una nuova finanza dimpresa in Italia Accesso al mercato internazionale dei capitali per la piccola e media impresa italiana 21 febbraio 2013 La finanza dimpresa una componente essenziale della politica industriale << Lattivit delle banche nellallocazione delle risorse deve trovare complemento in un pi ampio sviluppo dei mercati dei capitali. Per le imprese, i bassi livelli di patrimonializzazione e la stretta dipendenza dal credito bancario quale fonte pressoch unica di finanza esterna rappresentano un elemento di fragilit nel breve termine, un freno alle potenzialit di sviluppo. Il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese richiede cambiamenti anche nei rapporti con le banche. ... rapporti con le banche. ... In Italia il 38% dei prestiti alle aziende ha durata non superiore ai 12 mesi; la quota del 18% in Germania e in Francia, del 24 nella media dellarea delleuro. La maggiore dipendenza dal debito a breve termine espone le imprese italiane a pi elevati rischi di rifinanziamento, restringe lorizzonte temporale degli investimenti. Nel nostro Paese, oltre la met dei prestiti a breve termine costituita da affidamenti in conto corrente. >> Ignazio Visco, Governatore della Banca dItalia, Considerazioni Finali, Relazione Annuale, Roma, 31 maggio 2012 2 Il contesto di riferimento La nuova regolamentazione Basilea III determina un prolungato periodo di razionamento del credito alleconomia. In Italia gli effetti pro-ciclici della regolamentazione bancaria sono esasperati dalle regole dellEBA . Il mutamento delle regole di welfare, con il passaggio a sistemi previdenziali contributivi, preme per un aumento strutturale della propensione al risparmio a fini pensionistici integrativi, con domanda dinvestimento correlata Procede il decoupling tra mercati con progressiva separazione tra rischi Procede il decoupling tra mercati con progressiva separazione tra rischi sovrani, bancari e corporate, grande, medio e piccolo Le PMI hanno un ruolo portante nella nuova economia europea, in tutti i paesi, diversamente dalle precedenti esperienze storiche e dalle traiettorie sperimentate dai paesi anglosassoni Con il Decreto Crescita si mira ad aprire un circuito dintermediazione diretto tra risparmio ed investimento, per indirizzare stabilmente parte delle risorse a lungo termine (previdenza, accumulazione, investimento) verso il sistema produttivo delle grandi imprese intermedie (non quotate) e delle PMI nazionali. 3 I collocamenti privati effettuati da parte delle societ non quotate sono poco numerosi La tabella seguente riporta la lista dei private placements resi pubblici ed effettuati nel 2011- 2012 da societ italiane (quotate e non) presso investitori istituzionali esteri attraverso strumenti di debito. E utile notare che le tutte emissioni sono state effettuate su mercati esteri (USA e Giappone) e che tali mercati risultano di fatto accessibili non solo alle societ di grandi dimensioni (Atlantia, Luxottica, ecc.), ma anche a societ medie (De Longhi, Sol, Piaggio) e/o non quotate (IllyCaff, Barilla, Bormioli). 4 Potenziali aziende emittenti Le societ potenzialmente candidate a suscitare linteresse degli investitori alla sottoscrizione di prestiti obbligazionari potrebbero essere quelle caratterizzate da: o Spiccata propensione allexport; o Brand riconosciuto sui mercati internazionali; o Attivit focalizzata su settori anticiclici; 5 o o Adeguata patrimonializzazione e redditivit; o Progetti di sviluppo a lungo termine (con prospettive temporali non in linea con la durata dei presti bancari offerti dal mercato). Finalit delle emissioni: o Refinancing; o Sviluppo per vie interne e acquisizioni; o Investimenti. I punti chiave del cambiamento Liberalizzazione della finanza dimpresa: riduzione dello spread finanziario Modernizzazione del rapporto banche-imprese (meno risk warehousing e pi accompagnamento verso il mercato) Minore dipendenza dal credito bancario e dal credito a breve termine (meno banco-centrismo) termine (meno banco-centrismo) Pi maturo rapporto col mercato dei capitali Patrimonializzazione e rafforzamento della resilienza finanziaria delle imprese I punti citati sono critici di fronte alle componenti pi influenti sulla competitivit del sistema, ovvero R&S e innovazione 6 Gli obiettivi dellart. 