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La citt
Il lavoro
LUniversit
Il divertimento
i ragazzi si sono alzati e, mogi mogi, hanno completano lopera ripulendo tutta la zona, anche da ci che non era stato gettato da loro. La morale che si pu trarre da questo banale episodio molto semplice: i gesti valgono molto pi delle parole. I rimproveri, i rimbrotti e i discorsi passano come il vento. Solo i gesti e soprattutto gli esempi riescono a smuovere i cuori e le coscienze. C un fortissimo desiderio di cambiamento che i nostri politici non vedono. Mai come in questo momento si parla tanto di giovani. LItalia prova a rialzarsi affidandosi alle nuove generazioni. La gente chiede cambiamento, aria nuova, facce diverse, seriet e moralit. Perfino oltre Tevere a un centinaio di
anziani preti bastato annusare laria della Curia per intercettare questo desiderio di rinnovamento e capire che alla Chiesa non serviva un cesellatore di encicliche, ma un uomo di cuore, con mano ferma ed energia vitale. La condizione dei giovani devastante. Interrogati sul futuro piuttosto che parlare di sogni, progetti, speranze e aspettative usano parole inusuali nel loro linguaggio come rischio, incertezza, buio, precariet. I ragazzi di oggi sono forse la prima generazione globale, con valori, abitudini e modi pensare convergenti, capace di inventare linguaggi nuovi, pi attenti alle persone, alle diversit, ai diritti e allambiente. Essere nativi digitali li rende aperti,
aggiornati, curiosi. Lanalisi in queste pagine del Ducato rivela dati allarmanti. I giovani trapiantati a Urbino per ragioni di studio denunciano scarsa attenzione verso i loro problemi e le loro esigenze e lamentano un evidente distacco; si sentono emarginati e sfruttati, percepiscono quasi un senso di ostilit. Avrebbero invece bisogno di luoghi, e occasioni per promuovere i talenti e organizzare la speranza. Anche fra i giovani nati e cresciuti a Urbino la prima aspirazione andarsene. Questi segnali dovrebbero essere percepiti da chi amministra la citt, senza un traduttore automatico. Una persona muore dentro quando smette di avere un progetto di vita. Finch lo ha, ha gli occhi che brillano. E per fortuna c qualcosa che condiziona i giovani pi dei modelli mediatici ed lesempio che diamo loro. Invece di fare prediche, sarebbe meglio concentrarsi su quello.
il Ducato
A sinistra la professoressa Elisa Lello Accanto e in basso: incontri in Piazza della Repubblica e lattesa dellautobus
ELISA LELLO *
IOVANI un po rassegnati allidea di un futuro poco roseo. Abituati allidea, ormai diventata parte del senso comune, secondo cui i genitori e ancor pi i nonni hanno faticato, s, ma per costruire, realizzare, riuscire. Mentre oggi la prospettiva faticare ugualmente, ma con esiti incerti e precari. Giovani presi in mezzo, tra un contesto socio-economico che li marginalizza, anche per via del lungo oblio della politica nei loro confronti - e una sfera privata (la famiglia) che rimane e anzi sempre pi rappresenta lunico vero sistema di welfare, lultimo baluardo a cui aggrapparsi. Altro che giovani bamboccioni, o troppo choosy. Il problema , piuttosto, che i giovani di oggi sono stati educati in un clima di allarmismo circa le declinanti opportunit che avrebbero trovato nel loro futuro; nel loro affacciarsi alla vita adulta, hanno potuto osservare i loro fratelli maggiori (la generazione perduta dei trentenni) inseguire sogni e ambizioni nendo per incespicare da un lavoretto a un altro e per dilazionare sempre di pi nel tempo il compimento dei passi fondamentali che segnano lentrata nella vita adulta. Per questo - anche per questo -, il loro atteggiamento verso il futuro appare dominato dal pragmatismo e dal disincanto, dallabitudine acquisita a non cedere ai sogni, allidealismo, a non prendere in considerazione il valore di ci che non ha valore economico. Sono, questi, alcuni degli spunti che emergono dalle ricerche che il LaPoliS Laboratorio di Studi Politici e Sociali dellUniversit di Urbino ha svolto negli ultimi anni e da cui sono tratti i dati che qui presentiamo. Dati che fanno riettere sulla necessit di restituire spazio, ducia e opportunit ai giovani, se non vogliamo, come societ, fare a meno della loro capacit di inventare rispo-
Tra i punti indicati come critici, invece, troviamo, oltre allannoso problema dei collegamenti e della carenza di parcheggi gratuiti, soprattutto aspetti legati alla vivacit culturale: la limitatezza e scarsa variet delle proposte artistico-culturali e per il tempo libero, la carenza di ambienti associativi dove potere coltivare e sviluppare capacit artistiche, letterarie, musicali, ma anche dove potere confrontare opinioni su temi di interesse comune e impegnarsi per cause collettive. Mancanza di stimoli, pochi scambi culturali, pochi spazi dedicati ai giovani, non c opportunit di scelta, non ti fa avere esperienze per crescere, mancanza di attivit artistiche/concerti, citt monotona/noiosa sono alcune delle espressioni raccolte attraverso una domanda a risposta aperta e che illustrano efcacemente i punti dolenti di Urbino nella prospettiva degli studenti. Lamentano, oltre a questo, le scarse opportunit di lavoro, la disponibilit (le condizioni e i costi) degli alloggi e dei posti letto e, inne, ladeguatezza e la disponibilit (anche in orari serali) delle biblioteche e degli
spazi dedicati allo studio. LE OPINIONI DEGLI STUDENTI E QUELLE DEI RESIDENTI, dunque, disegnano un quadro tuttaltro che coniggente. Si potrebbe anzi dire che le criticit sollevate dagli uni e dagli altri non sono che due lati della stessa medaglia, che, peraltro, riportano in primo piano lesigenza, di cui si parlava in apertura, di restituire spazi concreti alla creativit dei giovani, studenti e non. UNA POLITICA ATTENTA alle suggestioni emerse dallindagine svolta da LaPoliS dovrebbe ripensare le politiche culturali, al ne di vivacizzare e diversicare lofferta, indirizzandola non solo agli studenti, ma anche ai giovani di Urbino. Stupisce, per esempio, lo iato tra una citt che si vuole vivace, culturalmente, grazie alluniversit (aspetto di cui peraltro gli urbinati stessi sono orgogliosi), in cui manca una biblioteca per la citt, i suoi giovani, le sue famiglie. Pi in generale, una rivitalizzazione dellofferta culturale potrebbe utilmente partire da un nuovo modo di considerare lassociazionismo e le forme di partecipazione che coinvolgono,
sui temi pi differenti, sia gli studenti che i cittadini. Solo considerandoli come una risorsa strategica da valorizzare e da coinvolgere allinterno dei processi decisionali si potrebbe vivacizzare e riaprire il dibattito intorno alle prospettive sociali e culturali della citt, contrastando quelle percezioni di chiusura e provincialismo che vengono lamentate come punti critici dai giovani che hanno scelto la citt ducale come meta per i propri studi. Una politica di questo tipo potrebbe costruire ponti tra realt associative cittadine e studentesche, contrastando difdenze e ostilit reciproche. Daltronde, dare spazi alla voglia di incontrarsi intorno a degli obiettivi signica creare alternative al divertimenticio notturno, e quindi dare risposte indirette, ma non per questo meno efcaci di altre, alle sue conseguenze, cio proprio agli aspetti su cui pi si registrano tensioni tra le due citt. *Elisa Lello svolge attivit di ricerca presso LaPoliS (Laboratorio di Studi Politici e Sociali dellUniversit di Urbino) e insegna Sociologia politica presso la Scuola di Scienze Politiche.
