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SCUOLA POLITICA FEDERALE

Baveno 4-5- ottobre 2003

LA LEGA NORD E I SUOI OBIETTIVI


Dott. Roberto Marraccini

Le leghe autonomiste regionali. Dalle leghe regionali alla Lega Nord Il ritorno del pensiero federalista in Italia. La svolta secessionista e la dichiarazione dIndipendenza della Padania La devoluzione: verso lo Stato federale Economia: salvaguardare le piccole- medie imprese e lartigianato Societ: sostenere la famiglia Cultura e scuola: attenzione alle culture locali Il federalismo per unEuropa dei popoli

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Le leghe autonomiste regionali. La storia della Lega Nord strettamente legata a quella dei movimenti regionali che nacquero circa 20 anni or sono nel Nord Italia. Sul finire degli anni settanta e linizio degli anni ottanta del secolo scorso sorgono, proprio in quella zona del Paese, delle formazioni politiche che si richiamano direttamente: ai valori del localismo, allimportanza della componente etnica intesa come nazione, alla difesa della cultura e della tradizione popolare, alla riscoperta del concetto di autonomia da contrapporre allinvasivo strapotere romanocentrico che si sviluppa in ogni settore ed in particolar modo allinterno della pubblica amministrazione. Depauperamento economico (eccessivo prelievo fiscale) e massificazione culturale (scuola di regime) sono dunque i due strumenti principali attraverso i quali Roma impone la sua volont, cercando di schiacciare con ogni mezzo (magistratura e polizia) il desiderio di identit e autodeterminazione dei popoli del Nord. Non si tratta quindi di rivendicazioni egoistiche o qualunquiste come furono etichettate dai partiti e dai media di regime, bens di una gravissima accusa contro la gestione del potere accompagnata da una innovativa - e alternativa - proposta politica, tesa a cambiare radicalmente la condizione di completa sudditanza alla quale sono stati costretti i popoli del Nord sin dal tempo dellunit dItalia. Come retroazione al forte statalismo e al centralismo burocratico dello Stato italiano nascono le leghe regionali. La madre di queste formazioni, che agli albori hanno un carattere quasi prettamente culturale, la Liga Veneta, che partecipa gi alle elezioni del 1979, pur non essendo ancora ufficialmente fondata. In Lombardia nasce un altro movimento autonomista: la Lega Lombarda. La sua fondazione ufficiale avviene nel 1984. Un anno dopo, nel 1985, essa riesce a conquistare i primi seggi in diversi comuni del varesotto. Alla Lega Lombarda e alla Liga Veneta, si affiancano poi altri movimenti autonomisti padano-alpini che, con gli stessi ideali politici, cercano di conquistare lelettorato delle Regioni del Nord. Nel 1986 si ha lapertura storica della prima sede della Lega Lombarda a Varese. Proprio dallunione di queste leghe regionali avr origine poi la Lega Nord, e cio il movimento politico che pi di ogni altro in questi anni si fatto assertore, nel panorama politico nazionale ed ora anche su scala europea, della trasformazione dello Stato italiano in uno Stato federale, accogliendo dunque come principio ispiratore della propria strategia politica il federalismo. Prima che comparisse la Lega Nord, infatti, esisteva solo un partito che era ufficialmente e politicamente attivo per il federalismo: lUnion Valdotaine, partito regionalista e francofono della Valle dAosta. In ogni caso, il processo che porta alla nascita della Lega Nord dura oltre dieci anni e precisamente dal 1979 - quando Umberto Bossi incontra casualmente Bruno Salvadori, leader dellUnion Valdotaine, decidendo poi di impegnarsi in prima persona a diffondere lidea federalista - al 1989, 1

