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Grafica Illustrazione Fotografia Architettura Writing Street Art

ProgettoUVA Ata Bozaci/Toast LucianoPerondi/Molotro ElviraPagliuca GabrieleRosso/Method MarcoBiagioni/Maken GiuliaRizzini GiannicolaBaiardi AlessandroSartori FabioGirola DrakCrew Does1 WallsMix Opiemme Wany

Bimestrale, anno zero, numero zero. Settembre/Ottobre 06 Rivista gratuita, scaricabile in pdf, dal sito www.metastyle.it Ideata e realizzata dal Metastyle Art Group. Redazione Tel. 3400816352 / 3897947376 sito web: http://www.metastyle.it email: FF3300@metastyle.it Nucleo redazionale: Alessandro Tartaglia, Antonio Donato Dentico , Violetta Troina Progetto grafico: Alessandro Tartaglia, Violetta Troina Si collabora su invito della redazione, il materiale non viene restituito, per ogni informazione possibile contattarci al sopracitato indirizzo di posta elettronica.

La foto in copertina di Giulia Rizzini

Metastyle Art Group Zine #0


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ProgettoUVA Ata Bozaci/Toast LucianoPerondi/Molotro ElviraPagliuca GabrieleRosso/Method MarcoBiagioni/Maken GiuliaRizzini GiannicolaBaiardi AlessandroSartori FabioGirola DrakCrew Does1 WallsMix Opiemme Wany

Intro
Questa rivista prende il nome da ci che pi ci caratterizza, il nostro colore, infatti FF3300 non altro che il codice RGB dell'arancione. Abbiamo deciso di utilizzare un colore perch qualcosa di effimero, intangibile, che pu variare per saturazione, intensit, sfumature... i colori si contaminano a vicenda dando vita a nuove infinite tonalit. Contaminazione. Questa la parola chiave. FF3300 non vuole informare, nel senso ortodosso del termine, piuttosto vuole diventare un vettore, che metter in comunicazione differenti realt, limitrofe, ma distinte, del mondo della creativit, nel tentativo di stabilire connessioni, interazioni, contaminazioni. Un Network, una rete, che collegher individui, pensieri, idee. Cercheremo di indagare i linguaggi contemporanei, analizzandoli, scomponendoli, osservandoli, fino a comprenderli e rielaborarli, al di l delle mode e delle tendenze. Noi crediamo che la creativit sia qualcosa che va oltre le capacit tecniche di utilizzo di un software o di una penna, o di qualunque altro "strumento", nostra profonda convinzione che ci che c' di interessante nell'atto creativo sia a monte, e sia l'idea, l'intuizione, e successivamente, l'iter progettuale, il cammino, che trasforma l'idea in un oggetto reale. In linea con queste affermazioni, non possiamo non considerare la grafica, l'architettura, la street art e qualunque altra manifestazione visiva della creativit come "messaggi", e quindi "scrittura". FF3300 sostanzialmente un progetto di contaminazione, uno sguardo attento su ci che si pu nascondere nella confusione odierna. Un progetto per un processo, un progredire di idee mirate al raggiungimento di un risultato concreto o semplicemente allistintiva intenzione di voler dare un campionario di emozioni. Qualsiasi disciplina artistica pu questo, legare mondi lontani come istinto e tecnica e creare procedimenti non tanto logici come sembrerebbe. Domare listinto artistico con la tecnica, forgiare la tecnica con listinto. Non esistono processi prescritti, inutile cercare manuali. Ci che invece va cercato uno sguardo meno superficiale, atto a capire che tipo di lavoro e quanto lavoro si nasconde anche dietro una semplice pagina di un libro. Il nostro lavoro editoriale cerca di esaurire questi argomenti, vaghi nella loro verbalizzazione, sicuramente pi esaurienti nella raffigurazione. Non poniamo limiti o giudizi, analizziamo accuratamente il lavoro di alcuni artisti che, secondo la nostra opinabile scelta, riescono a tirarsi fuori dalla banalit e a proporre risultati interessanti. Contaminare e farsi contaminare, approfondire qualunque frontiera. Questo perch abbiamo bisogno di esprimerci liberamente ma anche di possedere un metodo, nel momento in cui la nostra creativit diviene servizio di un cliente. Diviene cos fondamentale capire quanto lacquisizione di unesperienza modifichi il nostro modo di lavorare. Tutto viene rimescolato ogni volta, percorriamo involontariamente un iter di apprendimento che rigettiamo nei nostri lavori senza che quasi accorgercene. La mia personale esperienza artistica mi ha portato in luoghi quanto mai diversi, dal primo avvicinamento attraverso il writing al mondo pi razionale dellarchitettura, passando attraverso una formazione liceale di tipo artistico. Il mio punto di vista mi porta ad apprezzare quanto mai le sfide che mi si propongono ogni giorno, ovvero quelle di avere un numero crescente di vincoli tecnici ai quali non puoi sottrarti assolutamente ogni volta che proponi nuove soluzioni. Il mondo dellarchitettura ormai un mondo che ha delle leggi fondamentali, la vera sfida sta nel capire il suo funzionamento, penetrarci e finalmente migliorarlo. Questo, con altre caratteristiche, apportabile a qualsiasi altro volto dellespressione artistica. Cominciare con la dovuta cautela e con il massimo rispetto per poi cercare di migliorare e soprattutto di essere al passo con il progresso sfruttando gli strumenti che pu offrirci. Un capitolo quanto mai vasto ed inesauribile, il nostro lavoro ha la volont di ritagliarvi unaltra finestra su questo mondo. Speriamo con bella vista. Alessandro / Antonio

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E se fino a qualce tempo fa lautore restavva pi importante del tipografo, oggi le cose non stanno pi cos, perch le nuove tecnologie informatiche mettono ciascuno di noi nella condizione di diventare tipografo, ogni tipografo, poi, pu diventare autore. E viceversa naturalmente. Il confine tra Intelligenza e Mano si fa sempre pi labile e incerto. da IL TIPOGRAFO - mestiere darte.

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A partire dagli studi sul modo di vivere e percepire la citt, proposti dalla filosofia "situazionista", dalle riflessioni di Hakim Bey, e dalle performances del collettivo "Luther Blisset", poniamo la nostra attenzione sulla mappatura delle traiettorie interne alla citt di Urbino, citt che permette questo tipo di lavoro viste le sue ridotte dimensioni, e dato il fatto che noi viviamo qui per studio. Con citt di Urbino intendiamo la zona del centro storico interna alle mura, in quanto zona pi interessante dal punto di vista della frequentazione e della fruizione. In un primo momento il nostro obiettivo stato quello di raccogliere materiale informativo attraverso la compilazione di un questionario, costituito da una serie di domande e da due "esercizi" grafici sul tema della mappa. Si sono identificati i fruitori dei percorsi attraverso la loro appartenenza alla categoria di studenti, turisti, abitanti e cos via, e dal tempo che hanno trascorso nella citt di Urbino. Poi si chiesto all'intervistato/a di dare una visualizzazione grafica alla propria percezione della citt e una identificazione su mappa dei percorsi effettivi. Una serie di domande ha esplorato le sensazioni e l'approccio che i soggetti hanno con i differenti luoghi nei quali si soffermano. In un secondo momento, il materiale grafico e informativo raccolto stato sviluppato sotto forma di tre elaborati grafici, che sono: - un sito web nel quale possibile visualizzare in forma grafica le informazioni, consultare le mappe risultanti "oggettive" e "soggettive", cio, quelle delle traiettorie e quelle invece rappresentanti la percezione generale dello spazio urbano. Parte fondamentale del sito la possibilit di esplorare le traiettorie mediante uno strumento di navigazione virtuale, costruito a partire da immagini fotografiche. Inoltre sul sito sono presenti il modello del questionario utilizzato per la fase di raccolta dei dati (al fine di rendere questo progetto replicabile in altre realt da terzi), una parte informativa sulla filosofia situazionista e sul nostro progetto e i link ai principali siti presenti sul web circa questo argomento. - sei sticker, che riprendendo il logotipo del progetto, lo riporti con diverse espressioni, a seconda degli attributi "bello", "brutto", "veloce", "scomodo", "silenzioso" e "utile". Questi adesivi sono stati poi attaccati nei luoghi indicati dagli intervistati come belli, brutti etc... - sei cortometraggi che lavorano sulla relazione tra luogo e attributo. Questi video sono stati realizzati nella maniera pi opportuna per comunicare i concetti relativi, utilizzando serie di fotografie, riprese, e ogni accorgimento necessario in fase di montaggio al fine di ottenere la corretta comunicazione del concetto relativo al luogo. La deriva psicogeografica punto di partenza e punto di arrivo del nostro lavoro, anche se nel nostro caso ha un significato diverso rispetto a chi inizi questa forma di esplorazione dello spazio urbano. La nostra ricerca, come dicevamo, prende spunto dalle attivit dei situazionisti, che operarono e rifletterono sul concetto di citt a partire dagli anni '50. L'Internazionale Situazionista nasce dall'unione di due movimenti, il Lettrismo di Isidore Isou, che esplorava le possibilit della parola rispetto alla realt rompendo il tradizionale concetto di poesia, e il gruppo artistico Cobra, di matrice surrealista, teso a contrastare le correnti neocostruttiviste e razionaliste. I Cobra dal lato artistico e i Lettristi dal lato letterario, spingevano per un ritorno ad un pi stretto rapporto con l'artigianalit delle espressioni artistiche, per un coinvolgimento totale dell'artista rispetto al mondo e per la fusione di tutte le arti, oltrepassando le divisioni obsolete, per una reinterpretazione del reale e una sua riscrittura. L'Internazionale Situazionista si costituisce ad Alba nel 1957, e da subito pone la sua attenzione ad un rinnovamento della progettazione architettonica e al rapporto esistente tra citt e abitanti. L'ambiente urbano influenza il comportamento affettivo dell'individuo, pertanto, la psicogeografia diventa un metodo di indagine psichica su questo rapporto. Si vuole cambiare l'atteggiamento di passivit nei confronti della citt, trasformandolo in un atteggiamento attivo e critico. Interventi artistici come scritte sui muri, modifiche proposte per l'arredo urbano, indicazioni sui cartelli stradali, erano ci

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Marco Biagioni, Stefano Menconi, Giulia Rizzini, Alessandro Tartaglia.

