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Franciscus
Cossa
Matteo De Donatis
Il volume che ho ora sotto-
mano stato scritto alcuni an-
ni fa e porta un titolo sempli-
ce e consono ad una mono-
grafia: mi riferisco a Francesco
del Cossa, pubblicato dalledi-
tore Rizzoli/Skira. Lautore del
libro Vittorio Sgarbi, ferrare-
se D.O.C. al pari delle pitture
riprodotte in tale contesto.
Parlare in questo momento
dellopera di Francesco del
Cossa significa non poter in al-
cun modo eludere la manife-
stazione che si tiene proprio
in questi giorni a Ferrara, ov-
vero la mostra Cosm Tura e
Francesco del Cossa - Larte a
Ferrara nell'et di Borso dE-
ste, Palazzo dei Diamanti e Pa-
lazzo Schifanoia, Ferrara.
Perci mi pare appropriato ini-
ziare proprio dal dipinto scel-
to come manifesto della mo-
stra. Mi riferisco al ritratto ma-
schile del Museo Thyssen-Bor-
nemisza.
Come tutte le opere darte che,
pubblicate per il grande pub-
blico, la massa, perdono par-
te del loro fascino a causa di
una sorta di inflazione galop-
pante, questo il rischio che
corre anche questa opera.
Ma la straordinaria bellezza di
quella mano che squarcia lo
spazio quieto e quel dito mi-
gnolo che si pone avanguar-
disticamente verso losserva-
tore dando limpressione di un
contatto prossimo, o per lo
meno possibile, oltre il para-
petto, non potr essere sorvo-
lato e neppure inflazionato.
Cos la capacit di fondere le
suggestioni fiamminghe, a Fer-
rara assai note, con modelli
pi propriamente autoctoni so-
no vettori di una grande mae-
stria. La stessa maestria che an-
ni addietro aveva dimostrato,
in contesto e circostanze di-
versi, Guarino da Verona,
splendido allievo di Manuele
Crisolora, quando aveva im-
portato a Ferrara una nuova
cultura, quella greco-bizanti-
na, inaugurando appieno una
nuova fase dellumanesimo.
continua a pag. 6
continua a pag. 7
continua a pag. 12
Anno XIX, Numero 59 dicembre-marzo 2008 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in a.p. 70% - DBC Milano ISSN 1120-8511 e-mail: libreriabocca@libreriabocca.com www.libreriabocca.com
continua a pag. 10
Intervista
al Cardinal
Farina
Silvia Castello
S.C.: Lattuale Biblioteca Apo-
stolica, nasce dallantichissimo
Scrinium della Chiesa di Ro-
ma, le cui origini risalgono fi-
no al IV secolo. Eminenza, po-
trebbe delineare un sintetico
profilo dellevoluzione di que-
sto immenso patrimonio cultu-
rale?.
C.F.: Fin dal secolo IV attesta-
to lo Scriniumdella Chiesa Ro-
mana, che serviva tanto da bi-
blioteca come da archivio. Nel
VI secolo abbiamo notizia di
un primicerius notariorum al
quale lo Scrinium era sottopo-
sto, e dalla fine del secolo VIII
compare la figura del Biblio-
thecarius S.R.E. La prima bi-
blioteca e il primo archivio dei
Papi vennero dispersi, per ra-
gioni non ancora ben cono-
sciute, nella prima met del se-
colo XIII. Nuove collezioni dei
Papi di quel secolo, dei quali
esiste ancora un inventario fat-
to sotto Bonifacio VIII, emi-
grarono con gravi perdite, do-
po la sua morte, a Perugia, poi
ad Assisi, poi ad Avignone. Ivi
Giovanni XXII cominci la col-
lezione di una terza bibliote-
ca, rimasta in Avignone an-
che dopo il ritorno dei Ponte-
fici a Roma; soltanto una par-
te di questa biblioteca, entra-
ta nel secolo XVII nella colle-
zione della famiglia Borghese,
ritorn nel 1891 alla Santa Se-
de. Niccol V, ritenuto appun-
to il fondatore della Bibliote-
ca Apostolica Vaticana (1451),
possedeva una propria perso-
nale biblioteca molto consi-
stente per i tempi (almeno 150
codici latini). Decise di tra-
sformare la raccolta di libri fi-
no ad allora ad uso del papa,
ai quali un anche i propri, in
una biblioteca che avesse co-
me scopo a comune utilit de-
gli uomini di scienza [pro
communi doctorum virorum
commodo]. E decise di rende-
re accessibile anche a lettori
esterni quella che fino ad al-
lora era stata una biblioteca
ad esclusivo uso degli uffici del-
con mano e occhio attenti al
divisionismo e al socialismo di
Pellizza da Volpedo, non abu-
sando per nelle dosi da ca-
vallo che taluni divisionisti per-
seguono, anzi proponendo un
inedito taglio fotografico, tra-
smessogli forse dal padre fo-
tografo dilettante.
Lo sguardo scrive Fabio
Benzi nel 2000 si identifica
con la neutra scientificit del-
la camera oscura e lo stesso
metodo divisionista diviene
una sorta di amplificazione
dei dati compositivi e lumini-
stici come elementi primari e
sostanziali dellelaborazione
artistica.
Non si potrebbe definire me-
glio e in mostra questi carat-
teri nella prima delle cin-
que sezioni dal titolo Divi-
sionismo e visione fotografica
sono evidenti in opere co-
me La Madre del 1901, line-
dito Agave sul mare del
1905, Affetti del 1910 e
La giornata delloperaio
del 1904. Il resto delle
sale dipanano il perio-
do futurista bloccando-
si, chiss perch, al mo-
mento del ritorno al-
lordine tutto persona-
le di Balla che nel 1930
torna al figurativo: qua-
si si fosse stancato del-
la sbornia moderna in-
dugia sempre pi nella
solitudine e trasforma la
sua produzione in un
realismo fotografico
esteticamente legato
agli scatti dei rotocalchi
dellepoca (dipinti mol-
to interessanti e non an-
cora indagati a fondo,
peccato per loccasione
perduta).
Del futurismo diviene
ben presto un protagonista an-
che se vi entra leggermente
in ritardo perch le sue ope-
re del 1909-1912 risentono an-
cora dei sapori divisionisti
(Lampada ad arco, non espo-
sto, lesempio tipico) come
ben illustra la seconda sezio-
ne che raccoglie alcuni capo-
lavori che via via illustrano il
procedere ininterrotto della
Un grande futuro dietro le spalle
Stefano Luppi
on lattesa mostra
prevista a Palaz-
zo Reale di Mila-
no dal prossimo 14 feb-
braio 2008 200 opere
ne illustreranno il per-
corso artistico tra il
1900 e il 1929 il tori-
nese, romano per pro-
fessione, Giacomo Bal-
la (1871-1958) diverr
di nuovo protagonista
anche tra il largo pub-
blico che affolla quelle
sale. La rassegna che
ora dimostra come Mi-
lano non sia pi solo
attenta a Boccioni, lal-
tro nume tutelare del
futurismo cui si sem-
pre dedicata con mag-
gior frequenza, pro-
mossa dal Comune,
prodotta da Palazzo
Reale e Skira in colla-
borazione con la Galleria Na-
zionale dArte Moderna e
Contemporanea di Roma, so-
stenuta da Fastweb e curata da
Giovanni Lista (autore, nel
1982, di un pionieristico cata-
logo generale), Paolo Baldac-
ci e Livia Velani.
Dopo gli esordi piemontesi
Balla si trasferisce a Roma con
la madre (1894) e si avvicina
al mondo degli esclusi e ai
bassi strati sociali, dipingendo
Trimestrale di attualit artistiche e culturali fondato nel 1990 Registrazione Tribunale di Milano n. 199 del 19/3/1990 Direttore Donatella Bertoletti Responsabile scientifico e Redattore capo Antonio DAmico
Stampa: Advantage Group S.r.l., Milano Progetto grafico: Fotolito Lombarda, via Valvassori Peroni, 55 - Milano - tel. 0270635627 - fax: 022665452 - e-mail: fotolito@fotolito.191.it Tiratura: 5000 copie
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Automobile in corsa (velocit+luci), 1912, New York, The Museum of Modern Art
Il magico flusso umano della scultura
Antonio DAmico
ni ha cercato di mettere ordi-
ne nelloceano documentari-
stico, pubblicando per Skira il
Catalogo ragionato della scul-
tura di Arnaldo Pomodoro.
Una monumentale opera edi-
toriale, lennesima ben conge-
gnata per leditore milanese,
che si presenta in due tomi ri-
legati in cofanetto con testi di
Giovanni Carandante, Gillo
Dorfles, Carlo Arturo Quinta-
valle e il gi citato Hunter.
In realt i due volumi rappre-
sentano un primo tassello del-
la pi ampia e complessa ca-
talogazione generale dellope-
ra di Pomodoro che, in futu-
ro, vedr la pubblicazione del-
lattivit scenica, dellarte ap-
plicata e dellopera grafica.
Il merito di questa prima au-
torevole impresa sta nellaver
restituito un percorso artistico
omogeneo che dalla seconda
met degli anni Cinquanta del
Novecento segue e sviluppa
una linea metodologica in
ascesa. Pomodoro ha sempre
privilegiato la materia plastica
nelle grandi dimensioni e a
tutto tondo, con leccezione
delle prime lastre del 1957 e
di poche altre successive, nel
volume ben documentate, co-
s come lo sono le varie fasi
della sua attivit. La tekn del-
larte del levare prende corpo
nelle memorabili Sfere, antro
speculativo filosofico e forma
perfetta che vive di vita pro-
pria in uno spazio che coin-
volge il flusso umano.
Uno sviluppo che nei due to-
mi avvalorato dalle immagi-
ni, protagoniste assolute del-
lintero corpo editoriale: le
sculture finite e collocate, al-
Sfera con sfera, 1963, bronzo, 100 cm., fotografia di G. Boschetti
n lavoro lungo e meti-
coloso, quello della
scultura, arte straordi-
nariamente affascinante e mi-
steriosa, carica di pathos e in-
trisa di sentimenti che varca-
no lumano; lhumus della
vasta e prolifica produzione di
Arnaldo Pomodoro.
I suoi sono lucenti pinnacoli
che rimirano il cielo o dina-
mici nuclei macrocosmici co-
sparsi da evidenti fenditure
della materia plastica; sogget-
to-oggetto della forma sculto-
rea. Nei rilievi delle sue ope-
re, infatti, si assiste a una con-
tinua variazione di segni con-
trastanti che creano disegni
drammaticamente mutevoli
nei giochi di luce ed ombra,
come ricorda Sam Hunter.
Col suo nome e la sua arte,
Pomodoro, ha veicolato la
creativit scultorea italiana
contemporanea nel mondo,
daltronde, svariati sono i luo-
ghi dove si trovano le sue ope-
re: piazze, biblioteche, palaz-
zi pubblici e privati e chi pi
ne ha, pi ne metta, tra laltro,
sterminata la bibliografia che
lo riguarda.
Finalmente Flaminio Gualdo-
www.carmelozotti.it www.carmelozotti.it
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:56 Pagina 1
monito: la speranza affinch
la ragione prevalga sullinco-
scienza. Larte visiva contem-
poranea non un espressio-
ne di pura ricerca estetica, che
locchio comune vorrebbe as-
solutamente fedele allarmo-
nia della figura o della regola
geometrica, ma organicamen-
te ribelle e testimone, sulle or-
me di alcuni dei grandi mae-
stri della storia dellarte da
Francisco Goya a Pablo Picas-
so ed altri.
gliata), che sispirano alle
strutture del mondo reale, co-
me nuvole, montagne, coste,
vegetazioni etc., che non so-
no sottoposte alla geometria
euclidea.
La decostruzione della forma
non intende smembrare log-
getto, spargerne le parti, ben-
s ricostruirlo attraverso una
gerarchia diversa dalle regole
convenzionali. Se larchitettu-
ra costretta a mantenere una
funzionalit oggettiva nella
opere che realizza, larte mo-
derna ha una libert espressi-
va concettuale, libera dallop-
pressione del disegno forma-
le, interpretando semmai il
sentimento popolare implici-
to nel periodo storico in cui
lopera creativa concepita.
Per nemesi o fatalit storica,
se la fine dellimpero romano
coincise con la morte dellIm-
peratore Giuliano (363 d.C.)
per le ferite riportate nella bat-
taglia di Ctesifonte in Meso-
potania, localit a trenta chi-
lometri dallattuale Bagdad,
oggi Impero USA combatte
nel pantano irakeno una guer-
ra senza speranza che assor-
be ingenti risorse economiche
a vantaggio di pochi e a dan-
no di molti.
Un tramonto che si manifesta
con preoccupanti segni pre-
monitori: economia instabile,
natura inquinata, politica sva-
lutata, crisi sociale e una guer-
ra anticonvenzionale da par-
te di un nemico anonimo che
uccide, distrugge e irride la
pi grande potenza militare
N. 59 - dicembre-marzo 2008 www.libreriabocca.com
G L I A R T I S T I
Lo scultore Pino Fssari
e il fascino del decostruttivismo
Tullio F. Marati
pagina 2 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
struzione delle coppie con-
cettuali (affermazione-nega-
zione, assoluto-relativo, rego-
la-eccezione) permette di
comprendere gli opposti che
diversamente sannullano. Un
pensiero fortemente relativisti-
co di valutazione della filoso-
fia e di ricerca dei significati
del pensiero umano.
Loriginalit del pensiero der-
ridano emerge anche dalla sua
critica al logocentrismo della
filosofia metafisica che umilia
la scrittura a favore della pa-
rola. Lopera scritta, lo-
pera creativa, ha una
vita indipendente dal
suo autore: immorta-
le o, in ogni caso, pi
durevole della parola.
La decostruzione nelle
Scienze ha esempi
eminenti in Galileo e
in Einstein che ribalta-
rono le teorie omolo-
gate di Fisica del loro
tempo.
Nellarchitettura il me-
todo realizza un pro-
cesso inverso alla co-
struzione; sviluppa u-
na teoria della forma
contraria al razionali-
smo, priva di tradizio-
ne e di regole geome-
triche, unantiarchitet-
tura innovativa che
concentra e distribui-
sce i volumi senza un
ordine formale, assu-
mendo il caos natura-
le come valore plasti-
co espressivo.
Derrida ha esercitato sullar-
chitettura moderna una note-
vole influenza, contribuendo
allidea darchitettura libera da
preoccupazioni dimperfezio-
ne in cui il sogno della forma
pura disturbato dallinterno,
una forma al di fuori dogni
struttura ed ordinamento co-
dificati. Se le progettazioni di
Frank Gehry (fig. 1) e di Zaha
Hadid (fig. 3) producono un
osmosi tra architettura e scul-
tura, liberando la forma verso
spazi di libert, Peter Eisen-
man (fig. 2) decostruisce la
struttura architettonica in as-
soluta autonomia, esprimen-
do la rivoluzione delle regole
costruttive con una critica al-
lo stile, comune, prodroma
della patologia del caos che
attenta la societ attuale. Un
concetto che, per la sua natu-
ra di filosofia del presente, si
estende a tutte le espressioni
della creazione artistica dalla
pittura alla scultura, dalla fo-
tografia a tutte le arti visive.
Larchitettura e larte non han-
no pi un confine: integrano
la ricerca del linguaggio este-
tico e della forma plastica che
affascina entrambi i settori
creativi: loriginalit coeva con
il pensiero e lo spazio che lo-
pera suggerisce edificio o
statua o quadro senza con-
dizionamenti accademici.
Nellarte moderna non sono
rare le composizioni con una
struttura frammentaria o frat-
tale (dal latino fractus, forma
irregolare, spezzettata, frasta-
Il decostruttivismo (Decon-
structivist Architetture), pre-
sentato come movimento ar-
chitettonico, opposto alla cor-
rente postmoderna dellarte, in
una mostra tenuta a New York
nel 1988, sispira al pensiero
del filosofo francese Jacques
Derrida, in quale, fedele al
concetto che si veri filosofi
solo non essendolo (Nietz-
sche), propugna la decostru-
zione dei classici di filosofia,
perch se ne possa capire i
concetti pi profondi.
Confutare o demolire o iro-
nizzare un concetto o dubi-
tarne la verit e smascherare
chiunque lusa per il suo po-
tere fare filosofia. La deco-
1) F. Gehry, Museo di Bilbao
2) P. Eisenman, Nunotani Building, Tokyo
3) Z. Hadid, Museo dArte Nuragica e Contemporanea, Cagliari
del pianeta. Una si-
tuazione che investe
il globo, sinsinua nel-
le coscienze e condi-
ziona la creativit. Se
larchitettura cerca
nuove espressioni per
interpretare il mo-
mento storico defor-
mando la forma co-
me risultato di unesplosione
che ha cambiato i connotati
della geometria della costru-
zione, larte immagina la for-
ma come risultato esaustivo
della distruzione in-
combente, larcheo-
logia di volumi che
non sono mai stati
una struttura, linuti-
lit di costruire ci
che destinato alla
distruzione. La scul-
tura di Pino Fssari
(fig. 5) presentata in
abbinamento ai ru-
deri di Ctesifonte
(fig. 4), interpreta il
sentimento dinutili-
t che colpisce luomo di-
fronte allopera organica da-
lienazione della materia e del-
lo spirito che i potenti della
terra vanno praticando; tutta-
via se larcheologia ha il com-
pito di portare alla luce le ve-
stigia di civilt antiche, la si-
mulazione delle rovine un
Pino Fssari, Reperto n. 8, 2007, cartone e gesso, cm 35x40
4) Ruderi di Tak-Kisra, Ctesifonte
5) Pino Fssari, Reperto n. 7
le nature morte e nelle atmo-
sfere paesaggistiche, anche ci
che il pennello ha dipinto e
che locchio non coglie.
Attenzione pero: sarebbe sem-
plicistico e riduttivo pensare
che gli sfumati in cui si dissol-
ve lapparenza delle cose co-
stituiscano una mera tecnica
per confrontarsi con la realt.
vero il contrario.
Quelle evanescenze lasciano
trasparire un senso di sospesa
Non conosco a fondo Luciano
Berruti, ma sarei indotto a pen-
sare che, quando le ombre del-
la sera rendono indistinto il
profilo delle cose, egli si ap-
parti nel suo studiolo per de-
dicarsi ad una poesia figurati-
va di immagini senza contor-
ni. Non a caso ci che pi col-
pisce, e affascina, nelle sue
opere, il senso lirico a pa-
stellati che sembrano far emer-
gere, accanto agli oggetti del-
solitudine e, nel contempo, di
lirica interpretazione della na-
tura. Berruti, a ben pensarci,
rappresenta unassoluta ed
isolata novit nella pittura ar-
tigiana di questi ultimi anni,
ancora priva di personalit
autentiche: fra gli illustrato-
ri-pittori, anche se tecnica-
mente validi, ma pur sempre
illustratori, finalmente un
pittore-pittore.
Bruno Vergano
Ogni espressione dellarte con-
temporanea necessariamen-
te il risultato di una riflessione
personale, di una necessit di
creazione di una singola e in-
dividuale visione di una par-
te del mondo, che viene resti-
tuita dallartista fautore di es-
sa. Credo che sia fondamen-
tale partire da questo assunto
ogni qual volta si incontri un
pittore nuovo, filtro per capire
i suoi quadri, specchio a loro
volta della sua interiorit.
La poetica di Luciano Berruti
guarda alla realt di paesag-
gi urbani e rurali, di nature
morte di frutta o di fiori, di in-
terni popolati o meno da im-
mote figure
Emilia Ferri
La poetica di Luciano Berruti
e il senso lirico del pastello
Luci sul borgo, 2005, olio su tela cm 35,5 x 40,5
Massimo Trezzi Arte
Spazio Carducci
Via Carducci, 64 - Lissone
Alejandro Fernandez
Retrospettive riflesse
A R T E D E S I G N
t el . 039 5961450 - f ax 039 5961546
e- mai l : mt f @mas s i mot r ez z i f or ni t ur e. com
www. mas s i mot r ez z i ar t e. com
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:56 Pagina 2
Roma
Palazzo Barberini
19 ottobre 2007
20 gennaio 2008
Mostra ideata e curata
da Tomaso Montanari
BERNINI PITTORE
Sotto lAlto Patronato
del Presidente
della Repubblica
Main sponsor
www.verniceprogetti.it
Con il Patrocinio
della Presidenza
del Consiglio dei Ministri
Soprintendenza Speciale
per il Polo Museale Romano
Galleria Nazionale
di Arte Antica
in Palazzo Barberini
MINISTERO
PER I BENI E
LE ATTIVIT
CULTURALI
Universit degli Studi
di Roma
Tor Vergata
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da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:56 Pagina 3
Per conoscere Giuseppe Pascaletti
Un percorso artistico tra Calabria, Napoli e Roma
Maria DErmoggine
vento, gi sede di uninteres-
sante biblioteca civica il cui
nucleo iniziale composto dai
libri del convento , stato
restaurato e per la sua inau-
gurazione ospita la mostra de-
dicata a Giuseppe Pascaletti,
pittore calabrese del Sette-
cento, molto noto alla storia e
alla critica locali, ma mi-
sconosciuto agli studio-
si darte del resto dI-
talia. Lesposizione, cu-
rata da Giorgio Leone,
storico dellarte della
Soprintendenza per il
Patrimonio Storico Arti-
stico ed Etnoantropolo-
gico del Lazio, ma cala-
brese e in precedenza
in forza presso la
Soprintendenza di Co-
senza, stata promossa
e organizzata dallAsses-
sorato alla cultura della
Regione Calabria e dal-
lAmministrazione della
citt di Lamezia Terme
con il patrocinio del Mi-
nistero per i Beni e le
Attivit Culturali e del-
lUniversit degli Studi
della Calabria. Si inserisce nel
pi ampio programma Visio-
ni simultanee ideato e pro-
mosso dallAssessore alla cul-
tura della Regione Calabria,
on. Sandro Principe, con la
consulenza di Tonino Sicoli
incentrato sulla diffusione
parallela di eventi culturali,
dalle mostre darte antica e
contemporanea, dal teatro al
cinema e alle conferenze.
Giuseppe Pascaletti, nacque a
Fiumefreddo Bruzio, in pro-
vincia di Cosenza, nel 1699. La
cittadina era a quel tempo
feudo dei dAlarcon de Men-
doza stirpe di origine spa-
gnola che nel Cinquecento
vant un vicer del Regno di
Napoli , pertanto tra la fine
del Seicento e gli inizi del Set-
tecento, si pu considerare
uno dei centri urbani pi ag-
giornati della regione, essen-
dovi stanziate molte famiglie
nobili e prestigiosi conventi.
In questo periodo, inoltre, fu-
rono riabbelliti quasi tutti gli
edifici ecclesiastici, godendo
tra laltro della protezione e del
contributo dei feudatari: Ge-
rolamo dAlarcon de Mendo-
za e Lucrezia Ruffo, sua con-
sorte, sorella del cardinale
Tommaso Ruffo, decano del
Sacro Collegio Romano. I dA-
larcon de Mendoza, nel loro
castello calabrese, possedeva-
no una cospicua collezione
darte che, per gli interessi ba-
rocchi e poi classicistici
espressi dagli autori in essa
presenti sia in originale sia
in copia , pu considerarsi
in certo qual modo emblema-
tica dellepocale cultura regio-
nale e importante per la com-
prensione della formazione vi-
siva iniziale del giovane pitto-
re e delle sue future scelte ar-
tistiche. Il Pascaletti, di cui nul-
la si conosce della sua forma-
zione, come del resto di mol-
ti altri suoi conterranei, si tra-
sfer ventottenne a Roma do-
ve riusc ben presto a essere
coinvolto in alcune decora-
zioni ed essere ammesso al-
lAccademia dei Virtuosi del
Pantheon. La sua presenza al-
linterno dellimportante istitu-
zione dur fino almeno al
1747, anno del definitivo ri-
torno in Calabria. Nella citt
pontificia, oltre alla documen-
Il Complesso monumentale di
San Domenico di Lamezia Ter-
me, in provincia di Catanzaro,
un antico convento dei Do-
menicani, fiorente centro di
studi, che, dopo la soppres-
sione degli ordini monastici
quella del Decennio france-
se e quella del Governo ita-
liano , diventato di pro-
priet comunale. La chiesa at-
tigua, invece, rimasta da sem-
pre aperta al culto, uno dei
rari esempi di barocchetto me-
ridionale pervenuti pressoch
indenni in Calabria. Decorata
da garbati stucchi, espone una
serie di pale daltare dipinte
nella seconda met del Sette-
cento dal pittore Francesco
Colelli. Recentemente il con-
tazione archivistica riportata
ora in luce, si conosce poco:
solo due dipinti realizzati uno
per la pieve di San Pancrazio
di Sestino, in provincia di
Arezzo, e laltro per i Colonna
di Paliano, ora esposto nel Mu-
seo Correale di Terranova a
Sorrento, in provincia di Na-
poli. Queste due opere, co-
munque, mettono in luce da
un lato la sorprendente sensi-
bilit e abilit ritrattistica del
pittore e dallaltro i suoi inte-
ressi accademici e classicisti.
