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Mutilati ed invalidi di guerra: una storia politica.

Il caso modenese dalla fondazione al secondo dopoguerra

LA PRIMA GUERRA MONDIALE: FUCINA DI MUTILATI ED INVALIDI


Uno degli aspetti della Prima guerra mondiale, la sua dimensione industriale particolarmente evidente nella combinazione tra distruzione e razionalizzazione che trova la sua massima espressione nello smaltimento di morti e feriti. Lavanzamento tecnologico nellambito militare produce un maggior numero di morti e feriti ma, allo stesso tempo, il progresso dei trasporti e in campo medico, chirurgico e sanitario, ha leffetto di creare una nuova categoria di ex combattenti: i mutilati, ovvero coloro che, in altri periodi, non sarebbero sopravvissuti alle ferite di guerra ma che, a partire dalla Prima guerra mondiale, riescono ad essere salvati. La sopravvivenza dei mutilati, pone diverse questioni da risolvere come la fornitura di assistenza e, in un secondo tempo, il loro reinserimento lavorativo. La questione viene sintetizzata in modo molto chiaro dal Dott. Salinari gi nel 1916, in un articolo pubblicato sulla rivista Riforma medica: Fra i problemi che sorgono dalla guerra e che si impongono fin dora alla considerazione del mondo civile, uno dei pi gravi, senza dubbio, apparisce quello dei soldati colpiti da invalidit, resi cio mutilati, storpi o ciechi per effetto delle loro gloriose ferite. Il contingente di questi reduci sventurati non stato mai cos terribilmente alto, come nella guerra attuale: ci che si spiega non solo a causa delle masse enormi di combattenti che vengono a conflitto, e dalla potenza e ferocia dei mezzi di distruzione messi in opera, ma anche, come per una provvida antitesi, in virt dei progressi raggiunti dalla chirurgia moderna. La quale riesce a conservare in vita un gran numero di invalidi, che nelle guerre passate soccombevano alle loro ferite.
Mutilati e derive taylor-fordiste Mutilati americani intenti in una gara per vestirsi nel minor tempo possibile La Domenica del Corriere, 30 novembre 7 Dicembre 1919

Quando lItalia entra in guerra, il problema dei mutilati appare rilevante: nei primi mesi di conflitto, si contano circa 623 mutilati al mese ma si dovr attendere lagosto del 1916 per un Decreto Luogotenziale su questo tema e il 1917 per lemanazione di una vera e propria legge (legge 481/1917) che istituisce lOpera Nazionale per la protezione ed assistenza degli invalidi di guerra poi trasformata in Opera Nazionale Invalidi di Guerra (ONIG) nellagosto del 1942.

I principi moderni della razionalizzazione applicati da Taylor e Ford nel settore della produzione industriale, influenzano tanto la fase di rimozione e smaltimento del ferito (attraverso ambulanze, navi e treni ospedale), quanto la fase del recupero e rieducazione. Nel 1915, il vice direttore della rivista Riforma medica Dott. Luigi Ferrarini, si dice entusiasta di questi principi e sicuro della loro applicabilit nel recupero dei mutilati al fine di ottenere, anche dai mutilati, il massimo rendimento con il minimo sforzo.

Nave Ospedale Italia

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CENNI SULLORGANIZZAZIONE OSPEDALIERA A MODENA DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE


Il 20 agosto 1915, la citt di Modena viene dichiarata zona contumaciale ovvero zona di seconda linea destinata al ricovero in isolamento di soldati colpiti da malattie infettive. Questo, fa s che in citt si moltiplichino gli sforzi per fornire unofferta sanitaria sempre migliore e pi vasta. Gi prima della guerra era stato istituito lOspedale Ramazzini in Villa San Faustino, che ospitava pazienti con malattie contagiose provenienti da tutta la provincia allontanandoli dai centri urbani. Lo scoppio della guerra produce unenorme sforzo per adattare lofferta sanitaria alle aumentate esigenze della citt mediante lampliamento di nuove specialit mediche (chirurgia e radiologia), il potenziamento di laboratori gi esistenti (microscopia e batteriologia) e lampliamento o la creazione di nuovi ospedali. AllOspedale civile di Modena (600 posti letto) si aggiungono lOspedale contumaciale, dipendente dallospedale civile e realizzato nellarea orientale del Foro Boario (in grado di ospitare 3.432 malati nel periodo giugnodicembre 1915), lOspedale territoriale della Croce Rossa nei locali del seminario in piazzale San Francesco, lOspedale militare di San Paolo e il reparto di tubercolosi con 200 posti letto creato nellex reclusorio di Saliceta San Giuliano per sopperire alla carenza di posti nellOspedale Ramazzini. Per la maggior parte, il personale in servizio negli ospedali militari era costituito da medici civili che vi prestavano servizio volontariamente.
Modena, Ospedale militare di riserva di San Paolo, 1915 Biblioteca Poletti, Modena

Modena, Ospedale Croce Rossa, San Francesco, 1915-1918 Biblioteca Poletti, Modena

Anche la provincia di Modena non da meno: ospedali militari sorgono a Mirandola, Carpi, Vignola, Finale Emilia, Sestola, Guiglia, Spilamberto etc.. con caratteristiche e livelli di qualit differenti anche in relazione alle diverse disponibilit economiche.

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LISTITUTO PROVINCIALE AUTONOMO PRO-MUTILATI E STORPI DI GUERRA


Tre mesi prima che Modena venisse dichiarata zona contumaciale viene istituito il Comitato provinciale autonomo pro-mutilati e storpi di guerra con lobiettivo di fondare una casa di cura pro invalidi di guerra. Fautori di questo comitato sono le lites liberali locali cui fa capo Giuseppe Gambigliani Zoccoli, sindaco di Modena dal 1914 al 1920.
Casa di rieducazione di Bologna Banchetto e sedia speciale per calzolai mutilati Museo Civico del Risorgimento, Bologna

zoleria, sartoria, telegrafia, dattilografia) e da una scuola elementare. Il lavoro veniva ritenuto un ottimo esercizio riabilitativo sia in senso fisico che morale, aiutando il mutilato a sentirsi ancora utile e a comprendere lutilit di operazioni chirurgiche tese a migliorare la funzionalit motoria.

