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Nel museo … de

rêve

SPICCHIO SOVIGLIANA

A.S. 2006/2007

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L’ESPERIENZA DEL MUSEO … DE RÊVE

Se un alunno dice: “La mia maestra è un pezzo da museo!”

Intende dire:

 la mia maestra è una persona di gran pregio, di estrema rarità, degna di


essere rappresentata in un museo a imperitura memoria

 la mia maestra ha idee prive di attualità, sorpassate e passatiste

Chi ha contrassegnato la prima definizione risulta essere un inguaribile


ottimista … e uno scarso conoscitore del linguaggio metaforico!

Ma se il significato negativo è entrato nel linguaggio comune come dobbiamo fare


per dare vita a un luogo, il museo, che deve essere vissuto quanto prima dai ragazzi?

Definiamo:

Museo, dal greco mūseîon, luogo destinato alle Muse; nome dell’edificio che
sorgeva nell’antica Alessandria d’Egitto ,in cui erano raccolte e conservate opere
artistiche.

Muse, figlie di Zeus, dee del canto, delle arti e delle scienze … Clio, Euterpe, Talia,
Melpomene, Tersicore, Erato, Polinnia, Urania, Calliope …

… la polvere si stratifica!

Allora cos’è un museo?


È un luogo che raccoglie, conserva ed espone al pubblico collezioni di opere d’arte,
documenti, oggetti …
È il luogo dove ogni persona che lo vuole, può vedere, conoscere, ammirare beni
artistici (e non solo).
Ma come divulgare tra i ragazzi il nostro patrimonio d’arte, quello dell’umanità
intera?
Portandoli al museo. Non sempre però è possibile recarsi sul luogo. Ecco che ci aiuta
la tecnologia: virtualmente possiamo visitare su siti adeguati musei e mostre.
Ma c’è un altro modo di viaggiare, rivolto proprio a tutti, basta avere sensibilità e
immaginazione, così si entra nel … museo de rêve. E questo luogo ha una
caratteristica ancor più strabiliante: si può entrare direttamente nei quadri
(evocazione immaginifica attraverso la tecnica della classe de rêve)..

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Ogni classe può immaginare e allestire (senza spesa!) il proprio museo con le opere
dell’artista preferito e così l’aula o il corridoio della scuola diventano luoghi d’arte
per collocare mostre ove siano esposti quadri riprodotti e “manipolati” con la
tecnica studiata, oppure ritratti ispirati all’artista di riferimento, proprio come
hanno fatto i nostri ragazzi in questo anno scolastico.
Nell’itinerario 3 del percorso sull’autobiografia lavoriamo sul volto, sul ritratto.
Proponiamo celebri esempi e i ragazzi sono colpiti della forza espressiva
dell’autoritratto di VIncent Van Gogh (Autoritratto, Parigi - Museo d’Orsay).
L’itinerario 4 sviluppa il tema.

Perché vi piace questo ritratto?

Perché quello sguardo è veramente penetrante, sembra che ci guardi.


I colori sono belli, forti.
A me piacerebbe colorare un disegno come quello!

Detto fatto, si catturano le linee con il ricalco, poi ogni bambino seguendo il
modello, colora con i pastelli ad olio che consentono di imitare la pennellata e
l’intensità del colore.
Il lavoro soddisfa; i bambini vogliono vedere ancora altre opere dell’artista
ammirato. L’insegnante mostra allora la serie numerosa degli autoritratti e gli alunni
si stupiscono.
Si decide di approfondire la ricerca su Internet (da Wikipedia e da
www.vangoghgallery.it). Si scaricano i dipinti: ecco una galleria con molteplici
immagini che hanno espressioni interessanti e a volte un po’ misteriose.

Cosa hanno di simile? Quali sono i particolari diversi?

Guarda ce ne sono anche con cappelli diversi!


Ma questo pittore ha dipinto anche altri soggetti?
Ma chi era?