A Roma, infine, si suppone,
per circostanze professionali e
stilistiche, la conoscenza di Se-
bastiano Conca, massimo
esponente della cultura meri-
dionale a Roma e che tenne
scuola presso Palazzo Far-
nese, dove esordirono molti
talenti napoletani e regnicoli,
alcuni dei quali giunti a gran
nome altri rimasti nellombra.
Ritornato in Calabria, il Pa-
scaletti lavorer durante un de-
cennio per le chiese della sua
cittadina natale, per quelle di
Cosenza e di Rende, e per al-
tri centri limitrofi propagando
una pittura chiara e di chiaro
piglio aristocratico, spesso ri-
calcando le composizioni del
Conca, rivedendole alla luce
di Carlo Maratta e original-
mente combinandole con al-
cune iconografie desunte dal-
le opere pi note di Luca Gior-
dano e dal passato artistico e
devozionale calabrese.
La mostra, divisa in due am-
pie sezioni, espone nella pri-
ma, alcuni dei pi importanti
dipinti presenti in Calabria rea-
lizzati da pittori calabresi, na-
poletani e romani (De Matteis,
Conca, Giaquinto, Mazzanti e
altri), che illustrano i contatti
della regione con la tipica cul-
tura settecentesca di stampo
classicistico romano. Nella se-
conda sezione, invece, rac-
colta la produzione finora no-
ta di Giuseppe Pascaletti: dal
quadro di Sestino, replica del-
la celebre pala delle Stimma-
N. 59 - dicembre-marzo 2008 www.libreriabocca.com
L E M O S T R E
te di San Francesco dAssisi
del Trevisani, dipinta nel
1719, alla bella e delicata Ma-
donna del Carmine di Fiu-
mefreddo, sua ultima opera
lasciata incompiuta.
Giuseppe Pascaletti
(1699-1757)
di Fiumefreddo Bruzio
Un percorso artistico tra la
Calabria Napoli e Roma
Lamezia Terme (Cz),
Complesso monumentale
di San Domenico
fino all8 gennaio 2008
Volto di Cristo, Fiumefreddo Bruzio (Cs),
collezione privata
Madonna del Rosario e i Santi
Domenico e Gaetano, part.,
(firmata e datata, 1748),
Cosenza, Palazzo Arcivescovile
Immacolata, Cosenza Palazzo Arcivescovile
Immacolta e i Santi Francesco e
Chiara dAssisi, part.,
Rende (Cs), Museo Civico
Immacolata (firmata e datata
1748), part., Fuscaldo (Cs),
Chiesa dellImmacolata
Madonna del Rosario
(firmata e datata 1752), part.,
Mendicino (Cs),
Chiesa parrocchiale
pagina 4 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557


Dipinti e disegni dal Quattrocento al Settecento
mostra dal 27 ottobre al 22 dicembre 2007
catalogo in loco

Via Castiglione, 12b - Bologna - tel e fax 051 265980
www.seleart.com/fondantico fondantico@tiscalinet.it
Pier Francesco Cittadini (Bologna, 1615 ca. - Milano, 1681)
Diana e Atteone (part.) (olio su tela, cm 133,5 x 191)
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:57 Pagina 4
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:57 Pagina 5
N. 59 - dicembre-marzo 2008 www.libreriabocca.com
L I N T E R V I S T A
Intervista al Cardinal Raffaele Farina
Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa
Silvia Castello
pagina 6 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
la Curia pontificia. Cominci
a raccogliere libri secondo un
vasto piano che doveva per-
mettere di costruire una vera
Biblioteca universale, secondo
i criteri umanistici. La uni-
versalit desiderata da Nic-
col doveva essere realizzata
soprattutto in due direzioni.
Anzitutto si dovevano racco-
gliere libri scritti in entrambe
le lingue degli studi e della cul-
tura, cio il greco e il latino,
decisione gi molto innovati-
va, se ricordiamo che la Bi-
blioteca papale di Avignone
non aveva nemmeno un ma-
noscritto greco. E la seconda
direzione era quella delle di-
scipline di cui i libri si occu-
pavano; la parola usata era fa-
cultates, lo stesso termine che
indicava, ad esempio, lorga-
nizzazione delle universit.
Per far questo il papa ordin
lacquisizione (in regalo o per
acquisto) di libri in tutti i mer-
cati dOriente e dOccidente,
invi suoi uomini di fiducia
anche in lontane contrade con
lincarico di trascrivere a sue
spese i libri importanti che non
potevano essere acquistati, in
modo che una copia potesse
raggiungere Roma.
Gli sforzi di Niccol ebbero suc-
cesso: dallinventario realizza-
to al momento della sua mor-
te nel 1455 e da altre liste si
contano pi di 1200 mano-
scritti, un terzo dei quali gre-
ci, e due terzi latini. Si tratta-
va, in quel momento, di una
delle pi ricche biblioteche per
qualit dei testi e della pi
grande dEuropa per quantit.
La politica culturale di Nicco-
l V venne infatti proseguita
dai successori, che continua-
rono ad accrescere il numero
dei manoscritti, che nel 1475
erano oltre 2.500 e circa 3.500
nel 1481, indubbiamente la
pi grande collezione allora
esistente. Per adattarsi alla cre-
scita dei volumi, fu necessario
anche adeguare le strutture
della Biblioteca. Nel 1475 pa-
pa Sisto IV diede una sede pi
grande alla Biblioteca.
Nel corso del Cinquecento la
raccolta continu ad essere in-
crementata con manoscritti e
anche con molti libri a stam-
pa, che ormai costituivano il
modo normale di diffusione
della cultura in Occidente.
La Biblioteca Vaticana era la
pi ricca dellintero Occiden-
te e il luogo ad essa destinato
non era pi sufficiente. Per
questo papa Sisto V incaric,
tra il 1587 e il 1589, larchi-
tetto Domenico Fontana di
realizzare una nuova sede,
pi ampia, costruendo un
nuovo edificio sulla grande
scalea che divideva il cortile
del Belvedere da quello oggi
detto della Pigna. Tutti i ma-
noscritti che venivano ad ac-
crescere il patrimonio della Bi-
blioteca diventavano parte di
ununica serie, anche quando
si trattava di raccolte intere,
quella dei fondi che oggi si
chiamano Vaticani, che sono
detti fondi aperti perch an-
cora continuano ad essere ac-
cresciuti.
Esistono oggi 18 fondi Vati-
cani, suddivisi in latini (oltre
15.300 manoscritti), greci (ol-
tre 2.600), arabi (oltre 2.000),
musicali (oltre 670), siriaci (ol-
tre 650), ebraici (oltre 600),
turchi (oltre 400), etiopici (ol-
tre 300), cui si aggiungono i
Vaticani persiani, copti, estre-
mo orientali, indiani, slavi, ar-
meni, rumeni, samaritani, ibe-
rici, mandei (per oltre 700 ma-
noscritti). Nel corso del Seicento
cominciarono ad entrare in
Biblioteca nuove raccolte di
grande consistenza, le quali
mantennero la loro unit e og-
gi sono detti fondi chiusi.
Lincremento del numero dei
manoscritti prosegu anche nel
secolo successivo e, accanto ai
numerosi codici che andava-
no ad accrescere i fondi Va-
ticani, si devono segnalare lar-
rivo, nel 1746, della raccolta
di Alessandro Giorgio Cap-
poni, bibliofilo e archeologo i
cui libri costituiscono oggi il
fondo dei Capponiani, e nel
1748 dei circa 4.000 codici Ot-
toboniani (latini e greci) che
appartenevano alla famiglia
del cardinale Pietro Ottoboni
jr. e che a loro volta erano il
frutto di una pluridecennale
politica di acquisti di mano-
scritti. Dopo un periodo di sta-
si, durante il pontificato di pa-
pa Leone XIII (1878-1903) si
ebbe un grande impulso alla
modernizzazione della Biblio-
teca. E anche in tempi recenti
la Biblioteca Apostolica Vati-
cana ha accresciuto le raccol-
te di manoscritti, sia incre-
mentando, anche se lenta-
mente, i fondi Vaticani, sia ac-
quisendo altre raccolte, fra le
quali devono essere ricordate
la raccolta di poesia persiana
e di testi etiopici dei fondi Ce-
rulli (persiani ed etiopici), la
raccolta degli Autografi
Paolo VI, i fondi Com-
boniani e Raineri con
manoscritti etiopici.
S.C.: Tra gli innumere-
voli tesori della Biblio-
teca Apostolica, si ag-
giunto, questanno, for-
se il pezzo pi prezio-
so, il papiro Bodmer
XIV-XV un mano-
scritto biblico, protago-
nista di 18 secoli di sto-
ria . Di cosa si tratta?
Ha una storia lunga,
quasi come quella dei
vangeli, il papiro no-
to agli specialisti con la
sigla P75 che il te-
stimone pi antico dei
testi di Luca e di Gio-
vanni, e che stato recente-
mente donato a Benedetto XVI
da un cattolico statunitense
Frank J. Hanna III.
Il codice fu infatti trascritto ne-
gli ultimi decenni del II secolo
o poco pi tardi: meno di un
secolo e mezzo quindi dalle-
poca di composizione dei van-
geli canonici, cio la seconda
met del I secolo. Il manoscritto
ora entrato a far parte dei pre-
ziosi fondi custoditi in Va-
ticana un testimone di ecce-
zionale antichit.
Ma non solo let a ren-
dere di inestimabile valore
il Bodmer XIV-XV o P75: i
dati ricavati dallo studio di
questo papiro hanno infat-
ti permesso in modo deci-
sivo di ricostruire alcuni
momenti fondamentali del-
la storia del testo dei van-
geli. Nel suo complesso il te-
sto evangelico molto affi-
dabile e grazie a quan-
to si deduce proprio dal te-
sto stabile di P75 non
il frutto di edizioni mes-
se a punto al tempo dei
grandi codici maiuscoli di
et costantiniana, come si
supponeva fino a una cin-
quantina danni fa, ma si sta-
bilizz appunto molto prima,
cio poco dopo la met del II
secolo.
Scoperto nel 1952 a Jabal al-
Tarif, nel cuore dellEgitto,
presso le rovine di un antico
monastero, e acquistato con
altri importanti papiri nel 1955
dal collezionista svizzero Mar-
tin Bodmer, il testo Bodmer
XIV-XV, P75 fu pubblicato nel
1961 da Victor Martin e Ru-
dolph Kasser. Grande pi o
meno come un libro di medie
dimensioni (alto circa 26 cen-
timetri e largo 13), P75 era co-
stituito da 36 bifogli di pa-
piro piegati in due e legati in-
sieme a formare un codice
di 72 fogli scritti su entrambe
le facciate (insomma, 144 pa-
gine). In altre parole, secondo
la forma di libro che fu intro-
dotta nel I secolo e subito di-
venne per la sua praticit e
maneggevolezza la forma
privilegiata dai cristiani per i
loro testi. Dei 72 fogli origina-
ri ne sono sopravvissuti 51
(cio 102 facciate), interi o
frammentari, che contengono
quasi tutto il vangelo di Luca
e oltre met di quello giovan-
neo. Trascritto in una sobria
ed elegante maiuscola, il co-
dice stato datato, sulla base
di confronti con altri mano-
scritti, tra il 175 e il 225, ma il
suo testo e qui sta la gran-
de importanza di P75
molto simile a quello attestato
pi tardi dal codice siglato B
(il celeberrimo Vaticano, at-
tualmente Vaticano greco
1209) che insieme al contem-
poraneo codice Sinaitico (ora
nella British Library di Londra)
il pi antico testimone com-
pleto della Bibbia greca.
S.C.: Eminenza, la Biblioteca
Apostolica chiamata a svol-
gere una missione evangeliz-
zatrice, sino ad essere, oggi,
un servizio alla verit e alla
cultura anche attraverso la pro-
mozione e la diffusione delle
sue opere. Quali sono le Col-
lane di pubblicazioni patroci-
nate dalla Biblioteca e dalla Ti-
pografia Vaticana? E in che co-
sa consiste il progetto Co-
dicum Facsimiles, voluto da
Papa Giovanni Paolo II in col-
laborazione con la Casa Edi-
trice Belser di Stoccarda. E qua-
li saranno le prossime iniziati-
ve di questa intesa?
La Biblioteca Apostolica Vati-
cana ha esplicitamente una
missione scientifica e cultura-
le. Solo chi conosce da vicino
la Chiesa cattolica e soprattut-
to il centro della Cristianit, a
partire della Basilica di San
Pietro, che come una sintesi
tra religione e cultura, tra cat-
tolicesimo e arte, si rende con-
to della missione implicita e per
cos dire ovvia della Bibliote-
ca Vaticana, di portare cio il
messaggio evangelico metten-
do a disposizione tutti i tesori
di scienze, arte e cultura che
custodisce, dando con questo
una testimonianza delle pro-
pria fede. I papi, soprattutto a
partire da Leone XIII fino al
Papa attuale, come evidente
dal discorso che Benedetto XVI
ci ha rivolto il 25 di giugno
u.s., sottolineano questa mis-
sione chiedendo a noi biblio-
tecari, che viviamo giorno e
notte in questa splendida isti-
tuzione, di prenderne co-
scienza e vivificarla quotidia-
namente, sempre con discre-
zione, rispetto, accettazione e
disponibilit universale, a-
prendo le porte a tutti gli spe-
cialisti senza distinzione di na-
zione, cultura, religione.
Gli inizi della Casa Editrice
della Biblioteca Vaticana ri-
salgono al 1885. Oggi la no-
stra Editrice ha un Catalogo
che supera i 700 titoli; essi so-
no noti ovviamente agli spe-
cialisti e sono venduti per cor-
rispondenza.
La Collana pi prestigiosa
quella di Studi e testi che con-
ta a tuttoggi 436 volumi. Fu
inaugurata dal Prefetto P.
Franz Ehrle nel 1900 e defini-
ta da don Giuseppe De Luca:
una delle collezioni erudite
pi insigni che il mondo oggi
conosca... non che tutto sia
dello stesso livello, della stes-
sa assolutezza; ma nellinsie-
me tale che testimonia a
quale punto il P. Ehrle labbia
innalzata e i prefetti successi-
vi labbiano mantenuta: il pun-
to pi alto delle discipline sto-
riche contemporanee, delle
accademie pi grandi e pi ce-
lebri, delle iniziative pi so-
lenni e auguste (6 agosto
1943). Ma anche altre Colla-
ne non sono da meno. Mi ri-
ferisco alla Collana che rac-
coglie i Cataloghi dei mano-
scritti (B.A.V. Codices manu-
scripti recensiti) [47 volumi];
Monumenta iuris canonici, in
tre serie: Corpus glossatorum,
Corpus collectionum, Subsidia
[28 volumi], e altre collane mi-
nori ma non meno importan-
ti come Acta e Index Actorum
Romanorum Pontificum, Ca-
pellae Apostolicae Sixtinaeque
collectanea acta et monumen-
ta, Le piante maggiori di Ro-
ma, Medagliere della Biblio-
teca Vaticana, ecc.
Recentemente sono state ac-
quisite due prestigiose Collane:
Studia Gratiana e Studi Grego-
riani. Al 1899 risale la prima
edizione fototipica della Bi-
blioteca Vaticana, quella del
Codice Vat. lat. 3225, il Virgi-
lio Vaticano, che figura anco-
ra nel nostro Catalogo delle
pubblicazioni, pur se esaurito,
come capolista di ben 93 edi-
zioni facsimilari di tesori vati-
cani. Il contratto tra la Biblio-
teca Vaticana e la Belser Ver-
lag di Zurigo e poi Stoccarda
risale al 1981.
Una serie di facsimili, intesi co-
me riproduzioni fedeli degli
originali persino con i difetti e
le tracce dellantichit e del de-
terioramento, erano gi stati
affidati dalla Biblioteca al-
laustriaca Akademische Dru-
ck und Verlagsanstalt di Graz
(oggi Adeva), ma un contrat-
to esclusivo ventennale (1981-
2001), patrocinato dalla Con-
ferenza Episcopale Tedesca,
era stato firmato con la Belser
Verlag per una lista di ben 88
manoscritti scelti tra i pi pre-
stigiosi e artistici; ne furono
realizzati 19, con un notevo-
le strascico di prodotti deriva-
ti. Attualmente la Biblioteca ha
in corso contratti di coedizio-
ne per facsimili con una deci-
na di editori spagnoli, italia-
ni, greci, tedeschi...
Le tecniche si sono oltremodo
raffinate, soprattutto per mez-
zo del digitale e grazie a tec-
niche tipografiche avanzate.
La Biblioteca Vaticana si ser-
ve in esclusiva della Tipogra-
fia Vaticana, con la quale stam-
pa non solo i libri delle colla-
ne di cui sopra, ma anche vo-
lumi, stampe, riproduzioni
fuori collana, di alta qualit.
S.C.: In conclusione, la nuo-
va evangelizzazione della cul-
tura ha una sua strategia edi-
toriale?
Non vedrei in questa attivit
unesplicita strategia finaliz-
zata alla nuova evangelizza-
zione, quanto piuttosto una-
pertura voluta a collaborazio-
ni con istituzioni analoghe al-
la nostra, per esempio, con lU-
niversit di Gerusalemme e il
Museo dIsraele, con i quali ri-
spettivamente stiamo per
pubblicare il Catalogo
dei manoscritti ebraici
della Biblioteca Vaticana
e abbiamo avuto nel
gennaio del 2005 una
splendida Mostra di ma-
noscritti ebraici; oppure
con la Diakonia della
Chiesa Ortodossa di
Grecia con la quale ab-
biamo pubblicato il fac-
simile del pi antico e
importante manoscritto
miniato bizantino che
possediamo, il Meno-
logio di Basilio II; e an-
cora con il Centro di ri-
cerche slavo-bizantine
di Sofia (Bulgaria) con il qua-
le abbiamo recentemente pre-
sentato al Papa la riprodu-
zione facsimilare della Cro-
naca di Manasse, un mano-
scritto slavo del secolo XIII, im-
portante per la storia della
Bulgaria.
Altre iniziative sono allo stu-
dio, ma vogliamo farne una
sorpresa quando saranno
pronte. Posso anticipare la no-
tizia della realizzazione in
corso del facsimile di unope-
ra imponente: il facsimile rea-
lizzato per noi dalla Panini di
Modena, in coedizione Biblio-
teca Vaticana-Biblioteca Nazio-
nale della Lettonia, di un vo-
lume in un unico esemplare,
dal titolo Terra Mariana 1186-
1888, realizzato nel 1888 in
onore di Leone XIII, opera, pa-
trocinata dal Parlamento del-
la Lettonia, anche questa ric-
ca di riproduzioni importanti
non solo per la storia della me-
desima Lettonia, ma anche dei
paesi limitrofi.
foto di Grzegorz Galazka
Il Cardinale Raffaele Farina, foto di Grzegorz Galazka
segue da pag. 1
Intervista...
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:57 Pagina 6
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L E M O S T R E
Victor Vasarely
lutopia dellarte anni Settanta
Vladek Cwalinski
pagina 7 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
dove locchio si trova
incapace di decidere tra
due o pi ipotesi percet-
tive. Scopo dellOptical
Art o Op Art, come ve-
niva chiamata in quel
periodo, era migliorare
la vita di tutte le classi
sociali. La lettura politi-
cizzata dellepoca la vo-
leva opposta alla Pop
americana, il cui scopo
era celebrare il consu-
mismo. Unarte soste-
nuta dalla sinistra fran-
cese e dal modello del-
lartista engag descrit-
to da Jean Paul Sartre,
che trovava la sua ap-
plicazione nella produ-
zione di multipli, grafi-
che, arazzi, oggetti bi e
tridimensionali e pro-
getti per larchitettura.
Unarte riproducibile e demo-
craticizzata legata al fervore
culturale di un momento sto-
rico preciso, quello intercorso
tra gli anni Sessanta e Settan-
ta, in cui la discussione sulla
riproducibilit dellopera, e la
sua commercializzazione era-
no al centro del dibattito cul-
turale, sviluppatosi a partire
dagli scritti di Walter Benjamin.
mico e sociali, legandosi al mi-
to del progresso, che, soprat-
tutto nel dopoguerra, con la
ricostruzione, risponde a una
funzione storica, legata allin-
dustria e al design.
Il Vasarely di quegli anni, a
partire dal 1963, con la sua
personale al Museo di Arti De-
corative di Parigi e con la vin-
cita del premio Guggenheim
a New York nel 1964 fu in-
dubbiamente uno dei pi au-
torevoli interpreti.
Le sue opere, prima speri-
mentate in bianco e nero, poi
a colori sono una continua ri-
cerca di teorie ottico-cinetiche,
ligioni, la razza, lo spazio ur-
bano. Ma al centro di tutto so-
no loro due, sempre loro due,
narcisisticamente loro due, in
una sconsolata solitudine o in
un atteggiamento indecoro-
so, blasfemi o viziosi, perfino
grotteschi per la deformazio-
ne realizzata con i moderni fil-
tri virtuali. Le nostre opere non
sono n un attacco n una sfi-
da, ma unesplorazione, di-
cono: in questa analisi della
condizione umana in tutte le
sue sfaccettature c lafferma-
zione della totale libert del-
lartista.
Alle loro spalle c lesperien-
za della aggressivit pop (non
dimentichiamo che la Pop Art
era nata in Inghilterra, prima
di scoppiare negli Stati Uniti),
del rigore minimalista, e nel
loro percorso c lincontro
con la sfrontatezza punk e cer-
tamente con le conflittualit
esistenziali della Londra co-
smopolita degli anni 80 e 90.
N. 59 - dicembre-marzo 2008
Lartista non ha che
una scelta giusta: an-
nullarsi come persona
in favore della sua ope-
ra e offrirla con amore
all'umanit astratta
Victor Vasarely
La prima, immediata
impressione nel visita-
re la mostra di Victor
Vasarely, ben allestita
negli spazi della Trien-
nale Bovisa, quella di
ritrovarsi proiettati nel-
latmosfera intercorsa
tra la fine degli anni
Sessanta e la met de-
gli anni Settanta.
Di questo periodo le
opere di Vasarely, con-
servano colori, atmo-
sfere e, soprattutto lu-
topia: concepire larte a favo-
re della collettivit.
Unidea caratteristica del No-
vecento, sostenuta in primis
dalle avanguardie dinizio se-
colo, come il futurismo, pia-
nificata in seguito dalle scuo-
le come il Bauhaus, ma so-
prattutto, utilizzata a scopi pro-
pagandistici da tutte le grandi
dittature.
Lidea di unarte concepita e
realizzata a favore della socie-
t, o dellidea di un possibile
sviluppo sociale, sopravvive
alla seconda guerra mondiale
e si modifica, nelle mutate
condizioni politiche, econo-
cantano. Poi del 1971 la scel-
ta per la fotografia come mez-
zo esclusivo per elaborare un
personale linguaggio con il
quale escludere ogni traccia
evidente di manualit e insie-
me delle identit indi-
viduali. Sono una sola
entit artistica, loro due,
assolutamente indistin-
guibili nel lavoro finale.
Poi viene a definirsi sem-
pre meglio una struttu-
razione a griglia che
scompone limmagine,
divenuta nel frattempo di di-
mensioni monumentali, in
moduli rettangolari come se es-
sa fosse vista attraverso una
di quelle tipiche finestre inglesi
fatte di tanti piccoli scompar-
ti: potrebbe essere proprio una
finestra del loro studio di Four-
nier Street a Londra, quella
dalla quale guardano e rac-
contano le cose che accadono
nel mondo e che riguardano
tutti noi. Perch effettivamen-
te Gilbert & George racconta-
no quei frammenti di realt
che ruotano intorno ai pro-
blemi della loro esistenza: lal-
cool, il sangue (molti amici
morti di AIDS), il sesso, le re-
I trasgressivi Gilbert & Gorge
in una grandiosa retrospettiva
Paola Malato
Sono presenti Gilbert e Geor-
ge allinaugurazione della re-
trospettiva loro dedicata dal
Castello di Rivoli (catalogo Ski-
ra a cura di Jan Debbaut):
composti, eleganti con vestito
cravatta penna al taschino e
scarpe lucide, volto inespres-
sivo, minima gestualit e pa-
catezza nel parlare. Coerenti
alle loro Laws of sculptors del
1969, quando definivano lat-
teggiamento di superiore di-
stacco dello scultore, sembra-
no imbalsamati nella loro per-
fezione.
