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esclusivo
tumori e malattie nella gela
del petrolchimico p. 48
indifesi
dynasty esselunga
caprotti junior lancia
dure accuse al padre p.104
politica e potere
lottizzazione tra i partiti
delle larghe intese p. 40
omicidi a roma. boom di rapine e scippi. furti in casa a milano e bologna.
in tutte le citt italiane la crisi economica moltiplica i reati. e aumenta
la paura. mentre le forze dellordine hanno sempre meno uomini e mezzi
settimanale di politica cultura economia - www.espressonline.it n. 22 anno liX 6 giugno 2013
Altan
6 giugno 2013 | | 5
il sommario di questo numero a pagina 26
6 giugno 2013 | | 7
T
re nostri concittadini. Rami
Abou Eisa nato a Biella nel
1987 da genitori egiziani. Suo
padre vive in Italia da 33 anni
e ha tre fratelli pi piccoli.
lunico della sua famiglia a non avere la
cittadinanza italiana perch quando i sui
genitori lhanno ottenuta lui era gi mag-
giorenne. Ha fatto domanda per la cittadi-
nanza ad agosto 2007 e non ha ancora ri-
cevuto risposta. Non pu viaggiare alleste-
ro e non pu tornare in Egitto perch per il
governo egiziano un disertore non avendo
fatto il servizio militare. Ha 25 anni, studia
archeologia a Torino come studente extra-
comunitario, pur essendo italiano.
Valentino agunu nato a Roma, nel
1987. I suoi genitori sono venuti in Italia
dalla Nigeria sei anni prima che lui na-
scesse. Ha tre sorelle nate e cresciute in
Italia. Quando lui era in prima media, con
la famiglia, tornato in Africa, per poi
trasferirsi a New York. Valentino ora vive
in Italia anche se ha perso i requisiti per
chiedere la cittadinanza. Ora ha un per-
messo di soggiorno per motivi di studio.
Anastasio Moothen nato a Parma da
genitori delle Mauritius. Alla fne delle
scuole superiori, non avendo trovato un
lavoro, stato quasi un anno senza per-
messo di soggiorno. Non poteva iscriversi
alluniversit, non poteva viaggiare e non
poteva partecipare concorsi pubblici.
Molto spesso, di fronte alla paura, di
fronte al diverso, di fronte al diverso che
genera paura, il buon senso arretra. E se
rileggiamo la storia delluomo dalla pro-
spettiva dei cambiamenti, della introduzio-
ne anche di nuovi diritti, comprendiamo
quanto, la nostra, sia una storia fatta di
conservazione. Eppure il popolo italiano,
in un passato recentissimo, stato vessato
da insulti, luoghi comuni, pregiudizi. E che
ora sia cos disposto ad aprirsi a logiche
razziali cosa singolare.
Gli italiani sono generalmente di picco-
la statura e di pelle scura, non amano lac-
qua, molti di loro puzzano perch indossa-
no lo stesso vestito per molte settimane. Si
costruiscono baracche di legno e di allumi-
nio nelle periferie delle citt, dove vivono
vicini gli uni agli altri Si presentano di soli-
to in due e cercano una stanza con uso cu-
cina, dopo pochi giorni diventano quattro,
sei, dieci. Tra loro parlano lingue per noi
incomprensibili, forse antichi dialetti. Mol-
ti bambini vengono utilizzati per chiedere
lelemosina. Fanno molti bambini che fati-
cano a mantenere. Dicono che siano dediti
al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre
donne li evitano non solo perch poco at-
traenti e selvatici, ma perch si diffusa la
voce di alcuni stupri consumati dopo ag-
guati in strade periferiche. Propongo che si
privilegino i veneti e i lombardi, tardi di
comprendonio e ignoranti, ma disposti pi
di altri a lavorare. Cos venivano descrit-
ti gli italiani nel 1912, in una relazione
dellispettorato allimmigrazione del
congresso Usa, in un documento uffciale.
A noi pu sembrare assurdo, ma tanto
pi assurdo il fatto che con le stesse
parole, ancora oggi, molti italiani descri-
vano gli immigrati che arrivano qui.
oggi sei italiano se hai almeno un
genitore italiano. Se nasci da genitori stra-
nieri, solo quando compi 18 anni puoi
chiedere la cittadinanza. Ma se la tua fami-
glia per un periodo non stata residente in
Italia, perdi il diritto a chiederla. Poi, quan-
do la chiedi, i tempi per ottenerla sono
lunghissimi. Sono un milione i ragazzi nati
in Italia, che parlano italiano, che sono
italiani ma che non hanno la cittadinanza.
Vivono con permessi di soggiorni, se non
studiano e non lavorano diventano clande-
stini. Sono talenti per il Paese, se perdiamo
questi cittadini, perdiamo un valore ag-
giunto morale ed economico.
Mi piace ricordare Fiorello La Guardia,
fglio di padre pugliese e madre triestina,
che nel 1933 diventa sindaco di New York
perch l esiste lo ius soli. A lui New York
deve moltissimo: la possibilit che le mino-
ranze hanno avuto di dimostrare il loro
talento, larresto di Lucky Luciano, scatta-
to un minuto dopo linsediamento come
sindaco. Neanche per un attimo gli ameri-
cani lo hanno considerato non americano
perch nato da genitori stranieri. LAmerica
non ha rinunciato a quel talento e a quella
possibilit. Perch rinunciarci noi?
Lezione americana
sullo ius soli
Rami Abou Eisa, 26
anni, nato a Biella
da egiziani diventati
italiani. Lui no,
perch mamma e
pap hanno ottenuto
la cittadinanza
quando il loro fglio
aveva gi 18 anni.
Eppure La Guardia
divenne sindaco di
New York, e per
tutti era americano
nonostante avesse
genitori stranieri
Se ne parla su www.espressonline.it
Roberto Saviano Lantitaliano
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M
a come ha fatto la famiglia
Riva ad accumulare grazie
allIlva 8 miliardi di euro
(15 mila miliardi di lire)
pari a due volte il gettito
dellImu sulla prima casa e a circa la me-
t di quello che spende Berlusconi in av-
vocati? In una minuziosa memoria difen-
siva i Riva spiegano che lottimo anda-
mento del mercato delle grondaie, unito
al buon successo delle posate in acciaio
inox modello Elena, ha consentito di
aumentare i proftti dello 0,01 per cento.
Il restante 99,99 per cento dei proftti
dovuto a puro culo. Ma la tesi non ha
convinto gli inquirenti, che hanno ordi-
nato nuove perizie.
La pista russa Grazie allintercessio-
ne personale di Berlusconi, attraverso la
consociata Mediatub lIlva avrebbe ven-
duto allamico Putin tubi da gasdotto per
un totale di 500 mila chilometri di lun-
ghezza. Lammontare della commessa,
pari a dieci volte lequatore, ha insospet-
tito gli inquirenti. Il mistero stato chia-
rito prendendo visione del progetto del
nuovo gasdotto Zig-Zag, un capolavo-
ro dellingegneria italo-russa che con-
giunge Baku a Ravenna con un percorso
molto sinuoso (passa per Stoccolma,
Ankara, Chicago, Manila, Sidney, Mum-
bai e Pamplona). Anche dove era pos-
sibile procedere per via rettilinea spie-
ga un consulente dellEni che ha accet-
tato di ricevere i giornalisti nel castello
in Borgogna dove si appena stabilito
siamo riusciti a inventarci suggestivi,
arditissimi ricami aerei, ispirandoci alle
celebri montagne russe di Eurodisney.
Finita lepoca del gasdotto come banale
vettore di combustibile, lesigenza
usare i tubi come un vero e proprio ele-
mento architettonico. Cos, per percor-
rere un solo chilometro, ne servono al-
meno venti di tubo dacciaio.
La pista ferroviaria Mentre i treni
italiani vanno a ramengo e sulle linee
secondarie, a causa della manutenzione
carente, i macchinisti devono aprirsi la
strada a colpi di machete, lIlva avrebbe
venduto alle Ferrovie dello Stato milio-
ni di chilometri dei nuovi binari Exca-
libur in acciaio temperato, cromatura
a mano, frma e segno zodiacale dello-
peraio fonditore incisi lateralmente a
ogni pezzo. Possono essere montati
solo con traversine in mogano, a lisca
di pesce come il parquet.
Velocissime, sono adatte solo ai treni
ad alta velocit. Ma in attesa di com-
pletare il famoso Corridoio 5 della Tav
(Lisbona-Novosibirsk: per ora pronto
il tratto che va da Lisbona Termini a
Lisbona Tiburtina) e il corridoio 5 bis
(sempre Lisbona-Novosibirsk, ma so-
praelevato sopra il corridoio 5), i bina-
ri Excalibur sono stati montati per
prova sulla Saluzzo-Cuneo. Il vecchio
interregionale di latta a due vagoni,
sfuggendo al controllo del macchinista,
ha raggiunto i 340 allora e si disfatto
per lattrito, arrivando a Cuneo in quat-
tro minuti contro la consueta ora e
mezza. Atterriti ma entusiasti, i pochi
pendolari superstiti hanno solo chiesto
un pettine e hanno rifiutato laiuto
dello psicologo.
risparmi Enormi risparmi sarebbero
stati possibili grazie alla semplifcazione
dei processi produttivi. I robusti altoforni
trafugati dal Museo della siderurgia di
Sheffeld non sono mai stati sostituiti in
applicazione di una delibera delle Belle
Arti. Al posto delle costose ciminiere, il
sistema della dispersione en plein air
del nerofumo, unito al libero rilascio dei
pittoreschi lapilli incandescenti, ha fatto
di Taranto una citt inconfondibile, a
met tra Pompei durante leruzione del
Vesuvio e Venezia durante i fuochi del
Redentore.
La pista saLariaLe In una simulazio-
ne aritmetica effettuata, durante il dopo-
scuola, dagli alunni di una scuola elemen-
tare di Ancona, risultato che se il salario
di 40 mila operai rimane identico per
ventanni, a parit di fatturato la proprie-
t della fabbrica guadagna una caterva di
miliardi. Lo studio, destinato a far discu-
tere gli economisti di tutto il mondo,
stato accolto con autentica sorpresa negli
ambienti politici, sindacali e industriali.
Riva dice grazie
alle grondaie
Nella sua memoria
difensiva il re
dellacciaio spiega
cos i grandi utili
del gruppo. Dovuti
anche al successo
delle posate
Elena, che hanno
fatto aumentare i
proftti dello 0,01
per cento. Il
restante 99,99 per
cento puro c...
Se ne parla su www.espressonline.it
Michele Serra Satira preventiva
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i successo nel 2010. Squil-
la il cellulare, una funzio-
naria della banca. Profes-
sore, niente da fare per quel
fdo: lei ha unipoteca sulla
casa. Lo so, legata al mutuo. Non
quella, ce n unaltra: unipoteca legale.
Firmata lanno scorso da Equitalia. Non ne
sapeva nulla? Normale, accade alla met
degli italiani. Da qui inizia il mio soggior-
no nel girone dei dannati fscali. Scoprendo,
dopo un andirivieni tra gli uffci di Equita-
lia, un debito di 3 mila euro, per otto multe
e una tassa sui rifuti urbani. Cartelle esat-
toriali errate, che avevo gi impugnato. O
mai notifcate, se non con una cartolina
imbucata nella cassetta delle lettere, che poi
ti costringe a code chilometriche per ritira-
re il plico in un uffcio postale. E se nel
frattempo avessi posto in vendita la casa?
Se avessi accettato una caparra di 50 mila
euro? Il compratore, effettuate le visure
catastali, avrebbe potuto rescindere il con-
tratto, obbligandomi a restituirgli il doppio.
Io per, nella dIsgrazIa, ho ricevuto
in sorte un paio di grazie: capisco qualcosa
di diritto; ho un affaccio sui giornali. Ram-
mento perci che una legge del 2000 obbli-
ga il fsco ad assicurare leffettiva cono-
scenza dei suoi atti. Scopro che lesecuzio-
ne immobiliare pu attivarsi unicamente
per importi superiori a 8 mila euro: Equi-
talia non avrebbe mai potuto mettermi
lappartamento allasta, sicch lipoteca
non era che uno sfregio, tanto valeva ri-
garmi lauto con un chiodo. E soprattutto
denuncio la vicenda sul Sole 24 Ore.
Apriti cielo. Equitalia reagisce a brutto
muso con un controarticolo del loro ad-
detto stampa, reagisce inferocito pure il
popolo dei vessati (c chi ha ricevuto
unipoteca sullimmobile per multe sulla
macchina che aveva ormai venduto), la
questione rimbalza anche in tv, io ci vinco
perfno un premio giornalistico. E qualche
tempo dopo la Cassazione d ragione alla
mia tesi, mentre varie leggi mettono le ga-
nasce alle ganasce fscali.
Ma quante sono le ingiustizie che ci av-
velenano la vita? Non le prepotenze di chi
si crede il pi dritto del Reame, come il
maleducato che ti scavalca nella fla. No:
ingiustizie di Stato. E nemmeno le pi gran-
di, che arrivano a espropriare i tuoi stessi
diritti sulla vita e sulla morte. Come la legge
sulla procreazione assistita, che proibisce la
fecondazione eterologa per garantire al
nascituro il diritto di conoscere entrambi i
genitori: sicch, per proteggere il bambino,
gli impedisce di nascere. O come il reato che
castiga chi aiuta lamico che non ce la fa pi,
ma che non riesce a farla fnita con le proprie
mani, perch ridotto a un vegetale come
Welby; in Italia puoi ammazzarti solo se stai
bene. Tuttavia sono le piccole ingiustizie,
quelle che ti bucano la pelle come una goc-
cia cinese. E se non sai difenderti dalle offe-
se minori, preparati a riceverne di maggio-
ri, diceva Confucio.
per esempIo: tu vivi con qualcuno per
ventanni. Senza sposarti, o perch la legge
te limpedisce se sei gay, o perch non hai
voluto trasformare un sentimento in un
rapporto burocratico. Poi tiri le cuoia, e a
lei (a lui) non resta nulla, neppure la pen-
sione. Invece se hai celebrato un matrimo-
nio di due giorni, se al terzo giorno come
Cristo sei salito in cielo, la vedova si becca
una pensione di reversibilit. Esempio bis:
le contravvenzioni. 160 euro per chi parla
al cellulare mentre guida, senza distinguere
se sei un cassintegrato o il presidente della
Fiat; ma per il primo la multa si porta via
un quinto del mensile, per il secondo un
quinto della cena. Esempio tris: le tasse
sulla casa, quelle che Letta ha messo in so-
spensione. Ma il peso sospeso uguale
anche se hai un bel mutuo sul groppone,
sicch la propriet effettiva della banca.
Esempio quater: il furto del motorino. Non
basta sporgere denuncia ai carabinieri, devi
anche pagare un bollettino per la perdita
di possesso: cornuto e mazziato.
Discriminazioni e vessazioni ci fanno
venire il mal di fegato, ma interrogano al-
tres il nostro senso di giustizia, la nostra
idea delleguaglianza. E allora ecco una
cassetta della posta, raccontateci le piccole
ingiustizie che subite. Mettete le vostre
rabbie per iscritto, noi poi ci scriveremo
sopra. Una parola per lequit di Stato.
michele.ainis@uniroma3.it
Vessati dItalia
unitevi. E ribellatevi
Dalle ipoteche di
Equitalia ai diritti
negati alle coppie
di fatto; dalla
contravvenzione
uguale per tutti al
bollettino per la
perdita di possesso
del motorino rubato.
Mille ingiustizie ci
avvelenano la vita.
Eccone un ricco
campionario
Se ne parla su www.espressonline.it
Michele Ainis Legge e libert
6 giugno 2013 | | 13
R
omanista o laziale? Non
questione di logica, ma di fe-
de, una fede che trova le ra-
dici nella prima maglia indos-
sata, nel campione che ha ac-
ceso la nostra fantasia di bimbi, negli amici
del patronato. Questa fede ci porta a giudi-
care in modo diverso episodi simili. Lo
sputo di Francesco Totti a un giocatore
danese o il saluto fascista di Paolo Di Canio
diventano gesti irresponsabili o innocue
ragazzatea secondo della nostra fede.
Questo tifo lopposto dello spirito sporti-
vo di de Coubertin, ma viene incoraggiato
dalle squadre e dai giornali, perch aiuta a
vendere biglietti e copie.
PurtroPPo questo tifo da stadio si
esteso anche al dibattito di politica economi-
ca. I responsabili non sono solo giornalisti e
politici, ma nientepopodimeno che il premio
Nobel per leconomia Paul Krugman. Quan-
do scriveva nelle riviste accademiche era un
economista sopraffno. Da editorialista del
New York Times si trasformato in un ultra
manicheo. Per lui ci sono i buoni (coloro che
vogliono aumentare la spesa pubblica sem-
pre e comunque) e i cattivi (che vogliono ri-
durla). Nessun colpo troppo basso contro
i cattivi. Le prime vittime sono stati gli eco-
nomisti di Harvard, Reinhart e Rogoff. In
uno dei loro articoli pi famosi avevano so-
stenuto che un elevato debito pubblico in
rapporto al prodotto interno lordo riduceva
la crescita economica, una tesi che trova
daccordo lo stesso Krugman. Ma la loro
colpa di aver individuato al 90 per cento il
livello a cui questo effetto negativo diventa
importante, un valore vicino a quello degli
Stati Uniti in questo momento e quindi un
risultato usato dai nemici per limitare la
spesa pubblica americana. Da analisi succes-
sive emerso che questa soglia non era poi
cos chiara e che dipendeva in parte da un
imbarazzante errore in excel, errore che
stato individuato perch gli autori stessi
avevano consegnato dati e programmi ad
altri ricercatori. Ma questo a Krugman non
bastato: li ha accusati di disonest intellet-
tuale e quando, prove alla mano, hanno di-
mostrato di aver distribuito i loro dati ben
tre anni fa non si neppure scusato.
Le vittime successive sono stati Alber-
to Alesina e Silvia Ardagna, sopranno-
minati, in sprezzo al genere, Bocconi
boys. La loro colpa quella di aver
sostenuto che un taglio della spesa pub-
blica pu avere effetti espansivi, una
possibilit gi dimostrata 23 anni fa da
Francesco Giavazzi e Marco Pagano.
Non c alcun imbarazzante errore nella
loro analisi, ma il loro risultato sensi-
bile alla defnizione di politica di auste-
rit. E questo basta a Krugman per di-
leggiarli, ignorando che il loro risultato
principale - che un taglio di spesa pub-
blica sia meno recessivo di un aumento
delle imposte - stato confermato.
Purtroppo questa discussione di politi-
ca economica da stadio oscura un
ampio consenso tra gli economisti su
cosa si debba fare. In genere un taglio
della spesa pubblica ha, nel breve perio-
do, un effetto recessivo. Se licenziamo 5
mila guardie forestali siciliane il Pil nazio-
nale si riduce di 72 milioni allanno (i
servizi della pubblica amministrazione
entrano nel Pil al loro costo, anche se il
vero valore prodotto fosse - come proba-
bile in questo caso - zero). Questi 72 mi-
lioni non spariscono: si traducono in
meno imposte o in minor debito. I contri-
buenti (che pagano meno imposte) o i
creditori (che si trovano con pi soldi li-
quidi) aumenteranno la domanda e a
ruota il Pil. Il processo per non imme-
diato e quindi nel brevissimo periodo ci
sar una riduzione di Pil e maggiore di-
soccupazione. Per questo gli economisti
preferiscono ridurre il defcit in una fase
espansiva delleconomia.
Per, quando un Paese, come lItalia,
dipende dal credito estero per fnanziare il
proprio debito, una crisi di fducia, come
quella sperimentata nellestate 2011, pu
essere devastante. In quel caso, non si pu
aspettare a ridurre il defcit. Per attenuarne
gli effetti recessivi, tale riduzione dovrebbe
avvenire principalmente attraverso tagli di
spesa invece che aumenti di imposte. Pur-
troppo su questo fronte hanno fallito tutti
i governi italiani, compreso quello guidato
dal vero Bocconi boy, Mario Monti.
Krugman fa come
i tifosi di Totti
Il famoso sputo al
calciatore danese fu
giudicato un gesto
irresponsabile o una
ragazzata a seconda
della fede da
stadio. Con lo stesso
tifo il premio Nobel
attacca oggi chi
sostiene che in
Italia, per crescere,
bisogna tagliare la
spesa pubblica
Se ne parla su www.espressonline.it
Luigi Zingales Libero mercato
a cura di Gianluca Di Feo / Primo Di Nicola
Riservato
6 giugno 2013 | | 15
Soru contro Soru. Il patron di Tiscali,
nonch azionista, prima unico oggi di
minoranza, de lUnit, ha da poco
annunciato il progetto di una
piattaforma informatica che metter
in collegamento vertici e base del Pd.
Lannuncio in pompa magna stato
fatto un paio di settimane fa a Milano,
assieme a Stefano Boeri, ex assessore
della giunta Pisapia e in precedenza
candidato Pd (sconftto) alle primarie
per Palazzo Marino. Iniziativa due
volte interessante. Negli stessi giorni,
infatti, lUnit ha varato un progetto
molto simile, ideato gi da oltre un
anno, e condiviso dallo stesso Pd.
Insomma, limprenditore Soru e il
politico Boeri si fanno concorrenza,
luno a se stesso, tutti e due al loro
partito, il Pd. E forse in questa storia
pesa pi la politica che limpresa.
Prova ne sia il movimentismo
dellinventore di Tiscali sui giornali e
allassemblea del suo partito. R.A.
007 Missione ordine pubblico e sicurezza. Non il titolo
dellennesima puntata della saga di James Bond, ma pi
semplicemente il codice con cui la Ragioneria dello Stato ha deciso
di iscrivere in bilancio le somme per pagare le spese delle strutture
italiane di intelligence civile. Tra tante denominazioni che si sarebbero
potute scegliere, sembra proprio che qualche funzionario della
Ragioneria si sia divertito a evocare la saga di Ian Fleming. Spulciando
tra le carte del ministero dellEconomia il dicastero che provvede
a erogare le somme ai nostri servizi segreti si scopre che nonostante
la spending review, il budget per lintelligence non verr intaccato.
Anzi, per la voce sicurezza democratica si passa dai 585 milioni di
euro del 2012 ai 600 per lanno in corso, per arrivare sino a 615 milioni
nella previsione per il 2015. Si torna cos ai livelli di spesa previsti
prima della crisi fnanziaria, quando il Tesoro, alla fne del 2011, tent
invano di portare i nostri servizi segreti sopra quota 640 milioni. P.M.
Che fne ha fatto la rivista Gnosis? Il super periodico della nostra
intelligence civile dovrebbe essere pubblicato trimestralmente.
Giunti quasi a met dellanno, ci dovrebbe essere un numero gi in
distribuzione e un secondo in procinto di stampa. Invece, niente. Sino
a questo momento non c traccia nemmeno del primo numero.
A quanto pare, il ministero dellInterno non avrebbe ancora apposto
il visto si stampi sulla prima edizione 2013. Probabilmente tutto
da rifare, un po per i nuovi assetti del governo, un po per le fbrillazioni
interne alla testata dei servizi segreti. Il volume Gnosis, una volta edito
dal Poligrafco-Zecca dello Stato, viene pubblicato dalla casa editrice
romana De Luca. Il direttore responsabile ancora oggi lex prefetto
Francesco La Motta, gi vice direttore dei servizi segreti civili, in pensione
da met marzo. Che, in questi giorni, non ha molto tempo da dedicare
a Gnosis: accusato di peculato e corruzione per la gestione del fondo
per gli edifci di culto, da lui diretto fno al 2006. P. M.
Servizi segreti/1
007, licenza di aumentare
Servizi segreti/2
Rivista sotto copertura
Trasloco nello scorso weekend per due For-
migoni. Defnitivamente lasciano gli uffci
del commissario straordinario di Expo 2015
al 30 piano del Pirellone. Il primo ogni
tanto si faceva ancora vedere. Il secondo, una
gigantografa in rapporto 1:1, aveva preferi-
to aspettare l immobile. Da quando il neo-
governatore Maroni aveva scelto di chiude-
re col passato, i due Formigoni hanno resi-
stito il pi possibile prima di lasciare i lus-
suosi uffici raggiungibili con lascensore
presidenziale a prova di pass. Ma con la
nomina a presidente della Commissione
Agricoltura a Roma si sono fnalmente de-
cisi. Via allora gli arredi personali, tra cui un
curioso letto a scomparsa e, soprattutto, la
sua sagoma che sorridente accoglieva gli
ospiti del Celeste negli appartamenti a lui
riservati. La stessa con cui Angelino Alfano,
ospite dellultimo Meeting di Rimini, si era
rifutato di posare per una fotografa. Eh
no, Roberto. La foto con la tua gigantografa
non la faccio. M.Br.
Traslochi
Addio al Formigoni bis
LA GIGAntoGrAFIA DI roberto ForMIGonI neL Suo
uFFICIo DI PreSIDente DeLLexPo
EDITORIA E POLITICA
SORU NON LASCIA
E RADDOPPIA
pi soldi ai servizi | benefit leghisti | romeo arruola bocchino | polizza di casta | renzi da vinci
16 | | 6 giugno 2013
Riservato
Un prestigioso Skybox per vedere le
partite del Milan a San Siro. E una
fammante Audi A6 a carico dellazien-
da, con apposito lasciapassare per usar-
la di domenica e permettere a un fami-
liare di guidarla. Nella battaglia di po-
tere al vertice della Milano-Serravalle
saltano fuori i beneft pazzi concessi ad
alcuni amministratori. Nel mirino del
numero uno Marzio Agnoloni, area
Pdl, fnito un leghista doc come il vi-
cepresidente Paolo Besozzi. Tutto nasce
da quei beneft che il precedente cda aveva concesso a Besozzi e altri. Il palco
per vedere in santa pace la squadra rossonera, costo 28 mila euro per il cam-
pionato 2011-2012, doveva servire per tenere i rapporti istituzionali con
banchieri e fornitori, ma alle partite ci sono andati soprattutto Besozzi e lex
ad Federico Giordano, accompagnati da parenti e amici. E luso dellauto blu,
nonostante tutte le autorizzazioni del caso, secondo un parere legale chiesto
da Agnoloni potrebbe addirittura far temere un procedimento penale. GL. R.
Leghisti / 1
AUTOSTRADA DI SPRECHI
La Lega parla sempre meno piemontese. Nel corso dellultimo consiglio federale,
non arrivata la nomina a vice di Maroni per il presidente della Regione Piemonte
Roberto Cota. Carica andata ai leader leghisti della Lombardia, Matteo Salvini, e
del Veneto, Flavio Tosi. Cota allasciutto, con una magra consolazione, lingresso
nel comitato esecutivo. Allorizzonte del politico novarese si delinea un altro
avvicendamento, quello alla segreteria nazionale della Lega Nord Piemonte. In
pole position per la successione lex senatore Enrico Montani e la presidente
della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, compagna di Roberto Calderoli. F.L.
Leghisti / 2
COTA ALLASCIUTTO
Banana Republic Guido Quaranta
Che Casini le elezioni
Qualcuno lo ricorder quando, sui manifesti
elettorali di alcuni anni fa, portava sulle spalle il
fglio pi piccolo e, sorridendo, invitava gli italiani
a votare per lUdc di cui era leader. Bei tempi.
Bei tempi anche quando, come Irene Pivetti,
stato uno dei pi giovani presidenti della
Camera dei deputati. Da allora, sino a tre mesi
fa, comparso in tv quasi come
Max Giusti, il conduttore preserale
dei Fatti vostri: stato lospite
ricercato dai telegiornali e dai talk
show. Non so quante interviste
abbia concesso ai giornali e
quante volte, da semplice
deputato, si sia alzato a
Montecitorio per pronunciare un
discorso. Era, insomma, un
personaggio politico autorevole e
onnipresente. Ma come disse, sconsolato, il
comico Ettore Petrolini: A me mha rovinato la
guera, il neosenatore bolognese Pier
Ferdinando Casini, anche lui, pu commentare
A me mhanno rovinato le elezioni di febbraio:
infatti, di colpo, ha perso voti, seguaci, potere,
carisma, apparizioni televisive e dichiarazioni ai
giornali. Di recente stato eletto
presidente della commissione
Esteri di Palazzo Madama, ma la
notizia passata inosservata:
un incarico che, fuori del Palazzo,
nessuno sa cosa sia.
Dimprovviso, a 58 anni, nove
volte parlamentare, il
neosenatore Casini sembra
destinato al prepensionamento.
la politica, bellezza.
Quale migliore scenario delle tele di Pietro
da Cortona per celebrare i propri fasti?
Questo deve aver pensato il sovrintendente
di Roma e conduttore radiofonico Umberto
Broccoli, che ha chiamato a raccolta il
personale degli uffci ai Musei capitolini. Un
appuntamento per fare il bilancio dei cinque
anni di lavoro ma non privo di qualche
momento di tensione verbale, come il salire
dei toni quando alcuni funzionari hanno
mugugnato davanti ai picchi del monologo
autocelebrativo. Il tutto mentre i turisti
gironzolavano per la sala per ammirare le
opere del pittore barocco. Broccoli fu
nominato da Gianni Alemanno dopo il suo
insediamento grazie anche allamicizia con
la moglie Isabella Rauti. Adesso, a
prescindere dalle sorti elettorali del suo
protettore, si dice certo della riconferma
sulla base di rassicurazioni che avrebbe
ricevuto dal centrosinistra. P. Fa.
Broccoli di stelle
PIER FERDINANDo CASINI. IN ALTo: Lo STADIo DI SAN SIRo F
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PaRLamentaRi assenze (in %)
1 Antonio ANGELUCCI (Pdl) 98,28
2 Piero LONGO (Pdl) 98,28
3 Giacomo PORTAS (Pd) 98,28
4 Giovanni FAVA (Lega) 96,65
5 Stefano QUINTANELLI (Sc) 96,65
6 Silvio BERLUSCONI (Pdl) 94,12
7 Niccol GHEDINI (Pdl) 94,12
8 Mario MONTI (Sc) 94,12
9 Mariarosaria ROSSI (Pdl) 94,12
10 Denis VERDINI (Pdl) 94,12
11 Antonio BOCCUZZI (Pd) 93,10
12 Umberto BOSSI (Lega) 93,10
13 Giuseppe CASTIGLIONE (Pdl) 93,10
14 Marco FEDI (Pd) 93,10
15 Vincenzo GAROFALO (Pdl) 93,10
16 Giovanni MONCHIERO (Sc) 93,10
I dati si riferiscono alle votazioni elettroniche valide svolte in
aula dallinizio della Legislatura. dunque considerato assente
il parlamentare che non partecipa al voto e che non risulta
avere impedimenti per cause istituzionali (in missione).
A tre mesi dalle elezioni politiche ben 16 fra deputati e senatori
hanno maturato oltre il 90 per cento di assenze in Parlamento.
qualCuno ha visto mario monti?
zero
sono i gruppi parlamentari che hanno fnora adempiuto ai
nuovi obblighi di trasparenza previsti a partire da questa
legislatura. Sui siti istituzionali di Camera e Senato, infatti,
ogni gruppo parlamentare dovrebbe gestire una propria
sezione in cui rendicontare il processo decisionale, la vita
politica interna e come vengono spesi i fnanziamenti pubblici
ricevuti. a cura dellassociazione Openpolis
Parlamento in Cifre
18 | | 6 giugno 2013
Tra gli ex parlamentari lobbisti di fresca investitura
uno dei pi attivi Italo Bocchino, chiamato a ricoprire
il ruolo di responsabile delle relazioni istituzionali del
gruppo Romeo, che fa capo allomonimo imprenditore
napoletano recentemente condannato in appello a tre
anni per corruzione per aver pilotato appalti a Napoli e
Casoria. Ma Bocchino (indagato e poi scagionato
proprio nel processo che ha coinvolto Romeo) solo un
tassello della macchina di relazioni che limprenditore
ha attivato da tempo, soprattutto con le amministrazioni
locali, con unattenzione particolare a Matteo Renzi, da
lui fnanziato con 60 mila euro alle scorse primarie
tramite la Isvaflm del suo gruppo. Successivamente
Romeo aveva vinto lappalto per affancare lAnci nella
riscossione dei tributi locali quando lassociazione dei
sindaci era presieduta dallattuale ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, di
strettissima fede renziana. Ma Romeo si avvale anche del supporto del lobbista
dalemiano Claudio Velardi, fondatore e capo della societ Reti, il cui amministratore
delegato, Antonio Napoli, ha una partecipazione attraverso una sua azienda proprio
nella Isvafm Spa di Romeo. Una rete bipartisan che porta a Milano (dove
recentemente Romeo ha vinto un superappalto per gli scali di Linate e Malpensa) visto
che la giornalista della scuderia di Velardi, Gaia Carretta, oggi alluffcio stampa di Atm,
prima di diventare portavoce dellex presidente della Lombardia Roberto Formigoni
aveva affancato proprio Alfredo Romeo come portavoce del gruppo. V.D.
Lobby napoletane
Romeo arruola Bocchino
Marco Damilano
Top e
FLop
La Provincia di Napoli sfratta per morosit El Tower spa, societ del gruppo Mediaset,
che gestisce reti e infrastrutture per la trasmissione dei segnali radiotelevisivi e di
telecomunicazione. Lazienda ha in afftto 1.250 metri quadrati di suolo sul Monte Faito,
propriet per met della Provincia e per met della Regione Campania, ed in debito,
scrive luffcio legale dellente locale, di 43.428 euro, dei quali 28.860 relativi al 2012
e 14.568 per il primo trimestre del 2013. Lo scorso 11 marzo partito un avviso di mora,
che aveva concesso a El Tower 20 giorni di tempo per saldare i conti. Sono trascorsi
invano, lamentano gli avvocati della Provincia. in corso, dunque, la procedura di sfratto.
Epilogo bizzarro per una societ che, si apprende dal sito internet del gruppo Mediaset,
rappresenta oggi il principale operatore nazionale nel settore delle infrastrutture
delle reti di comunicazione elettronica. Fa.Ge.
Morosi eccellenti
Come ti sfratto Mediaset
Considerava certa la nomina a coordinatore lombardo del Pdl. E ne andava fero. Silvio
Berlusconi lo aveva rassicurato: Quel posto sar tuo. Paolo Romani, che lincarico lo
aveva gi ricoperto dal 1999 al 2004, non ha fatto i conti per con Mario Mantovani,
attuale coordinatore regionale e vicepresidente in Regione Lombardia. Cos il Cavaliere
ritornato sui suoi passi e ha riconfermato Mantovani. Smacco non da poco per
Romani che poteva contare su unamicizia di lunga data con Paolo Berlusconi. Ma
anche il Carroccio non avrebbe gradito un cambio della guardia al vertice del Pdl per
evitare, soprattutto, contraccolpi e confittualit visto lincarico di Mantovani in Regione.
Per Romani dunque si potrebbe aprire la strada a una nomina di prestigio, a m di
consolazione, in qualche ente lombardo come ad esempio la presidenza di Fondazione
Fiera Milano o lincarico ben retribuito di amministratore delegato di Fiera Congressi
appena lasciato da Maurizio Lupi. M.Br.
aLFREdo RoMEo
TOP ANGELO BAGNASCO
Il quotidiano della Cei Avvenire ignora
(o quasi) la morte di don Gallo, il presiden-
te della Cei, al contrario, celebra i funerali
del prete di strada, accetta le
contestazioni, distribuisce
leucarestia a Vladimir Luxu-
ria. Da severo inquisitore a
pastore di una Chiesa che
accoglie tutti. Una messa vale
mille Family Day.
fLOP pAOLO SORRENTINO
Feroci polemiche con i critici sulla man-
cata vittoria a Cannes (Forse in Italia
non sapete leggere le cose, reagisce il
regista, italianissimo), regine delle feste
inviperite (erano state riprese in una sce-
na e poi tagliate nel montaggio), compar-
se scomparse, terrazze spaccate... Il Gran-
de Nulla, altro che la grande
bellezza, perch, si conclude
nellultima scena, alla fne
c la morte, oh che scoper-
ta defnitiva, ma prima c
stata la vita, e in mezzo il bla
bla bla: come nel flm di
Sorrentino.
TOP ILARIA BORLETTI BUITONI
Lex presidente del Fai, sottosegretaria
alla Cultura in quota Monti, in testa ai
fnanziatori privati di Scelta Civica, un
assegno da 710 mila euro.
Passi per i 700 mila, sorvo-
liamo sulle accuse di aver
comprato la poltrona, resta
la curiosit. Ma quei 10mila
euro in pi a cosa servono:
una mancia?
fLOP ENRICO BONDI
Anno orribile per il manager che risan
la Parmalat. Si dimette da commissario di
governo sulla spending re-
view per selezionare i candi-
dati della lista Monti: con
quali risultati si visto. Vie-
ne nominato Ad dellIlva,
dopo due mesi molla, ingan-
nato dai Riva. Sforbiciato!
Riservato
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Guerre berlusconiane
Niente Romani in Lombardia
6 giugno 2013 | | 19
Renzi / 1
ipoteca paRRini
Di s ha detto che non tagliato per fare il
segretario del Pd, ma il controllo del partito
sta molto a cuore a Matteo Renzi. Che a
sorpresa ha deciso di lanciare il suo
candidato a segretario del Pd pi forte della
penisola, quello toscano. Si tratta di Dario
Parrini, 39 anni, ex sindaco di Vinci, il paese
di Leonardo, candidato renziano alla
successione del dalemiano Andrea Manciulli.
Famiglia comunista, tra Napolitano e
Morando, la scintilla che ha attratto Parrini e
Renzi la celebre frase di Leonardo: Triste
quel discepolo che non supera il maestro.
Una frase che simboleggia la rottamazione
renziana. Ora la parola spetta alle primarie
del Pd, ma Renzi ha gi messo la sua
ipoteca con Parrini. Nella regione pi rossa
dItalia, fnora feudo dei dalemiani. m.la.
Renzi / 2
Matteo extRalusso
il vertice pi importante sul mondo del
lusso a 360 gradi: lFt Business of luxury
Summit organizzato dal Financial Times
nella suggestiva cornice del Palais
liechtenstein di Vienna, dal 2 al 4 giugno, ha
incluso tra i suoi relatori anche il sindaco di
Firenze, matteo Renzi. Con un occhio alla
recessione globale e laltro ai big del lusso,
Renzi sar lunico politico italiano presente
alle tavole rotonde che avranno come
protagonisti, tra gli altri, Alexis Babeau,
amministratore delegato Kering e braccio
destro di Franois Pinault; Claus Dietrich
lahrs, ceo Hugo Boss; Christophe Navarre,
ad moet Hennessy; markus langes
Swarovski, membro del consiglio esecutivo
dellomonimo gruppo austriaco. A. mat.
Alfredo lascia Silvio. Dopo ventanni dedicati
a Berlusconi, Alfredo Pizzotti non lavorer
pi a Palazzo Grazioli, dove ha assistito
il Cavaliere come maggiordomo. Nato a
marino, ha servito lex premier e i suoi ospiti:
ministri, capi di Stato, showgirl. Venne anche
inserito da Niccol Ghedini tra i 28 testimoni
delle indagini su Ruby con la scorta e il
medico curante del Cavaliere. ma ora la
mummia, come lo chiamavano le ragazze
delle cene eleganti di Silvio, ha deciso
di andarsene. Tra le ragioni, il rapporto con
mariarosaria Rossi, la senatrice che ha preso
in mano la gestione di palazzo Grazioli. B.C.
Silvio perde
la Mummia
E alla fne della Rivoluzione civile Luigi
De Magistris venne a pi miti consigli.
Il sindaco di Napoli, tra lincudine della
sconftta elettorale con Antonio Ingroia
e il martello di 1,7 miliardi di debiti del
Comune con i fornitori, sceso a patti con
i partiti e la societ civile locale. A farne
le spese sono stati cinque assessori della
sua giunta. Fra questi, Marco Esposito
(Welfare), sostituito da Roberta Gaeta, ex
compagna di liceo di De Magistris, e Anna
Donati (Mobilit), che ha lasciato le sue
deleghe al sindaco restando come
consulente a titolo gratuito. Fra gli entranti
ci sono lex sindaco Ds di Ercolano, Nino
Daniele, e due consiglieri comunali:
Francesco Moxedano, ex Idv, e Sandro
Fucito (Federazione della sinistra). In
totale, gli assessori sostituiti in due anni
sono nove con epurati illustri come lex pm
Giuseppe Narducci e lex delegato al
Bilancio, Riccardo Realfonzo. Chiss se
baster a placare la vis polemica dellex
sindaco Antonio Bassolino e a salvare la
contestata amministrazione arancione
da uno scioglimento anticipato. G.Tur.
tregua De Magistris-partiti
RiMpasto napoletano
A proposito dei vizietti della Casta, ne
spuntano sempre di nuovi. Lultimo
quello scoperto dai parlamentari del
Movimento 5 Stelle della Camera. Si
tratta della polizza sulla vita stipulata
con una convenzione dai vertici di Mon-
tecitorio con Ina Assitalia e Fondiaria
Sai e che, in caso di morte dei deputati
in carica, paga agli eredi cifre che vanno
dai 258 mila euro previsti per gli eletti
con oltre 66 anni di et fno agli oltre 516
mila euro per i pi giovani con et infe-
riore ai 40 anni. Costo complessivo per
la Camera, circa un milione di euro.
un privilegio intollerabile, un servizio
non necessario che va assolutamente
cancellato, denuncia il vicepresidente
della Camera, Luigi Di Maio che, insie-
me ad altri due colleghi del M5S, i segre-
tari daula Riccardo Fraccaro e Claudia
Mannino, ha chiesto con una lettera alla
presidente Laura Boldrini di mettere la
questione allordine del giorno del pros-
simo uffcio di presidenza. Per la preci-
sione, risultano assicurati 630 deputati,
496 uomini e 134 donne. Le polizze dei
primi costano 747.545 euro, quelle del-
le seconde 72.467 euro. P.D.N.
privilegi di Montecitorio
oFFensiVa a 5 stelle
LUIGI DI MAIO, VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA
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20 | | 6 giugno 2013
Palermo
ora orlando
parla siciliano
ChiamParino
fuori ruolo
Sar forse per non far perdere ai
palermitani la conoscenza del dialetto
siciliano che Leoluca Orlando ha
nominato al Comune di Palermo un
esperto della lingua siciliana e dei suoi
dialetti. Malgrado sia a titolo gratuito
e senza alcun rimborso delle spese
sostenute, lincarico conferito
dallamministrazione comunale di Palermo
a un professionista che dovr offrire
la propria consulenza per eventi,
manifestazioni e iniziative del settore
servizi educativi del Comune e a supporto
delle scuole partecipanti, non ha mancato
di suscitare perplessit nella citt, stretta
nella morsa dei precari. A. Be.
Sergio Chiamparino sta pensando se
tornare in politica, candidandosi alla
segreteria del Pd. Intanto, da presidente
della Compagnia di San Paolo, inizia
a perdere pezzi. A meno di un mese
dallelezione nel consiglio di
sorveglianza di Intesa Sanpaolo,
Giuseppe Berta, gi collaboratore dellex
sindaco di Torino, ha infatti rassegnato
le dimissioni. Motivi personali, la
versione uffciale. Secondo qualcuno,
invece, a pesare sulla decisione sarebbe
stato il curriculum di Berta, laureato in
lettere, storico e oggi docente associato
del dipartimento di analisi delle politiche
e management pubblico in Bocconi. La
vera ragione non stata dichiarata,
conferma un membro dellorgano
presieduto da Giovanni Bazoli, certo il
suo proflo, per quanto di alto livello, non
vicinissimo a quel tipo di ruolo. F.L.
Se ne parla su www.espressonline.it
riservato
La novit che ci pensa il Pdl. Maurizio
Gasparri, noto picchiatore verbale, a fare
la respirazione bocca a bocca al paziente
Pd con grave sindrome autolesionista. la
piromane da talk show Daniela Santanch
a guidare lambulanza per il Pd che si
fatto harahiri. Meno male che c il Pdl.
Per cosa? Per fare da angelo custode, da
guardia del corpo, da casco blu al Pd al
governo. Il diavolo questa volta sembra
che abbia fatto pure i coperchi.
CAro Pd. Nel mondo alla rovescia della
politica italiana, una sorpresa infnita,
a difendere il partito democratico
soprattutto da se stesso, il partito
nemico che fu. chiaro che da vicini di
governo c da fare buon viso anche a
cattivo gioco, la pelle pelle e va salvata.
Per che affetto, che for di attenzioni,
magari avercele allinterno del
centrosinistra. Invece. Chi avrebbe mai
previsto che il Pdl si sarebbe fatto carico
perfno di temi cari al Pd?
CI PenSA BondI. Per esempio, il pio
Sandro Bondi. Uno con lalabarda in tasca
pronto per crociate vaticane, battaglie da
baciapile: una certezza medievale, non si
tocchi la famiglia, che eresia. Dopo un
periodo di ritiro, arrivato vestito di nuovo.
Battagliero, ma non per i diritti civili del
suo Cavaliere. No. Per il matrimonio tra
omosessuali, pure applaudito da Maurizio
Belpietro. Non uno scandalo anche per
un credente come me
ritenere coraggioso e giusto
quel traguardo fnale per
lItalia ha zufolato il neo-
Bondi a Repubblica, lex
uomo sandwich del Family
day, mica Nichi il rosso.
GrAzIe deBorA. In
questa fase abbiamo anche
messo da parte la giustizia,
come ha detto Berlusconi.
Di pi non ci si pu
chiedere. In effetti. Cos
la mattina del luned delle
amministrative, a urne
ancora aperte, il neo-
compagno Gasparri si
genufetteva per rassicurare
il Pd che perfno in caso di
sconftta il Pdl non avrebbe
affatto affondato il coltello.
Ha sbagliato di grosso la previsione, vista
la vittoria capillare del centrosinistra.
E qualcun altro ha fatto il lavoro sporco
che Maurizio Gasparri si rifutato di fare.
Ci ha pensato Debora Serracchiani ad
affondare il coltello, ma sullesito
favorevole naturalmente: Abbiamo
vinto nonostante il Pd.
CroCe roSSA dAnIeLA. Non stata
Debora a giustifcare Dario Franceschini,
ministro per i Rapporti con il Parlamento,
preso in fagrante segnalazione elettorale
per far votare la sua compagna al Comune
di Roma. Limbarazzante sms stato
pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog.
Bene. Ma a spezzare pi di una lancia
stata la Croce rossa Pdl Daniela
Santanch che ha mitragliato: Sono
basta, indignata. Che Franceschini debba
essere additato alla pubblica gogna
per avere fatto ci che qualsiasi uomo
che ama veramente dovrebbe fare nei
confronti della sua donna qualcosa
che fa venire il voltastomaco. Io sto con
Franceschini. un uomo che sa amare.
ASPeTTAndo GhedInI. Altro che
Domenico Scilipoti o Antonio Razzi. Ecco
i nuovi Responsabili del governo di Enrico
Letta. Manca solo che Niccol Ghedini
o Denis Verdini sostengano la legge
sul confitto dinteressi. Forse se ci
pensassero loro, il Pd ce la potrebbe
fnalmente fare.
Denise Pardo Pantheon
Che democratici
Gasparri e Santanch
DANIELA SANtANCH. A SINIStRA: IL SINDACO
DI PALERMO LEOLUCA ORLANDO
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11 aprile Ignazio La Russa,
che ogni tanto confessa, disse
con laria di scherzare: Il
prossimo capo dello Stato sa-
r una donna: si chiama Salva
di nome e Condotto di cognome. Pensa-
va alla ministra della Giustizia uscente
Severino, che gi aveva ben meritato agli
occhi di Berlusconi tagliando pene e pre-
scrizione della concussione e dicendosi
favorevole allamnistia. Poi invece rest
Napolitano che il 7 febbraio disse: Se mi
fosse toccato mettere una frma sullamni-
stia, lavrei fatto non una, ma dieci volte.
Comunque la battutaccia di La Russa
piacque molto al Cavaliere, che promos-
se lamico Gnazio a presidente della
Giunta per le autorizzazioni a procedere
della Camera, ora chiamata a decidere su
cinque suoi processi per diffamazione e
cause per danni. Ma nulla pu contro
leventuale condanna defnitiva a 4 anni
per frode fscale nel processo Mediaset,
con automatica interdizione per 5 anni
dai pubblici uffci. Nel qual caso il con-
dannato dovrebbe lasciare il Parlamento
entro un anno, rinunciare a candidarsi
alle prossime elezioni e trascorrere 12
mesi agli arresti domiciliari (gli altri tre
anni sono condonati dallindulto del
2006, che per salterebbe in caso di nuo-
va condanna al processo Ruby).
EppurE dal pdl E dal pd si continua
a ripetere che una condanna non avrebbe
effetti sul governo. Assurdit allo stato
puro, visto che diffcilmente il centrode-
stra terrebbe ferme le mani mentre il suo
leader viene defenestrato dal Senato e
accompagnato dai carabinieri a scontare
la pena a domicilio. Ma, se tutti ostentano
sicurezza, signifca che nei protocolli se-
greti dellinciucio sul governo Letta
previsto un salvacondotto. Gi, ma qua-
le? Si parlato della nomina di Berlusco-
ni, magari in tandem con Prodi, a senato-
re a vita. Sarebbe uno scandalo: il laticla-
vio previsto dalla Costituzione per chi
ha illustrato la Patria per altissimi meri-
ti nel campo sociale, scientifco, artistico
e letterario. Ma soprattutto non sarebbe
un salvacondotto: i senatori a vita, se
condannati, scontano le pene detentive e
accessorie come i comuni mortali. I falchi
del Pdl ogni tanto minacciano una norma
che cancelli le pene accessorie, ma diff-
cilmente passerebbe: anche Pietro Maso,
ora che ha scontato la pena, potrebbe
candidarsi a un uffcio pubblico. E il Pd,
votando una legge ad personam per il
Caimano dopo averlo riportato al gover-
no, perderebbe pure i pochi elettori rima-
sti. Anche la grazia, nonostante la manica
larga con cui Napolitano la elargisce,
sarebbe improponibile: per la Consulta
un provvedimento umanitario per le-
nire una pena detentiva oltremodo sof-
ferta; e in base allex Cirielli il Cavaliere,
avendo pi di 70 anni, le galere non pu
vederle neppure in cartolina.
lunico salvacondotto in grado di
risparmiare a lui linterdizione e al gover-
no Letta la morte prematura lamnistia.
Anche se nessuno ha il coraggio di nomi-
narla, anzi proprio per questo. La guar-
dasigilli Cancellieri insiste ogni due per
tre sullemergenza carceri. Specie dopo
che lha citata un Berlusconi sullorlo
delle lacrime in un passaggio ignorato da
tutti del comizio anti-pm a Brescia. Sic-
come luomo non un apostolo degli
ultimi e dei diseredati, probabile che
limprovvisa commozione non riguar-
dasse tanto gli attuali detenuti, quanto
quelli futuri. Soprattutto uno: lui. Del
resto, nei dati sulla popolazione carcera-
ria, non risulta mezzo evasore fscale.
Dunque prepariamoci alle prossime
mosse: qualche rivolta di detenuti nei
mesi estivi; campagne garantistecontro
il sovraffollamento sugli house organ di
destra, seguiti a ruota dai fnti ingenui di
sinistra; i soliti moniti del Colle; le consue-
te giaculatorie cardinalizie. Poi, come per
lindulto bipartisan del 2006, una bella
amnistia urbi et orbi, estesa ai reati dei
colletti bianchi e alle pene accessorie. Co-
s migliaia di detenuti usciranno per qual-
che mese (poi le celle torneranno a riem-
pirsi: i delinquenti sono tanti e, per chi non
lo , nessuno ha interesse a cambiare le
leggi che producono troppi reclusi). E uno
non uscir dal Parlamento: lui.
Sotto sotto
amnistia ci cova
Nessuno ha il
coraggio di
evocarla. Ma
lunica strada
percorribile per
mettere Berlusconi
al riparo da pene e
processi. E per
salvare il governo
Letta. Quindi ora
prepariamoci
allemergenza
carceri...
Se ne parla su www.espressonline.it
Marco Travaglio Carta canta
6 giugno 2013 | | 25
6 giugno 2013
a gela, in sicilia,
potrebbe scoppiare
un caso simile a
quello dellilva di
taranto. uno studio
che lespresso ha
ottenuto in esclusiva
(servizio a pagina 48)
rivela decine di casi di
tumori, malattie e
malformazioni tra chi
vive o lavora
nellarea del
petrolchimico. la
magistratura sta
lavorando per
scoprire se ci sia una
connessione tra
linquinamento
causato dallimpianto
e la salute dei
cittadini. per la
copertina abbiamo
per scelto un
argomento di
stringente attualit:
la sicurezza nelle
citt (pag. 30). dove
aumentano furti e
rapine. ma la polizia
non ha mezzi e soldi
per contrastare
la criminalit
Laltra copertina
Settimanale di politica cultura economia - www.espressonline.it N. 22 anno LIX 6 giugno 2013
cItt INdIfeSe
pi furti e rapine. ma la
polizia non ha mezzi p. 30
e dopo taranto
GeLa
dyNaSty eSSeLuNga
caprotti junior lancia dure
accuse al padre p. 104
poLItIca e potere
lottizzazione tra i partiti
delle larghe intese p. 40
uN Nuovo rapporto eScLuSIvo
coNferma La preSeNza record
dI tumorI, maLformazIoNI
e maLattIe NeLLarea deL
petroLchImIco. e La
magIStratura SI muove
Se ne parla su www.espressonline.it
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26 | | 6 giugno 2013
Questa settimana
29 / non dite che va tutto bene
di bruno Manfellotto
Primo Piano
30 / citt indifese
Rapine, assalti alle case, furti e scippi.
La crisi moltiplica i reati. Mentre le forze
dellordine fanno i conti con i tagli
di Gianluca di feo e Giovanni tizian
Intervista
38 / la versione di otto
Elogia la nostra economia. Critica i politici
attaccati alla poltrona. Un ex ministro
tedesco ci giudica
colloquio con otto schily di enrico arosio
Attualit
40 / le larGhe poltrone
Un posto a me e uno a te. Dai ministeri a
Finmeccanica, dai servizi segreti agli enti
pubblici. Cos Pd e Pdl si dividono gli
incarichi che contano
di Marco damilano
42 / la lezione di roMa
Il politologo commenta il voto
colloquio con ilvo diamanti
47 / Grillo sbaGlia rete
La politica non si pu fare solo sul Web.
Parla il capo di WikiLeaks. Neo-candidato
di stefania Maurizi
48 / e dopo taranto, Gela
Tumori. Malattie. Malformazioni. Provocati
dallinquinamento del petrolchimico
siciliano. Ecco i numeri della strage
di emiliano fittipaldi
52 / vediaMo se paGa le tasse
Anni di favori e privatizzazioni a prezzo
di saldo. E un tesoro offshore. Ma ora su
Taranto e fsco resa dei conti con lo Stato
di vittorio Malagutti
Sommario
n. 22 - 6 giugno 2013
5 / per esempio di Altan
7 / lantitaliano di Roberto Saviano
9/ satira preventiva di Michele Serra
11 / legge e libert di Michele Ainis
13 / libero mercato di Luigi Zingales
15 / riservato di G. Di Feo e P. Di Nicola
18 / top e fop di Marco Damilano
20 / pantheon di Denise Pardo
23 / carta canta di Marco Travaglio
75 / senza frontiere di Paul Salem
154/ la bustina di Minerva di Umberto Eco
Rubriche
68
30
48 78
92
116 / eMerGenza pianeta
Il clima impazzito. Le citt coperte di rifuti.
La plastica nei mari. Dieci guasti da riparare
di stefano vergine
120 / quelli che leco
Centinaia di aziende scelgono di produrre
in modo sostenibile. Perch conviene
di fabio lepore
132 / ho una casa sullacqua
Edifci ecologici sui fumi o sui laghi.
Arriva anche in Italia labitare pi green
di francesca sironi
Speciale Green
54 / toti libera tutti
Hanno ceduto uno dopo laltro i gioielli
di famiglia. Adesso la volta di Gemina.
I conti in rosso dei palazzinari romani
di Gianfrancesco turano
Reportage
58 / io penso diGitale
La generazione Z, nata con smartphone
e Internet, ha capacit di apprendimento
inedite. E moltissimi problemi. Ecco quali
di roselina salemi
Mondo
68 / Grecia anno zero
I numeri sono ancora da disastro post-
bellico. Ma il peggio pare alle spalle. Atene
vede la fne del tunnel. E torna la speranza
di federica bianchi
72 / nasce attica valley
La crisi ha aguzzato lingegno. E nellhigh-
tech si contano decine di startup
di federica bianchi
Cultura
78 / in principio fu larte
Un padiglione del Vaticano alla Biennale di
Venezia. Dal titolo che richiama le prime
parole della Bibbia. Parla il cardinale Ravasi
di alessandra Mamm
82 / un italiano a berlino
Larchitetto Stella, vicentino, ricostruir
il Castello, simbolo dellidentit
tedesca. A modo suo. Ed subito polemica
di stefano vastano
104
6 giugno 2013 | | 27
86 / Un paese di briganti
Il cinismo. La mancanza di speranza.
Lillegalit. LItalia vista da una flosofa
colloquio con roberta de Monticelli
di enrico arosio
90 / poMpei Un roManzo
Unarcheologa ha ambientato un suo libro
nella citt distrutta dal Vesuvio.
E lEspresso ne anticipa le pagine
di Marisa ranieri-panetta
Scienze
94 / processo ai signori del farMaco
Medicine innovative che non arrivano.
Diffcili rapporti coi medici. E sistema
informatico in tilt. LAifa in panne.
Ecco come
di antonino Michienzi
e daniela Minerva
errata corrige
Lintervista di Alessandra Mamm
a Sabrina Ferilli (lEspresso n. 21)
per errore stata frmata Stefania Rossini
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Lultima volta, appena qualche settimana fa a casa loro,
con Dario Fo indaffarato tra cento carte e telefonate,
Franca Rame mi prese sottobraccio, mi port
nel suo studio e, prima di tirare fuori i faldoni dei lavori
di due vite che stava ordinando e pubblicando, mi disse:
Sai, cos agitato perch spaventato. Non glielo dire,
non gli far capire che lo sai, ma ha paura che io muoia.
Lo disse ridendo maliziosa, come fanno le ragazze
quando ti confdano un segreto buffo.
Con quel sorriso, con quello sguardo sul mondo sempre
di passione totale ma anche di ironia e leggerezza,
la ragazza Franca Rame ci ha lasciato.
roberto di caro
Franca Rame 1929-2013
Societ
126 / fortissiMaMente gatsby
Ha incarnato gli anni Venti, ma anche la
pi contemporanea delle fgure letterarie
di enrico arosio
132 / french toUch
Rifettori puntati sullelettro-pop francese
di stefania cubello
133 / visioni plastiche
Swatch celebra i suoi primi trentanni
di paolo de vecchi
134 / lapp della verit
Un codice svela se il capo autentico o no
di alessandro longo
Passioni
136 / cinema
137 / spettacoli
138 / Musica
139 / arte
140 / libri
143 / tecnoshop
144 / Moda
146 / la tavola
147 / viaggi
148 / Motori
150 / per posta, per email
copertina: Elaborazione fotografca
di Daniele Zendroni. Foto di: A. Penso - OnOff
Picure, Corbis (2), Shutterstock
che cosa ci dicono queste elezioni
Lastensionismo altissimo, i successi del
centrosinistra, le diffcolt del M5S: le
opinioni, le interviste e le analisi sul voto.
Con i contributi al dibattito dei lettori.
sperry, la psichedelia formato poster
In mostra per la prima volta in Italia le
opere dello statunitense Chuck Sperry,
che tra estetica hippy e Art Nouveau,
rinverdisce i fasti della California anni
Sessanta. Nella sezione Style&Design.
lalta cucina a fuoco vivo
Nella gara Focus Homini si fronteggiano
chef di prima grandezza per cotture a
legna o a carbone. Con risultati
sorprendenti. Nella sezione Food&Wine.
Questa settimana su
www.espressonline.it
98 / Metti la pasta nella dieta
Non vero che ingrassa. E mantiene in
salute. Basta scegliere quella giusta
di nicola sorrentino
Tecnologia
100 / cosa arriva dopo gli sMs
I servizi gratuiti via Internet hanno ucciso il
vecchio messaggino. E i gestori telefonici
rispondono con prodotti nuovi pi evoluti
di alessandro longo
Economia
104 / tUtto sU Mio padre
Giuseppe Caprotti, fglio di Bernardo patron
di Esselunga, parla per la prima volta. Della
rottura familiare e del duello in corso
di luca piana
110/ loleodotto della discordia
Un nuovo progetto mette a repentaglio i
proftti dei treni di Buffett. Che conta su
Obama. E sugli ambientalisti
di antonio carlucci
112 / sogna il sole Ma va a carbone
Le scelte energetiche fatte dallEuropa
sono sbagliate, disinformate e costose
di leonardo Maugeri
58
6 giugno 2013 | | 29
A
llora, riassumendo: ha vinto
il Pd e ha perso il Pdl; Beppe
Grillo ormai cera una volta e
or non c pi, e le larghe in-
tese di Letta & Alfano stanno
meglio di prima, grazie, anzi godono di
ottima salute. A guardare i risultati, sem-
bra che sia andata proprio cos. E per
sarebbe troppo facile ridurre a slogan il
senso del voto amministrativo di fine
maggio, sette milioni di elettori da Vicenza
a Barletta, e ancora molti Comuni in atte-
sa di ballottaggio, da Roma a Siena a Im-
peria. Perch le cose sono, come sempre,
un po pi complesse.
