e io non vedo l'ora...mi piace andare in montagna con il treno, prima con quello grande fino a Udine poi con il mio preferito, il trenino del Far West, quello che ci porta fino alla Carnia dove poi Buritt ci viene a prendere con il pulmino...mi piacciono i treni e cos sono contenta di andare in stazione con la mamma. ma prima dobbiamo passare in via Solferino, dove ci aspetta la Franca che viene con noi in stazione, ha con s suo nipote nel passeggino, ci salutiamo e poi via, in cammino...Mi sono messa le scarpe nuove, quelle gialle che si allacciano in caviglia con i fiocchi ma ho paura di avere sbagliato, mi comincia a fare male il tallone e mi sa che mi sta venendo una vescica. Malgrado il mio piede, eccoci alla stazione dove c' sempre un gran via e vai di persone... ci mettiamo in fila alla biglietteria centrale e riusciamo a fare i biglietti per me, la mamma, il babbo e la nonna, ma non possiamo lasciare a casa Miele, la nostra cagnolina, e cos la mamma chiede dove si fa il biglietto per lei... ci dicono di spostarci alla biglietteria secondaria, in fondo alla stazione, ma il mio piede mi fa tanto male, cos passiamo alla baracchina dei giornali e la mamma mi compra i cerotti. Arrivati nell'altra biglietteria, la mamma mi prende in braccio e mi mette a sedere sul davanzale della finestra, mi tolgo la scarpa e la tengo in mano e la mamma apre il cerotto per il mio piede e...un boato fortissimo...cos', non capisco, guardo il soffitto e vedo i pannelli neri che cadono, la mamma che dice un autobus perch vede l'autobus sul piazzale fare una piroetta su s stesso e io invece urlo in lacrime una bomba mamma, una bomba!!! ...non capisco niente, sento solo la mamma che mi prende sotto al braccio e corre fuori... io ho sempre la mia scarpa in mano e la tengo stretta perch non la voglio perdere...sono le mie scarpe nuove... arriviamo fuori e, malgrado il panico, riesco a rimettermi la scarpa e ad appoggiarmi a terra, ma la mamma dice che deve tornare dentro che ha scordato la borsa, io la prego di non lasciarmi l, di non andare, piango ma lei va... passa il tempo, mi sembra un'eternit, mi guardo attorno e vedo un uomo nudo, pieno di sangue... un altro con in braccio due bambini... e poi la mamma che torna con la sua borsa. Ci allontaniamo finalmente da quell'inferno diretti di nuovo in via Solferino e per strada incontriamo il babbo che ci sta raggiungendo, preoccupato... Era un giorno d'estate di tanti anni fa...era il 2 agosto del 1980 ed io alle 10.25 ero seduta sul davanzale della finestra nella biglietteria secondaria della stazione di Bologna...e questi sono i miei ricordi, i miei ricordi di bambina che nella sua innocenza non aveva capito l'inferno in cui si era trovata, e la fortuna che aveva avuto ad uscirne viva... STRAGI E MANDANTI. Sono veramente ignoti gli ispiratori delleccidio del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna? di Paolo Bolognesi, Roberto Scardova tratto da Aliberti editore La verit sulle stragi a portata di mano. I misteri della nostra storia recente non possono pi dirsi tali: restano soltanto accertamenti da completare, silenzi omertosi da sciogliere. E conclusioni da trarre, anche quando non gradite. I materiali raccolti nellambito dei processi per le stragi di piazza Fontana, di Brescia, dellItalicus e di Bologna consentono di ricostruire

50 la nascita e lo sviluppo della strategia della tensione e di riconoscerne protagonisti e promotori, con i loro complici dentro e fuori le strutture dello Stato. Questo libro riassume una parte consistente delle nuove acquisizioni, e intende proporre una riflessione sulle minacce alla democrazia portate dallintreccio di massoneria occulta, organizzazioni clandestine, criminalit organizzata, mafia e terrorismo neofascista. In obbedienza alla strategia atlantica della guerra non ortodossa, volta a impedire levoluzione degli equilibri politici e la legittima ascesa delle classi popolari al governo del Paese. il 2 agosto 2012, alle ore 19:00 presentazione del libro Stragi e mandanti presso la libreria Ambasciatori di Bologna con la partecipazione di Carlo Lucarelli.

Strage di Bologna, tutti uniti Cercare i mandanti un dovere


di Antonio Amorosi 2 agosto 2012 tratto da Affari italiani.it Bologna - Erano in 8.000, le persone che questa mattina hanno sfilato da piazza del Nettuno fino alla stazione di Bologna per commemorare le strage del 2 agosto 1980. Molte le autorit presenti tra cui il Sindaco di Bologna Virginio Merola e il presidente della Regione Vasco Errani oltre a consiglieri locali, politici, forze dell'ordine e tantissimi comuni cittadini. Al corteo anche Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia: "Sono qui per far sentire la mia vicinanza ai familiari delle vittime di Bologna perch la nostra sia una lotta comune, ha dichiarato. Molti anche i gonfaloni degli enti locali, non solo emiliano-romagnoli. Presenti quelli della Provincia di Prato, di Trento, Bari, Milano, Firenze, Fucecchio (Pistoia), Castelfiorentino (Arezzo), Verona (il sindaco Flavio Tosi ha inviato anche una targa commemorativa), la Regione Toscana e la Puglia.

II Ministro degli Interni. In rappresentanza del Governo il Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri che torna a Bologna dopo esserne stata il commissario prefettizio in seguito alle dimissioni del sindaco Flavio Delbono. "Considero un onore poter essere qua, non e' la prima volta. Sono onorata di poterlo fare oggi come rappresentante del Governo". E aggiunge. "Per troppo tempo abbiamo assistito

51 all'indecoroso esibizionismo dei carnefici, che ha prevaricato i diritti delle vittime. E' una stortura della nostra democrazia, e' un prezzo altissimo che dobbiamo pagare per la conquista e il consolidamento dei valori di liberta' che proprio il terrorismo vuole negare". Cancellieri assicura: "Io sono con voi, pronta a percorrere tutte le strade che possono portarci a comprendere quello che accadde in quegli anni". Il ministro ricorda le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e invita a una ricerca della verita' fatta con "rigore di metodo e giusto distacco, senza pregiudizi di sorta e con spirito laico". E poi scherza una volta scesa dal palco delle commemorazioni ricordando le contestazioni che si susseguono negli anni: "Io, il primo ministro applaudito in 32 anni? C'e' sempre una prima volta...". Il capo dello Stato. Giorgio Napolitano, come ogni anno ha inviato una lettera alla citt e ai familiari delle vittime. "Nel trentaduesimo anniversario della strage rivolgo il mio pensiero commosso alle ottantacinque vittime di quel vile atto terroristico e agli oltre duecento feriti, rimasti indelebilmente segnati dall'orrore di quella mattina, e sono vicino ai famigliari delle vittime e dei feriti. Il decorrere del tempo non lenisce il loro dolore e rinsalda in essi l'impegno nel perpetuare la memoria di uno dei pi tragici fatti della storia del nostro paese". In questa ottica, assumono particolare importanza sia le iniziative intraprese per ricostruire ogni aspetto delle inchieste giudiziarie e parlamentari sulla strage sia quelle, umanamente toccanti, che ripercorrono quel drammatico 2 agosto 1980 attraverso i volti e le storie delle vittime e di tutti coloro che hanno visto violentemente interrotti sogni, speranze... La Curia di Bologna. Chi sa parli! ha detto anche il numero due della Curia, monsignor Giovanni Silvagni, questa mattina nell'omelia durante la messa di suffragio in ricordo delle vittime. Ed ha aggiunto: "alla luce di Cristo dobbiamo aggiungere anche che nessuna giustificazione potra' mai approvare quelle stragi, l'operato dei mandanti e degli esecutori, ma neppure potra' approvare i silenzi, le omissioni, le verita' di comodo e quelle precostituite, gli insabbiamenti, i depistaggi a cui tutti i regimi fanno ricorso". La polemica. A margine del discorso del presidente dell'Associazione delle vittime Paolo Bolognesi le polemiche con il deputato di Fli Enzo Raisi che non crede alla matrice neofascista e a Mambro e Fioravanti come esecutori materiali (i due sono stati condannati per il delitto) ma avvalla una pista teutonico-palestinese. Secondo il deputato bisogna cercare la traccia che porta a un carico di esplosivo palestinese transitato a Bologna ed esploso in seguito a decisioni ancora da accertare. Dopo un attacco ricevuto da Raisi in merito alla sua legittimit a rappresentare le vittime il presidente dell'Associazione stragi Paolo Bolognesi accusa il deputato di voler confondere le acque e che ci sianoaltissime protezioni a livello istituzionale per difendere chi commise la strage. Un nuovo libro appena pubblicato e scritto anche da Bolognesi rivelerebbe la pista che conduce ai mandanti. Ad Affaritaliani Emilia Romagna l'intervista all'autore e presidente dell'associazione

2 AGOSTO 1980...
di Roberto Amori Poco dopo il tragico evento il bus Fiat 421 matricola 4030, le cui foto fecero il giro del mondo, rientr in servizio come tutti gli altri bus dell'ATC: la mattina della strage in stazione, alle 10:25, si trovava ferma al capolinea della linea 37 in attesa del nuovo turno. Dopo l'esplosione il bus, al quale i Pompieri segarono i maniglioni di accesso per facilitare l'ingresso delle barelle, venne utilizzato per trasportare verso gli Ospedali i feriti meno gravi per non impegnare oltre le Autoambulanze. Purtroppo, col passare

52 delle ore, subentr infine l'esigenza di trasportare i corpi martoriati delle vittime e fu cos che, alla guida degli autisti Melloni e Bonfiglioli, la 4030 inizi la spola tra la Stazione e l'Obitorio di Bologna allora ubicato in Via Irnerio. Nel tempo, per altri venti anni, ho pi volte visto e preso la 4030 in giro per Bologna: nella foto che allego siamo nel 1981 a Porta San Felice... oggi, come sapete, giustamente preservata nel nostro Museo dei Trasporti di Bologna. Come gli altri anni, da appassionato di faccende urbane e cittadine, ho cos voluto dare anch'io, un piccolo contributo al 2 Agosto da questo punto di vista.

Angiotermografia dinamica (DATG), nuova tecnica diagnostica a prevenzione del cancro alla mammella
(15 maggio '12)

A proposito di prevenzione del cancro alla mammella il dottor Daniele Montruccoli ci introduce all'angiotermografia dinamica : una tecnica diagnostica rivelatasi estremamente valida nella diagnosi delle lesioni tumorali e pre-neoplastiche mammarie. Se la si affianca alle altre metodiche gi in uso per lo screening, mammografia ed ecografia, il risultato davvero interessante, in quanto ne aumenta significativamente la specificit, in particolare nelle giovani donne. La DATG una tecnica non invasiva che pu essere utilizzata in donne di ogni et, facilmente ripetibile, indolore, priva di rischi ed i suoi costi molto bassi. ideazione e realizzazione: Paolo Mongiorgi e Luisa Barbieri produzione : Arcoiris TV NESSUN DIRITTO RISERVATO Questo documentario pu essere divulgato, riprodotto, distribuito, regalato, esposto, rappresentato in pubblico senza nessuna limitazione. Visita il sito: www.breastlife.it

L'angiotermografia dinamica (DATG) una tecnica diagnostica che si rivelata


estremamente valida nella diagnosi delle lesioni tumorali e pre-neoplastiche mammarie in quanto si pu affiancare con ottimi risultati, in particolare in giovani pazienti, alle altre metodiche gi in uso per lo screening: la mammografia e l'ecografia senza con queste essere in competizione. E' una tecnica non invasiva che pu essere applicata a donne di tutte le et, ed facilmente ripetibile, indolore, priva di rischi ed i suoi costi molto bassi. La DATG uno strumento diagnostico veramente promettente nella valutazione delle giovani pazienti con alta densit della ghiandola mammaria e nella prevenzione del carcinoma della mammella in donne portatrici dei geni BRCA-1 e BRCA-2 correlati con l'insorgenza del carcinoma. L'angiotermografia dinamica (DATG) in grado di localizzare anche stati preinvasivi, e di evidenziare chiaramente mediante cambiamenti nel pattern l'insorgenza di essi. E' evidente che una tale possibilit assicura risultati clinici molto importanti, al limite con la prevenzione secondaria organo-specifica. La capacit di controllare il flusso funzionale ematico tipica della metodica permette sia di evidenziare localizzazioni multifocali che di controllare in periodo post operatorio l'eventuale comparsa di recidive locali. Esiste cio un totale controllo dell'evoluzione della malattia e di conseguenza una forte ottimizzazione dei risultati. La DATG e' considerata una tecnica diagnostica che usa una tecnologia ottica, mediante il rilevamento di un'immagine ottenuta appoggiando una placca di cristalli liquidi micro incapsulati alla mammella. Quest'immagine che risulta rientrare nella categoria della "termografia mammaria" basata sull'interpretazione qualitativa dei vasi sanguigni della mammella, mediante lo studio della circolazione e microcircolazione della ghiandola mammaria e della presenza di neoangiogenesi.