Hanno fin dagli inizi rivolu-
zionato il concetto stesso di
scultura, a cominciare dalle
sculture-cartolina, alle scultu-
re-postali, alle sculture-rivista,
alle sculture-video, fino alle
sculture-viventi, performance
in cui presentano se stessi di-
pinti doro mentre ballano e
Gilbert & Gorge
La grande mostra
Rivoli (TO), Castello
fino al 13 gennaio 2008
In occasione delle prossime
festivit natalizie, lAsso-
ciazione culturale Do-
mus Artis allestir pres-
so i locali del museo dio-
cesano di Piazza Ar-
merina, in provincia di
Enna, nel cuore della Si-
cilia, (gi Palazzo Ve-
scovile) una mostra tem-
poranea e monotemati-
ca darte cristiana dal ti-
tolo Seguite la Luce
sulla rappresentazione,
sicuramente multifocale,
dellIncarnazione.
Lidea nata dallesi-
genza di rendere fruibi-
le il patrimonio mobilia-
re della Diocesi di Piaz-
za Armerina e segue al-
tre iniziative analoghe
gi celebratesi in occa-
sione delle feste patro-
nali del 2005 e del 2007
e della Pasqua 2006.
Il predetto patrimonio anno-
vera, al suo interno, opere di
indubbio valore come quelle
di Filippo Paladini, dello Zop-
po di Gangi, di Antonello da
Messina, per citare solo larte
pittorica! Diventa quasi indi-
spensabile che i turisti, che af-
follano Piazza Armerina per
via della ben pi nota Villa Ro-
mana del Casale, possano go-
dere anche di unarte altri-
menti negletta ai pi. Proprio
per questi motivi anche nella
mostra del prossimo Natale sa-
ranno presenti opere di alto li-
vello artistico tra cui una tela
proveniente da Mazzarino,
uno dei dodici vicariati fora-
nei della Diocesi, che ap-
punto attribuita a Filippo Pa-
ladini. Sempre da Mazzarino
sar prelevato un paliotto dal-
tare realizzato appena qualche
anno fa da un artista friulano.
Il percorso espositivo si so-
stanzier anche di altre tele
provenienti da altri Comuni
della Diocesi e abbraccer un
arco temporale che va dal XVII
al XI secolo.
La visita si potr concludere
nella vicinissima Basilica Cat-
tedrale per ammirare la tela
dello Zoppo di Gangi (ve-
di illustrazione). Singolare
appendice alla mostra sa-
r unesposizione, intera-
mente privata, di presepi
artistici provenienti dalle
diverse parti del Mondo.
Levento culturale sar ac-
compagnato da un catalo-
go, dallomonimo titolo,
che vedr impegnati solo
studiosi locali perch, di-
chiara il Presidente del-
lAssociazione Sac. Filippo
Salamone: La valorizza-
zione di un territorio pos-
sibile anche grazie allap-
porto delle potenzialit in-
tellettuali che in esso si tro-
vano e che di esso meglio
conoscono la storia e le tra-
dizioni.
I forti influssi artistici che
hanno caratterizzato la sto-
ria dellarte della Sicilia hanno
permesso ai nostri territori di
arricchirsi di opere sintesi di
questa koin culturale.
In un momento storico come
questo, la mostra sulla Nativi-
t vuole essere stimolo di ri-
flessione anche per una pi at-
tenta vita spirituale che dal-
larte non pu che trarre linfa
vitale.
La luce della Nativit
a Piazza Armerina
Salvatore Nicotra
Seguite la Luce
Piazza Armerina
Museo Diocesano
fino al 6 gennaio 2008
Associazione Culturale
Renzo Cortina
via Mac Mahon 14/ 7
Milano
M ostra a cura di
Stefano C ortina e G iacomo Lodetti
8-19 gennaio 2008
Inaugurazione
marted 8 gennaio, ore 18. 30
Autoritratto, 1942
Victor Vasarely
Milano, Triennale Bovisa
via Lambruschini 31
fino al 27 gennaio 2008
Zoppo di Gangi
Adorazione dei Magi, 1593
Piazza Armerina Maria SS.ma
delle Vittorie Basilica Cattedrale
Serena Olivari
Sai quella citt laggi a sinistra del deserto?
segue da pag. 1
Franciscus Cossa...
Francesco del Cossa
Vittorio Sgarbi
254 pp., 200 ill.
Rilegato
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o r g a n i z z a z i o n e An t o n i o D Ami c o e Ro be r t o Me s s i n a
Museo del Duomo di Monza in giornata 26 gennaio
Venaria Reale e ad Alba la Collezione Longhi 9-10 febbraio
La Firenze di Giorgio Vasari 15-16 marzo
I Barbari a Venezia e Gengis Khan a Treviso 29-30 marzo
Pintoricchio a Perugia e Spello 11-13 aprile
Guido Cagnacci e il barocco romagnolo 23-25 maggio
Tutto ci al cospetto
dei grandi burattinai
di questa Ferrara
splendente, Lionello
e Borso dEste, al po-
tere complessivamen-
te per un trentennio,
dallinizio degli anni
40 allinizio degli an-
ni 70 del 400. Per fi-
nire mi piace fare un
ultimo riferimento, a quella
straordinaria creazione, in mo-
stra perenne a Ferrara, che fu-
rono gli affreschi
nel Salone dei Me-
si in Palazzo Schi-
fanoia. Qui si di-
spiega tutto un
mondo di riferi-
menti culturali (co-
me fu ottimamen-
te studiato gi da
Aby Warburg), ma
soprattutto si assi-
ste alla messa-in-scena di un
modello di vita che rimasto
per noi oggi simbolo e mo-
dello di un intero mondo.
Lo stile brulicante di vita per-
vade ogni spazio e nemmeno
il deterioramento di alcune zo-
ne ci priva di questo brillante
godimento.
Giovani cortigiani
part.
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:58 Pagina 7
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[] Senza dubbio, il lavoro
che avevo trovato era incom-
pleto e in alcuni passaggi di-
speratamente oscuro, ma era
un libro e sostanziale. Era
chiaramente elaborato co-
me un volume e il suo con-
tenuto si rivolgeva a un
pubblico piuttosto che co-
stituire la meditazione pri-
vata di un artista. Parole
che si leggono nellintro-
duzione a Lartista e la sua
realt, edito da Skira, scrit-
ta da Christopher Rothko,
curatore del libro.
Il lettore pu addentrarsi
nellopera letteraria, fino ad
oggi sconosciuta, di Mark
Rothko; un testo serbato al
pubblico per oltre sessantan-
ni, e preso in considerazione
solo durante le contese legali
che seguirono il suicidio del-
lartista nel 1970.
La scoperta effettiva dello scrit-
to riconducibile al 1988,
quando venne ritrovato per
caso, durante i lavori dinven-
tariazione delle opere.
ancora il figlio Christopher
che informa sul ritrovamento
di questo prezioso manoscrit-
to a cui, verosimilmente, suo
padre si dedic tra il 1940 ed
il 1941, periodo in cui rallen-
t la produzione pittorica, che
in quegli anni si stava avvici-
nando alla corrente surrealista,
per dedicarsi agli studi filoso-
fici e alla letteratura mitica.
Dalle parole del testo traspa-
re unurgenza di farsi ascolta-
re, di voler esprimere ci che
prova nei confronti del mon-
do dellarte e della condizio-
ne dellartista, inscindibilmen-
te connessa alla realt am-
bientale in cui calato. Vi
uno svelamento dellambiva-
lente posizione di Rothko che
riflette sulla necessit di quan-
to lessenza dellarte debba es-
sere trasmessa, attraverso le
opere al fruitore, perch que-
sto possa entrare in contatto
con la dimensione sensoriale
dellartista.
Daltra parte, la sua esitazione
nel fare ci, la paura che le-
sperienza interiore e spiritua-
le insita nel manufatto possa
essere travisata da chi osser-
va. Fondamentale per Rothko
N. 59 - dicembre-marzo 2008
Cosa accomuna unumanissima
Virgo lactans del Quattrocento
fiammingo al particolareggiato
Studio di sette pecore di un mae-
stro olandese? O ancora: qual
il trait dunion fra le vedute di
Van Wittel e luniverso umano
raffigurato da Van Dick?
Senza dubbio, quella che acu-
tamente Huizinga definiva cre-
denza nella realt assoluta di tut-
to ci che esiste, una peculiari-
t della scuola nordica che ben
riflette le caratteristiche storico-
culturali di un popolo che at-
traverso lascesa commerciale e
la lotta per lindipendenza ha
saputo fare del rapporto attivo
con la realt circostante un gu-
sto peculiare e universalmente
riconoscibile. Ma c anche un
secondo aspetto che unisce le
opere citate, il fatto di apparte-
nere alla Biblioteca Reale di To-
rino. Il possesso di una cos ric-
ca collezione rimanda alla sto-
ria del gusto per larte nordica
presso la corte e nei territori del
Regno di Sardegna, che risale
I disegni fiamminghi
e olandesi della Biblioteca
Reale di Torino
Gianni Carlo Sciolla
400 pp., 300 ill.
Rilegato
alla fine del XVIII secolo, come
attesta linfluenza dello stile nor-
dico nelle opere dei pittori pie-
montesi e la presenza di opere
fiamminghe e olandesi nelle col-
lezione e nelle vendite coeve.
Lacquisto di 166 quadri da par-
te del principe Eugenio nel 1741
non fa quindi che coronare un
processo di diffusione gi am-
piamente collaudato.
Un secolo dopo, nel 1839, Gio-
vanni Volpato vender a Carlo
I disegni fiamminghi e olandesi
Martina Fragale
Le ragioni dellartista
Ve ronica Riva
anche la capacit comuni-
cativa dellartista che deve es-
sere sintetizzata nellopera, as-
sumendo un ruolo espressivo
e divulgativo di valori forti tra-
gici ed eterni stretta-
mente connessi alla con-
dizione umana, alla qua-
le si rivolge. Lautore
porta avanti il proprio di-
scorso filosofico sulla
realt artistica con due
differenti toni. Uno vuol
essere polemico e pro-
vocatorio nei confronti
di ci che per lui tra-
viante nel mondo del-
larte. Facendo questo, cerca
di coinvolgere il lettore nel
proprio punto di vista.
Diversamente, in altre parti so-
stiene un discorso prettamen-
te filosofico, caratterizzato da
una voce pi pacata, retorica,
distaccata. Scritto in un perio-
do di transizione artistica, ben-
ch intimamente Rothko sia
sempre stato un astrattista,
questo libro un prezioso do-
cumento che ha finalmente
svelato il suo mondo interio-
re e la sua posizione nei con-
fronti dellarte.
Lartista e la sua realt
Mark Rothko
215 pp., 9 ill.
Brossura
M. Rothko, Untitled, 1945
Alberto quattro portafogli di di-
segni di maestri italiani e stra-
nieri, uno dei quali costituito
dalle opere olandesi e fiam-
minghe attualmente in posses-
so della Biblioteca Reale; non
che linizio di una collezione
che negli anni successivi verr
ampliata e arricchita sino a for-
mare un patrimonio tanto vasto
da colpire uno storico dellarte
della levatura di Burckhardt.
Oggi la collezione costituita
da numerosi esemplari che la
collana Rariora e Mirabilia ha
trattato approfonditamente nel
presente volume (Leo Olschki
Editore), con il supporto di un
ampio apparato iconografico e
di schede che approfondiscono
le tecniche e la storia delle sin-
gole opere.
Gerard Dou
Studio di figura femminile
Conclusioni sapienti
Arianna Antoniutti
Pubblicato dalla Libreria Edi-
trice Vaticana, in collabora-
zione con lAssociazione Cul-
turale Shakespeare and Com-
pany2, esce in libreria Enea Sil-
vio Piccolomini. Pius Secundus
Poeta Laureatus Pontifex Ma-
ximus.
Il volume curato da Arianna
Antoniutti e Manlio Sodi, que-
stultimo inoltre autore del sag-
gio rivolto alla disamina del
Pontificalis Liber di Agostino
Patrizi Piccolomini e Giovanni
Burcardo.
Lopera raccoglie gli studi pre-
sentati in occasione del Con-
vegno Internazionale svoltosi
a Roma nel 2005 e interamen-
te dedicato al pontefice sene-
se. In aggiunta agli scritti ela-
borati in occasione del simpo-
sio, altri saggi sono stati inclu-
si, ampliando ulteriormente le-
steso orizzonte speculativo che
stato il presupposto e il fon-
damento del Comitato Nazio-
nale Pio II Piccolomini.
Istituito nel 2003 dal Ministero
per i Beni e le Attivit Cultu-
rali, il Comitato che con
questa pubblicazione conclu-
de il suo impegno triennale
ha celebrato i centenari della
nascita (1405) e della morte
(1464) di Enea Silvio Piccolo-
mini. Il volume ospita inter-
venti su soggetti storico-artisti-
ci quali il profondo interesse
nutrito da Pio II per la carto-
grafia, lo studio araldico delle
insegne piccolominee e anco-
ra inediti anelli papali conser-
vati in Vaticano e recanti lem-
blema delle mezzelune. Arric-
chiti da un vasto apparato ico-
nografico, i saggi toccano inol-
tre molteplici tematiche politi-
che, letterarie e religiose, nel
tentativo di illuminare la figu-
ra di un umanista dagli inte-
ressi tanto vasti e raffinati.
Enea Silvio Piccolomini
Pius Secundus
Poeta Laureatus
Pontifex Maximus
M. Sodi, A. Antoniutti
(a cura di)
456 p., 236 ill.
Brossura
ca, di cui notabile esempio
il Giove che accarezza Amore
del 1826 (conservato presso la
sede dellAmbasciata dItalia a
Lisbona), una delle prime te-
stimonianze dellautonomia
creativa raggiunta da Grigo-
letti al termine degli studi sco-
lastici. allinizio degli anni
Trenta che lartista si avvia sul
sentiero della pittura storica,
inserendosi in quel filone inau-
gurato da Hayez sulla ribalta
milanese pochi anni prima; se-
guendo la consuetudine del-
lepoca guarda per le sue com-
posizioni ai grandi poemi del-
la letteratura italiana con dovi-
zia di aderenza filologica alle
fonti: Manzoni, Tasso e Dante
gli ispiratori dei suoi soggetti.
Ma non solo: cade nel 1838 la
commissione pi importante
della sua carriera, quando lim-
peratore Ferdinando I in visi-
ta a Venezia richiede al pitto-
re una grande tela con lUlti-
mo colloquio del doge France-
Un grazioso volto di fanciulla
che osserva divertita un festo-
ne di fiori si lascia ammirare,
incurante dello spettatore, sul-
la copertina della nuova mo-
nografia dedicata a Michelan-
gelo Grigoletti (Rorai Grande
di Pordenone 1801-Venezia
1870): Ernestine Fossati, ri-
tratta nel 1829 dal pittore
nel parco della villa in Bor-
go Colonna a Pordenone,
attorniata dai famigliari.
Quello rappresentato da
questo capolavoro giova-
nile il genere, la ritratti-
stica appunto, qui am-
bientata in una rara scena
di conversazione, che la
critica novecentesca ha
privilegiato della produ-
zione del pittore, che in
questo ambito raggiunge
risultati di estrema effica-
cia espressiva e penetra-
zione psicologica, dove ri-
vive la grande tradizione
veneta del Settecento; do-
po le mostre che la citt
natale gli ha dedicato nel
1971 e nel 2002, questa mo-
nografia (Bruno Alfieri Edito-
re) nasce per iniziativa del Co-
mune di Pordenone, curata da
Gilberto Ganzer e Vania Gran-
sinigh, con lobiettivo di riva-
lutare la figura di Grigoletti nel-
la pienezza della variet dei te-
mi da lui affrontati, quale pit-
tore storico, dalle grandi
composizioni sacre alle opere
di soggetto profano. Nato al-
lesordio di quel secolo in cui
si sviluppa lacceso dibattito,
che tradurr il passaggio dal
Neoclassicismo al Romanti-
cismo, la carriera dellartista
compie i suoi primi passi nel
solco della poetica neoclassi-
sco Foscari con il figlio Jacopo
(Vienna, sterreichische Ga-
lerie, Belvedere), tema tratto
da I due Foscari di Lord Byron.
Sul versante religioso, parteci-
pa a una delle commissioni pi
importanti di quegli anni, qua-
le quella della serie di grandi
pale daltare per la chiesa di
SantAntonio Nuovo a Trie-
ste, per cui realizza Ledu-
cazione della Vergine del
1838 conservata in loco.
Costantemente aggiornato
sulle moderne tendenze ar-
tistiche, Grigoletti si con-
fronta con la nascente poe-
tica purista, il cui manifesto
firmato da Antonio Bian-
chini nel 1846, con la gran-
diosa Assunzione della Ver-
gine (1846-1854) per la cat-
tedrale di Esztergom, o-
maggio, ma anche sfida, al
Tiziano dellAssunta dei Fra-
ri. Lintento di rivalutazione
del pittore storico appare
esaurientemente soddisfatto
dalla monografia, che pre-
senta, oltre ai saggi intro-
duttivi di Giuseppe Pavanello
e dei due curatori, un catalogo
di pi di 250 opere tra auto-
grafe, attribuite e perdute, non-
ch un ampio apparato do-
cumentario di grande utilit
per lo studio di un importan-
te interprete delle vicende ari-
stiche del versante storico del-
lOttocento romantico.
Michelangelo Grigoletti
Federica Nurchis
Michelangelo Grigoletti
non solo ritratti
Il sentiero storico
dellOttocento romantico
G. Ganzer, V. Gransinigh
351 pp., 294 ill.
Rilegato
Giove che accarezza Amore 1826
Unagile e colta guida attra-
verso cinquantadue luoghi
dellItalia da non perdere,
scritta da un grande conosci-
tore dellarte italiana.
Le scelte dellautore cadono
su centri celebri e periferie
poco note, di cui sono pre-
sentati cenni storici, monu-
menti e opere darte. lo
sguardo di un osservatore at-
tento che, viaggiando in un
Paese non suo, cerca di
trasmettere, con il tono affa-
bile del conversare, infor-
mazioni essenziali dei luoghi
visitati. cos che mete dob-
bligo come Ascoli Piceno
acquistano nel percorso del-
lideale Grand Tour il medes-
imo spazio di Atri nel Lazio,
dove Andrea De Litio, pit-
tore di provincia del Quat-
trocento, ha eseguito gli af-
freschi nella Cattedrale di
Santa Maria Assunta.
Il pregio di questo insolito
vademecum dato dalla
partecipazione che nellau-
tore suscita il viaggio. Fran-
cis Russell, importante stu-
dioso del Rinascimento ital-
iano e del collezionismo in-
glese del Settecento, atti-
vo dal 1972 come esperto
presso Christies. Il suo pri-
mo viaggio in Italia risale al
1966 e da allora il rapporto
con il nostro paese si fat-
to sempre pi profondo e vi-
tale, per cui scrivere questo
libro stata fonte di grande
piacere, come scrive lo stes-
so autore nella prefazione.
Tra le tante, resta davanti agli
occhi del lettore limmagine
di una Milano vista dallalto
del Duomo con il Monte
Rosa sullo sfondo durante
una limpida giornata din-
verno, nonostante la specu-
lazione edilizia che soffoca
la citt. Del volume esiste
unedizione inglese, e se al
pubblico anglosassone sem-
bra essere destinato in ulti-
ma analisi questo carnet di
viaggio, anche il lettore ital-
iano pu trarre grande sti-
molo, restituendoci dellItalia
unimmagine anticonven-
zionale e spesso rara.
Le fotografie, scelte con in-
confondibile gusto prag-
matico, la cartina geografica
dei luoghi selezionati, e gli
indici a fine testo fanno da
elegante ed utile corredo al
volume.
Viaggiando da conoscitori
Valentina Ciancio
Viaggio in Italia
di un conoscitore darte
F. Russell
304 pp., 79 ill.
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H. Schedel, Liber chronicarum
cum figuris et ymaginibus
ab inicio mundi
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L E M O S T R E
Kan Yasuda
inaugura il Museo dei Fori Imperiali
Silvia Castello
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dellautore, il primo si esprime
nelle forme pure che Yasuda
realizza e poi depone in un
determinato luogo e nel ca-
so di Roma, tra gli spazi dei
Mercati di Traiano, dove i con-
cetti di universalit ed eterni-
t emergono come presenze
vive, dalle stesse opere collo-
cate tra la storia del sito ar-
cheologico pi grande del
mondo. Il secondo, invece, na-
sce dalla sensazione di con-
templazione che le avvolge.
La scultura di Kan Yasuda
sospesa cos tra materia e
mente, legge e anarchia, or-
ganico e cristallino intrat-
tiene un vero e proprio dialo-
go con il luogo, in un consa-
pevole confronto di segni tem-
porali. Lartista imposta il rap-
porto con lambiente attraver-
so una disposizione proget-
tuale dei lavori. Ogni opera
un invito ad immaginare le di-
verse possibilit al-
lusive, a provare i
diversi punti di vista
tra la sua colloca-
zione e le antichit
circostanti.
Licona del tempo
rappresentata in
particolare dalluovo
e dalla stele di mar-
mo candido oltre
che dalle due scul-
ture in bronzo inti-
tolate La nascita
che, al contrario, sono collo-
cate sulla via basolata del li-
vello inferiore dei Mercati di
Traiano, ad indicare il rappor-
to con la terra resa fertile dal
sole. Mentre i Sassi e Segreto
del cielo, uniscono la terra al
cielo. Nella sua integrit, si de-
linea cos, un percorso che se-
gue il cammino delluomo ol-
tre la storia, slanciato verso il
presente eterno.
sogni, Gauguin il Sim-
bolista era anche Gau-
guin il virgiliano ed il
classicista, i cui model-
li di pensiero sono stret-
tamente legati allarte e
alle tradizioni letterarie
di Roma antica Eisen-
man. Per lartista il viag-
gio alle radici della ci-
vilt, prima nelle terre
francesi del nord e del
sud, in Bretagna e Pro-
venza, poi in quelle
esotiche della Polinesia,
un modo per affer-
mare il suo bisogno di libert
e sfuggire alla sofisticata vita
parigina che pure lo attrae ini-
zialmente e in cui ben inse-
rito come agente di borsa.
Animo ribelle e insoddisfatto
Gauguin mostra uno spirito
profondamente radicato nel
suo tempo.
Risente di quella mitologia del-
la partenza che anima i mar-
ted da Mallarm in cui si va-
gheggia la fuga come unico ri-
medio alla disillusione della vi-
ta moderna.
Frequenta le Esposizioni uni-
versali, attratto dai padiglioni
delle civilt extraeuropee al-
larga i suoi orizzonti culturali
e immaginativi gi segnati, tra
laltro, dallesperienza infanti-
le del soggiorno in Per.
Ma anche i miti classici solle-
citano la sua sensibilit, come
sottolinea il curatore della mo-
stra, Gauguin fa riferimento in
alcuni scritti a Virgilio e qual-
che iconografia deriva da fo-
tografie di antichi monumen-
ti romani.
Nellatelier dei mari del sud
riesce a fondere miti classici e
religiosit occidentale con gli
dei tribali polinesiani in un sin-
cretismo fatto di colori accesi,
figure imponenti, ritmi pacati
e immagini di quotidiana sem-
plicit. Il primitivo paradiso so-
gnato, non propriamente tro-
vato in vita, si dipana nelle sa-
le del Vittoriano.
La Citt Eterna sembra essere
il contesto ideale per questa
mostra; i monumenti antichi
sono i testimoni di quella clas-
sicit che filtra nei lavori del-
lartista e che lega come un fi-
lo impalpabile passato e pre-
sente, sogno e realt, citt e
artista.
Kan Yasuda (1945, Giappone)
ha individuato nei Mercati di
Traiano perla del patrimo-
nio archeologico di Roma
il contesto ideale
per Toccare il tem-
po, la sua prima mo-
stra personale ro-
mana, organizzata
da Andrea Orlandi-
ni. Levento una
anticipazione del-
la riapertura inte-
grale del sito pre-
vista alla fine di ot-
tobre dopo il
completamento dei
lavori di restauro e
il nuovo allestimento. Il per-
corso espositivo si sviluppa
negli spazi esterni degli anti-
chi mercati, attraverso il Gran-
de Emiciclo, la Via Biberatica
e la Grande Aula, il pubblico
potr camminare alla scoper-
ta delle 30 sculture (di cui
11 realizzate appositamente
per questa occasione) in
marmo, bronzo e granito. So-
no opere di impostazione bio-
morfica, e dalle forme plasti-
che e sinuose, o di imposta-
zione pi strutturale, geome-
trica e squadrata.
Minimalismo e animismo co-
smico convergono nellarte
Levento frutto della collabo-
razione tra due importanti stu-
diosi americani di Gauguin:
Stephen F. Eisenman, curato-
re, e Richard R. Brettell, com-
missario internazionale, rac-
conta le tappe di unattivit ar-
tistica irrimediabilmente fusa
a unesistenza inquieta, un
continuo peregrinare alla ri-
cerca di un mondo idilliaco,
non corrotto dalla vita moder-
na. Dagli esordi impressioni-
sti nella Parigi di tardo 800 agli
ultimi lavori realizzati nelle
lontane isole Marchesi, la mo-
stra colloca lopera di Gauguin
allinterno di un contesto ine-
dito: il mito dellet delloro.