Cominciamo dal fop di Grillo. Prima,
per, breve parentesi sulle gaffe con le
quali il giovane avvocato Marcello De
Vito, candidato a sindaco di Roma, e il
guru del Vaffa-day suo mentore hanno
celebrato la dbcle. Luno ha dato tutta
la colpa della sconftta ai media (lui li
chiama cos, non giornali e tv) che gli
avrebbero dedicato poco spazio: non
male per un fedele seguace del Conduca-
tor che disprezza i giornalisti, li evita co-
me la peste e urla cinicamente nelle piaz-
ze al solo scopo di costringere le tv a
parlare ugualmente di lui. Grillo invece
ha spiegato la batosta, due mesi dopo
lirresistibile ascesa alle Camere, pren-
dendosela con gli elettori che hanno vo-
tato Pd e Pdl. Parafrasando cos il Berlu-
sconi che defn coglione chi vota a sini-
stra. Vale a dire: chi non con me, scemo.
Niente male come parola dordine.
E invEcE gli ElEttori sono molto pi
accorti di quanto pensino Grillo e Berlu-
sconi. Distinguono tra voto politico e
amministrativo, escono dal rifugio della-
stensionismo per lanciare un segnale forte
alla politica, pronti per a rientrarci se
lappello cade nel vuoto; capiscono che il
governo del Paese e delle citt cosa com-
plessa e faticosa, fatta di leggi e regolamen-
ti, di uomini e di apparati, di consenso e di
mediazione, e non solo di insulti, vaffa e
tweet: in tre mesi di Parlamento, invece,
qualcosa non ha funzionato nel program-
ma dei grillini o nella loro comunicazione
se tutto lattivismo di deputati e senatori
si ridotto ad accese discussioni su scon-
trini, bollette e note spese.
Roma poi, tanto per citare lappunta-
mento pi importante di questa tornata
elettorale, citt cinica e disincantata, ha
conosciuto bene dittatorelli e tribuni del
popolo, e dunque se n sempre fidata
poco, specie quando immancabilmente
passavano dallo strapotere al delirio don-
nipotenza. E poi questa pur sempre la
quinta di teatro che ha ispirato a Ennio
Flaiano Un marziano a Roma, no?
ora pEr sarEbbE suicida scambiare
una pesante dfaillance per la fne di una
stagione e pensare che ogni cosa possa ri-
prendere da prima dello tsunami. Troppo
facile. Perch se vero che pur avendone
loccasione, e nonostante labbrivio delle
politiche, la met degli elettori ha deciso
di restarsene a casa invece di incamminar-
si verso il seggio e scegliere Grillo, altret-
tanto vero che alla prossima occasione
potrebbe succedere il contrario e la rabbia
indirizzarsi di nuovo verso il voto di pro-
testa invece che verso il non voto.
Nonostante la prova muscolare e la
conquista di citt e province, infatti, e
nonostante la fuga dal M5S, sia il Pdl
perdente che il Pd vincitore devono fare i
conti con un ulteriore, consistente calo di
consensi. E rispetto al fresco voto di feb-
braio, non solo rispetto a cinque anni fa.
Chi ha mollato la ditta Grillo & Casaleg-
gio, insomma, quali che siano le sue ragio-
ni e le sue delusioni, non certo tornato
sotto lombrello dei vecchi partiti. Dunque
non si pu fare come se niente fosse acca-
duto, e nemmeno scambiare il test di mag-
gio per una benedizione popolare del go-
verno delle larghe intese.
Mezza Italia non andata a votare e
solo poche settimane fa un quarto degli
elettori si affdato ai giovani a 5 Stelle. Ma
una cosa sono i leader, che trionfano e ca-
dono, altra le persone, gli elettori, i voti.
Che bisogna andare a riconquistarsi, fa-
cendo capire di aver imparato la lezione e
di essere pronti ad ascoltare i lamenti del
Paese per una politica nella quale tanti,
troppi non si riconoscono pi.
Ma ora non dite
che tutto va bene
Dopo la rivincita
dei partiti al voto di
maggio, sarebbe
suicida pensare
che tutto possa
ricominciare come
prima. Perch i
leader e i tribuni
passano, ma gli
elettori restano. E in
tanti, troppi non si
riconoscono pi in
una certa politica
Se ne parla su www.espressonline.it
Bruno Manfellotto Questa settimana
Twitter@bmanfellotto F
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S
e
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i
Primo Piano emergenza sicurezza
citt indifese
Omicidi. Ma soprattutto assalti alle case, furti e scippi. La crisi
economica moltiplica i reati. E aumenta la paura. Mentre le
forze dellordine alle prese con tagli di personale e di fondi
non riescono a fronteggiare loffensiva della nuova criminalit
Di gianluca Di feo e giovanni tizian
intervento Della polizia
in una citt Del norD per
i controlli anticrimine
citt indifese
32 | | 6 giugno 2013
O
gni giorno nella provin-
cia di Milano ci sono 13
rapine e 441 furti: nel
2010, prima che la crisi
economica esplodesse,
le rapine erano meno di
nove e i furti 391. Nume-
ri simili, che lEspressopubblica in esclu-
siva, riguardano le altre metropoli: Roma,
Napoli, Palermo e persino Bologna. Testi-
moniano una nuova emergenza, avvertita
pi dai cittadini che dalle istituzioni: lau-
mento vertiginoso di reati predatri, realiz-
zati con violenza, come gli scippi o le rapine,
oppure con la destrezza di chi sfla portafo-
gli e penetra negli appartamenti. Governo
e vertici delle forze dellordine tendono a
minimizzare il problema, riconoscendolo
solo nelle vicende clamorose. Le tre esecu-
zioni in poche ore a Roma e nellhinterland
laziale di marted scorso; lattacco alloro-
logeria Franck Muller in via della Spiga, nel
cuore del quadrilatero della Moda; la follia
omicida di Mada Kabobo, ghanese senza
dimora; il disoccupato calabrese che ha
sparato ai carabinieri davanti a Palazzo
Chigi. Dietro questi episodi da prima pagi-
na c uno stillicidio di violenze, spesso
minori ma che incidono pesantemente sulla
vita quotidiana. E possono sfociare nel de-
litto, come nel caso di Giovanni Veronesi,
gioielliere ucciso durante una rapina a
Brera a fne marzo: lassassino incensurato
aveva eseguito dei lavori nel negozio, ma da
mesi era rimasto senza stipendio per man-
tenere la famiglia. Circolano meno soldi
anche ai piani bassi della malavita, con
pusher pronti a impugnare il revolver per
conquistare unaltra piazza. I baroni dellu-
sura si fanno pi feroci per imporre i paga-
menti. Mentre un prestito non restituito pu
innescare vendette spietate, come si sospet-
ta sia accaduto per il fotoreporter ammaz-
zato a marzo a Roma. La capitale e il suo
hinterland ormai hanno segnato un record:
il totale da gennaio 2010 a maggio 2013
di 111 omicidi, ma solo sei sono riconduci-
bili alla criminalit organizzata.
LA GRANDE RAZZIA. Non abbiamo
ancora analisi uffciali, ma il legame con la
crisi economica evidente, commenta il
procuratore di Milano Edmondo Bruti Li-
berati: Un segnale il ritorno di reati che
erano praticamente scomparsi, come i furti
allinterno delle auto parcheggiate. Tutti
gli indicatori disponibili mostrano il boom,
con una crescita proseguita anche nei primi
tre mesi di questanno. Lultimo quadro
nazionale del Viminale risale al 2011: in
tutta Italia 205 mila furti in appartamento,
150 mila tra scippi e borseggi, 40 mila rapi-
ne. La relazione frmata a gennaio dal mini-
stro uscente Anna Maria Cancellieri lapi-
daria: nel 2011 gli scippi sono aumentati del
24 per cento, le rapine del 20. Il rapporto
tra recessione e ondata delinquenziale
evidenziato anche da un sondaggio realiz-
zato a fne marzo da Censis e Confcommer-
cio: oggi il 90 per cento degli imprenditori
dichiara di non sentirsi sempre sicuro nella
zona in cui opera. Ma il confronto tra il
2010 e il 2012 a evidenziare lallarme: nel
comune di Milano ci sono stati 13 mila
furti e 800 rapine in pi; a Bologna 100
rapine e 7 mila furti in pi. E non un caso
se lexploit si registra soprattutto nei centri
del Nord, dove pi facile trovare soldi: l
secondo il ministero avvengono il 52 per
cento dei furti. Se poi si scende nel dettaglio,
si evidenzia il volto di questo nuovo crimine,
che predilige le irruzioni in casa puntando
le armi contro gli inquilini (raddoppiate
nella provincia di Milano, di Roma e di
Bologna) o i furti nelle abitazioni (7 mila in
pi nel Milanese, 2.400 in pi nellarea
della capitale e in quella di Bologna, rad-
doppiati a Palermo). I tecnici li chiamano
reati predatri, anche perch spesso
colpiscono i pi deboli: donne e anziani,
bersagli favoriti degli scippi. Mentre le
banche non sono pi un obiettivo: poco
contante e molta protezione hanno fatto
crollare i colpi. Ora nel mirino ci sono far-
macie e tabaccherie, soprattutto quelle dove
si pu tentare la fortuna con i giochi.
POVERI E ITALIANI. Le cronache spesso
riportano storie di criminali improvvisati,
incensurati che dichiarano di essere spinti
dalla fame. A Roma un disoccupato
stato arrestato per due razzie negli uffci
postali: ha detto di avere perso il lavoro
dopo 26 anni e di essere senza soldi per
lafftto. Una volta era un movente poco
convincente, adesso non pi: il 70 per
cento degli imprenditori intervistati da
Censis-Confcommercio crede che siano
aumentati i furti compiuti da persone
Primo Piano
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Per il 70 Per cento
degli imPrenditori
sono aumentati
i furti commessi
da Persone con
Problemi economici
InTervenTO Delle vOlanTI a TOrInO DuranTe
unOPerazIOne cOnTrO lO sPaccIO DI DrOga
6 giugno 2013 | | 33
5$3,1( )857,
796
595
150.858
159.951
938 26.733
980 25.135
182.731
202.852
924 32.113
836 33.571
58.479
58.798
924 8.004
1.005 7.964
94 1.659
63 1.195
1.406 1.630 650
1.179 1.013 455 34.025
36.678
454 5.430
407 5.450
Primi tre mesi 2013
RAPINE FURTI
Primi tre mesi 2012
2012
TOTALE
REATI
DENUNCIATI
2010
42.861 142 7.238
IN CASA IN STRADA
DI CUI DI CUI
2.050
1.460
1.591
1.669
2.846
2.420
292
216
174
101
178
136
58
50
26
20
1.514 31.490 8.063
1.008 16.219 6.168
1.649 20.711 8.902
1.486 15.159 7.875
1.725 2.952 1.389
1.429 3.199 799
SCIPPI CON DESTREZZA IN CASA
335 6.441 2.099
186 3.708 1.121 36.735 139 6.900
TOTALE
3.375
2.576
3.448
3.502
3.361
3.168
541
449
22.145
19.787
TOTALE
MILANO
101.036
88.612
131.202
118.068
31.341
28.183
27.309
20.244
ROMA
BOLOGNA
NAPOLI
PALERMO
Tutti i numeri dellallarme
34 | | 6 giugno 2013
Primo Piano
in evidenti difficolt economiche. Gli
stranieri, spesso evocati come responsabi-
li del boom delinquenziale, risultano de-
nunciati come autori solo di un terzo dei
reati totali. Nel caso dei furti, la quota sale
a met. Si tratta soprattutto di romeni,
ossia cittadini europei, e di clandestini:
soltanto il 6 per cento degli immigrati re-
golari extracomunitari viola la legge.
TAGLI E PAURA. A Milano per unora
nessuno ha segnalato ai carabinieri il lungo
raid assassino del ghanese con il piccone. Un
silenzio inquietante, in cui si intrecciano
paura e sfducia. Tanti sono i reati che non
vengono pi denunciati, dai furti nelle auto
alle biciclette sparite o persino i cellulari
rubati. Identica la motivazione: Sarebbe
una perdita di tempo. I casi in cui la rispo-
sta delle forze dellordine non appare allal-
tezza delle aspettative dei cittadini sono
numerosi. E questo non per carenza di im-
pegno. Ci sono problemi antichi: la man-
canza di coordinamento, un approccio
talvolta antiquato e forse pure un addestra-
mento inadeguato. Certo che le promesse
sulla sicurezza sbandierate da tutti i politici
in campagna elettorale non si sono tradotte
fnora n in riforme, n in risorse. Anzi, su
questo fronte la spending review rischia di
avere effetti devastanti. Il blocco allarruo-
lamento delle reclute di polizia e carabinie-
ri fa salire let del personale, che quindi
meno idoneo a rincorrere ladri o passare la
notte per strada. Abbiamo una delle poli-
zie pi vecchie dEuropa, con unet media
di 45 anni, ragiona Nicola Tanzi, segreta-
rio generale del sindacato Sap. Nella poli-
zia lultimo concorso per agenti aperto ai
civili risale al 1996. Ormai sono quasi tutti
ex militari di professione. Questo vuol dire
due cose: sempre meno donne, sono solo il
12 per cento, e personale che entra in servi-
zio gi vecchio, aggiunge Daniele Tisso-
ne, segretario generale degli agenti Cgil. E
c una carenza di incentivi: Gli operatori
fronteggiano ogni genere di problemi, no-
nostante laccumularsi di ritardi nel paga-
mento delle ore prestate per turni di lavoro,
spesso massacranti, in regime di straordina-
rio, per le missioni e per servizi di ordine
pubblico, denuncia Tissone.
Quando il New York Police Department
illustra il segreto della tolleranza zeroche
ai tempi di Rudolph Giuliani ha abbattuto il
senso di insicurezza della Grande Mela,
fornisce solo due dati: prima, due terzi del
personale era in uffcio e
il resto per strada; poi la
proporzione stata in-
vertita. Ma gli uomini
destinati a passare dalle
scrivanie alla strada veni-
vano addestrati e moti-
vati, con premi e possibi-
lit di carriera. Invece
lattuale blocco delle re-
tribuzioni ha fatto perde-
re, in rapporto allinfa-
zione, a ogni operatore
circa 80 euro mensili,
chiosa Tissone.
RANGHI RIDOTTI. Sen-
za rimpiazzi, il buco ne-
gli organici ha toccato il 10 per cento: a
dicembre 2011 mancavano 27 mila uomini
e donne in divisa, quanti basterebbero per
presidiare unintera regione. I numeri com-
plessivi per non sono esigui. Nel Lazio si
contano 30 mila poliziotti, carabinieri e f-
nanzieri; in Lombardia 26 mila; in Sicilia 25
mila; in Campania 22 mila. Bisogna poi
aggiungere le polizie locali che soprattut-
to con Roberto Maroni allInterno hanno
ricevuto unattenzione particolare e i
soldati delloperazione Strade sicure(ve-
di box a pagina 35). ora anche di smen-
tire un luogo comune: in Italia ci sarebbero
troppi poliziotti per numero di abitanti,
contesta il segretario del Sap Tanzi: Falso
perch i soli due corpi a competenza gene-
rale, polizia e carabinieri, hanno circa180
mila operatori, in linea con la media euro-
pea. Finanza, polizia penitenziaria e foresta-
le hanno invece competenze specifiche.
Piuttosto, bisogna ridurre i corpi e su questo
da tempo come sindacato ci battiamo: si
produrrebbero risparmi per miliardi. Fa-
cile obiettare che sovrapposizioni e duplica-
zioni non mancano. Come nella lotta alle
mafe, condotta dalla Dia e da reparti spe-
ciali di carabinieri, polizia e Finanza. Stesso
copione in altri settori, dallantidroga al
contrasto alle frodi, dai controlli sul lavoro
nero e persino al traffco di beni archeolo-
gici. O i commissariati e le stazioni dellAr- Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dellInterno
Rapine denunciate in Italia negli ultimi 5 anni
(dati in migliaia con la variazione % rispetto
allanno precedente)
2008 2009 2010 2011 2007
+1,9%
-10,5%
-21,9%
-5,8%
60
50
40
30
40.248
+19,2%
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero dellInterno
Furti denunciati in Italia negli ultimi 5 anni
(dati in migliaia con la variazione % rispetto
allanno precedente)
2008 2009 2010 2011 2007
+3,2%
-14,9%
-5,3%
+0,5%
1.800
1.600
1.400
1.200
1.452.701
+9,6%
Il boom segue la crisi
Mancano 27 Mila uoMini delle
forze dellordine. let Media
di 45 anni: abbiaMo una delle
Polizie Pi vecchie deuroPa
6 giugno 2013 | | 35
ma che in alcune zone distano poche centi-
naia di metri mentre sono assenti in molte
periferie. Si fatica poi ad aggiornare le map-
pe sul territorio in base ai problemi, schie-
rando gli uomini dove servono. Per lex
ministro Cancellieri, proprio i tagli alle ri-
sorse dovevano servire di stimolo per elimi-
nare sovrapposizioni e razionalizzare latti-
vit. Verr mai fatto?
VOLANTI A TERRA. Le volanti della polizia
in giro per le citt sono sempre meno. A
Roma per ogni turno di sei ore ne escono
66, una ogni 40 mila abitanti. A Milano
sono in circolazione 40 pattuglie, a Napoli
52, a Genova 16, a Bologna 11, a Torino 20.
Una presenza spesso teorica: su circa 24
mila vetture della polizia, un terzo in ripa-
razione costante. inevitabile: sono auto
che vengono usate senza sosta e le Alfa 159
hanno in media 200 mila chilometri. Il lo-
goramento provoca guasti e mette a rischio
la vita di chi deve fare inseguimenti a tutta
velocit su vetture che meriterebbero la
rottamazione. Cos tra offcina e posti vuo-
ti, la pianifcazione salta. I sindacati sottoli-
neano come i commissariati di Roma hanno
un defcit di personale del 35 per cento e gli
anni in cui partivano dallUffcio Volanti 24
macchine con a bordo tre uomini sono un
lontano ricordo. Da molti mesi ne escono
al massimo 18 per ogni turno e gli uomini
da 700 sono passati a 300-400. Nei quar-
tieri caldi della capitale si trovano spesso
una sola volante e una macchina del com-
missariato di zona. Poi bisogna fare i
conti con le procedure. Quando lequipag-
gio blocca un ladro o un rapinatore in fa-
granza, deve accompagnarlo al commissa-
riato pi vicino. Poi compilare li documen-
ti per il processo per direttissima, in cui gli
agenti dovranno presentarsi per ricostruire
la dinamica, e in molti casi occuparsi anche
della vigilanza del detenuto. Ogni successo
impegna la volante per quattro ore o linte-
ro turno: basta il fermo di due scippatori per
lasciare un quartiere senza sorveglianza.
CENTRALINI DIVISI. Risorse limitate,
quindi. E con un coordinamento che perde
colpi. Quindici anni fa, allepoca del primo
governo Prodi, vennero creati i centralini
interconnessi. In pratica, polizia e cara-
binieri si dividono le zone dazione. Ma se
una persona telefona chiedendo aiuto al
centralino del corpo non competente, do-
vrebbe essere la centrale a smistare la segna-
lazione. Oggi accade che chi aspetta soccor-
so viene lasciato in linea per lunghissimi
minuti, in attesa che il 113 della questura
per esempio - trasferisca la chiamata al
112 dellArma. La soluzione semplice: il
centralino unico, che riceve le segnalazioni
di qualunque emergenza. Ne esiste solo uno
e risolve tutti i problemi grazie a una grande
centrale operativa: forze dellordine, vigili
del fuoco, ambulanze, polizia municipale.
stato attivato a Varese, guarda caso, quando
Maroni era ministro dellInterno e adesso
copre anche altre provincie lombarde. En-
tro met del 2014 sar in funzione pure a
Milano, in vista dellExpo. stato battezza-
to call center laicoe sembra funzionare.
Si sono dimezzate le chiamate inutili,
ragiona Marco Cherri, delegato italiano F
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Il bollettino quotidiano segnala in media
12 interventi, soprattutto per
sequestrare droga e sedare risse.
Visto cos, limpegno dei militari
nelloperazione Strade Sicure non
sembra un successo. Contrariamente
agli slogan dellallora ministro Ignazio
La Russa, che nellagosto 2008 impose
lintervento delle forze armate, lobiettivo
era soprattutto un altro: liberare agenti
e carabinieri per migliorare la lotta alla
criminalit. Gli effetti per non si sono
visti. Attualmente i militari schierati sono
4.215, con una maggioranza di
personale dellEsercito. Circa 1.800
soldati presidiano gli obiettivi sensibili -
case di persone a rischio, ambasciate,
sedi istituzionali - e altri mille fanno
la guardia ai centri immigrati.
Solo 1.500 vengono destinati alle
pattuglie in venti citt.
Dallinizio delloperazione alla scorsa
settimana, i reparti hanno controllato un
milione e 800 mila persone, realizzando
pi di 20 mila tra arresti e fermi.
Il costo indicato nel bilancio della Difesa
di 9 milioni di euro lanno. Ma
impensabile che cos pochi soldati
possano rivoluzionare la situazione.
Mentre molti sindaci, a partire dal
milanese Giuliano Pisapia, non amano
vedere le ronde in tuta mimetica
nei centri storici.
La questione a Milano ha assunto duri
toni polemici, con il sostegno del sindaco
arancione alla sola protezione degli
obiettivi sensibili. Molti invece tra i
sindacalisti di polizia vorrebbero delegare
integralmente ai soldati la sorveglianza
dei Cie per immigrati e dei cantieri della
Tav in Val di Susa: Sarebbe il sistema
per rendere disponibili centinaia
di agenti in pi.
Operazione fop
unA PATTuGLIA DEI CARAbInIERI DuRAnTE I ConTRoLLI noTTuRnI
36 | | 6 giugno 2013
per lapplicazione del 112 unico europeo
per le chiamate demergenza. Funziona
perch screma, fltra e localizza le telefona-
te e cos al secondo livello, cio alla forza di
polizia o al pronto soccorso, arrivano solo
quelle necessarie. Un buon risultato, poi-
ch il 50 per cento degli squilli ai cinque
numeri di soccorso sono segnalazioni a
vuoto. Ha per dei costi rilevanti: il preven-
tivo per avviare una centrale di 4 milioni.
Perch viene fatto solo in Lombardia?
Deve attuarlo il governo, la spesa spetta
allInterno. Sotto molti aspetti, Milano
un laboratorio. Che dal 2010 ha ricevuto
attenzioni particolari, con pi risorse e
mezzi. Il comando provinciale dellArma li
sta sfruttando per rivoluzionare lapproccio
al controllo del territorio. Si mandano pi
militari per strada: oltre il 40 per cento di
carabinieri di quartiereappiedati, un al-
tro 20 per cento tolti dagli uffci e mandati
di pattuglia. Anche gli arresti sono cresciuti
in proporzione. Si punta molto al legame
con le associazioni di cittadini e comunit
di immigrati per monitorare il disagio so-
cialeda cui nascono i reati: tutte manife-
stano la stessa situazione, con masse cre-
scenti di disoccupati.
SPRECHI OPERATIVI. I sistemi per mi-
gliorare la vigilanza ci sarebbero. Ad esem-
pio riducendo al massimo agenti e carabi-
nieri negli uffci: nel resto dEuropa sono
impiegati civili a ricevere le denunce
scritte. Mentre da noi ci sono ancora cen-
tinaia di poliziotti dietro le scrivanie per la
burocrazia di passaporti e permessi di
soggiorno. In pi ci sono quelli che i sinda-
cati considerano sprechi: Ogni giorno
oltre 2 mila operatori svolgono servizi di
scorta. Personale che potrebbe essere in
buona parte recuperato per indagini e
controllo del territorio. C poi la batta-
glia degli stadi: 2.900 partite di calcio allan-
no, che impongono schieramenti massicci
per contenere le tifoserie violente. Tra foot-
ball e cortei di protesta, moltiplicati per le
vertenze sindacali nate dalla crisi, nel 2012
i servizi di ordine pubblico hanno impegna-
to - da quanto risulta a lEspresso- com-
plessivamente 800 mila tra carabinieri, f-
nanzieri e poliziotti. Altri 251 mila servono
per i centri di identifcazione degli extraco-
munitari: nel 2011 con 62 mila sbarchi per
le rivolte nel Maghreb il peso diventato
enorme. Secondo le stime dei sindacati la
spesa arrivata a 700 milioni, fondi sottrat-
ti dal presidio delle metropoli. La sicurez-
za deve essere vista come un investimento,
conclude Tissone della Cgil. quello che
fanno le banche. Ogni anno gli istituti di
credito spendono 800 milioni per migliora-
re la protezione e le rapine continuano a
diminuire, spiega Marco Iaconis, coordi-
natore dellOssif, il centro di ricerca dellas-
sociazione banche italiane sulla criminali-
t: la sicurezza partecipata, non si pu
delegare tutto alle forze dellordine. Alcu-
ne associazioni di commercianti e di im-
prenditori stanno seguendo lesempio, f-
nanziando la videosorveglianza di intere
strade. Una crescente privatizzazione della
protezione. E sarebbe amaro se i tagli allo
stato sociale alla fne rubassero anche il
diritto della sicurezza. n
Primo Piano
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possibile che la crisi economica abbia provocato laumento dei reati
predatori, come furti e rapine. Parla il sociologo Marzio Barbagli, autore
di alcuni degli studi pi importanti sulla criminalit in Italia, serviti
in passato anche per orientare lattivit del ministero dellInterno.
Quanto forte il legame tra recessione e aumento dei reati?
diffcile dirlo con certezza. Dalla fne degli anni Sessanta al 1992
laumento dei reati predatori stato costante. Per poi diminuire fno
a due anni fa. A partire dal 2011 la curva di nuovo ascendente,
in tutta Europa.
Quanti reati non vengono denunciati? E perch?
Lo spirito civico non centra nulla. La poca fducia nelle forze dellordine non lelemento
cruciale. Non vero che in Emilia Romagna si denunci di pi che in Sicilia. Ci sono reati per
i quali la mancata denuncia deriva da tuttaltro. La spinta a denunciare varia a seconda
del calcolo costi-benefci che le persone derubate fanno. Se penso di non avere la minima
speranza di riavere la merce rubata non perder ore allo sportello denunce. A meno che non
abbia subito il furto del portafoglio o dellauto per cui sono obbligato a sporgere la denuncia.
Migliorare la sicurezza urbana in due mosse: possibile?
Uno dei problemi che nessuna forza politica ha mai affrontato leffcienza delle forze
dellordine. C una cattiva distribuzione delle risorse, ci sono studi noti al Viminale su questo
e sul diffcile coordinamento delle forze. un assoluto tab di cui nessuno parla. Laltra grande
questione ha a che fare con il contrasto allimmigrazione clandestina. Abbiamo un sistema
di controlli degli irregolari che ineffciente e frustrante per chi se ne occupa. G.Tiz.
Quando la denuncia inutile
oPERAzIoNE StRADE SICURE IN UNA StAzIoNE. A DEStRA: RILIEVI DoPo LA RAPINA ALLA FRANCk MULLER
38 | | 6 giugno 2013
S
i defnisce un piccolo contadi-
no toscano. Da anni nel suo
podere di Asciano, sotto Siena,
produce olio doliva per s e per
gli amici, che a loro volta lo de-
scrivono come un bon vivant, un esper-
to di vini al cui confronto lamico Joschka
Fischer, gi ministro degli Esteri, un boy
scout. Lestate scorsa ha festeggiato gli 80
anni allEnoteca Italiana, nella Fortezza
Medicea, tra gli invitati lex cancelliere
Gerhard Schroeder. Otto Schily parte
della lite europeista tedesca. Tra i fonda-
tori dei Verdi, poi passato alla Spd, ex
ministro, avvocato di prestigio, un gran
conoscitore dellItalia. E da Berlino entra
nel dibattito sulle tensioni italo-tedesche
(rilanciato da lEspresson. 19). Ribalta
alcuni luoghi comuni con accenti anche
personali. E consiglia: pi Toscana per
tutti. Incluso Matteo Renzi.
Herr Schily, ricorder lallegoria del pittore
romantico Overbeck, Germania e Italia: le
due fanciulle che si tengono per mano su
doppio sfondo, toscano e gotico. Dov fni-
to lamore?
Di romanticismo ce n meno. Ma in
fondo allanima tedesca la simpatia
ancora molta. Nonostante le riserve men-
tali e le percezioni errate. Come il pregiu-
dizio che litaliano abbia un fondo din-
dolenza. Altro che dolce far niente: io i
toscani li vedo lavorare sodo. E sono ri-
gidi su certi orari. Non puoi chiamare
qualcuno alluna meno cinque perch
alluna si siede a desinare. Ci tiene. E fa
bene. Dai ritmi toscani noi tedeschi pos-
siamo imparare parecchio. Mentre trop-
pi italiani associano a noi solo ordine e
precisione. Ah s? Ricorderei loro i casi
del nuovo aeroporto di Berlino e della
stazione di Stoccarda, ineffcienze gravi,
ferite aperte nellopinione pubblica....
Lei cavalleresco. Ma sia sincero, questo
incattivimento se lo aspettava?
No, non cos. Si esagera. A volte lodio
fglio dellamore deluso. In Europa, non
solo in Germania, ritorna limmagine del
capro espiatorio, ricorrente in tempi di
crisi. Mi preoccupa.
La versione di Otto
Elogia la nostra
economia. Critica i
politici attaccati alla
poltrona. Un ex
ministro tedesco ci
giudica. E consiglia
al Pd: serve Renzi
cOLLOquIO cOn OttO ScHILy
DI EnRIcO AROSIO
OttO Schily, natO a BOchum nel 1932, vive a BerlinO. avvOcatO penaliSta, negli anni Settanta
prOtagOniSta di celeBri prOceSSi per terrOriSmO. tra i fOndatOri dei verdi nel 1980, rOmpe
cOl gruppO parlamentare nel 1989, quandO, in cOntraStO cOn le tendenze fOndamentaliSte,
paSSa alla Spd. finO al 2005 miniStrO dellinternO del gOvernO Schrder. da ventanni
ha una tenuta in tOScana, ad aScianO nel SeneSe. nella fOtO a deStra: matteO renzi
Intervista italia - Germania
6 giugno 2013 | | 39
Der Spiegel ci ha provocato sui fnti po-
veri nei Paesi mediterranei: tanto debito
pubblico, tanta evasione fscale e le famiglie
con pi soldi in tasca di quelle tedesche. Ma
secondo lei Italia, Spagna e Grecia davvero
sono uguali?
No, qui bisogna parlar chiaro. Grecia e
Italia non sono minimamente paragona-
bili. La Grecia non possiede un modello
economico: il turismo e i cantieri navali
perdono colpi, lagroalimentare fa nume-
ri piccoli. LItalia, s, dispone di un model-
lo economico e industriale. Seppur sbi-
lanciato al centro-nord. Le piccole e me-
die imprese, i distretti, i leader di settore,
lorientamento allexport. una ricchez-
za vera. E Mario Monti doveva saperlo.
E invece?
stato il suo grande errore: per le pmi,
lossatura delleconomia, ha fatto troppo
poco. Ha inasprito il carico fscale senza
combattere la burocrazia, nemica della
competitivit. Nel primo trimestre 2013
in Italia hanno chiuso oltre mille aziende
al mese. Una mora di imprese che in
Germania colpisce molto.
Si aspettava la delusione Monti? Quarto
alle elezioni, con Berlusconi azionista forte
di un governo di equilibristi...
Me laspettavo, s.
Sui media tedeschi Monti era il preferito di
Angela Merkel, il salvatore della dignit
italiana dopo il penoso eroe del bunga
bunga. Secondo Die Zeit poteva darle
lezione per cosmopolitismo e competenza
economica...
Monti ha una reputazione indubbia, sa
esprimere anche simpatia personale. Ma
ha i limiti del tecnocrate. Io non ho mai
creduto ai governi
tecnici, come li chia-
mate voi.
E allitaliano fnto pove-
ro ci crede?
Far politica in base
alle statistiche non
mai bene. Il debito pri-
vato, tra gli italiani,
basso. In Germania
stiamo peggio? S. E
allora? Mi pare un
complimento agli ita-
liani. Non saremo noi
ad aver sbagliato
qualcosa? Daltron-
de, a causa del rigore
tedesco agli italiani
chiedere denaro oggi costa di pi, ma la
colpa della politica poco rigorosa di
Roma negli anni scorsi. Tra laltro, mi
sbalordisce luso martellante della parola
spread. I titoli di Stato tedeschi come
stella polare. Ne parla chiunque in ogni
bar. Diciamolo: lItalia sorprende sem-
pre. Vuole un aneddoto?.
Come no.
Dopo la caduta del governo Monti ho
visto a Roma un protagonista della vostra
economia. No, non le dico il nome. Alla
domanda su chi avrebbe vinto le elezioni
mi ha risposto: del tutto indifferente. E
perch? Perch qualsiasi governo si formi
avr un solo compito, rispetto al quale
ogni altro tema secondario: riuscire a
piazzare le obbligazioni italiane sui mer-
cati internazionali.
La preoccupano, dalla Lega a Grillo alla Al-
ternative fr Deutschland, le forze trasver-
sali anti Europa e anti euro?
S. In Germania c pure la vecchia sini-
stra di Lafontaine. Ma temo di pi la ri-
caduta nei nazionalismi. Sarebbe un er-
rore fatale verso i nostri fgli e nipoti.
Se limmagina unItalia con la lira?
Vuole scherzare. Non esiste.
Intanto la cancelliera Merkel, mentre da noi
le forze antieuropee la ritraggono con lel-
metto prussiano e la frusta in mano, insiste
a venire in vacanza a Ischia e in Alto Adige.
Che lei sia attratta dallItalia non ci
sorprende affatto. Lo siamo in tanti. Ogni
idillio ha i suoi lati oscuri, ma lItalia resta
uno dei Paesi pi europeisti.
Un giudizio da lite culturale, meno diffuso
tra la gente qualunque.
Oggi in tanti non sanno chi erano De
Gasperi o Spinelli, ma queste fgure resta-
no e pesano.
Dov la forza del modello Toscana, se c?
Non nello scandalo Montepaschi...
Ah ah, no di certo. A Siena si scatena-
to il pandemonio. Come minimo ci si
affdati alle persone sbagliate. No, io vedo
una Toscana di piccole e medie imprese
aperte al mondo. Enogastronomia, non
ne parliamo. Equilibrio tra citt e territo-
rio. Crescente tutela dellambiente. Lo
vedo ogni mattina dalla mia collina. Se
voglio toccar qualcosa nella mia proprie-
t, salta su il Comune, o il comitato am-
bientalista, a controllare.
Sapranno che lei stato un leader dei Verdi
per dieci anni.
Sono severi ugualmente. E mi sta bene.
La Toscana terra di Letta pisano e di Ren-
zi forentino.
Renzi non lo conosco ancora, conto di
averne presto loccasione. Lavrei visto
bene come leader del centrosinistra alle
elezioni. stato un errore del Pd non
puntare su di lui. Davvero, gli italiani
cercano fgure nuove. Sono stuf dei vec-
chi apparatchik. Il ricambio generaziona-
le una cosa seria. Persino nel Partito
comunista cinese si scorgono segnali....
Il ritorno di Berlusconi laveva previsto? In
Germania lo davano per fnito.
Mi stupisce molto che tanti italiani si
fdino ancora di lui, un prestigiatore del-
la politica. Ma gli errori del Pd e di Mon-
ti hanno aiutato.
Gli italiani preferiscono illusioni e magie ai
leader razionali e ragionanti.
Si sa, Berlusconi uno charmeur. In
Italia non sono poi cos rari.
Direbbe anche lei i due clown, Berlusconi
e Grillo, come ha fatto Peer Steinbrck, lo
sfdante di Merkel?
Me ne guardo bene. Non vorrei incrina-
re il rapporto che mi lega a Giorgio Na-
politano, un amico per il quale nutro la
pi profonda ammirazione. n F
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SbalordiSce luSo
martellante della
parola Spread.
e che i titoli della
germania Siano la
Stella polare
40 | | 6 giugno 2013
Attualit governo / la grande spartizione
V
edi, ai miei tempi noi co-
munisti dovevamo fron-
teggiare una sola Dc. Ora
in questo governo di Dc
ce ne sono due, una da
una parte e una dallal-
tra.... Parola di Massi-
mo DAlema, il cui umore stabilmente
segnalato sul brutto tempo da quando
rimasto fuori da ogni organigramma, go-
vernativo e istituzionale, dalla presidenza
della Repubblica al ministero degli Esteri.
Le due Dc, quella di qui e quella di l, sono
personifcate dai gemelli del gol che guida-
no Palazzo Chigi, il premier Enrico Letta
del Pd e il suo vice Angelino Alfano, che
anche ministro dellInterno e segretario
del Pdl, manco fosse Fanfani. Inizialmente
presi sotto gamba dagli scettici inquilini
del Palazzo: Dureranno lo spazio di un
mattino, profetizzavano vecchie volpi.
Finch non hanno cominciato a scegliere,
a decidere. E soprattutto a nominare: in
Parlamento, nel governo, negli apparati
dello Stato, dai servizi segreti alla Polizia.
Nelle commissioni e nei comitati. Negli
enti pubblici e, naturalmente, in viale
Mazzini, alla Rai.
La Grande Coalizione, per ora, naviga a
vista. Fatica a trovare un programma e un
linguaggio comune perch, come ha am-
messo lo stesso Letta nella prima intervi-
stain tv da premier nel salotto di Fabio
Fazio, la maggioranza Pd-Pdl (pi Scelta
Civica) non nata dopo una lunga trattati-
va, come in Germania, ma sulla base di uno
stato di necessit. E tuttavia questo il
primo governo politico della storia repub-
blicana in cui i partner sono soci alla pari,
di uguale grandezza quantitativa e di equi-
Un posto a me e uno
a te. Dai ministeri
a Finmeccanica, dai
servizi segreti agli enti
pubblici, cos Pd e Pdl
si dividono gli
incarichi che contano
Di marco Damilano
le lArghe
poltrone
angelino alfano e enrico letta
6 giugno 2013 | | 41
valente presenza politica. Con la Dc, nella
prima Repubblica, cera un partito egemo-
ne e gli alleati minori. E nella divisione degli
incarichi dominava il manuale Cencelli, che
teneva conto dei dosaggi tra correnti allin-
terno dello Scudocrociato. Cose tipo: Ai
dorotei spettano 5,88 ministri e 12,12
sottosegretari; ai basisti 2,85 ministri.
Una volta, ricordava linventore Massi-
miliano Cencelli, il ministero dellInterno
era tutto: distribuiva anche i fondi per gli
affari di culto, valeva almeno cinque mini-
steri. Stessa storia, pi o meno, nella Se-
conda Repubblica, con berlusconiani e
diessini a occupare le posizioni migliori.
ESORDIO IN PARLAMENTO
Oggi la regola non scritta, ma gi rigoro-
samente rispettata, pi elementare, si
chiama pari dignit. Ovvero: siamo in
due (Scelta civica conta poco), facciamo
una cosa a me e una cosa a te. Una casel-
la al Pd e una al Pdl e la pax rispettata.
Anche a costo di trasformare lauspicata
Grande Coalizione, una novit per la
politica italiana, in una pi familiare
Grande Spartizione.
Si cominciato con le commissioni
parlamentari. Se a presiedere gli Affari
costituzionali della Camera, strategica F
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42 | | 6 giugno 2013
Attualit
perch scriver le riforme, c Francesco
Paolo Sisto (Pdl), al Senato tocca ad Anna
Finocchiaro (Pd). E cos via: Giustizia
(alla Camera Donatella Ferranti, Pd, al
Senato Francesco Nitto Palma, Pdl), Difesa
(Elio Vito, Pdl, Nicola Latorre, Pd), la com-
missione Lavoro con linsolito tandem
Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi
(Pdl), la commissione Agricoltura che al
Senato presieduta dal redivivo Roberto
Formigoni e alla Camera dal Pd Luca Sani...
Un metodo che funziona, devono es-
sersi confdati nella nuova maggioranza.
E dunque via con i posti di governo e di
sottogoverno. Coppie di sottosegretari
Pd-Pdl per ogni casella-chiave. Senza in-
fngimenti, senza i travestimenti tecnici di
un tempo, stagioni terminate con il tra-
monto di Mario Monti: il governo poli-
tico nomina i politici, altrimenti che sen-
so avrebbe? E poi con i partiti in crisi
fnanziaria e con i tagli delle risorse pub-
bliche in arrivo servono posti di segreteria
e di uffcio stampa per collocare il perso-
nale, aggiunge un esperto. Se ministro
dellEconomia per esempio il tecnico
Fabrizio Saccomanni, niente paura, vice-
ministri sono Luigi Casero e Stefano Fassi-
na, responsabili economici del Pdl e del
Pd. Lo stesso meccanismo vale per il mi-
nistero degli Esteri: qui il ministro la
fuori-quota Emma Bonino, i vice-ministri
sono tre, oltre a Marta Dass c il respon-
sabile Esteri del Pd Lapo Pistelli, amico da
sempre del premier e rivale a Firenze di
Matteo Renzi, e Bruno Archi, ex consiglie-
re diplomatico di Silvio Berlusconi e de-
putato del Pdl, che ha testimoniato al
processo Ruby sul colloquio tra il Cava-
liere e il presidente egiziano Mubarak
sulla famosa parentela della ragazza
marocchina. Una carriera tutta berlusco-
niana, impreziosita, si fa per dire, da un
incarico da consigliere diplomatico
dellallora presidente del Senato Renato
Schifani. Unascesa cos strabiliante che
ha indignato perfno i pi cinici funzio-
nari della Farnesina.
Il rischio che a Roma nel Pd si legga
il risultato del primo turno delle
amministrative come la vittoria del Partito
con la P maiuscola. E invece il successo
dei partiti: quelli radicati, con una struttura,
unorganizzazione, unidentit sedimentata,
candidati credibili e riconosciuti.
Ilvo Diamanti (in uscita il suo ultimo libro
sulle elezioni 2013. Un salto nel voto,
Laterza) analizza i dati del 26-27 maggio:
crollo del Movimento 5 Stelle, crescita
dellastensionismo, vittoria dei candidati
del Pd, fop del Pdl e della Lega.
La Lega raccoglie percentuali modeste
perfno nella sua ex roccaforte di Treviso:
eppure fno a qualche anno fa era
considerata il modello del partito radicato
Certo, ma ora nel Nord est schiantata.
A Vicenza candidava a sindaco Manuela
Dal Lago, votata a Roma come nome di
bandiera per il Quirinale, lei ha preso la
met dei voti del sindaco di centrosinistra
Achille Variati e la Lega il 4,5. La Lega
sparita in Emilia, si dimezzata in Veneto,
la crisi lha deterritorializzata, si sono
allontanati dal territorio e divisi tra Zaia
e Tosi, tra bossiani e maroniani. Sono
diventati come gli altri: un non-partito senza
radici. Come Berlusconi. E come Grillo.
Funzionano nelle campagne elettorali
nazionali, esaltati da un sistema elettorale
come quello del Porcellum, in cui si votano
i capi e non i singoli candidati,
sono inesistenti in quelle locali.
Per il fenomeno Grillo era partito
esattamente un anno fa dalle citt,
quando 5 Stelle conquist Parma.
Non c una schizofrenia nelle analisi:
due mesi fa i grillini sembravano dover
conquistare il mondo, ora sono gi fniti...
I sondaggi non ci prendono pi perch
cambiato il modello. Met degli elettori non
hanno pi unappartenenza, la prima scelta
votare o non votare, astenersi dalle urne
non pi un sacrilegio come un tempo.
Dobbiamo abituarci a un Paese dove si pu
anche non votare come scelta politica.
Grillo ha insegnato che si pu cambiare
voto senza tradire la propria identit.
Ha offerto un terzo polo, una via duscita,
una strada di fuga, un autobus a chi voleva
cambiare senza passare nello
schieramento opposto. Ha offerto
un canale, come anche il Pdl quando
le campagne sono nazionali, fortemente
mediatiche. Ma quando si va a livello
del territorio si vede che in alcune province
dove alle politiche aveva preso il 30 per
cento non neppure riuscito a presentare
le liste.
E il Pd? A Roma si canta vittoria:
la crisi gi fnita?
Il Pd vive un paradosso. A Roma un
non-partito. Un partito impersonale:
quattro segretari in quattro anni, tra quelli
dimissionari e quelli transitori, diviso in
correnti. Ed nel momento di massima
diffcolt, stretto tra il governo delle larghe
intese e la ferita del voto segreto contro
Romano Prodi al Quirinale. Ma a livello locale
lunico partito rimasto in campo e potrebbe
governare, se Ignazio Marino vincesse a
RoCCo GIRLANDA. A DESTRA: GIANNI DE GENNARo.
IN BASSo: ILVo DIAMANTI
Grillo, il Pd e la lezione di Roma CoLLoquio CoN iLVo DiAMANTi
6 giugno 2013 | | 43
LIRA DI DALEMA
Una meraviglia, luovo di Colombo: una
cosa a me, una a te. E pazienza se gli
esclusi dal Patto Letta-Alfano hanno
cominciato a spazientirsi. Specie quando
negli ultimi giorni promozioni e sposta-
menti sono entrati nel vivo. In profondi-
t: dal piano politico al controllo degli
apparati dello Stato, servizi di intelligen-
ce e forze dellordine.
La prima casella pesante stata asse-
gnata a un nome del Pd: il senatore cala-
brese Marco Minniti diventato sottose-
gretario con delega ai servizi segreti al
posto delluscente Gianni De Gennaro.
Una nomina che di certo non ha contri-
buito a migliorare lumor nero di DAle-
ma, fno a poche settimane fa presidente
del Comitato parlamentare di controllo
sui servizi, il Copasir. Perch, certo, Min-
niti stato a lungo un fedelissimo dellex
premier, ma poi c stata una rottura
sanguinosa, culminata con il passaggio di
Minniti nelle fle avversarie, nel gruppo
di Walter Veltroni.
Una cosa a me, una cosa a te. Il via li-
bera del Pdl a Minniti ha come presuppo-
sto la restituzione della cortesia con la
nomina di un capo della Polizia gradito
al titolare del Viminale Alfano. E infatti
sparita dal tavolo la candidatura di Fran-
co Gabrielli, capo della Protezione civile,
amico di Letta (per lui si parla di un
ruolo da sottosegretario). E invece avan-
zano i nomi nel cuore ad Alfano, che in
questa partita vede loccasione per piaz-
zare il primo tassello di una rete di rela-
zioni e di potere autonoma dal tradizio-
nale circuito berlusconiano. Alla cerimo-
nia di beatifcazione del prete palermita-
no padre Pino Puglisi il ministro-segreta-
rio si fatto accompagnare dal vice-capo
vicario Alessandro Marangoni, che da due
mesi occupa il posto dello scomparso
Antonio Manganelli. In corsa con lui, c
il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro,
apprezzato in area Pdl ma vicino allaltro
Letta (Gianni), e il prefetto Elisabetta
Belgiorno, sostenuta dal Quirinale, dove
si in allarme per lidea che i responsabi-
li dei servizi di sicurezza fniscano per
essere oggetto di trattativa tra i partiti.
La divisione degli incarichi Pd-Pdl non
riguarda solo gli apparati dello Stato, ma
anche i dipartimenti di diretta dipenden-
za della presidenza del Consiglio. Per
esempio il Dipe, il dipartimento per le
politiche economiche di Palazzo Chigi, e
il Cipe, il comitato interministeriale per
la Programmazione economica, la strut-
tura che indirizza miliardi di risorse pub-
bliche per investimenti e infrastrutture
(autostrade, ferrovie, linee metropolita-
ne, porti): 155 delibere per 20 miliardi di
euro solo nel 2012.
Alla guida del Dipe stato nominato
un uomo del premier Letta, Ferdinando
Ferrara. Immediata la richiesta del Pdl:
allora il segretario del Cipe spetta a noi.
Nel governo Monti era il ministro Fabri-
zio Barca, il nome che avanza per sostitu-
irlo il sottosegretario alle Infrastrutture
Rocco Girlanda. Coordinatore umbro del
Pdl, Girlanda un esperto del ramo, per
cos dire: fno a un anno fa stato respon-
sabile delle relazioni istituzionali del
gruppo Barbetti, azienda umbra leader
nelle cementerie, proprietaria, fno a po-
che settimane fa, del giornale pi diffuso
della regione, Il Corriere dellUmbria:
amministratore delegato, sempre Girlan-
da. In pi, molto legato al coordinatore
nazionale del Pdl Denis Verdini, perso-
naggio potente ma inquieto, perch il
triplo incarico di Alfano, vice di Letta,
ministro e segretario rischia di escluderlo
dal tavolo che conta. Girlanda un suo
protetto, come dimostrano anche le inter-
cettazioni delle indagini per i grandi ap-
palti del 2009, in cui Verdini interveniva
con limprenditore-amico Riccardo Fusi
per sponsorizzare lazienda dellamico
interessata alla commessa per la super-
strada tra Umbria e Marche, il Quadri-
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Roma, tutte le grandi citt e la maggior parte
dei comuni italiani. Succede perch ci sono
candidati con una storia: essere ex qualcosa
a Roma un fattore di debolezza, impedisce
al Pd di sciogliere la sua identit, nelle citt
vuole dire invece essere riconoscibili, essere
cresciuti in un contesto. In Veneto Achille
Variati, Flavio Zanonato ma anche Laura
Puppato che era sindaco di Montebelluna
sono fgli di partiti storici.
Conclusione: il Pd dovrebbe ripartire
dai Renzi, Serracchiani, Marino?
I leader locali del Pd sono gi leader
nazionali: Matteo Renzi ha chiuso
la campagna elettorale di Vicenza.
A Roma dicono: abbiamo vinto.
E invece dovrebbero dire: hanno vinto
nonostante noi. la differenza con il Pdl,
in cui i retaggi territoriali di An e della
Lega sono stati spazzati via. Resiste il
marketing berlusconiano, ma sul piano
nazionale. Come Grillo. Leader senza
partiti: lopposto del Pd, un partito
senza leader. M. D.
il protetto di
verdini in corsa
per il comitato che
decide su miliardi
di fondi pubblici
LL I C IL DIAMA I
44 | | 6 giugno 2013
Attualit
latero. Una tempesta di chiamate. Richie-
ste sempre pi insistenti. Riccardo? Sono
qui con Rocco che mi domanda... lavete
risolti i problemi o no?, chiedeva Verdini.
Alla fne non se ne far nulla e Girlanda
non mai stato indagato. Ma la sua no-
mina a sottosegretario alle Infrastrutture,
fortemente voluta da Verdini, ha suscitato
imbarazzo nel governo per il confitto di
interessi, neppure mascherato.
AVANZANO LE TRUPPE
Lassalto appena cominciato. Il mini-
stro dellEconomia Saccomanni si in-
testato, fnora, il pi spettacolare spoil
system del governo Letta: via in una
settimana il Ragioniere centrale dello
Stato Mario Canzio, sostituito da Danie-
le Franco, provieniente come Saccoman-
ni dalla Banca dItalia; e via il potentis-
simo Vincenzo Fortunato, il pi longevo
(e pagato) capo di gabinetto della storia
repubblicana, rimpiazzato dal funzio-
nario della Camera Daniele Cabras, fglio
dellex senatore della sinistra Dc Paolo,
che aveva assistito Rosy Bindi al mini-
stero della Famiglia nel governo Prodi.
Ma ora Saccomanni atteso alla
prova delle promozioni ai ver-
tici di Finmeccanica, la princi-
pale impresa italiana control-
lata al 32 per cento dal Tesoro.
E che la bagarre sia in pieno
svolgimento lo prova lo scarno
comunicato con cui il ministe-
ro di via XX Settembre ha an-
nunciato la sera del 28 maggio
il rinvio delle nomine nel Con-
siglio di amministrazione per
defnire procedure trasparen-
ti e criteri generali di valutazio-
ne volti ad assicurare la qualit
professionale e la competenza
tecnica dei prescelti. Come
dire che la situazione si sta fa-
cendo pesante: per decidere i
sostituti dellex presidente e
amministratore delegato Giu-
seppe Orsi, arrestato il 12 feb-
braio con laccusa di tangenti
per laggiudicazione di 12 eli-
cotteri Agusta in India, e dellex
consigliere Franco Bonferroni
in corsa un peso massimo
come Gianni De Gennaro, lascia-
to fuori dal governo e per la
prima volta da decenni (ma
chiss quanto provvisoriamente) senza
incarichi, che pu vantare un fronte
trasversale di sostenitori, da Gianni
Letta a Massimo DAlema: le larghe
intese fatte persona. Ma anche il capo
dellAnsaldo Energia Giuseppe Zampini,
che ha di recente portato alla guida del-
la controllata Ansaldo Nucleare Umber-
to Minopoli, ex fgiciotto della generazio-
ne DAlema (spedito dal capo in Unione
sovietica insieme allattuale presidente
dellEmila Vasco Errani a un campus con
i coetanei del Pcus), poi capo della segre-
teria di Pier Luigi Bersani al ministero
dello Sviluppo economico, tenace soste-
nitore dellex segretario del Pd alle pri-
marie contro Matteo Renzi.
Zampini, alla fne, potrebbe approda-
re alla carica di amministratore delegato
se le deleghe saranno di nuovo divise tra
un ad di gestione fnanziaria, come lat-
tuale Alessandro Pansa, e uno attento
alle politiche industriali, lo stesso Zam-
pini. Una divisione congeniale al ticket
di Palazzo Chigi: Pansa portato da
Letta, Zampini da Alfano. Sempre che il
risiko delle poltrone non fnisca su un
unico tabellone, in arrivo ci sono anche
la presidenza delle Ferrovie al posto di
Lamberto Cardia (amministratore dele-
gato rester Mauro Moretti che era gi
sicuro ministro del mai-nato governo
Bersani), la Sogin (societ per lo sman-
tellamento del nucleare), la Sace (oggi
presieduta dallex ambasciatore in Usa
Gianni Castellaneta, anche lui in corsa per
la presidenza di Finmeccanica) e Invita-
lia. Nel governo si parla di un comitato
di saggi che dovrebbe vigilare sulle can-
didature per garantire merito e compe-
tenza: ma anche per accentrare a Palaz-
zo Chigi il tourbillon dei pretendenti,
ridimensionando il peso del ministero
del Tesoro che negli ultimi anni lha
fatta da padrone.
REBUS VIALE MAZZINI
Il paradosso che in questo clima di
generale pacifcazione, manco a farlo
apposta, iniziata la fibrillazione in
viale Mazzini, alla Rai, dove pure le in-
tese larghe o larghissime, il consociativi-
smo tra i partiti, la lottizzazione sono la
regola da sempre. Calma, non cam-
biato il mondo, cambiato il presidente
del Consiglio, avrebbe detto la coppia F
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al vertice Anna Maria Tarantola e Luigi
Gubitosi quando, allindomani della f-
ducia al nuovo governo, i segnali della
politica si sono fatti sentire di nuovo
molto pimpanti. Il commento, sensato,
del settimo piano di viale Mazzini non
vale per per la Rai dove da sempre un
cambio di inquilino a Palazzo Chigi equi-
vale a unera geologica, un passaggio
epocale. Infatti latmosfera attorno al
cavallo morente si rapidamente surri-
scaldata. Ecco lex ministro Paolo Romani
chiedere un incontro con il dg Rai, udien-
za concessa, ma Romani a sorpresa si
presenta accompagnato da un altro ex
collega, Maurizio Gasparri.
Ed ecco, sul versante opposto, i consi-
glieri designati dal Pd Gherardo Colom-
bo e Benedetta Tobagi astenersi, prassi
inusuale, si vota s o no, sul bilancio
2012, e dichiarare guerra ai colleghi del
Pdl. Il mondo politico abbia il coraggio
di affrontare i nodi della legge Gasparri
e del confitto di interessi, che ammor-
bano la vita del servizio pubblico, han-
no scritto in una nota. E il centrosini-
stra schieri nella comissione parlamen-
tare di vigilanza sulla Rai i giocatori pi
ricchi desperienza, pi competenti e
politicamente autorevoli. Il gioco si fa
duro, entrino in campo i duri.
Per ora, per, a spedire nella mischia
uno squadrone stato il Pdl. Nella com-
missione parlamentare sulla Rai saran-
no designati Romani, Gasparri, Paolo
Bonaiuti, i capigruppo Renato Brunetta e
Renato Schifani, pi il senatore Augusto
Minzolini, in attesa di reintegro insieme
allex direttore di Rai Uno Mauro Mazza
(si studia la possibile poltrona, forse la
direzione di Raisport). E nel cda Rai, a
sorpresa, ritornato il decano Antonio
Verro: eletto senatore e rispedito di gran
corsa in viale Mazzini, nonostante la
contrariet personale e levidente disap-
punto dei consiglieri Pdl Guglielmo Rosi-
tani e Antonio Pilati (limprenditrice Luisa
Todini, data anche in quota Vedr, il
think tank fondato dal premier Letta:
ospite degli appuntamenti in Trentino,
amica del giovane Enrico e in piena
sintonia con la pax lettian-alfaniana).
Lordine per Verro di mollare Palazzo
Madama per presidiare il cda arrivato
da Arcore, Verro ne fa un vanto anzi si
gi promosso capogruppo, innervo-
sendo non poco gli altri consiglieri in
quota Pdl. Il suo arrivo il segno che il
Cavaliere anche su viale Mazzini vuole
essere pronto al doppio scenario: soste-
nere il governo ma prepararsi alle ele-
zioni in tempi rapidi.
Dopo il primo turno di elezioni ammi-
nistrative, interpretato da Letta e da
Alfano come il primo successo del go-
verno, visto il fop clamoroso del Movi-
mento 5 Stelle, tornata irresistibile la
tentazione di tornare rapidamente alle
urne tra gli esclusi del nuovo equilibrio
politico. Nel Pd tra i dalemiani lasciati
lontani dalle posizioni che contano, ma
anche nellarea che fa capo a Renzi, c
la voglia di regolare i conti con i grillini,
approfttare della loro debacle e recupe-
rare i milioni di voti di nuovo in cerca di
casa politica. Ma uguale aspirazione
coltivano i falchi del Pdl, Verdini in testa,
determinanti gi nellinverno del 2012,
quando Alfano sperava di candidarsi
premier e invece fu costretto a farsi da
parte dal ritorno in pista di Berlusconi.
DUE GEMELLI A PALAZZO CHIGI
Una storia ricostruita velenosamente da
Luigi Bisignani nel libro-intervista con
Paolo Madron appena uscito (Luomo
che sussurra ai potenti): Con Schifani,
Alfano lavorava a una nuova alleanza
senza Berlusconi. Cominci a farlo nel
momento in cui per Berlusconi iniziava
la fase pi aspra di un calvario politico
giudiziario che sembra non fnire mai. E
in pi stringendo un asse con Roberto
Maroni, che da ex potente ministro
dellInterno, dopo aver fatto fuori Um-
berto Bossi, preconizzava la morte civile
del Cavaliere e linvestitura di Alfano
come nuovo leader.
Nellultima riunione dei gruppi parla-
mentari tra Alfano e Verdini sono volate
parole di fuoco, laccusa di alto tradimen-
to del Capo resta sospesa. Ma intanto il
delfno di Silvio, il ministro-segretario-
vicepremier ha trovato un nuovo e ben
pi potente amico: il gemello di Palazzo
Chigi Letta. E far leva sul rapporto pri-
vilegiato con il quasi-coetaneo Enrico per
costruirsi una solida dote di potere da
portare con s in vista della stagione post-
berlusconiana, quando arriver.
Intanto nei prossimi mesi andranno a
scadenza le poltrone pi ambite, le cassa-
forti del sistema, Terna e Poste, soprattut-
to Enel ed Eni: di un eventuale avvicen-
damento di Fulvio Conti e dellimmortale
Paolo Scaroni, per, si parler solo nella
primavera 2014. E a quel punto si vedr
se il ticket Letta-Alfano avr superato la
tempesta e sar destinato a durare tutta
la legislatura. Una sola coalizione, doppia
occupazione, doppia spartizione. n
alfano punta
a costruire una
rete di relazioni
autonoma
dal circuito
berlusconiano
marco minniti. a sinistra: luigi gubitosi.