LA CITT
D
Studiare a Urbino: perch si
Citt tranquilla e ideale per lo studio Vicinanza Prestigio dellUniversit e qualit dellofferta I vantaggi dellUniversit piccola Citt piccola, comoda, accogliente Presenza di giovani, indipendenza, amicizie Bellezza del paesaggio, patrimonio storico-artistico Organizzazione, servizi, infrastrutture Vivibilit e vivacit culturale Divertimenti e luoghi per il tempo libero
Fonte: indagine La Polis, maggio-ottobre 2010, n. casi 490
11,9 11,4 11,1 11,0 10,3 8,6 4,2 4,0 3,5 1,2
13,1 10,3 5,0 4,6 3,5 1,9 1,7 1,5 1,0 1,0
omenica pomeriggio, piazza della Repubblica. Ti giri per strada e non vedi neanche un ragazzo. Ti volti dallaltra parte e trovi una compagnia di anziani signori seduti al bar a giocare a carte. Una cosa certa: Urbino non una citt per giovani. Per spiegarci il perch ci siamo rivolti allufcio anagrafe del Comune. I dati emersi sono chiari: le nascite sono inferiori alle morti. I giovani che emigrano sono tantissimi. Ma la popolazione continua ad aumentare: nonostante le immigrazioni siano in calo, rimangono sempre maggiori rispetto alle emigrazioni. Il 2012 ci consegna un quadro preciso della situazione dei giovani urbinati. Partiamo dalle nascite. Il numero di nuovi nati per anno pi o meno lo stesso dal 1999 ad oggi. Si passa da un minimo di 120 a un massimo di 145. Stabile anche il dato degli ultimi anni. Dal 2006 al 2012 il numero di nuovi nati oscilla sempre tra i 133 e 141. Ad allarmare il tasso di mortalit. Le morti registrate sono sempre pi alte delle nascite. Unica nota positiva viene dal dato sul 2012. La forbice tra morti e nati si ristretta: ora la differenza minima. Al di l dellultimo anno, il numero di morti a Urbino rimane molto pi alto rispetto a quello dei nuovi nati. La cifra approssimativamente la stessa negli ultimi quindici anni. Si va da un minimo di 148 morti lanno a un massimo di 189, come nel 2010. Queste premesse farebbero pensare a un costante calo della popolazione urbinate. E invece non cos. Prendendo il numero di
abitanti dal 1997 al 2012 si pu notare un costante aumento. Si passa - gradualmente - dai 15.140 abitanti del 97 ai circa 15.600 del 2012. Come spiegare questo fenomeno? La risposta semplice: gli immigrati sono quasi sempre in numero maggiore rispetto agli emigrati. Questo ci dicono i numeri degli ultimi anni, fatta eccezione proprio per il 2012. Nellultimo anno, infatti, si registrata uninversione di tendenza. A fronte di 396 immigrati, ben 433 cittadini urbinati hanno deciso di andare a vivere altrove. Ma dove? Spulciando i libri dellufcio anagrafe salta subito agli occhi il comune di nuova residenza di queste persone. Nella grandissima maggioranza dei casi si tratta di paesi limitro, come Fermignano, Urbania e Petriano, o di citt nelle vicinanze, come Pesaro e Rimini. Tanti altri decidono di trasferirsi in altre province marchigiane, su tutte Ancona e Macerata. Pochi scelgono lestero (mediamente una quindicina di persone lanno) e ancora meno vanno a vivere nelle grandi citt italiane come Milano e Roma. Gli urbinati che lasciano la citt
sono nettamente aumentati nei primi anni 2000, in particolare dal 2003 in poi. Fino al 2006 il numero stato in continuo aumento, arrivando a un picco di 554 emigranti in un anno. Dal 2007 gli abbandoni della citt ducale sono nuovamente tornati a calare. La media degli ultimi anni parla di circa 440 urbinati che lasciano la propria citt per cambiare residenza. Si tratta di dati simili a quelli degli ultimi anni Novanta, quando non pi di 400 persone lanno abbandonavano Urbino. I primi anni del nuovo millennio non hanno segnato, per, solo un aumento degli emigrati, ma anche dei nuovi residenti sotto i torricini. Nel 2003 si contano ben 718 passaggi di residenza a Urbino. E no al 2010 il dato non mai sceso sotto le 500 unit lanno. Il crollo di immigrazioni iniziato nel 2010, quando per la prima volta dopo otto anni si scesi sotto i 500 nuovi residenti lanno. Ildato continua a subire una costante riduzione, come dimostrano i numeri del 2012: solamente 396 cittadini provenienti da altri comuni hanno chiesto il trasferimento di residenza a Urbino.
Gli intervistati hanno risposto per gli aspetti positivi alla domanda: Quali sono gli aspetti che pi apprezzi nella tua esperienza di studente a Urbino, quelli per cui potresti consigliare ad altri discegliere la stessa sede universitaria? Per gli aspetti negativi: Cosa manca, invece, nella citt dove studi? Quali sono gli aspetti negativi nella tua esperienza di studente a Urbino, quelli per cui potresti invece sconsigliare ad altri la stessa sede universitaria?
il Ducato
n giovane su tre oggi in Italia non trova lavoro. Laureati o no, il futuro delle nuove generazioni senza prospettive. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni il pi alto di tutto il Paese e sora il 38%. Un dato allarmante che si conferma critico anche per il centro Italia. La regione Marche, in ventanni di rilevazioni Istat, per la prima volta ha superato il 20%. La percentuale migliora nella provincia di Pesaro Urbino, dove il 15,4% dei giovani senza lavoro, ma il momento comunque drammatico. A dimostrare questa criticit sono i numeri del centro per lImpiego, lOrientamento e la Formazione di Urbino che in media ogni giorno accoglie tra le 100e le 200 persone di cui oltre il 50% di et inferiore ai 29 anni. La situazione attuale del mercato del lavoro stagnante e questo mette in difcolt soprattutto i giovani che oltre a dover inutilmente bussare alle aziende che hanno sempre pi le porte serrate, devono anche concorrere con persone che hanno precedenti esperienze lavorative e quindi hanno maggiori capacit e conoscenze. Limpresa cerca sempre pi prodotti chiavi in mano ha dichiarato Stefano Raia, coordinatore del centro per limpiego perch non vuole pi accollarsi i costi della formazione delle persone e per far fronte a queste richieste il centro offre servizi di orientamento, tirocini e corsi di formazione professionale. Tra questi progetti ne emergono alcuni in collaborazione con la provincia: lErasmus per imprenditori che consente ai giovani industriali di essere ospitati per sei mesi presso unimpresa estera simile a quella che il giovane vuole costruire; attivit di formazione per i neo-imprenditori che per 36 ore vengono afancati da consulenti di avvio di impresa; inne, programmi di sostegno per imparare mestieri artigianali che danno la possibilit di andare a fare tirocini presso alcune botteghe. I giovani che si trovano pi in difcolt sono coloro che hanno titoli di studio bassi (i laureati sono meno disoccupati dei diplomati) anche se in questo momento ci che conta maggiormente non sono i titoli ma le competenze speciche che le persone acquisiscono indipendentemente dai percorsi scolastici. Secondo Raia il vero problema non sono i titoli in s ma il modo in cui le persone abitano il mercato del lavoro, lincapacit
di muoversi nel mercato del lavoro porta le persone a fermarsi per riettere e decidere come agire e durante questattesa perdono le competenze che avevano acquisito. Dati confortanti arrivano per dallAlmalaurea: a tre anni dal conseguimento della laurea, la percentuale di giovani che dichiara di svolgere unattivit formativa del 91% per gli studenti di Scienze della formazione, dell88% per gli studenti di Scienze politiche, l87,2% per Farmacia, l83,5% Sociologia, 83% Scienze e tecnologie, 82,9% lettere e losoa, 81,3% scienze motorie, 77,8% economia, 64,3% Lingue e letterature straniere e il 46,4% Giurisprudenza. Una volta terminati gli studi, i ragazzi che si rivolgono al centro non hanno le idee ben chiare su cosa fare, per questo vengono afancati da alcuni tutor che li aiutano a realizzare una progettazione professionale. Il programma serve per guidare i giovani nel mondo del lavoro e per eliminare latteggiamento di sconforto che secondo il coordinatore porta i giovani ad auto-danneggiarsi con la pro-
pria condotta. Ad aggravare la situazione di Urbino si aggiunge il mercato del lavoro nero. Gli studenti-lavoratori si rivolgono in minima parte al centro per limpiego. Di questi, oltre il 50% va avanti con il mercato del lavoro non ufficiale.