anno ufficiale della fondazione del Movimento. Da qui parte lavventura per modificare lo Stato italiano in una vera Repubblica Federale. Dalle leghe regionali alla Lega Nord Alla fine degli anni ottanta il leader della Lega Lombarda, Umberto Bossi, intuisce che la sua strategia di lotta politica incentrata sullautonomismo regionale non pu avere uno sbocco concreto senza laiuto delle altre forze autonomiste e federaliste, rappresentate dalle altre leghe regionali. Nel congresso della Lega Lombarda del 1989, oltre a fare il punto sullidea autonomista e federalista che anima il movimento, si avverte il bisogno di allacciare rapporti diretti con gli altri movimenti autonomisti, per creare un vero Movimento federalista. Proprio in quellanno, grazie alla federazione di ben sei movimenti autonomistici su base regionale, nasce la Lega Nord. Essa viene fondata ufficialmente davanti ad un notaio di Bergamo il 4 dicembre del 1989, ad opera di dieci rappresentanti di sei movimenti autonomisti che sono nellordine: Piemont Autonomista, Lega Lombarda, Liga Veneta, Union Ligure, Lega Emiliana-Romagnola e Alleanza Toscana. Il salto di qualit ne llesperienza politica di questi movimenti autonomisti avviene nel 1990. In quellanno, infatti, si tengono le elezioni regionali in molte Regioni, tra cui la Lombardia. In questa Regione, la Lega Lombarda riesce ad ottenere un successo straordinario con il 18,9% dei voti. In pratica si colloca in un sol colpo al secondo posto dopo la Democrazia Cristiana e prima addirittura di un partito storico e di lunghe tradizioni come il PCI. Le leghe regionali, in quellappuntamento elettorale, riescono ad ottenere una percentuale di voti, rapportato su scala nazionale, del 5,5%. Il movimento appena nato (Lega Nord) interpreta la lotta politica in maniera completamente diversa rispetto ai partiti tradizionali, fondando la propria strategia politica nello scontro tra Stati centralisti e popoli che rivendicano il diritto allautodeterminazione e alla libert. Col passare del tempo nel frattempo si era registrata la fine della cosiddetta Prima Repubblica e a mano a mano che il Movimento leghista vede crescere il proprio consenso tra i cittadini, viene a maturare il concetto di federalismo, che rappresenter poi il tema di dibattito politico di tutti gli anni Novanta, e non solo. Da subito, quindi, si nota come il progetto portato avanti dalla Lega Nord sia quello di modellare uno Stato diverso, uno Stato meno invasivo nella vita dei cittadini, che sia pi rispettoso delle differenze regionali e locali, che da sempre rappresentano il fondamento e il valore aggiunto della storia della penisola italiana. La struttura cent ralista e accentratrice dello Stato rappresenta, per la Lega Nord, un principio superato, da cui partire per lavvento di una societ diversa, modellata appunto sul principio federalista. I risultati elettorali, comunque, sorprendono lopinione pubblica. Nelle elezioni politiche del 1992 la Lega Nord manda a Roma 80 parlamentari; nel 1994 (stipulato laccordo elettorale con Berlusconi, formando il Polo delle Libert) ben 180, facendo divenire il Movimento leghista il gruppo pi numeroso in Parlamento. Nel 96, correndo da sola, la Lega ottiene il 10,8%, suo massimo storico. Infine, giungiamo al 2001 e allaccordo elettorale che fa nascere la Casa delle Libert. Nonostante la Lega Nord al proporzionale ottenga il 3,9% dei voti, va al Governo con tre Ministeri chiave (Riforme, Giustizia e Lavoro), e finalmente con le sue idee innovative inizia a cambiare il Paese. Il ritorno del pensiero federalista in Italia. Innanzitutto, bene precisare che al concetto di federalismo le forze politiche italiane si sono avvicinate in primo luogo come contro-azione alla progressiva conquista di voti della Lega Nord. Infatti, nessuno prima di allora si era mai sognato di parlare di federalismo, di Stato federale, di Camera delle Regioni, di preservazione delle diverse identit regionali allinterno della Repubblica italiana prima della Lega Nord e del suo Segretario Federale, Umberto Bossi. Sin da quando lItalia divenuta uno Stato unitario, invano si cercato di costruire una comune identit ed una artificiosa coesione socio-culturale. Entrambi gli sforzi sono risultati inefficaci perch la vera storia narra di popoli, con tradizioni e vicissitudini molto differenti, divisi in comuni, citt-stato, ducati, principati, repubbliche, nonch di dominazioni che hanno contribuito ad aumentare le singole specificit. 2