Gauguin, lartefice di miti e
Paul Gauguin
Arte e vita inseguendo un sogno
Mara Righini
trasto con le regole e il potere
conservatore delle accademie,
impostate su una ricerca della
perfezione del tratto, questi ar-
tisti creano unarte puramente
figurativa, macchiano la tela
carpendo il segreto del rap-
porto tra loggetto da rappre-
sentare e la luce. La forma na-
sce cos dallaccostamento di
piccole macchie di colore,
compatte e solide, mentre i
contorni delle figure sembra-
no vibrare come se viste in
controluce. Le prime sezioni
dellesposizione testimoniano
la nascita e lo sviluppo, in sen-
so unitario, del movimento,
dalladozione della macchia,
al gusto pi sciolto della nar-
razione, passando attraverso i
momenti pi poetici di questa
prima produzione e i capola-
vori che testimoniano lin-
fluenza del pensiero e dei va-
lori mazziniani in questi artisti.
Le ultime tre sezioni infine so-
no dedicate al personale itine-
rario, intrapreso dagli anni Ot-
tanta, dei tre capiscuola, Si-
gnorini, Lega e Fattori, che si
differenziano pur restando an-
cora legati ai principi del Rea-
lismo. Unoccasione irripetibi-
le per vedere opere altrimenti
poco accessibili al grande pub-
blico, come Il Rio di Riomag-
giore di Signorini esposto per
la prima volta e Ave Maria di
Fattori assente dalle mostre da
pi di cinquantanni.
I Macchiaioli
Il sentimento del vero
Francesca Facchetti
Kan Yasuda.
Toccare il tempo
Museo dei Fori Imperiali
e Mercati di Traiano
fino al 13 gennaio 2008
Paul Gauguin
Artista di Mito e Sogno
Roma
Complesso del Vittoriano
fino al 3 febbraio 2008
Macchiaioli
il sentimento del vero
Roma, Chiostro del Bramante
fino al 3 febbraio 2008
Lindagine sullaspetto interio-
re della realt ha da sempre
esercitato uninnegabile attra-
zione nei confronti degli arti-
sti, che hanno affrontato que-
sta tematica in maniera diffe-
rente.
Laltra met della vita. Interni
nellarte da Pellizza a De Chi-
rico (1865-1940), la mostra
che possiamo ammirare al Mu-
seo dei Campionissimi di No-
vi Ligure, curata da Nicoletta
Colombo e Giuliana Godio, si
propone di documentare e
mettere in evidenza proprio i
luoghi e le circostanze che le
visioni dinterni hanno sugge-
rito alle poetiche di alcuni tra
i pi rappresentativi pittori ita-
liani tra la met del dicianno-
vesimo secolo e i primi anni
del Ventesimo.
LOttocento pittorico italiano
delineato dagli autori che rap-
presentano i diversi linguaggi
nazionali, la cui indagine al-
linterno del reale si svolge
sempre sul filo della ricerca
dellepisodio e del racconto al-
linterno della quotidianit del
vero, nei suoi molteplici aspet-
ti: le scene familiari, gli interni
delle chiese, i mestieri scom-
parsi, le gioie domestiche ma
anche il fascino della monda-
nit, le sale da gioco, le attivi-
t della borghesia.
Uno sguardo a 360 gradi che
descrive il passaggio epocale
dalla roboante influenza del
patinato realismo impressioni-
sta parigino alla forza prorom-
pente del futurismo marinet-
tiano fino alle architetture e
strutture mentali della metafi-
sica; dalle rivolte popolari del
terzo stato alla scoperta del-
limmensit dellinconscio
umano fino ai disastrosi esiti
del primo conflitto mondiale.
Saranno esposte opere stori-
che di Morbelli, Fornara e Car-
cano, un inedito di Delleani e
poi i dipinti di Mariani, Bian-
chi, Quadrone, Induno, Bor-
rani, Sottocornola, Conconi,
Boldini e Spadini.
La scuola veneta rappresen-
tata da Zandomenighi, Favret-
to e Milesi, mentre la realt ar-
tistica napoletana tratteggia-
ta da Toma, Morelli, Palizzi,
Mancini e Irolli. Presenti anche
i macchiaioli con Signorini, Le-
ga e DAncona.
Per il Novecento la rassegna
prende in esame le diverse
realt nazionali, attraverso gli
idiomi novecentisti di area
lombarda, piemontese, vene-
ta, toscana e romana fino al
confine con le poetiche di ri-
scoperta dellemotivit e del fi-
lo sottile dellinquietudine.
Lunga la lista degli artisti pre-
senti, alcuni con degli inediti
(Sironi), altri con opere mai
esposte prima (Marussig, Usel-
lini), molti con opere storiche
(Casorati, Borra) e in generale
dipinti di elevata qualit e
comprovata importanza docu-
mentaria.
Oltre ai maestri gi citati ricor-
diamo Carr, Funi, Bucci, Du-
dreville, Tozzi, Savinio, Saliet-
ti, Carena, Sassu e tanti altri.
Lesposizione, suddivisa in set-
te sezioni tematiche che ri-
prendono i differenti interni
con una successione cronolo-
gica, comprende circa ottanta-
sette opere provenienti da Mu-
sei, Fondazioni, Archivi oltre
che da collezionisti privati e sa-
r accompagnata da un accu-
rato catalogo riccamente illu-
strato.
Interni nellarte a Novi Ligure
da Pellizza a De Chirico
Emanuela Sala
Laltra met della vita.
Interni nellarte da Pellizza
a De Chirico (1865-1940)
Novi Ligure
Museo dei Campionissimi
fino al 15 aprile 2008
G. Zandomenighi
Entre amies (In salotto), 1913
sua maturit: presenti Auto-
mobile in corsa del 1912 Or-
bite celesti del 1913, Vortice-
+volumi di spazio del 1914 e
la serie di Mercurio che passa
davanti al sole. La ricerca bal-
liana prosegue e passa alle 3
dimensioni dellassemblaggio
(collage di carta stagnola, car-
te colorate, lamiere) teorizza-
ta anche nel manifesto Rico-
struzione futurista delluni-
verso che firma nel 1915 con
il giovane Depero ed eviden-
te in unopera mai esposta fi-
nora come il Complesso pla-
stico del 1914. Le ultime due
sezioni dellattivit di Balla
ben illustrata anche nel cata-
logo Skira Arte-azione fu-
turista ed Energie e sensazio-
ni si occupano rispettivamen-
te della fase patriottica della
propaganda di guerra e del-
limmediato dopoguerra quan-
do la ricerca di Balla si svin-
cola via via dai temi pi con-
tingenti del futurismo.
Giacomo Balla
La modernit futurista
Milano, Palazzo Reale
dal 14 febbraio al 18 maggio
segue da pag. 1
Giacomo Balla...
Dopo cinquantanni dallultima
esposizione alla Galleria Na-
zionale dArte Moderna, tor-
nano a Roma I Macchiaioli il
sentimento del vero, la mostra
allestita al Chiostro del Bra-
mante. Il curatore, Francesco
Dini, ha gestito anche lespo-
sizione Cabianca e la civilt
dei Macchiaioli prima a Or-
vieto e poi a Firenze.
Il prestigioso comitato scienti-
fico ha, invece, scelto per lap-
puntamento romano, un titolo
che incarna lintento stesso del-
lavanguardia toscana: la di-
chiarata ricerca del Realismo in
tutti i suoi aspetti, dapprima
come semplice rappresenta-
zione, poi pi apertamente nei
temi delle opere realizzate.
La rassegna propone un itine-
rario diviso in otto sezioni per
ripercorrere tutta la storia di
questo movimento, che si svi-
luppa dal 1855 al 1867 al Caf-
f Michelangelo di Firenze, at-
torno alla figura del critico
Diego Martelli. Artisti come Fat-
tori, Signorini, Lega, Abbati, De
Tivoli, Cabianca e Borrani si
possono considerare come dei
fotografi di quel fulgido pe-
riodo risorgimentale: il pas-
saggio dai Moti carbonari al-
lUnit dItalia.
Le loro opere sono profonda-
mente immerse nellepoca sto-
rica a cui appartengono, e la
documentano sotto una luce
del tutto nuova e difficile da
accettare per i contemporanei
soprattutto allinizio. Proprio il
termine macchiaioli stato at-
tribuito da critici accademici in
accezione dispregiativa della
loro poetica. In dichiarato con-
Bambina che corre sul balcone
1912, Milano
Civiche Raccolte dArte
G. De Chirico, Gli archeologi
1936
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:58 Pagina 10
N. 59 - dicembre-marzo 2008 www.libreriabocca.com
L E M O S T R E
Un sorprendente e inedito Lynch
alla Triennale di Milano
Chiara Cinelli
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Cassa di Risparmio di
Perugia, in cui sono
confluiti nel corso de-
gli anni pezzi prove-
nienti anche dalle pi
prestigiose raccolte ita-
liane, come quella di
Paolo Sprovieri o la
Frizzi Baccioni.
La variet dei luoghi di
produzione dei manu-
fatti esposti conferma
come la maiolica sia
stata nel Quattrocento
e nel Cinquecento un
efficace mezzo di cir-
colazione delle idee fi-
gurative (con chiari ri-
ferimenti allarte di Pe-
rugino, Pinturicchio,
Raffaello), e si sia rivelata spes-
so anche uno strumento di co-
municazione di nuove sensi-
bilit, come dimostra la diffu-
sione di iconografie bibliche
dopo la chiusura del Concilio
di Trento.
Ad essere coinvolte in questa
attivit sono sia inaspettate lo-
calit di provincia come Deru-
ta e Castelli, sia le grandi ca-
pitali dellarte, tra cui Venezia,
da cui proviene probabilmen-
te la Targa raffigurante il do-
ge Pasquale Malipiero (1520-
1580 circa).
Non vanno poi dimenticate le
cittadine presto diventate cen-
tri privilegiati di questa produ-
zione, prime fra tutte Faenza e
Gubbio, cui legato il nome
conservate sugli scaffali del
suo studio. Un meraviglioso
mondo di dipinti, faldoni dar-
chivio contenenti pi di 500
schizzi, disegni, registrazioni
sonore, fotografie e film spe-
rimentali. Linsieme di queste
opere riunito in un allesti-
mento creato dallo stesso
Lynch, che presenta differen-
ti ambienti di fruizione in un
continuo succedersi di sor-
prese: quadri sospesi a grandi
montanti metallici rivestiti di
tende, film danimazione proiet-
tati in una sala cinematografi-
ca in miniatura che si richia-
ma a Eraserhead, il disegno di
un salotto trasformato in una
scena a grandezza naturale.
Il grande regista d vita ad una
scenografia interiore, vero e
proprio spazio dellimmagina-
rio, aperto ad accogliere le in-
trusioni, gli squarci emotivi e
le illuminazioni dei visitatori.
Qua e l, in questo immenso
luogo dellanima, dove facile
sarebbe perdersi, qualche se-
gno ricorrente traccia le linee
di forza del percorso.
Limmagine della casa, in-
quietante e onirica ricorrenza
del suo cinema, si affaccia ca-
rica di lontane presenza nei
quadri pi cupi e misteriosi;
larchetipo femminile, sfronta-
to e provocante, si impone
con il rosso acceso delle lab-
bra e delle unghie, facendo da
contrappunto visivo allessen-
ziale e desolata geometria dei
paesaggi industriali, fotografa-
ti in un bianco e nero che esal-
ta il senso di abbandono e di
lontananza.
Ed infine le creature ibride dei
Distorted Nudes, frutto di fo-
tomontaggi creati a partire da
fotografie erotiche, mostrano
il loro volto umano ed irreale
insieme. Con questa mostra,
David Lynch dischiude la stan-
za delle sue fantasie infantili e
dei suoi fantasmi di uomo
adulto: unoccasione rara e
preziosa di penetrare nel cuo-
re del processo creativo di un
artista che ha fatto dellinte-
riorit unirrinunciabile e po-
tente fonte dispirazione.
non ultimo da Nicola Spinosa,
ideatore del nuovo progetto e
protagonista di una nuova fa-
se manageriale del museo che
ha fatto superare con Cara-
vaggio i record europei di vi-
site, detenuti dal Louvre. Una
serie di eventi e manifestazio-
ni tra cui concerti, spettacoli e
mostre di vario tipo costelle-
ranno il corrente anno attiran-
do visitatori e diversificando
lofferta culturale. Fino a giu-
gno 2008 assisteremo ad even-
ti che vogliono sia ricordare le
vicende storiche e i percorsi
istituzionali, che evidenziare la
costante vocazione culturale e
civile del nostro museo. Il pi
importante rappresentato da
uniniziativa espositiva parti-
colare: Omaggio a Capodi-
monte una mostra tematica
con capolavori di artisti eccel-
lenti, che attraverso la loro ri-
cerca hanno avuto un ruolo si-
gnificativo per la cultura me-
diterranea. Importanti colle-
zionisti privati e molti dei pi
prestigiosi musei internazio-
nali hanno risposto allappel-
lo, assicurando la propria ade-
sione al progetto. Giungeran-
no a Napoli opere, mai viste
prima, da New York, Los An-
geles, Londra, Parigi, Madrid,
Vienna e dalle maggiori citt
italiane. Le oltre 50 opere pre-
senteranno al pubblico: Cara-
vaggio, Rubens, Velzquez,
Rembrandt, Tiepolo, Goya,
Turner, Corot, Delacroix, C-
zanne, Degas, van Gogh, Tou-
louse -Lautrec, de Chirico, Pi-
casso, Boccioni, Bacon e altri
grandi maestri dal Seicento al
Novecento. Un doppio omag-
gio allArte stessa e al museo di
Capodimonte, spiega Spino-
sa, da parte di chi ha creduto
e crede nel valore della sua
presenza e nel connubio sto-
rico con i suoi protagonisti. Al-
cuni artisti e fotografi contem-
poranei, invece, presenteran-
no una serie di esposizioni sul
tema Uno sguardo su Capodi-
monte, uno sguardo da Capo-
dimonte, accanto ad una mo-
stra sulle eposizioni di Capo-
dimonte dal 1957 a oggi. Infi-
ne dal 18 aprile al 30 giugno
2008, si potranno ammirare
una sessantina di dipinti di Sal-
vator Rosa e Scusate se po-
co! diceva il grande Tot.
Sin dai primi anni della sua
giovinezza David Lynch si
dedicato ad unostinata esplo-
razione dellespressione arti-
stica nelle sue molteplici de-
clinazioni, dalla pittura al di-
segno, dalla fotografia fino al-
la sperimentazione della com-
posizione musicale.
David Lynch, The Air is on Fi-
re, la mostra ideata e realizza-
ta per iniziativa della Fon-
dation Cartier pour lart con-
temporain di Parigi, presenta
al pubblico per la prima volta
in Italia una vasta collezione
di opere inedite realizzate da
dallartista a partire dagli anni
Sessanta. Il progetto della mo-
stra prende vita quando il ta-
lentuoso regista rivela al di-
rettore della Fondation Cartier,
Herv Chands, le numerose
opere realizzate in una vita di
ricerca artistica appassionata e
Il Museo di Capodimonte com-
pie questanno cinquantanni.
Da quando, nel 57, venne
aperta al pubblico accoglien-
do, oltre alle gi presenti col-
lezioni Farnese, borbonica e
postunitaria, quelle di arte me-
dievale e moderna provenienti
dal Museo Nazionale di Na-
poli, il suo ruolo culturale e
storico cresciuto vertigino-
samente. Inutile ripetere la sto-
ria delle esposizioni di Capo-
dimonte e delle iniziative di
stampo internazionale volute
dai pi grandi soprintendenti
(Molajoli, Causa, Bologna ) e
Omaggio a Capodimonte
per i suoi cinquantanni dapertura
Maria Rosaria Di Vi rgilio
In tempi recenti si registra con
soddisfazione il crescente nu-
mero di eventi che contribui-
sce a scalfire il concetto tan-
to vecchio, quanto abusato
di gerarchia delle arti: un pri-
mato fondato pi sulla carta
dei teorici che sul confronto di-
retto coi manufatti.
Nel novero di questi appunta-
menti rientra dal 3 ottobre lin-
teressante mostra intitolata La
maiolica del Rinascimento,
ospitata nelle sale di palazzo
Baldeschi a Perugia (il catalo-
go pubblicato da Petruzzi
Editore).
Lesposizione, con ingresso
gratuito, presenta al pubblico
147 oggetti appartenenti alla
collezione della Fondazione
di Mastro Giorgio (Verbania
1465 ca.-Gubbio 1555), cam-
pione ineguagliato nella straor-
dinaria tecnica del lustro, che
produce effetti cromatici iride-
scenti di colore giallo oro e ros-
so rubino, e dimostra ancora
oggi quanto larte della maio-
lica sia essenzialmente una
forma pittorica vera e propria,
e non una semplice pratica ar-
tigianale.
Mostre come questa offrono
anche loccasione di riflettere
su problemi irrisolti, in cui que-
stioni di tecnica e stile si in-
trecciano a considerazioni sto-
rico-cronologiche.
il caso ad esempio del-
lo stile istoriato, tecnica che
prevede la copertura dellinte-
ra superficie della maiolica da
decorare con figure o storie,
sulla sua patria di origine an-
cora si discute, talora spostan-
do proprio come si propo-
ne in questa sede espositiva
il primato da Faenza a Urbino.
Lesposizione della collezione,
in versione pi ridotta, verr
presentata in seguito in diver-
si centri italiani ed europei.
Il Rinascimento della maiolica
dalla gerarchia delle arti
Stefano Saponaro
David Lynch
The Air is on Fire
Milano, Triennale
fino al 3 febbraio 2008
Omaggio a Capodimonte
Napoli
Museo di Capodimonte
fino al 20 gennaio 2008
La maiolica del
Rinascimento. La collezione
della Fondazione Cassa di
Risparmio di Perugia
Perugia, palazzo Baldeschi
fino al 6 gennaio 2008
Targa con il doge P. Malipiero
La Galleria Civica dArte Con-
temporanea di Padova inau-
gura la sua nuova stagione
espositiva con il primo fra gli
eventi previsti per le
manifestazioni futuriste
che avranno luogo tra
il 2008 e il 2009: Boc-
cioni prefuturista. Gli
anni di Padova. La
produzione padovana
la meno nota al gran-
de pubblico e fino agli
anni Cinquanta stata
sempre ritenuta poco
rilevante nella forma-
zione dellartista. La
prima a offrire una ri-
costruzione del perio-
do padovano fu la mo-
nografia di Giulio Car-
lo Argan seguita, a
trentanni di distanza, dalla
pubblicazione dellOpera Com-
pleta di Calvesi-Coen, in gra-
do di fornire una catalogazio-
ne completa delle opere dei
diversi soggiorni. Recente-
mente un impegnativo lavoro
di ricostruzione del periodo
che va dal 1900 al 1907, anni
in cui Boccioni si divise fra Ro-
ma e Padova, stato condot-
to dalla studiosa Virginia Ba-
radel e ha costituito la basi per
lideazione della mostra. Boc-
cioni, prima del suo definitivo
trasferimento a Milano, conti-
nu a frequentare Padova do-
ve ancora vivevano la madre
e la sorella, alle quali fu sem-
pre molto legato. Queste pre-
senze femminili, insieme alla-
mica Ines e alla cugina Adria-
na Bisi Fabbri, furono i sogget-
ti preferiti dallartista, che in
questo periodo, precedente al-
ladesione al Futurismo, predi-
ligeva dipingere ritratti di ami-
ci e padovani di rilievo, come
il dottor Tian e lavvocato Gop-
cevich, eseguiti con uno stile
vicino al post-impressionismo
di Czanne e van Gogh, di cui
pot apprezzare i capolavori
durante il suo viaggio a Parigi
nel 1906. Boccioni fu spesso
attratto dalle tecniche di altri
maestri e speriment nuovi sti-
li nei paesaggi e nelle compo-
sizioni a carattere simbolico
prima di dedicarsi alle perife-
rie cittadine e alla riproduzio-
ne del fenomeno del movi-
mento, che caratterizzeranno
la sua produzione successiva.
Oltre ai quadri che lartista di-
pinse a Padova, sar esposta
unimportante selezione di
tempere commerciali di gusto
liberty che produsse tra il 1903
e il 1906, numerosi disegni e
un ricco materiale documen-
tario costituito da fotografie,
lettere, documenti e oggetti.
Gli esperimenti, i dubbi e le
aspirazioni di questo periodo
hanno trovato posto in un det-
tagliato diario che Boccioni co-
minci a tenere dal gennaio
1907 allagosto 1908, e
che costituisce un impor-
tante strumento di com-
prensione della sua evo-
luzione artistica.
Il vasto apparato docu-
mentario e le tre sezioni
dedicate a tre artisti attivi
a Padova negli stessi an-
ni come Ugo Valeri, Feli-
ce Casorati e Mario Ca-
vaglieri aiuteranno a ri-
creare il contesto storico
e gli stimoli ai quali Boc-
cioni fu sottoposto du-
rante i suoi soggiorni,
contestualizzando le ope-
re nello scenario cittadi-
no sapientemente ricostruito.
In occasione della mostra ver-
ranno, inoltre, pubblicate per
la prima volta allinterno del
sorprendente catalogo (edito
Skira) gli ultimi sviluppi sugli
studi riguardanti il periodo pa-
dovano dellartista con una se-
rie di capitoli che si presenta-
no come dinamici ritratti e
scopriremo un inedito Boc-
cioni critico darte grazie alla
pubblicazione dellarticolo che
aveva scritto nel 1907: in esso
lartista esprime le sue idee sul-
larte anticipando lo spirito fu-
turista
Un Boccioni inedito
gli anni padovani
Marta Tosi
Boccioni prefuturista
Gli anni di Padova
Padova
Galleria Civica
dArte Contemporanea
fino al 27 gennaio 2008
Do you want to know what I really think?, 2004
P. Cortona, Angelo custode
Ritratto del Dottor Tian, 1907
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:58 Pagina 11
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corso scientifico personale,
incoraggiato dallinteresse di
critica e mercato e gratifica-
to dal gradimento del pub-
blico. Per loccasione, si sono
esposte opere mai viste in
precedenza, se non addirit-
tura dimenticate in depositi,
e di difficile consultazione
anche per gli studiosi che
trovano qui riuniti pezzi di al-
ta qualit, scelti e ordinati
secondo i modi della loro
contemporaneit. Escluse
dunque le collezioni storiche,
convergono qui dipinti da
Palazzo Abatellis, dalla GAM
di Palermo, dalla Fondazione
Banco di Sicilia, dai Musei
Civici di Termini Imprese e
di Caltagirone, dalla Biblio-
teca Civica Ursino Recupero
di Catania. Questo percorso
pittorico risulta cos svolto at-
traverso la molteplicit di sfu-
mature che lo caratterizzano
e, non poche volte, consen-
tono di divagare oltre i limiti
delle tematiche codificate.
Molti degli autori presentati
provengono dallarea centro
settentrionale dellIsola, fino-
ra poco esplorata come i
pezzi inediti di Sciuti, Liardo,
Marchesi, Leto, artisti gi pi
noti. Uno sconfinamento nel-
larea napoletana rappre-
sentato da un bellissimo Re
Lear di Morelli, testimonian-
za dellinteresse del collezio-
nismo locale dellepoca per
il Maestro e che giustifica ap-
pieno linserimento.
Negli spazi espositivi FAM di
Agrigento si aperta la mo-
stra Poliorama Pittoresco,
(catalogo Silvana Editoriale)
curata da Gioacchino Bar-
bera, che espone, 58 dipinti
e un buon numero di diseg-
ni di 37 artisti siciliani del XIX
secolo, in gran parte inediti.
Lacronimo che denomina lo
spazio sta per Fabbriche
Chiaramontane, Arte Moder-
na ed una galleria perma-
nente ricavata in un com-
plesso edificato nel XIV seco-
lo dalla famiglia sveva dei
Chiaramonte. LAssociazione
Amici Siciliani della Pittura,
promotrice dellevento, che
ha in uso oneroso queste lo-
cali, li ha trasformati in spazio
espositivo e gi dal 2004 o-
spita mostre e attivit.
Questa rassegna sullOtto-
cento siciliano segue un per-
Antonino Leto, Il richiamo
Si partecipa con emozione
alle vicende risorgimentali
visitando la rassegna di Ge-
nova Garibaldi, il Mito, (ca-
taloghi Giunti Editore) di
forte valenza artistico-cul-
turale con tematiche coin-
volgenti, ospitata presso il
Palazzo Ducale, la Galleria
dArte Moderna di Genova-
Nervi, la Wolfsoniana, il
Museo del Risorgimento e
lAccademia Ligustica.
La rassegna ripercorre le
leggendarie imprese, di
carattere storico, legate alla
rappresentazione o alla cele-
brazione degli eventi.
