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MATERIALI E DOCUMENTI UTILI PER INTERPRETARE LA PROPOSTA DI RIORDINO DELLE PROVINCE TOSCANE

(e del perch Pisa deve restare capoluogo)

ORDINE DEL GIORNO del CAL ............................................................................................................................ 2 DETERMINAZIONE dei criteri per il riordino delle province, a norma dell'articolo 17, comma 2, del decreto legge 6 luglio 2012, n.95. ................................................................................................................................... 4 Lettera del Sindaco Filippeschi ai parlamentari di riferimento per la provincia di Pisa .................................. 10 PROVINCE, FILIPPESCHI (COORDINATORE NAZIONALE DEI CAL E PRESIDENTE CAL TOSCANA): CHIEDIAMO A PATRONI GRIFFI MIGLIORAMENTO DEI CRITERI DI RIORDINO ...................................................................... 12 NUOVI CAPOLUOGO DI PROVINCIA: I CRITERI DI SCELTA POPOSTI DAL CONSIGLIO COMUNALE DI PISA ..... 14 Comunicato stampa CAL.................................................................................................................................. 16 Ordine del Giorno del Consiglio Comunale di Pisa ......................................................................................... 16 Riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (Prefetture, province e citt metropolitane) ....... 21 SCHEDA: CARATTERISTICHE METROPOLITANE DELLA CITTA DI PISA NELLAREA VASTA DELLA TOSCANA COSTIERA ......................................................................................................................................................... 28

ORDINE DEL GIORNO


Il Coordinamento nazionale permanente dei Consigli delle Autonomie Locali si riunito a Roma, a Palazzo Valentini, marted 7 agosto 2012, per promuovere un'iniziativa dei Consigli rispondente alle attese per il riordino delle autonomie territoriali. Il Coordinamento, nella consapevolezza dell'urgenza delle riforme, lamenta i gravi e ingiustificati ritardi del Parlamento nella revisione organica della disciplina delle autonomie locali (nuova Carta delle Autonomie Locali) e le forzature compiute dai governi del principio di parit sancito dal Titolo V della Costituzione. Il Coordinamento, nei tempi assai ristretti dati per svolgere le importanti competenze dei CAL settanta giorni, comprese le difficili settimane del mese di agosto , indica nel metodo della consultazione dei livelli istituzionali, dei Centri di ricerca delle Regioni, di studiosi che abbiano dato contributi in materia, nelle rappresentanze sindacali e d'impresa e dell'associazionismo ambientalista, la premessa alle decisioni sulle dimensioni territoriali delle nuove province. Il Coordinamento del CAL ritiene che vadano consolidate e valorizzate le competenze attribuite alle nuove istituzioni e perci richiede che in sede di decisione i singoli CAL possano proporre soluzioni motivate, con una razionale flessibilit, l dove si perseguano dimensioni territoriali di area vasta, secondo la logica non riduttiva che presiede all'attribuzione delle competenze. Il Coordinamento ritiene che ci deve valere anche nelle Regioni a Statuto speciale, laddove va ribadito, come nelle altre Regioni, il ruolo dei Consigli delle autonomie locali come organi di consultazione e proposta nei processi di riordino delle Province. Lattribuzione di tali funzioni ai CAL delle Regioni a Statuto speciale costituisce senzaltro adeguamento ai principi dellordinamento di cui allart. 5 c. 5 del decreto legge 95/2012. Il Coordinamento dei CAL chiede, inoltre, che alle Regioni, per la stessa motivazione, siano attribuiti pi ampi poteri in deroga ai criteri fissati con legge. Per prevenire eccessi localistici che creerebbero effetti in aperta contraddizione con lo spirito della riforma e per non perdere il criterio fondamentale che faccia discendere la dimensione territoriale ottimale dalle competenze attribuite, il Coordinamento dei CAL chiede un ripensamento della definizione di "capoluogo" per le nuove province e una rapida ridefinizione di criteri di scelta che consenta alle Regioni di determinare giusti equilibri, all'insegna della sobriet, della
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sburocratizzazione e della semplificazione del rapporto dei cittadini con la nuova istituzione, ci anche in vista di un equilibrato e razionale riordino degli uffici decentrati dello Stato, fatto secondo criteri che dovranno essere accortamente definiti. Il Coordinamento nazionale permanente dei CAL chiede un incontro urgente con il Ministro della Funzione pubblica e della Semplificazione amministrativa, Filippo Patroni Griffi, per esporre le sue prime indicazioni di lavoro rispetto allo svolgimento delle competenze dei CAL e per assicurare collaborazione a Governo e Parlamento nel percorso di formazione delle nuove istituzioni intermedie fra Comuni e Regioni.
Roma, 7 luglio 2012

DETERMINAZIONE dei criteri per il riordino delle province, a norma dell'articolo 17, comma 2, del decreto - legge 6 luglio 2012, n.95.
Consiglio dei Ministri: 20/07/2012 Proponenti: Interno Status: Pubblicato in G.U. n. 171 del 24/07/2012