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che essi definivano "situazione costruita", cio un'unit di comportamento che nel tempo porta a dei cambiamenti lavorando sul lato passionale degli esseri umani. L'esplorazione della citt era una derivazione dei precedenti esperimenti di surrealisti e dadaisti, i quali si lasciavano guidare dal caso per la scelta dei percorsi, diversamente per, i situazionisti non esploravamo casualmente la citt, bens era la stessa architettura urbana che forniva le indicazioni dei percorsi, i cosiddetti "punti di presa". L'orientamento veniva quindi influenzato dalla suscettibilit emotiva e passionale dell'esploratore, e della variazione che esse portano a livello di percezione e consapevolezza. L'esplorazione poi, non era una attivit individualista, ma era volta ad una consapevolezza generale e funzionale alla collettivit. Oltre allo studio psicogeografico del territorio , i situazionisti elaborano un programma d'azione chiamato "urbanismo unitario". una protesta contro la visione troppo sterile da parte degli urbanisti delle citt. Essi condannano la sensazione di alienazione provocata dall'architettura e rivendicano la loro posizione di osservatori interni alla citt, mentre accusano gli urbanisti di essere in una posizione di esteriorit. Essi progettano strategicamente dal di fuori, mentre loro agisco dall'interno. La citt come un corpo, il destinatario degli studi e delle azioni, oggetto dell'esplorazione stessa. La loro visione emotiva e partecipativa, fa si che tutto si svolga in una dimensione ludica, di manipolazione. Non potendo in effetti agire sulla citt vera e propria, molto spesso le azioni situazioniste venivano riversate simbolicamente sul suo principale mezzo di rappresentazione, la mappa geografica. Lavorare sulla mappa e sulla citt reale era di pari importanza.L'eredit di questi esperimenti e riflessioni sono state raccolte nel tempo da diverse correnti culturali, ponendo pi o meno l'accento sulla forza politica del discorso o su quella sociale. Hakim Bey forse il pi importante dei teorizzatori della controcultura, merito suo l'introduzione del concetto di TAZ, Zona Temporaneamente Autonoma, ovvero un luogo separato dalla societ e non soggiogato dal capitalismo. Pu essere reale, come uno squat o virtuale come una comunit su internet. Si genera e si distrugge nel giro di poco, per non essere presa come riferimento dalle mode e per essere invisibile al nemico. Quindi al contrario dei situazionisti, Bey propone agli abitanti delle citt di astrarsi dal tessuto sociale, anzich veicolarlo in un movimento globale costruttivo. Per il nostro lavoro ci siamo basati su queste teorie, soprattutto come dato culturale, per verificare ci che stato detto e fatto in precedenza. Nella realt infatti, il nostro lavoro nasce da presupposti diversi e per usi diversi. Il nostro confronto con la citt di Urbino soprattutto di matrice antropologica, essendo sua caratteristica particolare quella di riunire a causa dell'universit molte persone di et e provenienza diverse. Questa citt spesso vissuta come ponte di passaggio tra l'adolescenza e l'et adulta per gli studenti, scenario abituale di chi ci nato e vissuto, un'interessante luogo turistico. La percezione di quello che esteriormente uno scheletro di case, sar quindi diversa per ogni caso. La sua morfologia cambier, il suo senso, i suoi punti di presa, il suo "contenuto". Le persone che la vivono determinano una sua successiva rappresentazione, quindi possibile esistenza, e questa manipolazione virtuale fa s che venga consumata quell'interazione tra esseri umani e architettura auspicata dai situazionisti. Altre informazioni sul progetto sono presenti sul sito web: http://www.isioti.it/uva

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Il logotipo
L'uva, intesa come frutto, sebbene quantitativamente e qualitativamente composta da pi forme, un unico oggetto. Ci appropriamo quindi, dell'immagine di questo frutto per indicare metaforicamente i risultati del nostro lavoro di ricerca sulla citt di Urbino. Il nome del frutto stato mantenuto sotto forma di acronimo, Urbino Visioni Alternative. L'uva, mitologicamente, riconducibile all'immagine del satiro, del quale stato elaborato un pittogramma. Dal punto di vista simbolico, questa figura rappresenta l'essere primordiale, colui il quale squarciato il velo di Maya, riesce a comprendere ed accettare la realt nella sua drammaticit. Parafrasando, nel nostro caso il satiro rappresenta l'approccio disilluso e diretto, alla percezione della citt, che spogliata della sua finta oggettivit urbanistica, si rivela per quello che : una fitta rete di traiettorie disomogenee e percezioni soggettive. da "La nascita della tragedia", Friedrich Nietzche: " [...] Se dunque prescindiamo per un momento dalla nostra prorpria realt, se concepiamo la nostra esistenza empirica, come quella del mondo in genere, come una rappresentazione dell'uno originario prodotta in ogni istante, allora il sogno dovr essere da noi considerato come l'illusione dell'illusione, quindi come una soddisfazione ancora maggiore della brama originaria di illusione. Per questo motivo l'intimo nocciolo della natura trae quell'indescrivibile piacere dall'artista ingenuo e dall'opera d'arte ingenua che parimenti solamente l'illusione dell'illusione." "[...] In questo senso l'uomo dionisiaco (ndr, il satiro) somiglia ad Amleto: entrambi hanno gettato una volta uno sguardo vero sull'essenza delle cose, hanno conosciuto, e provano nausea di fronte all'agire; giacch la loro azione non pu mutare nulla dell'essenza eterna delle cose, ed essi sentono come ridicolo e infame che si pretenda da loro che rimettano in sesto il mondo che fuori dai cardini. La conoscenza uccide l'azione, per agire occorre essere avvolti nell'illusione [...]"

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Stickers Mappe

Bello / Scomodo Brutto / Silenzioso Veloce / Utile

Bello / Scomodo Brutto / Silenzioso Veloce / Utile

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Alcuni esempi di traiettorie

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Alcuni esempi di percezioni che gli intervistati avevano della citt

Ata Bozaci Toast


Ata Bozaci, un personaggio che molti conoscono sotto lo pseudonimo di Toast, affermato come writer, un artista poliedrico, dotato di talento nellillustrazione e nella grafica, vive e lavora in Svizzera, a Berna, sede del suo studio, Atalier.

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una volta entrato in contatto con il mondo dell'illustrazione e della grafica, come sono cambiati i tuoi orizzonti di writer?
io ho cominciato con l'illustrazione, la grafica e il writing allo stesso tempo. Questi media sono da sempre parte del mio percorso. Il "gioco" tra i diversi linguaggi stato considerevole, e io ho avuto fortuna nel riuscire a realizzare questo "gioco", perch un qualcosa che pu diventare ancora pi forte nel futuro.

come mai toast?


perch no.. un nome divertente.

cosa ATALIER, come nato e di cosa si occupa?


Urls: http://www.atalier.com http://www.toastone.com

come ti sei formato dal punto di vista artistico? le influenze.. gli incontri.. gli scontri..i maestri..?
cerco di disegnare in ogni istante nei miei diversi sketchbook che si possono paragonare a dei diari, questo pu aiutare a visualizzare il proprio sviluppo e le influenze nel corso degli anni..

Atalier ha le sue radici nella stampa, noi facevamo anche siti e giochi, dopo l'esaurimento del boom del web, abbiamo dovuto specializzarci. I giochi online sono qualcosa che non molto sviluppato in svizzera. Noi abbiamo una grande chance di prendere una buona posizione in questo mercato.

ti da ancora soddisfazione dipingere con gli spray? ci puoi descrivere le tue sensazioni quando dipingi?
certo, dipingere ancora un importantissima parte della mia vita. Io lavoro molto a computer, e dipingere fuori con gli amici un buon modo per bilanciare.

quali sono gli idoli che hanno segnato il tuo cammino?


no comment...

tempo libero, passioni ed interessi, descrivi ci che per te non lavoro...


io amo lo skate da quando sono adolescente... e un' altra cosa che mi piace molto cucinare strani piatti =)

qual' stato il punto di contatto tra il mondo del writing e quello della grafica? come avvenuto il passaggio?
il mondo del writing stato costruito su basi di grafica, tipografia, e illustrazione. Era ovvio se la scena voleva diventare pi forte avrebbe dovuto aumentare la contaminazione con questi media nel futuro. Io ho approfittato di questa chance anche se questo non stato facile.

Ata Bozaci Toast

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Burning Apes

Burning City

Ata Bozaci Toast

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Grand Chimp

Hungry

Ata Bozaci Toast

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Katze mit fischblick

Kiffer

Ata Bozaci Toast

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Montpellier 2002

Pincher

Ata Bozaci Toast

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Pyros 2006

The Beginning

Ata Bozaci Toast

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Pyros 2006

Ata Bozaci Toast

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Pyros 2006

Luciano Perondi Molotro


Luciano Perondi, disegnatore di caratteri e progettista grafico, vive e lavora a Busto Arsizio (Varese) dove ha sede il suo studio Molotro. Nelle righe seguenti un estratto di una lunga conversazione sul disegno delle lettere, il rapporto tra writing e tipografia, la comunicazione visiva e la progettazione grafica. quando si vedeva il proprio carattere funzionare era emozionante, quando per la prima volta si digitavano le prime parole in word o da qualche altra parte e si vedevano comparire queste lettere disegnate da te era fantastico, la terza volta che lo fai non ha quasi pi importanza. In realt forse le soddisfazioni sono in altre cose, alla fine un lavoro, di per se anche difficile essere soddisfatti di questo lavoro, perch conoscendo bene un carattere, i difetti che ha, sapendo che non riesci a cancellarli tutti, non quasi possibile.. ti lascia sempre un senso di insoddisfazione.

