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La Politica nel Novecento

Analisi interdisciplinare delle forme politiche del secolo breve

Parlamento Europeo, Strasburgo

2 Gabriele Orlandi, classe 5^ pnA, Liceo Scientifico Niccol Copernico, Pavia Anno scolastico 2011/2012

Indice
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

Storia politica del '900 e confronto tra le due forme di potere La riflessione di Karl Popper sulla societ moderna L' arte tra censura e libert d' espressione: Vasilij Kandinskij La teoria dei giochi applicata alla politica George Orwell e la sua satira politica: Animal farm Documenti: i passi pi importanti verso la democrazia Bibliografia

1. Introduzione
Mai come nel secolo scorso la societ si modificata cos radicalmente: scoperte tecnologiche, conquiste sociali e miglioramento del tenore di vita (soprattutto nell' Occidente industrializzato) hanno avuto un andamento esponenziale. Questa accelerazione improvvisa della civilizzazione ha portato come inevitabile conseguenza alla necessit di nuove forme di potere, capaci di interpretare al meglio la societ di massa e di sfruttare i mezzi di comunicazione; le istituzioni politiche createsi sono state spesso accompagnate da scontri e tensioni per la loro affermazione, e si possono a grandi linee dividere in due raggruppamenti: i governi totalitari e le moderne democrazie rappresentative, esemplarmente incarnati dalle due superpotenze URSS e USA. Le forme di potere prevalenti nel XIX secolo in Europa (in generale, l' occidente inteso come insieme dei paesi tecnologicamente ed economicamente sviluppati sar il nucleo su cui concentrer la mia analisi) erano varie e differenti tra loro: accanto ai grandi imperi, Tedesco e Austro-Ungarico, nascevano le monarchie nazionali di Spagna e Italia, che si affiancavano a Gran Bretagna e Francia. Nel secolo successivo, complici la massificazione della societ e le esperienze disumanizzanti dei conflitti mondiali, sono sorti due nuovi modelli politici di cui la scienza politica contemporanea si lungamente occupata, per il vigore con cui si sono imposti e la durevolezza che hanno saputo dimostrare. Questi due modi di concepire il rapporto stato-cittadino, interpretazioni contrastanti se non contrapposte di esso, sono appunto il regime totalitario e il governo democratico. Ovviamente questo dualismo stato studiato da vari punti di vista e ritengo utile offrire un' analisi il pi possibile completa dei fenomeni in questione; le discipline che pi efficacemente li hanno interpretati sono, oltre alla gi citata scienza politica, la storiografia, la filosofia e la matematica. Al giorno d' oggi, praticamente ogni paese definito 'moderno' o industrializzato retto da un ordinamento democratico, che ha saputo prevalere sulle altre forme di governo grazie alla facilit con cui pu migliorarsi attraverso riformismo e dibattito pluralista. Un fenomeno contemporaneo come la globalizzazione, inoltre, ha avuto influenza sulla politica mondiale facendo s che paesi geograficamente distanti si trovino a dialogare per questioni come economia o finanza; negli ultimi tempi, proprio la finanza sta avendo un ruolo importante nell' indirizzare politiche nazionali o comunitarie. Le dittature sopravvivono laddove il popolo non ha un alto grado di alfabetizzazione ed perci facilmente manipolabile dalle ideologie, e spesso la scarsa istruzione va di pari passo con una povert molto diffusa. Tra i paesi sotto regime totalitario o dittatoriale (spesso camuffato sotto una veste repubblicana) ricordiamo Iran, Corea del Nord, Cuba e molti stati africani. Dei segnali positivi di democratizzazione, per, sono emersi negli ultimi tempi con gli eventi della 'primavera araba', vera e propria rivoluzione dal basso che ha coinvolto la fascia mediterranea dell' Africa e la penisola arabica; anche qui, come del resto in ogni movimento di protesta nato nell' era del Web 2.0 (espressione usata per sottolineare l' evoluzione di internet all' insegna della condivisione di contenuti multimediali o notizie, in un contesto democratico che permette a chiunque di esprimere il proprio pensiero), il ruolo della rete come epicentro virtuale della dissidenza stato vitale, permettendo di diffondere i valori di libert tra le popolazioni. La primavera araba, oggi, un fenomeno ancora lontano dal concludersi soprattutto in paesi come Siria, dove il governo (di fatto dittatoriale) non ha esitato a schierare l' esercito contro i ribelli, ed Egitto, dove si fatica a instaurare un processo democratico stabile e duraturo.

4 interessante notare come ci siano parallelismi e corrispondenze tra questo diffuso movimento di liberazione nazionale e il fenomeno della decolonizzazione, che per tutto il secolo scorso ha coinvolto territori spesso agli antipodi: in luogo dell' azione straordinaria che la rete ha svolto, come veicolo di ideali e informazione libera, la fonte di questi valori stata per gli indipendentisti delle colonie il contatto con culture moderne, e perci democratiche, avvenuto durante le guerre mondiali; le truppe coloniali, giunte nei vari fronti europei a contatto con ideologie profondamente diverse dalle proprie, hanno appreso l' importanza ad esempio del principio di nazionalit (o di autodeterminazione dei popoli) espresso dal presidente americano Woodrow Wilson nel 1917. Proprio questo documento, insieme ai successivi contributi della carta Atlantica (1941), dello statuto dell' ONU (1945) e della dichiarazione di Stoccarda(1983,per l' Unione Europea), costituisce la base teorica del processo, avvenuto a livello mondiale, di evoluzione della politica in direzione garantista e pluralista, rispondendo alle crescenti esigenze di democrazia e tolleranza che la globalizzazione e la multietnicit hanno comportato. Gli enti sovranazionali, inoltre, sono spesso intervenuti militarmente in occasioni quali rivolte o spinte indipendentiste, per assicurare in primo luogo la pace, e secondariamente lo sviluppo della democrazia che considerata quasi unanimemente la forma di governo da prediligere e quindi da incoraggiare nei paesi dove non sono garantiti i diritti fondamentali dell' uomo: si possono ricordare gli interventi ONU in Libia e nella ex-Jugoslavia e quello della NATO in Afghanistan, dove lo scopo era di mantenere l' ordine durante la delicata fase di passaggio dal regime talebano alla repubblica presidenziale.

