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CORSO DI LAUREA:

RELAZIONI INTERNAZIONALI
E DIRITTI UMANI

SIMONE GRILLO

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
INDICE

1. AIDS
2. STORIA DEL VIRUS ED INTERVENTI ISTTUZIONALI
3. EVOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLE DROGHE
4. EVOLUZIONE DEL CONSUMO DELLE DROGHE
5. POLITICHE DELLE ASSOCIAZIONI
6. POLITICHE ISTITUZIONALI
7. DROGA ED AIDS NEL MONDO
8. LO SVILUPPO DELLE DROGHE NEL MONDO (breve trattazione per continenti)
9. CONCLUSIONI
10. BIBLIOGRAFIA (pseudo-bibliografia)

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
L’AIDS
Il virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana) è un RETROVIRUS cioè un virus RNA che
attacca alcune cellule del sistema immunitario (principalmente i linfociti C4 importanti per la
risposta immunitaria), indebolendo il sistema immunitario fino ad annullare la risposta contro virus,
batteri, protozoi e funghi.
La distruzione del sistema immunitario crea una sindrome chiamata AIDS (sindrome da
immunodeficienza acquisita)
La persona soggetta al virus subisce le infezioni di cui generalmente esso è portatore:
• infezioni da batteri e protozoi che causano polmoniti, tubercolosi, colpiscono il sistema
cerebrale, l’occhio.
• Infezioni da virus tra cui Herpes, infezione da CitoMegaloVirus e HHV-8
• Tumori delle ghiandole linfatiche, linfonodi, Sarkoma di Kaposi
• Infezioni micotiche tra cui è frequente l’infezione da Candida, n fungo che nelle persone
immunodepresse si può sviluppare in bocca, nell’esofago e in altre pari del corpo.
Quando una persona entra in contatto con l’HIV può diventare sieropositiva, il che può verificarsi
dopo un certo periodo definito “periodo finestra” (della durata massima di sei mesi); la persona
Sieropositiva è la persona che presenta la positività alla ricerca di anticorpi dell’HIV nel siero. Il
test va in ogni caso ripetuto a distanza di sei mesi calcolati a partire dall’ultimo episodio considerato
a rischio.
Il primo test compiuto è il test ELISA, cui seguono altri test (ad es. quello della conta dei linfociti
CD4 per verificre il danno al sistema immunitario) tra cui il WESTERN BLOT, più sicuro ma poco
utilizzato perché costoso.
Va aggiunto, che è da poco disponibile un esame molto importante che misura la quantità di virus
(copie di RNA virale) nel siero; un esame fondamentale perché permette tra l’altro una verifica
indiretta dell’efficacia dei farmaci antiretrovirali.
Una persona con gravi danni al sistema immunitario e che presenta infezioni opportunistiche, si
vede diagnosticare l’AIDS.
In realtà, va detto che si può stare meglio in condizioni di AIDS conclamato che non in
sieropositività, tuttavia, la distinzione tra i due termini è nata negli USA per motivi assicurativi.
L’infezione può essere trasmessa :
Per via EMATICA, tramite trasfusione di sangue infetto; inoltre, lo scambio di siringhe (mentre
invece l’iniettarsi droga con siringhe nuove non trasmette alcun virus ma può portare a
comportamenti a rischio come lo scambio di siringhe)
Per via SESSUALE, tramite comportamenti a rischio (sesso non protetto, o pratiche sessuali che
interessano parti del corpo soggette a ferite)
Per via VERTICALE, per cui la madre può trasmettere il virus al figlio durante la gravidanza, al
momento del parto o durante l’allattamento; tuttavia il rischio s riduce fortemente se la madre sta
seguendo un trattamento a base di antiretrovirali (fino a –10%); il bambino eredita gli anticorpi
della madre, perciò può nascere sieropositivo ma non avere il virus (e tornare sieronegativo durante
i primi mesi di vita).
Altro elemento che riduce fortemente il rischio di trasmissione del virus è il parto cesareo
Sostanzialmente, si può dire che l’AIDS trova uno sbocco importante per la sua diffusione nei
comportamenti sociali, ed è dunque partendo dai comportamenti sociali che bisogna partire per
favorire la prevenzione.
IL RISCHIO PARTICOLARE PER LE DONNE
Le donne sono un soggetto maggiormente a rischio per ciò che riguarda il contagio, a causa della
conformazione della vagina e del suo lungo contatto con lo sperma, che tra l’altro contiene un
numero di virus maggiore rispetto alle secrezioni vaginali, che penetrano più facilmente a causa
della maggior possibilità da parte della donna di avere microlesioni in punti sensibili.
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Al di la di questioni mediche, sono soprattutto le tendenze cultuali e sociali a rappresentare un
problema, infatti i partner maschi ritengono il rapporto non protetto una forma di fedeltà o fiducia, e
le donne, specie se provenienti da ambienti degradati economicamente e culturalmente, in cui la
donna non ha una indipendenza economica ne all’interno della coppia, si rassegnano a tale
convinzione maschile; inoltre pare che chiedere all’uomo l’uso del profilattico generi nelle donne
un senso di disagio o di paura, e si considera anche imbarazzante il possesso e l’acquisto degli
stessi.