Scuola agricola dellIstituto provinciale autonomo pro-mutilati e storpi di guerra Biblioteca Poletti, Modena

Lidea alla base di questo progetto, sposato sia da esponenti conservatori socialisti e riformisti favorevoli alla guerra che da rappresentanti dellala intransigente del partito socialista da sempre contrari al conflitto, era che le cure mediche ed ortopediche per il recupero funzionale di invalidi e mutilati dovessero essere connesse ad una rieducazione professionale che ne favorisse il collocamento. Il 3 febbraio 1917 viene approvato lo Statuto dellIstituto autonomo Provinciale Pro-Mutilati e storpi di guerra che si proponeva di: offrire assistenza ospedaliera ai mutilati offrire rieducazione professionale mediante organizzazioni proprie promuovere la riammissione al lavoro La prima sede del Comitato si trova nel Foro Boario dove trover spazio anche lIstituto collocato nei locali dellAsilo Notturno e inaugurato nel luglio del 1917. Lo spazio individuato consente di predisporre 120 posti letto, una stanza per le macchine e una per gli impianti radiografici ed elettroterapici. Il progetto completato dalla collocazione di officine per protesi temporanee, di locali di lavoro (falegnameria, cal-

Casa di rieducazione di Bologna Mutilato del braccio destro si esercita nella scrittura Museo Civico del Risorgimento, Bologna

Particolare importanza aveva lattivit agricola svolta nella vicina Villa San Faustino, che consentiva a molti mutilati di rimisurarsi con il mestiere svolto prima della guerra. Latteggiamento di invalidi e mutilati nei confronti dellIstituto non era sempre positivo. Per molti, infatti, la riabilitazione al lavoro significava unicamente la perdita o la riduzione della pensione privilegiata di guerra. Dunque, era spesso difficile persuadere il mutilato che la diminuzione della pensione di guerra sarebbe stata ampiamente ripagata dallattivit lavorativa resa possibile dallaumentata capacit funzionale. La gestione amministrativa dellIstituto viene assunta dalla Congregazione di carit che gi amministrava lOspedale civile, con laiuto del personale dirigente messo a disposizione dallOspedale civile e dal Comitato stesso, mentre il personale medico ed il personale assistente viene concesso dalle autorit militari. La retta di Lire 3,50 per ogni degente viene pagata dallautorit militare cos come gi succedeva per i soldati ricoverati presso lOspedale Civile. Alla fondazione dellIstituto contribuiscono, con aiuti economici, anche la Provincia ed il Comune di Modena.

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FONDAZIONE DELLASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI E INVALIDI DI GUERRA


LAssociazione nazionale tra mutilati e invalidi di guerra (ANMIG) nasce a Milano il 29 aprile 1917 e viene riconosciuta giuridicamente con Decreto del Prefetto di Milano il 25 giugno 1917.
Anselmo Forghieri, Per una Sezione Mutilati e Storpi di guerra, in Gazzetta dellEmilia 24-25 febbraio 1918 p.2, Biblioteca Estense, Modena Forghieri parla di numerosi mutilati pronti ad aderire allassociazione ed affronta di petto il presunto problema della apoliticit dellassociazione: proprio vero che non si possa andare daccordo per le proprie idee politiche differenti, e far parte di uno stesso organismo? () E che si forse mai chiesto al compagno di sentinella alla feritoia di sinistra, a quello di destra sulle cui ginocchia riposate il capo, sdraiato nellangusta trincea, a che partito appartenesse prima di stringere con questi inti-mit, dividere lacqua, le sigarette, le cartoline ecc. ecc. andare allassalto solidali per morire, magari abbracciati?.

redini del progetto che vede coinvolta una moltitudine di persone il cui controllo, una volta uscita dai ranghi dellesercito, diviene politicamente molto importante Si dovr attendere la fine della guerra e, soprattutto, la fine del fascismo per trovare i mutilati come soggetto attivo e non pi come destinatari della filantropia delle lites cittadine o come strumento di propaganda di regime. A partire dallautunno del 1917, le spinte alla creazione di una sezione modenese dellassociazione sono diverse: i membri del Comitato provinciale autonomo pro mutilati e storpi di guerra, personaggi quali Priamo Brunazzi, Giuseppe Balestrazzi ed Ero Bonazzi che contribuirono attivamente alla creazione di sezioni dellANMIG in Emilia, ma anche linteresse e limpegno di singoli mutilati come Anselmo Forghieri e il tenente Antonio Vigevani. Possiamo dire che, a parte Anselmo Forghieri e il Tenente Vittorio Vigevani, anche a Modena la fondazione dellANMIG promossa da esponenti delle lites liberali prebelliche. Dal settembre del 1917, Anselmo Forghieri inizia a scrivere appelli ai mutilati pubblicati sul quotidiano La Gazzetta dellEmilia, nel febbraio del 1918, viene pubblicato un suo accorato appello dal quale traspare un certo fastidio per il ritardo modenese nella costituzione della sezione dellANMI e S (come chiama erroneamente lANMIG trasformandola in Associazione nazionale mutilati, invalidi e storpi di guerra). Altre voci si levano per promuovere la fondazione dellANMIG modenese, Leo Spalazzi, come Forghieri, fa pubblicare un appello sulla Gazzetta dellEmilia ma poi, indietreggia per fare spazio allazione del Comitato pro mutilati presieduto dal Sindaco Gambigliani Zoccoli.

Appello di costituzione dellANMIG, 29 aprile 1917 Archivio ANMIG, Modena

Lappello per la costituzione dellANMIG, diffuso nellaprile del 1917, contiene gi alcuni principi che saranno i capisaldi dellattivit dellassociazione: limportanza del lavoro come mezzo di riscatto e di reinserimento nella societ e il carattere apolitico dellassociazione, il cui unico obiettivo quello di riunire i mutilati per poterne tutelare gli interessi morali e materiali. Sul fatto di essere un organismo apolitico, nel senso di apartitico, lANMIG costruir la propria identit ed il proprio programma, facendo del combattentismo un movimento autonomo nel quale convergeranno socialisti come liberali, cattolici come conservatori, nobili, contadini, borghesi e militari uniti da una causa comune nonch dalla solidariet di trincea. Sebbene nel manifesto di appello alla fondazione sembri di sentire chiara e decisa la voce dei mutilati, in questa prima fase, saranno ancora le lites cittadine a tenere le

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PER LISTITUZIONE DI UNA SEZIONE MODENESE DELLANMIG


Nellaprile del 1918, il Sindaco Gambigliani Zoccoli presiede la prima seduta preparatoria alla fondazione della sezione. Ai numerosi mutilati arrivati anche dalla provincia spiega che lAssociazione avr come scopo la difesa degli interessi materiali e morali dei singoli soci [] quellopera patriottica intesa a rafforzare la resistenza necessaria ad assicurare la difesa dei diritti e delle libert dei popoli, la vittoria della civilt contro il militarismo e limperialismo germanico. Immediatamente dopo vengono mobilitate le istituzioni, gli istituti di credito, le ditte private ed i cittadini al fine di raccogliere fondi per la cerimonia di costituzione. In particolare, la societ ARS si mette a disposizione per la rappresentazione di tre spettacoli al Teatro Storchi i cui incassi sarebbero stati devoluti alla costituenda sezione (realizzando un utile di 1.719,86 lire). A giugno iniziano i preparativi per lorganizzazione della cerimonia mettendo in moto una macchina organizzativa di tutto rispetto. Tutti i mutilati e gli invalidi censiti vengono invitati a partecipare, si stringono accordi per garantire loro viaggio, vitto e alloggio gratuiti, le adesioni vengono raccolte tramite i sindaci della provincia ed i partecipanti sono invitati ad intervenire in divisa e con le proprie decorazioni. Si prepara una cerimonia scenografica e profondamente intrisa di retorica bellicista. Il culmine della celebrazione la consegna della bandiera da parte della madre delleroe di Pola, il soldato Mario Pellegrini della X Flottiglia MAS, caduto prigioniero degli austriaci. LANMIG ha cos, anche a Modena, il suo battesimo civile in un clima di pomposa propaganda e piuttosto teso se si pensa che alla lettura delladesione dellOn. socialista Confucio Basaglia scoppiano clamori e proteste [] e grida contro i socialisti ufficiali la cui posizione neutralista , in questo contesto, considerata disfattista. In questa cerimonia i mutilati sono i silenziosi ospiti donore: la parola viene data, ancora una volta, agli esponenti delle lites liberali o ai capi militari. Questi combattenti avrebbero capito, nei mesi seguenti, la propria forza e si sarebbero ribellati per cambiare il mondo che era stato consegnato loro dalla guerra, ripudiando la politica dei vecchi partiti e ponendosi come avanguardia di coloro che sarebbero ritornati dalla guerra dando vita al movimento dei Combattenti.

