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CAP 6 Massimiliano Trentin si occupa della Siria.

Nel periodo preso in esame, il paese guidato dal ba'athista al-Asad occup necessariamente un posto di secondo piano nella strategia mediorientale americana (volta a rafforzare la partnership con Israele), malgrado l'avvicinamento successivo alla guerra dello Yom Kippur del 1973. Tra il 69 e il 73, le relazioni politiche tra Siria e USA furono segnate esclusivamente dalla dinamiche del conflitto arabo-israeliano. Data la difficolt di accesso alle fonti siriane si fatto ricorso alle fonti della Repubblica Federale Tedesca e di quella Democratica Tedesca. La divergenza strategica tra le politiche statunitensi e quelle siriane risaliva agli anni 50, periodo in cui le forze del nazionalismo arabo si affermarono nel paese e trovarono posizione allinterno del movimento dei non-allineati, mentre Wash prevaleva un approccio bipolare cn le dinamiche regionali. Le relazioni reciproche ebbero carattere mediato: ossia, si basarono e furono condizionate da evinti ed azioni promosse da soggetti terzi, in particolare, Israele, Egitto, Giordania e le forse palestinesi. La politica estera della nuova amministrazione Nixon ( 69-72) si trov ad affrontare innumerevoli sfide sia sul fronte interno sia su quello esterno: fine del ciclo di espansione produttiva iniziato con la 2guerra mondiale; concorrenza economica degli alleati europei e giapponesi. Londata di mobilitazioni sociali allinterno del paese si sald con il fallimento in Vietnam, ponendo Wash nella difficile situazione di governare la crisi sociale interna e la crisi del proprio ruolo egemonico a livello internazionale: la distensionedivenne il tentativo di regolare e stabilizzare la concorrenza con il principale avversario. Per quanto riguarda il Medio Oriente, lazione di Wash segui 3 assi: proseguimento del containment sovietico in quanto interesse nazionale, contenimento che non avrebbe dovuto portare a uno scontro diretto tra le due; la garanzia della stabilit dei flussi di risorse energetiche verso le economie capitalistiche; infine la garanzia di sicurezza dello Stato di Israele, in quanto alleato regionale insieme ad Iran e Arabia Saudita questa linea politica vide nella Siria del partito Bath un constante elemento di destabilizzazione. Dopo la guerra dei 6 gg (67) e della risoluzione n242 ONU del 22 novembre , Wash dovette fare anche i conti con la posizione israeliana: data lopposizione araba a contatti diretti confermata dai 3 no di Khartoum della Lega Araba(agosto 67), la posizione israeliana signific il proseguimento dello status quo post bellico, situazione inaccettabile per le controparti araba. Inoltre, i dirigenti israeliani consideravano lEgitto il principale avversario politico e militare, al contrario, la Siria era per loro un rivale strategico cmq di minore importanza. La presa di potere delle fazioni radicali del partito Bath nel marzo 63 e poi nel febbraio 66, convinse la leadership israeliana nel proseguire la politica del muro di ferro: l uso preponderante della forza per determinare gli equilibri politici e far accettare al rivale siriano le proprio posizioni, soprattutto per quanto riguarda il punto di vista militare e geopolitico del Golan. Dato il totale rifiuto siriano-bathista di scendere a compromesso con Israele, ne deriv lesclusione di Damasco da ogni trattativa per risolvere e regolare il conflitto. La politica estera di Damasco and definendosi in modo pi preciso a seguito della definitiva scesa al potere di Hazif al-Asas che consolid, appunto, il regime bathista in Siria garantendo alla leadership quellautonomia dai conflitti interni necessaria a condurre una politica estera coerente nellaffrontare i fattori geopolitici e i mutamenti nelle relazioni internazionale. fin dallindip la Siria lego con il panarabismo quindi la nascita dello Stato di Israele fu un vero trauma per questo progetto e per lindip degli arabi e la loro sicurezza. Abbiamo gi parlato dei due colpi di stato di mano bathista, 63-66, in segnito ai quali il regime si era frammentato in diverse correnti per cui la politica estera fu nelle mani di diversi contendenti: da un lato i radicali e dallaltro i realisti capeggiato da Hasif al Asad, ne derivo il cosiddetto dualismo di potere. Il blocco comunista sostenne i radicali, nella speranza che le priorit interne avrebbero

