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CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,50 SPED. IN ABB. POST. - 45% ART.

2 COMMA 20/ BL 662/96 - ROMA ISSN 0025-2158

ANNO XLIII . N. 37 . MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

EURO 1,50

Mazzette come filosofia aziendale. Arrestato il presidente Giuseppe Orsi per corruzione internazionale. Avrebbe pagato sotto banco il governo indiano per una commessa di 12 elicotteri. Ombre su Lega e Cl per una presunta tangente da 10 milioni. Monti in imbarazzo PAGINE 2,3
IL PADIGLIONE FINMECCANICA AL SALONE INTERNAZIONALE DELL'AERONAUTICA E DELLO SPAZIO DI PARIGI-LE BOURGET /FOTO SIMONE ZANIOL - EMBLEMA

ELEZIONI

Le maschere di Renzi Grillo e Berlusconi


Christian Raimo

ABU OMAR

Sismi, Pollari condannato a 10 anni


La Corte dappello di Milano condanna a 10 anni lex capo del Sismi Niccol Pollari nel processo dappello bis per la rendition illegale alla Cia di Abu Omar. Nove anni anche al numero 3 di allora Mancini, condanne per altri 3 funzionari. Stabilito un risarcimento di un milione di euro a titolo di provvisionale a favore dellex imam di Milano. Pollari si dice sconcertato e si paragona a Enzo Tortora
LANIA |PAGINA 4

SCUOLA

Il concorsone riparte e sfiora il ko tecnico


Al via gli scritti. Il concorsone per la scuola ricomincia oggi con la seconda prova. Tra rinvii per neve e diserzioni di massa di commissari esaminatori pagati ben 200 euro lordi dal ministero (pi 50 centesimi a compito corretto....). 95mila i candidati per 11.542 cattedre. Per i docenti precari quella di Profumo solo propaganda, decine di migliaia di persone saranno umiliate
CICCARELLI |PAGINA 9

Arancia Finmeccanica
STASERA ESCO

Lagenda del papa piena E il conclave si allontana


entre la citt eterna si riempie di giornalisti di tutto il mondo, il papa ha confermato gli impegni previsti da oggi al 28 febbraio, data delle sue dimissioni irrevocabili. Benedetto XVI parler molto in questi giorni, gi oggi nelludienza generale e nella cerimonia delle ceneri, spostata di gran fretta dallAventino in Vaticano per la possibile grande affluenza di pellegrini. Nella Curia per fervono le grandi manovre per la successione, perch per eleggere il nuovo papa servir un grande consenso nel conclave. Ratzinger infatti ha cancellato le norme facili previste da Wojtyla: il suo successore dovr raccogliere due terzi dei voti. KOCCI |PAGINA 5

Perch la valutazione dellAnvur neoliberista e pensa solo alla produzione e alla quantit
LARTICOLO Piero Bevilacqua pagina 8

LARTICOLO |PAGINA 5

Come nello Zarathustra di Nietzsche, Ratzinger non vuole essere dostacolo alla verit
MARCO VANNINI

n un vecchio video datato 1993 che potete rintracciare su youtube c' una delle ultime apparizioni Rai di Beppe Grillo. Se la prende con chi rema contro una possibile rivoluzione tecnologica democratica, contro il capitalismo che ci imprigiona con le macchine a benzina e non ci fa sviluppare quelle elettriche... La sua retorica gi tutta politica, anche se non lo confessa, anzi. A un certo punto, al minuto 13 circa, Grillo, dopo essersi preso gli ennesimi applausi, si rivolge al pubblico e dice "Non sto qui a fare come quello di Quinto potere. Se divento un messia, fatemi un gesto e mi metto subito questo": estrae dalla tasca un naso rosso e se lo infila. Nessuno evidentemente gli fece il gesto, verrebbe da commentare. Cos, quello che poteva restare un clown, uno Zanni che manifesta la verit attraverso il suo corpo umile e buffo, si trasform un tribuno simil-dannunziano che si fa a nuoto lo Stretto di Messina. Ma anche questa conclusione riduttiva: non solo Grillo a essersi trasformato in un profeta qualunquista. che da quel video sono passati vent'anni e in questo ventennio che per comodit abbiamo definito berlusconiano, qualcosa di irreversibile cambiato nella comunicazione politica: l'indifferenziazione tra piano letterario e piano ironico, l'identificazione dell'informazione con la performance, la riduzione della verit alla "versione che ha pi successo" (Rorty e i suoi epigoni hanno avuto ragione). Grillo ancora non lo sapeva, Berlusconi ("un imprenditore che ha 4000 miliardi di debiti" come lo apostrofava Grillo) invece s; e pochi mesi sarebbe apparso a fare il suo famoso discorso del Questo il paese che amo. Le idee non servivano pi, bastava l'attorialit. Ora, in questa campagna elettorale, nessuno si stupisce che il valore delle parole non venga praticamente mai messo a confronto con una dialettica di idee, ma appunto solo con la sua capacit performativa che siano i sondaggi o lo spread a fare da indici di consenso. Quello che invece meno visibile come i candidati abbiano capito di sfruttare una retorica teatrale precisa, quella comica: privandola per della sua capacit di rovesciamento, di paradosso, di polemica. La comunicazione politica di Bersani e Vendola stata in definitiva messa all'angolo in questi ultimi mesi da tre comici che utilizzano tre repertori diversi: Grillo, Berlusconi e Renzi. CONTINUA |PAGINA 14

IL MANIFESTO 2013 CENTENARI

BIANI

Giuseppe Dossetti, il cattolico anomalo


PRODI, SANTAGATA, KOCCI l PAGINE 10,11

Un abbonamento radical
impressioIt is imnante, e anpressive, che immensaand immente incomensely enraggiante, che couraging, il manifesto that il mastia portando nifesto is avanti il suo carrying bel giornaliits fine smo indipenwork of indente e acuto. dependent un lavoand penero di cui oggi t r a t i n g Noam Chomsky abbiamo bisojournaligno pi che mai. Sono sicusm, needed today more ro che mi unisco a molti althan ever. tri nellaugurare al giornaI am sure I join many le il pi grande successo others in wishing it the nei momenti difficili che greatest success in the abbiamo di fronte. difficult times ahead

SANREMO

Spotify allAriston, la rivoluzionaria app


ALBERTO PICCININI l PAGINA 13

pagina 2

il manifesto

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

ARANCIA FINMECCANICA
Dopo Eni e Mps, un altro colosso italiano travolto dalle inchieste. Aleggia come un fantasma lipotesi di una tangente da 10 milioni alla Lega. Maroni minaccia querele: Non centriamo

Il capitale

Finmeccanica decapitata
Arrestati con laccusa di corruzione internazionale il presidente e amministratore delegato Giuseppe Orsi e lad di Agusta Westland Bruno Spagnolini
Marika Manti MILANO

uesta campagna elettorale segnata dalla crisi dei centri di potere del capitalismo italiano. Mentre i politici si azzuffano in cerca di voti, non passa giorno senza che i vertici del sistema finanziario e industriale italiano vengano scossi da inchieste della magistratura sempre pi gravi. Dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, stato il turno di Paolo Scaroni. Lad di Eni la maggiore impresa italiana partecipata al 30% dallo stato settimana scorsa stato indagato per corruzione internazionale, coinvolto, secondo gli inquirenti, in un giro di tangenti da 200 milioni di euro per ottenere una commissione da 11 miliardi di dollari in Algeria. Ieri un altro durissimo colpo. E' stato arrestato Giuseppe Orsi, amministratore delegato e presidente di Finmeccanica. Anche lui accusato di corruzione internazionale. Sarebbe coinvolto in un giro di tangenti da 51 milioni di euro pagate per favorire la vendita per oltre 550 milioni di 12 elicotteri all'esercito indiano nel periodo in cui Orsi era ad di Agusta Westland, controllata di Finmeccanica. Agli arresti domiciliari anche lattuale ad di Agusta, Bruno Spagnolini. Mentre stata chiesta lestradizione per i due intermediari residenti a Lugano, Guido Haschke e Carlo Gerosa. Inoltre i carabinieri del Noe hanno effettuato perquisizioni nellabitazione di Orsi a Sesto Calende (Varese), nella sede di Agusta Westland a Cascina Costa di Samarate (Varese) e negli uffici di Finmeccanica in piazza San Babila a Milano. Secondo il gip Luca Labianca che ha firmato lordinanza di arresto su richiesta del procuratore di Busto Arsizio Eugenio Fusco i provvedimenti di custodia cautelare sono stati spiccati perch esistono gravi rischi di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Per gli inquirenti Orsi e Spagnolini sembrano essere consueti al pagamento di tangenti fino al punto di farne una sorta di filosofia aziendale. A comprovarlo anche unintercettazione in cui Orsi rivela il suo disincanto per la pratica tangentizia e il suo convincimento che la stessa sia una fattore naturale della pratica aziendale. Come dire che per chi fa affari, soprattutto in paesi esteri come lIndia, la tangente uno strumento di lavoro quotidiano. Ma non solo. Il gip nellordinanza sottolinea altre due circostanze inquietanti che la dicono lunga sul potere di Orsi e sulla sua capacit di influenza in Italia. In particolare, avrebbe fatto di tutto per tentare di sfilare linchiesta al pm Fusco facendo pressioni sul Consiglio superiore della magistratura. E premeva anche sui giornali per ottenere una campagna di stampa a suo favore, anche telefonando al presidente di Confindustria Squinzi (vedi articolo sotto). Per finire il gip scrive che la condotta di Orsi avrebbe imbarazzato anche il governo Monti che per ha deciso di lasciarlo al suo posto. E per questo ora si deve difendere dalle accuse di inazione. Ce n quanto basta per far tremare dalle fondamenta tutto il sistema di potere italiano. Linchiesta era stata avviata dalla procura di Napoli, dai pm Piscitelli e Woodcock. Venne trasferita per competenza a Busto Arsizio con un intervento della Cassazione proprio su richiesta di Orsi. Nel novembre del 2011 Lorenzo

Borgogni, ex responsabile relazioni esterne di Agusta, rivel proprio ai pm di Napoli lesistenza di una tangente a favore della Lega e di Comunione e Liberazione. Parl del pagamento da parte di Orsi di 10 milioni recuperati proprio dallaffare degli elicotteri venduti in India, per ottenere il loro appoggio nella sua nomina al vertice di Finmeccanica. Cosa che poi avvenne. Lo scorso novembre, ai magistrati di Busto Arsizio, Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo Energia, unaltra controllata di Finmeccanica, ha confermato che la nomina di Orsi fu spinta dallallora ministro Tremonti e dai dirigenti leghisti. E sullutenza di Orsi sono state intercettate diverse telefonate con esponenti leghisti. Nelle ordinanze di ieri, per, non c' traccia di quella tangente. Ma il sospetto da parte di molti rimane, tanto che Maroni costretto a dinfendersi e minaccia querele per chiunque faccia insinuazioni. La storia delle inchieste e dei sospetti che hanno colpito Finmeccanica molto complessa e va ben oltre la vicenda degli elicotteri in India. Lex ad Pierfrancesco Guarguaglini si dimise dopo essere stato coinvolto e prosciolto dalle accuse nella vicenda sugli appalti dellEnav. Orsi, inoltre, aveva spesso contatti con Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior e rappresentante italiano di Banca Santander, la stessa banca che ha venduto per una cifra astronomica Antonveneta al Monte dei Paschi di Siena (com pic-

colo il mondo del capitale italiano). I due, intercettati in un ristorante romano, parlano di false consulenze date allex moglie di Vittorio Grilli, vice ministro alleconomia del governo Monti, lo stesso governo che non solo non ha sotituito Orsi ma lha nominato presidente. Ma soprattuto le inchieste che riguardano Finmeccanica sono ramificate in tutto il mondo: dallAmerica latina dove sono al vaglio degli inquirenti i contatti dellex direttore de L'Avanti Valter Lavitola, alla Russia di Putin, alle forniture in Brasile su cui indaga la procura di Napoli e dove spunta il nome dellex ministro Claudio Scajola. In gioco non c solo un enorme giro di soldi, ma anche lindustria italiana e i suoi programmi per il futuro. Finmeccanica la seconda azienda industriale italiana dopo la Fiat, ha 69 mila dipendenti e 17 miliardi di fatturato. Opera nei settori aerospaziali e della difesa, ma anche nellenergia e nei trasporti. Orsi puntava soprattutto sulle produzioni destinate alla difesa, sacrificando il reparto civile. E su questo basava il rilancio di unazienda che negli ultimi anni ha chiuso il bilancio in rosso. Adesso quellipotesi di rilancio sempre pi difficile. Ieri Finmeccanica crollata in borsa (-7,31%), e la Cgil chiede che sia commissariata nellinteresse dei lavoratori e del paese.
IL PRESIDENTE DI FINMECCANICA GIUSEPPE ORSI A BORDO DELLAGUSTA /FOTO LUIGI MISTRULLI - EMBLEMA

Intercettazioni /ANCHE IL CORRIERE DELLA SERA NEL MIRINO

Ferma il Sole 24 Ore Le pressioni di Orsi su Squinzi


Gilda Maussier

PRESSING ANCHE SUL CSM

Volevano allontanare il pm di Busto Arsizio


Allo stato non risulta nessun coinvolgimento di consiglieri o magistrati del Consiglio Superiore della Magistratura precisa il Csm in una nota dopo la lettura dellordinanza darresto di Giuseppe Orsi nella quale il gip di Busto Arsizio accusa lad di Finmeccanica di aver intrapreso contatti con ambienti del Csm per ottenere la nomina del nuovo dirigente dellufficio inquirente procedente e, dunque, per escludere dallindagine il magistrato che indagava sul suo conto. Nel disegno di Orsi, secondo laccusa, cera dunque lintento di allontanare dallindagine il procuratore applicato Eugenio Fusco, descritto come magistrato scomodo, troppo zelante nellesercizio della pratica. Di Fusco di ricordano linchiesta su Calisto Tanzi per lo scandalo Parmalat e il caso Bpi-Antonveneta che coinvolse Giovanni Consorte.

oi giornalisti sempre un problema, perch non gli puoi mai dire niente. Giorgio Squinzi, eletto presidente di Confindustria col supporto di Eni e Finmeccanica, sembra imbarazzato quando, al telefono, risponde alle pressanti richieste di Giuseppe Orsi. La telefonata intercorsa tra i due il 24 novembre scorso viene intercettata dagli inquirenti che indagano sulla vendita degli elicotteri Agusta al governo indiano sullutenza dellamministratore delegato di Finmeccanica. Orsi, che aveva sostenuto lelezione di Squinzi, lo chiama ora per lamentarsi degli attacchi personali a suo dire subiti dalle colonne del Sole 24 Ore. Il leader di Confindustria azionista di maggioranza del "Sole 24 Ore Spa" prende tempo, tenta di rassicurarlo, e infine gli promette di parlarne col direttore del quotidiano, Roberto Napoletano. Non solo i magistrati, dunque, ma anche i giornalisti inquinano i sonni dellad della holding a partecipazione statale. Tanto che in altre telefonate intercettate Orsi discute con laddetto stampa di Finmeccanica, Carlo Maria Fenu, di interventi sul testo di alcuni articoli del Messaggero e del Secolo. su questa base che il gip di Busto Arsizio, Luca Labianca, nellordinanza di arresto desume condotte volte a intervenire sugli organi di stampa per screditare e sminuire la stessa attivit di indagine e ottenere il favore di alcuni organi di informazione in cui appare attivo soprattutto Orsi. Tentativi di condizionamento sui giornalisti che pe-

r, almeno nel caso del Sole 24 Ore, fa sapere la redazione del quotidiano milanese non hanno avuto alcun tipo di esito sul loro lavoro. Proprio in questi atti giudiziari si legge in una nota del Cdr del Sole risalta con chiarezza lindipendenza della redazione, la qualit dei servizi pubblicati e la loro piena aderenza ai principi etici fondanti della professione. Dalle carte dellinchiesta, inoltre, inizierebbero a spuntare anche le telefonate tra Orsi e alcuni esponenti del suo partito di riferimento, la Lega. Roberto Maroni per ieri si subito smarcato, minacciando querele urbi et orbi. Lad di Finmeccanica, ha detto il leader leghista, era stato indicato dal Consiglio dei ministri e non dalla Lega. Dalle intercettazioni appare comunque chiara la personalit di Orsi, abituato alluso del potere e senza grande rispetto per il lavoro dei giornalisti. Il numero uno di Finmeccanica, secondo la trascrizione delle intercettazioni, chiama al telefono il leader di Confindustria per dirgli: Non lho fatto in tutti questi giorni, per oggi mi sembra che abbia superato il limite. Cio il giornale che mi, che mi attacca di pi il Sole e io non, lunico e non lo ritengo. Ho veramente fatto fatica e non te ne avevo voluto parlare.... Dallaltro capo del filo risponde Squinzi: No, oddio, per la verit io, forse sono un po distratto, ma non me ne sono accorto. Orsi: Guarda, se tu leggi.... Squinzi: Comunque interveniamo subito, eh! O.: ...ed , ed essenzialmente Dragoni. Tra laltro squalifica il giornale perch pi lui parla, che una volta il Sole diceva una cosa e il tito-

lo andava gi, adesso lui dice una cosa e il titolo va su. Oggi... S.: Senti una cosa, ma c qualche interesse che tu sappia? O.: Non credo, non lo so!. Orsi poi mostra tutto il suo risentimento per il fatto che sia proprio il giornale di Confindustria ad attaccarmi cos personalmente. S.: Ma non esiste!. O.: Tra l'altro oggi mi da ancor pi fastidio... non attacca tanto me quando la societ e finisce dicendo "la barca affonda". Allora io penso ai miei 70 mila dipendenti che leggono sul Sole unaffermazione di questo genere, quando proprio, sta andando tutto al rovescio. Quindi lui c'ha proprio un fatto... S.: Ehm, tu spero che hai notato che io, invece, sono intervenuto.... O.: ...non sono mai voluto intervenire su sta roba, per sono ormai quattro mesi che lui, tutti gli articoli, in fianco al mio nome lui aggiunge sempre "indagato". Cosa che poi non proprio necessario ripeterlo tutte le volte... veramente inaccettabile. Squinzi appare imbarazzato: Sai, con quei giornalisti... coi giornalisti sempre un problema, perch non gli puoi mai dire niente. Per, per intervengo sul direttore, glielo dico. Si scusa, Orsi, dice di aver fatto fatica a fare questa telefonata ma che non accetta che Confindustria debba essere, o il Sole, proprio l'unico o quello che pi attacca Finmeccanica.... S.: Ma non esiste, ma non esiste porca miseria. Adesso vado a guardarmelo subito anchio. Comunque non, faccio l'intervento sul direttore senz'altro. Un intervento tentato ma non riuscito, secondo quanto scrive sul numero di oggi il direttore Napoletano che sottolinea come il Sole abbia infastidito Orsi al pari del suo predecessore Guarguaglini, ma si dice certo e garante della seriet del lavoro redazionale. Anche per il Cdr del quotidiano, dopo le telefonate registrate dagli inquirenti non c mai stato un solo tentativo di condizionare il lavoro della redazione sullinchiesta a carico di Finmeccanica.

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

il manifesto

pagina 3

ARANCIA FINMECCANICA
Il Pd attacca, il premier si difende: non cerano gli estremi per mandarlo via. Ma Antonio Di Pietro lo denuncia per omissione di atti dufficio: Quaranta interrogazioni ignorate
LAZIENDA Dal dopoguerra allannus horribilis, le contorte vicende dellimpresa

La politica

Un business di armi e mazzette


Vincenzo Comito

n principio era il gruppo Iri. Dopo la fine della seconda guerra mondiale la finanziaria Finmeccanica, una delle sub-holding del gruppo, viene utilizzata dalla casa madre in un certo senso come un deposito di rottami, una struttura nella quale collocare tra laltro una serie di aziende che erano a suo tempo fortemente cresciute con le produzioni belliche e che con lo scoppio della pace erano ormai senza mercato; trovano posto allinterno della compagine anche delle altre imprese in difficolt, con produzioni pi pacifiche, che non si sapeva bene dove sistemare altrimenti. Passano dei decenni in continue opere di ristrutturazione, di chiusura di alcune strutture, di acquisizione di altre, di cessione di altre ancora, con lassillo di una situazione finanziaria spesso difficile. Il gruppo alla costante ricerca di un assetto che riesca a stabilizzare le cose e a fargli ottenere alla fine risultati di mercato, economici e finanziari in qualche modo tranquillizzanti. Ad un certo punto si trova una soluzione, che allora sembrava quella giusta: concentrarsi sul business delle armi, approfittando anche del fatto che lorganizzazione piena di generali, ammiragli e colonnelli esperti del mestiere. La trovata per un po sembra funzionare e il gruppo riesce cos apparentemente a guadagnare un suo equilibrio di mercato, organizzativo ed economico-finanziario. Si trattava peraltro di un equilibrio non molto positivo socialmente e molto precario strategicamente, come stanno testimoniando le vicende degli ultimi due anni. Con la scelta bellica la societ diventa la pi grande impresa industriale nazionale dopo la Fiat e il livello delle sue spese per ricerca e sviluppo persino pi elevato di quello del gruppo torinese. Essa

inoltre la prima realt italiana operante nel settore delle tecnologie avanzate. Segue a notevole distanza la STmicroelectronics, il cui controllo azionario abbiamo per ceduto a suo tempo per met ai francesi. Nel frattempo lazienda, nellambito dellondata di entusiasmo per la scoperta del libero mercato che si manifesta anche da noi verso la fine degli anni ottanta-primi anni novanta, a sinistra ancora pi che a destra, viene parzialmente privatizzata, con lo stato che mantiene comunque il 30% circa del capitale. La societ opera oggi nei settori degli elicotteri, dellelettronica per la difesa, dei velivoli civili e militari - questi sono anche i suoi business prioritari -, oltre che nel campo delle infrastrutture spaziali e dei sistemi di difesa. Un posto marginale rivestono i comparti del trasporto e dellenergia. Questi due ultimi business mal si conciliano in effetti con quello militare e il gruppo dirigente prima li trascura riducendo fortemente gli investimenti e poi negli ultimi tempi pensa di sbarazzarsene, anche se si tratta di due attivit che potrebbero essere molto utili per una riconversione virtuosa della nostra economia. Lazienda procede intanto anche con una forte spinta verso linternazionalizzazione; essa diventa presto il secondo gruppo militare in Gran Bretagna, mentre anche negli Stati Uniti, con lacquisizione della Drs Technologies, assume un ruolo di

un certo rilievo. Peraltro la societ Usa verr pagata troppo, come lAntonveneta da parte del MpS, e i risultati si manifesteranno come molto poco brillanti in ambedue i casi. Vengono raggiunti in ogni caso ambiziosi traguardi in termini di mercato. Cos, mentre ancora nel 2001 il fatturato di gruppo era pari a 6,8 miliardi di euro, esso diventa di 12,5 miliardi nel 2006, di 18,2 nel 2009 e di 18,7 nel 2010, moltiplicandosi sostanzialmente per tre nel corso di soli otto anni. Il gruppo diventa il settimo o lottavo del mondo nel suo settore in termini di dimensioni. Lazienda non registrer peraltro mai dei grandi profitti, ma comunque i risultati economici migliorano anchessi e da perdite quasi strutturali si passa a un miliardo di euro circa di utili nel 2006 mentre nel 2009 siamo ancora a 718 milioni. Ma nel 2010 la macchina comincia a incepparsi e alcuni nodi importanti vengono presto al pettine. Le novit negative sono nella sostanza due e si manifestano in maniera netta a partire dal 2011, vero annus horribilis per il gruppo. La prima novit riguarda un peggioramento netto e improvviso del mercato di riferimento. Proprio nel momento in cui lazienda avrebbe potuto raccogliere i risultati dei grandi sforzi appena fatti in termini di investimenti e di organizzazione, scoppia la crisi. I principali paesi occidentali, preoccupati dallentit dei debi-

ti, cominciano a ridimensionare i loro budget militari e persino gli Stati uniti da una parte, lItalia dallaltra, in maggiore o minore misura, intervengono su tali spese e ora minacciano di mettervi mano ancora pi pesantemente, mentre lazienda non ha una strategia di ricambio. La seconda novit data dai gravi problemi interni che contemporaneamente si registrano nel gruppo; cos si scopre che lazienda pagava delle tangenti in diversi paesi per ottenere delle commesse (le notizie pi fresche in merito sono di questi giorni), ma si parla anche di vari episodi di corruzione interna, di faccendieri molto chiacchierati, di finanziamenti ai partiti politici. Il gruppo dirigente viene progressivamente decimato dagli scandali, che sembrano toccare anche parenti e amici dei capi e molti magistrati, in Italia e allestero, sono al lavoro. I risultati di mercato, economici e finanziari cambiano cos rapidamente di segno e anche il valore di borsa dellimpresa precipita. Il fatturato per il 2011 diminuisce e si registra una perdita economica di 2,3 miliardi di euro, mentre il debito, vera maledizione del gruppo nel

Tangenti allestero e corruzione interna, nel 2011 scoppia il bubbone. E il debito cresce
corso dei decenni, comincia ad aumentare e il portafoglio ordini si assottiglia ancora pi fortemente di quello del fatturato. Intanto il valore del titolo in borsa raggiunge ormai in questi giorni forse poco pi del 10% di quello di qualche anno fa, mentre comincia a calare anche loccupazione e si preannunciano dolorose ristrutturazioni. I dati per il 2012 non sono ancora disponibili ma si suppone che non riusciranno certo a invertire la rotta. Si apre ora una difficile partita. Bisogna ricostruire un gruppo dirigente adeguato al compito e che punti nel tempo, tra laltro, a una riconversione in senso pacifico delle sue produzioni. Un altro grave problema per il nuovo governo.