Invito alla cerimonia di costituzione della Sezione modenese dellAnmig Archivio ANMIG Modena

Anonimo La patriottica cerimonia di ieri allo Storchi. La madre delleroe di Pola consegna la bandiera ai nostri mutilati, in La Gazzetta dellEmilia, 17-18 giugno 1918, Cronaca di Modena.

Programma della giornata Archivio Anmig Modena

Manifesto comparso nelle vie della citt per annunciare la cerimonia di fondazione dellAnmig Modena, Archivio Anmig Modena

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NASCITA DELLASSOCIAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI


Dopo la fondazione dellANMIG sono numerosi i tentativi di strappare allAssociazione legemonia sulla categoria dei mutilati: dapprima attivisti politici cercano di entrare nellANMIG poi viene promossa la creazione di altre associazioni che ne screditassero loperato. In un primo momento lAssociazione ha un atteggiamento difensivo, fino a quando decide di passare allattacco promuovendo listituzione dellAssociazione Nazionale Combattenti (ANC). Inizialmente il rapporto tra ANMIG e ANC strettissimo tanto che, spesso, sono le sezioni dellANMIG a coprire le spese delle neonate sezioni ANC e che ne sostengono la nascita sul piano organizzativo, finanziario e politico stabilendo per esempio - che i membri dei consigli direttivi provvisori dellAssociazione combattenti non dovessero essere in alcun modo compromessi con i vecchi partiti. Da questa indicazione emerge, chiara, la volont di ANMIG che, nel creare un soggetto politicamente attivo, vuole discostarsi apertamente da quei partiti che, nellimmediato dopoguerra, promossero la creazione di associazioni tra mutilati o combattenti comprendendo la grande forza politica rappresentata dalle varie vittime della guerra nelle varie categorie. Allinterno di ANMIG si compiono diversi tentativi di scissione da parte, per esempio, di Patto Nuovo o dellAssociazione Reduci di zona operante ma, certamente, il soggetto che d pi filo da torcere all Associazione la Lega Proletaria.

Modena 18 settembre 1919. Richiesta al Sindaco di Modena di un locale da adibire a sede dellAssociazione combattenti.

A Modena la creazione della Lega Proletaria capeggiata da uno dei fondatori dellANMIG: Anselmo Forghieri, che verr espulso dallAssociazione proprio perch iscritto alla Lega. Potendo contare sulle doti di Forghieri come instancabile oratore, la Lega Proletaria riesce a raggiungere, nella provincia di Modena, una discreta diffusione pur rimanendo sempre minoritaria rispetto allANMIG che, a partire dal 1922, decide di riammettere al suo interno anche i soci iscritti alla Lega compreso Forghieri che loder loperato veramente apolitico del Consiglio che ha permesso a tutti i mutilati di far parte della sezione. La febbre elettorale del 1919 sancisce il definitivo distacco tra ANMIG e ANC. Mentre in nome della propria apoliticit ANMIG ribadisce lautonomia reciproca da ANC e ricorda ai propri dirigenti il divieto di sostenere qualsiasi candidatura o partecipare a manifestazioni, lAssociazione Combattenti di Modena presenta una propria lista alle elezioni pur non conseguendo brillanti risultati. Il rapporto tra le due Associazioni sar sempre ritmato dal solito schema: ANMIG sostiene ANC ma cerca sempre di evitare di compromettersi politicamente. Tuttavia il timore di non essere trascinati in contese politiche non frener lazione di sostegno alla cooperazione portando alla formazione di una cooperativa di consumo tra mutilati e invalidi (1921).

Istruzioni da seguire per votare candidati dellAssociazione combattenti e reduci

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ANMIG E FASCISMO: DALLE ORIGINI ALLA MARCIA SU ROMA


Gi a partire dal 1917, lANMIG deve resistere alle brame tentatrici di Benito Mussolini che, dalle colonne de Il popolo dItalia lancia messaggi diretti ai combattenti ricordando loro che presto sarebbero ritornati alla vita civile come aristocrazia della Nazione e come avanguardia politica del mondo post bellico. Mussolini molto interessato alla fondazione dellANMIG e d ampia visibilit allAssociazione cercando di ricavare un vantaggio politico dalla smobilitazione. In questa prima fase Mussolini per ANMIG un utile alleato dal quale mantenere le distanze. Fin dai primi anni 20, latteggiamento che ANMIG tiene nei confronti del nascente movimento fascista tanto a livello locale quanto nazionale il distacco in nome della propria apoliticit. A Modena, nel clima rovente delle elezioni del 21, ANMIG cerca di tenersi lontana da ogni interesse politico pur non rinunciando ad esprimere le proprie mozioni a favore del collocamento dei mutilati nel rispetto delle linee guida tracciate dal Comitato Centrale. In realt, per, due eventi romperanno lisolamento dellAssociazione. Il 26 settembre 1921, le Guardie Regie uccidono 7 fascisti tra cui il ventiduenne mutilato Ezio Bosi, segretario politico di San Cesario sul Panaro. LANMIG riconosce in questo episodio un atto di ostilit del governo non contro un fascista, ma contro un membro della grande famiglia dei combattenti e non esita a pubblicare un manifesto di condanna non sapendo che questo episodio sarebbe stato uno dei pilastri sui quali il fascismo avrebbe cercato di costruire in locale culto dei caduti.

Italo Balbo a Modena in occasione delle celebrazioni del primo anniversario delleccidio del 26 settembre 1921 Archivio Istituto storico di Modena

Lanno successivo, lapoliticit dellANMIG modenese viene messa in discussione dalla partecipazione non autorizzata del Consiglio Direttivo di una Cooperativa di mutilati allo sciopero generale del 5 agosto proclamato contro il clima di violenze ed intimidazioni contro le organizzazioni dei lavoratori cui i fascisti rispondono con una lunga serie di violenze. Il 5 agosto vengono incendiate la Camera del Lavoro di Modena, le Cooperative di Consumo di San Lazzaro e dei Mulini Nuovi, cos come la Cooperativa Muratori di Novi. Mentre il giorno seguente i fascisti cercano di assalire, senza riuscirvi, la Camera del Lavoro Sindacalista di Modena. Lostinazione con la quale la dirigenza sia locale che nazionale soffoca la libera espressione dei soci in nome dellapoliticit unita al cambio del gruppo dirigente nazionale con la nomina di membri che portano lAssociazione verso destra ( Romano, Delacroix, Mammarella, Madia), apre le porte allingresso del fascismo nellAssociazione. Dopo la marcia su Roma (28 ottobre 1922), lANMIG saluta il governo Mussolini come un governo di combattenti aspettandosi che i compagni di sacrificio ora al potere (tre Ministri e Mussolini stesso) facessero il loro dovere nei confronti degli interessi associativi. Aspettative che verranno presto deluse.
Modena, Manifestazione fascista in ricordo dei caduti del 26 settembre 1921, nella scenografia ben leggibile il nome del mutilato Ezio Bosi Archivio Istituto storico di Modena