Ecco attivata la ricerca. I bambini nei giorni successivi portano a scuola materiale
vario relativo all’artista e alle sue opere.
Dopo una prima libera osservazione si scelgono i quadri che incuriosiscono o
emozionano di più e progressivamente si “leggono” insieme: il soggetto, la
composizione, i colori, la tecnica …
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Autoritratto con cappello di feltro (il secondo di copertina)
• Prova a rilevare al primo sguardo cosa ti colpisce di questo dipinto.

• Da quale dettaglio incominceresti la tua descrizione?

• Come definiresti l’espressione dell’uomo:

felice

aggressiva

triste

tranquilla

intensa

Dopo aver reiterato l’esperienza su ritratti di altri personaggi, condividiamo:

Il volto comunica attraverso le sue espressioni, esprime sentimenti, stati


d’animo, emozioni. Gli artisti di ogni epoca lo hanno rappresentato nelle
loro opere.

Galleria di ritratti: si producono ritratti del compagno, dell’amico caro, del familiare,
cercando di cogliere un’espressione particolare; ci aiutiamo con le indicazioni
grafiche, ancorché stilizzate, offerte da manuali di educazione artistica.

Ritorniamo ai risultati delle nostre ricerche: si condividono le notizie trovate


sull’artista. L’insegnante propone alcuni stralci di lettere appartenenti agli epistolari
che Van Gogh teneva con il fratello Theo e la sorella Guglielmina;egli ci dà notizie
dirette sulla sua pittura, su come e perché usa certi colori, sulle emozioni che vuole
comunicare (da wikipedia e da www.architetturaamica.it).

Si propone questo testo:

Caro Theo,
mi è venuta una nuova idea ed ecco che cosa ho fatto … si tratta semplicemente della mia
camera da letto, solo che qui il colore deve fare tutto e deve riuscire a suggerire il riposo, il
sonno … le pareti sono viola pallido. Il pavimento è di mattonelle rosse. Il legno del letto e delle
sedie ha il tono giallo del burro fresco, le lenzuola e i guanciali sono di un verde limone molto
chiaro. La coperta è scarlatta. La finestra verde. La toeletta arancione, la bacinella azzurro. Le
porte lilla. Ecco tutto … tutto è dipinto a tratti liberi e piatti, come le stampe giapponese …

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Viene distribuita una copia in bianco e nero del quadro La camera; gli alunni
dipingono seguendo le indicazioni. Al termine del lavoro viene poi mostrata una
stampa a colori del quadro riprodotto.
Si osserva, si procede alla descrizione scritta.

Da una lettera alla sorella Guglielmina, relativa al quadro La pianura della Crau, si
approfondisce l’uso del colore.

… la natura di questo paesaggio meridionale non può essere resa con precisione con la
tavolozza che appartiene al Nord. La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste,
arancione rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino,
violetto. Ma pur giocando con tutti questi colori si finisce con il creare la calma, l’armonia.

Si propone agli alunni di riconoscere tra tre dipinti paesaggistici quello a cui si
riferisce la lettera (Orti a Montmartre – La pianura della Crau – Cipressi).
L’insegnante divulga testi di appoggio che rimandano a fatti inerenti alla vita
dell’artista, mostra ritratti di personaggi che lo hanno incontrato ( Wikipedia:
immagini e schede relative ai quadri citati di seguito).

Ecco Père Tanguy, il commerciante parigino di colori, il quale comprava spesso


quadri dagli artisti che non avevano la possibilità di pagare le tinte.

Ecco il Dottor Gachet, pensieroso medico, amico del problematico artista.

E poi Gauguin, celebre pittore al centro di un’amicizia burrascosa con Van Gogh.

Se si fossero potuti intervistare … chissà cosa ci avrebbero detto di Van Gogh?


E perché non possiamo? Immaginiamo…

Sì però le risposte devono essere veritiere, ragazzi!