ACCUSE AL PREMIER Fassina: vicenda frutto di politiche industriali assenti

Bersani: Monti doveva muoversi prima Ingroia: pavido, un ragionier Fantozzi


Daniela Preziosi

n cadeau avvelenato al premier che verr: il caso Finmeccanica uno di quelli che al Nazareno rubricano, in via riservata, alla voce polvere sotto il tappeto. Alla notizia dellarresto dellad di Finmeccanica Orsi, Mario Monti, in diretta tv, ammette che c un problema di governance che affronteremo, e importante rafforzare la disciplina sulla corruzione. Ma stavolta il prof non pu far finta di essere un passante. Il Pd tira fuori dai cassetti, doverano in realt riposte con cura, le interrogazioni vecchie di mesi sulla dirigenza Finmeccanica terremotata dagli scandali. Bersani, che pure non pu essere sospettato di ostilit verso lazienda e verso AgustaWestland, in passato fra gli inserzionisti delle feste del suo partito, attacca: larresto dellad un fatto serio. Forse il governo doveva fare qualche mossa prima. E indica la strada per una momentanea toppa. Parola dordine continuit gestionale, tradotto tecnicamente da Stefano Fassina, subito soluzioni di transizione a cui trasferire le deleghe di Orsi e Spagnolini in attesa di arrivare a una ridefinizione dei vertici delle aziende in coerenza con i piani industriali da rilanciare. Dopo il voto, si intende.

In serata il Tesoro, azionista di riferimento della holding, annuncia che lo far: gi domani, in una riunione straordinaria del cda, indicher come vicepresidente il consigliere anziano Guido Venturoni; Alessandro Pansa, direttore generale, assicurer loperativit dellazienda. Una soluzione-ponte, di buon senso, per Fassina. La patata bollente passer al prossimo governo che dovr prendere decisioni strategiche, a partire dalla contestate dismissioni degli as-

Vendola: il Prof responsabile. La replica: da lui, Di Pietro e Grillo obiezioni risibili


set civili, in particolare di Ansaldo Energia. Partite delicatissime per la politica industriale e per loccupazione. Perch se anche la magistratura accerter le accuse, se vogliamo essere seri dobbiamo tenere conto che non si tratta di un settore come gli altri, ragiona Fassina, e unazienda non pu essere mandata sul mercato a combattere a mani nude contro i colossi di tutto il mondo: deve essere accompagnata da una politica estera industriale del governo. Che fin qui

era debole se non assente. Per Bersani non possiamo azzoppare le nostre imprese che lavorano allestero. Bisogna responsabilizzare le dirigenze con regole preventive sul tema della corruzione internazionale. Ma per il favorito a Palazzo Chigi un altro guaio che il corteggiatissimo alleato lascia in dote. Le tentazioni ultraliberiste sono dietro langolo. Le esprime il radicale Mario Staderini: Occorre rompere questo sistema criminogeno, cedere tutte le partecipazioni industriali dello Stato. Intanto Monti ne esce male. E il Tesoro, in un comunicato, tenta una difesa impossibile: nel 2012, quando hanno cominciato a circolare le notizie sulle indagini su Orsi, ha acquisito elementi informativi: ma non erano emerse irregolarit. Quindi non sussistevano i presupposti concreti per la revoca dellad anche al fine di evitare il rischio di insorgere di danni al patrimonio della societ ovvero allerario derivanti da infondatezza dellazione eventualmente promossa. Orsi si dichiarava innocente, ovvio, rimuoverlo esponeva lo stato a una causa milionaria. Ma non convince nessuno: Linchiesta su Orsi dura da tempo. La sua nomina fu unimprudenza del centrodestra, dettata anche dallanomala influenza della Lega nel consiglio di Finmeccani-

ca, spiega Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del Corriere e candidato Pd. La sua conferma stata unulteriore imprudenza da parte del premier Monti e del ministro Grilli. Dalle colonne del Corriere avevo chiesto il cambio della guardia a tutela dei superiori interessi dellazienda e del paese. Ma il governo non ha esercitato le sue responsabilit di azionista. Per la stessa ragione Di Pietro lIdv detiene il guinnes delle interrogazioni parlamentari sul tema, almeno 40 - annuncia un esposto contro Monti per omissione datti dufficio. Il ragionier Monti pensava di essere in un film di Fantozzi. Invece di intervenire per stroncare lillecito diffuso, rimasto imbelle di fronte alla filosofia aziendale delle mazzette rilevata dai pm, ironizza Antonio Ingroia. Carica anche Grillo: Rigor Montis dice che c un problema di governance che affronteremo. In un anno di governo non ha trovato il tempo per farlo. Si tolga dai piedi, ha gi fatto abbastanza danni. Monti responsabile anche per Vendola: doveva prendere le distanze per tempo. Monti replica con durezza: Se Di Pietro vuol fare denunce lo aspetto con soddisfazione. Trovo risibile ci che stato detto dallonorevole Di Pietro, dal presidente Vendola e dal signor Grillo.

DIFESA I dati di Taglia le ali alle armi

F35, bluff dei posti di lavoro


na truffa sotto ogni aspetto, anche quello dei 10.000 posti di lavoro, compreso lindotto, che non ha nessun appiglio alla realt. Le associazioni pacifiste, riunite nella campagna Taglia le ali alle armi, bocciano lacquisto dei caccia F35 anche sul versante occupazionale tanto sbandierato da governo e vertici militari. Dal 2003 al 2012 abbiamo gi sborsato, senza che la produzione sia stata avviata, oltre 1.900 milioni di euro, ma i costi continuano a lievitare, sono stati rilevati diversi problemi tecnici, lavanzamento del programma in forte ritardo e molti Paesi si sono ritirati dal programma dacquisto, ma lItalia prosegue dritta nella sua impresa spericolata promettendo posti di lavoro. Ed qui che il dossier presentato da Rete disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola della pace, ricco di cifre sullinsostenibilit economica dei 90 Joint Strike Fighter, interviene con precisione confutando i dati sul reale impatto lavorativo dellattivit industriale italiana negli impianti di Cameri. La Difesa - si leg-

ge nel rapporto - continua a rilanciare 10.000 posti di lavoro, non considerando che la stessa Finmeccanica passata da una stima di 3-4.000 addetti a una pi realistica di circa 2.000, vicina a stime sindacali che si attestano poco sopra le 1.000 unit. Un altro punto dolente su cui si concentra il dossier quello dei ritorni industriali: La Difesa favoleggia del 100% di ritorni, nella realt - sottolineano i pacifisti - oggi le nostre industrie hanno ottenuto circa 800 milioni di dollari di appalti a fronte di una spesa gi sostenuta dallItalia di circa 3 miliardi di euro. Un ritorno poco sopra il 20% della spesa, che rende ancora pi insensati i 14 miliardi di ritorni possibili che la Difesa continua a sbandierare. Non si capisce come sia possibile arrivare a un 100% del ritorno se ora siamo a livelli molto pi bassi ed anche i nostri aerei non verranno costruiti integralmente da noi. Per pacifisti giunto il momento di avviare unindagine parlamentare e una della Corte dei conti sui dati reali dell'impatto economico, occupazionale e industriale degli F35.

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il manifesto

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

ITALIA
Carlo Lania ROMA

on voglio fare paragoni, ma anche Enzo Tortora fu condannato a dieci anni. Si dice sconcertato Niccol Pollari. La corte dappello di Milano lo ha appena condannato a dieci anni di reclusione per il sequestro dellex imam di Milano Abu Omar, avvenuto il 17 febbraio del 2003. E con lui sono stati condannati anche lex numero tre del Sismi Marco Mancini, 9 anni, e tre 007, Raffaele Di Troia, Luciano Gregorio e Giuseppe Ciorra, tutti a sei anni. I giudici hanno anche riconosciuto allex imam e a sua moglie un risarcimento da 1,5 milioni di euro. Per i giudici del secondo processo dappello, dunque, quel sequestro non fu solo opera della Cia, una extraordinary rendition seguita all11 settembre, ma collabor anche il nostro servizio segreto militare. Una sentenza che non ha sconcertato solo lex direttore del Sismi, ma anche i suoi difensori. Si ribaltato lesito del precedente appello - hanno spiegato gli avvocati Nicola e Titta Madia - nonostante tre diversi governi, compreso quello Monti, abbiano confermato lesistenza del segreto di Stato. Tutti i difensori degli imputati hanno subito annunciato di voler ricorrere in Cassazione contro la condanna. Ma difficilmente la suprema corte si pronuncer prima che sul caso sia intervenuta a sua volta la Corte costituzionale. Quello sul sequestro dellex imam, prelevato per le strade di Milano e portato in Egitto dove venne torturato, infatti da anni anche uno scontro tra poteri dello Stato e di cui la sentenza di ieri solo lultimo atto. Il processo che si appena concluso nato infatti dalla decisione, presa a settembre scorso dalla Cassazione, di annullare le assoluzioni avute in primo e secondo grado dai cinque agenti del Sismi, ritenendo il segreto di Stato posto dai governi Prodi e Berlusconi (e in seguito confermato da Monti), parzialmente illegittimo perch troppo esteso. Venerd scorso, in un ulteriore tentativo di bloccare il processo , il consiglio dei ministri ha sollevato il conflitto

La corte dappello di Milano condanna lex direttore del Sismi per il sequestro dellex imam. Condannati anche Mancini (9 anni) e tre agenti del servizio segreto militare. Alla Consulta il ricorso del governo sul conflitto di attribuzione tra poteri dello stato

LO SFOGO DEL GENERALE

Ho impedito i sequestri
stata condannata una persona che tutti in Italia sanno essere innocente. E lo sfogo di Niccol

SEQUESTRO ABU OMAR Annunciato il ricorso in Cassazione, ma prima dovr esprimersi la Consulta

Pollari condannato a 10 anni


di attribuzione di poteri alla Consulta, contestando sia le decisione della Cassazione che quella dei giudici del secondo appello di acquisire nel dibattimento documenti coperti dal segreto. La decisione di annullare il proscioglimento di Pollari e Mancini ha leso le attribuzioni costituzionali della presidenza del consiglio nellesercizio dellattivit politica volta alla tutela della sicurezza dello Stato, scritto negli atti giunti ieri alla Consulta e in cui si chiede anche la sospensione della sentenza della Cassazione. E infatti ieri mattina, quando i giudici sono entrati in camera di consiglio, sono stati in molti a chiedersi se avrebbero deciso di sospendere il giudizio in attesa della Consulta oppure no. Una strada niente affatto obbligata, visto che la sospensione del giudizio prevista nei casi di interpretazione della legge o dellesistenza o meno di un legittimo impedimento. E infatti i giudici alla fine hanno deciso di
EXTRAORDINARY RENDITION

Claudio Fava (Sel): Sentenza storica


Una sentenza storica che ristabilisce un principio fondativo della nostra democrazia: la legge uguale per tutti. Ad affermarlo statao Claudio Fava della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libert. Lo per tutti e anche per quei dirigenti del Sismi che avevano pensato di poter collaborare impunemente a un sequestro di persona per far cosa gradita alla Cia, ha preseguito Fava, che ha riconosciuto merito alla procura di Milano e ad Armando Spataro per il rigore istruttorio e la straordinaria sobriet nei modi con cui ha diretto questa inchiesta. Solidariet a Pollari arrivata invece da Silvio Berlusconi. Se avessero chiamato a testimoniare sia me sia gli altri presidenti dei consigli dei ministri che hanno apposto il segreto di Stato nell'interesse della sicurezza nazionale - ha detto -, non avremmo che confermato la sua completa estraneit ad ogni condotta antigiuridica.

non fermarsi. Dopo questa sentenza - ha commentato Pollari mi chiedo: i governi Prodi, Berlusconi e Monti, sono stati dunque miei complici? E se lo sono stati perch nessuno li interpella?. Lex numero uno del Sismi ha poi contestato le strane modalit di un processo dappello durato pochissimo, in cui tutte le richieste difensive sono state respinte e la sentenza arrivata dopo pochissimi minuti di camera di consiglio malgrado la presenza del conflitto di attribuzione. Adesso la parola, prima ancora che alla Cassazione, passa alla Corte costituzionale che, nel

caso dovesse accettare il ricorso presentato dal governo, annullerebbe di fatto la condanna emessa ieri dai giudici del secondo appello. Per i difensori di Marco Mancini, i giudici avrebbero stravolto i diritti della difesa perch, hanno spiegato gli avvocati Luigi Panella e Luca lauri, non hanno provveduto allinterpello del presidente del consiglio previsto dalla legge per la rimozione del segreto di stato, n in tutto il processo mai stato ammesso un solo testimone della difesa, privandola cos del diritto costituzionale di difendersi provando.

Pollari dopo la sentenza che lo condanna a 10 anni di carcere per il sequestro Abu Omar. Che razza di esercizio condannare un innocente? - ha chiesto lex numero 1 del Sismi Come si fa a condannare una persona che tutti sanno non avere niente a che fare con i reati che gli sono stati assurdamente contestati? Io non solo sono estraneo a queste cose, ma le ho impedite. Quindi sono di pi che innocente.

MANIFESTAZIONE A MILANO DURANTE IL PROCESSO DI PRIMO GRADO NEL 2009 /FOTO REUTERS

Criminalit / UNA RICERCA DI LEGAMBIENTE

Il boom inarrestabile delle ecomafie uninchiesta ogni quattro giorni


ROMA

LOMBARDIA Indagini chiuse sul caso Maugeri. I pm accusano il governatore

Associazione a delinquere per Formigoni


a procura di Milano ha chiuso le indagini sulla fondazione Maugeri e non sono buone notizie per Roberto Formigoni, accusato anche di associazione per delinquere oltrech di corruzione. I pm di Milano sostengono che il governatore uscente della Lombardia sarebbe stato promotore e organizzatore dellassociazione a delinquere e avrebbe garantito stabilmente tra il 1997 e il 2011 favori alla fondazione Maugeri e tra il 2002 e il 2011 al San Raffaele. In cambio del suo appoggio, Formigoni avrebbe ricevuto 8 milioni di utilit in viaggi, uso di barche e altre amenit. In qualit di presidente della Regione, si legge nellavviso di conclusione indagine, Formigoni garantiva alla Fondazione Maugeri, a fronte delle illecite remunerazioni, una 'protezione globale', e

si adoperava affinch fossero adottati da parte della Giunta, provvedimenti diretti ad erogare consistenti somme di denaro e a procurare altri indebiti vantaggi economici allente con sede a Pavia. Pensavo mi accusassero anche di omicidio e di strage e quindi posso dichiararmi soddisfatto, sceglie lironia Formigoni per commentare la notizia per poi attaccare i magistrati: Vogliono coprire lo scandalo Mps. Oltre a lui, si disporr il rinvio a giudizio per altri 16 indagati, tra cui: il faccendiere Pierangelo Dacc, lex assessore alla Sanit della Lombardia Antonio Simone, gli ex vertici della fondazione Maugeri, Nicola Maria Sanese dirigente del Pirellone, il direttore generale dellassessorato alla Sanit Carlo Lucchina e Alberto Perego, amico di lunga data di Formigoni.

un'industria che va a gonfie e i cui campi di interesse si allargano a vari settori; dal traffico di rifiuti a quello di animali, senza dimenticare le merci contraffate. E il fatturato di questa attivit criminale si conta con cifre a nove zeri. Un attivismo a cui fanno da contraltare le inchieste, sempre pi numerose, della magistratura a ulteriore testimonianza anche di quanto le organizzazioni criminali si diano da fare: negli ultimi due anni si registra un'inchiesta ogni due giorni, con 297 persone arrestate e denunciate, 35 aziende sequestrate e merci per un valore di 560 milioni di euro se-

E'

questrate. E l'Italia al centro anche di 163 inchieste internazionali. I numeri di questa attivit criminale sono stati presentati ieri nella ricerca condotta da Legambiente e Consorzio Polieco sui flussi illeciti di merci e rifiuti tra l'Italia, l'Europa e il resto del mondo,. Un dossier ha spiegato l'associazione ambientalista - che attraverso l'analisi delle connessioni fra le diverse filiere merceologiche, i soggetti coinvolti, le modalit operative, i luoghi pi battuti dalle trame criminali mette in luce come una fetta 'in nero' della globalizzazione si sovrapponga e si mischi a quella legale, crescendo con essa a velocit supersonica. Traffici che avvengono nella maggior parte dei casi utilizzando navi e porti italiani. Che figurano per 72 volte come punti di destinazione delle merci e per 50 volte come aree di partenza. Il porto coinvolto nel maggior numero di inchieste quello di Ancona, seguito da Bari, Civitavecchia, Venezia, Napoli, Taranto, Gioia Tauro (Reggio Calabria), La Spezia e Salerno. Il paese invece pi coinvolto nei traffici da e per l'Italia al Cina, i cui porti sono stati individuati come punti di partenza o di arrivo di traffici illeciti ben 45 volte. Al secondo posto figura la Grecia (con 21 inchieste) seguita da Albania (8 inchieste), dall'area del Nord Africa, da quella del medio oriente e dalla Turchia (rispettivamente 6 inchieste). Traffici legali e business criminale crescono di pari passo.

Secondo il dossier di Legambiente, mentre le esportazioni legali di rifiuti dai Paesi dell'Unione europea verso Paesi non appartenenti all'Ue sono cresciuti del 131% dal 2001 al 2009, la stessa tendenza si registrata anche per quanto riguarda il traffico illecito di rifiuti, con 18.800 tonnellate di scarti destinati illegalmente all'estero negli ultimi due anni, con un incremento del 35% circa rispetto al biennio 2008/2009. Stessa discorso vale sia per le merci contraffatte, che per il traffico di specie animali protette. Nel primo caso l'Ocse ha stimato un giro d'affari per il 2009 di oltre 250 miliardi di dollari e una perdita di circa due milioni e mezzo di posti di lavoro. Sullo stesso trend - scritto nel rapporto - i sequestri di animali vivi o parti di animali morti, protetti dalla Convenzione Cites sulle specie a rischio di estinzione e trafficati illegalmente. Nel complesso, nel 2011 il Corpo forestale dello Stato ha accertato 189 reati, con 132 persone denunciate all'autorit giudiziaria. 237 sequestri e 209 illeciti amministrativi per un importo notificato pari a 1.452.060,34 euro. Per stroncare i mercati illegali - ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - importante rafforzare le azioni di contrasto e prevenzione. Ci auguriamo che il prossimo parlamento introduca nel Codice penale i delitti contro l'ambiente e si impegni a ricostruire la commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie.

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

il manifesto

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STASERA ESCO
LAGENDA DI NOI SIAMO CHIESA PER IL NUOVO VESCOVO DI ROMA Lagenda per il nuovo papa la sintetizza Vittorio Bellavite, portavoce della sezione italiana del movimento internazionale Noi Siamo Chiesa: Chiudere le questioni spinose dello Ior e delle lotte di potere nella Curia romana. Affrontare decisamente la questione della pedofilia ed evitare ogni ulteriore apertura ai tradizionalisti di mons. Lefebvre. Aprire almeno il diaconato alle donne e il sacerdozio agli uomini sposati (viri probati). Riprendere laggiornamento radicale voluto dal Concilio Vaticano II, mettendo da parte ogni ratzingeriana ermeneutica della continuit con il solo scopo di soffocarlo. Si tratta di proposte tuttaltro che eversive. Il nuovo papa dovrebbe fare i conti con la realt e aprire un dialogo vero anche su queste questioni. (l.k.)

Da Jung allAfrica

Dimissioni simboliche
Raffaele K Salinari
ung nel suo saggio Presente e Futuro sostiene che noi viviamo una metamorfosi degli di, ossia dei principi e dei simboli fondamentali. Questa esigenza del nostro tempo, che secondo il teorico dellinconscio collettivo, non abbiamo scelto consapevolmente, sarebbe lespressione delluomo interiore ed inconscio che si trasforma, per tornare ad ascoltare le voce del mondo. Di questo mutamento gravido di conseguenze, chiosa Jung, dovranno rendersi conto le future generazioni, sempre che lumanit voglia salvarsi dallautodistruzione che la minaccia per la potenza della sua tecnica e della sua scienza. Sono parole scritte mezzo secolo fa, ma ci che ci dicono illumina di una luce analitica la profondit epocale delle dimissione del Papa. Il soglio di Pietro, infatti, per la struttura gerarchica della chiesa, la quintessenza dellistituzione ecclesiale, il suo vertice simbolico secolare. Le dimissioni di Benedetto XVI, infatti, per la complessit dei livelli di lettura, devono essere considerate anche su questo piano, dato che il sacro si nutre dei suoi simboli, e a sua volta li alimenta. E, come evoca la parola, in particolare nella nostra lingua, le dimissioni, e soprattutto il loro orientamento sono pi di una. Dimissum, infatti, significa in latino sia allontanarsi che mandare in giro; il papa che si dimette, dunque, mentre si allontana dal soglio pontificale, manda in giro un messaggio. Latto delle dimissioni non quindi a senso unico, ma stabilisce una sorta di circolarit che, mentre emette una risposta, evoca una domanda. E questa domanda evidentemente problematica: inerisce il ruolo stesso del Papa, la sua possibilit, nel mondo contemporaneo, a reggere la chiesa cos come il suo ruolo stato sino ad ora concepito. Al di la delle debolezze delluomo Ratzinger, infatti, anzi forse proprio attraverso di esse, il Papa Benedetto XVI che ha voluto dimettersi, cio lanciare un messaggio simbolico a tutta la chiesa nella sua forma secolare. E il livello simboli-

DIMISSIONI Ratzinger interverr oggi nella cerimonia delle ceneri. E il conclave si allontana

Col papa vivente il papabile si nasconde


Luca Kocci

un papa dimissionario e a tempo determinato, ma tuttora in carica. E siccome il calendario delle attivit gi programmate fino al 28 febbraio ultimo giorno in cui Ratzinger occuper il soglio pontificio non subir variazioni sostanziali, oggi Benedetto XVI interverr in pubblico per la prima volta dopo lannuncio shock di luned. In mattinata nella consueta udienza generale in Vaticano; di pomeriggio nella basilica di san Pietro, dove celebrer la messa di inizio Quaresima e il rito delle ceneri. In origine si sarebbe dovuta svolgere a Santa Sabina allAventino, ma in previsione di un massiccio afflusso di fedeli attirati dal papa dimissionario, stato spostato tutto in Vaticano. Sicuramente Ratzinger torner sullargomento delle dimissioni, come ha preannunciato il direttore della Sala stampa vaticana, padre Lombardi, invitando a prestare attenzione a cosa dir il papa nel prossimi giorni, a partire gi da oggi. Lombardi ha ribadito che il papa sta bene, non soffre di nessuna malattia specifica lintervento al cuore di qualche mese fa reso noto da indiscrezioni di stampa era limitato alla sostituzione delle batterie del pacemaker e che quindi non ha rinunciato perch malato, ma solo per la fragilit dovuta allinvecchiamento e per limpossibilit di governare al meglio la Chiesa. Confermando quindi quella incapacit di amministrare bene il ministero a me affidato confessata dallo stesso Ratzinger al concistoro. Intanto il pre-conclave (quello vero comincer nella prima met di marzo, non oltre il 20) gi iniziato. Pi improvviso rispetto al passato soprattutto se si pensa alla lunga malattia che precedette la morte di Wojtyla ma anche pi lungo, per queste due inedite settimane in cui a governare la Chiesa ci sar un pontefice dimissionario. I cardinali elettori (under 80) saranno 117, ma bisogna tener conto anche degli over 80 che non possono votare ma che esercitano sicura influenza e capacit di manovra: si pensi solo all82enne Camillo Ruini. Pi che la ripartizione in aree geografiche (gli italiani i pi numerosi, 28, seguiti dagli Usa con 12; fra i continenti, lEuropa prima con 61, seguita da America latina, 19, poi America del nord e Africa, con 11), fra loro possibile individuare due schieramenti, ancora alla ricerca del proprio candidato: unarea conservatrice, piuttosto forte, che vede come principali nemici secolarizzazione e relativismo e teme aperture sia di tipo ecclesiale che sociale; e unarea che sarebbe eccessivo chiamare progressista i progressisti, in un conclave interamente nominato da Wojtyla e Ratzinger, sono pressoch inesistenti ma che comunque non bandirebbe crociate contro timi-

Abolite le norme facili di Wojtyla. Stavolta al nuovo eletto serviranno 78 voti, due terzi del collegio cardinalizio
de aperture al mondo o moderate riforme nellistituzione ecclesiastica. In mezzo, un nutrito gruppo, il pi numeroso, di non allineati: saranno loro decisivi per lelezione del nuovo papa, che potrebbe arrivare proprio dalle loro fila. E infatti fra i nomi pi accreditati ci sono due centristi: il ciellino Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e laustriaco Cristoph Schnborn, entrambi allievi di Ratzinger, che seguir il Conclave da lontano ma da vivo e, nonostante le rassicurazioni di padre Lombardi, non potr non avere una qualche influenza. In ogni caso le manovre sono appena cominciate e manca un vero e proprio candidato forte, come invece fu Ratzinger per il precedente conclave che lo elesse a tempo di record. Tanto pi che per eleggere il nuovo papa servit una maggioranza bulgara: i due terzi dei voti, ovvero 78. Una modifica voluta dalla stesso Ratzinger, che annull le norme promulgate da Wojtyla nel 1996, quando dopo 34 scrutini sarebbe stata sufficiente la maggioranza assoluta. Se il totopapa rimane fantasioso, ad essere reali e concreti sono invece i temi caldi, sollevati con insistenza soprattutto negli ultimi anni dai movimenti di base e riformatori che si stanno diffondendo a macchia dolio in tutta Europa (e assai poco in Italia) e che il nuovo pontefice si trover davanti: la collegialit, il ruolo delle donne, il celibato ecclesiastico, la questione dei divorziati risposati, lomosessualit.