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cosa significa disegnare lettere? quali sono le difficolt? quali sono le soddisfazioni?
io credo che disegnare caratteri non vuol dire esattamente disegnare lettere... se non altro perch ci sono anche i numeri... ma al di la di questo, fondamentalmente, si lavora con parole, con un sitema che va ben al di l della singola lettera, anche se un sistema fondamentalmente limitato, limitante... io come type designer avverto una sorta di frustrazione, nell'essere confinato all'unicode, ad una fila di caselle, vorrei che la scrittura si evolvesse in una direzione non lineare, verso una maggior libert e possibilit di muoversi nello spazio, ed il carattere concepito per essere una sequenza di glifi, oggetivamente.... la difficolt pi grande questa, riuscire a superare queste barriere della linearit, una difficolt che non ancora stata superata, e nel mondo non la si avverte come problema, non si fa nulla in questo senso, questa la difficolt. Dal punto di vista progettuale le difficolt a disegnare caratteri, la pi grande difficolt, a parte questo senso di frustrazione, il fatto che il disegno di un carattere ha una curva di interesse e piacevolezza che altissima all'inizio, e pian piano diventa sempre pi bassa, ed veramente una sofferenza finirli, perch veramente lungo, ci vogliono anni per completarne uno fino in fondo, per ampliarlo, per svilupparlo tutto, e uno non ha mai tempo, ha sempre altre cose pi interessanti da fare... per in realt bisognerebbe farlo prima o poi questo lavoro. Le soddisfazioni sono pi che altro all'inizio,

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pensi ci sia affinit tra i writers che disegnano lettere e i type designer?
pu essere... in realt la differenza la questione performativa, il writing ogni volta diverso, ogni volta un esecuzione, la tipografia il progetto di qualcosa che deve essere com e stereotipo, come modulo fisso, che poi viene ripetuto infinite volte. Ci detto, in realt il writing credo che abbia una forte progettualit, uno la deve concepire questa scritta, la deve progettare, la deve elaborare, la fa tante volte... Diciamo che io sinceramente non ho mai fatto writing, successo solo una volta, che un mio amico voleva portarmi a tutti i costi a fare questa cosa, ero giovanissimo, avr avuto 15 o 16 anni, in pratica io volevo fare le lettere in un certo modo e lui mi ha detto: "no, non si fanno cos le lettere, si deve fare cos..." , io volevo scrivere delle poesie, e lui mi disse: "no, non si scrivono poesie, tu devi avere una parola che scrivi..". Alla fine praticamente era una roba che non riuscivo a capire, avevo troppi limiti, e ho lasciato stare, pensando che non facesse per me. Quindi in realt il writing non lo conosco assolutamente, da praticante, quel poco che so ci che mi raccontano, per vedo appunto questa differenza di approccio. Infatti il type designer ha un approccio pi funzionale, meno autoespressivo,

Luciano Perondi Molotro


cio io quando disegno un carattere lo faccio perch c' un problema, e lo devo risolvere col progetto di un carattere, anche un problema di immagine, ma non che io manifesto qualcosa di interiore disegnando un carattere. Deve essere una questione quasi "ingegneristica", si manifesta una questione di gusto tipografico, una ricerca formale, anche pi concettuale, sperimentale, per in realt il succo, l'interiorit non si manifesta, non viene fuori. A meno che non fare cose veramente diverse dalla tipografia, spingendosi oltre la tipografia stessa. Credo per che questa idea presente nel writing di esprimere la propria personalit sia assente nel disegno dei caratteri. Poi in realt ci sono alcuni che disegnano i caratteri in un modo pi affine al mondo del writing. Per non certo il mio caso,anzi io ho il problema che i miei caratteri sono troppo neutri, cio.. magari funzionano bene per la funzione per cui sono stati concepiti, sono buoni caratteri, ma sono anche difficili da vendere, da spendere, perch sono meno personalizzati. Le cose che personalizzano di pi i caratteri che ho fatto in realt sono dovute a fattori tecnici o a precise ricerche storiche. Quindi personalmente la vedo forte questa differenza, invece per altri probabilmente minore, quindi ci sono affinit per il fatto che scrivono, ma per il resto personalmente ci trovo una certa distanza. Ma sicuramente c' una certa distanza tra fare grafica e disegnare caratteri, o tra fare information design e fare grafica, scrivere un libro di fantascienza e scrivere un giallo. Sono attivit fondamentalmente diverse, ma che si assomigliano perch hanno a che fare con la stessa materia, ma in realt presuppongono approcci diversi e culture diverse, ma anche un approccio tecnico diverso. Poi in realt l'uomo uomo, e in realt quello che penso che succeda nei circoli di type design, e quelli che succede nell'ambiente del writing siano suppergi le stesse cose, credo che l'uomo non sia cambiato molto negli ultimi 40.000 anni... (ride, ndr) scusa per questa filosofia da bar...

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pensi siano utili le conoscenze di un writers nel disegno di un carattere tipografico?
si.. nel senso, magari la capacit tecnica, il controllo formale, l'attenzione alle forme, penso siano utili, siano anche importanti, possono dare tante possibilit. D'altro canto pu essere d'ostacolo un certo atteggiamento di cui parlavo prima, perch cambia la prospettiva, l'obiettivo del progetto, la durata, cambia il processo stesso per cui si arriva... cambia l'ampiezza, il carattere pi un sistema, il writing un opera in s. Forse a volte bisogna cambiare prospettiva mentale, ma questo positivo, perch uno non si deve fossilizzare, se si fossilizza produce cose inutili da un certo punto di vista, cose stanche. Una cosa che mi viene in mente che hanno in comune l'invidia, tu vedi una cosa di un altro dici che devi fare meglio, oppure dici che un ignorante, che sei solo tu il vero interprete del vero spirito... questa la cosa pi in comune che hanno... ma questo penso sia in comune a tutte le attivit umane in cui l'apporto personale conta, in sostanza. Non so per i writer, ma io conosco tanti type designer che hanno sempre fatto solo type design, fanno solo type design e non si sono mai mossi... e quindi sono in realt dei tecnici... in molti casi questo limita ancora di pi le loro consocenze. A me piacerebbe vedere come disegna un carattere un fisico.. un muratore.. qualcuno di cultura.. un musicista.. qualcuno che ha una formazione completamente diversa, in questi casi sarebbe interessante osservare come una consocenza che non sia strettamente legata alla disciplina possa tornare utile.

ci parleresti del tuo percorso? come sei arrivato fino a qui?


fino a qui dove? Perch il mio percorso.. io volevo fare la rockstar, l'astronauta, il fisico.. forse una delle cose pi concrete che mi

Luciano Perondi Molotro


passava per la testa, a me piaceva la fisica... in realt forse il poeta mi sarebbe piaciuto... per a un certo punto, sbagliando completamente, sono finito a fare questo inutile corso di laurea di disegno industriale, e mi sono trovato sul cammino Giovanni Lussu, io facevo industrial design, non sapevo cosa fosse la grafica.. mi ricordo che avevo trovato nella biblioteca dell'univerist un libro che si chiamava "FARSI UN LIBRO" (di G.Lussu e D.Turchi, Ndr), e mi era piaciuto sostanzialmente, mi interessava questa cosa delle lettere, la trovavo curiosa. Poi accidentalmente c'era un corso di Lussu quell'anno, all'univerist, proprio quell'anno, infatti il libro non era li accidentalmente, ma penso fosse in bibliografia, e quindi la biblioteca universitaria si procurava i libri in bibliografia... Ho frequentato questo corso, sul type design.. io non avevo la minima idea di cosa fosse la grafica e il type design, a mala pena sapevo installare un carattere su computer, fatto sta che tra una balla e l'altra, il corso era molto ricco di contenuti e lezioni, non ho pi visto un corso di tale livello, chiamarono tutti quelli che si occupavano di caratteri, e se non erano tutti, erano quantomeno una buona decina.. c'erano sicuramente tutti i milanesi, era stato davvero affascinante... Poi ovviamente Lussu con la sua sapienza ne raccontava davvero delle belle, poi c'era Piazza, un altro personaggio interessante, poi due bravissimi assistenti, che tra l'altro non ho pi avuto occasione di incontrare o sentire a proposito della tipografia, ma in realt ne sapevano davvero molto. Fu davvero molto divertente, mi aveva quasi fatto rivalutare il corso di laurea quell'anno li... ed era finita che il problema del corso furono i gruppi troppo grandi, gruppi da dieci... io all'univerist tendenzialmente ero un pezzo di merda, e quando mi giravano le balle facevo tutto da solo, in pratica facemmo un sotto gruppetto con poche persone, e la parte sostanziale l'abbiamo monopolizzata, concludendo il lavoro, anche litigando furiosamente con gli altri, tra l'altro c'erano anche due di cento chilie la cosa era veramente spaventosa... Comunque il corso si era concluso abbastanza bene, con un risultato non del tutto inaccettabile, pi che altro era un lavoro sperimentale, per imparare, fatto in maniera assolutamente rudimentale. Poi Piazza doveva fare due caratteri e mi chiese di lavorare con lui, partecipai al progetto di questi due caratteri, e ho fatto qualche anno cos, ancora ad approfondire l'esperienza... In realt ho iniziato a capirci veramente qualcosa, un p di anni dopo quando ho avuto l'occasione di andare da Bruno Mag, in Inghilterra, a Londra, lui mi ha aperto gli occhi dal punto di vista tecnico. Anche dal punto di vista didattico, questioni puramente pratiche, che qui in Italia non avevo avuto modo di affrontare perch non avevo conosciuto nessuno che aveva a che fare tutti i giorni con la professione di type designer, con le problematiche e le scelte ad essa connesse. Questa cosa stata davvero determinante, poi ho potuto sviluppare una vera competenza, che stata maturata lentamente e progressivamente. Questo un problema, perch io ho perso almeno 5 anni per capirci qualcosa, e invece avendo una formazioine pi specifica, avendo fatto un master di quelli giusti, ci avrei messo un terzo del tempo. Per forse il fatto di aver vissuto pi a lungo tutto questo, di aver imparato molto sulla mia pelle, di aver sperimentato tanto, forse mi ha portato qualcosa, quantomeno la consapevolezza che la tipografia non il centro dell'universo. Ovviamente secondo me c' anche il fatto di aver avuto come riferimento la cultura italiana, aver conosciuto personaggi come Giovanni Lussu, Antonio Perri, Giovanni Anceschi, mi ha dato la possibilit di vedere un p oltre, e di vedere in un certo senso i limiti del mondo della tipografia, di vedere le cose in una prospettiva pi ampia, meno tecnica, meno anglosassone e meno tedesca... di approfondire il concetto teorico di scrittura. Ovviamente questo un sogno, sto cercando di tradurlo, di

