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Quando lItalia entra in guerra, il problema dei mutilati appare rilevante: nei primi mesi di conflitto, si contano circa 623 mutilati al mese ma si dovr attendere lagosto del 1916 per un Decreto Luogotenziale su questo tema e il 1917 per lemanazione di una vera e propria legge (legge 481/1917) che istituisce lOpera Nazionale per la protezione ed assistenza degli invalidi di guerra poi trasformata in Opera Nazionale Invalidi di Guerra (ONIG) nellagosto del 1942.
I principi moderni della razionalizzazione applicati da Taylor e Ford nel settore della produzione industriale, influenzano tanto la fase di rimozione e smaltimento del ferito (attraverso ambulanze, navi e treni ospedale), quanto la fase del recupero e rieducazione. Nel 1915, il vice direttore della rivista Riforma medica Dott. Luigi Ferrarini, si dice entusiasta di questi principi e sicuro della loro applicabilit nel recupero dei mutilati al fine di ottenere, anche dai mutilati, il massimo rendimento con il minimo sforzo.
Modena, Ospedale Croce Rossa, San Francesco, 1915-1918 Biblioteca Poletti, Modena
Anche la provincia di Modena non da meno: ospedali militari sorgono a Mirandola, Carpi, Vignola, Finale Emilia, Sestola, Guiglia, Spilamberto etc.. con caratteristiche e livelli di qualit differenti anche in relazione alle diverse disponibilit economiche.
zoleria, sartoria, telegrafia, dattilografia) e da una scuola elementare. Il lavoro veniva ritenuto un ottimo esercizio riabilitativo sia in senso fisico che morale, aiutando il mutilato a sentirsi ancora utile e a comprendere lutilit di operazioni chirurgiche tese a migliorare la funzionalit motoria.
Scuola agricola dellIstituto provinciale autonomo pro-mutilati e storpi di guerra Biblioteca Poletti, Modena
Lidea alla base di questo progetto, sposato sia da esponenti conservatori socialisti e riformisti favorevoli alla guerra che da rappresentanti dellala intransigente del partito socialista da sempre contrari al conflitto, era che le cure mediche ed ortopediche per il recupero funzionale di invalidi e mutilati dovessero essere connesse ad una rieducazione professionale che ne favorisse il collocamento. Il 3 febbraio 1917 viene approvato lo Statuto dellIstituto autonomo Provinciale Pro-Mutilati e storpi di guerra che si proponeva di: offrire assistenza ospedaliera ai mutilati offrire rieducazione professionale mediante organizzazioni proprie promuovere la riammissione al lavoro La prima sede del Comitato si trova nel Foro Boario dove trover spazio anche lIstituto collocato nei locali dellAsilo Notturno e inaugurato nel luglio del 1917. Lo spazio individuato consente di predisporre 120 posti letto, una stanza per le macchine e una per gli impianti radiografici ed elettroterapici. Il progetto completato dalla collocazione di officine per protesi temporanee, di locali di lavoro (falegnameria, cal-
Casa di rieducazione di Bologna Mutilato del braccio destro si esercita nella scrittura Museo Civico del Risorgimento, Bologna
Particolare importanza aveva lattivit agricola svolta nella vicina Villa San Faustino, che consentiva a molti mutilati di rimisurarsi con il mestiere svolto prima della guerra. Latteggiamento di invalidi e mutilati nei confronti dellIstituto non era sempre positivo. Per molti, infatti, la riabilitazione al lavoro significava unicamente la perdita o la riduzione della pensione privilegiata di guerra. Dunque, era spesso difficile persuadere il mutilato che la diminuzione della pensione di guerra sarebbe stata ampiamente ripagata dallattivit lavorativa resa possibile dallaumentata capacit funzionale. La gestione amministrativa dellIstituto viene assunta dalla Congregazione di carit che gi amministrava lOspedale civile, con laiuto del personale dirigente messo a disposizione dallOspedale civile e dal Comitato stesso, mentre il personale medico ed il personale assistente viene concesso dalle autorit militari. La retta di Lire 3,50 per ogni degente viene pagata dallautorit militare cos come gi succedeva per i soldati ricoverati presso lOspedale Civile. Alla fondazione dellIstituto contribuiscono, con aiuti economici, anche la Provincia ed il Comune di Modena.