I pittori confrontandosi con
il Risorgimento elaborano un
nuovo modo di rappre-
sentare la realt e di inter-
pretare un fenomeno come
quello della partecipazione
del popolo alla storia della
Patria. Accanto alle vedute
della citt eterna, sconvolta
e devastata dagli eventi rivo-
luzionari ritratti da Caffi e In-
duno, ritrovano posto le im-
magini degli eroi protago-
nisti: Ciceruacchio, Mazzini,
Garibaldi. Roma, diventa la
grande officina di sperimen-
tazione formale dove i pit-
tori soldati, convenuti da tut-
ta Italia e anche dallestero
elaborano i modelli di un
nuovo genere artistico: la
pittura risorgimentale, desti-
nata a trasferire nel mito la
memoria di gesta eroiche e
di atti di estremo sacrificio
come quello di Morosini o
Manara. Anche la presa di
Venezia suscita altrettanta
partecipazione con la pre-
senza di patrioti italiani.
Artisti di diverse generazioni,
vissuti e operanti nella sec-
onda met dellOttocento,
dai Macchiaioli toscani, ai
Romantici lombardi, ai Ve-
risti napoletani e siciliani il-
lustrano le manifestazioni
del mito di Garibaldi, riper-
correndo levoluzione della
pittura storica e della cosid-
detta pittura di genere in re-
lazione con la popolare
epopea garibaldina.
Circa centocinquanta opere
di grandi artisti come: Lega,
Fattori, Nomellini, Induno,
Bistolfi, Arturo Martini, Caf-
fi, Ximenes, Piccio e Guttuso
con Battaglia di Ponte del-
Garibaldi eroe dellarte
Anna Borgoni
Poliorama Pittoresco.
Dipinti e disegni dell800
Siciliano
Agrigento
Fabbriche Chiaramontane
fino al 10 febbraio 2008
segue da pag. 1
Arnaldo Pomodoro
cune addirittura sono docu-
menti preziosi che lo fotogra-
fano durante la lavorazione nel
chiuso dello studio, per non
parlare del fascino del tra-
sporto in fonderia di quella
che poi diventer lopera de-
finitiva. Questa raccolta foto-
grafica di tutte le opere, con
una brevissima scheda tecni-
ca, di forte utilit per gli ad-
detti ai lavori e i collezionisti.
Lunica mancanza nella cata-
logazione del lavoro di un cin-
quantennio lo studio sui
bozzetti che speriamo diventi
materia dintervento critico nel
volume dedicato alla grafica.
Di interesse e originalit la
scelta della bio-bibliografia che
per anno raccoglie la storio-
grafia critica su Pomodoro, ar-
ricchita da una sorta di album
personale fotografico, aperto
ai ricordi e alle tappe sociali e
ufficiali dellartista: Quando
ho lopportunit di creare una
situazione ideale per le mie
sculture nel mezzo del flus-
so umano, sento che sto anco-
ra solo sognando, che sto im-
maginando qualcosa che non
attuale. Posso godere delle
mie sculture nei parchi, in
unantica piazza, come a Pe-
saro, o in un grande campus
universitario, come accadde
per Berkeley. Mi piace vedere
le persone mentre appoggiano
le loro biciclette contro le scul-
ture, ed i piccioni che vi si po-
sano, nel vederle umanizzate.
Mi sento popolare, plebeo, un
Arnaldo Pomodoro
Catalogo ragionato
della scultura
Flaminio Gualdoni (a cura di)
2 tomi - testo italiano-inglese
688 pp., 1350 ill.
Rilegato con cofanetto
Il 28 maggio del 2007, la fa-
miglia Lemme ha donato a Pa-
lazzo Chigi di Ariccia il nucleo
fondamentale di una ricca col-
lezione, rappresentativa del
Seicento e soprattutto del Set-
tecento romano.
Un atto tuttaltro che isolato e
perfettamente in linea con la
storia stessa della collezione,
costituita a partire dagli anni
Settanta e resa per volont dei
suoi possessori ampiamente
fruibile, come dimostrano i
frequenti prestiti a esposizioni
internazionali e la donazione
di 20 significativi esemplari al
Museo del Louvre, che li ha at-
tualmente raccolti nella Sala
Lemme. In questo senso, la co-
spicua donazione a un ente
pubblico come il Museo del
Barocco Romano di Palazzo
Chigi costituisce quindi sem-
plicemente il coronamento di
una tendenza connaturata alla
fruizione pubblica del patri-
monio artistico.
La collezione Lemme, splendi-
damente riprodotta nel catalo-
go edito da De Luca che ac-
compagna la mostra, parla da
s, ma utile ricordare la de-
finizione di specchio di Roma
barocca, che la descrive fe-
delmente: il valore artistico del-
le opere infatti valido sia in
se stesso, sia in quanto rifles-
so delle fabbriche e dei mo-
numenti della Roma Sei-Sette-
centesca.
Gran parte delle opere raccol-
te costituiscono infatti model-
li e bozzetti di affreschi e di-
pinti realizzati in chiese e pa-
lazzi di Roma e del circonda-
rio. Una qualit aggiuntiva che
anche in questo senso nulla to-
glie alloriginalit della raccol-
ta, in cui spiccano pezzi di ri-
lievo come la Campaspe, cor-
tigiana vivacissima a grandez-
za naturale dipinta da Mattia
Preti, o le reminiscenze cara-
vaggesche del Suicidio di Cleo-
patra di Domenico Fetti, o an-
cora i due capolavori di Gia-
cinto Brandi, Ebrezza di No e
Loth e le figlie.
La Collezione Lemme
Martina Fragale
Il Museo
del Barocco Romano.
La Collezione Lemme
Ariccia, Palazzo Chigi
fino al 10 febbraio 2008
Prosegue a tamburo batten-
te lattivit espositiva di Pa-
lazzo dei Diamanti, il regno
di Andrea Buzzoni, che do-
po la rassegna dedicata ai
pittori di casa dEste ap-
puntamento raro per quali-
t e spettacolarit propo-
ne: Mir: la terra prodotta da
Ferrara Arte con il museo
Thyssen-Bornemisza di Ma-
drid. Dellartista spagnolo, la
rassegna curata da Toms Llo-
rens, esamina per singole ope-
re tutto il suo lunghissimo per-
corso a partire dagli anni 1918-
1921 quando a Montroig lo-
calit natia nel sud della Cata-
logna realizza paesaggi in-
confondibili nel loro stile per
lesecuzione lenta e minuzio-
sa dei dettagli secondo linte-
resse personale per la calli-
grafia dun albero o delle te-
gole di un tetto, foglia per fo-
glia, ramo per ramo, filo d'er-
ba per filo d'erba (La contadi-
na, del Centre Pompidou dal
carattere irreale forse le-
sempio pi tipico). Lartista
non naturalmente ancora al
culmine dellattivit cos pre-
miata complessivamente da
Greenberg: Labilit di Mir a
usare il colore strutturalmen-
te, a costruire cio il quadro
sulle opposizioni e sugli inter-
valli di tonalit cromatiche pu-
re, a parte quella di chiaro-
scuro, supera labilit di Pi-
casso e forse di ogni altro pit-
tore coevo eccetto Matisse. For-
se ci sono esagerazioni ben-
ch sia vero che da Picasso,
conosciuto a Parigi nel 19, egli
non si lasci molto influenzare
preferendo immergersi nelle
suggestioni del dadaismo e di
Tristan Tzara. Il titolo della
monografica la terra ne de-
linea lidea di fondo della ri-
cerca espositiva illustrata in
modo chiaro, per tutti e non
solo per gli studiosi, nel cata-
logo: anche a Parigi, dopo gli
esordi spagnoli, Mir illustra il
paesaggio rurale anche se ora
attraverso la forza evocativa
della memoria e della dimen-
sione onirica tipica del surrea-
lismo a cui si avvicina nel 24
[si veda Paesaggio catalano (Il
cacciatore) del 1923-24 dal
MoMA di New York, ancora
per certi versi pre-surrealista
con Paesaggio (La lepre) del
Salomon Guggenheim Mu-
seum di New York gi inseri-
to a fondo nel nuovo brodo
culturale cui si associa]. La sua
personale versione del movi-
lAmmiraglio.
Un altro capitolo importante
quello della scultura Da
Rodin a DAnnunzio che at-
traverso la presenza di una
serie di bozzetti e modelli di
Rodin, Bourdelle, Mestrovic,
von Stck, Previati, dispiega
levoluzione della scultura
monumentale che ha fatto di
Garibaldi il protagonista di
molte piazze dItalia.
Nellallestimento presso la
Galleria dArte Moderna di
Genova-Nervi troviamo il
progetto del monumento al-
la partenza dei Mille dallo
scoglio di Quarto di Euge-
nio Baroni. Presenti inoltre
dipinti, sculture e grafica di
famosi protagonisti come
Sartorio, De Carolis, Rizzi,
Zanelli, Wildt e tanti altri.
La Wolfsoniana ospita una
significativa raccolta di man-
ifesti, cartoline, materiali
grafici e memorabilia prove-
nienti da collezioni pub-
bliche e private. Pi di ven-
ti manifesti, alcuni di grandi
dimensioni, illustrano come
le tematiche garibaldine, e
Garibaldi stesso, siano stati
utilizzati a fini mediatici e di
propaganda. Tra gli autori:
Borgoni, Cappiello, Craffo-
nara, Nomellini e Romoli.
Mario Borgoni, manifesto
Garibaldi il mito
Genova, sedi varie
fino al 28 marzo 2008
mento surrealista sempli-
ficata, lievemente segnica e
perci inquietante evi-
dente nel nucleo centrale
dellesposizione ferrarese
con i quadri del 1929-36: di-
pinti e collages sono lesito
di una profonda riflessione
legata alla terra che risve-
glia nellartista un nuovo in-
teresse per i materiali, scelti
ed associati con assoluta li-
bert e raffinata ironia come
descrive il comunicato stampa.
Nel periodo della seconda
guerra mondiale lartista rien-
tra in Spagna e produce lavo-
ri dalle molte figure, quasi Eu-
menidi, le antiche dee di Eschi-
lo malinconiche e ostili prima
di arrivare, negli anni 50, alle
opere quasi anticipatrici del-
linformale per la loro struttu-
ra polimorfica e polimaterica.
Dal 1956 Mir si ritira a Palma
di Maiorca, dove morir mol-
to tempo dopo lasciando una
produzione monumentale e
piena di sperimentalismo (ad
esempio con i tessuti): lavori
impressionanti, ironici e dram-
matici al tempo stesso non sce-
vri forse come tutta la sua
produzione di cenni sotter-
ranei di intima inquietudine.
tuttuno con il mondo ma,
poi, quando io visito i sob-
borghi e gli slumus, dove la
nostra societ ha i ghetti e le
fabbriche-prigioni, non mi
sento solo scoraggiato ma an-
che in contraddizione con me
stesso, con la mia stessa arte.
Sono ferito da questa realt,
e devo riordinare tutte le mie
priorit (da Unintervista con
Arnaldo Pomodoro di Hunter
nel 1974). Un Catalogo ra-
gionato, quindi, dal quale non
si pu prescindere!
I paesaggi rurali di Mir
Stefano Luppi
Mir: la terra
Ferrara, Plazzo dei Diamanti
dal 17 febbraio
al 25 maggio 2008
LOttocento siciliano
M. Rachele Fichera
da 1 a 12 dicembre 2007 ok 11-12-2007 11:58 Pagina 12
pagina 13 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
[] Le opere assemblate in
questa occasione da Savelli
precisa Alberto Veca curatore
della mostra si possono eti-
chettare come taccuino del
viaggiatore anche quando
stanzialmente residente a casa.
In effetti il viaggio di cui si
parla della fantasia, meglio di
concentrare nella circostanza
espressiva del quadro fram-
menti di esperienza, di me-
moria, anche di previsione, di
proiezione al futuro. Se vo-
gliamo si tratta di una tavola
di appunti che dal disordine
della successione cronologica
con cui si affolla la lavagna, ini-
zia a prendere una sua forma,
una messa in relazione che
prevede una composizione,
una messa in relazione plasti-
ca perch laffastellamento di
documenti e memoria si sedi-
menti in un campo pittorico
composto. E la composizio-
ne appare uno dei temi ne-
vralgici del discorso, se vo-
gliamo disciplinata dal sogget-
to referente con cui queste no-
te hanno preso inizio: lespe-
rienza del paesaggio, quando
non si tratti di una sua repli-
ca oleografica, ma in questo
caso non si tratterebbe di
esperienza un interrogarsi
sul proprio esserci su un pia-
no dappoggio e uno sguardo
che delimita, soggettivamente,
un vicino/lontano, un limite
dellorizzonte e un alzato che
acquista le caratteristiche del-
linfinito. Poi evidentemente la
traduzione, nella bidimensio-
ne della superficie, di queste e
quelle memorie, eventual-
mente anche espresse in
frammenti il termine impor-
tante perch, per associazione
e sovrapposizione di lacerti,
spesso si esercita Savelli, ma
sempre disciplinate da una re-
gola compositiva, ha come im-
mediato referente la linea del-
lorizzonte, la demarcazione fra
una terra e un cielo, un basso
e un alto: nonostante questo
deve anche rispondere a re-
gole di armonia che non ap-
partengono evidentemente a
una classica simmetria, ma che
trovano una logica ogni volta
diversa.
Amo intensamente lestate: il
sole, la luce, le giornate che si
allungano fin dentro la notte,
i suoi colori e le sue atmosfe-
re. [] In estate ho incontra-
to per la prima volta Pino Lia,
al Castello Borromeo di Tru-
cazzano, dove era in corso
una mostra collettiva che ve-
deva lui come artista parteci-
pante ed io come uno dei cri-
tici incaricati di redigere il te-
sto per quellevento. []
Meditavo di citare le installa-
zioni una per una, di percor-
rere la cronologia delle sue
mostre, dei suoi interventi, del
suo lavoro, di cui conservo
ogni immagine, ma sarebbe
stato troppo consueto per una
personalit come quella di Pi-
no Lia. Sarebbe stato troppo
conforme al sistema e per que-
sto tanto scontato. Qualcosa di
troppo stonato per una per-
sona cos semplice e sponta-
nea, gentile e affabile nei mo-
di e nellanimo, conciliante si
potrebbe dire, concentrata nel-
la poetica del suo linguaggio
e dei suoi contenuti. []
Mi preme in realt porre lac-
cento sulla dimensione narra-
tiva e attuale dellopera di Pi-
no Lia, tipica di un agire che
risponde perfettamente ed
in esatta congruenza al
carattere del suo esecutore. Le
sue opere parlano sottovoce,
non sono mai sguaiate e ur-
lanti, chiassose e irriverenti
ma si esprimono con uni-
ronia raffinata, una dol-
cezza e un sentimento sin-
ceri. Difficile poi inqua-
drarle in una tecnica di ri-
ferimento: sono contem-
poraneamente pitture, fo-
tografie, sculture, installa-
zioni, video. Un arcobale-
no di espedienti vi si fon-
dano, dando loro energia,
nella vitalit colorata del
suo lavoro e nella polie-
dricit della sua personali-
t. Spesso nellarte con-
temporanea si crede di dover
cercare sempre oltre il signi-
ficato delle cose e che la loro
essenza permane occultata in
una dimensione riflessiva; la
lettura delle opere richiede co-
s un difficile lavoro di pen-
siero. Pino Lia fa dellimme-
diatezza, senza per trascura-
re la profondit, unaltra del-
le sue caratteristiche pi for-
ti. Le sue opere significano
esattamente ci che lasciano
vedere; non ci sono metafore
elaborate e sillogismi esaspe-
rati, il paragone e gli accosta-
menti sono semplicemente di-
retti. Nulla vuol dire altro, se
non ci che dice. Lia fonda i
suoi interventi come narrazio-
ne aperta a tutti i suoi fruito-
ri, abbattendo il muro elitario
dellesclusivit; avvicina nel-
limmediatezza tanto la perso-
na comune, quanto il pubbli-
co pi preparato. Lessere un
luogo-spazio comune per le
sue opere significa racconta-
re anche unaltra caratteristi-
ca che lo rende inconfondibi-
le: la sua multiculturalit. Una
delle sue costanti quella di
far apparire la sua ricerca co-
me luogo delle contaminazio-
ni e delle intersezioni non so-
lo come tecniche, come gi ho
avuto modo di sottolineare,
ma anche di materiali e di in-
fluenze ispiratrici.
Nel mondo globalizzato e mul-
ticolore, che ci copre con una
patina di uniformit, Pino Lia
ritrova il coraggio per espor-
si con una dimensione total-
mente umana e singolare del-
la sua azione: con i suoi lavo-
ri parla di incontri di culture,
di esperienze e di individui,
che si intrecciano e si scam-
biano ma che mai si sostitui-
scono gli uni agli altri. Parla
a pi colori, colori che sono vi-
vi, che sono pullulanti di vo-
ci e di voglia di dire. Ecco al-
lora che ci indica la strada che
ci consente di non parlare e
scrivere troppo, ma ci spinge
a vedere. Bisogna trovarsi nel
mezzo del suo lavoro, vivere
linstallazione come un luogo
di ritrovo e di conoscenza, so-
lo allora si circondati tutti at-
torno da un calore umano ca-
rico di positivit.
Nel sorriso di Pino Lia si ritro-
va sempre quella speranza e
quella vitalit di chi ha ancora
la voglia di vedere e credere
nellaltro, di affermare le co-
se semplici, di concedersi con
genuina franchezza. Come le-
state, la sua magia e la sua al-
chimia che sembrano rende-
re tutto particolare ed inevi-
tabile.
A R T E P R I O R I T A R I A
a cura di Gabri el l a Br embat i
Alessandro Savelli
Taccuino del viaggiatore
Pino Lia
Nellestate di Pino Lia
Matteo Galbiati
Sonja Quarone lavora indiffe-
rentemente sulla bi- e sulla tri-
dimensionalit: i soggetti, i ma-
teriali, il messaggio sono sem-
pre gli stessi, con lunica dif-
ferenza che nelle opere tridi-
mensionali la figura pi de-
turpata, orrenda, quasi un
mostro, mentre nelle opere
su superfici bidimensionali
limmagine pi lirica, nostal-
gica e, talvolta, anche dolce.
I soggetti sono sempre uomi-
ni, anzi donne, e, quando ne
stravolge le fattezze, umanoi-
di, quindi abbiamo una sor-
ta di ritratti. Bene, ritratti, ma
di chi? Sappiamo che quasi
sempre, nellarte, ogni ritratto
un autoritratto e, per certi
versi, lo anche per Quarone,
ma il suo discorso vuole esse-
re pi generale, vuole espri-
mere un concetto non un
particolare, cio non un in-
dividuo singolo e neppure se
stessa. Dal punto di vista tec-
nico-formale la giovane artista
usa lobiet trouv insieme a ma-
teriali quali lattice e PVC. []
Le sue figure sono persone
nel senso letterale del termine,
cio maschere: Quando le
mettiamo insieme abbiamo
una visione un po grottesca,
come nelle opere di Ensor, con
queste facce e questi corpi, ir-
reali ma assai veri e concreti.
Lopera di Sonja sottolinea
Giorgio Bonomi non n
piacevole n rilassante,
bens inquietante e scomo-
da perch obbliga losserva-
tore a rispecchiarsi nellimma-
gine che ha davanti e a pen-
sare quanto quello che vede
sia uno specchio o, invece, sia
laltro da s, per cui lidentifi-
cazione con esso pu provo-
care la catarsi, come voleva
lestetica aristotelica, e perci
un senso pensoso di libera-
zione, oppure quellaltro pu
apparire come il naufrago lu-
creziano che viene osservato
da chi a terra e gode non
per le difficolt altrui ma per
la gioia di non avere quelle: in
ogni caso lo spettatore che
non sia privo di sensibilit
non pu non fare i conti con
quello che vede e percepisce,
e quindi anche con se stesso,
che quello che larte, quan-
do non un futile gioco, vuo-
le che avvenga.
Voci tra cielo e terra
particolare dellinstallazione
Incontri in Galleria
Cristina Rossi
La galleria Scoglio di Quarto, da una felice idea di Gabriel-
la Brembati, ha dato il via a un progetto editoriale gi an-
ticipato da altre brevi e raffinate pubblicazioni darte pro-
poste con il sigillo Arte Prioritaria.
Incontri in galleria il titolo di una nuova iniziativa che vie-
ne pubblicata con tirature numerate, per presentare gli ar-
tisti della galleria un po al di fuori del momento ufficiale
della vernice, incontrandoli, in galleria o nei loro spazi di la-
voro e cogliendoli un po di sorpresa.
Paolo Barrile, Enrico Cattaneo, Giovanna Fra, Rosanna Fo-
rino, Bruto Pomodoro, Roberto Vecchione, Kerstin Krus-
sel, Irina Schwartz sono i primi otto artisti che si sono rac-
contati in queste conversazioni ricche di spunti, di novit
certamente frutto di uno scambio virtuoso. Le interviste so-
no state raccolte da Cristina Rossi
Edizioni Piscina Comunale
Nel cielo bianco, 2004, tecnica mista e collage, cm 100x150
Sonja Quarone
Come in uno specchio ritratti e autoritratti
fatta di cose leggere
PVC e lattice
questa la prima mostra in cui
vengono esposti i lavori di Eu-
genio Zanon dopo la sua
scomparsa. Lamicizia che ci
legava mi ha costretto ad ac-
cettare una grande responsa-
bilit: la gestione di tutte le
opere che ha lasciato: scultu-
re, disegni, gioielli. E ne sono
onorato. Con mia moglie Ga-
briella abbiamo deciso di cu-
rare una mostra in cui la cen-
tralit di Eugenio appare an-
cora pi evidente se guardata
attraverso i lavori di alcuni ar-
tisti che, per poetica, stile e ri-
gore si avvicinano alla purez-
za delle sue opere, Eccoli: Ora-
zio Bacci artista purissimo,
ultimo al mondo che fa le ri-
ghe. come disse una volta
Sergio Dangelo.
Carmine Caputo di Roccanova,
Per Eugenio
Cinque artisti lo ricordano
Stefano Soddu
il cui astrattismo geometrico
deriva dal suo maestro Bruno
Munari, amico ed estimatore di
Eugenio Zanon.
Lucio Perna, che al rigore in-
tellettuale e geometrico abbi-
na il vissuto della sua perso-
nale Geografia Emozionale.
Non poteva mancare una don-
na: Maril Cattaneo che pro-
pone opere monocrome, sen-
za fronzoli cheEugenio non
amava, ma amava larte e la
cultura e, senza riserve, il gen-
til sesso. Io espongo uninstal-
lazione e utilizzo una sfera
dacciaio gi usata, anche se in
maniera diversa, da Eugenio
nella sua opera dedicata a Gio-
vanna DArco.
Catalogo in galleria
con testo
di Giorgio Bonomi
Catalogo in galleria
con testo
di Alberto Veca
Stefano Soddu, Cella, 2006
da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:21 Pagina 13
scetti aveva concentrato la sua
attenzione sulla pittura sette-
centesca, rispettivamente con
le mostre Settecento: bozzetti e
quadri da stanza e Settecen-
to emiliano, dopo lesordio del
2002 dedicato allarte ottocen-
tesca con Antico Ottocento: so-
miglianze ed interpretazioni.
Ogni esposizione accompa-
gnata da un agile e ben curato
catalogo, sia per i testi che per
le riproduzioni fotografiche,
che, nel caso della mostra in
corso, si concentra in partico-
lare sulla figura di Vincenzo
Martinelli, di certo il pi im-
portante paesaggista emiliano
della seconda met del diciot-
tesimo secolo.
Allalto magistero del Marti-
nelli, presente con ben tre ope-
re, che riflettono il delicato
passaggio fra Arcadia e sento-
ri rigoristi neoclassici, si ac-
compagnano poi vari artisti i
cui nomi sono stati poi quasi
del tutto, ed ingiustamente,
dimenticati dalla critica suc-
cessiva fra cui vanno ram-
mentati: Gaetano Tambroni,
Giacomo Savini, Giuseppe Ter-
manini, Rodolfo Fantuzzi, Ot-
tavio Campedelli, Giovanni
Barbieri e Gaetano Burcher,
che furono anche illustratori-
decoratori di svariate stanze
paesaggistiche nei palazzi
dellaristocrazia felsinea, come
gi dimostrato dalle ricerche di
Anna Maria Matteucci ed Anna
Ottani Cavina. La mostra si po-
ne quindi come attenta e raf-
finata riscoperta di un partico-
lare genere artistico declinato
territorialmente nellinterpreta-
zione della Bologna di fine Set-
tecento, citt in quegli anni
ben lontana dai fasti culturali
dei secoli precedenti e spes-
so ripiegata nella glorificazio-
ne postuma delle glorie arti-
stiche del classicismo bolo-
gnese seicentesco.