BENEDETTO XVI /FOTO TONY GENTILE-REUTERS

co delle dimissioni diventa molto pi complesso, e per certi versi illuminante della crisi dellistituzione ecclesiale, quando andiamo a cercare un altro significato di dimissum, cio quel verbum dimissum, la parola perduta, la salvezza di tutti e per tutti, che sempre stata la pietra di inciampo della chiesa vaticana nei confronti delle altre sensibilit spirituali. In altre parole, solo la chiesa di Roma, oggi, a detenere la verit dottrinale o, meglio, questa verit non si dimostrata insufficiente a poter veicolare il messaggio di salvezza del Cristo nel mondo? Forse sarebbe il momento di cercare, umilmente, di andare oltre lautosufficienza e tornare al dialogo anche con quanti, al di fuori della istituzione ecclesiale vaticana, cercano anchessi la Luce del mondo? E infatti, lo sconvolgimento profondo aperto dalle dimissioni del Papa, arriva a completare la crisi gi in atto attraverso linvoluzione di altri simboli della spiritualit secolarizzata, come il compasso e la squadra massonica e la stella di Davide. Le degenerazioni massoniche sono troppo note per tornarci, ma qui preme evidenziare come questo tipo peculiare di spiritualit fosse in crisi da tempo proprio per la sua crescente commistione alle cure secolari, e come abbia per molto versi preceduto il momento attuale. Cos linserimento di un simbolo di saggezza antica, e di apertura, la stella di Davide, come emblema di uno stato confessionale ma soprattutto sionista, rinnega alla radice quella ricerca continua che lebraismo ha sempre tenuta aperta. E dunque non solo questo Papa ad uscire di scena, ma una idea di chiesa che, forse, con queste dimissioni, comincer ad interrogarsi sul senso di un futuro comune, di eccelsia. Per fare questo bisogna trarre ispirazione dalle forze vive che chiedono non solo di essere ascoltate ma di poter, finalmente, tornare protagoniste della vita spirituale delle chiesa e del mondo. E c solo un continente che assomma la forza simbolica necessaria: lAfrica.

QUANDO LA FEDE NON CREDENZA MA SAPERE

Benedetto XVI come lultimo papa di Nietzsche


e dimissioni di Benedetto XVI hanno sorpreso tutti perch inaspettate. Devo dire per che non mi hanno sconvolto pi di tanto, perch le ho viste in quella che credo la loro realt pi semplice e vera, cio come la rinuncia a un incarico diventato troppo gravoso per il peso dellet e le condizioni di salute precarie. Vedendo alla tv il volto del papa mentre leggeva in concistoro lannuncio delle dimissioni, ho percepito i segni della vecchiaia, della stanchezza, da parte di un uomo che probabilmente che Dio non voglia, e lo conservi in vita ad multos annos ! - si sente vicino alla fine. Venendo invece a quelle che di queste dimissioni possono essere ragioni diverse, relative a problemi del suo incarico stesso, e dunque inerenti ai problemi della chiesa cattolica in questo frangente storico, dir con altrettanta franchezza che le considerazioni dei vaticanisti o degli opinionisti del settore, mi sono sembrate inappropriate e riduttive. Forse non sbagliate, nel senso che anche esse avranno probabilmente giocato un ruolo nel far sentire al papa tutto il peso del suo ufficio, ma certamente non essenziali, perch le questioni che rendevano gravosa al papa la sua croce, davvero cruciali, erano e sono ben altre. Certamente le beghe e gli intrighi curiali sono fastidiosi, ma non nuovi, anzi, presenti da sempre. La vicenda dei preti pedofili stata ed penosa per la chiesa di questi anni, ma non una novit: preti, vescovi , cardinali, sodomiti, cos come donnaioli, ci sono sempre stati: nella novella di Abraham Giudeo e Giannotto di Civigny nel Decame-

Marco Vannini

rone si sostiene, paradossalmente, che la loro presenza dimostra che Dio assiste la sua chiesa. Doloroso, ma destinato ad esaurirsi in una stagione, anche lepisodio delle carte trafugate dal segretario-maggiordomo: non sar certo levento che affonda una navicella che ha corso ben altri mari e affrontato ben altre tempeste. Anche altri problemi, pi seri, come il celibato dei preti o del sacerdozio femminile, non sono nuovi, n tali da scuotere pi di tanto unistituzione abituata a pensare in termini di secoli, se non di millenni. Il vero dramma del papa un altro e riguarda una cosa davvero essenziale: una fede che ha perduto le sue fondamenta storiche. Ricordo che la fatica principale di Benedetto XVI in questi anni stata la redazione di una vita di Ges, di cui nel Natale scorso uscito lultimo volume, quello dedicato allinfanzia di Ges stesso. Molto significativamente lopera stata presentata come uno studio scientifico, di cui era autore il prof. Joseph Ratzinger, appunto, lesperto di storia del cristianesimo che dialoga con i dotti, prima ancora che il pontefice romano che parla ex cathedra. Io credo che un uomo colto come il papa, cui non sono ignoti i risultati della ricerca storica, non possa onestamente credere alle storie bibliche, ma sappia benissimo che sono invenzioni la Genesi, le storie dei patriarchi, lEsodo, ecc. Pi ancora: costruzione mitica la storia della nascita di Ges, il concepimento verginale, cos come leggendario

buona parte del racconto evangelico, ivi compresa forse la stessa resurrezione. Ma il dramma non solo in questo, sta nel fatto che il papa conosce bene la profondit spirituale del cristianesimo, la fede non come credenza in uno o pi fatti storici, ma come esperienza dello spirito. E dunque il vero dramma viene dalla difficolt di far comprendere che la verit del cristianesimo sussiste intatta anzi, viene davvero alla luce anche senza quelle credenze tradizionali, cui stata affidata per due millenni. Far passare il cristianesimo da una fede ingenua alla conoscenza dello spirito nello spirito, in realt un compito che richiede secoli, probabilmente, e forze molto superiori a quelle di un vecchio papa. Per questo le dimissioni di Benedetto XVI fanno venire alla mente lultimo papa di cui parla davvero profeticamente Nietzsche nel suo Zarathustra: quel vecchio papa ormai Ausser Dienst, collocato a riposo, appunto, perch il suo Dio, un Dio nascosto, pieno di mistero morto. stato ucciso da quello stesso amore di verit che ha fatto dire a un maestro Dio spirito, compiendo cos il pi grande passo verso lincredulit: non facile infatti sulla terra portare rimedio a una tale parola. Ma Benedetto XVI conosce anche altre parole di quel maestro: bene per voi che io me ne vada, perch se non me ne vado, non verr a voi lo spirito. Esso vi condurr a tutta la verit. Perci ha preso congedo con dignit e umilt commoventi, ma anche e soprattutto con grande serenit, frutto di una fede che non credenza, ma sapere.

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il manifesto

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

INTERNAZIONALE
COREA DEL NORD Lennesimo test provoca un sisma e lirritazione del mondo. Cina compresa TUNISIA

Doppio terremoto nucleare


Emanuele Giordana

Il premier Jebali trova consensi


Il premier tunisino Hamadi Jebali ha ricevuto importanti appoggi politici e sindacali alla sua proposta di formare un governo tecnico per uscire dalla crisi in cui si trova il paese, aggravata dalluccisione delloppositore Chokri Belaid, il 6 febbraio. La Tunisia vive una situazione di emergenza dalla caduta di Ben Al. Lesercito schierato in diverse citt, impegnato a contenere le frequenti rivolte per fame e assenza di lavoro, le violenze dei gruppi salafiti, e per timore di ulteriori scontri come quelli seguiti allassassinio di Belaid. Il partito islamista di Jebali, Ennahda, contrario al progetto, ha mostrato i primi segni di disponibilit al dialogo. Il presidente dellAssemblea nazionale costituente (Anc), Mustapha Ben Jaafar ha affermato di sostenere fermamente Jebali, perch la Tunisia si trova in situazione critica. Il capo del partito laico Ettakatol, alleato degli islamisti di Ennhada, ha dichiarato di voler mettere a disposizione del capo del governo tutti gli incarichi ministeriali controllati dal suo partito: quelli al ministero delle Finanze, al Turismo, allIstruzione, alla Lotta contro la corruzione e agli Affari sociali.Sono sicuro - ha aggiunto che anche Ennahda - anteporr linteresse nazionale a quello di parte. Il leader del partito islamista, Rachid Ghannouchi, ha aperto uno spiraglio, proponendo un governo di ampia coalizione che includa tecnici e personalit politiche. E suo genero, il ministro degli Esteri Rafik Abdessalem, ha ammesso per la prima volta che Ennahda potrebbe essere indotto a lasciare il potere se Jebali mantiene la sua proposta. Il Primo ministro ha ricevuto anche il sostegno dellUnion tunisienne de l'industrie, du commerce et de l'artisanat (Utica), e dellUnion gnrale tunisienne du travail (Ugtt), il sindacato che ha organizzato lo sciopero generale venerd - giorno in cui si sono svolti i funerali di Belaid e in cui si fermato il paese intero. AFGHANISTAN

a scatenato due terremoti il terzo test nucleare nordcoreano, annunciato ieri in pompa magna alla tv di stato da Pyongyang. Il primo, di carattere geologico, lha provocato alle 4 ora italiana (mezzogiorno in Nord Corea), quando i sismologi hanno registrato un sisma di 4,9 gradi Richter e hanno subito capito la natura della scossa. Il secondo lhanno invece provocato in mezzo mondo, facendo convocare durgenza una riunione del Consiglio di sicurezza che, solo dieci giorni fa, li aveva sanzionati nuovamente (al-

Villaggi in rivolta contro i taleban


Gruppi di abitanti hanno preso le armi contro i taleban nella provincia di Kandahar (a sud), roccaforte dei ribelli islamici. Un episodio che fa seguito ad altre rivolte simili avvenute in varie parti dellAfghanistan, spesso pilotate dai capi tribali intenzionati a riprendere il controllo del territorio prima della partenza delle truppe internazionali, nel 2014. A Kakaran, un villaggio a 10 km da Kandahar, ha capeggiato la rivolta Haji Abdul Udood, un capo tribale del distretto di Panjwaji: esasperato dalle minacce di morte dei taleban contro uno dei suoi figli, entrato nella polizia locale (Alp), finanziata dagli Usa. Una sessantina di persone, stufe delle atrocit degli insorti, che usano bombe artigianali provocando vittime fra i civili, ha seguito il capo tribale, ha ucciso due taleban e costretto decine di altri a fuggire. Noi alleniamo e sosteniamo questi abitanti, ha dichiarato il generale Abdul Raziq, capo della polizia della provincia di Kandahar. E ha precisato che, in seguito, i giovani ribelli saranno assunti allAlp, una forza destinata a combattere la ribellione nelle zone rurali.

Reazione scontata di Usa, Corea del sud e Giappone. La vera doccia fredda arriva da Pechino
lunanimit) per la loro ultima attivit militare: il lancio a dicembre di un satellite subito svelato come un missile a lungo raggio. Ma questa volta lhanno fatta pi grossa. E il consiglio di sicurezza dellOnu, presieduto dalla Corea del Sud, ha immediatamente e ovviamente condannato il test nucleare e promesso misure appropriate. Questa volta le misure potrebbero essere assai pi implacabili che in passato, anche perch ormai tutta la rosa di sanzioni possibili stata messa in atto. La provocazione per altro stata sin troppo evidente. Lultimo test nucleare era del 2009 (in precedenza nel 2006) e la somma di questo, la cui qualit tecnologica sembra elevata, con il test missilistico a lungo raggio di due mesi fa (pi un altro in aprile), comincia e diventa-

SEUL (COREA DEL SUD) PROTESTE CONTRO GLI ESPERIMENTI NUCLEARI IN COREA DEL NORD/REUTERS

re una questione pi che seria. Cos seria che anche i cinesi, che gi col test missilistico si erano irritati, hanno fatto la voce ancora pi grossa appena i nordcoreani hanno annunciato il successo del test nucleare. In linea una scelta politica meditata con la reazione di tantissimi paesi, Stati uniti, Corea del Sud, Giappone e Palazzo di vetro in testa: tutti contro Pyongyang, dalla Nato il che si capisce alla Russia, uno degli ex alleati forti e ormai sempre pi tiepidi di Pyongyang. Stando ai coreani il test non solo avrebbe avuto successo ma dimostrerebbe una capacit di gestione dellarma nucleare senza precedenti: avrebbero usato materiale nucleare in un dispositivo miniaturizzato in grado di sprigionare hanno detto ufficialmente - unenergia esplosiva

LA GUERRA IN MALI Governo esitante

Missione Onu al palo La Ue sblocca gli aiuti


Gina Musso

to non a caso da Pyongyang se, come dicono i nordcoreani, il test una risposta allostilit dimostrata

ben maggiore dei test precedenti. I tecnici stranieri si interrogano: davvero unarma cos potente? E con plutonio o uranio? Per definirlo con esattezza ci vorranno giorni, forse settimane, ma intanto chi si occupa di monitorare i test nucleari come gli esperti del Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (Ctbt) spiegano che in effetti la potenza sprigionata potrebbe essere stata doppia rispetto a quella liberata nel 2009. LUfficio del direttore americano dellIntelligence nazionale ha fornito una valutazione di diversi chilotoni. Si pensa circa sei (il chilotone o kt lunit di misura della potenza degli esplosivi e indica lenergia liberata che pari a mille tonnate di tritolo per kt). Il Consiglio di sicurezza riunito a porte chiuse con una rapidit classica delle vere urgenze, stato convocato subito dopo la conferma ufficiale del test e a poche ore dal discorso di Obama sullo Stato dellUnione, un appuntamento fondamentale della politica americana e forse scel-

dagli Stati uniti verso la glaciale monarchia rossa dellAsia orientale. Obama stato lapidario: Il pericolo rappresentato dalle minacce coreane richiede unulteriore azione rapida e credibile da parte della comunit internazionale. Ma se scontata la reazione americana, sudcoreana o giapponese, il vero terremoto politico quello coi cinesi: Abbiamo chiesto con forza alla Dprk (Repubblica democratica di Corea) di onorare il suo impegno per la denuclearizzazione e di non intraprendere azioni che possano peggiorare la situazione, ha tuonato il ministero degli Esteri, facendo riferimento a una parola - denuclearizzazione che i nordcoreani, dopo lultima tornata di sanzioni, hanno detto di voler cancellare dal vocabolario negoziale, sempre che si possa ancora ritenere vivo quel tavolo negoziale a sei nato nellera di Kim Jong-il, il padre del forse pi temerario e attuale leader Kim Jong-un. Comunque una doccia fredda anche se forse prevista, da quando la nuova dirigenza cinese ha deciso di conservare buoni rapporti con Washington e di non farseli guastare dalle incontrollabili azioni di Pyongyang.

TURCHIA

Esplosione mini-bus, matrice terroristica


Lesplosione di un minibus a un posto di frontiera tra la Turchia e la Siria dovuta a un atto terroristico. Aveva come obiettivo il Consiglio nazionale siriano (Cns), che fa parte dellopposizione al governo siriano di Bashar al Assad. Lo ha affermato in una conferenza stampa il ministro degli Interni turco, Muammer Guler: Lavoriamo su diverse piste - ha detto - ma probabilmente lattentato stato opera di un siriano. Il minibus esploso luned al posto di frontiera di Cilvegozu, uno dei principali punti di accesso per i rifugiati siriani in Turchia, vicino alla citt di Reyhanli. Si contano 14 morti e una trentina di feriti. In un comunicato, il Cns ha sostenuto che lattacco si prodotto mentre passava una delle sue delegazioni, di ritorno dalla citt di Aleppo. La Turchia sostiene apertamente gli oppositori al presidente siriano, ospita e rifornisce rifugiati e ribelli sul suo territorio.

uecentocinquanta milioni di euro. la cifra che lUnione europea ha stanziato ieri per gli aiuti al Mali, dal momento che - fa sapere un comunicato del commissario europeo allo Sviluppo, Andris Piebalgs, l'adozione rapida da parte delle autorit maliane di un piano per restaurare la democrazia e la stabilit ha aperto la strada alla rimozione delle misure prese dopo il colpo di stato del marzo 2012 e alla ripresa graduale degli aiuti allo sviluppo, in modo da rispondere ai bisogni urgenti della popolazione. Ma gli effetti collaterali di quel golpe militare si fanno sentire ancora oggi, se vero che negli ultimi giorni il governo maliano sembrato esitante di fronte alla prospettiva di dover dare il via libera a una missione internazionale di pace targata Nazioni unite. I giovani ufficiali guidati dal capitano Amadou Sanogo, che dopo il putsch e la destituzione del presidente legittimo Amadou Toumani Tour avevano designato lattuale presidente ad interim, Dioncounda Traor, non hanno mai nascosto la loro avversit allidea di un intervento straniero e sono stati costretti a far buon viso a cattivo gioco solo quando per fermare lavanzata islamista si mossa la Francia. Fatto sta che ora il vice-segretario generale dellOnu, Jan Eliasson, fa notare: Non ci ancora arrivato nessun segnale chiaro di luce verde dal governo del Mali a unoperazione di pea-

cekeeping per la quale un numero sempre crescente di paesi sembra propendere. Daltro canto lintervento di peacekeeping potrebbe aver luogo solo una volta cessate le ostilit e i combattimenti sul terreno. E non questo il caso. Inoltre vari paesi africani, a cominciare da Ciad e Niger, hanno impegnato gi le loro truppe nelloperazione di riconquista del nord. E saranno proprio queste a formare il grosso della missione di pace sponsorizzata dallOnu. Intanto le truppe franco-maliane continuano la loro avanzata. Negli ultimi giorni stato ripreso il controllo di Mnaka, citt a 80 km dalla frontiera con il Niger, liberata una prima volta dallesercito nigerino, poi occupata dai guerriglieri tuareg dellMnla (Movimento nazionale di liberazione dellAzawad) e infine rimessa in sicurezza dai corpi dlite di Parigi. LUnicef infine torna a denunciare la realt - inedita per il Mali - dei bambini arruolati a forza da vari gruppi armati durante i dieci mesi di occupazione delle principali citt del nord.

Colombia/SANTOS CONSEGNA CASE GRATUITE ALLE FAMIGLIE

Le Forze armate rivoluzionarie: Liberiamo altri prigionieri


Geraldina Colotti

MADAGASCAR

Scontri e morti per gli zeb


Nel villaggio di Mahabo, nella regione di Anosy, nel sud del Madagascar, violenti scontri tra abitanti e ladri di zeb - i dahalos - hanno provocato otto morti, quattro fra gli abitanti e quattro fra i ladri. Un centinaio di dahalos ha preso dassalto il villaggio per impadronirsi di 800 zeb - una razzia frequente nel sud montagnoso del paese. La violenza provocata dal traffico di zeb ha raggiunto il parossismo nel giugno del 2012, quando unimboscata tesa ai gendarmi ha innescato una serie di scontri impossibili da controllare per via del difficile accesso alla zona. Gli scontri hanno provocato diverse centinaia di vittime. Sia Amnesty international che molte autorevoli personalit malgasce hanno denunciato gravi violazioni dei diritti umani da parte della polizia.

ex senatrice e attivista del movimento Colombiani e colombiane per la pace, Piedad Cordoba (nella foto) ha annunciato che le Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) liberereranno entro la fine della settimana due poliziotti e un militare, sequestrati il 25 gennaio scorso nel dipartimento Valle del Cauca (sudovest del paese) mentre effettuavano operazioni di intelligence. Un altro piccolo passo nel processo di pace tra il governo conservatore di Manuel Santos e la guerriglia marxista. Il dialogo ha avuto inizio ufficialmente a Oslo il 18 ottobre 2012 ed proseguito poi a all'Avana, con la mediazione del Venezuela, articolandosi in diverse tappe. Nelle fasi preparatorie dei negoziati tra il febbraio e l'ottobre del 2012 la Croce rossa internazionale (Cri) e il governo cubano hanno organizzato l'arrivo di 30 guerriglieri (13 donne e 17 uomini), momentaneamente esentati dai mandati di cattura e dalle cospicue taglie messe sulle loro teste dal governo colombiano. E sar ancora una volta la Croce rossa a riportare a casa i militari prigionieri, fidando su una momentanea sospensione delle operazioni militari da parte dell'esercito colombiano. Quella delle zone demilitarizzate sempre stata la principale condizione di base posta dalla guerriglia nelle trattative, sempre disattesa. A questo riguardo, anche Santos ha garantito che, durante i negoziati, non verr smilitarizzato un solo millimetro del territorio nazionale, e i suoi negoziatori ci hanno tenuto a confermare che il vero processo di pace

L'

comincer solo con la resa della guerriglia. Il 19 novembre 2012, nonostante il rifiuto del governo di fare altrettanto, le Farc hanno dichiarato un cessate il fuoco unilaterale, scaduto il 20 gennaio. Come spiega Hernando Calvo Ospina in un reportage dall'Avana (in uscita il 14 su Le Monde diplomatique/ilmanifesto) la guerriglia (la pi longeva dellAmerica latina) ha deciso di tener duro sul negoziato nonostante i ripetuti attacchi ricevuti dall'inizio dell'offerta di dialogo, nel 2010. Subito dopo la risposta di Santos ok alle trattative, ma senza pubblicit il 22 settembre 2010, 30 tonnellate di bombe e missili dell'Operazione Sodoma cadono sull'accampamento in cui si trova El Mono Jojoy, il guerrigliero che ha messo in moto la trattativa. Un'offensiva militare a cui seguono molte altre, fino alla recente uccisione, il 31 gennaio, di Jacobo Arango, molto vicino a Ivan Marquez, il capo dei negoziatori Farc all'Avana, e alla cattura di un altro dirigente, Victor Hugo Silva Soto. Questa volta, per, nella partita del dialogo entrata anche una grossa fetta di societ colombiana, protagonista e destinataria delle proposte di pace: presentate dalle Farc, ma frutto di diverse tornate di assemblee pubbliche che si sono tenute nel paese. Al primo punto delle trattative c la riforma agraria, principale causa storica del conflitto. Il 6 gennaio, sono state presentate 8 proposte minime per il riordino e luso del territorio. Santos ha dato una prima risposta, consegnando 211 case gratuite (su 100.000 promesse) alle famiglie povere nel comune di Pradera (nel sudest), una delle zone pi colpite dal conflitto armato che dura dagli anni 60.