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI nella riunione del 20 luglio 2012 Visto l'articolo 2, comma 3, lettera q), della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, recante Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Visto l'articolo 17, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2012, n.95, recante Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini il quale dispone che tutte le province delle Regioni a statuto ordinario esistenti alla data di entrata in vigore del citato decreto-legge sono oggetto di riordino sulla base dei criteri e secondo la procedura di cui ai commi 2 e 3; Visto l'articolo 17, comma 2, del citato decreto-legge n. 95 del 2012, il quale stabilisce che il Consiglio dei Ministri determina il riordino delle province sulla base di requisiti minimi da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia; Considerata la necessita' di dare attuazione all'articolo 17 del citato decreto-legge n. 95 del 2012 anche al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei e necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio e considerata altresi' la necessita' di favorire il conseguimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica; Ritenuto pertanto che, ai fini dell'adozione della deliberazione del piano di riordino delle province, e' necessario determinare i relativi criteri, da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia; Sulla proposta dei Ministri dell'interno e per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

Delibera:
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Art. 1 Criteri per il riordino delle province Ai fini dell'attuazione dell'articolo 17 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, tutte le Province delle regioni a statuto ordinario esistenti alla data di adozione della presente delibera sono oggetto di riordino sulla base dei seguenti requisiti minimi: a) dimensione territoriale non inferiore a duemilacinquecento chilometri quadrati; b) popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti. 2. Le nuove province risultanti dalla procedura di riordino devono possedere entrambi i requisiti di cui al comma 1, ferme restando le deroghe previste dall'articolo 17, comma 2, terzo e quarto period del citato decreto-legge n. 95 del 2012. 3. La proposta di riordino delle province tiene conto delle eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della presente delibera, fermo restando che il riordino deve essere deliberato sulla base dei dati di dimensione territoriale e di popolazione di cui al comma 1 come esistenti alla medesima data di adozione della presente delibera. 4. Il riordino di cui all'articolo 17, comma 1, del citato decreto-legge n. 95 del 2012 non puo' comportare l'accorpamento di una o piu' province esistenti alla data di adozione della presente delibera con le province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria che, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, del medesimo decreto-legge e con le modalita' e i tempi ivi indicati, sono soppresse con contestuale istituzione delle relative Citta' metropolitane. 5. Le iniziative di riordino delle province stabiliscono le denominazioni delle province esistenti in esito al riordino di cui al comma 1. 6. In esito al riordino di cui al comma 1, assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune gia' capoluogo delle province oggetto di riordino con maggior popolazione residente. Art. 2 Ulteriori adempimenti 1. Ai sensi dell'articolo 17, comma 3, del citato decreto-legge n. 95 del 2012, la presente deliberazione e' trasmessa al Consiglio delle autonomie locali di ogni Regione a statuto ordinario o, in mancanza, all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali, per la deliberazione di competenza. La presente delibera verra' pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
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LE FUNZIONI DELLE NUOVE PROVINCE (estratto dallArt. 17 DL 95/2012 convertito con modificazioni l.135/2012) - All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta: a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonch tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza; b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale nonch costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; b-bis) programmazione provinciale della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado.

NUOVE PROVINCE
Filippeschi: Faremo valere le nostre ragioni. Ci batteremo perch siano assunti criteri intelligenti ed oggettivi per la scelta dei capoluoghi e perch, senza pregiudizi, sia riconosciuta la centralit della citt di Pisa nellarea metropolitana della Toscana costiera.

Sia ben chiaro che faremo valere le nostre ragioni. La citt di Pisa, con un pronunciamento unanime del suo Consiglio comunale, ha proposto criteri intelligenti ed oggettivi per individuare i capoluogo di Provincia e lha fatto pronta al confronto, senza pregiudizi e perseguendo listituzione di province necessariamente policentriche. Ci batteremo fino in fondo e in ogni sede perch questi siano assunti. Credo che la via maestra sia una scelta per le aree vaste, come ha proposto il presidente Enrico Rossi, come dice la legge 135 e secondo la disponibilit data dal ministro Patroni Griffi a correggere i criteri. Ma il rischio che se questa viene messa in discussione per la difesa di posizioni di parte, che si ritengono acquisite in virt di un criterio davvero stupido, parziale e infondato, ognuno prenda la sua strada.
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Cos il sindaco di Pisa Marco Filippeschi che oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Gambacorti, ha presentato una scheda con i numeri che illustrano le caratteristiche metropolitane della citt nellarea vasta della Toscana costiera e ha annunciato alcune prossime iniziative. Diamo i nostri numeri, che nessuno pu toglierci e togliere alla Toscana, perch questi dimostrano che non c campanilismo a motivare la nostra proposta e le nostre preoccupazioni ha aggiunto Filippeschi ma che invece ci sono ragioni vere e serie, attualissime, ben oltre quelle di carattere storico. Pisa gi oggi serve un territorio assai pi vasto della sua provincia e, com per Firenze, ha una sua oggettiva centralit metropolitana, per i servizi che d e per le infrastrutture che possiede nellarea vasta della Toscana costiera. Chiediamo al Governo e al Parlamento che questa realt, che pu ben valere per altre citt e regioni, sia attentamente valutata e che sia riconsiderato il criterio che stato assunto nella legge 135 e estendendo i parametri di valutazione. Questa stata anche la richiesta fatta, non per caso dal Coordinamento nazionale dei Consigli delle Autonomie Locali. Ci deve avvenire prima che si facciano altri passi falsi sottolinea Filippeschi in primo luogo per la riorganizzazione degli uffici decentrati dello Stato. Ho chiesto un incontro ai nostri parlamentari di riferimento, da farsi con i capigruppo consiliari, per concordare le iniziative da prendere. Dintesa col
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presidente Pieroni convocher le principali istituzioni locali e le forze rappresentative per informare, per valutare la situazione e concordare una linea di condotta. Ognuno deve fare la sua parte per far valere gli interessi legittimi della nostra comunit che corrispondono a quelli di una comunit pi vasta e della Toscana. Pisa, 30 agosto 2012