STORIA DEL VIRUS E DEI RELATIVI INTERVENTI (ISTITUZIONALI E NON) IN ITALIA E


NEL MONDO

Si ritiene che l’infezione dell’uomo abbia avuto origine in Africa Centrale tra il 1955 ed il 1965, da
un adattamento del virus animale che colpisce gi scimpanzé; da qui, la trasmissione all’uomo
sarebbe avvenuta grazie alla caccia tribale.
In Italia, nel 1954, si affronta per la prima volta il problema delle Tossicodipendenze, con una
norma che vieta tassativamente l’uso di qualsiasi sostanza.
L’infezione sarebbe a lungo rimasta confinata nella zona fina alla fine degli anni 70, quando si
diffuse nei Caraibi, in alcune città USA ed infine nel Nord-Europa; gli scambi commerciali ed il
passaggio di emoderivati avrebbe poi favorito il diffondersi della malattia.
Al di là delle possibili tesi sull’origine della malattia, si sa per certo che nel 1980, Michael Gottieb,
ricercatore dell’Università della California,svolgendo una ricerca sul sistema immunitario, si
imbatté nella cartella di un paziente affetto da un raro tipo di polmonite dovuto al microbo
“Pneumocystis crinii” che generalmente colpiva sistemi immunitari depressi; in seguito scoprì tre
casi analoghi in cui si potevano riscontrare bassi livelli di linfociti T; i pazienti avevano in comune
soprattutto l’essere omosessuali attivi. Negli USA i casi continuarono a svilupparsi sino a ricevere
la definitiva divulgazione universale grazie agli articoli del “New York Times”
In Italia il dibattito sulla questione sessuale e il tema delle Tossicodipendenze fu segnato da
profonde lacerazioni ideologiche e la questione emerse solo grazie ai movimenti degli anni settanta
e alle leggi che in forza di esse vennero emanate.
Nel 1971 venne emanata la legge che liberalizzava la propaganda sugli anticoncezionali, anche se la
sua applicazione (come vedremo) sarà contraddittoria.
La legge 685 del 1975, introduceva la possibilità di consumare modiche quantità di determinate
droghe ad uso personale, portando così alla distinzione tra piccolo spacciatore e trafficante.
Sostanzialmente la legge considerava il consumo di droga un illecito ma il tossicomane non veniva
sanzionato per favorirne l’uscita dalla clandestinità e il rivolgersi ai centri di cura; il testo di legge,
infatti, prevede anche l’intervento di medici (anche con la somministrazione di sostanze come il
metadone) , sociologi, psicologi che si occupassero del singolo caso, mentre nei casi gravi era
previsto il ricovero in ospedale; erano previste anche attività di prevenzione ed educazione sanitaria
per gruppi a rischio; il 1978 vede la nascita a livello regionale delle strutture per la cura,
prevenzione da Tossicodipendenze e malattie psico-sociali evitando il più possibile (grazie allo
svilupparsi della teoria della Deospedalizzazione (il cui principale ispiratore fu Franco Basaglia)
l’internamento in strutture.
Intanto inizia l’opera di informazione grazie alle scuole e nascono all’interno del Servizio Sanitario
Nazionale gli sportelli per le Tossicodipendenze, finanziate dalla legge 297/1985.
A tutt’oggi il sistema italiano per la lotta alla Tossicodipendenza è una specie di “giungla
assistenziale” cioè un insieme di tanti servizi pubblici e privati (caratterizzati anche da presupposti
ideologici diversi) che operano in totale autonomia senza neppure obiettivi comuni; non va tuttavia
dimenticato che le grandi iniziative legislative sono state il frutto di una stagione importante in cui
la popolazione civile ha chiesto ed ottenuto di entrare nella gestione della salute pubblica
partecipando alle decisioni e, tramite Referendum ma soprattutto manifestazioni, sancire la libertà
dei comportamenti sessuali.
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Nel 1982 lo studioso Bruce Voeller conia per la prima volta il termine AIDS.
Nel 1983, il Retrovirlogo francese Luc Montagnier, dell’Istituto Pasteur di Parigi, coltivando in
laboratorio le cellule di un paziente omosessuale con linfonodi infrossati (ma senza sintomi di
AIDS) riesce ad isolare un nuovo retrovirus che chiama LAV (Lynphoadenopathy-associated
Virus); nel promuovere la sua ricerca invia campioni ai vari scienziati tra cui lo studioso
statunitense Robert Gallo; quest’ultimo nel 1984 annuncia la scoperta di un retrovirus simile al
LAV .
Divampa la polemica aizzata dai giornali sulla somiglianza impressionante tra i due retrovirus,
avvallata da molti scienziati che sostengono che essi provengano da cellule di uno stesso malato;
sarà necessario un accordo politico tra i Presidenti Jacques Chiraq e Ronald Regan per definire
ufficialmente l’eguale merito dei due studiosi (ma la scienza acclamerà lo studioso francese, anche
perché palese appaiono le motivazioni commerciali dell’accordo); nello stesso anno si associa al
termine AIDS il termine più tecnicamente corretto di HIV (Human-Immunodeficiensy Virus).
Già nel 1985 si affermano i primi test per l’individuazione di anticorpi al virus, mentre negli USA
aumentano i casi con un picco di decessi pari a 12.592.
Nel 1986 il primo prospetto informativo americano mostra l’importanza di rendere noto il
problema, che viene connesso ai rapporti sessuali; intanto Montagnier annuncia la scoperta di un
nuovo retrovirus, l’HIV 2.
La Conferenza di Washington del 1987, mostra la pericolosità della dipendenza per via endovenosa
e l’importanza dell’uso del preservativo.
L’FDA (organismo USA che autorizza l’immissione in commercio di farmaci) riduce i tempi di
applicazione e commercializzazione del primo farmaco anti-AIDS: L’AZT, la cui funzione è quella
di interrompere la sintesi del DNA.
Nonostante la scelta di scartarlo per via della bassa selettività e dell’alta selettività, fu la richiesta
forte degli attivisti a spingere verso l’impiego di un farmaco che mostrerà soprattutto effetti
collaterali.
Nel 1988 la Conferenza sull’AIDS di Stoccolma, proclama il 1°dicembre “giornata mondiale
AIDS”; nello stesso anno, in Italia, il sangue destinato a trasfusioni viene sottoposto a screening per
il virus HIV
All’inizio degli anni novanta l’Italia torna a muoversi anche nel campo delle tossicodipendenze
attraverso le leggi 162 (che istituisce i SERT e le sue politiche) e la legge 195.
Il 1990 segna però una svolta autoritaria sul tema delle tossicodipendenze che sostiene
l’impossibilità dell’esistenza del tossicomane, il quale è costretto a scegliere tra la persecuzione
penale o la cura in centri specializzati.
Nel 1993, un Referendum elimina la responsabilità penale ma mantiene la possibilità di sanzioni
amministrative e l’ammonizione da parte del Prefetto a frequentare un centro.
Nel 1991, alla Conferenza Mondiale di Firenze viene approvato un nuovo farmaco: la DDL
(didanosina), e un anno dopo, a Amsterdam la DDC (zalcitabina); nel 1994 è la volta del d4t, scelto
alla Conferenza di Yokohama.
Nel 1996, dal fallimento delle vecchie terapie, viene approvata l’ HAART.
In un anno di impiego, con il calo di casi conclamati, sembra essere stata trovata la giusta strada, ma
già nel 1998 si registrano fallimenti terapeutici: l’HIV mostra resistenza ai farmaci e l’adesione
diventa il punto debole della terapia (una persona in cura deve assumere trenta pastiglie al giorno ad
orari fissi.
Negli ultimi anni sono stati approvati nuovi farmaci che però hanno più che altro mostrato effetti
collaterali (specie sulle donne in gravidanza), mentre è stata confermata l’importanza del
preservativo contro la diffusione del virus per via sessuale.
E’ interessante notare il ruolo assunto negli ultimi anni dalle Campagne Informative in tutti i paesi
del mondo, tendenti ad individuare le situazioni rischiose, aumento delle conoscenze ed
cambiamento degli atteggiamenti e dei comportamenti; esse si sono rivolte a target ben specifici:

