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Perturbazioni orbitali

Testi consigliati:

V.A. Chobotov, Orbital Mechanics AIAA Education Series, 1991

D.A. Vallado, Fundamentals of Astrodynamics and Applications 2nd Edition, Space Technology Library, 2004


E. Lorenzini

Perturbazioni orbitali
Disturbi che portano a (piccole) deviazioni dal moto dei due corpi sono chiamati perturbazioni orbitali
In presenza di perturbazioni, dobbiamo aggiungere il termine di accelerazione di perturbazione ap nell equazione di moto dei due corpi come segue

d 2r = " 3 r + ap dt 2 r

Le principali perturbazioni in orbita terrestre includono: - armoniche del campo gravitazionale pi alte del primo termine (di terra sferica omogenea) - attrazione gravitazionale luni-solare - resistenza atmosferica residua - pressione di radiazione solare - effetti gravitazionali delle maree terrestri
Con l aggiunta delle perturbazioni l equazione di moto dei due corpi non pi risolvibile in forma chiusa

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Il problema degli N corpi


Prima di analizzare le perturbazioni di terzo corpo guardiamo il problema piu generale degli N corpi
Applicando la legge gravitazionale di Newton fra il corpo i e gli altri corpi j rispetto ad un sistema di riferimento inerziale non centrato in alcun corpo, si ha

mj Fgi = "Gmi $ 3 r ji j=1 r ji


j# i


Assumiamo adesso che m1 sia la terra, m2 un satellite che orbita la terra ed m3, m4,, mN gli altri corpi (e.g., la luna, il sole, etc.). Siamo interessati ad analizzare il moto del satellite rispetto alla terra, ovvero di r12 = r2 - r1

Scrivendo le equazioni di moto per i = 1 ed i = 2 si ottiene
N mj mj 1 = "G # 3 r j1 e 2 = "G# 3 r j 2 r r rj1 j= 2 j=1 r j 2 j$ 2 N

E. Lorenzini

Astrodinamica

Il problema degli N corpi


Da cui sottraendo l una dall altra si ottiene

N mj mj 12 = "G$ 3 r j 2 + G $ 3 r j1 r j=1 r j 2 j= 2 r j1 j# 2 N


Sviluppando le sommatorie e considerando che rij = rji si ottiene

N #r r j1 & G(m1 + m2 ) j2 12 = " r r12 " ) Gm j % 3 " 3 ( 3 %r r12 rj1 ( $ j2 ' j= 3


Nel caso di N = 3 (chiamando E = terra=1, S = satellite=2 ed M = luna=3) e considerando che mS << mE si pu scrivere

# rMS rME & GmE SE = " 3 rSE " GmM % 3 " 3 ( r rSE $ rMS rME '

In cui l ultimo termine a destra il termine perturbativo di terzo corpo

E. Lorenzini

Astrodinamica

Perturbazioni di terzo corpo


Le accelerazioni gravitazionali di terzo corpo agenti su di un satellite che orbita la terra in LEO a 350 km di altezza sono mostrate nella tavola a lato
L effetto del J2 della terra e laccelerazione gravitazionale della terra sono anche indicati nella tavola come paragone

Accelerazione (g)
Terra*
Sole
Luna
Mercurio
Venere
Marte
Giove
Saturno
Urano
Nettuno
Plutone
J2 della terra*

E. Lorenzini Astrodinamica

0.9
6x10-4
3.3x10-6
2.6x10-10
1.9x10-8
7.1x10-10
3.2x10-8
2.3x10-9
8x10-11
3.6x10-11
~10-12
10-3

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Perturbazioni di terzo corpo


Le perturbazioni luni-solari hanno effetti secolari sull orbita di un satellite in orbita terrestre simili a quelle dovute al J2 e cio di produrre una regressione della linea dei nodi dell orbita ed una rotazione della linea degli absidi dati da