mitigato le istanze intransigenti sul piano regionale. I paesi Europei e USA si limitavano ad ossrvare gli eventi coltivando alcuni contatti co i realisti, gi favorevoli a normalizzare le relazioni con lOccidente. Il fallimento dellintervento in Giordania nel settembre 1970 e il controllo delle forze armate da parte di alAsad portarono al colpo di stato dell11 novembre 70, il quale diede inizio ad una riformulazione della politica estera siriana: perno sarebbe stato ancora il confronto con Israele per il recupero del Golan. Al-Asad fu un convento sostenitore della realpolitik: solo un maggior equilibrio delle forze militari avrebbero portato Israele al tavolo del negoziato. In tale prospettiva e a partire dallisolamento internazionale in cui si era posta Damasco, al-Asad giunse a costruire un sistema triangolare: la Siria riceveva armi e garanzie dallURSS; investimenti e flussi di capitali giungevano dalle petro-monarchie del Golfo; i flussi commerciale e i beni capitali provenivano dallEuropa occidentale ed orientale. Al Asad dunque non escluse a priori un coinvolgimento Usa, cosi come non abbandon la cooperazione con la Urss. Settembre nero 1970 Presa di potere di Al-Asad da un lato; ostilit massima di Nixon nei confronti della Siria con la crisi del settembre nero. Questa si situava in un contesto di deterioramento: lo stallo diplomatico sul fronte araboisraeliano si era tramutato in una guerra aperta lungo il Canale di Suez, con il coinvolgimento diretto dei sovietici al fianco degli egiziani, e di Wash al fianco ad Israele. Contemporaneamente, il fronte orientale era in movimento con ripetuti scontri tra Israele e Siria, ma soprattutto tra Israele e fedayeen in Libano e in Giordania. Il cessate il fuoco sul Canale di Suez del 7 agosto 1970 e la nuova missione di Jarring misero in seria difficolt i fedeyeen palestinesi e il regime di Damasco: vi era il rischio che re Hussein di Giordania e il presidente Nasser accettassero la mediazione di Wash sul conflitto. Damasco aveva rifiutato le proposte del segretario Rogers. La crisi del Settembre Nero in Giordania vide gli USA schierarsi a difesa della monarchi hascemita , tuttavia, ci che fece precipitare la situazione di lintervento di Damasco a sostegno dei fedeyeen : per Usa era intollerabile e inaccettabile la sconfitta di re Hussein avrebbe rischiato di destabilizzare gli equilibri regionale, e ci avrebbe portato un diretto intervento di Israele escalation che avrebbe rischiato di coinvolgere Urss a difesa di Damasco e a quel punto anche gli Usa non potevano non intervenire. Dopo i dirottamenti di 3 aerei da parte dei fedeyeen , in Giordania le tensioni tra milizie palestinesi e la monarchia hascemita raggiunsero un punto di non ritorno il 16 e il 17 settembre, quando scoppiarono ferocissimi scontri nella capitale Amman e nel nord del paese. [IL 5 settembre quando sembrava imminente l avvio di una tregua, si registr un intensificarsi degli scontri nella capitale; il giorno dopo la situazione precipit quando un gruppo di fedeyeen dirott 3 aerei di linea: uno proveniva da Tel Aviv e destinato a New York, dirottato dopo il decollo da Francoforte con 142 passeggeri +equipaggio; un altro da New York a Zurigo dirottato allaltezza di Parigi son 143 passeggeri + equipaggio; un altro in vola da Amsterdam a New York ; un altro ancora sub un fallito dirottamento. ] Damasco sostenne i palestinesi assicurando loro fornimenti e introducendo dal confine carri armati che raggiunsero la citt di Irbid posizionandosi verso Amman. Gli scontri tra esercito giordano e fedeyeen e truppe siriane proseguirono fino al 23 24 settembre, quando le truppe siriane furono costrette alla ritirata. Nel momento in cui avvenne lingresso delle truppe siriane in territorio giordano, Nixon e Kissinger credettero che nellinvasione ci fosse la mano sovietica al fine di modificare la balance of power del Medio Oriente a propri favore. In effetti, anche se linvasione siriana non fu sostenuta da Mosca, non errato ritenere che una volta annessa la Giordania alla Siria o creta una basa logistica permanente dellOlp ai confini di Israele, Mosca avrebbe di certo tratto vantaggio politico rilevante. Comunque Nixon e Kissinger chiesero allo Stato ebraico una sorta di divisione del lavoro: Gerusalemme minacci la Siria di intervenire in difesa della Giordania, e Wash avvis Mosca che non avrebbe tollerato una rappresagli sovietica contro

