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Titolo Valutazione di un programma di sensibilizzazione prosociale: Young Prosocial Animation (YPA)

Autori: Antonio Zuffian, Guido Alessandri e Robert Roche-Olivar Antonio Zuffian1 Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla Genesi e sullo Sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali Guido Alessandri Dipartimento di Psicologia, Facolt di Medicina e Psicologia, Sapienza Roma Robert Roche-Olivar Dipartimento di Psicologia basica, evolutiva e delleducazione, Universit Autonoma di Barcellona

Gli Autori ringraziano sentitamente la Prof.ssa Monia Tancredi per aver contribuito attivamente alla realizzazione dellintervento.

La corrispondenza per questo articolo deve essere inviata a Antonio Zuffian, Centro Interuniversitario per la ricerca

sulla genesi e sullo sviluppo delle motivazioni prosociali e antisociali (CIRMPA), via dei Marsi 78 00185 Roma antonio.zuffiano@uniroma1.it

Title Evaluation of a prosocial sensitization program: Young Prosocial Animation (YPA)

Authors: Antonio Zuffian, Guido Alessandri e Robert Roche-Olivar

Abstract

This paper reports the results from a quasi experimental trial evaluating a new program for the prosocial sensitization of adolescents: the Young Prosocial Animation (YPA). Twelve classrooms, for a total amount of 134 males and 116 females (mean age: intervention group = 14.2; control group = 15.2), in one community near Brindisi participated in the study. Prosociality assessments self-report were collected at the beginning and at the end of the intervention. A hierarchical regression analysis controlling for SES, sex, and baseline scores was used to test intervention effectiveness. The results suggest that after exposure to YPA, intervention group showed higher prosociality self-reported relative to control group (p <.05) above and beyond our control variables. Critical issues for new implementations of the program and implications for promoting prosociality among adolescents are discussed.

KEY WORDS: prosociality; adolescence; intervention, young prosocial animation.

Abstract

In questo contributo sono presentati i risultati di uno studio quasi sperimentale volto a valutare un nuovo programma di sensibilizzazione prosociale negli adolescenti: il Young Prosocial Animation (YPA). Dodici classi, 134 maschi e 116 femmine (et gruppo intervento = 14.2 anni; gruppo di controllo = 15.2), della provincia di Brindisi hanno partecipato allo studio. La prosocialit dei partecipanti stata valutata tramite misure self-report allinizio e alla fine dellintervento. Lefficacia dellintervento stata testata tramite una regressione gerarchica controllando per lo status socioeconomico, per il sesso, e per i valori iniziali di prosocialit dei ragazzi. I risultati indicano che dopo lesposizione allYPA il gruppo di intervento ha incrementato la sua prosocialit rispetto al gruppo di controllo (p <.05). Vengono discussi aspetti metodologici per future implementazioni del programma e implicazioni relative alla promozione della prosocialit negli adolescenti.

PAROLE CHIAVE: prosocialit; adolescenza; intervento, young prosocial animation.

Introduzione Gli interventi psicosociali nella scuola possono avvenire allinterno di tre livelli istituzionali differenti (Osterweil, 1994; Trombetta, 1997). Ad esempio, possono coinvolgere gli alunni, come nei casi di studenti con ritardi nellapprendimento o con comportamenti problematici. Possono mirare ad un cambiamento pi generale del sistema educativo, se indirizzati agli insegnanti o allorganizzazione scolastica nel suo complesso. Infine, possono essere rivolti alle famiglie, ai fini di migliorare la qualit della relazione scuola-genitori, di sensibilizzare i genitori alle problematiche scolastiche, etc. Gli interventi, inoltre, possono essere classificati in funzione del target su cui si vuole agire (Greenberg, Domitrovich e Bumbarger, 2001): essi possono essere universali (rivolti allintera popolazione), selettivi (diretti verso una parte a rischio della popolazione), e specifici (indirizzati a quei soggetti che gi presentano disturbi psicologici e comportamentali e che sono a rischio di cronicizzazione). Lintervento descritto in questo contributo rivolto agli alunni, di tipo universale, e ha come obiettivo la promozione della prosocialit in allievi di scuola secondaria di primo e di secondo grado.