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Luciano Perondi Molotro


renderlo concreto, passando tra scrittura e information design, cercando un punto di contatto pratico tra le due cose, credo quindi che questa questione mi possa far asserire di non essere arrivato ancora da nessuna parte, e credo che proprio questo mi abbia fatto prendere consapevolezza di qualcosa che possa andare oltre la progettazione tipografica, probabilmente questione di tempo, fondare una cultura attorno a questa cosa, una scuola di pensiero, una riflessione, e anche una pratica, tutto questo necessita di essere trasformato in pratica. Posso dire che il mio percorso, fino ad ora, stato arrivare ai blocchi di partenza. Da qui in avanti si parte, forse. Questa domanda pi legata all'uomo che al type designer, il percorso tecnico in realt un accidente in mezzo a tante scelte fatte, magari non legate al lavoro ma a motivi contingenti, che ti portano a cambiare la visione sulle cose. forse dovremmo chiederci perch smettono di essere writers quando diventano grafici, se questo avviene, ci sono diverse persone che conosco, che ad un certo punto della loro vita hanno smesso di essere writers, e ce ne sono altre che lo fanno per tutta la vita... se devo essere sincero non ho capito molto questa domanda, o meglio, l'ho capita, ma non so come rispondere... =)

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attualmente la grafica in italia di che condizioni di salute gode secondo te? quali sono i suoi problemi? e quali le tendenze da consolidare?
b.. la grafica in Italia.. si parla di terra bruciata praticamente. C' un proliferare pazzesco di NON-grafici, in fondo una professione per la quale molti grafici si trovano a svolgere un lavoro che potrebbe essere definito fondamentalmente inutile. Che cos' in fondo la grafica? io su questa cosa ho molti dubbi, volendo secondo me basta un corso serio e ben fatto all'interno di un qualsiasi corso di laurea, o anche prima, per raggiungere una competenza dignitosa e auto-prodursi la grafica. Forse dovrebbe essere insegnata fin da bambini, come viene insegnato il disegno, ovviamente anche li ci sono persone pi o meno portate. A me sembra che la grafica sia sopravvalutata, nella visione attuale, anche per formare un vero grafico che possa fare delle cose superiore in realt devi formare veramente una mente, come formeresti un fisico o un ingegnere, perch sono talmente tante le conoscenze in gioco... Quindi in realt mi sembra forse uno spreco dedicare alla grafica tutte queste energie, si potrebbero concentrare su altre tematiche, l'organizzazione e la logistica pi fondamentali su cui vale veramente la pena investire tanto, sono cose che permettono ad altre cose di funzionare, e il problema del mondo in cui viviamo far funzionare le cose veramente, siamo tantissimi e ognuno va nella sua direzione, anche le risorse diventano poche, in realt c' un problema che

cosa pensi dei writers che diventano grafici?


forse in realt mi interesserebbe pensare qualcosa dei writers che diventano fisici o che diventano scrittori di gialli e romanzi rosa... perch in realt la natura visiva delle due cose porta a questa confluenza, ho visto writers diventare grafici ultraconservatori, di retroguardia.. quindi non credo di avere un opinione in proposito. Forse in realt mi interessa anche poco la grafica ad essere sincero, anche qui credo che il percorso formativo di ognuno sia qualcosa di pi ampio dell'appartenenza ad un gruppo, non so cosa fanno di solito i writers, forse diventano medici... il fatto che il writer che diventa grafico qualcosa di semplice, anche perch ormai tutti fanno i grafici... Forse il writing non altro che un passaggio, una tappa, attraverso la quale si passa crescendo, magari durante l'adolescenza, oppure al contrario il writing potrebbe essere un punto di arrivo.. io non la vedo come "cosa pensi degli studenti di medicina che diventano grafici.. la questione un p diversa, ci sono grafici che sono anche poeti...

Luciano Perondi Molotro


in molti paesi si vive oggetivamente male, e quindi le persone scappano da questi paesi. Il problema secondo me che molto lavoro della grafica riguarda problemi quasi secondari, rispetto al resto, ma questo non uno svilire il ruolo della grafica in se, perch la grafica permette di leggere, permette il passaggio di conoscenza, secondo me un autocritica sul ruolo dei grafici, forse in questo processo i grafici sono anche poco determinanti, sono poveri di contenuti e di pensiero, e quindi il loro apporto elementare e improvvisato, ma non nel senso jazzistico del termine, cio studiato e non alla portata di tutti, ma fatto a caso, all'ultimo momento, fatto per tappare un buco. Si sono fatte queste cose delle universit di grafica, ma in realt senza avere veramente contenuti e sopratutto l'operazione che non si fatta quella di portare la grafica ad altre discipline, cio l'architettura, la fisica, l'ingegneria avrebbero solo da giovarsi dell'apporto della grafica... non magari dell'apporto dei grafici, ecco, forse i grafici potrebbero essere molti meno e diventare pi dei consulenti, per le questioni legate all'immagine e alla produzione di immagine. Io non credo molto a questo ruolo della grafica, e quindi secondo me la situazione italiana, per quello che ai bassi livelli, e quindi il nulla pi totale, e per quello che anche i livelli pi alti, che fondamentalmente tolti pochissimi casi, si fa un sacco di belle confezioni, ma niente di pi, la situazione italiana forse disperata, ovviamente per questo un mercato che potenzialmente in esplosione, se non fosse che produce poco fatturato, la grafica in Italia potrebbe essere quello che stato il design negli anni 60 e la moda negli anni 80, del resto sono tantissimi i grafici, qualcosa deve pur succedere se ci sono le condizioni, le teste ci sono, l'unica cosa che non vorrei che facesse la fine della moda e del design italiano, cio pura superficie, perch questo non produce nulla a lungo termine, forse una memoria storica si, ma poi si arena, ma del resto potrebbe essere davvero una nuova frontiera, perch in fondo il potenziale culturale potremmo averlo, se riusciamo davvero ad uscire dai confini della grafica potremmo davvero portare dei contenuti innovativi al mondo della comunicazione visiva. Dovremmo necessariamente imparare a scrivere in inglese, pubblicare in inglese, e forse ci sarebbe molto pi mercato anche per le pubblicazioni di carattere teorico secondo me, del resto Tufte penso sia diventato ricco con le sue, cio, non so se sia diventato ricco, per comunque no ha vendute parecchi, e sono libri comunque teorici... sono anche collezioni di immagini. La tendenza da consolidare sono le aggregazioni spontanee di gruppi di persone, che mettono insieme le conoscenze, e questo sta succedendo. Il mondo della grafica non cos ristretto, ci sono tante persone, l'aiap tende a non essere pi una parrocchietta, e questo positivo, anche se una parrocchietta, ma poi ci sono legami tra grafici e altre discipline, minimi, ma si stanno iniziando a muovere, e qualcosa potrebbe davvero cambiare, succedere.

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ci racconti come nasce molotro? cosa fa molotro e dove si trova? molotro un uccello nord americano, della famiglia degli Eracidi, in pratica ha la caratteristica tipo cuculo, di deporre le uova in mezzo agli altri insetti, di essere un parassita (ride, ndr)... in realt non tutti i tipi di molotro scacciano gli altri uccelli dal nido, diciamo che un parassita un p meno antipatico del cuculo. Al di l di questo, io da piccolo avevo in camera un poster del molotro, e lo dipingevano in maniera abbastanza simpatica, tant' che la prima volta che ho scelto l'indirizzo email l'ho scelto come nome, e fatto sta che poi pian piano usando quella mail per lavoro, diventato il nome dello studio. Un p come i gruppi rock, da ragazzi...