Pisa, 28 agosto 2012

Ai parlamentari di riferimento per la provincia di Pisa

e, per conoscenza, - Alla presidente del Consiglio Comunale di Pisa - Ai capigruppo consiliari del Consiglio Comunale di Pisa

Facendo seguito al dibattito sulla legislazione che riguarda il riordino delle Province avvenuto nellultima seduta del Consiglio Comunale svoltasi il 3 agosto scorso, con lapprovazione avvenuta con voto unanime di un ordine del giorno che allego e alla successiva approvazione della legge n. 13 del 7 agosto 2012, che ha convertito il decreto legge 95/2012, dintesa con la presidente del Consiglio Comunale Titina Maccioni, sono a chiedere la disponibilit per un incontro con i capigruppo consiliari nel quale discutere le iniziative da intraprendere per far valere
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i criteri che il Comune di Pisa propone riguardo alla determinazione dei capoluogo delle nuove Province. Questa richiesta interpreta la volont di uninterlocuzione diretta con i parlamentari emersa in molti interventi di capigruppo e di consiglieri comunali, anche oltre i contenuti dellordine del giorno approvato. La mia segreteria cercher i contatti necessari a sondare le disponibilit e a fissare lincontro nei tempi pi brevi. Certo della vostra attenzione, i miei saluti pi cordiali

Marco Filippeschi

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COMUNICATO STAMPA

PROVINCE, FILIPPESCHI (COORDINATORE NAZIONALE DEI CAL E PRESIDENTE CAL TOSCANA): CHIEDIAMO A PATRONI GRIFFI MIGLIORAMENTO DEI CRITERI DI RIORDINO

Si devono usare coerenza e intelligenza. Prima di avviare il rapidissimo percorso di loro competenza, per proporre la dimensione territoriale delle nuove province ad elezione indiretta, i Consigli delle Autonomie Locali vogliono sapere dal Ministro Patroni Griffi quali sono i margini di miglioramento dei criteri fissati dalla legge approvata oggi e quali sono perci gli spazi per le proposte di riordino che le Regioni dovranno inviare al Governo. Cos il coordinatore nazionale dei Consigli delle Autonomie Locali Marco Filippeschi, presidente del CAL della Toscana e sindaco di Pisa, che illustra lordine del giorno approvato oggi nella riunione svolta a Roma, a Palazzo Valentini. I CAL accettano la sfida della creazione di istituzioni intermedie fra Comuni e Regioni, governate quali espressioni dei Comuni, per il governo in aree vaste delle importanti competenze che gli sono attribuite: politiche per lambiente, programmazione territoriale e delle infrastrutture e dei trasporti, edilizia scolastica per le scuole secondarie.
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Chiediamo al Governo conclude Filippeschi di evitare errori che potrebbero portare indietro, verso rincorse localistiche, riduttive e in contrasto con lesigenza di affermare un sistema fondato sulla dimensione ottimale rispetto alle competenza e agli interessi delle comunit. Le Regioni devono svolgere un ruolo attivo e il Governo dunque ha un ruolo non notarile

Roma, 7 agosto 2012 Ufficio stampa Coordinamento Cal Valentina Guiducci 3337413087

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NUOVI CAPOLUOGO DI PROVINCIA: I CRITERI DI SCELTA POPOSTI DAL CONSIGLIO COMUNALE DI PISA
(Ordine del giorno approvato nella seduta del 3 agosto 2012, con voto unanime)

