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REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE NAVI

Parte E Notazioni di servizio

Capitoli 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22

Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4 Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9 Capitolo 10 Capitolo 11 Capitolo 12 Capitolo 13 Capitolo 14 Capitolo 15 Capitolo 16 Capitolo 17 Capitolo 18 Capitolo 19 Capitolo 20 Capitolo 21 Capitolo 22

NAVI DA CARICO RO - RO NAVI PORTACONTENITORI NAVI PER TRASPORTO DI BESTIAME VIVO NAVI PORTARINFUSA NAVI MINERALIERE NAVI PER SERVIZIO COMBINATO NAVI CISTERNA PER IL TRASPORTO DI PRODOTTI PETROLIFERI NAVI CHIMICHIERE NAVI PER IL TRASPORTO DI GAS LIQUEFATTI NAVI CISTERNA NAVI DA PASSEGGERI NAVI DA PASSEGGERI RO - RO NAVI PER ATTIVIT DI DRAGAGGIO RIMORCHIATORI NAVI APPOGGIO NAVI ANTINCENDIO NAVI PER IL RECUPERO DI SOSTANZE OLEOSE NAVI POSACAVI NAVI PRIVE DI PROPULSIONE PROPRIA NAVI DA PESCA NAVI PER ATTIVITA DI RICERCA NAVI POSATUBI

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 1

NAVI DA CARICO RO - RO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI IMPIANTI ELETTRICI

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Parte E, Cap 1, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (2)

1.1.1 La notazione di servizio ro-ro cargo ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo, che sono specifiche per navi da carico di tipo ro-ro.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

(2)

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo ro-ro.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo ro-ro Le prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo roro sono date in Parte C, Capitolo 4

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Parte E, Cap 1, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Generalit

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a navi a pi ponti, con doppio fondo e, in alcuni casi, con cisterne laterali estendentesi dal fondo fino al ponte pi basso al di sopra dellimmersione di pieno carico, destinate al trasporto di: veicoli con imbarco e sbarco sulle proprie ruote e/o carichi disposti su pianali (pallets) o in containers, caricati e scaricati per mezzo di veicoli dotati di ruote, rotabili ferroviari su rotaie fisse, con imbarco e sbarco sulle proprie ruote.

3.1.1 Si raccomanda la protezione dei ponti per il trasporto di veicoli cingolati e veicoli non usuali mediante controfasciame in legno. Si raccomanda di sistemare, al di sotto di ogni cavalletto di sostegno dei semi-rimorchi, un pannello di legno di adeguato spessore in modo da distribuire la massa sul fasciame e sui rinforzi ordinari sistemati in corrispondenza.

3.2
3.2.1

Strutture dello scafo


Tipo di struttura

1.2
1.2.1

Definizioni
Locali da carico ro-ro (1/1/2005)

In generale, il ponte di resistenza e il fondo devono essere a struttura longitudinale. Qualora tuttavia sia utilizzata, per tali navi, la struttura trasversale, questa deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

I locali da carico Ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei quali autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione e/o merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri ferroviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili (pallets), cisterne smontabili o entro o su unit di stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono essere caricate o scaricate con movimentazione normalmente orizzontale. 1.2.2 Locali di categoria speciale (1/1/2005)

4
4.1

Carichi di progetto
Carichi su ruote

4.1.1 I carichi su ruote indotti dai veicoli trasportati sono specificati in Parte B, Cap 5, Sez 6, [6]

5
5.1

Robustezza della trave nave


Criteri di base
Ponte di resistenza

I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli possono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i passeggeri possono accedere. I locali di categoria speciale possono essere sistemati su pi di un ponte, a condizione che la loro altezza libera complessiva non sia superiore a 10 m.

5.1.1

In aggiunta alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.2], il contributo fornito alla robustezza della trave nave dalle strutture dello scafo fino al ponte di resistenza deve essere determinato mediante una analisi ad elementi finiti della nave intera nei seguenti casi: quando le finestrature sui fasciami di fianchi e/o di paratie longitudinali, ubicate al di sotto del ponte designato come ponte di resistenza dal progettista, siano di entit tale da far diminuire in modo significativo la capacit dei fasciami di trasmettere gli sforzi di taglio al ponte di resistenza, quando le estremit di sovrastrutture che devono efficacemente contribuire alla robustezza longitudinale possono essere considerate non collegate efficacemente alle corrispondenti strutture dello scafo.

2
2.1

Stabilit
Stabilit in caso di avaria
Generalit

2.1.1

Qualsiasi tipo di nave ro-ro da carico aventi lunghezza maggiore di o uguale a 80 m deve soddisfare i criteri di compartimentazione e di stabilit in caso di falla specificati in Parte B, Cap 3, App 3.

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Parte E, Cap 1, Sez 2

6
6.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame

separati che segnalino che i portelloni sono chiusi ed i loro dispositivi di fissaggio e bloccaggio sono correttamente posizionati. Il pannello di segnalazione deve essere provvisto di mezzi idonei per provare le lampade di indicazione. Deve essere impedito lo spegnimento delle segnalazioni ottiche. 7.2.5 (1/1/2005) Il dispositivo di segnalazione deve essere progettato in modo da rispondere al principio della "sicurezza in caso di guasto" (fail-safe) e deve mostrare, con allarmi ottici, se la porta non completamente chiusa e bloccata e, con allarmi acustici, se i dispositivi di fissaggio si aprono o se i dispositivi di bloccaggio si disinseriscono. L'alimentazione per il dispositivo di segnalazione di apertura e chiusura delle porte deve essere indipendente da quella per le operazioni di apertura e chiusura delle porte stesse e deve essere provvista di una alimentazione di energia elettrica di sostegno (back-up) fornita dalla sorgente di energia elettrica di emergenza o da altra sorgente sicura di energia, per esempio UPS. I sensori dei dispositivi di segnalazione devono essere protetti dall'acqua, da formazioni di ghiaccio e da danni meccanici.
Nota 1: Il dispositivo di segnalazione considerato progettato in modo da rispondere al principio della "sicurezza in caso di guasto" (fail-safe) quando si verificano le seguenti condizioni: Il pannello di segnalazione provvisto di: un allarme per mancanza di alimentazione un allarme per avaria al sistema di messa a massa una lampadina di prova indicazioni separate per: "porta chiusa", "porta bloccata", "porta non chiusa" e "porta non bloccata".

6.1.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto dei fasciami del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s dove: s : lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

6.1.2 Fasciame soggetto a carichi su ruote Lo spessore netto dei pannelli di fasciame soggetti a carichi su ruote deve essere ottenuto in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1.

6.2

Rinforzi ordinari

6.2.1 Rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote I controlli della resistenza di rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote devono essere eseguiti in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 2.

6.3

Travi rinforzate

6.3.1 Travi rinforzate soggette a carichi su ruote I controlli della resistenza di travi rinforzate soggette a carichi su ruote devono essere eseguiti in accordo con le specifiche prescrizioni applicabili Parte B, Cap 7, Sez 3 e in Parte B, Cap 7, App 2.

7
7.1

Altre strutture
Portelloni prodieri e porte interne

Interruttori di limitazione chiusi elettricamente quando la porta chiusa (quando siano provvisti pi interruttori di limitazione, essi possono essere collegati in serie). Interruttori di limitazione chiusi elettricamente quando i sistemi di fissaggio sono in posto (quando siano provvisti pi interruttori di limitazione, essi possono essere collegati in serie). Due circuiti elettrici (anche in un cavo con anima multipla), uno per l'indicazione di "porta chiusa" o di "porta non chiusa" e l'altro per l'indicazione di "porta bloccata" o di "porta non bloccata". Nel caso di spostamento degli interruttori di limitazione, segnalazione che indichi: "porta non chiusa" o "porta non bloccata" o "sistemi di fissaggio non in posto", come appropriato.

7.1.1 I portelloni prodieri e le porte interne devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 5.

7.2

Portelloni laterali e poppieri

7.2.1 I portelloni laterali e poppieri possono essere situati sia sotto, sia sopra il ponte di bordo libero. 7.2.2 I portelloni laterali e poppieri devono soddisfare le specifiche prescrizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 6. 7.2.3 (1/1/2005) Le prescrizioni di cui da [7.2.4] a [7.2.7] si applicano a portelloni, sistemati sui contorni di locali da carico ro-ro e di locali di categoria speciale, definiti in [1.2.1] e [1.2.2], attraverso i quali tali locali possano essere allagati. Non necessario applicare le prescrizioni di cui da [7.2.4] a [7.2.7] ai portelloni, nessuna parte dei quali si trovi al di sotto della pi alta linea di galleggiamento e la cui area libera di apertura non superi 6 m2. 7.2.4 Devono essere previsti, in plancia e su ogni quadro di comando, lampade di indicazione e allarmi acustici

7.2.6

(1/1/2005)

Il pannello di segnalazione in plancia deve essere munito di un selettore "porto/navigazione", predisposto in modo che venga emesso un allarme acustico in plancia se la nave lascia il porto con il portellone di prora o la porta interna non chiusi o con uno qualsiasi dei dispositivi di fissaggio non in posizione corretta. 7.2.7 Deve essere sistemato un dispositivo di rivelazione di entrate d'acqua, con un allarme acustico e una sorveglianza televisiva, che segnalino alla plancia e alla centrale di comando delle macchine eventuali perdite dacqua attraverso la porta interna.

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Parte E, Cap 1, Sez 2

7.3

Ponti mobili e rampe mobili interne

8
8.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Numero dei cavi di ormeggio

7.3.1 Le prescrizioni applicabili ai ponti mobili e alle rampe mobili interne sono specificate in Parte B, Cap 9, Sez 8, [1].

7.4

Rampe esterne

8.1.1

7.4.1 Le prescrizioni applicabili alle rampe esterne sono specificate in Parte B, Cap 9, Sez 8, [2].

Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.5.7] specifiche per le navi con notazione di servizio ro-ro cargo ship.

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Parte E, Cap 1, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI

1
1.1

Ombrinali e scarichi sanitari


Scarichi dai locali da carico ro-ro destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione

sciugamento deve essere tale da impedire il formarsi di specchi liquidi. Se ci non fosse possibile, leffetto negativo del peso aggiunto e dello specchio liquido sulla stabilit dovr essere tenuto in considerazione, come ritenuto necessario dalla Societ, nella sua approvazione delle informazioni sulla stabilit. Vedere anche Sez 2, [2]. 1.1.2 Scarichi dagli ombrinali

Prevenzione della formazione di specchi liquidi Ni locali da carico destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione, in cui sia sistemato un impianto fisso di estinzione incendi ad acqua spruzzata in pressione, limpianto di pro-

1.1.1

Gli ombrinali scaricanti dai locali da carico destinati al trasporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propulsione, non devono scaricare in locali macchine o in altre posizioni dove possono essere presenti fonti di ignizione.

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Parte E, Cap 1, Sez 4

SEZIONE 4

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Norme applicabili

1.1.1 Gli impianti elettrici nei locali destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione devono rispondere, oltre che alle pertinenti norme della Parte C, Capitolo 2 e a quelle contenute nella presente Sezione anche a quelle della Parte C, Capitolo 4.

Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.6] e cavi elettrici del tipo indicato in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.3], a condizione che limpianto di ventilazione sia progettato e funzioni in modo da garantire una ventilazione continua dei locali da carico con un numero di ricambi daria allora non inferiore a 10 per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo. 2.1.3 Le apparecchiature ed i cavi elettrici entro le condotte di estrazione daria devono essere del tipo indicato in [2.1.1]. 2.1.4 Le prescrizioni contenute in questo Sotto-articolo sono riassunte in Tab 1.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, la seguente deve essere inviata per approvazione: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi.

2.2

Impianti in locali da carico diversi dai locali da carico ro-ro, ma destinati al trasporto di autoveicoli

2.2.1 Si applicano le norme di cui in [2.1]. 2.2.2 Tutti i circuiti elettrici che terminano nelle stive per il carico devono essere provvisti di interruttori multipolari di sezionamento ubicati fuori delle stive. Devono essere previsti mezzi per il blocco di tali dispositivi nella posizione di aperto. Questa prescrizione non si applica a impianti installati per ragioni di sicurezza come gli impianti di rivelazione di incendio, fumo o gas.

1.3

Caratteristiche di sicurezza

1.3.1 Il gruppo di esplosione e la classe di temperatura delle costruzioni elettriche di tipo certificato di sicurezza per impiego in miscele esplosive di benzina devono essere almeno IIA e T3.

2
2.1

Installazione
Installazione in locali da carico ro-ro

3
3.1

Componenti per i quali richiesta lapprovazione di tipo

2.1.1 Ad eccezione di quanto prescritto in [2.1.2], le apparecchiature elettriche devono essere dei tipi certificati di sicurezza indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.5] ed i cavi elettrici dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.2]. 2.1.2 Al di sopra di 450 mm dal ponte e da ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, eccetto piattaforme dotate di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina, sono ammesse apparecchiature elettriche del tipo indicato in

3.1.1 I sistemi di allarme per i mezzi di chiusura delle aperture ed i sistemi per la rivelazione di entrate dacqua se di tipo elettronico, e gli impianti per la sorveglianza televisiva devono essere di tipo approvato o in accordo con [3.1.2]. 3.1.2 Caso per caso una accettazione basata sullinvio di una documentazione adeguata e sullesecuzione di prove pu essere concessa a discrezione della Societ.

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Parte E, Cap 1, Sez 4

Tabella 1 : Apparecchiatura elettrica permessa nei locali da carico ro-ro chiusi


Luoghi pericolosi Zona 1 Spazi N 1 Descrizione Locali da carico ro-ro chiusi eccetto gli spazi di cui in 3. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, cassette di collegamento, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici protetti con almeno uno dei seguenti rivestimenti: una guaina non metallica impermeabile in combinazione con trecce o altro rivestimento metallico una guaina in rame o in acciaio inossidabile (per cavi ad isolamento minerale soltanto) Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 1. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); c) apparecchiature elettriche a sovrapressione interna; d) apparecchiature elettriche incapsulate; e) apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento (grado minimo di protezione IP55). f) cavi elettrici rivestiti con almeno una guaina impermeabile esterna non metallica. Apparecchiature elettriche

Zona 1 Zona 2

2 3

Condotte di estrazione daria. A condizione che limpianto di ventilazione sia progettato e funzioni in modo da garantire una ventilazione continua dei locali da carico con un numero di ricambi daria allora non inferiore a 10 per tutto il tempo in cui i veicoli sono a bordo: al di sopra di 450 mm dal ponte al di sopra di 450 mm da ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, non dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina al di sopra di ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina.

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Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 2

NAVI PORTACONTENITORI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT (NAVI PORTACONTENITORI) MACCHINARI

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Parte E, Cap 2, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori. Tabella 1
Oggetto Sistemazione generale della nave Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1)

1.1.1 La notazione di servizio container ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.5] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi alle quali stata assegnata la notazione addizionale equipped for carriage of containers devono soddisfare le prescrizioni applicabili del presente Capitolo ed in particolare con le prescrizioni in Sez 2, [3.2.1], Sez 2, [3.3.1], Sez 2, [3.5.4] e Sez 2, [4.2]. 1.1.3 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori.

Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portacontenitori

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Parte E, Cap 2, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.2 Criteri addizionali In aggiunta a [2.1.1], laltezza metacentrica iniziale deve essere uguale o maggiore di 0,20 m. 2.1.3 Criteri alternativi per navi di lunghezza maggiore di 100 m Per navi di lunghezza maggiore di 100 m, il RINA pu applicare i seguenti criteri invece di quelli della Parte B, Cap 3, Sez 2: larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, non deve essere inferiore a 0,009/C fino ad un angolo dinclinazione di 30, n minore di 0,016/C fino a 40 ovvero fino allangolo di allagamento f se questultimo inferiore a 40, larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, fra gli angoli di inclinazione di 30 e 40 ovvero fra 30 e f, se questultimo minore di 40, non deve essere inferiore a 0,006/C, il braccio di stabilit GZ, in m, deve essere almeno 0,033/C ad un angolo dinclinazione uguale o maggiore di 30, il massimo braccio di stabilit GZ, in m, deve essere almeno 0,042/C, larea totale sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ), in m.rad, fino allangolo di allagamento f non deve essere inferiore a 0,029/C. dove: C : coefficiente definito da:
C =
2 T 100 C B TD-------- --------- ------ -------KG L C W B m 2

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano alle navi con doppio fondo e con fianchi a doppio o singolo fasciame, destinate al trasporto di contenitori nelle stive o sui ponti. Quando adottato la tipologia con fianchi a singolo fasciame, deve essere realizzata nella parte alta del fianco una trave scatolare longitudinale resistente a torsione oppure una struttura equivalente. Sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 1 e in Fig 2. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di navi considerata nei singoli casi dalla Societ. Figura 1 : Nave portacontenitori con fianchi a doppio fasciame

Figura 2 : Nave portacontenitori con fianchi a singolo fasciame

T KG

CB CW D

: immersione media, in m, : altezza del centro di massa dalla linea di costruzione, in m, corretta per leffetto degli specchi liquidi liberi, da assumere non inferiore a T, : coefficiente di finezza totale, : coefficiente di finezza della figura di galleggiamento, : altezza di costruzione dalla L.C., in m, corretta per determinate parti di volumi dentro le mastre delle boccaporte ottenuta con la formula seguente:
2b B D 2l H D = D + ------------------ ------------ h BD L

2
2.1

Stabilit
h

Stabilit allo stato integro


b

2.1.1 Criteri generali La stabilit per le condizioni di caricazione definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.4] deve soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2.

Bm, BD

: altezza media, in m, delle mastre delle boccaporte entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 3), : larghezza media, in m, delle mastre delle boccaporte entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 3), : larghezze, in m, definite in Fig 3,

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Parte E, Cap 2, Sez 2

lH

: lunghezza, in m, di ciascuna mastra di boccaporta entro L/4 avanti e addietro dalla Pp al mezzo, (ved. Fig 4). Figura 3 : Definizione delle dimensioni

B/4 D' D T T/2 KG

trollo della chiusura di tali portelli sia affidabile ed efficace a soddisfazione della Societ. Per la condizione a stive allagate relativa alla nave integra, gli specchi liberi possono essere determinati come segue: le stive devono essere considerate completamente cariche di contenitori, lacqua di mare che entra nei contenitori non deve fuoriuscire durante linclinazione, condizione simulata definendo i quantitativi dacqua nei contenitori come pesi fissi, lo spazio libero intorno ai contenitori deve essere considerato allagato, lo spazio libero deve essere uniformemente distribuito lungo tutta la lunghezza delle stive aperte.

2.2
Bm B BD

Stabilit in allagamento

Figura 4 : Definizione delle dimensioni


H L/4 L H L/4 H

2.2.1 Generalit Qualunque tipo di nave portacontenitori di lunghezza maggiore od uguale a 80 m, deve soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in allagamento in Parte B, Cap 3, App 3. Per le navi portacontenitori con stive senza boccaporte, la mastra delle stive aperte deve essere considerata come zona di allagamento progressivo.

3
3.1
2.1.4 Prescrizioni addizionali per navi portacontenitori con stive senza boccaporte

Criteri di progetto delle strutture


Materiali

La stabilit a nave integra dovr essere esaminata considerando leffetto dellingresso di acqua per effetto delle onde attraverso le boccaporte aperte nel seguente modo: per la condizione di nave integra descritta in [2.1.5] con le ipotesi di cui in [2.1.6], la stabilit della nave deve essere conforme ai criteri di sopravvivenza della Parte B, Cap 3, App 3: il fattore di sopravvivenza "s" deve essere uguale ad uno. Condizioni di carico per navi portacontenitori a ponte aperto

3.1.1 Acciai per le strutture dello scafo Le classi dei materiali, richieste in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.4] per il fasciame del ponte di resistenza, della cinta e delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione nella zona entro lo 0,4 L al mezzo, devono essere mantenute per tutta la zona delle stive.

3.2

Criteri di resistenza

2.1.5

3.2.1 Generalit Devono essere previsti rinforzi locali sotto gli angoli dei contenitori e le eventuali guide cellulari. 3.2.2 Continuit strutturale Nelle navi con fianchi a doppio fasciame, i fianchi interni devono in generale proseguire entro il locale apparato motore quando questo situato tra due stive del carico. Quando lapparato motore situato a poppa, i fianchi interni devono estendersi il pi possibile verso poppa e devono essere rastremati alle estremit.

La nave deve trovarsi alla linea di carico corrispondente al minimo bordo libero assegnato, in aggiunta tutte le stive aperte devono essere assunte completamente piene dacqua, con una permeabilit di 0,70 per le stive contenitori, fino al livello del margine superiore del fianco della boccaporta o della mastra della boccaporta ovvero, nel caso di una nave munita di portelli di scarico acqua per le stive del carico, al livello di tali portelli. Devono essere prese in considerazione condizioni intermedie di allagamento delle stive aperte (varie percentuali di riempimento delle stive aperte con acqua dei marosi). 2.1.6 Ipotesi per i calcoli di stabilit delle navi portacontenitori con stive senza boccaporte

3.3

Strutture del fondo

Quando sono previsti portelli di scarico acqua per le stive del carico, essi devono essere considerati chiusi al fine della determinazione dellangolo di allagamento, purch il con-

3.3.1 Intervallo tra i madieri e tra i paramezzali I madieri devono essere intervallati in modo tale da essere situati in corrispondenza degli angoli dei contenitori. Devono essere sistemati madieri anche in corrispondenza delle paratie trasversali stagne. I paramezzali devono in generale essere situati in corrispondenza degli angoli dei contenitori.

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Parte E, Cap 2, Sez 2

3.3.2

Rinforzi in corrispondenza delle guide cellulari Le strutture del fondo e del cielo del doppio fondo che sostengono le guide cellulari devono essere adeguatamente rinforzati mediante raddoppi, squadre o altri rinforzi equivalenti.

Figura 5 : Strutture del ponte tra le boccaporte

Sezione di trasferimento delle forze

3.4

Strutture dei fianchi

3.4.1 Sistemazione dei rinforzi ordinari Le strutture scatolari resistenti a torsione, situate nella parte alta dei fianchi, devono essere a struttura longitudinale. Quando i fianchi sono a struttura longitudinale, le travi rinforzate verticali dei fianchi devono essere allineate coi madieri.

Struttura del ponte tra le boccaporte trave rinforzata del fianco

3.5

Struttura del ponte

3.5.1 Travi rinforzate longitudinali tra le boccaporte La larghezza delle travi rinforzate longitudinali situate tra le boccaporte e quella delle piattabande delle mastre devono essere tali da consentire la sistemazione delle coperture e la manovra dei loro dispositivi di chiusura. I collegamenti tra le travi rinforzate longitudinali e le mastre delle boccaporte con le strutture del locale apparato motore e delle zone avanti e addietro della nave devono garantire unappropriata trasmissione delle tensioni tra le travi stesse e le strutture adiacenti. 3.5.2 Strutture del ponte tra le boccaporte Le strutture del ponte tra le boccaporte sono soggette alle forze, trasmesse dalle travi rinforzate longitudinali, centrali e laterali, dovute alla flessione della trave nave e alla flessione locale delle travi stesse. Qualora la sistemazione delle boccaporte comporti linterruzione delle travi rinforzate longitudinali (come nel caso di una stiva con due boccaporte adiacente a una stiva con una sola boccaporta), le strutture del ponte tra le boccaporte devono essere in grado di sopportare le forze longitudinali trasmesse dalle travi interrotte. In tal caso, la resistenza delle strutture deve essere verificata mediante calcolo diretto. Le strutture del ponte tra le boccaporte sono anche soggette a una forza di taglio indotta dalla torsione della trave nave. Pertanto la resistenza di tali strutture deve essere verificata tenendo conto anche di tale forza. Le strutture del ponte tra le boccaporte devono essere adeguatamente sovrapposte alle estremit. Si deve verificare che le forze trasmesse da tali strutture possano essere trasferite alle strutture dei fianchi (vedere Fig 5). Collegamento delle travi rinforzate longitudinali con le strutture trasversali del ponte tra le boccaporte Dove le travi rinforzate longitudinali si uniscono alle strutture trasversali del ponte tra le boccaporte, il collegamento tra le loro piattabande deve in generale essere eseguito come illustrato in Fig 6. Se necessario, laltezza delle travi rinforzate longitudinali deve essere gradualmente modificata per consentire il suddetto collegamento. 3.5.3

Figura 6 : Collegamento delle travi rinforzate longitudinali con le strutture trasversali del ponte tra le boccaporte
piattabanda dellanguilla

piattabanda della struttura trasversale del ponte

piatto " a diamante"

3.5.4

Rinforzi del ponte e delle coperture delle boccaporte Le strutture del ponte e delle coperture delle boccaporte devono essere adeguatamente rinforzate per sostenere i carichi trasmessi dagli angoli dei contenitori e dalle guide cellulari.

3.6
3.6.1

Struttura delle paratie

Strutture scatolari trasversali situate in corrispondenza delle paratie trasversali In corrispondenza delle paratie trasversali devono, in generale, essere sistemate strutture scatolari trasversali, al livello del doppio fondo e del ponte. 3.6.2 Travi rinforzate Le travi rinforzate delle paratie trasversali devono essere allineate con le anguille e i paramezzali corrispondenti. 3.6.3 Rinforzi in corrispondenza delle guide cellulari Le strutture delle paratie longitudinali o trasversali delimitanti la stiva che sostengono guide cellulari devono essere adeguatamente rinforzate per sostenere i carichi trasmessi dalle guide stesse.

36

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

4
4.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave
Sollecitazioni in acqua tranquilla

Tabella 2 : Livello i di contenitori - Forze in acqua tranquilla e dinerzia


Condiz. della nave Acqua tranquilla Nave diritta (moto di sussulto positivo) Nave inclinata (angolo di rollio negativo) Nota 1: g : Mi CFA : : a b Cond. di carico Forza in acqua tranquilla FS e dinerzia FW , in kN FS,i = Mig Nessuna forza dinerzia
F W ,X ,i = M i a X1 F W ,Z ,i = M i a Z1 in direzione x in direzione z

4.1.1

Deve essere considerato il momento torcente di progetto in acqua tranquilla indotto dalla disuniforme distribuzione del carico, dai liquidi di consumo e dalla zavorra. In assenza di pi precise valutazioni fornite dal Progettista, tale momento deve essere ottenuto, in ogni sezione trasversale della trave nave, in kN.m, dalla seguente formula:
M SW, T = 31 ,4 F T STB

c d
F W ,Y ,i = M i C FA a Y2 in direzione y F W ,Z ,i = M i C FA a Z2 in direzione z

dove: FT : fattore di distribuzione definito in Tab 1 in funzione della coordinata x della sezione trasversale della trave nave, rispetto al sistema di coordinate di riferimento definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4], : numero di pile di contenitori nella larghezza B, : numero di strati di contenitori nella stiva del carico in mezzeria nave (esclusi, quindi, i contenitori trasportati sul ponte o sulle coperture delle boccaporte).

S T

aX1, aZ1

Se il valore del momento torcente MSW,T ottenuto dalla precedente formula maggiore di 49000 kN.m, la Societ pu richiedere che tale momento torcente sia calcolato dal Progettista mediante analisi pi precise. Tabella 1 : Fattore di distributione FT
Posizione della sezione trasversale della nave 0 x < 0,5L 0,5L x L Fattore di distribuzione FT x/L (1- x / L)

aY2, aZ2

accelerazione di gravit, in m/s2: g = 9,81 m/s2, massa, in t, del contenitore considerato situato al livello i, fattore di combinazione, da assumere uguale a: CFA = 0,7 per la condizione di carico c CFA = 1,0 per la condizione di carico d accelerazioni, in m/s2, calcolate nel baricentro del contenitore per condizioni di nave diritta e definite in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4], accelerazioni, in m/s2, calcolate nel baricentro del contenitore per condizioni di nave inclinata e definite in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4]

Figura 7 : Livelli di contenitori in una pila Rizzaggio al livello N


Contenitore al livello N

4.2
4.2.1

Forze agenti sui contenitori


Forze in acqua tranquilla e dinerzia agenti su un contenitore

Rizzaggio al livello i Contenitore al livello i Rizzaggio al livello i - 1

Le forze in acqua tranquilla e dinerzia agenti su un contenitore situato al livello i, come specificato in Fig 7, devono essere calcolate sulla base delle forze specificate, in kN, in Tab 2. Quando sono sistemati contenitori vuoti sulla sommit della pila, le pressioni e le forze interne devono essere calcolate considerando la massa dei contenitori vuoti uguale a: 0,14 volte la massa di un contenitore pieno, in caso di contenitori in acciaio, 0,08 volte la massa di un contenitore pieno, in caso di contenitori in alluminio,

Rizzaggio al livello 2 Contenitore al livello 2 Rizzaggio al livello1 Contenitore al livello 1

Regolamenti RINA 2005

37

Parte E, Cap 2, Sez 2

4.2.2 Forze del vento agenti su un contenitore Le forze dovute alleffetto del vento, agenti su un contenitore stivato sul ponte al livello i della pila, devono essere ottenute, in kN, dalle seguenti fomule: in direzione x: Fx,wind,i = 1,2hCbC in direzione y: Fy,wind,i = 1,2 hClC dove: hC : altezza, in m, di un contenitore,

conto del numero di pile al livello considerato (vedere esempio in Fig 8). Figura 8 : Distribuzione delle forze del vento nel caso di pile aventi altezze diverse
F wind distribuita su 3 pile y, F wind distribuita su 4 pile y, F wind distribuita su 5 pile y, F wind distribuita su 5 pile y,

: dimensioni, in m, della pila di contenitori,rispettivamente nelle direzioni longitudinale e trasversale della nave. Tali forze agiscono solamente sulla pila esposta allazione del vento. Nel caso di M pile, affiancate e collegate tra loro, aventi la stessa altezza, le forze del vento devono essere distribuite sulle M pile. In caso di pile, affiancate e collegate tra loro, aventi diverse altezze, le forze del vento devono essere distribuite tenendo

lC, bC

4.2.3

Pile di contenitori

Le forze in acqua tranquilla, dinerzia e del vento, da considerarsi agenti nel baricentro di una pila di contenitori, e quelle trasmesse agli angoli di tale pila devono essere ottenute, in kN, come specificato in Tab 3.

Tabella 3 : Pile di contenitori - Forze in acqua tranquilla, dinerzia e del vento


Forza in acqua tranquilla FS e forza dinerzia e del vento FW, in kN, agenti su ciascuna pila di contenitori
N

Condizione della nave

Condizione di carico

Forza verticale in acqua tranquilla RS e forza dinerzia e del vento RW, in kN, trasmesse agli angoli di ciascuna pila di contenitori FS R S = ---4 Nessuna forza dinerzia

Acqua tranquilla
FS =

F
i=1

S ,i

Nave diritta (vedere Fig 9)

a b

Nessuna forza dinerzia in direzione x


N

F W ,X =

(F
i=1

W ,X ,i

+ F X ,wind ,i )

F W, Z N C h C F W, X R W ,1 = --------- + -----------------------4 4l C F W, Z N C h C F W, X R W ,2 = --------- ----------------------4 4l C

in direzione z
N

F W ,Z =

F
i=1

W , Z ,i

Nave inclinata (angolo di rollio negativo) (vedere Fig 10)

c e d

in direzione y
N

F W ,Y =

(F
i=1

W ,Y ,i

+ F Y ,wind ,i )

F W, Z N C h C F W, Y R W ,1 = --------- + -----------------------4 4b C F W, Z N C h C F W, Y R W ,2 = --------- ----------------------4 4b C

in direzione z
N

F W ,Z =

F
i=1

W , Z ,i

Nota 1: N : hC : lC , b C :

numero di contenitori in ciascuna pila, altezza, in m, di un contenitore, dimensioni, in m, della pila di contenitori, rispettivamente, nelle direzioni longitudinale e trasversale della nave.

38

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

4.2.4

Effetto delle guide cellulari

Quando sono sistemate guide cellulari per sostenere i contenitori entro le stive, i valori di RW,1 e RW,2 calcolati in accordo con [4.2.3] per condizioni di nave inclinata possono essere assunti non maggiori di (FW,Z / 4 + 160), a condizione che la sistemazione delle guide e delle travi trasversali, in accordo con [7.2], garantiscano il bloccaggio degli angoli dei contenitori. Altre sistemazioni possono essere accettate, a giudizio della Societ.

6.1.3 Gli interstizi non stagni tra i pannelli delle coperture delle boccaporte devono essere considerati come aperture non dotate di chiusura ai fini dei calcoli di stabilit allo stato integro e in allagamento. Le dimensioni dei suddetti interstizi devono essere il pi possibile contenute, in rapporto alla quantit dacqua che si prevede possa entrare nelle stive e alla capacit dellimpianto di sentina, nonch alla capacit e allefficienza operativa del sistema di protezione anti-incendio. In generale, comunque, tali interstizi devono essere minori di 50 mm. Figura 9 : Forze dinerzia e del vento - Condizioni di nave diritta

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessore del corso di fasciame sotto la cinta

5.1.1

Lo spessore del corso di fasciame sotto la cinta non pu essere minore di 0,7 volte quello della cinta stessa. 5.1.2 Spessore del corso di fasciame sotto il corso superiore delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione

Lo spessore del corso di fasciame sotto il corso superiore delle travi scatolari longitudinali resistenti a torsione non pu essere minore di 0,7 volte quello del suddetto corso superiore.

5.2

Travi rinforzate

5.2.1 I dimensionamenti delle travi rinforzate di navi di lunghezza superiore a 150 m devono essere analizzati in accordo con Parte B, Cap 7, App 3, come ritenuto necessario dalla Societ nei singoli casi.

6
6.1

Altre strutture
Coperture non stagne delle boccaporte sul ponte delle sovrastrutture

Figura 10 : Forze dinerzia e del vento - Condizioni di nave inclinata

6.1.1 Coperture non stagne possono essere sistemate sulle boccaporte dei ponti esposti che si trovano almeno due altezze standard di sovrastruttura al di sopra del ponte di bordo libero assunto in modo tale che a partire da esso possa essere calcolato un bordo libero risultante in un immersione non minore di quella corrispondente al bordo libero assegnato. Se una boccaporta situata interamente o in parte a proravia di 0,25L dalla perpendicolare avanti, la boccaporta pu essere dotata di coperture non stagne se appartiene a un ponte esposto che si trova almeno tre altezze standard di sovrastruttura al di sopra del ponte di bordo libero reale o assunto. Il ponte di bordo libero assunto utilizzato soltanto allo scopo di misurare laltezza del ponte al quale appartiene la boccaporta e pu essere un ponte reale o un ponte virtuale; in questultimo caso, tale ponte non pu essere utilizzato per lassegnazione del bordo libero. 6.1.2 Laltezza delle mastre delle boccaporte deve essere non minore di 600 mm.

6.1.4 Sistemi di scolo a labirinto, ghiotte o equivalenti devono essere realizzati in prossimit dei margini dei pannelli delle coperture in corrispondenza degli interstizi non stagni, in modo tale da minimizzare la quantit dacqua

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39

Parte E, Cap 2, Sez 2

che pu entrare nelle stive dei contenitori scorrendo sulla superificie superiore dei pannelli stessi. 6.1.5 I dimensionamenti dei pannelli delle coperture e delle sistemazioni di fissaggio alle strutture di supporto e alle mastre devono essere equivalenti a quelli richiesti per le coperture stagne e devono essere ottenuti in accordo con le prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 9, Sez 7.

relativi supporti deve essere approvato e verificato sulla base dei criteri di cui in [7.2] e [7.3].

7.2

Sistemazione delle guide cellulari fisse

7.2.1 Le guide verticali sono, in generale, costituite da angolari a lati uguali, aventi spessore non minore di 12 mm, estese per una altezza sufficiente a fornire un appoggio continuo ai contenitori. 7.2.2 Le guide devono essere collegate fra loro e alle strutture di supporto dello scafo per mezzo di travi trasversali e longitudinali che ne impediscano la deformazione sotto lazione delle forze trasmesse dai contenitori. In generale, lintervallo tra le travi trasversali di collegamento delle guide deve essere non maggiore di 5 m e la loro posizione deve coincidere per quanto possibile con quella dei blocchi dangolo dei contenitori (vedere Fig 12). Le travi trasversali devono essere vincolate logitudinalmente in uno o pi punti, in modo che la loro deformazione elastica dovuta allazione della spinta longitudinale dei contenitori, sia, in ogni punto, non maggiore di 20 mm.

7
7.1

Guide cellulari fisse


Generalit

7.1.1 I contenitori possono essere sistemati entro guide cellulari fisse, permanentemente collegate alle strutture dello scafo mediante saldatura, che impediscono lo spostamento e il ribaltamento dei contenitori stessi (vedere Fig 11). 7.1.2 Quando i contenitori sono tenuti in posizione da guide cellulari fisse, il dimensionamento di tali guide e dei

Figura 11 : Contenitori sistemati entro guide cellulari fisse

40

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 2, Sez 2

Figura 12 : Struttura tipica di guide cellulari


Guide cellulari

7.2.4 Lestremit superiore delle guide deve essere munita di un dispositivo atto a facilitare lentrata del contenitore. Tale dispositivo deve essere di costruzione robusta per resistere agli urti e agli sfregamenti.

7.3
Massimo 5 m
Squadre Travi trasversali A A

Criteri di resistenza

7.3.1 Le tensioni locali agenti negli elementi delle guide cellulari, delle travi trasversali e longitudinali e dei collegamenti con le strutture dello scafo devono essere minori dei seguenti valori: tensione normale: 150/k N/mm2, tensione tangenziale: 100/k N/mm2, tensione equivalente di von Mises: 175/k N/mm2, dove k il coefficiente dipendente dal materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3].

8
Sezione A -A

Costruzione e prove
Dettagli strutturali speciali

8.1
7.2.3 Nella sistemazione dei contenitori allinterno delle guide, il gioco tra il contenitore e la guida deve essere non maggiore di 25 mm in senso trasversale e di 38 mm in senso longitudinale.

8.1.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.7] specifiche per le navi con notazione di servizio container ship.

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41

Parte E, Cap 2, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI

1
1.1

Navi portacontenitori con stive senza boccaporte

porte devono soddisfare le prescrizioni relative contenute nella pubblicazione IMO MSC/Circ.608/rev.1 Interim guidelines for open top container ships.

1.1.1 Limpianto di sentina e le sistemazioni di estinzione incendi delle navi portacontenitori con stive prive di bocca-

42

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 3

NAVI PER TRASPORTO DI BESTIAME VIVO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI RELATIVI AGLI SPAZI PER IL TRASPORTO DEL BESTIAME PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

Regolamenti RINA 2005

43

Parte E, Cap 3, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3

1.1.1 La notazione di servizio livestock carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.2.6] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti relativi agli spazi per il trasporto di bestiame vivo Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

(1) (1) Sez 4

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi per il trasporto di bestiame vivo

Regolamenti RINA 2005

45

Parte E, Cap 3, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Sistemazioni generali
Sistemazione del bestiame

1.3

Mezzi di sfuggita e di accesso

1.1.1 Il bestiame deve essere trasportato chiuso entro recinti, di dimensioni adeguate al tipo di bestiame. In generale, la larghezza e la lunghezza dei recinti non possono essere maggiori rispettivamente di 4,5 m e 9 m. Il bestiame non pu essere trasportato sulle coperture delle boccaporte a meno che queste ultime non siano efficacemente protette.

1.3.1 Generalit Devono essere sistemati almeno due mezzi di sfuggita per le persone da ogni locale in cui il bestiame trasportato, distanti tra loro e che conducano a un ponte scoperto. Gli accessi ai locali per il bestiame devono essere sicuri per le persone. Se sono combinati con rampe utilizzate per spostare il bestiame tra i vari ponti, gli accessi per le persone devono essere separati da quelli per il bestiame per mezzo di recinzioni protettive. 1.3.2 Sistemazioni di chiusura Recinti, stalle e analoghe sistemazioni devono essere provviste di un mezzo di accesso per le persone dotato di sistemazioni di chiusura la cui resistenza strutturale deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi. 1.3.3 Larghezza delle vie di passaggio Se, ai fini di una corretta e sicura condotta della nave, richiesto il passaggio tra i fianchi della nave e recinti, stalle o analoghe sistemazioni, la larghezza di tale passaggio deve essere non minore di 550 mm, misurata al netto tra le ringhiere o i parapetti della nave e le ringhiere o contenitori dei recinti, delle stalle o delle analoghe sistemazioni.

1.2

Sistemazione dei compartimenti destinati al trasporto del bestiame


Generalit

1.2.1

Le prescrizioni del presente sottoarticolo si applicano alla sistemazione dei compartimenti destinati al trasporto del bestiame. Quando ritenuto necessario dalla Societ, tali compartimenti possono dover essere adattati o integrati in funzione del tipo di animali di cui si prevede il trasporto. 1.2.2 Protezione del bestiame

Devono essere adottate sistemazioni che proteggano il bestiame da ferite, sofferenze evitabili ed esposizione alle intemperie, al mare o a parti dello scafo a elevata temperatura. 1.2.3 Sistemazione del bestiame

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

Il bestiame non pu essere n trasportato, n caricato per il trasporto, in zone della nave in cui il bestiame stesso, le relative attrezzature e le sistemazioni per il trasporto possano: ostruire laccesso ai locali di alloggio o di lavoro necessari per il sicuro funzionamento della nave o la sfuggita dalle stive o dai locali sottostanti, interferire con le sistemazioni di salvataggio o di protezione anti-incendio, interferire con le apparecchiature di sondaggio delle cisterne o di pompaggio dalle sentine, interferire con la movimentazione dei mezzi di chiusura, limitare la funzionalit della aperture per lo scarico di grandi masse, interferire con lilluminazione o la ventilazione di altre parti della nave, interferire con la corretta condotta della nave.

2.1.1 Generalit La stabilit per le condizioni di caricazione definite nel manuale di stabilit e assetto deve soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2. 2.1.2 Criteri addizionali Nel caso in cui si applichino Norme nazionali o internazionali, la Societ pu applicare le Norme dello Stato in cui la nave registrata o in cui effettua servizio.

2.2

Stabilit in condizioni di avaria

2.2.1 Generalit Le navi di lunghezza superiore o uguale a 80 m devono soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 3.

3
3.1

Robustezza della trave nave


Applicabilit

3.1.1 In generale, i ponti e i copertini situati al di sopra del ponte di resistenza e utilizzati per il trasporto del bestiame non possono essere tenuti in conto nel calcolo del modulo di resistenza della trave nave.

46

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 3, Sez 2

4
4.1

Dimensionamenti dello scafo


Dimensionamenti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate
Elementi strutturali rimovibili o rientranti al di sopra del ponte di resistenza

stoccaggio e la distribuzione del bestiame sui ponti o sui copertini della nave, non sono oggetto di classe. Nonostante ci, quando la sicurezza della nave pu essere compromessa da uneventuale cedimento strutturale dei suddetti elmenti, questi ultimi devono essere verificati in accordo coi criteri in Parte B, Capitolo 7 o Parte B, Capitolo 8, come applicabili. In tal caso, i dimensionamenti delle barriere che circondano ogni recinto devono tener conto dei carichi applicati dal bestiame a causa dei moti di rollio e di beccheggio della nave.

4.1.1

In generale, gli elementi strutturali rimovibili o rientranti situati al di sopra del ponte di resistenza, e utilizzati per lo

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47

Parte E, Cap 3, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI RELATIVI AGLI SPAZI PER IL TRASPORTO DEL BESTIAME

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.2.2

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano agli impianti delle navi con notazione di servizio livestock carrier in relazione alla: fornitura alimenti, acqua ed aria al bestiame, pulizia degli spazi occupati dal bestiame, drenaggio dei rifiuti organici prodotti dal bestiame.

Portata dellimpianto di ventilazione meccanica La portata dellimpianto di ventilazione meccanica non deve essere inferiore a: 20 ricambi daria allora per gli spazi chiusi, 15 ricambi daria allora per ciascuno spazio parzialmente chiuso, in base al volume lordo dello spazio, avendo dedotto, se applicabile, il volume di ogni cassa o condotta in quello spazio.
Nota 1: Qualora laltezza netta dello spazio sia inferiore a 2,30 m, la Societ pu richiedere un numero pi alto di ricambi daria, con un massimo di: 30 ricambi allora per gli spazi chiusi, 22,5 ricambi allora per gli spazi parzialmente chiusi.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 1.

2
2.1

Progetto degli impianti


Generalit

2.1.1 Gli impianti di tubolature coperti dalla presente Sezione devono essere progettati, costruiti e provati in accordo con le prescrizioni applicabili in Parte C, Cap 1, Sez 10.

2.2.3 Ventilatori a) I circuiti di ventilazione devono essere alimentati da almeno due ventilatori indipendenti, ciascuno dei quali con una portata tale da mantenere la ventilazione normale di tutti gli spazi con un ventilatore non funzionante. b) I ventilatori azionati da motori elettrici devono essere considerati ausiliari essenziali. La loro alimentazione elettrica deve essere in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 2, Sez 3.

2.2
2.2.1

Impianto di ventilazione
Generalit

2.3
2.3.1

Impianti per il mangime e lacqua dolce


Generalit

Deve essere previsto un impianto di ventilazione meccanica per gli spazi seguenti contenenti bestiame: spazi chiusi, spazi parzialmente chiusi muniti di recinti che si estendono per pi di un livello di ponti con una larghezza maggiore di 20 m,

a) Gli spazi utilizzati per il bestiame devono avere contenitori per nutrire ed abbeverare gli animali. b) La capacit di ciascun contenitore deve essere non inferiore al 33% del consumo giornaliero degli animali da esso serviti, a meno che non vi sia un impianto dalimentazione automatico.

Tabella 1 : Documenti da inviare


No. 1 2 3 4 (1) Descrizione del documento (1) Schema dellimpianto di ventilazione con indicazione del volume lordo degli spazi chiusi Schema degli impianti per limmagazzinamento e la distribuzione del mangime e dellacqua Schema dellimpianto dellacqua per la pulizia Schema dellimpianto di drenaggio

Gli schemi devono comprendere, se applicabile: gli impianti di comando e controllo (locali e a distanza) e gli impianti dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione dellimpianto in questione (per informazione).

48

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 3, Sez 3

2.3.2 Impianto dacqua dolce a) Limpianto dacqua dolce per gli spazi del bestiame deve essere totalmente indipendente dallimpianto dacqua dolce che serve i locali dellequipaggio. b) Tutti gli spazi per il bestiame devono essere provvisti di sistema di distribuzione dellacqua dolce. c) Limpianto dacqua dolce deve comprendere almeno: una pompa principale di alimentazione, di capacit sufficiente a fornire acqua dolce con continuit al bestiame, una pompa di riserva avente almeno la stessa portata.
Nota 1: Quando limpianto di alimentazione dellacqua non automatico, la pompa di riserva pu essere sostituita con una pompa portatile che possa essere collegata rapidamente ad almeno una cisterna di acqua dolce.

b) Limpianto di drenaggio che serve gli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame deve essere indipendente da ogni altro impianto di tubolature che serva altre parti della nave ed in particolare limpianto di sentina. 2.5.2 Materiali I tubi e gli altri componenti dellimpianto di drenaggio devono essere di materiali resistenti alla corrosione che potrebbe essere provocata dalle sostanze scaricate. 2.5.3 Tubi di drenaggio e di scarico a) Gli scarichi dagli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame sono soggetti alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [8]. b) I canali di drenaggio e le parti superiori dei tubi di drenaggio devono essere coperti da una grata, quando necessario. c) I tubi di drenaggio dagli spazi utilizzati per il trasporto del bestiame devono scaricare entro casse di raccolta, pozzetti o fuori bordo.
Nota 1: Gli scarichi fuori bordo sono soggetti alle prescrizioni della MARPOL Annex IV - Regulations for the Prevention of Pollution by Sewage. Vedere anche Parte F, Cap 7, Sez 1.

d) Qualora la mandata dacqua sia automatica, gli abbeveratoi devono essere forniti di: mezzi per il controllo automatico del livello dellacqua, dispositivi che impediscano il ritorno dellacqua dagli abbeveratoi nei depositi dellacqua dolce.

2.4

Impianto di lavaggio

d) Devono essere previsti mezzi per arrestare lo scarico fuori bordo quando la nave in porto. 2.5.4 Casse di raccolta a) Le casse di raccolta devono essere munite di mezzi per indicare visivamente la quantit del loro contenuto. b) Le casse e i pozzetti di drenaggio devono essere accessibili dal di fuori dei recinti degli animali per ispezione e pulizia. 2.5.5 Pompe ed eiettori Le pompe e gli eiettori che servono le casse o i pozzetti di raccolta devono avere la capacit di convogliare sostanze semisolide.

2.4.1 Deve essere previsto un impianto di lavaggio ad acqua munito dei collegamenti appropriati per lavare gli spazi occupati dal bestiame.

2.5

Impianto di drenaggio

2.5.1 Generalit a) Ogni spazio utilizzato per il trasporto del bestiame deve essere munito di un tubo o canale di scolo di dimensioni sufficienti per drenare i rifiuti organici e gli scarichi di lavaggio.

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49

Parte E, Cap 3, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per lestinzione degli incendi negli spazi adibiti al trasporto di bestiame, per navi con la notazione di servizio livestock carrier. Tali prescrizioni sono in aggiunta a quelle date in Parte C, Capitolo 4.

2.1.2 Devono essere sistemate manichette per: ciascuna presa da incendio sistemata in uno spazio chiuso, e per ogni 50 m di lunghezza, o frazione, di area di ponte scoperto. 2.1.3 Le manichette devono essere sistemate in posizioni ben visibili, vicino alle prese da incendio, e vicino agli ingressi dei vari locali.

2.2
2.2.1

Sistemi antincendio addizionali

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

2
2.1

Sistemazioni antincendio
Manichette

Spazi per il bestiame contenenti fieno o paglia Se fieno o paglia sono caricati o adoperati negli spazi per il trasporto del bestiame, deve essere previsto uno dei seguenti impianti antincendio: un impianto antincendio ad acqua fisso, o estintori ad acqua portatili distanziati fra loro di non pi di 18 m; uno di tali estintori deve essere sistemato in prossimit dellingresso dello spazio in questione. 2.2.2 Spazi per il trasporto del bestiame contenenti apparecchiature elettriche diverse dagli impianti dilluminazione Se in uno spazio chiuso per il trasporto del bestiame sono sistemate apparecchiature elettriche diverse da quelle di cui alla Parte C, Cap 2, Sez 10, [2], devono essere sistemati mezzi antincendio che siano adatti a tali apparecchiature.

2.1.1 Il numero e la posizione delle prese da incendio devono essere tali che almeno due getti dacqua non provenienti dalla stessa presa da incendio possano raggiungere qualsiasi parte degli spazi destinati al bestiame. Almeno uno di questi getti deve provenire da ununica lunghezza di manichetta.

Tabella 1 : Documenti da inviare


No. 1 2 Descrizione del documento Disegno con lindicazione della posizione delle apparecchiature antincendio sistemate negli spazi adoperati per il trasporto del bestiame Specifica delle sistemazioni antincendio

50

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 4

NAVI PORTARINFUSA

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 APPENDICE 1

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI CRITERI DI STABILIT ALLO STATO INTEGRO PER CARICAZIONE DI GRANAGLIE

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51

Parte E, Cap 4, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Tabella 1 (1/1/2003)
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi Stabilit allo stato integro per il trasporto di grano (1) Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (1) (1) App 1

1.1.1 La notazione di servizio bulk carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.2] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa (bulk carriers).

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico di tipo portarinfusa

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53

Parte E, Cap 4, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit
(1/7/2001)

Comunque, essi devono essere evitati nelle zone dove potrebbero verificarsi alte sollecitazioni di taglio.

1.1.1

2.2

Le prescrizioni di cui in Sez 2 e Sez 3 si applicano alle navi con un ponte, con fianchi a singolo o doppio fasciame, con doppio fondo e con casse longitudinali alte e basse, destinate prevalentemente al trasporto di carichi secchi alla rinfusa. Sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 1. Una nave portarinfusa a scafo non a doppio fasciame una nave portarinfusa nella quale una o pi stive del carico sono delimitate solo dal fasciame del fianco o da due delimitazioni stagne all'acqua, una delle quali il fasciame del fianco, che distano meno di 1000 mm in almeno una posizione. La distanza tra le due delimitazioni stagne all'acqua deve essere misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. L'applicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave considerata nei singoli casi dalla Societ. Figura 1 : Navi portarinfusa Struttura del fianco a singolo e doppio fasciame

Sistemazione degli accessi alle stive del carico


Mezzi daccesso

2.2.1

Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico e, in particolare, della parte inferiore delle costole del fianco nelle stive del carico. 2.2.2 Boccaportelli daccesso a grandi stive del carico

Se sono usati boccaportelli separati come accesso alle scale, come richiesto in [2.2.3], ciascun boccaportello deve avere una luce libera di almeno 600mm x 600mm. Quando laccesso ad una stiva del carico attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta. Gli accessi e le scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare nella ed uscire dalla stiva del carico. Le mastre di boccaportelli aventi unaltezza maggiore di 900 mm devono avere gradini allesterno in congiunzione con la scala di stiva. 2.2.3 Scale entro grandi stive del carico

2
2.1

Sistemazioni generali
Sistemazione degli accessi al doppio fondo e alle gallerie tubi
Mezzi daccesso

Ciascuna stiva del carico deve essere provvista di almeno due scale distanziate longitudinalmente il massimo possibile. Tali scale devono possibilmente essere disposte diagonalmente, cio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra nave, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva cosicch il personale possa scavalcare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico in preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi e piattaforme mobili.

2.1.1

Devono essere previsti adeguati mezzi daccesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 2.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, nei madieri e nei paramezzali

I passi duomo tagliati sul cielo del doppio fondo devono distare dal cassonetto inferiore della paratia trasversale, o dalla paratia in assenza di cassonetto, non meno di un intervallo fra i madieri. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei madieri e paramezzali devono essere determinati in modo da facilitare laccesso al doppio fondo e la sua ventilazione.

54

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
D1 : Distanza, in m, dalla linea di costruzione al ponte di bordo libero in corrispondenza della murata, in mezzeria nave (vedere Fig 13) : Altezza, in m, del doppio fondo : Altezza media, in m, del cassonetto inferiore, misurata dal cielo del doppio fondo : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Sovraspessore di corrosione in mm, definito in Parte B, Cap 4, Sez 2, Tab 2 : Campata, in m, delle costole, vedere [3.2.3] : Altezza, in mm, dellanima delle costole, vedere [3.2.3] : Campata, in m, delle corrugazioni delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente, vedere [3.5.2] : Intervallo delle corrugazioni, in m, vedere Fig 5 : Tensione minima di snervamento del materiale, in N/mm2, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2 per gli acciai in genere E = 1,95.105 N/mm2 per gli acciai inossidabili B : Densit, in t/m3, del carico secco alla rinfusa; devono essere assunti, in generale, i seguenti valori: = 3,0 t/m3 per il minerale di ferro = 1,3 t/m3 per il cemento : Angolo di natural declivio, in gradi, del carico secco alla rinfusa; in assenza di pi precise valutazioni si possono assumere i seguenti valori: = 30 in generale

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

hDB hLS k tC

1.1.1 Le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Definizioni

l
d

lC
sC ReH E

2.1.1 Granaglie Il termine granaglie comprende frumento, mais (granoturco), avena, segala, orzo, riso, legumi, sementi e forme lavorate di ci, il cui comportamento simile a quello del grano al suo stato naturale. 2.1.2 Compartimenti pieni stivati Il termine compartimento pieno stivato si riferisce ad ogni spazio per il carico nel quale, a caricazione e stivaggio ultimati in accordo all App 1, le granaglie alla rinfusa sono al loro pi alto livello possibile. 2.1.3 Compartimenti pieni non stivati Il termine compartimento pieno non stivato si riferisce ad uno spazio del carico che pieno al massimo livello possibile in corrispondenza dellapertura della boccaporta, ma che non stato stivato al di l della periferia dellapertura della boccaporta. 2.1.4 Compartimenti riempiti parzialmente Il termine compartimento riempito parzialmente si riferisce ad ogni spazio per il carico dove le granaglie alla rinfusa non sono state caricate come prescritto in [2.1.2] o [2.1.3]. 2.1.5 Fattore di stivaggio Il termine fattore di stivaggio, allo scopo di calcolare il momento inclinante delle granaglie dovuto allo spostamento delle stesse, indica il volume per unit di peso del carico come indicato dai servizi di carico, cio non viene dato credito allo spazio perso quando lo spazio del carico riempito nominalmente. 2.1.6 Compartimenti specialmente idonei Il termine compartimento specialmente idoneo si riferisce ad uno spazio per il carico avente almeno due divisioni longitudinali verticali o inclinate, stagne alle granaglie che coincidono con le anguille ai lati delle boccaporte oppure sono posizionate in modo tale da limitare leffetto di qualunque spostamento trasversale delle granaglie stesse. Se inclinate, le divisioni devono avere uninclinazione non inferiore a 30 sullorizzontale.

= 35 per il minerale di ferro = 25 per il cemento hF, zF : Densit dellacqua di mare, t/m3 : Battente di allagamento e sua distanza dalla linea di costruzione, in m, definiti in [4.6.3] per le paratie trasversali e in [4.7.3] per il doppio fondo : Altezza della superficie di compenso del carico secco alla rinfusa e sua distanza dalla linea di costruzione, in m, definite in [4.6.4] per le paratie trasversali e in [7.2.6] per il doppio fondo : Accelerazione di gravit, in m/s2, da assumere uguale a 9,81 m/s2.

hB, zB

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55

Parte E, Cap 4, Sez 3

2.2

Stabilit allo stato integro

maniera descritta in App 1 e nella Fig 1, dei momenti sbandanti dovuti allo spostamento delle granaglie: langolo di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie non deve risultare maggiore di 12 ovvero dellangolo al quale si verifica limmersione del ponte a murata, se minore; nel diagramma di stabilit statica, larea netta o residua fra la curva dei bracci sbandanti e la curva dei bracci raddrizzanti fino allangolo di sbandamento corrispondente alla massima differenza fra le ordinate delle due curve, ovvero 40 o langolo di allagamento, scegliendo il valore minore, deve risultare in tutte le condizioni di carico non inferiore a 0,075 m.rad; laltezza metacentrica trasversale iniziale, corretta per leffetto degli specchi liberi dei liquidi nelle casse cisterne, come specificato nella Parte B, Cap 3, Sez 2, [4], non deve risultare inferiore a 0,30 m.

2.2.1 Generalit La stabilit della nave per le condizioni di carico in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. In aggiunta, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [2.2.2] e [2.2.3]. Libretto di stabilit per caricazione di granaglie Devono essere disponibili a bordo informazioni, sotto forma di fascicolo stampato, che permettano al Comandante di assicurarsi che la nave soddisfi alle norme di stabilit indicate nei Regolamenti, in caso di caricazioni di granaglie alla rinfusa. Tale fascicolo comunemente denominato Libretto di stabilit per caricazione di granaglie e deve contenere le seguenti informazioni: caratteristiche principali della nave; dislocamento della nave vacante e lordinata del centro di gravit (KG) della nave vacante rispetto alla L.C; tabella delle correzioni per gli specchi liberi dei liquidi; capacit e centri di gravit; curva o tabella degli angoli di allagamento, se minori di 40, per tutti i dislocamenti ammissibili; curve o tabelle delle carene diritte adeguate al campo dimmersioni operative; curve delle carene inclinate trasversalmente, sufficienti per gli scopi relativi ai requisiti in [2.2.3] e comprendenti le curve a 12 e 40; curve o tabelle dei volumi, ordinate dei centri di volume e momenti sbandanti volumetrici assunti per ogni stiva, completamente o parzialmente piene, oppure ogni combinazione di ci, incluso leffetto di divisioni temporanee; tabelle o curve dei massimi momenti sbandanti ammissibili per vari dislocamenti e varie ordinate del centro di gravit che permettano al Comandante di dimostrare la conformit con le prescrizioni specificate in [2.2.3]; istruzioni per la caricazione in forma di note riassumenti le prescrizioni del presente Regolamento; un esempio dettagliato per guida del Comandante; condizioni di carico tipiche di servizio, partenza e arrivo, e, se necessario, le peggiori condizioni di servizio intermedie. Si raccomanda che le condizioni di carico siano preparate per almeno tre fattori di stivaggio rappresentativi. Il Libretto di stabilit per caricazione di granaglie pu essere preparato nella lingua, o lingue, ufficiale(i) dellAmministrazione del Paese emittente; se la lingua usata non n inglese n francese, il testo deve comprendere una traduzione in una di queste lingue. 2.2.3 Criteri di stabilit allo stato integro per caricazione di granaglie Le caratteristiche di stabilit allo stato integro di qualunque nave trasportante granaglie alla rinfusa devono essere dimostrate soddisfacenti, per tutta la durata del viaggio, ad almeno i seguenti criteri dopo aver tenuto conto, nella 2.2.2

A caricazione ultimata, il Comandante deve assicurarsi che la nave sia diritta prima di uscire in mare.

2.3

Stabilit in allagamento

2.3.1 Generalit Navi portarinfusa di lunghezza superiore od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, App 3. 2.3.2 Bordo libero ridotto Navi portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica dellottemperanza delle prescrizioni di cui in [2.3.1] non richiesta. 2.3.3 Prescrizioni addizionali per navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo di lunghezza superiore od uguale a 150 m Le prescrizioni specificate in [2.3.4] a [2.3.6] si applicano a navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo, di lunghezza superiore od uguale a 150 m, destinate alla caricazione di carichi alla rinfusa aventi una massa volumica alla rinfusa a secco pari a 1,0 t/m3, o maggiore. Navi che soddisfano le prescrizioni di cui in [2.3.2] non devono soddisfare le prescrizioni di cui in [2.3.4] a [2.3.6]. 2.3.4 Allagamento delle stive del carico Le navi portarinfusa specificate in [2.3.3], se caricate al bordo libero estivo, devono essere in grado di sopportare lallagamento di una qualunque stiva del carico in ogni condizione di carico e rimanere galleggianti in soddisfacenti condizioni di equilibrio come specificato in [2.3.5]. 2.3.5 Criteri dallagamento Dopo lallagamento, la nave deve soddisfare alle prescrizioni della Parte B, Cap 3, App 4. Lallagamento assunto deve tener conto soltanto dellallagamento dello spazio delle stive del carico, considerando i valori di permeabilit specificati in [2.3.6].

56

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 1 : Diagramma di stabilit

curva dei bracci raddrizzanti

bracci raddrizzanti

angolo di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie stabilit dinamica residua A

curva dei bracci sbandanti dovuta allo spostamento trasversale della granaglia che pu essere approssimata dalla linea retta AB B

l0
0

l40
40 angolo di sbandamento, in gradi

2.3.6

Ipotesi relative allallagamento

La permeabilit di una stiva carica deve essere assunta pari a 0,9, a meno che una permeabilit relativa ad un particolare carico venga assunta per il volume di una stiva allagata occupato dal carico e una permeabilit di 0,95 venga assunta per il rimanente volume vuoto della stiva. Nellultimo caso, devono essere assunte le permeabilit e i corrispondenti pesi specifici del carico specificate in [4.4.2]. La permeabilit di una stiva vuota deve essere assunta pari a 0,95.

casi. In tal caso, comunque, lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 2 volte lintervallo di ossatura. 3.1.3 Madieri in corrispondenza delle paratie trasversali

Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri in corrispondenza delle paratie trasversali e delle travi rinforzate delle gallerie tubi devono essere non minori di quelle richieste per il fasciame delle paratie o, nel caso sia previsto un cassonetto inferiore, del fasciame laterale del cassonetto.

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Strutture del doppio fondo
Doppio fondo a struttura longitudinale

3.2
3.2.1

Strutture dei fianchi a singolo fasciame


Generalit

3.1.1

Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse laterali basse devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.2 Doppio fondo a struttura longitudinale

I fianchi allinterno delle casse longitudinali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamentecon [3.1.2] e [3.4.1] . 3.2.2 Intervallo delle costole (1/7/2001)

In generale, l'intervallo delle costole nelle stive del carico delimitate solo dal fasciame del fianco deve essere non superiore ai valori ottenuti, in m, dalle seguenti formule:
L s = 0, 6 + --------320 L s = 0, 9 + 1, 25 --------- 100
0, 25

per L < 90 m per L 90 m

Il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse laterali basse possono essere a struttura trasversale nella navi di lunghezza minore di o uguale a 120 m, quando questa soluzione ritenuta accettabile dalla Societ nei singoli

3.2.3

Campata delle costole e altezza dellanima

La campata delle costole l e laltezza dellanima d devono essere misurate come indicato in Fig 2.

Regolamenti RINA 2005

57

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 2 : Geometria delle costole e delle squadre di estremit


Cassa longitudinale alta
0,5d Z BB r

3.2.7

Sezione B -B
0,25l d

(in generale)

Squadre di collegamento entro le casse laterali basse e alte Devono essere sistemate squadre di collegamento entro le casse laterali basse e alte, come indicato in Fig 3, in modo tale da garantire continuit strutturale alle estremit delle costole. Figura 3 : Collegamento con le squadre entro le casse laterali basse e alte

0,125l r Z AA

l
0,25l

Sezione A -A Cassa longitudinale bassa


"SOFT TOE"

3.2.4 Costole a sezione simmetrica La sezione delle costole deve essere simmetrica e integrare, alle estremit inferiore e superiore, squadre sagomate con soft toes in modo tale da evitare punti rigidi ai piedi delle squadre stesse. Il rapporto tra laltezza e lo spessore dellanima deve essere non maggiore di 60 k0,5. La larghezza della piattabanda a sbalzo rispetto allanima deve essere non maggiore di 10 k0,5 volte lo spessore della piattabanda stessa. Le estremit della piattabanda devono essere smentate. Il raccordo tra la piattabanda delle costole e quella delle squadre deve essere circolare (non a spigolo). Il raggio di curvatura, vedere Fig 2, deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
0, 4b f r = -------------tf
2

3.2.8 Squadre anti-instabilit Entro la stiva pi a prua, le costole a sezione non simmetrica devono essere provviste di squadre inclinate anti-instabilit, posizionate ogni due costole, come indicato in Fig 4. Entro le altre stive, le costole a sezione non simmetrica devono essere provviste di squadre inclinate anti-instabilit, posizionate ogni due costole, se laltezza d dellanima maggiore di 600 mm o la campata l maggiore di 6 m. Figura 4 : Squadre anti-instabilit

dove bf e tf sono, rispettivamente, la larghezza e lo spessore della piattabanda in mm. 3.2.5 Costole a sezione non simmetrica Nella navi di lunghezza minore di 190 m, la sezione delle costole in acciaio ordinario pu essere non simmetrica e le squadre di estremit possono essere saldate alle costole. La piattabanda delle squadre deve essere smentata a entrambe le estremit. Le squadre devono essere sagomate con soft toes in modo tale da evitare punti rigidi ai piedi delle squadre stesse. Il rapporto tra laltezza e lo spessore dellanima deve essere non maggiore di 50 k0,5. La larghezza della piattabanda a sbalzo rispetto allanima deve essere non maggiore di 10 k0,5 volte lo spessore della piattabanda stessa. 3.2.6 Squadre alle estremit inferiore e superiore Il modulo di resistenza di ogni squadra di estremit o che sia parte integrante della costola, calcolato, con una striscia di fasciame associato in accordo con Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.3], alle estremit della campata l (sezioni AA e BB in Fig 2), deve essere non minore di due volte il modulo di resistenza richiesto per la costola a met campata in Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi. Le dimensioni delle squadre alle estremit inferiore e superiore devono essere non minori di quelle indicate in Fig 2.

3.3

Strutture dei fianchi a doppio fasciame

3.3.1 Generalit I fianchi allinterno delle casse laterali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamente con [3.1.2] e [3.4.1] . 3.3.2 Strutture rinforzate dei fianchi Lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

58

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

In ogni caso, le strutture rinforzate trasversali dei fianchi devono essere allineate con quelle delle casse laterali basse e alte.

dallestremit superiore del cassonetto inferiore non minore di 0,15lC. Gli spessori della parte intermedia delle corrugazioni, considerati nellapplicazione delle disposizioni di cui in [3.5.10] e [7.1.3], devono essere mantenuti per una distanza dal ponte (se non c cassonetto superiore) o dallestremit inferiore del cassonetto superiore non maggiore di 0,3lC. Il modulo di resistenza della corrugazione, nella rimanente parte superiore della paratia, deve essere non minore del 75% di quello richiesto per la parte intermedia, corretto eventualmente per una diversa tensione minima di snervamento del materiale. Figura 5 : Geometria delle corrugazioni

3.4
3.4.1

Strutture del ponte

Zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e lamiere inclinate delle casse laterali alte Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, la zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e le lamiere inclinate delle casse laterali alte devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo delle strutture rinforzate nelle casse laterali alte deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.4.2 Zona del ponte entro la linea delle boccaporte

La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. Il collegamento della zona laterale del ponte di resistenza con la zona di ponte tra le boccaporte deve essere assicurato da una lamiera di spessore intermedio. Collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte Un adeguato collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di strutture trasversali o squadre addizionali allinterno delle casse laterali alte. 3.4.4 Struttura delle casse laterali alte Le strutture delle casse laterali alte devono estendersi il pi possibile allinterno della zona dellapparato motore e devono essere adeguatamente rastremate. 3.4.3
A

CL
C

j 55

tw SC tF

3.5.2

Campata delle corrugazioni

La campata lC delle corrugazioni deve essere assunta uguale alla distanza specificata in Fig 6. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di: 3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. 3.5.3 Cassonetto inferiore (1/7/2001)

3.5

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.5.1 Generalit (1/7/2004) Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 190 m, le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono essere dotate di un cassonetto inferiore e, in generale, di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Nelle navi di minori dimensioni, le corrugazioni si possono estendere dal cielo del doppio fondo fino al ponte; se sistemato, il cassonetto deve soddisfare le prescrizioni di cui da [3.5.1] a [3.5.5]. Langolo della corrugazione, indicato in Fig 5, deve essere non minore di 55. Gli spessori della parte bassa delle corrugazioni considerati nellapplicazione delle disposizioni di cui in [3.5.9] e [7.1.3] devono essere mantenuti per una distanza dal cielo del doppio fondo (se non c cassonetto inferiore) o

Il cassonetto inferiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale della lamiera superiore del cassonetto devono essere non inferiori a quelli richiesti per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare le prescrizioni di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dello scivolo devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto.

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59

Parte E, Cap 4, Sez 3

La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere in accordo con quanto indicato in Fig 7. La base del cassonetto basso deve essere posta in corrispondenza dei madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte l'altezza media delle corrugazioni della paratia. All'interno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con i paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi all'unione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati alla lamiera superiore del cassonetto in accordo con [11.1]. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. 3.5.4 Cassonetto superiore Il cassonetto superiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza della lamiera inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella della lamiera superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale della lamiera inferiore del cassonetto superiore devono essere uguali a quelli richiesti per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale.

Le estremit dei rinforzi ordinari laterali del cassonetto devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino alle mastre delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto. Figura 6 : Campata delle corrugazioni

lc
n

lc

asse neutro delle corrugazioni


(*)

lc lc lc lc

lc

(*) Vedere [3.5.2]

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 7 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.5.5 Allineamento Sul ponte, in prosecuzione delle flange delle corrugazioni, nel caso in cui non ci sia il cassonetto superiore, devono essere sistemati due bagli rinforzati. Sul cielo del doppio fondo, nel caso in cui non sia sistemato il cassonetto inferiore, le piattabande delle corrugazioni devono essere allineate con i madieri di sostegno. Le corrugazioni e i madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di sostegno devono essere non minori di quelli delle piattabande delle corrugazioni. Inoltre gli intagli sui madieri per il passaggio dei longitudinali del cielo del doppio fondo devono essere chiusi con mascherine. I madieri di sostegno devono essere collegati tra di loro tramite diaframmi atti ad assorbire il taglio. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto stesso e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi di rinforzo. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore non pu presentare pieghe tra il cielo del doppio fondo e la lamiera superiore del cassonetto stesso. 3.5.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa La larghezza efficace della piattabanda della corrugazione da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

A tf

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 5), : spessore netto della piattabanda, in mm.

3.5.7 Shedders efficaci Shedders efficaci sono quelli che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e allestremit del cassonetto basso in accordo con [11.1], sono sistemate con un minimo angolo di inclinazione di 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello richiesto per le piattabande delle corrugazioni, sono costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quello delle piattabande delle corrugazioni. 3.5.8 Gussets efficaci Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.5.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore,

dove: CE

: coefficiente uguale a:
C E = 2, 25 ----------------------- 1, 25 2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

sono saldate alla lamiera del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [11.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalenti a quelli delle piattabande delle corrugazioni.

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Parte E, Cap 4, Sez 3

3.5.9

Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 8 a Fig 12) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef non superiore a quanto specificato in [3.5.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate da squadre poste sotto la lamiera superiore del cassonetto inferiore (o sotto il cielo del doppio fondo), il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.5.7] (ved. Fig 8 e Fig 9), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 8 e Fig 9), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I SH = 2 ,5A t F t SH

caci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 8 : Shedders simmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove: A tSH tF : larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (ved. Fig 5), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.5.8] (vedere da Fig 10 a Fig 12), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 10 a Fig 12), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

Figura 9 : Shedders non simmetriche

dove: hG

: altezza delle gussets, in m, (ved. da Fig 10 a Fig 12), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

"shedder" hg

SGU tF

1 Cassonetto basso

e) Lamiera superiore del cassonetto inferiore inclinata Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad una lamiera superiore di cassonetto inferiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni effi-

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 10 : Gussets con Shedders simmetriche

Figura 12 : Gussets con Shedders non simmetriche - Lamiera superiore del cassonetto inferiore inclinata

"gusset"

hg

gusset "gusset" pl plate


1 Cassonetto basso

hg

= =
Cassonetto basso

Figura 11 : Gussets con Shedders non simmetriche

3.5.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di possibili non perpendicolarit tra le anime e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la piattabanda della corrugazione (vedere Fig 5).

4
4.1
hg "gusset"

Carichi di progetto
Sollecitazioni sulla trave nave

1 Cassonetto basso

4.1.1 Campo di applicazione (1/7/2003) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono essere calcolate per le condizioni di caricazione indicate in [4.2] e in [4.3]. Ai fini dell'applicazione delle prescrizioni di cui in [4.2] e in [4.3], l'immersione massima deve essere assunta uguale all'mmersione del bordo libero estivo riferita alla linea di costruzione. 4.1.2 Generalit (1/7/2003) Una nave portarinfusa pu essere caricata, nelle effettive condizioni operative, in modo diverso dalle condizioni di caricazione di progetto indicate nel manuale di caricazione, a condizione che non siano superati i limiti per la robustezza longitudinale e locale indicati nel manuale di caricazione e nello strumento elettronico di bordo e siano rispettate le prescrizioni applicabili relative alla stabilit.

3.5.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace bEF non superiore a quanto specificato in [3.5.6].

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63

Parte E, Cap 4, Sez 3

4.1.3

Condizioni alla partenza ed all'arrivo (1/7/2003) A meno che non sia diversamente indicato, ciascuna delle condizioni di caricazione di progetto definite in [4.2] e in [4.3] deve essere verificata per le condizioni alla partenza ed all'arrivo, definite come segue: Condizione alla partenza: con cisterne del combustibile liquido riempite non meno del 95% e con gli altri materiali di consumo al 100% Condizione all'arrivo: con materiali di consumo al 10%.

carico che la nave autorizzata a trasportare deve essere indicata nella caratteristica assegnata; per esempio: caratteristica addizionale di servizio allowed combination of specified empty holds, with maximum cargo density (in t/m3). 4.2.4 Cisterne di zavorra parzialmente riempite in condizioni di stive cariche (1/7/2003)

Per condizioni di caricazione che prevedono gavoni e/o altre cisterne di zavorra parzialmente riempiti, le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) si applicano solo ai gavoni.

4.2
4.2.1

Sollecitazioni sulla trave nave in condizioni di stive cariche

4.3
4.3.1

Sollecitazioni sulla trave nave in condizioni di zavorra


Capacit e disposizione delle cisterne di zavorra (1/7/2003)

Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-C (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate in condizioni omogenee di carico, con la massa volumica del carico corrispondente a tutte le stive, comprese le boccaporte, riempite al 100% alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-B (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate nelle seguenti condizioni di caricazione: condizioni omogenee di carico, come definite in [4.2.1] condizioni omogenee di carico con massa volumica del carico uguale a 3,0 t/m3, e con il medesimo grado di riempimento (rapporto tra la massa del carico ed il volume della stiva) in tutte le stive del carico, alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. Nel caso in cui la massa volumica del carico considerata per questa condizione di caricazione sia inferiore a 3,0 t/m3, deve essere indicata la massima massa volumica del carico che la nave autorizzata a trasportare con la caratteristica addizionale di servizio maximum cargo density (in t/m3). Sollecitazioni in acqua tranquilla per navi con caratteristica addizionale di servizio BC-A (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate nelle seguenti condizioni di caricazione: condizioni omogenee di carico, come definite in [4.2.2] almeno una condizione di caricazione con determinate stive vuote, con massa volumica del carico uguale a 3,0 t/m3, e con il medesimo grado di riempimento (rapporto tra la massa del carico ed il volume della stiva) in tutte le stive del carico, riempite, alla massima immersione e con tutte le cisterne di zavorra vuote. La combinazione di determinate stive vuote deve essere indicata con la caratteristica addizionale di servizio allowed combination of specified empty holds In tali casi, se la massa volumica del carico considerata inferiore a 3,0 t/m3, la massima massa volumica del 4.2.3 4.2.2

Tutte le navi portarinfusa devono avere cisterne di zavorra di sufficiente capacit e disposte in modo da soddisfare pienamente le prescrizioni di cui in [4.3.2] e in [4.3.3]. 4.3.2 Condizione normale di zavorra (1/7/2003)

Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per la condizione normale di zavorra. La condizione normale di zavorra una condizione di zavorra (senza carico) in cui: le cisterne di zavorra possono essere piene, parzialmente riempite o vuote. Quando si scelga il riempimento parziale delle cisterne, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) qualsiasi stiva del carico e le stive del carico adattate per il trasporto di acqua di zavorra in navigazione devono essere vuote l'elica deve essere totalmente immersa, e l'assetto deve essere con nave appoppata per non pi di 0,015LLL, essendo LLL la lunghezza tra le perpendicolari della nave, come definita in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.2]. Nella valutazione dell'immersione dell'elica e dell'assetto, possono essere usate le immesioni in corrispondenza delle perpendicolari avanti e addietro. In aggiunta alle prescrizioni di cui sopra, le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate considerando una condizione con cisterne di zavorra riempite al 100 %. 4.3.3 Condizione di zavorra pesante (1/7/2003)

Le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per la condizione di zavorra pesante. La condizione di zavorra pesante una condizione di zavorra (senza carico) in cui: a) le cisterne di zavorra possono essere piene, parzialmente riempite o vuote. Quando si scelga il riempimento parziale delle cisterne, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], b) b) almeno una stiva del carico adattata per il trasporto di acqua di zavorra in navigazione, quando richiesta o prevista, deve essere piena

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

c) l'immersione dell'elica I/D deve essere almeno del 60%, essendo: I = la distanza dall'asse dell'elica alla linea di galleggiamento D = diametro dell'elica d) l'assetto deve essere con nave appoppata per non pi di 0.015LLL, essendo LLL la lunghezza tra le perpendicolari della nave, come definita in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.2]. e) l'immersione prodiera riferita alla linea di costruzione, nella condizione di zavorra pesante, non deve essere inferiore a 0,03L o a 8 m. In aggiunta alle prescrizioni di cui sopra, le sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave devono essere calcolate per: una condizione con tutte le cisterne di zavorra riempite al 100 % e una stiva del carico adattata o destinata al trasporto di acqua di zavorra in navigazione, se prevista, riempita al 100 %, e qualora pi di una cisterna sia adattata e destinata al trasporto di acqua di zavorra in navigazione, non richiesto che due o pi stive siano assunte simultaneamente caricate al 100 % nel cacolo delle sollecitazioni in acqua tranquilla sulla trave nave, a meno che tali condizioni non siano previste nella condizione di zavorra pesante. A meno che ciascuna stiva non sia verificata individualmente, la stiva destinata ad essere caricata di zavorra pesante e qualsiasi restrizione o tutte le restrizioni per l'uso di altre stive di zavorra devono essere indicate sul manuale di caricazione.

La permeabilit di ogni spazio destinato al carico rimasto vuoto e di ogni volume sovrastante il carico in ogni spazio destinato al carico, deve essere assunta pari a 0,95. Per carichi stivati (come acciai laminati), si deve assumere la massa volumica propria del carico unitamente ad una permeabilit pari a zero. Sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla (1/7/2003) Le sollecitazioni in acqua tranquilla in condizioni di allagamento devono essere calcolate per ciascuna delle condizioni di carico e di zavorra considerate nei calcoli di robustezza longitudinale allo stato integro come specificato in [4.1], [4.2] e [4.3]. 4.4.4 Sollecitazioni di trave nave donda (1/7/2003) I carichi d'onda in condizioni di allagamento devono essere assunti pari all'80% di quelli definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1]. 4.4.3

4.5

Pressioni interne e forze dovute ai carichi secchi alla rinfusa

4.5.1 Campo di applicazione (1/7/2003) Le prescrizioni del presente punto [4.5] si applicano per la valutazione della massa del carico da considerare per il calcolo delle pressioni e delle forze in acqua tranquilla e d'onda dovute ai carichi secchi alla rifusa. 4.5.2 Definizioni (1/7/2003) La massa massima ammissibile e quella minima richiesta del carico in una stiva, o in due stive adiacenti caricate, riferita al carico netto sul doppio fondo. Il carico netto sul doppio fondo una funzione dell'immersione, della massa del carico nella stiva, cos come della massa del combustibile liquido e dell'acqua di zavorra contenuta nelle cisterne del doppio fondo. Si applicano le seguenti definizioni: MH : massa effettiva del carico in una stiva, corrispondente ad una condizione di caricazione omogenea alla massima immersione. : massa del carico in una stiva, corrispondente al carico con massa volumica virtuale (rapporto tra massa e volume della stiva omogeneo, con minimo di 1,0 t/m3) riempita fino al lembo superiore della mastra della boccaporta. In nessun caso MFull deve essere inferiore a MH. : massa massima ammissibile del carico da trasportare in una stiva, secondo le condizioni di carico di progetto, con determinate stive vuote ed alla massima immersione.

4.4

Sollecitazioni della trave nave in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m

4.4.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2003) Le seguenti prescrizioni si applicano in aggiunta a quelle di cui in Parte B, Cap 6, Sez 2, alle navi portarinfusa con caratteristica addizionale di servizio BC-A o BC-B. 4.4.2 Ipotesi di allagamento (1/7/2003) Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata fino alla linea di galleggiamento di equilibrio, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm, in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. Per calcolare la quantit di acqua imbarcata, devono essere rispettate le seguenti ipotesi. Si devono assumere adeguate permeabilit e masse volumiche alla rinfusa a seconda del tipo di carico trasportato. Per minerali di ferro, si deve assumere una permeabilit minima di 0,3 e una corrispondente massa volumica alla rinfusa di 3,0 t/m3. Per il cemento, si deve assumere una permeabilit minima di 0,3 e una corrispondente massa volumica alla rinfusa di 1,3 t/m3. In questo contesto, "permeabilit" per carichi solidi alla rinfusa da intendersi come il rapporto tra il volume allagabile tra le varie parti di carico, granuli o ogni altra pi grossa parte di carico e il volume totale occupato dal carico.

MFull

MHD

Condizioni generali applicabili a tutte le navi (1/7/2003) Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla massima immersione.

4.5.3

Regolamenti RINA 2005

65

Parte E, Cap 4, Sez 3

Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare il 50% di MH, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla massima immersione. Ogni stiva del carico deve essere capace di essere vuota, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote alla immersione corrispondente alla massima zavorra. 4.5.4 Condizione applicabile per tutte le notazioni, eccetto il caso in cui alla nave sia assegnata la caratteristica addizionale di servizio no MP (1/7/2003)

combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza delle stive stesse, riempite al 100% e con le cisterne di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza delle stive stesse, vuote, alla massima immersione. In esercizio, la massima massa ammissibile deve essere limitata al massimo carico previsto dalle condizioni di carico di progetto. 4.5.6 Condizioni addizionali applicabili solo per le stive adibite a zavorra (1/7/2003)

Ogni stiva del carico deve essere capace di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote al 67% della massima immersione. Ogni stiva del carico deve essere capace di essere vuota, con tutte le cisterne nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote all'87% della massima immersione. Ogni due cisterne adiacenti devono essere capaci di trasportare MFull con le eventuali cisterne del combustibile liquido nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra nel doppio fondo, in corrispondenza della stiva stessa, vuote al 67% della massima immersione. Questa prescrizione relativa alla massa del carico ed al combustibile liquido nelle cisterne del doppio fondo in corrispondenza della stiva del carico considerata vale anche per la condizione in cui la stiva del carico adiacente riempita con acqua di zavorra, se applicabile. Ogni due stive del carico adiacenti devono essere capaci di essere vuote con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse vuote al 75% della massima immersione. 4.5.5 Condizioni addizionali applicabili solo alle navi con caratteristica addizionale di servizio BC-A (1/7/2003)

Le stive del carico che sono progettate come stive adibite ad acqua di zavorra devono essere capaci di essere riempite con acqua di zavorra al 100% della loro capacit, comprese le boccaporte, con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse piene al 100 %, a qualsiasi immersione corrispondente alla zavorra pesante. Per le stive adibite a zavorra, adiacenti alle casse laterali alte, alle case laterali basse ed alle cisterne del doppio fondo, accettabile dal punto di vista della robustezza che le stive adibite a zavorra siano riempite quando le casse laterali alte, le casse laterali basse e le cisterne del doppio fondo sono vuote. 4.5.7 Condizioni addizionali applicabili solo durante le operazioni di caricazione e scaricazione in porto (1/7/2003)

Ogni singola stiva del carico deve essere capace di contenere la massima massa ammissibile in navigazione al 67% dell'immersione massima, in condizioni di nave in porto. Ogni due stive adiacenti devono essere capaci di trasportare MFull, con le eventuali cisterne per combustibile liquido nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse riempite al 100% e con le cisterne di zavorra nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse vuote, al 67% della massima immersione, in condizioni di nave in porto. Ad immersione ridotta, durante la caricazione e la scaricazione in porto, la massa massima ammissibile in una stiva del carico pu essere incrementata del 15% della massa massima ammissibile in condizioni di navigazione ma non non pu essere superiore alla massa ammissibile all'immersione massima nelle condizioni di navigazione. La massa minima richiesta pu essere ridotta della stessa quantit. 4.5.8 Curve delle masse nelle stive (1/7/2003)

Tutte le stive del carico che sono previste essere vuote alla massima immersione devono essere capaci di essere vuote con tutte le cisterne del doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse ugualmente vuote. Le stive del carico che sono previste essere caricate con carico ad alta massa volumica devono essere capaci di trasportare MHD pi il 10% di MH, con le eventuali cisterne per combustibile liquido nel doppio fondo in corrispondenza delle stive stesse riempite al 100% e con le cisterne per acqua di zavorra in corrispondenza delle stive stesse vuote alla massima immersione. In esercizio, la massima massa ammissibile del carico deve essere limitata a MHD. Ogni due stive adiacenti che, in accordo con una condizione di carico di progetto, possono essere riempite, essendo la stive ad esse adiacenti vuote, devono essere capaci di trasportare il 10% di MH in ciascuna stiva in aggiunta al massimo carico corrispondente a quella condizione di carico di progetto, con le eventuali cisterne per

Sulla base dei carichi di progetto per la robustezza locale, come precisato da [4.5.1] a [4.5.7], eccetto [4.5.6], le curve delle masse nelle stive devono essere incluse nel Manuale di caricazione e nello strumento elettronico e devono indicare la massa massima ammissibile e quella minima richiesta in funzione dell'immersione, nelle condizioni di navigazione cos come durante la caricazione e la scaricazione in porto (Vedere Parte B, Cap 11, Sez 2). Ad immersioni diverse da quelle indicate nelle condizioni di carico di progetto di cui sopra, la massa massima ammissibile e quella minima richiesta devono essere corrette per il cambio della spinta agente sul fondo. Il cambio della spinta deve essere calcolato usando l'area di galleggiamento a ciascuna immersione. Devono essere incluse anche le curve delle masse per ciascuna singola stiva, cos come per ogni due stive adiacenti.

66

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

4.6

Carichi locali sulle paratie trasversali stagne corrugate in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Applicabilit (1/7/2001)

riore o uguale a 1,78 t/m3 in condizioni non omogenee, si dovr considerare anche la condizione di stiva riempita fino al livello del ponte col massimo carico trasportabile dalla stiva stessa. 4.6.3 Battente di allagamento

4.6.1

Queste prescrizioni si applicano, al posto di quelle di cui in Parte B, Cap 5, Sez 6, [9] a tutte le navi con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza uguale o superiore a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, con paratie trasversali stagne corrugate verticalmente. Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. 4.6.2 Generalit

Il battente di allagamento hF (vedere Fig 13) la distanza, in m, misurata verticalmente a nave dritta, tra il punto di calcolo e una quota situata a una distanza zF, in m, dalla linea di costruzione uguale a: in generale: D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,9D1 per le altre paratie,

nel caso in cui la nave debba trasportare carichi aventi massa volumica alla rinfusa minore di 1,78 t/m3 in condizioni di caricazione non omogenee, si possono assumere i seguenti valori: 0,95D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,85D1 per le altre paratie,

I carichi da considerarsi agenti sulle paratie sono quelli dovuti alla combinazione di quelli indotti dal carico trasportato con quelli indotti dallallagamento di una stiva adiacente alla paratia in esame. In ogni caso, si deve considerare la pressione dovuta allallagamento della stiva agente da sola. Ai fini del dimensionamento di ogni paratia, si devono considerare le pi sfavorevoli combinazioni di carico trasportato e allagamento sulla base delle condizioni di caricazione incluse nel Manuale di Caricazione e cio: condizioni di caricazione omogenee, condizioni di caricazione non omogenee, per ognuna considerando lallagamento singolo sia delle stive piene, sia delle stive vuote. Ai fini del presente calcolo, condizione di caricazione omogenea significa una condizione di caricazione nella quale il rapporto tra il maggiore e il minore grado di riempimento, tra quelli di ogni stiva, minore o uguale a 1,20, tenendo eventualmente conto della correzione per le differenti masse volumiche dei carichi trasportati nelle varie stive. Non necessario considerare ai fini delle presenti prescrizioni condizioni di caricazione non-omogenee parziali associate a operazioni di caricazione e/o scaricazione tra pi porti per condizioni di caricazione omogenee. I limiti dei carichi di progetto specificati per le stive del carico, devono essere rappresentati dalle condizioni di carico definite dal progettista nel Manuale di Caricazione. Stive caricate con carichi stivati devono essere considerate vuote ai fini di questo calcolo. A meno che la nave trasporti solo minerale di ferro o comunque carico avente massa volumica alla rinfusa supe-

per navi aventi portata lorda inferiore a 50000 t e bordo libero di tipo B: 0,95D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,85D1 per le altre paratie,

nel caso in cui la nave debba trasportare carichi aventi massa volumica alla rinfusa minore di 1,78 t/m3 in condizioni di caricazione non omogenee, si possono assumere i seguenti valori: 4.6.4 0,9D1 per la paratia trasversale corrugata prodiera, 0,8D1 per le altre paratie. Altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

Laltezza di compenso hB del carico secco alla rinfusa la distanza verticale, in m, dal punto di calcolo al piano orizzontale di compenso del carico, situato a una distanza zB (vedere Fig 13), dalla linea di costruzione. In assenza di pi precise valutazioni, zB pu essere ottenuta come specificato in Parte B, Cap 5, Sez 6, [3.1.2]. 4.6.5 Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive caricate con carico alla rinfusa non allagate

In ogni punto della paratia, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B = B g z B tan 45 -- 2

La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
2 ( z B h DB h LS ) F B = B g s C --------------------------------------- tan 45 -- 2 2 2

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67

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 13 : Paratie trasversali - Battente di allagamento e altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

D1

h F
P

z zB

zB

V= Volume occupato dal carico P = Punto di calcolo

4.6.6

Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive caricate con carico alla rinfusa allagate

Si devono considerare due casi, in funzione dei valori di zF e zB (vedere [4.6.3] e [4.6.4]): zF zB In ogni punto della paratia situato a una distanza compresa tra zB e zF dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p B ,F = gh F

dove perm la permeabilit del carico, da assumere uguale a 0,3 per il minerale di ferro, il carbone e il cemento. La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
2 ( zB zF ) F B ,F = s C B g ---------------------- tan 45 -- 2 2 2 2 B g ( z B -z F ) tan 45 -- + ( p B ,F ) LE 2 +s C ---------------------------------------------------------------------------------- ( z F -h DB -h LS ) 2

In ogni punto della paratia situato a una distanza minore di zB dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = g h F + [ B ( 1 perm ) ]g h B tan 45 -- 2

dove (pB,F)LE la pressione pB,F, in kN/m2, calcolata allestremit inferiore della corrugazione. Pressioni e forze su una corrugazione nelle stive vuote allagate In ogni punto della paratia, la pressione in acqua tranquilla indotta dal battente di allagamento hF da considerare deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p F = gh F

4.6.7

dove perm la permeabilit del carico, da assumere uguale a 0,3 per il minerale di ferro, il carbone e il cemento. La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
g ( z F -z B )+ ( p B ,F ) LE ( z F -z B ) F B ,F =s C g ------------------- + ---------------------------------------------- ( z B -h DB -h LS ) 2 2
2

La forza agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
( z F h DB h LS ) 2 F F = s C g ------------------------------------2

dove (pB,F)LE la pressione pB,F, in kN/m2, calcolata allestremit inferiore della corrugazione. zF < zB In ogni punto della paratia situato a una distanza compresa tra zF e zB dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = B g z B tan 45 -- 2

In ogni punto della paratia situato a una distanza minore di zF dalla linea di costruzione, la pressione deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
2 p B ,F = g h F + [ B h B ( 1-perm ) h F ] g tan 45 -- 2

4.6.8 Pressioni e forze risultanti Le pressioni e le forze risultanti devono essere calcolate per condizioni di caricazione omogenee e non omogenee utilizzando le seguenti formule: Condizioni di caricazione omogenee In ogni punto delle strutture della paratia, la pressione risultante da considerarsi per il dimensionamento della paratia deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p = p B ,F 0 ,8p B

La forza risultante agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
F = F B ,F 0 ,8F B

68

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

dove: pB pB,F FB,F : pressione nelle stive non allagate, in kN/m , da calcolarsi come specificato in [4.6.5], : pressione nelle stive allagate, in kN/m , da calcolarsi come specificato in [4.6.6], : forza agente su una corrugazione nelle stive allagate, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.6].
2 2

m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3. Ogni stiva del carico deve essere considerata singolarmente allagata, eccettuate le eventuali stive del carico a doppio fasciame di larghezza non inferiore a 1000 mm in qualsiasi posizione entro l'intera lunghezza della stiva, misurata perpendicolarmente al fasciame del fianco. 4.7.2 Generalit

Condizioni di caricazione non omogenee In ogni punto delle strutture della paratia, la pressione risultante da considerarsi per il dimensionamento della paratia deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p = p B ,F

I carichi da considerarsi agenti sul doppio fondo sono quelli dovuti alla pressione esterna del mare e alla combinazione di quelli indotti dal carico trasportato con quelli indotti dallallagamento della stiva alla quale il doppio fondo appartiene. Si devono considerare le pi sfavorevoli combinazioni di carico trasportato e allagamento, sulla base delle condizioni di caricazione incluse nel Manuale di Caricazione e cio: condizioni di caricazione omogenee, condizioni di caricazione non omogenee,

La forza risultante agente su una corrugazione deve essere ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
F = F B ,F

dove: pB,F FB,F : pressione nelle stive allagate, in kN/m2, da calcolarsi come specificato in [4.6.6], : forza agente su una corrugazione nelle stive allagate, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.6]. Momento flettente, taglio e tensioni tangenziali in una corrugazione

condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi stivati (acciai laminati e simili). Per ciascuna condizione di caricazione, nel calcolo del carico ammissibile nella stiva si deve considerare, tra i carichi che possono essere trasportati, quello avente la massa volumica alla rinfusa maggiore. 4.7.3 Battente di allagamento

4.6.9

Il momento flettente di progetto in una corrugazione deve essere ottenuto, in kN.m, dalla seguente formula:
Fl C M = ------8

Il battente di allagamento hF (vedere Fig 14) la distanza, in m, misurata verticalmente a nave diritta, tra il cielo del doppio fondo e una quota situata a una distanza zF, in m, dalla linea di costruzione uguale a: in generale: D1 per la stiva prodiera, 0,9D1 per le altre stive.

dove F la forza risultante, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.8]. Il taglio di progetto in una corrugazione deve essere ottenuto, in kN, dalla seguente formula:
Q = 0 ,8F

per le navi avente portata lorda inferiore a 50000 t e bordo libero di tipo B: 0,95D1 per la stiva prodiera, 0,85D1 per le altre stive.

Le tensioni tangenziali in una corrugazione devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
Q = 10 -------A SH

4.8

dove ASH larea a taglio, in cm2, da calcolarsi come specificato in [3.5.11]

Prescrizioni addizionali relative ai carichi locali per le navi con la notazione di servizio completata dalla caratteristica addizionale di servizio heavycargo
Applicazione

4.7

Carichi locali sul doppio fondo in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Applicabilit (1/7/2001)

4.8.1

4.7.1

Queste prescrizioni si applicano, al posto di quelle di cui in Parte B, Cap 5, Sez 6, [9], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza uguale o superiore a 150

Per le navi con la notazione di servizio completata dalla caratteristica addizionale di servizio heavycargo [HOLDi, Xi kN/m2, i kN/m3 - HATCHi, Yi kN/m2] (vedere Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.2]), i valori Xi e i, relativi al carico alla rinfusa trasportato nelle stive, e Yi, relativi al carico uniforme trasportato sulle coperture delle boccaporte, devono essere calcolati come specificato rispettivamente in [4.8.2] e [4.8.3], .

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Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 14 : Doppio fondo - Battente di allagamento e altezza di compenso del carico secco alla rinfusa

hB D1 hF h B
V

ZF

V = Volume occupato dal carico


4.8.2 Caratteristiche del carico alla rinfusa trasportato nelle stive

5
5.1

Robustezza della trave nave


Robustezza longitudinale della trave nave in condizioni di allagamento per le navi portarinfusa con caratteristica addizionale di servizio BC-A o BC-B

i , per ciascuna stiva, la densit del carico che riempie la stiva, fino al livello del ponte superiore in mezzeria, con la massa massima trasportabile nella stiva stessa. In generale, i deve essere definita dal Progettista. Xi la pressione locale massima ammissibile sul cielo del doppio fondo di ciascuna stiva e deve essere definita dal Progettista. In ogni caso, essa deve essere non minore del valore ottenuto, per ciascuna stiva, dalla formula per pS sul cielo del doppio fondo riportata in Parte B, Cap 5, Sez 6, [3.1.1]. Nellapplicazione di tale formula, la stiva deve essere considerata completamente riempita e B deve essere assunta uguale al valore i sopra definito. 4.8.3 Caratteristiche del carico uniforme trasportato sulle coperture delle boccaporte

5.1.1 Applicabilit (1/7/2003) Le presenti prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle di cui in Parte B, Cap 6, Sez 2, alle navi portarinfusa con una delle caratteristiche addizionali di servizio BC-A o BC-B. Dette navi devono avere la robustezza della loro trave nave verificata per specifiche condizioni di allagamento, in ciascuna delle condizioni di carico e di zavorra definite in Parte B, Cap 6, Sez 2, [2.1] e in [4.1], [4.2] e [4.3] ed in ogni altra condizione considerata nei calcoli di robustezza longitudinale a nave integra, incluse quelle comprese nel Manuale di caricazione, in accordo con le disposizioni di cui in Parte B, Cap 11, Sez 2, eccetto che non devono essere considerate le condizioni in porto, le condizioni di visita di carena a nave galleggiante, le condizioni transitorie di caricazione e scaricazione in porto e le condizioni che si verificano durante il cambio dell'acqua di zavorra. Si assume che la struttura danneggiata rimanga pienamente efficiente nel resistere ai carichi applicati. 5.1.2 Tensioni Le tensioni normali in ogni punto devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
M SW, F + M WV, F 3 1F = ----------------------------------- 10 ZA

Yi la pressione locale massima ammissibile su ciascuna copertura e deve essere definita dal Progettista. Per ciascuna copertura, essa deve essere uguale al valore pS utilizzato in Parte B, Cap 5, Sez 6, [4.1.1] per il dimensionamento della copertura stessa.

4.9

Condizione di caricazione per lanalisi della struttura rinforzata

4.9.1 Nellanalisi della struttura rinforzata devono essere considerate le seguenti condizioni di caricazione: caricazione omogenea caricazione a stive alterne, essendo la stiva carica completamente riempita dal carico caricazione a stive alterne, essendo la massa volumica del carico quella minima ottenuta dal manuale di caricazione, ma assunta non inferiore a 3 t/m3 zavorra pesante, essendo la stiva della zavorra completamente piena. Qualora non altrimenti specificato, queste condizioni di caricazione devono essere associate alle condizioni di nave diritta.

dove: MSW,F

MWV,F

: momento flettente in acqua tranquilla, in kNm, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo come specificato in [4.4], : momento flettente donda verticale, in kNm, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da assumere, in accordo con [4.4], uguale a:

70

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Parte E, Cap 4, Sez 3

momento inarcante: MWV,F = 0,8MWV,H momento insellante: MWV,F = 0,8MWV,S MWV,H, MWV,S : momenti flettenti verticali donda, in kN.m, inarcante e insellante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1], ZA : modulo di resistenza, in cm3, nel punto della trave nave in esame.

6
6.1

Dimensionamenti delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame


Fasciame

6.1.1

Spessore minimo netto del fasciame dei fianchi Lo spessore netto del fasciame dei fianchi compreso tra le casse laterali basse e quelle alte deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = L0,5 - tC

Le tensioni tangenziali in ogni punto devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
S 1F = 0, 5 ( Q SW, F + Q WV, F Q C ) ----IY t

6.1.2

dove: QSW,F : taglio in acqua tranquilla, in kN, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con [4.4], : taglio verticale donda, in kN, in condizioni di allagamento, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da assumere, in accordo con [4.4], uguale a: QWV,F = 0,8QWV QWV : taglio verticale donda, in kN, nella sezione trasversale della trave nave in esame, definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.4],

Verifica a instabilit per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza maggiore o uguale a 150 m Queste prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle in Parte B, Cap 7, Sez 1, [5], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza superiore o uguale a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa superiore o uguale a 1,0 t/m3.

QWV,F

Per tali navi, la resistenza a instabilit del fasciame che contribuisce alla robustezza longitudinale della trave nave deve essere verificata anche nelle condizioni di allagamento specificate in [4.4]. Tale verifica deve essere eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1, [5.4.1] e Parte B, Cap 7, Sez 1, [5.4.2], calcolando le tensioni di compressione mediante la seguente formula:
X1, F = S1 S1, F + W1 WV1, F

dove: S1, W1 : coefficienti parziali di sicurezza, definiti in Parte B, Cap 7, Sez 1, [1.2] per le verifiche a instabilit, S1,F, WV1,F : tensioni normali di trave nave, in N/mm2, definite in Tab 1.

= sgn(QSW,F) QC : correzione del taglio, in kN, da calcolarsi come specificato in Parte B, Cap 6, Sez 2, [2.4.1], dove la massa P deve includere la massa dellacqua imbarcata nella stiva e limmersione T1 deve essere misurata alla linea di galleggiamento di equilibrio, : momento dinerzia, in m , della sezione trasversale della nave intorno al suo asse neutro orizzontale, da calcolarsi come specificato in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.4], : momento statico, in m3, della sezione trasversale della nave intorno al suo asse neutro orizzontale, da calcolarsi come specificato Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.5], : spessore, in mm, del fasciame dei fianchi. Criteri di verifica
4

6.2

Rinforzi ordinari

IY

6.2.1 Spessore netto minimo delle costole Lo spessore netto delle costole e delle loro squadre, entro le stive del carico, deve essere non minore dei valori specificati in Tab 2. 6.2.2 Dimensionamento delle costole adiacenti alla paratia di collisione I dimensionamenti netti delle costole, nella stiva del carico prodiera, immediatamente adiacenti alla paratia di collisione devono essere aumentati del 25% rispetto a quelli determinati in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi, al fine di prevenire eccessive deformazioni del fasciame dei fianchi. In alternativa, devono essere sistemate strutture di sostegno delle costole che assicurino la continuit strutturale, entro la stiva prodiera, dei correnti nel gavone di prora. 6.2.3 Rinforzi ordinari delle casse laterali alte e basse Queste prescrizioni si applicano ai rinforzi ordinari dei fianchi e delle paratie longitudinali inclinate delle casse laterali alte e basse, che svolgono funzione di sostegno delle squa-

t 5.1.3

Le tensioni 1F e 1F, calcolate come specificato in [5.1.2], devono soddisfare le seguenti condizioni: 1F 1,ALL 1F 1,ALL dove 1,ALL e 1,ALL sono le tensioni ammissibili normali e tangenziali definite rispettivamente in Parte B, Cap 6, Sez 2, [3.1] e Parte B, Cap 6, Sez 2, [3.2].

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71

Parte E, Cap 4, Sez 3

dre di collegamento sistemate in corrispondenza delle squadre delle costole, in accordo con [3.2.7]. I dimensionamenti di tali rinforzi ordinari devono essere determinati in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi, con la loro campata misurata in accordo con Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.2] tra gli elementi rinforzati delle casse laterali alte e basse. Sistemazioni alternative possono essere considerate nei singoli casi dalla Societ. Ad ogni modo, i dimensionamenti dei rinforzi ordinari devono essere determinati sufficienti a garantire un efficace supporto delle suddette squadre di collegamento. 6.2.4 Verifica a instabilit per le navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza superiore o uguale a 150 m Queste prescrizioni si applicano, in aggiunta a quelle in Parte B, Cap 7, Sez 2, [4], alle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame, di lunghezza superiore o uguale a 150

m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa superiore o uguale a 1,0 t/m3. Per tali navi, la resistenza dei rinforzi ordinari che contribuiscono alla robustezza longitudinale della trave nave deve essere verificata anche nelle condizioni di allagamento specificate in [4.4]. Tale verifica deve essere eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2, [4.4.1], dove le tensioni di compressione devono essere calcolate in accordo con la seguente formula:
X1, F = S1 S1, F + W1 WV1, F

dove: S1, W1 : coefficienti parziali di sicurezza, definiti in Parte B, Cap 7, Sez 2, [1.2] per le verifiche a instabilit, S1,F, WV1,F : tensioni normali di trave nave, in N/mm2, definite in Tab 1.

Tabella 1 : Tensioni normali di compressione nella trave nave in condizioni di allagamento


Condizione zN z<N S1,F in N/mm2
M SW ,FS --------------- ( z N ) 10 3 IY M SW ,FH ---------------- ( z N ) 10 3 IY 0 ,5M WV ,S ----------------------- ( z N ) 10 3 IY 0 ,5M WV ,H ------------------------ ( z N ) 10 3 IY

WV1,F in N/mm2

Nota 1: MSW,FS, MSW,FH : momenti flettenti in acqua tranquilla, in kNm, in condizioni di allagamento, rispettivamente insellante e inarcante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con [4.4], MWV,S, MWV,H : momenti flettenti verticali donda, in kN.m, rispettivamente insellante e inarcante, nella sezione trasversale della trave nave in esame, da calcolarsi in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1],

Tabella 2 : Minimo spessore netto delle costole


Elemento Anima delle costole Squadra inferiore Spessore minimo netto, in mm CL (7,0 + 0,03L1) - tC Il maggiore tra: CL (7,0 + 0,03L1) + 2 - tC lo spessore netto adottato per lanima delle costole Il maggiore tra: CL (7,0 + 0,03L1) - tC lo spessore netto adottato per lanima delle costole

Dimensionamento delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente e del doppio fondo delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m
Dimensionamento delle paratie trasversali stagne corrugate verticalmente in condizioni di allagamento

7.1

Squadra superiore

Nota 1: : CL

L1

coefficiente uguale a: 1,15 per le costole entro la stiva del carico prodiera, 1,0 per le costole entro le altre stive del carico, lunghezza della nave, in m, definita in Parte B, Cap 1, Sez 2, [2].

7.1.1 Applicabilit (1/7/2001) Queste prescrizioni si applicano alle paratie trasversali stagne corrugate delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, che sono delimitate da almeno una stiva del carico, che deve essere considerata singolarmente allagata in accordo con le prescrizioni di cui in [4.6.1]. 7.1.2 Fasciame Lo spessore netto locale della paratia t deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:

72

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Parte E, Cap 4, Sez 3

1, 05p t = 14, 9s W ---------------R eH

gussets, a seconda dei casi, come specificato in [3.5.10], Q : taglio in una corrugazione, da calcolarsi come specificato in [4.6.9], : altezza, in m, delle shedders o delle gussets, a seconda dei casi (vedere da Fig 8 a Fig 12), : pressione risultante, in kN/m2, da calcolarsi a met altezza delle shedders o delle gussets, a seconda dei casi, come specificato in [4.6.8], : modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi a met campata delle corrugazioni come specificato in [3.5.10], senza assumerlo maggiore di 1,15WLE. Verifica a snervamento a taglio delle corrugazioni

dove: p sW : pressione risultante, in kN/m2, definita in [4.6.8], : larghezza del pannello, in m, da assumere uguale alla maggiore tra quella della piattabanda e quella dellanima della corrugazione (vedere Fig 5 ).

hG

pG

Per corrugazioni costituite da lamiere saldate, se gli spessori della piattabanda e dellanima sono diversi: lo spessore netto del pannello di larghezza minore deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
t N = 14, 9s N 1, 05p ---------------R eH

WM

7.1.4

lo spessore netto del pannello di larghezza maggiore deve essere non minore del maggiore tra i valori ottenuti, in mm, dalle seguenti formule:
t W = 14, 9s W 1, 05p ---------------R eH tW = 462sW p 2 --------------------- t NP R eH
2

La tensione tangenziale , calcolata come specificato in [4.6.9], deve soddisfare la seguente condizione:
R eH ------2

7.1.5

Verifica a instabilit a taglio delle anime delle corrugazioni

La tensione tangenziale , calcolata come specificato in [4.6.9], deve soddisfare la seguente condizione:
C

dove: tNP : spessore netto adottato per il pannello di larghezza minore, in mm, da assumere non maggiore di:
1, 05p t NP = 14, 9s W ---------------R eH

dove: C : tensione tangenziale critica di instabilit, che deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E R eH R eH c = ------- 1 --------------- 3 4 3 E R eH per E ---------2 3 R eH per E > ---------2 3

7.1.3

Capacit flessionale delle corrugazioni

La capacit flessionale delle corrugazioni deve essere tale da soddisfare la seguente condizione:
M 3 10 ------------------------------------------------ 0 ,95 ( 0 ,5W LE + W M )R eH

: tensione di instabilit tangenziale di Eulero, che deve essere ottenuta, in N/mm2, dalla seguente formula:
tW 2 E = 0 ,9k t E ------------ 10 3 C

dove: M F WLE : momento flettente in una corrugazione, da calcolarsi come specificato in [4.6.9], : forza risultante, in kN, da calcolarsi come specificato in [4.6.8], : modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi allestremit inferiore delle corrugazioni come specificato in [3.5.9], senza assumerlo maggiore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula:
W LE, M
3 Qh G 0 ,5h G s C p G = W G + 10 -------------------------------------------- R eH 2

kt tW C

: coefficiente da assumere uguale a 6,34, : spessore netto, in mm, delle anime delle corrugazioni, : larghezza, in m, dellanima delle corrugazioni (vedere Fig 5). Fasciame e rinforzi ordinari dei cassonetti inferiore e superiore

7.1.6

WG

: modulo di resistenza netto, in cm3, di met passo di una corrugazione, da calcolarsi allestremit superiore delle shedders o delle

Quando sono sistemati cassonetti inferiore e superiore in accordo rispettivamente con [3.5.3] e [3.5.4], lo spessore netto dei loro fasciami laterali e il modulo di resistenza dei loro rinforzi ordinari devono essere non minori di quelli richiesti in Parte B, Cap 7, Sez 1, [3.5] e Parte B, Cap 7, Sez 2, [3.8] per condizioni di allagamento, considerando il modello di carico in [4.6].

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73

Parte E, Cap 4, Sez 3

7.2

Valutazione della resistenza del doppio fondo e del carico ammissibile nella stiva in condizioni di allagamento

7.2.1 Applicabilit (1/7/2001) Queste prescrizioni si applicano al doppio fondo delle navi portarinfusa con fianchi a singolo fasciame di lunghezza uguale o superiore a 150 m, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa con massa volumica alla rinfusa uguale o superiore a 1,0 t/m3, che appartiene alle stive che devono essere considerate singolarmente allagate in accordo con le prescrizioni di cui in [4.7.1]. 7.2.2 Resistenza a taglio del doppio fondo La resistenza a taglio del doppio fondo deve essere calcolata come la somma delle resistenze a taglio, ad ambedue le estremit, di: ogni madiere esteso tra le casse laterali basse meno met della resistenza a taglio dei due madieri adiacenti ai cassonetti inferiori delle paratie trasversali, o alle due paratie trasversali stesse della stiva se non esiste cassonetto inferiore (ved. Fig 15); la resistenza a taglio dei madieri deve essere calcolata come specificato in [7.2.4], ogni paramezzale del doppio fondo esteso tra i due cassonetti inferiori delle paratie trasversali, o tra le due paratie trasversali stesse della stiva se non esiste cassonetto inferiore; la resistenza a taglio dei paramezzali deve essere calcolata come specificato in [7.2.5]. Nelle stive di estremit, ove paramezzali e madieri si interrompono e non sono direttamente uniti ai cassonetti inferiori di estremit delle paratie trasversali o ai paramezzali delle casse laterali basse, la loro resistenza al taglio dovr essere calcolata a una sola estremit. I paramezzali e i madieri da considerare ai fini del suddetto calcolo sono quelli posti entro i confini della stiva formati dalle casse laterali basse e dai cassonetti inferiori delle paratie trasversali (o dalle paratie trasversali stesse se queste non sono dotate di cassonetti inferiori). I paramezzali delle casse laterali basse e i madieri sottostanti i cassonetti inferiori delle paratie trasversali (o sottostanti le paratie trasversali stesse se queste non sono dotate di cassonetti inferiori) non possono essere considerati ai fini di questo calcolo. Qualora la geometria e/o la struttura stessa del doppio fondo siano tali da rendere inadeguate le suddette assunzioni, la resistenza a taglio del doppio fondo deve essere calcolata mediante calcolo diretto in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per quanto applicabile.

7.2.3 Spessori netti La resistenza a taglio dei madieri e dei paramezzali deve essere calcolata considerando le anime di tali elementi con i loro spessori netti, da ottenersi, in mm, dalla seguente formula:
t N = t 2 ,5

dove: t : spessore lordo, in mm, adottato per lanima dei madieri e dei paramezzali.

7.2.4 Resistenza a taglio dei madieri La resistenza a taglio dei madieri, in kN, deve essere ottenuta dalle seguenti formule: in corrispondenza dei pannelli, che costituiscono le anime dei madieri, adiacenti alle casse laterali basse:
A 3 S F1 = A F ----- 10 1

in corrispondenza delle aperture pi esterne (cio quelle nei pannelli, che costituiscono le anime dei madieri, pi vicini alle casse laterali basse):
A 3 S F2 = A F, H ----- 10 2

dove: AF AF,H : area di sezione netta, in mm2, del pannello adiacente alla cassa laterale bassa, : area di sezione netta, in mm2, del pannello in corrispondenza dellapertura pi esterna (cio quella pi vicina alla cassa laterale bassa), : tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale alla minore tra:
R eH A = 0, 645 -------------------0 ,8 ( s tN )
0 ,6

R eH A = ------3

tN s 1 2

: spessore netto dellanima del madiere, in mm, definito in [7.2.3], : intervallo, in m, degli elementi di irrigidimento del pannello di madiere in esame, : coefficiente da assumere uguale a 1,1, : coefficiente da assumere uguale, in generale, a 1,2; pu essere ridotto a 1,1 quando sono sistemati idonei rinforzi in corrispondenza dellapertura pi esterna, la cui adeguatezza deve essere esaminata dalla Societ nei singoli casi.

74

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 15 : Struttura del doppio fondo


Cassonetto basso Paratia trasversale

Madiere adiacente Madiere adiacente alla al cassonetto paratia trasversale CL

Paramezzali

Madieri

7.2.5

Resistenza a taglio dei paramezzali

La resistenza a taglio dei paramezzali, in kN, deve essere ottenuta dalle seguenti formule: in corrispondenza dei pannelli, che costituiscono le anime dei paramezzali, adiacenti ai cassonetti inferiori (o alle paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori):
A 3 S G1 = A G ----- 10 1

deve essere esaminata dalla Societ nei singoli casi. 7.2.6 Carico ammissibile nella stiva Il carico ammissibile nella stiva, deve essere ottenuto, in t, dalla seguente formula:
1 W = B V -F

dove: F : coefficiente da assumere uguale a: F = 1,1 in generale, F = 1,05 per acciai laminati, V hB : volume, in m3, occupato dal carico allaltezza hB (vedere Fig 14), : altezza di compenso del carico, in m, da ottenersi dalla seguente formula:
X h B = -------B g

in corrispondenza delle pi grandi aperture esterne (cio quelle nei pannelli, che costituiscono le anime dei paramezzali, pi vicini ai cassonetti inferiori, o alle paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori):
A 3 S G2 = A G, H ----- 10 2

AG

: area di sezione netta, in mm2, del pannello adiacente al cassonetto inferiore (o alla paratia trasversale se non sistemato un cassonetto inferiore), : area di sezione netta, in mm2, del pannello in corrispondenza della pi grande apertura esterna (cio quella pi vicina al cassonetto inferiore, o alla paratia trasversale se non sistemato un cassonetto inferiore), : tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2, definita in [7.2.4], dove tN lo spessore netto dellanima del paramezzale, : coefficiente da assumere uguale a 1,1, : coefficiente da assumere uguale, in generale, a 1,15; pu essere ridotto a 1,1 quando sono sistemati idonei rinforzi in corrispondenza dellapertura pi esterna, la cui adeguatezza

: pressione, in kN/m2, da ottenersi dalle seguenti formule: per carichi secchi alla rinfusa, il minore tra:
Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F ) X = -------------------------------------------------------- 1 + ---- ( perm 1 ) B X = Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F perm )

AG,H

per acciai laminati:


Z + g ( z F 0 ,1D 1 h F ) X = -------------------------------------------------------- 1 ---B

1 2

perm Z

: permeabilit del carico, che pu essere assunta non maggiore di 0,3, : pressione, in kN/m2, da assumere uguale alla minore tra:

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75

Parte E, Cap 4, Sez 3

CH Z = -----------A DB ,H CE Z = ----------A DB ,E

8
8.1

Parte prodiera
Rinforzo dell'area prodiera del fondo piatto

CH

: resistenza a taglio del doppio fondo, in kN, da calcolarsi come specificato in [7.2.2], considerando, per ogni madiere, la minore delle resistenze a taglio SF1 ed SF2 (vedere [7.2.4]) e, per ogni paramezzale, la minore delle resistenze a taglio SG1 e SG2 (vedere [7.2.5]), : resistenza a taglio del doppio fondo, in kN, da calcolarsi come specificato in [7.2.2], considerando, per ogni madiere, la resistenza a taglio SF1 (vedere [7.2.4]) e, per ogni paramezzale, la minore delle resistenze a taglio SG1 e SG2 (vedere [7.2.5])
n

8.1.1 Immersione minima a prora (1/7/2003) La struttura del fondo a prora deve essere rinforzata in accordo con le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 1, [3] contro le pressioni dinamiche dovute all'impatto sul fondo per la condizione indicata in [4.3.2] alla immersione minima a prora.

CE

9
9.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora

A DB ,H =

S B
i i=1 n i

9.1.1 Generalit (1/1/2004) Le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [9.1.2].

DB ,i

A DB ,E =

S (B
i=1

DB

s)

Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2. 9.1.2 Dimensioni (1/1/2004) Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 17. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0.5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico No.1. Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva No.1 ed alla copertura della boccaporta No.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF HC

: numero dei madieri tra i cassonetti inferiori (o le paratie trasversali se non sono sistemati cassonetti inferiori), : intervallo delli-esimo madiere, in m, : lunghezza, in m, da assumere uguale a: BDB,i = BDB - s per i madieri per i quali SF1 < SF2 (vedere [7.2.4]), BDB,i = BDB,h per i madieri per i quali SF1 SF2 (vedere [7.2.4]),

Si BDB,i

BDB BDB,h s

: larghezza, in m, del doppio fondo tra le casse laterali basse (vedere Fig 16), : distanza, in m, tra due aperture prese in esame (vedere Fig 16), : intervallo, in m, dei rinforzi ordinari longitudinali del cielo del doppio fondo adiacenti alle casse laterali basse. Figura 16 : Dimensioni BDB e BDB,h
B DB,h

B DB

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 17).

76

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Figura 17 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)


Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

Figura 18 : Fianchi a singolo fasciame - Aree da pitturare Cassa longitudinale alta

lF Paratia prodiera

Area da pitturare

10 Protezione delle strutture metalliche dello scafo


10.1 Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra
10.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

30

Cassa longitudinale bassa

10.2.4 Aree dei fianchi a doppio fasciame da pitturare Le aree da pitturare sono le superfici interne di: fasciame dei fianchi interni, le superfici interne delle lamiere inclinate delle casse laterali alte e delle casse longitudinali basse fino a una distanza di 300 mm al di sotto della loro estremit superiore. Tali aree sono illustrate in Fig 19. Figura 19 : Fianchi a doppio fasciame - Aree da pitturare
Cassa longitudinale alta

10.2 Protezione delle stive del carico


10.2.1 Pitturazione La scelta della pitturazione adeguata al carico di cui si prevede il trasporto, in particolare per quanto riguarda la sua compatibilit col carico stesso, e le modalit di applicazione in accordo con le raccomandazioni del produttore sono responsabilit del Cantiere e dellArmatore. 10.2.2 Applicabilit Tutte le superfici interne ed esterne delle mastre e delle coperture delle boccaporte e tutte le superfici interne delle stive del carico (fianchi e paratie trasversali) devono essere protette per mezzo di un efficace pitturazione, di tipo epossidico o equivalente, applicata in accordo con le raccomandazioni del produttore. Le aree dei fianchi (a singolo o doppio fasciame) e delle paratie trasversali da pitturare sono specificate da [10.2.3] a [10.2.5]. 10.2.3 Aree dei fianchi a singolo fasciame da pitturare Le aree da pitturare sono: le superfici interne del fasciame dei fianchi, le costole con relative squadre di estremit, le superfici interne delle lamiere inclinate delle casse laterali alte e, fino a una distanza di 300 mm al di sotto delle lamiere inclinate delle casse laterali basse. Tali aree sono illustrate in Fig 18.

Area da pitturare

30

Cassa longitudinale bassa

10.2.5 Aree delle paratie trasversali da pitturare Le aree da pitturare sono la parte superiore fino a 300 mm al di sotto delle estremit superiori dei cassonetti inferiori. Quando non sono sistemati cassonetti inferiori, le paratie

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77

Parte E, Cap 4, Sez 3

trasversali devono essere pitturate interamente. Le aree da pitturare sono illustrate in Fig 20.

11 Costruzione e prove
11.1 Saldature e collegamenti saldati
11.1.1 In Tab 3 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2

per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo dei collegamenti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 3 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

11.2 Particolari strutturali speciali


11.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.5] specifiche per le navi con notazione di servizio bulk carrier ESP.

Figura 20 : Paratie trasversali - Aree da pitturare

Area da pitturare

Area da pitturare

Area da pitturare

300 mm

300 mm 300 mm 300 mm

300 mm

300 mm

Figura 21 : Zone a e b delle saldature delle costole

Cassa longitudinale alta

Zona "a"

0,25l

Zona "b"

Zona "a"
0,25l

Cassa longitudinale bassa

78

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, Sez 3

Tabella 3 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona dello scafo Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico Collegamento di paramezzali madieri con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie o dei loro cassonetti inferiori, in generale fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie stagne corrugate o dei loro cassonetti inferiori madieri (paramezzali interrotti) Paratie strutture delle paratie di cisterne e delle paratie stagne (di compartimentazione) lamiere superiori dei cassonetti inferiori o, se non sono sistemati cassonetti inferiori, cielo del doppio fondo e lamiere inclinate delle casse basse laterali fasciami e rinforzi ordinari (paratie piane) corrugazioni verticali (paratie corrugate)

Coeff. di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,35 0,45 Saldatura a piena penetrazione

lamiere inferiori dei cassonetti superiori o, se non sono sistemati cassonetti superiori, strutture del ponte e lamiere inclinate delle casse laterali alte strutture dei fianchi strutture dei cassonetti inferiori contorni fasciame dei cassonetti inferiori, in generale

0,45

0,35 0,45

Saldatura a piena o parfasciame dei cassonetti inferiori che supportano paratie stagne cor- ziale penetrazione rugate rinforzi ordinari e diaframmi strutture dei cassonetti superiori shedders efficaci (vedere [3.5.7]) gussets efficaci (vedere [3.5.8]) contorni corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori corrugazioni verticali e shedders 0,45 0,45 Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente Saldatura a piena penetrazione Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente 0,45 (2) 0,4 (2)

Fianchi

anima delle costole e relative squadre di estremit

fasciame dei fianchi, delle lamiere inclinate delle casse laterali basse e alte, delle piattabande

nella zona a (1) nella zona b (1)

(1) (2)

Le zone a e b sono definite in Fig 21. Qualora le forme dello scafo siano tali da impedire la realizzazione di un efficiente cordone di saldatura dangolo, la Societ pu richiedere una preparazione adeguata delle anime delle costole e delle relative squadre di estremit, al fine di assicurare lo stesso grado di efficienza di quello della saldatura richiesta.

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79

Parte E, Cap 4, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI

1
1.1

Drenaggio e svuotamento dei locali prodieri


Applicabilit

1.2

Capacit di rimozione dell'acqua

1.1.1 (1/1/2005) Le presenti prescrizioni si applicano alle navi portarinfusa che devono soddisfare le disposizioni della Regola 13 del Capitolo XII della Convenzione SOLAS.

1.2.1 (1/1/2005) L'impianto di rimozione dell'acqua per le cisterne di zavorra ubicate a proravia della paratia di collisione e per le sentine di spazi asciutti, qualsiasi parte dei quali si estenda a proravia della stiva ubicata pi verso prora, deve essere progettato per rimuovere l'acqua dagli spazi prodieri con una portata che non sia inferiore a 320A m3/h, essendo A l'area, in m2, della sezione trasversale del pi grande dei tubi di sfogo d'aria o della pi grande tromba di ventilazione collegati dal ponte esposto ad uno spazio chiuso prodiero per il quale sia richiesta la rimozione dell'acqua mediante detto impianto.

80

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

APPENDICE 1

CRITERI DI STABILIT ALLO STATO INTEGRO PER CARICAZIONE DI GRANAGLIE

Calcolo dei momenti inclinanti assunti dovuti allo spostamento del carico
Stivaggio delle granaglie alla rinfusa
Generalit

A caricazione ultimata, tutte le superfici libere delle granaglie nei "compartimenti parzialmente pieni" devono essere livellate. 1.1.5 Fissaggio del carico

1.1
1.1.1

Tutte le operazioni necessarie e ragionevoli devono essere eseguite per livellare tutte le superfici libere delle granaglie e per ridurre al minimo leffetto dello spostamento delle granaglie (stivaggio). 1.1.2 Compartimenti pieni stivati

In ogni "compartimento pieno stivato", come definito in Sez 3, [2.1.2], le granaglie alla rinfusa devono essere stivate in modo da riempire tutti gli spazi sotto i ponti e i coperchi delle boccaporte fino al massimo possibile. 1.1.3 Compartimenti pieni non stivati

A meno che si tenga conto dello sfavorevole effetto dello sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie in accordo con il presente Regolamento, la superficie delle granaglie alla rinfusa in ogni "compartimento parzialmente pieno" deve essere fissata per prevenire un movimento delle granaglie, con un fermacarico come descritto in [1.9.1] a [1.9.3]. In alternativa, nei "compartimenti parzialmente pieni", la superficie delle granaglie alla rinfusa pu essere fissata per mezzo di fascette o legature come descritto in [1.9.4] o [1.9.5]. Gli spazi inferiori del carico e gli interponti in corrispondenza degli stessi possono essere caricati come un unico compartimento purch, nel calcolare i momenti sbandanti trasversali, sia tenuto debito conto del fluire delle granaglie negli spazi inferiori. 1.1.6 Divisioni longitudinali

In ogni "compartimento pieno non stivato", come definito in Sez 3, [2.1.3], si deve riempire di granaglie alla rinfusa fino al massimo possibile lo spazio in corrispondenza dellapertura della boccaporta, ma le granaglie possono essere al loro angolo di natural declivio al di fuori della periferia dellapertura della boccaporta. Un "compartimento pieno" pu qualificarsi come tale se ricade in una delle seguenti categorie: a) la Societ pu, in base a [1.7], dispensare dallo stivaggio in quei casi dove viene tenuto conto, nel calcolare le altezze dei vuoti, della geometria del vuoto sotto il ponte risultante dal libero fluire delle granaglie in un compartimento, che pu essere provvisto di condotti di alimentazione, ponti perforati o altri simili mezzi, oppure b) il compartimento "specialmente idoneo" come definito in Sez 3, [2.1.6], nel qual caso si possono dispensare dallo stivaggio le estremit di detto compartimento. 1.1.4 Granaglie in compartimenti parzialmente pieni

Nei "compartimenti pieni, stivati", "compartimenti pieni, non stivati" e "compartimenti parzialmente pieni" possono essere installate divisioni longitudinali come mezzo per ridurre lavverso effetto di sbandamento dovuto allo spostamento delle granaglie, purch: a) la divisione sia stagna alle granaglie, b) la costruzione soddisfi le norme della Parte B per le paratie longitudinali; se non prevista nessuna norma particolare vedere MSC Res. 23(59) sect.11-14; e c) se installate negli interponti, le divisioni devono estendersi da ponte a ponte e negli altri spazi del carico le divisioni devono estendersi verso il basso dalla faccia inferiore del ponte o copertura di boccaporta, come descritto in [1.3.2] a) (secondo punto), Nota 2 , [1.3.2] b), Nota 7, oppure [1.6.1] b), in quanto applicabili.

Se non vi sono granaglie alla rinfusa o altri carichi al di sopra di uno spazio inferiore per il carico contenente granaglie, le coperture delle boccaporte devono essere assicurate chiuse in modo approvato con riguardo alla massa e alle sistemazioni permanenti fornite per assicurare chiusi tali coperchi. Quando le granaglie alla rinfusa sono stivate sopra ai coperchi chiusi di boccaporte dinterponte che non sono stagni alle granaglie, tali coperchi devono essere resi stagni alle granaglie sigillando i giunti, coprendo lintera boccaporta con incerate o teli di separazione o altri mezzi adatti.

1.2
1.2.1

Ipotesi generali
Vuoti negli spazi caricati con granaglie

Allo scopo di calcolare lo sfavorevole momento sbandante dovuto ad uno spostamento della superficie del carico nelle navi che trasportano granaglie alla rinfusa si assume che: a) Nei compartimenti pieni che sono stati stivati in accordo con [1.1.2], esista un vuoto sotto tutte le superfici di contorno, che hanno uninclinazione rispetto allorizzontale inferiore a 30, e quel vuoto parallelo alla

Regolamenti RINA 2005

81

Parte E, Cap 4, App 1

superficie di contorno avendo unaltezza media calcolata con la formula:


V d = V d1 + 0 ,75 ( d 600 )

Tabella 1 : Altezza standard del vuoto


Distanza, in m, dallestremit o dal fianco della boccaporta al contorno del compartimento 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 Altezza standard del vuoto Vd1, in mm 570 530 500 480 450 440 430 430 430 430 450 470 490 520 550 590

dove: Vd Vd1 d : altezza media del vuoto, in mm, : altezza standard del vuoto, in mm, dalla Tab 1, : altezza effettiva della trave, in mm.

In ogni caso, Vd deve essere assunto maggiore od uguale a 100 mm. b) Entro le boccaporte piene e in aggiunta ad ogni vuoto aperto entro il coperchio della boccaporta, esista un vuoto di altezza media pari a 150 mm misurato verso il basso fino alla superficie del grano, dalla parte inferiore della copertura della boccaporta ovvero dal punto pi alto della mastra laterale della boccaporta, assumendo il valore minore. c) In un "compartimento pieno, non stivato" che esentato dallo stivaggio al di fuori della periferia della boccaporta in base alle disposizioni in [1.1.3] a), si deve assumere che la superficie delle granaglie a caricazione ultimata sia inclinata, entro lo spazio vuoto sottoponte in tutte le direzioni, con un angolo di 30 sullorizzontale a partire dal margine dellapertura che determina il vuoto. d) In un "compartimento pieno, non stivato" che sia esentato dallo stivaggio nelle estremit del compartimento in base alle disposizioni in [1.1.3] b), si deve assumere che la superficie delle granaglie a caricazione ultimata sia inclinata in tutte le direzioni dalla zona di riempimento con un angolo di 30 dal margine inferiore del baglio di testa della boccaporta. Peraltro, se sono praticati fori di alimentazione nei bagli di testa della boccaporta in accordo con la Tab 2, allora si deve assumere che la superficie delle granaglie, dopo la caricazione, sia inclinata in tutte le direzioni con un angolo di 30 da una linea sul baglio di testa che la media dei picchi e degli avvallamenti della superficie reale delle granaglie, come indicato nella Fig 1. La descrizione del modo di comportarsi della superficie delle granaglie da assumersi nei compartimenti parzialmente pieni contenuta in [1.6].

Nota 1: Per distanze dal contorno maggiori di 8,0 m, laltezza standard del vuoto Vd1 deve essere estrapolata linearmente con incrementi di 80 mm per ciascun 1,0 m di aumento della lunghezza. Nota 2: Nella zona dangolo di un compartimento la distanza del contorno la distanza perpendicolare dalla linea dellanguilla laterale della boccaporta ovvero dalla linea del baglio di testa della boccaporta al contorno del compartimento, se maggiore. Laltezza della trave d da assumersi laltezza dellanguilla laterale della boccaporta ovvero del baglio di testa, se minore. Nota 3: Laddove esista un ponte rialzato al di l della boccaporta, la profondit media del vuoto misurata dalla faccia inferiore del ponte rialzato deve essere calcolata sulla base dellaltezza standard in associazione con unaltezza di trave del baglio di testa pi laltezza del ponte rialzato.

82

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

Tabella 2 : Prescrizioni per i fori di alimentazione


Diametro minimo, in mm 90 100 110 120 130 140 150 160 170 Area, in cm2 63,6 78,5 95,0 113,1 133,0 154,0 177,0 201,0 227,0 Intervallo massimo, in m 0,60 0,75 0,90 1,07 1,25 1,45 1,67 1,90 2,00

tro del volume dellintero compartimento di carico senza tener conto dei vuoti. In tutti i casi il peso del carico deve essere il volume del carico (risultante dalle ipotesi indicate in [1.2.1] c) oppure [1.2.1] d)) diviso per il fattore di stivaggio. 1.2.4 Ipotesi per i compartimenti parzialmente pieni Nei compartimenti parzialmente pieni dello sfavorevole effetto dello spostamento verticale della superficie delle granaglie deve essere tenuto conto come segue:
M H ,T = 1 ,12 M H ,C

dove MH,T e MH,C sono definiti in [1.2.2]. 1.2.5 Metodi equivalenti Ogni altro metodo egualmente efficace pu essere adottato per ottenere le compensazioni prescritte in [1.2.2] e [1.2.4].

1.2.2 Ipotesi per i compartimenti pieni, stivati Nelle verifiche dei criteri di stabilit specificati in Sez 3, [2.2.3], i calcoli di stabilit della nave devono normalmente essere basati sullipotesi che il centro di gravit del carico in un "compartimento pieno, stivato" corrisponda al centro volumetrico dellintero spazio di carico. In quei casi dove la Societ autorizza a tenere conto delleffetto dei vuoti assunti sottoponte sulla posizione verticale del centro di gravit del carico nei "compartimenti pieni, stivati", necessario compensare lo sfavorevole effetto dello spostamento verticale della superficie delle granaglie aumentando lassunto momento inclinante dovuto allo spostamento trasversale delle granaglie come segue:
M H ,T = 1 ,06 M H ,C

1.3

Momenti volumetrici inclinanti assunti per un compartimento pieno, stivato

1.3.1 Generalit Il movimento della superficie delle granaglie riferito alla sezione trasversale della parte di compartimento presa in considerazione e il momento inclinante che ne risulta deve essere moltiplicato per la lunghezza della stessa parte di compartimento per ottenere il momento inclinante relativo. Il momento inclinante trasversale dovuto allo spostamento delle granaglie una conseguenza dei cambiamenti finali di forma e posizione dei vuoti dopo che le granaglie si sono mosse trasversalmente. La superficie risultante delle granaglie dopo lo spostamento deve essere assunta inclinata a 15 sullorizzontale. Nel calcolare larea del massimo vuoto che si pu formare contro un elemento strutturale longitudinale, gli effetti di ogni superficie orizzontale, per esempio le flange o le piattabande, devono essere ignorati. Le aree totali dei vuoti iniziali e finali devono risultare uguali.

dove: : momento inclinante totale, in t.m MH,T MH,C : momento inclinante trasversale calcolato, in t.m In tutti i casi il peso del carico in un "compartimento pieno, stivato" deve essere il volume dellintero spazio di carico diviso per il fattore di stivaggio. 1.2.3 Ipotesi per i compartimenti pieni non stivati Il centro di gravit del carico in un "compartimento pieno non stivato deve essere assunto in corrispondenza del cen-

Figura 1 : Superficie efficace delle granaglie da assumersi

30
fori di alimentazione baglio di testa della boccaporta

superficie reale delle granaglie

superficie efficace delle granaglie

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Parte E, Cap 4, App 1

Elementi strutturali longitudinali stagni alle granaglie possono essere considerati efficaci per tutta la loro altezza eccetto dove essi sono intesi come mezzo per ridurre leffetto sfavorevole dello spostamento delle granaglie, nel qual caso si applicano le disposizioni di [1.1.6]. Una divisione longitudinale discontinua pu essere considerata efficace per tutta la sua lunghezza. 1.3.2 Ipotesi

Nota 3: AB: Ogni area in eccesso di quella che pu formarsi contro languilla in B deve essere trasferita nellarea finale del vuoto entro la boccaporta. Nota 4: CD: Ogni area in eccesso di quella che pu formarsi contro languilla in E deve essere trasferita nellarea finale del vuoto del lato alto.

Figura 4 : Andamento finale del vuoto


150 mm pi ogni vuoto aperto della copertura entro il vuoto della boccaporta C D E

Nei paragrafi seguenti si assume che il momento inclinante totale per un compartimento si ottenga sommando i risultati delle singole parti seguenti: a) avanti e addietro le boccaporte: se un compartimento ha due o pi boccaporte principali attraverso le quali pu effettuarsi la caricazione, laltezza del vuoto sottoponte per la parte o le parti fra dette boccaporte deve essere determinata usando la distanza in senso longitudinale al punto di mezzo fra le boccaporte, dopo lo spostamento ipotizzato delle granaglie landamento finale del vuoto come indicato in Fig 2.
Vd

lato basso

J C L

lato alto 0.6 m

Nota 5: Larea del vuoto in eccesso da AB deve trasferirsi nella met verso il lato basso della boccaporta nella quale si formano due aree separate del vuoto finale: una contro la divisione in mezzeria e laltra contro la mastra longitudinale della boccaporta e languilla del lato alto. Nota 6: Se viene formata una scodella di granaglie in sacchi oppure un imballaggio riempito di granaglie alla rinfusa dentro una boccaporta si deve assumere, allo scopo di calcolare il momento inclinante trasversale, che tale dispositivo sia almeno equivalente alla divisione in mezzeria. Nota 7: Se la divisione in mezzeria stata sistemata in accordo con [1.1.6], essa deve estendersi ad almeno 0,6 m sotto H ovvero J, se ne risulta unaltezza maggiore.

b) Allinterno e a fianco delle boccaporte senza divisione longitudinale, dopo lo spostamento ipotizzato delle granaglie landamento finale del vuoto come mostrato in Fig 3 oppure in Fig 4. Figura 2 : Andamento finale del vuoto
A B C

Vd
lato basso

lato alto

1.3.3 Compartimenti caricati in combinazione I seguenti paragrafi descrivono la maniera di comportarsi dei vuoti che devono essere assunti quando i compartimenti vengono caricati in combinazione: a) Senza efficace divisione in mezzeria: Sotto il ponte superiore: come nel caso di ponte singolo descritto in [1.3.2] a) (secondo punto) e [1.3.2] b). Sotto il secondo ponte (se applicabile): larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso, cio larea del vuoto originale meno larea contro languilla sotto la mastra della boccaporta deve assumersi che si trasferisca come segue: una met nella boccaporta del ponte superiore e un quarto ciascuno verso il lato alto sotto il ponte superiore e il secondo ponte. Sotto il terzo ponte e ponti inferiori (se applicabile): le aree dei vuot disponibil per il trasferimento dal lato basso di ciascuno di questi ponti devono assumersi che si trasferiscano in quantit uguali in tutti i vuoti sotto i ponti nel lato alto e nel vuoto nella boccaporta del ponte superiore. b) Con effettiva divisione in mezzeria che si estende nella boccaporta del ponte superiore: A livello di tutti i ponti ai lati della divisione le aree dei vuoti disponibili per il trasferimento dal lato basso devono assumersi che si trasferiscano nel vuoto sotto la met dal lato basso della boccaporta del ponte superiore

D C Ldivisione longitudinale

Nota 1: Se larea del massimo vuoto che si pu formare contro languilla in B inferiore allarea iniziale del vuoto sotto AB, cio AB.Vd, si assume che larea in eccesso si trasferisca nel vuoto finale del lato alto. Nota 2: Se, per esempio, la divisione longitudinale in C stata sistemata in accordo con [1.1.6], essa deve essere estesa almeno fino a 0,6 m sotto D ovvero E se ne risulta unaltezza maggiore.

Figura 3 : Andamento finale del vuoto


150 mm pi ogni vuoto aperto della copertura entro il vuoto della boccaporta

C A
Vd

D E F

lato alto lato basso

84

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Parte E, Cap 4, App 1

A livello del ponte immediatamente sotto il fondo della divisione, larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso deve assumersi che si trasferisca come segue: una met nel vuoto sotto la met dal lato basso della boccaporta del ponte superiore e il rimanente in eguali quantit nei vuoti sotto i ponti nel lato alto A livello dei ponti pi bassi di quelli descritti sopra, larea del vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso di ciascuno di quei ponti deve assumersi che si trasferisca in eguali quantit nei vuoti in ciascuna delle due met della boccaporta del ponte superiore per ciascun lato della divisione e i vuoti sotto i ponti nel lato alto.

a) La superficie risultante delle granaglie a fianco della boccaporta dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 15 sullorizzontale b) La superficie risultante delle granaglie alle estremit, avanti e addietro della boccaporta dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 25 sullorizzontale.

1.5

Momenti inclinanti volumetrici assunti per i cofani delle boccaporte

1.5.1 Dopo lo spostamento assunto delle granaglie landamento finale del vuoto come indicato nella Fig 5.
Nota 1: Se gli spazi laterali in corrispondenza del cofano non possono essere opportunamente stivati in accordo con [1.1], si deve assumere che si verifichi uno spostamento della superficie a 25.

c) Con efficaci divisioni in mezzeria che non si estendano nella boccaporta del ponte superiore: Poich si pu assumere che non si verifichino trasferimenti orizzontali di vuoti allo stesso livello del ponte come della divisione, larea di vuoto disponibile per il trasferimento dal lato basso a questo livello deve assumersi che si trasferisca sopra la divisione nei vuoti nel lato alto in accordo con i principi di a) e b).

1.6

Momenti incliananti volumetrici assunti per un compartimento parzialmente pieno

1.6.1 a) Quando la superficie libera delle granaglie alla rinfusa non stata bloccata in accordo ai paragrafi da [1.9.1] a [1.9.3], [1.9.4], o [1.9.5], si deve assumere che la superficie delle granaglie dopo lo spostamento sia inclinata di 25 sullorizzontale. b) In un compartimento parzialmente pieno, una divisione, se sistemata, deve estendersi da un ottavo della massima larghezza del compartimento sopra il livello della superficie delle granaglie fino alla stessa distanza sotto la superficie delle granaglie. c) In un compartimento nel quale le divisioni longitudinali non sono continue fra i limiti trasversali, la lunghezza per la quale ogni tale divisione efficace come mezzo per prevenire spostamenti a piena larghezza della superficie delle granaglie deve essere assunta la lunghezza reale della parte di divisione in considerazione meno due settimi della maggiore delle distanze trasversali fra la divisione e quelle adiacenti ovvero il fianco della nave. Questa correzione non si applica nei compartimenti inferiori di ogni carico in combinazione nel quale il compartimento superiore o un compartimento pieno o uno parzialmente pieno.

1.4

Momenti inclinanti volumetrici assunti per un compartimento pieno non stivato


Generalit

1.4.1

Tutte le disposizioni per i "compartimenti pieni, stivati" stabilite in [1.3] si applicano anche ai "compartimenti pieni non stivati" eccetto come indicato in [1.4.2]. 1.4.2 Prescrizioni addizionali

Nei "compartimenti pieni, non stivati" che sono esentati dallo stivaggio fuori della periferia della boccaporta secondo le disposizioni di [1.1.3] a) si applicano le seguenti ipotesi: a) La superficie risultante delle granaglie dopo lo spostamento deve assumersi inclinata di 25 sullorizzontale. Comunque, se in una qualunque sezione del compartimento, avanti, addietro o di fianco alla boccaporta, larea trasversale media del vuoto in quella sezione uguale o inferiore allarea che si otterrebbe applicando la [1.2.1] a), allora langolo della superficie delle granaglie dopo lo spostamento in quella sezione deve essere assunto pari a 15 sullorizzontale, b) Larea del vuoto in ogni sezione trasversale del compartimento deve assumersi essere la stessa sia prima che dopo lo spostamento delle granaglie, cio si deve assumere che non si verifichi unalimentazione addizionale al momento dello spostamento delle granaglie. Nei "compartimenti pieni, non stivati" che sono esentati dallo stivaggio nelle estremit, avanti e addietro della boccaporta, secondo le disposizioni in [1.1.3] b) si applicano le seguenti ipotesi:

1.7

Altre ipotesi

1.7.1 la Societ pu autorizzare deroghe alle ipotesi contenute in questo Regolamento in quei casi dove esso consideri c giustificato avendo riguardo alle disposizioni di caricazione oppure per le sistemazioni strutturali, purch siano soddisfatti i criteri di stabilit in Sez 3, [2.2.3] . Quando tale autorizzazione concessa in base a questa regola, i particolari relativi devono esseri inclusi nel "Libretto di stabilit per la caricazione di granaglie". Tali particolari comprendono i calcoli addizionali dei momenti inclinanti per stive piene con estremit non stivate; un esempio dei quali riportato in [2.1].

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Figura 5 : Andamento finale del vuoto

15

15

lato basso Vedere nota


25

lato alto Vedere nota

15

15

2 area del vuoto in eccesso in mezzeria 3 1 3 area del vuoto sul lato alto

1.8

Scodelle

1.8.1 Allo scopo di ridurre il momento inclinante pu essere usata una scodella al posto di una divisione longitudinale, in corrispondenza dellapertura di una boccaporta, soltanto in un compartimento "pieno e stivato" come definito in Sez 3, [2.1.2], eccetto nel caso di semi di lino e altri semi aventi caratteristiche analoghe, dove una divisione longitudinale non pu essere sostituita con una scodella. Se viene sistemata una divisione longitudinale, essa deve soddisfare i requisiti di [1.1.6]. 1.8.2 Laltezza della scodella, misurata dal fondo della stessa fino alla linea del ponte, deve essere come segue: per navi aventi larghezza fuori ossatura fino a 9,1 m, non meno di 1,2 m, per navi aventi larghezza fuori ossatura di 18,3 m o pi, non meno di 1,8 m, per navi aventi larghezza fuori ossatura fra 9,1 m e 18,3 m, la minima altezza della coppa deve essere ricavata per interpolazione.

1.8.4 In alternativa al riempimento della scodella con granaglie in sacchi o altro carico adatto, in un compartimento "pieno e stivato" si pu usare un imballaggio di granaglie alla rinfusa purch: a) le dimensioni e i mezzi per mantenere limballaggio in posto siano gli stessi specificati per la scodella in [1.8.2] e [1.8.3], b) la scodella sia foderata con materiale a soddisfazione della Societ avente un carico di rottura per trazione non inferiore a 2,687 N per striscia di 5 cm e che sia provvisto di mezzi di fissaggio adatti alla sommit, c) come alternativa a b), un materiale a soddisfazione della Societ avente un carico di rottura non inferiore a 1,344 N per striscia di 5 cm si pu usare se la scodella costruita come segue: legature trasversali a soddisfazione della Societ siano sistemate entro la scodella formata nelle granaglie alla rinfusa a intervalli non superiori a 2,4 m. Queste legature devono essere di lunghezza sufficiente da permettere di venire tirate saldamente e assicurate alla sommit della scodella, un pagliolo in legno di spessore non inferiore a 25 mm o altro materiale adatto di egual robustezza, largo tra 150 mm e 300 mm, deve essere sistemato longitudinalmente sopra queste legature per prevenire tagli o logoramento del materiale che deve essere impiegato per foderare la scodella,

1.8.3 La parte superiore della scodella (bocca) deve essere formata dalla struttura sottoponte in corrispondenza della boccaporta, cio anguille laterali o mastre e bagli di testa della boccaporta. La scodella e la boccaporta soprastante devono essere completamente riempite di granaglie in sacchi, o altro carico adatto, steso su teli di separazione o equivalenti e stivato strettamente contro le strutture adiacenti, in modo tale da avere una superficie di contatto con tali strutture per unaltezza uguale a o maggiore della met dellaltezza specificata in [1.8.2]. Se la struttura dello scafo non adatta per procurare tale superficie di contatto, la coppa deve essere fissata in posizione per mezzo di cavi dacciaio, catene, o doppi nastri dacciaio come specificato in [1.9.4] d) ad intervalli non superiori a 2,4 m.

d) la scodella deve essere riempita con granaglie alla rinfusa e assicurata alla sommit eccetto che, quando viene usato materiale approvato in conformit con c), un ulteriore pagliolo deve essere sovrapposto dopo il posizionamento del materiale prima che la scodella sia chiusa saldamente sistemando le legature, e) se viene usato p di uno strato di materiale per foderare la scodella, essi devono essere uniti in fondo o cucendoli o raddoppiando il lembo,

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Parte E, Cap 4, App 1

f) la sommit della scodella deve coincidere con il lato inferiore dei bagli quando questi sono in posto e un adatto carico generale o granaglie alla rinfusa possono essere posti fra i bagli sopra la scodella.

1.9

Fermacarico e fissaggio

1.9.1 Granaglie in sacchi Quando vengono utilizzate granaglie in sacchi o altri carichi adatti allo scopo di fissare saldamente "compartimenti parzialmente pieni", la superficie libera delle granaglie deve essere spianata e deve essere coperta da un telo di separazione o equivalente o da unadeguata piattaforma. Tale piattaforma deve consistere di supporti a intervalli di non p di 1,2 m e di tavole da 25 mm posate sopra tali supporti e intervallate non p di 100 mm. Le piattaforme possono essere costruite di altri materiali purch ritenuti equivalenti dalla Societ. 1.9.2 Piattaforme di separazione La piattaforma o il telo di separazione deve essere coperto con granaglie in sacchi strettamente stivati ed estendentisi fino ad unaltezza non inferiore ad un sedicesimo della massima larghezza della superficie libera delle granaglie ovvero 1,2 m, se questultimo valore risulta maggiore. 1.9.3 Carico equivalente Le granaglie in sacchi devono essere sistemate in sacchi robusti che devono essere ben riempiti e chiusi con sicurezza. Invece di granaglie in sacchi, possono essere usati altri adatti carichi strettamente stivati ed esercitanti almeno la stessa pressione delle granaglie in sacchi stivati in accordo con [1.9.2]. 1.9.4 Nastrature o legature Quando, allo scopo di eliminare i momenti inclinanti nei compartimenti parzialmente pieni, viene utilizzata una nastratura o legatura, il fissaggio deve essere ottenuto come segue: a) le granaglie devono essere stivate e livellate fino al punto che risultino molto leggermente convesse e coperte con teli di separazione di canapa o iuta, incerate o equivalenti, b) i teli di separazione e/o le incerate devono avere i lembi sovrapposti per almeno 1,8 m, c) due paglioli solidi di tavole di circa 25 mm larghe da 150 mm a 300 mm devono esseri sistemati con il pagliolo superiore in senso longitudinale e inchiodato a quello inferiore sistemato trasversalmente. In alternativa, pu essere usato un solo pagliolo pieno di tavole da 50 mm, sistemato in senso longitudinale e inchiodato su un supporto da 50 mm, largo non meno di 150 mm. I supporti devono estendersi per tutta la larghezza del compartimento e devono avere intervalli di non pi di 2,4 m. Possono essere accettate sistemazioni utilizzanti altri materiali se ritenuti equivalenti dalla Societ, d) possono essere usati come legature cavi dacciaio (19 mm di diametro o equivalente), doppia nastratura dacciaio (50 mm x 1,3 mm avente carico di rottura di almeno 49 kN), oppure catene di robustezza equiva-

lente, ciascuno di questi teso per mezzo di arridatoio da 32 mm. Un tenditore a manovella, usato assieme con un braccio di bloccaggio, pu sostituire larridatoio da 32 mm quando usata nastratura dacciaio, purch siano disponibili chiavi adatte per montare il tutto come necessario. Quando vengono usate nastrature in acciaio, per bloccare le estremit devono essere usate non meno di tre tenute pieghettate. Quando viene usato il cavo dacciaio, per formare le gasse delle legature devono essere usati non meno di quattro serrafili. e) prima del completamento della caricazione, le legature devono essere collegate in modo sicuro alle ossature in un punto approssimativamente 450 mm sotto la prevista superficie finale delle granaglie per mezzo di un maniglione da 25 mm oppure di una staffa di robustezza equivalente, f) le legature devono avere intervalli di non p di 2,4 m e ciascuna di esse deve essere sostenuta da un supporto inchiodato sul pagliolo longitudinale. Questo supporto deve consistere di una tavola non inferiore a 25 mm per 150 mm o equivalente e deve estendersi per tutta la larghezza del compartimento, g) durante il viaggio, la nastratura deve essere regolarmente ispezionata e tesa se necessario. 1.9.5 Fissaggio con rete metallica

Quando, allo scopo di eliminare i momenti inclinanti delle granaglie nei compartimenti "parzialmente pieni", vengono utilizzate nastrature o legature, il fissaggio pu, in alternativa al metodo descritto in [1.9.4], essere ottenuto come segue: a) le granaglie devono essere stivate e livellate fino al punto che siano molto leggermente convesse lungo la mezzeria longitudinale del compartimento, b) lintera superficie delle granaglie deve essere coperta con teli di separazione di canapa o iuta, incerate, o equivalenti. Il materiale di copertura deve avere un carico di rottura non inferiore a 1,344 N per striscia di 5 cm, c) due strati di rete metallica di rinforzo devono essere stesi sopra ai teli o altre coperture. Lo strato inferiore deve essere steso trasversalmente e lo strato superiore longitudinalmente. Le lunghezze di rete metallica devono sovrapporsi almeno per 75 mm. Lo strato superiore di rete deve essere posizionato sopra quello inferiore in maniera tale che i quadrati formati dagli strati alternati misurino approssimativamente 75 mm per 75 mm. La rete metallica di rinforzo deve essere del tipo usato nelle costruzioni in cemento armato. Essa fabbricata con filo dacciaio da 3 mm di diametro avente carico di rottura non inferiore a 52 kN/cm2, saldato in quadrati da 150 mm x 150 mm. Reti metalliche presentanti ossido dofficina possono essere usate, ma reti presentanti ruggine in scaglie staccate non possono essere usate, d) i contorni delle reti metalliche, sui lati di dritta e di sinistra del compartimento, devono essere fermati da assi di legno 150 mm x 50 mm,

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Parte E, Cap 4, App 1

e) legature di fermo, stese da fianco a fianco attraverso il compartimento, devono essere intervallate non pi di 2,4 m eccetto la prima e lultima legatura che non devono essere a pi di 300 mm rispettivamente dalla paratia prodiera o poppiera. Prima del completamento della caricazione, ciascuna legatura deve essere collegata in modo positivo alle ossature, in un punto approssimativamente a 450 mm sotto la prevista superficie finale delle granaglie, per mezzo di un maniglione da 25 mm oppure una staffa di robustezza equivalente. La legatura deve essere condotta da questo punto sopra gli assi di legno di contorno descritti in d), che hanno la funzione di distribuire la pressione verso il basso esercitata dalla legatura. Due strati di tavole da 150 mm x 25 mm devono essere stesi trasversalmente centrati al di sotto di ciascuna legatura ed estesi per tutta la larghezza del compartimento, f) le legature di fermo devono consistere di tondino dacciaio (19 mm di diametro o equivalente), doppia nastratura dacciaio (50 mm x 1,3 mm avente un carico di rottura di almeno 49 kN), oppure catene di robustezza equivalente, ciascuno dei quali teso per mezzo di arridatoio da 32 mm. Un tenditore a manovella, usato assieme a un braccio di bloccaggio, pu sostituire larridatoio da 32 mm quando usata nastratura dacciaio, purch chiavi adatte siano disponibili per montare il tutto come necessario. Quando vengono usate nastrature in acciaio, non meno di tre tenute pieghettate devono essere usate per bloccare le estremit. Quando viene usato il cavo dacciaio, non meno di quattro serrafili devono essere usati per formare le gasse delle legature, g) durante il viaggio le legature di fermo devono essere regolarmente ispezionate e tese se necessario.

Nel calcolare la geometria dei vuoti oltre lestremit della boccaporta, si pu tener conto dei fori di alimentazione nei bagli di testa della boccaporta, purch soddisfino i requisiti indicati nella Tab 2. La effettiva profondit deve essere assunta uguale alla distanza tra la faccia inferiore del ponte ed una linea orizzontale sul baglio di testa tracciata a compenso dei picchi e degli avallamenti della superficie effettiva delle granaglie, come indicato nella Fig 1. 2.1.2 Ipotesi

Nello sviluppare il calcolo del momento inclinante volumetrico, si assume che le granaglie nella boccaporta siano al massimo livello e la superficie risultante sia inclinata di un angolo di 15 sullorizzontale. Nelle estremit non stivate la superficie delle granaglie si dispone a mucchio attorno allarea di alimentazione, con un angolo di inclinazione di 30 sullorizzontale dal punto pi basso dei bagli di testa oppure, in certi casi, dal pi alto livello in cui sono praticati i fori di alimentazione. La somma dei momenti calcolati per le estremit e i momenti calcolati per la boccaporta fornisce il momento inclinante volumetrico totale per il compartimento "pieno con le estremit non stivate", che deve essere incluso per ogni compartimento simile nel "Libretto di stabilit per la caricazione delle granaglie. Le informazioni concernenti stive piene assunte stivate e stive parzialmente piene devono rimanere le stesse come al presente. 2.1.3 Calcolo delle aree dei vuoti

Dispensa dallo stivaggio delle estremit delle stive in certe navi


Esempi di calcolo
Generalit

Nelle navi aventi casse laterali alte inclinate in ciascuna stiva, la superficie delle granaglie va a lambire le casse laterali alte se queste sono inclinate rispetto allorizzontale di un angolo uguale o superiore a 30; in questo caso non si ha la presenza di vuoti e la disposizione della superficie delle granaglie quella indicata nella Fig 6. Figura 6 : Profondit del vuoto - Sezione trasversale

2.1
2.1.1

Come risultato di quanto specificato in [1.1.3] e [1.7.1], pu essere concessa deroga allo stivare le estremit delle stive in navi specialmente adatte, quando richiesto, purch dati addizionali circa i momenti inclinanti per "stive piene con estremit non stivate" vengano approvati e inclusi nel "Libretto di stabilit per caricazione di granaglie" richiesto in Sez 3, [2.2.2]. Le estremit non stivate devono essere trattate come spazi parzialmente pieni e, perci, la superficie delle granaglie in queste parti di stiva deve assumersi spostata fino ad un angolo di 25 dallorizzontale. Dopo aver tenuto conto dei momenti inclinanti dovuti allo spostamento delle granaglie nelle estremit non stivate, la deroga dello stivaggio pu essere concessa purch la nave soddisfi i criteri di stabilit specificati in Sez 3, [2.2.3]. La deroga pu essere concessa solo a navi con paratie inclinate formanti a dritta e sinistra i contorni longitudinali interni delle casse alte laterali e la cui inclinazione sia superiore od uguale a 30 sullorizzontale.

Vd

AA

BB

Nella zona avanti e addietro della boccaporta, la superficie delle granaglie si dispone in modo che laltezza del vuoto standard Vd aumenta con la distanza dalla boccaporta, come indicato nella Fig 7. Per il calcolo dellaltezza del vuoto, si prendono in considerazione tre diverse sezioni trasversali, AA, BB e CC e per ciascuna di queste sezioni ci si deve riferire a tre punti (A1, A2, A3, B1, B2, B3, e C1, C2, C3) come indicato nella Fig 8.

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Parte E, Cap 4, App 1

La distanza tra i punti C3 e B2, in m, risulta:


C3 B2 = ( 3 + 2 ) = 3 ,61
2 2

Area AV,II, in m2, relativa al vuoto II, eguale a: AV,II = 5 2,91 = 14,55 Area totale AT,AA del vuoto dritta e sinistra, in m2, nella sezione AA, eguale a: AT,AA = 2 (7,64 + 14,55) = 44,38 Con la stessa procedura si calcola il vuoto relativo alla sezione BB che risulta: Area totale AT,BB del vuoto, dritta e sinistra, in m2, nella sezione BB, AT,BB = 22,98 Area totale AT,CC del vuoto, dritta e sinistra, in m2, nella sezione CC, AT,CC = 2 (5 0,60) = 6,00 Figura 7 : Profondit del vuoto - Sezione longitudinale

e laltezza del vuoto Vd2, in m, misurata in B2 risulta:


V d2 = 3 ,61 tan 30 + 0 ,60 = 2 ,68
o

Larea della cassa alta AW, in m2, (I + II) risulta:


6 ( tan 30 )6 A W = ( 6 + 0 ,60 ) + ----------------------------- = 13 ,99 2
o

Le altezze dei vuoti Vd3, Vd2, Vd1, in m, relative ai punti A3, A2, A1 della sezione AA risultano:
V d3 = 4 tan 30 + 0 ,60 = 2 ,91 V d2 = ( 3 + 4 ) tan 30 + 0 ,60 = 3 ,49
2 2 o o

V d1 = ( 6 + 4 ) tan 30 + 0 ,60 = 4 ,76


2 2 o

Larea AV,AA, in m , del vuoto della sezione trasversale AA (calcolata per integrazione con la Regola di Simpson) risulta:
A1 A2 A V ,AA = ------------ ( V d3 + 4 V d2 + V d1 ) = 21 ,63 3

Con riferimento alla Fig 9 e alla Fig 10 sono calcolate le seguenti aree: Area A1A3G1G3 (che larea AV,AA calcolata sopra), in m2, eguale a: 21,63 Area della cassa laterale alta AW , in m2, eguale a: 13,99 Area AV,I, in m2, relativa al vuoto I, eguale a: AV,I = 21,63 - 13,99 = 7,64 Figura 8 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto
A A1 A2 A3 3 2 B B1 B2 B3 2 0,6 [1] C C1 C2 C3 22 6 10 6

Angolo della boccaporta

[1] Questa altezza pu essere ridotta se sono sistemati fori di alimentazione 6 C3 I 0,60 0,60

3,6t B2

Vd2

30 II Superficie delle granaglie

30

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Parte E, Cap 4, App 1

Figura 9 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto

Area A2, in m2, relativa alla zona 2:


13 ( tan 25 )13 A 2 = ------------------------------------ 13 ,99 = 25 ,41 2
o

)

)!

Area A3, in m2, relativa alla zona 3:


16 ( tan 25 )16 A 3 = ------------------------------------ 13 ,99 = 45 ,70 2
o

/! / /
Figura 10 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto
5 C3

I momenti delle aree M1, M2, M3, in m3, relativi alle aree A1, A2 ed A3, riferiti allasse di simmetria risultano:

11 1

Momento dellarea M1:


2 2 M 1 = 17 ,81 -- .8 ,74 + 2 ,26 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3 = 21 ,80

Momento dellarea M2:


2 2 M 2 = 39 ,39 -- .13 2 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3 = 140 ,38

Momento dellarea M3:


2 2 M 3 = 59 ,68 -- .16 5 3 ,6 ( 3 + 5 ) 10 ,38 -- .6 + 5 3 3

0,6

= 215 ,97

Nella Tab 3 riportato il sommario dei valori ottenuti. 2.1.5 Calcolo del momento inclinante volumetrico a) Momento inclinante volumetrico nelle estremit non stivate. Nella Tab 4 sono riportati i valori delle aree e dei momenti delle aree ricavati dalla curva della Fig 11. Pertanto, essendo la distanza longitudinale fra i punti A, B, C, uguale a 2 m, il momento inclinante volumetrico nella estremit non stivata MI, in m4, risulta:
2 I M = -- [ 1 34 + 4 128 + 1 212 ] = 505 ,33 3

2.1.4

Calcolo delle aree e dei momenti delle aree

Trovare la superficie di ciascuna sezione dopo lo scorrimento, che porta ad unarea del vuoto esattamente uguale a quella precedente allo scorrimento, un calcolo complicato se eseguito direttamente. Tuttavia se le aree e i corrispondenti momenti delle aree sono calcolati per una serie di angoli di scorrimento dallorizzontale fino a 25, e si traccia una curva delle aree in funzione dei momenti delle aree, entrando nella curva con il valore dellarea del vuoto per ogni posizione prima dello scorrimento, si pu ottenere con buona approssimazione il momento dellarea dopo lo scorrimento. Un esempio di tale curva riportato nella Fig 11. Un altro vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che mentre le lunghezze delle sezioni di estremit possono variare, le dimensioni delle sezioni trasversali sono generalmente uniformi lungo la maggior parte della nave. Pertanto la stessa curva delle aree in funzione dei momenti delle aree pu essere usata in diverse posizioni. Con riferimento alla Fig 12, le aree relative alle zone 1,2 e 3 risultano: Area A1, in m2, relativa alla zona 1:
8 ,74 ( tan 25 )8 ,74 A 1 = ---------------------------------------------- 13 ,99 = 3 ,82 2
o

b) Momento inclinante volumetrico nella boccaporta. Il calcolo seguente valido per spazi vuoti entro la boccaporta (ved. Fig 13). Larea del vuoto AH, in m2, risulta:
A H = 10 ( 0 ,4 + 0 ,15 ) = 5 ,5

Centro di gravit x, in m, relativo ad AH:


x = 5 ,5 2 ----------------- = 6 ,41 o tan 15

Il momento dellarea MH, in m3, risulta:


6 ,41 M H = 5 ,5 5 ----------- = 15 ,75 3

Essendo la lunghezza della boccaporta uguale a 15 m, il momento inclinante volumetrico dentro la boccaporta MII, in m4, risulta:
M = 15 ,75 15 = 236 ,25
II

Inoltre, si deve tener conto delleventuale vuoto relativo ad una anguilla come descritto in Fig 14, cos come delleventuale vuoto relativo alla geometria della cassa alta laterale come descritto in Fig 15; al contrario,

90

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 4, App 1

leventuale vuoto relativo ai rinforzi longitudinali della cassa alta laterale come descritti in Fig 16 pu essere trascurato. c) Momento inclinante volumetrico. Il momento inclinante volumetrico totale in una stiva, come riportato nella Tab 4, la somma dei contributi di a) e b) di cui sopra. Figura 11 : Curva delle aree in funzione dei momenti delle aree Area, in m2
50 A 40

Figura 14 : Vuoto eventuale dovuto ad unanguilla


25

30

Anguilla

Figura 15 : Vuoto eventuale dovuto alla geometria della cassa alta laterale
25

30 B 20

30

10 C

20

40

60

80

120

160

200

Momento dell'area, in m 3

Figura 16 : Vuoto eventuale dovuto ai rinforzi longitudinali della cassa alta laterale
25

Figura 12 : Geometria per il calcolo della profondit del vuoto 11

5
25

6 3,6m2
30
1

10,38m

Tabella 3 : Aree e momenti delle aree


Zona Area, in m2 3,83 25,41 45,70 Momento dellarea, in m3 21,80 140,38 215,97

Figura 13 : Momento inclinante volumetrico nella boccaporta


10,0 0,15 15 0,4 Copertura della boccaporta

1 2 3

Tabella 4 : Momento volumetrico totale in una stiva, con estremit non stivate
Zona di stiva Estremit prodiera Boccaporta Momento sbandante in m4 505,33 236,25 505,33 1246,91

30

Livello delle granaglie prima dello spostamento Livello delle granaglie dopo lo spostamento

Estremit poppiera Totale

Regolamenti RINA 2005

91

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 5

NAVI MINERALIERE

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT

Regolamenti RINA 2005

93

Parte E, Cap 5, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1) (1)

1.1.1 La notazione di servizio ore carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da carico per il trasporto alla rinfusa di minerali (mineraliere).

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da carico mineraliere

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni applicabili alle navi mineraliere.

Regolamenti RINA 2005

95

Parte E, Cap 5, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Quando laccesso ad una stiva del carico avviene attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta. Gli accessi e le scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare ed uscire dalla stiva del carico. Le mastre dei boccaportelli di accesso aventi unaltezza maggiore di 900 mm devono avere gradini allesterno in corrispondenza della scala di stiva. 2.2.3 Scale entro grandi stive del carico

1.1.1 Le prescrizioni della Sez 2 e Sez 3 si applicano alle navi con un ponte, con due paratie longitudinali e con doppio fondo esteso nella zona del carico, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, nelle sole stive centrali. Una sezione maestra tipica illustrata in Fig 1. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

2
2.1

Sistemazioni generali
Sistemazione degli accessi al doppio fondo e alla galleria tubi
Mezzi daccesso

Ciascuna stiva del carico deve essere provvista di almeno due scale distanziate longitudinalmente il massimo possibile. Tali scale devono possibilmente essere disposte diagonalmente, cio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra nave, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva cosicch il personale possa attraversare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico in preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi mobili o piattaforme mobili. Figura 1 : Nave per il trasporto di minerale

2.1.1

Devono essere previsti adeguati mezzi daccesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 2.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, madieri e paramezzali

I passi duomo aperti sul cielo del doppio fondo devono distare dal cassonetto inferiore alla paratia trasversale non meno di un intervallo tra i madieri. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei madieri e paramezzali devono essere determinati in modo da facilitare laccesso alle strutture del doppio fondo e la sua ventilazione. Comunque, essi devono essere evitati nelle zone dove potrebbero verificarsi alte sollecitazioni di taglio.

2.2

Sistemazione degli accessi alle stive del carico


Mezzi daccesso

2.2.1

Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico. 2.2.2 Boccaportelli daccesso a grandi stive del carico

Se sono usati boccaportelli separati come accesso alle scale, come richiesto in [2.2.3], ciascun boccaportello deve avere una luce libera di almeno 600 mm x 600 mm.

96

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale utilizzato, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2 per gli acciai in genere, E = 1,95.105 N/mm2 per gli acciai inossidabili.

3
3.1

Criteri di progetto delle strutture


Strutture del doppio fondo

k E

3.1.1 Il doppio fondo deve essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Devono essere sistemati madieri pieni allineati con le strutture rinforzate delle cisterne laterali; a met intervallo tra le strutture rinforzate devono essere sistemati madieri intermedi. 3.1.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.3 Deve essere assicurata unadeguata rastremazione della struttura del doppio fondo entro le cisterne laterali. In generale, il fasciame del cielo del doppio fondo deve essere prolungato entro le cisterne laterali in corrispondenza dei madieri mediante squadre orizzontali adeguatamente dimensionate.

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

1.1.1 Le navi con notazione di servizio ore carrier ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro
Generalit

2.1.1

3.2

Strutture dei fianchi

La stabilit della nave per le condizioni di carico indicate nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. Nel caso in cui la nave debba anche trasportare granaglie, devono essere soddisfatte le prescrizioni del Cap 4, Sez 3, [2.2.2] e Cap 4, Sez 3, [2.2.3].

3.2.1 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m i fianchi devono essere a struttura longitudinale. In generale, lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. 3.2.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

2.2
2.2.1

Stabilit in condizioni di avaria


Generalit

Navi trasporto minerali di lunghezza superiore od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare le prescrizioni di Parte B, Cap 3, App 3. 2.2.2 Bordo libero ridotto

3.3

Strutture del ponte

3.3.1 La zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte deve essere a struttura longitudinale. 3.3.2 La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 3.3.3 Un adeguato collegamento tra i bagli rinforzati in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle cisterne laterali.

Navi trasporto minerali di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare le prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica della rispondenza alle prescrizioni di cui in [2.2.1] non richiesta.

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97

Parte E, Cap 5, Sez 3

3.4

Strutture delle paratie longitudinali

3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. Figura 2 : Campata delle corrugazioni

3.4.1 Le paratie longitudinali devono essere piane, ma possono essere piegate nella parte inferiore o superiore per assumere una forma a tramoggia che favorisca lo stivaggio e lo scarico. In tal caso, la sistemazione delle pieghe e delle strutture adiacenti deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 3.4.2 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, le paratie longitudinali devono essere a struttura longitudinale. 3.4.3 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

(*)

lc
n n

lc

lc

3.5

Strutture delle paratie trasversali


n= asse neutro delle corrugazioni
(*) Ved. [3.6.2]

3.5.1 Qualora la sistemazione strutturale delle paratie trasversali entro le cisterne laterali sia diversa da quella entro le stive centrali, deve essere garantita unadeguata continuit strutturale della paratia trasversale attraverso quella longitudinale.

3.6

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.6.3 Cassonetto inferiore (1/7/2002) Il cassonetto inferiore deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame superiore del cassonetto inferiore deve essere non minore di quello richiesto per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare i requisiti di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto stesso. La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere quella indicata in Fig 3. La base del cassonetto inferiore deve essere posta in corrispondenza di madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte laltezza media delle corrugazioni della paratia. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati coi paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [8.1]. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [8.1].

3.6.1 Generalit Le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono in generale essere dotate di cassonetto inferiore e di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Langolo della corrugazione definito nella Fig 1 deve essere non minore di 55. Figura 1 : Geometria delle corrugazioni

CL
A C

j 55

tw SC tF

3.6.2 Campata delle corrugazioni La campata lC delle corrugazioni (da utilizzare nelle verifiche di resistenza in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi) deve essere assunta quale la distanza specificata in Fig 2. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di:

98

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Parte E, Cap 5, Sez 3

Figura 3 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.6.4 Cassonetto superiore 3.6.5 Allineamento

Il cassonetto superiore, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella del fasciame superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve essere uguale a quello richiesto per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino alle mastre delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto.

Il fasciame laterale del cassonetto deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto inferiore e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore non pu presentare pieghe tra il fasciame del cielo del doppio fondo e il fasciame superiore del cassonetto stesso. 3.6.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa

La larghezza efficace della piattabanda compressa da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

dove: CE : coefficiente uguale a:


2, 25 1, 25 C E = ------------ -----------2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

A tf ReH

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (ved. Fig 1), : spessore netto della piattabanda, in mm, : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale delle piattabande, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2].

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99

Parte E, Cap 5, Sez 3

3.6.7

Shedders efficaci

A tSH tF

Shedders efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [8.1], sono sistemate con un angolo di inclinazione di almeno 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello prescritto per le piattabande delle corrugazioni, siano costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quelle prescritte per le piattabande delle corrugazioni. 3.6.8 Gussets efficaci

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.6.8], (vedere da Fig 6 a Fig 8), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 6 a Fig 8), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

dove: hG : altezza delle gussets, in m, (vedere da Fig 6 a Fig 8), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.6.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, sono saldate allestremit del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [8.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalente a quelli prescritti per le piattabande delle corrugazioni. 3.6.9 Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni SGU tF

e) Lamiera superiore inclinata del cassonetto Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad un cassonetto inferiore avente la lamiera superiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione pu essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 4 : Shedders simmetriche

a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 4 a Fig 8) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef , non superiore a quanto specificato in [3.6.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate nella parte inferiore da squadre locali poste sotto il pannello di fasciame costituente lestremit superiore del cassonetto inferiore, il modulo di resistenza delle corrugazioni deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.6.7], (vedere Fig 4 e Fig 5), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 4 e Fig 5), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I SH = 2 ,5A t F t SH

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove:

100

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Parte E, Cap 5, Sez 3

Figura 5 : Shedders asimmetriche

e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la flangia della corrugazione (vedere Fig 1). Figura 7 : Gussets con Shedders asimmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

hg

"gusset"

Figura 6 : Gussets con Shedders simmetriche


1

Cassonetto basso

"gusset" plate

Figura 8 : Gussets con Shedders asimmetriche Lamiera superiore del cassonetto inclinata

hg

1 Cassonetto basso

"gusset"

gusset plate

3.6.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace, bEF, non maggiore di quella specificata in [3.6.6]. 3.6.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di eventuali non perpendicolarit tra le anime

hg

= =
Cassonetto basso

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101

Parte E, Cap 5, Sez 3

4
4.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

identificato come asse y, mentre quello nel piano dellanima lasse x (vedere le figure in Tab 2). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente in accordo con [5.2.2] o [5.2.3]. Tabella 1 : Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive
Fasciame Cielo del doppio fondo entro le stive Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale 2,15 (L1/3 k1/6) + 4,5 s 2,35 (L1/3 k1/6) + 4,5 s

4.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2002) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono esser calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni all'arrivo, come appropriato: condizioni di caricazione a stive alterne (carichi leggeri e pesanti) alla massima immersione, condizioni di caricazione omogenee alla massima immersione, con carichi sia leggeri, sia pesanti, alla massima immersione, condizioni di zavorra; condizioni di caricazioni adottate per brevi viaggi, nelle quali la nave caricata alla massima immersione, ma con una quantit ridotta di combustibile, condizioni di caricazione adottate per operazione di carico e scarico tra pi porti , condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi sul ponte, quando ci ammesso, sequenze tipiche di caricazione della nave, dallinizio delle operazioni fino al raggiungimento della massima portata lorda, per condizioni di caricazione omogenee, per condizioni di caricazione parziali e, se ammesse, per condizioni di caricazione a stive alterne. Devono anche essere considerate sequenze tipiche di scaricazione della nave per le suddette caricazioni. Le sequenze tipiche di carico e scarico devono essere definite in modo tale che i limiti di resistenza ammissibili non siano superati. Le sequenze tipiche di carico devono essere definite anche tenendo in considerazione la velocit di caricazione e la capacit di sbarco della zavorra. sequenze tipiche di cambio della zavorra in mare, quando ci ammesso.

Nota 1: s :

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

5.2.2

Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy R m : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 5.2.3 Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Prescrizioni addizionali

Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo Lo spessore netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive del carico deve essere non minore dei valori in Tab 1.

5.1.1

5.2

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a travi

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone,

5.2.1 Generalit Un puntone verificato mediante in un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse

1 = ---------------FC 1 -----F EX

102

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, c R : Tensione critica, in N/mm2, definita in [5.3.2], : Coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : Coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 5.3.2 La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm , del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm , del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),
3

l
e

www Mmax

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) 1 - M2 M1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

dove: E = Min (E1, E2), E1 : Tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


2 EI yy F EY = -------------5 2 10 l

I Ixx Iyy Act,

: Min (Ixx, Iyy), : Momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [5.2.1], : Momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [5.2.1], : Area netta di sezione, in cm2, del puntone, : Campata, in m, del puntone, : Tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

Iyy M1,M2

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02

wyy R m

l
E2

: cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02. Iw

5.3

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a elementi finiti

: Momento dinerzia settoriale netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

5.3.1 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensoni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

yo

: Distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : Momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 2 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

dove: : Tensione di compressione, in N/mm , ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a


2

Regolamenti RINA 2005

103

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tabella 2 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica
b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1 + b 2 )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b2 f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f
e

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

O
tw

6
6.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora

6.1.2

Dimensioni (1/1/2004)

6.1.1 Generalit (1/1/2004) Le navi con notazione di servizio ore carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [6.1.2]. Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2.

Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero, con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 9. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0,5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico N. 1.

104

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF , dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva N.1 ed alla copertura della boccaporta N.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF H C

7
7.1

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 9). Figura 9 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)
Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

7.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzata quando adeguata.

8
8.1

Costruzione e prove
Saldature e collegamenti saldati

8.1.1 In Tab 3 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2, per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 3 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

lF Paratia prodiera

8.2

Dettagli strutturali speciali

8.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.6] specifiche per le navi con notazione di servizio ore carrier ESP.

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105

Parte E, Cap 5, Sez 3

Tabella 3 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona dello scafo Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico Collegamento di paramezzali con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) madieri fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori, in generale fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori di paratie stagne corrugate paramezzali (madieri interrotti) Paratie nelle stive del carico strutture delle paratie stagne lamiere superiori dei cassonetti bassi fasciami e rinforzi ordinari (paratie piane) lamiere delle corrugazioni verticali (paratie corrugate) lamiere inferiori dei cassonetti alti paratie longitudinali strutture dei cassonetti inferiori contorni fasciame dei cassonetti inferiori, in generale fasciame dei cassonetti inferiori di paratie stagne corrugate rinforzi ordinari e diaframmi strutture dei cassonetti superiori shedders efficaci (vedere [3.6.7]) gussets efficaci (vedere [3.6.8]) contorni lamiere delle corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere delle corrugazioni verticali e shedders Coeff. di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,35 0,45 Saldatura a piena penetrazione 0,45 0,35 0,45 Saldatura a piena o parziale penetrazione 0,45 0,45

Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente


Saldatura a piena penetrazione Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente

106

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Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 6

NAVI PER SERVIZIO COMBINATO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE (NAVI TRASPORTO CARICHI COMBINATI) SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

Regolamenti RINA 2005

107

Parte E, Cap 6, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) (1) (2)

1.1.1 La notazione di servizio combination carrier, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.4], e Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.5], pu essere assegnata alle navi progettate secondo le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le ulteriori prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi miste petroliere-portarinfusa (combination carriers).

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

(2)

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi miste petroliere-portarinfusa.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi miste petroliere-portarinfuse Le prescrizioni specifiche per navi miste petroliereportarinfusa sono date in Parte C, Capitolo 4

Regolamenti RINA 2005

109

Parte E, Cap 6, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.2

Segregazione del carico

1.1.1 Le prescrizioni in Sez 2 e Sez 3 si applicano alle: navi con un ponte, con fianchi a doppio fasciame, con doppio fondo, con casse laterali basse a tramoggia e casse laterali alte, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, o carichi petroliferi alla rinfusa (navi con notazione combination carrier/OBO ESP); una sezione maestra tipica illustrata in Fig 1, navi con un ponte, con due paratie longitudinali e con doppio fondo esteso nella zona del carico, destinate al trasporto di carichi secchi alla rinfusa, inclusi minerali, o carichi petroliferi nelle stive centrali (navi con notazione di servizio combination carrier/OOC ESP); sezioni maestre tipiche sono illustrate in Fig 2. Lapplicazione di queste prescrizioni ad altri tipi di nave considerata nei singoli casi dalla Societ.

Salvo dove espressamente indicato altrimenti, cisterne contenenti prodotti petroliferi o residui di prodotti petroliferi devono essere segregate dagli spazi destinati ad alloggi, servizi e locali macchinari, casse di acqua potabile e depositi destinati a carichi per consumi umani per mezzo di una intercapedine, od ogni altro simile compartimento. Dove alloggi e compartimenti di servizio sono previsti immediatamente sopra i compartimenti contenenti liquidi infiammabili, lintercapedine pu essere omessa soltanto dove il ponte non ha aperture daccesso ed rivestito con uno strato di materiale riconosciuto adeguato dalla Societ. Lintercapedine pu essere omessa anche dove tali compartimenti sono adiacenti ad un passaggio, purch siano soddisfatte le seguenti condizioni: gli spessori delle lamiere del comune contorno delle casse adiacenti siano aumentati, rispetto a quelli ottenuti in base alle prescrizioni applicabili della Parte B, Cap 6, Sez 2, di 2 mm nel caso di casse per lacqua dolce o acqua dalimento della caldaia, e di 1 mm in tutti gli altri casi, la somma delle gole dei cordoni di saldatura ai margini di tali lamiere non sia minore dello spessore delle lamiere stesse, la prova idrostatica sia effettuata con un battente aumentato di 1 m rispetto a quello prescritto nella Parte B, Cap 12, Sez 3. Figura 1 : Nave petroliera-portarinfusa

2
2.1

Sistemazioni generali
Generalit

2.1.1 Intercapedini Una intercapedine o simile compartimento di larghezza non inferiore a 760 mm deve essere prevista alla estremit posteriore della zona delle cisterne del carico. La sua paratia deve estendersi dalla chiglia al ponte per tutta la larghezza della nave. Con il termine "intercapedine" sintende, per gli scopi di questo paragrafo, un compartimento isolante tra due paratie dacciaio o ponti adiacenti. La distanza minima tra le due paratie o ponti deve essere sufficiente per un sicuro accesso e ispezione. Allo scopo di soddisfare il principio della singola avaria, nel caso particolare che si verifichi una situazione di angolo contro angolo, tale principio pu essere soddisfatto saldando una lamiera diagonale attraverso langolo. Le intercapedini devono anche essere costruite in modo da assicurare unadeguata ventilazione.

Figura 2 : Nave mista petroliera-portarinfusa

110

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 600 t non sono autorizzate a trasportare prodotti petroliferi in alcun compartimento estendentesi a proravia della paratia di collisione situata in accordo con la Parte B, Cap 2, Sez 1, [2]. 2.1.3 Cisterne slop

zeria, le ghiotte non possono essere accettate senza una verifica della stabilit iniziale (GMo) in accordo con le relative prescrizioni, tenendo conto degli effetti di superficie libera causati dai liquidi contenuti dalle ghiotte stesse. 2.1.5 Tubolature

Le cisterne "slop" devono essere delimitate da intercapedini eccetto quando le delimitazioni di tali cisterne, nei casi in cui esse possano contenere slops (acque sporche di lavaggio cisterne) mentre la nave trasporta carico secco, siano costituiti dallo scafo, dal ponte principale sopra il carico, dalla paratia del locale pompe del carico oppure di un deposito dolio combustibile. Tali intercapedini non devono avere aperture di comunicazione con doppi fondi, gallerie tubi, locali pompe od altri spazi chiusi. Devono essere previsti mezzi per riempire dacqua le intercapedini e per svuotarle. Quando il contorno di una cisterna "slop" la paratia del locale pompe del carico, il locale pompe non deve avere aperture di comunicazione con il doppio fondo, galleria tubi od altro spazio chiuso; tuttavia, aperture provviste di mezzi di chiusura imbullonati stagni ai gas possono essere ammesse. 2.1.4 Traboccamenti sul ponte

Si devono provvedere mezzi per intercettare le tubolature che collegano il locale pompe alle cisterne "slop". I mezzi dintercettazione devono consistere in una valvola seguita da una flangia ad occhiale ovvero un branchetto smontabile con appropriate flange cieche. Tali mezzi devono essere situati adiacenti alle cisterne "slop", ma dove ci irragionevole o impraticabile essi possono essere situati entro il locale pompe direttamente dopo che la tubolatura attraversa la paratia. Un sistema separato di pompe e tubolature deve essere installato per scaricare il contenuto delle cisterne "slop" direttamente al di sopra del ponte aperto quando la nave effettua il trasporto di solo carico secco. Le tubolature del carico petrolifero sotto il ponte devono essere sistemate in condotti speciali. 2.1.6 Aperture nelle paratie stagne e nei ponti

Devono essere previsti mezzi per tenere lontano dagli alloggi e dalle aree di servizio i traboccamenti sul ponte. Ci pu essere ottenuto sistemando una mastra permanente e continua di altezza adeguata che si estenda da fianco a fianco della nave. Se sono installate ghiotte sul ponte di coperta di navi miste petroliere-portarinfusa in corrispondenza dei collettori delle tubolature del carico e sono estese a poppa fino ad una paratia poppiera di sovrastrutture, allo scopo di contenere i traboccamenti di carico sul ponte durante le operazioni di carico e scarico, gli effetti delle superfici liquide libere, causati dal contenimento di un traboccamento del carico durante operazioni di trasferimento ovvero dellacqua di mare intrappolata in coperta durante il viaggio, devono essere presi in considerazione nei confronti del margine disponibile della stabilit inziale positiva della nave (GMo). Se le ghiotte installate sono pi alte di 300 mm, esse devono essere trattate come parapetti con aperture per lo scarico di masse dacqua in accordo a Parte B, Cap 9, Sez 9, [5] e devono essere dotate di chiusure efficienti da usarsi durante le operazioni di carico e scarico. I mezzi di chiusura permanenti devono essere predisposti in modo tale che non possa verificarsi un bloccaggio mentre la nave in mare, con la sicurezza che le aperture di scarico rimangano sempre efficienti. Nelle navi senza bolzone o quando laltezza delle ghiotte supera quella del bolzone e, indipendentemente dallaltezza di tali mastre, quando la larghezza delle cisterne del carico delle navi miste petroliere-portarinfusa supera il 60% della massima larghezza della nave in mez-

Aperture intese per la manovra del carico secco non sono permesse nelle paratie e nei ponti che separano le cisterne del carico petrolifero da altri compartimenti non designati ed equipaggiati per il trasporto di prodotti petroliferi, a meno che tali aperture siano equipaggiate con mezzi alternativi approvati dalla Societ che assicurino una equivalente integrit. 2.1.7 Aperture per il lavaggio delle cisterne

Boccaporte ed aperture per il lavaggio delle cisterne "slop" sono permesse soltanto sul ponte aperto e devono essere dotate di mezzi di chiusura. Eccetto quando questi consistono di lamiere imbullonate con bulloni ad intervallo stagno, tali mezzi di chiusura devono essere dotati di sistemi di bloccaggio che devono essere sotto il controllo dellufficiale della nave responsabile.

2.2
2.2.1

Casse e compartimenti del doppio fondo


Generalit

Casse del doppio fondo adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usate come casse per olio combustibile. 2.2.2 Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o deposito del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, come indicato in Fig 3, non deve essere minore di B/15, in m, ovvero 2,0 m, se minore. La distanza h non deve essere minore di 1,0 m.

Regolamenti RINA 2005

111

Parte E, Cap 6, Sez 2

Figura 3 : Linee delimitanti le cisterne del carico

h>w

w
w

h<w

1.5 . h Linea di costruzione

2.2.3

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda inferiore a 5000 t e uguale a o maggiore di 600 t

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne del carico e slop


Cisterne del carico

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o deposito del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, non deve essere minore di B/15, in m, con un valore minimo di 0,76 m. Nella zona del ginocchio e nelle posizioni senza un ginocchio definito, la linea di contorno della cisterna del carico deve correre parallela alla linea del fondo piatto in sezione maestra, come indicato in Fig 4. Figura 4 : Linee delimitanti le cisterne del carico

3.1

3.1.1 Le cisterne del carico nelle navi miste petroliere-portarinfusa devono essere di dimensioni e sistemazione tali che lipotetico efflusso OC ovvero OS calcolato in accordo con le disposizioni di [3.2] in ogni punto della nave non deve eccedere: 30000 m3, o
400 3 DW

dove DW la portata lorda, in t, scegliendo il valore maggiore, ma soggetto ad un massimo di 40000 m3. 3.1.2 La lunghezza di ciascuna cisterna del carico non deve superare 10 m o uno dei valori della Tab 1, per quanto applicabile, scegliendo il valore maggiore. Tabella 1 : Lunghezza delle cisterne del carico
Disposizione delle paratie longitudinali Condizione (1) Lunghezza delle cisterne del carico, in m (0,5 bi / B + 0,1) L (2) 0,2 L (0,5 bi / B + 0,1) L

h Linea di costruzione

Nessuna paratia (combination carrier/OBO ESP) Due paratie (combination carrier/OOC ESP) (1)

2.3

Stazione di navigazione

bi / B 1/5 bi / B < 1/5

2.3.1 Quando si dimostra necessario installare una stazione di navigazione sopra la zona del carico, tale stazione deve essere usata soltanto ai fini della navigazione e deve essere separata dal ponte della cisterna del carico da uno spazio aperto di almeno 2 m di altezza.

(2)

bi la minima distanza dalla murata alla paratia stagna longitudinale laterale della i-esima cisterna, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Non deve superare 0,2 L.

112

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

3.1.3 Impianto di trasferimento del carico Allo scopo di non superare i limiti di volume stabiliti in [3.1.1] e indipendentemente dal tipo accettato di impianto di trasferimento del carico installato, quando tale impianto collega due o pi cisterne del carico, valvole o altri simili mezzi di chiusura devono essere previsti per separare le cisterne una dallaltra. 3.1.4 Tubolature attraversanti le cisterne del carico Linee di tubolature che attraversano le cisterne del carico liquido a una distanza dalla murata minore di tC o ad una distanza minore di vC dal fondo della nave devono essere dotate di valvole o simili mezzi di chiusura al punto in cui esse entrano in qualunque cisterna del carico. Tali valvole devono essere mantenute sempre chiuse in navigazione quando le cisterne contengono carico di prodotti petroliferi, eccetto che esse possono venire aperte soltanto per trasferire il carico allo scopo di cambiare lassetto della nave. I valori di tC e vC sono rispettivamente lestensione trasversale e verticale della penetrazione della falla laterale come definita in Sez 3, [2.3.2]. 3.1.5 Pozzetti daspirazione nelle cisterne del carico I pozzetti di aspirazione nelle cisterne del carico possono sporgere nel doppio fondo sotto la linea di delimitazione definita dalla distanza h di cui a [2.2.2] o [2.2.3], come applicabile, purch tali pozzetti siano piccoli il pi possibile e la distanza fra il fondo del pozzetto e il fasciame del fondo sia non minore di 0,5 h.

dove: Wi : volume di una cisterna laterale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [2.3.2]; Wi per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : volume di una cisterna centrale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [2.3.2]; Ci per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : coefficiente: Zi bi 1 - bi / tC per bi < tC , 0 per bi tC ,

Ci

Ki

: coefficiente: 1 - hi / vS per hi < vS , 0 per hi vS ,

: larghezza in m, della cisterna laterale in esame misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Nel caso in cui la larghezza bi non sia costante lungo una particolare cisterna laterale, per la determinazione delle fuoriuscite ipotetiche OC ed OS, deve essere usato il minimo valore di bi nella cisterna, : altezza minima, in m, del doppio fondo in esame; se non esiste doppio fondo hi deve essere assunto uguale a zero, : estensione trasversale della falla sul fianco come definita in Sez 3, [2.3.2], : estensione verticale della falla sul fondo come definita in Sez 3, [2.3.2].

hi

3.2

Fuoriuscita di prodotti petroliferi

tC vS 3.2.3

3.2.1 Generalit Allo scopo di limitare linquinamento da idrocarburi causato da navi miste petroliere-portarinfusa dovuto a falle sul fianco o sul fondo, le ipotetiche fuoriuscite OC e OS come indicate in [3.1.1] devono essere calcolate con le formule di [3.2.2] rispetto ai compartimenti interessati dalla falla in ogni possibile posizione lungo lo scafo e per lestensione definita in Sez 3, [2.3.2]. Nel calcolare la fuoriuscita ipotetica di prodotti petroliferi, deve essere considerato quanto segue: il volume di una cisterna del carico deve includere il volume della boccaporta fino al lembo superiore delle mastre della stessa, indipendentemente dalla costruzione della boccaporta, ma il volume di ogni copertura della boccaporta pu essere escluso, per misurare il volume fuori ossatura, non ammessa alcuna deduzione per il volume delle strutture interne. Calcolo generale della fuoriuscita di prodotti petroliferi La fuoriuscita di prodotti petroliferi per falla sul fianco e sul fondo calcolata con le seguenti formule: a) per falla sul fianco:
O C = W i + K i C i

Falla simultanea del fondo in quattro cisterne centrali Nel caso in cui la falla del fondo interessi simultaneamente quattro cisterne centrali, il valore di OS pu essere calcolato con la seguente formula:
1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 4

dove Zi, Wi, Ci sono definiti in [3.2.2]. 3.2.4 Ipotesi Nel calcolo di OS , si pu tener conto soltanto delle casse del doppio fondo tenute vuote ovvero contenenti acqua pulita, quando le cisterne soprastanti contengono del carico. I pozzetti di aspirazione possono essere trascurati nel determinare il valore di hi purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano sotto la cisterna per una distanza minima ma in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se laltezza di tali pozzetti supera met dellaltezza del doppio fondo hi deve essere assunto uguale allaltezza del doppio fondo meno laltezza del pozzetto. Tubolature che servono tali pozzetti, se installate dentro il doppio fondo, devono essere munite di valvole o altri mezzi di chiusura situati nel punto di collegamento alla cassa ser-

3.2.2

b) per falla sul fondo:


1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 3

Regolamenti RINA 2005

113

Parte E, Cap 6, Sez 2

vita per prevenire un efflusso di prodotti petroliferi nel caso di danno alla tubolatura. 3.2.5 Riduzione dellefflusso di prodotti petroliferi la Societ pu tener conto, come mezzo per ridurre la fuoriuscita di prodotti petroliferi in caso di falla sul fondo, di un impianto di trasferimento del carico avente una forte aspirazione di emergenza installato in ciascuna cisterna del carico, capace di trasferire da una cisterna/e danneggiata/e a cisterne di zavorra segregata ovvero a cisterne del carico disponibili se pu essere assicurato che tali cisterne abbiano spazio sufficiente. Lefficienza di tale impianto verrebbe determinato dalla capacit di trasferire in due ore una quantit di carico uguale a met della maggiore delle cisterne danneggiate interessate e dalla disponibilit di una equivalente capacit di ricevimento nelle cisterne del carico o di zavorra. Lefficienza deve essere limitata per permettere il calcolo di Os in accordo con la formula in [3.2.3]. I tubi di tali aspirazioni devono essere installati almeno ad una altezza non inferiore allestensione verticale vs del danno del fondo. vs lestensione verticale del danno del fianco come definita in Sez 3, [2.3.2]. Metodi alternativi per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi In alternativa alle formule indicate in [3.2.2] ovvero [3.2.3], pu essere applicato il metodo probabilistico per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi come descritto nella IMO Resolution MEPC.66(37). 3.2.6

gio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto. Il termine "cisterne a pareti lisce" comprende le cisterne principali del carico petrolifero di navi miste petroliereportarinfusa che sono costruite con ossature verticali di piccola altezza. Le paratie corrugate verticalmente sono considerate pareti lisce. 3.3.2 Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t Le navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t devono essere dotate di almeno due cisterne "slop".