2 2 3 $ n 3 ' [1+ (3/2)e ] " = # n& ) ( 3cos2 i3 # 1) cosi 8 %n( 1# e 2 2 2 3 $ n 3 ' [1# (3/2)sin i3 ] $ 5 2 e2 ' * = n& ) & 2 # sin i + ) 2 4 %n( 2 2( % 1# e


dove n3 la velocit angolare media del terzo corpo (Sole o Luna) ed i3 l inclinazione dell orbita del terzo corpo rispetto all equatore terrestre, ! mentre n ed i sono le analoghe quantit per il satellite

Notare che per orbite in LEO la quantit (n3/n)2 piccola e gli effetti di terzo corpo sono trascurabili rispetto a quelli di J2

Per orbite alte con periodo 12 ore gli effetti di terzo corpo sono signicativi rispetto a quelli dovuti al J2

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Perturbazioni di terzo corpo


Quando gli effetti di terzo corpo sono considerati insieme a quelli del J2 si ha che: - per orbite basse (dominate dal J2) il piano orbitale precede intorno all asse polare terrestre - per orbite alte (dove il terzo corpo diventa importante) la precessione del piano orbitale avviene intorno ad un asse che intermedio fra l asse polare e la normale all eclittica
Quando gli effetti di terzo corpo sono considerati in combinazione con la resistenza aerodinamica, la variazione di altezza (termine non secolare) dovuta al terzo corpo pu aumentare o diminuire signicativamente la vita orbitale dei satelliti
Gli effetti di terzo corpo (dovuti a forze conservative) non cambiano in media l energia orbitale per cui non ci sono variazioni secolari del semiasse maggiore dell orbita del satellite

E. Lorenzini

Astrodinamica

Resistenza atmosferica
Per orbite pi basse di 1000 km bisogna considerare l effetto della resistenza aerodinamica causata dall atmosfera residua
La resistenza aerodinamica a differenza delle altre perturbazioni una forza non conservativa che toglie continuamente energia dall orbita
Di conseguenza il semiasse maggiore ed il periodo orbitale diminuiscono. L altezza orbitale si riduce mentre la velocit di volo aumenta. Questo talvolta chiamato il paradosso orbitale della resistenza: le forze di attrito aerodinamico in orbita fanno aumentare la velocit!
Siccome la resistenza aerodinamica pi forte al perigeo (dove la velocit pi alta) la resistenza aerodinamica fa circolarizzare l orbita. Un satellite in orbita ellittica seguir due fasi per effetto della resistenza aerodinamica: - prima una circolarizzazione dell orbita e poi - uno spiralare verso il basso dell orbita (ormai quasi circolare)

E. Lorenzini

Astrodinamica

Resistenza atmosferica

Potendo dividere il decadimento orbitale dovuto alla resistenza aerodinamica in due fasi (circolarizzazione e spiralamento) si pu analizzarlo con due modelli (o fasi) semplicati e separati: - nel primo modello (fase di circolarizzazione) si computa l abbassamento dell apogeo dovuto alla resistenza aerodinamica al perigeo no a quando l orbita quasi circolare - nel secondo modello (fase di spiralamento) si analizza il decadimento dell orbita quasi circolare no al rientro atmosferico

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Resistenza atmosferica (1a fase)


Il decadimento dell apogeo (con il perigeo ad altezzza pressoch costante) si ottiene differenziando l energia orbitale = -/(2a) per ottenere
2a 2 d" = 2 da # > da = d" 2a La variazione di energia per orbita dovuta al lavoro negativo fatto soprattutto in prossimit del perigeo dalle forze aerodinamiche
! Se assumiamo che il decadimento per singola orbita piccolo possiamo assumere che a quasi costante durante un orbita per ottenere

"arev

2a 2 = "#rev

La variazione di energia (per unit di massa) per orbita uguale al lavoro fatto dalle forze aerodinamiche lungo l orbita

"#rev = $
E. Lorenzini

FD v rel dt 0 m

con T il periodo orbitale



Astrodinamica 10

Resistenza atmosferica (1a fase)


La forza aerodinamica per unit di massa

FD 1 CD A 2 1 m 2 =" #v rel = " #v rel con B = m 2 m 2B CD A

il coefciente balistico

Trascurando la rotazione dell atmosfera, possiamo scrivere per la velocit del satellite relativa all atmosfera

v rel " v = v r ur + v # u# con h h v # = = (1+ ecos $ ) = (1+ ecos$ ) r h p h v r = esin $ = esin $ poiche' h = p h p

