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Santit, fugga lo spirito di Assisi

di Francesco Agnoli e altri... in il Foglio dell'11 gennaio 2011 Santo Padre Benedetto XVI, siamo alcuni cattolici gratissimi dellopera da Lei compiuta come pastore della Chiesa universale in questi anni; riconoscenti per la sua grande valutazione dellaragione umana, per la concessione del motu proprio Summorum pontificum, per il Suo proficuorapporto con gli Anglicani che ritornano allunit, e per molto altro ancora.Abbiamo preso il coraggio di scriverle dopo aver sentito, proprio nei giorni del massacro deicristiani copti in Egitto, dellintenzione di convocare ad Assisi, per il mese di ottobre, un granderaduno interreligioso, venticinque anni dopo Assisi 1986.Tutti noi ricordiamo quellevento di tanti anni fa. Un evento anche mediatico come pochi, che, a prescindere dalle intenzioni e dalle dichiarazioni di chi lo convoc, ebbe un contraccolpoinnegabile, rilanciando, proprio nel mondo cattolico, lindifferentismo ed il relativismo religioso.Proprio da quellavvenimento prese vigore presso il popolo cristiano lidea che linsegnamentosecolare della Chiesa, una, santa cattolica e apostolica, sullunicit del Salvatore, fosse in qualchemodo da archiviare.Tutti noi ricordiamo rappresentanti di tutte le religioni in un tempio cattolico, la chiesa di SantaMaria degli Angeli, allineati con in mano un ramoscello di ulivo: quasi a significare che la pace non passa da Cristo ma, indistintamente, da tutti i fondatori di un credo, quale che esso sia (Maometto,Budda, Confucio, Kal, Cristo). Ricordiamo la preghiera dei mussulmani in Assisi, cio nella cittdi un santo che aveva fatto della conversione degli islamici uno dei suoi obiettivi. Rammentiamo la preghiera degli animisti, la loro invocazione degli spiriti elementali, e quella di altri credenti o dirappresentanti di religioni atee come il giainismo.Quel pregare insieme, qualsiasi fosse il fine, volenti o nolenti ebbe leffetto di far credere a moltiche tutti pregassero lo stesso Dio, solo con nomi diversi. Invece le Sacre Scritture parlano chiaro:Non avrai altro Dio allinfuori di me (I comandamento); Io sono la Via, la Verit e la Vita;nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14, 6). Chi scrive non nega certamente ildialogo, con ogni persona, di qualsiasi religione essa sia.Viviamo nel mondo, e tutti i giorni parliamo, discutiamo, amiamo, anche chi non cristiano, perchateo, incerto, o di altre religioni. Ma questo non ci impedisce di credere che Dio stesso sia venutosulla terra, e si sia fatto uccidere, per insegnarci, appunto, la Via e la Verit, e non solo una delletante e possibili vie e verit. Cristo per noi cristiani il Salvatore: lUnico Salvatore del mondo.Ricordiamo dunque con sgomento, tornando a quellavvenimento di venticinque anni fa, i pollisgozzati sullaltare di santa Chiara secondo riti tribali e la teca con una statua di Budda posta sopralaltare della chiesa di san Pietro, sopra le reliquie del martire Vittorino, ammazzato, 400 anni dopoCristo, per testimoniare la sua fede.Ricordiamo i sacerdoti cattolici che si sottoposero a riti iniziatici di altre religioni: una scenaraccapricciante, dal momento che, se sciocco battezzare nella fede cattolica una persona adultache non vi crede, altrettanto assurdo il fatto che un sacerdote cattolico si sottoponga a un rito cuinon riconosce alcuna validit n utilit. Cos facendo si finisce infatti solo per far passare una idea:che i riti, tutti, non siano altro che vuoti gesti umani. Che tutte le concezioni del divino siequivalgano. Che tutte le morali, che da ogni religione promanano, siano intercambiabili.Ecco, quello spirito di Assisi, su cui poi i media e i settori della Chiesa pi relativisti ricamarono alungo, gett confusione. Ci sembr estraneo al Vangelo e alla Chiesa di Cristo, che mai, in duemilaanni, aveva scelto di fare altrettanto. Avremmo voluto riscrivere, allora, queste ironiche osservazionidi un giornalista francese: In presenza di tante religioni, si creder pi facilmente o che esse sonotutte valide o che sono tutte indifferenti; vedendo cos tanti dei, ci si chieder se tutti non siequivalgono o se ce n uno solo vero. Il parigino beffardo (scettico ed ateo, ndr) imiter quelcollezionista scettico, il cui amico aveva appena fatto cadere un idolo da una mensa: Ah! Disgraziato, poteva essere il Dio vero.Trovammo conforto, allora, alle nostre perplessit, in tantissime dichiarazioni di pontefici cheavevano sempre condannato un siffatto dialogo. Un 1

