You are on page 1of 2

PARTE TERZA CAPITOLO VII

Autunno del Medioevo e rinnovamento preumanistico: let di Petrarca, Boccaccio, Chaucer (1310-1380) Il Canzoniere

S22 ON LINE
INTERPRETAZIONI

La lingua di Petrarca (G. Contini)


Gianfranco Contini conduce una interessante analisi dello stile del Canzoniere e ne individua il carattere nel monolinguismo, contrapposto alla pluralit di stili e allo sperimentalismo linguistico di Dante. La ricerca stilistica non fine a se stessa, ma da questa il critico arriva a una intepretazione globale della visione del mondo di Petrarca. A differenza di Dante, il cui pluristilismo trova un centro nel trascendente, Petrarca trova nellunit di tono e di lessico lespressione appropriata del suo ripiegamento allinterno della propria anima. un fatto che noi moderni ci sentiamo pi solidali col temperamento, dico il temperamento linguistico, di Dante; ma altrettanto un fatto che la sostanza della nostra tradizione pi prossima alla cultura petrarchesca. [] Dei pi visibili e sommari attributi che pertengono a Dante, il primo il plurilinguismo.1 Non si allude naturalmenre solo a latino e volgare, ma alla poliglottia2 degli stili e, diciamo la parola, dei generi letterari. [] Ecco in Dante convivere lepistolografia di piglio apocalittico, il trattato di tipo scolastico, la prosa volgare narrativa, la didascalica, la lirica tragica e la umile, la comeda. In secondo luogo, pluralit di toni e pluralit di strati lessicali va intesa come compresenza: fino al punto che al lettore imbandito non solo il sublime accusato o il grottesco accusato, ma il linguaggio qualunque. Terzo punto: linteresse teoretico. Baster rammentare come lansia di giustificarsi linguisticamente vari dalla Vita Nuova al De vulgari (armatura teorica duna trageda in volgare gi collegialmente attuata),3 dal Convivio agli spunti di quella che la fin de sicle4 avrebbe chiamata filosofia linguistica entro la Commedia. Quarto punto: la sperimentalit incessante. A tacer daltro, si ricordi linconsistenza dun Canzoniere dantesco organico, linterruzione, che sarebbe troppo facile considerare semplicemente casuale, di qualche opera teorica, si ricordi soprattutto la rapida derivazione delle esperienze: lo stilnovismo puro fa presto a deviare in allegorismo. [] Alle qualificazioni ora riassunte fanno contraltare altrettante e inverse di Petrarca. [] In primo luogo, dunque, unilinguismo, se non dir troppo. Posta quella cultura, il bilinguismo con frontiere ben segnate la soluzione pi rigorosa. vero che le due varianti tendono, con diverse modalit, a un assoluto stilistico. In latino, Petrarca intende essere, e qui poco importa che sia o non sia, il secol doro, il Cicerone (sia pure un Cicerone senechizzato o augustinizzato)5 di se stesso, e il Virgilio di se stesso, e infine il Livio (sia pure un Livio alla Giustino o alla Valerio Massimo) di se stesso; ma non solo lideale augusteo conviene in lui con gusto, interpretazioni e istituzioni argentee e patristiche,6 bens il latino la lingua normale anche della comunicazione. Attorno alle aiole dei suoi autografi volgari sono commoventi i vivagni, le bordure stenografiche che avvertono hic placet,7 dic aliter hic,8 oppure responsio mea sera valde, o ancora 1368 maii 19 veneris, nocte concubia, insomnis diu, tandem surgo, et occurrit hoc vetustissimum.10 chiaro che il volgare non passibile di usi pratici. Di prosa toscana petrarchesca si conserva in tutto e per tutto la letterina padovana a un Leonardo Beccanugi, pi volte pubblicata dal Cinquecento a questa parte, e ora criticamente per la collaborazione dei maggiori petrarcologi del momento, Ernest Hatch Wilkins e Giuseppe Billanovich. E lepisodio di Petrarca che volge in latino la novella boccaccesca della Griselda non ha bisogno di commento. Il volgare solo sede di esperienze assolute, la sua pluralit e curiosit Petrarca le sposta verso il latino. Pertanto, se non monoglottia11 letterale, certa lunit di tono e di lessico, in particolare, bench non esclusivamente, nel volgare. Questa unificazione si compie lungi dagli estremi, ma lontano anche dalla base, sopra la base, naturale, strumentale, meramente funzionale e comunicativa e pratica. Tuttavia codesto lume trascendentale del linguaggio un ideale assolutamente spontaneo, non compatibile con razionale opera di riflessione. Nessun lacerto teoretico sulla lingua si pu avellere da Petrarca.12 [] Quarto punto: nessun esperimento, ove non sia quello di lavorare tutta una vita attorno agli stessi testi fondamentali. [] Leredit linguistica siciliana accolta con beneficio dinventario. Petrarca elimina lultimo residuo di rima siciliana (in tutto il Canzoniere solo un voi con altrui ), e lascia allignare irrevocabilmente solo la rima di vocale aperta con vocale chiusa: tipica rima per locchio, dunque indicativa della natura sommamente scritta duna tradizione pur rigorosa com litaliana. In pari tempo prendono istituzionalmente piede le alternanze pi proverbiali della nostra lingua poetica, tra forma fiorentina e forma di ascendenza siciliana o provenzale o latina o tutte queste cose insieme, fiero e fero, Dio e Deo, degno e digno, fuoco e foco, mondo e mundo, oro e auro, e sinstallano nel1 plurilinguismo: pluralit di lingue. 2 poliglottia degli stili: molteplicit dei linguaggi e dei registri stilistici. 3 collegialmente attuata: attuata, prima di Dante, dai trovatori e dagli stilnovisti. 4 fin de sicle: fine secolo. 5 Cicerone...augustinizzato: Cicerone influenzato da Seneca e da santAgostino, cio da autori non pi considerati classici. 6 argentee e patristiche: dellet latina imperiale e cristiana. 7 hic placet: qui va bene. 8 dic aliter hic: qui esprimiti in modo diverso. 9 responsiovalde: la mia risposta () assai tarda. 10 1368...vetustissimum: 1368 19 maggio, mese di Venere, a notte fonda, a lungo insonne, alla fine mi alzo e mi si presenta questo antichissimo. 11 monoglottia: monolinguismo. 12 Nessun lacerto...Petrarca: nessun brano di riflessione teorica sulla lingua si pu strappare dallopera di Petrarca.