Considerando che p = a(1 - e2) e n2 = /a3 si ottiene



!
2 v rel

2 vr

2 v"

h2 n 2a2 2 = 2 1+ e + 2ecos # = 1+ e 2 + 2ecos # % n 2 a 2 (1+ 2ecos# ) 2 p 1$ e

In cui abbiamo trascurato i termini contenenti e2



!
E. Lorenzini Astrodinamica 11

Resistenza atmosferica (1a fase)


Dall equazione della variazione di energia per orbita

"#rev FD 2a 2 1 2a 2 T 3 =$ v dt % > "arev = "#rev = % $ &v rel dt m rel 2B 0 0
T

Dall equazione della velocit relativa, si ottiene



!
3 v rel

( )

2 3/2 v rel

" ( na) (1+ 2ecos# )

3/2

Utilizziamo l equazione di Keplero per passare dal tempo t all anomalia eccentrica E (scritta per orbita ellittica)

M e = E " esin E " > nt = E " esin E " > dt =

1 dE ( dE " edE cos E ) = (1" ecos E ) n n

Per cui sostituendo nell integrale otteniamo



!

"arev

1 a2 3 3 2% 1 3/2 =# n a & $ (1# ecos E ) (1+ 2ecos ' ) dE B n 0


2%

a2 =# B E. Lorenzini

& $(1# ecos E )(1+ 2ecos' )


0

3/2

dE
12

Astrodinamica

Resistenza atmosferica (1a fase)


Da cui usando la relazione fra anomalia vera ed anomalia eccentrica E
cos E # e si ottiene
cos" = 1# ecos E
"arev
3/2 % a 2 2+ cos E # e ( =# , $ (1# ecos E )'1+ 2e * dE & B 0 1# ecos E )

a 2 2 + $ (1+ ecos E ) =# , B 0 1# ecos E

3/2

dE

Utilizzando un (semplice) modello esponenziale per la densit atmosferica, si ha



$ sp # s ' " = " p exp& ) % H (

con s l altezza orbitale, H la lunghezza di scala dell atmosfera con il pedice p che indica le quantit al perigeo

E. Lorenzini

Astrodinamica

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Resistenza atmosferica (1a fase)


Dobbiamo quindi esprimere il rapporto (sp - s)/H in funzione dell anomalia eccentrica
Si ha (sp - s)/H = (rp - r)/H ed inoltre utilizzando la relazione fra anomalia vera ed eccentrica si ottiene

h 2 / h 2 1# ecos E r= = = a(1# ecos E ) 2 1+ ecos" 1# e

e quindi essendo rp = a(1 - e)



!
sp " s rp " r 1 ae = = [ a(1" e) " a(1" ecos E)] = ( cos E " 1) H H H H

Per cui si ottiene



!

"arev

a2 2% (1+ ecos E ) dE = # $ p & exp[ bcos E # b] B 1# ecos E 0 ae H


Astrodinamica 14

3/2

con b =
E. Lorenzini

Resistenza atmosferica (1a fase)


Sviluppando i binomi al numeratore e denominatore e trascurando i termini in e2

(1+ ecos E ) 3 / 2 (1" ecos E ) 1/ 2

$ 3 '$ 1 ' # &1+ ecos E )&1+ ecos E ) % 2 (% 2 ( # 1+ 2ecos E

Per cui inne si ottiene



!

"arev

2% a2 = # $ p exp( #b) & exp[ bcos E ] (1+ 2ecos E )dE B 0

Considerando che le funzioni modicate di Bessel del primo tipo sono date da

1 I j (b) = 2"
E. Lorenzini
2"

$ cos( j# ) exp(bcos# ) d#
0

b Astrodinamica 15

Resistenza atmosferica (1a fase)


Si ottiene quindi la variazione per orbita del semiasse maggiore per effetto delle forze aerodinamiche come segue

"arev a2 = #2$ % p [ J 0 + 2eJ1 ] exp( #b) B
) a & e % p ( J1 + ( J 0 + J 2 ) + exp( # b) * B ' 2


Analogamente (senza i passaggi) l eccentricit per orbita cambia come

!
"erev = #2$

in cui J0, J1, J2 sono funzioni modicate di Bessel del primo tipo

!