redini del progetto che vede coinvolta una moltitudine di persone il cui controllo, una volta uscita dai ranghi dellesercito, diviene politicamente molto importante Si dovr attendere la fine della guerra e, soprattutto, la fine del fascismo per trovare i mutilati come soggetto attivo e non pi come destinatari della filantropia delle lites cittadine o come strumento di propaganda di regime. A partire dallautunno del 1917, le spinte alla creazione di una sezione modenese dellassociazione sono diverse: i membri del Comitato provinciale autonomo pro mutilati e storpi di guerra, personaggi quali Priamo Brunazzi, Giuseppe Balestrazzi ed Ero Bonazzi che contribuirono attivamente alla creazione di sezioni dellANMIG in Emilia, ma anche linteresse e limpegno di singoli mutilati come Anselmo Forghieri e il tenente Antonio Vigevani. Possiamo dire che, a parte Anselmo Forghieri e il Tenente Vittorio Vigevani, anche a Modena la fondazione dellANMIG promossa da esponenti delle lites liberali prebelliche. Dal settembre del 1917, Anselmo Forghieri inizia a scrivere appelli ai mutilati pubblicati sul quotidiano La Gazzetta dellEmilia, nel febbraio del 1918, viene pubblicato un suo accorato appello dal quale traspare un certo fastidio per il ritardo modenese nella costituzione della sezione dellANMI e S (come chiama erroneamente lANMIG trasformandola in Associazione nazionale mutilati, invalidi e storpi di guerra). Altre voci si levano per promuovere la fondazione dellANMIG modenese, Leo Spalazzi, come Forghieri, fa pubblicare un appello sulla Gazzetta dellEmilia ma poi, indietreggia per fare spazio allazione del Comitato pro mutilati presieduto dal Sindaco Gambigliani Zoccoli.
Lappello per la costituzione dellANMIG, diffuso nellaprile del 1917, contiene gi alcuni principi che saranno i capisaldi dellattivit dellassociazione: limportanza del lavoro come mezzo di riscatto e di reinserimento nella societ e il carattere apolitico dellassociazione, il cui unico obiettivo quello di riunire i mutilati per poterne tutelare gli interessi morali e materiali. Sul fatto di essere un organismo apolitico, nel senso di apartitico, lANMIG costruir la propria identit ed il proprio programma, facendo del combattentismo un movimento autonomo nel quale convergeranno socialisti come liberali, cattolici come conservatori, nobili, contadini, borghesi e militari uniti da una causa comune nonch dalla solidariet di trincea. Sebbene nel manifesto di appello alla fondazione sembri di sentire chiara e decisa la voce dei mutilati, in questa prima fase, saranno ancora le lites cittadine a tenere le
Invito alla cerimonia di costituzione della Sezione modenese dellAnmig Archivio ANMIG Modena
Anonimo La patriottica cerimonia di ieri allo Storchi. La madre delleroe di Pola consegna la bandiera ai nostri mutilati, in La Gazzetta dellEmilia, 17-18 giugno 1918, Cronaca di Modena.
Manifesto comparso nelle vie della citt per annunciare la cerimonia di fondazione dellAnmig Modena, Archivio Anmig Modena
Modena 18 settembre 1919. Richiesta al Sindaco di Modena di un locale da adibire a sede dellAssociazione combattenti.