53 La neoangiogenesi infatti ha un ruolo cruciale nella crescita e progressione del tumore, inoltre la presenza e l'estensione dell'angiogenesi pu fornire parametri per la prognosi del tumore ed essere usata per sviluppare nuove strategie diagnostiche e terapeutiche. L'utilizzo del dispositivo per queste applicazioni limitato esclusivamente a medici. Non essendo una tecnica radiologica non e' obbligatorio un medico specialista in radiologia per redigere il referto, anche se ne consiglia l'uso proprio a questi specialisti, ma possono essere tutti i medici che quotidianamente si occupano di senologia. Se ne suggerisce l'utilizzo alle seguenti specialit mediche: - Radiologi - Ginecologi - Oncologi - Chirurghi - Chirurghi Plastici - Medici di base (per un primo livello di screening) Il corretto utilizzo dell'apparecchiatura sar insegnato da un corso OBBLIGATORIO per tutti i medici che vorranno fare uso della DATG INDICAZIONI SUL SISTEMA Il sistema e' composto da tre placche (o sonde) di tre gradazioni differenti per essere usate sia con le pazienti giovani sia con quelle meno giovani composte di un supporto di mylar al cui interno e' stato spalmato uno strato sottile di cristalli liquidi colesterici micro incapsulati (ELC). La placca angiotermografica, costituita da un supporto sottile e rigido che distende un foglio sottilissimo di materiale plastico, su cui viene applicato uno strato di vernice nera ed uno strato di cristalli liquidi di colesterina. Il tutto ha uno spessore di alcuni centesimi di mm. In questo modo la placca in grado di recepire rapidamente il calore cutaneo, e altrettanto rapidamente di raffreddarsi fino a tornare alle condizioni di base. La formazione dell'immagine e la sua scomparsa (che avvengono appoggiando e scostando la placca dalla cute della mammella) avviene in frazioni di secondo. Cos fabbricata essa inoltre in grado di mantenere una risoluzione spaziale costantemente inferiore ad 1/10 di mm. per tutto il tempo necessario alla lettura, alla interpretazione e alla registrazione dell'immagine. Questa data dai cristalli liquidi che rifrangono in parte la luce in proporzione al calore ricevuto, a causa della loro particolare struttura molecolare. Il processo di microincapsulazione racchiude il cristallo liquido in microsfere proteggendolo dagli agenti esterni. I cristalli liquidi microincapsulati mostrano il cambiamento di colore sempre nello stesso modo e ordine con velocit che vanno a seconda dell'ampiezza della scala della temperatura. La precisione disponibile di +/-0.5C per i prodotti medicali. La temperature disponibili vanno da -30C a +120C. I cristalli liquidi microincapsulati, assumono sempre la stessa colorazione e formazione dell'immagine, ci in maniera reversibile, tale da permettere l'utilizzo di questi indicatori ripetutamente con precisione e costanza. La possibilit di rilevare delle differenze anche minime di temperatura di un qualsiasi corpo, applicando sullo stesso una lastra ricoperta di ELC di estrema utilit della diagnosi anche di minime variazioni dell'organo esaminato. La placca viene posizionata su un dispositivo di supporto che ha anche le seguenti funzioni: " raffreddamento per eliminare le vene superficiali che sono di disturbo per una corretta diagnosi " indicatore mediante un led che si accende a seconda del lato che si sta visitando. Generalmente la visita inizia esaminando i quadranti laterali della mammella di destra poi i quadranti frontali, si continua con i quadranti frontali della mammella di sinistra per terminare con i quadranti laterali. " Connessione usb con la base per immagazzinamento delle immagini al computer nella scheda paziente LINEE GUIDA GENERALI L'utilizzo del dispositivo legato alle conoscenze e all'esperienza del professionista, cui compete inoltre la responsabilit della diagnosi adeguata e dei risultati del trattamento. Occorre informare i pazienti che questa tecnica non sostituisce le altre tecniche diagnostiche (mammografia, ecografia , risonanza magnetica nucleare) ma ne integra la diagnosi fornendo ulteriori informazioni che possono servire al medico a eseguire una diagnosi sempre pi accurata.

54 Raccomandazioni Visto che l'et non ha nessuna influenza sulla precisione della diagnosi e che l'immagine resta costante per tutta la vita della donna in assenza di patologia si raccomanda di iniziare una prima visita gi a 18-20 anni in particolare per le pazienti con famigliarit. L'esame pu essere fatto in qualsiasi momento del ciclo mestruale La gravidanza non un fattore limitante per la diagnosi in quanto non induce la presenza di nuovi vasi , ma ne aumenta solo la portata di quelli gi esistenti Dopo un intervento chirurgico bene aspettate 1-2 mesi per potere eseguire la visita. Dopo la radioterapia loco regionale sulla mammella non utile effettuare l'esame prima di 6 mesi dalla fine della radioterapia Creme per il corpo, il gel dell'ecografia se applicati poco prima della visita sulla mammella possono fare da filtro e indurre una diagnosi non corretta Malattie dermatologiche quali Herpes zoster, angiomi cutanei, Reckinglausen, non influenzano il risultato Il melanoma riproduce una formazione caratteristica dell'immagine, ripetibile, ulteriori studi necessitano per verificare se la DATG pu essere utilizzata nella diagnosi differenziale del melanoma cutaneo. Le protesi mammarie, gli interventi di chirurgia plastica quali mastopessi, riduzione ecc. non sono una controindicazione assoluta di esclusione (sarebbe opportuno avere l'immagine DATG pre-operatoria) IL RAZIONALE DELLA DATG L'angiotermografia si basa sullo studio della normale vascolarizzazione della ghiandola mammaria e valutazione della microcircolazione angiogenetica. Un tumore per nascere, crescere, e metastatizzare ha bisogno della presenza di vasi che portando il nutrimento consentono alla neoplasia di aumentare Questi "nuovi vasi" che si formano (neoangiogenesi) sono presenti anche nei primissimi stadi della formazione del tumore, anche prima che diventi invasivo La Datg studia inoltre la progressione dell'angiogenesi: Nell'immagine qui sotto rappresentata una vetrini di istologia di nostri interventi chirurgici , la colorazione scura (marcatore per i vasi CD34) visualizza un aumento progressivo della microcircolazione dal normale al cancro invasivo. Questa progressione dell'immagine noi la visualizziamo in vivo con la visita angiotermografica. Obiettivi L'angiotermografia dinamica si inserisce per le sue caratteristiche diagnostiche sia in un contesto clinico che in un contesto scientifico. Come accennato sopra, la senologia odierna caratterizzata da una immobilit di risultati che continua da anni, e che richiede al pi presto una diversa impostazione clinica basata su una nuova impostazione della ricerca scientifica. Il valore della DATG confermato da importanti studi sperimentali a livello internazionale che hanno cercato di dimostrare l'importanza della circolazione mammaria anche nel processo di progressione tumorale. Folkmann (uno dei pionieri di queste ricerche) ha pubblicato il suo primo lavoro sulla scoperta del fattore di crescita dei vasi sanguigni nel 1974. Oggi si raggiunta la certezza che l'angiogenesi un fenomeno indispensabile per l'inizio e la crescita tumorale, mentre le viene dedicato un numero sempre pi grande di lavori scientifici. Si realizza cos quello che non succede mai contemporaneamente nella ricerca medica: la validit di un indirizzo scientifico e la dimostrazione della sua applicabilit clinica. Si integra molto bene con le tecniche diagnostiche senologiche quali la Mammografia, l'ecografia e la Risonanza Magnetica Nucleare aumentando la specificit della diagnosi SEMEIOTICA DELLA TECNICA Durante lunghi anni ho potuto constatare e verificare al di l di ogni dubbio le basi su cui poggia la semeiotica angiotermografica. Questi punti sono: 1. ogni donna possiede un suo personale esclusivo pattern angiotermografico, come un'impronta digitale. 2. in assenza di patologia insorgente questo pattern rimane identico durante moltissimi anni, fino alla postmenopausa, periodo in cui le "linee di corrente" si affievoliscono e tendono progressivamente a scomparire. I cambiamenti dovuti ad importanti avvenimenti quali gravidanza o allattamento cessano contemporaneamente alla fine di tali condizioni fisiologiche. 3. in caso di patologia epiteliale, sia quella preinvasiva, che quella francamente invasiva, le anomalie del pattern patologico non dipendono assolutamente dalla forma o dal volume della

55 lesione, potendosi cos verificare che una grossa neoplasia sia irrorata da una piccola linea di corrente anormale, o viceversa. Queste tre caratteristiche si allineano perfettamente alla funzionalit dell'esame angiotermografico: 1. il fatto che ogni donna abbia un suo pattern personale normale corrisponde alla grandissima variet anatomica del letto vascolare che distingue una persona dall'altra, variet che riguarda anche la concomitanza di momenti fisiopatologici e la loro localizzazione. Ne deriva un quadro mai uguale a quello di un'altra persona. A ben pensarci, non si trover mai un radiogramma mammografico uguale a un altro. Questo realt spiega anche la grande difficolt che hanno avuto i vari AA. nel cercare di scrivere una classificazione dei vari patterns. 2. noto che la replicazione cellulare dell'endotelio molto lenta(per es. 1/50 delle cellule del colon). Anche la vascolarizzazione rimane la stessa, tranne che in caso di angiogenesi. Questa stabilit trova conferma nella immagine datg, che rimane sempre uguale a se stessa durante tutto il periodo genitale. Sul piano clinico ci molto utile, in quanto ogni variazione vera della funzionalit circolatoria corrisponde ad una causa patologica da verificare. 3. A differenza di altre metodiche diagnostiche la DATG non abbisogna dell'ingrandimento del tumore fino a un certo limite per "vederlo". Ci dovuto al fatto che la "richiesta" di supplemento circolatorio inizia fin dalle prime fasi della carcinogenesi. Questo il motivo per cui le biopsie eseguite su indicazione DATG danno esito a un grande numero di lesioni atipiche e di carcinomi in situ, e tra questi i lobulari in proporzione doppia dei duttali, contrariamente a quanto riferito dalla letteratura che si basa su biopsie a indicazione radiologica.

Dall'autrice del romanzo Il circo capovolto (Feltrinelli 2008)

DELLE VOLTE IL VENTO


di Milena Magnani illustrato da Lucio Montinaro Collana: Traversamenti Edizioni: KURUMUNY argomento: Immigrazione, Salento, Albania Delle volte il vento fa uno strano giro e genera destini nuovi, in rapido divenire. Un viaggio verso una terra promessa che non c. Lapprodo su una spiaggia di fuoco che avamposto di un altro domani e gabbia dorata di unidealit perduta. La nostalgia del ritorno compressa in mille ricordi sedimentati senza valigia e un Salento sempre sospeso tra un passato e un futuro troppo lenti. In mezzo due donne scandalosamente forti e radicate nel loro vissuto ma esposte a unincertezza nucleare. Un continuo misurarsi con lorizzonte di un mare che unisce e divide, esaspera la percezione, adultera i colori. Delle volte il vento.