1.1 I totalitarismi
La nascita dei regimi totalitari strettamente connessa alla situazione socioeconomica europea dei primi decenni del Novecento; in questo periodo, infatti, che salgono al potere Mussolini, Hitler e Stalin, tre dittatori che stravolgeranno le dinamiche politiche europee. Al termine della seconda guerra mondiale, che sancisce il fallimento del nazi-fascismo (che regger solo in paesi come Spagna, Grecia o Portogallo, ai margini del processo di ricostruzione in Europa ), al Comunismo sovietico si opporr la Superpotenza democratica degli USA, in un dualismo che per quasi mezzo secolo monopolizzer la scena politica internazionale. Una dittatura si definisce totalitaria quando fa uso sia di strategie intimidatorie nei confronti della popolazione, che soprattutto della propaganda, motivo per cui la storiografia colloca l' inizio del fenomeno nello scorso secolo, quando cio l' introduzione di nuovi mezzi di comunicazione e la massificazione della societ hanno permesso la diffusione di messaggi ad ampio raggio anche raggiungendo le classi meno colte. Il potere fortemente accentrato, cos da essere in mano a un direttivo ristretto di persone che rappresentano il partito unico, che pu essere legalmente eletto tramite elezioni a lista unica (come nel fascismo) cos da avere formalmente il consenso popolare; in altri casi, come avvenuto in Russia, dove la via legale fallita si fatta strada quella della presa di potere con la forza. Un regime di questa natura, infatti, deve avere necessariamente il consenso popolare per mantenere saldo il proprio potere: almeno nelle loro fasi iniziali (ma in Germania dur per tutto il periodo nazista), sia Mussolini che Hitler avevano un buon numero di sostenitori, attratti dall' ideologia e dalle promesse di gloria. Un punto fermo della politica totalitaria l' acquisizione di un' immagine, da parte del

5 proprio popolo o degli osservatori stranieri, che metta in risalto il progresso che essa ha portato nel suo paese: anche qui entra in gioco la propaganda, di cui si fece uso massiccio ad esempio in Italia in occasione delle quantomeno discutibili imprese in Etiopia, Albania o Grecia; inoltre interessante ricordare che per decenni l' impero sovietico risultava agli occhi dell' opinione pubblica estera come un esempio di democrazia moderna che faceva girare l' economia in modo sapiente, perch i pochi messaggi che varcavano il confine russo verso l' Europa erano testimonianze della crescita impetuosa dell' industria comunista. Un altro elemento caratteristico il perseguimento dell' ideale dell' autarchia, da interpretare come manifestazione di potere economico e conquista di un ruolo di prim'ordine nella scena politica. Fenomeno parallelo a questo, e per certi versi legato, il divieto verso gli organi di stampa a pubblicare notizie su questioni estere, o addirittura ad usare termini di derivazione straniera: un aspetto verso cui Mussolini, chiaramente a causa del suo passato da giornalista, indirizzava molte attenzioni (si vedano le direttive per la stampa del 1931). Fortunatamente, la fine disastrosa di Fascismo e Nazismo ha segnato l' inizio del declino di questa degenerata forma di potere: il Franchismo si esaur nel 1975 con la morte del dittatore (ma il processo di democratizzazione incontr non poche difficolt, a causa del perdurare dell' ideologia del generale anche dopo la sua morte); il comunismo sovietico perse il suo carattere di totalitarismo gi dalla morte di Stalin, ma pi decisamente con la Perestrojka di Gorbav a partire dal 1985; nei paesi dell' Europa dell' est sotto l' influenza dell' URSS (Romania e Bulgaria, ad esempio) le dittature comuniste ressero fino a che la stessa Unione Sovietica si dissolse, e cio a cavallo tra gli anni '80 e i '90.