Richieste
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ono le cinque e mezza di venerd pomeriggio. Chiamiamo Sara. in treno e sta tornando, come tutti i ne settimana, da Milano a Urbino. Sara ha 32 anni, si laureata in lingue a Urbino e ha poi seguito un master in lettere. Nel 2006 andata a fare stage a Bruxelles e Bologna. Aveva 27 anni. Da allora, tornata a Urbino solo per pochi mesi, lavorando nellorganizzazione di eventi per lUniversit. Le sue passioni lhanno per portata di nuovo lontana dalle Marche. Il mondo della moda e delleditoria lha chiamata a Milano, dove ora lavora per Donnamoderna e Grazia. La prima cosa che Sara vuole sottolineare lassenza di case editrici a Urbino. Non ci sono possibilit di lavorare nel mondo editoriale dice Sara e ancora di pi manca il collegamento tra moda ed editoria. Eppure nella citt ducale esiste una scuola di moda. Nelle vicinanze di Urbino ci sono aziende del settore, come Piero Guidi. Le persone che lavorano in azienda nellarea urbinate ci sono, ma non in citt. In molti vanno a Rimini, sostiene Sara. Il vero problema lassenza di lavori creativi. Come esempio Sara porta il caso dei graci, che in citt praticamente non esistono. Urbino rimane unisola felice, ma sempre di unisola si tratta e il problema proprio quello dellisolamento. Gli urbinati hanno paura di
rovinare la citt con lindustria continua Sara e stesso discorso vale per il turismo. Parla di unisola felice anche Emanuele, un ragazzo di 35 anni che lavora a Milano ma che molto legato a Urbino. La vita lha costretto ad abbandonare la sua citt, ma la voglia di tornare tanta. Lo dimostra la sua attivit online: Fabio partecipa a chat e forum su internet e su Facebook, parlando dei problemi del lavoro a Urbino. Emanuele andato via dopo aver concluso i suoi studi universitari.Voleva fare il giornalista o il fotoreporter. Alla ne si trovato a lavorare nel mondo dello spettacolo. E ora vorrebbe tornare a Urbino, ma non ci sono possibilit di lavorare nel suo settore. Lunica possibilit inviare il curriculum ad aziende di Pesaro o di Fano. Emanuele, per, ha voluto a tutti i costi che suo glio nascesse nella citt ducale. singolare, ma solo fra le mie conoscenze posso contare circa 60 ragazzi urbinati di 30 anni che lavorano e vivono fuori da Urbino. Cos esordisce Emanuele. Si nota subito che a lui chiaro il problema: Urbino ha basato la sua economia solo sullo Stato - scuole, universit, ospedale, tribunale. Manca una politica economica strategica. Ma ora lo Stato ha difcolt ad assumere. E lunica vera industria di Urbino luniversit. Le imprese non vengono incentivate a sufcienza, non esistono vere politiche commerciali, continua. Lunica vera possibilit non statale per i lavoratori urbinati la Benelli. Ma
il paradosso che la fabbrica di armi cerca ingegneri e operai. Peccato che luniversit di Urbino non abbia una facolt di ingegneria e che gli urbinati siano, per lo pi, laureati che non puntano a un posto da operaio. Mancano, dunque, le aziende che offrono posti di lavoro ai neo-laureati. E manca, di conseguenza, un ipotetico ponte che luniversit dovrebbe creare col mondo del lavoro continua Emanuele - questo, per, non certamente solo un problema di Urbino. Altro spunto interessante emerge dalla socializzazione online che Emanuele quotidianamente compie. La sua partecipazione a forum e chat gli ha permesso di sviluppare lidea che esista una netta frattura generazionale: i giovani no ai 35-40 anni, infatti, lo sostengono nelle sue critiche alle politiche lavorative del Comune. Diversamente, le persone dai 45 anni in su si mostrano molto conservatrici e vorrebbero che non cambiasse nulla della situazione esistente. Hanno paura che la citt possa rovinarsi con nuove attivit commerciali. Il turismo basta e avanza. Questa la sua ipotesi. Urbino , per lui,unisola felice che si regge sullimpiego statale. Cos i meno giovani non si rendono ancora conto della situazione. I loro gli sono ancora piccoli e non hanno necessit di inserirsi nel mondo del lavoro. Ma presto anche loro si troveranno di fronte al problema della mancanza di lavoro e sarebbe opportuno muoversi prima per evitare che questo giorno arrivi.
IL LAVORO
E SE FUNZIONASSE?
Idee e progetti
Si chiama E se funzionasse il progetto lanciato dal gruppo Giovani Imprenditori di Conndustria. Un vero e proprio concorso di idee che cerca di stimolare la vivacit imprenditoriale e valorizzare i progetti pi innovativi. Le cinque migliori idee verranno presentate nel mese di Settembre ad una commissione di imprenditori: soltanto una sar per dichiarata vincitrice e nalizzata alla realizzazione di unazienda. Alla gara possono partecipare tutti, senza vincoli di et n di provenienza geograca. Limportante che la societ nata dallidea vincitrice operi nella provincia di Pesaro e Urbino. Le iscrizioni al concorso scadranno il prossimo 3 Maggio. Il regolamento completo disponibile sul sito delliniziativa, da dove possibile scaricare anche il modulo di iscrizione alla gara. Sar una possibilit per gli aspiranti imprenditori di entrare in contatto con il mondo del lavoro e del mercato.
pinoff. Sembra una parola misteriosa, un neologismo tecnico. In realt una societ di capitali che nasce dallidea di dare una ricaduta aziendale e produttiva a una scoperta o a un prodotto nato nel contesto della ricerca universitaria. Un progetto che si propone di collegare direttamente il mondo universitario al mondo del lavoro, attraverso linserimento di chi ha scoperto qualcosa di innovativo in una concreta realt aziendale. Ogni campo degli studi universitari pu avere uno sbocco nel mondo del mercato queste le parole di Giorgio Calcagnini, professore alla Facolt di Economia di Urbino e delegato rettorale dei rapporti con Conndustria. Attraverso il Knowledge Transfer Ofce, ufcio che si occupa proprio dellinterazione tra mondo accademico e produttivo, il professor Calcagnini punta ad allargare a tutte le facolt il concetto che da un idea possa nascere una realt produttiva.Cerchiamo di introdurre la cultura del mercato e di trasmettere il concetto che sia possibile fare impresa allinterno dellateneo. Nonostante la buona volont degli addetti ai lavori, si contano sulle dita di una mano i progetti spinoff collegati alluniversit di Urbino. Nel campo della biomedicina, troviamo la Diatheva, fondata nel 2002. Ci sono poi Lingua ideale, fondata nel 2011 e attiva nellinsegnamento della lingua italiana agli stranieri, e Ecoman, che a partire dal 2012 svolge attivit di consulenza ambientale per le imprese e la pubblica amministrazione. Visto che lUniversit di Urbino stata sempre caratterizzata dal lato umanistico, per anni c stata una chiusura verso il mercato. Solo negli ultimi anni si affermata la mentalit che avere rapporti con il mondo produttivo non signica mercicare la propria conoscenza. Il professor Calcagnini sottolinea anche il ritorno economico che la politica degli spinoff porterebbe allUniversit: E importante stimolare questi progetti visto che parte degli eventuali protti provenienti dalle aziende vengono reinvestiti dallateneo nella ricerca. Inoltre il ministero dellIstruzione valuta le entrate da soggetti esterni, e pi queste entrate sono destinate alle ricerche pi positiva sar la valutazione dellateneo da parte degli organi ministeriali. La limitata diffusione degli spinoff un problema che caratterizza tutta lItalia: Nel nostro paese siamo un po in ritardo ri-
Giorgio Calcagnini
spetto al resto dellEuropa. In passato il settore pubblico garantiva consistenti fondi alluniversit. Negli ultimi anni i tagli ai fondi ministeriali hanno portato allesigenza di puntare pi sugli investimenti dei privati e quindi su una apertura a progetti come gli spinoff. Unidea per la realizzazione di
Ricerca biomedica
redo che lUniversit di Urbino e tutto il settore economico della zona abbiano bisogno di puntare enormemente sulle nuove tecnologie e di aprirsi alla generazione delle start up e delle nuove imprese. Queste le parole di Giovanni Mambrini, direttore dei dispositivi medici e delle operazioni della azienda Erydel. Lidea di costituire la societ nata dalle ricerche biomediche del professor Mauro Magnani e della professoressa Luigia Rossi, che dal 1996 hanno lavorato sulla creazione di un particolare dispositivo in grado di sfruttare i globuli rossi per introdurre nel corpo enzimi ed altri agenti biologicamente attivi. Per diffondere la scoperta il professor Magnani si rivolse inizialmente ad una societ di Mirandola di Modena, la Dideco, dove incontr Mambrini: La Dideco, dopo alcuni anni, mise da parte il progetto e nacque dunque lidea di rivolgersi alluniversit di Urbino per dare vita a uno spinoff. La Erydel fu fondata nel 2007 come progetto universitario e dopo un solo anno cattur lattenzione di due fondi di finanziamento: il fondo Focus, del gruppo Banca Marche, e il fondo Innogest, specializzato negli investimenti sulle giovani imprese. LUniversit di Urbino ha mantenuto una percentuale di quote azionarie fino allOttobre 2012, quando ha deciso di uscire dal progetto aziendale vendendo le proprie azioni ai due fondi di investimento, attualmente proprietari del 64% della societ. Inizialmente abbiamo attinto al personale laureato dellateneo di Urbino o del Dipartimento di Bioteconologie di Fano. Solo in un secondo momento ci siamo resi conto che avevamo bisogno di competenze maggiori in alcuni campi, come quello farmaceutico, e cos abbiamo cercato personale anche fuori dalla provincia di Pesaro e Urbino. La Erydel resta una societ di ricerca, senza un fatturato: Ci finanziamo conclude Mambrini grazie allappeal dei nostri progetti. (T.C. & G.O.)