56 Lume una fervente comunista e seguace di Hoxha, incarcerata per dieci anni dal suo stesso padre padrone per aver inteso il comunismo come punto di vista critico e mai ortodosso. Questa donna senza pi mondo arriva nel Salento, nel vuoto di storia e di prospettive esistenziali e culturali dell'altra protagonista, Carmelina. Arriva con altri albanesi in cerca di povere ricchezze, a caccia di delusioni. Ma lei non come gli altri: non pi in Albania ma non vuole essere nemmeno in Italia. Non pi all'Est ma neppure all'Ovest, forse solo nel mare, perch nel mare delle volte ci si pu illudere di essere da qualche parte senza essere veramente in nessun luogo. Lume rifiuta quell'Occidente che la negazione di tutta la sua vita e si accampa chiusa, difesa, recintata, in faccia al mare. Senza parlare con nessuno, in una specie di autismo politico-culturale. L'anomalia di questo comportamento cos ostinato e diverso da quello degli altri profughi affascina Carmelina, che intuisce una richiesta profonda in quella radicalit. Una radicalit che anche la sua, la radicalit di chi non rinuncia a cercare qualcosa tra l'orizzonte e il nostro essere qua. La tenerezza di unamicizia fatta di molti ostinati silenzi, quelli di Lume, arroccata in riva al mare, e di altrettanto ostinate parole, quelle di Carmelina, per convincere, per smuovere, per salvare.

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SENTIERI A SUD 2012 Il terzo sentiero con Milena Magnani


rassegna di incontri, musica e letteratura al chiaro di luna Terzo Sentiero "Delle volte il vento" di Milena Magnani (Kurumuny) 1 agosto 2012 ore 21, 00 Kurumuny (Martano Interviene lautrice e presenta Fulvio Colucci Intervento musicale de Upapadia La peronospora live folk rock salentino Anche per questo 2012 si rinnova lappuntamento con la rassegna SENTIERI A SUD, dedicata alle produzioni e agli attraversamenti culturali, tra musica e poesia, tra documentario e racconto, tra cultura antica ed evoluzioni moderne: uno spazio di confronto su vari temi in un luogo ricco di storia e di storie.SENTIERI A SUD nasce con lidea di condividere in uno spazio fisico e mentale, un

luogo dellanima che stato fulcro della vita di una comunit, impressioni utili a favorire una maggiore conoscenza della cultura orale salentina e di coloro che sono oggi le nuove voci narranti in questa isola sonante. Il terzo sentiero per mercoled 1 agosto 2012 alle ore 21,00 nelle campagne di Kurumuny a Martano con Delle volte il vento di Milena Magnani (Kurumuny Edizioni). Incontro e reading con lautrice a cura di Anna Chiriatti, Mauro Marino e Vincenzo Santoro accompagnati alla chitarra da Armando Guit Serafinie e intervento musicale de Upapadia La Peronospora live folk rock originale salentino.

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Delle volte il vento


demoni visionariet e presagi. Recensione di Cosimo Specolizzi Come il ritrovamento di un gioiello, riappare in libreria per leditore kurumuny il romanzo Delle volte il vento di Milena Magnani, romanzo uscito per la prima volta a met degli anni novanta, che ha segnato in maniera indelebile il mio rapporto con il Salento, terra che proprio in quegli anni cominciava ad essere segnata da un passaggio fondamentale. Si tratta infatti di un romanzo anticipatore, un romanzo la cui genesi va cercata in quel modo disincantato di guardare il territorio, quel modo che senza pretese movimentiste ha aperto una breccia in quella fenomenologia antropologica-sociale-linguistica e musicale che in Salento in quegli anni andava prendendo forma. La narrazione della Magnani, ambientata allepoca dei primi sbarchi degli albanesi sulle nostre coste, riesce a scandagliare il sud Italia nelle sue virt, passioni e contraddizioni, chiedendosi attraverso la caratterizzazione del personaggio principale di Carmela cosa possa rappresentare laltro, quello altro rispetto al quale il mare stato per decenni muro di confine e che improvvisamente ci raggiunge e si rivela a noi grazie allo stesso mare che di colpo si lascia attraversare. Carmela un personaggio che esprime tutti i tratti della nuova sensibilit salentina che in quegli anni si andava formando, una donna inquieta, che si muove in una terra ancora pregna di suggestioni magico rituali di un sistema arcaico ma costretta al tempo stesso con un mondo post moderno. E poi c Lume, laltra protagonista, una donna albanese giunta sulle coste italiane con una delle prime navi della speranza, che si scopre incapace di adattarsi ad un occidente scintillante. Una donna irriducibile che cerca di proteggersi dietro un recinto di cartoni che si costruisce davanti al mare, rifiutando ogni tentativo di scendere a compromessi con la nuova realt. Come un gabbiano con le braccia spalancate, si lascia attraversare dal vento che le riporta i rumori del mare e le suggestioni delle sue coste albanesi su cui, fino a pochi anni prima, capeggiavano scolpiti sulla pietra gli inni di gloria al regime comunista di Enver Hoxa. Siamo cos di fronte a due donne che, in maniera quasi speculare, si muovono nel solco di una incrinatura epocale, e si mostrano impossibilitate ad aderire alla realt in cui si trovano, di stare con i propri connazionali, con il vicinato e i coetanei. Non a caso i luoghi e le ambientazioni del romanzo, le azioni che i personaggi compiono nello spazio, come la rocambolesca corsa che il contrabbandiere Tzigaretta intraprende a un certo punto del romanzo con lape, possono essere letti come strade di ricerca simbolica, come sforzo di sottrarsi a quello spazio-prigione da cui i personaggi della Magnani sembra vogliano fuggire. E in questo tentativo di fuga si coglie per, al tempo stesso, anche lo sforzo di approdare ad una nuova forma identitaria, ne un esempio la ricerca musicale di Tonio il quale si impegna per campionare la nenia curativa di unanziana guaritrice per inserirla in un proprio brano di musica elettronica, o il tentativo di Carmela di saltellare al ritmo della pizzica per liberarsi in modo festoso da un inquietudine senza nome, tutti gesti che esprimono una ricerca che personale ma al tempo stesso sociale e apre alla perdita dellinnocenza che questa terra andava esprimendo in quegli anni e di l a poco le faceva indossare nuovi panni. Fuori da ogni retorica Delle volte il vento segna il passaggio o, per meglio dire, lapripista di quel movimento culturale che, misurandosi con le istanze di una globalizzazione incalzante, cerca di conciliare la cultura del territorio con la modernit di un interscambio globale, e cerca di farlo senza perdere per strada quel bagaglio di visionariet e di paure,

58 di tradizioni e speranze che una terra di frontiera come il Salento non pu assolutamente rimuovere. Milena Magnani , la cui formazione sociologica si percepisce nella puntuale capacit di cogliere il microcosmo sociale e linterazione tra gli individui in un ambiente in via di cambiamento, sembra nutrirsi essa stessa di quella polvere sottile, che levata da un leggero refolo di vento, fa stropicciare gli occhi per meglio vedere i particolari. La sua scrittura si concentra in un laboratorio rabelaisiano che vede protagonisti un borgo, un paesino confinato nel retaggio stringente della piazza, della radio, del mercato del pesce, del bagnasciuga della realt epifanica che come fuochi fatui tra le pieghe si vanno distillando, e forse proprio Carmela stessa che nella sua ricerca e irrequietezza sembra dirci che qualcosa in questo lembo di terra sta per cambiare inesorabilmente. Uno sguardo bifocale sul romanzo ci induce infatti allanticipazione dei tempi che di l a poco verranno: luso arcaico della lingua dialettale salentina, albanese e arbereshe come parte indispensabile di codice complesso che pu essere in grado di veicolare la realt, i testi di canzoni popolari che in pochi in quegli anni avevano iniziato a selezionare, lattenzione scrupolosa per i concetti espressi solo ed esclusivamente con lascolto assiduo del rumore di fondo delle persone. Detto ci loperazione dellautrice ci pone di fronte alla sua esegesi della realt: consegnare e conservare il buono, i fantasmi e gli ectoplasmi che questa terra ci ha donato e provare a districarci nel labirinto delle mille contraddizioni che da sempre abitano nei giornalieri dellessere in questo caso meridiani. Possiamo scorgervi anche un terzo luogo, quello pirandelliano ed espressionista degli scalognati o esiliati non per scelto da loro ma che in qualche modo vivono quella condizione come Uccio scarda, Tzigaretta , Lume e la stessa Carmela con gradi di consapevolezza maggiore o minore. Tra le righe possiamo scoprire incanti e figure create dai colori che ci restano scomposti negli occhi abbacinati dal troppo sole. Cos come Pitagora teorizzava che tutta laria era piena di anime ritenute demoni ed eroi, cos gli artifici di questo meraviglioso romanzo valgono come prova iniziatica per accertare che i personaggi appartengono alluniverso fantastico e visionario che ancora oggi ben si cela tra le distrazioni di questa terra. Questi personaggi cos ben caratterizzati di l a poco avranno bisogno di essere trasportati nel contesto che meglio possano interpretare la nuova scena sociale cos come nei sei personaggi in cerca dautore, Milena Magnani sembra accorgersi che il vento in questa terra sta cambiando.

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Gruppo di lavoro sulle relazioni


di Luisa Barbieri il gruppo di lavoro sulle relazioni che sono a presentare si propone di utilizzare le dinamiche gruppali al fine di acquisire una sana e gratificante capacit relazionale, sia in ambito intra, quanto interpersonale. Il gruppo ha di per s delle caratteristiche capaci di favorire nei partecipanti lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami, la creazione di una cultura comune e forti meccanismi capaci di spingere al miglioramento personale. Il gruppo si pone come un nuovo elemento della relazione terapeutica, aiutando i partecipanti a capire meglio alcune caratteristiche delle loro relazioni in una situazione che pi naturale e complessa rispetto alla allinterazione a due voci della psicoterapia individuale. Osservare un gruppo dinamico, che esprime diverse problematiche, permette infatti un'elaborazione pi ricca, a volte pi esaustiva, creando spunti di riflessione ad ampio raggio. Il nostro gruppo vuole approcciare le argomentazioni che ognuno di noi riterr idonee alla condivisione, porto alcuni esempi: bassa autostima, sviluppo del problem solving, gestione dell'ansia, gestione delle paure e dei pregiudizi, sviluppo della criticit di pensiero, ecc. Gli obiettivi dei partecipanti saranno sollecitati dal conduttore in maniera chiara e condivisibile all'interno di una dinamica relazionale che impara ad accogliere, accettare, tollerare, comprendere, discutere, imparando a gestire le conflittualit. L'utilizzo del gruppo come palestra di relazioni riuscir a migliorare il nostro rapportarci nel mondo tanto da sperimentarci, volendo, in esperienze di tipo redazionale, sia per ci che riguarda la scrittura che in alcuni casi potremmo fare rientrare in quella collettiva che pubblicheremo sulla nostra rivista quadrimestrale Mediconadir, sia per ci che riguarda letture e video-interviste (avvalendoci dell'ausilio e supporto di NADiRinforma). Partendo dal presupposto che un gruppo di lavoro sia costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarit, nella consapevolezza di dipendere luno dallaltro e di condividere gli stessi obiettivi e gli stessi compiti, ho ipotizzato incontri a cadenza costante (15 giorni) e nel rispetto di una tempistica-contenitore (1 ora e ) di un numero fisso di persone (da 6 a10). A differenza da quanto ipotizzato ed anche esplicitato con alcuni di voi in prima battuta, ho pensato che, essendo questo un laboratorio di relazioni, assurdo circoscriverlo e destinarlo al solo sesso femminile, in quanto tutti noi abbiamo bisogno di confronti trasversali, quindi il gruppo aperto a tutti, compresi coloro che non seguono terapia individuale e che vogliono collaborare nell'ambito del laboratorio. Ogni partecipante svolger un ruolo specifico e riconosciuto basandosi sulla circolarit della comunicazione che prevede una specificit di ruoli atta a preservare il benessere dei singoli e parallelamente lo sviluppo degli individui e del gruppo stesso. Ci dovremmo porre come obiettivo prioritario l'apprendimento della capacit di esprimere le nostre emozioni, i nostri pensieri e le reazioni che sono associate. In gruppo possibile imparare ad aiutare noi stessi sia a livello di sperimentazione di nuove strategie di relazione, sia a livello di capacit comunicative e al contempo imparare ad aiutare l'altro, ampliando la nostra sfera di competenze. Le discussioni rientrano in un setting che prevede libert di espressione, nonch onest di proposizione ed estrema discrezione al di fuori del gruppo di lavoro (verr stilato una sorta di regolamento interno cui potere agevolmente fare riferimento)