32 della Legge Crescita Semplificare ed integrare lattuale ordinamento degli strumenti per il finanziamento dellattivit dimpresa Rimuovere ostacoli civilistici, fiscali, societari allaccesso e alla sollecitazione al mercato dei capitali da parte di emittenti finora esclusi quali imprese non quotate, imprese medie e piccole (secondo la classificazione europea) per intercettare gli investimenti degli operatori qualificati nazionali ed internazionali evitando comportamenti elusivi Allineare le opportunit finanziarie del sistema nazionale a quelle dei pi avanzati sistemi industriali e finanziari europei Rafforzare la struttura finanziaria dellimpresa tutelando meglio le ragioni di clienti e fornitori, nonch dei creditori ordinari e garantiti (subordinazione) modulando gli esborsi di cassa per oneri finanziari sui risultati dimpresa (partecipazione). 7 La situazione precedente (1) Nella situazione precedente il mondo degli emittenti residenti era diviso in 2 grandi insiemi: 8 La situazione precedente (2) Le emissioni nette di obbligazioni a medio e lungo termine delle imprese italiane non finanziarie oggi molto limitata: 14,5 mld nel 2009, 12,4 mld nel 2010, -534 mln nel 2011 (i rimborsi hanno superato i 7 mld di emissioni lorde). Le emissioni sono concentrate per 4 / 5 su 4 emittenti (Eni, Pirelli, Le emissioni sono concentrate per / 5 su 4 emittenti (Eni, Pirelli, Telecom Italia e Terna) Le consistenze dei corporate bond italiani (escluse le obbligazioni di banche e di istituzioni finanziarie) sono circa 90 mld, contro gli 873 mld delle banche e i 240 mld di altre istituzioni finanziarie Le emissioni di soggetti non quotati possono essere stimate in 10 mld di (2,2 mld circa nel campione Mediobanca delle Medie Imprese Italiane) 9 Lobiettivo e il perimetro della Legge Crescita Nella Legge Crescita gli emittenti vengono suddivisi in segmenti: Cd grandi emittenti Grandi Medie e piccole Microimprese, societ di persone, Medesimo trattamento fiscale Trattamento attuale 10 emittenti (societ quotate) Grandi imprese Medie e piccole imprese persone, cooperative, artigiane, familiari Emittenti sui mercati regolamentati e su MTF (poche decine di soggetti) Collocamento e negoziazioni riservate solo agli investitori qualificati (poche centinaia i primi, poche migliaia i secondi) Valgono le regole attuali (alcune centinaia di migliaia di soggetti) Limpatto sulle PMI italiane (1) Per le stime di impatto si utilizzato il campione chiuso Mediobanca delle Medie Imprese italiane, per gli anni 2000/2009 La ricerca definisce "medie" le imprese organizzate come societ di capitale che realizzano un fatturato annuo tra 15 e 330 mln di , che occupano non meno di 50 e non pi di 499 addetti e che non sono controllate da imprese di grande dimensione e da gruppi stranieri grande dimensione e da gruppi stranieri L'indagine ha ambizioni censuarie, per cui rappresentativa dell'andamento delle medie imprese italiane organizzate nella forma giuridica della societ di capitali. Si tratta peraltro dell'unica rilevazione censuaria sistematica sulla media impresa italiana Il campione utilizzato presenta 3.220 societ Il fatturato medio (ultimi 3 anni) di 50 mln, I debiti onerosi verso terzi per 22,5 mln di cui circa 10 a b/t, Gli investimenti sono poco meno di 8 mld per anno 11 Limpatto sulle PMI italiane (2) Si tratta di un campione molto dinamico, che ha difeso margini e redditivit per lintero periodo (anni 2000/2009); gli investimenti fissi tangibili si sono attestati costantemente intorno al 5%dei ricavi 12 Limpatto sulle PMI italiane (3) Ipotizzando che 1 / 5 del campione (650 imprese) si avvalga delle facolt concesse dalla nuova normativa per met dei suoi limiti massimi, lammontare in circolazione di: strumenti monetari (cambiali finanziarie) si aggirerebbe su 10 mld, strumenti finanziari (obbligazioni) si aggirerebbe su 11 mld Si sostituirebbero pi 21 mld di finanziamenti bancari corrispondenti, pari ad 1 / 3 dei finanziamenti onerosi complessivi (bancari e non) del campione finanziamenti onerosi complessivi (bancari e non) del campione Il rilascio di tali crediti libererebbe dai libri bancari capitale regolamentare per 2,3 mld, mentre gli accantonamenti minimi annui (EL) diminuirebbero nellordine di 360 mln (PD medie delle imprese emittenti in Italia del comparto) In un contesto di tendenziale restrizione del credito, ci consentir nuovi prestiti bancari, senza intaccare il margine di intermediazione ed il conseguente utile operativo 13 