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N 12 gennaio 2012

Clavajas il neti pai

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Dicembre 1988 Veduta di Clavais dalla strada del Monte Arvenis foto di Masetto Soravito

SOMMARIO:
Editoriale Le mie vacanze a Clavais tlis e taipas Foresta d autunno Le ricette Che fine ha fatto babbo natale L angolo della poesia Le cronache Las Cdulas culas e galas Clavais a tutto sport Un bbaz a Clavais Foto storiche pag. 1 pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag. 11 pag. 11 pag. 12

UN AUGURIO per un BUON 2012 DallAssociazione Culturale Clavajas Sembrer una cosa scontata per il periodo natalizio, ma penso sia giusto ringraziare quanti collaborano e credono in questa associazione, conservando sempre lo stesso entusiasmo e la stessa armonia in tutte le iniziative proposte. Il Presidente Clara Da Pozzo Il calendario di Clavais di quest anno particolarmente bello, grazie agli acquarelli di Ennio Giacometti che ha prestato la sua arte per realizzarlo. Un particolare ringraziamento va anche a Andrea Moro dell omonima tipografia. Per chi fosse interessato rivolgersi a Clara,Tiziana o Mattia.

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LE MIE VACANZE A CLAVAIS


La prima volta che sono stata a Clavais ero una bambina di dieci anni. Sono ormai passati otto anni da quel giorno, in cui scendendo dalla macchina assieme alla mamma, al pap e agli zii Giuli e Nick, ho messo piede nel luogo che pi mi avrebbe affascinato fino ad ora. Ancora non riesco a dimenticare i meravigliosi ricordi di questo posto tanto che alle volte, sentendo il profumo di legno fresco o di fragranze di erbe trasportate dal vento, chiudo gli occhi e mi ritrovo a Clavais. cos in effetti. Luoghi, colori, profumi conosciuti qui mi sono rimasti vividi nella mente e ricordandoli riescono ancora a stuzzicarmi il naso anche se attorno a me ho il grigio paesaggio piatto della bassa friulana. Non nego di avere una fervida immaginazione, e se gi questa forte di suo, Clavais non ha fatto che alimentarla. Con la pioggia, con il sole, ogni giornata destate trascorsa qui a cui anelo per tutto il resto dellanno, alimenta in me una fiamma impetuosa che mi fa creare storie, fantasie, immagini, poesie. Tutte brulicanti nella mia testa, mi tengono compagnia anche quando devo ritornare alla vita di tutti i giorni! Tutto questo lo devo alle passeggiate per la stradicciola che conduce allo spiazzo erboso dove si pu ammirare tutta la vallata: quella stradina tra gli alberi e immersa nel verde che mia zia, quando ero piccola, ha soprannominato sentiero delle fate. Un posto speciale che per me continuer ad essere sempre magico. Magico come la grande casa di pietra che sta alla destra di quella degli zii. Ha sempre avuto un non so che di misterioso, forse per il grande portone di legno con cui si nasconde o per la piccola terrazzina,

memore di lunghi sguardi lanciati sul far della sera. Lultima volta che sono stata a Clavais ho passeggiato per il lungo sentiero che va in localit Braida. Mi dispiaciuto vedere che un posto incantato come quello veniva inquinato da cartelli dallo sfondo giallo che indicavano lavori in corso, spero ormai terminati.

Uno scorcio di Clavais: la chiesa di San Lorenzo e sullo sfondo il Monte Talm

Non sono una vera e propria amante della montagna, ma ogni volta che arriva il momento di tornare a casa mi rattristo: per un anno intero, o forse pi, non potr ammirare il cielo stellato come quello che si vede nel paesino, o non potr restare meravigliata di fronte ai mille colori dei fiori sui davanzali delle case. Ma in otto anni ho imparato a convivere con lattesa, in modo da poter essere in grado di assaporare a pieno il momento nel quale respirer di nuovo latmosfera di Clavais. Giulia Bonifacio