1.2 Le democrazie
Il XX secolo anche il secolo in cui il modello democratico, gi presente da tempo in alcuni paesi, si impone come alternativa contrapposta al totalitarismo. La spinta democratica, che in molti paesi europei si configur come proposta di rinnovamento dopo i fallimenti dei totalitarismi, port ad esempio alla nascita dell' Italia Repubblicana dopo che il referendum del 1946 mostr che la monarchia non poteva pi fornire le risposte adeguate alle richieste di una societ ai limiti della sopportazione e bisognosa di una nuova strada da seguire. Tutte le svolte democratiche del Novecento si sono ispirate al modello statunitense, forte di quasi due secoli di storia, anche se in certi casi non ne condivisero l' ordinamento politico (Repubblica presidenziale federale). Etimologicamente, democrazia significa 'governo del popolo'; questo concetto si traduce, nella realt moderna, nello strumento delle libere elezioni, in cui i cittadini sono chiamati a votare coloro che governeranno il paese secondo diverse modalit. La pi diffusa sicuramente la democrazia rappresentativa, in cui l' elettorato sceglie dei rappresentanti ai quali affidato il compito di governare esercitando i tre poteri dello stato; sono rappresentative tutte le repubbliche di tipo parlamentare o presidenziale, nonch le monarchie costituzionali. In questi casi i politici (o comunque coloro che governano) rispondono ai propri elettori e ai partiti che li supportano, con il dovere di perseguire sempre la volont popolare. tuttavia concesso spazio all' agire morale individuale, purch esso sia conforme a un' etica unanimemente accettata; interessante notare come i modelli bipartitici, con legislature durevoli e stabili, limitino il campo d' azione popolare cos come la mancanza di istituzioni intermedie preposte alla comunicazione stato-cittadino (sindacati, enti territoriali, associazioni). Nelle democrazie cosiddette dirette, invece, gli elettori hanno la possibilit di esercitare attivit legislativa e amministrativa: in epoca contemporanea gli esempi di

6 questo tipo sono pochi (in Europa, la Svizzera l' unica nazione ad applicarla a livello nazionale), ma anche in paesi come l' Italia non mancano possibilit di esercitare direttamente la sovranit popolare, negli strumenti del referendum, della petizione e dell' iniziativa legislativa popolare.

2. Uno sguardo disilluso verso la storia: Popper


Il filosofo austriaco Karl Raimund Popper (1902-1994), ebreo, svilupp un proprio pensiero attorno a due nuclei di riflessione ben diversi: l' epistemologia, o filosofia della scienza, e la filosofia politica. L' ispirazione per la sua teoria scientifica tratta da una conferenza di Albert Einstein, a cui Popper assist con interesse: rimase stupito dalla affermazione di Einstein secondo cui egli sarebbe stato disposto a dichiarare errata la sua teoria (la relativit) qualora si sarebbero riscontrati casi che la contraddicessero; in questo atteggiamento cos limpido di consapevolezza dei limiti della scienza Popper credette di trovare un approccio adeguato alla conoscenza scientifica. Si scagli cos contro le teorie di Marx e Freud, definite totalizzanti e non scientifiche perch sfuggono da ogni tentativo di falsificarle, cio sembrano spiegare ogni fenomeno, anche due eventi diametralmente opposti, all' interno della stessa visione. Per definire 'scientifiche' delle teorie necessario che sia possibile ricercare fatti empirici che le smentiscano: ci implica che nessuna teoria pu essere accettata come universalmente vera, perch non consente di esaurire le possibilit offerte dalla realt e deve perci fare uso del metodo induttivo, che non garantisce una conoscenza assolutamente vera; ogni visione unitaria diventa cos temporanea, dev' essere continuamente sottoposta al vaglio della ragione e della realt che essa descrive ed destinata ad essere superata da un' altra teoria che offra un maggiore valore di verit. In tutto questo discorso evidente il debito che Popper ha nei confronti dei filosofi della scienza che, per i decenni precedenti, avevano sviluppato una critica contro la scienza classica e 'statica' che si atteneva alla realt empirica come unico fondamento del sapere e rifiutava cos modelli innovativi che si sarebbero poi rivelati adatti a descrivere fenomeni fino ad allora inspiegati. Se la verifica empirica impossibile, la falsificazione invece lo : basta un' affermazione che contraddica la teoria perch questa sia messa in discussione. Tuttavia in una fase ulteriore del suo pensiero, Popper ritiene che per falsificare una teoria sia necessario che si adottino delle ipotesi, e quindi un' altra teoria: per sfuggire al rischio di essere bollato come filosofo scettico, egli riconosce che ci sia un nucleo di teorie che hanno resistito a talmente tanti tentativi di falsificazione da poter essere considerate 'vere', dove per l' aggettivo ha sempre una connotazione temporanea e