il Ducato
n tempo di crisi il sogno di tutti di poter studiare, mangiare e dormire a costo zero: oggi, se sei in prima fascia, ne hai pieno diritto. Ma per quanto tempo e soprattutto per quanti studenti varr ancora la norma? Questanno, tra coloro che hanno fatto domanda per beneficiare della borsa di studio, 1726 lhanno ottenuta; privilegiati gli studenti fuori sede ai quali sono stati assegnate 1549 borse, 116 sono andate ai pendolari e 61 agli studenti residenti a Urbino. In totale l Ersu ha stanziato quasi cinque milioni di euro. Dal prossimo anno, per, potrebbero essere circa il 45% in meno gli studenti che avranno diritto allaiuto economico. La prospettiva quella di una diminuzione drastica delle borse di studio se dovesse essere approvato il documento integrativo al decreto del 29 marzo 2012 n.68, ancora in discussione. I cambiamenti previsti sono sostanziali: oggi a uno studente del secondo anno vengono richiesti 25 crediti per concorrere alla borsa di studio, con il nuovo decreto ne serviranno dieci in pi. La forbice si assottiglier inevitabilmente. Per quello che riguarda il reddito, attualmente per accedere alla borsa i guadagni del nucleo familiare (ISEE) non devono superare i 18.300 euro da zero a 12.100 euro sei in prima fascia - e la situazione patrimoniale (ISPE) deve essere inferiore a 28.500. Sotto questi parametri la distinzione in cinque fasce che determinano le riduzioni percentuali sulle tasse da pagare. Le polemiche sulla mal distribuzione delle fasce di reddito sono sempre nel vivo tra gli studenti: Cinque fasce sono troppo poche - dice Giulio, studente al terzo anno di Economiai miei genitori non guadagnano molto ma sono comunque collocato nella fascia pi alta. Per avere delle esenzioni devi vivere in una situazione davvero drammatica, ma in questo momento molti ne avrebbero bisogno. Sul regolamento ufficiale si legge: la borsa corrisposta integralmente agli studenti il cui indicatore della situazione economica equivalente del nucleo famigliare del richiedente, sia inferiore uguale ai 2/3 del limite massimo di riferimento. Per i valor superiori sino al raggiungimento del predetto limite, la borsa viene gradualmente ridotta fino alla met dellimporto minimo. Il proverbiale burocratese incomprensibile colpisce ancora. Uno studente di Economia, posizionato in seconda fascia, pagher la seconda rata 280 euro anzich 830; per gli studenti che rientrano nella prima fascia c la esenzione totale. Questo vale per tutte le lauree triennali e magistrali tranne per Conservazione e Restauro dei beni culturali: la norma prevede che il costo della retta (5.753 euro) venga ampiamente diminuito ma non azzerato (in prima fascia si pagano 1.194 euro).
Un letto e un biglietto
U
rbino una citt piena di meraviglie: palazzo Ducale, palazzo Albani, fortezza Albornoz, vicoli che sbucano su scorci inaspettati; ma basta entrare nelle case degli studenti per passare in unaltra dimensione. Si transita dal paradiso all inferno facendo lo slalom tra un mobile scadente, recuperato da una vecchia casa, e un incerta libreria Ikea. Urbino come una confezione bellissima che nasconde una vera e propria ciofeca. Che cosa cercano i ragazzi in una citt universitaria? Che labitazione sia in centro (vicino allUniversit e lontano dai posti di blocco del gioved sera), che ci sia una connessione internet veloce e che i coinquilini siano festaioli ma non fastidiosi. Soddisfatte queste condizioni, il resto secondario: case sporche, bagni minuscoli, cucine arrangiate, camere da dividere con 3 o 4 persone, infissi fatiscenti e muffa alle pareti. Tutto concesso, a patto che ci si trovi tra via Mazzini, via Veneto, via Budassi e via Cesare Battisti. Per altro le vie pi costose: un posto letto in camera doppia sta tra i 160 e i 180 euro, in singola si arriva fino a 250. Se si ricercano la pace e la solitudine di un monolocale in centro si devono tirare fuori circa 350-400 euro al mese: la grandezza della casa cresce in modo inversamente proporzionale rispetto al prezzo. Le cose cambiano se ci si sposta di qualche chilometro: in zona ospedale ad esempio, la cornice nettamente meno stimolante ma si trovano case decenti a prezzi inferiori. Per un posto letto in camera doppia ci si aggira intorno al 130 euro, in singola siamo sui 180, lequivalente di una doppia intorno a Piazza della Repubblica. Discorso ancora diverso se si considerano soluzioni verso Fermignano, Trasanni, Gadana e negli altri piccoli centri che distano cinque sei chilometri da Urbino. I prezzi scendono ancora e si trovano case vere ma necessario avere la macchina, scomodit che i giovani studenti preferiscono evitare. La crisi economica ha avuto i suoi effetti anche in questo settore: Gli affitti, da 5 anni a questa parte, non sono diminuiti ma neanche aumentati spiega Filippo Franci, proprietario dellImmobiliare via Veneto e questo un dato molto rilevante. La differenza rispetto al passato che fino a met ottobre restano appartamenti vuoti, e qualche anno fa, gi a settembre, si registrava il tutto esaurito. Un cambiamento positivo negli ultimi anni c stato: il nero vero e proprio quasi scomparso. Se prima la pratica era usuale e diffusa, dopo lentrata in vigore del decreto legislativo 23/2011 (che prevede per i locatari una sanzione pesantissima: laffittuario che denuncia una situazione di nero pagher un affitto mensile irrisorio, tra i 50 e 100 euro, per gli otto anni successivi) e con la maggior attenzione delle autorit per la guerra allevasione, il fenomeno drasticamente diminuito. Lescamotage per si trova sempre: oggi, per aggirare il fisco, ci si organizza facendo pagare agli studenti una certa cifra (da consegnare in contanti) e sul contratto se ne dichiara una molto pi bassa, cos non si corrono grandi rischi e i soldi in pi sono difficili da reperire. Circa la met dei contratti depositati allAgenzia delle Entrate di Urbino nasconde questo tipo di frode. Per gli studenti che abitano nei dintorni (tra Pesaro, Fano e Fermignano) c la soluzione dellavanti e dietro. Ma chi, volontariamente o per necessit, si adatta a questo compromesso non pu certo dire di passarsela bene:dal primo gennaio 2012, infatti, non ci sono pi convenzioni tra lAdriabus e lErsu. Se fino a quella data un abbonamento mensile per studenti costava 30 euro, e si potevano percorrere tutte le tratte della linea Pesaro- Urbino, oggi se ne devono pagare pi del doppio per la corsa rapida e il prezzo varia in base al chilometraggio (un abbonamento mensile Fermignano Urbino, ad esempio, ne costa 25). (F.S.)