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STAVOLI DELLA CARNIA, ADDIO


Ta Lungia i lava su cun gno pri sot Nadl a tiri las balas di nf. Il tli, davour da voltda, l ra bielgi. A l era a prin da l invain dai coscs e al im vue ca son rivadas tre frutas ruas a tegni vierta l otaria di Liarias. Sot da so puarta la int a s tirva sot quant ca plovva. Se la ploia a durava a i pierdevant via crivint il nom e la data tai lncs: Rizzato Lidia - 22.5.1945 -a i era in guera im par qualchi d Soravito Giovanni 19.7.1931 -chta a la plui vecja. Fin cum il tali l tat simpi tegnt cont ma la nf da l invir pasat mot four qualchi planla L come che a un aj cjapa un alc tal cour: sa no i tolin provedimnts Lo stavolo in localit Gola plui in su, il tli da Pantona di l da briglia dal ri Flur. A i vegniva da fruz a cjata Marcelin il pisighet cal teva four dal pa. Cum la so cjasa no i la con enfra dai claps atr dal ri dal tli a retant su quatri murs. Denti, una lata inrusinida di vueli da po francs e cjapii di foncs fraidez. I ti four dal pa a colant ena fa rumr. Il segno da fin a l qualchi cop colt ena che nissun lu torni a mti adn. La ploia a ingjava il trf di colm. Il lar a l blo: al ten par ancjs sot l ga. Ma po encje lui i rint. A cola la nf. Las fibras dal lenc inflapidas a i tirant sot fruar: 253035 chilos par centimetro non d nissun a cjala di un bot, la fin. Il trf crevt a i tira davour las cjavriadas parias in t un fraca di planelas cas cla sul brer fondnt ju dut fint in ta tala sora das tresf. La nf cum a i intassa, tal puet da fn. Il tli di Pio no! Chel l un tli gajt par prmi lu a cuignut acatata e cum sra al paja encje l ICI Enio, invecit nol intindt ran. chifo e purcz! Chet a l un rict, ati che! Cussi al montt su la motosiea ta so Panda 4x4 e l lat su in mont a taj i tra dal cuviert. Cum tu vas ju in tal catat cu las fotos e tu i dis cal DIRUTO! In linea di principi l ren lui. Per e pecjat!

taipa distrutta dal tempo in Navas

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Cuss a pariint ti e taipas Ogni tant un vilegjant inamra dal put Al volars toli lui e che la int a laa bandont ma votu par via dai tancj parons cui in francia, cui no i sa dul il plui das vltas no i cumbina. Che ta d i passavi par Ravasclt il plui biel tli, cul portn a arc, in pira trecent metros dal residence la faggieta podeva vale in ps otntamil euros lu an lat col dentri cum nol val plui nuia. Qualchi via a va drta a i taca das fondas cu las gabias i igloos par via da l umiditt e po su, cui tra noufs di lar isolazionons, breas pazoladas, invecjdas planelas da Gjermania a sessanta sentsims da l una trenass tocs par metro cuarda di ram pa messa a cjra tubo geberit, fossas Imhoff barcons cul Termopan a bassa emiin Puii intengiz cun impregnnt a l ga Quant ca l furtuna Il tli dal fen al divnta un gjogtul Da duitamil euros. Paolo Querini

secoli, cos come il nome del luogo: Clvas, Col Mezan, la Lunza, la Luvngia. Anche gli stretti corsi d acqua che il sentiero che il sentiero attraversava hanno nomi antichi: il Riu Flaur, Riu das Vals, Riu di Fraina. Questi ruscelli sono spesso asciutti col tempo sereno, ma durante i temporali convogliano paurose masse d acqua che trascinano a valle in una corsa folle massi che rimangono poi infitti nel greto del torrente in curiose posizioni. Il sentiero diviene fangoso e gli scarponi affondano nella terra nera di humus.