60 Si vuole creare una sorta di comunit entro la quale i partecipanti possano portare, ricreandoli, ci che vivono come disagio di relazione (e/o interpersonale). Si portano dei modelli di comportamento che sono radicati sia per imprinting famigliare che sociale, ma che non risultano funzionali ad una buona qualit di vita. Si vivono le diversit al di l dei pregiudizi comuni, diventando una sorta di rete sorretta dalla partecipazione intima della dinamica sociale. Spesso l'inconsapevolezza delle proprie risorse diviene nel gruppo fonte di rielaborazione, agendo il gruppo stesso da specchio e da cassa di risonanza. Si offre e ci si offre guadagnandosi l'opportunit di esplorare nuove risorse che consentano di guardare a noi stessi nel mondo, utilizzando un'ottica diversa sostenuta dalla solidariet, partecipazione e conseguente trasformazione, crescita, acquisizione di autostima e di nuove abilit relazionali. Il gruppo agisce da rinforzo, i partecipanti, facendo agire anche la loro parte affettiva, acquisiscono maggiore disinvoltura anche all'esterno della struttura protetta sia tra di loro che con estranei alla loro esperienza. Il gruppo rappresenta quindi una vera e propria palestra di relazioni. Sperimentarsi all'interno di un laboratorio di relazioni aiuta a conoscere meglio noi stessi, migliorando le nostre relazioni intra e interpersonali, superando il vissuto di isolamento sociale che spesso fa capolino e rimanda un vissuto se non sul versante depressivo, su quello della malinconia, della scarsa motivazione, della svalutazione, inquinando ulteriormente il rapporto con noi stessi e con il mondo. Accanto al gruppo ognuno di voi pu proseguire gli incontri individuali, secondo cadenze che verranno prestabilite caso per caso, a restituzione individuale, quale completamento di un percorso. Il gruppo si pu porre, quindi, come terzo elemento della relazione terapeutica permettendo ad ognuno di noi di acuire le capacit di osservazione e di comprensione di s e degli altri in un modello relazionale pi vicino al reale e quindi pi complesso, se confrontato col rapporto esclusivo col terapeuta. Una palestra relazionale arginata dalla conduzione che si impegna a superare, senza negare, ogni possibile conflittualit emergente.

segue un breve approfondimento teorico

61 Nel gruppo di lavoro si sviluppa una dinamica definita come pluralit di integrazioni caratterizzata dalla coesione, azione collante nel gruppo, capace di permettere la condivisione delle regole e al contempo fare emergere le diversit quali fonti di confronto e di arricchimento in un gioco di specchi davvero utile al conseguimento di maggiori abilit di relazione. L'interazione in questi termini si trasforma in interdipendenza, molto positiva in quanto ogni singolo partecipante si vincola agli altri teso al perseguimento degli obiettivi comuni. L'interdipendenza permette la divisione dei compiti al di l di ogni competizione, la condivisione di materiali, risorse e informazioni, facendo emergere, cos, la consapevolezza di appartenere ad una piccola comunit in divenire, critica e costruttiva.

I passi che caratterizzano il laboratorio si possono riassumere: negli obiettivi che il gruppo in movimento si pone e tende ad aspettarsi. Lobiettivo di un gruppo di lavoro efficace deve essere definito in termini di risultato, deve essere valutabile. Un obiettivo chiaro e ben esplicitato contribuisce a consolidare la coesione e il senso di appartenenza al gruppo da parte dei suoi componenti nella definizione di un metodo, di una serie di strategie atte a far funzionare, a regolare le interazioni gruppali. Il metodo da una parte stabilisce i principi, i criteri e le norme che orientano lattivit del gruppo, dallaltra richiama le modalit di organizzazione e strutturazione efficace dellattivit stessa. nella comprensione dei ruoli quali principi imprescindibili al funzionamento del laboratorio; importante che la funzione di leadership sia quanto pi possibile circolare e diffusa a seconda degli obiettivi e dei compiti del gruppo nelle diverse occasioni. Questo significa che esister un leader istituzionale, che quello individuato dallorganizzazione e che avr la responsabilit e lautorit del ruolo formalmente affidatogli, ma che proprio grazie ad esso, avr la facolt di scegliere i leader situazionali, quelle persone che di volta in volta saranno pi idonee ad affiancarlo e a cui potranno essere delegati compiti e funzioni necessari per il buon funzionamento del gruppo stesso. nella corretta comunicazione interpersonale, sia per ci che riguarda quella verbale che per quella non verbale. La comunicazione il processo chiave che permette il funzionamento del lavoro di gruppo poich permette lo scambio di informazioni finalizzato al raggiungimento dei risultati. Tuttavia essa orienta ed a sua volta orientata dal sistema di relazioni e ruoli presenti nel gruppo stesso. nella costruzione di un'ambientazione gradevole, empatica caratterizzata dalla combinazione di opinioni, atteggiamenti e percezioni dei singoli, sino a propagarsi all'insieme gruppale in divenire. Quindi, un buon clima di gruppo rappresentato dall'insieme degli elementi, delle opinioni, delle percezioni dei singoli membri corrispondenti alla qualit dellambiente del gruppo e della sua atmosfera. Una buona percezione del clima si attua quando c un giusto sostegno e calore nel gruppo, i ruoli dei singoli sono riconosciuti e valorizzati, la comunicazione aperta, chiara e fornisce

62 feedback accettabili sui comportamenti delle persone e sui risultati conseguiti dal gruppo Il nostro laboratorio rientrerebbe, cos, in quello che si definisce apprendimento cooperativo (AC), quindi e per definizione, basato sulla collaborazione al perseguimento di obiettivi comuni, il tutto attraverso una partecipazione attiva, responsabile e solidale, un lavoro di approfondimento e di apprendimento che porter alla costruzione di nuova conoscenza. Nel gruppo di lavoro lapporto di ogni singolo partecipante permette di costituire una visione complessiva delloggetto di ricerca ed, unitamente allinterazione, consente di creare e dinnescare il senso di appartenenza, trasformando lio-individualista in noi-gruppo offrendo, cos, lopportunit di affrontare insieme innumerevoli problematiche usualmente fonte di disagio. La cooperazione una situazione in cui gli attori con ruoli e funzioni, meglio definiti rispetto alla collaborazione, lavorano per uno stesso obiettivo (per esempio, costruire un testo a pi mani, facendo esplicito riferimento alla scrittura collettiva). Alla base del buon funzionamento del gruppo dovremo istituire delle regole che consentano ad ognuno di rispettare la libert degli altri, salvaguardando la sua. Le regole saranno definite dal gruppo, tanto da potere divenire materia di discussione, ma dovranno appartenere al gruppo. La riservatezza e la confidenzialit ad evitare che si possa parlare al di fuori di quanto accade nel gruppo, in quanto la discrezione dar la libert necessaria per esprimersi liberamente; come l'esclusione di osservatori occasionali a raggiungimento di progressiva coesione, solidariet e complicit, direi che possano rappresentare le fondamenta sulle quali erigere le regole del nostro gruppo Le assenze dal gruppo sono sempre una rinuncia ad unopportunit di lavoro per s, ma anche unirresponsabile sottrazione di energie e di confronti emotivi per gli altri partecipanti.
Note di approfondimento: * David Irvin Yalom (Washington DC, 13 giugno 1931) uno scrittore, psichiatra e docente statunitense, autore di narrativa e saggistica, professore emerito di Psichiatria all'Universit di Stanford, e psicoterapeuta di scuola esistenzialista. Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo (con Molyn Leszcz) (The Theory and Practice of Group Psychotherapy, 1970) (Bollati Boringhieri, 2009) - http://it.wikipedia.org/wiki/Irvin_Yalom ; http://www.yalom.com/ http://www.relationship-center-mi.com/Grouptherapy.htm http://www.mentecorpomalattia.it/terapiadigruppo.asp?psicoterapia=terapiadigruppo http://www.benessere.com/psicologia/arg00/terapia_gruppo.htm http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=54 .

Caso Ittiri: torniamo all'occhio per occhio?


di Marco Cinque Scrivo questa lettera per esprimere disgusto e vergogna per quel che accaduto a Ittiri (Sassari) e non posso nascondere nemmeno una buona dose di rabbia, poich mio costume mettermi sempre dalla parte dei pi deboli. Quel che si vede nelle immagini del video e quello che rivelano le accuse dell'indagine (per ora solo un'indagine), indubbiamente fanno venire i brividi. Parlo della vicenda che ha visto coinvolti medici e operatori, ma anche politici e addirittura parenti di malati di Alzheimer, accusati di maltrattamenti, percosse, torture fisiche e psichiche ai danni degli stessi pazienti ricoverati in una clinica gestita dallassociazione Aion.

(qui l'articolo: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/08/03/news/sassari-arrestati-quattro-medici-eun-consigliere-regionale-1.5495559)

Vorrei aggiungere che purtroppo situazioni cos sono presenti e si consumano ogni giorno, ad esempio negli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) e in molti altri contesti pseudo-istituzionali. Quel che pi mi sconvolge e mi rattrista in tutto questo, per, la reazione di gran parte delle persone che commentano fatti simili (soprattutto quelli che ho letto sul sito della Nuova Sardegna, ma anche su molte pagine facebook apparentate alla mia) e che condannano questa barbarie, auspicando altrettanta barbarie verso chi la compie: chi invoca il boia, chi il rogo e

63 chi addirittura il linciaggio. La questione che se giudichiamo gli autori di quei crimini bestie selvagge, ma ci si mette poi sul loro stesso piano, tra noi e loro non ci sar pi alcuna differenza. Purtroppo cos si entra in una logica molto pericolosa e semmai questo dovesse manifestarsi in maniera consistente nel nostro tessuto sociale, allora avr ragione Gandhi quando ammoniva che se occhio per occhio fosse la legge della terra il mondo resterebbe cieco. Siamo un paese che ancora alle prese col problema dell'introduzione del reato di tortura e fa un certo effetto che ancora non esista, ma nonostante ci la cosa non indigna pi di tanto il pubblico sentire. Invece se diamo ascolto alle tante voci che si alzano per invocare la reintroduzione di metodi medievali per farla pagare ai manigoldi di turno, altro che tortura dovremmo temere: per noi, per per i nostri figli e per le future generazioni.

Parola Nuda
di Marco Cinque note introduttive di Alessandra Bava e Olga Campofreda Presentazione dal foglio alla voce DALLA PREFAZIONE: 'Le poesie di Marco Cinque hanno la stessa devastante potenza di un 'Origine del mondo' di Courbet e la stessa sinuosa bellezza di un nudo di Modigliani: si presentano a noi come il suo autore (mai artefice!) le ha generate, in tutta la loro candida essenza, ma esse recano pur sempre brandelli del loro autentico travaglio, 'il sangue' del loro stesso parto'. (Alessandra Bava) ... 'Quello che ho trovato in 'Parola Nuda' stato soprattutto un canzoniere d'amore, dove la donna amata la parola stessa in tutta la sua sensualit e pieneza' (Olga Campofreda)

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DARTAGNAN
(in memoria dell'amico Ele DArtagnan, vissuto e morto sulla strada) di Marco Cinque Uomo delle stelle piovuto tra le case sulle strade di Roma scarpe lucide su selciato in passi senza tempo cercando i tuoi mulini a vento Eroe senza scudiero con un fioretto e una cravatta mozza a ricamar parole frustate eleganti in lingua tagliente e antica potenti nemici beffeggiare Lungo pascoli d'asfalto con la musica nel sangue scorrere infinita e arte sconosciuta e sconosciuta follia canticchiando impavido Tra un fellone sfidato a singolar tenzone e un aristocratico inchino alla gentil donzella perso in un pazzo mondo (mentre invece all'imbecille s'addice l'abito della normalit) Col naso nobile come un profilo d'aquila fendere l'aria ostile sorvolando ponti e marciapiedi lasciando argentei capelli slanciarsi come coda di cometa Sul grembo di ogni alba nello scintillare di una fontanella t'ho aspettato con un pezzo di formaggio buono corrisposto da un sorriso una mano grande e morbida, stringersi una baracca per dimora e tanta dignit Come un bambino che gioca giocando alla vita combattendo contro l'odioso Clero inseguito dagli agenti della CIA
Ele D'Artagnan (1911-1987) Roma 1984

ELE DARTAGNAN Biografia cronologica*

e alieni extraterrestri e mostri e fate e draghi e sogni materializzati... Cos sapiente nello scegliere il momento sbagliato sempre insopportabilmente matto cavallo senza redini n recinti senza compromessi nessun prezzo per la libert In una casa di salute hai conosciuto la paura nell'intimit ridotta a brandelli ricordi? quando per la prima volta hai fissato negli occhi il volto cupo della resa Ma un giorno hai ritrovato la tua strada assieme a Toscanini, Dal e Fellini... t'ho visto che non mentivi t'ho salutato senza lacrime e ho provato vergogna nel lasciarti solo che partivi Adesso di nuovo a casa sei tornato magnifico vagabondo dell'universo poeta sui sentieri delle stelle lass, dimenticato con il fioretto e una cravatta mozza in posa per l'ultima fotografia finalmente fiero vincitore...