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MEDIO ORIENTE
Il 14 febbraio 2011 la rivolta contro la monarchia assoluta di Hamad al Khalifa toccava il suo punto pi alto. E domani le opposizioni puntano a riempire le strade di Manama, unit speciali permettendo
PROTESTE ANTI-GOVERNATIVE ANCHE IERI NELLE STRADE DI SITRA, QUARTIERE SUD DI MANAMA, CAPITALE DEL BAHRAIN/REUTERS

Michele Giorgio

osa accadr domani. Se lo chiedono in tanti in Bahrain alla vigilia del secondo anniversario della protesta simboleggiata dellaccampamento sorto, sullonda delle rivolte arabe, in Piazza della Perla a Manama. Il 14 febbraio 2011 segn il momento pi alto della lotta contro la monarchia assoluta di gran parte della popolazione di questo minuscolo ma strategico arcipelago del Golfo. Le opposizioni puntano a tenere una manifestazione di massa nelle strade della capitale. Il governo, espressione della dinastia sunnita al Khalifa, non rimarr a guardare ed pronto a far intervenire le unit speciali delle forze di sicurezza. Pronti a correre in aiuto di re Hamad al Khalifa ci sono anche i soldati dello Scudo della Penisola, la forza congiunta delle sei petromonarchie del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg). Due anni fa i soldati sauditi e i poliziotti degli Emirati furono determinanti per schiacciare la protesta di Piazza della Perla. Per la monarchia la popolazione, formata in maggioranza da sciiti (70% dei 600mila abitanti), in realt non reclama sul serio diritti uguali per tutti e un parlamento degno di questo nome, ma scenderebbe in strada solo perch sobillata dal nemico iraniano. Una teoria respinta con sdegno dallopposizione ma che ha garantito sinora a re Hamad il sostegno del Ccg e il silenzio colpevole degli Stati Uniti che in Bahrain hanno la base della lV Flotta. Due anni dopo la feroce repressione della protesta di Piazza della Perla, seguita dalle pesanti condanne al carcere per diversi esponenti dei partiti di opposizione e di attivisti dei diritti umani, in Bahrain soffia un vento diverso dal 2011. Gli scontri tra manifestanti e polizia sono diventati continui, quasi quotidiani, anche se in strada scendono meno persone. Dopo decine di morti (una ottantina per lopposizione, circa 40 per le autorit), gli omicidi mirati compiuti da squadre della morte del regime, i giovani sono diventati pi estremisti, meno disposti al compromesso politico. Durante gli scontri si coprono il volto con il passamontagna, scandiscono Fino alla vittoria, os-

Bahrain due anni dopo La lotta si fa dura


Repressione feroce, complicit dei paesi del Golfo e silenzio degli Usa hanno radicalizzato le posizioni dei pi giovani. Che ora si calano il passamontagna e gridano: Fino alla vittoria
sia fino alla caduta del re, e sempre pi spesso lanciano bottiglie incendiarie contro le auto della polizia. Una radicalizzazione che porta tanti a seguire con indifferenza i colloqui appena cominciati tra lopposizione e il governo. I leader storici della protesta fanno fatica a contenere coloro che chiedono lavvio di una battaglia pi dura

Intervista/ PARLA REEM KHALIFA, ATTIVISTA E GIORNALISTA

Senza un gesto coraggioso del re ci saranno sviluppi imprevedibili


alliti nel luglio del 2011, i colloqui tra la monarchia e la maggioranza dellopposizione sono ripresi nei giorni scorsi. In cosa sfocieranno arduo dirlo adesso. Le premesse non sono confortanti. Re Hamad, che non rinuncia alla politica del pugno di ferro, sembra pi intenzionato a guadagnare tempo e a concedere cambiamenti irrilevanti che ad accogliere le richieste della piazza che da due anni invoca riforme profonde e una svolta vera. Rimane forte la diffidenza tra le varie parti che siedono al tavolo di trattativa . Ne abbiamo parlato con Reem Khalifa, nota attivista dei diritti politici e giornalista. Con quali prospettive sono cominciati i colloqui? Il clima meno teso rispetto a due anni fa quando la monarchia avvi i colloqui nello stesso momento in cui arrestava e condannava a dure pene detentive i capi dellopposizione. Allo stesso tempo non ci sono elementi per affermare che questo dialogo porter a risultati concreti. La monarchia peraltro ha scelto che il negoziato non avvenga solo tra i suoi rappresentanti e quelli dellopposizione ma ha imposto la presenza anche di esponenti sunniti Fateh (dal nome del conquistatore sunnita del Bahrain). In questo modo cerca di dare alla crisi un carattere settario, di conflitto tra sunniti e sciiti, per generare confusione sulle ragioni della protesta. In realt il movimento per le riforme, per luguaglianza e per i diritti esiste e lotta da decenni e se vero che vede nei sui ranghi soprattutto sciiti allo stesso tempo include anche tanti sunniti. In Bahrain in corso una lotta di un popolo per il cambiamento, per la democrazia e linstaurazione di una monarchia costituzionale, non per diritti di una comunit a danno di altre. Non tutte le opposizioni siedono al tavolo e la base del movimento di protesta scettica. Non pochi hanno chiesto di rifiutare il dialogo. Vero, al tavolo delle trattative non sono stati chiamati esponenti dei gruppi che insistono per linstaurazione della repubblica e la fine della monarchia. Cos come vero che alcune formazioni sciite hanno forti dubbi sullopportunit di questo dialogo che difficilmente porter ai risultati desiderati: la fine del controllo assoluto del potere da parte di re Hamad e la creazione di un governo eletto che includa esponenti sciiti in proporzione alla composizione della popolazione. Lopposizione chieder anche la sostituzione del primo ministro, Khalifa bin Salman al-Khalifa, uno zio

del re in carica, pensate, dal 1971. Anche questa legittima richiesta rischia di essere respinta. In effetti re Hamad ha promesso solo un maggior potere di controllo e basta. Concedendo di pi finirebbe per perdere il controllo assoluto al quale, dicono le opposizioni, non intenderebbe rinunciare. Il negoziato prevede una scadenza? No e questo un altro problema serio. Le parti che si sono riunite per colloqui preliminari nel resort a sud del Bahrain non hanno dato alcuna indicazione sullagenda dei colloqui e sui tempi del negoziato. Tutto ci mentre ingenti forze di sicurezza presidiano le aree a maggioranza sciita in previsione di nuovi scontri. Non aiuta peraltro latteggiamento degli Stati Uniti che sembrano appoggiare i colloqui solo perch temono che la protesta in Bahrain possa espandersi ad altri paesi del Golfo minacciando i regimi alleati di Washington. Un quadro che non lascia immaginare nessun esito positivo. La verit che la palla era e rimane nella met campo della monarchia. Il re deve decidere passi coraggiosi che non ha mai mosso sino ad oggi, solo cos avverr la svolta che il popolo del Bahrain attende da decenni. In caso contrario la situazione potrebbe avere sviluppi imprevedibili. Nella strade di Manama e del paese la tensione cresce e si scandiscono slogan che chiedono la fine stessa della monarchia. I giovani non hanmi. gio. no pi voglia di aspettare.

contro la monarchia. No alla resa, no al dialogo scandiscono i pi giovani che usano i vicoli del mercato di Manama per sfuggire allarresto durante le manifestazioni. I social network servono a organizzare i raduni ma anche a contestare chi troppo soft con la monarchia. Si moltiplicano gli appelli agli sciiti a resistere anche con la forza ai raid delle squadracce sunnite. Cresce il settarismo nonostante lopposizione insista sempre sullunit nazionale. Tra chi ha meno di 25 anni ben pochi danno ascolto al negoziatore dellopposizione Abdulnabi Salman, che ha riferito di un clima costruttivo ai negoziati in corso con il regime. Daltronde Salman non pu garantire che re Hamad stavolta non far come in passato, un passo in avanti e due indietro, negando ancora una volta le aspirazioni di chi reclama uguaglianza e diritti. Chi descrive come inutile il dialogo con la monarchia ha sempre pi peso nelle strade ha detto allagenzia Ap Toby Jones, un esperto di Bahrain alla Rutgers University - un clima che ricorda quello che si respirava durante le lotte degli anni Cinquanta e Sessanta... e questi gruppi (pi radicali, ndr) non si faranno da parte facilmente, troppe cose sono accadute in questi due anni. Unatmosfera diversa che conseguenza diretta della repressione del regime. In Bahrain il bilancio di sangue non nemmeno lontanamente paragonabile a quello della guerra civile in Siria. Ma insopportabile la pressione delle forze di sicurezza su attivisti e simpatizzanti delle proteste contro il re. Pi gli Usa tacciono e le altre petromonarchie del Golfo lo sostengono e pi Hamad al Khalifa si sente abbastanza forte da rifiutare una richiesta elementare come un governo che goda della fiducia del Parlamento. Anzi gli altri sovrani e principi del Ccg lo incitano a resistere al complotto iraniano, lo convincono che opporsi alla democrazia e al diritto in Bahrain parte della lotta alla Mezzaluna sciita che minaccia il loro potere regionale. In Bahrain si accorciato il percorso che porta a una lotta popolare pi dura, anche violenta. Re Hamad per non vede e non sente.

DIRITTI NEGATI IN OMAN Sciopero della fame a oltranza


Continua lo sciopero della fame avviato da 21 attivisti detenuti in Oman per protestare contro i continui rinvii dellappello di fronte alla Corte Suprema contro la loro condanna a 18 mesi di reclusione. Sono stati tutti accusati di aver usato i social network in internet per criticare il governo e di aver preso parte a manifestazioni vietate contro il sultano Qaboos. A dare il via alla protesta stato Said al-Hashemi, subito messo in stato di isolamento dalle autorit carcerarie e di cui non si pi saputo nulla. Attueremo uno sciopero della fame a tempo indeterminato fino a quando la nostra oppressione non finir, fino a quando non sar riconosciuta la giustizia e limparzialit della Corte Suprema e fino a quando la palese interferenza nel potere giudiziario non sar fermata, hanno scritto i detenuti in un comunicato fatto arrivare alla stampa. LOman criticato dai centri per la protezione dei diritti umani per la dura repressione di ogni forma di critica interna. Amnesty International accusa Muscat di uso della forza contro i manifestanti e della promulgazione di leggi che puniscono severamente chiunque critichi il regime. Anche lOman era sceso in piazza dopo le rivolte in Tunisia ed Egitto due anni fa per chiedere laumento dei salari, riforme politiche e libert di espressione, senza per ottenere alcuna risposta dal sultano Qaboos. Qualche giorno fa per il Parlamento ha approvato un aumento del salario minimo che salir a 325 rial al mese (844 dollari), un aumento di oltre il 60% rispetto al passato e che interesser circa 122mila lavoratori.

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il manifesto

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INCHIESTA

UNIVERSIT
Lagenzia creata per valutare il merito non ha nulla a che vedere con le valutazioni del passato. Ma tutta centrata su criteri quantitativi e produttivistici che servono al capitalismo

Un mostro chiamato Anvur


Piero Bevilacqua

preliminare rammentare una banalit storica, obliata in tempi nei quali si celebra il cosiddetto "merito" come una scoperta recente, la ricetta per rendere pi equa ed efficiente la nostra societ. Dovrebbe esser noto che tutti gli ambiti della vita sociale, pubblica e privata, l'intera macchina dell'istituzione statale in et contemporanea, si sono organizzati sulla base della certificazioni di competenze dei singoli. Lavoratori, tecnici, impiegati, funzionari, dirigenti,liberi professionisti, ecc tutti svolgono il loro compito sulla base di un sapere acquisito che viene in vario modo accertato e valutato. I docenti universitari hanno svolto per diversi secoli il loro lavoro non per nomina reale, n grazie ai buoni uffici di qualche lobby della finanza, ma unicamente in base a valutazioni di merito effettuate da verificatori di pari competenza. Le stesse scienze si sono evolute sulla base di critiche e valutazioni continue nelle comunit di appartenenza. L'Anvur (agenzia nazionale del sistema universitario e della ricerca) una creazione nuova ed estranea a questo modello e alle istituzioni valutative che lo hanno fin qui retto. Era nata per offrire al potere pubblico criteri di valutazione della produzione scientifica degli atenei e si trasformata in un sistema panottico, che vuole sottoporre a vigilanza e a criteri di misurazione generali e standardizzati l'intero universo del sapere. II) Come tutte le innovazioni neoliberistiche di questi anni, l'Anvur vuole trasferire e applicare in un nuovo ambito procedure e controlli gi sperimentati altrove, in genere nel mondo della produzione. il modo molecolare con cui il capitalismo si annette nuovi territori, per assoggettarli alle sue finalit di valorizzazione. in fabbrica, infatti, che si valuta la qualit finale del prodotto con criteri necessariamente massifi-

cati, dovendo certificare la qualit di merci seriali e standardizzate. Ma la cultura e la scienza si esprimono in una variet incommensurabile di forme, linguaggi, valori. Per essere pienamente valutate, le realizzazioni scientifiche, culturali, artistiche necessiterebbero di criteri analitici tanto numerosi quante le singole opere da esaminare. III) L'Anvur spinge verso la misurazione quantitativa dei "prodotti". Nel linguaggio ministeriale, significativamente, ora si chiamano cos i titoli scientifici. A ci inducono il sistema ed i numeri. Possiamo giudicare anche un saggio di fisica dal dorso della rivista che lo ospita? Come sapevano e sanno gli esperti che lavorano da una vita a questi temi non c' valutazione possibile senza giudizio. Senza analisi competente e interpretazione di merito dei singoli testi. Diversamente si avr una misurazione puramente quantitativa, volta ad accertare se le merci uscite dal processo produttivo hanno difetti di fabbricazione o sono vendibili. IV) L'Anvur prosegue le ossessioni del riformatore neoliberista: la volont di puntare sul momento finale, "produttivo" e quantitativo tanto della ricerca che del processo formativo. Il sistema del 3+2, accompagnato dalla valutazione con crediti numerici, serve ad accelerare la produzione di esami in serie (e quindi di lauree in serie). Il contenuto, la qualit dell'apprendimento sono ignorati e ridotti al calcolo delle ore presunte di studio per preparare gli esami. Ora, analoga e sproporzionata enfasi si pone sul momento finale della valutazione. Ma che senso ha creare una torre di Babele burocratica, quando i riformatori da decenni non fanno nulla per favorire la qualit della ricerca, sia in termini di finanziamento che di innovazione nei contenuti, nel rapporto tra discipline, nelle forme dell'organizzazione? V) L'Anvur un mostro burocrati-

GENERAZIONE TQ

Su Alfabeta 2 di febbraio il sillabario sulla scuola


Generazione Tq ha pubblicato un sillabario sulla scuola nel numero di febbraio di Alfabeta 2. Si tratta di un lavoro in progress con voci che vanno dalla A di Autonomia alla T di TFA, alle quali se ne aggiungeranno altre, grazie alla condivisione del documento in rete e nelle assemblee pubbliche che i TQ organizzeranno nelle prossime settimane. Difendere lautonomia della scuola significa allora sottrarla al dominio del mercato e ricollocarla in quello spazio protetto che naturalmente le compete in quanto bene pubblico (dalla voce Autonomia). E si passa a una critica del concetto di Meritocrazia: Il reclutamento dovrebbe avvenire valorizzando la preparazione specifica, lesperienza pregressa, accumulata anche con un inquadramento precario, e labilit comunicativa linguistica e psicologica del docente. Attualmente invece il concorso pensato dal Miur non riconosce alcun credito al servizio prestato e accerta le competenze solo dopo un test preselettivo che non verifica la padronanza della lingua italiana. Quello a cui si assiste, in questa fase iniziale che appare ancora sperimentale e quantitativamente limitata, un concentrarsi dell'attenzione pi sullo strumento che sulla finalit che si intende perseguire.

co che tende a ingigantirsi. Oggi sappiamo che i sistemi quanto pi si fanno grandi e complessi tanto pi diventano ingovernabili, inefficienti, occasione di spreco. Sembra un paradosso: il credo neoliberista predica la guerra contro le burocrazie, ma esso promuove la creazione di nuove macchine amministrative. La spiegazione evidente: la necessit di trascinare in una logica di efficienza produttiva mondi multiformi e singolari, quello dei saperi e delle culture, spinge il legislatore a costruire sempre nuovi dispositivi, procedure, gabbie per assoggettare a criteri seriali e standardizzati ci che per sua natura tende a sfuggirvi. VI) L'Agenzia costosa. Secondo un calcolo accurato di Giorgio Sirilli del 4 aprile 2012, apparso sulla rivista on line Roars, lo stato spende almeno 300 milioni di euro per tenere in piedi una simile struttura. Che tanto danaro venga impiegato per una macchina inefficiente destinata a valutare la ricerca , mentre si si sottraggono le risorse ai ricercatori che la realizzano, qualcosa di pi che un paradosso. VII. La valutazione centralizzata crea una distorsione grave della ricerca, perch gli studiosi tenderanno a subordinare i criteri liberi e universali dei loro studi agli schemi estrinseci dei valutatori. Su questa strada il momento della valutazione diventer la linea guida degli studi e delle indagini delle prossime generazioni e la libera creativit della ricerca, l'esplorazione di ambiti e mondi ignoti, sar castrata sul nascere. Sull'avvenire del sapere grava l'ipoteca di un'automutilazione della mente degli studiosi, che introietteranno gli schemi unilaterali dei valutatori come una prescrizione pianificatoria imposta dall'alto. VIII) L'Anvur creer una alterazione grave del mercato editoriale. Gi oggi in Italia assai difficile corredare di tabelle, apparati di note, grafici, ecc. dei saggi in forma di libri e sperare di vederseli pubblicati da case editrici di prestigio: quelle premiate dall'Anvur. Da noi non esistono le University Press e gli studiosi debbono subordinare le loro ambizioni espositive all'angustia del mercato editoriale. Ma il premio valutativo che l'Anvur d a certe case editrici e a certe riviste strozzer pi di quanto gi non sia il mondo editoriale, creando situazioni di monopolio, generando lunghissime "liste d'attesa" , soprattutto di giovani studiosi che devono pubblicare i loro lavori. IX) Ma noi sappiamo quel che gi accade dove il sistema Anvur appli-

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INCHIESTA

PROMESSE ELETTORALI

Monti abbandona la scure: 8 miliardi per listruzione


Dismessa la scure, e quellalgido contegno da selezionatore di risorse umane che lo ha spinto ad accusare gli insegnanti italiani di eccesso di conservatorismo, Mario Monti promette di stanziare 8 miliardi di euro per la scuola. Un progetto coincidente con quello annunciato dal Pd che ironizza: Solo un mese fa ha tagliato 300 milioni alluniversit - afferma Francesca Puglisi - nonostante avessimo proposto di tagliarli alla Difesa. Che faccia di bronzo - commenta Nichi Vendola prima di ricevere da Monti unofferta sul prossimo governo. Stesso giudizio lo esprime Domenico Pantaleo, segretario Flc-Cgil, e aggiunge: Monti ha applicato le ricette liberiste ai saperi. In questi mesi ha creato precariet, meno occupazione, e meno diritto allo studio. Non ci faremo imbabolare da chi ha preso a schiaffi le nostre scuole e le nostre universit ribatte la rete degli studenti medi.

DISEGNO DI SOLINAS. LE FOTO DEL CONCORSONE DEL 18 DICEMBRE SCORSO SONO DI TAM TAM

cato da tempo. Per pubblicare, i ricercatori ormai pagano. Si cos creato un intreccio perverso tra pubblicazioni, carriere, business delle riviste scientifiche. In questo sistema ha ricordato Valeria Pinto le pubblicazioni sono prima di tutto "quasi monete": unit di conto per carriere, finanziamenti, classifiche e crescono in "masse finanziarie" tali che nessuno pu pi credibilmente leggerle. Un nuovo spettro si aggira per l'Italia: una nuova sorgente di illegalit e corruzione di cui non si avvertiva il bisogno. X) La volont da parte del legislatore di creare un sistema di valutazione nazionale degli atenei in s ineccepibile. Le risorse messe a disposizione dalla collettivit devono dalla stessa collettivit potere essere monitorate e controllate, naturalmente con istituzioni apposite. Ma non si pu valutare il "merito" di una universit solo dalle ricerche dei suoi docenti, dal prestigio delle pubblicazioni, ecc Ma che cosa si giudica come meritoria della produzione scientifica delle varie facolt? L'ideologia dominante risponde: quelle ricerche che mostrano una evidente utilit economica, tale da giustificare gli investimenti pubblici. Ma l'universit del Molise, o quella di Foggia, possono essere giudicate solo per questo? O non anche per il fatto che danno a un territorio marginale d'Italia una nuova vitalit culturale e civile ( in parte anche economica) e quindi svolgono un compito che sfugge agli schemi valutativi dell'Anvur?

Scuola, il concorso-truffa mette in palio 11 mila posti


Gli scritti dell11 e 12 febbraio sono stati rinviati a dopo le elezioni
Roberto Ciccarelli

a tagliare nelle finanziarie, e rilanciare sotto elezioni, la scuola torna ad aprire le aule ai 95 mila candidati per 11.542 cattedre per il prossimo biennio. La maggior parte, 88.610, sono i sopravvissuti ai quiz informatici del dicembre scorso, a cui si sono aggiunti altri 7 mila candidati che hanno conseguito una votazione inferiore a 35/50, ma superiore a 30/50, e sono stati riammessi dal Tar Lazio grazie a un ricorso dell'Anief. Il sindacato presieduto da Marcello Pacifico sta preparando un altro ricorso contro l'obbligo della conoscenza dell'inglese per le scuole primarie, mentre il Codacons ha annunciato di averne vinto un altro a sostegno dei non abilitati all'insegnamento. Gli aspiranti docenti a tempo indeterminato riceveranno alle 8,30 un foglio con quattro facciate prestampate e avranno due ore e mezzo per rispondere a quattro quesiti in 22 righe. In questo spazio dovranno riassumere i programmi, lunghi migliaia di pagine, di italiano storia e geografia, oppure di matematica e fisica, sperando di totalizzare un punteggio il pi vicino possibile alla

soglia del paradiso, fissata a quota quaranta/ quarantesimi. I 95 mila hanno sfidato i rigori dell'inverno, il rischio incombente delle elezioni e le relative speculazioni politiche, e non arretrata nemmeno quando il Ministero dell'Istruzione ha rinviato le prime due giornate del concorso riservate alle scuole per l'infanzia e alla primaria a dopo

I concorrenti sono 95mila. Per i docenti precari non sar premiato il merito: Profumo fa propaganda
le elezioni, il 28 e il 1 marzo. Qualcuno ha calcolato che il danno provocato a chi aveva prenotato treni e aerei per partecipare alla prova stato di oltre 3 milioni di euro. La fretta del ministro Profumo di chiudere le procedure prima del prossimo anno scolastico non ha arrestato questo treno in corsa. La terza prova orale rischia di accavallarsi agli esami di maturit,e quindi bisogna fare in fretta. Anche perch il ministro sem-

bra volere passare alla storia come colui che ha indetto un concorso nazionale dopo 13 anni. Nemmeno le rinunce dei commissari hanno provocato un ripensamento. Luigi Pansino, preside in pensione, stato sorteggiato come presidente di una commissione. Ha meditato a lungo la rinuncia, e con lui molti colleghi, quando ha scoperto che il compenso lordo era di 251 euro lordi, 209,24 per i commissari. Nessun rimborso spese previsto per un lavoro che durer mesi, ma in compenso sono stati annunciati 50 centesimi per ogni compito corretto. Un trattamento che ha provocato una defezione di massa, costringendo il Miur a procrastinare la scadenza del bando per i commissari. Per affrontare questa emergenza, Profumo ha incaricato gli uffici scolastici regionali di trovare esperti della materia per completare le commissioni rimaste scoperte. Un caso che racconta molto pi di altri l'approssimazione, certo, ma soprattutto la sistematica svalorizzazione delle competenze, delle relazioni e dei saperi sulla quale stato concepito il concorso truffa come lo definiscono da fine agosto tutte le organizzazioni dei docenti precari (Precari uniti con-

tro i tagli e i coordinamenti di Milano, Roma e Napoli). Nella prima prova ci sono stati propinati quizzetti alogici afferma Micaela Fattorini, romana, 34 anni, docente precaria che il 18 febbraio far la prova di italiano storia e geografia, il 19 di latino Con questi sistemi sono stati selezionati i pi adatti a sopravvivere in una scuola tecnocratica, mentre sono stati umiliati docenti di comprovata competenza. Micaela una delle docenti che ha frequentato le scuole di insegnamento (Ssis) chiuse dall'ex ministro Gelmini nel 2009 per dare vita alla contestatissima, e cara, esperienza dei Tirocini Formativi Attivi (Tfa) che stanno partendo in questi giorni. La Ssis non voleva selezionare solo persone, ma formarle a un mestiere molto complesso. Questo concorso, per come stato concepito, impone una selezione legata al caso e all'arbitrio di chi corregge le prove. Senza contare, com' accaduto ad alcuni conoscenti di Micaela, che ci sono stati casi in cui i candidati sono stati esaminati dai colleghi con i quali discutono nei consigli di classe. Un paradosso che capita quando lo Stato non mantiene le sue promesse continua in Italia esistono centinaia di migliaia di persone che lavorano nella scuola e sono state pluriesaminate e hanno superato un esame di stato con valore concorsuale. Siamo stati costretti a ripetere una prova che abbiamo gi fatto. Profumo, e il suo sottosegretario Rossi Doria, sostengono invece che il concorsone favorir il merito e ringiovanir la classe docente. solo propaganda risponde Fattorini Quale merito si pu affermare in una risposta di 22 righe a un quesito generico? Questo concorso non lo voleva nessuno tranne i neo-laureati che invece sono stati esclusi dal bando. Questa la truffa che non ci stancheremo mai di denunciare. Quello dell'accesso alla professione di insegnante uno dei temi pi manomessi dai governi di centrodestra, governo tecnico incluso. Il centrosinistra di Prodi aveva provato a risolverlo stabilendo un piano triennale di assunzione dei precari per esaurire le graduatorie. Un progetto che si interrotto con la riforma Gelmini che ha chiuso le Ssis, tagliato le ore di disponibilit, arrestando lo scorrimento delle graduatorie e causando la contrazione delle cattedre e gli esuberi dei docenti. Per questa ragione oggi ci sono pi docenti di ruolo che cattedre. Quando ti accorgi che la vita, insieme a quella di milioni di persone, dipende dalla firma di un uomo che casualmente fa il ministro, mentre tu continuerai a insegnare per tutta la vita, ti manca il fiato - sostiene Micaela - Il vantaggio di questo lavoro che varcata la soglia di una classe, mi dimentico di tutto questo e lavoro con entusiasmo Quest'anno andr in gita con i miei ragazzi in Liguria, le cinque terre, Genova. Sar un bel momento di ossigeno. Non vedo l'ora.