7 relativa. La scienza, infatti, per Popper come una costruzione che si poggia su palafitte piantate in una palude: non si mai sicuri che l' edificio scientifico non croller, per quanto le fondamenta possano essere ben immerse nel terreno pericoloso e viscido della palude-realt. Inoltre introdotto un criterio (teoria della verosimilitudine) che permette alla comunit scientifica di confrontare due teorie rivali, analizzarle secondo i contenuti di verit e falsit che possiedono e quindi eleggere a 'vera' (sempre relativamente alle altre) quella che ha pi possibilit di avvicinarsi alla verit assoluta. La sua filosofia politica, esposta principalmente nelle opere La societ aperta e i suoi nemici e Miseria dello storicismo, scritte nel biennio 1944-45 (il periodo significativo, data la sua analisi delle forme politiche totalitarie e democratiche) durante il suo soggiorno in Nuova Zelanda, dove fu costretto a rifugiarsi dopo le leggi razziali, descrive un dualismo fondamentale, quello tra societ chiuse e aperte. Analogamente a quanto fatto per la scienza, egli distingue tra queste due tipologie a seconda di come si pongono nei confronti della realt e della storia, e della loro attitudine ad essere modificate per adattarsi meglio alla realt sociale di cui sono espressione. Le societ definite 'chiuse' sono quelle che si fondano su di un' ideologia o una legge immutabile, che destinata a realizzarsi nella storia; a loro volta, queste visioni deterministiche derivano da un ingiustificato uso dello storicismo, che vede un progresso o uno sviluppo destinato ad attuarsi necessariamente nella storia. La nascita di queste visioni rintracciata da Popper nella concezione Platonica (il primo progetto totalitario), che posta sullo stesso piano di quelle di Hegel e Marx (detti falsi profeti); queste ideologie storicistiche antepongono la legge della storia alla realt, sono chiuse nel loro perfettismo tanto da giustificare ogni mezzo atto a permettere la realizzazione dell' ideale prefissato. In sostanza, questo tipo di societ evita ogni tentativo di falsificazione, e perci a lungo andare genera falsi miti come possono essere la societ dei filosofi di Platone o l' ideale della lotta di classe Marxista. All' epoca in cui scrive, i totalitarismi veri i propri nel vecchio continente costituiscono una minaccia per la libert dei cittadini europei; la soluzione a questa minaccia rintracciata nel percorso democratico che ogni stato dovrebbe intraprendere: le societ 'aperte' sono appunto quelle basate sull' idea che i miglioramenti derivano necessariamente da un lungo percorso riformista che include, talvolta, delle scelte infelici che portano a temporanee regressioni; questa idea, ben lontana dal progresso positivista o dallo storicismo hegeliano, radicata nella realt ed stata concepita proprio dopo l' osservazione della stessa. Nelle societ democratiche ampio spazio dato al dibattito e alla critica costruttiva; Popper era un filosofo liberale, e in quanto tale la libert individuale tenuta in grande considerazione. Per il filosofo, che ha saputo anticipare l' andamento del processo di democratizzazione che tutt' oggi prosegue nei paesi in via di sviluppo, un ordinamento di questo tipo l' unico che veramente porta al progresso, ed perci auspicabile che si diffonda in ogni nazione.

3. Il rapporto tra il totalitarismo e la libert di espressione: Kandinskij


Vasilij Kandinskij stato il maggior esponente dell' arte astratta di prima met Novecento; nato a Mosca nel 1866, visse la sua maturit artistica in Germania, in una difficile convivenza con il nazismo. Fu anche teorizzatore di una filosofia artistica (nell' opera lo spirituale nell' arte) libera dalla costrizione della forma e perci finalmente musicale. Proprio perch astratte, le sue opere furono dichiarate 'arte degenerata' dal regime nazista, e furono censurate: esse stimolano la libert di pensiero inducendo coloro che le osservano a un' interpretazione soggettiva dell' opera d' arte. Kandinskij cambi varie volte il proprio stile pittorico, da un' inizio divisionista a una completa maturazione dell' astrattismo, perseguendo un ideale di perfezione intesa come distacco dalla forma e puro colore. Sostenne sempre che l' arte deve tendere il pi possibile all' armonia musicale, che esprime la spiritualit del compositore senza la mediazione della realt, e infatti lo sviluppo della sua carriera mostra un percorso lineare verso il raggiungimento della forma pura. La censura artistica e mediatica tipica dei totalitarismi, ed finalizzata all' annientamento della Impressione III, Concerto (1911) capacit di sviluppare un pensiero indipendente e critico nei confronti del regime; impedendo al popolo di usufruire di un' informazione libera e della cultura artistica e letteraria, pi facile controllare ogni aspetto della vita privata dei cittadini che sono cos mantenuti nei binari della cultura ufficiale, sterile e spesso inattuale. Kandinskij espresse, nelle sue opere saggistiche che uniscono filosofia e teoria artistica, un pensiero che mette in evidenza l' influenza della teosofia, cio la Improvvisazione 7 (1910)

9 concezione mistico-religiosa che propugna una religione assoluta e universale panteistica; tutto ci riscontrabile nelle sue opere, alla ricerca di un universale spirituale a cui si perviene allontanandosi dall' arte figurativa in direzione dell' astrattismo. Raggiunta la fase matura della sua carriera, l' artista russo distingueva tra tre tipologie di quadri, che si differenziano per la genesi, la realizzazione e il contenuto rappresentato: le impressioni, nelle quali lo stimolo esterno che ispira l' artista visibile nell' opera e perci i soggetti sono riconoscibili; le improvvisazioni, che derivano dall' inconscia attivit interiore e possiedono un grado maggiore di spiritualit; le composizioni, la forma pi perfetta di opera d' arte astratta, che nascono dopo una lunga gestazione, bozzetti e schizzi, ed esprimono l' interiorit nel modo pi assoluto tramite una sintesi di razionalit e creativit. In Impressione III, ad esempio, ancora ben riconoscibile il tema dell' opera, e cio l' esecuzione di un concerto da parte di un pianista, e si distingue anche la massa scura del pianoforte che domina la scena; l' azione si svolge per su un innaturale sfondo giallo, colore che come ci dice lo stesso Kandinskij rappresenta la vitalit e il suono squillante della tromba, in un rapporto anche sinestetico (il giallo il colore dell' ottone), e quindi suscita emozioni musicali. Nella seconda tipologia di opere, definite improvvisazioni, le forme sono solo vagamente individuabili e le tematiche si fanno simboliche ed enigmatiche: il caso di Improvvisazione 7, tela a sviluppo verticale nel quale delle forme curve e oblunghe sembrano seguire una linea prospettica verso un qualche orizzonte, ma nessun indizio (neanche il titolo) ci concesso per attribuire un nome al soggetto rappresentato; pur senza una chiara corrispondenza con il reale, l' impatto visivo comunque intenso e dinamico. Kandinskij afferma di aver usato un linguaggio segreto per questo tipo di opere. L' ultima e pi perfetta categoria di quadri, le composizioni, quella che manifesta nel modo migliore la vita spirituale dell' artista poich si stacca dal vincolo della forma e raggiunge l' uso del colore puro; il risultato un effetto visivo potente, come testimonia Composizione VI, dipinto basato sul tema del diluvio universale del quale non resta che il richiamo alle forze della natura derivante dall' accostamento ardito di colori accesi. A partire dagli anni Venti, il percorso di astrazione del pittore russo prende la strada della geometrizzazione: la Composizione VI (1913) forma