Luciano Perondi Molotro


scegli il nome, e poi il nome ti rappresenta.. pi o meno uno studio di design una rock band, perch ha la stessa consistenza, una forma di autoesaltazione anarchica, un modo per fare le cose in una certa maniera, con una certa libert. Dopo una fase formativa dove si lavora per gli altri, avere uno studio proprio penso sia un esperienza interessante, anche divertente, problematica pi che altro... Molotro si occupa prevalentemente di caratteri tipografici e di information design, che sono due cose che vanno abbastanza d'accordo, ma nell'ottica della scrittura, e anche il nucleo attorno a cui si sviluppato exp, che un gruppo di ricerca sulla scrittura. Insomma, io sono lo zoccolo duro, e poi ci sono altre persone che lavorano con me, alcune pi fisse alcune un p meno, la caratteristica quella di approcciare i lavori con questa idea della ricerca, teorica, del non partire dalla grafica e del cercare di non arrivare alla grafica. Di cercare di lavorare con altre discipline. Ad esempio tra i miei collaboratori pi stabili c' uno psicologo... con cui facciamo diversi progetti di ricerca e sperimentazione, e ovviamente un sacco di iniziative "no profit", penso che sette ottavi del nostro tempo siano orientati a iniziative sperimentali, che fondamentalmente sono quasi pi redditizie della grafica, perch alla fine la grafica non paga, nel senso che solamente fonte di frustrazioni, stress e tutto. Come grafico vieni pagato troppo poco, per un lavoro che stanca e porta via tempo, oltre a non essere sano. Invece provare ad approcciare le cose in un modo diverso, anche rifiutando un certo tipo di lavori, ovviamente se te lo puoi permettere, quando puoi permettertelo, sopratutto cercando di creartene altri per lavorare, dove l'elemento di ricerca sia determinante, e la cosa possibile perch questo un bisogno reale, e nessuno lo fa, a quel punto non fai pi grafica, fai qualcosa di leggermente diverso, che sicuramente pi soddisfacente e redditizio, rispetto ad un immagine coordinata. A volte non puoi dire no neanche a quelle cose li, che sono le peggiori del mondo, per quando puoi non fare quei lavori li tanto di guadagnato, quando puoi lasciare perdere biglietti da visita e siti internet, tutta salute... anche economica. Il tipo di gestione del tempo fondamentalmente nazista, orari di lavoro molto rigidi, molto mattinieri, quindi sveglia all'alba, formidabili tirate, pause microscopiche... a parte gli scherzi l'idea quella di sfruttare la mattina pi che la sera o la notte, lasciando queste al privato, questa una cosa a cui credo, e che condivido con le persone con cui lavoro, il cercare l'efficienza, cosa che non si ancora raggiunta, per proprio l'efficienza la base per fare lavori di diversi tipi, e per avere la libert di agire e di fare altro, perch poi la grafica non assolutamente il centro della vita, perch ci sono cose pi interessanti e pi importanti da fare, se poi per con la grafica riusciamo ad essere anche produttivi per il mondo che ci circonda tanto meglio, comunque l'idea di lavorare troppe ore sballata, non va bene, sia chiaro c' chi chiamato a fare questo perch chiamato a fare questo perch ha un compito di ordine superiore e deve farlo, per non penso che il nostro ruolo in questo mondo sia necessariamente fare grafica... questo approccio in qualche modo anche legato al luogo, perch io sono nato a Busto Arsizio, e qui vivo, e ho deciso di lavorare qui, per questa dimensione che mi allontana un p da Milano, da questo

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Luciano Perondi Molotro


lavoro a tutti i costi, da questi orari senza senso, da questo divertimento a tutti i costi. Busto sembra un p una citt fantasma in certi momenti, nonostante sia grossa, poco movimentata, per molto vicina a Milano, e a tante altre cose, come l'aereoporto. Questo mi sembra interessante perch mi permette di sviluppare dei discorsi con maggior calma, con un altro approccio, anche se purtroppo a causa dell'insegnamento io a Busto ci sto molto poco... anche se questo vedremo come si trasformer, nel futuro... in questo momento in questa situazione la soluzione migliore questa di non essere milanesi, questa "non-milanesit". un type designer vive in un mondo in bianco e nero?
bho.. no.. non so, perch in realt.. io ho una stampante in bianco e nero volendo, nel senso che non stampa i colori... in questo senso si..(ride, ndr) ma.. non credo.. la questione del bianco e del nero io non la vivo cos, anche perch non sono solo un type designer. Per la questione del colore un problema, il colore viene sopravvalutato e sottovalutato al tempo stesso, il colore non viene conosciuto veramente, al colore si attribuiscono ruoli costruiti su concetti aleatori e personali, senza nessuna base. Il mondo del design un mondo dove l'opinione si trasforma in teoria senza passare per null'altro, e quindi la questione del colore totalmente sottovalutata. Una delle cose migliori che ho visto una dispensa di Silvestrini sulla teoria del colore completamente in bianco e nero, quella stata una delle cose pi belle che ho visto riguardo i colori. In realt la questione della tipografia, del bianco e del nero anche relativa, perch allora anche il mondo dell'ingegneria in bianco e nero, anche il mondo della musica, se non fosse per associazioni sinestetiche, potrebbe essere senza colore... tant' che per tradizione, i ciechi parlano dei bluesman neri del nord America, chi era cieco faceva il musicista, quindi forse bisogna capire qual' la dimensione del colore nel mondo, poi ovviamente la progettazione tipografica di per se, quella roba li, anche se a ben vedere, finch progetti un carattere non ti importa del colore, ma quando passi all'applicazione pratica scopri che le pagine dei libri non sono bianche, che l'inchiostro non nero, che le condizioni di luce cambiano completamente la percezione del bianco e del nero, quindi in realt, si forse il mondo del type design senza colori, ma il mondo della tipografia in realt in una maniera molto pi sfumata, sottile, pi sofisticata molto colorato... Io non so come vivono gli altri type designer, ma il mio mondo mediamente colorato... apprezzo le belle giornate luminose, sopratutto invernali, quando c' quel mattino.. quella luce stupenda.. tra l'altro dal mio studio si vede il Monte Rosa, che nelle mattine di Inverno veramente rosa, ed quindi colorato.. Il mio mondo non in bianco nero.

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cosa pensi dell'insegnamento della grafica in italia, funziona? dove funziona e dove non funziona?
Non lo so.. superfluo.. eccessivo.. ce n' troppo.. e nei posti sbagliati. La grafica bisognerebbe insegnarla nelle Universit di fisica, ingegneria.. filosofia.. semiotica... insegnarla ai grafici mi sembra che siano povere le facolt di grafica come contenuti, non sviluppano un pensiero, delle menti, poi la funzione delle universit forse esaurita in questo senso, solo uno studentificio oramai, secondo me la vera formazione quella che si crea con gruppi di pensiero, con riflessioni in comune, con discussioni, con progetti.. progetti sperimentali, la vera formazione la fai con progetti sperimentali, che non hai mai fatto. Alla fine tu insegni con un atteggiamento da scuola superiore in un Universtit, che ha un impostazione universitaria nata non per la grafica.

Luciano Perondi Molotro


L'Universit un buon pezzo di carta che ti serve per molte cose, ma poi la vera formazione fatta in altri posti, in altri momenti, e sarebbe interessante sviluppare questi altri momenti... insomma ci si sta lavorando su questa cosa. Secondo me l'idea in questo senso, la vera formazione potrebbe essere fatta veramente collaborando con una serie di personaggi che possono dare veramente qualcosa di diverso, e quindi darti una visione pi ampia delle cose. Fondamentalmente io credo che bisognerebbe mettere assieme dei gruppi e di sviluppare dei progetti, questa dovrebbe essere la formazione. L'Universit la si tiene perch c', tanto meglio. E poi hai l'occasione di conoscere tanta gente, dove le conosci queste altre persone che possono darti qualcosa se non attraverso l'universit, per questo il punto di partenza, non quello di arrivo. Per quello che riguarda i luoghi dove si insegna la grafica, inutile parlarne, sono posti ben organizzati, belli, per forse non sono pi un luogo di formazione, sono complementari alla formazione, non sono per il luogo vero dove si sviluppa la formazione. Poi bisognerebbe capirlo anche a livello imprenditoriale questo passaggio e secondo me sfugge. Ci si basa su un concetto obsoleto di Universit, forse qualcosa verr fuori. Anche perch in queste condizioni difficile imparare e pagarsi la formazione... vedo tanta gente della mia et che pur avendo lauree e master fatica a trovare lavoro, qua in Italia, e comunque lo trova sotto pagato, quindi forse necessario cambiare qualcosa. contenti tutti, come insegnante uno va per la sua strada, chi disposto a seguirlo e ad imparare, impara, chi non disposto prosegue per la sua strada, che magari migliore di quella dell'insegnante. Il pi delle volte pi formativo il contatto tra studenti che con l'insegnante, che pu avere un ruolo marginale nella formazione.. io credo di avere avuti pochi insegnanti che mi hanno formato, ma invece tanti compagni di Universit con cui ho lavorato che hanno contribuito alla mia formazione, ma anche non-compagni universitari, anche amici, anche persone conosciute per caso. Quindi non lo so, non mi viene da generalizzare su sta cosa, secondo me non c' differenza rispetto agli altri studenti. Caso per caso c' chi pi o meno dotato, tendenzialmente non ho neanche notato una maggiore abilit a livello tecnico, secondo me rientra tutto quanto nel caso umano generale, il writing una delle tante esperienze di vita che uno fa, come la grafica e i miei corsi.. quindi non posso generalizzare in nessun modo, non posso dire in nessun modo quale differenza c' tra un writer e un altra persona, secondo me non ce ne sono, la differenza tra singoli non tra categorie, poi in realt a me tutte le bandiere e le definizioni non sono mai piaciute, io fondamentalmente non mi ritengo un grafico perch non faccio il grafico, posso dire di essere un type designer, ma la cosa non mi sposta di una virgola, tanto meno mi stanno simpatiche le organizzazioni, i gruppi e queste cose qui... le associazioni... le organizzazioni.. i gruppi organizzati mi fanno anche un p paura... Forse la cosa simpatica dei writers che litigano tanto tra loro, per in realt comunque fanno parte di un gruppo, e questo mi spaventa.. forse esagero nel mio individualismo, che poi non un vero individualismo... Io rispondo come ho risposto prima, una questione umana, sono differenze tra singoli, non tra categorie. Mi rifugio nella filosofia da bar e pub ed evito di rispondere alla domanda, fondamentalmente.