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CULTURA

GIUSEPPE DOSSETTI

Un cattolico irregolare
Il centenario della sua nascita loccasione per rileggere uneredit politica tra le pi maltrattate dalla destra, ma non soltanto. La sua fu infatti una personalit complessa, in diplomatico contatto con Vaticano e Pci
mentazione allora appena fondato a Bologna. Il punto centrale fu la maturazione della sua diagnosi sulla catastroficit della situazione globale, dopo la guerra, la bomba atomica e la Shoah, sulla crisi della politica, non solo in Italia ma nel mondo: una crisi anche antropologica e religiosa. Non potendo sviluppare questi accenni lungo tutti i successivi decenni, prendo soltanto come esempio il suo discorso nel consiglio comunale di Bologna del 3 novembre 1956 sulla rivolta di Budapest e sulla crisi di Suez: forse il punto pi drammatico sul crinale di una vocazione monastica ormai chiara e di unavventura politica accettata per ubbidienza al card Lercaro. In quella riunione bruciante, Giuseppe Dossetti (consigliere di minoranza) parl dei fatti di Ungheria partendo da una denuncia senza ambiguit: un popolo intero insorto contro i carri armati di una potenza straniera occupante. Ma il suo discorso non si ferma qui e identifica nei fatti di Ungheria un rovesciamento totale della direzione della storia anche per quanto riguarda la civilt occidentale nel suo complesso, della quale fa parte la stessa cultura marxiFondamentale fu lapporto dato sta: Ecco per me questa cultura essenzialper lelaborazione dellarticolo 7 mente unitaria, ecco della Costituzione, con il richiamo perch per me la crisi ai Patti Lateranensi, per scongiurare non crisi parziale ma crisi totale. il pericolo di una guerra civile Dossetti continua quindi parlando della trattenere il risentimento contro una contemporanea crisi del canale di personalit ritenuta dannosa per lauSuez e conclude: Non questo deltorit della Curia, la tendenza diffusa lUngheria un evento di cui ci si debba quella di semplificare Dossetti per poaffrettare a fare lo sfruttamento o coi terne rivendicare leredit: il Dossetti manifesti o coi comizi politici, perch politico, il Dossetti monaco, il fondato un evento che noi ci ritroveremo di re di unofficina bolognese compatta fronte fra un anno, fra dieci anni, fra interprete della Chiesa conciliare. Una cinquanta anni. E si dir di questi giorprima avvertenza quindi quella di ni: allora cominciato agli occhi della porre maggiormente laccento sulla coscienza europea veramente il tracomplessit della sua affascinante permonto del sistema comunista. Questi sonalit: necessario cogliere in lui 50 anni sono davvero passati e la dialuomo a pi dimensioni senza semgnosi rimane valida. Un altro esempio plicistiche sovrapposizioni. Una seconche sottolinea lo sviluppo del suo penda avvertenza quella di mettere in lusiero costituito dal problema del rapce lelemento dinamico del suo pensieporto Stato-Chiesa. Gli studi hanno ilro. Coerenza certo vi stata sempre inlustrato lapporto dato da Dossetti cotorno ad alcuni punti ultimi, ma questituente, in diplomatico contatto con sto non deve impedirci di cogliere la il Vaticano e con il Pci, per lelaboraziosua evoluzione culturale e spirituale. ne dellart. 7 della Costituzione con il riBisogna evitare ogni tipo di agiografichiamo in essa dei Patti Lateranensi, smo o confondere Dossetti con un dosper scongiurare il pericolo di una guersettismo completamente inventato. ra civile e per evitare il pericolo dei Leredit dossettiana tra quelle pi nuovi fondamentalismi: sul piano dotmaltrattate in questo momento, dalla trinale la sua tesi era quella tradizionadestra, ma non soltanto: lappellativo le, della Chiesa e dello Stato come unidi dossettiano infatti equivale pi o che societ perfette dotate di ordinameno a identificare colui che nella menti originari. prassi ha tradito la sua naturale posiNel corso della sua vita monastica le zione di cattolico alleandosi con i cotesi muter abbandonano la forma giumunisti e nel pensiero ha confuso il ridica per porsi su ben altro piano. Copiano religioso con quello politico, porme scriveva nellintroduzione al volutando nel campo politico la fede e la me di Luciano Gherardi Le querce di dogmaticit propria del terreno religioMonte Sole (dedicato alla strage di Marso. Nulla di pi opposto alla realt per zabotto), la sapienza della prassi non uno come me che ha cominciato a sesta tanto in un enuclearsi progressivo guirlo da sedicenne nella campagna di una cultura omogenea alla fedeelettorale anticomunista del 1948. Cerma soprattutto nellacquisizione di abito che dopo pochi anni anche lui ti virtuosi. Solo esaltando il nucleo escambi e cambi anche la mia vita insenziale della fede il cristiano pu essedirizzandola dalla passione per la polire libero nella sua azione politica che tica attiva allo studio della storia, quanrimane purificata da ogni idolo-ideolodo lo seguii presso il Centro di docugia sempre inquinante: lo spazio politiPaolo Prodi

dio i centenari. Al fastidio per una data artificiale che non tiene conto della maturazione di un problema storiografico, si aggiunge in Italia - da almeno un ventennio - il fatto che gli unici finanziamenti che si ottengono per la cultura sono destinati a queste manifestazioni, mentre si lasciano morire le strutture permanenti di ricerca e conservazione della memoria (biblioteche, archivi, musei). Detto questo, vero che alcuni centenari, come quello della nascita di Giuseppe Dossetti, sono particolarmente produttivi di biografie e di analisi che permettono di fare molti passi avanti nella comprensione di problemi ancora aperti nella nostra vita civile e religiosa, sebbene il frutto maggiore lo si potr avere solo tra qualche anno, quando sar possibile fare un bilancio pi distaccato. Nel chiasso di oggi, di fronte ad una personalit cos complessa, linteresse a rivendicare la sua eredit sembra ancora prevalere sulla memoria storica: a parte i detrattori che non riescono a

co tanto pi libero in quanto il regno a cui si richiama non di questo mondo. Negli ultimi anni, nel suo impegno per la difesa della Costituzione, il recupero della dimensione storica e giuridica si traduce nel ripudio della teoria della Chiesa come societ perfetta. Spiega nel 1994 parlando ai sacerdoti della diocesi di Concordia-Pordenone: Non perch questa dottrina, nei termini in cui veniva allora sviluppata dal pensiero canonico tradizionale, sia in s errata, ma perch non certo che colga il proprio della Chiesa. E adesso dico di pi: fuorvia dal proprio della Chiesa. Pu significare una certa rappresentazione della Chiesa, ma non esprime il volto essenziale della Chiesa, come non esprime nessun volto la radiografia del nostro sistema osseo: uno scheletro; lo scheletro ci vuole, ma lo scheletro, non la carne, i lineamenti, il volto, soprattutto lanima. Lultima immagine che Dossetti ci trasmette quella di aderente entusiasta al modello del Patriottismo della costituzione. Ma qui ci troviamo di fronte ad unaltra pericolosa deformazione del suo pensiero: ricordo soltanto il suo monito a affrontare le riforme istituzionali alla luce di un profondo rinnovamento etico; questo ci aiuta a comprendere perch sia stata lasciato in ombra il suo richiamo ad una Costituzione non soltanto in gran parte inapplicata, ma anche deformata nella prassi politica da partiti cristiani e laici.

SCAFFALE Un percorso bibliografico per indagare sulle fonti e la genesi della sua visione

Quando la spiritualit ha radici tutte terrene


Alessandro Santagata

l centenario dalla nascita di Giuseppe Dossetti soprattutto unoccasione per riflettere sulla sua lezione politica. Paolo Pombeni (Giuseppe Dos-

Dopo la Resistenza lott affinch la Dc non fosse subordinata n al governo n alla Chiesa
setti. Lavventura politica di un riformatore cristiano, Il Mulino, 2013) ha proposto una sistemazione interpretativa del percorso dello studioso della Cattolica, attraverso la Resistenza e poi nella Dc, fino allultimo impegno come voce critica nella societ. Liberando il terreno dalle facili letture, lautore invita a leggere la biografia come quella di un profeta che passa attraverso la storia e tuttavia non ha quella come meta. Vale la pena soffermarsi su questo aspetto che rappresenta il vero enigma della sua figura.

Dossetti fu un integralista? Che la risposta sia negativa si evince soprattutto dalla sua storia, ricostruita fino al 1948 nella biografia di Enrico Galavotti (Il Professorino, Il Mulino, 2013). Questo di fatto il primo studio sistematico delle fonti su Dossetti, molte delle quali sono andate purtroppo perdute. Non mancano per le tracce sulla genesi del suo impegno, maturato in Cattolica insieme agli amici poi confluiti in Civitas Humana. In quella sede ha preso piede il progetto di un coinvolgimento dei cattolici nella ricostruzione: non allinsegna del Partito Popolare, ma come uno sviluppo del pensiero di Maritain sulla distinzione del piano spirituale da quello temporale. Quando, dopo la lotta partigiana, Dossetti si trover ai vertici della Dc, aveva quindi gi chiaro lobiettivo: contrastare sia coloro che volevano una Dc subordinata al governo e al Patto Atlantico (De Gasperi), sia chi nella chiesa lavorava per farne una sponda politica della Santa Sede. Di questa lotta abbiamo un ulteriore conferma nel libro di Alberto Melloni in uscita per Donzelli (Dossetti e

lindicibile), dedicatoal quaderno speciale di Cronache sociali del 1948 su Chiesa e politica. La pubblicazione fu impedita dalla gerarchia ecclesiastica per le implicazioni che avrebbe avuto sulla Dc e dallo studio di materiali inediti lautore lascia trapelare lipotesi che il quaderno fosse propedeutico alla fondazione di un nuovo partito cattolico di sinistra. A ci si aggiunga che Dossetti, La Pira, Moro e Fanfani avevano acquisito una pericolosa notoriet durante la Costituente, unesperienza

documentata da Galavotti che avanza una lettura complessiva del disegno di Dossetti per il dopoguerra. Al centro, la paura di un ritorno al fascismo e il bisogno di dare solide fondamenta alla carta costituzionale. Lo strumento: una piattaforma ideologica che riunisse le forze politiche antifasciste. Del comunismo Dossetti aborriva il carattere materialistico, ma era convinto che il consenso di massa delle sinistre andasse ancorato alla democrazia per renderla sostanziale.

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CULTURA
UNA PERFORMANCE PER CONSTANTIN BRANCUSI Il nuovo programma di Dom la cupola del Pilastro si apre con il debutto di Proiezione verticale, nuova produzione di Laminarie (14 e 15 febbraio, ore 21.30), dedicata allo scultore rumeno Constantin Brancusi (Pestisani 1876 Parigi 1957), tra i pi grandi scultori del Novecento. La performance, di e con Febo Del Zozzo, indaga con i linguaggi del teatro contemporaneo, la famosa opera Colonna senza fine, catapultando il pubblico nellatelier dello scultore. La Colonna una struttura modulare in ferro fuso metalizzato alta circa trenta metri che pesa ventinove tonnellate e riprende le antiche forme lignee dei pilastri che sorreggono le case tradizionali della regione.

UNA GIORNATA DI STUDI E UN DOCUMENTARIO

SAGGI Democrazia vendesi di Loretta Napoleoni

Limpegno partigiano, poi la difesa della Costituzione e la vita monastica


LAssociazione G. Dossetti: i Valori (www.dossetti.it) celebra il suo centenario con un convegno che si terr a Roma, oggi alle ore 17,30 (Palazzo Santa Chiara) e la proiezione del film Quanto resta della notte? Un film su Giuseppe Dossetti, di Lorenzo K. Stanzani. Testimonianze, ricordi e risultati di studi si alterneranno intorno alla sua figura e allapporto delle sue idee nellAssemblea Costituente. Giuseppe Dossetti. Frammenti di un racconto autobiografico invece lomaggio di Rai Storia alla sua figura di cattolico, politico, giurista. Il documentario di Alberto Melloni e Fabio Nardelli (alle 23, su Rai Storia - Digitale terrestre e TivSat) ripercorre attraverso la voce del protagonista, un itinerario esistenziale: dallinfanzia a Cavriago, nel periodo post bellico agli studi a Bologna. Si narra la sua esperienza di assistente allUniversit Cattolica di Milano e limpegno nella Resistenza e nel Cln; ma anche il contributo ai vertici della Democrazia cristiana e il ruolo centrale che ebbe nella costituente, fino alla scelta della vita monastica.

Debitodipendenza, la crescita unillusione


Ugo Mattei

IL DOSSETTISMO

Le anomalie del teologo in polemici pamphlet e negli attacchi in casa


Luca Kocci

Lo stesso valeva per la chiesa. Se era stata determinante nellavvento del regime, allora anche la congiuntura democratica non avrebbe potuto fare a meno del contributo ecclesiastico per sopravvivere. Lart. 7 rappresent quindi per Dossetti il male minore; un compromesso, che solo una riforma della chiesa avrebbe potuto e dovutorisolvere facendo accettare al Vaticano la rottura del rapporto tra fede e potere. Laggiornamento avrebbe inoltre assunto un valore universale in quella storia della salvezza nella quale le contingenze politiche erano segni dei tempi, da comprendere e sviluppare alla luce della Rivelazione. Questa lettura metastoricadel presente diverr prevalente dopo labbandono della vita politica nel 1951, rispetto al quale la candidatura alle elezioni bolognesi del 56 stata un incidente di percorso, sfruttato per dimostrare come non ci potesse essere un cambiamento politico senza un intervento sulla religione. Vi si adoperer al Vaticano II, ma il Dossetti del secondo Novecento attende ancora di essere esplorato. Spiegare come le due componenti della sua biografia, quella religiosa e quella politica, fossero legate in un rapporto dinamico e evolutivo il stato risultato pi prezioso dei nuovi studi.

iuseppe Dossetti continua a dividere. La politica dossettismo laccusa che, nel mondo cattolico, ancora viene rivolta a quelli che guardano un po troppo a sinistra ma soprattutto la Chiesa, dove la memoria su alcuni snodi della storia dellItalia repubblicana tuttaltro che condivisa: la Costituzione, e quindi lidea di Stato; il Concilio, con la divisione fra i progressisti, che lo leggono nellottica della rottura, e i conservatori che invece lo interpretano nella continuit con la tradizione; e la Chiesa dei poveri. Di tutti e tre i passaggi, Dossetti stato protagonista, come padre costituente e poi come ispiratore della sinistra Dc ostile a De Gasperi e come stretto collaboratore del card. Giacomo Lercaro, uno dei leader della maggioranza progressista al Concilio, a cui si devono anche i dirompenti, e inascoltati, interventi sulla povert della Chiesa, dietro i quali c il contributo fondamentale di Dossetti. Si attacca Dossetti, quindi, per attaccare la Costituzione e il Concilio, da destra. Laggressione pi violenta arrivata in casa, dalla Chiesa di Bologna e da Avvenire, il cui inserto settimanale, Bologna Sette, realizzato con la regia della Curia felsinea, ha pubblicato alla fine di dicembre quindi proprio allapertura dellanno centenario una breve lettera del cardinale Giovanni Battista Re (ex prefetto della Congregazione vaticana per i vescovi) indirizzata al cardinale Giacomo Biffi, vicino a Comunione e liberazione, arcivescovo emerito di Bologna, per ringraziarlo del suo polemico pamphlet contro Dossetti (Don Giuseppe Dossetti. Nelloccasione di un centenario, Cantagalli), in cui lo bolla, fra laltro, come mediocre teologo, storico fazioso, statalista convinto e una sorta di cospiratore dietro le quinte del Concilio. Ho apprezzato quanto vostra eminenza ha scritto circa le lacune e le anomalie della teologia dossettiana, scrive Re, che accusa Dossetti (e con lui Lercaro) di aver usurpato il ruolo di regista del Concilio alla segreteria generale, eterodiretta dalla Curia romana conservatrice. Inoltre, prosegue, anche sul piano politico, non possiamo dimenticare i dispiaceri che Dossetti procur a De Gasperi. Una sorta di scomunica. Bologna Sette viene inondato di proteste dei lettori e una settimana dopo il settimanale costretto a un mea culpa: unintera pagina in cui pubblica alcune lettere, fra le quali anche una testimonianza di mons. Luigi Bettazzi, uno dei reduci del Concilio, che ricorda quanto Dossetti stato determinante per il Concilio Vaticano II, nonostante ci siano alte personalit che vogliono dire il contrario. Dossetti deve essere censurato e aggredito perch terribilmente vivo e per alcuni molto ingombrante, spiega don Giovanni Nicolini, parroco bolognese dossettiano. Ma il vero problema non tanto che non gli piace Dossetti, quanto che non gli piace il Concilio. E le polemiche e i revisionismi, c da scommettere, non finiranno qui.

n libro importante e coraggioso questo Democrazia vendesi (Rizzoli, 2013) di Loretta Napoleoni. Un ricco e articolato pamphlet, scritto in un linguaggio estremamente accessibile, organizzato in quattro capitoli di pars destruens e un epilogo di pars construens appena abbozzato ma a sua volta di grande chiarezza. Napoleoni dice in modo forte e chiaro che il capitalismo occidentale, articolato per secoli su pratiche predatorie, al capolinea. La parabola dellEuropa dei capitali , secondo Napoleoni, lepifania pi chiara e visibile di questo fenomeno, ricostruito benissimo nei suoi aspetti tecnici, di un capitalismo che oggi divora s stesso, dopo aver divorato nella storia quanto pi possibile delle risorse altrui. Secondo Napoleoni leconomia di mercato si suicidata lasciando al suo posto un assetto autoritario e oligarchico incompatibile strutturalmente con qualunque forma di democrazia. Non sorprende che questa fosca immagine, assai inconsueta fra i cultori della scienza triste che normalmente sposano una visione acriticamente fondata in unideologia del progresso, si radichi in una consapevole analisi del debito che Napoleoni conduce ragionando sui dati della caporetto italiana del debito pubblico. La debitodipendenza circoscrive la nostra stessa percezione del possibile, rendendo naturalizzata e inevitabile la perdita della sovranit statale a favore di assetti istituzionali globalizzati sempre pi privatistici e predatori. La vendita, o meglio svendita della democrazia, in Grecia come in Spagna come in Italia, va perci di pari passo con quella del patrimonio pubblico per la semplice ragione che, oggi come secoli orsono, un sovrano indebitato, privo del coraggio di affrancarsi, non pu che prender ordini dai propri creditori globali, un tempo banchieri svizzeri genovesi o fiorentini ed oggi biscazzieri globali. Il dispositivo che governa questa infernale macchina secondo Napoleoni, il Governo delle sigle con cui vengono istituite sempre nuove istituzioni incontrollabili e inconoscibili alle cui cattura cognitiva i cittadini ed i politici si sottomettono. Molto forti e importanti le pagine dedicate alleuro nella quarta parte dove Napoleoni indica nelluscita democratica dalla moneta unica e nella rinegoziazione radicale del debito la conditio sine qua non per arrestare un processo infernale di indebolimento e sgretolamento sociale i cui esiti per il nostro paese non possono che essere tragici. Con limplacabile logica dei dati, Napoleoni mostra quanto le cose siano peggiorate in appena un anno di governo tecnico (cio asservito ai poteri forti) intitolata significativamente quanto ci costa leuro? e indica senza reticenze le responsabilit dei governi tecnici (in particolare di Ciampi) nellaver iniziato la spirale infernale che, dall entrata nelleuro ha prodotto un drammatico allargamento della forbice fra ricchi e poveri. Napoleoni fa nomi e cognomi e responsabilit, ieri ed oggi ricostruendo le carriere dei soliti noti, legati a Goldman Sachs: Draghi, Prodi, Grilli, Monti ecc. ecc. Sia chiaro, per Napoleoni luscita dalleurogruppo nulla ha a che vedere con luscita dallEuropa. Lo scopo di questa scelta piuttosto quella di costringere i partners a sedersi al tavolo della costruzione di unEuropa finalmente democratica. Questo capitolo va assolutamente letto perch fornisce armi importanti per opporsi alla retorica della necessit, dellemergenza e della catastrofe come conseguenza di rinegoziazione del debito (default controllato) e uscita dalla moneta unica con conseguente recupero della sovranit monetaria. Molto bel-

RASSEGNE

Il Mart di Rovereto dedica una retrospettiva allantroposofo Steiner


A. Di Ge.

IL PARLAMENTO DI STRASBURGO /FOTO REUTERS

lo poi il capitolo dedicato al mito dellunit dItalia dove la predazione sabauda nei confronti di una Napoli civile e fiorente discussa nelle sue fondamenta di politica economica. Le analogie con il presente saccheggio del sud Europa da parte del nord sono impressionanti ed estremamente forti. Le ricette di Napoleoni che gi emergono nella pars destruens, sono esplicitate nelle conclusioni quando si indica nellapertura verso il mediterraneo ed il sud Europa a via da intraprendere subito anche tramite alternative monetarie locali. Se fossimo in democrazia questo libro, forte e chiaro, esploderebbe come una bomba in campagna elettorale ed aprirebbe un dibattito serio che potrebbe anche colmare qualche lacuna argomentativa che qua e la si ritrova in un testo che comunque certamente non ha la pretesa n larroganza della trattazione scientifica. Concludo, secondo costume, con due brevissime note critiche: Napoleoni, da economista proprio non riesce ad affrancarsi appieno dal paradigma crescitista, che certo non compatibile con la sua ricetta. Non basta proporre la sostituzione del Pil come strumento di misurazione della crescita. Sostituire lunit di misura non cambia le dimensioni del problema. Occorre proprio mutare lobiettivo, la vocazione della nostra convivenza sociale. Un paradigma di sviluppo infinito in un mondo a risorse finite semplicemente ideologico o utopistico. In un paio doccasioni poi Napoleoni mostra ammirazione un po acritica e contraddittoria verso il modello inglese, che certo ha mantenuto maggior sovranit rispetto ai paesi delleurogruppo, ma che altrettanto certamente nella sua finanziarizzazione estremistica delleconomia, ci pare ben pi parte del problema che della soluzione. In ogni caso, questo un libro da leggere.

onostante il Mart di Rovereto stia soffocando per i tagli - il suo budget sceso da cinque milioni a uno e mezzo, cifra che potrebbe contrarsi fino al cinquecentomila nei prossimi due anni - ha inaugurato la stagione espositiva del 2013 presentandosi ai visitatori con unanteprima per lItalia dedicata alla figura di Rudolf Steiner e con una mostra sul design che interpreta il cibo. La retrospettiva sul filosofo, realizzata dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, curata da Matteo Kries e rester aperta fino al 2 giugno). Rudolf Steiner (1861-1925) il fondatore dellantroposofia, disciplina che riform il campo pedagogico attraverso una nuova visione del mondo. I tentacoli di quel pensiero rivoluzionario raggiunsero campi in apparenza lontani, come la biocosmesi e lagricoltura biodinamica. Nato a Krajevic (Croazia) da genitori austriaci, cattolici e di origine contadina, Steiner giovanissimo gi un fine commentatore delle opere di Goethe e in seguito ne curer gli archivi. Un assaggio del suo pensiero - che influenzer diversi campi del sapere - si pu estrapolare da questa sua citazione: In ogni essere umano esistono facolt latenti attraverso le quali egli pu giungere alla conoscenza del mondo dello spirito. Con la sua ricerca di unarmonia totale fra individuo e natura, Steiner ispir il lavoro di molti artisti - da Mondrian a Kandinsky fino a Beuys e nel tempo, le sue idee permearono larchitettura e il design, sconvolgendo gli ambienti domestici. In veste di modelli pedagogici, entrarono nelle scuole: la prima fu fondata a Stoccarda il 7 settembre 1919, per soddisfare la richiesta di Emil Molt, direttore della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria, di creare unistituzione educativa per i figli degli operai (il movimento pedagogico ha preso il suo nome proprio dalla fabbrica). Litinerario espositivo al Mart si apre con la sezione Contesto: una panoramica (attraverso disegni su lavagna, scritti e pubblicazioni da lui curate) che descrive la sua visione, confrontandola ai movimenti sociali e culturali degli inizi del XX secolo. Metamorfosi, invece, si sofferma sulle proposte estetiche per il quotidiano. In scala viene riprodotto il Goetheanum, un edificio vivente posto all'interno di un corpo plastico, concepito come sede per lAntroposofia e dedicato allamatissimo intellettuale tedesco. Realizzato in legno e inaugurato nel 1920, and a fuoco nel 1922 e fu ricostruito tra il 1924 e il 1928. Pratica - la parte finale della rassegna - ricorda come Steiner abbia prodotto una serie di mutamenti sostanziali nellesistenza di tutti i giorni, a partire dal suo pensiero, e testimonia come tali cambiamenti siano ancora presenti nella societ contemporanea. A dimostrazione di ci sono esposti numerosi oggetti di design ispirati allAntroposofia. Il percorso si chiude con una passeggiata dentro le Farbkammer, camere terapeutiche colorate ideate da Rudolf Steiner nel 1913 e ricostruite qui in dimensioni reali.