6 giugno 2013 | | 47
I
l palazzo in mattoncini rossi a
dieci passi dai magazzini Harrods
ancora quello. E gli agenti di
Scotland Yard che lo sorvegliano
giorno e notte, stanno ancora l
con i loro furgoni e le loro telecamere.
passato un anno, ma Julian Assange
ancora rinchiuso nellambasciata dellE-
cuador a Londra. Ed qui che lEspres-
so entrato per la seconda volta da
quando il fondatore di WikiLeaks ha
ottenuto asilo politico dal paese sudame-
ricano. Assange sembra in forma: lavora
tutto il giorno incollato ai suoi computer
fno a tarda notte e, tra le altre cose, si
prepara a entrare in politica. Alle elezioni
che si terranno a settembre pronto a
candidarsi al Senato australiano.
Assange, lei ha scritto un libro, Cypher-
punks, in cui vede Internet come un gran-
de strumento sia per lemancipazione sia
per il totalitarismo. Come pensa che la
Rete ridisegner le democrazie? Rafforzan-
do la partecipazione popolare o potenzian-
do il controllo sociale attraverso la sorve-
glianza?
molto diffcile dirlo, ed per questo
che i tempi in cui viviamo sono interes-
santi, perch siamo a un bivio: cosa acca-
dr? Parte della traiettoria della nostra
societ porta a unutopia felice; parte
invece va verso un mondo negativo, una
distopia. Ma rimane da vedere se davvero
fniremo in una distopia. Ci sono molte
ragioni che portano a ritenerlo. La tecno-
logia tende di per s alla centralizzazione,
perch complessa da realizzare e quindi
richiede specializzazione e accentramen-
to. Guardi alle grandi aziende di Internet:
sono industrie estremamente complesse
e di conseguenza tendono a fondersi con
lo Stato per preservarsi. Poi, per, la
grande tendenza nella direzione opposta
la democratizzazione e la nuova politica
che ne risulta come conseguenza. E que-
sto possibile vederlo con Beppe Grillo.
Io non so come il suo movimento politico
si sia formato esattamente, ma qualcosa
che ha senso: il risultato di una nuova
politica che prende forma molto rapida-
mente grazie a Internet e che fa breccia
nella barriera delle comunicazioni eretta
dai media tradizionali.
Quanto informato sul movimento di Beppe
Grillo?
Non abbastanza. Lo osservo a fasi in-
termittenti da tre anni. Il suo successo
innegabilmente impressionante dal pun-
to di vista politico e logistico. uno dei
pochi politici italiani che ha supportato
pubblicamente me e WikiLeaks durante
la tempesta. E questo va a suo credito.
Beppe Grillo usa Internet non solo come
un megafono per raggiungere lopinione
pubblica, ma anche per prendere decisioni
politiche e per capire cosa vogliono i cit-
tadini. Lei come guarda a questi tentativi
di usare Internet e piattaforme digitali,
come ad esempio Liquid Feedback, in
modo da consultare la Rete e prendere
decisioni?
In modo piuttosto scettico. Io non
credo che sia necessario dare alla gente
quello che la gente pensa di volere in
termini specifci. Le per-
sone vogliono essere
trattate in modo giusto,
vogliono che gli esseri
umani a cui sono legate
siano trattati con com-
passione e rispetto e che
le decisioni che le riguar-
dano siano prese in mo-
do intelligente e non
come risultato della stu-
pidit o della corruzio-
ne. Sebbene io sia con-
vinto che la democrazia
diretta sia molto impor-
tante per controllare gli
eccessi dei leader politi-
ci, credo che le persone
siano impegnate a vive-
re le proprie vite e non
dovremmo aspettarci
che si impegnino nelle
questioni specifche del-
la politica o nellavere a
che fare con le burocra-
zie e gli affari esteri. Vo-
gliono delegare queste
funzioni a persone di cui
si possono fdare, esatta-
mente come quando si
arruola un avvocato per
andare in tribunale. n
julian assange
Grillo sbaglia Rete
La scelte politiche non si possono fare
consultando il Web. Come dice il comico.
Parla il capo di WikiLeaks. Neo-candidato
CoLLoQuIo Con juLIAn AssAnGe dI steFAnIA mAuRIzI
Attualit politica e internet
La versione integrale dellintervista
realizzata a Londra al fondatore di Wiki-
Leaks julian Assange sul nostro sito
www.espressonline.it
www.espressonline.it
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Attualit italia dei veleni / il caso sicilia
A
ngela Averna vive e lavora a
Gela, profonda Sicilia, e fa la
pediatra. Durante lintervista
la raffneria dellEni non la no-
mina mai. La chiama, sempli-
cemente, il Mostro. Racconta: Mio fglio
va alle elementari. Durante una visita guida-
ta al Mostro hanno chiesto a tutta la classe
se sapessero perch il simbolo dellAgip un
cane a sei zampe. Lui ha alzato la mano e ha
risposto: Perch un cane malformato!.
Ho capito che devo stare attenta a non por-
tarmi il lavoro anche a casa. Anche se per
lei non affatto facile: il medico, su circa
mille pazienti sotto i 14 anni, conta una
cinquantina di bimbi malformati. Percen-
tuale pazzesca, perfettamente in linea con lo
studio pubblicato dagli esperti del Cnr insie-
me al genetista Sebastiano Bianca nel 2002.
La pediatra sorride, amara. Non abbia-
mo ancora n un registro sui malformati n
uno sui tumori. Perch ai malati di ipospadie,
una deformazione degli organi genitali ma-
schili, e a chi nasce senza braccia e senza
gambe vanno aggiunti i bambini e le bambi-
ne malati di cancro e altri morbi assortiti.
Spulciando i casi dellambulatorio dellAver-
na sembra che a Gela ogni famiglia abbia un
parente malato, e spesso un minore. Negli
ultimi 12 mesi ho incontrato una leucemia
fulminante, poi un tumore rarissimo al pan-
creas. Se l beccato la fglia di mia sorella.
Secondo il chirurgo che lha operata mia
nipote stata la 619 nel mondo, ma in citt
non lunica: abbiamo altri due casi identi-
ci. Lelenco della pediatra non fnito: Ho
avuto anche un neonato morto per una
malformazione cardiaca a sette mesi, mentre
qualche tempo fa il fglio del mio consulente
del lavoro s ammalato di un tumore al
cervello. Il piccolo ha solo quattro anni:
Unaltra tragedia, ma scommetto quello
che vuole che ne seguiranno altre.
A Gela morte e malattia risparmiano po-
che, fortunate famiglie. Non si salva nessuno:
operai, impiegati, avvocati, casalinghe o
professionisti, le malattie sono democratiche
e se ne fregano delle classi sociali. Linquina-
mento diffuso sembra ormai un dato acqui-
sito, cos come le sue conseguenze sulla salu-
te della popolazione. Larea della citt, insie-
me a Niscemi e Butera (108 mila abitanti)
uno dei siti dinteresse nazionale ad alto ri-
schio. La devastazione di acque, terra e aria
stata causata secondo esperti e ambientali-
sti dal polo industriale che, come si legge in
un report dellIstituto superiore di sanit
pubblicato nel 2009, ha comportato nel
corso degli anni una progressiva contamina-
zione di diverse matrici ambientali, nelle
quali sono stati rilevati livelli estremamente
elevati di inquinanti chimici con caratteristi-
che di tossicit, persistenza e bioaccumulo.
Traducendo, lEni ha sparpagliato i veleni in
lungo e largo per decenni. Anche i dati epi-
demiologici hanno evidenziato ragiona
lIss la presenza di patologie in eccesso ri-
spetto alle aree limitrofe e alla regione.
Eppure il nesso causa-effetto tra inquina-
mento industriale e malattie non stato an-
cora provato, n in sede scientifca n in
quella giudiziaria: le norme e le leggi italiane
sono spesso ineffcaci, cos lEni fnora se l
cavata alla grande.
Presto, per, la musica potrebbe cambiare.
Se a Taranto nel mirino della procura fnita
lIlva e i Riva di Milano, anche nella punta
orientale dellisola di Leonardo Sciascia (Il
petrolio? Mi creda, se lo succhiano, se lo
succhiano. cos che fnisce col petrolio: una
canna lunga da Gela a Milano, e se lo suc-
chiano, scriveva lo scrittore in un racconto
del 1966) i magistrati sembrano aver messo
il turbo. In pochi mesi i pm guidati da Lucia
Lotti hanno aperto varie inchieste, e oggi
sono 14 i processi istruiti per reati gravissimi,
da quelli ambientali allomidicio colposo.
Sotto accusa sono fniti dirigenti ed ex quadri
di aziende dellEni, il colosso statale che
controlla il petrolchimico nato per volont
di Enrico Mattei nel 1965.
Qualcuno in citt spera che nei confronti
dello stabilimento siano prese misure draco-
niane, che i pm facciano un salto di qualit
sequestrando la raffneria, come avvenuto
per il siderugico pugliese. Da un punto di
vista economico, sarebbe uno choc: nella
sola raffneria - una delle pi grandi e strate-
giche dEuropa - lavorano circa 1100 perso-
ne, altre 500 nellindotto, ma a questi vanno
aggiunti altre migliaia di operai delle ditte
esterne. Non solo. A Gela vengono lavorati
ogni anni circa 5 milioni di tonnellate di
E dopo TArAnTo
GElA
sono 14 i procEssi
pEr GrAvi rEATi, dA
quElli AmbiEnTAli
Allomicidio
colposo. soTTo
AccusA diriGEnTi Eni
Nellarea del petrolchimico allarme malattie e tumori. Ecco
in esclusiva i dati del disastro. Nel mirino dei magistrati
Di emiliano fittipalDi
6 giugno 2013 | | 49
greggio pesante e semilavorati proveniente
dai pozzi di Gela, Ragusa, Egitto, Libia e Iran,
che in Sicilia viene trasformato in benzina,
cherosene, gasolio, gas e gpl. Un blocco della
produzione rischierebbe di mettere in ginoc-
chio lazienda amministrata da Paolo Scaro-
ni, mentre alle ripercussioni sociali si som-
merebbero quelle fnanziarie a Piazza Affari.
Comune, Regione e ministero dellAm-
biente, infatti, sembrano voler puntare - per
ridurre i danni allambiente e alla salute -
sugli investimenti di recente impostiallE-
ni. Lo scorso gennaio la raffneria ha fnal-
mente ottenuto lautorizzazione di impatto
ambientale che prevede il rispetto di 200
adempimenti. In ambito emissivo spiega-
no dalla Raffneria sono stati prescritti li-
miti particolarmente restrittivi, il 50 per
cento in meno rispetto alle precedenti auto-
rizzazioni. LEni puntualizza che nellulti-
mo decennio sono stati comunque effettuati
una serie di interventi migliorativi in campo
ambientale, con un investimento che si aggi-
ra sui 300 milioni: abbiamo realizzato un
impianto di trattamento dei fumi della cen-
trale con la migliore tecnologia esistente, i
doppi fondi sui serbatoi di stoccaggio, la
copertura del parco coke.
Sar. Ma i nuovi dati epidemiologici che
lEspressoha consultato in esclusiva foto-
grafano una situazione ancora drammatica.
Lo studio dellOsservatorio epidemiologico
della Regione Sicilia ancora inedito intito-
lato Stato di salute della popolazione resi-
dente nel sito di interesse nazionale per le
bonifche di Gela, e consegna - ancora una
volta - risultati agghiaccianti. Anche perch
le analisi della mortalit e delle malattie F
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la sPiaggia di gela, sullo sFondo limPianTo delleni
50 | | 6 giugno 2013
Attualit
sono state fatte su serie storiche assai recenti,
che confermano di fatto ragiona Fabrizio
Bianchi, studioso del Cnr, il perdurante
cattivo stato di salute della popolazione. Le
cifre sulla mortalit comprendono il periodo
2004-2011, mentre quella sui ricoveri e le
dimissioni ospedaliere va dal 2007 al 2011.
Secondo gli studiosi il rischio degli uomini
di Gela di morire rispetto a coloro che vivo-
no nei Comuni vicini pi alto del 6,8 per
cento, mentre per le donne leccesso stati-
sticamente signifcativo sia sul confronto
locale (pi 12,3 per cento) sia rispetto ai
dati regionali (pi 8,2 per cento). Lanalisi
delle tabelle sulla mortalitin alcuni casi
sono persino peggiori rispetto a quelle di
Taranto. Rispetto alle citt pi vicine, a Gela
i maschi muoiono di pi per tutti i tipi di
tumore (pi 18,3 per cento), per il cancro
infantile (pi 159,2 per cento), per il tumore
allo stomaco (pi 47,5 per cento), alla pleura
(pi 67,3), alla vescica (pi 9,6), per non
parlare dellincidenza del morbo di Hodgkin
(pi 72,4), del mieloma multiplo (pi 31,8)
e delle malattie del sistema circolatorio (pi
14,2). Alto lo spreadanche nei confronti
delle statistiche regionali: a Gela lincidenza
dei tumori degli under 14 maggiore del 68,1
per cento, pi decessi anche per i tumori al
fegato (pi 20,9), alle ossa (32,8), al testicolo
(pi 209,4 per cento) e per le malattie cere-
brovascolari (pi 36,6).
Sono centinaia gli operai che hanno lavo-
rato al petrolchimico ad essere fniti dentro i
nosocomi sparsi nella provincia di Caltanis-
setta. Molti di loro hanno lavorato allex
impianto Clorosoda, chiuso a met degli
anni 90. Un reparto foderato damianto con
52 celle piene zeppe di mercurio, usato per
produrre soda caustica e idrogeno: secondo
le testimonianze delle tute blu, il metallo
veniva raccolto con secchi e mestoli. Il gene-
tista Bianca, perito di parte della procura
gelese che ha aperto uninchiesta su 12 de-
cessi sospetti indagando 17 dirigenti ed ex
dirigenti delle societ dellEni che hanno
gestito negli anni il Clorosoda (le accuse
vanno dallomicidio colposo alle lesioni
personali gravi), ha certifcato la presenza di
tumori ai polmoni, allesofago e alla tiroide,
senza parlare delle malattie cardiovascolari
e allapparato respiratorio. Gli operai so-
pravvissuti oggi perdono unghie e capelli, ad
alcuni si sono sbriciolati i denti, probabil-
mente a causa dellesposizione prolungata
al mercurio.
I padri di famiglia impiegati al petrolchi-
mico, per, non sono le uniche (e per ora
presunte) vittime del Mostro. Centinaia di
fgli maschi dei gelesi sono infatti nati mal-
formati, colpiti in particolare dallipospadia,
che secondo Bianchi a Gela risulta tra le pi
alte mai viste al mondo. Ma anche le donne
che non hanno mai messo piede allEni han-
no probabilit record di ammalarsi. Secondo
le tabelle dellOsservatorio, oggi anziane,
quarantenni e ragazze gelesi fniscono in
ospedale per tumori allo stomaco (pi 25,1
per cento rispetto a chi risiede nei comuni
vicini), alle ossa (pi 28 per cento), alla tiroi-
de (pi 30), al sistema nervoso centrale (pi
100,6 per cento), allutero (pi 52,6 per
cento) e via elencando.
Per quanto riguarda la mortalit, impres-
sionanti risultano i numeri sul tumore alla
vescica (pi 81,2 per cento), quelli sugli av-
velenamenti (pi 146 per cento) e del morbo
di Hodgkin: in questo caso la percentuale
pi alta del 907,3 per cento. Non sono
dati ancora pubblici, preferisco non com-
mentarli nel dettaglio, premette Bianchi.
Ma di certo la situazione ambientale pe-
sante. Come a Taranto, anche a Gela servono
investimenti importanti per attenuare lin-
quinamento. Oggi per motivi di congiuntura
la raffneria sta producendo meno, ma non
basta. Bisogna fare di pi. Per ripulire la
zona dai veleni, spiegava una ricerca su costi-
benefci pubblicata sulla rivista internazio-
nale Environmental Health nel 2011, a Gela
i costi della bonifca ammonterebbero a
circa 6,6 miliardi di euro. Una cifra molto
pi alta, dunque, dei fondi allocati per boni-
fcare il sito. LEni e lo Stato, in pratica,
dovrebbero sganciare altri 6 miliardi se vo-
lessero ripulire il territorio.
Anche Legambiente spara a zero sullEni
e le istituzioni. Pietro Lorefce, ex presiden-
te della sezione di Gela che da sempre segue
le vicende della raffineria, spiega che le
sorgenti inquinanti in passato sono state
tante e hanno devastato tutto. Il polo
produceva concimi chimici e polimeri, da
poco hanno completato la bonifca dei fo-
sfogessi, sostanze tossiche e radioattive che
temo siano state in passato sversate anche
a mare: lEni ha da poco tombato 6 milioni
di metri cubi di rifuti, che formano una
collina alta una cinquantina di metri. Para-
dossalmente, invece di fargli piantare un po
di alberi, hanno permesso allazienda di
costruire sopra un nuovo impianto fotovol-
taico. Peccato che nemmeno un chilowatt F
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il molo di Gela. a desTra: rosario CroCeTTa, ex sindaCo della CiTT e oGGi GovernaTore
della reGione siCilia
6 giugno 2013 | | 51
dellenergia prodotta andr a vantaggio dei
gelesi. Secondo Lorefce, per, soprattut-
to luso del pet-coke ad essere ancora peri-
coloso: Si tratta di un carbone prodotto
come residuo della raffnazione, che viene
usato come combustibile per la vecchia
centrale termoelettrica costruita vicino alla
raffneria. La procura nel 2002 viet luso
del pet per la presenza nel carbone di zolfo
in eccesso bloccando di fatto tutto il com-
plesso industriale, ma un decreto del gover-
no Berlusconi ha risolto il braccio di ferro
decidendo che il pet va classifcato come
combustibile. A tuttoggi lo bruciano
ancora, visto che da un punto di vista eco-
nomico molto conveniente. E visto che
- come ricorda lEni - la Corte di Giustizia
europea ha sancito che luso del pet-coke
del tutto lecito.
Legambiente se la prende anche con chi
avrebbe dovuto controllare e difendere il
territorio: LArpa Sicilia ha messo qualche
centralina, niente di pi. Comune e Regione
si sono sistematicamente girati dallaltra
parte. Rosario Crocetta? stato sindaco per
due mandati, ma ha fatto solo chiacchiere.
Spero che i pm ora vadano fno in fondo,
perch gli episodi su cui lavorano sono pun-
tuali, ma circoscritti.
A parte ambientalisti e medici dellam-
biente, rispetto ai tarantini i gelesi sembrano
meno reattivi davanti al Mostro. Se contro
lIlva sono nate decine di associazioni com-
battive, in Sicilia trionfa la rassegnazione.
Eppure, sospira la pediatra, noi e i nostri
fgli continuiamo ad ammalarci. Non solo
malformazioni al palato e microcefalie, ma
scopriamo di continuo casi di diabete in-
fantile e carenze dellormone della crescita.
Per non parlare di aborti spontanei e infer-
tilit. La rabbia un sentimento che
scatta di rado: Le coppie interiorizzano il
dramma, si colpevolizzano, infne si isola-
no: qualcuno ha nascosto i fgli malforma-
ti persino ai nonni.
Mentre per settembre si aspettano i risul-
tati delle nuove analisi sullarsenico (tre anni
fa il Cnr scopr che il sangue del 20 per cento
del campione dei gelesi era pieno di veleni,
con livelli di metallo superiori anche del 1600
per cento al tasso limite: i nuovi esami - da
quanto risulta a lEspresso - proveranno
la presenza dellarsenico inorganico 3 e 5,
quello pi cancerogeno), e molti non man-
giano pi il pesce e le vongole pescate sulla
costa, tutti guardano alle prossime mosse
della procura. Che ha deciso, cosa assai rara,
di essere parte nel processo civile che un co-
mitato di genitori di bimbi malati ha inten-
tato contro lEni.
Non sar semplice ottenere i danni, visto
che la connessione tra veleni e la singola
malformazione molto diffcile da dimo-
strare. Qualche anno fa ci provarono in sede
penale i pm di Siracusa che indagavano sul
petrolchimico di Priolo, ma prima dellinizio
del processo per avvelenamento fu deciso di
archiviare tutto. Dopo qualche mese, per,
la stessa procura annunci che la Syndial
aveva offerto 16,5 milioni di euro da girare
a 180 famiglie di bimbi nati con malforma-
zioni cerebrali e altre anomalie. Anche se
nessuno glielo impone, lazienda apre il
portafoglio e paga come fosse direttamente
responsabile. La cifra - anche se alta - para-
gonata al fatturato totale dellEni irrisoria:
nel 2006 lutile super i 9,2 miliardi di euro.
In Sicilia nessun dirigente del gruppo mai
fnito in prigione. n
MORTALIT
CAUSA UOMINI DONNE
TuTTe le cause +6,8 +12,3
TuTTi i Tumori +18,3 +21,5
Tumori infanTili +159,2 -52,7
Tumore sTomaco +47,5 +8,9
Tumore pleura +67,3 -20
Tum. sisTema nerv. cenTr. -17,4 +31,3
Tumore mammella +7,1
Tumore ovaio +14,1
Tumore vescica +9,6 +81,2
morbo di hodgkin +72,4 +907,3
mieloma mulTiplo +31,8 +48,6
malaTTie sisT. circolaTorio +14,2 +13,2
malaTTie cerebrovascol. +40,2 +33,6
avvelenamenTi + 2 +146,7

fonte: elaborazioni su dati dellosservatorio
epidemiologico della regione sicilia 2013
MORBOSIT
CAUSA UOMINI DONNE
TuTTe le cause +13,9 +14,6
TuTTi i Tumori +13 +14,8
Tumori infanTili +6,1 -0,6
Tumore sTomaco +45,1 +25,1
Tumore pleura +209,1 -62,3
Tumore ossa +32,2 +28,2
Tumore Tiroide +20,5 +30,0
Tum. sisTema nerv. cenTr. +19,1 +100,6
Tumore uTero +52,6
Tumore TesTicolo +17,0
mieloma mulTiplo +113,9 +88
malaTTie sisTema nervoso +53,1 +72,0
malaTTie sisT. circolaTorio +26,0 +41,7
asma 0-14 anni +63,3 +41,2
asma +41,4 +28,4
malaTTie appar. digerenTe +22,1 +34,2
La strage degli innocenti
Analisi della mortalit (anni 2004-2011) e della morbosit (ricoveri ospedalieri)
per gli anni 2007-2011 nellarea di Gela. Differenza percentuale rispetto ai comuni limitrof
52 | | 6 giugno 2013
Attualit italia dei veleni / il caso ilva
C
erto non mai stato un senti-
mentale, Emilio Riva. Qualche
anno fa, ai bei tempi in cui f-
niva sui giornali come un im-
prenditore abile e vincente, il
padrone dellIlva confessava di affezio-
narsi poco alle persone, niente alle cose.
A differenza di tanti suoi colleghi indu-
striali, Riva ha sempre amato esibire la
sua durezza. Niente guanti di velluto, per
lui. Il rottamattmilanese che ha fatto i
miliardi conosce solo il pugno di ferro.
Parole poche, ma forti. E allora, adesso,
riesce diffcile credere allimmagine che
lavvocato-amico Marco De Luca cerca
di proiettare allesterno, parlando con la
stampa. Limmagine di un vecchio stanco
e malato, che dallisolamento forzato
degli arresti domiciliari, non riesce a ca-
pacitarsi dellaccanimento di chi ingiu-
stamente (dice lui) lo perseguita.
Non si d pace, Riva, perch nessuno
riconosce i suoi meriti sociali, laver dato
lavoro a decine di migliaia di persone.
Ho sempre investito tutto nellazienda,
fa sapere a sua difesa tramite lavvocato
De Luca. Lo dice adesso che il gruppo di
famiglia, un colosso mondiale dellaccia-
io, sembra arrivato al capolinea. Ci sono
i sequestri miliardari disposti dalla magi-
stratura. Il disastro ambientale di Taran-
to con i fumi dellIlva che hanno avvele-
nato laria della citt pugliese. E infne le
accuse pesantissime, dallavvelenamento
colposo fno alla truffa aggravata e allin-
fedelt patrimoniale, che hanno travolto
tutto il gruppo dirigente dellIlva, com-
presi Nicola e Fabio Riva, due dei sei fgli
del patron. I numeri allineati nellatto
Vediamo se almeno paga
le tAsse
Anni di favori e privatizzazioni a prezzo di saldo. E un tesoro
offshore. Ora Riva va alla resa dei conti su fsco e Taranto
Di vittorio malagutti
6 giugno 2013 | | 53
daccusa della procura di Milano illumi-
nano per una storia diversa da quella
che ora, e soltanto ora, viene proposta
dalla difesa dellindagato eccellente. I
documenti raccontano di una famiglia
che ha accumulato un gigantesco patri-
monio allestero prelevando miliardi
dalle casse delle aziende italiane.
Un tribunale, prima o poi, dir se dav-
vero quel tesoro stato creato frodando
il fsco. Un giudice stabilir se alcuni f-
scalisti dello studio Biscozzi-Nobili, uno
dei pi importanti e blasonati dItalia, si
sono resi complici di una truffa colossale.
Certo che quei complicati giochi di
sponda tra holding nei paradisi offshore
erano decifrabili perfno tra le righe degli
stringatissimi bilanci delle societ dei
Riva. LEspressone aveva scritto gi a
ottobre dellanno scorso. La resa dei
conti, anche col fsco, arriva solo adesso,
ultima tragica mano di una partita a po-
ker che si ripete sempre uguale da decen-
ni. Riva contro lo Stato, un giocatore,
questultimo, quanto mai debole e incer-
to. Si comincia nel 1994, quando lIri
allepoca gestita da Romano Prodi vende
allimprenditore milanese lex Italsider di
Taranto confezionata in una nuova socie-
t creata ad hoc, lIlva laminati piani. Con
il senno di poi, ma forse anche di allora,
il prezzo dellaffare sembra ridicolmente
basso. Il compratore si aggiudica laccia-
ieria pugliese per 1.649 miliardi di lire,
pari a circa 850 milioni di euro. Solo che,
non appena privatizzata, lIlva, sgravata
da 7 mila miliardi di lire di debiti rimasti
in carico allo Stato, comincia a macinare
proftti per decine (se non centinaia) di
milioni di euro allanno. Il copione di
Taranto andato in scena anche a Corni-
gliano, laltoforno genovese a gestione
pubblica passato ai Riva nel 1988. Le
proteste contro i fumi inquinanti dellim-
pianto hanno fnalmente partita vinta nel
2005. Lacciaieria chiude i battenti, ma lo
stop viene pagato a peso doro. Limpren-
ditore milanese riceve come buonuscita
la concessione gratuita fino al 2065
dellarea demaniale di Cornigliano, ban-
chine del porto comprese: oltre un milio-
ne di metri quadrati in tutto. Non una
questione solo italiana. Anche in trasfer-
ta allestero Riva ha saputo giocare al
meglio le sue carte. Nella Germania est
dei primi anni dopo la caduta del muro il
futuro padrone dellIlva fa incetta di im-
pianti a prezzi di saldo. Nel 1994 conqui-
sta lEko Stahl, la pi importante acciaie-
ria dellex Ddr, a un prezzo di soli 60
miliardi di lire (poco pi di 30 milioni di
euro) con la ristrutturazione dellimpian-
to pagata quasi per intero dal Land del
Brandeburgo. Tutte scommesse vinte, da
Taranto alla Germania. E nel frattempo
il patrimonio personale di uno degli im-
prenditori pi ricchi dItalia cresceva a
dismisura, sempre prudenzialmente par-
cheggiato in Paesi dal fsco leggero.
In quegli anni, mentre Riva cresce a
passo di carica, pochi fanno caso a quel
tesoro oltre frontiera. Sui giornali passa
il ritratto di un uomo tutto casa e azienda.
Burbero, ma in fondo neppure troppo
antipatico. Passa sotto silenzio la favolo-
sa villa di famiglia a Cap Ferrat, in Costa
Azzurra, che non pare esattamente in li-
nea con limmagine uffciale del capitano
dindustria lontano anni luce da ogni
mondanit. Nelle rare interviste concesse
alla stampa Riva non ha mai smesso di
recitare la parte dellimprenditore che
bada al sodo, allergico alle mediazioni,
ostile alle pubbliche relazioni. Non ho
mai accettato raccomandazioni e relazio-
ni particolari con nessuno: sindacati,
chiesa, partiti politici. Faccio soltanto
limprenditore, tagliava corto il patron
dellIlva rispondendo alle domande di
Paolo Bricco del Sole 24 Orenellapri-
le di quattro anni fa. Per la verit, grazie
alle indagini della procura di Taranto, nei
mesi scorsi afforata in superfcie una
realt un po diversa da quella accredita-
ta nelle dichiarazioni. Si scoprono tracce
di pagamenti e favori a sindacalisti, preti
e giornalisti. Bastone e carota. Se qualcu-
no in fabbrica si ostinava a protestare,
Riva sapeva bene come scoraggiare le
voci critiche. Nel 1998 si scopr lesisten-
za, allinterno dellimmensa acciaieria di
Taranto, di una palazzina dove venivano
confnati i lavoratori sgraditi, privati di
qualunque mansione e incarico. Alloc-
correnza, il sedicente imprenditore tutto
dun pezzo sapeva essere di manica larga
anche con i partiti. Tra il 2006 (anno di
elezioni politiche) e il 2007, Riva versa
245 mila euro a Forza Italia e 98 mila
euro a Pier Luigi Bersani, destinato a di-
ventare ministro dello Sviluppo economi-
co nel governo Prodi.
Contributi bipartisan, regolarmente
denunciati, sborsati da un imprenditore
che nel 2008, quando si profla la reces-
sione e anche le indagini sullavvelena-
mento dellaria di Taranto, si decide per
la prima volta a investire denaro fuori dai
confni dellattivit siderurgica. Paga 120
milioni di euro per partecipare al salva-
taggio dellAlitalia, operazione voluta da
Berlusconi e gestita da Intesa Sanpaolo,
allepoca guidata da Corrado Passera,
che di l a poco, questa volta come mini-
stro, sar chiamato a gestire i primi mesi
dellemergenza Ilva.
Questultima avventura non ha dav-
vero portato fortuna al padrone di Taran-
to. La vecchia compagnia di bandiera
adesso rischia di nuovo il fallimento tra
perdite e debiti per centinaia di milioni. E
per di pi, nel marzo scorso, la holding di
famiglia dei Riva ha sottoscritto per 16
milioni di euro un prestito obbligaziona-
rio di Alitalia. Secondo la ricostruzione
della Guardia di Finanza, quei soldi arri-
vavano da uno dei trust offshore di Jersey.
Un altro affare che fnito nel gran cal-
derone delle accuse di evasione fscale.
Lultima mano di poker dei Riva. n F
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lIMprendItore eMIlIo rIva. nella pagIna
accanto: lIMpIanto Ilva dI taranto
54 | | 6 giugno 2013
Attualit Politica e affari
Toti libera tutti
Hanno ceduto uno dopo laltro vari gioielli di famiglia. E ora
la volta di Gemina. I conti in rosso dei palazzinari romani
Di gianfrancesco turano
I
fratelli Pierluigi, Claudio e Stefano
Toti, elencati in ordine di apparizio-
ne anagrafca, si sono divisi le lauree
(giurisprudenza, ingegneria, archi-
tettura, rispettivamente) e i mestieri
in azienda. In comune hanno il tifo per lAs
Roma e lobiettivo di evitare che il loro
business edilizio-immobiliare faccia la fne
delle attivit dellultimo grande presidente
romanista Franco Sensi, divorato a pezzi e
a fuoco lento dagli istituti di credito dopo
essersi immolato a maggior gloria dei co-
lori giallorossi. Quasi un contrappasso
dantesco se si pensa che la tenuta Leprigna-
na, una volta di Sensi, fnita in mano
proprio ai Toti per un progetto di sviluppo
che prevede ville su 120 ettari.
Nel capitolo sport lannus horribilis cal-
cistico stato in parte riscattato dalle soddi-
sfazioni sportive della societ di famiglia, la
Virtus Pallacanestro arrivata alle semifnali
dei playoff nonostante una severa cura di-
magrante sugli ingaggi. Ma se si parla di
affari, la Silvano Toti deve pensare piuttosto
alla salvezza che a scudetti e coppe europee.
Negli ultimi anni, i Toti hanno dovuto li-
berarsi, in successione, della galleria Colon-
na in centro a Roma (ottimo affare), della
partecipazione in Banca Antonveneta (di-
screto affare), di quella in Banca Leonardo
(affaruccio), della quota comprata ai tempi
della Capitalia di Cesare Geronzi e passata
sotto Unicredit (affare pessimo) e del palaz-
zo della Luiss ai Parioli ceduto per 117 mi-
lioni con grande scorno di Francesco Gae-
tano Caltagirone ad aprile del 2012. In
quegli stessi giorni stata venduta la parte-
cipazione in Rcs e adesso si parla del gioiel-
lino Gemina senza che la situazione fnan-
ziaria sia migliorata in modo sensibile. Piut-
tosto il contrario (box a fanco).
Un marziano a Roma pu pensare: a
parte la galleria Colonna e la Luiss, che
centra tutta questa banca e fnanza con un
costruttore e immobiliarista? Semplice. I
Toti si sono adeguati al modello creato da
Enrico Cuccia. Limprenditore prende soldi
a prestito dalle banche delle quali, in cam-
bio, diventa azionista. Oltre a questo, c il
colore locale.
I Toti sono da decenni parte integrante di
un impasto inconfondibile fatto di feste al
circolo Canottieri Aniene (lultima a febbra-
io per celebrare il presidente Giovanni Ma-
lag vincitore della corsa al Coni), di com-
parsate in tribuna autorit allOlimpico, con
lamaro calice servito dalla Lazio in fnale di
Coppa Italia, e di rapporti molto bipartisan
che vanno dal Pd al Vaticano passando per
il regista occulto della fnanza capitolina di
qua e di l dal Tevere, Giampietro Nattino,
consultore della Prefettura affari economici
della Santa Sede e azionista totalitario della
holding Silvano Toti attraverso le sue due
fduciarie Finnat e Fedra.
I tre fratelli guidati dal maggiore Pierluigi,
cavaliere del Lavoro dal 2003 e cavaliere
della Roma dal 2005 con cerimonia offcia-
ta in Campidoglio dal sindaco Walter Vel-
troni, rappresentano a buon diritto il declino
di un modello fatto di banca e impresa in-
trecciate fra loro e collegate alla politica at-
traverso il canale di consenso che passa per
le gradinate di uno stadio. In realt, lingres-
so nella Roma stato pi volte annunciato
e sempre smentito. I creditori del gruppo
immobiliare vedono con raccapriccio un
impegno nel settore pi rovinoso dellim-
prenditoria globale e, anche per questioni di
bella fgura contabile, hanno ottenuto che la
Virtus basket venisse tolta dal controllo
della Silvano Toti e piazzata sotto la pi
anonima Finanziaria Nord Est con intesta-
zione delle azioni in mano alla solita Finnat.
In questo modo si evita di aggiungere qual-
che altro milione di euro di perdite ai circa
240 milioni di rosso aggregato degli ultimi
tre anni.
Dopo larrivo degli investitori americani
nel capitale dellAs Roma si riparlato dei
Toti nella gara per larea del nuovo stadio.
Ma hanno perso contro Luca Parnasi, peral-
tro loro socio nel progetto di sviluppo Bufa-
lotta-Porta di Roma.
Oltre a Parnasi, i Toti sono o sono stati in
affari con tutta la buona societ palazzinara
romana, dai Caltagirone ai Marchini ai
fratelli Abete. Hanno incominciato ben
prima che lo stesso termine palazzinaro ve-
nisse coniato. Durante il fascismo, il capo-
stipite Silvano Toti ha lavorato con linge-
gnere Antonio Lamaro in uno dei primi
progetti di case popolari. Il Clam (case La-
maro afftto mite) stato il predecessore
nellEra Fascista della legge sulledilizia
agevolata del 1962 che segn la grande ab-
buffata mattonara sul territorio nazionale e
nella capitale.
Un po meno popolari sono i progetti in
corso nellarea milanese di Citylife. I Toti
sono partiti in grande stile assieme alla Fon-
sai. Poi i Ligresti hanno dovuto mollare la
presa e i Toti hanno limitato la loro presenza
alle Torri di lusso di Citylife.
Anche a Roma, che rimane il cuore delle
6 giugno 2013 | | 55
Nonostante una campagna di cessioni e di ridimensionamento generale, la
situazione contabile della holding Silvano Toti resta molto critica. I dati dellultimo
consolidato (2011) parlano di un debito netto a quota 850 milioni di euro (587
milioni verso le banche), quasi raddoppiato rispetto a cinque anni prima e con
un rapporto sul patrimonio di 3,9 che sinonimo di disastro. Nel 2012 non c nulla
che abbia migliorato la situazione. Loperazione pi signifcativa stata, ad aprile
dellanno scorso, la cessione del 5,2 per cento di Rcs Mediagroup a Giuseppe
Rotelli. Una classica partita da salotto buono dove, per garantire ai Toti e ai loro
creditori i 53 milioni del valore di carico del pacchetto, Rotelli ha dovuto comprare
a oltre il doppio della quotazione corrente di mercato. Adesso il turno di Gemina,
che nel 2010 i Toti avevano dichiarato strategica insieme, appunto, al pacchetto
Rcs. La Silvano Toti custodisce il 12,8 percento di Gemina, la holding che controlla
gli Aeroporti di Roma e che i Benetton, soci di maggioranza, vogliono fondere in
Atlantia. Se vendessero ora a prezzi di mercato, i Toti incasserebbero 275 milioni
di euro con una plusvalenza di 55 milioni di euro. Una boccata di ossigeno
equivalente a un paio di anni di interessi passivi.
I Benetton non hanno grande interesse, in termini di mercato, ad acquistare la quota
dei Toti. Ma molto probabile che la questione sia gestita con logiche differenti
dagli istituti di credito pi coinvolti nella partita Toti ossia Unicredit, azionista anche
di Gemina, Intesa e Monte dei Paschi di Siena che, acquistando Antonveneta, ha
ereditato anche il carico fnanziario di quella banca verso i Toti. Nello stesso modo
Unicredit, assorbendo Capitalia, ha ereditato lesposizione maturata dai Toti ai tempi
di Cesare Geronzi.
Cera una volta il salotto buono
jordan taylor della Virtus roma ai play off.
a sinistra: pierluigi toti
attivit, arrivato il momento di rivedere in
modo critico una certa grandeur, la stessa
che ha portato a costruire e regalare allam-
ministrazione dellamico Veltroni, juventino
ma grande afcionado della Virtus Basket, il
Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghe-
se, realizzato a imitazione dello storico pal-
coscenico shakesperariano. O a realizzare
con la Lamaro appalti il complesso parroc-
chiale dedicato a Jos Mara Escriv de Ba-
laguer, allora beato e oggi santo con delega
allOpus Dei, e laltrettanto pio Campus
Biomedico di Trigoria.
Restano in piedi, fra le mille diffcolt del
periodo, progetti di peso come le Torri
dellEur, la riqualifcazione dellarea degli
ex Mercati Generali allOstiense e il Mil-
lennium, un megacentro commerciale-resi-
denziale sulla Roma-Fiumicino. La fducia
delle banche sar decisiva. Del resto, appa-
re obbligata. Un fne poco lieto farebbe
male a tutti. n
58 | | 6 giugno 2013
Reportage
io penso
digitaLe
La generazione Z, nata con smartphone e
Internet, ha capacit di apprendimento
inedite. E moltissimi problemi. Ecco quali
Di roselina salemi - Foto Di lorenzo maccotta
un bambino di sette anni digita in una piscina di roma tra una vasca e laltra. a destra:
asialena pignatti morano verneret, 2 anni, pure di roma,guarda i cartoni animati in streaming
6 giugno 2013 | | 59
60 | | 6 giugno 2013
Reportage
6 giugno 2013 | | 61
Camere connesse
Durante Ludica Milano 2013 una bambina di 9 anni gioca una partita di Laser-tag,
guerra di tecnologia digitale con impulsi ai raggi infrarossi. Sopra: unadolescente
romana di 14 anni controlla il proflo Facebook in camera da letto. A sinistra: Anita,
10 anni, alle prese con la tecnologia nel suo appartamento nella capitale
62 | | 6 giugno 2013
Reportage
6 giugno 2013 | | 63
Tra bambole
e iPad
Dallalto a sinistra in senso orario:
Michela Lucidi, 9 anni, nella sua stanza;
Giovanni, 11 anni, impegnato in un
videogame; una bambina di 6 anni
nella sua stanza tra bambole e iPad; un
ragazzo di 10 anni pure assorto in una
sfda elettronica; due bambini prima
dellinizio di una partita di Lasera-tag
alla Fiera di Milano.
Tutti i bambini ritratti rientrano nella
defnizione di nativi digitali puri (va
dagli zero ai 12 anni).
Gli adulti tecnologici invece vengono
chiamati immigranti digitali
64 | | 6 giugno 2013
Reportage
rancesco e Valeria ricorda-
no ancora con divertito stupore il giorno in
cui Andrea, il loro primo fglio, che adesso
ha tre anni, ha preso in mano un foglio di
carta. Aveva meno di otto mesi, e con il
minuscolo dito cercava di far scorrere il
foglio da sinistra verso destra come in un
touchscreen. Delusissimo perch non suc-
cedeva niente, ha tentato di allargare la f-
gura muovendo il pollice e lindice, cio
trattando il foglio come uno schermo. Altra
delusione. Forse si stava chiedendo a che
cosa serve un foglio di carta. Il fratellino
Tiziano, sedici mesi, cammina appena, ma
quanto a tecnologia non ha esitazioni, si
dirige verso un tavolino basso, prende li-
pad, lo sblocca e trova la sua applicazione
preferita. Andrea e Tiziano sono pi che
nativi digitali, termine coniato nel 2001 da
Marc Prensky per indicare i bambini nati e
cresciuti con Internet. Larrivo delliPad nel
2010 segna unaltra fase del cambiamento:
la generazione touchscreen. I tablet sono
grandi e luminosi, facile usarli per colora-
re e disegnare: bastano le dita. I bambini li
adorano, e i genitori pi critici si chiedono
se questa osmosi con la tecnologia render
migliori i loro fgli o brucer senza scampo
le loro tenere sinapsi.
Andrea e Tiziano sono fgli di Francesco
Sacco, 46 anni, esperto di innovazione,
docente dellUniversit Bocconi di Milano
e dellUniversit dellInsubria di Varese, co-
fondatore di Impara Digitale, cooptato da
Lista Civica per i temi connessi alla tecno-
logia, nonch proprietario di innumerevoli
gadget utili al gioco e al lavoro (penne che
registrano mentre scrivi, programmi di
traduzione dalla dettatura al computer).
Osservando i suoi bambini, arriva alle stes-
se conclusioni di scienziati come Sandra
Calvert (Universit di Georgetown) e Geor-
gene Troseth, psicologa dello sviluppo
(Vanderbilt University di Nashville, nel
Tennessee): I nativi digitali stanno svilup-
pando capacit e metodi di apprendimento
completamente diversi. La mia generazione
aveva grossi libretti di istruzioni, quella
dopo molto pi snelli, quella di adesso, zero.
La conoscenza avviene in modo pratico e
intuitivo. La tv statica, e non permette una
delle cose pi importanti per i piccoli: lo
scambio di informazioni. Tiziano in grado
di trovare sul mio cellulare le icone dei suoi
giochi preferiti e cerca nella cronologia i
flmatini dellUomo Ragno che gli piaccio-
no. Colora sulliPad e compone i puzzle.
Nessuno gli ha spiegato niente. Certo, con-
tinua a provare e riprovare, tanto che ho
dovuto mettere un fltro per bloccare even-
tuali danni da sperimentazione sul mio iPad,
ma penso che questi bambini faranno la
differenza, nel futuro saranno makers,
produrranno da soli gli oggetti che deside-
rano. Il caso Sacco particolare. In casa
sua regna la domotica. Non ci sono pi te-
lecomandi: televisione 3D e luci, tutto
centralizzato e regolato attraverso liPad.
Andrea alza e abbassa le tapparelle, mentre
la tata flippina non ci riesce, e Tiziano pro-
va gi ad accendere la tv.
Una rivoluzione. Paolo Ferri, che insegna
Tecnologie didattiche e Teoria e tecniche dei
Nuovi Media allUniversit di Milano-Bi-
cocca, ha introdotto il termine nativi digita-
liin Italia, ed radicale. Noi siamo gli ultimi
gutenberghiani, sostiene, in fondo non c
stato niente di totalmente nuovo dopo lin-
venzione della stampa. Ci sono voluti cinque-
cento anni. Il suo saggio, Nativi digitali
(Bruno Mondadori), del 2011 e sta per
uscirne un aggiornamento in e-book. C chi
agita lo spauracchio della tecno-dipendenza,
ma il cambiamento va avanti. Siamo davan-
ti a unintelligenza nata dal mutamento del
contesto sociale, passato da un sistema alfa-
betico-gutenberghiano a uno digitale televi-
sivo, spiega Ferri.
Secondo le prime, gi contestate classif-
cazioni, nella macro categoria dei nativi,
o generazione Z, ci sono tre grandi aree:
nativi digitali puri(tra 0 e 12 anni ) mil-
lennials(tra 14 e 18 anni) e nativi digitali
F
6 giugno 2013 | | 65
spuri(18-25 anni). Tutti gli altri, compreso
il supertecnologico professor Sacco, sono
immigranti digitali, bravissimi, ma con
un handicap: sono passati dalla penna alla
tastiera, arrivando ai tablet con un approc-
cio utilitaristico: la tecnologia mi serve. I
Digital Kids invece si divertono, hanno
unesperienza precoce degli schermi interat-
tivi - videogiochi, cellulari, computer - e di
Internet. Nelle loro camerette, i media digi-
tali sono sempre pi presenti. L89 per
cento delle famiglie usa il computer (contro
il 40 del 2005), ma i numeri rendono lidea
fno a un certo punto. Ferri, che ha condot-
to una ricerca su cinquanta bambini di tre
classi fra i 7 e i 9 anni - cerano da testare le
app di Geronimo Stilton, il famoso e ama-
tissimo topo investigatore - si portato
dietro il fglio Davide (10 anni) come beta
tester e peer tutor. stato istruttivo,
racconta, vedere come funzionava bene
il rapporto tra pari. Lui spiegava il gioco,
ed era pi utile di qualsiasi adulto. Confes-
so che mi fa da consulente. Che cosa
venuto fuori dalla ricerca? I bambini
considerano il mondo digitale come espan-
sione di quello reale, non c quasi diffe-
renza n contrasto, trovano normale in-
teragire, inventare varianti del gioco (noi
parliamo di artigianato cognitivo). Il
touch si pu usare in diverse posizioni,
anche stando sdraiati per terra, ed pi
semplice del notebook. Le piccole dita
corrono veloci sulla tastiera virtuale. Mio
fglio ha scelto un gioco di Spiderman su
App store a 6,60 euro, e mi ha fatto capire
che la console portatile rischia di essere
superata: costa ed meno comoda.
Insomma, i nativi condizionano il merca-
to. Sono multitasking, in grado di distribu-
ire lattenzione su quattro-cinque dispositi-
vi contemporaneamente: studiano, ascolta-
no la musica, rispondono agli sms e guar-
dano Facebook sul pc, senza diffcolt. To-
nino Cantelmi, psichiatra, docente di Psico-
logia dello sviluppo alla Lumsa, la defnisce
tecnoliquidit: si creano grandi gruppi di
amici impegnati su testi diversi, che possono
scambiarsi battute, mostrare foto o mail,
condividere messaggi. E divertirsi. Lo studio
deve essere interattivo. I genitori non li ca-
piscono, proprio perch la loro mente di-
versa. E qui arriviamo alle due questioni
cruciali. Prima: la tecnologia deve essere il-
limitata o razionata saggiamente? Fa bene?
Fa male? Michael Rich, direttore del Centro
sulla salute infantile dellOspedale pediatri-
co di Boston, ci mette in guardia: Molte
app per bambini sono progettate in modo
da stimolare il rilascio di dopamina, neuro-
trasmettitore associato al piacere, per spin-
gerli a non interrompere il gioco. Hanna
Rosin su The Atlantic dedica un lungo
reportage allapprensione dei genitori che
tentano di controllare luso dei tablet. C
chi concede mezzora al giorno, chi unora
durante il fne settimana, chi il mercoled e
il sabato, chi soltanto in aereo e durante i
lunghi viaggi in auto. Marc Prensky delli-
dea di lasciar liberi i bambini: Le proibi-
zioni rifettono i nostri pregiudizi.
Seconda questione: che cosa succeder
a scuola? Per far transitare il sistema
italiano verso il digitale servirebbero 6-9
miliardi di euro. Sembrano tanti, ma una
portaerei ne costa uno e mezzo. Quanto
a risorse disponibili, ce la battiamo con la
Grecia, la Romania e il Portogallo. Solo il
7 per cento delle classi ha Internet. Per
attrezzarne una ci vogliono quindicimila
euro, per una scuola intera duecentomi-
la, calcola Ferri. Eppure non si pu re-
stare indietro. Dice Sacco: Che cosa fai?
Prendi questi bambini e li metti davanti a
una penna e a un foglio di carta? Sarebbe
come se a noi avessero dato un calamaio.
C chi si batte per rincorrere il nuovo,
formare gli insegnanti, c chi vede
scomparire un mondo. E la scrittura?
Lortografa? Ferri quasi eretico: Po-
tremmo considerare la scrittura manua-
le come il disegno.. Una cosa certa:
la differenza tra i nativi e gli altri sar
sempre pi netta. Alla domanda ricor-
rente su come riconoscere gli immigran-
ti digitali, Cantelmi risponde: Sono
quelli che fanno la coda al check-in.
Roselina Salemi
Molti genitori
vorrebbero vietare
o limitare luso
della tecnologia.
Alcuni esperti
rispondono: meglio
lasciare i bambini
liberi di scegliere
valerio massimo colanti, 9 anni.
a sinistra: un bambino durante la
festa di compleanno a vigamus,
museo dei videogioco di roma
Mondo
6 giugno 2013 | | 67
n. 22 - 6 giugno 2013
Ogni quarto dora in Spagna una famiglia
viene sfrattata. E le autorit intendono
andare avanti con questo ritmo fnch si
arriver al numero di 30.034 case che le
banche hanno requisito nel 2012 a chi
non poteva pagare il mutuo, secondo
lOrdine dei Revisori Legali.
Dietro i numeri si nascondono persone
senza casa, senza lavoro e con un debito
privato che il doppio del Pil. Tanto che
da gennaio sono stati pi di venti i
suicidi collegati agli sfratti. Lultimo,
quello di Antonio Martiz, 42 anni, che si
impiccato a La ora (Murcia) il 14
maggio. Per fermare il dramma nata
la Pah (Piattaforma delle vittime
dellipoteca), i cui membri sbarrano
il passo agli agenti e impediscono gli
sfratti. Da pochi mesi, la Pah ha anche
copiato dallArgentina del dopo-dittatura
el escrache, cio la protesta davanti
alla casa o alluffcio del potente in
questione. Lo sanno bene, tra gli altri, il
banchiere Emilio Botin e la vicepremier,
Soraya de Santamara.
Ad aprile, la Pah ha portato in
Parlamento, con un milione di frme,
uniniziativa di legge popolare. Il governo
conservatore del Partido Popular ha per
preferito approvare una riforma pi soft,
che sospende per due anni gli sfratti nei
casi pi disagiati ma che per la Pah e
lopposizione (che ha votato contro)
insuffciente. E la stessa Bce ha
appena richiesto alla Spagna un
pacchetto di misure pi ampio per
risolvere il problema. Una soluzione
alternativa quella adottata dal governo
socialista dellAndalusia: esproprio delle
case alle banche se linquilino a
rischio di esclusione sociale e una multa
fno a 9 mila euro se gli istituti di credito
non riaffttano gli immobili. A Huelva,
il 23 maggio, c gi stato il primo
esproprio.
Tommaso Koch
Spagna
20 suicidi per gli sfratti
Senza maggiore rispet-
to verso gli operai serbi,
linserimento di qualche
capo-reparto locale al
posto degli italiani e au-
menti salariali, temo che
questo incidente non
sar lultimo. E neppure
il meno grave. Parla
Zoran Mihajlovic, nu-
mero due dellUnione
dei sindacati indipen-
denti, dopo che nella
fabbrica Fiat di Kraguje-
vac i lavoratori hanno
danneggiato una trenti-
na di 500L. Col caccia-
tive hanno tracciato
sulla carrozzeria scritte
come: Italiani tornate a casae aumenta-
teci lo stipendio.
Lepisodio arriva al culmine di tensioni
crescenti tra azienda e tute blu. Il sindacato,
di solito benevolo verso lazienda, stavolta
alza la voce: Quanto accaduto non si pu
giustifcare, ma a volte in fabbrica si registra
un trattamento degradante verso operai gi
sotto forte pressione fsica e psichica a cau-
sa dei ritmi serrati di produzione. Nella
fabbrica lavorano 2.400 tute blu pagate in
media 320 euro netti, cifre inferiori al sala-
rio medio. La responsabile delle relazioni
esterne dellazienda Aleksandra Rankovic
si trincera dietro un no comment.
Nata da una joint-venture tra il Lingotto
e il governo di Belgrado, nella Mirafo-
ri serba, saranno prodotte questanno
tra le 110 e le 150 mila 500L.
Stefano Giantin
Serbia
Lotta di classe alla Fiat
Guatemala
Niente giustizia per gli indigeni
LO STABILIMEnTO DOvE SI PRODUcOnO LE fIAT A kRAgUjEvAc In SERBIA
Era gi stata defnita una sentenza storica quella che aveva condannato lex dittatore
del Guatemala Jos Efrain Rios Montt, 86 anni, a 80 anni di prigione per il massacro di
1.771 indigeni Ixil (laccusa era genocidio). Ma la Corte Costituzionale ha annullato il
verdetto per vizi di forma e disposto che il processo riprenda dalla fase dibattimentale.
Nessuna giustizia per gli indigeni che continuano a subire angherie e soprusi denunciati
anche dalla chiesa cattolica. Le ripetute minacce hanno ad esempio costretto il
missionario spagnolo padre Juan Manuel Arija a lasciare il Paese dopo 11 anni di battaglia
contro le multinazionali delle miniere che, per estrarre argento, contaminano lambiente. In
risposta ai cortei pacifci di protesta, il governo ha ordinato lo stato dassedio e permesso
luso delle armi contro i manifestanti. Francesca Sabatinelli
Politica | analisi | oPinioni | africa | asia | america | euroPa
68 | | 6 giugno 2013
Mondo grande crisi / la svolta
grecia
anno zero
I numeri sono
ancora da disastro
post-bellico.
Ma il peggio pare
alle spalle. Atene
vede la fne del
tunnel. E rinasce
la speranza
Di feDerica bianchi Da atene
L
a met dei negozi lungo i
viali che si dipanano da
piazza Sintagma, di fronte
al palazzo rosa del Parla-
mento, sono vuoti e scuri
come i portafogli della gen-
te. Alcune vetrine sono se-
gnate dalle tracce appiccicose dello scotch
con cui fno a poco tempo fa erano attac-
cati i vecchi e coraggiosi cartelli affttasi.
Tentativi senza successo. I commercianti
che hanno resistito, con i prodotti illumi-
nati e gli sconti perpetui, rivendicano la
propria esistenza come la conquista di una
vita. Forse hanno ragione. Perfno le tre
vetrine della Ferrari ai piedi del quartiere
chic di Kolonaki questanno hanno tra-
slocato. I residenti vorrebbero farlo ma
non possono: il valore delle loro case
precipitato a tal punto che il costo di
acquisto di un appartamento inferiore
a quello di costruzione. Ogni vendita
un massacro. Negli ospedali ai dottori
non sono pi riconosciuti gli straordina-
ri e ai disoccupati sono rifutate le cure
mediche gratuite.
Atene una capitale bombardata. Ha
combattuto con armi impari una guerra
inaspettata durata cinque anni e lha persa.
Il numero di chi ha ancora la forza di
protestare contro le misure di austerit
imposte dalla Germania e dal Fondo mo-
netario internazionale si assottigliato. La
ricchezza del Paese stata defalcata di un
quarto in meno di duemila giorni. Dician-
nove trimestri consecutivi di recessione.
sparita ogni traccia di denaro facile. La
svalutazione interna si compiuta.
Eppure proprio tra le macerie si intra-
vedono i segni di un nuovo inizio. Con
pochi soldi in tasca ma fnalmente qual-
che speranza di un cambiamento perma-
nente. Di quel rinnovamento atteso da
anni. Mentre conta ancora le perdite, la
capitale guarda al domani attraverso le
lenti ottimiste dei sopravvissuti. Perch
solo chi ha perso tutto che non ha paura
di rischiare.
Proprio l dove sono cadute le boutique
di abbigliamento, spuntano i barroccini di
souvlaki, dove con un panino da due euro
ragazzi si divertono in un nightclub di atene.
a destra: il porto del pireo
6 giugno 2013 | | 69
*Stima
**Obiettivo ssato dallUnione Europea. Fonte:Eurostat
Rapporto debito pubblico/Pil della
Grecia dal 2008 al 2020
2008
TT2,9%
2009
T29,7%
2010
T4S,3%
2011
T70,3%
2012
TS6,9%
2013*
TS7%
2020**
T20%
Debito in calo
F
o
to
: A
. P
e
n
s
o
- O
n
O
ff P
ic
tu
re
, N
. P
ilo
s
Esattamente un
anno fa, alla fne di
maggio del 2012,
LEspresso dedic
la copertina alla crisi
greca e ai rischi di
default del Paese
che avrebbe potuto
travolgere anche noi
ci duri la giornata. Prezzi contenuti e mar-
gini bassi, spopolano i caff allaperto
dove, a forza di condividerla, la sfortuna
meno amara. Come ninfee nella palude
della crisi, foriscono centinaia di centri di
distribuzione gratuita di beni di ogni ne-
cessit - dal riso ai sandali, dalle medicine
a un posto letto. La solidariet sta avendo
la meglio sulla disperazione. Xenia Papa-
stavrou ha creato Boroume, in greco
Possiamo, con lidea di sfruttare il web
per rendere accessibili gli avanzi dei risto-
ranti alle organizzazioni che ne hanno
bisogno. Oggi, senza sprechi e senza soldi,
il network di Boroume mette insieme 400
mila pasti al giorno. Alex Friantis, 52 anni,
da proprietario di due ristoranti, villone in
periferia e macchina con autista, diven-
tato Alex il nullatenente, 4 mila euro di
reddito lanno. Eppure passa le giornate a
confezionare e distribuire pacchi di cibo
70 | | 6 giugno 2013
Mondo
secco regalati dai greci dAmerica. Siamo
qui per aiutarci luno con laltro, aggiun-
ge Alex: Nessuno potr mai sconfggere
il popolo greco.
Sono sempre pi numerosi coloro che
concordano con lui. Il simbolico gesto di
tregua arrivato dai ministri fnanziari
europei un paio di settimane fa: per la
prima volta dallinizio della crisi del debi-
to, dopo avere incassato dal governo la
promessa del licenziamento di 15mila
impiegati del pubblico impiego, i creditori
hanno deciso di concedere ben due delle
tranche estive dei fondi di sostegno. Il
giorno successivo lagenzia di rating Fitch
ha innalzato il giudizio sul Paese da CCC
a B-, ancora lontano dal livello dei Paesi
virtuosi ma comunque un tantino meno
peggio. La borsa di Atene guadagna da
inizio anno il 140 per cento. I rendimenti
delle obbligazioni decennali sono passate
dal 27 al 7,9 per cento tanto che il premier
greco Antonis Samaras ha annunciato che
il prossimo anno la Grecia riprender a
vendere debito.
La retorica della Grexit, ovvero lu-
scita di Atene dalleuro, si trasformata in
quella della Grecovery, della ripresa, per
dirla con il volubile linguaggio dei mercati
fnanziari. La percezione che i bombar-
damenti stiano volgendo al termine. Che,
come nazione, perch impossibile negare
che in migliaia rimarranno stecchiti sul
campo, la Grecia non solo rimarr nelleu-
ro ma ce la far a risollevarsi.
Non tutti condividono leccesso di otti-
mismo. Non si pu dire che, con le ele-
zioni alle porte, alla Merkel non faccia
comodo una storia greca di successo, e la
cosa giova anche alla sopravvivenza del
nostro governo, commenta Nick
Malkoutzis, vicedirettore di Kathamerini,
il principale quotidiano greco: Forse il
sentiment cambiato. Ma dire che la
ripresa delleconomia sia dietro langolo
prematuro. Leconomia dovrebbe conti-
nuare a contrarsi nel 2013 di un ulteriore
4 per cento e la disoccupazione a crescere
fno a sforare il 30 per cento della forza
lavoro, il 65 per cento nel caso degli under
25. Chi ha potuto ha gi lasciato il Paese.
Secondo le stime, nel 2012 in 34 mila sono
partiti per la Germania, il doppio dellan-
no precedente. Gli investimenti nel settore
privato sono ancora tenuti alla larga da
una burocrazia mostruosa e da un sistema
giudiziario opaco. Nonostante la task
force europea, la lotta allevasione fscale
non ha raggiunto il successo sperato. Il
settore bancario dovrebbe terminare la
ricapitalizzazione alla fne dellestate ma
ci vorr ancora un semestre perch ripren-
da a prestare denaro ai piccoli imprendi-
tori e alle nuove iniziative.