È appena il caso di ricordare che le interviste inventate pongono ai bambini il


problema della coerenza tra la risposta che già sanno (poiché hanno letto notizie in
merito all’argomento) e la domanda che devono inventare; operano perciò il
processo inverso a quello dell’intervista reale.

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Apriamo i quaderni:

Entro nel negozio di Père Uscii di casa e incontrai il


Tanguy per comprare tempere e Dottor Gachet. Lo vidi uscire
pennelli. Il commerciante è lì proprio dalla casa di Van
e aspetta che io gli chieda Gogh; reggeva un quadro, il
qualcosa. La sua espressione suo ritratto.
sembra triste, gli occhi … assomigliava al pittore,
malinconici, la barba con i capelli corti,
grigiastra incornicia la bocca rossicci, con il pizzetto … i
larga … suoi occhi chiari però erano
Indossa una giacca doppiopetto malinconici … in testa un
blu; porta un cappello marrone berretto chiaro; sopra la
chiaro. camicia bianca aveva una
giacca di color blu cobalto …
- Scusi, Signor Tanguy, il Gli chiese:
Signor Van Gogh viene da - Ma lei è proprio il
lei a comprare le tinte? Dottor Gachet? Il
- Sì, e compra sempre tanti dottore di Vincent Van
colori: il giallo Gogh? Sa è il mio
soprattutto, il verde, il pittore preferito.
blu cobalto. Rispose:
- Ma ha un brutto - Sì, sono il suo dottore
carattere? e ammiro i suoi quadri,
- Non brutto … ma certo anche … mi è piaciuto
molto scorbutico, un po’ molto il campo di grano
folle. e a te? …
- Sa dove ama dipingere? Il dottore continuò:
- Ma certo che lo so, ama - Sai una volta ha fatto
fare i disegni all’aria un ritratto a mia figlia
aperta per questo compra Margherita mentre
i tubetti di colori. suonava il pianoforte …
- ….

Ma è il momento di spaziare nei luoghi fissati sulle tele.

La casa gialla a Arles dove il pittore abitò.

… ma chi abiterà in quella casa gialla? Attraversiamo la piazza, avviciniamoci …


piano … sbirciamo dalla finestra appena socchiusa … è una camera! C’è un letto
addossato alla parete e ci sono anche due sedie: per chi?

Ed ecco che i ragazzi entrano nel quadro e sono pronti per una narrazione aperta
all’immaginario.

Ma ora allontaniamoci dalla città … è caldo, molto caldo … che estate afosa! Che
bel panorama si vede da qui: è il trionfo del grano d’oro … la pianura della Crau si

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stende davanti a noi. Guardate laggiù in fondo, in fondo all’orizzonte è Arles ..
quanto abbiamo camminato…

Scegliamo quest’ultimo quadro e descriviamolo inserendo accanto ai dati visivi


anche gli altri dati sensoriali che ogni bambino scopre.

Esperienza di brainstorming

- Dati visivi: la campagna in estate, le spighe di grano, la staccionata, l’orto; il


pagliaio, le scale, i carri, la contadina con l’abito tradizionale; i campi, i
contadini con le bestie, le case coloniche; il paese fortificato in lontananza, le
montagne, il cielo.
- Dati uditivi: il trotto del cavallo, il nitrito, il cigolio delle ruote del carro, il
fruscio delle messi, le voci e i canti dei contadini.
- Dati tattili: la calura estiva, il sudore dei contadini, il solletico delle spighe.
- Dati olfattivi: l’odore dell’erba, del frumento, il puzzo di stalla, il profumo del
cibo preparato nelle case.
- Dati gustativi: il gusto delle pietanze dei contadini, l’appetito.
- Dati emozionali: l’armonia, la serenità, la calma, la quotidianità del lavoro, la
libertà nei grandi spazi, il sacrificio del lavoro della terra, l’allegria della
solarità del giallo.