N. 59 - dicembre-marzo 2008 www.libreriabocca.com
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pagina 14 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
duzione artistica ed intellet-
tuale del maestro in maniera
assolutamente nuova, abban-
donando lapproccio descrit-
tivo e antologico per affronta-
re la produzione di Sottsass in
una maniera pi diretta e pro-
fonda, coinvolgendo la sua
esperienza emozionale ed in-
tellettuale, ponendo una forte
attenzione agli stati intellettuali
che sono alla base della ricer-
ca di un oggetto o di una rea-
lizzazione. Nel Salone degli
Incanti dellex Pescheria e nel-
la Sala del Trono del Castello
di Miramare, 130 opere del-
lartista sono distribuite in set-
te aree tematiche che lascia-
no libero lo spettatore di se-
guire un personale iter di frui-
zione, mosso dalla sola emo-
zione ed immaginazione: di-
segno industriale, architettu-
ra, fotografia, gioielli, cerami-
ca, vetro e le celebri delicates-
sen. La voce di Sottsass ac-
compagna lo spettatore lungo
lintero percorso, facendo da fi-
lo conduttore per le diverse
isole tematiche, e raccontan-
do lappassionante avventura
artistica di un maestro dalla
creativit caleidoscopica. La
mostra triestina , dunque, non
solo una splendida occasione
di fruizione estetica ma un mo-
mento di intimo incontro con
lanima dellartista. Perfetto
contenitore di questa festa
dellarte, Trieste amplifica la
duplice anima italo-austriaca
del Maestro (Ettore Sottsass
nato ad Innsbruck nel 1917), e
la sua accesa vocazione inter-
nazionale. Il titolo della mostra
, infine, il cuore di una rifles-
sione di Sottsass sui templi in-
diani, che riassume in s il sen-
so ultimo del suo essere artista:
Senza che io sappia cosa sono,
le forme di pietra hanno il sen-
so del sacro, sacro per sempre.
Vorrei sapere perch.
Vorrei che questa mostra fosse
solamente solitudine e inten-
sit: questo il desiderio espres-
so da Ettore Sottsass per la mo-
stra che celebrer i suoi no-
vantanni, il 6 dicembre pros-
simo a Trieste. Alessio Bozzer,
Beatrice Mascellani e Marco
Minuz, per conto dellAssocia-
zione Culturale Terredarte con
la collaborazione del Comune
di Trieste Assessorato alla
Cultura, hanno ideato e curato
lesposizione, tentando di ri-
spondere a questa profonda
istanza: Ci proponiamo di af-
frontare la lettura della pro-
I novanta anni di Ettore Sottsass
Chiara Cinelli
Ettore Sottsass: Carlton 1981
Lattivit delle gallerie anti-
quariali in Italia propone sem-
pre pi spesso in questi ulti-
mi anni eventi espositivi ricchi
di interesse, in cui la qualit dei
pezzi proposti il frutto di
unattenta ricerca critico-stori-
ca e non solo di una esclusi-
va volont commerciale-mer-
cantile. il caso ad esempio
della piccola Galleria De Fu-
sari, situata nel centro di Bo-
logna, che da qualche anno in
qua, a partire dal 2002, sta pre-
sentando una serie di esposi-
zioni autunnali che rispec-
chiano linteresse del titolare
del negozio, Vincenzo Nascet-
ti, per la pittura sette-ottocen-
tesca, in particolare dellarea
emiliana.
Dal 13 ottobre in svolgi-
mento, fino alla vigilia di Na-
tale, una mostra dedicata alla
Pittura di paesaggio su caval-
letto a Bologna tra Sette ed Ot-
tocento, che una sorta di pro-
seguimento ideale dellesposi-
zione del 2003 Paesaggi, ve-
dute: sognando laria aperta,
mentre nel 2004 e nel 2006 Na-
Il paesaggio a Bologna
tra Settecnto e Ottocento
Bologna, Galleria De Fusari
via De Fusar, 7a
tel. 051223083
www.galleriadefusari.com
Tino Gipponi e Arnaldo Pomodoro
La Galleria De Fusari
Angelo Loda
Vorrei sapere perch.
Una mostra su
Ettore Sottsass
Trieste, Salone degli Incanti
dellex Pescheria
(Riva Nazario Sauro)
fino al 2 marzo 2008
espressioni artistiche delle va-
rie regioni, non c un lin-
guaggio che definisca una li-
nea tipicamente italiana ri-
conoscibile e apprezzata al-
lestero. Il mio lavoro va in
questa direzione: ho proget-
tato la mostra, Carosello Ita-
liano, che raccoglie le espres-
sioni di artisti di varia prove-
nienza e che verr allestita
anche allIstituto Italiano di
Cultura di Bruxelles. Inoltre,
in questa citt, ho ottenuto lo
spazio per una collezione ita-
liana permanente, nel Pa-
lazzo della Commissione Eu-
ropea, il Berlaymont.
S.V.: E la vicenda storica del-
le sue gallerie?
G.B.: Scoglio di Quarto sta-
ta aperta nel 1998. Lo spazio
era utilizzato come laborato-
rio da Stefano, ma poi, es-
sendo grande e situato in una
zona interessante, lantico
Naviglio Pavese, ha cambia-
to funzione. Nel 2001, ho
inaugurato unaltra sede
espositiva, Bazart, in viale Col
di Lana, 8: mi aveva entu-
siasmato il fascino emanato
da questi cinque cortili in suc-
cessione, adatti soprattutto per
installazioni e forme di arte
sperimentale.
Di recente Scoglio di Quarto
si spostata in via Ascanio
Sforza, 3, vicinissima al pre-
cedente indirizzo. Basta so-
lo girare langolo! La nuova
galleria ancora pi gran-
de e articolata in due sale con
uno studio privato. Conside-
ro che larte contemporanea
sia cultura e come tale prio-
ritaria, mentre le grandi Isti-
tuzioni, penso alla Biennale
di Venezia, tendono a soste-
nere il gi sperimentato, a fi-
ni di mercato. Al contrario, io
opero nella novit. Voglio sto-
ricizzare larte contempora-
nea nel suo divenire. Le Isti-
tuzioni pubbliche, dovrebbe
sostenere finanziariamente
chi, da privato, lavora in que-
sto ambito, affinch lo sforzo,
che ha una dimensione cul-
turale e non mercantile, ven-
ga incoraggiato e promosso.
Ho realizzato, anche, dei lo-
ghi come Contemporary Art e
Arte prioritaria che hanno da-
to origine a diverse pubblica-
zioni e libretti.
S.V.: Come nasce questo ul-
teriore interesse?
G.B.: Considerando come sia
importante conservare una
testimonianza delle mostre
realizzate, curo personal-
mente la linea dei cataloghi.
Ho creato, anche, le Collane
Pensiero darte, Art mon
amour, e Arte prioritaria, in
edizioni numerate.
S.V.: I progetti futuri?
G.B.: Sto collaborando alla
preparazione di una mostra
alla Triennale, per una rac-
colta di fondi a favore del-
lambiente.
S.V.: In dieci anni dattivit il
lavoro svolto stato enorme
tra esposizioni, edizioni, col-
laborazioni con enti pubbli-
ci e privati: sembra un mira-
colo che si sia conservato in-
tatto, in Gabriella Brembati,
uno spirito libero da liceale,
un po romantico ma insieme
molto determinato che le
consente di non scoraggiar-
si in tempi cos difficili e con-
traddittori.
Gabriella Brembati
Silvia Venuti
a stretto contatto con...
S.V.: Elegante, dai modi diretti
e spontanei, Gabriella Brem-
bati, dichiara, senza esitazio-
ni, la sua grande passione per
larte contemporanea: pas-
sione che, gi ai tempi del li-
ceo, la spingeva a collezio-
nare disegni e litografie in-
sieme a Stefano Soddu, scul-
tore e giornalista, suo com-
pagno da sempre, in questa
avventura di vita e di arte. E
spiega come sia stato fonda-
mentale, per lei, lincontro
con Zita Vismara che, rico-
noscendole una particolare
capacit critica, le aveva sug-
gerito di aprire una galleria.
G.B.: Voglio fare, con corag-
gio, la cronaca del contem-
poraneo, e gi mi accorgo,
dopo dieci anni di lavoro, di
essere entrata, in effetti, nella
storia perch molti artisti, che
ho sostenuto nel loro primo
operare, sono diventati dei
protagonisti.
S.V.: Le domando quale sia la-
spetto che pi la colpisce nel
panorama artistico attuale.
G.B.: Il provincialismo del-
larte italiana. provinciale
perch c separazione tra le
cia, Lei ci nato ed rimasto
nella sua provincia, ne ha va-
lorizzato larte antica e con-
temporanea, lha nobilitata
con il suo atteggiamento. Mi
sembra che in ci sia impli-
cito un insegnamento.
T.G.: Ricordiamoci che dob-
biamo andare indietro agli
anni Sessanta: le distanze ce-
rano e si percepivano. Per
non sentirmi addosso la
muffa della provincia io al-
largavo i miei orizzonti. La
mia energia venuta dal fat-
to che ho conosciuto e fre-
quentato tutti gli artisti che ho
selezionato per lultima mia
mostra, secondo una linea
coerente: Novecento, Chiari-
smo, Informale.
P.R.: Il resto venuto da so-
lo. Non sia modesto: il primo
catalogo su un artista lodi-
giano (Ettore Archinti, 1878-
1944) del 1978, dopodich
tanti ne seguono, fino allulti-
mo volume La Piazza e il Bro-
letto di Lodi. Fotografie di F.
Razzini (2007). E comunque
me la ricordo bene I Piazza
da Lodi: mostra magnifica.
Nellesposizione lodigiana ap-
pena chiusa (Arte Incontro n.
58) dei 63 grandi artisti pre-
senti ben 14 sono pregevo-
lissimi uomini della vostra ter-
ra. Se questo non amore
A cosa sta lavorando?
T.G.: A una monografia su
Angelo Monico (Lodi, 1915-
1995), una vera sorpresa, e
una mostra a Maleo dal tito-
lo Il segno. La grafica come
arte, da Picasso a Morandi
(catalogo Skira): il disegno
un altro dei miei amori. Da
curare, come gli amori che
sfioriscono come i petali di
una peonia, ma si rigenera-
no. E allora lunga vita, pro-
fessor Gipponi!
proprio, antico del termine.
Pensi che avrei potuto anche
fare lattore Questa pro-
pensione per la cultura era
per me una molla, una di-
namica interna che mi spin-
geva io, figlio doperaio,
che venivo da studi non clas-
sici ad interessarmi di que-
ste cose. Poi, nel 1962, ho vo-
luto un po allontanarmi da-
gli aspetti pi caratterizzanti
della provincia ed l che in-
contro Achille Funi: gli avevo
scritto (come a Spilimbergo)
dicendogli che mi sarebbe
piaciuto conoscerlo, per sin-
cero interesse. Cos comincia
la mia avventura. Nel 1968
faccio la mia prima appari-
zione come critico proprio in
una sorta di conversazione
argomentata con Mario Toz-
zi, e nel 1970 la prima mo-
nografia, su Achille Funi.
Dalla curiosit alla passione
il passo breve, ma c di
mezzo un bel vallone da
riempire sacrificio, cono-
scenza, tante mostre viste (tre-
ni presi di notte, tanti panini,
perch di soldi non ce nera-
no), coerenza e onest di
comportamento.
P.R.: Oggi normale valoriz-
zare la cultura della provin-
Nelle foto, Tino Gipponi da
Lodi, un giovanotto classe
1936, si vede spesso a brac-
cia conserte, ma nella sua vi-
ta deve essere stato ben po-
co fermo, per alto e quel-
la devessere una posizione
di riposo. Vi parliamo di que-
stuomo perch lo abbiamo
ritrovato di recente e lo sti-
miamo. Non invade, non
pontifica. la dimostrazione
che una passione sincera e
unambizione sana fanno cre-
scere s stessi e gli altri. Si oc-
cupa da 40 anni di storia del-
larte senza bisogno di un ri-
conoscimento istituzionaliz-
zale, ma lo chiamano tutti
professore perch una qua-
lifica conquistata sul campo.
Ha dedicato una vita al lavo-
ro (per certo possiamo dire
che a volte si lavora ancora
alla gipponiana methodus) e
alla famiglia, ma ha dedica-
to s stesso anche allarte, e
questa continua a ricambiar-
lo. Quella che segue la sin-
tesi di una pi lunga conver-
sazione con lui, e vi garan-
tiamo che ascoltarlo e con-
cordare con lui un pia-
cere. Cosa porta, e quando,
un giovane bancario allarte?
T.G.: La curiositas, nel senso
Tino Gipponi da Lodi
ovvero dellantimostrite
Paola Rapelli
da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:21 Pagina 14
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C E N T R O A Z I E N D A A R T E C O N T E M P O R A N E A B A N N A T A
a cura di Anna Gui l l ot
pagina 15 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
N. 59 - dicembre marzo 2008
CaAcB - Centro azienda Arte contemporanea Bannata
Terza Giornata del Contemporaneo
ciale e opera come testimo-
nianza relazionale, il proget-
to intende, nel complesso, re-
stituire differenti esiti formali,
talvolta molto
distanti tra loro.
In Papilio
2017, Filippo
Arlotta ipotizza
un futuro scon-
volto da una
nuova guerra,
durante la qua-
le i protagonisti
del racconto,
uniti nella lotta
per la sopravvi-
venza, possono
finalmente cogliere a pieno il
valore della propria esistenza.
Pi legato alla sfera intimista il
video di Roberta Baldaro, In-
videa, che gioca
ambi guament e
con le dinamiche
legate allo stato di
smarrimento che
questa societ pu
generare in noi.
Una, donna cuce
per se un vestito in
pluriball; poi lo in-
dossa per uscire di
casa. Emerge, qui,
una profonda esi-
genza di proteg-
gersi dal mondo
esterno, creare u-
na barriera per e-
vitare di far del male agli altri
o a se stessi.
Con ritmica martellante, tipica
del messaggio pubblicitario,
Implosione di Tiziana Contino
approfondisce, cogliendo nuo-
vi aspetti, le tematiche inda-
gate ormai da tempo dall'ar-
tista, facenti riferimento alla-
nalisi dell'identit e delle sue
possibili mutazioni. Come il
nucleo di una ipernova col-
lassa in un buco nero, cos la
mente umana, attraverso un
ipotetico processo di implo-
sione, si evolve in una nuova
forma dellessere.
Esempio di videoanimazione
in stop motion , invece, il vi-
deo di Giuseppe DAlia e Giu-
seppe Savarino, Questo bam-
bino non sa giocare, in cui rea-
le e virtuale vengono mesco-
lati, generando unambienta-
zione fantastica, quasi onirica.
Ancora diverso il lavoro di Da-
niele Denaro, E-A # energia al-
ternativa #, che con linguag-
gio crudo, affronta le attuali
problematiche del rapporto tra
l'uomo e il contesto ambien-
tale, giungendo ad esiti pres-
soch catastrofici. Infine, An-
gelo Spina con Legami di pro-
tezione, riproduce un panora-
ma decadente sul quale gra-
va il peso dell'incertezza, del
dubbio; una sorta di gabbia
virtuale che intrappola ogni
cosa, generando un labile sen-
so di angoscia.
Young Art #2 il nome del-
levento presentato il 7 ottobre,
in occasione della terza Gior-
nata del Contemporaneo,
presso il Centro azienda Arte
Contemporanea Bannata di-
retto da Anna Guillot. Si trat-
ta della seconda edizione di
una manifestazione nata lo
scorso anno con l'intento di
promuovere i giovani talenti
provenienti dall'Accademia di
Belle Arti di Catania e che, a
met tra sperimentazione ed
esperienza formativo/didatti-
ca, ha mantenuto il suo carat-
tere originario prevalente di
rassegna video. Delle tre arti-
colazioni che animano la ras-
segna, Selected Videos, Video
Frames (con lavori di Irene Ca-
tania, Nunziatina Mascarello e
Luigi Smeraldi) e Video Repor-
tage (Massimo Rossi), la prima
si pone quale sintesi rappre-
sentativa, per quanto parziale,
delle tendenze attualmente
sviluppate dai sei giovani in
mostra.
Molteplici le tematiche affron-
tate, come i punti di vista at-
traverso cui gli autori guarda-
no alla societ. Anche il mez-
zo espressivo utilizzato in va-
rie forme; tra tecniche e ca-
ratteri tipici del cortometrag-
gio, videoanimazione, rac-
conto con valenza quasi so-
Tiziana Contino, Implosione, 2007
A Piazza Armerina (EN) nei pressi del Parco archeologico Villa del Casale,
in unarea del centro Sicilia definita Umbilicus Sicilae considerata il termina-
le del suggestivo percorso archeologico E1 in Italia, Cammino
dellAlleanza che dalla Norvegia attraversa lEuropa per concludersi in
Sicilia, nel contesto di unarticolata architettura rurale ottocentesca di proprie-
t di Nietta Bruno, attivo il CaAcB Centro azienda Arte contemporanea
Bannata, un singolare connubio arte-impresa affidato alla direzione artistica di
Anna Guillot e finalizzato alla ricerca e allinformazione sulla produzione arti-
stica contemporanea in senso divulgativo e promozionale.
Come ogni anno, il Centro aderisce alle attivit promosse da AMACI
Associazione dei Musei dArte Contemporanea Italiani e DARC Direzione
generale per lArchitettura e lArte Contemporanee in occasione della
Giornata del Contemporaneo.
Ampelio Zappalorto, Selected Works #2 e Young Art #2 il duplice evento
curato dalla stessa Guillot con il quale il CaAcB presente alla 3 edizione del-
la manifestazione nazionale.
YOUNG ART #2
Selected Videos, Video Frames, Video Reportage
Alessandra Ferlito
Ampelio Zappalorto
Selected Works #2
Elena Forin
Il concetto di identit ha su-
bito un mutamento talmente
radicale da essere diventato
una realt mista, una di quel-
le realt che ha deciso di ab-
battere i dogmi per liberare
ogni impulso latente in seno
alla societ. Gi le avanguar-
die ci avevano insegnato che
certe definizioni non poteva-
no pi essere adatte, cos sul-
la scia di Duchamp e dei suoi
colleghi , c stato chi ha de-
ciso di catturare lincoerenza e
la bizzarria per mostrarle al
mondo senza che lo spettro di
uno sconfinamento nello
sconveniente o nellimmora-
le facesse capolino. Il corpo,
la tela, la gestualit e la natura
stessa degli oggetti sono stati
messi in discussione in una
sorta di processo di revisione
totale che ha fatto emergere
una mutevolezza frammenta-
ta da innumerevoli questioni.
Oggi poi, in un mondo domi-
nato dalle coordinate dellas-
senza e della soppressione di
qualunque certezza fisica e
tangibile, vi sono alcuni aspet-
ti che hanno un peso enor-
memente rilevante, come lav-
vento delluniverso tecnologi-
co e di internet, che ha per
sempre cambiato la natura e il
ritmo della societ allargan-
done i confini e diffondendo
tradizioni e culture che prima
difficilmente si sarebbero po-
tute incontrare. Ma non solo,
perch questo incredibile flus-
so spazio temporale che ci ha
resi anche pi pigri e indolenti,
con la conseguenza che ormai,
essendo praticamente abituati
a tutto, nulla pi sembra stu-
pirci davvero. Eppure non tut-
to perso, specialmente quan-
do c chi si oppone alla su-
perficialit cercando un filo
che unisca unesperienza in-
dividuale con un panorama
collettivo storicamente rile-
vante, proprio come fa Am-
pelio Zappalorto con un lavo-
ro che attinge tanto dalla sua
esperienza di uomo, quanto
dalle difficolt concettuali del
nostro tempo. Ma andiamo
con ordine perch se di iden-
tit abbiamo parlato, allora
non possiamo non soffermar-
ci subito sul nucleo dei ritrat-
ti, foto in primo piano dove
limmagine inizialmente sem-
bra semplice, ma che in real-
t subito manifesta tutta la sua
complessit, lasciando trape-
lare la figura di un uomo tan-
to articolato quanto diviso.
Si tratta, in pratica, della so-
vrapposizione e dellaffianca-
mento del ritratto dellartista
e di quello della sua ex com-
pagna, che incredibil-
mente somiglianti,
creano unidentit al
limite tra i generi e al
di l di ogni possibili-
t identificativa certa.
Maschile e femminile
allora cessano di esi-
stere come realt op-
poste e antitetiche per
entrare in una sintonia
che dialogo e reci-
proca affermazione allinterno
di uno stesso individuo.
Ma si badi, non c solo que-
sto, in fondo non tanto lan-
droginia ad interessare Zap-
palorto, quanto piuttosto la
scoperta del fascino che risie-
de nellibridazione. Luomo al-
lora non esiste pi in quanto
singolo, ma come esperienza
intima della societ e delle re-
lazioni in cui immerso; ec-
co perch latto del cucire o
del comporre una sorta di
puzzle di ritagli, perch co-
me ricostruire una cultura an-
tropologica individuale e in-
sieme collettiva. Ma se in que-
sti lavori la carica concettua-
le si sprigiona a partire dalli-
nafferrabilit, in altri casi il di-
scorso ancora pi estremo,
come nelle teste di quegli stra-
ni personaggi in bilico tra un
mondo umano e postumano.
Subito per si propende per la
seconda ipotesi: liconografia
troppo vicina a quella ex-
traterrestre, eppure anche qui
subito si attiva un
discorso diverso.
Il serpente, il
cuore, e tutti gli
altri elementi che
troviamo racchiu-
si nelle calotte
craniche di que-
ste pitture, hanno
un valore simbo-
lico come ampli-
ficato che li rende
le tracce archeti-
piche ed immortali di una so-
ciet che cerca le origini del
proprio esistere e del proprio
concettualizzare la vita trami-
te le immagini.
Tutto insomma sembra avere
la formula del viaggio, di quel
viaggio lungo e anche dolo-
roso in cui assaporare pian
piano la stratificazione con-
temporanea: in fondo solo co-
s le immagini e i pensieri di-
ventano cultura ed entrano a
far parte della storia. Ma poi ci
vuole anche un rapporto se-
reno con il tempo e la tem-
poralit, quella stessa tempo-
ralit che troviamo anche nel-
le scarpe e nelle foto con i li-
bri: in entrambi i casi limpa-
sto concettuale ricco di ele-
menti, elementi quelli di Zap-
palorto, che parlano alluomo
in una maniera cos vibrante
da attivare quel
processo di ap-
propriazione che
si verifica ogni
qual volta lo
spettatore abbia
voglia di mettersi
in gioco. Del re-
sto, come si pu
restare indiffe-
renti di fronte ad
un paio di scarpe
le cui suole por-
tano carte geo-
grafiche e ritratti? Davvero im-
possibile, anche perch il tem-
po e lo spazio diventano di-
mensioni insieme sospese e
amplificate da una sensibilit
delicata e commovente: il viag-
gio un percorso di appro-
priazione in cui lo svolgersi
delle esperienze e delle azio-
ni lascia una traccia indelebi-
le, quella stessa indelebile trac-
cia che solca lanima e la per-
sonalit delle persone di cui
abbiamo esperienza. Ma lap-
propriazione anche altro,
il possesso di unoggettualit
che in Zappalorto si fa
estrema: questo pia-
noforte sospeso e il-
luminato dalla luce
fredda di un neon, al-
tro non che una
tomba con tanto di
mazzo di fiori. Ma co-
sa significa? E special-
mente, come motiva-
re questo continuo
passaggio da un medium al-
laltro? Beh, innanzitutto ci tro-
viamo in una zona di confi-
ne, una di quelle zone che sot-
to il filtro della storia diventa-
no gli attimi fondamentali del-
lepopea umana, e Zappalorto
questo lo sa bene, per questo
celebra un funerale, perch
non si tratta di un semplice
strumento o di un oggetto
qualunque, ma della morte di
una mentalit o di un modo di
approcciarsi alle cose. Per que-
sto la luce del neon, e per
questo la sospensione a mez-
zaria: siamo al passaggio con-
creto alla fase dellimpalpabi-
le, per questo sensato un
monumento alla sonorit tra-
dizionale, e per questo sen-
sato il passaggio continuo da
una tecnica allaltra, perch ci
che conta saper parlare al-
luomo con la stessa moltepli-
ce frammentariet che lo con-
traddistingue, e che si tratti di
pittura, di fotografia, di mate-
riale elettrico, filmico o sono-
ro, non ha importanza; in con-
clusione ci che conta com-
prendere quella poesia insie-
me forte e delicata che nel-
lanima contemporanea dei la-
vori di Ampelio Zappalorto.
Pas de deux, 1995
Pas de deux, 1995, particolare
Ritratto di Giulio Azzarello
Pianomorte, 2007
Roberta Baldaro, Invidea, 2007
Centro azienda Arte
contemporanea Bannata
Piazza Armerina
contrada Bannata
tel. 0935 681355
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A R T E I N C O N T R O I N L I B R E R I A
La Grande Guerra. Immagini e linguaggi artistici
Nicoletta Colombo
tazione di avvenimenti tal-
mente cruenti da avere cata-
lizzato il valore primario del-
la vita e della formulazione
artistica come fattore esor-
cizzante del dolore e atto di
fede nella equit del futuro.