Eppure, come una vedova che ha smes-
so il lutto, la si pu ricominciare a guarda-
re questa Grecia stanca, se non addirittura
a corteggiare. C chi ne ha gi approftta-
to. Hellenic Petroleum, la principale raff-
neria petrolifera del Paese, e Frigoglass,
unazienda privata che fornisce contenito-
ri frigoriferi a clienti del calibro di Coca
Cola, hanno emesso le prime obbligazioni
aziendali del dopocrisi rispettivamente a
un tasso dell8 e dell8,25 per cento. Sono
andate a ruba. Se il settore bancario sar
lento nel riprendere la sua funzione credi-
tizia esploder il numero delle aziende
booM di borsa,
non si parla pi
di uscita dalleuro
e il paese torna sui
Mercati finanziari
2008
2008 2009 2010 2011 2012 2013*
2012 2013*
180
200
220
240
233,2 -0,16
0
-3,25
-3,52
-6,91
-6,0
-4,0
193,8
183,5
Prodotto interno lordo (miliardi di euro) Variazione del Pil (%)
I quadrimestre
42,3
I quadrimestre
45,4
Balzo allindietro del defcit
la cancelliera tedesca angela merkel e,
a destra, il ministro delle finanze greco
yannis stournaras.
6 giugno 2013 | | 71
La primavera stata particolarmente mite in Grecia. Ma lestate si annuncia come la pi
torrida degli ultimi anni. Unestate da record, soprattutto per il numero dei turisti in arrivo che
dovrebbero uguagliare, se non superare, i volumi del 2008, lanno del boom prima della crisi.
Tra giugno e settembre potrebbero sbarcare quasi 17 milioni di uomini e donne in bikini.
Lanno scorso chi aveva paura che i greci avrebbero assunto un atteggiamento negativo con
i turisti si dovuto ricredere, spiega Andreas Andreadi, il numero uno di Sete, il principale
organo turistico greco. Adesso tornata la fducia in un Paese dove il turismo impiega un
abitante su cinque. E con la fducia dovrebbe arrivare circa un 20 per cento di turisti inglesi e
russi in pi e un 15 per cento addizionale di tedeschi, francesi e scandinavi. Per gli austriaci la
Grecia addirittura diventata la destinazione preferita. Il clima questanno molto positivo,
commenta unentusiasta Anna Anifanti, direttrice dellAssociazione ellenica delle agenzie
turistiche: Il motivo che la grande incertezza sul destino della Grecia si oramai dissipata
e i greci hanno smesso di lamentarsi. Il Paese ora percepito come pi sicura dellEgitto
e, secondo Sete, perfno pi stabile di Spagna e Italia. Cos rispetto allanno scorso sono
stati acquistati un milione di biglietti aerei in pi che dovrebbero controbilanciare
un turismo interno ancora molto debole, dimezzato rispetto al 2008.
La vera novit dellestate 2013 saranno i turchi: in circa 200 mila dovrebbero affollare non
solo le isole ma anche la capitale. Atene, in particolare, sta vivendo un momento magico.
Sar lesotismo della crisi, la raffca di articoli che hanno affollato le prime pagine dei giornali
degli ultimi anni, i prezzi in calo, ma questestate la capitale greca potrebbe ricevere oltre
300 mila turisti in pi del solito. E poi ci sono le crociere: un vero boom, anche se non
portano particolare ricchezza nei porti dove sostano le navi.
Tranne alcune eccezioni nelle isole trendy come Santorini, Mikonos, Rodi e Creta, il problema
rimane proprio la spesa pro capite. Ostinatamente bassa. E un calo dei prezzi medio di circa
il 15 per cento causato dalla svalutazione interna del
Paese far s che diffcilmente i ricavi supereranno quelli
del 2011. Per questo motivo a essere particolarmente
corteggiati sono i turisti russi (questanno dovrebbero
raggiungere il milione) e cinesi (circa 70 mila, ancora
pochi, ma in drastico aumento rispetto ai 15 mila di cinque
anni fa), considerati i Paperoni del momento, con una
capacit di spesa compresa tra gli 800 e i mille euro
a testa rispetto a una media di 640 euro per i turisti
delle altre nazionalit, canadesi e americani inclusi.
Il principale intoppo restano i visti dingresso che
vengono rilasciati con il contagocce da un Paese che,
economicamente sfnito, non intende lasciare spazio
allimmigrazione clandestina. F.B.
greche che ricorrer alle obbligazioni
aziendali per raccogliere fondi, spiega
dalla periferia della capitale il neo ammi-
nistratore delegato di Frigoglass Torsten
Tuerling: Gli investitori sono incoraggia-
ti dal fatto che rispetto a un anno fa la si-
tuazione molto cambiata. Allora cerano
rivolte, lacrimogeni e caos. Adesso un
governo credibile e pace nelle strade. Allo-
ra gli investitori ci chiedevano solo dei
nostri piani per luscita dalleuro. Adesso
delle strategie di crescita.
Perfno la glaciale cancelliera tedesca
Angela Merkel comincia a parlare di fon-
di per la ricostruzione. Nelleffervescen-
*Stima**Stima Eurostat
2008
2008 2008 2009 2010 2011 2012 2013** 2009 2010 2011 2012 2013*
2012 2013*
180
200
220
240
233,2 -0,16
0
-3,25
-3,52
-6,91
-6,0
-9,8
-15,6
-10,7
-9,5
-10
-3,5
262
303
8
23
64
27
-4,0
193,8
183,5
0
Prodotto interno lordo (miliardi di euro) Variazione del Pil (%)
I quadrimestre
42,3
I quadrimestre
45,4
Decit (%) Debito (in miliardi di euro) Disoccupazione (in %) Disoccupazione giovanile (in %)
0,0
7,5
15,0
22,5
30,0
20
35
50
65
80
250
2008 2008 2013 2008 2013 2012
275
300
325
Tutti in riva allEgeo
Turisti in arrivo
Anno Arrivi
2007 15.165.265
2008 15.938.806
2009 14.914.537
2010 15.007.493
2011 16.427.247
2012 15.517.622
2013 (stima) 16.500.000
72 | | 6 giugno 2013
Mondo
tesettore dellhigh tech sono gi arrivati:
lEuropa si impegna a raddoppiare le cifre
raccolte dagli invetsitori privati. Per le in-
frastrutture pubbliche, quei ponti e quelle
autostrade che dovrebbero facilitare la
crescita dellindustria manifatturiera e
larrivo di investimenti esteri, sono in
cammino. LOccidente non vuole lasciare
campo libero alle avances di russi e cinesi
che stanno gi valutando le loro opzioni
nellambito del programma di privatizza-
zioni imposto dallEuropa. Dopo aver
piazzato a fatica un terzo delle quote del
gestore pubblico delle scommesse Opap a
un consorzio di acquirenti a lui vicini (per
lo pi a un prezzo considerato troppo
basso dallopposizione di sinistra), il pre-
mier Samaras starebbe ora in una posizio-
ne migliore. Sul tavolo c la vendita ai
russi della Gazprom della societ pubblica
del gas Depa, sempre che la Ue la autoriz-
zi. Intanto il mese scorso volato in Cina
per convincere Pechino a investire oltre
che nel porto del Pireo anche nelle ferrovie
e nellaereoporto Venizelos di Atene.
Questanno se il Paese riuscir, come
sembra, a raggiungere la parit di bilancio
al netto degli interessi sul debito, licenzia-
menti nel pubblico a parte, non ci sar bi-
sogno di ulteriori misure di austerit. In
alcuni settori, come quello immobiliare, le
tasse scenderanno. I valori delle case sono
crollati del 50-70 per cento di pari passo
con il denaro nero in circolazione: un feno-
meno che accade solo in tempo di guerra,
racconta Kosmos Theodorides, nel suo
uffcio della Polis Realty a Kolonnaki: Ma
io ho aperto sette nuove agenzie dal 2007
ad oggi. I margini non sono quelli di prima,
negli uffci niente lampade Guzzini. Per il
mercato si sta stabilizzando. E da questau-
tunno inizier il tempo dei buoni affari.
A intercettare latmosfera di possibilit
stata anche Andria Mitsakos, scintillante
pierre globtrotter di origine greca, che ad
Atene ha trasferito da New York la residen-
za e da Milano la piccola produzione di
accessori in pelle. A chi ha soldi e talento
la Grecia offre infnite possibilit, raccon-
ta avvolta in un foulard di seta davanti alle
sue fnestre che incorniciano il Partenone:
Il segreto produrre qui, dove tutto costa
poco e la manodopera abile, e poi vende-
re allestero. LAtene di oggi come la Pari-
gi degli Anni Venti. Alla ricerca di ogni
scusa per dimenticare. Festeggiare. Rico-
minciare. n
A
lexandra e Nikos, fidanzati,
sono il volto del successo della
Nuova Grecia. Trentenni, bel-
li, dinamici. Lei ha lasciato un
lavoro nella fnanziaria greca
Marfn, ben pagato ma troppo statico,
per coordinare la parte commerciale di
Taxibeat, la start up greca pi cool del
momento. Lui si dimesso da Upstream, la
ormai ex start up di strategie di marketing
su telefoni portatili, dove aveva lavorato
sette anni, per fondarne con il compagno di
scrivania una tutta loro, Workable.
A unire Alexandra e Nikos quellentu-
siasmo quasi infantile di chi sente di essere
allinizio di qualcosa di grande. E quel
qualcosa qui ad Atene la nascita inattesa
di un distretto high-tech destinato a dare
uno scossone alle abitudini mentali e alle
tradizioni decennali di un popolo conser-
vatore. I greci sono sempre stati piccoli
imprenditori, racconta Nikos Moraitakis
nella caffetteria del suo uffcio in periferia:
Il negozio, la bottega, il lavoretto. Ma non
hanno mai osato pensare in grande. Questo
il momento di creare imprese nuove.
Questo il momento di lanciarsi.
La mancanza di prospettiva per una
carriera attraente allinterno di grandi im-
prese, il tradizionale percorso pre-crisi di
ingegneri e programmatori, e la necessit di
investimenti iniziali molto contenuti hanno
dato avvio nellultimo triennio a un vero e
proprio boom di start up in questa Attica
Valley. Se fno a tre anni fa era molto dif-
fcile racimolare 25mila euro per lavorare
a un prototipo adesso se hai una buona idea
facilissimo trovarne 50 mila tanto per
iniziare. E se poi il prototipo funziona non
diffcile ottenere unaltra tranche da 200
mila euro, spiega nel suo uffcio di Mona-
stiraki George Tziralis, nemmeno quaran-
tenne e con Openfund 2 gi uno dei
maggiori venture capitalist della citt: Or-
mai ci sono in giro circa 60 milioni di euro
da investire nel settore. E pi concorrenza
tra venture capitalist di quella che vorrem-
mo. Attenzione poi a cercare un buon
programmatore o un ingegnere informati-
co: o sono allestero rincorrendo alti gua-
dagni o sono tutti al lavoro. Introvabili.
Lhigh-tech forse lunico settore greco a
disoccupazione zero.
Ingegnere per formazione, Tziralis aveva
provato a lanciare una sua start up qualche
anno fa. Fallito il progetto - ma guai a con-
siderare il fallimento come un concetto
negativo - ha capito che la sua vocazione
era quella di individuare potenziali prodot-
ti di successo, trovare i fnanziamenti per
realizzarli e aiutarli a crescere. Cos stato
uno dei primi a riconoscere un paio di anni
fa in Taxibeat, lidea dellimprenditore
quasi-cinquantenne Nikos Drandakis, un
prodotto vincente. Ho studiato ingegne-
ria ma per anni mi sono occupato della-
zienda di calzature di famiglia, spiega
Drandakis nel suo uffcio di Monastiraki,
nel cuore della capitale, sorseggiando un
nasce
attica Valley
La crisi ha aguzzato lingegno.
E nellhigh-tech si contano decine di
startup: una scommessa sul futuro
Di feDerica bianchi Da atene
nel settore ci sono
sessanta Milioni da
inVestire. e i gioVani
si buttano: per
Vincere dobbiaMo
pensare in grande
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frapp in jeans e maglietta: Quando poi
fallita a causa della concorrenza cinese e di
nostri errori personali mi sono butatto
nellinformatica. Erano gli anni Novanta.
Da allora ha lavorato prima in azienda e
poi da solo, come consulente informatico,
blogger e visiting professor di social media
alluniversit di Atene. Ero alla ricerca di
unattivit tutta mia, racconta adesso.
Lidea nata pi o meno in famiglia. Il
fratello, tassista, da sempre si lamentava
dei radio taxi, costosi sia per i tassisti che
per i passeggeri. Trovare un tassista, uno
cortese poi, non mai stato semplice in
Grecia. Lavvento degli smartphone ha
fornito la soluzione e ha sbaragliato le al-
ternative, mettendo in contatto diretto
utenti e tassisti tramite la tecnologia gps.
Testata con successo sul mercato greco
dove gi produce utili, oggi lapplicazione
per smartphone ha raggiunto Rio de Janei-
ro, San Paolo, Parigi e questo mese sar
lanciata a Citt del Messico. Avrebbe volu-
to sbarcare anche a Milano ma non ha
trovato un referente locale che mi convin-
cesse, che potesse garantirmi la sua comple-
ta dedizione al progetto. Sguardo mite, ma
temperamento deciso, Drandakis ha le idee
chiare e guarda lontano: Con la nostra
tecnologia potremo rivoluzionare non solo
questo settore ma tanti altri ambiti. Voglio
far crescere la nostra societ e non vender-
la al primo acquirente. Lambizione vera
la quotazione in Borsa, una volta che ci
saranno le condizioni di mercato.
Taxibeat funziona perch risolve un
problema a cui la gente aveva semplicemen-
te fnito per abituarsi, un caso frequente nei
paesi dellEuropa del Sud. Il primo van-
taggio competitivo della Grecia che essen-
do una nazione con uneconomia vicina sia
a quella dei Paesi sviluppati sia a quella dei
Paesi in via di sviluppo riesce a interpretare
i bisogni di entrambi, spiega Tziralis: Il
secondo il sistema educativo: per materie
dove occorre solo studiare ottimo, nono-
stante tutte le critiche di oggi.
Il successo di Taxibeat ha stimolato lin-
teresse di banche e investitori privati e of-
ferto terreno fertile a decine di nuovi im-
prenditori in erba. Quando lavoravo
allOreal non riuscivo mai ad avere il tempo
per prenotare una visita medica specialisti-
ca, racconta Elefteria Zurou, 30 anni:
Alla fne, come al solito, era mia madre
che doveva farsene carico. Da qui lidea
di una piattaforma virtuale che in un Paese
disorganizzato come la Grecia facilitasse
un incontro pi facile tra pazienti e dottori
e, al tempo stesso, permettesse una valuta-
zione delle prestazioni erogate. Docto-
ranytime unattivit imprenditoriale,
certo, continua Zurou che nellazienda ha
investito i suoi risparmi di giovane profes-
sionista: Ma anche unattivit di utilit
sociale. Un passo in avanti nella moderniz-
zazione della Grecia e nella semplifcazione
della vita dei suoi abitanti.
Non per tutti gli Zuckerberg in erba gli
inizi sono stati semplici. E non solo que-
stione di coraggio. Il ministero dellIstruzio-
ne non ci pensava proprio ad accettare le
dimissioni di Alex Christodoulou, profes-
sore di informatica, 36 anni, quando decise
lanno scorso di cambiare vita e dedicarsi a
Locis, unapplicazione che aiuta i turisti
a trovare luoghi e locali in sintonia con i
propri gusti grazie alle indicazioni degli
abitanti locali. Il gesto non aveva preceden-
ti. Ci sono voluti mesi per capire che faceva
sul serio. A quel punto arrivata la contro-
proposta: Almeno fatti licenziare cos la
tua posizione diventa una di quelle che
lEuropa ci ha chiesto di tagliare. n
LA sede di tAxibeAt Ad
Atene. sotto: iL
FondAtore deLLAziendA
HigH-teCH niKos
drAndAKis
6 giugno 2013 | | 75 Se ne parla su www.espressonline.it
O la va o la spacca,
il rischio di Hezbollah
L
a rivolta contro il regime di As-
sad in Siria minaccia di indebo-
lire la posizione strategica di
Hezbollah e ci sembra aver
portato lorganizzazione a deci-
dere che loffesa la miglior difesa. Cos ha
destinato migliaia di uomini a combattere
a fanco delle forze di Assad, ha rovesciato
il governo in Libano e ha minacciato Isra-
ele con lapertura di un fronte sul Golan.
una strategia che mira a rafforzare il regime
di Assad, controllando lopposizione poli-
tica interna e utilizzando deterrenti per
impedire a Israele di agire. Resta da vedere
se la strategia produrr dei risultati o se
invece non far altro che sollecitare le risor-
se dellorganizzazione fno a un punto di
rottura. chiaro, in ogni caso, che gli
Hezbollah considerano quello attuale un
momento in cui o la va o la spacca.
Nei primi mesi della rivolta siriana,
quando la reazione del regime alle pacifche
dimostrazioni a favore delle riforme stata
una brutale repressione, agli Hezbollah
convenuto non sostenere apertamente il
governo in uno scontro contro un movi-
mento che sinquadrava nella primavera
araba. La trasformazione della crisi siria-
na in un conflitto armato, lemergere
nellopposizione di gruppi legati ad al-
Qaeda come Jubhat al-Nusra e il sostegno
che lopposizione ha saputo raccogliere
presso i Paesi del Golfo, la Turchia e lOc-
cidente hanno offerto invece allorganizza-
zione una giustifcazione davanti allopi-
nione pubblica e quindi la possibilit di
intensificare limpegno in Siria. Viste le
nuove circostanze, Hezbollah non starebbe
interferendo in una lotta al cui centro c la
democrazia, ma contrastando gruppi jiha-
disti stranieri affliati ad al-Qaeda e la loro
minaccia di conquistare la Siria e il Libano.
Il recente attacco aereo israeliano su
Damasco ha rafforzato questa teoria. Se-
condo Sayyed Hassan Nasrallah, il leader
degli Hezbollah, lattacco israeliano dimo-
strerebbe che la ribellione armata contro il
regime di Assad allineata con un com-
plotto sionista contro lAsse della Resi-
stenzaformato da Siria, Iran e Hezbollah.
Lattacco israeliano, il cui obiettivo erano
alcuni sistemi missilistici iraniani destinati
apparentemente a Hezbollah, ha colpito
anche una posizione della guardia presi-
denziale siriana. Gli israeliani, rimastati f-
nora in generale neutrali rispetto al confit-
to siriano, hanno con questo attacco tra-
smesso un severo avvertimento al regime di
Assad riguardo a possibili trasferimenti di
sistemi di batterie antiaeree e di qualsiasi
altro tipo di arma di distruzione di massa
agli Hezbollah. Il regime di Assad ha detto
che avrebbero risposto nei tempi e con le
modalit di sua scelta. Nasrallah invece
passato alloffensiva dichiarando che, co-
me risposta allattacco, la Siria avrebbe
portato avanti la consegna a Hezbollah di
sistemi di armamento dimportanza critica
in grado di rovesciare lequazione milita-
re. Il Golan, una zona tranquilla negli ul-
timi quattro decenni, starebbe per diventa-
re, ha affermato inoltre Nasrallah, teatro di
azioni di resistenza. Nel Golan sono gi
avvenuti degli scontri armati e se la Siria
dovesse davvero tentare di consegnare a
Hezbollah armi in grado di ribaltare lo
scenario, il rischio che ci si trasformi in
una miccia per una guerra con Israele.
La strategia di HezboLLaH rispetto a
Israele consiste in una calcolata combinazio-
ne di bluff e deterrenza. Lorganizzazione
non vuole dare a Israele limpressione di es-
sere debole o vulnerabile e vuole trarre un
vantaggio propagandistico dal mostrarsi
pronta ad affrontarlo. Al tempo stesso, per,
non pu permettersi una guerra totale con-
tro Israele mentre impegnata su un altro
fronte a difendere il regime di Assad. un
gioco di mosse sottili molto pericoloso che
potrebbe portare facilmente alla guerra.
Negli ultimi due anni, Hezbollah ha
partecipato in Libano a un governo che si
era dissociatodal confitto siriano come
linea uffciale. Contribuendo a deporlo a
marzo, Hezbollah ha invece abbandonato
ogni parvenza di dissociazione. Ci ha
sbriciolato quel che di terreno comune re-
stava tra le fazioni politiche libanesi. Il Li-
bano ora politicamente alla deriva: i
principali partiti non sono in grado di tro-
vare un accordo su una legge elettorale, su
una data per le elezioni o sulla formazione
di un nuovo governo. Nel frattempo, lim-
pegno di Hezbollah in Siria sta acuendo le
tensioni settarie. Gli scontri tra quartieri
sunniti e alawiti a Tripoli, che hanno pro-
vocato morti e feriti, minacciano di esten-
dersi a vaste aree della citt settentrionale.
aLLiNterNo deLLa stessa comunit
degli Hezbollah, il numero in costante au-
mento dei giovani sciiti libanesi sacrifcati
in Siria, invece che nella prima linea contro
Israele, sta creando malessere. La presa di
Hezbollah sulla comunit resta tuttavia
ben salda. Nasrallah riuscito a convincere
la maggioranza dei cittadini che se Hezbol-
lah e i suoi alleati non sconfiggono gli
jihadisti sunniti radicali in Siria, potrebbero
ritrovarseli in Libano a perseguire la comu-
nit sciita.
Il regime di Assad stato di aiuto per gli
interessi di Hezbollah per molti anni. Ora
che il regime vacilla, gli Hezbollah sono
stati costretti a impegnarsi direttamente in
Siria per mantenere in piedi il ponte strate-
gico con lIran. Tuttavia, inimicandosi a
morte la maggioranza sunnita siriana e
affrontando al tempo stesso Israele, la
Turchia e buona parte del mondo arabo
sunnita, Hezbollah potrebbe stare facendo
un passo pi lungo della gamba.
traduzione di Guiomar Parada
Sostenere Assad
per tenere in piedi
lasse con Siria e
Iran. Ma la strategia
di Nasrallah irrita
il mondo arabo
sunnita. E Israele
Paul SalemSenza frontiere
Mondo
Cultura
6 giugno 2013 | | 77
n. 22 - 6 giugno 2013
Doveva essere un appuntamento festoso:
una stella internazionale della danza come
Sylvie Guillem, quarantotenne, francese,
scoperta giovanissima dal grande Nureyev
(considerata cos importante che, quando
nel 1989 si trasfer da Parigi a Londra,
ci furono interpellanze parlamentari)
accetta di debuttare in un titolo di
Forsythe, Steptext, con Maggiodanza
di Firenze. Listituzione da tre anni
diretta da Francesco Ventriglia, 35 anni,
coreografo ex scaligero. Lappuntamento,
dal 10 al 13 giugno al Comunale,
confermato, ma le campane suonano
a morto perch la compagnia destinata
a chiudere i battenti. Lo ha deciso
il commissario straordinario della
Fondazione del Maggio Musicale
Fiorentino, Francesco Bianchi, pur
defnendo la decisione dolorosissima,
per far tornare i conti, ora in rosso, della
Fondazione. Diffcile trovare margini di
trattativa. Funerale con la banda, dunque,
per una istituzione che nel secondo
Novecento ha scritto la storia della danza
in Italia ed ha avuto per direttori Evgenij
Poljakov, Carole Armitage, Vladimir
Derevjanko. La protesta di danzatori
dilagata in ogni modo, dai social network
a un Flash Mob che ha raccolto
la solidariet di moltissimi domenica
26 maggio, in piazza della Repubblica
a Firenze.
Il programma della serata permette di
capire il livello di qualit cui sono arrivati
i forentini: Quattro temperamenti
(Hindemith) di Balanchine; le Sechs Tanze
(Mozart) di Kylan , Le Noces (Stravinsky)
di Foniadakis e appunto Steptext su
musica di Bach. Sergio Trombetta
Danza
Sylvie Guillem
canto del cigno
Imperdibile il Festival delle Colline Torine-
si, rassegna di ricerca e non solo, che dall 1
al 21 giugno (festivadellecolline.it) presenta
diciotto spettacoli, uno per ogni anno di
vita. Due anteprime assolute: Gratte-Ciel
e A questo mondo perfetto; il primo,
sogni e delusioni tra Primavera araba e
colonialismo, di Sonia Chiambretto con
regia del francese Hubert Colas; il secondo,
mistica proiezione di foto di Alex Majoli,
con musiche dal vivo di Fabio Barovero. In
prima europea lattesissimo lavoro dei
Motus Nella tempesta, e tante prime
nazionali. Rooms for error da Cechov
dellintimo e destabilizzante Teatro nelle
case di Cuocolo e Bosetti, da Berlino lesi-
larante e inquietante B Science Fiction
performance, Money- It came from outer
spacedi Chris Kondek e Christianne Khl,
dalla Tate la lezione spettacolo della tedesca
Hit Steyerl e il libanese Rabuh Mrou,
Zero Probability, sulle stragi dimentica-
te della guerra civile in Libano.
Fibre Parallele con Lo splendore dei
suppliziguarda al nostro stato di colpevo-
li costretti a un castigo incorporeo, Fanny
ed Alexander in Discorso Giallosi occu-
pano della tv pedagogica dal maestro Man-
zi alla De Filippi, e ancora Ferocemadre-
guerra, progetto sperimentale sul concet-
to di dolore, e il rumeno Jocuri in Curtea
din spate sul testo dellisraeliana Edna
Mazya ispirato a uno stupro. Anche le ri-
prese sono di grande interesse con SPAM
del geniale argentino Spregelburd con il
giovane Gleijeses, Guidi e Montanari in
Poco lontano da qui, i Ricci/Forte in
Imitationofdeath, linstallazione perfor-
mance Eco di Schino, Biografa della
pesteper la regia di Tarasco, Li Lingua
Imperi di Derai e The dead da James
Joyce dei forlivesi di Citt di Ebla.
Anna Abate
ravasi spiega larte di dio | cuore italiano a berlino | Jaccuse de monticelli | amore e morte a pompei | noir destate
Festival di teatro
sul palco in collina
UNIMMAGINE DI THE DEAD DI jAMES joyCE DI CITT DI EBLA, GRUPPo DI TEATRo DI FoRL
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In prIncIpIo fu
lArte
Cultura
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La Santa Sede ha un suo padiglione
alla Biennale di Venezia. Dal titolo
che riprende le prime parole della
Bibbia. E qui il cardinal Ravasi spiega
le ragioni e le speranze del progetto
Di alessanDra mamm
R
oma,14 maggio: Gian-
franco Ravasi, cardi-
nale nelle inedite vesti
di commissario, pre-
sentando il padiglione
della Santa Sede alla
Biennale di Venezia av-
verte: Questo solo un germoglio, non
un albero forte di rami e radici. Ma la
sala stampa vaticana, colma di giornali-
sti dogni nazionalit pronti a racconta-
re il debutto della Santa Sede nellarte
contemporanea, prova vivente che pi
che un germoglio, il sacro padiglione
sembra uno di quei piccoli passi per
luomo ma balzo per lumanit. O,
senza esagerare, un piccolo balzo limi-
tato alla parte creativa e cattolica
dellumanit. Perch non un mistero
che Arte e Fede dopo secoli di appas-
sionato amore abbiano divorziato da
tempo e ormai non si parlano quasi
pi. Da quanto tempo diffcile dirlo,
ma di sicuro le incomprensioni gi
cominciano con le avanguardie stori-
che e i disarmonici volti cubisti o le
distorsioni espressioniste che lasciano
perplessi clero e fedeli (e le opere fuori
dalle chiese). Del resto, si chiesero i
cattolici: se larte non insegue il bello
e non celebra larmonia del creato
come pu entrare nel tempio di Dio?
Non ci entr pi infatti se non in modo
episodico (la cappella di Vence di Ma-
tisse, quella di Rothko a Houston nel
Texas o i neon di Dan Flavin nella
Chiesa Rossa di Milano). E il rapporto
dellarte contemporanea con la Chiesa
prese pi che altro derive sarcastiche,
se non blasfeme (dal papa Wojtyla
colpito da un meteorite di Cattelan
alla rana crocefssa di Kippenberger).
Ma il germoglio che pianta Ravasi
non vuol essere episodico. Nasce da
una preoccupazione da tempo sentita
dalle menti pi illuminate, a comincia-
re da Paolo VI che gi nel 1973, nel
discorso che inaugurava la collezione
moderna dei Musei vaticani, si chiede-
va: Larte religiosa frutto daltra e
ormai sorpassata stagione dello spirito
umano oppure pu esserlo anche di
questa nostra moderna stagione?
possibile unarte religiosa attuale, mo-
derna, fglia del nostro tempo e gemel-
la dellarte profana che ancora assilla
e incanta locchio e anche lo spirito
delluomo del nostro secolo?
Gi quarantanni fa accanto alla
nostalgia del Michelangelo della Sisti-
na, del barocco tutto, dellunit di in-
tenti tra arte e Chiesa e di quel-
lincantesimo tra i pi suggestivi e
stimolanti dellumana civilt (ancora
Paolo VI), si intuiva la preoccupazione
per leffetto stridente (laggettivo
di Ravasi) che colpisce occhi e senti-
mento alla vista di candide e minimali
chiese frmate da grandi archistar, ma
poi arredate da parroci che le impu-
pazzano con vetrate, madonne e pre-
sepi di artigiani locali. Non questione
di gusto. la stessa leadership cultu-
rale della Chiesa che quelleffetto
stridente mette in discussione. Ra-
vasi, in qualit di presidente del Pon-
tifcio consiglio della Cultura, lo sa
bene. Sa che il culto cattolico, a dif-
ferenza di quello protestante, ha un
apparato indispensabile allo spazio
sacro. Ha bisogno di altare, battistero,
tabernacolo e di uno spazio costruito
secondo leggi di funzionalit acustica
perch tutto questo necessario tanto
allarea sacra che allassemblea dei
fedeli. Sa che nelle chiese ci si aspetta
la rappresentazione di immagini, rac-
conti, volti e umane vicende perch,
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giAnFRAnCo RAvASi. neLLA Foto gRAnde:
LinStALLAzione deL gRuppo Studio AzzuRRo
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Cultura
come lui stesso dice, la narra-
zione strutturale al cristiane-
simo che ha come centro lincar-
nazione. Dio che di sua natura
eterno e trascendente, si fa
storia e muore.
Ma sa anche che la strada per
ricucire un dialogo tutta in
salita. A cominciare dal rappor-
to con lartista che non pi
pittore, scultore ed esecutore di
messaggi altrui. Ma creatore
assoluto di forme e di linguag-
gio, almeno dal giorno in cui
Duchamp, frmando un orinato-
io, lo trasform in opera darte.
Diffcile piegare questo signore,
abituato a essere libero fno alla-
narchia, alle esigenze del culto.
Diffcile immaginare che lavori
come i suoi antenati controrifor-
mati con il protocollo iconogra-
fico dettato dai manuali degli
ordini ecclesiastici. Del resto, simmetri-
ca e contraria poi la diffdenza del
clero dovuta racconta Ravasi, a una
educazione e formazione, compresa la
mia, troppo preoccupata a tutelare il
passato peraltro ricchissimo che a capi-
re i nuovi linguaggi.
Da qui una diffdenza verso unarte
priva di iconografe certe, costruita con
tecniche poco tradizionali e peraltro
costosissima. Tutti argomenti che fan-
no partire un fuoco amico contro og-
getti troppo stravaganti per lopinione
del clero comune. Opere voluttuarie
che distolgono il denaro da opere di
bene e di carit, quelle s necessarie e
missione primaria della Chiesa. Ma il
povero non ha diritto alla bellezza?
Non ha diritto ad accedere a un tempio
degno che parli anche i linguaggi della
sua quotidianit? C un proverbio in-
diano che recita: Se hai due pezzi di
pane, uno dallo ai poveri. L altro ven-
dilo per regalare due giacinti ai poveri.
E in India la povert sanno molto bene
cosa sia, dice il cardinale mentre i suoi
pi stretti collaboratori, a cominciare
dal professor Antonio Paolucci (qui
curatore del padiglione) e dai direttori
esecutivi (Micol Forti e Pasquale Iaco-
bone), spiegano che neanche un euro
dei 750 mila spesi per la Biennale
uscito dalle casse del Vaticano. Tutto
stata reso possibile dalla generosit
degli sponsor. Ma in fondo taci-
tare la polemica demagogica e
poverista facile. Basterebbe
ricordare quanto ogni giorno
rende al Vaticano la sola Cap-
pella Sistina. Ben pi duro sco-
glio invece quello che riguarda
lautonomia dellartista. Perch
allinterno di una Chiesa, larti-
sta del tutto autonomo non pu
essere ma se non del tutto au-
tonomo tradisce lo spirito stes-
so della contemporaneit che lo
vuole intellettuale e non artigia-
no, innovatore e non esecutore.
Che fare? Il cardinale risponde: Pre-
metto che le opere presentate a Venezia
non sono esempi di arte liturgica. Non
sono state eseguite per essere collocate
in unabside o decorare un altare. Sono
l per aprire una nuova possibilit
allinterno del culto stesso. Un inizio di
dialogo. Un germoglio, appunto. Per
questo non si voluto puntare sullico-
nografa. Non abbiamo detto il tema
il crocefsso o limmagine della Ma-
donna. N indicare dei simboli come
Luce o Acqua perch vedevo in agguato
un rischio new age. Ho scelto come
punto di incontro un testo: la Genesi, i
primi undici capitoli della Bibbia dedi-
cati al mistero delle origini, allingresso
Le opere
presentate
sulla Laguna
non sono state
eseguite per
decorare un
altare. Sono
invece un inizio
di dialogo. Un
germoglio
6 giugno 2013 | | 81
del Male nella storia, alla speranza e ai
progetti degli uomini dopo la devasta-
zione simbolicamente rappresentata
dal diluvio. Il testo sacro come compo-
nente fondamentale dellesperienza
religiosa e grande codice dalla cultura
occidentale. Un tema religioso che ac-
coglie domande universali. E un titolo
emblematico In principio.
Un principio, appunto. Un diverso
piano di confronto. Dove non si chiede
pi unarte devozionale, fnalizzata a
commuovere e indurre alla preghiera i
fedeli ma una risposta intellettuale,
carica di contenuti esistenziali e con-
sapevole degli sconquassi che agitano
il nostro mondo. Un racconto in tre
scene. Atto primo: la Creazione che
prende forma tramite la Parola nel
soffo dello Spirito generando tempo,
spazio e ogni forma di vita. Atto se-
condo: De-creazione: la contrapposi-
zione delluomo al progetto di Dio
attraverso forme di distruzione etica e
materiale. Atto terzo.Ri-Creazione:
la nuova umanit e la speranza di una
creazione rinnovata. Cos illustra il
cardinale i suoi temi insistendo che la
spiritualit parte del processo creati-
vo contemporaneo.
E racconta di quando Benedetto XVI
(altrettanto convinto della necessit di
recuperare quel visivo braccio secolare
che tanto diede alla Chiesa nei secoli
passati) si ferm incantato di fronte a
unopera di Kounellis in mostra ai Musei
Vaticani. Un attaccapanni anni Trenta su
cui appeso un vecchio e logoro cappot-
to nero , sullo sfondo di una parete dora-
ta. Metafora delle umane spoglie che la
morte abbandona in questo mondo men-
tre lanima si disperde nelloro dellaldi-
l, fu la suggestiva interpretazione del
papa emerito. Il quale non aveva letto il
titolo dellopera Tragedia civile n
colto il piglio politico di quellomaggio ai
martiri di ogni fascismo. O forse al con-
trario lo aveva letto e proprio per questo
si era fermato. n
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introdotto dal trittico sulla Genesi di Tano
Festa, che Ovidio Jacorossi ha donato ai
Musei vaticani, il primo padiglione della
Santa Sede a Venezia (Sala dArmi
dellArsenale, 31 maggio - 24 novembre).
Forse per i tre artisti che si sono cimentati
sarebbe stato pi semplice avere tra le mani
un tema (tipo crocefsso o via Crucis)
piuttosto che un testo complesso come la
Genesi. Perch rappresentare la creazione, il
disastro e la rinascita non semplice anche
se provvisti di video proiezioni, installazioni e
materiali dogni genere. Eppure ecco gli
audaci che hanno accettato la sfda.
Studio Azzurro. Con potenza di mezzi
visivi e sonori e proiezioni multi-schermo
lormai storico gruppo milanese ha
affrontato la parte pi diffcile: la Creazione.
A ragazzi sordomuti il compito di raccontare
coi soli gesti la ricchezza di piante e animali
che popolano il creato mentre la nascita del
regno umano affdata alla memoria di
detenuti del carcere di Bollate che recitano a
ritroso lalbero genealogico con i nomi di
padri, nonni, trisavoli come fosse un mantra.
JoSef KoudelKA. Luomo che ha fermato
la storia con limmagine di un orologio da
polso che si sovrappone ai carri armati che
entrano a Praga nel 1968, il grande fotografo
che ha raccontato in bianco e nero le aree
pi devastate del mondo, qui testimone
della distruzione culturale ed ecologica del
pianeta, con 18 foto di grandi dimensioni
che denunciano i disastri della guerra e
dellinquinamento chimico e morale.
lAwrence cArroll. A lui, artista degli
assemblage e del recupero e riscatto
estetico di materiali di scarto, affdata la
luce in fondo al tunnel, un flo di speranza
nel Mondo Nuovo che risorga dal disastro. E
la sua opera posta alla fne del percorso si
chiama non a caso Another life.
Parola allimmagine
TANO FESTA: SENzA TiTOLO. A SiNiSTRA: ChiESA
di PAdRE MiSERiCORdiOSO di RiChARd MEyER
A ROMA. NELLALTRA PAGiNA: LA CATTEdRALE
dELLA RESuRREziONE di VRy di MARiO BOTTA
82 | | 6 giugno 2013
Cultura
I
tedeschi ancora non lhanno capito
bene, ma il centro di Berlino assume-
r, nei prossimi cinque anni, forme
e colori italiani. Ho aperto nel cuo-
re di Berlino un cortile-piazza ana-
logo a quello del cortile degli Uffzi a Firen-
ze. Brillano gli occhi di Franco Stella, ar-
chitetto vicentino settantenne, quando de-
scrive le geometrie classiche e i portali che
adornano lo Schloss Forum (il foro del
Castello), una delle tre piazze allitaliana
ritagliate nella pancia di quella che sar la
ricostruzione del mastodontico Castello. Si
tratta delledifcio che per 500 anni fu la
residenza degli Hohenzollern, la dinastia
che pi dogni altra ha segnato i destini
della Germania, causando sciagure allEu-
ropa intera. Il prossimo 12 giugno Joachim
Gauck, il presidente della Repubblica fede-
rale, porr la prima pietra del vecchio-
nuovo Castello berlinese. E cos quella che
fu fucina e simbolo dei demoni del militari-
smo prussiano, diventer il segno di una
nuova identit politica, sociale e culturale
della Germania del Ventunesimo secolo.
Non un caso se toccato a un architet-
to italiano, originario della citt di Palladio,
riconciliare i tedeschi con questo particola-
rissimo edifcio del loro passato. Il Castel-
lo, spiega Stella, risorger esattamente
dove era e, almeno nei volumi e facciate,
come era. Detto cos, il progetto suona
come una banale scelta estetica. In realt
lopera di Stella rimescoler a fondo le
prospettive della capitale, e della storia te-
desca. A differenza di Roma, Parigi o Lon-
dra infatti, a Berlino nato prima il castel-
lo, ha scritto lo storico Wolf Siedler, e
solo dopo, intorno a esso, la citt. Ecco la
centralit del potere; il movimento vertica-
le dallalto verso il basso, che ha dato vita
al centro urbano. La Porta di Brandeburgo
e il viale Unter den Linden, il Duomo o lI-
sola dei Musei, tutto a Berlino ha la faccia
rivolta verso il Castello degli Hohenzollern.
Ripristinarlo ora nella sua veste originale
(unoffcina di scalpellini sta forgiando, tra
arieti e aquile, Fortune e Giganti, tutti e 3
mila gli stupefacenti stucchi delle facciate)
signifca restituire al centro di Berlino la
sua identit urbana, continua Stella, e ai
berlinesi uniniezione di memoria storica.
Ed questa la riconciliazione dei tedeschi
con la loro storia, la vera posta in gioco
nella ricostruzione dello Schloss.
Si tratta di una storia che parte dal 1443,
quando un principe del Brandeburgo, Frie-
drich, detto Dente di ferro, fond sulle
Un italiano a
berlino
Larchitetto Stella, vicentino, ricostruir
il Castello simbolo dellidentit
tedesca. A modo suo. Ed gi polemica
di Stefano vaStano da berlino
6 giugno 2013 | | 83
sabbie della riva del fume Sprea un piccolo
borgo. Tocc a Federico il Grande, dal 1701
re di Prussia e vincitore di diverse guerre,
costruire la citt defnita Gloria Preus-
sens. E al suo architetto Andreas Schlter
tradurre la nuova Gloria prussiana in ar-
chitettura, facendo del Castello un gioiello
barocco. Da allora nella dinastia prussiana
sinnesta la Magie der Macht(la magia
del potere), per dirla con Max Weber, il virus
che port limperatore Guglielmo II a inci-
tare dal balcone dello Schloss, nellagosto
del 1914, i tedeschi alla Grande Guerra, la
madre delle catastrof del secolo. Poi nel
dicembre del 1950, i governanti dellex Rdt,
la Germania dellEst, fecero saltare in aria
il Castello, defnito da loro spettro della
nostra peggiore storia. Al suo posto, nel
1976, fu eretto il Volkspalast (il Palazzo del
popolo, sede del Parlamento) che rimase su
quella piazza, ribattezzata nel frattempo
Marx-Engels Platz, per 32 anni, fino a
quando venne demolito dalle autorit della
Germania riunifcata.
Rimase la nostalgia del Castello vero: di
dimensioni impressionanti. I due lati mag-
giori delledifcio erano lunghi 180 metri.
Con la cupola che un altro architetto, Frie-
drich Stler, mont sopra ledificio, nel
1850 laltezza raggiunse, con corona e
croce allapice, i 70 metri. Le due ali mino-
ri (a quella a est Franco Stella dar ora una
linea moderna) erano di 120 metri. Quelle
dimensioni Stella ha lintenzione di ripristi-
narle. E una volta rimesso in piedi ledifcio,
i suoi quattro piani avranno una superfcie
di 41 mila metri quadrati. Facile capire
quindi che date le dimensioni (storiche e
spaziali) la decisione di ricostruire quel
colosso non stata facile.
Le polemiche, le proteste, le denunce
perfino, sono cominciate praticamente
allindomani del 4 luglio 2002, giorno in
cui i deputati del Bundestag hanno votato
s alla ricostruzione. Certo, nella Germania
del XXI secolo, governata da Angela Mer-
kel (che, guarda caso, ci abita di fronte), lo
Schloss avr funzioni e anche un nome di-
versi rispetto al passato. Quando riaprir i
portali (si prevede nel 2018), tedeschi e
turisti ammireranno sulla piazza del Castel-
lo, lHumboldt Forum: un complesso cul-
turale denominato cos in omaggio ai fra-
telli Alexander e Wilhelm von Humboldt,
illuministi eccelsi, scienziati e diplomatici
berlinesi. Il nuovo Castello, spiega Man-
fred Rettig, presidente della Fondazione
Schloss-Humboldt-Forum, sar museo
darte, laboratorio di ricerca e centro-stu-
di. Al contribuente tedesco sar costato
circa 600 milioni di euro, ma ne vale la
pena. Perch, spiega Stella, sar il Castello
il vero centro di Berlino mentre il nuovo
Humboldt Forum sar la fgura architetto-
nica che ridar ai berlinesi la loro citt.
Basta unocchiata ai disegni di Stella per
capire come e quanto il rapporto tra berli-
nesi e Schloss sar pi disteso e sotto il segno
di cultura e partecipazione. Al pian ter- F
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RendeRing dellediFiCo del CASTello
di BeRlino e, Al CenTRo, FRAnCo STellA
84 | | 6 giugno 2013
Cultura
reno, ecco unAuditorium per concerti, con
spazi per conferenze e mostre. Al primo
piano, i volumi e le sale lettura della Zentral
Bibliothek di Berlino. Al secondo, i tesori
(oltre 500 mila reperti) del museo etnologi-
co. E al terzo le meraviglie del museo dellar-
te asiatica. Nelle sale di un maniero in cui
monarchi tramarono guerre di conquista
entrer, dice il presidente Rettig, der
Geist der Weltkultur, lo spirito della cul-
tura mondiale. Come dire, lincarnazione
di quel Geistilluminista sognato da Kant
e da Hegel, professore questultimo
allHumboldt Universitt (a due passi dallo
Schloss). Alla cancelliera piace la metamor-
fosi hegeliana del nuovo centro di Berlino.
Con lHumboldt Forum, ha detto, Ber-
lino si presenter al mondo come la capita-
le di una nazione aperta alle culture altrui.
Una capitale cosmopolita, capace di ristrut-
turare, senza arrossire di vergogna, le sue
glorie prussiane. Meglio di cos quindi il
malefco spirito dello Schloss non si poteva
esorcizzare. Il suo nome e spirito sono
mutati. Ma le forme, il volto barocco,
dice Stella,rinascer invece in tutte le sue
parti e profli.
Il fatto che fosse un italiano a rifare il
Castello, cercando di ripristinare le sue
forme originarie, ha scatenando proteste e
gelosie. Stella fa notare che la sua creatura
esprimer una modernit ricca di memo-
ria. E che poi, ironia della sorte, questo a
Berlino (vedi box sotto) lultimo dei ca-
stelli non ancora ricostruiti in Germania.
Gi, ma un Ventunesimo secolo liquido e
virtualesopporta i remake dei monumen-
ti? Lintera storia dellarchitettura, ri-
sponde Stella, fatta di ricostruzioni e ci-
tazioni. Monumenti del calibro dello
Schloss, continua, sono troppo impor-
tanti per essere reinventati, e larchitetto
non deve approfittarne per imporre un
qualche edifcio moderno buono per qual-
siasi luogo.
I suoi avversari come rispondono? Co-
minciamo con Daniel Libeskind (che a
Berlino ha frmato lo Juedisches Museum):
Architettura e storia non tornano mai
indietro. Paragonata al castello di Stella
persino Dallas pi autentica; Ole Schee-
ren, archistar che lavora con il grande Rem
Koolhaas dice: Ricostruire un castello
barocco al centro di Berlino ridicolo.
Hans Kohlhoff che nella capitale ha frma-
to diversi grattacieli ha auspicato progetti
pi coraggiosi e poi ricorso contro Stella
per vie legali. Il settimanale Der Spiegel
ha sentenziato: Berlino avrebbe meritato
di pi. Magari quel castello, squadrato e
in mattoni rossi, progettato dallo studio
berlinese di Malvezzi & Khn. Peccato che
anche questa intrepretazione post-moder-
na non rispettava i termini del concorso del
Bundestag: ricostruire cio la residenza
degli Hohenzollern con tre facciate origina-
li, nelle linee barocche e dimensioni delle-
poca. Quel che per lappunto ha fatto
Stella. E non per vincere il concorso, ma per
convinzione. La facciata, ribadisce, un
elemento irrinunciabile del valore civico e
artistico del Castello. La realt, protesta il
vicentino, che nellarchitettura contem-
poranea la facciata sparita, e nelle nostre
citt labitante ha prevaricato il cittadino.
Non si deve solo al trapianto della pelle
baroccase loperazione di Stella ha vinto.
Sono le forme cos pulite e quasi archetipe
del Castello ad aver convinto la giuria. n F
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La Germania sta ricostruendo i suoi manieri pi belli. A 40 chilometri da Berlino risorger, nel
2014, una delle residenze pi importanti degli Hohenzollern: il Castello di Potsdam. da qui
che Federico II il Grande, stanco della Corte berlinese, govern sui destini della sua Prussia.
Nel giro di otto anni, dal 1744 al 1752, il barone Georg von Knobelsdorff costru la nuova
reggia, il gioiello del rococ tedesco. Bruciata nel 1945, fatta esplodere nella ex Rdt nel 1960,
nel 2005 lamministrazione di Potsdam ha deciso di ricostruirla cos comera sulla Markt
Platz. Mi avviciner il pi possibile alloriginale, ha detto larchitetto Peter Kulka iniziando, nel
2010, i lavori. La facciata, le statue e gli stucchi (se ne sono conservati 600) saranno quelli
originali. Compreso lo scalone centrale del castello. Allinterno non ci saranno gli appartamenti
n lo studio di Friedrich (quello in cui, primo in Europa, il sovrano tedesco riconobbe
lindipendenza degli Usa). Ci saranno invece il nuovo Parlamento e gli uffci dei 150 deputati
regionali del Brandenburgo. Ci sono voluti 120 milioni per ricostruire lo Schloss di Potsdam.
A cui Hasso Plattner, limprenditore del gruppo informatico Sap, ne ha aggiunti 20 per far
risplendere sulla reggia il suo originale tetto in rame.
Anche le residenze e i giardini dei Welfen (da cui il nome dei guelf) tornano a nuova vita.
Distrutto nel 1943 dalle bombe degli inglesi, dal 14 maggio ha riaperto ad Hannover Schloss
Herrenhausen. Per 21 milioni di euro stata la Fondazione Volkswagen a ristrutturare
il Castello nelle facciate e volumi originali dellarchitetto Georg Laves. Al pian terreno
ora c un Auditorium (270 posti), per concerti e conferenze. Al primo piano, c la Fest Saal,
la grande sala dei banchetti dei tempi di Sofa, fglia di Elisabetta Stuart e madre
di Giorgio I dInghilterra. Riaperti anche i magnifci giardini: Sofa ci passeggiava col flosofo
e bibliotecario di corte, Gottfried Leibniz.
Tra Hohenzollern e Leibniz
PotSDAMER
PLAtz A BERLINo
L dove monarchi
progettavano
guerre di conquista
ci saranno un
edifcio e una
piazza allinsegna
della tolleranza
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Cultura
N
on detto che il detective sia
un poliziotto, pu essere an-
che un cuoco, un flosofo, un
giornalista. Non detto che
il genere Noir domini intera-
mente le vicende e lintreccio di una
storia, si pu mescolare con altri generi
narrativi. Tuttavia c una questione
fondamentale che distingue il Noir da
tutto il resto, cio dalle spy-story e dai
polizieschi: la questione dei mezzi at-
traverso cui si scopre un delitto o si ar-
riva allassassino. Ci che fondamen-
tale nel Noir lindagine e la ricerca
perch questo genere poggia sul senso di
mistero e non su quello di rivelazione
come accade nel giallo dalla logica strin-
gente, o nel thriller giudiziario.
Compiere un delitto semplice, scri-
veva Raymond Chandler. Lo scrittore ame-
ricano sosteneva che chi uccide lo fa in un
momento di forte tensione, con il primo
oggetto a portata di mano. E secondo lui,
gli omicidi troppo elaborati di cui si erano
occupati i mostri sacri come Sherlock Hol-
mes o Poirot, dimostravano che i loro cre-
atori non sapevano di cosa stavano parlan-
do. Chandler era netto in questo, ritenendo
che la differenza che introduce il romanzo
hard-boiled, da cui il Noir prende ispirazio-
ne, quella che restituisce lomicidio alle
persone che lo commettono per delle ragio-
ni, e non per fornire un cadavere allintrec-
cio dello scrittore. Era il 1944 e il termine
Noir, nel senso in cui lo conosciamo noi
oggi, non esisteva ancora. Fu un critico ci-
nematografco francese, Nino Frank, nel
1946 a usare per la prima volta il termine
Noir per indicare i flm americani tratti
spesso dai romanzi di Chandler, Hammett,
Spillane. qui che il cinema si impossessa
immediatamente del termine e comincia a
percorrere una strada che da Il mistero del
falco di John Huston continua fno agli
anni Cinquanta con pellicole che defnisco-
no il genere, nel quale si sono cimentati i
grandi registi, da Billy Wilder a Howard
Hawks, da Fritz Lang a Stanley Kubrick.
Ma il Noir prosegue nel cinema, come nel
romanzo il suo cammino per arrivare al
presente, cercando di mantenere quella che
il critico americano Jon Tuska defniva un
punto di vista dal sottosuolo, ma anche,
invariabilmente, il risultato di un confronto
col nichilismo. Ecco che il Noir classico
dellinvestigatore privato cinico e etica-
mente irreprensibile, che nella memoria di
tanti ha laspetto di Humphrey Bogart,
cedeva il passo a una sottile inquietudine
contemporanea dove piuttosto latmosfe-
ra Noir a nutrire di fascino un genere lette-
rario che sembra non morire mai. E il me-
glio della produzione contemporanea di
quel genere viene offerta ora ai lettori del-
lEspresso, collocando le vicende narrate
nella storia. Si parte infatti con Margaret
Doody e il suo ormai classico Aristotele i
veleni di Atene, con il celebre flosofo nel
ruolo di investigatore, si prosegue con
Odore di chiuso di Marco Malvaldi e
cos via per sedici uscite tra Alessandro
Persinotto, Anne Perry e tanti altri. n F
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estate tutta
noir
Un genere che ha al
centro lindagine, non il
delitto. E dove il detective
pu essere un flosofo
o un poeta. Con
lEspresso in edicola
Di AlessAnDro Agostinelli
MaRgaRet DooDy, LautRiCe Di aRistoteLe e i veLeni Di atene
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L
a vergogna di dirsi italiani. Lo
sfascio che produce altro sfa-
scio. Questo Paese non rifor-
mabile. Un raggio di sole illu-
mina un alto sofftto dietro al
volto intenso di Roberta De Monticelli, in
collegamento Skype da Berlino. Raggio di
sole sui toni aspri e il pessimismo dolente di
unintellettuale (ordinario di Filosofa della
persona allUniversit San Raffaele) che di
questa Italia depressa e frustrata sta facen-
do una malattia. Sto qui in Germania fe-
licemente e dolorosamente, dice, quasi
fosse in esilio. La ricordavamo appassiona-
ta nelle piazze di Se non ora quando e
Libert e Giustizia, severa nelle apparizioni
televisive da Gad Lerner su La7, sfduciata
negli ultimi interventi giornalistici. Ora, con
un pamphlet flosofco-politico, Sullidea
di rinnovamento, edito da Cortina, in li-
breria a giugno, fa capire che non cambier
nulla, nel declino italiano (civile, etico,
istituzionale) se la domanda di giustizia non
sar domanda di verit, se il noidemago-
gico non maturer in tanti io maturi.
Fenomeno a 5 Stelle incluso, al quale la f-
losofa milanese, che pur lo segue con inte-
resse, non perdona forzature e volgarit.
fnito il tempo del distacco sdegnoso? I flo-
sof devono tornare a parlar chiaro, nel senso
di parlar politico?
Dopo quasi 15 anni a Ginevra, tornata in
Italia mi sono sentita quasi forzata a non
fnger pi che la societ civile non esista,
anche se al flosofo potrebbe far comodo.
La cieca e dissennata assenzadegli intel-
lettuali italiani, diceva Piero Calamandrei.
Parlava dellacquiescenza muta, che divie-
ne complicit. Ecco: non pi.
UnItalia depressiva. Assenza di speranza.
Indifferenza. Il grido Sono tutti uguali. Lei si
muove per reagire a una frustrazione?
Io mi muovo con Kant: Se la giustizia
scompare non ha pi valore la vita degli
uomini sulla Terra. Questa esigenza trava-
lica il soddisfacimento dei nostri bisogni
fondamentali, quella che chiamiamo la
giustizia sociale. Qui si va pi in l. Si tratta
del bisogno di senso delle nostre vite. il
caso di occuparsene.
Gli slogan sul tutti uguali provengono dagli
astensionisti come dai 5 Stelle. Ma lappiat-
timento su noi e loro accettabile?
No, non lo . il risultato di uno scettici-
smo generale che sconfna nel cinismo. La
questione morale attraversa la cultura ita-
liana da Guicciardini a Leopardi fno al
pensiero azionista e oltre. Lassenza di di-
stinzioni si radica proprio nel non prendere
sul serio lesperienza morale di ciascuno.
Ma non ci possiamo permettere di ignora-
re le emozioni e le distinzioni.
Beppe Grillo, il vero innominato del suo libro,
affora in vari punti. Ma il rinnovamento tocca
anche il Pd in crisi generazionale, il Pdl condi-
zionato dai processi di Berlusconi. Lei ha
colto la novit dei 5 Stelle, ma come se gi
fosse un po delusa.
S e no. Oscillo. C il principio un voto
una testa, la politica fondata sullesperien-
za vera di ciascuno. Una dose di democrazia
diretta. Lidea del controllo di cittadinanza,
che ha un fondo illuministico. Il cittadino
che legittima il potere. Dallaltro lato, le-
spansione della comicit. Lo sparlare, il
calunniare tipico degli italiani che, come
lamentava Leopardi, pi del suddito che
del cittadino. Grillo, che nasce come un
consumer advocate, parte anche da
questo. Non dimentichiamo quello che
un dato di fatto: con poche eccezioni, la
stampa italiana assai poco indipendente.
La Rete d parola ai non aventi parola.
Alla Rete lei riconosce pregi come la diffusio-
ne orizzontale dellinformazione. Ma denuncia
stereotipi e prepotenze. Scrive di banalit
beota e turpiloquente. Se ne abusa troppo?
Gli italiani sono particolari. Siamo cacia-
roni ma approfondiamo meno di altri. La
banalit, il turpiloquio indice del livello di
emotivit. Manca la capacit di vera atten-
zione. Lurlo, in politica, pu attirare. Ma
lindignazione che si scarica subito non
approfondisce. Per non vorrei risultare
pi anti-grillina di quanto mi senta.
E quanto si sente?
Mi fanno simpatia, nonostante tutto. Si
pu aver paura dellopinione massifcata in
Rete, ma lurlo lultima cosa che ti resta
quando le parole sono ridotte a una melma
priva di senso. La via buona del grillismo
riguarda il ricondurre la politica entro ar-
gini morali.
Per Simone Weil le collettivit non pensano
affatto. Lei usa la metafora del prato: sono i
singoli fli derba che verdeggiano e cambiano
il prato intero. Diffda del noi?
Cultura
UN PAESE
di comPlici
Gi Calamandrei
denunciava omert
e acquiescenze alle
illegalit. Oggi una
flosofa parla di
societ di briganti.
E dice: non ci sto
coLLoqUIo con RoBERtA DE
MontIcELLI DI EnRIco ARoSIo
6 giugno 2013 | | 87
Indubbiamente diffdo del noi. Il discor-
so di Casaleggio facilmente liquidabile.
Bisogna distinguere tra la capacit della
Rete di generare spazio pubblico e diffon-
dere informazioni, e la pretesa di creare
pensiero collettivo. Il soggetto collettivo, da
Hegel in poi, ha portato pi danni che altro.
Sono daccordo con Simone Weil: il vero
male non il male, ma la mescolanza tra
bene e male. La Rete opera sotto una realt,
quella italiana, che una societ consortile.
In Italia non si scoperchia, non si fa luce; c
omert, scambio di favori. Occorre passare
da sudditi a cittadini, dal consiglio di facol-
t fno alla grande politica.
Lei parla di societ di briganti.
In Italia la differenza tra uno Stato e una
societ di briganti non esiste pi. Non esiste
pi se legalit vuol dire impunit per i fuo-
rilegge, responsabilit vuol dire consorte-
ria; libert vuol dire egoismo; rinnovamen-
to vuol dire Angelino Alfano.
Al defcit di giustizia lei contrappone la neces-
sit di ricostruire fducia reciproca. Ottenere
giustizia, scrive, vuol dire non ottenere nulla
per s ma luce per tutti. Come tornare a rico-
noscere laltro in un Paese smarrito e rissoso?
Lattuale asserita pacifcazione, lembras-
sons-nous di governo il contrario assolu-
to della possibilit di ritrovare fiducia.
Avere giustizia far s che tutti sappiano la
verit. una richiesta di catarsi. Quella che
in Italia manca persino nellanalisi della
storia del Novecento. Sia lo scetticismo
morale sia la retorica (anche della Resisten-
za) almeno tenevano vivo il senso delle di-
stinzioni. I vili e gli eroi. I giusti e gli ingiusti.
Non fugga nella Storia. Non parlava del gover-
no di emergenza, il governo Letta?
la disperazione. Dobbiamo consociarci,
ci dicono. Ma per che cosa?.
Per fare cinque-sei riforme urgenti condivise.
Le faranno? Non sono cos esperta di
politica. Ma laccordo tra diversi signifca
che alcuni meccanismi fondamentali della
democrazia sono stati messi in in stand-by.
