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Tra i dispositivi pi comuni atti a trasferire energia al (o dal) fluido si considerano le cosiddette turbomacchine, o macchine dinamiche (Figura 10.1). Il fluido entra nella macchina attraverso la sua sezione dingresso (aspirazione), attraversa una girante (o rotore) in rotazione su un asse, e fuoriesce dalla macchina nella sua sezione duscita (mandata). Il principio di trasferimento di energia quello della variazione del momento della quantit di moto del fluido tra monte e valle del rotore.
a)
b)
E importante utilizzare per le turbomacchine una equazione che risulti pi pratica dellequazione della quantit di moto. Come detto, ogni turbomacchina caratterizzata da un asse di rotazione. Indichiamo con r il vettore posizione della particella che attraversa la girante, individuato in un sistema di coordinate inerziale avente origine in un punto dellasse di rotazione della macchina (figura 10.2). Se moltiplichiamo vettorialmente per r , ambedue i membri della seconda legge di Newton, si ottiene d r V d = r dFparticella dt
o, anche
d r V d =r dFparticella dt
141
Figura 10.2: Turbomacchina assiale. Sono riportati per una particella fluida in ingresso alla girante, il vettore posizione r e quello della velocit assoluta V .
Ricordando che
d d dr V d + r r V d= V d dt dt dt
e che la derivata totale del vettore posizione la velocit del punto materiale considerato, cio dr dt = V , si ha dr dt V = 0 . Pertanto
d d r V d = r V d = r dFparticella dt dt
Integrando per un generico sistema, ovvero un insieme di particelle fluide ben definite, si ottiene
d d sys dt r V =
(r F )
sys
Invertendo lordine di integrazione e derivazione si ottiene la seguente relazione, dedotta dalla seconda legge della dinamica
d d r V = dt sys
(r F )
sys
Ovvero, la variazione del momento della quantit di moto di un sistema fluido uguale alla somma dei momenti delle forze applicate al sistema.
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Per passare dalla precedente equazione, scritta per il sistema, ad una pi utile relativa al volume di controllo, si consideri il Teorema di Trasporto di Reynolds per un volume di controllo fisso e non deformabile, relativamente alla grandezza intensiva b= r V
d = r V d r V d + r V V n dA CS dt Sys t CV
) (
) (
r F
CV
Questa appena ottenuta lequazione del Momento della Quantit di Moto per un volume di controllo fisso e non deformabile.
10.2
Si suppongano valide le seguenti ipotesi, che permettono di ottenere una relazione semplificata ma utile nelle applicazioni: 1 2 3 flusso monodimensionale: tutte le grandezze sono uniformi nella sezioni dingresso e duscita del CV; flusso stazionario (o stazionario in media): le derivate locali in funzione del tempo sono nulle; si considera la sola componente del momento lungo lasse di rotazione della macchina;
La prima ipotesi viene applicata al caso di macchina assiale (vedi figura 10.3) considerando una unica linea di flusso che passi per il raggio medio della girante.
143
Figura 10.3: Turbomacchina assiale, volume di controllo, sezioni di ingresso ed uscita e definizione del sistema di riferimento utilizzato.
I triangoli di velocit possono pertanto essere valutati su uno sviluppo piano della superficie cilindrica sulla quale passa la linea di flusso considerata, chiamato schiera piana di pale (figura 10.4)
1 pala 2
a
Figura 10.4: Turbomacchina assiale, sviluppo piano del VC e delle tracce delle pale.
Nel caso di turbomacchina radiale lipotesi di monodimensionalit impone che nelle sezioni di ingresso ed uscita i valori delle grandezze vettoriali e scalari siano uniformi. Ci si traduce ancora nel considerare ununica linea di flusso che rappresenti grandezze medie (figura 10.5). Con le due prime ipotesi lequazione del Momento della QM diventa
( r V ) (V n ) A = ( r F )
2 1
CV
dove con 1 e 2 si sono indicate, rispettivamente, le sezioni dingresso e duscita della macchina.
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1 2
Figura 10.5: Turbomacchina radiale, volume di controllo, sezioni di ingresso e duscita e sistema di riferimento utilizzato.
Considerando la sola componente del momento lungo lasse della macchina (terza ipotesi), il primo termine della precedente equazione diventa 2 r 2 ) ( r1 V ,1 m 1) V V n A = ( r2 V , 2 m 1 assiale
)(
Oltre a ricordare che con lipotesi di flusso stazionario la portata massica comunque costante nelle sezioni dingresso e duscita, si osservi che i segni sono dettati dalla presenza del prodotto scalare, mentre lunica componente che d contributo al prodotto vettoriale quella tangenziale. Si riporta la simbologia delle equazioni: = raggio della macchina nella sezione dingresso; = raggio della macchina nella sezione duscita; = portata massica costante tra ingresso e uscita; m V ,1 = componente tangenziale lungo U (velocit periferica) della velocit assoluta allingresso del volume di controllo. V ,2 = componente tangenziale lungo u della velocit assoluta alluscita del volume di controllo Come riportato nelle figure, i sistemi di riferimento sono caratterizzati da: a, direzione assiale, parallela allasse della macchina; r, direzione radiale, positiva uscente; , direzione tangenziale, diretta come il vettore U = r , velocit di trascinamento, che caratterizza le parti della girante.
r1 r2
Il termine a secondo membro dellequazione del Momento della QM rappresenta il momento risultante delle forze esterne. Data la simmetria del sistema rispetto allasse di rotazione, le componenti lungo le direzioni diverse
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dallasse di rotazione sono trascurabili. Considerando la componente lungo lasse di rotazione si pu scrivere
s h a f t= ( U i nV ,i n ) + ( U o u V w t ,o u t)
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