COMMIATI Addio allo storico Jean-Claude Margolin

UnavitaconErasmodaRotterdam
Lo storico francese Jean-Claude Margolin, specialista dell'Umanesimo e del pensiero di Erasmo da Rotterdam, morto a Parigi allet di 89 anni. Nato il 27 marzo 1923 a Parigi, Margolin comp i suoi studi allEcole Normale Superieure e inizi la carriera accademica in qualit di professore di storia della filosofia nel 1949 alluniversit di Tours, dove ha insegnato fino al pensionamento. Ha diretto il dipartimento di filosofia e storia dellUmanesimo delluniversit di Tours ed stato vice presidente della Societ Franaise des Seizimiestes e vice presidente della Federazione internazionale degli Istituti e Societ del Rinascimento. Margolin ha condotto studi sul pensiero di Erasmo e ha tradotto e curato ledizione di numerose opere, a partire dal suo Elogio della follia e Lamento della pace. Nel capo della ricerca sulla storia delle idee, ha condotto studi sul periodo rinascimentale, approfondendo il contesto socio-culturale. Tra i suoi libri, si segnalano Erasmo e la musica (1965), Lidea di natura nel pensiero di Erasmo (1967), Ricerche su Erasmo (1974), Erasmo precettore dellEuropa (1995). Margolin ha diretto anche un monumentale repertorio bibliografico erasmiano. Ha curato, con altri studiosi, Lavvento dei tempi moderni ed autore di Lumorismo al tempo del Rinascimento. Tra i suoi contributi, si ricordano quelli al primo volume della Storia della Francia letteraria (2006) e alla Storia della retorica nell'Europa moderna, diretta da Marc Fumaroli (1999).

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MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

VISIONI

Berlinale Closed curtain, in gara il film di Jafar Panahi, una riflessione amara
sul cinema che si confronta con la vita. E il racconto, pudico, della sua prigionia in Iran
Cristina Piccino BERLINO

realizzato insieme a Kambuzia Partovi, passato ieri in gara. Per il regista si mobilitata anche la cancelliera Angela Merkel, con la richiesta ufficiale al governo iraniano di permettergli di essere a Berlino col suo film. Naturalmente non c stata risposta, e il posto di Panahi continua a essere vuoto, dopo la condanna del regime di Tehran a sei anni di prigione e al divieto per ventanni di girare film e di uscire dal paese. Che cosa dunque Closed Curtain di cui Panahi e Partovi sono anche i protagonisti? Un film, senza dubbio, claustrofobico come il sentimento di quella condanna che priva un regista e un paese delle sue immagini (sono sempre di meno i film iraniani ai festival) e della sua libert di vivere. Una riflessione sul cinema, e sul suo confronto con la realt, e insieme il racconto dolorosamente pudico di una vita, quella del regista. Partovi alla conferenza stampa misura le parole, alle domande dirette sul regime, su Panahi, sulle censura non risponde. Racconta come hanno lavorato con quella piccola troupe, lidea di questa storia che era gi l da un po attento a non superare un limite. Parla della depressione che ha colpito Panahi dopo la condanna. Non sappiamo che conseguenze il film pu avere per noi in Iran. Finora non accaduto nulla ma le cose cambiano rapidamente. Le risposte sono tutte in questo film, doloroso ma anche illuminato a tratti da quellumorismo necessario a

attina presto. Davanti al tappeto rosso un gruppo di persone ha messo alcune sagome di cartone: limmagine quella del regista iraniano Jafar Panahi, il cui film Closed Curtain,

Dietro la tenda chiusa si nasconde la realt

Closed Curtain appare anche come una nuova tappa in quella riflessione sul cinema e sulla sua privazione - che Panahi ha cominciato nel precedente Questo non un film., il punto di partenza anche stavolta la sua condizione, un regista colpito da iconoclastia e perci costretto al vuoto di immagini o a una loro reinvenzione. lo sguardo di Panahi che accompagna se stesso oltre la soglia, una contrapposizione tra dentro/fuori in cui il regista, e i suoi personaggi alter ego, incarnano questo limite del possibile. Come cio anche qui le costrizioni possono essere aggirate, e come questo corpo a corpo con il reale riesce a trovare una forma. una possibilit ma senza certezze. Il kammerspiele di cui Panahi rivela il fare, il funzionamento del suo cinema , diviene per questo una potente

La resistenza del regista il segno politico del suo modo di girare film, che non si limita alla sola denuncia
messa in evidenza della realt nei suoi sentimenti e conflitti profondi. Panahi espone se stesso, il suo dolore, e in questa prima persona prova a ricalibrare il suo essere cineasta. Eccoci dentro allo schermo nero della tenda chiusa, in un orizzonte che ancora serrato, intravisto attraverso le grate del cancello: questa la dimensione del cinema? Questo oscillare dentro e fuori una soglia del possibile? Il punto non allora se la realt entra dentro ma diviene portarla fuori, trovarne i segni nei dettagli meno eclatanti loperaio che non vuole farsi fotografare con Panahi perch troppo pericoloso : la resistenza commuovente del regista il segno politico del suo cinema, che non si limita appunto alla denuncia, a dirci cosa quella societ coi suoi problemi, ma prova a rovesciare la rappresentazione stessa di unimmagine politica rivelandone anche i limiti e i necessari punti di fuga. Tra vita e cinema.

UNA SCENA DA CLOSED CURTAIN, SOPRA UNIMMAGINE RECENTE DEL REGISTA IRANIANO JAFAR PANAHI

sopravvivere. Un uomo, uno scrittore che sta preparando una sceneggiatura, si chiude in una villa col suo cane. Serra la porta, oscura le finestre. Luomo e il

In concorso/SIDE EFFECTS DI STEVEN SODEBERGH

Menzogna e follia. Gli strani effetti collaterali di una pillola colorata


delle multinazionali in America dentro un thriller hitchockiano giocato sullambiguit dei ruoli tra vittima, Emily (Rooney Mara) e ide Effects, Effetti collaterali, sono le colpevole. Siamo davanti a un semplice efimprevedibili reazioni del corpo umafetto collaterale, o dietro a quella donna dalno, e della psiche, agli psicofarmaci, lapparenza fragile si nasconde una mente quelle magiche pilloline azzurre, rosse, roassai pi complessa? La scommessa tenesa che servono a combattere depressione, re la tensione, un gioco cinematografico ansia, impulsi suicidi, stanchezza tutto ci quasi classico in cui Soderbergh che ha anche compromette lefficienza e la funzionanunciato il suo prossimo ritiro (potrebbe lit di un individuo sociale, sul lavoro, in faquesto essere il suo ultimo film?), percorre i miglia, nelle sue relazioni pubbliche. In luoghi del genere innestandovi elementi America sono uno dei pi grossi business di contemporaneit i farmaci, le multinadelle multinazionali zionali anche se poi farmaceutiche, le danescono di scena. Secca, essenziale, la trama no anche ai bambini un film che non (Todd Solondz inseavevo mai fatto pricambia di segno gna). Emily, ragazza ma, volevo che fosse velocemente. fragile e con propenmolto pulito, senza sioni depressive, croltroppe scene extra o Concentrandosi poi la quando il marito dei momenti supersulla sfida eccitante dei due torna a casa dalla priflui. Cera un pittore gione. Depressione che diceva: un lapersonaggi, il verdetto inappellavoro infinito quello tra vittima e carnefice bile dopo che uscendi cancellare tutte le do dallufficio si tracce del tuo lavoschianta a tutta velocit contro il muro del ro. Il mio approccio stato questo. stata parcheggio. Lo psichiatra che la prende in una sfida eccitante che mi ha spinto allaucura le prescrive delle nuove pillole supportocontrollo ed stato molto divertente. tato nella decisione anche dalla sexy dottoRispetto alla struttura un po scassata ma ressa che lha seguita in passato (Catherine vitale del suo precedente film, Magic Mike, Z Jones). Solo che la ragazza non migliora, Side Effects forse adotta una forma un po continua a alternare euforia e lacrime finpi convenzionale, il riferimento sono i luoch una sera pianta il coltello da cucina nelghi cinematografici di cui Soderbergh prola pancia del maritino (Tatum Chammin va a testare le diverse potenzialit. Verit, gi protagonista di Magic Mike) senza ricormenzogna, follia, calcolo: chi colpevole e dare nulla. colpa delle pasticche, dice, trachi innocente? Secco, essenziale, costruito scinando nello scandalo il suo psichiatra su scarti impercettibili ma sostanziali, il (Jude Law). film di Soderbergh cambia di segno man Soderbergh, per la quinta volta alla Berlimano che va avanti, concentrandosi sulla nale, complice il suo sceneggiatore Scott Z. sfida tra i due personaggi, medico e pazienBurns, inietta labuso dei farmaci e i poteri te, vittima o carnefice.
C.Pi. BERLINO

cane fissano quello schermo coperto di nero su cui nulla si riflette. Luomo spegne anche la tv, che trasmette immagini di massacri di cani proibiti dal regime perch impuri. Il suo cagnetto si chiama Boy e non deve mai uscire potrebbero catturarlo e arrestare il suo padrone , cos decide la legge islamica. Uomo e cane si scrutano, si muovono, cercano un modo per stare in quello strano spazio fuori dal tempo in cui la luce artificiale sempre accesa impedisce di capire se giorno o notte, e la mancanza di vista rende lesterno solo suono, rumori, intuizioni. Una sera due ragazzi irrompono nella casa. Luomo ha paura, si sente invaso, non capisce da dove arrivino, lui aveva chiuso la porta. Sono inseguiti dalla polizia, il ragazzo va via a cercare una macchina, la ragazza rimane. Il ragazzo prega luomo di non perderla mai di vista perch ha provato pi volte a suicidarsi. Tra i due inizia un confronto, luomo a disagio, sospetta la ragazza, lei lo aggredisce: pensi di riuscire a raccontare la realt chiuso qua dentro? Un uomo, una villa, un cane, non la vita. Lei strappa via le tende, fuori ce una bella luce, si vede il mare. Lui le chiede cosa fa, lei gli risponde che diverso dalle fotografie sui giornali. forse una di quelle che lo ha denunciato? Che ha scritto i rapporti contro di lui? Luomo sempre pi a disagio, paura e rabbia si mescolano, agitano il suo animo ... La ragazza continua a tirare gi le tende, da dietro appaiono i poster dei film di Panahi, Il cerchio, Il palloncino bianco, mentre il regista entra in campo i personaggi scompaiono .... Realt e finzione, metafora e vissuto. Qui per la metafora dichiara una condizione umana, fin troppo chiara, diviene la messinscena di uno stato personalissimo e universale, e insieme, la ricerca di unimmagine che sappia esprimerne lenormit. Cosa significa essere condannati a uno spazio chiuso, non solo fisico, la casa o il carcere, ma prima ancora mentale, lessere cio dentro una situazione in cui tutto, persino avere un cane, pu diventare motivo di persecuzione. Cos danzare, parlare, fare una festa sulla spiaggia, quei gesti quotidiani che fanno parte della vita e che invece si tra-

sformano in pericolosi capi daccusa. Per sopravvivere ci vuole allenamento, un esercizio costante alla trasgressione: come aggirare lostacolo, come ottenere un minimo agio di movimento senza una pena? Pu essere eccitante ma si pu anche impazzire, chiunque diviene un possibile nemico ...

Being in Berlin

Il perfetto imperfetto
C.Pi.
n un festival c sempre qualcosa che non funziona. Inutile vantare il meccanismo perfetto perch impossibile. Mi fanno un po ridere, sul Lido, nei giorni della Mostra del cinema, le lamentele sulla struttura e sulla confusione, per carit tutto vero, e di un Palazzo nuovo ci sarebbe pi che bisogno ma al di l di questo la perfezione non esiste. Difatti il pure molto organizzato festival di Berlino talvolta cade, e indovina un po? A farlo scivolare la sua stessa perfezione. Sono gli effetti collaterali delle regole scandite dai responsabili di certe sale, con laria rigida e tronfiamente soddisfatta dei loro piccoli badge che gli conferiscono un piccolo potere. Si lo sappiamo, si deve essere puntuali, non permesso fare una pausa a patto di non perdere le proiezioni. Daccordo ma un po di elasticit se poi si tratta di proiezioni per soli addetti ai lavori? Non sempre la rigida osservanza sinonimo di capacit ... Niente da fare, Camille Claudel di Bruno Dumont pure se non sold out rimane off limits respinti da una specie di soldati-

na superfelice del suo compito. Pazienza, ci sar sicuramente qualcos altro da vedere, la notte berlinese limpida, freddissima ma accogliente. Marie Antoinette sorride per la festa del cinema greco che nonostante la crisi ha qui tre film e col progetto di Yorgos Lanthimos ha appena vinto il Cinemart di Rotterdam. E il Prinzess Garden davanti allArsenal accoglie con una zuppa calda e frammenti di conversazioni. La Berlinale uno e mille festival, questo il suo bello, e la sua scommessa presente e futura.

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

il manifesto

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VISIONI
SECONDA SERATA Aprono la seconda serata di Sanremo 63 (Raiuno, ore 20.35) i Mod (gi indicati fra i grandi favoriti), a seguire Malika Ayane, Simone Cristicchi, gli Almamegretta, Max Gazz, Annalisa ed infine Elio e le storie tese. Anche per ciascuno di questi sette Big ci sar un presentatore, una persona cio incaricata di accompagnarli sul palco dell'Ariston.E nell'ordine sono Max Biaggi ed Eleonora Pedron per i Mod, Ner Marcor per Malika Ayane, Jessica Rossi, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra dalla trap femminile, per Simone Cristicchi; Filippa Lagerback, presenza fissa di Che tempo che fa su Rai3, per gli Almamegretta; tre delle quattro componenti della nazionale azzurra di fioretto, cio Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Ilaria Salvatori, per Max Gazz; Carlo Cracco, chef, per Annalisa, e infine Roberto Giacobbo, vice direttore di Rai2 e conduttore televisivo di trasmissioni scientifiche, per Elio e le storie tese. Quanto ai Giovani in gara, tocca oggi ai primi quattro sorteggiati: nell'ordine sono Il Cile, Renzo Rubino, i Blastema e Irene Ghiotto

SANREMO Il festival tiene a battesimo la nuova rivoluzionaria app

TORINO Da Sodoma a Hollywood, 19-25 aprile


La 28/a edizione di Da Sodoma a Hollywood Torino Glbt Film Festival, diretto da Giovanni Minerba, si svolger dal 19 al 25 aprile 2013 a Torino. Anche quest'anno l'immagine del Festival stata creata da un grande artista, Ralf Koenig, fumettista e scrittore tedesco, tra i pi celebri autori di fumetti a tematica gay al mondo. Nelle sue opere Koenig rappresenta, con lo stile dei cartonns, in modo fedele e dissacrante, la vita quotidiana dei gay in Germania cosi' come altre tematiche omosessuali. I suoi fumetti sono stati tradotti in numerose lingue. Il comitato di selezione del Festival, in una nota, fa sapere di confermare la volont di indagare e proporre al pubblico film e tematiche, spesso scottanti e controverse, di grande attualita, offrendo al pubblico e agli addetti ai lavori film, da tutto il mondo, altrimenti invisibili. Tra i temi di quest'anno, vi sono le questioni dei diritti civili e delle pari opportunit, del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, dell'omogenitorialit e delle adozioni.

Chiamala Spotify, ancora di salvezza per le major


to di musica ieri si fatto mancare un giretto su Spotify, dopo averlo scaricato sul pc o sul telefonino. come avere un itunes aperto su un vecchio megastore, di quelli che vanno chiudendo ovunque. Disponibili tutti i dischi in catalogo, quelli molto vecchi o strampalati solo se ristampati di recente per (e qui qualche delusione si rischia). Possibilit di costruire e diffondere playlist e condividere canzoni. In una finestrella, poi, possibile osservare quel che ascoltano i propri amici di facebook. Fine del piacere colpevole, in un certo senso, ma gli sviluppatori di Spotify contano molto sulleffetto social della loro invenzione. Vedremo. Nella sostanza non c molto pi delle possibilit offerte da youtube, che negli ultimi anni si era gi trasformato in un grande archivio musicale costruito per dagli utenti alla vecchia maniera della Rete, e spesso in violazione del copyright e delle esclusive. Il lancio italiano di Spotify, tra laltro avviene nella settimana del festival di Sanremo, e il servizio promette per una settimana lo streaming in esclusiva delle canzoni del festival. Sar interessante vedere cosa accadr su youtube, dove si abituati alla diffusione immediata e un po selvaggia delle stesse canzoni. Certo, rispetto alla pulizia e alla maneggevolezza di Spotify, youtube resta disordinato, allegramente trash. E ancora pieno di pazzi che garantiscono la sopravvivenza in memoria di musiche, registrazioni casuali, ma anche di pezzi di tv abbandonati al proprio destino, specie se imbarazzanti o fuori mercato.

CONTEMPORANEA

Il classico di Filidei in morte di Serantini


Mario Gamba ROMA

Alberto Piccinini

rriva Spotify. Con sei mesi di ritardo rispetto a Usa e Europa, proprio il giorno di Sanremo, da ieri scaricabile anche sui computer della rete italiana lapplicazione che consente di entrare nel nuovo servizio di streaming musicale on demand. Entri con il tuo account facebook, cerchi una canzone e lascolti. Non puoi scaricarla sul tuo pc (non tanto facilmente, almeno, come si poteva fare con youtube). Finito il periodo di prova di sei mesi, o ti abboni al servizio oppure continui ad ascoltare gratis e con pubblicit collegata - dieci ore di musica al mese. Praticamente il paradiso per le grandi case discografiche sopravvissute al lungo terremoto del download gratuito, o almeno qualcosa che gli somiglia. Creato in Svezia nel 2006 da Daniel Ek e Martin Lorentzon, dopo i primi passi mossi in alcune nazioni europee, Spotify ha attirato linteresse tra gli altri di Shawn Parker che nel 2012 ne ha favorito lo sbarco in America e il lancio planetario definitivo. Parker stato il creatore di Nap-

ster, il software di peer-to-peer che fu il primo vero cuneo piantato dalla Rete nel cuore dellindustria discografica tradizionale. Al party per il lancio di Spotify non a caso si fatto fotografare abbracciato a Lars Ulrich dei Metallica che combatt (e vinse) una storica e dura battaglia legale contro di lui. Pace fatta? Vediamo. Fanno festa le case discografiche, che si divideranno la parte maggiore dei circa 500 milioni di dollari in diritti versati questanno da Spotify. Fanno festa gli investitori. Valutato 3 miliardi di dollari pochi mesi fa, il sito in sei anni ha pi che decuplicato le sue perdite, calcolate in 56 milioni di dollari nel 2011, ma ha appena attirato circa 100 milioni raccolti da Goldman Sachs. Fanno molta meno festa i musicisti, specie se piccoli e indipendenti, che calcolano i propri introiti in pochi millesimi di dollari per brano eseguito e un po si lamentano, e se molto indipendenti si rivolgono ad altri servizi di nicchia (come Bandcamp o Soundcloud) che lasciano ascoltare i brani e consentono di venderli senza intermediazioni. E gli utenti? Nessun appassiona-

ualche suono cupo, un rimbombo appena udibile, accompagna il prologo del concerto. Uno scrittore, Corrado Stajano, racconta in tono conversativo la vicenda che stata largomento del suo libro pi famoso, Il sovversivo, e che costituisce lo spunto per il dramma in musica che sta per iniziare. La vicenda una di quelle esemplari degli anni 70 e di tutti gli anni, fino a ieri, in cui la violenza omicida dello Stato si mette al lavoro. Il ragazzo di ventanni Franco Serantini, un figlio di nessuno portato da piccolo in citt, a Pisa, cresciuto nei collegi di suore, uscito alla scoperta della cultura, della politica, della vita prima con Lotta Continua poi con gli anarchici, partecipa alla manifestazione antifascista del 5 maggio 1972. Rimane isolato, lo picchiano selvaggiamente in dieci poliziotti, lo portano in carcere, non si regge in piedi, passa una notte in preda a dolori lancinanti, muore il giorno dopo senza soccorsi. Al suo funerale c tutto il movimento. Lacrime e rabbia. Se si va in cerca di nuovi clas-

sici della musica loccasione di un ritrovamento c. Nella Sala Studio dellAuditorium va in scena e la scenicit ha a che fare con questa performance il lavoro forse pi celebre di Francesco Filidei. Il titolo N.N., il sottotitolo In morte di Franco Serantini, anarchico. Filidei un quarantenne pisano da molto tempo in soggiorno allestero, soprattutto a Parigi, dove pu lavorare alle sue composizioni con quel tanto di agio che in Italia non avr mai. Vero piacere, quindi, la serata organizzata per lui da Musica per Roma. Sala gremita, non un posto vuoto. Sei vocalisti e sei percussionisti: ecco lorganico. Le scene o parti ma non c coreografia,

TEATRO

Valerio Aprea: In scena come atto politico


S.Cr. ROMA

Vicenda esemplare dei settanta, diventa un dramma pieno di suoni naturali reali e riprodotti
se non nella gestualit degli interpreti e in certi minimi movimenti e mascheramenti sono sette e seguono allincirca la vicenda di Serantini nel suo ultimo giorno di vita. Filidei un compositore specialissimo, certo tra i pi originali e spregiudicati nel panorama italiano. Ama utilizzare lacerti di rumorismo, suoni naturali reali o riprodotti, strumentari anomali, andamenti del tutto estranei ai canoni compositivi o classici o contemporanei. Cos la sua opera in musica, ma non chiamiamola melodramma, inizia con i suoni della manifestazione. Si ascoltano voci in borbottio e in glissando, sirene, battiti di mani, crescendo di tamburi. La seconda scena, che evoca la vana speranza che ha Serantini di dormire un po durante la notte in carcere, una delle pi belle. Delicata negli sfregamenti delle marimbe con gli archetti, nei vocalizzi brevi e troncati alternati alle fasce di suoni vocali tenuti, incantati. Si avverte la gran dottrina (la meno dottrinaria che ci sia) di Sciarrino, ma non c niente di male a riprendere aspetti della vocalit sciarriniana: semplicemente il punto da cui partire se si compone per le voci, oggi, linvenzione di un modo della vocalit che non si pu ignorare per il suo fascino, per la sua singolarit funzionale. Il lavoro procede tra episodi ritmici scanditi e magnifichi momenti di tempo sospeso ricco di punteggiature e richiami. Il Ready Made Ensemble (vocalisti) e il Pmce Ensemble (percussionisti), diretti da Tonino Battista, al loro meglio. Senza dubbio una interpretazione da segnare negli annali.