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Michele Lombardi - in arte Ele D'Artagnan

La storia di un uomo vissuto nell'ostinata convinzione che un giorno la sua pittura, cos ignorata, sarebbe stata apprezzata, dandogli il giusto riconoscimento di artista. Lattore/pittore Ele DArtagnan, Michele Lombardi Toscanini, nacque a Venezia il 13/11/1911 e mor a Roma il 23/10/1987. stato lasciato dalla madre sin da bambino in un orfanotrofio. La sua strana storia in mezzo e ai margini della Dolce Vita di Roma dovuta al fatto di essere stato amico del regista Federico Fellini e di aver lavorato in cinque dei suoi film. A Cinecitt (la Hollywood italiana), tra gli anni 50/60 fino agli anni 70, DArtagnan ha partecipato a circa 40 film. Persona molto colta, ha frequentato il mondo artistico italiano tra Venezia, Milano e Roma conoscendo molte personalit famose della cultura europea come: Fellini, Salvador Dal, il grande pittore metafisico De Chirico, Novella Parigini; attori come: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni, Valter Chiari, Eva Vilma; musicisti come: Domenico Modugno, Mina. Era anche un suonatore di tromba ed amante della musica in generale per questo nei suoi quadri sono sempre presenti elementi musicali.

66 Dopo la chiusura di Cinecitt, la grande industria del cinema italiano, DArtagnan ha cominciato a dipingere quadri, e questo lha costretto a vivere in condizione di miseria. Nel triste epilogo della sua vida, lui voleva raccontare attraverso le sue opere la sua visione del mondo, una specie di confessione finale, ma non negativa: le sue opere sono, al contrario, piene di forza vitale, di colori, allegria e positivit. Ha lasciato circa 500 dipinti: opere che non voleva nemmeno vendere per paura di buttare parte della sua vita. Nei suoi lavori lui usa una tecnica mista su materiali di scarto, come: legno, cartoline, cartoni, locandine ecc. evidente che la sua arte pu essere considerata naif, ma con influenza dei movimenti pittorici, come per esempio: Chagall, Mir, Kandinskij e il suo amico Dal. Alla fine della sua vita DArtagnan ha vissuto in una favela di Roma e mor povero e dimenticato da tutti. Ha lasciato un testamento su cui esprimeva la volont che i suoi quadri non fossero esposti per la prima volta in Italia, ma allestero, perch lItalia non aveva mai riconosciuto il suo lavoro. DArtagnan stato presentato a New York, nella esposizione di Pittori Outsiders a Broadway, ottenendo un lusinghiero successo ed un bel catalogo che presenta la sua vita e le sue opere. tratto da Ele D'Artagnan (Michele Stinelli Lombardi)

Informazioni di contatto http://www.moma.org/collection/browse_re... http://www.eledartagnan.com/ Sito Web http://www.nytimes.com/2003/10/03/arts/d... http://www.arpsgallery.com/biography.php...

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Luca Mercalli presenta il suo nuovo libro PREPARIAMOCI a...


NADiRinforma propone la presentazione (c/o la Libreria Irnerio UBIK (Bo)-24 maggio '12) del nuovo libro di Luca Mercalli "PREPARIAMOCI a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... e forse pi felicit". ED. Chiarelettere Ha condotto la presentazione alla presenza dell'autore il prof. Andrea Segr, particolarmente interessato a coltivare i temi affrontati da Mercalli, come testimonia il suo ultimo libro L'Economia a colori. "Se domani l'Italia crollasse come la Grecia e ci ritrovassimo tutti a guadagnare la met, come faremmo? Dovremmo rinunciare alle nostre comodit? Io dico di no, se ci arriviamo preparati" ci dice e ci dimostra Mercalli: piccoli e grandi suggerimenti che potrebbero portarci non solamente ad un risparmio individuale delle spese correnti che sosteniamo per le nostre abitazioni ed i trasporti, ma pi in generale ad utilizzare in modo pi razionale e consapevole le risorse che abbiamo a disposizione. Senza per questo dover rinunciare a troppo o rinchiudersi in un antro privo di qualsiasi comfort. La filosofia di Luca Mercalli semplice: "Per spendere meno e meglio, sufficiente fare scelte intelligenti per ridurre gli sprechi, facendo convivere l'attenzione per l'ambiente con le proprie abitudini". tratto da chiarelettere "VOGLIO AZIONI CONCRETE. NON SERVE ESSERE CONVINTI DI MUOVERSI NELLA DIREZIONE GIUSTA, N DESIDERARE CI CHE GIUSTO. QUEL CHE CONTA FARE CI CHE GIUSTO." Reinhold Messner, 2011 "MI INTERESSA MOLTO IL FUTURO: L CHE PASSER IL RESTO DELLA MIA VITA." Groucho Marx Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici disinformati o in conflitto d'interessi. Se aspettiamo loro sar troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sar troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare. L'autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la capacit di affrontare serenamente un futuro pi incerto, e indica il PROGRAMMA POLITICO che voterebbe. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (pi coibentate), dalle nostre abitudini, pi sane e economiche (dal consumo d'acqua, ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall'orto all'impegno civile). Oggi non possiamo pi aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono. Luca Mercalli, torinese, presiede la Societ meteorologica italiana e dirige la rivista "Nimbus". Ospite fisso della trasmissione Rai3 "Che tempo che fa", cura per "La Stampa" la rubrica di meteorologia e clima. Tra i suoi ultimi libri: FILOSOFIA DELLE NUVOLE (Rizzoli 2008), CHE TEMPO CHE FAR (Rizzoli 2009), VIAGGI NEL TEMPO CHE FA (Einaudi 2010).

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Lavoratrice Inps, un destino da precaria


tratto da Contro la crisi Questa la storia di uno dei tanti operatori di call center della commessa INPS passata da una societ ad unaltra sempre con base a Roma . Nellagosto 2010 partecipammo alla selezione per numerosi candidati per la nuova commessa appena vinta dallazienda, in cui, per stare al telefono, i requisiti indispensabili erano: laurea, esperienze di lavoro pregresse, buona dialettica . Seppur non laureata ebbi il posto grazie forse alla numerose esperienze pregresse dovute al precariato. La commessa sarebbe durata 4 anni, ed in fase di colloquio ci furono date valide speranze, salvo ovviamente la nostra capacit lavorativa, di lunga permanenza in azienda. Fummo quindi partecipi del corso di un mese e mezzo, suddiviso in 6 moduli, ciascuno presidiato da un funzionario INPS e della durata settimanale di 5 giorni dalle 9 alle 17, detto corso, finanziato dalla Forma Temp venne retribuito con 450 euro (che tra laltro fu arduo percepire dallagenzia interinale). A met ottobre iniziavamo il nostro percorso professionale affiancando gli altri neo colleghi dei due corsi precedenti il nostro. 100 Operatori interinali, quando invece lazienda avrebbe potuto permettersene solo il 13% sul totale dei dipendenti. Vuole dire cio che per quella enormit di precari, sarebbero dovuti essere stati attivi almeno 900 dipendenti aziendali. Noi ne avevamo solo 30, in sala. Tutti provenienti dalla vecchia gestione del contact center ed assunti a malincuore dallazienda, su espressa richiesta dellIstituto. Malgrado il massacrante corso di fine estate, inizio autunno 2010, ottenemmo un primo contratto di solo un mese e mezzo. Un mese e mezzo di corso per un mese e mezzo di lavoro. La prima vergogna. Dovevamo essere inquadrati, fu la replica dellazienda. Sin da subito, partirono le pseudo verifiche aziendali, con ascolti in doppia cuffia in cui veniva valutata la nostra capacit di risposta allutente ma senza che questi venisse informato di terzi in linea. Per alcuni di noi, la seconda umiliazione arriv con la proroga: 1 mese. Un solo mese di lavoro dopo 45 giorni di corso. E qui mi ripeto. A tuttoggi non si riusciti a comprendere il motivo di questo scempio, visto che mai queste persone, tra cui la sottoscritta, erano state riprese o informate di carenza professionale, dialettica o quantaltro. In sostanza rischiavamo di aver lavorato appena due mesi e mezzo ma averne dedicati ben 4 allazienda. Fortunatamente altre proroghe si susseguirono, e ricordo che ad ogni scadenza delle stesse, e non appena il telefono squillava, a tutti saliva un groppo in gola per il timore di non sentirsi rinnovare limpiego dalle rispettive agenzie. Nel mese di Luglio 2011 ad alcuni, la proroga del contratto fu fatta sottoscrivere a tempo pieno piuttosto che part time. Solo successivamente scoprimmo che una proroga deve rispettare lo standard del contratto originale e non pu essere quindi differente nel numero di ore previste in azienda, per tale motivo, molti lavoratori somministrati, furono passati da unagenzia, che rifiut questo tipo di richiesta da parte dellazienda, ad unaltra, che laccontent facendo figurare le ore lavorate extra, anzich straordinarie, come ordinarie. In sostanza, percepimmo in busta paga non pi di cento euro. La stessa cifra che avevo guadagnato il mese prima, fermandomi di tanto in tanto per qualche ora in pi. Per un anno e mezzo il contratto di somministrazione si susseguito in una serie di proroghe, in tutto sei, mentre nel frattempo, tra di noi, giovani sotto i 30 anni, invalidi ed ex lavoratori in mobilit venivano assunti con contratti beneficiari di sgravi fiscali e contributivi. Un bel giorno,

69 operatori ENEL gi dipendenti aziendali, passarono in massa sul canale INPS, facendo un corso COMPLETAMENTE RETRIBUITO DELLO STIPENDIO e gestito da Team Leader piuttosto che da funzionari INPS. Capimmo subito che il nostro destino era segnato, che eravamo stati usati per lanciare un servizio al cittadino che successivamente sarebbe passato di mano ai dipendenti aziendali, uscenti da una commessa non pi florida. LAzienda, a differenza di quanto detto in colloquio, non aveva mai avuto alcuna intenzione di tenerci per tutta la durata della campagna INPS. Gli unici (e neppure tutti) ad uscire salvi dal massacro sarebbero stati esclusivamente: categorie protette, lavoratori in mobilit, apprendisti. Fine. Inutile applicarsi, inutile essere precisi, puntuali, educati, laureati, con esperienze pregresse, veloci, dinamici, con voglia di migliorare e servire in ogni senso, lordine era uno ed uno solo: QUANTITA e non QUALITA. Ricordo che venivo chiamata la maestrina: la mia telefonata media durava dai 10 ai 15 minuti dove, mentre cercavo di accontentare anche lutente pi indisponente, qualche team leader passava per controllare sulla barra telefonica da quanto tempo ero in conversazione. Se poi i minuti erano 20 perch attendevi unautorizzazione da qualcuno che in quel momento aveva da fare con altri o non era presente in sala, comunque eri stata troppo in linea, e lazienda vive di numeri. Lunica conversazione lunga che veniva consentita era quella in registrazione. La chiamavano: servizio qualit, allimprovviso nella barra telefonica compariva una scritta su sfondo giallo fosforescente: REC, e sia il nostro operato che i fatti dellutente venivano registrati per controllarne appunto la nostra qualit. Al nostro disappunto su questa presunta violazione di privacy, ci fu risposto che ogni e qualsiasi dato sensibile presente in conversazione, nonch dati anagrafici sarebbero apparsi in registrazione come un bip ed ovviamente le voci modificate. Ci che invece non avveniva con lascolto in doppia cuffia, a cui, di tanto in tanto eravamo tutti sottoposti. I soli a rifiutarne limposizione erano ovviamente i dipendenti aziendali, specialmente gli ex cassaintegrati (come li chiamavamo noi). Ed ovviamente ne avevano tutte le ragioni: per anni a rispondere per conto INPS, oggi si vedevano messi alla lavagna da neo Team Leader ai quali magari avevano fatto affiancamento giusto qualche mese prima. Gli interinali ovviamente davano consenso e la loro scheda valutazione veniva regolarmente compilata. Le mansioni erano ampie: dalle compilazioni di domande per prestazioni a sostegno del reddito, nel frattempo passate esclusivamente in procedura telematica sul sito INPS iscrizioni COLF, al controllo, per conto dellutente del proprio cedolino pensione/disoccupazione/mobilit alla gestione dei fax (molti dei quali riportanti dati personali del cittadino) che pervenivano al numero verde. In sei ore quotidiane per cinque giorni la settimana, migliaia di dati sensibili ci passavano davanti gli occhi o nelle orecchie: uninsieme di indirizzi, dati anagrafici, dati sensibilissimi e responsabilit in appena secondo livello di telecomunicazioni. Sempre per mantenere la quantit delle telefonate (perch su quello sembra che possa essere mantenuta la commessa) mi fu chiesto pi di una volta di rispondere allutente che i servizi al momento non funzionavano e quindi la possibilit di presentare la propria domanda di prestazione a sostegno del reddito sarebbe risultata impossibile col Contact Center, di richiamare in seguito. Il che poteva essere assolutamente credibile visto che ogni santo giorno i sistemi saltavano. Poco importa se lutente riattacca inviperito, ci che veramente conta che tanto poi AVREBBE RICHIAMATO ed il numero delle telefonate ricevute quindi sarebbe salito e con esse la fattura da spedire a fine mese. Tutto questo, ribadisco, gestito e sopportato, da somministrati con un 2 livello in telecomunicazioni, senza premio produzione in busta, in contemporanea con i dipendenti fissi di 3 livello, premio produzione in busta paga e molti dei quali passati da una commessa di elettricit ad una ben pi complessa, appena tre mesi avanti o poco li. Senza contare la loro salute, ben pi importante della nostra, dato che di tanto in tanto compariva in bacheca lannuncio della prevista visita medica aziendale Riservata ai Dipendenti. Gli interinali schiattassero pure.