La Grande Guerra ha pro-
dotto una mole gigantesca di
materiali visivi che ancor og-
gi, nonostante gli studi e le
recenti esposizioni, non han-
no ottenuto una indagine
sistematica: appunti e schizzi
realizzati nelle pause degli
armamenti e nelle trincee,
sui luoghi di combattimento,
cartoline, manifesti, foto-
grafie, vignette e illustrazioni
caricaturali che affollavano
le pagine di riviste e giornali,
oltre ad una fioritura ar-
chitettonica esponenziale di
monumenti ai caduti, di
sacrari e cenotafi.
La rappresentazione e la
propaganda bellica si sono
mosse sul filo della cele-
brazione di fatti in
cui il vitalismo ed il
valore confortante
della categoria e-
roica allinterno
delle sanguinose
miserie umane si
sono sublimati in
immagini talvolta
retoriche, tal altra
intensamente do-
cumentarie, nel pensiero e
nella pratica degli artisti di
tutta lEuropa.
Nella situazione italiana in
particolare, il momento bel-
lico veniva a
porsi sul dif-
ficile crinale
tra il dec-
linare delle
avanguardie
storiche, che
per la nostra
cultura na-
zionale era rappresentato dal
Futurismo nelle sue moltepli-
ci sfaccettature, e il ritorno ai
valori plastici formali, secon-
do quella tensione al recu-
pero della tradizione e del-
la classicit che informava il
La prima Guerra mondiale
ha rappresentato per il mon-
do moderno la catastrofe pi
sconvolgente che si sia ab-
battuta sullumanit e ha
schiuso revisionismi storici e
culturali che hanno portato
a maturazione profondi cam-
biamenti in ogni settore del-
la vita, imponendo muta-
menti radicali in campo artis-
tico, sia per quanto riguarda
levoluzione di poetiche e
linguaggi che per lo svilup-
po di consuetudini nuove
della critica e del mercato.
Gli artisti che hanno vissu-
to da protagonisti gli eventi
bellici e ne hanno reso tes-
timonianze dettagliate o
scorciate, a secondo delle
circostanze e delle finalit,
hanno sperimentato il com-
pito estremo, vissuto come
missione e impegno re-
sponsabile, di offrire attes-
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Organizzazione: Media Consulter di Sergio Radici Via Gambirasio, 55 24126 Bergamo
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BERGAMO ARTE FIERA 2008


MOSTRA MERCATO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Bergamo Fiera: 11, 12, 13, 14 gennaio 2008
EMOZIONI ALLINFINITO
BAF
IV
28
clima del rappel lordre,
professione di fede gi ab-
bracciata da molti degli stes-
si ex-avanguardisti fin dal
1915-16 e culminata nellim-
mediato dopoguerra.
La mostra che si chiusa
l11 novembre non intende-
va certo porsi come stru-
mento che esaurisce le
ricerche documentarie sul-
larte della Grande Guerra,
gettava piuttosto un affondo
mirato ad evidenziare lap-
porto di alcuni artisti poco
celebrati dalla critica cor-
rente, eppure fortemente
significativi per il periodo in
esame, pittori che hanno
contribuito con discrezione
e forza a scrivere una pagi-
na della nostra storia, mai
perdendo di vista il canone
figurativo pur negli sconvol-
gimenti che le vicende reali
ed umane riversavano nel
mondo ideale della ricerca
formale.
Dalle testimonianze del go-
riziano Italico Brass, fedele
allo stile narrativo di ricordo
tardo ottocentesco, artefice
di una pittura bril-
lante e sapida di
annotazioni agili e
descrittive, alle nu-
merose impressioni
dipinte da Alessan-
dro Gallotti, autore
di documenti pun-
tuali di vita entro la
coralit di un quo-
tidiano sconvolto
eppure mai inqui-
eto, individuato in
localit geografi-
camente definite e brulican-
ti di soldati in attivit, opere
che costituiscono insieme
una vera sequenza di ci che
la guerra era stata nella sua
traccia reale, sia storica che
episodica.
Vedute drammatiche di pas-
saggi alpini di Achille Bel-
trame, sapiente comunica-
tore di immagini e autore
delle accattivanti copertine
della Domenica del Corriere;
un interno di accampamen-
to, sorta di agglomerato di
oggetti affastellati, testimo-
nianza con cui Enzo Morel-
li, pittore e abilissimo illus-
tratore, ricostruiva in formu-
la improbabile la casa lon-
tana, resa accettabile dalla
disposizione di foto e cimeli
domestici.
Giuseppe Rivaroli era pre-
sente con un tema patriotti-
co che assume la potenza
sconvolgente e la formu-
lazione simbolica vicina a
Delacroix, mentre Giuseppe
Montanari riconduce le vi-
sioni di vedette, batterie e
feriti di guerra entro un cli-
ma lombardamente realisti-
co eppure ovattato in unat-
mosfericit che attutisce le
asprezze del vero.
Attraverso le forme e i colori
di questi testimoni, ai quali
si sono aggiunti Umberto
Vittorini e Giovanni Lentini,
lo spettacolo prosaico di sor-
ti umane colte nel culmine
della drammaticit diventa-
va motivo di intenso coin-
volgimento e assumeva valo-
re di comunicazione del pro-
fondo entusiasmo patriotti-
co e della disinteressata
propulsione politica.
Larte, tra i rimbombi dei
cannoni e gli scoppi delle
granate, manteneva la forza
entusiastica con cui levava il
proprio canto al futuro, of-
frendo ai posteri la viva te-
stimonianza di quella che
ricordata come la pi spa-
ventosa di tutte le guerre.
Italico Brass, Soldati a Cividale, 1916
Giovanni Lentini, Soldati, 1917
Alessandro Gallotti, Ondata dassalto a Gorizia, 1915-1918
Aldo Carpi, Serbia, 1917
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da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:22 Pagina 17


Arte sacra a Sulmona
Luca Pietro Nicoletti
Limmaginario spaziale
G.R.
pagina 18 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
del Cavalier dArpino) che pu
essere allargato alla fine del
Tredicesimo secolo conside-
rando i pregevoli affreschi del-
la Domus Orationis.
Lagile catalogo di recente
pubblicazione (Synapsi edi-
zioni) consente di averne una
panoramica esauriente.
I contributi sono autorevoli, fra
cui quello di Ezio Mattiocco
sulloreficeria abruzzese, Anna
Colangelo, a cui in gran par-
te va il merito di questa ope-
razione, nel lungo e serio la-
voro di funzionario della So-
printendenza aquilana per la
zona di Sulmona.
Ester Giovacchini, invece, si
concentrata sui tessuti e lab-
bigliamento liturgico presenti
nel museo.
Ma c anche un altro aspet-
to interessante di questa mu-
sealizzazione, vale a dire il fat-
to che lannessione di opere al
museo non nega un rapporto
dialogico con il territorio: La
musealizzazione, ricorda An-
na Colangelo, stata regolata
da specifiche convenzioni []
che contemplano, tra laltro, la
possibilit di restituire tempo-
raneamente, alle chiese di pro-
venienza, [] oggetti di par-
ticolare interesse devozionale,
in occasione di festivit o ri-
correnze liturgiche legate al-
la religiosit e alle tradizioni
locali.
particolarmente importante,
per un territorio che, come
quello abruzzese, ha tanto sof-
ferto dei drammatici terremo-
ti fra Cinque e Settecento, pre-
servare i segni del proprio pas-
sato che la furia del tempo
non ha cancellato.
La perseveranza nel conse-
guire questo obiettivo, dimo-
strata da questa esperienza
museale, fa ben sperare.
fino alla maquette della citt
programmata autogestibile di
Leonardo Mosso, progetto na-
to nel 1968 e realizzato, per la
prima volta, col supporto di un
calcolatore elettronico.
Mentre un colossale robot del-
la Mutoid Waste Company ac-
coglier allingresso gli ospiti
del Miaao, le sale interne pre-
senteranno opere realistica-
mente fantastiche del belga
Jean Triffez e del francese Mi-
chel Guranger, esponente di
quel Groupe Space parigino
che ebbe tra i suoi patrons Mi-
chel Foucault.
Numerosi saranno gli
autori locali esposti,
tutti artigiani curiosi,
secondo la puntuale
definizione di Orlan-
do Perera.
Si va dallartigianato
metropolitano di Bru-
no Petronzi, fino alle
immagini pi tradizio-
nali della fotografa
Giulia Caira.
Nota curiosa della mostra il
soundtrack che accompagne-
r gli spettatori nella visita. Mu-
siche accuratamente selezio-
nate, in grado di introdurre al
clima oscuro e suggestivo del-
lo spazio immaginato da una-
stronave cittadina.
que, fra il rosso e loro di au-
tori come Marta Morigi, scul-
trice reduce da trionfi cera-
mici in Australia, passando per
i luminosamente aurei vasi an-
glosassoni di Mary Rich, Pe-
ter Beard e John Wheeldon.
Larte applicata emerge con
grande eleganza e sofistica-
tezza nella sezione dedicata al-
la bigiotteria internazionale,
uno spazio che unisce la mae-
stria delle province italiane e
le capacit artistiche conti-
nentali di autrici francesi
ed olandesi.
Ma la mostra, secondo una
tradizione consueta del
Miaao, non lascia inesplo-
rate le anse pi concettua-
li e trasgressive, che si tra-
ducono in oggetti bizzarri
e particolari. Uno su tutti,
lequivoca donna-gatto in
PVC del giapponese Koui-
chi Yamazaki, un bibelot
componibile in versioni
pi o meno discinte, dal-
lepidermide plastica e tuttavia
carnale al tatto. Un modo co-
me un altro per incensare lar-
te applicata, non ancora in gra-
do di far parlare le sue crea-
ture, ma capace di comunica-
re forza sensuale e sex appeal
dellinorganico.
Christams Crafts
Giorgio Romeo
Il Museo diocesano darte sa-
cra di Sulmona ha una storia
recente ed esempio di unin-
telligente collaborazione fra
Curia e Soprintendenza.
Dal 2002, infatti, negli ambienti
del soppresso convento di
Santa Chiara sono ospitate
opere di pregio provenienti
dal territorio della diocesi di
Sulmona-Valva restaurate in vi-
sta della musealizzazione, of-
frendo un solido pendant al-
laltra sede del polo museale
sulmonese: il Museo Civico
presso il complesso dellAn-
nunziata.
Si possono ammirare impor-
tanti testimonianze dellorefi-
ceria sulmonese, le croci pro-
cessionali e vari esempi di
scultura lignea del tardo Tre-
cento. A tratti si ha limpres-
sione che loreficeria e la scul-
tura rubino la scena alla pit-
tura, pur presente in un arco
cronologico che va dal primo
Quattrocento al Seicento inol-
trato (fra cui una grande tela
Un evento di rilevanza in-
ternazionale deve offrire
un prologo altrettanto ac-
cattivante.
Cos, prima della rassegna
Afterville, che nel 2008 fa-
r da illustre sottofondo al
congresso mondiale degli
architetti a Torino, il Museo
Internazionale delle Arti
Applicate presenta la mo-
stra esclusiva Turin spa-
ceship company.
Un viaggio attraverso limma-
ginario spaziale che inquadra
la citt e la proietta verso so-
luzioni, schizzi, fantasie urba-
nistiche di grande spessore
creativo.
La storia della Torino passata
viene riletta in chiave post-mo-
derna, attraverso frammenti di
desing, pittura, architettura,
che tratteggiano un futuro sen-
za tempo.
Si viaggia dalle tavole fanta-
scientifiche dellarchitetto e-
spressionista Enzo Venturelli,
Torino continua ad ali-
mentare il pop artistico
contemporaneo. Dopo la
mostra supercraft supergift
del 2006, oggi il Miaao apre
ad una nuova esposizione
che unisce mercato e arte,
design e artigianato. Christ-
mas Craft, Mostra merca-
to di artefatti delleccellen-
za artigiana piemontese,
italiana ed europea, ac-
compagner la citt sabau-
da fino al capodanno del
design, organizzato da Torino
2008 World Design Capital.
Quasi tutti gli articoli in ven-
dita, esposti presso la Galle-
ria Sottana del museo, sono
stati realizzati appositamente
per la mostra ed hanno un va-
lore che varia dai 5 ai 500 eu-
ro. Lessenza dellesposizione
risiede nella grande valorizza-
zione dellartigianato interna-
zionale, che dal dialogo col
mercato ricava originali spun-
ti di creativit. Si viaggia, dun-
A R T E I N C O N T R O I N L I B R E R I A
Il Museo Diocesano
di Sulmona
A. Colangelo, E. Giovacchini
E. Mattiocco (a cura di)
pp. 143, ill. 100
Brossura
Astronave Torino
Arti applicate spaziali
Torino, MIAAO
Via Marina Vittoria, 5
fino al 6 gennaio 2008
Christamas Crafts
Mostra mercato di artefatti
Torino, MIAAO
Via Marina Vittoria, 5
fino al 6 gennaio 2008
Ernani Orcorte, Natura morta rossa
Marco Patrito, Anccown, 2004
N. 59 - dicembre marzo 2008 www.libreriabocca.com
Santa Caterina, XV secolo
la miniera, di manzoniana
memoria, restituisce allarte
uno dei suoi principali obiet-
tivi. Infatti, se la storia mae-
stra di vita e larte ausilio,
Flangini esorta a riflettere sul-
luomo e la sua condizione.
Gli sguardi attoniti e stanchi
che lartista delinea abilmen-
te in Uscita dalla miniera nel
1955 rappresentano il raccon-
to del quotidiano, mai osten-
tatamente urlato, con tutti gli
elementi riferibili al lavoro e
alla condizione dei minatori.
Quelli di Giuseppe Flangini
sono ricordi e sguardi di un
peintre italien sur la mine, te-
ma a lui molto caro, tracciato
con intenso impulso
cromatico, non tra-
scolorante e anzi
secco e denso nei
passaggi, dove tut-
to si riaccende in
una sublimazione,
come ha evidenzia-
to Rossana Bossa-
glia.
Le sue cromie sono
meditate sulla sug-
gestione di Van
Gogh (ammirato e
amato durante i suoi
lunghi soggiorni in
Olanda e in Belgio)
che adopera il colo-
re con una forte va-
lenza esistenzialista.
Lo stesso pu dirsi
per i dipinti di Flan-
gini che mantiene uninclina-
zione stilistica con unimpron-
ta espressionista, trasmigran-
do un pathos nevralgico ric-
co di magie momentanee.
Dal nitore di matrice chiarista,
come in Paesaggio del Belgio
del 1948, al dinamismo im-
pressionista della pioggia in La
Sambre Chtelet, in colle-
zione privata a Pavia, fino agli
echi naf di quadri quali: Hom-
mes et tournesols o La maison
de Van Gogh Wasmes o, an-
cora, Sortire de la mina, un
gruppo di opere omogeneo
del 1955.
Loriginalit di Giuseppe Flan-
gini tutta racchiusa nella sor-
prendente sintesi narrativa e
nella innocente rappresenta-
zione della realt che, come
dice Borgese: questo pittore
veronese con occhi acuti,
fondi e sorridenti riuscito a
trasmettere. Lartista assume i
toni pacati della pittura di sto-
ria e laddove si dedica al pae-
saggio il lirismo affidato al
cromatismo materico e denso
con pennellate che coinvol-
gono lo spettatore immergen-
dolo in un mondo medita-
bondo e solitario.
Flangini e larte di riflettere
A Lewarde lomaggio ai minatori
Antonio DAmico
La maison de Van Gogh Wasmes, 1955
Mentre in Italia nelle ore in cui
scriviamo si piange la tragica
fine dei metalmeccanici tori-
nesi, morti carbonizzati sul la-
voro e lintellighenzia nostra-
na ritorna a parlare della si-
curezza nei cantieri, a Lewar-
de, in Francia, fino al 31 di-
cembre sono esposte 72 ope-
re di Giuseppe Flangini, sce-
vre di manomissioni propa-
gandistiche, che sembrano
quanto mai attuali.
Flangini, attivo dal primo do-
poguerra e morto improvvisa-
mente nel 1961, ripropone u-
no specchio del sociale mai
obsoleto che invita alla rifles-
sione di un tempo certamente
ormai lontano, ma alla radice
dellindustrializzazione con-
temporanea: negli anni Cin-
quanta erano minatori, oggi
sono qualcosaltro.
Daltronde agli storici dellarte
altres affidato lesame del-
limpatto che larte ha sul so-
ciale, come gi Arnold Hauser
aveva ampiamente dimostra-
to, e nel caso di Giuseppe
Flangini arte e vita sono in-
dissolubilmente legate nello
straordinario strumento eter-
no della pittura.
Il substrato morale, sullonda
lunga del gruppo di Corren-
te, leggibile in Catastrofe nel-
Giuseppe Flangini
Regard dun peintre italien
sur la mine
Lewarde
Muse de la mine
du Nord Pas-de-Calais
fino al 31 dicembre
La Sambre Chtelet, s.d.
Sortire de la mina, 1955
da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:22 Pagina 18
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N. 59 - dicembre marzo 2008
bastava. Cominci cercando e
gi con laria di colui che sa
di non trovar mai tutto ma non
perch non ne fosse capace
ma piuttosto in quanto linco-
noscibile artistico non laiutava
a scoprir s stesso. Ci che ho
definito inconoscibile artistico
aveva paura.
Temeva luomo che non era
matematico, ingegnere, com-
positore, pianista, poeta, pit-
tore ma tutte queste cose in-
sieme, misurate, calibrate; si
preoccupava della sua voca-
zione concettuale. E questo in-
conoscibile artistico che altro
pu essere se non lufficialit
dei linguaggi convenzionali o
paraconvenzionali?
Gli altri, insomma. Gli altri ar-
tisti di recente memoria, se non
tutti, la gran parte. Svettava su
tutti, anche su John Cage e
Sylvano Bussotti considerati
suoi compagni di viaggio pi
prossimi alla sua poetica; ma il
suo isolamento fu di tipo co-
Giuseppe Chiari morto for-
se nel momento meno oppor-
tuno della sua esistenza e tan-
to non perch chi lo apprez-
zava si aspettasse dellaltro dal-
la sua mente. Certo anche per
questo ma suprattutto perch
proprio adesso la sfera del
creato artistico, ormai vilipe-
sa oltre ogni dire, aveva vera-
mente bisogno di lui, del suo
continuare, bisogno di affidar-
gli fiduciosa e sicura il con-
centrato di un secolo di gem-
me, quelle che sono state ta-
li, la spiegazione di molti de-
cenni di manufatti criptici ma
ad un tempo, come lui (ironia
del destino) chiari, di conge-
gni spesso artisticamente ne-
gati ai nostri intelletti di pre-
suntuosi esperti ma al maestro
semplici, trasparenti, liberati
dai pesi delle materie palpa-
bili e impalpabili e introiettati
allinterno di capsule leggere,
volatili, galleggianti su certi
spazi senza tempi, che da mol-
to ormai quelli come noi che
credono hanno cercato, per
poi stancarsi di cercare proprio
sul pi bello. Ecco.
falso sostenere che Chiari
non cercasse pi perch si era
stancato o perch aveva tro-
vato. Cercava ancora perch
ci che aveva trovato non gli
munitario: distinguersi in un in-
sieme omogeneizzato il suo
credo, un credo flessibile,
spesso incoerente (di una in-
coerenza intelligente e umana),
coccolato da curiosit infinite
e incostanti che lo hanno por-
tato verso i concretismi (per lui
certo difficili) del Gruppo 70,
o laction music di Fluxus Mo-
vement.
pericoloso liquidare un cer-
vello poliedrico come quello
di Chiari inglobandolo in un
processo di contaminazione, di
melange di pentagrammi, stru-
menti e note, di incertezze lin-
guistiche che manifestino pre-
tese di prendere il meglio qua
e l o di assemblare il possi-
bile e anche limpossibile con-
siderato secondo il suo poten-
ziale sia pur minimo di plau-
sibilit. Parlar di Chiari su que-
sto versante certo pretestuo-
so, ridurlo ad un mero de-
coratore di una realt, nasco-
sta, forse irreale.
Si prenda, ad esempio, il pia-
noforte, il suo caro quasi on-
nipresente pianoforte. riu-
scito lartista fiorentino a strap-
pare il pianoforte dalla pro-
fonda e oscura voragine di vir-
tuosismo, dilettantismo, ro-
manticismo, avanguardismo
dentro cui musicisti e musicanti
di tutte le estrazioni sono riu-
sciti a condannarlo? Ci basti mi-
surare su questa domanda la
grandezza delluomo.
Giuseppe Chiari
Salvatore Enrico Failla
Giuseppe Chiari al pianoforte
CCaattaallooggaarrttee
Archivio del catalogo
desposizione in Piemonte
e del libro dartista
Archivio della scultura
contemporanea
e dellinstallazione
Per informazioni e invio materiali:
Catalogarte
Regione Piemonte - Assessorato alla Cultura
via Meucci, 1 - 10121 Torino
Tel. 011 4324447
Fax 011 4322763
E-mail claudio.rottaloria@regione.piemonte.it
Il mirabolante tessuto lingui-
stico del romanzo di Stefano
DArrigo Horcynus Horca
(Mondadori, 1975), novecen-
tesca denuncia della dispera-
zione esistenziale delluomo e
diario della sua effimera gior-
nata (G. Amoroso), non ri-
sentirebbe soltanto degli in-
flussi della contemporanea
Neo-Avanguardia o del-
la ineludibile attivit
gaddiana, ma sarebbe il
risultato di molteplici
stratificazioni attestate
dagli scritti della for-
mazione romana (1947-
1956) in cui la siciliani-
t era ancora un pun-
to di vista soffuso sul
mondo e non un co-
sciente recupero stori-
co-filologico, come e-
merso dallo studio di
Daniela Marro, Loffici-
na di DArrigo. Gior-
nalismo e critica darte
alle origini di un caso
letterario (Ciolfi, 2002).
Cos, nellelzevirista e critico
darte in contatto con la forte
aggregazione intellettuale del-
la Roma postbellica rappre-
sentata da Palazzeschi, Levi,
Brancati, Bassani, Caproni,
Ginzburg, molte spie lingui-
stiche denotano lelusione del-
la medietas tipica del linguag-
gio giornalistico, dalla lettera-
riet dei vocaboli, al plurilin-
guismo regionalistico, alle
neocomposizioni frequenti an-
che nel grande romanzo, fino
alle figure retoriche e di suo-
no, patrimonio della tradizio-
ne poetica, o, dal punto di vi-
sta contenutistico, agli scivo-
lamenti testuali in direzione
onirica. Viceversa, la natura
composita del romanzo risen-
te del reportage giornalistico,
della struttura ordinata del
pezzo di cronaca, seppur so-
stenuta da una forte ambizio-
ne strutturale e infine della ri-
flessione su nuclei concettua-
li quali la morte e il sovverti-
mento dellordine naturale do-
vuto alla guerra, orca che tra-
sforma il conosciuto in un de-
sertico e straniante ossario, fi-
nanche lo stesso Stretto attra-
versato da Ndria per tornare a
casa. Ma ben al di l dei pre-
stiti testuali, la scrittura critica
di Stefano DArrigo, pi evo-
cativa ed ermetica che tecnica,
opponendosi direttamente al-
le teorizzazioni del surrealista
Breton e dellastrattista Kan-
dinsky, riafferma limportanza
del soggetto e della sua ri-
composizione che morale ed
artistica insieme: quella inte-
grit insomma della figura
umana incoraggiata da Cav,
Delacroix e Baudelaire, gi mi-
nacciata da Matisse padre ir-
responsabile di tanti errori e
da tutti coloro che rifiutavano
lo studio accademico. Larte
nazional-popolare apprezzata
negli scritti su Mino Maccari,
Giuseppe Zigaina, Alberto Su-
ghi, Giovanni Omiccioli, Car-
lo Levi e sui conterranei Saro
Mirabella, Giuseppe Mazzul-
lo e soprattutto Renato Gut-
tuso, lontani da ogni visione
mitografica o folkloristica del-
la Sicilia, affonda quindi le ra-
dici pi che nel Realismo so-
cialista postbellico nel rap-
porto vita/morte, storicit/a-
temporalit, fondamento di
tutte le poetiche di DArrigo
e nel senso verghiano della
miseria, del travaglio quoti-
diano che, come in Orcynus
Orca, non permette pi alcu-
na possibilit di incantamento.
R. Guttuso, Le cucitrici, 1947
La critica di Stefano DArrigo
Silvia Freiles
I M M A G I N I R I F L E S S E
A Gino,
la tua arte, forte di passione,
impegno e cultura,
rappresentazione della vita
e dei suoi valori, mi aiuta
a varcare i confini della realt:
tu sei sempre con me... Beba
dicembre 2007
www.libreriabocca.com
Titolo
Sottotitolo
Autore
pagina 19 Per la tua pubblicit chiama Antonio DAmico 338 2380 938 - Gabriele Lodetti 333 2869 128 - Giorgio Lodetti 338 2966 557
N. 53 - aprile-giugno 2006
Miniaci Art Gallery e Libreria Bocca indicono il 3 Premio Movimento nelle Segrete di Bocca
dedicato alla pittura. Liniziativa aperta a tutti gli artisti. Per concorrere necessario far
pervenire un dipinto originale che parteciper alla selezione, accompagnato da una foto a
colori dellopera (su supporto cartaceo o digitale). Inoltre, va allegata la documentazione per-
sonale che attesta lattivit artistica (curriculum, depliant, foto di lavori precedenti etc).