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra o compartimenti di protezione


Generalit

4.1

4.1.1 Queste prescrizioni si applicano a navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t.

4.2

Dimensionamento e sistemazione di cisterne di zavorra o compartimenti

3.3
3.3.1

Cisterne slop

Navi miste petroliere-portarinfusa di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 t Le sistemazioni delle cisterne "slop" o combinazioni di cisterne "slop" devono avere una capacit necessaria per contenere le acque sporche generate dal lavaggio delle cisterne, residui oleosi e di zavorra sporca. La capacit totale della cisterna o cisterne "slop" non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, eccetto che la Societ pu accettare: 2% per quelle navi miste petroliere-portarinfusa dove il sistema di lavaggio delle cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con [5]. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 1,5% per quelle navi miste petroliereportarinfusa dove il sistema di lavaggio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 1% per navi miste petroliere-portarinfusa dove il carico di prodotti petroliferi trasportato soltanto in cisterne a pareti lisce. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 0,8% per quelle navi dove il sistema di lavag-

4.2.1 Generalit Le cisterne del carico devono essere protette per lintera lunghezza da cisterne di zavorra o compartimenti diversi da quelli del carico e del combustibile come indicato in [4.2.2] fino a [4.2.5] per navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t, oppure [4.2.6] se di portata lorda minore di 5000 t. 4.2.2 Cisterne o compartimenti laterali Le cisterne o compartimenti laterali devono estendersi per tutta laltezza della murata oppure dal cielo del doppio fondo al ponte pi alto, trascurando il trincarino curvo se presente. Essi devono essere sistemati in modo tale che le cisterne del carico petrolifero siano poste allinterno della superficie interna del fasciame del fianco, in nessun punto a meno della distanza w che, come indicato in Fig 3, misurata in ogni sezione trasversale perpendicolarmente al fasciame del fianco, come sotto specificato, essendo DW la portata lorda in t: w = 0,5 + DW / 20000, o w = 2,0 m scegliendo il valore minore. Il valore di w non deve essere minore di 1,0 m. 4.2.3 Casse o compartimenti del doppio fondo Si applicano le prescrizioni di cui in [2.2.1] e [2.2.2]. 4.2.4 Capacit totale delle cisterne zavorra Sulle navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e sulle "product carriers" di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t, la capacit

114

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

totale delle cisterne laterali, casse del doppio fondo, gavoni di prora e di poppa non deve essere inferiore alla capacit delle cisterne di zavorra segregata necessaria per soddisfare le prescrizioni di [5]. Le cisterne laterali o i compartimenti laterali e le casse del doppio fondo usati per soddisfare le prescrizioni di [5] devono essere distribuiti in maniera pi uniforme possibile lungo la zona delle cisterne del carico. Zavorra segregata addizionale da impiegarsi per ridurre le sollecitazioni di flessione longitudinali della trave nave, lassetto, ecc. pu essere sistemata in ogni punto della nave. Nel calcolare la capacit totale, si deve tener conto di quanto segue: la capacit delle casse zavorra nel locale apparato motore deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra; la capacit delle cisterne di zavorra poste dentro il doppio scafo deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra (vedere Fig 5).

cisterne del carico per l acqua di zavorra. In tutti i casi, tuttavia, la capacit delle SBT deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, le immersioni e lassetto della nave soddisfino ciascuno dei requisiti seguenti: limmersione dalla linea di costruzione a met nave, dm, in m (trascurando ogni deformazione della nave) deve essere non minore di 2,0 + 0,02 L, le immersioni sulle perpendicolari AV e AD devono corrispondere a quelle determinate per mezzo dellimmersione al mezzo dm suddetta, in unione con lassetto appoppato non maggiore di 0,015 L, in ogni caso limmersione alla perpendicolare addietro deve essere non minore di quella necessaria per ottenere la completa immersione dellelica o delle eliche, in nessun caso lacqua di zavorra deve essere trasportata nelle cisterne del carico, eccetto: in quei rari viaggi quando le condizioni meteorologiche sono cos severe che, a giudizio del Comandante, sia necessario imbarcare acqua di zavorra addizionale nelle cisterne del carico per la sicurezza della nave, in casi eccezionali dove il particolare carattere delloperazione di una nave mista petroliera-portarinfusa renda necessario imbarcare acqua di zavorra in eccesso della quantit richiesta per soddisfare le prescrizioni suddette, purch tale operazione delle navi miste petroliere-portarinfusa rientri nella categoria dei casi eccezionali. Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza minore di 150 m

Ogni zavorra trasportata in estensioni localizzate, rientranze o recessi del doppio scafo, come i cassonetti delle paratie, pu considerarsi zavorra in eccesso sopra il minimo richiesto per la capacit di zavorra segregata in accordo con [5]. 4.2.5 Criteri alternativi di progettazione e costruzione

Altri criteri di progettazione e costruzione di navi miste petroliere-portarinfusa possono essere accettati come alternative alle prescrizioni di cui in [4.2.2] fino a [4.2.4], purch tali metodi assicurino almeno lo stesso livello di protezione contro linquinamento da idrocarburi nel caso di collisione o incaglio. Tali metodi devono essere ritenuti accettabili dalla Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabile il metodo descritto nella Risoluzione IMO MEPC.66(37).

5.2.2

4.2.6

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda minore di 5000 t

La capacit delle cisterne di zavorra segregata deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi.

Navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda minore di 5000 t devono soddisfare le prescrizioni in [2.2.3].

6
6.1

Sistemazione degli accessi


Accessi al doppio fondo e alla galleria tubi
Mezzi di accesso

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra segregata (SBT)


Generalit

6.1.1

5.1

Devono essere previsti adeguati mezzi di accesso al doppio fondo e alla galleria tubi. 6.1.2 Passi duomo sul cielo del doppio fondo, madieri e paramezzali

5.1.1 Ogni nave mista petroliera-portarinfusa di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e ogni "product carrier" di di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t devono essere dotate di cisterne di zavorra segregata e devono soddisfare le prescrizioni in [5.2].

5.2
5.2.1

Capacit delle SBT


Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m

Passi duomo non possono essere tagliati nel cielo del doppio fondo in corrispondenza delle cisterne del carico; laccesso al doppio fondo deve essere, in generale, fornito di garitte che conducano al ponte di coperta. Il posizionamento e le dimensioni dei passi duomo nei paramezzali e nei madieri devono essere determinati in modo da facilitare laccesso alle strutture del doppio fondo e la sua ventilazione. Comunque, essi devono essere evitati nelle aree dove potrebbero verificarsi alte sollecitazione di taglio.

La capacit delle cisterne per zavorra segregata deve essere determinata in modo tale che la nave possa operare in sicurezza nei viaggi in zavorra senza far ricorso alluso delle

Regolamenti RINA 2005

115

Parte E, Cap 6, Sez 2

Figura 5 : Cisterne di zavorra segregata poste dentro il doppio scafo


A

SBT

SBT

SBT SBT

SBT

SBT

APT

F/R

P/R

FPT SBT

SBT

SBT

SBT
A

SBT

SBT

SBT

COT

COT

SBT

Linea del doppio scafo assunta

SEZIONE A-A

6.1.3

Accesso alla galleria tubi sotto le cisterne del carico

6.2.2

Boccaporte delle grandi stive del carico

La galleria tubi posta nel doppio fondo sotto le cisterne del carico deve soddisfare le seguenti prescrizioni: non deve comunicare con il locale apparato motore, devono essere previste almeno due uscite sul ponte aperto sistemate alla massima distanza una dallaltra. Una di queste uscite, munita di chiusura stagna allacqua, pu condurre nel locale pompe del carico. 6.1.4 Porte fra la galleria tubi e il locale pompe principale

Quando laccesso ad una stiva del carico secco avviene attraverso la boccaporta di carico, lestremit superiore della scala deve essere sistemata il pi vicino possibile alla mastra della boccaporta, come richiesto in [6.2.3]. Accessi e scale devono essere sistemati in modo tale che il personale equipaggiato con autorespiratori possa facilmente entrare nella e uscire dalla stiva del carico secco. Le mastre dei boccaportelli daccesso aventi altezza maggiore di 900 mm devono avere anche dei gradini allesterno in corrispondenza della scala di stiva del carico secco. 6.2.3 Scale

Dove esiste un accesso permanente da una galleria tubi al locale pompe principale, deve essere sistemata una porta stagna che soddisfi le prescrizioni in Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.1] per le porte stagne aperte in navigazione e poste sotto il ponte di bordo libero. Inoltre devono essere soddisfatti i seguenti punti: in aggiunta al comando dalla plancia, la porta stagna deve potersi chiudere manualmente dallesterno dellentrata del locale pompe principale, la porta stagna deve essere mantenuta chiusa durante le normali operazioni della nave eccetto quando sia richiesto di accedere alla galleria tubi. Un avviso deve essere affisso alla porta, informante che essa non pu essere lasciata aperta.

Ciascuna stiva per carico secco deve essere provvista di almeno due scale alla massima distanza praticabile in senso longitudinale. Se possibile queste scale devono essere sistemate diagonalmente, per esempio una scala vicino alla paratia prodiera a sinistra, laltra vicino alla paratia poppiera a dritta, rispetto al piano di simmetria della nave. Le scale devono essere progettate e sistemate in modo tale da minimizzare il rischio di danni da parte delle attrezzature di manovra del carico. Possono essere consentite scale verticali purch siano sistemate una sopra laltra in linea con altre scale alle quali esse formano accesso e siano previste posizioni di sosta ad intervalli non superiori a 9 metri. Gallerie attraversanti le stive del carico devono essere dotate di scale oppure di gradini a ciascuna estremit della stiva in modo che il personale possa scavalcare tali gallerie. Quando fosse necessario lavorare entro una stiva del carico secco per la preparazione della caricazione, devono essere prese in considerazione sistemazioni atte ad un maneggio in sicurezza di ponteggi mobili o piattaforme mobili.

6.2
6.2.1

Accesso alle stive del carico secco


Mezzi daccesso

Per quanto praticabile, mezzi di accesso permanenti o mobili e conservati a bordo devono essere previsti per assicurare unadeguata sorveglianza e manutenzione delle stive del carico secco.

116

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 2

6.3

Accessi a compartimenti nella zona del carico petrolifero

6.3.1 Generalit Gli accessi alle intercapedini, cisterne di zavorra, stive per carico secco, cisterne per prodotti petroliferi e altri compartimenti nella zona del carico petrolifero devono essere diretti dal ponte aperto e tali da assicurare la loro completa ispezione. 6.3.2 Accesso al gavone di prora (1/7/2001) L'accesso al gavone di prora deve avvenire direttamente dal ponte scoperto. Se il gavone di prora separato mediante intercapedini dalle cisterne del carico, pu essere accettato un accesso attraverso un passo d'uomo imbullonato stagno ai gas, ubicato in uno spazio chiuso. In tal caso, deve essere posto un avviso in corrispondenza del passo duomo che informi che la cisterna pu essere aperta solamente dopo che sia stato verificato che libera da gas o dopo che le apparecchiature elettriche ubicate nel locale chiuso che non siano elettricamente sicure sono state isolate. 6.3.3 Accessi attraverso aperture orizzontali Per gli accessi attraverso aperture orizzontali, le dimensioni devono essere sufficienti da permettere ad una persona

indossante un autorespiratore ed equipaggiamento protettivo di salire e scendere ogni scala senza impedimenti e inoltre per provvedere unapertura libera che consenta un facile sollevamento di una persona ferita dal fondo del compartimento. La minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 600 mm. 6.3.4 Accessi attraverso aperture verticali

Per gli accessi attraverso aperture verticali la minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 800 mm ad unaltezza di non pi di 600 mm dal fasciame del fondo a meno che siano installati grigliati o altri punti dappoggio.

6.4

Accessi agli spazi della prora

6.4.1 Le navi miste petroliere-portarinfusa devono essere dotate dei mezzi per permettere allequipaggio di accedere in sicurezza alla prora anche in cattive condizioni meteorologiche. Tali mezzi devono essere a soddisfazione della Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabili mezzi che siano conformi alle "Guidelines" adottate dal "Maritime Safety Committee" dellIMO con la Risoluzione MSC.62(67) del 5/12/1996.

Regolamenti RINA 2005

117

Parte E, Cap 6, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale utilizzato, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 2,06.105 N/mm2, per gli acciai in genere, E = 1,95.105 N/mm2, per gli acciai inossidabili. condizioni le cisterne di zavorra devono assumersi smezzate. b) Laltezza metacentrica iniziale GMo, in m, corretta per gli specchi liberi dei liquidi misurati a 0 di sbandamento, deve essere non inferiore a 0,15. Allo scopo di calcolare GMo, le correzioni per gli specchi liberi dei liquidi devono essere basate sugli appropriati momenti dinerzia delle superfici libere a nave diritta. c) La nave deve essere caricata come segue: tutte le cisterne riempite fino ad un livello corrispondente al massimo totale combinato del momento verticale del volume pi il momento dinerzia degli specchi liberi a 0 di sbandamento, per ogni singola cisterna, la massa volumica del carico deve corrispondere alla portata di carico disponibile al dislocamento per il quale il valore del KM trasversale raggiunge il minimo, consumabili completi alla partenza, 1% della capacit totale dellacqua di zavorra. Il massimo momento degli specchi liberi deve essere assunto per tutte le cisterne di zavorra.

k E

1
1.1

Generalit
Manuale di caricazione e strumento per il controllo della caricazione

1.1.1 Le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2.

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

2.1.3

2.1.1 Generalit La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui alla Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.5] deve soddisfare le prescrizioni della Parte B, Cap 3, Sez 2. Nel caso in cui la nave debba trasportare anche granaglie, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui al Cap 4, Sez 3, [2.2.2] e Cap 4, Sez 3, [2.2.3]. Inoltre, per il trasporto di liquidi, devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [2.1.3]. 2.1.2 Operazioni di trasferimento dei liquidi Navi con compartimentazione particolare possono essere soggette a ingavonarsi durante le operazioni di movimentazione di liquidi come caricazione, discarica o zavorramento. Allo scopo di prevenire gli effetti dellingavonamento, il progetto delle petroliere di portata lorda uguale o superiore a 5000 t deve soddisfare i seguenti criteri: a) I criteri di stabilit allo stato integro riportati in b) devono essere rispettati per la peggiore condizione di carico e zavorra come definita in c), in accordo con la buona pratica operativa, includendo gli stadi intermedi delle operazioni di movimentazione di liquidi. In tutte le

Prescrizioni alternative per le operazioni di movimentazione di liquidi In alternativa alle prescrizioni in [2.1.2], semplici procedure operative supplementari devono essere seguite quando la nave trasporta carichi petroliferi oppure durante le operazioni di movimentazione di liquidi. Semplici procedure operative supplementari per le operazioni di trasferimento di liquidi significano procedure scritte a disposizione del Comandante che: siano approvate dalla Societ, indichino quelle cisterne del carico o di zavorra che possono, in ogni specifica condizione di movimentazione di liquidi e possibile campo di masse volumiche del carico, risultare smezzata continuando a permettere che i criteri di stabilit siano soddisfatti. Le cisterne smezzate possono variare durante le operazioni di movimentazione di liquidi e formare qualsiasi combinazione purch esse soddisfino i criteri, siano prontamente comprensibili allufficiale in carico delle operazioni di movimentazione di liquidi, forniscano sequenze pianificate per operazioni di movimentazione di carico/zavorra, permettano di confrontare la stabilit conseguita con quella richiesta usando criteri di verifica della stabilit in forma grafica o tabulare, non richiedano estesi calcoli matematici da parte dellufficiale in carico,

118

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

forniscano azioni correttive da adottarsi da parte dellufficiale in carico nel caso di scostamento dai valori raccomandati ed in caso di situazioni di emergenza, siano esposte in maniera prominente nel fascicolo approvato delle istruzioni relative alla stabilit, nella stazione di controllo della movimentazione di carico/zavorra e nei programmi di ogni "computer" per mezzo di cui si eseguono i calcoli di stabilit.

in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se da unavaria di estensione inferiore alla massima estensione di danno specificata nella Tab 1 derivasse una pi severa condizione, si dovr prendere in considerazione tale avaria. 2.3.3 Standard di avaria Il danno in [2.3.2] deve essere applicato a tutte le concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la Tab 2. 2.3.4 Metodo di calcolo Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilit (GZ) e le posizioni del centro di gravit (KG) per giudicare le condizioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). 2.3.5 Ipotesi relative allallagamento I requisiti di [2.3.8] devono essere confermati da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche di progetto della nave, le sistemazioni trasversali, configurazione e i contenuti dei compartimenti allagati e distribuzione, masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei liquidi. Dove il danno interessante paratie trasversali considerato come specificato in [2.3.3], le paratie stagne trasversali devono essere poste almeno ad una distanza uguale allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [2.3.2] al fine di essere considerate efficaci. Dove le paratie trasversali sono poste a distanza minore, una o pi di queste paratie entro tale estensione di avaria deve essere assunta come inesistente allo scopo di determinare i compartimenti allagati. Dove il danno fra paratie stagne trasversali adiacenti considerato come specificato in [2.3.3], non deve assumersi danneggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: lintervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [2.3.2] oppure esista uno scalino oppure un recesso in una paratia trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto entro lestensione della penetrazione dellavaria ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di poppa e del cielo del gavone di poppa non deve essere considerato come tale. 2.3.6 Allagamento progressivo Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro lestensione ipotizzata della penetrazione dellavaria di cui in [2.3.2], devono essere prese disposizioni in modo che un allagamento progressivo non possa di conseguenza estendersi in compartimenti diversi da quelli ipotizzati allagabili nel calcolo per ciascun caso di avaria. 2.3.7 Permeabilit Le masse volumiche dei carichi trasportati, cos come ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati, devono essere tenuti in conto per ogni cisterna vuota o parzialmente piena. La permeabilit di compartimenti assunti come allagati devono essere come indicato nella Tab 3.

2.2

Stabilit in condizioni di avaria - Condizioni di carico secco o di zavorra

2.2.1 Generalit Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di od uguale a 80 m sono soggette al metodo probabilistico riportato in Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.3] e devono soddisfare ai requisiti in Parte B, Cap 3, App 3, per le condizioni di carico che comportano trasporto di carichi secchi o di zavorra, a meno che soddisfino le prescrizioni di cui in [2.2.2] ovvero [2.3]. 2.2.2 Bordo libero ridotto Navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, a cui sia stato assegnato un bordo libero ridotto come permesso dalla regola 27 della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966, come indicato nella Parte B, Cap 3, Sez 3, [2.1.2] devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella Parte B, Cap 3, App 4. Pertanto la verifica dei requisiti in Cap 5, Sez 3, [2.2.1] non richiesta.

2.3

Stabilit in condizioni di avaria - Carichi liquidi

2.3.1 Generalit Nelle condizioni di carico che comportano il trasporto di carichi liquidi, le navi miste petroliere-portarinfusa devono soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in condizioni di avaria specificati in [2.3.8], dopo lavaria ipotizzatadel fondo o del fianco specificata in [2.3.2], per lo standard di avaria descritto in [2.3.3], e per ogni immersione operativa che rifletta le condizioni effettive di pieno o parziale carico compatibili con lassetto e la robustezza della nave come pure con le masse volumiche del carico. Le effettive condizioni di pieno o parziale carico da considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave non trasporta liquidi nelle cisterne del carico, esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate. 2.3.2 Dimensioni dellavaria Lestensione ipotizzata dellavaria definita nella Tab 1. Lestensione trasversale dellavaria misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo. Lestensione verticale dellavaria misurata dalla linea del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della nave. Allo scopo di determinare lestensione dellavaria ipotizzata, i pozzetti daspirazione possono essere trascurati, purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima

Regolamenti RINA 2005

119

Parte E, Cap 6, Sez 3

Tabella 1 : Estensione dellavaria


Avaria Fianco Fondo Per 0,3 L dalla PpAV ogni altra parte (1) Scegliendo il valore minore Estensione longitudinale lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) Estensione trasversale tC = B/5 o 11,5 m (1) tS = B/6 o 10 m tS = B/6 o 5 m (1) (1) Estensione verticale vC = senza limite vS = B/15 o 6 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

Tabella 2 : Standard di avaria


Lunghezza della nave, in m L 100 100 < L 150 150 < L 225 L > 225 (1) (2) Avaria ovunque lungo la nave No No Si Si Avaria tra le paratie trasversali Si (1) (2) Si (1) No No Soltanto apparato motore allagato No No Si No

essere aumentato fino a 30 se non si verifica limmersione del margine del ponte. c) La stabilit deve essere esaminata e pu essere considerata sufficiente se la curva dei bracci raddrizzanti ha almeno unestensione di 20 oltre la posizione di equilibrio in unione con un massimo residuo braccio raddrizzante, in m, di almeno 0,1 entro lestensione di 20; larea, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione non deve essere inferiore a 0,0175. 2.3.10 Stadio intermedio di allagamento la Societ deve essere convinto che la stabilit sia sufficiente durante gli stadi intermedi di allagamento. A tal fine la Societ applica gli stessi criteri relativi allo stadio finale di allagamento anche durante gli stadi intermedi di allagamento. 2.3.11 Avaria allo slancio del fondo

Apparato motore non allagato. Esenzioni dalle prescrizioni di cui in [2.3.8] possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Tabella 3 : Permeabilit
Compartimenti Adatti a magazzini Occupati da alloggi Occupati da macchinari Compartimenti vuoti Destinati a liquidi consumabili Destinati ad altri liquidi (1) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 da 0 a 0,95 (1) da 0 a 0,95 (1)

Questa prescrizione si applica a navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 20000 t. Le ipotesi di avaria relative allavaria al fondo prescritte in [2.3.2] devono essere integrate dallavaria allo slancio del fondo ipotizzato di Tab 4. I requisiti di [2.3.8] devono essere soddisfatti per lavaria di raking al fondo ipotizzata. Tabella 4 : Estensione dellavaria al fondo
Portata lorda < 75000 t 75000 t (1) (2) Estensione longitudinale 0,4 L (1) 0,6 L (1) Estensione trasversale B/3 B/3 Estensione verticale (2) (2)

La permeabilit di compartimenti parzialmente pieni deve essere coerente con il quantitativo di liquido trasportato nel compartimento.

2.3.8

Requisiti di sopravvivenza

Navi miste petroliere-portarinfusa, nel caso di avaria di cui a [2.3], devono essere considerate come soddisfacenti i criteri di stabilit in condizioni di avaria se i requisiti di [2.3.9] e [2.3.10] sono soddisfatti. 2.3.9 Stadio finale di allagamento

Misurata dalla perpendicolare avanti. Rottura dello scafo esterno.

2.3.12 Impianti di equalizzazione Impianti di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici come valvole o tubi di livellamento, se collocati, non possono essere considerati per ridurre langolo di sbandamento o per raggiungere la minima stabilit residua che soddisfi i requisiti di [2.3.9] e sufficiente stabilit residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi dove usata equalizzazione. Compartimenti che sono collegati da condotti di grande sezione trasversale possono essere considerati in comune.

a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affondamento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso la quale si pu verificare un allagamento progressivo. Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Langolo di sbandamento dovuto ad allagamento asimmetrico non pu superare 25, tuttavia tale angolo pu

120

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

2.3.13 Informazioni al Comandante Il Comandante di ogni nave cisterna deve essere fornito, in forma approvata, di: informazioni relative alla caricazione e distribuzione del carico necessarie per assicurare la conformit ai requisiti relativi alla stabilit, dati circa labilit della nave di soddisfare i criteri di stabilit in condizioni di avaria come determinati in [2.3.8] incluso leffetto di esenzioni che possono essere state concesse come specificato in Tab 2.

Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. In ogni caso, le strutture rinforzate trasversali dei fianchi devono essere allineate con quelle delle casse laterali basse e alte.

3.3
3.3.1

Strutture del ponte

Criteri di progetto delle strutture delle navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP
Strutture del doppio fondo

Zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e lamiere inclinate delle casse alte laterali Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, la zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte e le lamiere inclinate delle casse laterali alte devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo delle strutture rinforzate nelle casse laterali alte deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.3.2 Zona del ponte entro la linea delle boccaporte La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 3.3.3 Collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte Un adeguato collegamento tra le travi in corrispondenza delle mastre delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle casse laterali alte. 3.3.4 Strutture delle classi laterali alte Le strutture delle casse laterali alte devono estendersi il pi possibile allinterno della zona dellapparato motore e devono essere adeguatamente rastremate.

3.1

3.1.1 Doppio fondo a struttura longitudinale Nella navi di lunghezza maggiore di 120 m, il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse basse laterali devono essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Intervalli maggiori possono essere accettati nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 3.1.2 Doppio fondo a struttura trasversale Il doppio fondo e la paratia inclinata delle casse basse laterali possono essere a struttura trasversale nella navi di lunghezza minore di o uguale a 120 m, quando questa soluzione ritenuta accettabile dalla Societ nei singoli casi. In tal caso, comunque, lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 2 volte lintervallo di ossatura. 3.1.3 Madieri in corrispondenza delle paratie trasversali Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri in corrispondenza delle paratie trasversali e delle travi rinforzate delle chiglie condotto devono essere non minori di quelle richieste per il fasciame delle paratie o, nel caso sia previsto un cassonetto inferiore, del fasciame laterale del cassonetto.

3.4

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

3.2

Strutture dei fianchi a doppio fasciame

3.2.1 Generalit I fianchi allinterno delle casse laterali alte e basse devono in generale essere a struttura longitudinale. Possono essere a struttura trasversale quando tale struttura adottata per il doppio fondo e il ponte, in accordo rispettivamente con [3.1.2] e [3.3.1]. 3.2.2 Strutture rinforzate dei fianchi Lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura.

3.4.1 Generalit (1/7/2004) Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 190 m, le paratie trasversali stagne corrugate verticalmente devono essere dotate di un cassonetto inferiore e, in generale, di un cassonetto superiore posto sotto il ponte della nave. Nelle navi di minori dimensioni, le corrugazioni si possono estendere dal cielo del doppio fondo fino al ponte; se sistemato, il cassonetto deve soddisfare le prescrizioni di cui in [3.4.1] a [3.4.5]. Langolo della corrugazione indicato in Fig 1 deve essere non minore di 55. 3.4.2 Campata delle corrugazioni La campata lC delle corrugazioni (da utilizzare nelle verifiche di resistenza in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, a seconda dei casi) deve essere assunta uguale alla distanza specificata in Fig 2. Ai fini della definizione di lC, lestremit inferiore del cassonetto

Regolamenti RINA 2005

121

Parte E, Cap 6, Sez 3

superiore non pu essere assunta ad una distanza dal ponte in mezzeria maggiore di: 3 volte laltezza delle corrugazioni, in generale, 2 volte laltezza delle corrugazioni, nel caso di cassonetti superiori a sezione rettangolare. 3.4.3 Cassonetto inferiore (1/7/2001)

Figura 1 : Geometria delle corrugazioni

Il cassonetto inferiore deve, in generale, avere altezza non inferiore a 3 volte l'altezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame superiore del cassonetto inferiore devono essere non inferiori a quelli richiesti per il fasciame della paratia soprastante. Lo spessore e le caratteristiche del materiale della parte superiore del fasciame laterale, verticale o inclinato, del cassonetto inferiore, per una altezza dall'estremit superiore del cassonetto pari alla larghezza della piattabanda della corrugazione, devono essere non minori di quelli della piattabanda stessa, per soddisfare i requisiti di rigidezza della paratia all'estremit inferiore della corrugazione. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegati tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto stesso. La distanza tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione deve essere quella indicata in Fig 3. La base del cassonetto inferiore deve essere posta in corrispondenza di madieri del doppio fondo e deve avere larghezza non inferiore a 2,5 volte laltezza media delle corrugazioni della paratia. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati coi paramezzali del doppio fondo al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte superiore del cassonetto. Dove le corrugazioni sono interrotte sul cassonetto inferiore, le corrugazioni stesse e lo scivolo laterale del cassonetto devono essere saldati al fasciame superiore del cassonetto inferiore in accordo con [11.1]. Il fasciame del cassonetto inferiore e i sottostanti madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1].
lc
n

CL
A C

j 55

tw SC tF

Figura 2 : Campata delle corrugazioni

lc

n= asse neutro delle corrugazioni


(*)

lc lc lc lc

lc

(*) Ved. [3.4.2].

122

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

Figura 3 : Distanza ammessa, d, tra il margine esterno del pannello di fasciame costituente la parte superiore del cassonetto e la piattabanda della corrugazione (1/7/2001)

Piattabanda della corrugazione

Piattabanda della corrugazione

t fg

t fg
lamiera della parte superiore del cassonetto

t fg
d

lamiera della parte superiore del cassonetto

d t fg

t fg : spessore adottato della piattabanda (as built)


3.4.4 Cassonetto superiore Sul cielo del doppio fondo, nel caso in cui non sia sistemato il cassonetto inferiore, le piattabande delle corrugazioni devono essere allineate con i madieri di sostegno. Le corrugazioni e i madieri devono essere saldati al fasciame del cielo del doppio fondo in accordo con [11.1]. Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di sostegno devono essere non minori di quelli delle piattabande delle corrugazioni. Inoltre gli intagli sui madieri per il passaggio dei longitudinali del cielo del doppio fondo devono essere chiusi con mascherine. I madieri di sostegno devono essere collegati tra di loro tramite diaframmi atti ad assorbire il taglio. Il fasciame laterale del cassonetto inferiore deve essere allineato con le piattabande delle corrugazioni e i rinforzi verticali delle pareti del cassonetto stesso e le relative squadre devono essere allineate con i longitudinali del cielo del doppio fondo, il tutto per garantire una efficace trasmissione dello sforzo tra i suddetti elementi di rinforzo. Il fasciame laterale del cassonetto non pu presentare pieghe tra il cielo del doppio fondo e il fasciame superiore del cassonetto stesso. 3.4.6 Larghezza efficace della piattabanda compressa La larghezza efficace della piattabanda compressa da considerarsi nella verifica di resistenza della paratia deve essere ottenuta, in m, dalla seguente formula:
b EF = C E A

Il cassonetto superiore, se adottato, deve, in generale, avere altezza non minore di 2 volte e non maggiore di 3 volte laltezza della corrugazione. I cassonetti rettangolari devono avere, in generale, unaltezza, misurata a livello del ponte in prossimit dellanguilla laterale della boccaporta, pari a 2 volte laltezza della corrugazione. Il cassonetto superiore deve essere adeguatamente supportato da anguille o da squadre alte collegate ai bagli adiacenti alle boccaporte. La larghezza del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve, in generale, essere uguale a quella del fasciame superiore del cassonetto inferiore. La parte alta dei cassonetti non rettangolari deve avere una larghezza non minore di 2 volte laltezza della corrugazione. Lo spessore e il materiale del fasciame inferiore del cassonetto superiore deve essere uguale a quello richiesto per il fasciame della paratia sottostante. Lo spessore della parte inferiore del fasciame laterale del cassonetto deve essere non minore dell80% di quello richiesto per la parte alta della paratia quando viene usato lo stesso materiale. Le estremit dei rinforzi ordinari dei fianchi del cassonetto devono essere collegate tramite squadre alle estremit superiore e inferiore del cassonetto. Allinterno del cassonetto devono essere sistemati diaframmi allineati con le anguille del ponte, a cui dovranno essere efficacemente collegati, estesi sino ai rinforzi delle mastre di estremit delle boccaporte al fine di garantire un supporto efficace alla paratia corrugata. Si devono evitare scarichi nelle squadre e nei diaframmi allunione con il fasciame costituente la parte inferiore del cassonetto. 3.4.5 Allineamento

dove: CE : coefficiente uguale a:


2, 25 1, 25 C E = ------------ -----------2 C E = 1, 0 per > 1,25 per 1, 25

Sul ponte, in prosecuzione delle piattabande delle corrugazioni, nel caso in cui non ci sia il cassonetto superiore, devono essere sistemati due bagli rinforzati.

: coefficiente uguale a:
3 A R eH = 10 --- ------tf E

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123

Parte E, Cap 6, Sez 3

A tf ReH

: larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto della piattabanda, in mm, : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del materiale della piattabanda, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2].

I SH = 2 ,5A t F t SH

da assumersi non superiore a 2,5AtF, dove: A tSH tF : larghezza, in m, della piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1), : spessore netto delle shedders, in mm, : spessore netto della piattabanda, in mm.

3.4.7 Shedders efficaci Shedders efficaci sono quelli che hanno le seguenti caratteristiche: non sono piegate, sono saldate alle corrugazioni e alla lamiera superiore del cassonetto inferiore in accordo con [11.1], sono sistemate con un angolo di inclinazione di almeno 45 e la loro estremit inferiore allineata con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, hanno spessore non inferiore al 75% di quello prescritto per le piattabande delle corrugazioni, siano costituite da materiale con caratteristiche almeno equivalenti a quelle prescritte per le piattabande delle corrugazioni. 3.4.8 Gussets efficaci Gussets efficaci sono quelle che hanno le seguenti caratteristiche: sono sistemate insieme a shedders di spessore, tipo di materiale e collegamenti saldati in accordo con [3.4.7], hanno altezza non inferiore a met della larghezza della piattabanda della corrugazione, sono allineate con il fasciame laterale del cassonetto inferiore, sono saldate alla lamiera del cassonetto inferiore, alle corrugazioni e alle shedders in accordo con [11.1], hanno spessore e caratteristiche del materiale almeno equivalenti a quelli prescritti per le piattabande delle corrugazioni. 3.4.9 Modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni a) Il modulo di resistenza allestremit inferiore delle corrugazioni (sezioni 1 da Fig 4 a Fig 8) deve essere calcolato considerando per la piattabanda compressa una larghezza efficace bef, non superiore a quanto specificato in [3.4.6]. b) Anime delle corrugazioni non scontrate da squadre. Ad eccezione del caso e), se le anime delle corrugazioni non sono scontrate nella parte inferiore da squadre poste sotto il pannello di fasciame costituente lestremit superiore del cassonetto inferiore (o sotto il cielo del doppio fondo), il modulo di resistenza delle corrugazioni deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 30%. c) Shedders efficaci. Se sono sistemate shedders efficaci, come definite in [3.4.7] (vedere Fig 4 e Fig 5), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 in Fig 4 e Fig 5), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:

d) Gussets efficaci. Se sono sistemate gussets efficaci, come definite in [3.4.8] (vedere da Fig 6 a Fig 8), nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni allestremit inferiore (sezioni 1 da Fig 6 a Fig 8), larea della piattabanda pu essere aumentata del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
I G = 7h G t F

dove: hG

: altezza delle gussets, in m, (vedere da Fig 6 a Fig 8), da assumersi non superiore a (10/7)SGU, : larghezza delle gussets, in m, : spessore netto della piattabanda, in mm, ricavato dallo spessore adottato.

SGU tF

e) Lamiera superiore inclinata del cassonetto Se le anime delle corrugazioni sono saldate ad un cassonetto inferiore avente la lamiera superiore inclinata di un angolo non inferiore a 45 rispetto al piano orizzontale, il modulo di resistenza della corrugazione deve essere calcolato considerando le anime delle corrugazioni efficaci al 100%. Per angoli inferiori a 45, lefficacia dellanima potr essere ottenuta tramite interpolazione lineare tra 30% per 0 e 100% per 45. Se sono sistemate gussets efficaci, nel calcolo del modulo di resistenza delle corrugazioni, larea della piattabanda pu essere aumentata secondo quanto specificato in d). La presenza di sole shedders non pu essere tenuta in considerazione per aumentare larea della piattabanda. Figura 4 : Shedders simmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

124

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Figura 5 : Shedders asimmetriche

e le piattabande delle corrugazioni stesse. In generale, larea a taglio ridotta pu essere ottenuta moltiplicando larea di sezione dellanima per (sin ), ove langolo tra lanima e la piattabanda della corrugazione (vedere Fig 1). Figura 7 : Gussets con Shedders asimmetriche

"shedder" hg

1 Cassonetto basso

hg
Figura 6 : Gussets con Shedders simmetriche

"gusset"

Cassonetto basso

"gusset"
Figura 8 : Gussets con Shedders asimmetriche Lamiera superiore del cassonetto inclinata

hg

1 Cassonetto basso

gusset "gusset" plate

3.4.10 Modulo di resistenza delle corrugazioni nelle sezioni diverse da quella allestremit inferiore della corrugazione Il modulo di resistenza deve essere calcolato considerando lanima della corrugazione pienamente efficace e per la piattabanda compressa una larghezza efficace, bEF, non superiore a quanto specificato in [3.4.6]. 3.4.11 Area a taglio Larea a taglio deve essere opportunamente ridotta per tenere conto di eventuali non perpendicolarit tra le anime

hg

= =
Cassonetto basso

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Criteri di progetto delle strutture delle navi con notazione di servizio combination carrier/OOC ESP
Strutture del doppio fondo

4.4.2 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m, le paratie longitudinali devono essere a struttura longitudinale. 4.4.3 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

4.1

4.1.1 Il doppio fondo deve essere a struttura longitudinale. Lintervallo tra i paramezzali deve essere non maggiore di 4 volte quello dei rinforzi ordinari del fondo o del cielo del doppio fondo e lintervallo dei madieri deve essere non maggiore di 3 volte lintervallo di ossatura. Devono essere sistemati madieri pieni allineati con le strutture rinforzate trasversali delle cisterne laterali; a met intervallo tra le strutture rinforzate devono essere sistemati madieri intermedi. 4.1.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1. 4.1.3 Deve essere assicurata unadeguata rastremazione della struttura del doppio fondo entro le cisterne laterali. In generale, in corrispondenza dei madieri devono essere sistemate squadre orizzontali di dimensionamento adeguato in prosecuzione del cielo del doppio fondo.

4.5

Strutture delle paratie trasversali

4.5.1 Qualora la sistemazione strutturale delle paratie trasversali entro le cisterne laterali sia diversa da quella entro le stive centrali, deve essere garantita unadeguata continuit strutturale della paratia trasversale attraverso quella longitudinale.

4.6

Paratie trasversali stagne corrugate verticalmente

4.6.1 Si applicano le prescrizioni in [3.4], con leccezione che i cassonetti inferiori e superiori sono in generale richiesti, indipendentemente dalla lunghezza della nave (vedere [3.4.1]).

5
5.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

4.2

Strutture dei fianchi

4.2.1 Nelle navi di lunghezza maggiore di 120 m i fianchi devono essere a struttura longitudinale. In generale, lintervallo delle strutture rinforzate trasversali deve essere non maggiore di 6 volte lintervallo di ossatura. 4.2.2 Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, in funzione dei risultati dellanalisi delle strutture rinforzate nelle stive del carico, eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

4.3

Strutture del ponte

4.3.1 La zona del ponte al di fuori della linea delle boccaporte deve essere a struttura longitudinale. 4.3.2 La zona del ponte entro la linea delle boccaporte deve in generale essere a struttura trasversale. 4.3.3 Un adeguato collegamento tra i bagli rinforzati in corrispondenza delle mastre di estremit delle boccaporte e le strutture del ponte deve essere assicurato mediante la sistemazione di costole o squadre addizionali allinterno delle cisterne laterali.

4.4

Strutture delle paratie longitudinali

4.4.1 Le paratie longitudinali devono essere piane, ma possono essere piegate nella parte inferiore o superiore per assumere una forma a tramoggia che favorisca lo stivaggio e lo scarico. In tal caso, la sistemazione delle pieghe e delle strutture adiacenti deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

5.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla (1/7/2002) In aggiunta alle prescrizioni di cui in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono essere calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni all'arrivo: condizioni di caricazione a stive alterne con carichi leggeri e pesanti (carichi secchi e carichi petroliferi) alla massima immersione, quando ci ammesso, condizioni di caricazione omogeneee alla massima immersione, con carichi sia leggeri, sia pesanti (carichi secchi e carichi petroliferi), condizioni di zavorra. Per navi aventi stive di zavorra adiacenti alle casse laterali alte e basse, o alle cisterne laterali, e ai doppi fondi, accettabile, dal punto di vista della robustezza strutturale, che le stive di zavorra siano piene quando i suddetti compartimenti sono vuoti. condizioni di caricazione adottate per brevi viaggi, nelle quali la nave caricata alla massima immersione, ma con una quantit ridotta di combustibile, condizioni di caricazione adottate per operazione di carico e scarico tra pi porti, condizioni di caricazione che prevedono il trasporto di carichi sul ponte, quando ci ammesso, sequenze tipiche di caricazione della nave, dallinizio delle operazioni fino al raggiungimento della massima portata lorda, per condizioni di caricazione omogenee, per condizioni di caricazione parziali e, se ammesse, per condizioni di caricazione a stive alterne. Devono anche essere considerate sequenze tipiche di scaricazione della nave per le suddette caricazioni. Le sequenze tipiche di carico e scarico devono essere definite in modo tale che i limiti di resistenza ammissibili

126

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Parte E, Cap 6, Sez 3

non siano superati. Le sequenze tipiche di carico devono essere definite anche tenendo in considerazione la velocit di caricazione e la capacit di sbarco della zavorra. sequenze tipiche di cambio della zavorra in mare, quando ci ammesso.

6.2

Rinforzi ordinari

6.2.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule: tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s per L < 275 m tMIN = 1,5 k1/2 + 7,0 + s per L 275 m

5.2
5.2.1

Carichi locali
Pressione dimpatto sul fondo

dove s lintervallo, in m, tra i rinforzi ordinari.

Nelle navi miste petroliere-portarinfusa di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t, limmersione TF, da considerare nel calcolo della pressione dimpatto sul fondo in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [3.2], quella calcolata considerando la zavorra nelle sole cisterne di zavorra segregata. 5.2.2 Densit del carico (prodotti petroliferi)

6.3

Travi rinforzate

6.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto del fasciame che costituisce lanima delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 6.3.2 Verifica di resistenza dei madieri della struttura delle cisterne del carico con casse basse laterali analizzate mediante modelli tridimensionali a travi Quando la struttura di una cisterna con casse basse laterali analizzata mediante un modello tridimensionale a travi, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per ogni madiere larea di sezione netta a taglio entro 0,1 l dalle estremit (vedere Fig 9 per la definizione di l) deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

In assenza di pi precise valutazioni, la densit del carico petrolifero da utilizzare nel calcolo delle pressioni e delle forze interne nelle cisterne del carico, in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 6, deve essere assunta uguale a 0,9 t/m3.

6
6.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

6.1.1

Lo spessore netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale, del ponte di resistenza e delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico deve essere non minore dei valori indicati in Tab 5. Tabella 5 : Spessore minimo netto del fasciame del cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale, del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Cielo del doppio fondo entro le stive destinate a trasportare carico minerale Ponte di resistenza Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale 2,15 (L1/3 k1/6) + 4,5 s 2,35 (L1/3 k1/6) + 4,5 s per L < 200 m per L 200 m per L < 275 m per L 275 m per L < 275 m per L 275 m

dove: Q R : taglio, in kN, nel madiere alle estremit di l, ottenuto dallanalisi strutturale, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,2 m : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 Figura 9 : Zone di estremit dei madieri

(5,5 + 0,02 L) k1/2 (8 + 0,0085 L) k1/2

0,1

Paratie di cisterne L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 8,2 + s Paratie di compartimentazione Paratie di sbattimento Nota 1: s : 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 7,5 + s

6.3.3

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a travi

0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 275 m per L 275 m 3,0 k1/2 + 4,5 + s

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

a) Un puntone verificato mediante in un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse identificato come asse y, mentre

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127

Parte E, Cap 6, Sez 3

quello nel piano dellanima lasse x (vedere le Figure in Tab 6). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente in accordo con b) o c). b) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

1 = ---------------FC 1 -----F EX

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),

l
e

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

www Mmax

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy R : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 c) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) M2 M1 1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


2 EI yy F EY = -------------5 2 10 l

Iyy M1,M2

wyy R

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area netta di sezione, in cm2, del puntone, m

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

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Parte E, Cap 6, Sez 3

Tabella 6 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica
b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1 + b 2 )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b 2f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f
e

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

O
tw

6.3.4

Verifica di resistenza dei puntoni mediante analisi con modelli tridimensionali a elementi finiti

a) In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensioni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

: tensione di compressione, in N/mm2, ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, : tensione critica, in N/mm2, definita nel seguente punto b), : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02

c R

dove:

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Parte E, Cap 6, Sez 3

: coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

dell'acqua di mare deve essere assunta uguale a 0C. I calcoli devono essere inviati alla Societ per informazione. 6.4.2 Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono soddisfare le verifiche di resistenza in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4.3].

b) La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

7
7.1

Altre strutture
Locale apparato motore

dove: E = min (E1, E2), E1 : tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

7.1.1

I Ixx Iyy Act

: min (Ixx, Iyy), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [6.3.3] a), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [6.3.3] a), : area netta di sezione, in cm2, del puntone, : campata, in m, del puntone, : tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

Estensione delle strutture dello scafo entro il locale apparato motore Le paratie longitudinali o i fianchi interni, a seconda dei casi, passanti attraverso i cofani devono continuare entro il locale apparato motore e devono, per quanto possibile, costituire le paratie longitudinali delle casse per trasporto di liquidi ivi situate. In ogni caso, lestensione delle suddette strutture entro il locale apparato motore deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, dei ponti e dei copertini. Quando sono presenti casse laterali alte, le loro strutture devono estendersi il pi possibile entro il locale apparato motore e devono essere adeguatamente rastremate.

7.2

Sistemazione delle aperture

E2

Iw

: momento dinerzia settoriale netto, in cm6, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

yo

: distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

7.2.1 Collegamento a terra per il servizio del carico Porte dingresso, prese daria e aperture dei locali di alloggio, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei locali macchine non possono essere prospicienti la zona del collegamento a terra, a prora o a poppa, per le operazioni di carico e scarico. Essi devono essere ubicati sulle delimitazioni esterne di sovrastrutture e di tughe ad una distanza pari ad almeno il 4% della lunghezza della nave, ma in nessun caso inferiore a 3 m, dalla estremit della sovrastruttura o tuga prospiciente la zona del collegamento a terra a prora o a poppa. Non tuttavia necessario che tale distanza sia superiore a 5 m. Finestre e portellini prospicienti la zona del collegamento a terra o sistemati su delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe entro i limiti sopra specificati devono essere di tipo fisso (non apribile). Inoltre, durante le operazioni di carico e scarico a prora o a poppa tutte le porte, tutti i portellini e tutte le altre aperture sulle delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe devono essere tenute chiuse. la Societ pu consentire deroghe alle suddette prescrizioni nel caso di piccole navi, quando, a suo giudizio, il loro soddisfacimento richieda soluzioni praticamente non realizzabili. Sfoghi daria e altre aperture di locali chiusi, diversi da quelli sopra specificati, devono essere protette da spruzzi che potrebbero scaturire da eventuali tubi o collegamenti scoppiati. Locale dell impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte E permesso un accesso al locale dellimpianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte (comprendente le casse della schiuma e la stazione di comando) entro i limiti specificati in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2], a condizione che la porta di accesso a tale locale sia sistemata a raso con la parete. 7.2.2

6.4

Verifica di resistenza nei confronti delle tensioni indotte dai gradienti di temperatura

6.4.1 (1/7/2001) Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono essere determinate, mediante calcoli diretti, nelle navi destinate al trasporto di carichi a temperatura maggiore di 75C. In tali calcoli, la temperatura

130

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 6, Sez 3

7.2.3

Coperchi delle aperture nelle cisterne del carico

lembo poppiero del castello di prora, essendo HB l'altezza del paraonde al di sopra del castello (vedere Fig 10).

I coperchi delle aperture nelle cisterne del carico devono essere robusti e in grado di assicurare la tenuta stagna agli idrocarburi e allacqua. Tali coperchi non possono essere costruiti in alluminio. Luso di coperchi in fibra di vetro considerato nei singoli casi dalla Societ.

9
9.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Sistemazioni per il rimorchio demergenza

9.1.1

8
8.1

Allestimento dello scafo


Castello di prora
Generalit (1/1/2004)

Le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4]. Figura 10 : Sistemazione del castello di prora (1/1/2004)
Estremit superiore alla mastra della boccaporta HF HC HB

8.1.1

Le navi con notazione di servizio combination carrier ESP devono essere provviste di un castello di prora chiuso sul ponte di bordo libero. Le dimensioni richieste del castello di prora sono indicate in [8.1.2]. Le sistemazioni strutturali ed il dimensionamento del castello di prora devono soddisfare le disposizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 2. 8.1.2 Dimensioni (1/1/2004)

lF Paratia prodiera

Il castello di prora deve essere ubicato sul ponte di bordo libero con la sua paratia poppiera collocata in corrispondenza della paratia prodiera della stiva pi a proravia, come indicato in Fig 10. L'altezza del castello di prora HF al di sopra del ponte principale non deve essere inferiore al maggiore tra i seguenti due valori: l'altezza standard di una sovrastruttura, come precisato in Parte B, Cap 1, Sez 2, Tab 2, o HC + 0.5 m, essendo HC l'altezza della mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva del carico No.1. Tutti i punti dell'estremit poppiera del castello di prora devono essere ubicati ad una distanza lF , dalla lamiera della mastra della boccaporta tale da poter applicare il carico ridotto alla mastra trasversale prodiera della boccaporta della stiva No.1 ed alla copertura della boccaporta No.1 quando si applichino le disposizioni di cui in Parte B, Cap 9, Sez 7, [6.2.1] e in Parte B, Cap 9, Sez 7, [7.3.8], rispettivamente. La suddetta distanza lF , in m, deve essere:
lF 5 HF H C

10 Protezione delle strutture metalliche dello scafo


10.1 Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra
10.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

10.2 Protezione mediante pitture a base di alluminio


10.2.1 Luso di pitture a base di alluminio non permesso nelle cisterne per il carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne per il carico, nel locale pompe, nei cofani e in ogni altra zona dove i vapori del carico si possono accumulare.

Sul ponte del castello di prora pu non essere sistemato un paraonde per proteggere la mastra e la copertura della boccaporta. Se esso viene sistemato per altre ragioni, deve essere ubicato in modo che il suo lembo superiore nella mezzeria nave non sia inferiore a HB / tan 20 a proravia del

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131

Parte E, Cap 6, Sez 3

11 Costruzione e prove
11.1 Saldature e collegamenti saldati
11.1.1 In Tab 7 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2 per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in

accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 7 devono essere eseguiti mediante saldature continue a cordoni dangolo.

11.2 Dettagli strutturali speciali


11.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.6] specifiche per le navi con notazione di servizio combination carrier/OBO ESP o combination carrier/OOC ESP.

Tabella 7 : Coefficiente di saldatura wF (1/7/2002)


Zona della nave Doppi fondi in corrispondenza delle stive del carico e delle cisterne Collegamento di paramezzali madieri con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza dei cassonetti inferiori, in generale paramezzali (madieri interrotti) Paratie delle stive del carico secco strutture dei cassonetti inferiori e superiori shedders efficaci (vedere [3.4.7]) gussets efficaci (vedere [3.4.8]) Paratie delle cisterne del carico petrolifero rinforzi ordinari contorni corrugazioni verticali e lamiere superiori dei cassonetti inferiori lamiere superiori dei cassonetti inferiori fasciame delle paratie

Coefficiente di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 0,35 0,45 Saldatura con penetrazione da un solo lato o equivalente Saldatura a piena penetrazione 0,35

132

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Parte E, Cap 6, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2
2.1

Prescrizioni generali
Ventilazione e rilevazione gas

1.1.1 Le navi con notazione di servizio combination carrier sono soggette alle prescrizioni in Cap 7, Sez 4 relative alle navi con notazione di servizio oil tankers o oil tankers flash point > 60C, come appropriato. Inoltre esse sono soggette alle prescrizioni della presente Sezione.

2.1.1 Ventilazione Tutti gli spazi adibiti al carico e tutti gli spazi chiusi adiacenti a quelli adibiti al carico devono poter essere ventilati meccanicamente. La ventilazione meccanica pu essere provvista mediante ventilatori portatili. Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3]. 2.1.2 Rivelazione dei gas

1.2
1.2.1

Documenti
Documenti da inviare

a) Le sistemazioni per la rivelazione dei gas devono essere in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3]. b) Gli allarmi ottici ed acustici relativi agli impianti rivelatori di gas devono essere sistemati in plancia o in un altro spazio opportuno continuamente presidiato.

Devono essere inviati allapprovazione, in aggiunta a quelli indicati in Cap 7, Sez 4, Tab 2, i documenti elencati nella seguente Tab 1.

2.2
2.2.1

Sistemazione delle tubolature del carico

Tabella 1 : Documenti da inviare


Nr 1 Descrizione del documento (1) Schema degli impianti di ventilazione per gli spazi adibiti al carico e gli spazi chiusi adiacenti agli spazi adibiti al carico Schema degli impianti per la rivelazione dei gas nei locali pompe del carico, gallerie tubi ed intercapedini adiacenti alle casse e cisterne residui (slop tanks) Schema degli impianti di riempimento dacqua e drenaggio per le intercapedini Schema degli impianti di pompaggio e tubolature per le casse e cisterne residui (slop tanks) I diagrammi devono comprendere anche, se applicabile: limpianto di comando e controllo (locale e a distanza) e limpianto dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione degli impianti in questione (per informazione).

a) Quando sono previste cisterne laterali per il carico, le tubolature del carico sotto il ponte devono essere installate in dette cisterne. Tuttavia la Societ pu permettere che le tubolature del carico siano sistemate in condotte speciali che siano in grado di essere adeguatamente pulite, ventilate e che siano a soddisfazione della Societ. Tali condotte, se collegate al locale pompe del carico, devono essere considerate come locali pompe del carico ai fini della sicurezza. b) Nel caso in cui non siano previste cisterne laterali per il carico, le tubolature del carico al di sotto del ponte possono essere sistemate in condotte speciali. c) Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1].

3 4 (1)

2.3

Aperture per il carico

2.3.1 Aperture che possano essere utilizzate per le operazioni di carico non sono premesse nelle paratie e nei ponti che separano le zone del carico petrolifero dagli altri spazi non progettati ed equipaggiati per il trasporto di carichi petroliferi, a meno che non siano provvisti mezzi alternativi approvati che assicurino unintegrit equivalente.

1.2.2

Manuale distruzioni

2.4

Deve essere tenuto a bordo un manuale che dia tutte le istruzioni per il trasporto sicuro delle morchie contaminate nelle casse e cisterne residui (slop tanks) quando la nave si trova in condizioni di carico secco.

Riempimento e drenaggio delle intercapedini

2.4.1 Devono essere previsti mezzi per riempire dacqua e drenare le intercapedini che circondano le casse e le cisterne per i residui (slop tanks). Vedere Sez 2, [2.1.3].

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133

Parte E, Cap 6, Sez 4

3
3.1

Cisterne residui (slop tanks)


Segregazione delle tubolature

3.1.1 a) I tubi per le casse e cisterne residui devono essere segregati dalle altre parti degli impianti di pompaggio e tubolature mediante dispositivi dintercettazione in accordo con le prescrizioni in b) o c). b) Le sistemazioni per lisolamento delle casse e cisterne dei residui contenenti prodotti petroliferi o residui di prodotti petroliferi dalle altre cisterne del carico devono consistere in flange cieche da mantenere in posizione tutte le volte che vengono trasportati carichi diversi dai carichi liquidi indicati in Parte C, Cap 4, Sez 1, [2.5.1]. c) Devono essere previsti mezzi per isolare le tubolature che uniscono i locali pompe alle casse e cisterne residui. I dispositivi disolamento devono consistere in una valvola seguita da una flangia a otto o in un branchetto di tubo mobile con appropriate flange cieche. Tale dispositivo deve essere sistemato in una posizione adia-

cente alle casse e alle cisterne residui, ma quando ci non ragionevole o non possibile, esso pu essere sistemato nel locale pompe immediatamente dopo che il tubo ha attraversato la paratia.

3.2

Impianti di sfogo dei gas

3.2.1 Le casse e cisterne residui devono avere un impianto di sfogo dei gas separato che soddisfi le prescrizioni in Cap 7, Sez 4, [4.2].

3.3

Sistemazioni delle pompe e delle tubolature di scarico

3.3.1 Deve essere previsto un impianto di pompe e tubolature separato comprendente un collettore di scarico per scaricare il contenuto delle casse e delle cisterne residui direttamente alla coperta e quindi in una stazione di raccolta terrestre mentre la nave si trova in condizioni di caricazione secca. Vedere anche Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1].

134

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 7

NAVI CISTERNA PER IL TRASPORTO DI PRODOTTI PETROLIFERI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 APPENDICE 1 APPENDICE 2 APPENDICE 3 APPENDICE 4

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI DISPOSITIVI PER IMPEDIRE IL PASSAGGIO DI FIAMMA NELLE CISTERNE DEL CARICO PROGETTO DEGLI IMPIANTI DI LAVAGGIO CON PETROLIO GREGGIO ELENCHI DEI PRODOTTI PETROLIFERI E DELLE SOSTANZE SIMILI A PRODOTTI PETROLIFERI ELENCO DEGLI "EASY CHEMICALS"

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135

Parte E, Cap 7, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Notazione di servizio oil tanker

tura al di sopra del punto di infiammabilit del prodotto trasportato.

1.1.1

a) Le prescrizioni del presente Capitolo si applicano a navi che hanno la notazione di servizio oil tanker, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.2]. Esse si applicano anche a navi con le notazioni addizionali di servizio FP > 60 C e asphalt carrier, tenendo conto delle attenuazioni date nelle varie Sezioni.
Nota 1: Le attenuazioni indicate in a) non si applicano a navi adibite al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa ad una temperatura al di sopra del punto di infiammabilit del prodotto trasportato.

b) Ulteriori prescrizioni per navi con notazioni di servizio FLS tanker e FLS tanker, FP > 60 C che trasportano sostanze di categoria D per quanto riguarda il rischio dinquinamento sono date in Sez 4, [9]. c) Lelenco delle sostanze il cui trasporto alla rinfusa permesso per navi con notazione di servizio FLS tanker e FLS tanker, FP > 60 C dato in App 4.
Nota 2: La notazione di servizio FLS tanker non copre carichi contenenti quantit di benzene pari al 10% o pi. Le navi che trasportano tali carichi devono soddisfare le prescrizioni del Capitolo 8. Nota 3: Quando sono soddisfatte contemporaneamente le prescrizioni di questo Capitolo per la notazione di servizio oil tanker e per la notazione di servizio FLS tanker, possono essere assegnate alla nave entrambe le notazioni oil tanker - FLS tanker o oil tanker - FLS tanker, FP > 60 C, come applicabile.

b) Ulteriori attenuazioni sono concesse alle navi con notazione addizionale di servizio oil tanker, FP > 60 C adibite esclusivamente al trasporto di prodotti liquidi alla rinfusa: che siano trasportati ad una temperatura di almeno 15 C al di sotto del loro punto dinfiammabilit, o che abbiano un punto dinfiammabilit al di sopra di 100 C. c) Ulteriori prescrizioni per navi con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier sono contenute in Sez 4, [8]. d) Lelenco delle sostanze il cui trasporto alla rinfusa permesso per navi con notazioni di servizio oil tanker, oil tanker, FP>60 C e oil tanker, asphalt carrier dato in App 3, Tab 1.
Nota 2: I prodotti elencati in App 3, Tab 2 (sostanze simili a prodotti petroliferi), bench siano trattati nel Capitolo 8, possono anche essere trasportati da navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP > 60 C, come applicabile, purch siano soddisfatte le condizioni seguenti: la nave soddisfi le prescrizioni del presente Capitolo per quanto riguarda le navi porta prodotti, come definite in [1.3.12], nel caso di sostanze di categoria C la nave soddisfi le prescrizioni in Sez 3, [1.3] o in Cap 8, Sez 2 per una nave di tipo 3, e il misuratore del contenuto di olio dellimpianto di comando e controllo degli scarichi dolio in mare della nave sia approvato per luso nel controllo delle sostanze simili ai prodotti petroliferi che si intendono trasportare.

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi con le seguenti notazioni di servizio: oil tanker oil tanker, FP > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP > 60 C

1.3
1.3.1

Definizioni
Zona del carico

La zona del carico quella parte della nave che contiene le cisterne del carico nonch le cisterne dei residui (slop tanks), i locali pompe del carico, comprendenti i locali pompe, le intercapedini, gli spazi, sia vuoti che adibiti a zavorra adiacenti alle cisterne del carico o cisterne residui, nonch larea di ponte per tutta la larghezza e per tutta la lunghezza della parte di nave al di sopra degli spazi sopra definiti. Qualora nelle stive del carico siano installate cisterne indipendenti, le intercapedini, gli spazi vuoti o adibiti a zavorra sistemati allestremit poppiera della stiva del carico poppiera o allestremit prodiera della stiva del carico prodiera sono escluse dalla zona del carico. 1.3.2 Locale pompe del carico

1.1.2

Notazione di servizio FLS tanker

a) Le prescrizioni del presente Capitolo si applicano alle navi con notazione di servizio FLS tanker, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.5]. Esse si applicano anche alle navi con la notazione addizionale FP > 60 C, tenendo conto delle attenuazioni date in Sez 4.
Nota 1: Le attenuazioni indicate in a) non si applicano a navi adibite al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa ad una tempera-

Il locale pompe del carico uno spazio che contiene le pompe, comprensive dei loro accessori, per la movimentazione dei prodotti coperti dalla notazione di servizio assegnata alla nave.

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137

Parte E, Cap 7, Sez 1

Tabella 1 : Contenuto del Capitolo 7


Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi Dispositivi per impedire il passaggio di fiamme entro cisterne del carico Impianto di lavaggio col greggio Elenco dei prodotti petroliferi e delle sostanze simili a prodotti petroliferi Elenco degli Easy chemicals (1) Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) Sez 5 (2) Sez 6 App 1

1.3.6

Nave petroliera per greggio (crude oil tanker)

Nave petroliera per greggio significa una nave petroliera impiegata per il trasporto di greggio. 1.3.7 Stive del carico

Stive del carico sono gli spazi racchiusi dalle strutture della nave nei quali sono sistemate le cisterne indipendenti. 1.3.8 Combustibile liquido

Combustibile liquido significa qualsiasi prodotto petrolifero impiegato come combustibile per i macchinari di propulsione e ausiliari della nave sulla quale tale prodotto petrolifero viene trasportato. 1.3.9 Impianto integrato del carico e di zavorra (1/1/2004)

App 2 App 3 App 4

(2)

Nella sezione contenuta una tabella indicante lelenco delle attenuazioni applicabili a ciascuna notazione di servizio Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio oil tanker e FLS tanker

Un impianto integrato del carico e di zavorra qualsiasi impianto integrato idraulico e/o elettrico utilizzato per azionare entrambe le pompe del carico e di zavorra (compresi i sistemi attivi di comando e di sicurezza ed esclusi i componenti passivi come, ad esempio, le tubolature). 1.3.10 Sostanze simili a prodotti petroliferi Sostanze simili a prodotti petroliferi sono le sostanze elencate in App 3, Tab 2. 1.3.11 Miscela oleosa

1.3.3

Locali di servizio per il carico

Miscela oleosa significa una miscela con qualsiasi contenuto di prodotti petroliferi. 1.3.12 Nave porta prodotti (product carrier) Nave porta prodotti significa una nave petroliera per il trasporto di prodotti diversi dal greggio. 1.3.13 Locale pompe Il locale pompe un locale, sistemato nella zona del carico, contenente le pompe ed i loro accessori per la movimentazione della zavorra e del combustibile liquido, o carichi diversi da quelli per i quali stata assegnata la notazione di servizio alla nave. 1.3.14 Zavorra segregata Zavorra segregata significa l'acqua di zavorra introdotta in una cisterna che sia completamente separata dall'impianto del carico di prodotti petroliferi e da quello del combustibile liquido e che sia destinata in modo permanente al trasporto di zavorra o al trasporto di zavorra o carichi diversi da prodotti petroliferi o sostanze nocive come variamente definite nel Capitolo 7 e nel Capitolo 8. 1.3.15 Cisterna residui (slop tank)

I locali di servizio per il carico sono spazi entro la zona del carico adoperati per officine, armadi e depositi di pi di 2 m2 darea, adibiti agli equipaggiamenti relativi alla movimentazione del carico. 1.3.4 Zavorra pulita

Zavorra pulita significa la zavorra in una cisterna che, avendo in precedenza contenuto prodotti petroliferi, stata pulita in modo tale che gli effluenti dalla cisterna stessa, se fossero scaricati da una nave ferma in acqua calma pulita in un giorno chiaro non darebbero luogo a tracce oleose visibili sulla superficie dell'acqua o sulle linee di costa adiacenti o a depositi di morchie o emulsioni sotto la superficie dell'acqua o sulle linee di costa adiacenti. Se la zavorra viene scaricata attraverso un impianto di comando e controllo degli scarichi di olio in mare approvato dalla Societ, la prova basata su tale impianto dimostrante che il contenuto di olio nell'effluente non supera le 15 parti per milione deve essere determinante per dimostrare che la zavorra era pulita, nonostante la presenza di tracce visibili. 1.3.5 Greggio

Greggio significa qualsiasi miscela liquida di idrocarburi che si trova naturalmente nella terra, sia che venga o non venga trattata per renderla trasportabile e comprende: a) greggio dal quale possono essere state rimosse certe frazioni distillate; e b) greggio al quale possono essere state aggiunte alcune frazioni distillate.

Cisterna residui significa una cisterna destinata in modo specifico alla raccolta di drenaggi delle cisterne, lavaggi delle cisterne e altre miscele oleose. 1.3.16 Spazio vuoto Spazio vuoto uno spazio chiuso nella zona del carico esterna alle cisterne del carico, che non sia una stiva del carico, uno spazio adibito a zavorra, una cassa del combustibile liquido, un locale pompe del carico, un locale pompe o uno spazio normalmente adoperato dal personale.

138

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 Le prescrizioni di cui in Sez 2 e Sez 3 si applicano a navi ad un ponte, con lapparato motore a poppa, doppio fondo in tutta la zona delle cisterne del carico, doppio fasciame del fianco ed eventuali paratie longitudinali, oppure semplice fasciame del fianco e una o pi paratie longitudinali lungo la zona delle cisterne del carico. Il ponte pu essere a semplice o doppio fasciame, con o senza cofano. Lapplicazione di dette prescrizioni ad altri tipi di navi deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 1.1.2 Le prescrizioni di questa Sezione si applicano a navi con notazione di servizio oil tanker ESP, ad eccezione delle prescrizioni di cui in [2.1] e [6.2.2], che si applicano alle navi con notazione di servizio FLS tanker.

Dove alloggi e compartimenti di servizio sono previsti immediatamente sopra i compartimenti contenenti liquidi infiammabili, lintercapedine pu essere omessa soltanto dove il ponte non ha aperture daccesso ed rivestito con uno strato di materiale riconosciuto adeguato dalla Societ. Lintercapedine pu essere omessa anche dove tali compartimenti sono adiacenti ad un passaggio, purch siano soddisfatte le seguenti condizioni: gli spessori delle lamiere del comune contorno delle casse adiacenti siano aumentati , rispetto a quelli ottenuti in base alle prescrizioni applicabili della Parte B e della Sez 3, di 2 mm nel caso di casse per lacqua dolce o acqua dalimento della caldaia, e di 1 mm in tutti gli altri casi, la somma delle gole dei cordoni di saldatura ai margini di tali lamiere non sia minore dello spessore delle lamiere stesse, la prova idrostatica sia effettuata con un battente aumentato di 1 m rispetto a quello richiesto nella Parte B, Cap 12, Sez 3. 2.1.4 Traboccamenti sul ponte Devono essere previsti mezzi per tenere lontano dagli alloggi e dalle aree di servizio i traboccamenti sul ponte. Ci pu essere ottenuto sistemando una mastra permanente e continua di altezza adeguata che si estenda da fianco a fianco della nave. Se ghiotte sono installate sul ponte di coperta di navi petroliere in corrispondenza dei collettori del carico e sono estese verso poppa fino alla paratia poppiera delle soprastrutture, allo scopo di contenere i traboccamenti di carico sul ponte durante le operazioni di carico e scarico, gli effetti delle superfici liquidi libere, causati dal contenimento di un traboccamento del carico durante operazioni di trasferimento di liquidi ovvero da mare in coperta durante il viaggio, devono essere presi in considerazione nei confronti del margine disponibile della stabilit iniziale positiva della nave (GMo). Se le ghiotte installate sono pi alte di 300 mm, esse devono essere trattate come parapetti con aperture per lo scarico di masse dacqua in accordo a Parte B, Cap 9, Sez 9, [5] e chiusure efficienti da usarsi durante le operazioni di carico e scarico. Le chiusure fisse devono essere predisposte in modo tale che non possa verificarsi un bloccaggio mentre la nave in mare, con la sicurezza che le aperture di scarico rimangano sempre efficienti. Su navi senza bolzone, o dove laltezza delle ghiotte supera il bolzone, e per navi petroliere aventi le cisterne del carico eccedenti il 60% della larghezza massima della nave alla sezione maestra qualunque sia laltezza delle ghiotte, queste non possono essere accettate senza una verifica della stabilit iniziale (GMo) per conformit con le relative prescrizioni di stabilit, tenendo conto degli effetti degli specchi liquidi liberi causati dai liquidi trattenuti da tali ghiotte.

2
2.1

Sistemazioni generali
Generalit

2.1.1 Applicabilit Le prescrizioni di cui da [2.1.2] a [2.1.4] si applicano anche alle navi con notazione di servizio FLS tanker. 2.1.2 Intercapedini Una intercapedine o simile compartimento di larghezza non inferiore a 760 mm deve essere prevista alla estremit posteriore della zona delle cisterne del carico. Le sue paratie devono estendersi dalla chiglia al ponte per tutta la larghezza della nave. Con il termine "intercapedine" sintende, per gli scopi di questa prescrizione, un compartimento isolante fra due paratie o ponti dacciaio adiacenti. La distanza minima tra le due paratie o ponti deve essere sufficiente per un accesso ed ispezione in sicurezza. Allo scopo di soddisfare il principio della singola avaria, nel caso particolare che si verifichi una situazione di angolo contro angolo, tale principio pu essere soddisfatto saldando una lamiera diagonale attraverso langolo. Le intercapedini devono essere costruite in modo da assicurare unadeguata ventilazione. 2.1.3 Segregazione del carico Salvo dove espressamente indicato altrimenti, cisterne contenenti carico o residui di carico devono essere segregate dagli spazi destinati ad alloggi, servizi e locali macchinari, casse di acqua potabile e depositi destinati a carichi per consumi umani per mezzo di una intercapedine, od ogni altro simile compartimento.

Regolamenti RINA 2005

139

Parte E, Cap 7, Sez 2

2.2
2.2.1

Casse o compartimenti del doppio fondo


Generalit

T1

: minima immersione operativa, in m, fra quelle di tutte le previste condizioni di carico, : densit dellacqua di mare, in t/m3. Navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t ma uguale o superiore a 600 t

2.2.3

Casse del doppio fondo adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usate come casse per olio combustibile. 2.2.2 Navi petroliere di portata lorda uguale o maggiore di 5000 t

a) Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o compartimento del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, come indicato in Fig 1, non deve essere minore di B/15, in m, ovvero 2,0 m, se minore. La distanza h non deve essere minore di 1,0 m. b) Le casse o i compartimenti del doppio fondo come richiesti da a) possono non essere richiesti, purch il progetto della nave cisterna sia tale che la pressione del carico e dei vapori esercitata sul fasciame del fondo formante una singola linea di confine fra il carico e il mare non superi la pressione idrostatica esterna dellacqua, come espressa dalla seguente formula:
fh c c g + 1000p T 1 g

Ad ogni sezione trasversale, laltezza di ciascuna cassa o compartimento del doppio fondo deve essere tale che la distanza h fra il fondo delle cisterne del carico e la linea fuori ossatura del fasciame del fondo, misurata perpendicolarmente al fasciame del fondo, non deve essere minore di B/15, in m, con un valore minimo di 0,76 m. Nella zona del ginocchio e nelle posizioni senza un ginocchio definito, la linea di contorno della cisterna del carico deve correre parallela alla linea del fondo piatto in sezione maestra, come indicato in Fig 2.

2.3

Stazione di navigazione

2.3.1 Quando si dimostra necessario installare una stazione di navigazione sopra la zona del carico, tale stazione deve essere impiegata soltanto ai fini della navigazione e deve essere separata dal ponte della cisterna del carico da uno spazio aperto di almeno 2 m di altezza.

dove: f hc : coefficiente di sicurezza uguale ad 1,1, : altezza, in m, del carico in contatto con il fasciame del fondo, : massima densit del carico, in t/m3, : accelerazione standard di gravit uguale a 9,81 m/s2, : massima pressione di taratura, in MPa, della valvola di pressione/vuoto sistemata sulla cisterna del carico,

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne del carico e slop


Cisterne del carico
Generalit

c
g

3.1
3.1.1

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t non possono trasportare prodotti petroliferi in qualsiasi compartimento esteso a proravia della paratia di collisione sistemata secondo Parte B, Cap 2, Sez 1, [2].

Figura 1 : Linee delimitanti le cisterne del carico

h>w

w
w
h<w

1.5 . h
linea di costruzione

140

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

Figura 2 : Linee delimitanti le cisterne del carico

3.1.4

Impianto di trasferimento del carico

Allo scopo di non superare i limiti di volume stabiliti in [3.1.2] o [3.1.3] e indipendentemente dal tipo accettato di impianto di trasferimento del carico installato, quando tale impianto collega due o pi cisterne del carico, valvole o altri simili mezzi di chiusura devono essere previsti per separare le cisterne una dallaltra. 3.1.5
h h

Tubolature attraversanti le cisterne del carico

linea di costruzione

3.1.2

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t a) Le cisterne del carico nelle navi petroliere devono avere dimensioni e sistemazione tali che lipotetico efflusso OC ovvero OS calcolato in accordo con le prescrizioni di [3.2] in qualsiasi punto lungo la nave non superi il maggiore dei due valori seguenti: 30000 m , o
400 3 DW
3

Linee di tubolature che attraversano le cisterne del carico liquido ad una distanza uguale a o minore di tC dalla murata o uguale a o minore di vC dal fondo della nave devono essere dotate di valvole o simili mezzi di chiusura nel punto in cui esse entrano in qualunque cisterna del carico. Tali valvole devono essere mantenute sempre chiuse in navigazione quando le cisterne contengono carico di prodotti petroliferi, eccetto che esse possono venire aperte soltanto per trasferire il carico allo scopo di cambiare lassetto della nave. I valori di tC e vC sono rispettivamente lestensione trasversale e verticale della penetrazione dellavaria laterale come definita in Sez 3, [1.3.2]. 3.1.6 Pozzetti daspirazione nelle cisterne del carico

dove DW la portata lorda, in t, ma in ogni caso tale efflusso non deve superare 40000 m3. b) La lunghezza di ciascuna cisterna del carico non deve superare 10 m o uno dei valori della Tab 1, in quanto applicabile, scegliendo il valore maggiore. 3.1.3 Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t ma uguale a o maggiore di 600 t Tali navi petroliere devono avere le cisterne del carico dimensionate in modo che la capacit di ciascuna cisterna non superi 700 m3 a meno che le cisterne o compartimenti laterali siano in accordo con [4.2.2] in conformit di quanto segue:
2 ,4 DW w = 0 ,4 + ------------------ con un valore minimo di 0,76 m 20000

I pozzetti di aspirazione nelle cisterne del carico possono sporgere nel doppio fondo sotto la linea limite definita dalla distanza h di cui in [2.2.2] o [2.2.3], come applicabile, purch tali pozzetti siano quanto pi piccoli possibile e la distanza fra il fondo del pozzetto e il fasciame del fondo sia non minore di 0,5 h.

3.2
3.2.1

Fuoriuscita di prodotti petroliferi


Generalit

dove w la distanza descritta in Fig 1 e DW la portata lorda.

Allo scopo di limitare linquinamento da idrocarburi causato da navi petroliere dovuto a falle sui fianchi o sul fondo, lipotetica fuoriuscita OC e OS come indicato in [3.1.2] deve essere calcolata con le formule di [3.2.2] rispetto ai compartimenti interessati dalla falla in ogni possibile posizione lungo lo scafo e per lestensione definita in Sez 3, [1.3.2].

Tabella 1 : Lunghezza delle cisterne del carico


Disposizione delle paratie longitudinali Nessuna paratia Paratia centrale Due o pi paratie Disposizione della paratia centrale No Si (1) (2) Lunghezza delle cisterne del carico, in m (0,5 bi / B + 0,1) L (2) (0,25 bi / B + 0,15) L 0,2 L 0,2 L (0,5 bi / B + 0,1) L (0,25 bi / B + 0,15) L

Cisterna del carico Cisterna laterale Cisterna centrale

Condizione (1) bi / B 1/5 bi / B < 1/5

bi la minima distanza dalla murata alla paratia stagna longitudinale laterale della i-esima cisterna, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Non deve superare 0,2 L.

Regolamenti RINA 2005

141

Parte E, Cap 7, Sez 2

3.2.2

Calcolo generale della fuoriuscita di prodotti petroliferi La fuoriuscita di prodotti petroliferi per falla sul fianco e sul fondo calcolato con le seguenti formule: a) per falla sul fianco:
O C = W i + K i C i

3.2.4

Falla simultanea al fondo in quattro cisterne centrali Nel caso in cui la falla del fondo interessi simultaneamente quattro cisterne centrali, il valore di OS pu essere calcolato con la seguente formula:
1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 4

b) per falla sul fondo:


1 O S = -- ( Z i W i + Z i C i ) 3

dove Zi, Wi, Ci sono definiti in [3.2.2]. 3.2.5 Ipotesi Allo scopo di calcolare OS , si pu dare credito soltanto a casse del doppio fondo vuote ovvero contenenti acqua pulita, quando le cisterne soprastanti contengono del carico. Se il doppio fondo non si estende per tutta la lunghezza e larghezza della cisterna interessata, il doppio fondo considerato non esistente e il volume delle cisterne sopra la zona dellavaria al fondo deve includersi nella formula di Os in [3.2.2] anche se la cisterna non considerata sfondata a causa dellinstallazione di tale doppio fondo parziale. I pozzetti di aspirazione possono essere trascurati nel determinare il valore di hi purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano sotto la cisterna per una distanza minima in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se laltezza di tali pozzetti supera met dellaltezza del doppio fondo, hi deve essere assunto uguale allaltezza del doppio fondo meno laltezza dei pozzetti. Tubolature che servono tali pozzetti se installate dentro il doppio fondo devono essere munite di valvole o altri mezzi di chiusura situati nel punto di collegamento alla cassa servita per impedire un efflusso nel caso di danno alla tubolatura. 3.2.6 Riduzione dellefflusso di prodotti petroliferi la Societ pu tener conto, come mezzo per ridurre la fuoriuscita di prodotti petroliferi nel caso di falla sul fondo, di un impianto di trasferimento del carico avente una forte aspirazione di emergenza installato in ciascuna cisterna del carico, che possa effettuare il trasferimento da una cisterna/e danneggiata/e a cisterne di zavorra segregata ovvero a cisterne del carico disponibili se pu essere assicurato che tali cisterne abbiano spazio sufficiente. Lefficienza di tale impianto verrebbe determinato dallabilit di trasferire in due ore di funzionamento una quantit di carico uguale a met della maggiore delle cisterne danneggiate interessate e dalla disponibilit di una equivalente capacit di ricezione nelle cisterne del carico o di zavorra. Lefficienza deve essere limitata a permettere il calcolo di Os secondo la formula in [3.2.4]. I tubi di tali aspirazioni devono essere installati almeno ad una altezza non inferiore allestensione verticale vs del danno del fondo. vs lestensione verticale del danno al fianco come definita in Sez 3, [1.3.2]. 3.2.7 Metodi alternativi per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi In alternativa alle formule indicate in [3.2.2] ovvero [3.2.4], pu essere applicato il metodo probabilistico per calcolare lefflusso di prodotti petroliferi come descritto nella IMO Resolution MEPC.66(37).

dove: Wi

Ci

Ki

: volume di una cisterna laterale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [1.3.2]; Wi per una cisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero, : volume di una cisterna centrale in metri cubi assunta danneggiata come indicato in Sez 3, [1.3.2]; Ci per unacisterna di zavorra segregata pu essere assunto uguale a zero. : coefficiente: 1 - bi / tC per bi < tC , 0 per bi tC , : coefficiente definito come: 1 - hi / vS per hi < vS , 0 per hi vS , : larghezza in m, della cisterna laterale considerata misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Nel caso in cui la larghezza bi non sia costante lungo una particolare cisterna laterale, per la determinazione degli efflussi ipotetici di Oc e Os deve essere impiegato il minimo valore di bi nella cisterna, : altezza minima, in m, del doppio fondo considerato; se non esiste doppio fondo hi deve essere assunta uguale a zero, : estensione trasversale dellavaria al fianco come definita in Sez 3, [1.3.2], : estensione verticale dellavaria al fondo come definita in Sez 3, [1.3.2].

Zi

bi

hi

tC vS 3.2.3

Compartimento fra cisterne laterali che trasportano prodotti petroliferi Se un compartimento vuoto o cisterna di zavorra segregata di lunghezza inferiore ad lC, come definita in Sez 3, [1.3.2], situato fra cisterne laterali trasportanti prodotti petroliferi, OC nella formula di [3.2.2] pu essere calcolato sulla base del volume Wi essendo il volume effettivo di una di tali cisterne (dove esse sono di eguale capacit) o la pi piccola delle due cisterne (se esse sono di capacit differenti) adiacenti a tale compartimento, moltiplicato per Si come definito sotto e prendendo per tutte le altre cisterne laterali interessate da tale collisione il valore del volume effettivo totale. Si = 1 - li / lC dove li la lunghezza, in m, del compartimento vuoto o cisterna di zavorra segregata considerata.

142

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

3.3
3.3.1

Cisterne slop
Navi cisterna di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 t

Le sistemazioni delle cisterne "slop" o combinazioni di cisterne "slop" devono avere una capacit necessaria per contenere le acque sporche generate dal lavaggio delle cisterne, residui oleosi e di zavorra sporca. La capacit totale della cisterna o cisterne "slop" non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, eccetto che la Societ pu accettare: 2% per quelle navi cisterna dove il sistema di lavaggio delle cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con [5]. Questa capacit pu essere ulteriormente ridotta a 1,5% per quelle navi petroliere dove il sistema di lavaggio cisterne tale che, una volta caricata la cisterna o le cisterne "slop" con lacqua di lavaggio, questacqua sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, se applicabile, per fornire il fluido per il funzionamento degli eiettori, senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto. Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t

presente. Essi devono essere sistemati in modo tale che le cisterne del carico siano poste allinterno della linea del garbo del fasciame del fianco, in nessun punto a meno della distanza w che, come indicato in Fig 1, misurata in ogni sezione trasversale perpendicolarmente al fasciame del fianco, come sotto specificato: w = 0,5 + DW / 20000, oppure w = 2,0 m

assumendo il valore minore. Il valore di w non deve essere minore di 1,0 m. 4.2.3 Cisterne o compartimenti laterali di navi petroliere conformi a 2.2.2 b)

La posizione delle cisterne o compartimenti laterali di navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t che sono esentate dalle prescrizioni di [2.2.2] a) deve essere come definita in [4.2.2], eccetto che, sotto ad un livello pari a 1,5 h sopra la linea di costruzione dove h definita in [2.2.2] a), la linea di contorno della cisterna del carico pu essere verticale fino al fasciame del fondo, come indicato in Fig 3. Dette cisterne o compartimenti laterali non possono contenere carico o combustibile liquido. 4.2.4 Casse o compartimenti del doppio fondo

3.3.2

Si applicano le prescrizioni di cui in [2.2.1] e [2.2.2]. 4.2.5 Capacit totale delle cisterne di zavorra

Navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 t devono essere dotate di almeno due cisterne "slop".

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra di protezione o compartimenti di protezione


Generalit

4.1

4.1.1 Questa prescrizione si applica a navi cisterna di portata lorda uguale a o maggiore di 600 t.

4.2

Dimensionamento e sistemazione di cisterne di zavorra o compartimenti


Generalit

Sulle navi petroliere per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e sulle navi portaprodotti (product carriers) di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t, la capacit totale delle cisterne laterali, delle casse del doppio fondo e dei gavoni di prora e di poppa non deve essere inferiore alla capacit delle cisterne di zavorra segregata necessaria per soddisfare le prescrizioni di cui in [5]. Le cisterne o compartimenti laterali e le casse del doppio fondo impiegati per soddisfare le prescrizioni di cui in [5] devono essere distribuiti in maniera pi uniforme possibile lungo la zona delle cisterne del carico. Zavorra segregata addizionale da impiegarsi per ridurre le sollecitazioni di flessione longitudinali della trave nave, lassetto, ecc. pu essere ubicata in ogni punto della nave. Nel calcolare la capacit totale, deve tenersi conto di quanto segue: la capacit delle casse zavorra nel locale apparato motore deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra; la capacit delle casse di zavorra poste dentro il doppio scafo deve essere esclusa dalla capacit totale delle cisterne di zavorra (vedere Fig 4).

4.2.1

Le cisterne del carico devono essere protette per lintera lunghezza da cisterne di zavorra o compartimenti diversi da quelli del carico e del combustibile liquido come indicato in [4.2.2] fino a [4.2.6] per navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 t, oppure [4.2.7] per le navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t. 4.2.2 Cisterne o compartimenti laterali

Le cisterne o compartimenti laterali devono estendersi per tutta laltezza della murata oppure dal cielo del doppio fondo al ponte pi alto, trascurando il trincarino curvo se

Ogni zavorra trasportata in estensioni entro bordo localizzate, rientranze o recessi del doppio scafo, come i cassonetti delle paratie, pu considerarsi zavorra in eccesso oltre il minimo richiesto per la capacit di zavorra segregata in accordo con [5].

Regolamenti RINA 2005

143

Parte E, Cap 7, Sez 2

Figura 3 : Linee di contorno delle cisterne del carico

1.5. h
linea di costruzione

Figura 4 : Cisterne di zavorra segregata poste dentro il doppio scafo


A

SBT

SBT

SBT SBT

SBT

SBT

APT

E/R

P/R

FPT SBT

SBT

SBT

SBT
A

SBT

SBT

SBT

COT

COT

SBT

linea del doppio scafo assunta

SEZIONE A - A

4.2.6

Criteri alternativi di progettazione e costruzione

Altri criteri di progettazione e costruzione di navi petroliere possono essere accettati come alternative alle prescrizioni di cui in [4.2.2] fino a [4.2.5], purch tali metodi assicurino almeno lo stesso livello di protezione contro linquinamento da idrocarburi nel caso di collisione o incaglio. Tali metodi devono essere ritenuti accettabili per la Societ.
Nota 1: la Societ considera il metodo descritto nella Risoluzione IMO MEPC.66(37) come accettabile.

Dimensionamento e sistemazione delle cisterne di zavorra segregata (SBT)


Generalit

5.1

5.1.1 Ogni nave petroliera per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 t e ogni nave porta prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 t deve essere dotata di cisterne di zavorra segregata e deve soddisfare [5.2] ovvero [5.3], come appropriato.

4.2.7

Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t

5.2

Capacit delle SBT per navi petroliere di lunghezza maggiore di o uguale a 150 m

Navi petroliere di portata lorda minore di 5000 t devono soddisfare le prescrizioni in [2.2.3] e [3.1.3].

5.2.1 La capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere determinata in modo tale che la nave possa

144

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 2

operare in sicurezza nei viaggi in zavorra senza far ricorso alluso delle cisterne del carico per lacqua di zavorra. In tutti i casi, tuttavia, la capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, le immersioni e lassetto della nave soddisfino ciascuna delle prescrizioni seguenti: limmersione dalla linea di costruzione a met nave, dm in m (trascurando ogni deformazione della nave) deve essere non minore di 2,0 + 0,02 L, le immersioni sulle perpendicolari AV e AD devono corrispondere a quelle determinate per mezzo dellimmersione al mezzo dm suddetta, unitamente ad un assetto appoppato non maggiore di 0,015 L, in ogni caso limmersione alla perpendicolare addietro deve essere non minore di quella necessaria per ottenere la completa immersione dellelica o delle eliche, in nessun caso lacqua di zavorra deve essere trasportata nelle cisterne del carico, eccetto: in quei rari viaggi quando le condizioni meteorologiche sono cos severe che, a giudizio del Comandante, sia necessario imbarcare acqua di zavorra addizionale nelle cisterne del carico per la sicurezza della nave, in casi eccezionali dove il particolare carattere delloperazione di una nave petroliera renda necessario imbarcare acqua di zavorra in eccesso della quantit richiesta per soddisfare i requisiti suddetti, purch tale operazione della nave petroliera rientri nella categoria dei casi eccezionali.

Limmersione media minima, in m, e lassetto massimo, in m, sono ottenuti rispettivamente dalle seguenti formule: dm = 0,2 + 0,032 L tm = (0,024 - 6,0.10-5L) L 5.3.3 Formulazione B Le seguenti formule risultano da investigazioni basate su ricerche teoriche, prove su modelli e al vero. Queste formule sono basate su di un mare forza 6 (Scala internazionale dello stato del mare). Le immersioni minime, in m, a poppa e a prora sono ottenute rispettivamente dalle seguenti formule: dm,S = 2,3 + 0,030 L dm,B = 0,7 + 0,0170 L oppure limmersione media minima, in m, e lassetto massimo, in m, sono ottenuti rispettivamente dalle seguenti formule: dm = 1,55 + 0,023 L tm = 1,6 + 0,013 L 5.3.4 Formulazione C Le seguenti formule forniscono, per certe immersioni aumentate, un aiuto nella prevenzione dellaffioramento dellelica e dello "slamming" nelle navi di maggior lunghezza. Le immersioni minime, in m, a poppa e a prora sono ottenute rispettivamente dalle seguenti formule: dm,S = 2,0 + 0,0275 L dm,B = 0,5 + 0,0225 L

5.3

Capacit delle SBT per navi petroliere di lunghezza minore di 150 m

6
6.1

Sistemazione degli accessi


Generalit

5.3.1 Generalit La capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere considerata dalla Societ nei singoli casi. In generale, la capacit delle cisterne della zavorra segregata deve essere almeno tale che, in qualunque condizione di zavorra in qualunque parte del viaggio, compresa la condizione di nave vacante pi la sola zavorra segregata, limmersione e lassetto della nave soddisfino i requisiti sui minimi e massimi valori forniti, per sola guida, in [5.3.2], [5.3.3] e [5.3.4]. Questi valori sono i risultati di differenti formulazioni. Le formulazioni sono basate sia su ricerche teoriche sia su studi della pratica reale riguardanti navi petroliere di differenti configurazioni, che considerano vari gradi di affioramento dellelica, vibrazioni, "slamming", perdita di velocit, rollio, entrata in bacino e altro. Inoltre, sono comprese informazioni concernenti lo stato del mare ipotizzato. 5.3.2 Formulazione A Le seguenti formule furono derivate da uno studio di 26 navi petroliere di lunghezza da 50 a 150 m. Le immersioni vennero estratte dai libretti distruzioni relative alla stabilit e rappresentano casi di zavorra alla partenza. I casi di zavorra rappresentano condizioni di navigazione con tempo fino a Beaufort 5 compreso.

6.1.1 Per quanto praticabile, mezzi daccesso permanenti o mobili conservati a bordo devono essere forniti per assicurare una adeguata sorveglianza e manutenzione delle cisterne del carico e dei compartimenti zavorra. 6.1.2 Mezzi daccesso alle cisterne centrale e laterali non devono essere posti nella stessa sezione trasversale.

6.2

Accessi alla galleria tubi e sistemazione delle aperture

6.2.1 Accesso alla galleria tubi nel doppio fondo La galleria tubi posta nel doppio fondo deve soddisfare i seguenti requisiti: essa non deve comunicare con il locale macchine, devono essere previste almeno due uscite sul ponte aperto sistemate alla massima distanza luna dallaltra. Una di queste uscite, munita di chiusura stagna allacqua, pu condurre nel locale pompe del carico. 6.2.2 Porte fra la galleria tubi e il locale pompe principale Questa prescrizione si applica alle navi con notazione di servizio FLS tanker.

Regolamenti RINA 2005

145

Parte E, Cap 7, Sez 2

Dove esiste un accesso permanente da una galleria tubi al locale pompe principale, deve essere sistemata una porta stagna che soddisfi i requisiti in Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.1] per le porte stagne aperte in mare e poste sotto il ponte di bordo libero. Inoltre devono essere soddisfatti i seguenti punti: in aggiunta al comando dalla plancia, la porta stagna deve potersi chiudere manualmente dallesterno dellentrata del locale pompe, la porta stagna deve essere mantenuta chiusa durante le normali operazioni della nave eccetto quando sia richiesto di accedere alla galleria tubi. Un avviso deve essere affisso alla porta, informante che essa non pu essere lasciata aperta.

6.3.3 Accessi attraverso aperture orizzontali Per gli accessi attraverso aperture orizzontali, le dimensioni devono essere sufficienti da permettere ad una persona indossante un autorespiratore ed equipaggiamento protettivo di salire e scendere ogni scala senza impedimenti e inoltre da provvedere unapertura libera che faciliti il sollevamento di una persona ferita dal fondo del compartimento. La minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 600 mm. 6.3.4 Accessi attraverso aperture verticali Per gli accessi attraverso aperture verticali la minima luce libera deve essere non inferiore a 600 mm x 800 mm ad unaltezza di non pi di 600 mm dal fasciame del fondo a meno che siano installati grigliati o altri punti dappoggio per i piedi. 6.3.5 Navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t Per navi petroliere di portata lorda inferiore a 5000 t la Societ pu approvare dimensioni inferiori in speciali circostanze, se la capacit di attraversare tali aperture o di rimuovere una persona ferita pu essere provata a soddisfazione della stessa Societ.

6.3

Accesso ai compartimenti nella zona del carico

6.3.1 Generalit Laccesso alle intercapedini, cisterne di zavorra, cisterne del carico e altri compartimenti nella zona del carico deve avvenire direttamente dal ponte scoperto e deve essere tale da consentire una loro completa ispezione. Laccesso ai compartimenti del doppio fondo pu avvenire attraverso un locale pompe del carico, un locale pompe, unintercapedine alta, una galleria tubi o compartimenti simili, soggetti a considerazione degli aspetti della ventilazione. 6.3.2 Accesso al gavone di prora (1/7/2001) L'accesso al gavone di prora deve avvenire direttamente dal ponte scoperto. Se il gavone di prora separato mediante intercapedini dalle cisterne del carico, pu essere accettato un accesso attraverso un passo d'uomo imbullonato stagno ai gas, ubicato in uno spazio chiuso. In tal caso, deve essere posto un avviso in corrispondenza del passo duomo che informi che la cisterna pu essere aperta solamente dopo che sia stato verificato che libera da gas o dopo che le apparecchiature elettriche ubicate nel locale chiuso che non siano elettricamente sicure siano state isolate.

6.4

Accessi agli spazi della prora

6.4.1 Le navi petroliere devono essere fornite di una passerella fra la sovrastruttura o tuga poppiera e il castello di prora, ovvero una sistemazione equivalente in accordo con la Convenzione internazionale sul Bordo Libero, 1966, e relativi emendamenti. 6.4.2 Le navi cisterna devono essere dotate dei mezzi per permettere allequipaggio di accedere in sicurezza alla prora anche in cattive condizioni meteorologiche. Tali mezzi devono essere a soddisfazione della Societ.
Nota 1: la Societ considera accettabili mezzi che siano conformi alle "Guidelines" adottate dal "Maritime Safety Committee" dellIMO con la Risoluzione MSC.62(67) del 5/12/1996.

146

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
Ry : Minima tensione di snervamento, in N/mm2, del materiale, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Modulo di Young, in N/mm2, da assumersi uguale a: E = 2,06.10 N/mm per acciai in generale, E = 1,95.105 N/mm2 per acciai inossidabili.
5 2

c) La nave deve essere caricata come segue: tutte le cisterne del carico riempite fino ad un livello corrispondente al massimo totale combinato del momento verticale del volume pi il momento dinerzia degli specchi liberi dei liquidi a 0 di sbandamento, per ogni singola cisterna, la massa volumica del carico deve corrispondere alla portata di carico disponibile al dislocamento per il quale il valore di KM trasversale raggiunge il minimo, dotazioni di consumo complete alla partenza, 1% della capacit totale dellacqua di zavorra. Per tutte le cisterne di zavorra deve essere assunto il massimo momento degli specchi liberi dei liquidi.

k E

1
1.1

Stabilit
Applicabilit

1.1.1 Le prescrizioni di cui in [1.2.2] e [1.3] si applicano alle navi con notazione di servizio oil tanker ESP.

1.3
1.3.1

Stabilit in condizioni di avaria


Generalit

1.2
1.2.1

Stabilit allo stato integro


Generalit

La stabilit della nave per le condizioni di carico in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6] deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2. Inoltre devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.2.2]. 1.2.2 Operazione di trasferimento dei liquidi

Ogni nave petroliera deve soddisfare i criteri di compartimentazione e stabilit in condizioni di avaria specificati in [1.3.8], dopo lavaria ipotizzata al fondo o al fianco specificata in [1.3.2], per lo standard di avaria descritto in [1.3.3], e per ogni immersione operativa che rifletta le reali condizioni di pieno o parziale carico compatibili con lassetto e la robustezza della nave come pure con le masse volumiche del carico. Le condizioni effettive di pieno o parziale carico da considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave petroliera non trasporta liquidi nelle cisterne del carico, esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate. 1.3.2 Dimensioni dellavaria

Navi con compartimentazione particolare possono essere soggette a ingavonarsi durante le operazioni di trasferimento dei liquidi come caricazione, scaricazione o zavorramento. Allo scopo di prevenire gli effetti dellingavonamento, il progetto di navi cisterna di portata lorda uguale o superiore a 5000 t deve soddisfare i seguenti criteri: a) I criteri di stabilit allo stato integro riportati in b) devono essere rispettati per la peggiore condizione di carico e zavorra come definita in c), in accordo con la buona pratica operativa, compresi gli stadi intermedi delle operazioni di trasferimento dei liquidi. In tutte le condizioni le cisterne di zavorra devono ipotizzarsi smezzate. b) Laltezza metacentrica iniziale GMo, in m, corretta per gli specchi liberi dei liquidi misurati a 0 di sbandamento, deve essere non inferiore a 0,15. Allo scopo di calcolare GMo, le correzioni per gli specchi liberi dei liquidi devono essere basate sugli appropriati momenti dinerzia degli specchi liberi dei liquidi a nave diritta.

Lestensione ipotizzata dellavaria definita nella Tab 1. Lestensione trasversale dellavaria misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo. Allo scopo di determinare lestensione dellavaria ipotizzata, i pozzetti daspirazione possono essere trascurati, purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Lestensione verticale dellavaria misurata dalla linea del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della nave.

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147

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 1 : Estensione dellavaria


Avaria Fianco Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti ogni altra parte (1) Assumendo il valore minore Estensione longitudinale lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L
2/3

Estensione trasversale tC = B/5 o 11,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) tS = B/6 o 5 m (1)

Estensione verticale vC = senza limite vS = B/15 o 6 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

o 14,5 m (1) (1)

lS = 1/3 L 2/3 o 5 m

Se da unavaria di estensione inferiore alla massima estensione di avaria specificata nella Tab 2 derivasse una condizione pi severa, si dovr prendere in considerazione tale avaria di minore estensione. 1.3.3 Standard di avaria

dersi a compartimenti diversi da quelli ipotizzati allagabili nel calcolo per ciascun caso di danno. 1.3.7 Permeabilit

Lavaria in [1.3.2] deve essere applicata a tutte le concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la Tab 2. 1.3.4 Metodo di calcolo

Le masse volumiche dei carichi trasportati, cos come ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati, devono essere tenuti in considerazione per ogni cisterna vuota o parzialmente piena. La permeabilit di compartimenti ipotizzati come allagati devono essere come indicato nella Tab 3. 1.3.8 Prescrizioni di sopravvivenza

Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilit (GZ) e le posizioni del centro di gravit (KG) per giudicare le condizioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). 1.3.5 Assunzioni relative allallagamento

Le navi petroliere devono essere considerate come soddisfacenti i criteri di stabilit in condizioni di avaria se sono soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.3.9] e [1.3.10]. Tabella 2 : Standard di avaria
Lunghezza della nave, in m L 100 100 < L 150 150 < L 225 L > 225 (1) (2) Avaria ovunque lungo la nave No No Si Si Avaria tra le paratie trasversali Si (1) (2) Si (1) No No Soltanto apparato motore allegato No No Si No

Le prescrizioni di cui in [1.3.8] devono essere confermate da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche di progetto della nave , le sistemazioni, configurazione e contenuti dei compartimenti allagati e la distribuzione, masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei liquidi. Se lavaria interessante paratie trasversali considerato come specificato in [1.3.3], le paratie stagne trasversali devono essere poste almeno ad una distanza uguale allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [1.3.2] al fine di essere considerate efficaci. Dove le paratie trasversali sono poste a distanza minore, una o pi di queste paratie entro tale estensione di danno deve essere assunta come inesistente allo scopo di determinare i compartimenti allagati. Se il danno fra paratie stagne trasversali adiacenti considerato come specificato in [1.3.3], non deve assumersi danneggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: lintervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore allestensione longitudinale dellavaria ipotizzata specificata in [1.3.2] oppure, esista uno scalino oppure un recesso in una paratia trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto entro lestensione della penetrazione dellavaria ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di poppa e dal cielo del gavone stesso non deve essere considerato come tale. Allagamento progressivo

Apparato motore non allagato. Esenzioni dalle prescrizioni di cui in [1.3.8] possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Tabella 3 : Permeabilit
Compartimenti Adatti a magazzini Occupati da alloggi Occupati da macchinari Compartimenti vuoti Destinati a liquidi di consumo Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 da 0 a 0,95 (1) da 0 a 0,95 (1)

1.3.6

Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro lestensione ipotizzata della penetrazione dellavaria di cui in [1.3.2], devono essere prese disposizioni in modo che un allagamento progressivo non possa di conseguenza esten-

Destinati ad altri liquidi (1)

La permeabilit di compartimenti parzialmente pieni deve essere coerente con il quantitativo di liquido trasportato nel compartimento.

148

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

1.3.9

Stadio finale di allagamento

a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affondamento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso la quale si possa verificare un allagamento progressivo. Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Langolo di sbandamento dovuto ad allagamento asimmetrico non pu superare 25, tuttavia tale angolo pu essere aumentato a 30 se non si verifica limmersione del margine del ponte. c) La stabilit deve essere esaminata e pu essere considerata sufficiente se la curva dei bracci raddrizzanti ha almeno unestensione di 20 oltre la posizione di equilibrio unitamente a un massimo residuo braccio raddrizzante, in m, di almeno 0,1 m entro lestensione di 20; larea, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione non deve essere inferiore a 0,0175. 1.3.10 Stadio intermedio di allagamento la Societ deve essere convinto che la stabilit sia sufficiente durante gli stadi intermedi di allagamento. A questo proposito la Societ applica gli stessi criteri relativi allo stadio finale di allagamento anche durante gli stadi intermedi di allagamento. 1.3.11 Danno allo slancio del fondo La presente prescrizione si applica a navi petroliere di portata lorda uguale o superiore a 20000 t. Le ipotesi di avaria relative allavaria al fondo prescritte in [1.3.2] devono essere integrate dallavaria ipotizzata allo slancio del fondo di Tab 4. Per lavaria ipotizzata allo slancio del fondo devono essere soddisfatte le prescrizioni di cui in [1.3.8]. 1.3.12 Sistemi di equalizzazione Sistemi di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici come valvole o tubi di livellamento, se collocati, non possono essere considerati per ridurre langolo di sbandamento o per raggiungere la minima stabilit residua che soddisfi le prescrizioni di cui in [1.3.9] e sufficiente stabilit residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi dove impiegata lequalizzazione. Compartimenti che siano collegati da condotti di grande sezione trasversale possono essere considerati in comune. Tabella 4 : Estensione dellavaria al fondo
Portata lorda < 75000 t 75000 t (1) (2) Estensione longitudinale 0,4 L (1) 0,6 L (1) Estensione trasversale B/3 B/3 Estensione verticale (2) (2)

1.3.13 Informazioni al Comandante Il Comandante di ogni nave petroliera deve essere fornito, in forma approvata, di: Informazioni relative alla caricazione e distribuzione del carico necessarie per assicurare la conformit con le prescrizioni relative alla stabilit, dati circa la capacit della nave di soddisfare i criteri di stabilit in condizioni di avaria come determinati in [1.3.8] compreso leffetto di esenzioni che possono essere state concesse come specificato in Tab 2.

2
2.1

Criteri di progetto delle strutture


Sistemazione dei rinforzi ordinari

2.1.1 In generale, il fondo, il doppio fondo e il ponte devono essere a struttura longitudinale nella zona del carico delle navi di lunghezza maggiore di 90 m. Altre sistemazioni possono essere accettate nei singoli casi dalla Societ, se giustificate dai risultati di calcoli diretti.

2.2

Strutture delle paratie

2.2.1 Generalit Le paratie trasversali possono essere piane o corrugate. 2.2.2 Paratie corrugate (1/7/2002) Nelle navi di lunghezza minore di 120 m, le paratie trasversali o longitudinali con corrugazioni verticali possono essere collegate direttamente al doppio fondo e al ponte. Nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 120 m, devono essere sistemati, in generale, un cassonetto inferiore e un cassonetto superiore. La Societ pu considerare sistemazioni diverse, caso per caso, a condizione che esse siano supportate da calcoli diretti eseguiti in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 7, Sez 3. Detti calcoli devono verificare in particolare le zone di collegamento della paratia con il fasciame del ponte e del doppio fondo e devono essere sottoposti all'esame della Societ.

3
3.1

Carichi di progetto
Sollecitazioni di trave nave

3.1.1 Sollecitazioni in acqua tranquilla In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], le sollecitazioni in acqua tranquilla devono esser calcolate per le seguenti condizioni di caricazione, distinguendo tra condizioni alla partenza e condizioni allarrivo come appropriato: condizioni di caricazione omogenee (escludendo le cisterne destinate unicamente a zavorra segregata) alla massima immersione, condizioni di caricazione parziali, ogni specificata condizione di caricazione non omogenea, condizioni di zavorra leggere e pesanti,

Misurata dalla perpendicolare avanti. Rottura dello scafo esterno.

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149

Parte E, Cap 7, Sez 3

condizioni intermedie durante il viaggio utilizzate per la pulizia delle cisterne o altre operazioni se, a giudizio della Societ, tali condizioni sono significativamente diverse da quelle di zavorra.

tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s per L < 275 m tMIN = 1,5 k1/2 + 7,0 + s per L 275 m

dove s lintervallo, in m, tra i rinforzi ordinari.

3.2
3.2.1

Carichi locali 4.3


Pressione dimpatto sul fondo 4.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto del fasciame che costituisce lanima delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 4.3.2 Condizioni di caricazione da considerare nellanalisi delle travi rinforzate

Travi rinforzate

Nelle navi petroliere di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t e nelle navi petroliere porta prodotti di portata lorda maggiore di o uguale a 30000 t, limmersione TF, da considerare nel calcolo della pressione dimpatto sul fondo in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [3.2], quella calcolata considerando soltanto le cisterne di zavorra segregata. 3.2.2 Densit del carico

In assenza di pi precise valutazioni, la densit del carico da utilizzare nel calcolo delle pressioni e delle forze interne indotte nelle cisterne dai prodotti petroliferi trasportati, in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 6, deve essere assunta uguale a 0,9 t/m3.

4
4.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per le condizioni di caricazione pi gravose che, tra quelle specificate nel manuale di caricazione, inducono le maggiori tensioni nelle strutture longitudinali e nelle travi rinforzate. In assenza di manuale di caricazione, le condizioni di caricazione da considerare nellanalisi delle travi rinforzate delle cisterne del carico e della zavorra sono quelle specificate in: Fig 1 per le navi di lunghezza minore di 200 m Fig 2 e Fig 3 per le navi di lunghezza maggiore di o uguale a 200 m. Verifica di resistenza dei madieri della struttura delle cisterne del carico con cisterne basse laterali nei modelli tridimensionali a travi

4.1.1

Lo spessore netto del ponte di resistenza e del fasciame delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico deve essere non minore dei valori indicati in Tab 5. Tabella 5 : Spessore minimo netto del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Ponte di resistenza Paratie di cisterne Paratie di compartimentazione Paratie di sbattimento Nota 1: s : Spessore minimo netto, in mm (5,5 + 0,02 L) k1/2 (8 + 0,0085 L) k1/2 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 8,2 + s 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 7,5 + s per L < 200 per L 200 per L < 275 per L 275 per L < 275 per L 275

4.3.3

Quando la struttura di una cisterna con casse basse laterali analizzata mediante un modello tridimensionale a travi, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, per ogni madiere larea di sezione netta a taglio entro 0,1 l dalle estremit (vedere Fig 4 per la definizione di l) deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 275 3,0 k1/2 + 4,5 + s per L 275 lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

dove: Q R : taglio, in kN, nel madiere alle estremit di l, ottenuto dallanalisi strutturale, : coefficiente parziale di resistenza sulla resistenza: R = 1,2 m : coefficiente parziale di resistenza sul materiale: m = 1,02

4.2
4.2.1

Rinforzi ordinari
Spessori minimi netti

Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule:

150

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Parte E, Cap 7, Sez 3

Figura 1 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m (1/7/2002)
Condizione di pieno carico uniforme all'immersione T Condizione di pieno carico non uniforme all'immersione T

Condizione di caricazione parziale a un'immersione uguale a 0,5 D

Condizione di zavorra leggera alla relativa immersione

Caricazione a scacchiera a un'immersione uguale a 0,5 D

Figura 2 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m (1/7/2002)

Condizione di pieno carico uniforme all'immersione T

Condizione di pieno carico non uniforme all'immersione T

Condizione di zavorra leggera alla relativa immersione

Caricazione a scacchiera a un'immersione uguale a 0,5D

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151

Parte E, Cap 7, Sez 3

Figura 3 : Condizioni di caricazione per le navi di lunghezza uguale o superiore a 200 m


Condizioni di caricazione parziali a un'immersione uguale a 0,5 D

Condizioni di caricazione parziali a un'immersione uguale a 0,4 D

Condizioni di zavorra pesante (quando applicabili) alle relative immersioni

Figura 4 : Zone di estremit dei madieri

M1, M2 : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, wyy : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : cefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 m : cefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02 c) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di compressione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare le seguenti condizioni:
Ry 1 e 10F C ------ + ------- --------- A ct w xx R m FC Ry 3 M max 10 ------ + 10 ----------- ---------A ct w yy R m

0,1

4.3.4

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a travi

a) Un puntone verificato mediante un modello tridimensionale a travi in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 deve, nel caso pi generale, essere considerato soggetto a una forza assiale e a un momento flettente intorno allasse neutro perpendicolare allanima del puntone stesso. Questo asse identificato come asse y, mentre quello nel piano dellanima lasse x (vedere le Figure in Tab 6). La forza assiale pu essere di trazione o di compressione. In funzione di ci, devono essere eseguiti due tipi di verifica, rispettivamente, in accordo con b) o c). b) Verifica di resistenza dei puntoni soggetti a forza assiale di trazione e a momenti flettenti. I dimensionamenti netti dei puntoni devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
Ry FT 3 M 10 ------ + 10 ------- ---------w yy R m A ct

dove: FC Act : forza assiale di compressione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area di sezione netta, in cm2, del puntone,

dove: FT Act M : forza assiale di trazione, in kN, nel puntone, ottenuta dallanalisi strutturale, : area di sezione netta, in cm2, del puntone, : max (|M1|, |M2|),

1 = ---------------FC 1 -----F EX

FEX

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse x:


2 EI xx F EX = -------------5 2 10 l

152

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

Ixx

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x, : campata, in m, del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse x, : max (|M0|, |M1|, |M2|),

b) La tensione critica di instabilit dei puntoni deve essere ottenuta, in N/mm2, dalle seguenti formule:
c = E Ry c = R y 1 -------- 4 E R per E ----y 2 per R E > ----y 2

l
e

www Mmax

dove: E = min (E1, E2), E1 : tensione di Eulero di instabilit flessionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
2 EI E1 = --------------------4 2 10 A ct l

1 + t 2 ( M1 + M2 ) M 0 = ------------------------------------------2 cos ( u ) M2 M1 1 t = ---------------- -------------------- tan ( u ) M 2 + M 1 FC u = -- -----2 F EY

I Ixx Iyy Act

: min (Ixx, Iyy), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse x definito in [4.3.4] a), : momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y definito in [4.3.4] a), : area netta, in cm2, del puntone, : campata, in m, del puntone, : tensione di Eulero di instabilit torsionale, da ottenersi, in N/mm2, dalla seguente formula:
J 2 EI w E2 = ----------------- + 0 ,41 E --4 2 Io 10 I o l

FEY

: carico di instabilit di Eulero, in kN, intorno allasse y:


F EY 2 EI yy = -------------5 2 10 l

Iyy M1,M2

wyy R

: momento dinerzia netto, in cm4, del puntone intorno allasse y, : momenti flettenti (coi loro segni), in kN.m, intorno allasse y alle estremit del puntone, ottenuti dallanalisi strutturale, : modulo di resistenza netto, in cm3, del puntone intorno allasse y, : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

l
E2

Iw

: momento dinerzia settoriale netto, in cm6, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia polare netto, in cm4, del puntone,
I o = I xx + I yy + A ct ( y o + e ) 2

Io

4.3.5

Verifica di resistenza dei puntoni nei modelli tridimensionali a elementi finiti a) In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4] e Parte B, Cap 7, Sez 3, [6], i dimensionamenti netti dei puntoni soggetti a tensioni assiali di compressione devono essere tali da soddisfare la seguente condizione:
C ---------R m

yo

: distanza, in cm, dal centro di torsione allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : distanza, in cm, dal baricentro allanima del puntone, specificata in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone, : momento dinerzia di St. Venant netto, in cm4, del puntone, specificato in Tab 6 per vari tipi di sezione trasversale del puntone.

dove:

c R

: tensione di compressione, in N/mm2, ottenuta dallanalisi tridimensionale a elementi finiti a schematizzazione fine in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 1, : tensione critica, in N/mm2, definita nel seguente punto b), : coefficiente parziale di sicurezza sulla resistenza: R = 1,02 : coefficiente parziale di sicurezza sul materiale: m = 1,02

4.4

Verifica di resistenza nei confronti delle tensioni indotte dai gradienti di temperatura

4.4.1 (1/7/2001) Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono essere determinate, mediante calcoli diretti, nelle navi destinate al trasporto di carichi a temperatura maggiore di 75 C. In tali calcoli, la temperatura dell'acqua di mare deve essere assunta uguale a 0 C. I calcoli devono essere sottoposti alla Societ per informazione.

Regolamenti RINA 2005

153

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 6 : Calcolo delle caratteristiche geometriche dei puntoni


Sezione del puntone e y0 J IW

T simmetrica
bf X tf

tw hw O Y

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

2 t f h w b f3 --------------24

tf

T asimmetrica

b 1f
X

tf
O Y

hw

tw

1 3 -- ( b 1f + b 2f )t f3 + h w t w 3

2 t f h w b 1f b 2f ------------------------------3 3 12 ( b 1f + b 2f )

tf b 2f

Asimmetrica
bf

X
tf

hw

yo

O
tw

b 2 tf -----------------------ht w + 2bt f

3b f2 t f ----------------------------6b f t f + h w t w

1 3 -- ( 2b f t f3 + h w t w ) 3

t f b f3 h 2 3b f t f + 2h w t w -------------- -------------------------------12 6b f t f + h w t w

154

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 3

4.4.2 Le tensioni indotte nelle strutture dello scafo dai gradienti di temperatura devono soddisfare le verifiche di resistenza in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4.3].

Tali coperchi non possono essere costruiti in alluminio. Luso di coperchi in fibra di vetro rinforzata considerato nei singoli casi dalla Societ.

5
5.1

Altre strutture
Locale apparato motore

6
6.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Sistemazioni per il rimorchio demergenza

5.1.1

Estensione delle strutture dello scafo entro il locale apparato motore Le paratie longitudinali passanti attraverso le intercapedini devono continuare entro il locale apparato motore e devono, per quanto possibile, costituire le paratie longitudinali delle casse per liquidi ivi situate. In ogni caso, lestensione delle suddette strutture entro il locale apparato motore deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, dei ponti e dei copertini del locale apparato motore.

6.1.1

Le navi con notazione di servizio oil tanker ESP or FLS tanker di portata lorda maggiore di o uguale a 20000 t devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Protezione delle cisterne contenenti acqua di mare di zavorra

5.2

Sistemazione delle aperture

7.1

5.2.1 Collegamento a terra Porte dingresso, prese daria e aperture dei locali di alloggio, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei locali macchine non possono essere prospicienti la zona del collegamento a terra, a prua o a poppa, per le operazioni di carico e scarico. Essi devono essere ubicati sulle delimitazioni esterne di sovrastrutture e di tughe ad una distanza pari ad almeno il 4% della lunghezza della nave, ma in nessun caso inferiore a 3 m, dalla estremit della sovrastruttura o tuga prospiciente la zona del collegamento a terra a prora o a poppa per le operazioni di carico e scarico. Non tuttavia necessario che tale distanza sia superiore a 5 m. Finestre e portellini prospicienti la zona del collegamento a terra o sistemati su delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe entro i limiti sopra specificati devono essere di tipo fisso (non apribile). Inoltre, durante le operazioni di carico e scarico di prora e di poppa tutte le porte, tutti i portellini e tutte le altre aperture sulle delimitazioni laterali di sovrastrutture o tughe devono essere tenute chiuse. la Societ pu consentire deroghe alle suddette prescrizioni nel caso di piccole navi, quando il loro soddisfacimento richieda soluzioni praticamente non realizzabili. Prese daria e altre aperture di locali chiusi, diversi da quelli sopra specificati, devono essere protette da spruzzi che potrebbero scaturire da eventuali tubi o collegamenti scoppiati. 5.2.2 Locale dell impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte E permesso un accesso al locale dellimpianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte (comprendente le casse della schiuma e la stazione di comando) entro i limiti specificati in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2], a condizione che la porta di accesso a tale locale sia sistemata a raso con la parete. 5.2.3 Coperchi delle aperture nelle cisterne del carico I coperchi delle aperture nelle cisterne del carico devono essere robusti e in grado di assicurare la tenuta stagna agli idrocarburi e allacqua.

7.1.1 Tutte le cisterne destinate a contenere esclusivamente acqua di mare di zavorra devono essere protette contro la corrosione per mezzo di un efficace sistema, quale pitturazione resistente o altro sistema equivalente. E raccomandato che la pitturazione sia di un colore chiaro che permetta di individuare la ruggine e faciliti lispezione. La protezione catodica mediante anodi sacrificali pu essere utilizzate quando adeguata.

7.2

Protezione mediante pitture a base di alluminio

7.2.1 Limpiego di pitture a base di alluminio non permesso nelle cisterne del carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne del carico, nel locale pompe, nelle intercapedini e in ogni altra zona dove i vapori del carico si possono accumulare.

8
8.1

Costruzione e prove
Saldature e collegamenti saldati

8.1.1 In Tab 7 sono specificati i coefficienti di saldatura da adottare per alcuni collegamenti tra le strutture dello scafo. Tali coefficienti di saldatura devono essere adottati, al posto di quelli specificati in Parte B, Cap 12, Sez 1, Tab 2 per gli stessi collegamenti, per calcolare lo spessore della gola delle saldature a cordoni dangolo di giunti a T, in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.3]. I collegamenti in Tab 7 devono essere eseguiti mediante saldature dangolo continue a cordoni dangolo.

8.2

Dettagli strutturali speciali

8.2.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.3] specifiche per le navi con notazione di servizio oil tanker ESP.

Regolamenti RINA 2005

155

Parte E, Cap 7, Sez 3

Tabella 7 : Coefficiente di saldatura wF


Zona della nave Doppi fondi in corrispondenza delle cisterne del carico Collegamento di paramezzali con fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo madieri (paramezzali interrotti) madieri fasciame del fondo e del cielo del doppio fondo fasciame del cielo del doppio fondo in corrispondenza di paratie o dei loro cassonetti inferiori paramezzali (madieri interrotti) Paratie (1) (1) rinforzi ordinari fasciame delle paratie
o

Coefficiente di saldatura wF 0,35 0,35 0,35 0,45 0,35 0,35

Non richiesto per le navi con caratteristica addizionale di servizio flash point > 60 C

156

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Attenuazioni relative a certe notazioni di servizio Le norme seguenti da [2] a [7] forniscono prescrizioni applicabili a navi con notazione di servizio oil tanker, e, quando indicato nelle note relative, le attenuazioni che possono essere accettate per navi di stazza lorda inferiore a 500 ton e per navi con le notazioni di servizio seguenti: oil tanker, Flashpoint > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint > 60 C. Tali attenuazioni sono riassunte nella Tab 1.

1.1.1

1.1.2 Ulteriori prescrizioni Ulteriori prescrizioni sono contenute in: [8] per navi con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier, [9] per navi adibite al trasporto di sostanze inquinanti di categoria D.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 2.

1.3

Abbreviazioni

1.3.1 In questa Sezione adoperata labbreviazione seguente. FP : Punto dinfiammabilit (in C)

Tabella 1
Oggetto Pompe azionate meccanicamente per sentina, zavorra, ecc. Drenaggio delle intercapedini Pompe di zavorra Riferimento al regolamento [2.1.4] Notazione di servizio o altre caratteristiche della nave alla quale si applicano le attenuazioni <500 ton di stazza lorda Attenuazioni Possono essere accettate sistemazioni equivalenti Permesse pompe a mano Non sono richiesti dispositivi di compensazione dei disallineamenti degli alberi, tenuta ai gas delle tenute sugli alberi e sensori di temperatura NA (1)

[2.2.5] [2.3.2]

<500 ton di stazza lorda oil tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C

Sfoghi daria e tubi sonda di spazi diversi dalle cisterne del carico Pompe del carico

[2.4]

[3.2.3] [3.2.4] [3.2.5] [3.4.4]

Non sono richiesti dispositivi di compensazione dei disallineamenti degli alberi, tenuta ai gas delle tenute sugli alberi e sensori di temperatura NA (1)

Generazione di elettricit statica Sistemazioni per la caricazione e scaricazione da prora o da poppa Sfoghi gas delle cisterne del carico

[3.4.5]

NA (1)

[4.2]

vedere Tab 4

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157

Parte E, Cap 7, Sez 4

Oggetto Spurghi e degassificazione delle cisterne del carico Indicatori di livello delle cisterne del carico Lavaggio delle cisterne del carico Ritenzione di olio a bordo

Riferimento al regolamento [4.3]

Notazione di servizio o altre caratteristiche della nave alla quale si applicano le attenuazioni oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker, FLS tanker, Flashpoint>60 C oil tanker, con stazza lorda minore di 150 ton oil tanker, Flashpoint>60 C, e con stazza lorda minore di 150 ton oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C FLS tanker FLS tanker, Flashpoint > 60 C NA (1)

Attenuazioni

[4.4]

vedere Tab 4

[4.6] [5.2]

NA (1) NA (1)

Impianto di controllo e comando degli scarichi dolio in mare

[5.3]

NA (1)

Sistemazioni per lo scarico di acque contaminate Sorveglianza delle apparecchiature per la prevenzione dellinquinamento (1)

[5.4] [6.3.2]

NA (1) NA (1)

NA significa che le prescrizioni indicate nella seconda colonna della tabella non sono applicabili

Tabella 2 : Documenti da inviare


No. 1 Descrizione del documento (1) Vista generale del locale pompe del carico con i particolari: degli attraversamenti delle paratie dellimpianto di rivelazione di gas di altri allarmi e sistemazioni di sicurezza Diagramma dellimpianto delle tubolature del carico Diagramma dellimpianto di sfogo gas dalle cisterne del carico con: indicazione delle posizioni degli sbocchi particolari delle valvole di pressione/depressione e dei dispositivi per impedire il passaggio di fiamma particolari degli impianti di drenaggio, se esistenti Schemi degli impianti degli indicatori di livello delle cisterne del carico e dei sistemi di controllo del rigurgito Schema dellimpianto di lavaggio delle cisterne del carico Schema dellimpianto di sentina e zavorra per gli spazi sistemati nella zona del carico Schema dellimpianto di riscaldamento del carico Schemi dellimpianto di gas inerte con i particolari della sua installazione Schema dellimpianto di rivelazione dei gas negli spazi compresi entro il doppio scafo ed il doppio fondo

2 3

4 5 6 7 8 9 (1)

Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile, limpianto di comandi e controlli (locali ed a distanza) e limpianto dautomazione

158

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Parte E, Cap 7, Sez 4

2
2.1

Impianti di tubolature diversi dagli impianti delle tubolature del carico


Generalit

b) Le pompe di sentina per i locali entro le zone del carico devono essere sistemate nel locale pompe del carico o in un altro locale opportuno nella zona del carico. 2.2.2 Prosciugamento dei locali situati al di fuori della zona del carico Per lesaurimento della sentina dei locali sistemati al di fuori della zona del carico fare riferimento a Parte C, Cap 1, Sez 10, [6].

2.1.1 Materiali (1/7/2002) a) I materiali sono soggetti alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10. b) La ghisa sferoidale pu essere accettata per tubolature di sentina o di zavorra. 2.1.2 Indipendenza degli impianti di tubolature a) Gli impianti di sentina, zavorra ed ombrinali relativi a spazi nella zona del carico: devono essere indipendenti da qualsiasi impianto di tubolatura relativo a spazi sistemati al di fuori della zona del carico, non devono essere estesi al di fuori della zona del carico. b) Gli impianti del combustibile liquido devono: essere indipendenti dallimpianto delle tubolature del carico, non avere collegamenti con le tubolature relative a cisterne del carico o cisterne residui (slop tanks). 2.1.3 Passaggi attraverso cisterne del carico e cisterne residui (slop tanks) a) Eccetto quando altrimenti specificato, le tubolature di sentina, zavorra e del combustibile liquido relative a spazi sistemati al di fuori della zona del carico non devono passare attraverso cisterne del carico o cisterne residui. Esse possono passare attraverso cisterne di zavorra o spazi vuoti sistemati entro la zona del carico.

Nota 1: Quando le pompe di sentina devono provvedere al solo esaurimento del locale macchine, il diametro interno d, in mm, del collettore principale di sentina pu essere inferiore a quello calcolato con la formula in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.8.1]], ma non deve essere, in ogni caso, inferiore a quello calcolato con la seguente formula:

d = 35 + 3 L 0 ( B + D )
essendo:

L0 B D

: : :

Lunghezza del locale macchine, in m Larghezza della nave, in m Altezza di costruzione della nave misurata al ponte delle paratie, in m

In ogni caso la sezione interna del collettore di sentina non deve essere inferiore a due volte quella dei branchetti daspirazione della sentina determinata con la formula Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.8.3]. Deve essere prestata attenzione a quanto stabilito in Parte C, Capitolo 4 per quanto riguarda il diametro da adottare per la determinazione della capacit delle pompe da incendio

2.2.3

Prosciugamento dei locali pompe

a) Nel locale pompe deve essere prevista una sistemazione per lesaurimento della sentina per mezzo di pompe o di eiettori.
Nota 1: Nel caso di navi cisterna aventi una stazza lorda inferiore a 500 ton, lesaurimento della sentina del locale pompe pu essere effettuato con una pompa a mano avente il condotto di aspirazione di diametro non inferiore a 50 mm.

b) Quando esplicitamente permesso, i tubi di zavorra che passano attraverso le cisterne del carico devono soddisfare le prescrizioni seguenti: devono avere giunti saldati o robustamente flangiati il cui numero deve essere il minimo possibile, devono avere spessore extra-rinforzato secondo quanto indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5, devono essere adeguatamente sopportati e protetti contro i danneggiamenti meccanici. 2.1.4 Pompe Devono essere sistemate, in adatto locale a proravia delle cisterne del carico, una o pi pompe azionate da energia meccanica per i servizi di sentina, di zavorra ed eventualmente del combustibile liquido.
Nota 1: Per navi cisterna aventi una stazza lorda inferiore a 500 ton, la pompa o le pompe di cui sopra possono essere omesse, purch si provveda ai citati servizi con sistemazioni equivalenti da sottoporre, di volta in volta, allapprovazione della Societ.

b) Per laspirazione della sentina dei locali pompe possono essere usate anche le pompe per il carico, o quelle per il prosciugamento delle cisterne, purch: laspirazione di sentina sia munita di valvole conmandate di non ritorno, e sia sistemata una valvola comandata a distanza sulla tubolatura di collegamento della predetta pompa con la cassa valvole di sentina. c) Il diametro interno dei tubi di aspirazione di sentina deve, in ogni caso, essere non inferiore a 50 mm. d) Limpianto di sentina dei locali pompe del carico deve poter essere comandato dallesterno. e) Lalto livello della sentina deve attivare un allarme ottico ed acustico nella centrale di controllo del carico e in plancia. 2.2.4 Prosciugamento delle gallerie e dei locali pompe diversi dai locali pompe del carico Devono essere previste sistemazioni per prosciugare le gallerie tubi ed i locali pompe diversi dai locali pompe del carico. Possono essere adoperate per questo servizio le pompe del carico secondo le prescrizioni in [2.2.3], b).

2.2

Impianti di sentina

2.2.1 Pompe di sentina a) Deve essere sistemata almeno una pompa di sentina per drenare gli spazi sistemati entro la zona del carico. Possono essere adoperate a tale scopo le pompe del carico o le pompe desaurimento .

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159

Parte E, Cap 7, Sez 4

2.2.5

Prosciugamento delle intercapedini sistemate alle estremit prodiere e poppiere della zona del carico

Nota 1: Le prescrizioni di cui sopra non si applicano alle navi cisterna che hanno una delle notazioni seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

a) Le intercapedini sistemate alle estremit prodiera e poppiera della zona del carico, che non siano destinate ad essere riempite con acqua di zavorra, devono essere munite di sistemazioni per il prosciugamento. b) Le intercapedini poppiere adiacenti al locale pompe del carico possono essere esaurite mediante una pompa del carico in accordo con le prescrizioni in [2.2.3], b) e c), o con eiettori di sentina. c) Lesaurimento della sentina delle intercapedini a proravia delle cisterne del carico pu essere effettuato con le pompe di sentina o di zavorra indicate in [2.1.4], o con eiettori di sentina. d) Non permesso il prosciugamento dellintercapedine poppiera mediante limpianto di sentina di macchina.
Nota 1: Nelle navi petroliere con una stazza lorda inferiore a 500 ton, le intercapedini possono essere prosciugate mediante pompe a mano con un diametro daspirazione non minore di 50 mm.

2.3.3

Impianti di pompaggio per le cisterne di zavorra entro la zona del carico a) Gli impianti per la zavorra segregata nella zona del carico devono essere sistemati interamente entro la zona del carico e non devono essere collegati ad altri impianti di tubolature. b) Le cisterne per la zavorra segregata sistemate entro la zona del carico devono avere due impianti. Almeno uno di essi deve essere costituito da una pompa o un eiettore adoperato esclusivamente per la zavorra. 2.3.4 Sistemazioni di pompaggio per intercapedini situate alle estremit prodiera e poppiera degli spazi del carico Se le intercapedini sistemate alle estremit poppiera e prodiera degli spazi del carico possono essere riempite con acqua di zavorra, una pompa di zavorra del locale macchine o nel locale prodiero menzionato in [2.1.4] pu essere usata per lesaurimento, purch: la tubolatura di zavorra sia collegata direttamente alla detta pompa e non agli impianti di tubolatura dei locali macchine, la pompa stessa abbia uno scarico diretto fuori bordo indipendente. 2.3.5 Scarico della zavorra segregata in emergenza Pu essere previsto uno scarico di emergenza della zavorra segregata per mezzo di un collegamento ad una pompa del carico attraverso un branchetto smontabile, purch: sui collegamenti della zavorra segregata siano sistemate valvole di non ritorno per impedire il passaggio del prodotto petrolifero nelle cisterne di zavorra, e siano previste valvole di intercettazione per intercettare le tubolature del carico e di zavorra prima che il branchetto smontabile venga rimosso. Il branchetto smontabile deve essere sistemato in una posizione ben visibile nel locale pompe e in prossimit di esso deve essere affisso, in posizione prominente, un cartello permanente che ne limiti limpiego. 2.3.6 Trasporto di acqua di zavorra nelle cisterne del carico a) Devono essere previsti mezzi per riempire le cisterne del carico con acqua di mare, quando ci permesso. Tale acqua di mare deve essere trattata e scaricata adoperando le apparecchiature indicate in [5]. b) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo delle cisterne del carico per quanto riguarda la prescrizione in a) non devono avere collegamenti con limpianto di zavorra per le cisterne di zavorra segregata. c) Le pompe del carico possono essere utilizzate per pompare acqua di zavorra da o per le cisterne del carico, purch siano sistemate due valvole dintercettazione per isolare limpianto del carico dalle prese a mare e dagli scarichi fuori bordo.

Prosciugamento delle altre intercapedini o spazi vuoti ubicati nella zona del carico Le altre intercapedini e gli spazi vuoti ubicati nella zona del carico e non destinati ad essere riempiti con acqua di zavorra devono essere muniti di adeguati mezzi desaurimento.

2.2.6

2.3
2.3.1

Impianto di zavorra
Generalit

a) Ogni nave petroliera per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate ed ogni nave per prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 tonnellate deve essere munita di cisterne di zavorra segregata. b) Eccetto quando esplicitamente permesso. gli impianti di zavorra per le cisterne di zavorra segregata devono essere completamente separati dagli impianti del carico e del combustibile liquido. c) Nelle navi petroliere di stazza lorda uguale a o maggiore di 150 ton, non deve essere normalmente caricata acqua di zavorra in alcuna cisterna del combustibile liquido. Vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [7.1.3]. d) Nelle: navi petroliere per greggio di portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate, navi per prodotti di portata lorda uguale a o maggiore di 30000 tonnellate, non deve essere caricata acqua di zavorra nelle cisterne del carico se non in casi eccezionali. 2.3.2 Pompe di zavorra

a) Le pompe di zavorra devono essere sistemate nel locale pompe del carico o in uno spazio simile entro la zona del carico non contenente alcuna sorgente di ignizione. b) Se le pompe di zavorra sono sistemate nel locale pompe del carico devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in [3.2.3] e [3.2.4].

160

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

d) Le pompe di zavorra per la zavorra segregata possono essere utilizzate per riempire le cisterne del carico con acqua di mare purch il collegamento sia effettuato sopra il cielo delle cisterne e consista in un branchetto smontabile ed una valvola comandata di non ritorno in modo da evitare leffetto sifone. 2.3.7 Tubi di zavorra passanti attraverso le cisterne a) Nelle navi petroliere aventi una portata lorda uguale a o maggiore di 600 tonnellate, i tubi di zavorra non devono passare attraverso le cisterne del carico, eccetto per il caso di tubi che soddisfino le prescrizioni in [2.1.3], b). b) Non devono essere adoperati, per compensare le dilatazioni, accoppiatoi a scorrimento quando le tubolature di zavorra passano attraverso le cisterne del carico. Sono esclusivamente permesse curve di dilatazione. 2.3.8 Impianto di zavorra per il gavone di prora nelle navi petroliere (1/7/2001) Il gavone di prora pu essere zavorrato utilizzando l'impianto che serve le cisterne del carico entro la zona del carico, a condizione che: a) il gavone sia considerato luogo pericoloso, b) le aperture per lo sfogo gas siano ubicate sul ponte scoperto ad almeno 3 metri di distanza da sorgenti di agnizione, c) siano provvisti mezzi, sul ponte scoperto, per permettere la misurazione della concentrazione di gas infiammabili entro il gavone mediante un idoneo strumento portatile, d) le sistemazioni per il sondaggio sono azionate direttamente dal ponte scoperto. 2.3.9 Impianto integrato del carico e di zavorra (1/1/2004) Le prescrizioni per gli impianti integrati del carico e di zavorra sono contenute in [3.5].

avere al loro sbocco un dispositivo tagliafiamma facilmente smontabile. 2.4.4 Passaggi attraverso le cisterne del carico Nelle petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 600 ton, gli sfoghi daria ed i tubi sonda indicati in [2.4.2] non devono passare attraverso le cisterne del carico, ad eccezione che nei casi seguenti; brevi tratti di tubolature per le cisterne di zavorra, tubolature che servono le casse nei doppi fondi della zona del carico, eccetto nel caso di navi petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 5000 tonnellate, purch siano soddisfatte le prescrizioni in [2.1.3], b).

2.5

Ombrinali

2.5.1 I tubi degli ombrinali non devono passare attraverso le cisterne del carico, eccetto, quando ci non possibile, nel caso di brevi tratti di tubi che soddisfino le prescrizioni seguenti: devono essere di acciaio, devono essere solamente saldati o uniti con flange robuste il cui numero deve essere ridotto al minimo, devono essere di spessore rinforzato in accordo con quanto indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 23, colonna 1.

2.6
2.6.1

Impianti di riscaldamento del carico


Generalit (1/7/2001)

a) Gli impianti di riscaldamento del carico sono soggetti alle prescrizioni pertinenti di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10. b) La temperatura del vapore e del fluido riscaldante nella zona del carico non deve superare 220 C. c) Flange cieche o dispositivi simili devono essere sistemati sui circuiti di riscaldamento installati nelle cisterne che trasportano carichi che non devono essere riscaldati. d) Gli impianti di riscaldamento devono essere progettati in modo che la pressione mantenuta nei circuiti riscaldanti sia maggiore di quella esercitata dal carico. Ci pu non essere applicato ai circuiti di riscaldamento che non sono in servizio, purch essi siano drenati ed intercettati con flange cieche. e) Devono essere previste valvole di intercettazione sui collegamenti dentrata e duscita dei circuiti di riscaldamento delle cisterne. Devono essere previste sistemazioni per permettere la regolazione manuale del flusso. f) I tubi e le serpentine di riscaldamento entro le cisterne devono essere costruite di un materiale compatibile con i prodotti riscaldati e di spessore rinforzato in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5. Essi devono avere unicamente collegamenti saldati.

2.4

Sfoghi daria e sonde in spazi diversi dalle cisterne del carico

2.4.1 Applicabilit Le seguenti prescrizioni in [2.4] non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C. 2.4.2 Generalit Gli sfoghi daria e tubi sonda negli spazi seguenti: intercapedini sistemate alle estremit prodiera e poppiera della zona del carico, cisterne ed intercapedini sistemate entro la zona del carico non destinate al carico, devono essere portati allaperto. 2.4.3 Sfoghi daria Gli sfoghi daria indicati in [2.4.2] devono essere sistemati come indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e devono

2.6.2 Riscaldamento a vapore Al fine di ridurre il rischio di entrate di carico liquido o gassoso entro i locali macchine o caldaie, limpianto di riscal-

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161

Parte E, Cap 7, Sez 4

damento a vapore delle cisterne del carico deve soddisfare una delle prescrizioni seguenti: essere indipendente dagli altri servizi della nave, eccettuati gli impianti di riscaldamento o raffreddamento del carico senza ritorno del condensato nel locale macchine, o essere munito di una cassa di osservazione in corrispondenza del ritorno del condensato situata nella zona del carico. Tuttavia tale cassa pu essere situata nel locale macchine in zona ben ventilata, lontana dalle caldaie e da altre fonti di ignizione. Il suo sfogo daria deve essere portato allaperto e munito di dispositivo tagliafiamma. 2.6.3 Riscaldamento ad acqua calda Gli impianti ad acqua calda per le cisterne del carico devono essere indipendenti dagli altri impianti. Essi non devono ritornare nei locali macchine a meno che non sia sistemata una cassa despansione munita di: mezzi per la rivelazione di vapori infiammabili, uno sfogo daria portato allaperto e munito di dispositivo tagliafiamma. 2.6.4 Riscaldamento con olio diatermico Gli impianti di riscaldamento con olio diatermico per le cisterne del carico devono essere costituiti da un sistema secondario separato completamente contenuto nella zona del carico. Tuttavia un unico circuito pu essere accettato purch: limpianto sia sistemato in modo tale da assicurare una pressione positiva nelle serpentine pari ad una colonna dacqua di almeno 3 m al di sopra dellaltezza statica del carico quando la pompa di circolazione non in funzione, siano previsti nella cassa despansione dispositivi per la rivelazione di gas infiammabili; a tale scopo possono essere accettate apparecchiature portatili; siano previste valvole per le serpentine di riscaldamento individuali con sistema di bloccaggio per assicurare che le serpentine siano in ogni momento sotto pressione statica.

b) Le pompe del carico devono essere sistemate in: un locale pompe dedicato, o sul ponte, o dentro le cisterne del carico, quando sono appositamente progettate a tale fine. 3.2.2 Impiego delle pompe del carico a) Eccetto per quanto esplicitamente permesso in [2.2] e [2.3], le pompe del carico liquido devono essere impiegate esclusivamente per tale scopo e non devono avere collegamenti con spazi diversi dalle cisterne del carico. b) Se compatibile con le loro prestazioni, le pompe del carico possono essere adoperate come pompe desaurimento. c) Se necessario, le pompe del carico possono essere adoperate per lavare le cisterne del carico. 3.2.3 Motori primi delle pompe del carico a) I motori primi delle pompe del carico non devono essere sistemati nella zona del carico, eccetto che nei casi seguenti: macchine a vapore azionate da vapore con una temperatura non superiore a 220 C, motori oleodinamici. b) Non sono permesse nelle cisterne del carico pompe con motori elettrici sommersi. c) Quando le pompe del carico sono azionate da motori sistemati al di fuori del locale pompe del carico, devono essere previste le sistemazioni seguenti: 1) gli alberi di trasmissione devono essere muniti di giunti elastici o altri mezzi atti a mantenere lallineamento, 2) i passaggi a paratia o a ponte devono essere di tipo stagno ai gas, di tipo approvato dalla Societ e muniti di un efficace mezzo di lubrificazione ubicato fuori del locale pompe e devono essere progettati in modo tale da prevenire surriscaldamenti. Le parti costituenti le tenute del passaggio a paratia o a ponte deve essere di un materiale che non dia luogo a scintille, 3) per i cuscinetti dei passaggi a paratia devono essere previsti dei sensori di temperatura. Vedere [3.2.5].
Nota 1: Le prescrizioni di cui sopra si applicano anche alle pompe di zavorra ed alle pompe di esaurimento. Nota 2: Le prescrizioni di cui al punto c) non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

3
3.1

Pompe e tubolature del carico


Generalit

3.1.1 Deve essere sistemato, per il servizio del carico liquido, un impianto completo di pompe e tubolature. Eccetto quando esplicitamente permesso, e precisamente per le stazioni di carico prodiere e poppiere, tale impianto non deve essere esteso al di fuori della zona del carico e deve essere indipendente dagli altri impianti di tubolature di bordo.

3.2
3.2.1

Pompe del carico


Numero e sistemazione delle pompe del carico

3.2.4 Progetto delle pompe del carico a) I materiali adoperati per la costruzione delle pompe del carico devono essere compatibili con i prodotti trasportati. b) Le pompe del carico devono essere munite di valvole automatiche di ritorno dalla mandata allaspirazione della pompa stessa (by-pass), debitamente regolate in modo da realizzare un circuito chiuso. Tali valvole possono essere omesse nel caso di pompe centrifughe

a) Ciascuna cisterna del carico deve avere almeno due sistemi fissi separati per la scaricazione e lesaurimento. Tuttavia, il secondo sistema pu essere costituito da una pompa barellabile per le cisterne munite di pompe sommerse individuali.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

aventi una pressione massima sulla mandata, con la valvola di mandata chiusa, non maggiore di quella di progetto della tubolatura. c) Sensori di temperatura devono essere sistemati sulle casse delle pompe. Vedere [3.2.5].
Nota 1: Le prescrizioni di cui alla voce c) non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

misure per impedire la generazione di cariche elettrostatiche. 3.3.3 Collegamenti dei tratti di tubolatura

I tratti delle tubolature del carico possono essere collegati soltanto mediante giunti saldati o, eccetto quando altrimenti specificato, mediante collegamenti flangiati. 3.3.4 Giunti di dilatazione

a) Le tubolature per il carico, dove necessario, devono essere provviste di giunti o curve di dilatazione. b) I giunti di dilatazione, compresi quelli a soffietto devono essere di un tipo approvato dalla Societ. c) I giunti di dilatazione di materiale non-metallico possono essere accettati unicamente entro le cisterne purch essi siano: di un tipo approvato, progettati per resistere alla pressione massima esterna ed interna, elettricamente conduttivi. d) Nelle navi con notazione di servizio oil tanker, non devono essere adoperati giunti di tipo scorrevole ai fini di permettere la dilatazione quando le tubolature del carico passano attraverso cisterne per zavorra segregata. e) Nelle navi con notazione di servizio FLS tanker, non devono essere adoperati giunti di tipo scorrevole per le tubolature del carico con leccezione delle sezioni di tubolatura entro le cisterne del carico servite da dette sezioni di tubolatura. 3.3.5 Valvole con comandi a distanza

3.2.5

Controlli delle pompe del carico

Le pompe del carico devono essere dotate di controlli, come definiti nella Tab 3. 3.2.6 Comandi delle pompe del carico

Deve essere possibile arrestare le pompe del carico da: una posizione al di fuori del locale pompe, e una posizione vicino alle pompe.

3.3
3.3.1

Progetto della tubolatura del carico


Generalit

a) Eccetto quando altrimenti specificato, le tubolature del carico devono essere progettate e costruite in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10 relative agli impianti di tubolature di: classe III, per navi con la notazione di servizio oil tanker, classe II, per navi con notazione di servizio FLS tanker, con leccezione dei tubi del carico e degli accessori ad estremit aperta o che siano situati entro le cisterne del carico, per i quali pu essere accettata la classe III. b) Per le prove, fare riferimento a [6]. 3.3.2 Materiali (1/7/2002)

a) Le valvole con comandi a distanza sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.7.3] b) Le valvole sommerse devono essere comandate a distanza. Nel caso vi sia un impianto oleodinamico di comando a distanza, le cassette di azionamento devono essere sistemate al di fuori della cisterna in modo tale da poter permettere i comandi delle valvole in emergenza. c) Gli azionatori delle valvole situati allinterno delle cisterne del carico non devono essere azionati con aria compressa. 3.3.6 Manichette del carico

a) In generale le tubolature del carico devono essere in acciaio o ghisa. b) I terminali dei tubi, le valvole, i giunti e gli altri accessori, ai quali vengono collegate le manichette per l'imbarco e lo sbarco del carico, devono essere di acciaio o di altro idoneo materiale tenace. c) La ghisa sferoidale pu essere impiegata per le tubolature del carico. d) La ghisa grigia pu essere accettata per le tubolature del carico: entro le cisterne del carico, e sul ponte esposto per pressioni fino a 1,6 Mpa. Essa non pu essere adoperata per le traverse collegate alle manichette per l'imbarco e lo sbarco del carico, nonch per le valvole ed accessori. e) Possono essere adoperati tubi di plastica alle condizioni indicate in Parte C, Cap 1, App 3. Devono essere prese

a) Le manichette del carico devono essere di un tipo approvato dalla Societ per le condizioni duso previste. b) Le manichette sottoposte alla pressione della cisterna o alla pressione di mandata delle pompe devono essere progettate per una pressione di scoppio non minore di 5 volte la pressione massima durante il trasferimento del carico. c) A meno che non sia previsto un sistema di messa a terra in accordo con le prescrizioni in Section 6, la resistenza elettrica delle manichette del carico non deve superare 106 .

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Tabella 3 : Controlli delle pompe del carico


Apparecchiatura, parametro Pompa, pressione alla mandata Cassa della pompa, temperatura (4) Cuscinetti dei passaggi a paratia, temperatura (4) (1) (2) (3) (4) H (4) H (4) Allarme (1) L Indicazione (2) Commenti sulla pompa (3), o vicino alla stazione di comando della scaricazione

ottico ed acustico, nella stazione di controllo del carico o nella postazione di comando delle pompe ottico ed acustico, nella stazione di controllo del carico o nella postazione di comando delle pompe

H=alto L=basso e vicino al motore primo, se questo sistemato in un compartimento separato non richiesto per le cisterne con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

3.4

Sistemazione ed installazione delle tubolature del carico


Tubi del carico che passano attraverso cisterne o compartimenti

3.4.4

3.4.1

Prevenzione della generazione di cariche elettrostatiche a) Al fine di impedire la generazione di cariche elettrostatiche, i tubi di riempimento devono essere portati il pi in basso possibile nella cisterna. b) I tratti di tubolature del carico ed i loro accessori devono essere collegati elettricamente fra di loro ed allo scafo della nave.
Nota 1: Le prescrizioni in [3.4.4] non si applicano alle navi con una della notazioni di servizio seguenti: oil tanker, FP > 60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C.

a) Le tubolature del carico non devono passare attraverso cisterne o compartimenti sistemati al di fuori della zona del carico. b) Le tubolature del carico e le tubolature similari per le cisterne del carico non devono passare attraverso le cisterne di zavorra eccetto che per tratti di tubi che soddisfino le prescrizioni in [2.1.3], b). c) Le tubolature del carico possono passare attraverso cisterne del combustibile verticali adiacenti alle cisterne del carico purch siano soddisfatte le prescrizioni in [2.1.3], b). 3.4.2 Tubolature del carico che passano attraverso le paratie

3.4.5

Sistemazioni per la caricazione e la scaricazione da prora o da poppa (1/7/2001) Quando la nave munita di sistemazioni per la caricazione e scaricazione al di fuori della zona del carico devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: a) la tubolatura al di fuori della zona del carico deve essere munita di una valvola d'intercettazione al suo collegamento con la tubolatura entro la zona del carico e devono essere provvisti mezzi di separazione quali flange cieche o branchetti smontabili o mezzi equivalenti (vedere Nota 1) quando la tubolatura entro la zona del carico non in uso,
Nota 1: I mezzi indicati nella pubblicazione IMO MSC/Circ. 474 sono considerati equivalenti.

Le tubolature del carico che attraversano le paratie devono essere sistemate in modo da impedire sollecitazioni eccessive sulla paratia. Non possono essere adoperate flange imbullonate sulle paratie. 3.4.3 Valvole

a) Devono essere sistemate valvole dintercettazione per isolare ciascuna cisterna. b) Deve essere sistemata una valvola dintercettazione a ciascuna estremit delle traverse del carico. c) Quando una pompa del carico nel locale delle pompe del carico serve pi di una cisterna del carico, deve essere sistemata una valvola dintercettazione nel locale pompe del carico sulla tubolatura che porta a ciascuna cisterna. d) Le valvole principali del carico sistemate nel locale pompe del carico del carico al di sotto del pagliolato del fondo, devono essere comandate a distanza da una posizione al di sopra del pagliolato stesso.

b) il collegamento a terra deve essere munito di flangia cieca e valvola d'intercettazione, c) i collegamenti dei tubi al di fuori della zona del carico devono essere esclusivamente di tipo saldato, d) devono essere previste sistemazioni per permettere che le tubolature al di fuori della zona del carico siano efficacemente prosciugate e spurgate.
Nota 2: Le prescrizioni di cui in [3.4.5] non si applicano a navi con una delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker / FP > 60 C,, oil tanker / asphalt carrier, FLS tanker, FP > 60 C..

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Parte E, Cap 7, Sez 4

3.4.6

Prosciugamento delle pompe e delle tubolature del carico

cano ai sistemi di comando e di sicurezza delle valvole del carico e di zavorra. 3.5.2 Caratteristiche di progetto (1/1/2004) Devono essere previste, tra l'altro, le seguenti caratteristiche: a) i circuiti di arresto di emergenza degli impianti del carico e di zavorra devono essere indipendenti dai circuiti per i sistemi di comando. Una singola avaria nei sistemi di comando o nei circuiti di arresto di emergenza non devono mettere fuori servizio l'impianto integrato del carico e di zavorra; b) l'arresto manuale di emergenza delle pompe del carico deve essere sistemato in modo che esso non possa causare l'arresto dellunit di potenza mettendo fuori servizio le pompe di zavorra; c) i sistemi di commando devono essere provvisti con una sorgente di energia di sostegno, che pu essere realizzata con una alimentazione di energia duplicata dal quadro elettrico principale. L'avaria di una qualunque sorgente di energia deve attivare un allarme acustico ed ottico in qualsiasi posizione in cui sia sistemato il pannello di controllo; d) nel caso di avaria dei sistemi di commando automatico o a distanza, deve essere reso disponibile un secondo sistema di comando per il funzionamento dell'impianto integrato del carico e di zavorra. Ci pu essere realizzato mediante un cavallottamento manuale e/o sistemazioni ridondanti nei sistemi di comando.

Ogni nave cisterna per la quale sono richieste cisterne di zavorra segregata o munite di impianto di lavaggio col greggio deve soddisfare le prescrizioni seguenti: a) deve essere equipaggiata con tubolature del carico progettate ed installate in modo che sia ridotta al minimo la ritenzione di carico, e b) siano previsti mezzi per prosciugare tutte le pompe del carico e tutte le tubolature del carico al completamento della scaricazione, quando necessario mediante un dispostivo desaurimento. I drenaggi dalle tubolature e dalle pompe devono poter essere scaricati a terra e in una cisterna del carico o in una cisterna residui. Per lo scarico a terra deve essere prevista una tubolatura speciale di piccolo diametro con una sezione non superiore al 10% della tubolatura principale di scaricazione e collegata a valle della valvola delle traversa del carico su entrambi i lati, mentre il carico viene scaricato. Vedere Fig 1. Per le navi cisterna con impianto di lavaggio col greggio, fare riferimento anche all App 2, [2.4.5]. 3.4.7 Pulizia e degassificazione

a) Limpianto delle tubolature del carico deve essere progettato e sistemato in modo da permettere la sua pulizia e degassificazione efficace. b) Le prescrizioni per limpianto di gas inerte sono date in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5] e Parte C, Cap 4, Sez 13, [15]. Figura 1 : Collegamento della tubolatura di piccolo diametro alla valvola della traversa
a terra

4
4.1

Cisterne del carico ed accessori


Applicabilit

4.1.1 a) Le prescrizioni del presente Articolo [4] si applicano alle cisterne del carico ed alle cisterne residui (slop tanks).

tubolatura di piccolo diametro

s/p= pompa di prosciugamento


s/p p/c p/c

ponte di coperta locale cisterna pompe del carico tubolatura del carico

p/c= pompa del carico

b) Le prescrizioni del presente Articolo [4] si applicano secondo le varie notazioni di servizio in accordo con quanto indicato nella Tab 4.

4.2
dalla cisterna residui ( slop tank)

Sfoghi gas delle cisterne del carico

3.5
3.5.1

Impianti integrati del carico e di zavorra


Prescrizioni operative (1/1/2004)

Il funzionamento degli impianti del carico e/o di zavorra pu essere necessario, in particolari situazioni di emergenza o nel corso della navigazione, per aumentare la sicurezza delle navi cisterna. Come tali, devono essere adottate misure per impedire che le pompe del carico e di zavorra vadano contemporaneamente fuori servizio a seguito di una singola avaria nell'impianto integrato del carico e di zavorra, compresi i sistemi di comando e di sicurezza. Gli stessi criteri si appli-

4.2.1 Principi Le cisterne del carico devono essere munite di impianti di sfogo gas completamente separati dai tubi di sfogo aria di altri compartimenti della nave. Le sistemazioni e la posizione delle aperture sul ponte delle cisterne del carico, dalle quali pu verificarsi lemissione di vapori infiammabili, devono essere tali da ridurre al minimo la possibilit che i detti vapori infiammabili penetrino in spazi chiusi che contengano fonti di ignizione, oppure che si raccolgano in prossimit di macchinari di coperta e di apparecchiature che possano costituire pericolo di ignizione. 4.2.2 Progetto della sistemazione degli sfoghi gas Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere progettate e funzionare in modo tale da assicurare che le cisterne del carico non siano assoggettate a valori di pressione e vuoto

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Parte E, Cap 7, Sez 4

superiori a quelli di progetto e devono essere tali da permettere: a) il flusso di piccoli volumi di miscele di vapori di idrocarburi, aria o gas inerte, causato da variazioni termiche in una cisterna del carico, in tutte le condizioni, attraverso valvole di pressione e depressione, e b) il passaggio di grandi volumi di miscele di vapori di idrocarburi, aria o gas inerte, durante le operazioni di caricazione e zavorramento o di scaricazione, c) il rilascio del pieno flusso, attraverso un mezzo alternativo, di vapori, aria o miscele di gas inerte, tale da preve-

nire sovrappressioni o depressioni nel caso di avaria dei dispositivi previsti per soddisfare quanto richiesto nel punto b) di cui sopra. In alternativa possono essere installati sensori di pressione per ciascuna cisterna del carico per la quale sono previsti i dispositivi di cui in b). I valori della pressione devono essere segnalati nella centrale di controllo del carico, oppure nella posizione dalla quale vengono normalmente effettuate le operazioni del carico. Nel sistema di segnalazione deve essere inoltre previsto un allarme che venga attivato allorch allinterno di una cisterna si verificano condizioni di sovrappressione o depressione.

Tabella 4 : Prescrizioni applicabili alle cisterne del carico in accordo con le notazioni di servizio Prescrizioni alternative per le notazioni di servizio alle quali non si applica la norma in riferimento
Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e Parte C, Cap 1, Sez 10, [11]. Gli impianti di sfoghi gas devono essere aperti allatmosfera ad unaltezza di almeno 760 mm al di sopra del ponte di coperta. (1) Le cisterne possono essere munite di impianto di sfogo gas di tipo aperto munito di dispositivo tagliafiamma. (2)

Riferimento [4.2]

Oggetto sfoghi gas delle cisterne

Notazioni di servizio alle quale si applica il riferimento oil tanker FLS tanker

[4.3]

spurghi e degassificazione delle cisterne indicatori di livello delle cisterne

oil tanker FLS tanker oil tanker FLS tanker

Nessuna prescrizione

[4.4]

Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9] e Parte C, Cap 1, Sez 10, [11]. Le cisterne possono avere indicatori di livello di tipo aperto, quali tubi di sondaggio manuale o indicatori di livello portatili.

[4.5]

protezione contro il rigurgito delle cisterne

oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP>60 C oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker and FLS tanker, FP>60 C quando caricano sostanze simili a prodotti petroliferi come definite in Sez 1, [1.3.10] Devono essere soddisfatte le prescrizioni pertinenti in [9.2.2] quando vengono trasportate sostanze simili a prodoti petroliferi come definiti in Sez 1, [1.3.10].

[4.6]

lavaggio delle cisterne

(1) (2)

Per navi con notazione oil tanker, FP>60 C che trasportano carichi con temperatura superiore a FP-15 C, questa altezza deve essere aumentata a 2,4 m. Per navi che hanno al notazione oil tanker, FP>60 C che trasportano carichi conFP>100C, il dispositivo tagliafiamma pu essere omesso.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

4.2.3

Combinazione degli impianti di sfogo gas

a) Le sistemazioni per lo sfogo gas di ciascuna cisterna del carico possono essere indipendenti oppure combinate con quelle di altre cisterne del carico e possono essere incorporate nel sistema di tubolature per il gas inerte. b) Se le sistemazioni per lo sfogo gas sono in comune con quelle di altre cisterne del carico, devono essere previste valvole di intercettazione o altri mezzi equivalenti, per isolare ogni cisterna del carico. Quando vengono installate valvole di intercettazione, devono essere sistemate per le stesse dispositivi di bloccaggio che devono essere sotto il controllo di un ufficiale responsabile della nave. Deve esservi una chiara indicazione visiva dello stato operativo delle valvole o altri dispositivi accettabili. Quando delle cisterne sono state isolate, ci si deve assicurare che le relative valvole dintercettazione vengano aperte prima dellinizio della caricazione, dello zavorramento e della scaricazione di tali cisterne. Ogni intercettazione deve comunque permettere il flusso causato dalle variazioni termiche nelle cisterne del carico, in accordo con il comma a) del punto [4.2.2] a). c) Se prevista la caricazione e lo zavorramento o la scaricazione di una cisterna del carico o di un gruppo di cisterne isolate dallimpianto comune di sfogo gas, detta cisterna o gruppo di cisterne deve essere munita di mezzi per la protezione contro la sovrapressione o depressione come prescritto al comma c) del punto [4.2.2] c). 4.2.4 Sistemazione delle tubolature di sfogo gas

4.2.6 Valvole di pressione e depressione (1/7/2002) a) Uno o pi dispositivi di rilascio della pressione/depressione devono essere sistemati per impedire che le cisterne del carico siano assoggettate a: 1) una pressione positiva superiore alla pressione di pressatura delle cisterne del carico, se il carico deve essere caricato alla massima portata delle pompe del carico e tutte le altre aperture di scarico sono state lasciate chiuse; e 2) una pressione negativa superiore a 700 mm di colonna d'acqua, qualora il carico dovesse essere scaricato alla massima portata delle pompe del carico e le soffianti dell'impianto di gas inerte dovessero andare in avaria Tali dispositivi devono essere installati sul collettore dell'impianto di gas inerte, a meno che essi non siano installati nell'impianto di sfogo gas richiesto dal presente [4.2] o sulle singole cisterne del carico. b) Le valvole di pressione e depressione devono essere tarate ad un valore di pressione non superiore a 0,021 MPa e ad un valore di depressione non superiore a 0,007 MPa. Valori di taratura pi alti, ma non superiori a 0,07 MPa di pressione positiva, possono essere accettati se i dimensionamenti delle cisterne sono adeguati. c) Le valvole di pressione/depressione richieste in [4.2.2] a), quando siano installate sui collettori di sfogo gas oppure all'estremit verticale degli stessi, possono essere provviste di dispositivi per il loro sorpasso. Se tale dispositivo previsto, devono essere installati idonei indicatori che segnalino se il sorpasso aperto o chiuso. d) Le valvole di pressione/depressione devono essere di un tipo approvato dalla Societ secondo quanto indicato in App 1. e) Le valvole di pressione/depressione devono essere facilmente accessibili. f) Le valvole di pressione/depressione devono essere provviste di un dispositivo di apertura manuale in modo da poter essere bloccate in posizione aperta. Non sono ammissibili dispositivi di blocco in posizione chiusa. 4.2.7 Sbocchi degli sfoghi gas (1/7/2002) Gli scarichi all'aperto degli sfoghi gas per le operazioni di caricazione, scaricazione e zavorramento richiesti in [4.2.2] b) devono: a) assicurare: 1) il libero efflusso di miscele di vapori di idrocarburi, oppure 2) uno strozzamento allo scarico delle miscele di vapori di idrocarburi tale da realizzare una velocit di efflusso non inferiore a 30 m/s, b) essere sistemati in modo tale che la miscela di vapore venga scaricata verticalmente verso l'alto, c) qualora sia impiegato il metodo di libero efflusso delle miscele di vapori di idrocarburi, essere tali che lo sbocco all'aperto sia a non meno di 6 m sopra il ponte delle cisterne del carico, oppure sopra le passerelle prodiera e poppiera se lo sbocco sistemato entro 4 m dalle passerelle stesse. Devono inoltre essere sistemati ad una distanza non inferiore a 10 m, misurata orizzon-

Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere collegate al cielo di ciascuna cisterna del carico e devono essere autodrenanti verso le cisterne del carico in tutte le normali condizioni di assetto e sbandamento della nave. Nel caso in cui non sia possibile sistemare tubolature autodrenanti, devono essere previste sistemazioni permanenti per drenare le tubolature di sfogo gas e convogliare i drenaggi in una cisterna del carico. Tappi o mezzi equivalenti devono essere sistemati sulle tubolature a valle delle valvole di sicurezza. 4.2.5 Aperture per il controllo della pressione (1/7/2002)

Le aperture per il controllo della pressione prescritte in [4.2.2] a) devono: a) avere la massima altezza possibile rispetto al ponte delle cisterne del carico, allo scopo di ottenere la massima dispersione dei vapori infiammabili; tale altezza non deve essere, in alcun caso, inferiore a 2 m, b) essere sistemate il pi distante possibile, ed in nessun caso a meno di 5 m, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengono sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta ed apparecchiature che possano costituire pericolo di ignizione. I verricelli salpancore e le aperture dei pozzi catene costituiscono sorgenti d'ignizione.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

talmente, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengano sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione, d) qualora sia impiegato il metodo di scarico ad alta velocit di efflusso, essere sistemati ad una altezza non inferiore a 2 m rispetto al ponte delle cisterne del carico e ad una distanza non inferiore a 10 m, misurata orizzontalmente, dalle pi vicine prese d'aria ed aperture di spazi chiusi che contengano sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione. Tali scarichi all'aperto devono essere provvisti di dispositivi di scarico ad alta velocit di tipo approvato dalla Societ, e) essere progettati sulla base della massima portata di caricazione di progetto moltiplicata per un fattore pari ad almeno 1,25, per tener conto dello sviluppo di gas. Ci allo scopo di impedire che la pressione in qualsiasi cisterna del carico superi la pressione di progetto. Al Comandante della nave devono essere fornite istruzioni circa la massima portata di caricazione ammissibile per ciascuna cisterna e, nel caso di sfoghi gas combinati, per ciascun gruppo di cisterne. f) Le sistemazioni per lo sfogo dei vapori emessi dalle cisterne del carico durante le operazioni di caricazione e di zavorramento devono soddisfare le prescrizioni del presente [4.2] e devono consistere in uno o pi collettori verticali o in un certo numero di valvole ad alta velocit di efflusso. Per tale sistema di sfogo pu essere utilizzato il collettore di alimentazione del gas inerte. 4.2.8 Valvole ad alta velocit di efflusso

4.2.10 Prevenzione delle risalite di liquidi nellimpianto di sfogo gas a) Devono essere prese precauzioni per impedire la risalita di liquidi nellimpianto di sfogo gas. Fare riferimento a [4.5]. b) Limpianto di sfogo gas delle cisterne del carico non pu essere adoperato come impianto rigurgiti. c) Le spill valves non possono essere considerate come equivalenti ad un impianto dei rigurgiti.

4.3
4.3.1

Spurgo e/o degassificazione delle cisterne del carico


Generalit

a) Devono essere previste sistemazioni per lo spurgo e/o la degassificazione delle cisterne del carico. Tali sistemazioni devono essere tali da ridurre al minimo i rischi dovuti alla dispersione di vapori infiammabili nellatmosfera ed alla presenza di miscele infiammabili in una cisterna del carico. Pertanto devono essere soddisfatte le prescrizioni in [4.3.2] e [4.3.3], come applicabile. b) Le tubolature di ventilazione/degassificazione, fra i ventilatori e le cisterne del carico, devono essere munite di mezzi, quali branchetti smontabili, che impediscano il riflusso di idrocarburi gassosi attraverso i ventilatori quando essi non sono in uso. c) Gli sbocchi degli scarichi devono essere sistemati ad almeno 10 m, misurati orizzontalmente, dalle prese daria pi vicine e dalle aperture verso spazi interni nei quali potrebbero essere presenti fonti dignizione, nonch dai macchinari di coperta che possono costituire un pericolo dignizione. 4.3.2 Navi provviste di impianto di gas inerte Nel caso di navi provviste di impianto di gas inerte, le cisterne del carico devono essere dapprima spurgate in conformit con quanto prescritto in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5] fino a quando la concentrazione di vapori di idrocarburi nelle cisterne stesse sia stata ridotta a meno del 2% in volume; successivamente la degassificazione pu avvenire al livello del ponte delle cisterne del carico. 4.3.3 Navi sprovviste di impianti di gas inerte (1/7/2002) Nel caso di navi non provviste di impianti di gas inerte, la procedura per lo spurgo e/o la degassificazione delle cisterne del carico deve essere tale che i vapori infiammabili vengano dapprima scaricati: a) attraverso gli scarichi degli sfoghi gas prescritti in [4.2.7], oppure b) attraverso aperture poste ad almeno 2 m di altezza sul livello del ponte delle cisterne del carico, con una velocit di efflusso verticale di almeno 30 m/s, mantenuta durante le operazioni di degassificazione; oppure c) attraverso aperture poste ad almeno 2 m di altezza sul livello del ponte delle cisterne del carico, con una velocit di efflusso verticale di almeno 20 m/s, che siano protette da idonei dispositivi per impedire di passaggio della fiamma.

a) Le valvole ad alta velocit di efflusso devono essere facilmente accessibili. b) Le valvole ad alta velocit di efflusso per le quali non siano necessari i dispositivi tagliafiamma (vedere [4.2.9]) non devono poter essere bloccate in posizione aperta. 4.2.9 Prevenzione del passaggio delle fiamme entro le cisterne del carico (1/7/2002)

a) Le sistemazioni per lo sfogo gas devono essere munite di dispositivi per impedire il passaggio di fiamma nelle cisterne del carico. La progettazione, le prove e l'ubicazione di detti dispositivi devono soddisfare i requisiti di cui in App 1. Le aperture per la misurazione del livello del carico nelle cisterne non possono essere utilizzate per bilanciare la pressione. Esse devono essere provviste di mezzi di auto-chiusura e di coperchi a chiusura ermetica. Non sono ammessi su dette aperture retine o altri dispositivi tagliafiamma. b) Pu essere accettato un dispositivo tagliafiamma integrato nell'impianto di sfogo gas. c) Le reti ed i dispostivi tagliafiamma devono essere progettati per una facile manutenzione e pulizia.

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Le suddette aperture devono essere ubicate ad una distanza misurata in orizzontale non inferiore a 10 metri dalle pi vicine prese d'aria e aperture di spazi chiusi che contengono sorgenti di ignizione e da macchinari di coperta che possono comprendere verricelli salpancore, aperture per pozzi catene ed apparecchiature che possono costituire un pericolo di ignizione. Quando la concentrazione di vapori infiammabili in corrispondenza delle suddette aperture si sia ridotta al 30% del limite inferiore di infiammabilit, la degassificazione pu successivamente essere continuata al livello del ponte delle cisterne del carico.

efflusso limitato. Le aperture per sonde possono essere usate unicamente come un mezzo di sondaggio di riserva e devono avere un dispositivo di chiusura stagno. b) Quando vengono adoperati dispositivi di misura ristretti, devono essere prese precauzioni al fine di: impedire pericolose sfuggite di liquido o vapore in pressione attraverso il dispositivo, scaricare la pressione nella cisterna prima che il dispositivo venga adoperato. c) I tubi sonda, quando usati, devono essere muniti di dispositivo di chiusura automatico.

4.4
4.4.1

Impianto di indicatori di livello delle cisterne del carico


Generalit

4.5

Protezione contro i sovraccarichi delle cisterne


Generalit

a) Ciascuna cisterna del carico o cisterna residui (slop tank) deve avere un impianto di indicatori di livello che indichi il livello di liquido per tutta laltezza della cisterna. Eccetto quando altrimenti specificato, lindicatore di livello pu essere portatile o fisso a lettura locale. b) I dispositivi misuratori di livello e limpianto di lettura a distanza devono essere di tipo approvato. c) Le aperture per sonde e gli altri dispositivi di misura che potrebbero sviluppare vapori del carico allatmosfera non devono essere sistemati in spazi chiusi. 4.4.2 Definizioni

4.5.1

a) Devono essere prese precauzioni per impedire la risalita di liquidi nellimpianto di sfogo gas delle cisterne del carico e delle cisterne residui (slop tanks) fino ad unaltezza che potrebbe superare il battente di progetto delle cisterne stesse. Ci pu essere ottenuto mediante un allarme di alto livello o con un impianto di controllo dei rigurgiti o altri mezzi equivalenti, insieme con dispositivi misuratori di livello e procedure di riempimento del carico.
Nota 1: Per navi con notazione di servizio FLS tanker, sono permessi solamente allarmi di alto livello.

a) Un dispositivo di misura ad efflusso limitato un dispositivo che entra nella cisterna e che, quando in uso, permette che una piccola quantit di vapore o liquido venga rilasciata allatmosfera. Quando non in uso, il dispositivo deve essere completamente chiuso. Esempio sono i tubi sonda. b) Un dispositivo di misura chiuso un dispositivo che separato dallatmosfera della cisterna ed impedisce che il contenuto della cisterna stessa possa essere rilasciato. Esso pu: penetrare nella cisterna, quale un impianto a galleggiare, sonde elettriche, sonde magnetiche o vetri dosservazione protetti, non penetrare nella cisterna, per esempio dispositivi a radar o ultrasonici. c) Un dispositivo di misura indiretto un dispositivo che determina il livello di liquido per esempio mediante misuratori di peso o di portata. 4.4.3 Navi cisterna con impianto di gas inerte

b) Deve essere lasciato spazio sufficiente al termine del riempimento della cisterna per permettere la libera espansione del carico durante il trasporto. c) Gli allarmi di alto livello, il sistema di controllo dei rigurgiti e le altre sistemazioni indicate in a) devono essere indipendenti dallimpianto di misura indicato in [4.4]. 4.5.2 Allarmi di alto livello

a) Gli allarmi di alto livello devono essere di tipo approvato. b) Gli allarmi di alto livello devono dare luogo a segnali ottici ed acustici nella stazione di controllo, se esistente. 4.5.3 Altri mezzi di protezione

a) In una nave cisterna con impianto di gas inerte, i dispositivi di misura devono essere di tipo chiuso. b) Sar oggetto di considerazione speciale luso di impianti di misura indiretti. 4.4.4 Navi cisterna sprovviste di impianto di gas inerte

a) Quando gli impianti degli indicatori di livello, i comandi delle pompe del carico e di zavorra e gli impianti di comando delle valvole sono riuniti in ununica posizione, le prescrizioni in [4.5.1] possono essere soddisfatte sistemando un indicatore di livello che segnali il termine della caricazione, in aggiunta a quelli richiesti per ciascuna cisterna in [4.4]. Le letture di entrambi gli indicatori devono essere per ciascuna cisterna le pi vicine possibile tra di loro e sistemate in modo tale che qualsiasi discordanza fra di esse possa essere facilmente rilevata. b) Qualora una cisterna sia riempita solamente dalle altre cisterne, le prescrizioni in [4.5.1] possono considerrsi soddisfatte.

a) Nelle navi cisterna senza impianto di gas inerte, i dispositivi di misura devono essere di tipo chiuso o ad

Regolamenti RINA 2005

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Parte E, Cap 7, Sez 4

4.6

Impianto di lavaggio delle cisterne

4.6.1 Generalit a) Devono essere previsti mezzi adeguati per pulire le cisterne del carico. b) Ogni nave petroliera per greggio con una portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tonnellate deve essere munita di un impianto di pulizia delle cisterne del carico che utilizzi il lavaggio con il greggio e che sia in accordo con le prescrizioni in App 2. c) Gli impianti di lavaggio col greggio sistemati su petroliere diverse dalle navi cisterna per greggio con una portata lorda uguale a o maggiore di 20000 tons devono essere in accordo con le prescrizioni in App 2 che riguardano la sicurezza. 4.6.2 Macchinette per il lavaggio a) Le macchinette per il lavaggio delle cisterne devono essere di un tipo approvato dalla Societ. b) Le macchinette per il lavaggio devono essere in acciaio o altro materiale elettricamente conduttivo con limitata attitudine a produrre scintille per contatto. 4.6.3 Tubi di lavaggio a) I tubi di lavaggio devono essere costruiti, installati, ispezionati e provati in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, secondo il tipo di fluido di lavaggio impiegato, acqua o greggio. b) I tubi di lavaggio col greggio sono anche soggetti alle prescrizioni in [3.3]. 4.6.4 Impiego di macchinette per il lavaggio con greggio per operazioni di lavaggio con acqua Le macchinette per il lavaggio con greggio possono essere collegate ai tubi di lavaggio con acqua, purch siano previste sistemazioni disolamento, quali una valvola e un branchetto smontabile, per isolare i tubi dellacqua. 4.6.5 Installazione degli impianti di lavaggio a) Le aperture per la pulizia delle cisterne non possono essere sistemate in spazi chiusi. b) Linstallazione completa deve essere permanentemente collegata a massa allo scafo.

dei residui di pulizia contaminati in una stazione di ricezione a terra, a meno che non siano previste installazioni adeguate che assicurino che lo scarico di ogni effluente in mare, quando permesso, sia controllato efficacemente in modo da assicurare che la quantit totale di olio scaricato in mare non superi 1/30000 della quantit totale di quel particolare carico di cui il residuo ha fatto parte. 5.1.3 Deroghe a) le prescrizioni in [5.2] e [5.3] possono essere derogate nei casi seguenti: navi petroliere impiegate unicamente in viaggi entro 50 miglia dalla costa pi vicina e di durata pari a o minore di 72 ore e limitati a rotte fra porti o terminali concordati con la Societ, purch le miscele oleose siano ritenute a bordo per susseguente scaricazione in una stazione di ricezione, navi petroliere che trasportano prodotti soggetti alle prescrizioni del Capitolo 7 che a causa delle loro caratteristiche fisiche impediscano lefficace separazione del prodotto dallacqua e relativo controllo, per le quali il controllo dello scarico deve essere effettuato mediante la ritenzione dei residui a bordo con la scaricazione di tutti i residui contaminati del lavaggio in una stazione di ricezione, le petroliere con notazione di servizio oil tanker, asphalt carrier. b) Qualora, a parere della Societ, le apparecchiature indicate in [5.3.1] e [5.3.2] non siano disponibili per il controllo dello scarico di prodotti raffinati (oli bianchi), tali prescrizioni possono essere derogate purch lo scarico sia permesso solamente secondo le procedure applicabili.

5.2

Ritenzione dellolio a bordo

5.2.1 Generalit Devono essere previsti mezzi adeguati per trasferire i residui della zavorra sporca ed i residui del lavaggio delle cisterne dalle cisterne del carico a una cisterna residui (slop tank) approvata dalla Societ. 5.2.2 Capacit delle cisterne residui La sistemazione della cisterna residui o combinazione di cisterne residui deve avere la capacit necessaria a ritenere i residui generati dal lavaggio delle cisterne, i residui oleosi ed i residui di zavorra sporca. La capacit totale della o delle cisterne residui non deve essere inferiore al 3% della capacit di carico di prodotti petroliferi della nave, con leccezione che la Societ potr accettare: a) il 2% per quelle navi petroliere nelle quali la sistemazione dellimpianto di lavaggio delle cisterne sia tale che, una volta che la o le cisterne residui siano cariche di acqua di lavaggio, questacqua sia sufficiente per il lavaggio delle cisterne e, quando applicabile, per fornire il fluido di azionamento degli eiettori senza lintroduzione di acqua addizionale nellimpianto, b) il 2% quando sono previste cisterne di zavorra segregata in accordo con Sez 2, [5], o quando limpianto di pulizia delle cisterne del carico che impieghi greggio per il lavaggio sia sistemato in accordo con le prescrizioni in

5
5.1

Prevenzione dellinquinamento dal carico


Generalit

5.1.1 Applicabilit (1/7/2001) Eccetto quando specificato altrimenti, le prescrizioni di cui in [5.2] e [5.3] si applicano esclusivamente a navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C di stazza lorda uguale a o superiore a 150 ton. 5.1.2 Prescrizioni per navi cisterna di stazza lorda inferiore a 150 ton Il controllo dello scarico per navi con la notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C di stazza lorda minore di 150 ton deve essere ottenuto mediante ritenzione a bordo dei prodotti petroliferi con conseguente scaricazione

170

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

[4.6]. Tale capacit pu essere ulteriormente ridotta all1,5% per quelle petroliere nelle quali la sistemazione per il lavaggio delle cisterne sia tale che, una volta che la o le cisterne residui siano cariche di acqua di lavaggio, tale acqua sia sufficiente per il lavaggio delle cisterne stesse, e, quando applicabile, per provvedere fluido di azionamento degli eiettori, senza introduzione di ulteriore acqua nellimpianto. Le petroliere di portata lorda uguale a o maggiore di 70000 tonnellate devono avere almeno due cisterne residui. 5.2.3 Progetto delle cisterne residui

residui e devono essere disponibili per luso nelle altre cisterne in cui si effettua la separazione dellolio e dellacqua e dalle quali si intenda scaricare leffluente direttamente in mare.

5.4

Sistemazioni di pompaggio, tubolature e scarichi


Collettore di scarico

5.4.1

Le cisterne residui devono essere progettate con particolare considerazione alla posizione delle prese, sbocchi, deflettori o stramazzi, quando sistemati, in modo da impedire leccessiva turbolenza e lintrappolamento di olio o emulsioni nellacqua.

In ciascuna petroliera deve essere sistemato sul ponte scoperto in corrispondenza di entrambi i lati della nave un collettore di scarico per il collegamento alla stazione di ricezione per lo scarico dellacqua sporca di zavorra o delle acque contaminate da sostanze oleose. 5.4.2 Tubolature di scarico

5.3
5.3.1

Impianti di comando e controllo dello scarico dellolio


Generalit

a) Deve essere sistemato un impianto per il comando e controllo dello scarico dellolio. b) Deve essere previsto un mezzo alternativo azionato manualmente. 5.3.2 Progetto dellimpianto di comando e controllo dello scarico

In ogni petroliera le tubolature per lo scarico di acqua di zavorra o acqua contaminata da residui oleosi dalle zone delle cisterne del carico al mare, quando permesso, devono portare al ponte scoperto o ai lati della nave al di sopra della linea di galleggiamento in condizioni di zavorra pesante, con leccezione che: a) La zavorra segregata e la zavorra pulita possono essere scaricate al di sotto della linea di galleggiamento: nei porti e nei terminali offshore, oppure in mare per gravit, purch la superficie dellacqua di zavorra sia stata esaminata immediatamente prima dello scarico per assicurare che non vi sia stata alcuna contaminazione con sostanze oleose. b) Su ciascuna petroliera in mare, lacqua di zavorra sporca o lacqua contaminata dalle cisterne nella zona del carico, diverse dalle cisterne residui possono essere scaricate per gravit al di sotto della linea di galleggiamento, purch sia passato un tempo sufficiente per permettere la separazione fra acqua e sostanze oleose e lacqua di zavorra sia stata esaminata immediatamente prima dello scarico con un rilevatore dellinterfaccia olio/acqua, come indicato in [5.3.3], al fine di assicurare che laltezza dellinterfaccia sia tale che lo scarico non porti ad un aumento del rischio di danni per lambiente marino. 5.4.3 Arresto della scaricazione

a) Limpianto di comando e controllo dello scarico deve essere di un tipo approvato in accordo con le prescrizioni della Risoluzione A.586(14) dellIMO.
Nota 1: Quando vengono trasportate sostanze simili a prodotti petroliferi (vedere Sez 1, [1.1.1]), devono essere effettuate prove specifiche per dimostrare che limpianto pu controllare le concentrazioni di tali sostanze in accordo con le prescrizioni della Risoluzione A.586 dellIMO. Se necessario regolare limpianto di controllo quando si passa da prodotti petroliferi a sostanze simili a prodotti petroliferi, devono essere provviste informazioni circa le regolazioni da effettuare.

b) Limpianto di comando e controllo dello scarico deve essere munito di un dispositivo di registrazione che provveda una registrazione continua dello scarico in litri per miglio marino e la quantit totale scaricata o il contenuto dolio e la portata di scarico. Deve essere identificabile il tempo e la data della registrazione. c) Limpianto di comando e controllo dello scarico dellolio deve entrare in funzione quando vi sono scarichi deffluenti in mare e deve essere tale da assicurare che qualsiasi scarico di miscela oleosa sia bloccato automaticamente quando la portata istantanea di scarico del contenuto di olio supera i 30 litri per miglio marino. d) Qualsiasi avaria allimpianto di comando e controllo deve bloccare lo scarico. 5.3.3 Rilevatori dellinterfaccia olio/acqua

Rilevatori efficaci dellinterfaccia olio/acqua approvati dalla Societ devono essere previsti per una determinazione rapida ed accurata dellinterfaccia olio/acqua nelle cisterne

Devono essere previsti mezzi per arrestare la scaricazione in mare dellacqua di zavorra o dellacqua contaminata da sostanze oleose provenienti dalla zona delle cisterne del carico, diverse da quelle scaricate al di sotto della linea di galleggiamento secondo la prescrizione in [5.4.2], da una posizione sul ponte di coperta o al di sopra di esso situata in modo tale che possano essere osservati visivamente il collettore in funzione indicato in [5.4.1] e lo scarico in mare dalle tubolature indicate in [5.4.2]. Non occorre che siano previsti mezzi per arrestare la scaricazione nella posizione dosservazione nel caso in cui sia previsto un sistema di comunicazioni efficace, quale un telefono o un impianto radio, fra il punto dosservazione e la stazione di controllo dello scarico.

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171

Parte E, Cap 7, Sez 4

6
6.1

Certificazione, ispezioni e prove


Applicabilit

6.3.2

Sorveglianza delle apparecchiature per la prevenzione dellinquinamento

6.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo sono relative alle tubolature del carico ed alle altre apparecchiature sistemate nella zona del carico. Esse sono addizionali rispetto a quelle date in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20] per gli impianti di tubolature.

Ogni nave con la notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C e con stazza lorda uguale a o superiore a 150 ton deve essere sottoposta ad una visita iniziale prima che la nave entri in servizio per assicurare che le apparecchiature, gli impianti, gli accessori, le sistemazioni e i materiali siano in pieno accordo con le prescrizioni di cui in [4.6] e [5].

6.2

Prove in officina

6.2.1 Prove sui materiali Quando richiesto nella Tab 5, i materiali utilizzati per i tubi, valvole ed accessori sono soggetti alle prove richieste in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.3.2]. 6.2.2 Ispezione dei giunti saldati Quando richiesto in Tab 5, i giunti saldati devono essere sottoposti agli esami specificati in Parte C, Cap 1, Sez 10, [3.6] per i tubi di classe II. 6.2.3 Prove idrostatiche a) Quando richiesto in Tab 5, i tubi del carico, le valvole, gli accessori, e le casse delle pompe devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.4]. b) Giunti di dilatazione e manichette del carico devono essere sottoposti a prove idrostatiche secondo le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.4]. c) Quando sistemate, le parti a soffietto delle tenute stagne ai gas dei passaggi stagni devono essere provate a pressione. 6.2.4 Prove di tenuta Deve essere controllata la tenuta dei dispositivi seguenti: passaggi stagni ai gas, valvole di pressione/depressione e valvole ad alta velocit di efflusso per le cisterne del carico.
Nota 1: Tali prove possono essere eseguite o in officina o a bordo.

7
7.1

Organi di governo
Generalit

7.1.1 In aggiunta alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, gli organi di governo delle navi con notazione di servizio oil tanker o oil tanker, FP>60 C, di stazza lorda uguale a o maggiore di 10000 ton sono soggette alle prescrizioni del presente Articolo [7].

7.2

Progetto degli organi di governo

7.2.1 Tutte le navi cisterna di stazza lorda uguale o superiore a 10000 ton devono, subordinatamente alle prescrizioni in [7.3], soddisfare alle prescrizioni seguenti: a) La macchina di governo principale deve essere realizzata in modo che, nel caso di perdita della capacit di governare dovuta ad una singola avaria in qualsiasi parte di uno degli impianti di azionamento meccanico della macchina di governo principale, ad eccezione della barra, del settore o di altri componenti destinati allo stesso scopo, o del blocco degli azionatori del timone, sia possibile ripristinare la capacit di governare in non pi di 45 s dopo la perdita di un impianto di azionamento meccanico; b) la macchina di governo principale deve comprendere:

6.2.5

Controllo della taratura delle valvole di sicurezza La taratura della pressione delle valvole di pressione/depressione deve essere controllata prestando particolare attenzione alle prescrizioni in [4.2.6]. 6.2.6 Tabella riassuntiva Le ispezioni e le prove richieste per le tubolature del carico e per le altre apparecchiature sistemate nella zona del carico sono riassunte in Tab 5.

1) due impianti di azionamento meccanico separati e indipendenti, ciascuno in grado di soddisfare alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.2.1]; o 2) almeno due impianti identici di azionamento meccanico che, funzionando simultaneamente nelle normali condizioni operative, siano capaci di soddisfare alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.2.1]. Se necessario per soddisfare a questa prescrizione, devono essere sistemate interconnessioni tra i sistemi idraulici di azionamento. Nel caso di perdita del fluido idraulico da un impianto, essa deve poter essere segnalata, e limpianto in avaria deve poter essere isolato automaticamente in modo che laltro o gli altri impianti di azionamento rimangano completamente funzionanti; c) macchine di governo diverse da quelle idrauliche devono avere uno standard equivalente.

6.3

Prove a bordo

6.3.1 Prove di pressatura a) Dopo linstallazione a bordo le tubolature del carico devono essere controllate per eventuali perdite in condizioni operative. b) Le tubolature adoperate per il lavaggio con olio devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni in App 2, [3.2.1].

172

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Parte E, Cap 7, Sez 4

Tabella 5 : Ispezioni e prove in officina


Prove sui materiali N. Voce Y/N (1) Y Tipo del certificato per il materiale (2) C quando ND > 100 mm W quando ND 100 mm (ND = diametro nominale) Ispezioni e prove sui prodotti Durante la fabbricazione (1) Dopo il completamento (1) (3) Tipo del certificato di prodotto (2) Riferimenti

Tubi, valvole ed accessori di classe II (vedere [3.3.1])

[6.2.1] [6.2.1] Y (4) Y C [6.2.2] [6.2.3] [6.2.1] N Y C [6.2.3]

Giunti di dilatazione e manichette del carico


Pompe del carico

Y (5)

C Y (6) Y C vedere nota (6) [6.2.3]

Tenute stagne ai gas nei passaggi a paratia e a ponte Valvole di pressione/depressione e ad alta velocit di efflusso delle cisterne del carico
Dispositivi tagliafiamma

N N Y C Y C Y Y C [6.2.1] [6.2.2] [6.2.3], [6.2.4] [6.2.3], [6.2.4]

N N Y C vedere nota (3)

Impianto di comando e controllo dello scarico di sostanze oleose Rivelatore dellinterfaccia olio/acqua

N Y (7) C N Y (7) C vedere nota (3) vedere nota (3)

(1) (2) (3) (4) (5) (6) (7)

Y= richiesto, N= non richiesto C=certificato di classe, W=certificato dofficina comprende il controllo delle caratteristiche regolamentari in accordo con i disegni approvati solamente nel caso di costruzione saldata se metallico deve essere eseguita lispezione durante la costruzione secondo un programma approvato dalla Societ. pu anche essere eseguito a bordo

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173

Parte E, Cap 7, Sez 4

7.3

Progetto alternativo per navi di portata lorda inferiore a 100000 tonnellate

c) Tensioni ammissibili Per la determinazione del dimensionamento generale delle parti degli azionatori del timone soggette a pressione interna idraulica, le tensioni ammissibili non devono superare i seguenti valori:

7.3.1 Generalit Per le navi cisterna di stazza lorda uguale a o superiore a 10.000 ton, ma aventi portata lorda inferiore a 100.000 t, possono essere accettate soluzioni diverse da quelle stabilite nel precedente [7.2], per le quali non necessaria lapplicazione del criterio della singola avaria allazionatore od agli azionatori del timone, purch sia raggiunto uno standard di sicurezza equivalente e purch: a) in caso di perdita della capacit di governare dovuta ad una singola avaria in qualunque parte delle tubolature o in una delle unit di potenza sia possibile ripristinare la capacit di governare in non pi di 45 s; e b) quando la macchina di governo comprende un solo azionatore del timone, sia preso in particolare considerazione un metodo di analisi delle tensioni per il progetto che comprenda lanalisi della fatica e lanalisi della meccanica della frattura, come appropriato, i materiali impiegati, la sistemazione di dispositivi di tenuta, il collaudo, le ispezioni ed i provvedimenti per una efficace manutenzione. 7.3.2 Materiali Le parti soggette a pressione interna idraulica o che trasmettono forze meccaniche allasta del timone, devono essere costruite con materiali tenaci debitamente collaudati e rispondenti a normative riconosciute. I materiali per parti in pressione devono corrispondere a standard riconosciuti per recipienti in pressione. Tali materiali non devono avere un allungamento inferiore al 12% n un carico di rottura per trazione superiore a 650 N/mm2. 7.3.3 Progetto

m f l 1,5.f b 1,5.f l +b 1,5.f m +b 1,5.f


essendo:

m l b
f

: Tensione ideale primaria generale di membrana : Tensione ideale primaria locale di membrana : Tensione ideale primaria di flessione, : Il minore fra B/A e y/B : Valore di specifica del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale alla temperatura ambiente : Valore di specifica del minimo carico unitario di snervamento, o carico al quale corrisponde un allungamento permanente dello 0,2%, del materiale alla temperatura ambiente : uguale a: 4 per lacciaio 4,6 per lacciaio fuso 5,8 per la ghisa sferoidale 2 per lacciaio 2,3 per lacciaio fuso 3,5 per la ghisa sferoidale

B y

: uguale a:

a) Pressione di progetto La pressione di progetto deve essere assunta almeno uguale al maggiore dei seguenti due valori: 1) 1,25 volte la massima pressione di esercizio prevista nelle condizioni operative prescritte in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.3.1], 2) la pressione di taratura della valvola o delle valvole di sicurezza. b) Analisi 1) I costruttori degli azionatori dei timoni devono presentare calcoli particolareggiati dimostranti lidoneit del progetto al servizio previsto. 2) Deve essere eseguita una analisi particolareggiata delle tensioni delle parti in pressione dellazionatore al fine di determinare le tensioni alla pressione di calcolo. 3) Ove ritenuto necessario a causa della complessit del progetto o dei procedimenti costruttivi, possono essere richieste unanalisi di fatica e unanalisi di meccanica della frattura. In relazione a tali analisi devono essere considerati tutti i carichi dinamici previsti. In dipendenza della complessit del progetto pu essere richiesta, in aggiunta o in sostituzione dei calcoli teorici, unanalisi sperimentale delle tensioni.

d) Prova di scoppio 1) Le parti in pressione per le quali non viene richiesta lanalisi di fatica e lanalisi di meccanica della frattura possono essere accettate, a giudizio della Societ, in base a una prova di scoppio certificata; in tal caso non necessario effettuare lanalisi particolareggiata prescritta in [7.3.3], b). 2) La minima pressione di scoppio deve essere calcolata con la seguente formula:
Ba P b = P A ------B

essendo: Pb P A : Pressione minima di scoppio, : Pressione di progetto, come definita in [7.3.3], a) : Coefficiente di cui in [7.3.3], c) : Valore effettivo del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale : Valore del minimo carico unitario di rottura per trazione del materiale come definito in [7.3.3], c).

Ba B

174

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 4

7.3.4

Particolari di costruzione

b) Altre prove 1) Devono essere eseguite prove idrostatiche a 1,5 volte la pressione di progetto su tutte le parti soggette a pressione. 2) Dopo linstallazione a bordo, lazionatore del timone deve essere sottoposto ad una prova idrostatica e ad una prova di funzionamento.

a) Generalit La costruzione deve essere tale da ridurre al minimo le concentrazioni di tensioni locali. b) Saldature 1) I particolari di saldatura ed i relativi procedimenti devono essere approvati. 2) Tutti i giunti saldati entro la zona soggetta a pressione di un azionatore del timone o colleganti organi che trasmettono carichi meccanici devono essere a piena penetrazione o di resistenza equivalente. c) Tenute oleodinamiche 1) Le tenute oleodinamiche tra parti non in movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido idraulico in pressione, devono essere del tipo metallo su metallo o di tipo equivalente. 2) Le tenute oleodinamiche tra parti in movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido idraulico in pressione, devono essere duplicate, in modo che lavaria ad una tenuta non metta fuori servizio lazionatore. Sistemazioni alternative che diano una protezione equivalente contro le perdite possono essere accettate a giudizio della Societ. d) Valvole dintercettazione In corrispondenza del collegamento dei tubi allazionatore devono essere sistemate valvole dintercettazione montate direttamente sullazionatore. e) Valvole di sicurezza Le valvole di sicurezza per la protezione dellazionatore del timone dalle sovrappressioni, come richiesto in Parte C, Cap 1, Sez 11, [2.2.5], devono soddisfare le seguenti prescrizioni: 1) La pressione di taratura non deve essere inferiore a 1,25 volte la massima pressione di esercizio prevista nelle condizioni di funzionamento prescritte in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.3.1], b), 2) la minima capacit di scarico delle valvole di sicurezza non deve essere minore della portata totale di tutte le pompe dellolio che forniscono energia allazionatore, aumentata del 10%. In tali condizioni laumento di pressione non deve superare il 10% della pressione di taratura. A tale riguardo devono essere tenute in considerazione le condizioni ambientali estreme previste in relazione alla viscosit dellolio. 7.3.5 Ispezioni e prove

Prescrizioni aggiuntive per navi con caratteristica addizionale di servizio asphalt carrier
Applicabilit

8.1

8.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in aggiunta a quelle contenute negli Articoli da [1] a [7], a navi petroliere con caratteristica addizionale di servizio asphalt carrier.

8.2

Prescrizioni aggiuntive

8.2.1 Impianto di riscaldamento a) Le cisterne del carico destinate al trasporto di soluzioni bituminose devono essere dotate di un impianto di riscaldamento in grado di mantenere dette soluzioni allo stato liquido. Devono essere sistemate valvole alle entrate ed alle uscite dellimpianto di riscaldamento. b) Le tubolature del carico ed i relativi accessori, fuori dalle cisterne, devono essere dotati di idonei mezzi di riscaldamento. Fare riferimento a [3.4.7]. 8.2.2 Termometri Ogni cisterna del carico deve essere dotata di non meno di due termometri per rilevare la temperatura delle soluzioni bituminose. 8.2.3 Coibentazione Le tubolature del carico ed i relativi accessori, fuori dalle cisterne, devono essere adeguatamente coibentati, dove necessario.

Prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio FLS tanker o FLS tanker, flashpoint >60C
Applicabilit

9.1

a) Prove non distruttive Lazionatore del timone deve essere sottoposto ad idonee e complete prove non distruttive intese a rivelare difetti sia superficiali che interni. La procedura e i criteri di accettazione per le prove non distruttive devono essere conformi alle prescrizioni di normative riconosciute. Se ritenuto necessario pu essere effettuata, la determinazione della massima entit ammissibile dei difetti applicando unanalisi di meccanica della frattura.

9.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo, derivate dallAppendice II della MARPOL 73/78, sono relative alla prevenzione dellinquinamento da sostanze liquide nocive. Esse si applicano come segue: a) Quando ad una nave assegnata la notazione di servizio FLS tanker o FLS tanker, flashpoint > 60 C, le prescrizioni seguenti sostituiscono quelle in [5] relative alla prevenzione dellinquinamento da sostanze oleose. b) Quando ad una nave sono assegnate entrambe le notazione di servizio oil tanker - FLS tanker, o oil tanker FLS, flashpoint > 60 C, queste prescrizioni sono aggiuntive a quelle in [5].

Regolamenti RINA 2005

175

Parte E, Cap 7, Sez 4

9.2

Prescrizioni di progetto

9.2.1 Generalit Le prescrizioni del presente [9.2] si applicano a navi che trasportano sostanze di categoria D (vedere Sez 3, Tab 6). 9.2.2 Apparecchiature di ventilazione a) Se i residui sono rimossi dalle cisterne del carico mediante ventilazione, devono essere sistemate apparecchiature di ventilazione in accordo con le prescrizioni seguenti.
Nota 1: Le procedure di ventilazione possono essere applicate solamente per quelle sostanze che hanno una pressione di vapore superiore a 5.103 Pa a 20 C.

il fondo della cisterna. La Fig 2 pu essere adoperata per valutare ladeguatezza dellapparecchiatura di ventilazione impiegata per ventilare una cisterna di una data altezza. c) Lapparecchiatura di ventilazione deve essere sistemata in corrispondenza dellapertura della cisterna pi vicina al pozzetto della cisterna stessa o al punto daspirazione. d) Quando possibile, lapparecchiatura di ventilazione deve essere posizionata in modo che il getto daria sia diretto verso il pozzetto della cisterna o verso il punto daspirazione e che sia impedito per quanto possibile che il getto daria colpisca le strutture della cisterna.

b) Le apparecchiature di ventilazione devono essere in grado di produrre un getto daria che possa raggiungere

Figura 2 : Portata minima in funzione della profondit di penetrazione del getto

PORTATA MINIMA PER CIASCUNA ENTRATA DI CISTERNA (m 3/ min.)

600

500

diametro di entrata =61 cm

400

300 46 cm

200 30 cm 100 23 cm 15 cm 10 20 30 38,1

ALTEZZA DI PENETRAZIONE DEL GETTO ALLENTRATA (m)

Nota: la profondit di penetrazione del getto deve essere confrontata con laltezza della cisterna.

176

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 5

SEZIONE 5

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa ed a soddisfazione della Societ, b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di impianti senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come impianti di distribuzione dellenergia nelle cucine o nelle lavanderie alimentati tramite trasformatori di isolamento con secondario connesso a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) impianti di potenza in corrente alternata a tensione pari o superiore a 1,000 V valore efficace (tra le fasi) purch qualunque possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; a tale scopo, se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dei locali macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati. 2.1.4 Non sono ammessi collegamenti a massa di parti in tensione di sistemi di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio.

1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2 alle navi petroliere o a quelle con notazione FLS.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, deve essere inviata allapprovazione la seguente: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione del livello di cisterne e depositi, degli impianti di allarme di alto livello e quelli di controllo del rigurgito ove richiesti.

Norme particolari per le navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit inferiore od uguale a 60C (prova in vaso chiuso)
Impianti di alimentazione

2.1

2.1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. 2.1.2 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a soddisfazione della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come i sistemi di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente di circolazione non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. 2.1.3 Non sono ammessi impianti a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo:

2.2

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento verso massa

2.2.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti i sistemi di distribuzione, devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversano tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

2.3

Ventilazione meccanica dei luoghi pericolosi

2.3.1 I motori elettrici dei ventilatori per la ventilazione di locali pericolosi devono essere sistemati esternamente alle condotte di ventilazione. 2.3.2 A soddisfazione della Societ, possono essere ubicati entro le condotte di ventilazione i motori dei ventilatori purch siano di tipo certificato di sicurezza e siano provvisti di una custodia addizionale (avente grado di protezione almeno IP 44) che impedisca al flusso daria entro la condotta di colpire direttamente la custodia del motore.

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177

Parte E, Cap 7, Sez 5

2.3.3 I materiali utilizzati per i ventilatori e le loro casse devono essere in accordo con quanto specificato in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.4].

2.4
2.4.1

Precauzioni per gli impianti elettrici 3.1


Precauzioni contro le infiltrazioni di gas o vapori

Norme particolari per le navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C
Prodotti non riscaldati e prodotti riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15 C dal loro punto di infiammabilit

Deve essere impedito, mediante opportuni accorgimenti, a soddisfazione della Societ, che gas o vapori possano passare da un locale pericoloso ad un altro locale attraverso le aperture per il passaggio dei cavi o attraverso le loro condotte.

3.1.1 Per gli impianti di alimentazione e per i dispositivi per la verifica dello stato di isolamento a massa si applicano le prescrizioni di cui in [2.1] e [2.2]. 3.1.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 2 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

2.5

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi

3.2

2.5.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati. 2.5.2 Le apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza devono avere al minimo il gruppo di esplosione IIA e la classe di temperatura T3 nel caso di navi adibite al trasporto di greggio o altri prodotti petroliferi. Altre caratteristiche potrebbero essere necessarie per prodotti pericolosi diversi dai suddetti. 2.5.3 I locali chiusi o parzialmente chiusi (non contenenti sorgenti di pericolo) aventi aperture dirette, comprese quelle per la ventilazione su un qualsiasi luogo pericoloso, devono essere considerati luoghi pericolosi allo stesso modo dello spazio verso cui posizionata lapertura. Le apparecchiature elettriche devono soddisfare le norme degli spazi o dei locali ai quali lapertura d accesso.
Nota 1: Per le aperture, gli accessi e le condizioni di ventilazione che possono avere influenza sullestensione dei luoghi pericolosi, vedere la Pubblicazione IEC 60092-502.

Prodotti riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit

3.2.1 Per gli impianti di alimentazione ed i dispositivi per la verifica dello stato di isolamento a massa si applicano le prescrizioni di cui in [2.1] e [2.2]. 3.2.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 3 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

3.3

Prodotti riscaldati ad una temperatura superiore al loro punto di infiammabilit

3.3.1 Si applicano le prescrizioni di cui in [2].

4
4.1

Norme particolari per le navi cisterna FLS


Generalit, luoghi pericolosi e tipi di apparecchiature

4.1.1 Si applicano le prescrizioni di cui in Cap 8, Sez 10.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit inferiore od uguale a 60C (1/7/2003)
Luoghi pericolosi Zona 0 Spazi N 1 Descrizione Linterno delle cisterne del carico, le cisterne per residui (slop tanks), qualsiasi tubolatura per il controllo della pressione delle cisterne del carico o altri impianti di sfogo gas per le cisterne del carico e le cisterne residui, le tubolature e gli impianti contenenti il carico o che sviluppano gas o vapori infiammabili. Spazi vuoti al di sopra, al di sotto o adiacenti a cisterne o depositi strutturali per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0. Apparecchiature elettriche

Zona 1

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi elettrici e componenti (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

Zona 1

Stive contenenti le cisterne o i depositi indipendenti per il carico.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ; f) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 4 Descrizione Intercapedini e cisterne di zavorra permanenti (per esempio zavorra segregata) adiacenti alle cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. In compartimenti che possono essere riempiti con acqua di mare (p.e. cisterne di zavorra permanente) devono essere impiegati tubi di materiale resistente alla corrosione che forniscano una adeguata protezione meccanica.

Zona 1

Locali pompe del carico.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto g); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione. Limpianto di illuminazione normale deve essere interbloccato con la ventilazione in modo che esso non possa essere messo in funzione senza ventilazione. Un guasto dellimpianto di ventilazione non deve causare la perdita dellilluminazione. Limpianto di illuminazione di emergenza, se previsto, non deve essere interbloccato; f) indicatori ottici e/o acustici di tipo certificato di sicurezza (p.e. per lallarme generale, per lallarme di immissione dellagente estinguente, ecc.);

g) sensori di tipo certificato di sicurezza per impianti di rivelazione gas. h) cavi elettrici diversi da quelli di alimentazione degli apparecchi di illuminazione e da quelli dei circuiti a sicurezza intrinseca se necessario che attraversino il locale pompe del carico. Essi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunti stagni ai gas.

180

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 6 Descrizione Locali chiusi o parzialmente chiusi, immediatamente sovrastanti le cisterne del carico (p.e. spazi di interponte) o aventi paratie in prosecuzione verso lalto di paratie di cisterne del carico, a meno che non siano protette da una lamiera diagonale a soddisfazione della Societ.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali; f) negli spazi di interponte immediatamente sovrastanti le cisterne del carico, qualsiasi apparecchiatura elettrica diversa da quella di cui ai punti (a), (b), (c) e (d), purch sia ubicata entro un compartimento: ventilato meccanicamente in modo adeguato, accessibile solamente dal ponte sovrastante, il cui pavimento sia separato dalle cisterne del carico da una intercapedine, le cui delimitazioni siano stagne agli idrocarburi ed ai gas rispetto alle intercapedini ed agli spazi di interponte.

Zona 1

Locali chiusi o parzialmente chiusi immediatamente sovrastanti i locali pompe o le intercapedini verticali adiacenti alle cisterne del carico, se non separati da un ponte stagno ai gas e ventilati in maniera adeguata.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 8 Descrizione

Apparecchiature elettriche

Locali diversi dalle interca- a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; pedini adiacenti alle b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); cisterne e sottostanti il c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, cielo di queste (p.e. cofani, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circorridoi di passaggio e cuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o stive) cos come i doppi generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme fondi e le gallerie sottorelative. stanti le cisterne del carico. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto f); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; f) cavi elettrici attraversanti detti locali; tali attraversamenti costituiranno oggetto di particolare considerazione da parte della Societ, eccetto quelli relativi a cavi associati ad apparecchiature a sicurezza intrinseca.

Zona 1

Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m da qualunque apertura delle cisterne del carico (portelli delle cisterne, portellini di visita, aperture per il lavaggio delle cisterne, aperture per il sondaggio delle cisterne, tubi sonda ecc.), valvole dei collettori del carico, valvole del carico, flange sulle tubolature del carico, ingressi e scarichi della ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi ed aperture per il controllo della pressione nelle cisterne del carico previste per permettere il flusso di piccoli volumi di gas o vapori causato da variazioni termiche.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria "ib" incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici attraversanti detti spazi. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N 10 Descrizione Spazi sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto sopra ed in prossimit delle aperture degli scarichi degli sfoghi per il passaggio di grandi volumi di miscele di gas o vapori durante le operazioni di caricazione e zavorramento o durante la discarica, entro un cilindro verticale di altezza illimitata avente raggio di 6 m centrato in corrispondenza del centro dello scarico, ed entro una semisfera avente raggio di 6 m al di sotto dello scarico. Luoghi su ponti scoperti o entro spazi parzialmente chiusi su ponti scoperti entro 1,5 m dagli accessi al locale pompe del carico, dalle aperture di ventilazione del locale pompe del carico, dalle aperture delle intercapedini o altri spazi di Zona 1.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

11

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

12

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9. Spazi su ponti scoperti entro 3 m dalle mastre antispandimento sistemate attorno ai collegamenti del collettore del carico. Spazi sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi del carico (comprese tutte le cisterne di zavorra entro la zona delle cisterne e dei depositi per il carico) dove le strutture limitano la ventilazione naturale ed estesi per tutta la larghezza della nave pi 3 m sia avanti la paratia pi a prora delle cisterne del carico che addietro la paratia pi a poppa delle cisterne del carico, fino ad una altezza di 2,4 m sopra il ponte. Compartimenti per le manichette del carico. Locali chiusi o parzialmente chiusi nei quali sono ubicate le tubolature contenenti carico. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9 con leccezione che in tali spazi sono permesse curve di dilatazione.

Zona 1

13

Zona 1 Zona 1

14 15

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 7. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 7.

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N 16 Descrizione Luoghi che circondano per 1,5 m gli spazi di Zona 1 definiti in 9.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettabili dalla Societ.

Zona 2

17

Aree 4 m oltre il cilindro e 4 m oltre la sfera definiti in 10. Luoghi su ponti scoperti che si estendono dalle mastre destinate a trattenere gli spandimenti del ponte lontani dai locali alloggio e di servizio e 3 m oltre questi fino ad una altezza di 2,4 m al di sopra del ponte.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

18

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

184

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N 19 Descrizione

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16. Spazi sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi per il carico (comprese tutte le cisterne di zavorra entro la zona delle cisterne e dei depositi del carico) dove la ventilazione naturale non limitata da strutture o altro ed estesi per tutta la larghezza della nave pi 3 m sia avanti la paratia pi a prora delle cisterne del carico che addietro la paratia pi a poppa delle cisterne del carico, fino ad una altezza di 2,4 m sopra il ponte che circondano le aree o gli spazi parzialmente chiusi di Zona 1. Locali a proravia delle zone del ponte esposto di cui in 13 e 19, sottostanti il livello del ponte principale, ed aventi unapertura sul ponte principale o a un livello inferiore a 0,5 m sopra il ponte principale, a meno che: a) gli accessi a tali spazi non siano prospicienti la zona delle cisterne del carico e, unitamente a tutti gli altri accessi a tali locali, compresi le aperture di aspirazione e gli sfoghi per l'impianto di ventilazione, siano situati ad almeno 5 m dalla cisterna per il carico prodiera ed almeno 10 m misurati orizzontalmente da qualunque sbocco delle cisterne per il carico o sbocco di gas o vapori. b) i locali siano meccanicamente ventilati. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

20

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 2 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N Zona 1 1 Spazi Descrizione Allinterno delle cisterne del carico, delle cisterne residui (slop tanks), qualsiasi tubolatura per il controllo della pressione o altro impianto di sfogo gas per le cisterne del carico e quelle per residui, tubi ed apparecchiature contenenti il carico o che sviluppano gas o vapori infiammabili. Locali pompe per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia) o Ex(ib); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia o ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) cavi elettrici attraversanti detti spazi. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. Apparecchiature elettriche

Zona 2

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche per atmosfere gas-aria potenzialmente esplosive con modo di protezione per incapsulamento "m".

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Parte E, Cap 7, Sez 5

Tabella 3 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi petroliere adibite al trasporto di liquidi infiammabili aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit (1/7/2003)
Luoghi pericolosi N Zona 0 1 Spazi Descrizione Cisterne e depositi per il carico e tubolature per il carico. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza. a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

Apparecchiature elettriche

Zona 1 Zona 1

2 3

Locali pompe del carico. Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture di accesso o di ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi. Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture di accesso o di ventilazione dei locali pompe del carico e di altri locali pericolosi chiusi.

Zona 1

a) apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

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187

Parte E, Cap 7, Sez 6

SEZIONE 6

PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 La presente sezione contiene per ciascuna delle notazioni di servizio seguenti: oil tanker oil tanker, FP>60 C oil tanker, asphalt carrier FLS tanker FLS tanker, FP>60 C le prescrizioni applicabili relative alla protezione contro gli incendi.

Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1] devono essere sostituite con le seguenti: a) Le cisterne che contengono carico o residui del carico devono essere segregate dai locali di alloggio e di servizio, locali macchine, casse dacqua potabile e cambuse mediante intercapedini o altri spazi simili. b) I doppi fondi adiacenti alle cisterne del carico non possono essere usati come casse del combustibile liquido. c) Devono essere previsti mezzi per mantenere eventuali perdite sul ponte lontane dalle zone di alloggio e di servizio. Vedere anche Sez 2, [2].

3.1.2

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

3.2
3.2.1

Aperture

2
2.1

Prescrizioni generali per zone o spazi pericolosi


Sorgenti dignizione

Navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker Su navi con notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker, le aperture nelle pareti perimetrali devono essere sistemate in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2]. Vedere anche Sez 2, [6]. 3.2.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier or FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier or FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.2] devono essere sostituite con la seguente: Le porte daccesso, le prese daria e le aperture per i locali dalloggio, i locali di servizio e le stazioni di comando non devono essere prospicienti alla zona del carico. Vedere anche Sez 2, [6].

2.1.1 Le zone o spazi pericolosi non devono contenere: motori a combustione interna, turbine a vapore e tubolature di vapore con una temperatura del vapore maggiore di 220 C, altre tubolature e scambiatori di calore con una temperatura del fluido maggiore di 220 C, qualsiasi altra fonte dignizione.
Nota 1: Le zone e gli spazi pericolosi sono definiti in Sez 5.

2.2

Apparecchiature elettriche

2.2.1 Per linstallazione delle apparecchiature elettriche vedere Sez 5.

3.3
3.3.1

Ventilazione

3
3.1

Separazione delle cisterne del carico, aperture e ventilazione


Separazione delle cisterne del carico

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Per le navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker, la ventilazione dei locali sistemati nelle zone del carico soggetta alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] e delle seguenti: a) I locali sistemati nella zona del carico devono essere ventilati efficacemente. Eccetto quando specificato altrimenti, sono permessi sistemi di ventilazione portatili. I ventilatori devono essere di tipo antiscintilla. b) Gli impianti di ventilazione relativi ai locali delle pompe del combustibile liquido e delle pompe zavorra

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Per navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker, le zone del carico devono essere separate dagli altri spazi in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1]. Vedere anche Sez 2, [2].

3.1.1

188

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, Sez 6

sono soggetti alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.1], a). Le prese daria devono essere sistemate ad una distanza non inferiore a 3 m dagli scarichi della ventilazione dei locali delle pompe del carico. 3.3.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C

soggetta alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.6], e [4.3] della presente Sezione. 4.2.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C

a) Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C destinate unicamente al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa aventi punto dinfiammabilit maggiore di 100 C, le prescrizioni di cui alla Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] devono essere sostituite con le seguenti: I locali sistemati entro la zona del carico devono essere efficacemente ventilati. Eccetto quando altrimenti specificato altrimenti, sono permessi sistemi di ventilazione portatili. Il locale delle pompe del carico deve essere ventilato meccanicamente. b) Le navi con notazioni di servizio oil tanker, FP> 60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C destinate al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit uguale a o minore di 100 C sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3] ed alle prescrizioni seguenti: gli spazi sistemati entro la zona del carico devono essere ventilati efficacemente. Eccetto quando specificato altrimenti sono permessi sistemi di ventilazione portatili. I ventilatori devono essere del tipo antiscintilla.

Linstallazione di apparecchiature per la rivelazione dei gas su navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C soggetta a: Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.6], e [4.3] della presente Sezione, nel caso di trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit uguale a o minore di 100 C,

nessuna prescrizione nel caso di trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit superiore a 100 C.

4.3

Controllo della concentrazione dei gas di idrocarburi

4.3.1 Deve essere installato un impianto per il controllo continuo della concentrazione dei gas di idrocarburi. Punti di campionatura o testine rivelatrici devono essere sistemate in posizioni opportune al fine di rivelare prontamente perdite potenzialmente pericolose. Una campionatura sequenziale accettabile quando essa dedicata esclusivamente al locale pompe, condotte di estrazione incluse, e il tempo di campionatura ragionevolmente breve. Posizioni idonee possono essere le condotte di estrazione e la parte bassa del locale pompe al di sopra del pagliolato. L'impianto deve dare un allarme se la concentrazione dei gas di idrocarburi supera il 10 % del limite inferiore di infiammabilit (LFL). I segnali di allarme (ottici ed acustici) devono essere previsti nella stazione di controllo del carico e in plancia.
Nota 1: Le prescrizioni del presente punto [4.3.1] non si applicano alle FLS tankers non destinate al trasporto di prodotti che generano gas di idrocarburi. In questo caso gli specifici prodotti trasportati devono essere indicati nelle caratteristiche addizionali di servizio in accordo con le disposizioni di cui in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.5].

Impianti del gas inerte, rivelazione e controllo del gas


Impianti del gas inerte

4.1
4.1.1

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Linstallazione dellimpianto di gas inerte su navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker soggetta alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5]. 4.1.2 Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C Per navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C, le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5], da a) a d), devono essere sostituite con le prescrizioni seguenti: gli impianti di gas inerte, quando installati, devono essere in accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15].

5
5.1

Impianti destinzione incendi


Impianto idrico antincendio
(1/7/2003)

5.1.1

a) Limpianto idrico antincendio per navi con notazione di servizio oil tanker, oil tanker, FP>60 C, oil tanker, asphalt carrier, FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C soggetto alle prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15] Parte C, Cap 4, Sez 13, [7]. b) Devono essere sistemate valvole dintercettazione sul collettore principale, in corrispondenza della parete frontale del cassero poppiero, in posizione protetta e sul ponte al di sopra delle cisterne, ad intervalli di non pi di 40 m, allo scopo di preservare lintegrit del collettore antincendio nel caso di incendio o esplosione.

4.2
4.2.1

Rivelazione del gas

Notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker Linstallazione delle apparecchiature per la rivelazione del gas su navi con notazioni di servizio oil tanker o FLS tanker

Regolamenti RINA 2005

189

Parte E, Cap 7, Sez 6

5.2

Protezione della zona delle cisterne del carico


Notazione di servizio oil tanker

5.2.3

5.2.1

Le navi con notazione di servizio oil tanker devono essere provviste di un impianto fisso destinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni di cui alla Parte C, Cap 4, Sez 13, [14] o di unaltra installazione fissa equivalente. Vedere Parte C, Cap 4, Sez 13, [7.1]. 5.2.2 Notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60C (1/7/2003)

Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C o oil tanker, asphalt carrier Navi con notazioni di servizio oil tanker, FP>60 C o oil tanker, asphalt carrier devono essere provviste di un impianto fisso destinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [14] o con un impianto fisso equivalente ad eccezione dei casi seguenti: navi di stazza lorda inferiore a 2000 ton, navi adibite solamente al trasporto di carichi liquidi alla rinfusa con punto dinfiammabilit maggiore di 100C, purch le cisterne del carico siano munite di coperture di boccaporte in acciaio e di dispositivi di chiusura opportuni per tutte le aperture di scarico dei gas per tutte le altre aperture delle cisterne del carico.

Le navi con notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C devono essere provviste di un impianto fisso d'estinzione a schiuma sul ponte in accordo con le prescrizioni di cui in [11.3] dell'IBC Code, costruito il 1 luglio 2002 o successivamente, salvo che pu essere accettato una portata inferiore di schiuma sulla base degli esiti di prove di funzionamento. Per le FLS tanker provviste di impianto a gas inerte, pu essere accettata una quantit di liquido schiumogeno sufficiente per la generazione di schiuma della durata di 20 minuti. Il tipo di schiumogeno da utilizzare indicato in App 4, Tab 1. Quando sono considerati accettabili liquidi schiumogeni di tipo "regular", sono accettabili impianti di estinzione incendi a schiuma in accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 4, Sez 13, [14]. Navi aventi notazioni di servizio FLS tanker o FLS tanker, FP>60 C, costruite prima del 1 luglio 2002 devono essere provviste con un impianto fisso di estinzione incendi a schiuma per il ponte rispondente alle prescrizioni di cui in [5.2.1].

5.3
5.3.1

Protezione dei locali pompe del carico

Notazione di servizio oil tanker o FLS tanker I locali delle pompe del carico delle navi con notazione di servizio oil tanker o FLS tanker devono essere provvisti di un impianto fisso destinzione incendi in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 7, [8]. Notazioni di servizio oil tanker, FP>60C o oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60C I locali pompe del carico di navi con notazione di servizio oil tanker, FP>60 C o oil tanker, asphalt carrier o FLS tanker, FP>60 C devono essere provvisti di un impianto fisso destinzione incendi in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 7, [8], eccetto quando il carico trasportato ad una temperatura inferiore di almeno 15 C al di sotto del suo punto dinfiammabilit. 5.3.2

Tabella 1 : Documenti da inviare


No 1 2 Documento (1) Schema dellimpianto idrico antincendio nella zona del carico Per limpianto destinzione a schiuma nella zona del carico: schema di sistemazione relazione di calcolo specifica del liquido schiumogeno caratteristiche delle spingarde e delle manichette Per limpianto destinzione incendi nel locale pompe del carico: schema della sistemazione relazione di calcolo Disegni della ventilazione naturale e meccanica con lindicazione di: prese e scarichi daria numero di ricambi daria allora posizione dei comandi dei ventilatori

(1)

Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile, gli impianti di comando e controllo (locale ed a distanza) e gli impianti dautomazione

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Parte E, Cap 7, App 1

APPENDICE 1

DISPOSITIVI PER IMPEDIRE IL PASSAGGIO DI FIAMMA NELLE CISTERNE DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

b) aperture destinate ad evitare pressione o vuoto eccessivi durante le operazioni di caricazione, zavorramento e scaricazione (vedere Sez 4, [4.2.2], b)); c) scarichi destinati alle operazioni di degassificazione (vedere Sez 4, [4.3.3]). 1.1.6 I dispositivi devono essere tali da non poter essere sorpassati o bloccati aperti, a meno che essi non siano stati sottoposti, in tali condizioni, alle prove previste in [4]. 1.1.7 La presente Appendice non prende in esame le sorgenti di ignizione quali le scariche elettriche atmosferiche, in quanto mancano informazioni sufficienti alla formulazione di idonei requisiti per i dispositivi stessi. Tutte le operazioni di movimentazione del carico, di pulizia e zavorramento delle cisterne devono essere sospese allavvicinarsi di una tempesta elettrica. 1.1.8 La presente Appendice non prende in esame la possibilit del passaggio di fiamma da una cisterna del carico ad unaltra su navi petroliere dotate di un impianto di sfogo gas in comune per pi cisterne. 1.1.9 Quando richiesto che le aperture di scarico di impianti di degassificazione su navi cisterna, non munite di impianto di gas inerte, vengano protette con dispositivi, essi devono soddisfare alle norme della presente Appendice, tranne che le prove specificate in in [4.2.3] e [4.3.3] non sono richieste. 1.1.10 Alcune delle prove prescritte in [4] della presente Appendice sono potenzialmente pericolose, ma la presente Appendice non intesa a formulare prescrizioni di sicurezza per tali prove.

1.1.1 La presente Appendice relativa alla progettazione, alle prove, allubicazione ed alla manutenzione dei "dispositivi per impedire il passaggio di fiamma nelle cisterne del carico" (nel seguito richiamati semplicemente come "dispositivi") di navi aventi le notazioni di servizio oil tanker o combination carrier, che trasportano greggio e prodotti petroliferi aventi punto di infiammabilit non superiore a 60 C (prova in vaso chiuso) e tensione di vapore Reid inferiore alla pressione atmosferica, e altri prodotti liquidi che presentano rischi di incendio similari. Essa si applica anche a navi aventi la notazione di servizio FLS tanker che trasportano prodotti infiammabili aventi il suddetto punto di infiammabilit. 1.1.2 Le navi aventi le notazioni di servizio oil tanker, combination carrier o FLS tanker dotate di impianto di gas inerte conforme alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [15], devono essere munite di dispositivi che devono soddisfare le norme della presente Appendice ad eccezione di quelle relative alle prove di cui in [4.2.3] e [4.3.3], che non sono richieste. Tali dispositivi devono essere ubicati solamente in corrispondenza delle aperture, a meno che essi non siano stati sottoposti a prova in conformit con quanto previsto in [4.4]. 1.1.3 La presente Appendice si applica ai dispositivi per la protezione delle cisterne del carico contenenti greggio, prodotti petroliferi e prodotti chimici infiammabili. Nel caso di trasporto di prodotti chimici, possono essere usati i fluidi di prova previsti in [4]. Tuttavia, i dispositivi per le navi chimichiere adibite al trasporto di prodotti con MESG inferiore a 0,9 mm devono essere provati con fluidi appropriati.
Nota 1: Per MESG "Maximum Experimental Safe Gap (Massimo gioco di sicurezza sperimentale)", fare riferimento alla Pubblicazione IEC 79-1.

1.2
1.2.1

Definizioni
Premessa

Agli effetti della presente Appendice, si applicano le definizioni di cui ai seguenti paragrafi. 1.2.2 Filtro tagliafiamma

1.1.4 I dispositivi devono essere sottoposti a prove ed ubicati in accordo con la presente Appendice. 1.1.5 I dispositivi sono installati per proteggere: a) aperture destinate ad evitare pressione o vuoto eccessivi causati da variazioni termiche (vedere Sez 4, [4.2.2], a));

Un filtro tagliafiamma un dispositivo per impedire il passaggio di fiamma in accordo con una norma di funzionamento specificata. Il suo elemento tagliafiamma basato sul principio dellassorbimento di calore. 1.2.3 Rete tagliafiamma

Una rete tagliafiamma un dispositivo a maglie metalliche per impedire il passaggio di fiamma causata da un incendio o da unesplosione allaperto in accordo con una norma di funzionamento specificata.

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Parte E, Cap 7, App 1

1.2.4

Velocit della fiamma

2) spegnersi. 2.1.3 Allo scopo di impedire il passaggio di fiamma in una cisterna del carico, i dispositivi devono essere in grado di svolgere una o pi delle seguenti funzioni: a) permettere ai vapori di attraversare il dispositivo senza passaggio di fiamma e senza ignizione dei vapori sul lato protetto, quando il dispositivo soggetto a riscaldamento per un determinato periodo di tempo; b) mantenere lefflusso dei vapori ad una velocit superiore a quella della fiamma relativa ai vapori stessi, qualunque sia la configurazione geometrica del dispositivo, e senza ignizione dei vapori sul lato protetto, quando il dispositivo soggetto a riscaldamento per un determinato periodo di tempo; e c) impedire lingresso di fiamma quando allinterno delle cisterne del carico si verificano condizioni di depressione.

La velocit della fiamma la velocit con la quale la fiamma si propaga in un tubo od in un altro ambiente. 1.2.5 Passaggio di fiamma

Passaggio di fiamma il passaggio della fiamma attraverso un dispositivo. 1.2.6 Valvola ad alta velocit defflusso

Una valvola ad alta velocit defflusso un dispositivo atto ad impedire il passaggio di fiamma, consistente in una valvola meccanica che regola la sezione di passaggio dei gas, in funzione della pressione a monte della valvola stessa, in modo tale che la velocit di efflusso non sia inferiore a 30 m/s. 1.2.7 Valvola di pressione-depressione

Una valvola di pressione-depressione un dispositivo progettato per mantenere la pressione ed il vuoto in un contenitore chiuso entro valori prefissati.
Nota 1: Le valvole di pressione/depressione sono dispositivi atti ad impedire il passaggio di fiamma quando progettati e provati in accordo con la presente Appendice.

2.2

Caratteristiche costruttive

1.3

Manuale distruzioni

2.2.1 Linvolucro esterno o il corpo del dispositivo deve soddisfare ai requisiti di robustezza, resistenza al calore e resistenza alla corrosione simili a quelli relativi alla tubolatura sulla quale esso installato. 2.2.2 I dispositivi devono essere di costruzione tale da permettere una facile ispezione e rimozione degli elementi interni per la loro sostituzione, pulizia o riparazione. 2.2.3 Tutte le giunzioni piane del corpo devono essere completamente lavorate di macchina ed avere contatto metallo su metallo adeguato. 2.2.4 Lelemento tagliafiamma deve essere sistemato nel corpo in modo tale che la fiamma non possa passare tra lelemento ed il corpo stesso. 2.2.5 Tenute elastiche possono essere usate solo se progettate in modo tale che il dispositivo sia ancora in grado di impedire efficacemente il passaggio di fiamma, anche quando esse sono parzialmente o totalmente danneggiate o bruciate. 2.2.6 I dispositivi devono permettere un efficiente drenaggio della condensa senza che la loro efficienza nellimpedire il passaggio di fiamma venga menomata. 2.2.7 I materiali del corpo, dellelemento tagliafiamma e delle guarnizioni devono essere idonei per le pi alte pressioni e temperature alle quali il dispositivo pu essere sottoposto sia in condizioni normali che in quelle specifiche di prova al fuoco. 2.2.8 I dispositivi sistemati allestremit terminale della tubolatura devono essere costruiti in modo tale da dirigere lefflusso dei vapori verticalmente verso lalto. 2.2.9 I mezzi di fissaggio essenziali per il funzionamento del dispositivo, cio i bulloni ecc, devono essere protetti contro lallentamento.

1.3.1 Il Costruttore deve fornire una copia del manuale distruzioni, che deve essere tenuto a bordo della nave cisterna e deve contenere: a) istruzioni per linstallazione;

b) istruzioni operative; c) prescrizioni per la manutenzione, compresa la pulizia (vedere [2.3.3]); d) copia dei rapporti del laboratorio indicati in [4.6]; e e) dati delle prove defflusso, comprese le portate defflusso a pressione positiva e negativa, la sensibilit operativa, la resistenza al flusso e la velocit.

2
2.1

Progettazione dei dispositivi


Principi

2.1.1 In funzione del loro servizio e della loro ubicazione, i dispositivi devono proteggere contro la propagazione di: a) fiamme in movimento; e/o b) fiamme stazionarie di vapori premiscelati a seguito dellignizione dei vapori, qualunque ne sia la causa. 2.1.2 Quando vapori infiammabili, uscenti da unapertura, vengono accesi, si possono verificare le seguenti situazioni: a) con bassa velocit di efflusso dei vapori la fiamma pu: 1) propagarsi allinterno; o 2) stabilizzarsi come se lapertura fosse un bruciatore; b) con alta velocit di efflusso dei vapori la fiamma pu: 1) bruciare ad una certa distanza sopra lapertura; o

192

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Parte E, Cap 7, App 1

2.2.10 Devono essere previsti mezzi per accertare che le valvole si aprano facilmente senza rimanere in posizione aperta. 2.2.11 I dispositivi nei quali larresto della fiamma viene ottenuto mediante il funzionamento di una valvola e che non sono muniti di filtri tagliafiamma (p.e. valvole ad alta velocit di efflusso) devono avere una larghezza della zona di contatto del seggio della valvola non inferiore a 5 mm. 2.2.12 I dispositivi devono essere resistenti alla corrosione, in conformit con quanto previsto in [4.5.1]. 2.2.13 Gli elementi, le guarnizioni e le tenute devono essere di materiale resistente sia allazione dellacqua di mare che a quella dei prodotti trasportati. 2.2.14 Linvolucro esterno od il corpo devono essere in grado di superare la prova di pressatura idrostatica richiesta in [4.5.2]. 2.2.15 I dispositivi sistemati lungo la tubolatura devono essere in grado di resistere, senza danneggiamenti o deformazioni permanenti, alla pressione interna di detonazione quando sono sottoposti a prova in conformit a quanto previsto in [4.4]. 2.2.16 La progettazione dei dispositivi deve prevedere un controllo di qualit durante la produzione in modo da garantire la corrispondenza delle loro caratteristiche al prototipo sottoposto alle prove previste dalla presente Appendice.

2.3.3 I dispositivi devono essere progettati e costruiti in modo da ridurre al minimo le conseguenze dellintasamento nelle normali condizioni operative. Il manuale di istruzioni del costruttore deve contenere, per ciascun dispositivo, istruzioni circa i metodi di pulizia e per stabilire quando la pulizia stessa necessaria. 2.3.4 I dispositivi devono essere in grado di funzionare in condizioni di gelo. I dispositivi muniti di mezzi di riscaldamento tali che la temperatura della superficie possa superare gli 85 C, devono essere sottoposti alle prove alla massima temperatura operativa. 2.3.5 I dispositivi basati sul mantenimento di una velocit di efflusso minima devono aprirsi in modo da realizzare immediatamente una velocit di efflusso di 30 m/s e devono mantenere almeno tale velocit a tutte le portate e, quando il flusso di gas interrotto, devono chiudersi in modo da mantenere questa velocit minima fino alla completa chiusura della valvola. 2.3.6 Per le valvole ad alta velocit di efflusso deve essere considerata la possibilit di involontario e dannoso martellamento che pu portare al danneggiamento e/o allavaria delle valvole stesse, al fine di eliminarlo.
Nota 1: Per martellamento si intende una rapida completa apertura/chiusura non prevista dal fabbricante durante il funzionamento normale.

2.4

Reti tagliafiamma

2.4.1 Le reti tagliafiamma devono:

2.3

Caratteristiche di funzionamento

2.3.1 I dispositivi devono essere sottoposti alle prove specificate in [4.5] ed essere successivamente in grado di superare le pertinenti prove da [4.2] a [4.4], come appropriato.
Nota 1: La prova di resistenza alle fiamme stazionarie specificata in [4.2.3] non richiesta per dispositivi di estremit da installare solamente allo sbocco allatmosfera di aperture di cisterne inertizzate. Nota 2: Quando cuffie, cappellotti contro lingresso degli agenti atmosferici, deflettori, ecc. sono previsti per i dispositivi ubicati allestremit degli sfoghi gas, le prove descritte in [4.2] devono essere effettuate con tali accessori in loco. Nota 3: Quando lo scarico allatmosfera non viene effettuato attraverso un dispositivo ubicato allestremit dello sfogo gas secondo Nota 2, o attraverso un dispositivo resistente alla detonazione secondo [3.2.2], il dispositivo ubicato lungo la tubolatura deve essere sottoposto a prova specifica, includendo tutti i tubi, raccordi a T, curve, cuffie, cappellotti contro lingresso degli agenti atmosferici ecc, che possono essere sistemati tra il dispositivo stesso e latmosfera. La prova deve consistere in una prova di resistenza al passaggio di fiamma di cui in [4.2.2] e, se per una data installazione possibile la permanenza di una fiamma stazionaria in corrispondenza del dispositivo stesso, la prova deve comprendere anche la prova di resistenza alle fiamme stazionarie di cui in [4.2.3].

a) essere progettate in modo da non poter essere inserite impropriamente sullapertura; b) essere saldamente sistemate sullapertura in modo che la fiamma non possa aggirare la rete stessa; c) essere conformi alle prescrizioni della presente Appendice. La prova specificata in [4.2.3] non richiesta per le reti tagliafiamma sistemate sulle aperture di entrata aria per depressione, attraverso le quali non possa esservi fuoriuscita di vapori; d) essere protette contro i danneggiamenti meccanici.

2.5

Marcatura dei dispositivi

2.5.1 Su ciascun dispositivo devono essere indicati, con marcatura permanente o su targhetta in acciaio inossidabile o altro materiale resistente alla corrosione fissata in modo permanente, i seguenti dati: a) nome del fabbricante o marchio di fabbrica; b) versione, tipo, modello, od altra designazione data dal fabbricante del dispositivo; c) dimensioni dellapertura per la quale il dispositivo approvato; d) posizione di installazione per la quale il dispositivo stato approvato con lindicazione della massima o minima lunghezza delleventuale tubolatura che pu essere sistemata tra il dispositivo e latmosfera; e) direzione del flusso dei vapori attraverso il dispositivo;

2.3.2 Le caratteristiche di funzionamento quali la portata in condizioni sia di pressione che di depressione, la rispondenza operativa, la resistenza dellefflusso e la velocit devono essere dimostrati mediante idonee prove.

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193

Parte E, Cap 7, App 1

f)

indicazione del laboratorio che ha effettuato le prove e del numero del relativo rapporto; e

di bordo di raggiungere i dispositivi situati ad una altezza sul ponte superiore a 2 m.

g) indicazione che il dispositivo conforme alle prescrizioni della presente Appendice.

4
4.1

Procedure per le prove di tipo


Principi

Dimensionamento, ubicazione ed installazione dei dispositivi


Dimensionamento dei dispositivi

3.1

4.1.1 Le prove devono essere effettuate da un laboratorio riconosciuto dalla Societ. 4.1.2 Ciascuna dimensione di ciascun modello di dispositivo deve essere sottoposta alle prove di tipo. Tuttavia, nel caso di filtri tagliafiamma le prove possono essere limitate alla dimensione pi piccola, alla dimensione pi grande e ad una dimensione intermedia scelta dalla Societ. I dispositivi devono avere le stesse dimensioni e le tolleranze pi sfavorevoli previste in produzione. Qualora il dispositivo sottoposto alle prove venga modificato nel corso delle prove stesse, le prove devono essere ripetute dallinizio. 4.1.3 Le prove descritte nel presente Articolo [4] che prevedono luso di vapori di benzina (distillato di petrolio senza piombo consistente essenzialmente di composti di idrocarburi alifatici con un punto di ebollizione approssimativamente compreso nel campo 65 C 75 C), di vapori di esano commerciale, o di propano commerciale, come appropriato, sono idonee per tutti i dispositivi che proteggono le cisterne contenenti atmosfere infiammabili dei prodotti ai quali si fa riferimento in Sez 1, [1.1.1]. Quanto sopra non preclude limpiego di vapori di benzina o di vapori di esano commerciale per tutte le prove indicate nel presente Articolo [4]. 4.1.4 A conclusione delle prove il dispositivo non deve evidenziare danneggiamenti meccanici che compromettano le prestazioni originali. 4.1.5 Prima di iniziare le prove devono essere tarate le seguenti apparecchiature, come appropriato: a) misuratori di concentrazione dei vapori; b) termometri;

3.1.1 Per la determinazione delle dimensioni dei dispositivi, al fine di evitare eccessive pressioni o depressioni nelle cisterne del carico durante le operazioni di caricazione e di scaricazione, si deve effettuare un calcolo delle cadute di pressione. Devono essere tenuti in considerazione i seguenti parametri: a) portata di caricazione e di scaricazione; b) sviluppo di vapori; c) caduta di pressione attraverso i dispositivi, tenendo conto del coefficiente di resistenza; d) caduta di pressione nella tubolatura di sfogo gas; e) pressione di apertura dello sfogo gas nel caso di valvole ad alta velocit di efflusso, e f) massa volumica della miscela satura di aria e vapori di idrocarburi;

g) eventuali intasamenti dei filtri tagliafiamma; il calcolo delle cadute di pressione nellimpianto deve essere effettuato considerando il 70% delle caratteristiche nominali.

3.2
3.2.1

Ubicazione ed installazione dei dispositivi


Generalit

a) I dispositivi devono essere ubicati allo sbocco allatmosfera dello sfogo gas, a meno che essi non siano stati sottoposti a prove ed approvati per essere installati lungo la tubolatura. b) Dispositivi destinati ad essere installati lungo la tubolatura non possono essere ubicati allo sbocco allatmosfera, a meno che essi non siano stati anche sottoposti alle prove previste ed approvati per quella posizione. 3.2.2 Dispositivi resistenti alla detonazione

c) misuratori di portata; d) misuratori di pressione e e) dispositivi per la registrazione del tempo. 4.1.6 Nel corso delle prove devono essere registrati i seguenti parametri, come appropriato: a) concentrazione di combustibile nella miscela infiammabile; b) temperatura della miscela infiammabile di prova allentrata del dispositivo e

Quando vengono installati dispositivi resistenti alla detonazione, come dispositivi ubicati lungo la tubolatura con sbocco allatmosfera, essi devono essere situati ad una sufficiente distanza dallestremit terminale aperta della tubolatura stessa, in modo da impedire la possibilit di permanenza di fiamme stazionarie in corrispondenza del dispositivo. 3.2.3 Accesso ai dispositivi

c) portata di miscela infiammabile di prova, quando applicabile. 4.1.7 Il passaggio di fiamma deve essere rilevato registrando, ad esempio, la temperatura, la pressione o lemissione di luce con idonei sensori sistemati sul lato protetto del dispositivo; in alternativa il passaggio di fiamma pu essere registrato su video-nastro.

Per facilitare la manutenzione, la riparazione e lispezione, devono essere previsti mezzi che permettano al personale

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 1

4.2

Procedure di prova dei filtri tagliafiamma sistemati allo sbocco allatmosfera

dispositivi di cui in [2.3.1] Nota 3, il filtro tagliafiamma deve essere posizionato in modo da riflettere il suo orientamento finale. b) Le fiamme stazionarie devono essere ottenute usando la miscela aria/vapori di benzina di massima combustibilit o la miscela aria/vapori di esano commerciale di massima combustibilit con lausilio di una fiamma pilota mantenuta continuamente accesa o di un accendino a scintilla mantenuto continuamente in funzione allo sbocco. Il gas di prova deve essere introdotto a monte del contenitore indicato nella Fig 1. Mantenendo la concentrazione della miscela infiammabile al valore sopra indicato, variando la portata, il filtro tagliafiamma deve essere riscaldato fino a raggiungere la massima temperatura ottenibile sul lato carico del dispositivo. Le temperature devono essere misurate, ad esempio, in corrispondenza del lato protetto della matrice del filtro assorbente il calore della fiamma (o in corrispondenza del seggio della valvola nel caso di prove di valvole ad alta velocit di efflusso eseguite in conformit al punto [4.3]). Si considera raggiunta la massima temperatura ottenibile quando laumento di temperatura non supera 0,5 C al minuto, per un periodo di dieci minuti. Questa temperatura deve essere mantenuta per un periodo di dieci minuti dopo di che si arrester il flusso e si osserveranno le condizioni. La temperatura del fluido di prova deve essere compresa tra 15 C e 40 C. Nel caso in cui non avvenga alcun incremento di temperatura deve essere trovata una pi adeguata posizione per il sensore di temperatura, tenendo conto della posizione della fiamma stazionaria, come memorizzata visivamente, durante la prima parte della prova. Devono essere considerate posizioni che richiedono di realizzare piccoli fori nelle parti fisse del filtro. Qualora la modifica della posizione del sensore di temperatura non dia alcun risultato, il detto sensore deve essere sistemato in corrispondenza del lato a valle del filtro vicino alla fiamma stazionaria. Qualora insorgano difficolt nel realizzare condizioni di temperatura stazionaria (per valori elevati della temperatura stessa) deve essere seguito il seguente criterio: utilizzando il flusso che ha prodotto la temperatura massima durante le precedenti fasi di prova, le fiamme stazionarie devono essere mantenute per un periodo di due ore dal momento in cui si stabilito il detto flusso. Dopo tale periodo si arrester il flusso e si osserveranno le condizioni. Durante tale prova non deve verificarsi passaggio di fiamma. 4.2.4 Caso in cui una valvola pressione/vuoto integrata con un filtro tagliafiamma

4.2.1 Impianto di prova Limpianto di prova deve consistere in una apparecchiatura per la produzione della miscela esplosiva, un piccolo serbatoio con diaframma, un prototipo del filtro tagliafiamma con flangia di accoppiamento, un sacco di plastica ed una fonte di ignizione in tre posizioni (vedere Fig 1). Impianti di prova diversi possono essere impiegati purch le prove richieste nel presente Articolo [4] possano essere eseguite a soddisfazione della Societ.
Nota 1: Le dimensioni del sacco di plastica dipendono da quelle del filtro tagliafiamma. Per filtri tagliafiamma normalmente usati sulle navi cisterna, il sacco di plastica pu avere una circonferenza di 2 m, una lunghezza di 2,5 m ed uno spessore di 0,05 mm. Nota 2: Al fine di evitare che residui del sacco di plastica ricadano sul dispositivo provato dopo lignizione della miscela combustibile/aria, pu essere utile montare un telaio grossolano di filo metallico attraverso il dispositivo entro il sacco di plastica. Il telaio deve essere costruito in modo tale da non interferire con il risultato della prova.

4.2.2

Prova di resistenza al passaggio della fiamma

La prova di resistenza al passaggio di fiamma deve essere eseguita con le seguenti modalit. a) Il serbatoio, il filtro tagliafiamma ed il sacco di plastica (vedere [4.2.1]) che avvolge il prototipo del filtro devono essere riempiti in modo tale che il loro volume contenga la miscela aria/propano di massima combustibilit (Vedere Pubblicazione IEC - 79/1). La concentrazione della miscela deve essere verificata mediante un appropriato controllo della composizione dei gas nel sacco di plastica. Per le prove da effettuarsi sui dispositivi di cui in [2.3.1] Nota 3, il sacco di plastica deve essere sistemato allo sbocco allatmosfera. Devono essere previste tre fonti di ignizione lungo lasse del sacco, una vicina al filtro tagliafiamma, unaltra il pi lontano possibile e la terza in posizione intermedia tra le due precedenti. Le tre fonti devono essere accese in successione, due volte in ciascuna delle tre posizioni richieste. La temperatura del fluido di prova deve essere compresa tra 15 C e 40 C. b) Nel caso in cui si verifichi passaggio di fiamma, il diaframma sulla cisterna viene rotto dallesplosione interna e ci udibile e visibile dalloperatore in seguito alla fuoriuscita di fiamma. Sensori rivelatori di fiamma, calore e pressione possono essere usati in alternativa al diaframma che scoppia. 4.2.3 Prova di resistenza alle fiamme stazionarie

La prova di resistenza alle fiamme stazionarie deve essere effettuata, in aggiunta alla prova di resistenza al passaggio di fiamma, per i filtri tagliafiamma destinati alle aperture attraverso le quali si pu prevedere fuoriuscita di vapori infiammabili. a) Pu essere impiegato lo stesso impianto di prova di cui in [4.2.1], senza sacco di plastica. Il filtro tagliafiamma deve essere installato in modo che lefflusso della miscela sia verticale. In questa posizione la miscela deve essere incendiata. Per la prova da effettuarsi sui

Nei casi in cui una valvola pressione/vuoto integrata con un filtro tagliafiamma, la prova di resistenza al passaggio di fiamma deve essere effettuata con la valvola pressione/vuoto bloccata aperta. Qualora non vi sia alcun elemento addizionale che assorba calore, integrato nella valvola lato pressione, la valvola stessa deve essere considerata e provata come valvola ad alta velocit di efflusso in conformit a quanto indicato in [4.3].

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Parte E, Cap 7, App 1

4.3

Prove delle valvole ad alta velocit defflusso

impianti di prova appropriati. Impianti diversi possono essere usati purch le prove possano essere eseguite a soddisfazione della Societ.

4.3.1 Impianto di prova Limpianto di prova deve essere in grado di fornire le portate richieste. Nelle Fig 2 e Fig 3 sono riportati gli schemi di Figura 1 : Impianto di prova per prova di resistenza al passaggio della fiamma

3 1

(1): Diaframma a rottura di plastica (2): Ingresso della miscela esplosiva (3): Serbatoio (4): Dispositivo di arresto della fiamma (5): Sacco di plastica (6): Fonte dignizione

196

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 2 : Piano schematico dellimpianto di prova per le valvole ad alta velocit defflusso (unicamente prove di resistenza alla fiamme stazionarie)

1 11

ARIA

MISCELA aria/vapori

10 9 15

12 13

13 5 4 VAPORI

2 3

8 14

N2

VAPORE ACQUEO

6 BENZINA

CONDENSATO

(1): Ventilatore a velocit variabile (2): Indicatore di portata volumetrica (3): Tubo (diametro=500 mm, lunghezza=30 m) (4): Tubo riscaldato per i vapori (5): Sorpasso dellaria (6): Evaporatore e serbatoio benzina (7): Sorpasso miscela aria vapori (8): Fluidi estinguenti (9): Valvola automatica di comando e ad azionamento rapido (10): Filtro tagliafiamma a nastro increspato con sensori di temperatura per la protezione dellimpianto di prova (11): Valvola ad alta velocit di efflusso da provare (12): Rivelatore di fiamma (13): Diaframma a rottura (14): Indicatore di concentrazione (15): Serbatoio

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 3 : Impianto di prova per gli sfoghi gas ad alta velocit defflusso

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(1): Fonte di ignizione primaria (2): Fonte di ignizione secondaria (3): Rubinetti (4): Portello di antiesplosione (5): Alimentazione del gas (6): Rivelatore del passaggio di fiamma (7): Registratore grafico (8): Misuratore di flusso (9): Ventilatore (10): Serranda e linea di sorpasso per le basse portate (11): Manometro (12): Analizzatore del gas (13): Valvola ad alta velocit di efflusso da provare

4.3.2 Prova di efflusso La prova di efflusso deve essere effettuata per le valvole ad alta velocit di efflusso usando aria compressa o gas alle predeterminate portate. Devono essere registrati i seguenti parametri: a) la portata. Quando per la prova usata aria od un gas in luogo dei vapori dei prodotti per i quali il dispositivo destinato, la portata ottenuta deve essere corretta per riferirla alla massa volumica dei vapori di tali prodotti; b) la pressione prima dellapertura della valvola. La pressione nella cisterna di prova sulla quale il dispositivo installato non deve avere un incremento maggiore di 0,01 MPa al minuto; c) la pressione di apertura della valvola; d) la pressione di chiusura della valvola; e) la velocit di efflusso allo sbocco. Essa non deve essere inferiore a 30 m/s per tutto il tempo durante il quale la valvola rimane aperta. 4.3.3 Prove di sicurezza contro il passaggio della fiamma Le seguenti prove di sicurezza contro il passaggio di fiamma devono essere effettuate, tenendo conto di quanto indicato in [2.3.6], impiegando una miscela di vapori di benzina ed aria o di vapore di esano commerciale ed aria che realizza la miscela di massima combustibilit in corri-

spondenza del punto di ignizione. Tale miscela deve essere accesa con lausilio di una fiamma pilota permanente o di un accendino a scintilla allo sbocco. a) La prova di resistenza al passaggio di fiamma nella quale, invece che benzina o esano, pu essere utilizzato propano deve essere effettuata con lo sfogo gas in posizione verticale e poi con lo sfogo gas inclinato di 10 rispetto alla verticale. Per soluzioni particolari dellimpianto di sfogo gas pu essere necessaria lesecuzione di ulteriori prove con lo sfogo gas inclinato in pi di una direzione. In ciascuna di queste prove, che devono essere almeno 50, il flusso di miscela deve essere ridotto fino alla chiusura della valvola ed allestinzione della fiamma. Il lato in depressione di valvole con pi funzioni deve essere sottoposto a prova in conformit con quanto previsto in [4.2.2] con la valvola di depressione mantenuta aperta per tutta la durata della prova stessa, allo scopo di accertare lefficienza del dispositivo installato. b) La prova di resistenza alle fiamme stazionarie deve essere effettuata in conformit a quanto previsto in [4.2.3]. In prosecuzione di questa prova la fiamma sul dispositivo deve essere spenta e quindi, con la fiamma pilota mantenuta accesa, o con un accendino a scintilla in funzione, devono essere fatte uscire, per un periodo di dieci minuti, piccole quantit di miscela di massima combustibilit, mantenendo la pressione a monte della

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Parte E, Cap 7, App 1

valvola al 90% della sua pressione di apertura. Durante il suddetto periodo non deve verificarsi passaggio di fiamma. Per lesecuzione di questa prova devono essere rimossi tenute o seggi morbidi.

4.5

Procedure per le prove funzionali

4.4

Impianto e procedure di prova dei filtri tagliafiamma resistenti alle detonazioni installati lungo le tubolature

4.4.1 Il filtro tagliafiamma deve essere installato ad una estremit di un tubo di lunghezza appropriata e dello stesso diametro della flangia del dispositivo. La flangia opposta del dispositivo deve essere collegata a un tubo avente lunghezza pari a dieci volte il diametro del tubo la cui estremit deve essere chiusa con un sacco di plastica od un diaframma. Il tubo deve essere riempito con una miscela aria/propano di massima combustibilit, che deve quindi essere accesa. Deve essere misurata la velocit di propagazione della fiamma vicino al filtro tagliafiamma. Tale velocit deve avere il valore corrispondente alle condizioni di stabile detonazione.
Nota 1: Le dimensioni del sacco di plastica devono essere almeno 4 m di circonferenza, 4 m di lunghezza, 0,05 mm di spessore.

4.5.1 Prova di resistenza alla corrosione Deve essere effettuata una prova di resistenza alla corrosione. In questa prova il dispositivo completo, comprensivo di un tratto del tubo al quale collegato, deve essere esposto ad uno spruzzo di soluzione di cloruro di sodio al 5%, ad una temperatura di 25 C per un periodo di 240 ore e fatto quindi asciugare per 48 ore. Pu essere effettuata una prova equivalente a soddisfazione della Societ. Al termine della prova tutte le parti mobili devono funzionare correttamente e non devono esservi depositi di corrosione che non possano essere eliminati con il lavaggio. 4.5.2 Prova di pressatura idrostatica Sullinvolucro esterno o sul corpo di un dispositivo campione deve essere effettuata una prova di pressatura idrostatica in accordo con [2.2.15].

4.6

Rapporto del laboratorio

4.6.1 Il rapporto del laboratorio deve comprendere: a) disegni dettagliati del dispositivo; b) tipi di prove effettuate. Se vengono provati dispositivi installati lungo le tubolature, devono essere indicate anche le massime pressioni e velocit rilevate durante la prova; c) informazioni specifiche sugli accessori approvati; d) tipi di prodotti per i quali il dispositivo approvato; e) schemi dellimpianto di prova; f) pressioni di apertura e di chiusura e velocit di efflusso, nel caso di valvole ad alta velocit di efflusso;

4.4.2 Devono essere effettuate tre prove di resistenza alla detonazione, durante le quali non si deve verificare passaggio di fiamma attraverso il dispositivo. Il filtro tagliafiamma non deve risultare danneggiato n evidenziare deformazioni permanenti in alcuna sua parte. 4.4.3 Impianti di prova diversi possono essere impiegati purch le prove possano essere eseguite a soddisfazione della Societ. Uno schema dellimpianto di prova riportato in Fig 4.

g) tutte le altre informazioni riportate sul dispositivo di cui in [2.5].

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Parte E, Cap 7, App 1

Figura 4 : Impianto di prova dei filtri tagliafiamma installati lungo la tubolatura

6 5.2

4 3 0.1 0.1

5.1

SEZIONE A- A

(1): Ingresso della miscela esplosiva (2): Fonte di ignizione; ignizione entro la miscela non fluente (3): Serbatoio (4): Sistema di misura per la velocit della fiamma di una detonazione stabile (5): Dispositivo tagliafiamma sistemato sulla tubolatura; (5.1): Elemento tagliafiamma; (5.2): Smorzatore dellonda durto (6): Sacco di plastica (7): l/d = 100

200

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Parte E, Cap 7, App 2

APPENDICE 2

PROGETTO DEGLI IMPIANTI DI LAVAGGIO CON PETROLIO GREGGIO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

essi possono essere assoggettate e devono essere adeguatamente collegate e sopportate.


Nota 1: Potr essere accettata ghisa grigia nellimpianto dalimentazione del petrolio greggio di lavaggio quandessa in accordo con normative nazionali approvate.

1.1.1 La presente Appendice si applica a navi aventi la notazione oil tanker nelle condizioni di cui in Sez 4, [4.6.1].

1.2

Definizioni

1.2.1 Zavorra allarrivo Ai fini della presente Appendice, zavorra allarrivo significa zavorra pulita come definita in Sez 1, [1.3.4]. 1.2.2 Zavorra alla partenza Ai fini della presente Appendice, zavorra alla partenza significa zavorra di tipo diverso dalla zavorra allarrivo.

2.1.2 Limpianto di lavaggio con petrolio greggio deve essere costituito da tubolature permanentemente installate e deve essere indipendente dal collettore dincendio e da qualsiasi altro impianto diverso dallimpianto per il lavaggio delle cisterne, ad eccezione di sezioni dellimpianto del carico della nave che possono essere incorporate nellimpianto di lavaggio col petrolio greggio purch esse soddisfino le prescrizioni per le tubolature di petrolio greggio. Come eccezione alle prescrizioni precedenti, possono essere permesse per le navi miste petroliere-portarinfusa le seguenti sistemazioni: a) la possibilit di rimozione per le apparecchiature, se necessario, durante il trasporto di carichi diversi dal petrolio greggio, purch quando dette apparecchiature vengono reinstallate, limpianto sia come installato originariamente e sia provata la sua tenuta al petrolio; b) limpiego di manichette flessibili per collegare limpianto di lavaggio con petrolio greggio alle macchinette di lavaggio, se necessario sistemare tali macchinette sulle coperture delle boccaporte delle cisterne del carico. Tali manichette flessibili devono avere collegamenti flangiati, devono essere costruite e provate secondo una norma accettabile dalla Societ, e devono essere compatibili con i compiti che dovranno svolgere. La lunghezza di tali manichette non deve essere maggiore di quella necessaria a collegare le macchinette di lavaggio ad un punto adiacente appena al di fuori della mastra della boccaporta. Tali manichette devono essere sistemate in un deposito appositamente preparato e protetto quando non vengono adoperate. 2.1.3 Devono essere prese misure per impedire sovrapressioni nella tubolatura di alimento di petrolio greggio per il lavaggio. Le valvole di sicurezza sistemate per impedire la sovrapressione devono scaricare sul lato di aspirazione delle pompe di alimento. Possono essere accettati metodi alternativi a soddisfazione della Societ purch essi provvedano un grado equivalente di sicurezza e di protezione dellambiente.
Nota 1: Per impianti muniti esclusivamente di pompe centrifughe progettate in modo tale che la loro pressione non possa superare la pressione di progetto della tubolatura richiesto un sensore di temperatura sistemato nella cassa della pompa che possa azionare un dispositivo di arresto della pompa nel caso di surriscaldamento.

1.3

Manuale operativo e delle apparecchiature

1.3.1 Deve essere inviato alla Societ per conoscenza il manuale operativo e delle apparecchiature relativo allimpianto di lavaggio con petrolio greggio. Tale manuale deve contenere almeno le informazioni seguenti: a) piano schematico dellimpianto di lavaggio con petrolio greggio con lindicazione delle posizioni rispettive delle pompe, tubolature e macchinette di lavaggio relative allimpianto di lavaggio con greggio, b) una descrizione dellimpianto ed un elenco di procedure per controllare che le apparecchiature funzionino soddisfacentemente durante le operazioni di lavaggio col petrolio greggio. Esso deve contenere un elenco dei parametri degli impianti e delle apparecchiature che devono essere controllati, quali pressione nelle tubolature, livelli dossigeno, numero di giri delle macchine, durata dei cicli, ecc. Devono essere inclusi i valori stabiliti per tali parametri. Devono anche essere indicati i risultati delle prove effettuate in accordo con [3.3] ed i valori di tutti i parametri controllati durante tali prove, c) le altre informazioni indicate in [2.1.8], [2.3.2], [2.3.5], [2.4.3] e [3.3.1]. [2.2.2],

2
2.1

Progetto ed installazione
Tubolature

2.1.1 Le tubolature del petrolio greggio per il lavaggio e tutte le valvole inserite nellimpianto dalimento devono essere dacciaio o altro materiale equivalente, devono avere robustezza adeguata per quanto riguarda la pressione a cui

2.1.4 Quando sulle prese da incendio sono sistemate valvole per la pulizia ad acqua delle tubolature di lavaggio delle cisterne, tali valvole devono essere di robustezza ade-

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201

Parte E, Cap 7, App 2

guata e devono essere prese misure affinch tali collegamenti possano essere chiusi con flange cieche quando le tubolature di lavaggio contengono petrolio greggio. In alternativa le valvole delle prese da incendio devono essere isolate dallimpianto di lavaggio con petrolio greggio mediante flange cieche. 2.1.5 Tutti i collegamenti per i manometri o per altra strumentazione devono essere provvisti di valvole dintercettazione adiacenti alle tubolature a meno che gli accessori non siano di tipo autosigillante. 2.1.6 Nessuna parte dellimpianto di lavaggio con petrolio greggio pu entrare nei locali macchine. Quando limpianto di lavaggio delle cisterne munito di riscaldatore a vapore per luso durante il lavaggio con acqua, il riscaldatore deve essere sistemato al di fuori dei locali macchine e deve essere efficacemente isolato durante il lavaggio col petrolio greggio da una doppia valvola dintercettazione o da flange cieche facilmente identificabili. 2.1.7 Qualora sia adoperato un impianto combinato di lavaggio delle cisterne con greggio e acqua, la tubolatura di alimento deve essere progettata in modo tale da poter permettere, per quanto possibile, il drenaggio del petrolio greggio in uno spazio apposito, prima di incominciare il lavaggio con acqua. Tali spazi possono essere casse residui (slop tanks) o altre cisterne del carico. 2.1.8 Le tubolature devono essere di un diametro tale da poter far funzionare contemporaneamente il numero massimo di macchinette di lavaggio prescritte ed indicate nel manuale operativo e delle apparecchiature alla loro pressione e portata di progetto. La sistemazione della tubolatura deve essere tale che il numero richiesto delle macchinette di lavaggio delle cisterne sistemate in ciascuna cisterna in accordo con quanto indicato nel manuale operativo e delle apparecchiature possa essere fatto funzionare simultaneamente. 2.1.9 Le tubolature di alimento di petrolio greggio per il lavaggio devono essere ancorate (collegate solidamente) alle strutture della nave in posizioni appropriate e devono essere previsti mezzi per permettere la libert di movimento nei punti non sopportati per compensare le dilatazioni termiche e le flessioni della nave. Lancoraggio deve essere tale da assorbire qualsiasi colpo dariete senza indebiti movimenti della tubolatura dalimento. Gli ancoraggi devono essere sistemati generalmente in corrispondenza dellestremit pi lontana dallingresso del petrolio greggio nella tubolatura dalimento. Qualora le macchinette di lavaggio siano adoperate come ancoraggio dei branchetti, devono essere previste sistemazioni particolari per ancorare tali branchetti quando le macchinette di lavaggio vengono rimosse per qualsiasi ragione.

2.2

Macchinette per il lavaggio delle cisterne

2.2.1 Le macchinette per il lavaggio col petrolio greggio devono essere montate permanentemente e devono essere di un progetto accettabile dalla Societ. 2.2.2 Le caratteristiche di comportamento di una macchinetta per il lavaggio delle cisterne dipende dal diametro dellugello, dalla pressione di esercizio, dal tipo e dalla tempistica del suo movimento. Ciascuna macchinetta di lavaggio installata deve avere caratteristiche tali da assicurare che la parte di cisterna coperta da tale macchinetta possa essere lavata efficacemente entro il tempo indicato nel manuale operativo e delle apparecchiature. 2.2.3 Le macchinette di lavaggio devono essere sistemate in ciascuna cisterna del carico ed il metodo di sostegno deve essere a soddisfazione della Societ. Qualora le macchinette di lavaggio siano sistemate molto al di sotto del cielo nelle cisterne del carico per scavalcare protuberanze nelle cisterne, deve essere presa in considerazione la necessit di provvedere un supporto addizionale per la macchinetta e per la sua tubolatura dalimentazione. 2.2.4 Ciascuna macchinetta deve poter essere isolata mediante valvole dintercettazione nelle tubolature dalimento. Se per qualche ragione viene rimossa una macchinetta di lavaggio montata sul ponte, deve essere previsto un dispositivo per intercettare la tubolatura dalimentazione del petrolio alla macchinetta per il periodo in cui la macchinetta stessa rimossa. Allo stesso modo devono essere prese misure per intercettare le aperture delle cisterne con lamiere o metodi equivalenti.
Nota 1: Quando pi di una macchinetta immersa collegata alla stessa tubolatura dalimento, pu essere accettabile ununica valvola dintercettazione nella tubolatura dalimento purch possa essere verificata la rotazione della macchinetta sommersa secondo quanto indicato in [2.2.10]

2.2.5 Il numero e la sistemazione delle macchinette di lavaggio delle cisterne deve essere a soddisfazione della Societ. 2.2.6 La posizione delle macchinette dipende dalle caratteristiche descritte in [2.2.2] e dalla configurazione delle strutture interne della cisterna. 2.2.7 Il numero e la sistemazione delle macchinette in ciascuna cisterna del carico deve essere tale che tutte le aree verticali ed orizzontali possano essere lavate o dal getto diretto o da deviazione o spruzzo efficace del getto. Nella valutazione di un grado accettabile di deviazione del getto e degli spruzzi deve essere prestata particolare attenzione al lavaggio delle parti orizzontali rivolte verso lalto e devono essere adoperati i parametri seguenti: a) Per le aree orizzontali del fondo delle cisterne e per la superficie superiore delle traverse o altre travi rinforzate delle cisterne, larea totale schermato al getto diretto da traverse del ponte o del fondo, anguille rinforzate, correnti del fianco o altre simili travi rinforzate non deve essere maggiore del 10% dellarea totale della superficie orizzontale del fondo della cisterna, della superficie superiore dei correnti e delle altre travi rinforzate.

202

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Parte E, Cap 7, App 2

b) Per le aree verticali dei fianchi delle cisterne, larea totale dei fianchi della cisterna schermata al getto diretto dal ponte o dalle traverse del ponte o del fondo, anguille rinforzate, correnti del fianco o altre simili travi rinforzate non deve essere maggiore del 15% dellarea totale dei fianchi della cisterna. In alcune installazioni pu essere necessario considerare la sistemazione di pi di un tipo di macchinette di lavaggio al fine di ottenere una copertura adeguata.
Nota 1: Per quanto riguarda lapplicazione di tale prescrizione, una cisterna residui (slop tank) deve essere considerata come una cisterna del carico.

2.3.2 La capacit delle pompe deve essere sufficiente a provvedere la portata necessaria alla pressione prescritta per il numero massimo delle macchinette che devono funzionare simultaneamente come specificato nel manuale operativo e delle apparecchiature. Oltre a quanto qui sopra prescritto, le pompe devono avere la capacit di alimentare gli eiettori, nel caso in cui sia adottato un impianto con eiettori, in accordo con le prescrizioni in [2.4.2] per esaurire le cisterne. 2.3.3 La capacit delle pompe deve essere tale che le prescrizioni in [2.3.2] possano essere soddisfatte con una qualsiasi pompa non funzionante. Gli impianti di pompe e tubolature devono essere tali che limpianto di lavaggio con petrolio greggio possa essere fatto funzionare efficacemente con una pompa qualsiasi non funzionante. 2.3.4 Il trasporto di diversi tipi di carico non deve impedire il lavaggio delle cisterne con petrolio greggio. 2.3.5 Allo scopo di permettere che il lavaggio con petrolio greggio possa essere eseguito in modo efficace quando la contropressione del terminale di terra minore della pressione richiesta per il lavaggio con il greggio, devono essere prese misure per mantenere una pressione adeguata nelle macchinette di lavaggio secondo quanto indicato in [2.3.2]. Tale prescrizione deve essere soddisfatta con una qualsiasi pompa del carico non funzionante. La pressione dalimentazione minima prescritta per il lavaggio con petrolio greggio deve essere indicata nel manuale operativo e delle apparecchiature. Nel caso in cui non sia possibile ottenere detta pressione minima dalimento, non devono essere eseguite le operazioni di lavaggio col petrolio greggio.

2.2.8 In fase di progetto deve essere utilizzata la procedura seguente minima per determinare larea della superficie della cisterna bagnata dal getto diretto: a) utilizzando un piano strutturale adatto devono essere tracciate delle linee dalla punta della macchinetta a quelle parti della cisterna che si trovino nel campo raggiungibile dai getti; b) quando la configurazione della cisterna considerata complicata dalla Societ, pu essere adoperata una sorgente di luce puntiforme situata in corrispondenza delle punte delle macchinette di lavaggio in un modello in scala della cisterna. 2.2.9 Il progetto delle macchinette di lavaggio montate sul ponte deve essere tale che vi siano dispositivi esterni alla cisterna che indichino la rotazione e larco di movimento delle macchinette stesse, mentre loperazione di lavaggio col petrolio greggio in corso. Qualora le macchinette montate sul ponte siano di tipo non programmabile, con ugelli di tipo doppio, potranno essere accettati mezzi alternativi a soddisfazione della Societ purch sia possibile ottenere un grado di verifica equivalente. 2.2.10 Qualora siano richieste macchinette sommerse, esse devono essere di tipo non programmabile e, allo scopo di verificare le prescrizioni in [2.2.7], deve essere possibile verificare la loro rotazione mediante uno dei metodi seguenti: a) indicatori esterni alla cisterna; b) controllo delle caratteristiche dellandamento del suono della macchinetta, nel qual caso il funzionamento della macchinetta deve essere verificato verso la fine di ciascun ciclo di lavaggio. Quando sulla stessa tubolatura dalimento sono installate due o pi macchinette sommerse, devono essere sistemate valvole in modo tale che il funzionamento di ciascuna macchinetta possa essere verificato indipendentemente dalle altre macchinette sulla stessa tubolatura dalimento; c) degassificazione della cisterna e controllo del funzionamento delle macchinette con acqua durante il viaggio in zavorra.

2.4

Impianto desaurimento

2.4.1 Il progetto dellimpianto per lesaurimento del petrolio greggio dal fondo di ciascuna cisterna del carico deve essere a soddisfazione della Societ. 2.4.2 Il progetto e la capacit dellimpianto di easurimento devono essere tali che il fondo della cisterna nella quale si esegue il lavaggio sia privo di accumuli di petrolio e di sedimenti verso il completamento del processo di lavaggio. 2.4.3 Limpianto di easurimento deve avere una capacit pari ad almeno 1,25 volte la portata totale di tutte le macchinette di lavaggio delle cisterne che sono fatte funzionare simultaneamente durante il lavaggio del fondo delle cisterne del carico come descritto nel manuale operativo e delle apparecchiature. 2.4.4 Dispositivi quali indicatori di livello, sonde manuali, ed indicatori del funzionamento dellimpianto desaurimento descritto in [2.4.8] devono essere previsti onde verificare che il fondo di ciascuna cisterna del carico sia asciutto dopo il lavaggio con petrolio greggio. Devono essere previste sistemazioni adeguate per sondaggi manuali nella zona poppiera della cisterna ed in tre altre posizioni opportune a meno che non siano sistemati mezzi approvati per assicurare in modo efficace che il fondo di ogni cisterna sia asciutto. Ai fini del presente paragrafo, il fondo delle cisterne del carico considerato asciutto quando vi sia

2.3

Pompe

2.3.1 Le pompe che inviano il petrolio greggio alle macchinette per il lavaggio delle cisterne devono essere o pompe del carico o pompe specifiche per questa operazione.

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203

Parte E, Cap 7, App 2

non pi di piccole quantit di petrolio vicino alle aspirazioni di esaurimento senza accumuli di petrolio in altre zone della cisterna. 2.4.5 Devono essere previsti mezzi per drenare tutte le pompe e tubolature del carico al completamento della scaricazione, se necessario mediante collegamento con un dispositivo di esaurimento. Deve essere possibile scaricare il drenaggio delle tubolature e delle pompe in una cisterna del carico o a terra. Per lo scarico a terra, deve essere prevista una tubolatura speciale di piccolo diametro collegata alla valvola esterna della traversa di scaricazione. Larea della sezione di questa tubolatura non deve essere maggiore del 10% della tubolatura principale di scaricazione.
Nota 1: Per le petroliere per il trasporto di petrolio greggio che hanno una pompa individuale collegata ad un impianto individuale di tubolatura in ciascuna cisterna del carico, pu essere considerata lesenzione dalla tubolatura speciale di piccolo diametro prescritta, qualora la quantit totale di petrolio residuo nella cisterna dopo lesaurimento e nella tubolatura dalla cisterna alla traversa di scaricazione sia inferiore a 0,00085 volte il volume della cisterna del carico. La considerazione di cui sopra si applica anche nel caso in cui sia previsto un impianto di pompe del carico sommerse provviste di un dispositivo per levacuazione del petrolio residuo.

per lo zavorramento possano essere drenati in modo sicuro ed efficace dal petrolio, prima di essere adoperati per operazioni di zavorra.

3
3.1

Ispezioni e prove
Visita iniziale

3.1.1 La visita iniziale richiesta in Sez 4, [6.3.2] deve comprendere unispezione completa delle apparecchiature e della sistemazione dellimpianto per il lavaggio con petrolio greggio e deve comprendere, eccetto che nei casi contemplati in [3.3.3], un esame delle cisterne dopo che esse siano state lavate con petrolio greggio ed i controlli aggiuntivi specificati in [3.3.1] e [3.3.2] onde assicurare che lefficienza dellimpianto di lavaggio sia in accordo con le prescrizioni della presente Appendice.

3.2

Tubolature

3.2.1 Le tubolature devono essere sottoposte a prova idrostatica ad una pressione pari a 1,5 volte la pressione desercizio dopo linstallazione a bordo.

2.4.6 Lesaurimento del petrolio nelle cisterne del carico pu essere ottenuto mediante pompe volumetriche, pompe centrifughe autoadescanti, eiettori o altri metodi a soddisfazione della Societ. Qualora una tubolatura desaurimento sia collegata a diverse cisterne, devono essere previsti mezzi idonei ad isolare ciascuna cisterna che non debba essere esaurita in quel particolare momento. 2.4.7 Il trasporto di pi di un tipo di carico non deve impedire la possibilit di lavare le cisterne con il greggio. 2.4.8 Devono essere sistemate apparecchiature idonee a controllare lefficienza dellimpianto desaurimento. Tali apparecchiature devono avere mezzi di lettura a distanza sistemati nella centrale di controllo del carico o in qualche altro locale sicuro, comodo e di facile accesso per lufficiale responsabile delle operazioni di caricazione e di lavaggio con petrolio greggio. Qualora sia prevista una pompa desaurimento, le apparecchiature di controllo devono comprendere o un indicatore di flusso, o un contatore di cicli o un contatore di giri, come appropriato, nonch manometri ai collegamenti di ingresso e di mandata della pompa o equivalente apparecchiatura. Qualora siano previsti eiettori, le apparecchiature di controllo devono comprendere manometri allingresso ed alluscita del fluido dazionamento ed un misuratore di pressione/depressione in corrispondenza della presa daspirazione. 2.4.9 La struttura interna della cisterna deve essere tale che il drenaggio del petrolio in corrispondenza delle bocche daspirazione dellimpianto di esaurimento sia adeguato a soddisfare le prescrizioni in [2.4.2] e [2.4.4].

3.3

Macchinette per il lavaggio delle cisterne

3.3.1 Allo scopo di verificare la pulizia della cisterna ed il progetto con riferimento al numero ed al posizionamento delle macchinette di lavaggio deve essere eseguita unispezione visiva entrando nella cisterna dopo il lavaggio con petrolio greggio, ma prima di un eventuale risciacquo con acqua che potrebbe essere richiesto nel manuale operativo e delle apparecchiature. Il fondo della cisterna da ispezionare pu tuttavia essere lavato con acqua ed esaurito allo scopo di rimuovere qualsiasi residuo di petrolio greggio liquido sul fondo stesso prima della degassificazione necessaria per laccesso. Tale ispezione deve assicurare che la cisterna sia essenzialmente priva di scorie e depositi. Se viene adottata una procedura di lavaggio per la prova specificata in [3.3.2], deve essere utilizzata una cisterna simile non innaffiata. 3.3.2 Per verificare lefficacia delle sistemazioni di esaurimento e drenaggio, deve essere misurata la quantit di petrolio galleggiante sulla superficie della zavorra alla partenza. Il rapporto tra il volume del petrolio greggio sulla superficie dellacqua di zavorra alla partenza ed il volume delle cisterne contenenti tale acqua non deve essere maggiore di 0,00085. Questa prova deve essere eseguita dopo il lavaggio con petrolio greggio ed esaurimento in una cisterna simile in tutti i rispetti alla cisterna esaminata in accordo con [3.3.1], che non sia stata assoggettata a risciacquo con acqua o al lavaggio con acqua se permesso in [3.3.1]. 3.3.3 Quando la Societ convinto che le navi sono simili per tutti gli aspetti rilevanti, le prescrizioni in [3.3.1] e [3.3.2] possono essere applicate ad una nave solamente. Inoltre quando una nave ha una serie di cisterne che sono simili per tutti gli aspetti rilevanti, allora per quella serie di

2.5

Tubolature di zavorra

2.5.1 Qualora non sia previsto un impianto di zavorra separato per zavorrare le cisterne del carico, limpianto deve essere tale che le pompe del carico, i collettori e i tubi

204

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 2

cisterne le prescrizioni in [3.3.1] possono essere applicate ad ununica cisterna della serie solamente.

3.4

Impianto desaurimento

3.4.1 Deve essere prestata particolare cura affinch il drenaggio trasversale e longitudinale sia soddisfacente e ci deve essere verificato durante la visita prescritta in [3.3].

Regolamenti RINA 2005

205

Parte E, Cap 7, App 3

APPENDICE 3

ELENCHI DEI PRODOTTI PETROLIFERI E DELLE SOSTANZE SIMILI A PRODOTTI PETROLIFERI

1
1.1

Applicabilit
Estensione degli elenchi dei prodotti petroliferi e delle sostanze simili a prodotti petroliferi

2
2.1

Elenchi dei prodotti


Elenco dei prodotti petroliferi

1.1.1 Gli elenchi nella presente appendice comprendono i nomi commerciali in inglese: dei prodotti petroliferi, e delle sostanze simili a prodotti petroliferi il cui trasporto alla rinfusa coperto dalle notazioni di servizio oil tanker o oil tanker, flashpoint >60 C o oil tanker, asphalt carrier, secondo le prescrizioni in Sez 1, [1.1.1].

2.1.1 Lelenco in Tab 1 estratto dallAppendice 1 della Convenzione MARPOL 73/78, con leccezione che opinione della Societ che il prodotto naphtha solvent debba essere considerato un prodotto chimico soggetto alle prescrizioni del Capitolo 8. Tale elenco non necessariamente comprensivo di tutti i prodotti petroliferi.

2.2

Elenco delle sostanze simili a prodotti petroliferi

2.2.1 Lelenco in Tab 2 estratto dallInterpretazione unificata 7 dellAnnesso II della Convenzione MARPOL 73/78.

206

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 3

Tabella 1 : Elenco dei prodotti petroliferi


Asphalt solutions Blending stocks Roofers flux Straight run residue Oils Clarified Crude oil Mixtures containing crude oil Diesel oil Fuel oil n 4 Fuel oil n 5 Fuel oil n 6 Residual fuel oil Road oil Transformer oil Aromatic oil (excluding vegetable oil) Lubricating oils and blending stocks Mineral oil Spindle oil Turbine oil Distillates Straight run Flashed feed stocks Gas oil Cracked Gasoline blending stock Alkylates - fuel Reformates Polymer - fuel Gasolines Casinghead (natural) Automotive Aviation Straight run Fuel oil n 1 (kerosene) Fuel oil n 1-D Fuel oil n 2 Fuel oil n 2-D Jet fuels JP-1 (kerosene) JP-3 JP-4 JP-5 (kerosene, heavy) Turbo fuel Kerosene Mineral spirit Naphtha Petroleum Heartcut distillate oil

Tabella 2 : Elenco delle sostanze simili a prodotti petroliferi


Category C substances Aviation alkylates Cycloheptane Cyclohexane Cyclopentane p-Cymene Diethylbenzene Dipentene Ethylbenzene Ethylcyclohexane Heptene (all isomers) Hexane (all isomers) Hexene (all isomers) Isopropyl cyclohexane Methylcyclohexane 2-Methyl-1-pentene Nonane (all isomers) Octane (all isomers) Olein mixtures (C5 - C7) Pentane (all isomers) Pentene (all isomers) 1-Pheny-l-xylylethane Propylene dimer Tetrahydronaphtalene Toluene Xylenes Category D substances Alkyl (C9 - C17) benzenes Diisopropyl naphtalene Dodecane (all isomers) Nota 1: Le sostanze di categoria C e D si riferiscono alle categorie di inquinamento definite nellAnnesso II della MARPOL 73/78.

Regolamenti RINA 2005

207

Parte E, Cap 7, App 4

APPENDICE 4

ELENCO DEGLI EASY CHEMICALS

1
1.1

Applicabilit
Estensione dellelenco degli easy chemicals

trasporto in sicurezza. In tal caso la Societ potrebbe richiedere prescrizioni di sicurezza appropriate. c) Alcuni prodotti chimici appartengono alla categoria dinquinamento D e pertanto sono soggetti a certe prescrizioni operative dellAnnesso II della MARPOL 73/78. d) Le miscele liquide che sono provvisoriamente valutate ricadere sotto le prescrizioni della Regola 3(4) dellAnnesso II della MARPOL 73/78 per quanto riguarda la categoria dinquinamento D, e che non presentano pericoli per la sicurezza, possono essere trasportati secondo le prescrizioni per liquidi nocivi, non altrimenti specificati nella presente Appendice. In modo simile quelle miscele, provvisoriamente valutate non ricadere nelle categorie dinquinamento A, B, C or D, e che non presentano pericoli per la sicurezza, possono essere trasportati secondo le prescrizioni per liquidi non nocivi, non altrimenti specificati nella presente Appendice. e) I prodotti che appartengono alla categoria dinquinamento III non sono soggetti alle prescrizioni dellAnnesso II della MARPOL 73/78 con particolare riguardo a: lo scarico dellacqua di sentina o di zavorra o altri residui o miscele contenenti unicamente tali prodotti, lo scarico in mare di zavorra pulita o segregata.

1.1.1 Lelenco nella presente Appendice comprende i prodotti chimici per i quali lIBC Code non applicabile. Tali prodotti definiti come easy chemicals possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker o, qualora il loro punto di infiammabilit sia superiore a 60 C, anche da navi con notazione di servizio FLS tanker flashpoint > 60 C. Quando indicato nellelenco, anche permesso che alcuni prodotti siano trasportati da navi con notazione di servizio tanker.

1.2

Pericoli relativi alla sicurezza e allinquinamento

1.2.1 a) I prodotti seguenti sono prodotti chimici che sono stati valutati per quanto riguarda i loro pericoli relativi alla sicurezza e allinquinamento e per i quali stato riscontrato che non presentano rischi di tale ampiezza da richiedere lapplicazione dellIBC Code. Lelenco pu essere adoperato come una guida per la considerazione del trasporto di prodotti chimici alla rinfusa i cui rischi non siano stati ancora valutati. b) Bench i prodotti chimici elencati nella presente Appendice non richiedano lapplicazione dellIBC Code, alcune precauzioni possono essere necessarie per il loro

2
2.1

Elenco degli easy chemicals

2.1.1 Lelenco degli easy chemicals dato in Tab 1. I simboli e le notazioni relativi impiegati in Tab 1 sono indicati in Tab 2.

208

Regolamenti RINA 2005

Tabella 1 : Elenco degli easy chemicals

Nome del prodotto (t/m3)

Regolamenti RINA 2005

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Indicatori di livello Allarme di alto livello Notazione di servizio

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

(a) III D III III III D D III D D III III D D D D D III D Cont Cont T2 T2 Cont T2 Cont T2 IIA IIA IIA IIA Aperti Aperti Aperti NF NF NF 48 33 20 abt 40 Aperti NF O O O O R R R R Aperti >60 O F F F F Aperti NF O Aperti >60 O Aperti >60 O A, B A A A A A A Aperti >60 O N N N N N N N N N Y Y Y Y Aperti >60 O A N Cont <60 R F A Y 32 43 43 8 43 43 20 20 20 20 Aperti >60 O A N 20 Cont da 20 a 60 (1) R F A Y 1,00 1,00 1,50 0,90 1,50 0,86 0,00 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 0,81 0,82 0,81 0,82 Aperti >60 O N 15 1,50 Cont T1 IIA -18 R F A Y 18 0,79 -30 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS FLS>60 FLS FLS>60 FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 T T T T FLS FLS FLS FLS

Acetone

1090

Acrylonitrile-Styrene copolymer dispersion in polyether polyol

Alcoholic beverages, not otherwise specified.

3065

Alcohols (C13+)

n-Alkanes (C10+)

Alkenyl (C11+) amide

Alkyl (C8+) amine, Alkenyl (C12+) acid ester mixture

Alkyl (C9+) benzenes

Alkyldithiodathiadizole (C6 - C24)

Aluminium sulphate solution

Aminoethyldiethanolamine/Aminoethylethanolamine solution

2-Amino-2-hydroxymethyl-1,3 propanediol solution (40% or less)

Ammonium hydrogen phosphate solution

Ammonium polyphosphate solution

Ammonium sulphate solution

n-Amyl alcohol

1105

sec-Amyl alcohol

1105

tert-Amyl alcohol

1105

Amyl alcohol, primary

1105

Parte E, Cap 7, App 4

209

210
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Animal and fish acid oils and distillates, not otherwise specified (n.o.s.), including: Animal acid oil Fish acid oil Lard acid oil Mixed acid oil Mixed general acid oil Mixed hard acid oil Mixed soft acid oil D Aperti >60 O N 34 1,00 -

FLS>60

Animal and fish oils, n.o.s., including: Cod liver oil Lanolin Neatsfoot oil Pilchard oil Sperm oil D Aperti >60 O A, B N 34 III D III Aperti >60 O Aperti >60 Aperti >60 O A A, B Aperti NF O N N N N -

1,00

FLS>60

Apple juice

1,00 1,50 1,50

T FLS>60 FLS>60 FLS>60

Aryl polyolefins (C11 - C50)

Behenil alcohol

Benzenetricarboxylic acid, ester

trioctyl

Brake fluid base mix: (Poly(2-8)alkylene (C2 - C3) glycols / Polyalkylene (C2 - C10) glycols monoalkyl (C1 - C4) ethers and their borate esters D Aperti >60 O III III III D III D Aperti Aperti T1 Aperti T2 Cont T1 Cont T2 IIA IIA IIA Cont T2 IIA Cont 17 29 24 4 >60 >60 >60 R R R O O O

1,50

FLS>60

sec-Butyl acetate

F F F -

A A A A A B, C A

Y Y Y Y N N N

20 20 20 20 99

0,81 0,81 0,79 1,01 1,50 1,12

25 16 -

FLS FLS FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60

n-Butyl alcohol

1120

sec-Butyl alcohol

1120

tert-Butyl alcohol

1120

Butylene glycol

Butyl stearate

Regolamenti RINA 2005

gamma-Butyrolactone

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) III D D D III III D III D D III III D D D III D D D Aperti Aperti Cont T1 T3 Aperti Aperti IIA IIB Cont Aperti T2 IIA Aperti >60 >60 57 >60 NF 8 to 60 (4) >60 >60 Aperti NF Aperti NF O O O O R O R O O Aperti >60 O Aperti NF O F F Aperti >60 O >60 A A, B A, B A A, B A, B A B, C A Aperti >60 O A N N N N N N N N N Y N N Y N N Aperti NF O N Aperti >60 O N 22 20 20 43 20 34 40 Aperti >60 O N 1,50 1,50 1,50 0,70 1,50 1,10 1,54 1,50 1,50 1,00 0,95 0,89 1,30 0,94 0,96 1,12 Aperti >60 O N 1,50 Aperti NF O N 1,50 70 25 Aperti NF O N 33 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) T T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 T T FLS>60 FLS>60 FLS FLS>60 T FLS FLS>60 FLS>60

Calcium carbonate slurry

Calcium hydroxide slurry

Calcium long-chain alkaryl sulphonate (C11 - C50)

Calcium long-chain alkyl phenate sulphide (C8 - C40)

Calcium long-chain alkyl phenolic amine (C8 - C40)

Calcium nitrate / Magnesium nitrate / Potassium chloride solution

epsilon-Caprolactam (molten or aqueous solutions)

Cetyl / Stedryl alcohol

Chlorinated paraffins (C14 - C17) (with 52% chlorine)

Choline chloride solutions

Citric acid (70% or less)

Clay slurry

Coal slurry

Coconut oil fatty acid methyl ester

Cyclohexanol

Decahydronaphthalene

1147

Decylbenzene

Dextrose solution

Diacetone alcohol

1148

Dialkyl (C7-C13) phthalates

Parte E, Cap 7, App 4

Diethylene glycol

211

212
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D III D III D III III III D D D III D III D D III III Aperti Aperti T2 Aperti Aperti Aperti Aperti >60 >60 >60 >60 >60 >60 Aperti T1 IIA >60 Aperti >60 O O O O O O O O Aperti >60 O Cont T2 IIA 49 R F Aperti NF O A, B, D+C A, B, C A B, C A, B A B, C B, C A Aperti >60 O B, C Aperti >60 O B, C Aperti >60 O A N N N N Y N N N N N N N N N Aperti NF O N 43 34 34 18 34 34 34 32 34 20 34 34 40 Aperti >60 O N Aperti >60 A N Aperti >60 A N 1,50 1,30 0,93 0,99 1,00 1,50 0,81 097 1,50 0,98 0,96 1,50 1,50 0,97 0,99 1,02 Aperti >60 A N Aperti >60 A N Aperti >60 O A N 40 1,50 Aperti >60 A N Aperti >60 A N FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Diethylene glycol butyl ether

Diethylene glycol butyl ether acetate

Diethylene glycol dibutyl ether

Diethylene glycol diethyl ether

Diethylene glycol ethyl ether

Diethylene glycol ethyl ether acetate

Diethylene glycol methyl ether acetate

Diethylene glycol phthalate

Diethylenetriamine pentaacetic acid, pentasodium salt solution

Di-(2-ethylhexyl) adipate

Diheptyl phthalate

Dihexyl phthalate

1,4-Dihydro-9,10-dihydroxy anthracene, disodium salt solution

Diisobutyl ketone

1157

Diisodecyl phthalate

Diisononyl adipate

Diisooctyl phthalate

Diisopropyl naphthalene

Dimethyl polysiloxane

2,2-Dimethylpropane-1,3-diol

Dinonyl phthalate

Dioctyl phthalate

Regolamenti RINA 2005

Dipropylene glycol

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D D III D III III Aperti Aperti >60 O A, B N Aperti NF O N 32 Cont da 43 a 74 (1) R F B, D Y 31 Aperti >60 O B, C N 34 1,50 0,76 1,50 0,86 Aperti >60 O B, C N 1,50 Aperti >60 A, C, D+C -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS T FLS>60 FLS>60

Dipropylene glycol methyl ether

Ditridecyl phthalate

Diundecyl phthalate

Dodecane (all isomers)

Dodecenyl succinic acid, dipotassium salt solution

Dodecyl benzene

Dodecyl xylene

Drilling brines: calcium bromide solution calcium chloride solution sodium chloride solution III Aperti NF D D D III D III D D D D D D Cont Aperti Cont Cont Aperti Aperti T2 IIB Aperti T2 IIA Aperti T2 >60 NF >60 >60 43 da 22 a 40 (2) 42 >60 Cont 12 Cont T2 IIA 13 R R O O O O R R O T3 >60 O Cont T1 IIA -5 R F F F F F Cont T3 IIB 50 R F A A A A A A A A A A, C, D+C B, C

FLS>60

2-Ethoxyethanol

1171

Y Y N Y Y N N N Y Y N

20 34 34 20 34 43 20 34 40 40 40

0,93 0,90 1,03 0,79 1,50 1,32 1,31 1,12 1,50 1,50 0,85 1,10

36 -

FLS FLS FLS>60 FLS FLS FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS>60

Ethyl acetate

1173

Ethyl acetoacetate

Ethyl alcohol

1170

Ethyl propionate

1195

Ethylene carbonate

Ethylenediamine tetraacetic acid tetrasodium salt solution

Ethylene glycol

Ethylene glycol acetate

Ethylene glycol isopropyl ether

Ethylene glycol methyl butyl ether

Ethylene glycol methyl ether

Parte E, Cap 7, App 4

Ethylene glycol phenyl ether

213

214
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a) D III D III D III D III III D III III III D D D III D D D III D Aperti Aperti T2 Aperti Aperti IIA Aperti Aperti >60 NF >60 >60 >60 NF Aperti NF Aperti >60 O O O O O O O O Aperti NF O Aperti NF O Aperti >60 O Aperti >60 O A A A A A A B, C Aperti >60 O Aperti T2 IIA >60 O A N N N N N N N N N N N N N N Aperti NF O N Aperti >60 O B, C N 10 20 34 19 4 7 20 20 43 Aperti NF O N 34 Aperti NF O N 1,50 1,50 1,13 1,50 1,26 1,50 1,50 1,50 1,27 1,50 1,50 1,08 1,50 1,50 1,50 0,82 0,92 1,29 Aperti >60 O A N 1,00 Aperti T2 IIA >60 O B, C N 4 0,91 2 18 Aperti NF O A, C, D+C N 41 1,08 Aperti >60 O B, C N 40 1,50 14 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 T FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 T

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Ethylene glycol phenyl ether /Diethylene glycol phenyl ether mixture

Ethylene-vinyl acetate copolymer (emulsion)

2-Ethylhexanoic acid

Fatty acids (saturated C13+)

Ferric hydroxyethylethylene diamine triacetic acid, trisodium salt solution

Fish solubles

Formamide

Glucose solution

Glycerine

Glycerine (83%), Dioxanedimethanol (17%) mixture

Glycerol polyalkoxylate

Glyceryl triacetate

Glycine, sodium salt solution

Glyoxal solution (40% or less)

n-Heptanoic acid

Hexamethylenediamine adipate (50% in water)

Hexamethylene glycol

Hexamethylenetetramine solutions

Hexanoic acid

Hexanol

2282

Hexylene glycol

Regolamenti RINA 2005

N-(Hydroxyethyl) ethylenediamine triacetic acid, trisodium salt solution

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D III D III D D III III III D III D Aperti NF O Aperti >60 O A, B Aperti >60 O A Aperti NF O N N N N Cont 22 R F A Y Cont 16 R F A Y 34 20 43 4 34 Aperti T1 >60 O A, B N 18 Cont T2 IIA 10 R F A Y 34 Cont 28 R F A Y 20 0,80 0,87 0,92 0,87 0,78 1,50 1,24 1,50 1,10 Cont 45 (3) R F A Y 20 0,81 Aperti >60 O A N 1,50 17 Aperti >60 O A N 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS FLS>60 FLS FLS T FLS>60 FLS>60 T

Iso- and cyclo-alkanes (C10-C11)

Iso- and cyclo-alkanes (C12+)

Isoamyl alcohol

1105

Isobutyl alcohol

1212

Isobutyl formate

2393

Isophorone

Isopropyl acetate

1220

Isopropyl alcohol

1219

Kaolin slurry

Lactic acid

Lard

Latex, ammonia (1% or less) inhibited

Latex: carboxylated styrene-butadiene copolymer styrene-butadiene rubber III Aperti NF O III D III III III D III D Cont Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti >60 >60 NF NF >60 >60 >60 Aperti NF O O O O O O R O -

43

1,01

Lignin sulphonic acid, sodium salt solution

A A

N N N N N N Y N

99 -

1,23 1,50 1,00 1,25 1,23 1,50 1,50 1,50

T FLS>60 FLS>60 T T FLS>60 FLS FLS>60

Long chain alkaryl sulphonic acid (C16C60)

Long chain alkylphenate/phenol sulfide mixture

Magnesium chloride solution

Magnesium hydroxide slurry

Magnesium long chain alkaryl sulphonate (C11-C50)

3-Methoxy-1-butanol

Parte E, Cap 7, App 4

3-Methoxybutyl acetate

215

216
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) III D D D D D D D III D III III D D III D D D D D D III D Aperti Cont Cont Aperti Aperti Aperti NF >60 >60 <60 <60 >60 Aperti NF O O O O R R O Cont <60 R Aperti >60 O F F F Aperti >60 O Cont <60 R F A A A A A A A A A Aperti T2 >60 O A Aperti T2 >60 O A Cont T1 IIA 23 R F A Y N N Y N N Y N N N N Y Y N Cont T1 IIA -7 R F A Y Cont 25 (3) R F A Y 18 18 18 9 20 4 Cont 35 (3) R F A Y 18 Cont T1 IIB -10 R F A Y 41 0,74 1,50 1,50 0,80 0,80 0,93 0,96 0,82 1,03 1,45 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 1,00 1,00 1,50 Cont da 123 a 43 (1) R F A Y 1,50 Cont T1 IIA <60 R F A Y 18 0,81 Cont T1 IIA 12 (3) R F A Y 20 0,79 Aperti >60 O A N 34 1,50 Cont T1 IIA -9 R F A Y 34 0,93 FLS FLS>60 FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS FLS>60 FLS>60 FLS T T T FLS>60 FLS FLS FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Methyl acetate

1231

Methyl acetoacetate

Methyl alcohol

1230

Methyl amyl ketone

Methyl butenol

Methyl tert-butyl ether

2398

Methyl butyl ketone

Methyl butynol

Methyl ethyl ketone

1193

Methyl isobutyl ketone

1245

3-Methyl-3-methoxy butanol

3-Methyl-3-methoxy butyl acetate

Methyl propyl ketone

N-Methyl-2-pyrrolidone

Molasses

Myrcene

Naphthalene sulphonic acid/Formaldehyde copolimer, sodium salt solution

Nitrilotriacetic acid, trisodium salt solution

Nonanoic acid (all isomers)

Nonyl methacrylate monomer

Noxious liquid, not otherwise specified, Cat. D

Non-noxious liquid, not otherwise specified, Cat. III

Regolamenti RINA 2005

Octanoic acid (all isomers)

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) III D III D D D III D D III III III D III III III III III III D D Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti T3 IIA >60 >60 >60 >60 >60 >60 >60 Aperti T1 IIA >60 Aperti T6 >60 O O O O O O O O O Aperti T1 IIA >60 O Aperti NF O Aperti >60 O B, C, D+C B, D+C A A A A Aperti >60 O A Aperti >60 O A N N N N N N N N N N N N N N Aperti T3 >60 O B N Aperti >60 O A N 31 33 30 40 Aperti >60 O A N Aperti T2 >60 O B, C N 4 Aperti >60 O B, C, D+C N 0,80 0,90 1,00 1,50 0,90 1,50 1,50 0,82 1,25 0,91 1,50 1,50 1,04 1,27 1,50 1,35 1,50 0,99 0,90 Aperti ? O ? A N 1,50 14 50 49 Aperti >60 O A N 1,50 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60

Octyl decyl adipate

Olefin/Alkyl ester copolymer (molecular mass 2000+)

Olefins (C13+, all isomers)

Oleic acid

Palm oil fatty acid methyl ester

Palm stearin

Paraffin wax

Pentaethylenehexamine

Pentanoic acid

Petrolatum

Polyaluminium chloride solution

Polybutene

Polyether (molecular mass 2000+)

Polyethylene glycol

Polyethylene glycol dimethyl ether

Polyglycerin, sodium salt solution (containing less than 3% sodium hydroxide)

Polyglycerol

Poly (4+) isobutylene

Polyolefin (molecular mass 300+)

Polyolefin amide alkeneamine (C28+)

Polyolefin amide alkeneamine borate (C28-C250)

Parte E, Cap 7, App 4

217

218
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

Parte E, Cap 7, App 4

(a) III D D D D III III D III D III III III D D D D III D D III III III D D Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti Aperti >60 NF NF NF >60 >60 >60 Aperti NF Aperti NF Cont >36 (1) R O O O O O O O O O Cont <60 R Cont 33 R F F F Aperti T2 IIA >60 O Aperti >60 O B A A A A A A B, C Cont T2 IIA abt 20 R F A Cont T1 IIA 15 R F A Y Y N N Y Y Y N N N N N N N N N Aperti >60 O A N Aperti T3 IIA >60 O A N Aperti >60 O A N 40 34 20 30 20 40 5 43 20 39 Aperti >60 O N Aperti >60 O N 0,90 1,50 1,50 1, 05 1,50 0,88 0,80 1,50 1,03 0,92 0,90 1,50 1,45 1,38 1,50 1,50 1,50 1,45 1,50 1,50 1,26 Aperti >60 O N 0,90 Aperti >60 O N 0,91 27 Aperti >60 O N 0,92 Aperti >60 O N 0,90 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS>60 FLS>60 FLS FLS FLS T T FLS>60 T T T FLS>60 FLS>60 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Polyolefin amide alkeneamine/molybdenum oxysulfide mixture

Polyolefin amide alkeneamine polyol

Polyolefin anhydride

Polyolefin ester (C28-C250)

Polyolefin phenolic amine (C28-C250)

Poly (20) oxyethylene sorbitan monooleate

Poly (5+) propylene

Polypropylene glycol

Polysiloxane

n-Propyl acetate

1276

n-Propyl alcohol

1274

Propylene/Butylene copolymer

Propylene glycol

Propylene glycol methyl ether

Propylene glycol methyl ether acetate

Propylene glycol monoalkyl ether

Sodium acetate solutions

Sodium aluminosilicate slurry

Sodium benzoate

Sodium carbonate solution

Sodium poly (4+) acrylate solutions

Sodium sulphate solutions

Sorbitol solution

Sulphohydrocarbon (C3-C88)

Regolamenti RINA 2005

Sulpholane

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D D III III III III D III D III III D D D III III Aperti NF Aperti NF Aperti NF O O O Aperti NF O Aperti NF O Aperti >60 O A, B, C Aperti >60 O Aperti >60 O A N N N N N N N N Aperti >60 O A N Aperti >60 O N 34 8 40 43 43 Aperti T2 IIA >60 O A N 40 Cont >60 R? F? N Aperti >60 O B N 34 1,50 1,50 1,12 1,07 0,99 1,50 1,50 1,02 1,50 1,50 1,50 1,50 1,50 Aperti >60 O A N 40 1,50 Aperti >60 O A N 34 1,00 58 Aperti >60 O AB N 34 1,00 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 FLS>60 T T

Tallow

Tallow fatty acid

Tetraethylene glycol

Tridecane

Tridecyl acetate

Triethylene glycol

Triethyl phosphate

Triisopropanolamine

Trimethylol propane polyethoxylate

2,2,4-Trimethyl-1,3-pentanediol diisobutyrate

Tripropylene glycol

Urea/Ammonium mono- and di-hydrogen phosphate/Potassium chloride solution

Urea/Ammonium nitrate solution

Urea/Ammonium phosphate solution

Urea formaldehyde resin solution

Urea solution

Parte E, Cap 7, App 4

219

220
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D Aperti >60 O D N 1,00 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Vegetable acid oils and distillates not otherwise specified, including: corn acid oil cotton seed acid oil dark mixed acid oil groundnut acid oil mixed acid oil mixed general acid oil mixed hard acid oil mixed soft acid oil rapeseed acid oil safflower acid oil soya acid oil sunflower acid oil

Regolamenti RINA 2005

Nome del prodotto (t/m3)

Numero ONU

Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello

Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Regolamenti RINA 2005

(a) D Aperti >60 O A, D+C N 34 1,00 -

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o) FLS>60

Vegetable oils, not otherwise specified, including: babassu oil beech nut oil castor oil cocoa butter coconut oil corn oil cotton seed oil groundnut oil hazelnut oil linseed oil nutmeg butter oiticica oil olive oil palm oil palm nut oil peel oil (oranges and lemons) perilla oil poppy oil raisin seed oil rape seed oil rice bran oil safflower oil salad oil sesame oil soya bean oil sunflower oil tucum oil tung oil walnut oil III III Aperti Aperti NF NF O O N N 1,20 1,00 -

Vegetable protein solution (hydrolysed)

T T

Water

Parte E, Cap 7, App 4

221

222
Categoria dinquinamento Sfoghi gas delle cisterne Famiglia chimica (t/m3) Notazione di servizio Indicatori di livello Allarme di alto livello Classe di temperatura per apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto di infiammabilit (C) Rivelazione dei vapori Protezione antincendio Massa volumica Punto di fusione (C)

Nome del prodotto

Numero ONU

(a) D Aperti >60 O N 1,50 FLS>60

(b)

(c)

(d)

(e)

(f)

(g)

(h)

(i)

(j)

(k)

(l)

(m)

(n)

(o)

Parte E, Cap 7, App 4

Waxes

(1) (2) (3) (4)

Secondo la composizione Secondo lisomero Punto dinfiammabilit non determinato col metodo a recipiente chiuso Secondo il contenuto dacetato

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 7, App 4

Tabella 2 : Simboli e notazioni adoperati nellelenco degli easy chemicals


Voce Nome del prodotto Numero ONU Col. (a) (b) Commento Fornisce il nome commerciale in lingua inglese del prodotto (in ordine alfabetico) Il numero relativo a ciascun prodotto indicato nelle raccomandazioni proposte dall United Nations Committee of Experts on the Transport of Dangerous Goods. I numeri ONU, quando disponibili, sono dati esclusivamente per conoscenza. La lettera D fa riferimento alla categoria dinquinamento D come definita nellAnnesso II della MARPOL 73/78. Il simbolo III indica che il prodotto stato valutato e trovato non appartenete alle categorie A, B, C e D definite nellAnnesso II della MARPOL 73/78. Cont = sfoghi gas controllati I simboli da T1 a T6 fanno riferimento alla classe di apparecchiature elettriche relativa alla temperatura secondo quanto definito nella pubblicazione IEC 79-0. I simboli IIA e IIB fanno riferimento ai gruppi di apparecchiature elettriche secondo quanto definito nella pubblicazione IEC 79-0.

Categoria dinquinamento

(c)

Sfoghi gas delle cisterne Classe di temperatura delle apparecchiature elettriche Gruppo delle apparecchiature elettriche Punto dinfiammabilit Indicatori di livello Rivelazione dei vapori Protezione antincendio

(d) (e)

(f) (g) (h) (i) (j)

O = indicatori di livello di tipo aperto R = indicatori di livello ad efflusso limitato

Le lettere A, B, C e D fanno riferimento ai seguenti agenti estinguenti, che sono stati riscontrati efficaci per certi prodotti: A : schiume resistenti allalcool (o schiume per scopi multipli), B : schiuma normale, comprende tutte le schiume che non sono resistenti agli alcool, comprese le fluoro-proteine e le schiume che formano una pellicola acquosa (AFFF), C : acqua spruzzata, D : polveri chimiche.

Allarmi di alto livello Famiglia chimica Massa volumica Punto di fusione Notazione di servizio

(k) (l) (m) (n) (o) I simboli FLS, FLS>60 e T sono definiti come segue:

FLS : prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker, FLS>60 : prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio FLS tanker, T
: flashpoint > 60 C, prodotti che possono essere trasportati da navi con notazione di servizio tanker.

Regolamenti RINA 2005

223

Parte E Notazioni di Servizio

Capitolo 8

NAVI CHIMICHIERE

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 SEZIONE 7 SEZIONE 8 SEZIONE 9 SEZIONE 10 SEZIONE 11 SEZIONE 12 SEZIONE 13 SEZIONE 14 SEZIONE 15 SEZIONE 16 SEZIONE 17 SEZIONE 18 SEZIONE 19 SEZIONE 20 SEZIONE 21

GENERALIT CAPACIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO SISTEMAZIONI DELLA NAVE CONTENIMENTO DEL CARICO MOVIMENTAZIONE DEL CARICO MATERIALI PER LA COSTRUZIONE CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DEL CARICO IMPIANTI DI SFOGO GAS E SISTEMAZIONI DI DEGASSIFICAZIONE PER LE CISTERNE DEL CARICO CONTROLLO DELLATMOSFERA ALLINTERNO DELLE CISTERNE IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO STRUMENTAZIONE MEZZI PER LA PROTEZIONE DEL PERSONALE PRESCRIZIONI PARTICOLARI PRESCRIZIONI OPERATIVE ED ULTERIORI MISURE PER LA PROTEZIONE DELLAMBIENTE MARINO RIASSUNTO DELLE PRESCRIZIONI MINIME ELENCO DEI PRODOTTI CHIMICI AI QUALI NON SI APPLICA IL PRESENTE CAPITOLO PRESCRIZIONI PER NAVI ADIBITE ALLINCENERIMENTO IN MARE DI RESIDUI DI PRODOTTI CHIMICI LIQUIDI TRASPORTO DI RESIDUI LIQUIDI DI PRODOTTI CHIMICI INDICE DEI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI TRASPORTATI ALLA RINFUSA

Regolamenti RINA 2005

225

Parte E, Cap 8, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Campo di applicazione
Applicabilit
Navi chimichiere (1/7/2002)

1.1.4

1.1.1

La notazione di servizio chemical tanker, secondo quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.3], pu essere assegnata alle navi progettate per il trasporto dei prodotti elencati nella tabella della Sezione 17 del presente Capitolo. Tali navi devono essere in accordo con le prescrizioni della versione pi aggiornata dell' "International Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying Dangerous Chemicals in Bulk (IBC Code)", compreso il primo gruppo di emendamenti all'IBC-Code di cui alle Risoluzioni IMO MEPC.32(27) e MEPC.55(33) e degli Emendamenti 2000, in accordo con la Risoluzione MSC 102(73) e le Risoluzioni MEPC 79(43) e MEPC 90(45). Nel presente Capitolo la dizione "IBC Code" usata per fare riferimento a detto Codice ed ai suoi emendamenti. 1.1.2 Prescrizioni dellIBC Code e prescrizioni della Societ

Trasporto di prodotti non elencati nellIBC Code Le prescrizioni dellIBC Code e le prescrizioni aggiuntive del presente Capitolo sono anche applicabili a prodotti nuovi, che possono essere considerati nel campo di applicazione dei presenti Regolamenti, ma che non sono al momento elencati nelle tabelle dei Capitoli 17 o 18 dellIBC Code. 1.1.5 Prodotti di particolare pericolosit La Societ si riserva il diritto di stabilire prescrizioni e/o condizioni aggiuntive a quelle delle presenti norme per il trasporto alla rinfusa di prodotti, non elencati nelle tabelle dei Capitoli 17 o 18 dellIBC Code, che potrebbero presentare pericoli superiori a quelli contemplati per i prodotti coperti dallIBC Code. 1.1.6 Corrispondenza dellIBC Code con le prescrizioni del presente Capitolo 8 Tutte le prescrizioni del presente Capitolo fanno riferimento al Capitolo, Sezione o Paragrafo dellIBC Code applicabile, come appropriato.

a) Per le navi con notazione di servizio chemical tanker, le prescrizioni dellIBC Code devono essere considerate come prescrizioni di classe, con le eccezioni indicate in [1.1.3]. b) Le prescrizioni del presente Capitolo sono aggiuntive rispetto alle prescrizioni dellIBC Code. Le presenti prescrizioni comprendono prescrizioni di classe aggiuntive obbligatorie, nonch interpretazioni dellIBC Code da parte della Societ che sono anche considerate obbligatorie ai fini della classificazione. c) In generale il presente Capitolo si applica alle sistemazioni per il contenimento e la movimentazione del carico nonch allinterfacciamento fra queste sistemazioni ed il resto della nave, che deve essere in accordo con le sezioni applicabili dei Regolamenti relativi allo scafo ed ai macchinari. 1.1.3 Prescrizioni dellIBC Code che non fanno parte delle prescrizioni per la classificazione

1.1.7 Equivalenze Per quanto riguarda le prescrizioni per la classificazione, alle espressioni dellIBC Code di cui alla Tab 1 deve essere dato il significato indicato nella Tab 1 stessa. 1.1.8 Certificate of Fitness

a) La responsabilit delle interpretazioni delle prescrizioni dellIBC Code allo scopo dellemissione di un "International Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk" dellAmministrazione di bandiera della nave. b) Qualora la Societ sia delegata da unAmministrazione ad emettere il "Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk" per suo conto, o qualora la Societ sia autorizzata a svolgere esami e visite per conto di unAmministrazione allo scopo di dare a questultima la possibilit di emanare il "Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk", o qualora alla Societ sia richiesto di certificare laderenza alla prescrizioni dellIBC Code, la Societ garantir la piena rispondenza alle prescrizioni dellIBC Code, comprese le prescrizioni operative indicate in [1.1.3].

Le seguenti prescrizioni dellIBC-Code non devono essere considerate prescrizioni per la classificazione: Capitolo 1, Sezione1.4 - Equivalenze Capitolo 1, Sezione 1.5 - Visite e certificazione Capitolo16 - Prescrizioni operative Capitolo 16A - Misure addizionali per la protezione dellambiente marino. Queste prescrizioni saranno applicate dalla Societ, qualora esso agisca per conto dellAmministrazione di bandiera della nave, entro i limiti della delega (vedere [1.1.8]).

2
2.1

Prescrizioni aggiuntive
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

2.1.1 Sistemazioni per il rimorchio in emergenza devono essere previste per le navi chimichiere di portata lorda

Regolamenti RINA 2005

227

Parte E, Cap 8, Sez 1

uguale o superiore a 20.000 tonnellate, in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

richieste in altre parti dei Regolamenti per quelle parti della nave che non siano influenzate dal carico trasportato, come applicabile.

2.2

Macchine di governo
Tabella 1
Significato valido solo ai fini della classificazione Societ Capitolo 9 della Parte E dei Regolamenti Regolamenti

2.2.1 Prescrizioni addizionali per le macchine di governo delle navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 10000 tonnellate sono date in Cap 7, Sez 4, [7].

Espressione dellIBC Code

3
3.1

Documentazione da inviare

Amministrazione IGC Code o Gas Code Normativa riconosciuta

3.1.1 La Tab 2 elenca i disegni, le informazioni, le analisi, ecc. che devono essere inviati in aggiunta alle informazioni

Tabella 2 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 6 A/I I I A A A A Documento Elenco dei prodotti da trasportare, comprendente lindicazione di pressione massima di vapore, temperatura massima del carico liquido e di altre condizioni di progetto importanti Piano generale, indicante la posizione delle cisterne (o casse) del carico, del combustibile liquido, della zavorra e per altri servizi Piano delle zone pericolose per la possibile presenza di gas Posizione dei locali vuoti ed accessi alle zone pericolose Sistemazione delle condotte di ventilazione negli spazi pericolosi per la possibile presenza di gas e nelle zone adiacenti a detti spazi Particolari della struttura della nave in corrispondenza delle cisterne del carico, compresa la sistemazione dei supporti delle cisterne, le selle, i dispositivi anti-galleggiamento ed anti sollevamento, i dispositivi di tenuta del ponte, le cisterne indipendenti, ecc. Analisi delle tensioni dello scafo Analisi del movimento della nave in mare ondoso, quando un calcolo diretto preferibile ai metodi indicati in Sez 4 Calcoli della stabilit in condizioni di nave integra e di nave in avaria Dimensionamenti, materiali e sistemazione del sistema di contenimento del carico Particolari dei riporti in acciaio o dei rivestimenti Disegni e calcoli delle valvole di sicurezza Particolari della movimentazione del carico, compresi le sistemazioni e i particolari delle tubolature ed accessori Particolari delle pompe del carico Particolari dei recipienti in pressione di processo e del sistema di valvole relativo Impianto di sentina e di zavorra nella zona del carico Impianto di degassificazione nelle cisterne del carico compreso limpianto di gas inerte Impianto di ventilazione nella zona del carico Particolari delle apparecchiature elettriche installate nella zona del carico, compreso lelenco delle apparecchiature e degli impianti con certificati di sicurezza per luso in zone pericolose ed i particolari della messa a terra delle cisterne del carico e delle tubolature Schema diagrammatico dei circuiti elettrici Impianto di rivelazione gas Strumentazione delle cisterne del carico Particolari degli impianti e delle apparecchiature antincedio nella zona del carico Descrizione delle operazioni di carico e scarico, compresi i limiti di riempimento delle cisterne, quando applicabile

7 8 9 10 11 12 13

A A A A A A A A A A A A A

14 15 16 17
18 19

20 21 22 23 24

A A A A I

Nota 1: A = da inviare allapprovazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia

228

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 2

SEZIONE 2

CAPACIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO

Bordo libero e stabilit allo stato integro


Stabilit allo stato integro
Generalit

sentina contaminata del locale pompe del carico oppure acqua di lavaggio delle cisterne, come eccezione alle prescrizioni in IBC 2.6.1.1.

1.1
1.1.1

3.2
3.2.1

Pozzetti daspirazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.2 La stabilit della nave, nelle condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7], deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2. 1.1.2 Effetto degli specchi liberi dei liquidi

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.6.2 In generale, larea dei pozzetti daspirazione non deve essere maggiore di quella richiesta per alloggiare le pompe del carico, i tubi di aspirazione, le valvole, le serpentine di riscaldamento, ecc., e per assicurare un flusso efficace ed il necessario accesso per la pulizia e la manutenzione.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.3 Leffetto degli specchi liberi dei liquidi deve essere calcolato in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [4]. 1.1.3 Informazioni da fornire 4.1.1 Robustezza delle strutture interne RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.7.7 Gallerie, condotte, tubi, porte, paratie e ponti che possano formare contorni stagni di spazi intatti in caso di unavaria convenzionale, devono avere robustezza minima adeguata a resistere alla pressione corrispondente al battente del massimo galleggiamento di equilibrio in condizioni di avaria. 4.1.2 Allagamento progressivo

4
4.1

Ipotesi relative allallagamento


Gallerie, condotte e tubi in zona di falla

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.5 Al Comandante della nave devono essere forniti un Manuale di caricazione come specificato in Parte B, Cap 11, Sez 2, [3] ed un Fascicolo di informazioni sullassetto e la stabilit come specificato in Parte B, Cap 3, App 2.

2
2.1

Condizioni di carico
Condizioni di carico addizionali

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.7.7 Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3].

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie di allagamento sono quelli relativi alla fase finale di allagamento come descritta in IBC Code 2.9.3. Tuttavia piccole deviazioni da questi criteri possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

5
5.1

Norme relative alla falla


Falla sulla paratia prodiera con scalino del locale macchine

3
3.1

Posizione delle cisterne del carico


Minima distanza delle cisterne del carico dal fasciame esterno
Eccezioni

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8 Il concetto di scalino nella paratia prodiera del locale macchine gi implicito nelle prescrizioni in IBC Code 3.2.1 e nella Regola II-2/56 della SOLAS 74(83). A fini della stabilit in caso di falla, quando il recesso per il locale pompe o locale pompe del carico si estende nelladiacente locale macchine o cisterna del carico per pi di 3 m, la falla deve essere trattata come definito in Fig 1.

3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.6.1 Qualunque cisterna del carico, indipendentemente dalla sua posizione, pu essere usata per raccogliere acqua di

Regolamenti RINA 2005

229

Parte E, Cap 8, Sez 2

Figura 1 : Falla sulla paratia prodiera con scalino del locale macchine
3m

6
6.1

Criteri di sopravvivenza
Generalit

PARATIA

6.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9


AVARIA 2

AVARIA 1

MURATA O FONDO

>3 m

Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso di falla come specificata in IBC Code 2.5.1 e 2.5.2 secondo le norme in IBC Code 2.8.1 e per le condizioni di carico di cui nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7] in condizioni di equilibrio stabile verificando i criteri in IBC 2.9.

PARATIA

6.2
AVARIA 2

Fasi intermedie di allagamento

AVARIA 1

6.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie dellallagamento devono essere gli stessi relativi alla fase finale di allagamento come specificato in IBC Code 2.9.3.

MURATA O FONDO

>3 m

PARATIA

AVARIA 1

AVARIA 2

6.3
6.3.1

MURATA O FONDO

Definizione del campo di stabilit positiva

>3 m

>3 m

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.9 Il campo di 20 pu essere misurato a partire da ogni angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e langolo di 25 (o 30 se non si verifica limmersione del ponte) (vedi Fig 3).

AVARIA 1

PARATIA

AVARIA 2

MURATA O FONDO

6.4 5.2
5.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8 Lestensione longitudinale della falla nella sovrastruttura, in caso di falla sul fianco in un locale macchine poppiero, con la falla convenzionale dellIBC Code 2.8.1, deve essere, in generale, uguale allestensione longitudinale della falla a murata nel locale macchine (vedere Fig 2). Figura 2 : Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

Navi di tipo 3 di lunghezza inferiore a 125 m

Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

6.4.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 2, 2.8.1.6 Lallagamento del locale macchine se collocato a poppa, in una nave di tipo 3 di lunghezza inferiore a 125 m, deve soddisfare per quanto possibile i criteri di cui in IBC 2.9. Deroghe parziali a queste prescrizioni possono essere concesse caso per caso. Figura 3 : Campo di stabilit positiva
G = angolo al quale si ha l'allagamento progressivo
h(m)

h = braccio di stabilit

0.1m

h max-0,1

LOCALE MACCHINE

25 20

H 

230

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 3

SEZIONE 3

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Segregazione dei carichi


Segregazione di carichi che possono reagire fra di loro
Angoli in comune

2.2
2.2.1

Finestrini, portellini e porte


Prescrizioni generali

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.3 a) Gli accessi prospicienti la zona del carico o altre zone proibilte devono essere limitati ai depositi di apparecchiature relative al carico o alla sicurezza, alle stazioni di controllo del carico ed ai locali per le docce demergenza. b) Gli ingressi e le aperture dei locali di servizio sistemati a proravia della zona del carico non devono essere prospicienti a detta zona. Tuttavia per navi piccole soluzioni alternative potranno essere oggetto di considerazioni particolari da parte della Societ. c) La distanza fra i bulloni delle lamiere indicate nel paragrafo 3.2.3 dellIBC Code deve essere tale da garantire una idonea tenuta al passaggio dei gas. 2.2.2 Navi con una tuga al di sopra del ponte principale

1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.2 Un angolo in comune in un giunto cruciforme, sia verticale che orizzontale, pu essere considerato una barriera doppia ai fini della segregazione: fra prodotti che possono reagire fra di loro (vedi Fig 1), fra prodotti che reagiscono con lacqua e lacqua (vedi Fig 1). 1.1.2 Pozzi catene

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.2 I pozzi catene devono essere sistemati al di fuori della zona del carico.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.3 Su tutte le navi chimichiere, indipendentemente dal tipo di prodotto trasportato, qualora sia sistemata una tuga sul ponte principale in luogo di una sovrastruttura ed i prodotti liquidi potrebbero scorrere lungo i lati della tuga, la parete frontale della tuga deve essere prolungata fino ai lati della nave in modo da formare una mastra, oppure deve essere sistemata una barriera permanente contro il gocciolamento come descritto in Regulation II-2/56.6 della SOLAS 74(83).

1.2
1.2.1

Sistemazione delle tubolature del carico


Sistemazioni per la caricazione da prora o da poppa

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.1.3 Le prescrizioni del paragrafo 3.1.3 dellIBC Code possono considerarsi soddisfatte se sono soddisfatte le prescrizioni relative alla caricazione e scaricazione da prora o da poppa del paragrafo 3.7 dellIBC Code.

3
3.1

Locali per le pompe del carico


Prescrizione generale
Mezzi di sfuggita

Locali dalloggio, locali per macchinari e di servizio e stazioni di comando


Ubicazione delle prese daria ed altre aperture dei locali dalloggio

3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.1 In genere nel locale delle pompe del carico deve essere sistemata una scala di accesso e/o di fuga. Quando si prevede che nel locale delle pompe del carico debba esserci personale in permanenza o quando il locale pompe pi grande del normale, pu essere prescritto un mezzo di sfuggita addizionale. 3.1.2 Segregazione

2.1
2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.2.2 Le prescrizioni relative alle prese daria nel paragrafo 3.2.2 dellIBC Code devono essere considerate applicabili anche agli sbocchi della ventilazione. Tale interpretazione si applica anche alle prescrizioni dei paragrafi 3.2.3, 3.7.4, 8.3, 15.12.1.3 e 19.3.8 dellIBC Code.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.1 I locali delle pompe del carico e gli altri locali pompe non devono avere un accesso diretto agli altri locali della nave e devono essere separati dai locali adiacenti mediante paratie e/o ponti stagni ai gas.

Regolamenti RINA 2005

231

Parte E, Cap 8, Sez 3

Figura 1 : Segregazione fra carichi che possono reagire fra di loro


PRIMO TIPO DI CARICO

SECONDO TIPO DI CARICO

PRIMO TIPO DI CARICO

DOPPIO FONDO

SECONDO TIPO DI CARICO

3.2

Macchinari azionati da alberi che attraversano le paratie del locale pompe

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.3.7 a) Gli attraversamenti delle paratie o dei ponti dei locali delle pompe del carico o di altri locali pompe azionanti gli alberi delle pompe e/o ventilatori devono essere muniti di tenute stagne ai gas a soddisfazione della Societ. b) La lubrificazione delle suddette tenute stagne o gli altri dispositivi che assicurano il mantenimento della loro tenuta stagna ai gas devono essere sistemati in modo tale da poter essere ispezionati dal di fuori del locale pompe del carico.

essere approvata in circostanze speciali, purch, restando inteso che le sfuggite hanno le dimensioni prescritte, possa essere provato a soddisfazione della Societ che gli spazi in questione possano essere attraversati rapidamente in modo da poter portare fuori una persona ferita.

4.2

Aperture orizzontali

4.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.2 La Fig 2 indica la forma della minima apertura netta accettabile da 600 mm per 600 mm.

4.3

Aperture verticali

4
4.1

Accessi ai locali nella zona del carico


Generalit

4.3.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.3 Solo per le cisterne del carico in pressione, le aperture daccesso possono essere aperture circolari di diametro non minore di 600 mm. La Fig 3 indica le dimensioni minime delle aperture verticali.

4.1.1 Accesso ai depositi del combustibile liquido RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.1 Le prescrizioni del paragrafo 3.4.1 dellIBC Code si applicano ai depositi del combustibile liquido adiacenti alle cisterne del carico, anche se tali depositi non sono compresi nella zona del carico come definita nel paragrafo 1.3.5 dellIBC Code. 4.1.2 Accessi e sfuggite dalle casse dei doppi fondi e/o da spazi similari RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.4.1 Allo scopo di tener conto delle limitazioni di movimento del personale e per ridurre il tempo necessario per una possibile fuga in emergenza dalle casse dei doppi fondi o da spazi similari nei quali le ostruzioni potrebbero rendere difficili i movimenti, devono essere sistemati due accessi separati. I due accessi devono essere lontani fra di loro per quanto possibile. La sistemazione di un unico accesso pu

5
5.1

Sistemazione degli impianti di sentina e di zavorra


Segregazione della zavorra

5.1.1 Eiettori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.1 Un eiettore sistemato nella zona del carico azionato da acqua pompata dalle pompe sistemate nel locale macchine, pu essere accettato come mezzo per lo scarico della zavorra permanente dalle cisterne e/o dai doppi fondi adiacenti alle cisterne del carico, purch la tubolatura dalimento sia sistemata al di sopra del livello del ponte ed una valvola di non ritorno ed un branchetto smontabile siano sistemati nella tubolatura dalimento al di fuori del locale macchine (vedere Fig 4).

232

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 3

Figura 2 : Forma della minima apertura netta accettabile da 600 mm per 600 mm

Figura 4 : Sistemazione di scarico

LOCALE MACCHINE

100

LOCALE POMPE

CISTERNA ACQUA DI ZAVORRA

600

5.3.2

Uso delle pompe del carico come pompe di sentina

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.3 a) Le pompe del carico possono essere adoperate anche come pompe di sentina purch esse siano collegate alla tubolatura di sentina attraverso una valvola di intercettazione ed una valvola di non ritorno sistemate in serie. b) Nel caso di trasporto di liquidi corrosivi, una delle pompe del carico, come previsto nel paragrafo 3.5.3 dellIBC Code, pu essere adoperata per il servizio di sentina purch essa sia collegata alla tubolatura di sentina tramite due valvole di intercettazione pi una valvola di non ritorno sistemate in serie. c) Nei locali pompe del carico delle navi che trasportano prodotti tossici o corrosivi devono essere previsti mezzi adeguati per convogliare stillicidi dalle pompe del carico e dalle valvole in raccoglitori di contenimento. I raccoglitori possono anche consistere in parte del fondo del locale pompe, opportunamente delimitata e protetta dallazione dei prodotti corrosivi. Lo stillicidio pu essere eliminato per mezzo di pompe adeguate o eiettori adeguati. Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili fra di loro, i sistemi per raccogliere ed eliminare gli stillicidi, indicati sopra, devono essere differenti e separati fra di loro.

600

Figura 3 : Dimensioni minime delle aperture verticali

300

300

600

5.2

Sistemazione di riempimento della zavorra


Chiarimento

5.2.1

800

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.2 Il riempimento delle cisterne del carico con zavorra pu essere eseguito dal livello del ponte per mezzo di pompe che normalmente servono le cisterne e/o le casse di zavorra permanente, come indicato nel paragrafo 3.5.2 dellIBC Code, purch sia sistemato in corrispondenza dellingresso nella cisterna del carico un branchetto smontabile o un tubo flessibile con una valvola di intercettazione. La valvola di intercettazione in aggiunta alla prescritta valvola di non ritorno. Deve essere considerata con attenzione la sistemazione delle tubolature entro le cisterne e la possibilit che si creino cariche elettrostatiche (vedere Fig 4).

Sistemazioni per la caricazione e scaricazione da prora o da poppa


Mastre

6.1
6.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.7.7 In genere laltezza della mastra non deve essere inferiore a 150 mm. In ogni caso, essa non deve essere inferiore a 50 mm misurata dal margine superiore della cinta.

5.3
5.3.1

Sentina
Sistemazione

7
7.1

Sistemazioni di scafo
Equipaggiamento
Sistemazioni di rimorchio demergenza

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 3, 3.5.3 Le deroghe relative allimpianto di sentina per gli spazi che sono separati dalle cisterne del carico da una paratia doppia sono limitate a quegli spazi che non abbiano al loro interno tubolature contenenti carico.

7.1.1

Per le navi con notazione di servizio chemical tanker aventi portata lorda non inferiore a 20000 tonnellate devono essere osservate le prescrizioni specifiche in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4].

Regolamenti RINA 2005

233

Parte E, Cap 8, Sez 4

SEZIONE 4

CONTENIMENTO DEL CARICO

Simboli
k : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] tamente al fasciame del doppio fondo e del ponte (vedi Fig 1). Per navi aventi L 120 m, devono generalmente essere installati un cassonetto inferiore ed uno superiore (vedi Fig 2). Diverse sistemazioni possono essere considerate dalla Societ caso per caso, purch siano supportate da calcoli diretti eseguiti in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 3. Questi calcoli devono investigare, in particolare, le zone di collegamento della paratia col fasciame del fondo e del ponte e devono essere inviati alla Societ per esame. Figura 1 : Collegamenti delle paratie corrugate senza cassonetto

1
1.1

Criteri di progetto delle strutture


Materiali

1.1.1 Acciai per strutture di scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni di Parte B, Cap 4, Sez 1, [2], i materiali delle cisterne del carico devono essere considerati dalla Societ caso per caso per tutti i prodotti che si vogliono trasportare. 1.1.2 Lamiere laminate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lamiere laminate di acciaio non legato oppure acciaio inossidabile possono essere usate per la costruzione delle cisterne. Caratteristiche meccaniche, procedura dapprovazione e collaudi di queste lamiere devono soddisfare i requisiti applicabili della Parte D. 1.1.3 Modulo di elasticit longitudinale per acciai inossidabili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per acciai inossidabili il modulo di elasticit longitudinale deve essere assunto uguale a 193000 N/mm2. 1.1.4 Rivestimento di gomma e materiali sintetici RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Ladeguatezza del rivestimento di gomma o materiale sintetico deve essere considerata dalla Societ caso per caso.

Figura 2 : Collegamenti delle paratie corrugate con cassonetto superiore ed inferiore

1.2

Strutture dello scafo

1.2.1 Tipo di struttura RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, entro la zona delle cisterne del carico di navi chimichiere di lunghezza superiore a 90 m, il fondo, il cielo del doppio fondo e il ponte devono avere struttura longitudinale. Differenti tipi di struttura possono essere considerati dalla Societ caso per caso, purch siano supportati da calcoli diretti.

2
2.1

Sollecitazioni di trave nave


Sollecitazioni in acqua tranquilla

2.1.1 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1], i carichi in acqua tranquilla devono essere calcolati per le seguenti condizioni di carico: condizioni di carico omogeneo (escludendo le cisterne destinate esclusivamente a zavorra segregata) alla massima immersione, condizioni di carico parziale, condizioni di carico con carico di alta massa volumica, carico riscaldato e carichi segregati,

1.3

Struttura delle paratie

1.3.1 Collegamenti delle paratie corrugate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per navi aventi L < 120 m, le paratie trasversali o longitudinali corrugate verticalmente possono essere collegate diret-

234

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 4

qualunque condizione di carico non omogeneo specificata, condizioni di zavorra leggera e pesante, condizioni a met del viaggio relative a lavaggio delle cisterne o altre operazioni se queste differiscono sensibilmente dalle condizioni di zavorra.

EI tS

: modulo delasticit, in N/mm2, della lamiera dacciaio inossidabile laminata, : spessore, in mm, della placcatura dacciaio inossidabile, da assumere non inferiore a 2,0 mm. Spessori di placcatura in acciaio inossidabile diversi da quelli suddetti devono essere considerati dalla Societ caso per caso.

3
3.1

Dimensionamento delle cisterne strutturali


Fasciame

3.2

Rinforzi ordinari

3.1.1 Spessori netti minimi (1/7/2002) Lo spessore netto del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico non deve essere inferiore ai valori indicati in Tab 1. Tabella 1 : Spessore netto minimo del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Ponte di resistenza Paratia di cisterna Paratia stagna Paratia di sbattimento Nota 1: s : Spessore netto minimo, in mm (5,5 + 0,02 L) k1/2 per L < 200 (8 + 0,0085 L) k1/2 per L 200 L1/3 k1/6 + 4,5 s 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s

3.2.1 Spessori netti minimi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con la seguente formula: tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s dove s lintervallo, in m, dei rinforzi ordinari.

3.3

Travi rinforzate

3.3.1 Spessori minimi netti RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore netto delle lamiere che formano le anime delle travi rinforzate non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con la seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6 3.3.2 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per la pi severa delle condizioni di carico specificate in [2.1.1], allo scopo di massimizzare le sollecitazioni nella struttura longitudinale e nelle travi rinforzate. 3.3.3 Struttura delle cisterne del carico con parte inferiore a tramoggia analizzata per mezzo di un modello di trave tridimensionale RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Se la struttura di una cisterna del carico inferiormente configurata a tramoggia viene analizzata con un modello di trave tridimensionale, in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, larea netta resistente al taglio della sezione dei madieri entro una zona pari a 0,1l dalle estremit del madiere (vedi Fig 3 per la definizione di l) non deve essere inferiore al valore ottenuto, in cm2, con la seguente formula:
Q A Sh = 2 ---------------R m Ry

lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera.

3.1.2

Calcolo dello spessore equivalente per lamiere placcate di acciaio non legato acciaio inossidabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Lo spessore di lamiere placcate non deve essere inferiore a quello ottenuto con la seguente formula:
EI t P = t + t S 1 ------------------- 206000

dove: t : spessore, in mm, della lamiera placcata, da ottenersi con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1, come se essa fosse costituita di materiale omogeneo con le seguenti caratteristiche: modulo di elasticit, in N/mm2, da assumere uguale a: E = 206000 coefficiente dipendente dal materiale, da ottenere con la formula seguente:
EI k 0 = k ------------------206000

dove: Q R m : massimo sforzo di taglio, in kN, ottenuto dai calcoli diretti, : coefficiente parziale di sicurezza di resistenza: R = 1,2 : coefficiente parziale di sicurezza del materiale: m = 1,02

: coefficiente dipendente dal materiale della lamiera dacciaio inossidabile laminata, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]

Regolamenti RINA 2005

235

Parte E, Cap 8, Sez 4

Figura 3 : Zona allestremit dei madieri

in [2.1.1], allo scopo di massimizzare le tensioni nella struttura longitudinale e nelle travi rinforzate. 4.3.2 Controlli di robustezza

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4


0,1

I dimensionamenti netti delle travi rinforzate sia dello scafo sia delle cisterne indipendenti devono essere ottenuti per mezzo di calcoli diretti basati su criteri concordati con la Societ caso per caso.

4
4.1

Dimensionamento delle strutture delle cisterne indipendenti


Fasciame

5
5.1

Supporti delle cisterne indipendenti


Sistemazioni strutturali
Generalit

4.1.1 Controlli di robustezza RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, lo spessore netto del fasciame delle cisterne indipendenti non deve essere inferiore a quello ottenuto con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 1, dove le pressioni laterali devono essere calcolate in accordo con Parte B, Capitolo 5 e le sollecitazioni della trave nave possono essere assunte uguali a zero. Se, a causa della sistemazione delle cisterne, lapprossimazione suddetta ritenuta non accettabile dalla Societ, devono essere tenute in conto le sollecitazioni nella cisterna dovute ai carichi della trave nave . Queste sollecitazioni devono in generale essere calcolate per mezzo di calcoli diretti basati su un modello a elementi finiti dello scafo e della cisterna con il suo sistema di supporto e bloccaggio. 4.1.2 Calcolo dello spessore equivalente per lamiere placcate di acciaio non legato acciaio inossidabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Si applicano le prescrizioni in [3.1.2].

5.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne devono essere trasmesse il pi direttamente possibile alle travi rinforzate di scafo, minimizzando le concentrazioni di tensioni. Se le forze di reazione non sono nel piano delle travi rinforzate, devono essere installate lamiere di rinforzo e squadre in modo da trasmettere questi carichi per mezzo degli sforzi di taglio. 5.1.2 Aperture

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Nei supporti delle cisterne e nelle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi, le aperture devono essere ridotte al massimo possibile e possono essere necessari rinforzi locali.

5.2
5.2.1

Calcolo delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne

4.2

Rinforzi ordinari

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne devono essere ottenuti dallanalisi strutturale della cisterna, considerando i carichi specificati in Parte B, Capitolo 5. Se i supporti della cisterna non hanno la possibilit di reagire in trazione, la distribuzione finale delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti pu non evidenziare sforzi di trazione.

4.2.1 Controlli di robustezza RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, lo spessore netto dei rinforzi ordinari delle cisterne indipendenti non deve essere inferiore a quello ottenuto con le formule applicabili in Parte B, Cap 7, Sez 2, dove le pressioni laterali devono essere calcolate in accordo con Parte B, Capitolo 5 e le tensioni della trave nave possono essere assunte uguali a zero. Se, a causa della sistemazione delle cisterne, lapprossimazione suddetta ritenuta non accettabile dalla Societ, deve essere tenuto conto delle tensioni nella cisterna dovute ai carichi della trave nave. Tali tensioni devono, in generale, essere calcolate come specificato in [4.1.1].

5.3

Dimensionamento dei supporti delle cisterne indipendenti e delle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi
Dimensionamento

5.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4

4.3

Travi rinforzate

4.3.1 Condizioni di carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per la pi severa delle condizioni di carico specificate

I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei supporti delle cisterne e delle strutture di scafo in corrispondenza degli stessi, devono essere non inferiori a quelli ottenuti applicando i criteri in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e le pressioni laterali sono da calcolare secondo Parte B, Capitolo 5.

236

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 4

I valori delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti delle cisterne, da considerare per il dimensionamento di questi elementi strutturali, sono definiti in [5.2].

6
6.1

Altre strutture
Locale Macchine
Prolungamento delle strutture di scafo entro il locale macchine

esistente) e il collegamento con la parte inferiore degli scivoli, deve essere collegata, su navi chimichiere di tipo 2, per la sua intera lunghezza, alle strutture di scafo per mezzo di saldature a piena penetrazione, come definite in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1]. La parte rimanente dei contorni della cisterna pu essere collegata per mezzo di saldature d'angolo, come definite in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1]. Tuttavia la saldatura a parziale penetrazione, cos come definita in Parte B, Cap 12, Sez 1, [2.4.1], pu essere presa in considerazione sulla base dei risultati di analisi di robustezza. Inoltre, qualsiasi altra prescrizione pi severa stabilita per specifici tipi di collegamento in Parte B, Cap 12, Sez 1 e Parte B, Cap 12, Sez 2, a seconda dei casi, deve essere soddisfatta. 8.1.3 Saldature dei rinforzi in acciaio non legato a lamiere di acciaio inossidabile

6.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Paratie longitudinali prolungate attraverso le intercapedini devono continuare entro il locale macchine ed essere usate preferibilmente come paratie longitudinali di cisterne per carico liquido. Tale prolungamento deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, del ponte e di copertini nel locale macchine.

Protezione delle strutture metalliche dello scafo


Pitture allalluminio

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In generale, rinforzi in acciaio non legato non possono essere saldati direttamente a lamiere sottili di acciaio inossidabile. Tuttavia, se la saldatura dei rinforzi e dei componenti di scafo in acciaio di normale robustezza a lamiere di acciaio inossidabile ritenuta accettabile dalla Societ, la saldatura deve essere eseguita usando elettrodi austeno-ferritici con elevato contenuto di nichel e cromo come, per esempio, il tipo di elettrodo con 24% Cr, 14% Ni e 3% Mo. 8.1.4 Saldatura su lamiere placcate

7.1
7.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Limpiego di pitture allalluminio proibito nelle cisterne del carico, nellarea di ponte delle cisterne del carico, nei locali pompe, nelle intercapedini o in ogni altra zona dove possono accumularsi i vapori del carico.

7.2
7.2.1

Trattamento di passivazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Saldature eseguite su lamiere placcate devono essere considerate dalla Societ caso per caso. In particolare, quando la saldatura dangolo eseguita direttamente sulla lamiera laminata, lesame con ultrasuoni del collegamento deve essere effettuato su una striscia del collegamento larga 100 mm, centrata sulla lamiera perpendicolare al fasciame. Questo esame con ultrasuoni deve essere eseguito in accordo con Parte D, Cap 2, Sez 1, [8.9].

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Per una struttura di acciaio inossidabile, un trattamento di passivazione deve essere eseguito con attenzione in tutta la zona delle cisterne in una nave nuova e in tutta la zona riparata in caso di riparazioni. Ci vale in particolare anche per il trattamento di passivazione delle saldature.

8
8.1

Costruzione e collaudo
Saldature e collegamenti saldati
Saldatura delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 1

8.2
8.2.1

Particolari strutturali speciali

8.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 Devono essere soddisfatte le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.3] per navi con notazione di servizio chemical tanker.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 I contorni delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 1 devono essere collegati, per la loro intera lunghezza, alle strutture di scafo per mezzo di saldature a piena penetrazione, come definite in "Guida per la saldatura". 8.1.2 Saldatura delle paratie delle cisterne del carico di navi chimichiere di tipo 2 (1/7/2003)

8.3
8.3.1

Collaudi
Collaudo di cisterne

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 La parte inferiore dei contorni delle paratie di cisterne del carico, cio il collegamento col fondo (o doppio fondo, se

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 4 In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 3, [2] il collaudo di cisterne deve soddisfare la Tab 2.

Regolamenti RINA 2005

237

Parte E, Cap 8, Sez 4

Tabella 2 : Prescrizioni addizionali per il collaudo di cisterne di navi chimichiere


Struttura da collaudare Cisterne strutturali o indipendenti Prescrizioni di collaudo Collaudo strutturale dei contorni delle cisterne del carico da almeno un lato, come definito in Parte B, Cap 12, Sez 3, [2.2]. Pressione per il collaudo strutturale La maggiore delle seguenti: 2,4 m di battente dacqua sopra il punto pi alto della cisterna, pressione di taratura delle valvole di sicurezza, se pertinente.

238

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 5

SEZIONE 5

MOVIMENTAZIONE DEL CARICO

1
1.1

Dimensionamenti delle tubolature


Calcolo dello spessore dei tubi

austenitico o austenitico-ferritico, tubi con rivestimento interno o, se applicabile, con un rivestimento o una pittura protettiva esterno(a) accettabile.

1.1.1 Tubi soggetti a colpi di mare RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1.1 Per i tubi che possono essere soggetti ai colpi di mare, la pressione di progetto P, in bar, indicata nella formula del paragrafo 5.1.1 dellIBC-Code deve essere sostituita da una pressione equivalente P data dalla formula seguente:
DC 1 P' = -- P + P 2 + 0 ,006R'K ------ 2 D

1.2

Classi dei tubi

1.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1 In accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [1.5.2], i tubi del carico e gli accessori relativi sono considerati di: a) Classe I quando la pressione di progetto superiore a 1,5 MPa, o il tubo utilizzato per convogliare sostanze tossiche, b) Classe II quando la pressione di progetto uguale o inferiore a 1,5 MPa, c) Classe III quando i tubi terminano con unesremit aperta o quando sono sistemati allinterno delle cisterne del carico.

essendo: DC : Diametro esterno del tubo tenendo conto della coibentazione (in mm), il cui spessore deve essere assunto almeno uguale a: 40 mm 80 mm se D 50 mm se D 150 mm essere ottenuti

valori intermedi devono mediante interpolazione R

: Resistenza al trascinamento corrispondente alleffetto del colpo di mare, in daN/m2, come indicato nella Tab 1 in funzione della posizione del tubo e della sua altezza H (in m) al di sopra dellimmersione di pieno carico; valori intermedi possono essere ottenuti mediante interpolazione. : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2

Fabbricazione dei tubi e particolari delle giunzioni


Tubi che non richiedono giunzioni saldate

2.1

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.2 I tronchi delle tubolature per il carico devono essere collegati mediante saldatura ad eccezione, in aggiunta a quelli flangiati per valvole di intercettazione e giunti di dilatazione (come permessi nel paragrafo 5.2.2.1 dellIBC Code), di quelli flangiati per branchetti smontabili o sistemazioni similari o di quelli necessari per pitturazioni protettive, rivestimenti interni, costruzioni particolari, ispezioni e manutenzione.

1.1.2 Costante di corrosione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.1.1 Il coefficiente c (incremento di spessore per la corrosione) della formula nel paragrafo 5.1.1 dellIBC Code, deve normalmente essere non minore di 3 mm. La Societ potr accettare valori inferiori per tubi in acciaio inossidabile

Tabella 1
Diametro esterno del tubo (1) 25 50 75 100 150 (1) A poppavia di un quarto della lunghezza della nave H8 1500 1400 1100 700 500 H=13 250 250 250 250 250 H18 150 150 150 150 150 A proravia di un quarto della lunghezza della nave H8 2200 2000 1600 700 700 H=13 350 350 350 350 350 H18 150 150 150 150 150

DC se il tubo coibentato, D negli altri casi

Regolamenti RINA 2005

239

Parte E, Cap 8, Sez 5

2.2

Giunti di dilatazione

2.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.4 Non permesso limpiego di giunti a soffietto per prodotti corrosivi o polimerizzanti, a meno che non siano previsti mezzi che impediscano la stagnazione di liquidi.

particolari per i quali pu essere dimostrato alla Societ che non sono disponibili soluzioni alternative efficienti. In questi casi particolari le misure di sicurezza ritenute necessarie dalla Societ saranno considerate caso per caso.

4
4.1

Impianti di comando per la movimentazione del carico


Generalit

2.3

Controlli non distruttivi delle saldature

2.3.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.2.5 a) I tubi saldati testa a testa e gli accessori devono essere sottoposti ad esami a campione mediante raggi X ed esame completo mediante liquidi penetranti o altra metodologia equivalente. b) Gli esami mediante raggi X devono comprendere almeno il 10% dei collegamenti e possono essere estesi a richiesta del Tecnico in dipendenza dei risultati delle ispezioni. c) Deroghe alle prescrizioni di cui sopra potranno essere considerate caso per caso dalla Societ per tubi saldati in officina. Tuttavia tali deroghe potranno essere concesse dalla Societ solamente per navi progettate esclusivamente per il trasporto di carichi con basso rischio dincendio.

4.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.6.1 a) Una flangia cieca deve essere sistemata in aggiunta alla valvola dintercettazione prescritta nel paragrafo 5.6.1.2 dellIBC Code in corrispondenza di ciascun collegamento alle manichette del carico. b) Le prescrizioni del paragrafo 5.6.1 dellIBC Code non devono essere considerate come aggiuntive rispetto a quelle per le tubolature al di sotto dei ponti menzionate nei paragrafi 5.5.2 e 5.5.3 dellIBC Code.

4.2

Dispositivi di comando, controllo ed allarme e centrale di controllo del carico

4.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.6 a) Il comando delle pompe del carico deve essere ubicato in una posizione che sia prontamente accessibile, anche in caso di rottura delle tubolature o delle manichette del carico. La suddetta posizione deve essere chiaramente indicata. b) Qualora esista una centrale di controllo del carico, in essa devono essere sistemati i seguenti comandi, indicazioni ed allarmi: comando delle pompe del carico comando delle valvole di caricazione e di scaricazione indicatori di livello indicatori di temperatura allarmi di alto livello allarmi di altissimo livello allarmi di alta/bassa temperatura allarmi di alta/bassa pressione allarmi dellimpianto fisso di rivelazione dei gas. c) In genere gli allarmi di alta/bassa temperatura devono essere riportati anche in plancia. d) La centrale di controllo del carico deve essere ubicata al di sopra del ponte di coperta e pu essere considerata come locale pericoloso o locale sicuro in base alla sua ubicazione e alla possibile presenza in essa di prodotto o di suoi vapori. Qualora sia considerata un locale pericoloso, essa deve essere provvista di impianto di ventilazione in grado di effettuare non meno di 20 ricambi daria allora, non deve essere ubicata nella zona degli alloggi e le apparecchiature elettriche ammesse devono essere soltanto del tipo di sicurezza. e) Una centrale di controllo del carico priva del comando delle pompe e delle valvole del carico definita "stazione di controllo del carico".

3
3.1

Sistemazione delle tubolature


Sistemazione delle tubolature del carico

3.1.1

Sistemazione delle tubolature del carico sotto il ponte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5.2 Lo scopo delle prescrizioni contenute nel paragrafo 5.5.2 dellIBC Code quello di prevenire il rischio di eventuali gocciolamenti del carico, attraverso il dispositivo di tenuta di una valvola di intercettazione, nel locale nel quale detta valvola sistemata. 3.1.2 Sistemazione delle tubolature del carico sul ponte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5.2 Le tubolature del carico sistemate sopra le cisterne del carico devono essere prolungate fino al fondo delle singole cisterne. 3.1.3 Tubi con rivestimento dalluminio RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5 I tubi con rivestimento di alluminio sono accettabili nelle cisterne di zavorra, nelle cisterne del carico inertizzate, nonch, purch siano protetti da urti accidentali, nelle zone pericolose sui ponti scoperti.

3.2

Impianti di tubolature smontabili

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.5 Le pompe, le tubolature ed i relativi accessori devono costituire un impianto permanentemente installato; in genere non sono permesse parti smontabili, eccettuati alcuni casi

240

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 5

5
5.1

Manichette del carico a bordo della nave


Compatibilit

dui, delle tubolature e delle apparecchiature e lo scafo della nave non deve essere maggiore di106 .. 6.1.2 Piattine per la messa a terra RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 10, 10.3 Devono essere sistemate piattine per la messa a terra per le cisterne del carico, le cisterne per i residui, le tubolature e le apparecchiature che non siano collegate permanentemente allo scafo della nave, come per esempio: a) cisterne del carico indipendenti; b) tubolature delle cisterne del carico che siano elettricamente separate dallo scafo della nave; c) collegamenti dei tubi mediante branchetti smontabili: Quando le piattine per la messa a terra sono prescritte, esse devono essere: a) chiaramente visibili in modo che qualsiasi interruzione possa essere chiaramente rivelata; b) progettate e sistemate in modo da essere protette contro danneggiamenti meccanici e da non essere influenzate negativamente da contaminazioni ad alta resistivit, per esempio prodotti corrosivi o pitture; c) facili da sistemare e sostituire.

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 5, 5.7.1 Le prescrizioni del paragrafo 5.7.1 dellIBC Code si applicano alle manichette del carico sistemate a bordo della nave e la loro prescritta "compatibilit con il carico" richiede che: a) la manichetta non perda la sua resistenza meccanica o subisca indebiti deterioramenti qualora venga in contatto con i prodotti trasportati, e b) il materiale di cui sono fabbricate le manichette non reagisca pericolosamente con i prodotti trasportati. Con riferimento ai suddetti requisiti, deve essere posta particolare attenzione alle superfici interna ed esterna delle manichette quando le stesse possono essere impiegate come parti integranti di, o collegate a, pompe di emergenza per il carico e possono essere immerse allinterno di cisterne o depositi per il carico.

6
6.1

Messa a terra
Elettricit statica

6.1.1 Resistenza accettabile RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 10, 10.3 Allo scopo di evitare i rischi di scariche elettriche dovute al formarsi di elettricit statica risultante dal flusso dei liquidi/gas/vapori, la resistenza fra qualsiasi punto della superficie delle cisterne del carico, delle cisterne dei resi-

Impianto integrato del carico e di zavorra


Generalit

7.1

7.1.1 (1/1/2004) Le prescrizioni relative agli impianti integrati del carico e di zavorra sono quelle di cui in Cap 7, Sez 4, [3.5].

Regolamenti RINA 2005

241

Parte E, Cap 8, Sez 6

SEZIONE 6

MATERIALI PER LA COSTRUZIONE

1
1.1

Generalit
Caratteristiche dei materiali e dei rivestimenti

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 1 a) La scelta dei materiali e le metodologie di rivestimento delle strutture e delle apparecchiature che possono venire in contatto col carico liquido o col vapore devono essere basate sullelenco dei carichi che possono essere trasportati. b) Per quanto riguarda le prescrizioni generali, valgono le norme di cui alla Parte D del Regolamento. I materiali delle cisterne devono comunque avere caratteristiche non inferiori a quelle degli acciai da scafo adottati secondo le prescrizioni della Parte D del Regolamento; se di qualit diversa da quanto ivi prescritto, la loro adozione sar considerata caso per caso dalla Societ. c) I materiali suddetti devono essere di per se stessi resistenti alle azioni dei prodotti da trasportare. Possono, tuttavia, essere impiegati materiali di per se stessi non resistenti, ma protetti con altri materiali resistenti, dopo buon esito di preventivi accertamenti e prove da condurre a soddisfazione della Societ. In tal caso la Societ pu richiedere anche leffettuazione di visite ad intervalli pi ristretti di quelli normali. d) Nella costruzione di cisterne del carico, destinate alternativamente al carico ed ad acqua di mare di zavorra, dovr essere posta la massima cura nella scelta del materiale delle strutture (in genere acciaio inossidabile austenitico) con particolare riguardo alla resistenza dello stesso ai vari tipi di corrosione localizzata: vaiolatura (pitting), corrosione sotto tensione, corrosione interstiziale. Dette strutture dovranno inoltre essere realizzate con lo stesso tipo di materiale onde evitare corrosioni galvaniche che si genererebbero in presenza di materiali dissimili. Quanto sopra si intende esteso, oltre che alle strutture, anche ai materiali costituenti gli impianti, i dispositivi e gli apparecchi sistemati in dette cisterne. e) Le cisterne per acqua di mare di zavorra possono avere struttura in parte di acciaio inossidabile ed in parte di acciaio da scafo, sempre che siano prese idonee misure contro la corrosione dellacciaio da scafo. Limpiego di appositi rivestimenti protettivi subordinato al buon

esito di accertamenti e prove preliminari, a soddisfazione della Societ, che pu richiedere anche leffettuazione di visite ad intervalli pi ristretti di quelli normali. Nella valutazione della idoneit del sistema protettivo, la Societ potr anche richiedere che sia drasticamente ridotta larea catodica (ad esempio, proteggendo adeguatamente anche le strutture di acciaio inossidabile) al fine di evitare corrosioni fortemente localizzate nelle zone delle strutture di acciaio da scafo che eventualmente potrebbero risultare, per varie ragioni, non protette dal rivestimento. f) Limpiego di rivestimenti contenenti alluminio non permesso nelle cisterne del carico, nelle zone del ponte in corrispondenza delle cisterne del carico, nei locali pompe, nelle intercapedini ed in qualsiasi altra zona dove potrebbero accumularsi gas provenienti dal carico.

2
2.1

Prescrizioni particolari per i materiali


Deroghe

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 Parti strutturali, accessori ed apparecchiature dei locali pompe del carico diverse dalle apparecchiature elettriche che sono normalmente esposti solo ai vapori dei prodotti presenti nelle sentine dei locali pompe non sono soggetti alle prescrizioni di cui ai paragrafi 6.2.2 e 6.2.4 dellIBC Code. I materiali delle apparecchiature elettriche devono soddisfare le prescrizioni del paragrafo 6.2.3 dellIBC Code.

2.2
2.2.1

Prescrizioni varie
Materiali non metallici

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 I materiali non metallici adoperati nelle cisterne del carico e apparecchiature relative devono essere compatibili con i liquidi ed i vapori cui possono essere esposti. 2.2.2 Prima mano di pittura (Primers)

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap 6, 2 Per gli acciai inossidabili non possono essere adoperati primers contenenti zinco. Nel caso in cui tali primers siano adoperati per altre parti saldate ad acciaio inossidabile, devono essere prese misure per impedire che lacciaio inossidabile sia contaminato dallo zinco.

242

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 7

SEZIONE 7

CONTROLLO DELLA TEMPERATURA DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Impianti di riscaldamento e di raffreddamento del carico

1.1.4

Ridondanza (1/7/2002)

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 Qualora gli impianti di riscaldamento o di raffreddamento siano essenziali per la conservazione del carico, i componenti seguenti devono essere duplicati: a) Fonti di riscaldamento o raffreddamento; negli impianti di riscaldamento del carico, la Societ pu permettere solo una caldaia a fiamma in grado di fornire la potenzialit di riscaldamento che si richiede di installare, a condizione che siano disponibili a bordo sufficienti parti di rispetto per i bruciatori ed i relativi accessori al fine di rendere possibile la riparazione di qualsiasi avaria da parte del personale del bordo. b) Pompe di circolazione per il carico e per il fluido riscaldante o raffreddante. Se adatte all'impiego, le pompe del carico possono essere utilizzate come pompe di circolazione del fluido riscaldante o raffreddante c) Impianto di refrigerazione.

1.1.1

Mezzi per il controllo della temperatura del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 Qualora sia necessario mantenere una determinata temperatura (pi alta o pi bassa di quella ambiente) per la conservazione del carico, deve essere adottato uno dei sistemi seguenti: a) Cisterne isolate termicamente atte a mantenere la temperatura del carico entro limiti accettabili per tutta la durata del viaggio. b) Un impianto di riscaldamento o raffreddamento o un impianto frigorifero. c) Una combinazione dei sistemi indicati in a) e b). Prescrizioni addizionali per gli impianti di riscaldamento e raffreddamento RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.1 a) I collettori per la mandata e quelli per il ritorno del fluido riscaldante devono essere sistemati sul ponte di coperta; le derivazioni per lentrata nelle e luscita dalle cisterne del carico devono attraversare queste ultime in corrispondenza del loro cielo. b) Qualora il locale scambiatori di calore sia sistemato nella zona dei locali di alloggio, e considerato sicuro da gas, esso deve essere trattato come fosse un locale macchine (non di categoria A) e deve essere provvisto di ventilazione meccanica indipendente in estrazione e di ombrinali scaricanti direttamente nel locale macchine. 1.1.3 Temperature di riferimento RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 1.1 Qualora la temperatura del carico sia mantenuta per mezzo di un impianto di riscaldamento o di raffreddamento, limpianto deve essere progettato tenendo conto delle temperature di riferimento indicate nella Tab 1, a meno che non sia indicato diversamente nella specifica contrattuale della nave. Tabella 1
Temperatura di riferimento (C) Impianti di riscaldamento Mare Aria 0 5 Impianti di raffreddamento 32 45

1.1.2

1.2
1.2.1

Valvole ed altri accessori


Impianti di spurgo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.3 Gli impianti per il riscaldamento od il raffreddamento del carico, devono essere dotati degli attacchi necessari per poter lavare il circuito riscaldante o raffreddante di ciascuna cisterna o di ciascun deposito per il carico, mediante gas inerte oppure aria compressa, e per poter effettuare pressature di prova dellimpianto.

1.3

Impianti di misura della temperatura del carico


Allarmi

1.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 1.5 a) Un impianto di allarme prescritto per quei prodotti che vengono trasportati riscaldati (vedere paragrafo 15.13.6 dellIBC Code) e per i quali nella colonna "o" delle Tabelle del Capitolo 17 dellIBC Code, si richiamano le prescrizioni di cui al paragrafo 15.13 dellIBC Code. b) Un impianto di allarme anche richiesto per quei prodotti per i quali, nel sopracitato Capitolo 15 dellIBC Code, prescritta una temperatura di trasporto non superiore a determinati limiti, come, ad esempio, il fosforo elementare e lo zolfo fuso. c) Lallarme deve essere trasdotto in plancia e nella stazione di controllo del carico, se esistente.

Regolamenti RINA 2005

243

Parte E, Cap 8, Sez 7

1.4
1.4.1

Prescrizioni per prodotti speciali

Prodotti che possono danneggiare limpianto di riscaldamento o di raffreddamento del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 7, 7.1.6 a) Le prescrizioni del paragrafo 7.1.6 dellIBC Code si applicano anche a quei prodotti che potrebbero danneggiare limpianto di riscaldamento o di raffreddamento. b) Se il dispositivo per il prelievo dei campioni di cui al paragrafo 7.1.6.3 dellIBC Code costituito da una

cassa di osservazione degli spurghi, detta cassa deve, in generale, soddisfare le seguenti prescrizioni: deve essere ubicata nella zona del carico ed essere dotata di un tubo di sfogo aria il cui sbocco sia provvisto di una rete tagliafiamma regolamentare e sia ubicato ad una distanza non inferiore a 3 m da aperture di locali di alloggio e da fonti di ignizione; deve essere dotata di un collegamento per lo scarico nelle "slop tanks" con le relative valvole di intercettazione, nonch di un vetro spia e deve essere provvista di un rubinetto per il prelievo di campioni per lanalisi del fluido di ritorno.

244

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 8

SEZIONE 8

IMPIANTI DI SFOGO GAS E SISTEMAZIONI DI DEGASSIFICAZIONE PER LE CISTERNE DEL CARICO

1
1.1

Sfoghi gas delle cisterne del carico


Drenaggio dellimpianto di sfogo gas

condotte di immissione serventi locali pompe e locali pompe per il carico

1.1.1 Grandi quantit di drenaggi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.2.2 Qualora siano previsti drenaggi in grande quantit dagli sfoghi gas delle cisterne e dei depositi del carico, deve essere provveduto un attacco per manichetta da collegarsi alla tubolatura spurghi della cisterna per i residui.

Degassificazione delle cisterne del carico


Ventilatori

3.1
3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.5 a) Le ventole e le casse dei ventilatori, sia portatili che fissi, sistemati in spazi pericolosi, devono essere costruite in materiale antiscintilla avente le caratteristiche prescritte nel paragrafo 12.1.8 dellIBC Code. b) Nel caso di ventilatori ubicati in locali sicuri, devono essere installati due dispositivi di non ritorno atti ad evitare il ritorno nel locale di vapori del carico infiammabili e/o tossici quando limpianto di ventilazione fermo. Tali dispositivi di non-ritorno devono garantire la tenuta stagna in qualsiasi condizione normale di assetto e sbandamento della nave.

2
2.1

Tipi di impianti di sfogo gas


Posizioni degli sbocchi degli sfoghi gas

2.1.1

Sfoghi gas di cisterne per il trasporto di prodotti infiammabili e tossici RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 8, 8.3.3 Lo sbocco degli sfoghi gas delle cisterne e dei depositi per il carico adibiti al trasporto di prodotti infiammabili o tossici deve essere sistemato ad una distanza non inferiore a 3 m dalle condotte di estrazione ed il pi distante possibile dalle

Regolamenti RINA 2005

245

Parte E, Cap 8, Sez 9

SEZIONE 9

CONTROLLO DELLATMOSFERA ALLINTERNO DELLE CISTERNE

1
1.1

Generalit
Controllo mediante inertizzazione e separazione dallaria
Fluido di separazione

1.3.2

Trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Limpianto del gas inerte deve essere in accordo con le prescrizioni del paragrafo 9.1.5.1 dellIBC Code, adattate, a giudizio della Societ, alle caratteristiche individuali dei prodotti da trasportare. Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili fra di loro, le tubolature di mandata di gas inerte in ciascuna cisterna del carico devono essere separate fra di loro. 1.3.3 Navi prive di un impianto fisso di gas inerte RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Qualora non siano previste a bordo sistemazioni fisse per la produzione di gas inerte o di gas secco, la quantit minima da tenere a bordo deve essere stabilita dal Comandante in base alla durata del viaggio, alle variazioni giornaliere di temperatura previste, alle perdite di gas attraverso le tenute delle cisterne del carico e allesperienza proveniente da casi similari precedenti. 1.3.4 Prescrizioni addizionali RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 a) Le presenti prescrizioni si applicano quando a bordo di una nave chimichiera installato un impianto di gas inerte basato su un generatore di gas inerte a combustibile liquido. Sar oggetto di considerazione speciale qualsiasi proposta relativa alluso di altre fonti di gas inerte. b) Oltre a quanto indicato nel paragrafo 9.1.5.1 dellIBC Code, limpianto di gas inerte deve essere in accordo con le prescrizioni dell IMO Resolution A 567(14). Alla parola "Administration" nella Resolution deve essere dato il significato la Societ. c) In alternativa alla tenuta ad acqua nella tubolatura di gas inerte sul ponte, pu essere accettata una sistemazione consistente in due valvole dintercettazione in serie con una valvola di sfogo interposta fra di loro. A tale sistemazione si applicano le condizioni seguenti: Lazionamento della valvola deve essere automatico. Le indicazioni per lapertura/chiusura devono essere originate direttamente dal processo, per esempio dal flusso di gas inerte o dalla sua pressione differenziale. Deve essere sistemato un allarme per funzionamento difettoso delle valvole, per esempio le condizioni di fermo delle soffianti e valvole (valvola) di mandata aperte (aperta) devono essere considerate condizioni dallarme. d) Oltre alle prescrizioni della Resolution A567(14), devono essere soddisfatte le prescrizioni seguenti:

1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1.3 Il fluido di separazione deve essere compatibile, dal punto di vista della sicurezza, con i prodotti da trasportare, non deve reagire con essi e con laria e deve avere caratteristiche chimiche e fisiche ritenute idonee dalla Societ. Limpianto deve rispondere alle prescrizioni relative agli impianti di gas inerte, per quanto applicabile.

1.2
1.2.1

Controllo mediante deumidificazione


Trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1.4 Nel caso di trasporto contemporaneo di prodotti incompatibili tra di loro, le tubolature di mandata del gas secco ai singoli spazi per il carico devono essere separate tra di loro.

1.3

Prescrizioni speciali per gli impianti di gas inerte sulle navi chimichiere
Applicabilit

1.3.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 a) Le navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 20000 tonnellate progettate per il trasporto di idrocarburi liquidi con un punto dinfiammabilit non superiore a 60 C devono avere un impianto fisso di gas inerte installato in accordo con le prescrizioni di Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5]. b) Le navi chimichiere di portata lorda uguale o superiore a 20000 tonnellate che trasportano i liquidi elencati nei Capitoli 17 e 18 dellIBC Code, diversi da idrocarburi, con un punto dinfiammabilit non superiore a 60 C devono avere un impianto fisso di gas inerte installato in accordo con le prescrizioni di Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.5], alle condizioni che: La capacit delle cisterne del carico sia maggiore di 3000 m3, o La portata totale combinata delle macchinette di lavaggio adoperate contemporaneamente in una cisterna del carico sia superiore a 110 m3/h.

246

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 9

1) Devono essere inviati per valutazione disegni diagrammatici comprendenti: particolari e sistemazioni dellimpianto di generazione di gas inerte compresi i dispositivi di controllo, la sistemazione delle tubolature per la distribuzione del gas inerte. 2) In ogni caso deve essere sistemato un dispositivo per il controllo automatico della combustione che sia atto a mantenere una produzione adeguata di gas inerte in ogni condizione di servizio. 3) Quando sono sistemate due soffianti, la portata totale di gas inerte richiesta deve essere preferibilmente divisa in parti uguali fra le due soffianti; in nessun caso una soffiante pu avere una portata inferiore a 1/3 della portata totale richiesta. 4) I materiali impiegati per limpianto di gas inerte devono essere adeguati al loro servizio in accordo con le prescrizioni del Regolamento. In particolare quelle parti delle torri di lavaggio, soffianti, dispositivi di non ritorno, tubi uscenti dalle torri di lavaggio ed altri tubi di drenaggio che potrebbero essere sog-

getti allazione corrosiva dei gas e/o dei liquidi devono essere costruiti con materiali resistenti alla corrosione o rivestiti di gomma, fibra di vetro, resine epossidiche o altro materiale di rivestimento equivalente. 5) Per quanto riguarda la protezione antincendio, il locale nel quale installato un generatore di gas inerte a combustibile liquido deve essere considerato come locale macchine di categoria A. 6) Tutte le apparecchiature devono essere installate a bordo e provate in condizioni di funzionamento a soddisfazione del Tecnico.

1.4

Ventilazione

1.4.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 9, 9.1 Quando richiesto dalle presenti norme un impianto di ventilazione degli spazi per il carico, diverso dallimpianto di sfogo gas di cui al paragrafo 8.2 dellIBC Code, tale impianto deve rispondere alle prescrizioni che caso per caso vengono date dalla Societ.

Regolamenti RINA 2005

247

Parte E, Cap 8, Sez 10

SEZIONE 10

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente circolante non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. 1.3.3 Impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo: a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa e, a giudizio della Societ, i seguenti altri impianti b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di impianti senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come impianti di distribuzione dellenergia nelle cucine o nelle lavanderie alimentati tramite trasformatori di isolamento con secondario collegato a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) impianti di potenza in corrente alternata a tensione pari a 1000 V valore efficace (tra le fasi) o superiore, purch qualunque possibile corrente risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; a tale scopo, se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dai locali macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati.

1.1.1 Le norme della presente Sezione si applicano alle navi chimichiere, in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, deve essere inviato allapprovazione quanto segue: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione del livello di cisterne e depositi, degli impianti di allarme di alto livello e quelli di controllo del rigurgito ove richiesti.

1.3

Impianti di alimentazione

1.3.1 Impianti di alimentazione ammessi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. Non sono ammessi collegamenti a massa di parti in tensione di impianti di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio. 1.3.2 impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a giudizio della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come gli impianti di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi eventuale corrente risultante non passi direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso

1.4

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento verso massa

1.4.1 Controllo dei circuiti nei luoghi pericolosi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 1.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti gli impianti di distribuzione devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversino tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

1.5

Precauzioni per gli impianti elettrici

1.5.1 Precauzioni contro la corrosione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.1.2 Quando i prodotti possono, per loro natura, danneggiare i materiali usualmente impiegati negli impianti elettrici, si deve porre speciale cura nella scelta dei materiali per con-

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Parte E, Cap 8, Sez 10

duttori, isolanti e parti metalliche da installare nei luoghi pericolosi a causa dei gas. Le parti elettriche in rame o in alluminio e gli isolanti devono essere protetti quanto pi possibile in modo da impedirne il contatto con i prodotti e/o con i loro vapori corrosivi (per esempio. mediante incapsulamento). Tali disposizioni si applicano ai prodotti per i quali, nella colonna "m" delle Tabelle del Cap. 17 dellIBC Code, riportata lindicazione Z. 1.5.2 Precauzioni contro le infiltrazioni di gas o vapori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.1.2 Deve essere impedito, mediante opportuni accorgimenti, a soddisfazione della Societ, che gas o vapori possano passare da un locale pericoloso ad un altro locale attraverso le aperture per il passaggio dei cavi o attraverso le loro condotte.

2.1.2 I locali chiusi o parzialmente chiusi (non contenenti fonti di pericolo) aventi aperture dirette, comprese quelle per la ventilazione verso un qualsiasi luogo pericoloso, devono essere considerati luoghi pericolosi allo stesso modo del locale in cui posizionata lapertura. Le apparecchiature elettriche devono soddisfare le norme degli spazi o dei locali ai quali lapertura d accesso.

2.2

2
2.1

Luoghi pericolosi e tipi di apparecchiature


Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit inferiore o uguale a 60C e di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati oltre il loro punto di infiammabilit

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit

2.2.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 2 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

2.3

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 10, 10.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit

2.3.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 3 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit inferiore o uguale a 60C e di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati oltre il loro punto di infiammabilit (1/7/2003)
Luoghi pericolosi Zona 0 Spazi N. 1 Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.1 Cisterne, depositi e tubolature del carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio. termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0. Zona 1 2 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.2 Spazi vuoti al di sopra, al di sotto o adiacenti a cisterne o depositi strutturali per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.2, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. Zona 1 3 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.3 Stive contenenti depositi indipendenti per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.2, apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.3, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ; f) in base a IBC CODE: 10.2.3.3.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Apparecchiature elettriche

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 4 Descrizione Intercapedini e cisterne di zavorra permanenti (per esempio zavorra segregata) adiacenti alle cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: , 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.2, dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi associati devono essere protetti come indicato al punto e); e) in base a IBC CODE: 10.2.3.2.1, cavi elettrici attraversanti detti locali. Tali cavi devono essere installati in tubi di acciaio di forte spessore con giunzioni a tenuta stagna ai gas. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione. In compartimenti che possono essere riempiti con acqua di mare (per esempio cisterne di zavorra permanente) devono essere impiegati tubi di materiale resistente alla corrosione che forniscano una adeguata protezione meccanica.

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.4 Locali pompe del carico e locali pompe nella zona del carico.

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.4.2 i motori elettrici per le pompe del carico ed ogni altra pompa ausiliaria associata devono essere separati da questi spazi per mezzo di paratie o ponti stagni ai gas. Giunti elastici, o altri mezzi per mantenere lallineamento, devono essere sistemati sugli alberi di trasmissione tra il macchinario condotto e i suoi motori primi e, inoltre, devono essere sistemati dispositivi di tenuta in accordo con standard riconosciuti in corrispondenza degli attraversamenti di paratie o ponti da parte degli alberi suddetti. Tali motori elettrici devono essere sistemati in un compartimento dotato di impianto di ventilazione capace di realizzare una sovrapressione nel compartimento stesso; e) in base a IBC CODE: 10.2.3.4.1, apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. f) in base a IBC CODE: 10.2.3.4.3, indicatori ottici e/o acustici di tipo certificato di sicurezza (per esempio per lallarme generale, per lallarme di immissione dellagente estinguente, ecc.).

g) sensori di tipo certificato di sicurezza per impianti di rivelazione gas.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 6 Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi, immediatamente sovrastanti le cisterne del carico (per esempio spazi di interponte) o aventi paratie in prosecuzione verso lalto di paratie di cisterne del carico, a meno che non siano protette da una lamiera diagonale a soddisfazione della Societ.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali; f) negli spazi di interponte immediatamente sovrastanti le cisterne del carico, qualsiasi apparecchiatura elettrica diversa da quella di cui ai punti (a), (b), (c) e (d), purch sia ubicata entro un compartimento: ventilato meccanicamente in modo adeguato, accessibile solamente dal ponte sovrastante, il cui pavimento sia separato dalle cisterne del carico da una intercapedine, le cui delimitazioni siano stagne agli idrocarburi ed ai gas rispetto allintercapedine ed agli spazi di interponte.

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi immediatamente sovrastanti i locali pompe del carico o le intercapedini verticali adiacenti alle cisterne del carico, se non separati da un ponte stagno ai gas e ventilati in maniera adeguata.

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; e) cavi elettrici attraversanti detti locali.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 8 Descrizione Locali diversi dalle intercapedini adiacenti alle cisterne e sottostanti il cielo di queste (per esempio cofani, corridoi di passaggio e stive) cos come i doppi fondi e le gallerie per le tubolature sottostanti le cisterne del carico.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle cisterne del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. I cavi relativi devono essere protetti come indicato al punto f); e) apparecchi di illuminazione a sovrapressione interna (Exp) o a prova di esplosione (Exd) suddivisi su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso. Gli apparecchi di illuminazione, di interruzione e di protezione devono essere opportunamente targhettati per la loro identificazione; f) cavi elettrici attraversanti detti locali; gli attraversamenti di cavi, con leccezione di quelli per apparecchiature a sicurezza intrinseca, saranno considerati in modo particolare dalla Societ.

Zona 1

In base a IBC CODE 10.2.3.5 Spazi sul ponte scoperto o entro locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m da qualunque apertura delle cisterne del carico, flange sulle tubolature del carico, valvole del carico o accesso ed apertura per la ventilazione dei locali pompe del carico o di altri locali pericolosi chiusi.

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria "ib" incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a sovrappressione interna Ex(p); f) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e);

g) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) in base a IBC CODE 10.2.3.5.1, apparecchiature a protezione speciale Ex(s); in base a IBC CODE 10.2.3.5.2, cavi elettrici attraversanti detti locali. In tali spazi non devono essere sistemate curve di dilatazione.

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 10 Descrizione Spazi sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto sopra ed in prossimit delle aperture degli scarichi degli sfoghi gas del carico per il passaggio di grandi volumi di miscele di gas o vapori durante le operazioni di caricazione e zavorramento o durante la scaricazione, entro un cilindro verticale di altezza illimitata avente raggio di 6 m centrato in corrispondenza del centro dello scarico, ed entro una emisfera avente raggio di 6 m al di sotto dello scarico. Luoghi su ponti scoperti o entro spazi parzialmente chiusi su ponti scoperti entro 3 m da qualunque apertura per il controllo della pressione delle cisterne del carico prevista per permettere il flusso di piccoli volumi di miscele di gas o vapori causato da variazioni termiche.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

11

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9.

Zona 1

12

Spazi su ponti scoperti Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9. entro 3 m dalle mastre antispandimento sistemate attorno ai collegamenti del collettore del carico.

254

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 13 Descrizione In base a IBC CODE 10.2.3.5 Zona del carico sul ponte scoperto sopra a tutte le cisterne ed a tutti i depositi per il carico ed a tutte le stive contenenti i depositi indipendenti per il carico, comprese tutte le cisterne di zavorra e le intercapedini entro la zona delle cisterne e dei depositi per il carico, per lintera larghezza della nave, fino a 3 m a proravia ed a poppavia della suddetta zona e fino ad unaltezza di 2.4 m al di sopra del ponte. RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 Compartimenti per le manichette del carico.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 9 con leccezione che in tali spazi sono permesse curve di dilatazione.

Zona 1

14

a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IBC CODE: , 10.2.3 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) in base a IBC CODE 10.2.3.6.1, apparecchi di illuminazione di tipo certificato di sicurezza. Limpianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso; e) in base a IBC CODE 10.2.3.6.2, cavi elettrici attraversanti detti locali.

Zona 1

15

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.3.6 Locali chiusi o parzialmente chiusi nei quali sono ubicate le tubolature contenenti carico. Spazi circondanti per 1,5 m gli spazi di Zona 1 definiti in 9 e 11.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 14.

Zona 2

16

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (per esempio protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettate dalla Societ.

Zona 2

17

Aree 4 m oltre il cilindro e 4 m oltre la sfera definiti in 10.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

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255

Parte E, Cap 8, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N. 18 Descrizione Luoghi su ponti scoperti che si estendono fino alle mastre destinate a trattenere gli spandimenti del ponte lontani dai locali alloggio e di servizio e 3 m oltre questi fino ad una altezza di 2,4 m al di sopra del ponte. Locali a proravia delle zone del ponte esposto di cui in 13, sottostanti il ponte principale, ed aventi unapertura sul ponte principale o a un livello inferiore a 0,5 m sopra il ponte principale, a meno che: a) gli accessi a tali spazi non siano prospicienti la zona delle cisterne del carico e, unitamente a tutti gli altri accessi a tali locali, inclusi le aperture e gli sfoghi per l'impianto di ventilazione, siano situati ad almeno 5 m dalla cisterna del carico prodiera e ad almeno 10 m misurati orizzontalmente da qualunque sbocco dalle cisterne del carico o sbocco di gas o vapori; e b) i locali siano ventilati meccanicamente.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

Zona 2

19

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 16.

256

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 2 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punti di infiammabilit superiore a 60C non riscaldati o riscaldati ad una temperatura inferiore di almeno 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N. Zona 1 1 Spazi Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 Cisterne, depositi e tubolature per il carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia) o Ex(ib); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia o ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 i motori delle pompe del carico di tipo sommerso ed i relativi cavi possono, in circostanze eccezionali e per un determinato prodotto o per una ben definita gamma di prodotti, essere ammessi dalla Societ, tenuto conto delle caratteristiche chimiche e fisiche dei prodotti. Devono essere presi provvedimenti atti ad impedire che i motori ed i relativi cavi vengano energizzati in presenza di miscele infiammabili di aria e gas e a far s che gli stessi motori e cavi siano disenergizzati in caso di basso livello del liquido. Tale disenergizzazione deve essere segnalata mediante un allarme nella stazione di controllo del carico. Zona 2 2 RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.2 Locali pompe del carico. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) in base a IBC CODE: 10.2.2.2, apparecchiature elettriche il cui tipo assicuri lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro funzionamento normale; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (per esempio protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettabili dalla Societ. Apparecchiature elettriche

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Parte E, Cap 8, Sez 10

Tabella 3 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi delle navi cisterna adibite al trasporto alla rinfusa di prodotti chimici liquidi pericolosi aventi punto di infiammabilit superiore a 60C riscaldati ad una temperatura entro 15C dal loro punto di infiammabilit
Luoghi pericolosi N. Zona 0 1 Spazi Descrizione RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.1 Cisterne, depositi e tubolature del carico. a) RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (per esempio termocoppie, fotocellule, estensimetri, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza. Apparecchiature elettriche

Zona 1

RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.3 Locali pompe del carico.

Zona 1

a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di RIFERIMENTO IBC sicurezza. CODE: 10.2.2.3 Aree sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dalle aperture delle cisterne o dei depositi entro cui riscaldato il carico. RIFERIMENTO IBC CODE: 10.2.2.3 Aree sul ponte scoperto, o locali parzialmente chiusi sul ponte scoperto entro 3 m dagli accessi o dalle aperture per la ventilazione dei locali pompe del carico. a) in base a IBC CODE: 10.2.2.3, apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza.

Zona 1

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Parte E, Cap 8, Sez 11

SEZIONE 11

PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

1
1.1

Locali delle pompe del carico


Impianti fissi per lestinzione degli incendi

2.3

Impiego contemporaneo degli impianti a schiuma e ad acqua

2.3.1 Numero richiesto di getti dacqua RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.12 Limpiego contemporaneo del minimo numero di getti dacqua richiesto deve essere, in generale, possibile sul ponte per tutta la lunghezza della nave, nei locali di alloggio e di servizio, nelle stazioni di comando e nei locali macchine.

1.1.1 Impianti ad idrocarburi alogenati RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.2.1.2 Con riferimento al paragrafo 11.2.1.2 dellIBC Code si precisa che linstallazione di nuovi impianti ad idrocarburi alogenati non pi ammessa a partire dal 1 ottobre 1994 su qualsiasi nave (nuova o esistente).

2.4

2
2.1

Zona del carico


Temperatura del vapore e dei fluidi per il riscaldamento entro la zona del carico
2.4.1

Apparecchi portatili per lestinzione degli incendi

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3 La temperatura massima del vapore e dei fluidi per il riscaldamento nella zona del carico deve essere definita in funzione della classe di temperatura del carico.

Capacit degli apparecchi portatili per lestinzione degli incendi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.14 La capacit di ciascun apparecchio portatile per lestinzione degli incendi deve essere quella richiesta dalle pertinenti disposizioni della Convenzione SOLAS 1974, come emendata.

2.2
2.2.1

Spingarde fisse e lance mobili per lerogazione della schiuma

2.5

Navi che trasportano prodotti infiammabili

Portata per navi di portata lorda inferiore a 4000 tonnellate RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.7 Nel caso di navi di portata lorda inferiore a 4000 t, la portata minima richiesta di una spingarda fissa deve essere di 1000 litri/min e ciascuna spingarda fissa deve essere capace di erogare non meno di 10 litri/min per ogni metro quadrato dellarea da essa protetta.

2.5.1 Motori a combustione interna RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 11, 11.3.15 Nei locali pompe del carico, nei locali pompe e negli altri spazi adiacenti alle o soprastanti le cisterne per il carico, non devono essere sistemati motori a combustione interna. In tutti i suddetti locali e spazi possono tuttavia essere sistemate motrici a vapore con temperatura di funzionamento inferiore alla temperatura indicata in [2.1].

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259

Parte E, Cap 8, Sez 12

SEZIONE 12

VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO

Locali normalmente frequentati durante le operazioni di movimentazione del carico


Prescrizioni varie
Arresto dellimpianto di ventilazione

1.1.5

Alternativa agli impianti di ventilazione del tipo ad estrazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 In alternativa agli impianti di ventilazione del tipo ad estrazione, richiesti in 12.1.4 dellIBC Code, pu essere accettato un impianto di ventilazione funzionante in mandata: nel caso di locali pompe del carico adiacenti a cisterne o depositi per il carico o ad altri locali pericolosi a causa dei gas; o nel caso in cui, nei locali adiacenti sicuri da gas, ivi compresi i locali contenenti i motori delle pompe del carico, sia mantenuta una adeguata sovrappressione rispetto ai locali pompe del carico stessi. 1.1.6 Posizione dellestremit superiore delle condotte dimmissione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Con riferimento a quanto richiesto in 12.1.5 dellIBC Code, lestremit superiore delle condotte di immissione, deve, in generale, essere ubicata a distanza non inferiore a 3 m dalle condotte di ventilazione e dalle prese daria serventi i locali sicuri menzionati nel suddetto paragrafo. 1.1.7 Distanza minima fra le estremit superiori delle condotte di immissione ed estrazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Con riferimento al paragrafo 12, 12.1.6 dellIBC Code, le estremit superiori delle condotte di ventilazione (estrazione ed immissione) serventi uno stesso locale devono essere a distanza luna dallaltra non inferiore a 3 m, misurati orizzontalmente, e devono, in generale, essere ubicate ad una adeguata altezza sul ponte di coperta, in ogni caso non inferiore a 2,4 m. Altezze superiori sono richieste nel paragrafo 15.17 dellIBC Code. Estremit superiori delle condotte di ventilazione su navi che trasportano prodotti che possono produrre vapori infiammabili RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Per prodotti infiammabili o che possono reagire con i materiali della nave dando luogo a vapori infiammabili (quali ad esempio gli acidi forti), le estremit superiori delle condotte di ventilazione devono essere ubicate a distanza non inferiore a 3 m da qualsiasi fonte di ignizione secondo le prescrizioni in Sez 8, [2.1]. 1.1.9 Serrande RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Le condotte di ventilazione devono essere munite di serrande metalliche dintercettazione, provviste degli indici di "aperto" e "chiuso". Dette serrande devono essere ubicate al 1.1.8

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Tutti gli impianti di ventilazione prescritti devono poter essere fermati da una posizione ubicata al di fuori dei locali serviti e al di sopra del ponte di coperta. 1.1.2 Targhe davvertimento

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Deve essere apposta in vicinanza dellingresso di tutti i locali serviti dagli impianti di ventilazione meccanica prescritti, una targa ben visibile segnalante che laccesso a tali locali deve avvenire soltanto dopo che essi siano stati adeguatamente preventilati e che i relativi impianti di ventilazione devono essere mantenuti continuamente in funzione per tutto il tempo di permanenza delle persone nei locali stessi. 1.1.3 Precauzioni contro il funzionamento dei motori elettrici in condizione di pericolo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Deve essere sistemato un idoneo dispositivo automatico che impedisca il funzionamento di motori elettrici azionanti le pompe del carico e di altre apparecchiature elettriche non certificate di sicurezza prima che i locali ove sono ubicati tali motori ed apparecchiature siano stati preventilati in modo da renderli sicuri da gas (a tale riguardo si precisa che le norme internazionali dellIEC richiedono una immissione di una quantit daria pari ad almeno 10 volte il volume del locale servito). 1.1.4 Precauzioni contro il funzionamento delle pompe del carico in condizione di pericolo

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 1 Deve essere sistemato un idoneo dispositivo automatico mediante il quale si arrestino i motori azionanti le pompe del carico e vengano disenergizzate le altre eventuali apparecchiature elettriche non certificate di sicurezza, in caso di arresto della ventilazione nei locali ove siano ubicati tali motori ed apparecchiature. Tali prescrizioni non si applicano ai motori e alle altre apparecchiature elettriche sistemati nel locale apparato motore.

260

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 12

di sopra del ponte di coperta, in posizione prontamente accessibile. 1.1.10 Posizione dei motori elettrici che azionano i ventilatori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Motori elettrici che azionino i ventilatori devono essere sistemati allesterno dei locali serviti ed allesterno delle condotte di ventilazione, in posizione adeguata in relazione alla presenza di vapori infiammabili. 1.1.11 Passaggi degli alberi dei motori attraverso le paratie RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Il passaggio dellalbero di trasmissione dei motori elettrici azionanti i ventilatori attraverso le paratie o i ponti dei locali pericolosi a causa dei gas o attraverso le condotte di ventilazione deve essere munito di dispositivo di tenuta stagna ai gas, a bagno dolio o equivalente, ritenuto idoneo dalla Societ.

austenitici) con una distanza di progetto fra le estremit della girante e cassa non inferiore a 13 mm. d) Le seguenti giranti e casse non sono considerate anti scintilla e non sono permesse: giranti costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e casse costruite con materiali ferrosi, qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e cassa, casse costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e giranti costruite con materiali ferrosi, qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e la cassa, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi con una distanza di progetto fra le estremit della girante e la cassa inferiore a 13 mm. 1.2.3 Prove di tipo per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 Prove di tipo sui prodotti finiti devono essere eseguite in accordo con le prescrizioni della Societ o con altre normative nazionali o internazionali equivalenti.

1.2

Prescrizioni addizionali per i ventilatori antiscintilla

1.2.1 Ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 a) Un ventilatore considerato antiscintilla se risulta improbabile la possibilit che esso possa produrre scintille sia in condizioni di funzionamento normali che in condizioni di funzionamento anormali. b) La distanza fra la girante e la cassa del ventilatore deve essere non minore di 0,1 volte il diametro dellalbero della girante in corrispondenza del cuscinetto della girante stessa, ma non inferiore a 2 mm. Non necessario che questa distanza sia superiore a 13 mm. 1.2.2 Materiali per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.1 a) Le giranti e le casse in corrispondenza delle giranti devono essere costruite in leghe riconosciute antiscintilla sulla base di prove appropriate. b) Deve essere impedita la formazione di cariche elettrostatiche sia nei corpi rotanti che nelle casse mediante luso di materiali antistatici. Inoltre linstallazione a bordo delle unit di ventilazione deve essere eseguita in modo da assicurare la loro messa a terra in maniera sicura. c) Possono non essere richieste prove per i ventilatori che hanno le combinazioni seguenti: giranti e/o casse costruite con materiali non metallici, tenuto conto delleliminazione dellelettricit statica, giranti e casse costruite con materiali non ferrosi, giranti costruite con leghe dalluminio o leghe di magnesio con una cassa costruita con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili austenitici), purch un anello di spessore appropriato di materiale non ferroso sia sistemato in corrispondenza della girante, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili

2
2.1

Locali pompe ed altri locali chiusi normalmente frequentati


Chiarimenti delle prescrizioni generali

2.1.1 (1/1/2001) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.2 a) Le sistemazioni per limpianto di ventilazione dei locali ai quali si applica il paragrafo 12.2 dellIBC Code devono soddisfare, in generale, le disposizioni indicate nel precedente articolo 1, come applicabili. b) Le disposizioni di cui al paragrafo 12.2 dellIBC Code, si applicano a tutti i locali pompe, indipendentemente dal fatto che il comando delle pompe e delle valvole in essi sistemate avvenga o no dallesterno di detti locali. c) La distanza delle estremit superiori delle condotte di estrazione e di immissione da prese daria ed altre aperture dei locali menzionati nel paragrafo 12.1.5 dellIBC Code non deve essere inferiore a 3 m misurati orizzontalmente. Tali impianti devono poter essere comandati dal di fuori dei locali serviti e deve essere apposta in vicinanza dellingresso dei locali stessi la targa di cui in [1.1.2].

3
3.1

Locali normalmente non frequentati


Ventilatori portatili

3.1.1 (1/1/2001) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12, 12.3 a) Il tipo dei ventilatori portatili ed il loro collegamento ai locali da essi serviti devono essere ritenuti idonei dalla Societ. In ogni caso non sono ammessi ventilatori portatili azionati da motori elettrici o da motori a combustione interna. b) Le sistemazioni per la ventilazione di tali locali devono soddisfare, in generale, le disposizioni indicate nel precedente articolo 1, come applicabili.

Regolamenti RINA 2005

261

Parte E, Cap 8, Sez 13

SEZIONE 13

STRUMENTAZIONE

1
1.1

Indicatori di livello
Tipi di indicatori di livello

1.1.2

Esempio di indicatore ad efflusso limitato

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.1.1 Un indicatore di livello del tipo ad efflusso limitato pu essere costituito da un tubo sonda avente il diametro interno non superiore a 200 mm e munito di un tappo a tenuta stagna ai vapori. Detto tubo sonda deve essere forato in modo da eguagliare la pressione esistente al suo interno con quella esistente allinterno della cisterna o del deposito del carico. A tal fine, i fori devono essere praticati allinterno della cisterna o del deposito, in prossimit del cielo di detti spazi per il carico.

1.1.1 Sistemazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.1.1 a) In quasi tutti i casi un prodotto che richieda un allarme di alto livello ed un controllo del rigurgito richiede anche un indicatore di livello di tipo chiuso. Una cisterna od un deposito del carico contenente un tale prodotto richiede perci tre sensori: 1) un indicatore di livello 2) un allarme di alto livello 3) un controllo del rigurgito b) I sensori di 1), 2) e 3) devono essere separati sebbene i sensori di 2) e 3) (interruttori a lamella, camere di tipo galleggiante, dispositivi elettronici, ecc.) possano essere contenuti nello stesso tubo. c) I circuiti elettronici, pneumatici, idraulici richiesti per i sensori 1), 2) e 3) devono essere indipendenti gli uni dagli altri in modo tale che un guasto di uno di essi non renda nessuno degli altri inoperativo. d) Quando vengono utilizzate unit di processo per fornire indicazioni ottiche o digitali, come per esempio in una zona della plancia, lindipendenza dei circuiti deve essere mantenuta almeno oltre questo punto. e) Lalimentazione deve essere derivata da un quadro di distribuzione. f) Quando sono previsti una sala controllo od una zona della plancia contenenti una unit modulare, devono essere previste indicazioni di livello separate ed allarmi ottici separati per ciascuna delle funzioni 1), 2) o 3). Deve essere previsto anche un allarme acustico ma dato che non direzionale non necessario che sia separato.