Nel mondo contemporaneo, contraddistinto dallavanzata del fenomeno di globalizzazione e dal costante annullamento delle differenze (delle culture, delle etnie ecc.), emerge come retroazione fondamentale lidea federalista che da sempre permea la storia italiana, anche se essa non mai riuscita a vincere la sfida nei confronti del pensiero statalista. Con il fascismo, poi, il Paese si trovato compresso in una struttura centralista e soffocatrice delle singole identit locali, che da sempre rappresentano la cultura pluralista. Qualsiasi fermento regionalistico ed autonomista venne omologato nel sistema che prevedeva lo Stato prima di tutto, in modo che fosse presente in ogni momento della vita del cittadino. Piero Gobetti, giovane politico e scrittore, morto esule nel 1926 a Parigi a causa delle incessanti persecuzioni fasciste, sostenne a ragione che la cultura italiana fu cieca ed inesorabile contro gli avversari del mito unitario. Dopo la seconda guerra mondiale e la scelta occidentale del nostro Paese, vennero create le Regioni (previste in Costituzione ma attuate concretamente solo nei primi anni settanta). Si credeva che con questo nuovo livello istituzionale sarebbe stato possibile conciliare lunit del Paese con il fermento autonomista di alcuni territori. Ma le Regioni, purtroppo, non decollarono mai come veri organi di potere decentrato. Lo Stato manteneva le sue leve ovunque, colpiva in maniera pesante la societ padana (con la tassazione) allo scopo di instaurare nel Sud del Paese un sistema clientelare e assistenzialista. Il controllo delle grandi aziende di Stato permetteva al potere centrale di ingessare il sistema economico-produttivo ponendolo di fatto sotto il controllo politico. Persino i Municipi persero la loro vitalit dopo lavvento della riforma fiscale Visentini (1975) che ne distrusse lautonomia fiscale. La burocrazia autoreferenziale priva di ogni senso pratico e manageriale sommata alla meridionalizzazione della pubblica amministrazione, spingono il divario tra Paese legale e societ a livelli insostenibili. Si crea cos lo spazio per riprendere lidea del federalismo che tanto ha riempito i dibattiti politici degli ultimi ventanni. Lega Nord diventa il Movimento paladino di questa autentica crociata, di questo nuovo concetto della politica. In altre parole: riportare in superficie il progetto della possibile trasformazione dello Stato italiano in senso federale. Se non ci fosse stata la comparsa sulla scena politica di Umberto Bossi e del suo Movimento politico, la classe politica italiana non avrebbe mai discusso di riforma federale e di dotare le Regioni di maggiori poteri legislativi, cosa che invece, proprio adesso sta avendo i suoi effetti diretti. Per ritrovare la voce federalismo sarebbe stato necessario rileggere gli scritti di illustri personaggi quali Cattaneo, Ferrari, Cernuschi, Salvemini. Il federalismo un modo diverso dintendere la politica e la societ, che niente ha a che vedere con le vecchie logiche della Prima Repubblica. Con il raggiungimento dellarchitettura federalista si potranno ottenere benefici e maggiore efficienza nel sistema Paese, creando, quindi, quelle condizioni che permetteranno a tutti i territori della penisola di potersi sviluppare seguendo le proprie peculiarit sociali ed economiche. Le singole realt regionali e locali, contraddistinte da identit proprie, potranno trovare la giusta strada per diventare il punto di riferimento per i cittadini delle loro comunit: il potere si avvicina alla gente che pu cos valutare con maggiore facilit loperato degli eletti. Tutto diventa pi semplice, pi diretto, pi trasparente. Ovviamente questo significa rimuovere atavici privilegi e scrostare vecchie rendite di posizione che in centinaia danni hanno trovato il tempo per cementificare il loro infausto equilibrio. La svolta secessionista e la dichiarazione dIndipendenza della Padania Con le elezioni politiche del 21 aprile del 1996, si apre una nuova fase storica per la Lega Nord. Dopo la decisione di presentarsi da soli alle elezioni, contro, quindi, sia il centro-destra (Polo delle Libert) che il centro-sinistra (Ulivo), giunge un inaspettato successo: il 10,8 % a livello nazionale; la Lega Nord diventa il primo partito dellItalia settentrionale. Nella campagna elettorale la strategia diretta a slegarsi nettamente dai partiti romani; passa alla storia, infatti, il motto assunto dal Segretario Federale Umberto Bossi, e cio Roma-Polo e Roma-Ulivo. Nonostante importanti opinionisti (comunque da sempre contrari alla Lega) ed analisti dessero, praticamente, la Lega Nord per spacciata e destinata allestinzione, la prova elettorale dimostra, al 3