da G. Contini, Preliminari

sulla lingua del Petrarca 19, saggio introduttivo al Canzoniere, Einaudi, Torino 1992, pp. XXVIII-XXXVIII, con tagli.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]

PARTE TERZA CAPITOLO VII

Autunno del Medioevo e rinnovamento preumanistico: let di Petrarca, Boccaccio, Chaucer (1310-1380) Il Canzoniere

la tradizione provenzalismi come augello, come il condizionale in -ia. stato sottolineato molto bene dallautore duna delle tesi citate, lEwald, il passaggio in autografo da pie a pe, da condotto a condutto, da begli a belli occhi e via discorrendo, cio una misura per nulla trascurabile di defiorentinizzazione. Sul lato opposto, la spietata soppressione del suffissame transalpino, ad esempio di -anza (resta la rimembranza, ma sono espunte le tante allegranze e tardanze e vengianze), elimina elementi forestieri solo in quanto siano troppo espressivi. E al medesimo zelo antiespressionistico dovuta in generale la scarsezza di vocaboli riconoscibilmente stranieri. [] Luogo prossimo e luogo remoto sono cancellati del pari. Se la lingua di Petrarca la nostra, ci accade perch egli si chiuso in un giro di inevitabili oggetti eterni sottratti alla mutabilit della storia. Petrarca eredita ancora la tradizione stilnovistica recente, ma ci che fa dello Stil Novo il trampolino di Petrarca come, diciamo, progresso sui provenzali e siciliani, dei quali si sottolineava dianzi lintercambiabilit delle strofi, lorganizzazione logica o magari epigrammatica del tema; manca in compenso nel Petrarca volgare qualsiasi concessione al pensiero, e questo detto non gi secondo la tesi vulgata13 che agli stilnovisti attribuisce dignit di filosofi, ma perch nelle summae o manuali o appunti di scuola quali che fossero essi andavano rintracciando (memori del resto della fenomenologia amorosa svolta in sonetteria polemica dai tosco-siciliani) la riserva inventiva, il repertorio euristico14 convenienti alle loro canzoni pi solenni. Tanto varrebbe mutare i cosiddetti poeti esistenzialisti moderni in discepoli di Heidegger o altro che sia, o magari in partigiani proprio del tale o tale professore piuttosto che del talaltro. Neppure gli stilnovisti veramente posseggono interessi dottrinali pronunciati; hanno, questo s, in uno dei pi imponenti fra i loro settori desperimento, interessi pronunciati per il linguaggio tecnico della filosofia e per laccensione metaforica in cui pu indurre lesposizione concettuale. In virt di questopposizione sono assenti da Petrarca i termini tecnici o tecnicizzati dello stilnovismo, si attenuano gli spiriti, perdura pi facilmente un epiteto quale umle, ma smorzato nella serie dei molti celeste, angelico, soave, sacro, e valore del tutto ordinario possiede ormai parere, che non allude pi allevidenza figurativa degli eventi interni. Come lo Stil Novo, Petrarca si esercita nella fenomenologia amorosa, fa dellautobiografismo trascendentale, accentuando con rilievo formale i dati biografici sinceri o fittizi: nessuno stilnovista, neppure Cavalcanti e Cino, sera per impegnato in una carriera poetica esauriente, come pure, dei predecessori, Guittone; e di Dante va ripetuto che aveva attraversato lo Stil Novo per giungere a un metodo allegorico che rappresentasse plasticamente i dati dellIo e costringesse allunit le esperienze dibattute fra eros e intelletto? Petrarca non pi allegorico, emblematico.

13 vulgata: diffusa. 14 repertorio euristico: riserva per la ricerca di temi e motivi di ispirazione.

Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]

You might also like