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dai giovani, alle donne in età fertile, omosessuali, bisessuali, tossicodipendenti, militari di leva,
popolazione carceraria e volontari.
Il linguaggio usato è sempre stato incisivo ed accattivante, per attirare l’attenzione soprattutto dei
giovani, un linguaggio che usa semplicemente un linguaggio più accessibile e comprensibile da
chiunque di modo da renderlo partecipe, ma fornendo comunque notizie e dati.
Un tema affrontato, oltre a quello della Tossicodipendenza, è stato quello della fedeltà dei rapporti
nella coppia; se si considera il caso delle politiche promozionali della Svizzera, paese da sempre
all’avanguardia in questo campo, si nota come sin dal 1986 essi abbiano associato il termine AIDS
all’uso del preservativo o addirittura alla fede coniugale (sfruttando la lettera “o”).
Anche in Italia il tema fu trattato, in una famosissima campagna pubblicitaria (famosa al punto tale
che lo stesso relatore, che all’epoca aveva sette anni la ricorda nitidamente tanto fu efficace) basata
sulla trasmissione del virus a seguito di scambi di siringhe e rapporti extraconiugali di un marito
traditore che poi infettava la moglie inconsapevole (su tale campagna televisiva divampò una
polemica dovuta al fatto per cui le persone infette ed infettate venivano circondati di un alone viola
quasi a volerle distinguere dalle persone sane e normali).
Ma i problemi nelle campagne non furono solo a livello mediatico; sempre nel 1991 una simpatica
iniziativa di opuscoli informativi per e scuole, attuato con la collaborazione del vignettista Silver e
il suo celebre personaggio Lupo Alberto, naufragò a causa del blocco voluto dall’allora Ministro
dell’Istruzione Pubblica, nonostante l’opuscolo fosse stato preparato dal Ministero di Sanità.
Le politiche mediatiche sono state, specie fuori dall’Italia molto incisive, dirette: basta pensare a
un’altra iniziativa svizzera che inchiodava le banali motivazioni o pregiudizi che spingono i giovani
a non utilizzare il profilattico (l’uso della pillola come protezione, il sottoporsi regolarmente ai test,
un idea più libertina del sesso, l’essere eterosessuali e non omosessuali), oppure quelle attuate
sempre negli anni novanta in Svezia, particolarmente rivolte ad omosessuali, bisessuali, immigrati e
rifugiati (politiche così ardite nel 2004, in Italia, non sono ancora state portate avanti)
I risultati parvero da subito sorprendenti: in Svizzera il pacchetto di politiche mediatico-informative
porto la percentuale di consumatori di preservativi dall’8% del 1997, al 51% del 1991, nella fascia
d’età 17-20 il consumo era passato dal 19% al 73%
EVOLUZIONE DEL PROBLEMA DELLE DROGHE
Il mercato delle droghe, nonostante i tanti provvedimenti legislativi, la creazione dei Ser.T, vive
della drammatica evoluzione del suo mercato. Inizialmente si trattava di un rapporto tra lo
spacciatore ed il tossicomane che avveniva in luoghi circoscritti che ben permettevano la
distinzione tra il legale e l’illegale; a cambiare le cose è stato l’uso del marketing anche in questo
campo, per cui gli spacciatori hanno trasformato la droga (in particolare ci si riferisce alle nuove
droghe sintetiche che non vengono percepite come le altre) in un bene di consumo, da acquistare
più per ciò che rappresentano che per ciò che sono
Questo discorso ha portato alla semplificazione del problema (ed infatti sono gli tessi Ser.T. a
denunciare lo scandalo della “fine della storia” a seguito di certe storielle che cominciarono a
circolare a metà degli anni novanta che parlavano di personaggi dello sport guariti dalla
tossicodipendenza ma soprattutto a seguito della fine della tensione istituzionale e civile rispetto al
problema) pertanto oggi si considera la droga come un semplice prodotto il cui consumo è una
libera scelta, pertanto controllabile.
Il mercato della droga ha saputo ben sfruttare il sistema mediatico globale, che manda dei messaggi
omologanti ai giovani: “sballarsi” “essere brillanti nella prestazione”, “mantenere la prestazione”;
facendo leva sul senso di inadeguatezza ha creato un florido mercato che, esattamente come
promettono oggi molti altri prodotti, basa la propria forza sul “rendere la vita più facile”.
In una situazione del genere la politica raccoglie un mandato debole ed incoerente dal quale non
possono che nascere (come si è visto nell’evoluzione legislativa sopra definita) leggi contraddittorie
e demagogiche che spaziano da un estremo all’altro (dalla liberalizzazione alla repressione)
Per cambiare questa situazione è necessaria una nuova politica basata sulla cura e non sul controllo
sociale, grazie ad un sistema inserito all’interno del SSN, con programmi, personale e risorse
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adeguate e un coerente obiettivo che leghi pubblico e privato; importante è ,inoltre, ridare slancio
alla ricerca coinvolgendo le università.
Un sistema puramente repressivo non funziona, anzitutto dal punto di vista strutturale poiché la
devoluzione del sistema sanitario ha potato ogni A.S.L. a governarsi da sola dovendo per altro fare
sempre più attenzione al bilancio; soprattutto, non è pensabile usare strutture come il Ser.T. per fare
attività di informazione senza una chiara volontà politica.
Bisogna infine considerare come l’internamento sia spesso una politica strumentale che non porta a
nessun risultato nella maggioranza dei casi, e genera solo lo spreco delle risorse.
Il problema principale è certamente un problema di fondi che potrebbero portare ad accettare
sempre più politiche devolutive, anche se bisogna ammettere che oggi la cura annuale da parte dei
soli Ser.T. viene a costare a questi annualmente più di due miliardi di euro.
L’EVOLUZIONE DEL CONSUMO DI DROGHE
E’ ormai assodato che il consumo di stupefacenti avviene in maniera combinata tra più sostanze;
nell’ambito di questa poliassunzione è stato riscontrato la presenza di una sostanza usata
abitualmente ed una in alternativa alla prima; la droga usata come “prima scelta” è, ormai nel 75%
dei casi l’eroina; tuttavia dal 1991 al 2002 sono diminuiti i consumatori di eroina ma sono
fortemente aumentati quelli di cocaina e cannabis, usate soprattutto come sostanze secondarie
(risulta grave il fatto che non si registrino variazioni nel “censimento” dei consumatori di altre
droghe, poiché ciò indica che i consumatori ad esempio di ecstasy non si rivolgono ai Sert. Altro
dato allarmante, relativo sempre all’anno 2002, indica che è rimasto praticamente fisso il numero di
soggetti riconosciuti annualmente positivi ai test HIV nonostante le campagne di informazione del
Ministero di Sanità; è però diminuito del 60% il numero dei decessi rispetto all’anno precedente,
arrivando passando così da 822 a 516; la fascia d’età maggiormente colpita è quella compresa tra 30
e 35 anni, ma crescono i decessi al di sopra dei 40 anni, a dimostrazione della tesi degli studiosi per
i quali a morire sono i tossicodipendenti di lunga durata, più debilitati fisicamente.
Va specificato che tali dati sono ripresi dal Ministero dell’Interno considerando decessi direttamente
attribuibili all’uso di stupefacenti e non per cause indirette (incidente stradale a seguito di
assunzione ad esempio).
Il 34 settembre 2003, alla quinta conferenza mondiale contro la droga, l’ONU ha reso noto che negli
ultimi cinque anni il consumo di ecstasy, anfetamine, metanfetamine (droghe sintetiche) è
aumentato del 70% e la produzione di pasticche è arrivata ad 500 tonnellate annuali, per un giro
d’affari di oltre 65 miliardi di dollari; l problematica principale, è data dal fatto per cui i
consumatori (giovani in larga maggioranza) non hanno una reale percezione del rischio poiché non
la considerano una droga al pari dell’eroina.
Tutto ciò porta all’attuale situazione sull’AIDS, per cui dal 1982 al 2003 si sono avuti 51968 casi di
AIDS, che hanno riguardato per il 77,8% uomini e per l’1,4%di bambini e per il 5,9% di stranieri.
Ad oggi risulta deceduto il 64,6% dei pazienti; le regioni più colpite sono nell’ordine Lombardia,
Lazio, Emilia Romagna (dati SSN).
POLITICHE DELLE ASSOCIAZIONI

Molte associazioni sono già attivamente impegnate da anni in tema di lotta e prevenzione all’AIDS.
Queste organizzazioni private implementano capillarmente sul territorio nazionale politiche sociali
in collaborazione (ma spesso in alternativa) all’intervento statale.
E’ interesante notare come le associazioni facciano riferimento per le loro campagne informative ad
un pubblico giovane, inserito perciò nel circuito sociale e pertanto stimolato all’analisi critica della
realtà che li circonda, utilizzando la loro mentalità presumibilmente aperta al dialogo ed al
confronto, di modo da evitare che anche nella futura classe dirigente del paese il tema dell’AIDS
possa essere viziato da pregiudizi.
L’organizzazione più famosa è probabilmente la LILA (Lega Italiana per la Lotta contro
L’AIDS),organizzazione senza scopo di lucro che opera dal 1987 per favorire la ricerca e
soprattutto le politiche di integrazione sociale delle persone affette dal virus; opera grazie ad un
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coordinamento nazionale e a vari uffici radicati su tutto il territorio nazionale con gruppi di
volontari e professionisti alcuni dei quali contagiati dal virus; lotta contro ogni forma di violazione
dei Diritti Umani o dei diritti di cittadinanza subiti dai cittadini sieropositivi.
L’associazione si rivolge ad ogni cittadino in ogni ambiente (per la strada, nelle scuole, attraverso
un numero telefonico contattabile da chiunque per ricevere ogni assistenza psicologica, sanitaria o
legale, nei carceri, attuando politiche di riduzione del danno con l’aiuto degli enti pubblici).
L’attività di intervento e prevenzione avviene direttamente sulla strada grazie ad operatori
qualificati che utilizzano un protocollo di approccio ben definito, distribuiscono materiale
informativo e strumenti di riduzione del danno ai soggetti più a rischio e stigmatizzati dal circuito
sociale (prostitute alle quali vengono offerti preservativi e tossicodipenenti attivi cui vengono
offerte siringhe); sono previsti anche corsi di formazione.
Un' altra associazione di rilievo è PRESENTIA AIDS ITALIA, NATA NEL 1995, la quale si
occupa specificamente di informazione (specialmente presso le scuole) e di finaziare ricerche
mediche (nel 2002 sono state finanziate tre ricerche per un importo di novemila euro l’una, oltre al
progetto di una casa vacanze per bimbi malati accompagnati da un genitore).
Altro progetto interessante quello di accompagnamento dei bambini per trattamenti da day hospital,
oppure l’impiego di fondi per l’acquisto di strumenti tecnologici avanzati 8come per gli ospedali
Sacco e De Marchi di Milano.
Importanti anche i corsi tenuti per l’assistenza domiciliare dei bimbi malati (per ora riguardante la
zona di Milano e Provincia)
Un attività speculare è quella svolta da ANLAIDS, organizzazione nata nel 1985 e riconosciuta
come ONG (organizzazione non lucrativa ad utilità sociale) nel 1985, la quale organizza
annualmente un convegno dove si presentano gli ultimi sviluppi in tema di ricerca scientifica ma
anche mirata all’analisi degli effetti umani e sociali.
Un attività mirata invece specificamente al volontariato è quella svolta da ARCHE’, nata nel 1989
ad opera di padre Giuseppe Bettoni; è stata la prima associazione in Italia ad occuparsi di
sieropositività in campo pediatrico, sostenendo bimbi e famiglie offrendo assistenza ai soggetti
sieropositivi per migliorare la qualità della loro vita.
I volontari, opportunamente formati, si occupano dell’accompagnamento in ospedale per visite o
ricoveri o in altre situazioni delicate; attuano inoltre un rapporto di counceling con i familiari per
aiutarli a superare il trauma e il senso di abbandono; in sostanza è un servizio che cerca di tenere i
cittadini sieropositivi e le loro famiglie nel circuito sociale (soprattutto quello dei servizi ma anche
quello della condivisione grazie al counceling e al rapporto diretto anche con i malati).
Dal 1995 è stato portato avanti un progetto chiamato “”Cooperativa”, mirato alla rivalutazine
professionale ed al reinserimento lavorativo dei sieropositivi.
Un ruolo fondamentale, non può non essere riconosciuto all’ISTITUTO SUPERIORE DI SANTA’,
ente di Diritto Pubblico, organo tecnico e scientifico del Servizio Sanitario Nazionale.
Esso si occupa di ricerca, sperimentazione, formazione su diverse patologie tra le quali l’HIV, il
tutto naturalmente con la collaborazione di enti ed organismi nazionali e sovranazionali.
Molto importante è il ruolo dei Registri, divisi per patologia, che consentono di monitorare ogni
singolo fenomeno di modo da poter implementare le politiche più adeguate.
Da tenere presente il respiro internazionale delle iniziative dell’ISS, con progetti scientifici
partecipati da USA, Giappone, Stati europei, stati “in transizione”(Cina, Sudafrica, paesi America
Latina, paesi centroasiatici, di area mediterranea, balcanica, mediorientale, ex repubbliche
socialiste)
Particolarmente importanti i progetti con i paesi dell’Africa, o comunque in situazioni di emergenza
naturale o bellica, per le quali si svolgono progetti umanitari assieme partners di rilievo mondiale a
cominciare dall’ONU.
Importanti progetti riguardano lo studio del rapporto AIDS- malattie legate alla povertà, formazione
di competenze nelle amministrazioni sanitarie di livello centrale, trasferimento di tecnologie nella