FORESTA D AUTUNNO
Il sentiero che percorro oggi sale in una zona del bosco che non frequento da anni. Mi ci sparavo con l enduro badando di tenere gi la ruota davanti, con una visione approssimata di una traiettoria e il motore che saliva di giri. Magari lo rifar ma non oggi. Lascio gi a valle gli abeti ancora giovani piantati dopo l alluvione e mi inoltro su per il pendio in questa foresta che esplode controluce verso est ma dentro fresca e ricolma di zone ombrose. Procedo su di un percorso lastricato che si conserva da

Il bosco tutti e tre i regni: le rocce affioranti sono calcari o arenarie, le foglie sono quelle dell acero, palmate o a forma di antica moneta del colore dell oro. Richiami d uccelli, terriccio smosso col muso dal cinghiale. Il bosco il divenire reale di una mappa: le linee di livello, il sentiero che si biforca o si ricongiunge con un tracciato abbandonato pi in basso. Il dorso di un vallone che risalendo a destra ti conferma che ti trovi proprio in quel punto. Il bosco fluire ininterrotto di ricordi sempre pi lontani nel tempo fino a un

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mattino che ero sulle spalle di mio nonno e gli alberi affondavano in brume nebbiose. Il bosco pensiero che pu vagare come fogliame dorato, svelto come i piedi che scansano gli ostacoli scendendo a valle, fresco come l aria che penetra nel naso spingendosi come liquido nei sentieri segreti dei polmoni in questa tiepida domenica di ottobre. Paolo Querini

liquido omogeneo. Metterlo nel mixer ed aggiungere la farina (fare attenzione a non aggiungere troppa farina, l'impasto deve essere morbido (altrimenti poi difficile tirarlo per fare due strudel). Finire di impastare fuori dal mixer finch la pasta forma delle bolle e mettere a lievitare fino a raddoppio. Ingredienti per il ripieno Mele spellate e grattugiate (due terrine, 12 mele Golden grandi), uvetta, zucchero, scorza di limone grattugiato, cacao amaro, cannella, biscotti secchi, burro per infiocchettare Preparazione dello strudel Dividere la pasta in due parti e con ognuna fare uno strudel. Stendere la pasta formando uno strato sottile (poi lievita e quindi se troppo alto c' troppa pasta) su un foglio di carta da forno a forma di rettangolo (il lato pi corto della lunghezza della teglia del forno) e aggiungere il ripieno nell'ordine (per ogni strudel): 1. biscotti sbriciolati (4 macine Mulino Bianco o altri secchi) 2. mele (una terrina) 3. uvetta (80 grammi) ammollata in acqua (tenere l'acqua) 4. zucchero (5 cucchiai o pi a seconda di quanto sono dolci le mele) 5. cannella (due cucchiai) 6. cacao amaro (due cucchiai scarsi) 7. scorza di limone (mezzo limone grosso) 8. abbondanti fiocchetti di burro. Chiudere gli strudel, farli lievitare e infornarli a fuoco medio per circa 40 minuti (180 gradi) bagnandolo spesso con il sugo che fuoriesce (dopo un quarto d'ora si pu aprire il forno). Se le mele non sono sugose bagnare con una miscela di burro fuso, zucchero e l'acqua dell'uvetta. Giuliana Bonifacio

LE RICETTE Lo strudel di Pia


Pia era la mamma di Nick, mio marito. La domenica e nelle occasioni speciali, specie dinverno, c'era sempre una fetta di strudel e quel profumo di mele e cannella in casa che ti accoglieva e ti faceva sentire bene. Pia mi raccontava che aveva avuto la ricetta da una vecchina che aveva fatto la cuoca in una famiglia di signori, quando ancora quella zona (Muscoli di Cervignano) era sotto limpero austro-ungarico. In realt non cera una ricetta precisa, era un dolce fatto con dosi dettate dalla pratica. Ho imparato a farlo con lei e per conservarne la consistenza, il gusto e il profumo originali ho provato finch non ho trovato le dosi giuste. Ecco quindi lo strudel di Pia. Ingredienti per la pasta 1/2 kg di farina (di cui 150 grammi Manitoba) mezzo bicchiere di latte (100 grammi) 1 uovo e un tuorlo 4 cucchiai di zucchero (40 grammi o pi se si vuole pi dolce) mezzo bicchiere d'olio (60 grammi) 50 g di lievito di birra 1 bustina di vanillina, 1 pizzico di sale