La centralit territoriale della citt capoluogo rispetto allintero territorio della nuova istituzione di area vasta; la presenza di infrastrutture e di servizi per la mobilit che, per le diverse modalit di trasporto, determinano facilit di collegamenti nel territorio dellarea vasta e che soddisfano la domanda di connessioni del territorio con un universo pi ampio, secondo una caratteristica che deve appartenere al capoluogo di una provincia metropolitana; il numero delle imprese iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della provincia che pu esprimere il capoluogo della nuova istituzione di area vasta; la presenza di sedi di servizi pubblici e di utilit pubblica formazione e alta formazione, ricerca scientifica, alta specializzazione sanitaria, istituzioni militari, supporto alle imprese, logistica merci, accoglienza dei turisti, aree a tutela naturalistica, poli dattivit sportive di valenza sovraregionale, ecc. che abbiano una dimostrabile funzione metropolitana o un raggio dazione che vada anche oltre le dimensioni dellarea vasta e determinino un numero documentabile di utilizzatori in largo eccesso rispetto alla popolazione residente della citt; lofferta di patrimonio artistico di rilevante interesse, di istituzioni e di beni culturali, di poli museali, derivanti dalla storia e testimoni dellidentit culturale, che diano caratura rappresentative dei caratteri distintivi dellItalia nel mondo e rappresentino una risorsa per lattrazione di visitatori e per la visibilit dellintera area vasta rappresentata dalla nuova istituzione.
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Il Consiglio Comunale di Pisa aveva gi proposto, inoltre, il criterio della valutazione prevalente dei residenti delle province che sono oggetto di unificazione e danno vita alla nuova istituzione (Ordine del giorno approvato nella seduta del 26 luglio 2012, con voto unanime).

Pisa, 29 agosto 2012.

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ORDINE DEL GIORNO Il Consiglio Comunale di Pisa

confermando i suoi orientamenti espressi nella mozione approvata con voto unanime nella seduta del 26 luglio 2012; visti i contenuti di cui al comma 4 bis dellart. 17 del disegno di legge di conversione approvato dal Senato della Repubblica Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini riguardo al riordino delle Province ed in particolare alla definizione dei comuni capoluogo delle nuove istituzioni intermedie; dichiara la propria motivata contrariet al criterio affermato, che

evidentemente cambia radicalmente quello adottato nella Deliberazione del Consiglio dei Ministri approvata 20 luglio 2012, poich trattandosi di
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unificazione delle Province in enti di dimensione territoriale pi vasta per la scelta del nuovo capoluogo in tutta evidenza logico e appropriato il criterio riferito alla popolazione residente delle province che si unificano, comera alla base della Delibera del Consiglio dei Ministri richiamata, e non invece a quello che considera la popolazione del comune gi capoluogo di provincia con maggior popolazione residente; sottolinea il senso riduttivo di criteri che, a partire da quelli determinanti per le dimensioni territoriali delle nuove istituzioni, sono avulsi dalla considerazione di fattori essenziali, dimostrabili, necessari alla

classificazione dei territori provinciali e delle citt capoluogo che li rappresentano per il riordino delle province e per il successivo riordino degli uffici territoriali dello Stato e degli altri uffici periferici delle pubbliche amministrazioni dello stato gi organizzati su base provinciale, oltre quello centrato sulla popolazione residente nelle province, sulla superficie territoriale e, si aggiunge, sulle caratterizzazioni storiche, quali:
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lofferta di patrimonio artistico di rilevante interesse, di istituzioni e di beni culturali, di poli museali, derivanti dalla storia e testimoni dellidentit culturale, che diano caratura rappresentative dei caratteri distintivi dellItalia nel mondo e rappresentino una risorsa per lattrazione di visitatori e per la visibilit dellintera area vasta rappresentata dalla nuova istituzione; la centralit territoriale della citt capoluogo rispetto allintero territorio della nuova istituzione di area vasta; la presenza di infrastrutture e di servizi per la mobilit che, per le diverse modalit di trasporto, determinano facilit di collegamenti nel territorio dellarea vasta e che soddisfano la domanda di connessioni del territorio con un universo pi ampio, secondo una caratteristica che deve appartenere al capoluogo di una provincia metropolitana; il numero delle imprese iscritte alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della provincia che pu esprimere il capoluogo della nuova istituzione di area vasta; la presenza di sedi di servizi pubblici e di utilit pubblica formazione e alta formazione, ricerca scientifica, alta specializzazione sanitaria, istituzioni militari, supporto alle imprese, logistica merci, accoglienza dei turisti, aree a tutela naturalistica, poli dattivit sportive di valenza sovraregionale, ecc. che abbiano una dimostrabile funzione metropolitana o un raggio dazione che vada anche oltre le dimensioni dellarea vasta e determinino un numero documentabile di utilizzatori in largo eccesso rispetto alla popolazione residente della citt; chiede al Governo e alla Camera dei Deputati

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la modificazione del disegno di legge Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini ancora in corso di conversione secondo le indicazioni sottolineate; unattenzione nuova alle istanze dei comuni, secondo criteri ed orientamenti realistici e confacenti agli interessi delle comunit locali, come anche richiesto dal Presidente della Giunta regionale della Regione Toscana e secondo la disponibilit ad una revisione del provvedimento offerta dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione; invita i deputati toscani ad esprimere motivazioni condivise che possano portare ad una modificazione del disegno di legge secondo le aspettative esposte in premessa. Marco Filippeschi Giuseppe Ventura (In Lista per Pisa) Lica Titoni (Udc)
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Carlo Scaramuzzino (Sel) Giovanni Garzella (Pdl) Paolo Cognetti (Fli) Ranieri Del Torto (Pd) APRROVATO CON VOTO UNANIME Pisa, 3 agosto 2012.

