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Apparentemente si, essendo un processo regolato dal sistema nervoso autonomo, ma questo in conflitto con le esperienze cliniche che dimostrano come questo processo possa essere modificato e controllato attraverso le procedure di visual training (V.T. allenamento visivo). Esistono anche evidenze sulla capacit del sistema accomodativo di indurre direttamente sintomi di affaticamento (astenopia) in caso di disagio funzionale accomodativo. Dubbio! Sono risposte funzionali dirette o indirette? Cio sono direttamente le strutture dellaccomodazione a produrre la sintomatologia o quelle annesse che ne sono influenzate?
Lag e lid
Quando laccomodazione viene impiegata al di sotto (si accomoda di meno) della necessit di focalizzazione di un punto per una data distanza, si parla di lag accomodativo. Quando viene impiegata al di sopra delle necessit di focalizzazione di un punto (si accomoda di pi) per una data distanza si parla di lid accomodativo. Se queste discrepanze tra accomodazione richiesta e ipo o iper accomodazione esercitata sono eccessive pu insorgere stress visivo e sintomi soprattutto nell impegno visivo da vicino (visione prossimale).Ci pu predisporre col tempo, allinsorgenza di disturbi refrattivi o funzionali.
Il vitreo
Massa gelatinosa che riempie posteriormente il globo oculare. D continuit ottica allumor aqueo ed al cristallino. quindi attraversato dai raggi rifratti dai mezzi ottici antistanti. Ha funzione di contenimento e tiene aderenti le strutture nervose a quelle vascolari. Patologie o traumi possono compromettere la sua trasparenza o laderenza tra i tessuti suddetti. A causa di fenomeni tossici, traumatici o da eziologia non sempre nota, si possono formare piccole aree di opacit di natura proteica che fluttuano con i movimenti oculari (corpi mobili o miodesopsie). Unaderenza eccessiva alle strutture retiniche delle quali svolge funzione di contenimento, pu produrre una trazione che comporta un distacco della retina dalla tunica vascolare su cui essa si adagia con conseguente necrosi del tessuto retinico interessato e perdita di visione in quellarea. Questi episodi possono essere preceduti da lampi di luce (fosfeni) ed occorre un immediato invio alloculista. attraversato dal canale ialoideo nel quale, in et fetale passa larteria ialoidea che nutre il cristallino. Indice di refrazione 1,336.
Il rapporto emmetropico
Come gi detto, affinch le immagini provenienti dallinfinito cadano a fuoco sulla fovea, occorre che la distanza focale dei mezzi ottici dell occhio sia uguale alla distanza antero-posteriore dellocchio stesso (emmetropia). In pratica occorre che F/L = 1 dove F = distanza focale dei mezzi ottici dellocchio ed L lunghezza del bulbo oculare. F/L = 1 detto rapporto emmetropico.
Lemmetropizzazione
Non tutti i processi che conducono allo sviluppo anteroposteriore e lorganizzazione di tutto il sistema diottrico dellocchio sono noti. In questo sono di sicuro coinvolti fattori genetici congeniti, ambientali. Gli aspetti determinanti sembrano essere la nitidezza dellimmagine e la legge del minimo sforzo. Questo tentativo di equilibrio tra lunghezza assiale e focale (F/L.A.P. =1 rapporto di emmetropizzazione), inizia sin dalla nascita con locchio anatomicamente piccolo (ipermetrope) e prosegue soprattutto nelladolescenza. Esso non biologicamente in grado di riconoscere linfinito come punto darrivo.
Punti nodali
Si individuano due punti nodali per una radiazione elettromagnetica di 600nm che attraversano una lente spessa. Essi sono posti sullasse ottico della lente ed individuano il centro (centri) ottico della lente. Il raggio incidente che incontra il punto nodale oggetto, fuoriesce dal punto nodale immagine parallelo a se stesso. In altre parole, nei punti nodali, il raggio incidente ed il raggio rifratto incontrano e fuoriescono dellasse ottico con lo stesso angolo. Nelle lenti sottili si considerano coincidenti e nel centro della lente.