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Misterioso e fantastico il Seicento di Tassi il pi infame huomo che sia al mondo ROMA Il pittore Orazio Gentileschi aveva definito

il suo collega Agostino Tassi il pi infame huomo che sia al mondo. Daltra parte, gli aveva violentato la figlia, lartista Artemisia, oggi pi celebre di entrambi, anche per la letteratura sorta proprio intorno alle sue drammatiche vicende biografiche. La sorella di Tassi, Olimpia, lo apostrofa come un furbaccio e un tristo che non ha mai voluto far bene fin da piccolo. Le fonti relative alla sua vita sono spesso giudiziarie: processi per incesto, risse ecc. La leggenda del suo cattivo carattere, dei suoi inganni, della sua spocchia (girava con una collana doro al collo, si faceva chiamare cavaliere e andava a cavallo con la spada al fianco), dei suoi continui soggiorni nelle carceri romane hanno offuscato cos la conoscenza della sua pittura, a lungo confusa con quella di Filippo Napoletano e di Pietro Paolo Bonzi, sebbene Tassi abbia lavorato a Roma in Quirinale, in Vaticano, ai palazzi Pallavicini, Odescalchi, Lancillotti, Costaguti, Taverna, collaborando con i pi importanti artisti del suo tempo da Guercino a Domenichino a Lanfranco. Questa mostra romana, curata da Patrizia Cavazzini, la prima monografica a lui dedicata ed un punto di partenza per chiarire la personalit artistica di Tassi, nato nel 1578 e morto nel 1644, vissuto principalmente a Roma, salvo alcuni soggiorni a Genova, Livorno, Tivoli, luoghi in cui lo conduceva il fatto di dover fuggire dalla citt per qualche bravata, o peggio. Emerge, da queste sale, un pittore dallo stile sicuro e originale, soprattutto quando lui stesso a portare a termine i dipinti che, numerosi, escono dalla sua bottega molto attiva. Tassi stato un paesaggista pieno di fantasia che dava il meglio di s nelle scene marine, pescaggioni e accidenti di mare come scrive lo storico suo contemporaneo Passeri. C quasi sempre unimbarcazione, sia che lartista rappresenti la Partenza della regina di Saba che la Fuga in Egitto, lImbarco di Sant'Elena ma anche il Battesimo di Cristo. Spesso racconta naufragi e tempeste, con figurine che si agitano disperate. Gli stessi piccoli personaggi, dipinti in modo rapido eppure arricchiti da infiniti dettagli - mantelli, turbanti, corone, spade, pennacchi - abitano i suoi capricci architettonici. Non si sa se sia stato davvero allievo del fiammingo Paul Bril, certo che ha subto linfluenza di Jan Brueghel il vecchio e di Adam Elsheimer. Che poi abbia lasciato u'impronta sui francesi Claude Lorrain e Nicolas Poussin evidente, ma questultimo ha, nei suoi racconti di storie mitologiche, una severit e un rigore che non appartengono al ben pi leggero Tassi. Infatti per questi un paesaggio con i pescatori, una festa del Calendimaggio in Campidoglio o un semplice porto mediterraneo sono uguali agli spazi in cui naufraga Enea, Tancredi visita il sepolcro di Clorinda, Cleopatra giunge a Tarso. tutto veritiero e tutto immaginato a un tempo. Lo chiarisce perfettamente il dipinto Galleria del 1638, dove non c alcuna differenza tra le figure ritratte nei quadri e quelle fuori. Fa tutto parte dello stesso mondo, misterioso e fantastico che pu agitarsi, placarsi oppure infuocarsi. Come nelle sue ultime opere: incendi di citt, espressioni di un Seicento che prelude limmaginario romantico. ROMA, PALAZZO VENEZIA, FINO AL 21 SETTEMBRE

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