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gestione della salute pubblica, supporto tecnico ad istituti di sanità pubblica nei paesi interessati
(specie in tema di riforme del sistema).
I corsi professionalizzanti possono, infine, essere ritenuti all’avanguardia, grazie all’uso delle
tecnologie per l’apprendimento a distanza (e-learning) e i corsi previsti, dalla formazione per
Formatori, alla gestione delle risorse umane, a economia sanitaria, a promozione della salute.

POLITICHE GOVERNATIVE
La Costituzione della Repubblica Italiana sancisce all’art.32 che “La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli
indigenti”.
Una analisi giuridica dell’articolo è importante per comprendere potenzialità e limiti di questo
importante presupposto; infatti tale articolo sancisce un diritto dell’individuo, termine generico, ma
che nella sua genericità permette di poter definire come avente diritto alla tutela qualsiasi persona e
non solo il cittadino di uno Stato; un limite dell’articolo sta nel fatto per cui l’articolo non spiega il
titolare del dovere correlativo al diritto, in quanto il termine “Repubblica” indica la condizione del
diritto e non le condizioni di applicabilità della norma; non si indica a quali diritti e come si ha
diritto, a quali e come si ha diritto e a quali no, non si da una definizione di salute o di cura o di
sistema sanitario, pertanto è necessario che l’idea di salute da tutelare stia al passo con i tempi, e
non si configuri più come semplice tutela del fisico ma della persona tutta, un concetto la cui
ricezione da parte del legislatore non può purtroppo essere data per scontata, anche se sentenze della
Corte Costituzionale e dei Giudici Ordinari a fronte di richieste di tutela sanitaria gratuita da parte
di utenti, hanno mostrato una visione sempre più aperta del concetto di “salute”.
Altro punto ostico, riguarda il fatto per cui l’art.32 non si configura tanto come diritto quanto come
libertà della persona alla salute, due termini dai significati diversi.
Si tratta, comunque, di un Diritto Pretesa, ossia un diritto che ogni soggetto titolare può rivendicare,
ed è soprattutto un Diritto Sociale nei confronti dello Stato , il quale non può derogare (trattandosi
di norma costituzionale) ad essa.
Appare già chiaro, dalle cavillose problematiche del dettato costituzionale, come questo
fondamentale principio abbia dei limiti, che poi sono stati effettivamente riscontrabili nella
controversia legiferazione dello Stato in materia.
Una delle più importanti iniziative assunte in materia di lotta all’AIDS è stata l’istituzione dei Sert,
attraverso la legge 162/1990, demandando ad essi le attività pubbliche di prevenzione, riabilitazione
e reinserimento relative alle tossicodipendenze e patologie correlate, ogni distretto sanitario dispone
di un Sert, in Italia ne sono presenti oltre 500, formati da medici, psicologi, sociologi, assistenti
sociali, educatori; in genere sono affidati ad un Dirigente medico.
Il tipo di intervento che attuano dipende molto dalla collocazione ideologica degli operatori, i quali
molto spesso si interessano all’aspetto farmacologico, mentre in altri casi prediligono aspetti psico-
sociali; inoltre va considerato che le sue strutture non sono predeterminate e la qualità del servizio
varia molto a seconda della struttura disponibile.
Essi offrono prestazioni diagnostiche e terapeutiche sulle malattie infettive, oltre ad erogare risorse
per il privato sociale, mentre ogni singolo operatore offre personalmente il tipo di aiuto che ritiene
più opportuno sulla base delle sue competenze ed inclinazioni.
Sia la legge, a partire dalla 309/90 passando per il Codice Penale che disciplina il segreto d’ufficio e
professionale, sia la Deontologia obbligano l’operatore a tenere la massima privacy sui soggetti che
fanno riferimento al servizio; chi desidera partecipare a incontri con altri soggetti deve firmare
specifica liberatoria rispetto alla privacy.
L’attività dei Sert viene giudicata molto importante specialmente nell’ambito della terapia, del
monitoraggio e, chiaramente, della diagnosi; tuttavia, per loro stessa ammissione, la loro attività
tende alla burocrazia, al maggior interesse posto sull’attività farmacologica piuttosto che sul
supporto psicologico (alcuni operatori preferiscono prevenire attraverso la somministrazione di
farmaci piuttosto che interessarsi al problema della dipendenza ritenuta impossibile da combattere.
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La stessa direzione nazionale dei Sert auspica il preventivo accordo tra l’utente e/o i familiari di
modo da definire da subito il tipo di servizi da erogare.
Analizzando l’attività dei Sert, ci si rende conto che la loro attività pur essendo prevista da una
(comunque datata specie se si considera l’entità del problema) legge è comunque molto autonoma,
forse a tratti lasciata a se stessa, addirittura alle posizioni ideologiche dei singoli operatori; tutto ciò
rende inevitabilmente complessa la maggior efficienza del servizio, specie nei casi in cui non si
disponga neppure dei locali adatti.
Anche in questo ambito, una corretta politica sociale richiederebbe una più specifica legislazione,
ma soprattutto una maggior copertura finanziaria.
In particolar modo, è esssenziale (come indicano gli stessi Sert) che la legge tuteli la salute e il
benessere dell’individuo, al di là delle enunciazioni di principio o degli obblighi burocratici.
Non va dimenticato il più recente pacchetto di interventi implementato dal Consiglio Europeo
relativo agli anni 2000-2004, che prevede l’impegno per ogni paese a ridurre in misura rilevante i
consumatori sotto i diciotto anni, abbassare gli effetti nocivi ed i decessi a causa di droghe,
aumentare il numero di tossicodipendenze sottoposti a trattamento con successo, ridurre la facilità
di acquisizione di droghe illecite, ridurre i reati legati alla droga, ridurre il riciclaggio di denaro e
sostanze per la produzione di droghe.
Oltre alle politiche sociali vi sono anche politiche di ordine pubblico e prevenzione del crimine,
attraverso ad esempio i sequestri rimasti in linea generale della stessa entità negli ultimi anni,
tuttavia aumentano sequestri per cocaina ed eroina (segno di un loro consumo considerevole che
deve essere trattato con politiche diversificate rispetto alle semplici azioni di Polizia) mentre è
diminuito quello legato alla cannabis.
L’anno 2002 è stato importante sul fronte delle politiche sociali, in quanto ha visto la nascita della
“Commissione degli operatori ed esperti di Tossicodipendenze”, di cui fanno parte tramite
rappresentanti, le Amministrazioni pubbliche, i Ser.T, comunità terapeutiche e tutti gli altri soggetti
impegnati nella lotta alla droga; i progetti finanziati a partire da allora hanno riguardato la riduzione
del rischio, prevenzione dall’assunzione e dalla ricaduta, e molto altro.
Un primo esempio concreto di progetto portato avanti è stato quello di “cittadinanza consapevole”,
un progetto legato alla sensibilizzazione rispetto ai giovani del problema delle droghe e delle sue
conseguenze, con particolare riferimento alle nuove droghe; il tutto per favorire la partecipazione
alla soluzione del problema attraverso l’informazione o i vlontariato.
Altro progetto importante è il progetto “Labor”, che partendo dalla riqualificazione degli operatori
nel pubblico e nel privato, permette di implementare una serie di politiche formative che consentano
la riqualificazione professionale ed, in seguito, il reinserimento lavorativo del soggetto una volta
terminato il periodo di disintossicazione; al tempo stesso il progetto vuole creare un dialogo
specifico con le aziende e i sindacati al fine di dare attuazione reale al fina del progetto stesso.
Altro punto importante, il progetto sul “Sistema di valutazione” che ha come obiettivo la raccolta di
dati sulle varie politiche dei governi locali e centrali, la valutazione dei loro costi e dei risultati
conseguiti; diventa perciò importante creare un “raccoglitore delle informazioni di base” e da qui
creare dei misuratori per valutare la bontà dei progetti.
Il progetto più interessante resta, tuttavia, quello di “maternità indipendente” che studia la
risoluzione del problema legato al rapporto dipendenza-maternità, divenuto orami prioritario dato lo
sviluppoe del fenomeno, la sua crescente complessità sociale, e la necessità di far ricongiungere la
giovane con la famiglia e la società; il progetto ha soprattutto lo scopo di tutelare la salute della
madre e del bimbo, e di individuare le problematiche principali del reinserimento grazie all’ausilio
di psicologi che seguono il singolo caso, di modo da poter intervenire opportunamente.
La consapevolezza del fatto per cui l’abuso di stupefacenti è spesso legato ad un disagio precedente,
ha portato al progetto “sostanze senza dimora”, che mira a garantire servizi alla persona partendo
dal territorio in cui esso si trova, e cercando soprattutto di ritemprarne lo spirito verso la volontà di
tornare nel circuito sociale; a proposito di tale progetto, è interessante notare (con un minimo di
critica) che la nobile causa viene affrontata in maniera forse troppo aleatoria, dal momento che il
Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
problema dell’abitazione è molto sentito specie dalla popolazione emigrata, la quale è perciò la più
esposta all’assunzione di stupefacenti; bisogna poi considerare, dato che è lo stesso Ministero ad
ammetterlo, che non esistono politiche definite a livello nazionale, e dunque ecco come programmi
simili rendano diversamente a seconda delle risorse di ogni territorio, e di come sia difficile, specie
in questo periodo cosi difficile nei rapporti tra lo Stato centrale e i Governi Locali, creare delle
politiche comuni..
Un altro progetto che si richiama a disagio sociale connesso all’uso di droghe è l’iniziativa “Icaro”,
riguardante studenti aventi già acquisito la licenza media ma aventi abbandonato la normale
convivenza sociale rifugiandosi in strada. Si tratta dello sviluppo di programmi di monitoraggio ed
intervento per ripristinare il dialogo all’interno della famiglia e far ripartire il processo di crescita,
specie di chi si è rifugiato nel consumo delle prime droghe.
Un breve cenno merita anche il progetto “Pollicino 2”, continuazione di quel progetto riguardante la
formazione professionale di operatori in grado di operare in favore dei tossicodipendenti e nel
campo della informazione e della prevenzione; il progetto, inizialmente sviluppato in Lombardia,
Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Marche, Calabria, Sicilia, prevede l’inserimento anche di
Trentino, Lazio, Sardegna.
Da ultimo bisogna considerare gi stanziamenti per una maggior sensibilizzazione dei giovani e della
società tutta, e anche le politiche per sollecitare gli stessi operatori dei mezzi di comunicazione di
massa a dare una visione meno edulcorata della realtà, associandola il più possibile a
comportamenti salutisti e virtuosi; infine le politiche tee a favorire la cooperazione in campo
europeo ed internazionale con organismi, comunque da potenziare e ancora da rendere protagonisti
di un dibattito finalmente privo di ogni pregiudizio, una strada ancora lunga da percorrere.
Mentre a livello europeo si definisce tutto ciò il Governo Italiano, nella persona del Vicepresidente
del Consiglio Gianfranco Fini, ha presentato una proposta di legge che prevede il ribaltamento della
vigente legge del 1975 sulla “dose minima giornaliera”, senza nessuna distinzione tra droghe
leggere e pesanti.
I progetti sin qui elencati, che rappresentano ad oggi le politiche attuate dal Governo, sono state
poste in discussione dalla LILA, proprio alla fine del 2002, con la denuncia rivolta ai ministeri (e
Ministri), di non essersi impegnati nella prevenzione tramite il riconoscimento definitivo
dell’importanza dell’uso del preservativo, e di aver puntato invece su una demagogica distinzione
tra comportamenti devianti e virtuosi, bloccando così un reale processo di sensibilizzazione e
prevenzione.
Altra critica molto pesante è arrivata nell’ottobre del 2003 da un congresso sulle tossicodipendenze
da operatori di servizi pubblici e comunità terapeutiche, in rappresentanza di 10 mila operatori
(ossia il 95% del settore) che denunciano la scarsa trasparenza delle politiche del governo sul
finanziamento di tali attività, che starebbero subendo esclusivamente tagli mentre 1/5 del settore
acquisirebbe la quasi totalità dei fondi.