La prosocialit: definizione e correlati psicosociali Negli ultimi ventanni, linteresse per lo studio della prosocialit, ovvero della tendenza a mettere volontariamente in atto comportamenti a beneficio degli altri (Caprara, 2006; Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006), ha conosciuto un notevole incremento. Studi empirici indipendenti hanno mostrato come la prosocialit rappresenti una disposizione generale di personalit (Graziano e Eisenberg, 1997; Graziano et al., 2007; Penner et al., 1995), in grado di essere di beneficio, non solo per i destinatari dei comportamenti prosociali, ma anche per coloro che li mettono in atto (Brown et al., 2003; Dunn, Aknin e Norton, 2008). Comportarsi in maniera prosociale, infatti, favorisce un sano adattamento allambiente sociale durante linfanzia (Hay e Pawlby, 2004; Hastings et al.,
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2000), ladolescenza (Chen et al., 2002; Eisenberg e Fabes, 1998), let adulta (Caprara e Steca, 2005) e nella tarda et (Steca e Caprara, 2006; Wheeler, Gorey e Grenblatt, 1998; Young e Glasgow, 1998). Durante ladolescenza i comportamenti prosociali assumono una particolare importanza, poich risultano capaci non solo di contrastare linsorgenza di disturbi antisociali e depressivi (Bandura et al., 1999; Bandura et al., 2001), ma anche di promuovere il successo scolastico (Caprara et al., 2000; Vitaro et al., 2005; Wentzel, McNamara-Barry e Caldwell, 2004) e, pi in generale, il benessere individuale (Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006). I ragazzi prosociali, in genere, instaurano relazioni interpersonali pi soddisfacenti e ricevono valutazioni pi positive dai loro pari rispetto a quanto avviene per i loro compagni meno prosociali (Cillessen et al., 2005; Greener, 2000). Data limportanza del giudizio degli altri nelle valutazioni che gli individui fanno di se stessi, evidente come il sentirsi accettato dai propri coetanei possa favorire nelladolescente lo sviluppo di un sano senso dautostima (Fiske, 2004). Per gli adolescenti prosociali, inoltre, un altro importante sostegno allautostima deriva dalla percezione della propria capacit di essere daiuto e dalle conseguenti gratificazioni, in termini di popolarit e successo sociale, che derivano dagli esiti sociali delle proprie azioni (De Bruyn e Cillessen, 2006; Cillessen e Rose, 2005). Una soddisfacente vita sociale e una sana autostima rappresentano due delle motivazioni sociali di base dellessere umano e sono fondamentali per il suo benessere psichico (Fiske, 2004). Limportanza delle disposizioni prosociali, tuttavia, non si limita solo alle traiettorie di sviluppo normali, ma si estende anche alla prevenzione di percorsi di sviluppo disfunzionali, quali ad esempio i comportamenti antisociali (Caprara et al., 2000, Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006). noto in letteratura, infatti, come i comportamenti aggressivi in adolescenza risultino spesso da un bagaglio di opzioni comportamentali carenti. A questo proposito, la promozione della prosocialit pu rappresentare una strategia capace di offrire al giovane un repertorio comportamentale

alternativo, e contrastare cos il cronicizzarsi delle condotte aggressive (Caprara e Bonino, 2006; Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006).

La prosocialit a scuola La scuola rappresenta da sempre un luogo fondamentale per la vita dei ragazzi. Da un punto di vista prettamente educativo, a scuola si apprendono nozioni, si trasmettono e si creano conoscenze, si sperimentano le proprie abilit, etc. Ma la scuola anche una formidabile agenzia di socializzazione, capace di veicolare valori, norme e regole di comportamento fondamentali per la convivenza civile in societ. La prosocialit pu rappresentare un costrutto ponte tra questi due aspetti della vita a scuola: infatti, se da un lato gli studenti prosociali sono maggiormente capaci di adattarsi allambiente scolastico e pi orientati ad una convivenza sociale positiva (Cattelino et al., 2006), dallaltro sono anche quelli che, generalmente, ottengono maggiori successi scolastici (Caprara et al., 2000; Vitaro et al., 2005; Wentzel, McNamara-Barry e Caldwell 2004). Gli adolescenti prosociali, tramite la rete di relazioni interpersonali positive che li circondano, hanno a disposizione contesti di apprendimento pi favorevoli (supporto dei pari, maggiore scambio di informazioni, possibilit di confronti costruttivi, etc.) che sostengono e favoriscono il loro sviluppo cognitivo (Bandura, 1997; Vygotsky, 1962). A questo proposito, vari studi hanno mostrato limportanza dellambiente relazionale e delleducazione tra pari come fattori capaci di incidere positivamente sul clima scolastico e sullapprendimento dellindividuo (es. Boda, 2001). In aggiunta, gli insegnanti, considerando spesso i ragazzi prosociali quali modelli da imitare in classe, li valorizzano e li rinforzano positivamente nella dimensione del vivere a scuola, dimensione che, tra i vari aspetti, comprende anche il rendimento scolastico (Doyle, 1986; Wentzel, 1993; Wentzel e Asher, 1995). evidente, pertanto, il ruolo chiave che la prosocialit ha nel promuovere contesti sociali ed educativi favorevoli allapprendimento in cui il ragazzo possa sperimentare le sue capacit, siano esse squisitamente intellettive o maggiormente legate alla sfera relazionale.
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Programmi di intervento per la promozione della prosocialit Da quanto detto sinora, si evince limportanza di favorire i comportamenti prosociali in quanto: (a) rappresentano fattori di protezione da eventuali disturbi psicologici e comportamentali; (b) concorrono alla promozione del benessere, del sano adattamento psicosociale e del successo accademico. In virt di questa peculiare natura di fattori di protezione/promozione (Catalano et al., 2002; Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006), diversi programmi dintervento sono stati dedicati alla promozione dei comportamenti prosociali, in particolare in contesti scolastici. Il Positive Youth Development2, ad esempio, ha incluso proprio la presenza di attivit volte ad accrescere i comportamenti prosociali tra i criteri di base per stabilire lappartenenza di un programma dintervento al movimento oppure no (Catalano et al., 2002). Programmi quali il Prosocial Curriculum for Aggressive Youth (PREPARE; Goldstein, 1999) e il Promoting Alternative Thinking Strategies (PATHS; Greenberg et al., 1995), attualmente, rappresentano dei modelli di riferimento fondamentali rispetto agli interventi utilizzabili nella scuola per la promozione della prosocialit e delle competenze (emotive, cognitive e sociali) ad essa connesse. In ambito europeo, il gruppo di ricerca LIPA (Laboratori di Investigaci Prosocial Aplicada)3, ha condotto vari programmi di intervento rivolti alla promozione della prosocialit in soggetti adolescenti, come ad esempio il Programma di Incremento Prosociale Minimo (PMIP; Romersi, Martnez-Fernndez, e Roche-Olivar, 2011). Recentemente lo stesso gruppo ha proposto il programma Young Prosocial Animation (YPA; Roche-Olivar e Selva, 2010) per la sensibilizzazione prosociale degli adolescenti. Tale programma, ancora in fase pilota, stato implementato nei seguenti paesi: Colombia, Brasile, Portogallo, Argentina, Spagna e Italia.