Preparazione della pasta Sciogliere il lievito nel latte tiepido, aggiungere gli altri ingredienti formando un

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CHE FINE HA FATTO BABBO NATALE


Quel grosso rotondo babbo natale che cosa successo perch oggi ovale? Forse qualcuno lha fatto sbagliato e dimprovviso tutto cambiato il rosso vestito adesso turchino indossa un cappello con il frontino il sacco dei doni di carta a quadretti e dentro son vuoti tutti i pacchetti pilota una slitta che non sa volare anzi non riesce neppure a partire non sa pi calarsi gi pei camini oh che disastro per i bambini per questo ha inviato i postini folletti con un miliardo e pi di biglietti c scritto vi prego bambini del mondo io voglio tornare ad esser rotondo compreso il messaggio ognuno di loro con carta e colori si messo al lavoro preciso comera lhan disegnato e a mezzanotte voil ritornato quello di prima quello normale il vecchio pancione babbo natale col rosso vestito con barba e stivali e un sacco strapieno di gioia e regali l che sinfila gi pei camini oh che fortuna per i bambini. Sandra Fabris

IL PICCINO Ha chiesto al pap - che leggeva il giornale tu sai raccontarmi che cosa il natale? Ma certo una storia molto famosa succede ogni anno la solita cosa si accoccola il bimbo al pap pi vicino e lui prova a narrare di un viaggio lontano dunque c un bue dentro una stalla e pastori che vanno seguendo una stella si sforza il pap - ma la storia non rende sbadiglia il bambino e il sonno lo prende mezzanotte portiamolo a nanna laddobbo finito dice la mamma toc-toc alla porta si sente bussare apre il pap - e un signore gli appare scusate per lora ma un bimbo ci nato nemmeno un albergo che ci abbia ospitato entrate entrate qui c un camino coperte e cuscini per voi e il bambino e intanto una stella si affaccia al balcone e fuori c un coro di tante persone si sveglia cos il nostro piccino e guarda incantato quei tre l vicino sorride al pap tu non sai raccontare per ti e rimasto il natale nel cuore e adesso qui oh che mistero! stanotte la storia non serve davvero. Sandra Fabris

Uno scorcio di Clavais

Illustrazione di Giulia Bonifacio

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L ANGOLO DELLA POESIA di Gianni Tulisso


MI TERRAI VICINO
Mi terrai vicino, mia amata, quando luce e parole mi consegneranno al buio del silenzio? E quando il chiarore tremulo di Ovasta si spegner per lultima volta, dove mi lascerai appoggiare la testa? Le mie mani vorrei stringessi tra le tue per farmi sentire ancora il calore del tuo sangue, e sar un dono loscurit o laddio sconsolato al gioco della vita? Sarai tu a dirmelo, mentre ti guarder negli occhi ancora una volta. Clavais, 23 luglio 2010

INVERNO
Quasi un richiamo duccello aspiro dalle croste della campagna. I rami pi giovani delle piante gi spariscono nelle nuvole, come nebbie basse e bianche. Cresce dai fossi asciutti un odore di profondit; sodono nel pioppeto scricchiolare le ultime ragnatele secche, e una sciarpa azzurra fruga a terra nel muschio. Resta dovunque un fumo delicato di campagna drogata.