IL PROBLEMA DELL’AIDS E DELLE TOSSCODIPENDENZE NEL MONDO


L’UNAIDS, l’agenzia dell’ONU sull’AIDS rende noto che nel 2003 vi sono stati 5 milioni di nuovi
casi di infezione e 3 milioni di morti, numeri che potrebbero ancora crescere a causa dell’epidemia
che sta investendo l’Asia (che sta superando l’Africa con 1 milione di contagiati in India e 700000
in Tailandia) e l’Europa dell’est; nonostante ciò le politiche più recenti su questo tema in ambito
ONU sono di respiro limitato, in quanto si pongono l’obiettivo di bloccare l’epidemia entro il 2015
(senza neppure troppa convinzione); peraltro secondo i calcoli delle Nazioni Unite, il continuo
proliferare del virus a questi livelli porterebbe nel 2015 a un numero di contagiati pari a 70-120
milioni di persone.
Intanto, assieme all’OMS si sta portando avanti un progetto per distribuire la terapia antiretrovirale
per 3 milioni di persone, entro il 2005.
I paesi occidentali, come gli USA denotano come causa principale dell’AIDS i rapporti sessuali
etero con HIV positivi o con soggetti tossicodipendenti (specie da eroina).
Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
Dal punto di vista sociale tale problema affligge principalmente la gente di colore e le donne specie
se giovani e di colore, a causa di rapporti con quarantenni. Per le donne sono presenti i problemi
psicologici e sociali analizzati all’inizio.
Per quanto riguarda i PVS, centro nevralgico del problema dell’AIDS su scala globale, lungo il
corso degli anni novanta si è calcolato (dati WHO) un aumento di contagiati pari ad 1 milione
all’anno.
La mancanza di medicinali rende la speranza di vita a seguito del contagio ridotta a meno di un
anno.
Ciò che si rende davvero necessario è un intervento MULTIDISCIPLINARE, poiché lo sviluppo
della malattia rappresenta un rischio per le già scarse possibilità di ripresa e di costruzione di un
economia stabile in questi paesi, di modo da permettergli un giorno di attuare uno stato sociale
funzionante.
In tal senso la Banca Mondiale ha calcolato che nel 1992 lo Zimbawe abbia perso il 5% del PIL,
mentre lo Zambia circa l’8%, il Kenya il 14% e la Tanzania il 20%
La stessa produzione agricola, a seguito della perdita di braccia, ha risentito in termini di quantità e
qualità e capacità formativa, come recentemente denunciato dalla FAO.
In sostanza la minor produzione determina una diminuzione del PIL pro-capite e di conseguenza
minor gettito fiscale per lo Stato, che a sua volta non può erogare servizi, il che porta all’erosione
del capitale umano e di conseguenza a una minor produzione che diminuisce il reddito nazionale
creando così un circolo vizioso.
L’AIDS è ormai la prima causa di morte nella popolazione adulta di questi paesi ( l’Uganda ha 10
milioni di infettati di cui il 20% nella sola capitale Rampala), poiché colpisce molto le persone tra i
15 e i 49 anni.
Si crea da qui una generazione virtuale di orfani (in Africa ve ne sono 10 milioni di cui 1 milione
nel solo Uganda), in un economia che pertanto diventa sempre più improduttiva e che ogni anno
vede diminuire di 1/3 la crescita del PNL., e vede sviluppare le migrazioni e non l’economia.
La condizione della donna, dovuta al suo livello d istruzione, alla storia politica del paese, alla
cultura, agli usi, non permette di frenare l’evoluzione della proliferazione del virus per via sessuale.
Il problema dell’AIDS, si lega nei paesi del Terzo mondo prevalentemente a questioni culturali,
poiché laddove esiste povertà, si sviluppa la disuguaglianza tra classi sociali e tra sessi e pertanto
anche le condizioni di salute del paese peggiorano.
Le differenze di genere si esplicano nella mancanza di potere decisionale da parte delle donne
neppure su stesse, il che l rende ancor più soggette a violenze e abusi (presente anche nell’ambito di
matrimoni precoci), che portano a un aumento degli aborti.
Nel terzo mondo non si considerano politiche di tutela della maternità, della salute riproduttiva,
sull’interruzione di gravidanza, sull’accessibilità a un istruzione superiore da parte delle donne.
Tutto ciò è il risultato di profonde dietrologie culturali legate al ruolo della donna che assume
credibilità (e diritto ad essere sostenuta anche dalle sue simili) solo se madre, la quale deve solo
sposarsi e lasciare che gli uomini (i propri fratelli) abbiano accesso all’istruzione.
Del resto, le stesse politiche di molti paesi del terzo mondo (spinte dalle organizzazioni come la
Banca Mondiale o il FMI) sono gravate dal debito estero e dunque soggette ai “consigli” degli
organismi economici sovranazionali che spingono ad una riduzione della spesa pubblica e alla
privatizzazione dei servizi per l’istruzione e la salute; tutto ciò si lega alla diminuzione degli aiuti da
parte dei paesi ricchi, che invece sarebbero una risorsa importante in quanto investimenti diretti, al
contrario di quelli di organizzazioni internazionali poiché investibili e soprattutto oggetto di accordi
politici e truffe.
E’ sostanzialmente la mancanza da fondi e i modelli culturali a escludere la popolazione povera (e
soprattutto la donna) dall’informazione e dalla prevenzione da malattie come l’AIDS: la donna deve
essere sottomessa culturalmente e fisicamente, non deve chiedere nessun accordo col partner ne
soprattutto rivendicare l’autonomia sulle scelte per il proprio corpo.