Composizione X (1938) Alcuni cerchi (1926)

10 geometrica-astratta, in accostamento con un particolare colore, in grado di veicolare emozioni pure. Il cerchio, ad esempio, ha un rapporto privilegiato con il blu e se riempito di quel colore si fa profondit infinita e soprannaturale, come si osserva in Alcuni cerchi (1926): nell' opera ricercato un equilibrio attraverso le diverse dimensioni di cerchi gialli (colore irritante e perci da usare con parsimonia), rossi, blu... in uno sfondo nero che rimanda al vuoto del cosmo. Nella fase finale della sua carriera, Kandinskij mostra interesse verso forme biomorfiche o amebiche, che fluttuano in uno sfondo uniforme; sono espressione di mondi ignoti verso i quali la mente umana non pu fare altro che tendere, ma di cui la conoscenza ci preclusa. L' immagine sottostante ne rappresenta appunto un esempio: Composizione X una delle ultime opere di questo pittore, che arriv a raggiungere la perfezione dell' astratto e a trasmettere la propria spiritualit tramite la pittura.

4. Un punto di vista diverso sull' analisi politica: la Teoria dei Giochi


La teoria dei giochi la scienza matematica che si occupa della ricerca di soluzioni a conflitti di vario tipo, opportunamente modellizzati e perci resi analizzabili matematicamente; essa tiene conto delle decisioni dei soggetti partecipanti e degli effetti che tali decisioni comportano, per ottenere una serie di soluzioni caratterizzate da un valore di efficacia, detto guadagno o pay-off. Il suo nome deriva dal fatto che le semplificazioni ai conflitti studiati li rendono assimilabili a veri propri giochi elementari, dalle regole semplici e univoche. In ogni gioco, i contendenti hanno l' obiettivo di massimizzare le proprie vincite (che si rappresentano con numeri relativi che possono corrispondere a guadagni in denaro) assumendo delle strategie razionali che comportano delle conseguenze sull' intero sistema delle possibilit. Le decisioni che un giocatore prende possono essere in contrasto con la volont degli altri, o in accordo seppure parziale: si dividono cos i giochi in cooperativi e non-cooperativi. Un gioco pu spesso essere rappresentato con un grafo ad albero, che evidenzi le combinazioni di strategie, o con un sistema di matrici che rappresentano le vincite dei singoli soggetti. I giochi si suddividono principalmente a seconda delle condizioni poste in essi: un gioco si dice a informazione perfetta se chi gioca a conoscenza di tutte le mosse eseguite dagli altri giocatori (ad esempio il gioco degli scacchi), a informazione completa se si conoscono il contesto (obiettivi) e le strategie degli avversari; altrimenti ci si trova di fronte a un gioco a informazione incompleta. Nell' applicare la matematica a un problema reale, sia esso di tipo economico, politico o sociale, bisogna necessariamente supporre due condizioni: a) che tutti i giocatori abbiano una capacit logica pressoch perfetta, cio che comprendano il gioco nelle sue componenti e che non commettano errori;

11 b) che tutti i giocatori prendano le stesse decisioni, e che queste siano razionali cio volte al maggior guadagno possibile o alla minore perdita. Concentrandosi solo sulla politica, le applicazioni sono comunque innumerevoli e permettono di prevedere situazioni come i rapporti tra candidati politici e elettori, strategie come l' armamento nucleare durante la Guerra Fredda, cooperazione tra le forze politiche per il bene del paese, ecc. La questione della scelta nella democrazia rappresentativa: In questo ordinamento, coloro che si trovano a rappresentare la volont popolare devono sempre mediare tra questa e la propria morale. I problemi di scelta possono essere rappresentati correttamente utilizzando tre componenti: azioni, stati del mondo (ovvero il contesto, le situazioni contingenti) ed esiti. La differenza tra questi aspetti che lazione di un agente un evento sotto il suo controllo, mentre lo stato del mondo non lo . In situazioni quotidiane, un individuo ottiene il risultato voluto attraverso il semplice atto della scelta. I risultati dipendono cio, solo dalla sua volont, e nessun evento esterno incontrollabile si frappone alla realizzazione dei suoi obiettivi. In generale, tuttavia, tra la scelta di un individuo e il risultato conseguito si frappongono circostanze ignote: lindividuo dovr allora tenere conto del contesto e sulla base di questo selezionare lazione pi appropriata. Si consideri la situazione di un legislatore eletto democraticamente che debba decidere se votare a favore o contro un certo progetto di legge. In questo caso, egli ha due azioni tra cui scegliere: A=[votare a favore, votare contro] (le parentesi quadre contengono le possibili decisioni). Per semplicit, si suppongano anche due soli stati del mondo: S=[circostanze che rendono il progetto di legge conforme alla volont dell' elettorato, circostanze sfavorevoli ad esso], e quindi due possibili esiti: E=[il legislatore rieletto, il legislatore non rieletto]. In questo senso, c una diretta connessione tra lazione che il legislatore sceglie, lo stato che si applica e lesito che ottiene. Poniamo che, per esempio, siamo nella situazione in cui tre parlamentari di schieramenti diversi devono votare un provvedimento che prevede l' aumento del loro stipendio; questo avverr se i voti favorevoli saranno 2 su 3, e le votazioni saranno consecutive e palesi, il che ci riporta al gioco a informazione perfetta. Lo scopo di ogni parlamentare di ottenere l' aumento (pay-off = 10, ad esempio), ma vanno considerati anche altri fattori: immaginiamo che il parlamentare non voglia risultare avido ed egoista (aggettivi che gli sarebbero attribuiti inevitabilmente se votasse per l' aumento) agli occhi dei suoi elettori (poniamo un pay-off =3, con un valore -3 qualora votasse 's' al provvedimento). Si pu stabilire se sia meglio votare per primi, per secondi o per ultimi? S N La Teoria dei Giochi dice di s: utilizziamo un grafo ad albero per rappresentare la situazione, chiamando i tre politici A, B e C, in ordine di voto.