Considerando che per rp = costante (nella fase di circolarizzazione) si ha che la variazione del raggio di apogeo per orbita

"ra,rev = 2"arev

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Astrodinamica

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Resistenza atmosferica (2a fase)


Nella fase di spiralamento la potenza istantanea dissipata per unit di massa m dalle forze aerodinamiche FD data da (con l energia)

d" FD v FD na = = dt m m

con v na

Considerando che per moto quasi circolare la forza di resistenza aerodinamica si pu esprimere come

!

FD 1 CD A 2 11 2 2 =" #v = " #n a m 2 m 2B


con B = m/(CDA) il coefciente balistico e CD 2 in aerodinamica rarefatta

Sostituendo l espressione precedente nella derivata dell equazione dell ! energia

d" da = 2 #> dt 2a dt
E. Lorenzini

da na 2 $ =# dt B
Astrodinamica 17

Resistenza atmosferica (2a fase)


Assumendo che le quantit in gioco non variano molto durante un orbita si ottiene il decadimento per orbita durante la fase di spiralamento integrando l espressione precedente lungo un orbita

a2% "arev = "rrev = #2$ B L espressione precedente si pu ottenere direttamente da quella pi generale derivata precedentemente considerando che per orbita (quasi) circolare (e = 0) = p, b = 0, J0(0) = 1 e J1(0) = 0

Assumendo il modello di densit esponenziale ed integrando da sp no alla supercie (s = 0) con ipotesi molto semplicative si ottiene con approssimazione di ordine zero il numero di orbite nrs no al rientro durante la fase di spiralamento come segue

H n rs " # $arev, p
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con arev,p il decadimento per orbita all inizio della fase di spiralamento

Astrodinamica 18

Decadimento atmosferico
Il graco mostra i tempi di decadimento di orbite pressoch circolari in funzione della quota e del coefciente balistico per condizione medie di densit atmosferica, ovvero dell attivit solare

B= M/CDA = [kg/m2]
B=1 B=2 B=5 B = 10 B = 20

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Astrodinamica

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L alta atmosfera

Alle quote alte (> 80 km) le molecole di ossigeno O2 vengono dissociate in ossigeno atomico O dagli UV
L ossigeno atomico O domina nella fascia 80 500 km
Idrogeno ed elio dominano sopra i 500 km
L ossigeno atomico molto reattivo e dannoso per satelliti in basso LEO
L atmosfera fortemente inuenzata dall attivit solare
L atmofera si espande all aumentare dell attvit solare per cui la densit atmosferica aumenta per una quota ssata
Modello esponenziale fornisce solo un approssimazione di ordine zero della densit reale

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Decadimento atmosferico
Il graco mostra l attivit solare (con ciclo di circa 11 anni) espressa come usso solare F10.7 ovvero la radio frequenza emessa dal sole a lunghezza d onda di 10.7 cm che usata come indice dell attivit solare nel tempo
Solar ux unit (sfu): 1 sfu = 10-22 W/m2

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Modelli di densit

US Standard Atmosphere 1962 - modello di atmosfera media indipendente dall attivit solare. Fornisce la densit della bassa e dell alta atmosfera
Jacchia 1964 & 1970 - utilizza l indice F10.7 (media mensile) ma non la variazione giornaliera dell attivit solare - il modello stato usato con successo no agli anni 90 per determinare i proli di densit dell alta atmosfera (> 120 km)

Mass Spectrometer and Incoherent Scatterometer (MSIS90 e MSIS00)  - si basano su dati misurati in situ o mediante scatterometria laser, modelli scritti in Fortran e scaricabili on line - inputs: latitudine, longitudine, quota, F10.7, Ap - outputs: n, massa atomica media, densit, T

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Densit atmosferica, MSIS-90


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