Il ruolo dello sponsor nellemissione di cambiali finanziarie Le societ non quotate di media e piccola dimensione sono obbligate ad avvalersi di uno sponsor nel contesto delle operazioni di emissione di cambiali finanziarie. Il ruolo dello sponsor pu essere rivestito da una banca, da unimpresa di investimento, da una societ di gestione del risparmio (SGR), da una societ di gestione armonizzata, da una societ di investimento a capitale variabile (SICAV), purch con succursale costituita in Italia. Lo Sponsor assiste lemittente nella procedura di emissione dei titoli con alcuni compiti: supporta lemittente nella fase di emissione e di collocamento sottoscrive e mantiene nel proprio portafoglio, fino alla naturale scadenza, una quota dei sottoscrive e mantiene nel proprio portafoglio, fino alla naturale scadenza, una quota dei titoli emessi non inferiore al: 5% per emissioni fino a 5 mln di 3% per emissioni comprese tra i 5 e i 10 mln di , in aggiunta alla quota risultante dall'applicazione della percentuale di cui al numero 1) 2% per emissioni maggiori i 10 mln di , in aggiunta alla quota risultante dall'applicazione della percentuale di cui ai numeri 1) e 2) segnala, per ciascun emittente, se l'ammontare di cambiali finanziarie in circolazione superiore al totale dell'attivo corrente classifica l'emittente al momento dell'emissione, distinguendo almeno 5 categorie di qualit creditizia dell'emittente: ottima, buona, soddisfacente, scarsa e negativa 14 Deroghe allobbligo dello sponsor Per lemissione di cambiali finanziarie la norma prevede la deroga allobbligo della presenza dello sponsor in 2 casi specifici : 1. quando le societ siano diverse dalle medie e dalle piccole imprese (secondo la classificazione europea) la classificazione europea) 2. quando l'emissione sia assistita, in misura non inferiore al 25 % del valore di emissione, da garanzie prestate da una banca o da un'impresa di investimento, ovvero da un consorzio di garanzia collettiva dei fidi per le cambiali emesse da societ aderenti al consorzio 15 La clausola di subordinazione La clausola di subordinazione definisce i termini di postergazione del portatore del titolo ai diritti degli altri creditori della societ e ad eccezione dei sottoscrittori del solo capitale sociale. In tal modo si rafforza la struttura finanziaria dellimpresa meglio tutelando le ragioni creditorie di clienti e fornitori, nonch dei creditori ordinari e garantiti Questo rappresenta uninnovazione rispetto al c.c. del 1942, secondo cui le Questo rappresenta uninnovazione rispetto al c.c. del 1942, secondo cui le forme di finanziamento si articolano su 3 forme tecniche: aperture di credito, mutui e azioni. Si inserisce una categoria intermedia tra debito e capitale che aumenta le opzioni per le imprese La struttura proprietaria non viene posta in discussione. Comando e controllo da parte del nucleo imprenditoriale mantengono la loro coesione. Il rafforzamento della struttura finanziaria inoltre temporaneo e mirato 16 La clausola di partecipazione La clausola di partecipazione regola la parte del corrispettivo spettante al portatore del titolo obbligazionario, commisurandola al risultato economico dell'impresa emittente sulla base di parametri oggettivi e predeterminati La parte fissa del corrispettivo riconosciuto al portatore del titolo non pu comunque essere inferiore al Tasso Ufficiale di Riferimento pro tempore comunque essere inferiore al Tasso Ufficiale di Riferimento pro tempore vigente Il pagamento dei creditori avviene in modo variabile nel tempo in relazione al successo economico aziendale, favorendo ristrutturazioni, fasi di crescita accelerata, turnaround tecnologici ed altri passaggi impegnativi nella vita dimpresa 17 Gli strumenti subordinati partecipativi Qualora l'emissione con clausole partecipative: 1. contempli anche la clausola di subordinazione 2. e comporti il vincolo a non distribuire capitale sociale se non nei limiti dei dividendi sull'utile d'esercizio la componente variabile del corrispettivo rappresenta un costo e, ai fini dell'applicazione delle imposte sui redditi, computata in diminuzione del reddito dell'esercizio di competenza. Ad ogni effetto di legge gli utili netti annuali si considerano depurati da detta somma. considerano depurati da detta somma. Lo strumento utile per rafforzare limpresa di fronte a piani industriali complessi, importanti revisioni strategiche ed organizzative. Lo strumento offre unopportunit aggiuntiva per gestire crisi aziendali, trasformando crediti ordinari temporaneamente non sostenibili in strumenti che consentano la realizzazione di piani adeguati a rigenerare capacit competitiva duratura nel tempo. Anche utili ed interessi verranno diluiti nel tempo in funzione dei risultati. 