S A B C

7 7 7

7 7 13

7 13 7

-3 3 3

13 7 7

3 -3 3

3 3 -3

3 3 3

12

soluzioni:

In basso sono rappresentati i singoli guadagni in tutte le possibili ramificazioni. I guadagni riquadrati sono i risultati delle scelte singole, e ora ne sar data una giustificazione. Partiamo da C: analizzando le scelte, si osserva che l' unico caso in cui votare s equivale a un maggior guadagno quello in cui il suo voto decisivo (voti precedenti: SN o NS), poich far passare la legge compensa ampiamente la perdita di fiducia negli elettori (almeno se assumiamo che egli preferisca cos, ponendo un guadagno maggiore per la legge, 10 e uno minore per la fiducia, 3); in ogni altro caso (NN, SS), il suo voto ininfluente e perci potr risultare 'onesto' votando per il no. Quindi possiamo eliminare le soluzioni 1, 4, 6 e 7. Osserviamo le scelte di B, nel primo caso (voto A: S): sapendo gi cosa sceglier C, ovvero rispettivamente N e S, la sua scelta ricadr sul No, che gli garantir un guadagno di 13; nel secondo caso, per lo stesso discorso voter S, per un guadagno di 7. Altre due soluzioni, la 2 e la 8, possono cos essere escluse. Allo stesso modo, A sa cosa sceglier B e quindi le alternative si riducono a 2: un S corrisponder a un guadagno =7 (B voter No e C voter S), mentre un No gli permetter di ottenere ben 13 di guadagno (B voter S, cos come C). In sostanza, quindi, essendo un gioco ad informazione perfetta si possono prevedere le mosse dei propri avversari, e giocare per primo porta a vantaggi sicuri: A sicuro di ottenere 13 anche se vota No perch i successivi dovranno per forza votare S, se vogliono che la legge passi; alla fine c' inevitabilmente una sola possibilit di voto (NSS), la quale premier con un maggior guadagno colui che ha votato per primo.

5.

Animal Farm: A Fairy Story

Strictly connected to the political context in Europe, Animal Farm is an allegorical novella written by George Orwell and published in 1945, few days after Hiroshima and Nagasaki nuclear bombing. It is a short story whose protagonists are farm animals, living in a small english farmhouse; throughout the story, Orwell makes more and more evident the parallel between the events taking place in the Manor Farm (this is the name of the setting) and the ones which brought to the birth of the communist totalitarianism. Its subtitle, "a fairy story", underlines the irony which is the fundamental element of the narration. Each character can also be linked with a protagonist of Russian History in the last century, to show the link between fiction and reality. George Orwell, whose real name was Eric Arthur Blair, has been considered one of the most important novelists of the last century; he also worked as a journalist, and took part in the Spanish Civil War in 1936 in the ranks of the International Brigades.

13 13 As a matter of fact, the writer always condemned any form of totalitarianism, as we can see in his masterpieces, 1984 and Animal farm, which have been included among the classics of satyrical literature. He used to declare himself a socialist, and in his political views there are traces of Trotskyist and anarchist visions, especially thanks to the great importance assigned to individual freedom; he joined the Indipendent Labour Party, but later he left it because of its pacifist position, just before the outbreak of Second World War. Summary: One night the oldest and wisest pig, Old Major, who stands for Karl Marx, tells the other animals that he realized that the misery of their daily lives is all due to the tyranny of human beings, and that if they work to chase away the humans their lives will become easier and more comfortable. After Old Major 's death, the pigs (led by the two boars Snowball and Napoleon, who represent respectively Trotzkij and Stalin) start spreading his ideals, collected into a system of thought called Animalism, to the other animals. A few months later, their farmer Mr. Jones gets drunk and forgets to feed the animals, who become so hungry that they rebel and drive the human beings off the farm. They rename the property 'Animal Farm' and write down the Seven Commandments of Animalism up on the wall of the barn. Jones comes back with a group of armed men and tries to recapture the farm, but the animals, led by Snowball, defeat them. The revolution is now finalized. Snowball and Napoleon argue constantly about plans for the future of the farm, never agreeing (especially over a windmill which Snowball wants to build to provide the farm with electric power, and which Napoleon labels as ridiculous). Napoleon, with the help of some hounds he has specially trained, manages to chase Snowball off the farm. Squealer, the very persuasive pig who relays most of Napoleon's decisions to the other animals (a sort of minister of propaganda), tells them that Snowball was a traitor and that he was allied with Jones. The animals work hard on the windmill, but progresses are slow and they have to count on the cart-horse Boxer, who is very strong and hardworking. Napoleon begins trading with nearby farms; the pigs move into the farmhouse and sleep in the beds, even though sleeping in human beds was forbidden by the original principles of Animalism. The winter is difficult: the animals have little food. Napoleon and Squealer blame Snowball for everything that goes wrong on the farm, from bad crops to blocked drains. Then Napoleon's dogs attack four pigs, who then confess to plotting with Snowball and start a series of confessions of various 'crimes' from other animals; all of those who confess are slaughtered by the dogs, leaving the survivors shaken and miserable. The windmill is finally completed and, in order to get money to buy the machinery for it, Napoleon decides to sell a pile of timber; after swinging between the two neighboring farmers Pilkington and Frederick, he sells it to Frederick but soon discovers that he has been paid with fake banknotes. Frederick and his men then attack the farm, blowing the windmill to pieces with explosives, although the animals manage to drive them off the farm again after a bloody battle. Meanwhile, the pigs get more and more similar to humans: thet begin