70 A luglio la chiusura del cerchio: i primi giorni del mese ci venivano confermate le ferie richieste (agosto ) ed i nostri nomi sarebbero apparsi a breve nel calendario dei turni di agosto con lasterisco se confermati dalle agenzie. A fine mese, ancora non si sapeva nulla del nostro destino. Fiduciosi si chiamava in agenzia, e dopo un tergiversare, ci veniva risposto brutalmente: nessuno stato riconfermato. Dopo un anno e mezzo, solo queste quattro parole dallagenzia interinale e nessun incontro con i dirigenti dellazienda, che per si erano premuniti di passare in sala ad urlare ferie confermate per tutti ed il cambio della guardia del team leader. Specialmente questultima notizia ci avrebbe di sicuro portato a casa lo stipendio di settembre. Infine lincontro sospirato con le risorse umane: ci veniva detto che le proroghe erano finite e quindi eravamo i primi a togliere le tende (gli altri con scadenza settembre ed ottobre ovviamente restavano sottintesi come prossimi a lasciare il posto). Al nostro disappunto di averci lasciato a casa ad estate inoltrata, praticamente in un periodo morto per la ricerca di qualsiasi lavoro, ci veniva risposto che lAzienda aveva iniziato le selezioni per quella commessa proprio ad agosto, quindi mai perdere la speranza. Ritenta, e vedrai che la ruota girer. Non solo, ci veniva anche sottolineato che lazienda era stata generosa nellinformarci con 4 giorni di anticipo la non riconferma. Peccato che quella telefonata in agenzia fu fatta da noi. Alla mia protesta che avere 40 anni ed essere precari da 20 logora non solo la vita ma anche la testa, mi veniva replicato che in fondo anche il contratto a tempo indeterminato pu cessare. Pi che lecita come affermazione, ma almeno non si vive con la spada di Damocle sul collo chiedendosi ogni tre mesi, cosa ne sar del domani. E poi, francamente, sentirselo dire da chi ogni mattina ha la propria poltrona in ufficio, ed uno stipendio sicuro a fine mese, davvero poco credibile e soprattutto sconcertante. Oggi eccomi qui, disoccupata INPS, dopo aver lavorato per conto INPS precariamente per quasi due anni. Ci viene dato il benservito, come se questi mesi in azienda a far crescere il servizio (per cui ovviamente ci ringraziano) non fossero mai esistiti, come se fossimo stati solo numero di operatore ed un foglietto dove segnare le telefonate prese. Come si fa con la schedina del totocalcio, probabilmente pi facile da indovinare rispetto alla possibilit di essere assunti se non si n invalidi, n sotto i 30 anni e tanto meno in mobilit . I lavoratori con la salute di ferro, che hanno superato la 30ma magari perch da poco laureati, e soprattutto privi di iscrizione alla lista di mobilit perch un contratto a tempo indeterminato cessato per crisi aziendale non lhanno mai avuto, questi di lavoratori chi li tutela?? Sono destinati alla somministrazione per sempre? Oggi a rispondervi non ci siamo pi noi, anche perch un altro servizio di contact center INPS affidato ovviamente a lavoratori interinali, partito in Calabria gi da qualche tempo, sfruttando sgravi aziendali, questa volta concessi per la creazione di nuovi posti di lavoro in zone disagiate. Precaria INPS, credo che mi ricorder per sempre cos. Quando vi capiter di telefonare, pensate bene a chi avete dallaltro capo del filo. Probabilmente un povero cristo che, mentre controlla il vostro cedolino pensione, si chiede se lui, grazie allINPS, che ha permesso questo massacro di precari ci arriver mai un giorno alla pensione. Nessun rimorso e nessun rimpianto. Solo tanta ma tanta amarezza per questo povero mondo che lascerete ai vostri figli. Dico vostri, perch io un figlio non me lo posso permettere, almeno non pi. Stanotte sono rimasta sveglia. Come quando finisce una storia damore e ci si sente sempre un po vuoti, quasi non si riesce a credere che quella quotidianit fino a quel giorno presente nella vita, da li a breve sarebbe venuta a mancare. Che di nuovo, mi sarei ritrovata a casa, senza dovermi alzare per andare a lavoro, senza poter tornare a casa orgogliosa di essermi guadagnata la giornata e soprattutto senza prospettive oltre quellalba. Ero talmente stanca

71 che non riuscivo nemmeno a pensare sul come far quadrare ormai il bilancio familiare, come pagare il mutuo, quando potersi permettere ancora una pizza o addirittura una vacanza. E pi ci pensavo pi mi chiedevo, chi sono questi branchi di sciacalli che indisturbati occupano i vertici delle loro aziende sterminando lavoratori di mese in mese. Gli stessi che probabilmente in quel preciso istante dormivano sonni tranquilli, sospirando lagognata partenza estiva. Loro che non conosco noi, i nostri nomi, le nostre vite, i nostri conti a fine mese. E non mi solleva nemmeno leventualit lontana che quello che lo Stato gli permette di distruggere lo stesso mondo del lavoro che si troveranno davanti i propri figli. No, non mi solleva, perch questa gente non permetter mai che ci che io ho appena raccontato possa un giorno essere il vissuto dei propri figli, per loro, ci sono gi pronti dei posti fissi, senza sgravi contributivi, da qualche parte, magari proprio ora lo stanno gi occupando dei precari, laureati, con esperienza, ma senza nessun santo in paradiso.

Ora lecito retrofittare le vecchie auto a benzina e farle diventare elettriche


tratto da il Journal Blog
4 agosto '12

Nonostante regali a petrolieri, a centrali elettriche inquinanti e a trivelle, il cosiddetto decreto sviluppo contiene una piccola botta di buonsenso ambientale. Larticolo 17-terdecies consente, finalmente!, di retrofittare unauto gi in circolazione, ossia di sostituire il motore diesel o a benzina con un motore elettrico. Non si tratta solo di risparmiare sul pieno (che per unauto elettrica costa pochi euro), e non vero che gas nocivi ed emissioni di anidride carbonica vengono spostati dal tubo di scappamento alla centrale che produce lenergia elettrica. Lauto elettrica inquina meno, sempre che lelettricit non provenga dal carbone, il peggiore dei combustibili fossili. Il decreto dispone anche la costruzione di impianti per la ricarica, Il motore elettrico, poi, non inquina per nulla se viene alimentato con energia prodotta da fonti rinnovabili. Per attenzione, perch la botta di buonsenso, seppur degna di menzione, solo molto parziale: niente incentivi a chi retrofitta unauto vecchia, corposi incentivi a chi cambia lauto e ne acquista una nuova a basse emissioni. E dal punto di vista ecologico un grave errore. Per lambiente meglio tenersi unauto vecchiotta e inquinante piuttosto che acquistarne una con emissioni ridotte. Vi sembra unassurdit? Niente affatto: basta considerare il ciclo di vita del veicolo, e non solo i suoi gas di scarico. Per calcolare le reali emissioni di unauto bisogna tener conto dellinquinamento legato alluso dellenergia necessaria per produrla: esso va spalmato lungo tutto larco di vita del veicolo. Quattro anni fa sono stati fatti i calcoli relativi a una Toyota Prius ibrida: per costruirla necessario un consumo di energia pari a circa 32.770 kWh e dunque come se come se una Prius nuova di zecca avesse bruciato, prima ancora di uscire dallautosalone, 3790 litri di benzina, che corrispondono a circa 73.600 chilometri. Un discorso analogo vale anche per le auto elettriche nuove: non ho trovato cifre sullenergia necessaria per la produzione, ma non spuntano nellorto sotto un cavolo e hanno anchesse alle spalle un processo industriale. Dunque sarebbe stato meglio riservare gli incentivi a chi prolunga in modo ecologico la vita di una vecchia auto (purch sia ancora sicura, ovvio) installando un motore elettrico al posto di quello diesel o benzina. Lincentivo sarebbe stato davvero utilissimo: il retrofit cos benefico per lambiente costa dai 3.000 ai 10.000 euro, mica noccioline. Questo Governo invece ha preferito offrire uno sconto pari al 15-20% del prezzo di listino a chi

72 (soprattutto aziende, ma anche privati) acquista unauto cosiddetta ecologica nuova di zecca e manda in rottamazione quella che possiede anche da un solo anno: la torta di 140 milioni di euro in tre anni. Il provvedimento, mi pare evidente, non pensa allinquinamento ma pensa invece ad aiutare le case produttrici (le vendite sono crollate a causa della crisi) e ad aiutare chi ha abbastanza soldi per comprarsi auto fra cui la Chevrolet Volt o la Nissan Leaf, rispettivamente circa 44.000 e 38.000 euro da cui va detratto lo sconto governativo. A chi non possiede cifre simili non concessa neanche la possibilit di prendere gratis le auto ancora in buono stato che vengono rottamate per far posto a quelle nuove e di retrofittarle a proprie spese.

Il testo del decreto sviluppo

tratto da Gi la maschera
di Jaime Jaramillo Un maestro spirituale che predicava continuamente limportanza di staccarsi dalle cose materiali, venne invitato assieme ai suoi discepoli a una fiera dellartigianato, con oggetti provenienti da tutti i continenti. Entrato nel primo padiglione, il maestro ci rimase il triplo del tempo impiegato dagli altri per guardare gli oggetti esposti. Stupiti, i discepoli tornarono indietro per capire perch ci mettesse tanto e lo trovarono che ammirava incantato tutti gli oggetti esposti, uno per uno. Maestro, dissero i discepoli, tu che parli tanto di spiritualit e di distacco, come mai ti sei fermato tanto davanti a questi oggetti?. Sorridendo, il maestro li guard negli occhi e rispose: Cari discepoli, avete ragione. Il fatto che sono veramente stupefatto dal vedere la quantit di cose materiali che non mi servono per essere felice.