2
2.1

Rivelazione della presenza di vapori


Dispositivi per la rivelazione della presenza di vapori
Locali da controllare

2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 13, 13.2.1 I dispositivi, fissi o portatili, per la rivelazione della presenza di vapori, devono essere di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ per i prodotti da trasportare. I locali da controllare sono: locali pompe del carico, locali contenenti i motori azionanti le pompe del carico, escluso il locale macchine, locali chiusi contenenti tubolature del carico, apparecchiature relative alla movimentazione del carico, intercapedini, locali chiusi e doppi fondi adiacenti a cisterne o depositi per il carico, gallerie di tubi, altri locali a giudizio della Societ, in relazione al tipo di nave. Qualora venga installato un impianto fisso, lo stesso deve servire i locali, tra quelli sopra elencati, che siano normalmente frequentati dallequipaggio.

g) Deve essere previsto un allarme acustico anche nella zona del carico. h) Quando non esiste una centrale del carico deve essere previsto un allarme ottico ed acustico nella stazione di controllo del carico. i) Dispositivi per la prova dei sensori devono essere sistemati al di fuori delle cisterne anche se non impedito lingresso nelle cisterne pulite dai prodotti. E accettabile la prova di simulazione dei circuiti elettronici o dei circuiti che sono auto-segnalatori di guasto.

j)

262

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 14

SEZIONE 14

MEZZI PER LA PROTEZIONE DEL PERSONALE

1
1.1

Equipaggiamento protettivo
Ubicazione dellequipaggiamento protettivo

quantit daria equivalente delle bombole di aria compressa di rispetto deve essere non inferiore a 4800 litri.

2.2
2.2.1

Presidi medici di pronto soccorso

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.1.2 a) I depositi per abiti da lavoro o equipaggiamenti protettivi che non siano nuovi o non siano stati sottoposti ad un accurato lavaggio non devono avere accesso diretto ai locali di alloggio. b) Qualora il deposito per tali indumenti non sottoposti ad un accurato lavaggio sia sistemato nella zona dei locali di alloggio, esso deve essere delimitato da paratie e ponti di Classe A-0 e provvisto di ventilazione meccanica indipendente in estrazione. Leventuale comunicazione con i locali di alloggio, se ammessa, deve avvenire tramite due porte di acciaio sostanzialmente stagne ai gas, a chiusura automatica e senza alcun mezzo di ritenuta in posizione di apertura.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.9 I presidi medici di pronto soccorso, della cui buona conservazione responsabile il Comando della nave, devono essere tenuti in un apposito deposito chiaramente segnalato.

2.3
2.3.1

Docce per decontaminazione

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.10 a) Affinch le docce e le apparecchiature per il lavaggio degli occhi possano essere utilizzati in qualsiasi condizione ambientale, deve essere sistemato un impianto di riscaldamento dei tubi dellacqua o un altra sistemazione adeguata che impedisca la formazione di ghiaccio allinterno dei tubi stessi. b) Le docce di decontaminazione e le apparecchiature per il lavaggio degli occhi devono essere sistemate almeno su entrambi i lati del ponte principale in corrispondenza del collettore di imbarco e sbarco del carico e davanti la parete frontale di sovrastrutture o tughe.

2
2.1

Equipaggiamento di sicurezza
Equipaggiamento addizionale per navi che trasportano prodotti tossici

2.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 14, 14.2.4 Con riferimento al paragrafo 14.2.4 dellIBC Code, in luogo dellimpianto di tubolature daria a bassa pressione, la

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263

Parte E, Cap 8, Sez 15

SEZIONE 15

PRESCRIZIONI PARTICOLARI

Nitrato dammonio in soluzioni al 93% o inferiori


Immissione dellammoniaca nel carico
Procedure dimmissione

3.2

Giunzioni nelle tubolature del carico

3.2.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.12 Giunti filettati possono essere ammessi soltanto su linee accessorie e per la strumentazione aventi diametro esterno non superiore a 25 mm.

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.2.6 Lammoniaca gassosa pu essere immessa nel carico mentre questo viene fatto circolare mediante la pompa del carico.

3.3

Contenuto dossigeno nelle parti delle cisterne occupate da vapori

1.2
1.2.1

Pompe del carico


Tenute

3.3.1 Apparecchiature di analisi RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.28 Le apparecchiature di analisi per rilevare il contenuto di ossigeno e di ossido di propilene devono essere di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ. Qualora siano impiegate apparecchiature portatili, esse devono essere almeno due. Qualora invece sia sistemato un impianto fisso, deve essere provveduta anche una apparecchiatura portatile.

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.2.7 I dispositivi di tenuta (ad acqua) per le pompe centrifughe devono essere a pressatrecce provvisti di lanterna. Lacqua dolce deve essere iniettata sotto pressione nel pressatrecce in corrispondenza della lanterna (vedere Fig 1).

3.4
3.4.1

2
2.1

Soluzioni di perossido didrogeno


Perossido didrogeno in soluzioni superiori al 60% ma non superiori al 70%
Impianto ad acqua spruzzata

Valvole al collegamento con le manichette del carico

Tempo di chiusura delle valvole dintercettazione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.30 Il tempo di chiusura delle valvole di intercettazione sistemate in corrispondenza di ogni attacco per manichette deve tener conto della portata di caricazione o di scaricazione e deve essere tale da evitare pericolose sovrapressioni nelle tubolature e nelle manichette per il carico.

2.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.5.10 Si precisa che, allo scopo della valutazione dellentit delle perdite del carico nel caso di avaria delle tubolature o manichette del carico, tale avaria deve essere assunta totale.

4
4.1

Zolfo (fuso)
Impianti antincendio

Ossido di propilene e miscele di ossido di etilene e ossido di propilene aventi un contenuto di ossido di etilene non superiore al 30% in massa
Pulizia delle cisterne

4.1.1 Protezione delle cisterne del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.10 Le cisterne del carico devono essere protette da un impianto fisso di estinzione incendi a CO2, secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [5] o da un impianto destinzione a vapore. In questultimo caso deve essere previsto un impianto dessiccamento delle cisterne per impedirne la corrosione dopo luso del vapore. 4.1.2 Ugelli per il CO2 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.10 Nelle condizioni normali desercizio gli ugelli che mandano il CO2 alle cisterne del carico devono essere chiusi con un disco di rottura allo scopo di impedire leventualit che i tubi di mandata possano essere tappati dallo zolfo. Gli ugelli devono essere situati nella parte superiore della cisterna, al di sopra del livello del liquido.

3.1
3.1.1

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.8.3 Nellattesa di un emendamento al riguardo da parte dellIMO, si precisa che la formulazione iniziale del testo del paragrafo 15.8.3 dellIBC Code "Prima di trasportare questi prodotti, ........" deve essere intesa come segue: "Prima della caricazione iniziale con questi prodotti e prima di ogni caricazione con questi prodotti successiva alla caricazione con altri prodotti".

264

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 15

Figura 1 : Tenuta
GIRANTE

ALIMENTAZIONE DACQUA LANTERNA GUARNIZIONE CAMICIA ALBERO

5
5.1

Acidi
Apparecchiature elettriche

7
7.1

Carichi protetti da addittivi


Precauzioni contro lostruzione dovuto alla polimerizzazione

5.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.11.5 Negli spazi chiusi adiacenti alle cisterne ed ai depositi del carico sono ammessi materiali ed apparecchiature elettriche conformi a quanto precisato nel paragrafo 10.1.2 dellIBC Code.

7.1.1 Sistemazioni RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.13.6 I suddetti impianti, oltre ad essere progettati in modo da evitare di essere ostruiti internamente a causa della formazione di polimeri, devono avere le valvole di pressione/vuoto ed i dispositivi tagliafiamma sistemati in modo da essere facilmente accessibili per lispezione e la manutenzione.

5.2

Apparecchiature per la rivelazione delle perdite del carico


Rivelatori delle perdite

5.2.1

Prodotti che hanno una tensione di vapore maggiore di 0,1013 MPa (1,013 bar) assoluti a 37,8 C
Generalit

RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.11.7 Le apparecchiature per la rivelazione delle perdite suddette devono essere almeno due e devono essere progettate e tarate per rivelare perdite del carico negli spazi adiacenti alle cisterne ed ai depositi del carico. Tali apparecchiature possono essere costituite da un pHmetro, da un rivelatore di gas, atto a rivelare la presenza di miscele di aria e di idrogeno, ritenuto di tipo idoneo dalla Societ, o da altri sistemi idonei. Le apparecchiature possono essere di tipo fisso o portatile; qualora sia installato un impianto fisso, deve essere provveduta anche unapparecchiatura portatile.

8.1
8.1.1

Sistemazioni per mantenere la temperatura del carico al di sotto del punto debollizione RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.14.1 a) Qualsiasi impianto installato al fine di mantenere la temperatura del carico al di sotto della sua temperatura di ebollizione deve essere realizzato a soddisfazione della Societ. b) Qualora si intenda, invece, progettare le cisterne ed i depositi per il carico specificatamente per il trasporto dei prodotti trattati nel paragrafo 15.7 dellIBC Code, le cisterne ed i depositi per il carico devono essere in grado di resistere alla tensione di vapore dei prodotti stessi corrispondente alla temperatura di 45 C.

6
6.1

Prodotti tossici
Tubolature di ritorno a terra
Valvole sui collegamenti per il ritorno a terra

8.2
6.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.12.2 I suddetti impianti devono essere dotati di una valvola di intercettazione e di una flangia cieca in corrispondenza del ritorno a terra dei vapori.

Ritorno a terra dei vapori

8.2.1 Valvole sul collegamento per il ritorno a terra RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.14.4 I suddetti impianti devono essere dotati di una valvola di intercettazione e di una flangia cieca in corrispondenza del ritorno a terra dei vapori.

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265

Parte E, Cap 8, Sez 15

9
9.1

Prescrizioni particolari per i locali pompe del carico


Chiarimenti

zione dati per fornire indicazioni digitali o analogiche ubicate ad esempio in una zona della plancia, lindipendenza dei circuiti deve essere mantenuta almeno fino a queste unit. Lalimentazione deve essere derivata da un quadro di distribuzione. 10.1.4 Allarmi nella centrale di controllo del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 Qualora nella centrale di controllo del carico o in una zona della plancia sia installata una unit modulare, devono essere date, per ciascuna delle funzioni di cui in a), b) o c), indicazioni separate per il livello e per gli allarmi ottici. Deve essere dato anche un allarme acustico; non necessario che esso sia singolo per ogni funzione non essendo distinguibile. Deve essere previsto un allarme acustico anche nella zona del carico. 10.1.5 Allarmi quando non prevista una centrale per il controllo del carico RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 a) Qualora non esista la centrale di controllo del carico, un allarme ottico ed acustico deve essere posizionato nella stazione di controllo del carico, che generalmente coincide con la plancia. b) Gli allarmi ottici ed acustici di alto livello e di controllo del rigurgito del carico devono essere posizionati in modo tale da poter essere facilmente uditi e notati dal personale addetto alle operazioni di caricazione e scaricazione. Si richiama lattenzione sul fatto che tali allarmi sono generalmente raggruppati in due segnali indipendenti per cui non possibile individuare direttamente la cisterna del carico dalla quale proviene la segnalazione di allarme. In tali casi il Comando di bordo deve provvedere affinch una persona sia presente presso la stazione di controllo del carico al fine di poter avvisare il personale addetto alle operazioni di caricazione sul ponte di coperta. 10.1.6 Prove dei sensori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 I dispositivi per la prova dei sensori devono essere sistemati al di fuori delle cisterne, anche se non proibito lingresso entro le cisterne pulite dai prodotti. Sono accettabili prove di simulazione dei circuiti elettronici o dei circuiti che sono dotati di dispositivi di autocontrollo.

9.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.18 In merito alla possibilit di accettare in casi particolari la sistemazione di locali pompe del carico al di sotto del ponte, si precisa che non vi sono in pratica casi in cui si possa accettare tale sistemazione.

10 Controllo dei rigurgiti del carico


10.1 Indipendenza fra gli impianti
10.1.1 Indicatori di livello RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 In quasi tutti casi in cui, per il trasporto di un prodotto, prescritto un allarme di alto livello o il controllo del rigurgito del carico, prescritto anche un indicatore di livello di tipo chiuso. 10.1.2 Separazione dei sensori degli indicatori di livello RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 Pertanto una cisterna destinata al trasporto del suddetto prodotto deve essere provvista di: a) indicatore di livello b) allarme di alto livello c) controllo del rigurgito. I sensori per i dispositivi di cui in a), b) e c) devono essere separati; tuttavia quelli per i dispositivi di cui in b) e c) (micro-interruttori, camere di tipo galleggiante, dispositivi elettronici, ecc.) possono essere contenuti in una stessa sezione di tubo metallico. 10.1.3 Circuiti elettronici ed idraulici per i sensori RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 15, 15.19 I circuiti elettronici pneumatici od idraulici richiesti per i sensori dei dispositivi di cui in a), b) e c) devono essere indipendenti tra loro in modo tale che un guasto ad uno qualsiasi di essi non metta fuori servizio anche qualsiasi degli altri. Qualora vengano impiegate unit di elabora-

266

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Parte E, Cap 8, Sez 16

SEZIONE 16

PRESCRIZIONI OPERATIVE ED ULTERIORI MISURE PER LA PROTEZIONE DELLAMBIENTE MARINO

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione, in quanto le prescrizioni dei Capitoli 16 e 16A dellIBC Code contengono disposizioni operative che non sono obbligatorie per la classifica.

Regolamenti RINA 2005

267

Parte E, Cap 8, Sez 17

SEZIONE 17

SOMMARIO DELLE PRESCRIZIONI MINIME

1
1.1

Prodotti soggetti alle prescrizioni del presente capitolo


Informazioni addizionali

Lelenco indicato nella Tab 1 fornisce le propriet dei prodotti puri. La massa volumica da considerare per il progetto di una nave potrebbe essere differente considerando le propriet effettive dei prodotti commerciali. 1.1.2 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 17 La Tab 2 elenca tutte le famiglie di prodotti chimici alle quali si fa riferimento nella Tab 1.

1.1.1 RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 17 Tab 1 elenca alcune informazioni aggiuntive per i prodotti elencati nella tabella del Capitolo 17 dellIBC Code.

Tabella 1
Famiglia di prodotti chimici 4 11 99 37 10 4 15 37 Massa volumica (t/m3) 1,05 1,06 0,93 0,78 1,05 1,05 0,80 0,95 1,13 0,90 1,00 1,00 0,95 1,00 1,07 0,70 1,06 0,86 0,90 1,00 32 99 15 0,90 1,00 1,00 0,90 0,85 -10 20 -40 -120 -60 -50 -1 -60 5 Punto di fusione (C) 17 -70 -10 -40 -10 8 -80 2 38 Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Nome del prodotto

Acetic acid Acetic anhydride Acetone cyanohydrin Acetonitrile Acrylamide solution (50% or less) Acrylic acid Acrylonitrile Adiponitrile Alachlor technical (90% or more) Alcohol (C12-C15) poly (1-6) ethoxylates Alcohol (C12-C15) poly (20+) ethoxylates Alcohol (C12-C15) poly (7-19) ethoxylates Alcohol (C6-C17) (secondary) poly (3-6)ethoxylates Alcohol (C6-C17) (secondary) poly (7-12)ethoxylates Alkane (C14-C17) sulfonic acid, sodium salt 60-65% in water Alkanes (C6-C9) Secondary poly (7-12) ethoxylate Alkaryl polyethers (C6-C20) Alkyl (C3-C4) benzenes Alkyl (C5-C8) benzenes Alkyl (C7-C9) nitrates Alkyl acrylate / vinyl pyridine copolymer in toluene Alkyl benzene sulphonic acid Alkyl benzene sulphonic acid, sodium salt solution Alkylbenzene, alkylindane, alkylindene mixture (each.C12-C17) Allyl alcohol

268

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 15 8 8 8 7 6 99 5

Massa volumica (t/m3) 0,94 1,24 1,06 0,95 1,03 0,98 0,90 1,60 0,99 1,20

Punto di fusione (C) -130

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Allyl chloride Aluminium chloride (30% or less), hydrochloric acid (20% or less) 2-(2-Aminoethoxy)ethanol 2-Amino-2-methyl-1-propanol (90% or less) Aminoethyl ethanolamine N-aminoethylpiperazine Ammonia aqueous (28% or less) Ammonium sulphide solution (45% or less) Ammonium nitrate solution (93% or less) Ammonium thiocyanate (25% or less) / Ammonium thiosulphate (20% or less) solution Ammonium thiosulphate solution (60% or less) Amyl acetate (all isomers) Aniline Aviation alkylates (C8 paraffins and iso-paraffins BPT 95-120C) Benzene and mixtures having 10% benzene or more Benzene sulphonyl chloride Benzyl acetate Benzyl alcohol Benzyl chloride Butene olygomer Butyl acetate (all isomers) Butyl acrylate (all isomers) Butyl benzenes (all isomers) Butyl benzyl phthalate Butyl butyrate (all isomers) Butyl methacrylate n-Butyl ether n-Butyl propionate Butyl/decyl/cetyl-eicosyl methacrylate mixture Butylamine (all isomers) 1,2-Butylene oxide Butyraldehyde (all isomers) Butyric acid Calcium alkyl (C9) phenol sulphide / polyolefin phosphorosulphide mixture Calcium hypochlorite solution (15% or less) Calcium hypochlorite solution (more than 15%) Calcium long chain alkyl salicylate (C 13+)

12

NO NO

-20

NO NO

-70

NO NO

-10

NO NO NO

43 34 9

1,50 0,88 1,02 0,70 -60 6 14 -50 -10 -30 -70

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

32 99

0,88 1,38 1,06

21 36 34 14 32 34

1,04 1,01 0,73 0,90 0,90 0,85 1,12 0,87

-60 -60

NO NO NO

-30 -90 -70 -90 -70 20 -50 -50 -60

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

14 41

0,80 0,77 0,88

14 7 16 19 4

0,90 0,73 0,83 0,80 0,96 0,94 1,14 1,20 0,99

-20 -10

NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

269

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 18 21 38 36 4 14

Massa volumica (t/m3) 0,92 1,06 1,26 1,59 0,95 0,86 1,10

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO

Camphor oil Carbolic oil Carbon disulphide Carbon tetrachloride Cashew nut shell oil (untreated) Cetyl-eicosyl methacrylate mixture Chlorinated paraffins (C10-C13) 4-Chloro-2-methylphenoxyacetic acid dimethylamine salt solution Chloroacetic acid (80% or less) Chlorobenzene Chloroform Chlorohydrins, crude o-Chloronitrobenzene 2 or 3 Chloropropionic acid Chlorosulphonic acid m-Chlorotoluene o-Chlorotoluene p-Chlorotoluene Chlorotoluenes (mixed isomers) Coal tar Coal tar naphta solvent Coal tar pitch (molten) Cobalt naphtenate in solvent naphta Coconut oil fatty acid Creosote (coal tar) Creosote (wood) Cresols (all isomers) Cresylic acid, sodium salt solution Cresylic acid, dephenolized Crotonaldehyde 1,5,9-Cyclododecatriene Cycloheptane Cyclohexane Cyclohexanone Cyclohexanone, cyclohexanol mixture Cyclohexyl acetate Cyclohexylamine 1,3-Cyclopentadiene dimer (molten)

41 -110 -20 25 20 30

NO NO NO NO NO NO NO

9 4 36 36 17 42 4 99 36 36 36 36 33 33 33 21 21 21

1,35 1,33 1,11 1,48 1,20 1,20 1,26 1,75 1,08 1,07 1,07 1,08 1,30 0,87 1,20 0,87 0,90 1,07 1,10 1,04 1,40 1,04 -10 -70 -10 -10 6 -30 34 21 50 15 -40 -60 -10 32 40 -80 -40 -30 7 7

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

19

0,85 0,89 0,81

31 18

0,78 0,95 0,95 0,97

-60 -10 34

NO NO NO

7 30

0,86 0,98

270

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 0,74 0,75

Punto di fusione (C) -90 -130 -70 31 -60 -60 100 7

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Cyclopentane Cyclopentene p-Cymene Decanoic acid Decene Decyl acetate Decyl acrylate Decyl alcohol (all isomers) Decyloxytetrahydro-thiophene dioxide Di(2-ethylhexyl) phosphoric acid Di-n-hexyl adipate Dibutyl hydrogen phosphonate Dibutyl phthalate Dibutylamine Dichlorobenzenes (all isomers) 1,1-Dichloroethane Dichloroethyl ether 1,6-Dichlorohexane 2,2-Dichloroisopropyl ether Dichloromethane 2,4-Dichlorophenol 2.4-Dichlorophenoxy acetic acid, diethanolamine salt solution 2.4-Dichlorophenoxy acetic acid, dimethylamine salt (solution 70% or less) 2,4-Dichlorophenoxy acetic acid, triisopropanolamine salt solution 1,1-Dichloropropane 1,2-Dichloropropane 1,3-Dichloropropane Dichloropropene / dichloropropane mixtures 1,3-Dichloropropene 2,2-Dichloropropionic acid Diethanolamine Diethyl ether Diethyl phthalate Diethyl sulphate Diethylamine Diethylaminoethanol 2,6-Diethylaniline 15 4 8 41 34 34 7 8 36 36 21 43 99 43 36 36 36 34 7 36 36 41 1 34 14 20 30 32

0,86 0,90 0,74 0,87 0,89 0,83 1,03 0,97 0,93 0,98 1,05 0,77 1,46 1,17 1,22 1,07 1,13 1,34 1,40 1,28 1,24 1,22 1,32 1,16 1,18 1,20 1,23 1,40 1,09 0,70 1,12 1,18 0,71 0,88 0,96

-60 -40

NO NO NO

-30 -50 53 -90 -50 -10 -90 -90 45

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

13

NO NO

-30 -80 -90 -70 -60 8 28 -110 -40 -20 -50 -70 3

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

271

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 32 7 41

Massa volumica (t/m3) 0,87 0,95 1,16 1,20

Punto di fusione (C) -30 -30

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO

Diethylbenzene Diethylenetriamine Diglycidyl ether of bisphenol A Diglycidyl ether of bisphenol F Diisobutyl phthalate Diisobutylamine Diisobutylene Diisopropanolamine Diisopropylamine Diisopropylbenzene (all isomers) Dimethyl adipate Dimethyl glutarate Dimethyl hydrogen phosphite Dimethyl octanoic acid Dimethyl phthalate Dimethyl succinate -N,N-Dimethylacetamide solution (40% or less) -N,N-Dimethylamine solution (45% or less) -N,N-Dimethylamine solution (>45% but not >55%) -N,N-Dimethylamine solution (>55% but not >65%) -N,N-Dimethylcyclohexylamine Dimethylethanolamine Dimethylformamide Dinitrotoluenes (molten) 1,4-Dioxane Dipentene Diphenyl Diphenyl / diphenyl ether mixtures Diphenyl ether Diphenyl ether / diphenyl phenyl ether mixtures Diphenylamine, alkylate Diphenylamine, react. prod with 2,2,4-trimethylpentene diph. alk Diphenylmethane diisocyanate Diphenylol propane epichlorohydrin resins DI-n-propylamine Dodecene (all isomers) Dodecyl / pentadecyl methacrylate mixtures Dodecyl alcohol

-20 -50 -70 -90 44 -80 94 8 -30

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

34 7 30 8 7 32 34 34 34 4 34 34 10 7 7 7 7 8 10 42 41 30 32

1,04 0,75 0,72 0,98 0,72 0,86 1,07 1,07 1,20 0,89 1,19 1,12 1,00 0,90 0,80 0,80 0,85 0,89 0,95 1,30 1,04 0,85 1,04 1,06

30 2 20

NO NO NO

-40 -50 -60 -50 -60 -50 55 12 -90 70 12 28 4 22 5 37

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

41

1,07 1,20 1,00 0,98

NO NO NO

12 99 7 30 14 20

1,20 1,30 0,72 0,76 0,86 0,83

-60 -30 -30 24

NO NO NO NO

272

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,16

Punto di fusione (C) 25 -20

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO

Dodecyl diphenyl ether disulphonate solution Dodecyl methacrylate Dodecyl phenol Dodecylamine / tetradecylamine mixture Dodecyldimethylamine / tetradecyl dimethylamine mixtures Drilling brines containing zinc salts Epichlorohydrin Ethanolamine 2-Ethoxyethyl acetate Ethyl acrylate Ethyl amyl ketone Ethyl butyrate Ethyl methacrylate 2-Ethyl 3-propylacrolein Ethyl-3- ethoxypropionate Ethylamine Ethylamine solutions (72% or less) Ethylbenzene N-Ethylbutylamine Ethylcyclohexane N-ethylcyclohexylamine Ethylene chlorohydrin Ethylene cyanohydrin Ethylene dibromide Ethylene dichloride Ethylene glycol butyl ether acetate Ethylene glycol diacetate Ethylene glycol methyl ether acetate Ethylene glycol monoalkyl ethers Ethylene oxide / propylene oxide mixt (ethyl. oxide 30% mass) Ethylenediamine 2-Ethylhexyl acrylate 2-Ethylhexylamine Ethylidene norbornene o-Ethylphenol Ethyltoluene Ferric chloride solution Ferric nitrate / nitric acid solution 16 7 14 7 30 21 32 34 14 19 34 7 7 32 7 31 7 20 20 36 36 34 34 17 8 34 14 14 21 7

0,87 0,94 0,80 0,80 2,00 1,18 1,02 0,97 0,92 0,82 0,88 0,92 0,85 0,94 0,69 0,80 0,87 0,74 0,79 0,85 1,25 1,04 2,17 1,26 0,94 1,00 0,98 0,90 0,87 0,91 0,89 0,79 0,90 1,04 0,86 1,41 1,29

21 -10

NO NO NO

-20 10 -60 -70

NO NO NO NO NO

-90 -50 3 -50 -80 -80 -90 -70 -110 -40 -60 -40 10 -30 -60 -40 -60

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

-110 11 -80 -70 -80 4 -60 2 -10

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

273

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,20

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO

Fluorosilicic acid (20-30%) in water solution Formaldehyde solutions (45% or less) Formic acid Fumaric adduct of rosin, water dispersion Furfural Furfuryl alcohol Glutaraldehyde solutions (50% or less) Glycidyl ester of C10 trialkylacetic acid Heptane (all isomers) Heptanol (all isomers) Heptene (all isomers) Heptyl acetate Hexamethylenediamine solution Hexamethyleneimine Hexane (all isomers) Hexene (all isomers) Hexyl acetate Hydrochloric acid Hydrogen peroxide solution (over 60% but not over 70%) Hydrogen peroxide solution (over 8% but not over 60%) 2-Hydroxy -4-(methylthio) butanoic acid 2-Hydroxyethyl acrylate Isophorone diisocyanate Isophoronediamine Isoprene Isopropanolamine Isopropyl cyclohexane Isopropyl ether Isopropylamine Lactonitrile solution (80% or less) Lauric acid Liquid chemical wastes Long chain alkaryl polyether (C11-C20) Long chain polyetheramine in alkyl (C2-C4) benzenes Long chain polyetheramine in aromatic solvent Magnesium long chain alkyl salicylate (C11+) Maleic anhydride Mercaptobenzothiazol, sodium salt solution 11 5 37 41 99 12 7 30 8 31 20 30 34 7 7 31 30 34 1 99 99 19 4 43 19 20 19

1,11 1,22 1,06 1,20 1,13 1,12 1,10 0,70 0,80 0,70 0,88 0,90 0,88 0,66 0,70 0,86 1,21 1,20 1,20 0,94 1,10 1,06 0,92 0,68 0,96 0,80 0,72 0,69 0,99 0,86 1,10 1,50 0,93 0,90 0,94 1,48 1,25

NO NO NO

-30 -10 -10 -60 90 -30 -120 -50 40 -30 -90 -100 -60 -70 -40 -50 -50 -30 -60 10 -140 2 90 -80 -90 -40 48

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

53

NO NO

274

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 18

Massa volumica (t/m3) 0,86 1,15

Punto di fusione (C) -50

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Mesityl oxide Metam sodium solution Methacrylic acid Methacrylic resin in ethylene dichloride Methacrylonitrile Methyl acrylate Methyl butyrate Methyl diethanolamine Methyl formate Methyl heptyl ketone Methyl methacrylate Methyl naphtalene (molten) Methyl salicylate 2-Methyl-6-ethyl aniline 2-Methyl-5-ethyl pyridine 2-Methyl-2-hydroxy-3-butyne Methylamine solutions, 42% or less Methylamyl acetate Methylamyl alcohol Methylcyclohexane Methylcyclopentadiene dimer 2-Methylpyridine 3-Methylpyridine 4-Methylpyridine alpha-Methylstyrene Morpholine Motor fuel anti-knock compounds (containing lead alkyls) Naphtalene (molten) Naphtenic acid Neodecanoic acid Nitrating acid (mixture of sulphuric and nitric acids) Nitric acid (70% and over) Nitric acid (less than 70%) Nitrobenzene o-Nitrophenol (molten) 1-or-2-Nitropropane Nitropropane (60%) / Nitroethane (40%) mixture o-or-p-Nitrotoluenes

1,01 1,20

14

NO NO

15 14 34 8 34 18 14 32 34 9 9 20 7 34 20

0,80 1,00 0,89 1,04 0,98 0,82 0,94 1,00 1,18 0,97 0,92 0,87 0,90 0,86 0,81 0,77 0,98

-30 -70 -90 -20 -100

NO NO NO NO NO NO

-40 34

NO NO NO

-20 -70 3 -40 -60 -90 -120 -50 -60 -10 4 -20

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

9 9 9 30 7 99 32 4 4 99 99 3 42 99 42 42 42

0,95 0,96 0,96 0,90 1,00 1,80 1,15 0,96 0,92 1,90 1,50 1,40 1,20 1,50 1,00 1,01 1,20

-30 80

NO NO NO

-40 -10 -50 -30 5 45 -90 -60 50

NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

275

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 31 30

Massa volumica (t/m3) 0,70 0,70 0,87

Punto di fusione (C) -50 -80 -60

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO

Nonane (all isomers) Nonene (all isomers) Nonyl acetate Nonyl alcohol (all isomers) Nonyl phenol Nonyl phenol poly-(4,12)-ethoxylates Noxious liquid, F, (2) N.O.S.,S.T.1, cat A Noxious liquid, F, (4) N.O.S.,S.T.2, cat A Noxious liquid, F, (7) N.O.S.,S.T.2, cat B Noxious liquid, F, (8) N.O.S.,S.T.2, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, F, (10) N.O.S.,S.T.3, cat A Noxious liquid, F, (13) N.O.S.,S.T.3, cat B Noxious liquid, F, (14) N.O.S.,S.T.3, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, F, (16) N.O.S.,S.T.3, cat C Noxious liquid, N.F., (1) N.O.S.,S.T.1, cat A Noxious liquid, N.F., (3) N.O.S.,S.T.2, cat A Noxious liquid, N.F., (5) N.O.S.,S.T.2, cat B Noxious liquid, N.F., (6) N.O.S.,S.T.2, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, N.F., (9) N.O.S.,S.T.3, cat A Noxious liquid, N.F., (11) N.O.S.,S.T.3, cat B Noxious liquid, N.F., (12) N.O.S.,S.T.3, cat B, MP 15C+ Noxious liquid, N.F., (15) N.O.S.,S.T.3, cat C Octane (all isomers) Octanol (all isomers) Octene (all isomers) Octyl aldehydes n-Octyl acetate Olefin mixtures (C5-C15) Olefin mixtures (C5-C7) alpha-Olefins (C6-C18 mixtures) Oleum Oleylamine Palm kernel acid oil Paraldehyde Pentachloroethane 1,3-Pentadiene Pentane (all isomers) Pentene (all isomers)

20 21 40

0,83 0,94 1,07 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 0,70 0,83 0,70 0,83 0,87 0,80 0,70 1,00 -50 -10 -90 15 2 35

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

99

1,98 0,82 0,87 21 25 13 -20 -80 -150 -120

NO NO NO NO NO NO NO

19 36 30 31 30

0,99 1,68 0,68 0,63 0,62

276

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 0,87

Punto di fusione (C) -70 -20 41 -50 28 44 131

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO

n-Pentyl propionate Perchloroethylene Phenol 1-Phenyl 1-xylyl ethane Phosphoric acid Phosphous, yellow or white Phthalic anhydride (molten) Pine oil alpha-Pinene beta-Pinene Poly (2+) cyclic aromatics Polyalkyl (C18-C22) acrylate in xylene Polyalkylene oxide polyol Polyethylene polyamines Polyferric sulphate solution Polymethylene polyphenyl isocyanate Polyolefin phosphorosulphide- barium derivative (C28-C250) Polyolefinamine in alkyl (C2-C4) benzenes Polyolefinamine in aromatic solvent Potassium chloride solution (10% or more) Potassium hydroxide solution Potassium oleate n-Propanolamine beta-Propiolactone Propionaldehyde Propionic acid Propionic anhydride Propionitrile n-Propyl chloride n-Propylamine Propylbenzene (all isomers) Propylene dimer Propylene oxide Propylene tetramer Propylene trimer Pyridine Rosin Rosin soap (disproportionated) solution 30 16 30 30 9 33 43 7 19 4 11 37 8 5 12 7 36 21 32 1 99 11 33 30

1,60 1,07 0,99 1,70 1,80 1,50 0,93 0,86 0,88 0,93 0,90 1,06 0,95 1,46 1,20 1,08 0,90 1,00 1,00 1,50 1,00 0,98 1,15 0,80 0,99 1,01 0,78 0,80 0,72 0,86 0,72 0,86 0,76 0,74 0,96 1,10 1,05

-40 -60

NO NO NO

27 -20

NO NO NO

-10

NO NO NO NO NO NO

29

NO NO

12 -30 -80 -20 -40 -90 -120 -80 -100 -50 -110 -30 -80 -40 150

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

277

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici

Massa volumica (t/m3) 1,00

Punto di fusione (C)

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO

Sodium aluminate solution Sodium borohydride (15% or less) / Sodium hydroxide solution Sodium chlorate solution (50% or less) Sodium dichromate solution (70% or less) Sodium hydrogen sulphide (6%) / sodium carbonate (3%) solution Sodium hydrogen sulphite solution (45% or less) Sodium hydrosulphide solution (45% or less) Sodium hydrosulphide, ammonium sulphide solution Sodium hydroxide solution Sodium hypochlorite solution (15% or less) Sodium nitrite solution Sodium petroleum sulphonate Sodium silicate solution Sodium sulphide solution (15% or less) Sodium sulphite solution (25% or less) Sodium tartrates / sodium succinates solutions Sodium thiocyanate (56% or less) solution Styrene monomer Sulpho hydrocarbon long chain (C18+) alkylamine mixture Sulphur (molten) Sulphuric acid Sulphuric acid, spent Tall oil (crude and distilled) Tall oil fatty acid (resin acids less than 20%) Tall oil fatty acid, barium salt Tall oil soap (disproportionated) solution Tetrachloroethane Tetraethylene pentamine Tetrahydrofuran Tetrahydronaphtalene Tetramethylbenzene (all isomers) Toluene Toluene diisocyanate Toluenediamine o-Toluidine Tributyl phosphate 1,1,2-Trichloro - 1,2,2-trifluoroethane 1,2,4-Trichlorobenzene 36 32 12 9 9 34 43 36 7 41 32 99 2 2 34 99 30 43 5 99 99 43 43 5 5 5 5

1,40 1,50 1,70 1,00 1,30 1,30 1,30 1,50 1,25 1,27 1,05 1,00 1,00 1,00 1,40 1,00 0,92 1,07 1,80 1,84 1,10 1,00 0,90 15 60 -10 1,04 1,60 1,00 0,89 0,98 0,90 0,87 1,21 1,00 1,01 0,98 1,40 1,46 -40 -30 -100 -20 80 -90 14 96 -10 -80 -30 18 115 10 -30 40 -10 60 20 -40

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

278

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 17

Nome del prodotto

Famiglia di prodotti chimici 36 36 36 36

Massa volumica (t/m3) 1,40 1,44 1,47 1,39 1,16

Punto di fusione (C) -30 -30 -70 -10 -30 -30 45 19

Possibilit di trasporto con navi da carico secco NO NO NO NO NO NO NO NO NO

1,1,1-Tricloroethane 1,1,2-Trichloroethane Trichloroethylene 1,2,3-Trichloropropane Tricresyl phosphate (containing 1% or more ortho-isomer) Tricresyl phosphate (containing less than 1% ortho-isomer) Tridecanoic acid Triethanolamine Triethyl phosphite Triethylamine Triethylbenzene Triethylenetetramine Triisopropylated phenyl phosphates Trimethyl phosphite 2,2,4-Trimethyl 1,3-pentanediol 1-isobutyrate Trimethylacetic acid Trimethylamine solution (30% or less) Trimethylbenzene (all isomers) Trimethylhexamethylene diisocyanate (2,2,4-e 2,4,4-isomers) Trimethylhexamethylene diamine (2,2,4-e 2,4,4-isomers) 1,3,5-Trioxane Trixylyl phosphate Turpentine Undecanoic acid 1-Undecene Undecyl alcohol Urea, ammonium nitrate solution (containing aqua ammonia) Valeraldehyde (all isomers) Vinyl acetate Vinyl ethyl ether Vinyl neodecanoate Vinyl toluene Vinylidene chloride White spirit, low (15-20%) aromatic Xylenes Xylenol Zinc alkaryl dithiophosphate (C7 - C16) Zink alkyl dithiophosphate (C3 - C14)

34

1,16 0,85

8 34 7 32 7

1,13 0,97 0,73 0,86 0,98 1,10

-110 -70 -10 -20 -70 -60 34

NO NO NO NO NO NO NO NO

34 34 4

1,05 0,95 0,90 0,90

32 12 7

0,90 1,01 0,86 1,17 1,15

-20 -80 -80 61 -30 -50 29 -80 20

NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO

30

0,86 0,89

30 20 6 19 13 13 13 13 35 33 32 21

0,70 0,83 1,30 0,80 0,94 0,76 0,87 0,90 1,21 0,75 0,89 1,05 1,00 1,10

-50 -100 -110 -20 -70 -120

NO NO NO NO NO NO NO

13 70

NO NO NO NO

Regolamenti RINA 2005

279

Parte E, Cap 8, Sez 17

Tabella 2
Famiglia di prodotti chimici Non-oxiding mineral acids Sulfuric acid Nitric acid Organic acids Caustics Ammonia Aliphatic amines Alkanolamines Aromatic amines Amides Organic anhydrides Isocyanates Vinyl acetate Acrylates Substituted allyls Alkylene oxides Epichlorohydrin Ketones Aldehydes Alcohols, glycols Phenols, cresols Caprolactam solution Olefins Paraffins Aromatic hydrocarbons Miscellaneous hydrocarbon mixtures Esters Vinyl halides Halogenated hydrocarbons Nitriles Carbon disulfide Sulfolane Glycol ethers Ethers Nitrocompounds Varie soluzioni acquose Prodotti non classificabili Numero 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43

280

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 18

SEZIONE 18

ELENCO DEI PRODOTTI CHIMICI AI QUALI NON SI APPLICA IL PRESENTE CAPITOLO

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 18 dellIBC Code.

Regolamenti RINA 2005

281

Parte E, Cap 8, Sez 19

SEZIONE 19

PRESCRIZIONI PER NAVI ADIBITE ALLINCENERIMENTO IN MARE DI RESIDUI DI PRODOTTI CHIMICI LIQUIDI

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 19 dellIBC Code.

282

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 20

SEZIONE 20

TRASPORTO DI RESIDUI LIQUIDI DI PRODOTTI CHIMICI

1
1.1

Generalit

1.1.1 Non vi sono prescrizioni in questa Sezione che siano in aggiunta o in alternativa a quanto prescritto nel Capitolo 20 dellIBC Code.

Regolamenti RINA 2005

283

Parte E, Cap 8, Sez 21

SEZIONE 21

INDICE DEI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI TRASPORTATI ALLA RINFUSA

1
1.1

Spiegazione dellindice
Colonne 1 e 2

c) I prefissi che non sono considerati ai fini dellordine alfabetico sono separati con un trattino dal nome del prodotto chimico. Tali prefissi comprendono i seguenti: n(normale-) (secondario-) (terziario-) (orto-) (meta-) (para-) sec tert o m p N O sym uns dl cis trans (E) (Z) alpha beta epsilon() () ()

1.1.1 La colonna 1 dellindice (Tab 1) indica i nomi delle sostanze chimiche e dei prodotti chimici elencati nei Capitoli 17 e 18 dellIBC Code. a) I prodotti chimici elencati nelle tabelle di tali Capitoli dellIBC Code, come anche le abbreviazioni, sono indicati con lettere maiuscole. I nomi alternativi sono indicati con lettere minuscole ed iniziale maiuscola. Se il prodotto chimico indicato nella colonna 1 elencato nel capitolo 17 o 18 dellIBC Code (nome scritto con lettere maiuscole), la colonna 2 indica il Capitolo dellIBC Code applicabile a quel particolare prodotto. Se il prodotto chimico indicato nella colonna 1 non elencato nel capitolo 17 o 18 dellIBC Code (nome scritto con lettere minuscole), la colonna 2 indica il nome del prodotto chimico base, al quale occorre fare riferimento per determinare le prescrizioni applicabili al prodotto in questione. Un asterisco (*) prima del nome del prodotto chimico indica che tale nome in conformit con la nomenclatura dell International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC). b) I prefissi che sono parte integrante del nome sono indicati con caratteri ordinari e vanno considerati nellordine alfabetico di presentazione. Tali prefissi comprendono le voci seguenti: Mono Di Tri Tetra Penta Iso Bis Neo Ortho

gamma- ()

1.2

Colonne 3, 4 e 5

1.2.1 La colonna 3 dellindice (Tab 1) indica il numero ONU del prodotto chimico, quando disponibile. La colonna 4 indica il numero appropriato della tabella nella pubblicazione MEDICAL FIRST AID GUIDE FOR USE IN ACCIDENTS INVOLVING DANGEROUS GOODS ( numero MFAG ). La colonna 5 si riferisce allultimo anno di revisione della voce. Qualora lanno non sia indicato ci significa che il prodotto stato introdotto prima del 1993.

Tabella 1
N. ONU

Nome Acetaldehyde cyanohydrin *ACETIC ACID *ACETIC ANHYDRIDE Acetic ester Acetic ether

Riferimento LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYL ACETATE ETHYL ACETATE

MFAG

Rev.

700 1715 700

284

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Acetic oxide Acetoacetic ester *ACETONE ACETONE CYANOHYDRIN *ACETONITRILE Acetylene tetrachloride Acetyl oxide Acroleic acid *ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) *ACRYLIC ACID Acrylic acid, 2-hydroxyethyl ester Acrylic amide solution, 50% or less Acrylic resin monomer *ACRYLONITRILE ACRYLONITRILE-STYRENE COPOLYMER DISPERSION IN POLYETHER POLYOL *ADIPONITRILE ALACHLOR TECHNICAL (90% OR MORE) Alcohol Alcohol C7 Alcohol C8 Alcohol C9 Alcohol C10 Alcohol C11 Alcohol C12 ALCOHOLIC BEVERAGES, N.O.S. ALCOHOL (C12-C15) POLY (1-6) ETHOXYLATES ALCOHOL (C12-C15) POLY (20+) ETHOXYLATES ALCOHOL (C12-C15) POLY (7-19) ETHOXYLATES ALCOHOLS (C13+) ALCOHOL (C6-C17) (SECONDARY) POLY (3-6) ETHOXYLATES ALCOHOL (C6-C17) (SECONDARY) POLY (7-12) ETHOXYLATES Aldehyde collidine Aldehydine ALKANES (C6-C9) n-ALKANES (C10+) ALKARYL POLYETHERS(C9-C20) ALKENYL (C11+) AMIDE

Riferimento ACETIC ANHYDRIDE ETHYL ACETOACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 TETRACHLOROETHANE ACETIC ANHYDRIDE ACRYLIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-HYDROXYETHYL ACRYLATE ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) METHYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYL ALCOHOL HEPTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) UNDECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-5-ETHYLPYRIDINE 2-METHYL-5-ETHYLPYRIDINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

1090 1541 1648

300 215 215

2074 2218

323 700

1093

215 1993

2205

215 1993

3065

305 1993 1993 1993 1993

1993 1993

1993

Regolamenti RINA 2005

285

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome ALKYL ACRYLATE-VINYLPYRIDINE COPOLYMER IN TOLUENE ALKYL (C8+) AMINE, ALKENYL (C12+) ACID ESTER MIXTURE ALKYLBENZENE, ALKYLINDANE, ALKYLINDENE MIXTURE (EACH C12 - C17) ALKYL (C3 - C4) BENZENES ALKYL (C5 - C8) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES ALKYLBENZENESULPHONIC ACID ALKYLBENZENESULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION ALKYL DITHIOTHIADIAZOLE (C6 - C24) ALKYL (C7 - C9) NITRATES *ALLYL ALCOHOL *ALLYL CHLORIDE *ALUMINIUM CHLORIDE (30% OR LESS)/HYDROCHLORIC ACID (20% OR LESS) SOLUTION *ALUMINIUM SULPHATE SOLUTION Aminoacetic acid, sodium salt solution Aminobenzene 1-Aminobutane 2-Aminobutane Aminocyclohexane Aminoethane Aminoethane solutions, 72% or less *2-Aminethanol *2-(2-AMINOETHOXY)ETHANOL *2-(2-Aminoethylamino)ethanol AMINOETHYLDIETHANOLAMINE/AMINOETHYLETHANOLAMINE SOLUTION AMINOETHYLETHANOLAMINE N-AMINOETHYLPIPERAZINE 1-(2-Aminoethyl)piperazine *2-AMINO-2-HYDROXYMETHYL-1,3-PROPANEDIOL SOLUTION (40% OR LESS) 2-Aminoisobutane Aminomethane solutions, 42% or less 1-Amino-2-methylbenzene 2-Amino-2-methylbenzene

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993 1993 1993 700 700 1993

1098 1100

307 340

IBC Code - Capitolo 18 GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION ANILINE BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) CYCLOHEXYLAMINE ETHYLAMINE ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) ETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 17 AMINOETHYLETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-AMINOETHYLPIPERAZINE IBC Code - Capitolo 18 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) METHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE 2815 320 325 1993 3055 320

286

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-AMINO-2-METHYL-1-PROPANOL (90% OR LESS) Aminophen 1-Aminopropane 2-Aminopropane *1-Aminopropan-2-ol *1-Amino-2-propanol *3-Aminopropan-1-ol 2-Aminotoluene o-Aminotoluene *AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) Ammonia water, 28% or less AMMONIUM HYDROGEN PHOSPHATE SOLUTION *Ammonium hydroxide, 28% or less *AMMONIUM NITRATE SOLUTION (93% OR LESS) *AMMONIUM POLYPHOSPHATE SOLUTION *AMMONIUM SULPHATE SOLUTION *AMMONIUM SULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) *AMMONIUM THIOCYANATE (25% OR LESS)/AMMONIUM THIOSULPHATE (20% OR LESS) SOLUTION *AMMONIUM THIOSULPHATE SOLUTION (60% OR LESS) n-Amyl acetate sec-Amyl acetate AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) Amyl acetate, commercial Amylacetic ester Amyl alcohol n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL AMYL ALCOHOL, PRIMARY Amyl aldehyde Amyl carbinol alpha-n-Amylene Amylene hydrate tert-Amylene Amyl ethyl ketone

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 ANILINE n-PROPYLAMINE ISOPROPYLAMINE ISOPROPANOLAMINE ISOPROPANOLAMINE n-PROPANOLAMINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 AMMONIA AQUEOUS (28% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

2672

725

235

2683

225

IBC Code - Capitolo 17 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) HEXANOL PENTENE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) ETHYL AMYL KETONE 1105 1105 1105 1105 305 305 305 305 1104 330 1993 1993 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

287

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Amyl hydrate Amyl hydride Anaesthetic ether *ANILINE Aniline oil Animal acid oil ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S Anthracene oil (coal tar fraction) Ant oil, artificial APPLE JUICE Aqua fortis ARYL POLYOLEFIN (C11 - C50) AVIATION ALKYLATES (C8 PARAFFINS AND ISOPARAFFINS B.PT. 95-120 C) *Azepane Azotic acid Babbasu oil Banana oil Battery acid Beech nut oil Beechwood creosote Behenyl alcohol Benzenamine *BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE *BENZENESULPHONYL CHLORIDE BENZENE TRICARBOXYLIC ACID, TRIOCTYL ESTER Benzol Benzole Benzophenol (2-Benzothiazolylthio) sodium solution *BENZYL ACETATE *BENZYL ALCOHOL *Benzyl butyl phthalate *BENZYL CHLORIDE

Riferimento n-AMYL ALCOHOL PENTANE (ALL ISOMERS) DYETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 ANILINE ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 COAL TAR FURFURAL IBC Code - Capitolo 18 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEIMINE NITRIC ACID (70% AND OVER) VEGETABLE OILS, N.O.S. AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) SULPHURIC ACID VEGETABLE OILS, N.O.S. CREOSOTE ALCOHOLS (C13+) 2-METHYL-6-ETHYLANILINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE PHENOL MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYL BENZYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1547

335

1993

1993

1114 2225

312 700

1993 305

1738

740

288

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Betula oil *Biphenyl *Bis(2-aminoethyl)amine Bis(chloroethyl) ether *Bis(2-chloroethyl) ether *Bis(2-chloro-1-methylethyl) ether *1,1-Bis[4-(2,3-epoxypropoxy)phenyl]-ethane *Bis[2-(2,3-epoxypropoxy)phenyl]-methane *Bis(2-ethoxyethyl) ether *Bis(2-ethylhexyl) adipate *Bis(2-ethylhexyl) hydrogen phosphate *Bis(2-ethylhexyl) phthalate *Bis(2-hydroxyethyl) amine *Bis(6-methylheptyl) phthalate BRAKE FLUID BASE MIX Bran oil Butaldehyde *Butanal n-Butanal *Butane-1,3-diol *1,3-Butanediol *1,4-Butanediol *Butane-1,4-diol *2,3-Butanediol *Butane-2,3-diol *Butanoic acid Butanol *2-Butanol *Butan-1-ol *Butan-2-ol n-Butanol sec-Butanol tert-Butanol Butanol acetate 2-Butanol acetate 1,4 Butanolide *Butan-4-olide *Butanone *Butan-2-one

Riferimento METHYL SALICYLATE DIPHENYL DIETHYLENETRIAMINE DICHLOROETHYL ETHER DICHLOROETHYL ETHER 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL A DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL F DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID DIOCTYL PHTHALATE DIETHANOLAMINE DIOCTYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 18 FURFURAL BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL BUTYRIC ACID n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL n-BUTYL ALCOHOL sec-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE METHYL ETHYL KETONE METHYL ETHYL KETONE

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993 1993 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

289

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-Butenal *(E)-But-2-enal Butene dimer *cis-Butenedioic anhydride BUTENE OLIGOMER *1-Butoxybutane *2-Butoxyethanol *2-tert-Butoxyethanol *2-(2-Butoxyethoxy)ethanol *2-(2-Butoxyethoxy)ethyl acetate *2-Butoxyethyl acetate *Butyl acetate *BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-Butyl acetate *sec-Butyl acetate *tert-Butyl acetate n-Butyl acrylate BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) *Butyl alcohol n-BUTYL ALCOHOL *sec-BUTYL ALCOHOL *tert-BUTYL ALCOHOL n-Butyl aldehyde *BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) n-Butylamine *sec-Butylamine *tert-Butylamine *tert-Butylbenzene *BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BUTYL BENZYL PHTHALATE *Butyl butanoate n-Butyl butyrate BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) n-Butylcarbinol Butyl carbitol Butyl carbitol acetate Butyl cellosolve

Riferimento CROTONALDEHYDE CROTONALDEHYDE OCTENE (ALL ISOMERS) MALEIC ANHYDRIDE IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ETHER ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) BUTYL BUTYRATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-AMYL ALCOHOL POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993 1993 1993

1993 330 1993 1993 1993 1993 1993 330 1993

1120 1120 1120

305 305 305

320 1993

2709

310 330

1993

1993 1993 330 1993

1993 1993 1993

290

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Butyl cellosolve acetate BUTYL/DECYL/CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE *Butyl/decyl/hexadecyl/icosyl methacrylate mixture Butyl diglycol acetate BUTYLENE GLYCOL alpha-Butylene glycol beta-Butylene glycol 1,2-BUTYLENE OXYDE Butyl ester *Butyl ethanoate Butyl ether n-BUTYL ETHER Butylethylacetic acid *Butyl(ethyl)amine N-Butylethylamine Butylethylene Butylic ether *BUTYL METHACRYLATE *Butyl 2-methoxyethyl ether *tert-Butyl-methyl ether *Butyl octadecanoate Butyl phthalate n-BUTYL PROPIONATE *BUTYL STEARATE n-Butyraldehyde BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) *BUTYRIC ACID n-Butyric acid Butyric alcohol Butyric aldehyde *gamma-BUTYROLACTONE Cajeputene CALCIUM ALKYL (C9) PHENOL SULPHIDE/POLYOLEFIN PHOSPOROSULPHIDE MIXTURE Calcium alkyl salicylate *Calcium bis(O-alkylsalicylate)

Riferimento ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 17 BUTYL/DECYL/CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 BUTYLENE GLYCOL BUTYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-BUTYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 OCTANOID ACID (ALL ISOMERS) N-ETHYLBUTYLAMINE N-ETHYLBUTYLAMINE HEXENE (ALL ISOMERS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL METHYL BUTYL ETHER METHYL tert-BUTYL ETHER BUTYL STEARATE DIBUTYL PHTHALATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYRIC ACID n-BUTYL ALCOHOL BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

330

1993 308

3022

365

1993 1993 1993

1149

330

1993 330

1993

1914

330

1993

1993 1993 2820 700

1993 330

1993

CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+)

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

291

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Calcium bromide/zinc bromide solution *CALCIUM CARBONATE SLURRY *CALCIUM HYDROXIDE SLURRY *CALCIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (15% OR LESS) *CALCIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (MORE THAN 15%) CALCIUM LONG CHAIN ALKARYL SULPHONATE (C11 - C50) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL PHENATE SULPHIDE (C8 - C40) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL PHENOLIC AMINE (C8 - C40) CALCIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C13+) *CALCIUM NITRATE/MAGNESIUM NITRATE/POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION Camphor liquid CAMPHOR OIL Capric acid alpha-Caproic acid Caprolactam *epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) Capryl alcohol Caprylic acid Caprylyl acetate Carbinol Carbitol acetate Carbitol solvent Carbolic acid CARBOLIC OIL Carbon bisulphide *CARBON DISULPHIDE *CARBON TETRACHLORIDE CASHEW NUT SHELL OIL (UNTREATED) Castor oil Caustic potash solution Caustic soda Cellosolve acetate

Riferimento DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 CAMPHOR OIL IBC Code - Capitolo 17 DECANOIC ACID OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-OCTYL ACETATE METHYL ALCOHOL POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER PHENOL PHENOL IBC Code - Capitolo 17 CARBON DISULPHIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION 2-ETHOXYETHYL ACETATE

N. ONU

MFAG

Rev.

741 741

1993 1993

331

1993

1993 1993

710

1131 1846

210 340 710

292

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Cellosolve solvent CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE Cetyl/stearyl alcohol CHLORINATED PARAFFINS (C10 - C13) CHLORINATED PARAFFINS (C14 - C17) (WITH 52% CHLORINE) *CHLOROACETIC ACID (80% OR LESS) alpha-Chloroallyl chloride Chloroallylene *CHLOROBENZENE Chlorobenzol *1-Chloro-2,3-epoxypropane Chloroethanol-2 *2-Chloroethanol *2-Chloroethyl alcohol beta-Chloroethyl alcohol *CHLOROFORM CHLOROHYDRINS (CRUDE) m-Chloromethylbenzene o-Chloromethylbenzene p-Chloromethylbenzene Chloromethylethylene oxide (2-Chloro-1-methylethyl) ether *Chloromethyloxirane 4-CHLORO-2-METHYLPHENOXYACETIC ACID, DIMETHYLAMINE SALT SOLUTION o-CHLORONITROBENZENE *1-Chloro-2-nitrobenzene *2- or 3-Chloropropanoic acid *3-Chloropropene 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID alpha- or beta-Chloropropionic acid 3-Chloropropylene alpha-Chloropropylene Chloropropylene oxide CHLOROSULPHONIC ACID *Chlorosulphuric acid *alpha-Chlorotoluene *m-CHLOROTOLUENE *o-CHLOROTOLUENE

Riferimento ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 1,3-DICHLOROPROPENE ALLYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 CHLOROBENZENE EPICHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 m-CHLOROTOLUENE o-CHLOROTOLUENE p-CHLOROTOLUENE EPICHLOROHYDRIN 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER EPICHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo17 IBC Code - Capitolo 17 o-CHLORONITROBENZENE 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID ALLYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 2- or 3-CHLOROPROPIONIC ACID ALLYL CHLORIDE ALLYL CHLORIDE EPICHLOROHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 CHLOROSULPHONIC ACID BENZYL CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

330 1993

1750

700

1134

340

1888

340 740

1993 1578 335

700

1754

700

2238 2238

340 340

Regolamenti RINA 2005

293

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *p-CHLOROTOLUENE *CHLOROTOLUENES (MIXED ISOMERS) *CHOLINE CHLORIDE SOLUTIONS Cinene Cinnamene Cinnamol *CITRIC ACID (70% OR LESS) CLAY SLURRY Cleaning solvents COAL SLURRY COAL TAR Coal tar distillate COAL TAR NAPHTHA SOLVENT COAL TAR PITCH (MOLTEN) COBALT NAPHTHENATE IN SOLVENT NAPHTHA Cocoa butter Coconut oil COCONUT OIL FATTY ACID COCONUT OIL FATTY ACID METHYL ESTER Cod liver oil Colamine Cologne spirits Columbian spirits Corn acid oil Corn oil Corn sugar solution Cotton seed acid oil Cotton seed oil CREOSOTE (COAL TAR) CREOSOTE (WOOD) Creosote salts *CRESOLS (ALL ISOMERS) CRESYLIC ACID, DEPHENOLIZED Cresylic acids CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION Cresylols *CROTONALDEHYDE Crotonic aldehyde

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE STYRENE MONOMER STYRENE MONOMER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 COAL TAR NAPHTHA SOLVENT IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S ETHANOLAMINE ETHYL ALCOHOL METHYL ALCOHOL VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. DEXTROSE SOLUTION VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NAPHTHALENE (MOLTEN) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 CRESOLS (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 CRESOLS (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 CROTONALDEHYDE

N. ONU 2238 2238

MFAG 340 340

Rev.

311

310

1993

710 710

2076

710

1993 1993

700

1143

300

294

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Cumene Cumol Cyanoethylene 2-Cyanopropan-2-ol *1,5,9-CYCLODODECATRIENE *CYCLOHEPTANE *CYCLOHEXANE *Cyclohexanecarboxylic acid *CYCLOHEXANOL *CYCLOHEXANONE *CYCLOHEXANONE, CYCLOHEXANOL MIXTURE Cyclohexatriene *CYCLOHEXYL ACETATE *CYCLOHEXYLAMINE *Cyclohexylmethylamine *Cyclohexyl(ethyl)amine Cyclohexyl ketone 1,3-CYCLOPENTADIENE DIMER (MOLTEN) * CYCLOPENTANE *CYCLOPENTENE *p-CYMENE Cymol Dalapon (ISO) Dark mixed acid oil D-D Soil fumigan Deanol *decahydronaphthalene *Decane *DECANOIC ACID n-Decanol *Decan-1-ol DECENE Decoic acid *DECYL ACETATE *DECYL ACRYLATE *Decyl alcohol *DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS)

Riferimento PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ACRYLONITRILE ACETONE CYANOHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NAPHTENIC ACIDS IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N,N-DIMETHYLCYCLOHEXYLAMINE N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE CYCLOHEXANONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 p-CYMENE 2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES DIMETHYLETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 n-ALKANES (C10+) IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DECANOIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993

1993 2241 1145 310 310 1993

305 1915 300 1993

2243 2357

330 320

1993

1146 2246 2046

310 310 310

1993 1993

1147

310 1993

1993

305

1993

Regolamenti RINA 2005

295

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Decylbenzene Decylic acid *Decyl octyl adipate DECYLOXYTETRAHYDROTHIOPHENE DIOXIDE Detergent alkylate DEXTROSE SOLUTION Diacetic ester Diacetone DIACETONE ALCOHOL DIALKYL (C7 - C13) PHTHALATES 1,2-Diaminoethane 1,6-Diaminohexane solutions Diaminotoluene *4,6-Diamino-3,5,5-trimethylcyclohex-2-enone *1,2-Dibromoethane *DIBUTYLAMINE Dibutyl carbinol *Dibutyl ether n-Dibutyl ether DIBUTYL HYDROGEN PHOSPHONATE *DIBUTYL PHTHALATE *1,2-Dichlorobenzene *m-Dichlorobenzene *o-Dichlorobenzene *DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) 2,2-Dichlorodiethyl ether *1,1-DICHLOROETHANE *1,2-Dichloroethane sym-Dichloroethane Dichloroether *1,1-Dichloroethylene DICHLOROETHYL ETHER sym-Dichloroethyl ether Dichloroether *1,6-DICHLOROHEXANE 2,2'-DICHLOROISOPROPYL ETHER *DICHLOROMETHANE *2,4-DICHLOROPHENOL 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, DIETHANOLAMINE SALT SOLUTION

Riferimento ALKYL (C9+) BENZENES DECANOIC ACID OCTYL DECYL ADIPATE IBC Code - Capitolo 17 ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ACETOACETATE DIACETONE ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENEDIAMINE HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTIONS TOLUENEDIAMINE ISOPHORONEDIAMINE ETHYLENE DIBROMIDE IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) n-BUTYL ETHER n-BUTYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) DICHLOROBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE DICHLORIDE DICHLOROETHYL ETHER VINYLIDENE CHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROETHYL ETHER DICHLOROETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1993 1993

1148

305

320

1993 330

340

1993

2362

340

340

340 2490 1593 2021 340 340 711

1993

296

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, DIMETHYLAMINE SALT SOLUTION (70% OR LESS) 2,4-DICHLOROPHENOXYACETIC ACID, TRIISOPROPANOLAMINE SALT SOLUTION *1,1-DICHLOROPROPANE *1,2-DICHLOROPROPANE *1,3-DICHLOROPROPANE Dichloropropane/dichloropropene mixtures *2,2-Dichloropropanoic acid *1,3-DICHLOROPROPENE DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES *2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID Dichloropropylene 1,4-Dicyanobutane Dicyclopentadiene *Didecyl phthalate *Didodecyl phthalate *DIETHANOLAMINE *DIETHYLAMINE *2-Diethylaminoethanol DIETHYLAMINOETHANOL *2,6-DIETHYLANILINE DIETHYLBENZENE Diethyl carbitol 1,4-Diethylene dioxide Diethylene ether DIETHYLENE GLYCOL Diethylene glycol butyl ether Diethylene glycol butyl ether acetate DIETHYLENE GLYCOL DIBUTYL ETHER DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER Diethylene glycol ethyl ether Diethylene glycol ethyl ether acetate Diethylene glycol methyl ether

Riferimento IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DICHLOROPROPENE/DICHLOROPROPANE MIXTURES 2,2-DICHLOROPROPIONIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,3-DICHLOROPROPENE ADIPONITRILE 1,3-CYCLOPENTADIENE DIMER (MOLTEN) DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLAMINOETHANOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLENE GLYCOL DIETHYL ETHER 1,4-DIOXANE 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER 330 1993 1993 1993 308 1993 1993 2049 310 2686 320 1993 1154 320 320 2047 340 340 700 1279 340 340 340 1993

Regolamenti RINA 2005

297

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Diethylene glycol methyl ether acetate Diethylene glycol monobutyl ether Diethylene glycol monobutyl ether acetate Diethylene glycol monoethyl ether Diethylene glycol monoethyl ether acetate Diethylene glycol monomethyl ether Diethylene glycol monomethyl ether acetate DIETHYLENE GLYCOL PHTHALATE Diethylene oxide DIETHYLENETRIAMINE DIETHYLENETRIAMINE PENTAACETIC ACID, PENTASODIUM SALT SOLUTION Diethylethanolamine N,N-Diethylethanolamine *DIETHYL ETHER DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID Di-(2-ethylhexyl) phthalate Diethyl oxide *DIETHYL PHTHALATE *DIETHYL SULPHATE DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL A DIGLYCIDYL ETHER OF BISPHENOL F Diglycol Diglycolamine *DIHEPTYL PHTHALATE DI-n-HEXYL ADIPATE *DIHEXYL PHTHALATE 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY- ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION 2,3-Dihydroxybutane 2,2-Dihydroxydiethylamine Di-(2-hydroxyethyl)amine Dihydroxyethyl ether 1,2-Dihydroxypropane

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 18 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIETHYLAMINOETHANOL DIETHYLAMINOETHANOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DIOCTYL PHTHALATE DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYLENE GLYCOL 2-(2-AMINOETHOXY)ETHANOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BUTYLENE GLYCOL DIETHANOLAMINE DIETHANOLAMINE DIETHYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993

2079

320

1155

330

1902

700

1594

315

1993

298

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *DIISOBUTYLAMINE Diisolbutylcarbinol DIISOBUTYLENE alpha-Diisobutylene beta-Diisobutylene *DIISOBUTYL KETONE *DIISOBUTYL PHTHALATE 2,4-Diisocyanatotoluene Diisodecyl phthalate DIISONONYL ADIPATE Diisononyl phthalate DIISOOCTYL PHTHALATE DIISOPROPANOLAMINE *DIISOPROPYLAMINE *DIISOPROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) *Diisopropyl ether DIISOPROPYLNAPHTHALENE Diisopropyl oxide *N,N-DIMETHYLACETAMIDE SOLUTION (40% OR LESS) *DIMETHYL ADIPATE *DIMETHYLAMINE SOLUTION (45% OR LESS) *DIMETHYLAMINE SOLUTION (GREATER THAN 45% BUT NOT GREATER THAN 55%) * DIMETHYLAMINE SOLUTION (GREATER THAN 55% BUT NOT GREATER THAN 65%) Dimethylaminoethanol *2-Dimethylaminoethanol Dimethylbenzenes *1,3-Dimethylbutyl acetate Dimethylcarbinol N,N-DIMETHYLCYCLOHEXYLAMINE DIMETHYLETHANOLAMINE 1,1-Dimethylethanol 1,1-Dimethylethyl alcohol Dimethyl ethyl carbinol sym-Dimethylethylene glycol *DIMETHYLFORMAMIDE *DIMETHYL GLUTARATE *2,6-Dimethyl-4-heptanone

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 TOLUENE DIISOCYANATE DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 18 DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIMETHYLETHANOLAMINE DIMETHYLETHANOLAMINE XYLENES METHYL AMYL ACETATE ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 tert-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL BUTYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIISOBUTYL KETONE

N. ONU 2361

MFAG 320

Rev.

2050

310

1157

300 330

1993 320 1158 320 310

1160 1160 1160

320 320 320

2264 2051

320 320

2265

321

Regolamenti RINA 2005

299

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2,6-Dimethylheptan-4-one *DIMETHYL HYDROGEN PHOSPHITE Dimethylhydroxybenzenes *1,1--Dimethyl-2,2-iminodiethanol *Dimethyl ketone DIMETHYL OCTANOIC ACID *Dimethylphenols *DIMETHYL PHTHALATE DIMETHYLPOLYSILOXANE *2,2-DIMETHYLPROPANE-1,3-DIOL *2,2-Dimethylpropionic acid *DIMETHYL SUCCINATE DINITROTOLUENE (MOLTEN) *DINONYL PHTHALATE *Dioctyl adipate *Dioctyl hydrogen phosphate Dioctyl phosphoric acid *DIOCTYL PHTHALATE 1,4-Dioxan *1,4-DIOXANE *1,3-Dioxolan-2-one Dioxolone Dioxyethylene ether DIPENTENE DIPHENYL DIPHENYLAMINE, REACTION PRODUCT WITH 2,2,4-TRIMETHYLPENTENE DIPHENYLAMINES, ALKYLATED DIPHENYL/DIPHENYL ETHER MIXTURES Diphenyl/diphenyl oxide mixtures Diphenyl dodecyl ether disulphonate solution Diphenyl dodecyl oxide disulphonate solution *DIPHENYL ETHER DIPHENYL ETHER/DIPHENYL PHENYL ETHER MIXTURE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLOL PROPANE-EPICHLOROHYDRIN RESINS *Diphenyl oxide

Riferimento DIISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 XYLENOL DIISOPROPANOLAMINE ACETONE IBC Code - Capitolo 17 XYLENOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DI-(2-ETHYLHEXYL) ADIPATE DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID DI-(2-ETHYLHEXYL) PHOSPHORIC ACID IBC Code - Capitolo 18 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE CARBONATE ETHYLENE CARBONATE 1,4-DIOXANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPHENYL/DIPHENYL ETHER MIXTURES DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPHENYL ETHER

N. ONU

MFAG

Rev.

700

1993

1600

335

1993

1165

330

2052

310

1993 1993

330

2489

370

300

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Diphenyl oxide/diphenyl phenyl ether mixture *Dipropylamine DI-n-PROPYLAMINE n-Dipropylamine DIPROPYLENE GLYCOL Dipropylene glycol methyl ether Dipropylene glycol monomethyl ether Dipropylmethane Disodium 1,4-dihydroanthracene-9,10-diyl dioxide *DITRIDECYL PHTHALATE *DIUNDECYL PHTHALATE *Docosan-1-ol *1-Docosanol *DODECANE (ALL ISOMERS) *Dodecanoic acid *Dodecan-1-ol *1-Dodecanol n-Dodecanol *DODECENE (ALL ISOMERS) DODECENYL SUCCINIC ACID, DIPOTASSIUM SALT SOLUTION *DODECYL ALCOHOL n-Dodecyl alcohol *DODECYLAMINE/TETRADECYLAMINE MIXTURE * DODECYLDIMETHYLAMINE/TETRADECYLDIMETHYLAMINE MIXTURE DODECYL BENZENE DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION Dodecyl diphenyl oxide disulphonate solution Dodecylene DODECYL METHACRYLATE Dodecyl 2-methyl-2-propenoate Dodecyl 2-methylprop-2-enoate *DODECYL/PENTADECYL METHACRYLATE MIXTURE DODECYL PHENOL

Riferimento DIPHENYL ETHER/DIPHENYL PHENYL ETHER MIXTURE DI-n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 DI-n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER HEPTANE (ALL ISOMERS) 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) IBC Code - Capitolo 18 LAURIC ACID DODECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL DIPHENYL ETHER DISULPHONATE SOLUTION DODECENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 DODECYL METHACRYLATE DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

2383

320

308 1993 1993

1993 1993 1993 1993

310

1993

305

1993 1993 1993 700

330

330 710

Regolamenti RINA 2005

301

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome DODECYL XYLENE DRILLING BRINE: CALCIUM BROMIDE SOLUTION

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

DRILLING BRINES : CALCIUM CHLORIDE SOLU- IBC Code - Capitolo 18 TION Drilling brine: potassium chloride solution DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) DRILLING BRINE: SODIUM CHLORIDE SOLUTION Dutch liquid Dutch oil Enanthic acid Enanthyl alcohol Engravers acid EPICHLOROHYDRIN *1,2-Epoxybutane *1,2-Epoxypropane *Ethanamine solutions, 72% or less *1,2-Ethanediol *Ethanoic acid *Ethanoic anhydride *Ethanol ETHANOLAMINE Ether Ethinyl tricloride *2-ETHOXYETHANOL *2-(2-Ethoxyethoxy)ethanol *2-(2-Ethoxyethoxy)ethyl acetate *2-ETHOXYETHYL ACETATE *1-Ethoxypropan-2-ol *ETHYL ACETATE *ETHYL ACETOACETATE *ETHYL ACRYLATE *ETHYL ALCOHOL *ETHYLAMINE *ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) Ethylaminocyclohexane ETHYL AMYL KETONE *ETHYLBENZENE POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE DICHLORIDE n-HEPTANOIC ACID HEPTANOL (ALL ISOMERS) NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 1,2-BUTYLENE OXIDE PROPYLENE OXIDE ETHYLAMINE SOLUTIONS (72% OR LESS) ETHYLENE GLYCOL ACETIC ACID ACETIC ANHYDRIDE ETHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 DIETHYL ETHER TRICHLOROETHYLENE IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE IBC Code - Capitolo 17 PROPYLENE GLYCOL MONO-ALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2271 1175 227 310 1993 1917 1170 1036 2270 1173 330 330 330 305 320 320 1172 330 1993 1171 330 1993 1993 2491 320 2023 740 1993

302

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Ethyl benzol *Ethylbutanoate *N-ETHYLBUTYLAMINE *ETHYL BUTYRATE Ethyl cyanide *ETHYLCYCLOHEXANE *N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE Ethyl(Cyclohexyl)amine Ethyldimethylmethane Ethylene alcohol Ethylenebisiminodiacetic acid tetrasodium salt solution Ethylene bromide *ETHYLENE CARBONATE Ethylenecarboxylic acid Ethylene chloride ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE CYANOHYDRIN *Ethylene diacetate *ETHYLENEDIAMINE ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION *ETHYLENE DIBROMIDE *ETHYLENE DICHLORIDE 2,2-Ethylenedi-iminodi(ethylamine) Ethylenedinitriloteatraacetic acid tetrasodium salt solution *2,2-Ethylenodioxydiethanol ETHYLENE GLYCOL ETHYLENE GLYCOL ACETATE Ethylene glycol acrylate Ethylene glycol butyl ether Ethylene glycol tert-butyl ether ETHYLENE GLYCOL BUTYL ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL DIACETATE Ethylene glycol ethyl ether Ethylene glycol ethyl ether acetate Ethylene glycol isopropyl ether ETHYLENE GLYCOL METHYL BUTYL ETHER Ethylene glycol methyl ether ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE ETHYLBENZENE ETHYL BUTYRATE

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev.

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONITRILE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-ETHYLCYCLOHEXYLAMINE PENTANE (ALL ISOMERS) ETHYLENE GLYCOL ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION ETHYLENE DIBROMIDE IBC Code - Capitolo 18 ACRYLIC ACID ETHYLENE DICHLORIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL DIACETATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 TRIETHYLENETETRAMINE ETHYLENEDIAMINETETRAACETIC ACID TETRASODIUM SALT SOLUTION TRIETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 2-HYDROXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS 2-ETHOXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS IBC Code - Capitolo 17 1605 1184 1604 1135 1180

320 330 1993

310 320

330

740 215

320 1993 345 340

308

1993 1993 330

1993

1993 330 1993 330 1993

Regolamenti RINA 2005

303

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS Ethylene glycol monobutyl ether Ethylene glycol mono-tert-butyl ether Ethylene glycol monoethyl ether Ethylene glycol monoethyl ether acetate Ethylene glycol monomethyl ether Ethylene glycol monomethyl ether acetate Ethylene glycol monophenyl ether ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER/DIETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER MIXTURE ETHYLENE OXIDE/PROPYLENE OXIDE MIXTURE WITH AN ETHYLENE OXIDE CONTENT OF NOT MORE THAN 30% BY MASS Ethylene trichloride *ETHYLENE-VINYL ACETATE COPOLYMER (EMULSION) *Ethyl ethanoate Ethyl ether *ETHYL-3-ETHOXYPROPIONATE Ethyl fluid Ethyl glycol 2-Ethylhexaldehyde *2-Ethylhexanal *2-ETHYLHEXANOIC ACID 2-Ethylhexanol 2-Ethylhexenal *2-Ethylhex-2-enal 2-Ethylhexoic acid *2-ETHYLHEXYL ACRYLATE *2-Ethylhexyl alcohol *2-ETHYLHEXYLAMINE *5-Ethylidenebicyclo(2,2,1)hept-2-ene Ethylidene chloride *Ethylidene dichloride ETHYLIDENE NORBORNENE *ETHYL METHACRYLATE *2-Ethyl-6-methylaniline *Ethyl methyl ketone *5-Ethyl-2-methylpyridine

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS 2-ETHOXYETHYL ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993 1993

1993

330

2983

365

TRICHLOROETHYLENE IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ACETATE DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS OCTYL ALDEHYDES OCTYL ALDEHYDES IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ETHYLIDENE NORBORNENE 1,1-DICHLOROETHANE 1,1-DICHLOROETHANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE METHYL ETHYL KETONE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE 2277 310 330 2276 320 330 1993 1993 1993 1993

304

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Ethyl oxide o-ETHYLPHENOL *2-Ethylphenol Ethyl phthalate 5-Ethyl-2-picoline *Ethyl propeonate *ETHYL PROPIONATE 2-ETHYL-3-PROPYLACROLEIN Ethyl sulphate ETHYLTOLUENE 6-Ethyl-o-toluidine *Ethyl vinyl ether FATTY ACIDS (SATURATED C13+) Fatty alcohols (C12 - C20) Fermentation alcohol FERRIC CHLORIDE SOLUTIONS FERRIC HYDROXYETHYLETHYLENE DIAMINE TRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION FERRIC NITRATE/NITRIC ACID SOLUTION Fish acid oil FISH SOLUBLES FLUOROSILICIC ACID (20-30%) IN WATER SOLUTION * FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) Formalin *FORMAMIDE Formdimethylamide *FORMIC ACID Formic aldehyde FUMARIC ADDUCT OF ROSIN, WATER DISPERSION Fural *2-Furaldehyde *Furan-2,5-dione *2,5-Furandione FURFURAL 2-Furfuraldehyde FURFURYL ALCOHOL Furylcarbinol DIETHYL ETHER

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev.

IBC Code - Capitolo 17 o-ETHYLPHENOL DIETHYL PHTHALATE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE ETHYL ACRYLATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DIETHYL SULPHATE IBC Code - Capitolo 17 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE VINYL ETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 DODECYL ALCOHOL (IBC Code - Capitolo 17) e ALCOHOL (C13+) (IBC Code - Capitolo 18) ETHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 DIMETHYLFORMAMIDE IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 FURFURAL FURFURAL MALEIC ANHYDRIDE MALEIC ANHYDRIDE IBC Code - Capitolo 17 FURFURAL IBC Code - Capitolo 17 FURFURYL ALCOHOL 2874 1199 1779 1778 2582 1195

710

330 300

1993

1993 1993

1993

700

700 300

1993

321

700

300

305

Regolamenti RINA 2005

305

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Gaultheria oil Glacial acetic acid *Glucitol solution *GLUCOSE SOLUTION *GLUTARALDEHYDE SOLUTIONS (50% OR LESS) GLYCERINE GLYCERINE (83%), DIOXANEDIMETHANOL (17%) MIXTURE *Glycerol GLYCEROL POLYALKOXYLATE *Glycerol triacetate GLYCERYL TRIACETATE GLYCIDYL ESTER OF C10 TRIALKYLACETIC ACID GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION Glycol Glycol carbonate Glycol chlorohydrin Glycol dichloride Glycol monobutyl ether Glycyl alcohol *GLYOXAL SOLUTION (40% OR LESS) Grain alcohol Grape sugar solution Groundnut acid oil Groundnut oil Hazelnut oil Hendecanoic acid Heptamethylene *Heptane n-Heptane HEPTANE (ALL ISOMERS) 3-Heptanecarboxylic acid *Heptanoic acid n-HEPTANOIC ACID *HEPTANOL (ALL ISOMERS) *Heptan-2-one *2-Heptanone HEPTENE (ALL ISOMERS)

Riferimento METHYL SALICYLATE ACETIC ACID SORBITOL SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 GLYCERYL TRIACETATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL ETHYLENE CARBONATE ETHYLENE CHLOROHYDRIN ETHYLENE DICHLORIDE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 ETHYL ALCOHOL DEXTROSE SOLUTION VEGETABLE ACID OILS, AND DISTILLATES N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. UNDECANOIC ACID CYCLOHEPTANE HEPTANE (ALL ISOMERS) HEPTANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-HEPTANOIC ACID IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE METHYL AMYL KETONE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 300 1993

1993 1993

1206

310

305

1993

311

306

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Heptoic acid * HEPTYL ACETATE *Heptyl alcohol, all isomers Heptylcarbinol Heptylene, mixed isomers n-Heptylic acid *Hepthyl methyl ketone *1-Hexadecene *Hexadecyl and icosyl methacrylate mixture Hexadecyl/octadecyl alcohol Hexaethylene glycol Hexahydroaniline Hexahydro-1-H-azepine Hexahydrobenzene Hexahydrophenol Hexahydrotoluene Hexamethylene HEXAMETHYLENEDIAMINE ADIPATE (50% IN WATER) *HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION 1,6-Hexamethylenediamine solution HEXAMETHYLENE GLYCOL HEXAMETHYLENEIMINE *HEXAMETHYLENETETRAMINE SOLUTIONS Hexanaphtene n-Hexane *HEXANE (ALL ISOMERS) *Hexane-1,6-diamine solutions *1,6-Hexanediamine solutions *1,6-Hexanediol *Hexane-1,6-diol *HEXANOIC ACID HEXANOL *Hexan-1-ol *Hexan-6-olide *2-Hexanone *Hexan-2-one *1-Hexene Hexene-1

Riferimento n-HEPTANOIC ACID IBC Code - Capitolo 17 HEPTANOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) HEPTENE (ALL ISOMERS) n-HEPTANOIC ACID METHYL HEPTYL KETONE OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) CETYL/EICOSYL METHACRYLATE MIXTURE ALCOHOL (C13+) POLYETHYLENE GLYCOL CYCLOHEXXYLAMINE HEXAMETHYLENEIMINE CYCLOHEXANE CYCLOHEXANOL METHYLCYCLOHEXANE CYCLOHEXANE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 CYCLOHEXANE HEXANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION HEXAMETHYLENE GLYCOL HEXAMETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 HEXANOL epsilon-CAPROLACTAM (MOLTEN OR AQUEOUS SOLUTIONS) METHYL BUTYL KETONE METHYL BUTYL KETONE HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993

1783

320

2493

320

1208

310

1993

1993

1993 2282 305 1993

Regolamenti RINA 2005

307

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Hex-1-ene *2-Hexene *HEXENE (ALL ISOMERS) Hexone *HEXYL ACETATE sec-Hexyl acetate *Hexyl alcohol Hexylene HEXYLENE GLYCOL *HYDROCHLORIC ACID Hydrogencarboxylic acid *Hydrogen chloride, aqueous * HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 8% BUT NOT OVER 60%) Hydrogen peroxide solutions (over 8% but less than 20%) *HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 60% BUT NOT OVER 70%) Hydrogen sulphate Hydroxybenzene 4-Hydroxybutanoic acid lactone 4-Hydroxybutyric acid lactone gamma-Hydroxybutyric acid lactone Hydroxydimethylbenzenes *2-Hydroxyethyl acetate *2-HYDROXYETHYL ACRYLATE 2-Hydroxyethylamine N-(HYDROXYETHYL) ETHYLENEDIAMINE TRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION N-beta-Hydroxyethylethylenediamine beta-Hydroxyethyl phenyl ether alpha-Hydroxyisobutyronitrile 4-Hydroxy-2-keto-4-methylpentane 4-Hydroxy-4-methylpentanone-2 *4-Hydroxy-4-methylpentan-2-one 2-(Hydroxymethyl)propane *2-Hydroxy-2-methylpropiononitrile 2-HYDROXY-4-(METHYLTHIO) BUTANOIC ACID 2-Hydroxynitrobenzene (molten) 1-Hydroxy-2-phenoxyethane alpha-Hydroxypropionic acid

Riferimento HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 METHYL ISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 METHYLAMYL ACETATE HEXANOL HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 FORMIC ACID HYDROCHLORIC ACID IBC Code - Capitolo 17 HYDROGEN PEROXIDE SOLUTIONS (OVER 8% BUT NOT OVER 60%) IBC Code - Capitolo 17 SULPHURIC ACID PHENOL gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE gamma-BUTYROLACTONE XYLENOL ETHYLENE GLYCOL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 ETHANOLAMINE IBC Code - Capitolo 18 AMINOETHYLETHANOLAMINE ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ACETONE CYANOHYDRIN DIACETONE ALCOHOL DIACETONE ALCOHOL DIACETONE ALCOHOL ISOBUTYL ALCOHOL ACETONE CYANOHYDRIN Sezione 17 o-NITROPHENOL (MOLTEN) ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER LACTIC ACID

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993

1233

330

308 1789 700

2014 2984 2015

735

1993

735

330

1993

308

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome alpha-Hydroxypropionitrile beta-Hydroxypropionitrile *3-Hydroxypropionitrile 2-Hydroxypropylamine 3-Hydroxypropylamine alpha-Hydroxytoluene *3-Hydroxy-2,2,4-trimethylpentyl isobutyrate *2,2-Iminobis(ethyleneimino)diethyl-amine *2,2-Iminodiethanol *2,2-Iminodi(ethylamine) *1,1-Iminodipropan -2-ol *Iron(III) chloride solutions *Iron(III) nitrate/nitric acid solution Isoamyl acetate ISOAMYL ALCOHOL Isobutaldehyde Isobutanal Isobutanol Isobutanolamine *Isobutyl acetate *Isobutyl acrylate *ISOBUTYL ALCOHOL Isobutyl aldehyde *Isobutylamine Isobutylcarbinol * ISOBUTYL FORMATE *Isobutyl methyl ketone *Isobutyraldehyde Isobutyric aldehyde *3-Isocyanatomethyl-3,5,5-trimethylcyclohexyl isocyanate ISO- & CYCLO-ALKANES (C10 - C11) ISO- & CYCLO-ALKANES (C12+) Isodecanol Isodecyl alcohol Isododecane Isodurene Isoheptane

Riferimento LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS) ETHYLENE CYANOHYDRIN ETHYLENE CYANOHYDRIN ISOPROPANOLAMINE n-PROPANOLAMINE BENZYL ALCOHOL 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL 1-ISOBUTYRATE TETRAETHYLENEPENTAMINE DIETHANOLAMINE DIETHYLENETRIAMINE DIISOPROPANOLAMINE FERRIC CHLORIDE SOLUTIONS FERRIC NITRATE/NITRIC ACID SOLUTION AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL 2-AMINO-2-METHYL-1-PROPANOL (90% OR LESS) BUTYL ACETATE (ALL ISOMERS) BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 METHYL ISOBUTYL KETONE BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOPHORONE DIISOCYANATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) DODECANE (ALL ISOMERS) TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) HEPTANE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1105 305 1993 1993

1993 1212 305

2393

330

1993 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

309

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Isononanoic acid Isononanol Isoctanol *Isopentane Isopentanol Isopentene *Isopentyl acetate *Isopentyl alcohol ISOPHORONE ISOPHORONEDIAMINE ISOPHORONE DIISOCYANATE *ISOPRENE Isopropanol ISOPROPANOLAMINE Isopropenylbenzene *2-Isopropoxyethanol *2-Isopropoxypropane *ISOPROPYL ACETATE Isopropylacetone *ISOPROPYL ALCOHOL *ISOPROPYLAMINE *Isopropylbenzene Isopropyl carbinol * ISOPROPYLCYCLOHEXANE ISOPROPYL ETHER Isopropylideneacetone 4-Isopropyltoluene 4-Isopropyltoluol Isovaleral *Isovaleraldehyde Isovaleric aldehyde Isovalerone Kaolin clay slurry KAOLIN SLURRY Ketohexamethylene Ketone propane Ketopropane *LACTIC ACID *LACTONITRILE SOLUTION (80% OR LESS)

Riferimento NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) OCTANOL (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) ISOAMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 alpha-METHYLSTYRENE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ISOPROPYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 METHYL ISOBUTYL KETONE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 MESITYL OXIDE p-CYMENE p-CYMENE VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) DIISOBUTYL KETONE KAOLIN SLURRY IBC Code - Capitolo 18 CYCLOHEXANONE ACETONE ACETONE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1993

300 2289 2290 1218 320 370 310

320

1993

1220

330

1219 1221

305 320 1993

1159

330

1993 1993 1993

700

310

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Lanolin LARD Lard acid oil LATEX, AMMONIA (1% OR LESS) INHIBITED LATEX: CARBOXYLATED STYRENE-BUTADIENECOPOLYMER LATEX: STYRENE-BUTADIENE RUBBER *LAURIC ACID Lauryl alcohol Lauryl methacrylate Lead alkyils Lead tetraethyl Lead tetramethyl LIGNINSULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION Limonene Linseed oil LIQUID CHEMICAL WASTES LONG CHAIN ALKARYL POLYETHER (C11 - C20) LONG CHAIN ALKARYL SULPHONIC ACID (C16 - C60) LONG CHAIN ALKYLPHENATE/PHENOL SULPHIDE MIXTURE LONG CHAIN POLYETHERAMINE IN ALKYL (C2 - C4) BENZENES LONG CHAIN POLYETHERAMINE IN AROMATIC SOLVENT Lye, potash Lye, soda *MAGNESIUM CHLORIDE SOLUTION *MAGNESIUM HYDROXIDE SLURRY

Riferimento ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 DODECYL ALCOHOL DODECYL METHACRYLATE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) IBC Code - Capitolo 18 DIPENTENE VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

725 725

1993 1993 1993

1993 1993

1993 1993 1993

MAGNESIUM LONG CHAIN ALKARYL SULPHO- IBC Code - Capitolo 18 NATE (C11 - C50) MAGNESIUM LONG CHAIN ALKYL SALICYLATE (C11+) *MALEIC ANHYDRIDE *dl-p-Metha-1,8-diene MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION MESITYL OXIDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DIPENTENE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1229 375 300 2215 700 1993

Regolamenti RINA 2005

311

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Metaformaldehyde METAM SODIUM SOLUTION *METHACRYLIC ACID alpha-Methacrylic acid Methacrylic acid, dodecyl ester Methacrylic acid, lauryl ester METHACRYLIC RESIN IN ETHYLENE DICHLORIDE METHACRYLONITRILE *Methanal Methanamide Methanecarboxylic acid *Methanoic acid *Methanol *3-METHOXY-1-BUTANOL *3-Methoxybutan-1-ol *3-METHOXY BUTYL ACETATE *2-Methoxyethanol *2-(2-Methoxyethoxy)ethanol *2-[2-(2-Methoxyethoxy)ethoxy]ethanol *2-(2-Methoxyethoxy)ethyl acetate *2-Methoxyethyl acetate *3-Methoxy-3-methylbutan-1-ol *3-Methoxy-3-methylbutyl acetate *1-Methoxypropan-2-ol *1-(2-Methoxypropoxy)propan-2-ol *3-[3-(3-Methoxypropoxy)propoxy]propan-1-ol Methoxytriglycol Methylacetaldehyde *METHYL ACETATE Methylacetic acid *METHYL ACETOACETATE beta-Methylacrolein *METHYL ACRYLATE *2-Methylacrylic acid 2-Methylacrylic acid, dodecyl ester 1,3,5-TRIOXANE

Riferimento

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 METHACRYLIC ACID DODECYL METHACRYLATE DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) FORMAMIDE ACETIC ACID FORMIC ACID METHYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 3-METHOXY-1-BUTANOL IBC Code - Capitolo 18 ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE 3-METHYL-3-METHOXY BUTANOL 3-METHYL-3-METHOXY BUTYL ACETATE PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER PROPIONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 18 PROPIONIC ACID IBC Code - Capitolo 18 CROTONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 METHACRYLIC ACID DODECYL METHACRYLATE 1919 330 1231 330 1993 1993 1993 330 1993 1993 1993 1993 3079 215 1993 2531 700

312

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2-Methylacrylic acid, lauryl ester *METHYL ALCOHOL *METHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) 1-Methyl-2-aminobenzene 2-Methyl-1-aminobenzene METHYLAMYL ACETATE METHYLAMYL ALCOHOL METHYL AMYL KETONE *2-Methylaniline o-Methylaniline 2-Methylbenzeneamine o-Methylbenzeneamine Methylbenzene Methylbenzenediamine Methylbenzol *2-Methyl-1,3-butadiene 3-Methyl-1,3-butadiene *2-Methylbutane *2-Methylbutan-2-ol *2-Methyl-2-butanol 2-Methyl-4-butanol *3-Methyl-1-butanol *3-Methylbutan-1-ol 3-Methylbutan-3-ol *3-Methylbut-1-ene Methylbutenes METHYLBUTENOL *1-Methylbutyl acetate 2-Methyl-2-butyl alcohol 2-Methyl-4-butyl alcohol 3-Methyl-1-butyl alcohol 3-Methyl-3-butyl alcohol METHYL tert-BUTYL ETHER METHYL BUTYL KETONE *2-Methyl-3-butyn-2-ol *2-Methylbut-3-yn-2-ol METHYL BUTYNOL *3-Methylbutyraldehyde *METHYL BUTYRATE

Riferimento DODECYL METHACRYLATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE o-TOLUIDINE TOLUENE TOLUENEDIAMINE TOLUENE ISOPRENE ISOPRENE PENTANE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL PENTENE (ALL ISOMERS) PENTENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) tert-AMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL ISOAMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 METHYL BUTYNOL METHYL BUTYNOL IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1230 1235

306 320

1233 2053 1110

330 305 300 1993 1993

2398

330

1993 1237 330

Regolamenti RINA 2005

313

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 2-beta-Methyl carbitol Methyl carbitol acetate Methyl cellosolve Methyl cellosolve acetate Methylchloroform *Methyl cyanide *METHYLCYCLOHEXANE Methyl-1,3-cyclopentadiene dimer METHYLCYCLOPENTADIENE DIMER METHYL DIETHANOLAMINE Methylenebis(phenylene isocyanate) Methylenebis(phenyl isocyanate) Methylene chloride Methylene dichloride Methylenedi-p-phenylene diisocyanate 4,4-Methylenediphenyl isocyanate 2-METHYL-6-ETHYL ANILINE Methylethylcarbinol Methylethylene glycol METHYL ETHYL KETONE 2-METHYL-5-ETHYL PYRIDINE *METHYL FORMATE Methyl glycol *5-Methyl-3-heptanone *5-Methylheptan-3-one METHYL HEPTYL KETONE *5-Methylhexan-2-one Methylhexylcarbinol 2-METHYL-2-HYDROXY-3-BUTYNE Methyl isoamyl ketone Methyl isobutenyl ketone Methyl isobutylcarbinol Methyl isobutylcarbinol acetate METHYL ISOBUTYL KETONE *2-Methyllactonitrile *METHYL METHACRYLATE *Methyl methanoate 3-METHYL-3-METHOXYBUTANOL

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE ETHYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHERS ETHYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE 1,1,1-TRICHLOROETHANE ACETONITRILE IBC Code - Capitolo17 METHYLCYCLOPENTADIENE DIMER IBC Code - Capitolo17 IBC Code - Capitolo17 DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DICHLOROMETHANE DICHLOROMETHANE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE DIPHENYLMETHANE DIISOCYANATE IBC Code - Capitolo 17 sec-BUTYL ALCOHOL PROPYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPYLENE GLYCOL ETHYL AMYL KETONE ETHYL AMYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 METHYL AMYL KETONE MESITYL OXIDE METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ACETATE IBC Code - Capitolo 18 ACETONE CYANOHYDRIN IBC Code - Capitolo 17 METHYL FORMATE IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993 1993

2296

310

1993

335

1193 2300 1243

300 325 330

1993

1245

300

1247

330

314

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome 3-METHIL-3-METHOXYBUTYL ACETATE METHYL NAPHTHALENE (MOLTEN) (o- and p-)Methylnitrobenzene *8-Methylnonan-1-ol Methylolpropane *2-Methylpentane *2-Methylpentane-2,4-diol *2-Methyl-2,4-pentanediol Methylpentan-2-ol 4-Methylpentanol-2 4-Methylpentan-2-ol 4-Methyl-2-pentanol acetate *4-Methylpentan-2-one *4-Methyl-2-pentanone 2-Methylpentene *2-Methylpent-1-ene *2-Methyl-1-pentene *4-Methyl-1-pentene *4-Methylpent-3-en-2-one *4-Methyl-3-penten-2-one *Methylpentyl acetates *Methyl pentyl ketone Methylphenylenediamine Methylphenylene diisocyanate 2-Methyl-2-phenylpropane Methyl phosphite *2-Methylpropanal *2-Methylpropan-1-ol *2-Methyl-1-propanol *2-Methyl-2-propanol *2-Methylpropan-2-ol *2-Methylpropenoic acid *2-Methylpropyl acrylate 2-Methyl-1-propyl alcohol 2-Methyl-2-propyl alcohol Methylpropylbenzene Methylpropylcarbinol 1-Methyl-1-propylethylene METHYL PROPYL KETONE

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 (o and p)NITROTOLUENE DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) n-BUTYL ALCOHOL HEXANE (ALL ISOMERS) HEXYLENE GLYCOL HEXYLENE GLYCOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ALCOHOL METHYLAMYL ACETATE METHYL ISOBUTYL KETONE METHYL ISOBUTYL KETONE HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) HEXENE (ALL ISOMERS) MESITYL OXIDE MESITYL OXIDE METHYLAMYL ACETATE METHYL AMYL KETONE TOLUENEDIAMINE TOLUENE DIISOCYANATE BUTYLBENZENES (ALL ISOMERS) TRIMETHYL PHOSPHITE BUTYRALDEHYDE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL ISOBUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL METHACRYLIC ACID BUTYL ACRYLATE (ALL ISOMERS) ISOBUTYL ALCOHOL tert-BUTYL ALCOHOL p-CYMENE sec-AMYL ALCOHOL HEXENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG

Rev.

310

1993

1993

1993

1993

1993

1249

300

1993

Regolamenti RINA 2005

315

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *2-METHYLPYRIDINE *3-METHYLPYRIDINE *4-METHYLPYRIDINE alpha-Methylpyridine N-Methylpyrrolidinone *1-Methylpyrrolidin-2-one N-METHYL-2-PYRROLIDONE *1-Methyl-2-pyrrolidone *METHYL SALICYLATE Methylstyrene *alpha-METHYLSTYRENE Middle oil Milk acid Mineral jelly Mineral wax Mixed acid oil

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYLPYRIDINE N-METHYL-2-PYRROLIDONE N-METHYL-2-PYRROLIDONE IBC Code - Capitolo 18 N-METHYL-2-PYRROLIDONE IBC Code - Capitolo 17 VINYLTOLUENE IBC Code - Capitolo 17 CARBOLIC OIL LACTIC ACID PETROLATUM PETROLATUM ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN ANIMAL AND FISH ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S OR VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. DEPENDING ON SUBSTANCE ORIGIN IBC Code - Capitolo 18 CHLOROBENZENE CHLOROBENZENE ETHANOLAMINE ETHYLAMINE ETHYLAMINE SOLUTIONS (42% OR LESS) n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 HYDROCHLORIC ACID IBC Code - Capitolo 18 COAL TAR NAPHTHA SOLVENT

N. ONU 2313 2313 2313

MFAG 325 325 325

Rev.

1993

325

2303

310

Mixed general acid oil

Mixed hard acid oil

Mixed soft acid oil

MOLASSES Monochlorobenzene Monochlorobenzol Monoethanolamine Monethylamine Monethylamine solutions, 42% or less Monopropylamine *MORPHOLINE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) Muriatic acid MYRCENE Naphtha, coal tar

2054 1649

322 111 1993

316

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *NAPHTHALENE (MOLTEN) NAPHTHALENE SULPHONIC ACID/FORMALDEHYDE COPOLYMER, SODIUM SALT SOLUTION Naphtha safety solvent NAPHTHENIC ACIDS Neatsfoot oil NEODECANOIC ACID Neodecanoic acid vinyl ester Neopentanoic acid NITRATING ACID (MIXTURE OF SULPHURIC AND NITRIC ACIDS) *Nitric acid fuming *NITRIC ACID (70% AND OVER) Nitric acid red fuming NITRIC ACID (LESS THAN 70%) NITRILOTRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION *2,2,2-Nitrilotriethanol *1,1,1-Nitrilotri-2-propanol *1,1,1-Nitrilotripropan-2-ol * NITROBENZENE o-Nitrochlorobenzene *o-NITROPHENOL (MOLTEN) *2-Nitrophenol (molten) *1- or 2-NITROPROPANE NITROPROPANE (60%)/NITROETHANE (40%) MIXTURE *o- or p-NITROTOLUENES *NONANE (ALL ISOMERS) n-Nonane *NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) *Nonanols *Nonan-2-one *NONENE (ALL ISOMERS) NON-NOXIUOS LIQUID, N.O.S. (18) (TRADE NAME...,CONTAINS...) APPENDIX III *NONYL ACETATE *NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) Nonylcarbinol Nonylene Nonyl hydride

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18

N. ONU 2304

MFAG 314

Rev.

WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 17 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 17 VINYL NEODECANOATE TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 NITRIC ACID (70% AND OVER) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 TRIETHANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE IBC Code - Capitolo 17 o-CHLORONITROBENZENE IBC Code - Capitolo 17 o-NITROPHENOL (MOLTEN) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 NONANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) METHYL HEPTYL KETONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DECYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) NONENE (ALL ISOMERS) NONANE (ALL ISOMERS) 1664 1920 2608 1663 1662 2031 2032 2031 1796

700

700

610 700 700

335

710

335 335 335 310 1993

1993 1993

1993

1993 305

1993

Regolamenti RINA 2005

317

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *NONYL METHACRYLATE MONOMER NONYLPHENOL NONYL PHENOL POLY (4-12) ETHOXYLATES NOXIOUS LIQUID, N.F., (1) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 1, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (2) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 1, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (3) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (4) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (5) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B NOXIOUS LIQUID, N.F., (6) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B, M.P. 15C+ NOXIOUS LIQUID, F., (7) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B NOXIOUS LIQUID, F., (8) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 2, CAT. B, M.P. 15C+ NOXIOUS LIQUID, N.F., (9) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. A NOXIOUS LIQUID, F., (10) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. A NOXIOUS LIQUID, N.F., (11) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B NOXIOUS LIQUID, N.F., (12) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B, M.P. 15+ NOXIOUS LIQUID, F., (13) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

710

NOXIOUS LIQUID, F., (14) N.O.S. (TRADE IBC Code - Capitolo 17 NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. B, M.P. 15 C+ NOXIOUS LIQUID, N.F., (15) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. C NOXIOUS LIQUID, F., (16) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...) S.T. 3, CAT. C NOXIOUS LIQUID, (17) N.O.S. (TRADE NAME...,CONTAINS...), CAT. D Nutmeg butter *1-Octadecanol *Octadecan-1-ol *cis-9-Octadecenoic acid *(Z)-Octadec-9-enoic acid *Octanal *OCTANE (ALL ISOMERS) *OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) *Octan-1-ol IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS N.O.S. ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) OLEIC ACID OLEIC ACID OCTYL ALDEHYDES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 OCTANOL (ALL ISOMERS) 1262 310 1993 1993 1993 1993

318

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *OCTANOL (ALL ISOMERS) * OCTENE (ALL ISOMERS) Octoic acid *Octyl acetate n-OCTYL ACETATE *Octyl acrylate *Octyl alcohol *OCTYL ALDEHYDES Octylcarbynol OCTYL DECYL ADIPATE Octyl decyl phthalate Octylic acid *Octyl nitrate *Octyl nitrates (all isomers) Octyl phthalate Oil of mirbane Oil of vitriol Oiticica oil OLEFIN/ALKYL ESTER COPOLYMER (MOLECULAR MASS 2000+) OLEFIN MIXTURES (C5 - C7) OLEFIN MIXTURES (C5 - C15) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) alpha-OLEFINS (C6 - C18) MIXTURES OLEIC ACID OLEUM OLEYLAMINE Olive oil *Orthophosphoric acid *1,4-Oxazinane 2,2-Oxybispropane *2,2-Oxydiethanol *1,1-Oxydipropan-2-ol Oxymethylene PALM KERNEL ACID OIL Palm nut oil Palm oil Palm oil fatty acid PALM OIL FATTY ACID METHYL ESTER

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) n-OCTYL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 2-ETHYLHEXYL ACRYLATE OCTANOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 18 DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES OCTANOIC ACID (ALL ISOMERS) ALKYL (C7-C9) NITRATES ALKYL (C7-C9) NITRATES DIALKYL (C7-C13) PHTHALATES NITROBENZENE SULPHURIC ACID VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. PHOSPHORIC ACID MORPHOLINE ISOPROPYL ETHER DIETHYLENE GLYCOL DIPROPYLENE GLYCOL FORMALDEHYDE SOLUTIONS (45% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. PALM KERNEL ACID OIL IBC Code - Capitolo 18

N. ONU

MFAG 305

Rev. 1993 1993

1191

300

1993

1993 1993

1993

1993 1831 700 1993

1993

Regolamenti RINA 2005

319

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Palm oil methyl ester PALM STEARIN Paraffin n-Paraffins (C10 - C20) Paraffin scale PARAFFIN WAX PARALDEHYDE Peanut oil Pear oil Peel oil (oranges and lemons) Pelargonic acid Pelargonic alcohol *PENTACHLOROETHANE Pentadecanol *1-Pentadecene *Pentadec-1-ene *Penta-1,3-diene *1,3-PENTADIENE Pentaethylene glycol PENTAETHYLENEHEXAMINE Pentalin Pentamethylene *Pentanal *Pentane n-Pentane *PENTANE (ALL ISOMERS) *Pentanedial solutions, 50% or less *PENTANOIC ACID n-Pentanol *Pentan-1-ol *1-Pentanol *Pentan-2-ol *2-Pentanol *Pentan-3-ol *3-Pentanol sec-Pentanol tert-Pentanol 1-Pentanol acetate n-Pentene

Riferimento PALM OIL FATTY ACID METHYL ESTER IBC Code - Capitolo 18 PARAFFIN WAX n-ALKANES (C10+) PARAFFIN WAX IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) VEGETABLE OILS, N.O.S. NONANOIC ACID (ALL ISOMERS) NONYL ALCOHOL (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) 1,3-PENTADIENE IBC Code - Capitolo 17 POLYETHYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 18 PENTACHLOROETHANE CYCLOPENTANE VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) PENTANE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 GLUTARALDEHYDE SOLUTIONS (50% OR LESS) IBC Code - Capitolo 18 n-AMYL ALCOHOL n-AMYL ALCOHOL n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) PENTENE (ALL ISOMERS)

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

1264

300

1993

1669

340 1993 1993 1993

310

1993

1265

310

1993

1993 1993 1993 1993

1993 1993

320

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Pentenes *PENTENE (ALL ISOMERS) *Pent-1-ene *Pentyl acetate sec-Pentyl acetate *Pentyl alcohol sec-Pentyl alcohol *tert-Pentyl alcohol n-PENTYL PROPIONATE *PERCHLOROETHYLENE *Perchloromethane *Perhydroazepine Perilla oil PETROLATUM Petroleum jelly Phene *PHENOL *2-Phenoxyethanol Phenylamine *1-Phenylbutane *2-Phenylbutane Phenylcarbinol Phenyl cellosolve *Phenyl chloride *1-Phenyldecane *Phenyldodecane *1-Phenylethane Phenyl ether Phenylethylene Phenyl hydride Phenylic acid Phenylmethane Phenylmethanol Phenylmethyl acetate *1-Phenylpropane *2-Phenylpropane *1-Phenyltetradecane *1-Phenyltridecane

Riferimento PENTENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 PENTENE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) AMYL ACETATE (ALL ISOMERS) n-AMYL ALCOHOL sec-AMYL ALCOHOL tert-AMYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 CARBON TETRACHLORIDE HEXAMETHYLENEIMINE VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 18 PETROLATUM BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE IBC Code - Capitolo 17 ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER ANILINE BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BUTYLBENZENE (ALL ISOMERS) BENZYL ALCOHOL ETHYLENE GLYCOL PHENYL ETHER CHLOROBENZENE ALKYL (C9+) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES ETHYLBENZENE DIPHENYL ETHER STYRENE MONOMER BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE PHENOL TOLUENE BENZYL ALCOHOL BENZYL ACETATE PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) ALKYL (C9+) BENZENES ALKYL (C9+) BENZENES

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1993

1993 1897 340

2312

710

1993 1993

1993 1993

1993 1993 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

321

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *1-Phenylundecane 1-PHENYL-1-XYLYLETHANE *PHOSPHORIC ACID *PHOSPHORUS, YELLOW OR WHITE *PHTHALIC ANHYDRIDE (MOLTEN) 2-Picoline alpha-Picoline 3-Picoline beta-Picoline 4-Picoline gamma-Picoline Pilchard oil Pimelic ketone alpha-PINENE beta-PINENE PINE OIL *2-Piperazin-1-ylethylamine Piperylene *Pivalic acid *POLYALKYL (C18 - C22) ACRYLATE IN XYLENE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER ACETATE POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1 - C6) ETHER Poly(2-8)alkylene (C2 - C3) glycols/Polyalkylene (C2 - C10) glycol monoalkyl (C1 - C4) ethers and their borate esters POLYALKYLENE OXIDE POLYOL POLYALUMINIUM CHLORIDE SOLUTION *POLYBUTENE POLY (2+) CYCLIC AROMATICS POLYETHER (MOLECULAR MASS 2000+) POLYETHYLENE GLYCOL POLYETHYLENE GLYCOL DIMETHYL ETHER *Polyethyleneimines POLYETHYLENE POLYAMINES POLYFERRIC SULPHATE SOLUTION POLYGLYCERIN, SODIUM SALT SOLUTION (CONTAINING LESS THAN 3% SODIUM HYDROXIDE) POLYGLYCEROL

Riferimento ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 2-METHYLPYRIDINE 2-METHYLPYRIDINE 3-METHYLPYRIDINE 3-METHYLPYRIDINE 4-METHYLPYRIDINE 4-METHYLPYRIDINE ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. CYCLOHEXANONE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 N-AMINOETHYLPIPERAZINE 1,3-PENTADIENE TRIMETHYLACETIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 BRAKE FLUID BASE MIX

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1805

700 200

2214

700

2368

313 313

1993 1993 1993

1272

1993

IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 POLYETHYLENE POLYAMINES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 320

1993

1993

1993

IBC Code - Capitolo 18

322

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Poly(iminoethylene)s *Polyisobutylene POLY (4+) ISOBUTYLENE POLYMETHYLENE POLYPHENYL ISOCYANATE POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE (C28+) POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE BORATE (C28 - C250) POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE/MOLYBDENUM OXYSULFIDE MIXTURE POLYOLEFIN AMIDE ALKENEAMINE POLYOL POLYOLEFINAMINE IN ALKYL (C2-C4) BENZENES POLYOLEFINAMINE IN AROMATIC SOLVENT POLYOLEFIN ANHYDRIDE POLYOLEFIN ESTER (C28 - C250) POLYOLEFIN (MOLECULAR MASS 300+) POLYOLEFIN PHENOLIC AMINE (C28 - C250) POLYOLEFIN PHOSPHOROSULPHIDE - BARIUM DERIVATIVE (C28 - C250) POLY (20) OXYETHYLENE SORBITAN MONOOLEATE *Polypropylene Polyphenyl-polymethylene isocyanate POLY (5+) PROPYLENE POLYPROPYLENE GLYCOL POLYSILOXANE Poppy oil Potassium chloride drilling brine *POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) *POTASSIUM HYDROXIDE SOLUTION *POTASSIUM OLEATE *Propanal *Propane-1,2-diol *1,2-Propanediol *Propanenitrile *1,2,3-Propanetriol *Propanoic acid Propanol *Propan-1-ol *1-Propanol

Riferimento POLYETHYLENE POLYAMINES POLY (4+) ISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 POLY (5+) PROPYLENE POLYMETHYLENE POLYPHENYL ISOCYANATE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS, N.O.S. POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION (10% OR MORE) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONALDEHYDE PROPYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL PROPIONITRILE GLYCERINE PROPIONIC ACID n-PROPYL ALCOHOL n-PROPYL ALCOHOL n-PROPYL ALCOHOL

N. ONU

MFAG

Rev.

1993

370

1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993 1993

1993 1993 1993 1814 705 1993

1993 1993

Regolamenti RINA 2005

323

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome n-Propanol *Propan-2-ol *2-Propanol n-PROPANOLAMINE *Propan-2-one *2-Propanone *Propenamide solution, 50% or less Propenenitrile Propene oxide *Propenoic acid 1-Propenol-3 *Prop-2-en-1-ol *2-Propen-1-ol Propenyl alcohol beta-PROPIOLACTONE *PROPIONALDEHYDE *PROPIONIC ACID Propionic aldehyde *PROPIONIC ANHYDRIDE *PROPIONITRILE beta-Propionolactone *Propionitrile *Propyl acetate n-PROPYL ACETATE Propylacetone *Propyl alcohol 2-Propyl alcohol n-PROPYL ALCOHOL sec-Propyl alcohol Propyl aldehyde *Propylamine n-PROPYLAMINE n-Propylbenzene *PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) Propylcarbinol n-PROPYL CHLORIDE Propylene aldehyde PROPYLENE-BUTYLENE COPOLYMER Propylene chloride

Riferimento n-PROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 ACETONE ACETONE ACRYLAMIDE SOLUTION (50% OR LESS) ACRYLONITRILE PROPYLENE OXIDE ACRYLIC ACID ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL ALLYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PROPIONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 beta-PROPIOLACTONE PROPIONITRILE n-PROPYL ACETATE IBC Code - Capitolo 18 METHYL BUTYL KETONE n-PROPYL ALCOHOL ISOPROPYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 18 ISOPROPYL ALCOHOL PROPIONALDEHYDE n-PROPYLAMINE IBC Code - Capitolo 17 PROPYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 n-BUTYL ALCOHOL IBC Code - Capitolo 17 CROTONALDEHYDE IBC Code - Capitolo 18 1,2-DICHLOROPROPANE

N. ONU

MFAG

Rev.

320

1993

330 1275 1848 300 700

2496 2404

700 215

1276

330

1274

305

1277

320 1993 310 1993

1278

340

324

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *Propylene dichloride PROPYLENE DIMER *PROPYLENE GLYCOL 1,2-Propylene glycol Propylene glycol n-butyl ether Propylene glycol ethyl ether Propylene glycol methyl ether PROPYLENE GLYCOL METHYL ETHER ACETATE PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER Propylene glycol propyl ether PROPYLENE OXIDE PROPYLENE TETRAMER PROPYLENE TRIMER Propylethylene N-Propyl-1-propanamine Pseudobutylene glycol Pseudocumene *PYRIDINE Pyrolysis gasoline, containing 10% or more benzene Pyrolysis gasoline (steam-cracked naphtha) Pyromucic aldehyde Raisin seed oil Rape seed acid oil Rape seed oil Rice bran oil ROSIN Rosin fumaric adduct in water dispersion ROSIN SOAP (DISPROPORTIONATED) SOLUTION Rubbing alcohol Safety solvent Safflower acid oil Safflower oil Salad oil Saturated fatty acid (C13 and above) Sesame oil Sludge acid

Riferimento 1,2-DICHLOROPROPANE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 PROPYLENE GLYCOL PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 PROPYLENE GLYCOL MONOALKYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 PENTENE (ALL ISOMERS) DI-n-PROPYLAMINE BUTYLENE GLYCOL TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE BENZENE AND MIXTURES HAVING 10% BENZENE OR MORE FURFURAL VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. IBC Code - Capitolo 17 FUMARIC ADDUCT OF ROSIN, WATER DISPERSION IBC Code - Capitolo 17 ISOPROPYL ALCOHOL WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. FATTY ACIDS (SATURATED C13+) VEGETABLE OILS, N.O.S. SULPHURIC ACID, SPENT

N. ONU

MFAG

Rev.

308

1993 1993 1993 1993

1993 1280 2850 2057 365 310 310

1282

325

Regolamenti RINA 2005

325

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *SODIUM ACETATE SOLUTIONS Sodium alkylbenzene sulphonate SODIUM ALKYL (C14 - C17) SULPHONATES 6065% SOLUTION SODIUM ALUMINATE SOLUTION SODIUM ALUMINOSILICATE SLURRY *SODIUM BENZOATE *Sodium 1,3-benzothiazole-2-thiolate solution Sodium 1,3-benzothiazol-2yl-sulphide solution Sodium bichromate SODIUM BOROHYDRIDE (15% OR LESS)/SODIUM HYDROXIDE SOLUTION *SODIUM CARBONATE SOLUTION *SODIUM CHLORATE SOLUTION (50% OR LESS) Sodium cresylate *SODIUM DICHROMATE SOLUTION (70% OR LESS) *di/Sodium 1,4-dihydroanthracene 9,10-diyl dioxide *Sodium glycinate solution Sodium hydrate SODIUM HYDROGEN SULPHIDE (6% OR LESS)/SODIUM CARBONATE (3% OR LESS) *SODIUM HYDROGEN SULPHITE SOLUTION (45% OR LESS) *SODIUM HYDROSULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) SODIUM HYDROSULPHIDE/AMMONIUM SULPHIDE SOLUTION *SODIUM HYDROXIDE SOLUTION *SODIUM HYPOCHLORITE SOLUTION (15% OR LESS) Sodium lignosulphonate *Sodium methyldithiocarbamate solution *SODIUM NITRITE SOLUTION SODIUM PETROLEUM SULFONATE SODIUM POLY (4+) ACRYLATE SOLUTIONS *SODIUM SILICATE SOLUTION

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 ALKYLBENZENESULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION MERCAPTOBENZOTHIAZOL, SODIUM SALT SOLUTION SODIUM DICHROMATE SOLUTION (70% OR LESS) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 1,4-DIHYDRO-9,10-DIHYDROXY- ANTHRACENE, DISODIUM SALT SOLUTION GLYCINE, SODIUM SALT SOLUTION SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 LIGNINSULPHONIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION METAM SODIUM SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1993 1819 705 1993

705 1993 2428 745

155 1993

1993 2693 2949 635 225 1993

1824 1791

705 741

235

1993 1993

1997

326

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome *SODIUM SULPHATE SOLUTIONS *SODIUM SULPHIDE SOLUTION (15% OR LESS) *SODIUM SULPHITE SOLUTION (25% OR LESS) Sodium sulphydrate Sodium tartrates and mono-/di-succinate solution *SODIUM TARTRATES/SODIUM SUCCINATES SOLUTION *Sodium tetrahydroborate (15% or less)/sodium hydroxide solution *SODIUM THIOCYANATE SOLUTION (56% OR LESS) Sodium tolyl oxides SORBITOL SOLUTION Soya acid oil Soya bean oil Sperm oil Spirits of wine Stoddard solvent *STYRENE MONOMER Suberane SULPHOHYDROCARBON (C3 - C88) SULPHO HYDROCARBON LONG CHAIN (C18+) ALKYLAMINE MIXTURE SULPHOLANE *SULPHURIC ACID *Sulphuric acid, fuming *SULPHURIC ACID, SPENT Sulphuric chlorohydrin Sulphuric ether *SULPHUR (MOLTEN) Sunflower oil Sunflower seed acid oil Sweet-birch oil Talleol TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) TALL OIL FATTY ACID, BARIUM SALT TALL OIL FATTY ACID (RESIN ACIDS LESS THAN 20%)

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 SODIUM HYDROSULPHIDE SOLUTION (45% OR LESS) SODIUM TARTRATES/SODIUM SUCCINATES SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 SODIUM BOROHYDRIDE (15% OR LESS)/SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 CRESYLIC ACID, SODIUM SALT SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. VEGETABLE OILS, N.O.S. ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. ETHYL ALCOHOL WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC IBC Code - Capitolo 17 CYCLOHEPTANE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 OLEUM IBC Code - Capitolo 17 CHLOROSULPHONIC ACID DIETHYL ETHER IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S. VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S. METHYL SALICYILATE TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

225

1993 1993

1993 1993

1993 1993

2055

310

1993 635 1830 700

1832

700

2448

635

700 1993

Regolamenti RINA 2005

327

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TALL OIL SOAP (DISPROPORTIONATED) SOLUTION Tallol TALLOW TALLOW FATTY ACID Tar acids Tar camphor *3,6,9,12-Tetraazatetradecane-1,14-diamine *1,3,5,7-Tetraazatricyclo[3.3.1.13,7]-decane TETRACHLOROETHANE *Tetrachloroethylene *Tetrachloromethane *Tetradecan-1-ol *1-Tetradecanol Tetradecene Tetradecylbenzene TETRAETHYLENE GLYCOL TETRAETHYLENEPENTAMINE *Tetraethyllead *TETRAHYDROFURAN *3a,4,7,7a-Tetrahydro-4,7-methanoindene TETRAHYDRONAPHTHALENE *1,2,3,4-Tetrahydronaphthalene Tetrahydro-1,4-oxazine Tetrahydrothiophene-1-dioxide *Tetrahydrothiophene-1,1-dioxide Tetralin *1,2,3,5-Tetramethylbenzene *TETRAMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) Tetramethylene cyanide *Tetramethylene dicyanide Tetramethylene glycol Tetramethylene oxide Tetramethylene sulphone *Tetramethyllead Tetrapropylbenzene *Tiophan sulphone *TOLUENE

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 TALL OIL (CRUDE AND DISTILLED) IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 CRESOLS (ALL ISOMERS) NAPHTHALENE (MOLTEN) PENTAETHYLENEHEXAMINE HEXAMETHYLENEDIAMINE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 PERCHLOROETHYLENE CARBON TETRACHLORIDE ALCOHOLS (C13+) ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) ALKYL (C9+) BENZENES IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) IBC Code - Capitolo 17 DICYCLOPENTADIENE IBC Code - Capitolo 17 TETRAHYDRONAPHTHALENE MORPHOLINE SULPHOLANE SULPHOLANE TETRAHYDRONAPHTHALENE TETRAMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 ADIPONITRILE ADIPONITRILE BUTYLENE GLYCOL TETRAHYDROFURAN SULPHOLANE MOTOR FUEL ANTI-KNOCK COMPOUNDS (CONTAINING LEAD ALKYLS) ALKYL (C9+) BENZENES SULPHOLANE IBC Code - Capitolo 17

N. ONU

MFAG

Rev.

1702

340

1993 1993 1993 1993

2320

320 1993

2056

330

310

1993

1993

1294

310

328

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TOLUENEDIAMINE TOLUENE DIISOCYANATE *2-Toluidine *o-TOLUIDINE Toluol o-Tolylamine (m-,o- and p-)Tolyl chlorides Tolylenediisocyanate Toxilic anhydride Triacetin *3,6,9-Triazaundecamethylenediamine *TRIBUTYL PHOSPHATE *1,2,4-TRICHLOROBENZENE *1,1,1-TRICHLOROETHANE *1,1,2-TRICHLOROETHANE beta-Trichloroethane *TRICHLOROETHYLENE *Trichloromethane *1,2,3-TRICHLOROPROPANE *1,1,3-TRICHLORO-1,2,2-TRIFLUOROETHANE TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING LESS THAN 1% ortho-ISOMER) TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING 1% OR MORE ortho-ISOMER) *TRIDECANE *TRIDECANOIC ACID Tridecanol Tridecene Tridecoic acid *TRIDECYL ACETATE *Tridecyl alcohol *Tridecylbenzene Tridecyl acid TRIETHANOLAMINE *TRIETHYLAMINE TRIETHYLBENZENE TRIETHYLENE GLYCOL Triethylene glycol butyl ether Triethylene glycol monobutyl ether

Riferimento IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 o-TOLUIDINE IBC Code - Capitolo 17 TOLUENE o-TOLUIDINE (m-, o- and p-)CHLOROTOLUENES TOLUENE DIISOCYANATE MALEIC ANHYDRIDE GLOXAL SOLUTION (40% OR LESS) TETRAETHYLENEPENTAMINE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,1,2-TRICHLOROETHANE IBC Code - Capitolo 17 CHLOROFORM IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLS (C13+) OLEFINS (C13+, ALL ISOMERS) TRIDECANOIC ACID IBC Code - Capitolo 18 ALCOHOLS (C13+) ALKYL (C9+) BENZENES FATTY ACIDS (SATURATED C13+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER

N. ONU 1709 2078

MFAG 335 370

Rev.

1708

335

330 2321 2831 340 340 340

1710

340

340

355 2574 355

1993

1993 1993

1993 1993 320 1296 320 310 308 1993 1993

Regolamenti RINA 2005

329

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome Triethylene glycol ethyl ether Triethylene glycol methyl ether TRIETHYLENETETRAMINE *TRIETHYL PHOSPHATE *TRIETHYL PHOSPHITE Triformol Tri(2-hydroxyethyl)amine Trihydroxypropane TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPYLATED PHENYL PHOSPHATES Trimethoxyphosphine TRIMETHYLACETIC ACID *TRIMETHYLAMINE SOLUTION (30% OR LESS) Trimethylaminomethane *1,2,4-Trimethylbenzene *TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) uns-Trimethylbenzene Trimethylcarbinol *3,5,5-Trimethylcyclohex-2-en-1-one Trimethylene chloride *3,3-Trimethylenedioxydipropan-1-ol *TRIMETHYLHEXAMETHYLENEDIAMINE (2,2,4AND 2,4,4-ISOMERS) *TRIMETHYLHEXAMETHYLENE DIISOCYANATE (2,2,4- AND 2,4,4-ISOMERS) TRIMETHYLOLPROPANE POLYETHOXYLATE 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL-1-ISOBUTYRATE 2,2,4-TRIMETHYL-1,3-PENTANEDIOL DIISOBUTYRATE 2,4,4-Trimethylpentene-1 *2,4,4-Trimethylpent-1-ene 2,4,4-Trimethylpentene-2 *2,4,4-Trimethylpent-2-ene *TRIMETHYL PHOSPHITE *2,4,6-Trimethyl-1,3,5-trioxane *1,3,5-TRIOXANE sym-Trioxane Trioxin Tripropylene

Riferimento POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 1,3,5-TRIOXANE TRIETHANOLAMINE GLYCERINE IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 TRIMETHYL PHOSPHITE IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 BUTYLAMINE (ALL ISOMERS) TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 TRIMETHYLBENZENE (ALL ISOMERS) tert-BUTYL ALCOHOL ISOPHORONE 1,3-DICHLOROPROPANE TRIPROPYLENE GLYCOL IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE DIISOBUTYLENE IBC Code - Capitolo 17 PARALDEHYDE IBC Code - Capitolo 17 1,3,5-TRIOXANE 1,3,5-TRIOXANE PROPYLENE TRIMER

N. ONU

MFAG

Rev. 1993 1993

2259

320

2323

320 1993

1993 320 1993

700 1297 320 1993

1993 310 1993 1993

2327 2328

320 370

1993

1993

2329

330

1993 1993 1993

330

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome TRIPROPYLENE GLYCOL Tripropylene glycol methyl ether Tris(dimethylphenyl) phosphate Tris(hydroxymethyl)aminomethane Tris(2-hydroxypropyl)amine Tris(2-hydroxy-1-propyl)amine *Trisodium nitrilotriacetate solution *Tritolyl phosphate containing 1% or more orthoisomer

Riferimento IBC Code - Capitolo 18 POLY (2-8) ALKYLENE GLYCOL MONOALKYL (C1-C6) ETHER TRIXYLYL PHOSPHATE *2-AMINO-2-HYDROXYMETHYL-1,3-PROPANEDIOL SOLUTION (40% OR LESS) TRIISOPROPANOLAMINE TRIISOPROPANOLAMINE NITRILOTRIACETIC ACID, TRISODIUM SALT SOLUTION TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING 1% OR MORE ortho-ISOMER)

N. ONU

MFAG 308

Rev.

1993

*Tritolyl phosphate containing less than 1% ortho- TRICRESYL PHOSPHATE (CONTAINING LESS isomer THAN 1% ortho-ISOMER) Trixylenyl phosphate TRIXYLYL PHOSPHATE Tucum oil Tung oil TURPENTINE Turpentine oil Turps *Undecane *UNDECANOIC ACID *1-UNDECENE *UNDECYL ALCOHOL *Undecylbenzene n-Undecylic acid Urea, ammonia liquor Urea, ammonium carbamate solutions UREA/AMMONIUM MONO- AND DI-HYDROGEN PHOSPHATE/POTASSIUM CHLORIDE SOLUTION *UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) UREA/AMMONIUM PHOSPHATE SOLUTION UREA FORMALDEHYDE RESIN SOLUTION Urea resin solution *UREA SOLUTION Valeral VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) TRIXYLYL PHOSPHATE IBC Code - Capitolo 17 VEGETABLE OILS, N.O.S VEGETABLE OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 17 TURPENTINE TURPENTINE n-ALKANES (C10+) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 ALKYL (C9+) BENZENES UNDECANOIC ACID UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) UREA/AMMONIUM NITRATE SOLUTION (CONTAINING AQUA AMMONIA) IBC Code - Capitolo 18 1993 1993 1299 313 355

IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 UREA FORMALDEHYDE RESIN SOLUTION IBC Code - Capitolo 18 VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) IBC Code - Capitolo 17 2058

235 725

1993 300 1993

Regolamenti RINA 2005

331

Parte E, Cap 8, Sez 21

Nome n-Valeraldehyde *Valeric acid n-Valeric acid Valeric aldehyde Varnoline

Riferimento VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) PENTANOIC ACID PENTANOIC ACID VALERALDEHYDE (ALL ISOMERS) WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC

N. ONU

MFAG

Rev. 1993

1993

VEGETABLE ACID OILS AND DISTILLATES, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 VEGETABLE OILS, N.O.S VEGETABLE PROTEIN SOLUTION (HYDROLYSED) Vinegar acid Vinegar naphtha *VINYL ACETATE *Vinylbenzene Vinylcarbinol *Vinyl cyanide VINYL ETHYL ETHER Vinylformic acid VINYL NEODECANOATE VINYLIDENE CHLORIDE VINYLTOLUENE Vinyl trichloride Walnut oil WATER Water-based fish meal extract WAXES Whale oil White caustic WHITE SPIRIT, LOW (15-20%) AROMATIC Wine Wintergreen oil Wood alcohol Wood tar creosote *XYLENES *XYLENOL Xylols ZINC ALKARYL DITHIOPHOSPHATE (C7 - C16) *ZINC ALKYL DITHIOPHOSPHATE (C3 - C14) Zinc bromide drilling brine IBC Code - Capitolo 18 IBC Code - Capitolo 18 ACETIC ACID ETHYL ACETATE IBC Code - Capitolo 17 STYRENE MONOMER ALLYL ALCOHOL ACRYLONITRILE IBC Code - Capitolo 17 ACRYLIC ACID IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 1,1,2-TRICHLOROETHANE VEGETABLE OILS, N.O.S IBC Code - Capitolo 18 FISH SOLUBLES IBC Code - Capitolo 18 ANIMAL AND FISH OILS, N.O.S. SODIUM HYDROXIDE SOLUTION IBC Code - Capitolo 17 ALCOHOLIC BEVERAGES, N.O.S. METHYL SALICYLATE METHYL ALCOHOL CREOSOTE (WOOD) IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 XYLENES IBC Code - Capitolo 17 IBC Code - Capitolo 17 DRILLING BRINES (CONTAINING ZINC SALTS) 1993 1993 1307 2261 310 710 1300 311 1993 1993 1303 2618 330 340 310 1302 330 1301 330 1993

332

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 9

NAVI PER IL TRASPORTO DI GAS LIQUEFATTI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6 SEZIONE 7 SEZIONE 8 SEZIONE 9 SEZIONE 10 SEZIONE 11 SEZIONE 12 SEZIONE 13 SEZIONE 14 SEZIONE 15 SEZIONE 16 SEZIONE 17 SEZIONE 18 SEZIONE 19

GENERALIT POSSIBILIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO SISTEMAZIONI DELLA NAVE CONTENIMENTO DEL CARICO RECIPIENTI IN PRESSIONE DI PROCESSO E IMPIANTI DI TUBOLATURE IN PRESSIONE PER LIQUIDI E VAPORI MATERIALI PER LA COSTRUZIONE CONTROLLO DELLA PRESSIONE E DELLA TEMPERATURA DEL CARICO IMPIANTI DI SFOGO GAS PER I DEPOSITI DEL CARICO CONTROLLO DELLATMOSFERA IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO STRUMENTAZIONE (INDICATORI DI LIVELLO, DISPOSITIVI PER LA RIVELAZIONE DELLA PRESENZA DI VAPORI) PROTEZIONE DEL PERSONALE LIMITI DI RIEMPIMENTO DEI DEPOSITI DEL CARICO IMPIEGO DEL CARICO COME COMBUSTIBILE PRESCRIZIONI PARTICOLARI PRESCRIZIONI OPERATIVE RIASSUNTO DELLE PRESCRIZIONI MINIME

Regolamenti RINA 2005

333

Parte E, Cap 9, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Campo di applicazione
Applicabilit
Prescrizioni dellIGC Code e prescrizioni della Societ (1/7/2002)

Capitolo 1, Sezione1.4 - Equivalenze Capitolo 1, Sezione 1.5 - Visite e certificazione Capitolo18 - Prescrizioni operative. Queste prescrizioni vengono applicate dalla Societ, qualora esso agisca per conto dellAmministrazione di bandiera della nave, entro i limiti della delega (vedere [1.1.7]). 1.1.3 Caricazione di prodotti non elencati nellIGC Code Le prescrizioni dellIGC Code e le prescrizioni addizionali del presente Capitolo sono anche applicabili a prodotti nuovi, che possono essere considerati rientranti nel campo di applicazione delle presenti norme, ma che non sono al momento elencati nella tabella del Capitolo 19 dellIGC Code. 1.1.4 Prodotti di particolare pericolosit La Societ si riserva il diritto di stabilire prescrizioni e/o condizioni addizionali a quelle delle presenti norme per il trasporto alla rinfusa di prodotti, non elencati nella tabella del Capitolo 19 dellIGC Code, che presentino pericoli superiori a quelli contemplati per i prodotti coperti dallIGC Code. Corrispondenza dellIGC Code con le prescrizioni del presente Capitolo 9 Tutte le prescrizioni del presente Capitolo fanno riferimento al Capitolo, Sezione o Paragrafo dellIGC Code applicabile, come appropriato. 1.1.6 Equivalenze Per quanto riguarda le prescrizioni per la classificazione, alle espressioni dellIGC Code di cui alla Tab 1 deve essere dato il significato indicato nella Tab 1 stessa. 1.1.7 Certificate of Fitness 1.1.5

1.1.1

a) Le navi progettate per il trasporto di gas liquefatti devono essere in accordo con le prescrizioni della versione pi aggiornata dell' International Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying Liquefied Gases in Bulk (IGC Code) compreso il primo gruppo di emendamenti allIGC Code di cui alla risoluzione IMO MSC 30(61) e degli emendamenti 2000, in accordo con la risoluzione IMO MSC 103(73). Nel presente Regolamento la dizione IGC Code usata per fare riferimento a detto Codice ad ai suoi emendamenti. Pertanto per le navi per le quali richiesta la notazione di servizio liquefied gas carrier, secondo quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.4], le prescrizioni dell'IGC Code devono essere considerate come prescrizioni regolamentari con le eccezioni indicate in [1.1.2]. b) Le prescrizioni del presente Capitolo sono addizionali rispetto alle prescrizioni dell'IGC Code, compresi il primo gruppo di emendamenti di cui alla Risoluzione IMO MSC.30(61) e gli emendamenti 2000 di cui alla Risoluzione MSC 103(73). Le presenti prescrizioni comprendono prescrizioni addizionali obbligatorie ai fini della classificazione, nonch interpretazioni dell'IGC Code da parte della Societ che sono anche considerate obbligatorie per la classificazione. c) Il presente Capitolo e lIGC Code si riferiscono a navi che trasportano quei prodotti che sono elencati nel Capitolo 19 dellIGC Code e nella Sez 19 del presente Capitolo. d) Il presente Capitolo e lIGC Code comprendono prescrizioni per il trasporto del carico entro sistemi di contenimento costituiti da depositi strutturali, depositi a membrana o depositi indipendenti come descritto in dettaglio nel Capitolo 4 dellIGC Code e in Sez 4. e) In generale il presente Capitolo si applica alle sistemazioni per il contenimento e la movimentazione del carico nonch allinterfacciamento fra queste sistemazioni ed il resto della nave, che deve essere in accordo con le sezioni applicabili dei Regolamenti relativi allo scafo ed ai macchinari. 1.1.2 Prescrizioni dellIGC Code che non fanno parte delle prescrizioni per la classificazione

a) La responsabilit delle interpretazioni delle prescrizioni dellIGC Code allo scopo dellemissione di un "International Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk" resta dellAmministrazione di bandiera della nave. b) Qualora la Societ sia delegata da unAmministrazione ad emettere il "Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk" per suo conto, o qualora la Societ sia autorizzata a svolgere verifiche o visite per conto di unAmministrazione allo scopo di dare a questultima la possibilit di emanare il "Certificate of Fitness for the Carriage of Liquefied Gases in Bulk", o qualora alla Societ sia richiesto di certificare laderenza alle prescrizioni dellIGC Code, la Societ garantir la piena rispondenza alle prescrizioni dellIGC Code, comprese le prescrizioni operative indicate in [1.1.2].

Le seguenti prescrizioni dellIGC Code non devono essere considerate prescrizioni per la classificazione:

Regolamenti RINA 2005

335

Parte E, Cap 9, Sez 1

2
2.1

Prescrizioni aggiuntive
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

4
4.1

Prove delle apparecchiature per il carico


Scopo
Prove in condizioni di esercizio

2.1.1 Sistemazioni per il rimorchio in emergenza devono essere previste per le navi gasiere con portata lorda uguale o superiore a 20000 t, in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4]. Tabella 1
Significato valido solo ai fini della classificazione Societ Capitolo 8 della Parte E dei Regolamenti Regolamento

4.1.1

Tutte le apparechiature a cui si applica il presente Capitolo devono essere provate in condizioni di esercizio effettive. 4.1.2 Prove da effettuare quando la nave viene caricata

Espressione dellIGC Code Amministrazione IBC Code o Chemical Code Normativa riconosciuta

Le prove che possono essere eseguite solo quando la nave viene caricata devono essere eseguite in occasione della prima caricazione della nave.

4.2
4.2.1

Estensione delle prove


Procedure di prova delle apparecchiature del carico

2.2

Macchine di governo

La procedura di prova delle apparecchiature per il carico deve essere inviata alla Societ per esame. 4.2.2 Navi con impianti di refrigerazione meccanica

2.2.1 Ulteriori prescrizioni per le macchine di governo delle navi gasiere con portata lorda uguale o superiore a 10000 t sono in Cap 7, Sez 4, [7].

3
3.1

Documentazione da inviare

3.1.1 La Tab 2 elenca i disegni, le informazioni. le analisi, ecc. che devono essere inviati in aggiunta alle informazioni richieste in altre parti dei Regolamenti per quelle parti della nave che non sono influenzate dal carico trasportato, come applicabile.

Le navi con unit di refrigerazione meccanica devono essere sottoposte ad una procedura di prova iniziale per controllare lidoneit dellimpianto rispetto alle prescrizioni applicabili. Lannotazione dei dati dellimpianto di reliquefazione, come pure la durata di funzionamento e le condizioni ambiente, pu essere effettuata durante il primo viaggio con carico. 4.2.3 Impiego del carico come combustibile

Gli impianti per luso del carico come combustibile sono soggetti a procedure speciali di prova.

Tabella 2 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 6 7 A/I I I A A A A A Documento Elenco dei prodotti da trasportare, comprendente lindicazione di massima pressione di vapore, temperatura massima del liquido e di altre condizioni di progetto importanti Piano generale, indicante la posizione dei depositi del carico, delle casse del combustibile liquido, delle casse e cisterne di zavorra e per altri servizi Piano delle zone pericolose per la possibile presenza di gas Posizione degli spazi vuoti ed accessi alle zone pericolose per la possibile presenza di gas Air locks fra zone sicure e zone pericolose per la possibile presenza di gas Sistemazione delle condotte di ventilazione negli spazi pericolosi per la possibile presenza di gas e nelle zone adiacenti a detti spazi Particolari della struttura dello scafo in corrispondenza dei depositi del carico, compresa la sistemazione dei supporti e delle selle dei depositi, i dispositivi anti-galleggiamento ed anti sollevamento, i dispositivi di tenuta del ponte, ecc. Calcoli delle temperature dello scafo in tutte le condizioni di progetto del carico Distribuzione dei tipi e qualit di acciaio determinata in relazione alle temperature effettive previste, ottenute mediante i calcoli di cui alla voce 8 Analisi delle tensioni dello scafo Analisi del movimento della nave in mare ondoso, quando un calcolo diretto preferibile al metodo indicato in Sez 4 Calcoli della stabilit in condizioni di nave integra e di nave in avaria

8 9 10 11 12

A A A A A

336

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 1

N. 13 14 15

A/I A A I

Documento Dimensionamenti, materiali e sistemazione del sistema di contenimento del carico, compresa la barriera secondaria, se prevista. Analisi delle tensioni delle cisterne del carico comprese lanalisi a fatica e lanalisi di propagazione della frattura per le cisterne di tipo B. Questa analisi pu essere congiunta con lanalisi indicata alla voce 10 Calcolo delladeguatezza della coibentazione, comprendente il tasso devaporazione del gas e la potenzialit dellimpianto di refrigerazione, se esistente, le procedure di raffreddamento ed i gradienti di temperatura durante le operazioni di carico e scarico Particolari della coibentazione Particolari delle scale, accessori e torri nei depositi e nelle cisterne e relativa analisi delle tensioni, se necessario Particolari dei duomi dei depositi e delle tenute in corrispondenza del ponte Disegni e calcoli delle valvole di sicurezza Particolari delle sistemazioni per la movimentazione del carico e per il vapore, comprese le sistemazioni ed i particolari delle tubolature e degli accessori Particolari delle pompe e dei compressori del carico Particolari dei recipienti in pressione di processo e della sistemazione delle valvole ad essi relative Impianti di sentina e di zavorra nella zona del carico Impianto di degassificazione nei depositi del carico compreso limpianto di gas inerte Impianti di drenaggio, inertizzazione e pressurizzazione degli spazi fra le barriere Impianto di ventilazione nella zona del carico Impianto di riscaldamento della struttura dello scafo, se esistente Disegno diagrammatico dellimpianto di refrigerazione e reliquefazione, se esistente Particolari delle apparecchiature elettriche installate nella zona del carico, compreso lelenco delle apparecchiature certificate di sicurezza per luso in zone pericolose ed i particolari della messa a terra delle cisterne e delle tubolature del carico Diagramma dellimpianto elettrico nella zona del carico Impianto per la rivelazione dei gas Strumentazione dei depositi, compreso limpianto per il controllo delle temperature del carico e delle strutture dello scafo Impianto degli arresti in emergenza Impianto di scaricazione demergenza del carico a mare, se esistente Particolari delle apparecchiature e degli impianti antincendio nella zona del carico Descrizione delle operazioni di caricazione e scaricazione, compresi i limiti di riempimento dei depositi del carico Procedure per le prove e lispezione dei depositi del carico Per i macchinari che usano gas come combustibile a) Piano generale dellimpianto dei macchinari b) Descrizione dellintero impianto c) Schema delle tubolature del gas per i macchinari d) Elenco completo delle apparecchiature di sicurezza, rivelazione dei gas e davvertimento e) Disegni delle caldaie f) Disegni particolareggiati delle apparecchiature per limmissione del gas e del combustibile liquido g) Caratteristiche del gas h) Piano generale dellimpianto per il trattamento del gas, compresi i compressori del gas, i motori primi ed i preriscaldatori del gas i) j) Disegni dei depositi del gas Disegni dei compressori del gas e preriscaldatori

16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29

A A A A A A A A A A A A A A

30 31 32 33 34 35 36 37 38

A A A A A A

A
A I I A A A I I A A A

Nota 1: A = da inviare allapprovazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2005

337

Parte E, Cap 9, Sez 2

SEZIONE 2

POSSIBILIT DI SOPRAVVIVENZA DELLA NAVE E POSIZIONE DELLE CISTERNE DEL CARICO

Bordo libero e stabilit allo stato integro


Stabilit allo stato integro
Generalit

4
4.1

Ipotesi relative allallagamento


Tubi, condotte e cofani nella zona dellavaria

1.1
1.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.2 La stabilit della nave per le condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.8], deve soddisfare le prescrizioni definite in Parte B, Cap 3, Sez 2. 1.1.2 Effetto degli specchi liberi dei liquidi

4.1.1 Robustezza delle strutture interne RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.7.7 Gallerie, condotte, tubi, porte, paratie e ponti che possono formare contorni stagni di spazi intatti in caso di unavaria ipotizzata convenzionale, devono avere robustezza minima adeguata a resistere alla pressione corrispondente al massimo galleggiamento di equilibrio in condizioni di avaria.

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.3 Leffetto degli specchi liquidi liberi deve essere calcolato in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [4]. 1.1.3 Informazioni da fornire

5
5.1

Norme relative allavaria


Estensione longitudinale delle falle nella sovrastruttura

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.2.5 Al Comandante della nave devono essere forniti un Manuale di caricazione come specificato in Parte B, Cap 11, Sez 2, [3] ed un fascicolo di istruzioni sulla stabilit e sullassetto come specificato in Parte B, Cap 3, App 2.

5.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8 Lestensione longitudinale delle falle nella sovrastruttura (ved. anche IGC 2.7.8), nel caso di falla sul fianco di un locale macchine poppiero, come specificato in IGC 2.8.1, deve essere uguale all estensione longitudinale della falla sul fianco locale macchine (vedere Fig 1). Figura 1 : Estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura

2
2.1

Condizioni di carico
Condizioni di carico addizionali

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.4 Condizioni di carico diverse da quelle del Manuale di caricazione e del fascicolo di istruzioni sulla stabilit e assetto devono essere inviate preventivamente alla Societ. In alternativa, tali casi possono essere esaminati dal Comandante o da un ufficiale delegato quando installato a bordo uno strumento per il controllo della caricazione approvato in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 11, Sez 2, [4].

LOCALE MACCHINE

6
6.1

Criteri di sopravvivenza
Generalit

3
3.1

Posizione delle cisterne del carico


Depositi del carico sul ponte

6.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9 Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso di falla come specificata in IGC 2.5.1 e 2.5.2 secondo le norme in IGC 2.8.1 e per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.8] in condizioni di equilibrio stabile e a soddisfazione dei criteri di cui in IGC Code 2.9.

3.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.6.1 I depositi del carico poste sul ponte devono distare non meno di 760 mm dalla murata.

338

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 2

6.2

Fasi intermedie di allagamento

6.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2.3 I criteri applicati alla stabilit residua durante le fasi intermedie dellallagamento devono essere gli stessi relativi alla fase finale di allagamento come specificato in IGC 2.9.3. Tuttavia, piccole deviazioni da questi criteri possono essere accettate dalla Societ caso per caso.

Lallagamento del locale macchine, se collocato a poppa in una nave di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m, deve soddisfare per quanto possibile i criteri di cui in IGC 2.9. Deroghe parziali a queste prescrizioni possono essere concesse caso per caso. Figura 2 : Campo di stabilit positiva

6.3

Definizione del campo di stabilit positiva

G
h(m)

h = braccio di stabilit = angolo al quale si ha l'allagamento progressivo

6.3.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2 Il campo di 20 pu essere misurato a partire da ogni angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e langolo di 25 (o 30 se non si verifica limmersione del ponte) (vedere Fig 2).
0.1m

h max-0,1

6.4

Navi di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m


25 20

6.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8.1.6

H 

Regolamenti RINA 2005

339

Parte E, Cap 9, Sez 3

SEZIONE 3

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Segregazione della zona del carico


Segregazione delle stive
Posizione dellelica trasversale di prora

Locali dalloggio, locali di servizio, locali macchine e stazioni di comando


Generalit

1.1.1

2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.1 E permesso sistemare eliche trasversali di manovra a proravia dei depositi del carico.

2.1.1 Locali di alloggio RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.1 La Fig 1 indica alcune sistemazioni accettabili ed alcune sistemazioni non accettabili dei locali dalloggio rispetto ai depositi del carico. 2.1.2 Precauzioni contro i vapori pericolosi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.2 La rispondenza alle disposizioni applicabili nei paragrafi dellIGC Code ed in particolare nei paragrafi 3.2.4, 3.8, 8.2.10 e 12.1.6, come applicabile, garantisce anche la rispondenza alle disposizioni di cui nel paragrafo 3.2.2 dellIGC Code relative alle precauzioni contro i vapori pericolosi. 2.1.3 Spazi sistemati a proravia della zona del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Gli accessi e le aperture a locali di servizio ubicati a proravia della zona del carico non devono essere prospicienti a tale zona. 2.1.4 Sbocchi daria RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Le prescrizioni relative alle prese daria nel paragrafo 3.2.4 dellIGC Code devono essere considerate applicabili anche agli sbocchi della ventilazione. Questa interpretazione si applica anche alle prescrizioni dei paragrafi 3.2.2, 3.8.4 e 8.2.10 dellIGC Code.

1.2

Sistemi di contenimento del carico per i quali la barriera secondaria non richiesta
Separazione fra i depositi del carico

1.2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.2 I depositi del carico possono essere separati fra di loro da ununica paratia. Qualora sia sistemata unintercapedine, in luogo di una paratia semplice, la stessa pu essere utilizzata come cisterna di zavorra purch essa sia approvata dalla Societ in base a considerazioni speciali.

1.3

Sistemi di contenimento del carico per i quali richiesta la barriera secondaria


Separazione fra i depositi del carico

1.3.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.1.3 La prescrizione di cui in [1.2.1] applicabile anche in questo caso.

Figura 1 : Accettabilit di angoli in comune fra le stive del carico e gli altri spazi

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

LOCALE MACCHINE

LOCALE MACCHINE

ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO
STIVA CON BARRIERA SECONDARIA

NON ACCETTABILE
LOCALI ALLOGGIO LOCALI ALLOGGIO
STIVA SENZA BARRIERA SECONDARIA

LOCALE MACCHINE

LOCALE MACCHINE

340

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 3

2.1.5 Porte prospicienti la zona del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.4 Le porte prospicienti la zona del carico o sistemate in zone proibite sui lati della nave devono esclusivamente dare accesso a depositi di apparecchiature relative al carico o alla sicurezza, centrali di comando delle operazioni del carico, locali contenenti docce di decontaminazione o dispositivi per il lavaggio degli occhi. Qualora tali porte siano permesse, detti locali non devono dare accesso ad altri spazi coperti dalle prescrizioni del paragrafo 3.2.4 dellIGC Code e le pareti comuni con detti spazi devono essere costituite da paratie di classe A60. 2.1.6 Deroghe, aperture di ventilazione e tipi di chiusure RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.6

di un ponte o di una paratia. Le stesse condizioni devono essere soddisfatte anche quando i locali pompe del carico e i locali compressori del carico, ubicati nella zona del carico, hanno una paratia in comune con i locali di alloggio e di servizio, le stazioni di comando e i locali macchine di Categoria A. 3.1.2 Apparecchiature elettriche nei locali pompe del carico e nei locali compressori del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.3 I locali pompe del carico e/o i locali compressori del carico di navi adibite al trasporto di gas infiammabili non devono contenere apparecchiature elettriche, salvo quanto stabilito nel capitolo 10 dellIGC Code, od altre fonti di ignizione quali motori a combustione interna o motrici a vapore con temperatura di funzionamento che possa provocare laccensione o lesplosione di eventuali miscele di tali gas con laria.

La prescrizione di sistemare sulle prese daria e sulle aperture di ventilazione di navi che trasportano prodotti tossici dispositivi di chiusura azionabili dallinterno dello spazio servito si applica ai locali nei quali sono sistemati le apparecchiature radio, le apparecchiature principali per la navigazione, le cabine, le mense dellequipaggio, i locali igiene, gli ospedali, le cucine, ecc. ma non si applica agli spazi che non sono normalmente frequentati, quali depositi sul ponte, depositi nel castello di prora, cofani dei motori, locali macchine di governo, officine. La prescrizione non si applica alle centrali per il comando delle operazioni del carico sistemate nella zona del carico. Quando prescitta una chiusura interna, detta prescrizione applicabile sia alle prese che agli sbocchi daria di ventilazione. I dispositivi di chiusura devono essere ragionevolmente stagni ai gas. Normali valvole dacciaio incernierate prive di guarnizioni/tenute non sono considerate in genere accettabili. 2.1.7 Aperture per la rimozione di macchinari RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.2.6 Possono essere accettate lamiere imbullonate di classe A 60 per la rimozione di macchinari sulle paratie prospicienti la zona del carico, purch sia sistemata una targa con lavvertimento che dette lamiere possono essere aperte solamente quando la nave si trova in condizione libera da gas.

4
4.1

Accessi ai locali nella zona del carico


Spazi liberi fra i depositi del carico

4.1.1 Generalit RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le vie di passaggio previste al di sopra al di sotto dei depositi del carico devono avere almeno larea di sezione prescritta nel paragrafo 3.5.3.1 dellIGC Code. 4.1.2 Passaggi attraverso i depositi del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Allo scopo di soddisfare le disposizioni dei paragrafi 3.5.1 e 3.5.2 dellIGC Code si applicano le prescrizioni seguenti: a) Qualora sia richiesto che il Tecnico possa passare fra la superficie piana o curva da ispezionare ed elementi strutturali, quali bagli, rinforzi, costole, anguille, ecc., la distanza fra la superficie ed il lembo libero degli elementi strutturali deve essere pari ad almeno 380 mm. La distanza fra la superficie da ispezionare e la superficie alla quale sono collegati i sopra menzionati elementi strutturali, p.e. ponte, paratia o fasciame, deve essere pari ad almeno 450 mm nel caso che la superficie del deposito sia curva (p es. nel caso di depositi di tipo C) o 600 mm nel caso che la superficie del deposito sia piana (p.e. nel caso di cisterne di tipo A) (vedere Fig 2). Figura 2 : Passaggio minimo al di sopra dei depositi del carico
struttura della nave
600/450 380

3
3.1

Locali pompe del carico e locali compressori del carico


Sistemazione dei locali pompe del carico e dei locali compressori del carico

3.1.1 Concetto del guasto singolo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.3 Quando viene ammessa la sistemazione di locali pompe del carico e di locali compressori del carico allestremit poppiera dellultima stiva di poppa, la paratia che separa i suddetti locali dai locali di alloggio e di servizio, dalle stazioni di comando e dai locali macchine di Categoria A deve essere ubicata in modo tale da evitare che i gas penetrino nei locali sicuri suddetti attraverso una singola rottura

passaggio

deposito del carico

b) Qualora non sia richiesto che il Tecnico possa passare fra la superficie da ispezionare e qualsiasi parte della struttura, per ragioni di visibilit la distanza fra il lembo libero degli elementi strutturali e la superficie da ispe-

Regolamenti RINA 2005

341

Parte E, Cap 9, Sez 3

zionare deve essere almeno pari al maggiore fra 50 mm e met della larghezza della piattabanda della struttura (vedere Fig 3). Figura 3 : Distanza minima delle strutture dai depositi del carico per permettere lispezione visiva
b
380 600/450

ed approssimativamente parallele alle quali non siano applicati rinforzi strutturali, la distanza fra queste superfici deve essere pari ad almeno 600 mm (vedere Fig 5). e) La distanza minima tra il pozzetto del deposito del carico e la struttura adiacente del doppio fondo in corrispondenza del pozzetto daspirazione non deve essere minore di quanto indicato in Fig 6. In caso di assenza di un pozzetto daspirazione la distanza fra il pozzetto del deposito del carico ed il cielo del doppio fondo non deve essere inferiore a 50 mm. f) La distanza fra il duomo dei depositi del carico e la struttura del ponte non deve essere inferiore a 150 mm (vedere Fig 7).

passaggio

deposito del carico

il maggiore tra b/2 e 50

c) Qualora per ispezionare una superficie curva il Tecnico debba passare tra detta superficie ed unaltra superficie piana o curva sulla quale non vi siano rinforzi strutturali, la distanza fra le due superfici deve essere pari ad almeno 380 mm (vedere Fig 4). Qualora non sia richiesto che il Tecnico passi fra la superficie curva e laltra superficie, potr essere accettata una distanza minore di 380 mm tenendo conto della forma della superficie curva. d) Se per lispezione di una superficie pressoch piana il Tecnico deve passare fra due superfici pressoch piane,

g) Se necessarie per lispezione possono essere sistemate impalcature fisse o mobili. Tali impalcature non devono ridurre le distanze prescritte nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code. h) Se sono sistemate condotte di ventilazione fisse o mobili in accordo con le prescrizioni del paragrafo 12.2 dellIGC Code tali condotte non devono ridurre le distanze prescritte nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code.

Figura 4 : Passaggio minimo fra superfici curve


superficie piana della struttura della nave 380

deposito del carico

380

Figura 5 : Passaggio minimo fra superfici piane


600 superficie piana del deposito del carico 600 superficie piana della struttura della nave

Figura 6 : Distanza minima tra il pozzetto del deposito del carico ed il cielo del doppio fondo

450
38 0

cielo del doppio fondo

gradino della scala di accesso

150

150

342

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 3

Figura 7 : Distanza minima fra il duomo del carico e le strutture del ponte
(6) 150 struttura del ponte

4.2

Intercapedini e gallerie tubi

4.2.1 Intercapedini RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le intercapedini, quando sistemate, devono avere dimensioni sufficienti per dare libero accesso a tutte le loro parti. La larghezza delle intercapedini non deve essere minore di 600 mm. 4.2.2 Gallerie tubi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le gallerie tubi devono avere spazio sufficiente da permettere le ispezioni dei tubi. I tubi di dette gallerie devono essere installati il pi in alto possibile rispetto al fondo della nave. 4.2.3 Accessi alle gallerie tubi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Non sono permessi accessi alle gallerie tubi mediante passi duomo nel locale macchine.

4.1.3

Passaggi attraverso boccaportelli e passi duomo

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.5 Le seguenti prescrizioni si applicano per soddisfare le prescrizioni nel paragrafo 3.5.3 dellIGC Code: a) La locuzione apertura minima libera non inferiore a 600 x 600 mm significa che tali aperture possono avere gli angoli arrotondati con un raggio non maggiore di 100 mm (vedere Fig 8). b) la locuzione apertura minima libera non inferiore a 600 x 800 mm comprende anche unapertura delle dimensioni indicate in Fig 9: c) Aperture circolari di accesso in depositi del carico di tipo C devono avere un diametro non inferiore a 600 mm. Figura 8 : Dimensione minima di un boccaportello orizzontale

5
5.1

Air locks
Sistemazione

5.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.1 Gli air locks devono essere sistemati in modo da provvedere un facile passaggio e devono coprire una superficie di ponte non minore di 1,5 m2. Gli air locks devono essere mantenuti privi di ostruzioni e non possono essere utilizzati per altri usi, quale zona di deposito.

5.2
100

Allarmi

5.2.1 Lampade di segnalazione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.3 Gli impianti di allarme devono essere del tipo a sicurezza intrinseca. Tuttavia, le lampade di segnalazione possono essere dei tipi di sicurezza autorizzati per i luoghi pericolosi in cui sono installate.
600

5.3
600

Apparecchiature elettriche

5.3.1

Alternative accettabili alla pressione differenziale RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.4 Le seguenti condizioni sono accettabili quale alternativa ai dispositivi di controllo della sovrapressione nei locali provvisti di impianto di ventilazione in grado di effettuare non meno di 30 ricambi daria allora: controllo della corrente o potenza sul circuito di alimentazione ai motori elettrici dei ventilatori; o sensori di flusso dellaria ubicati nelle condotte di ventilazione. Nei locali in cui il tasso di ventilazione inferiore a 30 ricambi daria allora o qualora sia sistemata una delle alternative di cui sopra, oltre agli allarmi richiesti nel paragrafo 3.6.3 dellIGC Code, devono essere prese misure per dise-

Figura 9 : Dimensione minima dei passi duomo

300

300

600

800

Regolamenti RINA 2005

343

Parte E, Cap 9, Sez 3

nergizzare le apparecchiature elettriche che non siano di tipo certificato sicuro, qualora pi di una porta dellair lock venga spostata dalla posizione di chiusura. 5.3.2 Compressori per limpianto del gas evaporato

6.2.2

Mezzi per rilevare le perdite

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Con riferimento ai mezzi per accertareperdite entro le stive e/o gli spazi fra le barriere, si precisa quanto segue: i suddetti mezzi devono essere idonei ad accertare la presenza di acqua: nelle stive contenenti depositi indipendenti di tipo C; nelle stive e negli spazi fra le barriere al di fuori della barriera secondaria;

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.4 Lassenza della sovrapressione o del flusso daria non deve comportare larresto dei motori dei compressori utilizzati per limpianto del gas evaporato (boil-off) di cui al capitolo 16 dellIGC Code; pertanto, detti motori devono essere del tipo certificato sicuro e la relativa apparecchiatura di comando deve essere ubicata in luogo non pericoloso. Quanto sopra non applicabile qualora, durante le manovre o le operazioni in porto, sia utilizzato esclusivamente combustibile liquido, oppure qualora il sistema di passaggio automatico da gas a combustibile liquido, di cui al paragrafo 16.5.4 dellIGC Code, entri in funzione anche nel caso di arresto dei suddetti motori elettrici senza comportare lo spegnimento della caldaia.

i suddetti mezzi devono essere idonei ad accertare la presenza di carico liquido negli spazi adiacenti a depositi del carico diversi dai depositi indipendenti di tipo C. Qualora i suddetti spazi possano essere interessati da perdite di acqua dalle adiacenti strutture della nave, i mezzi in questione devono essere idonei anche a poter accertare la presenza di acqua. Qualora i suddetti mezzi siano livellostati di tipo elettrico, i relativi circuiti devono essere del tipo a sicurezza intrinseca e le segnalazioni con relativi allarmi devono essere trasdotti in plancia e nella stazione di controllo del carico, se sistemata.

5.4
5.4.1

Ventilazione
Ricambi daria

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.6.5 Il locale protetto da "air lock" deve essere preventilato per il tempo necessario ad effettuare almeno 10 ricambi daria prima di energizzare le apparecchiature elettriche "non di sicurezza".

Sistemazioni degli impianti di sentina, zavorra e combustibile liquido


Sistemazione dei drenaggi
Drenaggio di spazi asciutti nella zona del carico

Sistemazioni per la caricazione e la scaricazione da prora e da poppa


Posizione dei dispositivi darresto per le pompe del carico ed i compressori del carico

6.1
6.1.1

7.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Gli spazi asciutti nella zona del carico devono avere un impianto di sentina o drenaggio non collegato col locale macchine. Devono essere sistemati mezzi di sondaggio negli spazi che non sono sempre accessibili. Deve essere sistemato un impianto di sicurezza contro le sovrapressioni e le depressioni o tubi di sfogo daria negli spazi privi di un impianto di ventilazione permanente.

7.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.8.7 Devono essere sistemati dispositivi per larresto delle pompe del carico e dei compressori del carico e per la chiusura delle valvole del carico da una posizione dalla quale sia possibile tenere sotto controllo le rampe di carico/scarico.

8
6.2 Prescrizioni addizionali relative allimpianto di sentina
Funzionamento dellimpianto di sentina negli spazi del carico e negli spazi fra le barriere

Allestimento
Equipaggiamenti
Sistemazioni per il rimorchio in emergenza

8.1
8.1.1

6.2.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 3, 3.7 Il servizio sentina per le stive contenenti i depositi del carico e per gli spazi interbarriera deve essere azionabile dal ponte di coperta.

Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4] per le navi con notazione di servizio liquefied gas carrier con una portata lorda non minore di 20000 t.

344

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

SEZIONE 4

CONTENIMENTO DEL CARICO

Simboli
k : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]

2.2
2.2.1

Pressione interna per depositi indipendenti di tipo B e C


Generalit

1
1.1

Definizioni
Pressione di progetto per le condizioni in porto

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2 La pressione interna inerziale del liquido deve essere calcolata considerando la nave nelle seguenti condizioni mutualmente escludentisi: condizione di nave diritta (vedere [2.2.2]), condizione di nave inclinata (vedere [2.2.3]). 2.2.2 Accelerazioni in condizioni di nave diritta

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.2.6.4 Se la pressione del vapore nelle condizioni in porto maggiore di p0, definito in IGC 4.2.6.4, questo valore deve essere specificato nelle Istruzioni operative per il Comandante della Nave.

1.2
1.2.1

Temperatura di progetto

Uso di riscaldatori del carico per aumentare la temperatura del carico RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.2.7 Qualora sia previsto un riscaldatore del carico, per aumentare la temperatura dello stesso ad un valore accettabile per i depositi del carico, devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: le tubolature e le valvole interessate devono essere adatte per la temperatura di caricazione di progetto; un termometro deve essere installato alluscita del riscaldatore. Deve essere tarato alla temperatura di progetto dei depositi e, quando attivato, deve azionare un allarme sia acustico che ottico. Questo allarme deve essere installato nella stazione di controllo del carico oppure, quando tale stazione non prevista, in timoneria; la nota seguente deve essere scritta sul "Certificate of fitness": "La minima temperatura ammissibile nel preriscaldatore del carico ....C".

In queste condizioni, la nave incontra onde che producono movimenti della nave nel piano X-Z, cio: "surge" (avanzo), "sussulto" e beccheggio. Laccelerazione adimensionale a deve essere ottenuta, per una arbitraria direzione , in accordo con la Fig 1, nella quale le accelerazioni donda trasversale e verticale rispettivamente aX e aZ, sono calcolate con la formula in IGC 4.12. 2.2.3 Accelerazioni in condizioni di nave inclinata

In queste condizioni, la nave incontra onde che producono movimenti della nave nei piani X-Y e Y-Z, cio: scarroccio, sussulto, rollio e imbardata. Laccelerazione adimensionale a deve essere ottenuta, per una arbitraria direzione , in accordo con la Fig 2, nella quale le accelerazioni donda longitudinale e verticale rispettivamente aY e aZ, sono calcolate con la formula in IGC 4.12. 2.2.4 Altezze e pressione del liquido

2
2.1

Carichi di progetto
Pressione interna per le cisterne strutturali, cisterne a membrana e cisterne indipendenti di tipo A

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2.2 Le altezze del liquido Z devono essere calcolate in accordo con la Fig 3 in ciascun punto di calcolo del deposito. In ciascun punto di calcolo, la pressione interna massima (Pgd)max deve essere ottenuta per la direzione che fornisce il massimo valore di Pgd, in accordo con IGC 4.3.2.2 (vedere Fig 4).

2.1.1 Generalit La pressione interna inerziale del liquido deve essere calcolata in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5.

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345

Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 1 : Accelerazione adimensionale in condizione di nave diritta


Piano diametrale Centro di gravit del deposito

Figura 2 : Accelerazione adimensionale in condizione di nave inclinata


Piano diametrale Centro di gravit del deposito

max
1.0

ax

ax
az

Ellissi

Ellissi

In mezzeria nave

MEZZERIA NAVE

A 0,05L dalla AE

A 0,05L dalla AE

Figura 3 : Determinazione dellaltezza del liquido Z per i punti di pressione 1, 2 e 3

Z
Z b3

3 z
Zb1 b

Zb2

Zb1

ab

Zb2 Z b3

Z b3 Zb2 b Zb1 b ab

2 ab 3

3 y 2

346

az

1.0

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Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 4 : Determinazione della pressione interna per i punti di pressione 1, 2 e 3

3.2

Rinforzi ordinari

1 2 Pg d
1 2 3

3.2.1 Spessori netti minimi Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle seguenti formule: tMIN = 0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 m tMIN = 3 k1/2 + 4,5 + s per L 220 m dove s lintervallo, in m, dei rinforzi ordinari.

3.3
> >max

Travi rinforzate

3.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto delle lamiere che formano le anime delle travi rinforzate deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: tMIN = 4,1 + 0,015 L k1/2

2.2.5

Densit del carico

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.2.2 Quando la massima massa volumica del liquido trasportato non nota, devono essere presi in considerazione i seguenti valori, in t/m3: L = 0,50 t/m3 per il metano, L = 0,58 t/m3 per il propano, L = 0,60 t/m3 per il butano, L = 0,70 t/m3 per lammoniaca (anidra).

4
4.1

Analisi strutturale dei depositi strutturali


Dimensionamento

4.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.1 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi strutturali devono essere non minori di quelli ottenuti dalle prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo con Parte B, Capitolo 5.

3
3.1

Dimensionamenti di scafo
Fasciame
Spessori minimi netti (1/7/2002)

5
5.1

3.1.1

Analisi strutturale dei depositi a membrana


Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4 Lo spessore netto del fasciame del ponte esposto di resistenza, del ponte del cofano, delle paratie di cisterna e delle paratie stagne, entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico, deve essere non minore dei valori specificati in Tab 1.

5.1.1 Le sollecitazioni specifiche ammissibili e/o le deformazioni della trave nave indicate dal Progettista, devono essere tenute in considerazione nel determinare i dimensionamenti.

Tabella 1 : Spessore minimo netto del fasciame del ponte di coperta di resistenza, del ponte del cofano, delle paratie di cisterna e stagne
Fasciame Ponte di coperta resistente e ponte del cofano in sezione maestra Spessore minimo netto, in mm Struttura longitudinale Struttura trasversale Ponte di coperta resistente e ponte del cofano alle estremit e tra le boccaporte Paratie di cisterna Paratie stagne Nota 1: s : lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera. 1,6 + 0,032 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 6 k1/2 + 5,7 + s per L 220 1,6 + 0,04 L k1/2 + 4,5 s per L < 220 6 k1/2 + 7,5 + s per L 220

2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s 1,7 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s 1,3 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s

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347

Parte E, Cap 9, Sez 4

5.2

Dimensionamenti

5.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.2 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi a membrana devono essere non minori di quelli ottenuti dalle prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5.

lestensione del modello deve essere conforme alle prescrizioni in [7.2.2], i carichi donda sulla trave nave e le pressioni dovute allonda da applicare al modello devono essere conformi alle prescrizioni in [7.2.3], i carichi inerziali da applicare al modello devono essere conformi alle prescrizioni in [7.2.4]. 7.2.2 Estensione del modello Lestensione longitudinale del modello strutturale deve essere conforme alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, [3.2]. In ogni caso, il modello strutturale deve comprendere lo scafo e il deposito con i suoi sistemi di supporto e bloccaggio. 7.2.3 Carichi di trave nave donda e pressioni donda RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I carichi di trave nave donda e le pressioni donda devono essere ottenuti mediante unanalisi completa dei movimenti e delle accelerazioni della nave in onde irregolari, da sottoporre per approvazione alla Societ, salvo ove tali dati siano ottenibili da navi simili. Questi carichi devono essere ottenuti come i pi probabili che la nave possa subire durante la sua vita operativa, per un livello di probabilit di 10-8. 7.2.4 Carichi inerziali RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I carichi inerziali devono essere ottenuti dalle formule specificate in IGC 4.3.2. 7.2.5 Verifica a snervamento di travi rinforzate di depositi indipendenti di tipo B formate prevalentemente da solidi di rivoluzione RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Le tensioni ideali agenti nelle travi rinforzate devono soddisfare la seguente relazione: E ALL dove: E : tensione ideale, in N/mm2, ottenuta dalla formula specificata in IGC 4.5.1.8 per ciascuna delle seguenti categorie di tensione, definite in IGC 4.13: tensione generale primaria di membrana, tensione locale primaria di membrana, tensione primaria di flessione, tensione secondaria, ALL : tensione ammissibile, definita in IGC 4.5.1.4 per ciascuna delle categorie di tensione suddette.

6
6.1

Analisi strutturale delle cisterne indipendenti di tipo A


Dimensionamenti

6.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.4 I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate dei depositi indipendenti di tipo A devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove i carichi della trave nave e la pressione interna devono essere calcolati in accordo alle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 5. Nel calcolare la pressione interna, la presenza del duomo pu essere trascurata.

7
7.1

Analisi strutturale dei depositi indipendenti di tipo B


Fasciame e rinforzi ordinari

7.1.1

Verifica di robustezza del fasciame e dei rinforzi ordinari soggetti a pressione laterale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I dimensionamenti netti del fasciame e dei rinforzi ordinari dei depositi indipendenti di tipo B devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7, dove la pressione interna deve essere calcolata in accordo a [2.2]. 7.1.2 Verifica a instabilit RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 I dimensionamenti del fasciame e dei rinforzi ordinari di depositi indipendenti di tipo B devono essere non minori di quelli ottenuti dalle specifiche prescrizioni in Parte B, Capitolo 7.

7.2

Travi rinforzate

7.2.1 Criteri di analisi RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Lanalisi delle travi rinforzate del deposito soggette a pressione laterale basata su di un modello tridimensionale deve essere eseguita in accordo alle seguenti prescrizioni: il modello strutturale deve essere conforme alle prescrizioni da Parte B, Cap 7, App 1, [1] a Parte B, Cap 7, App 1, [3], il calcolo delle tensioni deve essere conforme alle prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, [5], 7.2.6

Verifica a snervamento di travi rinforzate di depositi indipendenti di tipo B formate prevalentemente da superfici piane RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Le tensioni ideali agenti nelle travi rinforzate devono soddisfare la seguente relazione: E ALL dove:

348

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Parte E, Cap 9, Sez 4

: tensione ideale, in N/mm2, ottenuta dalla formula specificata in Parte B, Cap 7, App 1, [5.1], come risultato di calcoli diretti da effettuarsi in accordo alle prescrizioni in [7.2.1], : tensione ammissibile, in N/mm2, ottenuta dalla Tab 2. Verifica locale a instabilit di pannelli di lamiera di travi rinforzate

ALL 7.2.7

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.5 Per i pannelli di lamiera che costituiscono travi rinforzate deve essere effettuata la verifica ad instabilit in accordo alle specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 1, [5] . Nelleffettuare tale verifica, le tensioni nei pannelli di lamiera devono essere ottenute da calcoli diretti effettuati in accordo con le prescrizioni in [7.2.1].

7.3.3 Carichi donda In condizioni di nave diritta e nave inclinata i carichi donda da considerare per lanalisi a fatica del deposito comprendono: massimi e minimi carichi di trave nave donda e pressioni donda, da ottenere da una completa analisi dei movimenti e delle accelerazioni della nave in onde irregolari, da sottoporre per approvazione alla Societ, salvo ove tali dati siano ottenibili da navi simili. Questi carichi devono essere ottenuti come i pi probabili che la nave possa subire durante la sua vita operativa, per un livello di probabilit di 10-8, massime e minime pressioni inerziali, da ottenersi dalle formule specificate in IGC 4.3.2 in funzione della direzione arbitraria . 7.3.4 Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi a fatica RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.4.3 La distribuzione a lungo termine semplificata dei carichi donda specificata in IGC 4.3.4.3 pu essere rappresentata per mezzo di 8 variazioni di tensione, ciascuna caratterizzata da una tensione alterna i ed un numero di cicli ni (vedere Fig 5). I valori corrispondenti di i e ni devono essere ottenuti dalle seguenti formule:
i i = 0 1 ,0625 -- 8 n i = 0 ,9 10
i

7.3
7.3.1

Analisi a fatica
Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Lanalisi a fatica deve essere eseguita per le zone dove sono previste alte tensioni indotte dai carichi donda o dove sono previste alte concentrazioni di tensione, per giunti saldati e materiale base. Tali zone devono essere definite dal Progettista e concordate nei singoli casi con la Societ. Tabella 2 : Tensione ammissibile per travi rinforzate formate prevalentemente da superfici piane
Tensione ammissibile, in N/mm2

dove: i 0

Materiali

Acciai al C-Mn e acciai al Ni La minore di: 0,75 ReH 0,5 Rm Acciai austenitici La minore di: 0,80 ReH 0,4 Rm La minore di: 0,75 ReH 0,35 Rm

ni

: tensione (i = 1, 2,..., 8), in N/mm2 (vedere Fig 5), : massima tensione pi probabile lungo la vita della nave, in N/mm2, per un livello di probabilit di 10-8, : numero dei cicli per ciascuna tensione i considerata (i = 1, 2,..., 8).

Figura 5 : Distribuzione semplificata dalle tensioni per lanalisi a fatica


I

Leghe dalluminio

Nota 1: ReH :

Rm

carico minimo di snervamento, in N/mm2, del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1]. carico di rottura per trazione, in N/mm2, del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1].

I

I

I!

I"
103 104

I#
105

I$
106

I%

I&

10

102

107 108

7.3.2

Caratteristiche dei materiali

7.3.5 Danno cumulativo convenzionale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Per ciascun dettaglio strutturale per il quale deve essere effettuata lanalisi a fatica, il danno cumulativo convenzionale deve essere calcolato in accordo con la seguente procedura: Il valore a lungo termine della variazione di tensione di hot spot S,0 deve essere ottenuto dalla seguente formula:

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5.6 Le caratteristiche dei materiali che hanno effetto sulla fatica dei particolari verificati devono essere documentate. Quando questa documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere di ricavare tali propriet da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute.

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349

Parte E, Cap 9, Sez 4

S, 0 = S, MAX S, MIN

Devono essere eseguite le seguenti verifiche: propagazione di cricche da un difetto iniziale, in modo da verificare che il difetto non si accresca fino a causare la rottura fragile prima che il difetto possa essere individuato. Tale verifica deve essere effettuata in accordo con le prescrizioni in [7.4.4]; propagazione di cricche da un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento, in modo da verificare che il difetto che d luogo ad una perdita non si accresca fino a causare la rottura fragile prima di 15 giorni dopo che stato individuato. Tale verifica deve essere effettuata in accordo con le prescrizioni in [7.4.5]. 7.4.2 Caratteristiche dei materiali RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Le caratteristiche di meccanica della frattura dei materiali considerate per lanalisi di propagazione delle cricche, ossia le caratteristiche che definiscono la relazione tra la velocit di propagazione di cricche e la variazione di tensione allapice della cricca, devono essere documentate per i vari spessori sia del materiale base sia del materiale dapporto. Quando questa documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere di ricavare tali propriet da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute. 7.4.3 Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi di propagazione di cricche RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.3.4.4 La distribuzione semplificata dei carichi donda specificata in IGC 4.3.4.4 pu essere rappresentata per un periodo di 15 giorni per mezzo di 5 variazioni di tensione, ciascuna caratterizzata da una tensione alterna i ed un numero di cicli ni (vedere Fig 7). I valori corrispondenti di i e ni devono essere ottenuti dalle seguenti formule:
i i = 0 1 ,1 ------- 5 ,3 n i = 0 ,913 10
i

dove: S,MAX, S,MIN: massima e minima tensione di hot spot da ottenersi per mezzo di unanalisi strutturale effettuata in accordo con le prescrizioni in Parte B, Cap 7, App 1, dove i carichi donda sono quelli specificati in [7.3.3]. Il valore a lungo termine della variazione di tensione N,0 dintaglio ottenuto dalle formule specificate in Parte B, Cap 7, Sez 4, [3.3] in funzione della variazione di tensione di hot spot S,0. Deve essere calcolata la distribuzione a lungo termine delle variazioni di tensione dintaglio N,i. Ciascuna variazione di tensione N,i della distribuzione, corrispondente a ni cicli di tensione, ottenuta dalle formule specificate in [7.3.4], dove 0 assunta uguale a N,0. Per ciascuna variazione di tensione dintaglio N,i, il numero di cicli di tensione Ni che causa la rottura a fatica deve essere ottenuto per mezzo delle curve S-N corrispondenti agli acciai grezzi di laminazione (vedere Fig 6). I criteri adottati per ottenere le curve S-N devono essere documentati. Se tale documentazione non disponibile, la Societ pu richiedere che tali curve siano ottenute da esperimenti effettuati in accordo con norme riconosciute. Il danno cumulativo convenzionale per la i-esima variazione di tensione dintaglio N,i deve essere ottenuto dalla formula specificata in IGC 4.4.5.6. 7.3.6 Criteri di verifica

Il danno cumulativo convenzionale, da calcolarsi in accordo con [7.3.5], deve essere minore di o uguale a CW, definito in IGC 4.4.5.6.

7.4
7.4.1

Analisi di propagazione delle cricche


Generalit

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Per zone molto sollecitate deve essere effettuata lanalisi di propagazione di cricche. Tali zone devono essere definite dal Progettista e concordate nei singoli casi con la Societ. Devono essere considerate le velocit di propagazione delle cricche nel materiale base, nel materiale dapporto e nella zona termicamente alterata.

dove: i 0 ni : tensione (i = 1,06; 2,12; 3,18; 4,24; 5,30), in N/mm2, (vedere Fig 7), : tensione definita in [7.3.4], : numero di cicli per ciascuna tensione i considerata (i = 1,06; 2,12; 3,18; 4,24; 5,30).

Figura 6 : Verifica a fatica basata sul metodo del danno cumulativo convenzionale
log log

N,O N

log n

Ni

logN

ni
Distribuzione delle variazioni di tensione di intaglio Curva S-N corrispondente al materiale grezzo di laminazione

350

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

Figura 7 : Distribuzione semplificata delle tensioni per lanalisi di propagazione delle cricche

Livello di probabilit
1

lanalisi strutturale eseguita in accordo alle prescrizioni in [7.2.1].

10

-8

10

-7

10

-6

10

-5

10

-4

10

-3

10

-2

10

-1

8
8.1

Analisi strutturale dei depositi indipendenti di tipo C


Anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti dei depositi

8.1.1 Modello strutturale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6


0
1

1 2 3 10
1

,4 I5
10
3

2.10 5
10
5

N
6

10

10

10

10

10

ni 15 giorni

Gli anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti di depositi cilindrici orizzontali devono essere modellati come travi circonferenziali costituite da anima, piattabanda, eventuali raddoppi e fasciame associato agli anelli. 8.1.2 Larghezza di fasciame associato RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 La larghezza di fasciame associato da considerare, su ciascun lato dellanima, per le verifiche di snervamento e di instabilit dellanello di rinforzo, specificate rispettivamente in [8.1.5] e in [8.1.6], deve essere ottenuta, in mm, dalle seguenti formule:
b = 0 ,78 rt per il fasciame cilidrico,

7.4.4

Analisi di propagazione delle cricche da un difetto iniziale

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Deve essere verificato che un difetto iniziale, soggetto alla distribuzione di tensioni specificata in [7.3.4], non si accresca oltre la dimensione della cricca ammissibile. La forma e la dimensione iniziale della cricca devono essere considerate nei singoli casi dalla Societ, tenendo conto del tipo di dettaglio strutturale e delle relative metodologie di controllo. La dimensione della cricca ammissibile deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ e, in ogni caso, deve essere assunta minore della dimensione della cricca che pu indurre la perdita di efficacia dellelemento strutturale considerato. 7.4.5 Analisi di propagazione delle cricche da un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 Deve essere verificato che un difetto iniziale interessante lintero spessore dellelemento, soggetto a carichi dinamici con la distribuzione di tensioni specificata in [7.4.3], non si accresca oltre la dimensione della cricca ammissibile. La dimensione iniziale della cricca interessante lintero spessore dellelemento deve essere assunta non minore della dimensione della cricca attraverso la quale passa la quantit minima di carico che pu essere individuata dal sistema di controllo (ad esempio rivelatori di gas) La dimensione della cricca ammissibile deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ e, in ogni caso, deve essere assunta molto minore della dimensione critica della cricca, definita in [7.4.6]. 7.4.6 Dimensione critica della cricca RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.5 La dimensione critica della cricca la dimensione della cricca dalla quale pu iniziare la frattura fragile e deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. In ogni caso, essa deve essere calcolata per la massima tensione pi probabile a cui soggetto lelemento strutturale durante la vita della nave, la quale uguale alla tensione, agente nel dettaglio strutturale considerato, ottenuta mediante

b = 20 tb depositi lobati), dove: r t tb

per le paratie longitudinali (in caso di

: raggio medio, in mm, del fasciame cilindrico, : spessore del fasciame, in mm, : spessore delle paratie, in mm.

Gli eventuali raddoppi possono essere considerati appartenenti al fasciame associato. 8.1.3 Condizioni di vincolo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le condizioni di vincolo dellanello di rinforzo devono essere modellate in accordo alle seguenti prescrizioni: forze circonferenziali applicate su ciascun lato dellanello, calcolate mediante la teoria del flusso del taglio bi-dimensionale, la risultante delle quali uguale alla forza di taglio nel deposito, forze di reazione in corrispondenza dei supporti del deposito, ottenute in accordo con le prescrizioni in [9.2]. 8.1.4 Pressione laterale RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 La pressione laterale che deve essere considerata per la verifica degli anelli di rinforzo devve essere ottenuta dalle prescrizioni in [2.2]. 8.1.5 Verifica a snervamento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le tensioni equivalenti agenti negli anelli di rinforzo in corrispondenza dei supporti devono soddisfare la seguente formula:
E ALL

dove:

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351

Parte E, Cap 9, Sez 4

: tensione equivalente negli anelli di rinforzo, calcolata per le condizioni di carico specificate in IGC 4.6.2 e in IGC 4.6.3, in N/mm2, ottenuta dalla seguente formula:
E = ( N + B ) + 3 2
2

9.2

Calcolo delle forze di reazione in corrispondenza dei supporti dei depositi

9.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 Le forze di reazioni i corrispondenza dei supporti dei depositi devono essere ottenute mediante lanalisi strutturale dei depositi stessi o degli anelli di rinforzo in corrispondenza dei relativi supporti, considerando i carichi specificati in: [6], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo A,

N B ALL

: tensione normale, in N/mm , nella direzione circonferenziale dellanello di rinforzo, : tensione di flessione, in N/mm2, nella direzione circonferenziale dellanello di rinforzo, : tensione tangenziale, in N/mm2, nellanello di rinforzo, : tensione ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale al minore tra i due seguenti valori: 0,57 Rm 0,85 ReH,

[7], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo B, [8], per lanalisi strutturale di depositi indipendenti di tipo C. Nella distribuzione finale delle forze di reazione agenti sui supporti non possono essere considerate forze di trazione.

Rm ReH 8.1.6

: definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1], : definita in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.1]. Verifica ad instabilit

9.3

Scontri

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.4.6 Le verifiche ad instabilit degli anelli di rinforzo devono essere effettuate in accordo con le formule applicabili specificate in Parte B, Cap 7, Sez 2.

9.3.1 Generalit Per depositi non aventi scontri per il rollio in sommit, non sono in generale accettabili livelli di riempimento minori del 90%. Le strutture dei depositi e della nave in corrispondenza degli scontri devono essere rinforzate, in modo da resistere alle corrispondenti reazioni vincolari e ai corrispondenti momenti. 9.3.2 Scontri per il rollio Gli scontri per il rollio devono essere verificati per lazione delle accelerazioni trasversali e verticali, specificate in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4.1] per la condizione di nave inclinata, e applicate al massimo peso previsto del deposito pieno. Deve essere verificato che la tensione combinata agente negli scontri per il rollio soddisfi la seguente relazione: ALL > C dove: ALL ReH Rm : Tensione ammissibile, N/mm2, da assumere uguale al minimo tra 0,75 ReH e 0,5 Rm : Carico minimo di snervamento, in N/mm2, del materiale a 20 C : Carico di rottura per trazione, in N/mm2, del materiale a 20 C

9
9.1

Supporti
Sistemazione strutturale
Generalit

9.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 6 Le forze di reazione in corrispondenza dei supporti del deposito devono essere trasmesse in modo quanto pi possibile diretto alle travi rinforzate della nave, minimizzando le concentrazioni di tensione. Qualora le forze di reazione non agiscano nel piano delle travi rinforzate, devono essere sistemate lamiere danima e squadre in modo da trasmettere tali forze mediante tensioni tangenziali. 9.1.2 Continuit strutturale

Particolare attenzione deve essere rivolta ad assicurare la continuit strutturale tra i supporti di depositi circolari e le travi rinforzate della nave. 9.1.3 Aperture

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 Nelle travi rinforzate di supporti di depositi e nelle strutture situate in corrispondenza di tali supporti devono essere evitate aperture e possono essere richiesti rinforzi locali. 9.1.4 Sistemazioni anti-galleggiamento

9.3.3 Scontri per il beccheggio Gli scontri per il beccheggio devono essere verificati per lazione delle accelerazioni longitudinali, da assumere non minori di 0,3, e verticali, specificate in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4.1] per la condizione di nave diritta, e applicate al massimo peso previsto della cisterna piena. Deve essere verificato che la tensione combinata agente negli scontri per il beccheggio soddisfi la seguente relazione: ALL > C dove: ALL : Tensione ammissibile, N/mm2, [9.3.2] definita in

RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6.7 Deve essere prevista, per tutte le condizioni operative, una adeguata distanza tra i depositi e le strutture dello scafo.

352

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 4

9.4

Dimensionamenti dei supporti di depositi indipendenti di tipo C e delle strutture dello scafo situate in corrispondenza

11 Isolamento
11.1 Sistema per il riscaldamento delle strutture
11.1.1 Segregazione dellimpianto di riscaldamento RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.8.4 Qualora sia installato un impianto per il riscaldamento delle strutture dello scafo in conformit con le prescrizioni specificate in IGC 4.8.4, tale impianto deve essere sistemato solo allinterno della zona del carico, ovvero i fluidi di ritorno dalle serpentine dellimpianto di riscaldamento dello scafo sistemate nelle casse laterali, nelle intercapedini e nel doppio fondo devono essere convogliati in una cisterna di de-gassificazione. Tale cisterna deve essere situata nella zona del carico e gli sfoghi gas devono essere situati in posizione sicura e provvisti di retine tagliafiamma.

9.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.6 I dimensionamenti netti di fasciame, reinforzi ordinari e travi rinforzate dei supporti dei depositi e delle strutture dello scafo situate in corrispondenza dei depositi stessi devono essere non minori di quelli ottenuti dalle formule specificate in Parte B, Capitolo 7. Le sollecitazioni di trave nave e le pressioni laterali da considerare nelle formule di cui sopra devono essere ottenuti dalle formule specificate in Parte B, Capitolo 5. I valori delle reazioni vincolari in corrispondenza dei supporti dei depositi da considerare per i dimensionamenti degli elementi strutturali di cui sopra devono essere ottenute dallanalisi strutturale del deposito (vedere [9.2]) in cui le accelerazioni della nave definite in [2.2] sono moltiplicate per il fattore 0,625.

12 Materiali
12.1 Caratteristiche dei materiali per lisolamento
12.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 I materiali per lisolamento devono essere approvati dalla Societ. Lapprovazione di materiali per adesione, sigillatura, rivestimento costituenti barriera al vapore o protezione meccanica deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. In ogni caso, tali materiali devono essere chimicamente compatibili con il materiale utilizzato per lisolamento. 12.1.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 Prima dellapplicazione dellisolamento, le superfici delle strutture del deposito o dello scafo devono essere accuratamente pulite. 12.1.3 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6 Il sistema di isolamento deve essere ispezionabile mediante esame visivo da almeno un lato, dove applicabile. 12.1.4 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.9.5 E 4.9.6

10 Barriera secondaria
10.1 Estensione della barriera secondaria
10.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.7 Lestensione della barriera secondaria deve essere non minore di quella necessaria a proteggere le strutture dello scafo nellipotesi che il carico liquido fuoriuscito dalla falla nel deposito del carico sia in equilibrio ad un angolo statico di sbandamento trasversale uguale a 30 (vedere Fig 8). Figura 8 : Estensione della barriera secondaria

LIVELLO DEL LIQUIDO

30

Quando lisolamento spruzzato o schiumato, la temperatura minima delle strutture in acciaio al momento dellapplicazione deve essere non minore della temperatura indicata nelle specifiche dellisolamento.

BARRIERA SECONDARIA

13 Costruzione e prove
13.1 Prove dei depositi strutturali
13.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.6

CISTERNA DEL CARICO DANNEGGIATA

Le prove dei depositi strutturali devono essere eseguite in conformit alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 12, Sez 3.

Regolamenti RINA 2005

353

Parte E, Cap 9, Sez 4

13.2 Prove dei depositi a membrana e a semimembrana


13.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.7 Le prove dei depositi a membrana e a semi-membrana devono essere eseguite in conformit alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 12, Sez 3.

14 Dettagli strutturali
14.1 Dettagli strutturali speciali
14.1.1 Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 12, Sez 2, [2.4] specifiche per le navi con notazione di servizio liquefied gas carrier.

13.3 Prove dei depositi indipendenti


13.3.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.10 Le condizioni di esecuzione delle prove devono simulare, per quanto possibile, la caricazione effettiva del deposito e dei relativi supporti. 13.3.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10.10 Qualora le prove siano eseguite dopo che il deposito stato installato, devono essere presi adeguati provvedimenti, prima del varo della nave, al fine di evitare tensioni eccessive nelle strutture della nave.

14.2 Collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo e del fianco interno con lamiere intermedie
14.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Il collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo e del fianco interno con lamiere intermedie deve essere effettuato in accordo con le prescrizioni specificate in: tavole da 4.5 a 4.7 in Parte B, Cap 12, App 1 per la posizione 1 in Fig 9 tavole da 6.8 a 6.9 in Parte B, Cap 12, App 1 per la posizione 2 in Fig 9 per le posizioni 3 e 4 in Fig 9 in modo analogo alle posizioni 1 e 2. Figura 9 : Posizione dei collegamenti

13.4 Prove finali


13.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le prove finali sulla sistemazione completata devono essere eseguite alla presenza di un Tecnico e devono dimostrare che le sistemazioni di contenimento del carico siano in grado di essere inertizzate, raffreddate, caricate e scaricate in modo soddisfacente e che tutti i dispositivi di sicurezza operino correttamente. 13.4.2 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le prove devono essere eseguite alla minima temperatura di esercizio o ad una temperatura ad essa molto prossima. 13.4.3 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Leventuale impianto di ri-liquefazione e di produzione di gas inerte e leventuale installazione di impianti per lutilizzo di gas come combustibile per caldaie o per motori a combustione interna devono essere provati a soddisfazione del Tecnico. 13.4.4 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Tutti i dati e le temperature operativi registrati durante il primo viaggio della nave con il carico devono essere inviati alla Societ. 13.4.5 RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Tutti i dati e le temperature operativi registrati durante i viaggi seguenti al primo devono essere conservati e messi a disposizione della Societ per un adeguato periodo di tempo.

" !

14.2.2 Qualora non siano sistemate squadre di prolungamento in corrispondenza dei giunti di spigolo in posizione 1 e/o 2, il collegamento delle lamiere danima trasversali al fasciame del cielo del doppio fondo, del fianco interno e ai paramezzali deve essere eseguito mediante saldature a parziale penetrazione aventi lunghezza non minore di 400 mm.

14.3 Collegamento del fasciame del cielo del doppio fondo con paratie trasversali di intercapedini
14.3.1 Generalit In aggiunta alla prescrizioni specificate nella tavola 3.5 in Parte B, Cap 12, App 1, devono essere applicate le prescrizioni specificate da [14.3.2] a [14.3.4].

354

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Parte E, Cap 9, Sez 4

14.3.2 Madieri RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Lo spessore e le caratteristiche del materiale dei madieri di supporto devono essere almeno uguali a quello del fasciame delle paratie trasversali dellintercapedine. 14.3.3 Lamiere danima verticali sistemate su paratie di intercapedini RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Le lamiere danima verticali sistemate su paratie di intercapedini devono essere allineate con i paramezzali del doppio fondo. 14.3.4 Passi duomo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 I passi duomo praticati nei madieri del doppio fondo allineati con le paratie trasversali di intercapedini devono essere situati il pi in basso possibile e a met intervallo tra due paramezzali adiacenti.

14.4 Fori e collegamenti


14.4.1 Fori RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 I fori praticati per il passaggio di rinforzi ordinari del cielo del doppio fondo, del fianco interno e delle paratie dellintercapedine attraverso le lamiere danima verticali devono essere chiusi da mascherine saldate al fasciame del cielo del doppio fondo o del fianco interno. 14.4.2 Collegamento della sistemazione di contenimento del carico alle strutture dello scafo RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 4, 4.10 Quando ritenuto necessario, devono essere sistemati adeguati rinforzi sul cielo del doppio fondo, sul fianco interno e sulle paratie trasversali delle intercapedini in corrispondenza del collegamento della sistemazione di contenimento del carico con le strutture dello scafo. I particolari di tale collegamento devono essere sottoposti per approvazione alla Societ.

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355

Parte E, Cap 9, Sez 5

SEZIONE 5

RECIPIENTI IN PRESSIONE DI PROCESSO E IMPIANTI DI TUBOLATURE IN PRESSIONE PER LIQUIDI E VAPORI

1
1.1

Generalit
Recipienti in pressione di processo del carico

2.1.5

Mezzi per rivelare la presenza di carico liquido

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 I mezzi di rivelazione della presenza di carico liquido possono essere costituiti da livellostati di tipo elettrico il cui circuito deve essere del tipo a sicurezza intrinseca. Le segnalazioni di allarme date dai livellostati devono essere trasmesse in plancia e nella stazione di controllo del carico, se esistente. 2.1.6 Attacchi degli scarichi delle valvole di sicurezza ai depositi del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Gli eventuali attacchi ai depositi del carico degli scarichi delle valvole di sicurezza sistemate sulla tubolatura del carico per la fase liquida, non devono essere muniti di valvole di intercettazione, ma devono essere muniti di valvole di non ritorno in prossimit dei depositi stessi. 2.1.7 Pompe centrifughe RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Le valvole di sicurezza contro la sovrapressione nelle pompe del carico possono essere omesse nel caso di pompe centrifughe aventi una pressione massima di mandata, con la valvola di mandata tutta chiusa, non maggiore di quella consentita dalla tubolatura stessa.

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.1.2 I recipienti in pressione di processo del carico devono essere considerati almeno recipienti in pressione di Classe 2 in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 3, [1.4.1].

2
2.1

Tubolature del carico e di processo


Generalit

Precauzioni per la protezione delle tubolature contro le sollecitazioni termiche RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.2 I giunti di dilatazione devono essere protetti contro dilatazioni e compressioni superiori ai limiti per essi stabiliti e le tubolature ad essi collegate devono essere convenientemente sopportate ed ancorate. I giunti di espansione a soffietto devono essere protetti contro danneggiamenti meccanici. 2.1.2 Segregazione delle tubolature ad alta temperatura RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.3 I tubi ad alta temperatura devono essere termicamente isolati dalle strutture adiacenti. In particolare la temperatura delle tubolature non deve superare i 220 C nelle zone nelle quali possono esservi gas pericolosi. 2.1.3 Taratura delle valvole di sicurezza RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1.6 Le valvole di sicurezza devono essere tarate ad una pressione non superiore alla pressione di progetto in modo tale che la sovrapressione durante lo scarico non superi il 110% di detta pressione di progetto. 2.1.4 Protezione contro le perdite RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.1 Qualora un impianto di tubolature sia progettato per liquidi con un punto di ebollizione minore di - 30 C, devono essere sistemati dispositivi permanenti che impediscano il verificarsi della possibilit di contatto fra le perdite e le strutture dello scafo in tutte quelle posizioni nelle quali potrebbe verificarsi uno stillicidio, quali, per esempio, collegamenti a terra, tenute delle pompe, flange soggette a frequenti smontaggi, ecc.