14 to drink whiskey and to enjoy a lot of privileges upon the animals; furthermore, when the horse injures himself, they have no hesitation and call a slaughterer to take him away, in change of enough money to buy a case of whiskey. After many years, life is just as hard as it ever was. The pigs start walking on two legs and acting like men. None of the old Commandments remain on the barn wall. A group of human farmers come to see the farm, they quarrel with the pigs over a game of cards; in the final, ironic scene the animals look the players, discovering that they can no longer tell which is human and which is pig. With this story, Orwell wants to warn us about the risks of revolutions, which too often don' t fulfill their promises of social improvement; the leading race of the pig, which obviously symbolyzes the Russian communist party, in the end looks alike the old rulers, the humans. They use all their communicative abilities to exploit the other animals without their understanding of the situation, which degenerate throughout the narration. We, the readers, are witnesses of a politic twisting, for which a possibilty of democracy turns into a dictatorship. It is a bitter consideration about the failure of the highest ideals when they are applied to the real world, where indifference, ignorance and corruption predominate over superior desires of social changes. Orwell proves to be a realist, more than a pessimist, and the desolating conclusion should not be considered as a ineluctable development of every attempt of revolution; his adherence to trotzkyism suggests a democratic and moderate vision of the main socialist thoughts, in contrast with the isolationist and aggressive policy of Leninism.

6. I documenti per la democrazia


I 14 punti di Wilson:
1. Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano pi intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una democrazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicit. 2. Assoluta libert di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, cos in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da

15 un'azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali. 3. Soppressione, per quanto possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla. 4. Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna. 5. Regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranit gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti. 6. Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia... Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sar anche la pietra di paragone della buona volont, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazion fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa. 7. Il Belgio e tutto il mondo sar di una sola opinione su questo punto dovr essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere. 8. Il territorio della Francia dovr essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell'Alsazia Lorena, torto che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinch la pace possa essere assicurata di nuovo nell'interesse di tutti. 9. Una rettifica delle frontiere italiane dovr essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalit. 10. Ai popoli dell'AustriaUngheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la pi ampia possibilit per il loro sviluppo autonomo. 11. La Romania, la Serbia ed il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sar accordato un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalit che la storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrit territoriale di alcuni stati balcanici. 12. Alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovr essere assicurata una sovranit non contestata, ma alle altre nazionalit, che ora sono sotto il giogo turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d'esistenza e la piena possibilit di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali. 13. Dovr essere creato uno stato indipendente polacco, che si estender sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovr essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica ed economica, la sua integrit dovranno essere garantite da convenzioni internazionali. 14. Dovr essere creata un'associazione delle nazioni, in virt di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d'indipendenza e di integrit territoriale.

Carta Atlantica:
Il Presidente degli Stati Uniti d'America e il Primo Ministro del Governo di Sua Maest Britannica, Sig. Winston Churchill, in occasione del loro incontro, reputano opportuno

16 far conoscere alcuni principi comuni, ispiratori della politica dei rispettivi paesi, sui quali essi fondano le speranze per un futuro migliore. I loro Paesi non aspirano ad espansioni territoriali o di altra natura. Essi non desiderano mutamenti territoriali che non siano conformi al desiderio liberamente espresso dai popoli. Essi rispettano il diritto di tutti i popoli di scegliere la forma di governo da cui intendono essere retti e desiderano inoltre vedere restituiti i diritti sovrani e l'autonomia a quei popoli che ne siano stati privati con la forza. Essi, nel rispetto dei loro attuali impegni, cercheranno di assicurare a tutti gli Stati, grandi e piccoli, vincitori e vinti, in condizione di parit, la partecipazione ai commerci e l'accesso alle materie prime mondiali necessarie alla loro prosperit. Essi desiderano promuovere la massima collaborazione fra tutte le nazioni in campo economico, al fine di assicurare a tutti migliori condizioni di lavoro, di sicurezza sociale e di sviluppo. Dopo aver definitivamente abbattuto la tirannia nazista, essi sperano di veder instaurata una pace che consenta a tutte le nazioni di vivere sicure entro i propri confini e dia la certezza agli uomini di tutti i paesi, di poter vivere liberi dal timore e dal bisogno. Questa pace dovrebbe consentire a tutta l'umanit di attraversare senza ostacoli i mari e gli oceani. Essi ritengono che per ragioni sia materiali che morali, tutte le nazioni del mondo debbano rinunciare alluso della forza. Poich in avvenire non sar possibile conservare la pace qualora armamenti terrestri, navali ed aerei, continueranno ad essere impiegati dalle Nazioni con lintento di compiere aggressioni al di l delle proprie frontiere, in attesa della creazione di un pi ampio e duraturo sistema di sicurezza generale, si ritiene che il disarmo di tali Nazioni sia indispensabile. Essi inoltre incoraggeranno e appoggeranno i popoli amanti della pace affinch adottino provvedimenti che riducano lo schiacciante onere economico rappresentato dagli armamenti. Franklin D. Roosevelt Winston S. Churchill