INTERVISTA Dalla scena indie al palco dellAriston, la strana ascesa dei pugliesi Marta sui Tubi

Con noi anche Mina si scopre underground


Serena Valietti

ieci anni di canzoni suonate come se fossero pezzi di metallo su quel tornio che il palco, rese roventi da centinaia di live e sempre pi solide e affilate perch i Marta sui Tubi non le hanno mai tenute ferme troppo a lungo. N fermi lo sono mai stati loro: Cinque, la luna e le spine, il loro quinto album, infatti, arriva dopo un tour da 140 date di un anno e mezzo, seguito da 100 mila spettatori. Giusto il tempo di incidere il disco, mixarlo, cambiare qualche frase allultimo e poi risaltare sul palco. Solo che alle spalle della band c ora unorchestra di cinquanta elementi e davanti a loro, oltre le telecamere, la platea dellAriston di Sanremo, dove ci troviamo davanti a un pubblico che ha let media dei nostri genitori spiega Giovanni Gullino, voce della band fondata con Carmelo Pipitone nel 2002, premiata nel 2004 al Meeting delle Etichette Indipendenti come miglior gruppo indipendente italiano per il debut Muscoli e Dei. In quel primo disco abbiamo cercato di fare tutto ci che si poteva con la ballata folk senza fare cantautorato spiega Gullino - cerchiamo di osare, di fare cose che ci rispecchino e di non fare album che siano luno la copia dellaltro. Fedeli a questa linea di cambiamento costante, proprio al Festival di Fazio, i Marta sui Tubi arrivano con un disco che Gullino definisce il nostro lavoro pi ambizioso e sperimentale, probabilmente quello meno adatto ad accompagnare la nostra avventura Sanremese. Questo disco di rabbia, redenzione e sensi di colpa suonato dai cinque Marta ormai in for-

Suonare con lorchestra ci d la spinta per spingere la nostra musica ancora di pi. Archi, fiati e timpani diventano un ponte tra loggi e la classica
mazione stabile comprende Vagabond Home, in cui i Marta attraversano la Manica, per la prima volta abbiamo scelto di fare qualcosa anche in inglese, lOceano per avviare in blues Tre, poi sorprendere con Grandine, dove la musica si apre a contrappunti di violoncello e archi. Quello che a Sanremo la norma, per la band di culto nel circuito indipendente italiano, sar ulteriore sperimentazione: suonare con lorchestra ci dar loccasione di spingere

la nostra musica ancora pi in l spiega fare musica con altre cinquanta persone grandioso: archi, fiati e timpani diventano un ponte tra ci loggi e le origini della musica classica. Suonare con unorchestra ti mostra come stare al mondo: c un tempo per tacere, uno per aspettare e poi arriva il tuo momento. E il loro momento con il pubblico della tv che ignora il ricco underground italiano sar questo Festival, dove i Marta presentano tre canzoni: a partire da Nessuno, conosciuta da tutti nella versione swingata di Mina, presa dalloriginale del 59 di Wilma de Angelis, ma riarrangiata con il sound anglofono di unItalia che stava cambiando. Con Antonella Ruggiero (venerd sera, nella serata dedicata ai classici ndr) proporremo una fusione di questi due pezzi, mentre dallalbum arrivano Vorrei, una confessione laica che si fa alla vita che non siamo stati capaci di affrontare e Dispari, una riflessione su ci che siamo e ci che vogliamo apparire sul web, in cerca di un successo sociale fatto di solitudini dispari davanti a un computer. Sul palco con i Marta anche Elio e le Storie Tese, Daniele Silvestri, Max Gazz al festival questanno, una scelta degli autori e di Fazio che mostra come si possa rinnovare Sanremo senza spendere milioni e scegliendo la qualit, molto alta anche negli ospiti come Veloso, Asaf Avidan e Anthony and the Johnsons, mi sarebbe piaciuto ci fossero anche Patrick Wolf e Sufjan Stevens. Magari non si avr lo share dato da Lady Gaga, per giusto che il festival si occupi di musica, prima che di spettacolo. Poi, dopo il festival, il 22 marzo si torna a girare in tour per lo stivale.

no scontro in una strana secondaria di una isolata periferia romana, vicina al raccordo anulare, senza nessuno intorno. Per terra feriti i due centauri con i loro scooteroni, di cui restano solo i rottami. Fumanti. lapertura shock di Qui e ora, testo e regia di Mattia Torre con Valerio Mastandrea e Valerio Aprea che dopo un mese di tour debuttano allAmbra Jovinelli di Roma dove saranno dal 14 febbraio al 3 marzo. Uno spettacolo: che racconta un paese senza concordia - come spiega il regista che ha gi allattivo numerosi testi teatrali e in tv ha scritto e diretto la serie cult Boris - in cui non c un vero senso della cittadinanza. Un testo che mette in luce una mancata coesione sociale e culturale nella quale confliggono i due personaggi. Un lavoro complicato nella stesura delle parti: per evitare una divisione manichea: destra, sinistra, buono cattivo. Qui e ora - che si riserva nonostante il tema trattato numerosi sipari comici - si fa testimonianza di tempi di crisi e insicurezza, dove anche il papa d le dimissioni... C un deficit di rappresentanza che d pochi spazi per la cultura. Una fase nella quale manca unidea precisa sul futuro. E il teatro pu servire?: Nonostante tutto spiega Valerio Aprea coinvolto nel progetto dallinsistenza di Mastandrea - credo che fare teatro sia unoperazione politica reale. Un modo di incidere sulla realt che coinvolge gli attori che recitano e il pubblico che verr ad assistere agli spettacoli. unazione di militanza con cui far rinascere il teatro in Italia e in particolare a Roma. Anche perch, sottolinea Mastandrea: Lintrattenimento puro diventato molesto, qualcosa di anestetico e, di questi tempi, vale come un reato di collusione. Ma per lattore rappresenta un momento per staccare dal cinema: Sono stato lanno scorso sul set per 252 giorni, avevo bisogno di tornare a confrontarmi. Quasi come se facessi delle analisi del sangue per capire come stanno i valori di quello che faccio.

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il manifesto

MERCOLED 13 FEBBRAIO 2013

COMMUNITY

le lettere

EMILIA ROMAGNA
Venerd 15 febbraio, ore 17 CONTRO LA CRISI PER IL LAVORO Un dibattito pubblico con Gianni Rinaldini - coordinatore nazionale de La Cgil che vogliamo, Bruno Papignani - Segretario regionale Fiom Emilia-Romagna, Claudio Grassi, candidato alla Camera in Emilia-Romagna per la lista Rivoluzione civile-Ingroia. Modera: Giusi Marcante, giornalista Radio Citt del Capo Sala consiliare, via dello Scalo, 21, Bologna

DALLA PRIMA
Christian Raimo

Comicit vecchia, come la politica


Il primo si rif ai comedians anni '80, Lenny Bruce o Bill Hicks (coloro che lo ispirarono per i programmi tipo "Te la do io l'America") da cui ha eliminato l'afflato libertario per conservare invece solo la vis accusatoria, una denuncia che spesso si riduce alla ricerca di capri espiatori. Anche per questo riesce a catturare il voto degli under 30, di coloro che sono cresciuti con il sarcasmo liquidatorio dei Griffin o di Beavis & Butthead. Berlusconi invece, lasciato il bramierismo barzellettaro, riesplora in repertorio della commedia scollacciata anni '70. Sa che c' un sacco di gente, soprattutto nella fascia over'60 che si concede volentieri una risata franca sui froci che sculettano, sulle tettone, sui fascisti buoni, sugli ebrei che se la sono cercata. Anche qui, l'elemento goliardico dell'autosberleffo viene completamente rimosso: la scena, da Santoro, della sedia pulita come l'uscita al Binario 21 si rivolgono a elettori euforici, disposti a essere scorretti e a darsi di gomito. Di fronte a lui per Berlusconi non incarna un Pierino indifendibile: ma con un gesto speculare al naso rosso di Grillo, come un Alvaro Vitali che si toglie i calzoncini e si infila il completo Caraceni. La comicit di Matteo Renzi forse quella pi contemporanea, anche se datata di fatto agli anni '90: il suo modello evidente (lo faceva notare in un bel pezzo recente Francesco D'Isa) un mix tra Panariello e Pieraccioni. Ossia il toscano cazzone che alla fine liquida le questioni con una battuta da adolescente, uno che finisce ogni frase con una specie di adagio del Benigni innocuo degli ultimi tempi: Si fa per ridere, eh. Il bacino di elettori che va a prendere proprio quello dei suoi coetanei, la "Generazione Bim Bum Bam" delineata da Francesco Aresu. La cosa incredibile che in un paese cos arretrato da un punto di vista retorico, tre comunicatori che emulano gli stilemi degli anni '70, '80 e '90 siano la novit di questa campagna elettorale, ma la cosa ancora pi incredibile che questo tipo di comunicazione metta in difficolt uno come Bersani. Tutto presi ogni volta nel ribadire che il piano informativo non quello performativo, strillando contro chi non cita i fatti, chi non manterr le promesse, chi demagogico.... Ma la sua strategia, su questo profilo, assurda: come rimproverare Arlecchino perch fa lo scemo in scena. Quale allora la contromossa da opporre agli attori, guitti o virtuosi che siano? Occorre rovesciare il meccanismo, o svelare il trucco. Avete presente il coup-de-theatre che i repubblicani avevano preparato nell'ultima convention americana: Clint Eastwood che fece un discorso livorosissimo a una sedia vuota? Beh, non ci volle molto a Obama per capire che non serviva smontare Eastwood argomento per argomento. Bastava mettere una foto su twitter, la nuca di Obama seduto sulla poltrona presidenziale e il messaggio: Questo posto occupato? Nel frattempo a Bersani consiglio almeno un ripasso di Seinfeld e Louie C.K., ci provi con il suo staff: in fondo non ci vuole molto per inventarsi contromosse del genere e lasciare le boutade sui cani adottati e l'Imu al repertorio di un vecchio guitto allultimo giro.

LAZIO
Mercoled 13 febbraio, ore 15 APPELLO JAZZ Un appello per il jazz e le musiche di oggi e per una maggiore considerazione di una disciplina musicale tra le pi creative dei nostri tempi. Questo lo chiedono i pi conosciuti musicisti di jazz in un appello (firmato ad ora da quasi 3 mila musicisti ed operatori) e sostenuto anche da personaggi dello spettacolo come Neri Marcor, Ottavia Piccolo, Serena Dandini, Stefano Benni e tanti altri. Tra i firmatari, Armando Trovajoli, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, Franco Cerri, Maria Pia De Vito, Stefano Di Battista, Paolo Fresu, Giorgio Gaslini, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Enrico Intra, Rita Marcotulli, Pino Minafra, Gianluca Petrella, Dino Piana, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Danilo Rea, Aldo Romano, Antonello Salis, Giancarlo Schiaffini, Bruno e Giovanni Tommaso, Gianluigi Trovesi. Agis, via Villa Patrizi,10, Roma Mercoled 13 febbraio, ore 18.30 CHI HA UCCISO CUCCHI? Una serata al Palazzo Occupato dove viene presentato il libro Chi ha ucciso Stefano Cucchi? di Luca Pietrafesa. Storia di un ragazzo di morte (in)naturale mentre si trovava nelle mani dello stato. Con lautore interverranno: Ilaria Cucchi, Nunzio DErme, Vittorio Antonini, Luca Blasi, Sandro Medici. Moderno: Guido Farinelli e Rino Fabiano. P.zza dei Sanniti, 9a, Roma

INVIATE I VOSTRI COMMENTI SU: www.ilmanifesto.it lettere@ilmanifesto.it

LOMBARDIA
Mercoled 17 febbraio, ore 17 VITALIT DELLA SCRITTURA Si tiene il terzo incontro del ciclo a cura di Giuliana Nuvoli e Maurizio Cucchi. Il nuovo appuntamento vede protagonista Laura Bosio. Casa della Cultura, via Borgogna, 3, Milano

TOSCANA
Sabato 16 febbraio, ore 15 NO ALLO SGOMBERO Manifestazione contro lo sgombero dellex-colorifici. Il concentramento fissato sabato a piazza Vittorio Emanuele. Pisa

UMBRIA
Gioved 14 febbraio, ore 18.30 ACTION MOB Un evento in azione (Action Mob for Mexz nel centro storico perugino in coordinamento mondiale con OneBillion Rising - un evento in azione che testimoni la volont forte di cessare questo atteggiamento discriminatorio e violento nei confronti delle donne e di qualunque essere umano, a nome di una comunit che vuole, e sente l'obbligo, di trasformarsi sempre pi in una societ civile, realmente democratica, accogliente e tollerante. Con il patrocinio del Comune di Perugia e della Consulta Regionale dell'Umbria. Piazza della Repubblica, Perugia Tutti gli appuntamenti vanno indirizzati al seguente indirizzo e-mail: eventiweb@ilmanifesto.it

Nell'anno 2000, a Raffaele Luise che raccoglieva di fatto il suo testamento spirituale, e gli chiedeva: Quindi la chiesa comunione, la chiesa popolo di Dio deve abbandonare il clericalismo e diventare compiutamente laica?, Don Benedetto Calati gi Priore a Camaldoli rispondeva: Necessariamente. Questa parola clericale deve essere scomunicata! La laicit, a riguardo, la vera parola evangelica. Ges laico, e pure la sua chiesa deve esserlo. Se c' una forte domanda che sorge dalla "modernit" del mondo umano, e angosciata, per quanto sia senza risposta, e che di fatto coincide con una esponenziale crescita della sua complessit, appunto umana, questa a mio parere proprio una domanda di laicit. Se Benedetto Calati da uomo di chiesa quale era, parlava di necessaria "scomunica" del "clericalismo" da parte della sua Chiesa, credo che mai come in questo torno di tempo, si avverta la necessit di mettere al bando il "clericalismo" dal mondo secolare. Clericalismo che nelle sue forme deviate ha sempre pi annichilito le missioni proprie di tutti i tipi di clero. Cleri dediti ormai solo alla propria sopravvivenza, che senza minimamente avvertire il diminuire del "vigore sia del corpo, sia dell'animo", che vigore necessario ad amministrare bene il ministero loro affidato, arrivano a consumare se stessi, e soprattutto i beni che ne giustificano l'esistenza. La scelta di Benedetto XVI di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a (Lui) affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, da tutti colta nella sua dimensione epocale, pu riverberare i suoi effetti solo sulla "chiesa di

Ges", e pur non essendo un adepto, mi auguro che accada nel senso indicato da Don Benedetto; ma potrebbe anche aprire una crepa nella ottusit della clericale coscienza del "potere", che incombe su tutto il mondo. La coincidenza poi della rinuncia di Ratzinger con il momento di fisiologico passaggio per una democrazia, quale la stagione elettorale che stiamo vivendo, offre a noi tutti, elettori ed eleggibili, l'opportunit di coglierne per tempo l'insegnamento, che, per quanto paradossale possa sembrare, vista la fonte, indica come sola strada che porta alla salvezza terrena della comunit degli umani, quella di una laicit senza aggettivi, che svuoti di ogni vocazione "clericale" gli sfiniti cleri che governano. Vittorio Melandri

inutilmente tiepida. L'Italia gronda di esempi sublimi, i Milani, i Balducci, i Turoldo, i La Pira, i Bello, i Saltini,tantissimi altri. solo dai calpestati che si pu ripartire; il resto la storia di carriere fredde e annunci eleganti,ma gli uomini chiedono ben altro. Cristiano Cant Pesaro

Forse niente pi di un Papa


che lascia il soglio riesce a sigillare l'ennesima amara ferita della precariet contemporanea,seppur su altri rispettosissimi crinali. I mille rivoli nei quali rintracciare le cause di una scelta tanto eclatante li sapr solo lui, ma resta nel fondo, come in una penombra chiara,non solo la storia di un uomo probabilmente stanco di un ufficio neanche desiderato, ma la grigia verit per la quale pochissimi studiosi,facciamo uomini, riescono davvero,a certi livelli, a far coincidere e sposare spirito e concretezza, soffio e praticit. Quando Agostino riflett su quanto fosse misteriosa la parentela fra spirito e corpo mise come poche altre volte a nudo la misera inconsistenza in cui ci getta il concetto di potere, i troppi nodi e i compromessi bassissimi cui deve far fronte non tanto un ruolo o una professione, quanto un carattere, un disordine di impulsi e purezze, un dedalo di contraddizioni permanenti che in nessun altro squarcio di realt concreta come nella chiesa mostra la sua deformata verit. Tolte le giuste e giustificate stanchezze personali, i consapevoli stati d'animo giunti al capolinea, Ratzinger la prova che la chiesa autentica solo se taglia e incontra la vita dal basso, se riparte da quegli orizzonti, dagli ultimi,dai reietti,dagli esclusi, dal samaritano davvero incarnato nella presa di due mani fiduciose e sincere e non nel vanitoso specchiarsi di una coscienza

In merito allo scandalo europeo della carne equina, Csi Compagnia Surgelati Italiana - proprietaria del marchio Findus in Italia, desidera chiarire che non in alcun modo coinvolta nella vicenda relativa alla carne di cavallo utilizzata nei prodotti lasagne che sono stati ritirati in altri Paesi europei. In relazione alla notizia relativa alla presenza di carne di cavallo nelle lasagne distribuite da Findus Uk, Csi Compagnia Surgelati Italiana - che detiene il marchio Findus in Italia desidera chiarire che non sussiste alcun collegamento tra il marchio Findus commercializzato in Italia ed il marchio Findus commercializzato in Uk e nel resto dEuropa. Csi,infatti, parte di Iglo Group Foods Ltd, che rappresentata dai marchi Birds Eye in Uk ed Irlanda e dal marchio Iglo nel resto dEuropa. Csi e FindusUk sono pertanto due societ diverse che offrono prodotti completamente differenti e sono di propriet di Gruppi differenti. Csi-Findus Italia tiene anche a ribadire che nessuno dei suoi prodotti contiene carne di cavallo. Grazie per la cortese attenzione, a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione. Cristina Fossati - Findus Italia Caro Direttore, con riferimento allarticolo pubblicato sul suo giornale lo scorso sabato a firma di Guglielmo Ragozzino dal titolo "Un gigante che ha tradito la sua storia", le sottoponiamo alcune osservazioni. Ci permetta intanto di dire che il ritratto che si rende di Eni

AVVISO

Avvisiamo lettrici e lettori che la rubrica Nuova finanza pubblica dora in poi uscir il venerd e non pi il mercoled.

il manifesto
DIR. RESPONSABILE norma rangeri CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE benedetto vecchi (presidente), matteo bartocci, norma rangeri, silvana silvestri, luana sanguigni il nuovo manifesto societ coop editrice REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, 00153 Roma via A. Bargoni 8 FAX 06 68719573, TEL. 06 687191 E-MAIL REDAZIONE redazione@ilmanifesto.it E-MAIL AMMINISTRAZIONE amministrazione@ilmanifesto.it SITO WEB: www.ilmanifesto.it TELEFONI INTERNI SEGRETERIA 576, 579 - ECONOMIA 580 AMMINISTRAZIONE 690 - ARCHIVIO 310 - POLITICA 530 MONDO 520 - CULTURE 540 TALPALIBRI 549 - VISIONI 550 - SOCIET 590 LE MONDE DIPLOM. 545 - LETTERE 578 iscritto al n.13812 del registro stampa del tribunale di roma autorizzazione a giornale murale registro tribunale di roma n.13812 ilmanifesto fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 07-08-1990 n.250 ABBONAMENTI POSTALI PER LITALIA annuo 260 semestrale 135 versamento con bonifico bancario presso Banca Etica intestato a il nuovo manifesto societ coop editrice via A. Bargoni 8, 00153 Roma IBAN: IT 30 P 05018 03200 000000153228 COPIE ARRETRATE 06/39745482 arretrati@redscoop.it STAMPA litosud Srl via Carlo Pesenti 130, Roma - litosud Srl via Aldo Moro 4, 20060 Pessano con Bornago (MI) CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICIT poster pubblicit srl SEDE LEGALE, DIR. GEN. via A. Bargoni 8, 00153 Roma tel. 06 68896911, fax 06 58179764 E-MAIL poster@poster-pr.it TARIFFE DELLE INSERZIONI pubblicit commerciale: 368 a modulo (mm44x20) pubblicit finanziaria/legale: 450 a modulo finestra di prima pagina: formato mm 65 x 88, colore 4.550 , b/n 3.780 posizione di rigore pi 15% pagina intera: mm 320 x 455 doppia pagina: mm 660 x 455 DIFFUSIONE, CONTABILIT. RIVENDITE, ABBONAMENTI: reds, rete europea distribuzione e servizi, viale Bastioni Michelangelo 5/a 00192 Roma - tel. 06 39745482, fax 06 83906171 certificato n. 7362 del 14-12-2011

allinterno del commento non ha nulla a che vedere con la realt dei fatti. Eni una societ italiana di 80 mila persone, che lavorano ogni giorno in 85 Paesi del mondo impiegando esperienza e capacit tecniche deccellenza, raggiungendo risultati spesso eccezionali. Il successo che Eni ottiene nei Paesi in cui opera deriva proprio dalla sua storia, da un approccio di orgine matteiana che oggi viene costantemente applicato, volto a sviluppare le risorse energetiche di quei paesi contribuendo contemporaneamente al loro sviluppo economico e sociale attraverso importanti inziative che puoi verificare nei nostri report e comunicazioni ufficiali. Queste sono le ragioni del successo di Eni, altro che tradire la propria storia. Siamo una compagnia autenticamente internazionale, con una struttura di governance che un punto di riferimento per interi settori industriali, con unarchitettura di controlli estremamente articolata e diffusa sul territorio. Lazienda peraltro impegnata a livello internazionale in importanti iniziative anti-corruzione. Vogliamo qui peraltro ribadire, rispetto ai fatti algerini oggetto di indagine da parte della Procura di Milano, lestraneit di Eni e del suo Amministratore delegato. Siamo orientati a soddisfare i nostri azionisti e il mercato, vero, come qualunque azienda quotata. Ma assolutamente falso dire che abbiamo perso la vocazione di fornire energia ai concittadini. Il nostro Paese, nel pieno rispetto del principio della concorrenza tra i vari soggetti economici italiani ed internazionali, ha chiesto nei fatti un passo indietro ad Eni nella sua fornitura di gas a cittadini ed imprese. Nonostante questo dato di fatto, e solo a titolo di esempio, Eni si adoperata con ogni sforzo possibile per le crisi Ucraino-Russa e libica, e grazie alla enorme competenza e capacit delle nostre persone siamo riusciti a riattivare in tempo record la produzione di gas da inviare allEuropa e allItalia, rimettendo in sicurezza il paese dal punto di vista degli approvvigionamenti. Questo ci stato universalmente riconosciuto ed stata unoperazione proprio a favore dei nostri concittadini. Cordialmente. Gianni Di Giovanni, comunicazione esterna Eni

FUORILUOGO

chiuso in redazione ore 21.30

tiratura prevista 49.662

Chiudono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari o riaprono i manicomi? Secondo la legge 9/2012, il 1 febbraio 2013 doveva essere concluso, da parte di governo e regioni (Asl e Dsm), il processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Al 31 marzo, la stessa legge fissa il termine entro il quale le misure di sicurezza non si eseguono pi allinterno degli attuali Opg. Il 28 gennaio scorso, il Ministro della Giustizia Paola Severino scrive a ciascun presidente di regione: Desidero sottoporre alla Sua attenzione la delicata situazione delle persone ospitate presso gli Opg, che - a partire dal prossimo 1 aprile dovranno trovare ricovero in strutture sanitarie regionali... vo-

I neo manicomi delle regioni


Stefano Cecconi
glia valutare lopportunit di assumere ogni iniziativa utile per poter accogliere e prestare le cure necessarie ai cittadini oggi ospitati presso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Poich per le scadenze stabilite dalla legge 9 non sono state rispettate e nessuna proroga stata decisa, si rischia di giocare oggi ad un pericoloso scaricabarile tra governo e regioni (e infatti, il 7 febbraio si svolta una tempestosa riunione del Tavolo Opg-Stato-Regioni, aggiornata al 26 febbraio prossimo); con le possibili conseguenze che abbiamo gi denunciato: proroga de facto degli Opg oppure pericolose soluzioni improvvisate. In pi, tutta lattenzione rivolta alle nuove strutture (i mini Opg regionali), anzich alle persone e ai percorsi di dimissione: diverse regioni hanno presentato (o stanno presentando) programmi per strutture pluri-modulari (ad es. accorpando due o tre moduli da 20 posti letto, fino a 40/60 posti letto). Altro che piccole strutture di transito verso le dimissioni... cos riaprono i manicomi. Per altro, non sono avvenute le dimissioni senza indugio delle persone per le quali cessata la pericolosit sociale, sancite solennemente dalla stessa legge 9; e lesecuzione del sequestro degli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino, decisa dalla commissione presieduta dal sen. Marino, stata rinviata a fine marzo. C unaltra questione, che il ministro Severino non tratta esplicitamente nella sua lettera: i magistrati, dove di-

sporranno lesecuzione delle misure di sicurezza per i nuovi casi dopo il 1 aprile? Eppure oggi ci sono a disposizione risorse aggiuntive per superare gli Opg: entro il 7 aprile ogni regione deve presentare un piano per il loro utilizzo. Sarebbe una beffa terribile se fossero utilizzate per chiudere gli Opg e riaprire manicomi. Ecco perch, ancora una volta, sollecitiamo Governo e Regioni a organizzare lassistenza alternativa allinternamento e, dove servisse, col ricovero in piccole strutture che non riproducano la logica manicomiale. Confermiamo la nostra richiesta di costituire unAutorit sugli Opg, dotata di poteri sostitutivi, come accadde per la chiusura dei manicomi. *StopOpg

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COMMUNITY

Parlamentari per conto di chi?