Lopera a tema libero, dovr essere di formato quadrato, la cui dimensione massima cm
100 x 100, (non saranno accettate opere di formati differenti e dimensioni maggiori a quel-
le indicate). Non ci sono restrinzioni n sulla tecnica, n sul supporto da utilizzare. Il
Comitato Promotore, dopo aver selezionato quindici opere, inviter tutti gli artisti a par-
tecipare alla mostra che si terr alla Libreria Bocca di Milano, Galleria Vittorio Emanuele
II. Lesposizione delle opere selezionate durer diciannove giorni (dall8 al 26 ottobre
2008). Il vincitore del Premio verr selezionato dalla:
GIURIA DI QUALIT
Valerio Adami (artista) - Philippe Daverio (critico darte)
Sara Fontana (critico darte) - Antonio Miniaci (gallerista)
Giovanni Serafini (collezionista)
Tommaso Trini (critico darte) - Carlo Vanoni (consulente darte)
Tutte le opere partecipanti dovranno essere alienabili
Il vincitore ricever un premio di 1.500,00 euro
Le quindici opere finaliste, saranno pubblicate in un catalogo la cui copertina riprodurr il
quadro del vincitore. Oltre alle opere selezionate dal Comitato Promotore, verr data
facolt a ciascun membro della Giuria di Qualit di segnalare unopera tra tutti i parteci-
panti, che verr pubblicata nel catalogo ed esposta insieme alle opere finaliste. I partecipanti
devono far pervenire lopera (incorniciata o non, ma tassativamente munita di ganci, senza
vetro, porto franco, con imballo adeguato) a: Premio Segrete di Bocca - presso:
FOTOLITO LOMBARDA
V i a Va l v a s s o r i Pe r o n i 5 5 - 2 0 1 3 3 Mi l a n o
Entro e non ol tre i l 30 maggi o 2008
Al termine del Concorso, i dipinti selezionati dovranno essere ritirati dallautore nella
predetta sede, entro e non oltre 40 gg. dal termine dellesposizione. Le opere non sele-
zionate, invece entro 40 gg. dalla notifica di non ammissione. Tutti i quadri partecipanti al
Premio verranno visionati dal Comitato Promotore.
Linvio dellopera (accompagnata dalla foto) e del materiale richiesto al 3 Premio
Movimento nelle Segrete di Bocca, implicano laccettazione di tutte le norme contenute
nel presente bando di concorso. Ladesione richiede un fondo spese obbligatorio di euro
30,00 da includere nella spedizione del materiale. Lomissione di una delle disposizioni
comporter lesculsione.
COMITATO PROMOTORE
Aldo Benedetti (consulente darte) - Rossana Bossaglia (storico dellarte)
Giorgio Lodetti (libraio) - Ilaria Miniaci (gallerista)
Cristina Muccioli (critico darte) - Alessandro Papetti (artista)
Alessandro Quasimodo (attore) - Cristina Vicamini (gallerista)
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Giorgio Lodetti tel. 0286462321 - 0258302093 fax 02876572 - 0258435413
cell. 3382966557 e-mail: giorgio.lodetti@libreriabocca.com
Miniaci Art Gallery Milano
da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:22 Pagina 19
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Nel segno di Ingres
Luigi Mussini e lAccademia
in Europa nellOttocento
Siena, Santa Maria della Scala
fino al 6 gennaio
Troppo italiano per i francesi,
troppo francese per gli italia-
ni. Con questa definizione
stringata, peraltro ricavata dal
contenuto di una lettera di Lui-
gi Mussini a Giovanni Dupr
del 1855, Patrizia Agnorelli ri-
assume felicemente la vicenda
biografica, la parabola artisti-
ca e la stessa fortuna critica del
pittore toscano al quale Siena
dedica una mostra esauriente,
nel Complesso Museale San-
ta Maria della Scala, Nel segno
di Ingres. Luigi Mussini e lAc-
cademia in Europa nellOtto-
cento, a cura di Carlo Sisi e Et-
tore Spalletti, catalogo Silvana
Editoriale. La stessa scelta del
titolo rivela il taglio ermeneu-
Luigi Mussini a Siena
Maria Vittoria Predaval
tico dei curatori che indivi-
duano nellingrisme il punto di
riferimento e di svolta nella
concezione mussiniana del
purismo. I tre saggi iniziali del
catalogo, rispettivamente di
Carlo Sisi, Ettore Spalletti e Pa-
trizia Agnorelli, costituiscono
unindispensabile introduzio-
ne al percorso della mostra, di-
visa in sette sezioni, ciascu-
na delle quali introdotta da
unanalisi specifica. La dispo-
sizione delle opere in ordine
cronologico consente di veri-
ficare il primo distacco del pit-
tore, allepoca del suo pen-
sionato a Roma, dalla conce-
zione del bello naturale, ap-
presa da Lorenzo Bartolini, in
favore del purismo analogico
dei Nazareni, di cui notissi-
ma testimonianza la prima ver-
sione della Musica Sacra del
1841. A questa la mostra af-
fianca la seconda versione del
1849 e uninteressante copia
dellallievo Silevstro Lega del
1857. Dopo i contatti del pe-
riodo romano con lAccademia
di Villa Medici, la svolta in-
gresiana verso un purismo me-
todologico gi avvertibile nel
Trionfo della Verit (1847), do-
ve al principio dellimitazione
nazarena, tanto evidente nelle
opere di Overbeck, si sostitui-
sce un controllato amalgama
di natura e idea (cfr. catalo-
go, p. 19) che sottende lim-
S sottoscrivo un abbonamento al Bocca Club che mi dar diritto allo sconto del 20% sui volumi
acquistati alla Libreria Bocca e al ricevimento di Arte Incontro in libreria scelgo la seguente formula:
PER 2 ANNI Italia 30,00
Invio limporto con:
1 versamento sul c/c postale n. 43458207 intestato a Libreria Bocca di cui allego ricevuta
(indicare sul davanti la causale)
2 carta di credito del circuito CartaS / Mastercard / Visa N
Scadenza
TAGLIANDO DI ABBONAMENTO AL BOCCA CLUB
Editore: Libreria Bocca, Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano. tel. 02860806 / fax 02876572
Redazione e pubblicit: Antonio DAmico - cell. 3382380938 Donatella Bertoletti - cell. 3384952540
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Bocca - Responsabile Dati - Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - 20121 Milano. I suoi dati potranno essere utilizzati per inviarle informazioni commerciali, campioni
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Via/piazza ..................................................................................................... N. ............... Cap. .........................
Citt .......................................................................... Prov. ............ Telefono ...................................................
E-mail .................................................................................................................................................................
pegno etico del pittore nella
celebrazione della ricerca del-
la verit nella religione, nelle
scienze e nelle arti.
Il confronto di maggiore inte-
resse con Ingres dato co-
munque, anche sotto il profi-
lo iconografico e stilistico, dal-
la contemporanea presenza in
mostra del San Crescenzio di
Mussini (1863-68) e del Mar-
tirio di San Sinforiano (repli-
ca ridotta del 1865) di Ingres.
Dagli anni Cinquanta in avan-
ti il purismo dellartista rester
costantemente fedele allinse-
gnamento del pittore francese
che teorizzava la necessit di
una profonda attenzione alla
natura i cui elementi doveva-
no essere tradotti e sublimati
nella purezza disegnativa del-
la forma ideale. Per questa sua
convinzione Mussini andr in-
contro alla critica severa di Pie-
tro Selvatico che lo accuser di
aver ceduto al gusto francese
dimenticando la classicit del-
la tradizione italiana. Nella
stessa direzione si orienter il
suo insegnamento senese nel
tentativo di trasmettere ai suoi
allievi i principi di Ingres, me-
diati e rivisitati anche attraver-
so le opere dellallievo Flan-
drin, e lestetica de lart pour
lart, a lungo meditata grazie
al suo rapporto di amicizia e
consuetudine col critico fran-
cese Delaborde. Nella mostra
di Siena le opere di Mussini
sono confrontabili, sezione per
sezione, con dipinti di pittori
italiani, francesi, tedeschi e in-
glesi suoi contemporanei oltre
che con quelli dei suoi migliori
allievi allAccademia di Siena.
Lesposizione offre infine un
panorama dellarte senese di
fine Ottocento, comprese al-
cune opere estreme del mae-
stro, in cui il purismo cede il
passo a una svolta preraffael-
litica e simbolistica, sulle orme
degli echi senesi di Burne-Jo-
nes e di Charles Fairfax Mur-
ray. Irriducibile risulta co-
munque lopposizione di Mus-
sini a ogni orientamento na-
turalistico e realistico, proprio
per la sua profonda convin-
zione puristica che gli aveva
fatto gi disprezzare in Francia
la pittura di Courbet e lo in-
duceva a considerare il vero
del tutto distinto dal reale.
taneo durante la presentazione dellopera al Mediacenter Mondadori di Milano.
E lazzurro? Non manca una sua discreta presenza in queste liriche (3 volte) a richiamarci sug-
gestioni di infinito, della fantasia, di una malinconica felicit.
Ed forse in questa parola felicit che si cela uno dei significati fondamentali di que-
sto libricino da collezione. Felicit, che di tutte le persone sensibili volgarmente definite ar-
tisti, di saper leggere i significati del mondo grande e, per Cristina del mondo piccolo, fat-
to di ricordi dinfanzia altrimenti per sempre perduti, di immagini fuggenti per fortuna bloc-
cate per sempre dal suo obiettivo nascosto, di frammenti minimi che ci invitano a riflettere
che viaggio meraviglioso la vita che sempre ci racconta qualcosa anche nei momenti di
riposo, pi insignificanti. Non a caso il nero praticamente assente da queste pagine.
Concludo con un cenno al bianco, questo non-colore che in Cristina ricorre spesso (5 vol-
te), questo simbolo dellinnocenza, ma anche della morte che tutto ricopre come la neve che
spesso fiocca nelle sue liriche. Si pensi alla balena bianca di Melville o a quei feroci indi-
geni dellisola di Tsalal di E.A. Poe ove il bianco era bandito come colore malvagio e orro-
roso. Anche questi aspetti, di sottile inquietudine e di incontri con la malvagit, si ritrova-
no in queste pagine per chi vorr leggerle con quello spirito con cui si leggono i libri di viag-
gio e davventura che esse sono. Avventure storiche dellanimo definiva i suoi idilli Giaco-
mo Leopardi.
Emilio Palaz
Comune di Bergamo, Biblioteca Tiraboschi,Viaggiatori in Biblioteca
Bergamo, 24 maggio 2007
Lobiettivo nascosto. stato un immergersi in un mondo di suoni e parole di sensibilit e
profondit estrema. LAutrice ha saputo tracciare in modo suggestivo un percorso bello e
diversificato. Gradevole il suo misurarsi con ritmi e stili differenti, questo aprirsi a generi
diversi che arricchiscono e completano il modo di scrivere e fare poesia.
I testi consegnano suggestioni e motivi di riflessioni, ma che sorpresa! Montiglio.
Che bello vedere pubblicata la poesia dedicata allevento condiviso. Un ricordo vivo riaf-
fiorato grazie ai versi che ci avevano colpiti subito per la loro nitidezza, compostezza e
profondit. Singolare la scelta della copertina e del pastello allinterno del libro. piacevo-
le osservare il viso che scruta cos come lazzurro intenso del pastello di Paola Cattaneo,
una rappresentazione dellintensit di Maria Cristina di percepire e fare poesia, del suo im-
pegno e capacit di scrivere e scegliere ci che la rappresenta davvero.
Silvia Comoglio
giugno 2007
Pu un poeta avere la sua tavolozza, dal momento che
esprime un concetto cromatico in modo indiretto, sim-
bolico, mediato da chi ascolta o legge? Ad esempio se scri-
ve azzurro, ciano o celeste sar poi il lettore a identifi-
care mentalmente, e non con gli occhi, quel colore che gli
viene suggerito da un significante. Quanti azzurri nella stes-
sa poesia! Quanti almeno come i suoi lettori!
Il colore in poesia, insomma, resta pi una sensazione che
una visione. Detto questo circa la legittimit per un poe-
ta ad avere una sua tavolozza iniziamo questo rapido viag-
gio fra i colori di M. Cristina Pianta.
un viaggio che ci offre spunti sparsi, analogie, acco-
stamenti confusi senza senso apparente come quel ma-
noscritto trovato in una bottiglia da certi eroi di J. Verne
Sensazioni, queste dei colori, che si sovrappongono e si
intersecano in lingue dilavate e differenti, ma che, come
erano un messaggio fondamentale per salvare tre nau-
fraghi, sono un messaggio che va decifrato per com-
prendere un aspetto della poesia di M.C. Pianta. Un altro aspetto, forse pi fondamentale
perch da lei pi cercato e indagato, il suono, la musicalit delle sue parole. Ma basta
divagare. Osserviamo la sua tavolozza. Partirei dalle tonalit.
evidente che la nostra poetessa ama atmosfere crepuscolari, come suggerisce nella
premessa S. Boccardi: per oltre una ventina di occasioni lemmi come ombra, sera, notte,
buio, cupo, si rincorrono nelle sue pagine tanto da far pensare ai Notturni di Whistler,
pittore a lei molto caro. Ma questa oscurit, mai totale, spesso attraversata, verrebbe da di-
re tagliata, da luci anche violente. In diversi momenti parole come luce, sole e concetti
che a questo rimandano, irrompono nei suoi versi aprendoci ad uno stupore che incon-
trerete presto anche voi nelle letture. Sono veri e propri bagliori di emozioni che irrompono
nellanimo sereno di chi legge. Sorprese. Fra i colori il grigio logicamente la fa da padro-
ne (5 volte): Il colore della malinconia, della depressione, dellindeterminato.
Ma, inaspettatamente, il grigio tallonato dal rosso (4 volte): il colore del pericolo, ma
anche della passione erotica, della guerra (magari contro se stessa come ne Il primo bacio).
Pittoricamente vengono in mente certe nature morte di Morandi quasi monocrome ma
fatte vivere e stupire da un rosso acceso, da un azzurro intenso. Questo accostamento fra
Cristina e la pittura di Morandi non mio, ma per dovere di cronaca di Paola Cat-
Viaggio fra i colori della poesia di Maria Cristina Pianta
dalla raccolta Lobiettivo nascosto, Casa Editrice Lietocolle, 2007
Spazi Pubblicitari
Formati Dimensioni Prezzi b/n Prezzi colore
1 pagina al vivo 290x420 800,00 1000,00 + iva
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NOTE
Periodicit: trimestrale
Date uscita: 25 gennaio, 20 aprile, 25 luglio, 15 novembre
Distribuzione: in abbonamento
Prenotazione spazi: 60 gg prima della data di uscita
Consegna impianti forniti dallinserzionista: 30 gg prima della data di uscita
Referenti pubblicit: Italia meridionale: dott.ssa Tiziana Ras, cell. 340 5052 311
Nota bene
I prezzi delle inserzioni non comprendono lesecuzione grafica e gli impianti realizzati
dalla redazione verranno fatturati a parte con accordi preventivi.
Si specifica che qualsiasi tipo di materiale fornito alla redazione non verr restituito.
Arte Incontro
via Molino delle Armi, 5 - 20123 Milano
tel. 0258302239 - 3382380938 fax 0258435413
e-mail: arteincontro@gmail.com
Antonio DAmico
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Omaggio a
Pier Paolo Pasolini
dalla poesia
La terra di lavoro
Francesco Magli
Lintenzione
Milano - aprile 2006, tecnica mista
da 13 a 24 dicembre 2007 ok 11-12-2007 16:22 Pagina 21
Le opere pittoriche di Gino Fossali popolano un universo
segnico fulgido di cromie brillanti che rimandano alla
sapiente creativit dellingegno umano e a un animo mai
impaurito nellaffrontare la vita con le sue avventure.
Lartista, e ancora prima luomo, nei suoi espedienti figu-
rativi si sempre posto alla continua ricerca del meravi-
gliarsi per destare attenzione sulla nervosa dinamica del-
lordito pittorico. Fossali, pur non adoperando il doppio
linguaggio figurale e calligrafico, se non per taluni deboli
esempi, tramanda nei suoi dipinti un ricco codice alche-
mico di iconografie preziose che arricchiscono il mondo
delle arti pittoriche. Le forme di Fossali emergono dallin-
timo e sono estrema sintesi armonica di giochi ritmici
luminosi, quasi fossero rituali sacri che si perpetuano nella
quotidianit della vita. Sacrifici corali, adepti di uno spazio
indefinito e ricercato, a cui tutti siamo invitati a partecipa-
re lasciando indelebilmente, segnata sulla roccia eterna,
limpronta dellego che perdura nei secoli.
Cos, di fatto, come il vivere mutevole, anche gli spiragli
e gli orizzonti cromatici di Gino Fossali lo sono, pronti a
varcare la soglia dei desideri per farci intravedere un alto
spessore lirico e una complessa ricchezza interiore,
come ha bene evidenziato Giorgio Seveso. Certamente lo
sguardo di Fossali, in queste opere, orientato al mito
greco, alla Pythia, che si evince nelle forme create con elo-
quenza sensoriale. Nonostante ci, al di l del dato mitolo-
gico estrinseco, trapela un cosmo magico dove bellezza e
segno si incontrano per dare vita a una narrazione priva di
intorpidimenti e incomprensioni subitanee.
Il colore protagonista assoluto che si lascia contemplare
grazie allausilio di una intrecciata lettura iconografica e
iconologica, chiamando in causa le tanto invocate leggi di
Panofskyana memoria. Per definizione, larte di Gino
Fossali larte della purovisibilit, mista a profondi riman-
di etici e morali, da ricavare col gusto della storia che invi-
ta a non perdere di vista il fine ultimo delle cose: leterni-
t dellamore e con esso lespressione rigogliosa dellarte
che in Fossali trova compimento!
Antonio DAmico
Gi no Fos s a l i
e la fonte della sapienza creativa
G. Fossali, Fonte Kastalia n.1, 2000, olio su tela, cm 70 x 60
G. Fossali, Insediamento, 1996, pastello a olio, cm 60 x 50
Archivio Carmelo Zotti - www.carmelozotti.it - tel. 346 2236072
Orizzonti Onirici
a cura di Philippe Daverio
inaugurazione gioved 24 gennaio ore 19,30
Bologna, Esprit Nouveau
dal 24 al 28 gennaio
con il contributo di catalogo in mostra
G. Fossali, Satyre et nymphe en bleu, 1994, pastello a olio, cm 50 x 35
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Sergio Orlando o lanima delle cose
Jean Blanchaert
Sergio Orlando lultimo dei magistri comacini, campionesi, lariani, intelvesi. Sergio
Orlando un resistente. coriaceo, avanza per la sua strada o piuttosto per il suo
sentiero, spinto da una convinzione pi genetica che ideologica. I cardi dei prati di
Lanzo sono belli, spinosi e inattuali come la sua pittura. Sergio Orlando per, ha
resistito allastrattismo degli anni 50, alla rivoluzione culturale degli anni 60, al
richiamo delle sirene finanziarie degli anni 70 e 80. Negli anni 90 non solo ha potu-
to continuare ad essere se stesso, ma ha cominciato ad esserlo ufficialmente.
Questo pittore-poeta che ha lhobby notturno di essere poeta-pittore ha la qualit
delle cose e delle persone che sono incontaminate e fuori dal tempo. Incontaminati
e fuori dal tempo sono i pentolini di ferro nei quali si cuoce la polenta, incontami-
nati e fuori dal tempo sono gli oggetti di uso quotidiano che, interpretati da Orlando,
acquistano la straordinaria dote della inattualit. Persino il telefono o la radio, trac-
ciati a biro, sembrano i reperti di uno scavo archeologico tardo medioevale. Scavo
immaginario della Valle dei Saraceni, Pizzarera, Intelvi. In questa valle lacqua aveva
levigato i sassi per varie ere geologiche rendendoli meravigliosamente sinuosi. Un
pocome la prima penna Bic che nelle mani di Orlando diventa magica e porta log-
getto del terzo millennio s nel terzo millennio, ma in quello avanti Cristo.
Orlando, che non ha mai avuto paura alloccorrenza di essere ostile, riuscito a
mantenere la sua ispirazione. Dino Buzzati diceva che nei quadri di Orlando cir-
colava laria quasi fossero, dico io, maschere dossigeno; Guido Piovene aveva
intuito in Orlando lanima del cacciatore che, con gli strumenti e la maestria della
Morbidi declivi arsi da torride estati, il vaporoso candore invernale dei
boschi, la tranquilla semplicit dei tetti di paese: i quadri di Sergio
Orlando, con le loro pennellate cos intensamente materiche, sono il
vivo riflesso della stretta connessione fra lopera dellartista e i pae-
saggi della Val dIntelvi.
qui infatti, nel cuore delle valli intelvesi, che Orlando nasce nel
1939 e trascorre uninfanzia e unadolescenza animate dal vivace
ambiente artistico che ruota intorno ai suoi genitori, attori di teatro.
Con la loro compagnia teatrale, Orlando percorrer lItalia e reciter
per alcuni anni, nel corso dei quali affiancher lamico e compagno
di scena Gian Maria Volont. Frutto dei forti stimoli ricevuti, pi che
rottura con il teatro, la scelta di dedicarsi interamente alla pittura,
maturata a ventisette anni.
Orlando diventa allievo di Giulio Vito Musitelli e frequenta la Scuola
Libera di Nudo sotto la guida di Gino Moro. Lesordio avviene appe-
na un anno dopo, nel 1967, quando la prima mostra personale a
Milano d il via a un lungo iter espositivo costellato di riconoscimen-
ti da parte di personaggi del calibro di Dino Buzzati, Leonardo
Borgese e Guido Piovene.
Attualmente lartista vive a Milano nei mesi invernali e soggiorna a
Lanzo dIntelvi nella stagione estiva.
Ancora una volta la Val dIntelvi quindi, con la tacita poesia dei laghi
e dei boschi e la genuina semplicit di un piccolo mondo antico: un
paesaggio che non semplice sfondo, ma viva linfa, filo rosso che si
dipana attraverso le diverse tappe del lungo percorso artistico di
Orlando, conferendogli una vitale e sempre rinnovata unit.
Una vita per larte
Martina Fragale
Sergio Orlando con Philippe Daverio
Conchiglia e cardo, 2006, cm 20x28
Alberi del parco, 1991, cm 28x20 Cardi in rosso, 2006, cm 20x28
Mele gialle, 2006, cm 20x28
Natura morta con mestolo, 1999, cm 30x40
Rose sul tavolo, 1996, cm 20x28
Personale di Sergio Orlando alla Galleria Cappelletti di via Brera, 4 dal 31 gennaio al 19 febbraio 2008
tradizione, tradizione lombarda, va a caccia. Ma a caccia di chi? Avrebbe chiesto
Federico Zeri. A caccia dellanima delle cose, avrebbe risposto Piovene con accen-
to veneto. Virgilio Guidi ha scritto che Orlando: ha pi ragioni per operare volte alla
natura e alla sapienza e che la pittura il mezzo con cui traduce queste ragioni.
Egli, difatti, non un tranquillo paesista lombardo, questo lo aggiungo io, un
inquieto guerriero dei cardi.
una persona timida che si sforza di andare verso gli altri perch ha qualcosa da
dire, o meglio, perch dopo aver detto bene qualcosa con la sua pittura vuol far sen-
tire il suo linguaggio. Vittorio Sereni parla di un mondo lombardo, visto da occhi
lombardi dallinterno di una tradizione lombarda. []. Si tratta di quella certa
Lombardia arretrata nel tempo che guardiamo non senza stupore ogni volta che vi
ci porta il caso. Federico Fellini, Aligi Sassu, Sergio Solmi, Rafael Alberti, Vasco
Pratolini, Paolo Volponi, Mario Luzi, Carlo Sgorlon, Gaetano Afeltra, Guido Vergani,
Carlo Bo, Mario De Micheli, Flaminio Gualdoni, Martina Corgnati, Vittorio Sgarbi,
Sergio Zavoli, Ferruccio de Bortoli, Giovanni Raboni, Maurizio Cucchi, Giuliano
Gramigna, Carlo Castellaneta ed altri. Chi non ha parlato di Sergio Orlando?
Mancano Alcide De Gasperi, Luchino Visconti e Paolo VI. Che da etici dellestetica
e da estetici delletica avrebbero potuto dire, se ne avessero conosciuto lopera, che
i codici miniati di Orlando portano sino a noi, racchiuso in una noce del Pian delle
Noci, un sapere antico.
Modesto ed austero nei contenuti, bello e semplice nella forma. Lanima delle cose.
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