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
Le politiche attuate dai governi in tal senso sono complesse da portare avanti, proprio per la
presenza in molte aree di una teocrazia (basta pensare a paesi arabi e tribù africane) che è molto
poco incline alle riforme.
Le politiche delle Associazioni (vastissime e che sono molto ben rappresentate anche dall’Italia con
le ormai note “Cesvi”, “Lega del Filo d’Oro”, “Abio”, “Amref”) sono molte ed impegnate su diversi
fronti tra i quali le campagne informative per l’uso del preservativo; chiaramente però tali iniziative
si scontrano con le teocrazie di cui si parlava prima, pertanto mi pare opportuno sottolineare un
unico esempio di intervento delle Associazioni contro l’HIV, ossia quella che il CESVI sta
conducendo in Zimbawe, in un ospedale in cui viene somministrato un farmaco Anti-retrovirale per
prevenire il contagio del virus dalla madre al bimbo. Effettuare questa somministrazione è difficile
data la mancanza di comunicazioni e la paura della popolazione, così solo l’accordo con i capi tribù
locali, gli unici a possedere la lista delle donne che dovrebbero sottoporsi alla somministrazione.
Al di là di ciò il dramma è il costo di tale operazione: 30$ al mese, decisamente troppi per un paese
che su 11 milioni di abitanti vede presenta il 30% di contagiati.
LO SVILUPPO DELLA DROGA NEL MONDO (BREVE ANALISI PER CONTINENTI)
Mentre questi fattori sono presenti in tutte le zone del Terzo mondo negli stessi termini, occorre
distinguere le peculiarità dei continenti per quel che riguarda lo sviluppo delle droghe.
Prendendo ad esempio il caso dell’Africa si può notare che nonostante alcuni sforzi di estirpazione
e significativi sequestri in alcuni paesi dell’Africa, la regione resta un grande fornitore di cannabis e
resina di cannabis per i mercati illeciti interni e per l’Europa. Più recentemente, la cannabis
proveniente dall’Africa è stata scoperta sulla via per il Nord America. Alcuni porti ed aeroporti in
Africa sono diventati grossi centri di transito per la cocaina dal Sud America destinata all’Europa e
per l’eroina dall’Asia destinata all’Europa e al Nord America. L’abuso di droga è in aumento,
particolarmente nelle grandi città dell’Africa. La cannabis rimane la principale droga di cui si abusa.
L’abuso di sostanze psicotrope (stimolanti e sedativi) è stata registrata in un certo numero di paesi.
L’abuso di cocaina ed eroina è emerso soprattutto in prossimità dei porti usati dai trafficanti per il
trasbordo di quelle droghe. L’Organo Internazionale per il Controllo della Droga (INCB) indica la
necessità di eseguire uno studio sulla situazione dell’abuso di droga nella regione. I livelli di
consumo medico di narcotici e sostanze psicotrope sono basse nella maggior parte dei paesi della
regione. Secondo l’Organo Internazionale per il Controllo della Droga, c’è bisogno di aumentare le
quantità di tali droghe e sostanze per far fronte alle necessità mediche.
Riferendosi all’America centrale essa vede Il traffico in transito su larga scala di cocaina dal Sud
America al Nord America continua. La determinazione dei paesi dell' America centrale, insieme con
il Messico, a cooperare è stata tradotta in pratica, e l’azione coordinata ha portato ad importanti
sequestri. Misure legislative contro il riciclaggio di denaro sporco sono state recentemente
introdotte in alcuni paesi Caraibici e sempre più paesi si stanno unendo all’Unità Operativa
Caraibica di Azione Finanziaria. L’Organo spera che quegli sviluppi condurranno a successi simili a
quelli avuti in Panama, poiché i Caraibi continuano ad essere colpite da operazioni di riciclaggio .
L’abuso di cocaina in America Centrale e nei Caraibi (in alcuni paesi sotto forma di “crack”) si sta
diffondendo velocemente in conseguenza del traffico in transito su larga scala di cocaina. Alla luce
del crescente traffico di eroina l’Organo chiede ai Governi della regione di intraprendere misure per
prevenire un effetto di diffusione, che potrebbe portare all’espansione del fenomeno dell’ abuso di
eroina.
L’America del nord ha conosciuto negli ultimi anni, esaustivi programmi nazionali di controllo sulla
droga, coprendo molti campi relativi al controllo della droga, sono sistematicamente portate a
termine. Molte delle azioni per l’applicazione della legge sono state condotte congiuntamente. Il
numero dei programmi di riduzione della domanda sta aumentando nella regione. Il finanziamento
di programmi di prevenzione rivolti ai giovani sta diventando una questione prioritaria. Sforzi
congiunti in tutte e tre i paesi nella regione (Canada, Messico, e gli Stati Uniti) per perfezionare le
metodologie sulla raccolta dati. Il livello dell’abuso di droga è differente in ognuno dei tre paesi del
America del Nord: nell’ultimo mese la larga diffusione dell’abuso illecito di droga tocca il livello
Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
più alto negli Stati Uniti (6%) e il più basso in Messico (0,45%). L’abuso di cannabis, cocaina,
eroina e dietilammide dell’acido lisergico (LSD) tra i giovani appare essere in leggero aumento in
Canada e negli Stati Uniti. L’Organo inoltre fa notare che tra gli adolescenti negli Stati Uniti la
percezione che la cocaina sia una droga rischiosa sta diminuendo, quindi l’Organo crede che c’è nel
futuro un reale pericolo di un aumentato abuso di cocaina tra i giovani. Nonostante significative
confische, cocaina e eroina continuano ad essere contrabbandate in larga scala attraverso il territorio
del Messico. La metamfetamina continua ad essere prodotta clandestinamente in Messico e negli
Stati Uniti e se ne fa uso in Canada e negli Stati Uniti.
In Nord America, esaustivi programmi nazionali di controllo sulla droga, coprendo molti campi
relativi al controllo della droga, sono sistematicamente portate a termine. Molte delle azioni per
l’applicazione della legge sono state condotte congiuntamente. Il numero dei programmi di
riduzione della domanda sta aumentando nella regione. Il finanziamento di programmi di
prevenzione rivolti ai giovani sta diventando una questione prioritaria; inoltre si riscontrano sforzi
congiunti in tutte e tre i paesi nella regione (Canada, Messico, e gli Stati Uniti) per perfezionare le
metodologie sulla raccolta dati. Il livello dell’abuso di droga è differente in ognuno dei tre paesi del
America del Nord: nell’ultimo mese la larga diffusione dell’abuso illecito di droga tocca il livello
più alto negli Stati Uniti (6%) e il più basso in Messico (0,45%). L’abuso di cannabis, cocaina,
eroina e dietilammide dell’acido lisergico (LSD) tra i giovani appare essere in leggero aumento in
Canada e negli Stati Uniti. L’Organo inoltre fa notare che tra gli adolescenti negli Stati Uniti la
percezione che la cocaina sia una droga rischiosa sta diminuendo, quindi l’Organo crede che c’è nel
futuro un reale pericolo di un aumentato abuso di cocaina tra i giovani. Nonostante significative
confische, cocaina e eroina continuano ad essere contrabbandate in larga scala attraverso il territorio