LUNIVERSIT
ai nestrini dellautobus si vedono le colline sorate dal sole timido di met settembre. stato un lungo viaggio: metro, aereo, treno e poi bus ma la destinazione vicina . Con la valigia che si fa sempre pi pesante da un lato e la mappa di Urbino nellaltra, Erja pensa: E ora dove stanno questi collegi, come ci arrivo?. La paura dellignoto cresce dentro di lei ma basta uno sguardo alla bellezza del palazzo ducale che subito un senso di tranquillit le riempie il volto di un sorriso. Erja una ragazza nlandese appena arrivata a Urbino grazie allErasmus, un programma comunitario nato nel 1987 e parte del programma LLP (Lifelong Learing Programme) istituito dalla Commissione Europea nel 2006. Il nome deriva da Erasmo da Rotterdam, lologo e losofo olandese del 500 che ha vissuto e lavorato in Germania, Francia, Italia e Inghilterra alla ricerca di quella conoscenza che solo il contatto con differenti culture pu portare. Erasmo stato un precursore delle concessioni di mobilit studentesca afdando il suo mantenimento alluniversit di Basilea dove insegnava e faceva ricerca. Oggi il progetto consente agli studenti universitari di vivere, con una piccola borsa di studio, da 3 a dodici mesi in un paese europeo e di seguire le lezioni senza dover pagare le tasse delluniversit ospitante. A Urbino questanno ci sono 117 studenti stranieri, la maggior parte di loro vive ai collegi e proviene dalla Spagna (54 studenti), poi Francia, Regno Unito, Germania, Polonia, Austria, Belgio, Finlandia, Ungheria, Turchia, Irlanda e Stati Uniti. unesperienza fantastica sostiene Beth Traers, 21 anni, irlandese si conoscono molti amici e il panorama bellissimo, mi ricorda la mia Irlanda. Frank Tomanini, 19 anni e americano, afferma: Mi piace Urbino perch una citt autentica e affascinante. la vera Italia, non come Roma o Milano dove tutti parlano inglese, qui posso migliorare il mio italiano. Il progetto ha lo scopo di promuovere la cooperazione europea, di aiutare gli studenti ad accrescere le proprie competenze e di arricchirsi a livello umano e intellettuale. LErasmus non una esperienza di turismo accademico o un modo per imparare le lingue sostiene Fabrizio Maci, responsabile dellUfcio Relazioni Internazionali dellUniversit ma unoccasione di studio a tutti gli effetti dove si dovrebbero conseguire tutti
chi rinuncia alle partite di calcetto, chi alluscita del sabato sera e chi ancora vive in una casa con dodici persone e un bagno. Gli studenti di Urbino devono fare i conti con la crisi e, messi alla prova, antepongono il risparmio al divertimento. Il Ducato ha fatto i conti nelle tasche di sette studenti, con i racconti della loro vita ai tempi della crisi. Flavia, 23 anni Ascoli Piceno Cinque ore di viaggio per tornare no a casa Studio Farmacia e vivo in zona ospedale con altre tre ragazze. Sono in doppia e pago pi di duecento euro al mese. Non ho la borsa di studio, i miei genitori lavorano entrambi e possono aiutarmi economicamente anche se mantenere una glia fuori citt sempre un sacricio. Per non pesare troppo, cerco di limitare le uscite serali, pranzo e ceno a casa. Quando torno a Ascoli ci metto cinque ore: devo cambiare autobus e due treni. Chiara, 23 anni Fermignano Le convenzioni dei trasporti? Da casa mi conviene la macchina Abito a pochi chilometri da Urbino, sono pendolare e per andare all Universit prendo la macchina. La lascio alla stazione perch sono li ci sono gli unici parcheggi gratuiti. Spendo poco ad Urbino, mangio sempre a casa, tranne quando ho lezioni di po-
condo con soli tre bagni. Mangio sempre a casa per risparmiare. Studio psicologia e i miei genitori mi aiutano con le spese. Marco, 26 anni Forl- Uno scolapiatti come mobiletto del bagno Sto facendo il dottorato in Sociologia della Comunicazione, abito vicino via Raffaello e spendo pi di duecento euro daftto, con le bollette arrivo quasi a trecento. La casa una catapecchia, molto fredda. Come mobiletto del bagno abbiamo uno scolapiatti! Per in una posizione comoda. Ceno sempre a casa, a pranzo mi arrangio ma non spendo mai sopra i dieci euro.Vado in palestra e spendo 30 euro. Risparmio cercando di diminuire le uscite e le partite di calcetto. Il sacricio c ma quello che pesa di pi la forte disparit tra le spese e i servizi di cui usufruisco. Rosella, 21 anni Isernia- Senza riscaldamenti, ho deciso di cambiare casa Sono al secondo anno di sociologia, da pochi giorni ho cambiato casa. Prima vivevo in un appartamento senza riscaldamenti, avevo una stufa elettrica che consumava tantissimo e le bollette erano troppo alte. Ora pago circa trecento euro di aftto, spese incluse. un prezzo alto ma mi conviene. Cerco di fare la spesa nei grandi supermercati fuori le mura perch in centro costa troppo. Per risparmiare ho dovuto abbandonare la danza: troppo costoso e inaccessibile con i mezzi pubblici la sera.
il Ducato
a piazzetta centrale, stretta tra le antiche case, era ormai vuota. La rassegnazione aveva preso il sopravvento. Poteva forse andare alla stazione cercando di intrufolarsi, saltando su un treno merci (ce ne erano ancora?) come in un romanzo di Kerouac? No. E poi, i treni non si vedevano pi da quasi trentanni. Giorgia, ventiquattrenne romana, ha abbandonato la capitale, nella speranza che il cambiamento le porti fortuna. Una studentessa tipo che paga trecento euro di aftto al mese, condividendo settanta metri quadri con la sua amica Sandra. Labbiamo seguita nella lunga traversata notturna, nel gioved urbinate tanto discusso e criticato dalla gente del posto. Erano da poco passate le sette di sera e lei e Sandra avevano gi una gran fretta di far scorrere, in un tango appassionato, globuli rossi e bollicine. Dopo le quattro note autobiograche propinate a sconosciuti al Caff de Sole, e qualche bicchiere di vino, riecco emergere una frenetica voglia di fare, cambiare. Subito. Ma dove?A Urbino bisogna adattarsi, diceva il barista, e non solo il gioved. Il cambiamento, di bar, amici, studenti, amori e facolt, pu non essere un ostacolo se a unire il sottobosco post-adolescenziale sono lo sport, la musica e, soprattutto, i vizi, speculava Giorgia. A interrompere queste riessioni, proprio su un lato del marciapiede, la poco romantica realt. Brutta cosa la nausea. Svuotata e vuota. Una pessima sensazione a giudicare dal colorito di Giorgia. Ore nove e trenta, di nuovo per strada. A destra, poi a sinistra no a una via poco illuminata e ripida cosparsa di cocci che si inlavano pericolosamente tra i sampietrini e attraversata da un ume umano composto da studenti, Erasmus e qualche signora infastidita. Ed ecco spuntare in cima alla salita un giardinetto. Non era affollato, solo delle ombre sulle panchine sotto al lampione. Giorgia trov il suo spazio isolato. E poi, gi la testa, pi e pi volte. Per sfuggire al fastidio e al dolore cercava di fare in fretta, concentrandosi sullugola e raschiando a fondo. A fondo, sotto la statua di Raffaello. E sul fondo non rimane mai niente di buono. Le gambe erano due steli forzuti. Sopra quel corpo da bambina campeggiava una canottiera enorme che le faceva da abito, comprata qualche giorno prima al mercato. Dopo una pausa accoccolata su una scalinata che congiungeva il parco al bar pi vicino, Giorgia aveva ancora bisogno di divertirsi. Divertirsi, cos diceva. Era stremata ma non era festa senza una decina di giri di colori e di bicchieri al bancone di un locale; non era festa senza un amplicatore. Non era gioved senza lincoscienza, i locali, piazza della Repubblica e un salto ai collegi. Gi, per il pre-serata ci si divide
IL DIVERTIMENTO
Il gioved universitario in Piazza della Repubblica In alto la piazza a inizio serata con i giovani che passeggiano. Al centro la polizia sorveglia lo svolgersi del gioved notte. In basso bottiglie vuote lasciate sugli scalini delle logge
il Ducato
La parola agli assessori
Aperitivo artistico
Ogni mostra - dice Marco Piva - come fosse una nuova inaugurazione
STEFANO CIARDI
va proprio dal suo nome, ispirato al tipico compito delle medie: per Matteo, nello scrivere il tema delle medie ci mettevi tanta passione e nivi per buttarci dentro mille cose diverse. La professoressa ti diceva che quello che avevi scritto era bello, ma eri andato fuori tema. E conclude: Per me andare fuori tema vuol dire arricchire e dare tanto, anche se non si segue un percorso unico. Lidea di un locale in continuo mutamento e senza restrizioni ha dato vita anche a unaltra iniziativa, Le letture di mezzanotte: si attacca un microfono alle casse e ci si scorda per un attimo della timidezza per decantare poesie, pensieri, lettere di ogni genere. Nulla programmato, ma estemporaneo, senza il rischio di andare fuori tema. Sempre per quanto riguarda larte sono gi in cantiere i prossimi eventi: dal 15 aprile al 15 maggio saranno esposti i quadri a olio di Virginia Verona e tra due mesi ci sar una mostra di sculture create con materiali di scarto. Ma al fuoritema non trovano spazio solo gli studenti: il mese scorso c stata una mostra dal nome Digitize Vandal Art di un affermato artista urbinate, Tito Gargamelli. Secondo lui il Fuoritema sta facendo un ottimo lavoro. Per il resto la situazione a Urbino tragica: non ci sono spazi espositivi per i giovani talenti, nonostante ci sia un importante accademia. E conclude Una citt come Urbino dovrebbe dare pi spazio allarte. Come ricordato da Gargamelli, laccademia ha sfornato molti talenti, come Giorgia Tribuiani, che ora lavora come Art Direcror a Los Angeles. Daltra parte laccademia sostiene che agli studenti vengono dati abbastanza spazi per esporre e che non ci sia solo il Fuoritema. Un responsabile dice che non vero che non ci sono spazi; ogni anno gli studenti dellaccademia espongono nelle Sale del Castellare a Palazzo Ducale. Ma non si fanno notare solo a Urbino: lavori dei nostri studenti sono stati esposti al teatro Petruzzeli di Bari, al Castello di Frontone e a Pesaro, dove il luglio scorso stata allestita una mostra open space in vari punti della citt. Se pur vero che gli studenti possono esporre una volta allanno a Palazzo Ducale, a Urbino esperimenti come il Fuoritema sono vitali per dare spazio agli artisti alle prime armi, desiderosi di dar vita a una propria mostra.