Movimento sorto negli Stati Uniti intorno agli anni 90 con lobiettivo di sviluppare programmi di intervento per

promuovere nei giovani le abilit e le competenze fondamentali per il loro benessere.


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Coordinato dal Prof. Roche-Olivar della Universidad Autonoma di Barcellona (Spagna).

Il presente lavoro si inserisce allinterno degli studi volti a verificare lefficacia dellimplementazione del programma YPA e ha come obiettivo la valutazione degli effetti dellintervento in alcune scuole della provincia di Brindisi.

Il programma Young Prosocial Animation Il programma YPA volto alla sensibilizzazione dei partecipanti rispetto ai comportamenti prosociali. LYPA stato progettato per essere una prima fase di sensibilizzazione prosociale su cui implementare programmi di intervento (sia a livello universale sia a livello selettivo; si veda Greenberg, Domitrovich e Bumbarger, 2001) pi propriamente rivolti allincremento dei comportamenti prosociali. Nello specifico il programma rivolto a ragazzi adolescenti e mira a promuovere gli aspetti cognitivi ed emotivi della prosocialit, ovvero a rafforzare gli atteggiamenti e la disposizione ad agire e pensare in senso prosociale. Il cambiamento atteso, pertanto, non riguarda direttamente i comportamenti agiti dallindividuo, quanto le sue disposizioni personali in termini di una maggiore ricettivit e propensione al pensiero prosociale (inteso sia come capacit di assumere il punto di vista dellaltro e di essere empatici, sia come capacit di produrre idee e soluzioni che siano di aiuto al prossimo). Secondo gli autori dellYPA (Roche-Olivar e Selva, 2010), un incremento a livello della sensibilit prosociale un passaggio fondamentale nei ragazzi (in particolare in quelli a rischio), in quanto offre loro nuovi strumenti ed abilit cognitive capaci di suggerire strade alternative alla violenza. Lo scopo del programma YPA quello di sensibilizzare gli adolescenti alla prosocialit attraverso la creazione di uno spazio aperto di dialogo allinterno del quale i soggetti coinvolti possano esprimere liberamente le proprie opinioni ed emozioni. Per avviare il dibattito sui comportamenti prosociali si deciso di utilizzare il film Un sogno per Domani. 4 Trattandosi di una pellicola completamente imperniata sul tema della solidariet e dellagire prosociale (con un focus particolare al periodo adolescenziale), si ritenuto che potesse offrire ai ragazzi un punto di partenza per discutere su questioni quali: (1) laiuto al prossimo, (2) il
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Regia di Mimi Leder (2000)

coraggio, e (3) lamicizia. Promuovendo il dialogo tra i ragazzi, si cercato di offrire loro lopportunit di condividere le loro emozioni, i loro pensieri, e le loro esperienze rispetto a tematiche prosociali. In virt dei contenuti e del materiale usato come oggetto di dibattito, lYPA non prevede una partecipazione diretta degli insegnanti o degli educatori nelle fasi di discussione del film. Il loro coinvolgimento, invece, pu essere fondamentale sia come supporto indiretto allintervento (es., linsegnante di lettere potrebbe assegnare dei temi da svolgere sulla prosocialit) sia in eventuali successive implementazioni di programmi pi specificamente di incremento dei comportamenti prosociali (es., PMIP; Romersi, Martnez-Fernndez e Roche-Olivar, 2011).