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hai mai insegnato a dei writers? come sono rispetto agli altri studenti?
questa evidentemente una domanda tendenziosa, se devo essere sincero i casi di writer che ho avuto sono talmente diversi tra loro che non posso farne una categoria, credo che alcuni si odierebbero tra loro. Dipende tra le persone. Il problema dell'insegnamento che fondamentalmente non si pu fare

Luciano Perondi Molotro

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dettaglio di un Manifesto per lo Iuav di Venezia

Ninzioletto type

Luciano Perondi Molotro

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Tecno type / applicazione

Workshop tenutosi a Metaponto, per il Politecnico di Bari

Elvira Pagliuca
Elzevira nasce 24 anni fa in provincia. All'asilo la maestra si rifiuta di appiccicare i suoi disegni al muro perch, sostiene, spaventano gli altri bimbi. In effetti in quegli anni Elzevira si diletta a disegnare un unico soggetto: due fantasmi, di quelli col lenzuolo bianco, arrabbiati, con una striscia blu sopra (il cielo) e una marrone (il terreno). Raggiunta la maturit psicofisica, artistica e culturale, illustra scene autobiografiche, spesso con l'inutile intento di filosofeggiarci un po' su. Di solito ascolta della musica, mentre disegna.

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Urls: http://www.elzevira.blogspot.com

Leremita

Elvira Pagliuca

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Death cab

Cloe

Elvira Pagliuca

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Diventapiede

Elvira Pagliuca

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Horses / Money

Il filosofo / Il morso

Elvira Pagliuca

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Parcheggio / Lo psicopatico

Vecchie / Rigole

Elvira Pagliuca

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Storie di cucina / Quecal

Rosso

GabrieleRosso Method
Gabriele Rosso nasce a Bordighera (Imperia) il 4 dicembre 1980. Si diplomato allAccademia di Belle Arti di Cuneo e attualmente studia Illustrazione allISIA di Urbino. Ha creato il brand di abbigliamento Method. appassionato di snowboard e di granita alla mandorla

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Urls: http://www.method.eu

Ciabatte

Gabriele Rosso

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Culo / Faccia di topo

Gabriele Rosso

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Ice cream fever / La spesa

Gabriele Rosso

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Mary Jane / Mellow

Gabriele Rosso

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No more 1 / No more 2

Gabriele Rosso

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Piedi / Rudo tha dog

Gabriele Rosso

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Stereo / Suca

Marco Biagioni Maken


Marco Biagioni nasce ventiquattro anni fa a Roma, dove cresce ed entra in contatto con il mondo del writing. Dopo aver conseguito la laurea allaccademia di belle arti, viene ammesso allIsia di Urbino, dove studia illustrazione. Nel tempo libero elabora nuove ricette a base di verdure e gioca a street fighter 2.

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Urls: //

Battaglia in Cielo

Marco Biagioni Maken

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Anima

Marco Biagioni Maken

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Mi ritaglio un p di verde

Marco Biagioni Maken

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GForce

Marco Biagioni Maken

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Untitled

Giulia Rizzini
Giuliaha ventiquattro anni, nata a Mantova, e si laureata in progettazione grafica allIsia di Urbino, dove ora frequenta il corso di laurea specialistico in Fotografia. Possiede un innato quanto trascurato talento nellillustrazione, e nonostante si ostini a considerare i suoi lavori come degli scarabocchi, sono riuscito a rubargliene alcuni, cio quelli che vedete qui pubblicati.

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Urls: http://melaenne.blogspot.com

Untitled

Giulia Rizzini

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Untitled - Untitled

Giulia Rizzini

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Untitled - Smari

Giulia Rizzini

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Untitled

Giulia Rizzini

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Untitled

Giulia Rizzini

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Io sfido la gravit

Giulia Rizzini

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Droit

Dummy

Giulia Rizzini

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Empty

Giulia Rizzini

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Occitanz, fotografie scattate tra Agosto 2005 e Agosto 2006. Tre brevi migrazioni a ovest."

Attesa

Giulia Rizzini

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B-Movie

Giulia Rizzini

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Caisdosodre

Giulia Rizzini

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Correio

Giulia Rizzini

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Eletrico

Giulia Rizzini

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Hombre

Giulia Rizzini

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Isaias

Giulia Rizzini

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Maria

Giulia Rizzini

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Montgat

Giulia Rizzini

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Padrao

Giulia Rizzini

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Rossio

Giulia Rizzini

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Rua

Giulia Rizzini

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Te jo

Giulia Rizzini

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Velhos

Giannicola Baiardi
Giannicola nato a Foggia, ha ventitre anni e studia design al politecnico di Bari. Le foto che vi proponiamo sono state realizzate in Turchia, dove lui ha trascorso diversi mesi di recente.
della sua natura comunicativa. La fotografia bressoniana ha esaurito i suoi aspetti pi interessanti, a noi rimasto il progetto, magari progettiamo di "cogliere il momento", ma progettiamo. Di questi tempi poi prendono sempre pi piede progetti a lunghissimo termine come farsi una fototessera al giorno per 10anni, 20anni, tutta la vita, quidi la progettualit diventa preponderante. Io cerco di sfuggire un po' a tutto questo usando vecchie pellicole scadute, che non possono garantire pi colori fedeli, sono mediamente imprevedibili, ed il caso, si sa, ha molta pi fantasia di noi.

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iniziamo dal semplice.. chi sei? cosa fai..?


uno psiconauta...ihihihihi...no, aspetta, sono uno che non sa che fare

no mi spiace, buona la prima.. in questo articolo ci sono dei tuoi scatti, me ne parli? Urls: //
sono esperimenti, ho cercato di trovare un linguaggio fotografico coerente e funzionale al luogo che cercavo di raccontare/creare, sono tutti realizzati con pellicole scadute

ci parli del tuo incontro con la fotografia?


quando avevo 5-6 anni mio padre mi piazz in un angolo del suo salottostudio con una luce da 1000W in mano per un pomeriggio mentre lui faceva delle foto (era a corto di cavalletti), non fu il massimo quindi. Il giorno dopo per abbiamo stampato in camera oscura, l credo che sia cominciato tutto.

a livello emotivo, cosa hai cercato di trasmettere?


ho cercato di capire e confezionare un'idea relativa ad un luogo, come se volendo raccontare la stazione di Tokio all'ora di punta si facessero foto mosse, o quello che vuoi... Il luogo delle foto un monolitico, razionale e asettico dormitorio turco. Tutti hanno gli stessi (pochi) centimetri per organizzare una vita operaia e monotona. Tutto asciutto, senza fronzoli... ecco, ho provato a fare foto che aiutassero il luogo ad esprimersi in questo senso, per quello che .

Tu studi design, almeno.. dovresti, fai grafica... hai molteplici linguaggi a disposizione. Tra questi, la fotografia quello egemone? e perch..?
la fotografia uno degli strumenti della grafica, come la tipografia, l'illustrazione ecc... Per conserva una certa indipendenza, rimane autonomo. Volendo diciamo che pu essere usato come strumento della comunicazione, e diventa grafica.

qual' secondo te, il rapporto tra vedere e sentire, sopratutto in relazione a questi tuoi scatti?
vedere un'esperienza retinica e mentale, per sentire un luogo necessario toccarlo, vedere le trame delle superfici, odorarlo. Queste foto le ho fatte dopo aver vissuto un mese in quel luogo.

mi interessa molto questa riflessione.. puoi spiegarmi il rapporto tra grafica e fotografia secondo te, in maniera approfondita?
la fotografia pu fare ricerca autonoma, o funzionale ad altro, come alla grafica, uno strumento abbastanza versatile, pur essendo per sua natura determinista e inequivocabile.

pensi ci sia un aspetto progettuale nella fotografia? oppure pensi che sia un qualcosa legato al divenire, all'istante.. una sorta di "carpe diem"..?
la fotografia dell'istante irripetibile morta, la foto progetto a causa

prima parlavi di comunicazione visiva, ma essa presuppone che ci siano dei messaggi, dei mittenti e dei riceventi. I tuoi lavori

Giannicola Baiardi
fotografici, nella fattispecie questo che vediamo qui oggi, cosa comunicano? che messaggio portano? queste foto non avevano mittente, ed il ricevente ero io. Per, come dicevo prima, ho cercato di usare un linguaggio fotografico coerente con quello che fotografavo, quindi ne scaturita una narrazione abbastanza eloquente del luogo, descrivendo il generale grazie al particolare. Non sono foto con un target commerciale, non devono essere vendute, ma descrivono. E basta.

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Giannicola Baiardi

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Yurt #1

Giannicola Baiardi

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Yurt #2

Giannicola Baiardi

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Yurt #3

Giannicola Baiardi

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Yurt #4

Giannicola Baiardi

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Yurt #5

Giannicola Baiardi

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Yurt #6

Giannicola Baiardi

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ONC840 #1

Giannicola Baiardi

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ONC840 #2

Giannicola Baiardi

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ONC840 #3

Giannicola Baiardi

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ONC840 #4

Giannicola Baiardi

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Giannicola Baiardi

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ONC840 #6

Alessandro Sartori
Alessandro Sartori nasce a Senigallia il 26 Novembre del 1982. Vive ad Ancona, laureato in scienze della comunicazione pubblicitaria, e attualmente frequenta il corso di laurea specialistico dellIsia di Urbino. I lavori che ci propone sono stati realizzati per un progetto il progetto di esposizione collettiva Emocromo attraverso la tecnica del Cut-Out, in digitale.