La nevicata del 15 maggio 2011

TRACCE
Trovo tracce di te anche nel vetro appannato forse dal tuo respiro, quando un rumore nel prato ti ha fatto trasalire: passi danimale o brivido del vento? Adesso di nuovo silenzio, c luce bassa di sole al tramonto, profumo di legna che arde, sentore di cose buone che fanno voglia damare.
Inverno 1980 in senso orario: Dario, Luciano, Erwin e Mirco

E sul vetro, ora trasparente contro il buio, il riflesso del tuo viso. Clavais, 25 febbraio 2011

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LE CRONACHE
SAGRA DI SAN LORENZO 2011 Sabato 6 e domenica 7 agosto 2011 si svolta la 37 edizione della Tradizionale Sagra di San Lorenzo, la quinta organizzata dall Associazione Culturale Clavajas, la prima sotto il nuovo tendone coperto acquistato appositamente per l occasione. per la prima volta dopo cinque anni piovuto! Ma solo nella giornata di domenica e quando ormai tutti avevano mangiato e bevuto e, comodamente seduti sotto il tendone e non si sono nemmeno accorti della perturbazione. Nella serata di sabato inoltre avevamo riproposto con successo la gara della pastasciutta dominata dal solito affamato

IL PRANZO DEL PAESE Anche quest anno la nostra Associazione ha organizzato il pranzo del paese. Per le varie feste svoltesi nei mesi di maggio e giugno il 28 agosto ci siamo incontrati per gustare un gran men! Dopo l aperitivo e gli antipasti misti, i primi: orzotto alle verdure e pasta e fagioli e poi bistecche, spiedini patate al forno ecc per finire con il dolce: torta di pere con salsa al cioccolato. Il tutto incorniciato da una giornata calda e soleggiata.

Prima del pranzo l aperitivo

RIUNIONE DEI SOCI Il 10 agosto 2011 si tenuta presso la sede Villa Ines la quarta riunione ordinaria dei soci. L attuale direttivo dell Associazione Culturale Clavajas composto da: Clara Da Pozzo (Presidente), Mirco Zanier (Vicepresidente), Denis Not (consigliere), Francesco Battistella (Consigliere), Arianna Primus (Segretaria). Le votazioni per il nuovo direttivo si terranno nella prossima assemblea prevista per l agosto 2012. RICORDIAMO CHE LA NOSTRA ASSOCIAZIONE APERTA A TUTTI. C SEMPRE BISOGNO DI PERSONE VOLENTEROSE PER COLLABORARE E CONTINUARE CON LE VARIE INIZIATIVE E PROPORNE DI NUOVE

Si fanno i preparati prima dell inizio dei festeggiamenti

Il tendone gremito nella sera di sabato

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CDULAS 2012
Visto che il tradizionale lancio das cidula di venerd 6 gennaio 2012 non si tenuto per le avverse condizioni meteo, riportiamo qui las cdulas dedicate alle persone non sposate del paese. 1) Cjapait cjapait, chesta biela cidulina, in onor e in favor di Guto di Ida che par Clavajas no i lu jout plui atr dibnt parche a so mri al fa da badnt 2) in onr e in favr di Fabiano det Pendi ca nol nua da vendi al gira atr a pelandon, ma la gjacheta nova a i procurt encje se in vita so nol mai lavort 4) in onr e in favr di Erika Brovedn che Cici a nolu tolt dibnt cun Gjovani alu fa trafic e una cjasa da Butula aj fat f 7) in onr e in favr di Mirco il fedr cal un frut tant cjr al va su e ju da Venn e ogni tant al torna cul furgn a no i ferma mai ta l otaria e cun Vanessa al viergiar una farmacia 8) in onr e in favr Di Erwin di Pierino cal guida di dt trane il fiorino una vita monotona al comenit da quant che Elisa al cjatt 5) in onr e in favr di Emil da Nota che a Negrons al cjapt una biela fota da Varnerin al v a lavor, ma una fantata nol cjatt e cum al gira par Davar come un dipert