Dalla delega dellagenda politica a una
convenzione di saggi al blocco delle attivit
parlamentari. La democrazia svuotata. Il
governo sta facendo ci che dovrebbe fare
un Parlamento. Io starei attenta a modif-
care la Costituzione, conosciamo bene
quelli che ci stanno mettendo mano. Modi-
fcare la giustizia, ma nellinteresse di chi?.
Gi le danno della giustizialista...
Lo so bene. Ma la parola giustizialismo
esiste solo nella lingua italiana, non altrove.
Abbiamo politici e opinionisti che quotidia-
namente proclamano che la politica non
centra niente con la morale. Sono cose da
pazzi. cos che siamo diventati una socie-
t di briganti.
Nessuna chance per il governo Letta, per rico-
struire un poco di fducia condivisa?
Distinguerei premessa flosofca da giudi-
zio politico. La premessa che impossibi-
le accordarsi tra guardie e ladri e conside-
rare questo accordo politico.
Guardie e ladri?
S. Il terzismo criminale, questa la mia
opinione. Una comunit deve saper vedere
le differenze, riconoscere i suoi grandi e i
suoi perduti. Ce lo insegna Dante quando
vede Medusa, lincantatrice, che fa tutti
eguali. Se scalziamo questa distinzione tra
il bene e il male, siamo al peggio del peggio.
Stiamo ai fatti: noi abbiamo alle spalle una
stagione politica dannosa, che ha ridotto il
Paese in condizioni gravi: economia, salute,
ambiente, istruzione, etica. Fare un patto su
questo, noi ci mettiamo daccordo, tu non
vai in galera e ne usciamo in qualche modo,
per me inaccettabile. E dico no. Nel modo
pi radicale. n F
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RobeRTA de MonTiCeLLi. A desTRA: Un MiLiTAnTe deL M5s. A sinisTRA: sivio beRLUsConi
Beppe Grillo era
partito bene.
Poi sono arrivati gli
urli e le banalit
88 | | 6 giugno 2013
Cultura
I
l fuoco gigantesco scaglia-
to in alto dal Vesuvio, co-
minciava a espandersi, e
man mano che si allargava
formava una specie di om-
brello che oscurava il sole.
La paura attanagli tutti. I terremoti,
che si susseguivano senza sosta, ora av-
venivano al buio. Era notte a Pompei, nel
pieno di una soleggiata giornata estiva.
Si spaccavano muri, si sbriciolavano
mosaici, mentre travi, pilastri, statue, ar-
madi crollavano con gran frastuono. La
citt sembrava ghermita da artigli invisi-
bili che cercavano di strappare le case
dalle fondamenta. La spaventosa oscurit
che la avvolgeva era resa ancora pi terri-
bile dalla grandine fitta e bruciante di
pomici bianche, brandelli di lava e cenere.
Le vittime dei crolli erano gi tante;
altri morivano per lo spavento o per-
ch colpiti dalle pietre che piovevano
insieme ai lapilli. In poche ore quei
materiali mai visti prima, espulsi dal
PomPei
e fu notte a
Unarcheologa ha
scritto un libro
ambientato nella
citt distrutta
dal Vesuvio.
Qui LEspresso
ne anticipa
alcune pagine
Di Marisa ranieri-Panetta
6 giugno 2013 | | 89
ventre del vulcano, avevano formato
cumuli capaci di inclinare i tetti e di
far precipitare le coperture meno re-
sistenti, travolgendo chi li aveva scel-
ti come protezione.
Le aperture dei sofftti, fno ad allora
privilegi di case aristocratiche per far
entrare luce e acqua piovana, facilitava-
no laccumulo dei materiali vulcanici nel
centro delle abitazioni. Chi non poteva
pi stare al piano terra o raggiungere i
locali sotterranei saliva ai piani superio-
ri, per poi restarvi intrappolato.
Troppo tardi molti pompeiani decise-
ro di fuggire, di allontanarsi comunque
da quel luogo di morte; ma pietre e po-
mici si depositavano rapidamente in
qualunque spazio aperto - vie, cortili,
giardini, piazze - rendendo sempre pi
diffcili anche gli spostamenti pi brevi
e procurando ustioni e ferite a quanti
cercavano di muoversi.
Nella corsa frenata dai materiali vul-
canici, il luogo pi sicuro sembrava
sempre quello che ancora non era stato
raggiunto e spesso, cercando di cambia-
re direzione, si finiva per tornare sui
propri passi senza rendersene conto.
Molti, usciti dalle porte che si aprivano
nelle Mura, avevano cercato scampo
nelle necropoli. Almeno i morti, pensa-
vano, sarebbero stati risparmiati dalla
rabbia divina; e comunque, meglio la-
sciare la vita in compagnia di chi li aveva
preceduti nellAverno.
Dovunque si trovassero, adulti, anzia-
ni, ragazzi, sotto i colpi delle braci erano
in preda al terrore: le ceneri offuscavano
la vista e ostacolavano il respiro. I pom-
peiani si sentivano braccati, alla merc
di un nemico che non potevano e non
sapevano combattere, mentre la citt era
stretta dalle famme. Il verde
dei giardini domestici e degli
orti moltiplicava il fuoco: le
viti, i platani, le siepi di bosso
e di alloro, gli alberi da frutto,
ardevano in un attimo e le
fi amme si propagavano
tuttintorno.
In tanti, muniti di lanterne,
cercavano comunque di
muoversi, provocando a loro
volta incidenti: affondavano
negli strati di ruvida pomice
e quando i sussulti del terreno
facevano perdere loro il gi
precario equilibrio investivano altri di-
sperati, provocando ferite e bruciature.
Alcuni si strappavano di dosso le vesti
infuocate, altri si coprivano con spesse
coperte peggiorando la visibilit e la
respirazione.
Se qualcuno avesse potuto vedere la
citt dallalto, avrebbe scorto un paesag-
gio impressionante. Ogni via, ingombra
di travi e intonaci, era ridotta a un tap-
peto instabile e vischioso: persone e
animali cadevano, si rialzavano, entra-
vano e uscivano da case e cortili. E ovun-
que incendi che divampavano, e lanterne
che sembravano lucciole impazzite.
Tutti urlavano, piangevano: disperati,
feriti, sporchi di fuliggine, vagavano
senza meta. Gli scoppi del vulcano e i
crolli erano cos assordanti da coprire le
voci, le richieste di aiuto. Se a qualcuno
capitava di imbattersi in un vicino di
casa - e riusciva a riconoscerlo - chiede-
va notizie di un parente; ma nessuno
dava retta a chi lo scuoteva per un brac-
cio e gli strillava qualche nome nellorec-
chio, come un popolo di sordi che bran-
colava nel buio.
Ogni tanto, per caso, si ritrovavano
mariti, madri, fgli, ma pi spesso le
famiglie erano disperse. In tanti prega-
vano. Avevano la forza di credere an-
cora in un prodigio divino e si rivolge-
vano a Venere, che avrebbe dovuto
aver cara Pompei. Oppure a Iside, a
Giove, ad Apollo.
Il fume Sarno non era pi in grado di
offrire una via di fuga, il suo letto si era
riempito di materiali vulcanici. In una
stazione fuviale, in direzione della via di
Stabia, i frequentatori occasionali si
erano riuniti per incontrare, senza saper-
lo, una morte spaventosa.
Cerano persone di ogni et: vite, espe-
rienze, storie, che si erano incrociate per
la prima e ultima volta. Una donna
aveva con s un vero tesoro in gioielli,
tra cui un bracciale a forma di serpente
che allinterno portava inciso: IL PA-
DRONE ALLA SUA SCHIAVA. Ma
accanto a lei non cera il generoso aman-
te, solo sconosciuti. Afferr la prima
mano che trov per cercare conforto
mentre spalancava la bocca per il terro-
re: il cedimento del piano superiore
stava per seppellirli insieme. n F
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Pompei insieme simbolo di sciagura e di bellezza. Nel 79 dopo Cristo la citt fu
sommersa da una pioggia di lapilli e caligine prodotti dal Vesuvio che la distrusse,
carbonizz la maggior parte dei suoi abitanti e produsse unenorme nube scura che
si propag dal Tirreno fno alle sponde africane del Mediterraneo. Sappiamo datare
quellevento terribile anche per una lettera di Plinio il Giovane e per una moneta
dedicatoria a Tiberio.
Eppure i dati storici non bastano a raccontare la bellezza di uno dei siti archeologici
contemporanei pi importanti del mondo: serve la letteratura. Larcheologa e
collaboratrice dellEspresso, Marisa Ranieri Panetta ha preso questo scenario
catastrofco e, fssandone con perizia narrativa le vicende apocalittiche, ha saputo
descrivere minutamente i dettagli della tragedia umana nel romanzo Vesuvius in
uscita con Salani. un romanzo storico che rifugge la fction artefatta di certi best-
seller americani. Sulla scorta di circostanziate basi documentali lautrice reinventa
invece personaggi realmente esistiti allepoca e li mette in scena nelle loro azioni
controverse, nei loro sentimenti, alla prova dei loro desideri. In Vesuvius ci sono
donne forti e tenere come Flavia, uomini saggi come il medico Veio e esseri umani
stremati dalla prove di sopravvivenza come Lucio Ceio. Siamo di fronte a un libro che
cerca di comunicare sottilmente quanto anche la cura di un territorio sia
fondamentale per non deturpare, oggi pi che mai, per mano di sconsiderate azioni
umane, la bellezza che lantichit ci ha trasmesso. Alessandro Agostinelli
Apocalisse di bellezza
MaRISa RaNIERI PaNETTa E La COPERTINa dEL SuO ROMaNzO.
NELLa FOTO GRaNdE: uNIMMaGINE dI POMPEI
Scienze
6 giugno 2013 | | 91
n. 22 - 6 giugno 2013
Lanoressia nervosa un
disturbo caratterizzato da
un persistente rifuto di
mantenere il peso corporeo
normale o anche quello
minimo per let e la statura,
dal terrore di ingrassare anche quando si
sottopeso, da alterazioni gravi del modo con
cui si percepisce il proprio corpo, visto
comunque troppo grasso. Il trattamento
medico-psicologico nelle fasi acute, quando
la magrezza eccessiva si accompagna a
complicazioni gravi, come laritmia cardiaca,
e psicologico nelle altre fasi. Il disturbo ha
spesso un andamento cronico e, se non
trattato, nel 6-11 per cento dei casi pu
anche essere letale. I trattamenti hanno
spesso successo, ma alcuni pazienti cronici
non migliorano. Un articolo uscito su
Lancet presenta ora i risultati preliminari di
un trattamento sperimentale, eseguito in sei
casi gravissimi di anoressia nervosa cronica,
resistenti da anni a ogni tipo di cura, con
frequenti ricoveri in rianimazione e a rischio
di vita. Questi pazienti dellOspedale di
Toronto sono stati sottoposti a un intervento
di stimolazione cerebrale profonda,
linserimento di elettrodi in unarea specifca
del cervello con stimolazione cerebrale usata
nel morbo di Parkinson e in altre malattie,
per tentare di modulare lattivit anomala di
specifci circuiti cerebrali. I risultati sono stati
incoraggianti: tre dei sei pazienti, a nove
mesi, erano migliorati, con diminuzione
dellansia e miglioramento di umore e
appetito. La storia della medicina ha talora
mostrato risultati inattesi resi possibili da
esperimenti coraggiosi che sollevano grandi
problemi etici. Ma sempre necessario
sottoporre a controlli rigorosi tutte le
procedure innovative in campo medico,
prima di autorizzarne luso, anche in via
sperimentale.
professore di Psichiatria, direttore del
Centro Oms di Ricerca sulla salute mentale,
Universit di Verona
Psichiatria
Diamo una scossa
allanoressia
di Michele Tansella
Le impronte digitali? Non sono roba da
spie. Ormai lintelligence di tutto il mondo
guarda oltre e cerca sistemi di identifcazio-
ne pi rapidi e accurati. Perch il mostruo-
so giacimento di fngerprints accumulato
dagli Stati Uniti - lHomeland Security ne
ha schedate 156 milioni, lFbi 110 milioni,
la Difesa altri 9,5 - servir a incastrare i
criminali ma non aiuta a fermare i terroristi.
Cos tutti i servizi segreti americani si stan-
no dando da fare. In prima fla c la Dia,
lintelligence militare, che con i tagli alla
Difesa teme di perdere lesperienza raccolta
al fronte in Iraq e Afghanistan e chiede
tecnologie innovative e meno costose.
Il controllo delliride economico e veloce:
lideale per sorvegliare viaggiatori e lavo-
ratori. Lo sguardo per non lascia tracce
e quindi non permette a 007 e detective di
risalire agli autori di un crimine.
Le loro ricerche invece sono concentrate
sul riconoscimento facciale, un campo dove
dominano i privati: Facebook, Google e
Apple hanno lanciato algoritmi per dare un
nome ai volti. LFbi invece vuole abbinare
lidentifcazione delle facce con quella delle
impronte: il cardine del Next Generation
Identifcation, un programma da un miliar-
do e 200 milioni di dollari affdato alla
Lockheed. Mancano sistemi affdabili per
i volti, soprattutto nel caso di foto non
riprese frontalmente. La soluzione quel-
la di varare algoritmi che ragionano come
la mente umana: non puntano a confron-
tare lintero volto ma solo alcuni tratti
caratterizzanti. Forma della testa, attac-
catura dei capelli e ovviamente il naso.
Gianluca di Feo
Hi-tech anticrimine
Gi la faccia
Pesticidi
Quant Stupida Quellape
i ricercatori dellUniversit di dundee,
in scozia, hanno studiato gli effetti sulle
capacit cognitive delle api di due pesticidi
molto diffusi, il coumaphos e i nicotenoidi.
e hanno visto che le api esposte a queste
sostanze perdono la capacit di apprendere
informazioni essenziali per la sopravvivenza,
come la relazione tra il profumo di un fore
e la possibilit di raccoglierne il polline. Un
danno ancora pi rilevante quando i pesticidi
vengono usati in combinazione tra loro, e
che potrebbe renderle incapaci di procurarsi
il cibo, sottolinea Geraldine Wright, autrice
della ricerca. Paola emilia cicerone
indagine sullagenzia italiana del farmaco | alimentazione | bambini
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Sistema
informatico in
tilt. Diffcolt
con le Asl.
Ritardi nel
garantire le
medicine.
LAgenzia del
farmaco
paralizzata.
Ecco perch
di Antonino Michienzi
e dAnielA MinervA
Foto di AdAM voorhes
Scienze sanit
ProceSSo
ai signori dellAifa
92 | | 6 giugno 2013
L
Agenzia chiusa a riccio,
come se non sentisse che
infuria la tempesta fuori
dal palazzo di via del Trito-
ne a Roma dove ha sede.
LAifa (Agenzia italiana del
farmaco), di fatto, pochi
sanno cos. Ma sulla vita di tutti che in-
cidono i suoi s o i suoi no, come anche le
sue diffcolt e il suo essere, come dicono
molti, ormai un gigante. Perch lAgenzia,
il cui direttore generale e presidente del
consiglio di amministrazione sono nomina-
ti dal ministero della Salute, ha il compito
di dare lok allimmissione in commercio
dei nuovi farmaci, di defnirne il prezzo, di
sorvegliarne la sicurezza una volta che sono
fniti in mano ai malati. Insomma maneggia
la nostra salute e circa 26 miliardi di euro
lanno, perch a tanto ammonta la spesa
farmaceutica nel nostro Paese, i tre quarti
della quale a carico del Ssn. Dovrebbe
funzionare come un orologio, ma soprat-
tutto essere una casa di vetro dove tutto ci
che accade ben visibile dai cittadini. E in-
vece sembra oggi paralizzata, affaticata da
elefantiasi burocratica e da scelte sulle
quali infuriano polemiche, magari fatte a
buon fne ma di certo risultate in ritardi e
ulteriori aggravi burocratici. Cos come
sembra incapace di comunicare con i medi-
ci, le aziende e i malati. Insomma, con tutti
gli stakeholder del sistema-farmaci italiano.
Siamo andati a vedere cosa succede a via del
Tritone. La nuova sede, a due passi da Fon-
tana di Trevi e nel cuore del potere romano,
che costa quasi quattro milioni di euro
lanno di afftto e ha sostituito nel 2010
unanonima palazzina situata nella perife-
ria di Roma: costava la met, era discreta e
a due passi dalla metropolitana. Ma non
rendeva plasticamente il potere dellAgen-
zia che la fscalit generale fa funzionare
dotandola di 80 milioni di euro lanno, e
dove lavorano oggi circa 400 persone (era-
no 250 nel 2009.
Eppure, non c nessuno disposto a parla-
re open verbis con lEspressonel fortino di
via del Tritone. E gi questo sorprende. Di-
versi tecnici dellAifa da noi interpellati
sparano a zero contro le ineffcienze e la to-
tale mancanza di trasparenza. Ma poi, vo-
gliono restare anonimi. Tuttavia, rimangono
i fatti. E il primo la questione criminale dei
tempi per la registrazione dei medicinali in-
novativi (vedi grafci qui sotto), dilatati dal
rimbalzo dei dossier tra una commissione e
laltra: servono dai dodici ai quindici mesi
per avere lautorizzazione dallAifa dopo che
le autorit europee hanno dato il via libera,
e gi non si capisce a cosa serva una simile
duplicazione; poi c bisogno di un altro
anno per entrare nei prontuari delle Regioni,
e di questo lAgenzia non ha responsabilit.
Ma il dato drammatico: circa 300 giorni di
attesa per i pazienti italiani. Per le aziende
un danno spaventoso, per i malati una
tragedia. Ne d notizia un rapporto di Far-
mindustria, lassociazione delle aziende far-
maceutiche di qualche settimana fa, ma la
situazione non cambiata da quando lE-
spresso ha denunciato questi ritardi nel
novembre scorso dando voce a medici e as-
sociazioni di malati. E da quando il direttore
generale dellAifa, professor Luca Pani, ci
rispose che i confronti con gli altri paesi eu-
ropei non reggono in quanto lAifa si occupa
anche di defnire i prezzi. Il che, per, non
diminuisce il disagio dei malati.
Nel fare i confronti con lEuropa, Far-
mindustria annota oggi come le procedu-
re negli altri paesi Ue siano meno farragi-
nose, certamente anche a livello di regioni
e ospedali oltre che a livello centrale, ma
anche e soprattutto che altrove chiaro
cosa sia innovativo, quali siano le regole
che sovraintendono ad approvazione e
prezzo. Dal punto di vista dei malati, ci
che conta che le medicine davvero
Processo
ai signori dellAifa
Numero di farmaci approvati nel 2009
dallAgenzia Europea
Germania
Gran Bretagna
Francia
Spagna
Italia
0 10 20 30 40 50
46
39
22
21
14
Fonte: Farmindustria-Ims
Fanalini di coda
Tempo di accesso al mercato
(in giorni)
Germania
Gran Bretagna
Francia
Italia
Spagna
Tempo addizionale
di accesso in tutte
le regioni
38
61
221
300
314
0 100 200 300 400 500
Fonte: Farmindustria-Ims
Lungaggini
6 giugno 2013 | | 93
Scienze
nuove, che apportano un maggiore bene-
fcio clinico di quelle in commercio, in
settori importanti come loncologia, le
malattie infettive, metaboliche e del cer-
vello, siano messe a disposizione di chi
soffre il pi rapidamente possibile, mentre
le altre possono aspettare. Ma come indi-
viduare i farmaci realmente salvavita per
i quali non si pu aspettare? Fino a qual-
che anno fa i tecnici dellAgenzia usavano
un algoritmo, che poi sembrato inade-
guato e per questo lo si abbandonato per
andare alla ricerca di un nuovo pi poten-
te strumento che le consenta di farlo te-
nendo conto delle caratteristiche del far-
maco e dello scenario della malattia. Ma
nonostante i reiterati annunci questa
macchina magica ancora ferma ai box.
Nelle scorse settimane lAgenzia ha dato
il via a una consultazione pubblica sul
sistema. LAifa, per, un palazzo dai
vetri oscurati, e laccesso allalgoritmo
concesso soltanto a chi ne faccia esplicita
richiesta alla direzione generale che si ri-
serva il diritto di valutare e rifutare le ri-
chieste. Un metodo che non piace. I far-
maci innovativi sono un settore di immen-
sa importanza per la salute pubblica in cui
si concentrano interessi enormi: non do-
vrebbe esserci alcuna opacit che alimen-
ti sospetti, la critica pi ricorrente dei
soliti anonimi, che si accompagna a forti
dubbi sulleffcacia dello strumento: nes-
suna agenzia regolatoria europea adotta
un simile approccio. E quei tecnici anoni-
mi ci assicurano che la defnizione anco-
ra di l da venire.
Mentre i ritardi si accumulano e aziende
e associazioni di pazienti chiedono allAifa
una sola cosa: semplifcare, ridurre i tempi.
Che non signifca sacrifcare la sicurezza,
precisa Gian Mario Baccalini, presidente di
Aschimfarma, lassociazione che riunisce i
produttori di principi attivi: Lamentiamo
laggravio burocratico rispetto alle altre
agenzie regolatorie europee. Un sistema di
autorizzazioni molto pi complicato, che
allunga i tempi, li rende incerti e ci mette in
una posizione di debolezza nella competizio-
ne globale. Specie ora che molte Big Pharma,
deluse delle performance dei produttori
asiatici, stanno ritornando in Europa. Si
tratta di contratti milionari che darebbero
respiro a un settore che stato messo alle
strette dai paesi emergenti.
Nessuno dubita che lAifa voglia agire
nellinteresse del bene collettivo. Ma mol-
ti chiedono trasparenza. E non solo.
C persino una richiesta di commissaria-
mento dellAgenzia avanzata il 3 aprile
scorso con una lettera della Societ Oftalmo-
logica Italiana, presieduta da Matteo Piovel-
la, indirizzata agli allora ministri della Salute,
Renato Balduzzi, e dellEconomia, Vittorio
Grilli, e per conoscenza a Mario Monti:
Riteniamo che Aifa non sia in grado di
svolgere adeguatamente i suoi compiti isti-
tuzionali, si legge. A conclusione di una
rissa tra la Societ e lAgenzia durata mesi a
proposito di un farmaco, messo a punto e
autorizzato per alcune forme di cancro, uti-
lizzato anche per curare malattie gravi
dellocchio. La diatriba complessa, ma di
fatto accaduto che lo scorso ottobre lAifa
ha deciso che non deve essere utilizzato
perch c il rischio di gravi reazioni avver-
se e, soprattutto, perch disponibile un F
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Porte in faccia a Silvio Garattini, perch accusato di avere rapporti troppo stretti con le
aziende del farmaco. Se non fosse successo davvero, sembrerebbe una barzelletta. Ma
andata proprio cos: il paladino della ricerca indipendente, austero come nessun altro nel
denunciare gli eccessi dellindustria era stato, a giusta ragione, nominato membro del
Consiglio di amministrazione di Aifa. Ma poi stato costretto a uscirne: il regolamento
dellAgenzia, infatti, impedisce di far parte del consiglio a chi appartiene a organizzazioni
che ricevono sovvenzioni o sponsorizzazioni dalle aziende farmaceutiche, anche se da
queste attivit non riceve alcun proftto personale. Garattini direttore dellIstituto
Mario Negri, un centro che, come decine di altri in Italia, fa ricerca anche in collaborazione
con aziende. Quindi fuori.
Tant. Le regole si rispettano. Ancor pi quando riguardano unistituzione super partes
sulla quale non possono proflarsi ombre. Per questo in tutto il mondo invalsa labitudine
di rendere rigorosamente pubblico ogni potenziale confitto di interessi dei membri delle
agenzie regolatorie. Unabitudine che non sembra aver fatto ancora breccia in Italia. Sul
sito dellAifa non c traccia di dichiarazioni di questo tipo. Per trovare quella del direttore
generale Luca Pani bisogna rivolgersi allAgenzia europea dei medicinali, sul cui sito si trova
la Public declaration of interests del direttore che afferma, il 3 agosto 2012, di non avere
rapporti con le industrie n brevetti. Sul sito dellagenzia europea, invece, non pi
disponibile una precedente versione della dichiarazione di Pani (che lEspresso aveva nei
mesi scorsi scaricato) datata 1 novembre 2012, dalla quale risultavano precedenti rapporti
di consulenza retribuita con diverse aziende (da Pfzer a Janssen-Cilag, Gsk, Eli-Lilly, tra le
altre). Il direttore, poi, che nella sua vita ha fatto a lungo il ricercatore, risulta inventore di
sette brevetti farmaceutici ( http://www.faqs.org/patents/inventor/pani-6/ ) tutti rilasciati
prima del suo ingresso in Aifa. Questo gli fa onore e dimostra la sua qualit di scienziato.
E nessuno ritiene incompatibili con lattuale posizione in Aifa i suoi precedenti rapporti
di consulenza, ovvi per un farmacologo. Sarebbe per bello avere maggiore trasparenza
sui curricula complessivi dei signori del farmaco.
Al cittadino non far sapere...
94 | | 6 giugno 2013
altro prodotto pi mirato a queste patologie.
La decisione legittima e motivata, ma gli
oculisti insorgono, sostanzialmente, perch
lAifa ha deciso senza tenere in conto il loro
parere. E si legge nella lettera: Non a co-
noscenza dei dati dellAgenzia europea,
sembra che agisca con superfcialit e man-
cata conoscenza del problema.
Che abbiano o meno ragione, gli oftalmo-
logi non sono gli unici a lamentare di non
essere presi in considerazione: i diabetologi
fanno altrettanto e dello stesso tenore la
posizione della Consulta delle societ scien-
tifche per la riduzione del rischio cardiova-
scolare. Insoddisfatti sono anche gli oncolo-
gi dellAssociazione italiana di oncologia
medica (Aiom) che in una lettera inviata agli
associati si dicono inascoltati oltre che esclu-
si dal Comitato consultivo area oncologica
dellAifa, il gruppo di specialisti che suppor-
ta le scelte dellAgenzia nel campo dei farma-
ci antitumorali.
Gli oncologi sono in agitazione anche per
un altro e ben pi grave motivo. Allinizio
dellanno, infatti, lAgenzia ha deciso un
nuovo affdamento dei suoi servizi informa-
tivi. Cineca (un consorzio pubblico di uni-
versit senza scopo di lucro controllato dal
ministero dellUniversit e della Ricerca che
per anni ha funzionato come un orologio)
stato sostituito dalla multinazionale Accen-
ture in un contratto da 10 milioni di euro per
tre anni. Con gara dappalto regolare. Ma il
passaggio dal vecchio fornitore al nuovo
gestito in maniera tuttaltro che impeccabile.
A fne 2012 scade il vecchio contratto. Il
nuovo gestore non ha ancora approntato i
nuovi sistemi. Ma si stacca comunque la
spina a una Rete attraverso cui passano fumi
di informazioni vitali: vanno in tilt le richieste
di sperimentazioni ai comitati etici che si ri-
trovano dalloggi al domani senza il sistema
attraverso cui condividevano i pareri con gli
altri comitati, con lAifa e con le aziende.
Abbiamo subito ritardi, racconta Ilaria
Riela, della segreteria amministrativa del
comitato etico dellIstituto Neurologico
Carlo Besta di Milano.
E vanno in tilt le prescrizioni di farmaci
innovativi. Sono medicinali che costano un
occhio della testa e funzionano soltanto in
malati con caratteristiche molto precise. Per
questo il loro impiego viene registrato e
monitorato: solo cos si pu verifcare che i
farmaci siano somministrati unicamente ai
pazienti giusti salvaguardando la loro salu-
te e le casse pubbliche. I medici sono chia-
mati a compilare schede e inviarle allAifa:
fno a qualche mese fa per via informatica,
e gi si lamentavano di come questo sottra-
esse tempo allattivit clinica. Oggi devono
farlo a mano e spedire per fax. Con inevita-
bili ritardi e con una colpevole sottrazione
di tempo ai malati a vantaggio delle scartof-
fie. LAgenzia in un comunicato del 15
febbraio assicurava che tutto sarebbe anda-
to a regime entro aprile. Ma, ci aggiorna il
presidente dellAiom Stefano Cascinu, sia-
mo ancora in alto mare e non si vede con-
clusione certa del problema.
Non solo. Il buco nel sistema informativo
anche un potenziale danno economico,
fa notare loncologo: Tra i farmaci sottopo-
sti a monitoraggio ce ne sono alcuni per i
quali vige un sistema che consente allo Stato
di ottenere il rimborso del prezzo di quei
medicinali quando non abbiano ottenuto gli
effetti sperati. Da sei mesi caos, il fusso
delle richieste di rimborso da parte delle
Regioni alle aziende in panne. E questi
soldi rischiano sul serio di andare persi. Un
bel gruzzolo di cui nessuno conosce lam-
montare esatto. n
Lappuntamento per il prossimo 3 giugno
quando verr emesso il francobollo che
celebra i dieci anni di attivit dellAgenzia.
Che, cos, tiene fede agli obiettivi fssati
nel Piano di attivit 2013, dove liniziativa
era inserita nel capitolo dedicato al
potenziamento dellinformazione e della
comunicazione indipendente. Peccato,
per, che, mentre il francobollo ha il vento
in poppa, di informazione indipendente non
se ne vede lombra. Perch non c traccia
delle iniziative editoriali che, fno a qualche
anno fa, avevano lo scopo di fornire un
punto di vista indipendente ai medici che
sono continuamente, e legittimamente,
informati dalle industrie farmaceutice.
Il Bollettino di informazione sui farmaci
era la pubblicazione che meglio rispondeva
a questidea. Cercavamo di comunicare
lincertezza della medicina senza alcun
interesse di parte come solo unistituzione
pubblica pu fare, ricorda Antonio Addis,
in passato responsabile per linformazione
scientifca dellAgenzia e oggi membro
della sua Commissione tecnico scientifca:
Nella massima indipendenza e trasparenza
abbiamo affrontato temi spinosi, cercando
di dare ai clinici strumenti per una scelta
consapevole che li mettesse nelle
condizioni di somministrare ai pazienti la
terapia giusta. Quella pi effcace e meno
dannosa, dunque, e non quella meglio
propagandata dalle aziende. Il
Bollettinonon costava un euro ai
contribuenti: veniva fnanziato attraverso
un prelievo del 5 per cento sulle spese
sostenute dalle aziende farmaceutiche
per realizzare congressi.
Ma dal 2009 lAifa ne ha sospeso le
pubblicazioni. Stessa sorte toccata
a altre iniziative editoriali e alle attivit
di formazione a distanza che avevano
coinvolto oltre 160 mila utenti tra
medici, farmacisti, infermieri e altri
operatori sanitari.
In realt, il tentativo di sostituire il Bif
e le altre pubblicazioni con una rivista
di analogo livello cera stato. Non pi
di due anni fa lAgenzia aveva pubblicato
un bando europeo per laffdamento del
progettografco-editoriale di una nuova
rivista: Il Farmaco: un bimestrale con
una tiratura totale di 520 mila copie che
sarebbe dovuta costare circa 1,5 milioni di
euro. Ma poco dopo aver deciso la nomina
del vincitore del bando, lagenzia ha fatto
marcia indietro e lo ha revocato. A.Mic.
Ah, il francobollo!
luca pani, direttore generale dellaifa.
a sinistra: stefano cascinu, presidente
dellaiom
6 giugno 2013 | | 95
96 | | 6 giugno 2013
N
on tutte la paste so-
no uguali, ma tutte
sono frutto di un
processo tecnologi-
co studiato minu-
ziosamente. E in ogni passaggio
si conservano o si perdono le
qualit organolettiche del pro-
dotto. Che, per essere al meglio,
deve innanzitutto essere di gra-
no duro, con una giusta selezio-
ne della miscela di grani. Per
questo, un elemento discrimi-
nante anche il suo contenuto
in glutine. Infatti, anche se po-
tremmo pensare alla pasta co-
me una semplice fonte di car-
boidrati, nella quota di pro-
teine che risiede la qualit nu-
trizionale ed organolettica; e un
buon contenuto in glutine della
frazione proteica garantisce
un prodotto che al termine
della cottura manterr unele-
vata elasticit e consistenza,
limitando al minimo la perdita
di amido (con conseguente ri-
duzione dei valori nutriziona-
li) nellacqua di bollitura.
La buona pasta, non solo non fa in-
grassare. Certamente, in quanto fonte di
carboidrati, va tenuto in considerazione
il suo apporto calorico. Ma cominciamo
col dire che i carboidrati devono essere
il primo ed il pi importante dei macro-
nutrienti. Il 55-60 per cento circa delle
calorie totali di una dieta dovrebbe pro-
venire dai carboidrati. Perch pasta e
affni, nonostante il signifcativo appor-
to calorico, predispongono molto meno
al sovrappeso delle proteine e lipidi. E
questo perch i carboidrati vengono
smaltiti molto rapidamente dal nostro
organismo e, in presenza di bassi appor-
ti di altri macronutrienti, le calorie che
esse apportano vengono pi facilmente
disperse sotto forma di calore piuttosto
che essere accumulate. Ma non tutti i
carboidrati sono uguali. Gli zuccheri
semplici e raffnati (quelli dei dolci) sono
nocivi, perch quando consumati in ec-
cesso favoriscono un rapido accumulo
di energie. Quelli complessi, invece, co-
me lamido (il costituente principale
della pasta) sono i migliori, e questo in
ragione del loro ridotto indice glicemico:
un basso indice glicemico si traduce in
una pi prolungata saziet, un peso
migliore, un minore rischio di diabete.
Meglio ancora se ai carboidrati si asso-
cia un buon consumo di fbre alimenta-
ri: di fatto un prodotto integrale sicu-
ramente raccomandabile per la nostra
salute. Anche grazie alla buona funzio-
ne intestinale, operata direttamente
dalla fbra ed indirettamente da quella
quota indigerita di amido che, raggiun-
gendo la parte terminale dellintestino,
favorisce la crescita di una fora micro-
bica benefca.
Esistono paste con alto contenuto di
fbre, a basso indice glicemico, che rallen-
tano lassorbimento dei carboidrati, ridu-
cono il picco glicemico ed apportano un
maggior senso di saziet. Queste paste
possono apportare anche meno di 300
calorie x 100 g., contro le 350 circa di una
pasta normale. La pasta Kamut, invece,
di gran moda, non una variet di grano,
ma il nome di un marchio registrato per
commercializzare una variet di grano: il
Khorasan. Viene coltivato esclusivamen-
te con metodo biologico e con lo standard
pi alto di qualit. Confrontato con altri
tipi di grano apporta pi proteine e una
percentuale maggiore di alcuni sali sele-
nio, zinco e magnesio. Ha una migliore
digeribilit, ma i celiaci devono fare at-
tenzione perch ricca di glutine. Chi
affetto da questa intolleranza pu consu-
mare una pasta aglutinata o quella fatta
con farine di riso e mais (ne esistono an-
che di tipo integrale).
Senza dimenticare che la pasta al
dente pi digeribile di quella scotta,
come lo una pasta lunga rispetto alla
classica pastina. Tutto cio perch la
digestione inizia in bocca con la masti-
cazione e nella saliva presente un en-
zima, la ptialina, che permette una mi-
gliore digestione degli amidi della pa-
sta. Se una pasta al dente (e lunga)
siamo costretti a masticare di pi e
quindi la digeriamo meglio. n
Scienze alimentazione
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Metti la pasta nella dieta
Ci sono tipi a basso indice
glicemico. E con moltissime
fbre. Senza glutine. Di riso e
di mais. Ecco come scegliere
lo spaghetto giusto
Di nicola sorrentino
6 giugno 2013 | | 97
Salute Scienze
sopra: un branco di salmoni selvaggi. sotto:
la stanza multisensoriale al gaslini di genova
Ogm
Salmone bio-tech
un futuro pi sereno pu anche passare
per una stanza speciale, in cui trovare
risposte attraverso stimoli sensoriali a
eventuali defcit. la proposta del locale
su misura per prematuri, bimbi con
malattie genetiche o paralisi infantili gravi
creato allospedale gaslini di genova.
su modello dellolandese snoezelen,
studiato per favorire lo sviluppo di questi
bimbi, come racconta paolo moretti,
direttore dellunit operativa di medicina
Fisica e riabilitazione.
Cos questa strategia di recupero?
lambiente multisensoriale, che pu
essere impiegato non solo nei bambini ma
anche negli adulti, nasce per favorire la
riabilitazione di bambini con grave disabilit
cognitiva, sensoriale e motoria. lo scopo
quello di sostenere lo sviluppo senso-
psico-motorio facilitando il controllo delle
emozioni, il rilassamento, lorientamento
spaziale e temporale, linterazione con
lambiente, il linguaggio di comunicazione
non verbale.
Quali percorsi proponete?
allinterno di questa stanza il bambino
pu mettere in azione tutti e cinque i sensi
e pu fare interagire al meglio quelli che
funzionano, stimolando eventuali carenze.
Questo avviene attraverso una serie di
effetti luminosi, musicali e uditivi, di forme,
aromi e superfci tattili. il percorso non
viene fatto autonomamente dal piccolo,
sempre accompagnato da un terapista
e spesso anche da un genitore. proprio
il terapista, sulla base delle carenze
specifche del bimbo e sulle necessit di
recupero, attiva quindi gli apparecchi che
possono aiutarlo e sono disponibili nella
stanza. Fondamentale che il progetto
terapeutico venga studiato
specifcamente per ogni bimbo.
Federico Mereta
Pediatria
Una stanza tutta per lui
ColloQuio Con Paolo Moretti
altro che una mano santa contro il mal
di schiena: le iniezioni epidurali di steroidi
per sopportare i dolori aumentano il
rischio di fratture alla colonna vertebrale.
quanto sostiene uno studio dellHenry
Ford Hospital di Detroit presentato al
congresso della north american Spine
Society di Dallas. i ricercatori guidati
da Shlomo Mandel hanno analizzato
lincidenza di fratture a livello vertebrale
su un totale di 6 mila pazienti sottoposti
a trattamenti contro il mal di schiena.
Met dei malati, tra i diversi trattamenti,
aveva ricevuto anche somministrazioni
di steroidi per via epidurale. iniezioni che
si sono per dimostrate associate a un
aumentato rischio di fratture: pi 29%
per ogni somministrazione rispetto a chi
non si era sottoposto al trattamento.
i risultati, spiegano gli esperti,
sottolineano limportanza per i medici
di informare i pazienti del rischio che
corrono sottoponendosi a queste cure
e di condurre screening sulla salute delle
ossa prima di prescrivere le iniezioni.
Soprattutto nelle persone che soffrono di
osteoporosi. anna lisa Bonfranceschi
mal di Schiena
attenti a quelle
iniezioni
Ci sono voluti pi di dieci anni e decine di
milioni di dollari, ma lAquabounty oggi
vede il traguardo pi vicino. Il suo super-
salmone, il primo animale geneticamente
modifcato per crescere il doppio di quello
naturale nella met del tempo e destinato
allalimentazione umana ha ottenuto dal-
la Food and Drug Administraton il via li-
bera ambientale. Lagenzia, infatti, ha
detto che il salmone ogm non dovrebbe
avere un impatto signifcativo sullam-
biente; la proposta ora sar sottoposta al
giudizio dei cittadini per sessanta giorni,
scaduti i quali la commercializzazione
potrebbe essere davvero vicina.
Il nuovo pesce un salmone nel quale
stato inserito il gene dellormone della cre-
scita e questo gli permette di svilupparsi in
due-tre anni contro i tre-quattro dei pesci
naturali. Gli animali modifcati sono solo
femmine sterili che crescono in vasche
chiuse,e per questo non potranno mai accop-
piarsi e generare prole con specie selvatiche.
Secondo molti ambientalisti e associa-
zioni di consumatori sarebbe un prodot-
to inutile. Altri invece ricordano che il
consumo di acidi grassi omega 3, racco-
mandato ai cardiopatici per abbassare il
rischio cardiovascolare, in continuo
aumento, cos come quello di pesce, oggi
sempre pi scarso nei bacini naturali.
agnese Codignola
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Tecnologia
6 giugno 2013 | | 99
n. 22 - 6 giugno 2013
Lelezione del Presidente della Repubblica
ha mostrato un uso dei social media e in
particolare di Twitter tale da spingere alcuni
commentatori a preoccuparsi per linfuenza
sui rappresentanti in Parlamento. Luso dei
social media nel caso in questione stato
duplice: contestativo di alcune scelte e
propositivo di altre. In particolare, la scelta
del Pd di sostenere Franco Marini nel primo
turno di scrutinio stata contestata mentre la
scelta del M5S di sostenere Rodot ha
riscontrato successo anche nella base dei
democratici. Gi questo uso duplice dei
social media denuncia un luogo comune
apocalittico: i social network non servono
soltanto a protestare ma anche a proporre.
Unulteriore considerazione pu venire
dallassunzione di una generale
predisposizione sfavorevole verso Marini
(che infatti in Abruzzo non stato rieletto) e
favorevole verso Rodot (che di solito riempie
aule e piazze intervenendo sui suoi temi).
Una predisposizione favorevole che lo stesso
Pd ha testimoniato chiedendogli di candidarsi
alle ultime europee o di intervenire durante la
campagna elettorale per le politiche. Dunque,
il cosiddetto popolo del Web probabilmente
ha espresso un sentire diffuso ben al di l del
Web. Denunciando cos un altro luogo
comune apocalittico: chi in Rete, cio noi
tutti ormai, non vive sulla Luna. Di fronte a
tutto questo, i parlamentari non potevano
certo rimanere reclusi nel Palazzo e non tener
conto di ci che emergeva nelle loro cerchie
sociali. Soprattutto se si trattava di richieste
che alcuni tra gli stessi parlamentari avevano
a loro volta avanzato e che solo un gruppo
dirigente autoreferenziale non ha saputo
cogliere. I social media in questo caso sono
stati niente di pi che uno specchio fedele
di altro, della debolezza della politica
e in particolare del Pd. @antonio_tursi
Non solo cyber
Chi in Rete non
vive sulla Luna
di ANTONiO TURSi
Sono lontani i tempi di Me at the Zoo,
il primo video pubblicato su YouTube otto
anni fa, nel quale uno dei suoi co-fondatori
si faceva riprendere davanti alle gabbie
in una clip molto amatoriale. Il sito che ha
globalizzato il concetto di contenuti generati
dagli utenti (nonch gratuiti, cio fnanziati
attraverso la pubblicit) sta lavorando a una
serie di canali a pagamento. Per circa due
dollari al mese, a partire da una decina
di Paesi, i visitatori di YouTube potranno
abbonarsi ad alcuni canali premium,
che evidentemente ritengono di riuscire a
spiccare grazie allofferta dalla massa di
videofree. Si parla di contenuti per bambini,
musica, intrattenimento. Per chi li produce
sar un modo per ampliare e differenziare
le proprie fonti di reddito; per YouTube si
tratta di un ulteriore passo in un territorio
dominato negli Usa dalle piattaforme di
streaming Netfix e Hulu. Anche se, per il
sito di videosharing, ladvertising resta e
rester la base del proprio business: 1,3
miliardi di dollari di ricavi pubblicitari lanno
scorso; e questanno dovrebbe arrivare a 2
miliardi. Carola Frediani
Giornalismo
Cos si proteggono le fonti anonime
Lo STAND DI YoUTUbe ALLULTIMo MIPCoM,
LA FIeRA AUDIovISIvA DI CANNeS
business digitali | tWitteR e politica | RepoRting | messaggistica
Tutelare lanonimato delle fonti sempre
pi importante per il giornalismo investi-
gativo. Cos la rivista americana New
Yorkerha lanciato Strongbox, una cas-
setta della posta digitale sicura e anoni-
ma, sviluppata tra laltro da Aaron
Swartz, lattivista suicidatosi lo scorso
gennaio. Si tratta di una piattaforma on
line cui la gola profonda pu accedere
attraverso la rete Tor, che rende impossi-
bile tracciare il pc dellutente facendo
rimbalzare la sua connessione per il
mondo. Una volta caricato, il fle viene
criptato e inviato a un computer che sta
su una rete separata da quella della rivi-
sta. I giornalisti potranno accedere ai
materiali a loro volta attraverso un pc
sicuro connesso via Vpn, una rete priva-
ta protetta. Il fle pu essere quindi sca-
ricato su una pennetta e infne devesse-
re aperto e decriptato su un altro porta-
tile non connesso a Internet. C.F.
Video
YouTube a paGameNTo
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100 | | 6 giugno 2013
Tecnologia personal media
cosa arriva
dopo gli sms
6 giugno 2013 | | 101
M
entre navighiamo su
Facebook con il cellu-
lare, troviamo una
foto che ci interessa: ci
clicchiamo sopra con
il dito e facciamo par-
tire la chiamata con la
persona ritratta nellimmagine. Oppure ci
arriva una telefonata sul nostro numero di
cellulare e con un clic possiamo trasformar-
la in una videochiamata ad alta defnizione.
Gi che ci siamo, mandiamo al nostro in-
terlocutore una foto che abbiamo sul nostro
album di Facebook e poi coinvolgiamo
nella stessa conversazione un altro amico,
rendendola una videoconferenza a tre. Il
tutto magari senza nemmeno bisogno di un
clic: con un comando vocale o un gesto
davanti allo schermo del cellulare.
Comunicheremo cos, con il nostro cel-
lulare, in un futuro prossimo: sono daccor-
do esperti, operatori e big come Google,
Facebook. Tutte le ultime novit in fatto di
servizi di chat e telefonia sul cellulare vanno
in questa direzione: verso unintegrazione
di diversi modi di comunicare. La parola
scritta, la voce, il video, lo scambio di foto,
i social network. Tutto concentrato in una
stessa conversazione.
Ci credono molto anche gli operatori
mobili ed ovvio: la loro ultima chance di
tornare padroni delle chiacchiere tra i pro-
pri clienti. Pensiamoci: lultima volta che gli
operatori hanno rivoluzionato il nostro
modo di comunicare stato con il lancio
degli sms, negli anni Novanta. Poi le novit
sono venute tutte da big della Rete come
Google, Apple, Facebook, Skype (che di
Microsoft). Ma anche grazie ad aziende
ancora indipendenti, come Viber, fondata
da ex dipendenti di Yahoo!, e la cipriota
Whatsapp, che poche settimane fa ha rifu-
tato unofferta di un miliardo di dollari da
Google. Tutto questo mentre gli operatori,
seduti sugli allori, continuavano a spremere
la miniera degli sms: con margini di guada-
gno stratosferici, perch un sms ha un costo
industriale di meno di un centesimo di euro
ma costa al consumatore molto di pi.
Fine della pacchia: a decretare il declino
degli sms un recente studio di Informa
Telecoms & Media, secondo cui i messaggi
scambiati ogni giorno con i servizi internet
sono saliti ormai a quota 41 miliardi, nel
mondo: sono pi del doppio rispetto agli
sms. Gli utenti di quei servizi sono stati 3,5
miliardi, contro i 586,3 milioni di persone
che hanno mandato almeno un sms nel
2012. Il motivo semplice. Non solo la chat
molto pi interessante degli sms, ma
anche di fatto gratis: non una cosa che
lutente paga a parte. Gli basta sottoscrive-
re un canone per Internet mobile, che peral-
tro diventa sempre pi economico. Oppure
collegare il proprio telefonino da un luogo
dove c il Wi-Fi.
Soffre quindi il business degli operato-
ri, soprattutto in Olanda e Spagna. I rica-
vi da sms in Spagna sono calati a 785,5
milioni di euro nel 2011, ben lontani dai
fasti del 2007, quando erano a 1,1 miliar-
di di euro. In Italia gli sms sono ancora in
auge, un po perch i nostri utenti sono
meno giovani e pi tradizionalisti e un po
perch gli operatori si sono affrettati a
reagire con offerte aggressive: dando sms
illimitati o quasi a fronte di un canone
mensile. Gli sms mandati dagli italiani
sono aumentati quindi, ancora, nel 2012.
Ma, certo, ormai gli operatori possono
solo sognarsi i margini che facevano una
volta sul singolo sms venduto.
Non c tregua per loro. I big di internet
giocano al rialzo. Solo negli ultimi tempi:
Facebook ha inserito nella chat la possibili-
t di telefonare via internet (in VoIP), Apple
ha permesso le videochiamate (Facetime)
ovunque (prima solo su Wi-Fi, adesso anche
su reti mobili degli operatori). Da ultimo
Google, a maggio: ha rivoluzionato il
proprio servizio Hangout (chat e video-
chiamate con fno a dieci persone in con-
temporanea). Ora unapplicazione su
cellulari iPhone, Android e funziona anche
su computer. Si integra con Gmail e con il
social network Google+. Vive sulla cloud
di Google: quindi, ritroveremo intatte le
nostre conversazioni anche se cambiamo
dispositivo; le foto ricevute sono accessibi-
li sempre, via internet.
Come si vede, le novit di Facebook,
Apple e Google vanno nella stessa dire-
I servizi gratuiti via Internet stanno uccidendo
il vecchio messaggino. E i gestori telefonici
rispondono con nuovi prodotti pi evoluti
Di ALESSANDRO LONGO
102 | | 6 giugno 2013
zione: abbattere le barriere tra i servizi e
integrare tutti i mezzi di comunicazione. Vic
Gundotra, il responsabile del prodotto
Hangout, ha spiegato che lobiettivo pro-
prio quello di consentire agli utenti di fare
tutto, con tutti, tramite un solo servizio:
Alcune app invece richiedono luso dello
stesso sistema operati-
vo (chiaro il riferimen-
to a iMessage e Faceti-
me di Apple); altre
permettono le video
chiamate ma non di
scambiarsi foto. Han-
gout deve ancora com-
pletare il percorso ver-
so lapplicazione uni-
versale. A conferma
che questa la tenden-
za per i servizi di chat
Internet, la principale
critica contro Hangout
che ancora non per-
mette di fare chiamate
a numeri normali o di
mandare sms, a diffe-
renza di Skype. E il fat-
to di non funzionare sui
Windows Phone e sui
Blackberry, dice Nitesh Patel, analista di
Strategy Analytics, noto osservatorio spe-
cializzato in telefonia mobile.
Gli operatori sono sulla stessa strada, ma
decisamente in affanno. Hanno provato a
lanciare applicazioni analoghe, come Tu-
Me di Telefonica in Spagna (chat, video,
scambio foto) o la recente Libon della
francese Orange, che consente anche di fare
chiamate VoIP a prezzi scontati verso i
normali numeri di telefono. Operatori
giapponesi provano a inserire la possibilit
di giocare con altri utenti su Internet, nella
stessa applicazione di messaggeria.
Ma queste app degli operatori hanno
poche chance di diventare popolari come
quelle dei colossi di Internet, dice Patel. In
Italia, Telecom ha provato un approccio
diverso, come le app Tim Social e Tim
Cloud, che consentono di mettere su Inter-
net tanti fle personali e quindi condividerli
allinterno di un network di utenti che
hanno lo stesso servizio. Qualcun altro ha
provato invece a fare accordi con i colossi.
Facebook questanno ha creato una versio-
ne della chat Facebook Messenger persona-
lizzata per loperatore 3 Italia, che in prece-
denza aveva stretto invece un accordo con
Skype (ormai tramontato). Un segno tra i
tanti delle diffcolt in cui si dibattono i
gestori di telefonia, che prima facevano il
bello e il cattivo tempo.
Lorizzonte pi ambizioso a cui gli ope-
ratori lavorano una nuova tecnologia:
Rich Communications Systems. Peccato lo
facciano da anni con scarsi frutti. In teoria,
una rivoluzione: servizi di comunicazione
totale (voce, video, foto, chat) funzionanti
su tutti i cellulari, senza bisogno di installa-
re niente. Senza applicazioni, insomma:
tutto integrato nel cellulare, alla stregua dei
comuni sms. Ma fnora pochi operatori
lhanno fatto: in Germania e in Spagna, per
esempio, con liniziativa Joyn. Con il grosso
limite che il servizio funziona solo tra uten-
ti di operatori che lhanno lanciato. Abbia-
mo testato Joyn con un gruppo di utenti,
che per non sembrano averlo apprezzato.
Faremo unaltra sperimentazione a settem-
bre, dice Claudio Sironi, responsabile in-
novazione di Telecom. Gli operatori devo-
no insistere con i servizi integrati e conver-
genti, dice Pamela Clark-Dickson, autrice
dello studio di Informa. Il canadese Rogers
Wireless ha inventato lidentifcativo unico
associato a un numero di telefono, utilizza-
bile per accedere a tutti i servizi dellopera-
tore su cellulare o su pc, con chat e VoIP.
Una strada possibile.
Telecom lavora a un futuro in cui la
comunicazione mobile sar parte delle altre
cose che stiamo facendo, senza soluzione di
continuit, sostiene Sironi. Se vedo la
foto di una persona o il suo proflo su un
social network deve bastare un clic per av-
viare una videochiamata o per scambiare
un fle, su qualunque cellulare. Adesso inve-
ce spesso siamo costretti ad aprire unaltra
applicazione, dice Sironi.
Telecom, come altri operatori, confda
in particolare nellHtml5, la nuova ver-
sione del linguaggio che alla base del
Web. Con lHtml5 gli utenti potranno
comunicare tra loro direttamente da una
pagina web, con il browser, senza dover
installare niente, continua. I cellulari
non supportano ancora Html5, ma le-
strema speranza per gli operatori telefo-
nici di respingere lattacco di Google e gli
altri colossi del Web. n
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GOOGLE HANGOUT. Rinnovato a maggio, ha chat, videochiamate fno a dieci
partecipanti, scambio di foto. Basta un account di posta Gmail per usarlo.
IMESSAGE E FACETIME. Gli utenti di prodotti Apple hanno alcuni servizi integrati nei
cellulari, senza app esterne. Con un clic si mandano messaggi gratis e con immagini
(iMessage) o si avvia una videochiamata (Facetime). Funziona solo tra iPhone o iPad.
WHATSAPP. Circa 200 milioni di utenti e una popolarit crescente. Niente
registrazioni: lutente accede al servizio dando il proprio numero di cellulare. Funziona
su iPhone, Android, Windows Phone, Blackberry. Whatsapp di
unomonima azienda con sede a Cipro.
SKYPE Ha quasi un miliardo di utenti. Ampia gamma di funzioni:
chat, chiamate vocali e video, scambio di fle, possibilit di
chiamare (pagando) i numeri normali. Appartiene a Microsoft.
VIBER. Ha 200 milioni di utenti. su Android, Windows Phone,
Blackberry, iPhone e da maggio anche su computer. Permette
chat e chiamate vocali (gratis tra utenti Viber, a pagamento
verso numeri normali). Azienda fondata da due ex di Yahoo!.
FACEBOOK MESSENGER. Il popolarissimo social network ha
appena cominciato a integrare sistemi di comunicazione vocali
(VoIP) nella propria chat, dove possibile anche scambiare
messaggi, foto. Va su tutti i tipi di cellulari e computer, ma la
gamma di funzioni varia a seconda del dispositivo.
E tu preferisci WhatsApp o Facetime?
a SInIStRa: GlI uFFICI dI
FaCeBOOk a tOROntO.
SOttO: nIklaS
ZennStROm,
COFOndatORe dI SkyPe
Economia
6 giugno 2013 | | 103
n. 22 - 6 giugno 2013
Test allo sportello
Mutui fantasma
Pochi sanno che tre anni fa lallora ministro
della Giovent, Giorgia Meloni, ha istituito il
Fondo prima casa, 50 milioni di euro per i
giovani precari con fgli minorenni in cerca di
unabitazione. Il fondo consente di avere un
prestito agevolato. Ma il marchingegno, di
fatto, non ha funzionato granch: fnora solo
101 coppie in tutta Italia sono riuscite a
usufruirne.LEspresso ha svolto
unindagine sul campo, presentandosi in
una dozzina di agenzie bancarie romane.
E scoprendo che nessuna propone al
cliente i tassi pi bassi previsti dalla legge.
A Unicredit, che ha aderito al protocollo
ministeriale, la funzionaria responsabile
dei mutui propone varie opzioni, ma non
il mutuo agevolato. Spiega che del Fondo
non ha mai neanche sentito parlare.
Identica risposta allagenzia di Mps, dove
ammettono di non aver mai applicato il
tasso agevolato. Terzo tentativo con Intesa
San Paolo. Le carte del cronista sono in
regola: meno di 35 anni, Isee sotto i 35
mila euro, contratto precario, niente
immobili. La legge spiega che si pu
chiedere un mutuo fno a un massimo di
200 mila euro, mentre la casa non deve
superare i 90 metri. Niente da fare: anche
Intesa non ne fa cenno. E la storia si ripete
in tutte le altre agenzie visitate. Un vero
peccato: il Fondo aiuterebbe molto chi non
pu chiedere un normale mutuo: lo Stato fa
da garante per i richiedenti e la banca non
pu chiedere altre garanzie. Inoltre, lo Stato
tutela i mutuatari nel caso in cui uno di loro
o entrambi perdano il lavoro. Qualora
trascorrano 100 giorni senza che vengano
pagate le rate, la banca pu chiedere la
garanzia del Fondo e avviare la procedura
per il recupero della quota del credito fno
a 75 mila euro. I vantaggi teorici sarebbero
enormi. Per un mutuo a tasso fsso di 170
mila euro a 30 anni oggi le banche chiedono
in media una rata mensile di 973 euro,
che con il Fondo scenderebbe a 794 euro.
Peter DAngelo
L82 per cento. la quota del reddito
complessivo Irpef assicurata dai redditi
dei lavoratori dipendenti e dei pensiona-
ti. Con buona pace del principio di pro-
gressivit stabilito nel dettato costituzio-
nale. Nel 2012 (quindi redditi 2011) i
dipendenti hanno dichiarato 422 miliar-
di e 904 milioni di euro (52,83 per cento
del totale) e i pensionati 233 miliardi e
863 milioni (29,22 per cento). Gli auto-
nomi si sono invece fermati a 34 miliardi
e 674 milioni (4,33), i redditi da impresa
a 30 miliardi e 105 milioni (3,76), quelli
da partecipazione a 34 miliardi e 953
milioni (4,37) e gli altria 43 miliardi e
958 milioni (5,49).
Le statistiche sulle dichiarazioni dei
redditi dello scorso anno, pubblicate sul
sito del Dipartimento fnanze, sono state
analizzate da Fisco Equo, la rivista te-
lematica dell Associazione per la legalit
e lequit fscale. La percentuale di lavo-
ratori dipendenti e pensionati, scrive
Lelio Violetti, membro della Lef ed ex
responsabile delluffcio studi della Sogei,
in realt ancora pi alta, se si conside-
ra da un lato che la prima abitazione
(valore 8,5 miliardi) non concorre alla
formazione dellimponibile e dallaltro
che i redditi da lavoro autonomo, impre-
sa e partecipazione sono al lordo dei
contributi previdenziali, mentre quelli dei
salariati sono al netto. A rendere lIrpef
sempre meno progressiva hanno concor-
so tre scelte del fisco: la ritenuta alla
fonte sui redditi da capitale, limposta
sostitutiva applicata tra il 2008 e il 2011
ai soggetti cosiddetti minimi(commer-
cianti e professionisti sotto i 30 mila euro)
e lopzione della cedolare secca per i
proprietari di appartamenti affttati.
Stefano Livadiotti
Fisco iniquo
C reddito e reddito
Manager in pensione
Guarguaglini sfda Finmeccanica
CAPROTTI DYNASTY | buffeTT e lOleODOTTO | eNeRGIA: DOVe SbAGlIA leuROPA
A 76 anni Piefrancesco Guarguaglini non pensa proprio di ritirarsi. Dopo aver superato senza
conseguenze il terremoto giudiziario che lo ha investito, lex capo di Finmeccanica torna sul
mercato per fare concorrenza al colosso della difesa che ha guidato per un decennio.
Lingegnere di Castagneto Carducci a giugno 2012 ha creato la Gpm3, di cui presidente e
detiene il controllo assoluto (99 per cento), mentre l1 per cento in mano a Jacopo Baronti,
classe 1981. Entrambi siedono nel consiglio, a fanco di Marina Grossi, moglie di Guarguaglini
ed ex Ad di Selex Sistemi Integrati, controllata di Finmeccanica. Inizialmente Gpm3 doveva
concentrarsi sulla fornitura di servizi di consulenza. Ma qualche settimana fa i soci hanno
cambiato statuto. E allargato il raggio dazione alla commercializzazione di prodotti e servizi
nel campo dellalta tecnologia. Lo stesso mestiere di Finmeccanica e Selex. Camilla Conti
Distribuzione percentuale per tipo di reddito
sul totale nel 2011
Lavoro dipendente+
Pensione
82%
Lavoro autonomo+
Impresa+
Partecipazione
12%
Altri
redditi
6%
104 | | 6 giugno 2013
H
o deciso di raccontare la verit su mio padre
perch sono stufo di essere descritto come
uno stupido, forse anche un po ladro... Giu-
seppe Caprotti parla con voce tranquilla.