na serata in compagnia di una bionda davanti ai quadri di un giovane artista. Chi ha presente questimmagine, a Urbino, non pensa a una galleria darte, ma a un locale: Il Fuoritema. Ogni mese, studenti dellaccademia e non, scelgono le sue pareti per mostrare alla citt i propri lavori, donando al pub un design in continuo cambiamento. Il locale ha avuto questa connotazione da subito, dicono Matteo Boscaglia e Marco Piva, i fautori di questo progetto: Gli artisti cambiano continuamente laspetto del locale. E a noi piace vederlo cambiare ogni mese. La presenza dellAccademia e dellIsia sono un ottimo potenziale, infatti la maggior parte degli espositori sono giovani provenienti dalle universit. Durante la serata di inaugurazione di una nuova mostra, per le tre ore dellaperitivo, lautore spiega le sue opere e ne discute con i clienti del locale. I proprietari vogliono sempre capire cosa spinge un giovane ad esporre e sono felici di vederlo crescere nella sua vita professionale. Come ricorda Marco, Fuoritema nasce con lintento dicoinvolgere i ragazzi e gli studenti pi versati nelle attivit del locale, dallarte alla musica. E continua: Ognuno mette del suo, come diversi pezzi che fanno parte di un unico puzzle. Le mostre non seguono un percorso preciso, ma si lasciano attrarre da diverse sensibilit, spesso provocatorie o scand a l o s e. Po c o tempo fa c stata una mostra di un ragazzo spagnolo in erasmus che parlava di religione e denaro. Ma non stato un caso isolato: le mostre trattano spesso di temi forti. Secondo noi attirano pi lattenzione e si adeguano meglio al nostro contesto. Oltre allapertura mentale, laltra caratteristica di questa galleria la ricerca di suggestioni nuove: lesposizione appena inaugurata e presente no al 14 Aprile, ne un esempio: si chiama Corpi Celesti ed una mostra fotograca di Andrea Maddaloni, studente dellaccademia di belle arti. La mostra mette in scena una parte del passato dellartista: Il corpo, in questo caso, quello di una ragazza che negli scatti assume levanescenza di una stella che si polverizza. Leccletticit del Fuoritema deri-
I WRITERS FANTASMA
Armati di talento e bombolette spray si aggirano tra i vicoli di Urbino, grafando con il loro inchiostro i muri pi nascosti: sono i writers fantasma della Citt Ducale. la sottocultura della street art sempre in fermento, ma non ha degli spazi dedicati ed costretta a prenderseli. Da piazza Raffaello a via Budassi, i writers hanno a disposizione migliaia di tele: la pace tra uomini e alieni, la gigantograa di Bruce Lee e un cane da guardia innamorato sono alcuni dei grafti raccolti tra i vicoli; opere un po dadaiste messe al bando come lArte Degenerata. Ormai le pi importanti citt dItalia e dEuropa usano i writers per abbellire i loro quartieri, ma il comune preferisce spendere soldi per ripulire periodicamente le opere anzich sfruttare larte urbana come risorsa. Gli autori dei disegni si nascondono sotto gli pseudonimi delle loro rme, ma sul sito de Il Ducato (www.ifg.uniurb.it) si pu trovare la fotogallery con i grafti pi belli e la mappa per andarli a scovare.
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LA CREATIVITA
a pi di un anno a questa parte, al centro Donna di via Valerio la vita diventata anche gay and proud. Qui si riunisce il Gap di Urbino, unassociazione volontaria omosessuale, perlopi studentesca, nata dallidea di tre ragazzi: Davide, 22 anni, calabrese, studente di Lingue al 3 anno,Valentina, 24 anni, abruzzese, studentessa di Lingue al primo anno e Luigi, 28 anni. Abbiamo avuto questidea spiega Davide, puntandoti addosso i grandi occhi azzurri perch, rispetto a Pesaro, Urbino una dinamica a s. Siamo partiti su Facebook e abbiamo poi acquisito una dimensione universitaria, pi adatta alla vita della citt ducale. Lassociazione di tipo informale tra alti e bassi partecipano agli eventi da venti a cinquanta persone. Non ci sono ruoli dice ancora Davide - questo ci lascia liberi. E se lanno scorso il Gap trattava soltanto la realt Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), questanno entrata di peso la tematica di genere. La sede prima ospitava il collettivo femminista spiega ancora Davide poi le donne
hanno pian piano abbandonato il campo. Noi labbiamo raccolta e declinata nuovamente. Tante le iniziative in cantiere, tra cineforum, dibattiti, giornate dedicate. Gi la settimana prossima partono gli open day, giornate in cui i giovani metteranno a disposizione il proprio tempo per aiutare i nuovi arrivati a socializzare, in un colloquio vis-a-vis. Il 22 marzo, poi, la Easter Preview, una festa in vista della Pasqua allinsegna della prevenzione in campo sessuale, con un ovetto in omaggio ai partecipanti abbinato a un preservativo, per ricordarsi di non avere sorprese. Quando poi arriver la bella stagione, un percorso storico ripercorrer lomosessualit dallantica Grecia no agli anni 80. Per ogni epoca, ci sar una presentazione con slide o con proiezione di materiale e lm da abbinare una festa a tema con aperitivo per non tralasciare il lato ludico, socializzare e dare a tutti la possibilit di entrare nel gruppo. Cina, Africa, la Santa Inquisizione, ma anche i moti di Stonewall del 69 a New York (gli scontri tra omosessuali e polizia) e il Fuori, il Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano - la prima vera associazione gay nazionale
fondata nel 73 da Angelo Pezzana rivivranno ancora. In attesa di conferma, poi, gli incontri per leducazione contro lomofobia nelle scuole superiori, con dibattiti e volantinaggio. E ancora, il cineforum. Un modo sottolinea Davide per parlare di temi importanti e creare conoscenza. Lanno scorso era limitato alla tematica Lgbt, oggi parla di oppressione e discriminazione a tutto tondo. Il prossimo appuntamento sar dedicato al ciclo Angels in America, la miniserie televisiva che parla di Aids dal punto di vista del ricco e del povero, di negazione e discriminazione psicologica a partire dalla contrazione della malattia. E, per il prossimo 17 maggio, giornata mondiale contro lomofobia - in accordo con altre associazioni locali in programma un progetto in piazza. Un tema caro, questo, che li ha visti al centro di particolari attenzioni. Quando abbiamo iniziato a riunirci confessano sullinsegna del centro sono comparse svastiche, poi cancellate. Successivamente sono ricomparse e le hanno grattate via. Forse ci hanno fatto un favore, perch avevamo intenzione di cambiare la veste graca del centro.