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Riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (Prefetture, province e citt metropolitane)
Prefetture-UTG (Art. 10 DL 95/2012 convertito con modificazioni l.135/2012) La Prefettura - Ufficio territoriale del Governo assicura, nel rispetto dell'autonomia funzionale e operativa degli altri uffici periferici delle amministrazioni statali, le funzioni di rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio. Le funzioni di rappresentanza unitaria sono assicurate mediante costituzione presso ogni PrefetturaUfficio territoriale del Governo di un ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini e lo Stato. Al fine del conseguimento dei livelli ottimali di efficienza, le singole funzioni logistiche e strumentali di tutti gli uffici periferici delle amministrazioni statali sono esercitate da un unico ufficio che ne assume la responsabilit diretta ed esclusiva. Fermo restando il mantenimento in capo alle Prefetture - Uffici territoriali del Governo di tutte le funzioni di competenza delle Prefetture, con regolamento da adottare entro novanta giorni, si provvede all'individuazione di ulteriori compiti e attribuzioni della Prefettura - Ufficio territoriale del Governo secondo le seguenti norme generali regolatrici della materia: a) contenimento della spesa pubblica; b) mantenimento della circoscrizione provinciale quale ambito territoriale di competenza delle Prefetture - Uffici territoriali del Governo e degli altri uffici periferici delle pubbliche amministrazioni dello Stato, gi organizzati su base provinciale, salvo l'adeguamento dello stesso ambito a quello della citt metropolitana, laddove costituita, e fatta salva la possibilit di individuare, con provvedimento motivato, presidi in specifici ambiti territoriali per eccezionali esigenze connesse alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, nonch alla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali; c) in coerenza con la funzione di rappresentanza unitaria dello Stato, individuazione di modalit per assicurare, su scala provinciale, regionale o sovraregionale, l'ottimale esercizio coordinato dell'attivit amministrativa degli uffici periferici dello Stato e costituzione di un ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini e lo Stato in ogni Prefettura-Ufficio territoriale del Governo, che esercita i propri compiti esclusivamente mediante utilizzo di beni e risorse umane, finanziarie e strumentali
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disponibili; d) realizzazione dell'esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali di tutte le strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato ed istituzione di servizi comuni, con particolare riferimento alle funzioni di gestione del personale, di controllo di gestione, di economato, di gestione dei sistemi informativi automatizzati, di gestione dei contratti, nonch utilizzazione in via prioritaria di beni immobili di propriet pubblica, in modo da assicurare la riduzione di almeno il 20 per cento della spesa sostenuta dallo Stato per l'esercizio delle medesime funzioni; d-bis) attribuzione delle singole funzioni logistiche e strumentali di tutte le strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato, di cui alla lettera d), ad un unico ufficio, che ne assume la responsabilit diretta ed esclusiva; e) funzionalmente al processo di cui alla lettera d) del presente comma, con riferimento alle risorse che non risultano pi adibite all'esercizio delle funzioni divenute oggetto di esercizio unitario da parte di altre strutture periferiche dell'amministrazione dello Stato: 1) assegnazione, da parte delle amministrazioni di appartenenza, delle risorse umane ad altre funzioni, ovvero collocamento in mobilit delle relative unit ai sensi degli articoli 33, 34 e 34-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni; 2) riallocazione delle risorse strumentali ed assegnazione di quelle finanziarie in capo agli uffici individuati per l'esercizio unitario di ciascuna di tali funzioni. Province (Art. 17 DL 95/2012 convertito con modificazioni l.135/2012) Al fine di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio, tutte le province delle regioni a statuto ordinario sono oggetto di riordino. Criteri e procedura - Entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge 95, il Consiglio dei ministri determina, con apposita deliberazione, il riordino delle province sulla base di requisiti minimi, da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia. La popolazione residente determinata in base ai dati dell'Istituto nazionale di statistica relativi all'ultimo censimento ufficiale, comunque disponibili alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Sono fatte salve le province nel cui territorio si trova il comune capoluogo di regione. Sono fatte salve, altres, le province confinanti solo con province di regioni diverse da quella di appartenenza e con una delle province di cui all'articolo 18, comma 1. - Il Consiglio delle autonomie locali di ogni regione a statuto ordinario o, in mancanza, l'organo regionale di raccordo tra regioni ed enti locali, entro settanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della deliberazione, nel rispetto della continuit territoriale della provincia, approva una ipotesi di riordino
