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R CULT
LARTISTA
Nicolas de Stal (1914-1955), pittore francese di origine russa. Studia allAccademia di Bruxelles, viene influenzato dagli espressionisti. Negli anni Quaranta passa allastrattismo e si accosta a Braque. Costruisce opere con tasselli di colore
KLEE
BCKLIN
Ad Parnassum (6 gennaio)
BEATO ANGELICO
DI COSIMO
a prima volta allo stadio non si dimentica. Di giorno bello, di notte una folgorazione. Cammini in un budello di cemento armato, sali una ripida rampa di scale e allimprovviso ti ritrovi sulle gradinate, frastornato dal ruggito della folla: in alto le luci abbacinanti dei proiettori e il cielo nero, davanti migliaia di teste frementi e laggi un fazzoletto derba dove pulsano figure colorate. Nel 1952 le partite in notturna costituivano ancora una novit assoluta. La sera di mercoled 26 marzo al Parco dei Principi di Parigi contro la nazionale di Francia venne a giocare la Svezia. Si trattava di unamichevole, ma importante, perch le squadre non si affrontavano dal 1935. Gli ospiti erano stati preceduti da una rispettosa ironia. La Svezia aveva raggiunto la finale ai Mondiali del 1950 (a danno dellItalia). Ma da allora i migliori talenti erano emigrati allestero, molti calciatori della nazionale erano dilettanti e inoltre dinverno non si allenavano. I giornali diedero molto risalto allavvenimento, preannunciato come un rito mistico. Pubblicarono artistiche foto in bianco e nero di altre partite giocate in notturna: il calcio diventava danza, il pallone una luna dargento, i calciatori ballerini dalle movenze eleganti. Possibile che i pittori non si sentissero sfidati da un soggetto cos? In Italia cera stato un nobile precedente il pioniere Umberto Boccioni, che si era interessato al dinamismo dei calciatori fin dal 1913. Ma il calcio in Francia non ispirava larte. Invece quel mercoled di marzo allo Stade de France, tra i moltissimi spettatori che, scrisse un testimone, offrivano un colpo docchio impressionante, spalmati sulle gradinate come caviale -cera anche un pittore. Nicolas de Stal, considerato in quel momento il pi promettente, dotato e originale artista del dopoguerra: la Francia gli aveva concesso la cittadinanza e lo aveva adottato. Russo di nascita, figlio di un generale zarista, di famiglia aristocratica costretta allesilio dalla Rivoluzione bolscevica, orfano a otto anni, era cresciuto in Belgio. Aveva speso la giovinezza inquieta viaggiando in Europa e Africa del Nord, sperimentando e cercando di scoprire quale pittore voleva essere. Maturava con lentezza solitario, ma attento alle creazioni degli altri. Nei tetri anni delloccupazione nazista si era fatto apprezzare per alcune tele astratte, alquanto cupe e angoscianti. Quella sera and dunque allo stadio con la moglie Franoise. Alto, esotico, bellissimo, da ragazzo era stato un notevole sportivo, e si predisponeva semplicemente a gustare una partita di calcio. Gli svedesi giocavano in
KOKOSCHKA
MONDRIAN
ACHEROPITA
CORREGGIO
MATISSE POLLOCK
GIOTTO RAFFAELLO
LOPERA
di bianco. Dipinse cos bottiglie, fiori, paesaggi, finestre. Divenne un maestro del colore, come Matisse. Divenne ricco, riebbe la vita che gli era stata strappata dalla storia e allimprovviso se la tolse. Lui che aveva definito lo spazio della pittura un muro, dove per volano liberi gli uccelli del mondo, scelse una morte aerea, verticale, lanciandosi nel vuoto a quarantun anni. Non so se De Stal amasse particolarmente il calcio. Il calcio strategia e imprevedibilit, tecnica ed estro, tattica e occasione, esercizio e applicazione ma anche talento e genio. Qualit che anche lui possedeva. In una partita, il caso svolge un ruolo decisivo. Anche lui credeva nel caso, aveva fede nellispirazione, nellazzardo, nel rischio. Bisogna lavorare, aveva scritto a un amico: ci vuole una tonnellata di passione e cento grammi di pazienza. La pazienza era finita, la passione per la pittura, per la materia, per la luce lha consegnata a noi.
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