La struttura del programma YPA Per limplementazione efficace del progetto fondamentale che il formatore (ovvero colui che attiver e seguir il progetto) e il coordinatore YPA (questultimo da eleggere tra i partecipanti e che avr il ruolo di aiutare il formatore durante lintervento) creino uno spazio di dialogo realmente aperto a tutti i partecipanti in cui non vengono attaccati i punti di vista differenti. Lobiettivo di queste discussioni quello di guidare i ragazzi verso la comprensione e il rispetto dellopinione altrui, al fine di promuovere un positivo orientamento verso laltro e iniziare a sperimentare i primi benefici della prosocialit (Roche-Olivar e Selva, 2010). Questa sensibilizzazione prosociale, a prima vista semplice, pu in realt essere di difficile attuazione se si lavora con ragazzi difficili che hanno gi alle spalle storie di aggressivit e prepotenze. Il programma prevede che un formatore porti a termine lintervento in circa 12 sessioni (vedi Tabella 1), ognuna della durata approssimativa di unora. Nella 1 sessione, il formatore illustrer tramite supporto visivo (es. power point, lucidi, etc.) i 10 tipi di azione prosociale individuati da Roche-Olivar (2003): (I) Aiuto fisico. Condotta che procura assistenza ad altre persone al fine di aiutarle nel raggiungimento di un determinato obiettivo. Tale azione, inoltre, deve essere approvata da coloro che vengono aiutati;
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(II) Servizio fisico. Condotta tramite cui chi agisce prosocialmente sostituisce il destinatario di tale azione nello svolgimento di unattivit (es. X vede Y in difficolt a cambiare la ruota di una macchina e decide di farlo al posto suo); (III) Dare. Consegnare oggetti, cibo o altro; (IV) Aiuto verbale. Spiegazioni, informazioni e condivisione di idee o di esperienze utili per altre persone al fine del conseguimento di un obiettivo; (V) Conforto verbale. Espressioni verbali volte a ridurre la tristezza di persone in pena o preoccupate, migliorando cos il loro stato d'animo; (VI) Conferma e valorizzazione positiva dell'altro. Espressioni verbali che confermano il valore delle persone verso cui sono dirette al fine di rafforzarne e salvaguardarne l'autostima; (VII) Ascolto profondo. Condotte meta-verbali di attenzione e interesse verso i contenuti espressi dall'interlocutore in una conversazione; (VIII) Empatia. Espressioni verbali e meta-verbali che esprimono la comprensione dello stato danimo di un individuo e la preoccupazione per il suo benessere; (IX) Solidariet. Condotte ed espressioni verbali che esprimono l'accettazione volontaria di condividere le conseguenze, specialmente quelle dolorose, della condizione di vita di altre persone (es. i missionari che scelgono di aiutare gli abitanti del terzo mondo o delle aree in cui sono presenti guerre); (X) Presenza positiva o unit. Positiva presenza personale. Questa condotta sostanzialmente riassume tutti i comportamenti prosociali prima elencati, al fine di creare un clima psicologico di benessere, di reciprocit e di unit allinterno di gruppi di individui.

Successivamente, il formatore aiuter i ragazzi ad eleggere democraticamente tra loro un coordinatore. Il coordinatore avr il compito, durante tutto il progetto, di affiancare il formatore nel moderare il dibattito, nellannotare le osservazioni dei partecipanti, nelloffrire spunti di riflessione, etc. Per quanto riguarda il contenuto, ognuna delle dodici sessioni prevede la visione di alcune
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scene (in tutto 19) tratte dal film Un sogno per Domani. In ognuna delle sessioni (si veda la Tabella 1) abitualmente prevista la visione di 2 scene del film che si commentano in gruppo seguendo i seguenti punti 5: Comportamento rilevante: azione centrale intorno a cui ruota la scena da analizzare; Attitudini: atteggiamenti dei protagonisti della scena che si possono dedurre dallazione centrale della scena; Valori implicati: valori presenti nellazione prosociale (es. altruismo, onest, etc.); Tipo di azione prosociale: sono i 10 tipi di azioni prosociali che i protagonisti della scena analizzata possono mettere in atto (ovvero Aiuto fisico, Servizio fisico, Dare, Aiuto verbale, Conforto verbale, Conferma e valorizzazione positiva dell'altro, Ascolto profondo, Empatia, Solidariet, Presenza positiva o unit, Roche-Olivar, 2003); Benefici per chi riceve lazione prosociale: vantaggi per il destinatario dellazione prosociale; Benefici per il contesto: possibili benefici allargati dellagire prosociale che non si riducono unicamente a quelli ottenuti dallautore dellazione o da chi la riceve (es. terze persone, la societ, etc.); Benefici per chi mette in atto lazione prosociale: benefici per lautore dellazione prosociale; Requisiti necessari allautore per mettere in atto la condotta prosociale: abilit, conoscenze, etc.; Quali sono i tuoi pensieri riguardo a questa azione: riflessioni dei partecipanti sullazione prosociale; Che cosa senti: sentimenti provati dai partecipanti durante la visione della scena; Che cosa potrei fare io di simile: azioni compiute dal soggetto partecipante se si fosse trovato in quella situazione; Difficolt che vedo: qualsiasi ostacolo rilevato che potrebbe essere di impedimento alla messa in atto dellazione prosociale; Osservazioni: considerazioni di varia natura sulla scena; Domande per dibattere: domande per discutere del film presentate dal formatore, dal coordinatore e/o dai partecipanti. ---------------------------Inserire TABELLA 1 ---------------------------Al formatore e al coordinatore viene messo a disposizione dal LIPA un protocollo contenente le sequenze stampate di ognuna delle 19 scene selezionate dal film, insieme ad esempi di domande utili per facilitare la riflessione in gruppo. Un esempio di tale protocollo riportato in figura 1.