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LA SCUOLA
Iscritti in aumento
Istituti ITIS Mattei Liceo Laurana Liceo Artistico Liceo Raffaello primo anno 2014 251 98 113 (+40) 148 primo anno 2013 237 89 120 (+30) 143 totale studenti 981 505 620 594
guistico, studio inglese, tedesco, francese e latino. Non mi piace molto questa scuola. Avrei voluto fare lItis o lo scientico. A me piacciono matematica e scienze, sto studiando molte materie che mi porter avanti per cinque anni senza convinzione- poi rivolge lo sguardo alla madre-e non dico questo perch nelle altre scuole ci sono miei amici . Spiazza anche la sua risposta sul futuro: Dipende, adesso come adesso non andiamo da nessuna parte, neanche con le superiori, universit e qualsiasi cosa. Il futuro grigio. Poco dopo incontriamo tre ragazze uscite dal classico, hanno appena nita lora di laboratorio teatrale: Cecilia , quasi diciotto anni, si dice soddisfatta della sua scelta Mi sento preparata ad affrontare luniversit. Per ora non sono orientata verso una facolt in particolare, ma sono quasi sicura di non restare a Urbino.
Deciso e consapevole anche un ragazzo dellItis Mattei, che ha 20 nuovi iscritti in pi dello scorso anno. Fa il conservatorio, progetta luniversit e lestero: Sono al terzo anno e ho gi fatto la scelta dindirizzo: informatica. Penso di fare psicologia e di andarmene. Lanno prossimo lo far in Olanda. LItalia in un periodo critico e se la mentalit non cambia faremo una brutta ne. Ludovico invece ammette che tornando indietro farebbe diversamente: Sono al secondo anno e mi sono pentito della scelta scolastica perch alle industriali ho scoperto una grande passione per le lingue, ma il passaggio in unaltra scuola richiederebbe troppo tempo. In questa situazione critica un diploma non basta. Sicuramente andr alluniversit. Elisa, una delle ragazze incontrate in questi corridoi, gradual-
mente espugnati allesclusivit maschile, si dice soddisfatta della sua scelta: Sono al terzo anno e ho scelto lindirizzo informatico perch il lavoro del futuro: in qualsiasi azienda c un computer o un programmatore. Per ora non so cosa fare, se proseguire gli studi oppure no, ma importante tenersi le strade aperte. Mi piacerebbe vivere qui, ma mi sposter in base al lavoro. Il futuro molto incerto, c da sperare solo che migliori, ma non sono molto convinta. Nessuno di loro ha letto lultimo rapporto Istat sul 2012, in cui si registra un tasso di disoccupazione del 35,3% della popolazione tra i 15 e i 24 anni. Ma consapevolezza e confusione sono le due sensazioni trasmesse dai giovanissimi urbinati interpellati sul loro futuro, indipendentemente dalla scuola frequentata.
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IL VOLONTARIATO
unaltra Urbino, poco conosciuta, che lavora giorno dopo giorno per aiutare chi in difficolt. quella dei giovani volontari, ragazzi che studiano nella citt ducale o che, dopo la laurea, hanno deciso di fermarsi qui per continuare a dare un contributo. Quattro di loro hanno scelto il servizio civile nella Caritas, un cammino lungo un anno per mettere in pratica sul campo la teoria imparata sui banchi dellAteneo, ma soprattutto per mettersi a disposizione della citt e dei suoi abitanti meno fortunati. Finch non bussa alla tua porta, non ti rendi conto del disagio spiega Francesca Passalacqua, una ex studentessa che da qualche anno coordina i volontari diocesani spesso gli studenti vivono Urbino dallesterno, qui hanno la possibilit di rapportarsi con realt che difcilmente vengono allo scoperto. La linea del fronte il centro dascolto, in via delle Campane, dove i volontari accolgono gli utenti per capire di cosa hanno bisogno: alcuni chiedono viveri, altri vestiti, altri ancora solo un aiuto per pagare le bollette. Non facile doversi confrontare con padri di famiglia che non sanno come dare da mangiare ai propri figli racconta Viviana La Spada, laureata in Psicologia di sicuro la nostra una vita diversa da quella degli altri studenti: fatta di orari e regole, ma anche pi intensa. La sveglia alle sette del mattino: Io ero uno di quelli che escono la sera e tornano a casa la mattina confessa Francesco Ventimiglia, studente salentino poi ho scelto di fare qualcosa per gli altri e per me stesso. Non solo ho imparato ad ascoltare, ma ho raddrizzato anche il mio percorso di studi, che prima si era un po impantanato. La cosa pi difficile, raccontano, conciliare lo studio e limpegno sociale. Per riuscirci, bisogna sacrificare gli svaghi, senza rinunciarci del tutto: Sicuramente il volontariato non mettere a disposizione unora libera del proprio tempo puntualizza Elisa Cesaretti, 24 anni - servono formazione e capacit di sacrificarsi. Cos si tocca con mano che cos vivere, anche se allinizio bisogna imporsi certe cose. Con il tempo diventa una cosa della quale non puoi fare a meno. Dopo diventa difficile starsene con le mani in mano. Tra i ragazzi del servizio civile c anche Chiara Compagnucci, che dopo la laurea in Scienze Sociali ha scelto il volontariato come prima esperienza nel mondo del lavoro: Allinizio ero perplessa, non conoscevo la struttura, ma allatto pratico mi sono accorta che Caritas fa pi di semplice servizio sociale. Mi
ha colpito vedere quanti servizi mette per aiutare chiunque senza distinzione di religione o senza controllare se in regola o clandestino. Anchio avevo un po di dubbi sulla Caritas per limmagine troppo legata alla Chiesa ammette Elisa poi ho capito che la realt diversa. Al centro c luomo. Da non credente, ho trovato qui gli stessi valori in cui credo io. Quando lo spiego agli altri vengo presa un po in giro: dicono che parlo come Papa Francesco. Tanto impegno, per, rimane un po nascosto. A parte qualche volontario e le persone che portano in magazzino i vestiti per i poveri, la maggior parte degli urbinati non conosce questa realt: In qualche modo riscattiamo limmagine dello studente che viene solo a rovinare la citt conclude Elisa noi siamo qui con tanta voglia di fare e di dare qualcosa a Urbino anche se siamo solo di passaggio. Anche se non si parla molto del nostro ruolo, nel nostro piccolo sappiamo di fare tanto e questa per noi una grande soddisfazione.
I Volontari della Caritas di Urbino nel magazzino temporaneo dei vestiti per i bisognosi
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LA SALUTE
dedicarsi a pi settori contemporaneamente. Unaltra psicologa collabora con noi, ma solo 500 ore lanno. Il primario di Ostetricia e Ginecologia dellospedale di Urbino, il dottor Enrico Canducci, d la responsabilit di questa situazione ai tagli economici che hanno determinato un impoverimento di risorse umane nella sanit. Alcune disposizioni non possono prescindere dalla presenza di un medico allinterno del consultorio. Sono carenze croniche, peggiorate col tempo, che sono sempre state tamponate dalla buona volont dei medici ospedalieri. Oltre allattivit di contraccezione demergenza, lospedale an-
che il luogo dove vengono praticati gli aborti o per meglio dire, le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg). Linterruzione consentita dalla legge 194 entro i primi novanta giorni, periodo che viene calcolato dallultimo ciclo mestruale: Lutenza delle interruzioni equamente spartita fra giovani e meno giovani, residenti e non residenti spiega il dottor Canducci e purtroppo non viene fatto ancora abbastanza per facilitare laccesso alla contraccezione. Vivendo in un paese cattolico, la conoscenza e laccesso alla contraccezione non adeguatamente diffuso, anche a livello economico: la pillola contraccettiva costa sui 15
euro al mese, e la spirale addirittura 100 euro. Con la crisi c stata una riduzione della spesa per contraccezione che varia dal 5 al 10%. Questo significa che le classi sociali meno abbienti si espongono a gravidanze indesiderate, il che potrebbe tradursi in uninterruzione di gravidanza. Secondo i dati dellAsur, lospedale di Urbino nel 2012 ha effettuato 153 raschiamenti, otto in meno rispetto allanno precedente e undici in pi rispetto al 2010: le studentesse, soprattutto del sud Italia, fanno qui la diagnosi e la prevenzione, - dice il dottor Canducci - mentre le residenti urbinati vanno a praticare
latto chirurgico da unaltra parte, per una questione di privacy. Un ulteriore ostacolo per coloro che vogliono abortire dovuto agli obiettori di coscienza. Nellospedale urbinate ci sono cinque obiettori su un totale di dieci medici. Il medico secondo lopinione del dottor Canducci deve rispettare i dettami della propria coscienza garantendo per un servizio agli utenti. Per la psicologa Tinti: Al di l della legge, che comunque prevede lobiezione di coscienza, bisogna adoperarsi affinch la donna possa sostenere la crescita del bambino e non essere costretta ad abortire per mancanza di mezzi.