Israele. Il ritiro quasi immediato delle truppe siriane dal territorio giordano convinse Nixon che Israele era uno strategic asset per la politica mediorientale degli Usa. Cap 8 Giordania Lucio Tondo si sofferma sulla crisi giordana del 1970, sottolineando come essa rappresent una svolta per l'amministrazione Nixon nella ridefinizione degli equilibri mediorientali. Kissinger riusc a mantenere sul trono giordano il moderato e filo-occidentale Hussein, mentre Nixon pose le basi per avvantaggiare uno Stato ebraico filo-americano nella regione. Il ritiro delle forza armate siriane acceler il processo di normalizzazione della situazione politica in Giordania. Gi il 24 settembre 1970 si attivarono i contatti dei componenti del Gruppo di Berna (svizzera) con il Cicr ( croce rossa), perch riprendessero i negoziati per il rilascio degli ostaggi ancora in mano dei fedeyeen. Il graduale ritorno alla normalit In Giordania non condusse gli USA ad un immediato allontanamento dalla situazione. Kissinger, che il 23 settembre si era scontrato con Rogers, quando questi alla luce del ritiro delle truppe siriane , aveva proposto che fossero revocati gli impegni assunti con Israele per un eventuale appoggio politico, diplomatico, e militare, solo il 25 diede il proprio appoggio per lannullamento degli accordi con Gerusalemme ed il via libera per un allentamento dello stato di allerta delle forze armate americane in stanza nel Mediterraneo e in Europa. Inoltre Kissinger chiese ed ottenne che Wash autorizzasse l stanziamento di fondi per la Giordania e linvio di rifornimenti militari per artiglieria e aviazione. La necessit Usa di continuare ad appoggiare Hussein scatur dalla consapevolezza che il re sarebbe stato indotto dal mondo arabo a sottoscrivere con lOLP un accordo che non penalizzasse del tutto i palestinesi. In effetti, Hussein, che aveva raggiunto il Cairo il 27 settembre per partecipare al summit convocato dalla Lega Araba per mediare con Araf, dovette esporre le proprie ragione di fronte ai rappresentanti di Egitto, Kuwait, Libano, Libia, Arabia Saudita e Sudan, e fu costretto firmare un accordo. Ad Hussein era stato imposto un accordo di massima, che ricalcava quelli precedenti sottoscritti e disattesi dallolp e che di fatto lo lasciava ancora sotto la pressione del proprio esercito per sradicare gli ultimi elementi di guerriglia. Ci metteva in evidenza che il cessate il fuoco fosse stato formulato solo per ribadire formalmente la solidariet del mondo arabo ai palestinesi, mentre in realt nessuno di questi Stati arabi si era schierato al fianco di Arafat sul campo di battaglia. La morte di NASSER, il 28 settembre, priv Arafat del suo unico sponsor per la causa palestinese e aument le difficolt delle organizzazioni palestinesi a gestire i rapporti con gli altri paesi. La causa palestinese infatti offr lopportunit ad alcuni stati arabi, specie quelli radicali, di sfruttare le vicende politiche per cercare di riaffermare la propria leadership sul mondo arabo ( fu dimostrato dalla seguente crisi in Libano). Per Nixon la crisi giordana rappresent un vero turning point per la ridefinizione degli equilibri in Medio Oriente. Abbandonando latteggiamento moderato che aveva caratterizzato Rogers e il Dip di Stato, Kissinger era riuscito a mantenere sul trono il moderato e filo-occidentale Hussein, a ridurre la valenza politica di Habash e Hawatmah ed a ridimensionare linfluenza sovietica nella regione. Il fallimento della collaborazione con Mosca ( crisi del Rogers Plan), aveva consentito a Nixon di aderire alla strategia kissingeriana, che prevedeva che solo un Israele rafforzato militarmente dagli Usa avrebbe potuto produrre una rottura del rapporto egiziano-sovietico. Lincapacit di Mosca di assumere un ruolo decisivo durante la crisi degli ostaggi e linvasione siriana del regno hascemita pales al mondo arabo, e soprattutto Egitto, limproduttivit di tale vicinanza. Quando il successore di Nasser, al-Sadat nel luglio del 72, espulse i primi consiglieri militari sovietici, ci dimostr come Kissinger fosse riuscito a trasformare il concetto di distensione in un realismo, funzionale al containment sovietico in Medio Oriente.

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