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Urls: //

Emocromo #1

Alessandro Sartori

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Emocromo #2

Alessandro Sartori

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Emocromo #3

Emocromo #4

Alessandro Sartori

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Emocromo #5

Emocromo #6

Fabio Girola
Fabio nato e vive a Milano, dove fa parte di un collettivo artistico chiamato interplay, e dove studia fotografia.

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Urls: //

Untitled

Fabio Girola

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Untitled

Untitled

Fabio Girola

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Untitled

Fabio Girola

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Untitled

Fabio Girola

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Untitled

Drak Crew

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Drak + Tck

Urls: http://www.drak.it
Logan - Resp - Bomb - Sen400 - Trip - Pak

Pak - Bomb

Pak - Trip - Bomb

Drak Crew

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Bomb - Pak - Wan

Pak - Bomb

Pak - Bomb

Pak - Bomb

Pak - Not180 - Bomb - Trip

Drak Crew

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Pak - Trip - Bomb

Pak

Pak - Wan - Bomb

Trip - Pak - Wan - Bomb

Pak

Does1
come hai incontrato il writing?
quando ero alle scuole medie io disegnavo sempre e giocavo con le lettere... nel '97 ho fatto il mio primo pezzo illegale, ma in quel periodo non avevo davvero idea di come fosse la scena nella mia citt... Dopo non molto tempo ho iniziato a interessarmi davvero di writing, nella mia zona ho dipinto un p ovunque, per esempio in un posto chiamato "l'hall of fame di Geleen" (un posto un p rude sotto una desolata ferrovia piena di alberi e piante, completamente ricoperto di pezzi). Questo mi ha dato un certo "feeling" che non ho mai perso fino ad ora. Nel periodo tra il '97 ed il 2000 non ho fatto molto, Sono stato arrestato per un pezzo illegale, e mi sono fermato per tre anni. Nel 2003 sono tornato di nuovo a dipingere su muro.

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cosa pensi della connessione tra writing e type design?
io penso che questi due aspetti si possano mescolare bene insieme, personalmente io utilizzo con grande soddisfazione elementi "grafici" nei miei pezzi, su tela e su muro.

la lettera, come entit astratta qualcosa che pu essere distorto all'infinito, o ci sono dei limiti nel plasmarla?
non credo che ci siano dei limiti nel plasmare le lettere, credo che si possa andare avanti all'infinito, l'importante essere costantemente in competizione con se stessi, e quando si arriva ad un certo punto, cercare nuovi stimoli nello sperimentare forme, abbinamenti cromatici e sfondi...

Urls: http://www.digitaldoes.com http://fotolog.com/does1

il tuo contesto di ha influenzato molto nel cammino artistico?


Negli ultimi tre anni ho dovuto seguire alcuni corsi di graphic design. Questi corsi mi hanno aiutato ad ampliare i miei orizzonti di writer. Comunque io sento di aver imparato di pi dalla collaborazione con altri writer. Il mio lavoro attuale non ha nulla a che vedere con la mia attivit creativa.

chi era il tuo modello quando hai iniziato a dipingere?


inizialmente guardavo ovunque, perch per me era tutto nuovo. Nash mi disse molto sulla storia dei graffiti, e Tumki ha avuto una forte influenza sul mio writing, riguardo alla composizione e a certe idee. Altre importanti influenze sono state quelle di Swet, Dare, Atom e Can2 , Chas, Stain, Nyse, Vens, e Sunk. Quali sono le dinamiche che segue il writing per te? se tu intendi la connessione tra writing e l'attuale composizione di un pezzo, io penso che ogni cosa deva in accordo alle altre, funzionalmente a un obiettivo. A volte tutti gli elementi si evolvono spontaneamente, ma solitamente io lavoro dandomi degli obiettivi.

descrivici il tuo stile...


il mio stile wildstyle. Io ho cominciato con delle lettere semplici e sotto l'influenza di alcune persone con le quali ho lavorato come Tumki, Chas e Nash, io ho sviluppato un mio stile personale. Questo un percorso determinato dal disegnare molto. Inizialmente io facevo molti pezzi 3d, ma successivamente ho ripreso a fare pezzi 2d, e oggi cerco di fondere questi due modi di concepire la lettera.

progetti per il futuro?


io spero ti viaggiare molto, e lavorare con molto persone diverse. Cercher di sviluppare il mio stile personale e differenziarlo ulteriormente da quello degli altri writer. Poi cercher di curare il progetto del mio sito che sar presto online, www.digitaldoes.com

Does1

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Does1 - Nash

Does

Does1 - Nash - Dare - Toast

Does1 - Chas - Nash

Does1

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Does1 - Chas

Does

Does - Nash

Does1 - Tumki

Does1 - Tumki

Does - Nash

Does1

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Does

Does

Does1

Does - Tumki

Walls Mix

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Asker - Weik - Banc - Mind2

Urls: //

Nof - Nim - M

Skolp - Zoe - Etnik

Walls Mix

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Style1

Style1

Nof

Skolp - Zoe

Weik

Walls Mix

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Proe

Ik1

Gojo

Nim

Style1

Sez - Nof - Nim

Nof

Asker - Weol - Banc - Mind2

Opiemme
Opiemme un gruppo di street artists che fa poesia visiva, opera nel torinese, ma non solo, scopriamo meglio insieme chi sono questi ragazzi e cosa fanno... alcune realt che si conosco di questambiente che cercher di farsi sentire. Graditissimi fino allultimo i contributi, se qualcuno volesse partecipare perch trova sta facendo un percorso simile, partendo dalla poesia, ci contatti scrivi@opiemme.com . Nico:lopiemme contaminazione, giocare con i differenti metodi di linguaggio.

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ho saputo che avete in programma due mostre nel prossimo futuro.. raccontateci di cosa parlano..
Danzio: La prima a Torino dal 21 settembre al 31 Ottobre alla galleria Dieffe, in centro a Torino. E la nostra prima volta in una galleria darte. Affiancheremo una pittrice calabra, Tina Sgr. Con due interventi. Uno far s che la galleria con i sui muri bianchi sia come le pagine di un libro, e Mrfijodor decorer e inserir alcuni testi dellOpiemme. Siamo stati chiamati nella mostra che si intitola Incroci per la ns prerogativa di portare la poesia in strada. Cos ho pensato ad una soluzione per simbolizzare questo: portare in galleria diversi segnali stradali che contengono sia poesie adesive, sia frasi e parole inserite con adesivi che creano messaggi giocando sui significati dei cartelli. Il cartello Rimozione Forzata accoglie la scritta Le idee non hanno pi propiet. Pericolo di furto. Alla base del mio lavoro sia in scrittura che in questi nuovi modi di proporre la poesia c la ricerca della semplicit. Semplificare i messaggi perch arrivino a pi persone possibili. Luso dei cartelli stradali e della parola che gioca con i significati che questi portano fatto per decodificare il messaggio al pubblico, Danzio B. Opiemme. Poi a ottobre saremo a milano, per un appuntamento molto interessante organizzato da IVAN (www.i-v-a-n.net) e che speriamo possa crescere da qua allinizio. Sar un incontro presentazione tenuto da noi e lui sulla poesia di strada e su quelli che presentano la poesia in modi particolari. Il 9 ci sar la conferenza stampa, il 10 azioni in strada, e l11 si inaugurer la mostra al sagap (www.sagap.org) essendo il tutto ancora in via di definizio rimando ai vari contatti internet per saperne di pi. Sicuro sar un momento di aggregazione fra

cosa lopiemme e come nasce...


Danzio: nasce come gruppo di scrittura nel 98. Oggi qualcosa di pi.Da un lato perch stato nella sua indole collaborare con persone che non dellambito letterario e dallaltro perch da subito fra noi che scrivevamo si parlava di trovare il modo di svecchiare la poesia. Col tempo ci siamo accorti che non era un azione tanto formale quanto comunicativa, su come la poesia arriva alle persone, certo cerchiamo di scrivere in maniera quotidiana, colloquiale a volte. Comunque la si voglia definire, certo che non seguiamo per la poesia classica delle regole e del metro che a volte me la fanno sembrare un gioco di societ a cui tanti si attengono. E che per interpretarla assomiglia ad un rebus Ess! Teniamola viva sta cosa! Allora diciamo che lOpiemme un collettivo che alla base del suo lavoro ha la parola e la chiarezza del messaggio, o vorrebbe. C chi scrive (Davide Danio, Danzio, Egon), chi fa video(Nicol Parodi), chi fa musica (Caff Nero), chi graffiti, illustrazioni e performance (Mrfijodor) e chi ci aiuta coi suoi consigli culinari (Mase). Il fenomeno variegato vi invito a guardare il nostro sito, www.opiemme.com . Nico: lopiemme contaminazione, giocare con i differenti metodi di linguaggio.