Mostra qualche imbarazzo solo quando deve
entrare nei dettagli pi personali del suo
duello con il pap Bernardo, proprietario dei
supermercati Esselunga, uno degli uomini pi ricchi dItalia e una
specie di leggenda dellimprenditoria nazionale.
la prima volta che Giuseppe, 52 anni, accetta unintervista da
quando, dodici mesi fa, iniziato lo scontro che ha portato la sua
famiglia di tribunale. Di pi: fnora non aveva mai rivelato la sua
versione dei fatti sulla clamorosa lite con il padre che, nel 2004,
lo allontan dallimpresa di famiglia, di cui era lerede designato.
La posta in palio della battaglia legale il controllo di un colosso
con 20 mila dipendenti e un giro daffari da 6,5 miliardi di euro.
Ma nel racconto di Giuseppe questo solo latto fnale di un
rapporto segnato da vertiginosi alti e bassi. Dalle lettere traboc-
canti daffetto che Bernardo scriveva al fglio in villeggiatura fno
alla perizia psichiatrica che gli fece fare a sorpresa, quando muo-
veva i primi passi in azienda. Quando tornai in uffcio, il diret-
tore del personale mi chiese di consegnargli il referto. Rifutai. Ma
le pare, confesso qualche diffcolt dinserimento e mio padre mi
fa mandare dallo psichiatra?, ricorda Giuseppe.
Caprotti senior un personaggio lo certamente. A 87 anni
det, va in uffcio tutte le mattine, ama pranzare in mensa con
gli impiegati ma fa fuoco e famme contro i sindacati. consi-
derato una specie di campione dellalta borghesia brianzola,
capace di regalare alla Pinacoteca Ambrosiana un dipinto di
scuola leonardesca acquistato allasta da Sothebys e di arruola-
re il regista Giuseppe Tornatore per girare un flm sullEsselunga,
in cui lui stesso recita vestito da fornaio. Ma noto in tutta
Italia soprattutto per gli attacchi ai concorrenti delle Coop ros-
se, sfdati con un libro - Falce & Carrello- regalato a migliaia
di persone e promosso con ogni mezzo tra gli scaffali dei suoi
141 supermercati.
Lantefatto della dynasty dei Caprotti risale al 1996. Con lo-
biettivo di preparare per tempo ogni questione legata alla succes-
sione, Bernardo gira le quote dellazienda al primogenito Giusep-
pe e alle sorelle Violetta e Marina Sylvia, che attraverso lo schermo
di una fduciaria diventano i proprietari dellEsselunga. Si tiene
lusufrutto sulla met delle azioni e il diritto di voto nellassemblea
della societ, in modo da continuare a comandare. Passano quin-
dici anni, segnati dai fatti che vedremo. Poi il blitz: nel febbraio
2011 Bernardo si riprende le azioni di Giuseppe e Violetta, i due
fgli nati dal primo matrimonio. Non si preoccupa di avvisarli: i
due fratelli se ne accorgono solo dopo qualche mese, quando la
fduciaria a cui erano intestati i titoli smette di mandar loro ogni
comunicazione. Bernardo non ha rivelato i motivi del suo gesto
nemmeno nei documenti dellarbitrato che ne seguito. Nei fatti
come se lintestazione ai primi due fgli fosse sempre stata fttizia,
una circostanza che rischia di causare un colossale procedimento
fscale (vedi larticolo a pagina 109). Anche per questa ragione
per noi fondamentale mettere in chiaro le responsabilit di tutta
questa vicenda, dice Giuseppe, spiegando la decisione sua e
della sorella Violetta di fare causa al padre.
QUEI POMERIGGI CON MINA
Giuseppe parte da una premessa: A mio padre sono profonda-
mente riconoscente, per tutto quanto ci ha dato e per le grandi
soddisfazioni dei diciannove anni che ho passato in Esselunga.
A dispetto del benessere di una famiglia di imprenditori da gene-
razioni, i suoi primi ricordi non sono per sempre rosei. Ber-
Economia dynasty
Tutto su mio
PAdRE
Giuseppe Caprotti, fglio di Bernardo,
patron di Esselunga, parla per la prima volta:
la diffcile convivenza, le accuse, il caso
Walmart e la rottura. Un duello che continua
Di luca piana - Foto Di Maurizio caMagna per lespresso
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giuseppe caprotti
106 | | 6 giugno 2013
nardo e la mamma di Giuseppe si separano quando lui ha appena
due anni. Con Violetta, nata da poco, viene affdato al pap e
cresce accudito dalle bambinaie. Anche se stato un padre as-
sente, sempre preso dal lavoro, ha saputo regalarci momenti di
grande gioia. Ricordo i viaggi che facevamo destate. E le dome-
niche passate ad ascoltare Mina, Jannacci, Sinatra, racconta.
Casa Caprotti per anche un luogo di liti, i cui contraccolpi
non facile dimenticare. I protagonisti sono Bernardo, i fratelli
Guido e Claudio e la loro mamma, Marianne, i cui dissidi sono
stati raccontati da lEspresso nel numero del 20 dicembre
2012: Durante un litigio Bernardo inizi a spingere nonna
Marianne per le spalle e la butt letteralmente fuori casa, nono-
stante lei cercasse di resistere. Il clima divent pesantissimo e lei
fu costretta a trasferirsi da alcuni conoscenti.
UN MOTIVO PER ODIARMI
Man mano che si avvicina la maggiore et, le attenzioni di Ber-
nardo aumentano. Al fglio quindicenne scrive: Ti voglio bene e
sono qui per aiutarti, come tu aiuterai me quando sar vecchio e
tu sarai pi gagliardo di me. Il momento sembra arrivare quan-
do Giuseppe, laureato in storia alla Sorbona di Parigi, entra nel
regno del padre, lazienda. Ricordo discussioni infnite per difen-
dere le mie idee. A volte i fatti hanno dato ragione a me, in altre
occasioni ci aveva visto bene lui, rievoca Giuseppe. Pian piano il
rapporto fra i due si fa sempre pi diffcile. Il fglio sale nelle ge-
rarchie aziendali ma, racconta, quasi smettono di parlare delle
questioni importanti. Comunicano soprattutto per lettera. Ber-
nardo gli riconosce diversi meriti: in una circolare interna del
maggio 2001 spiega che del successo dei nuovi megastore cittadi-
ni va dato merito al Dottor Giuseppe, che sullesempio ameri-
cano ha saputo puntare sui prodotti non alimentari e avviato la
scommessa del biologico. Il Dottor Giuseppe, per, riceve lava-
te di capo da ragazzino imberbe. Il 13 marzo 2001 scrive nel
modulo utilizzato da tutti per segnalare a Bernardo gli spostamen-
ti del giorno successivo che parteciper a un convegno sullindu-
stria del grocery.
Neanche andasse a
giocare a bocce. Ber-
nardo gli risponde
vergando a penna:
Questa bella! Vorrei vedere il materiale: invito (a pagamento?),
interventi di chi, presenze, relazione. Ancora oggi, Giuseppe
riesce a spiegare le reazioni di suo padre solo con una citazione
dalle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar: Dice
pi o meno cos: Eravamo troppo diversi perch potesse trova-
re in me quel continuatore docile che avrebbe usato i suoi stessi
metodi e fatto i suoi stessi errori. Ma era obbligato ad accettar-
mi. Ed era uneccellente ragione per odiarmi.
SI PRENDA UNA VACANZA
La svolta risale al 9 gennaio 2004. Giuseppe amministratore
delegato da un anno e mezzo. Ha cambiato alcuni manager. Ha
aperto ai sindacati. Ha commesso lerrore di rilasciare unintervi-
sta a un settimanale, che lha chiamato Mr Esselunga. La
mattina viene convocata una riunione dei dirigenti nel quartier
generale, alle porte di Milano. Allesterno sono parcheggiate
quattro Mercedes nere. Ma la riunione non ci sar: solo una
scusa per assicurarsi che tutti siano presenti. Bernardo chiama
Giuseppe e gli comunica che tre dirigenti sono stati licenziati. Il
motivo? Tutto partito sei mesi prima con un report interno di
cinque pagine, scritto da un manager della vecchia guardia, ricco
di allusioni ma povero di riscontri oggettivi, dove vengono venti-
lati possibili favoritismi nei confronti di alcuni fornitori. Dalle
fnestre tutti osservano i tre fatti salire sulle auto nere, uno dopo
laltro. La quarta Mercedes resta vuota. Una scena da processo
staliniano. Il giorno dopo Giuseppe va dal padre. Gli chiedo se
lultima automobile era per me. Mi risponde, ridendo: Non an-
cora. Dopo qualche settimana la sua segretaria mi suggerisce di
prendermi una vacanza. Al rientro vengo parcheggiato in una
societ esterna. Continuo a chiedere chiarimenti ma non mi viene
Economia
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BernArdo CAprotti. A deStrA: un SuperMerCAto eSSelungA
6 giugno 2013 | | 107
mai fornita alcuna prova di comportamenti disonesti da parte dei
tre dirigenti. Poco dopo leggo sui giornali che mi ha tolto tutte le
deleghe. Da allora non ho pi messo piede in azienda, racconta.
IL RISCATTO DEL CAPOBANDA
Incapace e un po ladro, dunque la sentenza - immotivata e
inappellabile - su Giuseppe, che nel tempo viene ripetuta pi
volte. In una nota internadellottobre 2005 Bernardo parla te-
stualmente di una banda del Dottor Giuseppe. E in Falce &
Carrello scrive che sotto la gestione del fglio aveva trovato
spazio un ciarpame manageriale di cui per fortuna fu facile
liberarsi. da allora che Giuseppe si rimprovera un errore: La
sua opera di demolizione psicologica mi ha paralizzato per al-
cuni anni. Non sono stato abbastanza forte da troncare i rap-
porti e ho sbagliato ad accettare di continuare a ricevere lo sti-
pendio. Nel frattempo, per, ha condotto un minuzioso lavoro
di ricostruzione per capire i motivi della rottura. Ha steso un
elenco con le 158 persone, dai manager
alle semplici segretarie, che dopo di lui sono
stati allontanati dagli uffci: Alcuni erano
in Esselunga da 37 anni. Ci sono il suo av-
vocato di sempre e il suo braccio destro fn
dagli esordi, Paolo De Gennis. Non crede
che siamo un po troppi per una banda di
ladri che operava nellombra?, sorride.
Una soddisfazione stata ricevere una
raccomandata dallautore del report inter-
no allorigine dei primi tre licenziamenti, un
dirigente di nome Gianni Lembo. Poco
dopo aver cambiato impiego, ha scritto a
Giuseppe di aver fatto presente al padre che
quando era lei a dirigerla, larea commer-
ciale veniva gestita secondo criteri molto pi precisi e puntuali.
Non lunico documento con cui si presenta allintervista. Per
corroborare la sua verit, ha raccolto dai cassetti di famiglia atti,
lettere, persino gli appunti dello zio Guido, che per primo, con
lamico Marco Brunelli e Bernardo, ha avuto lidea di creare
lEsselunga e che purtroppo scomparso da poco. Gi trentanni
fa zio Guido biasimava labitudine di Bernardo di non risponde-
re alle richieste di spiegazioni e di dividere i familiari in clan,
racconta, illustrando le memorabilia di famiglia.
LA STRAFOTTENZA DI ZUNINO
A Giuseppe interessano soprattutto le prove di quello che lui chia-
ma il putsch del 2004. Bernardo si vantato pi volte di aver
rimesso in sesto lazienda dopo la gestione del fglio. I bilanci
dellEsselunga in quegli anni per Giuseppe fanno per nascere
vari dubbi. Il primo riguarda i premi promozionali che i fornitori
pagano a seconda dei volumi di vendita raggiunti dai loro prodot-
ti. Ci sono 36,4 milioni di euro di premi che
sono stati contabilizzati nel 2004 ma che, in
realt, erano relativi al 2003, spiega. Il se-
condo dubbio riguarda unaltra voce che ha
fatto impennare i conti del 2004 un proven-
to straordinario di 23,9 milioni da parteci-
pazioni in imprese controllate- sulla quale
ha chiesto invano spiegazioni. Mio padre
mi ha accusato, sono parole sue, di aver
ammaccato i bilanci. In realt, i sessanta
milioni di queste due voci hanno leffetto di
migliorare i conti del 2004 e di affossare
quelli del 2003, analizza Giuseppe.
SUL PIAZZALE SONO
PARChEggIATE
qUATTRO mERCEDES
NERE. vI SALgONO
TRE mANAgER
LICENZIATI. LA
qUARTA PER mE?,
ChIEDE gIUSEPPE
Dipendenti Numero Fatturato Utile ante imposte
punti vendita in milioni di euro in milioni di euro
Coop 52.799 1.468 11.600 183,70
EssElUNga 19.685 141 6.445 356,84
Carrefour ItalIa 16.528 450 5.405 0,03
auChan ItalIa (1) 18.654 328 5.158 - 0,01
(1) Il gruppo auchan opera anche con le insegne Sma, Cityper, Simply
fonte: fonte: r&S Mediobanca, dati riclassifcati relativi ai bilanci 2011
Caprotti re dellutile
108 | | 6 giugno 2013
Le sorprese sono numerose. I documenti
inediti rivelano che dal 1998 il gruppo aveva
sottoscritto contratti derivati per 560 milioni
di euro, su cui nel 2002 iniziava a registrare
ingenti perdite. Spiega Giuseppe: Erano
tutte operazioni effettuate prima che diven-
tassi amministratore delegato e delle quali io
e Violetta, che pure eravamo in consiglio, non
abbiamo mai saputo nulla. Possiamo solo
presumere che fossero avallate da Bernardo
e dal direttore finanziario Carlo Alberto
Corte Rappis. Per inciso: lo stesso dirigente
che, con Caprotti senior, qualche anno prima
aveva patteggiato una pena per una storia di
tangenti alla Guardia di Finanza. Un altro
incartamento documenta come Bernardo
avesse prestato 130 milioni di euro a Luigi
Zunino, limmobiliarista che aveva il compito di muoversi nella
giungla delle approvazioni per costruire i nuovi supermercati. Lo
stesso Bernardo, a un certo punto, temeva che Zunino potesse
fallire, lasciandolo in un mare di guai. E, in un memorandum ri-
servato datato 19 marzo 2003, si lamentava dellatteggiamento
strafottente dellimmobiliarista: Non ho dormito tre mesi nel
timore di aver esposto lazienda a un colossale dissesto.
VOLEVA VENDERE
Non cera nessun furto, dunque. E nessuno, neppure Bernardo,
esente da errori quando si gestisce un colosso. Ma quel che colpi-
sce il tratto umano. Giuseppe ricorda un pranzo del dicembre
2003, pochi giorni prima delle Mercedes nere: Ci troviamo per
festeggiare il mio compleanno. Lui parla tutto il tempo, senza
dirmi nulla di quanto sta preparando. Quando rientriamo in uf-
fcio, cominciamo a discutere. Alza la voce, come fa sempre perch
tutti lo sentano, e grida: Se non esci da qui, chiamo le guardie.
Gli rispondo che dovrebbe vergognarsi. Anche per i fatti succes-
sivi servirebbe un romanzo. Giuseppe ha scoperto che nel 2007
Bernardo ha donato un milione di euro a testa ai dirigenti che
avevano avuto il compito di licenziare i primi tre manager. Soldi
prelevati dai suoi conti personali, non da quelli dellazienda. Di
recente, poi, entrato in contatto con un fornitore che gli ha
raccontato come un emissario dellEsselunga, allepoca del putsch,
gli avesse offerto di aumentare i suoi contratti in cambio di una
bugia: doveva raccontare di essere stato vittima di un tentativo di
estorsione da parte degli uomini di Giuseppe, che volevano fare
la cresta sullacquisto di verdure.
Un passaggio decisivo la sforata vendita dellEsselunga al
gruppo americano Walmart, nel 2005. In pubblico Bernardo
diceva sempre che non avrebbe venduto mai. Ma quellanno mi
ha fatto sottoscrivere un accordo fduciario, depositato dal no-
taio, per procedere alla cessione dellazienda: prevedeva una
donazione di una parte delle mie azioni, i corrispettivi che ciascu-
no avrebbe ricevuto dalla vendita, il conferimento degli immo-
bili in un trust in favore dei miei tre fgli e una procura per dare
a lui modo di concludere, racconta Giuseppe. Proprio su questo
documento salt tutto: Io ero disponibile a una procura che
servisse esclusivamente a vendere, lui insisteva per un mandato
pi generale che gli avrebbe dato modo di fare qualsiasi cosa,
anche accedere al mio conto in banca. Nelle risposte alle lettere
di spiegazioni che Giuseppe gli scrive, il padre a volte concilian-
te. A volte picchia duro. Il 9 dicembre 2010 dice al fglio che
vorrebbe sue notizie: Non so se la tua av-
versione nei miei riguardi te lo impedisca.
Penso che questa situazione sia per te pesan-
te, forse non quanto per me. Cinque
mesi pi tardi, l11 aprile 2011, dimentica
di averlo chiamato capobanda: Io non
ho mai sentito dire che tu sei un disonesto.
Certamente queste dicerie sono una conse-
guenza della tua propaganda. In questa
ultima lettera ci sono alcuni riferimenti
molto personali. Manca una notizia fonda-
mentale: due mesi prima Bernardo si ripre-
so le quote dellEsselunga di Giuseppe e
Violetta. Una mossa per la quale il fglio
ancora non trova un perch: Ora per so
che non posso vantare lesclusiva del tratta-
mento che ho ricevuto. Lui vuole essere e
restare onnipotente. n
Economia
violetta caprotti in un supermercato
C un risvolto fscale che pu valere decine di milioni di euro nella battaglia legale per
il controllo dellEsselunga. Tutto nasce dalle norme tributarie che regolano i redditi che
provengono dai dividendi che una societ paga ai propri azionisti. Limposta sul reddito
delle persone fsiche (lIrpef), in questo caso, si applica soltanto sul 40 per cento
dei proventi garantiti dai dividendi. La situazione cambia nel caso di unintestazione
fttizia - o di un cosiddetto portage - delle quote azionarie di una societ, come il fsco
potrebbe sostenere nel caso di Esselunga, visto il modo in cui Bernardo Caprotti si
ripreso le azioni intestate nel 1996 ai fgli. I guadagni realizzati in questi anni su quelle
partecipazioni avrebbero dovuto essere dichiarati sotto una dicitura diversa, quella di
redditi diversi. Che vanno interamente nella base imponibile su cui calcolare lIrpef,
e non solo in misura limitata al 40 per cento. La Supermarkets Italiani (come si chiama
la holding di Essleunga) non ha sempre distribuito un dividendo in maniera regolare. Ma
ci sono anni in cui i soci si sono visti staccare una super cedola. Un esempio il 2006,
quando stato pagato un dividendo straordinario di 368,8 milioni di euro. E in questo
caso, la differenza fra la tassazione dei dividendi e quella piena non poca cosa.
Il fsco accende un faro
110 | | 6 giugno 2013
U
n presidente, un miliardario,
una ferrovia e un oleodotto. A
seconda della decisione che il
presidente prender sulloleo-
dotto, il miliardario potr di-
ventare ancora pi miliardario perch i suoi
treni produrranno pi profitti. Ecco la
storia che nei prossimi mesi rischia di infuo-
care due dibattiti in una volta: quello sulle
politiche di Obama per lambiente e quello
dei rapporti del presidente con i suoi fnan-
ziatori. La miccia sar il s o il no alla co-
struzione del Keystone XL Pipeline, un tubo
lungo 2.700 chilometri che dal confne con
il Canada dovrebbe trasportare petrolio
fno alle raffnerie di Port Arthur, in Texas.
Loleodotto parte molto a nord, in Cana-
da, per lesattezza nello Stato di Alberta,
dove quasi allinizio del circolo polare arti-
co ci sono le sabbie bituminose. una mi-
niera a cielo aperto dalla quale si ricava
petrolio trattando un terreno sabbioso
imbevuto di bitume. Questo petrolio ha
come destinazione naturale le raffnerie
degli Stati Uniti, che acquistano il 99 per
cento di tutta la produzione canadese de-
stinata allesportazione. La TransCanada,
una societ che ha gi costruito un lungo
tubo che da Haridsty, in Canada, arriva
fno a Steele City, in Nebraska, e poi si al-
lunga a est raggiungendo Patooka, in Ili-
nois, ha progettato una seconda pipeline
che dovrebbe arrivare dal Canada sino
alle coste texane bagnate dal Golfo del
Messico con un rotta molto pi diretta
attraverso gli stati del Montana, del South
Dakota e del Nebraska.
Se in Canada non ci sono stati molti
problemi sul tracciato delloleodotto, il
progetto in terra americana ha scatenato
un inferno di proteste ambientaliste guida-
te dagli attivisti del Sierra Club. Michael
Brune, il direttore esecutivo
dellorganizzazione, riuscito a
portare in una gelida giornata
dello scorso febbraio decine di
migliaia di persone a manifestare
a Washington, davanti alla Casa
Bianca, con lo scopo di convince-
re lamministrazione Obama a
bocciare anche la seconda ipote-
si di tracciato in terra statuniten-
se, in particolare il passaggio del
tubo in Nebraska. Secondo il
progetto, loleodotto avrebbe
dovuto attraversare larea delle
Sand Hills che copre la regione
acquifera di Ogallala, la fonte di
acqua potabile e per irrigazione
di decine di milioni di persone. La
sola idea di una perdita di petro-
lio in questa zona ha fatto s che
la Casa Bianca decidesse per il
blocco dei lavori, motivato dalle
norme che richiedono il permes-
so dei Dipartimento di Stato
quando infrastrutture di questo
tipo arrivano da una Stato stra-
niero, e una nuova progettazione
con obbligatorio studio di impat-
to ambientale.
Oggi, Keystone completo in
terra canadese e attende i per-
messi del governo federale per il
tratto che va dal confne sino a
Steele, in Oklahoma. Invece il tratto tra
Steele e Port Arthur ha ottenuto i permes-
si necessari ed gi stato costruito per due
terzi dei 780 chilometri di lunghezza: i
lavori furono inaugurati personalmente
da Barack Obama.
Le polemiche tra i sostenitori della neces-
sit di completare al pi presto lopera e
coloro che invece vorrebbero cancellarla o
quantomeno far passare il tubo in una zona
non sensibile dal punto di vista ambientale
hanno anche compreso la discussione su
quanti posti di lavoro questa impresa potr
creare. I sostenitori ritengono che ci saran-
no oltre 20 mila nuovi impieghi, i contrari
parlano di qualche dozzina. Alla fne in-
tervenuta in prima persona la TransCanada
dicendo che per la costruzione servono
Economia usa / progetti controversi
Quelloleodotto
non sha da farE
Oggi portare il petrolio con i suoi treni un affare per Warren
Buffett. Domani tutto potrebbe fnire. Ma gli ambientalisti...
Di antonio carlucci Da new york
Warren Buffett
6 giugno 2013 | | 111
3.500 lavoratori diretti, mentre per far
funzionare loleodotto che potr trasporta-
re 830 mila barili di petrolio al giorno sa-
ranno suffcienti 35 addetti.
In attesa della decisione fnale, prevista
tra la fne dellestate 2013 e lautunno, il
petrolio canadese e quello americano dei
Bakken Field del North Dakota viaggiano
in ferrovia fno alle raffnerie. Rotaie, sta-
zioni, locomotori, vagoni, pi tutte le infra-
strutture appartengono al miliardario War-
ren Buffett, che ha comprato nel 2010 la
societ Burlington Northern Santa F, co-
nosciuta come Bnsf, per 26,5 miliardi di
dollari. Per lacquisizione Buffett ha utiliz-
zato la sua societ cassaforte, la Berkshire
Hathaway, che gi possedeva il 25 per
cento delle azioni della Bnsf e che offr 100
dollari per azione per il controllo totale.
Buffett ha cos messo le mani su uninfra-
struttura ferroviaria che dispone di una
rete lunga oltre 50 mila chilometri: dal
Golfo del Messico alla Califonia, dalla re-
gione dei Grandi Laghi ai porti del Pacifco
degli Stati di Washington e Oregon. La
Bnsf la seconda societ ferroviaria specia-
lizzata nel trasporto di merci sia per esten-
sione degli impianti sia per fatturato.
Negli ultimi anni, il Canada ha pompato
sempre pi oro nero dai suoi giacimenti e
ha intensifcato lo sfruttamento delle sabbie
bituminose. Gli Stati Uniti hanno lanciato
quella strategia che vuole il paese autono-
mo dal punta di vista energetico e hanno
accelerato lestrazione, soprattutto di gas.
Per queste ragioni, la domanda di trasporto
delloro nero fno alle raffnerie o ai porti
dove viene caricato sulle petroliere per es-
sere inviato in altri paesi, cos alta che non
pu essere interamente soddisfatta dalle
strutture ferroviarie made in Usa. Nellulti-
mo anno linvio di petrolio via ferrovia
aumentato del 44 per cento, tanto da obbli-
gare tutte le societ ferroviarie a nuovi in-
vestimenti. Una manna per leconomia
americana: gli economisti calcolano che per
ogni dollaro investito in binari, vagoni,
stazioni se ne generano altri tre in investi-
menti correlati.
Il fatturato dei treni di Buffett miglio-
rato anno dopo anno: nel 2010 venivano
trasportati 321 mila barili al giorno e la
previsione per lanno prossimo di 700
mila barili al giorno. Il trasporto via ferro-
via costa dai 20 ai 28 dollari al barile,
mentre quello via oleodotto pi basso:
dai 3 ai 5 dollari in meno rispetto al treno.
Il boom di Bnsf, grazie alla domanda
maggiore dellofferta, si allargato alle
societ che costruiscono vagoni adatti a
contenere il petrolio grezzo e una delle
societ pi importanti, Union Tank Car,
appartiene sempre a Buffett.
Il miliardario diventato il bersaglio
preferito della stampa conservatrice che lo
indica come il burattino che manovra non
solo le manifestazioni degli ambientalisti
ma anche il presidente Barack Obama
avendolo convinto a rallentare, se non a
fermare per sempre, la costruzione dello-
leodotto.
Se non esistono prove di pressioni del
miliardario sul presidente ( noto invece il
sostegno politico di Buffett a Obama, a
cominciare da una politica fscale che faccia
pagare di pi ai ricchi, e alcuni fnanziamen-
ti nel corso degli ultimi anni alle sue cam-
pagne elettorali). La polemica stata cos
forte, che Buffett ha deciso di uscire allo
scoperto con un comunicato con il quale ha
smentito di aver mai parlato con il presi-
dente o con membri del governo delloleo-
dotto Keystone. E ha aggiunto: Non ho
alcuna qualifica per avere opinioni che
possano aiutare nelle decisioni non essendo
un ingegnere, n un geologo.
Ma tutti attendono comunque la deci-
sione fnale del governo federale e della
Casa Bianca. E quel giorno, le polemiche
saranno ancora molto forti. Se Keystone
sar bocciato la destra accuser il presi-
dente di essere un campione del crony
capitalism, il capitalismo degli amiconi, se
invece sar bandiera verde per la pipeline
saranno gli ambientalisti a prendersela
con la Casa Bianca. n F
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CANADA Fort McMurray
Sabbie bituminose
Sans Hills
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Billings
Denver
Montana
Alberta
Manitoba
Ontario
Illinois
Nebraska
Missouri
N.D.
S.D.
Golfo
del
Messico
Oceano
Pacico
Oklaoma
Texas
Regina
Winnipeg
Omaha
Steele City
Patoka
St.Louis
Cushing
Dallas
Houston
Port Arthur
STATI UNITI
MESSICO
Oleodotto Keystone
esistente
Proposta
di ampliamento
Dal Canada al Golfo del Messico
Il costo vIa
ferrovIa dI 20-28
dollarI a barIle.
quello vIa tubo
InferIore dI 3-5
dollarI
112 | | 6 giugno 2013
L
a scorsa settimana, i leader
europei hanno espresso forti
preoccupazioni per lalto co-
sto dellenergia in Europa e
per limpatto che questo pu
avere su famiglie e imprese. Ancora una
volta, per, sono rimasti fermi a una
politica europea dellenergia che sembra
un libro di propositi e slogan astratti
ripetuti dietro un muro dipocrisia da chi
conosce superficialmente i problemi
dellenergia e soprattutto ritiene di
vivere in unoasi di benessere in cui
possibile permettersi molti lussi. Faccio
solo alcuni esempi.
Ancora oggi, sotto la spinta della Ger-
mania e con la complicit di tutti gli altri
paesi, lEuropa mette al centro delle sue
politiche lo sviluppo delle energie rinno-
vabili. Ma in tempi di crisi, le rinnovabili
rappresentano un fardello sempre pi
pesante da sostenere per i cittadini europei
che, perlopi ignari, ne pagano lalto costo
nelle loro bollette elettriche: nella sola
Germania, questo costo per i contribuenti
stato di 17 miliardi di euro nel 2012.
Tuttavia, mentre lUnione europea confer-
ma imperterrita questa politica, il vecchio
carbone espugna i benefici ambientali
prodotti dalle rinnovabili.
Nel 2012, le esportazioni di carbone
statunitense verso lEuropa sono cresciute
di quasi il 25 per cento, trovando come
acquirenti pi forti imprese britanniche e
guarda caso - tedesche. Negli Stati Uniti
si prevede che lexport di carbone verso
lEuropa aumenti di un altro 30 per cento
questanno, complici i prezzi stracciati del
carbone americano.
Peccato che il carbone sia la fonte di
energia non solo pi inquinante, ma an-
che pi dannosa per emissioni di anidride
carbonica. Peccato che il suo revival,
unito alla bassa domanda di elettricit e
ai costi stracciati dellelettricit da rinno-
vabili nei momenti di picco di una gior-
nata, stia mettendo in crisi molte cen-
trali elettriche alimentate a gas natura-
le, costringendo a prevederne la chiusu-
ra o il congelamento in molti paesi eu-
ropei. Peccato, infne, che le centrali a
gas siano non solo pi pulite di quelle a
carbone, ma anche integrabili con le
rinnovabili, in quanto possono com-
pensare immediatamente la caduta di
produzione elettrica da fonti intermit-
tenti come sole e vento quando sole e
vento non ci sono.
Ma dallEuropa non uscita una sola
parola su queste contraddizioni e nella
verdeGermania la rinascita del carbone
passa sotto silenzio, mentre lindustria te-
desca quasi completamente esentata dal
pagare lextra-costo elettrico delle rinnova-
bili per non perdere competitivit , cosicch
lintero fardello ricade sulle famiglie tede-
sche (a differenza dellItalia, dove il fardello
lo pagano tutti).
Non contenti, i politici europei conti-
nuano a stravedere per i biocarburanti,
dopo aver a lungo sbagliato a defnirne le
qualit (non si erano accorti che i biocar-
buranti detti di prima generazione com-
portavano pi danni che benefci), e sen-
za aver capito che una loro produzione
intensiva comporta consumi di acqua, di
fertilizzanti, impoverimento della terra e
costi che ancora una volta lEuropa
non pu permettersi.
Nel frattempo, per, la Ue sembra pre-
occupata, almeno a parole, dal divario di
costo dellenergia europea rispetto a quel-
lo statunitense, che offre un vantaggio
competitivo enorme allindustria manifat-
turiera americana. Purtroppo, il vantaggio
incolmabile. LAmerica lArabia Saudi-
ta del carbone, la pi economica e sporca
tra le fonti di energia, e grazie alla rivolu-
zione dello shale gas (che in Europa non
sar possibile, nonostante alcune aspetta-
tive malfondate - vedi box a destra) ha
prezzi del gas che oggi sono poco pi di un
terzo di quelli europei. Cos in Europa
avanza unaltra idea superfciale: puntare
a importare pi gas dagli Stati Uniti e da
altri paesi, cos da abbassare il costo del
gas europeo. Tuttavia, negli Usa le autoriz-
zazioni a esportare gas sono concesse con
il contagocce, poich pi gas si esporta, pi
ne sale il prezzo interno. Difficilmente
entro il 2020 gli Usa esporteranno pi di
80 miliardi di metri cubi di gas (grossomo-
do lintero consumo italiano di un anno),
e gran parte di quel gas andr verso lAsia
dove i prezzi sono molto pi remunerativi
di quelli europei. Non solo. Per produrre
gas in grande quantit, lindustria ameri-
cana ha bisogno di un prezzo interno di
almeno 5 dollari per MBtu (lunit di mi-
sura usata nel settore per valutare il meta-
no a parit di potere calorifero), ed
probabile che presto arrivi a quei livelli.
Per valutare il costo di esportazione, a
questo prezzo (materia prima) vanno ag-
giunti almeno 3,5 dollari di costo di capa-
cit (liquefazione del gas), pi altri 2 dol-
lari di costo trasporto e perdita di volumi.
Risultato: nel migliore dei casi, lacquiren-
te europeo del gas americano non avr un
LEuropa sogna il sole
ma va avanti a carbone
Si punta sulle
rinnovabili, ma a
parole. Si progettano
gasdotti, ma il gas
non c. Processo
alle politiche
energetiche del
Vecchio Continente
Leonardo Maugeri
Economia
6 giugno 2013 | | 113
grande vantaggio rispetto a un prezzo
medio del gas di circa 11 dollari per MBtu
che viene pagato oggi alle frontiere euro-
pee. Ma lillusione forte, anche perch
ripetendo un copione consueto - lUnio-
ne Europea usa dati vecchi: in particolare,
per analizzare il mercato americano del
gas ha usato i dati del 2012, quando il gas
negli Usa costava la met di oggi. Lillusio-
ne di poter importare pi gas da nuove
fonti a prezzi pi vantaggiosi va oltre gli
Stati Uniti e trascina con s unaltra idea
balzana per i consumatori europei: quel-
la di costruire pi infrastrutture di rigas-
sifcazione e trasporto in Europa. LItalia
ha dato il meglio di s nella sua interpre-
tazione di questa idea, proponendosi
come hub (snodo) europeo del gas. Que-
sto signifca costruire nuove infrastruttu-
re che saranno perlopi sottoutilizzate,
visto che gran parte
del nuovo gas disponi-
bile nel mondo andr
verso i mercati asiatici
e quello che rimarr
non sar molto econo-
mico poich i costi di
liquefazione stanno
aumentando in modo
vertiginoso. Qualcu-
no, per, quelle infra-
strutture le pagher:
chi? I soliti cittadini,
che se le vedranno
spalmate in bolletta,
come le rinnovabili, i
Cip 6 e tanto altro
ancora. Lunico ap-
pello sensato uscito
dal vertice europeo quello di connet-
tere i gasdotti esistenti in Europa e rea-
lizzare fnalmente un mercato integrato
del gas. Ma un tema di cui si parla da
almeno dieci anni, e se ne continua
soltanto a parlare. Per il resto, nessuna
idea nuova e nessuna ammissione di
ipocrisia e errore che possano far spe-
rare in un corso diverso delle cose.
leonardo _maugeri@hks.harvard.edu
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Se ne parla su www.espressonline.it
Anche se lEuropa decidesse di aprire
le porte al fracking, o fratturazione idraulica
- la tecnologia che ha consentito agli Stati
Uniti di produrre enormi quantit di gas
e petrolio da formazioni non convenzionali -
lEuropa non potrebbe mai replicare una
rivoluzione shale di stile americano.
Questo non tanto per le possibili opposizioni
ambientali a una tecnologia che molti
ritengono devastante (a mio parere
con troppe esagerazioni) o per la mancanza
in Europa di diritti privati di sfruttamento
del sottosuolo.
No, il problema c, anche se ancora
nessuno ci ha fatto davvero caso.
Il problema che se anche esistessero
grandi formazioni shale a basso costo in
Europa cosa alquanto dubbia sarebbe
necessario perforarle di continuo a ritmi
impressionanti, perch la produzione
di ogni singolo pozzo shale decresce
drasticamente in pochi mesi.
Nel 2012, negli Stati Uniti sono stati messi
in produzione oltre 4 mila nuovi pozzi di
shale oil, quando nel mondo intero (con
leccezione di Stati Uniti e Canada) il numero
dei pozzi di petrolio e gas convenzionali e
non - portati in produzione stato di circa
3.900 unit (di cui poco pi di 100 in Italia).
Inoltre, la maggior parte dei pozzi shale
americani stata perforata in Stati come
Texas e North Dakota, con bassissima
densit di popolazione e lunga storia
di perforazione intensiva. In Nord Dakota
oggi necessario portare in produzione
pi di mille pozzi lanno solo per mantenere
i livelli produttivi raggiunti alla fne del 2012.
LEuropa (e lItalia) non solo non hanno
i mezzi tecnici per affrontare un processo
cos pervasivo, ma non potrebbero mai
accettare lintensit che questo implica,
ossia una perforazione senza precedenti
di migliaia di pozzi ogni anno in aree
densamente popolate come quelle
del nostro continente. L. M.
Ed impossibile la rivoluzione shale
UNA mINIErA DI CArboNE.
NELLA pAGINA A FIANCo:
LEoNArDo mAUGErI
Speciale Green
Terra Nostra
La pLaSTica NeGLi oceaNi, Le meGaLopoLi,
LSoS cLima. iL piaNeTa iN affaNNo.
ma GLi uomiNi STaNNo cambiaNdo. ecco come
a cura di daNieLa miNerva F
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Speciale Green Mappa dei rischi
EMERGENZA PIANETA
6 giugno 2013 | | 117
A
umento dei consumi, urbanizzazioni selvagge,
predominio dei combustibili fossili, spostamen-
to della produzione in Paesi poveri e poco rego-
lati. Un mix di cause con conseguenze letali per
gli abitanti del pianeta. Soprattutto per quelli
che vivono in nazioni particolarmente vulnera-
bili ai cambiamenti climatici. Come gli Stati
Uniti, fagellati negli ultimi anni da tempeste, uragani e altri
eventi di violenza insolita, tra cui il tornado che il 20 maggio ha
devastato Oklahoma City causando decine di vittime. Questan-
no lOnu ha deciso di celebrare la Giornata Mondiale dellam-
biente, in programma come sempre il 5 giugno, nella capitale
della Mongolia, Ulan Bator, balzata negli ultimi anni in cima alle
classifche dei posti pi inquinati al mondo a causa del boom
minerario che ha coinvolto la nazione. Risultato: oltre allaumen-
to del Pil, stata registrata una diminuzione delle piogge in buona
parte del Paese. Unautentica sciagura per chi vive di allevamento.
La Mongolia sta affrontando sfde enormi a causa dei cambia-
menti climatici: ci sono rischi per la sicurezza alimentare, per i
tradizionali gruppi nomadi e per le forniture dacqua, ha ricor-
dato il direttore esecutivo Programma ambiente delle Nazioni
Unite, Achim Steiner. Non a caso, al centro della Giornata Mon-
diale dellAmbiente questanno ci sar il cibo. Con lo slogan
Pensa. Mangia. Rispamia, lOnu ha lanciato una campagna
contro lo spreco di alimenti. Baster? Di certo, quella alimentare
solo una delle grandi emergenze ambientali. Ecco le pi gravi.
MEGA ISOLA DI PLASTICA. la pi grande discarica di rifuti al mon-
do, lontana dagli occhi umani e per questo poco considerata. Un
ammasso di plastica e spazzatura di vario genere, la cui superfcie
stimata equivale al doppio di quella degli Stati Uniti. Insomma, una
delle pi grandi minacce allecosistema oceanico. Le Nazioni Unite
hanno calcolato che la cosiddetta isola di plastica, in realt costituita
da due aree presenti nellOceano Pacifco, tra la California e il Giap-
pone, causi ogni anno la morte di un milione di uccelli e 10 mila
animali marini. Colpa dei rifuti gettati in acqua, dagli scarti delle
navi fno agli accendini lasciati in spiaggia, frantumati dalleffetto del
mare e scambiati infne per cibo dalla fauna marina. Una soluzione
al problema per ora non stata trovata. Anzi, recentemente si ini-
ziato a parlare di una seconda isola di plastica, questa volta non in
mare ma nei Grandi Laghi dellAmerica settentrionale, il pi grande
spazio di acqua dolce al mondo. Un gruppo di ricercatori della Uni-
versit del Wisconsin-Superior ha scoperto che nel Lago Erie, uno
dei cinque della zona, ci sono fno a 1.700 milioni di particelle di
plastica per miglio quadrato. Una proporzione persino pi alta di
quella riscontrata nel Pacifco.
RIFUGIATI AMBIENTALI. La Convenzione delle Nazioni Unite per ora
non li riconosce uffcialmente. Eppure, da qualche anno, i casi di ri-
fugiati ambientali sono in netto aumento. Si tratta di quelle persone
costrette a lasciare il proprio Paese a causa dei cambiamenti climati-
ci. La vicenda pi nota riguarda gli abitanti delle Carteret Islands,
minuscolo arcipelago del Pacifco, i cui 1.500 abitanti hanno gi
Il clima impazzito e le citt
assediate da smog e rifuti. Poi
le specie che scompaiono e i
mari inquinati. Ecco le dieci
piaghe da sanare. Subito
DI STEFANO VERGINE
EMERGENZA PIANETA
Discarica di Olososua
a Lagos, in Nigeria
118 | | 6 giugno 2013
Speciale Green
iniziato ad abbandonare la loro terra natale. A causa del riscaldamen-
to climatico il livello dei mari si sta infatti alzando. E cos i terreni
degli atolli, bagnati dallacqua di mare, perdono fertilit lasciando gli
abitanti senza cibo. Secondo gli esperti, rischi del genere riguardano
nel breve periodo anche gli abitanti delle Maldive, di Kiribati, di
Tuvalu e delle Isole Salomone. Secondo uno studio di Norman Myers,
docente di scienze ambientali allUniversit di Oxford, nel 2050 le
persone costrette a emigrare a causa dei cambiamenti climatici po-
trebbero essere 250 milioni.
ANOMALIE CLIMATICHE. Un mese di maggio cos freddo non si vede-
va da tempo in Europa. Il pi gelido degli ultimi 50 anni, hanno
calcolato gli esperti. Ma non andata cos solo nel Vecchio Continen-
te. Noaa, lagenzia metereologica degli Usa, ha catalogato questo
marzo come il 43esimo pi freddo degli ultimi 119 anni negli Stati
Uniti. Eventi che confutano la tesi del riscaldamento climatico? Non
proprio. Secondo la stessa Noaa, che ha condotto una ricerca sul
tema insieme a scienziati di universit inglesi e americane, a causare
queste anomalie climatiche nellEmisfero settentrionale linedito
livello di scioglimento dei ghiacci al Polo Nord, ridottisi dell80 per
cento rispetto a 30 anni fa. Semplifcando al massimo, pi aumenta
la quantit di energia solare che fnisce nel Mar Glaciale Artico, pi
aumentano le possibilit di eventi climatici estremi in Europa e Nord
America. Insomma, continuando di questo passo dobbiamo aspet-
tarci sempre pi ondate di calore, nevicate pesanti e inondazioni.
CICLONI, URAGANI E ALLUVIONI. LIpcc, il gruppo intergovernativo
istituito dalle Nazioni Unite per monitorare i cambiamenti climatici,
lo aveva detto gi nel 2007: A causa dellaumento delle temperatu-
re di superfcie delle acque marine, cicloni e uragani diventeranno pi
intensi, con venti e piogge di maggiore forza. Le vittime principali
sono le popolazioni che vivono in zone tropicali, ma il resto del mon-
do non ne immune, soprattutto se a questi eventi si aggiunge la
siccit. Basti dire che, secondo i calcoli della George Washington
University, dal 1980 al 2011 triplicato il numero di disastri natura-
li che hanno colpito gli Stati Uniti causando danni per pi di un mi-
liardo di dollari ciascuno, passando da una media di due allanno a
sei. LItalia non immune a questa tendenza, e le alluvioni verifcati-
si negli ultimi anni sembrano provarlo. Secondo gli esperti, la causa
da ricercare nellaumento della temperatura unito alla natura
montuosa del nostro Paese. Quando una massa daria calda incontra
una montagna, laria sale infatti verso lalto, si condensa in nuvole e
ritorna a terra sotto forma di piogge particolarmente violente.
INQUINAMENTO URBANO. Linquinamento di Pechino? Peggio quello
di Ahwaz, in Iran. Secondo lultimo rapporto sullinquinamento at-
mosferico pubblicato dallOrganizzazione Mondiale della Sanit, le
zone pi inquinate al mondo non sono le megalopoli di cui si sente
abitualmente parlare. Non che a Pechino, Bangkok o Citt del Mes-
sico laria sia pulita, ma ci sono posti dove le cose vanno addirittura
peggio. Citt pi piccole, quasi tutte in Asia, e non propriamente
protagoniste di un boom economico. Oltre ad Ahwaz, tra i cinque
posti dove laria pi inquinata fgurano Ulan Bator (Mongolia),
Sanadaj (Iran), Ludhiana (India) e Quetta (Pakistan). Secondo lOr-
ganizzazione Mondiale della Sanit, linquinamento dellaria causa
ogni anno la morte prematura di oltre due milioni di persone.
FIUMI AVVELENATI. Da anni soprannominato il fume biologicamen-
te morto. Eppure ci voluta la tragedia di Dacca, in Bangladesh,
dove il crollo di un complesso industriale ha causato la morte di oltre
600 lavoratori, per far tornare lattenzione sul Buriganga, uno dei
corsi dacqua pi inquinati al mondo. Cos come per molti altri fumi
Sono scomparse le mezze stagioni? Secondo una ricerca
condotta a livello internazionale per le assicurazioni Axa da
Ipsos, nove italiani su dieci, soprattutto le donne, si dichiarano
sicuri che il clima negli ultimi ventanni sia cambiato.
Ma qui, pi che altrove, si guarda al fenomeno con una certa
preoccupazione. Tra le conseguenze che spaventano di pi ci
sono infatti laumento delle temperature, la siccit e le piogge
anomale, che causano inondazioni. Tra le soluzioni possibili,
invece, gli italiani pensano soprattutto agli incentivi per la
produzione di energia pulita: la misura ritenuta una priorit dal
64 per cento degli intervistati. Quanto alle colpe, i connazionali
puntano il dito verso la politica: per l87 per cento degli
intervistati sono da attribuire alle scelte fatte dal governo. F.L.
Piove: in Italia colpa del governo
In 30 annI trIPlIcato Il numero
dI dISaStrI naturalI. e In euroPa
abbIamo avuto Il maGGIo PI
freddo In oltre mezzo Secolo.
aSPettando leState PI calda
grande barriera corallina, australia. in alto: oklahoma dopo il tornado.
nellaltra pagina: laguna inquinata sullatollo FakaiFou, nel paciFico
6 giugno 2013 | | 119
che attraversano il Bangladesh, il Buriganga ha subto lo sviluppo
sfrenato delle concerie locali al servizio delle multinazionali dellab-
bigliamento. Acido solfdrico, cromo e piombo hanno avvelenato le
acque e la salute delle persone che abitano queste terre. Una situazio-
ne comune a diversi paesi asiatici, dallIndonesia alla Cina passando
per India e Filippine, tutte nazioni che con la globalizzazione hanno
visto aumentare la produzione industriale e parallelamente i livelli di
inquinamento. Anche lItalia, seppur in crisi economica, mantiene il
suo primato nel settore. Il Sarno, in Campania, comunemente con-
siderato il fume pi inquinato dEuropa. Colpa della densit di po-
polazione della zona, ma soprattutto degli scarichi abusivi delle in-
dustrie locali.
BARRIERA CORALLINA AUSTRALIANA. La Grande Barriera Corallina
australiana ha visto dimezzare la quantit di coralli negli ultimi 27
anni. I calcoli sono stati fatti dallIstituto australiano di scienze ma-
rine (Aims), secondo cui nei prossimi 10 anni potrebbe registrarsi un
ulteriore dimezzamento. Situata davanti alle coste del Queensland e
defnita dallUnesco patrimonio dellUmanit, la pi grande bar-
riera corallina al mondo. Ma non lunica a rischiare. Allultima
Conferenza Internazionale sul tema, tenutasi nel luglio scorso,
stato infatti ricordato che almeno un quarto delle barriere coralline
mondiali sono gi state danneggiate. Il problema che questi delica-
ti ecosistemi, che coprono solo l1,2 per cento della superfcie terrestre,
sono fondamentali per la biodiversit marina mondiale. Si calcola
che siano da uno a tre milioni le specie che vivono nellambiente
offerto dalle barriere coralline, e quasi un quarto delle specie marine
mondiali dipendono da queste meraviglie naturali.
RIFIUTI ELETTRONICI. Il simbolo di questa emergenza ambientale
Agbogbloshie, un sobborgo di Accra, la capitale del Ghana. Insieme
a quella di Lagos, in Nigeria, considerata la pi grande discarica
africana di rifuti elettronici, punto darrivo di computer, televisori,
cellulari ed elettrodomestici di vario genere usati nei paesi ricchi del
mondo. Ad Agbogbloshie migliaia di persone li bruciano allaria
aperta per ricavarne rame, oro, nickel, silicio e ferro, da rivendere sul
mercato nero. Un commercio totalmente illegale, visto che la legisla-
zione internazionale proibisce lesportazione di rifuti elettronici
verso i Paesi che non fanno parte dellOcse. Eppure tutto questo
prosegue da anni, in Africa e in Asia. Secondo ricerche accademiche
e inchieste giornalistiche, lescamotage utilizzato da chi controlla
questo traffco miliardario consiste nelletichettare i rifuti come beni
di seconda mano. Se il carico supera la dogana, il gioco fatto.
LAND GRABBING. Negli ultimi 10 anni sono passati di mano 83 mi-
lioni di ettari di terra agricola. come se qualcuno avesse comprato
met dellEuropa occidentale. Solo che il 70 per cento delle terre
stato acquistato tra Africa Orientale e Sudest Asiatico, luoghi in cui
di fame si soffre di pi. E sono fnite nella pancia dei Paesi pi ricchi,
dove la popolazione aumenta e la ricchezza pure. Lo chiamano land
grabbing, accaparramento di terre, fenomeno in crescita esponenzia-
le. Le cause? La popolazione mondiale cresce, cos come la domanda
di cibo. Il riscaldamento globale fa diminuire la produttivit agricola.
I biocarburanti sono sempre pi richiesti. Lultimo rapporto della
International Land Coalition, un gruppo di organizzazioni interna-
zionali che ha catalogato le grandi operazioni avvenute dal 2000 a
oggi, dice che in cima alla classifca dei compratori c la Cina. Seguo-
no da Arabia Saudita, India, Gran Bretagna e Stati Uniti. LItalia il
secondo Paese in Europa dopo il Regno Unito. Questanno lOnu ha
messo la questione al centro della Giornata Mondiale dellAmbiente.
ANIMALI A RISCHIO ESTINZIONE. Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.
Viste sotto la lente economica, sono le peggiori nazioni europee. Ma
il cosiddetto Club Med pu vantare anche un primato positivo.
infatti la zona dellUe che ospita la maggior parte della biodiversit
del continente. Peccato che parecchie specie siano a rischio estinzione.
Lallarme stato lanciato a inizio maggio dallUnione mondiale per
la conservazione della natura (Iucn), secondo cui il maggior numero
di animali e piante minacciati si trova proprio nellarea del Mediter-
raneo. Il 35 per cento delle specie europee a rischio vive in Italia, ha
calcolato lIucn. Colpa dellattivit umana e dei cambiamenti clima-
tici. In totale sono 200 le specie a rischio estinzione presenti nella
Penisola. Tra queste, parecchi animali: dalla lucertola delle Eolie alla
lepre italica, dal carpione del Garda allanguilla europea. n F
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120 | | 6 giugno 2013
Speciale Green Imprese
Quelli che lECO
La parola dordine : sostenibilit ambientale. Sempre pi
imprenditori ci credono. Perch conviene. E permette di
distinguersi dagli altri. Azzerando i rifuti, abbattendo gli
scarti, consumando meno energia. Con laiuto della tecnologia
Di fabio lepore
6 giugno 2013 | | 121
N
on solo una questione di marketing. Per le impre-
se la sostenibilit ambientale e sociale sta diventan-
do un obiettivo strategico imprescindibile. Soprat-
tutto in momenti diffcili come quelli che attraver-
sano le aziende italiane, nel mercato interno e in
quello internazionale. E cos, secondo i dati del rapporto
Greenitaly di Unioncamere, 360 mila imprese industriali e
terziarie tra il 2009 e il 2012 hanno continuato a investire in
prodotti e tecnologie green. Nello stesso periodo, il valore degli
investimenti ordinari si invece contratto di oltre sei punti
percentuali. Intanto, la voglia di rendere eco-sostenibile il busi-
ness continua anche nel 2013. Ce lo confermano i segnali che
stiamo registrando negli ultimi mesi. Adottare una strategia
green ha per le imprese una duplice valenza: anzitutto permette
di distinguersi e qualifcarsi rispetto ai competitor e poi, nello
stesso tempo, consente di trovare elementi di economicit e ri-
sparmio nel processo produttivo, spiega Claudio Gagliardi,
segretario generale di Unioncamere: Ad esempio, quando nel
settore della ceramica si riescono a dimezzare i consumi ener-
getici rispetto a 20 anni fa raddoppiando la produzione,
evidente che il risparmio energetico diventa un fattore com-
petitivo. Non solo per la qualit del prodotto, ma anche per
i conti aziendali. In alcune regioni italiane il giro daffari
generato dallonda green si fa sentire pi che in altre. Nella
sola Lombardia, ad esempio, stando alle ultime rilevazioni
della Camera di commercio di Milano, si concentra il 16 per
cento del business nazionale: 8 miliardi di euro. La green
economy pu diventare cos un fattore importante su cui
puntare per la ripresa. A risultare vincente sempre la con-
venienza, prosegue Gagliardi. Gli effetti sul mercato ini-
ziano a farsi sentire, gli fa eco Carlo Sangalli, presidente
dellente camerale meneghino. Riferendosi al fatto che au-
menta, parallelamente, il numero di clienti attenti, sensibili
e sempre pi informati sulle tematiche ambientali. Secondo
lultima indagine del progetto europeo Life Promise e coor-
dinata da Ervet, un consumatore su tre dichiara di aver
scelto con maggiore frequenza prodotti eco-sostenibili.
I grandi gruppi hanno capito e interpretato la tendenza da
tempo, in realt. Specie quelli per cui lattenzione allambiente
un tuttuno con lidentit del marchio. il caso di Timberland,
che da pi di ventanni offre la possibilit ai suoi 5.600 dipen-
denti sparsi nel mondo di svolgere 40 ore ogni anno, pagate
dallazienda, di vero e proprio volontariato. Vi partecipano
tutti: dai dirigenti agli impiegati. Lultimo appuntamento, in
Italia, si svolto alla Scuola per linfanzia Barabino di Milano.
Per lEarthDay Timberland 2013, assieme a Legambiente e
agli alunni di sei classi, ci siamo occupati di riqualifcare larea
verde dellistituto. In queste situazioni spariscono i ruoli e le
gerarchie e prevale lobiettivo comune: impegnarsi in unattivi-
t che sia socialmente utile, racconta il country manager Luca
Ghidini. Limpegno di Procter & Gamble verso una produzione
eco-sostenibile ha invece come obiettivo fnale lazzeramento
dei rifuti derivati dalla produzione. Uno sforzo di proporzioni
immani, se si pensa che il colosso del largo consumo di Cincin-
nati raggiunge oggi circa 4,6 miliardi di consumatori in 180
paesi. Ci sono sistemi di riciclaggio ben defniti per materiali
come carta, plastica e vetro, ma il nostro portafoglio di pro- F
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Cresce in tutto il Paese la sensibilit nei confronti della raccolta
differenziata e del riciclaggio dei rifuti. Stando ai dati dellIspra
dello scorso anno, in Italia si arrivati a una quota di raccolta
differenziata complessiva (organico, imballaggi, elettronici) di poco
superiore al 35 per cento, spiega Walter Facciotto, direttore
generale Conai, ancora meno della met di quanto prevedono
le direttive europee e la legge nazionale, ma dimostra comunque
un trend di crescita sostenuto e incoraggiante. A fare da traino
in questi anni, anche per le altre frazioni di raccolta, stato proprio
il nostro sistema di recupero degli imballaggi. Il consorzio, che
garantisce il riciclo dei rifuti di imballaggio a livello nazionale,
grazie a un accordo con lAnci ha convenzioni con pi di 7 mila
Comuni. E, nel 2012, ha recuperato pi di otto milioni di tonnellate
di materiali: il 74 per cento di quelli immessi nel mercato.
Rispetto alla differenziata, in generale, lItalia procede per
ancora a velocit diverse da regione a regione. Con il Nord che
supera mediamente il 40 per cento, il Centro che oscilla tra il 20 e
il 25 e il Sud che in alcune zone non riesce a oltrepassare la soglia
del 10 per cento. Questa situazione determinata soprattutto
dalle carenze nellorganizzazione della raccolta, non certamente
un problema di mancanza di attenzione al tema da parte dei
cittadini. In generale, limportante che venga stabilito al pi
presto un percorso univoco per raggiungere gli obiettivi di legge,
sottolinea il manager Conai. A partire dal problema del colore
dei cassonetti. A differenza di quanto succede ad esempio
in Spagna, in Italia non ancora stato defnito un colore unico
per ciascun materiale su tutto il territorio. La stessa disparit
esiste sui sistemi di raccolta adottati. Ognuno tende a fare da s,
anche se da tempo si conoscono i metodi di raccolta pi effcaci
per il riciclo, conclude Facciotto. F.L.
Riciclare riciclare riciclare
in alto: Contenitori di olio eSauSto e SaCChetti Per la raCColta
diFFerenziata. nellaltra PaGina: Pannelli Solari in una Centrale elettriCa
122 | | 6 giugno 2013
dotti cos ampio da risultare un insieme
diversifcato di rifuti che necessitano di
soluzioni sostenibili specifche, spiega
Forbes McDougall, che guida il program-
ma globale di P&G per la riduzione degli
scarti industriali. Il primo importante
risultato lazienda lha annunciato ad
aprile, quando i rifuti zerosono diven-
tati una realt allinterno di 45 impianti
produttivi. Siamo riusciti a superare di
due miliardi il nostro target del 2012,
senza chiedere ai consumatori di accetta-
re compromessi di costo o performance. Il nostro un approc-
cio che mira a un miglioramento ambientale, ma economica-
mente sostenibile, aggiunge Lens Sauers, vice presidente
Global Sustainability.
Filosofa condivisa da un altro grande gruppo, alimentare e
tutto italiano, Barilla. Lazienda di Parma, infatti, ha deciso di
fare della sostenibilit la leva per raddoppiare entro il 2020 il
fatturato. Gi oggi pi di tre miliardi di euro. Le premesse di
questa sfda sono racchiuse nelle perfor-
mance ambientali del bilancio di sosteni-
bilit, che sar presentato l11 giugno
allUniversit Bocconi. Qualche anticipa-
zione: i dati mostrano che la Barilla, nel
2012, ha ridotto del 25 per cento le emis-
sioni di anidride carbonica e ha raggiunto
una quota di confezioni riciclabili pari al
96 per cento. Migliora anche il consumo
dacqua per prodotto fnito: se nel 2008
ne venivano usati 2,1 litri ogni chilo, la
quantit oggi si ridotta di mezzo litro.
Un altro ambito in cui le aziende stanno investendo per raf-
forzare la propria identit ambientale quello energetico. Per il
gruppo Fiamm di Montecchio Maggiore, specializzato nella
produzione di accumulatori per avviamento, lultima riprova di
quanto paghi essere green arrivata poche settimane fa. Quan-
do le sue batterie al cloruro di sodio sono state selezionate da
Bombardier, la multinazionale canadese leader mondiale nei
trasporti, per la nuova piattaforma di monorotaie Innovia
Monorail 300. Un approccio eco-soste-
nibile alla mobilit che sar adottato da
molte metropoli in tutto il mondo. Da
Nord a Sud, lungo la Penisola: ad esempio
a Montesarchio, in provincia di Beneven-
to, dove nella sede degli Oleifci Mataluni
- proprietari, tra gli altri, dei marchi Dan-
te, Topazio e Olita - i pannelli fotovoltai-
ci rivestono l80 per cento della superfcie
coperta del complesso industriale: 160
mila metri quadri, dotati anche di un
impianto di trigenerazione per la produ-
zione di energia elettrica a metano, vapo-
Speciale Green
Heike Schnell, stilista tedesca
di origine peruviana, nel 2007 ha
deciso che anche in palestra bisogna
rispettare lambiente. E ha lanciato la
linea Wellicious (www.wellicious.com),
che utilizza solo materiali naturali,
in buona parte vegani, non esposti
a erbicidi e pesticidi, produce vicino a
dove vende, in Europa, per abbattere la
sua impronta CO2, e utilizza packaging
riciclabile. Le sue collezioni sono
in vendita anche in Italia. E quella per
il 2013 ispirata al potere misterioso
e rilassante della luna.
Palestra impatto 0
La pIattafOrma mOnOrOtaIa InnOvIa mOnOraIL
300. a LatO: un ImpIantO prOCtEr&gambLE.
nELLaLtra pagIna: CLaudIO gagLIardI.
SOttO: OLEIfICIO mataLunI
6 giugno 2013 | | 123
re e refrigerazione. Lultimo progetto messo in campo dalla
Mataluni si chiama e-Gotham e sfrutta la potenzialit delle
microreti per il miglioramento della gestione energetica. Per un
impianto industriale come il nostro, i consumi energetici incido-
no in maniera signifcativa sul costo economico e ambientale.
