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utile, ai fini del nostra programma, definire la posizione che la nostra mente o ccupa in relazione al nostro io.

Probabilmente non ti sei mai chiesto in quale rapporto il tuo io si pone con la tua mente. Questo tipo di congetture viene solitamente lasciato ai filosofi o a gli psicologi; noi per non possiamo farne a meno perch una conoscenza pi approfondi ta ci permetter di affrontare i successivi argomenti con molta pi propriet. Definiamo pertanto la nostra mente come uno strumento che il nostro io ha a sua disposizione e che dovrebbe essere in grado di usare nel modo e nel tempo che es so ritiene pi opportuno. La mente sembra fatta di materia che ama molto il movimento; essa sempre pronta a mettersi in movimento e basta un nonnulla per innescarla in qualche ordine di pensiero o di immaginazione. Alcuni degli stimoli in grado di causare il funzionamento della mente sono: un comando generato dal nostro io che desidera formulare un certo tipo di pensie ro. uno stimolo proveniente dai nostri sensi (finestre da cui la mente si affaccia s ul mondo esterno). un ricordo che affiora ed aggancia tutto un ordine di idee. uno stimolo proveniente dall'interno del nostro corpo. A questo proposito sembra accertato che se la registrazione di una data immagine mentale avviene in prese nza di una tensione muscolare, un dolore fisico od una afflizione morale, l'occa sionale ripetersi di un fenomeno che ricorda quello registrato tender a far riaff iorare gli elementi costitutivi dell'immagine originale. In generale, salvo i pochi che hanno frequentato scuole per il controllo mentale (raja yoga, etc.), noi non possiamo affermare di avere un buon controllo della nostra mente. pur vero che noi siamo in grado di fare i ragionamenti che desider iamo e quando lo riteniamo opportuno. Resta il fatto che non appena il nostro li vello di attenzione scende sotto un certo valore la nostra mente inizia a lavora re per conto suo rimuginando errori del passato, previsioni del futuro, congettu re sul comportamento degli altri, sogni, vendette e cos via. Risulta evidente che per uno studio efficace bisognerebbe poter subordinare la n ostra mente al nostro io nel maggior modo possibile: la sensibilit verso ogni inf luenza, interna od esterna, dovrebbe essere ridotta affinch le funzioni di analis i, sintesi, associazione, memorizzazione possano svolgersi nelle condizioni otti mali. La mente uno strumento e come tale bisogna affrontare un certo addestramento per poterne avere e mentenerne il controllo. Questo problema si posto all'uomo fin dai tempi pi antichi; si pensi al poema ind "Bhagavad Git" che risale a qualche millennio fa e che la descrizione simbolica d ella lotta e degli strumenti che l'uomo deve adoperare nei confronti della sua m ente. Il problema del controllo mentale oggi attuale pi che mai perch gli stimoli estern i sono aumentati in modo enorme e questo porta la mente non controllata ad esser e innescata sempre pi frequentemente con i conseguenti spiacevoli risultati quali collassi ed esaurimenti nervosi. Qualcuno ha paragonato l'uomo ad una carrozza dove la carrozza rappresenta il co rpo, il cavalli le emozioni, il vetturino la mente ed il viaggiatore l'io. Da ta le raffigurazione appare evidente come il controllo della mente sia non solo aus picabile ma necessario anche al di fuori di un discorso specifico come lo studio . infatti facilmente prevedibile quale percorso potr fare una carrozza il cui vet

turino non ha ascendente sui cavalli e, ancor peggio, non subordinato agli ordin i del viaggiatore.

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