del Messico. La metamfetamina continua ad essere prodotta clandestinamente in Messico e negli
Stati Uniti e se ne fa uso in Canada e negli Stati Uniti.
Anche in America del sud vi sono state operazioni congiunte oltre confine hanno condotto alla
confisca di notevoli quantitativi di droga e allo smantellamento delle organizzazioni per il traffico
nel Sud America. Nonostante gli ostacoli geografici nella regione, un più completo meccanismo per
lo scambio di informazioni e un miglior coordinamento dell’esecuzione della legge potrebbe
intensificare gli sforzi per combattere il traffico illecito di droga. Specialmente in Amazzonia e nei
bacini del Paranà. Gran parte degli Stati hanno concluso un certo numero di accordi bilaterali e
multilaterali di mutua assistenza e ulteriori accordi sono sotto studio. In alcuni paesi, le leggi contro
il riciclaggio sono state adottate negli ultimi anni; però se, regolamenti più concreti e dei sistemi
organizzativi perfezionati devono essere creati al fine di ottenere maggiori risultati pratici.
L’Organo raccomanda che i Governi nella regione definiscano regole chiare sulla gestione, l’uso e
la finale destinazione dei patrimoni sequestrati e confiscati. L’illecita coltivazione delle piante di
coca, la produzione e la lavorazione della foglia di coca e il traffico dei derivati della coca
continuano in Sud America. L’abuso della coca base, della pasta di coca, cloridato di cocaina e del
“crack” si sta diffondendo nella regione. La non conformità con i regolamenti nazionali concernenti
la lavorazione, prescrizione e vendita di sostanze psicotrope continua in alcuni paesi nel Sud
America. L’Organo chiede fermamente ai Governi della regione di assicurare l’applicazione di
controlli regolatori. Ricerche nazionali sull’abuso di droga sono state condotte recentemente in
Bolivia, Cile, Colombia ed Ecuador; e, secondo l’ Organo, ricerche simili sono necessarie in altri
paesi della regione.
Spostandosi verso l’Asia, si nota (nell’area orientale) che la coltivazione illegale del papavero di
oppio, la produzione di oppio, la lavorazione dell’eroina e il traffico delle sostanze oppiacee restano
i principali problemi di droga nel sud est asiatico, particolarmente nel Myanmar. L’immissione di
eroina si sta diffondendo nella regione, in particolare in alcune province meridionali della Cina. La
lavorazione illecita e il traffico delle anfetamine, in particolare metanfetamine, sono in aumento
nella regione e la diffusione delle metanfetamine pone una grande sfida ad alcuni governi della
regione. La larga diffusione dell’abuso delle matanfetamine e altri derivati delle anfetamine sembra
essere in modo significativo più basso in Giappone e nella Repubblica di Corea che nella maggior
Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
parte dei paesi europei e il livello di abuso di eroina e cocaina rimane molto basso nonostante l’alto
potere d’acquisto delle loro popolazioni. Il traffico illecito dell’anidride acetico (usata per la
lavorazione dell’eroina) e dell’efedrina e pseudoefedrina (usata per la produzione delle
matanfetamine) è continuata nella regione; mentre per quel che riguarda l’Asia meridionale, le
severe misure di controllo e un’azione di rafforzamento della legge hanno ridotto il contrabbando su
larga scala di mathaqualone fuori dal quel paese diretto ai paesi africani. La cooperazione tra le
autorità mira a prevenire il contrabbando transfrontaliero di droghe, incluso la cooperazione tra
India e Pakistan, che è significativamente in aumento nella regione. L’abuso e il traffico della
codeina-base per lo sciroppo contro la tosse e della buprenorfina, al di fuori dei canali leciti, così
come della cannabis ed eroina, sono continuate in Sud Asia. Il commercio internazionale in
sostanze psicotrope è sotto stretto controllo in India; però in altri paesi del Sud Asia, il commercio,
la distribuzione e la consegna di quelle sostanze o non sono regolate o i regolamenti non sono
adeguatamente applicati. L’India è anche l’unico paese in Sud Asia dove la produzione,
l’esportazione e l’importazione degli elementi base vengono regolate; la loro disponibilità
relativamente libera in altri paesi della regione potrebbe avere come risultato lo sfruttamento della
situazione da parte dei produttori illegali.
Infine, nell’Asia occidentale, l’adesione ai maggiori trattati internazionali di controllo sulla droga da
parte della stragrande maggioranza dei paesi in Asia occidentale, inclusi la gran parte degli Stati
recentemente indipendenti in Asia centrale e del Caucaso, è uno sviluppo promettente. La
determinazione dei paesi dell’Asia occidentale mostrata nel cooperare tra di loro nella lotta contro il
traffico illegale di droga si sta traducendo in un certo numero di accordi bilaterali multilaterali e di
operazioni oltre frontiera. In Afghanistan, a causa della guerra civile, dell’ instabilità politica e della
mancanza di strutture amministrative, continuano la coltivazione illegale del papavero di oppio su
larga scala , la produzione di oppio e la lavorazione dell’eroina. Come risultato dell’aumento del
25% nella produzione di oppio in Afghanistan, la produzione nel sud-ovest asiatico eccede ora
quella del sud-est è stato recentemente messo un bando sulla coltivazione del papavero, la
produzione di oppio e la lavorazione di eroina. Per il tempo a venire la dimensione di quanto il
traffico illegale può essere ridotto dipende principalmente dal rafforzamento della legge da parte dei
paesi limitrofi all’Afghanistan e da quanto saranno capaci di fermare, o almeno ostacolare, il flusso
di oppio e morfina illegale dall’Afghanistan entro o attraverso i loro territori. Ci sono anche alcuni
laboratori clandestini di eroina che operano in Afganistan, ma la maggior parte sono in altri paesi
della regione. In Pakistan, la facile accessibilità e i bassi prezzi dell’eroina hanno avuto come
risultato il suo abuso che è diventato perfino più diffuso di quanto non lo fosse prima. La
coltivazione illecita e l’abuso di cannabis sono diffuse nella regione. L’Afganistan è uno dei più
grandi produttori di resina di cannabis nel mondo. C’è un alto rischio che in Asia centrale i livelli
attuali di produzione di droga illecita, il traffico e l’abuso aumenteranno in maniera significativa in
conseguenza della crescente produzione locale di cannabis illecita, oppio e morfina che ha origine
in Afganistan. La mancanza di sistemi per la prevenzione e/o l’individuazione delle operazioni di
riciclaggio è un grosso problema in alcuni paesi nella regione.
Sostanzialmente, si può riscontrare come in tutte queste aree, lo sviluppo della criminalità,
l’affarismo e la corruzione della politica, la mancanza di strutture politico-amministrative davvero
funzionanti siano alla base dello sviluppo di un consumo che interessa la popolazione sin dalla più
tenera età, creando un mercato a suo modo persino “democratico” (è ormai rinomatissimo l’esempio
della colla come droga dei poveri).