Statuto dell' ONU (capitolo 1, Fini e principi):

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Articolo 1 I fini delle Nazioni Unite sono: 1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformit ai princpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace: 2. Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale; 3. Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libert fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione; 4. Costituire un centro per il coordinamento dell'attivit delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni. Articolo 2 L'Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini enunciati nell'articolo 1, devono agire in conformit ai seguenti princpi: 1. L'Organizzazione fondata sul principio della sovrana eguaglianza di tutti i suoi Membri. 2. I Membri, al fine di assicurare a ciascuno di essi i diritti e i benefici risultanti dalla loro qualit di Membro, devono adempiere in buona fede gli obblighi da loro assunti in conformit al presente Statuto. 3. I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo. 4. I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza, sia contro l'integrit territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite. 5. I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendono in conformit alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendono un'azione preventiva o coercitiva. 6. L'Organizzazione deve fare in modo che Stati che non sono Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformit a questi principi, per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. 7. Nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengono essenzialmente alla competenza interna di uno Stato, n obbliga i Membri a sottoporre tali questioni ad una procedura di regolamento in applicazione del presente Statuto; questo principio non pregiudica per l'applicazione di misure coercitive a norma del Capitolo VII

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Dichiarazione di Stoccarda (capitolo 1, Obiettivi):


Dichiarazione solenne sullUnione europea 1. Obiettivi 1.1. I capi di Stato o di governo confermano il loro impegno a progredire sulla via di ununione sempre pi stretta fra i popoli e gli Stati membri della Comunit europea, fondandosi sulla consapevolezza di una comunanza di destini e sulla volont di affermare lidentit europea. 1.2. I capi di Stato o di governo confermano la dichiarazione sulla democrazia adottata dal Consiglio europeo l8 aprile 1978 che precisa che il rispetto e il mantenimento della democrazia rappresentativa e dei diritti dellUomo in ogni Stato membro costituiscono elementi essenziali dellappartenenza alle Comunit europee. 1.3. Al fine di suscitare una solidariet e unazione comune sempre pi ampie, la costruzione europea deve essere orientata maggiormente verso i suoi obiettivi politici generali, metodi di decisione pi efficaci, una maggiore coerenza e uno stretto coordinamento dei suoi vari settori nonch verso la ricerca di politiche comuni in tutti i campi dinteresse comune, sia allinterno della Comunit sia nei confronti dei paesi terzi. 1.4. Desiderosi di consolidare i progressi finora realizzati sulla via dellUnione europea sia nel campo economico sia in quello politico, i capi di Stato o di governo riaffermano i seguenti obiettivi: 1.4.1. rafforzare e proseguire lo sviluppo delle Comunit, che sono il nucleo dellUnione europea, mediante lapprofondimento delle politiche esistenti e lelaborazione di politiche nuove nel quadro dei trattati di Parigi e di Roma; 1.4.2. rafforzare e sviluppare la cooperazione politica europea mediante lelaborazione e ladozione di posizioni comuni e di unazione comune attraverso lintensificazione delle consultazioni nel campo della politica estera, compreso il coordinamento delle posizioni degli Stati membri sugli aspetti politici ed economici della sicurezza, per promuovere ed agevolare il progressivo sviluppo di tali posizioni e di una tale azione in un numero crescente di settori della politica estera; 1.4.3. promuovere le seguenti attivit, nella misura in cui non possono essere svolte nellambito dei trattati: una cooperazione pi stretta in materia culturale per affermare la consapevolezza di uneredit culturale comune quale elemento dellidentit europea; un ravvicinamento di taluni settori della legislazione degli Stati membri allo scopo di facilitare le relazioni reciproche fra i rispettivi cittadini; unanalisi comune ed azioni concertate per far fronte ai problemi internazionali dellordine pubblico, alle manifestazioni di grave violenza, alla criminalit internazionale organizzata e, in generale, alla delinquenza internazionale.

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Bibliografia e fonti:
V. Kandinskij, Lo spirituale nell' arte, ed. SE professor R. Lucchetti (politecnico di Milano), Presentazione introduttiva sulla teoria dei giochi professor Luigi Curini (universit degli studi di Milano), Sulla democrazia deliberativa: giochi, preferenze, consenso J. Nash, John Nash racconta la teoria dei giochi, La biblioteca di Repubblica G. Orwell, Animal Farm, ed. Penguin Books

Libri di testo:
Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto: Nuovi profili storici 3, ed. Laterza Autori vari, I filosofi e le idee, ed. Bruno Mondadori G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell' arte, ed. Zanichelli

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