Le scene sono state selezionate dal gruppo di ricerca LIPA in funzione della loro capacit di rappresentare

chiaramente una o pi azioni prosociali in cui sono coinvolti i protagonisti della storia.

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---------------------------Inserire FIGURA 1 --------------------------- opportuno sottolineare che la natura del progetto YPA prevede un adattamento della metodologia, seppur proposta al formatore in un formato standard, agli interessi e alle necessit dei partecipanti. Ad esempio, previsto un ampio spazio riservato ai temi dai quali, di volta in volta, i ragazzi si sentono pi coinvolti. Questo comporta un certo margine di libert del quale il formatore pu usufruire nellimplementazione del progetto. Uno degli assunti di base del progetto YPA, infatti, che ragazzi si sentano realmente stimolati a discutere di ci che osservano nel film. Pertanto, non devono essere obbligati a dibattere su scene che per loro non sono molto significative. La filosofia dellintervento che una reale partecipazione attiva dei ragazzi non possa avvenire senza un profondo rispetto e una particolare attenzione che il formatore YPA deve avere verso i loro interessi, le loro passioni e le loro aspettative. Tale riflessione assume una maggiore importanza se si sta cercando di sensibilizzare ragazzi difficili, spesso restii a partecipare a interventi di qualsiasi natura.

Obiettivi del contributo Lobiettivo fondamentale del presente contributo di valutare empiricamente lefficacia del programma Young Prosocial Animation attraverso lutilizzo di metodologie quantitative e di un disegno di tipo quasi sperimentale che prevede una valutazione pre e post intervento del livello di prosocialit dei ragazzi. In particolare, ci attendiamo un incremento nella prosocialit al post-test maggiore nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo. Infine, data la natura pilota del progetto e dato il breve arco temporale in cui si svolto effettivamente, ipotizziamo un effetto basso o moderato dellintervento.

Metodo
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Partecipanti Complessivamente, 250 alunni sono stati coinvolti nella fase pre-test (abbreviata dora in avanti in T1) del programma YPA, di cui 137 (51.8% maschi) nel gruppo di intervento e 113 (44.2% femmine) nel gruppo di controllo. Let degli alunni assegnati al gruppo di intervento risultata compresa tra i 12 ed i 16 anni (M = 14.2, DS = 1.1). Let degli alunni assegnati al gruppo di controllo risultata invece compresa tra 12 e 19 anni (M = 15.2, DS = 1.1).6 In generale, le famiglie degli alunni appartenenti al gruppo di intervento (56.8%) e al gruppo di controllo (60.0%) sono prevalentemente monoreddito. Le professioni maggiormente rappresentate sono: loperaio tra i padri (rispettivamente il 36.4% nel gruppo di intervento e il 27.9% nel gruppo di controllo) e la casalinga tra le madri (il 56% nel gruppo di intervento e il 55.2% nel gruppo di controllo). Anche il livello di istruzione risulta simile tra i due gruppi: la maggioranza dei genitori del gruppo di intervento (43.5%) e di controllo (44.7%) ha conseguito una licenza media o un diploma di istruzione secondaria presso istituti tecnici (23.7% gruppo di intervento, 13.6% gruppo di controllo). Il 18% degli alunni non ha preso parte alla fase di post-test (abbreviata dora in avanti in T2): il gruppo di intervento sceso a 113 soggetti (circa il 18% in meno del numero iniziale), e il gruppo di controllo a 91 soggetti (circa il 19% in meno del numero iniziale). La riduzione del numero di soggetti nei due gruppi dovuta a fattori non sistematici e, in generale, allassenza dalla scuola nei giorni della valutazione post intervento. Procedura Lintervento stato condotto in un comune della provincia di Brindisi. Dopo unanalisi del contesto scolastico del comune, si scelto di far partecipare unicamente quelle scuole che meglio potevano rappresentare in termini di et anagrafica la popolazione di adolescenti da cui estrarre il campione partecipante al progetto. In virt di tale criterio, la scelta si focalizzata su 3 scuole: una scuola secondaria di primo grado e due scuole secondarie di secondo grado. Ognuna delle scuole ha
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Soltanto tre soggetti hanno dichiarato di avere 19 anni e cinque di averne 18.

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garantito la partecipazione di 4 classi (2 partecipanti; 2 di controllo) per un totale di 12 classi (6 partecipanti; 6 di controllo).7 Le classi sono state scelte in collaborazione con i professori, selezionando quelle in cui si erano verificati alcuni episodi di condotte antisociali. Le classi sono poi state assegnate casualmente al gruppo di intervento o di controllo. Il programma YPA stato implementato nel periodo Novembre 2008 - Marzo 2009 durante il normale orario scolastico. Sono stati fatti dodici incontri per classe (della durata approssimativa di 50 minuti) con cadenza settimanale, ad eccezione del periodo Dicembre - Gennaio in cui, per motivi legati alla chiusura del quadrimestre, ci sono stati complessivamente solo 3 incontri per classe.