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relativa alle province ubicate nel territorio della rispettiva regione e la invia alla regione medesima entro il giorno successivo. Entro venti giorni dalla data di trasmissione dell'ipotesi di riordino o, comunque, anche in mancanza della trasmissione, trascorsi novantadue giorni dalla citata data di pubblicazione, ciascuna regione trasmette al Governo una proposta di riordino delle province ubicate nel proprio territorio. Le ipotesi e le proposte di riordino tengono conto delle eventuali iniziative comunali volte a modificare le circoscrizioni provinciali esistenti alla data di adozione della deliberazione. Il riordino deve essere effettuato nel rispetto dei requisiti minimi determinati sulla base dei dati di dimensione territoriali e di popolazione. - Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con atto legislativo di iniziativa governativa le province sono riordinate sulla base delle proposte regionali con contestuale ridefinizione dell'ambito delle citt metropolitane. Se a tale data una o pi proposte di riordino delle regioni non sono pervenute al Governo, il provvedimento legislativo assunto previo parere della Conferenza unificata che si esprime entro dieci giorni esclusivamente in ordine al riordino delle province ubicate nei territori delle regioni medesime. - In esito al riordino assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune gi capoluogo di provincia con maggior popolazione residente, salvo il caso di diverso accordo tra i comuni gi capoluogo di ciascuna provincia oggetto di riordino. - Le Regioni a statuto speciale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, adeguano i propri ordinamenti ai principi di cui al presente articolo, che costituiscono principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica nonch principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica. Le disposizioni di cui al presente articolo non trovano applicazione per le province autonome di Trento e Bolzano. - Nel rispetto del principio di sussidiariet sono trasferite ai comuni le funzioni amministrative conferite alle province con legge dello Stato fino alla data di entrata in vigore del presente decreto e rientranti nelle materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato. - Le funzioni amministrative sono individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previa intesa con la Conferenza Stato-Citt ed autonomie locali. - Con uno o pi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previa intesa con la Conferenza Stato-citt ed autonomie locali, sulla base della individuazione delle funzioni si provvede alla puntuale individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connessi all'esercizio delle funzioni stesse ed al loro conseguente trasferimento dalla provincia ai comuni interessati.
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Sugli schemi dei decreti, per quanto attiene al trasferimento di risorse umane, sono consultate le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. - La decorrenza dell'esercizio delle funzioni trasferite inderogabilmente subordinata ed contestuale all'effettivo trasferimento dei beni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all'esercizio delle medesime. - All'esito della procedura di riordino, sono funzioni delle province quali enti con funzioni di area vasta: a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonch tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza; b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale nonch costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; b-bis) programmazione provinciale della rete scolastica e gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado Restano ferme le funzioni di programmazione e di coordinamento delle regioni, loro spettanti nelle materie di cui all'articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, e le funzioni esercitate ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione. Gli organi di governo della Provincia sono esclusivamente il Consiglio provinciale e il Presidente della Provincia. La redistribuzione del patto di stabilit interno tra gli enti territoriali interessati, conseguente all'attuazione del presente articolo, operata a invarianza del contributo complessivo. Per l'anno 2012 alle province attribuito un contributo, nei limiti di un importo complessivo di 100 milioni di euro. Il contributo non conteggiato fra le entrate valide ai fini del patto di stabilit interno ed destinato alla riduzione del debito. In attuazione di quanto disposto vedi la Deliberazione 20 luglio 2012. Citt metropolitane e soppressione delle province del relativo territorio (Art. 18 DL 95/2012 convertito con modificazioni l.135/2012) A garanzia dell'efficace ed efficiente svolgimento delle funzioni amministrative, in attuazione degli articoli 114 e 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione, le Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria sono soppresse, con contestuale istituzione delle relative citt metropolitane, il 1 gennaio 2014, ovvero precedentemente, alla data della cessazione o dello scioglimento del consiglio provinciale, ovvero della scadenza dell'incarico del commissario eventualmente nominato ai sensi delle vigenti disposizioni di cui al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, qualora abbiano luogo entro il 31 dicembre 2013.
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Il territorio della citt metropolitana coincide con quello della provincia contestualmente soppressa, fermo restando il potere dei comuni interessati di deliberare, con atto del consiglio, l'adesione alla citt metropolitana o, in alternativa, a una provincia limitrofa. Le citt metropolitane conseguono gli obiettivi del patto di stabilit interno attribuiti alle province soppresse. Lo statuto della citt metropolitana pu prevedere, su proposta del comune capoluogo deliberata dal consiglio, una articolazione del territorio del comune capoluogo medesimo in pi comuni. In tale caso sulla proposta complessiva di statuto, previa acquisizione del parere della regione da esprimere entro novanta giorni, indetto un referendum tra tutti i cittadini della citt metropolitana da effettuare entro centottanta giorni dalla sua approvazione sulla base delle relative leggi regionali. Il referendum senza quorum di validit se il parere della regione