A Modena la creazione della Lega Proletaria capeggiata da uno dei fondatori dellANMIG: Anselmo Forghieri, che verr espulso dallAssociazione proprio perch iscritto alla Lega. Potendo contare sulle doti di Forghieri come instancabile oratore, la Lega Proletaria riesce a raggiungere, nella provincia di Modena, una discreta diffusione pur rimanendo sempre minoritaria rispetto allANMIG che, a partire dal 1922, decide di riammettere al suo interno anche i soci iscritti alla Lega compreso Forghieri che loder loperato veramente apolitico del Consiglio che ha permesso a tutti i mutilati di far parte della sezione. La febbre elettorale del 1919 sancisce il definitivo distacco tra ANMIG e ANC. Mentre in nome della propria apoliticit ANMIG ribadisce lautonomia reciproca da ANC e ricorda ai propri dirigenti il divieto di sostenere qualsiasi candidatura o partecipare a manifestazioni, lAssociazione Combattenti di Modena presenta una propria lista alle elezioni pur non conseguendo brillanti risultati. Il rapporto tra le due Associazioni sar sempre ritmato dal solito schema: ANMIG sostiene ANC ma cerca sempre di evitare di compromettersi politicamente. Tuttavia il timore di non essere trascinati in contese politiche non frener lazione di sostegno alla cooperazione portando alla formazione di una cooperativa di consumo tra mutilati e invalidi (1921).
Italo Balbo a Modena in occasione delle celebrazioni del primo anniversario delleccidio del 26 settembre 1921 Archivio Istituto storico di Modena
Lanno successivo, lapoliticit dellANMIG modenese viene messa in discussione dalla partecipazione non autorizzata del Consiglio Direttivo di una Cooperativa di mutilati allo sciopero generale del 5 agosto proclamato contro il clima di violenze ed intimidazioni contro le organizzazioni dei lavoratori cui i fascisti rispondono con una lunga serie di violenze. Il 5 agosto vengono incendiate la Camera del Lavoro di Modena, le Cooperative di Consumo di San Lazzaro e dei Mulini Nuovi, cos come la Cooperativa Muratori di Novi. Mentre il giorno seguente i fascisti cercano di assalire, senza riuscirvi, la Camera del Lavoro Sindacalista di Modena. Lostinazione con la quale la dirigenza sia locale che nazionale soffoca la libera espressione dei soci in nome dellapoliticit unita al cambio del gruppo dirigente nazionale con la nomina di membri che portano lAssociazione verso destra ( Romano, Delacroix, Mammarella, Madia), apre le porte allingresso del fascismo nellAssociazione. Dopo la marcia su Roma (28 ottobre 1922), lANMIG saluta il governo Mussolini come un governo di combattenti aspettandosi che i compagni di sacrificio ora al potere (tre Ministri e Mussolini stesso) facessero il loro dovere nei confronti degli interessi associativi. Aspettative che verranno presto deluse.
Modena, Manifestazione fascista in ricordo dei caduti del 26 settembre 1921, nella scenografia ben leggibile il nome del mutilato Ezio Bosi Archivio Istituto storico di Modena
22 agosto 1922 Camera del lavoro di Modena dopo lincendio Archivio Istituto storico di Modena Abbati Marescotti Dopo il grave fatto di San Felice in Gazzetta dellEmilia, 5 novembre 1924, p.2 Biblioteca Estense, Modena
di guerra a partire dagli studi di settore promossi dallAssociazione. Parallelamente il fascismo inizia ad aiutare lANMIG nel perseguimento dei propri fini statutari esonerando i figli dei mutilati dal pagamento delle tasse scolastiche o accogliendo le proteste dellAssociazione sulla mancata applicazione delle norme sul collocamento obbligatorio dei mutilati. In questo clima nasce la decisione dellAssociazione di partecipare alle celebrazioni della marcia su Roma del 1923, un passo falso duramente criticato nel Congresso di Fiume dellAgosto del 1924 nel quale di ribadisce il divieto di partecipate a dichiarazioni o manifestazioni che possano avere un riverbero politico. A Modena, la scelta di non aderire alle celebrazioni della marcia su Roma non viene apprezzata dalle sezioni di Pavullo, che informa il Consiglio direttivo della sua decisione di partecipare, e Vignola, che partecipa alle manifestazioni senza nemmeno informare il Consiglio Direttivo.