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LO SPORT
iversamente abili, ma ugualmente in grado di mettersi in gioco. Lo sport offre incredibili opportunit di migliorare il proprio quotidiano ma, soprattutto, un diritto fondamentale per tutti, anche per i disabili. Perch nella parola sport vive un universo di emozioni. E le emozioni non hanno i limiti del corpo. Sanno andare, come il coraggio, oltre lostacolo, di qualunque natura esso sia. I ragazzi dellAsd So Sport - lassociazione nata nel 2008 dal centro socio-educativo Francesca di Urbino - sono atleti a tutti gli effetti. Anche se soffrono di ritardi cognitivi o, per meglio dire, di disabilit intellettiva relazionale. Sono ventidue e tutti con la stessa grande voglia di fare sport. Pi si allenano e pi si divertono, pi si allenano e pi migliorano. Tanto che dal 2009, anno in cui la So Sport si affiliata alla Fisdir, (la Federazione Italiana Sport Disabilit Intellettiva Relazionale) questi ragazzi si sono aggiudicati trofei e competizioni, a livello sia regionale che nazionale. Negli ultimi due anni hanno vinto due coppe Italia ai campionati nazionali promozionali di atletica leggera, sfidando pi di duecento ragazzi. Ma gli atleti della So Sport non disputano solo gare di atletica, partecipano anche a tornei di bocce e pallavolo. Ed proprio nella pallavolo che la So Sport maggiormente coinvolta, con lorganizzazione di eventi ed iniziative per promuovere la pratica di questa disciplina. Su tutti, lincontro a Fermignano con il ct della nazionale italiana maschile di pallavolo Mauro Berruto che in quelloccasione ha incontrato e allenato i ragazzi della So Sport, confermando che il cammino intrapreso dallassociazione ha un futuro in cui credere.
I ragazzi della So Sport di Urbino durante una manifestazione sportiva Nella pagina accanto lingresso del Consultorio Familiare
Limportante giocare
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osefa Idem, campionessa mondiale e olimpica una volta ha detto che nello sport il gioco deve essere una costante. Quando questa componente viene a mancare ora di smettere. Tutti i ragazzi, in effetti, giocano, in molti lo fanno in modo organizzato iscrivendosi a scuole calcio, piscine o palestre. Ma, anche se organizzato, lo sport deve restare un gioco. Il paradigma ben chiaro alle societ sportive urbinati che, nel calcio, pallavolo ed atletica leggera offrono i migliori settori giovanili. La Robur Tiboni Volley Urbino, che da ormai tre anni milita nel massimo campionato italiano, non poteva non puntare sui giovani: nessuno come la Chateau dAx investe nel settore giovanile. I numeri parlano chiaro: 120 ragazze assistite da 14 allenatori in 14 categorie diverse. Nella palestra Cervi, agli allenamenti delle giovanili, le bambine che a sei anni cominciano col minivolley, si confondono con le ragazze pi grandi. Ma arrivare in serie A molto difcile sostiene Antonio Bernardini, responsabile del settore giovanile Chateau dAx per questo lo scorso anno abbiamo creato insieme alla Apav Lucrezia il Gioca volley team, la squadra, ora in serie C, destinata ad allevare talenti. Anche lAsd Urbino Pieve, la principale societ calcistica di Urbino, possiede un orido settore giovanile composto da 170 allievi fra i 6 e i 18 anni. Il loro sogno di diventare grandi calciatori afferma il responsabile del settore Luigi Amaranti e noi proviamo a far s che questo sogno divenga realt, nonostante gli impianti siano in pessime condizioni. Maria Gabriella Trisolino, presidente pro tempore del CUS di Urbino e tecnico specialista delle giovanili di atletica leggera conferma: La pista dello stadio Montefeltro non in grado di ospitare le nostre gare, cos i ragazzi sono costretti ad arrivare no a Pesaro o a Fano per gareggiare. I 54 tesserati del CUS che fanno atletica leggera a livello federale, anche con ottimi risultati, sono infatti costretti ad allenarsi nella palestra del liceo classico Raffaello. (F .M.)
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MEDIA
Il 3-4 maggio nel Palazzo Ducale il primo Festival del giornalismo culturale
caffali pieni di libri, espositori con riviste darte e una gigantograa di Italo Calvino. Non poteva avvenire in uno scenario pi suggestivo la presentazione del primo Festival del giornalismo culturale che si terr a Urbino tra il 3 e 4 Maggio. A fare da sfondo allevento saranno, invece, i luoghi simbolo dellarte e della storia della citt: nel Salone del trono e nelle Cucine di Palazzo Ducale si svolger una due giorni, organizzata dal dipartimento di Scienze della comunicazione dellUniversit e dalla Scuola di Giornalismo di Urbino, sui temi dellinformazione culturale. Di festival dedicati al giornalismo ce ne sono molti afferma Lella Mazzoli, organizzatrice dellevento ma di cultura non si parla mai. Ci sembrava interessante, invece, far partire uniniziativa del genere proprio da Urbino, culla di cultura e citt universitaria da 500 anni. Rapporto tra informazione mainstream e web, novit nellinformazione culturale e importanza degli inserti: questi i nuclei tematici che come un lo dArianna immaginario orienteranno le riessioni di giornalisti, scrittori e accademici. Titolo delledizione proprio Dalla terz@ al web: la chiocciola che sostituisce la lettera dellalfabeto si carica di un grande valore simbolico per sottolineare il coinvolgimento del giornalismo culturale nella vertiginosa transizione che sta investendo il mondo dei giornali.Io credo che questo tipo di giornalismo-afferma Giorgio Zanchini, giornalista culturale e organizzatore del Festival- sia pi sensibile di altri al cambiamento che i mezzi di comunicazione stanno attraversando. Proprio perch contiene in s la parola cultura, termine che come tale denisce i rapporti con la societ. La terza pagina, nicchia culturale nata in Italia nel 1901 e scomparsa nel 1956, ancora oggi alla ricerca di una propria dimensione. Storicamente legato a un pubblico litario, il giornalismo culturale negli ultimi anni si aperto a argomenti pi fruibili, come i temi enogastronomici che saranno affrontati nella prima giornata di incontri. Tra gli interventi pi attesi, e probabilmente pi pungenti, ci sar Un jaccuse al giornalismo culturale italiano del critico letterario Piero Dores. Ma il vero cuore delledizione sar il tentativo, nella seconda giornata, di fotografare la situazione dellinformazio-
Gli organizzatori del Festival: il giornalista Giorgio Zanchini e la direttrice dellIFG, Lella Mazzoli
UN CONCORSO PER I GIOVANI Al via il concorso Dalla terz@ al web, per promuovere il giornalismo culturale tra i giovani e gli aspiranti giornalisti under 30. Per poter concorrere i candidati devono aver pubblicato, in una qualsiasi testata giornalistica di carta stampata o web, entro il 15 aprile 2013, un articolo di approfondimento o di inchiesta che abbia trattato il tema Con la cultura si mangia?. Gli studenti delle scuole superiori non hanno lobbligo della pubblicazione. Ulteriori informazioni, sulle modalit di presentazione della domanda sono consultabili allindirizzo: http://festivalgiornalismoculturale.it. La commissione giudicante, che valuter originalit e completezza degli elaborati, sar composta da rappresentanti del mondo giornalistico e accademico. La premiazione avverr il 4 maggio, nellambito del Festival.
ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Universit di Urbino "Carlo Bo". Consiglieri: per l'Universit: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIUSEPPE PAIONI; per l'Ordine: NICOLA DI FRANCESCO, STEFANO FABRIZI, SIMONETTA MARFOGLIA; per la Regione Marche: JACOPO FRATTINI, PIETRO TABANELLI; per la Fnsi: GIOVANNI ROSSI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 http://ifg.uniurb.it/giornalismo; e-mail: redazioneifgurbino@gmail.com Direttore responsabile: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino - 0722328733 Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991
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