favorevole o in mancanza di parere. In caso di parere regionale negativo il quorum di validit del 30 per cento degli aventi diritto. Se l'esito del referendum favorevole, entro i successivi novanta giorni, e in conformit con il suo esito, le regioni provvedono con proprie leggi alla revisione delle circoscrizioni territoriali dei comuni che fanno parte della citt metropolitana. Nel caso di cui al presente comma il capoluogo di regione diventa la citt metropolitana che comprende nel proprio territorio il comune capoluogo di regione. Sono organi della citt metropolitana il consiglio metropolitano ed il sindaco metropolitano, il quale pu nominare un vicesindaco ed attribuire deleghe a singoli consiglieri. Se il sindaco del comune capoluogo di diritto il sindaco metropolitano, non trovano applicazione agli organi della citt metropolitana i citati articoli 52 e 53 e, in caso di cessazione dalla carica di sindaco del comune capoluogo, le funzioni del sindaco metropolitano sono svolte, sino all'elezione del nuovo sindaco del comune capoluogo, dal vicesindaco nominato ai sensi del primo periodo del presente comma, ovvero, in mancanza, dal consigliere metropolitano pi anziano. Alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto istituita, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, la Conferenza metropolitana della quale fanno parte i sindaci dei comuni del territorio nonch il presidente della provincia, con il compito di elaborare e deliberare lo statuto della citt metropolitana entro il novantesimo giorno antecedente alla scadenza del mandato del presidente della provincia o del commissario, ove anteriore al 2014, ovvero, nel caso di scadenza del mandato del presidente successiva al 1 gennaio 2014, entro il 31 ottobre 2013. La conferenza cessa di esistere alla data di approvazione dello statuto della citt metropolitana o, in mancanza, il 1 novembre 2013. Alla citt metropolitana sono attribuite: a) le funzioni fondamentali delle province; b) le seguenti funzioni fondamentali:
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1) pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali; 2) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonch organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; 3) mobilit e viabilit; 4) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale. Restano ferme le funzioni di programmazione e di coordinamento delle regioni, loro spettanti nelle materie di cui all'articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, e le funzioni esercitate ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione. Alla citt metropolitana spettano: a) il patrimonio e le risorse umane e strumentali della provincia soppressa, a cui ciascuna citt metropolitana succede a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi; b) le risorse finanziarie di cui agli articoli 23 e 24 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68; il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al citato articolo 24 adottato entro tre mesi dall'entrata in vigore del presente decreto, ferme restando le risorse finanziarie e i beni trasferiti ai sensi del comma 8 dell'articolo 17 del presente decreto e senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio statale. Lo statuto definitivo della citt metropolitana adottato dal consiglio metropolitano a maggioranza assoluta entro sei mesi dalla prima convocazione, previo parere dei comuni da esprimere entro tre mesi dalla proposta di statuto. Lo statuto di cui al comma 3-bis nonch lo statuto definitivo della citt metropolitana: a) regola l'organizzazione interna e le modalit di funzionamento degli organi e di assunzione delle decisioni; b) regola le forme di indirizzo e di coordinamento dell'azione complessiva di governo del territorio metropolitano; c) disciplina i rapporti fra i comuni facenti parte della citt metropolitana e le modalit di organizzazione e di esercizio delle funzioni metropolitane, prevedendo le modalit con le quali la citt metropolitana pu conferire ai comuni ricompresi nel suo territorio o alle loro forme associative, anche in forma differenziata per determinate aree territoriali, proprie funzioni, con il contestuale trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per il loro svolgimento; d) prevede le modalit con le quali i comuni facenti parte della citt metropolitana e le loro forme associative possono conferire proprie funzioni alla medesima con il contestuale trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per il loro svolgimento; e) pu regolare le modalit in base alle quali i comuni non ricompresi nel territorio metropolitano possono istituire accordi con la citt metropolitana. La titolarit delle cariche di consigliere metropolitano, sindaco metropolitano e vicesindaco a titolo esclusivamente onorifico e non comporta la spettanza di alcuna forma di remunerazione, indennit di funzione o gettoni di presenza.
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Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni relative ai comuni di cui al citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, e successive modificazioni, ed all'articolo 4 della legge 5 giugno 2003, n. 131. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, nel rispetto degli statuti speciali, le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano adeguano i propri ordinamenti alle disposizioni di cui al presente articolo, che costituiscono principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica. 1 Lo Stato e le regioni, ciascuno per le proprie competenze, attribuiscono ulteriori funzioni alle citt metropolitane in attuazione dei principi di sussidiariet, differenziazione e adeguatezza di cui al primo comma dell'articolo 118 della Costituzione. http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/direttrice_riordino.html Pagina pubblicata il 23 agosto 2012