6) in onr e in favr di Denis Not che ultimamenti Clavajas al ha tracurt il Comeglins in seconda al puartt e su par cjenl cun Eleonora a i imboct 9) in onr e in favr di Raffaella da Gnea che cun Mauro, Ezio a tresa Tecja l Alfa nova al comprt Ma Ezio in sufta alu mandt 10) in onr e in favr di Jec da ciora cal torna simpi a tesa ora e ormai al ietar la penion par cjat una femina cai vole bon 11) in onr e in favr di Katia di Rina ca neta la cort come una vetrina il negozi a Liarias a vars ma fint a Ludaria va dists 12) in onr e in favr Di Eleonora la pavea Ca cjatt cu ca la pea il Boiler al tont e je lu cambit 13) in onr e in favr di Fabio di Graziano ca nol un cal ta sul divano e dopo tant gir, ta cartiera l tornt al simpi nervosut perin che Sonia lu tegne cuietut 14) in onr e in favr di Arianna dal Rt che si tu la jouz a ven la nf a va a tudia a Triest ma a cjatt un di Set Lodovico da Comeglins ca la gi l anll tas mans

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15) in onr e in favr di Giona Longo cal pensa simpi di iesi in Congo culas cufias incorporadas a i lu jout a gir ma, cun t una machinuta giala, una fruta al cjatatt 16) in onr e in favr di Matia di Lin un grant giuiadr al diventt e a Tomie al v a tudi par d a Tiziana un futr lauret ma cum cal a la cocrizin al mandt dut in baln

CJALIRS IN VAL DI GURT


Questo brano sui calzolai e il loro mestiere tratto dall interessante libro pubblicato recentemente: Cjaliars in Val di Guart Di Paolo De Caneva e Galliano Rossett A Clavais, negli anni dal 1942 al 1945, Billiani Vico, accanto alla produzione di drbidas e galas aveva avviato un attivit per la produzione di un particolare tipo di zoccoli, molto ricercato dalle ragazze ma non solo. Questa era una calzatura diversa dalle solite che si portavano in quegli anni. Si pu dire che Vico aveva lanciato una nuova moda. La cula aveva la suola e il tacco in legno con la zeppa spa e la soletta e tomaia in feltro o in cuoio. Il bordo della suola e del tacco erano riccamente abbelliti con motivi impressi a fuoco da stampi appositamente realizzati da lui. Il risultato finale era una calzatura fatta su misura, molto comoda, curata, elegante e raffinata, pur con i pochi materiali che era possibile reperire in quegli anni di guerra. Le ragazze in particolare quelle in et da marito, venivano a Clavais anche da comuni lontani come Collina, Forni Avoltri o Tolmezzo per poter avere questo tipo di zoccoli che davano loro un tocco di

maggiore eleganza. Il legno utilizzato era il faggio vespl mantre la soletta e la tomaia venivano ricavate da un vecchio cappello di feltro o da una vecchia borsetta che le ragazze portavano e consegnavano al momento dell ordinazione. Questo diminuiva anche i costi della calzatura finita. L intero processo era simile a quello del calzolaio. Su un pezzo di cartoncino disegnava il contorno del piede e poi le misure di lunghezza e circonferenza. Preparava la forma in legno e su questa, dapprima adattava la soletta, poi la suola di legno e, infine, la tomaia, che in punta poteva essere aperta o chiusa. Sul bordo della suola di legno incideva un solco dello stesso spessore del feltro o del cuoio in modo che questi non sporgessero dal legno. Per diminuire il peso della calzatura, nella zeppa del tacco, praticava tre fori con una trivella che poi riempiva con ritagli di cuoio o di feltro. A contatto con il terreno applicava del feltro o della gomma ricavata da copertoni di bicicletta, con funzione antirumore e antiscivolo. Un altra importante innovazione era quella dei tagli, perpendicolari alla lunghezza, nella parte anteriore della suola, che diminuiva di molto la sua rigidit e rendevano la calzatura non solo pi salubre ma anche molto pi comoda. C era anche un modello che prevedeva di bloccare la tomaia con una fila di bullette dalla testa rotonda.