18 La finanza dimpresa pu creare valore? (1) Molte crisi sono amplificate da una spirale finanziaria, non reale o industriale Le imprese finanziariamente fragili nella crisi tendono a peggiorare rispetto alle altre. Una finanza dimpresa di carattere straordinario pu recuperare strutture produttive altrimenti destinate a soccombere. 19 La finanza dimpresa pu creare valore? (2) Una soluzione win/win tra banche ed imprese Nellattuale situazione, le banche, per la gestione di difficolt acute, debbono muoversi tra 2 estremi: da un lato la rinuncia del credito, in tutto od in parte (saldo e stralcio), registrando immediatamente la perdita (soluzione peraltro oggi anche fiscalmente penalizzata). Rientrano in tale contesto anche moratorie e dilazioni convenute tra le parti, dallaltro, interventi di debt/equity swap, assumendo partecipazioni nellazionariato dimpresa, operazioni tuttavia destabilizzanti per il nucleo imprenditoriale, impegnative per la gestione bancaria e ad alto assorbimento di capitale Con il ricorso a trasformazioni dei crediti in titoli subordinati partecipativi: vengono ridotti pro-tempore gli oneri finanziari sostenuti dallimpresa nei periodi di utili aziendali bassi o nulli (contro un incremento dei rendimenti nei successivi periodi di rilancio), rendendo sostenibili esercizi che non generano (o distruggono) cassa le risorse derivanti dalla trasformazione rafforzano temporaneamente il capitale aziendale senza alterare la struttura di propriet e di controllo imprenditoriale i requisiti di capitale delle banche sono quelli applicati al credito e non alle partecipazioni i rendimenti, avendo carattere partecipativo (quindi a rendimento aleatorio e di natura opzionale) consentono una registrazione contabile del credito pi aderente alle aspettative di medio termine sia in sede di requisiti di capitale sia di valutazione al fair value secondo IFRS. La LGD terr conto della clausola di subordinazione. 20 Gli obiettivi della Legge Crescita nel contesto attuale Il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese premessa per sostenere gli investimenti industriali, incidendo sulle perduranti debolezze finanziarie che condizionano i recuperi di competitivit e di internazionalizzazione. Ci in un contesto in cui richiesta neutralit fiscale Lintento quello di indirizzare risorse verso le componenti pi dinamiche delleconomia italiana, attingendo alle asimmetrie informative ed operative In conclusione delleconomia italiana, attingendo alle asimmetrie informative ed operative che sono ad appannaggio degli operatori locali (prevalentemente banche commerciali) Si spera in tal senso di: orientare sulleconomia produttiva italiana risparmio interno a fini previdenziali integrativi e complementari, gestioni patrimoniali individuali e collettive, riserve assicurative, oggi destinati a sottoscrivere titoli di grandi emittenti o sovrani esteri, generare un flusso netto positivo di capitali dallestero e di indurre col tempo IDE positivi trainati dallesperienza degli strumenti di credito 21 Nuovi rapporti banca-impresa La Legge Crescita apre la possibilit al sistema bancario italiano di rivedere il proprio business model corporate verso i servizi con lobiettivo di: fidelizzare i clienti chiave, utilizzare le informazioni interne anche a fini di business (non solo regolamentare), rafforzare le relazioni privilegiate per il collocamento e la gestione dei In conclusione rafforzare le relazioni privilegiate per il collocamento e la gestione dei titoli con operatori istituzionali nazionali ed esteri La disponibilit di titoli in portafoglio, anzich di prestiti, facilita la costruzione di covered bonds, di CBO od altre forme strutturate riscontabili presso BCE Vi sono le possibilit per lapprofondimento della qualit di relazione con gli emittenti, innovando i termini del rapporto banca/impresa in Italia, al di l del contesto di multi-affidamento e della pura gestione denaro, passando da un approccio tattico/transazionale ad uno strategico di relazione. 22