contrario, tutta la forza che il Movimento del Nord possiede. Ancora una volta come gi successe in precedenza la Lega Nord conquista voti in tutto il Nord del Paese, raggiungendo, in alcuni collegi punte del 70% dei consensi. Nasce da qui, da questo voto inatteso alla Lega Nord la necessit delle forze politiche nazionali di confrontarsi apertamente sui temi posti da Bossi e dal suo Movimento, ovverosia il federalismo e i maggiori poteri da dare alle Regioni. Ed proprio allora, nei mesi successivi alle elezioni del 1996 che sorge lopzione indipendentista e secessionista della Lega Nord, e quindi la scelta di lottare non pi per il federalismo (inascoltato e indesiderato dalla classe politica italiana centralista e statalista) ma per la secessione del Nord (la Padania) dal resto del Paese. La nuova strategia politica secessionista volta alla creazione, quindi, di un nuova entit statale (la Padania) modellata sui principi federalisti non accettati da Roma (Padania Repubblica Federale), ha il suo momento celebrativo culminante nella tre giorni sul Po, in cui viene dichiarata lIndipendenza della Padania (13-15 settembre 1996). In questa fase, si comprende che lunica via da percorrere quella che porta alla separazione consensuale tra il Nord del Paese (la Padania) e il resto della penisola, sul modello di quanto gi attuato nel 1992 in Cecoslovacchia, separatasi in Repubblica Ceca e Slovacchia. Una Padania (al Nord) che sarebbe cos entrata nellEuro e il Mezzogiorno che, ancora non pronto, attraverso lo strumento della svalutazione della lira avrebbe iniziato il suo cammino di sviluppo, colmando, quindi, lo squilibrio con il Nord del Paese. I mezzi per ottenere la secessione erano comunque quelli del dialogo e della via pacifica, o meglio, la cosiddetta via gandhiana, sulle orme di quanto fatto da Gandhi in India per ottenere lindipendenza dallimpero inglese. Nel progetto di diffusione delle idee indipendentiste e secessioniste acquista un ruolo fondamentale anche il giornale ufficiale del Movimento (la Padania), che nasce l8 gennaio del 1997. Il giornale ottiene sin da subito un grande successo editoriale e diventa un importante mezzo di propaganda delle idee leghiste tra la militanza ma non solo. Momento importantissimo, in questa fase, il referendum del 25 maggio 1997, in cui nei gazebo della Lega si va a votare per lIndipendenza della Padania. I numeri sono straordinari, tanto che partecipano alla consultazione 4 milioni e 800 mila persone. Mai si era vista una tale dimostrazione di libera democrazia alternativa a quella precostituita. Leco delliniziativa si riverbera in tutto il mondo: la Padania riacquista la sua naturale dimensione. In seguito, il 26 ottobre del 1997 si tengono, in tutta la Padania, le elezioni libere per il Parlamento della Padania. La devoluzione: verso lo Stato federale Nellattuale fase storica, la Lega Nord ha preso coscienza del fatto che la realizzazione del federalismo nel nostro Paese potrebbe passare anche attraverso lalleanza con altre forze politiche che, ovviamente, non si dichiarano contrarie allavvento di uno Stato federale. E quindi, dopo la clamorosa uscita dalla maggioranza di Governo nel 1994 (dovuta alla mancata applicazione dellaccordo elettorale tra la Lega Nord, Forza Italia e Alleanza Nazionale) si giunge alla primavera del 2000, in cui viene stipulato un nuovo accordo elettorale tra la Lega Nord e il Polo delle Libert. Il primo appuntamento nelle Regionali di quellanno; e lalleanza d prova di funzionare. Anche a causa dellentrata nelleuro, il Movimento punta sulla cosiddetta devolution, o meglio, la devoluzione prendendo come spunto quanto realizzato dal Regno Unito. Nel febbraio del 2000, dunque, a ben sei anni di