TARIFFE DELLACQUA

SE LAUTHORITY FA IL GIOCO DELLE TRE CARTE


Corrado Oddi

l principio del libero mandato parlamentare in un certo periodo della nostra storia si intrecciato con le ragioni stesse della democrazia; oggi appare, invece, sfumare la dimensione costituzionale dellistituto, sommersa da una cronaca avvilente. Ci si potrebbe ormai causticamente chiedere se sar il malcostume del transfugismo a uccidere la libert dei parlamentari e lautonomia del parlamento. Se si guarda alla reazione della politica, che si espressa nellirrigidimento dei regolamenti parlamentari e nella progressiva limitazione della libert del singolo deputato a favore di unassegnazione ai gruppi - in raccordo con il governo - dellintera dialettica parlamentare, dovremmo concludere che la prospettiva da molti auspicata quella di un mandato vincolato di partito. Al rapporto tra elettori ed eletto si andrebbe sostituendo un rapporto di stretta dipendenza tra eletto e partito di appartenenza. Ma ha veramente esaurito il suo tempo il principio del libero mandato? Per rispondere in modo argomentato alla domanda appare opportuno allontanarsi per un po dalla contingenza e ricordare come nasce la richiesta di liberare i rappresentanti dai vincoli del mandato. Il 30 giugno 1789 alcuni nobili, al fine di ostacolare le richieste del terzo stato, rifiutano di partecipare alle sedute dellAssemblea Nazionale appellandosi ai mandati imperativi ricevuti ed esprimendo lintenzione di tornare ai propri baliaggi per ottenere istruzioni. L8 luglio lAssemblea, accogliendo le tesi di Sieys, pone fine al sistema feudale dei mandati imperativi, con la seguente motivazione: lattivit dellAssemblea non pu venire sospesa, n pu essere indebolita la sua forza, a causa dellassenza di alcuni suoi rappresentanti. Era chiara leffettiva posta in gioco: la sopravvivenza stessa dellAssemblea e le sorti della rivoluzione. Il divieto di mandato imperativo venne dunque a porsi come una condizione necessaria per affermare la sovranit dellassemblea, assicurando ad essa lindispensabile autonomia; unautonomia da far valere non solo nei confronti degli altri poteri, ma anche, contestualmente, dai propri elettori. La natura chiaramente strumentale dellistituto, posto a garanzia dell'Assemblea, lasciava per aperto un problema essenziale: quello della responsabilit del rappresentante. Furono i giacobini a porre la questione nei termini pi chiari e radicali. Nel discorso Sul governo rappresentativo Robespierre fu il primo a evidenziare laltra faccia della rappresentanza politica: la libert dei rappresentanti non pu

Gaetano Azzariti
andare disgiunta dalla questione della responsabilit dei suoi membri nei confronti "del popolo sovrano". I mandatari tuoner il rivoluzionario francese devono rimanere lontani sia dalle bufere della democrazia assoluta sia dalla perfida tranquillit del dispotismo rappresentativo. Da allora la storia della rappresentanza politica, ed in essa del libero mandato, si costantemente interrogata sul modo per tenere aperti i canali tra la societ civile e i soggetti che la rappresentano. Senza potersi soffermare su i diversi passaggi storici, basta qui rilevare come una cesura netta si prodotta con lavvento delle democrazie pluraliste. Laffermarsi del suffragio universale, facendo svanire il mito dellomogeneit sociale, impose alla rappresentanza di dare voce alla divisione pluralistica della societ. Non ce lavrebbe fatta la rappresentanza politica a sopravvivere a se stessa, se non fossero apparsi sul proscenio della storia i partiti politici di massa, perch per lungo tempo furono essi i grandi registi del gioco democratico. Fu grazie alla loro capacit di mediazione delle diverse istanze sociali entro la sfera istituzionale che si costru lo Stato democratico e pluralista del Novecento. Limpatto dei partiti di massa fu enorme. La loro forza attrattiva fin per assorbire per intero la rappresentanza, e fu cos che il rapporto di rappresentanza, sino allora caratterizzato da due termini, lelettore e leletto, venne mediato da un terzo, il partito. Non si trattava pi di chiedersi se il mandato dovesse considerarsi libero o vincolato rispetto al "popolo sovrano". Ci si doveva pi realisticamente chiedere se una qualche autonomia dei singoli parlamentari si poteva esprimere nei confronti dei partiti di appartenenza ovvero se si fosse venuto a definire un "mandato imperativo di partito". Al riguardo due precisazioni appaiono determinanti. In primo luogo, volgendosi al passato, non pu esservi dubbio che la pretesa dei partiti di condizionare il mandato discendeva dalla straordinaria legittimazione sociale che essi avevano storicamente conquistato. Nessuno, infatti, poteva negare che i partiti rappresentassero realmente il mezzo attraverso cui i cittadini concorrevano a determinare la politica nazionale. Nessuno poteva affermare il carattere esclusivamente autoreferenziale dei partiti. In secondo luogo, il forte condizionamento dei rispettivi partiti di

questa discrasia. Il permanere delle esigenze non pi sorrette dalle condizioni storiche reali non pu appartenenza sui singoli parlamenche portare a una scarsa tenuta tari la stringente "disciplina di delle logiche - ad una fragilit partito" - stata a lungo mitigata dei mandati. dallessere questa, per lo pi sponLa disciplina di partito continua taneamente accolta, in ragione delinfatti a operare, sebbene su pi esila visione politica collettiva. Una dili fondamenta. Privato di un orizsciplina dettata da principi e ideali zonte ideale e della comunit di apcomuni, cui i singoli parlamentari partenenza, il singolo parlamentaaderivano e non solo ubbidivano. re continua a svolgere il suo mandaIn queste condizioni, e fatte salve to entro un organo politico ove rile sue patologie, pu sostenersi che mane immutata la richiesta di discila disciplina di partito, anzich ostaplina, ed egli continuer ad ubbidicolare, si sia posta, di fatto, al servire, ma non pi per adesione, semzio della rappresentanza pluralistimai per convenienza. In ragione ca della societ. cio di valutazioni tattiche del ragQuesto stato vero almeno fin gruppamento cui si parteggia, non pi invece in nome di un disegno straDal mandato "imperativo" tegico, magari utodel 1789 alla sovranit pico, ma pur sempre in grado di condellAssemblea, ai partiti di massa ferire pathos civile fino alla loro crisi e al prevalere ed ethos politico a scelte altrimenti sodelle ragioni di "convenienza" lo freddamente radel singolo parlamentare zionali. Tanto pi forte la richiesta tanto che il parlamento stato il di disciplina da parte dei capigrupluogo della rappresentanza politipo, tanto meno sentita lesigenza ca effettiva, il teatro reale del comdi disciplinamento da parte degli promesso e dellunificazione deleletti che operano in base ad una le politiche nazionali. Oggi non magari legittima - convenienza popi cos. litica del momento, che non impeSono le condizioni storico-congna il domani. Questo spiega molcrete a essere mutate. Assai diverto dellesecrabile transfugismo. se sono le interpretazioni del muMa alla crisi della rappresentantamento intervenuto, per nessuza politica che bisogna guardare. no nega la profondit delle trasforCredo sia giunto il tempo di adopemazioni in atto, che riguardano rarsi per riattivare una dinamica altutti e tre i soggetti del triangolo la nostra politica ormai smarrita e della rappresentanza (eletti, eletsenza qualit, dotando di senso il tori, partiti). suo agire. Solo allora lorganizzazioNon c bisogno di inoltrarsi nelne del parlamento e, al suo interla sterminata letteratura sulla crisi no, la disciplina dei parlamentari dei partiti per riconoscere che la potroverebbe una rinnovata ragione sizione di questi entro il sistema dunit e rispetto. della rappresentanza si andata smarrendo. Cos come anche facilmente riscontrabile la parallela crisi dei rappresentanti, trasformati in leader senza popolo, se non malauguratamente in simboli del privilegio del potere dispotico. N, infine, i rappresentati sono passati Proteste operaie indenni attraversando la tempesta in Francia della storia, basta constatare il loro sempre maggior distacco dalla comunit politica. Tutto ci ha fatto venir meno le PARIGI condizioni che avevano contrassegnato il rapporto elettori ed eletti, e CRISI DELLAUTO quello tra elettori e partito, nellItaUn operaio si arrampica sulla lia repubblicana. Non pu dirsi pefacciata del quartier generale di r che siano venute meno, perci Psa a Parigi per protesta contro solo, le due esigenze che abbiamo la chiusura della fabbrica di visto porsi a fondamento della liAulnay. In precedenza gli operai bert di mandato: da un lato le gaavevano protestato davanti a ranzie di autonomia dellorgano Goodyear-Dunlop contro lo stop rappresentativo, dallaltro la necesallo stabilimento di Amiens. sit di far valere una responsabilit foto philippe wojazer-reuters dei rappresentanti. Il punto vero di caduta allora pu essere individuato proprio in

opo la sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso, che con grande nettezza era intervenuta per dire che non si poteva aggirare lesito del primo referendum sullacqua e i servizi pubblici quello che ha abrogato lobbligo alla privatizzazione - ora il parere del Consiglio di Stato di qualche giorno fa, con altrettanta chiarezza, afferma che non si pu eludere il risultato del secondo referendum del giugno 2011, quello che ha abrogato la remunerazione del capitale nelle tariffe del servizio idrico, e che, dunque, i cittadini vanno rimborsati del 7% che i gestori hanno continuato ad incassare, almeno dal luglio al dicembre 2011. Ebbene, che fa lAuthority dellenergia e del gas di fronte a quel pronunciamento? Semplice, si attiva dal giorno dopo per riuscire ad aggirarlo e a non rispettarlo. Lo fa appoggiandosi ad un proprio provvedimento, quello che dalla fine del dicembre scorso ha definito il nuovo metodo tariffario 2012-2013, anchesso assolutamente illegittimo e costruito in violazione dellesito referendario. Il gioco delle tre carte presto squadernato: non c pi la remunerazione del capitale investito, si riconosce una nuova voce tariffaria relativa agli oneri finanziari e fiscali e i rimborsi, semmai, si calcolano come differenza tra la precedente remunerazione del capitale e il nuovo costo della risorsa finanziaria. Nella sua definizione, poi, la voce oneri finanziari non calcolata come elemento di costo, fatto che sarebbe legittimo, e sul quale semmai si tratterebbe di fare una discussione sul come coprirlo (con la tariffa, oppure con la finanza pubblica o la fiscalit), ma viene costruita come vera e propria remunerazione del capitale, sia di quello preso a prestito ma anche di quello proprio. Risultato finale: la vecchia remunerazione del capitale valeva il 7% sul capitale investito, i nuovi oneri finanziari (o meglio la nuova remunerazione del capitale) valgono il 6,4% sul capitale investito, alla maggioranza assoluta dei cittadini italiani che con i referendum hanno detto che bisogna togliere il profitto del servizio idrico lAuthority risponde che al massimo, dal luglio 2011 e per sempre, si pu arrivare a fare uno "sconticino" dello 0,6%! La mobilitazione del Forum italiano dei movimenti per lacqua contro questo palese tentativo di snaturamento della volont referendaria gi iniziata e andr avanti: il 25 gennaio si sono tenute iniziative nella gran parte delle citt del Paese, ci predisponiamo a ricorrere in sede di giudizio contro il metodo tariffario 2012-2013, contrasteremo questultima truffa dei finti rimborsi del 2011, intensificheremo ulte-

riormente il livello della nostra mobilitazione. Ci che per ora mi interessa evidenziare il ruolo che, in tutte queste vicende, sta giocando l Authority per lEnergia Elettrica e il Gas: se gi discutibile e, per quanto mi riguarda, non condivisibile - assegnare ad unentit terza questioni cos rilevanti come la fissazione delle tariffe, che ha molto a che fare con il finanziamento di un servizio pubblico essenziale com il servizio idrico e quindi con il fatto di contribuirne a determinare la natura, se orientata ad una finalit pubblica o curvata su interessi privatistici, cosa dire allora se poi essa, nel concreto, viola pronunciamenti referendari e ne ostacola lattuazione, in spregio a ci che affermano fondamentali organi di garanzia, e costruisce soluzioni che sono sfacciatamente a favore dei soggetti gestori e alle loro esigenze di profitto? E fatto altrettanto inquietante - cosa pensare a proposito dellindipendenza di unAuthority che si sostiene economicamente con le risorse che provengono dai soggetti gestori, gli stessi che dovrebbe controllare, situazione che non ha eguali in Europa, dove invece esse sono finanziate dalla fiscalit generale? solo un pensiero malevolo oppure, sulla base dei fatti concreti che emergono dalle scelte che lAuthority sta compiendo, si pone una questione rilevante dellautonomia e dellindipendenza di questa struttura? Non sarebbe ora che la politica si interrogasse su questi punti? E, soprattutto, non sarebbe ora che questa discussione la si potesse fare con il campo sgombro, e cio con il ritiro di tutti i provvedimenti presi e annunciati che contrastano il rispetto dei referendum e la volont della maggioranza assoluta dei cittadini italiani? Ps. Ad Erasmo D Angelis, presidente di Publiacqua Firenze, che intervenuto nei giorni scorsi per dire che non esiste il problema dei rimborsi del 2011, voglio solo ricordare che anche noi sappiamo leggere i documenti e i bilanci aziendali, che Publiacqua, nel semestre lugliodicembre 2011, ha incassato 13 milioni di euro a titolo di remunerazione del capitale e che, sempre stando al bilancio 2011, il saldo della gestione finanziaria, ammesso e non concesso che sia tema pertinente, presenta un lieve avanzo. Ce n di che da ridare indietro ai cittadini, caro DAngelis! Fp Cgil - Forum Italiano Movimenti per lAcqua

Aulnay non chiuder

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LULTIMA

storie
NON SOLO MPS. UN CASO MINORE
Francesco Pirr

on c solo il caso Monte Paschi in Italia. Anche nelle province pi appartate della penisola si registrano episodi che, forse pi di quelli al centro dellattenzione mediatica, suggeriscono il quadro di un paese che sembra sprofondare sotto il peso del malaffare e della cattiva gestione di tutti i giorni. C uneccessiva vicinanza tra potere economico e politico e un ceto di funzionari pubblici e privati che sembra dedito prevalentemente ai propri interessi monetari, mentre sono carenti i meccanismi di controllo allinterno del sistema. Prendiamo, ad esempio, il caso della Banca delle Marche, le cui vicende non hanno avuto grande attenzione sui media, ma che, nellultimo periodo, stata al centro di problemi di non poco conto. La banca, come apprendiamo dal sito internet dellazienda, stata costituita tra il 1994 e il 1995 attraverso un processo di fusione tra le Casse di Risparmio di Macerata, Pesaro e Jesi. Gli azionisti principali sono le Fondazioni che fanno riferimento alle tre entit citate. Esse detengono complessivamente il 55,8% del capitale, mentre il gruppo Intesa San Paolo possiede il 5,8% e la Fondazione Carifano il 3,3%. Circa il 32% dello stesso capitale poi distribuito tra circa 40.000 azionisti. La banca presente, oltre che nella Marche, in Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Molise e pu contare su circa 3.000 dipendenti. Il sito sottolinea anche come la banca si classifichi al nono posto nella lista delle grandi banche del paese, al terzo posto come redditivit, ancora al terzo posto come produttivit. Sin qui le notizie ufficiali. Ricordiamo anche che la banca un importante motore dello sviluppo dellarea marchigiana. Ma sui media locali e nazionali troviamo notizie di un altro tenore. Cominciamo dal luglio scorso. Dal sito www.cronachemaceratesi.it del 25 luglio 2012 apprendiamo che si era alla vigilia delle dimissioni di Massimo Bianconi, lallora direttore generale del gruppo, nonch suo leader indiscusso, dimissioni poi confermate. Ci informa larticolo, che riporta peraltro notizie anticipate in un articolo dello stesso giorno del Corriere della Sera, che le dimissioni erano da collegare a una raccomandazione fatta in tal senso della Banca dItalia, dopo le ispezioni presso gli uffici dellistituto marchigiano. Tali ispezioni avevano in particola-

SCANDALO DI PROVINCIA
Gli affari immobiliari sospetti del direttore generale, un giro di assegni anomalo, i rapporti con Coppola e Ricucci, due inchieste della magistratura e una interna. Con Bankitalia che fa dimettere lintero management della Banca delle Marche e il possibile aumento di capitale per turare le falle. Una storia passata sotto silenzio
era poi fallito. Da rilevare che la Banca delle Marche aveva copiosamente finanziato lo stesso gruppo. La transazione aveva avuto una coda con un giro di assegni anomalo e peraltro loperazione era stata almeno in parte finanziata da unaltra banca, anchessa poi finita nel mirino della Banca dItalia. Come appare dal commento di un lettore allo stesso articolo datato 25 luglio, erano anche emerse della altre operazioni dubbie. Viene in effetti ricordato che altri giornali nazionali, in particolare lEspresso, avevano segnalato rapporti poco chiari tra il direttore della banca e persone quali Coppola e Ricucci. Dalla stessa fonte apprendiamo che nel 2006 la moglie di Bianconi aveva acquistato per 1,5 milioni di euro un immobile che il giorno dopo aveva affittato a una banca, secondo il metodo a suo tempo collaudato dallo stesso Ricucci. A Londra poi la famiglia Bianconi possiederebbe immobili per due milioni di euro. Nessuno sembrava sapere, daltro canto, quanto guadagnasse Bianconi. Si soltanto a conoscenza che il nuovo direttore, Luciano Goffi, guadagna pi o meno un terzo del suo predecessore. Veniamo poi informati che il vecchio capo lasciava la banca con una cospicua liquidazione. Poi arriva settembre, e la Banca dItalia infligge una multa di 208 mila euro ai membri del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale e al direttore generale per carenze nellorganizzazione e nei controlli interni. Ancora il sito www.cronachemaceratesi.it, in data 6 settembre 2012, informa che la Banca dItalia suggerisce anche la sostituzione del vicepresidente della Banca, Federico Tardioli, perch il soggetto appariva privo di uno dei requisiti indispensabili per ricoprire il ruolo; in effetti il mestiere di Tardioli, prima di entrare nel mondo della Banca delle Marche, era stato quello di anestesista allospedale di Jesi. La stessa richiesta di dimissioni Banca dItalia avanzava poi per due consiglieri della Cassa di Risparmio di Loreto, unentit controllata dalla Banca delle Marche, perch anchessi apparivano privi dei requisiti professionali minimi. Naturalmente il nuovo direttore ha fatto poi le cose che fanno di solito i manager nuovi arrivati, licenziando i dirigenti fedeli al vecchio assetto e maneggiando gli scheletri nellarmadio. Con larrivo del 2013, si ventila la dipartita di tre vicedirettori dellistituto alcuni clienti dellistituto particolarmente esposti, e una interna alla banca con lo stesso obiettivo. Si sarebbero concessi troppi finanziamenti a un numero limitato di persone. La stampa locale ora teme che la Banca non ce la faccia a risalire la china da sola e che quindi, dovendo forse essere costretta a un aumento di capitale, sia obbligata a far entrare nella compagine azionaria in posizione preminente qualche istituto di dimensioni nazionali, come del resto auspica Moodys. Quello che sorprende il generale silenzio intorno a questa vicenda. Dei media e della politica, soprattutto regionale. Lo sottolinea un comunicato di Rivoluzione Civile delle Marche del 30 gennaio 2013, seguito da un commento del comitato locale di Chiaravalle e della bassa valle esina. C una convivente disattenzione da parte degli enti locali e delle fondazioni, afferma il comunicato, sulla governance dellistituto. In particolare, sulla sostituzione del direttore generale Bianconi, fino allultimo omaggiato in tutti i modi dalla politica regionale e "compreso" dalle organizzazioni sindacali di categoria. Una cronaca di ordinaria cattiva amministrazione, una gestione sbagliata degli affari di una comunit che potrebbe avere gravi conseguenze. E che lascia dubbiosi sulla possibilit che il paese trovi in s le forze per scuotersi dalla crisi.

Marche

e larrivo di nuovi dirigenti di fiducia del direttore. A questo episodio sembra collegata la modifica improvvisa in bilancio dei criteri di valutazione dei crediti a rischio e delle quote di accantonamento. Cos, mentre a suo tempo, sotto la vecchia direzione, era stato annunciato un utile per il primo semestre pari a circa 43 milioni di euro, ora si pensa che lesercizio 2012 si chiuder, a sentire le voci, con una perdita di ben 300 milioni di euro, unenormit per una banca di quelle dimensioni. Nel gennaio 2013 ecco che Moodys declassa la banca di cinque livelli in una volta sola. Lagenzia di rating sottolinea il basso livello di capitalizzazione dellistituto, la presenza di un ridotto grado di copertura dei crediti dubbi, unalta concentrazione di crediti sul settore immobiliare, come riferisce sempre il sito www.cronachemaceratesi.it questa volta in data 26 gennaio 2013; avrebbe pesato sul declassamento anche lannuncio effettuato dalla stessa banca di una perdita per il 2012. La linea ufficiale dellazienda di fronte a questi avvenimenti appare quella di minimizzare, negare, tranquillizzare. Al momento delluscita di Bianconi lazienda parla di un accordo pienamente consensuale, il cui percorso era gi stato definito da tempo le scelte private di Bianconi non sono mai entrate in conflitto con le scelte di Banca Marche. In un comunicato a proposito dellintervento di Moodys essa vede nel declassamento del rating uno stimolo per la crescita e nelle dimissioni dei dirigenti un naturale ricambio della squadra di direzione. Le ultime notizie si veda un articolo pubblicato il 7 febbraio dal Resto del Carlino, pagine di Macerata fanno riferimento a due indagini in corso, la prima da parte della magistratura, attesa ad accertare la posizione di

IN ALTO, LENTRATA DI UN CAVEAU. QUI SOPRA UNA DELLE FILIALI MARCHIGIANE

re riguardato gli affari immobiliari di Bianconi. Sua moglie aveva comprato due anni e mezzo prima una palazzina nel quartiere Parioli a Roma per 7 milioni di euro. Il venditore era stato Vittorio Casale, immobiliarista, che aveva la sede sulla stessa strada e che

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