CONCLUSIONI
Anthony Giddens, parlando di Globalizzazione, afferma che una componente tipica della vita
dell’uomo, il rischio, ha assunto una particolare sfaccettatura: è diventato RISCHIO COSTRUITO.

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
Si tratta di un rischio creato dall’uomo attraverso la sua attività che inspiegabilmente gli è sfuggita
dalle mani (la proliferazione di armi di distruzione di massa, l’inquinamento atmosferico, ecc), sulla
base del quale oggi il mondo vive con apprensione l’avvento della Globalizzazione.
Il dibattito presenta la posizione di scettici e globalisti (per dirla con i termini usati dagli studiosi
Held e Mc Grew) o, per dirla con Giddens, tra Globalisti e Fondamentalisti: in sostanza il dibattito è
tra chi crede ed accetta questo fenomeno e chi non lo ritiene realmente importante, o magari
rischioso o addirittura inesistente
Bisogna riconoscere che, allo stato attuale delle cose, hanno ragione entrambi ma non sarà sempre
così, il mondo è destinato a divenire un unico Villaggio Globale.
Propulsore di questo fenomeno è la Comunicazione, con i suoi tempi e le sue forma sicuramente
mutati, ma soprattutto con strumenti nuovi che connettono il mondo intero.
La comunicazione ha cambiato il mondo, in sostanza lo ha spogliato dei vecchi valori e sistemi di
potere tanto cari ai fondamentalismi (l’idea, ad esempio, per cui solo i governi conoscano la verità,
solo gli specialisti conoscano i fatti, o solo i laureati abbiano capacità critica, e ad essi ci si debba
affidare per analizzare la realtà) e ha creato una nuova democrazia dell’informazione dove ognuno
ha un minimo di strumenti per poter analizzare un evento.
Pertanto, oggi il mondo in cui viviamo è insicuro, perché è finito un sistema di potere e non
sappiamo cosa verrà dopo, chi lo sostituirà
Non è una semplice questione politica, perché la Globalizzazione investe la società, i suoi valori e la
vita privata di ognuno di noi, i rapporti interpersonali, il modo di vedere il mondo e gli altri.
In questo dibattito rientra perciò anche la discussione su AIDS e Tossicodipendenza, sulle politiche
per contrastare il fenomeno, su quelle per gli infetti.
Guardando alle politiche delle vecchie istituzioni nazionali (riferendoci all’Italia), si rende conto
come dal periodo della mobilitazione per i diritti civili degli anni sessanta e settanta (quelli della
demedicalizzazione, del decentramento, della partecipazione diretta alle politiche statali), si sia
passati ad un epoca in cui ogni decisione è rimessa alla volontà di governo, senza dibattito, senza
scambio di visioni, creando interventi sterili, mirati al semplice proibizionismo come sta per
avvenire nel nostro paese.
Soluzioni come questa, così come quelle adottate dall’ONU sulla prospettiva di bloccare entro il
2015 le infezioni, sono destinate a restare inascoltate, al più a far parte per qualche tempo dei titoli
dei telegiornali, e questo sostanzialmente per un motivo: chi prende le decisioni è privo di reali
poteri.
La Globalizzazione dell’informazione ha tolto la credibilità ai vecchi sistemi di governo, ha
mostrato e mostra vizi e mancanze di politici, uomini delle istituzioni ed intellettuali, ma non ha
trovato un sostituto.
Questo sostituto è la POPOLAZIONE CIVILE, che deve farsi fautrice di una” Globalizzazione dal
basso”, deve entrare nella gestione diretta della “cosa pubblica” ed incidere nelle scelte specie in
quelle sulle politiche sociali.
Solo il dibattito, il libero scambio di opinione tra i protagonisti della “Globalizzazione emozionale”,
tra teste pensanti che vincono il pregiudizio può cambiare le cose: se è ormai assodato che la tutela
della donna, della sua salute riproduttiva, del suo diritto all’istruzione e a ricoprire cariche di
responsabilità possano essere iniziative per rilanciare la crescita e lo sviluppo economico, politico
sociale e culturale del pianeta, negare questa opportunità vuol dire semplicemente mostrare
PAURA, tipico sintomo della malattia del Fondamentalismo.
Battersi contro il fondamentalismo, non vuol dire rinnegare la propria cultura, ma vuol dire
aggiornarla ad un mondo che è cambiato, a problemi nuovi, e a problemi (come l’AIDS e le
Tossicodipendenze) che esistevano già ma hanno cambiato aspetto: pensiamo all’analisi dello
studioso Gatti che vede il mercato della droga cresciuto grazie alla sua omologazione alle leggi del
mercato globale, all’aver trasformato gli stupefacenti in comuni prodotti che, come tanti altri in
commercio, semplicemente promettono di rendere più facile la vita delle persone.

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE
Per combattere questa (ed altre) piaga mortale, che minaccia la popolazione del mondo ci vuole più
consapevolezza .

BIBLIOGRAFIA
Ho preferito parlare di pseudo-bibliografia proprio per non insultare inutilmente l’intelligenza di chi
leggerà.
I materiali, anche se scaricato in misura copiosa da Internet (d’altronde si parla di globalizzazione
dell’informazione), è frutto prevalentemente del portale del Ministero del Lavoro e del Welfare, di
quello dell’ISS, e delle varie organizzazioni NO PROFIT che si occupano di AIDS e
Tossicodipendenze.
Mi preme però richiamare il sito Internet di Droga.net, sito curato dal Prof. Gatti, aggiornato e pieno
di contenuti interessanti .
Inoltre, uno speciale del “Corriere della Sera” del 5 aprile che trattava proprio delle politiche delle
organizzazioni no-profit.
Molto utile, è stato inoltre il materiale informativo a cura del Dott. Marcello Darbo, responsabile del
Ser.T. di Ferrara, ed infine (per la parte riguardante le politiche d’informazione in Italia e in Europa
di cui si parla nelle prime pagine) a un libercolo intitolato “Mantenersi sani in tempi di AIDS”
scritto da un’operatrice del settore, Laura Spizzichino, edito da Newton.

Ringraziamenti

Dott.ssa Tania Bettoli


Dott. Marcello Darbo

Simone Grillo
Relazione su AIDS E TOSSICODIPENDENZE

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