Per questo, il tema delleffcienza energetica ai primi posti
nella lista delle esigenze di innovazione aziendali. Lobiettivo
quello di passare a una gestione attiva dellelettricit, come input
della produzione, al pari dei materiali e della manodopera,
spiega lamministratore delegato Vincenzo Mataluni. Non man-
cano casi di energia green anche in comparti con lavorazioni
tradizionalmente pesanti, come la meccanica. Nel distretto
torinese dellautomotive, una dei pionieri stata la Mollebale-
stra, storico produttore di sospensioni per veicoli industriali.
Grazie allinstallazione di 2.600 pannelli solari, dal 2008 lazien-
da riesce infatti a soddisfare con quella prodotta dal sole pi del
20 per cento dellenergia totale consumata per le lavorazioni e
a ridurre ogni anno le emissioni di CO2 di 300 tonnellate. Mo-
tori grandi e piccoli, come quelli dei tosaerba Grin. Nata nel
2006 con una spiccata propensione alla sostenibilit ambienta-
le, lazienda lecchese produce macchine dotate di un sistema in
grado di risolvere il problema dello smaltimento dellerba. Il
manto tagliato viene infatti polverizzato e si trasforma in un
concime naturale per il prato. Abbiamo anche unattenzione
particolare rispetto alla scelta dei motori. Gi oggi proponia-
mo un modello di tagliaerba elettrico, ma la nostra divisione
di ricerca e sviluppo sta lavorando da tempo allo studio di
nuove motorizzazioni, aggiunge Daniele Bianchi, responsa-
bile commerciale e marketing di Grin.
Big a parte, la voglia di essere ecoha contagiato anche player
pi giovani e dalle dimensioni pi contenute. Secondo unindagine
di Fondazione Impresa, una piccola azienda manifatturiera su tre
negli ultimi due anni ha adottato nuove tecnologie per ridurre
limpatto ambientale. Capita cos che pi start up si uniscano e,
grazie alla collaborazione con aziende pi mature e con i centri di
ricerca universitari, diano vita a progetti focalizzati sulle tematiche
ambientali. Ne un recente esempio Casazera, un prototipo di
abitazione realizzato integrando soluzioni costruttive low cost e
tecnologie innovative ed eco-sostenibili. Progettata e costruita da
una cordata di sette societ coordinate da DE-GA Spa e in colla-
borazione con il Dipartimento energia del Politecnico di Torino,
Casazera un modulo prefabbricato in legno ideato per essere
inserito nellintelaiatura di strutture industriali dismesse, riportate
alla vita abbattendo lo spreco di risorse e di energia. Anche la ri-
qualifcazione urbana viaggia a tutto green.
ha collaborato Raimonda Boriani F
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Non solo quelli costruiti di recente. Anche i vecchi condomini
cambiano pelle e decidono di tingersi di verde. Scegliendo di
usare energia da fonti rinnovabili. A oggi questa la strada
intrapresa da 90 mila stabili riforniti da E.ON, tra i principali
operatori energetici sul mercato italiano e mondiale, e
amministrati da professionisti che fanno parte dellassociazione
Anaci: il numero dei condomini che utilizza lofferta 100 per
cento energia rinnovabile E.ON, negli ultimi quattro anni,
infatti quasi raddoppiato. Laccordo con lAnaci, che abbiamo
riconfermato a fne maggio, sottolinea gli ottimi risultati sinora
raggiunti, ma puntiamo a sensibilizzare al tema delleco-
sostenibilit energetica un numero sempre maggiore di utenti
dotandoli anche di strumenti pratici di lavoro. dice Luca Alippi,
direttore generale di E.ON Energia. Con il progetto Abitare
biotech, assieme al Politecnico di Milano, E.ON e Anaci stanno
lavorando allelaborazione di nuove linee guida per la gestione
green degli edifci. Work in progress. F. L.
Cento per cento rinnovabile
360 mila imprese tra
il 2009 e il 2012
hanno investito in
prodotti e sistemi
eco. e una piccola
su tre ha ridotto
limpatto ambientale
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Speciale Green Architettura
D
imenticate i cantieri, le ruspe, il consumo di suolo e le
spiagge sventrate per far posto a nuove case. Il futuro,
sostenibile, dellarchitettura, sullacqua. Lo dimo-
strano decine di progetti in costruzione in tutto il
mondo, dalla Cina, alle Maldive, allEuropa, fnalmen-
te anche in Italia, anche se solo in forma di prototipo. Il successo
dovuto alle esigenze e alle paure del nostro tempo: linnalzarsi
del livello del mare, il sovraffollamento delle citt, lerosione delle
coste. Eredi delle barche-abitazioni in cui da secoli vivono comu-
nit di Londra, Amsterdam, San Francisco, le nuove abitazioni
galleggianti hanno poco a che vedere con le chiatte ormeggiate
sulla Senna: sono strutture leggere di legno, vetro e acciaio, auto-
suffcienti e modulari. In poche parole pi attraenti.
In Finlandia sono iniziati i lavori per realizzare il primo villaggio
interamente acquatico dEuropa: da 10 a 100 mini-condomini
galleggianti con appartamenti dai 52 ai 93 metri quadri ciascuno.
Ad Amburgo uno dei pi attesi progetti in costruzione si chiama
Waterhouses: cinque palazzi, tra cui una torre di nove piani,
costruiti come palaftte su un piccolo specchio dacqua. Lenergia
per riscaldare gli interni sar geotermica o solare e i consumi ri-
dotti al minimo. Koen Olthuis, larchitetto olandese che ha fon-
dato Waterstudio, chiamato in
tutto il mondo. Il suo obiettivo
rendere le case galleggianti non solo
sostenibili ma anche economica-
mente accessibili, con il sogno di
sostituire gli slum delle megalopoli
(il 90 per cento delle quali - ricorda
- si trova sul mare) con comunit
vivibili e moderne. Sullacqua.
Del fatto che il futuro delledilizia,
anche in Italia, non sia solo terrestre
ma possa estendersi a fumi, laghi e
mari calmi, sono convinti due giova-
ni architetti napoletani, Marina Cor-
rente e Claudio Persico. La loro Ca-
sa minima sullacqua stata ripresa
da Timberland per la campagna de-
dicata ai modelli Earthkeepers,
protettori della Terra. Labbiamo
immaginata come unabitazione
temporanea, mobile, come un cam-
per o una tenda, racconta Corrente:
Una casa autosuffciente che si pos-
sa spostare autonomamente oppure
smontare e ricostruire altrove. Il
prototipo ha una struttura di legno e
di una leggera lega metallica, che so-
stiene una piattaforma allaperto e un piccolo abitacolo completo.
Da tempo lavoriamo sul concetto di minimo, spiega Persico:
Come modo per calibrare gli spazi alle vere esigenze delluomo,
ridimensionandoli alle sue necessit. Inizialmente il progetto era
quello di realizzare addirittura una semplice zattera attrezzata,
poi abbiamo pensato che fosse troppo essenziale, racconta
Corrente: E abbiamo aggiunto il monolocale. Ma il concetto di
uno spazio aperto come quello di una zattera rimasto, e il passag-
gio tra dentro e fuori non defnito. Il tetto del mini-appartamen-
to, ad esempio, su cui si trovano dei pannelli solari, si pu aprire di
notte per guardare le stelle e chiudere alle prime gocce di pioggia.
Lidea del duo napoletano che la casa-catamarano possa di-
ventare una soluzione estendibile, abitata da pi persone: le
piattaforme galleggianti, se avvicinate luna allaltra, potrebbero
diventare una piazza, alimentata dallenergia del sole e delle onde.
La scelta di vivere sullacqua da noi considerata ancora un
lusso, commenta Persico: Ma non deve essere per forza cos.
La strada ancora lunga per. Lo stesso Olthuis, nonostante le
intenzioni, ad oggi ha frmato soprattutto progetti rivolti a clienti
milionari, come le ville galleggianti alle Maldive. Suo anche il
disegno per dare agli Emirati Arabi Uniti la prima moschea fut-
tuante del mondo, entro il 2015. Pronti per Waterworld.
Allo Speciale ha collaborato Emanuele Coen
ho unA cASA
SullAcquA
gli architetti marina corrente e claudio persico
Edifci galleggianti e ecosostenibili.
Su fumi, laghi e mari. Dalla Finlandia
ad Amburgo. E ora anche in Italia
Di frAnCESCA Sironi
Societ
6 giugno 2013 | | 125
n. 22 - 6 giugno 2013
Dove non arriva unideologia iconoclasta,
pu bastare lincuria. O la stupidit. In
Belize un bulldozer ha da poco distrutto un
sito archeologico maya: serviva della ghia-
ia per costruire una strada. sempre pi
dura la vita delle bellezze del mondo, e
lUnesco lancia lallarme e aggiorna la sua
lista dei patrimoni dellumanit a rischio.
Grazie ai talebani rimasto ben poco, ad
esempio, dellarea della valle di Bamyan, in
Afghanistan. Ma nel mondo sono in peri-
colo, per lOnu, una quarantina di siti. La
guerra in Mali incombe su Timbuctu, ma
altrove la minaccia la porta una ricostru-
zione (la Cattedrale di Bagrati in Georgia)
o la natura stessa (lerosione a Chan Chan,
in Per). E se vero che, rispetto a prima,
oggi esistono strumenti pi efficaci per
proteggere questi siti, dallaltra parte en-
trato ingombrante sulla scena il turismo di
massa. Cos a rischiare un lento degrado
sono anche luoghi famosissimi come la
Citt Vecchia di Gerusalemme o, secondo
alcuni esperti, la Muraglia Cinese, Machu
Picchu e il complesso dei templi di Angkor,
in Cambogia. Daniele Castellani Perelli
Idee | stIlI dI vIta | personaggI | Mode | talentI | teMpo lIbero
Patrimonio Unesco
Meraviglie sotto tiro
C Cico, cagnolino incrocio Breton abbandonato a Parma. Asia, meticcia dal pelo nero,
maltrattata e lasciata in strada in Sicilia. E poi tanti altri, cani e gatti, su Mysocialpet.it, il
portale dedicato agli animali domestici in cerca di adozione. Il cuore Trovapet, il motore di
ricerca che consente di individuare, da Nord a Sud, lanimale da adottare. Inoltre, sul portale
si trovano notizie, clip, informazioni, curiosit, suggerimenti di veterinari e il vademecum delle
attivit pet friendly: dai pet shop alle farmacie,
dalla toelettatura agli hotel. E perfno
Astropet, consigli zen per umani e animali a
cura di Paolo Dog. Ma la vera anima social:
su Facebook e Twitter tutto commentabile.
Del resto, cani e gatti sono diventati cittadini
di Facebook a tutti gli effetti. Sul social
network, infatti, 100 milioni di iscritti su oltre
un miliardo non sono esseri umani. Tra cui
Beast, il cane del fondatore Mark Zuckerberg.
Emanuele Coen
Vita da cani su Facebook
laltra Casta bella come la prima: occhioni
blu, fsico mozzafato, labbra da sogno.
Insomma, il marchio di fabbrica della
famiglia. dopo laetitia, la Francia scopre
ogni giorno di pi la sorella minore Marie-
ange. Mannequin anche lei, 22 anni, stata
testimonial della marca dabbigliamento
Mango prima e reebok poi. da un anno ha
legato il proprio nome a
vichy ma, seguendo le
orme della sorella
maggiore, Marie-ange
ha deciso di avvicinarsi
a cinema e tv. lesordio
avvenuto nel 2010
con il flm Mineurs 27,
giallo dai risvolti sordidi
in contrasto con la sua
immagine solare. a cui
seguito des vents
contraires.
In tv, invece, Casta junior
ha ricevuto molte critiche positive per
linterpretazione in punk, trasmesso di
recente su arte. ora sta girando per France
3 Ceux de 14, serie televisiva in sei
episodi ambientati nel periodo della prima
guerra mondiale. ero la cocca della
famiglia, visto che mio fratello benjamin ha
14 anni pi di me e laetitia 12, dice.
stata proprio la celebre sorella a presentarla
a unagenzia di modelle: Marie-ange
sognava di disegnare, ma il mondo della
moda laffascinava di pi. e a chi le chiede
come si fa a non essere considerata
soltanto la sorella di, risponde con
franchezza: esistono famiglie di avvocati
e medici, perch non pu essercene una
di attori e modelle?. Carriera a parte,
la passione per larte la accompagna da
sempre, come dimostra la galleria darte
che possiede a parigi, nel sesto
arrondissement. Alessandra Bianchi
PerSonaggi
arrivata
unaltra Casta
gIovane CuCCIolo weIMaraner. In alto, da
sInIstra: uno deI teMplI del CoMplesso dI
angkor wat, In CaMbogIa; MarIe-ange Casta
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ombardata di strass e dia-
manti, la bionda Daisy di
Carey Mulligan trilla civet-
tuola: Essere una bella
oca giuliva! Non c niente
di meglio per una ragazza
di questi tempi. Specie se
a corteggiarla, di un amore tormentato e
a lungo silente, il magnate del momento,
Jay Gatsby, interpretato da Leonardo Di
Caprio nel flmone del momento, Gats-
by, appunto, di Baz Luhrmann. Il Gran-
de Gatsby nato dalla penna di Francis
Scott Fitzgerald, leroe dei Venti Ruggen-
ti che si muove, smanioso e mondanissi-
mo, tra gangster e governatori, ballerine
e puttane, incantato dalla inesauribile
variet della vita. E tutti a chiedersi, nel
libro, nel flmone: ma chi veramente
Gatsby? Qual lorigine della sua fortu-
na? Come dice un invitato delle sue feste
mirabolanti nella villa da moghul inurba-
to sul mare di Long Island: Quale Gats-
by? Il principe, la spia o lomicida?.
Domande che, in qualche misura, ci
poniamo anche noi, spettatori e consu-
matori del 2013. Perch Gatsby attira,
turba, diverte ancora oggi? Tanto che il
kolossal hollywoodiano sta generando
una quantit di ricadute, nellestetica,
nella moda, nel turismo, nella stessa ri-
scoperta letteraria di Fitzgerald? Una
prima risposta potrebbe essere questa: in
tempi ardui, il sogno consola dalla realt.
E le feste pazzesche a ritmo di charleston,
lestetica stessa dei Roaring Twenties,
nella visione da fantasmagoria pop di
Luhrmann, con il suo stile iperbolico, un
fumettone di colori, vestiti e gioielli, ci fa
evadere in quello che gli americani chia-
mano dreamscape: un paesaggio onirico.
Che incanta e, insieme, consola.
Societ Grandi miti
Ha incarnato
gli anni Venti,
ruggenti e feroci.
Ma anche la pi
inquieta e
contemporanea
delle fgure
letterarie. Perch
dietro ai suoi sogni
e sconftte ci sono
luci e ombre del
nostro tempo
Di Enrico Arosio
fortissimamente gatsby
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Come dice un gentiluomo chic, il fo-
tografo Costantino Ruspoli, nato a New
York da padre asso dellaviazione e
nonno diplomatico: Luhrmann lo tro-
vo un po kitsch, magari preferisco i
fratelli Coen. Daltra parte, gi mio
nonno trovava kitsch DAnnunzio. Ma
indubbio che il Great Gatsby seduce
per gli eccessi degli anni Venti, un ar-
chetipo del sogno americano. Il deside-
rio di riuscire e di apparire: vestiti, auto,
droghe, le frenesie dei balli, il sesso alle-
gro. Il vero Gatsby non pu essere che
americano. In Italia inutile cercarlo,
qui diventano divi mediatici le fgure
trash come Corona e Beln.
Solo americano: sar cos? Pi avanti
incontreremo pareri diversi. Intanto ri-
cordiamo che The Great Gatsby usc
nel 1925. Lanno in cui Anita Loos pub-
blic Gentlemen Prefer Blondes. Due
anni dopo usciva The Jazz Singer, il
primo flm sonoro, e Lindbergh trasvola-
va lAtlantico. Quattro anni dopo, la
Grande Crisi. Otto anni dopo, Hitler al
potere. importante. Lallegro furore di
Gatsby anticipava disastri e tragedie.
Oggi, forse, in piena crisi economica,
abbiamo nostalgia delle spensieratezze e
speranze del pre-crisi. E la fgura di Gats-
by adatta perch duplice. Da un lato
leroe di Di Caprio, attore di forte fascino
personale, incarna la speranza ( luo-
mo pi carico di speranza che io abbia
mai incontrato, confessa il narratore
della vicenda, il suo vicino di casa pove-
ro e casto). Dallaltro, il romanzo f-
nisce con una osservazione sul futuro
orgiastico che anno per anno indietreggia
davanti a noi. Nella speranza di Gatsby,
incarnata nella luce verde della casa di
Daisy (ma verde il colore dei dollari), c
gi il presagio dello sfacelo. In termini
economici, parrebbe un memento sulle
crisi ricorrenti del capitalismo dassalto.
Come vediamo tuttora: nelle bolle immo-
biliari, nei crack bancari, negli up and
down della speculazione fnanziaria glo-
bale. Gatsby , in questo, un modello di
tycoon ancora attuale. Lorigine del suo
denaro misteriosa e chiacchierata: alcol
e proibizionismo, farmaci e droga. C chi
lo accusa di sodalizio con il gangster di
Chicago, quel Meyer Wolfsohn che gi
nel nome Fitzgerald (il quale ebbe simpa-
tie per il primo Mussolini) collocava nel
demi-monde ebraico. Un po come acca-
de oggi, quando, in chiave populista, si
cerca il capro espiatorio.
Esistono i Gatsby oggi? Chi sarebbe- F
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fortissimamente gatsby
ElizaBEth dEBiCki E lEonardo di Caprio in duE
immagini dEl Film gatsBy di Baz luhrmann
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ro? Qui la questione si fa spinosa assai. E
le risposte divergono. Se interpelliamo un
americanista come il professor Luigi
Sampietro dellUniversit di Milano, la
risposta indica gli oligarchi russi: Ricor-
diamo le origini oscure del personaggio.
un luogo comune antico, che ritrovia-
mo nei miti, Mos, Romolo e Remo,
Napoleone. Oggi rivedrei Gatsby non in
un magnate del computer genere Bill
Gates, piuttosto in un oligarca russo, tipo
Roman Abramovich: da comunisti a
stramiliardari, con elementi ludici come
la squadra di calcio. Ma Sampietro
sottolinea in Fitzgerald la chiave roman-
tica: Gatsby costruito sul modello del
cavaliere medievale. Il corteggiamento
infelice di Daisy ha la sua radice nel codi-
ce cavalleresco. Con la differenza che, se
nel Medioevo laristocrazia corrisponde-
va al possesso delloro, qui il possesso
sostituito dallesibizione, lesibizione del
lusso pi sfrenato.
Se invece chiediamo a un economista a
indirizzo antropologico, come Giulio
Sapelli, la risposta va in una direzione
lievemente diversa. Sapelli distingue:
Prima cera il tycoon di inizio secolo,
studiato da Veblen nella teoria della lei-
sure class, raccontato da Let dellinno-
cenzadi Edith Wharton, che imitava la
nobilt europea. Negli anni Venti il rife-
rimento allEuropa si va perdendo: il
sogno americano si sviluppa con forza
propria. Oggi la formula Gatsby si pu
ritrovare in un magnate come il messica-
no Carlos Slim, in cui emerge anche il
ruolo di amante dellarte e flantropo. C
un po di Gatsby in certi top manager
bancari miracolati dalle stock option, o
tra i titani della finanza immobiliare.
Personaggi che guadagnano in un anno
quanto una famiglia in una generazione.
la dimensione dellowner capitalist, il
capitalista proprietario.
La lettura di Sapelli ci riporta indietro
alla celebre frase di Brecht nellOpera
da tre soldi, che del 1928, lanno pre-
cedente il Venerd Nero di Wall Street:
Che cos una rapina in banca rispetto
alla fondazione di una banca?. Brecht
offriva una lettura marxista, che oggi ri-
futiamo come estrema. Ma chi pu ne-
gare che vi sia, nellodierno capitalismo
fnanziario, un elemento di rapina? Non
occorre ricordare i casi Enron o Global
Crossing. Pensiamo in questi giorni alle
accuse di mega evasione fscale agli accia-
ieri Riva. Attenzione, per. Degli acciaie-
ri Riva si dimostrer, magari, la miseria
umana. Mentre in Gatsby (non solo in Di
Caprio) dominava il fascino. Non un
dettaglio. una profonda differenza.
Il fascino degli anni Venti contiene
anche una quota di eleganza. Il fascino
che promana non solo da un gioiello
Tiffany ridisegnato in omaggio al flm,
ma da certi autori rilanciati, per esempio,
da Adelphi: Somerset Maugham, Jean
Rhys, Il falco pellegrino di Glenway
Wescott, una storia francese come Da-
vid Golderdi Irne Nmirovsky. Fascino
sconosciuto alla gran parte dei tycoon di
oggi protagonisti di ascese e cadute. Che
si chiamino Riva, o Ligresti, o Zunino. La
cronaca italiana appare piccina. Margi-
nale. Povera di glamour.
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Mi piace il periodo che va dal 1925 al
1935, perch credo sia stato il decennio
in cui tutti gli aspetti dellesistenza umana
sono stati rivoluzionati. Basta pensare al
taglio dei capelli da maschietta, alle gonne
che si sono accorciate, alleliminazione
dei corsetti. O a Francis Scott Fitzgerald
e a Zelda, alle prime Garbo e Dietrich, al
Bauhaus e allart dco. Il cambiamento
nella musica, nella danza, nella pittura,
nellarchitettura e negli stili di vita sono
stati epocali e diffusi a tal punto che ancora
oggi viviamo gli esiti di quelle esperienze.
Walter Albini aveva spiegato cos il punto di
partenza della sua moda. Lui, il primo degli
stilisti, che amava vestirsi proprio come uno
di quei personaggi della Lost Generation
dinizio secolo vitale e ribelle agli schemi,
lui apripista di una moda italiana che si
sarebbe affermata nel mondo. del 1973
la sua collezione primavera-estate Grande
Gatsby, presentata a Londra con successo
di stampa e pubblico. Arriva lanno
successivo, nel 1974, il flm Il grande
Gatsby con Robert Redford e Mia Farrow,
che codifca nel nostro immaginario gli anni
Venti, folli e ruggenti. I costumi di Theoni V.
Aldredge inevitabilmente conquistano
lOscar, ma c molta moda italiana in
questo flm, come aveva preannunciato
Time Magazine nel 1973, indicando Albini
come pi importante rappresentante in
Europa della rivisitazione dei Twenties e del
Gatsby look. Daltronde sono gli anni della
rivoluzione Chanel, della Garonne, dal
romanzo di Victor Margueritte che nel 1922
d nome e carattere al modello di donna
emancipata capace di trasformarsi grazie
agli abiti e alla grinta, compagna di
divertimento o piacere a seconda del
momento e dellumore. Abiti corti, fuidi,
che esaltano gambe nervose pronte al ballo
e si sflano velocemente. La nuova versione
cinematografca di Baz Luhrmann con
Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan torna
a raccontarci quel way of life impastato
di entusiasmi, di rivalsa e desiderio, di
inquietudine e di speranza. Di feste folli
e assolute. Catherine Martin ha voluto abiti
di Prada e Brooks Brothers, e gioielli
La voglia, la pazzia, lincoscienza, lallegria
A qualcuno ricorda Abramovich. Ad altri
Carlos Slim o Eike Batista. Eppure corteggia
Daisy secondo un modello cavalleresco
6 giugno 2013 | | 129
In generale, il tycoon alla Gatsby fatica
a reincarnarsi in fgure di oggi. Gli si av-
vicina vagamente un tipo come il develo-
per Donald Trump, progettista di torri,
esibizionista di donne e gioielli. C qual-
che traccia nellinglese Richard Branson,
assurto da famiglia modesta a magnate
del gruppo Virgin, dalla musica alla well-
ness fno al turismo aerospaziale. Nelli-
dea di leisure extraterrestre, Branson ha
un tratto visionario che riecheggia lec-
centrico Howard Hughes, il miliardario
volante, non a caso incarnato dallo stesso
Di Caprio in The Aviator, il flm di
Martin Scorsese. Ma Hughes fn i suoi
giorni nel buio della psicosi.
Un Gatsby latinoamericano potrebbe
essere Eike Batista, luomo pi ricco del
Brasile. il presidente della holding Ebx,
che fece i primi soldi nelle miniere doro
e oggi controlla societ nei settori mine-
rario, energetico, logistico. Gi sposato
alla modellona Luma de Oliveira, ha due
fgli dai nomi megalomani, Olin e Thor,
ed un vitalista vero: corridore, nuotato-
re, motonauta da primato, amante dei jet
executive, committente di yacht dei can-
tieri Lrssen, la marca tedesca preferita
dagli sceicchi.
Gli sceicchi, per contro, con Gatsby
centrano poco: troppe differenze cultu-
rali. Gli sceicchi comprano le donne come
oggetti; Gatsby era un seduttore roman-
tico. Fitzgerald teneva molto al lato ro-
mantico. Come scriveva Alberto Savinio,
nella Nuova Enciclopedia: Sul terre-
no della ricchezza accumulata abitano
uomini cronicamente romantici. Inten-
dendo il romanticismo come il tempo
eroico della mente: quello in cui luomo
animato da un desiderio immenso e
indeterminato. Il desiderio di stupire, il
desiderio di riconquistare Daisy, che lo
porter alla rovina. Perch a uccidere
Gatsby, per errore (non era Gatsby il F
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di Tiffany, per rendere indimenticabili i due
protagonisti. Labito chandelier di una delle
collezioni Prada pi memorabili, che Daisy
indossa nella scena della festa che d inizio
alla fne, insieme alla piccola cappa di
pelliccia, serve a raccontarci la storia
tanto quanto espressioni e parole della
protagonista. E il costume da bagno con
bretelle e calzoncino lungo sulla coscia,
ritaglia il corpo di Di Caprio dellultima
scena rendendolo struggente eroe
romantico. Miuccia Prada ha selezionato
40 pezzi dallarchivio Prada e Miu Miu
e li ha reinterpretati insieme a Catherine
Martin per animare le scene dei party nel
flm. Con la consapevolezza che nessuno
dei pezzi era pensato per richiamare
atmosfere di quegli anni, ma - come ha
affermato la stessa Prada - il flm di Baz li
ha resi pi Venti delle immagini darchivio.
La moda sempre veloce nel captare laria
dintorno e, in questo caso, linteresse per
un periodo che ha visto la donna rivendicare
in modo sfrontato la sua indipendenza. Ma
non si tratta solo di registrare come moda
e immaginari cinematografci si alimentino
reciprocamente: piuttosto, anche questa
volta la rappresentazione abbagliante di
quegli anni trascende la qualit del flm
e degli interpreti. Sono le sequenze delle
feste a creare il cortocircuito. Perch la
moda circolare e guarda il passato, usa
la nostalgia per rinnovarsi, esatta nella
sua camaleontica capacit di ridisegnare
atmosfere note attraverso sfumature
inedite, strumento unico per ricostruire
unepoca. Non solo questione di ispirarsi
a: i processi con cui la moda si progetta
e mette a punto prevedono anche scatti
inventivi. Che rileggono e aggiornano quel
Gatsby look che insegue ed inseguito
dalle ossessioni del fashion design.
Maria Luisa Frisa
DA sinistRA: iL
miLiARDARio HoWARD
HugHEs in unA Foto
DEL 1930; RomAn
ABRAmoviCH; DonALD
tRumP; siR RiCHARD
BRAnson; iL BRAsiLiAno
EikE BAtistA, tRA gLi
uomini Pi RiCCHi DEL
PiAnEtA. soPRA: CAREy
muLLigAn in gAtsBy
130 | | 6 giugno 2013
colpevole, era Daisy) il benzinaio, ovve-
ro il proletario che incarner i drammi
della Grande Depressione. E se riguardia-
mo le foto della prima festa degli Oscar,
lAcademy Awards dinner del maggio
1929, nelle cronache di Vanity Fair,
300 invitati in ghingheri nel Roosevelt
Hotel di Hollywood, della Depressione
non appare traccia; e invece era l accan-
to, tra i camerieri.
Una nuova Depressione la viviamo
oggi, in Italia. Con i suoi epifenomeni ben
noti: corruzione, cinismo, volgarit, im-
poverimento, ansia del futuro. Sono se-
gnali che gli osservatori pi preoccupati
(Eugenio Scalfari, per dire, o Gustavo
Zagrebelsky) chiamano di imbarbari-
mento. Ebbene, un connoisseur come
Philippe Daverio ravvisa proprio in Gats-
by una fgura barbarica. Molto lonta-
na dallItalia, dal cattolicesimo di san
Carlo Borromeo, con la sua cultura
dellunderstatement. Dice Daverio:
Per i barbari loro peso, mentre per i
greci loro leggerezza, come nelle coro-
ne dalloro. Conta il materiale, non il
valore. E aggiunge: Gatsby una storia
americana e barbarica. Noi italiani oscil-
liamo tra gli opposti: i cromatismi anti-
lussuosi della nostra moda di alta qualit,
e le fgure caricaturali, da Trimalcione
fno al cumenda di provincia in Lam-
borghini. Cos come gli anni Venti da un
lato ce li ripropone lAdelphi, dallaltro
ci prova il reuccio del gossip Alfonso Si-
gnorini, con Amore folle amore, bio-
grafia romanzata di Francis e Zelda
Fitzgerald. LItalia un pendolo incessan-
te tra alto e basso. Per questo diverte ma
inquieta. O inquieta ma diverte.
Il Gatsby italiano, forse, non pu esi-
stere. E se, giunti alla fne di questo arti-
colo, vi chiedete come mai non sia citato
nemmeno una volta quelluomo potente
con la B che ha governato pi volte la
nostra Repubblica, tra eccessi e processi,
bluff e vanit, forse sarete daccordo:
davvero non valeva la pena, davvero
unaltra storia. n
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Scott Fitzgerald amava viaggiare, e i suoi luoghi favoriti sono entrati a far parte
del suo universo letterario, a partire dal Grande Gatsby. Questestate il mondo del
turismo propone molte idee per rivivere il fascino dellet del jazz. Si pu partire da
Villa St-Louis, a Juan-Les-Pins, la grande dimora Art Dco che lo scrittore afftt nel
1926: oggi lHtel Belle Rives e la proprietaria Marianne Chauvin-Estne ha
mantenuto lo stile dellepoca e ha messo a punto il Forfait Gatsby, con soggiorno,
colazione sulla terrazza panoramica, cocktail Zelda e auto a noleggio per esplorare
la Grande Corniche (doppia da 377 euro, tel. +33 4 93610279, bellesrives.com).
La colonna sonora quella del Jazz Juan, festival che dal 12 al 21 luglio rievoca
atmosfere anni Venti. In auto, come amava fare la carismatica coppia a bordo di una
Renault blu, si raggiunge lHotel Excelsior
di St. Raphal per un drink, La Garoupe,
spiaggia di Antibes frequentata anche
da Cole Porter, e La Colombe dOr, il caff
nel borgo di Saint Paul de Vence dove
si ritrovavano artisti e intellettuali, oggi
relais con ristorante. Imperdibile anche
il Bar Amricain dellHotel de Paris di
Montecarlo: ogni sera si esibisce un trio
jazz. Da ascoltare sorseggiando un gin
fzz o un mint julep, i cocktail favoriti
di Francis Scott Fitzgerald.
Le atmosfere raffnate che fanno da
sfondo al flm di Baz Luhrmann vanno
cercate oggi in Australia e negli Stati
Uniti, magari scegliendo gli alberghi che
Hotels.com ha selezionato nelle vicinanze
dei set cinematografci (tel. 800 917957,
http://it.hotels.com): i favolosi party
nella villa di Gatsby sono stati girati
al San Patricks Seminary, a Sydney,
collegio di fne Ottocento in stile gotico;
appena fuori citt c la centrale elettrica
a carbone di White Bay, sfondo che
ha ricreato la Long Island del primo
dopoguerra. Sulla vera Long Island, invece, il regista ha girato scene nel Castello
di Oheka, splendido albergo costruito nel 1915 dal fnanziere Otto Kahn, utilizzato per
i suoi favolosi giardini (tel. +1 6316591400, oheka.com): si pu prenotare il Gatsby
Package, con due giorni nella Chateaux room, picnic nel parco e drink ispirato ad
atmosfere proibizioniste. E poi c New York e il mitico Hotel Plaza, inaugurato nel
1907 tra Fifth Avenue e Central Park: nel suo bar gli incontri tra il narratore del flm,
Nick Carraway, e Jordan Baker, la donna che corteggia. Anche qui, proposta a tema:
notti nellelegante Fitgerald Suite, menu con ricette dantan elaborate dallo chef
Todd English, e nel pomeriggio Fitzgerald Tea for the Age. Omaggio a Gatsby e alla
sua flosofa: Non si pu ripetere il passato? Ma certo che si pu.
Luisa Taliento
In viaggio con Zelda La sua una storia
americana e
insieme barbarica.
Assolutamente poco
italiana, per: noi
oscilliamo sempre
tra tragico e comico
il castello di oheka, a long island
132 | | 6 giugno 2013
A
l polemico Liam Gallagher po-
tr anche non piacere. Ma Get
lucky, il singolo che ha antici-
pato il ritorno dei Daft Punk con
il nuovo album Random access
memories, con il cantato di Pharrell Wil-
liams e la chitarra di Nile Rodgers, al
primo posto nelle classifche digitali di 55
paesi, America inclusa. E conferma il suc-
cesso del duo electro-house parigino, noto
anche per nascondere la sua identit sotto
stilosissimi caschi da robot e abiti disegnati
da Hedi Slimane (I robot fanno parte
dello show, non importa vedere che cosa c
dietro. Sono sicuramente pi interessanti di
noi, hanno dichiarato i due allObserver).
I Daft Punk sono uno dei gruppi dance pi
infuenti degli ultimi ventanni, come si era
capito fn dal primo disco Homework
(1997). Star del pop da Madonna a Kylie
Minogue a Kanye West sono state infuen-
zate dallo stile Daft Punk, che adesso frma-
no RAM, registrato in cinque anni tra
Parigi, New York e Los Angeles. Thomas
Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Chri-
sto compiono lennesima evoluzione, con-
segnando un lavoro che mette al centro la
dance da club anni Settanta-Ottanta, fltra-
ta e attualizzata secondo il loro verbo.
Ospitano il pioniere della disco Giorgio
Moroder, ma anche la star dellindie rock
Julian Casablancas e produttori guru della
house Todd Edwards e Dj Falcon.
Con loro il French touch(il fenomeno
elettro-pop francese di fne anni Novanta)
torna a farsi sentire con i suoi vecchi e
nuovi protagonisti. Jean-Benot Dunckel,
laltra met degli Air, il duo di Versailles
pionieri del nouvel beat, sta portando
avanti lattivit solistica gi avviata nel
2006 con il progetto parallelo Darkel. Ha
trovato nella fascinosa cantante e dj ingle-
se Lou Hayter, nota come tastierista del
gruppo pop londinese New Young Pony
Club, il partner ideale con cui sperimenta-
re nuove possibilit stilistiche. Insieme
hanno dato vita al duo elettronico Tomor-
rows World, ora al debutto con lalbum
omonimo per letichetta francese Nave.
Quasi tutti i brani sono stati registrati a
Parigi dinverno. Ecco perch lalbum
suona un po sinistro e tetro, ballardiano,
commenta Hayter. Sono appena tornati
con il nuovo album Bankrupt!(Glassno-
te Records) anche i Phoenix, fgliocci della
prima ondata French touch. Nati nei primi
anni Novanta come ba-
cking band degli Air, il
quartetto pop di Versailles
ha ottenuto riconoscimen-
to internazionale nel 2009
con lalbum Wolfgang
Amadeus Phoenix, vinci-
tore di un Grammy. La
stretta amicizia con gli Air
li ha portati a esperienze
comuni, in particolare con
Sofa Coppola per cui han-
no frmato la colonna so-
nora del flm Il giardino
delle vergini suicide. Le
loro musiche fgurano an-
che in altri flm della regi-
sta, compreso il nuovo
The bling ring. Ma il
fenomeno del momento
Woodkid, nome darte del
musicista, illustratore e re-
gista francese Yoann Le-
moine, 30 anni. al debut-
to con lalbum The gol-
den age(Universal) di cui
il primo singolo Iron
conta oltre 20 milioni di
visualizzazioni su YouTu-
be: il carattere cinematico
del suo stile, che mischia
tastiere elettroniche e
unorchestra di 30 elementi, immagini in
bianco e nero tra narrazione epica e cita-
zioni da Elia Kazan a Edward Hopper,
deriva proprio dallattivit principale di
Lemoine. Tra le nuove leve del french
touch c infne Vincent Belorgey, in arte
Kavinsky, scoperto con Drive, flm di
Nicolas Winding Refn, e il brano
Nightcall, colonna sonora diventata
un cult del cinema contemporaneo. Ac-
clamata star della club culture, ora al
debutto con lalbum OutRun(Record
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Il ritorno impetuoso
dei Daft Punk
riaccende i rifettori
sul fenomeno
elettro-pop francese.
Tra vecchi e nuovi
protagonisti
Di stefania cubello
french
touch
6 giugno 2013 | | 133

stato un fenomeno di costume
senza precedenti nel mondo delle
lancette, che ha coinvolto per
anche la moda, il design e la tecno-
logia. Nel corso del 2013 Swatch
compie il 30 anniversario dalla fondazione,
festeggiando con eventi che si affancano
alle nuove collezioni. Due allanno - diverse,
ma ugualmente animate dallo spirito del
marchio - dal 1983 a oggi. Swatch vive da
sempre sulla sorpresa e sullinnovazione. E
quella di sfornare orologi come accessori,
intercambiabili e moltiplicabili, solo una
delle idee che ne hanno decretato il successo.
Oggi, a Nicolas Hayek - primo presidente
del gruppo industriale che ne ha preso il
nome - sono succeduti i fgli Nick e Nayla,
cui spetta il compito di dirigere quella che
diventata la pi grande concentrazione
mondiale di marchi dorologeria. Perch al
di l dellutilizzo della plastica e del colore,
dellimbattibile prezzo inizialmente fssato a
50 franchi svizzeri e dellaver scritturato
artisti e designer di grido, il successo del fe-
nomeno dellorologio nato come usa e
getta e diventato oggetto da collezione
legato alla trasformazione dellintera orolo-
geria svizzera. Oggi Swatch Group un co-
losso che comprende una ventina di marchi
(tra cui Omega, Breguet, Rado, Longines,
Hamilton e Tissot).
Lorologio Swatch nasce nel 1983 come
risposta elvetica allassalto delle produ-
zioni made in Japan e dellavvento delle-
lettronica, un binomio che aveva piegato,
soprattutto per la forte competitivit sui
prezzi, la tradizionale industria Swiss
made. Lintuizione di un orologio sempli-
fcato nella produzione; al quarzo, ma
funzionante con lancette; di plastica, ma
di forma classica, fece riprendere talmente
vigore allindustria che intorno a Swatch si
venne a creare appunto il pi potente grup-
po dorologeria al mondo. Con cifre di
bilancio davvero notevoli: il fatturato
2012 ha superato il muro degli 8 miliardi
di franchi svizzeri (oltre 6 miliardi di euro)
e rappresenta un aumento del 14 per cento
rispetto allanno precedente, con un utile
netto e dividendi rispettivamente in cresci-
ta del 26 per cento e del 17,4 per cento. Se
a questo si aggiungono le 2 mila nuove
assunzioni dello scorso anno, si ha il qua-
dro di unimpresa in ottima salute e grandi
prospettive per il 2013. Le possono garan-
tire i recenti investimenti, tra cui la nuova
fabbrica Eta di Grenchen, sempre in Sviz-
zera, e lacquisto di Harry Winston. E vi
contribuisce anche Swatch che, per il tren-
tesimo anniversario, ha lanciato una colle-
zione molto simile, con la sua plastica
trasparente e gli ingranaggi a vista, a certe
fortunate serie degli anni Ottanta. Allepo-
ca Nicolas Hayek chiese ai banchieri sviz-
zeri fnanziamenti per produrre un orolo-
gio di plastica in un milione di esemplari.
Non lo presero sul serio: non potevano
immaginare che trentanni dopo si sarebbe
sforato il miliardo di pezzi. Cifra record
che oggi potrebbe essere superata, proprio
grazie alla serie celebrativa. n
visioni
Ingranaggi a vista, trasparenze, forma
classica. Per celebrare i suoi primi
trentanni, Swatch ritorna alle origini
Di PAOLO DE VECCHi
new gent laquered, 1300 original special.
in basso: ironY cHrono 2013
Societ Anniversari
plastiche
il numero fortunato di swatch? sembra essere il 51, visto
che allorigine del successo del marchio, trentanni fa, e
lo ritroviamo oggi come elemento tecnico di un prototipo
(lo swatch system 51), che verr commercializzato
da ottobre. il numero corrisponde agli elementi che
formavano il movimento al quarzo dei primi modelli,
una semplifcazione rispetto alla settantina normalmente
necessaria. Ma, con il system 51, il marchio svizzero
si superato: lo stesso numero di componenti, ma per
un movimento automatico la cui costruzione ne richiede
di solito almeno un centinaio. aumenta la portata
innovativa di questo orologio lassemblaggio
completamente automatizzato e fssato da una sola vite
centrale. il prezzo ancora da stabilire, ma sembra che si
potr stare dentro i 150 euro. da sempre, per swatch, la
semplifcazione sinonimo di ottimizzazione dei costi.

Magia del numero 51
134 | | 6 giugno 2013
L
a moda italiana comincia a com-
battere il falso con laiuto dei
consumatori. Che adesso posso-
no usare il cellulare per scoprire
se un capo autentico oppure
no. Funziona cos la piattaforma web
Certilogo, di unomonima azienda ita-
liana, da qualche giorno adottata anche
da Versace dopo essere stata scelta da
Lanvin, Museum, Add, Blumarine. Un
servizio che non ha veri e propri uguali
nella moda: consente al compratore di
verifcare (sul Web e sul cellulare, al ne-
gozio o da casa) se un prodotto acqui-
stato o da acquistare contraffatto.
Dalla data del lancio, 300 mila uten-
ti hanno usato il servizio 500 mila volte,
in 136 paesi. E uno su tre italiano,
spiega Daniele Sommavilla, responsabi-
le Global Sales di Certilogo. Fe-
nomeno in crescita, sia per nume-
ro di utenti che per gamma di
marchi che adottano il sistema
(funziona solo su capi di marchi
che aderiscono alliniziativa). Il
compratore deve trovare infatti il
Certilogo Code (sorta di etichetta
intelligente con un codice), e inse-
rirlo sul sito di Certilogo o sulla
sua app. Pu anche limitarsi a
fotografare il Code con un cellu-
lare e lapp gli dar subito il re-
sponso, dopo aver consultato un data-
base: un messaggio dir se il capo au-
tentico o fasullo.
LItalia ha sempre avuto il pi alto
numero di utilizzatori, ora stata supe-
rata da Cina e Giappone, spiega Som-
mavilla: utile non solo prima dellac-
quisto, per evitare fregature, ma anche
dopo. Lapp ci dice che siamo stati ingan-
nati su eBay? Ci consente di ricevere un
rapporto dettagliato, che certifica la
contraffazione, e di inviarlo a Paypal,
Mastercard e Visa per ottenere un rim-
borso. Il 45 per cento ha riavuto i soldi
indietro. Per noi anche lalba di un
nuovo patto, pi consapevole e traspa-
rente, con la marca di moda. Si esce
dunque dallopacit (quel capo che costa
cos poco, sar autentico?) oppure no?
Lincertezza per il consumatore spesso
motivo per non acquistare. Con questo
servizio, certo, pu fnire per decidere di
comprare lo stesso una replica che costa
meno. Ma quando lapp d la certezza
che il capo autentico, si moltiplica il
piacere dellacquisto. E il made in Italy
ringrazia: secondo il Censis, il falso
provoca sette miliardi di euro di danni
al sistema Paese e impedisce la creazione
di 110 mila nuovi posti di lavoro a tem-
po pieno. n
Societ Frodi
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Un codice svela se
il capo autentico o
no. Cos unazienda
italiana prova
a combattere i falsi
alessandro longo
lapp
della verit
Una foto al tartufo e lapp sul cellulare ti dice se autentico. una nuova tendenza che
muove i primi passi. In ambito alimentare c il servizio della toscana QrQuality, adottato a
fne 2012 sui tartuf delle Crete senesi. unetichetta coperta da una superfcie argentata.
Lutente la gratta per svelare un codice Qr, che poi pu leggere tramite lo smartphone per
scoprire se il prodotto autentico. La contraffazione, in ambito alimentare, un danno non
soltanto per lindustria, ma anche per la salute dei consumatori. Diventeranno pi
consapevoli con luso della tecnologia, che permette loro di controllare la bont e lorigine di
un prodotto, prevede Giovanni Boccia Artieri, sociologo dellUniversit di Urbino, esperto di
servizi digitali. Prima o poi questi sistemi potranno dirti dove stato realizzato un capo di
abbigliamento, e in quali condizioni di lavoro. Saranno strumenti per un consumo pi
sostenibile, responsabile ed etico. Gli stessi utenti gestiranno i database con le
informazioni: alle porte una sorta di Wiki-Consumo.
Tartufo intelligente
UnA moDeLLA SFILA Con Un ABIto VerSACe; Un
PUnto VenDItA LAnVIn neL CUore DI LonDrA
Passioni
n. 22 - 6 giugno 2013
6 giugno 2013 | | 135
Duemilatredici gallerie, la met
asiatiche, una ressa umana di visitatori
nonostante la pioggia e i temporali, la
presenza di super star come Kate Moss,
una vip room tutta vetri con vista sul
porto, sculture luminose e installazioni
stupefacenti. Insomma un successo.
Consacrato dallimpegno produttivo dei
galleristi, soprattutto cinesi, che hanno
speso soldi ed energie per accogliere
il nuovo ospite. partita decisamente
bene questa nuona avventura della fera
di Basilea, che ha piantato le tende nel
continente asiatico. Hong Kong Basel
(23-26 maggio) non una succursale.
la porta dOriente del mercato artistico
occidentale. E se lOccidente pu
approfttare dellarrivo sulla scena di
collezionisti danarosi ed emergenti,
lOriente con la benedizione di Basilea
sa di poter solidifcare i suoi valori
di mercato nellintero pianeta, esplosi
con il boom dellarte cinese fne anni
Ottanta. Hong Kong welcomes Art
World titola il New York Times, che
commenta come proprio questa citt,
considerata un deserto artistico fno a
qualche anno fa, ora lavamposto della
pi potente fera al mondo. Ed ecco
limprovviso upgrading di buoni galleristi
locali, fanco a fanco a Gagosian, White
Cube, Ben Brown; linnalzamento
dei prezzi di artisti cinesi che sfdano
Murakami, Richter e Koons; e anche
la presenza di ben nove gallerie italiane
approdate nello stupefacente Hong
Kong Convention and Exhibition Center.
Hong Kong Basel
Alla Fiera
dellEst
di alessandra mamm
cinEmA | spEttAcoli | ArtE | musicA | libri | modA | dEsign | tAvolA | viAggi | motori
IMpOsITION sYMpHONY DI sTElIOs FAITAKIs
136 | | 6 giugno 2013
Passioni Cinema
IPOCRISIA. BUGIE.
AmORI SPEntI.
CHE UnA GRAndE
BEllEzzA nOn
BAStA A SAlVARE
T
utto splende, allinizio di La gran-
de bellezza (Italia e Francia,
2013, 142). Sullo sfondo duna
architettura rinascimentale, dei
turisti giapponesi si lasciano in-
cantare da Roma. Uno di loro ne vuol cat-
turare la bellezza che sadagia morbida
sotto la luce dellestate: punta la macchina
fotografca, sta per scattare, e dimprovviso
crolla. Non c splendore che sfugga alle-
vento ultimo dogni vita.
Lo sa bene Jep Gambardella (Toni Ser-
villo), scrittore di fama che da quarantanni
non scrive pi un libro. Oggi, compiuti i
sessantacinque, intervista donne e uomini
celebri per una rivista di grande prestigio.
E soprattutto passa le notti nei salotti che
contano, con gente che conta. Il cinismo
padrone dei suoi discorsi. Nulla vale per lui,
in primo luogo il merito, limpegno, la se-
riet, lentusiasmo, la dignit. Giunto a
Roma poco pi che ventenne da una picco-
la isola del Sud, tutto questo s lasciato
alle spalle. Ma ancora ne soffre la nostalgia.
E appunto un nostos, un ritorno a casa
doloroso e impossibile quello che ora
vorrebbe compiere, sentendo pi vicino
levento ultimo della sua vita.
Niente attorno a lui ha senso: non la
ricchezza volgare di faccendieri e mafosi,
non la superfuit umbratile di vecchi prin-
cipi e principesse, non quel che resta di
antiche soubrette televisive, non il potere
irreligioso di cardinali in limousine, non le
furbizie isteriche di artisti da marketing. E
di questa mancanza di senso Jep fa un alibi
della sua stessa nullit. Che cosa riuscirebbe
a riportarlo indietro, agli inizi colmi di
speranza della vita? Una parvenza nuova
damore per Ramona (Sabrina Ferilli)?
Lamicizia quasi vera per Romano (Carlo
Verdone), anche lui scrittore, per quanto
oscuro? La ieraticit decrepita e muta di
una santache viene dallAfrica e che so-
miglia a Teresa di Calcutta?
Non c bellezza nella Roma splendida
di Sorrentino. La volgarit e il cinismo ne
sono padroni, come lo sono di Jep, che
tuttavia ne ha orrore. In ogni caso, non ha
vie duscita. O ha la sola che la vita garan-
tisce a tutti. Lui lattende. Lattende come
fosse il suo nostos, un ritorno a casa e alla
grande bellezza di un amore intenso e
dolce dei ventanni. Ma sopra le immagini
luminose di quella bellezza emerge la de-
crepitezza della santa africana. Il suo cor-
po e il suo viso si tendono nello sforzo di
salire una scala che dovrebbe garantirle
lindulgenza per sfuggire alle fiamme
dellinferno. E a noi sembrano lo spasimo
stesso della morte.
Film di Roberto Escobar
CiniCa roma
Solo Dio perdona
di Nicolas Winding Refn, Danimarca e Francia, 2013, 90
Mamm (Kristin Scott Thomas) non gli vuol bene, ma lui (Ryan Gosling) a lei ne vuole anche
troppo. Uno psicanalista risolverebbe. Winding Refn per esagera e ci costruisce su una
storiaccia buia fra puttane, spacciatori e poliziotti con lhobby di mozzare avambracci. Sangue
come se piovesse. Gosling ha due espressioni: una di fronte, laltra di nuca. E non il solo.
Epic - Il mondo segreto
di Chris Wedge, Usa, 2013, 102, animazione, 3D
Mary Katherine, diciassettenne, alla ricerca del padre, uno scienziato scomparso mentre
indagava sui Leaf Men, esserini benefci che vivono nei boschi. Ridotta per magia alla loro
dimensione, la ragazza si trova gomito a gomito con insetti fantastici, allegri lumaconi e crudeli
nemici della foresta. Wedge lo stesso di Lera glaciale, girato con Carlos Saldanha.
AltRi Film
6 giugno 2013 | | 137
Passioni Spettacoli
Educatamente, simpaticamente e
oserei dire quasi affettuosamente,
sarebbe il caso di chiedere alla
produzione di Cucine da incu-
boqual il senso del reality che
portano in scena ogni mercoled
sera alle 21.55 su Fox Life. Il co-
pione di base, adattato per il tele-
pueblo italico dalloriginale ame-
ricano Kitchen nightmares,
prevede che uno chef di rango
soccorra un ristorante che rischia
di chiudere e che in pochi giorni
riesca a modifcarne il Dna convertendolo in
locale carico di clienti e soddisfazioni. Un
percorso garantito da Antonino Cannavac-
ciuolo, cuoco di prima classe e di bella fgura
catodica: sia per limpatto del corpo gigante,
sia per il disgusto che comunica quando
entra nel ristorante da resuscitare. Carico di
mestiere, Big Antonino castiga le inettitudini
gestionali e culinarie, insulta con lo sguardo
la pornografa della scarsa igiene e non di-
sdegna di far di conto per rattoppare i debiti.
Un miracolo, per i gestori dei locali, i quali
passano dallaria funeral di chi sta per chiu-
dere alla samba di chi brinda allo scampato
pericolo. Tutto bene, dunque? Tutto giusto e
divertente? Beh, sarebbe assurdo non rico-
noscere che Cannavacciuolo brilla quando
si dedica a un cuochino diciannovenne per
migliorarne le performance. E altrettanto
empatico, il signor chef, quando ulula
contro il proprietario di un localaccio laziale
un doveroso: Robb, in questo momento
tu stai avvelenando la gente!. Solo che alla
fne, dopo tutto questo dire e fare, spunta il
gi citato dubbio sul senso del programma.
Non sarebbe meglio, insomma, se si aiutas-
sero i ristoratori inetti ad abbassare la sa-
racinesca, spingendoli di corsa verso me-
stieri alternativi? Servirebbe a ricordare
che il pressapochismo non premia, sul la-
voro, anche se sempre in auge nella fan-
tastica Italia. www.gliantennati.it
Fenomeno raro, almeno in Italia. Raro che
una bella pice teatrale diventi un flm
altrettanto gradevole e per giunta con gli
stessi attori e poi torni a teatro sullonda del
successo meritato al cinema. Accadde molti
anni fa con La stazione di Umberto Marino,
accaduto con Ben Hur di Gianni
Clementi, a teatro, diventato Benur
al cinema diretto da Massimo Andrei,
divertentissimo, senza alcun debito di
sangue nei confronti della pice, nel senso
di una sua indipendenza flmica, e ora tornato
sulle scene con gli stessi tre interpreti che
hanno metabolizzato i personaggi con una
naturalezza empatica: Elisabetta De Vito,
Paolo Triestino, Nicola Pistoia anche regista.
Non un caso se molti spettatori tornano
a rivederli. Spinaceto: Maria, la sorella, stira,
rammenda e cucina mentre risponde al
telefono ansimando orgasmi per una chat;
Sergio, il fratello ex stuntman, tira a campare
facendo il centurione al Colosseo e
limbianchino controvoglia. E poi arriva Milan,
ingegnere bielorusso di genio ma clandestino
e dunque sfruttato come bestia da lavoro,
dal Colosseo allidraulica, alle ristrutturazioni,
al maneggiare brugole Ikea. Si ride, molto,
per battute, situazioni, tempi comici perfetti
e poich nessuno sembra sollevare il ditino
ammonitore, si liberi di rifettere sul destino
di Milan e dei due ospiti borgatari. Nessun
debito di sangue dicevo, anche se le parole,
a teatro e al cinema, sono proprio le stesse
e dunque la sceneggiatura procede fuida. A
parte poche varianti. A teatro, per Sergio, un
fglio omosessuale che vuol fare il ballerino
ma sempre meglio frocio che laziale e il
fnale: al
cinema un
futuro di
speranza
con Milan
e famiglia
integrati in un
bar con vista
Colosseo; a
teatro, assai
pi amaro e
realistico,
aperto su
Milan ferito
mentre scappa
dalla polizia.
E poi chiss.
Roba da non credere. Una
banca che d il mutuo anche
ai giovani con lavoro a tempo
determinato? Parrebbe. Ubi
Banca lancia questa
mirabolante promessa in un
mercato ingessato. Lo fa
avvalendosi di un delicato
cartoon con una coppia di
inseparabili che cerca casa e la trova,
alfne, componendosi a forma di cuore.
Tutto idilliaco compreso il claim :
Lamore una casa meravigliosa.
Approfttando del fermo immagine, per,
abbiamo malignamente voluto
soffermarci sulla minuscola dicitura di
legge che compare in calce. L sta scritto
che entrambi gli uccellini devono lavorare
da almeno 18 mesi e che la banca si
riserva di chiedere ulteriori garanzie.
Insomma, giovani precari in cerca di un
tetto, moderate gli entusiasmi e comprate
una penna a mamma e una a pap che,
vedrete, serviranno.
Azienda: Ubi Banca
Prodotto: Mutuo casa giovani
coppie 2013
Agenzia: Touch Italy (Omnicom Group)
Creativit: Team Touch Italy
Produzione: Playstos
Pianifcazione: InMediaTo
PUNCTUM: La lumaca concorrente
TeleSpot
di Davide Guadagni
TeleReality di Riccardo Bocca
si salvi chi chef
Teatro
Centurione da
palcoscenico
di riTA Cirio
138 | | 6 giugno 2013
Passioni Musica
Dopo la Prima Sinfonia diretta da Semyon
Bychkov, con la Terza Sinfonia in re minore
proposta da Michael Tilson Thomas, lAu-
ditorium di Santa Cecilia si riaperto, anzi,
spalancato a Gustav Mahler. Come sempre
avviene per la grande musica, la durata
cronometrica - per lesattezza unora e 40
minuti, di questo monumento sonoro splen-
didamente diretto non corrispondeva affat-
to a quella di ascolto. La mia sinfonia sar
qualcosa che il mondo non ha mai ascolta-
to: tutta la natura vi riceve una voce e rac-
conta un segreto cos profondo del quale
forse in sogno si pu avere unidea: non
sono farneticazioni egotistiche, ma parole
di chi tanto consapevole della loro verit
da offrirne unimmagine scandalosa in
senso evangelico. Il suono iterato e tremulo
di una cornetta da postiglione che forisce
nel cuore di un molto lento: che cosa mi
raccontano gli animali della foresta, sorta
di passeggiata nellEden di uno stupefatto
Adamo bambino, appartiene a una realt
troppo ineffabile per poter venire conosciu-
ta e fruita dalluomo. Ci provano il contral-
to Katarina Karneus e il coro accademico di
voci bianche e femminili su parole dallo
Zarathustra di Nietzsche e dal Corno
magico del fanciullo, ma invano. Contrav-
venendo a Beethoven che aveva fatto della
voce umana il culmine e la conclusione
della Nona Sinfonia, Mahler affda agli ar-
chi della sola orchestra il compito di avere
lultima parola in un radioso, interminabile
fnale. Non aveva forse detto Schopenhauer
che il senso intimo di ogni musica ci passa
davanti come un paradiso a noi ben fami-
gliare, e tuttavia eternamente lontano?
Lirica di Giovanni Carli Ballola
leden di mahler
Il primo storico Billboard Awards per la
musica dance vinto dal dj-produttore
David Guetta, il ritorno dei Daft Punk
con un nuovo disco di massimo culto
elettro-pop, i Phoenix lanciati alla
conquista degli Stati Uniti dAmerica.
Segnali che testimoniano lo stato di
salute del pop gauloise.
Senza bisogno di recarsi Oltralpe, dal 5
all8 giugno baster salire la scalinata
di Trinit dei Monti
e andare a Villa
Medici, sede
romana
dellAccademia
di Francia, per
averne conferma.
Il festival Villa
Aperta dedicato
alla musica
actuelle (quarta
edizione) spalanca
i suoi meravigliosi
giardini e la loggia
di stampo
rinascimentale
alle nuove
tendenze che attraversano lethno-rock,
il pop e lelettronica. Il 5 giugno,
saranno due artiste della nouvelle
chanson a dividersi la scena: Laetitia
Sadier, gi voce degli Stereolab e Claire
Diterzi, con il progetto video musicale
Le salon des refuges, ideato
a Roma nel 2010 durante la sua
residenza a Villa Medici.
La seconda serata vede protagonisti
il Mali e il Marocco con il desert rock
dei Terakaft e la suf trance dei
leggendari Master Musicians of
Jajuka cari a Paul Bowels. Il 7 giugno i
giardini della Villa ospiteranno Arnaud
Rebotini con la sua dance retro-
futurista ed Erol Alkan, star della
scena clubbing londinese. Ospiti della
serata anche i Krisma, lo storico duo
hard-pop di Maurizio Arcieri e Christina
Moser, di ritorno dagli sperimentali anni
Ottanta. Serata di chiusura a tutto rock
con Christine and the Queens,
rivelazione dellultima edizione del
festival Printemps de Bourge e gli
inglesi Klaxsons, star delle principali
kermesse europee.