distanza dalla caduta del primo governo Berlusconi, si d vita ad nuova alleanza nel centro-destra. Nasce la Casa delle Libert, in pratica, il polo federalista. Il motivo fondante della nuova alleanza la devolution, ovvero la devoluzione di competenze dallo Stato centrale alle Regioni. Essa, acclamata dal popolo leghista fin dal 1999 (dalla Dieta di Acqui Terme), viene ora intesa come la modalit attuativa di un corretto principio federale, che vuole come inizio, proprio lo spostamento di competenze alle entit periferiche che andranno poi a costituire il patto federale, in questo caso le Regioni. La devoluzione, assunta dalla Casa delle Libert come strategia federalista, viene ormai invocata come la corretta applicazione dellautonomia, dellautogoverno e della sussidiariet. Nel processo di devoluzione rientrano, come primo passaggio, tre materie che in quasi tutti gli stati federali sono di competenza esclusiva degli enti federati: la sanit, listruzione e la sicurezza. 4

Con la devoluzione nel comparto sanitario, la Lega Nord ritiene di essere maggiormente in grado di dare vita ad un sistema che, sorretto dalla competizione, pu davvero dare maggiore efficienza senza togliere lattenzione dovuta al paziente. Nella scuola, invece, si crede nel progetto di devolution in quanto e con questo ci si riavvicina ad uno dei temi cari alla Lega Nord si presterebbe maggiore attenzione alle culture e alle tradizioni locali, vero patrimonio di pluralismo nel nostro Paese. Infine, con la devoluzione anche nel settore della sicurezza (soprattutto legata al territorio) si attiverebbe direttamente un maggior controllo raggiungendo pertanto una pi immediata ed efficace azione di prevenzione nei confronti della criminalit. Pur non coincidendo con il federalismo, la devoluzione rientra nella strategia del Segretario Federale Umberto Bossi che crede nel raggiungimento dello Stato federale a piccoli passi, gradualmente. E in questo la devoluzione uno degli strumenti di realizzazione. Economia: salvaguardare le piccole-medie imprese e lartigianato Da sempre, in ambito economico, i principi ispiratori della Lega Nord sono rivolti a liberare il sistema economico dai lacci e dai controlli dello Stato. In pratica, opinione del Movimento leghista che solo attraverso lallentamento del controllo dello Stato sulleconomia sar possibile sprigionare quelle forze in grado di far progredire il sistema produttivo della Padania e del resto del Paese. Il punto di partenza del pensiero della Lega Nord la dimensione locale, che presuppone uno sviluppo del tutto particolare e che trova la propria sintesi nel sistema di piccole e medie imprese che hanno contribuito a dare un grande sviluppo socioeconomico non solo alla Padania, ma a tutta lItalia. Da sempre, obiettivo politico della Lega Nord Padania quello di dare libero sviluppo a tutte le potenzialit del sistema economico ed imprenditoriale del nostro Paese. La Lega Nord vicina e infatti ha sempre cercato di realizzare delle leggi e dei provvedimenti di sostegno in tale direzione alla piccola e media impresa e al vasto mondo dellartigianato, che rappresenta un settore molto importante per leconomia italiana e padana soprattutto. Infatti ben il 90% del PIL prodotto dalle PMI (piccole e medie imprese) che, sebbene siano state estromesse dalla alla logica degli aiuti di Stato, hanno saputo sfruttare appieno la loro cultura imprenditoriale dove il lavoro non una condanna ma un mezzo per raggiungere risultati ed portatore di interesse collettivo. Sempre considerando come scopo quello della creazione di uno Stato federale, il nostro Movimento volge la sua attenzione al sistemo produttivo locale. Nella comunit locale sono inserite con successo la piccola impresa e lartigianato che la Lega Nord fin da quando sorta ritiene come modelli ed esempi da seguire per un corretto sviluppo imprenditoriale. Ma leconomia, per essere incoraggiata a crescere ha bisogno di un mercato vitale, e ci possibile solo attraverso labbassamento della pressione fiscale che da sempre attanaglia il mondo delle partite IVA. Lintento dunque dare pieno sostegno al mondo delle PMI, delle imprese