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D = U, dunque, U = D
(D = dialettica; U = unità del pensiero in generale e in particolare)
LA DIALETTICA E LA LIBERTÀ
La dialettica, secondo il nostro avviso è strettamente legata alla
libertà dell’essere umano. Se uno non è libero nel pensare, nell’agire,
vale a dire se una persona agisce cecamente senza riflettere,
abbandonandosi ai diversi modi di accecare il proprio pensiero, come
:paura, parzialità, ignoranza, in modo adamantino, non è libero. Lui/lei
non è capace di “salire” o/e “scendere” liberamente conoscendo le
dimensioni nascoste dell’argomentare e del pensare. L’uomo in catene
non ha una visione globale dell’esistenza, non ha una visone filosofica
che è squisitamente umana (per fortuna). La prima tra le lacune di un
tale pensiero, può essere la mancanza della critica. Per tali persone,
fare domande che scaturiscono dalla curiosità, mettendo in dubbio le
cose che sono state imposte come vere dalla tradizione,dalla cultura,
dalla civiltà, dai genitori e così via, è impossibile . Loro, non sono
capaci di muoversi nel pensiero che procede verso un’apertura dalle
dimensioni nascoste e dalle regioni sconosciute, sulla base della
libertà, per poi creare nuove e valide risposte (conoscenze). La
curiosità cerca di risolvere il dubbio. Bisogna precisare che noi non
stiamo trattando il dubbio cartesiano ma, quel dubbio naturale che
nasce insieme alla curiosità nel processo conoscitivo umano, che a
sua volta trasforma nelle varie ricerche.
Conclusione
Or dunque, l’uomo non dalla tradizione, né dalla storia, né dalle fedi
diverse, né dalle conoscenze scientifiche o umanistiche riceve la
libertà. L’uomo la guadagna dall’arte della contemplazione (visione
dialettica e critica con le forze della retorica ed ermeneutica).
Quell’arte tramite cui, per eccellenza, l’uomo riesce ad arrivare a livelli
relativi alle proprie virtù. Ammettiamo l’utilità delle conoscenze, ma
non le attribuiamo un’importanza assoluta, perché possono essere
ostacolati. Invece, abbiamo bisogno della libertà di pensiero che dà
l’avvio alla dialettica. Coloro che corrono dietro le conoscenze, di cui
abbiamo discusso, per poi esserne imprigionati liberamente,
possiedono una personalità malata. Loro pensano di essere solo ciò
che hanno dogmaticamente imparato e tradizionalmente ereditato. È
vero che nessuno può scegliere la propria nazione, la famiglia in cui
nascere, decidere quale corpo avere con le peculiari attribuzioni, le
capacità e tantomeno nemmeno il nome ecc. Tutto viene dato a
ciascun soggetto. Vale a dire, non dobbiamo dimenticare quello che
siamo ora ( anche se impossibile da dimenticare. Sarebbe una cosa
irrazionale), ma non dobbiamo dimenticare neanche che, le
conoscenze delle culture diverse sono in parte delle cose accidentali.
Un fatto importante è che le conoscenze sono perfettibili secondo
una visione globale e mai provinciale quindi, presuppongono
una dialettica, ovvero “il dialogo sincero” con sé e con gli altri. Così,
uno non rischia di perdere la propria libertà. In tal modo può scaturire
un pensiero libero che a sua volta dà frutti meravigliosi e non sono
semplici discussioni provinciali, ma valgono a livello universale. Per
aprirsi alla luce della verità dobbiamo quindi sentirci liberi di pensare
in modo dialettico, che a sua volta serve da catalisis tra le diversità
infinite.