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VERSO LA FASCISTIZZAZIONE DELLANMIG


Le aspettative cullate dallANMIG alla vigilia della salita al potere di Mussolini verranno presto deluse. Particolarmente difficili saranno i rapporti con il sottosegretario alle pensioni, il nobile piemontese Cesare Maria De Vecchi che, fin dallinizio, imposter una politica apertamente avversa allANMIG, Il primo grave atto di ostilit nei confronti dellAssociazione il licenziamento di un gran numero di mutilati impiegati del Ministero. Il regime cerca di mettere a tacere le rivendicazioni dellANMIG concedendo ai mutilati una sempre maggiore visibilit dandogli, per esempio, il compito di presiedere al rito del saluto alla bandiera svolto settimanalmente nelle scuole ma lANMIG sapr resistere a queste vuote lusinghe e proseguir con le proprie rivendicazioni. Lo scontro definitivo con De Vecchi si consuma sul terreno della riforma delle pensioni che il Ministero imposta prescindendo completamente dal ruolo e dalle funzioni dellANMIG.

22 agosto 1922 Camera del lavoro di Modena dopo lincendio Archivio Istituto storico di Modena Abbati Marescotti Dopo il grave fatto di San Felice in Gazzetta dellEmilia, 5 novembre 1924, p.2 Biblioteca Estense, Modena

di guerra a partire dagli studi di settore promossi dallAssociazione. Parallelamente il fascismo inizia ad aiutare lANMIG nel perseguimento dei propri fini statutari esonerando i figli dei mutilati dal pagamento delle tasse scolastiche o accogliendo le proteste dellAssociazione sulla mancata applicazione delle norme sul collocamento obbligatorio dei mutilati. In questo clima nasce la decisione dellAssociazione di partecipare alle celebrazioni della marcia su Roma del 1923, un passo falso duramente criticato nel Congresso di Fiume dellAgosto del 1924 nel quale di ribadisce il divieto di partecipate a dichiarazioni o manifestazioni che possano avere un riverbero politico. A Modena, la scelta di non aderire alle celebrazioni della marcia su Roma non viene apprezzata dalle sezioni di Pavullo, che informa il Consiglio direttivo della sua decisione di partecipare, e Vignola, che partecipa alle manifestazioni senza nemmeno informare il Consiglio Direttivo.

Sollecitata dallalto, lAnmig Modena chiede spiegazioni alla sottosezione di Vignola in merito alla partecipazione alle celebrazioni della Marcia su Roma

La reazione dellAssociazione immediata e senza mediazioni: in una nota a S.E. Benito Mussolini, vengono messi nero su bianco tutti i punti di contrasto con il Ministero. Si richiedono il riconoscimento pieno dellAssociazione in qualit di interprete e rappresentante dei mutilati e il deferimento dello studio della riforma ad una commissione della quale facessero parte anche i mutilati. Nella lettera si sottolineano anche le pesanti ripercussioni politiche di un problema che interessa circa un milione di famiglie. La questione sar risolta con la rimozione dallincarico di DeVecchi e la sua sostituzione con Alfredo Rocco che, immediatamente, ritorner nei ranghi presentando un disegno di legge che prevede una riforma delle pensioni

Camera del lavoro presidiata dai militari dopo lincendio Archivio Istituto storico di Modena

LAssociazione, dunque, decide di dedicarsi alle celebrazioni del 4 novembre in occasione delle quali si consumano diversi scontri tra fascisti sia a livello nazionale che locale. Nel modenese, nella notte tra il 1 e 2 novembre 1924, viene distrutta la sede ANC e ANMIG di San Felice sul Panaro. Il Presidente della sezione di Modena Abbati Marescotti denuncia con forza laccaduto dalle colonne della Gazzetta dellEmilia. Sono questi gli ultimi afflati di una libert associativa che, di l a poco, non esister pi.

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VERSO LA FASCISTIZZAZIONE DELLANMIG


Dai primi anni 20 del 900 la storia dellANMIG si intreccia con quella del Fascismo fino ad esserne completamente assorbita. Fin dall inizio degli anni 20 il Regime riesce attrarre il mondo del combattentismo con larghe concessioni finanziarie ed amministrative favorendo, in particolare, lo sviluppo delle attivit economiche sviluppatesi in seno alle associazioni. A partire dal 1925, qualsiasi decisione relativa allAssociazione, sia su piano nazionale che locale, deve passare per lapprovazione dei quadri del PNF, i consigli direttivi iniziano ad essere composti da membri graditi al fascismo ed i mutilati vengono incentivati ad iscriversi alla Milizia Nazionale per la Sicurezza Volontaria con lobiettivo di istituire una Legione Mutilati (1929). Dal 1926 inizia lelargizione di contributi per la realizzazione di Case del Mutilato(a Modena, si inizia a parlarne solo nel febbraio del 1931) e listituzione di provvedimenti legislativi volti ad accogliere le istanze dei mutilati relative alladeguamento delle pensioni di guerra e lassistenza alle vittime della guerra. Nello stesso anno nasce lEnte edilizio per i mutilati e gli invalidi di guerra finalizzato alla costruzione di case popolari esclusivamente riservate ai mutilati o invalidi titolari di pensione vitalizia e viene promulgato il Regio Decreto 928/1926 che assicuParticolare della casa del Mutilato di Palermo, opera dellarchitetto Giuseppe Spatrisano

consenso, sopravvivono allinterno delle diverse sezioni delle mozioni antifasciste che si concretizzano in una solidariet civile espressa verso gli associati colpiti da provvedimenti di pubblica sicurezza quali lammonimento o il confino. Nel 1929, lANMIG si rende un vero e proprio strumento di consenso schierandosi per il s alle elezioni plebiscitarie invitando i propri soci ad esprimere solennemente il proprio consenso al Regime e alluomo che da sette anni, insonne nella fatica e nella passione, sta plasmando il nuovo volto della patria.