Urls: http://www.opiemme.com

Opiemme
Perch la poesia?
Danzio: vedi, lo scrittore di base ha che sfigato come figura e scrive poesie allinzio. Me compreso. Quando abbiamo iniziato con Davide la poesia era la forma pi semplice, per libert e brevit, da affrontare. La nostra prima pubblicazione Sfioraci (Prospettiva) di poesia, ed quel momento che ci ha fatto rendere conto di quanto la poesia e parte del mondo letterario vivano nel loro mondo morto, tagliati fuori dal reale, lamentandosi che la gente legge poco. E come se fossero tutti in lsd, ma in un universo brutto e in lotta. In quel momento abbiamo convertito il nostro desiderio di svecchiare la poesia in nuovi modi di proporre la poesia. Cercando soluzioni per staccare le parole dalle pagine di un libro e portarle incontro alla gente. personaggio performer per distribuire poesie. Cos abbiamo Mrfijodor in: Il cuoco pazzo, Babbo Natale non figlio unico, Lagricoltore, Il cameriere perso e cos via. Dove il personaggio solo un tramite per una scenatta per mediare i testi alle persone. Esempio: il cameriere perso si aggira per strada dando alla gente tazzine di caff, dentro poesie sul caff stampate bianco su nero. Trasformazioni per altro divertentissime e che raggiungono lo scopo di portare poesia. Mrfijodor ha nel cassetto una serie di progetti performativi pi concettuali, solo che a noi ci rompono i coglioni le cose concettuali pseudo vera arte e non glieli facciamo fare. C da dire che dalle performance escono dei video alla performance sanno aggiungere molto. Le aggiungono qualcosa. E questo tipico trovo dellOpiemme e del lavorare in settori e momenti diversi sugli stessi progetti. Nicol aggiunge alle performance di Mrfijodor un qualcosa che prima non cera. La comunicazione muta e si sposta. Anche un senso direbbe cinicamente lui. Ma quelle sono bastardate fra amici. Nico: nelle performances c sempre una porta aperta allimprevisto non sempre la realizzazione segue le regole dellideazione.

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parlateci delle vostre performances...


Danzio: chi meglio te ne pu parlare MRFIJODOR che ne il protagonista. Una forte capacit del gruppo di adattarsi alle singole situazioni. Tutto studiato site-specific, direbbero con r moscia i critici e addetti al mercato dellarte. Sostanzialmente Mrfijodor un simpaticissimo esibizionista, in grado di fare qualsiasi cosa. Nel senso che mi posso sempre aspettare di tutto da lui. E una variabile incontrollata. E questo suo sapersi adattare alle situazioni velocemente e trovare soluzioni che fa partorire le performance, anche se ultimamente vengono pianificate maggiormente come per quella de La poesia in catene, dove lui incatenato cerca di scrivere con piedi e faccia, e rappresenta gli sforzi che fa una parte della poesia per rimanere a galla oggi. Molte delle performance, come direbbe in onest Nicol Parodi (video), sono in verit pazzesche azioni di flyeraggio e di promozione. Il punto che se si vuole portare la poesia in strada alle persone utilizzando una performance, come si pu vedere dai video, si para in un trasformazione/travestimento del

qual' il vostro rapporto con il mondo del writing?


Danzio: sono cresciuto in mezzo ai writers. La mia crew era a.d.c. e non dipingevo. Il writing mi ha insegnato che bisogna bombardare per farsi vedere, sentire e leggere. Cos nel lettering come nella letteratura! Mi ha anche insegnato che scazzare per nulla non serve. Stupide storie fra gang che qua non hanno un perch. Meglio lavorare assieme verso un obiettivo comune.

Opiemme
Nico: premetto che non dipingo, ma fin dal primo giorno che ho messo piede a Torino il writing ha condizionato in modo positivo la mia formazione, ma soprattutto ha occupato la mia casa. Nico: si, anche se non si pu dire che ci sia una sola direzione, c quella pi visibile, guidata dalla grande distribuzione,dai media e dai pubblicitari che tende ad essere uniforme e di basso contenuto sia artistico che contenutistico, mentre c un'altra,quella sotterranea che sempre in continua evoluzione, ma ovviamente ha pi difficolt nel farsi notare dal grande pubblico.

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cosa pensate del writing dal punto di vista culturale? quali sono le sue prospettive di evoluzione futura?
Danzio: che sia una forma darte pura. Non lo si fa per fama, se non una fama anonima. Lo si fa per scoppia, scimmia, adreanalina. Il writing ha riversato nella grafica unavanguardia. E avanti, grazie certo alla creativit di singoli, perch questi hanno avuto un rapporto mutato con quella comunicazione che avviene in strada: che siano segnali, manifesti pubblicitari, di eventi, politici o altro. La loro mente pi slegata. Pi punk e libera da canoni. Ha imparato a trovare luoghi e modi diversi di visibilit. Non seguo abbastanza per dire quale siano le prospettive future. Finch resta relegato allillegalit questa comporta delle limitazioni allarte di chi la pratica. E poi troppa gente fa pezzi come adesivi fotocopiati a cui cambia i colori. Nico: una delle culture pi allavanguardia.Il writing rimane legato ai suoi spazi i muri ed i treni, per c da notare che la maggior parte dei lavori migliori di grafica web-design animazione etc li ho visti fare da ragazzi che fanno parte del mondo del writing e della street-art.

cosa pensate della contaminazione tra i diversi linguaggi espressivi?


Danzio: alla base del nostro lavoro. E tutto quello che fa si che lOpiemme sia lOpiemme. C da sottolineare che questo processo rimanda al dialogo e alla comunicazione fra le persone. Pi alto il dialogo, la collaborazione, lo scambio di visioni ed interpretazioni, pi possibilit avr quello che si realizza congiuntamente. Nico: un gioco, con lunico rischio di far dei grandi minestroni.

pensate che internet sia un agevolazione per il vostro lavoro?


Danzio: assolutamente. Permette che io parli con te e altre persone ci conoscano. Permette di dialogare senza vedersi. Con SerraGlia stata la condizione per collaborare assieme. Il principale mezzo che tiene lOpiemme assieme nello scambio di dati, e nel trovare nuove prospettive. Via email ti puoi rendere conto chi ha voglia davvero di fare qualcosa assieme. Nonostante non ci sia contatto umano. Non propriamente vero che non ci sia, c in un modo diverso. Mi permette di conoscere stimoli lontanissimi e sconosciuti, di sapere, e cercare di valutare se quel sapere sia vero.

pensate ci sia ancora un margine di evoluzione dal punto di vista creativo per la cultura dell'immagine in italia? se si in che direzione?
Danzio: un calendario di poesia, con belle parole scritte su belle fighe.

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Nico: il poter presentare e divulgare gratuitamente il proprio lavoro senza dubbio un agevolazione, per c da dire che noi, per ora, lo stiamo sfruttando al minimo delle sue potenzialit. di poesie Odore di Donna, che gi tanto abbiamo sparso con modi diversi per strada. Egon ha in cantiere un romanzo e una travagliata pubblicazione con Stampa Alternativa, vedremo. Poi per me una raccolta di poesia intitolata La guerra dellInformazione, che della guerra, cos come ci viene portata dai media, parla appunto. Una guerra filtrata, viziata dallinformazione e dagli interessi. Spero presto per tutti che sia il futuro! Nico: principalmente ultimare la raccolta video organismi poeticamente modificati Un dvd con le nostre perfomances, le videopoesie e qualche altra sorpresa. Egon: erotica e mondiale.

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quali sono stati i riferimenti visivi durante la vostra crescita artistica?


Danzio: Personalmente il writing e tutto quello che vedevo selvaggiamente e creativamente avvenire per strada. In cima a tutto la street art che ha permesso un ingresso in strada di idee variegatissimo. Per assurdo in me hanno influito moltissimo a livello visivo le immagini che si creavano nella mia testa dalla lettura di testi di canzoni (da Cobain ai Sistem of a Down passando per Eminem e i Nofx) e dallascolto suoni della musica sintetica/elettronica (fra cui metto in cima la tekno e la goa). Nico: tutto quello che mi sta attorno.

progetti per il futuro?


Danzio: da un lato ci son quelli paraletterari, artistici. Da quelli vorrei nuove soluzioni, come il lavoro sui cartelli stradali. Ma non posso quindi dire altro che spero ci evolveremo ancora. Dallaltro lato ci sono quelli letterari, che sono:una raccolta di racconti con Davide Danio ed Egon intitolata Sette, sempre per Prospettiva che ci sostiene, credendo nelle potenzialit paraletterarie del nostro progetto, pi che quelle letterarie che hanno bisogno ancora di esercizio ed esperienze per arrivare in alto. Siamo giovani,c tempo per farle crescere e fruttare. Sette sar distribuita intensamente in provincia di Imperia perch parla di: Storie di ragazzi cresciuti lungo questa nostra striscia di terra ponentina e che quando vanno lontano per studio o lavoro se ne portano sempre un pezzo dietro. Dentro. Nel respiro, il respiro del mare. Con Davide vorremmo pubblicare la raccolta

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Poesia in catene - Performance di Mr Fijodor

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Babbo Natale non figlio unico - performance di mr fijodor al centro commerciale La Rotonda , Modena

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Poesia adesiva - Roma

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Alberi della poesia - Villa di Celi montana

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Istallazione di Danzio a Torino

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Albero della poesia - Danzio e Davide Danio, a Celi montana per il Jazz festival

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In onore a Egon

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Sfioraci

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Poesia adesiva - Sud Africa

AleAndrew
Aleandrew nasce dallidea di due giovani creativi italiani: Alessandra Sardano e Andrea Sergio, in arte Wany. Il loro ambizioso e originale progetto consiste nella creazione di un Atelier dove possano incontrarsi e interagire con la loro arte, artisti nazionali ed internazionali, con un accesso privilegiato per la urban culture e per larte di strada. Obiettivo di questa Galleria non sar esclusivamente quello di realizzare mostre collettive e personali, ma anche quello di commercializzare gadget realizzati a tiratura limitata dagli artisti, o addirittura pezzi unici, dipinti, cuciti, disegnati e stampati a mano dagli stessi. Urls: http://www.wanyone.com http://www.aleandrew.com

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Wanys gadgets

Wany

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Wany

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Wany

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