Ora abbiamo tanti elementi che ci aiuteranno a descrivere e narrare questo quadro,
animandolo con la nostra presenza.
Apriamo il quaderno di un’alunna (brani di un tema):
Un giorno sono andata in campagna: che distesa di grano!! Che
caldo faceva! Poveri contadini, dovevano lavorare sotto quel
sole. Uno di loro stava tornando a casa per mangiare, un cavallo
trainava il suo carro. Ogni tanto si sentiva il suo nitrito …
aiutai l contadina nel suo lavoro e lei mi invitò a pranzo a
casa sua. Mi fece mangiare la zuppa con le cipolle. Che buona!
Ma vicino alla stalla c’era un puzzo tremendo … in quel posto
tutti andavano d’accordo e c’era molta calma …

Il gioco è divertente; a piccoli gruppi e/o individualmente i bambini “adottano” un


quadro e procedono con lo stesso metodo di lavoro: osservazione, descrizione,
narrazione.

Ed ecco un episodio che ha come protagonista una bella ragazzina, la Mousmè.


Apriamo un quaderno (brani di un tema):

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Margherita era una ragazza di tredici anni che lavorava nel
negozio accanto alla casa gialla di Van Gogh. Tutti i giorni per
andare a lavoro passava davanti alla casa del pittore e pensava:
“Quanto mi piacerebbe farmi fare un ritratto!” … il pittore le
chiese:
- Mi vuoi fare da modella?
Lei contentissima rispose:
- Ma certo, con piacere! …
Si presentò davanti alla porta per farsi ritrarre. Era molto
emozionata: le batteva il cuore … si sistemò i capelli raccolti e
il fiocco, e poi bussò sulla portafinestra ed entrò …
- Dove mi metto?
- Là, siediti. Appoggia il braccio destro sulla poltrona e
tieni questo rametto fiorito in mano
… il quadro era finito ed era proprio bello: gli occhi
espressivi, la bocca piccola ,un bel nasino; i capelli bruni
raccolti in una crocchia e legati con un fiocco. Il vestito rosso
e blu; a righe era la camicia e a pallini la gonna sempre degli
stessi colori …

Infine il grande incontro con Vincent Van Gogh.


Mostriamo l’autoritratto che vede il pittore intento a dipingere; offriamo un lessico
di riferimento: studio o atelier, colori a olio, tavolozza, cavalletto, tela,pennelli,
spatole, flaconi con diluente …
Apriamo un quaderno.

Sono in casa del pittore. C’è la porta dello studio socchiusa:


voglio proprio vedere cosa sta facendo. Ora mi avvicino e
guardo se è là … sì è proprio come l’ho visto nel quadro a
scuola: ha i capelli e la barba rossicci, sembra un pirata, una
faccia triangolare, il naso lungo e appuntito … si è girato! I
suoi occhi penetranti e celesti guardano verso di me. No, non
mi ha visto per fortuna. Guarda il vaso di fiori. Indossa una
camicia bianca sotto una giacca blu, abbottonata. In mano tiene
la tavolozza con i colori ad olio ed i pennelli. Sta disegnando
sulla tela messa sul cavalletto. Oh! Un vaso di girasoli! …
l’atelier di un pittore non l’avevo mai visto: è molto
confusionario, però è anche molto allegro. Colori e pennelli
dappertutto, anche in terra. E quante tele! …

Per comunicare il lavoro ai genitori decidiamo di allestire una mostra: conterrà le


riproduzioni di celebri quadri dell’artista, dipinte dagli alunni e soprattutto ci sarà la
galleria degli autoritratti alla maniera di Van Gogh: ogni bambino si rappresenterà
colorando con i pastelli ad olio, imitando la tecnica e i colori dell’artista e
catturando gli sfondi dai quadri celebri, come le stelle de La notte stellata, le
pennellate fiammeggiante de I cipressi, il glicine degli sfondi primaverili.

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È un sogno … è il museo de rêve.

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