Particolare della casa del Mutilato di Milano, opera dellarchitetto Lorenzo Secchi

La casa madre dei mutilati e delle vedove di guerra a Roma, opera dellarchitetto Marcello Piacentini.

ra benefici economici alle categorie di invalidi e mutilati particolarmente deboli poich escluse dal collocamento e introduce la possibilit del cumulo delle pensioni ordinarie e delle pensioni di guerra e la reversibilit delle pensioni per orfani e vedove. Inoltre, lANMIG viene continuamente adulata dal regime che la tiene in gran considerazione nelle manifestazioni dove, per volere del Duce, aveva riservata la terza posizione di sfilata nei cortei. Nel 1927, infine, lAssociazione entra nei sindacati fascisti, a questo punto la compenetrazione tra Associazione e Fascismo totale. Le politiche del consenso e la politica sociale del fascismo ottengono la sottomissione dellANMIG ma non il suo

Due giorni prima delle elezioni, la sezione di Modena parteciper alla manifestazione indetta in Piazza Grande per il decennale della fondazione dei fasci di combattimento, ormai esplicita ladesione al fascismo.
Particolare della casa del Mutilato di Catania, opera dellarchitetto Ercole Fischetti

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LA LEGIONE MUTILATI: IL CASO MODENESE


Nel 1929, quando lANMIG ormai non ha pi alcuna autonomia dal fascismo, viene istituita la Legione Mutilati. Il Comitato Centrale dellAssociazione tiene una fitta corrispondenza con tutte le sezioni per dare istruzioni sulla creazione della Decima Legione dei Mutilati e degli invalidi di guerra che il regime voleva inquadrare nelle Milizie Volontarie per la Sicurezza Nazionale. La procedura prevedeva che i presidenti di sezione contattassero i soci gi iscritti al PNF per liscrizione alla Legione e che, contemporaneamente, compilassero un elenco di soci desiderabili ovvero che offrissero un passato politico e civile non discutibile. Dalle prime comunicazioni trapela una gran fretta e il termine ultimo per la presentazione delle iscrizioni al 4 novembre 1929 ad appena un mese dallinvio della prima comunicazione. Il presidente della sezione modenese, Abbati Marescotti, scrive con sollecitudine a tutte le sezioni per sapere quanti fossero i soci iscritti al PNF e quanti risultassero gi in servizio nelle MVSN. Le risposte ricevute indicano che, allANMIG provinciale vi fossero un totale di 139 iscritti al PNF, 37 dei quali in forze nella Milizia. Nel marzo del 1930, risultano iscritte alla I Centuria mutilati di Modena solo quattro persone: il Presidente Abbati Marescotti, leconomo della sezione Giovanni Arcipressi ed altri due membri, in seguito il numero salir a quindici persone fino a quando non si decider di consegnare la tessera del PNF a tutti quei mutilati che erano stati indicati come fidati. Nel novembre del 1931, grazie ai nuovi tesseramenti, la centuria arriv a contare 82 camicie nere e 3 ufficiali. Ormai lAssociazione non altro che uno strumento di propaganda nelle mani del fascismo: nel 1933 la Centuria arriv a contare 4 ufficiali, 8 graduati e 122 camicie nere, nel 1934 si contavano 3 manipoli in citt e altri manipoli in formazione a Carpi, Finale Emilia, Concordia s/S, Mirandola e Soliera. A partire dal 1935 la Centuria mutilati fu dotata di un apposito distintivo recante la scritta Tutti per il Duce Il Duce per la Vittoria la Vittoria per la Patria. Nel 1937, il numero di mutilati iscritti alla Milizia consent di formare una Coorte.
Appello del Comitato Centrale allistituzione di Legioni territoriali della Milizia mutilati, 29 settembre 1929 Archivio ANMIG Modena

Il Comitato Centrale scrive alle sezioni locali per avere informazioni sulla formazione delle Legioni territoriali della Milizia mutilati...

...e la sezione modenese risponde evidenziando le proprie difficolt. Archivio ANMIG Modena

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ANMIG NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE FINO ALLEPILOGO DEL FASCISMO


Lentrata in guerra conferisce allANMIG un ruolo, se possibile, ancora pi legato alla propaganda che in passato. LAssociazione, che gi era ridotta ad uno strumento nelle mani del Regime, con il Regio Decreto 69/1941, viene collocata alle dirette dipendenze del PNF e completamente svuotata delle funzioni fino ad allora esercitate. Da questo momento i membri dei consigli direttivi vengono nominati direttamente dalle locali sezioni del PNF in una struttura gerarchica e verticistica che nulla ha a che fare con i metodi democratici da sempre in uso nellAssociazione. Lopera di fascistizzazione dellAssociazione subisce un ulteriore impulso nel 1942 quando iniziano ad essere accettati come associati anche i mutilati della guerra in corso: unabile mossa per favorire un ricambio generazionale che, unita al rinnovo dei consigli sezionali del 1943, porta molti giovani fascisti ai vertici dellAssociazione. Giovani che non avevano conosciuto lAssociazione libera e democratica degli anni precedenti. Nel 1942 lAssociazione conta, in provincia di Modena, 1.843 mutilati della Prima guerra mondiale, 34 dellAfrica Orientale Italiana (guerre coloniali), 23 della guerra di Spagna, 21 regolarmente iscritti alla guerra in corso e 40 invalidi tornati in arme nella DICAT (Difesa contraerea territoriale). Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta di Mussolini, latteggiamento dellANMIG nazionale quello di una cauta presa di distanza dal fascismo noi che meno di tutti gli altri abbiamo rimproveri da muoverci nella nostra coscienza, accettiamo serenamente la nostra parte di resposabilit, ma non ammetteremo mai di essere accomunati in imputazioni che non ci riguardano n coivolti in giudizi o apprezzamenti che non meritiamo. Lappello a restare uniti ed a continuare con le proprie attivit in particolare con quella assistenziale peraltro pressoch abbandonata durante il fascismo Dopo l8 settembre 1943, lANMIG viene commissariata per volont del Presidente del Consiglio Badoglio ma, nella parte dItalia occupata dai tedeschi, lAssociazione continua ad operare come aveva fatto fino al 25 luglio del 1943: come uno strumento di propaganda, venendo meno a qualsiasi funzione di tipo assistenziale. In questo periodo, la Repubblica Sociale Italiana fa numerose concessioni per cercare di alimentare un consenso sempre pi raro nella popolazione. Nel 1944, per esempio, un decreto di Mussolini aumenta del 20% le pensioni di guerra.
23 dicembre 1939 Uscita dalla Casa del mutilato dopo la consegna dei pacchi natalizi. Da notare la scritta oggi scomparsa Qui la vittoria vivente. Biblioteca Poletti, Modena

23 dicembre 1939 Distribuzione di pacchi natalizi alla Casa del Mutilato Biblioteca Poletti, Modena

9 maggio 1941 Pranzo in onore dei primi mutilati di Grecia e Jugoslavia Biblioteca Poletti, Modena

Piazza Maggiore, Modena Battitura del grano coltivato negli orti di guerra Archivio Istituto storico di Modena

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LE COOPERATIVE TRA MUTILATI A MODENA


Dal 1919 al 1926 si sviluppano molte cooperative fra mutilati a Modena e provincia. A partire dal 1919 prende piede lidea di provvedere alla graduale trasformazione della casa di rieducazione in cooperativa di lavoro della sezione sfruttando le competenze tecniche e artigianali maturate dai mutilati. In questo modo nasce lUnione Anonima Cooperativa fra Mutilati e Invalidi di guerra le cui attivit comprendevano la sartoria, la calzoleria, la falegnameria, lofficina, lindoratura, la verniciatura, la riparazione e fabbricazione di apparecchi di protesi. La sezione di Modena contribuisce significativamente allattivit della cooperativa con diversi finanziamenti. Il Consiglio Direttivo riteneva infatti fondamentale il ruolo della cooperazione come calmiere sociale in grado di evitare le proteste violente spesso conseguenza di povert e disoccupazione. La cooperativa si dimostra ottimo strumento per arginare la disoccupazione nellimmediato dopoguerra, ma non ha grande successo dal punto di vista commerciale, rivelandosi poco redditizia sia per le condizioni di mercato che per la scarsa capacit lavorativa dei mutilati. Gi nellagosto del 1920 la cooperativa in difficolt e, dopo le dimissioni del Presidente Aldo Benassati viene intrapresa unopera di risanamento guidata dal consigliere Carlo Xella volta alleliminazione di tutto ci che inutile e passivo, sia questo uomo o macchina o reparto. Nonostante limpegno nel risanamento, la situazione della Cooperativa non migliora. Anzi, si tratta di un vero e proprio pozzo di San Patrizio che finisce per fagocitare buona parte degli introiti dellAssociazione provenienti dalla beneficenza.