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SCHEDA: CARATTERISTICHE METROPOLITANE DELLA CITTA DI PISA NELLAREA VASTA DELLA TOSCANA COSTIERA

Residenti nel Comune di Pisa, anno 2012: 91 mila. I sei comuni dellArea Pisana Vecchiano, San Giuliano Terme, Pisa, Calci, Cascina e Vicopisano hanno nellinsieme una popolazione residente che supera i 200 mila cittadini. Utilizzatori quotidiani della Citt di Pisa: 150-160 mila (dato daccesso quotidiano medio alla citt, luned-venerd, registrato dall8 al 14 luglio 2010 in un rilevamento fatto da PisaMo: 80 mila). Produzione di rifiuti urbani annua pro-capite della citt: per 150 mila abitanti equivalenti. Pisa quarta citt capoluogo in Italia per produzione di rifiuti per abitante (Istat, 2012). La Citt di Pisa dimostra flussi di mobilit con unassoluta prevalenza in entrata nel rapporto con le altre citt dellarea vasta della Toscana Costiera (cfr. le ricerche dellIrpet per la progettazione del Piano strutturale dei comuni dellArea Pisana e il documento Quali assetti
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istituzionali per la Toscana presentato al Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana) Imprese iscritte alla Camera di Commercio Industria e Artigianato di Pisa n. 44 mila. Grandi aree produttive: Saint-Gobain e industrie del vetro, Cantieristica per imbarcazioni da diporto, Farmaceutica, Piaggio (Pontedera). Poli tecnologici, incubatori dimpresa e imprese innovative in area pisana (la pi grande concentrazione di imprese Ict della Toscana). Dogana di Pisa: risulta la pi importante per trattamento merci della area vasta della Toscana Costiera. Studenti iscritti allUniversit Statale: n. 51 mila. Dipendenti dellUniversit n. 3.500. Pasti somministrati dalle mense universitarie dellAzienda regionale per il diritto allo studio universitario n. 1.622.362 allanno a n. 32.038 utenti. Scuole universitarie deccellenza: Scuola Normale Superiore (dipendenti n. 220; allievi e perfezionandi 453) e Scuola Superiore SantAnna (dipendenti n. 251; allievi e perfezionandi n.600; allievi di master 400). Istituti di ricerca: Cnr (lArea pi grande dItalia, n. 635 dipendenti a tempo indeterminato e n. 310 con borse e assegni di ricerca), Infn (dipendenti n. 91; n. 12 a tempo determinato e n. 16 borse e assegni di ricerca); Enea; Enel (centro di ricerca nazionale della multinazionale). Utilizzatori pazienti-operatori-familiari dellOspedale Policlinico Santa Chiara (due plessi), oltre 7 milioni allanno: 20 mila accessi al giorno, di cui il 35% nel vecchio Santa Chiara e il 65% nel nuova Santa Chiara di Cisanello. Dipendenti dellAzienda Ospedaliera Universitaria Pisana n. 4.636, pi 212 a tempo determinato. Ricoveri ospedalieri n. 81 mila, di cui 45 mila chirurgici; il 25 per cento del totale da fuori regione.
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Passeggeri dellAeroporto Galileo Galilei, che ha voli per n. 78 destinazioni: 4 milioni 500 mila/anno, in crescita. Numero massimo di passeggeri in transito in un giorno nel 2012: n. 23 mila. Lavoratori che sono autorizzati allingresso giornaliero nellaviostazione (militari esclusi) n. 2.400. Dipendenti della SAT SpA n. 500. Snodo di grande viabilit: autostrade A12 e A11; Strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno. Polo ferroviario multistazione dinteresse nazionale che serve la direttrice tirrenica e connette, tramite Firenze, allalta velocit. Passeggeri alla Stazione ferroviaria centrale: 17 milioni/anno, in crescita. Presso la Stazione Centrale di Pisa opera il Sistema Comando e Controllo (SCC) che guida oltre 600 km di tratte ferroviarie. Biglietti emessi solo nel complesso monumentale di Piazza dei Miracoli per laccesso a musei e monumenti: 3 milioni (si stima una presenza almeno doppia, solo sulla Piazza). Pullman in sosta al parcheggio turistico di via Pietrasantina di servizio al complesso monumentale n. 52 mila allanno. Risultati sul motore di ricerca Google per la parola Pisa n. 107.000.000 circa (per Firenze n. 150.000.000 circa) Dotazione di n. 14.762 posti letto di cui circa n. 7.000 extraalberghieri, per un numero complessivo di 6.400 camere. Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli; Polo Ippico di valenza nazionale (oltre 1.000 addetti nella stagione di punta); Centro termale Terme di Pisa a San Giuliano Terme; polo culturale della Certosa di Pisa a Calci. Visitatori della mostra a Palazzo Blu su Marc Chagall: 85 mila. Incremento estivo della popolazione sul Litorale Pisano (Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone: 10 mila residenti): almeno 3 volte la popolazione residente, 30 mila, con punte di 50 mila accessi nei mesi di pi alto afflusso. Popolazione in crescita per il recupero della frazione di Calambrone: previsti 3 mila residenti.
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Cinque grandi istituzioni militari insediate: 46ma Brigata Aerea (1.480 dipendenti), Capar-Folgore, Scuola di Paracadutismo (n. 1.000 dipendenti), 6 Reggimento di Manovra (due caserme, Artale e Bechi Luserna, n. 660 dipendenti), Base di Camp Darby, n. 450 dipendenti italiani, Cisam (Centro di ricerche e applicazioni militari dellenergia nucleare, n. 234 dipendenti, su un organico previsto di n. 316).

Pisa, 30 agosto 2012

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