Strumenti Prosocialit. Per la valutazione della prosocialit stata utilizzata la scala di Caprara e colleghi (2005). Tale scala composta da 16 item, con un formato di risposta a 5 passi (da 1 = quasi/mai a 5 = quasi sempre/sempre), che valutano linclinazione personale a condividere, a consolare, ad aiutare e a preoccuparsi dei bisogni altrui (es. item Divido con gli amici le cose che mi piacciono, partecipo intensamente alle emozioni altrui). Vari studi hanno avvalorato le caratteristiche psicometriche dello strumento in numerosi campioni italiani (es. Alessandri et al., 2009; Caprara et al., 2005; Paciello, Vecchio e Pepe, 2006). La scala stata somministrata in classe durante il normale orario scolastico da personale adeguatamente formato. I coefficienti di attendibilit (alpha di Cronbach) di tale scala prima dellintervento (T1) e dopo lintervento (T2) sono risultati rispettivamente pari a .88 e .87.

Analisi statistiche Inizialmente, stata testata la significativit delle differenze delle medie nella prosocialit dovute alla scuola e i punteggi su tale scala sono stati correlati con let anagrafica.
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Nella scuola secondaria di primo grado hanno partecipato le classi terze; nelle scuole secondarie di secondo grado le

prime e le seconde classi.

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Successivamente, il gruppo di intervento e di controllo sono stati confrontati attraverso una serie di ANOVA e test del Chi-quadrato rispetto alle seguenti variabili: sesso, status socioeconomico (SES), e livelli medi iniziali di prosocialit. Per la valutazione dellefficacia dellintervento, invece, stato scelto di implementare una regressione multipla gerarchica (RMG; Barbaranelli, 2003) a due step considerando come variabile dipendente la prosocialit al T2. Questa tecnica particolarmente utile per la valutazione degli interventi, in quanto consente di identificare leffetto unico dovuto al trattamento al di l di una serie di variabile tenute sotto controllo negli step precedenti (Cohen et al., 2003). Nel nostro studio, nellequazione di regressione abbiamo inserito nel primo step i punteggi dei soggetti sulla prosocialit al T1, la professione dei genitori come indicatore del SES (Sirin, 2005), e il genere (0 = maschi; 1 = femmine) quali variabili di controllo.8 Nel secondo step della RMG, invece, abbiamo inserito la variabile trattamento (0 = gruppo controllo; 1 = gruppo intervento). In questo modo, leffetto del trattamento nel predire la variabile dipendente al netto della varianza spiegata dalla prosocialit al T1, dal SES, e dal genere. Tutte le analisi sono state effettuate con il software statistico SPSS 18.

Risultati Analisi preliminari Al T1, gli allievi appartenenti ad ognuna delle tre scuole non differivano tra loro in maniera significativa sulla prosocialit F(2, 249) = .83, p = .43, e let non risultata significativamente correlata (p > .05) con i punteggi ottenuti su tale scala. Considerando il sesso, le femmine si sono autovalutate significativamente pi prosociali dei maschi F(1, 249) = 11.60, p = .00, 2 = .045. Il gruppo di intervento, inoltre, non differiva da quello di controllo n per numero di ragazzi (51.8% vs 55.8%) e ragazze (48.2% vs 44.2%) 2(N = 250, df = 1) =.38, p > .05, n per lo status socioeconomico 2(N = 236, df = 8) = 11.861, p > .05. Tra i due gruppi, infine, non sono state
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Varie ricerche, infatti, hanno mostrato come il SES e il genere possano influenzare la prosocialit degli individui,

(Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006).

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riscontrate differenze sui livelli medi di prosocialit al T1 F(1, 249) = .02, p = .92. In tabella 2 sono riportate le medie e le deviazioni standard dei punteggi sulla prosocialit al T1 e al T2 separati per gruppo di intervento e di controllo. Inoltre, al fine di poter lavorare sullintero campione, abbiamo stimato i dati mancanti tramite lalgoritmo expectation-maximization (EM) in SPSS 18. Questo algoritmo fornisce delle stime di massima-verosimiglianza corrette sotto lassunzione che i dati mancanti siano completamente casuali (Cohen et al., 2003). Il test di Little (1988) per valutare il pattern dei dati mancanti nelle variabili analizzate risultato non significativo 2(5) = 7.748, p = .187, pertanto nel nostro studio abbiamo potuto considerare i valori mancanti come completamente casuali. ---------------------------Inserire TABELLA 2 ---------------------------Efficacia dellintervento In tabella 3 sono riportati i risultati della RMG. Nel primo step, la prosocialit al T1, il SES, e il genere spiegano il 50% della varianza della prosocialit al T2. In particolare, la prosocialit al T1 risulta essere il migliore predittore. Il SES e il genere, invece, non hanno mostrato un impatto significativo nel predire la prosocialit al T2. Infine, nel secondo step, la variabile trattamento predice positivamente la prosocialit al T2 al di l delle variabili di controllo. Pertanto, i partecipanti allintervento sono cresciuti nel loro livello di prosocialit al T2 rispetto ai soggetti del gruppo di controllo. Nello specifico, il cambiamento nella varianza spiegata della prosocialit al T2 (R2 = 1%), evidenzia un effetto basso dellintervento (Barbaranelli, 2003).