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Il Premio Ilaria Alpi slitta a Settembre, entra in Riccione 90 e ricorda Gilles Jacquier

Associazione Ilaria Alpi, Bando Premio 2012, In evidenza Raccontare, svelare, capire. Per non dimenticare. Questi i punti forti emersi nella conferenza stampa di presentazione della XVIII edizione del Premio giornalistico televisivo che gode dellAlto Patronato della Presidenza della Repubblica ed organizzato dallassociazione Ilaria Alpi e promosso dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Riccione e dalla Provincia di Rimini. Due le novit rilevanti di questa edizione: linserimento di una sezione dedicata a i servizi, reportage e inchieste video realizzate per il web e una nuova collocazione temporale. Come sottolinea Simone Bruscia, direttore artistico di Riccione 90, il Premio si svolger dal 6 all8 settembre 2012 perch inserito nei festeggiamenti dei 90 anni del Comune di Riccione, un progetto che ha lobiettivo strategico di ampliare la politica culturale della nostra citt. Il direttore del Premio Ilaria Alpi Francesco Cavalli spiega questi cambiamenti importanti: il Premio diventa una parte fondamentale degli eventi di Riccione 90 e lo spostamento a settembre coincide in Italia con linizio della nuova stagione televisiva 2012-2013. La seconda novit la nascita di una sezione ad hoc per laudiovisivo via web creata per essere in linea con il cambiamento attuale nella fruizione dei contenuti audiovisivi. Lobiettivo della XVIII edizione non cambia: continuare nella ricerca della verit per Ilaria e Miran. Proprio in queste ore apprendiamo- spiega Andrea Vianello, conduttore di Rai 3 e direttore scientifico del Premio Ilaria Alpi- che la strage di Piazza della Loggia a Brescia nel 1974 non ha colpevoli: i quattro imputati sono stati assolti al processo dappello. Anche il caso di Ilaria e Miran non ha colpevoli. Per questo il giornalismo premiato quello di inchiesta e di impegno sociale. Tre giorni intensi di incontri e dibattiti che si concluderanno con la serata di premiazione condotta da Tiziana Ferrario e una grande presenza: lo spettacolo teatrale Lo Schifo di Stefano Massini, gi vincitore del Premio Riccione per il Teatro. Una delle new entry nella giuria Antonio Sofi, autore televisivo, giornalista, consulente politico e sociologo della comunicazione: un onore essere coinvolto. Il Premio sempre stato allavanguardia nelle nuove tecnologie e la nascita della sezione dedicata alle web tv lo conferma. E importante raccontare ci che accade al Premio in tempo reale attraverso i social network in diretta mentre tutto accade. Ci permette linterazione istantanea a chi non presente. Anche le istituzioni sottolineano lalto prestigio di questo premio e la volont di continuare a sostenerlo. Spiega Carlo Bulletti, vicepresidente della Provincia di Rimini: Il Premio rientra in un percorso della Provincia di sostegno economico per lo sviluppo di impianti culturali nel territorio e rappresenta un impegno nel rapporto tra comunicazione e verit da portare avanti.

74 Anche il vice Sindaco di Riccione Lanfranco Francolini e la dirigente alla Cultura del Comune hanno sottolineato quanto lamministrazione creda fortemente in questo appuntamento La verit su Ilaria e Miran non ancora emersa e si continua ancora a morire per la libert. ha detto il vice sindaco Penso a Gilles Jacqueir, giornalista francese vincitore dellultima edizione del Premio, morto da eroe in Siria. E proprio a Gilles Jacquier il Premio Ilaria Alpi vuole dedicare un omaggio per ricordare il lavoro di questo grande giornalista.

Usciti i nomi dei finalisti del Premio Ilaria Alpi 2012. Mafie, crisi e immigrazione i temi pi affrontati.
Tratto da www.ilariaalpi.it - 13 luglio 2012 Giornalisti di testate nazionali e di network internazionali insieme a cronisti di web-tv e di televisioni locali: sono in gara alla diciottesima edizione della manifestazione dedicata allinviata Rai uccisa in Somalia. La proclamazione dei vincitori l8 settembre a Riccione. Luca Ajroldi: Qualit sempre pi alta, si ridotto il gap tra web-tv e grandi emittenti La crisi economica, la caduta di Gheddafi, gli ultimi criminali nazisti, i traffici di uomini e di rifiuti tossici. I migranti in fuga da guerra e povert e la storia dei loro figli, nati e cresciuti in Italia senza avere la cittadinanza. Poi la criminalit organizzata con le infiltrazioni della camorra nellAgro Pontino, i festini con i padrini a Napoli, la sacra corona unita e le donne vittime della ndrangheta. Arrivano dalla sponda sud del Mediterraneo come dalle carceri italiane, dalla Russia e dallAfghanistan come dal Veneto con i suoi capannoni fantasma, i primi 21 video finalisti della diciottesima edizione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, in programma dal 6 all8 settembre a Riccione. Scegliere i finalisti stato un lavoro faticoso, perch la qualit va di anno in anno migliorando spiega Luca Ajroldi, una vita alla Rai come inviato di guerra, caporedattore agli esteri e vicedirettore del Tg2, quindi direttore del tg di Tmc e della testata online Il Journal, da sempre nella giuria del Premio Ilaria Alpi fino a diventarne il vicepresidente. Nelle redazioni, e forse un po di merito anche nostro continua , cresciuta la voglia di fare giornalismo, di fare inchiesta a tutto tondo, di spostarsi e investire per raccontare vicende nascoste, con tassi di rischio non indifferenti. I video finalisti portano la firma di volti noti delle tv nazionali e dei network internazionali, ma anche di giovani cronisti di web-tv e di emittenti locali. Tutti saranno presenti a Riccione durante la tre giorni del Premio dedicato alla reporter della Rai uccisa nel 1994 a Mogadiscio insieme alloperatore Miran Hrovatin. Si annulla sempre pi il gap tra servizi fatti per il web, per una tv locale o per unemittente nazionale aggiunge Ajroldi e questo senzaltro un fatto positivo. un vantaggio per i cittadini che sono pi informati, lo magari un po meno per noi della giuria, che abbiamo discusso, e non poco, per scegliere i 21 finalisti tra i 300 video in concorso. I video finalisti Sono otto le categorie del Premio Ilaria Alpi, i cui vincitori saranno proclamati la sera dell8 settembre al Palacongressi di Riccione. Per il premio al miglior servizio da tg sono stati selezionati Giulio De Gennaro del Tg5, autore di una Caccia ai nazisti che ci conclude con unintervista a Werner Bruss, il responsabile delleccidio di santAnna di Stazzema, Michele Cagiano De Azevedo di Sky Tg24, che ha invece filmato Il corpo di Gheddafi esposto al mercato di Misurata, mentre Marco Clementi ed Enrico Bellano del Tg1 in Lamazzone di Gheddafi raccontano storie di violenza e di umanit nei giorni della caduta del Rais. Tre i giornalisti in gara anche per il premio al miglior reportage breve (sotto i quindici minuti). Luca Bertazzoni di Servizio pubblico con il suo Un treno lungo la notte: sedici ore da Crotone a Milano, quattro cambi e i pendolari che sfogano la loro rabbia contro gli extracomunitari,

75 colpevoli di affollare le carrozze. Fabbriche dismesse e piccoli artigiani che resistono sono i protagonisti di Veneto Spoon River di Alessio Lasta della trasmissione Rai Lultima parola. Emilio Casalini di Report compie invece uno Spazzatour: il viaggio andata e ritorno dei rifiuti tossici, che partono dallItalia, in Cina vengono lavorati e utilizzati nella fabbricazione di giocattoli, che tornano nelle mani dei nostri figli. Giovani di seconda generazione, il carcere e le donne acidate nei servizi finalisti del premio al miglior reportage italiano lungo. Fred Kuwornu di Babel tv con 18 Ius Soli affronta il tema del diritto di cittadinanza per chi nato e cresciuto in Italia da genitori immigrati. La vita di detenuti e agenti allinterno dei penitenziari italiani in Fratelli e sorelle di Barbara Cupisti di Doc 3. Anna Migotto, Valentina Loiero e Sabina Fedeli di Terra! Con Voci mai spente e la storia delle donne che si sono ribellate alla ndrangheta a costo della vita. Arrivano dal canale di Sicilia e dallest Europa i video in finale per il miglior reportage internazionale. The Price of Sex di Mimi Chakarova per The Documentary Channel un lungometraggio sulle giovani donne dellest vittime del traffico sessuale. The Nigerian Connection di Chiara Caprio, Juliana Ruhfus e Orlando von Einsiedel di Al Jazeera English svela la violenza delle gang mafiose che gestiscono i traffici umani dal continente africano. una storia di immigrazione e disperazione anche quella di Mare deserto a opera di Emiliano Bos e Paul Nicol della Radiotelevisione svizzera: un gommone alla deriva per 15 giorni, 63 morti e lindifferenza delle forze Nato di pattuglia sul Mediterraneo. Puglia protagonista della categoria miglior servizio di televisioni locali e regionali, con due dei tre servizi in finale prodotti dalla salentina Telerama. Sono quelli di Danilo Lupo che racconta La rivolta dei migranti e le minacce dei caporali, chiedendosi dov lo Stato a Nard, mentre la collega Lucia Portolano con Mesagne e la Scu si lancia sulle tracce della sacra corona unita. Spazio anche al Piemonte, con Daniela Giacometti di Telesubalpina e il suo Amianto Balangero Italia: dal processo celebrato a Torino ai vertici della Eternit al dramma dei luoghi in cui si continua a morire, un viaggio per capire se e come sia cambiata la cultura del rispetto del lavoro e dellambiente. Nasce invece questanno la sezione dedicata al miglior servizio delle web tv. In lizza per il premio Attilio Bolzoni che nellinchiesta di Repubblica.it I nuovi signori di Sabaudia racconta le infiltrazioni camorristiche nelleconomia, nel turismo e nella politica dellAgro Pontino. La camorra al centro anche di Napoli, Il bacio del padrino di Claudio Pappaianni e Andrea Postiglione del sito dellEspresso: durante la Festa dei Gigli nel quartiere Barra, i boss arrivano su una Rolls Royce bianca, in un tripudio di palloncini, musica e applausi. Si torna al dramma del sovraffollamento delle carceri con Just(ice) in Italy di Valentina Ascione e Simone Sapienza di Fainotizia.it: la miseria e la solitudine di chi stipato in pochi metri quadri, oltre i limiti della legalit costituzionale. Sono invece inediti, e il vincitore si guadagner la messa in onda su Rai 3 e Rainews, i video in corsa per il premio IA Doc Rai. Franco Fracassi con Blue Ghost mostra le due facce dellAfghanistan, con le donne che contemporaneamente sono la risorsa del Paese e le uniche vittime di una societ corrotta e violenta. In Kome un palloncino Massimiliano Cocozza racconta leroica lotta delle persone affette dalle malattie neoplastiche, dopo aver vissuto per nove mesi a fianco di una malata terminale. girato in Russia Giornalisti in prima linea di Giorgio Fornoni, con le minacce e le violenze ai danni di reporter con la schiena dritta. Saranno noti nelle prossime settimane, infine, i finalisti delle ultime due sezioni, il premio Miran Hrovatin (riservato ai telecineoperatori) e il premio della critica, le cui giurie devono riunirsi. La cerimonia di premiazione e tutti gli appuntamenti del Premio Ilaria Alpi rientrano nei festeggiamenti di Riccione 90 e sono a ingresso libero. Il programma completo sar a breve disponibile sul sito www.premioilariaalpi.it. Il Premio Ilaria Alpi, organizzato dallAssociazione Ilaria Alpi, promosso da Regione EmiliaRomagna, Provincia di Rimini e Comune di Riccione.