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CLAVAIS A TUTTO SPORT


Voglio ritagliare un piccolo angolo di questo nostro, e ormai noto giornalino, per dare spazio alle notizie sportive della nostra piccola (ma nutrita di piccoli Messi) frazione di Clavais. Le mie pi vive congratulazione vanno agli ormai temutissimi, fratelli Not che con la loro squadra, l A.C. Comeglins sono riusciti ad ottenere un insperata qualificazione alla 2 categoria del Campionato Carnico (la squadra militava in 3) arrivando al fotofinish, al terzo posto. Devo aggiungere che, molte delle partite che hanno permesso al Comeglins di risalire la china, sono state decise dai gol fondamentali messi a segno da Emil (7) e Denis (11). Questi risultati per chi appassionato di calcio sono molto importanti BRAVI RAGAZZI!!

Senza dilungarmi troppo, voglio raccontare che tutti i nostri giovani campioni si sono formati nella cos detta Plaa di Clavais, quante pallonate contro quel muro (o nel cortile di Bidt) quante partite, e quante tedesche si sono giocate in quell angolo di Clavais parte della nostra giovent cresciuta e cresce spensieratamente in quel fazzoletto d asfalto sconnesso, inclinato, dove il pallone non sta mai fermo, dove le panchine sono le porte e gli scalini le rampe per i nostri cross. In tutta franchezza, se in Brasile i ragazzi hanno le favelas e in Spagna giocano al Camp Nou, noi a Clavais abbiamo la Plaa. Mirco

UN BBAZ A CLAVAIS
Questo brano di Andreina Ciceri tratto da Sot la Napa del dicembre 1994 Nel recente e bellissimo Numero Unico In Guart, il prof. Luigi Raimondi ha offerto un contributo dal titolo I Butul di Clavais, un esempio di aggregazione del 700 in Canal di Gorto. Riguarda l inserimento in quel paese del comune di Ovaro di un ramo dei buttolo provenienti da Resia, dove tale cognome tuttora diffusissimo.

Si gioca a calcio in Plaa

Splendida promessa e buone prestazioni vanno attribuite anche a Mattia Primus, ormai coscritto ragazzo esile, ma tenace difensore cha fa concorrenza ai titolari dell Ovarese, qualche ubriacone a bordo campo lo ha definito il Bekenbauer del prossimo decennio, speriamo che tutto questo possa accadere un giorno, anche perch l Ovarese militante in prima categoria si piazzata nei quartieri alti della classifica finale, e punti decisivi li ha fatti con Mattia in campo, i miei pi vivissimi complimenti!!

Dopo tante generazioni e tanti incroci matrimoniali, sopravvive ancora a Clavais il soprannome da Btula. In quanto alla foto sopra (non chiara ma interessante) essa

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rappresenta un pupazzo carnevalesco di grandezza umana, fatto proprio da chei da Btula, per il carnevale 1952 (al centro, con cappello). Esso vestito da alpino ed stato protagonista di un infinit di scherzi. In ci niente di straordinario, ma possiamo anche pensare che una spinta ancestrale sia stata alla base dell invenzione, tanto pi che questo pupazzo-bbaz veniva alla fine sventrato (non bruciato come a Resia pi recentemente) per cavare dalla pancia ogni ben di dio, sicch fare la festa in questo caso non era un eufemismo. Anche a questo riguardo c un anomalia, perch sventrare o segare il pupazzo o la Quaresima era ed uso piuttosto riferibile alla Mezza Quaresima. Sappiamo che i secoli hanno talmente cambiato gli usi che decodificarli oggi chiede estrema prudenza, ma possiamo almeno fantasticare su queste spie che forse segnalano aspetti pi remoti dei nostri riti tradizionali.

SOPS 1996

FOTO STORICHE
COSCRITTI 1970
da sinistra: Roberta Tacus, Clara Plozer, Cristiana Corva, Paolo Crosilla, Dario Puschiasis, Emanuele Corva, Raffaele Crosilla.

INDOVINA CHI SONO ??

SOPS ANNI 80
Si riconoscono Erwin Zanier, Erika e Lorena Brovedan, Marco e Andrea Laura Longhino, Federico e Antonietta Addari, Claudio Zampol

Estate 1969 In somvoras, veduta sulla Braida

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