artigiane (magari a conduzione familiare) che, inserite nel proprio contesto locale, hanno saputo emergere e fare grande limpresa padana nel mondo. In questo mondo che si va sempre pi globalizzando, necessario mantenere la competitivit dei nostri prodotti, tra cui quelli tipici legati alle produzioni agricole. Sempre parlando di problemi del fisco, necessario metter mano ad una completa riforma del sistema fiscale, in modo tale da rendere autonomi (dal punto di vista delle entrate) gli enti territoriali che compongono la Repubblica (Regioni, Province, Comuni). Le nostre idee sono rivolte ai principi relativi alla libert economica, alla difesa degli interessi della piccola impresa industriale e commerciale. La nostra azione prevede di cercare di fare in modo che il piccolo artigiano, il piccolo commerciante cos lontano dalla politica, capisca che finalmente avr a disposizione un Movimento che tuteler i suoi interessi, che sono poi quelli del sistema produttivo del Nord. Societ: sostenere la famiglia In ambito sociale, lazione progettuale della Lega Nord rivolta a ridare valore alla famiglia e a tutto quello che riguarda lambito familiare. nella famiglia che una persona pu trovare il giusto 5

completamento. Ed sempre nella famiglia che, in casi di difficolt, si pu trovare sostegno e conforto. la famiglia il soggetto privilegiato per la trasmissione dei valori etici, culturali, sociali e spirituali essenziali per la crescita, leducazione, lo sviluppo ed il benessere della persona e della comunit locale ed i figli ne rappresentano la risorsa pi importante. Difendere listituzione familiare significa anche contrapporsi a quei modelli culturali che, negli ultimi decenni, hanno inteso distruggerla, identificando il modello familiare tradizionale come superato e limitativo, con limplicito obiettivo di smantellare il fondamento della societ stessa e imporre lo Stato come unico soggetto di riferimento. E per questo che, da quando la Lega Nord entrata nel Governo (maggio 2001), si da subito provveduto a riportare lazione politica sul benessere delle famiglie, attraverso lattivazione di specifiche politiche ad esse dirette. La famiglia ancora la maggiore risorsa di cui sono permeate le comunit locali ma, affinch questa abbia la possibilit di esprimersi come soggetto attivo, liberando le proprie energie, necessario che di essa se ne faccia un interlocutore privilegiato, in quanto soggetto che si assume profonde responsabilit sociali. In coerenza con questa impostazione la Lega Nord ha presentato, a livello statale, specifici provvedimenti, alcuni dei quali gi approvati in legge, che toccano i vari ambiti del vivere civile, e cio le politiche fiscali, il potenziamento dei servizi per linfanzia, fino ad arrivare alla recente presentazione del Libro Bianco sul Welfare che, come ha sottolineato il Ministro Maroni, pone al centro del sistema di protezione sociale la famiglia fondata sul matrimonio. Analogamente, nelle Regioni dove il nostro Movimento presente al governo, sono state presentate proposte di legge e deliberazioni regionali di promozione e tutela specifica del nucleo familiare, volte ad incentivare la possibilit di contrarre matrimonio per le giovani coppie e a riconoscere i bisogni che corrispondono alle stesse fasi della famiglia. In tema di politiche sociali, la difesa dei diritti della famiglia naturale uno degli impegni fondamentali che la Lega Nord ha assunto nei confronti degli elettori, in quanto la sua mancata tutela non pu che avere come esito inevitabile una societ priva di futuro. Da tutto questo nasce anche la forte battaglia intrapresa in Europa dal nostro Movimento, per preservare il concetto di famiglia naturale e contro il progetto portato avanti dalla sinistra europea, vale a dire creare una societ slegata dalle sue radici storiche. La famiglia nella nostra visione rimane sempre il vero centro propulsore per la crescita materiale e spirituale di ogni persona. Inoltre, la Lega Nord d grande attenzione al mondo del volontariato che incoraggia e sostiene, avendo lo stesso un forte legame con la famiglia e rappresentando una fonte straordinaria di solidariet