Fattura della Premiata Unione Anonima Cooperativa emessa nei confronti del Comune di Modena per la produzione di calzature per gli addetti al macello comunale.

Azione della Unione Anonima Cooperativa Mutilati e Invalidi di Guerra

A partire dal 1923 la situazione delle cooperative di mutilati e combattenti si fece critica fatta eccezione per la cooperativa Casa del Mutilato. In particolare, il fallimento dellUnione Anonima Cooperativa e la perdita di quanto investito dallANMIG Modena porta la sezione in una situazione di indigenza tale da richiedere pubblicamente un contributo ad enti pubblici e privati. Per tentare di far fronte al dissesto economico, a partire dal 1929, lAssociazione riceve in gestione per nove anni dal Comune di Modena il giardino pubblico e i parchi comunali da Piazzale Garibaldi allex porta S. Francesco occupandovi invalidi sia per il servizio di guardiani che in quello di bracciantato. La manutenzione dei giardini pubblici, invece, veniva gestita insieme allANC e prevedeva la concessione gratuita ad un mutilato disoccupato della rivendita di bibite. Nel 1930 la sezione ottiene anche dal Prefetto lautorizzazione per il servizio di verifica e targazione dei veicoli a trazione animale di tutta la provincia. Purtroppo, per, nel febbraio del 1931 il servizio viene sospeso per problemi causati dal PNF locale. Contemporaneamente, in provincia, nascono altre cooperative come la Cooperativa di consumo di San Prospero (1919) che, a partire dal 1922, accoglie tra i soci anche non mutilati, per far meglio fronte al mercato, e la Cooperativa Mutilati di Montefiorino. Nel 1921 nascono anche alcune cooperative miste tra mutilati e combattenti: una coop di consumo e una di braccianti o tra mutilati e vedove. Lampliarsi del numero di cooperative esistenti porta alla necessit di creare un ufficio di assistenza fra le cooperative con funzione di sindacato.

17 settembre 1923 Il curatore fallimentare invita i creditori dell Unione cooperativa alla dichiarazione dei propri crediti.

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LA CASA DEL MUTILATO DI MODENA


Tra il 1920 e il 1921 lANMIG di Modena promuove la costituzione della cooperativa edilizia Casa del Mutilatodedicata alla costruzione di case economiche per mutilati come le villette ancora oggi visibili allincrocio tra via Jacopo Barozzi e via Luosi che recano sulla facciata il simbolo dellAssociazione. Il settore edilizio particolarmente agevolato per le cooperative mutilati poich prevede la cessione gratuita dei terreni da parte del Comune di Modena, la possibilit di acquisto di terreni a basso costo anche mediante lesproprio e la concessione di contributi di Comune e Stato al pagamento degli interessi dei mutui contratti per fronteggiare le spese. Fin dalla nascita, lANMIG di Modena usufruisce di sedi messe a disposizione dal Comune fino a quando il Consiglio direttivo dellAssociazione decide di trovare una sede alternativa per evitare il levarsi di sospetti sulla neutralit politica dellAssociazione. Dapprima la sede venne allocata a casa del Presidente poi in luoghi concessi dal Comune ma esterni al Municipio in Via Albinelli prima e, in seguito, in via Cesare Battisti, in via Francesco Selmi e in Piazza Mazzini. Lobiettivo dellANMIG , per, la costruzione di una sede propria e la politica attuata dal fascismo al governo nei confronti dellAssociazione fornisce loccasione alla sezione modenese di realizzare questo desiderio. Nel febbraio del 1931, la sezione di Modena dispone di 100.000 lire per la costruzione della sede alle quali si aggiungono i contributi dei vari enti della provincia e, soprattutto, quello dellOpera Nazionale per gli Invalidi di Guerra (ONIG) pari ad 1/3 del totale. In principio, il podest Guido Sandonnino propone di costruire la Casa del Mutilato in Viale Regina Margherita accanto al tempio dedicato ai Caduti in Guerra ma lipotesi risulta non realizzabile per l indisponibilit a vendere da parte del proprietario del terreno. Questa condizione costringe lANMIG Modena a tre traslochi in poco tempo.
Balneario di Viale Muratori creato nel 1881 ed attivo fino al 1931

Case economiche per mutilati costruite allincrocio tra via Jacopo Barozzi e via Luosi visibili ancora oggi, che recano sulla facciata il simbolo dellAssociazione.

La situazione si risolve con la donazione da parte del Comune di un terreno su Viale L.A. Muratori in prossimit del Monumento ai Caduti, affacciato sul Parco delle Rimembranze e nelle vicinanze del Distretto Militare, in una zona precedentemente acquistata da una cooperativa per costruirvi ville ed appartamenti (alcune delle quali visibili ancora oggi) dove sorgeva un balneario in disuso.

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LA CASA DEL MUTILATO DI MODENA


Un primo progetto per la Casa del Mutilato viene redatto da Abbati Marescotti nel 1932. La proposta non incontra il favore dellAssociazione che vorrebbe un edifico meno costoso e pi moderno di quello proposto. Il progetto viene approvato in seconda istanza nel 1933 e prevede la realizzazione di un edificio dalle forme severe e dignitose degne del simbolo che dovevano rappresentare sulla cui facciata campeggiano dei fasci littori in marmo bianco. Il progetto prevede la realizzazione di un salone delle adunate a piano terra, spazi per gli uffici della sezione al piano rialzato, spazi da concedere in affitto ad altre associazioni con un ingresso laterale indipendente e spazi da affittare o da utilizzare come appartamento per laccoglienza di mutilati anziani o indigenti allultimo piano. Inaugurata il 12 aprile 1935 e resa agibile a partire dal maggio 1935, la Casa del Mutilato diviene il centro del combattentismo modenese ospitando in affitto lOpera Nazionale Invalidi di Guerra, la Federazione Combattenti, le Associazioni del Nastro Azzurro dei Bersaglieri e degli Alpini mentre gli appartamenti allultimo piano vengono occupati da mutilati molto in vista nellAssociazione e nel fascismo locale. I lavori di costruzione terminano nel 1936 e, in occasione della seconda inaugurazione (alla quale avrebbe dovuto essere presente il presidente nazionale Carlo Delacroix), il Ministro della Guerra manda in dono alla sezione quattro bombe per bombarda del 240. Laspetto della Casa del Mutilato rimane invariato fino alla creazione di un ambulatorio medico nel 1940. Durante la guerra ledificio subisce alcuni danni ma la modifica pi evidente la rimozione dei fasci in marmo della facciata e della lapide in memoria della fondazione dellImpero ordinati nel novembre del 1945.
Latrio della Casa del Mutilato di Modena nel 1939, sul pavimento un mosaico in marmo opera del federale provinciale del PNF modenese Augusto Zoboli rappresentante simboli del combattentismo. Biblioteca Poletti, Modena