---------------------------Inserire TABELLA 3 ----------------------------

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Discussione Lobiettivo dellYPA, come specificato precedentemente, quello di sensibilizzare i ragazzi alla prosocialit, sensibilizzazione intesa come una maggiore ricettivit e propensione a pensare in maniera prosociale. Le indicazioni provenienti da questa applicazione dellYPA, fatta per la prima volta in Italia, confermano lipotesi formulata e sono abbastanza simili a quelle ottenute in altri paesi (Roche-Olivar e Selva, 2010). Alla fine del programma YPA, infatti, i ragazzi del gruppo di intervento hanno mostrato un incremento statisticamente significativo nella loro prosocialit rispetto ai loro compagni del gruppo di controllo. importante notare come questo effetto significativo sia stato ottenuto controllando per i livelli iniziali di prosocialit dei soggetti. Questo risultato non di poco conto se si considera che lintervento stato condotto in un breve arco di tempo in cui verosimile ipotizzare che la stabilit del costrutto tra il pre-test e il post-test sia molto elevata. Infatti, come ci si attendeva, la stabilit risultata abbastanza elevata e leffetto unico dellintervento risultato basso, coerentemente con limpatto che pu avere sui partecipanti un programma di mera sensibilizzazione (per di pi ancora in una fase pilota) e non di incremento effettivo dei comportamenti prosociali. Questo risultato, sebbene necessiti di essere confermato in ulteriori implementazioni del programma, particolarmente incoraggiante, soprattutto alla luce di quelle che potrebbero essere le ricadute a livello scolastico. Infatti, in accordo con la letteratura (Eisenberg, Fabes, e Spinrad, 2006), un aumento del proprio atteggiamento ad agire in maniera prosociale potrebbe permettere agli studenti di creare un clima allinterno della classe in cui lattenzione e il rispetto per laltro siano gli elementi chiave su cui strutturare le relazioni che abitualmente avvengono tra compagni. Ma non solo. Come ben evidenziato da Wentzel (1993), tramite la prosocialit anche le relazioni studenti-insegnanti migliorano, permettendo a questi ultimi di direzionare i loro sforzi principalmente sulle materie dinsegnamento. Diminuendo il carico delle energie dei docenti rivolte a sanzionare i comportamenti irrispettosi e/o aggressivi allinterno della classe, infatti, si facilitano i processi di insegnamento-apprendimento che, a loro volta, promuovono il rendimento scolastico dello studente. A questo proposito, la mancanza di un lavoro di formazione
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con gli insegnanti (precedente allintervento) un punto del programma che deve essere previsto in future implementazioni dellYPA. Infatti, in virt del ruolo degli insegnanti quali figure educative, opportuno progettare una fase previa di formazione in cui i docenti possano sviluppare le loro capacit di riconoscimento e di valorizzazione dei comportamenti prosociali degli studenti, in modo tale che la prosocialit diventi sempre pi parte integrante della loro personalit (Caprara e Bonino, 2006). Come si evince, pertanto, i benefici della promozione della prosocialit a scuola sono molteplici e variano dalla migliore qualit delle relazioni interpersonali al rendimento scolastico. A questi benefici, peraltro, si aggiungono quelli di natura squisitamente individuale (precedentemente evidenziati nei paragrafi introduttivi del presente lavoro) relativi al ruolo della prosocialit nel contrastare i disturbi internalizzanti e/o esternalizzanti. Infine, riteniamo doveroso spendere qualche considerazione sul piano della valutazione dellintervento. Nonostante si tratti di un semplice programma di sensibilizzazione, a nostro avviso, sarebbe comunque opportuno integrare il progetto con misure eterovalutate della prosocialit (in particolare coinvolgendo il gruppo dei pari e degli insegnanti/educatori), al fine di avere un quadro pi esaustivo e affidabile dei cambiamenti in atto nei partecipanti. Conclusioni Sebbene, bisogna essere cauti nel valutare la piena efficacia del programma, soprattutto se si considera il breve arco di tempo in cui stato condotto e il fatto che ancora in fase pilota, la buona risposta dei partecipanti e il loro incremento nella prosocialit sembrano avvalorare la bont dellintervento. Tale risultato acquisisce maggiore importanza alla luce del fatto che lintervento stato condotto in quelle classi che, in precedenza, avevano mostrato atteggiamenti antisociali. La sensibilizzazione alla prosocialit in queste classi un obiettivo che pu essere piuttosto difficile, il cui raggiungimento, per, di fondamentale importanza per creare lhumus adatto ad accogliere ulteriori iniziative prosociali. Come detto in precedenza, infatti, il programma YPA pu essere concepito come uno step iniziale cui far seguire interventi diretti ad aumentare nei ragazzi i comportamenti prosociali e le relative competenze emotive, cognitive e motivazionali (per una
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trattazione pi estesa delle variabili sottostanti allagire prosociale si veda: Caprara e Bonino, 2006; Eisenberg, Fabes e Spinrad, 2006). In tal modo, si dovrebbe consentire ai partecipanti di passare dal piano cognitivo ed emotivo della sensibilizzazione al piano dellincremento concreto delle condotte prosociali. Accompagnare il ragazzo nel passaggio dal pensiero allazione prosociale lobiettivo principale che si deve porre chi decide di proseguire il lavoro iniziato con il programma YPA.