per la societ nel suo complesso. Cultura e scuola: attenzione alle culture locali In Italia, attraverso la scuola si sempre tentato di imporre una cultura omologante a popolazioni con storia, tradizioni, lingue e costumi diversi. Gli esempi, storicamente provati, sono innumerevoli: il divieto assoluto di usare anche una semplice espressione dialettale in classe, la storia risorgimentale adattata ad uso e consumo dello Stato unitario, lesasperata gerarchizzazione amministrativa, lo svolgimento dei programmi avulsi dallo specifico territorio di appartenenza, la spinta verso una scuola di massa pi attenta alla unificazione culturale che ad una vera alfabetizzazione di qualit. Una scuola, insomma, usata a fini politici di medio o lungo periodo. Lo Stato centrale orgoglioso del fatto che nelle diverse aree territoriali si studino le stesse cose indipendentemente dalle diverse situazioni sociali, culturali ed economiche; lo stesso discorso vale per i docenti, sempre sele zionati ed assegnati alle varie sedi in funzione dellomologazione culturale generalizzata. Il pensiero della Lega Nord semplice: quegli stessi sentimenti che uniscono una Comunit non possono essere coltivati e tramandati solo in sede familiare, ma devo no trovare un luogo in cui la formazione e listruzione non li mortifichino, ma anzi provvedano ad esaltarne lutilit. Da subito il Segretario Federale Umberto Bossi ha intuito il ruolo fondamentale della cultura locale per le giovani generazioni, e di conseguenza le azioni della Lega Nord in materia di istruzione hanno avuto come principale obiettivo la riduzione del monopolio statale sulla scuola: dagli aiuti alle famiglie che optano per le scuole private alla messa al bando degli scellerati concorsi na zionali per il reclutamento degli insegnanti, dalla scomparsa dei dannosissimi e costosi membri esterni nelle commissioni degli esami di maturit al rilancio degli istituti regionali di formazione 6

professionale, dalla creazione di una vera Scuola Padana, fino allassegnazione di una quota dei programmi scolastici a carico delle Regioni (rivoluzione epocale). Limminente applicazione della devoluzione in campo scolastico assegner finalmente alle Regioni un ruolo da protagonista nellistruzione e nella formazione delle giovani generazioni, e lesclusivo merito di ci va senza ombra di dubbio ascritto alla Lega Nord e a tutti i suoi rappresentanti nelle istituzioni. La conoscenza culturale dell'ambiente in cui si vive rappresenta una fondamentale e decisiva esperienza educativa. E' un confronto con noi stessi, con la storia, con quel patrimonio di umanit che costituisce l'eredit morale e sociale di chi ci ha preceduto. E' una presa di coscienza delle potenzialit e delle risorse che offre la realt circostante. Significa progettare il futuro, anche personale. In questo modo il territorio e le sue scuole rappresentano il cuore ed il motore dello sviluppo civile, sociale, economico e culturale. Entrambi assumono una centralit davvero strategica per la valorizzazione, il progresso e la crescita armonica e competitiva delle Comunit. Si arrivati finalmente a capire un concetto che la Lega Nord ripete da sempre. E questo non il raggiungimento del traguardo, ma linizio per una sempre maggiore diffusione delle nostre idee. Il federalismo per unEuropa dei popoli Dopo il Trattato di Maastricht e lavanzata inarrestabile del processo dintegrazione continentale (costruzione dellUnione europea), lEuropa ha dovuto necessariamente cominciare a riflettere sul futuro assetto istituzionale da darsi. Quindi, che tipo di Europa costruire: unEuropa centralista sul modello francese di stampo napoleonico o unEuropa fondata sul principio federale, come molti auspicano. La Lega Nord impegnata contro il processo dintegrazione europea visto come omologazione degli Stati membri, con il rischio che ognuno di essi perda la propria identit. Vengono in mente e questo sempre quando si parla di federalismo le parole profetiche di Carlo Cattaneo, che vedeva lalternativa tra unEuropa accentrata e centralista e quella che chiamava gli Stati Uniti dEuropa, cio unEuropa fondata sul principio federale e