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“La città della Musica”: una beffa totale!

Il Comune di Venezia vuole cedere alla società Nova Marghera S.r.l. in permuta alla pari gli
immobili dell’ex mensa Agrimont dietro l’edificio del Vega per ricevere alcuni spazi
all’interno dello stesso Vega da adibire a magazzino a servizio dei Musei Civici.
Il nome del complesso immobiliare pubblico “Città della Musica” evoca da subito un’idea di forte sviluppo
dell’offerta culturale della città: ed effettivamente il vecchio progetto era di prim’ordine sul piano culturale.
In realtà quello che verrà realizzato ora sarà l’ennesimo centro commerciale e direzionale da 8’349 mq (con
possibilità di un’addizione in volumi di 700 mq) che non porterà alcun vero beneficio alla cittadinanza.
Tuttavia nella convenzione, oggetto della proposta di delibera comunale, si afferma testualmente che
“l’interesse pubblico può essere garantito anche da un privato sulla base di una convenzione che preveda
degli obblighi ma consenta di ricavare un reddito dall’investimento attraverso l’insediamento di attività di
interesse collettivo”.
Ebbene, la nuova struttura dovrebbe contenere, per potersi degnamente qualificare Città della Musica,
almeno:
1) una o due piccole sale comunicanti da 150/200 posti per concerti di musica da camera, operette e
spettacoli teatrali;
2) spazi didattici per corsi e stage di musica canto e formazione all’ascolto, sia per studenti ma soprattutto
per neofiti ed appassionati;
3) sale prove (di particolare attualità visto che il Piruea di Celana in centro a Mestre prevede l’abbattimento
della Sala Monteverdi);
4) una sala per incisioni musicali ed una piccola biblioteca con testi musicali;
5) un museo di strumenti musicali antichi e non (i magazzini della Fenice e del Conservatorio hanno molti
strumenti da esporre e valorizzare; molti privati potrebbero poi donare al Museo strumenti che non usano più
anziché donarli ai musei di altre città).
Le esperienze positive nel settore non mancano: si pensi alla Citè de la Musique di Parigi o, in casa nostra,
alla neonata città della Musica di Pescara. A Venezia però gli attori della scena musicale (dal Consorzio dei
Conservatori del Veneto alla fondazione lirica della Fenice fino alle associazioni) non sono stati
minimamente coinvolti.
Gli unici spazi previsti nel progetto per fini musicali sono l’Arena esterna per concerti di musica leggera
(utilizzabile gratuitamente dal Comune per 48 giorni l’anno) ed un piccolo locale da 365 mq per la ricerca
musicale (fruibile un giorno alla settimana da studenti a prezzo agevolato e non in modo esclusivo).
Insomma nella visione della ditta proponente, l’interesse pubblico viene tristemente e banalmente soddisfatto
realizzando un posto dove i lavoratori del Vega possono andare a mangiare, fare shopping ed un po’ di
fitness. Palestre, ristoranti, negozi ed uffici in città certo non scarseggiano ma tant’è.
La musica è sempre stata considerata una disciplina artistica di serie B: la città di Venezia avrebbe ben
potuto affiancare a Malibran e Fenice una struttura in terraferma attratrice di nuovo turismo locale e
generatrice di nuovi posti di lavoro per artisti ma, si sa, il cemento ha purtroppo la meglio sull’arte.

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