Sollecitata dallalto, lAnmig Modena chiede spiegazioni alla sottosezione di Vignola in merito alla partecipazione alle celebrazioni della Marcia su Roma
La reazione dellAssociazione immediata e senza mediazioni: in una nota a S.E. Benito Mussolini, vengono messi nero su bianco tutti i punti di contrasto con il Ministero. Si richiedono il riconoscimento pieno dellAssociazione in qualit di interprete e rappresentante dei mutilati e il deferimento dello studio della riforma ad una commissione della quale facessero parte anche i mutilati. Nella lettera si sottolineano anche le pesanti ripercussioni politiche di un problema che interessa circa un milione di famiglie. La questione sar risolta con la rimozione dallincarico di DeVecchi e la sua sostituzione con Alfredo Rocco che, immediatamente, ritorner nei ranghi presentando un disegno di legge che prevede una riforma delle pensioni
Camera del lavoro presidiata dai militari dopo lincendio Archivio Istituto storico di Modena
LAssociazione, dunque, decide di dedicarsi alle celebrazioni del 4 novembre in occasione delle quali si consumano diversi scontri tra fascisti sia a livello nazionale che locale. Nel modenese, nella notte tra il 1 e 2 novembre 1924, viene distrutta la sede ANC e ANMIG di San Felice sul Panaro. Il Presidente della sezione di Modena Abbati Marescotti denuncia con forza laccaduto dalle colonne della Gazzetta dellEmilia. Sono questi gli ultimi afflati di una libert associativa che, di l a poco, non esister pi.
consenso, sopravvivono allinterno delle diverse sezioni delle mozioni antifasciste che si concretizzano in una solidariet civile espressa verso gli associati colpiti da provvedimenti di pubblica sicurezza quali lammonimento o il confino. Nel 1929, lANMIG si rende un vero e proprio strumento di consenso schierandosi per il s alle elezioni plebiscitarie invitando i propri soci ad esprimere solennemente il proprio consenso al Regime e alluomo che da sette anni, insonne nella fatica e nella passione, sta plasmando il nuovo volto della patria.
Particolare della casa del Mutilato di Milano, opera dellarchitetto Lorenzo Secchi
La casa madre dei mutilati e delle vedove di guerra a Roma, opera dellarchitetto Marcello Piacentini.
ra benefici economici alle categorie di invalidi e mutilati particolarmente deboli poich escluse dal collocamento e introduce la possibilit del cumulo delle pensioni ordinarie e delle pensioni di guerra e la reversibilit delle pensioni per orfani e vedove. Inoltre, lANMIG viene continuamente adulata dal regime che la tiene in gran considerazione nelle manifestazioni dove, per volere del Duce, aveva riservata la terza posizione di sfilata nei cortei. Nel 1927, infine, lAssociazione entra nei sindacati fascisti, a questo punto la compenetrazione tra Associazione e Fascismo totale. Le politiche del consenso e la politica sociale del fascismo ottengono la sottomissione dellANMIG ma non il suo
Due giorni prima delle elezioni, la sezione di Modena parteciper alla manifestazione indetta in Piazza Grande per il decennale della fondazione dei fasci di combattimento, ormai esplicita ladesione al fascismo.
Particolare della casa del Mutilato di Catania, opera dellarchitetto Ercole Fischetti
Il Comitato Centrale scrive alle sezioni locali per avere informazioni sulla formazione delle Legioni territoriali della Milizia mutilati...
...e la sezione modenese risponde evidenziando le proprie difficolt. Archivio ANMIG Modena
23 dicembre 1939 Distribuzione di pacchi natalizi alla Casa del Mutilato Biblioteca Poletti, Modena
9 maggio 1941 Pranzo in onore dei primi mutilati di Grecia e Jugoslavia Biblioteca Poletti, Modena
Piazza Maggiore, Modena Battitura del grano coltivato negli orti di guerra Archivio Istituto storico di Modena
Fattura della Premiata Unione Anonima Cooperativa emessa nei confronti del Comune di Modena per la produzione di calzature per gli addetti al macello comunale.