sulla libert. Da quando esiste, la Lega Nord si battuta con tutte le sue forze per vedere nascere unUnione europea diversa da un super-stato di stampo sovietico, non curante dei destini dei singoli popoli europei. Il nostro modello di costruzione, prevede certamente un processo dintegrazione su scala continentale, ma anche, contemporaneamente, un forte bisogno di preservare e mantenere intatte le singole diversit, vero patrimonio della civilt europea. Solo attraverso laccettazione dei principi federalisti su scala europea, sar possibile creare quella vasta zona (rappresentata da un insieme di 25 Stati dal 1 maggio 2004) di libero scambio e di libera circolazione che porti maggiore democrazia e crescita, sia sociale che economica. In questo senso, il federalismo rappresenta lalternativa attuabile per lintegrazione degli Stati membri nellUnione europea. Ci che la Lega Nord vuole realizzare la creazione di unEuropea dei popoli, in cui le singole identit locali e degli Stati membri siano mantenute e valorizzate, tra cui, quindi, anche quella padana, e quella di qualsiasi altro popolo europeo che voglia realizzare la propria libert. LEuropa che vogliamo si poggia sui principi tipici della confederazione (in cui, appunto, ogni singolo Stato membro mantiene intatta la sua sovranit statale); unEuropa che rispetti le radici, le tradizioni, le autonomie regionali e locali, le lingue e le minoranze. UnEuropa che basa la propria ricchezza sul concetto di democrazia esistenze, in virt della compresenza di un forte pluralismo e del rispetto delle differenze esistenti, che da sempre arricchiscono la civilt europea. Se, quindi, quanto sta avvenendo in Italia (ovvero la creazione di uno Stato federale) merito esclusivo e non di altri, come molti invece vorrebbero far credere della Lega Nord, ci va anche ad essere inserito in un discorso pi vasto, pi globale. Si sta infatti osservando, ormai, come siano sempre di pi gli Stati che nel mondo si avvicinano allidea federalista e, quindi, si trasformano in Stati federali. Se poi si considera il fatto che circa un terzo della popolazione mondiale vive in strutture statali che sono federali, e un altro terzo vive in Stati che sebbene non rappresentino dei veri e propri modelli di Stato federale hanno comunque al loro interno alcuni principi federalisti, laffermazione di prima non pu che venire rafforzata. 7

Inoltre, dobbiamo considerare il processo di globalizzazione in atto. Questo, come ormai asserito da molti studiosi, un fenomeno per certi aspetti negativo, se solo pensiamo alla distruzione della singole identit e allappiattimento delle differenze esistenti n el mondo che esso comporta. Come conseguenza si osserva la crescita di importanza del federalismo e del principio della decentralizzazione dei poteri. In altre parole, si assiste a quella che viene anche definita Rivoluzione federalista, che sta praticamente investendo il mondo intero. In pratica, si osserva come lidea di Stato sia entrata in crisi un po in tutto il mondo, tanto che sono sempre pi numerosi i movimenti politici che si rifanno ai valori del federalismo, come moderna visione della societ. Ci si sta accorgendo come un sistema decentrato e federale sia molto meglio funzionante ed efficiente rispetto ad un sistema centralizzato e prevaricatore delle autonomie territoriali, dove si concretizza la vita delluomo. In pratica si comincia a credere allidea del federalismo come nuovo modo dintendere la societ, basata sui valori del pluralismo e del rispetto delle differenze e, quindi, come principio portatore di maggiore democrazia. Il federalismo entrato ormai nellagenda politica italiana, e presto questo ci che crediamo sar allordine del giorno anche in altri paesi del mondo. ormai il vento della storia che spinge il mondo verso il federalismo, verso la rivoluzione federalista. E, se i segnali del nuovo millennio sono corretti, allora il federalismo trionfer ovunque, aiutando nel contempo lumanit a realizzare i valori supremi della democrazia e della libert e, quindi, a realizzare una societ migliore per tutti.

Marzo 2003

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