2.1.1

2.2

Dimensionamento basato sulla pressione interna

2.2.1 Tubolature soggette a colpi di mare RIFERIMENTO IBC-CODE 5.2.2 Per le tubolature che possono essere soggette ai colpi di mare, la pressione di progetto P, in bar, indicata nella formula del paragrafo 5.2.2.1 dellIGC Code deve essere sostituita da una pressione equivalente P data dalla formula seguente:
DC 1 P' = -- P + P 2 + 0 ,006R'K ------ 2 D

essendo: : Diametro esterno del tubo tenendo conto della DC coibentazione (in mm), il cui spessore deve essere assunto almeno uguale a: 40 mm se D 50 mm 80 mm se D 150 mm Valori intermedi devono essere ottenuti mediante interpolazione R : Resistenza al trascinamento corrispondente alleffetto del colpo di mare, in daN/m2, come indicato nella Tabella 1 in funzione della posi-

356

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 5

zione del tubo e della sua altezza H (in m) al di sopra dellimmersione di pieno carico; valori intermedi devono essere ottenuti mediante interpolazione lineare. : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2

b) tubolature soggette ai colpi di mare che potrebbero essere in esercizio sia in mare che in porto: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, colpi di mare, contrazioni, accelerazioni dovute ai movimenti della nave; c) tubolature soggette ai colpi di mare che sono in esercizio esclusivamente in porto: la pi severa fra le due combinazioni di carico seguenti: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, contrazioni, e peso dei tubolatura, colpi di mare, dilatazioni, assumendo che le sollecitazioni termiche siano completamente eliminate. 2.5.4 Direzione dei colpi di mare RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Quando si considerano i colpi di mare, devono essere considerati i loro effetti nelle tre direzioni seguenti, a meno che non sia altrimenti giustificato: asse della nave, verticale, orizzontale, perpendicolare allasse della nave. Il carico sui tubi il carico R definito in [2.2.1]. 2.5.5 Livello delle sollecitazioni

2.3

Pressione di progetto

2.3.1 Definizione della pressione di progetto RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.3.1 Per ogni tratto di tubolatura deve essere considerato il valore maggiore fra quelli applicabili indicati nel paragrafo 5.2.2.1 dellIGC Code.

2.4
2.4.1

Sollecitazioni ammissibili

Flange non costruite in accordo con una normativa RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.4.5 Per le flange non costruite secondo una normativa, il tipo e le dimensioni delle guarnizioni devono essere a soddisfazione della Societ.

2.5
2.5.1

Analisi delle sollecitazioni

Calcoli eseguiti in accordo con normative riconosciute RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Qualora tale analisi sia richiesta, essa deve essere eseguita in accordo con le prescrizioni seguenti. Subordinatamente a tale condizione, calcoli secondo normative riconosciute possono essere accettati dalla Societ. 2.5.2 Condizioni per il calcolo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 I calcoli devono essere eseguiti per ogni possibile condizione operativa; tuttavia devono essere inviati solamente quelli relativi alle condizioni desercizio che portano ai risultati pi sfavorevoli. 2.5.3 Carichi da assumere per i calcoli RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 I calcoli devono essere eseguiti tenendo conto dei carichi seguenti: a) tubolature non soggette ai colpi di mare: pressione, peso della tubolatura e del fluido al suo interno, contrazioni;

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Il livello delle sollecitazioni deve essere determinato come indicato nelle formule in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.3.2] per i tubi progettati per alte temperature; a) per le sollecitazioni primarie risultanti da: pressione, peso, colpi di mare; b) per le sollecitazioni primarie e secondarie risultanti dalle contrazioni.

Tabella 1
Diametro esterno del tubo (1) 25 50 75 100 150 (1) A poppavia di un quarto della lunghezza della nave H8 1500 1400 1100 700 500 H=13 250 250 250 250 250 H18 150 150 150 150 150 A proravia di un quarto della lunghezza della nave H8 2200 2000 1600 700 700 H=13 350 350 350 350 350 H18 150 150 150 150 150

DC se il tubo coibentato, D negli altri casi

Regolamenti RINA 2005

357

Parte E, Cap 9, Sez 5

2.5.6

Limiti dei livelli di sollecitazione

3.2
3.2.1

Arresti in caso demergenza


Chiarimenti sulla posizione degli elementi fusibili

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 a) Nel primo caso il livello di sollecitazione deve essere limitato dal minore fra: 0,8 Re e 0,4 Rm

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.6.4 Per le stazioni di caricazione in corrispondenza delle quali devono essere sistemati gli elementi fusibili di cui al paragrafo 5.6.4 dellIGC Code devono intendersi le rampe di caricazione e scaricazione.

b) Nel secondo caso il livello di sollecitazione deve essere limitato dal minore fra: 1,6 Re 2.5.7 e 0,8 Rm

Tubolature con dispositivi despansione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Per tubi con dispositivi despansione, le caratteristiche di detti dispositivi devono essere inviate alla Societ. Qualora queste caratteristiche siano tali che le forze ed i momenti alle estremit di detti dispositivi siano trascurabili a seguito delle contrazioni che devono assorbire, non richiesto il calcolo dei carichi dovuti alle contrazioni per le tubolature ad essi corrispondenti. Deve, tuttavia, essere controllato che il livello di sollecitazione corrispondente alle sollecitazioni primarie non superi i limiti dati in [2.5.6]. 2.5.8 Coefficiente di flessibilt

Metodi per la movimentazione del carico


Scarico attraverso collettori comuni

4.1
4.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.8 Quando pi di una pompa, sistemate in differenti depositi del carico funzionano contemporaneamente scaricando attraverso un collettore comune, larresto delle pompe deve dar luogo ad un allarme nella centrale di comando delle operazioni del carico.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Il coefficiente di flessibilt dei gomiti deve essere determinato con le formule date in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.3.2] per i tubi progettati per alte temperature. 2.5.9 Tensioni locali

5
5.1

Messa a terra
Elettricit statica
Resistenza accettabile

5.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.5 Deve essere portata attenzione particolare ai calcoli delle sollecitazioni locali nelle sistemazioni soggette a forze assiali e momenti flettenti. La Societ si riserva il diritto di richiedere giustificazioni addizionali o rinforzi locali, quando ritenuto necessario.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.3 Allo scopo di evitare i rischi di scariche elettriche dovute al formarsi di elettricit statica risultante dal flusso dei liquidi/gas/vapori, la resistenza fra qualsiasi punto della superficie dei depositi del carico, delle cisterne dei residui, delle tubolature e delle apparecchiature e lo scafo della nave non deve essere maggiore di106 .. 5.1.2 Piattine per la messa a terra RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.3 Devono essere sistemate piattine per la messa a terra per i depositi del carico, le cisterne per i residui, le tubolature e le apparecchiature che non siano permanentemente collegate alle strutture della nave, come per esempio: a) depositi del carico indipendenti; b) tubolature dei depositi del carico che sono elettricamente separate dalle strutture della nave; c) collegamenti dei tubi mediante branchetti smontabili. Quando le piattine per la messa a terra sono prescritte, esse devono essere: a) chiaramente visibili in modo che qualsiasi interruzione possa essere chiaramente rilevata; b) progettate e sistemate in modo da essere protette contro danni meccanici e da non essere influenzate negativamente da contaminazioni da parte di sostanze ad alta resistivit, per esempio prodotti corrosivi o pitture; c) facili da sistemare e sostituire.

2.6
2.6.1

Tubi con rivestimento dalluminio

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.2.6 I tubi con rivestimento di alluminio sono accettabili nelle cisterne di zavorra, nei depositi del carico inertizzato, nonch, purch siano protetti da urti accidentali, nelle zone pericolose sui ponti esposti.

Prescrizioni relative alle valvole negli impianti del carico


Collegamenti degli strumenti ai depositi del carico
Deroghe

3.1
3.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 5, 5.6.2 Le prescrizioni di cui al paragrafo 5.6.2 dellIGC Code, relative agli attacchi ai depositi del carico per manometri e strumenti di misura, non si applicano ai depositi con un MARVS non superiore a 0,07 MPa.

358

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 5

6
6.1

Impianto integrato del carico e di zavorra


Generalit

6.1.1 (1/1/2004) Le prescrizioni relative agli impianti integrati del carico e di zavorra sono quelle di cui in Cap 7, Sez 4, [3.5].

Regolamenti RINA 2005

359

Parte E, Cap 9, Sez 6

SEZIONE 6

MATERIALI PER LA COSTRUZIONE

1
1.1

Prescrizioni relative ai materiali


Tubi, fucinati e getti per tubolature del carico e di processo

depositi del carico, nei locali pompe, nelle intercapedini e in qualsiasi altra zona nella quale potrebbero accumularsi gas provenienti dal carico.

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 6, Tabella 6.4 a) In genere non sono richieste prove di resilienza per fucinati, laminati e tubi senza saldatura in acciai inossidabili austenitici dei gradi 304, 304L, 316, 316L, 321 e 347. b) Sono richieste prove di resilienza per: getti di acciai di grado 304, 304L, 321 e 347 quando la temperatura desercizio minore di -60 C; getti di acciaio di tipo 316 e 316L (con contenuto di molibdeno) a qualsiasi temperatura. Una riduzione delle prove pu essere considerata caso per caso dalla Societ per temperature di progetto maggiori di -60 C.

2
2.1

Saldature e controlli non distruttivi


Materiali dapporto

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 6, 6.3.2 Il contenuto del paragrafo 6.3.2 dellIGC Code si applica anche ai recipienti in pressione per il processo ed alle barriere secondarie.

2.2
2.2.1

Prescrizioni per le prove


Prove di piega

1.2

Rivestimenti dalluminio

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 6, 6.3.4.2 In alternativa alla prova di piega descritta nel paragrafo 6.3.4.2 dellIGC Code, pu essere richiesta una prova su mandrino di diametro pari a 3 volte lo spessore fino ad un angolo di piega di 120.

1.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 6, 6.2 Luso di rivestimenti contenenti alluminio proibito nei depositi del carico, nelle zone di ponte al di sopra dei

360

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 7

SEZIONE 7

CONTROLLO DELLA PRESSIONE E DELLA TEMPERATURA DEL CARICO

1
1.1

Prescrizioni addizionali per gli impianti di refrigerazione

non richiesto un ulteriore scambiatore di calore di riserva che usi LNG come liquido refrigerante. Gli altri scambiatori di calore che utilizzano acqua di raffreddamento devono avere la riserva o devono avere almeno un 25% di capacit superiore a quella richiesta. Metodi alternativi per il controllo della pressione/temperatura del carico RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 7, 7.2 Il paragrafo 7.2.1 dellIGC Code stabilisce che a meno che non vi sia un metodo alternativo per controllare la pressione/temperatura del carico a soddisfazione dellAmministrazione, devono essere sistemate ununit (o pi unit) di riserva che diano una capacit di riserva pari almeno a quella richiesta per lunit singola maggiore. Al fine di soddisfare detta prescrizione, possono essere considerati appropriati mezzi alternativi per il controllo della pressione/temperatura del carico e cio: a) Una o pi caldaie ausiliarie in grado di bruciare i vapori evaporati dal carico (boil-off) e di scaricare il vapore dacqua cos generato o un sistema alternativo per la dispersione del calore accettato dalla Societ. Potr essere considerato un impianto che bruci solamente parte del boil-off generato purch possa essere dimostrato che il MARVS non venga raggiunto entro un periodo di 21 giorni. b) Lo sfogo controllato dei vapori del carico come precisato nel paragrafo 7.1.1.5 dellIGC Code se permesso dallAmministrazione di competenza. 2.1.3

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 7, 7.2 In generale oltre che alle prescrizioni nel capitolo 7.2 dellIGC Code, gli impianti di refrigerazione sono anche soggetti alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 13 e Parte F, Capitolo 8, come applicabile.

Impianti di reliquefazione di motonavi per il trasporto di gas naturali liquefatti (LNG)


Refrigerazione meccanica intesa come sistema primario di controllo della pressione del carico

2.1

2.1.1 Generalit RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 7, 7.2 Il paragrafo 7.2 dellIGC Code relativo agli impianti di refrigerazione si basa sullipotesi che il mantenimento della pressione del carico indicata nel paragrafo 7.1 dellIGC Code possa essere conseguito utilizzando i mezzi definiti nel paragrafo 7.1.1.2 dellIGC Code. Ci significa che un impianto di refrigerazione meccanica utilizzato come mezzo primario per il mantenimento della pressione nei depositi del carico al di sotto del MARVS. 2.1.2 Unit refrigeranti di riserva RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 7, 7.2 Il paragrafo 7.2 dellIGC Code si applica agli impianti di refrigerazione sistemati sulle navi per il trasporto di gas naturali liquefatti (LNG), cio la capacit di riserva richiesta deve essere come prescritto nel paragrafo 7.2.1 dellIGC Code. Non necessario che lo scambiatore di calore che usa LNG come liquido refrigerante abbia una capacit del 25% in eccesso rispetto a quella normalmente richiesta e

2.2

Impianto di refrigerazione meccanica adoperato come sistema secondario di controllo della pressione del carico

2.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 7, 7.2 Qualora un impianto di refrigerazione sia utilizzato come mezzo per lo smaltimento delleccesso di energia come indicato nella seconda frase del paragrafo 7.1.1.2 dellIGC Code, non richiesta lunit di riserva per limpianto di refrigerazione.

Regolamenti RINA 2005

361

Parte E, Cap 9, Sez 8

SEZIONE 8

IMPIANTI DI SFOGO GAS PER I DEPOSITI DEL CARICO

1
1.1

Impianti di sicurezza contro la sovrapressione


Spazi fra le barriere

1.1.2

Dimensioni dei dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.2.2 La capacit di scarico combinata (in m3/s) dei dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione degli spazi tra le barriere intorno ai depositi del carico indipendenti di tipo A con la coibentazione sistemata sui depositi del carico stessi pu essere determinata con la formula seguente:
Q sa = 3 ,4 A C ----- h V

1.1.1 Protezione degli spazi fra le barriere RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.2.2 a) La formula per la determinazione della capacit di scarico data nel paragrafo 8.3.2 dellIGC Code sviluppata per spazi fra le barriere che delimitano depositi del carico indipendenti di tipo A in cui la coibentazione sistemata sui depositi stessi. b) La capacit di scarico dei dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione degli spazi fra le barriere che delimitano i depositi del carico indipendenti di tipo B pu essere determinata in base al metodo dato nel paragrafo 8.2 dellIGC Code, tuttavia il tasso di perdita deve essere determinato in accordo con le prescrizioni del paragrafo 4.7.6.1 dellIGC Code. c) La capacit di scarico dei dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione degli spazi tra le barriere dei depositi del carico a membrana o a semi-membrana deve essere valutata in base al progetto specifico del deposito a membrana o semi-membrana. d) La capacit di scarico dei dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione degli spazi fra le barriere adiacenti ai depositi del carico strutturali pu essere determinata, se applicabile, come per i depositi del carico indipendenti di tipo A. e) Ai fini di questa interpretazione, i dispositivi di sicurezza contro la sovrapressione negli spazi fra le barriere sono dispositivi di emergenza che proteggono le strutture della nave da indebite sovrasollecitazioni derivanti da un innalzamento della pressione nello spazio fra le barriere dovuto ad unavaria della barriera primaria. Pertanto non necessario che tali dispositivi siano conformi alle prescrizioni dei paragrafi 8.2.9 e 8.2.10 dellIGC Code.

essendo: Qsa : Portata minima richiesta dello scarico in aria alle condizioni standard di 273 K e 0,1013 MPa AC : Area di apertura della crina di progetto (m2)
A C = -- l 4

con:

: Massima larghezza della crina in (m)


= 0 ,2 t

: Spessore del fasciame del fondo del deposito (m) l : Lunghezza di progetto della crina (m) uguale alla diagonale del pannello di lamiera pi grande del fondo del deposito (vedere Fig 1) : Altezza massima del liquido al di sopra del fondo del deposito pi 10 MARVS in (m) : Massa volumica della fase liquida del prodotto (t/m3) alla pressione di taratura del dispositivo di sicurezza dello spazio fra le barriere : Massa volumica della fase vapore del prodotto (t/m3) alla pressione di taratura del dispositivo di sicurezza dello spazio fra le barriere e alla temperatura di 273 K.

362

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 8

Figura 1 : Determinazione di l

trave principale

l b (t)

pannello di fasciame tipico bxs

trave principale

rinforzi

1.2

Sfoghi gas

1.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.2.9 Laltezza degli scarichi degli sfoghi gas indicata nel paragrafo 8.2.9 dellIGC Code, deve essere misurata anche a partire dal cielo dei depositi, del carico in coperta e delle tubolature del carico liquido, come applicabile.

tura della valvola. Per valvole di sicurezza non bilanciate la contropressione nella tubolatura di scarico non deve superare il 10% della pressione manometrica allingresso della valvola di sicurezza quando le tubolature degli sfoghi gas sono esposte al fuoco.

1.3
1.3.1

Segregazione degli sfoghi gas 2.1

Impianti addizionali di sicurezza contro la sovrapressione per il controllo del livello del liquido
Generalit

Prescrizioni addizionali sulla posizione degli sfoghi gas RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.2.10 a) Le distanze degli scarichi degli sfoghi gas devono essere misurate orizzontalmente. b) Nel caso di trasporto di prodotti infiammabili e/o tossici lo scarico degli sfoghi gas deve essere sistemato ad una distanza non inferiore a 5 m dalle condotte di estrazione e a 10 m dalle condotte di immissione serventi locali pompe del carico e/o locali compressori del carico. c) Le distanze devono intendersi riferite anche agli scarichi delle condotte di ventilazione dei locali sicuri.

2.1.1

Ulteriori sistemi per scaricare la sovrapressione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.3.1.2 Il sistema di sorpasso indicato nel paragrafo 8.3.1.2 dellIGC Code deve essere azionabile manualmente. In alternativa devono essere previsti mezzi di sfogo gas ad azionamento manuale. 2.1.2 Limiti di riempimento dei depositi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.3.1 La frase "al fine di impedire che i depositi possano riempirsi di liquido" nel paragrafo 8.3.1 dellIGC Code ha il seguente significato: In nessun momento durante le fasi di caricazione, trasporto e di scaricazione, comprese anche le condizioni di incendio, i depositi devono raggiungere un grado di riempimento maggiore del 98% eccetto quanto permesso nel paragrafo 15.1.3 dellIGC Code. Questa prescrizione, assieme a quella di cui al paragrafo 8.2.17 dellIGC Code, intesa ad assicurare che le valvole di sicurezza contro la sovrapressione rimangano nella fase vapore.

1.4
1.4.1

Contropressione

Cadute di pressione nelle tubolature degli sfoghi gas RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 8, 8.2.16 La caduta di pressione nelle tubolature degli sfoghi gas fra i depositi del carico e lingresso delle valvole di sicurezza contro la sovrapressione non deve superare il 3% della tara-

Regolamenti RINA 2005

363

Parte E, Cap 9, Sez 9

SEZIONE 9

CONTROLLO DELLATMOSFERA

1
1.1

Inertizzazione
Generalit
Punto di rugiada

nel capitolo 6 dellIGC Code, per il tipo di acciaio per esse impiegato. 1.1.2 Precauzioni contro il rischio dincendio RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 9, 9.4.1 Devono essere prese precauzioni per rendere minimo il rischio che elettricit statica generata dallimpianto di gas inerte possa diventare una fonte dignizione.

1.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 9, 9.4.1 In merito a quanto prescritto dallIGC Code relativamente al punto di rugiada, si applicano le seguenti disposizioni addizionali: a) qualora lisolamento dei depositi del carico non sia protetto contro la penetrazione del vapore dacqua mediante unefficace barriera al vapore, accettata dalla Societ, il valore massimo del punto di rugiada deve essere minore della temperatura di progetto; b) qualora lisolamento dei depositi del carico sia protetto con unefficace barriera al vapore, accettata dalla Societ, il valore massimo del punto di rugiada deve essere minore della minima temperatura che si pu verificare su qualunque superficie allinterno degli spazi riempiti con il gas inerte secco o con laria secca; c) la temperatura delle strutture dello scafo adiacenti ai depositi del carico non deve scendere al di sotto della minima temperatura di esercizio ammissibile, indicata

2
2.1

Produzione di gas inerte a bordo


Deroghe

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 9, 9.5 a) Gli impianti generatori di gas inerte sono da considerare servizi essenziali e devono rispondere alle Sezioni applicabili del Regolamento per quanto applicabile. b) Qualora, in aggiunta al gas inerte prodotto a bordo, sia possibile immettere negli spazi in argomento aria secca, nei casi in cui questultima sia accettabile in dipendenza del tipo di deposito del carico adottato, oppure gas inerte fornito da una scorta esistente a bordo, non necessario che vi siano a bordo componenti di riserva o di rispetto per limpianto di gas inerte.

364

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 10

SEZIONE 10

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente circolante non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. Impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo: a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa e impianti a giudizio della Societ i seguenti altri sistemi b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di impianti senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come impianti di distribuzione dellenergia nelle cucine o nelle lavanderie alimentati tramite trasformatori di isolamento con secondario collegato a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) reti di potenza a corrente alternata a tensione pari a 1,000 V valore efficace (tra le fasi) o superiore, purch qualunque possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; a tale scopo, se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dei locali macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati. 1.3.3

1.1.1 Le norme della presente Sezione si applicano alle navi gassiere in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, deve essere inviata per approvazione quanto segue: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione del livello di cisterne e depositi, degli impianti di allarme di alto livello e quelli di controllo del rigurgito ove richiesti.

1.3

Impianti di alimentazione

1.3.1 Impianti di alimentazione ammessi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. Non sono ammessi collegamenti a massa di parti in tensione di impianti di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio. 1.3.2 Impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.1.1 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a soddisfazione della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come gli impianti di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso

1.4

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento verso massa

1.4.1 Controllo dei circuiti nei luoghi pericolosi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.1.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti i sistemi di distribuzione, devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversino tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

1.5
1.5.1

Precauzioni per gli impianti elettrici

Precauzioni contro le infiltrazioni di gas o vapori REFERENCE IGC CODE 10.1.2 Deve essere impedito, mediante opportuni accorgimenti, a soddisfazione della Societ, che gas o vapori possano pas-

Regolamenti RINA 2005

365

Parte E, Cap 9, Sez 10

sare da un locale pericoloso per gas ad un altro locale attraverso le aperture per il passaggio dei cavi o attraverso le loro condotte.

etere dietilico etere viniletilico ossido di etilene ossido di propilene miscela di ossido di etilene e ossido di propilene. 2.2.2 Motori elettrici sommersi

2
2.1

Luoghi pericolosi e tipi di apparecchiature


Apparecchiature elettriche permesse nelle zone e spazi pericolosi per gas

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.2 a) Quando vengono impiegati motori elettrici sommersi, devono essere previste sistemazioni, p.e. mediante gli accorgimenti indicati al paragrafo 17.6 dellIGC Code al fine di evitare la formazione di miscele esplosive durante le operazioni di carico, scarico e maneggio del carico. b) Vi devono essere dispositivi per arrestare automaticamente i motori in caso di basso livello del liquido. Ci pu essere effettuato in base ad un segnale di bassa pressione sulla mandata della pompa, di bassa corrente al motore o di basso livello del liquido. Tale arresto deve essere segnalato sotto forma di allarme alla stazione di controllo del carico. I motori delle pompe del carico devono poter rimanere sezionati dalla loro alimentazione elettrica durante le operazioni di degassificazione.

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi per gas ivi indicati. 2.1.2 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.3 I locali chiusi o parzialmente chiusi (non contenenti fonti di pericolo) aventi aperture dirette, comprese quelle per la ventilazione su un qualsiasi luogo pericoloso, devono essere considerati luoghi pericolosi allo stesso modo del locale in cui posizionata lapertura. Le apparecchiature elettriche devono soddisfare le norme degli spazi o dei locali ai quali lapertura d accesso. 2.1.3 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.4 Le apparecchiature elettriche sistemate entro spazi protetti da airlocks devono essere di tipo certificato di sicurezza, salvo quando siano tali da essere disenergizzate in seguito ad una perdita di sovrapressione allinterno dello spazio.

3
3.1

Classificazione dei prodotti


Classe di temperatura e gruppo di esplosione

2.2

Pompe del carico sommerse

3.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, Cap. 19 La Tab 2 riporta i dati relativi alla classe di temperatura ed il gruppo di esplosione dei prodotti indicati nel Capitolo 19. I valori indicati fra parentesi sono stati dedotti da prodotti simili.

2.2.1 Eccezioni RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.2 Le pompe del carico sommerse non sono ammesse con i seguenti prodotti:

366

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 10

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nelle zone e spazi pericolosi per gas (1/7/2003)
Luoghi pericolosi Zona 0 Spazi N. 1 Descrizione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.2 Sistemazioni per il contenimento del carico. a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0; d) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.2 nelle sistemazioni per il contenimento del carico possono essere sistemati motori sommersi per le pompe del carico ed i loro cavi di alimentazione. Zona 0 2 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.1 Nelle stive quando il carico trasportato in sistemazioni che richiedono una barriera secondaria. a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0; d) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.1 cavi di alimentazione per i motori sommersi delle pompe per il carico. Zona 1 3 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.2 Nelle stive quando il carico trasportato in sistemazioni che non richiedono una barriera secondaria. a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) basato su IGC CODE 10.2.3.2.1 cavi elettrici attraversanti detti locali. e) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.2.2 gli apparecchi di illuminazione devono avere custodie a sovrapressione interna Ex(p) o essere a prova di esplosione Ex(d). Limpianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso per gas; f) sulla base dell IGC CODE 10.2.3.2.3 dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un sistema di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia dei depositi del carico. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ. Apparecchiature elettriche

Zona 1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.2 Luoghi separati dalle stive per mezzo di ununica paratia in acciaio stagna ai gas, quando il carico trasportato in sistemazioni di contenimento che richiedono una barriera secondaria.

a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 qualsiasi tipo considerato per gli spazi indicati in 3; b) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.2.4 motori del tipo a prova di esplosione per lazionamento di valvole installate su sistemazioni per il carico o per la zavorra; e c) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.3.2.5 avvisatori acustici dellimpianto dallarme generale del tipo a prova di esplosione.

Regolamenti RINA 2005

367

Parte E, Cap 9, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 5 Descrizione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4 Locali pompe e compressori per il carico.

Apparecchiature elettriche

a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4.1 gli apparecchi di illuminazione devono avere custodie a sovrapressione interna Ex(p) o essere a prova di esplosione Ex(d). Limpianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso per gas; e) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4.2 i motori elettrici che azionano le pompe od i compressori del carico devono essere separati dai locali ove sono sistemate le pompe ed i compressori stessi, mediante un ponte od una paratia stagni ai gas. Giunti elastici o altri mezzi atti a mantenere lallineamento devono essere installati sugli alberi, tra il macchinario condotto ed il relativo motore; inoltre, appropriate tenute stagne devono essere sistemate in corrispondenza del passaggio degli alberi attraverso la paratia od il ponte stagni ai gas. Tali motori elettrici e le relative apparecchiature devono essere ubicati in un compartimento che soddisfi le disposizioni di cui al Capitolo 12 dellIGC Code; f) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4.3 quando le disposizioni relative alle operazioni o alle strutture sono tali da rendere impossibile soddisfare le prescrizioni di cui in e), possono essere installati motori di tipo certificato sicuro dei seguenti tipi di sicurezza: RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4.3.1 del tipo a sicurezza aumentata con custodia a prova di esplosione Ex(de); e RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.4.3.2 del tipo a sovrapressione.

g) sulla base dell IGC CODE 10.2.4.4 indicatori ottici e/o acustici di tipo certificato di sicurezza (p.e. per lallarme generale, per lallarme di immissione dellagente estinguente, ecc.); h) sensori di tipo certificato di sicurezza per impianti di rivelazione gas. Zona 1 6 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.1 Zone sui ponti scoperti, o entro spazi parzialmente chiusi situati sul ponte scoperto, entro un raggio di 3 m da qualsiasi apertura di depositi per il carico, scarichi di gas o vapori, flange delle tubolature del carico e valvole per il carico o da aperture per accesso e ventilazione di locali pompe o compressori per il carico. a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e);

g) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature incapsulate Ex(m); h) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.1 apparecchiature a protezione speciale Ex(s); sulla base dell IGC CODE 10.2.5.1.2 cavi elettrici attraversanti detti locali.

368

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 1

Spazi N. 7 Descrizione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.1 Zone sul ponte scoperto al di sopra della zona per il carico, fino a 3 m a proravia ed a poppavia della suddetta zona e fino ad unaltezza di 2.4 m al di sopra del ponte. RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.1 Zona entro 2.4 m dalla superficie esterna del sistema di contenimento del carico, quando tale superficie esposta allaria libera. Aree sui ponti scoperti, o spazi parzialmente chiusi situati sul ponte scoperto, entro un raggio di 3 m da qualsiasi scarico delle valvole per il controllo della pressione dei depositi per il carico, ingressi ed aperture per la ventilazione di locali pompe per il carico, locali per i compressori del carico ed altri locali pericolosi chiusi. RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.2 Locali contenenti le manichette per il carico.

Apparecchiature elettriche

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 6.

Zona 1

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 6.

Zona 1

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 5.

Zona 1

10

a) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.1 apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.2.1 gli apparecchi di illuminazione devono avere custodie a sovrapressione interna Ex(p) o essere a prova di esplosione Ex(d). Limpianto di illuminazione deve essere suddiviso su almeno due circuiti terminali indipendenti. Tutti gli apparecchi di interruzione e di protezione devono interrompere tutti i poli o tutte le fasi e devono essere installati in luogo non pericoloso per gas; e) sulla base dell IGC CODE 10.2.5.2.2 cavi elettrici attraversanti detti locali.

Zona 1

11

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 10, 10.2.5.2 Spazi chiusi o parzialmente chiusi in cui sono sistemate tubolature contenenti il carico.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 10.

Regolamenti RINA 2005

369

Parte E, Cap 9, Sez 10

Luoghi pericolosi Zona 2

Spazi N. 12 Descrizione

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; Aree circondanti per 1,5 m gli spazi di Zona 1 defi- b) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti niti in 6. caldi durante il loro normale funzionamento; c) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); d) apparecchiature elettriche incapsulate ed accettate dalla Societ.

Zona 2

13

Spazi di 22 m o (B - 3 m), se minore, oltre gli spazi di Zona 1 definiti in 9.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 12.

Tabella 2 : Classe di temperatura e gruppo di esplosione di alcuni prodotti


Nome Prodotto Acetaldeide Ammoniaca anidra Anidride solforosa Azoto Bromuro di metile Butadiene Butano Butileni Cloro Cloruro di etile Classe di temperatura T4 T1 (T3) NF T3 T2 T2 T3 NF T2 Gruppo di esplosione II A II A (II B) NF II A II B II A II A NF II A Nome Prodotto Etere viniletilico Etilammina Etilene Gas refrigeranti Isoprene Isopropilammina Metano Miscele di butano-propano Miscela di metilacetilene-propadiene Miscela di ossido di etilene e ossido di propilene con ossido di etilene 30% in massa Ossido di etilene Ossido di propilene Pentano (tutti gli isomeri) Pentene (tutti gli isomeri) Propano Propilene Classe di temperatura T3 T2 T2 NF T3 T2 T2 T2 T4 T2 Gruppo di esplosione II B II A II B NF II B II A II A II A II A II B

Cloruro di metile Cloruro di vinile Cloruro di vinilidene Dimetilammina Etano Etere dietilico

T1 T2 T2 T2 T2 T4

II A II A II A II A II A II B

T2 T2 (T2) (T3) T2 T2

II B II B (II A) (II B) II A II B

370

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 11

SEZIONE 11

PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI

Prescrizioni per la sicurezza antincendio


Temperatura del vapore dacqua e dei fluidi riscaldanti nella zona del carico

3
3.1

Impianto fisso destinzione incendi a polvere chimica


Capacit dellimpianto

1.1
1.1.1

3.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.4.2 Ogni punto allaperto della zona del carico, comprese le tubolature del carico, deve essere raggiungibile dalla polvere proveniente da almeno due manichette oppure da un cannone fisso e da una manichetta, non alimentati dalla stessa unit a polvere.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.1.2 La temperatura massima del vapore dacqua e dei fluidi per il riscaldamento nelle zone del carico deve essere definita in funzione della classe di temperatura del carico.

2
2.1

Impianto ad acqua spruzzata


Estensione della protezione dellimpianto ad acqua spruzzata

3.2

Sistemazione dellimpianto

3.2.1 Prescrizioni addizionali sulle unit a polvere RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.4.3 a) Due unit a polvere, anche se messe in comunicazione da un collettore in comune, possono essere considerate indipendenti a condizione che siano sistemate valvole di non ritorno o altri dispositivi atti ad impedire il passaggio della polvere da una unit allaltra. b) Le unit a polvere costituenti limpianto devono contenere, in generale, la stessa quantit di polvere e, quando non siano raggruppate in ununica posizione, devono essere dislocate uniformemente nella zona da proteggere c) Qualora le unit a polvere siano raggruppate in ununica posizione, oppure, nel caso di navi aventi capacit di carico inferiore a 1000 m3, venga installata una singola unit a polvere, dette unit devono essere ubicate a poppavia della zona del carico

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.3.1 Limpianto fisso ad acqua spruzzata di cui al paragrafo 11.3.1 dellIGC Code deve proteggere anche le delimitazioni di locali contenenti motori a combustione interna e/o gruppi per il trattamento del combustibile, di depositi per liquidi infiammabili con punto di infiammabilit minore di o uguale a 60 C e di depositi di pitture.

2.2
2.2.1

Capacit dellimpianto dacqua spruzzata

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.3.2 Generalmente la distanza verticale fra le file degli ugelli dellacqua spruzzata per la protezione delle superfici verticali non deve superare i 3,7 m.

4
4.1

Locali pompe e compressori del carico


Impianti ad anidride carbonica

2.3
2.3.1

Protezione della parete frontale del cassero poppiero

4.1.1 Allarmi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.5.1 Gli allarmi acustici che segnalano il rilascio del fluido estinguente nel locale pompe devono essere di tipo pneumatico o elettrico. a) Nel caso in cui siano richieste prove periodiche degli allarmi azionati pneumaticamente, non devono essere utilizzati allarmi azionati dal CO2 per impedire la possibilit che si generino cariche di elettricit statica nella nuvola di CO2. Allarmi azionati ad aria possono essere adoperati purch laria fornita sia pulita e secca.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.3 Una valvola di intercettazione deve essere sistemata sul collettore dellacqua spruzzata in vicinanza del frontale del cassero o della tuga poppieri in modo tale che, in caso di avaria al collettore, il frontale dei locali di alloggio possa sempre essere protetto dallimpianto ad acqua spruzzata.

Regolamenti RINA 2005

371

Parte E, Cap 9, Sez 11

b) Qualora siano adoperati allarmi elettrici, la loro sistemazione deve essere tale che il meccanismo elettrico azionante lallarme sia ubicato al di fuori del locale pompe, a meno che lallarme non sia certificato intrinsecamente sicuro.

4.2

Estintori portatili

4.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 11, 11.5 Nei locali pompe e compressori del carico devono essere sistemati almeno due estintori portatili di tipo approvato.

372

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 12

SEZIONE 12

VENTILAZIONE MECCANICA NELLA ZONA DEL CARICO

Spazi frequentati durante le normali operazioni di movimentazione del carico


Posizione degli scarichi dalle zone pericolose
Sistemazione delle condotte di ventilazione

1.3

Prescrizioni addizionali per i ventilatori anti scintilla

1.3.1 Ventilatori anti scintilla RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.1.9 a) Un ventilatore considerato antiscintilla se risulta improbabile che esso possa produrre scintille sia in condizioni di funzionamento normale che in condizioni di funzionamento anormali. b) La distanza fra la girante e la cassa del ventilatore non deve essere minore di 0,1 volte il diametro dellalbero della girante in corrispondenza del cuscinetto, ma non inferiore a 2 mm. Non necessario che questa distanza sia superiore a 13 mm. c) Allentrata e alluscita delle condotte di ventilazione devono essere sistemati schermi protettivi aventi maglie di dimensioni non superiori a 13 mm2 al fine di impedire lentrata di oggetti estranei nella cassa del ventilatore. 1.3.2 Materiali per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.1.9 a) Le giranti e le casse in corrispondenza delle giranti devono essere costruite in leghe riconosciute antiscintilla sulla base di prove appropriate. b) Deve essere impedita la formazione di cariche elettrostatiche sia nei corpi rotanti che nelle casse mediante luso di materiali antistatici. Inoltre linstallazione a bordo delle unit di ventilazione deve essere eseguita in modo da assicurare la loro messa a terra in maniera sicura. c) Possono non essere richieste prove per i ventilatori che hanno le combinazioni seguenti: giranti e/o casse costruite con materiali non metallici, tenuto debito conto delleliminazione dellelettricit statica, giranti e casse costruite con materiali non ferrosi, giranti costruite con leghe dalluminio o leghe di magnesio con una cassa costruita con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili austenitici), purch un anello di spessore appropriato di materiale non ferroso sia sistemato in corrispondenza della girante, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi (compresi acciai inossidabili austenitici) con una distanza di progetto fra le estremit delle giranti e la cassa non minore di 13 mm.. d) Le seguenti giranti e casse non sono considerate antiscintilla e non sono permesse: giranti costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e casse costruite con materiali ferrosi,

1.1

1.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.1.6 a) Le condotte di ventilazione devono essere ubicate ad una adeguata altezza sul ponte di coperta. Tale altezza non deve essere inferiore a 2,4 m per le condotte di immissione. b) le condotte di ventilazione devono essere munite di serrande metalliche di intercettazione provviste di indici di "aperto" e "chiuso". Dette serrande devono essere ubicate allaperto, in posizione prontamente accessibile. c) Ai fini della voce a) sono considerati spazi pericolosi per la presenza di gas quegli spazi indicati nel paragrafo 12.1.5 dellIGC Code. Per altri spazi, che sono spazi pericolosi per i gas, esclusivamente in relazione alla loro posizione, potranno essere concesse delle attenuazioni.

1.2
1.2.1

Precauzioni contro il ricircolo

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.1.7 a) Le condotte di estrazione di locali pericolosi per gas devono essere ubicate ad una distanza, misurata orizzontalmente, di almeno 10 m da scarichi di ventilazione di locali sicuri da gas. Distanze inferiori possono essere accettate per scarichi di ventilazione di locali sicuri protetti da "air locks". b) Le condotte di immissione di locali pericolosi per gas devono essere ubicate ad una distanza, misurata orizzontalmente, di almeno 3 m da prese e scarichi di ventilazione e da aperture di locali di alloggio, di stazioni di comando e di altri spazi sicuri da gas. c) Le condotte di estrazione ed immissione di uno stesso locale pericoloso per gas o di uno stesso locale reso sicuro da "air locks" devono essere a distanza reciproca, misurata orizzontalmente, non inferiore a 3 m.

Regolamenti RINA 2005

373

Parte E, Cap 9, Sez 12

qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e la cassa, casse costruite con leghe di alluminio o leghe di magnesio e giranti costruite con materiali ferrosi, qualunque sia la distanza fra le estremit della girante e la cassa, qualsiasi combinazione di giranti e casse costruite con materiali ferrosi con una distanza di progetto fra le estremit delle girante e la cassa minore di 13 mm. 1.3.3 Prove di tipo per i ventilatori antiscintilla RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 12.1.9 Prove di tipo sui prodotti finiti devono essere eseguite in accordo con le prescrizioni della Societ o con altre normative nazionali o internazionali equivalenti. 1.3.4 Alberi di trasmissione dei motori RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.1.9 Il passaggio dellalbero di trasmissione dei motori azionanti i ventilatori attraverso le paratie o i ponti dei locali perico-

losi o attraverso le condotte di ventilazione, deve essere munito di dispositivo di tenuta stagna ai gas, del tipo a bagno dolio o equivalente, ritenuto idoneo dalla Societ.

2
2.1

Spazi normalmente non frequentati


Prescrizioni generali
Numero minimo di ricambi daria

2.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 12, 12.2 Sia gli impianti fissi che quelli portatili devono garantire unefficace ventilazione dei locali in relazione alla densit, rispetto allaria, ed alla tossicit dei gas trasportati. Detti impianti di ventilazione devono essere in grado di assicurare non meno di 8 ricambi daria allora. Il tipo di ventilatori portatili ed il loro collegamento agli spazi da essi serviti devono essere approvati dalla Societ. In ogni caso non sono ammessi ventilatori portatili elettrici.

374

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 13

SEZIONE 13

STRUMENTAZIONE (INDICATORI DI LIVELLO, DISPOSITIVI PER LA RIVELAZIONE DELLA PRESENZA DI VAPORI)

1
1.1

Generalit
Strumentazione delle cisterne e dei depositi del carico

8) lallarme per le apparecchiature per la rivelazione gas di cui in 13.6.4 dellIGC Code; 9) lallarme di alta temperatura dei compressori del carico di cui in 17.4.2.2 dellIGC Code; 10) lallarme di intervento del dispositivo di arresto dei compressori per alta pressione e per alta temperatura di cui in 17.18.4.4 dellIGC Code. Quando limpianto del carico non comandato a distanza e quindi non sono richieste le "posizioni di comando" suddette, i comandi, le informazioni e gli allarmi di cui sopra devono essere ubicati in una conveniente posizione facilmente accessibile. Se tale "posizione" un locale chiuso, questo deve rispondere alle prescrizioni di cui in 3.3.4 dellIGC Code. E preferibile che tale posizione sia ubicata in plancia. b) Indipendentemente da quanto sopra detto, devono essere trasdotti in plancia: 1) lallarme che segnala la presenza di acqua e/o carico liquido nelle stive o negli spazi tra le barriere; 2) lallarme di bassa temperatura del riscaldatore del carico di cui in 4.2.7.2 dellIGC Code; 3) lallarme che segnala la presenza di carico liquido nel collettore di sfogo gas di cui in 5.2.1.7 dellIGC Code; 4) lindicazione del valore della pressione nello spazio contenente la fase gassosa di ciascun deposito del carico di cui in 13.4.1 dellIGC Code. In corrispondenza di tale indicazione devono essere precisati il valore della pressione di taratura della valvola di sicurezza e quello della pressione minima ammissibile nel deposito del carico considerato; 5) gli allarmi di alta pressione e di bassa pressione, quando richiesti, dei depositi del carico di cui in 13.4.1 dellIGC Code; 6) lallarme di bassa temperatura delle strutture dello scafo di cui in 13.5.2 dellIGC Code; 7) lallarme delle apparecchiature per la rivelazione gas di cui in 13.6.4 dellIGC Code; 8) lallarme di alta temperatura dei compressori del carico di cui in 17.4.2.2 dellIGC Code; 9) lallarme di intervento del dispositivo automatico di arresto dei compressori del carico per alta pressione e per alta temperatura di cui in 17.18.4.4 dellIGC Code. c) Se il locale per il controllo del carico ubicato nei locali di alloggio ed facilmente raggiungibile, gli

1.1.1 La strumentazione deve essere di tipo approvato dalla Societ.

1.2

Rivelazione di perdite attraverso la barriera secondaria

1.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.1.2 Quando la temperatura del carico non inferiore a 55 C, possono essere accettati dalla Societ appropriati dispositivi di indicazione della temperatura sulla base di una speciale approvazione al posto di dispositivi di rivelazione della presenza di vapori.

1.3

Ubicazione degli indicatori

1.3.1 Elenco delle indicazioni RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.1.3 Le informazioni e gli allarmi elencati di seguito devono essere raggruppati nelle posizioni precisate. a) Nel "locale per il controllo del carico" e nella "posizione di comando" quali definiti in 3.4.1 dellIGC Code devono essere trasdotti: 1) lindicazione che segnala la presenza di acqua e/o carico liquido nelle stive o negli spazi tra le barriere; 2) lallarme di bassa temperatura del riscaldatore del carico di cui in 4.10.19 dellIGC Code; 3) lallarme che segnala la presenza di carico liquido nel collettore di sfogo gas di cui in 5.2.1.7 dellIGC Code; 4) lindicazione della temperatura dello scafo e lallarme di bassa temperatura delle strutture dello scafo di cui in 13.5.2 dellIGC Code; 5) lallarme che segnala larresto automatico delle pompe sommerse azionate da motori elettrici di cui in 10.2.2 dellIGC Code; 6) lindicazione del livello del carico e lallarme di alto livello dei depositi del carico di cui in 13.3.1 dellIGC Code; 7) lindicazione della pressione della fase gassosa ed i misuratori della pressione della fase gassosa di ogni deposito del carico e relativi allarmi di alta e bassa pressione di cui in 13.4.1 dellIGC Code;

Regolamenti RINA 2005

375

Parte E, Cap 9, Sez 13

allarmi di cui in b) possono essere raggruppati in un unico allarme ottico ed acustico ad eccezione degli allarmi di cui in 4), 5) e 7) che devono essere comunque indipendenti tra di loro. d) Gli allarmi acustici ed ottici di alto livello e di alta e bassa pressione dei depositi del carico di cui in 13.3.1 e 13.4.1 dellIGC Code e lallarme che segnala la presenza di liquido nel collettore di sfogo gas devono essere ubicati in posizione tale da essere chiaramente uditi ed individuati dal personale addetto al controllo delle operazioni di caricazione.

bracci del carico, limpianto delle tubolature della nave e di terra, ove applicabile.

4
4.1

Dispositivi di indicazione della pressione


Dispositivi di indicazione della pressione nei depositi del carico

4.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.4.1 Anche lallarme di bassa pressione indicato nel paragrafo 13.4.1 dellIGC Code deve essere ubicato nella centrale di controllo del carico.

2
2.1

Indicatori di livello i depositi del carico


Generalit

5
2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.2.1 a) Per verificare se un indicatore di livello sia accettabile o no, lespressione "qualsiasi manutenzione necessaria" deve essere interpretata con il significato che qualsiasi parte dellindicatore di livello possa essere revisionata mentre il deposito del carico in servizio. b) Quando gli indicatori di livello che contengono il carico sono sistemati al di fuori del deposito del carico che essi servono, devono essere previsti mezzi per intercettarli automaticamente in caso di guasto.

Dispositivi per lindicazione di temperatura


Generalit

5.1

5.1.1 Registrazione di temperatura RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.5.1 Le temperature devono essere registrate con continuit ad intervalli regolari. Si devono attivare automaticamente allarmi ottici ed acustici quando la temperatura dello scafo in acciaio raggiunge la temperatura minima per la quale stato approvato lacciaio stesso.

6
6.1

Prescrizioni per la rivelazione di gas


Posizionamento delle sonde di campionatura

3
3.1

Controllo del rigurgito


Allarme di rigurgito e blocco
Valvola di intercettazione per il controllo del rigurgito

3.1.1

6.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.6.2 Le sonde di campionatura nelle stive del carico non devono essere ubicate in posizioni in cui potrebbe essere raccolta lacqua di sentina.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.3.1 Il sensore per la chiusura automatica della valvola di caricazione per il controllo del rigurgito pu essere combinato con gli indicatori di livello del liquido richiesti dal paragrafo 13.2.1 dellIGC Code. 3.1.2 Tempo di chiusura delle valvola di intercettazione

6.2

Linee di campionatura del gas

6.2.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.6.5 Le linee di campionatura del gas devono essere ubicate al di fuori dei locali alloggio, a meno che esse non siano collocate entro tubolature stagne ai gas.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.3.1 Il tempo di chiusura in secondi della valvola di cui in 13.3.1 (cio il tempo che intercorre tra linizio del segnale di arresto e la chiusura completa della valvola) non deve essere superiore di:
3600 U --------------------LR

6.3

Locali protetti

6.3.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.6.7 In aggiunta alla lista del paragrafo 13.6.7 dellIGC Code, limpianto di rivelazione gas deve servire anche i locali adiacenti a locali pompe e/o compressori del carico.

dove: U LR : volume non occupato dal liquido al livello del segnale di funzionamento (m3) : portata massima di caricazione concordata tra la nave e limpianto di terra (m3/h)

6.4

Apparecchi portatili per la rivelazione di gas

6.4.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 13, 13.6.13 Per le navi destinate al trasporto di gas tossici ed infiammabili, gli apparecchi portatili di rivelazione gas devono essere due per i prodotti tossici e due per i prodotti infiammabili.

La velocit di caricazione deve essere regolata per limitare la sovrapressione alla chiusura della valvola ad un livello accettabile tenendo in considerazione le manichette e i

376

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 14

SEZIONE 14

PROTEZIONE DEL PERSONALE

1
1.1

Prescrizioni per la protezione del personale relative a singoli prodotti


Docce e vaschette per il lavaggio degli occhi

appropriata, che impediscano la formazione di ghiaccio entro le relative tubolature.

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 14, 14.4.3 Le docce e le vaschette per il lavaggio degli occhi devono avere un impianto di riscaldamento, o altra sistemazione

Regolamenti RINA 2005

377

Parte E, Cap 9, Sez 15

SEZIONE 15

LIMITI DI RIEMPIMENTO DEI DEPOSITI DEL CARICO

1
1.1

Generalit

1.1.1 La presente Sezione senza contenuto, poich non vi sono prescrizioni addizionali o alternative a quelle contenute nel Capitolo 15 dellIGC Code.

378

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 16

SEZIONE 16

IMPIEGO DEL CARICO COME COMBUSTIBILE

1
1.1

Alimentazione del combustibile gassoso


Tubolature

b) Nel caso in cui si verifichi una delle seguenti situazioni di guasto: 1) Mandata del gas ai bruciatori delle caldaie aria insufficiente per completare la combustione del gas; spegnimento della fiamma pilota di un bruciatore in funzione, a meno che lalimentazione del gas a ciascun singolo bruciatore sia fornita di una valvola a chiusura rapida che intercetti automaticamente il gas; bassa pressione del gas. 2) Mandata del gas ai motori a combustione interna mancata alimentazione alla pompa diniezione del combustibile pilota; caduta della velocit del motore al di sotto della minima velocit di esercizio; indicazione di un rivelatore di gas nella tubolatura di sfogo gas del carter che la concentrazione di gas nel carter si avvicina al limite inferiore di esplosivit.

1.1.1 Percorsi dei tubi RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.1 a) La tubolatura del gas fra la stazione di preparazione del gas ed il locale apparato motore deve essere il pi corto possibile. b) La tubolatura del gas deve essere installata nel locale il pi in alto possibile e il pi distante possibile dalle strutture della nave. 1.1.2 Segregazione delle tubolature RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.1 La tubolatura del gas deve essere indipendente da altri impianti e pu essere utilizzata esclusivamente per il convogliamento del gas. Essa deve essere sistemata in maniera tale da essere protetta contro danneggiamenti esterni. 1.1.3 Messa a terra RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.1 La tubolatura del gas deve essere messa a terra in maniera appropriata. 1.1.4 Prove RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.1 Le tubolature, le valvole e gli accessori devono essere sottoposti dopo linstallazione a bordo ad una prova idrostatica ad una pressione pari a 1,5 volte la pressione desercizio, ma non inferiore a 0,7 MPa. Devono quindi essere sottoposti ad una prova pneumatica in modo da accertare che tutte le giunzioni siano perfettamente stagne.

2
2.1

Impianto di preparazione del gas e relativi serbatoi di stoccaggio


Generalit

2.1.1

Posizione delle apparecchiature per la preparazione del gas RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.4.1 Le apparecchiature per la preparazione del gas devono essere munite di dispositivi atti a spurgare gas infiammabili prima della loro apertura. 2.1.2 Apparecchiature sistemate sul ponte di coperta RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.4.1 Nel caso in cui apparecchiature per la preparazione del gas per luso come combustibile (riscaldatori, compressori, filtri) e i serbatoi di stoccaggio siano sistemati sul ponte di coperta, essi devono essere opportunamente protetti dagli agenti atmosferici e dal mare.

1.2

Valvole

1.2.1 Operazioni manuali RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.6 Le tre valvole indicate nel paragrafo 16.3.6.1 dellIGC Code devono poter essere azionate manualmente. 1.2.2 Operazioni automatiche RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.3.6 Deve essere possibile azionare le valvole indicate nel paragrafo 16.3.6.1 dellIGC Code localmente e da ciascuna stazione di comando. Esse si devono chiudere automaticamente nelle condizioni di esercizio seguenti: a) Qualora la pressione del gas vari per pi del 10 % o, nel caso di motori sovralimentati, se la pressione differenziale fra il gas e laria di sovralimentazione non si mantenga costante.

2.2

Compressori

2.2.1 Prescrizioni varie RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.4.2 a) I compressori devono poter essere arrestati a distanza da una posizione allaperto non pericolosa sempre e facilmente accessibile e anche dal locale apparato motore. b) Inoltre i compressori devono avere un dispositivo di arresto automatico quando la pressione allaspirazione raggiunge un certo valore che dipende dalla pressione

Regolamenti RINA 2005

379

Parte E, Cap 9, Sez 16

di taratura delle valvole di sicurezza contro il vuoto nei depositi del carico. c) Deve essere possibile ricaricare manualmente il dispositivo automatico di arresto dei compressori. d) I compressori del tipo a stantuffo devono essere muniti di valvole di sicurezza scaricanti in una posizione allaperto e tale da non introdurre pericoli. e) I compressori volumetrici devono essere muniti di valvola di sicurezza contro le sovrapressioni e le depressioni scaricante entro la tubolatura daspirazione del compressore. f) La dimensione della valvola di sicurezza deve essere determinata in modo tale che la massima pressione non superi la massima pressione desercizio per pi del 10% con la valvola di mandata in posizione chiusa.

dove potrebbe accumularsi del gas, ed eventualmente pu richiedere anche la sistemazione di adatti ugelli per laria.

3.3
3.3.1

Impianti di bruciatori
Dispositivi di sicurezza

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.5.4 Deve essere sistemato un dispositivo meccanico che impedisca lapertura della valvola del gas finch i controlli dellaria e del combustibile liquido non siano in posizione di accensione. Sul tubo di ciascun bruciatore a gas deve essere sistemata una rete tagliafiamma che pu essere incorporata nel bruciatore stesso. 3.3.2 Arresti

g) I compressori devono essere arrestati automaticamente dal sistema di arresti demergenza delle valvole del carico. h) I compressori devono essere dotati di valvole di intercettazione e reti parafiamma sia sul lato aspirazione che sul lato mandata.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.5.4 La mandata del gas deve essere bloccata automaticamente dal dispositivo darresto indicato nel paragrafo 16.3.6 dellIGC Code.

2.3

Riscaldatori

2.3.1 Prescrizioni varie addizionali RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.4.3 a) Il funzionamento dei riscaldatori deve essere regolato automaticamente in funzione della temperatura del gas alluscita dei riscaldatori stessi. b) Il fluido riscaldante (vapore o acqua calda) deve passare attraverso una cassa di degassificazione sistemata nella zona del carico prima di rientrare nel locale apparato motore. c) Devono essere prese misure per rivelare e segnalare la presenza di gas nella cassa. Lo sbocco dello sfogo gas deve essere in una posizione sicura e deve avere una rete tagliafiamma.

Prescrizioni speciali per motori a combustione interna e turbine a gas alimentati a combustibile gassoso
Mandata di combustibile gassoso al motore
Dispositivi tagliafiamma

4.1

4.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Devono essere sistemati dispositivi tagliafiamma allingresso della mandata del gas nel collettore del motore. 4.1.2 Arresti manuali

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Devono essere previsti mezzi per arrestare manualmente la mandata di gas al motore dalla posizione davviamento o da qualsiasi altra posizione di comando. 4.1.3 Precauzioni contro avarie provocate dalla fatica

3
3.1

Prescrizioni speciali per le caldaie principali


Sistemazione della caldaia

3.1.1 Circolazione forzata dellaria RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.5.1 Le caldaie devono essere sistemate nella parte pi alta possibile dei locali ad esse destinati e devono essere di tipo membranato o equivalente, allo scopo di creare fra la membranatura ed il rivestimento delle caldaie una intercapedine con circolazione daria forzata.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 La sistemazione e linstallazione della tubolatura del gas deve essere idonea ad assicurare la flessibilit necessaria della tubolatura di mandata del gas tale da permettere le oscillazioni del motore senza il rischio di avarie provocate dalla fatica. 4.1.4 Protezione dei collegamenti delle tubolature del gas

3.2
3.2.1

Camere di combustione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Le tubolature o condotte di protezione delle tubolature del gas, indicate in [4.2.1] devono essere estese in modo da provvedere una completa protezione in corrispondenza del collegamento con le valvole di iniezione del combustibile gassoso.

Rivelatori del gas nelle camere di combustione RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.5.3 A suo giudizio la Societ pu richiedere la sistemazione di rivelatori di gas in quelle zone delle camere di combustione

380

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 16

4.2
4.2.1

Impianti di tubolature di mandata del combustibile gassoso


Tubolature del combustibile nei locali macchine

speciale da parte della Societ in base ad un livello di sicurezza equivalente. 4.2.2 Tubi ad alta pressione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Le tubolature del combustibile gassoso possono attraversare o estendersi entro locali macchine o locali sicuri da gas diversi dai locali dalloggio, locali di servizio e stazioni di comando purch siano soddisfatte le condizioni seguenti: a) Limpianto deve essere in accordo con le prescrizioni nel paragrafo 16.3.1.1 dellIGC Code, ed inoltre con le prescrizioni 1), 2) e 3) indicate qui di seguito: 1) deve essere controllata continuamente la pressione entro lo spazio fra i tubi concentrici. Prima che la pressione cada ad un valore inferiore a quello del tubo interno, deve essere azionato un allarme e la valvole automatiche indicate nel paragrafo 16.3.6 dellIGC Code (da qui in poi indicate come "valvole interconnesse del gas") e la valvola principale di mandata del combustibile gassoso indicata nel paragrafo 16.3.7 dellIGC Code (da qui in poi indicata come "valvola principale del gas") devono essere chiuse (tuttavia deve aprirsi una valvola interconnessa collegata allo sfogo del gas); 2) la costruzione e la robustezza dei tubi esterni deve essere in accordo con le prescrizioni nel paragrafo 5.2 dellIGC Code; 3) limpianto deve essere sistemato in maniera tale che linterno della tubolatura di alimento del gas fra la valvola principale del gas e il motore sia automaticamente spurgato con gas inerte quando la valvola principale del gas chiusa; o b) Limpianto deve essere in accordo col sottoparagrafo 16.3.1.2 dellIGC Code, ed inoltre, con le voci da 1) a 4) date qui di seguito: 1) i materiali, la costruzione e la robustezza dellimpianto dei tubi o delle condotte di protezione e dellimpianto di ventilazione meccanica devono avere una sufficiente resistenza contro lesplosione e la crescita rapida dellalta pressione del gas in caso di scoppio della tubolatura del gas; 2) la capacit dellimpianto di ventilazione meccanica deve essere determinata in funzione della portata del combustibile gassoso e della costruzione e sistemazione dei tubi o condotte protettive, come ritenuto appropriato dalla Societ; 3) le prese daria dellimpianto di ventilazione meccanica devono essere provviste di dispositivi di non ritorno efficaci per eventuali trafilamenti di gas. Tuttavia se un rivelatore di gas sistemato nelle prese daria pu essere data deroga da questa prescrizione; 4) il numero dei giunti flangiati dei tubi o delle condotte protettive deve essere ridotto al minimo; o c) prescrizioni alternative rispetto a quelle particolareggiate alle voci a) e b) saranno oggetto di considerazione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Deve essere controllato mediante unanalisi delle tensioni che le tubolature del gas ad alta pressione abbiano una robustezza costruttiva sufficiente, tenendo conto delle tensioni indotte dal peso dellimpianto di tubolatura compresi i carichi dovuti alle accelerazioni, quando significative, della pressione interna e dei carichi dovuti allinsellamento e allinarcamento della nave. 4.2.3 Valvole e giunti di dilatazione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Tutte le valvole ed i giunti di dilatazione adoperati nelle tubolature di mandata del gas ad alta pressione devono essere di tipo approvato. 4.2.4 Giunzioni dei tubi

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Per lintera lunghezza delle tubolature di mandata del combustibile gassoso, i giunti devono essere saldati testa a testa con piena penetrazione e radiografati al 100%, salvo quando specialmente approvato dalla Societ. 4.2.5 Giunzioni dei tubi non saldate

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Le giunzioni dei tubi non saldate, nei punti specificamente approvati dalla Societ, devono essere in accordo con normative riconosciute dalla Societ, o realizzate con giunti la cui robustezza strutturale sia stata analizzata e ritenuta adeguata dalla Societ mediante lanalisi di prove. 4.2.6 Trattamenti termici di distensione

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Deve essere eseguito per tutte le giunzioni dei tubi ad alta pressione e delle tubolature di mandata del combustibile gassoso saldate testa a testa il trattamento termico di distensione qualunque sia il tipo di materiale impiegato.

4.3

Arresti della mandata del combustibile gassoso


Arresto della mandata del combustibile

4.3.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Oltre alla cause elencate nel paragrafo 16.3.6 dellIGC Code, la mandata del combustibile gassoso ai motori deve essere arrestata dalle valvole interconnesse del gas nel caso in cui si verifichi una delle anomalie seguenti: a) anomalie specificate in Parte C, Cap 1, App 2; b) arresti del motore dovuti a qualsiasi causa.

Regolamenti RINA 2005

381

Parte E, Cap 9, Sez 16

4.3.2

Chiusura della valvola principale del gas

4.5

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Oltre alle cause elencate nel paragrafo 16.3.7 dellIGC Code, la valvola principale del gas deve chiudersi qualora si verifichi uno degli eventi seguenti: a) il rivelatore della concentrazione di vapori dolio nel carter o lindicatore di temperatura del cuscinetto specificato in Parte C, Cap 1, App 2 indichino anomalie; b) venga rilevato qualsiasi genere di perdita di combustibile gassoso; c) anomalie specificate in Parte C, Cap 1, App 2. 4.3.3 Operazioni automatiche

Impianto di preparazione del gas e serbatoi di stoccaggio relativi

4.5.1 Costruzione delle apparecchiature RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 La costruzione, il comando e le apparecchiature di sicurezza dei compressori del gas ad alta pressione, dei recipienti in pressione e degli scambiatori di calore che costituiscono limpianto di preparazione del gas devono essere a soddisfazione della Societ. 4.5.2 Fatica RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Deve essere considerata la possibilit di rotture per fatica delle tubolature del gas ad alta pressione a causa delle vibrazioni. 4.5.3 Pulsazioni della pressione del gas RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Deve essere considerata la possibilit di pulsazioni della pressione della mandata di combustibile gassoso dovute al compressore del gas ad alta pressione.

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 La valvola principale del gas deve chiudersi automaticamente a seguito dellazionamento delle valvole interconnesse del gas.

4.4
4.4.1

Arresti demergenza dei motori ad alimentazione mista

4.6

Prescrizioni per i motori ad alimentazione mista

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 I motori ad alimentazione mista devono essere arrestati prima che la concentrazione del gas rivelata dai rivelatori di gas indicati nel paragrafo 16.2.2 dellIGC Code raggiunga il 60% del limite inferiore di infiammabilit.

4.6.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 16, 16.6 Prescrizioni specifiche per i motori a combustione interna ad alimentazione con combustibile gassoso sono contenute in Parte C, Cap 1, App 2.

382

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 17

SEZIONE 17

PRESCRIZIONI PARTICOLARI

1
1.1

Materiali di costruzione
Materiali esposti al carico

3.2

Impianto di tubolature del carico

3.2.1 Progetto e fabbricazione della tubolatura RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.14.2.2 Si riporta, a titolo di esempio, nella Fig 1, un tipo di flangia a colletto ritenuto idoneo. Figura 1 : Flangia a colletto idonea

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.2 I materiali "esposti al carico" sono quelli costituenti impianti, apparecchiature per il carico o sistemazioni che siano a contatto con il carico (liquido o vapore) nelle normali condizioni operative.

2
2.1

Stabilizzazione
Precauzioni contro la polimerizzazione Prescrizioni alternative

2.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.8.1 a) In alternativa allaggiunta di liquido stabilizzato pu essere accettato che al termine di ogni periodo di refrigerazione il liquido sia completamente rimosso dallimpianto di refrigerazione per mezzo dei vapori provenienti dai compressori o per mezzo di gas inerte. In tal caso sul Certificate of Fitness deve essere annotata la seguente frase: "Al termine di ciascun periodo di refrigerazione il liquido deve essere completamente rimosso dallimpianto di refrigerazione per mezzo dei vapori provenienti dai compressori o per mezzo di gas inerte". b) Sulla mandata del compressore del carico deve essere sistemato un termostato tarato ad una temperatura idonea, in relazione alle caratteristiche del prodotto trasportato (ad esempio 60 C per il butadiene), che dia un allarme ottico ed acustico in plancia e nella stazione di controllo del carico. se esiste, e che provochi larresto del compressore stesso quando la suddetta temperatura viene superata.

3.3

Strumentazione - Dispositivi di sicurezza

3.3.1 Impianto di rivelazione del gas RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.14.4.3 Limpianto di rivelazione del gas deve essere permanentemente installato.

3.4

Protezione del personale

3.4.1 Apparecchiature addizionali RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.14.5 In aggiunta alla riserva daria non contaminata, devono essere provveduti due apparecchi di respirazione ad aria, completi ed indipendenti, che non impieghino riserve di ossigeno, aventi ognuno capacit corrispondente ad almeno 1.200 litri di aria non compressa e due equipaggiamenti protettivi, completi di stivali, guanti ed occhiali a tenuta stagna ai gas. I suddetti apparecchi ed indumenti devono essere tenuti nello spazio citato nel paragrafo 17.14.5.1 dellIGC Code e sono in aggiunta a quelli prescritti in altre parti del presente Capitolo.

3
3.1

Cloro
Sistema di contenimento del carico
Valvole di sicurezza

3.5

Limiti di riempimento per i depositi del carico

3.1.1

RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.14.1.4 Lo scarico di cloro dalle valvole di sicurezza deve essere convogliato ad un dispositivo di assorbimento ritenuto idoneo dalla Societ.

3.5.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 17, 17.14.6.1 Quando vengono determinati i limiti di riempimento dei depositi del carico per il trasporto di cloro, non si deve tener conto delleffetto dellimpianto di refrigerazione.

Regolamenti RINA 2005

383

Parte E, Cap 9, Sez 18

SEZIONE 18

PRESCRIZIONI OPERATIVE

1
1.1

Generalit

disposizioni operative che non sono obbligatorie per la classifica, ad eccezione del contenuto del paragrafo 18.8.2, che richiamato in Sez 13, [3.1.2].

1.1.1 La presente Sezione senza contenuto, in quanto le prescrizioni del Capitolo 18 dellIGC Code contengono

384

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 9, Sez 19

SEZIONE 19

RIASSUNTO DELLE PRESCRIZIONI MINIME

1
1.1

Informazioni addizionali sui prodotti

1.1.1 RIFERIMENTO IGC CODE: Cap. 19 La Tab 1 elenca alcune informazioni addizionali per quei prodotti che sono elencati nella tabella del capitolo 19 dellIGC Code.

Lelenco nella Tab 1 indica le propriet dei prodotti puri. La massa volumica da considerare nella progettazione della nave potrebbe essere differente considerando le propriet effettive dei prodotti commerciali. Informazioni sulle classi di temperatura e sui gruppi desplosione per le apparecchiature elettriche in relazione ai prodotti da trasportare sono indicate in Sez 10, Tab 2.

Regolamenti RINA 2005

385

Parte E, Cap 9, Sez 19

Tabella 1
Temperatura debollizione (C) 20,8 - 33,4 -10 -196 4,5 -0,5/11,7 - 4,5 - 6,3/- 7 - 34 12,4 -23,7 31,7 -13,9 6,9 - 88,6 34,6 35,5 16,6 - 104 -30 8,9 3,8 -42 -81,4 34,5 32,5 -161,5 34,5 -10,7 36,1 30,1/37 -42,3 -47,7 Massa volumica alla temperatura debollizione (kg/m3) 780 680 1460 808 1730 600 650 625 1560 920 1000 1250 970 670 549 640 754 690 570 1486 1480 1510 1420 1520 680 700 420 860 870 610 610 580 610

Nome del prodotto

Rapporto densit vapore/aria 1,52 0,60 2,3 0,97 3,27 2,02 1,87 1,94 2,49 2,22 1,78 3,45 2,15 1,55 1,04 2,55 2,50 1,56 0,97 4,26 3,9 1,31 2,98 4,70 3,60 2,35 2,03 0,55 2.00 1,52 2,6 2,6 1,56 1,50

Acetaldeide Ammoniaca anidra Anidride solforosa Azoto Bromuro di metile Butano Butadiene Butileni Cloro Cloruro di etile Cloruro di metile Cloruro di vinilidene Cloruro di vinile Dimetilammina Etano Etere dietilico Etere viniletilico Etilammina Etilene Gas refrigeranti Diclorodifluorometano (R12) Dicloromonofluoroetano (R21) Diclorotetrafluoroetano (R114) Monoclorodifluorometano (R22) Monoclorotetrafluoroetano (R124) Monoclorotrifluorometano (R13) Isoprene Isopropilammina Metano (LNG) Ossidi di propilene Ossido di etilene Pentani (tutti gli isomeri) Pentene (tutti gli isomeri) Propano Propilene

386

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 10

NAVI CISTERNA

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

Regolamenti RINA 2005

387

Parte E, Cap 10, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi cisterna. Tabella 1
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1) Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1)

1.1.1 La notazione di servizio tanker, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.5.6] e Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.3.5], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi cisterna. 1.1.3 I carichi liquidi che permesso trasportare con le navi suddette sono indicati Cap 7, App 4.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi cisterna

Regolamenti RINA 2005

389

Parte E, Cap 10, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Progetto della sistemazione generale


Sistemazione dei compartimenti

paratia frontale di detto cassero deve essere estesa in avanti in modo da coprire ogni apertura del locale pompe.

4
4.1

Carichi di progetto
Carichi della trave nave

1.1.1 Generalit Le navi cisterna possono essere costruite con cisterne indipendenti o strutturali. 1.1.2 Cisterne strutturali Si devono sistemare intercapedini tra le cisterne e i compartimenti destinati a liquidi che probabile che alterino i liquidi commestibili trasportati. Le cisterne devono essere separate da ogni compartimento contenente fonti di calore per mezzo di intercapedini ovvero paratie debitamente isolate contro il calore. 1.1.3 Sistemazione delle cisterne In generale, ciascuna cisterna deve avere: unasta metallica graduata di controllo del livello o qualsiasi altro apparecchio di sondaggio equivalente, un portello dispezione di dimensioni adeguate munito di coperchio metallico stagno allacqua fissato da bulloni snodati od ogni altro dispositivo che offra una sicurezza equivalente, un sistema despansione inteso ad evitare ogni eccessiva pressione ed ogni rischio di traboccamento dovuto ad un innalzamento di temperatura o fermentazione occasionale. La capacit di espansione deve essere circa 0,5% della capacit in volume della cisterna, un pozzetto di drenaggio che pu essere eliminato se si devono prendere precauzioni per migliorare lo scorrimento dei liquidi verso i tubi di aspirazione.

4.1.1 Carichi in acqua tranquilla In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1.2], i carichi in acqua tranquilla devono essere calcolati per le seguenti condizioni di carico: condizioni di carico omogeneo (escludendo le cisterne destinate esclusivamente a zavorra segregata) alla massima immersione, condizioni di carico parziale, qualunque condizione specificata di carico non omogeneo, condizioni di zavorra leggera e pesante, condizioni a met del viaggio relative a lavaggio delle cisterne o altre operazioni se, a discrezione della Societ, queste differiscono sensibilmente dalle condizioni di zavorra.

5
5.1

Dimensionamenti di scafo
Fasciame

5.1.1 Spessori netti minimi (1/7/2002) Lo spessore netto del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie, entro o delimitanti l'estensione longitudinale della zona del carico, non deve essere inferiore ai valori indicati in Tab 1. Tabella 1 : Spessore netto minimo del fasciame del ponte di resistenza e delle paratie
Fasciame Ponte di resistenza Paratia di cisterna Paratia stagna Paratia di sbattimento Nota 1: k : s : Spessore netto minimo, in mm (5,5 + 0,02 L) k1/2 (8 + 0,0085 L) k1/2 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 8,2 + s 0,85 L1/3 k1/6 + 4,5 s 1,5 k1/2 + 7,5 + s per L < 200 per L 200 per L < 275 per L 275 per L < 275 per L 275

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

2.1.1 Generalit La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.3] deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2. In generale, deve essere anche inviato un esempio rappresentativo delle condizioni di carico previste per la nave. Anche le condizioni di carico addizionali devono soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2.

3
3.1

Principi di progetto strutturale


Materiali

0,8 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s per L < 275 per L 275 3 k1/2 + 4,5 + s

3.1.1 Acciai per le strutture dello scafo Per navi aventi un cassero di poppa, il tipo di acciaio usato per il fasciame del ponte resistente in corrispondenza della

coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]. lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera.

390

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 10, Sez 2

5.2

Rinforzi ordinari

C. In tali calcoli, la temperatura dell'acqua deve essere assunta uguale a 0 C. I calcoli devono essere inviati alla Societ per esame. 5.5.2 Le tensioni indotte nelle strutture di scafo dal gradiente di temperatura devono soddisfare i criteri di verifica in Parte B, Cap 7, Sez 3, [4.3].

5.2.1 Spessori netti minimi Lo spessore netto dellanima dei rinforzi ordinari non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con le seguenti formule: tMIN = 0,75 L1/3 k1/6 + 4,5 s per L < 275 tMIN = 1,5 k1/2 + 7,0 + s per L 275 dove s lintervallo, in m, dei rinforzi ordinari.

6
6.1

Altre strutture
Locale macchine

5.3

Travi rinforzate

5.3.1 Spessori minimi netti Lo spessore netto delle lamiere che formano le anime delle travi rinforzate non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, con la seguente formula: tMIN = 1,45 L1/3 k1/6

6.1.1

5.4
5.4.1

Dimensionamento della struttura delle cisterne indipendenti

Prolungamento delle strutture di scafo entro il locale macchine Paratie longitudinali prolungate attraverso le intercapedini devono continuare entro il locale macchine ed essere usate preferibilmente come paratie longitudinali di cisterne per carico liquido. In ogni caso, tale prolungamento deve essere compatibile con la forma delle strutture del doppio fondo, del ponte e di copertini nel locale macchine.

7
7.1

Strutture in corrispondenza del collegamento tra la cisterna e la struttura di scafo Le cisterne devono essere rinforzate localmente in corrispondenza del loro collegamento alla struttura di scafo e dei loro punti di fissaggio, se esistenti. La struttura della nave deve essere rinforzata in modo da evitare deformazioni eccessive, dovute al peso delle cisterne piene e alle forze dinerzia dovute ai movimenti della nave, specificati in Parte B, Capitolo 5.

Protezione delle strutture metalliche di scafo


Pitturazione dellinvolucro delle cisterne

5.5

Verifica di robustezza rispetto alle tensioni dovute al gradiente di temperatura

7.1.1 La pitturazione dellinterno delle cisterne deve essere realizzata per mezzo di unappropriata composizione, a meno che le dimensioni e il tipo della cisterna permettano la smaltatura a fuoco. La pittura deve essere applicata in accordo alle specifiche del produttore. Devono essere presi provvedimenti per rimuovere i solventi completamente prima dellimpiego delle cisterne. La pittura deve avere appropriate qualit di resistenza agli urti ed essere in grado di resistere ad ogni prevedibile distorsione della struttura della nave o della cisterna senza il rischio di formazione di criccature.

5.5.1 (1/7/2001) Calcoli diretti delle tensioni indotte nelle strutture di scafo dal gradiente di temperatura devono essere eseguiti per navi destinate a trasportare carichi a temperatura superiore a 75

Regolamenti RINA 2005

391

Parte E, Cap 10, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Documenti da inviare

in modo tale da evitare il rischio di contaminazione del carico.

2.3
2.3.1

Sfoghi daria

1.1.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

2
2.1

Tubolature
Generalit
Materiali

a) Gli sfoghi daria delle cisterne del carico devono essere muniti di dispositivi di chiusura automatici. Fare riferimento a Parte C, Cap 1, Sez 10, [9.1]. b) Gli sfoghi daria delle cisterne del carico contenenti sostanze commestibili devono essere portati il pi lontano possibile da: sfoghi daria di casse di acque nere e di casse o cisterne contenenti prodotti infiammabili, sbocchi della ventilazione di macchina.

2.1.1

a) I materiali adoperati per le tubolature sono soggetti alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [2.1]. b) Deve essere prestata particolare attenzione ad eventuali normative o regolamenti nazionali che potrebbero proibire limpiego di certi materiali quando essi vengano a contatto con sostanze commestibili. 2.1.2 Indipendenza delle tubolature

2.4
2.4.1

Impianti di refrigerazione

a) Le tubolature del carico devono essere completamente separate dalle altre tubolature della nave. b) Nel caso di trasporto di sostanze commestibili, devono essere prese misure per impedire involontarie contaminazioni del carico. In particolare i collegamenti per il riempimento e la scaricazione delle cisterne del carico devono essere sistemati ad una certa distanza da quelli relativi alle tubolature di macchina. 2.1.3 Passaggio di tubi attraverso le cisterne

a) Qualora sia necessario mantenere il carico refrigerato per la sua conservazione, limpianto di refrigerazione deve soddisfare le prescrizioni applicabili in Parte F, Capitolo 8. b) Devono essere previsti mezzi per impedire qualsiasi contaminazione del carico col fluido refrigerante.

2.5

Impianti di pulizia delle cisterne del carico

Le cisterne del carico contenenti sostanze commestibili non devono essere attraversate da tubolature che convogliano altri liquidi.

2.5.1 Devono essere previsti mezzi adeguati per pulire le cisterne del carico.

2.6

Ulteriori prescrizioni per navi che trasportano sostanze di categoria D

2.2
2.2.1

Pompe e tubolature del carico


Pompe del carico

2.6.1 Le navi cisterna che trasportano sostanze di categoria D sono soggette alle prescrizioni in Cap 7, Sez 4, [9.2].

Devono essere previste almeno due pompe del carico per il trasferimento del carico stesso. 2.2.2 Impianti degli indicatori di livello

2.7
2.7.1

Impianto integrato del carico e di zavorra


(1/1/2004)

Gli impianti degli indicatori di livello per le cisterne che contengono sostanze commestibili devono essere progettati

Le prescrizioni relative agli impianti integrati del carico e di zavorra sono quelle di cui in Cap 7, Sez 4, [3.5].

392

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 10, Sez 3

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 6 (1) Schema delle tubolature del carico Schema dellimpianto di sfogo daria delle cisterne del carico Schema dellimpianto degli indicatori di livello delle cisterne del carico Schema dellimpianto per la pulizia delle cisterne del carico Schema degli impianti di sentina e zavorra relativi agli spazi del carico Schema degli impianti di riscaldamento e refrigerazione del carico Descrizione del documento (1)

Gli schemi devono comprendere anche, se applicabile: gli impianti di comando e controllo (locale ed a distanza) e gli impianti dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione relative agli impianti di tubolature (per conoscenza).

Regolamenti RINA 2005

393

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 11

NAVI DA PASSEGGERI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 APPENDICE 1 APPENDICE 2

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI IMPIANTI ELETTRICI METODO DI CALCOLO PER I DISPOSITIVI DI BILANCIAMENTO TRASVERSALE (CROSS - FLOODING ARRANGEMENTS) CALCOLO DEL FATTORE DI COMPARTIMENTAZIONE

Regolamenti RINA 2005

395

Parte E, Cap 11, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 Sez 5 (1) (2) App 1

1.1.1 La notazione di servizio passenger ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.6.2], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da passeggeri. 1.1.3 In alternativa, su richiesta delle parti interessate, la Societ applica la Direttiva dell'Unione Europea N. 98/18/CE adottata dal Consiglio il 17 marzo 1998 alle navi soggette a tale Direttiva.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti Impianti elettrici Automazione Protezione, rivelazione ed estinzione incendi Metodo di calcolo per i dispositivi di bilanciamento trasversale (cross flooding) Calcolo del fattore di compartimentazione (1) (2)

App 2

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da passeggeri.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da passeggeri Le prescrizioni specifiche per navi da passeggeri sono date in Parte C, Capitolo 4

Regolamenti RINA 2005

397

Parte E, Cap 11, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Definizioni

ad una distanza di 3 m a proravia della Pp AV;

assumendo il valore minore. 2.1.2 Se viene sistemata una lunga sovrastruttura prodiera, la paratia del gavone prodiero o di collisione su tutte le navi passeggeri deve essere prolungata stagna alle intemperie fino al prossimo ponte completo sopra il ponte delle paratie. Tale prolungamento deve essere sistemato in modo da precludere leventualit che il portellone di prora lo danneggi nel caso che il portellone stesso subisca un danno o si distacchi. Il prolungamento non deve necessariamente essere sistemata direttamente in linea con la sottostante paratia, purch ogni parte del prolungamento non cada a proravia dei limiti prodieri specificati in [2.1.1]. Rampe che non soddisfino i requisiti suddetti non devono essere considerate un prolungamento della paratia di collisione. 2.1.3 Non sono permesse porte, passi duomo o altre aperture di accesso nella paratia di collisione sotto la linea limite. La paratia di collisione pu essere perforata al di sotto della linea limite da non pi di un tubo necessario per il passaggio del liquido contenuto nel gavone di prora, purch il tubo sia munito di valvola del tipo a chiusura a vite e manovrabile da una posizione al di sopra del ponte delle paratie, la cassa valvola essendo collegata alla paratia di collisione allinterno del gavone. La Societ pu, tuttavia, autorizzare il montaggio di detta valvola sul lato poppiero della paratia di collisione purch la valvola sia prontamente accessibile in tutte le condizioni di servizio e lo spazio dove essa collocata non sia uno spazio per il carico. Se il gavone di prora diviso per contenere due diversi tipi di liquidi, la Societ pu permettere che la paratia di collisione sia perforata sotto la linea limite da due tubi, ciascuno dei quali installato come richiesto dal suddetto paragrafo, purch la Societ sia convinta che non esiste pratica alternativa allinstallazione di tale secondo tubo e che, considerando la compartimentazione addizionale del gavone di prora, la sicurezza della nave venga mantenuta.

1.1.1 Galleggiamento di compartimentazione Il galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento in base alla quale viene determinata la compartimentazione della nave. 1.1.2 Massimo galleggiamento di compartimentazione Il massimo galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento che corrisponde alla massima immersione permessa dalle norme di compartimentazione che sono applicabili. 1.1.3 Lunghezza LS La lunghezza LS la lunghezza misurata tra le perpendicolari condotte alle estremit del massimo galleggiamento di compartimentazione. La lunghezza a cui si fa riferimento in [2] la lunghezza LS. 1.1.4 Ponte delle paratie Il ponte delle paratie il ponte pi alto al quale si estendono le paratie stagne trasversali. 1.1.5 Linea limite La linea limite una linea tracciata ad almeno 76 mm sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a murata. 1.1.6 Locali per i passeggeri Locali per i passeggeri sono quei locali che sono destinati ad alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, depositi, locali per le provviste e la posta. In tutti i casi i volumi e le aree devono essere calcolati fra le linee fuori ossatura.

2
2.1

Sistemazioni generali
Posizione della paratia di collisione

2.1.1 Deve essere sistemata una paratia del gavone di prora o di collisione che deve essere stagna fino al ponte delle paratie. Tale paratia deve essere collocata ad una distanza, in m, dalla perpendicolare avanti non inferiore al 5% della lunghezza della nave LS e a non pi di 3 m pi il 5% della lunghezza LS della nave. Se parte della nave sotto il galleggiamento si prolunga a proravia della perpendicolare avanti, per esempio una prora a bulbo, le distanze sopra stabilite devono essere misurate da un punto che sia: nel punto di mezzo di tale prolungamento; oppure ad una distanza pari a 1,5% della lunghezza della nave LS a proravia della Pp AV; oppure

2.2

Gavone di poppa, paratie del locale A.M. e astucci degli assi portaelica

2.2.1 Una paratia del gavone di poppa e paratie dividenti il locale macchine dagli spazi avanti e addietro, destinati al carico e ai passeggeri, devono pure essere installate e rese stagne fino al ponte delle paratie. La paratia del gavone di poppa pu, tuttavia, presentare un gradino sotto il ponte delle paratie, purch il grado di sicurezza della nave per quanto riguarda la compartimentazione non venga perci diminuito.

398

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, Sez 2

2.2.2 In tutti i casi gli astucci degli assi devono essere chiusi in spazi stagni di volume modesto. Il premitrecce deve essere situato in una galleria alberi stagna od in un altro spazio stagno separato dal compartimento degli astucci e di volume tale che, se allagato da perdite attraverso il premitrecce, la linea limite non venga sommersa.

Le porte apribili durante la navigazione devono essere munite di un dispositivo che ne impedisca lapertura non autorizzata. Passi duomo, o accessi nelle paratie stagne trasversali dividenti uno spazio per il carico da un altro spazio per il carico adiacente ovvero da un deposito combustibile permanente, possono pure essere accettati dalla Societ. 2.3.3 Aperture sulle navi passeggeri che trasportano veicoli merci con proprio personale

2.3

Aperture nelle paratie stagne sotto il ponte delle paratie


Aperture entro i locali macchine

2.3.1

Non pi di una porta, a parte le porte dei depositi combustibile e delle gallerie alberi, pu essere installata in ciascuna paratia stagna trasversale principale entro gli spazi contenenti i macchinari di propulsione principali ed ausiliari, incluse le caldaie che servono alle necessit della propulsione e tutti i depositi combustibile permanenti. Quando sono installate due o pi linee dalberi, le gallerie devono essere collegate da un passaggio intercomunicante. Soltanto una porta ammessa fra il locale macchine e le gallerie dove sono installate due linee dalberi e soltanto due porte dove ci sono pi di due linee dalberi. Tutte queste porte devono essere del tipo a scorrimento e devono essere cos collocate da avere le loro soglie pi in alto possibile. Il meccanismo manuale per manovrare queste porte da sopra il ponte delle paratie deve essere situato fuori dagli spazi contenenti macchinari. Lamiere portatili delle paratie non sono permesse salvo che nei locali macchine. Tali lamiere devono sempre essere in posto prima che la nave lasci il porto, e non devono essere rimosse durante la navigazione eccetto in caso di urgente necessit a discrezione del Comandante. I tempi della rimozione e riposizionamento di qualunque di tali lamiere portatili devono essere registrati nel giornale di bordo, e le necessarie precauzioni devono essere prese nel rimetterle in posto per assicurare che i giunti siano stagni. La Societ pu permettere che non pi di una porta stagna scorrevole con manovra motorizzata, in ciascuna paratia trasversale principale, pi larga di 1,2 m sostituisca queste lamiere portatili, purch queste porte siano chiuse prima che la nave lasci il porto e rimangano chiuse durante la navigazione, eccetto nei casi di urgente necessit a discrezione del Comandante. Non necessario che tali porte soddisfino la prescrizione di completa chiusura a mano in 90 secondi (vedere [2.5.3] e). I tempi di apertura e chiusura di queste porte, a prescindere dal fatto che la nave sia in navigazione o in porto, deve essere registrato nel giornale di bordo. 2.3.2 Aperture negli spazi del carico

La presente prescrizione si applica a navi passeggeri progettate o adattate per il trasporto di veicoli merci e del loro personale quando il numero totale di persone a bordo diverse dai passeggeri come definito in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.6.2], superiore a 12. Se in tale nave il numero totale dei passeggeri incluso il personale che accompagna i veicoli non supera:
A N = 12 + ----25

dove: N A : il massimo numero di passeggeri per il quale la nave certificata, : larea totale di ponte, in m2, degli spazi disponibili per lo stivaggio dei veicoli merci

e dove laltezza libera alla posizione di stivaggio e allingresso in tali spazi non inferiore a 4 m, si applicano le disposizioni di [2.3.2] nei riguardi delle porte stagne, eccetto che le porte nelle paratie stagne che dividono gli spazi del carico possono essere sistemate ad ogni livello. Inoltre, sono richiesti indicatori sul ponte di comando che segnalino automaticamente quando ciascuna porta chiusa e tutti i suoi dispositivi di bloccaggio fissati. 2.3.4 Cofani e gallerie

Porte stagne soddisfacenti le prescrizioni di [2.5.1] possono essere installate nelle paratie stagne dividenti gli interponti destinati al carico. Tali porte possono essere del tipo a cerniera, su rulli od a scorrimento ma non devono essere comandate a distanza. Esse devono essere installate al pi alto livello e il pi lontano praticamente possibile dal fasciame esterno, ma in nessun caso il loro stipite esterno deve essere situato ad una distanza dal fasciame esterno inferiore ad un quinto della larghezza della nave, misurando tale distanza perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione.

Se cofani di passaggio o gallerie per laccesso dagli alloggi equipaggio al locale dei forni, per tubolature, o per qualunque altro scopo attraversano le paratie stagne trasversali principali, essi devono essere stagni e in accordo con le prescrizioni di Parte B, Cap 4, Sez 7, [1.3]. Laccesso ad almeno una estremit di ciascuna di tali gallerie o cofani, se usato per transito quando la nave in mare, deve essere attraverso una garitta che si estenda stagna fino ad unaltezza sufficiente per permettere laccesso al di sopra della linea limite. Laccesso allaltra estremit del cofano o galleria pu avvenire attraverso una porta stagna del tipo richiesto dalla sua posizione nella nave. Tali cofani o gallerie non devono estendersi attraverso la prima paratia di compartimentazione a poppavia della paratia di collisione. Se cofani di passaggio in relazione al carico refrigerato e alla ventilazione o cofani per il tiraggio forzato attraversano pi di una paratia stagna, i mezzi di chiusura di tali aperture devono essere manovrati meccanicamente ed avere la possibilit di essere chiusi da una posizione centrale situata sopra il ponte delle paratie. 2.3.5 Prescrizioni addizionali

In aggiunta a [2.3.1], [2.3.2], [2.3.3], e [2.3.4], devono essere soddisfatte le prescrizioni riportate in [2.5.3].

Regolamenti RINA 2005

399

Parte E, Cap 11, Sez 2

2.4

Aperture nelle paratie sopra il ponte delle paratie


Generalit

devono essere sistemati a tutti i portellini di murata degli spazi sotto il primo ponte soprastante il ponte delle paratie. 2.4.2 Estremit aperta degli sfoghi daria

2.4.1

Misure come la sistemazione di paratie parziali o diaframmi devono essere prese per limitare lentrata e la propagazione dellacqua sopra il ponte delle paratie. Quando sono sistemate paratie stagne parziali e diaframmi sul ponte delle paratie, sopra o nelle immediate vicinanze delle paratie di compartimentazione principali, i loro collegamenti con il fasciame e il ponte delle paratie devono essere stagne in modo da limitare il flusso dellacqua lungo il ponte quando la nave sbandata per avaria. Dove la paratia stagna parziale non in linea con la paratia sottostante, il ponte delle paratie tra di esse deve essere efficacemente stagno. Il ponte delle paratie o il ponte soprastante deve essere stagno alle intemperie. Le mastre di tutte le aperture sul ponte di coperta esposto devono avere altezza e robustezza pi che sufficienti e devono essere provviste di mezzi efficaci per una spedita chiusura stagna alle intemperie. Portelli dimpavesata, ringhiere e ombrinali devono essere sistemati come necessario per un rapido sgombro dellacqua dal ponte di coperta in ogni condizione di tempo. I portellini di murata, i portelli dei barcarizzi e quelli per il carico o combustibile ed altri mezzi di chiusura delle aperture nel fasciame sopra la linea limite devono essere di progetto e costruzione efficaci e sufficiente robustezza (vedere Parte B, Cap 9, Sez 9) con riguardo agli spazi nei quali sono situati e le loro posizioni relative al massimo galleggiamento di compartimentazione. Efficaci controportellini interni, tali che possano essere facilmente ed efficacemente chiusi e bloccati in maniera stagna,

Laltezza dellestremit aperta degli sfoghi daria terminanti entro una sovrastruttura deve essere almeno 1 m sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15, ovvero, se maggiore, al massimo angolo di sbandamento durante gli stadi intermedi di allagamento, determinato con calcoli diretti. Nel caso in cui non sia disponibile alcuna informazione riguardo al suddetto angolo di sbandamento, lestremit aperta degli sfoghi daria terminanti entro una sovrastruttura deve essere almeno un metro sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15 ovvero, se maggiore, 0,5 m sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15 dal ponte delle paratie. In alternativa, gli sfoghi aria dalle casse diverse da quelle del combustibile liquido od olio lubrificante possono scaricare attraverso il fianco della soprastruttura. Le prescrizioni di questo paragrafo non pregiudicano quelle della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero in vigore. 2.4.3 Prescrizioni addizionali

In aggiunta a [2.4.1] e [2.4.2], devono essere soddisfatte le prescrizioni in [2.5.4] .

2.5
2.5.1

Porte
Requisiti per le porte

I requisiti relativi al grado di tenuta, cos come quelli relativi allimpianto di manovra, per porte conformi alle prescrizioni in [2.5.2] e [2.5.3] sono specificati in Tab 1.

Tabella 1 : Porte
Tipo a scorrimento comando a distanza indicazione in plancia stagne sotto il allacqua ponte delle paratie stagne alle intemperie/semistagne allacqua (2) (1) (2) (3) (4) sopra il ponte delle paratie aperte in mare normalmente chiuse (4) sempre chiuse (4) aperte in mare normalmente chiuse (4) sempre chiuse (4) X X X X X X X X (1) X (1) (3) indicatore in plancia soltanto manovra locale Tipo a cerniera comando a distanza indicazione in plancia indicatore in plancia soltanto manovra locale

Tipo su rulli (interponti di carico)

La porta deve essere chiusa prima dellinizio del viaggio. Porte semi-stagne allacqua sono prescritte per posizioni sotto il galleggiamento di equilibrio degli stadi intermedi di allagamento. Se la porta accessibile durante la navigazione, deve essere sistemato un dispositivo che impedisca aperture non autorizzate. Avviso da affiggersi su entrambi i lati della porta: "da mantenere chiusa in mare".

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Parte E, Cap 11, Sez 2

2.5.2 Costruzione delle porte stagne allacqua Il progetto, i materiali e la costruzione di tutte le porte stagne allacqua devono essere a soddisfazione della Societ. I telai delle porte stagne a scorrimento verticale non devono avere scanalature sul fondo dove la sporcizia possa accumularsi e impedire la corretta chiusura della porta.

2.5.3 Porte nelle paratie stagne sotto il ponte delle paratie

a) Le porte stagne devono essere in grado di venir chiuse contemporaneamente dalla "consolle" operativa centrale in plancia in non pi di 60 secondi con la nave in posizione diritta. b) I sistemi di manovra sia meccanici sia manuali di ogni porta stagna a scorrimento con manovra meccanica devono essere in grado di chiudere la porta con la nave sbandata di 15 a dritta o a sinistra. Devono essere prese in considerazione le forze che possono agire su ciascun lato della porta, come pu accadere quando lacqua fluisce attraverso lapertura, applicando un battente statico equivalente ad una altezza dacqua di almeno 1 m sopra la soglia al centro della porta. c) I comandi delle porte stagne, inclusi tubolature idrauliche e cavi elettrici, devono essere tenuti quanto pi praticamente possibile vicino alla paratia sulla quale le porte sono sistemate, al fine di ridurre al minimo la probabilit che essi vengano interessati da una qualsiasi avaria che la nave possa subire. La posizione delle porte stagne e dei loro comandi deve essere tale che, se la nave subisce unavaria entro un quinto della sua larghezza, misurando tale distanza perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione, non venga compromesso il funzionamento delle porte stagne nella zona della nave non interessata dallavaria. d) Tutte le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono essere munite di mezzi dindicazione che avvisino in tutte le posizioni di manovra a distanza se le porte sono aperte o chiuse. Le posizioni di manovra a distanza devono essere sistemate solo sul ponte di comando e sul luogo dove richiesta dal paragrafo e) la manovra manuale al di sopra del ponte delle paratie . e) Ogni porta stagna a scorrimento con manovra meccanica: deve muoversi verticalmente od orizzontalmente; deve essere normalmente limitata ad una larghezza massima netta di apertura di 1,20 m. La Societ pu permettere porte di larghezza maggiore soltanto nella misura considerata necessaria per leffettivo esercizio della nave purch vengano prese in considerazione altre misure di sicurezza, incluse le seguenti: speciale considerazione deve essere data alla robustezza della porta e ai suoi mezzi di chiusura al fine di impedire trafilamenti; la porta deve essere sistemata fuori della zona di avaria B/5; la porta deve essere tenuta chiusa quando la nave in navigazione, eccetto per periodi limi-

tati quando assolutamente necessario secondo quanto deciso dalla Societ. deve essere munita delle sistemazioni necessarie per aprire e chiudere la porta usando energia elettrica, energia oleodinamica o qualunque altra forma di energia che sia accettabile dalla Societ; deve essere munita di un meccanismo di manovra manuale individuale. Deve essere possibile aprire e chiudere la porta a mano da ciascun lato della porta stessa e, inoltre, chiudere la porta da una posizione accessibile al di sopra del ponte delle paratie con manovella a rotazione continua o qualche altro dispositivo purch dia lo stesso grado di sicurezza accettabile dalla Societ. Il senso di rotazione o altra direzione di movimento deve essere chiaramente indicata in tutti i posti di manovra Il tempo necessario per la completa chiusura della porta, quando manovrata con meccanismo manuale, non pu superare 90 secondi con nave diritta; deve essere munita di comandi per aprire e chiudere la porta meccanicamente da entrambi i lati della porta stessa e anche per chiudere la porta meccanicamente dalla consolle di manovra centrale sul ponte di comando; deve essere munita di un allarme acustico, distinto da ogni altro allarme nella zona, che deve suonare ogni volta che la porta viene chiusa a distanza con manovra meccanica; esso deve suonare per almeno 5 secondi ma non pi di 10 prima che la porta cominci a muoversi e deve continuare a suonare fino a che la porta non sia completamente chiusa. Nel caso di manovra manuale a distanza sufficiente che lallarme acustico suoni soltanto mentre la porta in movimento. Inoltre, nelle zone passeggeri e nelle zone di alto livello di rumore ambientale, la Societ pu richiedere che lallarme acustico sia integrato da un segnale visivo intermittente sulla porta; deve avere una velocit di chiusura con manovra meccanica approssimativamente uniforme. Il tempo di chiusura, dal momento in cui la porta comincia a muoversi al momento in cui essa raggiunge la posizione di chiusura completa non deve in alcun caso essere inferiore a 20 secondi o superiore a 40 secondi con nave diritta.

f) Lenergia elettrica necessaria per le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica deve essere fornita dal quadro di emergenza direttamente o da un quadro di distribuzione apposito sistemato al di sopra del ponte delle paratie. I circuiti associati di comando, indicazione ed allarme devono essere alimentati dal quadro di emergenza direttamente o da un apposito quadro di distribuzione situato al di sopra del ponte delle paratie e devono poter essere alimentati automaticamente da una fonte temporanea di energia elettrica di emergenza in caso di mancanza della fonte di energia elettrica sia principale sia demergenza. La fonte temporanea di energia elettrica di emergenza deve consistere di una batteria di accumulatori, situata in posizione adeguata per essere impiegata in una emergenza, che deve funzionare senza ricarica mantenendo

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Parte E, Cap 11, Sez 2

la tensione della batteria per tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve avere capacit sufficiente, ed essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automaticamente, in caso di mancanza della fonte di energia elettrica sia principale sia di emergenza, i circuiti di comando, indicazione ed allarme almeno per mezzora. g) Le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono avere: un impianto oleodinamico centralizzato con due fonti di energia indipendenti ciascuna consistente in un motore e in una pompa in grado di chiudere contemporaneamente tutte le porte. Inoltre, vi devono essere per tutto limpianto accumulatori oleodinamici di capacit sufficiente a manovrare tutte le porte almeno tre volte, cio chiusura-apertura-chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. Questo ciclo di manovra deve poter essere eseguito quando laccumulatore si trova nella condizione di pressione alla quale interviene la pompa. Il fluido usato deve essere scelto considerando le temperature che previsto vengano incontrate dallimpianto durante lesercizio. Limpianto con manovra meccanica deve essere progettato per ridurre al minimo la possibilit che una singola avaria alla tubolatura oleodinamica influenzi sfavorevolmente il funzionamento di pi di una porta. Limpianto oleodinamico deve essere munito di un allarme di basso livello per i serbatoi di fluido oleodinamico che servono limpianto con manovra meccanica e un allarme cumulativo di bassa pressione del gas o altro mezzo efficace per segnalare la perdita di energia immagazzinata negli accumulatori oleodinamici. Questi allarmi devono essere acustici ed ottici e devono essere situati sulla consolle centrale di manovra in plancia; oppure un impianto oleodinamico indipendente per ciascuna porta con ciascuna fonte di energia consistente in un motore ed in una pompa in grado di aprire e di chiudere la porta. Inoltre vi deve essere un accumulatore idraulico di capacit sufficiente per manovrare la porta almeno tre volte, cio chiusuraapertura-chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. Questo ciclo di manovra deve poter essere eseguito quando laccumulatore si trova nella condizione di pressione alla quale interviene la pompa. Il fluido usato deve essere scelto considerando le temperature che previsto vengano incontrate dallimpianto durante lesercizio. Un allarme cumulativo di bassa pressione del gas o altro mezzo efficace per segnalare la perdita di energia immagazzinata negli accumulatori oleodinamici deve essere previsto sulla consolle di manovra centrale sul ponte di comando. Deve essere prevista lindicazione di una perdita di energia immagazzinata anche in ogni posto di manovra locale; oppure un impianto elettrico indipendente e un motore per ciascuna porta con ciascuna fonte di energia consistente in un motore in grado di aprire e chiudere la porta. La fonte di energia deve poter essere alimentata automaticamente dalla fonte temporanea di

energia elettrica di emergenza in caso di mancanza della fonte di energia elettrica sia principale sia demergenza, e con una capacit sufficiente per manovrare la porta almeno tre volte, cio chiusuraapertura-chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. La fonte temporanea di energia elettrica di emergenza deve consistere di una batteria di accumulatori, situata in posizione adeguata per essere impiegata in una emergenza, che deve funzionare senza ricarica mantenendo la tensione della batteria per tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve avere capacit sufficiente, ed essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automaticamente, in caso di mancanza della fonte di energia elettrica sia principale sia di emergenza, le porte stagne, ma non necessariamente tutte contemporaneamente, a meno che sia disponibile una fonte indipendente di energia immagazzinata. Per gli impianti sopra specificati, deve essere previsto quanto segue: Gli impianti di potenza per porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono essere separati da qualsiasi altro impianto di energia. Una singola avaria negli impianti con manovra meccanica elettrici od oleodinamici escluso lattuatore oleodinamico non deve impedire la manovra a mano di qualsiasi porta. h) Devono essere previste leve locali di manovra su ciascun lato della paratia ad unaltezza minima di 1,60 m sopra il pavimento, sistemate in modo da permettere alle persone che attraversino la porta di tenerle entrambe in posizione di apertura senza avere la possibilit di mettere involontariamente in funzione il meccanismo di chiusura meccanica. Il senso di movimento delle leve nellaprire e chiudere la porta deve essere quello del movimento della porta stessa e deve essere chiaramente indicato. i) Per quanto praticamente possibile, le apparecchiature e i componenti elettrici per le porte stagne devono essere sistemati al di sopra del ponte delle paratie e al di fuori di zone e spazi pericolosi. j) Le custodie dei componenti elettrici situati per necessit sotto il ponte delle paratie devono fornire protezione adeguata contro lentrata dacqua. k) I circuiti elettrici di potenza, di comando, di indicazione e di allarme devono essere protetti contro i guasti in modo tale che unavaria al circuito di una porta non provochi unavaria al circuito di qualsiasi altra porta. Cortocircuiti o altri guasti nei circuiti di allarme o di indicazione di una porta non devono causare la perdita della manovra meccanica di quella porta. Le sistemazioni devono essere tali che trafilamenti dacqua entro lapparecchiatura elettrica posta sotto il ponte delle paratie non provochino lapertura della porta. l) Una singola avaria elettrica allimpianto di manovra meccanica o di comando di una porta stagna a scorrimento con manovra meccanica non deve dar luogo allapertura di una porta chiusa. La disponibilit dellalimentazione di energia deve essere controllata con con-

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Parte E, Cap 11, Sez 2

tinuit in un punto del circuito elettrico il pi vicino possibile a ciascuno dei motori prescritti nel paragrafo g). La perdita di una qualunque di tali alimentazioni di energia deve attivare un allarme acustico ed ottico sulla consolle di manovra centrale sul ponte di comando. m) La consolle di manovra centrale sul ponte di comando deve avere un commutatore di "selezione principale" con due posizioni di comando: una posizione di "comando locale" che permetta a qualsiasi porta di essere aperta localmente e chiusa localmente dopo luso senza chiusura automatica e una posizione "porte chiuse" che deve chiudere automaticamente qualsiasi porta che sia aperta. La posizione "porte chiuse" deve permettere lapertura locale delle porte e deve automaticamente richiudere le porte stesse al rilascio del meccanismo di comando locale.

manovrate a mano con la nave sbandata di 20 da un lato o dallaltro. Indicatori di posizione, che avvisino se le porte sono aperte o chiuse e che gli strettoi sono completamente e correttamente bloccati, devono essere sistemati in plancia, cos come localmente su entrambi i lati della porta. Dove le porte hanno anche la funzione di porte tagliafuoco, esse devono essere dotate di indicatori di posizione nella stazione di comando antincendio e allarmi acustici come richiesto per le porte tagliafuoco, cos come per le porte stagne alle intemperie. Dove sono sistemate due porte, esse devono essere in grado di essere manovrate indipendentemente sia a distanza sia da entrambi i lati di ciascuna porta. b) Porte normalmente chiuse in navigazione In aggiunta al paragrafo a), porte non usate di frequente per accesso durante la navigazione devono essere tenute normalmente chiuse e possono essere del tipo sia a cerniera che a scorrimento. Le porte tenute normalmente chiuse devono essere manovrabili localmente da entrambi i lati delle stesse e devono avere un cartello su entrambi i lati indicante: "deve rimanere chiusa in navigazione". c) Porte normalmente aperte in navigazione Se sistemate in locali pubblici per il passaggio dei passeggeri e dellequipaggio, le porte possono rimanere normalmente aperte in navigazione e possono essere del tipo a cerniera o a scorrimento. In aggiunta al paragrafo a), le porte tenute normalmente aperte in navigazione devono avere manovra meccanica locale da entrambi i lati della porta e chiusura a distanza dalla plancia. La manovra di queste porte deve essere simile a quella specificata in Parte C, Cap 4, Sez 5 dove, usando un commutatore di "selezione principale" in plancia, il comando locale pu sovrapporsi al sistema di chiusura a distanza dopo di che la porta viene automaticamente richiusa a distanza su rilascio del meccanismo locale di comando. Le porte tenute normalmente aperte in navigazione devono avere un allarme acustico, distinto da ogni altro allarme nellarea, che suoni ogni volta che le porte vengono chiuse a distanza. Gli allarmi devono suonare per almeno 5 secondi ma non pi di 10 prima che le porte comincino a muoversi e continuare a suonare fino alla completa chiusura delle porte. Nelle zone passeggeri e zone di alto rumore ambientale, gli allarmi acustici devono essere integrati da segnali ottici su entrambi i lati delle porte.

Il commutatore di "selezione principale" deve essere normalmente nella posizione "controllo locale". La posizione "porte chiuse" deve essere usata solo in emergenza o a scopo di prova. Laffidabilit del commutatore di "selezione principale" deve essere oggetto di speciale considerazione. n) La consolle di manovra centrale sul ponte di comando deve essere munita di un piano indicante la posizione di ciascuna porta, con indicatori ottici che segnalino se una porta aperta o chiusa. Una luce rossa deve indicare che una porta completamente aperta e una luce verde deve indicare che essa completamente chiusa. Quando una porta viene chiusa a distanza la luce rossa deve indicare la posizione intermedia lampeggiando. Il circuito dindicazione deve essere indipendente dal circuito di manovra per ciascuna porta. o) Non deve essere possibile aprire alcuna porta a distanza dalla consolle di manovra centrale. p) Tutte le porte stagne devono essere tenute chiuse durante la navigazione. Certe porte stagne possono rimanere aperte durante la navigazione soltanto se considerato assolutamente necessario; cio, lessere aperte stato deciso essere essenziale per un esercizio sicuro ed efficace delle macchine della nave o per permettere ai passeggeri un accesso normalmente illimitato in tutta la zona passeggeri. Tale decisione deve essere presa dalla Societ solo dopo accurata considerazione dellimpatto sullesercizio della nave e la sua sopravvivenza. Una porta stagna, che pertanto concesso rimanga aperta, deve essere chiaramente indicata nelle istruzioni di stabilit della nave e nella documentazione di controllo avaria e deve essere sempre pronta per unimmediata chiusura. 2.5.4 Porte nelle paratie sopra il ponte delle paratie

2.6

Sistemazione dei compartimenti

a) Generalit Le porte devono potersi aprire e chiudere a mano localmente da entrambi i lati delle stesse con la nave sbandata di 15 da un lato o dallaltro. Se alla nave concesso sbandare fino a 20 durante gli stadi intermedi di allagamento, allora le porte devono poter essere

2.6.1 Compartimenti di zavorra In generale non deve essere trasportata acqua di zavorra in depositi intesi per combustibile liquido. Su quelle navi per le quali non praticamente possibile evitare di introdurre acqua nei depositi di combustibile liquido, deve essere sistemato un impianto per la depurazione dellacqua oleosa a soddisfazione della Societ, o si devono adottare altri mezzi alternativi, quale lo scarico in stazioni di ricezione costiere, giudicati soddisfacenti dalla Societ stessa, per lo

Regolamenti RINA 2005

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Parte E, Cap 11, Sez 2

smaltimento dellacqua di zavorra oleosa (vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [7]). 2.6.2 Doppio fondo Deve essere installato un doppio fondo che si estenda dalla paratia del gavone di prora a quella del gavone di poppa, per quanto ci sia praticamente possibile e compatibile con il progetto e il normale esercizio della nave. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 50 m ma inferiore a 61 m, deve essere sistemato un doppio fondo almeno fra il locale macchine e la paratia del gavone di prora, o quanto pi vicino possibile ad essa. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 61 m ma inferiore a 76 m deve essere sistemato un doppio fondo almeno fuori dal locale macchine che si estenda fino alle paratie dei gavoni di prora e di poppa, o quanto pi vicino possibile ad esse. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 76 m deve essere sistemato un doppio fondo a met nave che si estenda fino alle paratie dei gavoni di prora e di poppa, o quanto pi vicino possibile ad esse. Quando richiesto che sia sistemato un doppio fondo, la sua altezza deve soddisfare la Parte B, Cap 4, Sez 4, [4.2] e il cielo del doppio fondo deve estendersi da murata a murata, in modo da proteggere il fondo fino alla curva del ginocchio. Tale protezione considerata soddisfacente se la linea dintersezione del lembo esterno della lamiera marginale con le lamiere del ginocchio in nessun punto risulti al di sotto di un piano orizzontale passante per il punto di intersezione con il tracciato fuori ossatura della sezione maestra di una linea trasversale diagonale inclinata a 25 sulla linea di costruzione e intersecante questultima in un punto distante met della larghezza fuori ossatura della nave a partire dal piano di simmetria (vedere Fig 1). I pozzetti di sentina praticati nei doppi fondi in relazione con limpianto di esaurimento delle stive, ecc., non devono essere pi profondi del necessario. La loro profondit non deve mai essere superiore allaltezza del doppio fondo sul piano di simmetria diminuita di 460 mm, n tali pozzetti devono estendersi al di sotto del piano orizzontale indicato nel precedente paragrafo. Un pozzetto estendentesi fino al fasciame esterno pu, tuttavia, essere permesso allestremit poppiera della galleria alberi. Altri pozzetti (ad esem-

pio per lolio di lubrificazione sotto le macchine principali) possono essere autorizzati dalla Societ se essa convinta che le sistemazioni forniscano una protezione equivalente a quella offerta da un doppio fondo conforme a queste prescrizioni. Un doppio fondo non necessario in corrispondenza di compartimenti stagni di modesta grandezza destinati esclusivamente al trasporto di liquidi, purch, in caso di avaria al fondo o al fianco, siano soddisfatti i requisiti di Sez 3, [1.4.8] con le ipotesi di Sez 3, [1.4.5] a) e Sez 3, [1.4.5] c), Sez 3, [1.4.6] e Sez 3, [1.4.7], dove lestensione trasversale dellavaria deve essere ipotizzata tale da causare il pi severo effetto sulla stabilit della nave. Navi passeggeri impiegate in viaggi particolari per il trasporto di gran numero di passeggeri particolari, come il trasporto di pellegrini, devono essere oggetto di speciale considerazione da parte della Societ. 2.6.3 Compartimenti dei macchinari

Quando paratie longitudinali sono sistemate nel locale macchine, devono essere installati impianti automatici al fine di evitare un eccessivo sbandamento dopo lavaria. Nel caso in cui tali impianti siano condotte di bilanciamento automatico, la loro area deve essere calcolata in accordo con le prescrizioni in App 1. Inoltre, tali sistemi devono soddisfare i criteri in Sez 3, [1.4.9]. Figura 1 : Sistemazione dei doppi fondi

25

404

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Stabilit
Definizioni
Galleggiamento di compartimentazione

1.2

Stabilit allo stato integro

1.1.1

Il galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento in base alla quale viene determinata la compartimentazione della nave. 1.1.2 Massimo galleggiamento di compartimentazione

Il massimo galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento che corrisponde alla massima immersione verificata con le norme di compartimentazione che sono applicabili. 1.1.3 Lunghezza LS

La lunghezza LS la lunghezza misurata tra le perpendicolari condotte alle estremit del massimo galleggiamento di compartimentazione. La lunghezza a cui si fa riferimento da [1.2] a [1.4] la lunghezza LS. 1.1.4 Larghezza B

1.2.1 Generalit Ogni nave passeggeri di qualunque grandezza deve essere sottoposta ad una prova di stabilit dopo il suo completamento per determinare i suoi elementi di stabilit. Devono essere fornite al Comandante le necessarie informazioni, a soddisfazione della Societ, tali da metterlo in grado, per mezzo di rapidi e semplici procedimenti, di ottenere accurate indicazioni riguardo alla stabilit della nave nelle varie condizioni di esercizio. Una copia delle informazioni relative alla stabilit deve essere fornita alla Societ. Se una nave subisce modifiche tali da avere effetto sostanziale sulle informazioni relative alla stabilit fornite al Comandante, devono essergli fornite informazioni aggiornate. Se necessario la nave deve essere sottoposta ad una nuova prova di stabilit. La Societ pu permettere che una singola nave venga dispensata dalla prova di stabilit purch le caratteristiche base della stabilit siano deducibili dalla prova di stabilit di una nave gemella e purch sia dimostrato, a soddisfazione della Societ, che attendibili informazioni sulla stabilit per la nave esentata possono essere ottenute da tali caratteristiche base. 1.2.2 Controllo periodico della nave vacante A intervalli periodici non superiori a cinque anni, deve essere effettuata una visita a nave vacante su tutte le navi da passeggeri per verificare qualunque mutamento del dislocamento e della posizione longitudinale del centro di gravit della nave vacante. La nave deve essere sottoposta ad una nuova prova di stabilit ogni volta che, rispetto alle caratteristiche di stabilit approvate, venga riscontrata o prevista una deviazione dal dislocamento della nave vacante superiore al 2% ovvero una deviazione della posizione longitudinale del centro di gravit superiore all1% di L. 1.2.3 Prescrizioni standard In aggiunta a quanto richiesto in Parte B, Cap 3, Sez 2, [2] devono essere soddisfatte le prescrizioni da [1.2.4] a [1.2.6] per le condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.9]. 1.2.4 Addensamento di passeggeri (1/7/2003) L'angolo di sbandamento conseguente all'addensamento dei passeggeri su un lato della nave, definito in [1.4.7] a), non pu superare 10 ed in ogni caso il ponte di bordo libero non deve essere immerso. Per navi di lunghezza inferiore a 20 m, l'angolo di sbandamento non deve essere superiore all'angolo corrispondente al bordo libero di 0,1 m prima dell'immersione del ponte o a 12 , se minore. . 1.2.5 Massimo sbandamento in accostata Langolo di sbandamento conseguente ad unaccostata non pu superare 10 se calcolato con la formula seguente:

La larghezza B la massima larghezza fuori ossatura al massimo galleggiamento di compartimentazione o al di sotto di esso. 1.1.5 Ponte delle paratie

Il ponte delle paratie il ponte pi alto al quale si estendono le paratie stagne trasversali. 1.1.6 Linea limite

La linea limite una linea tracciata ad almeno 76 mm sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a murata. 1.1.7 Locale macchine

Locale macchine deve intendersi quello che si estende dalla linea di costruzione alla linea limite e fra le paratie stagne trasversali principali estreme che limitano i locali contenenti i macchinari di propulsione principali ed ausiliari, le caldaie necessarie alla propulsione e tutti i depositi permanenti di carbone. 1.1.8 Locali passeggeri

I locali passeggeri sono quei locali che sono destinati ad alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, depositi, locali per le provviste e la posta. In tutti i casi i volumi e le aree devono essere calcolati fra le linee fuori ossatura.

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V0 T1 M R = 0, 02 ------- KG ---- LS 2

dove: MR V0 T1 KG

: : : :

momento sbandante, in t.m, velocit desercizio, in m/s, immersione media, in m, altezza del centro di gravit sopra la chiglia, in m.

1.2.6 Se su di una nave vengono installati dispositivi antirollio, la Societ deve essere convinta che i suddetti criteri possono essere rispettati quando i dispositivi sono in funzione. 1.2.7 Navi adibite a navigazione in acque tranquille (1/7/2003) a) Condizioni di carico In aggiunta alle condizioni di carico considerate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.9], deve essere considerata anche la condizione di carico all'arrivo, senza carico, con la necessaria acqua di zavorra, con tutti i passeggeri, su tutti i ponti a loro assegnati, addensati sullo stesso lato della nave. Se in una qualsiasi condizione di carico effettiva la stabilit della nave meno favorevole che nelle condizioni richieste, i requisiti di stabilit devono essere verificati anche per quella condizione effettiva. Nella predisposizione del fascicolo sulla stabilit, si devono fare le seguenti assunzioni: 1) peso di ciascuna persona uguale a 75 kg; 2) baricentro di ogni persona, sia in piedi che seduta, uguale a 0,90 m al di sopra della superficie superiore del ponte sul quale sistemata; 3) numero massimo ammissibile di persone uguale al numero di posti a sedere pi due passeggeri per metro quadrato delle aree disponibili per i passeggeri; al netto delle persone sedute. Si pu assumere un numero pi alto di passeggeri in piedi, a condizione che vi sia il consenso dell'autorit competente. Nel calcolo dell'area nella quale i passeggeri sono addensati, la distanza tra ogni due panche adiacenti pu essere ridotta di 0,3 m x l (essendo l la lunghezza della panca) per escludere l'area occupata dai passeggeri seduti. b) Requisiti di stabilit in tutte le condizioni di carico richieste. Devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni: 1) (r-a) deve essere non inferiore a 0,30 m. A tal fine, i passeggeri devono essere considerati come occupanti tutti i posti a sedere e le aree loro assegnate in ragione di 4 passeggeri per ogni metro quadrato, partendo dal ponte pi alto e andando verso i ponti pi bassi fino a quando il loro massimo numero ammissibile non sia esaurito. 2) La distanza tra la superficie superiore del ponte principale, in corrispondenza del fianco, e la linea di galleggiamento nella condizione finale di equilibrio della nave sbandata (minimo bordo libero residuo) deve essere non inferiore a 0,20 m. A tal fine, i pas-

seggeri devono essere considerati come alloggiati su un solo lato della nave, dalla linea di mezzeria, occupando tutti i posti a sedere e le aree loro assegnate in ragione di 4 passeggeri per ogni metro quadrato, partendo dal ponte pi alto e andando verso i ponti pi bassi fino a quando il loro massimo numero ammissibile non sia esaurito. Se il numero di tutti i passeggeri su un lato della nave non raggiunge il massimo numero ammissibile di passeggeri, i passeggeri, le persone in eccesso devono essere ignorate nel calcolo dell'angolo di sbandamento trasversale della nave. 3) Il numero massimo ammissibile di passeggeri deve essere il minimo tra quelli calcolati in accordo con i precedenti commi 1) and 2). Tale numero pu essere ulteriormente ridotto tenendo conto di quanto segue: Se il valore calcolato in accordo con le disposizioni di cui al comma 1) porta ad un valore di (ra) inferiore a 0,30 m e ci non pu essere evitato mediante l'uso della zavorra della nave, o altre idonee operazioni, detto numero deve essere diminuito sbarcando, nel calcolo, un numero adeguato di passeggeri, partendo dal ponte pi basso, fino a quando non si raggiunga un valore di (r-a) non inferiore a 0,30 m. Pertanto il numero ridotto di passeggeri che ne risulta deve essere considerato in luogo di quello calcolato secondo le disposizioni del precedente comma 1). Se il bordo libero residuo, calcolato mediante la distribuzione dei passeggeri indicata nel precedente comma 2), risulta inferiore a 0,20 m e non pu essere incrementato zavorrando la nave o mediante altre idonee operazioni, il numero dei passeggeri calcolato secondo le disposizioni del precedente comma 2) deve essere diminuito sbarcando, nel calcolo, un adeguato numero di passeggeri, partendo da quelli in piedi pi vicini al piano di centro nave sul ponte pi basso. In tale operazione, ovviamente, un ponte superiore non deve essere interessato dallo sbarco dei passeggeri fino a che tutti i passeggeri, prima quelli in piedi e quindi quelli seduti, nel ponte inferiore non siano stati sbarcati. Il numero ridotto di passeggeri che ne risulta deve essere considerato in luogo di quello calcolato secondo le disposizioni del precedente comma 2). 4) Nel caso in cui ostruzioni longitudinali, come sedili, ringhiere o reti di sbarramento, siano sistemati per impedire ai passeggeri di addensarsi su un lato, della nave, la Societ pu attenuare le suddette prescrizioni relative all'addensamento dei passeggeri su un lato della nave, riducendo, per quanto ragionevole a suo giudizio, il grado di addensamento delle persone in piedi. Le suddette ostruzioni longitudinali possono essere parzialmente mobili allo scopo di evitare l'ostacolo ad una adeguata distribuzione dei passeggeri che si imbarcano; ci nonostante, l'equipaggio si assume l'obbligo di di rimettere al

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loro posto le ostruzioni longitudinali temporaneamente rimosse, prima che inizi la navigazione. 5) Per facilitare i calcoli, ammesso di non tenere conto sia dell'insellatura che del bolzone della nave ma di valutare la posizione verticale dei baricentri riferendosi alla sezione a 0,5 L. 6) Portellini apribili, eventualmente presenti al di sotto del ponte superiore, che, a causa dello sbandamento trasversale della nave possano avere il loro punto pi basso a meno di 0,20 m al di sopra della linea di galleggiamento finale, devono essere provvisti di efficienti dispositivi che permettano di tenerli chiusi e bloccati in modo efficace, sotto la responsabilit del Comandante, fintanto che i passeggeri sono a bordo. Detta condizione deve essere annotata nel fascicolo relativo alla stabilit della nave. E' ammesso che, nei calcoli, i suddetti portellini risultino del tutto o parzialmente immersi alla fine dello sbandamento. 7) Nel caso di navi pontate di lunghezza inferiore a 20 m, il comma b) si applica, ad eccezione che il bordo libero residuo richiesto, sul lato dove sono addensati i passeggeri, che non deve essere non inferiore a 0,20 m, deve corrispondere ad un angolo di sbandamento non superiore a 15. Nel caso di navi non pontate, il bordo libero residuo, dopo lo sbandamento dovuto all'addensamento dei passeggeri su un solo lato della nave, deve essere non inferiore a 0,30 m, con un angolo di sbandamento non superiore a 15.

Il fattore di compartimentazione calcolato usando il criterio di servizio indicato in [1.3.6]. Il calcolo del fattore di compartimentazione in accordo con [1.3.5], cos come quello del criterio di servizio in accordo con [1.3.6], sono riassunti nell App 2. 1.3.3 Calcolo delle lunghezze allagabili La lunghezza allagabile in ogni punto della lunghezza di una nave LS, deve essere determinata con il metodo di calcolo di seguito specificato che tiene in considerazione la forma, limmersione e le altre caratteristiche della nave considerata. In una nave col ponte delle paratie continuo, la lunghezza allagabile in un determinato punto la massima parte della lunghezza della nave LS, avente il suo centro nel punto considerato, che pu essere allagata nelle ipotesi indicate in [1.3.4] senza che la nave si immerga oltre la linea limite. Nel caso di una nave avente il ponte delle paratie discontinuo, la lunghezza allagabile in un qualsiasi punto pu essere determinata assumendo una linea limite continua che non sia in alcun punto a meno di 76 mm sotto la faccia superiore del ponte (a murata) fino al quale le paratie interessate e il fianco della nave sono mantenuti stagni. Quando una parte di una linea limite assunta sensibilmente sotto il ponte a cui arrivano le paratie, la Societ pu permettere una limitata tolleranza alla tenuta stagna di quelle parti delle paratie che si trovano al di sopra della linea limite e immediatamente al di sotto del ponte pi alto. 1.3.4 Permeabilit a) Le ipotesi di cui in [1.3.3] sono collegate alle permeabilit degli spazi al di sotto della linea limite. Per determinare la lunghezza allagabile, si deve adottare una permeabilit media uniforme per lintera lunghezza di ciascuno dei seguenti tratti di scafo al di sotto della linea limite: il locale macchine; la parte a proravia del locale macchine; la parte a poppavia del locale macchine. b) La permeabilit media uniforme del locale macchine deve essere calcolata con la formula:
ac = 0 ,85 + 0 ,10 ----------- v

1.3

Lunghezze allagabili e massima lunghezza ammissibile dei compartimenti

1.3.1 Generalit In luogo delle prescrizioni riportate in [1.3] e [1.4] possono essere usate, se applicate nella loro interezza, le "Regole sulla compartimentazione e stabilit di navi passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia della vita umana in mare, 1960", adottate dallIMO con la Risoluzione A.265(VIII). Massima lunghezza ammissibile dei compartimenti Le navi devono essere compartimentate il pi efficacemente possibile avendo riguardo alla natura del servizio al quale sono destinate. Il grado di compartimentazione deve variare in funzione della lunghezza LS della nave e del servizio, in modo che il pi alto grado di compartimentazione corrisponda alle navi di maggior lunghezza, adibite in modo prevalente al trasporto di passeggeri. Le prescrizioni riportate da [1.3.3] a [1.3.7] vengono usate per calcolare la massima lunghezza ammissibile di un compartimento avente il suo centro in qualunque punto lungo la lunghezza LS della nave. La massima lunghezza ammissibile di un compartimento avente il suo centro in qualunque punto lungo la nave ottenuta dalla lunghezza allagabile calcolata in [1.3.3] moltiplicando questultima per un opportuno coefficiente chiamato fattore di compartimentazione, calcolato in [1.3.5]. 1.3.2

dove: a

: volume dei locali per i passeggeri, definiti in Sez 2, [1.1.6], che si trovano sotto la linea limite entro i limiti del locale macchine; : il volume degli spazi di interponte adibiti a merci, carbone o provviste, che si trovano al di sotto della linea limite entro i limiti del locale macchine; : lintero volume del locale macchine al di sotto della linea limite.

c) Quando dimostrato, a soddisfazione della Societ, che la permeabilit media, determinata con un calcolo dettagliato, inferiore a quella data dalla formula, pu essere assunto il valore ottenuto con il calcolo. Per questo calcolo, la permeabilit dei locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a 0,95, quella di tutti gli

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spazi per le merci, carbone e provviste uguale a 0,60. La permeabilit del doppio fondo, cisterne e casse di olio combustibile ed altre casse pu essere assunta uguale a 0,95. d) Eccetto quanto stabilito nel caso di speciali criteri di compartimentazione di cui al comma e), la permeabilit media uniforme di tutta la parte di scafo avanti o addietro del locale macchine deve essere determinata con la formula:
a = 0 ,63 + 0 ,35 -v

tavia il locale per i passeggeri o per lequipaggio in questione completamente chiuso tra paratie dacciaio permanenti, soltanto il locale cos racchiuso deve essere considerato come locale per i passeggeri. 1.3.5 Fattore di compartimentazione Il fattore di compartimentazione funzione della lunghezza LS della nave e per una data lunghezza deve variare in accordo con la natura del servizio per il quale la nave progettata. Esso deve diminuire in modo regolare e continuo: con laumentare della lunghezza LS della nave, e da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, applicabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di passeggeri. Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate con le seguenti formule, dove LS la lunghezza della nave definita in Sez 2, [1.1.3]: per LS maggiore di od uguale a 131 m:
58 ,2 A = ---------------- + 0 ,18 L S 60

dove: a

: volume dei locali per i passeggeri, definito in Sez 2, [1.1.6], incluso il volume dei locali per gli alloggi e ad uso dellequipaggio, avanti o addietro al locale macchine; : lintero volume della parte di scafo al di sotto della linea limite avanti o addietro al locale macchine.

e) Nel caso di speciali criteri di compartimentazione prescritti in [1.4.2], la permeabilit media uniforme di tutta la parte di scafo avanti o addietro del locale macchine deve essere determinata con la formula:
b = 0 ,95 0 ,35 -v

per LS maggiore di od uguale a 79 m:


30 ,3 B = ---------------- + 0 ,18 L S 42

dove: b

: il volume degli spazi sotto la linea limite e sopra il margine superiore dei madieri, del cielo del doppio fondo, o dei gavoni cisterna, a seconda dei casi, che sono adatti ed usati per merci, depositi di carbone o combustibile liquido, magazzini, locali bagagli e posta, pozzi catene e casse per acqua dolce, avanti o addietro al locale macchine; v : lintero volume della parte di scafo al di sotto della linea limite avanti o addietro al locale macchine. Nel caso di navi adibite a servizi in cui le stive da carico non siano abitualmente occupate da considerevoli quantit di carico, nessuna parte degli spazi per il carico deve includersi nel calcolo di b. f) Nel caso di sistemazioni fuori dellusuale, la Societ pu permettere, o richiedere, un calcolo dettagliato della permeabilit media per le parti della nave situate avanti o addietro al locale macchine. Per questo calcolo, la permeabilit dei locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a 0,95, quella dei locali contenenti macchinari uguale a 0,85, quella di tutti gli spazi per le merci, carbone e provviste uguale a 0,60 e quella del doppio fondo, casse di combustibile liquido ed altre casse uguale al valore che pu essere approvato in ciascun caso. g) Se un compartimento dinterponte, compreso fra due paratie stagne trasversali, contiene locali per i passeggeri o per lequipaggio, lintero compartimento, dedotto ogni spazio completamente chiuso entro paratie dacciaio permanenti ed adibito ad altri scopi, deve essere considerato come locale per i passeggeri. Se tut-

Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato come riportato qui di seguito, usando il criterio di servizio (indice numerico del criterio di servizio) calcolato in [1.3.6]: a) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza uguale o superiore a 131 m aventi un criterio di servizio 23 o inferiore deve essere determinata dal fattore A dato dalla formula suddetta; per quelle aventi criterio di servizio 123 o superiore dal fattore B dato dalla formula suddetta; quelle aventi un criterio di servizio fra 23 e 123 dal fattore di compartimentazione F ottenuto mediante interpolazione lineare fra i fattori A e B, usando la formula:
( A B ) ( C s 23 ) F = A ----------------------------------------100

Nondimeno, quando il criterio di servizio uguale a 45 o maggiore e contemporaneamente il fattore di compartimentazione F calcolato 0,65 o meno, ma pi di 0,50, la compartimentazione a poppavia del gavone di prora deve essere determinata con il fattore 0,50. b) Se il fattore F inferiore a 0,40 ed dimostrato a soddisfazione della Societ essere praticamente impossibile applicare il fattore F ad un compartimento di macchina della nave, la compartimentazione di tale locale pu essere regolata da un fattore pi elevato che, comunque, non pu superare 0,40. c) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio uguale ad S, dove:
3574 25L S S = -----------------------------13

deve essere determinata da un fattore di compartimentazione uguale allunit; per quelle aventi criterio di servizio uguale o superiore a 123, dal fattore B dato dalla formula suddetta; per quelle aventi criterio di servizio

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compreso fra S e 123, dal fattore F ottenuto per interpolazione lineare tra lunit e il fattore B usando la formula:
( 1 B ) ( Cs S ) F = 1 -----------------------------------123 S

: il numero dei passeggeri per il quale la nave deve essere certificata.

Per navi che non hanno il ponte delle paratie continuo, i volumi devono essere presi fino alla effettiva linea limite usata nella determinazione delle lunghezze allagabili. 1.3.7 Norme particolari relative alla compartimentazione delle navi da passeggeri

d) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza inferiore a 131, m ma non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio inferiore a S, e navi di lunghezza inferiore a 79 m, deve essere determinata da un fattore di compartimentazione uguale allunit, a meno che non venga dimostrato, a soddisfazione della Societ, sia nelluno che nellaltro caso, che in qualche parte della nave praticamente impossibile applicare tale fattore, nel qual caso la Societ pu accordare delle tolleranze nella misura che ritiene giustificata dalle circostanze. e) Le disposizioni del paragrafo d) devono essere applicate anche a navi di qualsiasi lunghezza autorizzate a trasportare un numero di passeggeri maggiore di 12, ma non superiore a:
LS --------650
2

a) Quando in una o pi parti della nave le paratie stagne si estendono ad un ponte pi alto che nel resto della nave, e si desidera trarre vantaggio da questa pi alta estensione delle paratie nel calcolare la lunghezza allagabile, possono essere usate linee limite separate per ciascuna di tali parti della nave, purch: i fianchi della nave si estendano per tutta la lunghezza della nave LS fino al ponte corrispondente alla linea limite pi alta e tutte le aperture sul fasciame esterno al di sotto di questo ponte, per tutta la lunghezza LS della nave, siano considerate, ai fini di Parte B, Cap 9, Sez 9 come se fossero al di sotto della linea limite; e i due compartimenti adiacenti allo "scalino" del ponte delle paratie siano ciascuno entro la lunghezza ammissibile corrispondente alla rispettiva linea limite e, inoltre, la loro lunghezza complessiva non superi il doppio della lunghezza ammissibile calcolata in base alla pi bassa delle due linee limite.

o 50, se minore. 1.3.6 Criterio di servizio Il fattore di compartimentazione che compete ad una nave di una data lunghezza deve essere determinato dallindice numerico del criterio di servizio (brevemente chiamato criterio di servizio) dato dalle seguenti formule:
M + 2P 1 C s = 72 -----------------------V + P1 P M + 2P C s = 72 -----------------V per per P1 > P P1 P

b) Un compartimento pu oltrepassare la lunghezza ammissibile stabilita dalle prescrizioni da [1.3.5] a [1.3.7] purch la lunghezza complessiva di ciascuna coppia di compartimenti adiacenti con i quali il compartimento in questione in comune non superi la lunghezza allagabile ovvero il doppio della lunghezza ammissibile, se minore. Se uno dei due compartimenti adiacenti situato entro il locale macchine, e il secondo situato fuori dal locale macchine, e la permeabilit media della parte di nave nella quale situato il secondo diversa da quella del locale macchine, la lunghezza complessiva dei due compartimenti deve essere corretta sulla base della permeabilit media delle due parti della nave nelle quali i compartimenti sono situati. Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fattori di compartimentazione diversi, la lunghezza complessiva dei due compartimenti deve essere determinata in proporzione. c) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m una delle paratie trasversali principali a poppavia del gavone di prora deve essere sistemata ad una distanza dalla perpendicolare avanti non maggiore della lunghezza ammissibile. d) Una paratia trasversale principale pu avere un recesso purch ogni parte del recesso sia compresa fra due superfici verticali ad entrambi i lati della nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave, come definita in [1.1.5], e misurata perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassi detti

dove: CS M : il criterio di servizio, : il volume del locale macchine, in m3, con laggiunta del volume dei depositi permanenti di combustibile liquido situati sopra il doppio fondo a proravia o a poppavia del locale macchine, : il volume totale della nave sotto la linea limite, in m3, : il volume totale degli spazi per i passeggeri al di sotto della linea limite, in m3, definiti in Sez 2, [1.1.6], incluso il volume dei locali alloggi e per altro uso dellequipaggio, : coefficiente da assumersi uguale a:
P 1 = KN

V P

P1

Se il valore di KN maggiore della somma di P e del volume totale degli spazi effettivamente destinati ai passeggeri sopra la linea limite, il valore da assumersi per P1 quella somma ovvero 2/3 di KN, se maggiore,
K = 0 ,056 L S

LS

: la lunghezza della nave, in m, definita in Sez 2, [1.1.3],

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limiti deve essere considerata come uno scalino in accordo con il paragrafo e). e) Una paratia trasversale principale pu avere uno scalino purch soddisfi ad una delle seguenti condizioni: la lunghezza complessiva dei due compartimenti, separati dalla paratia in questione, non superi il 90% della lunghezza allagabile o il doppio della lunghezza ammissibile, con leccezione che, in navi aventi un fattore di compartimentazione maggiore di 0,9, sufficiente che la lunghezza complessiva dei due compartimenti in questione non superi la lunghezza ammissibile; in corrispondenza dello scalino sia assicurata una compartimentazione addizionale atta a garantire lo stesso grado di sicurezza dato da una paratia piana; il compartimento sul quale lo scalino si estende non superi la lunghezza ammissibile corrispondente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo scalino.

1.4.2 Norme standard di compartimentazione Quando il fattore di compartimentazione richiesto uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di uno qualunque dei compartimenti principali. Quando due compartimenti principali contigui sono separati da una paratia a scalino che risponda alle prescrizioni in [1.3.7], la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento dei due compartimenti in questione. Quando il prescritto fattore di compartimentazione uguale od inferiore a 0,5, ma maggiore di 0,33, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di due qualsiasi compartimenti principali contigui. Quando il prescritto fattore di compartimentazione uguale od inferiore a 0,33, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di tre qualsiasi compartimenti principali contigui. 1.4.3 Navi che trasportano 400 persone o pi In aggiunta alle prescrizioni di [1.4.4], navi passeggeri certificate per il trasporto di 400 o pi persone devono rispondere alle prescrizioni in [1.4.8] con lipotesi che lavaria si verifichi in un qualunque punto della lunghezza della nave LS, definita in Sez 2, [1.1.3]. 1.4.4 Ipotesi di calcolo Le prescrizioni di [1.4.2] devono essere verificate per mezzo di calcoli in accordo con [1.4.5], [1.4.6], e [1.4.10] che tengano in considerazione le proporzioni e le caratteristiche di progetto della nave e le sistemazioni e configurazione dei compartimenti danneggiati. Nellesecuzione di detti calcoli la nave deve essere assunta nella peggiore condizione di servizio prevista riguardo alla stabilit. Quando venisse proposto di sistemare ponti, fasciami interni o paratie longitudinali di sufficiente tenuta tale da limitare seriamente il flusso dellacqua, la Societ deve essere convinta che sia stata data unappropriata considerazione a tali limitazioni nei calcoli. 1.4.5 Estensione dellavaria Le estensioni di avaria ipotizzate devono essere le seguenti: a) estensione longitudinale: il minore tra i valori seguenti: 3,0 m pi il 3% della lunghezza della nave LS, definita in Sez 2, [1.1.3], o 11,0 m. Quando il fattore di compartimentazione richiesto 0,33 o meno lestensione longitudinale ipotizzata dellavaria deve essere aumentata come necessario in modo da includere due qualunque paratie stagne trasversali principali consecutive; b) estensione trasversale: una distanza pari a 1/5 della larghezza B della nave, definita in [1.1.5], misurata dal fianco verso linterno della nave perpendicolarmente al piano di simmetria, al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione; c) estensione verticale: dalla linea di costruzione verso lalto senza limite. Se una qualunque avaria di estensione minore di quella indicata in a), b) e c) desse luogo a condizioni pi severe

f) Quando una paratia trasversale principale ha un recesso od uno scalino, nello studio della compartimentazione deve essere usata una paratia piana equivalente. g) Se la distanza tra due paratie trasversali principali adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la distanza tra due piani trasversali passanti tra le pi vicine parti a scalino delle paratie, inferiore a 3,0 m pi il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero 11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve essere considerata facente parte della compartimentazione della nave in accordo con le prescrizioni da [1.3.5] a [1.3.7]. h) Quando un compartimento stagno trasversale principale ha una propria compartimentazione locale e pu essere dimostrato, a soddisfazione della Societ, che, nellipotesi di qualunque avaria laterale estendentesi non pi della minore fra le lunghezze di 3,0 m pi 3% della lunghezza LS della nave ovvero 11 m, il volume del compartimento principale non si allagherebbe per intero, pu essere concessa una proporzionale tolleranza nella determinazione della lunghezza ammissibile altrimenti richiesta per tale compartimento. In questo caso il volume delleffettiva riserva di galleggiabilit attribuita al fianco non danneggiato non pu essere maggiore di quello assunto per il fianco danneggiato. i) Quando il fattore di compartimentazione richiesto uguale o inferiore a 0,5, la lunghezza complessiva di due qualsiasi compartimenti contigui non pu superare la lunghezza allagabile.

1.4
1.4.1

Stabilit in avaria
Generalit

Invece delle prescrizioni riportate in [1.3] e [1.4], possono essere usate, se applicate nella loro interezza, le "Regole sulla compartimentazione e stabilit di navi passeggeri come equivalente alla parte B del capitolo II della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia della vita umana in mare, 1960", adottate dallIMO con la Risoluzione A.265(VIII).

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dal punto di vista della conformit con [1.4.8], tale avaria deve essere adottata nei calcoli. 1.4.6 Permeabilit Nei calcoli di stabilit in avaria si devono assumere in generale i valori di permeabilit dei volumi e delle superfici indicati nella Tab 1. Tabella 1 : Valori di permeabilit
Spazi Destinati a carico, carbone o provviste Occupati da alloggi o vuoti Occupati da macchinari Destinati a liquidi (1) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0 o 0,95 (1)

scegliendo il valore che implica le prescrizioni pi severe

Permeabilit di superficie pi elevate devono essere assunte per quegli spazi che, in vicinanza del galleggiamento di avaria, non contengono quantit rilevanti di alloggi o macchinari e spazi che non sono generalmente occupati da rilevanti quantit di carico o di provviste. Per quanto riguarda le navi descritte in Sez 2, [2.3.3] la permeabilit degli spazi per il carico destinati allo stivaggio di veicoli merci e contenitori deve essere ricavata con un calcolo nel quale i veicoli merci e contenitori devono essere assunti non stagni e con permeabilit pari a 0,65. Per navi adibite a servizi specifici, pu essere applicato il valore effettivo della permeabilit proprio dei veicoli merci o dei contenitori. In nessun caso la permeabilit degli spazi per il carico nei quali sono trasportati veicoli merci e contenitori deve essere assunta inferiore a 0,60. 1.4.7 Momenti sbandanti Devono essere presi in considerazione i seguenti momenti sbandanti: a) Momento dovuto alladdensamento dei passeggeri: Si devono fare le seguenti ipotesi: quattro persone per m2; una massa di 75 kg per ciascun passeggero. Questo valore pu essere ridotto a non meno di 60 kg dove ci pu essere giustificato; i passeggeri devono essere distribuiti sulle aree di ponte disponibili verso un fianco della nave, sui ponti dove sono collocati i punti di riunione e in modo tale che essi diano luogo al momento sbandante pi sfavorevole; laltezza del centro di gravit per i passeggeri deve essere assunta uguale ad 1,0 m sopra il livello del ponte per passeggeri in posizione eretta (si pu tener conto, se necessario, del bolzone e dellinsellatura del ponte), e 0,30 m sopra il sedile per i passeggeri seduti.

messi fuori bordo a pieno carico e pronti per essere ammainati; per le imbarcazioni di salvataggio che possono essere messe a mare a pieno carico dalla posizione dove esse sono sistemate a bordo, deve essere assunto il massimo momento sbandante durante la messa a mare; una zattera di salvataggio a pieno carico ammainabile con gru, sospesa a ciascuna gru sul lato verso il quale la nave ha sbandato dopo lavaria deve essere assunta messa fuori bordo pronta per essere ammainata; persone che non si trovino nei mezzi di salvataggio che vengono messi fuori bordo non devono essere considerate fornire n momento sbandante n momento raddrizzante addizionali; i mezzi di salvataggio sul lato della nave opposto al lato verso il quale la nave ha sbandato devono essere assunti nella posizione in cui essi sono sistemati a bordo.

c) Momento dovuto alla pressione del vento: deve essere applicata una pressione del vento pari a 120 N/m2; larea cui applicare tale pressione deve essere quella della proiezione laterale della nave al di sopra del galleggiamento corrispondente allo stato integro; il braccio del momento deve essere assunto pari alla distanza verticale tra un punto a met dellimmersione media corrispondente allo stato integro e il baricentro della suddetta area di proiezione laterale della nave. 1.4.8 Criteri di stabilit in avaria Devono essere soddisfatti i criteri di stabilit in avaria in [1.4.9] e in [1.4.10]. 1.4.9 Stadi intermedi di allagamento Devono essere soddisfatti i seguenti criteri per gli stadi intermedi di allagamento: a) il massimo braccio di stabilit deve essere almeno 0,050 m, b) il campo dei bracci di stabilit positivi deve essere almeno 7. In tutti i casi intermedi di allagamento, sufficiente assumere una sola falla nello scafo e un solo specchio libero. Lallagamento asimmetrico deve essere contenuto al minimo realizzabile mediante efficaci sistemazioni. Quando necessario correggere grandi angoli di sbandamento, i mezzi da adottare devono essere per quanto possibile automatici, ma in qualsiasi caso dove esistano comandi di dispositivi per il bilanciamento trasversale , questi devono essere manovrabili da sopra il ponte delle paratie. Questi dispositivi insieme ai loro comandi devono essere accettabili da parte della Societ. Il massimo angolo di sbandamento dopo lallagamento, ma prima del bilanciamento, non pu superare i 15. Quando sono richiesti dispositivi per il bilanciamento trasversale, il tempo per il bilanciamento non pu superare 15 minuti (vedere App 1). Devono essere fornite al Comandante della nave le informazioni necessarie relative alluso dei dispositivi per il bilanciamento trasversale.

b) Momento dovuto alla messa a mare di tutti i mezzi collettivi di salvataggio a pieno carico ammainabili su un lato della nave: tutte le imbarcazioni di salvataggio e tutti i battelli demergenza sistemati sul lato verso il quale la nave ha sbandato dopo lavaria devono essere assunti

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411

Parte E, Cap 11, Sez 3

1.4.10 Stadio finale di allagamento a) Nel caso di allagamento simmetrico dovuto alla sistemazione dei compartimenti oppure dopo che sono state prese le misure per il bilanciamento, laltezza metacentrica positiva residua deve essere almeno 50 mm calcolata col metodo a dislocamento costante. b) Nel caso di allagamento asimmetrico, langolo di sbandamento per lallagamento di un compartimento non deve superare 7. Per il contemporaneo allagamento di due o pi compartimenti adiacenti, langolo di sbandamento non deve superare 12. c) In nessun caso la linea limite deve essere immersa nella fase finale dellallagamento. Se si ritiene che la linea limite possa venire immersa nel corso di una fase intermedia dellallagamento, la Societ pu esigere quelle indagini e quelle sistemazioni che giudicher necessarie per la sicurezza della nave. d) Il minimo campo della curva dei bracci di stabilit positivi residui deve essere almeno di 15 oltre langolo di equilibrio. Questo campo pu essere ridotto ad un minimo di 10, nel caso in cui larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit sia quella specificata nel paragrafo e), aumentata nel rapporto:
15 ---------------campo

1.4.11 Documentazione da fornire Il Comandante della nave deve ricevere i dati necessari per mantenere una stabilit allo stato integro, in condizioni di esercizio, sufficiente affinch la nave sia in grado di resistere ad unavaria grave. Nel caso di navi che richiedano mezzi di bilanciamento trasversale, il Comandante della nave deve essere informato delle condizioni di stabilit sulle quali i calcoli di sbandamento sono stati basati, e deve essere avvertito che potrebbe verificarsi uno sbandamento eccessivo se la nave subisse unavaria trovandosi in condizioni meno favorevoli. I dati di cui sopra, che devono mettere in grado il Comandante di mantenere una sufficiente stabilit allo stato integro, devono comprendere informazioni circa la massima altezza ammissibile del centro di gravit della nave dalla chiglia (KG) o, in alternativa, la minima altezza metacentrica ammissibile (GM) per un campo di immersioni o di dislocamenti sufficiente a comprendere tutte le condizioni di esercizio. Le informazioni devono indicare linfluenza dei vari assetti tenendo conto dei limiti operativi. 1.4.12 Documentazione per il controllo della nave in avaria Piani devono essere esposti permanentemente, per guida dellufficiale responsabile della nave, che mostrino chiaramente per ciascun ponte e stiva i limiti dei compartimenti stagni, le loro aperture con i mezzi di chiusura e la posizione dei relativi comandi e le misure da adottare per la correzione di qualsiasi sbandamento dovuto ad allagamento. Inoltre, fascicoli contenenti le suddette informazioni devono essere messi a disposizione degli ufficiali della nave. Le porte stagne che possono rimanere aperte durante la navigazione come riportato in Sez 2, [2.5.4] c) devono essere chiaramente indicate nel piano di controllo dellavaria con lindicazione che "le porte devono essere sempre pronte per limmediata chiusura". Dettagliate descrizioni delle informazioni che devono essere incluse nella documentazione per il controllo dellavaria sono riportate in Parte B, Cap 3, Sez 3, [4]. 1.4.13 Marche dimmersione Ogni nave deve avere scale delle immersioni segnate in modo chiaro a prora e a poppa. Nel caso in cui le marche dimmersione non siano in posizione facilmente leggibile, oppure, nel caso in cui vincoli operativi relativi ad un determinato traffico rendano difficile la lettura delle marche dimmersione, la nave deve essere munita anche di un sistema indicatore di immersione affidabile mediante il quale possano essere determinate le immersioni prodiere e poppiere. 1.4.14 Navi adibite a navigazione in acque tranquille (1/7/2003) Le navi che trasportano pi di 350 passeggeri devono essere compartimentate in modo da resistere all'allagamento di un qualsiasi compartimento, senza immergere la linea marginale e conservando una stabilit positiva nella condizione finale di allagamento.

dove il campo espresso in gradi. e) Larea sotto la curva dei bracci di stabilit deve essere almeno 0,015 m.rad, misurata a partire dallangolo di equilibrio fino al minore dei seguenti angoli: langolo al quale si verifica lallagamento progressivo, 22 (misurati dalla posizione di nave diritta) nel caso di allagamento di un compartimento, oppure 27 (misurati dalla posizione di nave diritta) nel caso di allagamento contemporaneo di due o pi compartimenti contigui. f) Il braccio di stabilit residua dentro il campo di stabilit positiva deve essere ottenuto tenendo conto del maggiore dei seguenti momenti sbandanti dovuti a: laddensamento di tutti i passeggeri verso un lato; la messa a mare a pieno carico di tutti i mezzi collettivi di salvataggio ammainabili sistemati su un lato della nave; la pressione del vento calcolandolo con la formula:
momento sbandante GZ = --------------------------------------------------- + 0 ,04 dislocamento

dove GZ in metri, il momento sbandante calcolato come in [1.4.7] in tonnellate x metri, il dislocamento in tonnellate. Comunque, in nessun caso questo braccio di stabilit deve risultare minore di 0,10 m.

412

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Parte E, Cap 11, Sez 3

2
2.1

Criteri di progetto delle strutture


Strutture dello scafo
Tipo di struttura

Valori diversi della pressione dimpatto sullo slancio di prua possono essere considerati nei singoli casi dalla Societ, a condizione che essi siano ottenuti mediante prove su modello o misurazioni al vero. Figura 1 : Definizione degli angoli e

2.1.1

In generale, nelle navi di lunghezza maggiore di 100 m, il ponte di resistenza e il fondo devono essere a struttura longitudinale. Qualora tuttavia sia utilizzata, per le navi suddette, la struttura trasversale, questa deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ.

Punto di calcolo

3
3.1

Carichi di progetto
Pressioni del mare
Pressione dimpatto sullo slancio di prua
B Sezione B - B Z

3.1.1

La pressione dimpatto sullo slancio di prua deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula:
p FI = nC S C L C Z ( 0 ,22 + 0 ,15 tan ) ( 0 ,4 V sin + 0 ,6 L )
2

dove: CS : coefficiente dipendente dal tipo di elemento strutturale sul quale la pressione dimpatto sullo slancio di prua considerata agente: CS = 1,8 per fasciami e rinforzi ordinari, CS = 0,5 per travi rinforzate, CL : coefficiente dipendente dalla lunghezza della nave: CL = 0,0125 L CL = 1,0 CZ per L < 80 m, per L 80 m,
B

Sezione A - A

4
4.1

Robustezza della trave nave


Criteri di base
Ponte di resistenza

4.1.1

: coefficiente dipendente dalla distanza tra il galleggiamento estivo e il punto di calcolo: per z 2C + T -11:
zT C Z = [ C 0, 5 ( z T ) ] 0, 82 0, 09 ----------- T

In aggiunta alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.2], il contributo fornito alla robustezza longitudinale dalle strutture dello scafo fino al ponte di resistenza deve essere determinato mediante una analisi ad elementi finiti della nave intera nei seguenti casi: quando le finestrature sui fasciami di fianchi e/o di paratie longitudinali, ubicate al di sotto del ponte designato come ponte di resistenza dal progettista, siano di entit tale da far diminuire in modo significativo la capacit dei fasciami di trasmettere gli sforzi di taglio al ponte di resistenza, quando le estremit di sovrastrutture che devono contribuire alla robustezza longitudinale possono essere considerate non collegate efficacemente alle corrispondenti strutture dello scafo.

per z < 2C + T - 11:


zT C Z = 4, 5 0, 5 ----------- T

C z

: parametro donda, definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, : coordinata z, in m, del punto di calcolo rispetto al sistema di coordinate di riferimento definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4], : angolo dello slancio di prua, definito come langolo tra la linea verticale e la tangente al fasciame esterno del fianco, misurato nel punto di calcolo in un piano verticale normale alla tangente orizzontale al fasciame esterno (vedere Fig 1), : angolo di entrata, definito come langolo tra la linea longitudinale parallela alla linea di centro nave e la tangente al fasciame esterno del fianco, misurato nel punto di calcolo nel piano orizzontale (vedere Fig 1).

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti

5.1.1

Lo spessore netto dei fasciami del cielo del doppio fondo, dei fianchi, del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani deve essere non minore del valore ottenuto dalla Tab 2.

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413

Parte E, Cap 11, Sez 3

Tabella 2 : Spessori minimi netti del cielo del doppio fondo, dei fianchi, del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani
Fasciame Spessore minimo netto, in mm

I portelloni poppieri devono essere situati sopra il ponte di bordo libero. 6.1.2 Le prescrizioni applicabili ai portelloni laterali e ai portelloni poppieri sono esposte in Parte B, Cap 9, Sez 6.

Cielo del doppio fondo al di fuori 2,0 + 0,02 L k1/2 + 4,5 s del locale apparato motore Fianchi sotto il ponte di bordo libero 2,1 + 0,028 L k1/2 + 4,5 s tra il ponte di bordo libero e il 2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s ponte di resistenza Ponte esposto di resistenza e ponti 2,2 k1/2 + 2,1 + s di cofani Nota 1: k : coefficiente dipendente dal materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] s : lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

7
7.1

Allestimento
Armamento marinaresco

7.1.1 Numero dei cavi di ormeggio Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.5.7] specifiche per le navi con notazione di servizio passenger ship. 7.1.2 Navi con notazione di navigazione diversa da unrestricted navigation di lunghezza minore di o uguale a 30 m Per navi con notazione di navigazione diversa da unrestricted navigation di lunghezza minore di o uguale a 30 m: le dotazioni di ancore di posta senza ceppo e di catene per ancore (o di cavi di acciaio, in accordo alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.3.5]) possono essere ottenute dalla Tab 3, le dotazioni di cavi di ormeggio di acciaio o di fibra vegetale possono essere ottenute dalla Tab 4.

6
6.1

Altre strutture
Portelloni laterali e portelloni poppieri

6.1.1 I portelloni laterali possono trovarsi sia sotto sia sopra il ponte di bordo libero.

414

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Parte E, Cap 11, Sez 3

Tabella 3 : Armamento marinaresco


Modulo di armamento EN A < EN B A 19 22 25 30 35 40 45 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660 720 780 840 910 980 B 22 25 30 35 40 45 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660 720 780 840 910 980 1060 Ancore di posta senza ceppo N 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 Massa di ciascuna ancora, in kg 21 27 32 37 43 53 64 80 90 100 120 140 160 180 200 240 260 300 360 420 480 575 660 700 780 900 1020 1140 1200 1295 1440 1500 1595 1740 1920 Catene con traversino per ancore di posta Diametro, in mm Lunghezza totale, in m Q1 Q2 65 7 70 7 70 8 75 8 75 9 80 10 82,5 11 82,5 11 10 82,5 12,5 11 110 12,5 11 110 14 12,5 110 14 12,5 110 16 14 110 16 14 110 16 14 110 17,5 16 137,5 17,5 16 137,5 19 17,5 137,5 20,5 17,5 137,5 22 19 137,5 24 20,5 165 26 22 165 28 24 165 30 26 165 30 26 192,5 32 28 192,5 34 30 192,5 36 32 385 38 32 385 40 34 440 42 36 440 42 36 440 44 38 440 46 40 440 48 42

Q3

10 11 11 12,5 12,5 12,5 14 14 16 16 17,5 19 20,5 22 22 24 26 26 28 30 30 32 32 34 36 36

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Parte E, Cap 11, Sez 3

Tabella 4 : Cavi di ormeggio


Modulo di armamento EN A < EN B A 19 50 70 90 110 130 150 B 50 70 90 110 130 150 175 N 2 3 3 3 3 3 3 Cavi di ormeggio Lunghezza di ciascun cavo, in m 40 40 50 55 55 60 60

Carico di rottura, in kN 32 34 37 39 44 49 54

416

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Parte E, Cap 11, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI ED IMPIANTI

1
1.1

Impianto di sentina
Generalit

1.2.3

Disponibilit delle pompe

1.1.1 a) Limpianto di sentina prescritto in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6] deve essere in grado di funzionare in tutte le condizioni praticamente possibili dopo unavaria, sia che la nave sia diritta o sbandata. A tale scopo, in genere, devono essere sistemate aspirazioni laterali, con leccezione che in compartimenti stretti allestremit della nave ununica aspirazione sentina pu essere sufficiente. In compartimenti di forma non comune, possono essere richieste aspirazioni addizionali. b) Devono essere previste sistemazioni affinch lacqua contenuta in qualsiasi compartimento possa defluire verso i tubi di aspirazione. c) Qualora per particolari compartimenti la Societ ritenga che limpianto di esaurimento non sia indispensabile, potr essere permessa la deroga da tale prescrizione purch i calcoli di stabilit in condizioni davaria, eseguiti in accordo con le prescrizioni in Sez 3, [1] indichino che la capacit di sopravvivenza della nave non ne sia pregiudicata.

Su navi di lunghezza uguale a o maggiore di 91,5 m o con criterio di servizio, come definito in Sez 3, [1.3.6], uguale o superiore a 30, tali sistemazioni devono essere tali che almeno una pompa di sentina ad azionamento meccanico sia disponibile alluso in tutte le condizioni di allagamento in cui la nave potrebbe trovarsi, come segue: a) una delle pompe di sentina prescritte deve essere una pompa sommersa di emergenza di tipo affidabile con la sua fonte di energia situata al di sopra del ponte delle paratie; o b) le pompe di sentina e le loro fonti di energia devono essere distribuite lungo tutta la nave in modo tale che almeno una pompa sia disponibile in un compartimento non danneggiato. 1.2.4 Capacit di esaurimento

Ad eccezione delle pompe supplementari che possono essere sistemate solo per i gavoni, ciascuna delle pompe di sentina prescritte deve essere sistemata in modo tale da poter aspirare acqua da tutti i compartimenti che devono essere prosciugati.

1.3
1.3.1

Aspirazione diretta di sentina

1.2
1.2.1

Pompe di sentina
Numero e portata delle pompe di sentina

a) Ogni nave da passeggeri deve avere almeno tre pompe di sentina ad azionamento meccanico collegate al collettore di sentina; una di dette pompe pu essere azionata dai macchinari di propulsione. Qualora il criterio di servizio, come definito in Sez 3, [1.3.6], sia uguale o superiore a 30, deve essere sistemata unulteriore pompa indipendente ad azionamento meccanico. Ciascuna delle dette pompe deve avere una portata non inferiore a quella prescritta in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.7.4]. Per luso di eiettori in luogo di pompe di sentina, vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.7.2] 1.2.2 Posizionamento delle pompe di sentina

a) Nelle navi da passeggeri soggette alle norme di compartimentazione, le pompe di sentina indipendenti ad azionamento meccanico sistemate nei locali macchine e/o nei locali caldaie devono avere unaspirazione diretta da detti locali, eccetto che non pi di due di tali aspirazioni sono richieste per ciascuno di detti locali. b) Qualora due o pi di tali aspirazioni siano sistemate in un compartimento, almeno una di esse deve essere sistemata su ciascun lato della nave. c) La Societ pu richiedere che le pompe di sentina indipendenti ad azionamento meccanico sistemate in altri locali abbiano aspirazioni dirette separate.

1.4
Se possibile, le pompe di sentina ad azionamento meccanico devono essere sistemate in compartimenti stagni separati, sistemate o posizionate in modo tale che detti compartimenti non siano allagati a seguito della stessa avaria. Se il macchinario principale di propulsione, i macchinari ausiliari e le caldaie sono sistemati in due o pi compartimenti stagni, le pompe disponibili per il servizio di sentina devono essere distribuite per quanto possibile fra questi compartimenti. 1.4.1

Posizionamento dei comandi

a) I volantini delle prese a mare e delle valvole delle aspirazioni dirette devono estendersi ben al di sopra del copertino di macchina. b) Qualora le pompe di circolazione siano azionate da motori elettrici, i loro dispositivi davviamento devono essere sistemati in corrispondenza del livello dei motori o al di sopra di tale livello.

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417

Parte E, Cap 11, Sez 4

1.5
1.5.1

Precauzioni contro le avarie dellimpianto di sentina


Avarie dellimpianto di sentina

corrispondenza della posizione di azionamento e devono avere dispositivi per indicare se sono aperti o chiusi.

1.6

Impianto di sentina per piccole navi

Devono essere prese misure per impedire che un compartimento servito da qualsiasi aspirazione di sentina possa essere allagato a seguito di una rottura o di qualsiasi altra avaria della tubolatura di aspirazione a causa di collisione od incaglio in qualsiasi altro compartimento. A tale scopo, qualora il tubo sia sistemato in una parte qualsiasi ad una distanza dalla murata (misurata perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione), inferiore a 1/5 della larghezza della nave o sia sistemato entro una galleria tubi, deve essere sistemata sul tubo una valvola di non ritorno nel compartimento entro il quale il tubo termina con estremit aperta. 1.5.2 Operazioni in caso di allagamento

1.6.1 (1/1/2001) Per le navi da passeggeri non soggette alle norme di compartimentazione, di stazza lorda inferiore a 25 ton, cui sia stata assegnata una notazione di navigazione limitata o che siano impiegate in viaggi nei quali esse non si allontanino dal porto pi vicino di una distanza superiore a quella corrispondente ad unora di navigazione, limpianto di sentina former oggetto di particolare considerazione da parte della Societ caso per caso.

2
2.1

Impianto di zavorra

a) Le cassette di distribuzione, i rubinetti e le valvole relative allimpianto di sentina devono essere sistemate in modo tale che, in caso di allagamento, una delle pompe di sentina possa essere funzionante in qualsiasi compartimento; inoltre lavaria di una pompa o del tubo che la collega al collettore principale di sentina che si trovano ad una distanza dalla murata inferiore a 1/5 della larghezza della nave non deve mettere fuori servizio limpianto di sentina. b) Se esiste un unico impianto di tubolature comune a tutte le pompe, le valvole necessarie per comandare le aspirazioni di sentina devono poter essere manovrate da una posizione al di sopra del ponte delle paratie. c) Qualora in aggiunta allimpianto principale di sentina sia previsto un impianto di sentina demergenza, esso deve essere indipendente dallimpianto principale e sistemato in modo tale che una pompa possa aspirare da qualsiasi compartimento nelle condizioni di allagamento. In questo caso richiesto che soltanto per le valvole necessarie per il funzionamento dellimpianto demergenza possano essere comandate da una posizione al di sopra del ponte delle paratie. 1.5.3 Comandi delle valvole

2.1.1 In genere non deve essere caricata acqua di zavorra in depositi usati per il combustibile liquido. Nelle navi in cui sia praticamente impossibile, per evitare limmissionedacqua nei depositi del combustibile liquido, deve essere sistemato a soddisfazione della Societ un impianto per la depurazione di acque oleose o devono essere prese altre misure alternative, quali la possibilit di scaricare in depositi terrestri che possano trattare la zavorra oleosa.

3
3.1

Altre prescrizioni
Macchine di governo

3.1.1 Per la sistemazione delle macchine di governo senza macchina di governo ausiliaria, vedere Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.5.2].

3.2

Indicatori di livello del combustibile liquido e dellolio lubrificante

3.2.1 Per gli indicatori di livello del combustibile liquido e dellolio lubrificante, vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [11.6.7].

Tutti i rubinetti e le valvole menzionate in [1.5.2] che possono essere comandate dal di sopra del ponte delle paratie, devono avere i loro comandi chiaramente contrassegnati in

3.3

Porte stagne

3.3.1 Per quanto riguarda le porte stagne, vedere la Sez 2.

418

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, Sez 5

SEZIONE 5

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Documentazione da inviare

soste in porto per alimentare la rete principale purch siano soddisfatte le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 2, Sez 3, [2.4]. 2.1.3 Lenergia elettrica disponibile deve essere sufficiente ad alimentare tutti quei servizi che sono essenziali per la sicurezza in una condizione di emergenza, ponendo particolare attenzione a quei servizi che possono dover essere fatti funzionare contemporaneamente. 2.1.4 La sorgente di emergenza di energia elettrica deve essere capace di alimentare contemporaneamente almeno i servizi riportati in [2.2.3] per i periodi specificati, se essi dipendono per il loro funzionamento da una sorgente elettrica, tenendo presenti le correnti di avviamento e la natura transitoria di alcuni carichi. 2.1.5 La sorgente temporanea di emergenza di energia elettrica, quando prescritta, deve avere capacit sufficiente per alimentare almeno i servizi riportati in [2.2.7] per i periodi specificati, se essi dipendono per il loro funzionamento da una sorgente elettrica. 2.1.6 In una posizione adeguata sul quadro principale o nella stazione di comando del macchinario, deve essere montato un indicatore che indichi quando le batterie, costituenti la sorgente di emergenza di energia elettrica o la sorgente temporanea di emergenza di energia elettrica di cui in Parte C, Cap 2, Sez 3, [2.3.13] e Parte C, Cap 2, Sez 3, [2.3.14] sono in fase di scarica. 2.1.7 Se i servizi che devono essere alimentati dalla sorgente temporanea ricevono alimentazione dalle batterie di accumulatori mediante convertitori a semiconduttori, devono essere previsti mezzi per poter alimentare tali servizi anche nel caso di guasto del convertitore (p.e. prevedendo una linea di sorpasso o la duplicazione del convertitore). 2.1.8 Quando, per ripristinare la propulsione, necessaria lenergia elettrica, la capacit della sorgente di emergenza deve essere sufficiente a ripristinare la propulsione unitamente agli altri macchinari, come appropriato, a partire dalla condizione di nave priva di energia entro 30 minuti dopo che si verificata la mancanza totale di energia elettrica. Ai fini di questa regola soltanto, la condizione di nave priva di energia e di mancanza totale di energia elettrica (blackout) sono entrambe intese significare una condizione nella quale limpianto di propulsione principale, le caldaie e gli ausiliari non sono in funzione, e nel ripristinare la propulsione si suppone che non sia disponibile alcuna energia immagazzinata per l'avviamento dell'impianto di propulsione, e non siano ugualmente disponibili la sorgente principale di energia elettrica e gli altri ausiliari essenziali. Si

1.1.1 Deve essere inviata per approvazione la documentazione relativa agli impianti elettrici delle porte stagne e delle porte tagliafuoco come richiesto in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, Parte B, Cap 1, Sez 3, Tab 1 e Parte C, Cap 4, Sez 1, Tab 1.

1.2

Distribuzione e protezione elettrica

1.2.1 La distribuzione di energia elettrica su navi da passeggeri deve essere tale che un incendio in una zona verticale principale, come definita in Parte C, Capitolo 4, non pregiudichi i servizi essenziali per la sicurezza in unaltra zona verticale principale. Questa norma si pu ritenere soddisfatta se le alimentazioni elettriche dellimpianto principale e di emergenza attraversanti una qualsiasi di tali zone sono distanziate il pi possibile tra loro, sia verticalmente che orizzontalmente. 1.2.2 Per i generatori predisposti per funzionare in parallelo e per i generatori funzionanti singolarmente, si deve prevedere un sistema che escluda automaticamente il carico in eccesso quando i generatori siano sovraccaricati e che operi in modo da impedire una prolungata diminuzione della velocit. Lintervento di tale dispositivo deve provocare un allarme ottico ed acustico.

2
2.1

Sorgente di emergenza di energia elettrica e impianti di emergenza


Generalit

2.1.1 Deve essere prevista una sorgente autonoma di emergenza di energia elettrica. 2.1.2 Il generatore di emergenza pu essere usato in casi eccezionali e per brevi periodi per alimentare circuiti non di emergenza, qualora siano adottate appropriate misure per salvaguardare lindipendenza del funzionamento in emergenza in tutte le circostanze. Sono da considerarsi eccezionali, con nave in navigazione, situazioni quali: a) mancanza totale di energia elettrica (blackout); b) nave priva di energia; c) impiego per prove periodiche; d) funzionamento in parallelo per brevi periodi con la sorgente di energia elettrica principale per il trasferimento del carico. A meno che non sia altrimenti stabilito dalla Societ, il generatore di emergenza pu essere impiegato durante le

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Parte E, Cap 11, Sez 5

suppone che siano disponibili in ogni momento mezzi per avviare il generatore di emergenza. Il generatore di emergenza e gli altri mezzi necessari a ripristinare la propulsione devono avere una capacit tale che lenergia di avviamento necessaria per la propulsione sia disponibile entro 30 minuti dal manifestarsi della condizione di mancanza totale di energia elettrica (blackout) / nave priva di energia definita sopra. Lenergia di avviamento immagazzinata per il generatore demergenza non deve essere utilizzata direttamente per avviare limpianto di propulsione, la sorgente principale di energia elettrica e/o altri ausiliari essenziali (generatore di emergenza escluso). Per le navi a vapore, il limite di tempo di 30 minuti dato nella SOLAS pu essere interpretato come il tempo che intercorre tra la condizione di mancanza totale di energia elettrica (blackout) / nave priva di energia definita sopra e laccensione della prima caldaia. 2.1.9 Devono essere previsti mezzi per prove periodiche dellimpianto di emergenza completo, comprendenti la verifica dei dispositivi di avviamento automatico. 2.1.10 Per gli impianti di avviamento dei gruppi elettrogeneratori di emergenza vedere Parte C, Cap 1, Sez 2, [3.1]. 2.1.11 La sorgente di emergenza di energia elettrica pu essere un generatore o una batteria di accumulatori che devono soddisfare rispettivamente le norme dei paragrafi [2.1.12] o [2.1.13]. 2.1.12 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica un generatore, esso deve essere: (a) azionato da un idoneo motore primo con una alimentazione indipendente del combustibile avente punto di infiammabilit (determinato con prova in vaso chiuso) non inferiore a 43 C; (b) avviato automaticamente a seguito della mancanza di alimentazione del quadro di emergenza dalla sorgente principale di energia elettrica ed essere collegato automaticamente al quadro di emergenza; i servizi indicati in [2.2.7] devono essere automaticamente commutati sul gruppo elettrogeneratore di emergenza. Limpianto di avviamento automatico e le caratteristiche del motore primo devono essere tali da consentire che il generatore di emergenza eroghi la sua piena potenza nominale nel pi breve tempo possibile, per quanto possa realizzarsi in condizioni di sicurezza, con un massimo di 45 s; e (c) integrato da una sorgente temporanea di emergenza di energia elettrica in accordo con [2.1.14]. 2.1.13 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica una batteria di accumulatori, essa deve essere in grado di: (a) sopperire al carico elettrico di emergenza senza essere ricaricata mantenendo la tensione della batteria durante tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale; (b) collegarsi automaticamente al quadro di emergenza nel caso di mancanza della sorgente principale di energia elettrica; e (c) alimentare immediatamente almeno i servizi specificati in [2.2.7].

2.1.14 La sorgente temporanea di emergenza di energia elettrica quando prescritta in [2.1.12] (c) deve essere costituita da una batteria di accumulatori che deve funzionare senza essere ricaricata, mantenendo la tensione della batteria durante tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automaticamente, in caso di mancanza o della sorgente principale di energia elettrica o di quella di emergenza almeno i servizi riportati in [2.2.7] se essi dipendono per il loro funzionamento da una sorgente di energia elettrica.

2.2

Distribuzione dellenergia elettrica

2.2.1 Il quadro di emergenza deve essere alimentato, durante il normale funzionamento, dal quadro principale per mezzo di una linea di alimentazione di interconnessione che deve essere adeguatamente protetta sul quadro principale contro sovraccarico e corto circuito e che deve essere automaticamente scollegata sul quadro di emergenza a seguito della mancanza della sorgente principale di energia elettrica. Quando limpianto previsto per alimentazione inversa, la linea di alimentazione di interconnessione deve anche essere protetta sul quadro di emergenza almeno contro corto circuito. 2.2.2 Al fine di assicurare una pronta disponibilit della sorgente di emergenza di energia elettrica, devono essere previsti, se necessario, dispositivi per scollegare automaticamente circuiti non di emergenza dal quadro di emergenza per assicurare che lenergia sia disponibile ai circuiti di emergenza. 2.2.3 La sorgente di emergenza di energia elettrica deve essere capace di alimentare contemporaneamente almeno i seguenti servizi per i periodi sottospecificati, se essi dipendono per il loro funzionamento da una sorgente elettrica: a) per un periodo di 36 ore, lilluminazione di emergenza: 1) di ogni punto di riunione ed imbarco e sulle murate; 2) dei corridoi, delle scale e delle uscite che danno accesso ai punti di riunione e di imbarco; 3) di tutti i corridoi, le scale e le uscite di servizio e degli alloggi, e delle cabine degli ascensori del personale; 4) dei locali macchine e delle centrali elettriche principali, incluse le loro posizioni di comando; 5) di tutti i posti di comando, delle sale di comando del macchinario e di ogni quadro principale e di emergenza; 6) di tutte le posizioni di deposito degli equipaggiamenti da vigile del fuoco; 7) delle macchine di governo; e 8) della pompa da incendio, della pompa per limpianto a sprinkler e della pompa di sentina di emergenza, di cui al successivo comma (d), e dei posti di avviamento dei loro motori;

420

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Parte E, Cap 11, Sez 5

b) per un periodo di 36 ore: 1) i fanali di navigazione e gli altri fanali prescritti dalle vigenti Norme internazionali per prevenire gli abbordi in mare; e 2) su navi costruite il 1 febbraio 1995 o dopo tale data linstallazione radio VHF richiesta dalla Regola IV/7.1.1 e IV/7.1.2 della SOLAS, Consolidated Edition 1992, e, se applicabile: linstallazione radio MF richiesta dalle Regole IV/9.1.1, IV/9.1.2, IV/10.1.2 e IV/10.1.3; la stazione terrestre di nave richiesta dalla Regola IV/10.1.1; e linstallazione radio MF/HF richiesta dalle Regole IV/10.2.1, IV/10.2.2 e IV/11.1;

2.2.4 Gli impianti di comunicazione interna richiesti in una condizione di emergenza generalmente comprendono: a) i mezzi di comunicazione tra la plancia ed il locale agghiaccio; b) i mezzi di comunicazione tra la plancia e la posizione nel locale macchine o la postazione nella sala di controllo dalla quale i motori sono normalmente comandati; c) i mezzi di comunicazione tra lufficiale di guardia e la persona responsabile di chiudere tutte le porte stagne che non possono essere chiuse da una posizione centralizzata di comando; d) limpianto di informazione pubblica o altri efficaci mezzi di comunicazione negli alloggi e nei locali pubblici e di servizio; e) i mezzi di comunicazione tra la plancia e la stazione di controllo incendio principale. 2.2.5 I segnali interni richiesti in una condizione di emergenza generalmente comprendono: a) lallarme generale, b) lindicazione delle porte stagne, c) lindicazione delle porte tagliafuoco. 2.2.6 (1/7/2003)

c) per un periodo di 36 ore: 1) tutti gli impianti di comunicazione interna richiesti in una condizione di emergenza, vedere [2.2.4]; 2) le apparecchiature di navigazione richieste dalla Regola V/12; la Societ pu esentare da questa prescrizione le navi aventi stazza lorda inferiore a 5000 ton, quando ritenga la prescrizione stessa non pratica o non ragionevole; 3) limpianto automatico di rivelazione e allarme di incendio e limpianto di ritenuta e sganciamento delle porte tagliafuoco; e 4) il funzionamento intermittente della lampada per segnalazioni diurne, del fischio nave, degli avvisatori a comando manuale e di tutte le segnalazioni interne (vedere [2.2.5]) che sono richieste in una condizione di emergenza; a meno che tali servizi non abbiano una alimentazione indipendente per un periodo di 36 ore da una batteria di accumulatori ubicata in maniera adeguata per essere impiegata in una condizione di emergenza; d) per un periodo di 36 ore: 1) una delle pompe da incendio prescritte dalle pertinenti norme di cui in Parte C, Capitolo 4; 2) la pompa per limpianto a sprinkler ad intervento automatico, se prevista; e 3) la pompa di sentina di emergenza e tutte le apparecchiature essenziali per il funzionamento delle valvole di sentina con comando a distanza alimentate elettricamente; e) per il periodo di tempo richiesto in Parte C, Cap 1, Sez 11, [2], le macchine di governo, quando per esse sia prescritta lalimentazione dalla sorgente di emergenza; f) per un periodo di mezzora: 1) tutte le porte stagne per le quali prescritto dalla Regola II-1/15 che siano azionate meccanicamente, unitamente ai loro indicatori ed ai segnali di allarme; 2) i dispositivi di emergenza per portare le cabine degli ascensori al livello del ponte per consentire la fuga delle persone. In una condizione di emergenza le cabine degli ascensori dei passeggeri possono essere portate al livello del ponte in sequenza.

Per le navi impegnate regolarmente in viaggi di breve durata, e cio che non si allontanano dalla costa per pi di 20 miglia marine o nel caso di navi classificate per navigazione costiera, la Societ pu accettare un periodo inferiore alle 36 ore specificate nei commi da (b) a (e) di [2.2.3] ma non minore di 12 ore, purch a sua soddisfazione sia garantito un adeguato livello di sicurezza.
Nota 1: Sulle navi alle quali non si applica la Convenzione SOLAS, pu essere accettato un periodo di tempo ridotto, ma non inferiore a tre ore.

2.2.7 La prescritta sorgente di emergenza temporanea di energia elettrica, deve alimentare almeno i seguenti servizi, se essi dipendono per il loro funzionamento da una sorgente di energia elettrica: a) per mezzora: 1) lilluminazione richiesta nei commi [2.2.3] (a) e (b1); 2) tutti i servizi richiesti nei commi (c 1, 3 e 4) di [2.2.3] salvo quando tali servizi abbiano unalimentazione indipendente, per il periodo specificato, da una batteria di accumulatori ubicata adeguatamente per essere impiegata in una condizione di emergenza. b) Essa deve fornire anche lenergia per chiudere le porte stagne come richiesto dalla Regola II-1/15.7.3.3, ma non necessariamente tutte contemporaneamente, a meno che non sia provvista una sorgente temporanea indipendente di energia accumulata, e lenergia per i circuiti di comando, indicazione e allarme come richiesto dalla Regola II-1/15.7.2, per mezzora.

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Parte E, Cap 11, Sez 5

2.3

Impianti di illuminazione posizionati nella parte bassa (low-location lighting)

2.3.1 Le navi da passeggeri devono essere provviste di un impianto di illuminazione posizionato nella parte bassa (low-location lighting (LLL)) in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 9, [2.2.2]. Quando limpianto LLL alimentato elettricamente, esso deve soddisfare le seguenti prescrizioni. 2.3.2 Limpianto LLL deve essere collegato al quadro di emergenza e deve poter essere alimentato sia dalla sorgente principale di energia elettrica sia dalla sorgente di emergenza di energia elettrica per un periodo minimo di 60 minuti dopo la sua attivazione in condizioni di emergenza. 2.3.3 Le sistemazioni dellalimentazione elettrica dellimpianto LLL devono essere realizzate in modo tale che un singolo guasto o un incendio in una qualsiasi zona o ponte non provochi la perdita dellilluminazione in qualsiasi altra zona o ponte. Tale prescrizione pu essere soddisfatta mediante una adeguata configurazione dei circuiti di alimentazione, mediante lutilizzo di cavi resistenti al fuoco in accordo con la Pubblicazione IEC 60331: Caratteristiche di resistenza al fuoco dei cavi elettrici, e/o mediante linstallazione di unit di alimentazione adeguatamente ubicate che possiedano batterie incorporate adeguatamente dimensionate per alimentare le LLL connesse, per un periodo minimo di 60 minuti. 2.3.4 Le luci e le apparecchiature di illuminazione devono essere progettate e sistemate in modo tale che un qualsiasi singolo guasto o malfunzionamento di una luce o di una apparecchiatura di illuminazione, diverso da un corto circuito, non provochi una mancanza di luce superiore a 1 metro. 2.3.5 Le luci e le apparecchiature di illuminazione devono essere come minimo di tipo non propagante la fiamma, avere un grado di protezione meccanica almeno IP55 e soddisfare le prescrizioni per lomologazione come specificato in Parte C, Cap 3, Sez 6, Tab 1. 2.3.6 Limpianto LLL deve poter essere attivato manualmente da una singola azione dalla stazione di comando centrale costantemente presidiata. Esso pu, inoltre, funzionare continuativamente o essere attivato automaticamente, p.e. dalla presenza di fumo entro lo(gli) spazio(i) in cui esso ubicato. 2.3.7 Gli impianti, quando sono alimentati, devono sviluppare la luminescenza minima riportata di seguito: per ciascuna sorgente planare: 10 cd/m2 dalle parti attive per una linea continua di almeno 15 mm di larghezza; per ciascuna sorgente puntiforme: 35 mcd nella tipica direzione di traccia di avvicinamento e visione che deve essere considerata: per le sorgenti che devono essere viste da una posizione orizzontale, cio montate sul ponte o accessori montati su paratie orizzontali, entro un cono di 60 con lasse posizionato a 30 dalla superficie di

montaggio orizzontale della sorgente puntiforme ed in linea con la direzione della traccia, vedere Fig 1; per le sorgenti che devono essere viste da una posizione verticale, cio le LLL verticali che indicano fino alle maniglie delle porte, entro un cono di 60 con lasse posizionato perpendicolarmente alla superficie di montaggio della sorgente puntiforme, vedere Fig 2. La separazione tra le sorgenti non deve superare 300 mm. Figura 1

occhio

60

30 Sorgente puntiforme Superficie di montaggio orizzontale

Figura 2

60

occhio

90

2.3.8 Le luci e le apparecchiature di illuminazione devono essere continue eccetto quando interrotte da vincoli costruttivi, come corridoi o porte di cabine ecc., e devono essere provviste di una linea visibile lungo la via di fuga e, quando applicabile, devono condurre alle maniglie delle porte di uscita. Le interruzioni dellimpianto LLL, dovute a vincoli costruttivi non devono superare i 2 metri. 2.3.9 Lilluminazione deve essere prevista su almeno un lato del corridoi o della scala. Nei corridoi e nelle scale di larghezza superiore a 2 metri, lilluminazione deve essere prevista su entrambi i lati. 2.3.10 Nei corridoi lilluminazione deve essere installata o sulla paratia entro 300 mm dal ponte o in alternativa, sul ponte entro 150 mm dalla paratia. 2.3.11 Nelle scale lilluminazione deve essere installata entro 300 mm al di sopra degli scalini in modo tale che ciascun scalino possa essere facilmente identificato sia dallo scalino precedente che da quello seguente. Il primo e lultimo scalino devono essere ulteriormente identificati per mostrare chiaramente che non ci sono ulteriori scalini.

422

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Superficie verticale

Sorgente puntiforme

Parte E, Cap 11, Sez 5

Impianto di allarme generale di emergenza e impianto di informazione pubblica


Impianto di allarme generale di emergenza

3.1.11 Il livello di pressione sonora, in corrispondenza dei testa letto e nei bagni delle cabine deve essere di almeno 75 dB (A) e di almeno 10 dB (A) sopra il rumore di fondo. 3.1.12 Per i cavi utilizzati per gli impianti di allarme generale di emergenza vedere Parte C, Cap 2, Sez 3, [9.6], Parte C, Cap 2, Sez 11, [5.2.1] e Parte C, Cap 2, Sez 11, [5.2.4]. 3.1.13 I cavi e le apparecchiature elettriche per limpianto di allarme generale di emergenza e le loro sorgenti di alimentazione devono essere sistemate in modo tale da ridurre al minimo la perdita dellimpianto in ogni zona a causa di un incendio localizzato. 3.1.14 Quando lallarme incendio per radunare lequipaggio azionato dalla plancia o dalla stazione antincendio incluso nellimpianto di allarme generale nave, esso deve poter essere azionato indipendentemente dallallarme per i locali da passeggeri.

3.1

3.1.1 Un impianto costituito da campane o trombe comandate elettricamente, o un altro impianto equivalente di avvertimento in aggiunta al fischio o alla sirena della nave, per diffondere il segnale di allarme generale di emergenza deve rispondere alle seguenti prescrizioni. 3.1.2 Limpianto di allarme generale di emergenza deve essere supplementato da un impianto di informazione pubblica rispondente alle prescrizioni di cui in [3.2] o da altri adeguati mezzi di comunicazione. 3.1.3 Limpianto di intrattenimento musicale deve essere automaticamente escluso quando attivato limpianto di allarme generale. 3.1.4 Limpianto deve essere alimentato con continuit e deve essere dotato di commutazione automatica ad una sorgente di alimentazione di riserva in caso di perdita della sorgente di alimentazione abituale. Deve essere dato un allarme in caso di guasto della sorgente di alimentazione abituale. 3.1.5 Limpianto deve essere alimentato, per mezzo di due circuiti, uno dalla sorgente di alimentazione principale della nave e laltro dalla sorgente di emergenza di energia elettrica richiesta in [2.1] e [2.2]. 3.1.6 (1/7/2002) Limpianto deve essere azionabile dalla plancia e, eccetto che per il fischio, da altre postazioni strategiche.
Nota 1: Possono essere considerate altre postazioni strategiche quelle postazioni, oltre alla plancia, dalle quali si possono effettuare comandi in situazioni di emergenza e dalle quali si pu attivare limpianto di allarme generale di emergenza. Una postazione anti-incendio normalmente considerata postazione strategica.

3.2

Impianto di informazione pubblica

3.2.1 Limpianto di informazione pubblica deve essere un impianto completo costituito da altoparlanti che consentano la trasmissione contemporanea di messaggi dalla plancia, e da almeno unaltra posizione a bordo da impiegare nel caso in cui la plancia non sia disponibile a causa di una condizione di emergenza, in tutti gli spazi in cui siano normalmente presenti membri dellequipaggio o passeggeri o entrambi (locali alloggio e di servizio, stazioni di comando e ponti scoperti), e nei punti di raccolta (cio punti di riunione). Limpianto di informazione pubblica /pu essere non richiesto in spazi come ad esempio i passaggi sotto i ponti, il deposito nostromo, lospedale ed il locale pompe. 3.2.2 (1/7/2002) Limpianto di informazione pubblica deve essere alimentato con continuit dalla sorgente principale di energia elettrica, dalla sorgente di emergenza di energia elettrica e dalla sorgente temporanea di energia elettrica come richiesto in [2.2]. 3.2.3 I comandi dellimpianto in plancia devono poter interrompere qualunque trasmissione sullimpianto effettuata da qualsiasi altra posizione a bordo. 3.2.4 Quando il singolo altoparlante possiede un dispositivo locale per essere tacitato, deve essere previsto un dispositivo di intervento ad esclusione della tacitazione dalla(e) stazione(i) di comando inclusa la plancia. 3.2.5 Limpianto non deve richiedere nessuna azione da parte dei destinatari. 3.2.6 Deve essere possibile informare separatamente i locali di lavoro e alloggio dellequipaggio dai locali passeggeri. 3.2.7 In aggiunta ad ogni funzione prevista per impiego di routine a bordo, limpianto deve avere una funzione di

3.1.7 Lallarme deve continuare a funzionare dopo che stato attivato fino a quando non venga interrotto manualmente oppure non venga temporaneamente interrotto da un messaggio sullimpianto di informazione pubblica. 3.1.8 Limpianto dallarme deve essere udibile in tutti i locali alloggio, negli spazi in cui lequipaggio normalmente lavora e su tutti i ponti scoperti. 3.1.9 Il livello minimo di pressione del suono per il tono dellallarme di emergenza allinterno e allesterno deve essere di 80 dB (A) e di almeno 10 dB (A) sopra il rumore di fondo presente durante il normale funzionamento delle apparecchiature con la nave alla via in condizioni di tempo normale. 3.1.10 Nelle cabine senza altoparlante, deve essere installato un trasduttore elettronico dallarme, p.e. un buzzer o simile.

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423

Parte E, Cap 11, Sez 5

comando di emergenza in ciascuna postazione di comando che: a) sia chiaramente indicata come funzione di emergenza; b) sia protetta contro luso non autorizzato; c) superi automaticamente ogni altro impianto o programma di ingresso; e d) superi automaticamente qualsiasi comando di volume e di inserito/escluso in modo tale che in tutti i locali sia raggiunto il volume richiesto per il modo di funzionamento in emergenza. 3.2.8 Limpianto deve essere installato per quanto riguarda le condizioni acustiche, in modo tale che gli annunci di emergenza siano chiaramente udibili al di sopra del rumore ambientale in tutti i locali nei quali sono normalmente presenti membri dellequipaggio o passeggeri o entrambi (locali alloggio e di servizio, stazioni di comando e ponti scoperti), e nei punti di raccolta (cio punti di riunione). 3.2.9 Con la nave alla via in condizioni normali, il livello minimo di pressione del suono per la diffusione di messaggi demergenza deve essere: a) allinterno di 75 dB (A) e di almeno 20 dB (A) al di sopra del brusio di fondo; e b) allesterno di 80 dB (A) e di almeno 15 dB (A) al di sopra del brusio di fondo. 3.2.10 Limpianto deve essere sistemato per prevenire retroazioni o altre interferenze. 3.2.11 Limpianto deve essere sistemato in modo tale da ridurre al minimo leffetto di un singolo guasto in modo tale che i messaggi di emergenza siano ancora udibili (al di sopra dei livelli di rumore ambientale) anche in caso di guasto di qualunque circuito o componente. 3.2.12 Ciascun altoparlante deve essere protetto individualmente contro il corto circuito. 3.2.13 Per i cavi utilizzati per gli impianti di informazione pubblica vedere Parte C, Cap 2, Sez 3, [9.6], Parte C, Cap 2, Sez 11, [5.2.1] e Parte C, Cap 2, Sez 11, [5.2.4]. 3.2.14 Tutte le aree di ciascuna zona di incendio devono essere alimentate da almeno due anelli dedicati di cavi ritardanti la fiamma che devono essere sufficientemente

separati per tutta la loro lunghezza e alimentati da due amplificatori separati ed indipendenti.

3.3

Impianto combinato di allarme generale di emergenza - informazione pubblica

3.3.1 Quando limpianto di informazione pubblica lunico mezzo per azionare il segnale di allarme generale di emergenza e lallarme dincendio, in aggiunta alle prescrizioni di cui in [3.1] e [3.2], devono essere soddisfatte anche le seguenti: limpianto supera automaticamente ogni altro ingresso quando viene richiesto un allarme di emergenza; nel modo di funzionamento in emergenza, quando viene richiesto un allarme di emergenza, limpianto supera automaticamente qualsiasi comando di volume installato per fornire luscita desiderata; limpianto sistemato in modo tale da ridurre al minimo leffetto di un singolo guasto in modo tale che il segnale di allarme sia ancora udibile (al di sopra dei livelli di rumore ambientale) anche in caso di guasto di qualunque circuito o componente, mediante limpiego di pi di un dispositivo per generare il segnale il segnale acustico elettronico.

4
4.1

Installazione
Sottoquadri e quadri di distribuzione

4.1.1 I vani o gli armadi che si trovano in posizioni accessibili ai passeggeri devono poter essere chiusi a chiave.

5
5.1

Componenti per i quali richiesta lapprovazione di tipo

5.1.1 I componenti per gli impianti di illuminazione posizionati nella parte bassa (Low-Location Lighting: LLL) dei percorsi di sfuggita delle navi da passeggeri devono essere di tipo approvato oppure in accordo con [5.1.2]. 5.1.2 Caso per caso pu essere concessa una accettazione basata sullinvio di una documentazione adeguata e sullesecuzione di prove a discrezione della Societ.

424

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, App 1

APPENDICE 1

METODO DI CALCOLO PER I DISPOSITIVI DI BILANCIAMENTO TRASVERSALE (CROSS - FLOODING ARRANGEMENTS)

Metodo di calcolo per i dispositivi di bilanciamento trasversale (cross flooding arrangements)


Sezione delle condotte di bilanciamento
Calcolo della sezione delle condotte

Caso 6 : uscita da un tubo Caso 7 : valvola di non ritorno Caso 8 : perdite per attrito nel tubo Caso 9 : valvola a saracinesca Caso 10 : valvola a farfalla Caso 11 : valvola a disco

1.1
1.1.1

La sezione delle condotte di bilanciamento S, in m2, pu essere calcolata con la seguente formula:
2W S = ---------------------------------------------------tF ( 2gH o + 2gH F )

Caso 1 : CURVA CIRCOLARE a 90 (vedere Fig 1) Il fattore k definito nella Tab 1 Tabella 1 : Valore del fattore k
R/D k 2 .30 3 .26 4 .23 5 .20 6 .18 7 .17

dove: W : volume, in m3, dellacqua che entra nei compartimenti di bilanciamento durante il periodo considerato, : tempo, in s, necessario a completare il bilanciamento, : fattore, da calcolarsi come segue:
1 F = ----------------------1+ k

t F

Figura 1 : CURVA CIRCOLARE a 90

In generale, si pu assumere un valore di F uguale a 0,65. In ogni modo, per particolari configurazioni delle condotte nella formula suddetta, si devono usare appropriati valori di k, k : fattore adimensionale di riduzione della velocit nella condotta, in funzione delle curve, valvole, ecc. nellimpianto di bilanciamento trasversale, ricavabile dalla [1.1.2], a seconda dei casi, : accelerazione di gravit, in m/s2: g = 9,81 m/s , Ho HF : battente dacqua iniziale, in m, : battente dacqua finale dopo il bilanciamento, in m. Fattore di riduzione k
2

Caso 2 : CURVA A RAGGIO CON R/D = 2 (vedere Fig 2) Il fattore k definito nella Tab 2 Tabella 2 : Valore del fattore k
k 15 .06 30 .12 45 .18 60 .24 75 .27 90 .30

Figura 2 : CURVA A RAGGIO CON R/D = 2

1.1.2

Il fattore di riduzione deve essere calcolato in relazione ai seguenti casi : Caso 1 : curva circolare a 90 Caso 2 : curva a raggio R/D = 2 Caso 3 : curva ad angolo Caso 4 : curva a 90 a doppio angolo Caso 5 : ingresso in un tubo

8
4

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425

Parte E, Cap 11, App 1

Caso 3 : CURVA AD ANGOLO (vedere Fig 3) Il fattore k definito nella Tab 3 Tabella 3 : Valore del fattore k
k 5 .02 15 .06 30 .17 45 .32 60 .68 90 1.26

Caso 6 : USCITA DA UN TUBO (vedere Fig 6) k = 1.0 Figura 6 : USCITA DA UN TUBO

Figura 3 : CURVA AD ANGOLO


=

Caso 7 : VALVOLA DI NON-RITORNO (vedere Fig 7) k = 0.5 Il valore di k in realt aumenta col diminuire del numero di Froude, particolarmente per velocit al di sotto di 2m/sec. Caso 4 : CURVA A 90 A DOPPIO ANGOLO (vedere Fig 4) Il fattore k definito nella Tab 4 Tabella 4 : Valore del fattore k
L/D k 1 .41 2 .40 3 .43 4 .46 5 .46 6 .44
8

Figura 7 : VALVOLA DI NON-RITORNO

Caso 8 : PERDITE PER ATTRITO NEL TUBO Il fattore sopra indicato un valore medio e in effetti varia col numero di Reynold (cio varia con V per D e v costanti) cos come con la rugosit relativa. k = 0.02/D per unit di lunghezza

Figura 4 : CURVA A 90 A DOPPIO ANGOLO


v 45

45

Caso 9 : VALVOLA A SARACINESCA (vedere Fig 8) k = 0.3

D V

Figura 8 : VALVOLA A SARACINESCA

Caso 5 : INGRESSO IN UN TUBO (vedere Fig 5) Il fattore k definito nella Tab 5


8 8

Tabella 5 : Valore del fattore k


t/D k .01 .83 .02 .68 .03 .53 .04 .46 .05 .44 .05 .43

Caso 10 : VALVOLA A FARFALLA (vedere Fig 9) k = 0.8 Figura 9 : VALVOLA A FARFALLA


V V

Figura 5 : INGRESSO IN UN TUBO


t V D V

Caso 11 : VALVOLA A DISCO (vedere Fig 10) k = 6.0

426

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, App 1

Figura 10 : VALVOLA A DISCO

Sez 3, [1.4.10] d) e Sez 3, [1.4.10] e) devono essere misurati a quellangolo, come indicato nella Fig 11. 1.3.2 Nel caso in cui lallagamento progressivo sia di natura limitata tale che esso non continui in maniera costante, e produca unaccettabile lenta riduzione del braccio di stabilit inferiore a 0,04 m, il resto della curva deve essere parzialmente troncato assumendo che lo spazio progressivamente allagato sia cos allagato fin dallinizio, come indicato nella Fig 12. Figura 11 : Allagamento progressivo notevole
braccio raddrizzante

1.1.3 Tubi di troppo pieno In generale, larea della sezione dei tubi di troppo-pieno relativi ai compartimenti collegati non deve essere inferiore a S/10, dove S definito in [1.1.1].