Il concerto di Alberto Dentice
Avanguardia in Villa
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TILSON ThOMAS. SOTTO: I TERAKAFT. A DESTRA, DALLALTO: PERFORMANCE DI MARCO BERNECChIA PER LA
BIENNALE DEL MEDITERRANEO; NAGASAwA, BARCA; PERRAULT, STAzIONE DI PIAzzA GARIBALDI A NAPOLI
6 giugno 2013 | | 139
La costruzione di opere in Italia
molto pi lunga che in altri paesi
dEuropa. La realizzazione di una
metropolitana in una citt con una
lunga storia inciampa a volte, for-
tunatamente, nei reperti delle stra-
tifcazioni archeologiche. Napoli
per la sua metropolitana ha messo
in luce una lunga storia. A ogni
scavo, reperti dellepoca preistori-
ca, greca, bizantina, medievale e
aragonese. Nonostante questi ritrovamen-
ti, la citt ha una metropolitana esistente e
funzionante. Con interventi di importanti
architetti e designer. in corso di comple-
tamento la stazione Garibaldi progettata
dal francese Dominique Perrault. Linter-
vento rappresenta un altro segno del dialo-
go ormai stretto fra contemporaneo e storia
a Napoli. Piazza Garibaldi, cuore pulsante
della citt, misura 400 per 160 metri. Quan-
to emerge a prima vista il complesso in
metallo perforato della copertura, una su-
perfcie prismatica cangiante alla luce. La
struttura si raccorda con una forte impron-
ta paesaggistica contraddistinta da una
sequenza ordinata di alberi. Il miracolo di
Perrault quello di aver portato la luce
naturale fno al nodo di scambio dove tro-
vano luogo le aree per caff, negozi e spazi
di servizio. Far emergere una stazione dalle
profonde viscere della citt partenopea non
semplice. La complessit del progetto
dovuta in questo caso anche alla necessit
di regolare le interferenzedella stazione
metropolitana con la circumvesuviana e la
ferrovia. Quando nel 2000 si mise mano
alla riorganizzazione dei trasporti regiona-
li in Campania, si decise lavvio di un gran-
de progetto che va oltre le banali infrastrut-
ture. Roma e altre citt sono avvertite.
Mare nostruM
Mediterranea 16. Biennale dei
Giovani artisti del Mediterraneo.
6 giugno - 7 luglio. ancona.
Ogni due anni in un posto diverso (questa
volta la bellissima Mole Vanvitelliana di
Ancona). Ogni due anni con un numero
maggiore di artisti. Sempre pi nomade
e libera, ma fedele al comune
denominatore: il Mediterraneo. Inteso
come mare, come cultura, come territorio,
come origine di ogni civilt e dunque di
ogni avanguardia. Qui degnamente
rappresentata da oltre 200 giovani artisti,
otto curatori e un titolo indulgente:
Errors Allowed - gli errori sono
ammessi. Per fortuna, vista la
complessit degli undici capitoli tematici.
Si va da Vanishing Utopias a End of
modernism, passando per Archeology
of the Present o Crisis of
Representation. Al lavoro ragazzi!
seGnali di aMicizia
de lallemagne. 1800-1939. Fino al 24
giugno. Hall napoleon. louvre. Parigi
Coi venti di crisi che ci attraversano, la
Francia sinterroga sul pi potente dei
suoi vicini. Lo fa a modo suo, ovvero colto
e intelligente, attraverso capolavori da
Friedrich a Klee che disegnano lanimo
e il volto della Weltanschauung tedesca.
Tappa dopo tappa ecco lapollineo dei
Nazareni, il dionisiaco in Von Stuck, il
paesaggio struggente di Friedrich, larte
degenerata e quella di regime. Il tutto per
ricordare quel trattato di amicizia franco-
tedesco frmato nel 1963 da De Gaulle
e Adenauer. Viva lEuropa!
ART BOX
di Alessandra Mamm
la funzione dello spazio personale, attivata
dal corpo, connessa allarte di Hidetoshi
nagasawa (1940) che trova il suo strumento
nella defnizione del vuoto, quello che nel
1972 emerge stringendo tra le dita una
materia morbida che permette di realizzare
una forma scultorea tradotta poi in oro.
Questo prezioso interstizio spaziale tra le
carni e tra i corpi linizio sia del suo viaggio
via terra, dalla Manciuria dove nato allasia
e poi alleuropa, sia della sua avventura nel
territorio defnito da materie diverse, leggere
o pesanti. dal 1968 la sua ricerca coinvolge
gli elementi naturali e percorsi come scale
e stanze che diventano veicoli di
partecipazione e di meditazione. larte
(al Macro, roma fno al 15 settembre)
diventa esercizio fsico e spirituale di una
purifcazione esemplifcata dai continui
incontri tra pietre e metalli, legni e carte.
una scrittura ambientale che costruisce
percorsi e architetture in cui immergersi e
trovare un baricentro personale ed emotivo.
non una scultura morta ma attiva e vitale,
che si nutre della dialettica tra materie e
colori, come il bianco e il nero tipici della
calligrafa orientale, oppure tra elementi
contrastanti come la barca e lalbero. Gli
insiemi si presentano allora quali cascate
e salti che permettono allosservatore di
passare da una condizione allaltra,
disegnando una propria esperienza. uno
srotolarsi interiore che, come sui lunghi fogli
cinesi, mostra una condizione nascosta
dellessere che mentre entra in se stesso,
contemporaneamente ne esce.
Arte
Scultura
viva
di GerMano celant
Architettura di Massimiliano Fuksas
nodo di luce
Passioni Arte
140 | | 6 giugno 2013
Passioni Libri
Bianca unadolescente rimasta orfana per
via dellincidente dauto dei genitori. Con-
fusa, caotica, problematica, sensibile, uno
di quei personaggi borderline che Roberto
Bolao tratteggia con mano sicura, e a cui
fa vivere fno in fondo il loro incontrover-
tibile destino in Un romanzetto lumpen
(traduzione di Ilide Carmignani, Adelphi,
pp. 119, 14). Bianca lavora come parruc-
chiera, il fratello in una palestra. Un giorno
questi si porta a casa due amici pi vecchi,
che sinstallano nellappartamento. Il bo-
lognesee il libicolavoravano nella me-
desima palestra: due sbandati. Si crea un
quartetto improbabile con la tv come bari-
centro. La notte a turno
i due ospiti entrano nel
letto della ragazza e fan-
no lamore con lei, senza
che Bianca sappia bene
chi sia, visto che i due si
somigliano. La storia,
raccontata in prima per-
sona dalla protagonista,
ha un andamento cata-
tonico. Quasi in trance Bianca rie-
voca quel momento della sua vita
in cui si smarrita, senza pi tro-
vare via duscita dal labirinto dei
suoi atti e pensieri. Bolao magi-
strale nel dare al racconto questo
tono ipnotico, svuotando e insieme
riempiendo dallinterno i suoi per-
sonaggi. Poi arriva Maciste, un
campione di culturismo, attore di
flm di successo, diventato cieco, a
suo modo anche lui un rottame. I
quattro concepiscono il piano di derubarlo
accedendo a una sua fantomatica cassafor-
te. Bianca si prostituisce con Maciste, e in-
tanto cerca il denaro. Pian piano il rappor-
to con il gigante sinfttisce. Bianca inca-
pace di veri sentimenti, non ha stabilit
emotiva; oscilla di continuo e vive, come un
vero adolescente, nellistante. Solo in questa
dimensione temporale concepisce idee,
sogni, immaginazioni, fantasie; per questo
non distingue realt e sogno (sogna molto
e racconta i suoi sogni). Appare insieme
sentimentale e cinica, risoluta e indecisa.
Non sa mai cosa vuole fare, e tuttavia agisce
come se lo sapesse. Memorabile la scena in
cui masturba Maciste, che vuol sapere di
che colore sia il suo sperma. La ragazza
cieca come il suo amante: niente passato,
niente futuro, solo un continuo presente.
Alla fne, scossa da un movimento interiore
si scrolla imprevedibilmente tutto di dosso.
Lintuizione di un istante, che pu perderla,
ora invece la salva. Una scaglia di geniale
narrazione scaturita da quellimmenso
calderone di vite-non-vite che Bolao si
portava dentro come uno stigma.
Il romanzo di Marco Belpoliti
Destino cieco
A ventanni dalluccisione a Palermo di don Pino Puglisi, assassinato su ordine dei
capimafa di Brancaccio Giuseppe e Filippo Graviano, la Chiesa lo ha beatifcato
riconoscendolo come primo martire della criminalit organizzata. Due libri che
arrivano quasi contemporaneamente in libreria raccontano la vita di questo
sacerdote che si oppose alla sopraffazione mafosa che travolgeva il quartiere
in cui era la sua parrocchia. E la gente iniziava a seguirlo: soprattutto i ragazzi.
La ricostruzione della vita di don Pino Puglisi, con le testimonianze di familiari, amici,
ex allievi, insegnanti e magistrati viene fatta come in una lunga cronaca da Mario
Lancisi nel Don Puglisi, il vangelo contro la mafa (Piemme, pp. 318, 17,50).
Lautore ripercorre il cammino del prete assassinato. Lancisi mette insieme,
una dopo laltra, la testimonianza di chi lo ha conosciuto, fn da bambino,
fno a quando arrivato a Brancaccio.
Un racconto pi intimo, rivelando e sviscerando quindici anni di
amicizia con il sacerdote, lo fa invece Francesco Deliziosi nel Pino
Puglisi, il prete che fece tremare la mafa con un sorriso (Bur-Rizzoli
pp. 389, 11). Questo nuovo libro una revisione di un vecchio testo
aggiornato con le sentenze giudiziarie che sono arrivate per gli autori
e i mandanti del delitto e con il processo di beatifcazione. Deliziosi,
nella sua ricostruzione minuziosa inserisce anche documenti inediti
o poco conosciuti. E ne fa un lungo racconto che potrebbe apparire
come una fction, ma la triste realt dei fatti di Palermo.
Il saggio di Lirio Abbate
cos si racconta un martire
A volte, entrando in certi musei,
troppo grandi, troppo famosi, con
troppe opere darte esposte in
interminabili teorie di sale, proviamo
una sensazione di sconforto. O forse
questa sensazione dovuta al fatto
che limmagine, specie se bella,
rimanda alleternit, ha a che fare con
la trascendenza. Insomma chi di noi,
visitando gli Uffzi (o il Louvre), non
ha pensato di trovarsi fuori luogo?
Ora Francesco M. Cataluccio, flosofo,
studioso di letteratura, ha scritto
una sua personalissima guida,
La memoria degli Uffzi (Sellerio),
al celebre museo forentino. Ci
andava da bambino, ogni domenica,
accompagnato dal padre.
Vale la pena di leggerlo, per il tono
tra aneddotico e dotto, e per
i preziosi consigli su cosa e perch
guardare. W.G.
Uffzi a misura
di bambino
ROBERtO BOLAO
6 giugno 2013 | | 141
Passioni Libri
Sto bene, solo la fne del mondo(Lon-
ganesi, pp. 304, 14.90) di Ignazio Taran-
tino incastonato tra una dedica e una
postfazione. La dedica, impaginata timida-
mente nella pagina di sinistra, dice: Alla
mia famiglia, che il tempo mi ha restituito.
La postfazione si intitola Dopo la fne del
mondo e racconta in una paginetta in
corsivo come nato il romanzo. Perch di
romanzo si tratta, anche se
autobiografico: e per una
volta il senso di fastidio del
lettore davanti alla copertina
che lo defnisce un grande
romanzo desordio ingiu-
stifcato. Giuliano, il prota-
gonista, il fglio minore di
una famiglia numerosa me-
ridionale, dominata da una
madre bigotta e da un padre
depresso. Il mondo del bam-
bino fnisce il giorno in cui la
madre abbandona la devo-
zione tradizionale, con i suoi
eccessi che lautore fa ben
vedere attraverso gli occhi del piccolo pro-
tagonista, e si lascia irretire da una setta. La
madre trascina tutta la famiglia nel gorgo
della Societ che promette la salvezza
dallApocalisse imminente. E il bambino
cresce lacerato tra laffetto per lei, il deside-
rio di obbedirle, e il rimpianto per la vita dei
coetanei: la scuola, lo sport, le feste, lamo-
re, la musica dei Rem citata nel titolo...
Molti anni e molte traversie
pi tardi il mondo di Giulia-
no fnisce una seconda volta,
e a distruggerlo lui: si fa
cacciare dalla setta e parte
verso il Nord, la libert, nuo-
ve passioni, una nuova vita.
Ci vogliono anni perch
Ignazio possa raccontare la
storia di Giuliano con il pa-
thos dellautobiografa e il
distacco di un romanzo, con
la rabbia della denuncia e
laffetto di chi rivive il dram-
ma alla luce del lieto fne
che lo incornicia.
Il libro di Angiola Codacci-Pisanelli
apocalisse bis
Non voglio dire di averli letti proprio tutti. Ma
ogni volta che Bollati Boringhieri ha riportato
alla luce un romanzo dellironica, tenera e
crudele Elizabeth von Arnim (in una
quindicina danni siamo arrivati a quota 20 e
ormai ce n uno solo ancora da tradurre) la
tentazione di entrare nelle sue pagine stata
forte. E quasi mai me ne sono pentita. Daltra
parte la von Arnim, cugina della pi famosa
Katherine Mansfeld, moglie di un fratello di
Bertrand Russell, amica di H. G. Wells e di E.
M.Forster ha conquistato in Italia un numero
crescente di lettori (e soprattutto lettrici)
con le sue storie ricche di riferimenti
autobiografci, ambientate perlopi
nellInghilterra post vittoriana, fra ville e
giardini incantevoli, amori complicati e che
hanno per protagoniste donne in cerca di
libert, alle prese con una societ misogina.
In Una principessa in fuga (pp. 253,
16,50), forse il pi ironico dei suoi romanzi,
il tema della liberazione dalle convenzioni
sociali viene raccontato attraverso la
ribellione della principessa tedesca Priscilla.
Non potendone pi della soffocante vita
di corte la ragazza scappa con lanziano
istitutore e con uninfda cameriera e dopo
un viaggio rocambolesco arriva in un paesino
della campagna inglese, che le appare come
il luogo dei sogni. La ricerca di unesistenza
idilliaca, fatta di buone letture e opere di
bene, si rivela per unimpresa tragicomica.
Il cottage acquistato un tugurio, la
cameriera non sa cucinare e nel tentativo
di benefcare i paesani Priscilla combina solo
disastri. I bambini fanno indigestione di dolci,
il giovane conte malaticcio che si invaghito
di lei rischia di morire di polmonite. E una
vecchietta a cui ha donato troppi soldi fnisce
con la gola tagliata da un ladro. Nel fnale
questa Cenerentola alla rovescia rientra nei
ranghi, a dimostrazione che non certo con
le fughe in avanti che una donna pu
diventare padrona di se stessa.
La lettura di Chiara Valentini
Sogni da principeSSa
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Come dire
di Stefano Bartezzaghi
compiti
patentati
dieci anni che ogni automobilista italiano
si confronta con uninnovazione che deve
qualcosa sia al primordiale marketing dei
dadi da brodo sia al meccanismo a
scalare di molti game show: la patente
a punti. Effcacissima almeno subito dopo
la sua introduzione, imitata in altri settori
e anche allestero, ha costituito un
espediente-pilota rispetto al problema
delle trasgressioni di massa. Ci sono
infatti regole a cui le persone non si
attengono. Rispetto dellautorit, fducia,
timore nelle punizioni, senso del dovere
non bastano pi, semmai siano bastati,
a indurre gli individui a comportamenti
corretti, anche laddove non si tratta di
galateo e forma ma linfrazione alle norme
ha conseguenze sostanziali, sino al
tragico. Bisogna fare in modo che stare
alle regole convenga ed cos nata la
cultura dellincentivo, secondo lo schema:
(1) devi fare i compiti, (2) non li farai; (3)
per se non li farai ti toglier una
caramella; (4) ecco i compiti; (5) tieniti
pure le caramelle.
Il sostanziale infantilismo del meccanismo
di deterrenza non il solo tratto che rende
la patente a punti un emblema della
contemporaneit tanto perfetto. C anche
il dominio del computabile. Lo si capisce
considerando quali solo le infrazioni che
hanno sottratto pi punti agli automobilisti
in questi dieci anni: superamento dei limiti
di velocit, mancato uso delle cinture di
sicurezza e passaggio con il semaforo
rosso. Sono state presentate come le pi
frequenti infrazioni degli italiani, ma
sarebbe stato pi corretto dire: Le pi
frequentemente rilevate. Tagliare la
strada agli altri, non usare le frecce per
svoltare, parlare al telefono o mandare
sms mentre si guida, distrarsi per regolare
la musica o il navigatore e, soprattutto,
non rispettare la distanza di sicurezza
(vera causa di molti guai): sono tutte
infrazioni meno rilevabili, che si
trasformano perci in infrazioni meno
rilevanti. Nel nostro mondo ci che non
computabile tende a essere considerato
inesistente, e di conseguenza innocuo.
Anagramma: La patente a punti = penalit
punta te.
6 giugno 2013 | | 143
La penna uno scanner
Funziona come un evidenziatore,
ma il risultato non affatto una
sottolineatura: se si passa IRISPen
Express 7 su un foglio scritto,
infatti, si digitalizza
il testo che pu essere subito
lavorato su un pc. Si
alimenta con una porta
USB, riconosce 30
lingue, compatibile
con Windows
Offce. Costo:
99 euro.
Info: www.
iriscorporate.
com
Home cinema deffetto
Il meglio dellaudio senza rinunciare al
design. la flosofa dellimpianto di home
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diffusori satellite sono di dimensioni
contenute con cover intercambiabili, il
subwoofer ha linee scultoree. Da 2.995 euro.
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Video fra le onde
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di surf e non teme lacqua. Supporto di
montaggio, cinturino e galleggiante
permettono una perfetta aderenza alla tavola,
mentre il meccanismo di inclinazione
garantisce riprese mozzafato. Costo: a
partire da 330 euro (accessori compresi).
Info: www.sony.it
a cura di Letizia Gabaglio gabaglio@galileoedit.it
Passioni Tecnoshop
fascino
ibrido
Dell XPS 12 unultrabook,ma anche untablet. Basta un giro
di display e si passa da un pc, adatto per lavorare al meglio, a una
tavoletta ideale per il divertimento. Il sistema operativo Windows 8
Pro, la tecnologia Intel Smart Connect aggiorna e-mail, social
network e app preferite, anche quando lultrabook in stand by.
Costo: 1.199 euro. Info: www.dell.com/it
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AOC ha realizzato un
monitor pensato per
i videogiocatori incalliti:
e2461Fwh. Il display 23,6,
retroilluminato Led, ha un tempo
di risposta di soli 2
millisecondi, ideale per
visualizzare immagini nitide
anche durante sequenze di azione
molto intense. Costo: 189 euro.
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Prestazioni sotto controllo
Lorologio Runtastic RUNGPS1 combina
un Gps a un computer sofsticato:
misura distanza, velocit, altitudine e
navigazione per sport come jogging,
ciclismo, vela, sci, e visualizza la
frequenza cardiaca attraverso la fascia
cardio in dotazione. Costo: 149,80
euro. Info: www.sportxtreme.it
Gioiello di fotocamera
Molto pi piccola e leggera delle altre
compatte, Optio LS465 di Pentax non
rinuncia alla tecnologia: 16 megapixel
effettivi, zoom ottico 5X con copertura che
arriva a quella di un grandangolare da 28mm
e un pulsante per la registrazione di flmati
HD. Costo: 79 euro. Info: www.fowa.it
La barra della musica
Samsung HW-F750 lo speaker che si
collega a smartphone e tablet tramite
Bluetooth. Grazie allamplifcatore a valvole
integrato offre un suono potente e naturale.
Lo speciale sensore del giroscopio garantisce
la migliore qualit sonora sia se la barra
posta in orizzontale sia in verticale. Costo:
749 euro Info: www.samsung.it
144 | | 6 giugno 2013
Artigiani, pescatori, camerieri, vigili del
fuoco, operai, impiegati: sono i protago-
nisti della nuova campagna primavera-
estate 2013 del brand Piazza Italia, la-
zienda di Nola che fa capo ai fratelli
Antonio e Luigi Bernardo. Dal 1993,
producono ed esportano nel mondo ab-
bigliamento uomo, donna e bambino. Il
claim della campagna, on air da fine
maggio, Io faccio la mia parte: i testi-
monial sono stati fotografati a Genova,
quasi tutti sul posto di lavoro. Un tema
non estraneo al fotografo che ha realiz-
zato gli scatti, Carlo Furgeri Gilbert:
qualche hanno fa ha curato infatti una
mostra fotografca sul lavoro in fabbrica
per la Fondazione Pirelli. Con questa
pubblicit, ideata da Diaframma Adv
sotto la direzione sciando da parte il
prodotto. Da un lato, creativa di Stefano
Ginestroni, Piazza Italia punta ancora
una volta i rifettori sulla gente comune,
lala lezione creativa di Oliviero Toscani,
dallaltro, la denuncia neppure troppo
sottintesa del lavoro che per molti italia-
ni non c pi. Antonia Matarrese
Ecologica e di tendenza: la nuova Twizy Momodesign Limited Edition nasce dalla
collaborazione fra Renault e il centro stile Momodesign, brand italiano legato al mondo delle
due ruote. Giocata sui contrasti fra nero e silver, arricchita da dettagli come le cover dei
retrovisori in tinta Black Piano, lurban crosser 100 per cento elettrico, maneggevole come
uno scooter ma confortevole come unautomobile, disponibile
esclusivamente nella versione 80km/h, che si guida dai
16 anni in su. Vera particolarit, lequipaggiamento
di serie composto da vari accessori-moda: un
piumino nero in nylon spalmato, guanti in tessuto
tecnico idrorepellente con interni in pile,
una messenger bag in nylon hi-tech con zip
termosaldate e bordino argento. La Twizy
Momodesign disponibile presso tutta
la rete vendita Renault a 7.900 euro
Iva inclusa invece dei 9.900 euro
perch Renault anticipa gli eco
incentivi (escluso il canone
noleggio batteria). A. Mat.
Nel 2008 disegn i costumi in stile art-dco
per lo Sticky & Sweet Tour di Madonna.
Oggi Riccardo Tisci, direttore creativo della
maison Givenchy, ha realizzato, con latelier
del Palais Garnier dellOpra National de
Paris, gli abiti di scena per il Bolero
di Ravel, in programma fno al 3 giugno.
Ad affancarlo, un team di grandi nomi
internazionali fra cui Marina Abramovic, che
ha curato le scenografe, e i coreograf Sidi
Larbi Cherkaoui e Damien Jalet. I costumi
esprimono due facce della mia personalit:
loscurit e il romanticismo, racconta
Tisci: Volevo che i ballerini avessero la
sensazione di essere nudi, cos li ho vestiti
con tute aderenti color carne decorate
con pizzo bianco, che disegna la struttura
dello scheletro umano.
Nasce da una collaborazione con Domus
Academy, Naba e Iulm, il concorso
internazionale per aspiranti
sceneggiatori promosso da Slowear,
azienda italiana di abbigliamento che
distribuisce i marchi Incotex, Zanone,
Glanshirt, Montedoro. Il tema da
sviluppare lo slow style e tutti i
partecipanti potranno raccontare
momenti di vita slow tratti da esperienze
personali, oppure interpretare
idealmente un mondo che privilegia
landamento lento. I lavori saranno
valutati da una giuria
internazionale. possibile
iscriversi fno a tutto giugno
sul sito www.slow-lifestyle.org.
Pizzo bianco
per Bolero
Vita slow
in concorso
Campagne
scatto operaio
uNIMMAGINe DeLLA NuOVA CAMPAGNA
DI PIAZZA ITALIA. SOTTO: IL BOLeRO DI RAVeL
ALLOPeRA DI PARIGI; ReNAuLT TwIZy
Come ti vesto lurban car
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Passioni Moda
6 giugno 2013 | | 145
Etno chic
Maglia in cotone e lurex decorata da
motivo geometrico (710 euro), pantalone
skinny in suede con pietre dure (prezzo su
richiesta), zeppa in suede e plexi (780
euro). Tutto di Iceberg (tel. 02 782385,
www.iceberg.com).
Sguardi
fammanti
Frontale in
acetato e aste in
metallo per gli
occhiali da sole della
collezione Hogan Eyewear (tel. 02
77225700, www.hogan.com). Disponibili
in rosso o in blu, costano 180 euro.
Contrasti
di colore
Per lui, camicia
(250 euro) e
pantaloni (390
euro) in cotone
della collezione
Ralph Lauren Black
Label (tel. 02
7788721, www.
ralphlauren.com).
Ore preziose
Movimento
meccanico a carica
automatica,
calendario annuale,
quadrante
opalescente
argentato, bracciale
in oro con maglie
a gocce: sono
le principali
caratteristiche
dellorologio Patek
Philippe (www.
patek.com).
Prezzo su richiesta.
Tuff fashion
Boxer in nylon
turchese con profli
a contrasto e ricamo
personalizzato
della collezione
Harmont&Blaine
(www.harmontblaine.
it). In vendita
a 100 euro.
Fruscio da sera
Abito lungo in
chiffon verde acqua
con petali in pizzo
della collezione
Alberta Ferretti (tel.
02 760591, www.
albertaferretti.com).
Prezzo su richiesta.
a cura di Antonia Matarrese
Arcobaleno ai piedi
Sandalo a gabbia in camoscio
multicolor frmato Cesare Paciotti
(tel. 02 76013887,
www.cesare-paciotti.com).
Costa 576 euro.
146 | | 6 giugno 2013
A
pochi minuti da Dogliani, picco-
la, orgogliosa capitale dellAlta
Langa e porta verso la Liguria,
dove fra colline e crinali i vigneti
danno spazio ai boschi di noccio-
le, si trova quella che ormai riconosciuta
come la miglior tavola della zona: La Cocci-
nella, a Serravalle Langhe. Ne hai sentito dir
bene da tutti, ma quando finalmente la
provi la trovi superiore a quanto aspettassi.
Tant che, nonostante sia fuori dalle rotte
turistiche pi battute, non scontato soprat-
tutto nei weekend conquistare un tavolo in
questa trattoria, condotta con sperimen-
tato mestiere dai tre fratelli Dellaferrera, i
gemelli Alessandro e Tiziano, in sala, e Mas-
simo, pi giovane, in cucina. Lambiente,
ordinato e sobrio, quello delle trattorie dun
tempo, bancone del bar allingresso, portici-
na che d sulla sala con i tavoli ben apparec-
chiati, il profumo di buono che ti saluta
dalla cucina. Ti siedi - amuse-bouche, pane e
grissini, lettura delle carte di piatti e vini - e
subito ti rendi conto della caratura del loca-
le. Che si materializza negli assaggi. C un
pi che raccomandabile percorso-pesce, con
il fagottino di trota e gambero rosso ripieno
di seirass, ormai un piccolo classico, e ci che
il mercato del giorno ha suggerito: per esem-
pio, crudi fragranti, crema di fagioli con
cappesante e calamaretti, tagliatelle con
gamberi, pescatrice, polpetti e carciof. Loc-
chio e la mano sul pesce Massimo se li
fatti negli anni trascorsi nella cucina dei
Balzi Rossi. E poi ci sono le riletture intelli-
genti, misurate, anche estrose, di ricette anti-
che: il tonno di galletto con fondente di pe-
peroni e maionese al basilico, gli gnocchi di
patate e nocciole ripieni di Castelmagno, i
tajarin - perfetti - con il rag dagnello e
verdure novelle, gli immancabili plin al sugo
darrosto, il piccolo fritto di scamone impa-
nato con asparagi. La carta varia, le cottu-
re sono precise, gli ortaggi di stagione segna-
no ogni piatto, ai formaggi e ai dolci (croc-
cante al Gianduja con granita al Barolo
Chinato, semifreddo agli amaretti di Mom-
baruzzo) davvero diffcile rinunciare, in
cantina c il meglio del Piemonte (con vec-
chie annate) e tanto altro. E i prezzi sciocca-
no i cittadini: degustazione 42 euro, alla
carta meno di 50 dallantipasto al dolce.
Trattoria La Coccinella
Serravalle Langhe (Cn)
Via Provinciale 5
tel. 0173.748220
Chiuso marted, mercoled a pranzo
www.trattoriacoccinella.com
guide@espressoedit.it
Al Borgo - Belluno
Via Anconetta 8 - tel. 0437.926755
Chiuso: marted e luned sera
Immerso nel verde, poco distante dal centro
della citt, ristorante di tradizione familiare
in unelegante villa depoca. Accoglienza
cordiale e servizio gentile per gustare
specialit locali. Gnocchi di zucca e un bel
tagliere di salumi tra i piatti. Qualche buona
bottiglia e conto sui 30 euro.
La Collina Palmi (Rc)
Bivio S. Elia 17 - tel. 0966.410130
Chiuso: mercoled
Sempre fedele alla propria linea nel
tempo lofferta di questo locale,
espressione classica e rassicurante
di una semplice cucina del territorio
che per non riserva sorprese. Pietanze
di carne o di pesce e classiche verdure di
stagione. Piacevoli i dolci. Circa 30 euro.
Altre tavole
a serravalle,
riletture
intelligenti
di piatti antichi
piemontesi.
dai tajarin ai
plin al sugo
La Tavola di Enzo Vizzari
tre fratelli
nelle langhe
6 giugno 2013 | | 147
Nellarea del Porto Antico stato da poco
inaugurato il Wow!, il primo Science Centre
dItalia, destinato a ospitare mostre
temporanee interattive scientifco-
tecnologiche. La prima, visitabile fno al 7
luglio, Brain: il mondo in testa, dedicata
alla ricerca scientifca sul cervello, che
utilizza effetti speciali, simulazioni virtuali
e riproduzioni in 3D (www.wowscienza.it).
Non distante, si pu dormire alla Locanda
di Palazzo Cicala, di fronte al Duomo di San
Lorenzo, con camere luminose, design
contemporaneo e vista sulla tranquilla
piazza Scuole Pie (doppia da 145 euro,
www.palazzocicala.it). Ottimi mandilli
de sea, sottilissime lasagne al pesto,
si gustano alla Trattoria Vico Palla, che
propone anche torte con carciof di Albenga.
Vale la pena di assaggiare il cioccolato
della confetteria Vedova Romanengo,
nei fondi di Palazzo Branca Doria, dove
sono stati ritrovati affreschi del Seicento
(www.visitgenoa.it). Luisa Taliento
Scienza e gusto
al porto di Genova
AllArena di Verona a giugno comincer
un grandioso Festival del Centenario
(1913-2013), con tante opere verdiane
per celebrare i 200 anni del compositore.
Ma non poteva mancare, a fne cartellone,
lopera Romo et Juliette di Charles Gounod.
Il pellegrinaggio di turisti in via Cappello, nel
centro della citt scaligera, continua senza
sosta per visitare la casa dei due sfortunati
amanti. Chi voglia portarsi via qualche
goloso souvenir, pu fare tappa nella
pasticceria di Gianni Tomasi, un po fuori
dal centro (corso Milano 16a, tel. 045
574017). Vi trover il laboratorio di un
membro dellAccademia maestri pasticceri,
pluri-premiato per il famoso Nadalin e per
tante delizie della tradizione veneta.
Con qualche sensuale specialit afrodisiaca:
la torta Valentino, con frutto della passione
e cioccolato al peperoncino, o i classici
Sospiri di Romeo da abbinare ai Baci
di Giulietta, mignon al cacao e nocciola.
Per innamorati (dei dessert). Gigi Padovani
Oltre Romeo e Giulietta
piccola, storica (1843), famosa per i suoi
alambicchi altissimi. E gloriosa: per i veri
scozzesi quella originaria del fordo di Dor-
noch unetichetta bandiera, forse il single
malt di casa pi amato. Per rafforzare il
legame, Glenmorangie ha scelto di fdan-
zarsicon unaltra delle passioni nazionali:
il golf. Per tre anni sar partner dellOpen
Championship, il pi antico dei tornei major
(dal 1860), lunico dei quattro non ambien-
tato negli Usa, e che ha visto trionfare in era
moderna Ballesteros, Nick Faldo, Tiger
Woods e in due edizioni memorabili i divi di
casa Sandy Lyle e Paul Lawrie. Da quei ma-
gici green Glenmorangie partir questestate
anche alla conquista dellItalia, con un ftto
programma di eventi. Antonio Paolini
whisky
scotch golf
Viaggi
C unoasi in Europa che non conosce confni, un vero giardino, quasi una cooperazione verde
sul confne tra Germania, Lussemburgo e Francia. Il pi grande di questi complessi il Giardino
dei Sensi nella cittadina di Merzig, nel Saarland, un Land (Stato federato) della Germania che
confna con la Lorena, il Lussemburgo e la Renania-Palatinato. Ci sono 11 giardini costruiti e
voluti come ispirazione per i sensi: ascoltare, vedere, odorare, sentire e persino gustare, perch
anche i fori possono essere assaggiati. Ultimato il tour dei sensi prendete una bicicletta e,
seguendo le indicazioni, attraversate il Saarland, che offre sentieri, adatti anche alle famiglie,
lungo le valli fuviali, e poi tour frontalieri in Francia e Lussemburgo o salite faticose sulle vette
dellHunsrck. Potete anche pedalare sulla pista ciclabile lungo il fume Saar.
Il Saarland il regno delle escursioni. Anche a piedi. Negli ultimi cinque anni, quattro sentieri di
questo territorio si sono aggiudicati il riconoscimento di sentiero escursionistico pi bello della
Germania. Tra i pi affascinanti c la salita Saar-Hunsrck, 180 chilometri da fare in pi giorni,
mangiando in una villa romana, riposando in un castello barocco e ascoltando jazz prima di
andare a dormire. A Nennig c il mosaico pi grande e meglio conservato a nord delle Alpi,
nei resti di una villa romana. Dallarcheologia del passato remoto a quella del recente passato.
Poco distante dalla capitale Saarbrcken c lacciaieria Alte Vlklinger Htte, inaugurata
nel 1873 e chiusa nel 1986. Ora un interessante parco tematico e patrimonio Unesco.
Luoghi da scoprire di Giovanni scipioni
Unoasi al confne dei sensi
Passioni
A SINISTRA, DISTILLeRIA GLeNmORANGIe. IN ALTO: meRzIG; NeLLALTRA PAGINA: I fRATeLLI DeLLAfeRReRA
148 | | 6 giugno 2013
B
isogna riconoscerlo: i nomi delle
ultime Renault sono divertenti e,
non ricorrendo ai numeri come
fanno altri, rendono diffcile fare
confusione tra un modello e lal-
tro. Zoe, Twizy, ora Captur. Le prime due si
rivolgono ai fan della mobilit pulita, la
terza invece tradizionale in quanto a moto-
ri e un po meno nellaspetto. La casa france-
se la defnisce urban crossover- lasciando
da parte lorgogliosa avversione agli angli-
smi della cultura transalpina - perch la ritie-
ne una miscela tra Suv, monovolume e berli-
na. Laggettivo urban, invece, la vettura se
lo meriterebbe grazie alle dimensioni, che
sono contenute, uscendo, la Captur, dalla
stessa piattaforma della Clio. Il look della
macchina, per contro, non esattamente
metropolitano. La grinta del muso e i 20
centimetri che distanziano il suolo dal fondo
sono pi da campagna che da centro storico.
Lassenza della trazione integrale spazza
comunque via ogni malinteso. La Captur
cavalca una delle mode del momento, quella
delle auto compatte ma con un abitacolo
spazioso e pi alte delle classiche utilitarie del
segmento B. Assai pi piacevole dal vivo che
in fotografa, la francesina ha una carrozzeria
un poco ridondante, con curve e bombature
a inseguirsi senza sosta e un tetto sensibil-
mente curvilineo. La posizione di guida
rialzata e sul display si pu controllare lin-
quinamento esterno: se c la fogliolina, vuol
dire che laria intorno pulita. Nella sfda tra
motori, il diesel da 90 cavalli se la vede con
due interessanti alternative a benzina: il
piccolo tre cilindri abbinato al cambio ma-
nuale a cinque marce e il quattro cilindri da
120 cavalli perfettamente a suo agio col
cambio automatico/sequenziale, che di mar-
ce ne ha sei. Ma davanti al passeggero, la
pi utile e divertente delle chicche: il maxi
scomparto che si apre a scorrimento, come
il cassettone di una moderna credenza, con
una capacit di 11 litri. Scorre parecchio
pure il divano posteriore, cos si pu sceglie-
re se farne benefciare le gambe degli ospiti
in seconda fla o il bagagliaio.
La M, rossa e maiuscola, malandrina
quando fa capolino su una Bmw. Perch
vuol dire che quella Bmw pi cattiva
del solito. Cattivissima , infatti, la nuova
Gran Coup M. Dal muso con le maxi
prese daria agli enormi cerchi in lega
da 20 pollici, sulla tedescona la grinta
abbonda ovunque, senza tuttavia
stravolgerne la linea aggressivamente
chic. Per domare lotto cilindri a V da
560 cavalli, accarezzati dalla lussuosa
pelle degli avvolgenti sedili, bisogna
tuttavia privarsi di una somma piuttosto
impegnativa, visto che il prezzo uffciale
di 136.950 euro. Le prestazioni
dellesagerata bavarese sono, com
ovvio, prepotenti. Arriva ai 100 orari in 42
secondi e raggiunge i 250 chilometri orari
di velocit massima. Con il pacchetto -
opzionale - M Drivers, si sale fno ai 306
allora. Oltre alleleganza e ai muscoli,
la Gran Coup, che lunga oltre cinque
metri, ha pure un grande bagagliaio, per
giunta ampliabile abbattendo i sedili.
Metti che ci sia da dare una mano a un
amico che trasloca.
Elegante e aggressiva
Prezzo: 20.550 euro
Cilindrata: 1.197 centimetri cubi
Motore: 4 cilindri benzina
Potenza massima: 120 cavalli
Velocit massima: 192 km/ora
Accelerazione da 0 a 100 km/ora:
109 secondi
Cambio: automatico a 6 marce
Consumo medio: 18,5 km/litro
Emissioni di CO2: 125 grammi/km
Lunghezza: 4,12 metri
Bollo annuale: da 227,04
a 249,92 euro
Renault Captur
Energy TCe EDC
Paese Furti ogni
10 mila vetture
Brasile 130
Sudafrica 115
Cile 92
Argentina 74
Nuova Zelanda 69
Cina 50
Canada 44
Francia 37
Australia 35
Italia 31
La top ten dei furti riferita al
2011. Elaborazione LoJack
pubblicata da InterAutoNews.
Mappa dei furti
Auto di Maurizio Maggi
francesina da citt
6 giugno 2013 | | 149
Da Taiwan sbarca il primo scooter Kymco
con il motore 400. Si chiama Xciting 400i
e ha un prezzo abbordabile (5.450 euro),
destinato a salire un po, lanno
prossimo, quando arriver la versione
con Abs. Lelegante ruote basse
orientale ha un solo difetto: il parabrezza
ripara pochino. Tra gli accessori c
quello pi alto: per proteggersi bisogna
pagare, insomma. Per il resto, lXciting
400i ben fatto e non si fa mancare
nulla, comprese le sfziosissime luci
diurne a led e loriginale gruppo ottico
posteriore, anchesso a led, ma
originalmente disposti su tre linee
orizzontali. Piacevole la strumentazione
analogico-digitale, utili il freno di
stazionamento, la presa a 12 Volt
e il sellone a sblocco automatico:
sotto ha un vano da 47 litri, che ospita
comodamente il casco integrale e altri
oggetti, ed persino dotato di lucina
di cortesia calibrata da un sensore
di luminosit esterno.
Tra gli spunti tecnici ambiziosi si
segnalano i dischi freno a margherita,
morsi da pinze radiali per una frenata
poderosa, dietro anche troppo. Bene
labitabilit e il comfort, senza ombra
di vibrazioni; stabile la ciclistica,
con sospensioni effcaci e la forcella
da moto vera. Ottimo il nuovo motore
monocilindrico G5-SC, fuido e silenzioso.
Maurizio Tanca
Passioni Motori
E se ci facessimo unauto sportiva?.
Scordatela!. Dialogo classico,
secco e un po frustrante sullasse lui-lei.
E non c quasi mai verso di spuntarla,
se lei non ne vuol sapere. Almeno fnora...
Perch adesso il maschio alfa italiano,
smanettone e limitato nelle sue ambizioni
da signore forse troppo razionali, ha un
nuovo alleato, la Toyota. I genietti del
marketing del gigante giapponese hanno
infatti deciso di puntare sulla madre
di tutte le armi del corteggiamento
classico: un bel mazzo di fori.
Che potr non bastare, ma aiuta. Al punto
che la nuova campagna commerciale
(esplicitamente battezzata Fattela
perdonare) per la grintosa GT86
prevede, con il recapito a domicilio
dellauto, anche quello di un bel bouquet
alla gentile consorte, per ammorbidirla
e smorzarne il prevedibile dissenso.
Sul sito GT86.toyota.it infatti possibile
scegliere il colore del mazzo di rose e
persino scrivere un bigliettino con dedica
personalizzata che accompagner
lomaggio foreale. E visto che ormai
senza il Web non si fa niente, liniziativa
trover spazio anche su social network
e piattaforme come Facebook, Twitter
e YouTube. Giusto per informare: la GT86
una coup da 200 cavalli e costa circa
30 mila euro. Lauto di nicchia di una
marca leader nelle ibride e che in Europa
vende soprattutto la Yaris.
Marco Scafati
Insieme al nuovo sito Internet Vespa.com,
che ambisce a diventare un magazine con
interviste a big dellarte, della musica e
del design e dare tanto spazio al vintage,
debutta la Vespa pi chic di sempre.
Prenotabile online, si chiama 946 e costa
9 mila euro. Lincredibile prezzo pu pure
salire, con sella e manopole in vera pelle,
portapacchi cromato, cupolino. Prodotto
dalla Piaggio a Pontedera, nella collezione
2013 c solo in bianco e in nero.
Ha fanali a led, controllo elettronico della
trazione ed esibisce alluminio a go-go
(manubrio, reggisella, pance laterali).
Il motore un classico 125. Ma il motore,
su un affare cos, passa in secondo piano.
Due ruote
Vintage black and white
Sportive
Convincila con un fore
Prezzo: 5.450 euro
Cilindrata: 399 centimetri cubi
Motore: monocilindrico 4T, 4 valvole
Potenza massima: 36 cavalli
Velocit massima: oltre 140 km/orari
Consumo medio: 24 km/litro
Capacit serbatoio: 12,5 litri
Peso col pieno: 209 chilogrammi
Altezza sella da terra: 81,5 centimetri
Bollo: da 42,51 a 48,64 euro
Kymco Xciting 400i
Moto
Il fascino discreto
delle luci a led
TOyOTA GT86. A DeSTrA: KyMCO XCITInG 400I. In
BASSO: VeSPA 946. neLLALTrA PAGInA, DALLALTO:
renAuLT CAPTur; BMw M6 GrAn COuP
150 | | 6 giugno 2013
Lettere
Quanto costa una vita? 1.900 euro
Il fglio ucciso dal terremoto. E il padre
dice: Una vita risarcita con 1.900 eu-
ro. Nonostante appelli, articoli, lettere,
e a un anno dal sisma dellEmilia, il
Parlamento non stato in grado di mo-
difcare il Testo Unico che regola i risar-
cimenti Inail per gli infortuni e le morti
sul lavoro. Una legge vecchia di cin-
quantanni. Ma quanto si vuole aspetta-
re ancora a cambiarla?
marco bazzoni email
Limportanza
della prevenzione sismica
Dellarticolo Un Paese sullorlo del si-
sma (lEspresso n. 20) condivido il
messaggio fondamentale riguardante la
necessit e lurgenza della prevenzione si-
smica, che si attua attraverso misure di
rafforzamento delle costruzioni e la messa
a punto di adeguati piani di emergenza.
Temi sui quali il Dipartimento sta lavoran-
do da quasi ventanni, troppo spesso pur-
troppo in perfetta solitudine. In merito
allarticolo devo per precisare che le mi-
gliaia di schede della banca dati del Dipar-
timento della Protezione civile (Dpc) non
sono affatto riservate come scritto. Al
contrario, essendo uno strumento utile
alla pianifcazione di emergenza a livello
comunale, il Dpc le ha sempre messe e
continua a metterle a disposizione degli
enti locali che nel tempo ne hanno fatto
richiesta (tra laltro, tutti i comuni della
Provincia dellAquila nel 2007). Lultimo
aggiornamento di queste schede, che tiene
conto dei dati del censimento Istat 2001,
stato distribuito a tutte le Regioni nellot-
tobre 2008, nel corso di una riunione del
Tavolo di Protezione Civile delle Regioni,
nellambito degli Indirizzi e criteri per la
micro zonazione sismica elaborati dal Dpc
congiuntamente con la Conferenza delle
Regioni e delle Province Autonome (sul
sito del Dpc, a questo link http://www.
protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_pub.
wp?contentId=PUB1137, disponibile il
documento nel quale si trova la descrizio-
ne del contenuto del Dvd distribuito, tra
cui gli scenari comunali). Mi permetto di
rilevare, inoltre, una certa confusione nei
contenuti scientifci, soprattutto quando
si parla di allerte date per attivare le
reti di soccorso: non essendoci, allo
stato, nessuno strumento in grado di for-
nire al sistema di protezione civile delle
previsioni deterministiche (che indichino
quando, dove e con quale intensit avver-
r il prossimo terremoto) le azioni preven-
tive di protezione civile che possono esse-
re intraprese non sono altro che quelle
messe in campo in ordinario, alle quali
dovrebbe affancarsi una seria politica di
prevenzione strutturale.
franco gabrieLLi
Tirrenia, risponde onorato
Larticolo Il traghetto cosa mia(lE-
spresson. 21) non rispecchia la realt dei
fatti. Io vorrei rincari sui traghetti: falso,
perch le tariffe traghetto Moby sono
vincolate dallAntitrust, quelle Tirrenia
Per Posta | Per e-mail | le oPinioni dei nostri lettori | n. 22 - 6 giugno 2013
Cara Rossini, sento tanto parlare di femminicidio, di uomini che uccidono mogli, fdanzate
e amanti. Era una parola che ai miei tempi non cera. Come non cera tanta attenzione
per questo tipo di omicidi. Ai miei tempi cera soltanto una bambina umiliata e disperata.
Ero diventata diligente a scuola, ubbidiente a casa degli zii che mi ospitavano e che mi
accompagnavano di tanto in tanto a trovare mio padre in carcere. Nessuno mi diceva con
chiarezza perch era l, e io mostravo, anche a me stessa, di non saperlo. Ma lo sapevo
bene: mio padre aveva ucciso mia madre in una notte che ha segnato la mia vita e quella
di mio fratello. Avevo cinque anni e i ricordi sono confusi nel caos, nelle omissioni, nei volti
degli sconosciuti arrivati a casa, con in primo piano quello di una donna in divisa che
mi portava via accarezzandomi la testa. Da allora sono stata guardata da tutti con una
commozione che somigliava alla piet. Mio padre fu condannato soltanto a sette anni di
carcere perch il suo delitto venne considerato dettato da motivi passionali e di onore.
Dissero che mia madre lo stava tradendo o comunque cos lui pensava. Erano gli anni
Cinquanta e questo era possibile, e persino accettato socialmente. Tanto che mi fecero
tornare a vivere con lui quando usc dal carcere. Era diventato un uomo cupo, silenzioso,
grande lavoratore, con me sempre mite. Ma io mi sentivo doppiamente orfana, della madre
che non avevo pi e di un padre che me laveva sottratta. Me ne andai da casa appena
possibile e rividi quelluomo soltanto sul letto di morte. Non mi chiese mai perdono. Oggi ho
quasi settantanni e guardandomi indietro mi riconosco la capacit di aver reagito al meglio
possibile: mi sono sposata con un uomo buono, ho avuto due fgli e una vita di lavoro
soddisfacente. Ma la ferita di quella bambina rimasta intatta, mentre la vita scorreva.
Per questo sono felice che fnalmente si parli tanto di questi delitti e vorrei chiedere
a lei e a tutte le giornaliste di non smettere, di farne una ossessione benefca. Mi perdoner
se non mi frmo per intero, ma sono nonna di quattro nipoti. ada
cara ada, la sua lettera non ha bisogno di commenti. perfetta cos e potrebbe
essere il dolente manifesto della persistenza di questa piaga umana e sociale che
la violenza di genere. il delitto donore che ha segnato la sua vita stato abolito nel
1981. oggi cambiata la motivazione, segnata non pi dal potere indiscusso quanto
dallo smarrimento del ruolo maschile di fronte allautonomia della donna. ma non
cambiato lorrore. grazie della sua confdenza.
Mio padre aveva ucciso mia madre
Risponde Stefania Rossini
stefania.rossini@espressoedit.it
lEspresso: Via C. Colombo, 90 - 00147 Roma. E-mail: letterealdirettore@espressoedit.it
6 giugno 2013 | | 151
dallAntitrust e dai li-
miti posti dalla con-
venzione. Vorrei tagli
sulle rotte Tirrenia: falso perch le rotte
Tirrenia sono regolate dalla convenzione
con lo Stato. Al contrario stata Moby a
rinunciare alla remunerativa rotta Geno-
va-Porto Torres per obbligo dellAnti-
trust, lasciandola a Tirrenia. Vorrei tagli
di personale su Tirrenia e lotto contro
lunificazione dei contratti di lavoro:
falso. In Tirrenia esistono almeno due
importanti contratti di lavoro, uno per i
marittimi su rotte in convenzione e un
altro per marittimi in rotte fuori conven-
zione molto meno remunerativo (e pi
basso di quello applicato dalla Moby).
Sin dal mio ingresso in Tirrenia ho spinto
per l adeguamento dei contratti a livello
pi alto, in questo osteggiato dal mana-
gement Cin-Tirrenia e da Clessidra. Le
mie affermazioni sono comprovate dalla
mia storia: allindomani della mia acqui-
sizione della Toremar, ho regolarizzato
contratti di lavoro per 200 marittimi.
Dallarticolo si evince che la societ di
consulenza Blu Peter stata assunta da
noi: falso. La societ Blu Peter stata
voluta da Clessidra. Neppure io capi-
sco chiaramente quali sono le vere in-
tenzioni di Clessidra. Posso solo ipotiz-
zare che la Cin-Tirrenia susciti appetiti
sui suoi asset di enorme valore. Come
dire che vale pi da morta che da viva.
La mia ottica armatoriale per il lungo
periodo, quella di un fondo di realiz-
zare e uscire al pi presto, con una
lauta plusvalenza.
vincenzo onorato
I limiti a rincari e tagli di rotte che lar-
matore Onorato dice di dover rispettare
in forza dalla convenzione valgono solo
per il periodo invernale, non per quello
estivo, che invece fuori convenzione ed
quello remunerativo: ed in previsione
dellimminente estate, dove anche la
piccola concorrenza della fotta della
regione sarda non ci sar, che Moby
sperava di ottenere lallineamento delle
tariffe Tirrenia alle sue, pi alte, e alcuni
vantaggi sullesercizio delle rotte. Come
da proposta fatta ai soci, e che la Blu
Peter ha analizzato. (P.P.)
Quel battesimo non sha da fare
Sono amareggiato per il contenuto diffa-
matorio dellarticolo Nunzia, il battesi-
mo non sha da fare(lEspresson. 21)
che riguarda la piccola Emanuela Barone.
Sin da subito bene chiarire che la piccola
mia parrocchiana, fglia di una coppia
che abita a 500 metri dalla Chiesa. Per cui,
la celebrazione del battesimo spettava a
me e a nessun altro; legittima e non ha
alcun proflo di anomalia. Sono parroco a
San Giovanni da 13 anni e conosco vizi e
virt di tutti. Sono felice di aver celebrato
questo battesimo perch ritengo che una
famiglia cattolica non pu mai mancare i
benefci dei sacramenti della Chiesa.
bene aggiungere, inoltre, che se i genitori
della piccola avessero voluto battezzarla
in unaltra chiesa, ad esempio alla parroc-
chia San Nicola Vescovo di Ceppaloni o
alla Cattedrale di Benevento, sarebbe stato
indispensabile e necessario il mio nullao-
sta. Chi ha scritto e imbeccato questo ar-
ticolo lavora per dividere e non per unire,
per creare dissidi e squilibri nel comune di
Ceppaloni. Dispiace leggere del collega
don Renato Trapani che rilascia dichiara-
zioni del tipo mi hanno detto. Pu un
sacerdote andare appresso alle chiacchiere
di paese e della gente? E poi perch i miei
parrocchiani avrebbero dovuto conse-
gnargli, e rapidamente, il certifcato della
madrina prima di chiedere a me il nullao-
sta? Chi ha scritto larticolo si reso pro-
tagonista della divisione di due sacerdoti
che hanno come missione la pace e la
gioia del proprio popolo. Riguardo, inve-
ce, la vicenda della signora Nunzia De
Girolamo falso che mi abbia consegnato
un certifcato dove dichiarava di essere
nubile; ha soltanto fatto da testimone di
battesimo alla piccola Emanuela. La si-
gnora De Girolamo arrivata con la fami-
glia dinanzi alla chiesa e allinterno ha se-
guito, accanto ai genitori e alla zia, la cele-
brazione. Per cui altre ricostruzioni sono
false, tendenziose e diffamatorie.
Jean Marie robert esposito
Mpazayino
Sacerdote della Parrocchia
San Giovanni Battista di Ceppaloni
Confermiamo il contenuto dellarti-
colo. (S. N.)
Lespresso
via c. colombo, 90, 00147 roma.
e-mail: letterealdirettore@espressoedit.it
precisoche@espressoedit.it
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152 | | 6 giugno 2013
In edicola la prossima settimana
Le mille bolle blu uno dei tanti successi
di Mina: meraviglioso gioco di parole su
unariosa base orchestrale che arriv quinto
al Festival di San Remo nel 1961. Un episo-
dio leggero che fotografa perfettamente lo
spirito del tempo. A quello spirito ha voluto
richiamarsi Gino Castaldo che ha ideato un
concerto spettacolo intitolato appunto
Mille bolle blu: un viaggio musicale attra-
verso le canzoni che hanno
costruito il nostro immagi-
nario negli anni 60 e 70.
Brani che, ad ascoltarli oggi,
ci fanno sognare e ci fanno
rivivere emozioni che crede-
vamo sopite. Una meravi-
gliosa macchina del tempo
per attraversare nuovamen-
te la stagione pi creativa
della musica pop. A condur-
ci alla riscoperta di alcune delle pagine pi
belle della nostra storia musicale sono la
voce calda e cristallina di Nicky Nicolai e
lestro del sax di Stefano Di Battista. Accan-
to a loro la Big Band composta da 13 ele-
menti. In Mille bolle bluquesto incredibi-
le ensemble passa in rassegna alcune gemme
che hanno segnato unepoca, non solo della
musica italiana: da Se stasera sono quidi
Tenco a These Boots Are
Made For Walking di
Nancy Sinatra, da Se tu
ragazzo mio di Gabriella
Ferri a All My Lovingdei
Beatles, passando per un
inedito medley che mette
assieme Se telefonandodi
Mina e Smoke On The Wa-
terdei Deep Purple.
Roberto Calabr
Venerd 7 giugno Cd a 6,90 euro in pi con lEspresso + Repubblica
nIcky nIcolaI - stefano dI battIsta
Zuppe, minestre e creme
vellutate per la gioia degli
amanti della buona cucina
che hanno deciso di
rinunciare alla carne
e al pesce. Le zuppe e le
minestre sono tra i piatti
pi emblematici della
nostra tradizione: nate
come pasti poveri per diventare poi, grazie
alle elaborazioni di grandi chef, pietanze di
alta gastronomia che combinano materie
prime di qualit: verdure e legumi, ma anche
pane e cereali. Tra le ricette del volume:
cous cous con ceci e margherite di verdure,
passato di carote con funghi trifolati, pur di
zucche e mele... Aromi e sapori in perfetto
equilibrio e per tutti i gusti. R.C.
Bollani e
Chailly si
incontrano
in un territorio
congeniale
ad entrambi:
lopera di
Gershwin.
Lorchestra
del Gewandhaus di Lipsia li
accompagna nelle pagine pi belle
del maestro americano. A partire dalla
splendida interpretazione di Bollani
della Rhapsody In Blue, tra classica,
jazz e improvvisazione. E ancora:
Catfsh Row (dallopera Porgy
and Bess). Fino al ragtime Rialto
Ripples. R.C.
Zuppe, minestre e vellutate bollani - chailly
cucIna
vegetarIana
rhapsody
In blue
Sabato 1 giugno quinto volume a 9,90
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tragedia sulle nevi
Zagor a colorI
Margaret doody
noIr nella storIa
grandi romanzi - Malombra
fogaZZaro
Mille bolle blu
I due foscari
vIva - verdI
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n. 22 - anno liX - 6 GiuGno 2013
TIRATuRA COPIE 286.500
154 | | 6 giugno 2013
M
i pare si sia riaccesa la di-
scussione sulla trasmissio-
ne del cognome ai fgli. Pie-
ro, fglio del signor Verdi e
della signora Bianchi, si
dovr chiamare Piero Verdi, Piero Verdi
Bianchi, Piero Bianchi Verdi o addirittura
Piero Bianchi? Noi caratterizziamo la
discendenza secondo la linea paterna, ma
niente vieterebbe di caratterizzarla in
chiave matrilineare, come avviene in altre
culture. In fondo mater semper certa est
mentre il padre deve solo aver fducia
nella sua signora. A meno di ammettere,
come suggeriva Silvia Vegetti Finzi giorni
fa sul Corriere, che dare ai fgli il co-
gnome del padre sia in fondo lunico
modo di risarcire il genitore maschio ri-
conoscendogli almeno un diritto legale.
La pi ovvia sembra la soluzione spa-
gnola, per cui il Rodrigo nato da Juan
Lopez e da Juana Gutierrez si chiamer
Rodrigo Lopez Gutierrez. Ma se poi
sposer una Carmen Lozano Almeida
come si chiamer la loro fglia? Nel 1952
avevo incontrato un prete che si chiama-
va don Laurentino Herran Herran Her-
ran Herran perch nato da un padre
Herran Herran e da una madre Herran
Herran. Se non fosse stato prete e avesse
poi (per accidente improbabile ma non
impossibile) sposato una donna col suo
stesso cognome, i fgli si sarebbero chia-
mati Herran Herran Herran Herran Her-
ran Herran Herran Herran?
Per porre fne a questa fuga in infni-
tumcredo che la legge spagnola prescriva
per i fgli il primo cognome del padre e il
primo cognome della madre e dia, dal
1999, la facolt di scegliere quale debba
essere il primo. Non so se la cosa la deci-
dano i genitori o i fgli arrivati alla mag-
giore et, ma immagino cosa succederebbe
da noi. Poniamo che Giulio Verdi Cavour
sposi una Giuliana Neri Garibaldi, e Giu-
liana fosse fera di portare il cognome di
quel nonno materno celeberrimo. Perch
i suoi fgli dovrebbero perderlo? Ma anche
il padre avrebbe qualche diritto a voler
ricordato il suo avo non meno illustre. E
potrebbe il fglio Franceschiello, arrivato
allet adulta, decidere di chiamarsi Fran-
ceschiello Cavour Garibaldi, o France-
schiello Garibaldi Cavour?
Data comunque la possibilit di sceglie-
re come primo nome o quello del padre o
quello della madre, chi decide? Se sar la
coppia, ci saranno molte occasioni di di-
vorzio post parto, se lo decide il fglio e
sceglie di anteporre il cognome del padre,
ve la vedete voi la madre, che si lamenter
per il resto dei suoi giorni di non essere
stata abbastanza amata? In caso contrario
potrebbe accadere che il padre infuriato
(se non sposato con comunione dei beni)
diseredi il fglio irriconoscente.
Si penSi inoLtre che i cognomi dovreb-
bero testimoniare non solo della discen-
denza dai genitori e dai nonni ma anche
della preterita presenza dei bisnonni, dei
trisnonni e cos via. Avrete talora pensato
che, poich si nasce da due genitori, e cia-
scun genitore da altri due, per cui ciascuno
di noi ha quattro nonni, se le cose fossero
andate secondo la logica genealogica,
ciascuno dovrebbe avere otto bisnonni,
sedici trisnonni e cos via per cui, risalendo
alle origini la terra avrebbe dovuto essere
popolata non da 7 miliardi bens da 7 alla
X, a seconda di quante siano le generazio-
ni che ci separano da Adamo ed Eva.
Evidentemente c una soluzione a questo
paradosso, e la lascio immaginare ai miei
lettori pi acuti, ma questo non toglie che,
se i cognomi dovessero essere anche solo
approssimativamente trasparenti dal pun-
to di vista genealogico, dovremmo averne
almeno alcune decine.
Di questo passo la soluzione pi equa-
nime sarebbe che i genitori scegliessero di
dare ai fgli un cognome del tutto nuovo.
Ma come se la caveranno nella vita i
rampolli di genitori eccentrici che avesse-
ro scelto per loro non Battipaglia o Cefal
bens Hitler, Berlusconi, Mata Hari, Bin
Laden o Pol Pot (il che non sarebbe inve-
rosimile visto che ci sono oggi genitori che
hanno chiamato i fgli Benito, Lenino o
Sciuellen?)
Non ho una soluzione in tasca e - per-
plesso - consegno queste mie rifessioni a
chi mi legge.
Herran Herran
Herran Herran
Dare ai fgli il
doppio cognome,
del padre e della
madre,
complicato. Quale
sarebbe il primo?
Chi deciderebbe? E
come regolare il
progressivo
raddoppio? Meglio
forse dargliene uno
nuovo. Purch non
troppo eccentrico
Se ne parla su www.espressonline.it
Umberto Eco La bustina di Minerva

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