Congresso di tutte le religioni era stato giorganizzato, infatti, a Chicago, nel 1893, e a Parigi, nel 1900. Ma papa Leone XIII era intervenuto avietare qualsiasi partecipazione cattolica. Lo stesso atteggiamento tenne Pio XI, il papa checondann lateismo comunista e quello nazionalsocialista, ma che deplor nel contempo il tentativodi unire gli uomini in nome di un vago e indistinto senso religioso, senza Cristo.Scriveva quel papa nella sua Mortalium animos (Epifania del 1928), proprio a riguardo deicongressi ecumenici: Persuasi che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi sentimentoreligioso, sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri inmateria di religione, pure siano per convenire senza difficolt nella professione di alcune dottrine,come su un comune fondamento di vita spirituale. Perci sono soliti indire congressi, riunioni,conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere:infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinit della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenerelapprovazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tuttele religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quelsentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e allossequente riconoscimentodel suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nellinganno e nellerrore,ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismoe lateismo.Col senno di poi, possiamo dire che Pio XI aveva ragione, anche solo sul piano della meraopportunit: quale stato, infatti, leffetto di Assisi 1986, nonostante le giuste dichiarazioni di papa Giovanni Paolo II, volte ad impedirne una simile interpretazione? Qual il messaggio chehanno rilanciato talvolta gli stessi organizzatori, i media, ed anche non pochi ecclesiasticimodernisti, ansiosi di ribaltare la Tradizione della Chiesa? Ci che passato, presso moltissimi cristiani, tramite le immagini, che sono sempre le pievocative, e tramite i giornali e le tv, molto chiaro: il relativismo religioso, che poi lequivalentedellateismo. Se tutti pregano insieme, hanno concluso in tanti, allora le religioni sono tutteuguali: ma se cos , significa che nessuna di esse quella vera. A quellepoca, Lei, cardinale e prefetto della Congregazione della Fede, insieme al cardinal Giacomo Biffi e a tanti altri, fu tracoloro che espressero forti perplessit. Per questo, negli anni successivi, non partecip mai allerepliche proposte ogni anno dalla Comunit di SantEgidio.Infatti, come Lei ha scritto in Fede, verit e tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo(Cantagalli, 2005), proprio criticando lecumenismo indifferentista, al cattolico deve risultarenettamente che non esistono le religioni in generale, che non esiste una comune idea di Dio e unacomune fede in Lui, che la differenza non tocca unicamente lambito della immagini e delle formeconcettuali mutevoli, ma le stesse scelte ultime...Lei concorda perfettamente, dunque, con Leone XIII e con Pio XI sul pericolo di contribuire, congesti come quelli di Assisi 1986, al sincretismo ed allindifferentismo religioso. Rischio messo inluce anche dai padri conciliari del Vaticano II, che in Unitatis Redintegratio, a proposito, si badi bene, dellecumenismo non con le altre religioni, ma con gli altri cristiani, invitavano alla prudenza: Tuttavia la comunicazione nelle cose sacre non la si deve considerare come un mezzo dausarsi indiscriminatamente per il ristabilimento dellunit dei cristiani.Lei ha insegnato, in questi anni, non sempre compreso neppure dai cattolici, che il dialogo avvienee pu avvenire non tra diverse teologie, ma tra diverse culture; non tra le Fedi, ma tra gli uomini,alla luce di ci che tutti ci contraddistingue: la ragione umana. Senza ricreare lantico Pantheon pagano; senza che lintegrit della Fede venga messa a repentaglio dallamore per il compromessoteologico; senza che la Rivelazione, che non nostra, venga rimaneggiata dagli uomini e dai teologiintenti a conciliare linconciliabile; senza che Cristo, segno di contraddizione, debba essere messosullo stesso piano di Budda o di Confucio, che tra il resto non dissero mai di essere Dio.Per questo siamo qui a esporLe la nostra preoccupazione. Temiamo che qualsiasi cosa Lei dir, tv, giornali e tanti cattolici interpreteranno alla luce del passato e dellindifferentismo imperante; che qualsiasi cosa affermer, levento sar letto come lacontinuazione della manipolazione della figura di Francesco, trasformato, dagli ecumenisti 2

odierni,in un irenista e in un sincretista senza fede. Sta gi succedendoAbbiamo paura che qualsiasi cosa Lei dir, per fare chiarezza, i fedeli semplici, come siamo anchenoi, in tutto il mondo non vedranno (e non gli sar fatto vedere, ad esempio in tv) altro che un fatto:il vicario di Cristo non che parla, discute, dialoga con i rappresentanti di altre religioni, ma che prega con loro. Come se il modo e lobiettivo della preghiera fossero indifferenti.E molti, sbagliando, penseranno che anche la Chiesa ormai ha capitolato, ed ha riconosciuto, insintonia con la mentalit new age, che pregare Cristo, Allah, Budda o Manit sia la stessa cosa. Chela poligamia islamica e animista, le caste induiste o lo spiritismo politeista animista possano stareinsieme alla monogamia cristiana, alla legge dellamore e del perdono ed al Dio Uno e Trino. Macome ha scritto sempre Lei, nel libro citato: Con lindifferenziazione delle religioni e con lideache esse siano tutte s distinguibili, e tuttavia propriamente uguali, non si avanza.Santo Padre, noi pensiamo che con una nuova Assisi 1986 nessun cristiano in terre dOrienteverr salvato: n nella Cina comunista, n in Corea del nord, n in Pakistan o in Iraq tanti fedeli,invece, non capiranno pi perch proprio in quei paesi c ancora oggi chi muore martire per nonrinnegare il suo incontro non con una religione, ma con Cristo. Come sono morti gli stessi apostoli.Di fronte alla persecuzione, ci sono vie politiche, diplomatiche, dialoghi personali e di Stato: siseguano tutte, nel modo migliore possibile. Con la Sua amorevolezza e il Suo desiderio di pace per tutti gli uomini. Ma senza che sia possibile a chi vuole confondere le acque e rilanciare ilrelativismo religioso, anticamera di ogni relativismo, una opportunit, anche mediatica, cos ghiottacome la riedizione di Assisi 1986.Con devozione filiale Francesco Agnoli, Lorenzo Bertocchi, Roberto de Mattei, Corrado Gnerre, Alessandro Gnocchi,Camillo Langone, Mario Palmaro, Luisella Scrosati

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