1.2

Penetrazione della falla ipotizzata in corrispondenza di controcarene

0.04m

1.2.1 Se sono sistemate controcarene, necessario stabilire la massima penetrazione di falla ipotizzata (B/5) da prendere in considerazione nello stabilire i vari casi di danno. A questo proposito, la larghezza B in corrispondenza di tali controcarene deve essere misurata allesterno delle stesse. Dove non sono sistemate controcarene, la larghezza B deve coincidere con la larghezza in sezione maestra misurata fuori fasciame originale. In altre parole, la penetrazione assunta pari a B/5 la stessa di quella applicata prima della sistemazione delle controcarene.

braccio sbandante

Figura 12 : Allagamento progressivo di natura limitata


braccio raddrizzante

1.3

Interpretazione delle prescrizioni relative allo stadio finale di allagamento

0.04 m

1.3.1 Quando si verifica un notevole allagamento progressivo, cio quando esso provoca una rapida riduzione del braccio di stabilit pari a 0,04 m o pi, la curva dei bracci di stabilit deve considerarsi terminata allangolo al quale si verifica lallagamento progressivo e il campo e larea di cui a

braccio sbandante

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427

Parte E, Cap 11, App 2

APPENDICE 2

CALCOLO DEL FATTORE DI COMPARTIMENTAZIONE

Calcolo del fattore di compartimentazione


Fattore di compartimentazione
Generalit

1.1.3

Criterio di servizio

Il criterio di servizio deve essere calcolato in base alla Tab 1. 1.1.4 Fattore di compartimentazione

1.1
1.1.1

Le prescrizioni specificate in [1.1.3] e [1.1.4] riassumono una procedura di calcolo del criterio di servizio CS e del fattore di compartimentazione F come specificato in Sez 3, [1.3.5] e Sez 3, [1.3.6]. Il fattore di compartimentazione deve essere usato in Sez 3, [1.3.2] e Sez 3, [1.4.2]. 1.1.2 Definizioni

I valori dati in Tab 2 devono essere calcolati, a seconda dei casi, per la determinazione del fattore di compartimentazione in base alla Tab 3 o alla Tab 4. Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato in accordo con: Tab 3 per navi che trasportano un numero di persone non superiore alla capacit delle imbarcazioni di salvataggio sistemate come specificato in Sez 3, [1.3.5], Tab 4 per navi abilitate a navigazione internazionale breve, trasportanti principalmente passeggeri, e dove la capacit delle imbarcazioni di salvataggio inferiore al numero di persone a bordo.

K, N, P, P1 : definiti in Sez 3, [1.3.6], P2 : il volume totale degli spazi effettivi per i passeggeri sopra la linea limite.

Tabella 1 : Criterio di servizio


Condizione
2 P + P 2 > -- K N 3 2 P + P 2 -- K N 3 KN P + P 2

P1
P + P2 2 -- KN 3 KN

Criterio di servizio CS se P1 > P


M + 2 P1 C S = 72 -----------------------V + P1 P

KN > P + P 2

se P1 P
M+2P C S = 72 ---------------------V

Tabella 2 : Valori per il calcolo del fattore di compartimentazione


Fattore A B S Valore
58 ,2 ---------------- + 0 ,18 L S 60 30 ,3 ---------------- + 0 ,18 L S 42 3574 25L S -----------------------------13 ( A B ) ( C s 23 ) A ----------------------------------------100

428

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 11, App 2

Tabella 3 : Fattore di compartimentazione per navi trasportanti un numero di persone non superiore alla capacit delle imbarcazioni di salvataggio
Lunghezza, in m L < 79 Criterio di servizio CS S 79 L < 131 (1) S < CS < 123 CS 123 L 131 CS < 23 23 < CS < 123 (3) CS 123 (3) Tutte le lunghezze con
L2 12 < N min ---------, 50 650

Fattore di compartimentazione F 1 1
( 1 B ) ( CS S ) 1 ----------------------------------------123 S

Riferimenti Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5]

(2)

Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5]

B (2) A B 1 (4)

CS < S (2)

(1)

(2)

(3) (4)

In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Societ convinta che la conformit a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, pu permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purch il fattore usato sia il pi basso praticabile e ragionevole nelle circostanze. Se il fattore F inferiore a 0,40 ed dimostrato a soddisfazione della Societ essere impraticabile la conformit al fattore F in un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale pu essere regolata da un fattore aumentato, che, tuttavia, non pu superare 0,40 (vedere Sez 3, [1.3.5] b). Se CS 45 e 0,50 < 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 3, [1.3.5] a). Se la Societ convinta che la conformit a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, esso pu permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purch il fattore usato sia il pi basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.

Tabella 4 : Fattore di compartimentazione per navi con capacit delle imbarcazioni di salvataggio inferiore al numero di persone a bordo
Lunghezza, in m L < 79 Criterio di servizio CS S 79 L < 131 (1) S < CS < 123 CS 123 CS < 23 L 131 Tutte le lunghezze con
L 12 < N min ---------, 50 650
2

Fattore di compartimentazione F 0,50 0,50


( 1 B ) ( CS S ) min 1 ------------------------------------- ;0, 50 123 S

Riferimenti Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5]

(2)

Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5] Sez 3, [1.3.5]

min(B; 0,50) (2) min(A; 0,50) min(; 0,50) min(B; 0,50) 0,5 (4)

23 < CS < 123 (2) CS 123 (2) CS < S

(1)

(2)

(3) (4)

In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Societ convinta che la conformit a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, pu permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purch il fattore usato sia il pi basso praticabile e ragionevole nelle circostanze. Se il fattore F inferiore a 0,40 ed dimostrato a soddisfazione della Societ essere impraticabile la conformit al fattore F in un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale pu essere regolata da un fattore aumentato, che, tuttavia, non pu eccedere 0,40 (vedere Sez 3, [1.3.5] b). Se CS 45 e 0,50 < 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 3, [1.3.5] a). Se la Societ convinta che la conformit a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, esso pu permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purch il fattore usato sia il pi basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.

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429

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 12

NAVI DA PASSEGGERI RO - RO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SISTEMAZIONI DELLA NAVE SCAFO E STABILIT IMPIANTI ELETTRICI

Regolamenti RINA 2005

431

Parte E, Cap 12, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto Sistemazioni della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti Impianti elettrici Automazione

Tabella 1
Riferimento Sez 2 Sez 3 Cap 1, Sez 3 e Cap 11, Sez 4 Sez 4 (1) (2)

1.1.1 La notazione di servizio ro-ro passenger ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.6.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi traghetto da passeggeri (navi da passeggeri ro-ro). 1.1.3 In alternativa, su richiesta delle parti interessate, la Societ applica la Direttiva dellUnione Europea N. 98/18/CE adottata dal Consiglio il 17 marzo 1998 alle navi soggette a tale Direttiva.

Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

(2)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi traghetto da passeggeri (navi da passeggeri ro-ro) Le prescrizioni specifiche per navi traghetto da passeggeri (navi da passeggeri ro-ro) sono date in Parte C, Capitolo 4

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi traghetto da passeggeri (navi da passeggeri ro-ro).

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433

Parte E, Cap 12, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONI DELLA NAVE

1
1.1

Generalit
Applicazione

1.1.1 Le prescrizioni in Cap 11, Sez 2 e Cap 11, Sez 3 si applicano alle navi a pi ponti, con doppio fondo e, in alcuni casi, cisterne laterali estese fino al pi basso ponte sopra la linea di galleggiamento di pieno carico, destinate al trasporto di: passeggeri veicoli che possono essere imbarcati o sbarcati sulle loro ruote e/o merci entro contenitori o su piattaforme mobili (pallets) che possono essere caricate o scaricate mediante veicoli su ruote veicoli ferroviari, su rotaie fisse, che possono essere imbarcati o sbarcati sulle loro ruote.

della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei quali autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione e/o merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri ferroviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili (pallets), cisterne smontabili o entro o su unit di stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono essere caricate o scaricate con movimentazione normalmente orizzontale. 1.2.8 Locali di categoria speciale (1/1/2005) I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli possono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i passeggeri possono accedere. I locali di categoria speciale possono essere sistemati su pi di un ponte, a condizione che la loro altezza libera complessiva non sia superiore a 10 m.

1.2

Definizioni

1.2.1 Galleggiamento di compartimentazione Il galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento in base alla quale viene determinata la compartimentazione della nave. 1.2.2 Massimo galleggiamento di compartimentazione Il massimo galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento che corrisponde alla massima immersione permessa dalle norme di compartimentazione che sono applicabili. 1.2.3 Lunghezza della nave LS La lunghezza della nave LS la lunghezza misurata tra le perpendicolari condotte alle estremit del massimo galleggiamento di compartimentazione. La lunghezza a cui si fa riferimento in [2] la lunghezza LS. 1.2.4 Ponte delle paratie Il ponte delle paratie il ponte pi alto al quale si estendono le paratie stagne trasversali. 1.2.5 Linea limite La linea limite una linea tracciata ad almeno 76 mm sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a murata. 1.2.6 Locali per i passeggeri I locali per i passeggeri sono i locali destinati ad alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, i depositi ed i locali locali per le provviste e la posta. In ogni caso, i volumi e le aree devono essere calcolati fra le linee fuori ossatura. 1.2.7 Locali da carico ro-ro (1/1/2005) I locali da carico ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza

2
2.1

Sistemazioni generali
Numero e posizioni delle paratie trasversali stagne

2.1.1 Quando le paratie trasversali stagne sono in numero minore di quello specificato in Parte B, Cap 2, Sez 1, [1.1] o quando il loro intervallo considerato eccessivo dalla Societ, la nave deve essere provvista di un sistema di paratie parziali, di costole rinforzate dei fianchi e di bagli rinforzati, tali da fornire una rigidezza trasversale equivalente.

2.2

Posizione della paratia di collisione

2.2.1 Deve essere sistemata una paratia del gavone di prora o di collisione che deve essere stagna fino al ponte delle paratie. Tale paratia deve essere collocata ad una distanza, in m, dalla perpendicolare avanti non inferiore al 5% della lunghezza LS della nave e a non pi di 3 m pi il 5% della lunghezza LS della nave. Se parte della nave sotto il galleggiamento si prolunga a proravia della perpendicolare avanti, per esempio una prora a bulbo, le distanze sopra stabilite devono essere misurate da un punto che sia: nel punto di mezzo di tale prolungamento; oppure ad una distanza pari a 1,5% della lunghezza della nave LS a proravia della Pp AV; oppure ad una distanza di 3 m a proravia della Pp AV; assumendo il valore minore. 2.2.2 Se viene sistemata una lunga sovrastruttura prodiera, la paratia del gavone prodiero o di collisione su tutte le navi passeggeri ro-ro deve essere prolungata stagna alle intemperie fino al prossimo ponte completo sopra il ponte delle paratie. Tale prolungamento deve essere sistemato in modo

434

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 12, Sez 2

da impedire leventualit che il portellone di prora lo danneggi nel caso che il portellone stesso subisca un danno o si distacchi. Il prolungamento non deve necessariamente essere sistemato direttamente in linea con la sottostante paratia, purch ogni parte del prolungamento non cada a proravia dei limiti prodieri specificati in [2.2.1]. Rampe che non soddisfino i requisiti suddetti non devono essere considerate un prolungamento della paratia di collisione. 2.2.3 Non sono permesse porte, passi duomo o altre aperture di accesso nella paratia di collisione sotto la linea limite. La paratia di collisione pu essere perforata al di sotto della linea limite da non pi di un tubo necessario per il passaggio del liquido contenuto nel gavone di prora, purch il tubo sia munito di valvola del tipo a chiusura a vite e manovrabile da una posizione al di sopra del ponte delle paratie, la cassa valvola essendo collegata alla paratia di collisione allinterno del gavone. La Societ pu, tuttavia, autorizzare il montaggio di detta valvola sul lato poppiero della paratia di collisione purch la valvola sia prontamente accessibile in tutte le condizioni di servizio e lo spazio dove essa collocata non sia uno spazio per il carico. Se il gavone di prora diviso per contenere due diversi tipi di liquidi, la Societ pu permettere che la paratia di collisione sia perforate sotto la linea limite da due tubi, ciascuno dei quali installato come richiesto dal suddetto paragrafo, purch la Societ sia convinta che non esiste pratica alternativa allinstallazione di tale secondo tubo e che, considerando la compartimentazione addizionale del gavone di prora, la sicurezza della nave venga mantenuta.

contenenti i macchinari di propulsione principali ed ausiliari, incluse le caldaie che servono alle necessit della propulsione e tutti i depositi combustibile permanenti. Quando sono installati due o pi linee dalberi, le gallerie devono essere collegate da un passaggio intercomunicante. Soltanto una porta ammessa fra il locale macchine e le gallerie dove sono installate due linee dalberi e soltanto due porte dove ci sono pi di due assi. Tutte queste porte devono essere del tipo a scorrimento e devono essere cos collocate da avere le loro soglie pi in alto possibile. Il meccanismo manuale per manovrare queste porte da sopra il ponte delle paratie deve essere situato fuori dagli spazi contenenti macchinari. Lamiere portatili delle paratie non sono permesse salvo che nei locali macchine. Tali lamiere devono sempre essere in posto prima che la nave lasci il porto, e non devono essere rimosse durante la navigazione eccetto in caso di urgente necessit a discrezione del Comandante. I tempi della rimozione e riposizionamento di qualunque di tali lamiere portatili devono essere registrati nel giornale di bordo, e le necessarie precauzioni devono essere prese nel rimetterle in posto per assicurare che i giunti siano stagni. La Societ pu permettere che non pi di una porta stagna scorrevole con manovra meccanica, in ciascuna paratia trasversale principale, pi larga di 1,2 m sostituisca queste lamiere portatili, purch queste porte siano chiuse prima che la nave lasci il porto e rimangano chiuse durante la navigazione, eccetto nei casi di urgente necessit a discrezione del Comandante. Non necessario che tali porte soddisfino le prescrizioni di completa chiusura a mano in 90 secondi (vedere [2.6.3] e). I tempi di apertura e chiusura di queste porte , a prescindere che la nave sia in navigazione o in porto, deve essere registrato nel giornale di bordo. 2.4.2 Aperture negli spazi del carico

2.3

Paratia del gavone di poppa, paratie del locale macchine e astucci degli assi portaelica

2.3.1 Una paratia del gavone di poppa e paratie dividenti il locale macchine dagli spazi avanti e addietro, destinati al carico e ai passeggeri, devono pure essere installate e rese stagne fino al ponte delle paratie. La paratia del gavone di poppa pu, tuttavia, presentare un gradino sotto il ponte delle paratie, purch il grado di sicurezza della nave per quanto riguarda la compartimentazione non venga perci diminuito. 2.3.2 In tutti i casi gli astucci degli assi devono essere chiusi in spazi stagni di volume modesto. Il premitrecce deve essere situato in una galleria degli alberi stagna od in un altro spazio stagno separato dal compartimento degli astucci e di volume tale che, se allagato da perdite attraverso il premitrecce, la linea limite non venga sommersa.

Porte stagne soddisfacenti le prescrizioni di [2.6.1] possono essere installate nelle paratie stagne dividenti gli interponti destinati al carico. Tali porte possono essere del tipo a cerniera, su rulli od a scorrimento ma non devono essere comandate a distanza. Esse devono essere installate al pi alto livello e il pi lontano praticamente possibile dal fasciame esterno, ma in nessun caso il loro stipite esterno deve essere situato ad una distanza dal fasciame esterno inferiore ad un quinto della larghezza della nave, misurando tale distanza perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione. Le porte apribili durante la navigazione devono essere munite di un dispositivo che ne impedisca lapertura non autorizzata. Passi duomo, o accessi nelle paratie stagne trasversali dividenti uno spazio per il carico da un altro spazio per il carico adiacente ovvero da un deposito combustibile permanente, possono pure essere accettati dalla Societ. 2.4.3 Aperture sulle navi passeggeri che trasportano veicoli merci con proprio personale

2.4

Aperture nelle paratie stagne sotto il ponte delle paratie

2.4.1 Aperture entro i locali macchine Non pi di una porta, a parte le porte dei depositi combustibile e delle gallerie dalberi, pu essere installata in ciascuna paratia stagna trasversale principale entro gli spazi

La presente prescrizione si applica a navi passeggeri progettate o adattate per il trasporto di veicoli merci e del loro personale quando il numero totale di persone a bordo diverse dai passeggeri come definito in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.6.2], superiore a 12.

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435

Parte E, Cap 12, Sez 2

Se in tale nave il numero totale dei passeggeri incluso il personale che accompagna i veicoli non supera:
A N = 12 + ----25

2.5

Aperture nelle paratie sopra il ponte delle paratie

dove: N A : il massimo numero di passeggeri per il quale la nave certificata, : larea totale di ponte, in m2, degli spazi disponibili per lo stivaggio dei veicoli merci,

e dove laltezza libera alla posizione di stivaggio e allingresso in tali spazi non inferiore a 4 m, si applicano le disposizioni di [2.4.2] nei riguardi delle porte stagne, eccetto che le porte nelle paratie stagne che dividono gli spazi del carico possono essere sistemate ad ogni livello. Inoltre, sono richiesti indicatori sul ponte di comando che segnalino automaticamente quando ciascuna porta chiusa e tutti i suoi dispositivi di bloccaggio sono fissati. 2.4.4 Cofani e gallerie

Se cofani di passaggio o gallerie per laccesso dagli alloggi equipaggio al locale dei forni, per tubolature, o per qualunque altro scopo attraversano le paratie stagne trasversali principali, essi devono essere stagni e in accordo con le prescrizioni di Parte B, Cap 4, Sez 7, [1.3]. Laccesso ad almeno una estremit di ciascuna di tali gallerie o cofani, se usato per transito quando la nave in mare, deve essere attraverso una garitta che si estenda stagna fino ad unaltezza sufficiente per permettere laccesso al di sopra della linea limite. Laccesso allaltra estremit del cofano o galleria pu avvenire attraverso una porta stagna del tipo richiesto dalla sua posizione nella nave. Tali cofani o gallerie non devono estendersi attraverso la prima paratia di compartimentazione a poppavia della paratia di collisione. Se cofani di passaggio in relazione al carico refrigerato e alla ventilazione o cofani per il tiraggio forzato attraversano pi di una paratia stagna, i mezzi di chiusura di tali aperture devono essere manovrati meccanicamente ed avere la possibilit di essere chiusi da una posizione centrale situata sopra il ponte delle paratie. Qualora un condotto di ventilazione passante attraverso una struttura passi attraverso il ponte delle paratie, tale condotto deve essere in grado di resistere alla pressione dovuta allacqua eventualmente presente al suo interno, tenendo conto del massimo angolo di sbandamento trasversale ammissibile durante le fasi intermedie di allagamento. In assenza di informazioni relative al massimo angolo di sbandamento di cui sopra, la pressione dacqua relativa alla posizione trasversale del condotto di ventilazione deve essere ottenuta interpolando linearmente tra 0,5 m sul piano di simmetria della nave e laltezza, dal ponte della paratie, corrispondente a un angolo di 15, pi 0,5 m sul fianco. 2.4.5 Prescrizioni addizionali

2.5.1 Generalit Misure come la sistemazione di paratie parziali o diaframmi devono essere prese per limitare lentrata e la propagazione dellacqua sopra il ponte delle paratie. Quando sono sistemate paratie stagne parziali e diaframmi sul ponte delle paratie, sopra o nelle immediate vicinanze delle paratie di compartimentazione principali, i loro collegamenti con il fasciame e il ponte delle paratie devono essere stagne in modo da limitare il flusso dellacqua lungo il ponte quando la nave sbandata per avaria. Dove la paratia stagna parziale non in linea con la paratia sottostante, il ponte delle paratie tra di esse deve essere efficacemente stagno. Il ponte delle paratie o il ponte soprastante deve essere stagno alle intemperie. Le mastre di tutte le aperture sul ponte di coperta devono avere altezza e robustezza pi che sufficienti e devono essere provviste di mezzi efficaci per una spedita chiusura stagna alle intemperie. Portelli dimpavesata, ringhiere e ombrinali devono essere sistemati come necessario per un rapido sgombro dellacqua dal ponte di coperta in ogni condizione di tempo. I portellini di murata, i portelli dei barcarizzi e quelli per il carico o carbone ed altri mezzi di chiusura delle aperture nel fasciame sopra la linea limite devono essere di progetto e costruzione efficaci e sufficiente robustezza (vedere Parte B, Cap 9, Sez 9) con riguardo agli spazi nei quali sono situati e le loro posizioni relative al massimo galleggiamento di compartimentazione. Efficaci controportellini interni, tali che possano essere facilmente ed efficacemente chiusi e bloccati in maniera stagna, devono essere sistemati a tutti i portellini di murata degli spazi sotto il primo ponte soprastante il ponte delle paratie. 2.5.2 Tenuta stagna dal ponte ro-ro (ponte delle paratie) verso i locali sottostanti Nelle navi cui si applicano le prescrizioni in [2.5.3], tutti gli accessi che portano a locali sotto il ponte delle paratie devono avere il loro punto pi basso almeno 2,5 m sopra il ponte delle paratie. 2.5.3 Rampe per veicoli e altri accessi Nel caso in cui siano sistemate rampe per veicoli che diano accesso a locali sotto il ponte delle paratie, le loro aperture devono poter essere chiuse in modo stagno alle intemperie per prevenire lingresso di acqua nei locali sottostanti e devono essere munite di allarme e di segnalazione in plancia. La Societ pu permettere la sistemazione di particolari accessi ai locali sotto il ponte delle paratie, purch essi siano necessari alle operazioni essenziali sulla nave, come ad esempio la movimentazione di macchinari e provviste, e alla condizione che tali accessi siano resi stagni allacqua e siano muniti di allarme e di indicazione in plancia. 2.5.4 Estremit aperta degli sfoghi daria Laltezza dellestremit aperta degli sfoghi daria terminanti entro una sovrastruttura deve essere almeno 1 m sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15, ovvero, se maggiore, al massimo angolo di sbandamento durante gli stadi intermedi di allagamento, determinato con

In aggiunta a [2.4.1], [2.4.2], [2.4.3], e [2.4.4], devono essere soddisfatte le prescrizioni riportate in [2.6.3].

436

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 12, Sez 2

calcoli diretti. Nel caso in cui non sia disponibile alcuna informazione riguardo al suddetto angolo di sbandamento, lapertura degli sfoghi daria terminanti entro una sovrastruttura deve essere almeno un metro sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15 ovvero, se maggiore, 0,5 m sopra il galleggiamento corrispondente ad uno sbandamento di 15 relativo al ponte delle paratie. In alternativa, gli sfoghi aria dalle casse diverse da quelle del combustibile liquido od olio lubrificante possono scaricare attraverso il fianco della sovrastruttura. Le prescrizioni di questo paragrafo non pregiudicano quelle della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero in vigore. 2.5.5 Prescrizioni addizionali In aggiunta a [2.5.1], [2.5.2], [2.5.3] e [2.5.4], devono essere soddisfatte le prescrizioni in [2.6.4].

2.6
2.6.1

Porte
Prescrizioni per le porte

Le prescrizioni relative al grado di tenuta, cos come quelle relative allimpianto di manovra, per porte conformi alle prescrizioni in [2.6.2] e [2.6.3] sono specificate in Tab 1. 2.6.2 Costruzione delle porte stagne allacqua

Il progetto, i materiali e la costruzione di tutte le porte stagne allacqua devono essere a soddisfazione della Societ. I telai delle porte stagne a scorrimento verticale non devono avere scanalature sul fondo dove la sporcizia possa accumularsi e impedire la corretta chiusura della porta.

Tabella 1 : Porte
Tipo a scorrimento comando a distanza indicazione in plancia stagne allacqua sotto il ponte delle paratie sopra il ponte delle paratie apribili in mare normalmente chiuse (4) sempre chiuse (4) stagne alle intemperie/semistagne allacqua (2) (1) (2) (3) (4) aperte in mare normalmente chiuse (4) sempre chiuse (4) X X X X X X X X (1) X (1) (3) indicatore in plancia soltanto manovra locale Tipo a cerniera comando a distanza indicazione in plancia indicatore in plancia soltanto manovra locale

Tipo su rulli (interponti di carico)

La porta deve essere chiusa prima dellinizio del viaggio. Porte semi-stagne allacqua sono prescritte per posizioni sotto il galleggiamento di equilibrio degli stadi intermedi di allagamento. Se la porta accessibile durante la navigazione, deve essere sistemato un dispositivo che impedisca aperture non autorizzate. Avviso da affiggersi su entrambi i lati della porta: "da mantenere chiusa in mare".

Regolamenti RINA 2005

437

Parte E, Cap 12, Sez 2

2.6.3

Porte nelle paratie stagne sotto il ponte delle paratie a) Le porte stagne devono essere in grado di venir chiuse contemporaneamente dalla "consolle" operativa centrale in plancia in non pi di 60 secondi con la nave in posizione diritta. b) I sistemi di manovra meccanici o manuali di ogni porta stagna a scorrimento con manovra meccanica devono essere in grado di chiudere la porta con la nave sbandata di 15 a dritta o a sinistra. Devono essere prese in considerazione anche le forze che possono agire su ciascun lato della porta, come pu accadere quando lacqua fluisce attraverso lapertura, applicando un battente statico equivalente ad una altezza dacqua di almeno 1 m sopra la soglia al centro della porta. c) I comandi delle porte stagne, inclusi tubolature oleodinamiche e cavi elettrici, devono essere tenuti quanto pi praticamente possibile vicino alla paratia sulla quale le porte sono sistemate, al fine di ridurre al minimo la probabilit che essi vengano interessati da una qualsiasi avaria che la nave possa subire. La posizione delle porte stagne e dei loro comandi deve essere tale che, se la nave subisce unavaria entro un quinto della sua larghezza, misurando tale distanza perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione, non venga compromesso il funzionamento delle porte stagne nella zona della nave non interessata dallavaria. d) Tutte le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono essere munite di mezzi dindicazione che avvisino in tutte le posizioni di manovra a distanza se le porte sono aperte o chiuse. Le posizioni di manovra a distanza devono essere sistemate solo sul ponte di comando e sul luogo dove richiesta dal comma e) la manovra manuale al di sopra del ponte delle paratie . e) Ogni porta stagna a scorrimento con manovra meccanica: deve muoversi verticalmente od orizzontalmente; deve essere normalmente limitata ad una larghezza massima netta di apertura di 1,20 m. La Societ pu permettere porte di larghezza maggiore soltanto nella misura considerata necessaria per leffettivo esercizio della nave purch vengano prese in considerazione altre misure di sicurezza, incluse le seguenti: - speciale considerazione deve essere data alla robustezza della porta e ai suoi mezzi di chiusura al fine di impedire trafilamenti; - la porta deve essere sistemata fuori della zona di avaria B/5; - la porta deve essere tenuta chiusa quando la nave in navigazione, eccetto per periodi limitati quando assolutamente necessario secondo quanto deciso dalla Societ. deve essere munita delle sistemazioni necessarie per aprire e chiudere la porta usando energia elettrica, energia oleodinamica o qualunque altra forma di energia che sia accettabile dalla Societ; deve essere munita di un meccanismo di manovra manuale individuale. Deve essere possibile aprire e

chiudere la porta a mano da ciascun lato della porta stessa e, inoltre, chiudere la porta da una posizione accessibile al di sopra del ponte delle paratie con manovella a rotazione continua o qualche altro dispositivo purch dia lo stesso grado di sicurezza accettabile dalla Societ. Il senso di rotazione o altra direzione di movimento deve essere chiaramente indicata in tutti i posti di manovra Il tempo necessario per la completa chiusura della porta, quando manovrata con meccanismo manuale, non pu superare 90 secondi con nave diritta; deve essere munita di comandi per aprire e chiudere la porta meccanicamente da entrambi i lati della porta stessa e anche per chiudere la porta meccanicamente dalla consolle di manovra centrale in plancia; deve essere munita di un allarme acustico, distinto da ogni altro allarme nella zona, che deve suonare ogni volta che la porta viene chiusa a distanza con manovra meccanica; esso deve suonare per almeno 5 secondi ma non pi di 10 prima che la porta cominci a muoversi e deve continuare a suonare fino a che la porta non sia completamente chiusa. Nel caso di manovra manuale a distanza sufficiente che lallarme acustico suoni soltanto mentre la porta in movimento. Inoltre, nelle zone passeggeri e nelle zone di alto livello di rumore ambientale, la Societ pu richiedere che lallarme acustico sia integrato da un segnale visivo intermittente sulla porta; deve avere una velocit di chiusura con manovra meccanica approssimativamente uniforme. Il tempo di chiusura, dal momento in cui la porta comincia a muoversi al momento in cui essa raggiunge la posizione di chiusura completa non deve in alcun caso essere inferiore a 20 secondi o superiore a 40 secondi con nave diritta.

f) Lenergia elettrica necessaria per le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica deve essere fornita dal quadro di emergenza direttamente o da un quadro di distribuzione apposito sistemato al di sopra del ponte delle paratie. I circuiti associati di comando, indicazione ed allarme devono essere alimentati dal quadro di emergenza direttamente o da un apposito quadro di distribuzione situato al di sopra del ponte delle paratie e devono poter essere alimentati automaticamente da una fonte temporanea di energia elettrica di emergenza in caso di mancanza della fonte di energia elettrica principale o demergenza. La fonte temporanea di energia elettrica di emergenza deve consistere di una batteria di accumulatori, situata in posizione adeguata per essere impiegata in una emergenza, che deve funzionare senza ricarica mantenendo la tensione della batteria per tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve avere capacit sufficiente, ed essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automaticamente, in caso di mancanza della fonte di energia elettrica principale o di emergenza, i circuiti di comando, indicazione ed allarme almeno per mezzora.

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g) Le porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono avere: un impianto oleodinamico centralizzato con due fonti di energia indipendenti ciascuna consistente in un motore e in una pompa in grado di chiudere contemporaneamente tutte le porte. Inoltre, vi devono essere per tutto limpianto accumulatori oleodinamici di capacit sufficiente a manovrare tutte le porte almeno tre volte, cio chiusura-apertura-chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. Questo ciclo di manovra deve poter essere eseguito quando laccumulatore si trova nella condizione di pressione alla quale interviene la pompa. Il fluido usato deve essere scelto considerando le temperature che previsto vengano incontrate dallimpianto durante lesercizio. Limpianto con manovra meccanica deve essere progettato per ridurre al minimo la possibilit che una singola avaria alla tubolatura oleodinamica influenzi sfavorevolmente il funzionamento di pi di una porta. Limpianto oleodinamico deve essere munito di un allarme di basso livello per i serbatoi di fluido oleodinamico che servono limpianto con manovra meccanica e un allarme cumulativo di bassa pressione del gas o altro mezzo efficace per segnalare la perdita di energia immagazzinata negli accumulatori oleodinamici. Questi allarmi devono essere acustici ed ottici e devono essere situati sulla consolle centrale di manovra in plancia; oppure un impianto oleodinamico indipendente per ciascuna porta con ciascuna fonte di energia consistente in un motore ed in una pompa in grado di aprire e di chiudere la porta. Inoltre vi deve essere un accumulatore idraulico di capacit sufficiente per manovrare la porta almeno tre volte, cio chiusuraapertura-chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. Questo ciclo di manovra deve poter essere eseguito quando laccumulatore si trova nella condizione di pressione alla quale interviene la pompa. Il fluido usato deve essere scelto considerando le temperature che previsto vengano incontrate dallimpianto durante lesercizio. Un allarme cumulativo di bassa pressione del gas o altro mezzo efficace per segnalare la perdita di energia immagazzinata negli accumulatori oleodinamici deve essere previsto sulla consolle di manovra centrale in plancia. Deve essere prevista lindicazione di una perdita di energia immagazzinata anche in ogni posto di manovra locale; oppure un impianto elettrico indipendente e un motore per ciascuna porta con ciascuna fonte di energia consistente in un motore in grado di aprire e chiudere la porta. La fonte di energia deve poter essere alimentata automaticamente dalla fonte temporanea di energia elettrica di emergenza in caso di mancanza della fonte di energia elettrica principale o demergenza, e con una capacit sufficiente per manovrare la porta almeno tre volte, cio chiusura-apertura-

chiusura, con uno sfavorevole sbandamento della nave di 15. La fonte temporanea di energia elettrica di emergenza deve consistere di una batteria di accumulatori, situata in posizione adeguata per essere impiegata in una emergenza, che deve funzionare senza ricarica mantenendo la tensione della batteria per tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale e che deve avere capacit sufficiente, ed essere provvista di sistemazioni tali da alimentare automaticamente, in caso di mancanza della fonte di energia elettrica principale o di emergenza, le porte stagne, ma non necessariamente tutte contemporaneamente, a meno che sia disponibile una fonte indipendente di energia immagazzinata. Per gli impianti sopra specificati, deve essere previsto quanto segue: Gli impianti di energia per porte stagne a scorrimento con manovra meccanica devono essere separati da qualsiasi altro impianto di energia. Una singola avaria negli impianti a manovra meccanica elettrici od oleodinamici escluso lattuatore oleodinamico non deve impedire la manovra a mano di qualsiasi porta. h) Devono essere previste leve locali di manovra su ciascun lato della paratia ad unaltezza minima di 1,60 m sopra il pavimento, sistemate in modo da permettere alle persone che attraversino la porta di tenerle entrambe in posizione di apertura senza avere la possibilit di mettere involontariamente in funzione il meccanismo di chiusura meccanica. Il senso di movimento delle leve nellaprire e chiudere la porta deve essere quello del movimento della porta stessa e deve essere chiaramente indicato. i) Per quanto praticamente possibile, le apparecchiature e i componenti elettrici per le porte stagne devono essere sistemati al di sopra del ponte delle paratie e al di fuori di zone e spazi pericolosi. j) Le custodie dei componenti elettrici situati per necessit sotto il ponte delle paratie devono fornire protezione adeguata contro lentrata dacqua. k) I circuiti elettrici di potenza, di comando, di indicazione e di allarme devono essere protetti contro i guasti in modo tale che unavaria al circuito di una porta non provochi unavaria al circuito di qualsiasi altra porta. Cortocircuiti o altri guasti nei circuiti di allarme o di indicazione di una porta non devono causare la perdita della manovra meccanica di quella porta. Le sistemazioni devono essere tali che trafilamenti dacqua entro lapparecchiatura elettrica posta sotto il ponte delle paratie non provochino lapertura della porta. l) Una singola avaria elettrica allimpianto di manovra meccanica o di comando di una porta stagna a scorrimento con manovra meccanica non deve dar luogo allapertura di una porta chiusa. La disponibilit dellalimentazione di energia deve essere controllata con continuit in un punto del circuito elettrico il pi vicino possibile a ciascuno dei motori prescritti nel comma g). La perdita di una qualunque di tali alimentazioni di

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energia deve attivare un allarme acustico ed ottico sulla consolle di manovra centrale in plancia. m) La consolle di manovra centrale in plancia deve avere un commutatore di "selezione principale" con due posizioni di comando: una posizione di "comando locale" che permetta a qualsiasi porta di essere aperta localmente e chiusa localmente dopo luso senza chiusura automatica e una posizione "porte chiuse" che deve chiudere automaticamente qualsiasi porta che sia aperta. La posizione "porte chiuse" deve permettere lapertura locale delle porte e deve automaticamente richiudere le porte stesse al rilascio del meccanismo di comando locale. Il commutatore di "selezione principale" deve essere normalmente nella posizione "controllo locale". La posizione "porte chiuse" deve essere usata solo in emergenza o a scopo di prova. Laffidabilit del commutatore di "selezione principale" deve essere oggetto di speciale considerazione. n) La consolle di manovra centrale in plancia deve essere munita di un piano indicante la posizione di ciascuna porta, con indicatori ottici che segnalino se una porta aperta o chiusa. Una luce rossa deve indicare che una porta completamente aperta e una luce verde deve indicare che essa completamente chiusa. Quando una porta viene chiusa a distanza la luce rossa deve indicare la posizione intermedia lampeggiando. Il circuito dindicazione deve essere indipendente dal circuito di manovra per ciascuna porta. o) Non deve essere possibile aprire alcuna porta a distanza dalla consolle di manovra centrale. p) Tutte le porte stagne devono essere tenute chiuse durante la navigazione. Certe porte stagne possono rimanere aperte durante la navigazione soltanto se considerato assolutamente necessario; cio, lessere aperte stato deciso essere essenziale per un esercizio sicuro ed efficace delle macchine della nave o per permettere ai passeggeri un accesso normalmente illimitato in tutta la zona passeggeri. Tale decisione deve essere presa dalla Societ solo dopo accurata considerazione dellimpatto sullesercizio della nave e la sua sopravvivenza. Una porta stagna, che pertanto concesso rimanga aperta, deve essere chiaramente indicata nelle istruzioni di stabilit della nave e nella documentazione di controllo dellavaria e deve essere sempre pronta per unimmediata chiusura. 2.6.4 Porte nelle paratie sopra il ponte delle paratie

correttamente bloccati, devono essere sistemati in plancia, cos come localmente su entrambi i lati della porta. Dove le porte hanno anche la funzione di porte tagliafuoco, esse devono essere dotate di indicatori di posizione nella stazione di comando antincendio e allarmi acustici come richiesto per le porte tagliafuoco, cos come per le porte stagne alle intemperie. Dove sono sistemate due porte, esse devono essere in grado di essere manovrate indipendentemente sia a distanza sia da entrambi i lati di ciascuna porta. b) Porte normalmente chiuse in navigazione In aggiunta al comma a), porte non usate di frequente per accesso durante la navigazione devono essere tenute normalmente chiuse e possono essere del tipo sia a cerniera che a scorrimento. Le porte tenute normalmente chiuse devono essere manovrabili localmente da entrambi i lati delle stesse e devono avere un cartello su entrambi i lati indicante: "deve rimanere chiusa in navigazione". c) Porte normalmente aperte in navigazione Se sistemate in locali pubblici per il passaggio dei passeggeri e dellequipaggio, le porte possono rimanere normalmente aperte in navigazione e possono essere del tipo a cerniera o a scorrimento. In aggiunta al comma a), le porte tenute normalmente aperte in navigazione devono avere manovra meccanica locale da entrambi i lati della porta e chiusura a distanza dalla plancia. La manovra di queste porte deve essere simile a quella specificata in Parte C, Cap 4, Sez 5 dove, usando un commutatore di "selezione principale" in plancia, il comando locale pu sovrapporsi al sistema di chiusura a distanza dopo di che la porta viene automaticamente richiusa a distanza su rilascio del meccanismo locale di comando. Le porte tenute normalmente aperte in navigazione devono avere un allarme acustico, distinto da ogni altro allarme nellarea, che suoni ogni volta che le porte vengono chiuse a distanza. Gli allarmi devono suonare per almeno 5 secondi ma non pi di 10 prima che le porte comincino a muoversi e continuare a suonare fino alla completa chiusura delle porte. Nelle zone passeggeri e zone di alto rumore ambientale, gli allarmi acustici devono essere integrati da segnali ottici su entrambi i lati delle porte. d) I seguenti portelloni, ubicati al di sopra della linea limite, devono essere dotati di adeguati mezzi di chiusura e di bloccaggio in accordo con le prescrizioni nei precedenti commi a) e b) e in Parte B, Cap 9, Sez 6, [6]; portelli del carico sistemati a fasciame o sulle delimitazioni di sovrastrutture chiuse, celate prodiere sistemate a fasciame o sulle delimitazioni di sovrastrutture chiuse, portelloni del carico sistemati sulla paratia di collisione, rampe stagne alle intemperie che rappresentano mezzi di chiusura alternativi a quelli definiti precedentemente.

a) Generalit Le porte devono potersi aprire e chiudere a mano localmente da entrambi i lati delle stesse con la nave sbandata di 15 da un lato o dallaltro. Se alla nave concesso sbandare fino a 20 durante gli stadi intermedi di allagamento, allora le porte devono poter essere manovrate a mano con la nave sbandata di 20 da un lato o dallaltro. Indicatori di posizione, che avvisino se le porte sono aperte o chiuse e che gli strettoi sono completamente e

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Parte E, Cap 12, Sez 2

2.7

Integrit dello scafo e delle sovrastrutture, prevenzione e controllo delle avarie

speciale o di un locale da carico ro-ro. Le procedure operative devono essere incluse nelle informazioni sulla stabilit o nel manuale di controllo dellavaria. 2.7.5 Deve essere sistemato un indicatore di chiusura per i portelloni prodieri interni che costituiscono prolungamento delle paratie di collisione sopra il ponte delle paratie, come richiesto in [2.7.1].

2.7.1 In plancia devono essere sistemati indicatori per tutti i portelloni a fasciame, portelloni da carico e altri mezzi di chiusura che, se lasciati aperti o impropriamente fissati, potrebbero, a giudizio della Societ, portare allallagamento di un locale di categoria speciale o di un locale da carico roro. Limpianto indicatore deve essere progettato secondo il principio in sicurezza in caso di avaria (fail-safe) e deve indicare per mezzo di allarmi ottici se il portellone non completamente chiuso o se qualsiasi sistemazione di fissaggio non in posto e completamente bloccata, e per mezzo di allarmi acustici se il portellone stesso o i dispositivi di chiusura si aprono o se le sistemazioni di fissaggio si allentano. Il pannello indicatore in plancia deve essere equipaggiato con una funzione di selezione di modo porto/viaggio marittimo regolata in modo tale da dare un allarme acustico in plancia se la nave lascia il porto con i portelloni prodieri, i portelloni interni, la rampa poppiera o qualsiasi altro portellone laterale a fasciame, non chiusi, oppure con qualsiasi dispositivo di chiusura in posizione non corretta. Lalimentazione di energia per limpianto indicatore deve essere indipendente dallalimentazione di energia per il funzionamento e il fissaggio dei portelloni e deve essere provvista di unalimentazione di riserva. I sensori dellimpianto indicatore devono essere protetti dallacqua, dal ghiaccio e da danni meccanici. Il pannello indicatore deve essere in grado di indicare eventuali anomalie dellimpianto mediante accensione di una spia luminosa. Deve essere impossibile spegnere tale spia luminosa. 2.7.2 Devono essere sistemati una sorveglianza televisiva e un impianto rivelatore di rientrate dacqua, intesi a fornire in plancia e nella stazione di comando delle macchine lindicazione di qualsiasi rientrata dacqua attraverso i portelloni prodieri interni ed esterni, i portelloni poppieri o qualsiasi altro portellone a fasciame che possa portare allallagamento dei locali di categoria speciale o dei locali da carico ro-ro. 2.7.3 I locali di categoria speciale e i locali da carico ro-ro devono avere un servizio di ronda continua oppure devono essere controllati con mezzi efficaci, come ad esempio una sorveglianza televisiva, in modo tale da poter osservare, mentre la nave in navigazione, movimenti di veicoli dovuti ad avverse condizioni meteomarine, oppure un accesso non autorizzato di passeggeri a tali locali. 2.7.4 Devono essere disponibili a bordo, ed esposte in luogo appropriato, procedure operative documentate per la chiusura ed il fissaggio di tutti i portelloni a fasciame, portelloni da carico e altri dispositivi di chiusura che, se lasciati aperti o impropriamente fissati, potrebbero, a giudizio della Societ, portare allallagamento di un locale di categoria

2.8
2.8.1

Sistemazione dei compartimenti


Compartimenti di zavorra

In generale non deve essere trasportata acqua di zavorra in depositi intesi per combustibile liquido. Sulle navi per le quali non praticamente possibile evitare di introdurre acqua nei depositi di combustibile liquido, deve essere sistemato un impianto per la depurazione dellacqua oleosa a soddisfazione della Societ, o si devono adottare altri mezzi alternativi, quale lo scarico in stazioni di ricezione costiere, giudicati soddisfacenti dalla Societ stessa, per lo smaltimento dellacqua di zavorra oleosa (vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [7]). 2.8.2 Doppio fondo

Deve essere installato un doppio fondo che si estenda dalla paratia del gavone di prora a quella del gavone di poppa, per quanto ci sia praticamente possibile e compatibile con il progetto e il normale esercizio della nave. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 50 m ma inferiore a 61 m, deve essere sistemato un doppio fondo almeno fra il locale macchine e la paratia del gavone di prora, o quanto pi vicino possibile ad essa. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 61 m ma inferiore a 76 m deve essere sistemato un doppio fondo almeno fuori dal locale macchine che si estenda fino alle paratie dei gavoni di prora e di poppa, o quanto pi vicino possibile ad esse. Nelle navi di lunghezza uguale a o maggiore di 76 m deve essere sistemato un doppio fondo a met nave che si estenda fino alle paratie dei gavoni di prora e di poppa, o quanto pi vicino possibile ad esse.

Quando richiesto che sia sistemato un doppio fondo, la sua altezza deve soddisfare la Parte B, Cap 4, Sez 4, [4.2] e il cielo del doppio fondo deve estendersi da murata a murata, in modo da proteggere il fondo fino alla curva del ginocchio. Tale protezione considerata soddisfacente se la linea dintersezione del lembo esterno della lamiera marginale con le lamiere del ginocchio in nessun punto risulta al di sotto di un piano orizzontale passante per il punto di intersezione con il tracciato fuori ossatura della sezione maestra di una linea trasversale diagonale inclinata a 25 sulla linea di costruzione e intersecante questultima in un punto distante met della larghezza fuori ossatura della nave a partire dal piano di simmetria (vedere Fig 1).

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Parte E, Cap 12, Sez 2

Figura 1 : Sistemazione dei doppi fondi

Sez 3, [1.4.6] e Sez 3, [1.4.7], dove lestensione trasversale dellavaria deve essere ipotizzata tale da causare il pi sfavorevole effetto sulla stabilit della nave. Navi passeggeri impiegate in viaggi particolari per il trasporto di gran numero di passeggeri particolari, come il trasporto di pellegrini, devono essere oggetto di speciale considerazione da parte della Societ. 2.8.3 Compartimenti dei macchinari Quando paratie longitudinali sono sistemate nel locale macchine, devono essere installati impianti automatici al fine di evitare un eccessivo sbandamento dopo lavaria. Nel caso in cui tali impianti siano condotte di bilanciamento automatico, la loro area deve essere calcolata in accordo con le prescrizioni in Cap 11, App 1. Inoltre, tali impianti devono soddisfare i criteri in Sez 3, [1.4.9]. 2.8.4 Locali per i passeggeri sulle navi ro-ro Non sono permessi locali per i passeggeri su ponti ro-ro chiusi.

25

I pozzetti di sentina praticati nei doppi fondi in relazione allimpianto di esaurimento delle stive, ecc., non devono essere pi profondi del necessario. La loro profondit non deve mai essere superiore allaltezza del doppio fondo sul piano di simmetria diminuita di 460 mm, n tali pozzetti devono estendersi al di sotto del piano orizzontale indicato nel precedente paragrafo. Un pozzetto estendentesi fino al fasciame esterno pu, tuttavia, essere permesso allestremit poppiera della galleria alberi. Altri pozzetti (ad esempio per lolio di lubrificazione sotto le macchine principali) possono essere autorizzati dalla Societ se essa convinta che le sistemazioni forniscano una protezione equivalente a quella offerta da un doppio fondo conforme a queste prescrizioni. Un doppio fondo non necessario in corrispondenza di compartimenti stagni di modesta grandezza destinati esclusivamente al trasporto di liquidi, purch, in caso di avaria al fondo o al fianco, siano soddisfatte le prescrizioni di Sez 3, [1.4.8], con le ipotesi di Sez 3, [1.4.5] a) e Sez 3, [1.4.5] c),

3
3.1

Ronda e monitoraggio
Locali da carico ro-ro e locali di categoria speciale

3.1.1 (1/1/2005) I locali da carico ro-ro ed i locali di categoria speciale devono essere sottoposti a ronda con continuit oppure essere monitorati mediante mezzi efficaci, come una sorveglianza televisiva, in modo che ciascun movimento dei veicoli in avverse condizioni meteorologiche o qualsiasi accesso ad essi non autorizzato di passeggeri possano essere rilevati mentre la nave in navigazione.

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Parte E, Cap 12, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Stabilit
Definizioni

1.1.1 Galleggiamento di compartimentazione Il galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento in base alla quale viene determinata la compartimentazione della nave. 1.1.2 Massimo galleggiamento di compartimentazione Il massimo galleggiamento di compartimentazione la linea di galleggiamento che corrisponde alla massima immersione verificata con le norme di compartimentazione che sono applicabili. 1.1.3 Lunghezza LS La lunghezza della nave LS la lunghezza misurata tra le perpendicolari condotte alle estremit del massimo galleggiamento di compartimentazione. La lunghezza a cui si fa riferimento da [1.2] a [1.4] la lunghezza LS. 1.1.4 Larghezza B La larghezza B la massima larghezza fuori ossatura al massimo galleggiamento di compartimentazione o al di sotto di esso. 1.1.5 Ponte delle paratie Il ponte delle paratie il ponte pi alto al quale si estendono le paratie stagne trasversali. 1.1.6 Linea limite La linea limite una linea tracciata ad almeno 76 mm sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a murata. 1.1.7 Locale macchine Locale macchine deve intendersi quello che si estende dalla linea di costruzione alla linea limite e fra le paratie stagne trasversali principali estreme che limitano i locali contenenti i macchinari di propulsione principali ed ausiliari, le caldaie necessarie alla propulsione e tutti i depositi permanenti di carbone. 1.1.8 Locali passeggeri I locali passeggeri sono quei locali destinati ad alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, depositi, locali per le provviste e la posta. In tutti i casi i volumi e le aree devono essere calcolati fra le linee fuori ossatura. 1.1.9 Locali da carico ro-ro I locali da carico ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei quali

le merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri ferroviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili (pallets), cisterne smontabili o entro o su unit di stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono essere caricate o scaricate con movimentazione normalmente orizzontale. 1.1.10 Locali di categoria speciale I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al tasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli possono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i passeggeri possono accedere.

1.2
1.2.1

Stabilit allo stato integro


Generalit

Ogni nave da passeggeri ro-ro di qualunque grandezza deve essere sottoposta ad una prova di stabilit dopo il suo completamento e per determinare i suoi elementi di stabilit. Devono essere fornite al Comandante le necessarie informazioni, a soddisfazione della Societ, tali da metterlo in grado, per mezzo di rapidi e semplici procedimenti, di ottenere accurate indicazioni riguardo alla stabilit della nave nelle varie condizioni di esercizio. Una copia delle informazioni relative alla stabilit deve essere fornita alla Societ. Se una nave subisce modifiche tali da avere effetto sostanziale sulle informazioni relative alla stabilit fornite al Comandante, devono essergli fornite informazioni aggiornate. Se necessario la nave deve essere sottoposta ad una nuova prova di stabilit. La Societ pu permettere che una singola nave venga dispensata dalla prova di stabilit purch le caratteristiche base della stabilit siano deducibili dalla prova di stabilit di una nave gemella e purch sia dimostrato, a soddisfazione della Societ, che attendibili informazioni sulla stabilit per la nave esentata possono essere ottenute da tali caratteristiche base. 1.2.2 Controllo periodico della nave vacante

A intervalli periodici non superiori a cinque anni, deve essere effettuata una visita a nave vacante su tutte le navi da passeggeri ro-ro per verificare qualunque mutamento del dislocamento e della posizione longitudinale del centro di gravit della nave vacante. La nave deve essere sottoposta ad una nuova prova di stabilit ogni volta che, rispetto alle caratteristiche di stabilit approvate, venga riscontrata o prevista una deviazione dal dislocamento della nave vacante superiore al 2% ovvero una deviazione della posizione longitudinale del centro di gravit superiore all1% di LS.

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Parte E, Cap 12, Sez 3

1.2.3 Prescrizioni standard In aggiunta a quanto richiesto in Parte B, Cap 3, Sez 2, [2] devono essere soddisfatte le prescrizioni da [1.2.4] a [1.2.7] per le condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.9]. 1.2.4 Addensamento di passeggeri Langolo di sbandamento conseguente alladdensamento dei passeggeri su un lato della nave, definito in [1.4.7] a), non pu superare 10. 1.2.5 Massimo sbandamento in accostata Langolo di sbandamento conseguente ad unaccostata non pu superare 10 se calcolato con la formula seguente:
V0 T1 M R = 0, 02 ------- KG ---- LS 2
2

partimento avente il suo centro in qualunque punto lungo la lunghezza LS della nave. La massima lunghezza ammissibile di un compartimento avente il suo centro in qualunque punto lungo la lunghezza della nave LS ottenuta dalla lunghezza allagabile calcolata in [1.3.3] moltiplicando questultima per un opportuno coefficiente chiamato fattore di compartimentazione, calcolato in [1.3.5]. Il fattore di compartimentazione calcolato usando il criterio di servizio indicato in [1.3.6]. Il calcolo del fattore di compartimentazione in accordo con [1.3.5], cos come quello del criterio di servizio in accordo con [1.3.6], sono riassunti nel Cap 11, App 2. 1.3.3 Calcolo delle lunghezze allagabili La lunghezza allagabile, in ogni punto della lunghezza di una nave LS, deve essere determinata con il metodo di calcolo di seguito specificato che tiene in considerazione la forma, limmersione e le altre caratteristiche della nave considerata. In una nave col ponte delle paratie continuo, la lunghezza allagabile in un determinato punto la massima parte della lunghezza della nave LS, avente il suo centro nel punto considerato, che pu essere allagata nelle ipotesi indicate in [1.3.4] senza che la nave si immerga oltre la linea limite. Nel caso di una nave avente il ponte delle paratie discontinuo, la lunghezza allagabile in un qualsiasi punto pu essere determinata assumendo una linea limite continua che non sia in alcun punto a meno di 76 mm sotto la faccia superiore del ponte (a murata) fino al quale le paratie interessate e il fianco della nave sono mantenuti stagni. Quando una parte di una linea limite assunta sensibilmente sotto il ponte a cui arrivano le paratie, la Societ pu permettere una limitata tolleranza alla tenuta stagna di quelle parti delle paratie che si trovano al di sopra della linea limite e immediatamente al di sotto del ponte pi alto. 1.3.4 Permeabilit a) Le ipotesi di cui in [1.3.3] sono collegate alle permeabilit degli spazi al di sotto della linea limite. Nel determinare la lunghezza allagabile, si deve adottare una permeabilit media uniforme per lintera lunghezza di ciascuno dei seguenti tratti di scafo al di sotto della linea limite: il locale macchine; la parte a proravia del locale macchine; la parte a poppavia del locale macchine. b) La permeabilit media uniforme del locale macchine deve essere calcolata con la formula:
ac = 0 ,85 + 0 ,10 ----------- v

dove: MR V0 T1 KG : momento sbandante, in t.m, : velocit desercizio, in m/s, : immersione media, in m, : altezza del centro di gravit sopra la chiglia, in m.

1.2.6 Se su di una nave vengono installati dispositivi antirollio, la Societ deve essere convinta che i suddetti criteri possono essere rispettati quando i dispositivi sono in funzione. 1.2.7 Manuale di stabilit delle navi ro-ro Il manuale di stabilit delle navi ro-ro deve contenere informazioni relative allimportanza di assicurare e mantenere la tenuta stagna di tutte le chiusure, in ragione della rapida perdita di stabilit che pu derivare dallingresso di acqua sul ponte degli autoveicoli e della conseguente possibilit di rapido capovolgimento della nave.

1.3

Lunghezze allagabili e massima lunghezza ammissibile dei compartimenti

1.3.1 Generalit In luogo delle prescrizioni riportate in [1.3] e [1.4], possono essere usate, se applicate nella loro interezza le "Regole sulla compartimentazione e stabilit di navi passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia della vita umana in mare, 1960", adottate dallIMO con la Risoluzione A.265(VIII). Massima lunghezza ammissibile dei compartimenti Le navi devono essere compartimentate il pi efficacemente possibile avendo riguardo alla natura del servizio al quale sono destinate. Il grado di compartimentazione deve variare in funzione della lunghezza LS della nave e del servizio, in modo che il pi alto grado di compartimentazione corrisponda alle navi di maggior lunghezza, adibite in modo prevalente al trasporto di passeggeri. Le prescrizioni riportate da [1.3.3] a [1.3.7] vengono usate per calcolare la massima lunghezza ammissibile di un com1.3.2

dove: a

: volume dei locali per i passeggeri, definito in Sez 2, [1.2.6], che si trovano sotto la linea limite entro i limiti del locale macchine; : il volume degli spazi di interponte adibiti a merci, carbone o provviste, che si trovano al di sotto della linea limite entro i limiti del locale macchine;

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Parte E, Cap 12, Sez 3

: lintero volume del locale macchine al di sotto della linea limite.

uguale al valore che pu essere approvato in ciascun caso. g) Se un compartimento dinterponte, compreso fra due paratie stagne trasversali, contiene locali per i passeggeri o per lequipaggio, lintero compartimento, dedotto ogni spazio completamente chiuso entro paratie dacciaio permanenti ed adibito ad altri scopi, deve essere considerato come locale per i passeggeri. Se tuttavia il locale per i passeggeri o per lequipaggio in questione completamente chiuso tra paratie dacciaio permanenti, soltanto il locale cos racchiuso deve essere considerato come locale per i passeggeri. 1.3.5 Fattore di compartimentazione Il fattore di compartimentazione deve dipendere dalla lunghezza LS della nave e per una data lunghezza deve variare in accordo con la natura del servizio per il quale la nave progettata. Esso deve diminuire in modo regolare e continuo: con laumentare della lunghezza LS della nave, e da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, applicabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di passeggeri.

c) Quando dimostrato, a soddisfazione della Societ, che la permeabilit media, determinata con un calcolo dettagliato, inferiore a quella data dalla formula, pu essere assunto il valore ottenuto con il calcolo. Per questo calcolo, la permeabilit dei locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a 0,95, quella di tutti gli spazi per le merci, carbone e provviste uguale a 0,60. La permeabilit del doppio fondo, cisterne e casse di olio combustibile ed altre casse pu essere assunta uguale a 0,95. d) Eccetto quanto stabilito nel caso di speciali criteri di compartimentazione di cui al comma e), la permeabilit media uniforme di tutta la parte di scafo avanti o addietro del locale macchine deve essere determinata con la formula:
a = 0 ,63 + 0 ,35 -v

dove: a

: volume dei locali per i passeggeri, definito in Sez 2, [1.2.6], incluso il volume dei locali per gli alloggi e ad uso dellequipaggio, avanti o addietro al locale macchine; : lintero volume della parte di scafo al di sotto della linea limite avanti o addietro al locale macchine.

Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate con le seguenti formule, dove LS la lunghezza della nave definita in Sez 2, [1.2.3]: per LS maggiore di od uguale a 131 m:
58 ,2 A = ---------------- + 0 ,18 L S 60

e) Nel caso di speciali criteri di compartimentazione prescritta in [1.4.2], la permeabilit media uniforme di tutta la parte di scafo avanti o addietro del locale macchine deve essere determinata con la formula:
b = 0 ,95 0 ,35 -v

per LS maggiore di od uguale a 79 m:


30 ,3 B = ---------------- + 0 ,18 L S 42

dove: b

: il volume degli spazi sotto la linea limite e sopra il margine superiore dei madieri, del cielo del doppio fondo, o dei gavoni cisterna, a seconda dei casi, che sono adatti ed usati per merci, depositi di carbone o combustibile liquido, magazzini, locali bagagli e posta, pozzi catene e casse per acqua dolce, avanti o addietro al locale macchine; v : lintero volume della parte di scafo al di sotto della linea limite avanti o addietro al locale macchine. Nel caso di navi adibite a servizi in cui le stive da carico non siano abitualmente occupate da considerevoli quantit di carico, nessuna parte degli spazi per il carico deve includersi nel calcolo di b. f) Nel caso di sistemazioni fuori dellusuale, la Societ pu permettere, o richiedere, un calcolo dettagliato della permeabilit media per le parti della nave situate avanti o addietro al locale macchine. Per questo calcolo, la permeabilit dei locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a 0,95, quella dei locali contenenti macchinari uguale a 0,85, quella di tutti i locali per le merci, carbone e provviste uguale a 0,60 e quella del doppio fondo, casse di combustibile liquido ed altre casse

Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato come riportato qui di seguito, usando il criterio di servizio (indice numerico del criterio di servizio) calcolato in [1.3.6]: a) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza uguale o superiore a 131 m aventi un criterio di servizio 23 o inferiore deve essere determinata dal fattore A dato dalla formula suddetta; per quelle aventi criterio di servizio 123 o superiore dal fattore B dato dalla formula suddetta; quelle aventi un criterio di servizio fra 23 e 123 dal fattore di compartimentazione F ottenuto mediante interpolazione lineare fra i fattori A e B, usando la formula:
( A B ) ( C s 23 ) F = A ----------------------------------------100

Nondimeno, quando il criterio di servizio uguale a 45 o maggiore e contemporaneamente il fattore di compartimentazione F calcolato 0,65 o meno, ma pi di 0,50, la compartimentazione a poppavia del gavone di prora deve essere determinata con il fattore 0,50. b) Se il fattore F inferiore a 0,40 ed dimostrato a soddisfazione della Societ essere praticamente impossibile applicare il fattore F ad un compartimento di macchina della nave, la compartimentazione di tale locale pu essere regolata da un fattore pi elevato che, comunque, non pu superare 0,40.

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Parte E, Cap 12, Sez 3

c) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio uguale ad S, dove:
3574 25L S S = -----------------------------13

Se il valore di KN maggiore della somma di P e del volume totale dei locali effettivamente destinati ai passeggeri sopra la linea limite, il valore da assumersi per P1 quella somma ovvero 2/3 di KN, se maggiore,
K = 0 ,056 L S

deve essere determinata da un fattore di compartimentazione uguale allunit; per quelle aventi criterio di servizio uguale o superiore a 123, dal fattore B dato dalla formula suddetta; per quelle aventi criterio di servizio compreso fra S e 123, dal fattore F ottenuto mediante interpolazione lineare tra lunit e il fattore B usando la formula:
( 1 B ) ( Cs S ) F = 1 -----------------------------------123 S

LS N

: la lunghezza della nave, in m, definita in Sez 2, [1.2.3], : il numero dei passeggeri per il quale la nave deve essere certificata.

Per navi che non hanno il ponte delle paratie continuo, i volumi devono essere presi fino alla effettiva linea limite usata nella determinazione delle lunghezze allagabili. 1.3.7 Norme particolari relative alla compartimentazione delle navi da passeggeri ro-ro

d) La compartimentazione a poppavia del gavone di prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio inferiore a S, e di navi di lunghezza inferiore a 79 m, deve essere determinata da un fattore di compartimentazione uguale allunit, a meno che non venga dimostrato, a soddisfazione della Societ, sia nelluno che nellaltro caso, che in qualche parte della nave praticamente impossibile applicare tale fattore, nel qual caso la Societ pu accordare delle tolleranze nella misura che ritiene giustificata dalle circostanze. e) Le disposizioni del comma d) devono essere applicate anche a navi di qualsiasi lunghezza autorizzate a trasportare un numero di passeggeri maggiore di 12, ma non superiore a:
LS --------650
2

a) Quando in una o pi parti della nave le paratie stagne si estendono ad un ponte pi alto che nel resto della nave, e si desidera trarre vantaggio da questa pi alta estensione delle paratie nel calcolare la lunghezza allagabile, possono essere usate linee limite separate per ciascuna di tali parti della nave, purch: i fianchi della nave si estendano per tutta la lunghezza della nave LS fino al ponte corrispondente alla linea limite pi alta e tutte le aperture sul fasciame esterno al di sotto di questo ponte, per tutta la lunghezza LS della nave, siano considerate, ai fini di Parte B, Cap 9, Sez 9 come se fossero al di sotto della linea limite; e i due compartimenti adiacenti allo "scalino" del ponte delle paratie siano ciascuno entro la lunghezza ammissibile corrispondente alla rispettiva linea limite e, inoltre, la loro lunghezza complessiva non superi il doppio della lunghezza ammissibile calcolata in base alla pi bassa delle due linee limite.

o 50, se minore. 1.3.6 Criterio di servizio Il fattore di compartimentazione che compete ad una nave di una data lunghezza deve essere determinato dallindice numerico del criterio di servizio (brevemente chiamato qui di seguito criterio di servizio) dato dalle seguenti formule:
M + 2P 1 C s = 72 -----------------------V + P1 P M + 2P C s = 72 -----------------V per per P1 > P P1 P

dove: CS M : il criterio di servizio, : il volume del locale macchine, in m3, con laggiunta del volume dei depositi permanenti di combustibile liquido situati sopra il doppio fondo a proravia o a poppavia del locale macchine, : il volume totale della nave sotto la linea limite, in m3, : il volume totale dei locali per i passeggeri al di sotto della linea limite, in m3, definiti in Sez 2, [1.2.6], incluso il volume dei locali per gli alloggi e per altro uso dellequipaggio, : coefficiente da assumersi uguale a:
P 1 = KN

b) Un compartimento pu oltrepassare la lunghezza ammissibile stabilita dalle prescrizioni da [1.3.5] a [1.3.7] purch la lunghezza complessiva di ciascuna coppia di compartimenti adiacenti con i quali il compartimento in questione in comune non superi la lunghezza allagabile ovvero il doppio della lunghezza ammissibile, se minore. Se uno dei due compartimenti adiacenti situato entro il locale macchine, e il secondo situato fuori dal locale macchine, e la permeabilit media della parte di nave nella quale situato il secondo diversa da quella del locale macchine, la lunghezza complessiva dei due compartimenti deve essere corretta sulla base della permeabilit media delle due parti della nave nelle quali i compartimenti sono situati. Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fattori di compartimentazione diversi, la lunghezza complessiva dei due compartimenti deve essere determinata in proporzione. c) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m, una delle paratie trasversali principali a poppavia del gavone di prora deve essere sistemata ad una distanza dalla per-

V P

P1

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pendicolare avanti non maggiore della lunghezza ammissibile. d) Una paratia trasversale principale pu avere un recesso purch ogni parte del recesso sia compresa fra due superfici verticali ad entrambi i lati della nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave, e misurata perpendicolarmente al piano di simmetria al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassi detti limiti deve essere considerata come uno scalino in accordo con il paragrafo e). e) Una paratia trasversale principale pu avere uno scalino purch soddisfi ad una delle seguenti condizioni: la lunghezza complessiva dei due compartimenti, separati dalla paratia in questione, non superi il 90% della lunghezza allagabile o il doppio della lunghezza ammissibile, con leccezione che, in navi aventi un fattore di compartimentazione maggiore di 0,9, sufficiente che la lunghezza complessiva dei due compartimenti in questione non superi la lunghezza ammissibile; in corrispondenza dello scalino sia assicurata una compartimentazione addizionale atta a garantire lo stesso grado di sicurezza dato da una paratia piana; il compartimento sul quale lo scalino si estende non superi la lunghezza ammissibile corrispondente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo scalino.

1.4

Stabilit in avaria

1.4.1 Generalit Invece delle prescrizioni riportate in [1.3] e [1.4], possono essere usate, se applicate nella loro interezza, le "Regole sulla compartimentazione e stabilit di navi passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia della vita umana in mare, 1960", adottate dallIMO con la Risoluzione A.265(VIII). 1.4.2 Norme standard di compartimentazione Quando il fattore di compartimentazione richiesto uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di uno qualunque dei compartimenti principali. Quando due compartimenti principali contigui sono separati da una paratia a scalino che risponda alle prescrizioni in [1.3.7], la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento dei due compartimenti in questione. Quando il prescritto fattore di compartimentazione uguale od inferiore a 0,50, ma maggiore di 0,33, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di due qualsiasi compartimenti principali contigui. Quando il prescritto fattore di compartimentazione uguale od inferiore a 0,33, la stabilit allo stato integro deve essere adeguata per resistere allallagamento di tre qualsiasi compartimenti principali contigui. 1.4.3 Navi che trasportano 400 persone o pi In aggiunta alle prescrizioni di [1.4.4], navi da passeggeri roro certificate per il trasporto di 400 o pi persone devono rispondere alle prescrizioni in [1.4.8] con lipotesi che lavaria si verifichi in un qualunque punto della lunghezza della nave LS, definita in Sez 2, [1.2.3]. 1.4.4 Ipotesi di calcolo Le prescrizioni di [1.4.2] devono essere verificate per mezzo di calcoli in accordo con [1.4.5], [1.4.6] e [1.4.10] che tengano in considerazione le proporzioni e le caratteristiche di progetto della nave e le sistemazioni e configurazione dei compartimenti danneggiati. Nellesecuzione di detti calcoli la nave deve essere assunta nella peggiore condizione di servizio prevista riguardo alla stabilit. Quando venisse proposto di sistemare ponti, fasciami interni o paratie longitudinali di sufficiente tenuta tale da limitare seriamente il flusso dellacqua, la Societ deve essere convinta che sia stata data unappropriata considerazione a tali limitazioni nei calcoli. 1.4.5 Estensione dellavaria Le estensioni di avaria ipotizzate devono essere le seguenti: a) estensione longitudinale: il minore tra i valori seguenti: 3,0 m pi il 3% della lunghezza della nave LS, definita in Sez 2, [1.2.3], o 11,0 m. Quando il fattore di compartimentazione richiesto 0,33 o meno lestensione longitudinale ipotizzata dellavaria deve essere aumentata come necessario in modo da includere due qualunque paratie stagne trasversali principali consecutive;

f) Quando una paratia trasversale principale ha un recesso od uno scalino, nello studio della compartimentazione deve essere usata una paratia piana equivalente. g) Se la distanza tra due paratie trasversali principali adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la distanza tra due piani trasversali passanti tra le pi vicine parti a scalino delle paratie, inferiore a 3,0 m pi il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero 11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve essere considerata facente parte della compartimentazione della nave in accordo con le prescrizioni da [1.3.5] a [1.3.7]. h) Quando un compartimento stagno trasversale principale ha una propria compartimentazione locale e pu essere dimostrato, a soddisfazione della Societ, che, nellipotesi di qualunque avaria laterale estendentesi non pi della minore fra le lunghezze di 3,0 m pi 3% della lunghezza LS della nave ovvero 11 m, il volume del compartimento principale non si allagherebbe per intero, pu essere concessa una proporzionale tolleranza nella determinazione della lunghezza ammissibile altrimenti richiesta per tale compartimento. In questo caso il volume delleffettiva riserva di galleggiabilit attribuita al fianco non danneggiato non pu essere maggiore di quello assunto per il fianco danneggiato. i) Quando il fattore di compartimentazione richiesto uguale o inferiore a 0,50, la lunghezza complessiva di due qualsiasi compartimenti contigui non pu superare la lunghezza allagabile.

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Parte E, Cap 12, Sez 3

b) estensione trasversale: una distanza pari a 1/5 della larghezza B della nave, misurata dal fianco verso linterno della nave perpendicolarmente al piano di simmetria, al livello del massimo galleggiamento di compartimentazione; c) estensione verticale: dalla linea di costruzione verso lalto senza limite. Se una qualunque avaria di estensione minore di quella indicata in a), b) e c) desse luogo a condizioni pi severe dal punto di vista della conformit con [1.4.8], deve essere adottata nei calcoli tale avaria. 1.4.6 Permeabilit

modo tale che essi diano luogo al momento sbandante pi sfavorevole; laltezza del centro di gravit per i passeggeri deve essere assunta uguale ad 1,0 m sopra il livello del ponte per passeggeri in piedi (si pu tener conto, se necessario, del bolzone e dellinsellatura del ponte), e 0,30 m sopra il sedile per i passeggeri seduti.

b) Momento dovuto alla messa a mare di tutti i mezzi collettivi di salvataggio a pieno carico ammainabili su un lato della nave: tutte le imbarcazioni di salvataggio e tutti i battelli demergenza sistemati sul lato verso il quale la nave ha sbandato dopo lavaria devono essere assunti messi fuori bordo a pieno carico e pronti per essere ammainati; per le imbarcazioni di salvataggio che possono essere messe a mare a pieno carico dalla posizione dove esse sono sistemate a bordo, deve essere assunto il massimo momento sbandante durante la messa a mare; una zattera di salvataggio a pieno carico ammainabile con gru, sospesa a ciascuna gru sul lato verso il quale la nave ha sbandato dopo lavaria deve essere assunta messa fuori bordo pronta per essere ammainata; persone che non si trovino nei mezzi di salvataggio che vengono messi fuori bordo non devono essere considerate fornire n momento sbandante n momento raddrizzante addizionali; i mezzi di salvataggio sul lato della nave opposto al lato verso il quale la nave ha sbandato devono essere assunti nella posizione in cui essi sono sistemati a bordo.

Nei calcoli di stabilit in avaria si devono assumere in generale i valori di permeabilit dei volumi e delle superfici indicati nella Tab 1. Permeabilit di superficie pi elevate devono essere assunte per quegli spazi che, in vicinanza del galleggiamento di avaria, non contengono quantit rilevanti di alloggi o macchinari e spazi che non sono generalmente occupati da rilevanti quantit di carico o di provviste. Per quanto riguarda le navi descritte in Sez 2, [2.4.3] la permeabilit degli spazi per il carico destinati allo stivaggio di veicoli merci e contenitori deve essere ricavata con un calcolo nel quale i veicoli merci e contenitori devono essere assunti non stagni e con permeabilit pari a 0,65. Per navi adibite a servizi specifici, pu essere applicato il valore effettivo della permeabilit proprio dei veicoli merci e dei contenitori. In nessun caso la permeabilit degli spazi per il carico nei quali sono trasportati veicoli merci e contenitori deve essere assunta inferiore a 0,60. Tabella 1 : Valori di permeabilit
Spazi Destinati a carico, carbone o provviste Occupati da alloggi o vuoti Occupati da macchinari Destinati a liquidi (1) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0 o 0,95 (1)

c) Momento dovuto alla pressione del vento: deve essere applicata una pressione del vento pari a 120 N/m2; larea cui applicare tale pressione deve essere quella della proiezione laterale della nave al di sopra del galleggiamento corrispondente allo stato integro; il braccio del momento deve essere assunto pari alla distanza verticale tra un punto a met dellimmersione media corrispondente allo stato integro e il baricentro della suddetta area di proiezione laterale della nave. Criteri di stabilit in avaria

scegliendo il valore che implica le prescrizioni pi severe

1.4.7

Momenti sbandanti 1.4.8

Devono essere presi in considerazione i seguenti momenti sbandanti: a) Momento dovuto alladdensamento dei passeggeri: Si devono fare le seguenti ipotesi: quattro persone per m2; una massa di 75 kg per ciascun passeggero. Questo valore pu essere ridotto a non meno di 60 kg dove ci pu essere giustificato; i passeggeri devono essere distribuiti sulle aree di ponte disponibili verso un fianco della nave, sui ponti dove sono collocati i punti di riunione e in

Devono essere soddisfatti i criteri di stabilit in avaria in [1.4.9] e in [1.4.10]. 1.4.9 Stadi intermedi di allagamento

Devono essere soddisfatti i seguenti criteri per gli stadi intermedi di allagamento: a) il massimo braccio di stabilit deve essere almeno 0,050 m, b) il campo dei bracci di stabilit positivi deve essere almeno 7.

448

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Parte E, Cap 12, Sez 3

In tutti i casi intermedi di allagamento, sufficiente assumere una sola falla nello scafo e un solo specchio libero. Lallagamento asimmetrico deve essere contenuto al minimo realizzabile mediante efficaci sistemazioni. Quando necessario correggere grandi angoli di sbandamento, i mezzi da adottare devono essere per quanto possibile automatici, ma in qualsiasi caso dove esistano comandi di dispositivi per il bilanciamento trasversale, questi devono essere manovrabili da sopra il ponte delle paratie. Questi dispositivi insieme ai loro comandi devono essere accettabili da parte della Societ. Il massimo angolo di sbandamento dopo lallagamento, ma prima del bilanciamento, non pu superare i 15. Quando sono richiesti dispositivi per il bilanciamento trasversale, il tempo per il bilanciamento non pu superare 15 minuti (vedere Cap 11, App 1). Devono essere fornite al Comandante della nave le informazioni necessarie relative alluso dei dispositivi per il bilanciamento trasversale. 1.4.10 Stadio finale di allagamento a) Nel caso di allagamento simmetrico dovuto alla sistemazione dei compartimenti oppure dopo che sono state prese le misure per il bilanciamento, laltezza metacentrica positiva residua deve essere almeno 50 mm calcolata col metodo a dislocamento costante. b) Nel caso di allagamento asimmetrico, langolo di sbandamento per lallagamento di un compartimento non deve superare 7. Per il contemporaneo allagamento di due o pi compartimenti adiacenti, langolo di sbandamento non deve superare 12. c) In nessun caso la linea limite deve essere immersa nella fase finale dellallagamento. Se si ritiene che la linea limite possa venire immersa nel corso di una fase intermedia dellallagamento, la Societ pu esigere quelle indagini e quelle sistemazioni che giudicher necessarie per la sicurezza della nave. d) Il minimo campo della curva dei bracci di stabilit positivi residui deve essere almeno di 15 oltre langolo di equilibrio. Questo campo pu essere ridotto ad un minimo di 10, nel caso in cui larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit sia quella specificata nel paragrafo e), aumentata nel rapporto:
15 ---------------campo

f) Il braccio di stabilit residua dentro il campo di stabilit positiva deve essere ottenuto tenendo conto del maggiore dei seguenti momenti sbandanti dovuti a: laddensamento di tutti i passeggeri verso un lato; la messa a mare a pieno carico di tutti i mezzi collettivi di salvataggio ammainabili sistemati su un lato della nave; la pressione del vento calcolandolo con la formula:
momento sbandante GZ = --------------------------------------------------- + 0 ,04 dislocamento

dove GZ in metri, il momento sbandante calcolato come in [1.4.7] in tonnellate x metri, il dislocamento in tonnellate. Comunque, in nessun caso questo braccio di stabilit deve risultare minore di 0,10 m. 1.4.11 Documentazione da fornire Il Comandante della nave deve ricevere i dati necessari per mantenere una stabilit allo stato integro, in condizioni di esercizio, sufficiente affinch la nave sia in grado di resistere ad unavaria grave. Nel caso di navi che richiedano mezzi di bilanciamento trasversale, il Comandante della nave deve essere informato delle condizioni di stabilit sulle quali i calcoli di sbandamento sono stati basati, e deve essere avvertito che potrebbe verificarsi uno sbandamento eccessivo se la nave subisse unavaria trovandosi in condizioni meno favorevoli. I dati di cui sopra, che devono mettere in grado il Comandante di mantenere una sufficiente stabilit allo stato integro, devono comprendere informazioni circa la massima altezza ammissibile del centro di gravit della nave dalla chiglia (KG) o, in alternativa, la minima altezza metacentrica ammissibile (GM) per un campo di immersioni o di dislocamenti sufficiente a comprendere tutte le condizioni di esercizio. Le informazioni devono indicare linfluenza dei vari assetti tenendo conto dei limiti operativi. 1.4.12 Documentazione per il controllo della nave in avaria Piani devono essere esposti permanentemente, per guida dellufficiale responsabile della nave, che mostrino chiaramente per ciascun ponte e stiva i limiti dei compartimenti stagni, le loro aperture con i mezzi di chiusura e la posizione dei relativi comandi e le misure da adottare per la correzione di qualsiasi sbandamento dovuto ad allagamento. Inoltre, fascicoli contenenti le suddette informazioni devono essere messi a disposizione degli ufficiali della nave. Le porte stagne che possono rimanere aperte durante la navigazione come riportato in Sez 2, [2.6.3] p) devono essere chiaramente indicate nel piano di controllo dellavaria con lindicazione che "le porte devono essere sempre pronte per limmediata chiusura". Dettagliate descrizioni delle informazioni che devono essere incluse nella documentazione per il controllo dellavaria sono riportate in Parte B, Cap 3, Sez 3, [4]. 1.4.13 Marche di immersione Ogni nave deve avere scale delle immersioni segnate in modo chiaro a prora e a poppa. Nel caso in cui le marche dimmersione non siano in posizione facilmente leggibile,

dove il campo espresso in gradi. e) Larea sotto la curva dei bracci di stabilit deve essere almeno 0,015 m.rad, misurata a partire dallangolo di equilibrio fino al minore dei seguenti angoli: langolo al quale si verifica lallagamento progressivo, 22 (misurati dalla posizione di nave diritta) nel caso di allagamento di un compartimento, oppure 27 (misurati dalla posizione di nave diritta) nel caso di contemporaneo allagamento di due o pi compartimenti contigui.

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Parte E, Cap 12, Sez 3

oppure, nel caso in cui vincoli operativi relativi ad un determinato traffico rendano difficile la lettura delle marche dimmersione, la nave deve essere munita anche di un sistema indicatore di immersione affidabile mediante il quale possano essere determinate le immersioni prodiere e poppiere.

usare tali zone come superficie di calpestio dal lato del percorso di sfuggita con la nave inclinata a grandi angoli di sbandamento.

4
4.1

Robustezza della trave nave


Criteri di base
Ponte di resistenza

2
2.1

Criteri di progetto delle strutture


Generalit

4.1.1

2.1.1 Si raccomanda la protezione dei ponti per il trasporto di veicoli cingolati e veicoli non usuali mediante controfasciame in legno. Si raccomanda di sistemare, al di sotto di ogni cavalletto di sostegno dei semi-rimorchi, un pannello di legno di adeguato spessore in modo da distribuire la massa sul fasciame e sui rinforzi ordinari sistemati in corrispondenza.

In aggiunta alle prescrizioni specificate in Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.2], il contributo fornito alla robustezza longitudinale della trave nave dalle strutture dello scafo fino al ponte di resistenza deve essere determinato mediante una analisi ad elementi finiti della nave intera nei seguenti casi: quando le finestrature sui fasciami di fianchi e/o di paratie longitudinali, ubicate al di sotto del ponte designato come ponte di resistenza dal progettista, siano di entit tale da far diminuire in modo significativo la capacit dei fasciami di trasmettere gli sforzi di taglio al ponte di resistenza, quando le estremit di sovrastrutture che devono contribuire alla robustezza longitudinale possono essere considerate non collegate efficacemente alle corrispondenti strutture dello scafo.

2.2
2.2.1

Strutture dello scafo


Tipo di struttura

In generale, il ponte di resistenza e il fondo devono essere a struttura longitudinale Qualora tuttavia sia utilizzata, per le navi suddette, la struttura trasversale, questa deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 2.2.2 Strutture dei fianchi

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Fasciame
Spessori minimi netti

Quando sui ponti sono praticate aperture per le rampe nelle immediate vicinanze del fianco della nave, i supporti per le strutture del fianco stesso devono essere oggetto di particolare considerazione.

5.1.1

3
3.1

Carichi di progetto
Carichi su ruote

Lo spessore netto dei fasciami del cielo del doppio fondo, dei fianchi, del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani deve essere non minore del valore ottenuto, dalla Tab 2. 5.1.2 Fasciame soggetto a carichi su ruote

3.1.1 I carichi su ruote indotti dai veicoli trasportati sono specificati in Parte B, Cap 5, Sez 6, [6].

Lo spessore netto di pannelli di fasciame soggetti a carichi su ruote deve essere ottenuto in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 1 o in Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabili. 5.1.3 Zona inferiore per unaltezza di 0,5 m di paratie formanti divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita

3.2
3.2.1

Abitabilit
Zona inferiore per unaltezza di 0,5 m di paratie formanti divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita

Le pressioni in acqua tranquilla e donda trasmesse alle strutture appartenenti alla zona inferiore, per un'altezza di 0,5 m, delle paratie ed altre delimitazioni che formino divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita devono essere ottenute, in kN/m2, in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 6, [7], dove il valore pS deve essere assunto non minore di 1,5 kN/m2, onde permettere di

Lo spessore netto di pannelli di fasciame appartenenti alla zona inferiore, per un'altezza di 0,5 m, delle paratie ed altre delimitazioni che formino divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita deve essere ottenuto in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 1 o in Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile, dove i carichi sono quelli specificati in Parte B, Capitolo 5 o in Parte B, Cap 8, Sez 1, come applicabile ed in [3.2.1].

450

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 12, Sez 3

Tabella 2 : Spessori minimi netti del cielo del doppio fondo, dei fianchi, del ponte esposto di resistenza e dei ponti di cofani
Spessore minimo netto, in mm 2,0 + 0,02 L k1/2 + 4,5 s

5.3.3

Zona inferiore per unaltezza di 0,5 m di paratie formanti divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita

Fasciame Cielo del doppio fondo al di fuori del locale apparato motore Fianchi sotto il ponte di bordo libero tra il ponte di bordo libero e il ponte di resistenza Ponte esposto di resistenza e ponti di cofani Nota 1: k : s :

2,1 + 0,028 L k1/2 + 4,5 s 2,1 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s 2,2 k1/2 + 2,1 + s

I dimensionamenti netti di travi rinforzate appartenenti alla zona inferiore, per un'altezza di 0,5 m, delle paratie ed altre delimitazioni che formino divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita devono essere ottenuti in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3 o in Parte B, Cap 8, Sez 5, come applicabile, dove i carichi sono quelli specificati in Parte B, Capitolo 5 o in Parte B, Cap 8, Sez 1, come applicabile ed in [3.2.1].

6
6.1

Altre strutture
Sovrastrutture e tughe

coefficiente dipendente dal materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3]. lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame.

5.2

Rinforzi ordinari

6.1.1 Qualora un condotto di ventilazione attraversi il ponte delle paratie, tale condotto deve essere in grado di resistere alla pressione dovuta allacqua eventualmente presente al suo interno, tenendo conto del massimo angolo di sbandamento trasversale ammissibile durante le fasi intermedie di allagamento in accordo ai criteri specificati in [1.4.9]. 6.1.2 Qualora tutto o parte del passaggio del condotto di ventilazione attraverso il ponte delle paratie sia sul ponte roro principale, il condotto deve essere in grado di resistere alla pressione dinamica dovuta ai movimenti dellacqua (sloshing) intrappolata sul ponte ro-ro, calcolata in accordo con le formule applicabili in Parte B, Cap 5, Sez 6, [2].

5.2.1 Rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote I dimensionamenti netti dei rinforzi ordinari soggetti a carichi su ruote devono essere ottenuti in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 4, come applicabili. 5.2.2 Zona inferiore per unaltezza di 0,5 m di paratie formanti divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita I dimensionamenti netti di rinforzi ordinari appartenenti alla zona inferiore, per unaltezza di 0,5 m, delle paratie ed altre delimitazioni che formino divisioni verticali lungo i percorsi di sfuggita devono essere ottenuti in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 2 o in Parte B, Cap 8, Sez 4, come applicabili, dove i carichi sono quelli specificati in Parte B, Capitolo 5 o in Parte B, Cap 8, Sez 1, come applicabile ed in [3.2.1].

6.2

Portelloni prodieri e porte interne

6.2.1 I portelloni prodieri e le porte interne devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 5.

6.3

Portelloni laterali e poppieri

6.3.1 I portelloni laterali possono essere situati sotto, o sopra il ponte di bordo libero. I portelloni poppieri devono essere situati sopra il ponte di bordo libero. 6.3.2 I portelloni laterali e poppieri devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 6. 6.3.3 Le prescrizioni specificate da [6.3.4] a [6.3.7] si applicano a portelloni sistemati sui contorni di locali da carico ro-ro o di locali di categoria speciale, definiti rispettivamente in Sez 2, [1.2.7] e in Sez 2, [1.2.8], attraverso i quali tali locali possano essere allagati. 6.3.4 Devono essere previsti, in plancia e su ogni quadro comandi, lampade di indicazione e allarmi acustici separati che segnalino che i portelloni sono chiusi ed i loro dispositivi di fissaggio e bloccaggio sono correttamente posizionati. Il pannello di segnalazione deve essere provvisto di mezzi idonei per provare le lampade di indicazione. Deve essere impedito lo spegnimento delle segnalazioni ottiche.

5.3

Travi rinforzate

5.3.1 Strutture del doppio fondo Nelle navi sulle quali i puntelli sono distanziati notevolmente tra loro e trasmettono al doppio fondo carichi di entit elevata, i dimensionamenti netti delle strutture del doppio fondo devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ, tenendo conto dei risultati di calcoli diretti effettuati in accordo con i criteri specificati in Parte B, Cap 7, App 1. Quando ritenuto necessario, sulla base dei risultati dei calcoli di cui sopra, possono essere richiesti madieri e paramezzali aggiuntivi. 5.3.2 Travi rinforzate soggette a carichi su ruote I dimensionamenti netti di travi rinforzate soggette a carichi su ruote devono essere ottenuti in accordo con le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 7, Sez 3 e Parte B, Cap 7, App 2 o Parte B, Cap 8, Sez 5, come applicabile.

Regolamenti RINA 2005

451

Parte E, Cap 12, Sez 3

6.3.5 Il dispositivo di segnalazione deve essere progettato in modo da rispondere al principio della sicurezza in caso di guasto (fail-safe) e deve indicare, con allarmi ottici, se la porta non completamente chiusa e bloccata e con allarmi acustici se i dispositivi di fissaggio si aprono o se i dispositivi di bloccaggio si disinseriscono. Lalimentazione per il dispositivo di segnalazione deve essere indipendente da quella per le operazioni di apertura e chiusura dei portelloni e deve essere provvista di alimentazione di energia elettrica di sostegno (back-up). I sensori dei dispositivi di segnalazione devono essere protetti dall'acqua, da formazioni di ghiaccio e da danni meccanici. 6.3.6 Il pannello di segnalazione in plancia deve essere munito di un selettore porto/navigazione, predisposto in modo che un allarme acustico venga emesso se la nave lascia il porto con i portelloni non chiusi o con qualche dispositivo di fissaggio non in posizione corretta. 6.3.7 Devono essere sistemati un dispositivo di rilevazione di entrate dacqua con un allarme acustico ed un sistema di sorveglianza televisiva, che segnalino in plancia e nella centrale di controllo dellapparato motore eventuali perdite dacqua attraverso i portelloni interni.

6.5

Rampe esterne

6.5.1 Le rampe esterne devono soddisfare le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 9, Sez 8, [2].

7
7.1

Allestimento
Armamento marinaresco
Numero dei cavi di ormeggio

7.1.1

Devono essere soddisfatte le prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.5.7] specifiche per le navi con notazione di servizio ro-ro passenger ship. 7.1.2 Navi con notazione di navigazione diversa da unrestricted navigation di lunghezza L minore di o uguale a 30 m

Per navi con notazione di navigazione diversa da unrestricted navigation di lunghezza L minore di o uguale a 30 m: le dotazioni di ancore di posta senza ceppo e di catene per ancore (o di cavi di acciaio, in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.3.5]) possono essere ottenute dalla Tab 3, le dotazioni di cavi di ormeggio di acciaio o di fibra vegetale possono essere ottenute dalla Tab 4.

6.4

Ponti mobili e rampe mobili interne

6.4.1 I ponti mobili e le rampe mobili interne devono soddisfare le specifiche prescrizioni applicabili in Parte B, Cap 9, Sez 8, [1].

452

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 12, Sez 3

Tabella 3 : Armamento marinaresco


Modulo di armamento EN A < EN B A 19 22 25 30 35 40 45 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660 720 780 840 910 980 B 22 25 30 35 40 45 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660 720 780 840 910 980 1060 Ancore di posta senza ceppo N 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 Massa di ciascuna ancora, in kg 21 27 32 37 43 53 64 80 90 100 120 140 160 180 200 240 260 300 360 420 480 575 660 700 780 900 1020 1140 1200 1295 1440 1500 1595 1740 1920 Catene con traversino per ancore di posta Lunghezza totale, in m 65 70 70 75 75 80 82,5 82,5 82,5 110 110 110 110 110 110 110 137,5 137,5 137,5 137,5 137,5 165 165 165 165 192,5 192,5 192,5 385 385 440 440 440 440 440 Diametro, in mm Q1 7 7 8 8 9 10 11 11 12,5 12,5 14 14 16 16 16 17,5 17,5 19 20,5 22 24 26 28 30 30 32 34 36 38 40 42 42 44 46 48 10 11 11 12,5 12,5 14 14 14 16 16 17,5 17,5 19 20,5 22 24 26 26 28 30 32 32 34 36 36 38 40 42 10 11 11 12,5 12,5 12,5 14 14 16 16 17,5 19 20,5 22 22 24 26 26 28 30 30 32 32 34 36 36 Q2 Q3

Tabella 4 : Cavi di ormeggio


Modulo di armamento EN A < EN B A 19 50 70 90 110 130 150 B 50 70 90 110 130 150 175 N 2 3 3 3 3 3 3 Cavi di ormeggio Lunghezza di ciascun cavo, in m 40 40 50 55 55 60 60 Carico di rottura, in kN 32 34 37 39 44 49 54

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453

Parte E, Cap 12, Sez 4

SEZIONE 4

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Norme applicabili

1.1.1 Gli impianti elettrici nei locali destinati al trasporto di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro propulsione devono rispondere, oltre che alle pertinenti norme della Parte C, Capitolo 2, del Cap 11, Sez 5 e a quelle contenute nella presente Sezione anche a quelle della Parte C, Capitolo 4.

alternativa, qualsiasi altro mezzo di illuminazione di efficacia almeno equivalente pu essere accettato dalla Societ. L'illuminazione supplementare deve essere tale da rendere immediatamente palese qualsiasi guasto alle lampade. Tutte le batterie di accumulatori sistemate devono essere sostituite ad intervalli stabiliti sulla base della vita di esercizio prevista nelle condizioni ambientali cui esse sono soggette durante l'esercizio; b) tutti i corridoi dei locali equipaggio, locali per la ricreazione e in tutti i locali di lavoro che sono normalmente occupati devono essere provvisti di una lampada portatile funzionante con batteria ricaricabile, a meno che non sia installato un sistema di illuminazione di emergenza supplementare, come richiesto in (a).

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, Tab 1, la seguente deve essere inviata per approvazione: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi c) Schemi degli impianti di indicazione dello stato dei portelloni a fasciame, di carico e simili e di sorveglianza televisiva o del sistema rilevatore di rientrate dacqua d) Schemi delle alimentazioni degli impianti di illuminazione di emergenza supplementare.

3
3.1

Installazione
Impianti nei locali di categoria speciale situati al di sopra del ponte delle paratie

1.3

Caratteristiche di sicurezza

3.1.1 Apparecchiature e cavi elettrici devono essere installati almeno 450 mm al di sopra di qualsiasi ponte o piattaforma, se installata, sui quali vengano trasportati autoveicoli e sui quali si possa prevedere laccumulo di miscele esplosive eccetto piattaforme dotate di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina. Le apparecchiature elettriche devono essere dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.6] ed i cavi elettrici dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.3]. 3.1.2 Qualora linstallazione di apparecchiature e cavi elettrici a meno di 450 mm al di sopra del ponte o piattaforma sia ritenuta necessaria ai fini del sicuro esercizio della nave, le apparecchiature elettriche devono essere dei tipi certificati di sicurezza indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.5] ed i cavi elettrici dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.2]. 3.1.3 Le apparecchiature ed i cavi elettrici entro le condotte di estrazione daria devono essere del tipo indicato in [3.1.2]. 3.1.4 Le prescrizioni contenute in questo sotto-articolo sono riassunte in Tab 1.

1.3.1 Il gruppo di esplosione e la classe di temperatura delle apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza per impiego in miscele esplosive di aria e benzina devono essere almeno IIA e T3.

2
2.1

Illuminazione di emergenza supplementare

2.1.1 In aggiunta all'illuminazione di emergenza richiesta in Cap 11, Sez 5, [2.2], su tutte le navi da passeggeri con locali da carico Ro/Ro o locali di categoria speciale: a) tutti i locali pubblici e corridoi passeggeri devono essere muniti di illuminazione elettrica supplementare che possa funzionare per almeno tre ore dopo l'interruzione di tutte le altre sorgenti di energia elettrica e in qualsiasi condizione di sbandamento. L'illuminazione fornita deve essere tale da rendere prontamente visibile l'accesso ai mezzi di sfuggita. La sorgente di energia per l'illuminazione supplementare deve consistere in batterie di accumulatori sistemate entro le unit di illuminazione, che siano caricate con continuit, ove praticamente possibile, dal quadro di emergenza. In

3.2

Impianti nei locali di categoria speciale situati al di sotto del ponte delle paratie

3.2.1 Qualsiasi apparecchiatura elettrica deve essere di uno dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.1.5] ed i cavi elettrici dei tipi indicati in Parte C, Cap 2, Sez 3, [10.2.2].

454

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 12, Sez 4

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei locali di categoria speciale al di sopra del ponte delle paratie
Luoghi pericolosi Zona 1 1 Spazi N. Descrizione A meno di 450 mm al di sopra del ponte e di ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, non dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, cassette di collegamento, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici protetti con almeno uno dei seguenti rivestimenti: una guaina non metallica impermeabile in combinazione con trecce o altro rivestimento metallico una guaina in rame o in acciaio inossidabile (per cavi ad isolamento minerale soltanto)

Apparecchiature elettriche

Zona 1 Zona 2

2 3

Condotte di estrazione daria. al di sopra di 450 mm dal ponte al di sopra di 450 mm da ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, non dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina al di sopra di ciascuna piattaforma per veicoli, se sistemata, dotata di aperture di dimensioni sufficienti che permettano la penetrazione verso il basso di vapori di benzina.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 1. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 1; b) apparecchiature elettriche appositamente provate per la Zona 2 (p.e. protezione di tipo "n"); c) apparecchiature elettriche a sovrapressione interna; d) apparecchiature elettriche incapsulate; e) apparecchiature elettriche il cui tipo assicura lassenza di scintille, archi e punti caldi durante il loro normale funzionamento (grado minimo di protezione IP55). f) cavi elettrici rivestiti con almeno una guaina impermeabile esterna non metallica.

3.2.2 Le apparecchiature ed i cavi elettrici entro le condotte di estrazione daria devono essere del tipo indicato in [3.2.1]. 3.2.3 Le prescrizioni contenute in questo sotto-articolo sono riassunte in Tab 2.

di sezionamento ubicati fuori delle stive. Devono essere previsti mezzi per il blocco di tali dispositivi nella posizione di aperto. Questa prescrizione non si applica a impianti installati per ragioni di sicurezza come gli impianti di rivelazione di incendio, fumo o gas.

3.3

Impianti in locali da carico diversi dai locali di categoria speciale destinati al trasporto di autoveicoli

4
4.1

Componenti per i quali richiesta lapprovazione di tipo

3.3.1 Si applicano le norme valide per i locali di categoria speciale situati al di sotto del ponte delle paratie, come stabilito in [3.2]. 3.3.2 Tutti i circuiti elettrici che terminano nelle stive per il carico devono essere provvisti di interruttori multipolari

4.1.1 Le lampade con batteria incorporata per lilluminazione elettrica supplementare, gli impianti di allarme per i mezzi di chiusura delle aperture e gli impianti per la rivelazione di entrate dacqua se di tipo elettronico, e gli impianti

Regolamenti RINA 2005

455

Parte E, Cap 12, Sez 4

per la sorveglianza televisiva devono essere di tipo approvato o in accordo con [4.1.2].

4.1.2 Caso per caso pu essere concessa una accettazione basata sullinvio di una documentazione adeguata e sullesecuzione di prove a discrezione della Societ.

Tabella 2 : Apparecchiature elettriche permesse nei locali di categoria speciale al di sotto del ponte delle paratie
Luoghi pericolosi N. Zona 1 1 Spazi Descrizione Locali di categoria speciale. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, cassette di collegamento, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici protetti con almeno uno dei seguenti rivestimenti: una guaina non metallica impermeabile in combinazione con trecce o altro rivestimento metallico una guaina in rame o in acciaio inossidabile (per cavi ad isolamento minerale soltanto)

Apparecchiature elettriche

Zona 1

Condotte di estrazione daria.

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 1.

456

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Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 13

NAVI PER ATTIVIT DI DRAGAGGIO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DI DRAGAGGIO

Regolamenti RINA 2005

457

Parte E, Cap 13, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.1.1 Una delle notazioni di servizio seguenti, come definite in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.7]: dredger hopper dredger hopper unit split hopper dredger split hopper unit pu essere assegnata alle navi progettate secondo le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi per attivit di dragaggio.

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi per attivit di dragaggio. Tabella 1
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari e impianti di dragaggio Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1) Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1)

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi per attivit di dragaggio

Regolamenti RINA 2005

459

Parte E, Cap 13, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

Simboli
T TD C k n, n1 : Immersione di navigazione, in m, corrispondente al bordo libero internazionale : Immersione di dragaggio, in m, corrispondente al bordo libero di dragaggio : Parametro donda definito in Parte B, Cap 5, Sez 2 o Parte B, Cap 8, Sez 1, come applicabile : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Coefficienti di navigazione, definiti in Parte B, Cap 5, Sez 1, [2.6] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [1.5], come applicabile : Coefficiente di navigazione in situazione di dragaggio, definito in [3.3.1] : Intervallo, in m, dei rinforzi ordinari : Massa volumica della miscela di acqua di mare e detriti, assunta uguale a:
PD = -----VD

1
1.1

Stabilit
Stabilit alIo stato integro
Generalit

1.1.1

La stabilit della nave allo stato integro deve essere sufficiente per soddisfare i criteri indicati in [1.1.3] per le condizioni di carico operative di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.10] e il metodo di calcolo descritto in [1.1.2]. 1.1.2 Metodo di calcolo

nD s

Il calcolo delle curve dei bracci di stabilit deve tener conto: della variazione di assetto dovuta allo sbandamento, dellingresso di acqua di mare o delluscita di carico liquido dallorlo superiore della mastra del pozzo nel caso di pozzo aperto, dellingresso di acqua dallorlo inferiore del condotto di troppo pieno, posto al livello del carico o nella posizione pi bassa possibile sopra il livello del carico, o al margine inferiore del pi basso portello di troppo pieno o sfioratore. 1.1.3 Criteri di stabilit allo stato integro

PD VD g

: Massa massima, in t, dei detriti contenuti nello spazio della tramoggia : Volume dello spazio della tramoggia, in m3, limitato al punto pi alto della chiusa : Accelerazione di gravit, in m/s2: g = 9,81 m/s2 : Lunghezza, in m, del pozzo a tramoggia : Distanza dal fondo al giunto di tenuta posto nella parte pi bassa del pozzo a tramoggia, in m : Distanza, in m, dal livello dei detriti alla linea di costruzione quando la draga lavora al bordo libero di dragaggio (vedere Fig 7) : Distanza, in m, dal livello dei detriti alla linea di costruzione quando la draga lavora al bordo libero internazionale (vedere Fig 7) : Distanza, in m, dal punto pi basso dello stramazzo alla linea di costruzione : Immersione di navigazione, in m, con il pozzo pieno dacqua fino al galleggiamento : Immersione di navigazione, in m, con il pozzo pieno dacqua fino al punto pi basso della chiusa : Minimo carico di snervamento, in N/mm2, del materiale : Minimo carico di rottura a trazione, in N/mm2, del materiale.

lp
a

h1

Larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit non deve essere inferiore a 0,07 m.rad fino ad un angolo di 15 quando il massimo braccio di stabilit GZmax si trova a 15 e 0,055 m.rad fino ad un angolo di 30 quando il massimo braccio di stabilit GZmax si trova a 30 od oltre. Se il massimo braccio di stabilit GZmax si trova ad angoli tra 15 e 30, larea corrispondente sottesa dalla curva dei bracci di stabilit deve essere maggiore di od uguale ad A, dove A deve ottenersi, in m.rad, con la seguente formula:
A = 0 ,055 + 0 ,001 ( 30 max )

h2

dove max langolo di sbandamento in gradi al quale la curva dei bracci di stabilit raggiunge il suo massimo. Larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit fra gli angoli di sbandamento di 30 e 40 o fra 30 e langolo di allagamento f, se questangolo inferiore a 40, non deve essere inferiore a 0,03 m.rad. Il braccio di stabilit GZ deve essere almeno 0,20 m ad un angolo di sbandamento uguale a o maggiore di 30. Il massimo braccio di stabilit GZmax deve trovarsi ad un angolo dinclinazione non inferiore a 15. Laltezza metacentrica iniziale GM0 corretta per leffetto degli specchi liquidi liberi delle casse e del pozzo, o pozzi, contenente liquidi, non deve essere inferiore a 0,15 m.

h4 T3 T4

ReH Rm

460

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

1.1.4

Criterio metereologico al bordo libero internazionale

1.2

Stabilit in avaria

Al bordo libero internazionale, la draga deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [3.2] considerando: lo stato del carico come liquido, 10% di provviste e combustibile, e il pozzo, o pozzi, riempiti con un carico omogeneo fino al margine superiore della mastra del pozzo, se la massa volumica del carico non inferiore a 1000 kg/m3, altrimenti il pozzo considerato essere parzialmente caricato con un carico di massa volumica uguale a 1000 kg/m3. 1.1.5 Criterio meteorologico al bordo libero di dragaggio

1.2.1 Generalit Quando alla draga assegnato un bordo libero di dragaggio che inferiore a B/2 dove B il bordo libero regolamentare calcolato in accordo con la Convenzione Internazionale del Bordo Libero, 1966, la draga deve soddisfare le prescrizioni di Parte B, Cap 3, App 3, [1] modificate da [1.2.2], [1.2.3] e [1.2.5]. Alla draga non pu essere assegnato un bordo libero inferiore a B/3. 1.2.2 Metodo di calcolo delle curve dei bracci di stabilit Il calcolo delle curve dei bracci di stabilit deve tener conto: della variazione di assetto dovuta allo sbandamento, dellingresso di acqua di mare o delluscita di carico dallorlo superiore della mastra del pozzo nel caso di pozzo aperto, dellingresso di acqua dallorlo inferiore del condotto di troppo pieno, posto nella posizione pi alta possibile o allorlo inferiore del pi basso portello di troppo pieno o sfioratore, dello scorrimento del carico nel pozzo, in direzione trasversale e longitudinale, in accordo con la seguente legge sullo scorrimento: - per 1400 (carico liquido): r = g dove: r g per 1400 < < 2000 (carico scorrevole): r = g (2000-)/600 per 2000 (carico solido): r = 0 : massa volumica del carico, in kg/m3, : angolo dinclinazione o angolo dassetto, in gradi, : angolo di scorrimento del carico, in gradi.

Al bordo libero di dragaggio, la draga deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [3.2] considerando una pressione del vento ridotta uguale a 270 N/m2 per la pi severa delle condizioni di carico cui in in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.10]. La condizione di carico pi severa definita come la condizione di carico per la quale larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit fra 0 e 40 la minima. 1.1.6 Draghe con pozzo, o pozzi, aperto(i)

Quando laltezza del margine di troppo pieno della mastra del pozzo sopra limmersione di dragaggio inferiore alla minima altezza di prora specificata nella Convenzione Internazionale del Bordo Libero 1966, le condizioni di carico in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.10] allimmersione di dragaggio devono tener conto di uno strato dacqua di mare sopra al carico fino al margine di troppo pieno della mastra del pozzo. Tuttavia, se portelli di troppo pieno o sfioratori, di misura sufficiente a permettere una rapida evacuazione dellacqua nel pozzo sopra il carico, sono sistemati nella mastra del pozzo sopra il ponte di bordo libero, lo strato di acqua di mare pu essere ridotto fino al margine inferiore dei portelli di troppo pieno o sfioratori. Larea dei portelli di troppo pieno o sfioratori deve essere, almeno, equivalente allarea richiesta dalla Regola 24(1) della Convenzione Internazionale del Bordo Libero, 1966. 1.1.7 Draghe con portelloni sul fondo o dispositivi simili

1.2.3 Allagamento progressivo Gli allagamenti progressivi interni ed esterni devono essere considerati in accordo con le prescrizioni di Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. 1.2.4 Indice di compartimentazione effettivo AU Lindice di compartimentazione effettivo AU deve essere calcolato per limmersione dU e il corrispondente assetto iniziale assumendo la draga in condizione scarica, cio con il 50% di combustibile e provviste, niente carico nel pozzo, o pozzi, e lo stesso, o gli stessi, in diretta comunicazione col mare. 1.2.5 Indice di compartimentazione effettivo AL Lindice di compartimentazione effettivo AL deve essere calcolato assumendo la draga carica allimmersione di dragaggio dl con il 50% di combustibile e provviste, per ciascuna delle masse volumiche d e i definite da: la massa volumica di progetto d corrispondente allimmersione di dragaggio e ottenuta con la seguente formula:

Draghe con portelloni sul fondo o dispositivi simili sia sul fianco di dritta sia su quello di sinistra, devono soddisfare i seguenti criteri nellipotesi di scarico asimmetrico: langolo di equilibrio non deve superare 25, il braccio di stabilit GZ entro il campo di 30 oltre langolo di equilibrio deve essere almeno pari a 0,10 m, il campo di stabilit non deve essere inferiore a 30. La draga assunta carica fino allimmersione di dragaggio con carico solido di massa volumica uguale a 1900 kg/m3, sotto discarica, con 20% del carico totale del pozzo assunto da scaricare soltanto da un lato dellasse longitudinale del pozzo, orizzontalmente distribuito in maniera uniforme lungo il lato di discarica.

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Parte E, Cap 13, Sez 2

d = M2/V2 dove: M2 : massa del carico nel pozzo quando la draga carica allimmersione di dragaggio con il 50% di combustibile e provviste, : volume del pozzo alla pi alta posizione di troppo pieno,

V2

2.1.4 Su draghe a secchioni, allo scopo di prevenire pericolosi allagamenti nel caso di avaria al fasciame dovuta a frammenti metallici (per esempio ancore), si deve prevedere un compartimento stagno nella parte bassa dei cassoni su entrambi i lati del pozzo dei secchioni nella zona degli stessi. Il compartimento deve essere di dimensioni adeguate per permettere che le ispezioni possano essere effettuate. 2.1.5 Rinforzi devono essere previsti in posizioni dove lo scafo altamente sollecitato, come: sotto le incastellature dei tubi di aspirazione, in corrispondenza del telaio di supporto sulle draghe a secchioni, punti dove si d volta ai cavi di rimorchio, collegamenti dei pali, ecc. 2.1.6 I rinforzi del fondo piatto alle estremit devono essere esaminati dalla Societ caso per caso. 2.1.7 Devono essere previsti stramazzi negli spazi delle tramogge. Larea della loro sezione deve essere grande a sufficienza, tenuto conto della densit della miscela acquadetriti che deve essere fatta defluire. La disposizione e la posizione degli stramazzi deve essere tale che: esse impediscano, durante la caricazione, che venga superata la massima immersione autorizzata, lassetto e la stabilit siano sempre in accordo con le condizioni di carico esaminate, il deflusso avvenga senza alcun traboccamento sul ponte. 2.1.8 Nelle draghe aspiranti, se (B+D) maggiore di 21 m, deve essere sistemato un doppio fondo tra la paratia di collisione e la paratia prodiera del pi vicino spazio di tramoggia. Il doppio fondo pu tuttavia essere interrotto in corrispondenza della pompa di dragaggio. 2.1.9 Gli angoli delle aperture nel fasciame del fondo devono essere arrotondati e il raggio deve essere il pi grande possibile, specialmente vicino ai portelloni del fondo. La forma e il raggio degli angoli suddetti deve essere in accordo con Parte B, Cap 4, Sez 6. 2.1.10 Se bette portafango e draghe aspiranti sono destinate a navigazioni dalto mare, si raccomanda, per quanto possibile, di non installare portellini nel fasciame dei fianchi. 2.1.11 Le squadre devono avere generalmente una forma avviata curva. Il lembo libero deve essere munito di piattabanda se di lunghezza maggiore di 60 volte lo spessore dellanima. 2.1.12 Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger oppure split hopper unit, se sono previsti bagli di palpitazione come specificato in Parte B, Cap 9, Sez 1, [2.7], correnti orizzontali e montanti rinforzati verticali devono essere installati sulle paratie in mezzeria dei due mezzi scafi per assorbire le reazioni.

ciascuna massa volumica i maggiore di d, ottenuta con la seguente formula: i = 2200 - 200i dove i uguale a 0; 1; 2; 3; ecc. I calcoli di stabilit in avaria devono essere eseguiti tenendo conto dellassetto iniziale allimmersione di dragaggio e di una permeabilit ipotizzata del carico nel pozzo uguale a 0% e una permeabilit dello spazio sopra il carico uguale al 100%. 1.2.6
AR A U 0, 7R A L 0, 7R

Criteri di stabilit in avaria

La draga deve soddisfare i seguenti criteri:

dove: R AU : indice di compartimentazione richiesto definito in Parte B, Cap 3, App 3, [1.3], : indice di compartimentazione effettivo allimmersione di draga scarica dU, definito in [1.2.4], : indice di compartimentazione effettivo allimmersione di draga carica dl e per le masse volumiche del carico definite in [1.2.5].

AL

2
2.1

Principi di progetto della struttura


Generalit

2.1.1 Lattenzione dei Progettisti deve essere attirata sul fatto che le sistemazioni strutturali di navi destinate ad attivit di dragaggio implicano discontinuit nelle strutture stesse e che particolare attenzione deve essere posta nellevitare criccature o fratture 2.1.2 Se probabile che draghe debbano lavorare unitamente a bette portafango, la cinta deve essere protetta, poco al di sotto del ponte, da un parabordo fissato efficacemente alle lamiere di fasciame ed esteso per almeno due terzi della lunghezza nave. Lapertura del barcarizzo nel ponte rialzato deve essere compensata. 2.1.3 Se probabile che draghe debbano lavorare unitamente a bette portafango, il fasciame del fianco deve essere protetto da un parabordo esteso dal galleggiamento di pieno carico al galleggimanto pi basso. Rinforzi strutturali addizionali devono essere previsti in corrispondenza del parabordo e inviati allapprovazione della Societ.

462

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Parte E, Cap 13, Sez 2

2.2

Elementi strutturali longitudinali in corrispondenza del pozzo a tramoggia

Figura 2 : Squadre alle estremit prodiera e poppiera della chiglia cellulare

2.2.1 I dimensionamenti della zona centrale della nave devono generalmente essere mantenuti per tutta la lunghezza del pozzo a tramoggia. 2.2.2 Deve prestarsi attenzione alla continuit strutturale degli elementi strutturali longitudinali, specialmente mastre e paratie del pozzo a tramoggia. 2.2.3 Per tutta la lunghezza del pozzo a tramoggia, il trincarino del ponte superiore deve estendersi fino alla paratia longitudinale. 2.2.4 Le estremit prodiera e poppiera delle paratie longitudinali degli spazi della tramoggia devono essere estese per mezzo di grandi squadre aventi in generale una lunghezza ed una larghezza uguali a D/4. Si raccomanda di dare una forma avviata curva a tali squadre (vedere Fig 1). La squadra superiore deve essere saldata al ponte ed estendersi per mezzo di unanguilla. La squadra inferiore, che generalmente obliqua, deve essere saldata al fondo o al cielo del doppio fondo. Nellultimo caso, la squadra inferiore deve estendersi dentro il doppio fondo per mezzo di un paramezzale pieno estendentesi, almeno, per tre intervalli dossatura oltre lestremit della squadra. Figura 1 : Squadre allestremit prodiera e poppiera delle paratie longitudinali degli spazi della tramoggia

elemento di rinforzo nel piano verticale squadre ginocchio chiglia cellulare piega

complanari
2.2.7 La Societ pu richiedere, caso per caso, che gli elementi longitudinali della struttura del doppio fondo siano estesi, per mezzo di squadre, dentro i compartimenti laterali che delimitano gli spazi delle tramogge. 2.2.8 Sistemazioni diverse da quelle descritte da [2.2.4] a [2.2.7] devono essere considerate dalla Societ caso per caso.

2.3

Elementi strutturali trasversali nella zona del pozzo a tramoggia

2.3.1 Anelli rinforzati trasversali Entro la zona del pozzo a tramoggia, devono essere sistemati anelli rinforzati trasversali che devono comportare: alti madieri negli spazi della tramoggia, travi rinforzate verticali del fianco, travi rinforzate verticali del pozzo a tramoggia, bagli rinforzati dentro gli spazi della tramoggia, a livello del ponte o del cofano,

squadra fasciame della tramoggia

complanari ginocchio paratia inclinata

se necessario, puntoni che colleghino o le travi rinforzate verticali del fianco con le travi rinforzate verticali del pozzo a tramoggia o i madieri con le travi rinforzate verticali del pozzo a tramoggia. Lintervallo degli anelli trasversali deve generalmente essere assunto non maggiore di cinque intervalli dossatura. 2.3.2 La chiglia cellulare deve essere rigidamente collegata agli anelli trasversali di cui in [2.3.1]. 2.3.3 La parte superiore della chiglia cellulare pu essere collegata alla struttura del ponte o del cofano per mezzo di puntelli assiali o inclinati associati a bagli rinforzati, o per mezzo di una paratia di sbattimento in mezzeria. 2.3.4 Il collegamento dei madieri dello spazio della tramoggia con le paratie longitudinali e la chiglia cellulare deve essere studiato in modo che sia assicurata la continuit strutturale. Se il madiere costituito da una struttura scatolata con i fianchi inclinati, si deve prestare particolare attenzione alla continuit della flangia inferiore. La Fig 3 illustra un esempio di possibile collegamento.

complanari

2.2.5 Le estremit prodiera e poppiera della chiglia cellulare in mezzeria devono essere estese per mezzo di squadre aventi una lunghezza almeno pari allaltezza di tale chiglia. Nelle zone dove presente un doppio fondo, le squadre possono essere sistemate come in Fig 2. 2.2.6 I fianchi verticali dei cofani devono essere estesi oltre lestremit degli spazi delle tramogge per una distanza di almeno 1,5 volte la loro altezza.

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Figura 3 : Esempio di collegamento con madiere costituito da una struttura scatolata con i fianchi inclinati

della tramoggia o da ogni apertura nel fasciame del fondo o del ponte. Una lamiera del ponte rinforzata al 60%, senza superare 38 mm, deve essere sistemata in corrispondenza dellapertura delle guide. Questa lamiera deve, almeno, estendersi per un intervallo dossatura a proravia e a poppavia delle travi rinforzate verticali di cui in [2.4.1]. 2.4.3 Nelle zone dove, durante le operazioni di aspirazione, la testa della draga e i giunti possono urtare la carena, deve essere adottata una o pi delle seguenti sistemazioni: spessore del fasciame in eccesso dello spessore ottenuto in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 o Parte B, Cap 8, Sez 3, a seconda dei casi per il fasciame del ginocchio e del fianco, rinforzi della struttura per mezzo di travi rinforzate verticali, correnti, costole o longitudinali intermedi, a seconda del tipo di costruzione,

puntello paratia longitudinale

chiglia cellulare

madiere
2.3.5 Il collegamento tra le piattabande dei bagli rinforzati e le strutture adiacenti generalmente realizzato per mezzo di squadre aventi lo spessore di tali flange ed estendentisi dentro le strutture adiacenti.

parabordi lungo lo scafo. Questi parabordi insieme alla forma del ginocchio non devono impedire il funzionamento del tubo di aspirazione, intercapedini per limitare il possibile allagamento dei compartimenti laterali. 2.4.4 I tubi di aspirazione devono essere generalmente muniti di: apparecchiature ausiliarie atte a sollevare il tubo di aspirazione, in aggiunta alle gru del tubo stesso, un numero sufficiente di punti di attacco sul tubo stesso, per facilitarne la manovra, un apparecchio per limitare il carico per evitare eventuali sovraccarichi, se il tubo daspirazione equipaggiato con denti taglianti, gli accessori montati sul tubo di aspirazione costruiti in pi parti per facilitarne la parziale sostituzione in caso di danno.

2.4

Sistemazioni relative ai tubi daspirazione

2.4.1 Se necessaria unapertura nel fasciame del fianco per installare le guide dei tubi di aspirazione, la continuit dei membri deve essere ripristinata, per esempio a mezzo di lamiere deviate di spessore pari a quello del fasciame del fianco e con un angolo di deviazione il pi piccolo possibile. La deviazione deve essere irrigidita da travi rinforzate verticali e correnti intercostali di uguale altezza danima (vedere Fig 4 e Fig 5). Figura 4 : Fianco a struttura trasversale - Apertura rinforzata da lamiere deviate

2.5

Zone di logoramento

2.5.1 Alcune parti della struttura soggette a pesante usura, come le paratie longitudinali degli spazi delle tramogge, possono essere protette o rinforzate per evitarne una frequente sostituzione. 2.5.2 Se viene fornita protezione per mezzo di lamiere smontabili, chiamate lamiere di logoramento, si deve porre attenzione sulla necessit di evitare la corrosione tra le facce a contatto di queste lamiere e il fasciame dello spazio della tramoggia. 2.5.3 Se il rinforzo viene realizzato aumentando lo spessore, il modulo di resistenza pu essere determinato tenendo conto del sovraspessore, purch i limiti di logoramento, oltre i quali le lamiere vanno sostituite, siano determinati tenendo conto dei valori di tale sovraspessore. Se questo sovraspessore trascurato nel calcolo de modulo di resistenza, ci deve essere chiaramente indicato sul disegno della sezione maestra.

Figura 5 : Fianco a struttura longitudinale - Apertura rinforzata da lamiere deviate

La saldatura dangolo tra lanima delle travi rinforzate verticali e le lamiere deviate non deve essere eseguita sulla deviazione, ma a 50 mm di distanza. 2.4.2 Le guide dei tubi di aspirazione devono essere installate il pi lontano possibile dalle estremit dello spazio

464

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Parte E, Cap 13, Sez 2

2.6

Rinforzi per lincaglio

2.6.1 Se lincaglio considerato fra le normali operazioni della nave, il fasciame del fondo e la struttura del fondo devono essere rinforzate come indicato da [2.6.2] a [2.6.5]. 2.6.2 Per lintera lunghezza della nave, nella zona del fondo piatto, lo spessore netto del fondo ottenuto in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 oppure con Parte B, Cap 8, Sez 3, a seconda dei casi, deve essere aumentato di 2,5 mm. 2.6.3 Se la nave ha un doppio fondo a struttura trasversale, i madieri devono essere sistemati ad ogni ossatura e associati a paramezzali intercostali, il cui intervallo medio non deve superare 2,1 m. Inoltre, devono essere sistemati longitudinali intercostali ordinari, posti a met intervallo dei paramezzali. 2.6.4 Se la nave ha un doppio fondo a struttura longitudinale, lintervallo dei madieri non deve superare tre intervalli dossatura e lintervallo dei paramezzali non deve superare tre intervalli dei rinforzi longitudinali ordinari. Rinforzi trasversali intercostali devono essere sistemati a met campata dei rinforzi longitudinali ordinari. I madieri devono essere irrigiditi da rinforzi verticali aventi lo stesso intervallo dei rinforzi longitudinali ordinari. 2.6.5 Se la nave costruita con spazi tramoggia aperti (con portelloni di scarico sistemati sul fondo), devono essere sistemati rinforzi come prescritto in [2.6.3] o [2.6.4] entro i compartimenti laterali, la chiglia cellulare e, in generale, entro i limiti della zona del fondo piatto.

acqua tranquilla devono essere calcolati per le seguenti condizioni di carico: carico omogeneo alla massima immersione di dragaggio se maggiore della massima immersione di esercizio, condizioni di carico parziali, ogni specifica condizione di carico non omogeneo, in particolare se le draghe sono provviste di pi spazi tramoggia, condizioni di navigazione con spazio (o spazi) della tramoggia riempito dacqua fino al galleggiamento, condizioni operative al bordo libero internazionale con spazio (o spazi) della tramoggia riempito(i) di detriti, condizioni di navigazione in zavorra, con spazio (o spazi) della tramoggia vuoto(i), se applicabile. I calcoli del momento flettente e sforzo di taglio in acqua tranquilla per ogni caso di caricazione corrispondente ad un uso speciale della nave pu essere richiesto dalla Societ caso per caso. In particolare, nel caso di draghe stazionarie, la curva del momento flettente in acqua tranquilla, se il tubo di aspirazione orizzontale, deve essere rimessa allapprovazione della Societ. Momenti flettenti verticali in acqua tranquilla in situazione di dragaggio In aggiunta ai momenti flettenti verticali in acqua tranquilla MSW,H e MSW,S in condizioni di navigazione, definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.2] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [2.2], come applicabile, devono pure essere considerati i momenti flettenti verticali in acqua tranquilla in situazione di dragaggio MSW,H,D e MSW,S,D rispettivamente nelle condizioni inarcata e insellata. Se i momenti flettenti verticali in acqua tranquilla di progetto per la situazione di dragaggio non sono definiti, in fase preliminare di progettazione, in qualunque sezione trasversale dello scafo, pu essere presa in considerazione la distribuzione longitudinale indicata in Parte B, Cap 5, Sez 2, Fig 3, dove MSW il momento flettente verticale in acqua tranquilla di progetto in sezione maestra, in condizione di dragaggio inarcata o insellata, i cui valori assoluti devono essere presi non inferiori ai valori ottenuti, in kN.m, dalle seguenti formule: in condizione inarcante:
M SWM ,H ,D = 175n 1 CL B ( C B + 0 ,7 )10 M WV ,H ,D
2 3

3.2.2

2.7

Strutture imbullonate

2.7.1 Quando la draga costituita da parecchi elementi indipendenti collegati da bulloni, il collegamento deve essere esaminato dalla Societ caso per caso.

3
3.1

Carichi di progetto
Generalit

3.1.1 I carichi di progetto devono essere determinati per i casi di caricazione per le due seguenti situazioni: situazione di navigazione, considerando limmersione T, situazione di dragaggio, considerando limmersione di dragaggio TD. 3.1.2 Per draghe costituite da strutture imbullonate, la Societ pu richiedere che i carichi della trave nave calcolati per la massima lunghezza dellunit quando montata siano applicati per ciascun singolo elemento.

in condizione insellante:
M SWM ,S ,D = 175n 1 CL B ( C B + 0 ,7 )10 + M WV ,S ,D
2 3

dove MWV,H,D e MWV,S,D sono i momenti flettenti verticali donda in situazione di dragaggio, in kN.m, definiti in [3.3.1].

3.3
3.3.1

Carichi dovuti allonda sulla trave nave

3.2

Carichi della trave nave in acqua tranquilla

3.2.1 Condizioni di carico In aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.1] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [2.2], come applicabile, i carichi in

Momenti flettenti verticali donda in situazione di dragaggio In aggiunta ai momenti flettenti verticali donda MWV,H e MWV,S in situazione di navigazione, definiti in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [2.3], come applicabile, i momenti flettenti verticali donda in situazione di dragaggio in qualunque sezione trasversale dello

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Parte E, Cap 13, Sez 2

scafo devono essere ottenuti, in kN.m, dalle seguenti formule: in condizione inarcante:
M WV ,H ,D = 190F M n D CL BC B 10
2 3

3.4

Carichi addizionali sulla trave nave per draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili
Applicabilit

3.4.1

in condizione insellante:
M WV ,S ,D = 110 F M n D CL B ( C B + 0 ,7 )10
2 3

Le prescrizioni da [3.4.3] a [3.4.6] si applicano a navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger e split hopper unit, in aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Capitolo 5. 3.4.2 Generalit

dove: FM : fattore di distribuzione definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, Tab 1 o Parte B, Cap 8, Sez 1, Tab 2, come applicabile (vedere anche Parte B, Cap 5, Sez 2, Fig 4 o Parte B, Cap 8, Sez 1, Fig 1, come applicabile), : coefficiente dellarea operativa definito in Tab 1 in funzione di HS, da non assumersi maggiore di n, : massima altezza significativa donda, in m, per larea operativa in situazione di dragaggio, in accordo alla notazione di area operativa assegnata alla nave (vedere Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.7.3]).

I momenti flettenti orizzontali devono essere calcolati assumendo che il pozzo a tramoggia sia semplicemente appoggiato a ciascuna estremit. Il gioco fra i due mezzi scafi deve essere largo abbastanza da non essere eliminato quando il pozzo della tramoggia pieno. Particolari del calcolo dei giochi necessari devono essere inviati alla Societ per esame. Tuttavia, il calcolo dei momenti orizzontali pu essere eseguito assumendo che entrambe le estremit del pozzo a tramoggia siano parzialmente incastrate, a condizione che a livello del ponte e del fondo siano previsti scontri a proravia e poppavia del pozzo tali che: il gioco tra i due mezzi scafi sia nullo,

nD

HS

Tabella 1 : Coefficienti dellarea operativa in situazione di dragaggio


Coefficiente dellarea operativa nD 1/3 2/3 1

essi siano lunghi a sufficienza da resistere ai momenti di estremit dovuti alle forze orizzontali sviluppate lungo il pozzo a tramoggia. 3.4.3 Momenti flettenti orizzontali in acqua tranquilla

HS, in m HS < 2,5 2,5 HS < 4 HS 4

I momenti flettenti orizzontali in acqua tranquilla da applicarsi ad uno dei mezzi scafi, in situazioni di navigazione e di dragaggio, deve essere ottenuto, in kN.m, dalle formule indicate nella Tab 2.

Tabella 2 : Draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili - Momenti flettenti orizzontali in acqua tranquilla su mezzi scafi
Condizioni di fissaggio delle estremit del pozzo a tramoggia Parzialmente incastrate Semplicemente appoggiate
1 pl p
2 2 1 c1 -- + -------- pl p 8 2L p

Momenti flettenti orizzontali in acqua tranquilla MSHH, in kN.m Zona a centro nave Estremit del pozzo a tramoggia
1 pl p
2

Nota 1: : 1 p : c1 :

coefficiente definito in Tab 3, in funzione di c1/lp, carico per metro, in kN/m, applicato lungo il pozzo a tramoggia, definito in Tab 4 in funzione della condizione di carico, distanza, in m, dalle cerniere del ponte alle estremit del pozzo a tramoggia (vedere Fig 6).

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 3 : Coefficiente 1
c 1 / lp 0,005 0,010 0,015 0,020 0,025 0,030 0,035 0,040 0,045 0,050 0,055 0,060 1 0,0850 0,0867 0,0884 0,0899 0,0916 0,0932 0,0948 0,0964 0,0980 0,0996 0,1013 0,1028

Figura 6 : Definizione delle dimensioni nella zona del pozzo a tramoggia

cerniere

pozzo a tramoggia

C1

Lp
d

C1

Tabella 4 : Carico per metro applicato lungo il pozzo a tramoggia


Condizioni di carico Massima caricazione allimmersione di dragaggio p, in kN/m
( h 1 a ) 1 ,025 ( T D a ) -------------------------------------------------------------------- g 2
2 2

Caricazione corrispondente al bordo libero internazionale col pozzo pieno di detriti Condizione di esercizio col pozzo pieno dacqua fino al galleggiamento Condizione di esercizio col pozzo pieno dacqua fino al livello pi alto dello stramazzo

( h 2 a ) 1 ,025 ( T a ) ----------------------------------------------------------------- g 2
2 2

0
1 ,025 [ ( h 4 a ) ( T 4 a ) ] --------------------------------------------------------------------- g 2
2 2

Tabella 5 : Draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili - Momenti flettenti orizzontali donda su mezzi scafi
Condizioni di fissaggio delle estremit del pozzo a tramoggia Parzialmente incastrate Momenti flettenti orizzontali donda MWHH, in kN.m Zona a centro nave
M WV ( 2 T + 3 Fk F ) ----------B M WV ( T + 6 Fk F ) ----------B

Estremit del pozzo a tramoggia


M WV ( 4 T + 5 Fk F ) ----------B

Semplicemente appoggiate

Nota 1: 2,3,4,5,6:coefficienti definiti in Tab 6, in funzione di lD/L, T : immersione, in m, corrispondente alla condizione di carico considerata, kF : coefficiente assunto uguale a: kF = 0,128 nD (CB + 0,7) MWV : momento flettente donda verticale, in kN.m, definito in: Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1] per la situazione di navigazione, [3.3.1] per la situazione di dragaggio.

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 6 : Coefficienti 2, 3, 4, 5, 6

lD/L
0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80

2 0,050 0,071 0,095 0,122 0,151 0,182 0,214 0,248 0,282 0,316 0,350 0,383

3 0,037 0,052 0,070 0,090 0,111 0,134 0,158 0,184 0,211 0,239 0,269 0,300

4 0,097 0,135 0,178 0,224 0,271 0,318 0,364 0,407 0,445 0,478 0,504 0,521

5 0,046 0,062 0,080 0,098 0,116 0,134 0,151 0,168 0,186 0,204 0,225 0,247

6 -0,309 -0,247 -0,185 -0,123 -0,062 0 0,062 0,123 0,185 0,247 0,309 0,370

per il momento flettente verticale in acqua tranquilla: il maggiore dei valori alle estremit prodiera e poppiera del pozzo a tramoggia, per il momento flettente verticale donda : la distribuzione longitudinale definita in Parte B, Cap 5, Sez 2, Tab 1 o Parte B, Cap 8, Sez 1, Tab 2, come applicabile. 3.4.6 Momento flettente orizzontale combinato in acqua tranquilla e donda

Il momento flettente orizzontale totale MH applicato a mezzo scafo, nella zona centrale e alle estremit del pozzo a tramoggia, deve essere ottenuto, in kN.m, dalle seguenti formule: in situazione di navigazione: MH = MSHH + n MWHH in situazione di dragaggio: MH = MSHH + nD MWHH dove: MSHH : momento flettente orizzontale in acqua tranquilla, definito in [3.4.3] nella zona centrale e alle estremit del pozzo a tramoggia, : momento flettente orizzontale donda, definito in [3.4.4] nella zona centrale e alle estremit del pozzo a tramoggia.

Figura 7 : Definizioni delle distanze per il calcolo del carico applicato lungo il pozzo a tramoggia

MWHH

3.5
h 1 o h2 Tn o T

Pressione interna per il pozzo a tramoggia in situazione di dragaggio


Pressione in acqua tranquilla per il pozzo a tramoggia

3.5.1

La pressione in acqua tranquilla da usare in unione con la pressione inerziale in [3.5.2] deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula: pS = 0,91dD dove: 1 : coefficiente uguale a:
1 = 1 = + ( 1 ,35 ) ( sin )
2

3.4.4 Momento flettente donda orizzontale Il momento flettente donda orizzontale da applicarsi su un mezzo scafo, in situazioni di navigazione e di dragaggio, deve essere ottenuto, in kN.m, dalle formule indicate nella Tab 5. Momento flettente verticale combinato in acqua tranquilla e donda Nella zona centrale della nave, il momento flettente verticale totale MV da applicarsi al mezzo scafo deve essere ottenuto, in kN.m, dalla Tab 7. Alle estremit del pozzo a tramoggia, il momento flettente totale MV deve essere determinato in accordo con la Tab 7 considerando: 3.4.5

per < 1 ,35 per 1 ,35

dD

: distanza verticale, in m, dal punto di calcolo fino al livello pi alto dello stramazzo con la corrispondente massa volumica della miscela dacqua di mare e detriti, : angolo, in gradi, tra il piano orizzontale e la superficie della struttura di scafo a cui appartiene il punto di calcolo. Pressione inerziale per il pozzo a tramoggia

3.5.2

La pressione inerziale deve essere ottenuta dalla Tab 8.

468

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 7 : Momento flettente verticale applicato a mezzo scafo


Condizioni Inarcante Insellante Momento flettente verticale MV, in kN.m Situazione di navigatione
M SW ,H + M WV ,H ------------------------------------2 M SW ,S + M WV ,S ----------------------------------2

Situazione di dragaggio
M SW ,H ,D + M WV ,H ,D --------------------------------------------2 M SW ,S ,D + M WV ,S ,D ------------------------------------------2

Nota 1: MSW,H, MSW,S:momento flettente verticale in acqua tranquilla in situazione di navigazione, rispettivamente in condizioni inarcante e insellante, definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, [2.2] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [2.2], come applicabile, MWV,H, MWV,S:momento flettente verticale donda in situazione di navigazione, rispettivamente in condizioni inarcante e insellante, definito in Parte B, Cap 5, Sez 2, [3.1] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [2.3], come applicabile, MSW,H,D, MSW,S,D:momento flettente verticale in acqua tranquilla in situazione di dragaggio, rispettivamente in condizioni inarcante e insellante, definito in [3.2.2], MWV,H,D, MWV,S,D:momento flettente verticale donda in situazione di dragaggio, rispettivamente in condizioni inarcante e insellante, definito in [3.3.1].

Tabella 8 : Navi per operazioni di dragaggio Pressione inerziale per il pozzo a tramoggia
Condizioni della nave Nave diritta Caso di carico a b Nave inclinata c d Pressione inerziale pW, in kN/m2 Nessuna pressione inerziale 0,91aZ1dD 0,451aZ2dD 0,631aZ2dD

4.2

Modulo di resistenza

4.2.1 Nella determinazione del modulo di resistenza della sezione maestra in accordo con Parte B, Cap 6, Sez 1, [2.3] o Parte B, Cap 8, Sez 2, [1.3], come applicabile, si deve tener conto: del 85% dellarea di sezione della chiglia cellulare, del 60% dellarea di sezione delle anguille in corrispondenza degli spazi del pozzo, del 60% della lamiera di sbattimento in mezzeria, purch i suoi collegamenti con il ponte abbiano una lunghezza uguale ad almeno 1,5 volte la sua altezza. 4.2.2 Se sono necessarie aperture nel fasciame del fianco per installare le guide del tubo di aspirazione, la Societ pu richiedere, caso per caso, che il calcolo del modulo di resistenza non tenga conto del fasciame del fianco, se la continuit strutturale non correttamente conseguita.

Nota 1: Le accelerazioni aZ1 e aZ2 devono essere determinate in accordo con Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4], considerando la nave in situazione di dragaggio, cio considerando limmersione uguale allimmersione di dragaggio TD.

4
4.1

Robustezza della trave nave


Generalit

4.1.1 La robustezza della trave nave di: navi con una delle notazioni di servizio dredger, hopper dredger e hopper unit, navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, considerate con i due mezzi scafi collegati, deve essere verificata per situazioni di navigazione e di dragaggio in accordo con i criteri di Parte B, Capitolo 6 o Parte B, Cap 8, Sez 2, come applicabile. 4.1.2 In aggiunta, la robustezza della trave nave per ciascun mezzo scafo della nave con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit deve essere verificata in accordo con i criteri di [5]. 4.1.3 Per draghe costituite da strutture imbullonate, la Societ pu richiedere che i criteri di robustezza della trave nave siano applicati a ciascun singolo elemento, considerando i carichi calcolati in accordo con [3.1.2].

Prescrizioni addizionali per la robustezza della trave nave per draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili
Generalit

5.1

5.1.1 Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, la verifica allo snervamento di ciascun mezzo scafo deve essere eseguita in accordo con le prescrizioni da [5.1] a [5.4] considerando: ciascun mezzo scafo come soggetto a flessione indipendente, le cerniere del ponte e i martinetti oleodinamici agenti come appoggi alle estremit del pozzo a tramoggia. 5.1.2 Sia il momento flettente verticale sia quello orizzontale agenti entro la zona del pozzo devono essere tenuti in conto.

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469

Parte E, Cap 13, Sez 2

5.2
5.2.1

Definizioni
Sistema di coordinate

MH

La robustezza della trave nave definita con riferimento al seguente sistema di coordinate, come indicato in Fig 8: G GY GZ : centro di gravit della sezione trasversale, : asse trasversale, parallelo a Y definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4] e passante per G, : asse verticale, parallelo a Z definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4] e passante per G,

: momento flettente orizzontale definito in [3.4.6], in kN.m, da considerarsi nelle condizioni di inarcamento e insellamento, per le situazioni di navigazione e dragaggio, : angolo definito in [5.2.2].

Poich gli assi principali dinerzia di ciascun mezzo scafo sono obliqui, la flessione di ciascun mezzo scafo una flessione deviata.

5.3

Tensioni della trave nave

Gy, Gz : assi principali della sezione trasversale, definiti in [5.2.2]. Figura 8 : Sistema di coordinate del mezzo scafo
Z z

5.3.1 In ogni punto della sezione trasversale di ciascun mezzo scafo, le tensioni normali della trave nave devono essere ottenute, in N/mm2, dalla seguente formula:
Mz My 3 X1 = z ------ y ------ 10 I yM I zM

dove: My, Mz : momenti flettenti, in kN.m, nelle condizioni di inarcamento e insellamento, per le situazioni di navigazione e dragaggio definiti in [5.2.3], IyM, IzM : momenti dinerzia, in m4, della sezione trasversale attorno ai suoi assi principali,
G Y

y, z

: coordinate y e z, in m, dei punti di calcolo nei confronti degli assi principali Gy e Gz.

5.3.2 Nel caso di estremit parzialmente incastrate del pozzo a tramoggia (vedere [3.4.2]), le tensioni normali della trave nave devono essere calcolate nella zona centrale della nave e alle estremit del pozzo a tramoggia. 5.2.2 Assi principali In questo caso, le tensioni devono essere calcolate anche nella zona centrale assumendo le estremit appoggiate nei confronti del momento orizzontale. Tale calcolo riguarda linizio del drenaggio del pozzo a tramoggia per mezzo dellapertura dei due mezzi scafi. 5.3.3 Se le estremit del pozzo a tramoggia sono considerate appoggiate, il calcolo delle tensioni normali della trave nave deve essere eseguito per la zona centrale della nave. 5.3.4 Per ciascuna sezione di calcolo si deve considerare la pi sfavorevole combinazione di momenti.

Gli assi principali Gy e Gz sono ottenuti dagli assi GY e GZ per rotazione attorno al centro di gravit G di un angolo ottenuto con la seguente formula:
2I YZ 1 = -- atan ------------- I Z I Y 2

dove: IY IZ IYZ : momento dinerzia, in m4, della sezione trasversale attorno allasse GY, : momento dinerzia, in m4, della sezione trasversale attorno allasse GZ, : momento dinerzia centrifugo, in m4, della sezione trasversale nel riferimento (G,GY,GZ). Momenti flettenti

5.4

Criteri di verifica

5.4.1 Deve essere verificato che le tensioni normali calcolate in accordo con [5.3.1] soddisfino la seguente condizione: 1 1,ALL dove: 1,ALL : tensione normale ammissibile: 1,ALL = 200/k N/mm2

5.2.3

The bending moments My e Mz nei confronti rispettivamente degli assi principali Gy e Gz, devono essere ottenuti, in kN.m, con le seguenti formule:
M y = M V cos + M H sin M z = M V sin + M H cos

dove: MV : momento flettente verticale definito in [3.4.5], in kN.m, da considerarsi nelle condizioni di inarcamento e insellamento, per le situazioni di navigazione e dragaggio,

6
6.1

Dimensionamenti di scafo
Generalit

6.1.1 I dimensionamenti di scafo devono essere verificati in accordo con le prescrizioni applicabili di Parte B,

470

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Capitolo 7 o Parte B, Capitolo 8, a seconda dei casi, per le due seguenti situazioni: situazione di navigazione, considerando limmersione T, situazione di dragaggio, considerando limmersione di dragaggio TD.

6.4

Fasciame delle paratie del pozzo e della chiglia cellulare

6.2

Minimo spessore netto dei fasciami

6.2.1 Lo spessore netto dei fasciami non deve essere inferiore al maggiore dei seguenti valori: 5 mm, spessore, in mm, ottenuto dalla Tab 9. 6.2.2 Quando non prevista protezione nella zona del ponte dove elementi pesanti delle apparecchiature di dragaggio possono essere sistemati per manutenzione, lo spessore netto del fasciame del ponte non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 5,1 + 0,040 L k1/2 + 4,5 s

6.4.1 Lo spessore netto del fasciame delle paratie del pozzo a tramoggia e della chiglia cellulare non deve essere inferiore allo spessore netto ottenuto: nella situazione di dragaggio, considerando le pressioni interne definite in [3.5]. nella situazione di navigazione, dove le paratie del pozzo a tramoggia delimitano compartimenti cisterna, considerando le pressioni interne definite in Parte B, Cap 5, Sez 6, [1] o Parte B, Cap 8, Sez 1, [5], come applicabile. 6.4.2 Lo spessore netto della paratia longitudinale sopra il ponte o entro 0,1D sotto il ponte non deve essere inferiore allo spessore netto del ponte di resistenza a fianco delle boccaporte. 6.4.3 Lo spessore netto delle paratie trasversali e longitudinali di un pozzo del tubo di dragaggio deve essere determinato allo stesso modo dello spessore netto del fasciame del fianco.

6.3

Fasciame del fondo

6.3.1 Quando il fondo a struttura longitudinale e il ginocchio formato da lamiere inclinate a struttura trasversale, il fondo deve essere assunto come se fosse a struttura trasversale nel calcolo dello spessore del fasciame. 6.3.2 Lo spessore netto del corso del fondo, al quale sono collegate le paratie longitudinali dello spazio della tramoggia, non deve essere inferiore al maggiore fra gli spessori seguenti: spessore del fasciame del fondo aumentato del 15%, spessore della chiglia. Tabella 9 : Navi per operazioni di dragaggio Spessore minimo netto dei fasciami
Fasciame Chiglia Fondo struttura trasversale struttura longitudinale Cielo del doppio fondo fuori dagli spazi della tramoggia Fianco sotto il ponte di bordo libero fra il ponte di bordo libero e il ponte di resistenza Ponte di resistenza entro 0,4 L a cavallo della sezione maestra struttura trasversale struttura longitudinale Pozzo a tramoggia paratie trasversali e longitudinali fasciame della chiglia cellulare Minimo spessore netto, in mm 5,1 + 0,040 L k1/2 + 4,5 s 4,3 + 0,036 L k1/2 + 4,5 s 3,4 + 0,036 L k1/2 + 4,5 s 2,0 + 0,025 L k1/2 + 4,5 s

6.5

Fondi a struttura trasversale

6.5.1 Madieri I dimensionamenti dei madieri posti entro grandi compartimenti, come i locali pompe, devono essere ottenuti da un calcolo diretto, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1 come applicabile, e tenendo conto delle seguenti ipotesi: le estremit dei madieri devono essere assunte appoggiate, devono essere considerate le discontinuit locali nella robustezza, dovute alla presenza del pozzo.

6.6

Verifica a instabilit dei fasciami e rinforzi ordinari per draghe a tramoggia apribile e unit a tramoggia apribile

2,5 + 0,031 L k1/2 + 4,5 s 2,5 + 0,013 L k1/2 + 4,5 s

6.6.1 Instabilit Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, la verifica a instabilit dei fasciami e rinforzi ordinari soggetti a sollecitazioni di compressione deve essere eseguita in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1, [5], Parte B, Cap 8, Sez 3, [5], Parte B, Cap 7, Sez 2, [4] oppure Parte B, Cap 8, Sez 4, [4], a seconda dei casi, considerando le tensioni massime a compressione calcolate in accordo con [5.3], in condizioni di inarcamento e di insellamento, per le situazioni di navigazione e dragaggio.

7
2,5 + 0,040 L k1/2 + 4,5 s 2,5 + 0,032 L k1/2 + 4,5 s 2,7 + 0,034 L k1/2 + 4,5 s 2,7 + 0,034 L k1/2 + 4,5 s

Draghe a tramoggia ed unit a tramoggia: verifica della struttura del pozzo a tramoggia
Generalit

7.1

7.1.1 Le prescrizioni dei punti da [7.1] a [7.5] si applicano a navi con una delle notazioni di servizio hopper dredger o hopper unit.

Regolamenti RINA 2005

471

Parte E, Cap 13, Sez 2

7.1.2 Alle estremit degli spazi della tramoggia, le paratie trasversali devono estendersi per tutta la larghezza della nave. Quando ci non sia possibile, si devono prevedere anelli rinforzati con dimensionamenti particolari.

Figura 10 : Portellone di fondo singolo, con cerniere su di un lato (sia dalla chiglia cellulare sia della cassa laterale bassa) e manovrato da unasse verticale allaltro lato (tipo 2)

7.2

Madieri
a

7.2.1 I dimensionamenti dei madieri delle navi con pozzi aperti dotati di portelloni sul fondo devono essere ottenuti da un calcolo diretto, in accordo con Parte B, Cap 7, App 1 come applicabile e tenendo conto delle seguenti ipotesi: la campata uguale a met della somma della lunghezza della piattabanda superiore e della distanza fra le estremit inferiori delle paratie inclinate del pozzo a tramoggia, i madieri hanno le estremit incastrate, i madieri sono soggetti ai carichi uniformi e concentrati dettagliati in [7.2.3], lo scatolato centrale (chiglia cellulare) supportato dai madieri. Tuttavia, se questo scatolato ha grandezza e dimensionamenti sufficienti per portare una parte dei carichi, ci pu essere tenuto in conto se un calcolo relativo di tipo grigliato inviato allapprovazione della Societ, in aggiunta ai carichi indicati in [7.2.3], il madiere pu portare carichi differenziali, per esempio quando le valvole non sono tutte simultaneamente aperte, oppure carichi di compressione quando il pozzo vuoto, la sezione dei fori nellanima deve essere dedotta nei calcoli della sollecitazione a taglio e delle tensioni normali (trazione o compressione), per il calcolo delle tensioni normali e di quelle di flessione, la sezione trasversale della piattabanda deve essere tenuta in conto soltanto se le piattabande sono correttamente estese sulla struttura adiacente. 7.2.2 I diversi tipi di portelloni del fondo e di valvole generalmente usati, cos come i relativi simboli, sono definiti da Fig 9 a Fig 13. Figura 9 : Valvola di fondo, manovrata centralmente da un asse verticale (tipo 1)

C1 u

R1

R2

Figura 11 : Portelloni di fondo doppi, con cerniere ad entrambi i lati e manovrato da unasse verticale centrale collegato ai due portelloni mediante due aste (tipo 3)

a
u R1

c1

R2

R2

Figura 12 : Portelloni di fondo scorrevoli longitudinalmente (tipo 4)

chiglia cellulare
C1

472

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Figura 13 : Portelloni di fondo scorrevoli trasversalmente, con guide sostenute dai madieri (tipo 5)

puntello assiale o puntelli inclinati, da assumersi uguale a: con un puntello assiale:


vR 1 F 2 = 4 -------l0

con due puntelli inclinati:

c1

F 2 = 2R 1

Per la determinazione dei dimensionamenti dei bagli rinforzati, anguille e puntelli, R1 da sostituire con FM, in kN, nel calcolo di F2, se FM maggiore di R1, essendo FM la massima forza indotta dal martinetto oleodinamico del portellone di fondo. 7.2.3 I carichi portati dai madieri sono una combinazione, in accordo con il tipo di portelloni di fondo, dei carichi elementari [a], [b], [c], [d], [e] e [f], ottenuti, in kN, dalle seguenti formule: [a] : carico uniforme di detriti, da assumersi uguale a:
Q 1 = g ( D + h D )S a l

dove: hD

Sa

: distanza, in m, dal livello pi alto della apertura dello stramazzo, corrispondente allimmersione TD, alla linea del ponte (hD deve essere assunto negativa se il livello posto sotto la linea del ponte a murata), : intervallo degli anelli rinforzati trasversali portanti, in m, : intervallo dei rinforzi, in m. Nel caso dei madieri, la campata uguale a met della somma della lunghezza della piattabanda superiore e della distanza fra le estremit inferiori delle paratie inclinate del pozzo a tramoggia, : movimento relativo della nave, in m, definito in Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.3] oppure Parte B, Cap 8, Sez 1, [3.3], a seconda dei casi, : area della sezione completa, in m2, del portellone di fondo di qualunque tipo sia, : area, in m2, racchiusa dal contorno della chiglia cellulare, : distanza, in m, dallasse del martinetto oleodinamico allestremit della campata del baglio rinforzato, : campata, in m, del baglio rinforzato portante le reazioni del martinetto oleodinamico.

[b]

: pressione idrostatica esterna, da assumersi uguale a:


Q 2 = g ( T D 0 ,5h 0 )S a l

Nel corso dei calcoli, Pr la pressione ridotta, uniformemente distribuita, da assumersi uguale a:
P r = ( D + h D ) ( T D 0 ,5h 0 )

h0

Il carico risultante :
Q = Q 1 Q 2 = gP r S a l

Abd A v

[c]

: carico agente direttamente su una valvola (da dedurre), da assumersi uguale a:


q = gP r A bd

Questo carico assunto come uniformemente distribuito per tutta la lunghezza c1. Esso deve essere dedotto dal carico Q. Nel caso di portelloni di fondo di Tipo 5 (vedere Fig 13), q = 0, [d] : reazioni R2 dei portelloni di fondo sul madiere (da sommare) i cui valori assoluti e ascisse sono indicati in Tab 10. Le reazioni R1 sulle aste dei martinetti oleodinamici dei portelloni di fondo di Tipo 1 (vedere Fig 9), Tipo 2 (vedere Fig 10) e Tipo 3 (vedere Fig 11) sono indicate nella Tab 10 per ulteriori calcoli ma esse non sono portate dai madieri, [e] : forza assiale dovuta alla mancanza di detriti nel volume occupato dalla chiglia cellulare (da dedurre), da assumersi uguale a:
F 1 = gS a A

l0

7.2.4 I diagrammi dello sforzo di taglio corrispondente a ciascun carico elementare definito in [7.2.3] sono indicati dalla Fig 14 alla Fig 19. Lo sforzo di taglio totale, allascissa X, uguale alla somma algebrica degli sforzi di taglio elementari corrispondenti a ciascun tipo di portellone di fondo, indicato in Tab 11. 7.2.5 I momenti flettenti per ciascun carico elementare definito in [7.2.3] sono indicati in Tab 12, alle estremit della campata e a met campata. 7.2.6 Il momento flettente risultante la somma dei momenti elementari per ciascun tipo di valvola. Il valore del momento totale allascissa X determinato deducendo algebricamente dal valore del momento totale alle estremit della campata il valore dellarea limitata dalla curva dello sforzo di taglio totale.

[f]

: forza assiale dovuta ad una possibile trasmissione della reazione risultante R1 alla chiglia cellulare, attraverso un baglio rinforzato e un

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473

Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 10 : Reazioni R1 e R2 per il carico elementare [d]


Tipo di portellone di fondo (vedere da Fig 9 a Fig 13) 1 2 1 Reazioni R2 N. 0
2u gA bd P r ------------------ c 1 + 2u c 1 4u 0 ,25g A bd P r ----------------- c1 2 u 0 ,5gA bd P r

Reazioni R1 Ascissa Valore, in kN


gA bd P r

Valore, in kN

(a + 0,5 c1)

(a - 0,5 c1)

c1 gA bd P r ------------------ c 1 + 2u c1 0 ,5g A bd P r --------------- c 1 2 u

(a + 0,5 c1)

(a - 0,5 c1)

4 5 Nota 1: a : c1 u : :

(a + 0,5 c1)

(a - 0,5 c1)

0 0

distanza, in m, da una delle due estremit della campata del madiere alla mezzeria del portellone di fondo pi vicino a quella estremit, larghezza del portellone di fondo, in m, distanza, in m, dal punto di fissaggio dellasta del martinetto oleodinamico (oppure del martinetto oleodinamico a doppia asta) alla mezzeria del portellone di fondo.

Figura 14 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [a] - Carico Q1
campata l

Figura 17 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [d] - Reazioni R2
Tipo di portellone di fondo
1 R2= 0

peso dei detriti


Q1
2 R2 R2

3 R2 R2 R2 R2

Figura 15 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [b] - Carico Q2

reazioni sul madiere

Q2

pressione idrostatica esterna

4 R2 R2 R2 R2

R2= 0 (e q = 0)

Figura 16 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [c] - Carico q
q q carico agente direttamente su una valvola

Figura 18 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [e] - Forza F1

F1 nessun detrito entro la chiglia cellulare

474

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

Figura 19 : Diagramma dello sforzo di taglio per carico elementare [f] - Force F2

Tabella 11 : Valori dello sforzo di taglio


Tipo di portellone di fondo (vedere da Fig 9 a Fig 13) Sforzo di taglio totale T(x) allascissa X, in kN T0 T0 + R 2 T0 + 2R2 T0 + 2R2 T0 + q - 0,5F2

un puntello assiale

1 2 3 4 5 Nota 1: X :

F = 2R 2 1

due puntelli inclinati

T0

distanza, in m, dalla sezione in esame allestremit della campata del madiere, sforzo di taglio totale, in kN, allestremit di sinistra della campata, da assumere uguale a: 1 T 0 = -- ( Q 1 Q 2 2q F 1 + F 2 ) 2

Tabella 12 : Valori dei momenti flettenti


Carico elementare [a] [b] [c] Momento flettente, in kN.m, alle estremit della campata
Q1 l --------12 Q2 l --------12 qa ( l a ) ---------------------l

Momento flettente, in kN.m, a met campata


Q1 l --------24 Q2 l --------24 qa -------l
2

[d]

Valvole di fondo di tipo 1 oppure 5: 0 Valvola di fondo di tipo 2 (1): ( 2a + c 1 ) ( 2l 2a c 1 ) R 2 ---------------------------------------------------------4l

Valvole di fondo di tipo 1 oppure 5: Valvola di fondo di tipo 2: ( 2a + c 1 ) R 2 -----------------------4l


2

Valvole di fondo di tipo 3 oppure 4: 4a ( l a ) c 1 R 2 ---------------------------------2l


2

Valvole di fondo di tipo 3 oppure 4: 4a + c 1 R 2 ------------------2l


2 2

[e] [f] (1)

F1 l ------8 F2 l ------8

F1 l ------8 F2 l ------8

Formula valida per una cerniera sulla chiglia cellulare. Nel caso di una cerniera su una cassa laterale, sostituire (2a + c1) con (2a - c 1)

7.2.7 Il carico normale ottenuto, in kN, con la seguente formula: FN = FN1 - FN2 dove:
3 ,3S a 2 F N1 = ------------------- ( D + h D ) ( 2D h D ) 2D h V 3 ,3S a 2 F N2 = ------------------- ( T D 0 ,5h 0 ) ( 3D T D + 0 ,5h 0 ) 2D h V

7.2.8 Nel caso di apertura differenziale delle valvole, le tensioni indotte dai momenti flettenti e dagli sforzi di taglio sono determinati come segue: la piattabanda superiore assunta semplicemente appoggiata alle estremit. La sua campata lS misurata fra le paratie longitudinali e la chiglia cellulare, la piattabanda inferiore assunta incastrata alle estremit e la sua campata assunta uguale a c1, i moduli di resistenza trasversali delle piattabande sono determinati rispetto ad un asse verticale posto nel piano dellanima del madiere,

hV

: altezza media del madiere, in m.

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475

Parte E, Cap 13, Sez 2

per la piattabanda superiore, il momento flettente trasversale a met campata deve essere ottenuto, in kN.m, dalla seguente formula:
M S = 0 ,05h [ 3l ( l S c 1 ) ]
2 V 2 S 2

d1 b1

: distanza, in m, dal fasciame del fianco alla paratia longitudinale del pozzo a tramoggia,

per la piattabanda superiore, il massimo sforzo di taglio alle estremit della campata lS deve essere ottenuto, in kN.m, con la seguente formula:
T S = 0 ,3h V ( l S + c 1 )
2

per la piattabanda inferiore, il massimo momento flettente, in kN.m, e il massimo sforzo di taglio, in kN, alle estremit della campata devono essere ottenuti con le seguenti formule:
c1 M i = 1 ,33 ---- M S lS c1 T i = 2 ---- T S lS
2

: distanza, in m, fra lestremit incastrata del madiere e la paratia longitudinale del pozzo a tramoggia o il suo prolungamento, M(0), T(0): momento flettente e sforzo di taglio totali alle estremit incastrate, determinati in accordo rispettivamente con [7.2.5] e [7.2.4], per X = 0. Per bagli rinforzati aventi unaltezza di anima rilevante, la cui piattabanda superiore posta a livello del ponte, il termine D pu essere sostituito da (D - 0,5hWS), dove hWS laltezza dellanima, in m, del baglio rinforzato. La risultante delle forze deve essere ottenuta, in kN, con la seguente formula:
F R = F T F C1 F C2 F C3

FR un carico di trazione se positivo, un carico di compressione se negativo. 7.3.2 Larea della sezione dei bagli rinforzati, dopo la deduzione di possibili fori, deve essere ottenuta, in cm2, dalla Tab 13. Tabella 13 : Area della sezione dei bagli rinforzati
Condizione FR 0 FR < 0 Area della sezione AT, in cm2 0,08 FR quando lF/r 1,15: l 0 ,085 + 0 ,064 ---F r
2

7.2.9 Quando la nave deve navigare con lo spazio, o gli spazi, della tramoggia vuoto(i), linstabilit della piattabanda superiore deve essere verificata usando le formule in [7.3] per bagli rinforzati e assumendo che:
AS 3 ,3S a 2 F R = ------------------- ( T 2 + 0 ,5h 0 ) ( 3D T 2 0 ,5h 0 ) ----AV 2D h V

dove: T2 As AV : immersione massima di navigazione con lo spazio/i della tramoggia vuoto(i), in m, : area della sezione, in cm2, della piattabanda, : area della sezione, in cm , del madiere, dedotti i fori dellanima.
2

FR

quando lF/r > 1,15: l 2 0 ,1 ---F F R r Nota 1:

7.3

Bagli rinforzati a livello del ponte

7.3.1 Se sono installati bagli rinforzati a livello del ponte, le forze agenti su di essi devono essere ottenute, in kN, dalle seguenti formule: forza di trazione dovuta alla pressione dei detriti sulle paratie longitudinali del pozzo:
1 ,6s ( D + h D ) F T = -------------------------------------- [ 2 ( D + h D ) 3h V ] 2D h V
2

lF
r

lunghezza dinstabilit, in m, del baglio rinforzato considerato incastrato alle estremit, da assumere uguale a 0,5 l0, minimo raggio di girazione, in cm, da assumere uguale a: r = I ----AT

forza di compressione dovuta alla pressione idrostatica esterna:


1 ,6s ( T D 0 ,5h 0 ) F C1 = --------------------------------------------- ( 2T D h 0 3h V ) 2D h V
2

I IXX IYY

: : :

forza di compressione dovuta al momento alle estremit del madiere:


2M ( 0 ) F C2 = ------------------2D h V

momento dinerzia, in cm4, uguale al minimo fra IXX e IYY, momento dinerzia, in cm4, rispetto allasse perpendicolare al piano dellanima, momento dinerzia, in cm4, rispetto allasse parallelo al piano dellanima.

7.4

Squadre per cofani

forza di compressione dovuta alla reazione del madiere alle estremit della campata:
d 1 + 2b 1 F C3 = -------------------- T ( 0 ) 2D h V

7.4.1 Squadre per cofani devono essere installate in corrispondenza degli anelli rinforzati trasversali. Le loro estremit inferiori devono essere saldamente fissate. 7.4.2 Per la verifica delle tensioni in accordo con [7.4.3], il valore del momento flettente allestremit inferiore, in kN.m, e il valore del corrispondente sforzo di taglio, in kN,

dove: s : intervallo dei bagli rinforzati, in m,

476

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

possono essere ottenuti rispettivamente dalle seguenti formule:


M P = 1 ,64sh T T P = 4 ,9sh T
2 3

8.2

Sistemazioni

8.2.1 Scontri in grado di resistere alle forze longitudinali indotte dalle sovrastrutture devono in generale essere sistemati sul ponte posto sotto le sovrastrutture. 8.2.2 Quando gli scontri sono sistemati su un solo lato, si deve prestare attenzione allassorbimento longitudinale di forze da parte delle cerniere poste sul lato opposto agli scontri. 8.2.3 Gli scontri devono essere in grado di lavorare quando i mezzi scafi si scostano per scaricare i detriti. 8.2.4 Particolare attenzione deve essere posta ai rinforzi sotto il ponte in corrispondenza delle cerniere e degli scontri, cos come al fissaggio della cerniera alle travi rinforzate della sovrastruttura. I dimensionamenti di queste travi devono essere calcolati considerando le forze di cui in [8.4.3] applicate al livello del perno della cerniera. 8.2.5 In generale, non devono essere praticati fori immediatamente vicini alle cerniere o agli scontri.

dove: hT : altezza, in m, del cofano sopra il ponte.

7.4.3 Deve essere verificato che la tensione normale, in N/mm2, e quella tangenziale soddisfino rispettivamente le seguenti formule:
R eH 0 ,65 ------k R eH 0 ,45 ------k

7.5

Travi di sostegno dei martinetti idraulici negli spazi della tramoggia (portelloni del fondo dei tipi 1, 2 e 3)

7.5.1 Per la verifica delle tensioni in accordo con [7.5.2], la tensione a flessione locale dovuta alla reazione del cilindro e la corrispondente sollecitazione a taglio, in N/mm2, possono essere ottenute rispettivamente dalle seguenti formule:
125Fl LX = --------------w XY 5F = -----Aa

8.3

Materiali impiegati per le cerniere

8.3.1 Gradi delle lamiere di acciaio da scafo In condizioni normali di esercizio, le lamiere di acciaio da scafo devono essere del grado definito in Tab 14. Inoltre, in condizioni di esercizio a bassa temperatura, la scelta del grado dellacciaio deve essere fatta nei singoli casi con la Societ, in accordo con le condizioni effettive di esercizio e con i particolari di progetto del complesso saldato. Tabella 14 : Prescrizioni circa il grado del materiale per le cerniere delle sovrastrutture
Spessore lordo, in mm t 20 20 < t 25 25 < t 30 t > 30 Acciaio a normale resistenza A D E E Acciaio ad elevata resistenza AH DH DH EH

dove: F w Aa : valore massimo, in kN, di R1 e FM definiti in [7.2.3], : modulo di resistenza della trave, in cm3, : area della sezione della trave, in cm2, dedotti i fori eventuali.

7.5.2 Deve essere verificato che la tensione normale, in N/mm2, e quella tangenziale soddisfino rispettivamente le seguenti formule:
R eH 0 ,65 ------k R eH 0 ,45 ------k

Draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili: cerniere delle sovrastrutture


Generalit

Gradi delle fusioni in acciaio e dei fucinati in acciaio Il grado dellacciaio delle fusioni e dei fucinati deve essere definito in accordo con la temperatura di esercizio della parte e con la posizione delle saldature sul componente. 8.3.3 Gradi dellacciaio per perni di cerniere I perni delle cerniere devono in generale essere di acciaio fucinato. Oltre ai controlli di regolamento definiti in Parte D, Capitolo 2, deve essere effettuata una serie di prove di resilienza su tre provette Charpy-V e il minimo valore medio dellenergia KVL deve essere maggiore di o uguale a 27 J a 0 C.

8.3.2

8.1

8.1.1 Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, una verifica delle cerniere delle soprastrutture in accordo con [8.5] deve essere eseguita considerando le forze definite in [8.4].

Regolamenti RINA 2005

477

Parte E, Cap 13, Sez 2

8.3.4 Ispezioni e controlli dei collegamenti saldati Per le saldature concernenti gli elementi principali delle cerniere, devono essere effettuati controlli non distruttivi su tutta la lunghezza del giunto: per saldature di testa: 100% di controlli radiografici e ultrasonici, per saldature dangolo a piena penetrazione: 100% di controllo ultrasonico e 100% di controlli magnetoscopici o prova con liquidi penetranti, per saldature dangolo a piccola penetrazione: 100% di controlli magnetoscopici o prova con liquidi penetranti.

dT dV

: distanza trasversale fra una cerniera semplice e una cerniera con tirante, in m, : distanza verticale dal centro di gravit delle sovrastrutture al piano orizzontale passante attraverso lasse della cerniera, in m, : distanza longitudinale fra le cerniere avanti e addietro, in m, : eccentricit trasversale del centro di gravit delle sovrastrutture (assunta positiva se il centro di gravit dal lato delle cerniere semplici, e negativa se altrimenti), in m, : eccentricit longitudinale del centro di gravit delle sovrastrutture (positiva), in m, : numero degli scontri longitudinali.

dL T

8.4

Forze
nB

8.4.1 Le forze definite da [8.4.2] a [8.4.4] possono essere sostituite con i risultati delle prove su modelli o con calcoli rappresentativi. In questo caso, il metodo usato e le condizioni assunte per le prove su modelli o per i calcoli devono essere inviati alla Societ per conoscenza. 8.4.2 Le forze applicate alle sovrastrutture devono essere ottenute dalle seguenti formule: nella direzione x: FX = FW,X nella direzione y: FY = FW,Y nella direzione z: FZ = FS + FW,Z dove FS, FW,X, FW,Y, FW,Z devono essere ottenute dalle formule in Parte B, Cap 5, Sez 6, [5] oppure Parte B, Cap 8, Sez 1, [5.4], a seconda dei casi, in cui M , in t, la massa delle sovrastrutture. 8.4.3 Nel caso di sovrastrutture collegate alla nave per mezzo di due cerniere semplici e due cerniere con tiranti di collegamento (come indicato in Fig 20 e Fig 21) le forze devono essere ottenute, in kN, dalle seguenti formule: forza in linea con un tirante:
dV 1 L T F = ------------ 1 + ---- 1 ---- F Z + ----- F Y -- -cos 2 d L 2 d T dT

Se gli scontri longitudinali sono sistemati su un solo lato, le cerniere devono essere in grado di contrastare la forza longitudinale FX. La distribuzione delle forze nel caso di altre sistemazioni deve essere esaminata nei singoli casi dalla Societ. Figura 20 : Collegamento fra la sovrastruttura e la nave - Direzione trasversale

>

AT

G dy

dT

forza verticale in una cerniera semplice:


dV L T F = 1 + ---- 1 + ---- F Z + ----- F Y -- - 2 d L 2 d T dT

Figura 21 : Collegamento fra la sovrastruttura e la nave - Direzione longitudinale

forza trasversale in una cerniera:


dV L T F = 1 + ---- 1 ---- F Z tan + 1 ----- tan F Y -- - 2 d L 2 d T dT

forza longitudinale per ciascuno scontro:


FX F = ---nB

8.4.4 La forza F da considerare per la verifica dei dimensionamenti della cerniera deve essere assunta uguale a: per una cerniera semplice: la risultante delle forze verticali e orizzontali, per una cerniera con tirante: la forza in linea con lasse del tirante.

dove: : angolo dei tiranti rispetto alla verticale, in gradi,

478

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

Inoltre, la forza orizzontale nelle cerniere dovuta alla resistenza della forza longitudinale FX nel caso di uno scontro orizzontale su un solo lato deve essere considerata da sola.

Figura 24 : Cerniere di sovrastrutture di tipo II

8.5

Dimensionamento delle cerniere

8.5.1 Le cerniere consistono in generale di due pezzi laterali ed un occhio centrale collegati da un perno, come indicato in Fig 22. Figura 22 : Sistemazione delle cerniere delle sovrastrutture

I due tipi principali di cerniere sono in generale i seguenti: tipo I: insieme di lamiere saldate, come indicato in Fig 23, tipo II: insieme costituito da lamiere saldate a componenti in acciaio fuso o fucinato, come indicato in Fig 24.

La verifica dei dimensionamenti in [8.5.2] si applica al caso di appoggio diretto del perno sui pezzi laterali e sullocchio centrale (vedere Fig 25) e al caso di trasferimento del carico per mezzo di ralle (vedere Fig 26). Nel secondo caso, il progettista deve verificare che le ralle possono sopportare le forze calcolate. Cerniere la cui fabbricazione differente dai due casi suddetti devono essere esaminate nei singoli casi dalla Societ. 8.5.2 Per perni, occhio centrale e pezzi laterali delle cerniere le forze applicate devono soddisfare le formule di cui alla Tab 15.

9
Figura 23 : Cerniere di sovrastrutture di tipo I

Draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili: cerniere dei ponti, collegamenti dei martinetti oleodinamici e scontri
Generalit

9.1

9.1.1 Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, i dimensionamenti delle cerniere del ponte e degli attacchi dei martinetti oleodinamici colleganti i due mezzi scafi devono essere determinati con calcoli diretti. I carichi da considerare sono il risultato della pi sfavorevole combinazione di forze statiche e dinamiche contemporanee (vedere [9.3] e [9.4]), calcolate per le condizioni di carico in [3.2.1]. 9.1.2 Il sistema di bloccaggio dei due mezzi scafi, se esistente, deve essere esaminato nei singoli casi dalla Societ.

Regolamenti RINA 2005

479

Parte E, Cap 13, Sez 2

Figura 25 : Cerniere di sovrastrutture: caso di appoggio diretto

Figura 26 : Cerniere di sovrastrutture: caso di trasferimento del carico per mezzo di ralle

tc
bc

t0

tc

tc

t0

tc
c

t1 t2 t2

ao

da

t3

b0

Dc

DC1

Tabella 15 : Verifica dei dimensionamenti delle cerniere delle sovrastrutture


Caso Appoggio diretto
d a R m 3 F < ------------ 10 5 ,76 2 3 F < -- d a t 0 R eH 10 3
2

Elementi da verificare Perno Occhio centrale Pezzi laterali

se t0 < da:
d a R m 3 - F < -------------------- ------ 10 2D C t 0 5
3

b 0 t 0 R eH 3 F < ------------------ 10 2 ,27 F < d a t 0 R rad 10


3

b C t C R eH 3 F < ------------------- 10 1 ,14 F < 2d a t C R rad 10


3

se t0 da:
da R m 3 F < ------------------------------------ ------ 10 2D C 2t 0 + d a 5
3

Carico trasferito per mezzo di ralle

d a R m 3 F < ------------ 10 5 ,76 2 3 F < -- d a t 3 R eH 10 3

se t3 < da:
da R - m 3 F < ---------------------- ------ 10 2D C1 t 3 5
3

b 0 t 0 R eH 3 F < ------------------ 10 2 ,27 2 3 F < -- d a0 t 1 R eH 10 3

b C t C R eH 3 F < ------------------- 10 1 ,14 4 3 F < -- d aC t 2 R eH 10 3

se t3 da:
da R - m 3 F < -------------------------------------- ------ 10 2D C1 2t 3 + d a 5
3

Nota 1: : Rrad

pressione radiale ammissibile sullappoggio, da assumere uguale a 100 N/mm2.

480

bo

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ac

Parte E, Cap 13, Sez 2

9.2

Sistemazioni

pressione orizzontale dei detriti Fd, in kN, assunta uguale a: Fd = 4,904 (h1 - a)2 lp forza FCY in ciascun martinetto, in kN, uguale al maggiore di FMC e Fp, forza FCH in ciascuna cerniera, in kN, assunta uguale a:
a3 M F CH = 0 ,5 F h F d + n 1 1 ---- F CY + --- a4 a 4

9.2.1 Scontri trasversali da usare in chiusura dei due mezzi scafi devono essere sistemati nella zona del fondo, preferibilmente in corrispondenza dei cilindri oleodinamici. Questi scontri possono essere costituiti da pesanti lamiere inserite nel fasciame del fondo. Esse devono essere sistemate in modo da venire a contatto prima della fine della corsa del martinetto, in chiusura. Inoltre, se il calcolo della robustezza longitudinale effettuato assumendo che le estremit del pozzo a tramoggia sono parzialmente incastrate, si devono installare scontri trasversali a livello del ponte. 9.2.2 Scontri longitudinali devono essere sistemati a livello del ponte e del fondo, per impedire spostamenti relativi dei due mezzi scafi. Gli scontri longitudinali del ponte devono agire anche in posizione aperta. Per unit di capacit minore di 700 m3, non sono necessari scontri longitudinali sul ponte; in questo caso, una delle due cerniere del ponte deve essere atta ad adempiere la funzione di scontro. Laltra cerniera deve quindi avere gioco sufficiente.

forza FB in ciascuno scontro trasversale del fondo, in kN, assunta uguale a:


n 1 a 3 F CY M F B = -----------------------------n2 a4

dove: FMC : minima forza richiesta per mantenere la draga chiusa nel caso di carico considerato, ottenuta dalla seguente formula: FMC = M/n1a3 Per una tendenza a chiudere, FMC negativa e non deve essere considerata nella determinazione di FCY, Fp : forza nel martinetto corrispondente ad una pressione sul lato dellasta, uguale alla massima pressione Pp delle pompe e del loro dispositivo di limitazione della pressione, : momento rispetto agli scontri della cerniera, positivo per tendenza ad aprire, negativo nel caso opposto, assunta uguale a:
1 M = F h a 1 + F d a 2 + -- ( b 1 1 lb 2 Qb 3 ) 2

9.3

Forze statiche
M

9.3.1 Il metodo di calcolo da [9.3.2] a [9.3.9] permette la determinazione delle forze statiche nel martinetto oleodinamico, negli scontri e nelle cerniere del ponte soltanto se sono soddisfatte le seguenti condizioni: il numero totale dei martinetti idraulici colleganti i due mezzi scafi sia pari, non vi siano martinetti sovrapposti nella stessa sezione, vi sia una cerniera sul ponte a ciascuna estremit del pozzo a tramoggia. Ogni altra sistemazione deve essere esaminata nei singoli casi dalla Societ. 9.3.2 Nel caso di carico massimo corrispondente al bordo libero di dragaggio, le forze esercitate su un mezzo scafo da considerare nel calcolare le forze statiche nelle cerniere, scontri trasversali del fondo e martinetti sono indicate in Fig 27 insieme ai loro bracci in relazione ai perni delle cerniere del ponte. 9.3.3 Le forze statiche orizzontali da considerare sono le seguenti: spinta idrostatica orizzontale Fh su tutta la lunghezza del pozzo, in kN. Questa forza tiene conto della spinta idrostatica dovuta allacqua posta fra i due mezzi scafi sotto il giunto di tenuta situato nella parte inferiore del pozzo a tramoggia, uguale a: Fh = 5,026 (TD - a)2 lp

n1 n2

: numero dei martinetti, : numero degli scontri trasversali del fondo,

, 1l, Q: forze verticali, definite in [9.3.4], a1, a2, a3, a4: bracci delle forze orizzontali, come indicato in Fig 27, b1, b2, b3: bracci delle forze vericali, come indicato in Fig 27 9.3.4 Le forze statiche verticali da considerare sono le seguenti: spinta idrostatica verticale /2 su un mezzo scafo, in kN, peso 1l/2 del mezzo scafo senza detriti, in kN, peso Q/2 di met carico di detriti, in kN, dove: 1l Q : dislocamento totale della nave con detriti, : dislocamento totale della nave senza detriti, incluse le sovrastrutture, : peso totale dei detriti nel pozzo.

Si deve verificare la seguente relazione fra le forze statiche verticali: = 1l + Q

Regolamenti RINA 2005

481

Parte E, Cap 13, Sez 2

Figura 27 : Forze esercitate su un mezzo scafo

Fch Q/2 b3
a2

a4

b2 Fd Fcy

,i /2
h
1

Fh

Fbut

b1

,/2
9.3.5 Per ogni condizione di carico, le forze FCY, FCH e FB devono essere calcolate in accordo con [9.3.4], sostituendo: a1, a2, b1, b2, b3, , 1l e Q con i corrispondenti valori per la condizione di carico considerata, TD, e h1 con i valori dellimmersione esterna, della densit dellacqua o dei detriti nel pozzo e del livello dentro il pozzo per la condizione di carico considerata, cio: - in condizione di lavoro, al bordo libero internazionale: T, e h2, in condizione di navigazione con il pozzo pieno fino al galleggiamento: T3, 1,025 e h3 assunto uguale a T3, in condizione di navigazione con il pozzo pieno di acqua al pi basso livello dello stramazzo: T4, 1,025 e h 4. La distribuzione di queste forze deve essere determinata con un calcolo diretto da inviare alla Societ per approvazione. 9.3.9 Il progettista deve fornire il valore del braccio orizzontale b2 e del peso dello scafo per le diverse condizioni di carico come specificato in [9.3.4]. In ciascun caso, il valore da considerare il pi sfavorevole in base alla distribuzione dei compartimenti, considerando la tendenza ad aprire o a chiudere. Tuttavia, lattenzione dellArmatore e del Progettista deve essere posta sul fatto che lo zavorramento delle casse laterali pu notevolmente ridurre le forze statiche nel martinetto necessarie per contrastare lapertura dei due mezzi scafi nelle suddette condizioni operative.

9.4

Forze dinamiche

9.3.6 Il calcolo di FCY, FCH e FB pure da effettuare in accordo con [9.3.4], se, nella massima condizione di carico corrispondente al bordo libero di dragaggio o al bordo libero internazionale, sono considerate masse volumiche di detriti maggiori di in unione con altezze ridotte (per massa costante di detriti), usando i parametri corrispondenti alle probabili masse volumiche massime dei detriti da considerare con le immersioni TD e T. 9.3.7 La massima forza statica effettivamente sviluppata dal martinetto, indicata come FS, il maggiore dei valori ottenuti per FCY per le varie condizioni di carico e calcolati in accordo con [9.3.4], [9.3.5] e [9.3.6]. 9.3.8 Se le estremit del pozzo a tramoggia sono parzialmente incastrate, i momenti di estremit generano forze addizionali sulle cerniere del ponte, martinetti, scontri del ponte e del fondo a proravia e a poppavia del pozzo.

9.4.1 Il Progettista deve fornire le forze dinamiche applicate alle cerniere del ponte e agli attacchi del martinetto oleodinamico, a mezzo di calcoli da inviare alla Societ per approvazione. 9.4.2 Le forze dinamiche sono in generale da calcolare per mezzo di unanalisi statistica a lungo termine, con le condizioni definite in Tab 16. 9.4.3 Per ciascuna condizione di carico regolamentare, i risultati del calcolo devono fornire: la forza dinamica FDCY in ciascun martinetto, in kN, la forza dinamica orizzontale FDHC in ciascuna cerniera, in kN, la forza dinamica verticale FDVC in ciascuna cerniera, in kN. 9.4.4 Se sono cinsiderate condizioni di carico diverse da quelle definite in [3] i calcoli per questi casi addizionali

482

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

devono essere definiti nei singoli casi in accordo con la Societ. 9.4.5 In caso di draghe con una capacit inferiore a 700 m3, le forze dinamiche nei martinetti e nelle cerniere possono essere considerate senza i calcoli statistici a lungo termine. I calcoli per i martinetti e le cerniere devono essere giustificati alla Societ. 9.4.6 Per navi con una delle notazioni di navigazione coastal area e sheltered area, le forze dinamiche nei cilindri e nelle cerniere possono essere ridotte del 10% nel caso di navigazione senza detriti. Tabella 16 : Probabilit per la determinazione delle forze dinamiche
Condizione Dragaggio e navigazione con detriti, con stato del mare limitato a HS = 3 m (1) Navigazione senza detriti, senza limitazioni per lo stato del mare (2) (1) (2) Probabilit 10-5 per martinetti e cerniere 10-7 per martinetti 10-5 per cerniere

9.5.5 I dimensionamenti degli scontri longitudinali del fondo indicati in [9.2.2] devono essere determinati considerando per ciascuno scontro la forza ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
m F = 0 ,15 -----n3

dove: m n3 : massimo dislocamento della nave, in kN, con il pozzo carico di detriti, : numero totale degli scontri (al ponte e al fondo).

I dimensionamenti degli scontri longitudinali del ponte menzionati in [9.2.2] devono essere determinati considerando per ciascuno scontro la forza ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
n F = 0 ,15 ----n4

dove: n n4 : dislocamento della nave con il pozzo pieno di acqua fino al galleggiamento, : numero degli scontri longitudinali del ponte.

HS : altezza donda significativa, in m. In condizioni di navigazione senza detriti, pu essere adottato un differente livello di probabilit, soggetto allaccettazione della Societ, per il calcolo delle forze dinamiche sui cilindri, quando sia sistemato un dispositivo atto a ridurre la pressione nei cilindri dopo lapertura delle valvole di sicurezza (vedere anche [10.3.1]). Nota 1: Differenti condizioni di calcolo devono essere giustificate dal progettista.

La tensione tangenziale ammissibile per gli scontri del ponte e del fondo deve essere ottenuta, in N/mm2, dalla seguente formula:
R eH = 0 ,9 ------3

Per il calcolo della tensione tangenziale negli scontri del ponte, si deve cosiderare unarea di sezione ridotta corrispondente allarea di sezione efficace degli scontri quando il pozzo aperto. 9.5.6 Le orecchie dei martinetti e le cerniere del ponte possono essere calcolate usando un modello ad elementi finiti. In tal caso, il modello a elementi finiti e i carichi applicati devono essere concordati in via preliminare con la Societ. La tensione ammissibile deve essere definita daccordo con la Societ, in funzione del modello a elementi finiti e delle caratteristiche dei materiali.

9.5

Dimensionamenti

9.5.1 La forza totale massima nel martinetto deve essere assunta uguale al valore maggiore, fra tutte le condizioni di carico previste, ottenuto, in kN, dalla seguente formula: Fm = FCY + FDCY Il martinetto deve essere in grado di sviluppare una forza almeno uguale a Fm, alla pressione di taratura della valvola di sicurezza del martinetto considerato come isolato. 9.5.2 I dimensionamenti delle orecchie del martinetto devono essere conformi a [8.5] considerando la forza Fm come determinata in [9.5.1]. Leventualit che la forza sviluppata dal martinetto, alla pressione di taratura della valvola di sicurezza del martinetto considerato come isolato, sia notevolmente pi alta di Fm deve essere esaminata nei singoli casi dalla Societ. 9.5.3 I dimensionamenti delle cerniere del ponte devono essere conformi a [8.5], considerando la risultante della forza orizzontale totale e della forza verticale totale, ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
F Res = ( F CH + F DCH ) + F DVC
2 2

10 Draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili: martinetti oleodinamici e impianti di tubolature associati
10.1 Generalit
10.1.1 Per navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit, le verifiche dei martinetti oleodinamici e degli impianti di tubolature associati destinati alla chiusura delle due met della nave deve essere eseguita in accordo con le prescrizioni da [10.1] a [10.6]. 10.1.2 Il progetto e la costruzione del martinetto oleodinamico devono essere in accordo con le prescrizioni applicabili di Parte C, Cap 1, Sez 11, [2], mentre gli impianti di

9.5.4 Il carico di dimensionamento degli scontri trasversali del fondo deve essere definito in accordo con la Societ.

Regolamenti RINA 2005

483

Parte E, Cap 13, Sez 2

tubolature associati devono in generale soddisfare le relative prescrizioni di Parte C, Cap 1, Sez 10. I materiali impiegati devono essere in accordo con le prescrizioni applicabili della Parte D.

10.4.2 I dimensionamenti del coperchio di estremit del martinetto dal lato dellasta devono essere determinati usando Pm come pressione di progetto. I dimensionamenti del coperchio di estremit del martinetto dal lato del fondo come pure i collegamenti meccanici (per esempio i bulloni tra il coperchio e il cilindro o tra lo stantuffo e lasta) devono essere basati su Fm. I calcoli giustificanti i dimensionamenti proposti e, a seconda dei casi, i pretensionamenti devono essere inviati alla Societ per approvazione. 10.4.3 Il dimensionamento dellasta deve essere basato su Fm e sul minore dei due valori ReH/2 e Rm/2,4, per la tensione a trazione media ammissibile. Un calcolo dimostrante ladeguata resistenza allinstabilit dellasta deve essere inviato alla Societ per approvazione. 10.4.4 I dimensionamenti delle orecchie e dei perni a ciascuna estremit del cilindro idraulico devono essere basati su Fm.

10.2 Definizioni
10.2.1 Per la verifica dei martinetti oleodinamici e degli impianti di tubolature associati, devono essere considerate le seguenti definizioni: Pm : pressione sul lato dellasta del martinetto risultante dalle previste estreme condizioni ambientali corrispondenti alla massima forza Fm, definita in [9.5.1], : massima pressione sul lato del fondo del cilindro uguale al valore di taratura delle valvole di sicurezza che proteggono il fondo del cilindro, : massima pressione che pu essere fornita attraverso le pompe e i loro dispositivi associati di limitazione della pressione, : pressione sul lato dellasta del martinetto corrispondente alla maggiore delle forze FS, definita in [9.3.7], e FP, definita in [9.3.3].

PC

PP

10.5 Ispezioni e prove


10.5.1 In aggiunta alle ispezioni richieste in [10.1.2], come applicabile, giunti saldati colleganti componenti soggetti al carico Fm devono soddisfare le prescrizioni per i recipienti a pressione di Classe 1 o equivalenti. 10.5.2 I cilindri completi e relative tubolature fino alla prima valvola dintercettazione inclusa devono essere sottoposti in officina, ad una prova di pressatura al maggiore dei due valori 1,4PS e 1,2Pm applicati sul lato dellasta e una prova di pressatura a 1,4PC sul lato del fondo per la posizione di massima estensione. 10.5.3 Il circuito oleodinamico completo deve essere sottoposto, a bordo, ad una prova di pressatura a 1,4 volte la relativa massima pressione di esercizio per condizioni normali ovvero carichi statici, per la parte di circuito considerata.

PS

10.3 Sistemazioni
10.3.1 Nel caso siano interessate grandi navi, devono essere, in generale, previste le seguenti sistemazioni: per ciascun martinetto oleodinamico, deve essere sistemato un impianto di misurazione della pressione nel cilindro, questo impianto, in aggiunta allindicazione della pressione in plancia e nel locale dragaggio deve comprendere un allarme acustico e ottico negli stessi locali, che deve attivarsi quando superato un certo limite, limpianto di misurazione, il limite di attivazione dellallarme cos come le istruzioni da seguire dopo che si verifica lallarme devono essere inviati alla Societ per approvazione. 10.3.2 Si deve prestare particolare attenzione alla protezione contro la corrosione.

10.6 Taratura della valvola di sicurezza


10.6.1 Almeno una valvola di sicurezza di portata appropriata deve proteggere ciascuna parte del circuito che pu essere soggetta a sovrapressione dovuta a carichi esterni o dovuta allazione della pompa; in generale, le valvole di sicurezza sul lato dellasta di ciascun cilindro o gruppo di cilindri devono essere tarate a Pm, mentre quelle sul lato del fondo devono essere tarate a PC. Parti del circuito eventualmente soggette a sovrapressione soltanto da parte delle pompe, devono essere protette da valvole di sicurezza tarate alla pressione PP.

10.4 Dimensionamento dei martinetti


10.4.1 Per le parti in pressione dei martinetti oleodinamici costruiti in acciaio, la tensione ammissibile, in relazione alle condizioni di carico risultanti in una pressione PP o PS (assumendo la maggiore) agente sul lato del cilindro con lasta, senza pressione sullaltro lato, deve essere assunta la minore fra ReH/1,8 e Rm/2,7. La sollecitazione ammissibile applicabile allinvolucro del cilindro, per le condizioni di carico risultanti in una pressione Pm, pu essere assunta come la minore fra ReH/1,5 e Rm/2,25.

11 Timoni
11.1 Generalit
11.1.1 Il diametro dellasta del timone, ottenuto da Parte B, Cap 10, Sez 1, [4] deve essere aumentato del 5%.

484

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 2

11.2 Prescrizioni addizionali per draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili
11.2.1 Ciascun mezzo scafo di navi con una delle notazioni di servizio split hopper unit o split hopper dredger deve essere munito di un timone conforme alle prescrizioni di Parte B, Cap 10, Sez 1. 11.2.2 Deve essere sistemato un impianto automatico per sincronizzare i movimenti dei due timoni.

Se a tali navi stata assegnata una delle seguenti notazioni di navigazione: summer zone, tropical zone, coastal area, larmamento marinaresco deve essere ottenuto entrando in Tab 17 nella linea soprastante. Se a tali navi assegnata la notazione di navigazione sheltered area, larmamento marinaresco deve essere ottenuto entrando in Tab 17 due linee sopra.

12 Armamento marinaresco
12.1 Generalit
12.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a navi aventi forme normali della parte immersa dello scafo. Per navi aventi forme non usuali della parte immersa dello scafo, larmamento marinaresco deve essere considerato nei singoli casi dalla Societ. 12.1.2 Larmamento marinaresco ottenuto da [12.1.4] ovvero [12.1.5] indipendente dalle ancore, catene e cavi che possono essere necessarie per le operazioni di dragaggio. 12.1.3 Il Modulo dArmamento EN deve essere ottenuto dalla seguente formula:
EN = 1 ,5 ( LBD )
23

12.2 Prescrizioni addizionali per draghe a tramoggia apribili e unit a tramoggia apribili
12.2.1 Le sistemazioni di navi con una delle notazioni di servizio split hopper dredger o split hopper unit devono soddisfare i paragrafi da [12.2.2] a [12.2.5]. 12.2.2 Un pozzo catene e una catena dormeggio completa devono in generale essere previsti per ciascun mezzo scafo. 12.2.3 Se la massa dellancora lo permette, sufficiente che sia installato solo un salpancore su uno o laltro dei mezzi scafi. In questo caso, in aggiunta alle prescrizioni in Parte B, Cap 10, Sez 4, [3], deve essere installato un arrestatoio sul mezzo scafo che non equipaggiato con un salpancore. 12.2.4 Guide o rulli devono essere installati in punti adatti tra il salpancore e la cubia in modo che il dar fondo allancora e il ricupero della stessa siano soddisfacentemente assicurati. 12.2.5 Devono essere previste sistemazioni atte ad evitare il bloccaggio della catena durante le operazioni di apertura e chiusura dei due mezzi scafi.

Nel calcolo di EN, la catenaria di secchie e le incastellature non devono essere incluse. 12.1.4 Per navi di lunghezza uguale o superiore a 80 m e per navi con EN, calcolato in accordo con [12.1.3], maggiore di o uguale a 795, larmamento marinaresco deve essere ottenuto da Parte B, Cap 10, Sez 4, [3], con EN calcolato in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [2] ma non minore di 795, considerando quanto segue: per applicare la formula, il dislocamento considerato quello dellimmersione di navigazione, tenendo conto dellalloggiamento dei cilindri e dello spazio libero tra i due mezzi scafi, il diametro della catena deve essere letto nella linea sottostante a quella relativa al valore di EN calcolato, nella Tabella applicabile. 12.1.5 Per navi diverse da quelle definite in [12.1.4], larmamento marinaresco deve essere ottenuto dalla Tab 17.

12.3 Cavi di rimorchio e dormeggio


12.3.1 Per navi di lunghezza superiore od uguale a 80 m e navi con EN, calcolato in accordo con [12.1.3], maggiore di 795, le caratteristiche dei cavi di rimorchio e dormeggio devono essere ottenute da Parte B, Cap 10, Sez 4, [3] con EN calcolato in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [2], considerando il dislocamento allimmersione di navigazione, tenendo conto degli alloggiamenti dei cilindri e dello spazio libero tra i due mezzi scafi; quel valore di EN non deve essere minore di 795. 12.3.2 Per navi diverse da quelle definite in [12.3.1], le caratteristiche dei cavi di rimorchio e dormeggio devono essere ottenute dalla Tab 18.

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485

Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 17 : Navi per attivit di dragaggio - Armamento marinaresco


Modulo darmamento EN A< EN B A 35 45 60 80 92 102 112 130 155 185 210 250 285 315 350 385 415 450 485 515 550 585 635 685 715 750 B 45 60 80 92 102 112 130 155 185 210 250 285 315 350 385 415 450 485 515 550 585 635 685 715 750 795 N 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Ancore senza ceppo Massa per ancora, in kg 120 140 220 260 290 320 350 430 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 2000 2100 2200 2300 Catene con traversino per ancore Lunghezza totale, in m 110,0 110,0 110,0 137,5 137,5 165,0 165,0 165,0 165,0 165,0 165,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 220,0 275,0 275,0 275,0 275,0 275,0 Diametro, in mm 16,0 17,5 19,0 20,5 22 24 24 26 28 30 32 34 36 38 38 40 40 42 44 46 48 48 50 52 54 54

486

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Parte E, Cap 13, Sez 2

Tabella 18 : Navi per attivit di dragaggio - Cavi di rimorchio e dormeggio


Modulo darmamento EN A< EN B A 35 45 60 80 92 102 112 130 155 185 210 250 285 315 350 385 415 450 485 515 550 585 635 685 715 750 (1) B 45 60 80 92 102 112 130 155 185 210 250 285 315 350 385 415 450 485 515 550 585 635 685 715 750 795 Cavo di rimorchio (1) Lunghezza minima, in m 120 120 120 130 130 130 140 140 140 150 150 150 150 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 180 Carico di rottura, in kN 88 93 98 107 117 127 137 147 156 166 176 186 196 215 240 265 295 320 340 365 390 415 440 465 490 515 N 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 Cavi dormeggio Lunghezza di ciascun cavo, in m 90 90 90 90 110 110 110 135 135 135 135 135 135 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 160 Carico di rottura, in kN 59 64 68 73 78 83 88 93 98 102 107 112 117 122 127 132 137 142 147 152 157 161 166 170 175 180

Il cavo di rimorchio non obbligatorio. Esso raccomandato per navi di lunghezza non superiore a 180 m.

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487

Parte E, Cap 13, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI DI DRAGAGGIO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni per navi con una delle seguenti notazioni di servizio dredger, hopper dredger, hopper unit, split hopper unit e split hopper dredger. Le presenti prescrizioni sono applicabili solo su richiesta dellArmatore. 1.1.2 La presente Sezione non copre gli altri aspetti della progettazione dellimpianto e delle relative apparecchiature, con particolare riguardo alle loro prestazioni. 1.1.3 Le prescrizioni relative ai portelloni sui fondi ed alle valvole sistemate sulle navi con notazione di servizio hopper dredger, hopper unit, split hopper unit e split hopper dredger sono date in Sez 2.

2.1.2 Tubolature Le tubolature per: laspirazione e lo scarico dei residui e dei materiali di dragaggio, lalimentazione di fluido oleodinamico agli attuatori delle aperture dei portelloni sul fondo o delle valvole, denti trancianti, ecc. devono essere progettate, costruite e collaudate in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10. 2.1.3 Recipienti in pressione I recipienti in pressione, quando previsti, devono essere progettati, costruiti e collaudati secondo le prescrizioni applicabili in Parte C, Cap 1, Sez 3.

2.2

Progetto dei componenti dellimpianto di dragaggio

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

2.2.1 Unit di pompaggio per il dragaggio a) Per tener conto degli urti della girante della pompa sul materiale di dragaggio, i motori diesel che azionano le pompe di dragaggio devono essere progettati considerando un momento torcente aumentato del 15% rispetto al momento torcente nominale. b) I giunti elastici sistemati in corrispondenza delle unit di pompaggio per il dragaggio devono essere progettati in modo da resistere al momento torcente massimo previsto in esercizio. c) Quando la loro potenza pari a 110 kW o maggiore, le unit di pompaggio per il dragaggio sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 9 relative alle vibrazioni torsionali. d) Le giranti delle pompe di dragaggio devono essere costruite con materiale saldabile.

2
2.1

Impianto di dragaggio
Generalit
Resistenza meccanica

2.1.1

Gli impianti adibiti ad operazioni di dragaggio ed i loro componenti devono avere una sufficiente robustezza meccanica rispetto ai carichi massimi previsti in esercizio, come specificati dal progettista.