A partire dal 1923 la situazione delle cooperative di mutilati e combattenti si fece critica fatta eccezione per la cooperativa Casa del Mutilato. In particolare, il fallimento dellUnione Anonima Cooperativa e la perdita di quanto investito dallANMIG Modena porta la sezione in una situazione di indigenza tale da richiedere pubblicamente un contributo ad enti pubblici e privati. Per tentare di far fronte al dissesto economico, a partire dal 1929, lAssociazione riceve in gestione per nove anni dal Comune di Modena il giardino pubblico e i parchi comunali da Piazzale Garibaldi allex porta S. Francesco occupandovi invalidi sia per il servizio di guardiani che in quello di bracciantato. La manutenzione dei giardini pubblici, invece, veniva gestita insieme allANC e prevedeva la concessione gratuita ad un mutilato disoccupato della rivendita di bibite. Nel 1930 la sezione ottiene anche dal Prefetto lautorizzazione per il servizio di verifica e targazione dei veicoli a trazione animale di tutta la provincia. Purtroppo, per, nel febbraio del 1931 il servizio viene sospeso per problemi causati dal PNF locale. Contemporaneamente, in provincia, nascono altre cooperative come la Cooperativa di consumo di San Prospero (1919) che, a partire dal 1922, accoglie tra i soci anche non mutilati, per far meglio fronte al mercato, e la Cooperativa Mutilati di Montefiorino. Nel 1921 nascono anche alcune cooperative miste tra mutilati e combattenti: una coop di consumo e una di braccianti o tra mutilati e vedove. Lampliarsi del numero di cooperative esistenti porta alla necessit di creare un ufficio di assistenza fra le cooperative con funzione di sindacato.
17 settembre 1923 Il curatore fallimentare invita i creditori dell Unione cooperativa alla dichiarazione dei propri crediti.
Case economiche per mutilati costruite allincrocio tra via Jacopo Barozzi e via Luosi visibili ancora oggi, che recano sulla facciata il simbolo dellAssociazione.
La situazione si risolve con la donazione da parte del Comune di un terreno su Viale L.A. Muratori in prossimit del Monumento ai Caduti, affacciato sul Parco delle Rimembranze e nelle vicinanze del Distretto Militare, in una zona precedentemente acquistata da una cooperativa per costruirvi ville ed appartamenti (alcune delle quali visibili ancora oggi) dove sorgeva un balneario in disuso.
La Casa del Mutilato di Modena nel 1939, da notare i fasci littori in marmo rimossi nel 1945. Biblioteca Poletti, Modena
Il salone delle adunate della Casa del Mutilato di Modena. Biblioteca Poletti, Modena Lambulatorio dell Organizzazione nazionale invalidi di guerra interno alla Casa del Mutilato e funzionante a partire dal 1939. Biblioteca Poletti, Modena
Progetto originale della Casa del Mutilato disegnato da Giulio Cesare Abbati Marescotti, Presidente della sezione dal 1924 alla Liberazione. Biblioteca Poletti, Modena
Modena, 7 dicembre 1947 Due momenti della visita del Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola. Presenti anche il Comandante Brigate Garibaldine Luigi Longo (al microfono), il Comandante Partigiano modenese Sighinolfi Marcello (alla sinistra di Longo), poi De Nicola e ancora pi a sinistra e di profilo Alfeo Corassori, Sindaco di Modena. Il primo a destra lallora Ministro della Difesa Mario Cingolani.
Modena, Casa del Mutilato, 1949 Assemblea Anmig nel Salone delle Adunanze
Infatti, da quel momento, saranno molte le occasioni che vedranno i mutilati schierati a fianco della societ civile per diverse cause come ladesione alla Petizione per la Pace contro ladesione al Patto Atlantico (giugno 1949), lassistenza fornita alle famiglie degli operai uccisi il 9 gennaio 1950, e ladesione a iniziative per sostenere le rivendicazioni di lavoratori e combattenti promosse dalla Giunta dIntesa. Il processo di democratizzazione in corso e lAssociazione inizia a riassumere quella funzione sindacale che gli era stata tolta dal fascismo.