La Casa del Mutilato di Modena nel 1939, da notare i fasci littori in marmo rimossi nel 1945. Biblioteca Poletti, Modena

Il salone delle adunate della Casa del Mutilato di Modena. Biblioteca Poletti, Modena Lambulatorio dell Organizzazione nazionale invalidi di guerra interno alla Casa del Mutilato e funzionante a partire dal 1939. Biblioteca Poletti, Modena

Progetto originale della Casa del Mutilato disegnato da Giulio Cesare Abbati Marescotti, Presidente della sezione dal 1924 alla Liberazione. Biblioteca Poletti, Modena

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ANMIG NEL DOPOGUERRA: UNA RIPRESA DIFFICILE


Nel giugno del 1945 lANMIG Modena riprende la propria attivit. LAssemblea dei soci riunitasi il 17 giugno 1945 nomina una commissione provvisoria idealmente rappresentativa di tutte le istanze politiche che avevano preso parte alla Resistenza. Compito dellAssemblea sarebbe stato quello di proporre lassetto del nuovo consiglio direttivo. Il dubbio principale dellimmediato dopoguerra relativo alla composizione del direttivo: tra lesigenza di continuare con quella apoliticit sancita dallo Statuto e la necessit che il direttivo fosse rappresentativo di tute le forze politiche che avevano preso parte alla lotta di Liberazione. Alla gestione di queste problematiche si somma un ovvio conflitto generazionale tra i fondatori dellAssociazione e le nuove leve che, oltretutto, dovevano essere educate alla vita democratica, prima ancora che a quella associativa. LANMIG Nazionale era stata commissionata ed aveva assunto il nome di ANMIG CLNAI, lobiettivo del commissariamento era quello di rimettere in modo la democrazia allinterno dellAssociazione. A tale proposito, vengono rimossi tutti i dirigenti direttamente nominati dal PNF o che si fossero macchiati di delitti o compromissioni con il regime fascista o con lRSI. Limpatto dellANMIG con le nuove istituzioni democratiche non dei migliori: innanzitutto appare evidente come i mutilati non vengano pi considerati Aristocrazia della Nazione. Ne dimostrazione, agli occhi dei mutilati modenese, la requisizione della sede ad opera del Comando militare alleato (23 giugno 1945) e il successivo utilizzo della sala riunioni come sala da ballo nei fine settimana. I verbali dellepoca dimostrano infatti il timore frequente che il nuovo mondo scaturito dalla guerra non sia in grado di rispettare lausterit della Casa del Mutilato e dei suoi occupanti. Altro tema molto dibattuto latteggiamento da tenere nei confronti dei privilegi concessi dal regime fascista ai mutilati e che la nascente democrazia sembrava voler negare (negando in primo luogo lo status di cittadini protagonisti di un sacrificio), ma anche vantaggi economici quali la gratuit della tessera sindacale, laccesso a prezzo ridotto a cinematografi e teatri e premi demografici. Le questioni lasciate aperte da questa transizione sono molte e i Mutilati modenesi non esitano a far sentire la propria voce al Capo provvisorio dello stato Enrico De Nicola, in occasione del conferimento della Medaglia doro al Valor Militare alla citt di Modena (7 dicembre 1947). I mutilati consegnano a De Nicola un documento contenente le richieste dellAssociazione, che tuttavia avranno risposta negativa.

Modena, 7 dicembre 1947 Due momenti della visita del Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola. Presenti anche il Comandante Brigate Garibaldine Luigi Longo (al microfono), il Comandante Partigiano modenese Sighinolfi Marcello (alla sinistra di Longo), poi De Nicola e ancora pi a sinistra e di profilo Alfeo Corassori, Sindaco di Modena. Il primo a destra lallora Ministro della Difesa Mario Cingolani.

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ANMIG NEL DOPOGUERRA: UNA RIPRESA DIFFICILE


Limmediato dopoguerra caratterizzato dalla sordit dello Stato democratico alle richieste dei Mutilati ad alle loro conseguenti proteste espresse anche mediante lorganizzazione di cortei e manifestazioni di piazza come la manifestazione a Roma del 15 gennaio 1948 dove i Mutilati vengono malmenati dalla polizia. Il primo triennio della transizione si chiude con un atto fortemente significativo: ladesione dei membri del Consiglio direttivo dellANMIG Modena al Fronte Popolare. Un atto che pur non violando lo statuto dellAssociazione (erano i membri del direttivo ad aderire singolarmente e non lAssociazione) manda un segnale forte e chiaro sullorientamento dellANMIG locale. Nel dopoguerra lAssociazione ripristina i contratti stipulati con il Comune per la gestione dei giardini pubblici e del deposito biciclette ed a prosegue con la propria attivit in campo cooperativo, distinguendosi dalla precedente gestione per trasparenza ed onest. La Casa del Mutilato continua ad ospitare in affitto quelle stesse Associazioni combattentistiche che aveva accolto allapertura, rimane da capire cosa fare del Salone delle Adunate che aveva perso il suo originario significato. Fino al 1948 il salone viene utilizzato solo per le Assemblee dellassociazione fino a quando, dopo numerose ipotesi e non poche polemiche, si decide di destinare il piano terra ed il terrazzo a sala da ballo dando cos lavoro a ben 16 mutilati. Il dopoguerra anche il momento del dibattito sulla necessit, prospettata da alcuni membri del direttivo, di uscire dal cosiddetto splendido isolamento e di riunirsi con le altre associazioni combattentistiche nella Giunta dIntesa per rendere pi efficaci le proprie rivendicazioni.

Modena, Casa del Mutilato, 1949 Assemblea Anmig nel Salone delle Adunanze

Infatti, da quel momento, saranno molte le occasioni che vedranno i mutilati schierati a fianco della societ civile per diverse cause come ladesione alla Petizione per la Pace contro ladesione al Patto Atlantico (giugno 1949), lassistenza fornita alle famiglie degli operai uccisi il 9 gennaio 1950, e ladesione a iniziative per sostenere le rivendicazioni di lavoratori e combattenti promosse dalla Giunta dIntesa. Il processo di democratizzazione in corso e lAssociazione inizia a riassumere quella funzione sindacale che gli era stata tolta dal fascismo.