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 4 5 (1) Documento (1) Piano generale delle apparecchiature di dragaggio Carichi di progetto su tutti i componenti delle apparecchiature di dragaggio Piani strutturali di tutti i componenti delle apparecchiature di dragaggio, compresi i recipienti in pressione, gli impianti oleodinamici, ecc., come applicabile Schemi delle tubolature destinate al dragaggio e, se applicabile, al trasferimento di residui o materiali di dragaggio Calcoli delle vibrazioni torsionali delle unit di pompaggio relative al dragaggio, se di potenza uguale a o maggiore di 110 kW

Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile: limpianto di comando e controllo (locale e a distanza) e limpianto dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione degli impianti di tubolature in questione (per conoscenza)

488

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 13, Sez 3

2.2.2

Tubolature di dragaggio di aspirazione e di scarico

3.2

Progetto della macchina di governo

a) Le valvole previste sui tubi di aspirazione e di scarico degli impianti di dragaggio devono essere di un tipo approvato dalla Societ. b) I tubi di aspirazione e di mandata dellimpianto di dragaggio devono essere di spessore super-rinforzato. Per tubi dacciaio fare riferimento a Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5. c) Deve essere previsto un numero sufficiente di punti dattacco in corrispondenza del tubo daspirazione per rendere pi facile la movimentazione. d) Gli accessori sistemati sui tubi di aspirazione devono essere costruiti in diverse parti per rendere facili sostituzioni parziali in caso di avaria. 2.2.3 Denti trancianti

3.2.1 Le macchine di governo indicate in [3.1.1] devono consistere in un impianto di comando ed un impianto dattuazione capaci di far funzionare il timone a loro collegato come prescritto in Parte C, Cap 1, Sez 11, [3.3.1] o Parte C, Cap 1, Sez 11, [4.3.1], secondo quanto appropriato. 3.2.2 Non necessario sistemare una macchina di governo ausiliaria o un impianto duplicato di attuazione.

3.3

Sincronizzazione

3.3.1 Deve essere sistemato un impianto automatico per sincronizzare il movimento di entrambi i timoni. Detto impianto soggetto alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 11, [5.2.2].

a) Se il tubo di aspirazione munito di denti trancianti, deve essere previsto un dispositivo per limitare i carichi in modo da impedire qualsiasi sovraccarico. b) Qualora i denti trancianti siano azionati da motori oleodinamici, deve essere attivato un allarme nel caso di perdite del fluido oleodinamico e deve essere bloccata la mandata di fluido al motore. 2.2.4 Tubi di scarico

Prove delle apparecchiature di dragaggio


Prove in officina
Generalit

4.1
4.1.1

Devono essere previste sistemazioni per impedire il collasso dei tubi adoperati per scaricare i residui o i materiali di dragaggio nelle stazioni di raccolta quando la pompa di scarico arrestata.

Le apparecchiature di dragaggio devono essere provate in accordo con le prescrizioni seguenti, con leccezione dei motori primi e dei recipienti in pressione (in particolare degli accumulatori oleodinamici), che devono essere provati in accordo con le prescrizioni applicabili nelle Sezioni pertinenti della Parte C. 4.1.2 Prove dei materiali e dei componenti dei macchinari

2.3

Collegamento delle apparecchiature di dragaggio allo scafo

2.3.1 I dimensionamenti delle strutture per i collegamenti delle apparecchiature per operazioni di dragaggio (per esempio collegamento dei tubi di aspirazione a scafo, i basamenti delle gruette per i tubi daspirazione) devono essere basati sui carichi in esercizio di tali elementi, come specificato dal progettista. Nel determinare i carichi in esercizio di cui sopra, il progettista deve tener conto dei carichi addizionali dovuti ai movimenti della nave (in particolare beccheggio e sussulto) nelle condizioni di mare e di tempo pi sfavorevoli previste durante lesercizio.

a) In genere sono richieste prove per gli alberi, gli ingranaggi, le parti in pressione delle pompe e dei motori oleodinamici e le lamiere delle fondazioni saldate. b) Per quanto riguarda le prove meccaniche sui materiali, i certificati interni dofficina inviati dal fabbricante possono essere accettati a discrezione della Societ. In tali casi le operazioni di prova possono essere limitate ad ispezioni visive esterne, associate, quando necessario, ad esami non distruttivi e prove di durezza. 4.1.3 Prove idrostatiche

Organi di governo di unit con notazione split hopper dredgers e split hopper units
Generalit

Le parti in pressione devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 1, Sez 3 o Parte C, Cap 1, Sez 10, come appropriato. 4.1.4 Prove sui componenti elettrici

3.1

Devono essere eseguite le prove prescritte in Parte C, Capitolo 2 del Regolamento, secondo quanto applicabile. 4.1.5 Prove di funzionamento

3.1.1 Il timone sistemato in ciascuna met dello scafo di navi con notazione di servizio split hopper dredger o split hopper unit (vedere Sez 2, [11.2.1]) deve essere azionato da una sua propria macchina di governo.

a) Le prove di funzionamento devono essere eseguite quando possibile presso lofficina del Fabbricante. In alternativa le prove di cui sopra possono essere eseguite

Regolamenti RINA 2005

489

Parte E, Cap 13, Sez 3

a bordo durante le prove richieste dopo linstallazione dei macchinari. b) Durante le prove di funzionamento deve essere controllata ladeguatezza di tutte le sistemazioni in questione in relazione alle varie condizioni di servizio previste. c) Al completamento ed in base ai risultati delle prove, potrebbe essere richiesta unispezione dei componenti, con il loro smontaggio, se ritenuto necessario dal Tecnico incaricato del collaudo.

Cap 1, Sez 15, possono essere richieste prove specifiche a discrezione della Societ in relazione ai servizi particolari della nave ed alle caratteristiche specifiche dei macchinari ed alle apparecchiature sistemate a bordo. b) In particolare, per quanto riguarda la propulsione e gli impianti di governo, possono essere richieste prove per controllare la manovrabilit e la velocit della nave durante le operazioni. 4.2.2 Prove delle apparecchiature

4.2

Prove a bordo

4.2.1 Prove della nave a) Al completamento della costruzione, in aggiunta alle prove di navigazione convenzionali richieste in Parte C,

Per quanto riguarda gli impianti di dragaggio, devono essere eseguite prove per verificare il funzionamento corretto di tutte le apparecchiature in questione in condizioni differenti di mare e di tempo.

490

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 14

RIMORCHIATORI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT COMBINAZIONI INTEGRATE SPINTORE-CHIATTA

Regolamenti RINA 2005

491

Parte E, Cap 14, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per i rimorchiatori. Tabella 1
Oggetto Riferimento (1) Sez 2 (1) (1) (1) (1) Sez 3

1.1.1 Una delle notazioni di servizio seguenti, come definite in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.2]: tug salvage tug escort tug pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto, del presente Capitolo, devono soddisfare le precrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabili, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per i rimorchiatori:

Sistemazione generale della nave


Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi Combinazioni integrate rimorchiatore/chiatta (1)

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per rimorchiatori

Regolamenti RINA 2005

493

Parte E, Cap 14, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
(1/7/2004)

2.2.2

Criteri addizionali di stabilit allo stato integro

1.1.1

Le prescrizioni di questa Sezione si applicano a navi aventi una delle seguenti notazioni di servizio: tug, principalmente intese per servizi di rimorchio, che devono soddisfare le prescrizioni di cui in [2], salvage tug, aventi specifici equipaggiamenti per i servizi di salvataggio, che devono soddisfare le prescrizioni di cui in [2] e [3], escort tug, principalmente intese per servizi di appoggio, come manovra, frenatura e altri controlli di navi assistite, che devono soddisfare le prescrizioni di cui in [2] e [4]. Navi con la caratteristica di servizio addizionale barge combined (unit progettate per essere collegate a chiatte) devono soddisfare le prescrizioni applicabili di cui in Sez 3. Navi con la caratteristica di servizio addizionale rescue (unit particolarmente attrezzate per il soccorso di naufraghi e per la loro accoglienza a bordo) devono soddisfare le prescrizioni applicabili di cui in [2.10].

Tutte le condizioni di carico riportate nel Libretto di istruzioni relative alla stabilit e allassetto, con leccezione della nave vacante, devono pure essere controllate allo scopo di verificare lattitudine della nave a sopportare gli effetti del tiro di rimorchio al traverso. Un rimorchiatore pu essere considerato come avente unadeguata stabilit, ai fini delleffetto del tiro al traverso, se soddisfatta la seguente condizione: A 0,011 dove: A : area, in m.rad, compresa fra la curva dei bracci di stabilit e quella dei bracci sbandanti, misurata dallangolo di sbandamento C allangolo di sbandamento D, : angolo di sbandamento di equilibrio, corrispondente alla prima intersezione fra le curve dei bracci di stabilit e dei bracci sbandanti, : angolo di sbandamento, da assumersi come il minore dei seguenti angoli: langolo M, corrispondente alla posizione di GZMAX (vedere Fig 1), langolo di allagamento, 40.

Rimorchiatori, rimorchiatori di salvataggio e rimorchiatori di appoggio


Generalit

La curva dei bracci sbandanti deve essere calcolata come segue:


TH b H = --------------- cos 9 ,81

2.1

2.1.1 In generale, i rimorchiatori sono navi a ponte completo forniti di unampia superficie di deriva e, se destinati ad un servizio fuori dalle acque protette, con un castello di prora o un mezzo castello, o almeno con una insellatura prodiera molto pronunciata. Rimorchiatori di disegno non usuale devono essere considerati dalla Societ caso per caso.

dove: bH T : braccio sbandante, in m, : massimo tiro di rimorchio, in kN, Nel caso che tale forza non sia nota, essa pu essere assunta uguale a: T = 0,179 P per eliche non intubate, T = 0,228 P per eliche intubate,

2.2
2.2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

P H

: massima potenza continuativa, in kW, del motore di propulsione, : distanza verticale, in m, fra il gancio di rimorchio, o apparecchiatura equivalente, e la met dellimmersione corrispondente a , : dislocamento della condizione di carico, in t.

La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.11] deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2.

494

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 14, Sez 2

Figura 1 : Curve dei bracci di stabilit e dei bracci sbandanti


braccio sbandante e di stabilit

2.3.3

Madieri

I madieri del locale macchine devono avere una piattabanda saldata; altrove, la flangiatura dei madieri pu essere accettata come alternativa alle piattabande saldate. 2.3.4 Gallerie alberi

GZ MAX

Per rimorchiatori aventi ridotta altezza di costruzione, la galleria alberi pu essere omessa. In questo caso, laccesso alla linea alberi deve essere possibile attraverso il pagliolo dello spazio soprastante.
A

2.4
2.4.1

Dimensionamenti di scafo
Generalit

D M

angolo di sbandamento

I dimensionamenti netti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate devono essere in accordo con Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8, come applicabile, dove i carichi della trave nave e i carichi locali sono definiti in Parte B, Capitolo 5 ovvero Parte B, Cap 8, Sez 1, come applicabile, da calcolarsi in base a T non minore di 0,85 D. 2.4.2 Spessore del fasciame del fianco per rimorchiatori con L < 65 m

2.2.3

Esenzioni

Rimorchiatori di qualunque lunghezza con notazione di navigazione sheltered area possono essere esentati dal soddisfare le prescrizioni in [2.2.2], purch laltezza metacentrica iniziale GM, in m, corretta in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 2, [4.7], nella pi severa condizione sia non inferiore al valore ottenuto con la seguente formula:
66 T H B GM = ------------------------------f

Per rimorchiatori con L < 65 m, lo spessore netto del fasciame del fianco deve essere aumentato di 1 mm rispetto a quello calcolato in accordo con Parte B, Capitolo 8, ma non necessario che superi quello del fasciame del fondo adiacente calcolato per un pannello di pari dimensioni.

2.5
2.5.1

Altre strutture
Cofani dellapparato motore

dove: B f : massima larghezza della nave, in m, : bordo libero della nave, in mm, da assumersi non maggiore di 650 mm,

Cofani esposti dellapparato motore non devono avere altezza inferiore a 900 mm, misurati dalla superficie superiore del ponte e provvisti di mezzi di chiusura stagni alle intemperie. In generale, le pareti longitudinali dei cofani dellapparato motore devono essere estese verso il basso per mezzo di unanguilla a cui devono essere collegati i bagli. I rinforzi ordinari del fianco devono essere collegati al ponte. Il loro intervallo non deve essere superiore a 0,75 m. 2.5.2 Sfuggite di emergenza dal locale macchine

T, H, : definiti in [2.2.2]. 2.2.4 Stabilit in condizioni di avaria

Rimorchiatori di lunghezza maggiore di od uguale a 80 m devono soddisfare alle prescrizioni in Parte B, Cap 3, App 3.

2.3
2.3.1

Principi di progetto strutturale


Bittoni di rimorchio

Per rimorchiatori equipaggiati per il rimorchio di fianco, i relativi bittoni di rimorchio devono essere efficacemente fissati al ponte in corrispondenza di costole rinforzate, bagli o paratie. 2.3.2 Parabordi

Le sfuggite di emergenza dal locale macchine verso il ponte di coperta devono essere collocate il pi in alto possibile sopra al galleggiamento e in prossimit del piano di simmetria della nave, in modo che possano essere usate anche in condizioni estreme di sbandamento. Le altezze delle mastre dei boccaportelli di sfuggita devono essere non inferiori a 600 mm al di sopra della superficie superiore del ponte. I coperchi dei boccaportelli di sfuggita devono avere le cerniere disposte in senso trasversale e devono essere in grado di essere aperti e chiusi stagni da entrambi i lati. 2.5.3 Altezza delle mastre delle boccaporte

Deve essere installato un robusto parabordo a livello del ponte per la protezione dei fianchi del rimorchiatore. In alternativa, possono essere sistemati parabordi sciolti, purch essi siano sostenuti da rinforzi ordinari verticali estesi dal galleggiamento di nave vacante ai parabordi stessi.

Laltezza delle mastre delle boccaporte non deve essere inferiore a 300 mm. I coperchi delle boccaporte devono essere dotati di efficienti mezzi di chiusura e bloccaggio.

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Parte E, Cap 14, Sez 2

2.6
2.6.1

Timoni e parapetti
Timoni LE

vano entro la lunghezza LE e inoltre hanno una larghezza maggiore di B/4, : lunghezza darmamento, in m, uguale ad L senza essere necessariamente n inferiore al 96% n superiore al 97% della lunghezza totale al galleggiamento di pieno carico estivo.

Per i rimorchiatori, il diametro dellasta del timone deve essere aumentato del 5% rispetto a quello calcolato in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 1, [4]. 2.6.2 Parapetti

I parapetti devono essere inclinati verso linterno per evitare probabili distorsioni che potrebbero verificarsi durante il contatto. La loro altezza pu essere ridotta se richiesto da necessit operative.

Ripari fissi e parapetti di altezza uguale o superiore a 1,5 m devono essere considerati parti di tughe nella determinazione di h e A. In particolare, deve essere inclusa larea tratteggiata in Fig 2. Nel determinare h e A si pu trascurare laltezza delle mastre dei boccaporti e quella di eventuale carico sul ponte. Per rimorchiatori dove lestensione verticale delle sovrastrutture molto maggiore dellusuale, la Societ pu richiedere un aumento del Modulo dArmamento EN. 2.7.2 Modulo dArmamento per rimorchiatori con notazione di navigazione coastal area oppure sheltered area

2.7
2.7.1

Armamento marinaresco
Modulo darmamento per rimorchiatori con notazione di navigazione unrestricted navigation

Per rimorchiatori con notazione di navigazione unrestricted navigation, il Modulo dArmamento EN deve essere ottenuto con la formula seguente: EN = 2/3 + 2 (a B + hnbn) + 0,1 A dove: a hn : dislocamento fuori ossatura del rimorchiatore, in t, al galleggiamento di pieno carico estivo, : bordo libero a met nave dal galleggiamento di pieno carico estivo al ponte di coperta, in m, : altezza, in m, sul piano di simmetria dellordine "n" di sovrastruttura o tuga avente una larghezza maggiore di B/4. Se una tuga avente larghezza maggiore di B/4 sopra ad una tuga con larghezza uguale o inferiore a B/4, la tuga superiore deve essere compresa e quella inferiore ignorata, : larghezza massima, in m, tra tutti gli ordini di sovrastrutture o tughe aventi larghezza maggiore di B/4, : area, in m2, nella vista di profilo, delle parti dello scafo, sovrastrutture e tughe sopra il galleggiamento di pieno carico estivo che si tro-

Per rimorchiatori con notazione di navigazione coastal area oppure sheltered area, il modulo darmamento EN deve essere ottenuto dalla seguente formula: EN = 2,51 (L B D)2/3 Per rimorchiatori dove lestensione verticale delle sovrastrutture molto maggiore dellusuale, la Societ pu richiedere un aumento del Modulo dArmamento EN. 2.7.3 Modulo dArmamento per rimorchiatori aventi CB inferiore a 0,60

bn

Per rimorchiatori aventi il coefficiente di finezza totale CB inferiore a 0,60, ad unimmersione T uguale a 0,85 D, il modulo darmamento EN deve essere ottenuto dalla seguente formula: EN = 1,76 (L B D)2/3 Per rimorchiatori dove lestensione verticale delle sovrastrutture molto maggiore dellusuale, la Societ pu richiedere un aumento del Modulo dArmamento EN.

Figura 2 : Area efficace di parapetti o ripari fissi da includere nel Modulo dArmamento

Parapetto 1,5 m a Galleggiamento di pieno carico estivo Estremit avanti 1,5 m

496

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Parte E, Cap 14, Sez 2

2.7.4 Ancore, catene e cavi I rimorchiatori devono essere provvisti di un armamento costituito da ancore senza ceppo, catene e cavi da ottenersi in funzione del Modulo dArmamento EN (vedere da [2.7.1] a [2.7.3] ) da: Parte B, Cap 10, Sez 4 per rimorchiatori con notazione di navigazione unrestricted navigation,

Tab 1 e Tab 2 per rimorchiatori con notazione di navigazione coastal area oppure sheltered area. 2.7.5 Armamento addizionale

I rimorchiatori devono essere forniti di un armamento addizionale specificato in Tab 3.

Tabella 1 : Armamento per rimorchiatori con notazione di navigazione coastal area oppure sheltered area
Modulo darmamento EN A< EN B Ancore senza ceppo Catene con traversino per ancore Diametro, in mm A B N (1) Massa per ancora, in kg 140 148 166 180 198 210 220 230 244 260 280 314 346 384 420 466 500 540 575 690 770 885 1000 1130 1270 1420 1540 Lunghezza totale, in m (2) 110,0 110,0 110,0 110,0 110,0 110,0 110,0 110,0 110,0 137,5 137,5 165,0 165,0 192,5 192,5 220,0 247,5 275,0 302,5 302,5 330,0 330,0 357,5 357,5 385,0 385,0 440,0 acciaio ordinario 14,0 (3) 14,0 (3) 16,0 (3) 16,0 (3) 17,5 17,5 19,0 19,0 20,5 22,0 22,0 24,0 26,0 26,0 28,0 30,0 30,0 32,0 34,0 34,0 36,0 36,0 38,0 38,0 40,0 40,0 42,0 acciaio ad elevata resistenza 16,0 16,0 17,5 17,5 17,5 19,0 19,0 20,5 22,0 22,0 24,0 26,0 26,0 28,0 30,0 30,0 32,0 32,0 34,0 34,0 34,0 34,0 36,0

0 55 65 75 85 95 105 115 125 140 160 180 200 220 245 265 290 315 335 365 390 415 445 475 505 535 570 (1) (2)

55 64 74 84 94 104 114 124 139 159 179 199 219 244 264 289 314 334 364 389 414 444 474 504 534 569 600

2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3

(3)

La terza ancora si intende come ancora di rispetto e non richiesta ai fini della classificazione. Se la lunghezza totale richiesta per le catene inferiore a 220 m, ammesso che una sola delle due ancore sia unita alla catena e sistemata in cubia. In questo caso, la seconda ancora deve essere sistemata in modo che possa essere agevolmente ammanigliata alla catena e data fuori in caso di perdita della prima ancora. Questi diametri si riferiscono a catene senza traversino.

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Tabella 2 : Cavi dormeggio per rimorchiatori con notazione di navigazione coastal area oppure sheltered area
Modulo darmamento EN A< EN B A 0 55 65 75 85 95 105 115 125 140 160 180 200 220 245 265 290 315 335 365 390 415 445 475 505 535 570 B 55 64 74 84 94 104 114 124 139 159 179 199 219 244 264 289 314 334 364 389 414 444 474 504 534 569 600 N 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Carico di rottura, in kN 24,5 24,5 24,5 24,5 30,4 34,3 38,2 43,2 49,0 58,8 68,6 78,4 88,2 98,0 108 108 108 108 108 108 108 108 108 108 108 108 108 Cavi dormeggio Carico di rottura, in kN 59,8 66,7 73,5 80,4 86,3 91,2 95,1 99,0 104 111 119 127 136 145 154 163 172 174 174 174 174 174 174 174 174 174 174 Lunghezza di ciascun cavo, in m 110 110 110 110 110 110 110 110 110 120 120 120 120 120 120 120 130 130 130 130 140 140 140 140 150 150 160

N 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2

Tabella 3 : Armamento addizionale per rimorchiatori (1/7/2002)


Notazione di navigazione Sistemazioni o dotazioni Unrestricted navigation Parabordo Gancio o verricello di rimorchio Arco di rimorchio (1) N. dei cavi di rimorchio, di diametro adeguato (2) Lunghezza, in m, dei cavi di rimorchio di diametro adeguato (2) N. dei lanciasagole (con 4 cariche) Alloggi per lequipaggio (1) Richiesto Richiesto Richiesto 2 200 1 Richiesti Coastal area Richiesto Richiesto Richiesto 2 150 Non richiesti Richiesti Sheltered area Richiesto Richiesto Non richiesto 1 100 Non richiesti Non richiesti

(2)

La Societ pu non richiedere la sistemazione dellarco di rimorchio, in relazione alle caratteristiche del rimorchiatore considerato e nel caso in cui eventuali ingombri sul ponte a poppa non interferiscano con il cavo durante le operazioni di rimorchio. Ladeguatezza del diametro del cavo di rimorchio lasciata al giudizio degli interessati.

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Parte E, Cap 14, Sez 2

2.8

Sistemazioni di rimorchio

come applicabile, dove il carico da considerare il massimo tiro di rimorchio T definito in [2.2.2].

2.8.1 Generalit In generale, i ganci e i verricelli di rimorchio devono essere sistemati in prossimit della mezzeria della nave, in posizione tale da limitare il pi possibile il momento sbandante nelle normali condizioni di lavoro. 2.8.2 Ganci e verricelli I materiali del gancio e del verricello devono soddisfare le prescrizioni applicabili della Parte D. Il massimo tiro di rimorchio T, in kN, definito in [2.2.2], deve essere specificato nei disegni di sistemazione strutturale del gancio e del verricello. I ganci e i verricelli devono essere sottoposti a prove statiche, dove il carico di prova CT non deve essere inferiore a quello ottenuto dalla Tab 4 in funzione di T. I verricelli possono essere dotati di un dispositivo per la regolazione automatica del tiro. Tabella 4 : Carico di prova CT
Tiro di rimorchio T, in kN T < 400 400 T 1200 T > 1200 Carico di prova CT, in kN 2T T + 400 1,33 T

2.9

Costruzione e collaudi

2.9.1 Prova di tiro a punto fisso Su richiesta degli interessati, i rimorchiatori possono essere sottoposti ad una prova di tiro a punto fisso. Il valore del tiro a punto fisso indicato in una dichiarazione allegata al Certificato di Classe. La prova di tiro a punto fisso deve essere effettuata alla presenza del Tecnico della Societ usando unapparecchiatura idonea (per esempio a celle di carico elettriche) capace di fornire in ogni momento della prova, una lettura del tiro a punto fisso sviluppato dal rimorchiatore ed una registrazione, in forma numerica o grafica, dei valori misurati. La procedura della prova, il luogo e le condizioni (ambientali, di assetto del rimorchiatore, ecc.) devono essere concordate con la Societ. Nel caso di navi gemelle, la Societ pu assegnare il valore del tiro a punto fisso sulla base dei risultati ottenuti dalle prove effettuate sulla nave prototipo.

2.10 Sistemazioni ed attrezzature addizionali per rimorchiatori con caratteristica addizionale di servizio "rescue"
2.10.1 (1/7/2004) I rimorchiatori con caratteristica addizionale di servizio rescue devono essere provvisti almeno delle seguenti sistemazioni ed attrezzature: a) unarea denominata "RESCUE ZONE", su ciascun lato del ponte principale della nave, dove il parapetto pi basso che nelle altre parti della nave o provvisto di un cancello, al fine di facilitare l'imbarco dei naufraghi. Detta zona deve essere chiaramente identificata mediante le suddette parole scritte, con caratteri di altezza non inferiore a 500 mm e larghezza non inferiore a 200 mm, e con strisce laterali in materiale altamente fotoluminescente b) reti o altre attrezzature per facilitare il recupero dei naufraghi dal mare c) coperte (almeno una per ciascuna persona che fa parte del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) d) cabine e letti, aggiuntivi rispetto a quelli previsti a bordo per la normale consistenza dell'equipaggio (letti per almeno il 30% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) e) bagni e docce, aggiuntivi rispetto a quelli previsti per la normale consistenza dell'equipaggio (bagni e docce per almeno 1/6 del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) f) posti a sedere (sedie, sof e poltrone), aggiuntivi rispetto a quelli previsti per la normale consistenza dell'equipaggio (per almeno il 100% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere)

2.8.3 Dispositivo di sgancio rapido del gancio Il dispositivo di sgancio rapido deve essere idoneo ad essere azionato a distanza dalla plancia, o dalle immediate adiacenze per quanto possibile, mentre il gancio sotto tiro. Si richiede che, in caso di emergenza, il cavo di rimorchio possa essere immediatamente sganciato senza riguardo allangolo di sbandamento e alla direzione del cavo di rimorchio. Il dispositivo di sgancio rapido deve essere provato sia al massimo tiro di rimorchio T sia al carico di prova CT, sopra definiti. Lo sforzo necessario per aprire il gancio sotto carico non deve essere superiore a 150 N. Dopo linstallazione a bordo, deve essere effettuata una prova di sganciamento sotto carico per mezzo del suddetto dispositivo di sgancio rapido a distanza. Questa prova pu essere effettuata con un carico di prova inferiore al massimo tiro di rimorchio T. 2.8.4 Dispositivo di svolgimento del verricello I verricelli devono essere dotati di un idoneo dispositivo di svolgimento, azionabile a distanza, che permetta lo svolgimento del cavo quando necessario. 2.8.5 Dispositivo di sgancio rapido del verricello Lo sganciamento del cavo dal tamburo del verricello deve essere reso possibile per mezzo di un idoneo dispositivo oppure usando un cavo la cui estremit non fissata al tamburo. 2.8.6 Collegamento alle strutture di scafo I dimensionamenti delle strutture di collegamento allo scafo delle apparecchiature di rimorchio devono essere in accordo con Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8,

g) dotazioni e provviste a disposizione dei naufraghi, aggiuntive rispetto a quelle necessarie per la normale consistenza dell'equipaggio (razioni di cibo per almeno

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Parte E, Cap 14, Sez 2

il 300% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) h) dotazioni per il primo soccorso e medicinali (per almeno il 100% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) i) uninfermeria di bordo.

3.2

Armamento marinaresco

3.2.1 Armamento marinaresco addizionale Navi con notazione di navigazione salvage tug devono essere munite dellarmamento marinaresco addizionale specificato in Tab 5 in aggiunta a quello specificato in Tab 3.

Prescrizioni addizionali per rimorchiatori di salvataggio


Generalit
Applicazione

4
4.1

Prescrizioni addizionali per rimorchiatori di appoggio


Generalit

3.1
3.1.1

Le prescrizioni di questo articolo si applicano a navi con notazione di servizio salvage tug e specificano i criteri che queste navi devono soddisfare in aggiunta a quelli in [2].

4.1.1 Applicabilit Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a navi aventi la notazione di servizio escort tug e indicano i criteri che tali rimorchiatori devono soddisfare in aggiunta a quelli specificati in [2].

Tabella 5 : Dotazioni addizionali per rimorchiatori da salvataggio


Sistemazioni o dotazioni richieste Pompe, fisse o barellabili, per esaurimento, aventi allincirca la stessa portata (1) (2) (3) Pompe da incendio, capaci, ciascuna, di alimentare due getti contemporaneamente di gittata orizzontale uguale o superiore a 30 m (4) Apparecchi di respirazione per palombari Maschere antigas a filtro Picco da carico Verricello o argano, azionato da energia meccanica, in grado di esercitare un tiro adeguato Turafalle per falle di circa 1 x 2 m Apparecchiatura completa per il taglio di fiamma, con almeno 25 metri di tubo flessibile Manichette per esaurimento Manichette antincendio Raccordi da incendio sul collettore incendio Compressore da palombaro, azionato da energia meccanica, con relativa attrezzatura (5) Dotazione supplementare di cavi da rimorchio uguale almeno a quella gi richiesta per il servizio di rimorchio nella Tab 3 Lampade subacquee Riflettore di potenza 500 W (1) (2) (3) (4) (5) (6) Numero di voci 2 o pi pompe di portata totale 400 m3/h 2 pompe, aventi ciascuna portata 60 m3/h 2 2 1, di portata di esercizio 1 t 1 4 1 almeno 20 m per pompa 10 almeno 3 1 1 2 1

Per ciascuna pompa sistemata a bordo, deve essere prevista una pigna di aspirazione e, nel caso di pompe di tipo non autoadescante, anche una valvola di piede. Se sono impiegate pompe barellabili, esse devono essere atte a funzionare efficacemente anche con inclinazioni trasversali e longitudinali fino a 20. Queste pompe si intendono in aggiunta a quelle di esaurimento destinate al servizio al rimorchiatore di salvataggio. Queste pompe possono essere le stesse pompe prescritte per esaurimento, purch esse abbiano una prevalenza adeguata. In alternativa pu essere provveduto un compressore per la ricarica delle bombole per sommozzatori e due attrezzature complete per sommozzatori. I ghindari sistemati a bordo devono essere in grado di contenere cavi di acciaio di sezione adeguata e di lunghezza in generale non inferiore a 350 m.

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Sistemazioni o dotazioni richieste Lampade da lavoro Ghindari con cavi di acciaio Cavi elettrici, aventi, ciascuno, lunghezza non inferiore a 100 m e in grado di erogare almeno 50 kW Paranchi da 1 t Paranchi da 3 t Radar con portata 24 miglia marine Ecosonda da 100 m Martinetti idraulici da 10 t Martinetti idraulici da 20 t Trapano elettrico portatile con assortimento di punte aventi diametro fino a 20 mm (1) (2) (3) (4) (5) (6)

Numero di voci 2 vedere (6) 3 2 2 1 1 2 2 1

Per ciascuna pompa sistemata a bordo, deve essere prevista una pigna di aspirazione e, nel caso di pompe di tipo non autoadescante, anche una valvola di piede. Se sono impiegate pompe barellabili, esse devono essere atte a funzionare efficacemente anche con inclinazioni trasversali e longitudinali fino a 20. Queste pompe si intendono in aggiunta a quelle di esaurimento destinate al servizio al rimorchiatore di salvataggio. Queste pompe possono essere le stesse pompe prescritte per esaurimento, purch esse abbiano una prevalenza adeguata. In alternativa pu essere provveduto un compressore per la ricarica delle bombole per sommozzatori e due attrezzature complete per sommozzatori. I ghindari sistemati a bordo devono essere in grado di contenere cavi di acciaio di sezione adeguata e di lunghezza in generale non inferiore a 350 m.

4.1.2

Caratteristiche dei rimorchiatori di appoggio

M = m TY dove: m : coefficiente, da assumere uguale al minore tra: m = 31 / t, 1,0.

Allo scopo della classificazione, il progettista deve specificare le seguenti caratteristiche dei rimorchiatori di appoggio : la massima forza di governo TY, in kN, applicata dal rimorchiatore alla poppa della nave assistita, ossia la componente trasversale, rispetto allasse longitudinale della nave assistita, del tiro dovuto al rimorchio T. Tale forza deve essere calcolata alle velocit V, le quali devono essere definite dal Progettista (vedere Fig 3) ed in generale devono essere comprese tra 8 e 10 nodi. Se il servizio di appoggio alla nave effettuato entro un determinato intervallo di velocit, la massima forza di governo TY deve essere calcolata dal Progettista rispettivamente alla minima e massima velocit di servizio VMIN e VMAX, il tempo di manovra t, in s, impiegato dal rimorchiatore per passare dalla posizione da un lato della nave assistita in cui fornisce la massima forza di governo TY alla posizione speculare corrispondente dallaltro lato rispetto allasse longitudinale della nave assistita (vedere Fig 3). Non necessario che langolo della linea di rimorchio sia assunto maggiore di 60, dove definito in Fig 3, il coefficiente di manovrabilit M del rimorchiatore:

Le caratteristiche di cui sopra devono essere ottenute sulla base dei risultati di prove al vero, le quali devono essere effettuate alla velocit V o, quando applicabile, alle velocit VMIN e VMAX, definite sopra (vedere [4.5]). 4.1.3 Documentazione da inviare

In aggiunta alla documentazione specificata in Parte B, Cap 1, Sez 3, devono essere inviati alla Societ per conoscenza i seguenti disegni: piano di rimorchio con lindicazione dei componenti della linea di rimorchio e i loro rispettivi carichi di rottura, calcolo preliminare delle massime forze di governo TY alle velocit V o VMAX, come applicabili in accordo a quanto specificato in [4.1.2], tenendo conto sia della forza di propulsione che necessaria per equilibrare le forze idrodinamiche agenti sul rimorchiatore, sia del tiro sulla linea di rimorchio, calcoli preliminari di stabilit.

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Parte E, Cap 14, Sez 2

Figura 3 : Configurazione tipica di appoggio

: area racchiusa dalla curva dei bracci di stabilit, in m.rad, compresa tra langolo di sbandamento trasversale pari a 0 e langolo di sbandamento trasversale D (vedere Fig 5), : area racchiusa dalla curva dei bracci sbandanti, in m.rad, compresa tra langolo di sbandamento pari a 0 e langolo di sbandamento trasversale D (vedere Fig 5), : angolo di sbandamento allequilibrio, corrispondente alla prima intersezione tra le curve dei bracci di stabilit e sbandanti, questi ultimi calcolati per la massima forza di governo TY applicata dal rimorchiatore, definita in [4.1.2], : angolo di sbandamento, da assumere pari al minore tra: langolo di allagamento progressivo,

D
Posizione speculare

C
Nave assistita
TX T TY
Rim orc hia tor e

40. La curva dei bracci sbandanti deve essere ottenuta dai risultati delle prove al vero (vedere [4.5]), per la massima forza di governo TY. Tale curva deve essere assunta costante dallangolo di equilibrio C fino ad un angolo di sbandamento trasversale pari a 20. Figura 4 : Definizione delle aree A e B

4.1.4 Forze di propulsione I rimorchiatori devono essere progettati in modo che le forze idrodinamiche agenti sul rimorchiatore, il tiro sulla linea di rimorchio e la forza di propulsione richiesta del rimorchiatore risultino in equilibrio minimizzando la forza di propulsione stessa. In ogni caso, il propulsore deve essere in grado di fornire una spinta sufficiente a consentire al rimorchiatore di manovrare velocemente per ogni posizione angolare , dove definito in Fig 3. 4.1.5 Perdita della propulsione In caso di perdita di propulsione, il momento sbandante dovuto alle forze rimanenti deve portare il rimorchiatore in una posizione di equilibrio sicura senza eccessivi angoli di sbandamento.

Bracci sbandante e di stabilit

Braccio di stabilit

Braccio sbandante
A

4.2

Stabilit
c
20

Angolo di sbandamento

4.2.1 Stabilit della nave intatta Devono essere verificati i due seguenti criteri di stabilit della nave integra: A 1,25 C 1,4 D dove: A

Bracci sbandante e di stabilit

Braccio di stabilit
: area racchiusa dalla curva dei bracci di stabilit, in m.rad, compresa tra langolo di sbandamento trasversale C e langolo di sbandamento trasversale pari a 20 (vedere Fig 4), : area racchiusa dalla curva dei bracci sbandanti, in m.rad, compresa tra langolo di sbandamento trasversale C e langolo di sbandamento pari a 20 (vedere Fig 4),

Braccio sbandante
B

Angolo di sbandamento
20

502

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Figura 5 : Definizione delle aree C e D

Bracci sbandante e di stabilit

dovuti alle oscillazioni dinamiche della linea di rimorchio. Essi devono essere in grado di rilasciare il traino quando il tiro e maggiore del 50% del carico di rottura della linea di rimorchio. Le normali operazioni di assistenza non possono essere basate sulluso dei freni dei verricelli di rimorchio.

Braccio di stabilit

4.5
Braccio sbandante
C

Costruzione e prove
Prove

4.5.1

Angolo di sbandamento
D

Le seguenti prescrizioni si applicano alle prove al vero che devono essere effettuate allo scopo di ottenere i valori delle caratteristiche principali dei rimorchiatori di appoggio specificate in [4.1.2]. 4.5.2 Documentazione da inviare alla Societ prima delle prove

Bracci sbandante e di stabilit

Braccio di stabilit

La seguente documentazione deve essere inviata alla Societ per approvazione prima che le prove abbiano luogo: velocit di prova del rimorchiatore; tale velocit deve essere intesa come velocit relativa rispetto al moto del mare, pertanto devono essere tenuti in conto gli effetti di eventuali correnti, caratteristiche principali della propulsione (potenza, massimo angolo di barra del timone), calcolo preliminare della massima forza di governo TY alla velocit di prova, calcoli delle variazioni di rotta previste per la nave assistita (ai fini della prova, la nave assistita deve essere scelta in modo che le variazioni di rotta indotte dal rimorchiatore in assistenza non siano troppo ampie), calcoli preliminari di stabilit nelle condizioni di cui sopra, piano di rimorchio, compresi la cella di carico e la specifica dei carichi di rottura dei componenti della linea di rimorchio, documentazione relativa allesecuzione della prova di tiro a punto fisso (vedere [2.9.1]). 4.5.3 Dati da registrare durante le prove

Braccio sbandante
D

Angolo di sbandamento
D

4.3

Criteri di progetto delle strutture

4.3.1 Forme di carena Le forme di carena devono essere in grado di fornire forze idrodinamiche di portanza e di resistenza adeguate e di evitare eccessivi angoli di assetto longitudinale per grandi angoli di sbandamento. 4.3.2 Parapetti Il ponte di coperta deve essere protetto da un idoneo parapetto per tutta la sua estensione.

4.4

Allestimento

4.4.1 Carico di rottura delle linee di rimorchio Le linee di rimorchio devono avere un carico di rottura non minore di 2,2 volte il massimo dei tiri medi misurati durante le prove (vedere [4.5]). 4.4.2 Verricelli di rimorchio I verricelli di rimorchio devono essere dotati di un sistema idoneo a ridurre il carico in modo da evitare sovraccarichi

Durante le prove devono essere registrati tutti i dati necessari alla definizione delle caratteristiche del rimorchiatore, ad esempio la posizione relativa nave-rimorchiatore, i loro angoli di rotta e le rispettive velocit, la lunghezza della linea di rimorchio, langolo della linea di rimorchio (vedere Fig 3), il tiro massimo T sulla linea di rimorchio, la posizione del timone della nave, langolo di sbandamento del rimorchiatore e qualsiasi altro parametro utilizzato nei calcoli preliminari.

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503

Parte E, Cap 14, Sez 3

SEZIONE 3

COMBINAZIONI INTEGRATE SPINTORE-CHIATTA

Simboli
Ry : Minimo carico di snervamento, in N/mm2, del materiale, da assumere uguale a 235/k N/mm2, salvo ove diversamente specificato : Coefficiente dipendente dal materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Carico di snervamento in N/mm2, dellacciaio impiegato, da assumere non maggiore del minore tra 0,7 Rm e 450 N/mm2 : Minimo carico di rottura, dellacciaio impiegato. in N/mm2, legamento deve essere effettuata in sicurezza da una persona e deve durare meno di 5 min. Dopo che lo scollegamento avvenuto in mare aperto, lo spintore deve essere predisposto per il rimorchio della chiatta. La procedura per lo scollegamento e il ricollegamento in mare della combinazione integrata spintore-chiatta deve essere fornita come guida al Comandante. 1.3.2 Tipi di collegamenti rimovibili I collegamenti rimovibili sono di uno dei due seguenti tipi: collegamento rigido, se non permesso alcun movimento relativo fra lo spintore e la chiatta, collegamento flessibile, se sono permessi movimenti relativi fra lo spintore e la chiatta (ad esempio quando lo spintore libero di beccheggiare rispetto alla chiatta). 1.3.3 Spintore Lo spintore deve essere in grado di separarsi dalla chiatta e di passare successivamente al suo rimorchio.

k ReH

Rm

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 Generalit Le prescrizioni della presente Sezione si applicano alle combinazioni integrate spintore-chiatta, costituite da: uno spintore, al quale assegnata la caratteristica addizionale di servizio barge combined, una chiatta, alla quale assegnata la caratteristica addizionale di servizio tug combined, e specificano i criteri che tali combinazioni devono soddisfare in aggiunta a quelli specificati in: Sez 2, [2], per lo spintore, Cap 19, Sez 2, per la chiatta. 1.1.2 Quando una serie di chiatte pu operare in combinazione con uno spintore specifico, il numero di identificazione di ognuna di tali chiatte deve essere specificato nel certificato di classe dello spintore. 1.1.3 Quando una serie di spintori pu operare in combinazione con una chiatta specifica, il numero di identificazione di ognuno di tali spintori deve essere specificato nel certificato di classe della chiatta.

2
2.1

Sistemazione generale
Sistemazione delle paratie

2.1.1

Numero e disposizione delle paratie stagne trasversali dello spintore Le paratie stagne trasversali dello spintore devono essere sistemate in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 2, Sez 1. 2.1.2 Numero e disposizione delle paratie stagne trasversali della chiatta Applicando i criteri specificati in Parte B, Cap 2, Sez 1, [3], nella chiatta deve essere sistemata almeno una paratia stagna trasversale a poppa, situata a proravia della zona di collegamento ed estesa da murata a murata. Gli spazi per il carico devono essere separati dagli altri spazi non destinati al carico mediante paratie stagne. 2.1.3 Paratia di collisione della chiatta La paratia di collisione della chiatta deve essere situata ad una distanza, in m, a poppavia della estremit avanti di L non minore di 0,05 LLLC o 10 m, se minore, e non maggiore di 0,08 LLLB, dove: LLLC : lunghezza della nave, in m, misurata tra le estremit avanti e addietro di L della combinazione integrata spintore-chiatta, condotte in corrispondenza delle estremit prodiera e poppiera della lunghezza di bordo libero, : lunghezza della nave, in m, misurata tra le estremit avanti e addietro di L della sola chiatta, condotte in corrispondenza delle estre-

1.2

Collegamenti permanenti

1.2.1 Il collegamento della combinazione integrata spintore-chiatta di tipo permanente se lo spintore e la chiatta non possono essere scollegati in mare aperto. Il collegamento deve essere tale da non permettere movimenti relativi fra lo spintore e la chiatta.

1.3

Collegamenti rimovibili
LLLB

1.3.1 Generalit Il collegamento della combinazione integrata spintorechiatta di tipo rimovibile se lo spintore e la chiatta possono essere scollegati in mare aperto. Loperazione di scol-

504

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Parte E, Cap 14, Sez 3

mit prodiera e poppiera della lunghezza di bordo libero.

Combinazioni integrate spintorechiatta con collegamento permanente: stabilit, bordo libero, carichi di progetto, dimensionamenti dello scafo e armamento marinaresco
Calcoli di stabilit

agire sulla combinazione integrata spintore-chiatta, considerata come una nave avente le dimensioni della combinazione, durante la sua vita operativa. Allo scopo del calcolo, devono essere considerate le statistiche degli stati di mare relativi allarea di servizio e/o dalle peggiori condizioni meteomarine espresse dalla caratteristica della navigazione assegnata alla combinazione integrata spintore-chiatta. Per navigazione illimitata, devono essere considerate le statistiche degli stati di mare relative al Mare del Nord. Quando la differenza tra le altezze dello spintore e della chiatta sono ritenute non trascurabili dalla Societ, leffetto di tale differenza deve essere considerato nella valutazione della distribuzione delle spinte e delle corrispondenti sollecitazioni di trave nave sulle strutture dello spintore immediatamente a poppavia della sezione di collegamento, per le diverse condizioni di incontro nave-onda.

3.1

3.1.1 Le combinazioni integrate spintore-chiatta devono soddisfare le prescrizioni applicabili di stabilit della nave integra e di stabilit in caso di avaria specificate in Parte B, Capitolo 3 considerando la combinazione integrata spintore-chiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione.

3.5

Carichi locali in acqua tranquilla

3.2

Calcoli di bordo libero

3.2.1 Il bordo libero deve essere assunto pari al maggiore tra: il bordo libero dello spintore, considerato come una nave isolata, il bordo libero della chiatta, considerato come una nave isolata, il bordo libero della combinazione integrata spintorechiatta, considerata come una nave avente le dimensioni della combinazione. Il bordo libero deve essere calcolato considerando la chiatta presidiata.

3.5.1 I carichi locali in acqua tranquilla devono essere calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 5 per ciascuna condizione di caricazione ed immersione della combinazione integrata spintore-chiatta. Limmersione della combinazione integrata spintore-chiatta deve essere assunta non minore di 0,85 D, dove D la maggiore fra le altezze dello spintore e della chiatta, da assumere non maggiore dellimmersione della chiatta.

3.6

Carichi locali donda

3.3

Sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla

3.3.1 Le sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla e le forze trasmesse attravero il collegamento devono essere calcolate per ciascuna condizione di caricazione considerando la combinazione integrata spintore-chiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione.

3.6.1 I carichi locali donda devono essere calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 5, [2] considerando la combinazione integrata spintorechiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione. Limmersione della combinazione integrata spintore-chiatta deve essere assunta non minore di 0,85 D, dove D la maggiore fra le altezze dello spintore e della chiatta, e non maggiore dellimmersione della chiatta.

3.7
3.7.1

Robustezza della trave nave


Verifica di resistenza

3.4

Sollecitazioni di trave nave donda

3.4.1 Le sollecitazioni di trave nave donda e le forze trasmesse attravero il collegamento devono essere calcolate in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 2 considerando la combinazione integrata spintorechiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione. 3.4.2 Calcoli diretti

La robustezza longitudinale deve soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 6, dove i carichi di trave nave sono quelli specificati in [3.3] e in [3.4]. 3.7.2 Manuale di caricazione

Quando ritenuto necessario dalla Societ, le sollecitazioni di trave nave donda e le forze trasmesse attravero il collegamento devono essere ottenute da una analisi completa dei moti e delle accelerazioni in mare confuso della combinazione integrata spintore-chiatta, salvo ove tali dati siano gi disponibili per altre navi simili. Tali sollecitazioni devono essere calcolate come le pi probabili, per un livello di probabilit di 10-8, che possono

Il manuale di caricazione deve comprendere le condizioni di caricazione (carico e zavorra) della combinazione integrata spintore-chiatta, sia in mare aperto, sia in porto, sulle quali basata lapprovazione dei dimensionamenti strutturali. Nel manuale devono essere specificati sia i valori di momento flettente e della forza di taglio in acqua tranquilla agenti sulla combinazione integrata spintore-chiatta, sia i rispettivi valori ammissibili in ciascuna sezione trasversale. Le informazioni sulle procedure di caricazione e scaricazione devono essere fornite come guida al Comandante.

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Parte E, Cap 14, Sez 3

3.8

Dimensionamenti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate

chiatta implica che il momento flettente verticale sia uguale a zero in corrispondenza del collegamento).

3.8.1 I dimensionamenti netti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 7 o Parte B, Capitolo 8, dove le sollecitazioni di trave nave e i carichi locali sono quelli specificati da [3.3] a [3.6]. In ogni caso, i dimensionamenti netti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate dello spintore e della chiatta devono essere non minori di quelli ottenuti in accordo con le presrizioni specificate in Sez 2 e in Cap 19, Sez 2 rispettivamente per il solo spintore e per la sola chiatta.

4.4

Sollecitazioni di trave nave donda

4.4.1 Generalit Le sollecitazioni di trave nave donda e le forze trasmesse attraverso il collegamento devono essere calcolate in accordo con le prescrizioni specificate in [3.4]. Combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile, pu essere considerato leffetto dei gradi di libert del collegamento sulle sollecitazioni di trave nave donda nella combinazione (ad esempio, il libero beccheggio dello spintore rispetto alla chiatta implica che il momento flettente verticale sia uguale a zero in corrispondenza del collegamento). 4.4.2

3.9

Armamento marinaresco

3.9.1 LArmamento marinaresco deve soddisfare le prescrizioni specificate sia in: Sez 2, per lo spintore, sia in Cap 19, Sez 2, per la chiatta, considerando la chiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione integrata spintore-chiatta.

4.5

Carichi locali in acqua tranquilla

Combinazioni integrate spintorechiatta con collegamento rimovibile: stabilit, bordo libero, carichi di progetto, dimensionamenti dello scafo e armamento marinaresco
Calcoli di stabilit

4.5.1 I carichi locali in acqua tranquilla devono essere calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 5 per ciascuna condizione di caricazione ed immersione della combinazione integrata spintore-chiatta. Limmersione della combinazione integrata spintore-chiatta deve essere assunta non minore di 0,85 D, dove D la maggiore fra le altezze dello spintore e della chiatta, e non maggiore dellimmersione della chiatta.

4.1

4.6

Carichi locali donda

4.1.1 Le combinazioni integrate spintore-chiatta devono soddisfare le prescrizioni applicabili di stabilit della nave integra specificate in Parte B, Capitolo 3 considerando la combinazione integrata spintore-chiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione.

4.2

Calcoli di bordo libero

4.6.1 I carichi locali donda devono essere calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 5, Sez 5, [2] considerando la combinazione integrata spintorechiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione. Limmersione della combinazione integrata spintore-chiatta deve essere assunta non minore di 0,85 D, dove D la maggiore fra le altezze dello spintore e della chiatta, e non maggiore dellimmersione della chiatta.

4.2.1 Il bordo libero deve essere calcolate per lo spintore e la chiatta considerate come navi isolate.

4.7

Robustezza della trave nave

4.3

Sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla

4.7.1 Generalit La robustezza longitudinale deve soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 6, dove i carichi di trave nave sono quelli specificati in [4.3] e in [4.4]. 4.7.2 Manuale di caricazione Il manuale di caricazione deve contenere gli elementi specificati in [3.7.2].

4.3.1 Generalit Le sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla e le forze trasmesse attravero il collegamento devono essere calcolate per ciascuna condizione di caricazione considerando la combinazione integrata spintore-chiatta come una nave avente le dimensioni della combinazione. 4.3.2 Combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile, pu essere considerato leffetto dei gradi di libert del collegamento sulle sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla nella combinazione (ad esempio, il libero beccheggio dello spintore rispetto alla

4.8
4.8.1

Dimensionamenti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate

Combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile rigida Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile rigida, i dimensionamenti netti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 7 o

506

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 14, Sez 3

Parte B, Capitolo 8, come applicabili, dove le sollecitazioni di trave nave e i carichi locali sono quelli specificati da [4.3] a [4.6]. In ogni caso, i dimensionamenti netti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate dello spintore e della chiatta devono essere non minori di quelli ottenuti in accordo con le presrizioni specificate in Sez 2 e Cap 19, Sez 2 rispettivamente per il solo spintore e per la sola chiatta. 4.8.2 Combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile

5.2.2

Calcolo delle tensioni nel collegamento

Le tensioni agenti negli elementi del collegamento devono essere ottenute mediante calcoli diretti. Le forze agenti su tali elementi devono essere ottenute in acccordo con le prescrizioni specificate da [3.3] a [3.4] ovvero da [4.3] a [4.4], come applicabili, alle quali devono essere applicati i coefficienti di sicurezza parziali specificati in Tab 1. Per il calcolo delle tensioni, deve essere considerato leventuale precarico dei sistemi di bloccaggio. Per collegamenti di tipo ad incavo, deve essere considerato leffetto combinato di momento flettente, forze di taglio e momento torcente nelle verifiche dei fasciami della chiatta. 5.2.3 Verifica delle tensioni tangenziali agenti negli elementi strutturali del collegamento

Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile, i dimensionamenti netti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate dello spintore e della chiatta devono essere non minori di quelli ottenuti in accordo con le prescrizioni specificate in Sez 2 e Cap 19, Sez 2 rispettivamente per il solo spintore e per la sola chiatta.

Le tensioni tangenziali agenti negli elementi strutturali del collegamento devono soddisfare le seguenti relazioni: E ALL

4.9

Armamento marinaresco

4.9.1 Larmamento marinaresco deve soddisfare le prescrizioni specificate in [3.9.1].

RY 0, 5 ---------R m

dove: : tensione tangenziale, in N/mm2, ottenuta da risultati di calcoli diretti, : tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale a: R m k1
RY ALL = 0, 5 ---------- per lamiere di acciaio R m 75 ALL = --------------R m k1 per fusi o fucinati

5
5.1

Collegamento
Generalit

ALL

5.1.1 I componenti dellimpianto di collegamento/scollegamento devono essere sistemati sullo spintore. Quando limpianto di collegamento/scollegamento sistemato su una sovrastruttura dello spintore, questa deve essere verificata in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 9, Sez 4, curandone lefficienza della integrazione strutturale e della transizione con le strutture dello scafo sottostante. 5.1.2 Gli impianti di collegamento devono soddisfare le seguenti prescrizioni: quando lunit in mare devono essere permanentemente bloccati in posizione, con relativa indicazione e comando in plancia, devono rimanere bloccati in posizione in caso di avaria allimpianto di comando. Deve essere disponibile un comando locale che permetta lo scollegamento dal locale dove sono sistemati i macchinari di collegamento.

: coefficiente di sicurezza parziale sulla resistenza, specificato in Tab 1, : coefficiente di sicurezza parziale sul materiale, specificato in Tab 1. : coefficiente dipendente dal materiale per fusi e fucinati, da assumere uguale a:
235 0, 75 k 1 = --------- R eH

Tabella 1 : Coefficienti di sicurezza parziali


Valore del coefficiente di sicurezza parziale 1,00 1,15 1,00 1,20 1,02 1,02

Coefficienti di sicurezza parziali riguardanti le incertezze su Sollecitazioni di trave nave in acqua tranquilla Sollecitazioni di trave nave donda Pressione in acqua tranquilla Pressione donda Materiale Resistenza

Simbolo S1 W1 S2 W2 m R

5.2
5.2.1

Dimensionamenti
Generalit

Le strutture della zona prodiera dello spintore e della zona poppiera della chiatta devono essere rinforzate al fine di sostenere le forze agenti sul collegamento. Tali rinforzi devono essere proseguiti a poppavia ed a proravia della combinazione integrata spintore-chiatta al fine di trasferire le forze agenti sul collegamento alle strutture di scafo dello spintore e della chiatta.

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507

Parte E, Cap 14, Sez 3

5.2.4

Verifica a snervamento degli elementi strutturali del collegamento Le tensioni ideali di von Mises agenti negli elementi strutturali devono soddisfare la seguente relazione: E ALL dove: E ALL : tensione ideale di von Mises, in N/mm2, ottenuta da risultati di calcoli diretti, : tensione ammissibile, in N/mm2, da assumere uguale a: R m k1
RY ALL = ---------R m per lamiere di acciaio

appartenente a una nave delle dimensioni della combinazione integrata spintore-chiatta. 6.2.2 Dimensionamenti per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile I dimensionamenti netti delle strutture della zona addietro dello spintore devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 9, Sez 2 considerando lo spintore come una nave isolata.

6.3
6.3.1

Zona avanti della chiatta

150 ALL = --------------- per fusi o fucinati R m k1

: coefficiente di sicurezza parziale sul materiale, specificato in Tab 1, : coefficiente di sicurezza parziale sul materiale, specificato in Tab 1, : coefficiente dipendente dal materiale per fusi e fucinati, definito in [5.2.3].

Dimensionamenti per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento permanente o collegamento rimovibile rigido I dimensionamenti netti delle strutture della zona avanti della chiatta devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 9, Sez 1 considerando la zona avanti stessa come facente parte di una nave avente le dimensioni della combinazione integrata spintore-chiatta. 6.3.2 Dimensionamenti per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile flessibile I dimensionamenti netti delle strutture della zona avanti della chiatta devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 9, Sez 1 considerando la chiatta come una nave isolata.

5.2.5 Deformazioni Le deformazioni degli elementi strutturali del collegamento devono essere ottenuti mediante calcoli diretti, effettuati in accordo con le prescrizioni specificate in [5.2.2] e inviate alla Societ per conoscenza. Tali deformazioni e leventuale precarico del sistema di collegamento devono essere considerati al fine di evitare fenomeni di martellamento nella zona del collegamento.

6.4

Zona addietro della chiatta

6
6.1

Altre strutture
Zona avanti dello spintore

6.4.1 Generalit Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento permanente o collegamento rimovibile rigido, le strutture della zona addietro della chiatta devono essere allineate con le strutture della zona avanti dello spintore situate in corrispondenza dellincavo o del fondo. 6.4.2 Dimensionamenti I dimensionamenti netti delle strutture della zona addietro della chiatta devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 7, considerando le sollecitazioni di trave nave, i carichi locali e le forge agenti sul collegamento specificate da [3.3] a [3.6] per combinazioni integrate spintorechiatta con collegamento permanente o da [4.3] a [4.6] per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile.

6.1.1 Generalit Per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento permanente o collegamento rimovibile rigido, le strutture della zona avanti dello spintore devono essere allineate con le strutture della zona addietro della chiatta situate in corrispondenza dellincavo o del fondo. 6.1.2 Dimensionamenti I dimensionamenti netti delle strutture della zona avanti dello spintore devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Capitolo 7, considerando le sollecitazioni di trave nave, i carichi locali e le forge agenti sul collegamento specificate da [3.3] a [3.6] per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento permanente o da [4.3] a [4.6] per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento rimovibile.

7
7.1

Allestimento
Timone e macchina del timone

6.2
6.2.1

Zona addietro dello spintore

Dimensionamenti per combinazioni integrate spintore-chiatta con collegamento permanente o collegamento rimovibile rigido I dimensionamenti netti delle strutture della zona addietro dello spintore devono soddisfare le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 9, Sez 2 considerando tale parte come

7.1.1 Il timone e la macchina del timone dello spintore devono soddisfare le prescrizioni specificate rispettivamente in Parte B, Cap 10, Sez 1 e in Parte C, Cap 1, Sez 11, tenendo conto sia della velocit massima di esercizio (in marcia avanti e addietro) dello spintore come unit isolata, sia della velocit massima di esercizio (in marcia avanti e addietro) della combinazione integrata spintore-chiatta. Le prestazioni e le caratteristiche del timone e delle macchina del timone devono assicurare la manovrabilit della combinazione integrata spintore-chiatta.

508

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 14, Sez 3

8
8.1

Costruzione e prove
Prova della procedura di scollegamento di collegamenti rimovibili

dalla chiatta entro un tempo limite di 5 min, da una sola persona. Tali prove possono essere effettuate in porto. Comunque, informazioni addizionali dimostranti la capacit dello spintore di essere scollegato dalla e ricollegato alla chiatta in mare devono essere inviati alla Societ. La procedura operativa indicante le condizioni di mare massime o prefissate deve essere fornita come guida al Comandante, come specificato in [1.3.1].

8.1.1 Devono essere effettuate prove al fine di dimostrare la capacit dello spintore di essere scollegato in sicurezza

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509

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 15

NAVI APPOGGIO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

Regolamenti RINA 2005

511

Parte E, Cap 15, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) Sez 4

1.1.1 La notazione di servizio supply vessel, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.3], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabili, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi appoggio.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti del carico Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi appoggio

1.2.1 La Tab 1 elenca le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi appoggio.

Regolamenti RINA 2005

513

Parte E, Cap 15, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

Simboli
k s : Fattore del materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di fasciame. I prodotti che possono essere trasportati sono: liquidi pericolosi e nocivi elencati in Tab 1 e gli altri prodotti che possono essere assegnati a tale elenco, liquidi infiammabili. 1.1.4 Caratteristica addizionale di servizio standby vessel (1/7/2003)

1
1.1

Generalit
Definizioni

1.1.1 Navi appoggio Le navi appoggio sono, in generale, navi ad un solo ponte munite di sovrastrutture a proravia e di un largo ponte scoperto a poppavia, destinate al trasporto di carico. 1.1.2 Caratteristica addizionale di servizio oil product La notazione addizionale di servizio per navi appoggio progettate per trasportare prodotti petroliferi con qualsiasi punto di infiammabilit in cisterne dedicate deve essere completata con la caratteristica addizionale di servizio oil product. 1.1.3

La notazione di servizio delle navi appoggio progettate per fornire soccorso e servizi di sostegno alle installazioni offshore deve essere completata dalla caratteristica addizionale di servizio standby vessel. 1.1.5 Caratteristica addizionale di servizio "rescue" (1/7/2004)

La notazione addizionale di servizio delle navi appoggio completata con la caratteristica addizionale di servizio rescue quando dette navi sono particolarmente attrezzate per il soccorso di naufraghi e per la loro accoglienza a bordo. 1.1.6 Cisterne strutturali

Caratteristica addizionale di servizio chemical product La notazione addizionale di servizio per navi appoggio progettate per trasportare prodotti nocivi deve essere completata con la caratteristica addizionale di servizio chemical product.

Cisterna strutturale significa un involucro di contenimento del carico che forma parte dello scafo della nave e che pu essere sollecitato allo stesso modo e dagli stessi carichi che sollecitano la struttura adiacente dello scafo e che , di norma, essenziale per la completezza strutturale dello scafo della nave.

Tabella 1 : Prodotti pericolosi e nocivi ammessi


Nome Acido acetico (soluzione acquosa) Acido formico (soluzione acquosa) Acido cloridrico Miscele di acido cloridrico-acido fluoridrico contenenti non pi del 3% di acido fluoridrico Acido solforico Toluolo Xilolo Salamoia di bromuro di zinco Anidride carbonica liquida Azoto liquido (1) Le categorie di prodotti sono definite in Tab 2. Categoria (1) C(D) D D D C C C (A) N/A N/A Infiammabilit Si Si No No No Si Si No No No

514

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 2

Tabella 2 : Categorie di prodotti pericolosi e nocivi


Categoria A Definizione Sostanze liquide nocive che se scaricate in mare in conseguenza di operazioni di pulizia delle cisterne o di scaricazione della zavorra presenterebbero un grave pericolo per le risorse marine o per la salute umana o causerebbero un grave danno alle bellezze naturali o ad altri usi legittimi del mare e che quindi giustificano l'applicazione di severe misure anti-inquinamento. Sostanze liquide nocive che se scaricate in mare in conseguenza di operazioni di pulizia delle cisterne o di scaricazione della zavorra presenterebbero un pericolo per le risorse marine o per la salute umana o causerebbero un danno alle bellezze naturali o ad altri usi legittimi del mare e che quindi giustificano l'applicazione di misure antiinquinamento speciali. Sostanze liquide nocive che se scaricate in mare in conseguenza di operazioni di pulizia delle cisterne o di scaricazione della zavorra presenterebbero un pericolo modesto per le risorse marine o per la salute umana o causerebbero un danno modesto alle bellezze naturali o ad altri usi legittimi del mare e che quindi richiedono condizioni operative speciali. Sostanze liquide nocive che se scaricate in mare in conseguenza di operazioni di pulizia delle cisterne o di scaricazione della zavorra presenterebbero un pericolo apprezzabile per le risorse marine o per la salute umana o causerebbero un danno minimo alle bellezze naturali o ad altri usi legittimi del mare e che quindi richiedono una certa attenzione nelle condizioni operative.

1.1.7 Spazi pericolosi per gas Gli spazi pericolosi per gas comprendono: le cisterne del carico e i serbatoi del carico, le intercapedini adiacenti alle cisterne del carico e ai serbatoi del carico, i locali dove sono sistemate le pompe per la movimentazione del carico, i doppi fondi o le chiglie condotto ubicati sotto le cisterne del carico, gli spazi chiusi o parzialmente chiusi ubicati immediatamente sopra le cisterne del carico, gli spazi chiusi o parzialmente chiusi, ubicati immediatamente sopra i locali pompe e sopra le intercapedini adiacenti alle cisterne del carico e ai serbatoi del carico, e che non siano separati da tali spazi mediante un ponte stagno ai gas o efficacemente ventilati, spazi chiusi o parzialmente chiusi dove siano sistemati tubolature, valvole o altro equipaggiamento per la movimentazione del carico, zone sul ponte di coperta ubicate in un raggio di meno di 10 m misurato orizzontalmente dagli scarichi degli sfoghi gas delle cisterne del carico e dei serbatoi del carico, zone sul ponte di coperta ubicate al di sopra delle cisterne del carico e dei serbatoi del carico entro un'altezza di 2,4 m sopra il ponte o sopra la sommit dei serbatoi del carico. Tali zone devono essere estese per 3 m oltre le estremit prodiera, poppiera e laterali delle cisterne del carico, zone e spazi parzialmente chiusi sul ponte di coperta ubicati entro 3 metri: da boccaporte, da altre aperture nelle cisterne del carico e nei serbatoi del carico, da pompe per la movimentazione del carico che non siano sistemate in un locale previsto a tale scopo e dalle estremit di sistemazioni di imbarco e sbarco del carico, eventuali spazi per il deposito delle manichette del carico.

2
2.1

Progetto generale delle sistemazioni


Sistemazione dei compartimenti per tutte le navi
Posizione delle cisterne del carico e serbatoi per il carico

2.1.1

Tutte le cisterne del carico e i serbatoi per il carico devono essere sistemati a poppavia della paratia di collisione e a proravia del gavone di poppa. 2.1.2 Cisterne mobili indipendenti

Le cisterne mobili indipendenti, da sistemare sul ponte di coperta, possono essere usate come serbatoi per il carico alle seguenti condizioni: le cisterne mobili devono essere saldamente fissate alla struttura dello scafo, nella zona del ponte di coperta dove sono sistemate le cisterne mobili, deve essere installata unadatta mastra di contenimento possibilmente asportabile, tale da evitare che ogni traboccamento e/o perdita possa fluire verso le zone protette dai gas, deve essere lasciato uno spazio, fra le cisterne e i fianchi della nave, sufficiente a permettere un facile passaggio al personale di bordo e il trasferimento delle attrezzature antincendio, limpianto di manovra del carico che serve le cisterne mobili deve essere tale che non possano verificarsi battenti del liquido superiori a quelli permessi per le cisterne del carico, se esistenti, servite dallo stesso impianto. Si devono prendere provvedimenti tali che ogni cisterna mobile sia facilmente identificabile per mezzo di marcature o targhe appropriate.

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515

Parte E, Cap 15, Sez 2

2.2

Sistemazione dei compartimenti per le navi con caratteristica addizionale di servizio oil product

2.3.2

Posizione degli alloggi, locali di servizio e stazioni di comando

Alloggi o locali di servizio, o stazioni di comando non possono essere sistemati entro la zona del carico. 2.3.3 Estensione delle cisterne del carico

2.2.1 Capacit delle cisterne del carico La capacit totale delle cisterne del carico destinate al trasporto di prodotti petroliferi con punto di infiammabilit qualunque, deve essere inferiore a 1000 m3 e non superiore al 40% del volume totale sottoponte della nave. 2.2.2 Lunghezza delle cisterne del carico La lunghezza di ciascuna cisterna del carico non pu superare 10 m o uno dei valori della Tab 3, come applicabile, scegliendo il valore maggiore. 2.2.3 Trasporto contemporaneo di carichi secchi e prodotti petroliferi In generale, il trasporto contemporaneo di carichi secchi e di prodotti petroliferi con punto dinfiammabilit qualunque non permesso. Nondimeno, carichi secchi e prodotti petroliferi con punto dinfiammabilit di almeno 43 C (prova in vaso chiuso) possono essere trasportati contemporaneamente senza limitazioni speciali purch la temperatura ambiente negli spazi adiacenti alle cisterne del carico, o dove sono installati i serbatoi per il carico, sia almeno 10 C sotto il punto dinfiammabilit dello stesso prodotto petrolifero. Se i prodotti suddetti sono trasportati in serbatoi installati sul ponte di coperta, deve essere fornita adeguata protezione contro urti accidentali dei carichi secchi trasportati nella stessa zona.

Le cisterne del carico possono estendersi fino al fasciame del ponte, purch in quella zona non venga movimentato carico secco. Se carico secco viene movimentato sullarea di ponte sopra una cisterna del carico, tale cisterna non pu estendersi al fasciame del ponte a meno che il ponte sia fasciato di legno in maniera continua e permanente, oppure con altro materiale adatto di spessore e costruzione appropriati, a soddisfazione della Societ. Non si possono trasportare carichi n nel gavone di prora n in quello di poppa. 2.3.4 Segregazione del carico da olio combustibile o altri carichi

Carichi che reagiscono in maniera pericolosa con altri carichi od oli combustibili devono: essere segregati da tali altri carichi od oli combustibili per mezzo di una intercapedine, spazio vuoto, locale pompe del carico, locale pompe, cisterne vuote o cisterne contenenti un carico mutuamente compatibile; avere impianti di pompaggio e tubolature separati, che non possono passare attraverso altre cisterne del carico contenenti tali carichi, a meno che siano rinchiusi in una galleria, e avere un impianto separato di sfogo gas della cisterna. Segregazione del carico da altri spazi

2.3.5

2.3

Sistemazione dei compartimenti per navi con caratteristica addizionale di servizio chemical product

2.3.1

Posizione delle cisterne del carico e dei serbatoi per il carico Cisterne del carico contenenti prodotti elencati in [1.1.3] devono essere installate ad almeno 760 mm dalla murata misurati perpendicolarmente al piano di simmetria della nave a livello del bordo libero estivo.

Cisterne contenenti carico o residui di carichi elencati in [1.1.3] devono essere segregate dai locali macchine, gallerie alberi, se esistenti, spazi per il carico secco, alloggi e locali di servizio, dallacqua potabile e provviste per consumi umani, per mezzo di una intercapedine, spazio vuoto, locale pompe del carico, cisterna vuota, deposito di olio combustibile, o altro spazio simile. Lo stivaggio sul ponte di cisterne indipendenti o linstallazione di cisterne indipendenti in spazi in stiva altrimenti vuoti devono essere considerati come soddisfacenti.

Tabella 3 : Lunghezza delle cisterne del carico


Paratie longitudinali Nessuna paratia Paratia centrale Tipo di cisterna del carico Cisterna laterale Due o pi paratie Cisterna centrale se bi/B > 1/5 se bi/B < 1/5 bi/B (1) NO SI Paratia centrale Lunghezza (m) (0,5. bi/B + 0,1) L (2) (0,25. bi/B + 0,15) L 0,2 L 0,2 L (0,5. bi/B + 0,1) L (0,25. bi/B + 0,15) L

(1) (2)

bi la minima distanza dalla murata alla paratia stagna longitudinale laterale della cisterna in questione misurata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello corrispondente al bordo libero estivo assegnato. Non deve eccedere 0,2 L.

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Parte E, Cap 15, Sez 2

2.3.6

Sostanze con punto di infiammabilit superiore a 60 C

Per sostanze pericolose solo ai fini dellinquinamento, aventi punto dinfiammabilit superiore a 60 C (prova in vaso chiuso), la Societ pu rinunciare alle sistemazioni di cui in [2.3.5] e [2.3.9] purch le prescrizioni di segregazione per gli spazi destinati ad alloggi, acqua potabile e provviste per consumi umani siano soddisfatti. Inoltre, non necessario che siano applicati i paragrafi [2.3.10] e [2.7.1]. 2.3.7 Aperture nelle cisterne e collegamenti

2.3.11 Macchine a vento del locale macchine Debito riguardo deve essere dato alla posizione delle trombe a vento del locale macchine. Preferibilmente essi devono essere sistemati in una posizione sopra il ponte delle sovrastrutture, oppure sopra un livello equivalente se non esiste un ponte delle sovrastrutture.

2.4

Disposizione dei compartimenti per le navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel

Eccetto per i collegamenti delle cisterne con i locali pompe del carico, tutte le aperture nelle cisterne e i collegamenti con le cisterne devono terminare sopra il ponte di coperta e devono essere sistemati sopra le cisterne. Se sono sistemate intercapedini al di sopra di cisterne strutturali, piccoli cofani possono essere usati per penetrare lintercapedine. 2.3.8 Aperture di accesso agli alloggi, locali macchine e di servizio e alle stazioni di comando

2.4.1 Spazi per i superstiti (1/7/2003) Per navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel, deve essere provvisto un idoneo spazio chiuso di alloggio per i superstiti. Lo spazio deve essere provvisto di illuminazione, ventilazione ed adeguate attrezzature sanitarie ad esclusiva disponibilit dei superstiti.

2.5

a) A meno che non siano distanziati almeno 7 m dalla zona del carico contenente prodotti infiammabili, gli ingressi, le prese daria e altre aperture negli alloggi, nei locali macchine e di servizio e nelle stazioni di comando non devono essere rivolte verso la zona del carico. Porte di spazi che non danno accesso agli alloggi, locali macchine e di servizio e stazioni di comando, come stazioni di controllo del carico e magazzini, possono essere permesse dalla Societ entro la zona di 7 m suddetta, purch le delimitazioni di tali spazi siano coibentate in Classe A-60. Finestrini e portellini rivolti verso la zona del carico devono essere di tipo fisso se installati entro la zona di 7 m suddetta. Tali finestrini e portellini nel primo ordine di sovrastrutture sul ponte principale devono essere dotati di controportello dacciaio o materiale equivalente. b) Ai fini della protezione contro vapori pericolosi, si deve dare la giusta considerazione alla posizione delle prese daria e delle aperture degli alloggi, locali macchine e di servizio e stazioni di comando in relazione alla tubolatura del carico e agli impianti di sfiato del carico. c) Per sostanze pericolose solo nei riguardi dellinquinamento, aventi un punto dinfiammabilit superiore a 60 C, le sistemazioni di cui in a) e b) possono essere ignorate. 2.3.9 Aperture per tubi

Sistemazione degli accessi per tutte le navi

2.5.1 Accessi a spazi sotto il ponte di bordo libero Laccesso alle zone sotto il ponte di bordo libero deve, in generale, avvenire da una posizione sopra il ponte di una sovrastruttura del primo ordine. In alternativa, un accesso indiretto pu essere permesso da uno spazio munito di una porta esterna con soglia alta non meno di 600 mm e una porta interna a chiusura automatica, stagna ai gas con soglia alta non meno di 380 mm. 2.5.2 Accesso ai locali pompe del carico Laccesso ai locali pompe del carico pu essere permesso solo da una posizione allaperto sul ponte di coperta.

2.6

Sistemazione degli accessi per navi con caratteristica addizionale di servizio oil product

2.6.1 Accesso agli spazi entro la zona del carico Gli accessi agli spazi entro la zona del carico devono soddisfare le prescrizioni di Cap 7, Sez 2, [6.3]. 2.6.2 Accesso agli spazi protetti contro i gas Gli spazi protetti contro i gas come gli alloggi, i locali macchine di servizio e altri simili non possono avere comunicazione diretta con spazi pericolosi per gas definiti in [1.1.7]. Nondimeno, aperture daccesso a spazi protetti contro i gas sotto il ponte di coperta, che siano poste a meno di 10 m ma non meno di 3 m dagli scarichi degli sfoghi nelle cisterne del carico e nei serbatoi del carico, possono essere permesse dove esse sono intese come mezzi di sfuggita di emergenza da spazi normalmente presidiati o come accesso a spazi normalmente non presidiati, purch le relative porte siano mantenute permanentemente chiuse quando la nave non libera dai gas. Targhe davviso appropriate devono essere fissate in vicinanza di tali aperture.

Le tubolature del carico non possono passare attraverso alloggi, locali macchine e di servizio diversi dai locali pompe del carico o locali pompe. 2.3.10 Intercapedini Quando non delimitate dal fasciame del fondo, cisterne di olio combustibile, un locale pompe del carico od un locale pompe, le cisterne del carico devono essere circondate da intercapedini. Cisterne destinate ad altri impieghi (eccetto acqua dolce e oli lubrificanti) possono essere acettate come intercapedini per le cisterne del carico.

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Parte E, Cap 15, Sez 2

2.7

Sistemazione degli accessi per navi con caratteristica addizionale di servizio chemical product
Accesso agli spazi

2.9

Sistemazioni ed attrezzature addizionali per navi appoggio con caratteristica addizionale di servizio "rescue"

2.7.1

Per gli accessi a tutti gli spazi, il minimo distacco fra le delimitazioni delle cisterne del carico e le adiacenti strutture della nave deve essere 600 mm. 2.7.2 Accesso al ponte del carico

2.9.1 (1/7/2004) Le navi appoggio con caratteristica addizionale di servizio rescue devono essere provviste almeno delle seguenti sistemazioni ed attrezzature: a) unarea denominata "RESCUE ZONE" su ciascun lato del ponte principale della nave dove il parapetto pi basso che nelle altre parti della nave o provvisto di un cancello, al fine di facilitare l'imbarco dei naufraghi. Detta zona deve essere chiaramente identificata mediante le suddette parole, scritte con caratteri di altezza non inferiore a 500 mm e larghezza non inferiore a 200 mm, e con strisce laterali in materiale altamente fotoluminescente b) reti o altre attrezzature per facilitare il recupero dei naufraghi dal mare c) coperte (almeno una per ciascuna persona che fa parte del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) d) cabine e letti, aggiuntivi rispetto a quelli previsti a bordo per la normale consistenza dell'equipaggio (letti per almeno il 30% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) e) bagni e docce, aggiuntivi rispetto a quelli previsti per la normale consistenza dell'equipaggio (bagni e docce per almeno 1/6 del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) f) posti a sedere (sedie, sof e poltrone), aggiuntivi rispetto a quelli previsti per la normale consistenza dell'equipaggio (per almeno il 100% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere)

Boccaporte, porte, ecc. che danno accesso al ponte del carico devono essere mantenute chiuse durante la navigazione e devono soddisfare le prescrizioni in Parte B, Cap 2, Sez 1, [6.2.4]. 2.7.3 Accesso al locale macchine

Laccesso al locale macchine deve, per quanto possibile, essere sistemato entro il castello di prora. Ogni accesso al locale macchine dal ponte del carico esposto deve essere munito di due chiusure stagne alle intemperie. Laccesso a spazi sotto il ponte del carico esposto deve essere preferibilmente da una posizione entro la sovrastruttura o sopra il ponte della stessa.

2.8

Sistemazione per l'accesso delle navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel
Zona di soccorso (1/7/2003)

2.8.1

Le navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel devono essere provviste su ciascun lato di una zona di soccorso, chiaramente indicata, di lunghezza non inferiore a 8 m. La zona di soccorso deve possedere i seguenti requisiti: Il fianco della nave in corrispondenza della zona di soccorso deve essere privo di qualsiasi ostacolo Il ponte della nave in corrispondenza della zona di soccorso deve essere sistemato in modo da proteggere le persone da danneggiamenti La zona deve essere sistemata adeguatamente lontano dalle eliche e da qualsiasi scarico sul fianco fino a 2 m al di sotto della linea di galleggiamento Ogni zona di soccorso deve essere provvista di una rete per arrampicarsi in materiale resistente alla corrosione e antiscivolo. 2.8.2 Illuminazione della zona di soccorso (1/7/2003)

g) dotazioni e provviste a disposizione dei naufraghi, aggiuntive rispetto a quelli necessari per la normale consistenza dell'equipaggio (razioni di cibo per almeno il 300% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) h) dotazioni per il primo soccorso e medicinali (per almeno il 100% del massimo numero di naufraghi che la nave progettata per accogliere) i) uninfermeria di bordo.

3
3.1

Stabilit
Generalit

Lungo tutta la zona di soccorso deve essere provvista una soddisfacente illuminazione. Un proiettore, capace di illuminare con una potenza di 50 lux ad una distanza di 250 m, deve essere disponibile su ciascun lato e deve essere azionabile dalla plancia.

3.1.1 Applicabilit (1/7/2002) Ogni nave per servizio di appoggio in mare aperto, pontata, di lunghezza uguale o superiore a 24 m, ma non superiore a 100 m, deve soddisfare le prescrizioni di cui in [3.2]. La stabilit allo stato integro e in condizioni di avaria di una nave di lunghezza superiore a 100 m devono essere valutate caso per caso. 3.1.2 Deroghe (1/7/2002) Deroghe dalle prescrizioni di cui in [3.2] possono essere concesse dalla Societ per navi impiegate in viaggi limitati purch le condizioni operative siano tali da rendere l'appli-

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Parte E, Cap 15, Sez 2

cazione delle norme di cui in [3.2] non ragionevole n necessaria. 3.1.3 Stabilit in avaria (1/7/2002) Le navi di lunghezza uguale o superiore a 80 metri devono soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 3.

3.2.5

Ipotesi per il calcolo delle condizioni di carico

Se una nave munita di cisterne del carico, le condizioni di pieno carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.12] devono essere modificate, assumendo inizialmente le cisterne del carico piene e poi vuote. Se in una qualunque condizione di carico fosse necessaria acqua di zavorra, si devono calcolare diagrammi addizionali, tenendo conto dellacqua di zavorra, la quantit e disposizione della quale devono essere specificate nelle informazioni di stabilit. In tutti i casi in cui viene trasportato carico in coperta, un realistico peso di stivaggio deve essere assunto e specificato nelle informazioni di stabilit, includendo laltezza del carico e il suo centro di gravit. Se sono trasportati tubi in coperta, una quantit di acqua intrappolata, uguale ad una certa percentuale del volume netto del carico di tubi sul ponte, deve essere assunta entro e fra i tubi. Il volume netto deve essere assunto come il volume interno dei tubi, pi il volume tra i tubi. Questa percentuale 30 se il bordo libero in sezione maestra uguale od inferiore a 0,015 L e 10 se il bordo libero in sezione maestra uguale o superiore a 0,03 L. Per valori intermedi del bordo libero in sezione maestra, la percentuale pu essere ottenuta per interpolazione lineare. Nel valutare la quantit di acqua intrappolata, la Societ pu tener conto dellinsellatura poppiera, positiva o negativa, dellassetto effettivo e dellarea di esercizio. Una nave, quando impegnata in operazioni di rimorchio, non pu trasportare carico sul ponte, eccetto che pu essere accettato un quantitativo limitato, correttamente fissato, che non comprometta n loperare in sicurezza dellequipaggio n impedisca il corretto funzionamento delle apparecchiature di rimorchio.

3.2

Stabilit allo stato integro per tutte le navi

3.2.1 Criteri generali di stabilit La stabilit della nave , per le condizioni di carico definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.12] con le ipotesi di cui in [3.2.5], deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [2.1] ovvero, in alternativa, le prescrizioni di [3.2.2]. Deve pure essere soddisfatto il criterio addizionale di cui in [3.2.3]. 3.2.2 Criteri alternativi di stabilit I seguenti criteri equivalenti sono raccomandati nel caso in cui le caratteristiche di una nave rendano impraticabile la conformit con Parte B, Cap 3, Sez 2, [2.1]: Larea, in m.rad, sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ) non deve essere inferiore a 0,07 fino ad un angolo di 15 quando il massimo braccio di stabilit (GZ) si trova a 15 e 0,055 m.rad fino ad un angolo di 30 quando il massimo braccio di stabilit (GZ) si trova a 30 od oltre. Se il massimo braccio di stabilit (GZ) si trova ad angoli tra 15 e 30, larea corrispondente "A", in m.rad, sottesa dalla curva dei bracci di stabilit deve essere:
A = 0 ,055 + 0 ,001 ( 30 max )

dove max langolo di sbandamento in gradi al quale la curva dei bracci di stabilit raggiunge il suo massimo. Larea, in m.rad, sottesa dalla curva dei bracci di stabilit (curva GZ) fra gli angoli di sbandamento di 30 e 40 o fra 30 e f se questangolo inferiore di 40, non deve essere inferiore a 0,03. Langolo f definito in Parte B, Cap 3, Sez 2, [2.1.2]. Il braccio di stabilit (GZ) deve essere almeno 0,20 ad un angolo di sbandamento uguale o maggiore di 30. Il massimo braccio di stabilit (GZ) deve trovarsi ad un angolo dinclinazione non inferiore a 15. Laltezza metacentrica trasversale iniziale (GM), in m, non deve essere inferiore a 0,15 m.

3.3

Stabilit allo stato integro per navi con caratteristica addizionale di servizio oil product
Operazioni di trasferimento liquidi

3.3.1

Navi con particolare compartimentazione interna possono essere soggette a ingavonarsi durante le operazioni di trasferimento liquidi come caricazione, scarico e zavorramento. Allo scopo di prevenire gli effetti dellingavonamento, il progetto delle navi cisterna di portata pari o superiore a 5000 t deve essere tale da soddisfare i seguenti criteri: a) I criteri di stabilit allo stato integro riportati in b) devono essere rispettati per la peggiore condizione di carico e zavorra come definita in c), in accordo con la buona pratica operativa, includendo gli stadi intermedi delle operazioni di trasferimento dei liquidi. In tutte le condizioni le cisterne di zavorra devono assumersi smezzate. b) Laltezza metacentrica iniziale GMo, in m, corretta per gli specchi liberi dei liquidi misurati a 0 di sbandamento, deve essere non inferiore a 0,15. Allo scopo di calcolare GMo, le correzioni per gli specchi liberi dei liquidi devono essere basate sugli appropriati momenti dinerzia delle superfici libere a nave diritta.

3.2.3 Criteri addizionai Un bordo libero minimo a poppa di almeno 0,005 L deve essere mantenuto in tutte le condizioni operative. 3.2.4 Fattori dinfluenza I criteri di stabilit menzionati in [3.2.1] e [3.2.2] sono valori minimi; non sono raccomandati valori massimi. E prudente evitare valori eccessivi, poich questi potrebbero condurre a forze daccelerazione che potrebbero essere pregiudizievoli per la nave, il suo equipaggio, i suoi equipaggiamenti e il sicuro trasporto del carico. Se sono installati dispositivi antirollio, i criteri di stabilit indicati in [3.2.1] e [3.2.2] devono essere rispettati anche quando tali dispositivi sono in funzione.

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Parte E, Cap 15, Sez 2

c) La nave deve essere caricata come segue: tutte le cisterne del carico riempite fino ad un livello corrispondente al massimo totale combinato del momento verticale del volume pi il momento dinerzia degli specchi liberi a 0 di sbandamento, per ogni singola cisterna, la massa volumica del carico corrispondente alla portata lorda di carico disponibile al dislocamento per il quale il valore di KM trasversale raggiunge il minimo, consumabili completi alla partenza, 1% della capacit totale dellacqua di zavorra. Il massimo momento degli specchi liberi deve essere assunto per tutte le cisterne di zavorra.

capacit complessiva di carico uguale o superiore a 200m3 devono soddisfare le prescrizioni da [3.4.2] a [3.4.9]. 3.4.2 Dimensioni dellavaria Lestensione ipotizzata della falla definita nella Tab 4: Lestensione trasversale della falla misurata dalla murata perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo. Lestensione verticale dellavaria misurata dalla linea di costruzione fuori ossatura sul piano di simmetria della nave. Allo scopo di determinare lestensione della falla ipotizzata, i pozzetti daspirazione possono essere trascurati, purch tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima in nessun caso maggiore di met dellaltezza del doppio fondo. Se qualunque falla di estensione inferiore della massima estensione della falla specificata in Tab 4 risultasse in una condizione pi severa, deve essere considerata tale falla. 3.4.3 Falla standard Per navi appoggio non superiori a 150 m in lunghezza, la falla di cui in [3.4.2] deve essere applicata in qualunque punto della lunghezza della nave fra paratie trasversali adiacenti con leccezione del locale macchine. Per navi di lunghezza uguale od inferiore a 100 m per le quali tutti i requisiti di cui in [3.4.6] non possono essere soddisfatti senza materialmente peggiorare le qualit operative della nave, la Societ pu concedere deroghe a questi requisiti. 3.4.4 Metodo di calcolo Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilit (GZ) e le posizioni del centro di gravit (KG) per giudicare le condizioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). 3.4.5 Ipotesi relative allallagamento I requisiti di cui in [3.4.6] devono essere confermati da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche di progetto della nave, le sistemazioni, la configurazione e i contenuti dei compartimenti allagati e la distribuzione, le masse volumiche e leffetto degli specchi liberi dei liquidi. Per la falla come specificata in [3.4.3], non deve assumersi danneggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: lintervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore allestensione longitudinale della falla ipotizzata specificata in [3.4.2], oppure esista uno scalino oppure un recesso in una paratia trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto entro lestensione della penetrazione della falla ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di poppa e il cielo del gavone non deve essere considerato come tale.

3.3.2

Prescrizioni alternative per le operazioni di trasferimento liquidi In alternativa alle prescrizioni in [3.3.1], semplici procedure operative supplementari devono essere seguite quando la nave trasporta carichi petroliferi oppure durante le operazioni di trasferimento di liquidi. Semplici procedure operative supplementari per le operazioni di trasferimento liquidi significano procedure scritte a disposizione del Comandante che: siano approvate dalla Societ, indichino quelle cisterne del carico o di zavorra che possono, in ogni specifica condizione di trasferimento di liquidi e possibile campo di masse volumiche del carico, essere smezzate pur permettendo che i criteri di stabilit siano soddisfatti. Le cisterne smezzate possono variare durante le operazioni di trasferimento di liquidi e la loro combinazione pu essere qualsiasi, purch soddisfino i criteri, siano prontamente comprensibili per lufficiale responsabile delle operazioni di trasferimento dei liquidi, forniscano sequenze pianificate per operazioni di trasferimento di carico/zavorra, permettano di confrontare la stabilit effettiva con quella richiesta usando criteri di adempimento della stabilit in forma grafica o tabulare, non richiedano estesi calcoli matematici da parte dellufficiale responsabile, forniscano azioni correttive da adottarsi da parte dellufficiale responsabile nel caso di scostamento dai valori raccomandati ed in caso di situazioni di emergenza, siano esposte in maniera preminente nel fascicolo approvato delle istruzioni relative allassetto e alla stabilit, nella stazione di controllo dei trasferimenti di carico/zavorra e nei programmi di ogni "computer" per mezzo di cui si eseguono i calcoli di stabilit.

3.4

Stabilit in avaria per navi con caratteristica addizionale di servizio oil product

3.4.1 Generalit (1/7/2002) In aggiunta alle prescrizioni di cui in [3.1], le navi appoggio che trasportano prodotti petroliferi alla rinfusa con una

3.4.6 Requisiti di sopravvivenza Le navi miste petroliere-portarinfusa devono essere ritenute conformi ai criteri di stabilit in falla se sono soddisfatti i requisiti di cui in [3.4.7] e [3.4.8].

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 2

Tabella 4 : Estensione dellavaria


Avaria Fianco Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti Ogni altra parte (1) Assumendo il valore minore. Estensione longitudinale lC = 1/3 L
2/3

Estensione trasversale tC = B/5 o 11,5 m (1) tS = B/6 o 10 m tS = B/6 o 5 m (1) (1)

Esensione verticale vC = senza limiti vS = B/15 o 6 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

o 14,5 m (1)

lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) lS = 1/3 L 2/3 o 5 m (1)

3.4.7

Fase finale di allagamento

a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affondamento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso la quale si possa verificare un allagamento progressivo. Lallagamento progressivo deve essere considerato in accordo con Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Langolo di sbandamento dovuto ad allagamento asimmetrico non pu superare 25. Tale angolo pu essere aumentato a 30 se non si verifica limmersione del margine del ponte. c) La stabilit deve essere esaminata e pu essere considerata sufficiente se la curva dei bracci di stabilit ha almeno unestensione di 20 oltre la posizione di equilibrio in unione con un massimo braccio raddrizzante residuo di almeno 0,1 m entro lestensione di 20; larea, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione non deve essere inferiore a 0,0175. 3.4.8 Fase intermedia di allagamento La Societ deve essere convinta che la stabilit sia sufficiente durante le fasi intermedie di allagamento. A questo proposito la Societ applica gli stessi criteri relativi alla fase finale di allagamento anche durante le fasi intermedie di allagamento. 3.4.9 Sistemi di equalizzazione Sistemi di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici come valvole o tubi di livellamento, se installati, non possono essere considerati al fine di ridurre langolo di sbandamento o di raggiungere la minima stabilit residua per soddisfare i requisiti di [3.4.7] e sufficiente stabilit residua deve essere mantenuta durante tutte le fasi in cui usata equalizzazione. Compartimenti che sono collegati da condotti di grande sezione trasversale possono essere considerati in comune.

Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.12], la nave deve soddisfare i criteri di stabilit in avaria di cui in [3.5.7] . 3.5.2 Dimensioni della falla (1/7/2003) L'estensione assunta della falla delle navi appoggio diverse dalle navi di stimolazione dei pozzi deve essere quella indicata in Tab 5. Tabella 5 : Estensione della falla (1/7/2003)
Estensione longitudinale Tra le paratie stagne trasversali (1) Estensione trasversale 760 mm (1) Estensione verticale Per tutta l'altezza (2)

(2)

Misurata verso l'interno dal fianco della nave perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al livello del bordo libero estivo Dalla superficie inferiore del ponte di carico o dalla sua continuazione

3.5.3

Considerazione delle paratie stagne trasversali per l'allagamento (1/7/2003) Una paratia stagna trasversale che si estenda dal fianco della nave ad una distanza verso l'interno di 760 mm o pi al livello del bordo libero estivo e che congiunga paratie stagne longitudinali pu essere considerata ai fini dei calcoli di stabilit in avaria. Qualora una paratia stagna trasversale sia ubicata entro l'estensione trasversale della falla assunta e sia scalinata in corrispondenza di un doppio fondo o di una cisterna laterale per pi di 3,05 m,il doppio fondo o la cisterna laterale adiacenti alla parte scalinata della paratia stagna trasversale devono essere considerati come simultaneamente allagati. 3.5.4 Allagamento progressivo (1/7/2003) Se tubi, condotte o gallerie sono sistemati entro l'estensione assunta della falla, devono essere adottate sistemazioni per assicurare che non possa verificarsi l'allagamento progressivo, che si estenda a causa di essi a compartimenti diversi da quelli assunti come allagabili per ciascun caso di falla. L'allagamento progressivo deve essere considerato in accordo con quanto indicato in Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. 3.5.5 Falla minore (1/7/2003) Se una falla di estensione minore di quella assunta in [3.5.2] d luogo ad una condizione pi severa, deve essere assunta tale falla minore.

3.5

Stabilit in avaria per navi con caratteristica addizionale di servizio "standby vessel"

3.5.1 Generalit (1/7/2003) In aggiunta alle prescrizioni di cui in [3.1], le navi appoggio con caratteristica addizionale di servizio standby vessel, devono soddisfare i criteri di stabilit in avaria di cui in [3.5.7]. Tenendo conto come condizioni iniziali prima dell'allagamento delle condizioni standard di carico indicate in

Regolamenti RINA 2005

521

Parte E, Cap 15, Sez 2

3.5.6

Permeabilit (1/7/2003)

La permeabilit degli spazi assunti allagati deve essere quella indicata in Tab 6.

gamento anche durante gli stadi intermedi di allagamento.

4
Tabella 6 : Valori di permeabilit (1/7/2003)

Principi di progetto della struttura


Generalit

4.1
Spazi Adatti a immagazzinaggio Occupati da alloggi Occupati da macchinari Spazi vuoti, cisterne vuote Destinati a carico secco Destinati a carichi liquidi (1) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 0,95 (1)

4.1.1 Per navi di lunghezza maggiore di 24 m, si raccomanda di prevedere un doppio scafo per aumentare la protezione dei compartimenti principali in caso di contatto con pontoni o gambe delle piattaforme.

4.2
4.2.1

Strutture del fianco esposte ad urti


Fianchi a struttura longitudinale

La permeabilit delle cisterne deve essere commisurata alla quantit di liquidi trasportati.

3.5.7

Criteri di sopravvivenza (1/7/2003)

In tutta la zona dove il fianco della nave esposto ad urti, devono essere installate a met campata dei longitudinali ossature che distribuiscano la pressione dellurto, consistenti in unanima intercostale della stessa altezza dei rinforzi ordinari con una piattabanda continua. Entro le zone rinforzate, la saldatura a lembi dentellati vietata per tutti i rinforzi ordinari del fianco. 4.2.2 Fianchi a struttura trasversale

La conformit con le prescrizioni di cui in [3.5.8] deve essere confermata mediante calcoli che tengano in considerazione la caratteristiche di progetto della nave, le sistemazioni, la configurazione e la permeabilit dei compartimenti danneggiati e la distribuzione, i pesi specifici e l'effetto degli specchi liberi dei carichi liquidi. 3.5.8 Criteri di stabilit in avaria (1/7/2003)

a) La linea finale di galleggiamento, tenendo conto dell'aumento del pescaggio medio, dello sbandamento e dell'assetto, deve essere al di sotto del lembo inferiore di ogni apertura attraverso la quale pu avvenire un allagamento progressivo. L'allagamento progressivo deve essere considerato in accordo con quanto indicato in Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3]. b) Nello stadio finale dell'allagamento, l'angolo di sbandamento dovuto all'allagamento asimmetrico non pu essere superiore a 15. Questo angolo pu essere aumentato fino a 17, se non si verifica alcuna immersione del ponte. c) La stabilit nello stadio finale dell'allagamento deve essere verificata e pu essere considerata come sufficiente se la curva dei bracci di stabilit ha almeno un campo di 20 oltre la posizione di equilibrio, con un massimo braccio di stabilit residua di almeno 100 mm entro detta fascia. Aperture non protette possono non risultare immerse ad un angolo di sbandamento entro il prescritto mimimo campo di stabilit residua, a meno che lo spazio in questione sia stato incluso tra gli spazi allagabili nei calcoli di stabilit in avaria. Entro questo campo, un'eventuale immersione di una qualsiasi delle aperture di cui in a) e di ogni altra apertura capace di essere chiusa stagna pu essere autorizzata. d) La stabilit deve essere sufficiente durante gli stadi intermedi dell'allagamento. A questo riguardo la Societ applica gli stessi criteri relativi allo stadio finale di alla-

In tutta la zona dove il fianco della nave esposto ad urti, deve essere installato a met campata delle costole un corrente che distribuisca la pressione dellurto, consistente in unanima intercostale della stessa altezza dei rinforzi ordinari con una piattabanda continua. Le costole del fianco devono essere munite di squadre ad entrambe le estremit. Entro le zone rinforzate, la saldatura a lembi dentellati vietata per tutti i rinforzi ordinari del fianco. 4.2.3 Parabordi

Parabordi efficaci, adeguatamente supportati da elementi strutturali, devono essere installati sul fianco, compreso il castello di prora, per tutta la lunghezza delle zone esposte a contatto.

4.3

Struttura del ponte

4.3.1 Rinforzi locali devono essere installati in corrispondenza di zone specifiche che sono soggette a carichi concentrati. 4.3.2 Ponti esposti destinati a trasportare carichi pesanti o tubi devono essere attrezzati con sistemazioni protettive e mezzi di fissaggio per il carico, per esempio parapetti interni, guide, punti di ancoraggio delle rizze, ecc.

4.4

Struttura delle cisterne per il cemento e dei compartimenti per il fango

4.4.1 Cisterne e tramogge destinate al trasporto di fango o cemento devono essere sostenute da strutture che distribuiscano le forze agenti, il pi uniformemente possibile, su parecchie travi rinforzate.

522

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 2

5
5.1

Carichi di progetto
Carichi secchi uniformi
Pressioni in acqua tranquilla e inerziali

6.3

Travi rinforzate

5.1.1

6.3.1 Correnti di distribuzione Il modulo di resistenza netto dei correnti di distribuzione richiesti in [4.2.2] deve essere almeno il doppio di quello calcolato in [6.2.2] per i rinforzi ordinari. Cisterne per il cemento e compartimenti per il fango I dimensionamenti netti delle travi rinforzate nelle cisterne per il cemento e dei compartimenti per il fango devono essere calcolati tenendo conto delle alte sollecitazioni risultanti dalle accelerazioni verticali ed orizzontali dovute al rollio e al beccheggio. Momenti secondari dovuti alla tendenza dei materiali a rovesciarsi devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ. 6.3.2

Le pressioni in acqua tranquilla e inerziali trasmesse alle strutture del ponte di coperta destinato a trasportare carichi devono essere ottenute, in kN/m2, come specificato in Parte B, Cap 5, Sez 6, [4], dove il valore di pS deve essere assunto non inferiore a 24 kN/m2.

6
6.1

Dimensionamenti di scafo
Fasciami
Spessori netti minimi

6.1.1

Gli spessori netti del fasciame del fianco e del ponte di coperta non devono essere minori dei valori forniti dalla Tab 7. Tabella 7 : Minimo spessore netto del fasciame del fianco e del ponte di coperta
Fasciame Fianco al di sotto del ponte di bordo libero Fianco tra il ponte di bordo libero e il ponte di resistenza Ponte di coperta Minimo spessore netto, in mm Il maggiore tra: 2,1 + 0,031 L k0,5 + 4,5 s 8 k0,5 Il maggiore tra: 2,1 + 0,013 L k0,5 + 4,5 s 8 k0,5 7,0

7
7.1

Altre strutture
Parte poppiera

7.1.1 Rulli Sullo specchio di poppa, si devono installare rinforzi locali in corrispondenza di rulli e altri equipaggiamenti speciali destinati alla movimentazione del carico. 7.1.2 Strutture in corrispondenza dei rulli Le strutture in corrispondenza dei rulli di poppa e quelle del ponte adiacente devono essere considerate dalla Societ nei singoli casi, tenendo conto dei relativi carichi che devono essere specificati dal Progettista. 7.1.3 Protezione dellelica Si raccomanda di installare dispositivi per proteggere le eliche da cavi sommersi.

6.1.2

Fasciame del ponte di resistenza

Entro la zona del carico, lo spessore netto del fasciame del ponte di resistenza deve essere aumentato di 1,5 mm, rispetto al valore determinato in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 ovvero Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile.

7.2

Sovrastrutture e tughe

7.2.1 Castello di prora La lunghezza del castello di prora non pu essere maggiore di 0,3 0,4 volte la lunghezza L. 7.2.2 Tughe A causa della loro posizione allestremit prodiera della nave, le tughe devono essere ridotte allessenziale e particolare cura deve essere presa affinch i loro dimensionamenti e collegamenti siano sufficienti a sopportare i carichi donda. 7.2.3 Spessori minimi netti Lo spessore netto del fasciame della paratia poppiera del castello di prora e del fasciame delle tughe poste sul ponte del castello di prora deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla Tab 8. 7.2.4 Rinforzi ordinari Il modulo di resistenza netto dei rinforzi ordinari della paratia poppiera del castello di prora e delle tughe poste sul ponte del castello di prora deve essere non minore del valore ottenuto dalla Tab 9.

6.2
6.2.1

Rinforzi ordinari
Fianchi a struttura longitudinale esposti ad urti

In tutta la zona dove il fianco della nave esposto ad urti, il modulo di resistenza netto dei rinforzi ordinari deve essere aumentato del 15% rispetto a quello determinato in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 ovvero Parte B, Cap 8, Sez 4, come applicabile. 6.2.2 Fianchi a struttura trasversale esposti ad urti

In tutta la zona dove il fianco della nave esposto ad urti, il modulo di resistenza netto dei rinforzi ordinari, cio costole del fianco, dinterponte e della sovrastruttura deve essere aumentato del 25% rispetto a quello determinato in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 2 ovvero Parte B, Cap 8, Sez 4, come applicabile.

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523

Parte E, Cap 15, Sez 2

I rinforzi ordinari della paratia frontale delle tughe poste sul ponte del castello di prora devono essere dotati di squadre a entrambe le estremit. Quelli delle paratie laterali e poppiere delle tughe poste sul ponte del castello di prora devono avere entrambe le loro estremit saldate ai ponti. Tabella 8 : Spessore minimo netto del fasciame della paratia poppiera del castello di prora e del fasciame delle tughe poste sul ponte del castello di prora
Fasciame della paratia Poppiera del castello di prora Frontale delle tughe situate sul ponte del castello di prora Laterale delle tughe situate sul ponte del castello di prora Poppiera delle tughe situate sul ponte del castello di prora Spessore minimo netto, in mm 1,04 (5 + 0,01 L) 1,44 (4 + 0,01 L)

tellini devono essere mantenuti chiusi durante le operazioni di movimentazione del carico. 7.3.3 Aperture per scarico di masse dacqua Larea delle aperture per lo scarico di masse dacqua dal ponte deve essere aumentata del 50% rispetto a quella determinata in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 9, [5]. Gli sportelli di chiusura non possono essere installati su tali aperture. 7.3.4 Aperture di scarico in parapetti scatolati Se sono installati parapetti scatolati in corrispondenza della zona di carico, il margine superiore dei quali si estende fino al ponte del castello di prora, le aperture di scarico devono attraversare tali parapetti scatolati e la loro area deve essere aumentata per tener conto dellaltezza del parapetto. 7.3.5 Varie Sfoghi aria, maniche a vento, boccaportelli, ventilatori e valvole di comando devono essere posti fuori dalla zona del carico e protetti da possibili spostamenti del carico sul ponte.

1,31 (4 + 0,01 L)

1,22 (4 + 0,01 L)

8
Tabella 9 : Rinforzi ordinari della paratia poppiera del castello di prora e delle tughe poste sul ponte del castello di prora
Rinforzi ordinari delle paratie Poppiera del castello di prora e frontale delle tughe situate sul ponte del castello di prora Laterale e poppiera delle tughe situate sul ponte del castello di prora Modulo di resistenza netto, in cm3 3 volte il valore calcolato in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 4, [4]. 0,75 volte quello delle costole dinterponte sul castello di prora

Allestimento di scafo
Timoni

8.1

8.1.1 Dimensionamento dellasta del timone Il diametro dellasta del timone deve essere aumentato del 5% rispetto a quello determinato in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 1, [4].

8.2

Parapetti

7.3
7.3.1

Sistemazione delle aperture dello scafo e delle sovrastrutture


Portellini e finestrini

8.2.1 Fasciame Nel caso di un alto parapetto, dotato di piattabanda avente una sezione di notevole area, che contribuisca alla robustezza longitudinale, lo spessore netto del fasciame contribuente alla robustezza longitudinale deve essere non minore del valore ottenuto in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 o Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile. 8.2.2 Scalmi Gli scalmi dei parapetti devono essere di costruzione robusta con lattacco a ponte rinforzato per tener conto di accidentali spostamenti del carico sul ponte (per esempio tubi). 8.2.3 Sistemazione di parapetti per navi con caratteristica addizionale di servizio "standby vessel" (1/7/2003) Per navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel, parapetti o ringhiere in corrispondenza della zona di soccorso devono essere facilmente apribili o rimovibili, in modo da rendere possibile l'accesso al ponte.

Portellini e finestrini di tipo apribile sono, in generale, ammessi soltanto in zone non esposte delle sovrastrutture del secondo ordine e nelle zone soprastanti. Portellini e finestrini montati nelle zone non esposte delle sovrastrutture del secondo ordine e nelle zone esposte soprastanti devono essere provvisti di controportelli in acciaio. Controportelli di materiale idoneo diverso dallacciaio sono ammessi soltanto nella tuga della plancia. 7.3.2 Portellini di spazi sicuri da gas prospicienti spazi pericolosi per gas

Portellini di spazi sicuri prospicienti spazi pericolosi, esclusi quelli di tipo non apribile, devono essere adatti ad assicurare una chiusura stagna ai gas efficace. Targhe di avvertimento devono essere sistemate sulle porte di accesso agli alloggi e locali di servizio, prospicienti la zona del carico, che avvisino che le porte e i suddetti por-

8.3

Armamento marinaresco

8.3.1 Catene per ancore La lunghezza totale e il diametro delle catene delle ancore di posta devono essere calcolati in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.3], in funzione del valore del modulo darmamento EN due linee sotto quello calcolato in

524

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 2

accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [2] per la nave in considerazione. 8.3.2 Cavi dormeggio

La lunghezza dei cavi dormeggio deve essere calcolata in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [3.5]. Tuttavia, nel caso di navi provviste di dispositivi che permettono ampia manovrabilit (per esempio navi provviste di due o pi eliche, eliche di manovra trasversali, ecc.), la lunghezza dei cavi dormeggio, in m, pu essere ridotta a (L+20).

8.3.3 Pozzi catene I pozzi catene devono essere sistemati come spazi sicuri da gas. I passaggi nello scafo per le catene e i cavi dormeggio devono essere sistemate fuori dagli spazi pericolosi per gas specificati in [1.1.7]. Carico di rottura del cavo di rimorchio per navi con caratteristica addizionale di servizio "standby vessel" (1/7/2003) Per navi con caratteristica addizionale di servizio standby vessel, il carico di rottura del cavo di rimorchio, in t, deve essere non inferiore a 0,04 P, essendo P la potenza complessiva dei motori di propulsione, in kW. 8.3.4

Regolamenti RINA 2005

525

Parte E, Cap 15, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI DEL CARICO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

tina ubicato completamente entro la zona del carico e dotato di pompe o di eiettori. Non permesso alcun collegamento con limpianto di sentina che serve spazi sicuri da gas della nave. 2.1.2 Esaurimento dei locali pompe del carico

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio supply vessel, relative a: impianti di macchina, cisterne per il carico e impianti di tubolature, in particolare quando sono assegnate le notazioni di servizio oil product o chemical product.

1.2

Documenti da inviare

Le pompe e gli eiettori utilizzati per lesaurimento dei locali pompe del carico devono anche poter convogliare la loro mandata, tramite valvola di non ritorno e collegamento a cielo, anche ad una cisterna o deposito per il carico. Ci allo scopo di poter esaurire i predetti locali, senza pericolo di inquinamento del il mare, nel caso in cui nei locali stessi si siano verificate perdite di carico. 2.1.3 Prescrizioni specifiche per gli acidi

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 1.

2
2.1

Impianti di macchina
Impianto di sentina

I locali per depositi, tubolature e pompe per acidi devono essere provvisti di mezzi desaurimento di materiali resistenti alla corrosione.

2.2
2.2.1

2.1.1 Generalit Nelle navi appoggio con caratteristica di servizio oil product o chemical product, i locali pompe del carico, le chiglie condotto sottostanti le cisterne del carico, le stive del carico sulle quali sono sistemati depositi del carico indipendenti e tutte le intercapedini asciutte pericolose per gas devono essere provvisti di un impianto indipendente di sen-

Impianti di tubolature non destinati al carico


Tubolature relative a casse di zavorra

Le pompe, tubolature di zavorra, tubolature di sfoghi gas ed altre apparecchiature similari relative a casse di zavorra permanenti devono essere indipendenti dalle apparecchiature corrispondenti relative alle cisterne del carico.

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 A/I (1) A Documento (2) Piano degli impianti di movimentazione del carico per: prodotti in polvere, quali cemento, barite, bentonite, ecc. fanghi liquidi, prodotti petroliferi (3), prodotti chimici (4) Piano degli sfoghi gas nelle cisterne e nei depositi del carico (3) (4) Piano dei indicatori di livello nelle cisterne e nei depositi del carico (3) (4) Piano degli impianti di esaurimento delle sentine dei locali pompe e degli altri spazi pericolosi per la possibile presenza di gas (3) (4) Piano degli impianti di pompaggio che servono gli spazi non asciutti adiacenti alle cisterne ed ai depositi del carico (3) (4) Piani costruttivi dei dispositivi di blocco sistemati nei raccordi delle manichette del carico (3) Piano dellimpianto di riscaldamento del carico

2 3 4 5 6 7 (1) (2) (3) (4)

A A A A A A

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia I diagrammi devono comprendere anche, quando applicabile, gli impianti di comando e controllo (locale ed a distanza) e gli impianti dautomazione per navi con la caratteristica di servizio oil product per navi con la caratteristica di servizio chemical product

526

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 3

2.2.2

Impianti di tubolature relative a spazi adiacenti alle cisterne del carico

Spazi adiacenti alle cisterne del carico, se adibiti al servizio di acqua di zavorra, combustibile liquido o liquido schiumogeno o disinquinante, possono essere esauriti con pompe ubicate nel locale macchine, a condizione che le tubolature siano collegate direttamente alla relativa pompa e non passino attraverso cisterne o depositi del carico. 2.2.3 Sfoghi daria e tubi sonda nelle intercapedini pericolose per gas

Impianti del carico - Prescrizioni applicabili a prodotti chimici e petroliferi


Segregazione del carico

3.1

a) Le intercapedini pericolose per gas devono essere munite di sfoghi daria portati allaperto e, se le stesse non sono facilmente accessibili, anche di tubi sonda. b) Gli sbocchi allaperto dei tubi di sfogo daria devono essere muniti di rete metallica tagliafiamma facilmente smontabile.

3.1.1 Per il servizio di movimentazione del carico deve essere provvisto un impianto di pompe e tubolature completamente separato dagli altri sistemi di pompaggio e dalle altre tubolature di bordo. Tali impianti non devono passare attraverso locali di alloggio, locali di servizio o locali macchine con leccezione dei locali pompe del carico.

3.2

Materiali

3.2.1 I materiali per la costruzione delle cisterne, tubolature, accessori e pompe devono essere in accordo con il Cap 7, Sez 4, [3.3.2], il capitolo 6 dellIBC Code, o il capitolo 6 dellIGC Code, come applicabile.

2.3
2.3.1

Impianto di riscaldamento del carico


Generalit

3.3

Sistemazione delle cisterne mobili indipendenti

Per il riscaldamento del carico devono essere utilizzati fluidi riscaldanti, compatibili con il carico stesso, a temperatura non superiore a 220 C. 2.3.2 Uso del vapore

Nel caso di impiego di vapore, lo scarico del condensato dallimpianto di riscaldamento del carico deve essere convogliato ad una cassa di osservazione situata nel locale apparato motore in zona facilmente accessibile e bene illuminata e ventilata, lontana dalle caldaie e da altre sorgenti di calore. 2.3.3 Uso di acqua di raffreddamento

3.3.1 Cisterne mobili indipendenti, possono essere sistemate sul ponte di coperta, alle seguenti condizioni: le cisterne siano collegate robustamente allo scafo, a soddisfazione della Societ; nella zona di ponte di coperta ove le cisterne sono sistemate, sia prevista una idonea mastra di contenimento, anche rimovibile, per evitare che eventuali spandimenti e/o colaggi possano defluire verso zone sicure da gas; sia lasciato, tra casse e fianchi della nave, uno spazio sufficiente a far transitare agevolmente il personale di bordo e le attrezzature antincendio.

4
Per il riscaldamento del carico non pu essere utilizzata direttamente lacqua di raffreddamento dei macchinari nel locale macchine. Qualora si intenda utilizzare il calore di tale fluido, necessario prevedere, fuori dal locale macchine, un circuito secondario.

Impianti del carico di navi con la caratteristica addizionale di servizio oil product
Impianto di pompaggio del carico, tubolature e locali pompe

4.1

2.4

Tubi di scarico

2.4.1 Nelle navi appoggio con caratteristica di servizio oil product o chemical product, gli scarichi dei motori a combustione interna devono essere ubicati il pi in alto possibile al di sopra del ponte di coperta e devono essere muniti di reti parascintille.

4.1.1 Generalit a) Quando le pompe per la movimentazione del carico sono contenute in un apposito locale, valgono, per detto locale, le pertinenti norme per le navi petroliere. Fare riferimento a Cap 7, Sez 4. b) Per la realizzazione, linstallazione e lazionamento delle pompe per il carico, valgono le pertinenti norme per le navi petroliere. Fare riferimento a Cap 7, Sez 4. 4.1.2 Tubolature a) Le tubolature del carico devono essere sistemate, tranne il caso previsto in [4.1.3], nella zona delle cisterne e dei depositi del carico e non devono passare attraverso cisterne, depositi di combustibile liquido o compartimenti estranei allimpianto del carico. b) Le tubolature per il carico, dove necessario, devono essere provviste di giunti o di curve di espansione.

2.5

Macchine di governo

2.5.1 Le macchine di governo devono essere atte a portare il timone da un angolo di 35 da un lato a un angolo di 30 dallaltro in un tempo non superiore a 20 secondi con la nave alla massima immersione di navigazione ed alla massima velocit di marcia avanti.

Regolamenti RINA 2005

527

Parte E, Cap 15, Sez 3

c)

I tronchi relativi alle cisterne devono essere muniti di valvole di intercettazione manovrabili dal ponte di coperta.

fuoriuscite dei gas durante le operazioni di sondaggio. Tali tubi sonda non devono essere sistemati in spazi chiusi. 4.2.3 Impianti di sfogo gas Le cisterne ed i depositi per il carico devono essere dotati di impianti di sfogo gas completamente separati dai tubi di sfogo daria e gas di altri compartimenti della nave.Tali impianti devono rispondere alle prescrizioni relative agli impianti di sfogo gas delle cisterne per il carico di navi petroliere. Fare riferimento a Cap 7, Sez 4, [4.2].

d) Allo scopo di evitare eventuali formazioni di cariche elettrostatiche, gli sbocchi dei tubi di imbarco devono essere portati il pi in basso possibile nelle cisterne e nei depositi. 4.1.3 Collegamenti per la caricazione e scaricazione

a) I terminali dei tubi, le valvole e gli altri accessori ai quali vengono collegate le manichette per limbarco e lo sbarco del carico, devono essere di acciaio o di altro materiale tenace. Essi devono essere di robusta costruzione ed efficacemente ancorati. b) In corrispondenza dellattacco per le manichette, devono essere previsti dispositivi per lintercettazione automatica della tubolatura del carico allorch viene scollegata la manichetta, e dispositivi di sgancio rapido della manichetta stessa, da realizzare mediante comando idraulico dal di fuori della zona del carico o con linserimento di un organo pi debole che si rompa allorch sottoposto ad un tiro prefissato. c) Quando un terminale, al quale vengono collegate le manichette per limbarco e lo sbarco del carico, sistemato al di fuori della zona delle cisterne del carico, la tubolatura di collegamento a tale terminale deve essere munita, in corrispondenza del suo attacco al collettore nellarea delle cisterne del carico, di flangia cieca ad occhiale o di branchetto smontabile, indipendentemente dal numero e dal tipo di valvole sistemate in corrispondenza di detto attacco. Lo spazio entro un raggio di 3 m dal terminale suddetto deve essere considerato come zona pericolosa per gas per quanto riguarda gli impianti elettrici o altre sorgenti di ignizione.

4.3

Prevenzione dellinquinamento

4.3.1 Residui di prodotti oleosi del carico, di lavaggio delle cisterne e altre miscele o acqua di zavorra contenenti residui del carico possono essere scaricati in mare purch lo scarico avvenga secondo le condizioni prescritte nellAnnesso I della MARPOL 73/78. Fare riferimento a Cap 7, Sez 4, [5].

Impianti del carico di navi con la caratteristica addizionale di servizio chemical product
Generalit

5.1

5.1.1 Eccetto quando altrimenti stabilito, sono applicabili le prescrizioni speciali per il tipo di carico indicate nel Capitolo 17 dellIBC Code o nel Capitolo 19 dellIGC Code, come applicabile.

5.2

Impianti di pompaggio e tubolature del carico

4.2
4.2.1

Cisterne e depositi del carico


Progetto e costruzione delle casse mobili

a) Limpianto di movimentazione del carico collegato alle casse mobili deve essere tale che non possano verificarsi battenti di liquidi pi alti di quelli ammissibili per le cisterne del carico, se servite dallo stesso impianto. b) I dimensionamenti delle casse mobili devono essere in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, App 4, tuttavia il loro spessore minimo non deve essere minore di 5 mm. c) Dovr essere provveduto affinch ogni cassa sia facilmente identificabile mediante marcatura o applicazione di idonea targa. d) Le casse mobili devono avere idonei portelli di accesso realizzati in modo da poter installare equipaggiamenti portatili per la degassificazione. 4.2.2 Impianti degli indicatori di livello

5.2.1 Segregazione I carichi che potrebbero reagire in maniera pericolosa con altri carichi o col combustibile liquido devono avere un impianto di pompe e tubolature separato dagli altri impianti e non devono passare attraverso le altre cisterne del carico contenenti tali carichi, a meno che non siano racchiusi in unapposita galleria. 5.2.2 Impianti di trasferimento del carico a) Limpianto di trasferimento del carico soggetto alle prescrizioni del Capitolo 5 dellIBC Code. b) I dispositivi di arresto a distanza di tutte le pompe del carico e le apparecchiature simili richieste in 5.6.1.3 dellIBC Code, devono poter essere azionati da una posizione dedicata al controllo del carico che sia presidiata durante il periodo di trasferimento del carico e da almeno unaltra posizione al di fuori della zona del carico ed a una distanza di sicurezza da essa. c) Nel caso di operazioni di trasferimento che comportino pressioni manometriche superiori a 5 MPa, devono essere previste sistemazioni per la depressurizzazione in emergenza e lo scollegamento delle manichette di trasferimento. I comandi per lattivazione della depressurizzazione demergenza e lo scollegamento delle manichette di trasferimento devono essere in accordo con le prescrizioni in b).

a) Deve essere previsto almeno un indicatore di livello, di tipo chiuso, per ciascuna cisterna e deposito del carico. Fare riferimento a Cap 7, Sez 4, [4.4.2]. b) Possono essere accettati tubi sonda purch siano costruiti ed installati in modo da ridurre a quantit limitate le

528

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 3

5.2.3

Prescrizioni speciali per acidi

Gli impianti di tubolature per acidi sono soggetti alle prescrizioni seguenti. a) Le flange e gli altri collegamenti smontabili devono essere coperte da schermi contro gli spruzzi. b) Devono essere previste protezioni mobili per i collegamenti alle flange dei collettori del carico. Ghiotte di materiali resistenti alla corrosione devono essere previste al di sotto dei collettori di carico per gli acidi.

5.3.3 Impianti degli indicatori di livello ed allarmi a) Ciascuna cisterna del carico deve avere un impianto di indicatori di livello e, quando richiesto dal Capitolo 17 dellIBC Code, un allarme di livello. Tali dispositivi devono soddisfare le prescrizioni pertinenti dellIBC Code.
Nota 1: Le prescrizioni del paragrafo 15.19.6 dellIBC Code per un allarme ottico ed acustico di alto livello pu essere derogata dalla Societ tenendo conto delle sistemazioni per il trasporto del carico e delle procedure di caricazione.

5.3
5.3.1

Cisterne del carico


Generalit

b) Gli impianti degli indicatori di livello per le casse di processo a bordo di navi per la stimolazione del pozzo devono essere a soddisfazione della Societ. 5.3.4 Impianti di sfogo gas a) Le cisterne adibite a carichi che potrebbero reagire in maniera pericolosa con altri carichi o con combustibile liquido devono avere impianti di sfogo gas separati. b) I depositi in pressione indipendenti devono avere dispositivi di sicurezza contro le sovrapressioni progettati in modo tale da poter dirigere lo scarico lontano dal personale e con una pressione di taratura e una portata in accordo con normative accettabili dalla Societ tenendo conto della pressione di progetto riferita in [5.3.2]. c) Gli impianti di sfogo gas dei deposti del carico strutturali o indipendenti a gravit devono soddisfare alle prescrizioni dellIBC Code, eccetto che laltezza specificata nel IBC 8.2.2 pu essere ridotta a 2 m. d) La sistemazione degli sbocchi degli sfoghi gas per i depositi del carico indipendenti in pressione e per i depositi del carico utilizzati per il trasporto di sostanze con punto dinfiammabilit superiore a 60 C (prova a vaso chiuso), che non presentano altri rischi se non quelli dinquinamento, deve essere a soddisfazione della Societ. e) Gli impianti degli sfoghi gas delle casse mobili permesse alle condizioni stabilite in [5.3.1] devono essere a soddisfazione della Societ, tenendo conto delle prescrizioni in [5.3.4].

a) Le cisterne del carico devono essere del tipo richiesto dallIBC Code o dallIGC Code, come applicabile. b) Possono essere adoperate cisterne mobili secondo le prescrizioni della Sezione 13 della General Introduction to the International Maritime Dangerous Goods Code per il carico che si intende trasportare o altri tipi di cisterne mobili con approvazione specifica della Societ purch siano sistemate in posizioni opportune ed ancorate alla nave. 5.3.2 Progetto, costruzione e prove delle cisterne

a) Il progetto delle cisterne deve essere in accordo con normative accettabili da parte della Societ tenendo conto della temperatura di trasporto e della densit relativa del carico. Deve essere anche data considerazione speciale alle forze dinamiche ed alla depressione alle quali pu essere soggetta la cisterna. b) Le cisterne strutturali ed indipendenti a gravit devono essere costruite e provate secondo normative riconosciute tenendo conto della temperatura di trasporto e della densit relativa del carico. c) Per la determinazione dei dimensionamenti delle cisterne in pressione indipendenti deve essere adoperata come pressione manometrica di calcolo la maggiore fra le pressioni seguenti: 0,07 MPa, la pressione di vapore del carico a 45 C, la pressione di vapore del carico ad una temperatura pari alla temperatura normale di trasporto pi 15 C, o la pressione che si verifica nella cisterna durante le operazioni di carico e scarico. d) Ad eccezione dei collegamenti delle cisterne ai locali pompe del carico, tutte le aperture delle cisterne ed i collegamenti alle stesse devono terminare al di sopra del ponte di coperta e devono essere collocate sopra il cielo delle cisterne. Quando sono previste intercapedini al di sopra delle cisterne strutturali, possono essere adoperati piccoli cofani per lattraversamento delle intercapedini.
Nota 1: Non necessario applicare questa prescrizione per sostanze con punto d infiammabilit superiore a 60 C che presentano esclusivamente rischi dinquinamento.

5.4

Prevenzione dellinquinamento

5.4.1 Sostanze di categoria A, B e C E vietato lo scarico in mare delle sostanze liquide nocive di categoria A, B e C o di acqua di zavorra, di residui del lavaggio delle cisterne o di altri residui o miscele che contengano tali sostanze. Qualsiasi scarico di residui contenenti sostanze liquide nocive deve avvenire in unapposita stazione di ricezione in porto. Come conseguenza di tale prescrizione, la Societ pu concedere deroghe alla prescrizione relative allesaurimento efficiente ed alle sistemazioni degli scarichi sotto il galleggiamento indicate nellAnnesso II della MARPOL 73/78. 5.4.2 Sostanze di categoria D I residui delle sostanze di categoria D, residui del lavaggio delle cisterne o altre miscele o acqua di zavorra che contengano tali sostanze possono essere scaricati in mare purch lo scarico sia in accordo con le condizioni pertinenti indicate nellAnnesso II della MARPOL 73/78.

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529

Parte E, Cap 15, Sez 3

5.4.3 Sostanze simili ad idrocarburi Nel caso di carichi regolati dallAnnesso I della MARPOL 73/78, (cio di sostanze simili ad idrocarburi elencate in Cap 7, App 3), si applicano le prescrizioni pertinenti di tale Annesso, come appropriato.

essere sistemate sul ponte in una posizione conveniente, a meno che la nave non sia adibita al trasporto di sostanze il cui unico rischio linquinamento. Le docce e le vaschette per il lavaggio degli occhi devono poter funzionare in qualsiasi condizione ambientale. 5.5.2 Equipaggiamenti protettivi e di sicurezza

5.5
5.5.1

Protezione del personale

Docce di decontaminazione e vaschette per il lavaggio degli occhi Una doccia di decontaminazione ed una vaschetta per il lavaggio degli occhi opportunamente marcate devono

Equipaggiamenti protettivi e di sicurezza devono essere tenuti a bordo in posizioni opportune come richiesto nel Capitolo 14 dellIBC Code o dellIGC Code in base ai prodotti da trasportare.

530

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

isolamento deve essere esteso in alto per quanto ritenuto necessario dalla Societ, o ad una distanza di almeno 7 m dalla zona del carico. La coibentazione di tali pareti deve tuttavia essere a soddisfazione della Societ. 2.1.2 Strutture, paratie entro i locali di alloggio e locali di servizio e particolari di costruzione

1.1.1 a) La presente Sezione si applica a navi appoggio che, indipendentemente dallo loro stazza, hanno la caratteristica di servizio: oil product, o, chemical product, quando sono trasportati prodotti infiammabili. b) Per navi che trasportano esclusivamente liquidi identificati come non infiammabili in Sez 2, Tab 1 le misure relative allestinzione degli incendi devono essere a soddisfazione della Societ.

a) Il metodo di protezione adottato nei locali di alloggio e nei locali di servizio deve essere il metodo IC (vedere Parte C, Cap 4, Sez 6, [1.3.1] ). La Societ pu permettere luso di un altro metodo se considerato appropriato. b) Gli osteriggi dei locali delle pompe del carico devono essere dacciaio, non devono contenere parti in vetro e devono poter essere chiusi dal di fuori del locale pompe. 2.1.3 Integrit al fuoco delle paratie e dei ponti

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 1.

Lintegrit al fuoco delle paratie e dei ponti deve essere secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 6, [1.3.2] o, quando considerato appropriato dalla Societ, secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 6, [1.3.3].

Prevenzione degli incendi e protezione antincendio


Generalit

2.2

2.1
2.1.1

Ulteriori prescrizioni per navi con caratteristica addizionale di servizio oil product
Ventilazione

Delimitazioni esterne delle sovrastrutture e delle tughe Le superfici esterne delle sovrastrutture e delle tughe che delimitano locali di alloggio, compresi i ponti a sbalzo che supportano tali locali devono essere: o coibentati secondo lo standard A-60 per tutte le parti prospicienti la zona del carico e sui lati esterni per una distanza di 3 m dalle estremit prospicienti detta zona. Nel caso dei lati di tale sovrastruttura o tuga tale

2.2.1

Gli impianti di ventilazione sono soggetti alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.3]. 2.2.2 Degassificazione delle cisterne del carico

Non prescritta linstallazione di impianti fissi n lesistenza a bordo di apparecchiature mobili per la degassificazione delle cisterne e dei depositi del carico e dei locali ad essi adiacenti.

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 (1) (2) A/I (1) A A A Documento (2) Piano dellimpianto di ventilazione degli spazi pericolosi per gas Piano degli impianti fissi e dei mezzi mobili antincendio Specifiche dei rivelatori di gas infiammabili

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia I diagrammi devono comprendere anche, quando applicabile, gli impianti di comando e controllo (locale ed a distanza) e gli impianti dautomazione

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531

Parte E, Cap 15, Sez 4

2.2.3 Rivelazione di vapori Devono essere disponibili a bordo, in posizione opportuna, almeno due rivelatori portatili di gas o vapori di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ.

Parte C, Cap 4, Sez 7, [3.4],

cos come si applicherebbero ad una nave da carico di stazza lorda uguale a o maggiore di 2000 ton. 3.1.2 Sistemazioni antincendio nei locali macchine

2.3

Ulteriori prescrizioni per navi con caratteristica addizionale di servizio chemical product

Devono essere applicate le prescrizioni seguenti per le sistemazioni antincendio nei locali macchine: Parte C, Cap 4, Sez 7, [4.2], Parte C, Cap 4, Sez 7, [4.3], Parte C, Cap 4, Sez 7, [4.4], Parte C, Cap 4, Sez 7, [4.5].

2.3.1 Ventilazione Gli impianti di ventilazione sono soggetti alle prescrizioni del Capitolo 12 dellIBC Code. La Societ pu tuttavia permettere deroghe per quanto riguarda le distanze indicate in 12.1.5 del Codice. Spurghi e/o degassificazione delle cisterne del carico Quando considerato appropriato dalla Societ, devono essere applicate le prescrizioni in Cap 7, Sez 4, [4.3] relative allo spurgo e/o alla degassificazione delle cisterne del carico. 2.3.3 Rivelazione dei vapori a) Devono essere previsti mezzi per rivelare la presenza di vapori dei carichi trasportati in accordo con le prescrizioni dellIBC Code. b) Gli spazi chiusi e semichiusi contenenti installazioni per acidi devono essere muniti di dispostitivi fissi per la rivelazione dei vapori ed allarmi che diano unidentificazione ottica ed acustica. Gli impianti di rivelazione dei vapori devono essere atti a rivelare idrogeno, tuttavia nel caso in cui sia trasportato soltanto acido cloridrico, deve essere previsto un sistema capace di rivelare vapori di tale acido. c) Devono essere provvisti almeno due strumenti portatili per la rilevazione di concentrazioni di vapori infiammabili quando sono trasportati carichi soggetti alle prescrizioni del presente capitolo con punto dinfiammabilit non maggiore di 60 C (prova a vaso chiuso). d) Devono essere previsti almeno due strumenti portatili adatti alla misura delle concentrazioni dossigeno nellaria atmosferica. 2.3.2

cos come si applicherebbero ad una nave da carico di stazza lorda uguale a o maggiore di 2000 ton.

3.2

Ulteriori prescrizioni per navi con caratteristica addizionale di servizio oil product
Protezione dellarea di ponte al di sopra delle cisterne del carico

3.2.1

a) Deve essere previsto un impianto a schiuma in grado di ricoprire con uno strato di schiuma tutta larea di ponte sovrastante le cisterne del carico. b) La schiuma deve essere erogata da almeno due apparecchi portatili, costituiti ciascuno da un ugello per la miscelazione con laria, collegato allimpianto idrico principale della nave mediante manichetta antincendio, e da depositi portatili contenenti liquido schiumogeno. c) Ciascuno degli ugelli suddetti deve essere di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ e deve essere in grado di erogare il maggiore tra i due seguenti quantitativi di schiuma: 2 m3/min, o il quantitativo necessario per formare in non pi di 5 minuti uno strato di schiuma di almeno 150 mm di spessore che copra tutta larea di ponte sovrastante le cisterne del carico. d) Il liquido schiumogeno deve essere di tipo approvato dalla Societ. Il quantitativo di liquido schiumogeno a bordo deve essere il maggiore tra quelli richiesti per: ricoprire con uno strato di schiuma di almeno 150 mm di spessore tutta larea di ponte sovrastante le cisterne per il carico, o ricoprire con il suddetto strato di schiuma una superficie pari a 4 volte quella della cisterna del carico avente larea di sezione orizzontale pi grande. e) Le prese per lattacco delle manichette da incendio devono essere ubicate in posizioni tali che non possano essere tagliate fuori da un eventuale incendio che si sviluppi in qualsiasi parte della zona del carico. La lunghezza delle manichette da incendio dovr essere stabilita in funzione della posizione delle prese da incendio e della gittata delle lance, ma in ogni caso non dovr essere superiore a 20 m.

2.4

Prescrizioni addizionali per navi con caratteristica addizionale di servizio "standby vessel"

2.4.1 (1/7/2003) Le aperture di scarico dai motori diesel devono essere provviste di parascintille.

3
3.1

Estinzione incendi
Generalit

Pompe antincendio, collettori antincendio, manichette e idranti Devono essere applicate le prescrizioni seguenti per le pompe antincendio, i collettori antincendio, le manichette e gli idranti: Parte C, Cap 4, Sez 7, [1] ,

3.1.1

532

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 15, Sez 4

3.2.2

Protezione delle aree di ponte su cui sono sistemati depositi del carico

a) Nel caso di depositi del carico sistemati sul ponte di coperta dovr essere provveduto, in aggiunta allimpianto a schiuma sul ponte indicato in [3.2.1], un estintore a schiuma portatile dotato di un serbatoio portatile di liquido schiumogeno da 100 litri e di un serbatoio di riserva di pari capacit. b) Il detto apparecchio dovr essere riconosciuto idoneo dalla Societ per lanciare la schiuma sulla sommit dei suddetti depositi del carico. c) Lapparecchio di cui sopra potr essere sostituito dagli apparecchi portatili richiesti in [3.2.1] a protezione dellarea di ponte sovrastante le cisterne del carico, a condizione che il quantitativo di liquido schiumogeno previsto per gli stessi sia aumentato di 200 litri e che gli apparecchi siano idonei a scaricare schiuma sulla sommit dei suddetti depositi sistemati sul ponte di coperta. 3.2.3 Estinzione incendi nei locali pompe del carico

3.3.2 Protezione dellarea di ponte a) Devono essere sistemati o un impianto fisso a schiuma sul ponte od un impianto fisso a polvere, che soddisfino le prescrizioni seguenti: 1) limpianto deve essere sistemato in modo da proteggere il ponte entro la zona del carico, 2) limpianto deve poter coprire lintera area di ponte entro la zona del carico senza essere mosso, 3) qualora venga adoperato un impianto fisso a schiuma sul ponte, esso deve essere in accordo con le prescrizioni da 11.3.3 a 11.3.12 dellIBC Code. Pu essere adoperata solo schiuma adatta ai prodotti trasportati. 4) La Societ pu approvare un impianto fisso destinzione incendi purch: su una superficie di ponte uguale a o minore di 45 m2 vi siano due o pi estintori a polvere la cui capacit totale non sia inferiore a 135 kg, su una superficie di ponte maggiore di 45 m2, vi siano tre o pi estintori a polvere la cui capacit totale di agente estinguente non sia minore di: C = 3A kg essendo A larea del ponte, in m2, la portata minima di mandata dellagente estinguente non deve essere minore di 3 kg/min per m2 . b) Unalternativa agli impianti richiesti in a) potr essere approvata purch la Societ sia convinta che tale impianto non meno efficiente. 3.3.3 Estinzione incendi nei locali delle pompe del carico I locali pompe del carico nei quali vengono movimentati liquidi infiammabili devono avere un impianto fisso di estinzione incendi in accordo con 11.2 dellIBC Code.

In ciascun locale pompe del carico devono essere sistemati due estintori dincendio portatili a schiuma o equivalenti.

3.3

Ulteriori prescrizioni per navi con caratteristica addizionale di servizio chemical product
Collettore e manichette antincendio

3.3.1

a) Durante il trasferimento del carico deve essere mantenuta la pressione dellacqua nel collettore antincendio. b) Le manichette antincendio, con lance approvate a doppia azione (cio a getto e a spruzzo con chiusura), devono essere collegate a ciascuna presa antincendio nelle vicinanze dei liquidi infiammabili da trasportare.

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533

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 16

NAVI ANTINCENDIO

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE INCENDI

Regolamenti RINA 2005

535

Parte E, Cap 16, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) Sez 4

1.1.1 La notazione di servizio fire-fighting ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.4], pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi antincendio.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi antincendio

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi antincendio.

Regolamenti RINA 2005

537

Parte E, Cap 16, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Stabilit
Stabilit della nave allo stato integro
Generalit

: immersione, in m, corrispondente al dislocamento (vedere Fig 2).

1.2

Stabilit in condizioni di avaria

1.1.1

Per la stabilit della nave devono essere soddisfatte le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2 per le condizioni di caricazione definite in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.11]. 1.1.2 Criteri addizionali

1.2.1 Generalit Le navi di lunghezza maggiore di o uguale a 80 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni in Parte B, Cap 3, App 3.

Deve essere verificata, per tutte le condizioni di caricazione definite nel fascicolo di stabilit e assetto ad eccezione della condizione di nave vacante, lattitudine della nave a resistere agli effetti della forza di reazione al getto dacqua in direzione trasversale dovuto alle spingarde sistemate a bordo. La verifica di stabilit di navi per combattere gli incendi, nei confronti degli effetti della forza di reazione al getto dacqua in direzione trasversale dovuto alle spingarde sistemate a bordo, pu essere considerata soddisfatta se langolo di inclinazione trasversale allequilibrio 0, corrispondente alla prima intersezione tra le curve dei bracci sbandanti e raddrizzanti, (vedere Fig 1), minore di 5. I bracci sbandanti possono essere ottenuti dalla seguente formula:
Ri hi + S ( T 2 e ) b h = ----------------------------------------------------------- cos 9 ,81

2
2.1

Criteri di progetto delle strutture


Struttura dello scafo

2.1.1 I dimensionamenti dei rinforzi dello scafo sistemati per resistere alle forze imposte dagli impianti di estinzione incendio, operanti alla loro massima portata in ogni possibile direzione duso, devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ.

2.2

Spingarde ad acqua e a schiuma

2.2.1 Le spingarde devono essere di robusta costruzione e di tipo approvato dalla Societ. I basamenti delle spingarde devono essere di robustezza adeguata per tutti i tipi di operazioni.

3
3.1

Altre strutture
Sistemazione delle aperture nello scafo e nelle sovrastrutture

dove: bh : braccio sbandante, in m, corrispondente alla forza di reazione al getto dacqua in direzione trasversale dovuto alle spingarde sistemate a bordo e alleffetto delle eliche trasversali di manovra. Al fine di consederare la condizione operativa pi severa, le spingarde devono essere considerate orientate in direzione trasversale, parallelamente alla superficie del mare, : forza di reazione, in kN, al getto dacqua in direzione trasversale dovuto a ciascuna spingarda sistemata a bordo (vedere Fig 2), : distanza verticale, in m, misurata tra la posizione di ciascuna spingarda e la quota corrispondente a met immersione (vedere Fig 2), : spinta, in kN, delle eliche trasversali (o dellelica trasversale) di manovra, ove applicabile (vedere Fig 2), : distanza verticale, in m, misurata tra lasse delle eliche trasversali di manovra e la chiglia (vedere Fig 2), : dislocamento, in t, corrispondente alla condizione di caricazione considerata,

3.1.1 Su navi non dotate di un impianto ad acqua spruzzata conforme alle prescrizioni specificate in Sez 4, [3], tutti i finestrini e portellini, tranne quelli sistemati in timoneria, devono essere dotati di efficienti controportelli o scudi esterni in acciaio. Figura 1 : Curve dei bracci sbandanti e raddrizzanti
Bracci sbandanti e raddrizzanti

Ri

hi

GZ bh

Angolo di sbandamento

538

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 16, Sez 2

Figura 2 : Forza di reazione al getto dacqua in direzione trasversale dovuto alle spingarde sistemate a bordo

Ri

S e

hi

Regolamenti RINA 2005

539

Parte E, Cap 16, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2
2.1

Progetto degli impianti di macchine


Manovrabilit
Generalit

1.1.1 a) La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per navi con una delle notazioni seguenti: fire-fighting ship E, fire-fighting ship 1, fire-fighting ship 2, e fire-fighting ship 3, relative a: impianti di macchina, impianti antincendio installati a bordo delle navi per lestinzione di incendi esterni. b) Le prescrizioni relative agli impianti di autoprotezione ad acqua spruzzata di navi per servizi antincendi con la caratteristica addizionale di servizio water spray sono date in Sez 4. 2.1.1 a) I rapporti tra le dimensioni principali della nave e la potenza dei motori di propulsione e di quelli azionanti le eliche direzionali devono essere adeguati e tali da assicurare un'efficace manovrabilit durante le operazioni di estinzione degli incendi. b) Le eliche direzionali e quelle di propulsione devono essere in grado di mantenere la nave nella posizione voluta in mare calmo e di contrastare le forze di reazione delle spingarde per il lancio dell'acqua anche nella pi sfavorevole combinazione delle condizioni di impiego delle spingarde stesse, utilizzando non pi dell'80% della suddetta potenza propulsiva allo scopo di impedire il sovraccarico dei motori.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati i documenti elencati in Tab 1.

Tabella 1 : Documenti da inviare


No. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 (1) (2) A/I (1) I A A A A A A A A A I I Documento (2) Piano generale con lindicazione dellubicazione di tutte le sistemazioni antincendio Particolari di tutte le apparecchiature antincendio quali pompe e spingarde comprese le loro portate, campo dazione e traiettoria di scarico Piano schematico dellimpianto antincendio ad acqua Piano della sistemazione dei basamenti delle spingarde ad acqua Schemi dei comandi locali ed a distanza delle spingarde ad acqua Piano schematico dellimpianto a schiuma fisso per lestinzione degli incendi Piano della sistemazione dei basamenti delle spingarde a schiuma (3) Schemi dei comandi locali ed a distanza delle spingarde a schiuma (3) Specifiche e piani che indichino le posizioni degli equipaggiamenti da vigile del fuoco Particolari dei mezzi adoperati per mantenere la nave in posizione durante le operazioni di estinzione incendi Calcoli della capacit di combustibile liquido richiesta in accordo con [2.2.1] (4) Manuale operativo

(3) (4)

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia Gli schemi devono anche comprendere, se applicabile: gli impianti di comando e controllo (locale e a distanza) e gli impianti dautomazione, le istruzioni per il funzionamento e la manutenzione degli impianti di tubolature in questione (per conoscenza) per navi con notazione di servizio fire-fighting ship 3 per navi con una delle notazioni di servizio seguenti: fire-fighting ship 1, fire-fighting ship 2, fire-fighting ship 3

540

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 16, Sez 3

2.1.2 Dispositivo di controllo della potenza Deve essere previsto un dispositivo di controllo della potenza erogata dai motori, comprendente: un allarme che segnali il raggiungimento dell'80% della massima potenza propulsiva disponibile in navigazione libera, e un dispositivo che riduca automaticamente la potenza fornita quando si raggiunga il 100% della suddetta potenza. al fine di impedire il sovraccarico dei motori.
Nota 1: Tale dispositivo di controllo della potenza potr non essere richiesto, a giudizio della Societ, nel caso in cui la potenza installata sia esuberante.

3.2.3 Le tubolature dalle pompe alle spingarde ad acqua devono essere separate dalle tubolature ai collegamenti delle manichette richiesti per le apparecchiature portatili antincendio indicate in [6.2].

3.3

Progetto e costruzione delle tubolature

3.3.1 Generalit a) Le tubolature degli impianti antincendio sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10. b) La massima velocit di progetto dell'acqua nelle tubolature, all'aspirazione, non deve superare normalmente i 2 m/s. 3.3.2 Prese a mare a) Le prese dal mare per le pompe antincendio non devono essere utilizzate per altri scopi. b) Le prese dal mare e le relative casse devono essere sistemate in modo da assicurare una continua e sufficiente portata d'acqua alle pompe antincendio ed in modo tale che il loro funzionamento non sia influenzato negativamente dai movimenti della nave o dal flusso d'acqua da o verso le eliche di propulsione, thruster di prora, laterali o azimutali. c) Le prese a mare devono essere poste il pi in basso possibile onde evitare: occlusioni da rifiuti o ghiaccio, ingresso di prodotti petroliferi dalla superficie del mare. d) Sulle aperture a fasciame delle prese a mare devono essere sistemate opportune griglie, con area di passaggio netta almeno doppia di quella della valvola della presa a mare. Devono essere previsti dispositivi efficaci per tenere pulite le griglie. 3.3.3 Pompe a) Devono essere previsti dispositivi atti ad impedire il surriscaldamento delle pompe antincendio quando esse funzionano a basse portate. b) Lavviamento delle pompe antincendio quando le valvole daspirazione delle prese a mare sono chiuse deve essere impedito da un sistema di interblocchi o deve attivare un allarme ottico ed acustico. 3.3.4 Valvole a) Le valvole di aspirazione delle prese a mare e le valvole di mandata dellacqua di diametro nominale maggiore di 450 mm devono essere provviste di attuatori meccanici in aggiunta ai comandi manuali. b) Le valvole di aspirazione delle prese a mare, le valvole di mandata dellacqua ed i motori primi delle pompe devono poter essere comandati dalla stessa posizione. 3.3.5 Protezione contro la corrosione Devono essere previsti mezzi per assicurare una protezione adeguata contro: la corrosione interna per tutte le tubolature dalle prese dacqua di mare alle spingarde ad acqua, la corrosione esterna per i tratti di tubolatura esposti agli agenti atmosferici.

2.2

Capacit di combustibile liquido

2.2.1 Tutte le navi devono disporre di casse di combustibile liquido di capacit sufficiente per poter combattere un incendio in modo continuativo, con tutte le spingarde per il lancio dell'acqua in funzione, per un periodo di tempo non minore di: 24 ore, per le navi con notazione di servizio firefighting ship 1, 96 ore, per le navi con notazioni di servizio fire-fighting ship 2 o fire-fighting ship 3. Tale capacit addizionale rispetto a quella necessaria per il servizio normale della nave (propulsione, ecc.).
Nota 1: La determinazione di detta capacit lasciata alla responsabilit del progettista.

2.3

Ombrinali

2.3.1 Qualora la nave sia protetta da un impianto ad acqua spruzzata devono essere previsti idonei ombrinali e/o portelli di murata per assicurare un efficace drenaggio dell'acqua che si accumula sulle superfici dei ponti quando in funzione il suddetto impianto di autoprotezione ad acqua spruzzata.

3
3.1

Prescrizioni generali per gli impianti antincendio


Generalit

3.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo sono applicabili sia agli impianti antincendio ad acqua sia agli impianti antincendio fissi a schiuma.

3.2

Indipendenza degli impianti di pompe e tubolature

3.2.1 Le tubolature dell'impianto per le spingarde ad acqua ed a schiuma non devono essere utilizzate per altri servizi, con leccezione dellimpianto ad acqua spruzzata indicato in Sez 4. 3.2.2 Quando le pompe per le spingarde ad acqua sono anche utilizzate per limpianto ad acqua spruzzata indicato in Sez 4, deve essere possibile isolare tra di loro i due impianti per mezzo di una valvola.

Regolamenti RINA 2005

541

Parte E, Cap 16, Sez 3

3.3.6

Sistemazione dei tubi

3.5.3

Comandi delle valvole

I tratti delle tubolature di aspirazione devono essere per quanto possibile corti e rettilinei.

I comandi delle valvole devono essere progettati in modo tale da impedire colpi dariete. 3.5.4 Impianto di comando

3.4
3.4.1

Spingarde
Progetto delle spingarde

a) Limpianto di comando soggetto alle prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 3, Sez 1 e Parte C, Cap 3, Sez 2. b) Limpianto di comando deve essere progettato con un livello di ridondanza tale che in caso di perdita di funzionalit dell'impianto, questa possa essere ripristinata entro 10 min. c) Quando limpianto di comando oleodinamico o pneumatico, le unit di potenza di tale impianto devono essere sistemate in doppio. 3.5.5 Marcatura

a) Le spingarde devono essere di un tipo approvato dalla Societ. b) Le spingarde devono essere di costruzione robusta e devono essere in grado di assorbire le forze di reazione dei getti dacqua. 3.4.2 Basamenti delle spingarde

I basamenti delle spingarde devono essere di robustezza adeguata per tutti i tipi di operazioni.

3.5
3.5.1

Sistema di comando delle spingarde


Generalit

Tutti i dispositivi di comando e di blocco devono essere chiaramente marcati, sia localmente che nella stazione di comando.

Le spingarde ad acqua e le spingarde a schiuma devono essere azionate e comandate con un sistema di comando a distanza sistemato in una stazione di comando comune dotata di unadeguata visibilit tuttintorno. 3.5.2 Comandi manuali

4
4.1

Impianti antincendio ad acqua


Caratteristiche

4.1.1 a) Per le navi che hanno la notazione di servizio firefighting ship 1, fire-fighting ship 2 o fire-fighting ship 3, il numero delle pompe e spingarde e le loro caratteristiche devono essere secondo quanto indicato nella Tab 2. b) Per le navi con notazione di servizio fire-fighting ship E, le caratteristiche dellimpianto antincendio ad acqua saranno oggetto di considerazione speciale da parte della Societ.

Deve essere sistemato in corrispondenza di ciascuna spingarda un comando locale manuale in aggiunta al sistema di comando a distanza. Deve essere possibile: sconnettere il comando locale manuale dalla stazione di comando, sconnettere limpianto di comando a distanza da una posizione vicina a ciascuna spingarda per permettere le operazioni con il comando manuale locale.

Tabella 2 : Numero delle pompe e spingarde e loro caratteristiche (1/7/2004)


Caratteristiche richieste Numero minimo delle spingarde ad acqua Portata minima di scarico per spingarda (m /h) Numero minimo di pompe antincendio Capacit totale minima delle pompe (m3/h) (1) Lunghezza del getto di ciascuna spingarda (m) (2) (4) Altezza del getto di ciascuna spingarda (m) (3) (4) (1)
3

Notazioni di servizio fire-fighting ship 1 2 1200 1 2400 120 45 fire-fighting ship 2 2 3600 3 2400 2 7200 150 70 4 1800 fire-fighting ship 3 4 2400 2 9600 150 70

(2) (3) (4)

Quando le pompe delle spingarde ad acqua sono utilizzate anche per limpianto ad acqua spruzzata per la protezione propria, la loro portata deve essere sufficiente ad assicurare il funzionamento simultaneo di entrambi gli impianti alle prestazioni richieste. Misurata orizzontalmente dalla bocca della spingarda alla zona mediana della superficie dimpatto. Misurata verticalmente dal livello del mare, essendo la zona mediana della superficie dimpatto ad una distanza pari ad almeno 70 m dalla parte pi vicina della nave. La lunghezza e laltezza del getto devono essere ottenibili quando il numero richiesto di spingarde funziona contemporaneamente nella stessa direzione.

542

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 16, Sez 3

4.2

Spingarde

contemporaneamente in funzione alla massima produzione di schiuma. 5.2.3 Capacit di liquido schiumogeno

4.2.1 Le spingarde devono essere sistemate in modo tale da permettere un facile movimento orizzontale di almeno 90 equamente suddiviso rispetto allasse della nave. Il movimento angolare verticale permesso deve essere tale da permettere di raggiungere laltezza del getto richiesta nella Tab 2. 4.2.2 Le spingarde devono essere sistemate in modo tale che il getto dacqua sia libero da ostacoli, comprese le strutture e le apparecchiature della nave. 4.2.3 Le spingarde devono essere in grado di dar luogo a un getto continuo dacqua alla massima portata senza pulsazioni significative e compattato in modo tale da poter essere concentrato su una superficie limitata. 4.2.4 Almeno due spingarde devono essere equipaggiate con un dispositivo che renda possibile la dispersione del getto dacqua (getto a pioggia).

Deve essere disponibile una quantit di liquido schiumogeno tale da assicurare almeno 30 minuti di funzionamento contemporaneo delle due spingarde alla loro massima portata.
Nota 1: Nella determinazione della quantit di liquido schiumogeno necessaria, deve essere assunto un rateo di concentrazione pari al 5%.

5.3
5.3.1

Sistemazione
Impianto di generazione della schiuma

Limpianto di generazione della schiuma deve essere di tipo fisso con un serbatoio separato per il liquido schiumogeno, premiscelatori e tubolature alle spingarde. 5.3.2 Pompe

4.3

Tubolatura

4.3.1 La velocit massima di progetto dellacqua nella tubolatura fra le pompe e le spingarde ad acqua non deve normalmente essere maggiore di 4 m/s.

Per l'alimentazione dell'acqua dell'impianto a schiuma, possono essere utilizzate le pompe dell'impianto idrico antincendio ad acqua. In tal caso potrebbe essere necessario ridurre la pressione della mandata dacqua dalla pompa al fine di assicurare una corretta pressione dellacqua per ottenere la massima generazione di schiuma.

5
5.1

Impianti fissi antincendio a schiuma


Generalit

Apparecchiature destinzione portatili


Apparecchio schiumogeno portatile per schiuma ad alta espansione

5.1.1 a) Le navi per le quali richiesta la notazione di servizio fire-fighting ship 3 devono essere dotate di un impianto fisso di estinzione incendi a schiuma a bassa espansione munito di spingarde per il lancio della schiuma, rispondente alle prescrizioni in Parte C, Cap 4, Sez 13, [6] e nelle norme del presente Articolo. b) Quando un impianto fisso di estinzione a schiuma a bassa espansione munito di spingarde per il lancio della schiuma sistemato su navi con notazioni di servizio fire-fighting ship 1, o fire-fighting ship 2 esso deve essere rispondente alle prescrizioni del presente Articolo. c) Possono essere accettate dalla Societ alcune deroghe alle prescrizioni della presente Sezione per le navi con notazione di servizio fire-fighting ship E.

6.1

6.1.1 Le navi con notazioni di servizio fire-fighting ship 2 o fire-fighting ship 3 devono essere dotate di un apparecchio schiumogeno portatile per schiuma ad alta espansione, con una portata di schiuma non inferiore a 100 m3/min idoneo all'impiego contro incendi esterni alla nave. 6.1.2 Deve essere disponibile una quantit totale di liquido schiumogeno tale da assicurare almeno 30 minuti di produzione continua di schiuma. Il liquido schiumogeno deve essere contenuto in casse mobili di circa 20 l di capacit.

6.2
6.2.1

Prese da incendio e manichette antincendio


Prese da incendio

5.2

Caratteristiche

5.2.1 Rapporto despansione della schiuma Il rapporto despansione della schiuma non deve essere maggiore di 12. 5.2.2 Spingarde per il lancio della schiuma

a) Devono essere previste prese da incendio secondo quanto indicato nella Tab 3. b) Almeno met delle prese da incendio previste devono essere sistemate sul ponte di coperta. c) Qualora le prese da incendio vengano servite dalle pompe che mandano alle tubolature che alimentano le spingarde, devono essere prese misure per ridurre la pressione dellacqua alle prese da incendio ad un valore tale da permettere ad un uomo solo di azionare la manichetta e il boccalino in modo sicuro.

a) La nave deve essere dotata di due spingarde per il lancio della schiuma, ciascuna avente una portata di soluzione schiumogena non inferiore a 300 m3/h. b) L'altezza del getto deve essere di almeno 50 m sopra il livello del mare, quando entrambe le spingarde sono

Regolamenti RINA 2005

543

Parte E, Cap 16, Sez 3

6.2.2 Cassette per manichette a) Deve essere sistemata almeno una cassetta per manichette ogni due prese da incendio. b) Ogni cassetta deve contenere due manichette complete di boccalini a doppio uso (per getto normale e per getto a pioggia). 6.2.3 Manichette da incendio a) Le manichette da incendio e i relativi boccalini devono essere di un tipo approvato dalla Societ. b) Le manichette da incendio devono avere diametro da 45 a 70 mm e lunghezza, in generale, di circa 20 m.

compressore deve essere sistemato in una posizione opportunamente protetta. 7.2.2 Portata La portata del compressore deve essere sufficiente a permettere il riempimento delle bombole degli apparecchi autorespiratori in non pi di 30 min. Tale portata non deve essere minore di 75 l/min. 7.2.3 Accessori

a) Deve essere sistemato un opportuno filtro sul lato aspirazione aria del compressore. b) Devono essere sistemati sulla mandata del compressore separatori dolio e filtri in grado di impedire lentrata di gocce o vapore nelle bombole daria.

7
7.1

Equipaggiamenti da vigile del fuoco


Numero e caratteristiche

8
8.1

Prove
Generalit

7.1.1 (1/7/2002) La nave deve essere provvista di un numero di equipaggiamenti da vigile del fuoco in accordo con quanto indicato in Tab 4. Detti equipaggiamenti non sono addizionali rispetto a quelli richiesti in Parte C. 7.1.2 Gli apparecchi di respirazione, le tute protettive e le lampade elettriche di sicurezza che fanno parte dellequipaggiamento da vigile del fuoco devono essere di un tipo approvato dalla Societ. 7.1.3 Gli apparecchi di respirazione devono essere di tipo autonomo. La loro capacit deve essere pari ad almeno 1200 litri di aria libera. Per ciascun apparecchio deve essere prevista almeno una bombola daria di rispetto. 7.1.4 Gli equipaggiamenti da vigile del fuoco devono essere sistemati in posizioni sicure prontamente accessibili da un ponte scoperto.

8.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si riferiscono alle prove in officina e alle prove a bordo per: gli impianti di macchina, gli impianti antincendio. Esse integrano quelle indicate in Parte C, Capitolo 1 per gli impianti di macchine.

8.2
8.2.1

Prove in officina
Prove sui materiali

a) I materiali adoperati per le casse delle pompe antincendio devono essere sottoposti a prova di trazione alla temperatura ambiente secondo le prescrizioni pertinenti in Parte D. b) I materiali adoperati per i tubi, le valvole ed altri accessori devono essere provati secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.3]. 8.2.2 Prove idrostatiche Al completamento della costruzione e prima dellinstallazione a bordo, i tubi, le valvole, gli accessori e le casse delle pompe devono essere sottoposti a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [20.4].

7.2

Impianti di aria compressa per apparecchi di autorespirazione

7.2.1 Generalit Tutte le navi devono essere munite di un compressore daria ad alta pressione completo di tutti gli accessori necessari per riempire le bombole degli apparecchi di respirazione. Il

Tabella 3 : Numero delle prese da incendio


fire-fighting ship E 4 su ogni lato (1) fire-fighting ship 1 4 su ogni lato fire-fighting ship 2 8 su ogni lato fire-fighting ship 3 8 su ogni lato (1)

Possono essere aumentate a 10 prese da incendio su ciascun lato, a seconda della lunghezza della nave

Tabella 4 : Numero degli equipaggiamenti da vigile del fuoco


fire-fighting ship E 4 fire-fighting ship 1 4 fire-fighting ship 2 8 fire-fighting ship 3 8

544

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 16, Sez 3

8.3
8.3.1

Prove a bordo
Impianti fissi destinzione incendi

di funzionamento a bordo della nave per controllare le loro caratteristiche e prestazioni. 8.3.2 Impianti di propulsione e manovra a) Deve essere eseguita una prova per controllare le capacit manovriere della nave. b) Deve essere dimostrata la capacit delle eliche trasversali di manovra e dellimpianto di propulsione di mantenere la nave in posizione con tutte le spingarde ad acqua in funzionamento senza richiedere pi dell80% della potenza propulsiva.

a) Dopo la sistemazione a bordo, gli impianti antincendio ad acqua e gli impianti fissi antincendio a schiuma devono essere sottoposti a prova di tenuta alla pressione di normale funzionamento. b) Gli impianti antincendio ad acqua e gli impianti fissi antincendio a schiuma devono essere sottoposti a prove

Regolamenti RINA 2005

545

Parte E, Cap 16, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE ANTINCENDIO ED ESTINZIONE INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

b) Nel caso di navi per le quali vengono richieste le notazioni di servizio fire-fighting ship 2 o fire-fighting ship 3, tutte le delimitazioni esterne devono essere in acciaio ma non richiesto che esse siano coibentate. c) Su tutte le navi, le altre delimitazioni possono essere costruite in materiali diversi dall'acciaio e saranno oggetto di particolare considerazione da parte della Societ.

1.1.1 La presene Sezione contiene prescrizioni specifiche per navi con una delle notazioni seguenti: fire-fighting ship 1, fire-fighting ship 2, e fire-fighting ship 3, relative a: protezione antincendio, impianti ad acqua spruzzata di autoprotezione. Queste prescrizioni sono addizionali rispetto a quelle date in Parte C, Capitolo 4. 1.1.2 Per navi con notazione di servizio fire-fighting ship E, le sistemazioni di protezione antincendio saranno oggetto di considerazione speciale da parte della Societ.

2.2

Scudi e controportelli

2.2.1 Sulle navi alle quali non viene assegnata la notazione addizionale water spray, devono essere sistemati opportuni scudi o controportelli di acciaio su tutti i portellini e finestre e sui fanali di navigazione, ad eccezione delle finestre della plancia.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati i documenti elencati nella Tab 1.

Impianto di autoprotezione ad acqua spruzzata


Generalit

3.1

Protezione antincendio delle superfici esposte


Protezione strutturale antincendio
(1/7/2003)

2.1
2.1.1

3.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano agli impianti di autoprotezione ad acqua spruzzata delle navi con la notazione addizionale di servizio water spray. Esse sono addizionali rispetto a quelle date in Parte C, Cap 4, Sez 13, [7].

a) Nel caso di navi per le quali viene richiesta la notazione di servizio fire-fighting ship 1, tutte le delimitazioni esterne al di sopra dell'immersione minima prevista in esercizio, comprese le sovrastrutture ed i ponti esposti, devono essere in acciaio e devono essere isolate internamente in modo da costituire divisioni di classe A-60, a meno che esse siano autoprotette con un impianto di estinzione incendi ad acqua spruzzata sotto pressione avente una capacit non inferiore a 10 l/min per ogni metro quadrato (vedere anche [3.2.1]).

3.2

Portata

3.2.1 La portata dell'impianto di autoprotezione ad acqua spruzzata deve essere non inferiore a 10 l/min per metro quadrato di superficie protetta. Nel caso di superfici coibentate internamente in modo da costituire divisione di classe A-60, pu essere accettata una portata ridotta, ma in ogni caso non inferiore a 5 l/min per metro quadrato di superficie protetta.

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 (1) A/I (1) A I A Documento Disegno indicante le divisioni strutturali contro gli incendi, comprese le porte e gli altri dispositivi di chiusura delle aperture nelle divisioni di classe A e B Rapporti delle prove al fuoco dei materiali coibenti Diagramma schematico dellimpianto fisso di autoprotezione ad acqua spruzzata

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia

546

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 16, Sez 4

3.3
3.3.1

Sistemazione
Superfici da proteggere

Le pompe per le spingarde ad acqua indicate in Sez 3, [4]. In tale caso deve essere sistemata una valvola dintercettazione per segregare gli impianti in questione. 3.4.2 Portata delle pompe a) Le pompe dell'impianto di autoprotezione ad acqua spruzzata devono avere una portata sufficiente per spruzzare l'acqua alla pressione richiesta da tutti gli ugelli spruzzatori dell'impianto. b) Se le pompe per l'impianto di autoprotezione ad acqua spruzzata vengono utilizzate anche per altri servizi, la loro portata deve essere tale da assicurare il funzionamento contemporaneo dei due impianti alle prestazioni prescritte.

L'impianto fisso di autoprotezione ad acqua spruzzata deve provvedere alla protezione di tutte le superfici verticali dello scafo e delle sovrastrutture nonch dei basamenti delle spingarde per il lancio dell'acqua e delle altre sistemazioni antincendio e deve essere sistemato in modo da non ostacolare la necessaria visibilit dalla plancia e dalla stazione di comando a distanza delle spingarde per il lancio dell'acqua, anche durante il funzionamento degli ugelli spruzzatori. 3.3.2 Sezionamento

L'impianto fisso di autoprotezione ad acqua spruzzata pu essere diviso in sezioni in modo tale che sia possibile isolare quelle sezioni relative a superfici che non sono esposte al calore radiante. 3.3.3 Ugelli spruzzatori

3.5

Tubolature ed ugelli spruzzatori

Il numero e la posizione degli ugelli spruzzatori devono essere idonei a distribuire in modo uniforme l'acqua spruzzata sulle superfici che devono essere protette.

3.5.1 Generalit I tubi devono essere progettati e costruiti secondo le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10. 3.5.2 Protezione contro la corrosione Le tubolature in acciaio devono essere protette contro la corrosione, sia internamente che esternamente, mediante zincatura o mediante un sistema equivalente. 3.5.3 Rubinetti di drenaggio Devono essere sistemati idonei rubinetti di drenaggio e devono essere prese adeguate precauzioni per evitare che gli ugelli spruzzatori vengano otturati da impurit contenute nelle tubolature, negli ugelli, nelle valvole e nelle pompe.

3.4
3.4.1

Pompe
Uso delle pompe per altri servizi

Le pompe seguenti possono essere adoperate per limpianto di autoprotezione ad acqua spruzzata: Le pompe dincendio indicate in Parte C, Cap 4, Sez 7, [1.3],

Regolamenti RINA 2005

547

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 17

NAVI PER IL RECUPERO DI SOSTANZE OLEOSE

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

Regolamenti RINA 2005

549

Parte E, Cap 17, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 Sez 4 (1) Sez 5

1.1.1 La notazione di servizio oil recovery ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.5] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi per il recupero di sostanze oleosei.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti Impianti elettrici Automazione Protezione anticendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi per il recupero di sostanze oleose

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi per il recupero di sostanze oleose.

Regolamenti RINA 2005

551

Parte E, Cap 17, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Impianti per la rimozione di sostanze oleose

2.1.2

Aperture sul cielo delle casse di accumulo

Tutte le aperture sul cielo delle casse di accumulo devono sboccare allaperto. 2.1.3 Casse di accumulo

1.1.1 La rimozione di prodotti oleosi deve essere effettuata mediante il convogliamento, prodotto da apposite strutture durante lavanzamento della nave, degli strati superficiali dellacqua inquinata in vasche di separazione e/o mediante la raschiatura di cinghie mobili o dischi rotanti fatti agire sulla pellicola di sostanza oleosa e/o mediante laspirazione di pompe galleggianti operanti sulla superficie del mare. Metodi alternativi, equivalenti a quelli suddetti, devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ.

Le casse di accumulo devono essere ubicate a poppavia della paratia di collisione. 2.1.4 Contenitori cisterna mobili amovibili

Qualora le sostanze oleose siano raccolte in contenitori cisterna mobili sistemate sul ponte di coperta, lubicazione di tali casse deve essere tale da soddisfare le prescrizioni specificate in Sez 5, [2] relative agli sfoghi gas.

2.2
2.2.1

Luoghi pericolosi
(1/7/2002)

1.2
1.2.1

Definizioni
Casse di accumulo

I luoghi pericolosi sono quelli indicati in Sez 4, [3] e Sez 4, Tab 1.

Le casse di accumulo sono casse destinate alla raccolta delle sostanze oleose rimosse previa separazione dallacqua di mare. 1.2.2 Casse di sedimentazione

2.3
2.3.1

Accessi a locali sicuri


(1/7/2002)

Vedere le disposizioni di cui in Sez 4, [3.1.3].

Le casse di sedimentazione sono casse destinate alla raccolta delle acque inquinate e alla successiva separazione delle sostanze oleose.

3
3.1

Stabilit
Stabilit della nave allo stato integro
Generalit

2
2.1

Sistemazione generale
Segregazione degli spazi destinati alla raccolta delle sostanze oleose
Casse

3.1.1

Devono essere soddisfatte le specifiche prescrizioni relative alla stabilit di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2 per le condizioni di caricazione definite nel fascicolo di stabilit e assetto.

2.1.1

3.2
3.2.1

Stabilit in condizioni di falla


Generalit

Le casse di accumulo devono essere separate mediante intercapedine, o spazio equivalente, dal locale macchine e dai locali di alloggio e di servizio. Casse per combustibile, casse di sedimentazione, casse per acqua di zavorra, o per liquido schiumogeno o disinquinante, depositi di apparecchiature per la rimozione della sostanza oleosa e locali pompe sono considerati equivalenti ad una intercapedine. Tale intercapedine non richiesta tra i locali suddetti e le casse di sedimentazione. Nel caso di casse contenenti liquido schiumogeno aventi una paratia in comune con le casse di accumulo o con le casse per nafta o per liquidi disperdenti, i dimensionamenti di tali paratie e delle relative saldature devono essere adeguatamente aumentati.

Le navi di lunghezza maggiore di o uguale a 80 m devono soddisfare le specifiche prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, App 3.

4
4.1

Carichi di progetto
Rimozione delle sostanze oleose ed erogazione di eventuali liquidi disperdenti

4.1.1 Devono essere considerati i carichi in acqua tranquilla ed inerziali indotti, in fase operativa, dalle apparecchiature e/o dai dispositivi installati per la rimozione delle sostanze oleose e lerogazione di eventuali liquidi disperdenti sulle strutture dello scafo.

552

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 17, Sez 2

5
5.1

Dimensionamenti dello scafo


Casse di accumulo

7
7.1

Costruzione e prove
Prove

5.1.1 Il dimensionamento strutturale di eventuali casse di accumulo costituite da contenitori cisterna mobili deve essere considerato nei singoli casi dalla Societ.

7.1.1

6
6.1

Altre strutture
Sistemazione delle aperture nello scafo e nelle sovrastrutture

Attrezzature per la rimozione delle sostanze oleose A costruzione ultimata deve essere effettuata una prova di tutte le attrezzature previste per la rimozione delle sostanze oleose allo scopo di verificare: la sicurezza contro gli incendi e le esplosioni durante le operazioni di rimozione, conservazione a bordo, trasporto e discarica delle sostanze oleose disperse sulla superficie del mare, ladeguatezza della robustezza strutturale ai carichi indotti dalle attrezzature usate durante le operazioni di rimozione delle sostanze oleose.

6.1.1 I finestrini di locali sicuri prospicienti gli spazi pericolosi, se non del tipo a luce fissa, devono essere tali da assicurare unefficiente chiusura stagna ai gas.

Regolamenti RINA 2005

553

Parte E, Cap 17, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Nota 1: Il locale pompe delle navi con notazione di servizio oil recovery ship di meno di 500 ton di stazza lorda pu essere prosciugato per mezzo di una pompa a mano con un diametro di aspirazione non inferiore a 50 mm.

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per le navi con notazione di servizio oil recovery ship relative a: impianti di macchina, impianti di pompe e tubolature per le sostanze oleose recuperate, casse.

2.2

Impianto di raffreddamento ad acqua di mare

2.2.1 Una delle aspirazioni dellimpianto di raffreddamento ad acqua di mare (vedere Parte C, Cap 1, Sez 10, [10.7.1]) deve essere sistemata nella parte bassa dello scafo.

1.2

Documenti da inviare

2.3

Impianto destinzione incendi ad acqua

1.2.1 Devono essere inviati i disegni elencati in Tab 1.

1.3
1.3.1

Definizioni

2.3.1 Le prese a mare che alimentano le pompe dellimpianto destinzione incendi ad acqua devono essere sistemate il pi in basso possibile.

Zone pericolose per la possibile presenza di gas I luoghi e le zone pericolosi per la possibile presenza di gas sono definiti in Sez 2, [2.2.1]. 1.3.2 Casse daccumulo e di decantazione Le casse daccumulo e di decantazione sono definite in Sez 2, [2.1.1].

2.4
2.4.1

Impianti dei gas di scarico

Macchinari e tubolature non adoperati per il recupero dei prodotti petroliferi


Impianto di sentina

a) Le tubolature dei gas di scarico dai motori, turbine a gas, caldaie e inceneritori devono essere portate in una posizione sicura da gas il pi alto possibile sul ponte e devono essere dotate di dispositivo parascintille. b) Qualora la distanza fra le tubolature di scarico dei suddetti macchinari e le zone pericolose sia minore di 3 m, gli scarichi devono essere sistemati in una posizione: vicina alla linea di galleggiamento se raffreddata mediante iniezione dacqua, o al di sotto della linea di galleggiamento negli altri casi.

2.1

2.1.1 Devono essere previste sistemazioni per esaurire il locale pompe delle sostanze oleose recuperate per mezzo di pompe meccaniche o eiettori di sentina.

Tabella 1 : Documenti da inviare (1/7/2002)


N. 1 2 3 4 (1) (2) A/I (1) I A A I Documento (2) Piano generale dellimpianto per il recupero di sostanze oleose e specifiche di tutte le apparecchiature relative Schema dellimpianto di pompe e di tubolature delle sostanze oleose recuperate Sistemazione degli sfoghi gas delle casse Procedure e condizioni limite per il recupero delle sostanze oleose, il trasferimento del carico, la pulizia delle casse, la degassificazione e la zavorra

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia Gli schemi devono comprendere anche, se applicabile, gli impianti di comando e controllo (locali ed a distanza) e gli impianti dautomazione

554

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 17, Sez 3

2.5

Prescrizioni addizionali per gli impianti di macchine in zone pericolose per la possibile presenza di gas

mulo, contemporaneamente al recupero delle sostanze stesse.

3.2
2.5.1 Deve essere prestata attenzione al rischio dignizione nelle zone pericolose per la possibile presenza di gas a causa di scintille originate da: formazione di elettricit statica, o attrito fra parti in movimento. 2.5.2 Entro le zone pericolose per la possibile presenza di gas non permessa alcuna parte con una temperatura superficiale maggiore di 220 C. 2.5.3 Qualora siano prese precauzioni contro il rischio dignizione, pu essere permessa linstallazione di motori a combustione interna in zone aperte pericolose per la possibile presenza di gas di tipo 2 in base a considerazioni speciali della Societ. 3.2.1

Sistemazione degli impianti di tubolature e locali pompe


Impianti di tubolature

a) Gli impianti di tubolature per la movimentazione delle sostanze oleose recuperate non deve passare attraverso: locali di alloggio, locali macchine, locali di servizio, altri spazi chiusi sicuri da gas. Tuttavia, parti di tubi di costruzione interamente saldata, comprese flange ed accessori possono essere accettati negli spazi chiusi sicuri da gas, eccettuati i locali di alloggio. b) Qualora il trasferimento delle sostanze recuperate entro le casse daccumulo sia eseguito mediante manichette flessibili o tubolature mobili, possono essere adoperate esclusivamente collegamenti adeguati. Piccoli boccaportelli non sono permessi. 3.2.2 Locali pompe

Impianti di pompe, tubolature e locali pompe per le sostanze oleose recuperate


Progetto degli impianti di pompe e tubolature
Generalit

3.1
3.1.1

a) I locali pompe che contengono le pompe per la movimentazione delle sostanze recuperate sono soggetti alle prescrizioni nel Capitolo 7 per i locali pompe delle navi con notazione di servizio oil tanker. b) Per lesaurimento dei locali pompe, vedere [2.1.1]. c) Per la ventilazione dei locali pompe, vedere Sez 5, [2].

a) Devono essere applicate le prescrizioni pertinenti in Cap 7, Sez 4, [3] e Parte C, Cap 1, Sez 10. b) Eccetto quando altrimenti permesso dalla Societ, gli impianti di pompe e tubolature per le sostanze oleose recuperate devono essere indipendenti dagli altri impianti di pompe e tubolature della nave. c) Le tubolature devono essere permanentemente installate. Tuttavia, luso di pompe portatili pu essere permesso subordinatamente a considerazioni speciali da parte della Societ. 3.1.2 Impianti per il recupero delle sostanze oleose Il recupero delle sostanze oleose pu essere ottenuto: convogliando entro casse di separazione con opportuni impianti lo strato superficiale dellacqua inquinata raccolto mediante il movimento in marcia avanti della nave, e/o schiumando la pellicola di sostanza oleosa mediante cinture mobili o dischi rotanti, e/o mediante pompe con aspirazione galleggiante funzionanti sulla superficie del mare. Metodi alternativi saranno oggetto di considerazione speciale da parte della Societ. Impianti per lo scarico dei residui di sostanze oleose Le navi con casse daccumulo strutturali devono essere equipaggiate con un impianto che permetta lo scarico in stazioni di ricezione a terra o su una nave appoggio dei residui delle sostanze oleose contenute nelle casse daccu3.1.3

4
4.1

Casse daccumulo e decantazione


Generalit

4.1.1 La sistemazione delle casse daccumulo e di decantazione soggetta alle prescrizioni in Sez 2, [2.1.1].

4.2

Sfoghi gas

4.2.1 Casse di decantazione Gli sfoghi gas delle casse di decantazione devono avere: adeguate reti metalliche tagliafiamma, e dispositivi di chiusura in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9.1]. 4.2.2 Casse daccumulo

a) Gli sfoghi gas delle casse daccumulo devono essere portati allaperto almeno 2 m al di sopra del ponte di coperta e devono essere sistemati ad almeno 5 m di distanza da fonti dignizione, aperture dei locali di alloggio ed altri spazi sicuri e da prese daria per gli impianti di ventilazione di locali di alloggio, locali macchine ed altri spazi sicuri nei quali potrebbero essere presenti fonti dignizione. b) Le aperture degli sfoghi gas verso laperto devono essere sistemate in modo da permettere un flusso diretto verso lalto e devono avere:

Regolamenti RINA 2005

555

Parte E, Cap 17, Sez 3

reti metalliche tagliafiamma di materiale resistente alla corrosione facilmente smontabili per la pulizia, e dispositivi di chiusura in accordo con le prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [9.1].

4.3.2

Dispositivi di controllo del rigurgito

a) Le casse daccumulo devono avere un allarme di alto livello, un impianto di controllo del rigurgito o mezzi equivalenti per impedire che il liquido salga nei tubi di sfogo gas. b) Lallarme di alto livello deve essere di un tipo approvato dalla Societ e deve azionare un allarme ottico e acustico nella stazione di controllo.

4.3
4.3.1

Indicatori di livello e dispositivi di controllo del rigurgito


Indicatori di livello

a) Le casse daccumulo devono avere tubi sonda o altri indicatori di livello di un tipo approvato dalla Societ. b) I tubi sonda nelle casse daccumulo devono terminare allaria aperta.

4.4

Impianti di riscaldamento

4.4.1 Gli impianti di riscaldamento sistemati nelle casse daccumulo sono soggetti alle prescrizioni in Cap 7, Sez 4, [2.6].

556

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 17, Sez 4

SEZIONE 4

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.3 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa senza ritorno attraverso lo scafo salvo: a) i circuiti a sicurezza intrinseca collegati a massa ed a soddisfazione della Societ i seguenti altri impianti; b) alimentazioni, circuiti di comando e di strumentazione in luoghi non pericolosi, se ragioni tecniche o di sicurezza non consentono limpiego di sistemi senza collegamenti a massa, purch la corrente attraverso lo scafo in condizioni normali e di guasto sia limitata a non pi di 5 A; o c) impianti collegati a massa, purch qualunque possibile corrente di scafo risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso; o d) se limpianto di distribuzione si estende a spazi lontani dal locale macchine, devono essere previsti trasformatori di isolamento o altri mezzi adeguati. 2.1.4 Non sono ammesse connessioni a massa di parti in tensione di sistemi di distribuzione isolati eccetto che: a) attraverso un dispositivo per la verifica dello stato di isolamento b) attraverso componenti usati per la soppressione delle interferenze nei circuiti radio.

1.1.1 Le norme della presente Sezione si applicano in aggiunta a quelle contenute in Parte C, Capitolo 2 alle navi per il recupero di sostanze oleose dalla superficie del mare.

1.2

Documentazione da inviare

1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta in Parte C, Cap 2, Sez 1, [2.1.1], la seguente deve essere inviata per approvazione: a) Piano dei luoghi pericolosi b) Documenti che specifichino i tipi di cavi e le caratteristiche di sicurezza delle apparecchiature elettriche installate nei luoghi pericolosi.

2
2.1

Norme di progetto
Impianti di alimentazione

2.1.1 Sono ammessi i seguenti impianti di generazione e di distribuzione dellenergia elettrica: a) a corrente continua: a due conduttori isolati b) a corrente alternata: monofase a due conduttori isolati trifase a tre conduttori isolati. 2.1.2 Non sono ammessi impianti con collegamento a massa e ritorno attraverso lo scafo salvo i seguenti a soddisfazione della Societ: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione e collegati a massa localmente, come i sistemi di avviamento e di accensione dei motori a combustione interna, purch qualsiasi possibile corrente risultante non fluisca direttamente attraverso un qualsiasi luogo pericoloso c) dispositivi per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente circolante non superi 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli.

2.2

Dispositivi per la verifica dello stato di isolamento

2.2.1 I dispositivi per il controllo continuo dello stato di isolamento verso massa di tutti i sistemi di distribuzione, devono anche controllare tutti i circuiti, eccetto quelli a sicurezza intrinseca, collegati ad apparecchiature in luoghi pericolosi o che attraversano tali luoghi. I dispositivi devono fornire una segnalazione di allarme ottica ed acustica, in una postazione presidiata, in caso di livello di isolamento eccessivamente basso.

Spazi pericolosi e tipi di apparecchiature


Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi

3.1

3.1.1 Le apparecchiature elettriche specificate in Tab 1 possono essere installate nei luoghi pericolosi ivi indicati.

Regolamenti RINA 2005

557

Parte E, Cap 17, Sez 4

Tabella 1 : Apparecchiature elettriche permesse nei luoghi pericolosi per navi adibite al recupero di sostanze oleose dalla superficie del mare
Luoghi pericolosi N. Zona 0 1 Spazi Descrizione Casse di accumulo, tubolature ed apparecchiature contenenti la sostanza oleosa rimossa. a) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ia); b) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ia incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. c) apparecchi particolarmente progettati e certificati dallautorit competente per lutilizzo nella Zona 0. Zona 1 2 Intercapedini e locali chiusi o parzialmente chiusi adiacenti o immediatamente sovrastanti le casse di accumulo, a meno che non siano dotati di ventilazione forzata in grado di consentire almeno 20 ricambi daria allora e se hanno caratteristiche tali da garantire lefficacia di tale ventilazione. a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); dispositivi a scafo contenenti i terminali o i passaggi a fasciame per gli anodi o gli elettrodi di un impianto di protezione catodica a corrente impressa, o i trasduttori come quelli per ecoscandagli o solcometri, purch tali dispositivi siano di costruzione stagna ai gas o racchiusi entro una custodia stagna ai gas e non siano adiacenti ad una paratia delle casse di accumulo. La progettazione di tali dispositivi o delle loro custodie e dei mezzi attraverso i quali entrano i cavi, e qualsiasi prova per stabilirne la tenuta stagna ai gas, devono essere a soddisfazione della Societ; Apparecchiature elettriche

k) cavi elettrici attraversanti detti locali. Zona 1 3 Locali ove sono ubicate le pompe per la movimentazione della sostanza oleosa recuperata. Doppi fondi o chiglie canale sottostanti le casse di accumulo. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 2.

Zona 1

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 2.

558

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 17, Sez 4

Luoghi pericolosi N. Zona 1 5

Spazi Descrizione Spazi chiusi o parzialmente chiusi immediatamente sovrastanti i locali pompe per la movimentazione della sostanza oleosa recuperata o sovrastanti le intercapedini verticali adiacenti alle casse di accumulo a meno che non siano separati da detti spazi mediante un ponte stagno ai gas e non siano dotati di ventilazione forzata capace di consentire almeno 20 ricambi daria allora e se hanno caratteristiche tali da garantire lefficacia di tale ventilazione.

Apparecchiature elettriche

a) qualsiasi tipo considerato per la Zona 0; b) apparecchiature di tipo certificato a sicurezza intrinseca Ex(ib); c) semplici apparecchi e componenti elettrici (p.e. termocoppie, fotocellule, estensimetri a resistenza elettrica, dispositivi di interruzione), inclusi in circuiti a sicurezza intrinseca di categoria ib incapaci di immagazzinare o generare energia elettrica o energia eccedente i limiti stabiliti nelle norme relative. d) apparecchiature certificate a prova di esplosione Ex(d); e) apparecchiature certificate a sovrapressione interna Ex(p); f) apparecchiature certificate a sicurezza aumentata Ex(e); g) apparecchiature certificate incapsulate Ex(m); h) apparecchiature certificate a riempimento di sabbia Ex(q); i) j) apparecchiature certificate a protezione speciale Ex(s); cavi elettrici attraversanti detti spazi.

Zona 1

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 5. Spazi chiusi o parzialmente chiusi ove sono ubicati tubi, valvole o altre apparecchiature per la movimentazione delle sostanze oleose recuperate a meno che non siano dotati di ventilazione forzata capace di consentire almeno 20 ricambi daria allora e se hanno caratteristiche tali da garantire lefficacia di tale ventilazione. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 5. Zone sul ponte scoperto, o spazi parzialmente chiusi situati sul ponte scoperto entro un raggio di 3 m da apparecchiature di recupero delle sostanze oleose, da portelli od altre eventuali aperture delle casse di accumulo e da eventuali pompe per la movimentazione delle sostanze oleose recuperate, se non sistemate in un apposito locale pompe. Zone sul ponte scoperto sovrastanti le casse di accumulo fino ad una altezza di 2,4 m sopra il ponte. Locali chiusi o parzialmente chiusi per pompe galleggianti e relative manichette e per altre attrezzature che similmente possono contenere residui delle sostanze oleose recuperate. Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 5.

Zona 1

Zona 1

Zona 1

Le stesse ammesse per gli spazi descritti in 5.

Regolamenti RINA 2005

559

Parte E, Cap 17, Sez 4

3.1.2 Le apparecchiature elettriche di tipo certificato di sicurezza devono avere al minimo il gruppo di esplosione IIA e la classe di temperatura T3. 3.1.3 Non devono esistere normalmente porte di accesso o altre aperture tra un locale sicuro, quale un locale di alloggio o di servizio, il locale macchina e locali simili, ed un luogo pericoloso. Le porte di accesso possono comunque essere accettate tra tali spazi ed i luoghi pericolosi a patto che: a) i locali sicuri siano dotati di adeguata ventilazione forzata tale da mantenere i locali stessi in sovrapressione rispetto alle zone pericolose

b) le porte di accesso siano: 1) del tipo a chiusura automatica e sistemate in modo da aprirsi verso il locale pi sicuro, in modo tale che esse siano tenute chiuse dalla sovrapressione, con un dispositivo di chiusura automatica in grado di permettere la chiusura delle porte con una inclinazione sfavorevole di 3,5, prive di dispositivi di ritenuta per bloccarle in posizione aperta, o 2) stagne ai gas, tenute chiuse durante le operazioni di recupero delle sostanze oleose dalla superficie del mare fino a quando non venga realizzata la degassificazione, provviste di targhe di avvertimento (istruzioni adeguate devono essere fornite allinterno del manuale di istruzione per le operazioni di recupero delle sostanze oleose).

560

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 17, Sez 5

SEZIONE 5

PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2.1.2 Gli impianti di ventilazione devono essere sistemati in modo tale da evitare la formazione di sacche di gas. 2.1.3 Deve essere prestata attenzione a sistemazioni specifiche di ventilazione imposte a certi spazi, affinch possano essere considerati spazi sicuri. Fare riferimento a Sez 2, [2.2.1].

1.1.1 (1/1/2001) La presente Sezione contiene prescrizioni specifiche per navi con notazione di servizio oil recovery ship relative a: impianti di ventilazione, impianti di rivelazione gas, protezione antincendio ed impianti destinzione incendi. Lapplicazione delle prescrizioni della presente Sezione a navi di stazza lorda inferiore a 500 ton e classificate per navigazione limitata saranno considerate dalla Societ caso per caso.

2.2

Ventilazione dei locali pompe per le sostanze oleose recuperate

1.2

Documenti da inviare

2.2.1 I locali pompe per le sostanze oleose recuperate devono essere provvisti di un impianto di ventilazione meccanica del tipo ad estrazione in grado di fornire almeno 20 ricambi daria allora.
Nota 1: Qualora il locale pompe non sia normalmente presidiato durante le operazioni di movimentazione dei prodotti petroliferi, limpianto di ventilazione meccanica pu essere omesso.

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati nella Tab 1.

1.3
1.3.1

Definizioni

a) I luoghi e le zone pericolosi per la possibile presenza di gas sono definiti Sez 2, [2.2.1]. b) Le casse daccumulo sono definite in Sez 2, [2.1.1].

2.2.2 Le prese daria di ventilazione devono essere sistemate in modo tale da rendere minima la possibilit di ricircolo di vapori pericolosi dalle aperture di scarico della ventilazione stessa. 2.2.3 Le condotte di scarico della ventilazione devono scaricare in alto in luogo sicuro da gas sul ponte di coperta in posizioni distanti almeno 3 m da qualsiasi presa daria di ventilazione ed aperture di locali sicuri da gas. 2.2.4 Devono essere sistemati schermi di protezione sulle prese e gli sbocchi daria della ventilazione con una maglia quadrata di lato non superiore a 13 mm.

2
2.1

Impianti di ventilazione
Generalit

2.1.1 I luoghi pericolosi per la possibile presenza di gas devono avere un impianto di ventilazione indipendente da quelli che servono spazi sicuri da gas.

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 A/I (1) A Documento (2) Schema degli impianti di ventilazione per: spazi pericolosi, compreso il locale pompe locali macchine locali alloggio Specifiche dei rivelatori di gas infiammabili Disegno e specifica degli impianti antincendio fissi e mobili

2 3 (1) (2)

A A

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia Gli schemi devono comprendere anche, quando applicabile, gli impianti di comando e controllo (locali ed a distanza) e gli impianti dautomazione

Regolamenti RINA 2005

561

Parte E, Cap 17, Sez 5

2.2.5 I ventilatori per la ventilazione meccanica devono essere di tipo antiscintilla in accordo con Parte C, Cap 4, Sez 2, [1.4.4]. 2.2.6 Limpianto di ventilazione deve poter essere comandato dal di fuori del locale pompe.

3.2.2

Impianto per la misura dei gas

a) Deve essere previsto un impianto fisso per la rivelazione dei gas infiammabili al fine di controllare la concentrazione dei gas didrocarburi nelle posizioni seguenti: locale macchine, ponti scoperti (uno a prua ed uno a poppa). Esso deve essere in grado di azionare un allarme in plancia (o in altra posizione opportuna) e sui ponti esposti quando la concentrazione dei vapori di idrocarburi o prodotti similari nellatmosfera supera il 30% del pi basso limite di esplosivit della miscela di detti vapori ed aria. b) In aggiunta allimpianto fisso deve essere provvisto a bordo almeno uno strumento portatile per la rivelazione dei gas. 3.2.3 Misura del punto dinfiammabilit

2.3

Ventilazione di locali chiusi pericolosi normalmente diversi dai locali pompe presidiati

2.3.1 I locali chiusi pericolosi normalmente presidiati devono essere provvisti di un impianto di ventilazione meccanica del tipo ad estrazione in grado di fornire almeno 8 ricambi daria allora. 2.3.2 Le prese daria devono essere sistemate ad una distanza non minore di 3 m dagli sbocchi della ventilazione dei locali pompe.

2.4

Ventilazione degli spazi chiusi sicuri adiacenti alle zone pericolose

Lapparecchiatura per la misura del punto dinfiammabilit pu essere portatile.

2.4.1 Gli spazi sicuri adiacenti alle zone pericolose devono essere provvisti di un impianto di ventilazione meccanica in grado di mantenere lo spazio ad una pressione positiva. 2.4.2 Le prese daria per la ventilazione devono essere sistemate in una zona sicura ai gas al di sopra del ponte di coperta il pi lontano possibile dagli sbocchi di ventilazione degli spazi pericolosi per la possibile presenza di gas.

3.3

Protezione strutturale contro lincendio

3.3.1 Le pareti esterne delle sovrastrutture e tughe che racchiudono locali dalloggio, compresi i ponti a sbalzo che sopportano detti locali, devono essere isolati secondo lo standard A-60 per lintera parte prospiciente le zone pericolose per la possibile presenza di gas e per una distanza di 3 m a poppavia o a proravia di dette zone. 3.3.2 I finestrini nelle zone sicure prospicienti zone pericolose per la possibile presenza di gas se non sono di tipo fisso devono essere tali da assicurare unefficace chiusura stagna ai gas. 3.3.3 I finestrini ed i portellini sulle pareti esterne specificate in [3.3.1] devono avere una chiusura interna di acciaio o altro materiale equivalente.

3
3.1

Protezione ed estinzione incendi


Generalit

3.1.1 Le navi con notazione di servizio oil recovery ship sono soggette alle prescrizioni in Parte C, Capitolo 4 per navi da carico, per quanto riguarda la protezione antincendio e lestinzione degli incendi.

3.4

Estinzione incendi

3.2

Punto dinfiammabilit delle sostanze oleose e impianti di misura dei gas


Generalit

3.4.1 Per la protezione delle zone di ponte in corrispondenza delle casse daccumulo, devono essere provviste le seguenti apparecchiature antincendio: due estintori a polvere con una capacit di almeno 50 kg ciascuno, almeno un impianto di estinzione a schiuma portatile. 3.4.2 Limpianto a schiuma deve essere in grado di produrre una copertura di schiuma al di sopra delle casse daccumulo in modo da ridurre efficacemente lemissione dei gas infiammabili.

3.2.1

Qualora, a causa di pericoli dincendio o di esplosione, sia richiesto che la nave debba operare ad una distanza di sicurezza dalla fonte di perdita delle sostanze oleose, deve essere prevista unidonea apparecchiatura per misurare: la concentrazione dei gas infiammabili, il punto dinfiammabilit delle sostanze oleose.

562

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 18

NAVI POSACAVI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI PROTEZIONE ANTINCENDIO

Regolamenti RINA 2005

563

Parte E, Cap 18, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit
Oggetto

Tabella 1
Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) Sez 4

1.1.1 La notazione di servizio cable laying ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.6] pu essere asseganta alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi che sono oggetto del presene Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Rrgolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi posacavi.

Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti Impianti elettrici

Automazione
Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1)

1.2

Tabella riassuntiva

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi posacavi

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi posacavi.

Regolamenti RINA 2005

565

Parte E, Cap 18, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Tabella 1 : Estensione dellavaria


Dimensione dellavaria Longitudinale Estensione dellavaria, in m La minore tra: 1/3 L 2/3 14,5 m La minore di: B/5, 11,5 m, misurata dalla murata verso linterno perpendicolarmente al piano di simmetria a livello del bordo libero estivo Senza limite, misurata dalla linea del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria verso lalto

1.1.1 Le norme della presente sezione si applicano a navi aventi, in generale, uno o pi ponti continui, stive adatte al trasporto di cavi e sovrastrutture che si estendono per la maggior parte della lunghezza della nave. Le principali caratteristiche della nave possono variare in accordo con servizio principalmente effettuato che pu essere come segue: posa (e possibilmente sotterramento) di cavi sottomarini sul fondo del mare, ricupero e riparazione di cavi sottomarini.

Trasversale

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

Verticale

2.1.1 Generalit La stabilit, il bordo libero e il raggio metacentrico o il periodo di rollio devono essere tali da assicurare: soddisfacente tenuta al mare in condizioni di lavoro, una piattaforma di lavoro stabile in modo da facilitare leffettuazione delle operazioni di posa e/o riparazione del cavo. Casse antirollio o alette antirollio di dimensioni adeguate possono essere installate ai fini di soddisfare i requisiti suddetti. 2.1.2 Casse destinate a liquidi di consumo Speciale attenzione deve essere posta alla sistemazione di casse destinate a contenere liquidi di consumo allo scopo di prevenire variazioni di peso durante il servizio che possono provocare eccessivi cambiamenti nellassetto della nave. Allo stesso tempo la distribuzione delle casse di acqua di zavorra deve essere tale da assicurare il miglior assetto della nave, in qualunque condizione di carico, per leffettuazione di tutti i lavori ai quali la nave destinata. 2.1.3 Criteri di stabilit allo stato integro La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e per le condizioni di carico (partenza e arrivo) corrispondenti alla massima immersione deve soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2.

Tabella 2 : Permeabilit
Compartimenti Adatti a magazzini Occupati da alloggi Occupati da macchinari Spazi e casse vuoti Destinati a carico Destinati a liquidi (1) (2) Permeabilit 0,60 0,95 0,85 0,95 0,95 (1) (2)

E permesso un calcolo diretto, ma in nessun caso la permeabilit calcolata deve risultare inferiore a 0,60. La permeabilit delle casse deve essere compatibile con il quantitativo di liquido trasportato.

3
3.1

Dimensionamenti di scafo
Depositi per i cavi

3.1.1 I dimensionamenti netti dei depositi per i cavi devono essere ottenuti mediante calcoli diretti da effettuarsi in accordo con Parte B, Cap 7, App 1, dove i carichi in acqua tranquilla e donda devono essere calcolati per la pi sfavorevole condizione di servizio.