Il 19 dicembre 1948, in Piazza Roma, si tiene una manifestazione promossa dalla Giunta dIntesa durante la quale i manifestanti vengono malmenati e viene strappata la bandiera della Brigata Remo. Inizia ad apparire evidente come, nella societ contemporanea, lAssociazione non potr pi mantenere una posizione di apoliticit.
Modena, Piazza Roma, Marzo 1949 Manifestazione di protesta di Mutilati e Combattenti
IL SEGNO DEL MUTAMENTO DEI TEMPI: GINA BORELLINI, UNA DONNA PRESIDENTE DELLANMIG
Il 18 maggio 1952, Gina Borellini, Medaglia doro al valor militare della Resistenza e Deputata del PCI, viene eletta Presidente della sezione modenese dellANMIG. Classe 1919, inizia la sua attivit politica nel 1943 con lorganizzazione di uno sciopero di mondine in provincia di Novara. Dopo l8 settembre 1943, con il marito Antichiano Martini, entra a far parte della Brigata Remo diventando staffetta partigiana e organizzatrice dei gruppi di difesa della donna di Concordia s/S. Durante la Lotta di Liberazione viene pi volte arrestata e portata davanti al plotone di esecuzione. Il 12 aprile 1945, durante una fuga in seguito ad unimboscata, viene ferita alla gamba sinistra rimanendone mutilata. Gina Borellini rimarr presidente dellANMIG per 38 anni venendo riconfermata ogni tre. La sua elezione rappresenta una vera novit ed una certezza assoluta di rottura con il passato: una donna, partigiana e comunista a capo di unAssociazione che, fino a poco tempo prima, era stato un mero strumento di propaganda, controllo e irregimentazione del regime fascista. I primi anni di presidenza della Borellini sono caratterizzati dal lavoro su tre assi principali: il collocamento dei mutilati, la rivalutazione delle pensioni e laiuto alle sottosezioni della montagna dove la vita associativa risultava particolarmente difficoltosa. Il problema del collocamento obbligatorio una delle questioni fondamentali del dopoguerra, la Borellini richiede allONIG lelenco delle fabbriche che si rifiutano di assumere invalidi per promuovere unazione unitaria. Nel 1954, la direzione delle Fonderie Riunite, per ottemperare alle leggi che imponevano di assumere mutilati, licenzia un ugual numero di operai tentando di spezzare il fronte dei lavoratori. A partire dal 1953, vengono organizzate molte cerimonie per la consegna della bandiera alle sottosezioni della montagna dove i problemi sono molti e per la maggior parte legati alla posizione periferica. Nel 1955 verr organizzato a Lama Mocogno il Convegno della Montagna per approfondire i problemi dei mutilati e dei combattenti dellappennino. A partire dal 1952 lAssociazione inizia ad occuparsi molto dei mutilati con particolari difficolt economiche per monitorare i quali viene creata unapposita commissione. Diventano dabitudine gli appuntamenti per distribuire pacchi di viveri durante le festivit o per portare un saluto e dei doni ai mutilati ricoverati al sanatorio di Gaiato.
Gina Borellini allAssemblea del 18 maggio 1952 nella quale venne nominata Presidente dellANMIG Modena, Archivio Anmig Modena
1960, Cerimonia di consegna della bandiera alla sottosezione di Palagano, Archivio Anmig Modena
1960, Bicchierata e distribuzione dei pacchi natalizi ai mutilati ricoverati presso il sanatorio di Gaiato, Archivio Anmig Modena 1953, Cerimonia di celebrazione del 4 novembre, Archivio Anmig Modena
18 gennaio 1953 Un momento della manifestazione promossa da Anmig e Anc per ladeguamento delle pensioni, Archivio Anmig Modena
Alcuni momenti di una manifestazione promossa dallAnmig modenese nel 1964 per richiedere ladeguamento delle pensioni, Archivio Anmig Modena Manifestazione promossa da Anmig Modena e Anc nel 1973 per richiedere ladeguamento delle pensioni, Biblioteca Poletti, Modena