Premio miglior reportage italiano breve UN TRENO LUNGO UNA NOTTE di Luca Bertazzoni Servizio pubblico, Multipiattaforma (Tv locali, Cielo, SkyTg24 Eventi) VENETO SPOON RIVER di Alessio Lasta Lultimaparola, Rai 2 SPAZZATOUR di Emilio Casalini Report, Rai 3 Premio miglior reportage italiano lungo 18 IUS SOLI di Fred Kuwornu Babel tv, Sky FRATELLI E SORELLE di Barbara Cupisti Doc 3, Rai 3 VOCI MAI SPENTE di Anna Migotto, Valentina Loiero, Sabina Fedeli Terra! Canale 5 Premio miglior reportage internazionale MARE DESERTO di Emiliano Bos e Paul Nicol Fal, RSI- Radiotelevisione svizzera THE PRICE OF SEX di Mimi Chakarova Her Take, The Documentary Channel THE NIGERIAN CONNECTION di Chiara Caprio, Juliana Ruhfus, O. von Einsiedel People & Power, Al Jazeera English Premio miglior servizio delle webtv JUST(ICE) IN ITALY di Valentina Ascione e Simone Sapienza FaiNotizia I NUOVI SIGNORI DI SABAUDIA di Attilio Bolzoni Repubblica.it (Repubblicatv - Re Le Inchieste) NAPOLI, IL BACIO DEL PADRINO di Claudio Pappaianni e Andrea Postiglione espresso.it Premio miglior servizio delle tv locali e regionali LA RIVOLTA DEI MIGRANTI, LE MINACCE DEI CAPORALI, DOVE LO STATO A NARDO di Danilo Lupo Telerama, speciale TRnews AMIANTO BALANGERO ITALIA di Daniela Giacometti Linea Dombra, Telesubalpina MESAGNE E LA SCU di Lucia Portolano Telerama, L'indiano Premio miglior servizio da tg CACCIA AI NAZISTI: WERNER BRUSS di Giulio De Gennaro (Tg5) IL CORPO DI GHEDDAFI di Michele Cagiano De Azevedo (Sky Tg24) LAMAZZONE DI GHEDDAFI di Marco Clementi e Enrico Bellano (Tg 1) Premio IA DOC - RAI BLUE GHOST di Franco Fracassi KOME UN PALLONCINO di Massimiliano Cocozza GIORNALISTI IN PRIMA LINEA di Giorgio Fornoni

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segnalato da Pier Paolo Olivieri

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La Bolivia mette al bando la Coca Cola


a cura di Luisa Barbieri
liberamente tratto da BoliBolivia Bans Coca Cola To Honor Mayan End of Capitalism via

Bans Coca Cola To

Honor Mayan End of Capitalism La Bolivia ha annunciato che entro la fine dell'anno in corso metter al bando la Coca Cola Company La ragione ? celebrare la fine del capitalismo e rendere onore al nuovo ciclo del Calendario Maya. (1) Nel maggio u.s. il sindaco Bloomberg mise al bando le porzioni giganti (big-size) delle bevande zuccherate e/o gassate in sintonia con il progetto, caldamente supportato dalla Casa Bianca, di fare guerra all'obesit (2). Oggi parrebbe che una guerra, ancora pi determinata e carica di significati, alle bevande zuccherate, come la Coca Cola, sia stata intrapresa dalle massime cariche istituzionali in Bolivia. In particolare il ministro boliviano degli Affari Esteri, David Choquehuanca, ha detto che la Coca-Cola Company sar espulsa dal Paese il 21 dicembre, in corrispondenza della data che il Calendario Maya indica quale inizio di un nuovo ciclo. Il motivo ? celebrare la "fine del capitalismo". Secondo quanto afferma il Ministro boliviano, il 21 dicembre 2012 rappresenter la fine degli egoismi, delle divisioni; il 21 dicembre rappresenter la fine della Coca Cola e l'inizio della mocochinche (una bevanda locale al gusto di pesca). "I pianeti si allineeranno, dopo 26.000 anni. la fine del capitalismo e l'inizio del comunitarismo". La data tanto discussa e, per certi versi, temuta, che si evince dal calendario Maya, in Bolivia verr celebrata organizzando innumerevoli eventi che si svolgeranno all'epoca del solstizio d'estate dell'emisfero australe sull'Isla del Sol, una delle isole pi grandi nel Lago Titicaca. Non la prima volta che una grande azienda americana si trovata in disgrazia su suolo boliviano, gi agli inizi del 2000 McDonald's dovette chiudere i battenti, in quanto in perdita in termini di profitti. Il fallimento del gigante del fast-food stato raccontato nel documentario Perch McDonald's fallito in Bolivia? (3). Il film, pur mostrandosi un po' fazioso, racconta una sua storia in merito, facendo riferimento a sondaggi, nonch ad esperti, quali nutrizionisti, sociologi e storici, ed arrivando alla conclusione che il problema non era da ricercarsi nel Big Mac, ma che la causa reale era da riferirsi al condizionamento culturale volto a boicottare le aziende americane nei Paesi dell'America latina. Il consumo di prodotti Coca-Cola triplicato in Bolivia dal 2001, cos come aumentata notevolmente in tutti i paesi latino-americani, tanto che anche il leader venezuelano Hugo Chavez ha invitato i suoi cittadini a bere Uvita, un succo d'uva prodotto da una azienda statale, invece della Coca-Cola. Sia Cuba che la Corea del Nord sono a tutt'oggi in cordata con la Bolivia a contrastare il consumo della bevanda. curioso che la Bolivia abbia deciso di contrastare la Coca Cola sul suo territorio, considerando che uno degli ingredienti della bibita si dice venga estratto dalle foglie di coca delle quali il Paese produttore, anche se la Coca Cola si rifiuta di confermare, accampando il diritto di tutela della formula segreta.

78 Le vendite di foglie di coca sono un grande business in Bolivia, pari al 2% del PIL del Paese, (circa 270 milioni dollari all'anno), rappresenta il 14% di tutte le vendite agricole; inoltre, le foglie di coca sono legalmente vendute nei mercati all'ingrosso in alcune citt boliviana, esiste anche un coca-bar a La Paz. La decisione di mettere al bando la Coca Cola arrivata proprio nel momento in cui il Paese si sta impegnando a legalizzare il consumo di foglie di coca, che sono notoriamente trattate clandestinamente in cocaina, e dichiarate narcotico illegale dalle Nazioni Unite nel 1961, insieme alla cocaina, all'oppio e alla morfina, a dispetto del fatto che il suo consumo parte di una tradizione secolare, una tradizione fortemente radicata nelle credenze di parecchi gruppi indigeni. Secondo l'opinione del Presidente Morales, in realt "n gli USA, n gli altri Paesi capitalisti hanno una buona ragione per mantenere il divieto di consumo di foglia di coca", quasi emergesse pi il pregiudizio, con conseguente affronto alle tradizioni boliviane, piuttosto che la ferma volont di sconfiggere il narcotraffico. Un blog boliviano, Nada nos Libra de un'ulteriore interpretazione circa la messa Coca Cola, facendo riferimento ai danni incredibilmente ricca di zuccheri, procura alla Escorpio, offre al bando della che la bibita, salute.

El veneno es asi" ("questo il veleno") scritto in una foto che ritrae una bottiglia di Coca Cola sulla quale impresso un teschio. Ben consapevoli del fascino sprigionato dai costumi occidentali, compresa la dieta che inesorabilmente comprende questa bevanda, altri paesi latino-americani, incluso il Brasile, si stanno adoperando, con l'ausilio di politiche di governo, a conservare, se non a fare riemergere, le tradizioni, soprattutto in ambito alimentare. La messa al bando della Coca Cola da parte della Bolivia, al di l di ogni congettura, sicuramente sta sortendo l'effetto di invitare tutti a pensare ad alimenti, quali per l'appunto, la Coca Cola, ad approfondire un po' il tema tanto, forse, da liberarcene, anche se rimane difficilissimo pensare che si potrebbe arrivare ad essere Coke free.

Note di approfondimento: Bolivia Bans Coca Cola To Honor Mayan End of Capitalism by Kristina Chew 5/08/12 http://www.care2.com/causes/bolivia-will-ban-coca-cola-to-honor-mayan-end-of-capitalism.html http://www.nytimes.com/2012/05/31/nyregion/bloomberg-plans-a-ban-on-large-sugared-drinks.html? pagewanted=all http://www.youtube.com/watch?v=S9rUce9mfNY http://www.forbes.com/sites/andersonantunes/2012/08/01/bolivia-set-to-banish-coca-cola-to-mark-mayanend-of-capitalism/ http://www.taringa.net/posts/salud-bienestar/14068669/Coca-Cola_-Un-Veneno-Refrescante-_Mejora-TuSalud_.html - Coca Cola: Un Veneno Refrescante [Mejor Tu Salud]

79 Anonymous ART of Revolution

Il sito ufficiale della squadra italiana impegnata nei giochi olimpici di Londra 2012 Olimpiadi di Londra 2012 boxer australiano aborigeno provoca agitazione Il giovane boxer australiano Damien Hooper, di origine indigena, ha rischiato una punizione per essere entrato nell'arena olimpica di pugilato indossando una maglietta con i colori della bandiera aborigena. "Sono un ragazzo aborigeno che rappresenta la sua cultura e la sua gente qui ai Giochi Olimpici", ha replicato il boxer. Hooper non il primo atleta australiano di origini indigene che sventola i colori della bandiera aborigena. Un'atleta australiana leggendaria, Cathy Freeman, nel 1994 celebr la sua vittoria nei 200 metri nel corso dei Commonwealth Games sventolando sia i colori australiani, che quelli aborigeni. Women's Rights News Londra 2012 Finalmente e per la prima volta nella storia tutte le squadre presentano atleti di sesso femminile La judoka della Nazionale araba Shaherkani, parteciper alle Olimpiadi indossando un velo islamico pi comodo dellhijab, disegnato appositamente per evitare disagi nei movimenti e rischi di infortuni per latleta e per le sue avversarie. Il Medagliere di Londra 2012 dal Corriere dello Sport

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Londra, le Olimpiadi pi ecologiche di tutti i tempi hanno sponsor inquinanti


Da Blogeko.iljournal.it Siete davanti al televisore per guardare la cerimonia dinaugurazione delle Olimpiadi di Londra? Le Olimpiadi che gli organizzatori definiscono le pi ecologiche di tutti i tempi? Dolente di darvi una delusione, c sotto del greenwashing, quel fenomeno per cui le imprese assumono sembianze ecologiche prive di sostanza reale. Fra gli sponsor dellevento ci sono infatti la Bp, quella della marea nera nel Golfo del Messico che inoltre cointeressata allo sfruttamento delle sabbie bituminose del Canada. La Dow Chemical, che ha acquistato lUnion Carbide da cui usc la grande nube tossica di Bhopal in India. La Rio Tinto, proprietaria di una miniera a cielo aperto negli Usa accusata di violazione delle leggi sullinquinamento atmosferico. Sorvolo sui costi stratosferici e stralievitati delle Olimpiadi londinesi: soldi che a parer mio potevano essere spesi in modo migliore. Di impianti olimpici ormai pieno il mondo (le prime Olimpiadi dellet moderna furono nel 1896 ad Atene), basterebbe riciclare Ma veniamo agli sponsor. Essi ovviamente (e non solo i tre in questione) hanno sborsato fior di quattrini per riverberare sulla propria immagine lombra verde delle Olimpiadi londinesi. Un bel articolo del quotidiano britannico Independent, gi allinizio di aprile, ha fatto il punto della questione, dando voce anche al Greenwash Gold, lassociazione che ha passato al setaccio le gesta degli sponsor londinesi sollevando il problema. English Al Jazeera ha approfondito in particolare la questione della miniera. La Bp mette a disposizione il carburante per i 5.000 veicoli coinvolti a vario titolo nellorganizzazione. Dow, una multinazionale della chimica, si occupa del telo da 41 milioni di sterline che avviluppa lo stadio, dellerba artificiale (!) per i campi da hockey e dellisolamento termico di alcuni tetti. La Rio Tinto fornisce la materia prima per le medaglie. Oltre a tutto il resto, il gruppo Greenwash Gold rimprovera a Bp di non versare con sufficiente sollecitudine i risarcimenti alle persone danneggiate dal disastro nel Golfo del Messico, e a Dow di non volersi far carico delleredit di inquinamento lasciata dietro di s dalla Union Carbide. Ma nellocchio del ciclone c soprattutto la Rio Tinto, che secondo Greenwash Gold merita la medaglia doro del greenwashing. La miniera di Kennecott posseduta da Rio Tinto nello Utah, dalla quale viene il 99% della materia prima per le medaglie si dice il pi grande buco a cielo aperto scavato dalluomo: 3,22 chilometri di ampiezza e 1,2 di profondit. Sotto una veduta, sembra un paesaggio lunare: e fosse solo questo il problema Su questa miniera, situata a poche decine di chilometri da Salt Lake City, pende una causa giudiziaria per laccusa (smentita dalla propriet) di violazione delle leggi sullinquinamento atmosferico per via soprattutto delle polveri che si levano dallo scavo. La portavoce di un comitato di madri che lottano contro la miniera ha dichiarato allIndependent che ad essa attribuibile il 30% circa delle 1000-2000 morti annuali dovute allinquinamento nello Utah.
Approfondimenti: Greenwash Gold (la foto piccola tratta da un filmato presente sulla sua home page) SullIndependent le Olimpiadi pi verdi di sempre accusate di badare solo agli affari Su English Al Jazeera il grande greenwashing olimpico La foto grande di Flickr

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Mamme allo specchio Questo volantino stato distribuito dalla polizia texana. Dopo gli ultimi, ma non unici, avvenimenti locali che vedono coinvolti adolescenti sarebbe bene distribuirlo anche qui, in Italia.

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