3.2

Collegamento dei macchinari ed equipaggiamenti con la struttura di scafo

2.2

Stabilit in condizioni di falla


3.2.1 I dimensionamenti netti delle strutture in corrispondenza dei collegamenti tra le strutture di scafo e i macchinari ed equipaggiamenti, costituenti la linea di posa o di recupero dei cavi sottomarini, devono essere ottenuti

2.2.1 Applicabilit (1/7/2002) Le navi di lunghezza uguale o superiore a 80 metri devono soddisfare le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 3.

566

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 18, Sez 2

mediante calcoli diretti da effettuarsi in accordo a Parte B, Cap 7, App 1, sulla base dei carichi di esercizio di tali macchinari ed equipaggiamenti, specificati dal Progettista. Nel calcolare tali carichi di esercizio, il Progettista deve tener conto dei carichi inerziali indotti dai movimenti della nave, nella pi sfavorevole condizione di esercizio.

5
5.1

Allestimento di scafo
Armamento marinaresco
Cubie

5.1.1

4
4.1

Altre strutture
Estremit di prora

Le cubie devono essere integrate nella struttura di scafo in modo tale che le ancore non interferiscano con lo svolgimento del cavo. 5.1.2 Pulegge

4.1.1 In generale, un alto bordo libero necessario nella zona prodiera, dove effettuata la maggior parte del lavoro di riparazione, allo scopo di fornire unadeguata sicurezza e protezione contro le onde del mare.

Se vi pericolo che, in condizioni di mare avverso, le pulegge siano soggette a colpi di mare, possono essere adottate soluzioni particolari come ladozione di pulegge di tipo retrattile.

Regolamenti RINA 2005

567

Parte E, Cap 18, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI

1
1.1

Generalit
Propulsione e manovrabilit

amplificatori, il tenditore pu essere del tipo a coppie di ruote di gomma contrapposte, sistemate in serie (vedere Fig 1 (b)) o del tipo a nastri pressori contrapposti (vedere Fig 1 (c)); c) un dinamometro, sistemato di regola tra il verricello principale e le pulegge alle estremit prodiera e poppiera della nave, necessario per la continua e precisa misura del tiro necessario per spostare il cavo teso; d) uno o pi trasportatori, necessari per il percorso del cavo tra il deposito o i depositi di stoccaggio ed il tenditore. Linsieme delle suddette apparecchiature costituisce la cosiddetta "linea di posa o di recupero" dei cavi. In relazione a particolari esigenze desercizio possono essere sistemati a bordo una o pi "linee".

1.1.1 Gli impianti principali di propulsione delle navi posacavi e/o delle navi per la riparazione dei cavi sottomarini devono essere atti a: a) mantenere una velocit adeguata durante le operazioni di trasferimento; b) assicurare una manovrabilit soddisfacente alla velocit determinata dal progettista per le operazioni di posa e/o riparazione di cavi.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 La Tab 1 elenca i documenti che devono essere inviati.

2.2

2
2.1

Sistemazioni per la posa, il recupero e la riparazione dei cavi


Macchinari ed apparecchiature specificamente impiegati sulle navi posacavi

Progetto degli impianti e dei macchinari per la posa, recupero e riparazione dei cavi

2.1.1 Sulle navi posacavi, in relazione al particolare servizio svolto, devono di regola essere installati i macchinari e/o le apparecchiature seguenti: a) un verricello principale, necessario per il recupero o la posa dei cavi. Esso in genere costituito da un tamburo ad asse orizzontale e con la superficie suddivisa in settori (spicchi) mobili e capaci di cedere assialmente, durante lavvolgimento del cavo, al ringrosso degli amplificatori distribuiti lungo il cavo stesso senza arrecare danni a questi ultimi (vedere Fig 1 (a)); b) un tenditore lineare, che, lavorando in unione con il verricello principale e sistemato tra questultimo ed il deposito del cavo, assicuri il giusto tiro, in relazione al tipo di cavo, per una corretta posa od un corretto recupero dello stesso. Per permettere il passaggio degli

2.2.1 In genere il proporzionamento dei componenti di macchinari e delle apparecchiature elencate in [2.1] e, pi in generale, di qualsiasi altro macchinario e/o dispositivo utilizzato per la posa, il recupero o la riparazione dei cavi sottomarini, non sono soggetto alle prescrizioni specifiche di classe. Tuttavia tali macchinari ed apparecchiature devono essere progettati tenendo conto della necessaria robustezza meccanica strutturale scegliendo i materiali idonei per lutilizzo in questione in base ai carichi forniti dal Fabbricante.

2.3

Sicurezza

2.3.1 Le norme del presente Capitolo presuppongono che durante la movimentazione dei cavi siano adottate tutte le precauzioni necessarie per la salvaguardia della sicurezza, tenendo conto dei pericoli derivanti dalluso di macchinari ed attrezzature oggetto di [2.1], e che tali macchinari e attrezzature siano utilizzate in maniera appropriata e da personale competente.

Tabella 1
N. 1 2 3 4 5 (1) A/I (1) I Piano generale degli impianti per la posa dei cavi Carichi di progetto su tutti i componenti dellimpianto posacavi Disegni strutturali di tutti i componenti dellimpianto posacavi, compresi gli ingranaggi, i recipienti in pressione, gli impianti oleodinamici, ecc., come applicabile Particolari dei materiali e delle saldature Basamenti e fissaggio dei macchinari e delle attrezzature alle strutture della nave Documento

I
A A A

A = da inviare allapprovazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia

568

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 18, Sez 3

Figura 1 : Macchinari per la movimentazione dei cavi

(a) Verricello a settori mobili

(b) Tensionatore lineare a ruote gommate

(c) Tensionatore lineare a nastri

2.4

Prove dei macchinari e delle apparecchiature per la posa, ricupero e riparazione dei cavi

nenti, compreso il loro smontaggio, quando ritenuto necessario dal Tecnico che presiede alle prove.

2.4.1 Generalit Le apparecchiature e i macchianri trattati in [2.1] devono essere provati in accordo con le prescrizioni seguenti, con leccezione dei motori primi e degli accumulatori oleodinamici, che possono essere considerati recipienti in pressione, che devono essere collaudati secondo le prescrizioni applicabili nelle varie Sezioni del Regolamento. Prove sui materiali e sui componenti dei macchinari a) In genere richiesto il collaudo dei materiali per la costruzione di alberi, ingranaggi, parti in pressione di pompe e motori oleodinamici, nonch per le lamiere dei basamenti di costruzione saldata. b) Per quanto riguarda le prove meccaniche dei materiali, la Societ potr accettare a sua discrezione un certificato dofficina inviato dal Fabbricante; in tali casi le operazioni di collaudo presenziate dal Tecnico potranno essere limitate allesame visivo esterno, supportato, se ritenuto necessario, da controlli non distruttivi e prove di durezza. 2.4.3 Prove idrostatiche Le parti in pressione devono essere sottoposte a prove idrostatiche in accordo con le prescrizioni applicabili. 2.4.4 Prove dei componenti elettrici Devono essere eseguite le prove prescritte in Capitolo 2 del Regolamento, come applicabile. Parte C, 2.4.2

3
3.1

Prove a bordo
Prove di navigazione

3.1.1 a) Al termine della costruzione, oltre alle prove in mare convenzionali, possono essere richieste, a giudizio della Societ, prove specifiche in relazione al particolare servizio svolto dallunit o alle caratteristiche particolari dei macchinari e delle attrezzature installate a bordo. b) In particolare, per quanto riguarda gli impianti per la propulsione e la manovra, possono essere eseguite prove di evoluzione o di velocit con le sole eliche di manovra o col timone attivo o con varie combinazioni di entrambi. c) Per le navi adibite prevalentemente alla riparazione dei cavi sottomarini, pu essere richiesta una prova di manovrabilit in marcia addietro, o la prova di completa rotazione della nave su se stessa, utilizzando soltanto il timone o i timoni attivi o le eliche trasversali. d) Per le navi dotate di un sistema di posizionamento dinamico, richiesta una prova di mantenimento di una predeterminata postazione o di una rotta prescelta.

3.2
3.2.1

Prove delle apparecchiature

2.4.5 Prove di funzionamento a) Le prove di funzionamento dei singoli macchinari devono essere eseguite, se possibile, nellofficina del Fabbricante; in alternativa dette prove possono essere eseguite a bordo durante le prove richieste dopo linstallazione dei macchinari stessi. b) Durante le prove di funzionamento deve essere controllata la adeguatezza di tutti gli impianti specifici nelle varie condizioni desercizio previste. c) Al completamento delle prove di cui sopra, in base ai risultati, potr essere richiesta lispezione dei compo-

a) Per quanto concerne le sistemazioni appartenenti alle linee di posa, recupero e/o riparazione dei cavi, le prove devono essere effettuate allo scopo di verificare il corretto funzionamento di tutti i relativi macchinari, eseguendo effettivamente il salpamento e la posa di cavi sottomarini, sia lisci che con amplificatori, a diverse velocit della nave e, se necessario, in differenti condizioni meteo-marine. b) Durante le prove suddette, deve essere prestata particolare attenzione affinch i cavi, nella loro movimentazione sia allinterno che allesterno della nave, non vengano mai costretti a raggiungere il minimo raggio di curvatura per essi ammissibile.

Regolamenti RINA 2005

569

Parte E, Cap 18, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE ANTINCENDIO

1
1.1

Depositi dei cavi


Mezzi antincendio

sistemazione, allinterno dei depositi, di un impianto antincendio fisso ad acqua spruzzata o a sprinklers.

1.1.1 In relazione alle eventuali particolari esigenze imposte dai costruttori dei cavi, pu essere anche richiesta la

570

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 19

NAVI PRIVE DI PROPULSIONE PROPRIA

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4

GENERALIT SCAFO E STABILIT IMPIANTI DI MACCHINE PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

Regolamenti RINA 2005

571

Parte E, Cap 19, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.1.1 Alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo pu essere assegnata una delle notazioni seguenti applicabili a unit prive di propulsione propria, come definite in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.9]: notazioni di sevizio barge pontoon pontoon-crane caratteristica addizionale di servizio non propelled. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per unit prive di propulsione propria.

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per unit prive di propulsione propria. Tabella 1 (1/1/2001)
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Impianti di macchine Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1) Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) Sez 4

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per unit prive di propulsione propria

Regolamenti RINA 2005

573

Parte E, Cap 19, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

Simboli
s : Intervallo, in m, dei rinforzi ordinari Fascicolo delle istruzioni relative alla stabilit e allassetto In aggiunta alle informazioni da includersi nel fascicolo delle istruzioni relative alla stabilit specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.1], indicazioni semplificate sulla stabilit, come diagrammi di carico, devono essere inviati alla Societ per approvazione, in modo che i pontoni possano essere caricati in accordo con i criteri di stabilit. 2.1.3 Calcoli di stabilit I calcoli di stabilit possono essere sviluppati in accordo ai seguenti criteri: la spinta di galleggiamento del carico sul ponte deve essere trascurata (a meno che non si tratti di legname saldamente fissato); si devono considerare fattori come lassorbimento di acqua (ad esempio per il legname), lacqua intrappolata nel carico (ad esempio tubi) e le incrostazioni di ghiaccio; nel calcolare lo sbandamento dovuto al vento: - la pressione del vento deve essere costante e in generale essere considerata come agente su una solida massa estendentesi per tutta la lunghezza del carico sul ponte e per unaltezza assunta sopra il ponte, - il centro di gravit del carico deve essere assunto in corrispondenza della met altezza del carico, - il braccio del momento dovuto al vento deve essere preso dal centro del carico sul ponte ad un punto a met dellimmersione; i calcoli devono essere sviluppati in maniera da coprire tutto il campo delle immersioni operative; langolo di allagamento deve essere determinato come langolo al quale simmerge unapertura attraverso cui si possa verificare un allagamento progressivo. Questa non dovrebbe essere unapertura chiusa da un coperchio da passo duomo stagno allacqua ovvero uno sfogo daria munito di chiusura automatica. 2.1.4 Criteri di stabilit allo stato integro I seguenti criteri di stabilit allo stato integro devono essere soddisfatti, per le condizioni di carico specificate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.2]: Larea sottesa dalla curva dei bracci di stabilit fino allangolo di massimo braccio di stabilit non deve essere inferiore a 0,08 m.rad. Langolo dinclinazione statica dovuto ad una pressione del vento uniformemente distribuita pari a 0,54 kPa (velocit del vento 30 m/s) non deve superare un angolo di sbandamento corrispondente a met bordo libero per la condizione di carico relativa, dove il braccio del momento sbandante dovuto al vento misurato 2.1.2

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 Generalit Salvo dove diversamente specificato, le prescrizioni della presente Sezione si applicano a navi con una delle notazioni di servizio barge, pontoon e pontoon-crane. Sono indicate prescrizioni specifiche che si applicano soltanto a unit con notazione di servizio barge o unit con notazione di servizio pontoon o pontoon-crane. Chiatte con caratteristica addizionale di servizio tug combined devono soddisfare anche i requisiti addizionali applicabili in Cap 14, Sez 3. 1.1.2 Caratteristiche principali delle unit senza propulsione Le prescrizioni di questa Sezione sono basate sulle seguenti assunzioni, relative alle principali caratteristiche delle unit prive di propulsione propria: la configurazione strutturale e le proporzioni delle unit prive di propulsione propria sono simili a quelle delle navi con propulsione propria, il carico uniformemente distribuito. I dimensionamenti delle unit prive di propulsione propria di forme e proporzioni dimensionali non comuni ovvero che devono trasportare carichi non uniformemente distribuiti, come contenitori o carichi pesanti concentrati in aree limitate, devono essere considerati dalla Societ caso per caso, tenendo conto dei risultati di calcoli diretti, da effettuarsi in accordo con Parte B, Cap 7, App 1.

2
2.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro per unit con notazione di servizio pontoon o crane-pontoon

2.1.1 Applicabilit Le prescrizioni del presente sotto-Articolo si applicano a unit oceaniche con una delle notazioni di servizio pontoon e pontoon-crane aventi le seguenti caratteristiche: senza equipaggio, aventi un coefficiente di finezza totale non inferiore a 0,9, aventi un rapporto larghezza/altezza maggiore di 3,0, assenza di boccaporte sul ponte eccetto piccoli passi duomo chiusi con coperchi e guarnizioni.

574

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 19, Sez 2

dal centroide della superficie esposta al vento ad un punto a met dellimmersione. Il minimo campo di stabilit deve essere: - 20 per L < 100 m, - 20 - 0,1 (L - 100) per 100 L 150 m, - 15 per L > 150 m.

angolo di sbandamento F, corrispondente allallagamento attraverso aperture non protette definite in Parte B, Cap 3, Sez 3, [3.3.2] (vedere Fig 1), ATOT : area totale, in m.rad, sottesa dalla curva dei bracci di stabilit.

2.2

Criteri addizionali di stabilit allo stato integro per unit con notazione di servizio pontoon-crane

Nella suddetta formula, il braccio sbandante, corrispondente al sollevamento del carico, deve essere ottenuto, in m, dalla seguente formula:
Pd Zz b = ------------------

2.2.1 Applicabilit Le prescrizioni di questo sotto-Articolo si applicano ad unit con notazione di servizio pontoon-crane e specificano i criteri che queste navi devono soddisfare durante le operazioni di sollevamento in aggiunta a quelle in [2.1]. 2.2.2 Criteri di stabilit allo stato integro durante il sollevamento del carico (1/7/2003) Devono essere soddisfatti i seguenti criteri di stabilit allo stato integro: C 15

dove: P d Z z : massa del carico sollevato, in t, : distanza trasversale, in m, del carico sollevato dal piano longitudinale (vedere Fig 1), : massa, in t, della zavorra usata per raddrizzare il pontone, se applicabile (vedere Fig 1), : distanza trasversale, in m, del centro di gravit di Z dal piano longitudinale (vedere Fig 1), : dislocamento, in t, nella condizione di carico considerata.

GZC GZMAX A1 0,4 ATOT : angolo di sbandamento di equilibrio, corrispondente alla prima intersezione fra le curve dei bracci sbandanti e di stabilit, (vedere Fig 1); GZC, GZMAX:definiti in Fig 1, : area, in m.rad, racchiusa tra le curve dei bracci A1 sbandanti e di stabilit, misurata dallangolo di sbandamento C allangolo di sbandamento uguale al minore fra: angolo di sbandamento R della perdita di stabilit, corrispondente alla seconda intersezione tra le curve dei bracci sbandanti e di stabilit (vedere Fig 1), dove: C

Il controllo suddetto deve essere effettuato considerando la pi sfavorevole situazione di sollevamento del carico combinata con la minor altezza metacentrica iniziale GM, corretta in accordo con le prescrizioni di cui in Parte B, Cap 3, Sez 2, [4]. Il bordo libero residuo dell'unit, durante le operazioni di sollevamento, nella condizione pi sfavorevole di stabilit, non deve essre inferiore a 0,30 m. Tuttavia lo sbandamento dell'unit non deve produrre, nei mezzi di sollevamento, carichi superiori a quelli previsti dal fabbricante, e che si prevedano essere in generale: 5 nel piano del picco e 2 nel piano trasversale, nel caso di gru. La posizione verticale del centro di gravit del carico sollevato deve essere assunta in corrispondenza del punto di sospensione.

Regolamenti RINA 2005

575

Parte E, Cap 19, Sez 2

Figura 1 : Sollevamento del carico

bracci sbandanti e di stabilit

GZ MAX

P d A1

GZC

b.cos

angoli di sbandamento

2.2.3

Criteri di stabilit allo stato integro nel caso di improvvisa perdita del carico durante il sollevamento (1/7/2003)

La seguente prescrizione addizionale obbligatoria quando i contrappesi o la zavorra sono necessari o quando ritenuto necessario dalla Societ, tenendo conto delle dimensioni della nave e dei carichi sollevati. Deve essere considerato il caso di una ipotetica perdita del carico durante il sollevamento, dovuta ad una rottura del cavo di sollevamento. In questo caso devono essere soddisfatti i seguenti criteri di stabilit allo stato integro:
A2 ----- 1 A1

: angolo massimo di sbandamento dovuto al rollio, in corrispondenza del quale A3 = A1, da assumersi non superiore a 30 (angolo in corrispondenza del quale si suppone che si sposti il carico sulla coperta) (vedere Fig 2), : angolo massimo di sbandamento di perdita della stabilit, corrispondente alla seconda intersezione tra le curve dei bracci di stabilit e di sbandamento) (vedere Fig 2), : angolo di sbandamento in corrispondenza del quale pu avvenire un progressivo allagamento (vedere Fig 2).

Nelle suddette formule, il braccio sbandante, indotto sull'unit dalla perdita del carico, deve essere ottenuto, in m, dalla formula seguente:
Zz b = ------ cos

2 - 3 20 dove: A1 : area, in m.rad, racchiusa tra le curve dei bracci sbandanti e di stabilit, misurata dall'angolo d'inclinazione 1 all'angolo di sbandamento C (vedere Fig 2), : area, in m.rad, racchiusa tra le curve dei bracci inclinanti e di stabilit, misurata dall'angolo d'inclinazione C allangolo di inclinazione 2 (vedere Fig 2), : angolo di sbandamento di equilibrio durante il sollevamento (vedere Fig 2), : angolo di sbandamento corrispondente al minore tra i due valori R e F, : angolo d'inclinazione di equilibrio, corrispondente alla prima intersezione tra le curve dei bracci di stabilit e di sbandamento (vedere Fig 2),

dove Z, z e sono definiti in [2.2.2].

2.3
2.3.1

Stabilit in condizioni di avaria


Generalit

A2

Non sono richiesti calcoli di stabilit in avaria per le unit prive di propulsione propria.

1 2 C

3
3.1

Principi di progettazione strutturale


Struttura dello scafo
Struttura delle unit con una delle notazioni di sevizio pontoon o pontoon-crane

3.1.1

In generale, le unit con una delle notazioni di servizio pontoon o pontoon-crane devono avere struttura longitudinale.

576

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 19, Sez 2

Figura 2 : Perdita del carico (1/7/2002)


Bracci sbandanti e di stabilit

A2 A3 A1

C 1

30

R Angoli di
sbandamento

A 1 : Area racchiusa tra gli angoli 1 e C A 2 : Area racchiusa tra gli angoli C e 2 A 3 : Area racchiusa tra gli angoli C e 3 A3= A1
3.1.2 Supporti per limmissione in bacino di unit prive di propulsione propria

(nella figura 2 = )
F

Adeguati supporti devono essere previsti sul piano di simmetria longitudinale allo scopo di contrastare i carichi agenti sulla struttura quando le unit prive di propulsione propria sono in bacino. 3.1.3 Travature reticolari sostenenti i carichi sul ponte

nella condizione di chiatta a pieno carico sospesa alla gru, mediante criteri da concordarsi nei singoli casi con la Societ. In ogni caso, in generale, la tensione normale e la tensione a taglio indotte nella trave scafo quando sollevata dalla gru, devono soddisfare le seguenti condizioni: 150/k N/mm2, 100/k N/mm2. 4.1.2 Unit con notazione di servizio pontoon trasportanti carichi speciali

Se vengono usate travature reticolari come sostegno dei carichi sul ponte, costituite da anguille e paramezzali in unione con puntelli e diagonali, le diagonali devono, in generale, avere angoli dinclinazione con lorizzontale di circa 45 e area della sezione trasversale uguale a circa il 50% di quella dei puntelli adiacenti.

3.2
3.2.1

Apparecchiature di sollevamento
Posizione delle gru e dei picchi di carico durante la navigazione

Per unit con notazione di servizio pontoon destinate al trasporto di carichi speciali, come parti di piattaforme offshore, la robustezza longitudinale della trave scafo deve essere verificata sulla base di criteri da concordarsi nei singoli casi con la Societ. Inoltre, se tali unit sono dotate di sistemazioni per il varo delle strutture suddette, devono essere effettuati calcoli addizionali allo scopo di valutare le tensioni durante le varie fasi di varo della struttura. La Societ pu accettare tensioni pi alte di quelle in [4.1.1], da considerarsi nei singoli casi, tenendo conto delle favorevoli condizioni di mare e meteorologiche durante il varo. 4.1.3 Unit con notazione di servizio pontooncrane

Per unit con la notazione di servizio pontoon-crane il braccio della gru o la struttura del picco di carico devono essere abbassati ed efficientemente assicurati alla chiatta durante il viaggio.

4
4.1

Robustezza della trave scafo


Verifica a snervamento
Piccole unit prive di propulsione propria sollevate da gru

4.1.1

Per piccole unit prive di propulsione propria che devono essere imbarcate per mezzo di gru a bordo di navi, la robustezza longitudinale della trave scafo deve essere verificata,

Per unit con notazione di servizio pontoon-crane aventi lunghezza maggiore di 65 m, la robustezza longitudinale della trave scafo deve essere verificata per il caso in cui le apparecchiature di sollevamento, come gru o picchi di carico, siano in funzione, tenendo conto delle varie condizioni di carico contemplate, sulla base di criteri da concordarsi nei singoli casi con la Societ.

Regolamenti RINA 2005

577

Parte E, Cap 19, Sez 2

5
5.1

Dimensionamenti di scafo
Generalit

5.1.3

5.1.1

Spessori minimi netti di unit con notazione di servizio barge trasportanti carichi liquidi Per unit con notazione di servizio barge trasportanti carichi liquidi entro cisterne, gli spessori netti del fasciame delle cisterne del carico devono essere non minori dei valori di cui in Tab 1. Tabella 1 : Spessori netti minimi dei fasciami
Fasciami Ponti, fianchi, fondo, cielo del doppio fondo, paratie, travi rinforzate nella zona del carico Spessori netti minimi, in mm Per L 45m, il maggiore tra: - (4,1 + 0,060 L)k0,5 - 2,8 + 0,060 L Per 45m < L 200m, il maggiore tra: - (5,9 + 0,023 L)k0,5 - 4,5 + 0,023 L Per L > 200m, il maggiore tra: - (8,6 + 0,009 L)k0,5 - 7,2 + 0,009 L Per L 200m, il maggiore tra: - 11,3 s k0,5 - 11,3 s - 1,4 Per 200m < L < 250m, il maggiore tra: - (11,3 s + 0,026 (L - 200))k0,5 - 11,3 s + 0,026 s (L - 200) -1,4 Per L 250m, il maggiore tra: - 12,6 s k0,5 - 12,6 s - 1,4 Per L 45m, il maggiore tra: - (4,1 + 0,060 L)k0,5 - 2,8 + 0,060 L Per 45m < L 200m, il maggiore tra: - (5,9 + 0,023 L)k0,5 - 4,5 + 0,023 L Per L > 200m, il maggiore tra: - 10,0 k0,5 - 8,6

Dimensionamenti dei fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate Se non installato un timone, nellapplicare le formule in Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8, come applicabile, non necessario assumere L maggiore di 0,97 LG. 5.1.4 Spessore netto del fasciame del ponte di resistenza Entro la zona del carico, lo spessore netto del fasciame del ponte di resistenza deve essere aumentato di 1,5 mm rispetto a quello calcolato in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 oppure Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile.

5.2

Dimensionamenti di scafo di unit prive di propulsione propria con notazione di servizio pontoon munite di sistemazioni e impianti per le operazioni di varo

Ponte di corperta, entro la zona del carico fuori dallo 0,4 L al mezzo

5.2.1 Informazioni addizionali In aggiunta alla documentazione specificata in Parte B, Cap 1, Sez 3, devono essere inviate alla Societ le seguenti informazioni: massima immersione dellunit durante le varie fasi delle operazioni di varo, carichi agenti e loro distribuzione, posizione delle slitte di varo. 5.2.2 Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate Nellapplicare le formule in Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8, come applicabile, T deve essere assunto uguale alla massima immersione durante le diverse fasi del varo e considerando, se del caso, la pressione statica differenziale. 5.2.3 Dimensionamento del ponte I dimensionamenti netti dei ponti devono essere in accordo con Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8, considerando i massimi carichi agenti sulle slitte di varo. Lo spessore netto del fasciame del ponte in corrispondenza delle guide di varo fisse deve essere adeguatamente aumentato se le slitte possono essere spostate in diverse posizioni. I dimensionamenti dei ponti in corrispondenza delle cerniere di rotazione delle slitte e delle zone di estremit relative devono essere ottenuti mediante calcoli diretti, da effettuarsi in accordo con i criteri in Parte B, Cap 7, App 1. 5.2.4 Slitte di varo Le slitte di varo devono essere adeguatamente collegate alle strutture del ponte e sistemate, per quanto possibile, in corrispondenza di paratie longitudinali o almeno di paramezzali.

Lamiere di rinforzi ordinari e altre strutture delle cisterne del carico

Nota 1: k :

coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3].

Per altre strutture o paratie trasversali non formanti delimitazione delle cisterne del carico, i suddetti spessori minimi possono essere ridotti di 1 mm. Nei locali pompe, gli spessori netti dei fasciami dei ponti esposti, paratie longitudinali e relativi rinforzi ordinari e travi rinforzate devono essere non minori dei valori di cui in Tab 1. 5.1.2 Spessore netto minimo di ponti formanti cielo di cisterna Se i ponti di unit prive di propulsione propria formano cielo di cisterna, gli spessori netti minimi di fasciame devono essere non minori di quelli ottenuti dalla Tab 1.

5.3

Dimensionamenti di scafo di unit prive di propulsione propria con notazione di servizio pontoon-crane

5.3.1

Carichi trasmessi dalle apparecchiature di sollevamento Le forze i momenti trasmessi dalle apparecchiature di sollevamento alle strutture della nave, durante le operazioni di

578

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 19, Sez 2

sollevamento oppure durante il viaggio, devono essere ottenute sulla base di criteri da considerarsi nei singoli casi dalla Societ. 5.3.2 Strutture dellunit

Tabella 2 : Rinforzi della zona del fondo piatto a prora - Coefficienti di sicurezza parziali
Coefficienti di sicurezza parziali che coprono incertezze su: Pressione in acqua tranquilla Pressione donda Materiale Resistenza Coefficienti di sicurezza parziali Simbolo S2 W2 m R Fasciame 1,00 1,10 1,02 1,30 Rinforzi ordinari 1,00 1,10 1,02 1,15

Le strutture dellunit, soggette alle forze trasmesse dalle apparecchiature di sollevamento, devono essere rinforzate a soddisfazione della Societ. 5.3.3 Apparecchiature di sollevamento

La verifica del comportamento delle apparecchiature di sollevamento in mare aperto va oltre gli scopi della classificazione. Essa lasciata alla responsabilit del Progettista. Tuttavia, se le prescrizioni in [3.2.1] non possono essere rispettate (per esempio navigare con il braccio della gru o il picco sollevato) oppure se , eccezionalmente, sono previsti viaggi con carico sospeso, il Progettista deve inviare alla Societ per conoscenza la verifica delle apparecchiature di sollevamento durante il viaggio. La Societ pu, su richiesta specifica, controllare questi calcoli. Tuttavia, se ritenuto necessario, la Societ si riserva il diritto di controllare questi calcoli anche senza alcuna specifica richiesta.

6.1.4

Dimensionamenti del fasciame e dei rinforzi ordinari

Se TF minore di 0,03 L, i dimensionamenti netti del fasciame e dei rinforzi ordinari della zona del fondo piatto a prora , definiti in [6.1.1], non devono risultare inferiori n a quelli ottenuti in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [2] n a quelli ottenuti da Tab 3. Se TF compresa tra 0,03 L e 0,04 L, i dimensionamenti netti del fasciame e dei rinforzi ordinari devono essere ottenuti per interpolazione lineare fra quelli ottenuti in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [2] e quelli ottenuti da Tab 3. 6.1.5 Rastremazione

6
6.1

Altre strutture
Rinforzi della zona del fondo piatto a prora di unit con una delle notazioni di servizio pontoon e pontoon-crane
Zona da rinforzare

6.1.1

Le strutture della zona del fondo piatto a prora devono essere in grado di sostenere la pressione dinamica dovuta allimpatto del fondo. La zona del fondo piatto a prora si estende: longitudinalmente, sul fondo dallestremit prodiera fino a 0,15 L a poppavia della stessa estremit, ttrasversalmente, su tutto il fondo piatto e le zone adiacenti fino ad unaltezza , dalla linea di costruzione, non inferiore a 2 L, in mm. In ogni caso, non necessario che questaltezza sia maggiore di 300 mm. 6.1.2 Impatto del fondo

Fuori della zona del fondo piatto a prora, i dimensionamenti devono essere gradualmente ridotti fino a raggiungere il valore richiesto per le zone considerate. 6.1.6 Intervallo dei madieri

Nella zona da rinforzare, definita in [6.1.1], lintervallo dei madieri non deve essere maggiore di 0,68 L1/4.

7
7.1

Allestimento di scafo
Armamento marinaresco
Unit prive di propulsione propria che navigano con persone a bordo

7.1.1

La pressione dinamica dimpatto del fondo deve essere considerata se: TF < 0,04 L dove TF la minima immersione prodiera, in m, fra quelle previste per le condizioni operative di zavorra o carico parziale. Se TF minore di 0,025 L, i rinforzi del fondo piatto a prora saranno considerati nei singoli casi dalla Societ. 6.1.3 Coefficienti di sicurezza parziali

Larmamento di ancore, catene e cavi da sistemare a bordo di unit prive di propulsione propria che navigano con persone a bordo deve essere conforme a Parte B, Cap 10, Sez 4, a meno che non sia richiesto diversamente dalla Societ. Le catene per le ancore possono essere sostituite da cavi di acciaio aventi lo stesso carico di rottura. I cavi devono essere collegati alle ancore per mezzo di circa 10 m di catena conforme a Parte B, Cap 10, Sez 4. Unit prive di propulsione propria assistite in maniera continua da un rimorchiatore possono avere una sola ancora, conforme a Parte B, Cap 10, Sez 4, e catene di lunghezza n inferiore al 75% della lunghezza ottenuta in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, n inferiore a 220 m.

I coefficienti di sicurezza parziali da considerare per il controllo dei rinforzi della zona del fondo piatto a prora sono specificati in Tab 2.

Regolamenti RINA 2005

579

Parte E, Cap 19, Sez 2

Unit prive di propulsione propria che navigano con persone a bordo aventi notazione di navigazione sheltered area Per le unit prive di propulsione propria con notazione di navigazione sheltered area, larmamento marinaresco non richiesto ai fini della classificazione. Tuttavia, in questo caso, larmamento marinaresco da sistemare a bordo pu essere ottenuto da Parte B, Cap 10, Sez 4, sulla base del valore del modulo darmamento EN uguale al 50% di quello ottenuto dalle formule applicabili in Parte B, Cap 10, Sez 4, [2]. 7.1.3 Unit prive di propulsione propria che navigano senza persone a bordo Per le unit prive di propulsione che navigano senza persone a bordo, larmamento marinaresco non richiesto ai

7.1.2

fini della classificazione. I dimensionamenti delle ancore, delle catene e dei cavi da sistemare a bordo sono lasciati alla responsabilit del Progettista. 7.1.4 Sistemazioni per il rimorchio Le unit prive di propulsione propria devono essere dotate di idonee sistemazioni per il rimorchio, i cui dimensionamenti sono lasciati alla responsabilit del Progettista. La Societ pu, su richiesta specifica degli interessati, controllare queste sistemazioni e i relativi rinforzi a scafo; a questo scopo, il tiro massimo, per il quale si devono controllare le sistemazioni, deve essere specificato sui disegni.

Tabella 3 : Rinforzi del fasciame e dei rinforzi ordinari della zona del fondo piatto a prora
Elemento

Formula

Valore minimo Spessore netto minimo, da assumere, in mm, non minore n di: t = 0,03L + 5,5 - cE n del minore tra: t = 16 t = 6,3 (s - 0,228 L1/4) + 0,063 L + 3,5 dove s deve essere assunto non minore di 0,182 L1/4 Spessore netto minimo dellanima, in mm, da assumere non inferiore al minore tra:

Fasciame Spessore netto, in mm: W2 p BI t = 13 ,9c a c r s R m --------------Ry

Rinforzi ordinari

Modulo di resistenza netto, in cm3, da assumere come il minore tra: W2 p BI 2 3 s w = R m b ----------------- 1 ----- sl 10 16c P R y 2l S2 T 2 4 w = R m b --------- sl 10 6R y Area al taglio della sezione, in cm2:
W2 p BI sA Sh = 10 R m s --------------- 1 ----- sl Ry 2l

t = 1 ,5L 2

13

lo spessore del fasciame associato.

coefficiente, da assumere uguale a: cE = 1 per L 65 m, cE = 3 - L / 32,5 per 65 m < L < 90 m, cE = 0 per L 90 m, cP : rapporto fra il modulo di resistenza plastico e il modulo di resistenza elastico dei rinforzi ordinari con fasciame associato, da assumere uguale a 1,16 in assenza di pi precise valutazioni, R, m, S2, W2:coefficienti di sicurezza parziali, definiti in Tab 2, pBI : pressione dinamica dimpatto del fondo, definita in Parte B, Cap 9, Sez 1, [3.2]

Nota 1: : cE

580

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 19, Sez 3

SEZIONE 3

IMPIANTI DI MACCHINE

1
1.1

Generalit
Applicabilit

pieno carico e devono essere facilmente accessibili in qualsiasi momento. b) Le pompe a mano devono avere una altezza massima daspirazione non maggiore di 7,30 m. 2.1.4 Dimensioni dei tubi di sentina a) Il diametro interno, in mm, dei tubi di aspirazione di sentina non deve essere minore del diametro ottenuto con la formula seguente:
T d 1 = --------- + 50 100

1.1.1 La presente Sezione contiene prescrizioni relative allimpianto di sentina di unit prive di propulsione propria.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati i documenti elencati nella Tab 1.

2
2.1

Impianto di sentina
Impianti di sentina su navi prive di fonti denergia elettrica
Generalit

essendo: T : la stazza sotto il ponte, in ton b) Quando la nave suddivisa in piccoli compartimenti stagni, non necessario che il diametro di tali aspirazioni sia superiore a 50 mm.

2.1.1

2.2

Impianti di sentina su navi che hanno una fonte denergia elettrica

Qualora non vi siano fonti di energia elettrica a bordo, devono essere sistemate un numero sufficiente di pompe a mano posizionate in maniera tale da permettere un prosciugamento adeguato di tutti i compartimenti della nave. 2.1.2 Sistemazione dellimpianto di sentina

2.2.1 Generalit A bordo delle navi prive di apparato di propulsione, ma dotate di una fonte di energia elettrica devono essere sistemate pompe meccaniche per il prosciugamento dei vari compartimenti della nave. 2.2.2 Sistemazione dellimpianto di sentina Limpianto di sentina soggetto alle prescrizioni da Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.3] a Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.6] applicabile agli spazi in questione con leccezione delle aspirazioni dirette che non sono richieste. 2.2.3 Pompe di sentina Il numero e la portata delle pompe di sentina sono soggetti alle prescrizioni relative in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.7]. 2.2.4 Dimensioni dei tubi di sentina Le dimensioni dei tubi di sentina devono soddisfare le prescrizioni relative in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6.8].

Limpianto di sentina deve essere sistemato secondo uno degli schemi seguenti: a) deve essere sistemata almeno una pompa per ciascun compartimento, b) devono essere sistemate almeno due pompe collegate ad un collettore di sentina. Il collettore deve avere branchetti che permettano di prosciugare ogni compartimento attraverso almeno unaspirazione. 2.1.3 Pompe a mano

a) Le pompe a mano devono essere atte ad essere azionate da posizioni al di sopra della linea di galleggiamento di

Tabella 1 : Documenti da inviare


N. 1 2 3 (1) (2) A/I (1) A A A Schema dellimpianto di sentina Schema dellimpianto centrale dadescamento per le pompe di sentina, se previsto Portata, motori primi e sistemazione delle pompe di sentina Documento (2)

A: da inviare allapprovazione in quadruplice copia I: da inviare per conoscenza in duplice copia Gli schemi devono comprendere anche, se applicabile, gli impianti di comando e controllo (locali ed a distanza) e gli impianto dautomazione

Regolamenti RINA 2005

581

Parte E, Cap 19, Sez 4

SEZIONE 4

PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED ESTINZIONE INCENDI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

propulsione propria che navigano con persone a bordo sono quelli prescritti per le navi a propulsione meccanica. In particolare, per quanto riguarda il contenimento dell'incendio e i mezzi di sfuggita, devono essere soddisfatte, in generale, le seguenti prescrizioni: a) Se il numero delle persone a bordo non supera 12, devono essere soddisfatte le prescrizioni di Parte C, Cap 4, App 1, [3.2], come appropriato. b) Se il numero delle persone a bordo supera 12, ma non supera 50, si applicano le prescrizioni per le navi da carico in Parte C, Capitolo 4, come appropriato. c) Se il numero delle persone a bordo supera 50, ma non supera 200, si applicano le prescrizioni di Parte C, Capitolo 4 come si applicherebbero ad una nave da passeggeri che trasportasse non pi di 36 passeggeri, con adattamenti stabiliti dalla Societ in ogni singolo caso in relazione alle caratteristiche dell'unit priva di propulsione propria in questione. d) Se il numero delle persone a bordo supera 200, si applicano le prescrizioni di Parte C, Capitolo 4 come si applicherebbero ad una nave da passeggeri che trasportasse pi di 36 passeggeri, con adattamenti stabiliti dalla Societ in ogni singolo caso in relazione alle caratteristiche dell'unit priva di propulsione propria in questione.

1.1.1 (1/1/2001) La presente Sezione contiene prescrizioni per la protezione antincendio, la rivelazione e l'estinzione incendi sulle unit prive di propulsione propria.

1.2

Unit prive di propulsione propria che navigano senza persone a bordo

1.2.1 (1/1/2001) Per le unit senza propulsione propria che navigano senza persone a bordo, le sistemazioni strutturali, gli impianti e le apparecchiature ai fini della protezione antincendio, della rivelazione e dell'estinzione incendi formeranno oggetto di particolare considerazione da parte della Societ in ogni singolo caso in relazione alle caratteristiche dell'unit priva di propulsione propria in questione.

1.3

Unit prive di propulsione propria che navigano con persone a bordo

1.3.1 (1/1/2001) Gli impianti, le sistemazioni, i mezzi e gli equipaggiamenti prescritti per la protezione antincendio delle unit senza

582

Regolamenti RINA 2005

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 20

NAVI DA PESCA

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3 SEZIONE 4 SEZIONE 5 SEZIONE 6

GENERALIT SISTEMAZIONE GENERALE DELLA NAVE SCAFO E STABILIT MACCHINARI IMPIANTI ELETTRICI PROTEZIONE ANTINCENDIO

Regolamenti RINA 2005

583

Parte E, Cap 20, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per navi da pesca. Tabella 1
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione incendi (1) Riferimento Sez 2 Sez 3 Sez 4 Sez 5 (1) Sez 6

1.1.1 La notazione di servizio fishing vessel, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.10] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 Le navi, che sono oggetto del presente Capitolo, devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D dei Regolamenti, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per navi da pesca. 1.1.3 (1/7/2003) In alternativa, a richiesta delle parti interessate, la Societ applica il Protocollo IMO 1993 di Torremolinos e la Convenzione Internazionale di Torremolinos per le navi da Pesca del 1977, cos come emendata dal relativo Protocollo di Torremolinos del 1993, a quelle navi che sono soggette a detta Convenzione Internazionale.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per navi da pesca

Regolamenti RINA 2005

585

Parte E, Cap 20, Sez 2

SEZIONE 2

SISTEMAZIONE GENERALE DELLA NAVE

1
1.1

Progetto della sistemazione generale


Sistemazione delle paratie
Generalit

cassa valvola sia fissata alla paratia dal lato interno al gavone di prora. Se la paratia di collisione si estende al di sopra del ponte di lavoro, sono ammesse aperture sopra il ponte di lavoro purch munite di mezzi di chiusura stagni alle intemperie. 1.1.5 Aperture nelle paratie stagne

1.1.1

Le navi da pesca devono avere almeno le seguenti paratie stagne trasversali: una paratia di collisione, una paratia del gavone di poppa, due paratie delimitanti il locale macchine su navi con le macchine a centro nave, e una paratia a proravia del locale macchine su navi con le macchine a poppa. 1.1.2 Posizione delle paratie di collisione

Il numero delle aperture nelle paratie stagne deve essere tenuto al minimo compatibile con il progetto e un corretto esercizio della nave. Se necessario attraversare le paratie stagne e i ponti interni con accessi, tubolature, condotte di ventilazione, cavi elettrici, ecc., si devono provvedere sistemazioni ai fini di mantenere lintegrit della tenuta stagna e strutturale.

Per navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m, la paratia di collisione deve essere posta ad una distanza dalla perpendicolare avanti FPLL non inferiore al 5% della lunghezza LLL della nave e non superiore all 8% di LLL. Per navi di lunghezza inferiore a 45 m la paratia di collisione deve essere posta ad una distanza dalla perpendicolare avanti FPLL non inferiore al 5% della lunghezza LLL della nave e non superiore al 5% della lunghezza LLL + 1,35 m. In nessun caso questa distanza deve essere inferiore a 2 m. Se parte della nave sotto al galleggiamento si prolunga a proravia della perpendicolare avanti, per esempio una prora a bulbo, le suddette distanze, in m, devono essere misurate da un punto: a met lunghezza di tale prolungamento; ovvero ad una distanza pari all1,5% della lunghezza LLL della nave a proravia della perpendicolare avanti, nel caso in cui questa distanza sia minore. 1.1.3 Altezza delle paratie stagne trasversali

1.2

Intercapedini

1.2.1 Devono essere sistemate intercapedini fra i compartimenti destinati a contenere idrocarburi liquidi (olio combustibile, olio lubrificante) e quelli destinati allacqua dolce o allacqua dalimento caldaia. 1.2.2 Intercapedini separanti casse di combustibile liquido da casse dolio lubrificante e tali casse da quelle destinate al trasporto di acqua dolce o acqua dalimento caldaia possono non essere richieste se lottemperanza a tale richiesta viene ritenuta dalla Societ non praticamente realizzabile o non ragionevole in relazione alle caratteristiche e alle dimensioni di tali casse, purch: lo spessore delle lamiere della parete comune a casse adiacenti sia aumentato di 1 mm rispetto a quello ottenuto in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1, il collaudo strutturale delle casse sia effettuato con un battente aumentato di 1 m rispetto a quello specificato in Parte B, Cap 12, Sez 3, [2]. 1.2.3 Spazi destinati al trasporto di liquidi infiammabili devono essere separati dagli alloggi e dai locali di servizio per mezzo di intercapedini. Quando gli alloggi e i locali di servizio sono sistemati immediatamente sopra tali spazi, lintercapedine pu essere omessa soltanto quando il ponte non presenta aperture per laccesso ed rivestito con uno strato di materiale riconosciuto adatto dalla Societ. Lintercapedine pu essere omessa anche quando tali spazi sono adiacenti a passaggi, subordinatamente alle condizioni di cui in [1.2.2] per non sistemare intercapedini tra casse dolio combustibile e casse dolio lubrificante.

Le paratie di cui in [1.1.1] devono essere stagne fino al ponte di lavoro. 1.1.4 Aperture nella paratia di collisione

Non sono ammesse aperture nella paratia di collisione sotto il ponte di lavoro. Se necessario attraversare la paratia di collisione con tubi, si devono provvedere sistemazioni ai fini di mantenere lintegrit della tenuta stagna e strutturale, con valvole idonee manovrabili da sopra il ponte di bordo libero, la cui

586

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 3

SEZIONE 3

SCAFO E STABILIT

Simboli
x, y, z : Coordinate X, Y e Z, in m, del punto di calcolo rispetto al sistema di coordinate di riferimento definito in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4] : Coefficiente dipendente dal materiale per lacciaio, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3] : Pressione sul fondo di progetto, in kN/m2, per navi di lunghezza inferiore a 65 m, da ottenersi con la seguente formula:
p E = 5L 1 3 1 ( T z ) + 10 ( T z ) + p A for z T ---------------2T p E = ( 5L
13

supporto, (ved. Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.2] e Parte B, Cap 4, Sez 3, [4.1]) a seconda di quale applicabile.

k pE

1
1.1

Stabilit
Stabilit allo stato integro

10 + p A ) ----------------------------10 + ( z T )
2

for z > T

1.1.1 Applicabilit La stabilit della nave per le condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.13], con le ipotesi in [1.1.2], deve essere conforme ai requisiti in [1.1.3]. 1.1.2 Ipotesi per il calcolo delle condizioni di carico Le ipotesi per il calcolo delle condizioni di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.13] sono le seguenti: deve esser tenuto conto del peso delle reti da pesca bagnate e del paranco, ecc., sul ponte; deve esser tenuto conto delle formazioni di ghiaccio, quando ci previsto possa verificarsi, in accordo con la Parte B, Cap 3, Sez 2, [6]; in tutti i casi il carico deve essere ipotizzato come omogeneo a meno che ci non sia coerente con la pratica; il carico sul ponte deve essere incluso se tale tipo di caricazione previsto; lacqua di zavorra deve essere normalmente inclusa soltanto se trasportata in casse che siano specialmente destinate a questo scopo. 1.1.3 Criteri di stabilit allo stato integro I criteri generali di stabilit allo stato integro in Parte B, Cap 3, Sez 2, [2] sono da applicare alle navi da pesca di lunghezza uguale a o maggiore di 24 m, eccetto le prescrizioni dei paragrafi b) e c) seguenti. Laltezza metacentrica iniziale GM0 non deve essere inferiore a 0,35 m per navi ad un solo ponte. Laltezza metacentrica GM0 pu essere ridotta a soddisfazione della Societ, ma in nessun caso GM0 deve essere inferiore a 0,15 m per navi con sovrastruttura completa o navi di lunghezza uguale a o maggiore di 70 m. Se sistemazioni diverse dalle alette di rollio sono installate ai fini di limitare langolo di rollio, i criteri di stabilit suddetti devono essere mantenuti in tutte le condizioni operative. 1.1.4 Attenuazioni alle prescrizioni per le navi di lunghezza L < 24 m (1/7/2003) Per navi pontate di lunghezza inferiore a 20 m, quando sia eseguita una prova pratica di stabilit, come previsto in Parte B, Cap 3, Sez 1, [2.2], l'altezza metacentrica iniziale Gm0 deve essere non inferiore a 0,50 m in tutte le le condizioni di carico previste durante l'esercizio della nave.

pA

: Pressione addizionale, in kN/m , per navi di lunghezza inferiore a 65 m, da ottenersi con la seguente formula:
p A = 0, 17L 1, 7x pA = 0 p A = 2, 25 ( x 0, 8L ) per 0 x < 0, 1L per 0,1L x < 0, 8L per 0,8L x L

pD

: Pressione sul fondo di progetto, in kN/m2, per navi di lunghezza inferiore a 65 m, da ottenersi con le seguenti formule:
p D = max ( 10T ; 6 ,6D ) p D = 10T + 2 ,5L
13

per T/D 0 ,5 per T/D < 0 ,5

+ pA

pL

: Pressione di progetto del liquido, per navi di lunghezza minore di 65m, da assumersi uguale al maggiore tra i valori ottenuti in kN/m2 , dalle seguenti formule:
p L = 10 [ ( h a + z TOP ) z ] 2 p L = 10 -- ( z AP z ) 3

ha

zTOP zAP s

: Distanza da ottenersi in m dalla formula seguente: ha = 1+0,05(L-50) da non assumersi minore di 1m : Coordinata Z, in m, dal punto pi alto della cassa nella direzione z : Coordinate Z, in m, della sommit dello sfogo daria nella cassa nella direzione z : Lunghezza, in m, del lato pi corto del pannello di lamiera o intervallo, in m, dei rinforzi ordinari ovvero delle travi rinforzate, a seconda di quale applicabile : Lunghezza, in m, del lato pi lungo del pannello di lamiera ovvero campata, in m, dei rinforzi ordinari, misurata tra le travi di supporto, oppure campata, in m, delle travi rinforzate di

Regolamenti RINA 2005

587

Parte E, Cap 20, Sez 3

Per navi non pontate, il bordo libero residuo, dal lato dello sbandamento dovuto ad una prova pratica di addensamento, deve essere non inferiore a 0,20 m. Per navi di lunghezza inferiore a 24 m, le prescrizioni relative alle curve dei bracci di stabilit non devono essere soddisfatte; in ogni caso, per navi di lunghezza superiore a 20 m, la prova di inclinazione deve essere eseguita e deve essere predisposto il fascicolo contenente le istruzioni al Comandante sulla stabilit. 1.1.5 Effetto del forte vento e del rollio (criterio meteorologico)

2.2
2.2.1

Rampa poppiera
Fasciame della rampa poppiera e della parte inferiore del fianco della stessa

Lo spessore netto del fasciame della rampa poppiera e della parte inferiore della stessa deve essere aumentato di 2 mm rispetto a quello calcolato in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 2, [3] per il fasciame del fianco con le stesse dimensioni del pannello di lamiera. Il suddetto spessore netto deve comunque essere non minore di 11 mm. 2.2.2 Fasciame della parte superiore del fianco della rampa poppiera

Le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2, [3] devono essere soddisfatti da: navi da pesca di lunghezza maggiore di od uguale a 45 m, navi da pesca di lunghezza compresa fra 24 m e 45 m, con i valori della pressione del vento definiti in Tab 1, in funzione della distanza verticale h, in m, misurata dal centro dellarea proiettata sul piano verticale del profilo sopra il galleggiamento della nave dal galleggiamento stesso. Tabella 1 : Valori della pressione del vento
Distanza verticale h, in m 1 2 3 4 5 6

Lo spessore netto del fasciame della parte superiore del fianco della rampa poppiera deve essere non minore del valore calcolato in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 2, [3] per il fasciame del fianco con le stesse dimensioni del pannello di lamiera.

Dimensionamenti di scafo di navi aventi lunghezza inferiore a 65 m


Generalit
Applicabilit

3.1
Pressione del vento, in kN/m2

3.1.1
0,316 0,386 0,429 0,460 0,485 0,504

Le prescrizioni da [3.1] a [3.12] si applicano a strutture poste a poppavia della paratia di collisione. Le rimanenti prescrizioni in [3] si applicano ad altri elementi, come specificato. 3.1.2 Riduzione dei dimensionamenti in funzione della notazione di navigazione

1.1.6

Considerazioni sulla formazione di ghiaccio

Le prescrizioni in [3] si applicano ai dimensionamenti strutturali di navi aventi notazione unrestricted navigation. Per navi destinate a navigazione limitata, i dimensionamenti richiesti possono essere ridotti in base alle percentuali specificate in Tab 2, in funzione della notazione di navigazione assegnata alla nave. Tabella 2 : Percentuali di riduzione dei dimensionamenti in funzione della notazione di navigazione
Notazione di navigazione Summer zone 5% 10% 16% Riduzione

Per navi operanti in zone dove previsto accumulo di ghiaccio, le prescrizioni in Parte B, Cap 3, Sez 2, [6] devono essere soddisfatte.

1.2
1.2.1

Stabilit in condizioni di falla


Generalit

Non necessario che venga soddisfatta alcuna prescrizione relativa alla stabilit in condizioni di falla.

Dimensionamenti di scafo di navi aventi lunghezza superiore od uguale a 65 m


Fasciame

Tropical zone Coastal area Sheltered area

2.1

Nota 1: Per telai di poppa, paratie e ponti, si applica una riduzione del 50%.

2.1.1 Lo spessore netto del fasciame del fondo, fianchi e ponte deve essere aumentato di 0,5 mm rispetto a quello calcolato in accordo con Parte B, Cap 7, Sez 1 ovvero Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile.

3.1.3

Dimensionamenti lordi

Tutti i dimensionamenti indicati in [3] sono lordi, cio essi includono i margini per la corrosione.

588

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 3

3.2
3.2.1

Fondo semplice a struttura longitudinale

3.3
3.3.1

Fondo semplice a struttura trasversale

Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 3, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 4, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

Tabella 3 : Dimensionamenti degli elementi del fondo semplice a struttura longitudinale


Elemento Fasciame Rinforzi ordinari Madieri Paramezzali (2) Spessore, in mm (1): t = 7,2 s (Tk)1/2 Modulo di resistenza, in cm3: w = 0,8 sl2 pDk Modulo di resistenza, in cm3: w = s l 2 p Dk Spessore dellanima, in mm: t = 0,06 Lk1/2 + 5,0 per il paramezzale centrale, t = 0,06 Lk1/2 + 4,0 per i paramezzali laterali. Minima area della piattabanda, in cm2: A = 8,0 per il paramezzale centrale, A = 5,0 per i paramezzali laterali. Se considerati come supporto dei madieri, modulo di resistenza, in cm3: w = s l 2 p Dk (1) (2) Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, tale spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, l80% del valore ottenuto da questa formula, ma non meno di 5 mm. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, lo spessore dellanima e larea della piattabanda possono essere gradualmente ridotti in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, l80% del valore ottenuto da queste formule. Minimo spessore dellanima, in mm: t = 6,0 Formule Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 0,06 Lk0.5 + 4,0

Tabella 4 : Dimensionamenti degli elementi del fondo semplice a struttura trasversale


Elemento Fasciame Madieri Spessore, in mm (1): t = 8,5 s (Tk)1/2 Modulo di resistenza, in cm3 (2): w = 0,43 s l2 pDk Spessore dellanima, in mm: t = 10 hW+ 2,0 Spessore dellanima, in mm: per il paramezzale centrale, t = 0,06 Lk1/2 + 5,0 t = 0,06 Lk1/2 + 4,0 per i paramezzali laterali. Minima area della piattabanda, in cm2: A = 8,0 per il paramezzale centrale, A = 5,0 per i paramezzali laterali. Nota 1: : Altezza, in mm, dei madieri sul piano di simmetria da assumere non minore di B/16. hw (1) Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, tale spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, l80% del valore ottenuto da questa formula, ma non meno di 5 mm. (2) Per i rinforzi ordinari posti nella zona del locale macchine, il modulo di resistenza richiesto deve essere aumentato del 40% rispetto a quello ottenuto da questa formula. (3) Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, lo spessore dellanima e larea della piattabanda possono essere gradualmente ridotti in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, l80% del valore ottenuto da queste formule. Formule Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 0,06 Lk1/2 + 4,0

Paramezzali (3)

Regolamenti RINA 2005

589

Parte E, Cap 20, Sez 3

3.4

Fasciame del ginocchio

3.6

3.4.1 Spessore del fasciame del ginocchio Lo spessore del fasciame del ginocchio non deve essere minore di quello del fasciame del fondo o del fianco adiacenti, a seconda di quale il maggiore.

Madieri a telaio in doppi fondi a struttura trasversale


Coste

3.6.1

3.5
3.5.1

Doppio fondo

Il modulo di resistenza delle coste costituenti i madieri a telaio deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: w = 0,8sl2pD dove:

Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 5, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

: campata, in m, dei rinforzi ordinari trasversali costituenti il madiere a telaio (ved. Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.2.2] ).

Tabella 5 : Dimensionamento delle strutture del doppio fondo


Elemento Fasciame del fondo Formula Come specificato in: [3.2] per struttura longitudinale, [3.3] per struttura trasversale. Modulo di resistenza, in cm3: w = 0,8 s l2 pDk Spessore, in mm, il maggiore tra: (1) (2) (3): t = 0,04 Lk1/2 + 5 s + 2 t=1,35s(pLk)1/2 (6) Modulo di resistenza, in mm, il maggiore tra: w = 0,8 s l2 pDk w=0,465sl2pLk (6) Spessore minimo dellanima, in mm: t = 6,0 Spessore minimo dellanima, in mm: t = 6,0 Spessore dellanima, in mm (4):
22B + 25 ( T + 10 ) 0 ,5 t = -------------------------------------------- k + 4 100

Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 0,06 Lk1/2 + 4,0

Rinforzi ordinari del fondo Fasciame del cielo del doppio fondo Rinforzi ordinari del cielo del doppio fondo Paramezzale centrale Paramezzali laterali

Spessore minimo, in mm: t = 5,0

Spessore dellanima, in mm (4): per struttura trasversale:


22B + 25 ( T + 10 ) 0 ,5 t = -------------------------------------------- k + 3 100

Madieri

per struttura longitudinale: t = 0,054 Lk1/2 + 4,5 Spessore minimo dellanima, in mm: t = 6,0

Spessore dellanima, in mm (5):


22B + 25 ( T + 10 ) 0 ,5 t = f s -------------------------------------------- k + 1 100

Nota 1: fs :

(1) (2) (3) (4)

(5) (6)

Coefficiente da assumere uguale a: 1,1 per struttura longitudinale, 1,0 per struttura trasversale. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, tale spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, il 90% del valore ottenuto da questa formula, ma non minore di 5 mm. Per fasciami posti entro la zona del locale macchine, tale spessore deve essere aumentato del 10% rispetto a quello ottenuto con questa formula. Per le lamiere marginali inclinate verso il basso rispetto al fasciame del cielo del doppio fondo, tale spessore deve essere aumentato del 20% rispetto a quello ottenuto con questa formula. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, questo spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di poppa, uno spessore ridotto di 2 mm rispetto al valore ottenuto da questa formula. Per madieri posti entro il locale macchine con struttura trasversale, questo spessore deve essere aumentato di 1 mm rispetto a quello ottenuto con questa formula. Da considerare soltanto per doppi fondi destinati al trasporto di zavorra.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.6.2 Rovesce Il modulo di resistenza delle rovesce costituenti i madieri a telaio deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula:

w = 0,7sl2pD dove:

: come indicato in [3.6.1].

Tabella 6 : Dimensionamenti delle strutture dei fianchi


Elemento Fasciame Formula Spessore, in mm (1): per struttura longitudinale: t = 6,1 s (Tk)1/2 per struttura trasversale: t = 7,2 s (Tk)1/2 Modulo di resistenza, in cm3: per rinforzi ordinari longitudinali: w = 0,675 s l2 pEk per costole (2) :
w = 0 ,75sl p H f c Rk
2

Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 4,0

Rinforzi ordinari

Modulo di resistenza minimo, in cm3: w = 20

Travi rinforzate

Modulo di resistenza, in cm3: inoltre, per travi rinforzate verticali non associate a correnti del fianco, in navi con fianchi a struttura trasversale:
nS h2 B 2 w = 0 ,75s l p E + -------------- k 12

Nota 1: pH :

pre travi rinforzate longitudinali e verticali:


w = KCR sl p H k
2

dp h2

fc R

KCR

nS (1) (2)

Pressione di progetto, in kN/m2, da ottenere dalla seguente formula: pH = pE+0,083h2B Per le costole dinterponte: pH deve essere assunto non minore di 0,37L se lestremit superiore posta sotto il galleggiamento di pieno carico, pH deve essere assunto non minore di 0,23L - 2dP se lestremit superiore posta sopra il galleggiamento di pieno carico e a poppavia della paratia di collisione, pH deve essere assunto non minore di 0,3L se lestremit superiore posta sopra il galleggiamento di pieno carico e a proravia della paratia di collisione. : Distanza verticale, in m, misurata dal ponte di progetto (primo ponte al di sopra della linea di galleggiamento di pieno carico esteso per almeno 0,6L) al ponte al di sopra della costola, : Somma delle altezze, in m, di tutti gli interponti al di sopra del ponte posto in corrispondenza dellestremit superiore della costola, senza assumerla minore di 2,5 m; per gli interponti intesi come ponti alloggi e posti sopra il ponte di progetto (primo ponte al di sopra della linea di galleggiamento di pieno carico esteso per almeno 0,6L) pu essere assunta met dellaltezza; per gli interponti al di sopra di un ponte con struttura longitudinale e supportato da bagli rinforzati pu essere assunta unaltezza uguale a zero, : Coefficiente funzione del tipo di collegamento e del tipo della costola come definiti in Tab 7, : Coefficiente funzione della posizione dei rinforzi ordinari: R = 0,8 per rinforzi ordinari nelle stive e nel locale macchine, R = 1,4 per rinforzi ordinari negli interponti. : Coefficiente da assumere uguale a: KCR = 0,4 per travi rinforzate verticali poste fuori dai locali macchine e non associate a correnti del fianco, in navi con fianchi a struttura trasversale, KCR = 0,5 per travi rinforzate verticali poste dentro i locali macchine e non associate a correnti del fianco, in navi con fianchi a struttura trasversale, K CR = 0,9 negli altri casi. : Numero degli intervalli dei rinforzi ordinari trasversali tra le travi rinforzate verticali. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, tale spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione e a quella del gavone di prova, l80% del valore ottenuto da questa formula, ma non meno di 5 mm. Se la campata la stessa, non necessario assumere un modulo di resistenza della costola dinterponte maggiore di quello della costola sottostante.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.7

Fianchi

nuto dalla formula in [3.7.2]. In ogni caso, tale spessore non deve essere minore di quello del trincarino.

3.7.1 Larghezza della cinta Per navi di lunghezza superiore a 20 m, la larghezza della cinta non deve essere inferiore al valore ottenuto, in mm, dalla formula seguente: b = 500 + 100 D 3.7.2 Fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 6, n dei valori minimi nella stessa Tabella. Tabella 7 : Coefficiente fC
Tipo di collegamento Tipo di costola Costola di stiva Costola dinterponte Costola di stiva o di interponte Costola di stiva o di interponte fC 0,62 0,80 1,20 1,20

3.8
3.8.1

Ponti
Larghezza del trincarino

La larghezza del trincarino deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: b = 800 + 5 L 3.8.2 Dimensionamento minimo dei puntelli pillars

Squadre ad entrambe le estremit


Squadra ad una estremit e senza squadra allaltra Senza squadre ad entrambe le estremit

Lo spessore, in mm, dei puntelli cavi (tubolari o rettangolari) deve essere non minore del maggiore tra 5 mm e d/35, dove d il diametro nominale, in mm, per sezione cava tubolare ovvero il lato maggiore, in mm, per sezione cava rettangolare. Lo spessore, in mm, della piattabanda di puntelli composti deve essere non minore di bf / 36, dove bf la larghezza della piattabanda, in mm. 3.8.3 Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate

3.7.3 Spessore della cinta Per navi di lunghezza maggiore di 20 m, lo spessore della cinta deve essere aumentato di 1 mm rispetto a quello otte-

I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 8, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

Tabella 8 : Dimensionamento delle strutture del ponte


Elemento Fasciame del ponte di resistenza Formula Spessore, in mm (1): t = 5 s + 0,022 Lk1/2 + 2,5 per struttura longitudinale, t = 6 s + 0,026 Lk1/2 + 3,0 per struttura trasversale. Spessore, in mm (1): per struttura longitudinale, il maggiore tra: - t = 5 s + 0,022 Lk1/2 + 1,5 - t = 10 s per struttura trasversale, il maggiore tra: - t = 6 s + 0,026 Lk1/2 + 2,0 - t = 10 s Modulo di resistenza, in cm3: w = 0,45 C1 s l2 (p0 + p1) k Modulo di resistenza, in cm3: w = 0,1 C2 C3 s l2 (p0 + p1) k Momento dinerzia, in cm4: I = 2,5 w l Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 6,0

Fasciame del ponte inferiore e del copertino

Spessore minimo, in mm: t = 5,0

Rinforzi ordinari Travi rinforzate

Nota 1: p 0, p 1 C1 C2 C3

(1)

Pressione di progetto, in kN/m2, definita in Tab 9, Coefficiente, definito in Tab 10 Coefficiente, definito in Tab 11, Coefficiente uguale a: C3 = 1,00 per la zona del ponte di coperta posta a proravia della paratia di collisione, C3 = 0,63 negli altri casi. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 30 m, tale spessore pu essere gradualmente ridotto in modo da raggiungere, alla paratia di collisione, l80% del valore ottenuto da questa formula. : : : :

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Tabella 9 : Pressione del ponte di progetto


Tipo di ponte (2) Ponti posti sotto il ponte di progetto Ponte di progetto Posizione Qualunque Ponte esposto, a proravia dello 0,075L Zona esposta, a poppavia dello 0,075L p0, in kN/m2 10hTD in generale 9 per ponti alloggi 15 11 0 37-dp per travi rinforzate 23 per rinforzi ordinari Anguille e rinforzi ordinari longitudinali: 14 per navi ad un ponte 10 per altre navi Altre strutture: 18 per navi ad un ponte 12 per altre navi 0 0 0 37-dp per travi rinforzate 23-dp per rinforzi ordinari 15,4(T/D0)-dp con 0,7T/D0 0,85 in generale 0 per ponti pi alti p1, in kN/m2

Zona non esposta Ponti posti sopra il ponte di progetto e a cui si estende il fasciame del fianco Zona esposta, a proravia dello 0,075L Zona esposta, a poppavia dello 0,075L Zona non esposta Ponti posti sopra il ponte di progetto e a cui non si estende il fasciame del fianco Zona esposta, a poppavia dello 0,075L Zona non esposta

10hTD in generale 9 per ponti alloggi 15 10 in generale 3 per ponti di riparo 10hTD in generale 9 per ponti alloggi 5 in generale 3 per ponti di riparo 10hTD in generale 9 per ponti alloggi

15,4(T/D0)-dp with 0,7T/D0 0,85 in generale 0 for higher decks

Nota 1: dp : Distanza verticale, in m, misurata dal ponte considerato al ponte di progetto (2), hTD : Altezza dellinterponte, in m, D0 : Distanza verticale, in m, misurata dal ponte di progetto alla linea di costruzione. (1) Per piattaforme e copertini posti nel locale macchine, p0+p1 deve essere non minore di 25 kN/m2. (2) Ponte di progetto: primo ponte al di sopra della linea di galleggiamento di pieno carico esteso per almeno 0,6L.

Tabella 10 : Coefficiente C1
Tipo di rinforzo ordinario Longitudinale Posizione Ponte di resistenza e ponti sottostanti, entro 0,4 L al mezzo Ponte di resistenza, a proravia dello 0,12 L dallestremit avanti Altrove Trasversale Campata singola o terminale Campata intermedia C1 1,44 1,00 0,63 0,56 0,63 Trasversale (baglio rinforzato) Tipo di trave rinforzata Longitudinale (anguilla)

Tabella 11 : Coefficiente C2
Posizione Costituente mastro longitudinale di boccaporta sul ponte di resistenza Altrove Costituente baglio di testa di boccaporta sul ponte di resistenza Altrove C2 7,25 4,75 5,60 4,75

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Dimensionamento dei puntelli soggetti a carico di compressione assiale Larea dei puntelli pieni, tubolari o prismatici, in acciaio avente carico minimo di rottura a trazione entro il campo 400-490 N/mm2, e dei puntelli a sezione cava, in acciaio avente carico minimo di rottura a trazione entro il campo 400-540 N/mm2, soggetti a carico di compressione assiale, deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
0, 7A D p 2 + Q N A = -------------------------------------12, 5 0, 045

3.8.4

Il dimensionamento di puntelli differenti da quelli suddetti deve essere considerato nei singoli casi dalla Societ. 3.8.5 Dimensionamento dei puntelli soggetti a carico assiale di compressione e momenti flettenti Il dimensionamento dei puntelli soggetti a carico assiale di compressione e momenti flettenti deve essere considerato nei singoli casi dalla Societ. 3.8.6 Spessore del trincarino Lo spessore del trincarino deve essere aumentato di 1 mm rispetto a quello ottenuto dalle formule in [3.8.3]. In ogni caso, esso non deve essere minore di quello della cinta. 3.8.7 Fasciame del ponte in corrispondenza degli alberi e delle attrezzature da pesca In corrispondenza degli alberi e delle attrezzature da pesca, lo spessore del ponte deve essere aumentato del 25% rispetto a quello ottenuto dalle formule in [3.8.3]. 3.8.8 Fasciame del ponte protetto da rivestimento in legno o sintetico Lo spessore del fasciame del ponte protetto da rivestimento in legno o sintetico, oppure altre sistemazioni ritenute idonee dalla Societ, pu essere ridotto del 10% rispetto a quello ottenuto dalle formule in [3.8.3]. In ogni caso, esso non deve essere minore di 5 mm.

dove: p2 : pressione di progetto, in kN/m2, da assumere uguale a: il maggiore tra: p2 = 3,0 p2 = 1,3 p1 per puntelli posti sotto aree esposte di ponte, p2 = 0,6 p0, per puntelli posti sotto aree non esposte di alloggi e sopra il ponte di resistenza, p2 = p0, negli altri casi, p0, p1 : pressione di progetto, in kN/m2, definite nella Tab 9 : snellezza del puntello, da ottenere dalla seguente formula: = 100 l / AD QN d : minimo raggio di girazione, in cm, della sezione trasversale del puntello, : area, in m2, della parte di ponte sopportata dal puntello di cui trattasi, : carico dal puntello soprastante, in kN, se installato, o qualunque altro carico concentrato, : diametro nominale, in mm, per le sezioni tubolari cave ovvero il lato maggiore, in mm, per le sezioni rettangolari cave, : larghezza della piattabanda, in mm.

3.9

Paratie di cassa

3.9.1 I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 12, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

3.10 Paratie stagne


3.10.1 Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 13, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

bf

Tabella 12 : Dimensionamento delle paratie di cassa


Elemento Fasciame Rinforzi ordinari Formula Spessore, in mm: t=1,35s(pLk)1/2 Modulo di resistenza, in cm3 (1): w = 0,465sl2pLk Modulo di resistenza, in cm3 w = sl2pLk Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 5,5 Modulo di resistenza minimo, in cm3 w=20,0

Travi rinforzate

(1)

Per rinforzi ordinari senza squadre ad entrambe le estremit, questo modulo deve essere aumentato del 90% rispetto a quello ottenuto da questa formula.

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Tabella 13 : Dimensionamento delle paratie stagne


Elemento Fasciame Rinforzi ordinari Travi rinforzate Formula Spessore, in mm (1): t = 3,8 s (hk)1/2 Modulo di resistenza, in cm3 (2): w = 3 s l2 hBk Modulo di resistenza, in cm3 (3): w = 6 s l2 hBk Valore minimo Spessore minimo, in mm: t = 5,0 Modulo di resistenza minimo, in cm3: w = 10,0

Nota 1: h : distanza verticale, in m, fra il punto pi basso della lamiera e il punto pi alto della paratia. hB : distanza verticale, in m, fra il punto a met campata del rinforzo ordinario e il punto pi alto della paratia. (1) Per il corso pi basso, questo spessore deve essere aumentato di 1 mm rispetto a quello ottenuto da questa formula. (2) Per rinforzi ordinari senza squadre ad entrambe le estremit, questo modulo deve essere aumentato del 90% rispetto a quello ottenuto da questa formula. (3) Per la paratia di collisione, questo modulo deve essere aumentato del 12,5% rispetto a quello ottenuto da questa formula.

t = 0,032 Lk1/2 + 6 Tabella 14 : Dimensionamento delle paratie non stagne


Elemento Fasciame Formula Spessore minimo, in mm: t = 5,0 per paratia agente come puntello, t = 4,0 per paratia non agente come puntello. Modulo di resistenza netto, in cm3: w = 2,65 s l2k per paratia agente come puntello, w = 2,00 s l2 k per paratia non agente come puntello.

senza assumerlo minore di 6,5 mm. A = 0,11 Lk + 5,5 senza assumerla minore di 8 cm2. 3.12.2 I correnti del fianco suddetti possono essere omessi purch lo spessore del fasciame del fianco nella corrispondente zona della nave sia aumentato del 20% rispetto a quello ottenuto dalle formule in [3.7].

Rinforzi verticali ordinari

3.13 Fondo del gavone di prora a struttura longitudinale


3.13.1 Madieri I madieri devono essere sistemati ogni quattro intervalli dossatura e, in generale, con intervallo non maggiore di 2,5 m. I dimensionamenti dei madieri non devono essere minori dei valori ottenuti dalla Tab 15. In nessun caso i dimensionamenti suddetti possono essere minori dei valori ottenuti dalle formule in Parte B, Cap 9, Sez 1, [2.6.2] per le corrispondenti traverse del fianco. 3.13.2 Paramezzale centrale

3.11 Paratie non stagne


3.11.1 Dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate I dimensionamenti del fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate non devono essere minori n dei valori ottenuti dalle formule in Tab 14, n dei valori minimi nella stessa Tabella.

3.12 Collegamento della parte prodiera con le strutture poste a poppavia della paratia di collisione
3.12.1 Se la zona fra 0,15 L dalla perpendicolare avanti e la paratia di collisione a struttura trasversale, devono essere sistemati correnti del fianco in linea con quelli del gavone di prora. Lanima di tali correnti del fianco deve consistere di lamiere intercostali e la piattabanda di una barra piatta continua sopra le travi rinforzate verticali e collegata ad esse. Lo spessore t delle lamiere, in mm, e larea A della barra piatta, in cm2, non devono essere minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:

Se non prevista una paratia sul piano di simmetria, deve essere installato un paramezzale centrale avente un dimensionamento non minore di quello specificato in [3.13.1] per i madieri. Il paramezzale centrale deve essere collegato alla paratia di collisione per mezzo di una grande squadra di estremit. 3.13.3 Paramezzali laterali Paramezzali laterali, aventi un dimensionamento non minore di quello specificato in [3.13.1] per i madieri, devono essere installati, in generale ogni due longitudinali, in linea con i longitudinali del fondo posti a poppavia della paratia di collisione. La loro estensione deve esser compatibile in ciascun caso con le forme del fondo.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.14 Fondo a struttura trasversale del gavone di prora


3.14.1 Madieri I dimensionamenti dei madieri non devono essere minori dei valori ottenuti dalla Tab 15. 3.14.2 Paramezzale centrale Se non prevista una paratia sul piano di simmetria, deve essere installato un paramezzale centrale in accordo con Parte B, Cap 9, Sez 1, [2.4.3].

3.16.3 Strutture di palpitazione Allo scopo di contrastare i carichi di palpitazione, si devono installare strutture orizzontali. Queste strutture devono essere installate ad intervalli in generale non superiori a 1,2 m ed essere costituite da correnti del fianco sostenuti da bagli di palpitazione, in modo da formare una struttura rinforzata ad anello. I bagli di palpitazione, che consistono generalmente in sezioni aventi il lato maggiore sistemato verticalmente, devono essere installati ogni due ossature. 3.16.4 Collegamento fra i bagli di palpitazione, costole e correnti del fianco Ogni baglio di palpitazione deve essere collegato alle traverse del fianco per mezzo di squadre i cui bracci devono essere in generale di lunghezza non minore del doppio dellaltezza del baglio di palpitazione. 3.16.5 Collegamento fra costole e correnti del fianco Le traverse del fianco che non sostengono bagli di palpitazione devono essere collegate ai correnti del fianco per mezzo di squadre aventi lo stesso spessore di quello dei correnti del fianco e bracci che non devono essere di lunghezza inferiore a met della larghezza del corrente del fianco. 3.16.6 Dimensionamento dei bagli di palpitazione Larea AB, in cm2, e linerzia JB, in cm4, della sezione del baglio di palpitazione non devono essere minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule: AB = 0,55 L - 20 JB = 0,37 (0,5 L - 18) bB2 dove: bB : lunghezza del baglio, in m, misurata fra i lembi interni dei correnti dei fianchi ovvero fra il lembo interno del corrente del fianco e qualunque efficace supporto centrale o laterale.

3.15 Fianco a struttura longitudinale del gavone di prora


3.15.1 Traverse del fianco Le traverse del fianco devono essere estese fino al ponte di coperta e le estremit di ciascuna campata devono essere ampiamente avviate in corrispondenza delle traverse del fondo e del ponte. Il modulo di resistenza deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: w = s l2 pEk 3.15.2 Anelli orizzontali Le piattaforme di cui in Parte B, Cap 9, Sez 1, [2.9] possono essere sostituite da strutture equivalenti costituite da anelli orizzontali (correnti rinforzati del fianco, traverse orizzontali rinforzate della paratia di collisione e della paratia longitudinale in mezzeria, se esistente, oppure una robusta gola sulla ruota di prora) sostenuti da puntoni in corrispondenza delle traverse del fianco. I puntoni devono esser saldamente collegati per mezzo di puntelli verticali e travi rinforzate longitudinali.

3.16 Fianco a struttura trasversale del gavone di prora


3.16.1 Rinforzi ordinari (costole) Le costole sistemate ad ogni intervallo dossatura devono avere la stessa estensione verticale della paratia di collisione. Il modulo di resistenza non deve essere minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: w = 0,9 s l2 pEk 3.16.2 Correnti rinforzati dei fianchi In funzione delle forme dello scafo e della struttura a poppavia della paratia di collisione, uno o pi correnti rinforzati per fianco devono essere installati ad intervalli adeguati. Il modulo di resistenza dei correnti del fianco deve essere non minore del valore ottenuto in [3.7]. Inoltre, la larghezza b, in mm, e lo spessore t, in mm, dellanima dei correnti del fianco devono, in generale, essere non minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule: bA = 2,5 (180 + L) tA = 6,5 +0,02 Lk1/2

Se lintervallo dei correnti del fianco diverso da 2 m, i valori AB e JB devono essere modificati nel rapporto fra lintervallo effettivo e 2 m. 3.16.7 Bagli di palpitazione di lunghezza considerevole I bagli di palpitazione di lunghezza considerevole devono, in generale, essere sostenuti in mezzeria da una paratia di sbattimento o da puntelli sistemati sia orizzontalmente sia verticalmente. 3.16.8 Piattaforme non stagne Piattaforme non stagne possono essere sistemate al posto di correnti del fianco e bagli di palpitazione. I loro dimensionamenti devono essere in accordo con [3.17].

3.17 Piattaforme del gavone di prora


3.17.1 Generalit Il numero e la profondit delle piattaforme non stagne entro il gavone devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.17.2 Spessore minimo delle piattaforme non stagne Lo spessore delle piattaforme non stagne deve essere non minore di 4 mm. 3.17.3 Rinforzi ordinari delle piattaforme non stagne Il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari delle piattaforme non stagne deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: w = 0,2 s l2k J AE

rP =

J ----AE

: minimo momento dinerzia, in cm4, della trave rinforzata trasversale in esame, : area effettiva, in cm2, della sezione trasversale della trave rinforzata trasversale in esame.

3.18 Prora a bulbo


3.18.1 Generalit

3.17.4 Travi rinforzate trasversali delle piattaforme Larea della sezione delle travi rinforzate trasversali delle piattaforme, calcolata considerando una larghezza di lamiera associata la cui area di sezione uguale a quella della flangia della trave trasversale, deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
pE dS bS k A = ------------------10C P

Se la prora dotata di bulbo, le strutture del gavone di prora devono sostenere in modo efficace il bulbo ed essere adeguatamente collegate alle strutture di questultimo. 3.18.2 Fasciame Lo spessore del fasciame della estremit prodiera del bulbo e del primo corso sopra la chiglia deve essere, in generale, non minore di quello prescritto in [3.20.2] per la ruota di prora in lamiera. Questo spessore deve essere esteso alla zona del bulbo. 3.18.3 Collegamento con il gavone di prora Le strutture del gavone di prora devono essere estese entro il bulbo per quanto lo permettano la sua forma e le sue dimensioni. 3.18.4 Rinforzi longitudinali I longitudinali del fondo e del fianco devono essere estesi entro il bulbo, a proravia della perpendicolare avanti per almeno il 30% della lunghezza del bulbo, misurata dalla perpendicolare allestremit prodiera del bulbo. Lestremit prodiera dei longitudinali deve essere posta in corrispondenza di un anello trasversale rinforzato; a proravia di tale anello, i longitudinali devono essere sostituiti da anelli trasversali ordinari. 3.18.5 Madieri Madieri pieni devono costituire parte degli anelli trasversali rinforzati con intervallo in generale non maggiore di 3 intervalli dossatura. 3.18.6 Gole Gole, in linea con i longitudinali, devono essere estese sui fianchi a poppavia della ruota di prora, in modo da formare correnti del fianco.

dove: pE : pressione di progetto, agente alle estremit della trave rinforzata trasversale della piattaforma nella direzione del suo asse, : met della distanza longitudinale, in m, tra le due travi rinforzate trasversali adiacenti longitudinalmente a quella in esame, : met della distanza verticale, in m, tra le due travi rinforzate trasversali verticalmente adiacenti a quella in esame, : coefficiente, da assumere uguale a:
CP = 1 dP C P = 1 ,7 0 ,01 ---rP per per dP ---- 70 rP dP 70 < ---- 140 rP

dS

bS

CP

Quando dP / rP > 140, i dimensionamenti delle travi rinforzate trasversali devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ, dP : distanza, in cm, dalla piattabanda della traversa del fianco a quella del montante rinforzato della paratia, collegate dalla trave rinforzata trasversale della piattaforma, misurata al livello di tale trave rinforzata, : raggio di girazione della trave rinforzata trasversale, da ottenere, in cm, dalla seguente formula:

rP

Tabella 15 : Fondi a struttura longitudinale - Dimensionamenti dei madieri


Dimensione Altezza dellanima, in m Spessore dellanima, in mm hM = 0,085 D + 0,15 Non deve essere minore del valore ottenuto dalle formule in [3.5] per i madieri del doppio fondo a poppavia della paratia di collisione; in ogni caso, non necessario assumerla maggiore di 11,5 mm. AP = 1,85 D Valore

Area della sezione della flangia del madiere, in cm2

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.19 Rinforzi della zona del fondo piatto a prora


3.19.1 Zona da rinforzare La zona del fondo piatto a prora interessa il fondo compreso fra 0,25 L a poppavia della perpendicolare avanti e la paratia di collisione. I rinforzi della zona del fondo a prora sono da prendere in considerazione se: TF < 0,03 L dove TF la minima immersione di prora, in m, fra quelle operative previste per tutte le condizioni di carico. 3.19.2 Sistemazione del fondo a struttura longitudinale Madieri pieni devono essere installati ogni due intervalli dossatura. Devono essere installati paramezzali laterali a intervalli adeguati oppure, in alternativa, rinforzi ordinari aventi dimensionamenti maggiorati. 3.19.3 Sistemazione del fondo a struttura trasversale Madieri pieni devono essere installati ogni intervallo dossatura. Devono essere installati paramezzali laterali di altezza uguale a quella dei madieri. 3.19.4 Fasciame Lo spessore del fasciame della zona del fondo piatto a prora deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 0,1 Lk1/2 + 10 s 3.19.5 Rinforzi ordinari e travi rinforzate Per fondi a struttura longitudinale, i dimensionamenti dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate devono essere non minori di quelli ottenuti da [3.2], dove la lunghezza della campata l dei rinforzi ordinari deve essere assunta non minore di 1,8 m. Per fondi a struttura trasversale, i dimensionamenti dei rinforzi ordinari e delle travi rinforzate devono essere non minori di quelli ottenuti da [3.3].

zeria un rinforzo o una lamiera dimensionati adeguatamente. Lo spessore delle lamiere sotto la linea di galleggiamento a nave carica deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 1,37 (0,95 + L1/2)k1/2 Al di sopra della linea di galleggiamento a nave carica questo spessore pu essere gradualmente ridotto verso lestremit superiore della ruota di prora, dove non deve essere minore di quello richiesto per il fasciame del fianco alle estremit. 3.20.3 Ruote di prora massicce Larea delle ruote di prora massicce costruite in acciaio fucinato o laminato deve essere non minore del valore ottenuto, in cm2, dalla seguente formula:
10T A = 0 ,40 + --------- ( 0 ,009L 2 + 20 )k L

dove il rapporto T/L nella formula suddetta deve essere assunto n minore di 0,05 n maggiore di 0,075. Larea della sezione trasversale della ruota di prora pu essere gradualmente ridotta dalla linea di galleggiamento a nave carica fino allestremit superiore della ruota di prora, dove pu essere uguale ai due terzi del valore calcolato come sopra. Lo spessore della ruota di prora massiccia deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 0,4 Lk1/2 + 13 La parte bassa della ruota di prora pu essere costruita in acciaio fuso; se necessario si deve provvedere una pinna verticale per la saldatura con il paramezzale centrale. La saldatura della ruota di prora massiccia con la chiglia massiccia e con il fasciame del fianco deve essere in accordo con Parte B, Cap 12, Sez 1, [3.4].

3.21 Telai di poppa


3.21.1 Applicazione Le presenti prescrizioni si applicano a telai di poppa di navi ad unelica. Telai di poppa di navi a due eliche devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ. 3.21.2 Generalit I telai di poppa possono essere costruiti di acciaio fuso o fucinato, con sezione cava, oppure fabbricati in lamiera. I telai in acciaio fuso e in lamiera devono essere rinforzati da lamiere orizzontali ad intervalli adeguati. Nelle fusioni, bruschi cambiamenti di sezione devono essere evitati; tutte le sezioni devono avere adeguati raggi di raccordo. 3.21.3 Collegamenti con le strutture di scafo I telai di poppa devono essere effettivamente collegati alla struttura poppiera e la parte inferiore del telaio deve essere estesa in avanti oltre il dritto dellelica per una lunghezza non minore di 1500 + 6 L mm, in modo da fornire un collegamento efficace con la chiglia. Tuttavia, non necessario

3.20 Ruote di prora


3.20.1 Sistemazioni Unadeguata continuit della robustezza deve essere assicurata nel collegamento della ruota di prora con le strutture circostanti. Bruschi cambiamenti di sezione devono essere evitati. 3.20.2 Ruote di prora in lamiera Le lamiere formanti la ruota di prora devono essere sostenute da diaframmi orizzontali posti ad intervalli non maggiori di 1200 mm e collegati, per quanto possibile, alle costole e ai correnti del fianco adiacenti. Se considerato necessario, e particolarmente se il raggio della ruota di prora grande, deve essere sistemato in mez-

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Parte E, Cap 20, Sez 3

che il telaio di poppa si estenda oltre la paratia del gavone di poppa. Lo spessore del fasciame del fondo collegato con il telaio di poppa deve essere non minore di quello ottenuto, in mm, dalla seguente formula: t = 0,05 Lk1/2 + 7 3.21.4 Collegamento con la chiglia Lo spessore della parte inferiore del telaio di poppa deve essere gradualmente ridotto a quello della chiglia massiccia o della lamiera di chiglia. Se installata una chiglia in lamiera, la parte inferiore del telaio di poppa deve essere progettata in modo da assicurare un efficace collegamento con la chiglia. 3.21.5 Collegamento con il paramezzale centrale Se il telaio di poppa di acciaio fuso, la parte inferiore del telaio deve essere dotata, per quanto possibile, di una pinna longitudinale per il collegamento con il paramezzale centrale. 3.21.6 Dimensionamento del dritto dellelica Le dimensioni del dritto dellelica devono essere non minori dei valori ottenuti dalle formule in Tab 16. Dimensioni e proporzioni del dritto dellelica diverse dalle suddette possono essere considerate accettabili purch il modulo di resistenza della sezione del dritto dellelica rispetto al suo asse longitudinale non sia inferiore a quello calcolato con le dimensioni di cui in Tab 16. 3.21.7 Barilotto dellasse portaelica In navi ad una sola elica, lo spessore del barilotto dellasse portaelica, incluso nel dritto dellelica, deve essere non

inferiore al 60% di quello richiesto in Parte B, Cap 9, Sez 2, [6.3.2] per dritti dellelica massicci di sezione rettangolare.

3.22 Cofani di macchina


3.22.1 Mastre degli osteriggi di macchina Se gli osteriggi di macchina sono dotati di coperchi di tipo apribile per fornire luce ed aria, laltezza delle mastre deve essere non minore di: 900 mm, per osteriggi posti su ponti di lavoro, 300 mm, per osteriggi posti su ponti di sovrastruttura. 3.22.2 Fasciame del cofano Lo spessore del fasciame delle paratie di cofani non protetti deve essere non minore del valore ottenuto dalle formule in [3.23]. In ogni caso, lo spessore del fasciame di paratie di cofani protetti o non protetti deve essere non minore di 5 mm. 3.22.3 Rinforzi ordinari verticali dei cofani Il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari verticali deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: w = 2,6 s l2k In aggiunta a quanto sopra, il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari verticali dei cofani agenti come puntelli deve essere non minore del valore ottenuto dalle formule in [3.8], dove la larghezza, in mm, della lamiera associata deve essere minore di 50 volte lo spessore della lamiera associata stessa.

Tabella 16 : Navi ad elica singola - Dimensionamento del dritto dellelica


Dritto dellelica in lamiera Dritto dellelica fuso

Dritto dellelica massiccio, fuso o fucinato avente sezione rettangolare

diaframma di spessore td

Dimensioni lorde del dritto dellelica


a

diaframma di spessore t d

t1

t2

a, in mm b, in mm t1, in mm t2, in mm tD, in mm R, in mm Nota 1: = non applicabile.

50 L1/2 35 L1/2 2,5 L1/2 1,3 L


1/2

33 L1/2 23 L1/2 3,2 L1/2 4,4 L1/2 2,0 L


1/2

10 2 ,5 ( L + 10 ) 10 1 ,6 ( L + 10 )

50 L1/2

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.22.4 Dimensionamento delle mastre degli osteriggi di macchina Lo spessore delle mastre degli osteriggi di macchina deve essere non minore di 6 mm. Se laltezza delle mastre degli osteriggi di macchina maggiore di 900 mm, il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari verticali, con intervallo non maggiore di 760 mm, deve essere aumentato del 10% rispetto a quello ottenuto dalla formula in [3.23] per rinforzi ordinari verticali di tughe.

Tabella 17 : Pressione laterale per le sovrastrutture e tughe - Coefficiente a


Tipo di paratia Frontale esposta Posizione Met inferiore Seconda met Posteriore Qualunque, quando x/L 0,5 Qualunque, quando x/L > 0,5 Altri Qualunque
L 2 + --------120 L 1 + --------120 x L 0 ,7 + ------------ 0 ,8 -L 1000 x L 0 ,5 + ------------ 0 ,4 -L 1000

3.23 Sovrastrutture e tughe


3.23.1 Punto di carico La pressione laterale deve essere calcolata a: met altezza della paratia, per il fasciame, met campata, per i rinforzi. 3.23.2 Pressione di progetto La pressione di progetto da usare per la determinazione dei dimensionamenti della struttura delle paratie frontali, laterali e posteriori delle sovrastrutture e delle tughe deve essere ottenuta, in kN/m2, dalla seguente formula: p = 10 a c [b f - (z - T)] senza assumerla minore di pmin, dove: a c : coefficiente definito in Tab 17, : coefficiente assunto uguale a:
b1 c = 0 ,3 + 0 ,7 ----B1

0,5 + 0,067 L

Tabella 18 : Pressione laterale per le sovrastrutture e tughe - Coefficiente b


Posizione della paratia (1)
x -- 0 ,45 L x -- 0 ,45 L -------------------- 1+ C B + 0 ,2

b
2

x -- > 0 ,45 L

2 x -- 0 ,45 L -------------------- 1 + 1 ,5 C B + 0 ,2

Per parti esposte del cofano di macchina, c deve essere assunto uguale ad 1, b1 B1 : larghezza della tuga, in m, nella posizione considerata, da assumere non minore di 0,25 B1, : larghezza massima effettiva della nave sul ponte di coperta esposto, in m, nella posizione considerata, : coefficiente definito in Tab 18, : coefficiente uguale a:
L L 300 L f = ----- e 1 --------- 150 10
2

Nota 1: : coefficiente di finezza totale, con 0,6 CB 0,8 CB (1) Per pareti laterali di tughe, la tuga deve essere suddivisa in parti di lunghezza approssimativamente uguale, ciascuna non eccedente 0,15L, e x deve essere assunto come lascissa del centro di ciascuna parte considerata.

Tabella 19 : Pressione laterale minima per le sovrastrutture e tughe


pmin, in kN/m2 30 15 15

Tipo di paratia Frontale esposta

Posizione Ordine pi basso Secondo e terzo ordine

b f

Frontale protetta, laterale e posteriore

Ordine pi basso, secondo e terzo ordine

pmin

: minima pressione laterale definita in Tab 19. 3.23.5 Montanti ordinari delle paratie Il modulo di resistenza dei montanti ordinari delle paratie, collegati alle loro estremit per mezzo di barrotti o saldati direttamente ai ponti, deve essere non minore del valore ottenuto dalla seguente formula: w = 0,35 s l2 pk dove: p : pressione di progetto, in kN/m2, definita in Parte B, Cap 9, Sez 4, [2.2.2].

3.23.3 Fasciame Lo spessore del fasciame deve essere non minore del valore ottenuto dalla Tab 20. 3.23.4 Rinforzi ordinari di ponte Il modulo di resistenza dei rinforzi ordinari deve essere non minore del valore ottenuto dalle formule in [3.8].

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Parte E, Cap 20, Sez 3

: campata, in m, dei montanti rinforzati, da assumere non minore di 2 m. I dimensionamenti dei montanti ordinari collegati alle loro estremit in maniera diversa da quella suddetta devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ. 3.23.6 Montanti ordinari (costole) di sovrastrutture complete o parziali Il modulo di resistenza dei montanti ordinari delle sovrastrutture complete o parziali non deve essere inferiore n al valore ottenuto dalle formule in [3.7] per i rinforzi ordinari di interponte, n ai valori ottenuti dalla formula in [3.23.5].

in zone esposte di navi aventi L < 18 m e notazione di navigazione coastal area, deve essere non minore di: 400 mm, per boccaporte poste sul ponte di lavoro, 150 mm, per boccaporte poste sullordine di sovrastrutture pi basso. 3.24.3 Spessore delle mastre delle boccaporte Lo spessore del fasciame delle mastre delle boccaporte deve essere non minore del valore ottenuto dalla formula in [3.8] per il ponte della nave.

3.24 Coperture delle boccaporte


3.24.1 Altezza delle mastre delle boccaporte Laltezza sopra il ponte delle mastre di boccaporte chiuse per mezzo di coperture mobili deve essere non minore di: 600 mm, per boccaporte poste in zone esposte del ponte di lavoro, 300 mm, per boccaporte poste in zone esposte dellordine pi basso di sovrastrutture. 3.24.2 Altezza delle mastre delle boccaporte situate in zone non esposte di navi aventi L < 18 m e notazione di navigazione coastal area Laltezza sopra il ponte delle mastre di boccaporte chiuse per mezzo di coperture mobili, poste in zone non esposte o

3.25 Rampa poppiera


3.25.1 Spessore netto minimo della rampa poppiera e della parte inferiore del fianco della stessa Lo spessore netto del fasciame della rampa poppiera e della parte inferiore della stessa deve essere non minore di 11 mm. 3.25.2 Fasciame della rampa poppiera e della parte inferiore del fianco della stessa Lo spessore netto del fasciame della rampa poppiera e della parte inferiore della stessa deve essere aumentato di 2 mm rispetto a quello calcolato in accordo con [3.7] per il fasciame del fianco con le stesse dimensioni del pannello di lamiera.

Tabella 20 : Spessore del fasciame


Fasciame Paratie frontali Posizione Ordine pi basso Secondo ordine e superiori Paratie laterali e posteriori Ponte esposto di tuga Tutti gli ordini Ordine pi basso Secondo ordine Terzo ordine e superiori Ponte esposto di casseri centrali e prodieri Ordine pi basso Secondo ordine Terzo ordine e superiori Ponte esposto di cassero poppiero Ordine pi basso Secondo ordine Terzo ordine e superiori Nota 1: c1 : Spessore, in mm (1) (2) 3 s (pk)1/2 3 s (pk)1/2 3 s (pk)1/2 3,3 s + 0,0085 Lk1/2 + 3,2 3,0 s + 0,0077 Lk1/2 + 2,9 2,8 s + 0,0072 Lk1/2 + 2,7 c1 (5 s + 0,013 Lk1/2 + 2,5) 0,9 c1 (5 s + 0,013 Lk1/2 + 2,5) 0,85 c1 (5 s + 0,013 Lk1/2 + 2,5) c1 (4,5 s + 0,01 Lk1/2 + 2,5) 0,9 c1 (4,5 s + 0,01 Lk1/2 + 2,5) 0,85 c1 (4,5 s + 0,01 Lk1/2 + 2,5) Spessore minimo, in mm 6k1/2 5k1/2 5k1/2 6k1/2 5k1/2 5k1/2 6k1/2 5k1/2 5k1/2 6k1/2 5k1/2 4k1/2

p (1) (2)

coefficiente, da assumere uguale a: per T / D < 0,7 c1 = 0,9 c1 = 1 - (0,56 - 0,66 (T / D)) per 0,7 T / D < 0,85 c1 = 1 per T / D 0,85 : pressione di progetto, in kN/m2, definita in [3.23.2]. Per ponti di sovrastrutture e tughe protetti da altre sovrastrutture o tughe contenenti alloggi o locali di servizio, lo spessore pu essere ridotto del 10% rispetto a quello ottenuto da questa formula. Per ponti rivestiti in legno, lo spessore pu essere ridotto del 10% rispetto a quello ottenuto da questa formula.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

3.25.3 Fasciame della parte superiore del fianco della rampa poppiera Lo spessore netto del fasciame della parte superiore del fianco della rampa poppiera deve essere non minore del valore calcolato in accordo con [3.7] per il fasciame del fianco con le stesse dimensioni del pannello di lamiera.

3.26.4 Soglie delle porte Laltezza delle soglie delle porte deve essere non minore di: 600 mm sopra il ponte di lavoro, 300 mm sopra il ponte dellordine di sovrastrutture pi basso. Per porte protette dallimpatto diretto dellonda, eccetto per quelle di accesso diretto al locale macchine, laltezza della soglia pu essere assunta non minore di: 380 mm sopra il ponte di lavoro, 150 mm sopra il ponte dellordine di sovrastrutture pi basso. 3.26.5 Mastre delle maniche a vento Laltezza delle mastre delle maniche a vento deve essere non minore del valore ottenuto dalla Tab 21. Lo spessore della lamiera della mastra della manica a vento non deve essere minore n del valore ottenuto dalla formula in [3.8] per il ponte della nave n del valore ottenuto dalle formule in [3.23] per una tuga nella stessa posizione della manica a vento. Le mastre delle maniche a vento devono essere dotate di chiusure stagne alle intemperie da usarsi con cattivo tempo. Queste chiusure possono essere omesse quando laltezza della manica a vento maggiore del valore minimo specificato in Tab 21.

3.26 Sistemazioni delle aperture nello scafo e nelle sovrastrutture


3.26.1 Portellini Non sono ammessi portellini in posizione tale che il loro margine inferiore si trovi al di sotto di una linea tracciata parallelamente allinsellatura a murata e avente il suo punto pi basso a 0,5 m sopra il galleggiamento estivo di pieno carico. Nessun portellino pu essere sistemato in spazi dedicati esclusivamente al trasporto del carico. 3.26.2 Aperture per scarico di masse dacqua Larea delle aperture nei parapetti per lo scarico di masse dacqua deve essere non minore del valore ottenuto dalle formule in Parte B, Cap 9, Sez 9, [5]. Per navi con L < 24 m e notazione di navigazione coastal area, larea delle aperture nei parapetti per lo scarico di masse dacqua su ciascun lato della nave non pu essere minore del valore ottenuto dalla seguente formula: A = 0,035 lB + AC dove:

lB
AC

: lunghezza, in m, del parapetto formante pozzo, da assumere non maggiore di 0,7 L. : area, in m2, da assumere, con il suo segno, uguale a: AC = 0,04 lB (hB -1,2), per hB > 1,2 AC = 0, per 0,9 hB 1,2 AC = 0,04 lB (hB - 0,9), per hB < 0,9

Dimensionamento degli alberi e delle attrezzature per la pesca (per esempio: cavalletti e incastellature per la rete a strascico)
Carichi di progetto

4.1

hB

: altezza media, in m, del parapetto formante pozzo di lunghezza lB.

4.1.1 I carichi di progetto da considerare per la verifica di robustezza degli alberi e delle attrezzature per la pesca sono: i pesi dei picchi e delle attrezzature per alzare la rete, il peso del carico, da assumere uguale al massimo carico di rottura dei verricelli. 4.1.2 Si devono usare adeguati coefficienti di sicurezza nel progetto della struttura di sostegno delle apparecchiature da pesca, tenendo conto delle condizioni operative e degli effetti delle onde.

3.26.3 Aperture nelle paratie di sovrastrutture chiuse e altre strutture esterne Tutte le aperture di accesso nelle paratie di sovrastrutture chiuse e altre strutture esterne (per esempio cofani di macchina), attraverso le quali lacqua pu entrare e mettere a rischio la nave, devono essere dotate di porte dacciaio o materiale equivalente, permanentemente e saldamente fissate alla paratia e intelaiate, irrigidite al contorno e rinforzate in modo tale che lintera struttura risulti di robustezza equivalente, una volta chiusa stagna alle intemperie, alla paratia integra. Le porte devono poter essere manovrate da entrambi i lati e generalmente devono aprirsi verso lesterno per fornire unulteriore protezione contro limpatto dellonda. Queste porte devono essere dotate di guarnizioni e di strettoi o altri mezzi equivalenti permanentemente fissati alla paratia o alle porte stesse. Altre aperture devono essere dotate di chiusure equivalenti, permanentemente fissate in posizione opportuna.

4.2
4.2.1

Verifica di robustezza

Calcolo delle tensioni negli elementi strutturali Le tensioni negli elementi strutturali degli alberi e delle attrezzature per la pesca devono essere ottenute per mezzo di calcoli diretti, usando i carichi di progetto specificati in [4.1]. 4.2.2 Verifica a snervamento Le tensioni ideali di von Mises negli elementi strutturali degli alberi e delle attrezzature da pesca devono soddisfare la seguente condizione: E 0,5ReH

602

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Parte E, Cap 20, Sez 3

dove: E ReH

: tensione ideale di von Mises, in N/mm2, da ottenere come risultato di calcoli diretti, : minimo carico di snervamento, in N/mm2, del materiale, definito in Parte B, Cap 4, Sez 1, [2],

Larmamento in ancore, catene e cavi di navi da pesca con notazione di navigazione coastal area pu essere ottenuto dalla Tab 22 sulla base del modulo darmamento EN corrispondente alla riga soprastante quella relativa al modulo darmamento calcolato per la nave in esame. In generale, devono essere adottate ancore senza ceppo. Per navi aventi EN maggiore di 720, la determinazione dellarmamento deve essere considerata nei singoli casi dalla Societ. 5.3.2 Ancore La massa prescritta per ciascuna ancora deve essere ottenuta dalla Tab 22. La massa individuale dellancora principale pu differire del 7% dalla massa prescritta per ciascuna ancora, purch la massa totale delle ancore sia non minore della massa totale prescritta in Tab 22. La massa della testa di unordinaria ancora senza ceppo, inclusi il perno e gli accessori, deve essere non inferiore al 60% della massa totale dellancora. Se viene installata unancora con ceppo, la massa dellancora, escluso il ceppo, deve essere non minore dell 80% della massa prescritta in Tab 22 per unancora senza ceppo. La massa del ceppo deve essere non minore del 25% della massa dellancora senza il ceppo ma includendo il maniglione di collegamento. Dimensionamento delle catene con traversino La massa e la geometria delle catene con traversino, comprese le maglie, devono soddisfare le prescrizioni in Parte D, Cap 4, Sez 1, [2]. Il diametro della catena con traversino deve essere non minore del valore in Tab 22. 5.3.4 Sistemazione delle catene Le catene devono essere formate da lunghezze di 27,5 m ciascuna, collegate fra loro da un maniglione a D o senza sporgenze. La lunghezza totale della catena, come prescritta in Tab 22 deve essere divisa approssimativamente in parti uguali tra le due ancore pronte alluso. Se sono previste sistemazioni diverse, esse devono essere considerate nei singoli casi dalla Societ. 5.3.3

4.2.3 Verifica a instabilit La resistenza allinstabilit degli elementi strutturali degli alberi e delle attrezzature da pesca deve essere verificata in conformit con Parte B, Capitolo 7 ovvero Parte B, Capitolo 8, come applicabile.

5
5.1

Allestimento di scafo
Dimensionamento dellasta del timone

5.1.1 Il diametro dellasta del timone deve essere aumentato del 5% rispetto a quello determinato in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 1, [4].

5.2

Bracci dellalbero porta elica

5.2.1 Generalit Lalbero portaelica deve essere racchiuso in un ringrosso oppure essere indipendente dalla carena e sostenuto da appositi bracci. 5.2.2 Bracci dellalbero porta elica doppi I dimensionamenti dei bracci dellalbero porta elica doppi devono esser ottenuti dalle formule in Parte B, Cap 10, Sez 3, [1.2]. 5.2.3 Bracci dellalbero porta elica semplici Per navi di lunghezza inferiore a 30 m, possono essere installati bracci porta elica semplici. I loro dimensionamenti devono essere considerati nei singoli casi dalla Societ.

5.3

Armamento marinaresco

5.3.1 Generalit Le navi da pesca devono essere dotate di armamento marinaresco costituito da ancore, catene e cavi da ottenere dalla Tab 22, sulla base del loro Modulo darmamento EN, da calcolare in accordo con Parte B, Cap 10, Sez 4, [2].

Tabella 21 : Mastre delle maniche a vento


Lunghezza della nave, in m L > 45 24 L 45 12 L < 24 L < 12 (1) Altezza della mastra (1), in mm Aperture delle maniche a vento su ponti di lavoro 900 760 760 300 Aperture delle maniche a vento su ponti dellordine di sovrastruttura pi basso 760 450 450 300 Minima altezza della manica a vento, in m Aperture delle maniche a vento su ponti di lavoro 4,5 3,4 2,5 2,5 Aperture delle maniche a vento su ponti dellordine di sovrastruttura pi basso 2,3 1,7 1,0 1,0

Quando necessario, laltezza della mastra deve essere adeguatamente aumentata nel locale macchine, allo scopo di evitare il libero ingresso dellacqua di mare.

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Parte E, Cap 20, Sez 3

Tabella 22 : Armamento marinaresco


Modulo darmamento EN A< EN B

Ancore senza ceppo

Catene con traversino per ancore Diametro, in mm acciaio ordinario 11 11 12,5 12,5 14 14 16 16 17,5 17,5 19 19 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 acciaio ad elevata resistenza N

Cavi dormeggio

Massa per ancora, in kg 80 100 120 140 160 180 210 240 270 300 340 390 480 570 660 780 900 1020 1140 1290 1440 1590 1740 1920 2100

Lunghezza totale, in m 165 192,5 192,5 192,5 220 220 220 220 247,5 247,5 275 275 275 302,5 302,5 330 357,5 357,5 385 385 412,5 412,5 440 440 440

Lunghezza di ciascun cavo, in m 50 60 60 80 100 100 110 110 110 110 120 120 120 120 120 120 140 140 140 140 140 160 160 160 160

Carico di rottura, in kN 29 29 29 29 34 37 37 39 39 44 44 49 54 59 64 71 78 86 93 101 108 113 118 123 127

30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660

40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 175 205 240 280 320 360 400 450 500 550 600 660 720

2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2

12,5 12,5 14 14 16 16 17,5 17,5 19 20,5 22 24 26 28 30 32 34 34 36 38 40

2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4

5.3.5

Cavi dacciaio

Come alternativa alle suddette catene con traversino, si possono usare cavi dacciaio nei seguenti casi: cavi dacciaio per entrambe le ancore, per navi di lunghezza minore di 30 m, cavo dacciaio per una delle due ancore, per navi di lunghezza fra 30 m e 40 m. I cavi dacciaio suddetti devono avere una lunghezza totale uguale a 1,5 volte la corrispondente lunghezza prescritta di catene con traversino, ottenuta dalla Tab 22, e un minimo carico di rottura uguale a quello della corrispondente catena con traversino (ved. [5.3.3]). Una corta lunghezza di catena deve essere posta fra il cavo dacciaio e lancora; tale catena deve avere una lunghezza di 12,5 m ovvero pari alla distanza dallancora rizzata al salpa ancore, se minore. Quando le catene sono sostituite da cavi delle reti a strascico, lancora deve essere posta sul ponte del castello di prora cos che essa possa essere prontamente gettata dopo che stata ammanigliata al cavo di tonneggio. Passacavi o

rulli devono essere installati in posizioni idonee, lungo il corso del cavo di tonneggio, fra il salpa ancore e i passacavi dei cavi dormeggio.

Protezione delle strutture metalliche di scafo


Protezione del ponte con rivestimento in legno

6.1

6.1.1 Prima di procedere col rivestimento in legno, il fasciame del ponte deve essere protetto con un idoneo strato protettivo. Lo spessore del rivestimento in legno dei ponti deve essere non minore di: 65 mm, se di legno di pino, 50 mm, se di legno duro, come il teak. La larghezza delle tavole non pu eccedere due volte il loro spessore.

604

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 3

6.2

Protezione con serrette dei fianchi nelle zone del carico con serrette

6.3

Composti sintetici per ponte

6.2.1 Negli spazi destinati al carico, dove installato un isolamento termico, si devono installare serrette formate da tavole generalmente longitudinali disposte ad intervalli.

6.3.1 I composti sintetici per ponte devono essere di materiale tale da prevenire la corrosione e devono essere effettivamente fissati alle strutture dacciaio sottostanti per mezzo di idonei collegamenti.

Regolamenti RINA 2005

605

Parte E, Cap 20, Sez 4

SEZIONE 4

MACCHINARI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

d) Alla richiesta dellimpianto di pompaggio di sentina pu essere concessa deroga per compartimenti particolari purch la sicurezza della nave non sia compromessa. e) Quando espressamente permesso, alcuni piccoli compartimenti possono essere prosciugati per mezzo di pompe manuali. f) La sistemazione degli impianti di sentina e di zavorra deve essere tale da impedire che l'acqua, dal mare e dai compartimenti di zavorra, passi in spazi per il carico o in locali macchine o passi da un compartimento ad un altro. Devono essere adottati gli accorgimenti necessari per impedire che qualsiasi spazio con collegamenti alle tubolature di sentina e di zavorra possa essere inavvertitamente allagato dall'acqua di mare, quando contiene carico, o possa essere scaricato attraverso una tubolatura di sentina, quando contiene acqua di zavorra.

1.1.1 Gli impianti di macchina sistemati su navi con la notazione fishing vessel sono soggetti alle prescrizioni delle Sezioni pertinenti della Parte C, Capitolo 1, con le eccezioni relative agli impianti seguenti: impianto di sentina, ombrinali e scarichi sanitari, sfoghi daria e dispositivi di sondaggio, impianti frigoriferi, per i quali prescrizioni sostitutive sono contenute nella presente Sezione. 1.1.2 La presente Sezione non copre il progetto e le prestazioni delle attrezzature da pesca. Tuttavia le tubolature e i recipienti in pressione relativi allequipaggiamento da pesca sono soggetti alle prescrizioni pertinenti delle varie Sezioni nella Parte C.

2.2
2.2.1

Progetto dellimpianto di sentina


Generalit

1.2

Documenti da inviare

a) Tutte le tubolature di aspirazione sino al collegamento con le pompe di sentina devono essere indipendenti da qualsiasi altra tubolatura di bordo. b) Devono essere sistemate valvole di non ritorno in corrispondenza: delle tubolature di collegamento alle cassette di diramazione delle varie aspirazioni di sentina, delle aspirazioni delle pompe che hanno anche collegamenti dal mare o da compartimenti che contengono normalmente liquidi, delle aspirazioni dirette collegate con le pompe indipendenti di sentina, quando richieste. c) In tutti i compartimenti deve essere sistemata almeno unaspirazione su ciascun lato. Tuttavia nei compartimenti stretti e corti una sola aspirazione che assicuri un efficace prosciugamento pu essere accettabile. 2.2.2 Prosciugamento dei locali macchine

1.2.1 In aggiunta ai documenti elencati in Parte C, Capitolo 1, devono essere inviati allapprovazione gli schemi degli impianti di tubolature (impianti oleodinamici, ecc.) relativi allequipaggiamento per la pesca.

2
2.1

Impianto di sentina
Generalit

2.1.1 Applicabilit Le prescrizioni seguenti sostituiscono quelle date in Parte C, Cap 1, Sez 10, [6]. 2.1.2 Principi a) Tutte le navi da pesca devono essere dotate di un efficiente impianto di pompe e tubolature di sentina atto ad esaurire, fino a prosciugarlo, in tutte le condizioni che si verificano in pratica, qualsiasi compartimento stagno eccetto quegli spazi esclusivamente destinati a contenere acqua dolce, acqua di zavorra o combustibile liquido e per i quali siano sistemati altri efficaci dispositivi di esaurimento. b) Deve essere previsto un adeguato prosciugamento nelle navi da pesca nelle quali la movimentazione o la lavorazione del pescato possono provocare laccumulo di grandi quantit dacqua in spazi chiusi. c) Limpianto di pompaggio di sentina deve essere costituito da pompe collegate ad un collettore principale di sentina sistemato in modo da poter prosciugare tutti i compartimenti della nave citati in a).

a) Per i locali macchine di navi munite di doppio fondo, o nelle quali il rialzamento dei fondo verso i fianchi sia inferiore a 5, deve essere derivata dal collettore di sentina una aspirazione di sentina per ciascun lato. b) Una sola aspirazione di sentina, derivata dal collettore di sentina e sistemata in posizione a centro nave, accettabile per i locali macchine di navi non munite di doppio fondo o nelle quali il rialzamento del fondo verso i fianchi uguale o superiore a 5. c) In aggiunta alle aspirazioni di sentina richieste in a) e b), per i locali macchine di navi aventi lunghezza L uguale o superiore a 24 m, deve essere sistemata una aspirazione diretta di sentina, derivata direttamente da una pompa di sentina indipendente azionata da energia

606

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 4

meccanica, sistemata in modo tale da poter funzionare indipendentemente dal collettore principale di sentina. 2.2.3 Prosciugamento delle stive a) Per le stive di navi munite di doppio fondo, o nelle quali il rialzamento dei fondo verso i fianchi inferiore a 5, deve essere derivata dal collettore di sentina unaspirazione di sentina per ciascun lato. b) Una sola aspirazione, derivata dal collettore di sentina e sistemata in posizione centrale accettabile per le stive di navi non munite di doppio fondo o nelle quali il rialzamento dei fondo verso i fianchi uguale o superiore a 5. 2.2.4 Prosciugamento degli spazi refrigerati Gli spazi refrigerati devono essere provvisti di sistemazioni atte a prosciugare con continuit lacqua di condensa. 2.2.5 Prosciugamento dei gavoni di prora e di poppa a) Per i gavoni prodiero e poppiero, se asciutti, deve essere derivata dal collettore principale una aspirazione di sentina; la tubolatura attraversante la paratia di collisione deve essere realizzata in conformit alle prescrizioni in Parte C, Cap 1, Sez 10, [5.3.3]. b) Gavoni di piccole dimensioni possono essere prosciugati per mezzo di pompe a mano purch l'altezza di aspirazione sia adeguata alla capacit delle pompe stesse e non sia in alcun caso superiore a 7,3 m. 2.2.6 Prosciugamento dei compartimenti del doppio fondo I compartimenti asciutti del doppio fondo devono essere muniti di aspirazioni di sentina. Il loro numero e posizione devono essere tali da soddisfare quanto prescritto in [2.2.3]. Tuttavia per le intercapedini previste tra due diversi compartimenti del doppio fondo pu essere ammessa, a giudizio della Societ, una sola aspirazione. 2.2.7 Prosciugamento degli altri compartimenti a) Devono essere sistemate pompe a mano o azionate da energia meccanica od eiettori idraulici per prosciugare il pozzo catene e gli altri locali di prora. b) Il locale agghiaccio timone e gli altri piccoli locali situati sul gavone poppiero devono essere prosciugati o con aspirazioni collegate al collettore principale di sentina, o con pompe a mano o con eiettori idraulici. Pu essere tuttavia ammesso, per questi compartimenti, il prosciugamento mediante scarico attraverso ombrinali con tubolature scaricanti nella galleria degli alberi, purch tali tubolature di scarico siano munite di valvole a chiusura automatica sistemate in posizione ben visibile ed accessibile.

b) Ciascuna pompa di sentina pu essere sostituita da due o pi pompe purch siano collegate al collettore di sentina e la loro portata complessiva non sia inferiore a quella richiesta in [2.3.4]. c) Una delle pompe di sentina di cui al punto a) pu essere sostituita da un eiettore idraulico avente la portata richiesta in [2.3.4], collegato ad una pompa per acqua ad alta pressione. d) Per le navi aventi lunghezza inferiore a 24 m e con notazione di navigazione coastal area, una delle pompe di sentina richieste in a) pu essere sostituita da pompe a mano a soddisfazione della Societ. e) Le pompe azionate a mano, quando permesse, devono poter essere manovrate da una posizione facilmente accessibile al di sopra del galleggiamento di massimo carico. 2.3.2 Posizione delle pompe di sentina Le pompe di sentina devono essere sistemate a poppavia della paratia di collisione. Possono fare eccezione quelle adibite esclusivamente all'esaurimento dei locali ubicati a proravia della paratia di collisione stessa. 2.3.3 Uso di pompe adibite ad altri servizi a) Le pompe di igiene, le pompe di zavorra e le pompe per servizi generali possono essere considerate come pompe indipendenti di sentina se: hanno la portata prescritta in [2.3.4], sono del tipo autoadescante, sono collegate all'impianto di sentina. b) Devono essere sistemate le valvole di non ritorno come indicato in [2.2.1], b). 2.3.4 Portata delle pompe di sentina (1/1/2001)

a) La portata Q di ciascuna pompa di sentina non deve essere inferiore al valore dato dalla formula:
Q = 0, 00565d
2

dove: Q d

: Portata minima di ciascuna pompa, in m3/h : Diametro interno del collettore di sentina come definito in [2.4.1]

b) Se la portata di una delle pompe minore della portata regolamentare, tale deficienza pu essere compensata da un eccesso di portata delle altre pompe. Tale deficienza non deve tuttavia superare il 30% della portata regolamentare.

2.4
2.4.1

Dimensioni dei tubi di sentina


Collettore di sentina

2.3

Pompe di sentina

2.3.1 Numero e sistemazione delle pompe a) Ogni nave da pesca deve avere almeno due pompe di sentina di tipo autoadescante, azionate da energia meccanica e collegate al collettore di sentina aventi la portata indicata in [2.3.4]. Una di tali pompe pu essere azionata dal motore di propulsione.

a) Il diametro interno del collettore di sentina deve essere calcolato con le formule seguenti: per navi di lunghezza uguale a o maggiore di 24 m:
d = 25 + 1 ,68 L ( B + D )

e
d 60

per navi di lunghezza minore di 24 m:

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607

Parte E, Cap 20, Sez 4

d = 25 + 0 ,85L

2.5.3

Aspirazioni di sentina in altri compartimenti

essendo: d L B D : diametro interno del collettore di sentina, in mm : lunghezza della nave fra le perpendicolari, in m : larghezza della nave, in m : altezza della nave misurata al ponte delle paratie, in m.

Le estremit libere dei tubi di aspirazione di sentina dei compartimenti della nave diversi da locali macchine e gallerie alberi devono essere munite di pigne o graticciole perforate con fori di diametro non maggiore di 10 mm. L'area complessiva dei detti fori non deve essere inferiore al doppio dell'area della sezione richiesta per il tubo di aspirazione.

3
3.1

Ombrinali e scarichi sanitari


Generalit

b) In nessun caso il diametro effettivo pu essere minore di quello ottenuto con le formule in a) per pi di 5 mm. 2.4.2 Branchetti daspirazione di sentina

a) Il diametro dei branchetti fra le cassette di diramazione e le aspirazioni nei vari spazi (stive, locale macchine, ecc.) deve essere calcolato con le formule seguenti: per navi di lunghezza uguale a o maggiore di 24 m:
d 1 = 25 + 2 ,16 L 1 ( B + D )

3.1.1 Gli scarichi attraverso la murata, provenienti da spazi al di sotto del ponte di lavoro o da sovrastrutture o tughe sistemate sul ponte di lavoro e chiuse da porte stagne alle intemperie, devono essere muniti di dispositivi accessibili che impediscano lingresso di acqua a bordo. 3.1.2 Ciascuno scarico separato deve avere una valvola automatica di non ritorno munita di efficaci mezzi di chiusura da una posizione accessibile, ad eccezione di quando: unanalisi soddisfacente inviata alla Societ per dimostrare che eventuali entrate dacqua attraverso lapertura non possano provocare allagamenti pericolosi, e i tubi sono di spessore rinforzato, come indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5. 3.1.3 Il dispositivo di comando delle valvole con efficace mezzo di chiusura deve essere provvisto di un indicatore che indichi se la valvola aperta o chiusa.

e
d 1 50

per navi di lunghezza minore di 24 m:


d 1 = 25 + 2 ,16 L 1 ( B + D )

o
d 1 = 25 + 0 ,85L

assumendo il minore dei valori sopra indicati. essendo: d1 L1 : diametro interno del tubo di aspirazione, in mm : lunghezza dello spazio considerato, in m

3.2

Scarichi attraverso locali macchine presidiati

L, B, D : lunghezza, larghezza e altezza della nave come definite in [2.4.1]. b) In nessun caso il diametro effettivo pu essere minore di quello ottenuto con le formule in a) per pi di 5 mm.

3.2.1 Nei locali macchine presidiati, gli scarichi essenziali per il funzionamento dei motori principali ed ausiliari possono essere comandati localmente. I comandi devono essere accessibili e devono essere muniti di indicatori che indichino se le valvole sono aperte o chiuse.

2.5
2.5.1

Sistemazione della tubolatura di sentina 3.3 Materiali


3.3.1 Gli accessori collegati al fasciame esterno e le valvole richieste in [3.1.2] devono essere di acciaio, bronzo o altro materiale tenace. 3.3.2 (1/7/2002) Tutti i tubi fra il fasciame esterno e le valvole devono essere di acciaio.

Passaggi attraverso doppi fondi, casse e cisterne Le tubolature di sentina non devono passare entro doppi fondi, casse e cisterne, a meno che non passino entro apposite gallerie tubi. Quando ci non pu essere realizzato, le dette tubolature devono essere di spessore rinforzato, come indicato in Parte C, Cap 1, Sez 10, Tab 5 e devono essere costituite da tratte uniche o da tratte diverse unite mediante giunti saldati o giunti a flangia molto robusti. 2.5.2 Aspirazioni di sentina nei locali macchine e nelle gallerie alberi Le aspirazioni di sentina dai locali macchine e dalle gallerie alberi devono terminare con un tratto diritto verticale munito di cassetta del fango sistemata in modo da essere facilmente accessibile per lispezione e per la pulizia. L'estremit inferiore di detto tratto verticale non deve essere munita di pigna.

Sfoghi daria e dispositivi di sondaggio


Sfoghi daria
Generalit

4.1
4.1.1

Sfoghi daria devono essere sistemati in tutti gli spazi nei quali non vi siano sistemi alternativi di ventilazione.

608

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 4

4.1.2

Parti esposte degli sfoghi daria

Qualora gli sfoghi daria di casse, cisterne e spazi vuoti al di sotto del ponte si estendano al di sopra del ponte di lavoro o del ponte delle sovrastrutture, le parti esposte dei tubi devono avere una robustezza equivalente a quella delle strutture adiacenti e devono essere muniti di protezioni adeguate. 4.1.3 Mezzi di chiusura

Impianti frigoriferi per la consevazione del pescato


Generalit

5.1

Le aperture degli sfoghi daria devono essere munite di dispositivi di chiusura collegati permanentemente ai tubi stessi o alle strutture adiacenti. 4.1.4 Altezza degli sfoghi daria

5.1.1 Gli impianti frigoriferi devono essere progettati, costruiti, provati ed installati in modo tale da tener conto della sicurezza dellimpianto ed anche delle emissioni di clorofluorocarburi (CFCs) o di altre sostanze che eliminano lozono, dai fluidi frigorigeni contenuti in quantit o concentrazioni pericolose per la salute umana o per lambiente. 5.1.2 Non devono essere utilizzati come fluidi frigorigeni cloruro di metile o CFCs la cui potenziale azione di distruzione dellozono sia maggiore del 5% del CFC-11. 5.1.3 Devono essere esposti a bordo della nave avvisi che forniscano una guida adeguata per il funzionamento in sicurezza dellimpianto frigorifero e per le procedure di emergenza.

Laltezza degli sfoghi daria dal ponte al punto in cui potrebbe verificarsi lingresso dellacqua deve essere pari ad almeno: 760 mm sul ponte di lavoro, e 450 mm sul ponte delle sovrastrutture. La Societ pu accettare una riduzione dellaltezza degli sfoghi daria per impedire interferenze con le operazioni di pesca.

5.2

Progettazione degli impianti frigoriferi

4.2
4.2.1

Dispositivi di sondaggio
Generalit

5.2.1 Gli impianti frigoriferi devono essere adeguatamente protetti contro vibrazioni, urti, espansioni, contrazioni, ecc. e devono essere provvisti di un dispositivo automatico di sicurezza che impedisca pericolosi aumenti della temperatura o della pressione. 5.2.2 Gli impianti frigoriferi nei quali vengono impiegati fluidi frigorigeni tossici o infiammabili devono essere provvisti di dispositivi di drenaggio che scarichino in posizioni dove il fluido non possa costituire un pericolo per la nave o per le persone a bordo.

Devono essere sistemati dispositivi di sondaggio: per le sentine di quei compartimenti che non sono prontamente accessibili durante il viaggio, e per le cisterne e le intercapedini. 4.2.2 Estremit dei tubi sonda

5.3
5.3.1

Quando sono sistemati tubi sonda, la loro estremit superiore deve essere portata ad una posizione facilmente accessibile e, quando possibile, al di sopra del ponte di lavoro. 4.2.3 Mezzi di chiusura

Sistemazione dei locali per le macchine frigorifere e delle celle frigorifere


Separazione degli spazi

Le aperture dei tubi sonda devono essere munite di mezzi di chiusura permanentemente collegati. I tubi sonda che non siano estesi al di sopra del ponte di lavoro devono essere muniti di dispositivi di chiusura automatici. 4.2.4 Sistemazioni speciali per i tubi sonda in casse contenenti prodotti petroliferi infiammabili

Qualora tubi sonda siano sistemati in casse contenenti combustibile liquido o olii infiammabili, la loro estremit superiore deve trovarsi in posizione sicura e deve essere munita di idonei dispositivi di chiusura. Indicatori di livello di vetro di spessore adeguato e protetti da un involucro metallico possono essere adoperati, purch siano provvisti di valvole a chiusura automatica. Altri mezzi per accertare la quantit di prodotto contenuto nella cassa possono essere permessi purch la loro rottura o troppo pieno non provochino una fuoriuscita del contenuto della cassa.

a) Qualsiasi spazio contenente macchinario frigorifero, compresi i condensatori e i serbatoi dei gas che utilizzino fluidi frigorigeni tossici deve essere separato dagli spazi adiacenti mediante paratie stagne ai gas. Qualsiasi spazio contenente detto macchinario frigorifero, compresi i condensatori e i serbatoi dei gas, deve essere munito di un impianto di rivelazione di perdite dotato di indicatori sistemati al di fuori dello spazio in questione e vicino al suo ingresso e devono essere dotati di un impianto di ventilazione indipendente e di un impianto di acqua spruzzata. b) Qualora tale contenimento non sia possibile a causa delle dimensioni della nave, limpianto frigorifero potr essere sistemato nel locale macchine purch la quantit di fluido frigorigeno utilizzata sia tale da non causare danni alle persone presenti nel locale macchine, in caso di fughe di gas, e deve essere munito di un allarme che avverta nel caso in cui si verifichino concentrazioni pericolose di gas qualora si verifichino perdite nel locale.

Regolamenti RINA 2005

609

Parte E, Cap 20, Sez 4

5.3.2 Uscite dagli spazi Nei locali del macchinario frigorifero e nelle celle frigorifere, allarmi devono essere collegati con la plancia, o con le stazioni di comando o devono essere previste vie di fuga per impedire che persone possano rimanere intrappolate. Almeno unuscita da tali spazi deve poter essere aperta dallinterno. Quando possibile, le uscite dai locali che contengono macchinari frigoriferi che utilizzano gas tossici o infiammabili non devono portare direttamente nei locali alloggio.

5.4

Apparecchi di respirazione

5.4.1 Quando in un impianto frigorifero si utilizzano fluidi frigorigeni pericolosi per le persone, devono essere previsti almeno due apparecchi di respirazione uno dei quali sistemato in una posizione per la quale non esista il rischio che diventi inaccessibile nel caso di perdite di fluido frigorigeno. Gli apparecchi di respirazione previsti come parte delle apparecchiature antincendio della nave possono essere considerati soddisfacenti in parte o del tutto la presente prescrizione purch siano sistemati in posizioni che siano adeguate per entrambi gli scopi. Qualora siano adoperati apparecchi autorespiratori devono essere previste bombole daria di rispetto.

610

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 5

SEZIONE 5

IMPIANTI ELETTRICI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

1.1.1 Le norme contenute in Parte C, Capitolo 2 si applicano alle navi da pesca eccetto quelle contenute in Parte C, Cap 2, Sez 1, [2], Parte C, Cap 2, Sez 15, [2], Parte C, Cap 2, Sez 3, [2], Parte C, Cap 2, Sez 3, [3], Parte C, Cap 2, Sez 11, [1], Parte C, Cap 2, Sez 11, [2], Parte C, Cap 2, Sez 11, [3], Parte C, Cap 2, Sez 11, [4], e Parte C, Cap 2, Sez 11, [5] che sono sostituite da quelle contenute nella presente Sezione.

A meno che non sia diversamente concordato con la Societ, i documenti da inviare allapprovazione devono essere inviati in triplice copia se inviati dal Cantiere ed in quadruplice copia se inviati dal fornitore del macchinario o delle apparecchiature. I documenti richiesti per conoscenza devono essere inviati in duplice copia. In qualsiasi caso, la Societ si riserva il diritto di richiedere copie addizionali quando ritenuto necessario.

Componenti per i quali richiesta lapprovazione di tipo

2
2.1

Documentazione da inviare

3.1
3.1.1 I componenti di seguito elencati devono essere sottoposti ad approvazione di tipo caso per caso sulla base dellinvio di una documentazione adeguata e dellesecuzione di prove: cavi elettrici apparecchiatura di manovra (interruttori automatici, contattori, sezionatori, ecc.) e dispositivi di protezione contro le sovracorrenti componenti elettronici utilizzati per compiti essenziali alla sicurezza della nave.

2.1.1 Deve essere inviata la documentazione elencata in Tab 1. Lelenco dei documenti richiesti indicativo del complesso di informazioni che devono essere inviate e non deve essere assunto come un mero elenco di titoli. La Societ si riserva il diritto di richiedere la sottomissione di documentazione aggiuntiva per progetti non convenzionali o se ritenuto necessario per la valutazione dellimpianto, delle apparecchiature o dei componenti.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. 1 2 3 4

I/A (1) A A A A

Documenti Schema unifilare degli impianti elettrici forza e di illuminazione, principali e di emergenza. Bilancio elettrico (impianto elettrico principale e di emergenza). Calcolo delle correnti di corto circuito per ciascun impianto nel quale la somma delle potenze nominali delle sorgenti di energia che possono essere collegate contemporaneamente alla rete superiore a 500 kVA (kW). Tabella dei circuiti comprendente, per ciascun circuito di alimentazione e di distribuzione, le indicazioni relative alla corrente nominale, al tipo, lunghezza e sezione del cavo, ai dati nominali e di taratura dei dispositivi di protezione e di manovra. Schema unifilare e schema funzionale del quadro principale. Schema unifilare e schema funzionale del quadro di emergenza. Schema dei pi importanti sottoquadri e del quadro centralizzato avviatori (oltre 100 kW). Schema del quadro fanali di navigazione.

5 6 7 8 (1)

A A A A

A: da inviare allapprovazione; I: da inviare per conoscenza.

Regolamenti RINA 2005

611

Parte E, Cap 20, Sez 5

Norme generali per la progettazione lubicazione e linstallazione degli impianti


Progetto e costruzione

4.2.7 I fanali di navigazione, se ad alimentazione esclusivamente elettrica, devono essere alimentati mediante un proprio quadro separato e per il loro controllo devono essere installati dispositivi adeguati.

4.1

4.3

4.1.1 Il progetto e la costruzione degli impianti elettrici devono essere tali da assicurare: a) i servizi necessari per mantenere la nave in condizioni ordinarie di funzionamento e di abitabilit senza fare ricorso alla sorgente di emergenza di energia elettrica b) i servizi essenziali per la sicurezza in caso di guasto della sorgente principale di energia elettrica, e c) la salvaguardia dellequipaggio e della nave dai pericoli di tipo elettrico.

Sorgente di emergenza di energia elettrica

4.3.1 Deve essere prevista una sorgente autonoma di energia elettrica ubicata, a discrezione della Societ, al di fuori dei locali macchina e sistemata in maniera tale da assicurare il suo funzionamento in caso di incendio o altre cause di guasto dellimpianto principale di energia elettrica. 4.3.2 La sorgente di emergenza di energia elettrica deve essere in grado, ponendo la dovuta attenzione alle correnti di avviamento ed alla natura transitoria di certi carichi, di alimentare contemporaneamente per un periodo di almeno tre ore per navi di lunghezza uguale o superiore a 24 m, per un periodo di almeno otto ore per navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m: a) linstallazione radio VHF e se applicabile: 1) linstallazione radio MF 2) la stazione terrestre di nave e 3) linstallazione radio MF/HF b) gli impianti di comunicazione interna, gli impianti di rivelazione incendio ed i segnali che possono essere richiesti in una condizione di emergenza c) i fanali di navigazione se soltanto con alimentazione elettrica e le luci di emergenza 1) dei posti di messa a mare e sulle murate 2) in tutti i corridoi, le scale e le uscite 3) nei locali macchina o nei locali contenenti la sorgente di emergenza di energia elettrica 4) in tutti i posti di comando e 5) nei locali per la movimentazione ed il trattamento del pesce pescato e d) il funzionamento della pompa da incendio di emergenza, se prevista. 4.3.3 La sorgente di emergenza di energia elettrica pu essere un generatore o una batteria di accumulatori. 4.3.4 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica un generatore, esso deve essere provvisto sia di una alimentazione indipendente del combustibile sia di efficaci mezzi di avviamento a discrezione della Societ. A meno che non sia previsto un secondo mezzo indipendente di avviamento del gruppo elettrogeneratore di emergenza, lunica sorgente di energia accumulata deve essere protetta in modo da prevenire la sua scarica completa dovuta allimpianto di avviamento automatico. 4.3.5 Se la sorgente di emergenza di energia elettrica una batteria di accumulatori, essa deve essere in grado di sopportare il carico elettrico di emergenza senza essere ricaricata mantenendo la tensione della batteria durante tutto il periodo di scarica entro il 12% al di sopra o al di sotto della sua tensione nominale. In caso di mancanza dellalimentazione principale di energia elettrica tale batte-

4.2

Sorgente principale di energia elettrica

4.2.1 Quando lenergia elettrica costituisce lunico mezzo per alimentare i servizi ausiliari essenziali per la propulsione e la sicurezza della nave, deve essere prevista una sorgente principale di energia elettrica che deve essere costituita da almeno due gruppi elettrogeneratori, uno dei quali pu essere trascinato dal motore principale. La Societ si riserva di accettare altre sistemazioni che garantiscano una capacit elettrica equivalente. 4.2.2 La potenza di questi gruppi elettrogeneratori deve essere tale da assicurare il funzionamento dei servizi di cui in [4.1.1] a), escludendo la potenza richiesta per le attivit di pesca, trattamento e conservazione del pescato, in caso di arresto di uno qualunque dei gruppi. Tuttavia, sulle navi di lunghezza inferiore a 45 m, in caso di arresto di uno qualunque dei gruppi elettrogeneratori, sufficiente che siano assicurati i servizi indispensabili per la propulsione e la sicurezza della nave. 4.2.3 La sorgente principale di energia elettrica della nave deve essere tale che i servizi di cui in [4.1.1] a) possano essere assicurati indipendentemente dalla velocit e dal senso di rotazione del macchinario di propulsione o della linea dalberi. 4.2.4 Quando i trasformatori costituiscono una parte essenziale dellimpianto di alimentazione elettrica richiesta in questo Sotto-articolo, limpianto deve essere realizzato in modo tale da assicurare la continuit di alimentazione elettrica. 4.2.5 La sistemazione dellimpianto di illuminazione principale deve essere tale che un incendio o altro incidente nei locali che contengono la sorgente principale di energia elettrica, incluso i trasformatori, se previsti, non mettano fuori servizio limpianto di illuminazione di emergenza. 4.2.6 La sistemazione dellimpianto di illuminazione di emergenza deve essere tale che un incendio o altro accidente nei locali che contengono la sorgente di emergenza di energia elettrica, compresi i trasformatori, se previsti, non mettano fuori servizio limpianto di illuminazione principale.

612

Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 5

ria di accumulatori deve collegarsi automaticamente al quadro di emergenza e deve alimentare immediatamente almeno quei servizi prescritti in [4.3.2] (b) e (c). Il quadro di emergenza deve essere provvisto di un interruttore di manovra ausiliario per consentire il collegamento manuale della batteria in caso di guasto dellimpianto di collegamento automatico. 4.3.6 Il quadro elettrico di emergenza deve essere sistemato il pi vicino possibile alla sorgente di emergenza di energia elettrica ed in accordo con quanto stabilito in [4.3.1]. Quando la sorgente di emergenza di energia elettrica un generatore, il quadro di emergenza deve essere sistemato nello stesso locale del generatore, a meno che la condotta del quadro di emergenza sia da ci ostacolata. 4.3.7 Le batterie di accumulatori, eccettuate quelle installate per il funzionamento del trasmettitore e ricevitore radio delle navi di lunghezza inferiore a 45 m, devono essere installate in un locale ben ventilato che non deve essere quello contenente il quadro di emergenza. In una posizione adeguata sul quadro principale o nella stazione di comando del macchinario deve essere montato un indicatore che indichi quando le batterie costituenti la sorgente di emergenza di energia elettrica sono in fase di scarica. 4.3.8 Il quadro di emergenza deve essere alimentato, durante il normale funzionamento, dal quadro principale per mezzo di una linea di alimentazione di interconnessione che deve essere protetta sul quadro principale contro sovraccarico e corto circuito e che deve essere automaticamente scollegata sul quadro di emergenza a seguito della mancanza della sorgente principale di energia elettrica. Quando limpianto previsto per alimentazione inversa, la linea di alimentazione di interconnessione deve anche essere protetta sul quadro di emergenza almeno contro corto circuito. Per navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m la sistemazione del quadro di emergenza deve essere tale che, in caso di guasto dellalimentazione principale di energia elettrica, sia previsto un collegamento automatico dellalimentazione di emergenza. 4.3.9 Il generatore di emergenza ed il suo motore primo ed ogni batteria di accumulatori di emergenza devono essere sistemati in modo da assicurare che essi funzionino alla piena potenza nominale sia quando la nave dritta che quando inclinata di qualsiasi angolo di inclinazione trasversale fino a 22.5 sia verso sinistra che verso destra o longitudinalmente fino a 10 sia verso prora che verso poppa, od anche quando inclinata di una qualsiasi combinazione di angoli entro tali limiti. 4.3.10 La sorgente di emergenza di energia elettrica ed i dispositivi di avviamento automatico devono essere costruiti e sistemati in modo da assicurare una adeguata verifica da parte dellequipaggio mentre la nave in condizioni di normale funzionamento. 4.3.11 Per navi di lunghezza inferiore a 24 m la Societ pu esimere dallinstallazione della sorgente di emergenza di energia elettrica.

4.4

Precauzioni contro la folgorazione, lincendio ed altri pericoli di natura elettrica

4.4.1 Le parti metalliche fisse permanentemente esposte delle macchine o delle apparecchiature elettriche che non sono destinate ad essere in tensione ma che, in condizioni di guasto, possono andare in tensione devono essere messe a massa a meno che siano: a) alimentate ad una tensione non superiore a 50 V c.c. o 50 V c.a. valore efficace tra i conduttori; gli autotrasformatori non devono essere impiegati per ottenere tale tensione alternata; o b) siano alimentate ad una tensione non superiore a 250 V per mezzo di trasformatori di isolamento di sicurezza che alimentano una sola utenza; o c) siano costruite secondo il principio del doppio isolamento. 4.4.2 Le apparecchiature elettriche devono essere costruite ed installate in modo da non provocare danni alle persone quando vengono toccate o maneggiate in maniera corretta. 4.4.3 Il quadro principale e quello di emergenza devono essere sistemati in modo tale che sia facilmente consentito laccesso necessario alle apparecchiature ed ai componenti senza pericolo per il personale. I lati ed i retro e, quando necessario, i fronti dei quadri, devono essere protetti adeguatamente. Le parti esposte in tensione aventi tensioni verso terra superiori ad una tensione indicata dalla Societ non devono essere installate sul fronte di tali quadri. Davanti al quadro ed anche sul retro devono essere sistemati tappeti o grate (carabottini) isolanti, quando necessario. 4.4.4 Limpianto di distribuzione con ritorno attraverso lo scafo non deve essere impiegato per forza, riscaldamento o illuminazione nelle navi di lunghezza uguale o superiore a 75m. 4.4.5 Le prescrizioni di cui in [4.4.4] non precludono, a determinate condizioni stabilite dalla Societ, limpiego di: a) impianti di protezione catodica a corrente impressa b) impianti di limitata estensione connessi a massa localmente; o c) apparecchiature per la verifica dello stato di isolamento purch la corrente di circolazione non superi i 30 mA nelle condizioni pi sfavorevoli. 4.4.6 Quando viene impiegato un impianto di distribuzione con ritorno per lo scafo, tutti i circuiti terminali, (cio tutti i circuiti derivati a valle dallultimo dispositivo di protezione) devono essere costituiti da due conduttori e particolari precauzioni devono essere prese a soddisfazione della Societ. 4.4.7 Quando viene impiegato un impianto di distribuzione, sia primario che secondario, per forza, riscaldamento o illuminazione, senza collegamento a massa, deve essere previsto un dispositivo per controllare lo stato di isolamento verso massa.

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Parte E, Cap 20, Sez 5

4.4.8 Quando un impianto di distribuzione in accordo con [4.4.7] e viene impiegata una tensione superiore a 50 V d.c. o 50 V c.a. valore efficace tra i conduttori, deve essere previsto un dispositivo per controllare con continuit lo stato di isolamento verso massa e dare unindicazione ottica ed acustica per valori di isolamento eccessivamente bassi. 4.4.9 Gli impianti di distribuzione che sono alimentati ad una tensione non superiore a 250 V c.c. o 250 V c.a. valore efficace tra i conduttori e che sono limitati in estensione, possono soddisfare i requisiti di cui in [4.4.7], a discrezione della Societ. 4.4.10 Eccetto quando consentito dalla Societ in circostanze eccezionali, tutti i rivestimenti metallici e le armature dei cavi devono essere elettricamente continui e devono essere collegati a massa. 4.4.11 Tutti i cavi elettrici devono essere almeno di tipo non propagante la fiamma e devono essere installati in modo da non sminuire le loro propriet originarie di non propagazione della fiamma. La Societ pu consentire limpiego di tipi speciali di cavi che non soddisfino quanto sopra quando ritenuto necessario per applicazioni particolari, come quelle per impianti a radio frequenza. 4.4.12 I cavi e i cablaggi che alimentano servizi essenziali o di emergenza, siano essi per forza, illuminazione, comunicazioni interne o segnalazioni, devono essere ubicati, per quanto possibile al di fuori di cucine, locali macchine di categoria A ed altre zone ad elevato rischio di incendio e lavanderie, locali per la movimentazione ed il trattamento del pescato ed altri locali in cui sia presente un elevato livello di umidit. I cavi che collegano le pompe da incendio al quadro di emergenza devono essere di tipo resistente al fuoco dove essi attraversano zone ad elevato rischio di incendio. Quando possibile tutti questi cavi devono essere sistemati in maniera tale che non possano essere messi fuori servizio dal riscaldamento delle paratie causato da un eventuale incendio nelle zone adiacenti. 4.4.13 Ove cavi siano installati in zone pericolose con rischio di incendio o di esplosione nel caso di un guasto elettrico nelle zone stesse, devono essere prese speciali precauzioni contro tali rischi, a discrezione della Societ. 4.4.14 I conduttori devono essere sostenuti in modo da impedire pericolosi sfregamenti o altri danni. 4.4.15 Le terminazioni e le giunzioni in tutti i conduttori devono essere fatte in modo da mantenere inalterate le propriet originali elettriche, meccaniche, di non propagazione della fiamma e, se necessario, di resistenza al fuoco del cavo. 4.4.16 I cavi installati nei locali refrigerati devono essere adatti alle basse temperature ed allalta umidit. 4.4.17 I circuiti devono essere protetti contro corto circuito. I circuiti devono essere protetti anche contro il sovraccarico, a meno che non sia specificato altrimenti in

questi Regolamenti o quando la Societ lo permetta eccezionalmente. 4.4.18 Per ogni circuito deve essere permanentemente indicato la portata o lappropriata taratura dellapparecchiatura di protezione contro il sovraccarico nel luogo in cui installato il dispositivo di protezione. 4.4.19 Gli apparecchi di illuminazione devono essere installati in modo da impedire sovratemperature che potrebbero essere dannose per i conduttori ed in modo da impedire che i materiali circostanti si riscaldino eccessivamente. 4.4.20 Tutti i circuiti di illuminazione e di forza che terminano in un locale dove esiste il rischio di incendio o di esplosione devono essere provvisti di apparecchi di manovra-sezionamento sistemati fuori del locale. 4.4.21 Le sistemazioni delle batterie di accumulatori devono essere costruite e ventilate a discrezione della Societ. 4.4.22 Apparecchiature elettriche o non che possono costituire sorgente di ignizione di vapori infiammabili non sono ammesse in questi locali eccetto come permesso in [4.4.24]. 4.4.23 Le batterie di accumulatori non devono essere ubicate negli alloggiamenti eccetto se sistemate in contenitori ermeticamente sigillati. 4.4.24 Non devono essere installate apparecchiature elettriche in locali dove possano accumularsi miscele infiammabili e in qualsiasi locale destinato specificatamente alle batterie di accumulatori, a meno che, a discrezione della Societ, le suddette apparecchiature non siano: a) essenziali ai fini operativi b) di un tipo che non provochi lignizione dellatmosfera infiammabile c) idonee al luogo considerato; e d) opportunamente certificate per un impiego sicuro in presenza delle polveri, vapori o gas ai quali possono essere esposte.

4.5

Allarme per il personale di macchina

4.5.1 Sulle navi di lunghezza uguale o superiore a 75 m deve essere sistemato un allarme per il personale di macchina, azionabile dalla centrale di comando delle macchine o dal piano di manovra, come appropriato, che deve essere chiaramente udibile nei locali di alloggio del personale di macchina.

5
5.1

Protezione contro i fulmini


Generalit
(1/7/2002)

5.1.1

Gli impianti di protezione contro i fulmini devono essere sistemati su tutti gli alberi in legno o sulle teste d'albero.

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Parte E, Cap 20, Sez 6

SEZIONE 6

PROTEZIONE ANTINCENDIO

1
1.1

Generalit
Applicabilit

d) Materiali per tubolature d'olio o di combustibile liquido (quando non siano in acciaio o rame e sue leghe) e) Passacavi di paratia o ponte per cavi elettrici attraversanti divisioni di Classe A o B f) Materiali con superficie presentante limitata attitudine a propagare la fiamma, comprese pitture, vernici e simili, quando per esse richiesta tale caratteristica

1.1.1 La presente Sezione fornisce le prescrizioni relative alla sicurezza contro gli incendi per navi con notazione di servizio fishing vessel e lunghezza uguale a o minore di 65 m. La sicurezza contro gli incendi delle navi da pesca di lunghezza superiore a 65 m deve essere in accordo con le prescrizioni in Parte C, Capitolo 4.

g) Materiali non combustibili h) Materiali non facilmente infiammabili per sottofondi di rivestimento dei ponti i) j) Impianti fissi antincendio a schiuma ed apparecchi schiumogeni portatili Testine sensibili per impianti automatici di rivelazione e segnalazione incendi

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 Devono essere inviati allapprovazione i documenti elencati in Tab 1.

1.3

Prodotti di tipo approvato

k) Estintori portatili l) Agenti sostitutivi della schiuma per estintori di incendio

1.3.1 I materiali, gli apparecchi, gli impianti ed i prodotti in generale adoperati per la protezione antincendio, qui sotto elencati, devono essere di tipo preventivamente approvato dalla Societ, salvo casi particolari per i quali laccettazione pu essere concessa dalla Societ, per singole navi, sulla base di un'adeguata documentazione e/o di collaudi specifici: a) Divisioni (paratie o ponti) resistenti al fuoco o ritardanti il fuoco, e relative porte b) Dispositivi di chiusura automatica per porte tagliafuoco c) Materiali per tubolature attraversanti divisioni di Classe A o B (quando non siano in acciaio o altro materiale equivalente)

m) Tute antincendio n) Apparecchi di respirazione o) Caschi e maschere contro il fumo p) Lampade elettriche di sicurezza q) Cavi di sicurezza r) Manichette da incendio s) Lance e boccalini per manichette da incendio, compresi i boccalini a doppio uso t) Materiale secco, sostitutivo della sabbia, per cassette di sabbia.

Tabella 1 : Documenti da inviare N. Documento


Sezione longitudinale della nave e le viste dei ponti, con l'indicazione dei particolari seguenti: destinazione dei vari locali, caratteristiche dei materiali di rivestimento dei ponti e delle paratie, e di tutte le altre superfici, posizione delle porte, delle scale, degli ascensori, ecc., sistemazione degli impianti di ventilazione naturale e meccanica, con la posizione delle serrande. Piano relativo alla sistemazione dellimpianto idrico di estinzione incendi. (1) Piano relativo alla sistemazione degli altri impianti fissi di rivelazione ed estinzione incendi (1) Piani relativi a tutte le altre sistemazioni antincendio, mobili o fisse (estintori, impianti mobili ed apparecchi portatili di estinzione incendi, cassette di sabbia, buglioli, ecc.). Schema dellimpianto fisso di autoprotezione ad acqua spruzzata

2 3 4 5
(1)

I piani devono essere diagrammatici e funzionali e devono contenere le informazioni necessarie per la loro corretta interpretazione e verifica. In particolare essi devono indicare le caratteristiche tecniche e di dimensionamento dei principali componenti che caratterizzano gli impianti.

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Parte E, Cap 20, Sez 6

1.4
1.4.1

Definizioni
Premessa

1.4.7

Locali di alloggio

Ai fini dell'applicazione delle norme della presente Sezione, salvo esplicite disposizioni contrarie, valgono le definizioni date da [1.4.2] a [1.4.11]. 1.4.2 Materiale non combustibile

Locali di alloggio sono gli spazi usati normalmente per l'equipaggio, quali i corridoi, i locali di igiene, le cabine, gli uffici, i locali di soggiorno, i locali da pranzo ed altri locali simili. 1.4.8 Locali di servizio

Materiale non combustibile un materiale che non brucia, n emette vapori infiammabili in quantit sufficiente per la sua auto-accensione, quando sia portato ad una temperatura di circa 750 C; tale propriet deve essere dimostrata con un'appropriata procedura di prova ritenuta accettabile dalla Societ. Ogni altro materiale considerato combustibile. 1.4.3 Prova standard del fuoco - Divisioni di classe A - Divisioni di classe B

Locali di servizio sono quelli usati per cucine, riposterie che contengono apparecchi di cottura, ripostigli, magazzini, officine diverse da quelle che si trovano nei locali macchine e locali consimili, compresi i relativi cofani. Gli spazi usati per il deposito delle reti sono considerati anch'essi locali di servizio. 1.4.9 Locali da carico

Locali da carico sono tutti gli spazi usati per il deposito del pesce, compresi i relativi cofani. 1.4.10 Locali macchine Locali macchine sono i locali che contengono l'apparato motore di propulsione, le caldaie, i gruppi per il trattamento del combustibile liquido, le macchine a vapore, i motori a combustione interna, i generatori e motori elettrici principali, le macchine di governo, le stazioni di imbarco del combustibile liquido e dellolio, i macchinari per la ventilazione e per il condizionamento dell'aria, i macchinari frigoriferi, gli stabilizzatori e gli spazi di tipo simile, compresi i relativi cofani. 1.4.11 Stazioni di comando Stazioni di comando sono i locali che contengono i principali equipaggiamenti per la navigazione, la radio e la fonte demergenza di energia elettrica.

Valgono le definizioni date in Parte C, Cap 4, Sez 1, [3.2.1] e Parte C, Cap 4, Sez 1, [3.4.1]. La Societ pu richiedere una prova su di un prototipo delle paratie di Classe A o B per assicurarsi che esso corrisponda alle pertinenti prescrizioni circa l'integrit e laumento della temperatura. 1.4.4 Acciaio o altri materiali equivalenti

Quando ricorre la dizione acciaio o altro materiale equivalente, per materiale equivalente si deve intendere qualsiasi materiale non combustibile che, per le sue propriet intrinseche o per la coibentazione di cui sia provvisto, presenti caratteristiche di resistenza ed integrit equivalenti a quelle dell'acciaio alla fine della esposizione al fuoco nella pertinente prova standard del fuoco (ad esempio, una lega d'alluminio adeguatamente coibentata). 1.4.5 Limitata attitudine alla propagazione della fiamma

2
2.1

Prevenzione degli incendi


Riduzione del rischio dignizione

Limitata attitudine alla propagazione della fiamma significa che una superficie avente una tale attitudine offre una adeguata resistenza al propagarsi della fiamma. Tale propriet deve essere dimostrata con procedura di prova ritenuta accettabile dalla Societ. Fra le superfici aventi limitata attitudine alla propagazione della fiamma, sono denominate autoestinguenti quelle che, dopo essere state accese da una fiamma, si autoestinguono, in un tempo breve, quando la fiamma che le aveva accese viene allontanata oppure che non si accendono nelle stesse condizioni di prova. 1.4.6 Materiali non facilmente infiammabili

2.1.1 Nei locali di alloggio e nei locali macchine proibito l'uso di pitture, vernici o altri simili preparati a base di nitrocellulosa o di altre sostanze molto infiammabili. 2.1.2 I sottofondi di rivestimento dei ponti, se sistemati nei locali di alloggio, nei locali di servizio e nelle stazioni di comando, devono essere di un materiale non facilmente infiammabile. 2.1.3 I riscaldatori elettrici devono essere di tipo idoneo e installati in modo da ridurre al minimo il rischio di incendio ed i ponti o le paratie ai quali essi sono collegati devono essere adeguatamente protetti con materiale non combustibile. Non ammessa la sistemazione di riscaldatori con elementi elettrici esposti o a fiamme libere o di stufe a combustibile solido. 2.1.4 Le tubolature per oli o combustibili liquidi infiammabili devono essere progettate ed installate in modo tale da ridurre il rischio dignizione nel caso di stillicidi o perdite. Vedere Parte C, Cap 1, Sez 10.

Materiali non facilmente infiammabili sono materiali aventi caratteristiche di infiammabilit approvate. Tali caratteristiche devono poter essere ottenute con una procedura di prova ritenuta accettabile dalla Societ. Gli stessi materiali possono anche avere caratteristiche di limitata attitudine a propagare la fiamma e/o essere autoestinguenti. Vedere [1.4.5].

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Parte E, Cap 20, Sez 6

2.2

Limitazione del potenziale di sviluppo dellincendio

2.2.1 Devono essere installati dispositivi: per arrestare i ventilatori che servono i locali macchine e i locali da carico, per chiudere i passaggi e le condotte di ventilazione, intercapedini perimetrali intorno ai fumaioli ed altre eventuali aperture verso tali spazi. In caso di incendio, tali dispositivi devono poter essere manovrati da una posizione esterna a tali locali. Devono essere anche previsti dispositivi per manovrare i mezzi di chiusura degli osteriggi dei locali macchine da posizione esterna ai locali. 2.2.2 Devono essere previsti mezzi di comando per: larresto delle pompe per il travaso del combustibile liquido e delle pompe per il servizio del combustibile liquido, la chiusura delle valvole di casse e depositi del combustibile, Parte C, Cap 1, Sez 10, [11.6.4]). Tali comandi devono essere ubicati fuori dai locali interessati.

sulla faccia esposta al fuoco, in modo che, per tutta la durata della prova al fuoco (30 min), la temperatura media della struttura in lega leggera non subisca aumenti superiori a 200 C rispetto alla temperatura iniziale della struttura stessa. Per strutture non sopportanti carico, laumento di temperatura suddetto pu essere di 250 C.

3.2

Caratteristiche dei materiali coibenti

3.2.1 La coibentazione dei locali di alloggio, dei locali di servizio, delle stazioni di comando e dei locali macchine deve essere di materiale non combustibile. La coibentazione dei locali refrigerati e delle stive del pesce deve essere di materiale non combustibile, a meno che le superfici esposte non siano protette con idonei rivestimenti. 3.2.2 I rivestimenti impermeabilizzanti e gli adesivi adoperati per la coibentazione degli impianti frigoriferi, come pure la coibentazione delle relative tubolature, possono essere in materiali combustibili, ma la loro quantit deve essere limitata quanto pi possibile e le loro superfici esposte devono avere resistenza alla propagazione della fiamma a soddisfazione della Societ. 3.2.3 La superficie esposta interna della coibentazione di delimitazioni di locali nei quali vi sia la possibilit di penetrazione di prodotti oleosi non deve assorbire gli oli ed i relativi vapori. 3.2.4 Tutte le superfici esposte nei locali di alloggio o di servizio, nelle stazioni di comando, nei corridoi, nei cofani scala e nei relativi spazi nascosti ed inaccessibili dietro paratie, soffittature, pannellature e rivestimenti, devono possedere caratteristiche di limitata attitudine a propagare la fiamma.

2.3

Limitazione della generazione di fumo

2.3.1 Pitture, vernici o altri tipi di finiture per le superfici interne esposte devono essere tali da non generare eccessive quantit di fumi e prodotti tossici.

3
3.1

Protezione strutturale antincendio


Prescrizioni specifiche per le divisioni di classe A e B

3.1.1 Divisioni di classe A a) Una divisione metallica, per essere di classe A, deve avere un fasciame di spessore non inferiore a: 4 mm, se di acciaio, 5 mm, se di lega leggera, e deve essere opportunamente irrigidita. b) Tale divisione, se di lega leggera, deve inoltre essere opportunamente coibentata, sulla faccia esposta al fuoco, in modo che, per tutta la durata della prova al fuoco (60 min), la temperatura media della struttura in lega leggera non subisca aumenti superiori a 200 C rispetto alla temperatura iniziale della struttura stessa. Per strutture non sopportanti carico, laumento di temperatura suddetto pu essere di 250 C. 3.1.2 Divisioni di classe B a) Una divisione metallica, per essere di classe B, deve avere un fasciame di spessore non inferiore a: 3 mm, se di acciaio, 4 mm, se di lega leggera, e deve essere opportunamente irrigidita. b) Tale divisione, se in lega leggera, pu essere considerata di Classe B-0, se anche opportunamente coibentata,

3.3

Resistenza al fuoco di ponti e paratie

3.3.1 Lo scafo, le sovrastrutture, le paratie strutturali, i ponti e le tughe devono essere costruiti in acciaio, eccetto quando la Societ, in casi speciali, ritenga di poter ammettere l'impiego di altro materiale equivalente (come, per esempio, una lega di alluminio), tenuto conto del pericolo di incendio, se quest'altro materiale coibentato in modo che, in caso d'incendio, la struttura non possa crollare. 3.3.2 Devono, in generale, essere di acciaio o di altro materiale equivalente le paratie ed i ponti che separano locali di alloggio, locali macchine, stazioni di comando, e locali da carico da locali di servizio ad elevato rischio di incendio. 3.3.3 Le paratie delle cucine, dei depositi di pitture, dei depositi di lampade, dei depositi contenenti materiali infiammabili, quando sono adiacenti a locali di alloggio, a locali di servizio, a stazioni di comando ed a locali che contengono generatori di emergenza, devono essere di acciaio o di altro materiale equivalente. La faccia di tali paratie esterne ai detti locali e, per i locali contenenti generatori di emergenza o equivalenti, anche la faccia interna, devono essere di regola nude o rivestite di materiale non combustibile; possono tuttavia essere rivestite

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Parte E, Cap 20, Sez 6

di materiale combustibile purch la lamiera sia coibentata in modo da realizzare una paratia di classe A-60. 3.3.4 I locali di alloggio sottostanti a ponti, anche parzialmente, ed estendentisi per tutta la larghezza della nave devono in generale avere le paratie dei corridoi di acciaio, o costruite con pannelli di classe B-15, ed estese da ponte a ponte. Se tali paratie sono di acciaio, la faccia esposta ai corridoi deve di regola essere nuda o rivestita di materiale non combustibile; pu tuttavia essere rivestita di materiale combustibile purch la lamiera sia coibentata in modo da realizzare una paratia di classe B-15. In ogni caso, le eventuali soffittature nei corridoi, compresi i loro sostegni, devono essere di materiale non combustibile.
Nota 1: Per navi di lunghezza inferiore a 45 m, ma superiore a 15 m, le norme di cui sopra possono essere applicate soltanto ai tratti di corridoio costituenti l'unica via di sfuggita dai locali all'interno della nave, verso le zone scoperte di ponte dalle quali si pu accedere ai mezzi collettivi di salvataggio. Nota 2: Le navi aventi lunghezza inferiore o uguale a 15 m possono non soddisfare le norme di cui sopra.

4
4.1

Impianti di ventilazione
Applicabilit

4.1.1 Le norme del presente Articolo si applicano a tutte le navi aventi lunghezza uguale o superiore a 12 m. Nel caso di navi aventi lunghezza inferiore a 12 m, possono essere accettate, a giudizio della Societ, sistemazioni non conformi a tali norme.

4.2

Condotte di ventilazione

4.2.1 Le condotte di ventilazione devono essere di materiale e di spessore idonei ed adeguati in relazione alle divisioni attraversate ed ai locali serviti. In generale, le condotte in acciaio devono avere spessori, in mm, non inferiori a b/600, essendo b la larghezza della condotta, in mm. Spessori maggiori possono essere richiesti a giudizio della Societ in relazione ai locali serviti ed al grado di protezione della condotta. 4.2.2 Le prese e gli scarichi principali di tutti gli impianti di ventilazione devono essere provvisti di un mezzo di chiusura. Vedere anche [2.2.1]. 4.2.3 Le condotte di ventilazione per i locali macchine di propulsione non devono, in generale, passare attraverso locali di alloggio, locali di servizio o stazioni di comando a meno che non siano costruite in acciaio e sistemate in modo tale da non pregiudicare la resistenza al fuoco della divisione. 4.2.4 Le condotte di ventilazione relative ai locali di alloggio, locali servizio o stazioni di comando non devono, in generale, passare attraverso locali macchine di propulsione a meno che non siano costruite in acciaio e sistemate in modo tale da non pregiudicare la resistenza al fuoco della divisione. 4.2.5 Le condotte di estrazione dai fornelli delle cucine attraversanti locali di alloggio o locali contenenti materiali combustibili devono essere costituite da divisioni di Classe A. Ogni condotta di estrazione deve essere provvista di: un filtro per il grasso che possa smontarsi con facilit per la pulizia, una serranda tagliafuoco situata all'estremit inferiore della condotta, dispositivi, azionabili dalla cucina, per arrestare gli estrattori d'aria, un mezzo fisso, idoneo per spegnere un incendio all'interno della condotta. Le condotte di scarico devono essere facilmente accessibili per la pulizia.

3.3.5 Per i locali di alloggio diversi da quelli di cui in [3.3.4], le norme in [3] possono essere applicate limitatamente ai corridoi a fondo cieco ed a quelli costituenti un percorso di sfuggita dai precitati locali sottostanti. In tale caso, i vani scale devono essere racchiusi in idonei cofani tagliatiraggio. 3.3.6 Quando le divisioni di classe A o di classe B o di acciaio di cui ai precedenti paragrafi sono attraversate da cavi elettrici, tubolature, condotte, ecc. o sono forate per la sistemazione di anguille, bagli o altre strutture simili o di terminali di ventilazione, apparecchi di illuminazione e dispositivi simili, devono essere adottati provvedimenti atti ad assicurare che la loro resistenza al fuoco non ne risulti compromessa. 3.3.7 I rivestimenti dei ponti all'interno dei locali di alloggio e di servizio e delle stazioni di comando, e sui ponti che costituiscono cielo di locali macchine, devono essere di tipo non facilmente infiammabile. Vedere [1.4.6].

3.4

Sistemazione delle scale e dei relativi cofani

3.4.1 Le scale interne ed i relativi sostegni devono essere di acciaio o di altro materiale idoneo a giudizio della Societ. Quelle che servono i locali di alloggio, i locali di servizio, le stazioni di comando ed i locali macchine devono essere racchiuse in cofani; se una scala serve soltanto due interponti, pu essere racchiusa entro un cofano in uno solo di tali interponti. Nel caso di basso rischio di incendio o di sistemazioni particolari, il cofano pu essere omesso subordinatamente a particolare considerazione da parte della Societ.
Nota 1: Sulle navi aventi lunghezza inferiore o uguale a 15 m, le scale interne ed i relativi sostegni possono non essere di acciaio e le scale possono non essere racchiuse entro un cofano.

5
5.1

Mezzi di sfuggita
Generalit

5.1.1 In tutti i locali di alloggio e nei locali normalmente frequentati dallequipaggio, vi devono essere scale e sca-

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Regolamenti RINA 2005

Parte E, Cap 20, Sez 6

lette che assicurino un mezzo di sfuggita rapido per raggiungere la stazione di imbarco sui mezzi di salvataggio.

6.2.2 Caso di navi con 24 m L < 45 m Ogni nave avente lunghezza uguale o superiore a 24 m, ma inferiore a 45 m deve essere dotata di: almeno una pompa principale da incendio, indipendente ed azionata da energia meccanica, una pompa da incendio di emergenza, tranne quando la pompa principale da incendio, la sua fonte di energia e la presa a mare siano ubicate fuori dal locale apparato motore di propulsione o fuori dal locale contenente caldaie a combustibile liquido.
Nota 1: Nel caso di navi con notazione di navigazione limitata pu non essere sistemata la pompa da incendio di emergenza.

5.2

Sistemazione dei mezzi di sfuggita

5.2.1 Ciascun gruppo di locali di alloggio o di servizio deve avere normalmente due mezzi di sfuggita il pi lontano fra di loro possibile. Il mezzo di sfuggita principale dai locali di alloggio e dai locali di servizio ubicati al di sotto del ponte scoperto non deve passare attraverso locali macchine o altri locali contenenti eventuali fonti dignizione. Esso pu essere il mezzo normale di accesso al locale in questione. Il secondo mezzo di sfuggita pu essere un finestrino o un boccaportello che porti al ponte di coperta.
Nota 1: La Societ pu derogare dalla richiesta del scondo mezzo di sfuggita avendo prestato particolare attenzione alla natura ed alla posizione del locale ed al numero delle persone che potrebbero esservi normalmente alloggiate o presenti.

6.2.3 Caso di navi con 15 m L < 24 m Le navi aventi lunghezza uguale o superiore a 15 m, ma inferiore a 24 m, devono essere munite di: almeno una pompa azionata da energia meccanica adibita al servizio antincendio, una pompa a mano in accordo con quanto indicato in [6.3.3], eccetto quando la pompa azionata da energia meccanica azionata indipendentemente. 6.2.4 Caso di navi con L < 15 m Le navi aventi lunghezza inferiore a 15 m devono essere munite di almeno una pompa a mano che sia in accordo con quanto prescritto in [6.3.3].

5.2.2 Ciascun locale macchine deve normalmente avere due mezzi di sfuggita, separati per quanto possibile luno dallaltro. Uno di loro pu essere laccesso normale al locale, laltro pu essere un gruppo di scalette a tarozzi dacciaio che portino al ponte di coperta.
Nota 1: La Societ pu derogare dalla richiesta del scondo mezzo di sfuggita nel caso di piccoli locali macchine.

6.3

6
6.1

Impianto idrico antincendio


Generalit
6.3.1

Caratteristiche e sistemazione delle pompe da incendio


Pompe principali da incendio

6.1.1 a) Tutte le navi devono essere provviste di un impianto idrico antincendio costituito da pompe da incendio, collettore principale d'incendio, prese e manichette da incendio soddisfacenti alle prescrizioni applicabili del presente Articolo in relazione alla lunghezza delle navi stesse. b) L'impianto idrico antincendio deve essere indipendente da ogni altro impianto della nave. Tuttavia ammesso il solo collegamento con l'impianto di lavaggio.

a) Le pompe principali da incendio prescritte, non azionate a mano e diverse dalla pompa da incendio di emergenza, devono essere in grado di erogare insieme, per il servizio antincendio, alle pressioni specificate in [6.4.1], b), una portata d'acqua complessiva Q, in m3/h non inferiore a quella determinata con la seguente formula:
Q = 7, 67 10 d
3 2

essendo: d : Diametro interno, in mm, del collettore principale di sentina determinato come stabilito in Sez 4, [2.4.1]

6.2
6.2.1

Numero e tipo delle pompe da incendio


Caso di navi con L 45 m

In nessun caso necessario che la portata totale delle pompe da incendio principali sia superiore a 180 m3/h. b) Quando sono richieste pi pompe principali da incendio, azionate da energia meccanica, diverse dalla pompa da incendio di emergenza, ogni pompa deve avere una portata uguale ad almeno l80% della portata totale prescritta diviso per il numero minimo di pompe principali da incendio richiesto. Ciascuna di tali pompe deve in ogni caso avere una portata sufficiente per lanciare almeno i due getti d'acqua prescritti in [6.4.3], a). Tali pompe principali da incendio devono avere portata sufficiente per alimentare il collettore principale d'incendio nelle condizioni prescritte. Nel caso in cui venga installato un numero di pompe superiore a quello minimo prescritto, la portata delle pompe addizionali

Ogni nave avente lunghezza uguale o superiore a 45 m deve essere dotata di: almeno due pompe principali da incendio; una di dette pompe deve essere indipendente ed azionata da energia meccanica e l'altra pu essere condotta dal motore di propulsione, una pompa da incendio di emergenza, in accordo con quanto indicato in [6.3.2].
Nota 1: Nel caso di navi con notazione di navigazione limitata pu non essere sistemata la pompa di emergenza.

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Parte E, Cap 20, Sez 6

pu essere inferiore a quella suddetta, purch sia a soddisfazione della Societ. c) Le pompe igiene, di zavorra, di sentina o per servizi generali possono essere accettate come pompe da incendio, purch non vengano normalmente usate per pompare prodotti petroliferi e, se usate occasionalmente per il travaso o il pompaggio di combustibile liquido, purch siano munite di adatti dispositivi per passare da un servizio all'altro. 6.3.2 Pompe da incendio demergenza La pompa da incendio di emergenza e la sua ubicazione devono soddisfare le prescrizioni seguenti: a) La portata della pompa deve essere non inferiore al 40% della portata complessiva delle pompe da incendio principali ed in ogni caso non inferiore a: 25 m3/h per navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m, 15 m3/h per navi di lunghezza inferiore a 45 m. b) Con la pompa erogante la portata prescritta in a), la pressione in corrispondenza di qualsiasi presa da incendio deve essere non inferiore alle pressioni minime richieste in [6.4.1], b). c) Qualsiasi motore diesel costituente la fonte di energia meccanica che aziona la pompa da incendio di emergenza deve poter essere prontamente messo in moto alle temperature che previsto si possano incontrare, tenendo conto della navigazione assegnata alla nave. d) Ogni cassa di servizio del combustibile liquido deve contenere un quantitativo di combustibile tale da consentire il funzionamento della pompa da incendio di emergenza per almeno tre ore a pieno carico. Inoltre, fuori dal locale macchine, deve essere disponibile una quantit di combustibile di riserva sufficiente a consentire un ulteriore periodo di funzionamento a pieno carico della pompa da incendio di emergenza di almeno 15 ore. e) La pompa da incendio di emergenza deve essere di tipo autoadescante ed essere in grado di pompare acqua con la nave a qualunque immersione ed in tutte le condizioni di sbandamento, assetto, rollio e beccheggio che si possono verificare durante l'esercizio della nave. La valvola sulla presa a mare deve poter essere manovrata da una posizione vicina alla pompa. f) La pompa da incendio di emergenza e la sua fonte di energia devono essere sistemate in posizione sicura, facilmente. accessibile e in un compartimento separato e per quanto possibile lontano dal compartimento in cui sono sistemate le pompe principali da incendio e le loro fonti di energia. Quando ci non sia realizzabile, la pompa dincendio demergenza pu essere ubicata in un compartimento adiacente a quello in cui sono installate le pompe principali da incendio, purch le paratie ed i ponti delimitanti i due compartimenti abbiano un grado di coibentazione almeno uguale a quello richiesto per una divisione di classe A-60.
Nota 1: Per le navi di lunghezza inferiore a 45 m , con notazione di navigazione limitata, la pompa da incendio di emergenza pu

anche essere barellabile ed ubicata in un locale diverso da quello dove sistemata la pompa da incendio principale.

6.3.3 Pompe a mano Le pompe a mano devono avere una portata di almeno due terzi di quella richiesta per le pompe di sentina ed unaltezza totale daspirazione sufficiente a proiettare un getto dacqua attraverso un boccalino da 12 mm alle distanze specificate in [6.4.1].

6.4
6.4.1

Collettore da incendio, prese da incendio e manichette

Diametro del e pressione nel collettore da incendio a) Il diametro del collettore d'incendio e quello delle tubolature dell'acqua per il servizio antincendio devono essere sufficienti ad assicurare una efficace erogazione d'acqua alla portata massima richiesta per tutte le pompe principali da incendio contemporaneamente in funzione. Tuttavia non necessario che il diametro del collettore e delle suddette tubolature sia tale da erogare pi di 140 m3/h. b) Con due pompe principali da incendio contemporaneamente in funzione che eroghino attraverso i boccalini specificati in [6.4.5] la quantit d'acqua specificata in [6.3.1], per mezzo di prese da incendio contigue tra loro, ovunque ubicate, devono essere mantenute, per tutte le prese da incendio, le seguenti pressioni minime: per navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m: 0,25 MPa, per navi di lunghezza uguale o superiore a 24 m, ma inferiore a 45 m: valore della pressione a soddisfazione della Societ, ma in ogni caso tale da assicurare che i suddetti boccalini possano lanciare i getti d'acqua alla distanza di 12 m, per navi di lunghezza inferiore a 24 m: valore della pressione a soddisfazione della Societ, ma in ogni caso tale da assicurare che i suddetti boccalini possano lanciare i getti d'acqua alla distanza di 8 m.
Nota 1: Qualora, quando ammesso, vi sia una sola pompa principale da incendio, si intende che i suddetti valori di pressione devono essere assicurati con la predetta unica pompa erogante acqua alla portata massima richiesta.

6.4.2 Tubolature e prese da incendio a) Per il collettore principale d'incendio e per le prese da incendio non deve essere usato materiale che possa essere reso facilmente inefficiente dal calore, a meno che esso non sia adeguatamente protetto. Le tubolature e le prese da incendio devono essere sistemate in modo da facilitare l'attacco delle manichette da incendio. La sistemazione delle tubolature e delle prese da incendio deve essere tale da evitare che l'acqua all'interno di esse possa formare ghiaccio. b) Sulle tubolature da incendio devono essere sistemate valvole in posizione tale che qualsiasi manichetta possa essere scollegata mentre le pompe da incendio sono in funzione. c) In posizioni esterne ai locali macchine, facilmente accessibili e sicure, devono essere sistemate valvole di

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Parte E, Cap 20, Sez 6

intercettazione per isolare la sezione del collettore d'incendio entro il locale macchine contenente una o pi pompe principali da incendio dal resto del collettore. Il collettore da incendio deve essere realizzato in modo che, quando vengono chiuse le valvole di intercettazione, tutte le prese da incendio della nave, eccetto quelle nel predetto locale macchine, possano essere alimentate da una pompa da incendio non situata in tale locale macchine, tramite tubolature che non passino nello stesso locale macchine. Eccezionalmente la Societ pu consentire che brevi tronchi delle tubolature di aspirazione e di mandata della pompa dincendio demergenza passino nel locale macchine, se non risulta praticamente possibile sistemare detto tronco esternamente al locale e a condizione che l'integrit del collettore principale d'incendio sia garantita racchiudendo il tronco entro una condotta di acciaio di adeguata robustezza. 6.4.3 Numero e posizione delle prese da incendio

riserva ed in generale non meno di cinque manichette in tutto. 2) sulle navi di lunghezza uguale o superiore a 24 m ma inferiore a 45 m: almeno due in ogni locale macchine, inoltre almeno altre tre. 3) sulle navi di lunghezza inferiore a 24 m: nei locali macchine presidiati, almeno una manichetta, inoltre almeno altre due.
Nota 1: Per le navi di lunghezza inferiore a 45 m, la Societ pu richiedere ulteriori manichette da incendio, se ritenuto necessario.

d) Su tutte le navi, le prese da incendio sistemate nei locali macchine devono essere muniti di manichette da incendio. 6.4.5 Boccalini Ai fini delle norme della presente Sezione, i diametri standard dei boccalini devono essere di 12 mm, 16 mm e 19 mm o delle misure il pi possibile vicine a questi. Boccalini di diametro maggiore possono essere permessi a discrezione della Societ.

a) Il numero e la posizione delle prese da incendio devono essere tali che almeno due getti d'acqua, non provenienti dalla stessa presa da incendio e uno dei quali proveniente da una manichetta in un solo pezzo, possano raggiungere qualsiasi parte della nave normalmente accessibile all'equipaggio durante la navigazione e qualsiasi parte di qualsiasi locale da carico, quando vuoto. b) Ferme restando le prescrizioni in a), in generale, nei locali apparato motore devono essere sistemate: nel caso delle navi di lunghezza uguale o superiore a 24 m, almeno due prese da incendio, nel caso di navi con lunghezza inferiore a 24 m, sufficiente che vi sia una sola presa da incendio, la quale, nel caso che detti locali non siano presidiati, deve essere sistemata vicina all'accesso ai locali stessi. 6.4.4 Manichette da incendio

6.5

Impianto antincendio ad acqua spruzzata

6.5.1 Sulle navi di lunghezza uguale o superiore a 24 m, i depositi delle reti da pesca devono essere dotati di un impianto antincendio ad acqua spruzzata, indipendente da quello eventualmente sistemato nei locali macchine e collegato al collettore da incendio e manovrabile da fuori del locale servito.

7
7.1

Estintori
Progetto e sistemazione degli estintori

a) Ciascuna manichetta deve avere il proprio boccalino ed i necessari raccordi. Le manichette indicate nella presente Sezione come manichette da incendio devono, unitamente a tutti i necessari accessori ed attrezzi, essere tenute pronte all'uso in posizioni chiaramente visibili in vicinanza delle prese da incendio o dei raccordi. b) Le manichette da incendio devono essere di materiale approvato dalla Societ e di lunghezza sufficiente per lanciare un getto d'acqua in qualsiasi punto in cui possa essere necessario. La loro lunghezza massima deve essere a soddisfazione della Societ. La lunghezza normale di una manichetta da incendio di circa 20 m, salvo che per piccole navi (L < 12 m) una lunghezza da 10 a 15 m pu essere sufficiente. c) Il numero di manichette da incendio da sistemare a bordo deve essere: 1) sulle navi di lunghezza uguale o superiore a 45 m: almeno due in ogni locale macchine, inoltre almeno una manichetta per ogni 30 m di lunghezza della nave, pi una manichetta di

7.1.1 Generalit Tutti gli estintori d'incendio devono essere di tipo e caratteristiche approvati dalla Societ. 7.1.2 Equivalenze a) La Societ si riserva di stabilire equivalenze fra i vari tipi di estintori. b) Gli estintori a schiuma possono essere sostituiti da estintori equivalenti ritenuti idonei dalla Societ. 7.1.3 Cariche di ricambio Devono essere fornite cariche di ricambio in numero adeguato. In generale devono essere fornite cariche di ricambio per il 10% degli estintori portatili, idrici o a schiuma, esistenti sulla nave, con un minimo di 5 cariche per ogni tipo. Tuttavia non necessario che il numero delle cariche sia superiore al numero degli estintori idrici o a schiuma esistenti a bordo. 7.1.4 Capacit degli estintori portatili La capacit degli estintori portatili a fluido prescritti deve essere non superiore a 13,5 litri e non inferiore a 9 litri. Gli

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Parte E, Cap 20, Sez 6

estintori di altro tipo devono essere portatili almeno come gli estintori a fluido da 13,5 litri e avere un'efficacia di estinzione non inferiore a quella di un estintore del tipo a fluido da 9 litri. 7.1.5 Agente estinguente Non sono ammessi estintori contenenti un agente estinguente che, a giudizio della Societ, spontaneamente o nelle condizioni di utilizzazione previste, possa sprigionare gas tossici in quantit tale da poter arrecare danno alle persone. 7.1.6 Sistemazione Uno degli estintori portatili destinati ad essere impiegati in un determinato locale deve essere collocato vicino all'ingresso del locale stesso.

7.3

Sistemazione degli estintori nei locali di alloggio e nei locali di servizio

7.3.1 Generalit Ogni nave deve essere dotata di un numero sufficiente di estintori portatili in modo che, in ogni parte dei locali di alloggio e di servizio, un estintore sia prontamente disponibile in caso di necessit. Il tipo di estintore disponibile deve essere adatto al tipo d'incendio che si pu verificare nella zona in cui sistemato. 7.3.2 Numero e tipo degli estintori nei vari spazi a) Devono essere sistemati nei locali di alloggio almeno: 5 estintori idrici o a schiuma, ma non meno di uno di detti estintori in ogni interponte, 2 estintori idrici o a schiuma, ma non meno di uno di detti estintori in ogni interponte, per navi aventi lunghezza uguale o superiore a 24 m, 1 estintore idrico o a schiuma in ogni interponte, per navi aventi lunghezza inferiore a 24 m. b) Deve essere sistemato vicino ad ogni quadro o sottoquadro elettrico di potenza uguale o superiore a 20 kW almeno un estintore a CO2 o a polvere. c) Deve essere sistemato in ogni locale in cui installata una cucina almeno un estintore a schiuma o a polvere. d) Deve essere sistemato nei pressi di ogni deposito di pitture o di altri prodotti facilmente infiammabili per uso di bordo almeno un estintore a schiuma o a CO2 o a polvere. e) Deve essere sistemato in plancia almeno un estintore a schiuma o a CO2. f) Devono essere sistemati in ogni locale contenente apparechiature radio almeno due estintori a CO2.
Nota 1: Per piccole navi sulle quali l'unico quadro elettrico e/o l'unica stazione radio sia/siano situati in plancia o nella stessa posizione della timoneria, sono sufficienti due estintori, di cui uno idrico e laltro a CO2 o equivalente.

7.2
7.2.1

Sistemazione degli estintori nei locali macchine

Locali contenenti motori di propulsione con una potenza totale di almeno 375 kW o motori ausiliari con una potenza complessiva di almeno 750 kW I locali nei quali sono installati motori diesel di potenza complessiva uguale o superiore a 375 kW, impiegati per la propulsione principale, oppure di potenza complessiva uguale o superiore a 750 kW, impiegati per servizi ausiliari, devono essere muniti dei seguenti mezzi di estinzione incendi: Un estintore a schiuma, di tipo approvato, di capacit non inferiore a 45 1, o equivalente, ed inoltre un estintore portatile a schiuma da 9 litri di tipo approvato, per ogni 750 kW, o frazione di potenza, dei motori. Il numero totale degli estintori portatili forniti a tale titolo non deve essere inferiore a due e non necessario che sia superiore a sei.
Nota 1: Nelle navi aventi lunghezza inferiore a 24 m, il suddetto estintore a schiuma da 45 litri, o equivalente, pu essere sostituito con estintori portatili a schiuma da 9 litri, o equivalenti, in ragione di uno di tali estintori per ogni 75 kW, o frazione di potenza dei motori, eccedente i 375 kW. Tuttavia, non necessario che il numero totale degli estintori portatili sia superiore a sei.

8
8.1

Equipaggiamento da vigile del fuoco ed altre dotazioni


Equipaggiamento da vigile del fuoco

Un estintore a CO2 o ad idrocarburi alogenati, da sistemare vicino al quadro elettrico principale e vicino ad ogni altro quadro o sottoquadro elettrico di potenza uguale o superiore a 20 kW. 7.2.2 Locali contenenti motori di propulsione con una potenza totale minore di 375 kW o motori ausiliari con una potenza totale minore di 750 kW Nei locali macchine nei quali sono installati motori diesel di potenza complessiva inferiore a 375 kW, se impiegati per la propulsione, oppure di potenza complessiva inferiore a 750 kW, se impiegati per servizi ausiliari, vi devono essere estintori portatili a schiuma da 9 litri di tipo approvato in numero pari a: almeno 2 se la potenza complessiva uguale o superiore a 75 kW, almeno 1 se la potenza complessiva minore di 75 kW.

8.1.1

Numero degli equipaggiamenti da vigile del fuoco Le navi aventi lunghezza uguale o superiore a 35 m devono avere a bordo almeno un equipaggiamento da vigile dei fuoco.
Nota 1: Detto equipaggiamento pu essere omesso nel caso di navi con notazione di navigazione limitata e con piccoli spazi interni normalmente presidiati.

8.1.2

Composizione dellequipaggiamento da vigile del fuoco L'equipaggiamento da vigile dei fuoco deve comprendere quanto segue. a) Corredo individuale composto da: 1) Una tuta protettiva di un materiale che protegga la pelle dal calore radiante del fuoco e dalle bruciature

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Parte E, Cap 20, Sez 6

o scottature da vapore. Il suo strato esterno deve essere resistente all'acqua. 2) Stivali e guanti di gomma o altro materiale non conduttore di elettricit. 3) Un casco rigido che assicuri una protezione efficace contro gli urti. 4) Una lampada elettrica di sicurezza (lampada portatile) di tipo approvato, con periodo minimo di funzionamento di tre ore. 5) Un'ascia. b) Un apparecchio di respirazione di tipo riconosciuto idoneo dalla Societ, che pu essere: 1) un casco contro il fumo o una maschera contro il fumo, muniti di adatta pompa d'aria e di relativa manichetta di lunghezza sufficiente a raggiungere qualsiasi punto delle stive o dei locali macchine, partendo da punti del ponte scoperto adeguatamente lontani da boccaporte o porte di accesso. Se, per soddisfare queste prescrizioni b)-1, necessaria una manichetta flessibile lunga pi di 36 m, deve essere previsto un apparecchio autorespiratore in aggiunta al casco o alla maschera o in sostituzione di essi, a criterio della Societ; oppure 2) un apparecchio autorespiratore funzionante ad aria compressa, con bombole d'aria compressa contenenti almeno 1200 litri di aria, oppure un altro tipo di apparecchio autorespiratore capace di funzionare per almeno 30 min. Per detto apparecchio autorespiratore devono essere provviste a bordo idonee cariche di ricambio, in numero giudicato sufficiente 8.1.3

dalla Societ. In genere esse devono essere costituite da: due bombole per ciascun apparecchio ad una bombola, e quattro bombole per ciascun apparecchio a due bombole, oppure una bombola per ciascun apparecchio ad una bombola, e due bombole per ciascun apparecchio a due bombole, pi un compressore d'aria, con relativi accessori, riconosciuto idoneo dalla Societ e atto a fornire aria pulita, alla pressione richiesta. Cavo di sicurezza

a) Per ogni apparecchio di respirazione o autorespiratore deve essere provvisto un cavo di sicurezza resistente al fuoco, di lunghezza e robustezza sufficienti, collegabile per mezzo di un moschettone ai finimenti dell'apparecchio o ad una cintura separata in modo che l'apparecchio di respirazione non possa in alcun caso staccarsi quando si manovra il cavo di sicurezza. b) Tale cavo di sicurezza deve avere carico di rottura non inferiore a 10 kN e una lunghezza superiore alla massima distanza tra il ponte scoperto e qualsiasi stiva o locale macchine o locale di alloggio.

8.2

Dotazioni varie

8.2.1 Su ogni nave devono esservi le dotazioni antincendio, elencate in Tab 2, che devono essere tenute pronte per l'uso, in posizione conveniente, a disposizione del personale di bordo.

Tabella 2 : Elenco e quantit delle dotazioni (1/7/2002)


Dotazione Picconcini Robusto palo d ferro ad unghia (pi di porco) Coperta resistente al fuoco Cintura da vigile del fuoco, con una borsa contenente gli opportuni attrezzi (1) Borsa da elettricista (2) Lampada elettrica portatile Pile e lampadine elettriche di ricambio (1) (2) (3) L < 24 m 1 0 0 0 24 m L 45 m 2 0 0 0 45 m < L 60 m 2 1 0 0 L > 60 m 3 1 1 1

0 1 (3)

0 1 (3)

0 1 (3)

1 1 (3)

La borsa attrezzi deve contenere: scalpello, martello, chiave inglese, leva, cacciavite, ecc. La borsa da elettricista deve contenere anche un paio di guanti isolanti. Il numero delle pile e delle lampadine elettriche di ricambio deve essere uguale ad almeno il 50% di quelle che fanno parte di tutte le lampade elettriche portatili esistenti a bordo.

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623

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 21

NAVI PER ATTIVITA DI RICERCA

SEZIONE 1

GENERALIT

Regolamenti RINA 2005

625

Parte E, Cap 21, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Campo di applicazione

2
2.1

Prescrizioni specifiche

1.1.1

(1/7/2004)

Alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo pu essere assegnata la notazione di servizio research ship, definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.7]. 1.1.2 (1/7/2004) Le navi oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni applicabili contenute nelle Parti A, B, C e D e le specifiche prescrizioni di cui in [2].

2.1.1 (1/7/2004) Le navi devono soddisfare le specifiche prescrizioni per le navi appoggio contenute nel Capitolo 15, in quanto applicabili, e devono essere provviste di particolari sistemazioni ed attrezzature idonee per le attivit di ricerca scientifica e tecnologica (laboratori, apparecchiature, locali di alloggio per i ricercatori, etc.). Le suddette sistemazioni e/o attrezzature sono indicate sul Certificato di Classe.

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627

Parte E Notazioni di servizio

Capitolo 22

NAVI POSATUBI

SEZIONE 1 SEZIONE 2 SEZIONE 3

GENERALIT SCAFO E STABILIT MACCHINARI ED IMPIANTI

Regolamenti RINA 2005

629

Parte E, Cap 22, Sez 1

SEZIONE 1

GENERALIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Tabella 1 (1/1/2005)
Oggetto Sistemazione generale della nave Scafo e stabilit Macchinari ed impianti Impianti elettrici Automazione Protezione antincendio, rivelazione ed estinzione degli incendi (1) Riferimento (1) Sez 2 Sez 3 (1) (1) (1)

1.1.1 (1/1/2005) La notazione di servizio pipe laying ship, come definita in Parte A, Cap 1, Sez 2, [4.8.8] pu essere assegnata alle navi che soddisfano le prescrizioni del presente Capitolo. 1.1.2 (1/1/2005) Le navi che sono oggetto del presente Capitolo devono soddisfare le prescrizioni indicate nelle Parti A, B, C e D, per quanto applicabile, nonch le prescrizioni del presente Capitolo che sono specifiche per le navi posatubi.

1.2

Tabella riassuntiva

1.2.1 (1/1/2005) La Tab 1 indica le Sezioni del presente Capitolo che contengono prescrizioni specifiche per le navi posatubi.

Nel presente Capitolo non vi sono prescrizioni specifiche per le navi posatubi.

Regolamenti RINA 2005

631

Parte E, Cap 22, Sez 2

SEZIONE 2

SCAFO E STABILIT

1
1.1

Generalit
Applicabilit

2
2.1

Strutture di fondazione, strutture di supporto e fissaggio

1.1.1 (1/1/2005) Le prescrizioni della presente Sezione si applicano alle strutture dello scafo, alle strutture di supporto ed alle strutture di collegamento che sono connesse con le operazioni relative alla posa di tubi.

1.2

Documenti da inviare

2.1.1 (1/1/2005) Le strutture devono essere considerate caso per caso tenendo conto delle forze di progetto comunicate dal Progettista e dei criteri di verifica, per quanto applicabile, di cui in Parte B, Capitolo 7.

1.2.1 (1/1/2005) Nella Tab 1 sono elencati i documenti che devono essere inviati alla Societ, per quanto applicabile.

3
3.1

Strutture di collegamento dello "stinger" allo scafo

3.1.1 (1/1/2005) Le strutture devono essere considerate caso per caso tenendo conto delle forze di progetto comunicate dal Progettista e dei criteri di verifica, per quanto applicabile, di cui in Parte B, Capitolo 7. Tabella 1 : Documenti da inviare (1/1/2005)
N. 1 2 3 4 A/I (1) I I I A Documento Sistemazione generale delle apparecchiature per la posa dei tubi Sistemazione generale di gru e verricelli e dei relativi supporti Sistemazione di parabordi per la protezione del fasciame del fianco Strutture di fondazione, strutture di supporto e fissaggio delle apparecchiature per le operazioni di posa dei tubi Strutture che sopportano i tubi stivati e, se del caso, le bobine Strutture di fondazione di gru e verricelli Strutture di collegamento dello "stinger" allo scafo Forze di progetto trasmesse alle strutture dello scafo Contenente anche informazioni relative a: Carichi di progetto per tutti i componenti delle apparecchiature per la posa dei tubi Carichi di progetto per gru e verricelli

5 6 7 (1)

A A A

Forze di progetto trasmesse alle strutture dello scafo Forze di progetto trasmesse alle strutture dello scafo Forze di progetto trasmesse alle strutture dello scafo

A : da inviare allapprovazione in quadruplice copia I : da inviare per conoscenza in duplice copia

632

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Parte E, Cap 22, Sez 3

SEZIONE 3

MACCHINARI ED IMPIANTI

1
1.1

Generalit
Applicabilit

Apparecchiature per il posizionamento dinamico durante la posa dei tubi

1.1.1 (1/1/2005) Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a: apparecchiature per la posa dei tubi apparecchiature per il posizionamento dinamico durante la posa dei tubi.

4.1
4.1.1 (1/1/2005) Si applicano, in generale, le prescrizioni di cui in Parte F, Cap 10, Sez 6.

1.2

Documenti da inviare

1.2.1 (1/1/2005) Nella Tab 1 sono elencati i documenti che devono essere inviati alla Societ, per quanto applicabile.

Prove delle apparecchiature per la posa dei tubi, per l'ancoraggio e per il posizionamento dinamico
Prove dei materiali
(1/1/2005)

2
2.1

Apparecchiature per la posa dei tubi

5.1
5.1.1

2.1.1 (1/1/2005) Le apparecchiature e la loro installazione saranno considerate caso per caso.

Il collaudo dei materiali richiesto, in generale, in conformit con le prescrizioni applicabili dei Regolamenti.

3
3.1

Apparecchiature per l'ancoraggio

5.2
5.2.1

Prove idrostatiche
(1/1/2005)

3.1.1 (1/1/2005) Le apparecchiature e la loro installazione saranno considerate caso per caso. Tabella 1 : Documenti da inviare (1/1/2005)
N. 1 A/I (1) A Documento

Le parti in pressione devono essere sottoposte a prove idrostatiche in conformit con le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 1, Sez 3, e Parte C, Cap 1, Sez 4, in quanto applicabili.

Contenente anche informazioni relative a:

Disegni relativi a tutti i componenti delle apparecchiature per la posa dei tubi, compresi i meccanismi, i recipienti in pressione i sistemi idraulici, ecc., con l'indicazione dei materiali e dei particolari di saldatura. Sistemazione generale delle apparecchia-ture per l'ancoraggio Sistemazione generale delle apparecchiature per il posizionamento dinamico durante la posa dei tubi Documentazione relativa al sistema di posizionamento dinamico (vedere punto [4]) Carichi di progetto delle apparecchiature per l'ancoraggio

2 3 4 (1)

I I A

A = Da inviare in quadruplice copia per approvazione I = Da inviare in duplice copia per informazione

Regolamenti RINA 2005

633

Parte E, Cap 22, Sez 3

5.3

Prove dei componenti meccanici

6
6.1

Prove a bordo

5.3.1 (1/1/2005) Devono essere eseguite le prove di funzionamento di ciascun componente meccanico, quando possibile presso le officine del Fabbricante; in alternativa, le suddette prove possono essere eseguite in occasione delle prove a bordo.

5.4

Prove dei componenti elettrici

5.4.1 (1/1/2005) Devono essere eseguite, per quanto applicabile, le prove richieste in Parte C, Capitolo 2.

6.1.1 (1/1/2005) Devono essere eseguite prove al fine di verificare il corretto funzionamento di tutti i macchinari e le apparecchiature impiegati per la posa dei tubi, l'ancoraggio ed il posizionamento dinamico, se necessario nelle diverse condizioni meteorologiche e di mare.

634

Regolamenti RINA 2005

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