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Tabella 1. Sessioni YPA.


Presentazione del progetto e somministrazione della scala di prosocialit di Caprara e colleghi (2005) ai soggetti partecipanti (PRE-TEST).

Spiegazione del significato di prosocialit e illustrazione dei 10 differenti tipi di azioni prosociali (possibilmente tramite lausilio di supporti audiovisivi). 1sessione

Visione delle prime due scene del film con commento, cercando di identificare possibili similitudini tra le situazioni del film con la vita reale dei soggetti partecipanti.

Visione scene del film.

2 - 11 sessione Discussione in gruppo, cercando di identificare possibili similitudini tra le situazioni del film con la vita reale dei soggetti partecipanti.

Visione delle scene restanti del film. Discussione in gruppo , cercando di identificare possibili similitudini tra le situazioni del film con la vita reale dei soggetti partecipanti. 12 sessione Somministrazione della scala di Caprara e colleghi (2005). (POST-TEST)
Adattato da: Roche-Olivar e Selva, 2010.

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Tabella 2. Medie e deviazioni standard (DS) della variabile prosocialit per genere. Maschi Media Gruppo di intervento T1 T2 Gruppo di controllo T1 T2 3.35 3.60 3.30 3.38 DS .69 .59 .68 .53 Femmine Media 3.60 3.73 3.66 3.68 DS .69 .57 .59 .65

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Tabella 3. RMG. Variabile dipendente Prosocialit al T2.


Step 1 B p B Step 2 p

Prosocialit T1 Genere SES Trattamento

(.594) (.004) (.010)

.712 .004 .066

.000 .933 .143

(.593) (.001) (.009) (.103)

.711 .001 .059 .091

.000 .977 .189 .044

F(3, 245) = 83.724, p =.000 R2 .50

F(1, 244) = 4.107, p = .044 .51

Note. B = coefficiente di regressione non standardizzato; = coefficiente di regressione standardizzato. Genere (0 = maschio; 1 = femmina). Trattamento (0 = controllo; 1 = intervento).

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Figura 1. Esempio Protocollo YPA.


CAPITOLO 4 ATTEGGIAMENTI DEDOTTI Generosit VALORE IMPLICATO Altruismo QUALI SONO I TUOI PENSIERI RIGUARDO A QUESTA AZIONE? CHE COSA SENTI? SCENA Luomo di colore continua la catena MINUTO 27

DESCRIZIONE Sala di pronto soccorso. La figlia di un avvocato ha un attacco dasma e il personale medico decide di occuparsi di un ragazzo di colore che stato pugnalato, ignorando la richiesta di aiuto dellavvocato. Il ragazzo ferito osserva la discussione tra lavvocato e linfermiera e obbliga questultima ad occuparsi prima della ragazza. Minaccia linfermiera con unarma se si non si occuper prima di lei.

TIPO DI AZIONE PROSOCIALE CHE COSA POTREI FARE IO DI SIMILE? Aiuto fisico Empatia

SEQUENZA Avvocato: ascolti signorina, linalatore non sta funzionando Infermiera: mi dispiace Ragazzo: mia sorella mi ha pugnalato... Avvocato: scusi, ceravamo prima noi Infermiera: mi dispiace, dobbiamo occuparci prima di questo signore, sono le norme Avvocato: che non pu respirare Ragazzo: lei si deve occupare ORA di questa ragazza!!!

BENEFICI PER IL DESTINATARIO, PER IL CONTESTO E PER LAUTORE

DIFFICOLTA CHE VEDO

COMPORTAMENTO RILEVANTE Sebbene il ragazzo sia stato ferito gravemente, capisce le necessit della ragazza e vuole farla passare avanti

REQUISITI NECESSARI ALLAUTORE PER METTERE IN ATTO LA CONDOTTA PROSOCIALE (CAPACITA, CONDIZIONI) Coraggio

ARGOMENTI E DOMANDE PER RIFLETTERE E DISCUTERE La polizia ha arrestato il ragazzo di colore perch ha minacciato linfermiera con una pistola affinch si occupasse della ragazza. Le persone che a volte sembrano violente possono agire prosocialmente? Che ha pensato il padre della ragazza? Come si possono favorire le azioni prosociali in questi soggetti violenti?

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