Il 19 dicembre 1948, in Piazza Roma, si tiene una manifestazione promossa dalla Giunta dIntesa durante la quale i manifestanti vengono malmenati e viene strappata la bandiera della Brigata Remo. Inizia ad apparire evidente come, nella societ contemporanea, lAssociazione non potr pi mantenere una posizione di apoliticit.
Modena, Piazza Roma, Marzo 1949 Manifestazione di protesta di Mutilati e Combattenti

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IL SEGNO DEL MUTAMENTO DEI TEMPI: GINA BORELLINI, UNA DONNA PRESIDENTE DELLANMIG
Il 18 maggio 1952, Gina Borellini, Medaglia doro al valor militare della Resistenza e Deputata del PCI, viene eletta Presidente della sezione modenese dellANMIG. Classe 1919, inizia la sua attivit politica nel 1943 con lorganizzazione di uno sciopero di mondine in provincia di Novara. Dopo l8 settembre 1943, con il marito Antichiano Martini, entra a far parte della Brigata Remo diventando staffetta partigiana e organizzatrice dei gruppi di difesa della donna di Concordia s/S. Durante la Lotta di Liberazione viene pi volte arrestata e portata davanti al plotone di esecuzione. Il 12 aprile 1945, durante una fuga in seguito ad unimboscata, viene ferita alla gamba sinistra rimanendone mutilata. Gina Borellini rimarr presidente dellANMIG per 38 anni venendo riconfermata ogni tre. La sua elezione rappresenta una vera novit ed una certezza assoluta di rottura con il passato: una donna, partigiana e comunista a capo di unAssociazione che, fino a poco tempo prima, era stato un mero strumento di propaganda, controllo e irregimentazione del regime fascista. I primi anni di presidenza della Borellini sono caratterizzati dal lavoro su tre assi principali: il collocamento dei mutilati, la rivalutazione delle pensioni e laiuto alle sottosezioni della montagna dove la vita associativa risultava particolarmente difficoltosa. Il problema del collocamento obbligatorio una delle questioni fondamentali del dopoguerra, la Borellini richiede allONIG lelenco delle fabbriche che si rifiutano di assumere invalidi per promuovere unazione unitaria. Nel 1954, la direzione delle Fonderie Riunite, per ottemperare alle leggi che imponevano di assumere mutilati, licenzia un ugual numero di operai tentando di spezzare il fronte dei lavoratori. A partire dal 1953, vengono organizzate molte cerimonie per la consegna della bandiera alle sottosezioni della montagna dove i problemi sono molti e per la maggior parte legati alla posizione periferica. Nel 1955 verr organizzato a Lama Mocogno il Convegno della Montagna per approfondire i problemi dei mutilati e dei combattenti dellappennino. A partire dal 1952 lAssociazione inizia ad occuparsi molto dei mutilati con particolari difficolt economiche per monitorare i quali viene creata unapposita commissione. Diventano dabitudine gli appuntamenti per distribuire pacchi di viveri durante le festivit o per portare un saluto e dei doni ai mutilati ricoverati al sanatorio di Gaiato.
Gina Borellini allAssemblea del 18 maggio 1952 nella quale venne nominata Presidente dellANMIG Modena, Archivio Anmig Modena

1960, Cerimonia di consegna della bandiera alla sottosezione di Palagano, Archivio Anmig Modena

1960, Bicchierata e distribuzione dei pacchi natalizi ai mutilati ricoverati presso il sanatorio di Gaiato, Archivio Anmig Modena 1953, Cerimonia di celebrazione del 4 novembre, Archivio Anmig Modena

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LA LUNGA LOTTA PER LADEGUAMENTO DELLE PENSIONI DI GUERRA


La lotta per ladeguamento delle pensioni di guerra e per il rispetto delle norme sul collocamento obbligatorio, saranno il leitmotiv dellattivit dellAnmig nel dopoguerra. 1952 LAnmig ricerca un maggior coordinamento con lazione della Giunta dIntesa per promuovere lo studio del problema della rivalutazione delle pensioni di guerra e del collocamento obbligatorio. Per monitorare con pi efficienza i problemi dei mutilati in ambito lavorativo, viene promossa la creazione di consigli di fabbrica di mutilati che, per, si dimostrano strumenti piuttosto inefficaci. 1953 Lanno inizia con lorganizzazione della grande manifestazione del 18 gennaio in Piazza Maggiore (odierna Piazza Grande). A seguito della manifestazione una delegazione di mutilati consegna al Prefetto di Modena una lettera di protesta contro il trattamento pensionistico riservato agli invalidi di guerra mentre, a livello nazionale, una delegazione viene ricevuta dallonorevole Gronchi. Anche in questo caso, come gi successo con il Capo dello Stato provvisorio De Nicola e il Presidente del Consiglio De Gasperi, le richieste dei mutilati cadono nel vuoto. 1954 Pietro Ricci coordina a livello nazionale le manifestazioni di protesta sulle pensioni. 1956 Nel corso di questanno saranno ben 14 le manifestazioni di protesta organizzate dai mutilati modenesi. Sale la tensione con lOn. Luigi Preti (sottosegretario alle pensioni del governo Scelba) che vuole applicare lart.98 della legge del 10 agosto 1950 (revoca della pensione di guerra oltre che nei casi di dolo anche nei casi di miglioramento clinico) anche alle pensioni guerra lasciando ad intendere che tra le fila dei mutilati vi fossero corruzione e imbroglio. 1958 Lapplicazione dellarticolo 98 della legge del 10 agosto del 1950 viene limitata ai casi di frode e dolo mantenendo il principio della pensione a vita per i mutilati e gli invalidi di guerra. La medaglia doro della Resistenza Pastorino diventa presidente della sezione modenese dellOrganizzazione Nazionale Invalidi di Guerra (ONIG) e d un nuovo impulso al collocamento della categoria promuovendo corsi di specializzazione professionale.

18 gennaio 1953 Un momento della manifestazione promossa da Anmig e Anc per ladeguamento delle pensioni, Archivio Anmig Modena

1958 Assemblea annuale Anmig, Archivio Anmig Modena

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LA LUNGA LOTTA PER LADEGUAMENTO DELLE PENSIONI DI GUERRA


1964 Proseguono le manifestazioni per richiedere ladeguamento delle pensioni di guerra ferme al 1953, il governo stanzia 15 miliardi di lire per la risoluzione delle situazioni pi urgenti rimandando la risoluzione del problema 1965 Riprendono le agitazioni in un clima molto teso che porter lANMIG ad astenersi dalla partecipazione alle celebrazioni del 4 novembre. 1968 Viene approvata la legge di riordinamento della pensionistica di guerra ma non vengono tenute in considerazione le tabelle di adeguamento proposte dallAssociazione e, soprattutto, viene negata listituzione della scala mobile concessa a tutte le altre categorie di pensionati 1973 Il Congresso di Taormina sancisce la fine dello splendido isolamento riconoscendo come lAssociazione si muovesse nella realt storica del paese. Si afferma la necessit di un testo unico sulle pensioni di guerra che prevedesse lindicizzazione delle pensioni in una scala mobile sulla base del salario medio dei lavoratori dellindustria che tenesse conto dellaumento dellinflazione.

Alcuni momenti di una manifestazione promossa dallAnmig modenese nel 1964 per richiedere ladeguamento delle pensioni, Archivio Anmig Modena Manifestazione promossa da Anmig Modena e Anc nel 1973 per richiedere ladeguamento delle pensioni, Biblioteca Poletti, Modena

Cartolina del XX Congresso Nazionale Anmig (1973) Archivio Anmig Modena

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